Opposites Attracts

di ArielAndAnna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1-Blonde Lighting And Idiot Carrot ***
Capitolo 2: *** 2-Power:The Power Of Mind,Of Pain,Of Smile And Phisical Power ***
Capitolo 3: *** 3-The Most Darkful,Sunshine Eyes ***



Capitolo 1
*** 1-Blonde Lighting And Idiot Carrot ***


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1-Blonde Lighting and Idiot Carrot







{ Jason's Point Of View}

 

 

Lunedì 15 Settembre.

Le foglie avevano cominciato a scrirsi;il vento soffiava leggero, scompigliandomi i capelli.
Ero lì,alla fermata del pullman,per cominciare la nuova fase della mia vita.
Ero nervoso,impaziente e tremendamente agitato,battevo il piede sull'asfalto a ritmo di musica, l' unica cosa capace di calmarmi in
ogni situazione.

Vedi arrivare il pullman, presi la tracolla e me la misi in spalla.
Sospirai,salendo.
Vidi il posto al centro completamente libero,mi ci fiondai, sistemando la cartella ai miei piedi.
Mi rannicchiai,sulle note di Sink or Swin,continuando a guardare il paesaggio fuori dal finestrino.
L' agitazione non accennava a scemare,neanche la voce di Ronnie era capace di calmarmi.
Sbuffai frustrato.
Posi attenzione fuori dal finestrino e vidi un fulmine biondo passare davanti alla fiancata del pullman.
Sorrisi sentendola imprecare.
Guardai il cellulare e non ebbi il tempo di rialzare lo sguardo che dovetti schivare una cartella che arrivò di volata verso la mia
faccia; ma la presi al volo e la poggiai sul sedile affianco a me e vidi arrivare il fulmine biondo che mi trucidò con lo sguardo,
probabilmente ancora incazzata con l'autista per non essersi fermato.

 

{Ophelia's Point Of View}

 

Mi contemplai allo specchio,i capelli raccolti in una treccia laterale mi davano un aspetto da innoqua personcina; grosso sbaglio.
Scesi le scla e guardai la stanza di mio fratello,era in ordine,così come l'aveva lasciata...
stupida, stupida che ero stata.
Lui che aveva giurato di proteggermi da tutti mi stava distruggendo, ma io lo avrei ripagato con la stessa moneta.
Uscii di casa,avviandomi alla fermata.
Un ragazzo mi passò davanti; mi trattenni dal corrergli dietro, non era lui, non poteva esserlo.
Questa storia mi stava facendo diventare pazza.
Mi fermai a contemplare il cielo.
«Che schifo» pensai.
Non pioveva nemmeno, aleggiava solo una leggera brezza, niente temporali, nè tuoni, nulla che potesse soddisfare un minimo i
miei bollenti spiriti.

Affrettai il passo
«Merda! Sono in ritardo. Tra un po' arriva il pullman e rischio di prderlo se non decido a darmi una mossa.»
Ingerii la bistecca sul momento, mentre cominciavo ad accelerare nuovamente il passo,imprecando contro la nuova scuola e
contro quella pentola schifosa che me l'aveva cotta troppo , senza lasciarmi almeno la soddisfazione del sapore del sangue
animale sulle papille.

Vidi il pullman e a quel punto cominciai a correre veloce, fregandomene del fatto di avere una gonna.
Corsi per non so quante vie,arrivando alla fermata.
Entrai in pullamn continuando a maledire tutto e tutti, lanciai la cartella in un posto libero e probabilmente colpii il tizio seduto li
vicino.

Mi sedetti strappandogli la mia cartella dalla mano.
Mi guardava sorridente, come se non bastasse , la prima cosa che vedo dopo una bsitecca cotta troppo è un sorriso.
Mi sorrideva.
Arg, che mattina di merda.
"Che cazzo guardi?"-urlai , tiradogli un ceffone con la sinistra colpendolo in pieno volto-.
Con mia grande soddisfazione,(finalmente)gli fece male ed il mio buon umore,perso durante il corso della mattinata, ebbe il tempo di tornare mentre mi godevo il suo volto contorto dal dolore e dalla sorpresa.

