Naruto e Kida

di Tsunade1
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Naruto e il ricordo di Kida ***
Capitolo 2: *** Il racconto di Kida ***
Capitolo 3: *** Esame jonin ***
Capitolo 4: *** Era anche amica mia ***
Capitolo 5: *** La notte più lunga ***
Capitolo 6: *** L'addio prima della guerra ***



Capitolo 1
*** Naruto e il ricordo di Kida ***


La prima volta che ho incontrato Minato, ero una monella di 5 anni con nessuna voglia di studiare (o meglio, studiare come dicevano loro) e 2 genitori severissimi, e un fratello che… Beh… Maggiore e maschio! Devo dire comunque che con l’età migliorò, ma sto divagando. Dunque quel giorno, mia madre mi aveva tagliato i capelli in un caschetto orrendo e irto, poiché tenendoli lunghi si annodavano in continuazione, o non li spazzolavo e mia mamma diventava estremamente… Pratica. Ci dava un taglio, in tutti i sensi. Immaginavo già come mi avrebbero preso in giro i miei compagni e infatti il giorno dopo corsi via dall’aula piangendo a dirotto e mi rifugiai nel parco dietro uno scivolo:-Piccina, perché piangi?- di fronte a me un uomo giovanissimo biondo e dagli occhi buoni, mi guardava incuriosito: io tirai su col naso:-Perché i miei capelli sono bruttissimi, la mia mamma me li ha tagliati e ora… Tutti i bambini mi guardano storto e ridono!-strillai disperata ricacciandomi la testa fra le ginocchia:-Ma no non ci credo- Minato mi sollevò il mento, tergendomi le gote con un fazzoletto:-Anzi sono sicuro che ti stanno molto bene, è che ancora devono crescere per questo ti sembrano brutti. La tua mamma l’avrà fatto per insegnarti ad averne cura, e poi non lo sapevi che più si tagliano corti, più ricrescono forti e belli? - mi domandò comprensivo, io scossi la testa incerta:-Ti assicuro che è così, e vedrai che un giorno li potrai portare lunghi quanto vorrai e saranno bellissimi, come te- sorrise sincero e io di rimando. Mi prese la mano garbatamente e mi riportò a casa, ora del tutto rasserenata. Non so la ragione, ma da quel giorno non m’interessò più se mia madre me li tagliasse o se venissi presa in giro;nel giro d’un paio d’anni sviluppai un indole avventurosa e quando le cose mi stufavano, fuggivo dalla finestra alla ricerca di aria e azione; sparivo per ore e rientravo sporca fino al viso di terra o peggio… La maggior parte delle volte, se beccata da Hiruzen, la passavo liscia, altrimenti se c’era Asuma mi ficcava nella vasca da bagno prima che mi scoprisse nostra madre e se mi scopriva lei… Capendo che ero versata per le arti ninja ma m’interessava più leggere e studiare, mi forzò a fare tutt’altro: prendere lezioni di musica, flauto in particolare ma non disdegnavo il canto; non che le odiassi, ma il mio maestro era un insolente petulante, sbadigliavo e sospiravo in continuazione ascoltando la sua voce nasale che mi snocciolava solfeggi. E un giorno, in cui per l’ennesima volta rischiavo di addormentarmi, feci addormentare lui, correggendogli il thè… Percorsi la foresta in lungo e largo, saltando sui massi e attraversando ponti, quel giorno però una grotta profonda e lunghissima m’incuriosì: avanzai intrepida senza curarmi degli scheletri d’animali che vedevo ai miei piedi; una voce crepitante e terribile mi ordinò di andarmene:-Chi ha parlato? - domandai impaurita e inchiodata dov’ero. Nessuna risposta. Avanzai di un passo e una fiammata per poco non mi travolse, avrei voluto scappare ma ero incapace di muovermi: di fronte a me un drago gigantesco e maestoso si parò davanti a me lentamente, e sicura che mi divorasse, le ginocchia mi cedettero e caddi ai suoi piedi: avrei potuto contare ogni artiglio argenteo delle sue zampe affusolate, o scaglie della sua pelle squamosa arancio scuro;2 occhi grandi di brace mi fissavano incredibilmente nobili e sprezzanti, ringhiò frustando l’aria con la coda, elegante:-Cosa ci fai qui? Chi sei, cosa vuoi? - abbassò il capo minaccioso; ero terrificata ma, notando le catene alle zampe posteriori, mi rialzai e risposi spaccona:-Io? Casomai tu, io qui ci abito! - il drago inarcò la fronte mostrando una fila di denti affilatissimi e a appuntiti:-Non sei venuta per cacciarmi? -
-Cacciarti? Sono una bambina! E neppure genin- obiettai, essendo per me una scemenza la sua constatazione:-NON TRATTARMI COME FOSSI UN TUO SIMILE, UMANA! IO SONO UNA CREATURA DALLA SAGGEZZA MILLENARIA! - ruggì fortissimo aprendo 2 larghissime e imponenti ali che mimetizzate com’erano col resto del corpo non avevo notato e mi coprii le orecchie per quel ruggito tremendo. Dopo, si acciambellò come un qualsiasi animale su se stesso, muso sulle zampe anteriori e coda che lo circondava, chiuse le palpebre ignorando la mia presenza ”Devo andarmene? O resto? Si è calmato dopotutto…” pensavo e mi sedetti di fronte a gambe incrociate:-Esisti da più di mille anni, e non riconosci una bambina? - il drago sbuffò, ma non mi arresi:-Certo che per essere saggio come dici, fai rimproveri pretendendo di essere ascoltato senza neanche presentarti- alzai le spalle saccente. Ancora niente :-Comunque… Perché ti trovi qui incatenato? Grande e grosso come sei, potresti andartene dove vuoi se non sopporti gli umani, o forse ci vuoi mangiare tutti? - rintuzzai sicura di colpirla nel vivo; il drago mosse un orecchio impercettibile, come a voler scacciare una mosca fastidiosa ed io a quel punto mia arrabbiai:-Sei solo un vecchio drago acido e bisbetico che non sa cos’è l’educazione, alla faccia della saggezza millenaria! Sei solo un buffone! - lo insultai avvampando e rimettendomi in piedi; il drago aprì un occhio color rosso rubino e mi guardò:- Se vuoi rispetto, dai rispetto, non mi risulta che tu ti sia presentata, in più ti trovi a casa mia e ti ho già chiesto di andartene, o preferisci essere sgranocchiata?- ora la voce era solo rauca e baritonale, ma io non mi feci impressionare:-Se mi avessi voluto mangiare l’avresti già fatto, inoltre a te non piacciono gli umani e qua ci sono solo carcasse di animali! - polemizzai sbuffando a mia volta: il drago aprì anche l’altro occhio, fissandomi stavolta indecifrabile:-Te lo concedo hai sale in zucca e hai fegato. Ma non devi impicciarti di cose che non ti riguardano; per me voi siete solo umani, l’età mi è indifferente, se sei solo un cucciolo come dici, non sai niente della vita. E ora vattene sul serio, potrei sempre ucciderti- mi ammonì ritornando in posizione, solo la coda ondeggiò per un secondo in aria. Non mi feci impressionare neppure da quella minaccia, perché avevo percepito una nota dolente in fondo alla voce ed io, se non altro per la musica, avevo un udito sviluppato: per questo decisi di lasciarlo in pace e tornare a casa. Non confidai a nessuno ciò che avevo visto, né ad Asuma né a mio padre, il quale era indubbiamente a conoscenza della sua presenza al villaggio, essendo in catene; avrei potuto spiare qualche ANBU e verificare che fossero loro a portargli cibo, ma naturalmente volli cavarmela per i fatti miei: da mangiare non lo considerai neanche di portargliene, vedendo più carcasse si sarebbero insospettiti e avrebbero pensato che fosse stato lui, facendogli magari del male, decisi allora nei giorni seguenti di andarci nell’orario in cui mi ero recata la prima volta non avendo incontrato nessuno e augurandomi non cambiassero abitudine. Purtroppo per mesi non potei andarci: mia madre mi fece sorvegliare a vista durante le lezioni di musica, avendomi opportunamente punita per la bravata del maestro; quando ci riuscivo, facevo sgattaiolare una copia per vedere se era ancora lì, non potendo fare altro, poiché era difficile coordinare i movimenti delle mia copia mentre suonavo, in più ero entrata pure in accademia (per quanto mia madre non volesse, la tradizione e l’essere figlia di hokage lo imponeva). Il giorno del concerto, che si tenne proprio lì, feci scena muta perché ero emozionata e contrariata dalla scelta del brano; ad un certo punto calò il sipario e mi nascosi dietro le quinte dove mia madre mi fece nuova, una lavata di capo che non finiva mai, ricordo in particolare il terzo (nelle occasioni pubbliche, non era mai mio padre)che fumava la pipa nelle sue vesti di hokage e che poggiava una mano sulla spalla di Asuma bisbigliando:-E ringrazia che non ha visto un tuo shuriken che colpiva la corda che teneva alzato il sipario, o ce n’erano pure per te- nonostante mi divertissero le sue uscite genuine, e dette in maniera assolutamente ragionevole, proprio non mi capacitavo che non intervenisse nei rimproveri o castighi imposti dalla moglie…Trascorse un altro mese, e poiché avevo indetto lo sciopero della fame, mi scontarono la pena fino a quel momento. Neppure risposi, febbrile corsi dal drago: lo trovai che si stava pulendo un osso, sollevò indifferente lo sguardo su di me:-Mi chiedevo se saresti venuta di nuovo a rompermi le scatole, o se avessi continuato a farmi guardare dalla tua copia come un ricercato- io stupii:-Conosci le arti ninja? Allora sei di qui! - esclamai:-No nient’affatto- negò lui offeso, cambiai atteggiamento furba:-Oh mi dispiace che tu abbia sentito la mia mancanza, se ti fossi presentato forse…- quello mi fulminò con gli occhi, io incrociai le braccia dietro il collo disinteressata:-Cosa aspettarsi da uno così fiero che non vuole mischiarsi con la plebe, ma si comporta peggio di un popolano? Contraddizione e basta-:l’osso mi sfiorò la tempia attraversando l’incavo che il braccio formava col collo pietrificandomi ”Che mira stupefacente!”:-Shado- ringhiò basso-:Questo è il mio nome- aggiunse:-Il mio è Kida!- affermai vittoriosa:-Che nome insulso…- commentò acido lui:-Ehi che diritto hai tu che me l’hai svelato solo per orgoglio non riconoscendo neppure il tuo errore!- lo indicai sclerata mentre si appoggiava il muso sulle zampe sardonico e chiudeva gli occhi:-Oh dopo la pappa riposino giusto?- lo scherni, lui restò zitto, ad un tratto aprì gli occhi:-Ti è capitato qualcosa di recente che ti ha scombussolato vero?- il suo tono canzonatorio mi fece ergere in tutta la mia, piccola, altezza:-Non sono affari tuoi- di nuovo mi guardò profondo:-Se vuoi rispetto, dai rispetto- e per quel giorno mi lasciò così, addormentandosi. Inutile narrare ogni singola discussione, basta sapere che questi incontri continuarono per circa un anno mezzo, periodicamente s’intende, ma abbastanza spesso da guadagnarmi il suo rispetto: arrivavo, salutavo e aspettavo che m’invitasse a stare lì, poi gli parlavo del più e del meno, benché mi sforzassi di coinvolgerlo, rimaneva diffidente e scostante; eppure io avevo solo cercato di stringere amicizia, tanto più che quella frase, ripetutami ben 2 volte, bruciava il mio amor proprio, ed io non vedevo come guadagnarmi anche la sua fiducia. In un pomeriggio d’estate, poco prima dei miei primi esami chunin, lo trovai disteso in maniera scomposta e respirava a fatica, gli domandai cos’avesse e cosa gli servisse ma lui non volle svelarlo:-Razza di testardo!- gli urlai appresso, andando a casa Inuzuka e non fu affatto facile porre la questione senza farmi scoprire, lo stesso mi diedero un loro preparato anche se su un rettile con problemi respiratori non garantivano il risultato: per fortuna mia madre era una levatrice, tante volte mi aveva portato con sé e conoscevo grosso modo il gergo. Shado non era migliorato quando ci ritornai: tentai di fargli assumere il farmaco ma aveva una volontà di titanio ed io ero impotente. Ogni giorno, non ricordo quanti, ci ritornai, se non altro, indebolendosi, avrei potuto farglielo ingerire, sempre che non fosse troppo tardi. Una volta, sul punto di saltare dalla ringhiera degli uffici dell’hokage, Asuma mi afferrò per un piede, tirandomi giù:-Marmocchia, vai e vieni un po’ troppo spesso da casa- mi riprese:-E dai lasciami antipatico! - protestai divincolandomi:-Va bene ma non cacciarti nei guai chiaro? - si raccomandò lasciandomi ed io filai via. Avevo ragione su Shado, e gli diedi il farmaco: trascorsi tutto il giorno lì, fino a notte inoltrata, Shado non accennava a guarire. All’improvviso, avvertii una presenza e mi parai a proteggere il drago con un misero kunai tra le mani: l’uomo biondo che anni prima mi aveva consolato e che avevo poi incontrato di rado a Konoha, mi stava di fronte con una lanterna e un’espressione di chi vuol dare un monito ma non ne è convinto:-Non muovere un altro passo! Nessuno lo toccherà, è malato e inoffensivo e non farai muovere nemmeno me da qui! - lo avvisai decisa; Minato non si mosse, ci guardò entrambi per un lungo momento e inaspettatamente girò sui tacchi e andò via, senza proferire parola. Io mi meravigliai, naturalmente, ma poi non facendoci troppo caso tornai su Shado: questi aprì gli occhi vitrei e affannato balbettò:-Kida…-
-Si sono qui dimmi, che hai bisogno? - mi offrii di slancio, lui scosse la nuca debolmente:-Devo confessarti una cosa…-
-Se parli è peggio- cercai di zittirlo:-C’è… Ho poco tempo- tossì forte:-La mia razza si stava estinguendo così il capo di questo villaggio, in accordo con gli altri, mi ha portato qui dove fossi protetto con le dovute precauzioni- accennò roco ai ceppi:-Io e la mia famiglia vivevamo su un’isola vicino la terra del fulmine, purtroppo dei mercenari hanno iniziato a sterminarci per impossessarsi dei nostri cuori, poiché traggono energia direttamente dalla natura e pur non essendo paragonabili al chakra dei demoni, possiamo usufruirne di un enorme quantità, io come altri animali leggendari- tossì di nuovo ed io ricordai di averne sentito parlare a proposito dei sennin della foglia:-Saremo anche solitari e dei predatori, ma abbiamo sempre rispettato le leggi, noi draghi abbiamo un senso dell’onore e dell’amicizia fuori dal comune… Lo stesso che ho visto in te, e che c’è in altri ninja che ho conosciuto- io boccheggiai incredula:-La prima volta non ne ero convinto, quel giorno in cui ho percepito la tua forza vitale non ebbi dubbi, eri corazzata dall’orgoglio scaturito da una sola offesa, così simile alla fierezza di un drago… Vorrei dirti tante altre cose ma sono vecchio e sto morendo, per questo mi hanno portato qui- una lacrima gli rigò le squame, e pure io cominciai a piangere:-Insomma per concludere- un altro accesso di tosse:-Tu hai un cuore puro Kida, e soprattutto un cuore giovane, potrei affidarlo solo a te, e sono onorato di offrirti il mio se tu mi farai l’onore di accettarlo… Dovrei spiegarti ogni sua funzione ma sento che mi sto spegnendo… Confido che scoprirai i modi giusti per sfruttarlo, una sola raccomandazione, la più importante: non illuderti di poterlo gestire da sola e subito, per magia- chiuse gli occhi ed io annegavo totalmente nei miei singhiozzi:-Almeno così, in qualche modo, la mia gente vivrà…- mormorò fievole, infine si spense ed io mi abbandonai in un pianto disperato sul suo corpo, caldo e che sembrava ancora pieno di vita… In qualche modo eravamo amici, anche se mi canzonava tutto il tempo e non ascoltava uno solo dei miei soliloqui, era piacevole stare in sua compagnia; può sembrare il contrario per un estraneo,lo so, per giunta il mio primo vero amico è stato un animale, rude quanto nobile, e sotto sotto sentivo che la mia presenza lo teneva su. Vuoi perché fossi una bambina, o semplicemente perché lo legavo al mondo esterno senza essere un carceriere, però c’era un legame tra noi, molto intenso e se non mi avesse donato il suo cuore mi sarebbe mancato per sempre.
 
