L'ultima speranza di Sinfony (/viewuser.php?uid=37086)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Mostro ***
Capitolo 3: *** Alleati ***
Capitolo 4: *** Secondo incontro ***
Capitolo 5: *** Contatto fisico ***
Capitolo 6: *** Appuntamento al quadrato ***
Capitolo 7: *** Mi sono innamorato di te... ***
Capitolo 8: *** Notte ***
Capitolo 9: *** Un nuovo matrimonio ***
Capitolo 10: *** Parli adesso o taccia per sempre ***
Capitolo 11: *** Ti ho conquistata ***
Capitolo 12: *** This is real ***
Capitolo 13: *** Una come tante ***
Capitolo 14: *** Le donne sono cattive ***
Capitolo 1 *** Introduzione ***
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Introduzione
“Ha detto di no, anche lei”
Il ricciolino esulta attaccato al cellulare, fa
qualche saltello e strepita, è ormai la quarantanovesima, ancora una e supererà
il record del padre, l’allievo supererà il maestro.
Intasca l’apparecchio e torna all’abituale
postura.
La sua prossima vittima la troverà lì, dove aveva
trovato anche tutte le altre.
Si lecca le labbra, come un lupo che si prepara ad
azzannare la preda, mentre il suo sguardo furbo si sposta sulla strada ed
eccola, la vede.
È bella, alta, mora, la pelle scura, decisa e
serena, allegra, come una donna può essere solo, durante quel particolare
periodo e giorno della sua vita.
Scuote la chioma corvina, accanto al suo ragazzo
con cui ride e scambia brevi baci, dando rapide occhiate al piccolo cerchio
d’argento che le cinge l’anulare.
Poi si allontana dal fidanzato, con un ultimo
bacio appassionato e si avvicina, radiosa come una stella, al negozio davanti
al quale l’aspetta chi le rovinerà la vita.
Per sempre.
-*-
“Amore, non puoi venire! È la tradizione!” Taylor cerca di allontanare il fidanzato da
sé, con pochi risultati, dato che quello ritorna da lei come un boomerang.
“Non ti facevo superstiziosa!” risponde lui cercando
di seguirla.
“Infatti non lo sono, ma meglio non sfidare la sorte! Ci vediamo sta
sera a casa ok? Bacio!” schiocca un bacio al ragazzo e corre
verso il negozio.
Ce l’ha fatta!
“Benvenuta” la saluta un ragazzo aprendole la porta.
Una massa di capelli ricci, legati in una coda nella speranza di farli apparire
più ordinati, un gran sorriso, portamento elegante, indossa un completo
perlato.
“Grazie” risponde lei senza badarci troppo, immersa nella
contemplazione di quel negozio che fin da bambina aveva osservato come un
sogno.
Ora il suo sogno si è realizzato.
Salve
a tutti, ecco una fiction nuova di zecca, so bene che ne ho altre due
in sospeso, ma al momento non ho idee e mi concentro solo su questa....
una nuovissima Chaylor in cui gireranno anche tutte le altre coppie.... ps questa fiction è per la mia bella sorellina Armony a cui voglio tanto bene!!!!
vostra
Sinfony
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Capitolo 2 *** Mostro ***
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Mostro
“La signorina McKessie?...Futura signora Cross??”
Domanda una giovane ragazza venendole subito incontro.
Indossa un tubino orato, corto e stretto, con le
maniche a tre quarti, i capelli corti appena sopra le spalle, riccioli, alcune
ciocche bionde, altre castane, porta piccoli occhiali rotondi e un dolce
sorriso roseo.
L’ancora signorina McKessie annuisce sorniona, fa
per dire qualcosa ma la commessa che l’ha accolta, prosegue il suo ricevimento come
da protocollo.
“Salve, benvenuta al “Loris Mode Sposi” e congratulazioni!”
Ancora la giovane cliente cerca di rispondere ma
non è abbastanza rapida.
“Io sono Kelsie e sono qui per aiutarla nella sua scelta”
prosegue “Se mi vuole seguire”
Continua Kelsie dirigendosi nel retro del negozio,
seguita da Taylor, che però, appena quella ammutolisce, esplode.
“Kelsie…” inizia cercando di controllare il tono della
voce…
“Sì? Ha bisogno di qualcosa? Ora le illustrerò ogni singolo guanto del
nostro repertorio, le assicuro che non potrà non sceglierci!”
Il giovane, che aveva seguito il duo fin
dall’inizio, si intromette zittendo finalmente la commessa
“Kelsie, Kelsie!” esclama con fare ironico
abbracciando la ragazza “Se continui così, la nostra signorina se la
darà a gambe levate, appena le volterai le spalle!” osserva lanciando
una profonda, e apparentemente innocente, occhiata alla cliente, la quale
sorride grata al ragazzo.
“Non avrei mai potuto! E poi non mi avreste più fatta entrare!”
risponde la ragazza “Ma vi prego ad entrambi, di non darmi del lei, ho ventidue anni non
quarantotto” continua ridendo e porgendo una mano ad ambedue “Io
sono Taylor”
“Chad” si presenta
il ragazzo stringendole la mano “E lei è la nostra Kelsie, che segue il
regolamento a menadito”
“Non è vero, è solo che non voglio essere giudicata una maleducata!” ribatte
Kelsie gesticolando affranta.
“Ok, ok! Stai tranquilla, sei ancora fra i miei preferiti!” la
rassicura Taylor ridendo e scuotendo la chioma castana con naturalezza.
“Bene…allora, a quando le nozze?” chiede Kelsie,
cercando di seguire il registro con spontaneità
“Otto mesi, Jason non ha voluto un tempo troppo lungo…”
“Noi uomini, vogliamo sempre compiere le grandi scelte il più in fretta
possibile, prima di cambiare idea!” esclama Chad sorridendole,
senza smettere di guardarla nei grandi occhi castani, in cui non teme di
perdersi “Ma sono sicuro, che questo fantomatico Jason, non tornerà sui suoi
passi, sarebbe uno sciocco a lasciar andare una così rara bellezza” prosegue
e con dolcezza e slancio, accarezzandole la spalla.
Taylor però, andando contro al precetto retorico, secondo
il quale, ad un complimento segue automatico il rossore, si raggela, gli lancia
un’occhiata tagliente e si scosta, Chad camuffa lo stupore e la rabbia, dietro
ad un espressione docile ed ingenua, da cucciolo bastonato.
“Kelsie, a quanto ammonta in media la spesa di un abito?”
chiede Taylor con freddezza
La dipendente, un po’ spiazzata da quel
cambiamento di temperatura, risponde subito cercando di ritrovare l’espressione
serena.
“Dipende, può variare ai 500 euro ai 10.000”
“Bene, allora per sabato prossimo, quando ritornerò, gradirei vedere i
modelli da 5.000 euro”
“Certamente”
“Desidera un accompagnamento?” domanda Chad con tranquillità
“Come?” chiede Taylor a Kelsie, sorvolando sul fatto che
non è stata lei a porre la domanda.
“Una musica, un sottofondo, una colonna sonora”
risponde invece Chad ricercando lo sguardo della ragazza, la quale tiene
ostentatamente gli occhi su Kelsie “Sai, molte donne amano sentirsi come in un film,
con il loro principe azzurro, che arriva all’improvviso, quando meno se lo
aspettano” spiega accompagnando le parole con un’occhiata
inequivocabile.
“Grazie, ma non credo alle favole”
ribatte Taylor, lanciando uno sguardo di evidente falsa gratitudine, a Chad,
che rispondo con un sorriso tirato, dopodichè la ragazza si volta e fa per andarsene
“Allora a presto!” li saluta agitando una mano.
“A sabato!” grida la commessa.
Dopo qualche minuto, Kelsie si gira furiosa verso
Chad, che fissa ancora incantato e pensieroso la tenda dietro la quale è
sparita Taylor.
“Non anche con lei Danford! Basta, basta!!!”
strepita aggredendolo
“Calmati Kelsie, non è la prima” risponde quello
voltandosi e tornando a riporre alcuni abiti nel guardaroba con tranquillità.
“Ma perché?! Che ci trovi di divertente!??!” lo
insegue però Kelsie stringendo i pugni ai fianchi.
“Con Taylor? Tutto e niente, come nelle altre…” spiega
con un ghigno e un'insostenibile tranquillità
“Sei davvero un mostro!” grida Kelsie
Chad si volta improvvisamente, inchioda la collega
al muro, privandola di ogni possibilità di scampo.
Si avvicina a lei, al suo volto.
La guarda sghignazzando.
Kelsie lo squadra irata, ma immobile.
I respiri si mescolano affannosi, accesi dai
sensi, dalla rabbia, dalla passione.
“Lo so, è proprio per questo che non mi resisti” soffia Chad sul volto della ragazza, le morde
il labbro inferiore con insolenza.
Kelsie si divincola, caccia un urlo.
Chad si scosta dal corpo minuto della ragazza e la
lascia scappare in lacrime…
È un mostro, nessuno potrà cambiare questa sua
natura, né Kelsie, né altri.
Ciao!!!!!!
Inquietante?? Un po'....Chad è davvero strano...piaciuta
l'entrata di Kelsie? Fra poco arriveranno anche gli altri!
Vi ringrazio per le recensioni, sono tanto felice!!!!!
Armony_93:
sorellina sono contenta che ti piacciaaaa e che l'hai messa fra i
preferiti!!! Grazieeeeeee ti adoro anche io, tanto tantoooo baciii
Scricciolo91: vedi sono rispuntata, avevo avuto 1 calo di ispirazione ihihih scoprirai perchè è spietata....
WalkingDisaster_: grazie per i complimenti!!! Di questo chapp che ne pensi??
Herm90: piano piano si iniziarà a capire....spero continuerai a seguirmi!!!
Grazie
anche a chi ha letto senza commentare, forza anche se non vi piace, non
mi lamento nè vo mangio, siamo in una democrazia o no???
Baci a tutti
Vostra
Sinfony
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Capitolo 3 *** Alleati ***
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Alleati
“Io lì non ci torno più!” geme Taylor, voltando la
pagina della rivista con più forza di quanto voglia e poco ci manca che non la
stracci.
Dopo la brutta esperienza al negozio di abiti da
sposa, Taylor aveva incontrato nel parco Gabriella, la sua testimone di nozze,
nonché migliore amica da secoli, come d’accordo ed è con lei, che ora, si sta
sfogando, dopo averle raccontato l’accaduto.
Gabriella è una ragazza dalla bellezza caraibica e
seducente, seppure non se ne renda conto. Fissa l’amica con i grandi occhi
castani, che sbattono con ingenuità, e i lunghi capelli neri si muovono con lei
ad ogni rivelazione, animati dallo stupore sincero e infantile di una bimba
davanti al suo primo compleanno.
“Se non ci torni ti dovrai sposare con il vestito di tua madre” le
ricorda con ragionevolezza.
La mente di Taylor si apre in una fugace, e
spaventosa, visione del suddetto abito: un vestito di un bianco ormai quasi
beige, rifinito da pizzi, merletti e fiocchi, in una quantità che non pare
nemmeno immaginabile, è poi correlato da un cappello a cui è stato cucito un
velo, seppure sia popolare la regola dell’uno o dell’altro.
Scuote con violenza il capo, come a voler
cancellare l’orribile immagine.
“Piuttosto vado all’altare nuda!”
“Se non fosse per il prete e gli invitati, non credo che Jason farebbe
troppe storia” risponde Gabriella con un sorriso malizioso,
prima di scoppiare a ridere con l’amica, alla quale è tornato finalmente il
buon umore.
Taylor ride e si stende a supina sull’erba,
contemplando il cielo sereno, così diverso dal suo animo, ora confuso, certo,
Chad ci ha “solo” provato… ma qualcosa non la convince, qualcosa di strano.
“Chissà cosa farebbe Jason se lo sapesse” chiede
“Ma almeno…era carino?” domanda curiosa l’altra
ignorando la domanda.
Taylor
si alza, la squadra e le lancia la rivista nel petto scocciata,
ma che domande sono??? Scuote la testa mentre l'amica scoppia a ridere,
rotolandosi a terra-.
Gabriella è sempre la solita! Sempre in cerca del principe azzurro, una Giulietta senza Romeo, per ora...
E
lei? Taylor ci pensa qualche istante, le l'ha trovato il principe
azzurro non è vero? Sì, certo ed è in procinto di
sposarlo anche! Jason è perfetto, è dolce,
simpatico, divertente, un po' tonto è vero, ma la ama tanto e
Taylor è certa di amare Jason, con tutta sè stessa,
più della stessa vita, da sempre!
“Sei vaga…ci sarà sotto qualcosa?” chiede
Gabriella, assumendo l’aria della professoressa diffidente e ricevendo così uno
scappellotto sul braccio dalla compagna risevegliata dalle sue riflessioni “Ahia!!!!” si lamenta Gabriella massaggiandosi il braccio
“Non fare osservazioni sciocche” l’ammonisce
seccata, ma il suo pensiero non può che darle ragione, non
c'è soto nulla con Chad ovviamente, ma con Jason...vuole davvero
sposarlo? Passare tutta la vita con lui? Non è molto
sicura, non più, o forse non lo è mai stata,
dopotutto è giovane, piena di vita, di sogni, di speranze, non
ha voglia di mettere su famiglia, avere dei bambini ca cui cambiare
pannolini e passare delle notti insonnie...no, no, no!!!!
“Va bene mamma!!" Gabriella si arrende roteando gli occhi e ridendo
con Taylor.
-*-
Mentre
la preda trova un’alleata, il predatore è
ancora sul luogo del delitto e sta per ricevere la visita di due
coetanei,
temibili almeno quanto lui. Chad sta alla cassa ma invece di
prestare attenzione ai clienti, gioca ad un videogame che impegna
ogni suo neurone, il suo obbiettivo è quello di sparare raggi
laser al maggior numero di alieni verdi e gialli. Tiene la lingua fra i
denti e si morde le labbra, gli occhi sono fissi sul display e si muove
insieme a quello prima a destra, poi a sinistra, avanti, indietro, come
se fosse ui stesso l'omino del suo videogame.
“Danford hai visite” sibila Kelsie senza guardare
il ragazzo, ancora furiosa, mete piega dei guanti.
“Grazie…” risponde sorridente, spegne il giocattolo e lo butta infondo ad un cassrtto della scrivaniam, prima di salutare gli
amici però raggiunge l'amica e le cinge la vita posando il mento dell’incavo della
spalla di lei, che sbuffa ma sorride“A proposito scusa” dice Chad
baciandola su una guancia “Sei la mia migliore amica…”
“Vai” grida lei sospirando, segno che il perdono è
vicino.
Chad si dirige verso due persone appoggiate al
muro accanto all’entrata.
Il primo è un bel ragazzo dai capelli biondo
scuri, la carnagione abbronzata, il fisico scolpito, bello e impossibile, con
gli occhi che brillano di un azzurro celestiale, illuminati da una luce onesta
e gentile, occhi che colpiscono, occhi che lasciano il segno, occhi
indimenticabili.
Il giovane stringe a sè una biondina, bella quanto
una dea, malefica quanto un’arpia. Scuote i capelli lunghi e del colore del
grano, con arroganza e vanità e gli occhi caramellati, che si muovono rapidi
come le ali di una farfalla velenosa, colorati da un ombretto rosa, lo stesso
colore che le dipinge le labbra, le tinge gli abiti e le unghie.
Chad abbraccia il ragazzo e si scambia un cinque ridendo, da amci veri, amcici storici, amici leali, quasi fratelli...
“Hai trovato la tua martire?” domanda l'altro ragazzo malizioso
“Caro Troy, io non trovo sempre tutto e questo è il turno della bella e indomita Taylor” risponde
Chad con enfasi, prima di scoppiare a ridere.
“Banale almeno quanto il suo nome”
osserva la fanciulla bionda
“Confronto a te ogni nome è banale, Sharpay”
ribatte Chad con evidenziando con ironia l’ultima parola.
“Grazie, lo so”
“Ne ero certo…comunque la McKessie sembra molto difficile…pare
innamorata del suo Jason!! ” dice
imitando lo sguardo e la
voce di Taylor, sbatte le ciglia ridendo…ma quando ricorda come
faceva lei, con
quei grandi occhi intensi e appassionati, arrabbiati e dolci…si
ferma e si
zittisce, colpito da un fulmine invisibile, da una freccia che gli fa
perdere
un paio di battiti al cuore. Scoppia a ridere scacciando dalla testa
quel riordo bizzarro, ignorando quei segnali evidenti che il suo corpo
gli lancia, li ignora perch non li conosce, non li ha mai conosciuti,
sfruttati sì però.
“Quando la rivedi?”
“Sabato”
“Allora vedrò di esserci!”
“Davvero? Stupendo, Taylor potrà fare la difficile quanto vuole, ma con
due come noi, non avrà speranze!” dichiara con entusiasmo
battendo le mani.
“Stop, stop, stop!” li ferma Sharpay alzando le
braccia arrabbiata“E a me lasciate dietro le quinte? Se in scena entrate voi due, io vi
seguo a ruota!”