 

 

{ Jason's Point Of View}

 

Mi arrivò un ceffone in pieno volto daq quel fulmine biondo che non mi diede nemmeno il tempo di realizzare che aveva preso posto accanto a me.
Contrassi il volto più per sorpresa che per dolore.
Mi passai la mano sul volto sorridendo.
"Vuoi il bis forse?"-cominciò a caricare un altro schiaffo-.
"Jason Cooper"-tesi la mano verso di lei prima che mi tirasse un altro ceffone-.
Ritirò la mano.
"Ophelia Storm"-disse sbuffando, senza stringerla e si voltò guardando davanti a sè mormorando imprecazione verso una bistecca
e del sangue.
Sorrisi,scuotendo il capo, rimmergendomi nel mio mondo fatto di strumenti e voci.
 

{Ophelia's Point Of View}

 

 

Il viaggio fu molto scomodo, il tizio aveva le gambe troppo secche e ciò non mi permetteva di viaggiare con un morbido appoggio sotto.
Quell'individuo era inutile,lo avrei eliminato successivamente,e come se non bastasse ascoltava una musica orribile.
Mi dava fastidio, così senza farmi notare presi le forbici dalla cartella e gli tagliai le cuffiette, ma sfortunatamente la scossa non se la prese, si vede che l'elettricità si rifiutava di colpire un simile individuo. Insomma come darle torto, perchè sprecarsi per uno così?Tirai fuori dalla cartella un pacco di biscotti con il ripieno al limone ed iniziai a mangiarli, sbriciolandogli addosso,sperai che il limone gli facesse schifo così come le briciole ma quella...quella...Carota Idiota continuava a sorridere.



Ariel And Anna 's Space

Buongiorno a tutti, qui la vostra Ariel, questo è l'inizio del nostro esperimento.
Che mette insieme due personaggi meravigliosi di due animke meravigliosi e due New Entry.
Fateci sapere cosa ne pensate.
Bacionioni
Vostre 

Ariel And Anna

 

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Capitolo 2
*** 2-Power:The Power Of Mind,Of Pain,Of Smile And Phisical Power ***


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2-Power: The Power Of Mind, Of Pain,Of Smile &Phisical Power

 

The Power Of Mind

{ Christopher's Point Of View}

 

 

Ero in giardino a disegnare con il mio thè caldo alla cannella e zenzero.

Soffiai sulla tazza,sperando che l'ispirazione mi assalisse come ogni mattina.

Aspettai,nel buio del cuore della notte che la mente mi si aprisse abbastanza per farmi fare un disegno.

Sospirai,sdraiandomi sull'erba umida di rugiada,lasciando i capelli sciolti sull'erba.

Posai la tazza accanto a me, il blocco dei disegni sul petto.

Cominciai a giochicchiare con la matita, quando un soggetto ben preciso comparve nella mia mente.

Mi rizzai,prendendo il blocco,girai la pagina e preso dall'ispirazione cominciai a disegnare.

Non capii cosa stavo disegnando ,finchè non ne delineai il taglio degli occhi,raffigurava un ragazzo,circondato da fogli volanti,con un paio di cuffie, quelle con il padiglione.Le teneva strette in mano, quasi come a dire che erano l'unica cosa che in fondo lo aiutava davvero, e a confermarlo c'era il suo sguardo vuoto, come una voragine.

Aveva i lineamenti dolci ed aggraziati, ma non da femmina. Anche dall' aspetto sembrava essere molto dolce.

Guardai il cielo ancora avvolto dall'oscurità notturna in cerca di una spiegazione logica a quello strano ed insolito soggetto, riponendo con cura il disegno nel blocco.

Ci rimuginai su fino all'alba.

Presi la mia tazza ancora semipiena,continuando a bere il mio thè.

Presi il quaderno e alzandomi tornai in casa.

“Oggi si ricomincia”-dissi guardando la luna che se ne stava andando-.

 

 

The Power Of Pain

{ Sasha's Point Of View}

 

 

Fissai i biscotti senza appetito, era l' ora di ricominciare un altro anno da sfigata;tuttavia però ci sarebbero stati nuovi studenti ,probabilmente;era questa la mia speranza.

