Cuore di ghiaccio di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 La missione ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Loki Laufeyson ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Rincontrarsi ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Fenrir ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Jormungander ***
Capitolo 6: *** Cap.6 Thor e Sleipnir ***
Capitolo 7: *** Cap.7 La trasformazione di Steve ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Il quesito di Loki ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Tentativi falliti di seduzione ***
Capitolo 10: *** Cap.10 Missione compiuta ***
Capitolo 11: *** Cap.11 Finale ***
Capitolo 1 *** Cap.1 La missione ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction
challenge II:
Personaggi:Elsa/Loki; Steve
Roger/Anna
Prompt: ...gli assegnarono la
missione più infelice di tutte: salvare chi non vuole essere
salvato.
Cuore di ghiaccio
Cap.1 La missione
Le leggende
raccontano che nella terra di oro e gloria scese un gelo
perenne. Un eroe avrebbe dovuto salvarla dalla caduta, ma gli
assegnarono la
missione più infelice di tutte: salvare chi non vuole essere
salvato.
Steven si
raddrizzò l’elmetto dorato sul capo, il naso
arrossato era umido e le iridi azzurre erano scure. Dal coprinaso del
pesante
copricapo spuntava una ciocca biondo cenere. Il soldato stringeva con
entrambe
le mani la lancia laser e camminava a passo di marcia con la schiena
curva. Nei
corridoi di marmo i suoi passi rimbombavano, coprendo dei brusii in
lontananza.
Si fermò davanti a una porta d’oro massiccio alta
sette volte lui. Una guardia
dalla pelle candida e gli occhi azzurro chiaro ghignò,
osservando le sue
braccia magre e si leccò le labbra.
“Che cosa ci fai
qui mezzosangue?” domandò. Rogers si morse
l’interno della guancia, appoggiò la fine della
lancia sul pavimento davanti a
sé ed espirò dalle narici.
“La madre di sua
maestà mi ha mandato a chiamare” rispose
con voce atona. La guardia digrignò i denti, scosse il capo
e le ciocche biondo
oro le sbatterono contro le gote.
“Vado a chiedere
alla regina Frigga se ciò che hai detto
corrisponde a verità. Non mi fido di chi ha lo stesso sangue
della menzogna”
sibilò. Si voltò e aprì le porte, le
varcò e se le richiuse alle spalle con un
tonfo. Steve sospirò, si voltò e raggiunse una
finestra. Si affacciò,
appoggiando la fronte sul vetro.
-Mi chiedo se il mondo dei
giganti di ghiaccio adesso sia
come Asgard- rifletté. Guardò la superficie
congelata dell’acqua, su di essa c’erano
degli arabeschi di ghiaccio a forma di fiocchi di neve grandi quanto il
suo
petto. La neve ricopriva gli edifici, il terreno e gli alberi secchi.
Osservò
un cervo stramazzare al suolo, vedeva le ossa premere contro il corpo
smagrito
e quasi privo di peli, il fiato si condensava davanti al suo muso. La
porta si
riaprì e la guardia uscì.
“Entra pure, ma
ti avviso che ti trapasserò a fil di spada se
oserai disturbare il sonno di re Thor” borbottò.
Steve sorrise, gli passò
davanti ed entrò correndo. La porta si richiuse con un tonfo
alle sue spalle.
La regina si voltò verso di lui, era seduta su un sedile
dorato e teneva le
esili dita intrecciate abbandonate in grembo.
“E’
ufficiale nipote mio, tuo zio il re sta morendo. Presto
la natura soccomberà e questa terra diventerà una
landa desolata priva di vita
spazzata via dal ghiaccio” spiegò. Steve
avanzò verso di lei, s’inginocchiò, le
prese la mano nella sua e le baciò il dorso niveo coperto di
rughe. Le vene
azzurrine risaltavano sulla pelle candida e le ossa premevano sulla
carne smagrita.
“I guaritori non
trovano modo di salvarlo?” domandò Steve.
Lasciò la mano della donna e si alzò in piedi.
“V’è
una sola possibilità. Solo Loki, il signore della magia
può ricondurlo alla vita” mormorò
l’anziana regina. Steve sgranò gli occhi,
impallidì
e le iridi azzurro scuro si fecero liquide e quasi bianche.
“Mio padre?
Colui che il grande re degli dei ha scacciato?
Il signore dei giganti di ghiaccio che ha tradito queste terre dopo
essere
stato recluso per anni nelle carceri? Insomma il ba**ardo di Asgard
degno mio
genitore visto quello che sono per questo mondo?”
domandò alzando la voce.
Strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche e corrugò la
fronte. Fu scosso
da una serie di tremiti, inspirò ed espirò e il
fiato gli si condensò davanti
al viso.
“Solo tu, nipote
mio, puoi riportarlo a casa e alla ragione.
Proprio il fatto che tu abbia sangue di Midgardiano nelle vene ti
protegge dall’incanto
che è caduto in questi luoghi. Gli Asgardiani purosangue
sono indeboliti dal
gelo e diffido degli altri popoli che potrebbero approfittarne per un
colpo di
stato” spiegò Frigga. La lunga treccia che le
ricadeva sui seni era ingrigita e
gli occhi incavati.
“Nonna, Loki non
è più tuo figlio, come non è fratello
di
Thor. Perché dovrebbe aiutarci?”
domandò Steve. Sentì un rantolo e si
voltò,
scostò un drappo che copriva il letto matrimoniale. Suo viso
ansimò, il suo
respiro era roco, il petto si alzava e abbassava in maniera
discontinua, la
pelle abbronzata era ingrigita e madida di sudore. Sentì
altri due rantoli
provenire dal colosso e lo vide dimenare le gambe, seguirono dei gemiti.
“Morirà
altrimenti e per Asgard sarà la fine”
mormorò Frigga.
Steve si morse il labbro, incise la carne con i denti e
sentì il sapore del
sangue.
“Sono nato dalla
Maschera in cui mio padre venne rinchiuso
per ere dai vichinghi, un’essenza di caos e distruzione si
agita in me”
bisbigliò. Frigga si alzò dal sedile dorato, una
lacrima le rigò il viso e
strinse la spalla del giovane coperta da una spalliera dorata.
“Salva i miei
figli, convinci tuo padre” supplicò.
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Capitolo 2 *** Cap.2 Loki Laufeyson ***
Ringrazio anche solo chi
legge.
Scritta
a
ispirazione del testo Let it go, All'alba sorgerò di Frozen.
Questo
capitolo narra di un evento passato, quando Loki è diventato
signore del suo
regno.
Cap.2
Loki
Laufeyson
Si
narra dell’alba che vide calare il tramonto su Loki
principe di Asgard, signore delle malefatte e sorgere il signore di
Jotunheim,
re Loki il Jotun.
“Un mostro
… una reliquia … ero solo questo
per mio padre …” balbettò Loki. Le
lacrime gli rigavano il viso, le iridi verdi
erano liquide e il suo corpo era scosso da tremiti. Laufey gli tolse il
mantello di dosso e lo lasciò cadere a terra.