I
due cestisti si guardano dubbiosi, certo una ragazza porta sfortuna, ma
non si può
dire di no a Sharpay Evans, o almeno non, se non si vuole incorrere in
una
morte lenta e dolorosa, Sharpay li guarda imbronciata e impaziente di una risposta battendo la punta del piede a terra e
sbuffando come una teiera impazzita.
“Ok amore, ma prometti di stare buona” si
raccomanda Troy guardandola negli occhi indagatore.
“mm” riflette Sharpay, ma nemmeno lei è capace di
reggere quello sguardo magnetico che ama tanto e così, alla fine, cede e sorride cingendogli il collo“Va
bene!” poi si alza sulle punte e bacia le labbra del suo ragazzo, che
ride e ricambia alzandola da terra…
"Sei un tesoro cucciola!"
Chad alza lo sguardo e sorride, ai suoi amici
innamorati.
Una cosa orribile l’amore.
L’unica
cosa che provoca è dolore, sofferenza,
litigi, che gusto c’è? Molto più divertente fare
come fa lui…ridere, scherzare, prendere in giro, ha lui l'amore
non ha mai fatto bene, per lui l'amore non esiste, non è
mai esistito e mai esisterà.
Non invidia la coppietta che si sbaciucchia davanti a lui, proprio per nulla…non si
può provare invidia per una cosa che non si conosce no?
Rieccomi!!!
Scusate per il ritardo, dedico questo chappy a tutti i miei recensori e
anche a quelli che leggono e non commentano e a quelli a cui fa
schifo...continuate a commentare, mi fate felicissima, grazie!
Baciotti
Sinfony
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Capitolo 4 *** Secondo incontro ***
mat4
Secondo incontro
“Dieci minuti di ritardo Danford” lo saluta Kelsie controllando l’orologio.
Chad sorride e schiocca un bacio sulla tempia all’amica,
che sospira.
Spesso Kelsie si chiede come possa sopportarlo, ma
ogni volta il peso dei ricordi, dei propositi, dell’amicizia secolare, la fa
tornare sui suoi passi e così perdona sempre quell’orsacchiotto un po’ monello.
Chad si frega le mani e controlla a sua volta
l’orologio, poi guarda il calendario, sorridendo.
“Oggi è il gran giorno!” esulta il ragazzo
“Ma dai? Che succede? Ti sposi? Sei nel posto giusto!”
risponde lei con ironia, senza neppure alzare lo sguardo, concentrata
sull’abito che sta riponendo fra gli altri.
“No! Oggi torna Taylor!”
L’abito cade dalle mani di Kelsie e crolla a terra,
in una morbida e luminosa nuvola di stoffa.
“Speravo ci avessi ripensato…” sussurra raccogliendo
e spolverando il vestito con una mano.
“Nemmeno per sogno!! Lei è il mio asso, con lei farò centro e così una
volte per tutte potrò rivendicare tutto!”
“Non è questo il modo!!” grida Kelsie, gettando
silenzio nel negozio, fortunatamente ancora vuoto. “Non è questo il modo” ripete
con più calma. Silenzio.
“Se ne conosci altri fammi un fischio, e poi ora che me ne manca una
che differenza c’è?”
“C’è differenza per Taylor, per Jason, per i loro parenti, per i loro
amici, a tutti loro hai deciso che devi rovinare la vita!” sibila
voltandosi verso di lui ed aggredendolo a parole. “Perché loro, come tutti gli
altri dopotutto, devono soffrire? Solo per farti sentire realizzato?”
“Non è con me che devi prendertela”
“E con chi altri allora? È una tua decisone!!”
La porta di vetro del negozio si spalanca facendo
entrare una ventata fredda e delle voci concitate.
“Amore mi avevi promesso che non avresti fatto storie!” si
sente dire
“Sì ma ragiona! Dovremmo sprecare la mattinata così?”
Chad lancia un’occhiata di sbieco a Kelsie e
decide, che il discorso lo riprenderanno in un altro momento, dopodichè
raggiunge i due amici che battibeccano all’entrata.
“Ciao fratello, Sharp che c’è?”
“Le è passata la voglia di entrare in scena” Spiega
Troy alzando le spalle, stufo della sua ragazza capricciosa.
Sharpay incrocia le braccia e sbuffa alzando il
ciuffo che le ricade sulla fronte.
“È solo che passare la mattinata in un negozio di abiti da sposa non mi
rallegra” spiega lanciando un’occhiata a Troy che
prontamente la ignora.
Bisogna sapere che la ragazza ambisce a divenire
la signora Bolton da mesi, peccato che il fidanzato, non sia dello stesso
avviso e di prendere moglie, o forse di prendere LEI come moglie, non ne vuole proprio
sapere.
“Mi sembra saggio, vai pure” risponde Chad con serietà,
dopo averci pensato su qualche istante.
Lei lo squadra incredula, prima di decidere di
credere alla sua benevolenza e annuire. Quindi scocca un bacio a Troy, che
rimane freddo e impassibile, prende la borsetta e se ne và.
Troy non dice nulla fino a che non è uscita, poi
si volta verso Chad e lo guarda
sospettoso.
“Avrebbe iniziato a far commenti, a irritare Taylor, sai com’è Sharpay
no??”
“Purtroppo…” assenta lui grave e annoiato.
“Bene, Kelsie, fra quanto arriverà?” domanda
Chad alla collega.
“Chi?” domanda quella fingendo indifferenza
“Taylor”
“Fra poco” risponde stringendo i denti.
Chad sorride e annuisce, quindi inizia ad aiutare
la collaboratore a piegare abiti, guanti, veli, a rassettare in giro, a
controllare la cassa, ad aiutare le nuove future spose, in cerca dell’abito che
le trasformerà in bellissime principesse.
Sta rispondendo ad alcune telefonate quando la
porta a vetri si apre per l’ennesima volta.
Entrano due donne, la prima ha la pelle scura, i
capelli morbidi e riccioli, grandi occhi color mogano.
La seconda è una novità, un imprevisto,
evidentemente Taylor non è così ingenua. La nuova ragazza, che pare più una
bambina, è minuta e con l’aspetto di un pulcino appena uscito dal guscio, si
guarda intorno con grandi occhi caramellati e lunghi capelli neri che le
incorniciano il volto a forma di cuore.
Kelsie le nota subito e si avvicina loro con un
gran sorriso.
“Bentornata Taylor! Tu invece sei…?”
“Gabriella, un’amica curiosa e premurosa” si
presenta sorridendo“Tu devi essere Kelsie o sbaglio?”
“Non sbagli” risponde la morettina lusingata “Prego,
se volete seguirmi di là” aggiunge indirizzandole verso il retro del
negozio e i camerini “Ho esposto gli abiti che mi avevi chiesto”
“Grazie mille!” risponde Taylor raggiante, ma il suo
sorriso è destinato ad evaporare presto.
-*-
“Eccole” sussurra Chad all’amico dandogli una gomitata “Seth
continua tu qui” ordina al dipendente, che subito ubbidisce e occupa la
postazione telefonica di Chad, il quale, accompagnato dall’amico segue le ragazze.
“Salve!” grida Chad entrando e
facendo girare le tre.
Kelsie è evidentemente scocciata e cerca di far
capire a Chad, che se non scompare fra dieci secondi, subirà le più dure pene
dell’inferno e sarà lei stessa ad infliggergliele.
Taylor, come previsto, ha perso il sorriso e fissa
il ricciolino furiosa come non mai, anche lui la fissa, con un sorriso
strafottente che non promette nulla di buono.
Gabriella, invece ha perso il colore roseo delle
guance, il cuore ha iniziato a batterle più veloce, molto più veloce, così
veloce che non riesce più a sentirlo. Sorride, sorride come solo lei può fare, a
quel ragazzo sconosciuto, un po’ nascosto, a quel Dio biondo dagli occhi
celestiali, dolci e splendenti, bello e timido.
Troy ricambia quel piccolo sorriso con uno più
grande, osservando quella incantevole, piccola ninfa, candida come un bocciolo
di rosa, con le piccole labbra, morbide e tenere come petali, i capelli neri in
cui desidera immergere le mani.
“Benarrivati” fa Kelsie “Loro sono Chad e Troy”
Gabriella sorride ed annuisce sussurrando un “Gabriella”
a mezza voce, senza spostare gli occhi da Troy, che nemmeno sposta i propri da
quelli di lei.
“Taylor qui ci sono i modelli principali, se vuoi..”
inizia Kelsie, meritandosi il sorriso della cliente, che la segue
diligentemente, emozionata .
Chad va loro dietro e non si accorge che Troy non
lo segue né è intenzionato a farlo, egli è immobile, incantato.
Anche Gabriella non sa lasciare la stanza
principale, ma capisce che non può nemmeno rimanere a fissare il pavimento per
l’eternità, così si avvicina ad un armadio ed inizia a far finta di osservare
gli abiti bianchi, come se fosse indecisa, in realtà con la coda dell’occhio
cerca di intravedere ogni movimento di Troy e tende le orecchie, ascoltando
ogni passo del ragazzo.
Troy sorride e le si avvicina, facendo come se
pure lui fosse interessato agli abiti, Gabriella alza lo sguardo, lo incrocia
con quello di Troy, i due si sorridono e li riabbassa gli occhi.
Troy è indeciso ma la sua mano si muove da sola e
con un gesto fluido e ben nascosto, trova il palmo della ragazza al suo fianco,
che sobbalza un poco ma sorride dolcemente.
“Se io
profano con la mia mano indegna questo sacro tempio” mormora
senza guardarla, ma fissando invece un abito particolarmente bello, ma
Gabriella si volta verso di lui per ascoltarlo e ride dolcemente sentendo
quelle parole dette per lei “Ecco la mia
gentil penitenza: le mie labbra, come due pellegrini, sono pronte ad addolcire
la ruvidezza di quel tocco, con un tenero bacio”
Troy le si avvicina piano, ma Gabriella non è
pronta, è spaventata da quello che sta succedendo e non le va di concedersi al
primo che le capita a tiro, seppure senta quel fulmine che l’ha colpita fin
dall’inizio, bruciarle il cuore e lo stomaco, infervorato da una nuova, dolce
emozione.
La ragazza si scansa, ma con il sorriso e risponde
con parole composte, come quelle di Troy
“Buon
pellegrino, fate troppo torto alla vostra mano, perché anche i santi hanno mani,
che i pellegrini possono toccare e palma contro palma è il bacio del palmiere santo”
Troy si sta divertendo e la segue e la imprigiona
con il proprio corpo, contro il muro, senza furia, ma solamente con quella
tenerezza, degna di un amore adolescenziale, che, se però arrivato nell’età
matura, è destinato a durare per sempre. Questo i due ragazzi non lo sanno,
troppo ingenui, troppo spensierati, troppo presenti per pensare la futuro.
“Non
hanno le labbra i santi, e anche i devoti palmieri?”
“Sì
pellegrino labbra che debbono usare in preghiere” spiega
radiosa Gabriella
“Oh
allora consenti alle mie labbra di fare ciò che fanno le mani, esse pregano, tu
esaudisci, perché la fede non si volga in disperazione”
“I
santi stanno fermi anche se esaudiscono le preghiere”
“Allora
on muoverti, Così dalle tue labbra le mie sono purificate dal loro peccato”
Troy le si avvicina piano e questa volta Gabrielle
fa come le è stato pregato, resta immobile, mentre lui si piega sul suo viso e
sfiora le sue labbra con un piccolo bacio.
Gabriella e Troy si guardano, entusiasti come due
quattordicenni, da questo nuovo, inaspettato, dolce, gioco di parole, di mani,
di labbra.
“Allora
le mie labbra portano il peccato che hanno tolto alle vostre”
risponde lei, fissandolo tristemente con i grandi occhi castani, mentre lui
giocherella con una sua ciocca di capelli.
“Rendimi
il peccato…” mormora il ragazzo accostando il proprio volto,
di nuovo a quello di Gabriella che, questa volta non ubbidisce, ma gli cinge il
collo, un po’ impaurita, un po’ impressionata, desiderosa.
Si fa baciare e ricambia il bacio, questa volta
più appassionato, più sicuro, più convinto, più maturo, come loro, che in pochi
istanti crescono da adolescenti a ventenni quali sono, come il loro amore, perché
è ora di dare un nome a quel gomitolo di sentimenti che li tiene in pugno e non
li lascia più, Amore, quello che non bisogna lasciarsi scappare.
“Baciate
con tutte le regole…” sussurra Gabriella prima di trovare ancora le sue
labbra sulle proprie e ridere con lui.
Improvvisamente però si separano, quando dalla
stanza adiacente, quella dove i loro amici si sono rinchiusi, sentono provenire
delle voci che sembrano saluti, che sembrano perciò, voler interrompere quell’idillio
d’amore creatosi a prima vista.
Come previsto Chad, Taylor e Kelsie si affacciano
nella sala, i primi due un po’ storditi, con espressioni bizzarre dipinte sui
volti, un po’ sorprese, un po’ scandalizzate forse.
Nessuno si accorge di Troy e Gabriella,
pericolosamente vicini, pericolosamente affannati, pericolosamente felici e luminosi.
Lui le stringe ancora la mano, nascosta dietro la schiena, lei ricambia la
stretta
Taylor si avvicina all’amica e la trascina fuori, desiderosa
di fuggire da quel luogo pestifero, non è della stessa opinione però Gabriella
che si scambia uno sguardo con Troy, il quale però le sillaba sicuro
“Domani sera, al Light, ti aspetto…”
Lei allora sorride ed annuisce, per poi seguire
Taylor e scomparire fra la folla della strada, bella come una stella, preziosa
come un diamante, rara come la neve ad aprile…
Troy si gira verso Chad che nota l’espressione esaltata,
la bava alla bocca, le pupille dilatate e i capelli scombinati.
“Ti sei fatto una canna?” domanda sospettoso all’amico
che scuote la testa e risponde estasiato e probabilmente inconscio delle sue
parole che sono vere, ma come se dette da un ubriaco, ubriaco d’amore…
“No, mi sa che devo lasciare Sharpay…”
Chad spalanca gli occhi incredulo e decisamente
terrorizzato dalla prospettiva di essere amico di chi vuole lasciare Sharpay,
quindi far arrabbiare Sharpay, perciò, in poche parole: Suicidarsi…ma non
dovrebbe stupirsi più di tanto, dato che di novità ne ha anche lui, ma sono
talmente sconvolgenti che non vuole saperne nemmeno di ammetterle a sé stesso…figurarsi
al suo fratello…
Eccomi
qui, scusate per l'attesa e il capitolo un po' lungo, forse se siete
arrivati sino a qui significa che non fa proprio schifo, come si suol
dire la speranza è l'ultima amorire, perciò io spero
ancora nelle vostre recensioni!!!!! Se non vi piace ditemi che
c'è che non va, se vi piace, ditemelo lo stesso!!! Grazie
inoltre a tutti quelli che recensiscono, vi adoro, non sapete nemmeno
quanto!!!!! Mi fate felicissima!!!!!!!
Ps
le parole di Troy e Gabriella sono tratte dalla meravogliosa opera di
Sheakespeare "Giulietta e Romeo"...spero vi siano piaciute...
Baci
Infede (ma che dico??)
Sinfony
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Capitolo 5 *** Contatto fisico ***
mat5
Contatto fisico
Chad spalanca gli occhi
incredulo e decisamente terrorizzato dalla prospettiva di essere amico di chi
vuole lasciare Sharpay, quindi far arrabbiare Sharpay, perciò, in poche parole:
Suicidarsi…ma non dovrebbe stupirsi più di tanto, dato che di novità ne ha
anche lui, ma sono talmente sconvolgenti che non vuole saperne nemmeno di
ammetterle a sé stesso…figurarsi al suo fratello…
Ripensa a quella mezz’ora passata con Taylor e
Kelsie, ma soprattutto con Taylor, e il suo cuore non può non perdere un
battito e correre su per la gola.
Chad si batte un pugno sul petto facendo tornare
il suo organo vitale al proprio posto e ignorando quel movimento, impegnato
com’è a soffocare l’emozione di quel ricordo recente…
-*-
Aveva seguito Kelsie e la sua protetta nella Sala
Bianca, il locale riservata alle future spose e ai loro abiti da sogno.
Come si intuisce dal nome l’ambiente è
completamente marmoreo, perciò le pareti sono di un candido bianco, così come
gli abiti più preziosi contenuti nelle preziose teche di cristallo, il
paravento in stile impero e il lampadario di cristallo che pende dal soffitto,
gli armadi sono invece di legno pregiato di un colore caramellato, ad ante
scorrevoli.
Kelsie si
avvicinò ad uno degli armadi ed estrasse senza troppi complimenti tre abiti di
diverse sfumature di bianco: crema, orato e perlato.
Li
appoggiò sul bancone e aspettò la scelta di Taylor.
La
ragazza in questione prese il primo abito, quello perlato e si avviò dietro il
paravento, una volta lì si tolse la t-shirt rossa che indossava e si sfilò
rapidamente la gonna bianca.
Quindi
indossò il vestito, lo indossò e basta, senza allacciarlo perché non le era
possibile, dato che la zip stava sulla schiena e doveva essere agganciato da
più mani, uscì dal suo riparo e si mostrò ai due commessi, con suo disappunto
Chad le si avvicinò mentre Kelsie sistemava gli specchi.
