Noi siamo quel che siamo

di _Yozora_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1: Tutto finito ***
Capitolo 2: *** Cap. 2: Fuga dai sentimenti ***
Capitolo 3: *** Cap. 3: Separazione ***
Capitolo 4: *** Cap. 4: Osservando in silenzio ***
Capitolo 5: *** Cap. 5: Disperazione ***
Capitolo 6: *** Cap.6: Ritorno ***



Capitolo 1
*** Cap. 1: Tutto finito ***


Quella sera il cielo era coperto di nuvole, prometteva pioggia rispecchiando alla perfezione l'umore di un ragazzo che se ne stava sdraiato per terra all'interno di un negozio di musica chiuso.

Erano passati appena due giorni da quando lui e i suoi amici avevano lasciato la casa che usavano abitare e da quel momento il suo umore non era stato dei migliori.

In realtà, il suo umore non era dei migliori già da prima.

Aveva pensato di poter far finta di niente, che avrebbe sopportato la vista della ragazza che amava con un altro finché avesse potuto continuare a stare al suo fianco.

Si era sbagliato.

Il dolore diventava sempre più insopportabile man mano che i giorni passavano, invece di affievolirsi.

Non che vederla felice gli dispiacesse, per niente, solo che il pensiero che lui non avrebbe mai potuto avere alcuna possibilità gli spezzava il cuore.

Aveva cercato di non pensarci.

Si era buttato sulla musica con tutto sé stesso cercando una distrazione, ma ogni volta che la vedeva rimaneva senza fiato e i battiti di un cuore che avrebbe dovuto essere fermo da tempo, acceleravano tanto da fargli temere che persino lei potesse sentirli.

Aveva tentato di sopportare finché non era stato troppo.

Finché il dolore non aveva raggiunto livelli talmente alti che neanche la sua chitarra era più riuscita a placarlo.

- Daniel! - esclamò una voce vicino a lui all'improvviso.

Il ragazzo aprì gli occhi lentamente.

Conosceva quella voce.

- Che c'è,Martin? - chiese con voce roca.

- Come sarebbe a dire che c'è? Sei scomparso. Sono ore che ti cerchiamo – sbottò l'interpellato.

Si sedette e si voltò dal lato opposto dell'amico e vi trovò esattamente chi pensava che ci fosse.

Il ragazzo che completava il trio.

Felix lo stava guardando con espressione pensierosa.

- Beh, mi avete trovato – rispose senza cambiare tono.

- Si può sapere cosa ci fai qui? - chiese Martin guardandosi attorno.

- Niente – rispose Daniel.

- Riflettevo -

Martin e Felix si scambiarono un'occhiata.

Sapevano esattamente cosa avesse il loro amico e non avevano la benchè minima idea di come aiutarlo.

Anche perchè non lo avevano mai visto in quelle condizioni prima, neanche da vivo.

- Daniel – cominciò Felix esitando

- Tu...sei proprio sicuro di aver fatto la cosa giusta? -

Il ragazzo si voltò verso di lui fulminandolo con lo sguardo.

- Non so a cosa tu ti riferisca – disse.

L'altro sospirò sconsolato.

Quello era il suo modo di dire che non aveva intenzione di affrontare l'argomento.

Due giorni prima, mentre lui e Martin erano nella rimessa della casa a riscaldarsi un po' suonando, Daniel era tornato dicendo che se ne sarebbe andato.

Così, senza dare una motivazione.

Non che ce ne fosse bisogno.

I due amici sapevano perchè lo stesse facendo, eppure quella decisione li aveva sorpresi.

 

Flashback

- Cosa significa che te ne vai? - aveva chiesto Felix con ancora le bacchette della batteria sollevate.

- Esattamente quello che ho detto – aveva risposto l'altro secco.

Martin aveva posato il basso guardandolo senza capire.

Nonostante tutto le cose stavano andando bene.

Il gruppo andava alla grande e la gente che andava ad ascoltarli era di un numero sempre maggiore.

Julie migliorava sempre di più nel canto e loro con lei.

Perchè all'improvviso voleva mollare tutto?

Ma non era quella la domanda che gli pose.

C'era un'altra cosa che aveva attirato la sua attenzione.

- Quando dici che te ne vai...includi anche noi,giusto? -

Daniel incrociò il suo sguardo.

- Non voglio costringervi a venire con me – aveva detto serio.

- So che siete legati a questa casa quanto me e anche a...- si era interrotto come se anche solo pensare quel nome fosse troppo doloroso

- Alle persone che ci vivono,perciò non vi chiederò di seguirmi. Non stavolta. Siete liberi di scegliere quello che pensate sia meglio per voi. -

I due si erano sorpresi.

Non si aspettavano di certo un discorso del genere da lui.

I due fantasmi si erano scambiati uno sguardo e Felix aveva annuito alzandosi dalla batteria.

Martin si era di nuovo rivolto all'amico.

- Verremo con te -

Daniel aveva abbozzato un sorriso.

- Glielo dirai? - aveva chiesto Felix dopo qualche minuto di silenzio.

L'altro lo aveva guardato negli occhi, poi aveva sospirato e si era seduto sul divano.

- No – aveva concluso dopo qualche altro secondo di silenzio.

