Diamonds

di JackiLoveCatoniss4ever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Shine Bright like a Diamond ***
Capitolo 2: *** Find light in the beautiful sea ***
Capitolo 3: *** I choose to be happy ***
Capitolo 4: *** You and I, you and I ***
Capitolo 5: *** We're like diamonds in the sky ***
Capitolo 6: *** You're a shooting star I see ***
Capitolo 7: *** A vision of ecstasy ***
Capitolo 8: *** When you hold me, I'm alive ***
Capitolo 9: *** I knew that we'd become, one right away ***
Capitolo 10: *** A right away ***
Capitolo 11: *** At first sight I left the energy of sun rays ***
Capitolo 12: *** I saw the life inside your eyes ***
Capitolo 13: *** So shine bright, tonight you and I ***
Capitolo 14: *** We're beautiful like diamonds in the sky ***
Capitolo 15: *** Eye to eye, so alive ***
Capitolo 16: *** Palms rise to the universe ***
Capitolo 17: *** As we moonshine and molly ***
Capitolo 18: *** Feel the warmth we'll never die ***
Capitolo 19: *** Woah... oh... yeah... ***
Capitolo 20: *** Chapter 20 ***
Capitolo 21: *** Chapter 21 ***
Capitolo 22: *** Chapter 22 ***
Capitolo 23: *** Chapter 23 ***
Capitolo 24: *** Chapter 24 ***
Capitolo 25: *** Chapter 25 ***
Capitolo 26: *** Chapter 26 ***
Capitolo 27: *** Chapter 27 ***
Capitolo 28: *** Chapter 28 ***
Capitolo 29: *** Chapter 29 ***
Capitolo 30: *** Chapter 30 ***



Capitolo 1
*** Shine Bright like a Diamond ***


Non ho dormito tutta la notte, realizzando che manca solo una settimana alla mia quarta mietitura. Il fatto è che non sono preoccupata soltanto per me stessa, ma anche per mio fratello, Ander. Ha dodici anni, ed il suo nome comparirà per la prima volta nella boccia. Anche se ha solo un biglietto, la paura c’è. Capita spesso che quelli della sua età vengano scelti, se non da noi, in qualche altro distretto. Mia sorella Cleopatra ha solo nove anni, quindi è al sicuro. Lui, per fortuna, non ha dovuto prendere nessuna tessera, perché a casa ce la caviamo bene con i soldi. Ma se penso al modo in cui mio padre li guadagna, ancora non riesco a crederci. È uno dei commerci più abbietti e disgustosi di Panem: la prostituzione. E non di ragazze sconosciute: la mia. Sì, mio padre mi prostituisce. Ho iniziato all’età di mio fratello. All’inizio era solo con uomini del Distretto 5, poi mio padre si è fatto un nome nel giro, e la notizia si è sparsa per i distretti ed anche a Capitol City. Così persone con incarichi ufficiali o che se lo possono permettere vengono qui, e mio padre mi fa rinchiudere in una stanza con loro a seconda di quanto pagano. Per cento monete, un’ora, per duecento due e così via. Il massimo è seicento. Devo soddisfarli, e purtroppo ho imparato a farlo. Mio padre mi ha detto che, tra tre anni, dovrò addestrare mia sorella. Quest’anno anche mio fratello ha iniziato. Se la mamma fosse viva, probabilmente lo ucciderebbe. Però c’è anche un lato positivo, in questo. Tra i miei clienti ci sono anche vincitori. Un giorno, quando avevo dodici anni ed avevo iniziato da poco, si è presentato Haymitch Abernathy, trentasette anni, del Distretto 12. Ha pagato mio padre con seicento monete. Nessuno l’aveva mai fatto, nonostante fosse quello il limite. Non avevo mai dovuto intrattenere un uomo per sei ore: il mio massimo era di tre. Quando fummo nella stanza, cominciai a spogliarmi. – Ehi, ehi, no, ferma! Non è questo che voglio! – si affrettò a dirmi lui. Gli lanciai uno sguardo interrogativo. – Non approvo quello che fa tuo padre, l’ho pagato solamente perché tu, per sei ore, non dovessi farlo. E poi… anche perché tu mi ricordi la mia ragazza. – Un’ombra di malinconia offuscò i suoi occhi. Doveva essere morta, come la mamma. Rimasi a bocca aperta. Poi gli buttai le braccia al collo, ringraziandolo non so quante volte. Mi rimisi a posto, ed incominciammo a parlare. Il primo anno venne da me una volta alla settimana. Parlammo molto, e diventammo amici. Quando ebbi compiuto tredici anni, le sue visite divennero più rare: una volta al mese. Ma ogni minuto che passavamo insieme ci conoscevamo sempre di più, così iniziai a considerarlo molto più di un amico. Il giorno in cui compii quattordici anni, lui si presentò con un regalo: un vestito nuovo. Mi stava un po’ grande, ma gliene fui grata. Lo baciai sulla guancia e, proprio in quel momento, sentii le farfalle nello stomaco: finalmente capii come si chiamava la sensazione che provavo ogni volta che lo vedevo. Amore. Mi ero innamorata di un uomo di venticinque anni più grande di me. Si presentò solo quel giorno, l’anno scorso. Quest’anno, invece, non è mai venuto. Adesso sono davanti alla finestra, per vedere se si c’è qualche minima traccia di lui, ma niente. Del resto, sono le sei del mattino, è improbabile che si presenti a quest’ora. Sospirando, mi stendo di nuovo sul letto. Per tutta l’ora seguente penso a lui, ai suoi capelli biondi ed agli occhi grigi che sogno spesso. Alle sette mi alzo, sveglio i miei fratelli e preparo la colazione per tutti. Quando entra mio padre, non lo guardo in faccia. Non ci sono mai più riuscita, da quando mi ha schiavizzato. Mangiamo in silenzio, poi mi alzo dalla sedia. – Ander, Cleo, andiamo – dico, chiamando i miei fratelli. Li accompagno nelle loro rispettive classi, poi entro nella mia. Mi siedo accanto a Zara, la mia migliore amica. – Ciao. Notizie di lui? – chiede. Zara è l’unica a sapere della mia cotta per Haymitch, ed è stata anche la prima ad accorgersene, quando, quasi quattro anni fa, le parlai di lui. Quando mi suggerì quell’idea, io la respinsi con tutte le mie forze. Avevo giurato di non amare mai nessuno per paura che fosse come mio padre, ma lui mi ha cambiato la vita, dipingendo il mondo di colori nuovi. – No, purtroppo – le rispondo, con uno sguardo triste. La nostra insegnante entra ed inizia la lezione. Dato che siamo il distretto dell’energia, a scuola si parla solo di quello, oltre ad altre materie di base ed alla lezione settimanale di storia di Panem. Quasi quasi, invidio i Tributi Favoriti.
Angolo dell’autrice: Ciao a tutti! Ecco a voi la mia quinta fanfiction! Come promesso, narrerà i Giochi di Finch (o Faccia di Volpe, o Foxface). Che dite, troppo drammatico come capitolo iniziale? È che Hunger Games mi fa questo effetto: tristezza ovunque. Ma non la considero una cosa negativa, altrimenti non frequenterei il fandom. Per quanto riguarda la coppia Finch/Haymitch (io la chiamo Finchaymitch), la mia mente l’ha generata un po’ di tempo fa dal nulla, e da quel momento mi è sempre rimasta impressa in testa (non giudicatemi, please! :D). Recensite, per favore, vorrei sapere se devo continuare. Bacioni!

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Capitolo 2
*** Find light in the beautiful sea ***


È mercoledì. Mancano solo sei giorni alla mietitura. Di solito, la scuola, ogni anno, ci fa andare in vacanza per un po’, in occasione di quell’evento: due, massimo tre giorni. Ma, quando la nostra insegnante entra in classe, ci annuncia che già da domani potremo rimanere a casa, prima di cominciare la lezione. Io e Zara ci guardiamo. La notizia dovrebbe essere bella, ma per me non è così. Infatti, mio padre mi fa lavorare solo nei giorni di festa, tranne qualche eccezione. Lo stesso vale per Ander. Devo essere vicina alle lacrime, perché la mia migliore amica mi prende una mano e me la stringe fra le sue, come fa sempre in queste circostanze. Ricambio, regalandole persino un debole sorriso. Mi riesce molto difficile farlo da un bel po’ di tempo. Se ricordo bene, da quando è morta la mamma, dando alla luce Cleopatra, nove anni fa. Io ero solo al mio secondo anno di scuola, ma ricordo quel giorno con estrema chiarezza: fu il più brutto di tutta la mia vita. Una volta tornata a casa, ansiosa di vedere la mia nuova sorellina, vidi mio padre vestirsi in fretta e furia. Non appena notò la mia presenza, mi pregò di badare ad Ander, che a quel tempo aveva solo tre anni, perché c’erano state delle complicazioni. Mi preoccupai moltissimo. Sentii qualcosa rompersi, all’altezza del cuore. Io ed il mio fratellino rimanemmo a casa, fino a quando non sentimmo la porta aprirsi. Corremmo nell’ingresso. Papà stringeva un fagottino minuscolo in mano, da cui uscivano fuori solamente due manine chiuse a pugno. Cleo. Sorrisi, ma, alzando lo sguardo verso mio padre, notai che il suo viso era inondato di lacrime. Ci disse di sederci, e poi raccontò che la mamma sarebbe stata sempre con noi, ma che ci avrebbe guardato dal cielo, sempre e comunque. Ander era ancora troppo piccolo, ma io capii quasi immediatamente che la sensazione che avevo provato vedendo mio padre ansante quel pomeriggio mi aveva predetto la cosa peggiore che potesse accadere ad una bambina: mia madre era appena morta. Ricordo che corsi fuori di casa, con le lacrime che mi rigavano le guance. Andai da Zara, che fu la prima a sapere quella notizia devastante. Fu una cosa che ci unì ancora di più. – Finch, cos’hai? – La voce della mia insegnante si insinua nei miei ricordi. Sto piangendo sommessamente e non me ne sono neppure accorta. Non riesco a sopportare gli sguardi dei miei compagni di classe. Spingo indietro la sedia ed inizio a correre. Pochi secondi dopo, sono fuori dall’aula. – Zara, fermati! – esclama la mia insegnante. Mi volto per un attimo, e sarebbe stato meglio non farlo. Inciampo sul primo gradino delle scale e cado. Una volta in fondo, ho la sensazione di essermi rotta ogni singolo osso del mio corpo. Mi alzo faticosamente in piedi, pulendo il sangue che mi è uscito dal naso ed ha schizzato alcune piastrelle sul pavimento. Esco dal portone. Per fortuna, non c’è molta gente in giro, a quest’ora. Mentre corro verso casa, passo accanto ad un vicolo dove, con la coda dell’occhio, un uomo seduto su di una panchina. Inizialmente non vi faccio molto caso, poi mi fermo di scatto. Rievoco nella mia mente l’immagine che ho appena visto. Quei capelli biondi… Torno immediatamente indietro. Non c’è più nessuno, ma sono sempre più convinta di ciò che ho visto. Imbocco una viuzza laterale, l’unica che si trova in quel vicolo, ma, una volta giunta in fondo, trovo la piazza deserta. Eppure sono sicura di aver visto Haymitch. Mi guardo intorno, ma niente. Frustrata, crollo contro il muro ed inizio a singhiozzare. Ho solo bisogno di vedere i suoi occhi grigi, di sentire la sua voce consolarmi ed il peso del suo braccio intorno alle mie spalle. Non mi sembra di chiedere troppo. La giornata scolastica finisce. Vado a prendere Ander e Cleopatra, ignorando le loro domande insistenti per tutto il tragitto fino a casa. Voglio molto bene ai miei fratellini, ma certe cose le posso discutere solo con Zara, nella sua stanza, con pace e tranquillità che trasudano dalle pareti. Cerco di calmarmi, anche se prevedo già la sfuriata di mio padre, una volta varcata la soglia di casa. Non ricordo esattamente quando è diventato così aggressivo, né so perché l’unica idea che gli è venuta in mente per fare soldi è quella di prostituire i suoi stessi figli. Non penso nemmeno di volerlo sapere. Non so neppure se provo ancora dell’affetto per lui. Sta facendo passare a me, Ander e Cleo troppe cose dolorose. Una volta chiusa la porta, lo trovo nell’atrio, ad aspettarci. – Cos’era, uno dei tuoi soliti colpi di testa? – chiede. Fisso con astio il telefono che ci siamo potuti permettere con la prostituzione. L’insegnante deve averlo chiamato.
Ciao a tutti! Questo è il secondo capitolo. Spero che il primo, “ Shine bright like a Diamond”, non vi abbia deluso. Trovate che in questo ci sia abbastanza introspezione? Comunque, questa fanfiction sarà molto più lunga delle precedenti: conterrà ben 30 capitoli. Ce la farete a seguirmi? XD Mi scuso in anticipo per eventuali errori, di battitura e non, ma sono quasi le nove e mezzo di sera, sto guardando “Bones”, sto scrivendo da più di un’ora e domani dovrei partire per Firenze, quindi fisserò la sveglia alle sei di mattina. Che ne dite di una recensione? Baci, JackiLoveCatoniss4ever.

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Capitolo 3
*** I choose to be happy ***


Mio padre è dovuto partire improvvisamente per una questione di affari, quindi né io né Ander lavoriamo, oggi. Non sappiamo quando tornerà, quindi forse riusciremo a passare delle vacanze normali. Prima di uscire, mi ha detto di badare ai miei fratelli, così, non appena se n’è andato, ho preparato la colazione. Cleopatra sta ancora dormendo, e non me la sento proprio di svegliarla. Siamo arrivati a metà colazione, quando sentiamo qualcosa strusciare sul pavimento. Sbirciamo nell’entrata. È Cleo. Si è appena alzata, e si porta dietro la coperta, tirata fin sopra la testa. La mia sorellina ha nove anni, ma è molto minuta per la sua età. Ha un viso rotondo ed un po’ infantile, ma adorabile. Le voglio un bene immenso, e non sono sicura che riuscirei a sopportarlo, se lei dovesse diventare una prostituta come me. Non sono riuscita ad impedire che mio padre facesse entrare Ander nel giro, voglio almeno provarci con lei. La faccio sedere accanto a me e le sistemo la coperta sulle ginocchia, notando che tremano. Poso una mano sulla sua fronte: è bollente. Ha la febbre molto alta. Ander la riaccompagna in camera, mentre io le porto da mangiare. Restiamo un po’ con lei, finché non si addormenta di nuovo. Le diamo un bacio a testa sulla fronte, poi mio fratello si chiude in camera per studiare. Io, dopo qualche esitazione, chiamo Zara al telefono. Anche lei ne ha uno, ma non perché fa il mio stesso lavoro. I suoi genitori abitano nella zona ricca della città. Sua madre risponde dopo due squilli. – Pronto? – Avvicino ancora di più l’apparecchio al mio orecchio. La frequenza è disturbata per il brutto tempo che c’è là fuori. – Pronto, potrei parlare con Zara, per favore? Sono Finch – chiedo. – Ma certo, cara! Te la chiamo subito! – Sento la sua voce mentre si allontana. – Zara, tesoro! Vieni giù! C’è Finch al telefono! – La sento correre giù per le scale, poi prende la cornetta. – Pronto, Finch? È successo qualcosa? – domanda. So esattamente a cosa si riferisce. – Credo di averlo visto ieri, quando sono scappata via da scuola. – Il ricordo di Haymitch si frappone alla ramanzina di mio padre. Scuoto la testa per cancellare dalla mente quest’ultimo pensiero. – Veramente? Dove? – chiede, incuriosita, prima di fermarsi un istante a riflettere. – Tuo padre potrebbe sentirti – dice. – No, lui non c’è, è uscito stamattina presto. Ha degli affari da sbrigare a Capitol City. Non mi ha detto esattamente quando ritorna. È possibile che stia via per tutte le vacanze – rispondo, non potendo evitare il senso di sollievo che mi invade a quel pensiero. – Allora va bene. Dove l’hai incontrato? – Siamo sempre molto attente a non fare il nome di Haymitch quando qualcuno può sentirci. – In un vicolo vicino alla piazza. Quando sono tornata indietro per controllare meglio, però, non c’era più nessuno. È possibile che me lo sia immaginato per il troppo stress. – Dirlo è molto doloroso. Ho sincero bisogno di lui. Quest’anno non si è mai fatto vedere. Per un certo periodo di tempo, ho vissuto nel terrore che fosse morto per un motivo o per l’altro, l’alcol era tra i più quotati. Poi, però, mi sono ricordata che non hanno detto niente in TV, e che la notizia della sua morte si sarebbe certamente sparsa per i quattro angoli di Panem, vista la sua fama ed il fatto che è l’unico vincitore ancora in vita del Distretto 12. Il suo predecessore, una donna, è morta prima ancora che lui nascesse. Non ha avuto una guida, ce l’ha fatta nell’arena solo grazie alla sua incredibile forza di volontà, anche se, per un certo periodo di tempo, è stato alleato con una ragazza di nome Maysilee Donner, che l’ha aiutato. È stata la sua unica amica, lì dentro. Quando è morta, ha giurato a sé stesso di farcela anche per lei, e ci è riuscito. Devo confessare che inizialmente provai una certa gelosia per quella sedicenne, ma lui era già fidanzato a quel tempo, ed amava molto la sua ragazza. Se penso che ha detto che io le assomigliavo… – Non buttarti giù, amica! Vedrai che si farà vivo, se non altro per augurarti buona fortuna per la mietitura. Altrimenti, consolati: non ci avrai perso niente – prova a tirarmi su il morale Zara. – Già. Forse hai ragione – commento sommessamente. – Finch! – mi chiama Ander dalla sua stanza. – Devo andare. Grazie per la chiacchierata. Ci sentiamo presto – ed attacco. Vado da mio fratello e lo aiuto con alcuni esercizi di matematica che non ha capito, poi torno in camera mia. Su una cosa Zara si sbaglia: avrò perso l’unica persona che sarei mai stata capace di amare all’infuori di lei e della mia famiglia. E non posso permettermi di soffrire ancora. Decido che, se non si fa vivo, andrò al Distretto 12.
Angolo dell’autrice: Il terzo capitolo! Allora, che ve ne pare? Si può lasciare una recensione, o è troppo orrendo anche per una critica? XD A quanto pare, tra la nostra Finch ed Haymitch è scoccata una scintilla micidiale. Che tristezza pensare al finale! Lui ha già perso una volta la sua ragazza, e Faccia di Volpe gliela ricorda… Sarà come vederla morire di nuovo! Povero Haymitch! ;( Detto questo, posso consigliarvi un video su di una coppia Slash? Si chiama “Cato x Peeta: Toxic”. La canzone non è il massimo (gusti personali) ma nell’insieme è molto carino. Baci da JackiLoveCatoniss4ever.

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Capitolo 4
*** You and I, you and I ***


È il secondo giorno di vacanza, e di papà nemmeno l’ombra. Non ha neppure telefonato. Se da una parte sono sollevata, dall’altra la preoccupazione mi tormenta. Avrebbe potuto almeno avvisare, una volta arrivato a destinazione. Con i treni ad alta velocità che abbiamo, dovrebbe trovarsi lì da quasi un giorno. Ander e Cleopatra sono in ansia quanto me. Per distrarli un po’, approfitto del bel tempo che, finalmente, è arrivato e li porto a fare una passeggiata. Per una fortunata coincidenza, a metà strada incontriamo Zara. I miei fratelli hanno un ottimo rapporto con lei, così proseguiamo fino al parco in sua compagnia. Noi due ci sediamo su di una panchina, mente Ander e Cleo vanno a giocare con alcuni loro amici che si trovano lì. – Spiegami meglio la storia che hai iniziato a raccontarmi ieri – chiede la mia migliore amica, sussurrando per non farsi sentire dai genitori che osservano i loro figli ed intanto chiacchierano tra loro. – Stavo correndo il più lontano possibile dalla scuola. Piangevo a dirotto ed avevo la vista offuscata. Passando accanto ad un vicolo, ho intravisto un uomo seduto su di una panchina. All’inizio, non vi ho fatto molto caso. La mia mente, però, ha registrato l’immagine. L’ho rivista come in un flash. E ne sono sicura: era lui, Zara! Era Haymitch! – È la prima volta che oso pronunciare il suo nome in presenza di altre persone, anche se sto bisbigliando. – Ne sei certa? In fondo, l’hai detto anche tu: le lacrime ti offuscavano la vista. Può essere stato un errore – mormora lei di rimando. – No, sono convintissima. Sarei persino capace di giurartelo. Credimi, non potrei non riconoscerlo. Sai quanto lo amo. È l’unica persona, oltre te, Ander e Cleopatra, che mi capisce veramente. È perfino più importante di mio padre – confabulo. – Sì, lo so, ma se non l’hai più visto in giro da allora… – Zara continua a parlottare, ma io non la ascolto più. Perché lui è lì, nascosto dietro ad un albero, e mi sta fissando con quei suoi incredibili occhi grigi. Mi fa un lieve sorriso. – Finch, mi ascolti? – parla sottovoce la mia migliore amica. – Eh? Cosa? – borbotto. – Ma che hai oggi? Ti senti bene? – domanda con voce normale. – È lì – dico, ancora non pienamente cosciente del fatto che ci può sentire un mucchio di gente. – Chi? – si informa Zara. – Lui. – Torno a guardare nella sua direzione, ma è scomparso. Non c’è la minima traccia del suo passaggio. – Finch, che stai dicendo? Io non vedo niente! – esclama lei, oramai spazientita. – Ma… era lì… – balbetto. – Signorina, è tutto a posto? – Una giovane donna si è avvicinata. Ha lo sguardo preoccupato di una madre, quello che io non vedrò mai più. – Sì. Può stare tranquilla. È tutto ok. – Mi alzo dalla panchina. – Ander! Cleo! – chiamo a gran voce. – Andiamo, dai! Si è fatto tardi! – Loro obbediscono immediatamente. Salutano i loro compagni di giochi e si accodano a me. Zara mi si accosta, e finiamo la passeggiata. Davanti a casa mia, ci salutiamo. – Te lo giuro, era lì, dietro un albero – tento di dirle un’ultima volta. – Finch, per me ti stai facendo condizionare troppo da questa storia. Comunque, per quel che può valere, io ti credo, e farò il possibile per trovarlo e portarlo qui da te. – La abbraccio, commossa. – Grazie. Sei davvero la migliore amica che potessi desiderare – dico, iniziando a piangere sommessamente. In questi giorni sono troppo vulnerabile. – Sorellona, stai bene? – Cleopatra si è avvicinata senza che una di noi due se ne accorgesse, ed adesso mi stringe per la vita. Ander è sulla porta, e mi lancia uno sguardo carico d’apprensione. – Sì, bambini, non preoccupatevi per me. Io sto bene, sono soltanto un po’ scossa, in questi giorni. – Evito di nominare la mietitura per non inquietarli. – Su, ora vi preparo una bella merenda. – Vedo due enormi sorrisi stamparsi sui loro volti ed io ritrovo il mio. Sono le uniche persone ad avere questo effetto rigenerante su di me. Non so cosa farei se non ci fossero. – Vabbè, famigliola felice, io vi lascio a gustarvi una bella fetta di dolce in pace. – Zara fa per andarsene. – No, no, resta con noi! – gridano all’unisono Cleo ed Ander. Le faccio cenno di entrare. Basta questo per convincerla. Fa una rapida telefonata a casa per avvisare sua madre, mentre io apparecchio, e poi ci raggiunge. Tiro fuori dal frigorifero la torta che ho fatto ieri, trovando non so dove il tempo, semplicemente per riempire le ore vuote. Per fortuna, Cleopatra è stata subito meglio, anche perché Ander è riuscito a trovare delle pasticche in un cassetto dimenticato nella camera di papà. Cleo si è sentita meglio già da stamattina. Suona il telefono. Ander è in bagno, quindi rispondo io. – Signorina Crossley, suo padre ha avuto un incidente – dice una sconosciuta.