Il
ragazzo si mise alle spalle della ragazza e con gentilezza le chiuse la
cerniera sfiorandole la pelle, morbida come un’albicocca e scura come il cacao,
Taylor rabbrividì ma non lo diede a vedere e mantenne la sua postura.
Chad
continuò e le agganciò la stoffa nel modo giusto sui fianchi, strinse la stoffa
facendola ben aderire alla corporatura della sposa, continuò fino a ché si rese
conto che le mani gli tremavano, ogni volta che sfioravano un lembo di pelle
nuda che puntualmente si riempiva di brividi.
Il
commesso si prese le mani, si allontanò e con Kelsie la guardò ammirasi.
L’abito
era lungo, arrivava sin sotto i piedi e non aveva strascico, in compenso il
corpetto era di rigoroso pizzo come le maniche lunghe, la gonna aveva un paio
si grandi fiocchi sui lati e uno sul retro, erano proprio questi tre dettagli
che Taylor guardava con più antipatia.
“Sono grossi” disse poco convinta “Non
si possono sciogliere?”
“No mi spiace…” rispose Kelsie mortificata
Taylor
sbuffò e prese il secondo abito, quello orato, tornò dietro il paravento e di
nuovo si tolse l’abito e lo appoggiò su una sedia, infilò quello nuovo e tornò
dai due.
Questa volta
l’abito le stringeva la vita ed aveva un’ampia gonna di tulle fino alle
caviglie, era sbracciato perciò Chad le porse un paio di guanti della stessa
sfumatura del corpetto, meravigliosamente ricamato con inserzioni di perle e
cristalli.
Chad
sorrise ad annuì, era così strano, solitamente con le sue cosiddette “Prede”
non perdeva mai la parola e teneva banco con mille e più argomenti ma questa
volta era incantato da ogni espressione della brunetta e ci teneva a far tutto
perfettamente per lei.
“Questo è stupendo,
firmato da Valentino è un vero gioiello della moda” commentò Kelsie sorridendo e un
po’ invidiosa.
“Sì ma mi pare un
po’ eccessivo no?” chiese Taylor dubbiosa
“No, non credo,
dipende da come lo si porta” spiegò Chad, quindi le si affiancò, le sistemò un po’ i
guanti, poi le passò le mani fra i capelli scuri e morbidi, li radunò in una
coda sopra la testa, come uno cighnon “Così è elegante” le soffiò sul
collo libero, cercava di mantenere la normale voce strafottente ma era
difficile, molto difficile perché quella continuava a voler cedere e tremare
davanti a lei.
Taylor
d’altro canto si sforzava per non arrossire e sorridere, cedendo così alle
attenzioni del giovane commesso.
Improvvisamente
Taylor si voltò, facendo cadere dalle mani di Chad i propri boccoli e
ritrovandosi a faccia a faccia con lui.
Entrambi
respirarono profondamente mentre si guardavano negli occhi, orgogliosi, troppo
orgogliosi e ignari di quello che i loro corpi avevano percepito in quel breve
ciclo di tempo, qualcosa simile ad una scarica elettrica quando i loro sguardi
si erano incrociati, somigliante al tocco di morbido di una piuma ogni volta
che si sfioravano, conforme al dolore di una spina ogni qual volta che
parlavano l’uno con l’altra.
Taylor
schiuse le labbra e annaspò cercando di parlargli ma quegli occhi grandi erano
troppo impertinenti, troppo allettanti. Quando riuscì a spiccare parola disse “Voglio
provare l’ultimo” quindi si prese la gonna fra le mani per camminare
più velocemente mostrando i piedi nudi, prese l’ultimo abito e scappò dietro il
paravento.
Si
spogliò e respirò profondamente un paio di
volte, si passò le mani fra i capelli, cercando di capire cosa le stava
succedendo, cosa aveva provato, la risposta era ovvia e le stava davanti agli
occhi ma lei non voleva vederla, non poteva accettarla, non in quel momento
della sua vita, non Chad, non lì.
Si prese
fra le mani le punte dei capelli e le osservò, cercando di riprovare la
sensazione sentita quando Chad le era stato vicino e le aveva sollevato i
capelli.
Intanto
Chad camminava nervosamente su e giù per la stanza sotto lo sguardo vigile,
sospettoso e intuitivo di Kelsie che sorrideva soddisfatta perché lei aveva
capito ma mai avrebbe osato esprimere ad altra voce le sue conclusioni.
Chad si
sedette su una sedia e fissò il pavimento, immerso nei suoi ragionamenti,
voleva capire cos’era quel batticuore, quella sensazione nello stomaco che
sembrava stringersi e allargarsi, quell’impressione d’ansia e timore e
confusione e anche desiderio che lo tormentavano contemporaneamente, a tutto
questo garbuglio c’è un nome ed è forse il più bello del mondo, ma per Chad,
già ammetterne l’esistenza è un’eresia.
Taylor
uscì dal camerino e camminò, per la prima volta quella mattinata, intimidita
per la stanza, Kelsie sorrise come sorrideva quando trova l’abito perfetto per
le sue clienti, Chad si voltò e rimase definitivamente sena fiato.
Taylor
camminava avvolta nella seta perlata e luminosa del suo abito stile impero, con
la vita alta e un ulteriore sopravveste che conferiva le maniche lunghe sino a
metà dei palmi e che si chiudeva sotto la il seno con filati di raso. La gonna
scendeva fluida in un lungo strascico sotto i piedi, ornata da qualche gentile
ricamo floreale.
“Che ne pensate?” domandò Taylor impacciata
“Stupendo” scandì Kelsie “Favoloso,
ti sta benissimo”
“Davvero?”
“La più bella sposa
che abbia mai visto” esalò Chad, facendosi scappare un complimento sincero, fin troppo
sincero.
Taylor
annuì senza scalfirsi, si rimirò più volte negli specchi, girando e rigirando
su se stessa come una bambina a carnevale, travestita da principessa, lei non
era più una bambina, ma quell’abito da principessa non l’ha più tolto.
Più tardi
tornò in Jeans, camicetta rossa e un gran bel sorriso stampato sul volto.
“Bene, suppongo che
voglia il perlato”
esclamò Kelsie appena la vide, mentre Chad le stava a distanza di sicurezza
“Esattamente” confermò Taylor “Ma
sono giovane e il velo non lo voglio”proseguì decisa
“Come desideri” assentì Kelsie.
Chad
però, d’un tratto capì che non poteva lasciarsi sfuggire quella bambolina di
porcellana così si alzò e riprese l’espressione scanzonata che tanto gli donava
e tornò all’attacco, puntando sul punto che più lo aveva mandato in paranoia ma
a cui, aveva notato, nemmeno lei era indifferente.
“E un bel filo di
perle?” propose
accostandosi a Taylor, la quale non potette trattenersi dal lanciargli un’occhiataccia,
a cui Chad ebbe il buon gusto di non rispondere “Tanto per impreziosire il petto”
prese un cofanetto, lo aprì ed estrasse una pesante collana di finissime perle
lucenti, si voltò verso Taylor “Se posso permettermi ovviamente”
Taylor
non potette far altro che annuire e aspettare che si avvicinasse e le posasse
la catena sulla scollatura.
Senza
volerlo, chiuse gli occhi quando sentì il respiro di Chad di nuovo sul proprio
collo, e le sue mani, fredde, che lavoravano per agganciare il monile sotto i
capelli che lei teneva alzati.
Chad
invece riuscì a mantenere il sangue freddo e restare distaccato e calcolatore
come al solito, percepì ogni mossa della ragazza e godette ogni propria piccola
vittoria.
“Ecco fatto” disse infine sorridendo
soddisfatto.
Taylor si
voltò verso di lui e questa volta Chad non riuscì a mantenere il controllo sul
proprio cuore, arrossì ma lo nascose, sorrise, ma camuffò il movimento con un
colpo di tosse.
“Non mi piace” fece però Taylor “È decisamente
troppo esagerato”
“Va bene, hai
ragione” le
rispose Chad avvicinandosi per slacciare la collana, ma Taylor era furba e
arretrò per poi togliersi le perle da sé orgogliosa
“Grazie” esclamò consegnandogli il collier
“Di niente” ribatté lui un po’ stupito.
Taylor
sorrise e non si accorse che Kelsie era scomparsa per portare l’abito via. Quando
se ne rese conto iniziò a tormentarsi le mani imbarazzata e camminò un po’ per
la stanza, Chad sorrise divertito e si appoggiò al tavolo incrociando le
braccia
“Come mai Jason non
c’è mai?” domanda
fingendosi curioso.
Taylor si
ferma e lo guarda sospettosa ma risponde sinceramente
“Sono superstiziosa”
“Certo…allora ti
starà aspettando a casa”
“Non credo, gioca
nei RedSocks e si allena fino a tardi oggi”
“Quindi gioca a
basket? Anche io, o meglio, giocavo, quando ero al liceo, ero piuttosto bravo”
“E poi sei venuto a
lavorare in un negozio di abiti da sposa?”
“Il proprietario dell’industria
è mio padre e ha deciso che devo lavorare qui per fare pratica”
“E tu sei d’accordo?”
Taylor
non seppe mai perché era così curiosa ed interessata. Chad non seppe mai perché
le rispondeva sinceramente ed aspettava con ansia le domande di lei e sorrideva
ad ogni suo sorriso…fatto sta che successe.
“No, ma non posso
dire no”
“E cosa vorresti
fare?”
Chad ci
pensò qualche secondo, poi un po’ per sincerità, un po’ per strategia, rispose “Giocare
a basket”
“Provaci no?”
“Eh sì…e poi mio
padre chi lo sente? E il mio futuro? A basket posso giocare al massimo 8 anni e
poi?”
“Almeno saranno
stati 8 anni spesi bene”
Chad fece
per ribattere ma l’arrivo di Kelsie riportò entrambi alla realtà e al fatto irremovibile
che Taylor e Chad non vanno d’accordo
“Quando fissiamo il
prossimo incontro, l’ultima prova?” domandò Kelsie prendendo mano ad un registro ed ad una
biro
“A dicembre, due
settimane prima della cerimonia” scelse Taylor dopo averci riflettuto un po’
“Bene!” Kelsie segna
sul registro la data e lo riporta di là.
“Non vuoi proprio
nessun girocollo per il grande giorno?” domandò Chad alla ragazza
“Non lo so…”
“Guarda questo” Chad si allontanò e prese da un
ripiano un cofanetto blu, lo aprì e le mostrò una catenina d’argento, semplice
e senza ciondolo
A Taylor
brillarono gli occhi mentre la prendeva fra le mani e la osservava in un palmo
come un fiume argentato
“Stupenda, è davvero
bellissima”
mormorò radiosa
“Prendila no? A
Jason non spiacerà qualche spesa in più, anche perché questa la puoi usare
tutti i giorni”
“No, stiamo mettendo
su casa, non posso premettermi di spendere così tanto…”
“Bene, allora te la
regalo io”
“Ma sei fuori
Danford? È troppo non posso accettarlo nemmeno lontanamente!”
“Qui è tutto mio
posso fare quello che voglio e ho deciso di regalartela” così dicendo prese il palmo della
ragazza fra le sue mani e lo chiude il pugno, poi l’avvicinò a sé, forse senza
volerlo, forse apposta, forse perché glielo ordinava il cuore, forse per
strategia.
Taylor
alzò lo sguardo e involontariamente incontrò quello di Chad “Grazie” disse
dolcemente senza, seppure lo volesse con tutta sé stessa, riuscire a smettere
di guardarlo negli occhi.
“Di niente” rispose Chad anch’egli perso
nello sguardo di Taylor, tanto che nemmeno si accorse che la ragazza stava
cedendo.
“Possiamo andare!” esclamò Kelsie entrando
sorridente.
A quelle
parole Chad e Taylor si separarono più sconvolti che stupiti e senza più
guardarsi seguirono la commessa e ritrovarono i rispettivi amici, che avevano
già dato per dispersi, che sorridevano anche troppo innocenti e ormai il perchè è noto...
Ciao!!!!
Che ne pensate? Non voglio pregarvi a recensire ma voi fatelo lo
stesso! Grazie a tutti i miei recensori a cui voglio un mndo di bene
hEiLig FuR ImMeR :sono felicissima che ti piaccia! Eh sì, Chad cattivo è molto più sexi per noi 2 eh? ihihih
Tay_ : E ora ce en pensi? Io non dico nulla...
scricciolo91: no non morire tesoro!!! Ecco le novità di Chad...io adoro le parti Troyella..sono carucciii
Herm90: ihih anche io in questo periodo adoro quell'opera!!! Bellssimi!!!
Grazie a tutti quelli che hanno letto ma non hanno recensito, fatelo pure, non vi mangio mica!!!
La
mia sorellina sta volta non mi ha dato la sua opinione e mi manca
così tanto, Armony ci manchi!!!! Ti voglio tanto bene stellina!!! Questo chappy e tuitto per te!!!
Baci
Sinfony
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Capitolo 6 *** Appuntamento al quadrato ***
matrimonio
Appuntamento al quadrato
Chad
ripensa a tutto ciò con paura e confusione, mentre l’amico al suo fianco
vaneggia, o così Chad crede.
“Domani sera tu
vieni al Light con me” esclama Troy sognante.
“Perché?”
“Perché vedrò
Gabriella”
“Oh…va bene…no
cosa!??!?! Tu che esci con una ragazza che non è Sharpay? Io che devo fare il
terzo incomodo?! Non pensarci nemmeno” grida gesticolando cercando di far capire a Troy
che enorme sbaglio sta commettendo e soprattutto che in questo sbaglio lui non
vuole essere coinvolto per nessun motivo!
“Viene anche Kelsie”
“Come?” fa quella sentendosi chiamata in
causa
“Di no Kelsie” le ordina Troy
Kelsie
credendosi furba dice l’esatto contrario e cade nella trappola di Troy “Sì”
“Visto?” fa Troy indicandola gioioso e
speranzoso.
“E con Sharpay come
la metti?”
Troy si
rabbuia e qualche senso di colpa torna a fargli visita, gli rode il cuore e va
a pesare sul suo petto, come tante piccole spine si incastrano in gola. Troy
abbassa lo sguardo colpevole e si passa le mani sulla faccia distrutto ma
risoluto sulla sua scelta, Gabriella, ora e per sempre, lo sente, lo vuole,
solo con lei riesce a vedere un futuro, e con il suo pensiero il cuore torna a
battere.
“Me lo presti il tuo
cellulare?” domanda
rivolto a Chad, che gli passa l’apparecchio, ormai rassegnato ad accettare ogni
pazza richiesta dell’amico “Grazie” ribatte quello componendo
già un numero che evidentemente sa a memoria, quindi esce dal negozio.
Chad
sospira e osserva l’amico parlare a telefono concitato, gesticola, inarca le
sopracciglia, storce la bocca alza un po’ la voce, ma alla fine, sorride, con
la stessa aria estasiata con la quale aveva poco prima confessato a Chad di voler
uscire con Gabriella, un po’ timido, come un torrente che si fa strada fra le
rocce, ma sicuro di farcela.
Dopo aver
terminato la chiamata torna da Chad sorridendo contento, ha vinto, ha
finalmente gettato quell’abito che da un po’, seppure
all’inizio sembrasse perfetto, gli stava stretto
“Sono tutto per
Gabriella…”
annuncia allargando le braccia accennando qualche passo di danza
Chad ride
e applaude divertito e un po' rassicurato di essere solo uno spettatore, del gioco di coppie che gli amici
stanno inscenando davanti a lui, ma egli crede di essere fra le tribune, al
sicuro da intrighi e congiure, invece si trova dietro le quinte, la margine del
sipario, pronto ad essere coinvolto, se già non lo è…
-*-
“Tay…credo di
essermi innamorata”
Gabriella
cammina al fianco dell’amica, anzi, il suo corpo è lì, ma la sua mente ed il
suo cuore, vagano miglia e miglia più in alto, fra le nuvole, saltella dove
solo gli innamorati possono arrivare, alcuni hanno scritto tre metri sopra il
cielo, altri non si rendono nemmeno conto di volare.
Taylor la
guarda sbalordita e ripete “Ti sei innamorata?” e poi aggiunge “Ma
quando scusa?...Sopratutto…di chi??”
“Troy”
Taylor
riflette e fa mente locale, Troy…chi è Troy?
Si sposta
una ciocca di capelli dal volto pensierosa e le domanda appunto chi sia questo
principe azzurro che non ha notato. Gabriella, per tutta risposta, le rifila
una sfilza di aggettivi che descrivono la bellezza di Troy, la dolcezza di
Troy, gli occhi di Troy, il romanticismo di Troy…tutto quello che le ricorda
Troy. Alla fine Taylor riesce a capire di chi parli l’amica: è quel baldo
giovanotto biondo e con gli occhi blu che stava accanto a Chad…
Chad,
appunto...
Gabriella
prende a raccontarle il suo colpo di fulmine, con tanto di descrizione
minuziosa di batticuori vari e respiri, baci e pensieri, costrizioni e sorrisi.