“Odino
non
era tuo padre. E devi dimenticarlo, ora il suo sangue bagna le mie
mani”
rispose. Le ossa che fuoriuscivano dalla sua vasta calotta cranica si
ricoprirono
di brina. Si voltò e raggiunse il trono di ghiaccio,
salì i gradini, si voltò e
vi si lasciò cadere. Loki si girò,
avanzò e raggiunse il limitare del palazzo
di ghiaccio. Abbassò il capo e osservò le rocce
sotto di lui, erano ricoperte
di neve. Alzò il capo, i fiocchi di neve candidi scendeva,
allungò una mano e
un paio sfiorarono le sue dita candide. La pelle nivea divenne blu
chiaro e si
ricoprì di ghirigori blu scuro. Le lacrime si ghiacciarono
sul suo volto e
caddero sul pavimento con una serie di ticchettii. Loki chiuse gli
occhi e
inspirò, abbassando la mano. Sentiva l’aria
frizzante pungergli la pelle e il
battito cardiaco si regolò.
“Perciò
è
davvero questo che sono, un assassino e il malvagio delle favole della
buona
notte di quella che non è più madre”
sussurrò.
“Smettila
di
pensare al passato. Da domani tu sarai il nuovo re di Jotunheim,
è ora che tu
diventi ciò che sei nato per essere” disse Laufey.
Suo figlio riaprì gli occhi
e le iridi verde smeraldo divennero vermiglie. Sorrise mostrando i
canini e si
voltò, le corna dorate del suo elmo sparirono insieme ad
esso per lasciare il
posto a due corna vere, i capelli si allungarono arrivando fino ai
glutei.
“Vuoi
dire
che sono re? E’ davvero quello il posto che mi
spetta?” domandò. Laufey
accavallò le gambe e mise le mani sui braccioli del trono.
“Abbandona
il luogo in cui i tuoi eredi venivano trattati come cavalli da soma per
conquistarci. In questo remoto regno, sei tu il re” rispose.
Loki si voltò, una
collana d’oro e dei bracciali dello stesso materiale gli
apparvero, le vesti
nere che indossava scomparvero e un drappo di seta leggera color verde
smeraldo
gli coprì il membro.
“Se
è questo
il mio destino non si dica che il signore del caos non lo
accetterà con classe”
sussurrò.
I
fiocchi di
neve lo circondarono, danzando intorno al suo corpo, alcuni di essi
s’impigliarono
nella sua capigliatura scura. Si voltò e vide una trentina
di proprie
proiezioni apparire davanti a lui, ognuna di essere si rifletteva
all’infinito
nel ghiaccio che ricopriva il pavimento e le pareti. Alzò il
capo, uno strato
di ghiaccio ricoprì anche il soffitto. Sentì le
copie ridere, fu scosso da una
serie di tremiti. Le guardò indicarlo e ridere
più forte, il padre allungò il
braccio e vi passò la mano di sopra facendole scomparire.
“Nessuno
riderà di te, i tuoi veri fratelli non lo
permetteranno” mormorò. Loki sgranò
gli occhi, si girò e guardò di nuovo lo
strapiombo. Il battito cardiaco
accelerò nuovamente, fece apparire lo scettro e lo strinse a
sé.
-Thor
… mio
fratello è Thor- pensò.
Sollevò
il
suo scettro e la luce blu che si emanò da esso
brillò all’unisono con quella
che proveniva dallo scrigno degli inverni. Il suolo di Jotunheim
s’illuminò
della stessa luce, gli abitanti volsero il viso verso il palazzo e
gridarono.
Uscirono dalle loro caverne e iniziarono e ruggire tenendo i pugni
alzati. La
luce verde si emanò da Loki che gettò indietro e
scoppiò a ridere.
“Qui
nessuno
limiterà la potenza della tua magia. Non verrai temuto, ma
amato” spiegò sua
madre. Il figlio di Laufey si leccò le labbra, si
voltò e corrugò la fronte.
“Amato?
Voi
mi avete abbandonato, per questo Odino mi ha raccolto”
sussurrò con voce
sibilante. Il genitore negò con il capo e le iridi vermiglie
brillarono.
“Menzogne.
Io e tuo padre ti abbiamo desiderato così tanto da usare la
magia per averti.
Odino era geloso di questo amore” spiegò. Loki
chinò il capo, si
voltò e avanzò verso il trono.
“Lui
mi ha
trovato” bisbigliò. Laufey si alzò dal
trono, s’inginocchiò davanti a lui e
chinò la testa, inarcando la schiena. Passò
l’indice sulla guancia del figlio e
sospirò.
“Ti
avevamo
nascosto nel templio proprio perché sapevamo che ti avrebbe
cercato” sussurrò.
Loki
strinse
gli occhi e ringhiò.
“Bugie,
lì
ho trovato solo bugie” ruggì. Alzò lo
scettro e gridò a sua volta, una serie di
urla gli fecero eco.
“Li
ucciderò
con le mie stesse mani” sibilò. Si
voltò verso il padre piegando di lato il
capo, delle ciocche more gli sfiorarono le guance blu e si
leccò le labbra. I
canini lattei brillavano riflettendo la luce della luna.
“E
i miei
fratelli con me. Come si chiamano?” domandò.
Laufey sorrise, intrecciò le dita
delle mani e sporse il capo in avanti.
“Helblindi
e
Byleistr, ma ovviamente anche i tuoi figli verranno liberati e chiamati
a
raccolta. Farbauti avrebbe tanto voluto conoscerli”
spiegò. Loki inspirò ed
espirò, la magia verde intorno a lui fece apparire un trono
fatto di serpenti
di pietra. La madre applaudì e il moro ridacchiò.
“E
dimmi, qual
è invece la progenie di Odino della quale ti vuoi occupare
ora che il loro
padre è morto?” domandò Laufey.
Alzò il capo e osservò alcune fiocchi di neve
entrare con delle folate di vento all’interno e tingersi di
verde chiaro.
“Meili,
il
signore di pietra; Hermòor il torturatore di Sleipinr e
assassino, Hoor lo
sciocco credulone cieco, Grior il pavido, Vali che osa portare il nome
di uno
dei miei figli, Bragi il noioso poetante e il più odioso di
tutti: Baldr”
enumerò Loki.
“Non
dimentichi nessuno di quella stirpe?” domandò
Laufey. Loki raggiunse il trono,
vi si sedette e lasciò cadere lo scettro. Questo si
trasformò in un martello,
strinse le labbra fino a renderle un azzurro tenue. Alzò il
capo e guardò la
mano del padre grande quattro volte lui e si morse l’interno
della guancia.
“Se
è vero che
diverrò signore di questi luoghi voglio avere
libertà di scelta. Quello sciocco
di Thor avrà una sorte peggiore della morte che lo vedrebbe
nel peggiore dei
casi nel Valhalla a bere con la sorella valchiria Brunilde”
sussurrò. Laufey
negò con il capo e sorrise. Si voltò e
guardò un trono vuoto semidistrutto
abbandonato dietro una roccia.