Ciao, fandom! Diciamo che le cose non vanno molto bene per la nostra Faccia di Volpe. E se anche suo padre dovesse morire? Come riuscirebbe a mantenere i fratelli? Ovviamente, la fanfiction non sarà così drammatica, non voglio che ci sia tutto questo dolore. A proposito di storie tragiche, non so se conoscete la vicenda di Amanda Todd. Ha pubblicato un video su YouTube, raccontando tutte le crudeltà che la vita le ha inflitto a causa di una foto imbarazzante. Vi consiglio di vederlo. È davvero toccante e fa riflettere contro il cyber-bullismo. Abbiamo tenuto una lezione a scuola. Baci!

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Capitolo 5
*** We're like diamonds in the sky ***


Abbiamo dormito nell’ospedale del Distretto 5, dopo aver saputo che nostro padre non aveva mai raggiunto la sua meta. È rimasto incosciente tutta la prima giornata. Inizialmente, controllandolo, i medici non hanno trovato nessun indizio utile che potesse ricondurre ad un famiglia, poi un’infermiera ha trovato il suo taccuino. C’erano segnati nome, cognome e numero di telefono. Sfogliandolo, si potevano notare foto mie, di Ander e Cleopatra. Così ci hanno chiamato ieri sera per avvisarci dell’incidente di papà: un automobilista lo ha investito proprio davanti alla stazione e non si è neppure fermato a soccorrerlo. Probabilmente era ubriaco. All’inizio, quando mi è venuto in mente l’alcol, ho pensato subito ad Haymitch. In una delle sue numerose visite, mi ha detto che l’unica consolazione che aveva, prima di conoscermi, era un liquore bianco che comprava da una donna del Distretto 12 di nome Ripper. Ma ho scartato immediatamente quella possibilità: anche se Haymitch mi ha dimostrato che non approva ciò che fa mio padre per vivere, non penso che abbia addirittura tentato di ucciderlo, simulando il fatto di essere sbronzo. Una voce di donna interrompe i miei pensieri. – Scusate, siete i Crossley? – Quando io ed i miei fratelli annuiamo, lei ci dice: – Vostro padre si è svegliato, e vuole vedervi. – Quasi non ci credo. Ci precipitiamo nella sala in cui è ricoverato. Quando i suoi occhi si fissano amorevolmente su di noi, mi devo appoggiare ad una sedia per non svenire dalla gioia e dal sollievo. Ander, per la prima volta in vita sua, scoppia in un pianto a dirotto, mentre Cleo sale sul letto ed abbraccia papà, che la stringe forte a sé. – I miei bambini – lo sento sussurrare sui capelli di mia sorella. Quando si separano, ci chiede scusa: – Perdonatemi se vi ho fatto stare in pena. Non era mia intenzione. Non vorrei mai fare di proposito qualcosa che nuoci alla vostra salute. – I suoi occhi si abbassano. Quasi certamente sta pensando a me ed Ander: in fondo, è lui che ci costringe a prostituirci per guadagnare qualcosa. Da quando è morta la mamma, ha perso il lavoro che aveva in un’azienda produttrice di energia. Un suo amico aveva contatti importanti a Capitol City, e così gli ha procurato qualche lavoretto. Purtroppo, mio padre non è l’unica persona capace di fare ciò che gli viene chiesto dai capitolini. Sono molti, sparsi in ogni distretto, ma non rivelano a nessuno cosa fanno per arrotondare i loro stipendi, anzi, se qualcuno li sospetta negano tutto, smettendo di lavorare per un po’ finché le acque non si calmano. Siccome non gli venivano assegnati molti incarichi, nella mente di mio padre si è fatta strada l’idea della prostituzione. Ma era troppo rischioso andare in giro a chiedere a ragazzi e ragazze se volevano entrare nel giro: potevano denunciarlo. Così, un giorno, il suo sguardo si è fissato su di noi, i suoi figli. Io, a quell’epoca, avevo undici anni. Mi ha istruito affinché potessi svolgere bene quel lavoro, che ho iniziato quando ero una dodicenne. Nessuno ne è mai stato al corrente nella mia scuola, all’infuori di Zara, a cui ho sempre raccontato tutto. Lo stesso vale per Ander e Cleopatra: lui ha cominciato qualche mese fa, lei è salva per altri tre anni, poi dovrò insegnarle tutto quello che so sul mestiere, come ho già fatto con mio fratello. È stato orribile. All’inizio ho creduto che non avrei mai potuto perdonare mio padre ma, dopo ciò che è appena successo, ho capito che è pur sempre una delle due persone che mi ha generato, e che anche lui, come tutti, commette degli errori. Spero solo che, se avrò dei figli, non farò gli stessi sbagli, anche se non penso che riuscirò mai a vivere il mio amore con Haymitch alla luce del sole. E poi per lui potrebbe trattarsi di una semplice amicizia, come tante altre. – Potrà essere dimesso oggi stesso – dice il medico, che si trova nella stanza con noi, prima di porgere l’ennesimo fazzoletto ad Ander. – Non ha subito lesioni gravi, e quel poco che aveva gliel’abbiamo curato nel giro di poco tempo. Deve solo presentarsi da noi la prossima settimana per dei controlli: abbiamo bisogno di verificare che non abbia un trauma cranico o peggio. – Mio padre gli rivolge un sorriso: – Grazie mille. – Il dottore ricambia: – Sto solo facendo il mio lavoro. Può alzarsi e rimettere i suoi oggetti personali dentro la borsa che portava quando è stato soccorso. – Cleo scende dal letto e mi si avvicina. – Sorellona, ho fame. Puoi andare a chiedere alle infermiere se mi possono portare un panino, per favore? – Le accarezzo una guancia. – Certo, tesoro. – Vado verso la reception. All’improvviso, ho un giramento di testa. Le troppe emozioni della giornata mi hanno scosso. Crollo a terra e svengo.

Angolo dell’autrice: Il capitolo quattro è stato sostituito dal cinque! Oh, no, povera Finch: lo stress l’ha stremata. Speriamo che non le accada nulla che possa penalizzarla durante i Giochi. Che ne dite di una recensione? Vi prego, questa storia è molto importante per me. Anche se non c’è una coppia, parlo molto della Finchaymitch, e, nonostante sia uno dei Crack Pairing più “strani”, tengo molto alle vostre opinioni in merito, soprattutto in questi capitoli che trattano la vita della protagonista prima degli Hunger Games. Grazie mille in anticipo! Vi voglio un mondo di bene! Baci&abbracci da parte di JackiLoveCatoniss4ever.

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Capitolo 6
*** You're a shooting star I see ***


Non appena riapro gli occhi, capisco che è domenica. Le tende coprono le finestre, ma un po’ di luce mattutina riesce ad arrivare fino al mio letto. L’ultimo giorno della settimana ha quella luminosità particolare che mi aiuta a riconoscerlo sempre. Sorrido leggermente, non so nemmeno io per quale motivo. Poi il viso di un’infermiera entra nel mio campo visivo. – Buongiorno, signorina. Come si sente? – Solo ora mi accorgo di trovarmi in una stanza d’ospedale. Faccio mente locale sugli avvenimenti di ieri, e mi ricordo dello svenimento. – Ah… sì… – mormoro più a me stessa che a lei. – Oggi sto molto meglio, grazie. – Le rivolgo un debole sorriso, e mi accorgo di avere una fame tremenda. Volgo lo sguardo verso il comodino accanto al letto, dove trovo il cibo. Mi allungo per prenderlo, ma all’ultimo momento noto una lettera accanto al vassoio e la afferro, prima di guardare interrogativamente l’infermiera. – Ah, quella l’ha lasciata l’uomo che la portata qui – risponde al mio quesito inespresso. Ma questo fa solo aggrottare di più le mie sopracciglia. – Un signore dall’aria non troppo distinta, ma si vedeva ad un miglio di distanza che non pativa la fame da secoli. O almeno non quel tipo di fame che conosciamo tutti noi. Biondo, occhi grigi… Le dice niente? – Haymitch. Dopo la sua spiegazione, finalmente tutto diventa più chiaro. Impaziente, apro la lettera con tanta foga che rischio di staccare la busta, e comincio a leggere:

“Cara Finch,

mi dispiace se nel corso dell’anno non mi sono mai fatto vedere. Per me le cose sono peggiorate. Oramai non riesco a smettere di bere neanche per un breve intervallo di tempo. Se fossi venuto da te, sarei stato brillo oltre ogni misura, e, nelle mie condizioni, avrei potuto anche violentarti senza ricordarmi nulla dell’accaduto nei momenti di lucidità che sarebbero seguiti, e non sarei riuscito a stare col ricordo del tuo viso spaventato alla mia vista. Probabilmente avrai sofferto ugualmente per la mia assenza, visto che siamo diventati amici molto intimi in questi quattro anni. Ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrati? Ti ho detto che mi ricordavi la mia ragazza, non solo per l’aspetto fisico, ma anche per lo sguardo. Mi lanciavi le stesse occhiate da ragazza innocente che avevo imparato ad amare da lei e che, nel mio periodo nell’arena, ho un po’ ritrovato in Maysilee. Ma le ho perse entrambe: prima quella che era diventata la mia migliore amica, poi l’amore della mia vita. Da quando ho sedici anni, non mi sono più legato affettivamente a nessuna, anche per il fatto che nelle ragazze che incontravo cercavo sia l’amorevolezza di mia madre, sia la forza di Maysilee, sia lo sguardo della mia fidanzata. E sai dove le ho trovate tutte questo cose? In te. Dal primo momento che ti ho visto, ho sempre saputo che eri tu quella giusta. Parlavamo spesso, ricordi? Dei tuoi genitori, di Ander, di Cleopatra, di Zara. Tu ti confidavi con me, mi dicevi tutto, sei riuscita anche a farmi smettere di bere per un po’ di tempo. Ma io non sono stato altrettanto sincero con te. Non ti ho detto che mi stavo innamorando di una ragazzina di venticinque anni più giovane di me, non ti ho detto che ti avevo amata dal primo istante, non ti ho detto troppe cose. Per questo ho deciso di allontanarmi. Sapevo che tu non avresti mai potuto ricambiarmi, che mi consideravi semplicemente il tuo salvatore, quello che ti aveva evitato ulteriori ore di prostituzione, una sorta di migliore amico, di angelo custode. Io ti vedevo come una ragazzina nel fiore degli anni, che diventava più bella ogni giorno che passava. E, pian piano, ci sono ricaduto per la seconda volta in vita mia. Mi sono innamorato di te. Ma tu eri troppo presa dai tuoi problemi, dai tuoi fratelli, dalla tua migliore amica per accorgertene. L’ho capito dal fatto che parlavi sempre di loro, in special modo di Ander e Cleo. Li adoravi, anzi, li adori, perché è impossibile che il tuo approccio nei loro confronti sia cambiato di una virgola in questo mio anno di assenza. Li hai fatti amare persino a me. Mi è venuta in mente l’idea di chiedere a tuo padre di poter stare con voi tre insieme. Lui avrebbe pensato che ci sarebbero stati solo rapporti fisici, ed invece noi avremmo parlato, ci saremmo conosciuti. Ma tuo fratello va solo con le donne, e tua sorella è ancora troppo piccola. E poi… avrei perso quel poco tempo che avevo da trascorrere con te. Purtroppo, come ti ho già accennato all’inizio della lettera, sono sorti nuovi problemi, ed io ho deciso di lasciare anche te. Mi dispiace di averti causato dolore. Spero che tu possa perdonarmi. Ti amo.

Per sempre tuo,

Haymitch”.

Ciao a tutti! Allora, che ve ne pare del capitolo sei? La lettera è stata una buona idea? Inizialmente sarebbe dovuto essere solo una spiegazione sul perché il nostro caro mentore non si era fatto vivo ed un augurio di buona fortuna per la mietitura, ma la mia mente malata ha partorito questo. Spero vivamente che vi piaccia. Ora, torniamo per un momento alla rubrica “Ship trovati su YouTube”: Harry + Katniss? Ron + Foxface? Cato + Hermione? Ok, i personaggi di Harry Potter con quelli di Hunger Games: queste sì che sono coppie shock! Specialmente la Cato/Hermione! Vabbè, ciao.

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Capitolo 7
*** A vision of ecstasy ***


Domani si terrà la mietitura. Dovrei essere spaventatissima, invece me ne sto sul letto a fissare il vuoto, abbracciando le ginocchia. Non faccio altro che pensare alla lettera che mi ha spedito Haymitch da quando sono uscita all’ospedale, verso le nove di mattina di ieri. Adesso sono le sette, ed i raggi del sole sono molto più radi, come sempre il lunedì. Tra due giorni ricominceranno le lezioni. Per fortuna, ho già finito di studiare, devo solo dare una ripassata. Ma non ne ho voglia. Da quando sono tornata a casa, ho riletto innumerevoli volte ciò che mi ha scritto Haymitch. Non tornerà più. È chiaro, oramai. Non vedrò più i suoi occhi, non sentirò più la sua risata, non inspirerò più il suo odore, non gli parlerò più, non mi accoccolerò più contro il suo petto per cercare conforto quando i miei pensieri tornano sulla mamma, non lo abbraccerò mai più. Io resterò qui, nel Distretto 5, alla mercé di mio padre, che mi prostituirà fino a quando mi vorranno ancora. Lui sarà lì, nel Distretto 12, ad ubriacarsi tutto il giorno e, forse, a pensare a come aiutare i tributi che gli verranno affidati domani stesso. Nel corso degli anni in cui è stato con me, non mi ha mai voluto parlare dei ragazzi che preparava per l’arena. Forse è perché nessuno di loro tornava mai a casa. In effetti, penso che lui viaggiasse fra i distretti non solo per andare a trovare i suoi amici e me chiedendo il permesso al Presidente Snow in persona, ma anche per distrarsi dal ricordo di quei ragazzini che non avrebbe più visto e per evitare le loro famiglie, in lutto perenne. Credo che, in qualche modo, si sentisse responsabile delle loro morti. Vorrei poterlo consolare, dirgli che anch’io lo amo e che non ho intenzione di lasciarlo andare, ma probabilmente l’unica occasione che potrei avere per parlargli nuovamente sarebbe quella di fuggire clandestinamente su un treno diretto al Distretto 12, col rischio che i Pacificatori mi prendano e mi frustino davanti a tutti, nel bel mezzo della piazza cittadina, e che puniscano mio padre, colpevole di non essere stato attento ai miei movimenti, togliendoli me, Ander e Cleopatra e spedendoci all’istituto pubblico e levargli tutti i soldi guadagnati, mandandolo a lavorare faticosamente da qualche parte. No, non posso farlo. Anche se mio padre mi prostituisce, non posso lasciargli patire sofferenze simili. In fondo, è merito suo se ho conosciuto Haymitch. L’unico modo per convincermi a guardare gli Hunger Games è dirmi che lui è presente. È così da quando ho dodici anni. Mio padre snocciola tutti i nomi dei vincitori che sono stati miei clienti nel corso dell’anno e che saranno presenti in TV, ed io acconsento solo quando sento le sue labbra pronunciare il nome di Haymitch Abernathy. Il lieve cigolio della porta che si apre disturba i miei pensieri. Mi volto, un po’ infastidita, per scoprire la causa del rumore, e trovo gli occhi color oceano di Ander e quelli sabbia di Cleo che mi fissano da uno spiraglio della porta. – Sorellona, tutto bene? – mi chiedono in coro. – Sì, piccoli miei. – Faccio loro segno di entrare. – Venite qui. – Sono abituata a comportarmi da mamma con loro, in particolar modo con la mia sorellina, che non l’ha mai conosciuta. Papà, inizialmente, la considerava la causa della morte di nostra madre, ma quando lei lo ha fissato intensamente per la prima volta, se ne è praticamente innamorato. Li faccio salire sul lettone e li stringo forte a me. Poi ci stendiamo sotto le coperte. – Allora, vi sono piaciute le vacanze? – chiedo. – Non molto. Sono state brutte. In più, domani c’è la mietitura – risponde mio fratello, rabbuiandosi di colpo. Per lui sarà la prima, è molto spaventato. – Zara quanti biglietti ha? – Sbatto le palpebre. – Quattro, come me. – Il pensiero che la mia migliore amica e mio fratello possano essere mietuti mi colpisce con forza. Non riuscirei a reggere. Ho già perso Haymitch, non posso sopportare di veder morire davanti ai miei occhi anche loro senza poter fare niente per impedirlo. Cerco di convincermi che il destino non può essere così crudele. – Dai, dormiamo un po’ – dico, abbracciandoli. Domani sarà una giornata molto lunga. Alle due in punto dovremo presentarci in piazza per sentire i nomi, e non sarà per niente facile osservare altri due giovani incamminarsi verso il palco sapendo che uno solo potrà tornare, anche se, quasi sicuramente, nessuno di loro ce la farà contro gli altri tributi. La cosa peggiore è il dolore delle famiglie. Se avrò dei figli, ogni anno dovrò patire sofferenze maggiori di adesso. Per fortuna, uso i preservativi. Li userò per sempre, perché non voglio avere una famiglia di cui il capo non sia Haymitch. Chiudo gli occhi e mi addormento.

Angolo dell’autrice: Ladies and gentlemen, sono lieta di presentarvi… il capitolo sette! Che ne pensate? Insensato? Introspettivo? Scarso? Interessante? Deludente? Piacevole? Ditemi tutto quello che vi passa per la mente, che sia pertinente o meno (oddio, vi sto educando ad essere come me! Non datemi ascolto!)! XD Ho dimenticato (per la seconda volta quasi consecutiva) quello che volevo scrivervi in questo mio spazietto personale (potete tirare un sospiro di sollievo), quindi non mi resta che augurarvi buon ponte e che la fortuna possa essere sempre a vostro favore. Ci rivediamo presto col capitolo della mietitura (che scriverò domani). Troppe parentesi…

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Capitolo 8
*** When you hold me, I'm alive ***


Oggi è il giorno della mietitura. Ieri mattina, dopo aver dormito un po’ con i miei fratelli, mi sono messa a cercare dei vestiti per noi tre, soprattutto per me ed Ander. Tuttavia, anche se Cleopatra è ancora troppo piccola per parteciparvi, è necessario che abbia un aspetto decoroso. Ho trovato due abiti ed un completo perfetti per questa giornata, li ho lavati e li ho stesi ad asciugare, poi li ho posati sul divano. Ieri ho incontrato anche Zara. Abbiamo parlato molto, le ho raccontato della lettera di Haymitch, ho anche pianto un po’ sulla sua spalla. Oggi, invece, ho intenzione di essere forte, non solo per me, ma anche per i miei fratelli, nel caso dovesse accadere l’impensabile. Controllo l’orologio: le nove di mattina. Ancora cinque ore, prima di assistere all’ennesima condanna di due innocenti. Domani ricomincerà la scuola, ma in questo periodo non sarà frequente, per via degli Hunger Games. I Giochi ci impediscono perfino di istruirci come si deve. Domani sarà una brutta giornata. Lo è sempre. La mietitura ti prosciuga completamente, cancella il passato, annulla il presente e distrugge il futuro di due famiglie. Cerco di non pensarci, mentre preparo la colazione: verdure e sottili strisce di alga. Molti arriccerebbero il naso nell’avere come primo pasto della mattina proprio questo, ma per noi è una specie di tradizione. La mamma ce lo faceva nelle occasioni importanti, per farci amare i cibi sani, e noi onoriamo la sua memoria il giorno della mietitura, per far sì che ci protegga. Sento dei rumori al piano di sopra. Qualcuno dev’essersi svegliato. Dopo alcuni minuti, i visi assonnati di Ander e Cleo fanno la loro comparsa in cucina. Sorrido loro per non farli agitare troppo al pensiero della mietitura imminente. – Buongiorno, belli addormentati! Come state? – Sbadigliano un po’. – Ancora nel mondo dei sogni – dice Ander, con voce insonnolita. Cleopatra viene verso di me e mi abbraccia, come fa sempre quando ha bisogno di conforto o quando ne necessito io. – E tu, sorellona? – mi chiede, con quella sua vocina adorabile. – Io sto bene. Sono solo un po’ stanca. Non ho dormito molto, stanotte. – Sono abituata a dire loro sempre e solo la verità. Mio padre entra, ci saluta e si siede a tavola. Lo seguiamo a ruota, ed io servo la colazione. La mia famiglia mi fa i complimenti, poi suona il campanello. È Zara. È venuta per preparare il pranzo. È un’altra delle tradizioni che seguo da quando ho scoperto che a me ed alla mia migliore amica piacciono i stessi cibi. Gli altri sgombrano la tavola e se ne vanno per i fatti loro. Noi, con la cucina libera da orecchie indiscrete, parliamo liberamente di Haymitch mentre affettiamo carne di cervo che ho comprato dal macellaio e prepariamo torte di cereali con gli ingredienti che ha portato Zara. A merenda digiuniamo sempre, in segno di rispetto per chi, tra una settimana, sarà in un’arena a combattere per la vita e la morte. Per quanto riguarda la cena, invece, le nostre due famiglie (la mia e quella di Zara) si incontreranno e mangeremo un pasto a base di olio di palma, verdure (sono fondamentali, per noi) e feijoada, uno stufato preparato con fagioli neri, orecchie, coda e zampe di maiale e pancetta affumicata, cotti a fuoco lento in tegami di argilla. È un piatto che viene dal passato, cucinato in un posto che era chiamato Brasile. Ci incontreremo nuovamente alle cinque con le famiglie al completo per incominciare a preparare la cena. Do un’occhiata all’orologio: mezzogiorno spaccato. Zara deve tornare dai suoi. La saluto, dandole appuntamento in piazza tra due ore. Chiamo la mia famiglia per mangiare. Come al solito, mi riempiono di complimenti, dicendomi che ho ereditato il talento di mamma, e promettono di farli anche a Zara. Poi io ed i miei fratelli ci vestiamo. L’abito che ho scelto per me è blu e mi arriva fino alle caviglie. Ander, invece, indossa un completo azzurro che gli dona molto. Cleo si mette un vestito bordeaux che le dona molto. Nostro padre ci guarda con orgoglio, prima di accompagnarci in piazza. Davanti al Palazzo di Giustizia, co separiamo: io e mio fratello andiamo a registrarci, lui e mia sorella si recano intorno alla parte recintata della piazza. Una volta fatto, controllo che lui raggiunga i suoi amici, mentre io individuo Zara, che mi fa segno di avvicinarmi. Esce l’accompagnatrice, Claire Keyes, e si piazza sorridente davanti al microfono. – Felici Hunger Games! E possa la fortuna essere sempre a vostro favore! – Ci fa vedere un video che oramai conosciamo tutti a memoria e ci fa il solito discorsetto. Poi arriva il punto culminante: si dirige verso la boccia femminile. Ne estrae uno, lo apre e lo legge, distruggendomi la vita: – Finch Crossley!

