#Joinus di Chibs (/viewuser.php?uid=84914)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Maybe (San Marino, ESC 2014) ***
Capitolo 2: *** New Tomorrow (Danimarca, ESC 2011) ***
Capitolo 3: *** Moustache (Francia, ESC 2014) ***
Capitolo 1 *** Maybe (San Marino, ESC 2014) ***
#joinus1
Titolo:
#joinus
Autore:
Chibs
Fandom:
Hetalia/Eurovision
Genere:
Comico
Personaggi:
Un
po' tutti, Nuovo personaggio
Trama:
Nel
lontano 1956 si tenne la prima edizione dell'Eurovision Song Contest,
e così come allora questa è ancora una tradizione per le Nazioni
europee e non solo.
Note:
Sono
una fan sfegatata dell'Esc e di Hetalia ed è da molto che desidero
scrivere una fanfiction 'crossover' fra questi due “fandom”.
Quindi ho colto l'occasione quest'anno.
-
So
che non è un'idea originale e se qualcun'altro l'ha avuta prima di
me, lo prego di perdonarmi, non è mia intenzione plagiare nessuno
con questa FF.
-
Non
aggiornerò questa raccolta abitualmente, ma cercherò di farlo il
prima possibile. Se vi fossero richieste per canzoni o avvenimenti
-di qualsiasi anno anche se preferirei degli ultimi 4- provvederò a
scriverla. (non fatevi traviare dal titolo non tratterò solo di
quelle di quest'anno!!)
-
I
capitoli avranno lunghezze, rating, personaggi e avvertimenti molto
diversi fra loro che segnalerò ad ogni inizio capitolo. E non avranno un ordine specifico.
-
Questa
raccolta farà parte, presumibilmente, di una mia serie di racconti
sull'Eurovision Song Contest, alcuni dei quali non saranno solo
crossover con Hetalia.
Maybe o di come San Marino riuscì per la prima
volta ad andare in finale
“
Il prossimo paese
ad andare in finale è....”
La
tensione nella green room era più che palpabile: aspettative,
speranze e già un pizzico di delusione costellavano i volti delle
varie delegazioni e delle rispettive nazioni, andate a dare il loro
supporto.
Anche
se poteva sembrare strano, per loro era davvero importante riuscire
bene in quel Contest; anche se non mettevano in gioco le vite (come
in guerra) o un titolo (come nel calcio) ad essere a rischio era la
loro faccia, in un certo senso. L'Eurovision è una vetrina per
talenti e nazioni e vincere significa guadagni sopra i costi, una
scommessa un po' azzardata ma che se giocata bene porta sempre i suoi
frutti. Però non tutti erano destinati a farcela fino alla finale,
com'era vero che solo uno di loro avrebbe vinto, questo lo sapeva
benissimo la piccola Nazione vestita di bianco, seduta accanto alla
sua rappresentante. Un tripudio di bianco e azzurro sventolava
tutt'intorno a loro.
San
Marino non ce l'aveva mai fatta, con o senza aiuto dai suoi vicini
italiani, ma riponeva comunque ancora molte speranze in Valentina e
nella riuscita della loro impresa. Dopo tre anni di tentativi si
meritavano entrambe un posto in finale.
C'erano andati vicino
l'anno precedente: Valentina era riuscita a conquistare il più alto
posizionamento nella storia eurovisiva per la Repubblica del Titano,
anche se non era riuscita per pochissimi voti a passare in finale.
Quest'anno dovevano farcela.
“Stai
tranquilla, Serena*. Forse, quest'anno sarà la volta buona!”
esclamò la cantante, che oramai aveva imparato a riconoscere le
reazioni fisiche della sua nazione quando quest'ultima era in
agitazione. Le due ragazze avevano avuto tutte le occasioni per
conoscersi bene e fare amicizia negli ultimi tre anni.
“Hai
ragione Valentina, ma è quel 'forse' che mi preoccupa. L'anno scorso
la tua canzone era fra le favorite, ma non è passata comunque.”