-Su Naruto non piangere- il ragazzo biondo si era commosso in maniera tragicomica, giacché cadevano grossi goccioloni sul parquet e si era intasato di muco peggio di un neonato; si soffiò il naso fragorosamente:-Oh scusa ma è così commovente la tua storia, e qualcuno dovrebbe imparare anziché dormire tutto il tempo! - Naruto si guardò la pancia, Kida percepì una vibrazione nell’aria” La volpe non gradisce le frecciatine” :-Ti prego continua- chiese il ragazzo, prendendo un altro fazzoletto. Nell’altra stanza intanto, i 2 jonin s’erano messi comodi a leggere, ognuno per i fatti propri e paralleli alla porta scorrevole, socchiusa alle estremità:-Ehi! Pss! Kakashi- bisbigliò Yamato che stava sbirciando:-Mmh? - Kakashi alzò gli occhi con aria menefreghista dal suo libro:-Vuoi vedere che adesso parlano di te? -l’altro riabbassò lo sguardo:-Yamato non stanno parlando di me, e comunque sembreremmo 2 ragazzine quindicenni in amore…- osservò imperturbabile:-Tsè! - Yamato non lo ascoltò e rimase dov’era, ma Kakashi era tutt’altro che distratto…
-Allora continuo- fece Kida all’altro lato.