Ciao! Ci siamo! La nostra Finch è stata estratta. Da qui in poi, la storia sarà incentrata prevalentemente sui Giochi, anche se ci saranno sempre gli accenni alla Finchaymitch e, come di rito, ad una delle mie coppie preferite di “Hunger Games” (lo so, vi ho stancato, ma non posso farne a meno XD): la Catoniss e la Cleeta. Da questo momento partono le scommesse sulla coppia che farà da sfondo a questa fanfiction! :D Detto questo, vi saluto augurandovi buone vacanze ed un in bocca al lupo nel caso ci siano verifiche, interrogazioni o esami dietro l’angolo. Baci da JackiLoveCatoniss4ever.

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Capitolo 9
*** I knew that we'd become, one right away ***


Non riesco a crederci. È impossibile. Mi sembra di impazzire. Per un attimo smetto persino di respirare, poi ritrovo la mia naturale compostezza. Scanso Zara, visibilmente sotto shock, con una mano, esco dalla fila e, scortata da due Pacificatori, percorro a passi misurati la distanza che mi separa dal palco. So perfettamente che, in tutto il distretto, non c’è un’anima pronta ad offrirsi volontaria per me. Forse Zara, ma non glielo permetterò. Non sacrificherà la sua vita per salvare la mia. Avere, per il resto dei miei giorni, la sua probabile morte sulla coscienza mi ucciderebbe. Non sopporterei di perderla. Meglio che sia io ad andarmene. E me ne andrò, di questo posso esserne sicura. L’unica arma che sarò capace di maneggiare nell’arena sarà un coltello, e di certo i tre giorni di addestramento non mi serviranno a molto. È statisticamente improbabile che, in quel lasso di tempo, impari ad usare nuove armi o migliori coi coltelli. Solo i Favoriti ne sarebbero capaci. Non so se ci sia qualcuno, negli altri distretti, capaci di eguagliarli. Poi mi ricordo di Haymitch. Lui ha vinto ventiquattro anni fa, i Cinquantesimi Hunger Games, la seconda Edizione della Memoria. Una volta me ne ha parlato. Si era ritrovato solo contro tre Favoriti, ed era riuscito ad ucciderne due quando il terzo lo aveva bloccato. Gli avrebbe certamente tagliato la gola se non fosse stato per Maysilee Donner, che gli tirò un dardo avvelenato nel collo. Dopo la morte della sua alleata, erano rimasti quattro tributi, compreso lui, che riuscì ad arrivare in finale contro una ragazza del Distretto 1. Fu grazie alla fortuna di aver scoperto un campo di forza sul fondo di un dirupo che poté ucciderla e vincere. Purtroppo, pagò cara questa sua prodezza. Il presidente Snow non tollera che gli si faccia fare la figura dello stupido. Ha ucciso sua madre, il suo fratellino e la sua ragazza, condannandolo a trovare rifugio nell’alcol fino a quando non ha incontrato me. Abbandono i ricordi e ritorno al presente. Sono arrivata davanti alle scale che mi condurranno in cima, dove quella che oramai è diventata ufficialmente la mia accompagnatrice mi sta aspettando, tendendomi una mano. Le percorro con calma. Sono in diretta nazionale, e non posso permettere che qualcuno, soprattutto se si tratta degli altri tributi, legga nei miei occhi paura o disperazione. I miei avversari potrebbero pensare che io sia una facile preda, ma farò di tutto per dimostrare loro che si sbagliano di grosso. Sono astuta ed intelligente, a scuola mi sono meritata il soprannome Faccia di Volpe per queste mie doti e per le caratteristiche estetiche che mi contraddistinguono dagli altri. Ora sono sul palco. Claire Keyes chiede se ci siano volontari ma, come immaginavo, non si fa avanti nessuno. Lascio correre lo sguardo per tutta la piazza. Mio padre è sconvolto, mi fissa con la bocca aperta e gli occhi fuori dalle orbite. Cleopatra ha il viso nascosto nella sua giacca, e singhiozza disperata. Zara è nella stessa posizione di prima, con l’unica differenza che ora il suo viso è solcato da lacrime abbondanti. – Ed ora… il giovane uomo! – Claire si avvicina alla boccia coi nomi dei ragazzi e ne estrae un biglietto. Spero con tutta me stessa che non ci sia il nome di Ander, dentro. “Mamma, ti prego, aiutami”, penso. – Will Serrador! – Lo conosco. Viene in classe con me, ha la mia stessa età. Non è del tutto a posto con la testa. Infatti urla e grida e scalcia mentre i Pacificatori lo portano di peso verso il palco. Ma per me l’unica cosa che conta è che non si tratta di Ander. Anche per il mio, oramai posso definirlo così, compagno nessuno si offre volontario. Non penso neppure che Cleo abbia fatto caso al nome del ragazzo estratto. Sta ancora piangendo a dirotto, e mio padre sta cercando di consolarla, pur essendo disperato come lei. Mio fratello è sorretto da due suoi amici, non riesce ancora a credere a quello che è successo meno di cinque minuti fa. Si sentono degli strani rumori provenienti dalla sezione delle ragazze. Mi giro verso le mie compagne. Zara sta vomitando. Non ho mai visto la mia migliore amica in questo stato. Un’altra ragazza che va a scuola con noi le regge i capelli per evitare che si sporchino, un’altra le tiene la fronte e le sussurra qualcosa. Devono essere le tipiche frasi che si dicono in questo contesto. Vedrai che ce la farà, non preoccuparti, si sistemerà tutto, ecc. ecc.. Claire riporta l’attenzione su di noi due. – Su, ragazzi, stringetevi la mano! – Faccio come dice, obbedendo meccanicamente. Will sembra finalmente accettato il suo destino. Ha finito di sclerare, sebbene sia terrorizzato. Dopodiché, entriamo nel Palazzo di Giustizia per i consueti addii.

Angolo dell’autrice: Ma buongiorno! Povera Finch, guardate cos’altro le è toccato. Smetterà mai la vita di sottoporla a prove su prove? Sono rimaste solo tre settimane prima del tragico epilogo che porrà fine alla sua vita… Uhm, no, troppo teatrale. Comunque, che ve ne pare della storia? Sta continuando a piacervi? La trovate eccessivamente drammatica? State tranquilli, sapete perfettamente che potete dirmi tutto. Accetto qualsiasi critica costruttiva. Vi mando un bacio e vi do appuntamento al prossimo capitolo, nella speranza di trovarvi ancora tutti intenti a leggere la mia storia. Non abbandonatemi! XD Un saluto a tutti quanti! Baci, JackiLoveCatoniss4ever.

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Capitolo 10
*** A right away ***


Aspetto che le persone a me care vengano a dirmi addio nella stanza in cui mi hanno condotto i Pacificatori. Non riesco neppure a focalizzare i miei pensieri. “Perché?”, continuo a chiedermi. “Perché proprio a me?”. La porta si apre, facendomi sussultare. – Avete tre minuti – dice una voce fredda prima di richiuderla. Ander e Cleopatra si buttano tra le mie braccia, mentre mio padre osserva tristemente la scena. I miei fratelli singhiozzano disperatamente, e purtroppo io non posso permettermi di seguirli. Devo accontentarmi di stringerli più forte di quanto non abbia mai fatto, di asciugare le lacrime che cadono sul volto di Ander, di annusare un’ultima volta il profumo che emanano i capelli di Cleo. Poi mio padre inizia a parlarmi: – Finch, voglio chiederti scusa per quello che ti ho fatto passare in questi anni. Avevamo un disperato bisogno di soldi ed, anche se c’erano sicuramente molte altre opzioni con cui riuscire a guadagnarli, io riuscii a pensare solo alla vostra prostituzione. Ma adesso basta: te lo prometto, non accadrà mai più! Non sono come sono riuscito a vendere i corpi dei miei figli. Probabilmente vostra madre si starà rigirando nella tomba. Il mio è stato un comportamento disgustoso, rivoltante: ti prego, perdonami! – Si è accasciato a terra ed ha iniziato a piangere circa a metà discorso. Scosto delicatamente i miei fratelli e mi avvicino all’uomo che mi ha dato la vita. – Shhh, è tutto okay – sussurro. Lo abbraccio, sorprendendolo. – Ti voglio bene, papà. – Con lo sguardo, invito i miei fratelli ad unirsi a noi. Restiamo in questa posizione per il poco tempo che ci resta. Il Pacificatore di prima rientra. – Tempo. – Porta via i miei familiari, tutto quello che mi rimane al mondo. Attendo l’unica persona che può ancora venire a farmi visita. Senza aspettare il permesso, Zara spalanca la porta e corre verso di me. Ci stringiamo fin quasi a farci male. – Giurami che ci proverai! Giuramelo! – La sua voce è attutita dalla mia capigliatura e dalle lacrime che le colano lungo le guance. L’ho vista piangere così poche volte che stento a credere che questa sia veramente lei, la mia migliore amica, quella che mi ha sempre aiutato nei momenti di difficoltà, l’unica di cui mi fido. – Posso provarci, ma sai benissimo che sarebbe del tutto inutile. E poi, Haymitch ha i suoi tributi… – Mi guarda, incredula. – Persino ora non riesci a smettere di pensare a lui – mormora. – Ti prego, dimmi che non hai veramente intenzione di sacrificarti per due ragazzi che neppure conosci. – La fisso dritta negli occhi. – Se servirà, sì. – Rimane a bocca aperta. – Non puoi farlo! – quasi grida. Il Pacificatore dal tono gelido interrompe la nostra conversazione, portandola via da me per sempre. Penso che le visite siano finite, quando la madre di Zara fa il suo ingresso. Per lei sono sempre stata come una figlia, in special modo da quando è morta mamma. Mi abbraccia e mi dice di tenere duro, che presto tutto questo finirà. Per il resto del tempo che abbiamo a disposizione non parliamo, e quando la portano via da me mi sento come se mia madre fosse morta una seconda volta. L’ultima persona che viene a farmi visita è il padre di Zara. L’ho visto pochissime volte, è molto occupato con il lavoro, ma sua figlia deve avergli parlato molto di me, perché si avvicina ed inizia a parlare sommessamente. All’inizio non capisco le parole, poi mi accorgo che si tratta di una canzone che mi cantava sempre la mamma. Dev’essere stata Zara a dirgli che è la mia canzone preferita. Mi impongo di non scoppiare in un pianto a dirotto. Alla fine, anche lui se ne va. Vengo scortata fino al treno, dove trovo Will in preda ad una crisi isterica e Claire che si tiene a distanza di sicurezza da lui. Partiamo. Guardiamo il riepilogo delle mietiture. Mi restano impressi solo alcuni tributi. Distretto 1. Viene sorteggiata una diciassettenne bionda con gli occhi verde smeraldo, Glimmer Belcourt. Il suo compagno di distretto è un diciassettenne con capelli ed occhi castani, Marvel Sanford. Distretto 2. Dalla boccia viene estratto il nome di una quindicenne dai capelli neri e gli occhi tra il verde ed il marrone, Clove Kentwell. Cato Hadley, un diciottenne biondo con gli occhi azzurri, si offre volontario. Distretto 4. Vengono mietuti la sedicenne Marina Schulse, capelli neri ed occhi marroni, ed il dodicenne biondo e con gli occhi verdi Max Eisenstein. Poi vengo io. Distretto 6: la dodicenne Kate Sullivan viene immediatamente sostituita da sua sorella diciottenne Sophie e suo fratello sedicenne William. Distretto 11: la dodicenne Rue Mathony ed il diciottenne Thesh Radioactive vengono pescati. Distretto 12: la dodicenne Primrose Everdeen viene rimpiazzata dalla sorella sedicenne Katniss. L’ultimo tributo è il sedicenne Peeta Mellak. Non si vede Haymitch da nessuna parte.

Ciao! Capitolo otto? No. Nove? Nemmeno. Dieci? Sì. Eh, già, siamo arrivati fin qui. La canzone sarebbe dovuta essere “Deep in the Meadow (Lullaby)”, ma ho preferito non inserirlo. Piccolo annuncio: durante l’estate, pubblicherò molti capitoli a giorno, perché sono terribilmente indietro con le storie e rischio di confondermi. Bene, ora passiamo al capitolo. Che ve ne pare dei saluti e delle mietiture? Ho preferito non inserire tutte le loro descrizioni perché sarebbe apparso troppo monotono, non vi pare? E poi l’ho già fatto in tutte le mie precedenti fanfiction. O quasi. Non ricordo bene. XD Vabbè, recensite! Baci, JackiLoveCatoniss4ever.

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Capitolo 11
*** At first sight I left the energy of sun rays ***


Mi riesce impossibile dormire. Continuo a girarmi e rigirarmi sotto le coperte, con un unico pensiero fisso: le persone che ho lasciato a casa. Mio padre si starà sforzando di mantenere la promessa che mi ha fatto? Ander troverà il coraggio di affrontare la sua nuova vita, quella senza di me? Cleopatra avrà smesso di disperarsi ed avrà iniziato a cercare un metodo per sopravvivere al dolore delle prossime settimane, o, molto più probabilmente, dell’intera vita? Ed infine, Zara e la sua famiglia mi staranno pensando? Il Distretto 5 si starà chiedendo come stiamo noi tributi, come ci sentiamo, se siamo scivolati nella depressione più nera, cupa e profonda o se stiamo già combattendo per la nostra sopravvivenza? Queste sono tutte domande senza risposta, che rimarranno tali per sempre. Nemmeno l’oblio in cui mi trascinerà la morte riuscirà a rendermele più chiare. So solo che io non smetterò mai di pormele, ogni singolo momento dei giorni che mi restano da vivere. Spero di riuscire a conquistare almeno un paio di sponsor nell’arena, non voglio morire subito. Però… Inizio ad essere perseguitata da un dilemma. Se morissi il primo giorno, almeno non patirei dolori atroci, mi darebbero un colpo ben piazzato. In fondo, al bagno di sangue si cerca semplicemente di uccidere il maggior numero possibile di tributi. Per il pubblico, quello può essere considerato l’inizio dello spettacolo. Ma se la mia sorte fosse quella, dimostrerei a tutta Panem di non essere capace nemmeno di difendermi. Se invece morissi nei giorni seguenti, avrei sì dimostrato di avere delle buone capacità di sopravvivenza, ma il pubblico esigerebbe uno spettacolo, soprattutto se i miei assassini sono i Favoriti. Ecco, questa è la mia paura più grande: essere uccisa da un branco di persone, non da una sola. Il mio terrore si concentra in particolare verso due direzioni: i Tributi Prescelti, in special modo Cato, il volontario diciottenne del Distretto 2, ed i ragazzi del 12. Lo so, è assurdo temere chi viene dal distretto più povero di tutta Panem, ma la ragazza… Mentre assistevo alle mietiture in TV, l’ho guardata in quegli occhi grigi così tipici per chi viene da quelle parti, e vi ho visto splendere un fuoco ardente, che non si sarebbe fermato davanti a niente e nessuno e che nulla avrebbe potuto controllare. Era chiaro che avrebbe fatto di tutto per tornare da sua sorella minore. Per un attimo, ho scrutato anche nei suoi occhi, e non vi ho trovato le stesse fiamme che animavano quelli della volontaria. Il ragazzo inizialmente mi era sembrato timido e pauroso, ma nel profondo delle sue iridi azzurre c’era qualcosa di indecifrabile e di molto potente, qualcosa alla pari col fuoco della sua compagna di distretto. Per un attimo, al momento della consueta stretta di mano, si sono guardati, ed ho notato che il biondo fremeva. In quel momento, dentro di lui non c’era odio, ma un sentimento che conosco bene. Amore. Amore più forte di ogni regola e convenzione, amore puro, amore vero, amore eterno. La stessa cosa che provo io per Haymitch e che lui prova per me, solo che mentre io conosco le sue sensazioni, il loro mentore non mi ha dato modo di spiegargli le mie. Penso che anche lui abbia visto le mietiture, e che abbia assistito a quella che mi ha cambiato per sempre la vita. All’improvviso, mi rendo conto che lo rivedrò, a Capitol City, e che lui dovrà tenere in vita non me, la ragazza che ha confessato di amare, bensì i ragazzi del suo distretto. Le loro famiglie contano sul suo aiuto e supporto. Ed ho intenzione di andare in suo soccorso. Visto che non riuscirò a vincere comunque, tanto vale che provi a far trionfare uno dei due. Magari, se riesco a convincere la mia mentore, riesco a scucire un’alleanza coi tributi del 12. Con questi piani, progetti e macchinazioni in mente, riesco finalmente ad assopirmi, per essere svegliata meno di due ore dopo da Claire, che, col suo solito tono entusiasta, mi informa che la colazione è pronta. Quando mi presento in sala, lei sta sorseggiando un tè, e getta occhiate imbarazzate verso l’angolo in cui Thomas sta cercando di calmare, una volta per tutte, Will, in preda alla sua ennesima crisi isterica. Io mi siedo accanto a Yara, ma non parliamo di strategie: ho in mente di metterla al corrente del mio piano una volta arrivati alla capitale, alla fine della Cerimonia di Apertura. Cinque minuti dopo aver addentato una brioche, grida estasiate interrompono il primo pasto della mia giornata, rivelandomi che siamo già arrivati in città. Una morsa mi chiude lo stomaco, impedendo al cibo di essere digerito correttamente. Tra qualche ora, rivedrò nuovamente l’uomo che mi ha rubato il cuore.

Angolo dell’autrice: Allora, che ne pensate del capitolo undici? Troppo sdolcinato o va bene così, in quanto a romanticherie? Ebbene sì, lo ammetto: sono una grandissima fan della saga di “Fairy Oak” e dei libri della “famiglia Stilton” (ovvero Elisabetta Dami), come avrete potuto dedurre dai nomi che ho scelto per i mentori della nostra cara protagonista e del suo quasi-psicopatico (perché lo è) compagno di distretto. Nel prossimo capitolo ci sarà la Cerimonia di Apertura, ed io già non vedo l’ora di cominciare gli Hunger Games. Non ho trovato molte fanfiction che parlassero della sua permanenza nell’arena. Baci, JackiLoveCatoniss4ever.