Osservai il mio corpo minuto, i miei capelli troppo castani e troppo indefiniti.

La solitudine regnava sovrana,mi faceva male essere figlia unica, perchè io non sono il tipo di figlia unica e viziata, io sono quella ragazza semplice e troppo dolce, che si innamora sempre del ragazzo sbagliato, la sfigata, quella che viene sempre presa in giro, quella che non ha nessuno a cui confidare i segreti,i miei pensieri o semplicemente sfogarmi.

E come se non bastasse anche i miei professori erano indifferenti ai miei sentimenti, a loro non è mai importato di me,per loro ero la semplice ragazza acqua e sapone in seconda fila, senza problemi,quella che non voleva mai fare i lavori di gruppo.

Ma loro non vedevano i lividi, o forse si, il fatto è che a loro non importa e non importerebbe, io dovevo solo fare il mio dovere, prendere bei voti per non deluderli, la mia vita ormai era questa e io avevo imparato a convivere con essa, anche se ogni giorno mi chiudevo da qualche parte a consumare tutte le lacrime che avevo in corpo, senza che nessuno mi sentisse.

Presi lo zaino e dopo aver salutato i miei genitori come tutti gli anni, uscii di casa, pronta a vivere un altro anno d' inferno con il sorriso stampato in volto, per loro , solo per loro,perchè la loro felicità era più importante della mia.

 

 

The Power Of Smile

{ Jason's Point Of View}

 

Dopo aver preso le cuffiette di riserva ed essere entrato a scuola a passo piuttosto spedito entrai in classe pieno di svogliatezza.

Mi sedetti al fondo, vicino all'angolo che formavano le pareti,ancora con la musica ad accompagnarmi, senza la minima intenzione di toglierle prima del tempo necessario.

Poi la lezione che mi aspettava era la peggiore.

Storia, non avrei resistito un gran che...
Sbuffai annoiato ancora prima che suonasse la campanella; mi spalmai sulla sedia e sul muro arrivando con il mento all'altezza del banco.
La campanella trillò, facendomi pulsare le tempie, sbuffai nuovamente mentre i miei compagno scattarono tutti in piedi, io mi alzai lentamente.
Ero davvero distratto,svogliato tanto che sentii malapena il nome del professore.
Alzai meccanicamente la mano quando mi chiamò per l'appello, poi tornai a spalmarmi sulla sedia con una
matita in mano ,pronto a scrivere note ovunque pur di alienarmi da quella lezione così tremendamente
noiosa e non adatta a me.

Qualcuno bussò,alzai lo sguardo curioso; la maniglia della porta si abbassò,e la porta venì avanti, tirandosi
dietro una ragazza dai lunghi capelli castani e dagli occhi grandi.

“Scusate il ritardo”-sussurrò con il respiro affannato-
.
Aveva lo sguardo basso.
Sorrisi.
“C'è posto vicino a Cooper”.sbottò il professore stizzito per essere stato interrotto, mentre spiegava un qualcuno che fece qualcosa da qualche parte...-.

Mi salutò timidamente, e io ricambiai sorridendo, facendola arrossire.

 

 

The Phisical Power

{Ophelia's Point Of View}


«Di nuovo quel tizio strano...»
Strinsi il pugno e mi avviai verso la palestra, non salutai nessuno, tirando dritto verso gli spogliatoi,una volta entrata mi cambiai, mettendomi i pantaloncini e il top corto, che mise in mostra il mio accenno di tartaruga.
Andai a bordo campo, due tizi fischiarono ed iniziammo a correre.
«Come se stamattina non avessi corso abbastanza...»-pensai scocciata-.
Superai tutti in un attimo,ero allenata e sazia,quindi avrei retto ancora per un bel po'.
Dopo la corsa, fummo obbligati ad uscire fuori e giocare a rugby,placcai un bel po' di gente, facendo anche del male a qualcuno, sorrisi compiaciuta mentre la campanella diede fine alla lezione.
Mi diressi verso l'entrata della palestra, mentre la professoressa mi fermava e mi diceva un qualcosa sul fatto che fossi brava, io annuii senza ascoltarla , la mia testa era già in modalità intervallo.
Raggiunsi il cortile per rifarmi la treccia.
Dovevo fare la brava persona, mi sarei divertita di più.