Serena
strinse forte l'asta della bandierina sammarinese che teneva stretta
fra le mani, appoggiate in grembo. Tutte le aspettative del suo
popolo ora ricadevano su Valentina, come faceva lei ad essere
apparentemente così calma?!
Era
ironico come uno scambio di battute così importante fosse avvenuto
nel giro di pochi secondi, lo stesso lasso di tempo impiegato dai
presentatori danesi per annunciare il prossimo paese finalista.
“...
San Marino! ”
Servì
un attimo di calma, per far metabolizzare l'informazione a tutti i
presenti, anche alla stessa delegazione sammarinese, ma subito dopo
la reazione fu spontanea. La delegazione scoppiò in un'ovazione mai
provata prima di allora, sventolavano le bandiere con enfasi ed
espressioni cariche di gioia. Valentina e Serena, sorprese come tutti
i loro compagni del risultato ottenuto, si ritrovarono a saltare sul
posto, abbracciate e con espressioni entusiaste sul volto, in estremo
contrasto con le espressioni contrite di coloro che ancora non erano
stati selezionati per la finale.
Ma
questo era come il cerchio della vita, per qualcuno che sopravviveva
qualcun altro doveva perire. E per la prima volta fra quel qualcuno,
lei non c'era!
Note a pie' pagina:
*Serena
è il nome che ho dato al mio OC di San Marino. Deriva dal nome
completo della repubblica, ovvero Serenissima Repubblica di San Marino.
<3
Se
siete riusciti ad arrivare a leggere fin qua significa che la storia vi
è piaciuta e che vorreste leggerne ancora, vero? Ebbene, visto
che io sono una persona piena di idee ed iniziative (ma quando mai)
vorrei lasciare spazio anche a voi miei carissimi lettori! Infatti
potete già da subito mandarmi alcuni prompt, come particolari
avvenimenti eurovisivi ( ad esempio come la Russia fischiata sul palco
o quella volta in cui un fan è salito durante l'esibizione
spagnola) oppure una Nazione, con relativa canzone ed anno di
partecipazione. E io vedrò di inventarmi qualcosa di bello ;)
Se volete potete compilare questo modulo e inviarmelo come MP!
Nazione:
Anno:
Canzone:
Avvenimento:
Buona serata, e che lo spirito Eurofestivaliero sia con voi!
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Capitolo 2 *** New Tomorrow (Danimarca, ESC 2011) ***
#joinus
#JOINUS
Autore:
Chibs
Fandom:
Hetalia/Eurovision
Genere:
Comico
Personaggi:
Danimarca, Svezia
Trama:
Nel
lontano 1956 si tenne la prima edizione dell'Eurovision Song Contest,
e così come allora questa è ancora una tradizione per le Nazioni
europee e non solo.
New
Tomorrow
o di come Danimarca
propose
in Eurovisione cose improponibili ad Olanda.
Le
votazioni erano cominciate.
Le
nazioni, riunite in un'unica postazione nella Green Room, osservavano
un rigoroso silenzio. Nessuno osava parlare, perlomeno non finché
Dima Bilan, spokeperson e vincitore russo, non avesse annunciato i
voti per la sua nazione.
La
tensione era palpabile, tutti loro erano determinati e volenterosi di
vincere; stranamente anche i fratelli italiani sembravano dello
stesso pensiero quell'anno.
Danimarca
osservò la pinta di birra che fino a pochi minuti prima sorseggiava
avidamente. Germania era stato tanto cortese da farne pervenire un
discreto quantitativo per lui e Prussia e solo per loro nazioni.
Anche se tale quantità non avrebbe mai potuto renderlo inabile delle
sue azioni, Svezia aveva pensato bene di levargliela dalla portata di
mano, prima che potesse dargli troppo alla testa. Gli lasciò solo il
fondo del boccale che ancora teneva nella mano destra; proferendo
come misera scusa: “Norvegia mi ha detto di farlo e io non
vorrei mai doverti portare a casa perchè tu sei troppo sbronzo anche
solo per camminare.”
Danimarca
si limitò a sbuffare: quello non era certo il luogo adatto a scontri
fisici o verbali; gliela avrebbe fatta pagare a suon di 12 punti,
invece!