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Capitolo 2
*** Il racconto di Kida ***


Ad un certo punto, percepii una strana energia pervadermi, mi sollevai e guardai le mani: dal corpo di Shado fluiva uno strano chakra giallo, caldo e misterioso e una volta finito, Shado scomparve in una polvere d’oro tutta intorno a me. Mi diressi verso casa, traballante e stordita, poi cominciai a tremare di freddo, molto freddo, vidi la mia pelle a tratti normale a tratti squamata e svenni. Mi svegliai che ero in ospedale; dal vetro della stanza vidi un ninja medico e Minato che discutevano: Minato si accorse che ero sveglia ed avendo interrotto l’altro entrò -Come ti senti Kida? -

-Sto bene-risposi rauca, sbalordita -Sta tranquilla è il fiato del drago, ti sei stabilizzata, ora i tuoi valori sono buoni ma hai rischiato- spiegò grave Minato, si girò verso un ninja che era giunto e annuì ad un suo cenno -Devo partire per una missione, mi dispiace lasciarti così…Non ho detto nulla ai tuoi di cos’è successo e non lo sapranno se non da te, sanno solo che eri in giro e che ti ho portato con me. Dicono che essendo un soggetto molto giovane hai reagito bene, dovrai imparare a gestirlo meglio tuttavia, perciò quando ti sentirai meglio parlane al tuo maestro d’accordo? Puoi anche venire da me se hai difficoltà. Ora devo andare, mi raccomando- e uscì strizzandomi l’occhio. Rimasi lì a pensarci su, ma non appena l’indomani ricominciai col mio maestro privato, da un po’ studiavo a casa affinché non scappassi, mi passò la voglia; mandavo una copia dal maestro e mi allenavo da sola; non fu un cattivo risultato, le ferite mi guarivano più in fretta e imparai ad usare le tecniche di fuoco, pur non avendone il chakra, così divenni genin, con grande soddisfazione di Asuma, i miei non erano presenti. Tuttavia all’esame chunin mi distrassi e persi; Minato mi riprese e tanta fu la vergogna, conseguente all’esame, anche dell’incontro con Kakashi, che mi convinsi e iniziai ad allenarmi con lui, previa approvazione del terzo e piena coscienza da parte mia, che non avevo imparato a gestire neppure un quarto di quel potere.
 
-Aspetta aspetta, un momento: vuoi dire che non eri compagna di Kakashi? - si meravigliò Naruto -Neanche per sogno, sono più piccola di 2 anni e lui coi suoi amici, che erano anche miei, erano già avanti-
-Ah sì? E chi erano? - il ragazzo dondolò i piedi sbarazzino -Beh ecco c’erano…- Kida si morse la lingua -Ecco forse dovresti domandarlo al tuo maestro. Credo dovrebbe essere lui a parlartene…- (Nell’altra stanza) -Che ti dicevo? Adesso parla di te- suggerì il capitano accostando l’orecchio alla porta, guardingo; a quel punto Kakashi abbassò il libro, e si unì a guardare dalla sua parte: scorse Kida seduta sulle ginocchia che dialogava assorta e velatamente melanconica.
-Devo ammettere però, che tu assomigli proprio ad uno di loro- Kida storse le labbra in un sorrisetto
-Davvero?-s’interessò Naruto -Sì, invece l’altra beh…forse a Sakura, tolta la nevrosi, anche perché pure la mia amica era un medico, e l’uno voleva l’altra, che voleva l’altro e tu vuoi Sakura che vuole Sasuke, mmmhh- si bloccò con gli occhi al soffitto pensierosa -Embè?- a quanto pareva Naruto aveva capito le simmetrie che nel monologo Kida aveva fatto tra il Team 7 e i suoi amici -Mmmh no, Sasuke non ci somiglia proprio a Kakashi, senza offesa, dichiarò infine espirando -Eh sì hai ragione- ammiccò il ragazzo grattandosi la testa -Posso procedere?- domandò lei -Ah ah-
 