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Capitolo 3
*** 3-The Most Darkful,Sunshine Eyes ***


3-The Most Drakful, Sunshine Eyes...

 

{Sasha's Point Of View}

 

Andai verso il ragazzo e mi presentai.
"Sasha Candy"- sussurrai porgendogli la mano-.
Doveva essere un ragazzo nuovo, e..quel sorriso, mi sciolse all' istante.
Era luminoso, spontaneo, era bellissimo, il primo sorriso sincero che qualcuno rivolse a me, alla povera e
sfigata Sasha Candy.

"Jason Cooper"-rispose ,prendendomi la mano con la sua in una stretta dolce e delicata-.
Sorrisi, cominciando a tirare fuori il libro di storia ed il blocco per gli appunti, ma quest'ultimo mi sfuggì di mano, cadendo per terra.
Quando cadde, uscì da esso un disegno, raffigurante due ragazze stilizzate, piuttosto brutte con sotto
scritto "Amiche per sempre".

Me lo aveva fatto la mia "migliore amica" dell' epoca, la principale causa del mio malessere e del mio odio verso la scuola ,in realtà stupenda per i canoni correnti, ma davvero davvero stupida per i miei.
Mi destai dai miei pensieri quando sentii Jason ticchettare la penna sul banco.
Mi ero persa mezza lezione, e cercai di riprendere il filo, cosa che mi risultò impossibile, dato che avevo
vicino un ragazzo con gli occhi più splendenti del sole.

 

 

 

{Christopher's Point Of View}

 

Entrai in classe, sospirando.
Inglese.
Posai il libro sul banco andando a sedermi; una volta seduto, spostai la treccia in avanti.Cercai l'astuccio e nel farlo feci cadere il quaderno dei disegni che ,cadendo, si aprì, mostrando il disegno d
el ragazzo misterioso.

Lo raccolis perplesso, cercando di dargli colore, cercando i colori adatti, che potessero rispecchiare e
contrastare alo stesso tempo l'oscurità presente nei suoi occhi.

Suonò la campanella e aprii il libro, portando il quaderno dei disegni sul libro, continuando a pensare a i
colori che potessero addirsi a quel volto tanto dolce,quanto triste.

Sussurrai un "Presente" quando sentii il mio cognome durante l'appello.
Persi un'ora delle mie materie preferite, per cercare di capire quale colore potesse addirgli.
Uscii dalla classe,dirigendomi al mio armadietto,mentre cominciai a districare la treccia.
Ci chiusi il quaderno dentro, quando vidi una macchia arancione passami davanti.
«Arancione!»-pensai-.
Riaprii l'armadietto,prendendo nuovamente il quaderno, insieme ai colori dirigendomi in aula d'arte per la
lezione.

 

 

 

{Ophelia's Point Of View}

 

 

Chimica.
Mi diressi verso il laboratorio.
La mia abilità da rugbysta,sfruttata al meglio mi fece arrivare in classe poco prima del trillare della campanella, anche se quando arrivai, c'era già della gente.
Sbuffai, infastidita , a quanto mi parve avevano tutti l' intenzione di scegliersi dei posti piuttosto decenti.
Adocchiai un posto libero in ultima fila, non feci nemmeno caso al mio vicino; presi solo la mia bottiglietta di acqua e menta dalla borsa, e solo quando quella bevanda paradisiaca, cominciò a sciogliermisi sul palato, mi accorsi di avere come vicino di banco quella Carota Idiota.
Osservai l' aula in cerca di un altro posto, ma il prof era già arrivato,togliendomi la possibilità di spostarmi, e poi, quando annunciò che questi sarebbero stati i posti definitivi per tutto l'anno, per poco non morii sul colpo.
Spostai l' attenzione sulle provette ,giusto per farmi venire una buona idea per fare in modo di togliermi dalle scatole una volta per tutte quella Carota Idiota, quando mi venne in mente il braccio semisfigurato dall' olio bollente di mio fratello.
«Un qualcosa di simile deve pur esserci qua dentro, insomma è o no un dannatissimo laboratorio di
chimica?!»- pensai, continuando a guardarmi intorno-.
Se c'era, lo avrei scoperto, e qualcuno in quell' aula sarebbe stata la mia cavia.
Ignorai il mio vicino di banco per tutta l' ora,così come anche il professore;la mia mente era da un'altra
parte, forse doveva sncora smaltire la notizia che sarei stata tutto l'anno vicino ad una Carota ambulante.