Taylor
però non l’ascolta, è troppo occupata ad interpretare i complicati, seppure
innegabili, segnali del suo corpo e del suo cuore, quelli che la sua mente non
vuole assolutamente accettare. Pensa al agitazione, ai brividi, a quel dolce
incanto che provava quando Chad la sfiorava, così simile alla sensazione del
sole sulla pelle, rivive quelle parole che si erano scambiati, quel piccolo
sprazzo della sua vita che ha conosciuto, ricorda quel tremolio che le era
parso di sentire nelle mani di Chad…
Quello
che sente, che ormai vede, è davanti a lei, ma lei si deve sposare, fra due
settimane, con Jason, il ragazzo che ama e che la ama.
L’unica
cosa che può fare è quindi chiudere gli occhi, fingere di non vedere e di non
sapere…
-*-
Sera del giorno dopo, Light.
Gabriella
è meravigliosa, si guarda intorno e cammina un po’ insicura verso il locale, nel
suo abitino bianco, gentile e discreto, e appunto per questo, in risalto fra
tutte quelle vesti sfavillanti e volgari intorno a lei. Sbatte le lunghe ciglia
sui grandi e profondi occhi castani, pieni di timore, Gabriella ha paura, paura
che la sua sia solo un’illusione, che il suo Troy l’abbia presa in giro e che
lei ci sia cascata come un pesce nella rete.
È quindi
per sicurezza che dietro di lei si trascina, con fare molto autoritario, fiero
e orgoglioso, la sua migliore amica, costretta e ricattata a seguirla, nello
sfortunato caso nel quale non ci fosse nessuno.
“Tay e se mi bidona?”
“Glielo do io il
bidone…se almeno fosse venuto Jason, invece mi toccherà fare il terzo
incomodo!”
“Non è colpa mia se
il tuo bel fidanzatino ha gli allenamenti una sera no e due sì!” strilla Gabriella seccata “E
poi è probabile che la serata sarà solo per noi due..”
“Non dire
sciocchezze!” la
rassicura Taylor irritata, quindi la prende per il gomito e la trasporta
all’interno del locale.
Il Light
è un pub noto in tutta la città, non è molto grande, anzi, è piuttosto piccolo,
ma le bibite sono buone, la musica ballabile e i ragazzi carini.
Quando le
due amiche entrano, la luce viola le illumina per un istante e poi si sposta al
ritmo con la musica, l’ambiente non è ancora totalmente pieno ma già alcune
coppie ballano al centro della pista, altri stanno invece al bancone e
sorseggiano bevande da calici stretti e colorati, oppure gonfi e alti.
Gabriella
avanza e cerca con lo sguardo il suo cavaliere, guadagnandosi molte occhiate
inequivocabili e commenti irripetibili, anche Taylor la segue e per lei il
trattamento non è diverso, qualcuno le chiede addirittura un ballo o qualcosa
d’altro che lei rifiuta con un’occhiataccia.
“Eccolo!!” grida ad certo punto Gabriella
trattenendosi dal saltare al collo del ragazzo biondo e con gli occhi blu che
le si avvicina facendosi largo fra la folla con gomitate e spintoni.
“Sei bellissima” le dice una volta accanto a
Gabriella, poi le prende le mani e le bacia dolcemente, lasciandola senza
parole a fissarlo con gli occhi caramellati che brillano come candelina su una
torta.
“Grazie…anche tu” risponde Gabriella dolcemente,
timida, come piace a lui.
Troy
sorride, le accarezza piano il volto e lo avvicina al proprio baciandola con
passione, lei gli cinge il collo e ricambia il bacio felice.
Soli in
mezzo alla folla, unici ed inimitabili, ancora in preda di quell’amore folle
che il giorno prima li aveva contagiati e attirati l’uno all’altra come
calamite.
Taylor,
rimasta in disparte sorride soddisfatta ed intenerita dalla gioia dell’amica,
nel proprio cuore l’unica ombra è la mancanza del suo fidanzato, che ancora una
volta l’ha lasciata sola… scrolla le spalle mandando via il brutto pensiero,
ritrova il sorriso, decide di raggiungere il banco delle bibite ed ordinare
qualcosa per lei e per l’amica, se mai si fermerà per riprendere fiato da quel
bacio mozzafiato.
“Taylor?”
Ecco
il nuovo capitolo, lo so che non è il massimo, che vi ho fatto
aspettare un sacco di tempo (e di questo mi scuso con tutti, ma, do la
colpa alla mia odiata scuola che anche alla fine ci riempie di compiti
e verifiche!) comunque arriverà presto il prossimo che è
già quasi terminato, ringrazio tutti i miei recensori che adoro
profondamente e a cui prometto nessun altro ritardo!!!!!
Baciii
Sinfony
|
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Capitolo 7 *** Mi sono innamorato di te... ***
mat7
Mi sono innamorato di te
La
moretta si volta improvvisamente stupita, incrocia due occhi color mogano,
immensi e in fondo un po’ sorpresi.
“Chad?” domanda lei, anche se non ha
bisogno di chiedere per riconoscere quei capelli ribelli e quella bocca
morbida, quel volto modellato nella cera e quel corpo scolpito nella pietra.
Taylor sorride ma non riesce a reggere lo sguardo potente del ragazzo, perciò
finge di risistemarsi le pieghe dell’abito chiaro.
Anche
Chad sorride, ma è bizzarro, e se ne rende conto, perché non sorride per
cattiveria o goduria, come al solito, sorride perché lei è lì con lui, perché è
davanti a lui, perché il destino ha voluto farli incontrare di nuovo.
“Accompagni
Gabriella?”
domanda il ragazzo appoggiandosi con il gomito al bancone, al fianco di Taylor,
che si scansa un poco, per buon senso, e poi risponde.
“Sì ma non per mia
volontà, e tu Troy?”
“Giusto…ma mi sa che
il mio fratellino si è scordato del sottoscritto” aggiunge accennando con il capo
alla coppia, che ha preso a ballare insieme ad altri “Come di chiunque altro”
Taylor
ride e intanto ordina una bibita che presto arriva in un bicchiere alto e
stretto, la ragazza lo afferra con grazia e lo porta alla bocca fissando le
coppie danzare, Chad fa lo stesso, ma non è capace di guardare i ballerini, il
suo sguardo si sposta costantemente sulla ragazza al suo fianco, per ammirarne
i tratti fini e decisi, i capelli morbidi che scendono sulla schiena in piccoli
boccoli, i movimenti, anche quelli più spontanei, che non riesce a far meno di
trovare irresistibilmente armoniosi.
Improvvisamente,
la musica si abbassa e la voce calda e giovane di uno speker la sostituisce da
un palchetto al centro della pista, fa un annuncio.
“Fratellini oggi è
una serata speciale, c’è la luna piena, c’è la musica, ci siete voi! Questa
notte di mezza estate è destinata a divenire teatro di amori e forse di qualche
tradimento…Che ne dite di una bella canzone per scaldare l’atmosfera? Iniziamo
a giocare perchè questa, questa è la nostra serata karaoke!!!”
Al
termine della sue parole un’ondata di voci confuse si alza per il locale mentre
la musica ritorna, ma accompagnata da un nuovo unico raggio di luce azzurrina
che, malefica, punta i futuri cantanti che puntualmente vengono spinti, da
grida come da braccia, a salire sul palco, viene messo loro fra le mani un
microfono e senza che nemmeno se ne accorgano, sono costretti a cantare,
intonati o stonati che siano.
Taylor e Chad si guardano intorno sorpresi e
riescono ad adocchiare due poveri ragazzi spinti sulla pedana, sul volto dei
poveretti si legge chiaramente la disperazione, Chad e Taylor scoppiano a
ridere, dicendosi che né uno né l’altra hanno la minima intenzione di salire su
quella pedana e prendere in mano un microfono, non lo faranno mai.
Ad un
tratto dalla folla spuntano Troy e Gabriella, per mano e radiosi, raggiungono i
rispettivi amici che ancora ridono.
“Che avete da
ridere?”
domanda Troy sospettoso, lui conosce i piani dell’amico e se che non sono
benevoli, non li ha mai del tutto accettati anche se, al contrario di Kelsie
non ha mai provato a dissuaderlo.
“Niente” risponde Chad incrociando lo
sguardo di Taylor, luminoso e schietto, complice.
“E Kelsie? Non
doveva venire anche lei?” domanda Gabriella guardandosi intorno, sempre stretta al
biondino angelico, alla ricerca della timida figuretta dell’amica.
“Qualcun mi cerca?”
Kelsie è
arrivata, da chissà dove, e si è unita al quadretto tenendo ben d’occhio la
lucetta chiara che gira per il locale, nel caso si dovesse avvicinare troppo.
“Ci chiedevamo
dov’eri!”
ribatte Chad “E poi un ballo me lo concedi no?”
Kelsie
arrossisce un poco e si tormenta con falsa disinvoltura l’orlo del top lungo blu
notte, che evidenzia bene la pelle color latte e la vita sottile come poche.
“Non dire
sciocchezze Danford! Sarà più probabile che Troy canti!”
Tutti
ridono, compresi Chad e Troy, e quest’ultimo ne approfitta per stringere
Gabriella a sé e darle un altro bacio tenero sulle labbra dolci e appetitose.
Intanto
il fascio di luce ha ripreso la sua ricerca, scorre sopra tante teste, sorpassa
spazi vuoti, divani occupati, ritorna sul palco, poi li vede, abbracciati,
teneri, romantici, belli, perfetti, li sceglie, parte alla carica e prima che
loro se ne accorgano li illumina come un raggio di sole la mattina.
Troy e
Gabriella si separano, infastiditi da quella luce, si coprono un po’ gli occhi
per non irritarli, ma poi, un po’ per loro testa, un po’ per le urla e le braccia
che si stendono verso di loro e un po’ anche perché sia Chad, sia Taylor, e
anche Kelsie, si sono allontanati nel caso la raggio pensi di cambiare idea,
capiscono.
“Ecco i nostri
fortunati, o sfortunati, forza, salite, non temete!” esclama lo speker dal palco.
Troy e
Gabriella vengono spinti verso i microfoni, seppure puntino i piedi, chiedano
aiuto, si lamentino e cerchino via di fuga.
“Vi chiamate?” domanda il Dj porgendo loro due
microfoni.
“Troy” risponde lui, abbastanza
terrorizzato, gli occhi blu che vagano fra la folla alla ricerca di qualcuno
che lo possa tirar giù di lì e farlo scampare da una cocente umiliazione.
“Gabriella” fa lei, la quale, più che
terrorizzata è sconvolta e non riesce nemmeno a tenere il microfono fra le mani
e le cade, suscitando risate nel pubblico, che non aspetta altro che questi
imprevisti, riprende il microfono e lo tiene stretto fino a farle male fra le
piccole mani morbide. Lancia un’occhiata a Troy, il ragazzo la ricambia
impotente, ma la prende per mano e l’avvicina a sé, dolcemente.
Il Dj
siede alla sua postazione e accende la musica, facendo sfumare il brusio degli
spettatori e portando il silenzio, con un altro comando fa scorrere le parole
sul monitor davanti a Troy e Gabriella.
Troy si
schiarisce la voce, non guarda lo schermo, ma il volto impaurito e luminoso di
Gabriella con la quale spera di non fare una magra figura, le sorride e schiude
le labbra iniziando a cantare, ignora il pubblico che fischia, gli applausi
come le grida, gli sguardi sconosciuti e quelli degli amici…
Mi sono innamorato di te
perché
non avevo niente da fare
il giorno
volevo qualcuno da incontrare
la notte
volevo qualcuno da sognare
Troy
ora è sicuro, pian piano, si rende conto che non canta poi così male, e
confortato dal sorriso della sua fidanzata, da quell’amore sincero che le vede
brillare negli occhi e che sa di avere nei propri, canta la sua parte, canta
con il cuore e una voce profonda, le mani grandi e calde che stringono quelle
piccole di lei, la voglia
incontrollabile di baciarla.
Mi sono innamorato di te
perché
non potevo più stare sola
il giorno
volevo parlare dei miei sogni
la notte
parlare d'amore
Gabriella
canta con voce tenera e melodiosa, suadente ed infantile, ha il suono delle
onde che si infrangono sulla scogliera, del vento che muove le fronde degli
alberi, del fiume che scorre per la montagna, è unica e dolce, come lei, che
sorride al su bellissimo angelo dagli occhi azzurri e sorriso divino, canta per
lui perché solo a lui può confessare questi suoi sentimenti, ora lo sa…
Ed ora
che avrei mille cose da fare
io sento i miei sogni svanire
I
sogni di Troy, quelli di donne e soldi, gli paiono così insignificanti di
fronte alla sua stella lucente con i capelli neri, timida come una fata, bella
come una regina
Ma non so più pensare
a nient'altro che a te
Un
girono è passato dal loro primo incontro, eppure Gabriella non ha potuto far a
meno di tornare con il pensiero alle labbra di Troy, alle sue parole, i suoi
sorrisi e i suoi baci, e non una o due volte, ma costantemente, in un modo che
l’aveva distratta dagli studi e resa sognante
Mi sono innamorato di te
Troy
lo ripeterebbe ogni istante, senza vergogna o pudore, perché dopotutto che c’è
di male nell’innamorarsi di lei? Chi non lo farebbe?
E adesso
non so neppure io cosa fare
Gabriella
è stata ed è tutt’ora confusa, deve credergli? Fidarsi ciecamente? Oppure
diffidare? Lo conosce da sole poche ore, ma a cuor non si comanda e il cuore le
batte nel petto e le dice che Troy non è cattivo, che è leale, che male non le
può fare
Il giorno
mi pento d'averti incontrato
Quanto
si pente Troy, quando i sensi di colpa gli sussurrano amaramente quello che ha
fatto a Sharpay, tutto quello che ha buttato all’aria con lei, la sua carriera,
il suo lavoro, la sua vita perfettamente programmata…e che dire di Gabriella?
La quale ogni volta che vede Taylor, pensa a quanto possa farle male, vederla
innamorata del fratello di un uomo tanto meschino!
La notte
ti vengo a cercare.
Tutti i brutti pensieri svaniscono
però, quando il pensiero si sposta sul volto dell’amante, e il cuore prende a
sbattere come un uccello in gabbia, e i sogni si fanno avanti, prepotenti,
fantasiosi, cercano nell’immaginazione spunti per incrementare quell’amore che
più grande non si può…
La musica
cala dolcemente lasciando i due spasimanti a fissarsi negli occhi, tanto vicini
da potersi sfiorare, tanto vicini da sentire i loro respiri, suoni leggeri che
paiono però più rumorosi di ogni altro grido del pubblico, tanto vicini da non
poter evitare quel bacio che entrambi desiderano con ardore, quindi le loro
labbra si toccano, i microfoni cadono a terra, le braccia percorrono l’uno il
corpo dell’atra, gli occhi si chiudono, il battito aumenta.
Finalmente
riescono a sentire il pubblico che li acclama come eroi, perché sono stati
bravi, anzi bravissimi, perché si amano e nessuno può negarlo.
Anche
Chad e Taylor, rimasti in disparte ad osservarli, sono stupiti ma applaudono
più forte degli altri, felici ma pensierosi, perché quella non è anche la loro
situazione? Non sono loro due che si pentono e poi si cercano? Che hanno mille
cose da fare, ma non fanno altro che parlare l’una dell’altro?
Chad e
Taylor non ci vogliono pensare, ma quando i loro sguardi si incrociano non
possono fermare il loro cuore e il calore che affluisce sul volto, i sorrisi
spontanei e quel desiderio di non spostare più lo sguardo
“Gabriella è molto
brava!”
esclama lui per rompere il ghiaccio, mentre con lo sguardo cerca Kelsie,
scomparsa poco dopo la fine dell’esibizione.
“Anche Troy!” ribatte lei ammirando il
tentativo di fare conversazione, ma non riuscendo a dire altro.
Il
silenzio ricade pesante fra i due e li divide, tagliente ed impenetrabile,
leggermente doloroso, e rimane sino a ché gli amici neo-cantanti li raggiungono
abbracciati e ridenti, tanto luminosi da far scordar loro ogni mutismo.
-*-
Intanto
Kelsie si era intrufolata fra la folla nella disperata ricerca di una bevanda
fresca e dissetante, Troy l’aveva stupita, lo conosceva sin da quando erano
bambini e si tiravano i ciucci nelle carrozzelle, ma mai, aveva sospettato di
questo suo segreto talento musicale!
Ma quello
che più le preme e la sconvolge è Chad, il suo collega e anche suo amico, il
ragazzo che più detesta al mondo e lo detesta perché una piccola parte nel suo
cuore comprende di esserne innamorata, sì lei è innamorata di Chad Danford,
perché è così incredibilmente abietto e disonesto, sleale e ipocrita, così
diverso da lei, scrupolosa e sincera.
Ne è
innamorata ma sa bene di non essere ricambiata, sa anche che Chad conosce i
suoi sentimenti e li ignora o a volte, ancor peggio, la stuzzica e fa illudere
quella piccola parte di se che ancora crede.
Ora però
si stringe nel petto il cuore spezzato in mille schegge dolorose, che la
pizzicano, la pungono e le sussurrano parole amaramente reali, poiché Kelsie
non è cieca e ha visto quello sguardo strano negli occhi di Chad, mentre i suoi
amici cantavano, ma quello sguardo che lei aveva sperato tante volte di vedere
su di sé, era invece per la bella, impossibile, ma soprattutto fidanzata,
Taylor, la quale cercava di ignorarlo con fierezza e orgoglio.