- Ma non possiamo andarcene di nuovo senza dire una parola – aveva obiettato.

L'altro aveva preso carta e penna da un mobiletto lì vicino e aveva scritto un biglietto.

Poi si era alzato.

Gli altri due avevano sospirato senza commentare.

Avevano già visto quella scena.

Sembrava passato un secolo.

In silenzio se ne erano andati lasciando alle loro spalle anche gli strumenti.

 

Fine flashback

 

- Va bene. Ho capito – sussurrò Felix avvicinandosi a una batteria.

Daniel lo seguì con lo sguardo, mentre Martin gironzolava tra i bassi, fino a che non si ritrovò a fissare una chitarra in un angolo. Si alzò e, una volta vicino, allungò una mano come a volerla afferrare, ma prima di arrivare a toccarla lasciò cadere la mano lungo il fianco.

In quella casa, insieme alla ragazza di cui era innamorato, aveva lasciato anche la voglia di suonare.

Ormai era tutto finito.

 

 

Tutto finito.

Si ripetè Julie per la millesima volta in due giorni, mentre se ne stava sdraiata sotto le coperte a fissare il soffitto.

In quei due giorni aveva finto che andasse tutto bene per non far preoccupare Nicolas e Bia.

La verità, però, era che, da quando aveva trovato il biglietto nella rimessa, il suo umore era colato a picco, talmente tanto che non riusciva neanche più a godersi i momenti insieme al ragazzo che aveva tanto desiderato.

Ancora non si capacitava di quello che era successo.

Due giorni prima era tornata a casa di corsa dopo essere stata al negozio di Claus, con una buona notizia.

Il proprietario le aveva detto che un amico che lavorava in un pub, li aveva sentiti esibirsi qualche sera prima e che gli erano piaciuti al punto che voleva offrirgli di suonare nel suo locale.

Julie aveva gridato dalla gioia.

Non avrebbe potuto avere successo con una casa discografica, ma non le importava.

La cosa che per lei contava era fare la musica che le piaceva con i suoi tre amici e, anche se avessero dovuto suonare da Claus per tutta la vita e farsi ascoltare dalle solite 30 persone, sarebbe stata felice.

Eppure una occasione per farsi conoscere l'avevano ottenuta comunque.

Aveva salutato Bia e baciato Nicolas dicendo che lo avrebbe chiamato più tardi quella sera, poi era scappata di corsa.

Una volta nella rimessa, però, l'aveva trovata vuota.

Non se ne era insospettita più di tanto.

Era ancora pomeriggio inoltrato e non era una novità che i tre se ne andassero in giro per conto loro, ogni tanto.

Stava per uscire quando, con la coda dell'occhio, aveva notato il foglio poggiato sul divano.

Si era seduta con una sensazione strana alla bocca dello stomaco, in preda ad un deja-vu.

L'ansia si impossessò di lei.

Scosse la testa come a voler scacciare il pensiero che si era fatto prepotentemente spazio nella sua mente.

Con mano tremante afferrò il foglio e lo lesse.

 

Julie,

grazie di tutto, davvero. Senza di te non so se avremmo mai più toccato uno strumento e ripreso a suonare. È stato grandioso e tu sei fantastica. Continua a cantare, sono sicuro che avrai un successo enorme. Ti ringraziamo di cuore. Addio.

 

Aveva riconosciuta quella grafia senza il minimo dubbio.

Al ricordo di quel giorno una lacrima le bagnò il volto.

La lasciò cadere.

Non aveva neanche avuto il tempo di lasciarsi andare più di tanto in quei due giorni, tra la scuola e Nicolas.

Quella era la prima sera che passava a casa da quel giorno, per via del mal tempo.

Per di più era sola.

Suo padre era dovuto andare fuori città per lavoro e suo fratello dormiva da Patric.

Era tutto finito e, ancora una volta, lei non aveva potuto far niente per impedirlo.

Era sconvolta, arrabbiata e triste nello stesso momento.

Se ne erano andati di nuovo.

Avevano promesso che sarebbero rimasti con lei e invece non c'erano.

Stavolta faceva ancora più male della prima e lei non riusciva a capirne il motivo.

- Daniel –

Quel nome gli era uscito sussurrato dalle labbra prima che potesse fermarsi, ma tanto nessun altro l'avrebbe sentita pronunciarlo.

Tanto meno l'interessato.

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Annotazioni : Ciao a tutti io sono Yozora. Non ho molto da dire, in realtà, a parte che ho voluto scrivere una storia su questa coppia perchè mi è piaciuta davvero rispetto alla coppia proposta nel telefilm =) Il rapporto tra Julie e Daniel è di gran lunga superiore secondo me, rispetto a quello che lei ha con Nicolas comunque....spero che la storia vi piaccia. Fatemelo sapere con una recensione se ne avete tempo e voglia =) Grazie a tutti dell'attenzione. Ciau e alla possima ^^
_Yozora_

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Capitolo 2
*** Cap. 2: Fuga dai sentimenti ***


Daniel era scappato da quella casa.

Se ne rendeva conto.

Aveva passato gli ultimi tre mesi a soffrire e poi era scappato.

Scappato da Julie senza riuscire a scappare da quel dolore che era la vera cosa dalla quale aveva tentato di fuggire.