“Sei
figlio
di tuo padre, piccolo e impudente bugiardo. Che sorte hai pensato
allora per
quel tronfio ragazzo?” domandò. Loki
scoppiò nuovamente a ridere, si girò e
mise le gambe oltre il bracciolo del trono sistemando il capo
sull’altro.
“Lo
priverò
del suo amato martello, non vedo punizione peggiore per chi mi ha
costretto a
vivere nella sua ombra sin dalla più tenera
infanzia” spiegò. Laufey annuì un
paio di volte, schioccò le dita e una coperta di pelliccia
coprì l’erede.
“Che
la tua
volontà diventi legge, mio figlio prediletto”
disse. Loki chiuse gli occhi,
piegò le gambe e arcuò la schiena sistemandosi
sotto la coperta.
-Qui
non mi
troverai Thor. E’ meglio così, se saremo separati
non potrò farti del male.
Basterà dimenticarti e con te tutto il mio passato-
pensò.
“E’
decisamente la scelta migliore, in fondo nemmeno quel pentapalmo
è mio fratello”
bisbigliò. Sbadigliò e si addormentò.
Laufey si alzò, si voltò e oltrepassò
un’arcata
di pietra entrando in un altro salone.
“Oggi
tramonta Loki figlio di Odino e sorge la nuova alba. Che
l’era di Loki
Laufeyson sorga!” tuonò.
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Capitolo 3 *** Cap.3 Rincontrarsi ***
Ringrazio anche solo chi
legge.
Scritta sulle note di
“Cuor Non Dirmi No” di Anastasia.
Cap.3 Rincontrarsi
Steve strinse la barra del
timone della navetta volante e
chiuse gli occhi. Il fiato si condensava davanti al suo viso, le guance
erano
arrossate e un rivolo di sudore freddo gli scese lungo il capelli
biondi. Si
tolse l’elmo dorato e lo lanciò facendolo cadere
sul fondo con dei tonfi
metallici.
Deglutì un paio
di volte sentendo la gola dolergli, corrugò
la fronte e proseguì. La piccola barca volante
entrò dentro una fessura in una
montagna, i bordi fece un rumore stridulo strofinando contro le rocce.
Chiuse
gli occhi, strinse le ginocchia e piegò il capo.
Il
bambino sgranò gli
occhi guardando la superficie dorata della parete. Si girò
sentendo dei passi e
vide un gigantesco piede. Si aggrappò alla gamba del
genitore e strofinò la
guancia pallida contro il tessuto nero, della magia verde avvolse le
sue mani e
le iridi azzurre brillarono dello stesso colore. Thor
s’inginocchiò davanti a
lui e sorrise, il viso era incorniciato da una barba dorata.
“Fratello,
quindi
questo è il più piccolo dei tuoi
eredi?” domandò. Allungò il braccio e
accarezzò
con la mano abbronzata i capelli biondo cenere di Steve che
deglutì. Rabbrividì
e tirò un pugno a uno dei bracciali metallici.
“Ha
un bel caratterino
per essere un midgardiano”. Aggiunse. La risata di Loki
risuonò con un suono di
cristalli infranti.
“Speriamo
la pensi
così anche nostro padre. Ha sempre maltrattato i miei poveri
figli” si lamentò
con voce sibilante. Thor sollevò il bambino stringendolo con
le mani sotto le
ascelle e lo guardò scalciare.
“Noi
saremo la tua
famiglia” sussurrò.
Steve
sospirò, il rumore dello
sfregamento si fece più forte, la barra tremò
più forte e la strinse con
entrambe le mani.
“La
verità è che mio zio sta solo morendo di dolore
per la
mancanza di mio padre” borbottò. Chiuse gli occhi,
avvertì una fitta all’addome
e socchiuse un occhio. Vide una montagna davanti a sé,
sgranò gli occhi e virò.
Andò a sbattere con la fiancata contro una montagna, la neve
crollò sulla barca
che oscillò, si frantumò sbattendo contro
un’alta roccia. Steve strillò, cadde
di sotto urlando e affondò nella neve a faccia in
giù. Il corpo gli diede una
serie di fitte, le gambe gli pulsarono e sputò neve. La
sostanza gelida gli
fece bruciare la pelle chiara arrossandogliela. Affondò le
mani nella sostanza
biancastra, si diede la spinta e alzò il capo.
L’armatura larga due volte lui
si riempì di neve e il biondo rabbrividì.
Starnutì, le guance s’arrossarono e
avvertì le narici pungere. Si mise in piedi, strinse i pugni
e li alzò al
cielo. Sentì dei tonfi, sgranò gli occhi e si
voltò. Si buttò nella neve,
rimanendo quasi del tutto sommerso e vide un piede blu grande tre volte
lui
passargli accanto seguito da un altro, li vide allontanarsi in
un’altra
falcata. Gattonò nella neve, superò una duna
bianca e scese dall’altra parte
scivolando di pancia. Avanzò strisciando, i capelli biondo
cenere s’inumidirono
e dei fiocchi di neve vi s’impigliarono.
-Freddo, freddo
… qui finisco ibernato-
pensò. Si fermò davanti a un’unghia
nera grossa quanto
il suo viso, appartenente a una zampa da lucertola larga tre volte lui.
La
creatura dimenò la coda, i fiocchi di neve si scioglievano a
contatto con le
placche d’osso sulla sua schiena. Steve sentì il
lucertolone ruggì e la bocca
si seccò, strinse gli occhi irrigidendosi. Le narici
dell’animale si dilatarono
e aspirò ripetutamente, il suo corpo era bluastro e
abbatté le zampe nerborute
su una lastra di ghiaccia spezzandola. Il muso schiacciato si
concludeva con
uno spuntone d’osso blu lungo quanto Steve.
Abbatté il cranio d’osso sul
ragazzino, quest’ultimo gridò. La magia verde si
trasformò in uno scudo intorno
a lui. La protezione andò in pezzi e la bestia fu sbalzata
via, cadendo su un
fianco. I capelli biondi del ragazzo presero fuoco e il suo corpo si
gonfiò, i
muscoli si fecero prominenti e le fiamme vermiglie brillavano di
riflessi
verdastri. Si dipanarono da lui creando dei solchi nella neve e
avvolsero la
creatura riducendola in polvere. Steve mugolò, chiuse gli
occhi e il naso gli
sanguinò. Crollo su un fianco ansimando, tossì e
si mise a faccia in giù.
Proseguì strisciando, le labbra gli divennero violacee,
l’alone verdastro
intorno a lui si spense e i capelli tornarono normali.
Inghiottì aria
ripetutamente e i polmoni gli bruciarono, sentì il sapore
del sangue in bocca.
Si voltò sentendo dei passi ovattati nella neve e
sgranò gli occhi vedendo dei
piedi bluastri grandi quanto i suoi. Lanciò lo scudo dorato
della sua armatura,
quest’ultimo si congelò e andò in
frantumi.