Mi sottopose ad allenamenti durissimi, spiegandomi che il chakra del drago era unito indissolubilmente al mio ma scorreva più veloce, danneggiandomi, il che significava o eguagliare la sua velocità o superarla ,in entrambi i casi avrei dovuto raggiungere quella di Minato e per me era praticamente impossibile: non solo, corsa a ostacoli, salti, esercizi di coordinazione, corpo a corpo e meditazione, già perché per caso scoprimmo durante una lotta tra me e lui, che nello schivare avevo evocato involontariamente la coscienza di Shado, e mi era spuntato sotto le gambe, volando per une secondo prima di rovinare per terra. Certo eravamo meravigliati e lui suggerì allora che dovessi controllare stilla a stilla, prima il mio chakra e poi impastare l’altro, secondo un rapporto ben preciso o mi sarei fatta male. Poco prima del mio secondo tentativo per diventare chunin, avevo raggiunto un buon livello e per premiarmi, a fine allenamento, mi faceva sfogare perché vedeva che non ero mai del tutto pacifica, rivelandomi i suoi pareri, o semplicemente ascoltando, quindi parlavamo, ogni giorno un po’ di più. Dopo che lo superai, mi confidò che, strategia estrosa a parte, gli ricordavo un suo allievo, benché conservassi la mia femminilità: sì, uomo geniale, il lampo giallo di Konoha indubbiamente, solo…coi nomi e certe uscite, partiva per la tangente, senza motivo…Purtroppo era in corso la terza guerra, e non lo incontrai per un po’,proseguendo da sola il training, e perdemmo un nostro caro compagno… Razionalizzai con difficoltà la vicenda, ma qualche amico mi era rimasto dopotutto, avevo Asuma, in misura minore i miei, e Minato non smise di sostenermi, di contro io perseveravo anche per il mio amico e andai avanti alla fine; passò un anno, e Minato mi annunciò lieto che mi avrebbe raccomandato come jonin se volevo continuare -Mi ha colpito molto il modo in cui ti sei destreggiata nelle prove, specialmente in quella finale: trucco poco ortodosso lo ammetto, ma un ninja è anche un eccellente truffatore, hai unito magistralmente teoria e pratica e in uno stile…liscio, per così dire. D’altra parte, le tecniche più semplici sono spesso le più vincenti, e ti sei pure liberata da un genjutsu ma stavi per capirlo troppo tardi…Lavoreremo anche su questo- mi espose Minato stimolante, gli camminavo di fianco poco convinta -Non mi pare di aver fatto molto…Ma se ne è sicuro lei, a me andrebbe di passare ancora di grado. Solo…Non sarò troppo grande?-azzardai insicura -Hai 15 anni Kida, o forse volevi paragonarti a Kakashi e Rin?- ammiccò lui astuto, borbottai un “è così evidente” tra i denti ma non replicai, da lontano notai una splendida donna dai capelli lunghissimi di un rosso acceso, che ci venne incontro e salutò amorevole Minato, porgendogli un sacchetto del pranzo -Kida lei è la mia compagnia Kushina Uzumaki- la donna aveva 2 occhi nocciola dolcissimi mi salutò carezzevole, io balbettai in risposta provocandole un tenue risolino -Tieni Kida, sono anche per te- mi porse una polpetta di riso che assaggiai -Cavoli! Buonissima! Lei è una cuoca eccellente! -mi complimentai effervescente e divorando il resto della polpetta -M-mi ha dato del lei…e mi ha fatto i complimenti- incespicò arrossita Kushina, Minato cercò di avvisare l’allieva -Sì ecco vedi lei è…- ma Kushina mi stava già tempestando di baci, o meglio soffocandomi, io ero rossa quanto lei -Che brava ragazza! Lei e Rin! - mi strinse ancora forte, e Minato fu costretto a separarci; Kushina mi fissava ancora sognante, all’improvviso l’espressione contenta sparì, alzò un pugno furente, e così i suoi capelli -Minato…hai davvero provato a fermarmi? Dopo che rientri a casa tardi tutte le sere, e non provare a dare le colpe a questa piccolina? - e mi feci piccolina per davvero, mentre Minato agitava le braccia -Non è come pensi eh eh…- ridacchiò nervoso ”Il maestro messo in mutande dalla sua ragazza…” per quella volta finì lì, ma non osai immaginare se avesse continuato, coi miei poteri avvertivo un chakra davvero potente, molto più del mio e ne ebbi timore. Comunque, qualche settimana prima che sostenessi l’esame, io avevo preso ad addestrarmi da me dato che avevo tutto sotto controllo, Minato mi raggiunse nella palestra di casa mia e mi portò nel bosco -Voglio verificare una cosa, insegnatami una volta dal mio maestro, Jiraiya-a quel nome non obiettai, lui spiegò - Adesso, prova ad estrarre la coscienza di Shado al di fuori di te, serbandone circa il 30% e con quello contemporaneamente estrarre energia naturale-mi stranii perché solitamente mi faceva fare quell’esercizio senza entrare in modalità eremitica dove, poi compresi, mi volesse portare: mi concentrai e ci stavo per riuscire, però dopo mi sentii malissimo, come quando Shado mi aveva donato il suo cuore e Minato dovette colpirmi per impedirmi di trasformarmi; essendo rinvenuta m’informò -Lo immaginavo, ricordi quando ti parlai del mio maestro e delle modalità eremitica? Il tuo potere ha lo stesso comportamento ma non disperare, siamo a buon punto visto e considerato, ci lavoreremo in queste settimane-
-Sì ma come? - chiesi incerta -Dunque ti spiego: poco fa quando hai provato a stare in modalità eremitica ed evocare Shado allo stesso tempo, il dolore che hai sentito era l’energia che solitamente sentono gli animali, di tutta la natura che come capirai è pressoché infinita, e tu non sei un animale. I primi tempi questo disturberà il tuo chakra ma c’è rimedio, poiché hai un cuore di drago, che è un animale, e la natura è un energia benigna, devi concentrarti molto e resettare il chakra, bloccarne il flusso, prima l’uno poi l’altro, e fare ripartire il tuo goccia a goccia; non appena sarai al 30%inizia a far scorrere l’altro alla stessa maniera e mantieni il rapporto; fortunatamente hai un eccellente controllo del tuo chakra, lo avrai presto anche dell’altro- mi chiarì -Così sarebbe un rapporto inverso, come se si originasse riconoscendo il chakra ”disturbante” e non mi creasse più problemi-osservai riflessiva -Bravissima!-
-Ma se il chakra non dovesse essere benigno? - gli interruppi il suo momento di gloria -Dovrai provarci ugualmente. Se non migliorasse, azzera il chakra di Shado, o ti danneggerà- mi avvisò serio ,io annuii -Vorrei provarci subito- lui approvò e facendomi distendere incominciai. In origine fu semplice, azzerare i chakra e anche riattivare il mio fino al 30%, ma quando provai con quello di Shado non volle attivarsi e non capii perché: forse ora non essendo attivo con me, non mi riconosceva come corpo ospite e mi rigettava; ritentai ma niente. Allora ricominciai da capo: funzionò, ma era difficile perché Shado provava a scorrere inarrestabile e quando rischiai di non fermarlo, azzerai tutto di nuovo eccetto il mio, non avrebbe avuto senso; zuppa di sudore e febbrile respirai profondamente e finalmente, dopo ore, funzionò. Minato mi aiutò a sollevarmi e mi diede una pillola del soldato -Hai compreso da sola il funzionamento, non ho dovuto dirti niente. Presto lo farai senza intoppi e potrai restare in modalità eremitica insieme a Shado; stimare quanto tempo è difficile, in genere più ti alleni, più tempo hai- concluse cristallino girandosi mentre mi rialzavo -Un’ultima cosa…- lo sentii iniziare ma dovetti subitanea parare un attacco a tradimento e in un baleno mi ritrovai a fendere l’aria a vuoto e mi resi conto che la mia mano mandava fulmini. La sventolai terrorizzata finché non tornò normale -Come l’ha capito? - sibilai terrificata -La 2 volta che hai provato ad attivare il chakra, quello di Shado, il tuo corpo in tensione ha mandato scintille e non sembravano affatto di fuoco, appunto perché lo stavi ancora resettando. Allora ho realizzato che il cuore che hai ricevuto ti ha ritardato il risveglio del 2 tipo di chakra che possiedi, il fulmine appunto- se lui era serafico, anzi contento, io me la stavo facendo sotto -Perché sei spaventata Kida? - Minato si materializzò alle mie spalle e di nuovo saltai in aria -Potresti raggiungermi facilmente lo sai? Hai tutte le carte in regola, quando sei concentrata non ti ferma nessuno, però quando ti distrai crolla tutto. Che ti succede Kida? - il suo tono s’inasprì parecchio -Certo è facile parlare dall’alto di quel piedistallo, lei che si è diplomato a 10 anni e sa fare tutto. Beh buon per lei, io sono sempre stata versata per gli studi e lo sa meglio di me. L’unico motivo per cui ho proseguito la strada del ninja è perché un vecchio drago burbero e pazzoide ha avuto l’illuminazione di regalarmi il suo cuore e ho dovuto imparare a controllarlo per vivere. E poi chi diavolo lo sapeva che avevo il chakra del tipo fulmine? Nella mia famiglia c’è solo il tipo del vento, che è l’esatto opposto ed io che continuavo a sentirmi idiota perché non ero capace, grazie! Il mio chakra praticamente combatte contro se stesso! - mi sentii profondamente ferita dalle parole del maestro, quasi in lacrime volli correre a casa -No- mi frenò per il polso -Perché ti sconvolge tanto questa scoperta? Non credi di potercela fare? Perché non hai rinunciato anche prima? - Minato non mollò -Mi ascolta quando parlo? Io non sono lei o il suo pupillo Kakashi! A 12 anni genin, a 14 chunin ma chi voglio prendere in giro, questo è troppo persino per me! Non mi conosce, non sa com’è vivere la mia vita, solo perché è un adulto super intelligente non ha la sapienza infinita, fronteggiarsi con quei 2 e con Asuma per giunta, non m’interessa se non sono come i suoi allievi che traggono ispirazione l’uno dall’altra, io non ho mai avuto compagni e non posso giudicare, quegli insegnamenti li tenga per loro, i confronti sono distruttivi se non altro non finirò ammazzata in qualche landa sconosciuta- gli rinfacciai rotta dai singhiozzi e lui mi mollò il polso desolato e ricevendo la frecciatina, senza preavviso  mi abbracciò, per nulla arrabbiato -Manca anche a me- io lo strinsi più forte, percependo il suo dolore che non gli avevo mai visto trapelare né da uno sguardo né da un gesto -Dire che ci si abitua è riduttivo…ma dovremmo farci i conti tutti prima o poi. Kida se ti dico questo, è perché sono sicuro che tu ce la possa fare, te lo garantisco. Lascia perdere me o Kakashi o Rin o chiunque, non è vero che i confronti sono distruttivi, lo sono i paragoni: confrontarsi significa guardare le affinità come le differenze dell’avversario, sia esso un nemico o un rivale non ha importanza, al fine di valutarne punti di forza e debolezza e premeditare un attacco vincente- mi staccò e mi guardò dritto negli occhi -Ed è tra le regole principali del combattimento e di guerra, te le ho insegnate no?- annuii abbattuta -Comprendo perfettamente che questa storia ti abbia sfiduciato, ma non vorrebbe questo…Quanto all’essere ninja- indicò il mio petto all’altezza del cuore -Io credo che sia una cosa che tu ami immensamente, al di là di me o dei tuoi, così come i tuoi studi, forse ti senti solo più sicura fra questi perché in fondo hai capito che per il lavoro sul campo, hai la responsabilità di altri oltre che di te stessa-qualche lacrima uscì ribelle e lo fissai dubbiosa stringendomi il giubbino verde militare -Voglio svelarti un segreto, una cosa che nessuno sa, nemmeno Kakashi- drizzai le orecchie guardinga, lui sorrise sghembo -Lui ha il chakra del tipo del fulmine, anche se sa manipolare acqua e terra; io invece padroneggio fuoco, vento e fulmine, mi segui?- m’illuminai, resami conto che ero molto più simile a lui del suo pupillo -Perciò tira fuori la stessa grinta e continua, il duro lavoro paga sempre-
-Ora parla come il papà di Gai- osservai, strisciandomi gli occhi bagnati -E questo non ti dice niente? - chiese inarcando un sopracciglio, poi ridemmo.

 
-Naruto? Tutto bene?- Kida guardò il ragazzo che aveva cambiato umore -Allora tu…hai conosciuto anche mia madre- constatò pensieroso -Di vista, in compenso ti ho visto nel pancione- riprese lei allegramente, il ragazzo si mise a sedere più rapito di prima -Ma…non voglio rovinarti il piacere di ascoltare di lei da qualcun altro che la conosceva meglio…- Naruto divenne perplesso, Kida accennò alla stanza di fronte -Non ero io a farti da guardia del corpo quell’anno…-si portò un indice al naso e Naruto ridacchiò -Perciò tu e mio padre parlavate tanto?-
-Si di tante cose, intanto però ti narro delle discussioni più importanti che abbiamo avuto, e ci stiamo avvicinando alla notte del 10 ottobre, in cui sei nato tu- preannunciò, sudando dalle mani ma pacata -Insisto però che almeno dell’esame jonin tu mi narri come si è svolto, sai io sono rimasto genin…- si adombrò, curvando le spalle -Vuoi sapere pure dell’esame?-Kida gemette: era già un grosso problema sintetizzare il racconto evitando di svelargli dettagli su Obito, Rin, Kakashi o altro, dettagli che si non gli diceva ma era impossibile non ricordare, quello era un capitolo infinito della sua vita perché aveva segnato in un certo senso la sua maggiore età, avendo raggiunto il fratello e i suoi amici, e soprattutto avendo raggiunto un traguardo che perfino suo padre non aveva potuto non riconoscere -Per favore!- e le piantò i suoi soliti occhioni blu dolci nei suoi -Va bene- acconsentì sospirando.
Di fronte…

-E va bene Yamato, ma solo 5 minuti, e se parla di cose personali e non di me la smettiamo qui, chiaro?- lo avvertì serio Kakashi accovacciandosi però interessato con l’orecchio e l’occhio alla porta.