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Capitolo 12
*** I saw the life inside your eyes ***


Sono stata affidata alle “cure” del mio staff di preparatori, Lauren, Suzie e Jack, mentre Will è nella stanza accanto, insieme agli altri tributi maschi ed a Julianne, Mag e Mark. Qui, nella sezione femminile, ci sono già molte ragazze: Glimmer, la biondona dell’1, che continua a darsi arie, dicendo di non aver bisogno di nessun trattamento; Marina, che, in disparte, la guarda con le sopracciglia leggermente inarcate; Sophie, l’unica tra noi a non avere imperfezioni; Rue, che trattiene a stento una risata ma si lascia sfuggire un sorrisetto; Katniss, con un’espressione insofferente in viso; e Clove, che borbotta qualche minaccia sottovoce, guardando in cagnesco quella che si presume sarà sua alleata nell’arena. La porta si spalanca, e per un attimo ognuna di noi smette di pensare a sé stessa per concentrarsi su Sarah, la ragazza dell’8, che è appena entrata. Un istante dopo, c’è chi se n’è già dimenticato ed è ritornato a riflettere sui suoi problemi personali. Il mio staff, dopo un’altra ora, mi avvisa che il mio stilista, Eric, mi sta aspettando in una delle salette adiacenti. Quando faccio il mio ingresso in quella che mi è stata indicata, trovo un uomo di sessant’anni circa, con labbra orribilmente gonfie, artigli ricurvi che si notano ad un chilometro di distanza per quanto sono lunghi e baffi da gatto così fini che potrebbero essere invisibili, se non fosse per la polvere d’oro che li ricopre. L’immagine di Capitol City. Il mio disgusto è indicibile. Non mi lascia neppure il tempo di parlare: mi trascina davanti ad un orrendo costume, presentandolo come la sua creazione migliore. Ed io, intanto, penso “Chissà a quante altre povere ragazze avrà detto la stessa cosa!”. Me lo fa indossare e tira fuori da non so dove un copricapo intonato (e doppiamente rivoltante) a forma di anello di Saturno. Mi guardo allo specchio: sono argentata da capo a piedi, ma l’effetto non è accecante. Almeno una cosa buona. Sarei sicuramente ruzzolata giù dal carro, se non fossi riuscita a vedere. Saliamo sull’ascensore che, in un batter d’occhio, ci porta nell’atrio. C’è un gran via vai, e fatichiamo un bel po’ prima di trovare Will e gli altri. Davanti ai nostri cavalli, avviene il mio primo incontro con la sua stilista, Gin. È decisamente più sconvolgente vedere lei che Eric. Seno tatuato. Pietre preziose inserite su di una pelle tinta di fucsia. Motivi decorativi sul viso. Ma è possibile che la gente di qui non si accorga di quanto appaia mostruosa? Giro a testa da una parte all’altra, fino a quando non individuo i tributi del 12. Non c’è traccia di Haymitch. C’era da aspettarselo. Lui si trova già a fine percorso. La mia mente vaga fino ad arrivare a mio padre, Ander, Cleopatra e Zara, al Distretto 5. La trasmissione sta per iniziare, sono costretti a guardarla. Spero che non li scoraggi troppo. L’ordine di salire sui carri arriva subito dopo che ho finito di analizzare i miei pensieri riguardo alla mia famiglia ed alla mia migliore amica. Io e Will siamo i quinti a partire. Una volta che tutti i tributi sono usciti, nessuno ci nota. Le fiamme che si sprigionano dai mantelli dei ragazzi del 12 hanno focalizzato metà dell’attenzione del pubblico in quella zona. L’altra metà ammira i fratelli del 6. La loro bellezza è innegabile, non c’è dubbio. Qualche spettatore è concentrato, piuttosto distrattamente, a dire il vero, sui tributi del 2. Davanti all’Anfiteatro, il Presidente Snow ci fa il suo consueto discorso, poi siamo tutti liberi di andare nei nostri nuovi appartamenti, al Centro di Addestramento. Penso per un attimo a mio padre, Ander, Cleo e Zara, prima di vederlo. Eccolo. Finalmente. Haymitch si sta dirigendo verso i due sedicenni affidatigli, poi, però, il suo sguardo viene catturato da qualcosa, o meglio, qualcuno, dietro di loro. Cato e Clove fissano Katniss e Peeta con un’intensità tale che sembra gli leggano dentro. Clove distoglie subito lo sguardo, ma Cato rimane occhi negli occhi con Katniss, mentre un sorriso beffardo e quasi impercettibile gli affiora alle labbra. Strano, pensavo fosse interessato a Sophie. Prima della sfilata le ha lanciato certe occhiata che non potevano essere equivocate. Poi gli occhi grigi di Haymitch si puntano su di me, facendomi distogliere l’attenzione da tutto il resto e rimanere senza fiato. Quanto mi sono mancati! Porta il suo gruppetto verso di noi ed, attento a non farsi notare, si volta verso di me. Leggo il suo labiale prima che se ne vada: “A mezzanotte nella terrazza dell’attico”. Mi accosto a Yara. – C’è una terrazza, qui? – chiedo, con nonchalance. – Certo, ma è al dodicesimo piano. Perché? – domanda, dubbiosa. – Volevo rinfrescarmi un po’, ma fa niente – concludo. Penso proprio che conterò i minuti che mi separano da mezzanotte ed Haymitch.

Ma ciao! Che ve ne pare del capitolo dodici? È fatto bene, oppure è il peggiore fino ad ora? Sincerità, grazie! XD L’accenno alla Catoniss è stato impercettibile come il sorriso di Cato (pensiero personale) ma, per vostra informazione, c’è. Quanto mi è mancato scrivere un po’ su questo ship! Oramai, l’unica mia consolazione è leggere “La scelta” di Madonna Meccanica (MM, se ci sei, grazie di cuore! <3) o, in alternativa, cercare fanfiction in inglese su Wattpad, Tumblr e Fanfiction.net. Fortunatamente, ce ne sono molte. Però è un peccato che la Catoniss sia shippatissima solo in America. Baci, JackiLoveCatoniss4ever.

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Capitolo 13
*** So shine bright, tonight you and I ***


Il quinto piano è immenso. Ci sono decine di camere, e mi ritrovo a pensare a cosa possa servire il Centro di Addestramento nel corso dell’anno, quando è libero dagli ospiti degli Hunger Games. Se io, mio padre, Ander e Cleopatra vivessimo qui, ospiteremmo anche un folto numero di amici, prima tra tutti Zara, ne sono sicura. Quando Claire mi indica la stanza che dovrò occupare per il resto della settimana, mi ci fiondo dentro senza esitare. Non vedo l’ora di incontrare Haymitch alla terrazza. Lancio un’occhiata all’orologio affisso alla parete: le nove meno cinque. Ho tutto il tempo di farmi una doccia, cambiarmi e mangiare, prima di dirigermi all’appuntamento: mancano più di tre ore abbondanti a mezzanotte. Per prima cosa, mi levo quell’orrendo costume di dosso: ero così ridicola su quel carro, è praticamente ovvio che il pubblico mi abbia ignorato, prestando più attenzione a chi era vestito meglio, aveva un aspetto fantastico ed era stupendo. Entro nella cabina doccia e noto immediatamente un centinaio di pulsanti. La domanda su quanto tempo potrei impiegare a premerli tutti mi balza subito in testa, prima di essere scacciata dall’esigenza di lavarmi per bene. Guardo attentamente il pannello e scelgo il trattamento “Simple”. Un quarto d’ora dopo, esco più profumata di un giglio e, finalmente, rilassata. Una volta tornata in camera, apro a caso il primo cassetto che trovo sottomano, venendo ricompensata da una mise molto graziosa: camicia bianca a maniche lunghe e gonna di jeans con stampe floreali. Nell’armadio trovo due zeppe di legno e sopra il tavolino da toilette (roba da Capitol City, penso con rassegnazione ed un pizzico di divertimento) scovo un braccialetto quadrato d’argento ed un anello con granato. Dopo aver studiato alla bell’e meglio la mia immagine allo specchio, decido di tenere i capelli sciolti. Alla mia équipe potrà sembrare strano questo mio look così appariscente, così decido di dire loro che avevo voglia di provare un nuovo stile. Viste le stravaganze della gente della capitale, si spera che non ci faranno molto caso. In sala trovo solo Will, anche lui vestito in modo piuttosto ricercato: maglietta dei “moab” (almeno così c’è scritto) sopra maglia di cotone a maniche lunghe blu, jeans e scarpe da tennis. Si liscia in continuazione i suoi capelli ad istrice. Potrebbe sembrare quasi carino, se non fosse per la solita espressione da pazzoide nei suoi occhi. Tuttavia, le ragazze del Distretto 5 ci facevano spesso un pensierino. Io, ovviamente, pensavo soltanto ad Haymitch. Il resto della squadra ci raggiunge in breve tempo, e cominciamo a cenare. Non presto molta attenzione alla replica della Cerimonia di Apertura, mi distrae solo dal cibo. Non appena lo spettacolo si conclude, fingo di cadere dal sonno e sparisco in camera mia. Faccio passare il tempo pensando a cosa dire ad Haymitch ed, in men che non si dica, mancano tre minuti all’ora X. Apro con discrezione la porta e guardo circospetta il corridoio. Assicuratami che non ci sia anima viva, prendo l’ascensore e schiaccio il pulsante numero dodici. Arrivo dopo pochi attimi. Ripeto la stessa operazione di prima, e raggiungo la porta socchiusa del tetto. La figura di Haymitch si staglia contro il cielo illuminato artificialmente della capitale. – Ehi, Faccia di Volpe. – Il nomignolo con cui venivo chiamata a casa mi fa sorridere e sentire, per la prima volta da quando sono qui, al sicuro. – Volevi parlarmi? – gli chiedo, avvicinandomi ed appoggiandomi al parapetto. – Più che altro volevo guardarti. – La sua risposta mi confonde. Aggrotto le sopracciglia. – Guardarmi? – domando, senza capire. – Sei diventata più bella. Il costume indossato da Katniss e Peeta sarebbe stato meglio addosso a te. – Arrossisco per il complimento. So che si riferisce ai miei capelli rosso fuoco ed ai miei occhi color ambra liquida. – Tu devi dirmi qualcosa? – Non so come le parole riescano ad oltrepassare la linea delle mie labbra, ma lo fanno. – Ti amo. – La sua espressione è indecifrabile. Improvvisamente, si china verso di me. Il bacio è veloce ma intenso, ed io mi ritrovo a desiderare che non finisca mai. Pochi secondi dopo, si stacca da me e se ne va, lasciandomi sola. È il suo modo di fare, e non mi dispiace neanche un po’. Lo conosco, oramai, so che non lo fa per ferirmi, ma perché è il suo istinto a suggerirglielo, è la sua natura. Torno al mio piano e mi butto sul letto, cercando di prendere sonno. Probabilmente non riuscirò a vincere. Non possiedo le capacità necessarie. In tal caso, farò il possibile per aiutare Katniss e Peeta. Il mio ultimo pensiero, prima di sprofondare nel sonno, torna al mio distretto, a mio padre, Ander, Cleo e Zara. Finalmente mi addormento, ma riesco ancora a sentire il sapore delle labbra di Haymitch che si espande nella mia bocca.

Angolo dell’autrice: Il capitolo tredici! Qui ho voluto inserire un po’ di romance. Che ve ne pare? È adatto al rating giallo della storia? Avrei dovuto inserire più elementi riguardo il loro incontro o questi bastano o, addirittura, avanzano? XD Okay, troppe domande. È il momento di stressarvi con gli ship (muahahah, ora mi diverto!): Plimmer? No, seriamente c’è gente che shippa Peeta e Glimmer? Ma scherziamo? Peeta è di Clove, e Glimmer e Marvel… <3 This is love, è ufficiale (almeno per me). Ok, la vostra fedele Cleeta and Glarvel shipper di fiducia vi saluta, augurandovi tante cose belle!

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Capitolo 14
*** We're beautiful like diamonds in the sky ***


Non appena mi sveglio, il mio pensiero corre subito a mio padre, Ander, Cleopatra e Zara. Chissà se staranno bene. Di certo, saranno preoccupati per me quanto io lo sono per loro. Ad un tratto, la mia mente vola ad Haymitch ed al bacio che ci siamo scambiati ieri sera, sul tetto. È stato l’unico consenziente che abbia mai dato in tutti i miei quindici anni di vita, qualcosa di dolce ed indefinito, e mi è piaciuto da morire. Mi lascio sfuggire un sorriso. Qualcuno bussa alla porta. – Su, su, su! Sarà una grande, grande, grande giornata! – Ovviamente è Claire. Solo lei, nel nostro piccolo e variegato gruppo, può essere già in piedi a quest’ora. La sento dire la stessa cosa a Will, a cui scattano immediatamente i nervi. Il rumore della porta della sua camera che sbatte mi fa sobbalzare. Grida alla nostra accompagnatrice di non osare mai più dirgli quello che deve fare, altrimenti… Inizia ad urlarle dietro ogni sorta di minaccia, svegliando tutti quanti e costringendo Thomas ad uscire dalla sua stanza per andare a calmarlo. Oramai il sonno se n’è andato, sostituito da una leggera tensione che va man mano crescendo per l’addestramento. Mi alzo, vado al bagno ed, appena prima di andare a mangiare, mi cambio coi vestiti che trovo davanti alla porta. Deve averli messi lì uno dei senza-voce del nostro piano. L’orologio segna le sette e tre quarti quando esco. La mia équipe sta già divorando la colazione, e nessuno fa molto caso a me, così mi gusto tranquillamente il pasto che ho davanti. Nessuno parla fino alle nove e cinquanta, quando, con Claire che ci accompagna, io e Will saliamo in ascensore. Quando arriviamo alle vere sale d’addestramento ci sono solo Glimmer, Marvel, Cato, Clove, i tributi del Distretto 3, Marina e Max. In breve tempo, arrivano tutti gli altri, Katniss e Peeta per ultimi. Lo sguardo del tributo maschile del 2 cerca subito un contatto con la ragazza del 12, ottenendolo immediatamente. Le fa un accenno di sorriso. Ovviamente non vuole che i suoi futuri “alleati” (se così si possono chiamare quattro persone che, arrivate alla fine dei Giochi, si ammazzano a vicenda dopo essersi aiutati l’un l’altro per tutta la loro durata) vedano che sta provando ad instaurare un qualsiasi tipo di rapporto con una sedicenne del distretto più povero di Panem, nonché una nemica. Alla fine del discorso di Atala, il capoistruttore, ognuno di noi si dirige alla postazione che preferisce. Non appena individuo quella di identificazione di piante ed insetti velenosi, corro subito in quella direzione. C’è uno schermo in cui bisogna cercare di capire quali tra gli organismi raffigurati possono essere fatali per riuscire a riconoscerli una volta nell’arena. A scuola ci hanno insegnato un po’ di questa roba, il resto l’ho scoperto leggendo il libro di testo per conto mio. Riesco ad azzeccarli tutti e così trascorro i restanti tre giorni alla postazione del lancio dei coltelli, per imparare a maneggiare almeno quell’arma. Guardandomi intorno, mi sembra piuttosto di trovarmi ad uno di quei circoli di incontri invece che al Centro di Addestramento. C’è gente che flirta in continuazione. Glimmer, per esempio, si avvinghia sempre a Marvel, lo riempie di complimenti, lo segue ovunque. Quando cerchi Marina, la trovi sempre nei pressi della postazione occupata da Max, qualunque essa sia. Rue osserva di nascosto Thresh, ritagliandosi uno spazio che la faccia passare inosservata. Katniss sembra incollata a Peeta, sono sempre insieme. Sophie parla spesso con Cato, che, dopo l’iniziale approccio con Katniss, sembra apprezzare molto le attenzioni che il bel tributo femminile del 6 gli dedica. E per finire, William riesce a distrare Clove quando vuole e qualsiasi cosa stia facendo la ragazza semplicemente sorridendole in modo molto seducente. Immediatamente, la Favorita diventa rossa in viso ed ogni oggetto che ha tra le mani le cade sul pavimento. L’affascinante sedicenne, in questo modo, trova un ottimo pretesto per andare a raccoglierlo e chiacchierare amabilmente ed affabilmente con lei. Io non faccio altro che pensare ad Haymitch ed al bacio che ci siamo scambiati, ovviamente. Chiunque, al mio posto, non riuscirebbe a togliersi dalla mente l’accaduto, poco importa quando è successo, se la sera o l’anno prima. L’ultimo giorno di addestramento aspettiamo che chiamino i nostri nomi. Io sono la decima. Mi faccio coraggio per mio padre, Ander, Cleo e Zara e vado. Quando entro, gli Strateghi sono un po’ brilli ma non del tutto sbronzi, o almeno non ancora, per fortuna. Inizialmente lancio qualche coltello ma, visti gli scarsi risultati che ottengo, decido di passare alle tecniche di sopravvivenza. Lì riesco a far valere le mie capacità. Purtroppo, però, la maggior parte degli Strateghi ha smesso di osservarmi da un bel pezzo, e l’altra metà non sembra affatto impressionata.

Ehilà! Capitolo quattordici! Che ve ne pare? Sono un po’ incerta sul finale, ma non riuscivo a pensare a niente. Sono un po’ giù per via del fatto che, a causa delle mie condizioni di salute, non sono potuta partire per la gita di tre giorni a Torino. Dannato virus! Please, tiratemi su di morale con qualche recensione! Ve lo chiede una povera autrice che non ha ancora smaltito i postumi della crisi isterica avuta durante la verifica di tecnica. Vabbè, aggiorno l’ultimo capitolo di “The Girl On Fire” e vedo se c’è ancora “Bones” in TV. Adieu! Baci, JackiLoveCatoniss4ever.

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Capitolo 15
*** Eye to eye, so alive ***


Mentre, delusa, mi dirigo verso l’ascensore, mi viene in mente un’idea che riesce quasi a farmi sorridere. Attenta a non farmi vedere dai senza-voce, che osservano sempre i tributi quando se ne vanno a causa di un vecchio fatto accaduto anni ed anni fa, in cui una ragazza del Distretto 2 premette il pulsante numero dieci per andare dal tributo maschile di quel distretto con intenzioni tutt’altro che caste, e rimase incinta. Le alte sfere della capitale dovettero farli diventare dei capitolini come loro ed estrarre altri due nomi dalle bocce della mietitura. Distraggo i senza-voce fissando interrogativa un punto imprecisato nella stanza. Loro indirizzano i propri occhi da quella parte ed io premo, del tutto indisturbata, il pulsante dodici. L’ascensore parte, e mi balza in testa un scusa nel caso Haymitch sia in compagnia. Mi viene da ridere se penso a quello che direbbero mio padre, Ander, Cleopatra e Zara se sapessero quello che sto per fare. Quando arrivo, esco fuori con molta cautela. Sento delle voci provenire dal salone. Mi avvicino silenziosamente, ma faccio un passo di troppo, ed una donna dalla parrucca vistosa e dagli abiti ricercati mi individua. – E tu chi sei, ragazzina? – Tralasciando il significato di quell’ultima parola, che mi dà molto fastidio (ne è passato di tempo da quando ero una “ragazzina”), mi faccio coraggio ed entro nella stanza. – Ehm… Sono Finch Crossley, del Distretto 5. La mia mentore, Yara, desidera parlare con Haymitch e mi ha mandato a chiamarlo. È disponibile? – Lo fisso. Si morde un labbro per non scoppiare a ridere. Tossisce. – Sì, sì, certo. Arrivo subito. Effie, penso che sarò già tornato quando arriveranno i ragazzi. Comunque, se così non fosse, non preoccuparti. Mi farò vivo, presto o tardi. – Facciamo finta di andarcene, poi, mentre la donna chiamata Effie (dev’essere per forza l’accompagnatrice di Katniss e Peeta) volta le spalle all’ingresso, ce la squagliamo verso il tetto. Nella terrazza soffia un venticello fresco, che mi rigenera. I miei capelli si scompigliano al vento. Non sento il rumore della porta che si chiude, solo il rumore della risatina sommessa di Haymitch, che si interrompe non appena mi vede. – Accidenti, sei diventata molto più bella di quel che pensassi. – Il tono roco della sua voce mi fa capire che non sta scherzando. Gli sorrido maliziosamente, ma poi il ricordo di quel che è successo alla mia sessione privata prevale, e la mia tristezza si fa sentire. – Ehi, che ti è successo, bellissima? – È veramente preoccupato. – Non otterrò un gran punteggio – mormoro. – Oh, su, su, non preoccuparti. Capita a tutti una giornata no. – Mi cinge le spalle. – Ma non in un’occasione così importante. – Ora sono quasi sull’orlo delle lacrime. Per calmarmi, Haymitch mi dà un bacio dritto in bocca. Vorrei non staccarmi mai da lui, ma sentiamo dei passi che si avvicinano. – Dannazione! – impreca. – Nasconditi là dentro. – Mi indica la serra, dove io corro subito. Una giovane donna apre la porta. – Portia, che ci fai qui? – Intavolano una discussione amichevole, poi se ne vanno insieme. Tiro un sospiro di sollievo ed esco anch’io. Faccio ritorno al mio piano prima che l’équipe del 12 se ne accorga. Il pensiero torna a mio padre, Ander, Cleo e Zara. Quando arriva il momento dei punteggi, ci zittiamo a vicenda. – Come certamente saprete, ogni tributo riceve un punteggio dopo tre giorni di duro addestramento. Gli Strateghi vogliono assicurare l’eccezionale qualità dei tributi. Ma adesso passiamo ai punteggi. – Cala un silenzio di tomba. – Dal Distretto 1… Marvel Sanford. Con un punteggio di… 9. – Me l’aspettavo. – Glimmer Belcourt, con un punteggio di… 8. – Aggrotto le sopracciglia. Strano, non era molto dotata. – Dal Distretto 2… Cato Hadley. Con un punteggio di… 10. – Non si è certo offerto volontario per caso. – Clove Kentwell, con un punteggio di… 10. – Letale come i suoi predecessori. Perdo l’attenzione per un po’. – Dal Distretto 4… Max Eisenstein. Con un punteggio di… 5. – È lo svantaggio di essere piccoli. – Marina Schulse, con un punteggio di… 6. – Mi aspettavo di più da lei. Non presto attenzione al punteggio di Will, ma mi sembra che sia uguale a quello del piccoletto del 4. Poi chiamano me. – Finch Crossley, con un punteggio di… 5. – Maledizione, che speranze di vittoria posso avere? – Dal Distretto 6… William Sullivan. Con un punteggio di… 11. – Gli occhi mi escono fuori dalle orbite. – Sophie Sullivan, con un punteggio di… 12. – Rimango a bocca aperta, prima di perdere nuovamente l’attenzione. – Dal Distretto 11… Thresh Radioactive. Con un punteggio di… 10. – Niente male. – Rue Mathony, con un punteggio di... 7. – Wow! – E, per finire, il nostro ultimo distretto. Dal Distretto 12… Peeta Mellark. Con un punteggio di… 8. – Incredibile! – E, sempre dal Distretto 12, Katniss Everdeen, con un punteggio di… 11. Eccezionale! – Condivido pienamente. Haymitch può essere davvero orgoglioso dei suoi tributi.