Già probabilmente era per quello, ma quando la voce del professore si incanalò nel mio padiglione andando
a sbattere contro il timpano, formando la parola sangue , mi destai, e senza dire niente a nessuno, presi un
ago (sinceramente nemmeno mi ricordo da dove lol presi,e poi a chi importa?), gli presi la mano sinistra con
forza e gli punsi un dito.

Dopo di che osservai il suo sangue stupendomi un poco di non vedere che anche quello era arancione,
mentre lui gridò, facendo voltare tutta la classe e far tacere(finalmente!) il professore.

 

 

{Jason's Point Of View}

 

 

"Ahia!Cristo!"-gridai dopo che Ophelia si decise a mollarmi la mano con il dito che pulsava e che aveva preso a sanguinare copiosamente.
"Cooper, Storm, lì in fondo è tutto a posto?"
"Si professore"-dissi io shokato e dolorante-.
"Certo.."-sputò lei acida e stizzita, fulminandomi con lo sguardo-.
"Bene , possiamo riprendere"-rispose il professor Dumon aggiustandosi gli ochhiali, mentre tornava a fare
lezione-
.
Mi misi il dito in bocca, per cercare di placare la piccola emorragia.
Arricciaiil naso in un espressione disgustata, odiavo il sapore del sangue.
La vidi sorridere, sorrisi anch'io.
"Grazie della dimostrazione d'affetto eh, Fulmine Biondo"
"Non c'è di che Carota Idiota"
"Oh, Carota Idiota mi piace"
"Ne sono felice"-mi rispose con un sorriso che avrebbe fatto venire i brividi a chiunque-.
Sorrisi, mentre vidi il suo scemare, forse infastidita nel vedermi sorridere, ma non me ne sorpresi, a quanto
pareva, tutto era capace di infastidirla.

Mi dovetti sorbire per il resto dell' ora il suo sguardo che mi bruciava ,incenerva,fulminava e disintegrava
tutto insieme,mentre facevo gli esperimenti con solo una mano, il che non era di grande aiuto ,visto che
dovetti fare tutto da solo,e lei che mi metteva in soggezione con quello sguardo.

Quando finalmente il suono della campanella ci liberò da quell'ora a dir poco estenuante, non per la mteria
in sè, io amavo la chimica, quanto per la mia permantente compagna di laboratorio, lei nell' uscire mi diede
una spallata, andandosene tutta stizzita mentre imprecava come al solito.

Prima di uscire dall'aula tirai fuori il foglio dove avevo cominciato a scrivere la mia prima canzone.
Arrivai al mio armaditto, posando i libri di storia e chimica per prendere quello di Inglese,insieme a post it e
quaderno ad anelli.