“Mi pareva di
aver riconosciuto la tua magia figlio mio”
disse Loki. Steve chiuse gli occhi, il corpo gli dava una serie di
fitte, fu
colto da un capogiro e avvertì la nausea salire. Si
portò una mano alle tempie
avvertendole pulsare.
“Pa …
padre … sono … ve … venuto per voi
…” balbettò.
Boccheggiò e tossì.
“Sarei venuto a
prenderti a breve. Il trasporto di Jormungander
ha preso più tempo del previsto e anche i tuoi zii si sono
rivelati duri a
morire a suo tempo” spiegò con voce seducente
Loki. Steve allargò le braccia e
il respiro si fece regolare.
“Vieni con
me” biascicò. Perse i sensi e Loki
sospirò,
scuotendo il capo.
“Sempre
così fragilino il mio piccolo soldato” si
lamentò.
|
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Capitolo 4 *** Cap.4 Fenrir ***
Ringrazio anche solo chi
legge.
Scritta sulle note di
Facciamo un pupazzo insieme? Una delle
song di Frozen.
Partecipa alla fanfiction
challenge II:
Personaggi:Elsa/Loki;
Steve Roger/Anna
Prompt e titolo: le fate
del nord son quelle con le ali più
fragili (lo vorrei come titolo per la fanfiction)
Cap.4 Fenrir
Steve sentì il
naso pizzicare. Mugolò, si leccò le labbra e
allungò le gambe. Si girò su un fianco, le sue
orecchie sentirono il crepitio
del fuoco e l’aria fredda contro il naso. Allungò
la mano e tastò. Continuando a
dormire. Le sue dita toccarono qualcosa di morbido e caldo, sorrise e
vi si
strofinò con il viso.
“Fenrir”
biascicò. Affondò nel materiale peloso,
tirò
indietro le gambe e cinse le ginocchia con entrambe le braccia.
“Sei
già sveglio o
stai dormendo?” domandò il bambino. Si
piegò in avanti, il peso dell’elmo
dorato che gli arrivava fino al mento lo fece cadere in avanti con uno
strillò.
Steve se lo tolse e lo appoggiò a terra. Rialzò
il capo, appoggiò le mani
paffute sul terreno sporcandole di fango e gattonò fino alla
pelliccia grigia.
Afferrò alcune ciocche di pelo e si arrampicò su
di esse.
“Dai,
voglio giocare
con te, fratellone!” gridò. Il lupo
sbuffò, sollevando un nuvolone di polvere
marroncina e facendo rotolare una pietra grossa due volte il minore. Il
più
piccolo raggiunse la cima del lupo e saltellò nuovamente,
dimenando le braccia.
“Possiamo
correre
insieme o io posso fare dei pupazzi e tu distruggerli”.
Propose, il lupo alzò
il capo e si voltò a fissarlo. Le iridi gialle brillarono e
della saliva colò
dalle fauci, i denti giallastri erano sporchi di sangue in
più punti.
“Pulce”
borbottò.
Steve sgranò
gli occhi sentendo il naso dolere e bruciare
sulla punta. Una fatina ridacchiò mostrando i denti aguzzi,
aprì e chiuse le
mani dalle unghie lunghe. Un rivolo di sudore scese lungo la guancia di
Steve,
vide la creatura lisciarsi un’ala con entrambe le manine
grandi quanto la
capocchia di uno spillò. La pelle del suo naso era
scorticata, la creaturina si
piegò e leccò la sostanza vermiglia, sporcando la
sua figura lattea
luminescente. Sbatté un paio di volte le ali,
spiccò il volo e si voltò. Steve
rabbrividì, strinse i pugni e si girò vedendo uno
stormo di fatine volteggiare
all’interno della stanza.
“E io che
pensavo che non mi sarei potuto sconvolgere mai
più” sussurrò con voce rauca. Si
portò la mano al viso e si tamponò la ferita
al naso, sporcandosi di liquido vermiglio l’indice.
“Perché
diamine quelle cose sono così pericolose?”
borbottò.
“Pericolose? Le
fate del nord sono quelle con le ali più
fragili” sentì dire una voce seducente alle sue
spalle. Arrossì, si voltò e il
ciuffo biondo cenere gli ondeggiò davanti al viso.
“Non voglio
vedere quelle del sud” borbottò. Fenrir lo
leccò, la lingua ruvida si strofinò contro il suo
corpo facendolo ricadere di
lato e la saliva grondò da esso, trasformandosi in una pozza
appiccicaticcia
sul pavimento di ghiaccio.
“I miei
omaggi” ringhiò il lupo e la sua forte voca roca
risuonò tutt’intorno. Steve guardò il
fratello, socchiuse un occhio e sgranò l’altro.
Osservò la pelliccia blu e le iridi vermiglie del lupo, il
fiato si condensava
davanti alle narici grandi due volte il suo viso. Si voltò
verso il genitore,
sulla liscia pelle blu risaltavano delle striature più scure
e gli occhi
brillavano di riflessi rosso sangue. Deglutì a vuoto un paio
di volte e
incrociò le dita tra loro.
-Diventerò blu
anche io?- si domandò. Alzò la mano e
guardò
la pelle, era rosata e leggermente grinzosa e violacea sotto i
polpastrelli.
“Al contrario ti
piacerebbero le fate del sud, grosse e
allegre. Quelle del nord sono le più fragili, ma le
più pericoloso e crudeli”
spiegò.
Fenrir grugnì,
chiuse gli occhi e riappoggiò la testa sulla
zampa.
-Come mio padre e zio
Thor. Padre fragile fuori e zio dentro-
pensò. Loki ticchettò sul pavimento con lo
scettro, un trono a forma di falco
dalle ali spiegate fatto totalmente di cristallo bianco e azzurro
uscì dal
ghiaccio. Si voltò e vi si sedette, si staccò le
placche dorate che gli
tenevano una pelliccia di pelo verde legata alla schiena e si
massaggiò il
collo.
“Ho visto Thor
uccidere centinaia di quelle fatine, oltre
che sterminare migliaia della mia razza” sussurrò
con voce rauca. Steve strinse
i pugni, si alzò in piedi e guardò il viso
pallido del genitore.
“Padre, sono qui
per riportarvi indietro. Zio Thor sta
morendo di dolore senza di voi!” gridò. La sua
voce rimbombò nella stanza e
fece tremare le stalagmiti sopra di lui.
“Sempre il
solito rumoroso” borbottò Fenrir, abbassando le
orecchie pelose.
“Non vedo
perché dovrei salvarlo. E se anche volessi venire,
scatenerei nuovamente la guerra. Lo ucciderebbero per riportarmi
indietro”
spiegò Loki. Si girò, sdraiandosi con le gambe
sdraiate su un’ala di cristallo oltre
il bracciolo e la testa appoggiata su una grossa piuma
dell’altra ala.
“Se non venite
morirà di certo” mugolò Steve.