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Capitolo 3
*** Esame jonin ***


Da quella volta, fui davvero inarrestabile e tenni a testa a Minato abbastanza distintamente, un’occasione in particolare che stavamo lottando provai una sortita: per evitare un attacco dei suoi cloni d’ombra, avevo precedentemente preso un suo kunai, di quelli particolare, lo lanciai lontano e feci un sigillo; ahimè non fu il migliore dei teletrasporti e caddi in mezzo ad uno strapiombo vicino da cui uscii grazie a Shado, tornata al suolo lo trovai già lì, a studiarmi trafiggendomi -Va bene lo ammetto è stata una stronzata, ci ho solo provato so che ce l’ha lei l’esclusiva sull’hirahishin- mi colpevolizzai senza pensarci -No al contrario. Ben fatto-
-Infatti è quello che ho detto…no scusi come? - mi voltai allibita -Hai sfruttato il fatto che avessi posto il sigillo su di te, hai sfilato un kunai da una mia copia, si mi spiace non ero io, e ci hai provato. Certo appena ha toccato terra è scomparso, ma chissà dove ti saresti teletrasportata- spiegò logico, io restai contrariata dalla sua analisi, lo stesso continuammo; d’un tratto fu chiamato alle spalle, mentre parava un mio pugno: ne approfittai e lo calciai via. Minato si risollevò, dicendo fra se e se inorgoglito al punto giusto, che per una distrazione ridicola l’avevo colpito. Per quel giorno terminò lì, e attesi trepidante la data degli esami; finalmente giunse a ci presentammo in accademia: lo tenni insieme a Gai, Yugao una mia futura compagna e altri: entrammo in una grande aula dove ci misero di fronte una prova scritta ed io sinceratami che tra gli esaminatori non c’era Kakashi ma che era in missione, mi rilassai: non potevo avere più torto, il censore della prova era proprio lui, il quale era entrato poco dopo di noi e sarebbe partito non appena finita, cioè dopo 30 minuti:70 domande, più di una al minuto, scritte tutte di suo pugno. Se non avesse avuto indosso la maschera, avrei detto che era appoggiato alla lavagna davanti a loro come un sadico bastardo; io respirai a fondo e con mia profonda sorpresa, isolandomi, risposi a tutte quelle di cui ero certissima, tornando su quelle meno chiare negli ultimi 6 minuti e mezzo, per l’ultima non trovai soluzione e rischiai di lasciare in bianco non passando l’intera prova: finalmente l’illuminazione, inserii pure una nota non richiesta ma impossibile da non accorgersene, consegnai 3 minuti prima della fine della mezz’ora e prima di tutti, direttamente nelle mani di Kakashi, che vidi di scorcio, nell’uscire, guardare l’ultima domanda saltando deliberatamente tutte le altre. Subito dopo girò su se stesso e scrisse qualcosa in un plico di fogli appeso dietro la sua schiena; quasi scoppiai di gioia, feci una giravolta nel corridoio vuoto e correndo fuori attendendo che annunciassero la seconda prova, e fu solo l’inizio delle sorprese: degli 80 che eravamo, avevano superato l’esame in 18 inclusa me. Minato si mise di fronte a noi con cipiglio severo -Coloro che sono passati verranno smistati in 6 squadre da tre, i cui nomi elencherò alla fine. La prova ha come obiettivo come forse potete dedurre, la dimostrazione di essere un leader a tutti i livelli, capacità d’analisi e di tolleranza dello stress annessi, essere in grado di garantire la protezione del villaggio e dei suoi abitanti e i compagni in circostanze pacifiche o pericolose. Durante la notte e stamattina, mentre voi sostenevate la prova scritta, Konoha è stata evacuata affinché, cosa che non vi auguro, se dovesse succedere qualcosa non venga coinvolto nessuno: questo sarà il vostro unico aiuto, non sono tollerati oltre un certo numero di danni; avrete tutto il giorno, in cui dovrete impedire che i rotoli contenenti le tecniche proibite vengano rubati, e in caso non ci riusciste dovete impedire al ladro di lasciare il villaggio. Al tramonto, con o senza rotolo dovrete ripresentarvi qui, chi non avrà superato la prova potrà rifarsi con un’altra, per chi avrà avuto successo ci sarà una sorpresa ma sarà svelata solo alla fine. S’inizia non appena avrò finito di chiamare i vostri nomi, e potete subito dirigervi in uno dei luoghi dove sono conservati i rotoli che credete convenga raggiungere. Domande? - nessuno fiatò, io avevo qualche dubbio ma attesi per averne conferma anziché scoprirmi e il maestro l’aveva intuito; fui inserita in un team insieme a 2 che si chiamavano Raido e Taji. Partimmo subito in direzione degli uffici dell’hokage, essendo sua figlia credevamo di essere avvantaggiati, avendo creato delle copie di noi stessi che depistassero gli altri, entrammo guidati da me in un tunnel sotterraneo finché non fummo proprio sotto l’ufficio (sfruttai i sensi del drago):le serrande erano abbassate, sicché Raido ci fece luce con una piccola saetta in mano; intuii che dovessimo cercare dei compartimenti segreti prima, e nei posti più banali dopo, infatti non si penserebbe mai ad un posto comune per nascondere un tesoro… Appunto era nello scompartimento della scrivania, un po’ troppo pesante per contenere solo carta e penna, stavamo per uscire che la porta si chiuse e una sagoma nera comparve dal pavimento ”Impossibile, io non ho avvertito nessun chakra” mi balenò un’idea -No Raido, non lo colpire!- ma Raido aveva già lanciato un kunai e colpito con una saetta: la sagoma l’evitò e lo avvolse in una morsa -Eh no bello, non lo porti da nessuna parte!-Taji compose un sigillo e trasformò la porzione di pavimento dove i 2 stavano in sabbia mobile bloccandoli, io mandai un fulmine a terra dove c’era l’attaccatura della sagoma che mugolando si ritirò liberando Raido -Ma cos’è stato?- chiese -Era una tecnica del clan Nara, ce ne sarà uno qui vicino, bei riflessi a proposito- mi rivolsi al moro di nome Taji -Grazie- mi sorrise lui -Posso vederlo?- m’insospettii ma non volendo insospettire loro, gli mostrai il grosso rotolo sulla mia mano -Forte…Grazie ancora!- ghignò afferrandomelo e fuggendo -No aspetta siamo compagni- urlò Raido ingenuo -Che stai blaterando quello è il ladro!- sbraitai -Inseguilo da quella parte, io proverò via aerea-corsi sul terrazzo ed evocai Shado. Perlustrai tutta la zona attorno l’edificio ma era scomparso senza lasciare traccia, andai a recuperare il mio compagno e proseguimmo sul dorso del drago -Non sarà un’imprudenza?- alluse al volo -Senza offesa ma nessuno di voi ha la forza per abbatterlo, è un drago fatto di chakra- replicai scontrosa e troppo concentrata a guardare a terra, poi mi abbassai dritta nella foresta -Ho visto qualcuno- una volta scesi, vedemmo un ninja, di nome Genma, che guardava attorno a sé accigliato e frustrato -Non infierite per favore- ci ordinò burbero -Se ti hanno rubato il rotolo, siamo nella tua stessa situazione: hanno usato un diversivo per distrarci dal vero ladro che era dei nostri. E questo qui è innocuo, considerando che mi avrebbero lasciato sola come te e sarebbero scappati insieme…Inoltre a giudicare da quanto ti eri preoccupato, forse non te l’aspettavi neppure tu, essendo stati in squadra più volte…- fissai Raido furba, e lui annuì abbattuto -Ti avevo chiesto di non infierire ma…acuta osservazione, ora se mi lasciate- Genma si allontanò, ma fui più rapida -Ascolta, a entrambi manca il rotolo e non possiamo farli uscire da Konoha sennò perdiamo ancora prima di iniziare. A te è capitata la nostra stessa sfortuna, quindi ammesso che gli altri non abbiano un infiltrato e i ladri agiscano per conto proprio,3 di essi ci scommetto che sono in combutta tra loro, con un’alta probabilità che lo siano infine tutti. Pensaci: il problema non era tanto trovare i rotoli, perché sapevamo un po’ tutti i luoghi possibili, quanto il fidarci tra compagni; abbiamo dato per scontato che stessimo dalla stessa parte, invece avremmo dovuto informarci strada facendo sulle nostre reciproche abilità e storie, anche se poche avremmo ricavato informazioni, forse avrebbero finto comunque una volta comparsa l’ombra(perché scommetto che è successo questo anche a te) ma non lo sappiamo sapere, se non che le prove erano strutturate per tutti alla stessa maniera. Scommetto pure che non si aspettino che ci alleiamo con le altre squadre, dato che Minato ha detto che la priorità è proteggersi dai compagni- mi ero parata di fronte a Genma che si passava, ora tornato lucido, la spiga in mezzo alla bocca -Perché dovrei allearmi con voi? Potreste mentirmi, o volermi prendere il rotolo, o magari averne 2 per avere più punti- mi provocò -Immagino che dovrai credermi sulla parola e poi…io ho un drago-Shado riapparve vicino a me, Raido era sembrato una statua di sale dall’inizio alla fine -Valido argomento- sentenziò alla fine e salimmo sul drago. Konoha pareva immersa in un sogno così vuota e silenziosa, decisi di mandare una copia al confine nel caso si avvicinasse qualcuno e pensando che non c’era bisogno di mandarle una al punto di raduno, perché era chiaro che non importasse chi arrivava per primo, ma solo lo scadere del tempo; provavo disappunto perché sentivo che qualcosa mi era sfuggita e non sapevo cosa -Certo che è strano-giudicò Genma -Cosa?