Angolo dell’autrice: Sono lieta di presentarvi… il capitolo quindici! Posso ritenermi soddisfatta, o devo chiudermi dentro uno sgabuzzino per il resto dei miei giorni ed ingoiare la chiave? XD Alors, c’è abbastanza Finchaymitch per i vostri gusti raffinati (?), oppure ho esagerato? Avrei voluto scrivere su Cato e Katniss, ma non mi veniva in mente niente di niente (oddio, sto peggiornado! AIUTATEMI!), quindi, per questo capitolo, l’avete scampata, ma farò in modo che non accada più (muahahah, tremate! XP). Be’, ovviamente recensite, solo se ne avete voglia, è chiaro. Vado a postare il primo capitolo di “Diamonds”. Bye-bye! Baci, JackiLoveCatoniss4ever.

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Capitolo 16
*** Palms rise to the universe ***


Quando mi sveglio, realizzo che mancano solo due giorni all’inizio dei Giochi. Mio padre sarà terrorizzato all’idea che la sua figlia più grande sia costretta a parteciparvi. Già immagino il viso di Ander, bianco come un lenzuolo, quando il gong darà il via alla lotta per la sopravvivenza. Cleopatra è così piccola… oh, come vorrei risparmiarle tutto questo! Zara, invece, è forte. Sa già che potrei non fare mai più ritorno a casa, ed in questi giorni avrà quasi certamente fatto pratica nel caso dovesse succedere il peggio. Mi chiedo se si sia già abituata alla mia assenza. Probabilmente sentirà sempre la mia mancanza, ma non riesco a sopportare il fatto che lei viva con un peso sul cuore per tutto questo tempo. Mi costringo ad alzarmi dal mio comodo letto per affrontare a viso aperto la dura realtà. Oggi Yara e Claire mi prepareranno per le interviste, che si svolgeranno domani sera sul palco dell’Anfiteatro, davanti al Centro di Addestramento. Quando le raggiungo per fare colazione, noto che Will e Thomas non sono presenti. La mia mentore risponde alla velocità della luce al mio quesito inespresso. – Will stamattina è stato colto da un attacco di panico ed ha fracassato un vaso. Thomas l’ha accompagnato poco fa in infermeria. – Faccio un cenno col capo per spiegarle di aver capito. Strano, oggi non sono molto loquace. Di solito, quando mi trovo in compagnia di persone di cui mi fido o, in questo caso, a cui sono debitrice per quello che stanno tentando di fare per me, parlo molto. Invece ora non ne ho proprio voglia. L’unica frase che mi faccio uscire di bocca è: – Quando iniziate a prepararmi? – Non appena finisco di pronunciarla, fanno il loro ingresso un Will con un braccio fasciato e la maglietta sporca di sangue ed un Thomas sull’orlo di una crisi di nervi. Trascorro le prime quattro ore con Claire, che mi spiega la tecnica della camminata, il modo di sedermi, il portamento, lo sguardo, i gesti delle mani ed il sorriso. Dopo pranzo, tocca a Yara. – Finch, ho deciso che avrai un approccio divertente. – Allarmata, cerco di spiegarle che non ero famosa per essere una ragazza col sorriso sempre sulle labbra, ma lei ignora tutti i miei tentativi di dissuaderla e mi prepara in questo modo. Purtroppo, il massimo che riesce ad ottenere è la mediocrità. Non sono molto brava a fingere, solo in situazioni estreme, ma in questo caso non riesco proprio a far emergere il mio lato più nascosto. Alla fine della giornata, sono talmente esausta che non riesco neppure a finire la cena. Mi trascino fino in camera e gattono fino al letto, evitando perfino la doccia. La mattina dopo, capisco che sarebbe stato del tutto inutile farla, visto che ci pensa il mio staff di preparatori. Lauren, Suzie e Jack mi immergono in una vasca e mi lasciano lì dentro per ben tre ore, prima di asciugarmi e truccarmi leggermente. A quel punto entra Eric, che mi prende tutte le misure. Capisco, con mio grande orrore, che non ha un vestito pronto per me. Mentre aspetto che lo crei, mi mangio le unghie a sangue. Suzie incombe su di me e me le lima in ovali perfetti, Jack si occupa di acconciarmi i capelli e Lauren mi sfoltisce le sopracciglia. A tempo di record, il mio stilista esce dalla stanza in cui stava creando poco prima il suo “capolavoro”, come lo definisce lui. Io riesco solo a sperare che non assomigli nemmeno un po’ a quello che ha cucito per la sfilata dei carri. Mentre manda il mio staff a cercare un paio di scarpe in tinta, accentua il trucco sul mio viso. Pochi minuti dopo, sono davanti allo specchio con indosso il mio abito, e devo ammettere che stavolta Eric ha fatto bene il suo lavoro. È azzurro e leggero, con ricami celesti. Riconosco immediatamente il tessuto: seta. Non appena ho fatto questa deduzione, vengo spinta fuori dalla stanza: lo spettacolo sta per cominciare. Quando l’ascensore che ho preso raggiunge l’atrio, trovo tutti gli altri tributi in fila. In lontananza riesco a scorgere Haymitch, che mi guarda estasiato. La prima che chiamano è Glimmer. Inutile dire che è favolosa: sembra che il vestito che indossa sia stato cucito sulle sue curve. Scopro che anche Marvel ha un approccio divertente quando Caesar Flickerman lo intervista. Clove è molto seducente, nel suo abito arancione. Cato è, come sempre, sicuro di sé. Non posso fare a meno di guardare Katniss, che lo osserva rapita. Dopo un po’, tocca a me. Riesco solo a pensare a mio padre, Ander, Cleo e Zara quando salgo sul palco. Non appena rispondo alla prima domanda, mi accorgo di aver usato un approccio sbagliato, ma continuo tranquilla, senza problemi. Quando finisco, cerco Haymitch.

Ehilà, gente! Questo è il capitolo sedici. Volevo avvertirvi che ho superato la metà della storia già nello scorso capitolo (come vi ricorderete, infatti, i capitoli sono 30). Ringrazio _candyeater03, che ha recensito poco dopo che ho pubblicato il primo. Ora scusatemi, ma dopo aver visto “Merlin” e “The Vampire Diaries” sono troppo gasata, e quindi vado a scriverne un altro prima di pubblicare il secondo ed andare a vedere cosa c’è in TV. Magari trovo un’altra maratona di “Bones” (quanto amo quella serie!). Per favore, please, por favor (?), recensite! XD Un mega-bacio ed un abbraccio dalla vostra JackiLoveCatoniss4ever.

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Capitolo 17
*** As we moonshine and molly ***


Il mio sguardo vaga lungo tutto il corridoio, ma non riesco a trovare Haymitch, così mi rassegno a guardare le altre interviste. Tornando allo schermo, mi accorgo di essermi persa quella di Will, anche se, in tutta sincerità, non mi interessava più di tanto sapere cos’avrebbe detto. Piano piano, si arriva alla fine. Trovo quella di Rue molto dolce ma, non appena finisce, ho un giramento di testa e mi appoggio alla parete per non cadere rovinosamente a terra. Fortunatamente, il bagno non è molto distante. Lo raggiungo immediatamente e vomito nel gabinetto. Toccando la fronte, mi accorgo che scotta. Dannazione, come posso partecipare agli Hunger Games in queste condizioni? Faccio un bel respiro e mi impongo di restare calma. Non appena tornerò al quinto piano, andrò in infermeria e chiederò le pillole per abbassare la temperatura. Esco di nuovo in corridoio e faccio in tempo ad ascoltare la parte finale dell’intervista di Katniss, in cui parla della sorellina per cui si è offerta volontaria, Primrose, che lei chiama affettuosamente Prim. Finalmente si giunge agli ultimi tre minuti: Peeta riesce a scioccare tutta Panem con la sua confessione d’amore alla sua compagna di distretto, Katniss. Chissà se sa che lei non lo ricambia. Per un attimo, la mia mente raggiunge Cato. Probabilmente i suoi pensieri nei confronti del ragazzo del 12 non saranno molto positivi, adesso. Se ho imparato a conoscere almeno la parte violenta del suo carattere, allora in questo momento è possibile che stia gettando tutto quello che si ritrova tra le mani all’aria e vomitando le più colorite bestemmie che il Distretto 2 ha da offrire. Non vorrei essere nei panni del sedicenne il cui volto campeggia ancora nello schermo, rosso per la confessione d’amore che ha avuto il coraggio di fare davanti a tutta la nazione. Parte l’inno, e la trasmissione si conclude. Corro subito all’ascensore ed, in men che non si dica, raggiungo il quinto piano. Cerco subito l’infermeria, dove spiego il mio problema. Subito mi fanno stendere su di un lettino per accertarsi che non sia nulla di serio e, soprattutto, che non sia incinta come quella ragazza di decenni fa. Se così fosse, sarebbe un problema non da poco, e le conseguenze potrebbero essere davvero devastanti. Non è detto che mi lascino andare come fecero in passato. Con tutta probabilità verrò uccisa o nascosta. Insomma, sarebbe molto grave. Quando è confermato che non ho nulla, mi danno le pillole e mi lasciano andare. A cena nessuno commenta le interviste, ed il televisore viene completamente ignorato. Alla fine del pasto, il cuore inizia a battermi all’impazzata: domani comincerà l’inferno. Una volta tornata in camera, mi faccio una doccia più lunga del solito, indosso un pigiama che non avevo mai visto ma che cattura il mio sguardo dalla prima occhiata e mi stendo sotto le coperte. Dormo tutta la notte, senza interruzioni. Quando il bussare insistente e perentorio di Claire mi scuote dal torpore che mi ha accompagnato dalla sera prima, rifaccio lo stesso procedimento, ovvero doccia, cambio e via. La mia mentore e la mia accompagnatrice mi abbracciano, e quest’ultima riesce persino a fingersi commossa (o almeno credo che finga). Anche Thomas mi dà una stretta di mano. Poi io e Will entriamo in ascensore, senza parlare. Solo mentre siamo in movimento, gli sussurro un: – Buona fortuna. – Mi guarda, stranamente lucido, e dice: – Anche a te. – Durante l’addestramento, l’ho visto spesso confabulare con alcuni tributi: Cara Prior, tredicenne del Distretto 3; Sophie e William; Susan Black e Tobias Eaton, rispettivamente sedici e diciassette anni, del 7; Alan Ritch, quindicenne dell’8; e, per finire, Christina Carrington, tredicenne del 9. A volte, alle loro conversazioni si univa anche Kalea Hart, la sedicenne del 10. Credo che abbiano formato un’alleanza. L’ascensore raggiunge il piano in cui si trovano le nostre Camere di Lancio (o Recinti del Bestiame, come diciamo noi dei distretti), e due quattro Pacificatori si dividono in due gruppetti, prendendoci in custodia. Quando arrivo alla mia meta, trovo Eric ad attendermi. Mi aspetto di vedere Lauren, Suzie e Jack sbucare all’improvviso da qualche parte, ma non succede niente del genere. Capisco di aver avuto ieri la mia occasione per salutarli, e di averla sprecata miseramente. Parliamoci chiaro, non mi sono affezionata a loro, semplicemente gli sono grata per aver cercato di aiutarmi. Il mio stilista mi fa indossare una casacca a cui non faccio molto caso. Siccome non ho un portafortuna, i nostri contatti dovrebbero terminarsi qui, ma lui mi stringe forte, sorprendendomi. – Provaci. – La stessa parola che mia ha sussurrato la mia migliore amica il giorno della mietitura. Annuisco ed entro nel tubo, che mi solleva fino all’arena. Attraverso la luce accecante, vedo un fitto bosco. – Signore e signori, che i settantaquattresimi Hunger Games abbiano inizio! – tuona Claudius Templesmith.

Angolo dell’autrice: Il capitolo diciassette! No, seriamente, c’è gente che shippa Katniss e Snow? Cristo, ma in che mondo siamo? XP Passando al capitolo: come lo trovate? È più che altro di passaggio, visto che non succedono grandi cose. Nel prossimo cominceranno, finalmente, i Giochi. Lo scriverò lunedì, perché ora sono seriamente stanca di battere al computer (oh, mamma mia, è la seconda frase che non avrei mai pensato di dire. La prima è: – Sono una Clato e Galeniss shipper! – XD). Bene, adesso vi lascio in pace aspettando che facciano vedere in TV “Ghost – Fantasma”. Alla prossima! Baci da JackiLoveCatoniss4ever.

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Capitolo 18
*** Feel the warmth we'll never die ***


10… Glimmer, nonostante la sua incapacità con le armi, ha un sguardo da guerriera. 9… Marvel non sembra molto sicuro di sé, oggi. 8… Marina è in forma smagliante, e mi stupisco che non faccia parte dei Favoriti. 7… Max ha paura, com’è logico. 6… Rue ha i piedi diretti verso le foreste circostanti, per scappare più in fretta dal bagno di sangue iniziale. 5… Thresh si guarda attorno, impassibile come sempre. 4… Katniss è alla disperata ricerca del suo Ragazzo Innamorato, preoccupata per la sua posizione. 3… Peeta l’ha trovata, e le sta facendo un cenno di diniego. 2… Sophie ha adocchiato un paio di asce, all’ingresso della Cornucopia. 1… William ha poggiato il palmo destro sul ginocchio omonimo, pronto a scattare. 0… Cato salta giù dal piedistallo nell’esatto momento in cui suona il gong, cercando con lo sguardo le armi migliori. Clove mi passa accanto, sfiorandomi inavvertitamente. Inizialmente, non pare accorgersene, poi si gira e mi rivolge un sorriso mortale. Io, cercando di non badarvi, mi ritrovo confusa sulla direzione da prendere. Decido semplicemente di afferrare uno zaino e di dirigermi al confine con la boscaglia, pensando in seguito a dove potermi nascondere una volta finito il massacro. Quando raggiungo gli alberi, mi volto furtivamente per vedere se qualcuno mi sta seguendo, ma nessuno sembra essersi accorto di me. Proprio mentre sto lasciando andare quel sospiro di sollievo che trattenevo dall’inizio dei Giochi, un coltello mi sfila davanti, conficcandosi nella corteccia a pochi millimetri di distanza da me. Immagino le urla a casa, mio padre in piedi coi pugni ben stretti, Ander con la bocca spalancata, i singhiozzi di Cleopatra, Zara impietrita, nel momento esatto in cui mi volto per fissare meglio il mio assalitore. Mi correggo: assalitrice. Infatti, chi altri poteva essere se non Clove? Prima era piuttosto affaccendata con la Ragazza in Fiamme, ma adesso sta mantenendo la tacita promessa che mi ha fatto quando eravamo fianco a fianco. Il mio sistema endocrino reagisce più prontamente del solito, ed in men che non si dica sono già lontanissima da lei, nascosta in mezzo ai fitti alberi che circondano il grande corno dorato. Ma non faccio in tempo a fare un altro passo che qualcosa di non molto pesante, ma abbastanza robusto da farmi male, mi arriva addosso, scaraventandomi a terra come un sacco di patate. Mi volto, terrorizzata, ma senza darlo troppo a vedere. È Katniss. Non sembra volere attaccarmi, così mi rialzo in piedi in fretta e scappo, prima che cambi idea. Il fitto e sottile tappeto di aghi di pino copre le mie orme ed attutisce il rumore dei passi, assicurandomi di passare inosservata. Dopo un quarto d’ora, mi appoggio ad un albero, tenendo l’altra mano sul fianco sinistro, dolorante per la corsa appena fatta. A quel punto, sento delle voci. – Non uccidetelo, ha detto che ci porterà da lei. – Oh, mio Dio: è Cato! – Come possiamo fidarci della sua parola? – chiede qualcun altro che il troppo orrore mi impedisce di identificare. – Non preoccupatevi, ho i miei metodi. Non appena l’avremo trovata, li uccideremo entrambi – risponde il capo dei Favoriti, non riuscendo però a nascondere la nota di tristezza che esce dalle sue labbra. Capisco di trovarmi di fronte al loro campo base. Si staranno certamente riferendo al tributo femminile del Distretto 12. – Allora, ci muoviamo sì o no? – Sopraggiunge un terzo individuo che non fatico a riconoscere: Peeta. È mai possibile che stia facendo questo alla sua compagna, che solo la sera prima aveva dichiarato di amare davanti alle telecamere di tutta Panem? No, non ne sarebbe capace. Purtroppo non posso scoprire cosa sta architettando, perché se mi trovano qui non avranno alcuna remora a sbarazzarsi di me. Proseguo il mio percorso guardandomi sempre le spalle. A sera, mi accampo in un luogo nascosto dal fogliame, ed un paracadute atterra proprio di fianco a me. Lo apro, impaziente di scoprire il suo contenuto. Trovo acqua, cibo ed un biglietto: “Fanne buon uso. Ti amo. H.”. Sorrido. Haymitch sa sempre come stupirmi. Mi disseto quanto basta, prima di iniziare un banchetto molto misurato. A fine pasto, mi stendo sulla schiena. Non penso che mi stiano trasmettendo in TV, quindi mio padre, Ander, Cleo e Zara saranno sicuramente in pensiero. Il boato del primo cannone mi fa sobbalzare. Inizio a contare gli spari. Dodici. In un giorno solo, la metà do noi è stata spazzata via. Osservo i loro volti nel cielo: la tredicenne del 3, Max, Marina, Will, Sophie, William, i due del 7, il ragazzo dell’8, gli adolescenti del 9 e la sedicenne del 10. Rimango a fissare le costellazioni di cui mia madre mi ha insegnato le leggende prima di partorire mia sorella e diventare il nostro angelo custode, proteggendoci sempre dal male del mondo circostante.

Ciao! Capitolo diciotto! Prima di tutto, un doveroso grazie alla mia prof di scienze, per ovvi motivi. Manca pochissimo alla fine della storia, e mi dispiace un sacco: adoro Finch, non solo per il fatto che l’attrice che l’interpreta ed io abbiamo lo stesso nome (vabbè, anche per quello XD), ma anche perché è incredibilmente intelligente. Bene, anzi male, perché manca ancora un po’ prima che inizi “Una notte da leoni”. XP Una minuscola domandina: c’è chi, tra di voi, guarda “House of Anubis”? Okay, vi ho scocciato. :D Recensite, please! Vi mando un grossissimo bacio e vi saluto. Adios!

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Capitolo 19
*** Woah... oh... yeah... ***


Vengo svegliata da un altro rombo proveniente da quel pezzo d'artiglieria che probabilmente è tutto ciò che è rimasto della guerra di secessione avvenuta secoli fa sullo stesso suolo in cui camminiamo ogni giorno. I miei pensieri corrono veloci: uno dei Favoriti? Nah, sicuramente sono loro gli assassini. Chi altri, a quest'ora di notte, darebbe la caccia ai tributi, se non i più sanguinari di noi? Wonder Zaba, il ragazzo del 3? Scarto l'idea. L'ho osservato, durante l'addestramento. È sveglio, anche se non lo dà a vedere. Spero solo che non si tratti di qualcuno accampato vicino a me. Ma no, non ho trovato impronte di nessun genere, qua intorno. Sarah Crew, la ragazza dell'8? Sì, lei mi sembra la vittima più probabile. Altrimenti ci sarebbe lo zoppo del Distretto 10, Jason Burdock. Lo scetticismo mi pervade: sa combattere, il suo handicap non lo affaticava in alcun modo, a Capitol City. Poi c'è Rue, ma lei è un caso a parte: sa arrampicarsi alla velocità della luce e non si fa problemi a rendersi invisibile. Dedico un fugace pensiero a Thresh, prima di abbandonare quell'assurda fantasia: coi suoi muscoli, sarebbe capace di far fuori l'intero Team dei Favoriti senza batter ciglio. E se si trattasse di Katniss o Peeta? Per qualche motivo, forse per via di Haymitch, non riesco ad accettare quest'ipotesi. Se non dovessi riuscire a tornare a casa, vorrei che ce la facesse almeno uno di loro. Per la gioia dei miei familiari, non sono io l'assassinata. Chissà cos'avrebbero fatto se, invece, l'uccisa fossi stata proprio io. Mi concedo qualche minuto per chiedermi cosa stiano combinando proprio in questo momento. Mio padre starà mantenendo la promessa fattami nel Palazzo di Giustizia, il giorno della mietitura? Ander si starà facendo forza? Cleopatra continua a piangere ogni giorno, per me? E Zara? Non c'è alcun dubbio, lei manterrà sempre e comunque il suo sangue freddo. La conosco, si lascia trasportare dalle emozioni solo quando è da sola. Poi la mia mente registra un'altra cosa che la preoccupazione per il destino della mia famiglia e della mia migliore amica mi hanno impedito di realizzare fino a questo momento: con l'ultimo colpo di cannone, i morti sono saliti a tredici, ed i sopravvissuti sono, al contrario, scesi ad undici. Gli ultimi otto, si stanno avvicinando, inesorabili, e mi chiedo, per l'ennesima volta, se mi troverò tra loro. Per far sì che accada, devo farmi prudente al massimo. Da domani inizierò immediatamente a cercarmi un nuovo nascondiglio. E quale posto migliore per evitare i pericoli se non proprio quello più vicino a questi? Devo sistemarmi accanto al campo dei Tributi Favoriti, in modo da tenerli sempre sott'occhio e da essere celata ai loro sguardi che scrutano ogni cosa che gli si trova intorno alla ricerca di una nuova preda. Riesco ad appisolarmi nuovamente. Ore dopo, quando il sole è già alto, entro in azione. Ripercorro furtivamente lo stesso percorso da me compiuto ieri sera fino a quel cespuglio pieno di bacche zuccherine. Le ho riconosciute anche nel buio solo perché sono riuscita a vederle da vicino. Quando arrivo nel luogo indicato, mi appiattisco contro la corteccia di un albero vicino, e sento le voci dei miei più pericolosi avversari. Non distinguo bene le parole, perché adesso si trovano ad una certa distanza dal mio nuovo riparo, ma riesco a sentire distintamente la loro risata di gruppo e ne deduco che qualcuno deve aver fatto una battuta, magari riguardante Peeta. - Non ci trovo nulla di divertente! - Le parole pronunciate da Cato mi fanno sobbalzare. Le ho sentite alla perfezione, quindi deve aver gridato o quasi. Questo mi fa riflettere: certo, lui potrà anche essere suscettibile di suo, ma l'ipotesi che la persona schernita sia Katniss si fa prepotentemente strada dentro di me.Le risate cessano e, poco dopo, sento lo scalpiccio dei loro piedi allontanarsi sempre più da me. Quando i rumori umani cessano del tutto e rimangono solamente quelli del bosco a farmi compagnia, tiro un sospiro di sollievo e tiro fuori il resto del cibo che Haymitch ha provveduto a spedirmi ieri. Non è rimasto molto, quindi lo finisco tutto, confidando nei frutti che la natura ha da offrirmi. Ovviamente, controllerò sempre che non siano velenosi. Il resto della giornata trascorre tranquillamente. I Tributi Prescelti tornano verso sera e, dai loro borbottii delusi e dal fatto di non aver sentito nessun cannone, capisco che la loro sete di sangue è rimasta inappagata, quest'oggi. Durante la proiezione nel cielo, mangio un po' di quelle deliziose e dolcissime bacche zuccherine, mentre il volto della povera Sarah splende un'ultima volta in mezzo alle stelle e poi scompare, esattamente come avevo immaginato. L'indomani, i Favoriti scoprono Wonder, ma lo lasciano vivo a patto che faccia la guardia alle provviste. La sera, non ritornano.