“Abituati alla
tua nuova casa, piuttosto” rispose Loki. Fu
avvolto da una nuvola verde e sparì. Steve sbatté
ripetutamente gli occhi e
vide il proprio riflesso nel ghiaccio. Abbassò il capo e
sospirò. Fenrir fu
avvolto da un alone azzurrastro, si passò una mano nei corti
capelli neri e
scosse il capo. Strinse a sé il minore, che chiuse gli occhi
affondando il capo
nel petto blu.
“Non sei molto
cambiato” borbottò con voce pastosa. Le due
cicatrici ai lati della bocca brillavano come mezzelune pallide. Si voltò verso il
trono e sospirò.
Steve
sporse il
labbro, tirò su con il naso e gli occhi erano arrossati.
Fenrir gli passò gl’indici
sulle guance rosate, togliendogli le lacrime.
“Che
cosa ho fatto di
male a nostro padre? Perché non vuole mai
vedermi?” domandò. Il maggiore
scompigliò i capelli del ragazzino.
“Su,
su, i piccoli
soldati non piangono” gli sussurrò. Si sentirono
delle urla, dei fulmini
vermigli illuminarono il cielo di Asgard.
-Nostro
padre ha di
nuovo perso il controllo in una malefatta. Però non posso
dire a fratellino che
Odino lo rinchiude nelle segrete e lo tortura, lo terrorizzerei-
rifletté.
Strinse a sé il più piccolo e lo cullò.
“Vorrei
passeggiare in
sua presenza, come facevamo quando sono arrivato”
borbottò Steve. Fenrir
sospirò, gli baciò la fronte e sorrise.
“Vedrete
che un giorno
lo farete” gli promise.
Steve strinse a
sé il maggiore, ascoltando il suo battito cardiaco.
Si leccò le labbra, riaprì gli occhi e
guardò il suo mento aguzzo.
“Mi sei mancato
troppo. E anche lui, proprio quando ho avuto
più bisogno del suo conforto” sussurrò.
Fenrir gli baciò la testa sopra i
capelli biondo cenere.
“Ti hanno preso
in giro peggio del solito?” chiese con voce
impastata. Steve gli accarezzò la guancia e negò
con la testa.
“Quando ti hanno
legato con quella spada in bocca e ti hanno
portato via da me” mormorò con voce roca.
“Non metterti a
piangere, piccolo soldato”. Lo incoraggiò
Fenrir e Steve annuì.
“È il
momento di farlo tornare a essere accanto a te” disse
Fenrir.
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Capitolo 5 *** Cap.5 Jormungander ***
Ringrazio anche solo chi
legge.
Mi sono ispirata alla
scena dell’incoronazione di Elsa, in
Frozen.
Partecipa alla fanfiction
challenge II:
-Loki/Steve
Prompt: di smeraldo, di rubino ||
Cap.5 Jormungander
Fenrir gli
accarezzò i capelli, si voltò e gli
indicò
un’arcata di pietra ricoperta da tre dita di ghiaccio.
“Ora tu vai e
cerchi di parlargli. Va bene?” domandò. Steve
si mordicchiò il labbro, abbassò il capo e il
maggiore lo lasciò andare. Steven
si voltò e avanzò di un paio di passi, si
girò e sospirò, il fiato si condensò
in una nuvoletta di vapore.
“Senti, il tuo
complesso di elettra come va?” domandò.
Fenrir gettò indietro la testa e rise con forza.
Ansimò, chiuse gli occhi
sentendoli pizzicare e raddrizzò la testa.
“Benissimo.
L’ho superato quanto ho superato la vicenda ‘mio
cugino Tyr’” disse ironico. Si sporse e le iridi
color sangue si scurirono. Steve
si portò un pugno alle labbra e tossicchiò un
paio di volte.
“Fammi
indovinare. Anche tu sei messo malaccio, vero?”
chiese il lupo. Steve si girò e corse fuori, sentendo la
risata del maggiore
risuonare nuovamente diventando sempre più forte e una serie
di tonfi, il
terreno tremò. Scivolò in avanti, fece una serie
di capriole e si rimise in
piedi. Strofinò ancora con i piedi e cadde
all’indietro. Finì addosso a un
ragazzo dalla pelle blu che cadde a faccia in giù. Steve si
voltò e deglutì,
guardando il giovane tastare per terra.
S’inginocchiò accanto a lui, afferrò un
paio di occhiali e glieli mise sul naso. Jormungander guardò
il fratello,
deglutì sistemandosi seduto e strinse al petto al libro.
“Fratellone?”
chiese Steve. Il giovane si morse l’interno
della guancia e chinò il capo.
“Sssalve”
sibilò. Steve sbatté un paio di volte gli occhi,
avvampò e si guardò a destra e a sinistra. Steve
si massaggiò il collo, deglutì
e s’indicò.
“Salve a
me?” domandò. Guardò il giovane dalla
pelle blu
fissarlo e Steven sorrise.
“Oh, emh,
salve” rispose. Deglutì a vuoto e vide le gote
dell’altro tingersi di viola. Strinse le mani tra loro,
chinò il capo e si
alzò.
“Quindi, tutto
sistemato?” chiese. Jormungander annuì, si
alzò in piedi, si voltò e corse via. Steve
sospirò.
“Evviva, sono
peggiora persino nelle relazioni con loro” si
lamentò.
“Mio piccolo
soldato, ti sei fatto molto bello, ma resti
ugualmente un imbranato”. Risuonò la voce di Loki
alle sue spalle. Steve sbatté
ripetutamente gli occhi, si girò e guardò il
genitore avanzare verso di lui.
“Grazie”
rispose. Sentì le orecchie diventare calde,
strofinò il piede a terra e si passò la mano sul
petto. Lo sentì nudo, sgranò
gli occhi e abbassò lo sguardo. Vide che i glutei e il
membro erano coperti da
dei boxer di pelliccia, per il resto era ignudo.
“Per le norme,
come accidenti ho fatto a non accorgermi di
non essere vestito?!” strillò. Loki lo
afferrò per un braccio e lo strattonò,
uno stalagmite si abbatté al suolo dietro di lui andando in
frantumi. Steve
sbatté contro il genitore, sentì la pelle liscia
con alcuni rilievi contro la
guancia e il battito cardiaco accelerò.
“Tu sei
spaventosamente bello … no, aspetta. Non spaventoso
perché sei un gigante di ghiaccio, solo più
bello” farfugliò Steve. Loki si
massaggiò le tempie, in mezzo alle corna ricurve e scosse il
capo, chiudendo
gli occhi.
“Non mi capacito
di come tu possa essere scemo come Thor, se
sei figlio mio” si lamentò. Chinò il
capo, vide Steve leccare le labbra secche
ripetutamente e sorrise.
“Grazie,
comunque”. Aggiunse, con voce seducente. Steve
sentì un bruciore al basso ventre e le pupille si
dilatarono. Osservò gli occhi
dell’altro, specchiandosi in essi.
“ Di smeraldo o
di rubino, in fondo, hai sempre degli occhi
bellissimi” biascicò. Loki sbatté un
paio di volte gli occhi.