Nel
frattempo il primo podio era stato assegnato e le telecamere si
spostarono ad inquadrare la Nazione e rispettiva delegazione che
aveva ottenuto i 12 punti: Azerbaijan.
Non
così sorprendente considerando la provenienza dei punti; i così
detti voti geopolitici che andavano tanto di moda fra i paesi
dell'Est europeo ( e anche fra i Nordici, in realtà), non erano cosa
nuova dopotutto, Il processo di votazione proseguì senza intoppi,
lasciando spazio alla spokeperson bulgara che, fra i tanti premiò
con sette punti anche la canzone danese; lasciando Mathias un po'
perplesso. Come poteva la sua bellissima canzone non essere stata
immediatamente premiata con i 12 punti? Il grande Re del Nord si
meritava questo e d altro!
Quando
toccò all'Olanda dichiarare i propri voti, Danimarca drizzò le
orecchie portandosi alle labbra il boccale nella vana speranza di
riuscire a bere ancora qualcosa.
Danimarca
e Olanda erano migliori amici e se quest'ultimo fosse stato presente
fra le nazioni finaliste, i due si sarebbero già scambiati più
d'uno sguardo complice. L'olandese, una donna dai lunghi capelli
biondi e la parlantina fluida, proseguì finalmente con l'annuncio
delle tre posizioni più ambite: gli otto punti andarono a Bosnia, i
dieci punti a Svezia; al che Danimarca si sentì quasi sconfortato,
poteva essere che il suo migliore amico non gli avesse dato nemmeno
un punto? Molto improbabile, ma la suspence riusciva a mettere in
dubbio anche le convinzioni più ferme.
Finalmente
l'annunciatrice parlò e quello che disse piacque talmente tanto a
Mathias da farlo correre fino alla propria delegazione, giusto in
tempo per annunciare all'Europa intera il suo entusiasmo per aver
raggiunto il vertice della classifica prima di Svezia e, di
conseguenza, la sua riconoscenza verso il suo amico Sander.
Forse,
però, Dan non era poi tanto sobrio come voleva far
intendere.
“Holland...” il danese fissò dritto in
camera, con uno sguardo fin troppo serio “ I wanna fuck you!”
***
Olanda
seguiva con interesse le vicissitudini eurovisive anche quando non
riusciva a farcela fino alla finale, il che accadeva anche troppo
spesso, ma il più delle volte preferiva così.
Trovava
molto più edificante e costruttivo guardare quel programma in
compagnia di sua sorella Belgio e/o nel tentativo di far
riappassionare Lussemburgo.
Il
momento delle votazioni era quello che lui preferiva in assoluto: era
il momento topico, il momento della verità.
Ma
quell'anno di verità sconcertanti ne erano trapelate fin troppe,
sopratutto dalla bocca di un certo danese.
In quel momento Sander
si era vergognato come mai aveva fatto prima di allora; aveva
afferrato il telecomando e spento la TV prima che sua sorella potesse
fare un solo commento.
Gli
ci vollero ben 10 minuti per sbollire rabbia e imbarazzo e pertanto
tornare finalmente a seguire le votazioni,che in pochi minuti avevano
avuto una svolta inaspettata, in santa pace.
Quello
che non sapeva, però, era che sua sorella aveva già commissionato a
Kiku una certa doujinshi.
♪
Note a pie'
pagina ♫
L'eurovision
è terminato e purtroppo dovremmo aspettare ancora un po' di tempo
per avere ulteriori notizie sulla prossima edizione ( >w<
Speriamo tutti che “Roddy” scelga una location vicina al confine
italiano! **)
Ma
non disperiamo! Ed anzi cogliamo l'occasione per farci più cultura
sulle edizioni passate!
Intanto
vi ho lasciato, prima di partire alla volta della britannica
capitale, il capitolo ispirato dalla canzone danese del 2011, o
meglio dall'atteggiamento bizzarro del suo cantante (che vi sfido a
dire il contrario, era identico a Dan! * 3 * )
Fu un lapsus
freudiano? Un imbarazzante errore? O solo la sacrosanta verità? Sta
a voi deciderlo: guardate voi stesse il video!!