Julie non c'era, ma il dolore restava, ancora più intenso a causa della sua assenza, così come i ricordi.

Se li era portati con sé, custodendoli gelosamente.

La sofferenza che riviverli portava era completamente diversa da quella che provava costantemente.

Era qualcosa di dolce e amaro allo stesso tempo, era nostalgico, malinconico e, in qualche modo, anche caloroso.

Ogni momento vissuto con lei, le sue espressioni, le sue parole, tutto nascondeva quel misto di gioia e tristezza che gli procuravano una sensazione piacevole, nonostante tutto.

Ogni tanto concedeva a sé stesso di sprofondare nei ricordi e alla sofferenza di inondarlo.

Aveva cercato di fuggire dai suoi sentimenti per così tanto tempo.

Prima perchè sapeva che la storia tra un fantasma e un essere vivente era pressoché impossibile, poi per via della relazione di lei.

Alla fine con quell'ultimo gesto disperato aveva cercato di fuggire dai suoi sentimenti.

Eppure eccoli ancora lì.

Irremovibili e intoccati.

Era passata una settimana, ormai.

Una settimana senza vederla e niente era cambiato.

Dentro di lui tutto era rimasto come prima di andarsene.

Alla fine aveva smesso di fuggire.

 

 

Julie camminava mano nella mano con Nicolas, accanto a loro Bia e Fabio facevano la stessa cosa, ma lei aveva la testa da un'altra parte.

- Ehy! Julie, mi stai ascoltando? - le aveva chiesto il fidanzato stringendole appena la mano.

- Eh? - aveva chiesto lei riscuotendosi dai suoi pensieri

- Scusa mi ero distratta -

- Ti ho chiesto se ti andava bene se prendevamo qualcosa da bere – ripetè lui.

La castana si guardò attorno accorgendosi solo in quel momento che si erano fermati davanti ad un chiosco.

- Sì,certo – aveva risposto con un sorriso.

Sperava in quel modo di far credere ai suoi amici che andava tutto bene.

Bia le lanciò un'occhiata pensierosa.

La ragazza aveva ovviamente dovuto dire agli altri, incluso il proprietario del negozio di dischi, che doveva rifiutare l'offerta dell'amico perchè i ragazzi erano dovuti andar via.

Non aveva detto a nessuno del biglietto che il chitarrista le aveva lasciato, neanche alla sua migliore amica, che aveva comunque capito che qualcosa non andava.

Quella settimana ne aveva avuto la conferma.

Aveva sempre la testa fra le nuvole, immersa nei suoi pensieri, non seguiva un discorso per più di cinque minuti di fila e aveva smesso di essere in brodo di giuggiole per il suo rapporto con Nicolas.

E quello sì che era strano.

Ma come tentava di toccare l'argomento fantasmi, l'amica la stroncava sul nascere dicendo che la cosa non aveva niente a che fare con loro, che il fatto che se ne fossero andati non significava che il rapporto con loro fosse rovinato e che non aveva altre cose per la testa se non il suo ragazzo.

Bia non le credeva e poteva esserci un solo motivo per cui Julie stava mentendo persino a lei.

Fuggiva.

La mora sapeva il profondo affetto che legava la sua amica ai tre fantasmi.

Era un legame che non poteva essere cancellato come niente fosse.

Sopratutto quello che aveva con Daniel.

Persino lei sapeva i sentimenti che legavano la cantante al chitarrista.

Lo sapeva da un sacco di tempo ed era stata la prima a far tornare Julie con i piedi per terra, ma da un po' di tempo, già prima che iniziasse la storia con Nicolas, si chiedeva se non avesse sbagliato.

Quella domanda la tormentava sopratutto in quel periodo.

Vedeva come si comportava l'altra e c'era solo un motivo che poteva spingerla ad assumere quell'atteggiamento.

Era innamorata e stava scappando da quel sentimento.

Quello era anche il motivo per cui non era più riuscita a comporre una canzone.

Bia sospirò seguendo gli altri a sedere.

 

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Capitolo 3
*** Cap. 3: Separazione ***


- Allora, mi vuoi dire che ti succede ultimamente? - aveva chiesto Nicolas alla ragazza che era sdraiata sul divano con la testa appoggiata sulle sue gambe, mentre le accarezzava i capelli.

Quel giorno i due erano rimasti a casa di lei, a causa della pioggia, a guardare un film.

Julie sobbalzò e lo guardò

- Cosa intendi? - chiese fingendo di non capire

- Niente, non succede niente – aggiunse.

Il ragazzo ricambiò il suo sguardo alzando un sopracciglio

- Andiamo, lo sai cosa intendo. Sei strana, sempre distratta, non presti attenzione alle conversazioni, sembra che niente ti interessi. Non hai più neanche composto una canzone o anche solo sfiorato la chitarra -

La ragazza si mise a sedere con uno scatto e si voltò a guardarlo.

- E con questo? - sibilò più duramente di quanto avrebbe voluto.

- Niente – rispose lui

- è solo una delle cose che sono cambiate -

Julie cercò di calmarsi nonostante sentisse l'irritazione prendere il sopravvento.

Si strinse nelle spalle

- In questo periodo non mi sento molto ispirata – si era limitata ad affermare.

Nicolas sbuffò, visibilmente scocciato dalle scuse campate in aria della fidanzata.