“E’
bellissimo”
sussurrò Loki. Allungò la mano e
sfiorò un paio di scintille rosse, gialle e
blu. Il cuore azzurro del fuoco d’artificio creato da Thor si
spense tra le sue
mani e sopra i suoi palmi cadde della polvere.
“Lo
so. Quanto i tuoi
occhi di smeraldo, fratello” mormorò. Loki
avvampò e piegò di lato il capo.
“Vorrei
che fosse
sempre così” mormorò. Thor
sospirò e si raddrizzò l’elmo dorato
tenendolo per
le ali ai lati.
“Anche
io”. Ammise.
Loki ghignò, mostrando i denti bianchi e incrociò
le braccia.
“Potrebbe
esserlo se
tu volessi. Se smettessi di andare in guerra, di voler essere un
pomposo
egocentrico all’ombra di Odino che schiaccia me con la
sua” ringhiò. Thor
sospirò e mise una mano sul manico di Mijionir.
“Non
posso, lo sai,
abbiamo degli obblighi verso il regno come futuri re”
ribatté con Thor con voce
tonante.
Loki spintonò
il figlio, Steve scivolò all’indietro,
dimenò
le braccia e finì seduto a terra con un tonfo.
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Capitolo 6 *** Cap.6 Thor e Sleipnir ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sulle note di The Emperor's New Groove
- My
funny friend and me (Italian). Non è una song-fic.
Partecipa alla fanfiction challenge:
Personaggi: Elsa/Loki, Steve/Anna
Prompt:non sapeva mantenere i segreti nemmeno da bambino!|
Cap.6 Thor e Sleipnir
Il sovrano
tossì, sentì delle fitte al petto e fu scosso da
una serie di tremiti. Si tirò su le coperte,
tremò più forte e si voltò
sentendo la finestra aprirsi di scatto. Si girò,
sgranò gli occhi dalle iridi
azzurre quasi del tutto bianche e si rizzò.
Osservò un cavallo dalle otto zampe
atterrare dentro la stanza e si alzò a sedere. Fu colto da
un capogiro e
ricadde sul letto, facendolo scricchiolare. L’animale
dimenò la coda, le iridi
rosso brillante che illuminavano la stanza divennero di energia
bluastra, si
avvicinò al letto sulla punta degli zoccoli, spinse da parte
le tende del
baldacchino con il muso.
“Sleipnir, cosa
ci fai qui?” domandò Thor con voce flebile.
Ansimava, gli occhi erano cerchiati di occhiaie nero-violacee e la
pelle
abbronzata era ingrigita. La pelliccia del cavallo era nera, le iridi
rosso
brillante illuminavano la stanza.
“Mio padre ha
sempre detto che Steve non sapeva mantenere i
segreti sin da bambino; perciò ho voluto vedere di persona
se veramente la fine
pendeva sul capo dello zio con cui ho condiviso molte
battaglie” bisbigliò il
figlio di Loki. Thor si diede la spinta e ricadde sul suo capo,
abbracciando il
muso umido. Il respiro pesante era irregolare, avvertiva la gola
bruciare e una
treccina bionda gli aderì al viso sudato.
“Sei
diverso” biascicò Thor. Gli zoccoli di Sleipnir
brillarono di luce azzurra e la bestia sorrise.
“Il mondo dei
giganti di ghiaccio ha cambiato tutti noi”
bisbigliò con voce inudibile.
“Vuoi dire che
Steve è tra i giganti di ghiaccio?”
domandò il
re di Asgard e la voce gli tremò.
“Sì,
zio” rispose Sleipnir sussurrando. Thor si
arrampicò
sulla sua groppa, ricadde in avanti e gli abbracciò il collo
avvertendo i
muscoli tesi sotto le mani. Il cavallo si girò ed
espirò, guardando la porta
chiusa.
“Zio, non urlare
o mi scopriranno” mormorò. Lo zio
allungò
il braccio, il martello si alzò dal comodino e gli
volò in mano. Thor socchiuse
gli occhi, stringendo il manico della sua arma.
“Portami da lui,
prima che si faccia uccidere. E se davvero
tuo padre mi ha voltato le spalle, mi dovrà almeno il favore
di uccidermi
subito invece che lentamente di dolore” sussurrò.
Sleipnir galoppò fino alla
finestra, balzò e un portale di luce verde smeraldo li
avvolse.
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Capitolo 7 *** Cap.7 La trasformazione di Steve ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecip alla fanfiction challenge II:
-Loki/Steve per
Prompt: Lui non ricordava qual era l'ultima volta che ha visto la neve.
Cap.7 La trasformazione di
Steve
Loki si passò
una collanina dorata intorno al corno. La luce
bianca del sole la faceva brillare come le superfici della caverna
ricoperte
dal ghiaccio. Accavallò le gambe, si slacciò il
mantello di pelliccia bianca e
alzò il capo.
“Pensi davvero
che potrei tornare ora che le mie mani si
sono macchiate del sangue degli stolti che osavano definirsi miei
fratelli?”
domandò. Steve osservò i muscoli definito del suo
petto blu chiaro, alzò lo
sguardo fino ai capezzoli blu scuro e deglutì.
Incrociò le gambe sul pavimento
ricoperto di ghiaccio, rabbrividendo. Delle strisce di magia verde
vorticavano
intorno al padre, facendogli ondeggiare i lunghi capelli neri. Steve
afferrò il
ciuffo biondo, si leccò le labbra pallide e sentì
un bruciore al passo ventre.
Osservò lea pelle nivea delle spalle del padre, il collo e
abbassò il capo.
Guardò le gambe socchiuse di Loki, la gola gli
bruciò e si girò.
“Padre, sapete
benissimo che il sovrano vi perdonerebbe”
sussurrò. Loki strinse lo scettro con le dita affusolate. Lo
sollevò e lo
oscillò, alcuni fiocchi di neve azzurrini caddero sopra
Steve che rabbrividì.
Il figlio della maschera alzò la testa e le iridi gli
divennero liquide.
-Non ricordo
l’ultima volta che ho visto la neve che creava
mio padre- pensò. Allungò la mano, uno dei
fiocchi gli finì nel palmo della
mano e si allargò. Si trasformò in un mantello
trasparente decorato con
stelline azzurre. Alcuni fiocchi di neve si sciolsero a contatto con la
sua
pelle chiara tingendola di blu e altri si sciolsero nei capelli biondi.
“E se morisse?
Sarei solo in territorio nemico” mormorò
Loki. Steve strinse le labbra fino a farle sbiancare, sciolse le gambe
e le
allungò. Il velo nelle sue mani si tinse di bianco
diventando di pizzo, si
divise in una serie di farfalle della stessa sostanza e volarono
intorno al
giovane. Steve si guardò la mano e strillò
vedendo la pelle blu, si alzò in
piedi rabbrividendo. Si girò e vide il proprio riflesso
nella superfice di
ghiaccio. Le iridi gli erano diventate vermiglie e una serie di simboli
blu
chiaro risaltavano sulla pelle blu.