Kelsie si
fa strada spingendo chiunque le passi davanti a destra e a sinistra, vuole
bere, vuole tranquillizzarsi, vuole dimenticare, fingere che non sia vero.
Finalmente si lascia cadere sul bancone e batte il palmo con forza attirando
l’attenzione del barista.
Egli si
volta verso di lei con un’occhiata di sbieco, un po’ offeso per essere chiamato
come uno schiavo, un po’ ingentilito dal suo dovere. Kelsie gli sorride un poco
e nota che è un bel ragazzo, con i capelli biondi e corti, gli occhi azzurri,
piccoli ma luminosi, il volto armonioso ed aristocratico e il fisico che
potrebbe essere quello di un ballerino.
“Una birra per
favore!”
chiede con gentilezza forzata e un sorriso messo su in quattro e quatrotto per
evitare domande.
“Arriva!” risponde lui diligentemente e
dopo qualche minuto eccolo tornare dalla piccola Kelsie con una bottiglietta di
vetro, la stappa e ne versa il contenuto in un bicchiere, quindi, in assenza di
clienti, si appoggia al bancone di fronte a Kelsie, un po’ incuriosito, un po’
preoccupato che non combini qualche disastro.
“Grazie” fa lei portando il boccale alle
labbra ed ingurgitando in fretta un po’ del liquido orato e schiumoso, poi
torna a guardare il palco e la lucetta azzurra che di nuovo vaga per il
pubblico in visibilio.
“E tu? Non ti va di
cantare?” le
domanda improvvisamente il biondino. Kelsie si volta stupita e lo è ancor di
più quando lo vede sorridere senza ombra di malizia.
“Non credo di
esserne in grado”
“Tutti possono
cantare con il patner giusto accanto, come quei due, secondo me non credevano
nemmeno di poter intonare mezza nota da soli!” dice accennando a Gabriella e
Troy che si fanno largo nel mare di folla che li applaude.
“Allora provaci tu!” ribatte Kelsie sgarbata bevendo
ancora un sorso della sua bibita con malagrazia
“Lo farei se non
fossi imprigionato qui dietro! Ho sempre cantato e anche ballato se è per
questo!” spiega
il cameriere con una luce fiera ed orgogliosa negli occhi azzurri e limpidi,
che fanno destare un po’ Kelsie che allontana il bicchiere e appoggia entrambe
le braccia al tavolo, pronta ad ascoltarlo.
“Perché allora fai
il cameriere?”
“Perché ho litigato
con la mia patner, che poi è anche la mia adorata gemellina, da solo non me la
cavo”
Kelsie
gli sorride dispiaciuta e compassionevole, fa per allungare una mano per
prendere quella di lui, ma all’ultimo se ne vergogna e porta il palmo sui
capelli, fingendo di spostarne una ciocca, ma che le è saltato in mente? Nemmeno
lo conosce!
“Dai non è
possibile!”
“Invece lo è, cara…come
è che ti chiami?”
“Kelsie Nilson”
“Ryan Evans” si presenta egli a sua volta,
porgendole una mano che ella stringe con piacere.
Nessuno
in quel pub si accorge di quelle parole, passate inosservate, e nemmeno loro
stessi, l’una con il cuore a pezzi e l’altro costretto ad abbandonare la sua
passione, si rendono conto di quanto sia importante quell’inizio, l’inizio di
un’amicizia, solo quella per ora, perché è solo di quella che hanno bisogno
entrambi.
Rieccomi, visto che ho aggiornato prima??? è un capitolo bello lungo e se siete arrivati sino aui vi ringrazio e vi prego di comentare, aggiungo che la canzone è di Luigi Teclo, si intitola "mi sono innamorato di te" ci ho messo un bel po' a trovarla perchè è vecchissima!!!! Comunque sia ringrazio chi mi ha recensita, vi adoro tutte davvero, vorrei sapere solo perchè siete così poche, fa così schifo il racconto? se sì, perchè??
Baciii Sinfony
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Capitolo 8 *** Notte ***
mat8
Notte
Notte,
notte di mezza estate, notte di cambiamenti, sogni, notte di passioni e
decisioni improvvise… Gabriella e Troy, sono scomparsi a metà serata, lasciando
i relativi amici persi fra la folla, le luci, ma soprattutto persi nel mare dei
loro sentimenti aggressivi e insolenti.
“Senti io devo
andare…ci vediamo in giro” esclama ad un certo punto Taylor scendendo dallo
sgabello e avviandosi verso l’uscita, stufa del trambusto interno ed esterno
“Ti accompagno” ribatte subito Chad, prima che
pensi le parole gli salgono alle labbra con un sorriso piccolo e infame
Taylor vorrebbe
rifiutare e in pochi secondi valuta se è peggio attraversare la città sola, di
notte, o accettare il passaggio di Chad, che seppur per buona parte pericoloso,
la rassicura. Quindi annuisce e lo segue fuori dal locale, ancora un po’
incerta sul tirarsi indietro all’ultimo minuto, ma trovando poi questa opzione
scortese, sale sull’auto di Chad e prende posto accanto a lui, tenendosi ben
stretta la borsa nel ventre ed impacciata tanto da non accomodarsi nemmeno.
Chad
sorride di nascosto, poi mette in moto e parte in silenzio, premurandosi di non
fare commenti e lasciare che lei si rilassi, come prevede la sua astuta
strategia, accende la radio e fischietta tranquillamente un paio i melodie
tenendo ben fissi gli occhi sulla strada.
Taylor lo
guarda con una certa discrezione evitando accuratamente di essere notata,
osserva quel giovane seduto al suo fianco, ha la sua stessa età, eppure pare più
giovane, o forse è lei ad apparire più vecchia? Sospira e tiene d’occhio la
strada, alla radio stanno trasmettendo una canzone nuova, l’ascolta con
attenzione e sorride al testo così pateticamente ovvio e dolcemente tenero, una
canzone d’amore, proprio quello che le ci vuole, la seconda nella notte, ma
ancora una volta si rende conto che l’amore descritto e ascoltato non combacia
con i suoi sentimenti per Jason, ma piuttosto alle emozioni che le fa provare
qualcun altro, qualcuno molto vicino ora. Si incupisce a abbassa lo sguardo sulle
proprie mani scure. È talmente immersa nelle proprie riflessioni che non si
accorge nemmeno di essere arrivata a casa, nemmeno che Chad ha spento la
macchina, nemmeno che egli la fissa con una certa intensità.
“Mi sa
che siamo arrivati” esclama questo dopo un po’, con aria divertita le schiocca
le dita davanti agli occhi, come a svegliarla da una trance.
Taylor
sbatte più volte le palpebre e si guarda intorno, arrossisce e prende a
tormentarsi le mani nel ventre, balbettando un frettoloso “Grazie” per averla
riaccompagnata, dopo afferra la maniglia della portiera dell’auto e fa per
uscire e far finire quel inferno.
Chad
ridacchia ma la ferma, la prende per un braccio e la rimette a sedere, ella lo
guarda stupita, ma senza riuscire a non guardarlo, è di un bellezza
stupefacente, se ne nutre sempre più instancabilmente, fino a quando le labbra
di lui si inarcano in un sorriso, le vede tremare un po’, mentre si avvicina,
si piega su di lei, socchiudendo gli occhi.
Taylor
non può sottrarsi, chiude anch’ella gli occhi, aspettando che quella labbra si
posino sulle proprie, aspettando il dolce dolore che le provocheranno e
sentendo la sua passione ribollire infondo allo stomaco, pronta a sgorgare, a
ricambiare completamente un bacio.
Solo una
piccola valvola nella sua testa ricorda ancora vagamente il volto di Jason,
improvvisamente però la valvola si spalanca e il senso di colpa la inonda
facendo naufragare ogni altro pensiero di tradimento. Taylor si scosta lo
spinge via, senza dir nulla, spaventata e con gli occhi spalancati, prende la
borsa, apre la portiera e si scaraventa sul marciapiede.
Scava
nella borsa e prende le chiavi, le infila nella toppa e gira con veemenza, poi,
prima di richiudersi la porta alle spalle, lancia un ultimo sguardo tormentato
a Chad, che nell’auto cerca di ricomporsi e mascherare la sorpresa e la rabbia.
Quando la
ragazza si chiude in casa, Chad sbatte un pugno sul volante e soffocando
un’imprecazione, riparte sgommando verso casa propria, una volta lì, sospira e
prende finalmente coscienza del dolore che lo sta attanagliando in una morsa
malefica, scaturito quando lei, lo aveva spinto via, lontano da lei, lontano
dalle sue labbra, ma anche dai suoi sentimenti.
Il
giovane si dirige in cucina, prende una birra ghiacciata dal frigo e la stappa,
lanciando il tappo dove capita, poi porta il boccaglio alle labbra e beve
pensieroso, poi con tristezza insolita raggiunge la propria camera e apre la
porta.
Lo
aspetta una maliziosa sorpresa, distesa sul suo letto su un fianco, lo fissa
disperata a con una luce maliziosa in fondo agli occhi, nascosta dall’iride
color caramello.
“Sharpay!” esclama esterrefatto appoggiando
la birra sul comò, ma non osando avvicinarsi alla venere bionda.
“Oh Chad! Come è
potuto succedere? Perché?” risponde lei con la voce strascicata, mentre si appoggia
al cuscino candido e porta le mani alla faccia per coprire le lacrime “Cosa
ho fatto di sbagliato? Perché mi ha lasciata?” prosegue in un
singhiozzo.
Chad,
rassicurato sulle intenzioni dell’amica, le si avvicina, sedendosi al suo
fianco, subito lei posa il capo sulle ginocchia del ragazzo, come se fosse un
gesto naturale, e con altrettanta noncuranza lui prende ad accarezzarle i
capelli biondi, mentre lei parla.
“Io sono una bella
ragazza no?...No?”
domanda singhiozzando
“Sì lo sei” risponde lui tranquillamente
“E sono simpatica e
socievole, e ho sempre fatto tutto quello che voleva, io l’ho amato e lo amo,
volevo sposarlo, comperare un vestito nel tuo negozio, essere solo sua, sua e
di nessun altro!”
“Mi dispiace Sharp” replica di nuovo Chad senza
smettere di carezzarla, ma con la mente occupata dal proprio cuore.
“Ti dispiace?!” strilla però lei balzando in
ginocchio furiosa, lo fissa negli occhi scuri con la rabbia di un ingiustizia “Dimmelo
Chad, che ha lei più di me? È più bella? Più affascinante?! Dimmelo perché io
non lo so!”
Chad alza
lo sguardo dispiaciuto ma freddo “è semplicemente Gabriella, non si può
spiegare, è chi Troy aspettava da sempre, tu non sei Gabriella, tu sei Sharpay,
e perciò non vai bene”
“Come ti
permetti?!?!?!”
grida la ragazza schiacciandolo sul letto “Io sono sempre andata bene! Gabriella è una
sbandata, un ostacolo da superare, non è nessuno!”
“Non è nessuno per
te, per Troy sì”
“E per te? Per te
chi sono io? A te piaccio no? Non ti chiedo se mi ami, tu non puoi amare, ma so
che ti piaccio, sento il tuo cuore” aggiunge pigiando il proprio palmo sul petto di lui, poi
si sporge sul volto del ragazzo e lo bacia con tutta la passione che ha in
corpo, passandogli le mani fra i capelli, tanto violenta da poterglieli
strappare.
Chad si
fa baciare, sopraffatto da tutto quel ardore, poi quando lei si separa, la
bacia a sua volta, stringendola a sé e spostandola sul materasso sotto di lui,
la bacia con cattiveria, ma anche con dolcezza, perché nel suo cuore avrebbe
voluto donare quel bacio a Taylor, piuttosto che alla sua bionda amica.
Ella non
si fa sfuggire l’occasione, con rapidità gli sfila la camicia e i jeans, si fa
spogliare dell’abitino chiaro, si fa baciare, lo bacia sul petto, sul volto,
sulla fronte, sulle labbra, sospira e annaspa sotto la sua mole, non parla,
perché sa di poter rompere l’incantesimo.
Chad le slaccia il reggiseno che scivola via dal suo corpo scomparendo
fra le lenzuola, poi gli slip di pizzo cadono sul pavimento, insieme ai boxer
di lui.
I loro
baci si fanno più profondi, ancor più feroci, cercano, cercano, cercano e
trovano e ricambiano e le mani, piccole e fini quelle di lei, grandi e calde
quelle di lui, accarezzano i fianchi, la schiena, il ventre, il petto e i seni,
corrono per i capelli e stringono, fanno lacrimare e gridare.
I due
copi sovrapposti, divengono uno soltanto, un corpo perfetto e appassionato,
desideroso, ma, a differenza di come si dice molte volte, non innamorato.
Chad e
Sharpay non si amano, vogliono solamente l’illusione di sentirsi amati, quella
di sentirsi importanti, unici, almeno per qualcuno, almeno per una notte.
-*-
Il mattino
del giorno dopo, quando Sharpay apre gli occhi, avvolta nelle lenzuola bianco
neve, non trova Chad, nemmeno un suo biglietto, nessun ricordo o addio,
spiegazione o scusa.
Sharpay sospira
ma capisce, che quello che aveva cercato lui era lo stesso che cercava lei, ora
che entrambi lo avevano trovato non c’è bisogno di dire altro.
Si alza e
si riveste, prende la borsa e se ne va, con tutta la sua fierezza e la bellezza,
a testa alta e occhi fiammanti.
Eccomi!
Che ne pensate di questo capitolo? È un po’ troppo? Se vi fa schifo lo
cancello, ma avevo bisogno di un colpo di scena, anche se x qualcuno non lo era
(vero armony??) grazie a tutti quelli che hanno recensito, non sapete come vi
sono grata e quanto mi fate felice, continuate a farlo!!!
Baci
Sinfony
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Capitolo 9 *** Un nuovo matrimonio ***
mat9
Un altro matrimonio
Taylor
dimentica in fretta quel tentativo di adulterio che le era parso peggio della
morte stessa, o meglio così crede, dopo quella sera al Light aveva deciso di
non vedere più né Troy, ignorando le cocciute e sdolcinate prediche di
Gabriella di quanto egli sia bello, eccitante ed principesco, con un altezzoso
silenzio, né tanto meno Chad, quel manico travestito da commesso tutto buone
maniere e galanteria da parere un robot!
Certo
però non aveva potuto evitare di frequentare il negozio di quest’ultimo, date
le frequenti prove dell’abito e incresciose aggiunte di dettagli all’ultimo minuto,
senza contare la catenina d’argento regalatole senza un vero pretesto, che
stava ancora chiusa in un cassettino del portagioie della futura sposa, in
attesa di essere indossata, un giorno all’altro.
Taylor
correva su e giù come una trottola, dall’arredatore del suo nuovo nido d’amore,
passava a rincorrere lo chef che aveva pretese assurde anche se lei e Jason gli
avevano espressamente chiesto, un matrimonio semplice e senza sfarzi, per non
menzionare le ore assurde che trascorreva con l’orecchio appiccicato al
cellulare, cercando di rintracciare parenti mezzi sordi o fioristi strampalati
che insistevano per venderle cupidi portafiori eccessivamente pacchiani, invece
dei delicati e tradizionali fiori d’arancio che lei desiderava tanto.
Jason dal
canto suo l’amava a tal punto, che era disposto a prenderla in moglie anche in
mezzo ai rifiuti con la presenza unica di un prete e un paio di testimoni, ma
ella a quest’ipotesi nemmeno ci faceva caso e lo tormentava, domandandogli se
preferiva crema o panna per il colore dei tovaglioli, passando oltre al fatto
che Jason, non immaginava nemmeno lontanamente che differenza ci fosse fra le
due tinte! Inoltre lo sfortunato ragazzo, non si capacitava di tutto questo
nuovo interessamento per addobbi, invitati e sciocchezze di questo genere, non
riusciva più a ritrovare la ragazza a cui aveva chiesto di sposarlo! Ma non se
ne preoccupava più di tanto, attribuiva tutta la smania di perfezione di Taylor
all’ansia pre-matrimoniale.
Taylor
invece si impegnava tutto il santo giorno proprio per occuparsi di qualcosa che
non fosse lei stessa, lei e i suoi sentimenti, così confusi, cos innegabili,
così impossibili.
Era
semplice, tutto sommato, ignorarli, quando era impegnata a discutere per far
valere la sua parola femminile, contro un mascalzone che voleva far costare le
sue fedi il doppio del prezzo contrattato mesi prima!
La sera, però,
quando non c’era più nulla da fare, e riposava nel proprio letto fra silenzio
ed oscurità, allora e solo allora, troppo stanca per impedirselo, troppo
vulnerabile per lasciarlo perdere, ripensava a quella notte, a quelle labbra,
quel sorriso, quelle sensazioni mischiate in fondo allo stomaco, dove ancora
riposavano, quiete per il momento, e così Taylor si addormentava, con le labbra
piegate in un dolce sorriso, ma a volte, si domandava, se era ancora il caso di
dire “Sì, lo voglio” a Jason, o darla vinta al cuore e lasciar perdere tutto. Ogni
volta che questi pensieri la turbavano però, il suo orgoglio faceva capolino e
a testa alta la ragazza si diceva che non si sarebbe mai arresa, perché
arrendersi sarebbe significato la vincita di Chad.