Si alzò in piedi.

- Se non vuoi dirmi la verità va bene, ma, ti prego, evita di mentirmi così spudoratamente – disse guardandola.

Stava iniziando a perdere la pazienza.

- Non c'è nessuna verità da dire – sussurrò lei, abbassando lo sguardo.

- Non prendermi in giro – sbottò lui facendola sobbalzare.

- Credi che non l'abbia notato? Credi che non sappia da quando hai smesso di suonare? -

Stava cominciando ad urlare.

- Ti comporti in modo strano da quando loro se ne sono andati –

Gli ci volle uno sforzo incredibile per dire LORO e non LUI.

- Ormai non presti più neanche attenzione ai momenti che passi con me, pensavo di piacerti -

Julie alzò lo sguardo su di lui di scatto

- Tu mi piaci – disse.

Fu solo in quel momento che si rese conto che quella verità era anche una bugia.

Nicolas le piaceva, ma non più come prima.

Quando aveva smesso di sentirsi al settimo cielo al solo sentir pronunciare il suo nome?

Non lo ricordava.

- Quindi non hai bisogno di essere geloso o di sentirti minacciato – aggiunse.

Che senso aveva pensarci?

Tanto lui se ne era andato e non sarebbe tornato.

Le aveva scritto addio.

- Invece credo proprio che ce ne sia bisogno se la mia ragazza pensa ad un altro tutto il giorno – sibilò il ragazzo in piedi di fronte a lei.

Lei si alzò di scatto e strinse i pugni.

- Cosa vuoi che ti dica? Hai ragione. È cambiato tutto. Più di quanto immagini. Il mio mondo è cambiato, le cose tra noi sono cambiate. Io sono cambiata. Vuoi la verità? Eccola,allora. Sì, sento la loro mancanza. Sento la SUA mancanza. Ha davvero tanta importanza? Non è qui adesso e non sarà qui in futuro è inutile continuare e discuterne -

Si interruppe con il fiato corto e le lacrime agli occhi.

Aveva urlato.

Nicolas la guardava sbalordito.

Julie si accorse solo in quel momento dei suoi veri sentimenti.

Incrociò lo sguardo del ragazzo, sapendo che gli stava facendo male.

Non voleva farlo soffrire, ci teneva a lui, ma non ne era innamorata.

Probabilmente non lo era da molto tempo.

Forse quei mesi passati con lui erano stati solo una piacevole illusione.

Un modo per scappare da una realtà che altrimenti sarebbe stata troppo dura da affrontare.

Era stata felice con Nicolas, quello era vero, ma non era la stessa cosa.

- Io...- sussurrò, esitando perchè sapeva che quelle parole avrebbero ferito profondamente sia lui che lei.

Ma doveva dirlo.

Il ragazzo che aveva di fronte si meritava di sapere come stavano le cose.

Doveva smettere di illudere entrambi.

Era durata fin troppo.

Prese un respiro profondo e, guardandolo dritto negli occhi, pronunciò la frase che più l'aveva terrorizzata

- Io lo amo -

Nicolas la fissò ancora per qualche secondo, poi abbassò lo sguardo.

Afflitto.

Ferito.

Abbozzò un sorriso amaro.

- Finalmente l'hai ammesso – sussurrò.

Alzò nuovamente gli occhi su di lei che vi lesse tutto il dolore che aveva provocato con quelle tre parole.

- Immagino che questo metta fine al nostro rapporto. Ci vediamo, Julie -

Detto quello Nicolas le diede le spalle e andò verso la porta per poi uscirne.

Quando si chiuse Julie restò a fissarla ancora per qualche istante.

- Mi dispiace – sussurrò ad una stanza ormai vuota.

 

 

Non provò il dolore che si sarebbe aspettata.

Lei e Nicolas si erano lasciati, ma lei non ci era stata così male come aveva sempre immaginato.

Sì, le dispiaceva perchè lo aveva ferito, perchè lo aveva illuso e perchè tra di loro non sarebbe più stato lo stesso.

In fondo gli voleva bene.

Niente più di quello.

Si era resa conto che tutto quello che aveva pensato di provare per Nicolas, dopo che aveva legato con Daniel e i ragazzi, non era altro che una scappatoia dalla realtà.

Perchè ciò che voleva davvero non sarebbe mai potuto accadere.

Era impossibile.

Affrontarlo sarebbe stato troppo doloroso da sopportare, così si era rifugiata nei sentimenti che provava per il compagno di classe talmente tanto da non riuscire più a capire quanto di quelli fosse reale.

Aveva mentito a Daniel quella sera al parco.

Adesso lo sapeva.

Era stato più semplice.

Ora non poteva più fuggire.

Non voleva più farlo, anche se era troppo tardi.

Lui se ne era andato e, stavolta, non era certa che sarebbe tornato.

Solo dopo aver ammesso a sé stessa di essere innamorata del fantasma, si era resa conto del dolore che aveva inflitto a quell'ultimo in quei mesi.

Non poteva biasimarlo per essersene andato.

Anche così, non riusciva ad accettarlo.

Il dolore arrivò, ma non quello per la rottura con Nicolas.

Era un dolore ancora più devastante, che mai avrebbe immaginato di provare.