“Ora neanche tu
potrai lasciare questo luogo, figlio”
sussurrò con voce suadente Loki. Una serie di rose di
ghiaccio grandi quanto la sua testa sbocciarono dal terreno e le
farfalle si trasformarono in sfere di luce candida che volteggiarono
tutt'intorno. Steve si nascose il viso tra le mani, strinse gli occhi e
sospirò.
-In compenso ora
vedrò solo neve da qui fino alla fine della mia vita- si
disse.
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Capitolo 8 *** Cap.8 Il quesito di Loki ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi:Elsa/Loki;Anna/Steve
Prompt:
gli abbracci sono dei gesti importanti.
Scaldano.
Cap.8 Il quesito di Loki
“Padre
…” sussurrò Steve. Si voltò,
vide la figura di Loki
avvolta da una serie di fiocchi di neve che vorticavano sempre
più forte.
Allungò la mano in quella direzione. Alcune schegge di
ghiaccio gli ferirono la
pelle blu e il giovane mugolò abbassando l’arto.
Si leccò le labbra e rialzò lo
sguardo, le iridi vermiglie gli brillarono. Loki abbassò le
braccia e la
tormenta cessò.
“Non lo rimembri
forse che non bisogna mai sfidare le magie
altrui?” domandò Loki. Inclinò di lato
il capo facendo ondeggiare intorno al
suo viso ovale i lunghi capelli neri. Allungò la mano e
l’appoggiò su quella
ferita del figlio. I tagli si richiusero. Si sentirono dei grugniti
alle loro
spalle. Steven intravide delle ombre oscure
correre nella neve ed una serie di risate provenire in
lontananza. Dei
pesanti passi di giganti di ghiaccio fece tremare il terreno e
sollevare ondate
di neve. Steve afferrò la mano del genitore con la propria.
“Ci sono cose
più importanti degli incanti. Lo avete forse
dimenticato?” chiese. Loki sbatté un paio di volte
le palpebre facendo tremare
le lunghe sopracciglia.
“Ad
esempio?” domandò con voce vellutata.
Sfilò la mano da
quella del mezzosangue e avanzò di un passo.
“Ad esempio gli
sguardi e il toccarsi, padre” rispose Steve.
Gonfiò il petto e alzò il capo. Loki
ridacchiò, socchiudendo gli occhi.
“Per ricordarmi
la tua incapacità a relazionarsi? Più che un
figlio mio, sembri un mancato erede di quello sciocco di
Thor” lo punzecchiò.
Steve strinse i denti e avanzò a sua volta.
“Padre, gli
abbracci sono gesti importanti” disse indurendo
il tono. Cinse le spalle del genitore con le braccia e gli
appoggiò la testa
sul petto.
“Scaldano”.
Aggiunse. Loki gli mise le mani sui fianchi,
facendogli aumentare il battito cardiaco e arrossare il viso.
“Questo fa
incrementare ben di più la temperatura ed è meno
stupidamente smielato” sibilò Loki. Si
strusciò contro il figlio sentendolo
tremare e gli baciò la fronte. Steve perse la presa e cadde
in ginocchio,
ansimando. Loki si mise in ginocchio davanti a lui e gli
sollevò il capo
tenendolo dal mento con indice e pollice.
“Lo sai che non
è di mio interesse essere sedotto dai miei
figli. Quindi, chiediti, sei qui per la tua missione o per farmi
contravvenire
ai miei principi paterni?” domandò seducente.
Steve deglutì a vuoto,
rabbrividendo.
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Capitolo 9 *** Cap.9 Tentativi falliti di seduzione ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo: blink-182
- I Miss You
"Partecipante
alla fanfiction challenge II:
Anna/Steve
x Elsa/Loki
prompt: si comincia sempre con una scelta sbagliata.
Cap.9 Tentativi falliti di seduzione
“Sai
padre, i disastri peggiori si cominciano sempre
con una scelta sbagliata” sussurrò Steve.
Rialzò il capo, afferrò le mani del
padre attirandolo a sé e sporse il capo. Loki
si piegò in avanti, arcuò la schiena e
allungò il collo. Steve strinse gli occhi e
appoggiò le labbra su quelle di
lui, assaporando il sapore di magia approfondì il bacio. I
simboli blu scuro
sul proprio corpo brillarono di riflessi verde smeraldo e i capelli
biondi gli
oscillarono ai lati del viso. I suoi vestiti si trasformarono in una
serie di
bolle verde scuro da cui uscivano i suoni di risate. Alcuni fiocchi di
neve si
tramutarono in cagnolino di palloncino che si misero a correre
abbaiando,
scivolando sul ghiaccio, spostando neve ed esplodendo nel rumore di
risate di
bambini. Si staccò dal bacio e si stese a faccia in su.
“Preferisco
essere vostro e venire meno ai miei
compiti” sussurrò con voce roca. Strinse gli occhi
e piegò di lato il capo,
appoggiando la guancia sulla superfice ghiacciata. Loki scosse il capo
e gli
accarezzò il petto, sentendolo rabbrividire.
“Sei
proprio troppo simile a tuo fratello Fenrir”
borbottò. Si tolse la pelliccia che portava sulle spalle
come mantello e gliela
lanciò sul corpo ignudo.
“Copriti”
sibilò. Steve allungò la mano di scatto e
afferrò quella del genitore. Socchiuse gli occhi, le iridi
vermiglie erano
liquide. Baciò le dita ripetutamente,
s’infilò l’indice in bocca e
succhiò
rumorosamente. Loki sollevò le sopracciglia e
sospirò.
“Per
essere figlio mio, hai poco discernimento con
inganni e conquiste. Dovrai fare ben altro per conquistarmi”
borbottò. Steve
avvampò, si tolse il dito dalla bocca e leccò il
palmo. Il battito cardiaco gli
accelerò e sentì le orecchie scottare.
“Decisamente
sei ancora troppo piccolo” borbottò.
Steve sporse il labbro inferiore e abbassò lo sguardo.
“Perché
Fenrir non lo è?” domandò. Loki
sfilò la
mano da quello del figlio e usò l’altra per
grattarsi il collo.
“In
realtà lo era. Ho già rovinato un figlio, non
voglio ripetere lo sbaglio” ribatté il dio degli
inganni. Steve guardò il re di
quel mondo di ghiaccio voltarsi e allontanarsi, il vento gli faceva
oscillare i
lunghi capelli e sbattere una serie di ciocche sulle spalle lisce e
muscolose.
Sospirò e affondò con la testa nella neve.
“Sono
un imbranato” si lamentò.
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Capitolo 10 *** Cap.10 Missione compiuta ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo: Silbermond - Irgendwas bleibt
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt:
«Dovrò
ucciderti comunque»
Cap.10 Missione compiuta
Steve si voltò sentendo il nitrito di suo fratello maggiore
Sleipnir. Loki apparve dinnanzi allo stallone nero e
impallidì vedendo la figura che lo cavalcava. Thor perse la
presa e cadde giù dal cavallo, finì su una lastra
di ghiaccio spezzandola con il suo peso e sollevò spruzzi di
neve.