- chiese Raido perplesso -I rotoli sono nascosti rispettivamente, o meglio necessariamente lì perché non saprei dove diversamente, in biblioteca, dove si sono fiondati indubbiamente tutti, all’ufficio dell’hokage, dove tutti abbiamo dedotto si sarebbe recata la squadra della Sarutobi, essendo sua figlia, e al cimitero, dove ci sono le tombe dei primi 2 hokage: ora il custode non lascia mai il cimitero, è un ex ANBU molto esperto, e in casi eccezionali, porta i rotoli con sé anche se non so quanti siano. Se hanno evacuato il villaggio, il custode sarà…- trasalii e interruppi la sua riflessione virando di botto. Ignorai le lamentele e mi precipitai verso il monte scolpito coi volti “Come ho fatto a non pensarci? Basterà seguire il ladro e prenderci un rotolo qualsiasi…Sì sperando che il ladro sia ancora lì o in procinto di scappare “Giunti lì, stavamo per scendere dal dragone e risalire il monte quando mi accorsi che la figura, che avevo individuato da lontano con la mia vista, si comportava in modo eccentrico: saltava a scatti e restava lunghi momenti ferma -Raido, quando passo, strappagli il rotolo dalle mani- intimai ”Sempre meglio controllare”; fece come ordinato ma la figura neanche si oppose, eppure il rotolo c’era -Sì!-esclamò “No un momento, che sia “mi girai in tempo per vedere svanire in una nuvoletta il rotolo -Dannazione! Non possono essere andati lontano- ruotai gli occhi e vidi altre 2 figure correre al lato opposto, lanciai un’occhiata a Genma che afferrò al volo -Ci occupiamo io e Raido della figura, tu vai, poi ti raggiungiamo- capendo che non mentiva mi slanciai all’inseguimento. Le 2 figure correvano veloci tra i dorsi di montagna, però io volavo e comunque poteva contare sulla mia velocità sviluppata da Minato, inaspettatamente entrarono in una cava ed io, ben sapendo che era una trappola ma non avendo scelta, saltai dentro dal dorso di Shado, abbandonandolo fuori cosicché i 2 mi trovassero. La cava era buia e umida, e udii scorrere dell’acqua; prima di avanzare permeai una mano col fuoco a mo’ di lucerna e illuminai davanti a me, mossi qualche passo e poi vidi che il terreno diventava scosceso, alzai il pugno infuocato e l’urlo mi morì in gola per lo sgomento: di fronte a me si estendeva un profondissimo e larghissimo burrone, bucato ai 2 lati da dove fuoriusciva l’acqua che lo riempiva, sebbene l’altro foro fosse di scolo, infatti il pelo d’acqua arrivava poco sotto il bordo “La gola di cui mi raccontava Minato, si allenava qui con Jyraia…”.Alzai ancora di più il pugno e mi avvidi che i ladri fuggivano sghignazzanti, dal costone di roccia che ripartiva sull’altra estremità, peraltro sottilissima, del burrone-Saranno almeno 200 m…E non oso pensare il fondo, che non distinguo neppure coi miei occhi…-sentii i miei compagni raggiungermi -Oh santo cielo!- Raido s’inginocchiò tremante -Ah perfetto, questo qui soffre di vertigini, perché sul drago o sul monte non hai fatto così femminuccia?-
-Beh perché ero stretto a Kida e poi…-
-Che maiale! -
-Come ti permetti? E poi era in sospensione…-
-Ssh ragazzi…- ero assorta, cercavo di capire come cavarcela “Allora ragionamo:di nuotare non se ne parla perché la corrente è troppo forte, la pressione probabilmente pure e l’acqua sarà gelida, farla evaporare neppure perché troppa e si creerebbe un fumo incredibile; potrei evocare qui Shado ma qualcosa mi dice che passerei i guai: il censore della prova è Minato, inoltre qui si addestrava, conosce troppo bene i miei limiti e questa gola deve averla fatta apposta…Inoltre se Raido ha il panico dell’altezza, dovrò usarlo per lui e proseguire con Genma. Già ma come? Un mega shuriken conficcato dall’altra parte della strapiombo da cui pendere legati? No, le pietre qui sono umide e franose, in 2 cadremmo e ad uno ad uno significherebbe lasciare indietro un compagno e il maestro non vorrebbe anche se “aguzzai lo sguardo avanti “Potrei conficcarlo esattamente sotto l’uscita, o meglio l’entrata del tunnel che porta ad una qualche uscita, e se fossimo abbastanza rapidi per uscire non importerebbe se franasse lo shuriken e fossimo uno ad uno, e avremmo più spazio dove risalire…Sì ma se franasse ugualmente? La distanza è eccessiva, un normale shuriken forse si pianterebbe bene in profondità uno grande no…Non posso usare neppure l’hiraishin perché non ho quelli di Minato che mi aveva promesso d’insegnarmi la tecnica e a porre il sigillo se avessi superato l’esame, ora capisco…Ha previsto tutto come sempre. Che fare? Pensa Kida pensa! “Ma il cicaleccio di quei 2 mi assordava, li afferrai per il bavero incazzata -Scrollatevelo va bene? La gara a chi è più maschio termina qui! Sto pensando solo io qui dentro, mentre siamo tutti nella merda se non l’aveste capito! Quindi zitti o vi massacro io in persona e al diavolo l’esame! - gridai, quelli mi guardarono spaventatissimi li mollai di malo modo e quelli si scusarono -Certo che sai incutere paura…- borbottò Genma -Tuttavia Kida credo che siamo arrivati alla stessa conclusione: siamo nei pasticci- annunciò sconfortato -Comunque se hai qualche idea…noi ci rimettiamo a te. So che siamo dello stesso grado chunin ma è chiaro che sei più esperta di noi: sei allieva di Minato, e con la stessa mente analitica di tuo padre l’hokage, ce ne siamo resi conto subito- si permise Raido fissandomi fiducioso, Genma diede un’ultima occhiata attorno a sé e annuì all’affermazione del compagno, io negai con la nuca -Per noi sei tu il capo, noi ti seguiamo-constatò ieratico ma sincero. Io ne fui felice ma terrorizzata allo stesso tempo, inspirai a fondo esaminando il posto come Genma -Ho una teoria da verificare e se ho ragione… è un grosso azzardo…- esposi accigliata -Ti ascoltiamo-entrambi mi fissarono aspettando ordini. Raccolsi un sassolino, lo permeai di chakra e lo buttai: affondò e percepii una presenza ostile -Lo immaginavo, ecco perché avevo scartato a priori attraversare l’aria tutti e 3 in groppa al drago o camminare sull’acqua, uno era troppo semplice, due questo- indicai sotto di me -Che tipo di chakra hai Genma? Io e Raido del fulmine-
-Anch’io- rispose stupito quanto noi -Che gran culo-mi uscì genuina-Bene, il piano in tal caso è questo: tu Raido che hai la fobia delle altezze rimarrai qui ad elettrizzare la roccia umida, che si propagherà nell’acqua. Io e te Genma salteremo senza annegare poiché il nostro chakra risponderà all’acqua, però la creatura che la abita se non muore prima proverà a divorarci, perciò dovremmo creare almeno 2 copie che la distraggano, poi risaliremo il burrone fino a quell’apertura, evocherò Shado e torneremo qui a prendere Raido. Dovremmo anche essere rapidi e focalizzati-
-Kida io non so che ora si siano fatte, non sarebbe meglio aggirare la montagna? - propose Raido -No, se i ladri sono ancora nel tunnel, quella non è l’uscita, la caverna attraversa tutta la montagna e col mio fiuto è possibile seguire la traccia-
- Come la metti con la pressione che i fulmini eserciteranno sulle pareti? Aumenterebbe forse se usassimo anche il nostro chakra, o annullerebbe la carica di quello di Raido e il piano fallirebbe- notò Genma aggrottato -Le pareti resisteranno, almeno il tempo che usciamo-
-E se invece no? Se qualcosa andasse storto o perdessimo tempo?- ci riflettei a testa bassa -Mi avete detto che per voi sono il capitano giusto?- loro annuirono -Ebbene…se questa caverna comincerà a crollare evocherò Shado e voi uscirete per primi, poi tornerà per me-conclusi in tono che non ammetteva repliche -Ma Kida è una follia! Potrebbe già essere crollata tutta!- esclamò Raido-Siamo ninja Kida, ma ha ragione- lo sostenne l’altro -Io sono la prima a credere fermamente nel lavoro di squadra ma ho un solo drago, e non può portarci tutti e 3 in uno spazio così angusto come i tunnel, se saremmo già lì e si perdesse tempo a tornare indietro e uscire di qui. A quel punto dovrete pensare alla pelle, fanculo l’esame, chiaro? - i 2 si lanciarono un’occhiata molto insicuri, infine annuirono lentamente. Ci alzammo e andò tutto secondo i piani, i cloni d’ombra che avevano gironzolato distraendo la creatura sparirono giusto in tempo, e per poco non venimmo presi da una serpe marina gigante che morì in breve e la grotta fu illuminata dalle saette per i minuti più lunghi della mia vita fino ad allora. Ci fermammo ad ascoltare eventuali moti tellurici, ma niente; corremmo seguendo la traccia olfattiva che sentivo e proprio quando da lontano udimmo i passi svelti dei ladri, un movimento violentissimo sconquassò l’area circostante: ci guardammo leggendoci nel pensiero, io non ci pensai 2 volte, gettai i 2 in groppa a Shado e gli ordinai di andarsene, io proseguii l’inseguimento ignorando che mi chiamavano. Ce ne fu un altro, e un altro ancora, i massi iniziarono a cadere tutti intorno a me in pesanti tonfi e tra uno snodo e l’altro dei tunnel, io non mi fermai, le loro voci si avvicinavano in crescendo e in aggiunta, mi stavano portando all’altra uscita insieme a loro, potevo sentirlo, essendo loro stessi in pericolo non si curarono della mia presenza; un masso cadde e mi lussò una spalla, me la curai alla meno peggio correndo poiché distinguevo ormai le loro spalle, un pietrone mi bloccò la strada e lo disintegrai, un altro cadde su uno dei 3 che gridò -Sono ferita fermi aiutatemi!-