Si accasciò a terra con la schiena appoggiata alla porta chiusa della sua camera e pianse.

Pianse come non si era permessa di fare da quel giorno.

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Ringraziamenti dell'autrice : Eccomi con un altro capitolo!!! ^^ Le cose si stanno facendo sempre più deprimenti me ne rendo conto, ma è necessario =) Ringrazio tutti voi che mi seguite in silenzio
CloudyCat95 : Contenta che ti piaccia =) Mi fa piacere sapere che continuerai a seguirmi. Ogni tanto se ti va fammi sapere cosa ne pensi miraccomando
Devo avvisarvi che dopo oggi starò ferma all'incirca fino al 15 di agosto perchè parto...spero che questa pausa serva per alimentare la mia ispirazione =) Ma non temete tornerò prima di quanto possiate immaginare XD Alla prossima
_Yozora_

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Capitolo 4
*** Cap. 4: Osservando in silenzio ***


Daniel era appoggiato al muro esterno del negozio di musica, nel quale, quelle ultime due settimane, aveva passato gran parte del suo tempo, aspettando i suoi amici.

Si immaginava le loro facce quando li avrebbe informati che sapeva dove andavano negli ultimi 4 giorni.

Non poteva biasimarli.

Avevano lasciato quella casa insieme a lui, ma, come lui, avevano lasciato lì una parte di loro che era importante.

Non poteva certo prendersela con loro per aver cercato di riprenderla.

Il fatto che non gli avessero detto niente dimostrava ancora una volta quanto veramente tenessero a lui.

Li vide avvicinarsi.

La loro espressione non prometteva niente di buono.

Sembravano preoccupati.

Era successo qualcosa?

Cercò di ignorare l'angoscia che lo stava assalendo alla bocca dello stomaco.

Quando lo videro cercarono di sembrare allegri.

- Passato una bella giornata? - chiese in tono innocente.

- Certo, tu? - rispose Martin.

Daniel si strinse nelle spalle.

- Come al solito -

Tacque qualche istante nell'attesa di scoprire se avessero detto qualcosa.

Non aprirono bocca.

- Pedrinho sta bene? - chiese a brucia pelo.

I due lo guardarono sbalorditi.

Sapeva.

- Come...come fai a sapere dove siamo stati? - balbettò Felix.

Nel suo sguardo il chitarrista ci lesse la paura di averlo ferito.

Sorrise rassicurante.

- Ho intuito – si limitò a rispondere.

In realtà li aveva sentiti parlare una sera mentre credevano che si fosse addormentato.

Martin lo guardava tra il sospettoso e il preoccupato.

- Da quanto lo sai? - chiese

Daniel si rivolse a lui

- Dalla sera del primo giorno in cui ci siete tornati – ammise.

- Dovreste accertarvi che qualcuno dorma sul serio se parlate di cose che avete intenzione di mantenere segrete – aggiunse divertito.

I due sospirarono.

- La cosa ti infastidisce? - chiese Felix sedendosi sul marciapiede.

- No. Perchè dovrebbe? Ve l'ho già detto siete liberi di fare ciò che volete – disse sedendosi al suo fianco.

Martin li affiancò.

Daniel attese ancora qualche minuto prima di fare la domanda che gli ronzava per la mente.

- Vi siete fatti vedere da qualcun altro? - la sua voce era un sussurro involontario.

- Sì – rispose Martin senza guardarlo.

- Da Bia – si affrettò ad aggiungere Felix, appena vide l'espressione dell'amico cambiare.

- Non ha saputo che eravamo stati lì, fino ad oggi -

- E ci ha fatto anche una bella lavata di capo – aggiunse l'altro con tono divertito.

Scambiò un occhiata con il batterista e capì che dovevano dirglielo.

- C'è una cosa che devi sapere – disse ponendo tutta la sua attenzione sull'amico che sedeva in mezzo a loro due.

Lui si limitò a guardarli in attesa.

- Non ha più scritto una canzone o suonato, da quando ce ne siamo andati – intervenne Felix osservando il chitarrista per cogliere la minima reazione.

Il ragazzo sospirò sconsolato, sapeva su chi si concentrava la conversazione, senza dire niente.

C'era dell'altro, lo sentiva.

- Bia dice che non è più stata la stessa da allora e ieri...- esitò un momento, poi si decise a continuare la frase

- Ieri Nicolas l'ha lasciata – concluse.

Daniel lo guardò di scatto.

Una scintilla passò nei suoi occhi.

 

 

Dopo che Felix e Martin gli avevano raccontato come erano andate le cose tra Julie e Nicolas, o almeno avevano riferito i fatti così come glieli aveva fatti sapere Bia, Daniel si era precipitato verso casa della ragazza ignorando i richiami dei suoi amici.

Era furioso.

Lo aveva sempre detto lui che Nicolas era un idiota, ma non pensava fino a quel punto.

Per un momento ebbe l'istinto di fare una deviazione e passare per primo a casa del ragazzo per spaventarlo di nuovo e anche più di come non avesse già fatto.

Si trattenne.

Non voleva perdere tempo.

Si fermò proprio davanti la porta della casa che aveva abitato per tanto tempo, fino a due settimane prima.

Sapeva che non poteva essere visto.

Aveva deciso che sarebbe andato a trovarla senza farle sapere che era lì.