Angolo dell'autrice: Ma come sta tutta questa bella gente? Spero bene. Allora, che ve ne pare del capitolo diciannove? So che non è un granché, infatti l'ho concepito esclusivamente come capitolo di passaggio, ma mi fa sempre piacere ricevere le voste opinioni in merito a ciò che scrivo. Un piccolo appunto: i nomi di quelli che dovevano essere gli alleati di Will, Sophie e William gli ho presi da “Divergent”, saga che amo (forza Petris!), ma, non avendo letto i libri, non avevo idea che il cognome di Susan fosse Black, che ho ripreso da Narcissa Black di “Harry Potter”.

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Capitolo 20
*** Chapter 20 ***


Mi insospettisco. Possibile che i Tributi Favoriti non abbiano ancora finito la loro usuale caccia giornaliera? Le opzioni sono due: o si sono persi (improbabile, a meno che non abbiano seguito un sentiero diverso da quello di ieri), o hanno per le mani qualcosa di grosso che non intendono farsi scappare. Sì, probabilmente è così. Be', intanto che non ci sono, posso approfittare per dare un'occhiata al loro equipaggiamento. Wonder è distratto ed insonnolito: non avrò problemi. Esco, comunque, molto cautamente. Le mie esperienze di vita mi hanno insegnato che i guai possono annidarsi in qualsiasi angolo ed avere la forma più insospettabile. Costeggio la boscaglia fino a quando la Cornucopia scintillante anche la sera non mi sottrae alla vista del quattordicenne proveniente dal Distretto 3, ed, a quel punto, mi muovo. Ho sempre avuto un passo felpato, e ringrazio Dio di avermelo donato insieme ad una notevole velocità ed agilità. Quando raggiungo le provviste dei miei acerrimi nemici, noto parecchie cose interessanti: medicine, scorte d'acqua che basterebbero per settimane, sacchi di iuta rigonfi di mele ed altri tipi di frutta... Uno è già aperto. Rubo sei mele senza far rumore e me ne torno beatamente da dove sono venuta, pregustandomi una cenetta molto più salutare da quelle a cui mi sono abituata durante la settimana passata nella capitale a rifocillarmi di ogni genere di delizie. Se non altro, almeno, ho accumulato qualche chilo in più. Quando mio padre mi prostituiva, ero solita mangiare cibi che non mi facessero ingrassare e mi mantenessero magra ed, a detta di tutti gli altri, bella. L'ha propinata anche a mio fratello, quando ha iniziato a lavorare. Spero che ora Ander mangi abbondantemente, perché conosco bene i capogiri e gli effetti bulimici che può causare quella dannata dieta. Fortunatamente, Cleopatra l'ha scampata: il suo corpicino esile non avrebbe retto nemmeno per qualche mese agli effetti massacranti che ho dovuto sopportare per ben quattro anni. Zara, ogni qualvolta che mi vedeva con un aspetto spaventoso (altro sintomo), mi invitava a casa sua raccontando una scusa sempre diversa a mio padre (ho sempre ammirato la sua straordinaria inventiva) e mi rifoccillava con i superbi dolci preparati da sua madre. Pensare a loro mi consola, in quest'orrendo luogo di morte. Non appena finisco il mio lauto spuntino, la curiosità ha la meglio e, nonostante i numerosi pericoli, decido di mettermi sulle tracce dei Favoriti. È un'impresa ardua, considerando che non conosco la direzione da loro presa, ma ho intenzione di risolvere questo dilemma che mi assilla, così parto. Dopo poco tempo, trovo un sacco di orme su di un terreno fangoso, ed un sorriso mi affiora alle labbra: sono un po' troppo sicuri di sé, quei quattro. A metà strada, inizia la proiezione in cielo. Ovviamente parte solo l'inno, visto che oggi non ci sono stati morti. Passa qualche ora, e nell'avanzare mi faccio sempre più cauta, fino a quando arrivo in un luogo fitto di alberi. Mi guardo in giro, spaesata: decisamente non sono nel mio elemento. Poi qualcosa, o, per meglio dire, qualcuno, mi arriva addosso, correndo a tutta velocità. La paura mi assale, ed ansimo nel tentativo di scrollarmi di dosso quell'imprevisto, prima di accorgermi che i grandi occhi marroni che mi osservano sono quelli della piccola Rue. Tiro un sospiro di sollievo: non c'è niente da temere. - Nasconditi, presto! - Il tono allarmato della dodicenne mi mette sull'attenti. - I Tributi Prescelti stanno arrivando! Scappa! - Il rumore di più persone che corrono e di risate malefiche ci raggiunge, spaventandomi a morte. Spicco un salto e mi aggrappo al bordo frastagliato della cavità di un albero, saltandoci dentro. Quando mi sporgo fuori per invitare Rue a raggiungermi, la trovo già nascosta in cima ad un albero. Mi rintano nel nascondiglio che ho trovato appena in tempo: il gruppo più temuto di quest'edizione degli Hunger Games piomba nella radura, e solo in quel momento noto la sedicenne più chiacchierata dei Giochi arrampicarsi su per un pino. Le innumerevoli grida di incitamento partite dal basso della pianta attirano la mia attenzione: Cato si è lanciato all'inseguimento della ragazza che gli incendia gli occhi, azzurri come il ghiaccio, di passione. - Sto arrivando da te! - Questa frase potrebbe contenere un mucchio di sottintesi, e per fortuna ho tutta la notte, forse, per soppesarli nei loro minimi particolari. L'aitante tributo, comunque, non raggiunge la sua bella, causa troppi muscoli, e crolla al suolo. Katniss si sporge per controllare se le funzioni vitali del suo “cavaliere” sono ancora attive. È tutto a posto, quindi può essere sollevata. Anche se vedere il suo bel Cato allontanarsi con Glimmer non deve renderla particolarmente felice. Neanch'io lo sarei se vedessi Haymitch con un'altra. Prima di nascondermi di nuovo, penso a mio padre, Ander, Cleo, Zara ed Haymitch, poi escogito qualcosa per aiutare Katniss.

Aloha! Come potete evincere dal titolo, questo è il capitolo venti. Allora, mentre le cose tra Cato e Katniss si fanno sempre più bollenti, la nostra Finch cerca in tutti i modi di sopravvivere e di aiutare i due beniamini di Capitol City, alias Peeta e Katniss (quanto vorrei che si trattasse di Clove e Peeta, o di Cato e Katniss! Ah, che belle coppie! :D XP) solo per cercare di aggrapparsi alla parte del suo Haymitch che l'ha seguita fin nell'arena. Purtroppo, mi duole informarvi che sono rimasti solo dieci capitoli, escluso questo, per la conclusione della storia. Sayonara!

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Capitolo 21
*** Chapter 21 ***


Rimango tutta la notte a riflettere su come poter aiutare Katniss Everdeen. Di tanto in tanto getto qualche occhiata alle persone accampate sotto l'albero in cui sono nascosta. Glimmer ha la testa appollaiata sul braccio del tributo maschile del Distretto 2 e dorme beata. Posso solo immaginare quanto ciò faccia rodere Catnip dalla gelosia. Marvel si è assopito con la lancia a pochi centimetri dal suo viso, come fosse il suo angelo custode. Cato, nonostante non tocchi a lui il turno di guardia, è ben sveglio, e lancia parecchie occhiate verso la pianta che costituisce il rifugio di “dolcezza”, come la chiama Haymitch. Devo ammettere che mi dà un po' fastidio sapere che si rivolge a lei con certi termini, anche se non significano niente. Clove stringe il suo coltello persino nel sonno. Peeta è appoggiato alla corteccia del pino su cui si è arrampicata la Ragazza di fuoco solo poche ore prima. La Ghiandaia Imitatrice sembra che sogni ed, a giudicare dall'espressione innamorata, si può intendere che il protagonista sia il diciottenne Favorito. Rue è ben sveglia. Probabilmente, anche lei vuole aiutare la sedicenne del 12 ad uscire indenne dai pericoli. Osservandola, mi è impossibile non pensare alla mia famiglia. Mio padre sarà incollato al televisore giorno e notte. Ander non sarà più riuscito a dormire dal giorno della mietitura. Cleopatra, così tanto simile alla minuscola dodicenne dell'11, sarà in pena per me ventiquattro ore su ventiquattro. E poi c'è Zara, il cui coraggio non dà mai a vedere le sofferenze che patisce. Mi impongo di ritornare a pensare agli Hunger Games e di concentrarmi su come riuscire a salvare la ragazza in fiamme. Non ci sono vie di fuga, quindi non resta altro che crearle. Proprio in quel momento, le mie orecchie registrano un basso ronzio proveniente dall'albero dell'innamorata sventurata. Alzo gli occhi, ed il cuore mi balza in gola. Un nido di aghi inseguitori è in parte nascosto dai numerosi e fitti rami della pianta, ma la sua forma si distingue bene alla luce dell'alba che sta spuntando. La prima cosa che registro è che si tratta di un rumore insolitamente basso per trattarsi delle vespe killer ancora temute in tutta Panem. Solo allora mi accorgo dei vestiti bruciacchiati della ragazza del 12 e dei Tributi Favoriti. Il fumo deve averle stordite, ma possono comunque tornare a mio vantaggio. - Eh, Rue! Pssst! - chiamo sottovoce. La piccola indirizza i suoi grandi occhi marroni verso il luogo del mio nascondiglio. A gesti, le indico il vespaio. Quando se ne accorge, il terrore si impossessa di lei per un attimo, venendo però subito dominato dall'incredibile sangue freddo della ragazzina. Torna a fissarmi. Senza parlare, le mimo il gesto di tagliare il nido per farlo cadere sui Tributi Prescelti. Alla fine, il mio dito indice si punta sulla volontaria del distretto più povero della nazione, per far intendere a Rue che dev'essere lei a farlo, se vuole riuscire a sfuggire alle grinfie del gruppo di alleati più temuto dei Giochi. La “bambina” annuisce e, quando nota che il tributo femminile del 12 è sveglio, si adopera per farle comprendere il piano, che si attua poco dopo. Noto, leggermente compiaciuta, che avevo ragione riguardo Cato e Katniss. La ragazza, infatti, mentre sega il ramo che dovrà cadere sulla testa di colore che vogliono il suo sangue, lancia delle occhiate inequivocabili alla bionda dell'1, sperando in primis di far fuori proprio lei. In tutta sincerità, l'atteggiamento di Glimmer mi sconcerta, visto che è palesemente innamorata di Marvel. Quando stavano preparando il fuoco, il suo compagno di distretto scherzava con Clove, e lei lanciava loro sguardi infuocati dalla parte opposta. Certo, inizialmente voleva farlo ingelosire con Cato, ma penso proprio che ora abbia esagerato, non solo per il fatto di essersi fatta una temibile nemica, ma anche perché non si è accorta che Marvel ricambia il suo sentimento con tutto sé stesso. Il rumore di qualcosa che si spezza attira la mia attenzione. Faccio in tempo a vedere il vespaio in volo prima che quest'ultimo si schianti al suolo, proprio accanto alle nuche dei due biondi. Immediatamente, tutte le persone presenti scattano in piedi, allertati dalle urla dei primi due, e scappano in direzione del lago. L'unica che rimane indietro è, manco a farlo apposta, Glimmer. Crolla a terra, in preda agli spasmi ed urlando con quanto fiato ha in gola, mentre i suoi magnifici tratti somatici si stanno velocemente deformando. Dopo pochi minuti dall'inizio di quest'inferno, la Everdeen scende dal pino barcollando: dev'essere stata punta anche lei. Si accascia accanto al corpo della sua rivale, le ruba arco e frecce, poi, inebetita, rimane a fissare il vuoto. All'improvviso, compare Peeta – Scappa! – fa in tempo a gridarle, prima che il suo leader faccia capolino dai cespugli. Lei obbedisce, e scompare nei boschi.

Angolo dell'autrice: Bonjour, madame et messieurs, je suis lieta di presentarvi il capitolo ventuno! Non chiedetemi perché ho mischiato francese ed italiano, non saprei cosa rispondervi. XD Alors (ok, odiatemi pure), so che l'idea potrebbe risultare assurda (?), ma le mie speranze consistono proprio nel fatto che non lo sia e che anche questa parte della storia vi piaccia. Non era mia intenzione scriverla, ma siccome non mi veniva niente in mente che riguardasse il padre di Finch, Ander, Cleo, Zara ed Haymitch, ho optato per questo. Che ve ne pare? È possibile lasciare una recensione o è troppo disgustoso?

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Capitolo 22
*** Chapter 22 ***


Mi ritrovo indecisa sulla direzione da seguire: la stessa presa dalla Ragazza di fuoco, o quella per tornare al mio nascondiglio? Opto per la seconda, ripromettendomi di fare il possibile per aiutare la sedicenne del Distretto 12 qualora me la ritrovi davanti, non come il primo giorno. Avvampo di vergogna al solo pensiero. Sono fuggita davanti a lei, facendo credere a tutta Panem di non avere spina dorsale. È probabile che nel 5 non ne vogliano più sapere di me. Mi rendo conto che, se le cose stanno davvero così, sto facendo soffrire mio padre, Ander, Cleopatra e Zara, senza contare la famiglia di quest'ultima. Evito di pensarci spesso per non commuovermi al ricordo di come si siano prodigati per farmi sentire la loro vicinanza il giorno della mietitura. Presto molta attenzione ai rumori che provengono dal bosco durante il mio lungo cammino, ma impiego più o meno lo stesso tempo dell'andata per raggiungere il mio rifugio. Ciò non toglie, comunque, che mi senta terribilmente debole. Ho perso il conto delle ore che ho passato senza mettere qualcosa nello stomaco, ma ad occhio e croce sono dodici sicure. L'adrenalina del momento, mischiata a paura ed eccitazione, ha impedito alla fame di farsi strada nell'elenco dei miei bisogni, ed adesso mi ritrovo affamata e disidratata. - Haymitch – sussurro a mezza voce, in modo da non metterlo nei guai ma da fargli capire che ho bisogno d'aiuto. Miracolosamente, atterra un paracadute accanto a me. Lo scarto, impaziente di leggere il bigliettino del mio lui, ma non riesco ad impedire alla delusione di prendere il sopravvento quando mi ritrovo davanti queste parole: “Ottimo lavoro. Continua così, potresti persino vincere. Y..” La persona che mi ha inviato il dono degli sponsor è la mia mentore, Yara. Be', pazienza, è pur sempre cibo, no? Divoro un quarto di ciò che era contenuto nel paracadute, e per impedire al mio stomaco di brontolare, stacco alcune bacche zuccherine dal cespuglio accanto a me e le gusto molto lentamente. Le voci concitate dei Favoriti sono un'avvisaglia sufficiente per impedirmi di compiere movimenti che possono essere causa di rumori molesti e, nel mio caso, fatali. Non voglio sentire la lama di uno dei letali coltelli di Clove premuta sulla mia gola prima di lasciare questo mondo, ma se mi trovano e fanno due più due, calcolando che sono stata io a consigliare a Katniss di far cadere il nido di aghi inseguitori sulle loro teste provocando così la morte di Glimmer, è molto più probabile che mi squartino, invece di riservarmi un taglio preciso e netto al collo. Dubito che penseranno a Rue, secondo me si sono già scordati della sua esistenza. Mi permetto di fare alcuni ragionamenti. Del Distretto 1, l'unico sopravvissuto è Marvel. Del 2, ci sono sia Cato che Clove. Del 3, è fisicamente presente solo Wonder, visto che lo spirito delle vittime, come Cara, ad esempio, potrebbe continuare a vagare ancora tra questi boschi. Non appena mi rendo conto di cosa ho appena pensato, mi schiaffeggio per ritrovare il controllo di me. Sveglia, Finch! Ricordati che sei Faccia di Volpe, il tributo più scaltro ed intelligente che si trova in quest'arena! Non puoi metterti a pensare a cose totalmente irrazionali come le anime dei morti in questi momenti critici! Ok, ritrovo il possesso delle mie facoltà e continuo a riflettere. Del Distretto 5, sono viva solo io. Del 10, c'è Jason, lo zoppo. È incredibile che sia sopravvissuto tutti questi giorni. Dell'11, sia Rue sia Thresh sono attivi. Del 12, Katniss e Peeta rispondono all'appello. Dieci. Mi separano solo due morti per entrare a pieno titolo fra gli ultimi otto. Devo riuscire a farne parte, se voglio aiutare i due Innamorati Sventurati. Poi un brivido mi percorre la schiena: e se fossero proprio loro due i morti che resteranno fuori dalla top 8? Cato non avrà il coraggio di uccidere la sua Catnip, vero? E perché no? In fondo, è impossibile che vincano entrambi, vista la loro appartenenza a distretti diversi, quindi tanto vale farla finita, giusto? Quello che so per certo è che il capo dei Tributi Favoriti non si farà scrupolo di uccidere il Ragazzo Innamorato. Il motivo, ovviamente, è chiaro come il sole: gli ha portato via “dolcezza”, come può perdonarlo? Sono esausta. Mi stendo sul terreno nel momento esatto in cui parte l'inno. Oggi niente morti. Mio padre, Ander, Cleo, Zara e gli altri possono tirare un sospiro di sollievo. La loro unica rappresentante è ancora sana e salva, e può portare onore e gloria al Distretto 5, anche se noi non ci rispecchiamo mai in questi discorsi da Tributi Prescelti. Le palpebre, mano a mano che penso ai luoghi a me familiari, si fanno sempre più pesanti, fino a quando Morfeo non mi accoglie tra le sue braccia.

Ciao a tutti! Questo è il capitolo ventidue! Finirò di scrivere la storia all'incirca domenica della prossima settimana. Scusate, ma sono agitatissima, perché sabato 13 inizieranno gli esami. Me lo fate un in bocca al lupo anche per i seguenti? Vabbè, detto questo, mi sento in dovere di ringraziare _candyeater03, RMB Ekaterina e Queen Elizabeth, che recensiscono e seguono la fanfiction e che sono con me rispettivamente da “Light Em' Up”, la mia seconda storia, “Radioactive”, la terza e... rullo di tamburi... “Titanium”, la prima! :D Vi adoro! Adesso, nonostante sia esausta, vado a scrivere un altro capitolo. Baci, JackiLoveCatoniss4ever.