Tutto
proseguiva così, fino a quando, una mattina una settimana prima del fatidico
matrimonio, Gabriella si presentò sulla porta della fedele amica e in pochi
istanti, le era saltata al collo, strillando in lacrime.
Taylor la
strinse preoccupata, già temendoli peggio, quindi per Gabriella, la fine del
suo rapporto con Troy, ma separandosi dall’amica si rese conto che ella
saltellava e applaudiva sino a scorticarsi le mani, il volto a forma di cuore
era color porpora, gli occhi brillavano e sorrideva, oh se sorrideva, mai
l’aveva vista così felice!
“Cos’è successo?” domandò facendola sedere sul
divano accanto a lei.
Gabriella
però balzò di nuovo in piedi e rise forte “Mi sposo! Tay, Troy mi ha chiesto di
sposarlo!”
“Cosa?!” chiese la morettina incredula,
sperando di aver capito male
“Ci sposiamo!
Dopodomani!!!!!”
gridò però di nuovo Gabriella sedendosi finalmente vicina a Taylor, la quale la
fissava con gli occhi spalancati, era sicura che si trattava di uno dei soliti
scherzi di Gabriella, ma quella rideva, strillava e l’abbracciava mille e una
volta.
“Gabry, ma sei
sicura? È un passo importante, cioè non è come avere un fidanzato che se ti
scocci poi lo lasci, c’è il divorzio e tutto il resto…!”
“Non ci pensare! Non
dirlo!” la
interruppe la ragazza con furia, incrociando le braccia e mostrandole il broncio “Io
lo amo, davvero, lo amo e lui ama me! Non mi interessa il futuro o il domani,
io penso ad oggi, ed oggi, l’unica cosa che desidero è stare con lui”
“Ma stai già con
lui!”
“Oh dai non
complicare le cose, la mia domanda è se vuoi sì o no farmi da testimone” chiese andando finalmente al nocciolo della
questione, Gabriella, fissò l’amica negli occhi, sperando nella sua
benedizione.
Taylor
rispondeva al suo sguardo e lo sosteneva con sicurezza, si vedeva che stava
riflettendo.
Dunque,
Gabriella era da sempre la sua migliore amica, la più dolce delle dolci, la più
gentile delle gentili, era quella che l’aiutava sempre, il suo mentore, il
sostegno, seppure apparisse piccola ed immatura, celava in sé una sapienza che
intimidiva ogni suo interlocutore, era inoltre capace di donare amore, a
chiunque avesse dimostrato di saperlo ricevere e custodire, con la stessa cura
con cui lo custodiva lei.
Non
poteva dirle di no, le avrebbe spezzato il cuore, Troy poi le pareva un ragazzo
in gamba, degno di lei.
Quindi
Taylor le sorrise e l’abbracciò “Certo che sarò il tuo testimone!”
rispose sorniona.
“Grazie!”
“Ma una domanda devo
pur fartela, perché tutto così veloce? Perché dopodomani se vi conoscete da due
settimane appena?”
“Perché queste sono
state le settimane più belle della mia vita!” replicò Gabriella radiosa ma
seria. “Non voglio aspettare oltre!”
“Va bene, non ti
capisco ma sono con te” risolse Taylor abbracciando di nuovo l’amica, poi, iniziò
a porle una serie di domande a raffica, che spaziavano dal suo abito, al luogo
dove avrebbero celebrato, lei e Troy, il lieto evento, da cosa avrebbero mangiato,
a dove sarebbero andati in luna di miele.
Gabriella
aveva la risposta pronta a tutto, avrebbe indossato quel vestito che aveva
visto, e subito adorato, al negozio di Kelsie, avrebbero celebrato nella
cappella di montagna che avevano scovato la settimana scorsa, avrebbero
cucinato lei stessa, la madre, le sorelle e le cugine, e sarebbero partiti dopo
il matrimonio di Taylor per un luogo lontano, scelto da Troy.
Era
incontrollabile, parlava e parlava, narrava e raccontava senza fermarsi se non
per riprendere fiato, era entusiasta e felice, e tutto questo stupiva molto
Taylor, che non si trovava del tutto nella sua situazione, perché da tempo non
condivideva tutta quella passione, tutto quel trasporto, ma soprattutto, notò
che Gabriella ripeteva tante volte il nome de suo promesso, chiamandolo con
nomignoli come “Il mio Amore” “Tesoro” o “Luce dei miei occhi”.
Taylor
quando si riferiva a Jason, lo chiamava sempre e solo per nome.
“Tay ma che hai?” domandò improvvisamente la
morettina, iniziando a impensierirsi, inarcando le sopracciglia e storcendo le
labbra.
“Niente, sono solo
stanca”
replicò Taylor.
“Oh…ma sei sicura?”
“Saprò come sto
io?!”
“No, voglio dire,
sei ancora sicura di voler sposare Jason?” chiese Gabriella cercando lo
sguardo assente dell’amica, che si alzò e le voltò le spalle stringendosi i
gomiti nel petto.
“Non lo so più” disse tristemente mentre Gabriella
l’affiancava. “Ma di certo è solo è l’ansia del matrimonio”
“Forse sì…ma forse è
Chad”
“Cosa?! No, che
c’entra quello zoticone?”
“C’entra, credo
proprio che tu te ne sia innamorata”
“No!!! Io amo
Jason!!! Lui non è nessuno capito?!? Tu ami Troy, buon per te! Ma non dire cose
sciocche!!”
gridò Taylor furente, tirò un cuscino a terra e poi ne tirò un altro contro la
libreria, da cui caddero due libri.
Gabriella
indietreggiò intimidita e ferita, prese la borsa e se ne andò, convinta che
quella ragazza, non era l’amica che conosceva lei.
Taylor si
lasciò sprofondare nel divano disadorno e iniziò a piangere, e così le tornò in
mente il ricordo di quella notte, di quella macchina, di quel quasi-bacio.
Dopo poco
sentì due braccia fragili che la circondavano, alzò il volto lacrimoso e vide
quello sorridente e comprensivo di Gabriella, era tornata, aveva capito cosa
sentiva la sua amica e aveva deciso di aiutarla.
Eccomi con un nuovo
capitolo, visto che ho aggiornato quasi subito? Peccato che non so quanto vi
piacerà! Io spero che almeno un poco di voi commentino!!!!
Baci
Sinfony
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Capitolo 10 *** Parli adesso o taccia per sempre ***
mat10
Parli adesso o taccia per sempre...
Due
giorni dopo quella conversazione, le due amiche si trovavano nella piccola e
stretta camera da letto di Gabriella, questa, più rossa che mai, stava
indossando il proprio abito bianco il più velocemente possibile, nel mentre,
Taylor cercava di arricciarle la capigliatura corvina, facendo attenzione a non
bruciare il viso dell’amica con la piastra o farla sudare, in quel caso il
trucco le sarebbe colato e sarebbe successo un disastro. Insieme a loro stava
Nina, la madre di Gabriella, una prosperosa donna ispanica, dalla quale
Gabriella aveva ereditato la forma a cuore del volto, la dolcezza e ovviamente
tutti i suoi segreti culinari.
La donna
tratteneva le lacrime e si dava un gran daffare nel ritrovare il buquet di rose
e mughetti scelto dalla figlia, che era magicamente scomparso, e intanto dava
le ultime indicazioni alle damigelle, giovani ragazzine in rosa, su di giri e
preoccupate di lanciare i petali negli occhi della sposa.
Gabriella
aveva gli occhi lucidi e continuava a mordersi le labbra, costringendo Taylor a
ripassarle continuamente il rossetto chiaro, stava infilando il braccio
sinistro nella manica del vestito, mentre già con il desto provava a tirare su
la zip sulla schiena. Anche in quel momento di stress, appariva bellissima. Il
suo abito era ovviamente bianco, della sfumatura delle nuvole in un cielo
azzurro, lungo sino alle caviglie, le maniche, strette e aderenti,
evidenziavano le braccia graziose e piccole della sposa, e terminavano sui
polsi creando un triangolo che si allungava fino all’indice. Il corpetto, con
una scollatura a semicerchio, non era appariscente e non aveva ricami, solo un
leggero filo di pizzo che circondava la scollatura, era unito alla gonna,
leggermente larga e con alcune pieghe. Gabriella sembrava proprio una
principessa settecentesca.
Taylor
aveva finito di arricciarle i capelli, che ricadevano quindi a boccoli sulle
spalle e sulla schiena, liberi, privi di forcine, fiocchi o fiori, adornati
solamente da quel piccolo e delicato diadema ‘argento, simile a una coroncina,
che le donne Montez si tramandavano da secoli, e che stava perfettamente in
equilibrio sul capo della sposa.
Nina
aveva ritrovato il buquet, le damigelle erano in fila e abbastanza tranquille,
Taylor aveva preso il suo posto accanto all’altare, dove, con sommo orrore,
aveva scoperto che il testimone di Troy, era proprio Chad più bello che mai,
con i capelli domati in una coda bassa, Troy era accanto a questo e insieme
parlottavano a bassa voce, lo sposo aveva un sorriso commosso e felice, il tipico
sorriso discreto ma emozionato di uno sposo, e si tormentava le mani con
impazienza.
In quel
momento, l’organo iniziò a suonare la tradizionale marcia nuziale e le porte
della chiesa si spalancarono, facendo entrare prima di ogni altro, un fiotto di
luce che accecò tutti, invitati, testimoni, anche il prete, solo lo sposo
riuscì a tenere gli occhi aperti e fissi sulla figuretta che entrava
lentamente, al braccio di un ometto anziano, prima di loro due bimbe lanciavano
i petali rosa davanti e dietro sorridendo.
Gli occhi
azzurri di Troy si riempirono in men che non si dica di lacrime tremanti di
commozione, alcune ebbero anche il coraggio di scorrergli sulle guance,
cosicché fu costretto a chiedere velocemente un fazzoletto al proprio
testimone, che previdente, gliene passò immediatamente uno immacolato, con un
sorriso entusiasta e anche un poco intenerito.
Gabriella
avanzava con il passo lieve di una cerbiatta sulla neve, con il sorriso tremante
e gli occhi bassi che inevitabilmente si alzavano e guizzavano sugli invitati e
poi su Troy, facendo crescere il suo sorriso, arrivò alla fine della navata prima
di rendersene conto e finalmente potè fissare il suo sguardo in quello marino
del suo amato, poi il prete con un sorriso, li fece inginocchiare e diede
inizio alla cerimonia.
Il tempo
volò via con la rapidità di un battito d’ali di colomba, candido ed
impalpabile, sembrava di vivere in un sogno, ornato dai sorrisi più belli e
dolci, dalle lacrime più vere, la parole più sincere, l’amore più puro. Quello
dei due sposi, che mai erano stati così felici.
Il prete
pareva anch’egli condividere la loro contentezza, ed ogni frase di rito che
pronunciava, gli sembrava fatta apposta per quella coppia giovane e bella, che
sprizzava amore. Quando dovette domandare, come voleva la tradizione, se c’era
qualcuno, che con un buon motivo, intendeva interrompere il matrimonio, lo fece
a cuor leggero, certo che nessuno avesse il coraggio di dire di no ai due sposi.
Si
sbagliava.
Dall’ultima fila si alzò una donna, si fece largo
fra gli altri invitati e si fermò nella navata centrale, dietro pochi metri da
Troy e Gabriella, spostò dietro la schiena una ciocca di capelli color miele e
con voce ferma e convinta, emise un “IO!”
scusate tutti il ritardo e il
capitolo corto ma non gho potuto farne a meno, prometto che il
prossimo, ben più denso di avvenimenti, arriverà fra
poco!!! Ora che ne dite di commentare questo???
io ringrazio tutti quelli che hanno recensito fino adesso e chi mi tiene fra i preferiti, vi adoro!!!!!!
Baci
Sinfony
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Capitolo 11 *** Ti ho conquistata ***
mat10
Ti ho conquistata
Chad per
primo, capì la gravità della situazione, chiuse a pugno i palmi e si accigliò,
lei non doveva essere lì, non aveva il diritto di rovinare quel giorno di gioia
a due persone così speciali, fece qualche passo verso la giovane ma venne
fermato dal sacerdote, non poteva fare nulla, o il matrimonio sarebbe stato
interrotto.
Lanciò
uno sguardo inquieto a Taylor, che dal lato opposto, ricambiò preoccupata, senza riuscire a capire cosa
volesse quella ragazza che aveva iniziato ad avanzare a passo di carica, ella si sfilò
gli occhiali scuri e li gettò a terra, il foulard bianco che la mascherava lo
lanciò in aria, come fosse il velo di una sposa, finalmente mostrò il proprio
volto.
Era
bella, aggraziata, nobile, ma furiosa, tanto da far paura, sotto i suoi piedi
sembrava scatenare l’inferno, bruciare il pavimento e fulminare ogni creatura
con gli occhi color caramello che fiammeggiavano d’ardore.
“Mi scuso con tutti
per questa incombente interruzione, ma non posso permettere che tutta questa
pagliacciata prosegua!” trillò con una tranquillità e una gentilezza spiazzante, come una
madre che richiama il figlio che ha combinato una marachella.
“Prego, signorina” balbettò il vecchio parroco
dandole modo di proseguire, piuttosto stupito, ma impotente.
“Grazie Signore, stavo
dicendo, Troy è stato il mio fidanzato per anni e anni, poi da un giorno
all’altro, mi ha lasciato per questa piccola sciagurata!” gridò con una nota di pazzia
nella voce cristallina, indicando prima Troy e poi Gabriella, questa si voltò a
guardarla disperata, le lacrime che scorrevano sugli zigomi alti, con lo
sguardo la implorava di non continuare “Ora, hanno deciso di farmi questo bizzarro
scherzo di cattivo gusto, ma io li ho scoperti e..” scoppiò in una
folle risata alienata “E quindi, adesso può tornare a casa con me!
Troy, andiamo!”
Chad
scattò in avanti prima che lei afferrasse Troy e la fermò, la prese per una
spalla e l’avvicinò a sé fissandola negli occhi arrabbiato, allora non aveva
capito? Non aveva capito che lei contro quel amore non poteva farci nulla? Non
avrebbe mai potuto comprare Troy, come faceva con un paio di scarpe, o
convincerlo, non sarebbe mai riuscita nemmeno a ricattarlo, Troy ora era di
Gabriella, con lei aveva ottenuto tutto quello che desiderava e non gli
importava di nient’altro, di nessun altro.
Chad non
credeva nell’amore, però credeva nell’amicizia e nessuno poteva far del male
ai suoi amici, abbassò la mano e le agguantò il polso.
“Andiamo Sharpay” disse con fermezza, poi prese a
trascinarla via per la navata, ignorò le sue lamentele, le sue lacrime, le sue
maledizioni, i suoi “Ma io ti amo!” rivolti a Troy e la buttò fuori dalla cappella,
infine, senza proferir parola tornò al suo posto. Lì alzò lo sguardo e incontrò
quello radioso e orgoglioso di Taylor, le sorrise a sua volta, sentendo un
caldo sospetto accendergli il viso e una fitta di dolce imbarazzo riempirgli i
polmoni.
Troy
invece, sorrise a Gabriella e con un dito le asciugò le lacrime, poi sussurrò
amorevolmente
“Io amo solo te”
Il prete
annuì un po’ scombussolato e proseguì la funzione con trepidazione, sino a
quando, dopo un ultimo sì, dichiarò la coppia sposata e permise a Troy di
baciare la sua dolce neo-moglie.
I novelli
sposi uscirono di corsa dalla cappella e ricevettero una festosa spruzzata di
riso, risero e si baciarono di nuovo con passione e tenerezza, senza più
lacrime, perchè nessuno li avrebbe potuti più separare.
Chad e
Taylor uscirono dopo di loro sereni e sorridenti: seppure ancora una volta quel
turbinio di sentimenti li aveva coinvolti più del necessario, riuscivano a
parlarsi, a sorridersi, in quei minuti provarono l’emozione di stare vicini con
spensieratezza, senza preoccupazioni, strategie o fidanzati di troppo, semplici sguardi,
semplici movimenti, profumi, risate, tutte cose comprese in un rapporto
normale, loro però non erano normali e quando si unirono alla piccola folla,
subito vennero raggiunti da Jason che affiancò la propria fidanzata e le stampò
un bacio sulla fronte con dolcezza, ella rabbrividì, ma riuscì a comporsi in un
sorriso più o meno credibile.
Chad li
guardò e la felicità che gli stava facendo lievitare il cuore, scomparve,
facendolo piombare in un stato di assoluta mestizia, che gli puntellò il petto
dolorosamente, facendogli portare una mano al ventre mentre l’espressione
mutava in una smorfia triste e delusa, perciò senza dir nulla, salì in auto e
seguì gli altri verso il ristorante.