Era giusto così.

Comunque l'agitazione lo assalì, non sapeva come avrebbe dovuto comportarsi, eppure non aveva molto da fare.

Non avrebbe parlato con lei né fatto niente che avrebbe potuto farle capire di non essere sola.

Voleva solo osservarla.

Assicurarsi che stesse bene.

Vederla ancora una volta.

Si decise ad entrare e, senza esitare, raggiunse la camera della ragazza.

Si fermò di nuovo prima di entrare cercando di calmarsi.

Il cuore era impazzito di nuovo e la mente era entrata in tilt.

Attese qualche minuto poi entrò.

Julie dormiva.

Nonostante fosse appena passata l'ora di cena, lei già dormiva profondamente.

Daniel si sedette sul bordo del letto e con una mano le sposto una ciocca di capelli da davanti gli occhi per poi accarezzarle una guancia.

La guardava come se fosse la prima volta che la vedeva.

Osservava ogni particolare con estrema attenzione per imprimerselo bene nella memoria.

Il dolore dolce-amaro tornò a prendere il posto della devastazione e il ragazzo lo accolse con gratitudine.

Si accorse che, intrappolate tra le ciglia della ragazza, c'erano delle lacrime.

Quella vista gli provocò una fitta al cuore.

- Daniel – sussurrò lei.

Il fantasma ritrasse la mano di scatto temendo che si fosse svegliata.

Invece la ragazza non si mosse.

Tirò un sospiro di sollievo, per poi rendersi conto che stava sognando.

Julie stava sognando lui.

- Daniel, torna. Ti prego – riprese a mormorare lei nel sonno.

Una delle lacrime tra le sue ciglia scese a rigarle il volto e, in quel momento, lui capì.

Non era per Nicolas che stava soffrendo.

Non era per la rottura con lui che piangeva, ma perchè il fantasma se ne era andato.

Quella consapevolezza lo colpì in pieno e lo lasciò senza fiato.

Il suo sguardo si fece di una tristezza infinita.

Un sorriso amaro si fece strada sul suo volto.

- Sono io l'idiota – sussurrò a sé stesso.

Accarezzò di nuovo il viso della ragazza e con una dolcezza nella voce mai sentita prima sussurrò

- Mi dispiace -

Poi sparì.

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autrice: Sono pessima, ma davvero pessima pessima!!!! Perdonatemiiiii!!! T.T Anche se sono davvero imperdonabile perdonatemi vi prego T.T ci ho messo tanto ad aggiornare perchè non ho un attimo di respiro e vi imploro davvero perdono...non credevo di mancare da così tanto...comunque eccomi con un altro capitolo. Spero che vi piaccia!
Ringrazio tutti quelli che hanno letto e ancora di più chi ha recensito...SIETE FANTASTICI!!!!! Ma un ringraziamento speciale va, sopratutto, a tutti voi che continuate a seguirmi nonostante i miei interminabili ritardi.
Grazie di tutto...alla prossima e stavolta cercherò di essere un po' più rapida ^^
_Yozora_

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Capitolo 5
*** Cap. 5: Disperazione ***


Daniel raggiunse i ragazzi in un parco.

Ci mise qualche secondo per rendersi conto che era quel parco.

Lo stesso parco in cui, mesi prima, Julie gli aveva detto che l'unico a piacerle continuava ad essere Nicolas.

Ci aveva creduto.

Fino a pochi minuti prima.

Martin e Felix erano seduti sotto un albero poco lontano dalle altalene, alzarono lo sguardo quando lo videro avvicinarsi.

Il fantasma si sedette di fronte a loro.

- Allora? - lo incalzò Martin – Come sta? -

Il chitarrista si riscosse dai suoi pensieri e guardò i suoi amici.

Le loro espressioni lasciavano trapelare tutta la preoccupazione presente nei loro cuori.

Sospirò.

Non poteva mentirgli e, in ogni caso, non riusciva a trovare una bugia credibile.

Abbassò lo sguardo.

- Le manchiamo – senza rendersene conto la sua voce si era fatta roca.

I due si guardarono, poi guardarono lui di nuovo.

- Le hai parlato? - chiese Felix.

Il ragazzo scosse la testa.

- Non sapeva neanche che fossi lì. Stava dormendo, ma anche se fosse stata sveglia non avrebbe fatto differenza – sussurrò sempre fissando l'erba sulla quale era seduto.

- Hai fatto la cosa giusta – disse il bassista guardandolo.

L'amico alzò lo sguardo di scatto

- La cosa giusta per chi? - sbottò acidamente.

- Per voi? Per lei? -

Sentì la rabbia salire come un'onda che si gonfia e travolge, trascinando tutto ciò che incontra con sé. Una collera che non si sarebbe fermata finchè non avesse tirato fuori tutto il tormento che sentiva.

- Per me, forse. Io sono scappato, Martin. Sono scappato perchè non riuscivo a far finta di niente quando invece avrei dovuto esserne in grado. Avrei dovuto sopportare perchè lei era felice, e quello sarebbe dovuto bastarmi. Per sempre. Avrei dovuto accettare che qualcun altro aveva ciò che io non potrò mai avere. Lo sapete quanto me. Per quanto mi sforzi, per quanto ci provi. Sono solo un codardo perchè ho preferito abbandonare tutto e tutti piuttosto che continuare a soffrire. Nonostante tutto non sono stato capace di essere neanche un bravo codardo, perchè dal dolore non sono fuggito. Ha continuato a perseguitarmi finchè non mi sono arreso e ho lasciato che mi invadesse completamente -

Stava urlando e si era alzato in piedi.