-Muoviti noi non ti aspettiamo!- i 2 l’abbondarono lì, e lei fece fatica ad alzarsi, massaggiandosi la nuca insanguinata, e nel vedermi cercò di superare la distanza tra me e lei: ma io correvo col lampo giallo di Konoha e in breve le fui addosso -Ti voglio aiutare usciamo da qui-la rincuorai io e lei non riuscì a replicare meravigliata, io la presi in braccio e mi affrettai, digrignando i denti per il dolore, a raggiungere la luce evitando le rocce che tuttavia erano diminuite verso la fine, di sicuro perché lì fulmini non avevano attecchito, essendo vicine ai raggi del sole; mi affacciai, Shado non c’era -E andiamo- tamburellai nervosa su un piede poiché era ugualmente pericoloso restare lì -Non è affatto facile pilotare sto coso sai?- finalmente il drago comparve, Genma sorrideva beffardo, gli consegnai la ragazza e mi misi  dietro Raido. Atterrammo nei pressi del punto d’incontro: la cava alla fine non era crollata tutta, ma per un pelo non scadeva il tempo; la ragazza insistette nel darci i rotoli per ringraziarmi, ne aveva 2, non c’era il mio ma le fummo grati di rimando. D’altra parte avevamo acciuffato il ladro, no? Non era la strada più facile. Fradici, sporchi, esanimi e io che mi tenevo una spalla, ci trascinammo al luogo stabilito dove arrivò quasi contemporaneamente un’altra squadra; il tramonto era ben visibile da lì, e Minato fu puntualissimo -I miei complimenti a tutti voi, d’ora in poi sarete jonin!- alzò la voce soddisfatto, noi esultammo appena e sorrise comprensivo -Una squadra è arrivata prima di voi arrendendosi e sta facendo un altro test, e come anticipato, la sorpresa è la seguente: la prova aveva un punteggio, da 0 a 100,chi ha ottenuto 50 o meno resta jonin, chi ha un punteggio maggiore può scegliere: restare a questo grado, oppure sottoporsi ad un esame orale e diventare la nuova  guardia del corpo dell’hokage. Fra voi, solo il team di Kida ha totalizzato più di 50 punti- annunciò neutro per non divenire di parte; l’altra squadra ebbe un moto di disappunto, mentre io mi ricevetti tutte le pacche dei miei compagni, inghiottendo improperi per la mia povera spalla -Come mai?- chiese Raido curioso -Perché avete risposto a tutti i requisiti che vi avevo elencato; e anche se vi siete affidati a lei non siete stati passivi e avete lavorato di squadra, non solo, avete pure salvato un nemico e recuperato 2 rotoli in una volta sola, accogliendo inoltre un membro che non era del vostro team- osservò nascondendo la soddisfazione e trasmettendomi l’esatto opposto con lo sguardo. Ci scortò nella stessa aula dove avevamo svolto il primo test e ci fece entrare ad uno ad uno: vidi arrivare un ragazzo del team che aveva fatto la prova alternativa, con 2 occhialini e stralunato, e pure lui entrò prima di me, un certo Ebisu; io fui l’ultima, dopo un tempo che mi parve infinito, il maestro m’invitò a sedere in quell’aula che la mattina pullulava di gente, ed ora era spoglia e spettrale, ma non volli, e lui, benevolo disse -Hai dimostrato grandi doti di condottiera, spirito di sacrificio e doti analitiche...- il tono si fece autoritario -Avete salvato un nemico perché era una simulazione, avresti fatto lo stesso con uno vero?- mi sudavano le mani, e il cuore mi batteva, soppesai bene la risposta -Sì, non mi faccio giustizia da me e se posso provo a fermare chiunque voglia farsela, ognuno ha il diritto ad un processo equo- Minato socchiuse gli occhi, seduto alla cattedra -Se dovessi scegliere tra salvare l’hokage e un signore feudale, le persone più illustri, senza la possibilità di salvarle entrambe, chi salveresti?- percepii il sangue concentrarsi sulle guance e sulle labbra, generandomi sudori freddi nel resto del corpo, lui impassibile -Io…- tentennai grattandomi nervosa le mani -Nessuno dei due- risposi secca alla fine, Minato batté le palpebre basito -Perché mai?- avevamo discusso di questo solo una volta, ed io mi ero sbottonata dicendo che mio padre aveva la fissa di un solo indovinello di cui nessuno conosceva la risposta, chi è il re, questo era totalmente differente e non sapevo che impatto avrebbero avuto le mie opinioni -Queste che lei dice sono cariche, non persone, e tutte sono ugualmente importanti; le cariche si rinnovano, così come gli uomini che le assegnano, non le reputo dello stesso peso. Salverei chi posso salvare, senza scegliere-argomentai decisa e stupita di me stessa. Minato si sporse avanti senza ammorbidire il tono -Ultimo quesito, rispondi onestamente: salveresti chi non vuole essere salvato? Hai tutto il tempo- era incredibile quanto quel viso d’angelo potesse incutere timore, ed io ne ebbi alquanto: da dove uscivano fuori quei quesiti? Avrei capito sui jutsu, il chakra, qualcosa concernente ai test, l’essere ninja o shinobi, persino il famigerato trabocchetto del terzo invece…Riflettei puntellandomi sui talloni, attentamente e a lungo, ma niente, volevo dare colpa alla stanchezza ben sapendo che non ne avevo idea invece -Io…Non conosco la risposta. Non conosco me stessa abbastanza da prevedere se ne sarei in grado- Minato stirò le labbra, secondo me deluso -Puoi andare-.