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Capitolo 23
*** Chapter 23 ***


Il giorno dopo, l'unico avvenimento degno di nota è la morte di Jason ad opera di Cato. A volte stento a credere che quel diciottenne così crudele e brutale sia stato capace di provare dei nobili sentimenti per Sophie e che continui a sentirli tutt'ora per Katniss. Poi, però, mi ricordo che il suo è uno dei distretti in cui gli Hunger Games sono vitali per riuscire a farsi un nome. Quelli come lui si allenano duramente sin da piccoli per arrivare ad offrirsi volontari. Il loro unico scopo è vincere i Giochi, tutto il resto della loro esistenza sarà incentrato in quell'unico momento quando, all'altoparlante, Claudius Templesmith li dichiarerà trionfatori assoluti su tutti gli altri ventitré che li hanno accompagnati in quell'inferno. Non lo ammetteranno mai, ma anche questi individui bramano la libertà di poter essere sé stessi senza dover per forza uccidere persone innocenti di cui, fino a poco prima, non erano neppure coscienti della loro esistenza. Oh, come vorrei abitare in una nazione libera e non oppressa dall'autocrazia di Snow! Se solo non avessimo cercato di sterminarci a vicenda nel passato, noialtri non ci ritroveremmo a patire queste sofferenze anno dopo anno, finché saremo in vita. La mia, oramai, è giunta al capolinea, tra non molto tempo cadrò vittima di una mano omicida, e so che nulla potrà fermarla. Così trascorro un'altra giornata, nell'apatia e nell'inattività più totale. Sono già stanca di combattere contro i demoni che infestano questo luogo mischiati alle mie paure. Che gli Strateghi mi eliminino adesso, oramai non c'è più nulla da fare per me. Chiudo gli occhi e penso ad Haymitch. Se non ci fosse stato tutto questo, dove saremmo adesso? Io avrei tanto trasferirmi da lui, al Distretto 12, curarlo dalla sua dipendenza dall'alcol ed, una volta maggiorenne, sposarlo ed avere dei figli. Me ne sarei accontentata di due, un maschio ed una femmina, e la mia esistenza sarebbe stata migliore. Avrei portato con me mio padre, Ander e Cleopatra, ed avrei provato a convincere Zara ed i suoi a seguirci. Ci saremmo sistemati, avremmo formato una famiglia, l'amore sarebbe stato all'ordine del giorno. Mi ripeto più volte di smetterla, che tanto nulla di questo accadrà più, e che tantomeno sarebbe accaduto se Claire non mi avesse sorteggiato insieme a Will, ma le immagini che scorrono nella mia mente sono così dolci che riescono persino a regalarmi un po' di felicità in questo posto desolato da cui non uscirò viva. Oramai ho adottato la routine mangio-penso-dormo dall'incidente con gli aghi inseguitori, quando il quarto giorno dopo quest'evento accade qualcos'altro che attira irrimediabilmente la mia attenzione: qualcuno ha acceso un fuoco. I Favoriti sono agitatissimi e molto eccitati: la debolezza provocata dalle punture delle vespe killer sembra aver lasciato posto ad una rabbia che ognuno di loro vuole placare. Le loro menti controrte suggeriscono l'omicidio, e decidono di seguire questo volere. Dopo che Cato ha dato qualche ordine a Wonder, scattano in direzione delle fiamme, mentre il quattordicenne del 3 siede desolato al suo posto, cercando dentro sé stesso una soluzione per togliersi da quell'impiccio. Colgo l'occasione al volo: in queste vuote giornate, mente il genietto del distretto più tecnologico di Panem costruiva la sua trappola, io sono rimasta a guardare lo strano percorso che permette di arrivare al cibo e, grazie alla mia straordiaria mente (ed al diavolo la modestia, in queste circostanze posso pure permettermi di riconoscere che ho una più che notevole intelligenza!), l'ho imparato a memoria. Sono capacissima di ripeterlo, ed è proprio ciò che faccio. Rubo altre mele, come la prima volta, più pesche ed albicocche, i miei frutti preferiti, e me la filo indisturbata, o quasi. Infatti, il sesto senso del ragazzino si ridesta improvvisamente e, pur non vedendomi, avverte la mia presenza. Si mette sulle mie tracce, percorrendo il sentiero invisibile che lo condurrà da me. Faccio appena in tempo a nascondermi, ma lo sento comunque arrivare. Disperata, mi rendo conto che può infilzarmi con la sua lancia e che io non ho nulla per difendermi. Proprio in quell'istante, il mio udito avverte un suono attutito proveniente da un luogo accanto al mio nascondiglio. Katniss sbuca fuori dai cespugli ed osserva le provviste dei Tributi Favoriti, prima di incoccare una freccia al suo arco. Tende la corda sino alle labbra e la lascia partire. Dopodiché, fa un altro tiro, ed un sacco di iuta si strappa, facendo cadere le mele che conteneva a terra. Deve avermi visto mentre mi facevo strada verso la montagna di cibo, acqua e medicine ed aver capito che la trappola dei Tributi Prescelti era un pericolosissimo campo minato. È l'unico pensiero coerente che riesco a formulare, prima che il terreno intorno alla Cornucopia esploda. Wonder Zaba viene distratto dal tremendo fracasso ed osserva, impotente e terrorizzato, lo sfacelo di qui verrà sicuramente accusato dai suoi cosiddetti “alleati”. Intanto, la ragazza in fiamme cerca faticosamente di rialzarsi da terra per “ammirare” lo “spettacolo” che ha “creato”.

Angolo dell'autrice: Il capitolo ventitré! Oddio, scusatemi, so che è veramente pessimo, ma sono seriamente esausta dopo aver fatto due tesine. Spero che possiate perdonarmi! Please! Ok, ora mi accorgo che è da un po' che non aggiorno la rubrica “Ship trovati su YouTube”: in un commento, ho letto che c'è qualcuno che shippa Cinnick o Fato, ovvero la coppia Finnick/Cato. D'accordo, io non sono la persona più adatta a giudicare, visto che shippo Finchaymitch e Galerose (ebbene sì, oltre a Finch ed Haymitch shippo pure Gale e Primrose. Linciatemi, se volete! XD), ma non vi sembra leggermente strano?

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Capitolo 24
*** Chapter 24 ***


Wonder è tornato indietro, per valutare i danni, anche se oramai è palese che non ci si può più ricavare niente da quella montagna di macerie. E se da una parte sono terrorizzata per aver appena perso una delle mie principali fonti di cibo, dall'altra sono estasiata per il fatto che i Favoriti non avranno più nulla da mangiare, a meno che non inizino a dare la caccia anche agli animali, oltre che a noi tributi. Almeno io ho le bacche zuccherine. Loro non si sono preoccupati minimamente di passare alle postazioni di sopravvivenza. Se l'avessero fatto, avrebbero riconosciuto le piante ed i frutti commestibili da quelli velenosi. Invece hanno basato tutto sulla loro bravura a maneggiare le armi. Be', pazienza, al massimo useranno il quattordicenne del Distretto 3 come cavia, anche se, al primo passo falso, lo perderebbero. Non so come ce la faccio, ma riesco a sentire le voci dei Tributi Favoriti in mezzo a tutto quel chiasso. Cato è furibondo, mentre Clove e Marvel rovistano nei dintorni della Cornucopia, nella speranza di trovare qualche oggetto ancora in buono stato. Il loro capo si avventa sul ragazzino loro alleato e gli spezza il collo con un solo movimento delle mani. Zaba crolla a terra, ed il cannone spara un colpo. Eccoci: gli ultimi otto. L'eccitazione non mi impedisce, comunque, di notare che Katniss non si è ancora mossa di un muscolo dalla sua postazione. E quel che è peggio è che è perfettamente visibile. Infatti, gli occhi di Cato incrociano i suoi. Oramai è perduta. Ma quello a cui assisto mi lascia a bocca aperta. Il Tributo Prescelto più pericoloso dell'edizione in questione le dice, in labiale: “Corri il più lontano possibile! Vattene da qui! Scappa!” Lei non se lo fa ripetere due volte e, dopo avergli risposto con un “Grazie” che lo costringe a trattenere uno dei sorrisi più sinceri della sua vita, scompare nel folto del bosco. Lui si gira, come se niente fosse, e si rivolge a quel che è rimasto del suo gruppo: - Ragazzi, facciamo parte degli ultimi otto sopravvissuti. Cerchiamo di portare onore ai nostri rispettivi distretti il più a lungo che possiamo. - È un vero discorso da leader. Quel ragazzo mi sorprende sempre di più. Lui guida i suoi dalla parte opposta alla direzione presa da Katniss, “certo” che chi ha distrutto le loro provviste sia andato lì. Io tiro un sospiro di sollievo, sgattaiolo fuori e, velocissima, torno alla mia postazione originale. Mangio una mela, una pesca ed un albicocca e mi riprometto di andare a cercare, domani mattina, qualcos'altro di utile in mezzo a quel disastro a pochi metri da me. Magari i residui di un'arma. Di cibo non se ne parla neanche. Dando un'occhiata al mio equipaggiamento, registro subito di avere un disperato bisogno d'acqua, dato che la mia bottiglia è vuota ed avventurarsi fino al lago è troppo rischioso. I Favoriti potrebbero essere ancora qui intorno, e solo perché Cato ha salvato la vita a Katniss non è detto che risparmi la mia. Come se qualcuno mi avesse letto nella mente, un paracadute contenente una borraccia stracolma d'acqua atterra accanto a me. Leggo il biglietto: “Da parte dei tuoi. Un bacio. H..”Haymitch. Oh, quanto mi manca! Se penso che non lo vedrò mai più... Sento una fitta lancinante nel posto in cui si trova il mio cuore. Cerco di concentrarmi su di ogni singola lettera stampata sul fogliettino. I miei. Mio padre ed Ander e Cleopatra e Zara. Forse posso anche aggiungere i suoi alla lista. Il petto sta per scoppiarmi dalla gioia. Sperano ancora che io ce la faccia, mi vogliono vedere di nuovo al 5. È una felicità totalmente assurda ed irrazionale, lo so, ma non riesco ad impedirmi di provarla. Improvvisamente, il desiderio di tornare da loro si fa più forte di qualsiasi altra cosa, perfino dei nobili sentimenti riguardanti la libertà di Panem ad opera di qualcuno con abbastanza grinta da mettersi a capo di un rivolta. Vorrei tanto stringerli, riabbracciarli. Le lacrime si affacciano ai miei occhi, e l'unica cosa che posso fare è nascondermi alla vista delle telecamere per potermi sfogare un po' e piangere in silenzio. C'è qualcosa che mi dice che mio padre ha mantenuto la sua promessa. Ander sarà certamente diventato più coraggioso, assistendo alle mie peripezie in TV. Il pensiero di Cleo che si sforza di essere forte per me mi spinge ad asciugarmi le guance. Zara sarà, come al solito, un modello da seguire per la sua famiglia in quanto ad impassibilità di fronte alle disgrazie altrui, persino se si tratta della sua amica prediletta. La voglia di un futuro migliore mi fa tornare alla rivoluzione. Comporta tanti rischi che dobbiamo correre se aspiriamo a far risorgere la repubblica, come una fenice rimasta cenere troppo a lungo.

Ciao a tutti! Sono “lieta” di presentarvi il capitolo ventiquattro! Perdonatemi, ma stamattina ho vomitato per ben sei volte (la miglior Festa della Repubblica di sempre! XD) ed ho digiunato per ore, quindi non mi sento granché bene. Vorrei anche chiedervi scusa se la qualità della storia peggiora man mano che vado avanti. : si prostra ai loro piedi, poi cerca una scusa il più possibile verosimile : Il fatto è che gli esami stanno per iniziare, e domani perderò una giornata di scuola per il mio malessere. L'agitazione mi è quasi insopportabile, se ci aggiungiamo poi che devo finire alcune tesine...

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Capitolo 25
*** Chapter 25 ***


Due boati. Il cannone decreta impitosamente la fine di altri due tributi. Questo mi fa rendere conto che siamo rimasti solo in sei. Sei su ventiquattro. È agghiacciante, ma in fondo mi sento sollevata, perché ho dimostrato a tutta Panem quanto valgo. Ovviamente, è eslcuso che trionfi una con le mie scarse capacità nell'uso delle armi. Mi domando se mio padre, Ander, Cleopatra, Zara e la sua famiglia se ne siano già accorti o se spereranno, fino all'ultimo, di vedermi tornare come vincitrice dei Settantaquattresimi Hunger Games. La prospettiva di abitare al Villaggio dei Vincitori del Distretto 5, con tutti i lussi e le comodità, mi alletta molto, ma, come al solito, il discorso della rivolta occupa prepotentemente il resto dei miei pensieri, ricordandomi di non poter essere egoista in una situazione del genere. Devo pensare a quei millesettecentodue morti che, in settantatré anni, hanno visto svanire i loro sogni come fumo. Mentalmente, aggiungo anche i diciotto deceduti di quest'edizione, chiedendomi se quello che succede in quest'arena cambierà il destino del nostro Paese. Nel cielo, risplendono le immagini di Marvel, Wonder e Rue. Dedico un pensiero ad ognuno dei sopravvissuti. Innanzitutto, ci sono io, la quindicenne furba dei Giochi in questione, capace a malapena di impugnare un coltello. Poi c'è Thresh, il gigante diciottenne dell'11: con la sua forza, riuscirebbe a spazzarci via in un attimo, se lo volesse, e credo che, adesso che ha visto il volto della sua Rue brillare accompagnato dall'inno nazionale e poi scomparire per sempre in mezzo alle stelle, non abbia più alcuna remora a farlo. Dopo, c'è Katniss, la ragazza in fiamme, quella che più si è fatta notare dagli sponsor, la sedicenne coinvolta nella storia d'amore più seguita di tutti i tempi. A seguire, c'è Peeta, il suo compagno, il sedicenne che ha confessato di amarla davanti alle telecamere di ciò che è rimasto del mondo. Siamo giunti a Cato, il brutale diciottenne rappresentante del Distretto 2 che potrebbe essere protagonista di un triangolo amoroso con i due del 12. Infine, c'è Clove, la quindicenne sadica e letale con un'incredibile abilità nell'uso dei coltelli. Solo uno di noi uscirà vivo da quest'arena maledetta, e già so di non essere io. Molti dei tributi già passati a miglior vita non sarebbero riusciti a tornare nelle loro famiglie: Cara, la tredicenne del 3; Wonder, il suo compagno di distretto quattordicenne; Will, colui che mi ha accompagnata dal giorno della mietitura, il quindicenne lievemente malato di mente che, nella sua breve vita, è riuscito ad uccidere due persone; Susan, la sedicenne del 7, una delle prime persone ad essere state uccise; Tobias, il diciassettenne suo alleato; Alan, il quindicenne dell'8; Sarah, la sedicenne che si è fatta trovare dai Favoriti grazie ad un fuoco acceso nel posto sbagliato al momento sbagliato; Christina, la tredicenne del 9; Vannak, il diciassettene che si è fatto accoltellare da Clove mentre tentava di uccidere la Ragazza di fuoco; Jason, il sedicenne zoppo del 10; Kalea, la sua misteriosa coetanea. Gli altri, invece, avrebbero potuto diventare stelle. Prima fra tutti, Glimmer, la diciassettenne dell'1, la cui bellezza mozzafiato ha stregato l'intera Panem e che è deceduta in un modo orribile, punta da migliaia di aghi inseguitori. Marvel, il diciassettenne del suo medesimo distretto, è riuscito per un pelo ad arrivare agli ultimi otto, e l'ha appena raggiunta in cielo. Marina, la sedicenne del Distretto 4, il cui sguardo velato da una triste malinconia rivelava una vita piena di atroci sofferenze. Il suo compagno di distretto, il dodicenne Max, sarebbe potuto diventare il più giovane vincitore di tutti i tempi, se solo si fosse applicato un po' di più. Rue, la dodicenne dell'11, si è distinta per la sua bravura nella sopravvivenza. La sua morte è stata il colpo più duro, per me. Sophie, la diciottenne che si è offerta volontaria per sua sorella che, purtroppo, non riabbraccera mai più. William, suo fratello, il sedicenne che ha rifiutato un volontario e se n'è andato nel tentativo di vendicarla. Tutti loro avrebbero meritato una fine diversa, tra molti e molti anni, circondati da nipoti ed averi accumulati nel corso delle loro lunghe vite. Non qui, non così. Mi sfugge una lacrima, poi un'altra, ed alla fine mi ritrovo a singhiozzare disperatamente sui ricordi di persone di cui, fino a poco fa, non sapevo praticamente nulla. Cosa penseranno i capitolini? La mia mente vaga fino a raggiungere mio padre, unito a me nel dolore, Ander, il mio fratellino che ho giurato di proteggere a tutti i costi, Cleo, la sorellina che ha già sofferto troppo nella sua breve vita, Zara, la mia migliore amica il cui coraggio mi è sempre stato d'esempio e la cui famiglia mi ha trattato come se ne facessi parte anch'io. E poi Haymitch, il mio amore.

Angolo dell'autrice: Il capitolo venticinque! Sorratemi (?), ma vado di fretta, perché tra esattamente quattro minuti comincia “Harry Potter e il Calice di Fuoco”. Vi chiedo solo di recensire, prima di fare pubblicità a quattro persone: 1)_candyeater03: andate a leggere “Playing Like Careers”, ve lo consiglio caldamente; 2) RMB Ekaterina: “Come foglie d'un albero frondoso” vi strapperà non uno, ma mille sorrisi; 3) Queen Elizabeth: “La Quarta Edizione Della Memoria” vi conquisterà; 4) Enny23: “Lettere d'amore” è davvero toccante. Adesso vi saluto in tutte le lingue del mondo (metaforicamente, s'intende! XD) e vi auguro tante cose belle. Baci, JackiLoveCatoniss4ever.

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Capitolo 26
*** Chapter 26 ***


Quello che odono le mie orecchie mi fa pensare che sia tutto un sogno. Non è possibile, Claudius Templesmith non può aver seriamente pronunciato quelle parole. Aspetto il suo discorso finale, quello in cui chiarirà che si è trattato di una semplice burla. Solo dopo mi accorgo che sarebbe totalmente insensato. Allora attendo il momento in cui mi risveglierò, ma neanche ciò accade. E finalmente ho la conferma che è tutto vero: i vincitori potranno essere due, purché appartenenti allo stesso distretto. E le “coppie” rimaste sono solo un paio: Katniss e Peeta e Cato e Clove. Il mio progetto di aiutare i primi due si sta concretizzando, non rimarrà solo una mera fantasia di una ragazza disperata. Provo ad analizzare i sentimenti dei quattro tributi concorrenti per la vittoria. Katniss... non so, l'ho persa di vista dal giorno dell'attacco degli aghi inseguitori e della morte di Glimmer. Non conosco la reazione che ha avuto alla confessione amorosa del suo compagno di disitretto. So solo che vuole tornare dalla piccola Prim, questo è chiaro a tutta Panem. Il problema, ovviamente, è concentrato nell'esistenza di un avvenente diciottenne che sarà costretta ad uccidere, se desidera rivedere la sua famiglia. Mi chiedo se riuscirà a calpestare i suoi stessi sentimenti in nome della sopravvivenza. La Regina dei Coltelli non rappresenta un grave problema, da quel che ho capito. Non avrebbe nessun moto di rimpianto a farla fuori. Adesso passiamo a Peeta. Sarà certamente al settimo cielo. Non solo ha l'occasione di ritornare dai suoi cari, ma potrà addirittura farlo accanto alla ragazza di cui è perdutamente innamorato. Mi chiedo se riuscirà a sovrastare la furia di un Favorito geloso. Per quanto riguarda la mia coetanea, non ha stretto legami particolari con chi è rimasto ancora vivo all'interno di questo dannato inferno. Siamo giunti a Cato. È ovvio, almeno per me, che i suoi sentimenti verso la ragazza di fuoco non sono dettati dall'odio, bensì dal suo contrario: l'amore. Per questo, ora potrebbe essere alla ricerca del Ragazzo Innamorato, per impedire che la sua amata torni al distretto insieme a lui. E la sua compagna? Di certo se la terrà stretta, gli sarà parecchio utile. È rimasta, per l'appunto, Clove. Ha già tentato di uccidere la Ragazza di fuoco, non penso che ci rifletterà molto prima di agire nuovamente contro di lei. Non mi risulta che rivolgesse il benché minimo sguardo al suo ex alleato. Per quanto riguarda il suo compagno di distretto, sono più che sicura che lo consideri la sua ultima ed unica speranza di uscire da qui sana e salva, e non morta stecchita. Poi i pensieri, inevitabilmente, si focalizzano su di me. Non ho problemi con i quattro possibili futuri vincitori, il più grande pericolo, per me, è rappresentato dal gigante dell'11. Potrebbe uccidermi in men che non si dica, senza un briciolo di pietà. Probabilmente, anche Thresh starà pensando alla sottoscritta, dopo aver sentito l'annuncio: siamo gli unici due ad essere rimasti soli. Tuttavia, non rimpiango affatto Will, mentre sono sicura che lui sente molto la mancanza di Rue. A casa, nel Distretto 5, si saranno finalmente resi conto che non ho più alcuna speranza di fare ritorno viva e vegeta. Mio padre prenderà atto a poco a poco del fatto che la prossima volta che mi vedrà di persona, io sarò all'interno di una bara. Ander si starà sfogando con qualche suo amico. Con tutta probabilità, il pianto di Cleopatra si sentirà in tutto il vicinato. Sono convinta che persino Zara ha mandato al diavolo i suoi principi sul coraggio ed il portamento, e che nell'esatto momento in cui io mi ritrovo in questo bosco a pensare a tutti loro, è rannicchiata sul letto a singhiozzare, con la famiglia che non osa interrompere i singulti provenienti da quel forte ed allo stesso tempo fragile corpo. Un'altra persona di cui mi importa è Haymitch. Non mi ha più inviato paracaduti, ed è escluso che lo farà proprio ora che i suoi tributi possono tornare, dopo ventiquattro lunghi anni, a casa. Chiudo gli occhi e lascio andare un sospiro. Devo dimenticarmi di tutti loro, devo costringermi a pensare che non esistono più, o che non sono mai esistiti, oppure ancora che non li rivedrò. Mi appoggio al tronco di un albero. In questi giorni sono sempre rimasta a riflettere, ho mangiato e bevuto sporadicamente, come se i soli pensieri fossero in grado di garantirmi un nutrimento. Per me, questo è un chiaro segno della fine che si avvicina, inesorabile e crudele, e che presto le tre Parche taglieranno il filo sottile che rappresenta la mia breve esistenza. Mi sforzo di pensare ad ognuno di loro: mio padre, Ander, Cleo, Zara e la sua famiglia, ed Haymitch. Poi li lascio andare. Volano via, semplicemente. Raggiungono la mia mamma.

Hello, everybody! Questo è il capitolo ventisei. Come ben saprete (?), sono rimasti solo quattro capitoli a separarci dalla fine della storia. Ma state tranquilli (o, al contrario, preoccupatevi): ho una fantasia fertile, infatti sono molto avanti con la scrittura delle fanfiction. Dopo le pagelle, sarò addirittura costretta a pubblicare molti capitoli al giorno, e tenete presente che sarò connessa sempre, fino all'inizio della scuola. Ora ringrazio i recensori _candyeater03, RMB Ekaterina, Queen Elizabeth ed Enny23, ed anche BlackandLupin, che segue la storia insieme alle prime tre. Ed adesso sorry me, ma l'insalata e le ciliegie mi aspettano!