Felix e Martin erano sbalorditi.

Non lo avevano mai visto in quello stato.

Quelle che stavano sentendo non erano urla di rabbia, ma di disperazione.

Una disperazione intensa e distruttiva.

Lasciarono che si sfogasse.

- Come se non bastasse vi ho trascinati con me – riprese

- Avevo detto che eravate liberi di restare se volevate, ma in verità sapevo che sareste venuti con me, perchè è quello che avete sempre fatto. Mi sono sentito sollevato quando, ancora una volta, ho avuto la conferma che avreste scelto me e mi sento in colpa tutti i giorni perchè so cosa avete lasciato indietro ed è molto più degli strumenti. Sono stato egoista perchè non sono l'unico ad essere legato a quella casa e a chi ci vive. In più cercavo di convincermi che le avrei reso le cose più facili, che senza me tra i piedi avrebbe potuto godersi a pieno la sua relazione. Ho sbagliato ancora una volta e nel peggiore dei modi. -

Nonostante andasse a ruota libera, i ragazzi si resero conto che neanche nella foga si era lasciato sfuggire il nome della ragazza di cui stava parlando.

Quello li fece capire che soffriva più di quanto desse a vedere.

Continuarono a rimanere in silenzio sapendo che non aveva ancora finito.

- Adesso soffre e sta piangendo. Per quanto mi piacerebbe dare la colpa a quell'idiota di Nicolas, non è lui il motivo. Sono io! Andandomene l'ho ferita più di quanto non abbia fatto lui lasciandola. Non avevo messo minimamente in conto di poterlo fare. Ancora una volta ho pensato solo a me stesso. -

Si interruppe, il fiato corto per la foga.

Il bassista e il chitarrista videro la scintilla di rabbia nei suoi occhi spegnersi completamente e cedere il posto alla disperazione.

Si lasciò cadere in ginocchio sull'erba.

Tremante.

I due non sapevano cosa dire.

Tutto quel dolore aveva schiacciato anche loro.

- L'ho abbandonata – sussurrò con un filo di voce appena udibile.

Gli amici non poterono far altro che avvicinarsi e mettergli una mano sulle spalle, in un muto gesto di consolazione che, tra di loro, aveva sempre detto molto più di quello che avrebbero saputo fare.

I minuti passarono talmente lenti da sembrare ore e, ad un certo punto, Felix aveva sussurrato.

- Torniamo a casa. È arrivato il momento -

 

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Angolo autriacw: Finalmente riesco a postare un altro capitolo.....scusate ma ultimamente l'università occupa tutto il mio tempo e la mia energia mentale tanto è vero che ho abbandonato anche le altre storie...spero di riuscire a rimediare il prima possibile. Comunque ecco il nuo vo capitolo spero vi piaccia per me è stato parecchio straziante scriverlo perchè avevo le immagini di come sarebbe stata  la scena nella mia testa =)
Ringrazio tutti quelli che mi seguono imperterriti, come sempre, e chi recensisce...scusate la poca considerazione, ma sono di fretta anche in questo momento XD Vi ringrazio davvero tutti quanti di cuore e spero continuerete a seguirmi. Chiedo scusa in anticipo per altri eventuali ritardi.
Alla prossima
_Yozora_

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Capitolo 6
*** Cap.6: Ritorno ***


Tre figure erano in piedi davanti alla casa nella quale avevano abitato in quell'ultimo anno insieme alla famiglia che vi viveva attualmente.

Nessuno passando di lì li avrebbe visti, nessuno guardando fuori dalla finestra di quella casa si sarebbe accorto della loro presenza.

Almeno per il momento.

Daniel era nervoso, apriva e stringeva a pugno la mano spasmodicamente, si mordeva il labbro inferiore e picchiettava insistentemente un piede per terra.

Martin gli scoccò un'occhiata prima di rivolgere lo sguardo a Felix, che si trovava all'altro fianco del chitarrista, e gli poggiò una mano sulla spalla.

Il ragazzo si voltò a guardarlo di scatto.

Gli occhi resi più grandi dalla paura.

Era terrorizzato dall'idea di rimettere piede in quella casa, rivederla, parlarle, ricevere la sua reazione.

Stavolta lo avrebbe ucciso, ne era assolutamente certo.

Le aveva promesso che sarebbe rimasto con lei, che non se ne sarebbe mai più andato, non come l'ultima volta.

Eppure non aveva retto, non aveva saputo gestire la situazione in modo differente, in realtà non aveva saputo gestirla in nessun modo, ed era scappato.

Un'altra volta.

Sì, quella volta non ne sarebbe uscito vivo.

Martin non riuscì a trattenere un sorrisetto divertito.

In quei momenti Daniel era più cristallino dell'acqua in bottiglia, sapeva esattamente cosa stava pensando.

Non riuscì a non pensare che un po' se l'era cercata.

Rafforzò di poco la stretta sulla spalla dell'amico.