Quando
arrivò al locale, scese e si appoggiò alla portiera stravolto, quello strano ed
inspiegabile fastidio non era scomparso, anzi, era quasi aumentato.
“Tutto bene?” gli chiese improvvisamente
qualcuno.
Chad alzò
lo sguardo e quel qualcuno prese la forma di Taylor, angosciata e sospettosa, che
si avvicinava, sola, guardandolo negli occhi, cercando di capire quale male
segreto lo affliggesse, senza capire di essere proprio lei stessa la causa di
tutto. Era bellissima quel giorno, portava un abito lungo fino alle ginocchia,
bianco ed ondulato, con alcune stampe floreali blu notte, i capelli erano
sciolti sulla schiena in grandi boccoli.
“Sì, tranquilla” rispose il ragazzo sorridendole,
non poteva farne a meno quando la osservava e ancor di più se la trovava in
quello stato per colpa sua, la fece avvicinare non senza che una piccola parte
di sé, si scervellasse sulla buona piega che stava prendendo la situazione.
Taylor,
non ancora convinta, alzò una mano e la posò sulla sua fronte, la trovò fresca,
perciò la fece scivolare sugli zigomi del giovane e poi sulle guance, fino ad
accarezzargli involontariamente il collo teso e finire sul petto. In quel
momento un movimento la fece sobbalzare, un movimento interno, un movimento che
sapeva di poter percepire solo lei.
Con quel
suo palmo appoggiato sul torace del ragazzo, sentiva il suo cuore, che batteva
rapido, veloce, molto più del solito.
Incrociò
gli occhi spaventati di Chad, egli aveva capito e si stava affrettando a
ritrovare un po’ di naturalezza, o qualche spiegazione spiritosa, un po’
sfacciata, come al solito, ma la sua mente era incredibilmente vuota mentre
fissava quegli occhi castani che lo divoravano cercando una soluzione.
Jason
era
poco lontano e non si era accorto di nulla, intercettò Taylor e
pensando bene
di farle una romantica sorpresa, l’afferrò per la vita e
la fece voltare verso
di sé, la guardò negli occhi, ma ne ignorò ogni
confusione, chiuse i propri e
la baciò con passione e ardore, stringendola a sé,
facendo aderire il proprio
corpo a quello di lei, desiderandola da fidanzato, amandola, incapace
di vedere quello che la realtà gli poneva davanti, si credeva
corrisposto completamente.
Invece Taylor non lo ricambiò, era disgustata, quel bacio le faceva schifo, era come se tradisse
qualcuno, come se tradisse Chad, si scansò e Jason la squadrò stupito e offeso.
“Scusa…” disse semplicemente lei, e poi si
lasciò abbracciare con tenerezza, in fondo, aveva voglia di un po’ di dolcezza,
di sicurezza, almeno uno scoglio ancora certo nel suo mare di sentimenti
confusi.
Chad li
guardava mentre il cuore gli si faceva più pesante e pian piano cadeva giù, in
fondo, e qualcosa di simile alla coscienza gli dava dello stupido, per essersi
illuso, seppure per pochi istanti, dell’esistenza dell’amore. Come aveva visto
tante volte fare da tanti altri, soffriva come una cane bastonato, mentre Jason
abbracciava quella creatura dalle mille facce, che era riuscita a carpirgli il
cuore e togliergli ogni lume di ragione.
Fu in
quel momento, di rabbia, delusione, tristezza, che quella parte di lui, più
melliflua e perfida, ritornò e riprese
il possesso di ogni azione del ragazzo.
Dopotutto,
aveva abbordato Taylor per un unico scopo, cosa importava se ora si sentiva
così male? Tutto si sarebbe sistemato con il tempo, ma ora dovevi affrettarsi a
conquistarla del tutto, annientare ogni minimo ricordo di Jason, renderlo
odioso, nauseante al proprio confronto! Solo così, ella, lo avrebbe lasciato
prima del fatidico sì, sarebbe divenuta la sua ultima vittima, quella che gli
serviva per superare tutte quelle del padre, e togliersi dalla mante
l’ossessionante pensiero di non valere
nulla….per nessuno.
In
lontananza vide Kelsie, non l’aveva notata durante la cerimonia, era
bellissima, come al solito, piccola ed innocente, decise di raggiungerla, tanto
per stuzzicare un po’ il proprio ego ferito, Kelsie, lo sapevano entrambi, era
nelle sue mani, apparteneva a lui e non poteva sottrarsi a nulla perché
dolorosamente innamorata.
Quando fu
a pochi massi da lei però, la vide raggiunta da un giovane cavaliere biondo,
serrò i denti e osservò la scena con gli occhi ridotti a punte di spillo. Chad
conosceva il giovane accompagnatore di Kelsie, lo conosceva per fama, era il
fratello gemello di quella giovane biondina che aveva lanciato fuori dalla
cappella poco prima, era Ryan Evans, gemello di Sharpay Evans, nonostante le
voci benevole che giravano su di lui, definendolo l’opposto della sorella,
quindi umile, modesto e disponibile, Chad non si fidava di lui, ancor di più
non era disposto a cedergli il suo topolino preferito, il giocattolo con cui si
dilettava nei momenti di sconforto.
Si
avvicinò alla coppia e con allegria, abbracciò Kelsie, quasi come se fossero
fidanzati, ella ne fu stupita ma non si scansò, Ryan invece era evidentemente
contrariato, glielo si leggeva in volto, ma non disse nulla, probabilmente
anch’egli conosceva il proprio rivale.
Quando si
separano, il ricciolino non mancò di lanciare un’occhiata di soddisfatta sfida
a Ryan, che però lo ignorò e sorridendo a Kelsie, la prese per mano e sorpassò
Chad con dignitosa indifferenza.
Il moro
rimase impalato sul posto, immobile, stupefatto, non era mai stato respinto a
quanto ricordasse, soprattutto mai da due donne nel giro di dieci minuti!
Scandalizzato
raggiunse i tavoli dove dopo poco iniziarono a servire le pietanze, semplici e
gustose, scelte dagli sposi, radiosi nei loro posti d’onore.
Più tardi
Taylor andò a fare le personali congratulazioni alla sposa, che l’abbracciò
felice e le sussurrò all’orecchio alcune parole magiche “Chad è stato un eroe, vai a
ringraziarlo da parte mia” disse con un’occhiata complice, quell’ordine
fungeva da pass per la bella morettina, che avrebbe avuto una scusa per parlare
con Chad, magari appartati e magari avrebbe finalmente risolto quel garbuglio
di sentimenti.
Chad
stava chiacchierando con alcuni compagni di grandi avventure, amici in comune
con Troy, quando venne interrotto da Taylor, che si avvicinava sorridendogli
imbarazzata, egli le venne incontro e le sorrise, le si affiancò e prese a
passeggiare con lei per il parco.
“Gabriella mi ha
mandato a dirti che sei stato un eroe” gli comunicò la brunetta con un sorriso fra il
divertito e l’ammirato.
“Già, e lo so, affrontare Sharpay Evans non è
un’impresa semplice” rispose lui con falsa modestia, facendo ridere la sua compagna, per
un attimo fu trasportato dalla visone di quel sorriso, e la guardò estasiato,
ma si riprese e si disse di smetterla con tutte quelle smancerie.
“Gli ex non sono mai
un’impresa facile” disse con giudizio una volta smesso di ridere, pensierosa.
“Nemmeno i fidanzati
se è per questo”
aggiunse Chad con serietà, cercando di incrociare il proprio sguardo sicuro con
quello impacciato di lei. “Penso che a volte, quando si è innamorati, ogni
ragionamento razionale venga accecato”
“Già…” assentì lei tristemente “Ma
io preferisco non rischiare e avere solo rapporti sicuri, che non mi facciano
soffrire”
“Come quello con
Jason?”
“Esatto, lui mi
amerà per sempre, non mi farà mai male”
“E tu?” domandò Chad fermandosi a
fissarla “Tu lo amerai per sempre? Ne sei certa?”
Taylor lo
guardò qualche istante, cerò di capire, di leggere sul suo volto qualche
segnale di sincerità, di verità, qualcosa che la rassicurasse, che le dicesse
che Chad era innamorato di lei, ma Chad aveva un’espressione indecifrabile, la
fissava con freddezza lucida e cosciente, come un assassino che attende la
morte della propria vittima, fissandola dissanguarsi fino ad esalare un ultimo
respiro.
“Sì” rispose Taylor indispettita.
“Io no” le disse però Chad prendendole
una mano nelle proprie “Io sono sicuro che tu non lo ami, che non
lo amerai mai, perché io ti ho conquistato” con queste esaltate,
presuntuose, volitive parole, le cinse la vita e l’attirò a sé con fervore,
sentì il suo corpo contro il proprio, la sentì divincolarsi ma non mollò la
presa, sentì il suo respiro caldo e se ne nutrì “Taylor non puoi negarlo, come
non posso farlo più io, siamo innamorati, l’uno dell’altra, pazzamente, contro
ogni logica razionale!!” esclamò stringendola sempre più fino a sentire
le sue vene pulsare con forza, mentre le dichiarava i propri sentimenti, finti,
reali, non lo sapeva più, era confuso, in bilico, diviso fra due realtà,
opposte, ma nelle quali Taylor era sempre la regale protagonista “Ti
amo!! Ricordatelo quando sarai sull’altare, ricordati quanto anche tu mi ami,
ricordati che dovrai rinunciare a me per sempre!” le gridò sul volto, su i suoi occhi
spaventati, terrorizzati, ammaliati però dalle sue parole.
Poi
la
strinse ancora di più, posò ansimante la fronte contro
quella di lei, la
osservò, non si muoveva, quasi non respirava nemmeno, allora,
fece una cosa che
non aveva mai fatto con le altre. La baciò. Infervorato,
appassionato, pieno di calore, l'abbracciò con tutto il
sentimento che possedeva.
Inasmettatamente, Taylor ricambiò.
Rieccomi,
dopo un'eternità, come al solito, scusate l'enorme ritardoooo
spero vi siate consolati con questo Chappy!!! Che ne pensate?? Grazie a
tutti quelli che mi recensiscono, vi adoro, e anche a tutti quelli che
leggono, adoro anche voi!!!!!!!!
Baciiii
Sinfony
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Capitolo 12 *** This is real ***
mat12
Il buio
della notte mascherava due corpi allacciati l’uno all’atra, semicoperti da un
lenzuolo candido e leggero come seta, stavano abbracciati, affiancati,
nascosti, nello stesso modo in cui nascondevano e ignoravano la realtà in cui
vivevano, le conseguenze dei loro gesti , la razionalità.
Perché
Chad e Taylor avevano deciso di abbandonarsi ai sentimenti, all’amore pazzesco
e folle che li aveva rapiti, almeno per quella notte, almeno per alcune ore,
fingendo di sognare, e di credere che tutto quello che non stava con loro in
quel letto fosse inesistente.
Avevano
realizzato quello che il loro cuore comandava, dopo un bacio, erano scappati
dalla festa, si erano rinchiusi nella macchina di lui, poi nella sua casa,
nella sua camera, nel suo letto, avevano fatto l’amore, si erano detti tutto
quello che volevano sentirsi dire, tutto quello che provavano, come amanti
normali, come persone normali. Quanti baci si erano scambiati quella notte!
Quante carezza avevano percorso i loro corpi! Quante parole dolci erano scorse
fra di loro!
Ora,
invece, dormivano. Dopo aver mandato all’aria tutto quello in cui avevano
creduto per anni, in una sola notte, ora dormivano, si riposavano prima di
andare incontro ai logici effetti delle loro azioni.
Quando il
sole sorse e illuminò lentamente i loro volti, essi aprirono gli occhi, e
videro per primo il viso del loro amore, così non potettero trattenere un
sorriso e un bacio.
“Mi ami ancora?”
Questa
domanda, la prima della giornata, stupì Chad. Come poteva, la sua Taylor,
domandargli una cosa tanto ovvia quanto importante? Come poteva temere una sua
risposta? Eppure era questo che si leggeva negli occhi scuri della ragazza,
timore, paura, angoscia…si aspettava di essere cacciata? Credeva forse che per
Chad quella notte non avesse avuto nessun significato??
Oh quanto
si sbagliava! Quella notte, breve, intensa, appassionata, aveva mutato solamente
la vita del giovane ragazzo, e non solo la vita, ma anche i pensieri, i
desideri, gli obbiettivi. Ora capiva di essere sempre stato cieco, perché aveva
creduto che l’amore fosse una favola da raccontare ai bambini, invece quel
forte sentimento imperturbabile, forte, avvincente, era vero e lui lo stava
vivendo. Aveva sofferto per amore, ma era stato anche amato, in quel momento
era e si sentiva amato.
Alzò una
mano, ancora addormenta e la posò sulla nuca della fanciulla al suo fianco, le
accarezzò i lunghi boccoli e poi la baciò.
“Sì ti amo quanto
ieri, più di ieri, nello stesso modo in cui ti amerò per sempre”
Rispose
poi con un sorriso grande, grande avvicinandosi ancor di più e baciandola sulla
fronte e sulla guancia, dopodichè rimase a guardarla, e a contemplare quel
volto meraviglioso davanti a lui, che gli sorrideva, radioso, ancora non ci
credeva a tutto quello che era successo, non riusciva a credere che ora lei
fosse sua, che lo amasse, aveva paura che non fosse vero, ma non voleva nemmeno
scoprire di aver sbagliato tutto! Perciò non le chiese nulla, ma rimase in
preda ai dubbi, che per fortuna, non durarono troppo.
“Ti amo anche io,
tantissimo!!”
gli assicurò Taylor rannicchiandosi nell’abbraccio dell’amante come una
gattina, lo baciò e sorrise sentendosi ricambiata con passione e avvinta sotto
il corpo atletico di Chad, lo abbracciò e si strinse a lui. Finalmente, dopo
mesi, si sentiva felice: era contenta come non mai e avrebbe voluto rimanere in
quel letto per sempre, con l’amore della sua vita, ed egli le ripeteva che
sarebbe stato così, se lo avessero voluto. Più tardi, accoccolati e radiosi, si
raccontarono più di quanto non avessero fatto con nessun altro, Taylor parlò
della sua amicizia con Gabriella, e dell’amica, della sua professione medica di
pediatra, delle sue passioni, dei suoi interessi, del desiderio di sicurezza,
del sogno di una famiglia. Chad l’ascoltò con attenzione e, senza smettere di
coccolarla, le consigliò molte cose, intanto anche lui narrava della sua vita,
del padre, di cui una volta le aveva già parlato, del suo cosiddetto, tirocinio
da commesso, per poi un giorno prendere in mano la prosperoso azienda
famigliare, ma anche della propria avversione per questo futuro che gli andava
stretto, perché fantasticava di un domani da cestista, insieme all’amico di
sempre, Troy, che già giocava da palymaker…le disse tutto, o quasi, pensò
infatti di sorvolare sull’ossessionante, ma ormai passata, faccenda delle
scommesse, una mossa saggia ma che, come vedremo in futuro risultò pietosamente
errata.
La coppia
di innamorati rimase avvinghiata su quel materasso, fra quelle lenzuola, per
tutta l’intera mattinata, senza pensare ad altro che a loro stessi, ma prima o
poi tutti devono affrontare la dura realtà e questo momento arrivò anche per
Chad e Taylor.
“Cosa vuoi fare? Ti
sposerai ancora?” domandò Chad serio, forse la risposta era ovvia, ma egli, inesperto
nelle questioni d’amore, era ansioso e voleva accertare e dissipare ogni
dubbio.
“No” garantì lei “No, come potrei farlo dopo questa
notte? Dopo che ho capito di amare te e solo te?” gli disse facendolo
sorridere sollevato “Andrò da lui, e gli spiegherò la situazione, lo farò soffrire, e lo
so, ma soffrirebbe ancor di più se sposasse una donna che non lo ricambia”
“Ne sei certa?” la interrogò il giovane con
sospetto accarezzandole i capelli dietro ad un orecchio.
Taylor
gli prese la mano e la baciò con gli occhi chiusi, assaporando il gusto di quel
palmo che ormai la conosceva bene.
“Più di quanto non fossi mai stata"
Capitolo molto, troppo corto, lo
so anche perchè vi ho fatto aspettare davvero troppo tempo, ma
ho avuto problemi tecnici con il computer e sopratutto problemi di
tempo! Prometto che il prossimo capitolo arrivarà prestissimo,
tutto per voi!!!
Ringrazio tutti quelli che mi hanno recensito, cha adoro infinitamete e
a cui va tutta la mia gratitudine e anche chi tiene questo racconto fra
i preferiti!!!
Baci
Sinfony
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Capitolo 13 *** Una come tante ***
l'ultima speranza 15
Una come tante
Taylor
scese in strada, percorse di corsa il marciapiede senza riuscire a smettere di
sorridere, sino a quando arrivò alla pensilina del pulman.
Si
sedette e si sistemò rapidamente i jeans e la camicia, entrambi gli indumenti
appartenevano all’uomo che amava, i propri abiti glieli aveva lasciati, come
una specie di memoria di quella notte, temeva con tutto il suo cuore di venir
tradita, in qualche modo, ma contemporaneamente non poteva ignorare il proprio
intuito che le diceva che sta volta era quella giusta, sospirò sorridente e si
diede un’occhiata critica nel vetro sudicio della pensilina. Aveva i capelli
disordinati, era struccata, eppure era bella, anche lei lo poteva dire, perché
portatrice di una luce fantastica, colma di amore.