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Capitolo 27
*** Chapter 27 ***


Non ci sono stati altri morti, per oggi, ma il sonno non è riuscito ugualmente ad avvolgermi nelle sue spire così dolci e letali al tempo stesso, per chi si trova in una situazione come la mia. Mi sono girata e rigirata tutta la notte, continuando a pensare all'annuncio di Claudius Templesmith. Due vincitori dello stesso distretto. Katniss e Peeta. La mia missione. Devo aiutarli. Oramai non posso più tornare da mio padre... No! Avevo giurato a me stessa che non avrei più pensato né a lui, né ad Ander, Cleopatra, Zara ed Haymitch. Torno a concentrarmi sulla mia strategia. E mi rendo conto che non esiste per un semplice motivo: non so dove si trovano i due sedicenni che voglio provare a salvare. Questo mi fa comprendere appieno la prima tappa del mio cammino: trovarli. A quel punto, sorge l'alba, ed il pallido sole che intravedo all'orizzonte mi dà la forza per partire. Non ho la minima idea della direzione che possono aver preso gli Innamorati Sventurati, ma faccio leva sul mio istinto e proseguo dritto davanti a me. Per alcune ore, tutto procede normalmente. Raggiungo persino un torrente e riesco ad abbeverarmi. Quando mi accorgo che vi nuotano dei pesci, ne catturo alcuni, li ripulisco alla bell'e meglio e li mangio crudi, perché il sole è oramai alto nel cielo ed un fuoco segnalerebbe la mia presenza. Be', tutto sommato sono meglio di niente. Dopo mezz'ora di riposo, mi costrigno ad alzarmi ed a continuare, fino a quando giungo ad un bivio. Tentenno, osservando attentamente i due sentieri in cerca di impronte. Alla fine, opto per quello a destra, ma, dopo pochi passi, rumori simili a grugniti mi fanno tornare indietro. Mi incammino in quello di sinistra, guardandomi sempre le spalle per capire se l'animale o l'essere umano che faceva quei versi, prima, mi stia inseguendo, ansioso di uccidermi. Alla fine della stradina, trovo un mucchio di massi. Inizialmente hanno le dimensioni di ciottoli, ma mano a mano che mi inerpico in quella direzione sempre più ripida, ingrandiscono, arrivando persino ad essere del doppio delle mie dimensioni, in tutti i sensi, ossia larghezza, lunghezza ed altezza. Rabbrividisco, perché, se mi attaccassero in questo luogo, non avrei la più piccola possibilità di cavarmela. All'improvviso, sento delle voci provenire da un luogo non precisato alcuni metri davanti a me. Mi paralizzo al mio posto, con la speranza che non si tratti dei Favoriti, ed aspetto che, chiunque sia, continui a parlare. Le parole si ripetono, ma sono troppo distante per riconoscere la voce. Comunque, si tratta di due persone, poco ma sicuro, a meno che qualcuno non sia impazzito durante il Gioco, com'è successo durante la Settantesima edizione, la cui vincitrice, Annie Cresta, è impossibilitata al ruolo di mentore proprio per quel motivo, o ancora prima, col caso di Titus, del Distretto 6. Azzardo qualche passo in avanti, facendo il più assoluto silenzio. Disgraziatamente, però, il mio piede va a sbattere contro una roccia. Mi nascondo subito dietro di essa e, quasi senza respirare, sbircio per un attimo. Katniss esce dalla caverna, ed il suono di un paracadute che atterra la persuade che il rumore che ha sentito poco fa sia stato causato proprio da esso. Tiro un sospiro di sollievo sia per non essere stata scoperta sia perché ho trovato chi cercavo. Mando un tacito ringraziamento ad Haymitch, che deve aver mandato quel paracadute non solo perché i suoi tributi ne avevano bisogno, ma anche per tentare di salvarmi. Infatti, un altro problema si aggiunge a quelli che già possiedo: non sono sicura che i due del 12 si fiderebbero di me, se tentassi di stringere un'alleanza con loro. Io non lo farei, questo è poco ma sicuro, quindi perché Katniss e Peeta dovrebbero costituire un'eccezione? Nessuno è perfetto, dopotutto. Anche se è probabile che cambieranno le sorti di Panem, non è detto che non la Ragazza di fuoco non mi pianti una freccia nel petto, una volta uscita allo scoperto. Vedo Catnip leggere il biglietto e poi inspirare a fondo, come se l'ordine impostole dal suo mentore non la convincesse per niente. Torna dentro la grotta ed imbocca Peeta. La vista del brodo mi ricorda che sono passate diverse ore da quando ho messo qualcosa nello stomaco, ma adesso non me ne preoccupo. Capisco che “dolcezza” non approvi il comando del vincitore del suo distretto. Si capisce perfettamente che preferirebbe che ci fosse Cato al posto del suo compagno di distretto. Sono così intenta a studiare ogni minimo particolare dei miei alleati segreti che non mi accorgo che si sta facendo buio. Con la complicità della notte, faccio una corsa fino ad una grotta vicina. Appena entro, noto una piccola sorgente al suo interno e mi abbevero. Non riesco ad impedirmi di pensare a mio padre, Ander, Cleo e Zara.

Angolo dell'autrice: Il capitolo ventisette! Scusatemi se oggi non sono di molte parole, ma ieri è finita la scuola e devo ammettere che mi dispiacerà non ritrovare più alcuni dei miei compagni di classe, l'anno prossimo. Purtroppo, anche l'ultimo giorno è stato per metà rovinato. Vabbè, pazienza, forse oggi ci rifaremo durante lo spettacolo che ci sarebbe dovuto essere martedì. Allora, per non pensare a domani mattina, quando appenderanno gli annunci con su scritto chi è stato ammesso agli esami e chi no, vi scongiuro di lasciare una recensione. Va bene anche una minuscola, basta che ci sia! Baci, JackiLoveCatoniss4ever.

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Capitolo 28
*** Chapter 28 ***


La notte vengo svegliata da un altro annuncio di Claudius Templesmith, che dice che si terrà un festino alla Cornucopia dove ognuno dei tributi troverà ciò di cui ha più bisogno. Alzo la testa di scatto. Cibo. Tanto cibo. È l'unica cosa di cui ho bisogno. L'appuntamento è domani mattina presto, ma io mi metto subito in moto. Ripercorro a ritroso lo stesso sentiero, stavolta con molta più fretta, perché chiunque mi battesse in velocità raccoglierebbe anche la mia roba e se ne andrebbe. Arrivata al torrente, capisco di essere sulla pista giusta. Proseguo fino al mio vecchio nascondiglio e lo sorpasso senza un minimo d'esitazione. Quando arrivo alla piana, mi guardo scrupolosamente intorno. So che, se sbucasse fuori qualcuno, non si tratterebbe né di Katniss né tantomeno di Peeta, perché li avrei sentiti partire, quindi il campo si restringe a tre persone: Cato, Clove e Thresh. I primi due attaccheranno quasi sicuramente insieme, mentre il terzo non ha bisogno di nessuno che corra in suo aiuto. Faccio un respiro profondo e sfido ancora una volta la sorte, correndo a rotta di collo in direzione del grande corno dorato. Fortunatamente, non ci sono tributi nei paraggi, perciò mi nascondo al suo interno, attendendo l'alba. Solo quando mi siedo per terra mi rendo conto della mia immensa stanchezza. Ho rifatto al contrario un percorso per cui mi c'è voluta mezza giornata in poche ore, aggiungendo la distanza che separava il punto d'inizio dall'ex campo base dei Tributi Favoriti. È legittimo, dunque, che mi senta a pezzi, ma in questa circostanza devo dimostrarmi scattante e rapida come non mai. Non posso rischiare di venire ammazzata prima ancora di aver tentato di aiutare i ragazzi del 12. Appoggio la schiena contro il freddo metallo del grande corno d'oro ed aspetto. Aspetto che inizi la prossima sadica tortura fisica ed emotiva degli Strateghi, aspetto che venga azionata l'ennesima macchina di morte e che qualcuno vi rimanga impigliato, aspetto di scorgere i miei nemici riversarsi qui e combattere l'un l'altro per qualcosa che non è neppure sicuro ci sia veramente utile. In effetti, potrebbero aver architettato tutto questo solo per vederci massacrare. Gli spettatori di Capitol City attendono solo il prossimo scontro. Poi ci sarà la finale. Infine, vivranno un altro anno in attesa del prossimo carico di bambini (perché è questo che siamo, in fondo) arrivi a morire per il loro spasso. Ad ogni Tour della Vittoria, spengo sempre la TV quando il vincitore o la vincitrice giunge alla capitale. Non riesco a sopportare la gioia sui volti dei capitolini, mentre ventitré famiglie devono convivere con il dolore eterno e lacerante di aver perso un proprio caro. Comunque, mi considero fortunata ad essere stata mietuta quest'anno e non il prossimo: le Edizioni della Memoria sono sempre ignobili. L'alba spunta così, senza preavviso. Appena il primo raggio di sole si riflette sulla Cornucopia d'oro, il terreno davanti alla bocca del corno si apre, ed in tavolo rotondo, con una tovaglia candida come la neve, sale nell'arena. Sul tavolo ci sono quattro zaini, due grossi e neri coi numeri 2 ed 11, uno verde di medie dimensioni col numero 5, il mio, ed uno arancione minuscolo che dev'essere contrassegnato con un 12. Con uno scatto metallico, il tavolo raggiunge la posizione stabilita. Subito, sfreccio fuori dalla Cornucopia, prendo al volo lo zaino verde e mi allontano a tutta velocità. Compio tutte queste azioni senza nemmeno riflettere. Non mi ero neppure accorta di essermi alzata in piedi quando il tavolo è sbucato fuori dal sottosuolo. Raggiungo il limite della boscaglia e, dopo un attimo di esitazione, mi ci addentro. Il cespuglio dietro cui scelgo di nascondermi mi garantisce un'ottima vista sulla piana, piena d'agitazione. Katniss corre verso il suo zaino. Esulto intimamente, ma i miei occhi si riempiono d'orrore quando Clove sbuca fuori dalla direzione opposta a quella della Ghiandaia Imitatrice e punta verso di lei. Inizia un combattimento, e mentre io prego mio padre, Ander, Cleopatra, Zara ed Haymitch senza motivo invece di intervenire, Thresh compare improvvisamente accanto alle due ragazze, afferra la Regina dei Coltelli e la sbatte violentemente contro la Cornucopia, sbraitando qualcosa a proposito di Rue. Doveva amarla davvero molto. La quindicenne del 2 crolla a terra, dopo aver invocato il nome del suo compagno di distretto, ed il cannone spara un colpo. Sono convinta che Cato sia nei paraggi, ma che non si sia fatto vivo per aiutarla a causa del suo amore per Katniss. Mi volto per squagliarmela, ma gli occhi blu ghiaccio di Cato mi paralizzano. Il mio primo, stupido pensiero è che sono così diversi da quelli di Katniss, grigi ma col fuoco dentro. Il mio istinto mi suggerisce di chiudere gli occhi, ripensare a mio padre, Ander, Cleo, Zara ed Haymitch e morire, ma lui, incredibilmente, mi lascia andare.

Oh, cavoletti, sono totalmente sopraffatta dal panico da palcoscenico! Mandatemi un “in bocca al lupo!” per il concerto coi flauti che io e la mia classe (be', oramai ex-classe, anche se ci sono ancora gli esami) terremo alle 21. Adesso sono le 19:42 e devo ripassare non so quanti pezzi perché il prof di musica non ci ha detto cosa suoneremo. Prima, però, pubblico un altro capitolo su di EFP. Se vi va, raccontatemi com'è stato il vostro ultimo giorno alle medie (oggi sono in vena di tristezze XD). Per tutte le cioccolate del mondo, vado! Baci da JackiLoveCatoniss4ever.

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Capitolo 29
*** Chapter 29 ***


Ancora scossa per l'incontro ravvicinato che ho avuto poco fa con Cato, mi rintano nella grotta, non prima di aver sbirciato le condizioni di Peeta. Ha un sonno agitato, e continua a mormorare il nome di Katniss. Valuto l'idea se cercare di alleviargli un po' il dolore provando alcune tecniche che ho visto all'ospedale del Distretto 5, ma la scarto quasi immediatamente: la probabilità che la ragazza in fiamme mi trovi intenta ad aiutarlo e si convinca che invece voglia fargli del male è molto elevata, e potrei ritrovarmi con una freccia conficcata nella gola prima ancora di riuscire a spiccicar parola. Non voglio che mio padre, Ander, Cleopatra e Zara mi vedano fare questa fine. Per Haymitch sarebbe molto doloroso vedere la quindicenne che ama uccisa da un suo tributo, anche se sono certa che abbia già capito che oramai non c'è più nulla da fare per me, e che da morta sarò molto più utile. E poi penso che a Capitol City sia chiaro chi vincerà quest'edizione degli Hunger Games: siamo rimasti solo in cinque, e c'è un'unica coppia in mezzo a noi, quella formata dai due sedicenni del 12. Penso che abbiano capito che non c'è più partita, o sono stupidi a tal punto? Preferisco smettere di farmi certe domande e tornare alla mia sorgente. Non appena mi trovo al sicuro, apro lo zaino che, come sospettavo, contiene molte provviste. Purtroppo, però, il mio stomaco non si accontenta di tutto questo ben di Dio, anche perché non c'è molta varietà: panini al formaggio e frutta. Comunque, mi faccio ugualmente la solenne promessa di cercare di farmeli bastare. Poco dopo, sento dei passi appena accennati oltrepassare l'apertura della mia caverna e correre poco più avanti. Dev'essere Katniss. Non riesco a sopire la tentazione di andare a vedere come procederanno le cose. Ringrazio per la miliardesima volta la natura per avermi donato un passo felpato e mi sistemo all'imboccatura della grotta dei due Innamorati Sventurati. Stanno parlando, sempra quasi una sottospecie di litigio. Dopo pochissimo tempo (non è trascorso neppure un minuto da quando hanno iniziato), la Ragazza di fuoco zittisce il suo compagno di distretto e gli spalma sulla gamba ferita un unguento che spero vivamente sia miracoloso, date le condizioni in cui si trova. Poi lui prende un po' di quella poltiglia e la sistema sulla ferita frontale di lei, quella provocatale da Clove. Si fissano intensamente negli occhi, scambiandosi dei timidi sorrisi, poi lei distoglie lo sguardo. So che sta pensando a Cato. Anch'io sono innamorata, e conosco il modo in cui ci si sente. Ora che ho la mente più lucida, mi rendo conto che lei sarebbe dovuta arrivare qui prima di me, ma evidentemente qualcosa l'ha trattenuta. Mi blocco momentaneamente. Qualcosa... o qualcuno? Il sorriso mi compare sulle labbra prima ancora che provi a trattenerlo, ma subito dopo subentra una lieve malinconia che cresce sempre di più. Katniss deve fingere di amare qualcuno per cui prova semplicemente un grande affetto ed odiare un ragazzo i cui occhi le mozzano il fiato. È questa la vera, grande ingiustizia dei Giochi: ti costringe a diventare ciò che non sei. Probabilmente, i vincitori sono costretti ad indossare una maschera per il resto della loro vita. Inorridisco al pensiero di come potrei sembrare diversa agli occhi di mio padre, Ander, Cleo e Zara se tornassi a casa dopo aver subito tutto questo. Ed Haymitch? Mi amerebbe ancora? O mi giudicherebbe come quasi certamente ha reputato i due morfaminomani del Distretto 6, coloro che sarebbero dovuti essere i mentori di Sophie e William ma che erano troppo strafatti di droga ed hanno lasciato tutto il lavoro a Jerome, una ragazzina che ha trionfato celandosi alla vista di tutti per l'intera durata del Gioco. Una pedina nelle mani dei capitolini, l'ennesimo strumento del presidente Snow. Non voglio finire come come Vaniglia Periwinkle e Jim Burium, desidero godermi la vita appieno e, se non posso, lasciare che vincano due persone che potrebbero cambiare per sempre la storia di Panem e spodestare dal trono che si è creato in questi lunghi anni il serpente che ci comanda. La mamma sarebbe fiera di me, se sapesse che sto progettando queste cose.

Angolo dell'autrice: Ehm... okay, qualcuno di voi sa spiegarmi perché sto scrivendo il ventinovesimo alias penultimo capitolo di “Diamonds” mentre domani ci sarà l'esame scritto di italiano? Vabbè, comunque spero che abbiate apprezzato questo, il ventottesimo ecc. ecc. e sono felice di trovarvi ancora qui, intenti a leggere la mia storia. I ringraziamenti finali ci saranno nel prossimo capitolo, che scriverò domenica. Adesso vado a pubblicare il quattordicesimo di questa fanfiction, contentissima di essere passata con un nove. Be', non so cos'altro dirvi, se non implorarvi in ginocchio di recensire (lo so, sto esagerando, ma sono disperata! XD). Baci, JackiLoveCatoniss4ever.

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Capitolo 30
*** Chapter 30 ***


Quando mi sveglio, sento una strana sensazione alla bocca dello stomaco, ben diversa dalla fame. È come una specie di consapevolezza: oggi finirà qualcosa d'importante. Può essere uno sbaglio, non è certo che il mio sesto senso mi stia avvertendo, però oggi farò comunque molta attenzione. Mi abbevero alla sorgente e rimango a fissare la mia immagine, chiedendomi se domani sarò ancora qui. Improvvisamente, alle mie spalle compare una figura. Rimango pietrificata, aspettando di sentire il coltello perforare la mia carne, ma nulla di tutto ciò succede. Semplicemente, il viso dell'intruso si fa sempre più distinto, trasformandosi in uno che conosco molto bene: mia madre. Sta sorridendo. – Non preoccuparti, tesoro. Presto tutto questo finirà. – Mi volto di scatto. – Mamma...! – ma trovo solo le pareti umide della grotta ad ascoltarmi. Crollo contro le rocce. Oh, mio Dio, sto impazzendo. Solo adesso mi rendo conto degli scarti di cibo sparsi per tutta la caverna. Ricordo vagamente di aver finito il formaggio, ieri sera. A quel punto, il mio stomaco brontola, bisognoso di cibo. Lo accarezzo, ed intanto penso a mio padre. Spero che adesso dia cibo più sostanzioso ad Ander e Cleopatra. Sicuramente Zara allunga loro delle fette di torta a scuola. O magari Haymitch si sta prendendo cura delle persone a me più care? Qualcosa mi dice che è probabile che io non lo scopra mai. La paura, che mi ha sempre perseguitato dal giorno della mietitura ma che da quando ho iniziato ad avere una missione era nascosta nei meandri più reconditi della mia coscienza, torna ad attanagliarmi le viscere. Come fa la gente a sopravvivere con questo peso sul cuore? Vorrei tanto saperlo, così da aggrapparmi a quella soluzione come fosse un salvagente. Mi costringo ad alzarmi. Valuto rapidamente se portare con me alcune provviste. Alla fine del mio ragionamento decido che, al limite, è meglio se vado a cercare qualcosa nei boschi. Mi accingo ad uscire dalla grotta quando le voci di Katniss e Peeta mi bloccano. Stanno parlando di noialtri tributi. Snocciolano ipotesi su dove potremmo trovarci. Vengo pervasa da una certa dose di soddisfazione quando, al mio turno, non riescono ad immaginare nessun luogo in cui possa nascondermi. Se solo sapessero quanto sono vicina... Chissà se ascolterebbero le mie ragioni, o se, invece, mi farebbero fuori senza batter ciglio. Magari Katniss ha imparato qualche trucchetto da Cato, il suo “ragazzo segreto”. Anche se non c'è segreto che tenga con la capitale. La risata di Peeta mi riporta alla realtà. Devono aver scherzato a proposito di qualcosa ma io, troppo impegnata a riflettere, non ho sentito una parola. Mi metto a seguire il sedicenne. Lo vedo scavare in cerca di radici. Ad un certo punto, arriva davanti ad un cespuglio di mirtilli. No, non sono mirtilli. Da lontano sono molto simili, ma da vicino la loro forma sembra diversa. Aguzzo lo sguardo e riconosco le bacche zuccherine. Poi il Ragazzo Innamorato stende tutto quel ben di Dio su di un telo. In un momento di distrazione del tributo, rubo alcune bacche. Mi porto dietro i morsi della fame da stamattina, quindi decido di concedermi un piccolo spuntino. Mastico tre o quattro frutti, e sto per portarmene alla bocca altri quando la testa si fa pesante. Le mie dita si intorpidiscono e le mie guance si gelano. Guardo più attentamente le bacche, e scopro che non sono quelle zuccherine. Hanno una forma più ovale. Ho commesso un errore, ma sarebbe accaduto comunque, prima o poi. Cado a terra ed individuo una telecamera, appollaiata su di un albero. Sorrido per sfidare Capitol City, poi tutto inizia a farsi sfocato. Libero il sospiro di sollievo che trattengo dal giorno della mietitura, poi tutto si fa buio. Quando riapro gli occhi, sono su di un prato. O almeno così pare, a prima vista. Ossevando meglio, mi accorgo di trovarmi di nuovo nell'arena. Attorno a me, si trovano tutti i tributi morti: Glimmer, Marvel, Clove, Cara, Wonder, Marina, Max, Will, Sophie, William, Susan, Tobias, Alan, Sarah, Christina, Vannak, Jason, Kalea e Rue. Mi danno il benvenuto, poi ci mettiamo tutti seduti in cerchio, ed attendiamo gli altri. Quando veniamo raggiunti da Thresh e Cato, ha inizio tutto. Scoppia la rivolta. La vediamo attraverso il lago, che ha la funzione di uno schermo TV. Vediamo la Ghiandaia Imatrice combattere. Alla fine, come prevedevo, i due del 12 rovesciano il governo e continuano a vivere in pace, mentre io aspetto. E continuo ad aspettare, per anni ed anni. Vedo mio padre morire, Ander e Cleo crescere, Zara superare il dolore per la mia perdita. Poi, un giorno, arriva la persona che attendo con infinita pazienza e così tanta costanza. Soliti capelli biondi, identici occhi grigi. Bello come sempre. Mi sorride. – Ehi, dolcezza. Mi sei mancata, sai? – Rido. – E tu a me, Haymitch.

Ebbene sì, domani ho l'esame di francese e sono qui a scrivere il trentesimo, ovvero l'ultimo, capitolo di “Diamonds”. Ringrazio i recensori _candyeater03, RMB Ekaterina, Queen Elizabeth, Enny23 e BlackandLupin e Chimera_lupo99, che seguono, e vi do appuntamento alla mia prossima fanfiction: “I Need A Doctor”, che narrerà il punto di vista di Rue ai Giochi. Ora scusatemi, ma dopo aver saputo che c'è gente che shippa Rue e Marvel o quest'ultimo e Madge, sono piuttosto sconvolta. Purtroppo per voi, ciò non m'impedisce di chiedervi se il capitolo è stato di vostro gradimento. Allora, che ne pensate? Alla prossima! Baci!

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