Percorsi il corridoio con lo sguardo basso e fisso su quel foglio, per farmi venire in mente un qualcosa di decente, che potesse risultare orecchiabile quantomeno, ma la (s)fortuna volle che andassi a sbattere contro una meraviglia dagli occhi blu;caddi rovinosamente a terra, insieme ai libri di entrambi.
Ci inginocchiammo a raccorglierli.
"S-Scusami,avevo la testa da un'altra parte e non stavo guardando dove.."
"Non importa"-mi interruppe lui, spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio-.
Arrosii,era così bello; il naso leggermente all'insù, gli occhi di un blu freddo, profondo,devastante, le labbra pallide e sottili e all'apparenza così morbide, lunghi, lunghissimi capelli color cenere velati d'azzurro.
Restai a guardarlo per un po', mentre raccoglieva i libri.
Ci alzammo entrambi.
"Scusa ancora"
"Figurati"-rispose freddo, cominciando ad andarsene-.
Lo vidi scomparire giù dalle scale.
Sorrisi, dirigendomi verso l'aula d'inglese.
Entrai e mi sedetti, rpirendendo il foglio di pentagramma, cercando un ritmo e le parole.
Suonò nuovamente la campanella, dando inizio così alla lezione, ma io rimasi con lo sguardo fisso sul foglio;alzai meccanicamente la mano quando sentii pronunciare il mio cognome .
Una volte finito l'appello, ci diede subito indicazione per gli esercizi, nemmeno si presentò ,
«Bene, cominciamo bene»-pensai,sbuffando-.
Aprii il libro a pagina 14 sbuffando;presi la penna ed il bianchetto .
Peccato che trovai la pagina già scritta, il fatto è che non erano nè la mia scrittura, nè la mia penna.
Stralunato ,andai alla prima pagina, per vedere se c'era il nome scritto.
"Christopher Lucian Arclight"
«Ow, quindi è così che si chiama»-sorrisi ripensando a quell'angelo dai capelli cenere e dagli occhi troppo blu-.
Sorrisi, scuotendo il capo,lasciando perdere il mio foglio ed il pensiero dei suoi occhi, concentrandomi suquella materia troppo importante per me ed il mio hobby.
Così ricopiai le domande degli esercizi su un foglio,svolgendo così gli sercizi.
L'ora passo più in fretta delle altre, ed io non sperai altro che incontrarlo, per potergli ridare il libro.
 



{Christopher's Point Of View}

 

Uscii dall'aula di arte,e cominciai a salire le scale,diretto al mio armadietto.
Composi la combinazione, lo aprii e, il libro di inglese,posizionato in modo precario cadde mostrando la
prima pagina.

Sbuffai.
«Oggi mi cade tutto».
Mi chinai a raccorglierlo,notando che la calligrafia e la penna non erano le mie.
"Jason Cooper"-guardai curioso quel nome, pensando a chi potesse appartenere-.
Poi ricordai quel ragazzo,con il quale mi ero scontrato l'ora prima;ricordai il colore dei capelli,il suono della
sua voce, la lieve cicatrice sulla mano destra ed il suo profumo alla canella e cioccolato,ma mi sfuggì il
ricordo del suo sguardo.

Mi guardai intorno, cercando la macchia arancione di cui avevo bisogno, e quando abbassai lo sguardo, me lo ritrovai davanti con un sorriso smagliante.
E poi mi tornò in mente, la pesantezza di quegli iridi puntati addosso;erano gli occhi più arancioni e cupi
che abbia mai visto.

Erano vuoti,scuri, senza fondo; ma nonostrante questo il loro colore li rendeva caldi,avvolgenti.
Uno di quegli sguardi a cui non puoi sfuggire, capace di ipnotizzarti,capace di rapirti e di portarti al centro
della voragine.

Mi porse la mano.
"Jason, lo stesso imbranato di prima"
"Christopher"-risposi, stringendogli la mano-.
"M-Mi dispiace per stamattina"
"Tranquilo, davvero"
"Oh, Giusto,sono qui perchè prima ci siamo scambiati i libri di inglese"
"Si..Me ne ero accorto, grazie per avermelo riportato...Jason"
"Figurati.Prendilo come...il recupero per esserti venuto addosso stamattina"-provai ad accennare un sorriso,
ma non ci riuscii-.

«Come al solito...»
Sentii il suo sguardo pulsarmi addosso,mentre ci scambiavamo i libri.
"Bhe, io ora vado...È stato un piacere Christopher e scusa ancora"
"Anche per me Jason"
"Alla prossima"-alzai la mano in segno di saluto,mentre lo vidi pian piano sparire in mezzo alla folla.
Rimasi però sbalordito dalle mie stesse intenzioni.
Sbattei l'armadietto con violenza, dopo aver preso il materiale per fisica.

 

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