Aveva
salutato Chad con mille e più baci, promettendo cento volte che sarebbe
ritornata prestissimo, doveva solo disdire tutto il suo futuro, dire a Jason
che non lo amava.
Sembrerebbe
un’azione avventata, sconsiderata, inutile, pericolosa, ma lei sapeva che era
la migliore, solo così avrebbe potuto amare Chad completamente. Non le
interessavano i soldi già spesi, la delusione di tutti, la rinuncia al vestito
bianco, l’addio al suo futuro, per così dire “Sicuro” , l’unica cosa che
offuscava un po’ il suo fuoco d’amore, era il pensiero di quanto potesse star
male Jason…dopotutto lui non aveva colpe, l’aveva amata, la amava, solo che non
era più corrisposto, forse poteva essere accusato unicamente di non essersi
accorto dei segnali, più che evidenti del cambiamenti di Taylor.
Taylor
guardò l’orario sul display del cellulare, le 12.40, la corriera sarebbe
arrivata a momenti, si ricordò di non aver memorizzato il numero di Chad, che
sciocca! Ma non importava, l’avrebbe fatto più tardi.
Mentre si
appuntava mentalmente quest’azione, le passò davanti una ragazza dalla fulva
chioma bionda, il volto dalla pelle ambrata di una simmetria quasi perfetta,
gli occhi mascherati da enormi occhiali da sole con la montatura bianca e le
lenti scure.
Taylor
balzò in piedi e la prese per la manica della camicia bianca con i bottoni
fuxia fluorescenti, ancora non aveva capito perché quella paperina bionda
avesse fatto irruzione i quel modo nella chiesa, voleva un piccolo chiarimento
anche su quale tipo di legame la legasse a Chad, tanto per dissipare ogni
dubbio.
Sharpay
si voltò con malagrazia e squadrò l’altra dall’alto dei suoi tacchi 12, in
basso, si abbassò gli occhiali da sole, con la bocca semiaperta e la testa
leggermente inclinata, ci mise qualche minuto a riconoscere nella giovane in
jeans larghi e camicia di due taglie più grandi, il volto pulito e i capelli
smorti, la fanciulla che Chad voleva rimorchiare un mese prima, che poi era la
stessa che faceva da testimone alla sua rivale.
“Tiffany
dico bene?” domandò sconcertata dalla totale mancanza di gusto della
morettina.
“Taylor” la corresse l’altra “Ma
mi spieghi chi sei tu?”
“Sharpay Evans, o
meglio l’unica ragazza che ha il diritto di amare Troy” esclamò, ma interruppe il
monologo che aveva intenzione di cominciare, quando notò i gemelli d’argento,
sui polsini di Taylor, li riconobbe immediatamente, facevano parte della
collezione che la ditta di papà Danford, aveva disegnato in esclusiva per il
rampollo della famiglia, ovvero Chad.
Ora le
opzioni erano due, o l’azienda aveva mentito e l’esclusiva era una menzogna,
oppure quegli indumenti non appartenevano a Taylor, bensì a Chad. Quest’ultima
ipotesi implicava con buone probabilità, che lui se l’era portata a letto, e
che quindi ella era l’ultima vittima di Chad, la più importante. Nella testa di
Sharpay tornò a galla un ricordo, proprio il giorno prima, Chad l’aveva
letteralmente trascinata fuori dalla Chiesa mettendola in imbarazzo davanti a
tutti gli invitati, molti dei quali la conoscevano, l’aveva umiliata,
svergognata, ignorata. Lei gli aveva giurato vendetta.
Questa era
l’occasione migliore per avere la rivincita.
“Invece…mi pare di
riconoscere che tu preferisci Danford, o sbaglio?” chiese lei con tutto un altro
tono, un po’ mellifluo, un po’ superiore. Taylor fu sorpresa dell’arguzia della
bionda, ma non lo da a vedere, si mostra sicura ed orgogliosa.
“Non credo siano
fatti tuoi”
rispose noncurante.
“Oh certo” fece rapida Sharpay indifferente,
poi alzò leggermente il viso, come se al di là del marciapiede vedesse qualcosa
che a Taylor sfuggiva, poi tornò a guardare la moretta con uno sguardo
compassionevole, ma non buono. “Invece credo siano fatti tuoi, sapere che
Chad ha raccontato la stessa balla che sta raccontando a te, a circa una
quarantina di ragazze” aggiunse
superba, Taylor indietreggiò fissandola negli occhi, sicura di trovarci una
qualche traccia di ipocrisia, ma erano limpidi e ribelli “E la notte che suppongo abbiate
passato insieme, e che tu hai considerato tanto appassionata, l’ho subita anche
io…anche se dire subita non è giusto, dato che ero più che consenziente, l’altra
sera…” Più Taylor l’ascoltava
più si rifiutava di crederle, ma Sharpay proseguiva imperterrita “Tesoro, mi
spiace rovinarti la favola, ma tu sei solo l’ultima Cenerentola…”
“Sharpay o dici
tutto o nulla!”
abbaiò Taylor con una voce più tremante di come volesse.
“Naturalmente” rispose la bionda “Ma se
aspetti il pulman è inutile, oggi c’è sciopero” disse indicando un
cartello affisso alle spalle di Taylor, la quale cambiò espressione scocciata “Ti
accompagno io, ho la macchina poco lontano” aggiunse poi iniziando a
camminare, Taylor, impotente la seguì e l’ascoltò.
Sharpay
iniziò a raccontare, con voce altezzosa e cattiva: quando aveva conosciuto
Chad, egli già faceva questo tipo di cose, e con “Questo tipo di cose” si intendeva una passione di origine genetica,
perfida, terribile, ingiusta e senza un senso apparente. Chad adescava le
ragazze nel rinomato negozio di Londra di proprietà del padre, le abbindolava
con astuzia e furbizia, le faceva innamorare dimostrandosi come esse
desideravano e, seppure tutte fossero ad un passo dall’altare, le donne,
giovani o vecchie che fossero, cedevano, non resistevano mai al commesso
indiscreto e affascinante, che faceva loro ogni sorta di complimenti, infine tutte
terminavano con il rifiutare lo sposo, spesso proprio sull’altare, convinte che
Chad le amasse.
Invece lui
non amava nessuna di loro, non amava nessuno, non aveva mai amato nessuno, il perchè
era ignoto anche a Troy che lo aveva conosciuto ai tempi del liceo.
Taylor
era
sconcertata, ogni cosa che le aveva confidato Sharpay, sembrava fare
parte del
repertorio che Chad aveva usato con lei, dalle lusinghe maliziose, alla
tenerezza inaspettata, all’ambiente, per non parlare della
situazione più che
consueta, e della notte, non credeva sul serio di essere caduta anche
lei nella
rete del più perverso dei pescatori, solo una piccola
curiosità le impediva di cedere, perchè si comportava
così?
Le lacrime
e bagnavano le ciglia mentre Sharpay proseguiva il racconto con tanto di
commenti, e spiegava, come, quando, perché, anche lei stessa lo avesse amato,
anche se solo fisicamente.
Quando arrivò
davanti a casa, aveva deciso: si sarebbe sposata, quel mostro non avrebbe mai più
potuto intercedere nella sua vita.
Ma piangeva
a dirotto, perché nonostante tutto, amava, solo, unicamente, Chad.
Jason non poteva
più cambiare questa situazione.
Poteva solo far divenire la sofferenza a cui lei stessa si condannava, meno dolorosa.
Chiedo
umilmente perdono, a tutte le persone che seguono questa fiction e che
hanno dovuto aspettare tanto questo capitolo, avevo promesso di
velocizzare, ma fra l'inizio della scuola, i corsi, i compagni ed il
resto, non ho avuto più tempo, per non parlare del terribile
calo di ispiarazione!
Per
questo dedico a chiunque mi segua questo capitolo, ringrazio tutte le
persone che mi recensiscono, con tutto il mio cuore e abbraccio forte
chi ha questa storia fra i preferiti, non sapete quanto mi fate
felice!!!!!!
Bacioni a tutti sopratutto alla mia sorellina che ci teneva tanto ad un mio ritorno su efp!!!
Sinfony
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Capitolo 14 *** Le donne sono cattive ***
mat15
Le donne sono Cattive
Chad si
rigirava trasognato fra le lenzuola candide del proprio letto, che ancora
profumavano di lei, anche se lei non aveva un vero e proprio profumo, possedeva
più che altro una certa essenza che riassumeva tutte le cose che lui più amava
nel mondo, l’odore pungente della sabbia in riva al mare, leggermente
accarezzata da un vento birichino, la fragranza del fiore che sboccia una volta
ogni cento anni, ma è il più bello di tutti, l’aroma avvolgente e procace del
peperoncino nel cioccolato, era il profumo dell’amore, quell’amore che lui
ancora non credeva di aver trovato, era troppo felice per credere che quella
felicità fosse vera!
Aspettava
da ormai un’ora la sua dolce metà, aspettava che tornasse da lui con un sorriso
e non lo lasciasse più.
Perché
ogni suo sorriso gli scaldava il cuore, ogni sua parola lo emozionava, ogni suo
movimento lo inteneriva, quando si arrabbiava scuoteva i capelli e stringeva
gli occhi, mentre quando era felice le piaceva dondolare su sé stessa, aveva il
vizio di sfiorarsi le orecchie e quando rideva gli zigomi divenivano rossi
rossi. Ormai le sue mania, le sue debolezze, erano le fragole su una torta
cucinata appositamente per lui, ora più che mai si sentiva uomo, consapevole
della sua forza, della sua virilità, dalla sua capacità di farsi amare, di
amare qualcun altro, era orgoglioso dell’ascendente che aveva sulle donne, ma
più di tutto era contento di non riuscire ad avere questo carisma su di lei,
che più che immune sembrava proprio diversa, di un’altra specie, una razza
nuova da esplorare, conoscere, amare.
Quando il
sue cellulare squillò si allungò sotto il letto per recuperarlo e senza nemmeno
guardare il display rispose, sorridendo, sospirando innamorato. Una voce
familiare, ma stranamente gelida e furiosa uscì dall’apparecchio e vibrò per
tutta la stanza, gli spezzò il cuore.
“Ma che hai fatto?!” non aveva mai sentito Gabriella
tanto arrabbiata, ma dato che conosceva ben poco quella fanciulla fatata, pensò
che era possibile che fosse spesso di cattivo umore, nonostante l’apparenza
fiabesca. Non si preoccupò quanto avrebbe dovuto.
“Che dici?” domandò con naturalezza e una
nota tenera nella voce, che sorprese il
mittente.
“Taylor mi ha chiamato ora, era in
lacrime, ma il peggio è che non ho capito una parola perché non parlava,
singhiozzava e basta, io credevo che tu te ne fossi innamorato, credevo
l’avresti protetta, mi ero fidata, l’avevo convinta a lasciarsi andare con
te!!”
A quel punto
Chad non potette più sperare che la rabbia fosse una normale sfumatura del
carattere di Gabriella, si mise seduto e ascoltò rapito lo sfogo della neo
sposa, cercando di capire cosa fosse andato storto, forse, ipotizzò, Jason non
aveva voluto sentire ragioni, magari l’aveva picchiata, di certo minacciata,
Chad buttò giù la linea in faccia a Gabriella.
Indossò
qualcosa che non fossero boxer e si lanciò fuori, chissà se chiuse la porta, se
si dimenticò le chiavi dell’auto, se portò con sé l’ottimismo, forse ricordò
l’amore e lo iniettò nel cuore fino a farlo scoppiare.
Arrivò
sul viale della villetta della sua amata, suonò più volte il citofono, il
rimbombare del proprio respiro gli trapanava le orecchie, il sudore colava giù
sulla pelle, appiccicoso.
Nessuno
rispose. Chad scavalcò il cancello,
forse qualche passante lo vide, ma non si spaventò, Chad bussò alla porta,
suonò il campanello, ma la casa sembrava vuota, girò intorno alle mura, cercò
di guardare attraverso i vetri delle finestre, ma le tende erano tirate, le
tapparelle calate, non vide nulla.
Stava
impazzendo, non sapeva più che inventarsi, batteva sulla porta, chiamava il
nome di lei, chiedeva cosa fosse successo. Improvvisamente due braccia possenti
lo sorpresero da dietro e con forse lo trascinarono via, lui non vedette chi lo
trasportava, sinceramente non gli interessava, distrutto dall’amore era un
innocuo cucciolo, una marionetta, un condannato a morte.
Troy lo
infilò senza troppi sforzi in auto e chiuse la portiera. Si mise al volante e senza
dire una parola si mise al volante per una meta sconosciuta. Nemmeno Chad
parlava, disteso sul sedile posteriore poteva benissimo essere morto, ma Troy
non pensò nemmeno a questa eventualità, guidò senza sosta per un tempo
indefinito, sino a raggiungere una radura, fuori città, fuori dal mondo pareva,
lì fece scendere l’amico che si stese sull’erba, Troy si sedette al suo fianco
e guardò il cielo, poi osservò l’amico, stramazzato al suolo.
“Sharpay le ha detto tutto” gli disse malinconico, un filo di
rabbia nella voce, ricordando quanto era successo il giorno prima con la bionda
e come anche a Chad avesse cercato di rovinare l’amore, con la differenza che
con lui c’era riuscita.
Chad
voltò il capo e lo guardò senza capire, gli occhi vuoti e spenti ricordarono a
Troy quando, da piccoli, avevano fatto amicizia: erano ancora bambini, ma così diversi...lui
spensierato, giocherellone, con una famiglia smpre accanto, Chad
silenzioso, timido, chiuso, dopo scuola lo veniva sempre a “Ritirare” una
ragazza giovane, la tata, ai colloqui suo padre non si presentava mai, sua
madre era sconosciuta nell’ambiente scolastico, qualcuno credeva fosse morta,
altri ipotizzavano che avesse lasciato il figlio neonato al padre per andare a
fare la bella vita, un paio supponevano che esistesse ma che del figlio non
fosse nei suoi interessi primari.
In
realtà, a quel tempo nemmeno Chad era a conoscenza di chi fosse realmente sua madre, alle
maestre raccontava un po’ di storie, tanto per farle stare buone, come gli
aveva consigliato papà.
Il padre
di Chad era ricco, questo era risaputo, bello e dongiovanni, e anche questo era un dato
di fatto, per nulla tenuto segreto a Chad, il quale, ogni sera, vedeva entrare
in casa propria donne diverse, sempre bellissime, sempre giovani, alcune gli
parlavano, gli sorridevano, giocavano a fare le mammine, altre proprio non lo
calcolavano, altezzose gli passavano a fianco ignorandolo del tutto.
Suo
padre, nelle poche sere libere, gli spiegava chi loro fossero, in generale,
raccontava che erano amiche, che venivano al negozio, lui voleva loro molto
bene, tanto che alla fine loro si innamoravano sempre di lui, era una
scocciatura, spiegava, perché lui era solo gentile e loro fraintendevano
sempre.
Agli
occhi di un bambino solo, quelle donne erano le streghe che distraevano suo
papà da essere come gli altri papà, dal volergli bene.
Le donne
erano cattive.
Le favole
che Tata Mary gli raccontava: favole di principi, principesse, di guerre, di
paci, storie da bambini, erano false, perché l’amore non esisteva, l’amore era
un atto di egoismo che rubava una persona da un’altra. L’amore era un furto,
una rapina, non era giusto, non era bello, dolce, era unicamente cattiveria.
Con
questo concetto lui era cresciuto, loro erano cresciuti, Troy e Chad, beniamini della scuola, eroi
nel basket, osannati dalle ragazze, pupilli dei professori, studenti modello,
belli, affascinanti, impossibili, fratelli.
Ma se
uno, il biondo, l’angelico Troy, voleva alla fine l’amore, e gli spiaceva far
del male alle fanciulle che gli chiedevano di uscire, l’altro, il moro, il
diabolico Chad, preferiva giocare ad un gioco più contorto, più cattivo, dove
lui muoveva i fili di marionette che lo seguivano dovunque, faceva promesse,
mentiva spudoratamente, giurava amore eterno e si stancava il giorno dopo.
Ora erano
lì, su quel rato su cui avevano giocato tante volte a basket, più uniti che
mai, innamorati di donne che li amavano, ma ancor una volta i loro destini
erano diversi, Troy l’amore l’aveva raggiunto e forte di esperienza, sapeva di
dover trattarlo con accuratezza, perché Gabriella poteva scappare via, Chad
invece era sbranato dalla sorte ingiusta che gli impediva di essere felice,
appena conosciuto l’amore, era stato messo di fronte alla sua anima gemella,
che senza dargli il tempo di capire gli era scivolata dalle mani.
Ecco
il nuvo capitolo, ho avuto molti problmeni di scrittura, blocchi vari e
cose così, non so quando arriverà il prossimo, ma nel
frattempo colgo l'occasione di abbracciare tutti quelli che
recensiscono, vi dico che vi adoro e anche quelli che leggono!!!
Sinfony
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