"Sei uscito pazzo?! Perché lo hai condotto qui?" chiese
Loki. Sleipnir chinò il capo, la sua lunga criniera gli
ondeggiava dietro il capo sbattendogli contro il collo muscoloso.
"Perdonatemi padre, non ho potuto rifiutare un ultimo desiderio al re
di Asgard" sussurrò. Loki raggiunse Thor e gli
s'inginocchiò accanto, gli prese la testa sulle gambe e gli
accarezzò il viso bollente.
"Allora era vero? Stai morendo?" chiese Loki. Thor socchiuse le labbra,
ansimando, i suoi occhi erano lucidi e rivoli di sudore gli scendevano
lungo il viso abbronzato congelandosi.
"Avrei voluto vederti un'ultima volta" farfugliò. Loki gli
appoggiò la mano sulla giugulare e corrugò la
fronte, aggrottando le sopracciglia nere.
"Non importa che tu sia in fin di vita. Se Laufey ti trova qui,
dovrò ucciderti comunque" spiegò. Thor mise la
mani su quella del fratello adottivo e boccheggiò.
"Preferisco morire per tua mano, che per dolore" sussurrò
con voce rauca.
Steve raggiunse il padre, i suoi piedi affondavano nella neve e i
capelli gli ondeggiavano intorno al viso. Guardò lo zio e
gli s'inginocchiò accanto, affondando nel manto candido con
le ginocchia. Prese l'altra mano bollente dello zio e gli
baciò il dorso.
"Mio re, avreste dovuto attendermi. Non avrei mancato alla mia
missione" sussurrò. Thor guardò il viso pallido
di Loki e sorrise.
"Sei bello come ricordavo, mio amato fratello" biascicò.
Loki gli mise una mano sul cuore e si morse il labbro sottile. Il corpo
esanime di Thor era abbandonato sulle sue lunghe gambe affusolate.
"E' sotto un maleficio. Posso spezzarlo e salvarlo" spiegò
Laufeyson. Le iridi azzurre di Steve brillarono e sorrise al padre.
"Allora fallo padre!" lo invocò. Loki ghignò
mostrando i canini candidi, si confondevano con lo sfondo bianco
tutt'intorno, su cui invece risaltavano le iridi rosse del genitore.
Osservò il braccio nudo, la sua pelle liscia e
rabbrividì. Allungò le mani in quella direzione,
chiuse gli occhi e abbassò la mano affondandola nella neve.
Si morse a sangue le labbra carnose e rosee.
"Ti salverò figlio di Odino, ma a una condizione"
sussurrò. Thor si tolse la mano di Loki dal collo e se la
portò alle labbra, baciandogli le punte.
"Pur di sentire ancora la tua voce, sono disposto a tutto"
biascicò. Loki sentì dei tonfi di passi
avvicinarsi e alzò il capo, guardando in lontananza figure
di giganti di ghiaccio avvicinarsi. Chinò nuovamente la
testa, facendo ondeggiare le catenine sulle sue corna e facendo
mulinare i suoi lunghi capelli neri.
"Sposami e rendimi ugualmente sovrano di Asgard. Permettimi di rendere
grande entrambi i nostri popoli" ordinò. Steve
impallidì, sgranò gli occhi e rizzò in
piedi.
"Tu sposami e io eliminerò l'incantesimo di ghiaccio che mio
padre ha lanciato sul tuo cuore, che ti sta portando a morte certa".
Aggiunse Loki.
Steve
indietreggiò di un paio di passi e strinse i pugni. Sleipnir
nitrì, si alzò su due zampe dimenando le altre.
"Accetto con gioia" sussurrò Thor. Si sporse in avanti e
baciò Loki, il dio degl'inganni contraccambiò e
le sue labbra gelide divennero bollenti. Il petto di Thor
s'illuminò di una luce vermiglia all'altezza del cuore.
Steve sentì i suoi occhi pizzicare e sorrise, mentre una
lacrima gli rigava il viso. Sentì le urla dei giganti di
ghiaccio e parecchi di loro accelerarono correndo nella loro direzione.
"Ho compiuto la mia missione, ma ho infranto i miei desideri"
bisbigliò Steve.
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Capitolo 11 *** Cap.11 Finale ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo: Silbermond - Symphonie
Cap.11 Finale
Le
leggende raccontano che nella terra di oro e gloria scese
un gelo perenne.
Un eroe la salvò dalla caduta
compiendo la missione più infelice di tutti:
salvò colui che non voleva essere
salvato, ma perse se stesso.
Fenrir
si affacciò oltre la
balaustra d’oro e chinò il capo. Guardò
Steve avanzare, aveva uno zaino sulle
spalle e il sole si rifletteva sull’elmo che gli ricadeva
largo sul viso.
“Steven
se ne sta andando prima di
assistere al matrimonio” sussurrò. Si
rizzò sentendo dei passi e si voltò
vedendo Loki raggiungerlo. Il sudore scendeva sulla pelle blu del
padre,
infiltrandosi nelle incanalature della sua pelle.
“Parla
piano, lo sai che non può
lasciare Asgard per via della sua pericolosità. Lascialo
scappare in pace” lo
rimproverò. Fenrir osservò le lunghe collane
d’oro del padre e le sue iridi
vermiglie lampeggiarono.
“Perché
hai scelto di sposare
Thor?” domandò. Loki sbatté un paio di
volte le palpebre, facendo ondeggiare le
lunghe ciglia nere.
“Non
pensi che io lo ami Fenrir?” chiese.
Il figlio guardò un bagliore verde avvolgere il genitore e
si voltò.
“Sì,
ma non saresti mai voluto
tornare ad Asgard” ribatté. Guardò la
nave del fratello minore spiccare il volo
e allontanarsi nel cielo azzurro.
“E’
vero, odio questi luoghi, ma …”
sussurrò Loki. Fenrir socchiuse gli occhi.
“L’hai
fatto per allontanare Steve
da te? Non è vero?” chiese.
Loki
si sporse in avanti,
accarezzò la guancia del figlio e Fenrir mugolò,
sporse il viso e i suoi occhi
divennero liquidi. Loki si sporse in avanti e gli baciò la
fronte, facendolo
tremare.
“Ho
già rovinato un figlio, non
avrei mai potuto commettere lo stesso errore”
ribatté, staccandosi. Fenrir
avvampò e si sfregò la fronte con la mano. Loki
si voltò e si allontanò,
ancheggiando, facendo ondeggiare il suo lungo mantello verde.
“E
riuscirò a convincere Thor a
lasciare questo posto e a venirsene nel mio regno di
ghiaccio” sussurrò
seducente.
“Una
volta assaggiata la libertà
non si riesce a farne a meno, vero?” chiese Fenrir. Loki
sorrise e gli fece l’occhiolino,
piegò di lato il capo facendo mulinare i lunghi capelli neri.
“Vedrai
che anche per Steve sarà
lo stesso” mormorò. Fenrir sospirò e si
massaggiò il collo.
“Spero
che per lui, andare su
Midgard, possa essere un nuovo inizio”.
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