Anche
se questo capitolo non mi era stato richiesto, sappiate che sto
lavorando per voi! E presto arriveranno anche i vostri capitoli
“commissionati” diciamo! >w< Chiedo venia per
l'irragionevole ritardo.
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Capitolo 3 *** Moustache (Francia, ESC 2014) ***
#JOINUS
Autore:
Chibs
Fandom:
Hetalia/Eurovision
Genere:
Comico
Personaggi:
Inghilterra, Francia, Spagna, Prussia
Trama:
Nel
lontano 1956 si tenne la prima edizione dell'Eurovision Song Contest,
e così come allora questa è ancora una tradizione
per le Nazioni
europee e non solo.
Moustache
o di come Francia
subì
la sua più cocente sconfitta dai tempi di Waterloo.
Pochi
minuti
erano passati dalla fine della competizione canora. E la classifica
ormai era cosa ben nota a tutte le nazioni che, a seconda del loro
buono o cattivo posizionamento, stavano festeggiando o disperandosi.
Come
da tradizione, una volta finita la serata finale, tutte le nazioni,
sia quelle finaliste che non, si riuniscono all'Euroclub
per gli ultimi festeggiamenti prima di ritornare tutti alle proprie
case. Danimarca aveva preparato le cose in grande, come suo solito, e
non si era risparmiato sugli alcolici. Litri di birra aspettavano di
essere bevuti.
Francia,
però, non aveva la minima intenzione di spostarsi
dall'angolino del
divano in cui si era relegato per smaltire la delusione di quel
cocente ultimo posto. Lo sguardo perso a contemplare lo spazio
dinanzi a lui, senza realmente averne una visione complessiva. Tanto
che non si accorse di un certo britannico dirigersi nella sua
direzione.
“
Come
ci si sente a poter contare il proprio punteggio sulle dita di una
mano, Frog?! ”
un già alticcio Inghilterra si avvicinò alla
nazione francofona col
chiaro intento di rigirare il coltello nella piaga, finché
quest'ultima fosse stata ancora fresca.
“
Vattene,
Angleterre.
Non è proprio il caso.” La
voce di Francis uscì come un sibilo, basso e certamente
malinconico,
se non addirittura depresso.
“Cos'è?
La sconfitta ti brucia tanto?” Inghilterra
era più che sorpreso dalla reazione dell'altro, per quanto
fosse
consapevole dell'indole melodrammatica del francese, non si
capacitava di come potesse quest'ultimo rinunciare a rispondergli per
le rime. Forse c'era rimasto davvero male.
“Sei ridicolo: rannicchiato come un neonato su di un
divanetto.”
Ancora
nessuna risposta degna di questo nome. Solo sommessi mugugni di
diniego e una “preghiera” di lasciarlo solo con la
sua
depressione. E così fece, girando i tacchi seccato come non
mai.
Ma,
per quanto cercasse di nasconderlo a se stesso, Inghilterra non
sopportava di vedere il rivale ridotto in quella maniera, non era
divertente prenderlo in giro senza che lui ribattesse alla stesso
modo. Lui, che di ultimi posti nella storia della manifestazione non
ne era di certo privo, non si sarebbe mai sognato di non difendere
con le unghie e con i denti le proprie posizioni,
magari proponendo, sul momento, scuse assurde che non stavano
né in
cielo né in terra; ma almeno ci provava.
Intorno
a lui, nel frattempo, i festeggiamenti stavano continuando e anche
chi, inizialmente, era più ritroso a buttarsi
perché abbattuto
dallo scarso risultato ottenuto nella competizione, ora stava
divertendosi con le altre nazioni. San Marino era la più
scatenata
di tutti, per lei la sola qualificazione alla finale era un traguardo
nient' affatto scontato; con lei c'erano i suoi due fratelli
italiani, il morale basso di chi si aspettasse un risultato migliore
che però non è stato raggiunto affatto. '
Perlomeno conservavano,
comunque, il buonsenso di ridere alle battute e rispondere alle
provocazioni ' pensò Inghilterra, riportando la propria
attenzione
verso il rivale di sempre, immobile, ancora nella stessa posizione in
cui l'aveva lasciato poco prima. Vicino a lui, tuttavia, due figure
stavano in piedi e gli porgevano un bicchiere pieno di birra.