- Andiamo – disse e fece un cenno del capo a Felix

Li aveva osservati e stava sorridendo anche lui, perciò sapeva cosa ad entrambi frullasse per la testa.

Ci sarebbe stato da divertirsi.

Si assicurarono che in quel momento non passasse nessuno e si resero visibili, poi si avvicinarono alla porta e suonarono il campanello.

L'unica cosa che rimase da fare fu aspettare.

 

 

Un tonfo ed un rumore di vetri infranti costrinse quattro persone a voltarsi verso di lei.

Pedrinho aveva aperto la porta e sul suo volto apparì stupore appena notò che, quel giorno, anche Daniel si era unito agli altri due fantasmi.

Passato il momento di shock li aveva fatti entrare e si erano messi a parlare.

Non avevano neanche sfiorato l'argomento Julie, non ancora.

Il fratello della ragazza non portava rancore troppo a lungo, infatti non aveva fatto domande ed aveva abbracciato Daniel sorprendendolo.

Sospettava che anche Felix e Martin avessero comunque contribuito a quella reazione.

Poi quel rumore li aveva interrotti.

Julie lo fissava dritto negli occhi, incredula, senza riuscire a staccare lo sguardo da lui.

Un allucinazione.

Era l'unica spiegazione possibile.

Doveva desiderare talmente tanto rivederlo che adesso il suo cervello aveva cominciato a giocarle brutti scherzi.

- Ciao,Julie – sussurrò il fantasma interrompendo quel silenzio opprimente.

La ragazza deglutì un paio di volte prima di riuscire a spiccicare parola.

- Pedrinho puoi...aspettare in camera tua,per...per favore? -

La sua voce era appena percettibile.

Continuava a tenere gli occhi fissi in quelli di Daniel come se temesse che, se avesse distolto lo sguardo, lui si sarebbe dissolto.

Il fratello non obiettò, scambiò un ultimo sguardo con Martin e Felix, e poi salì nella sua stanza in silenzio.

Julie sparì per qualche secondo in cucina e quando tornò pulì il pavimento dai vetri e l'acqua del bicchiere che gli era caduto per la sorpresa, poi tornò a guardare Daniel.

- Dove...dove siete stati?-

- Al...negozio di musica a qualche isolato da qui – rispose Felix esitante.

Era vero che lui e Martin erano entrati ed usciti da quella casa fin dal primo giorno che se ne erano andati, ma erano stati molto attenti a non farsi vedere da Julie.

La scusa che avevano continuato a ripetersi, e a ripetere a Pedrinho, era che fosse per il bene della ragazza stessa.

Se non si fosse accorta di loro avrebbe notato meno l'assenza di Daniel.

La verità era che avevano preso quella decisione per vergogna ed imbarazzo.

Verso loro stessi.

La mora annuì impercettibilmente

- Capisco – sussurrò flebilmente.

Continuava ininterrottamente a fissare Daniel che la fissava a sua volta senza riuscire né a pensare né a dire una singola parola.

Martin si avvicinò al batterista dandogli un colpetto sul braccio per attirare la sua attenzione, quando si voltò a guardarlo gli fece cenno di andare di sopra.

L'altro capì ed annuì.

Il bassista interruppe il silenzio che si era nuovamente creato.

- Noi andiamo di sopra a parlare con Pedrinho. Ci vediamo dopo – detto questi i due salirono le scale fino a sparire dalla vista dei due ragazzi.


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Note autrice ritardataria cronica: Ciao a tutti ^^ Lo so, ci ho messo del tempo e per questo mi scuso. Ecco il tanto agognato 6° capitolo =) Finalmente sono tornati a casa =) Chissà come la prenderà la povera Julie ( quante gliene fanno passare XD ). Premetto che il 7° è in corso, spero di riuscire a finirlo in breve tempo, ma non prometto niente. Anche perchè ho la sessione di esami all'uni T.T Grazie a tutti voi che nonostante tutto continuate a seguirmi. Siete davvero fantastici.
rusher_percabeth: Spero ti sia piaciuto ^^ Non hanno ancora fatto pace, ma ci stanno lavorando, diamogli tempo =) Se ti fa piacere fammi sapere che ne pensi ^^
mki90: è tornato, è tornato! Diciamo che in un altro senso non poteva fare altrimenti XD
TheCorpseBride: Piano piano fanno passi avanti per uscirne, anche se non sarà facile. Non lo rendo mai facile XD Non odiarmi per questo, ma altrimenti non ci sarebbe la storia se rendissi le cose troppo semplici, non credi? =) Spero di ricevere una tua recensione anche in questo capitolo e spero che ti piaccia
Vimelda: Grazie tante =) Così mi lusinghi troppo. Talmente tanto che potrei montarmi la testa. No, scherzo non lo farei mai XD. In ogni caso sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo precedente e spero sia lo stesso per questo
Luss_94: Grazie per l'annotazione =) Cerco di ricontrollare il più possibile e anche più di una volta, ma purtroppo ogni tanto qualcosa mi sfugge. Per quanto riguarda la frequenza, lo so sono lenta, ma purtroppo tra università e cose varie non riesco ad essere presente come vorrei. Cercherò di fare del mio meglio.
Grazie ancora a tutti voi =)
Al prossimo capitolo.
_Yozora_

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