Arthur
appoggiò una spalla al muro e sorseggiò la sua
birra direttamente
dalla latta, troppo curioso anche solo per distogliere lo sguardo
dalla scena: qualsiasi cosa gli stessero dicendo Prussia e Spagna,
apparentemente, non era sufficiente per intaccare lo scudo d'accidia
in cui il francese s'era rintanato, tanto che Prussia fu il primo ad
allontanarsi, lamentandosi di quanto fosse più divertente 'ciarlare
con quel montato di Austria' piuttosto che la sua compagnia.
Arthur
sogghignò fra sé e sé. Doveva
ricredersi, con un po' d'alcool in
corpo, ridere di Francia gli riusciva facile anche in quella
situazione. Decise di avvicinarglisi nuovamente, l'ennesima battutina
tagliente che gli premeva le labbra per uscire.
“ C'mon
you, wanker. ” Lo
spronò, senza nemmeno
aspettare che Spagna si allontanasse, anzi che sentisse pure, tanto
non gli importava. “ Non è come se tu
fossi stato schiacciato
da una Waterloo... di nuovo.” Le risate
incondizionate del
Britannico non fecero altro che aumentare la stizza del francese, che
finalmente aveva mostrato di essere ancora in grado di muoversi. Alla
sola parola Waterloo il suo orgoglio nazionale si
era sentito
punto nel vivo.
“
Ma
senti chi parla...
Le
fou
che si è lasciato sfuggire la 'victoire
sûre'.”
Francis
era davvero adirato, non si poteva dire che l'intervento di
Inghilterra non avesse funzionato. “Non
eri forse tu quello che ' Bretagne Doize Pointe!' ed ora è
17° in
classifica? Ora come la mettiamo, mon
crétin?!”
Francia
nell'impeto
della foga, si era alzato in piedi ed aveva accorciato lo spazio che
lo separava dal rivale di una vita. Viso a viso, potevano scrutarsi
direttamente negli occhi.
“ Ho
capito... Quella
sconfitta ti brucia di più.”
soffiò l'inglese, in un ghigno di soddisfazione. “
Non c'era da dubitarne.. in fin dei conti lì ho vinto io. E
conta di
più.”
Nel
frattempo, un
buon numero di nazioni li aveva accerchiati, incuriositi
dall'ennesima disputa scaturita fra i due, classico! Spagna e Irlanda
sembravano godersela più di tutti, avanzavano scommesse e
predizioni su come si sarebbe evoluta la situazione.
“
Riparliamone
nel dopo serata, che ne dici Angleterre?! Potrai punirmi quanto vuoi
per quello che sto per fare.” la
voce del francese si incrinò, come a sottintendere una sorta
di
sfida al britannico. Il gesto di Francia, tuttavia, lasciò
l'inglese
e tutta la platea confusi. Francis gli aveva appena risistemato
camicia e cravatta; cosa c'era di sbagliato in ciò?!
Quello
che ad Arthur sfuggiva era che Francis lo volesse in perfetto ordine
prima di potergli sferrare un pugno ben assestato in pieno viso e
farlo cadere all'indietro.
Spagna e
Irlanda, preoccupati dalla piega che avrebbe potuto prendere
l'ennesimo scambio di battute che stava avendo luogo, si mossero
nella direzione dei due Stati per separarli; mentre tutti gli altri
spettatori tornarono alla loro unica preoccupazione: festeggiare.
Inghilterra,
venne accompagnato dalla sorella a medicarsi, lasciando liberi
Francia e Spagna di parlare apertamente.
“ Che
ti avevo detto? Prendersela con Inghilterra fa sempre bene.”
“ E'
stato un ottimo suggerimento, Antonio. Anche se ora mi
aspetterà una
serata..focosa. ”
“ Mh?
Nulla che una buona birra non possa far passare, doch?! Kesesese.
”
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