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Capitolo 4
*** Era anche amica mia ***


-Ma allora quando hai evocato Shado davanti a me, era solo il suo spirito- notò Naruto -Sì esatto, per dirla semplice è la sua coscienza, comunichiamo ad un livello anche più profondo della telepatia. Credo che sia perché prima che morisse già ci fidavamo l’uno dell’altra, quindi ora in ogni decisione che prendo mi lascia carta bianca -sostenne Kida -Chissà come sarebbe la volpe se avessi un rapporto così pure con lei- sospirò il ragazzo. Un’altra vibrazione nell’aria” Oops…La volpe proprio non lo sopporta ”Kida arricciò il naso per tanta antipatia -E ha mantenuta la promessa? Ti ha insegnato le sue tecniche? - Naruto bevve un grosso sorso d’acqua dal bicchiere che gli aveva porto Kida, che sospirò -Fece anche molto di più, mi promosse. Tuttavia sì, prima o poi avrei dovuto svelartelo, anch’io sono capace di fare il rasengan - si sedette a gambe incrociate, il ragazzo le saltò addosso -Fammi vedere!- comandò eccitato -Va bene, sta un po’ indietro però- ubbidiente, Naruto si fece più in là osservandola: Kida aprì una mano e subito, una palla nera circondata da fulmini bianchi spuntò crepitante -WOW!- gridò Naruto battendo le mani -E non è finita, sta’ a vedere- Kida aprì l’altra mano e l’accostò alla sfera, modificando e stabilizzando la forma del chakra fornendo vento, e quella in un secondo s’incendiò -Fortissimo! Ce l’ha un nome? -
-Ecco tu padre non era molto ferrato nelle scelte dei nomi delle tecniche, sebbene possa sembrare strano per un genio come lui… Così lo scelsi io e a sua detta non potevo decidere meglio, l’ho chiamata “rasenkiri”- spiegò rigirandosi la palla infuocata nella mano -Fico! Fammi vedere che effetto fa, lanciala dalla finestra! - Naruto le afferrò il polso, rivoltando Kida all’indietro -No Narut…- ancora in quella posa, spense la sfera schiacciandola con l’altra mano in un clap -Uffa! -mugolò il ragazzo -Hai pure il chakra del vento, potresti aiutarmi come ha fatto Asuma! - replicò di nuovo energico -Certo, ma tu non combinare ste’ cazzate intesi? - lo rimproverò Kida dandogli un pizzicotto al braccio -Ih ih, d’accordo scusa- (Nell’altra stanza…)” Le ha insegnato il rasengan?” Kakashi, che non si era perso una sillaba della narrazione, di fronte a quella scena, divenne taciturno e non rispose più alle frecciatine di Yamato: non aveva idea che Kida, quella piccoletta che gli aveva dato sui nervi dalla prima volta che l’aveva vista, avesse condiviso così tanto col suo maestro, oltre che coi suoi ex compagni di squadra, e che le avesse rivelato le sue tecniche, i sigilli peraltro alcuni appresi dalla stessa Kushina… Kakashi si sentì invaso dalla vergogna: nonostante lui avesse da subito individuato le simmetrie di cui aveva accennato all’inizio Kida senza fare nomi, tra la sua squadra e quella di Naruto, ma cui lei era approdata in quel momento, era incredibile il modo in cui affrontava l’argomento e di ciò forse era responsabile l’esuberanza di Naruto, che ispirava tutti, eppure lui che gli era stato a fianco in misura maggiore, non gli aveva mai confidato quelle cose… Con tutto che spesso lui e Sakura l’avevano beccato al cimitero! Riconobbe, di contro, allo specchio, l’ombra melanconica nel linguaggio del corpo di Kida, smarrita nel viale dei ricordi, nel timbro roco della voce, nel torcersi le mani quando si ravvivava i capelli indecisa su come proseguire, lo sguardo a tratti vitreo… Dopotutto non era solo lui a non aver voltato pagina ancora; gli dispiaceva non aver mai sentito la necessità di parlare a Naruto, lui in persona, di Minato, forse perché da poco aveva chiarito con suo padre, fatto che non era un attenuante, o forse perché contortamente voleva ma non si sentiva degno. Era palese che Kida attendesse da tempo quella chiacchierata, era il tipo che si affezionava sinceramente con tutti quelli con cui entrava in contatto, specie se erano i suoi amici o il suo maestro: ecco perché, provando certamente molto dolore, proseguiva stoica il racconto. Stoica, come quel giorno. Ricordava il test scritto, aveva posto domande di applicazione della fisica, e di teoria sulle arti ninja, magiche ecc. l’ultima poi l’aveva formulata in modo che non la sapesse nessuno o quasi, infatti Kida aveva fatto delle faccine davvero buffe nel riflettere, era sembrato che le uscisse il fumo dalle orecchie, d’un tratto poi aveva esclamato un “Ah certo !Che scema”, e aveva continuato, e una parte di lui aveva fatto il tifo per lei, addolcito: si trattava di un codice da decrittare diviso in 2 parti e con un'unica chiave, lei e altri avevano decrittato tutta la prima parte, quanto alla seconda in pochi avevano compreso che era impossibile decodificarlo, poiché non era univoco e la chiave non corrispondeva agli elementi del secondo codice. Tuttavia gli altri avevano cercato di decodificarlo, senza successo e giungendo così a capire il trucco, l’unica che non ci aveva neppure provato capendolo a priori era stata lei, inoltre aveva posto una nota inserendo la chiave giusta con cui decifrare il messaggio, e non contenta l’aveva pure scritto. Poi aveva consegnato, e compiaciuto l’aveva fatta passare. In seguito, non era precisamente andato in missione, non quella assegnatagli perlo meno… E per la parte di racconto che stava per venire, lui trasalì; non rendendosi conto che mentre rifletteva andava gradualmente appoggiandosi di peso sulla porta che al centro aveva la carta, e Yamato dall’altra parte, la sentì strapparsi di colpo ed entrambi si trovarono in corridoio a gambe all’aria -Ma che è stato?- fece Kida che in quel momento si era affacciata al balcone con Naruto, vedendo che si stava facendo notte, e soltanto per questo non aveva visto il disastro -Ah se fossero con me Ino e Sakura direi che sono loro che litigano!- scherzò Naruto. In corridoio, i 2 raccattavano i pezzi di carta e di legno saltati via insieme -Te l’avevo detto che saremmo sembrati 2 ragazzine, l’ha detto perfino Naruto- bisbigliò Kakashi tagliente, Yamato alzò le spalle umiliato -Yamato, renditi utile e ricostruisci la porta- intimò poi gattonando all’indietro nella stanza. Konohamaru, che rientrava in quel minuto, sentendo voci di ospiti, non disturbò la zia e andò dritto in camera, passando davanti una porta interamente di legno ”Ma questa è sempre stata qui?” si girò intorno incerto, poi fece spallucce e sparì. -Vediamo di non combinare altre cretinate- Kakashi si rimise a leggere inespressivo, senza allontanarsi dalla porta però -Guarda che è anche colpa tua se si è rotta! Hai messo più peso di me, sei più alto! - si giustificò l’altro -Si certo come no- disse Kakashi in tono piatto. (Davanti…) -È ora giusto? La notte della tragedia…- Naruto si rimise pancia sotto con le mani sotto il mento, abbacchiato -Fra pochino…-rispose Kida colpevole.


Nelle settimane che avevano preceduto l’esame, proseguii a perfezionare il resettaggio del chakra, e acquisendone gradualmente un controllo maggiore, non incontrai grossi ostacolai gestire quello del fulmine, prima separato su una mano e nell’altra il vento (no non le faceva collimare, naturalmente) e poi a 2 mani. I miei mi regalarono un atlante geografico, in realtà poi scoprii che l’idea era dell’hokage perciò era singolo come dono, il maestro però mi fece il più bello di tutti: m’insegnò l’hirahishin e le varianti -Alcuni sigilli li ho dovuti apprendere, quindi come vedi non so tutto…Comunque, questo è un mio kunai, che è il mio dono per te, il meno impegnativo- scherzò, lo ricevetti in mano smaniosa, esaminandolo irrequieta, poi passò alla spiegazione, tremendamente lunga e noiosa, comunque imparai, benchè il mio sigillo dovesse essere necessariamente diverso dal suo, è una tecnica specifica in base all’utilizzatore.Ed ecco la fregatura -I kunai sono ottimi per teletrasportarsi o teletrasportare, se non hai potuto apporre il tuo sigillo sull’altro. Questi li ho fabbricati da me, e poi gli ho posto il sigillo- s’ammutolì brusco fissandomi eloquente -EEEEH?!Dovrei imparare a fabbricarmi i kunai? Ora che ho imparato? -Minato ridacchiò divertito -Ma è esattamente per questo che devi farlo da te! Non posso sempre insegnarti tutto io, e poi il grosso l’hai fatto no? - eravamo come sempre nella radura, e lui si allontanò -Ma dove va? Mi abbandona così ehi! - esclamai imbronciata -Eh sì scusami, ma se non torno presto per la cena è la volta buona che mi lascia ciao! - mi salutò con la mano flemmatico girandosi appena e iniziando a correre -Perché non ci va con l’hirahishin? Magari è la volta buona invece che le casca in testa, allora sì che la molla! - gli urlai di rimando, e una risata spensierata si disperse in lontananza.
-Ehi finalmente mi hai raggiunto sorellina! - Asuma mi abbracciò per una spalla e mi schermii spontanea -Grazie-
-Ora dovrai pensarci tu a proteggere il vecchio- alluse, mentre mi trascinava per un brindisi nella sala da thè: a festeggiarmi c’erano Kurenai, che mi regalò un mazzo di rose bianche, Gai che mi regalò un paio di sai con intarsiati 2 piccoli draghi e Asuma mi diede 2 braccialetti blu come i suoi, che indosso tutt’ora; altri 2 amici mancavano perché in missione top secret, e non vedendo Iruka, con cui avevo stretto amicizia qualche tempo prima, dedussi che volevano farmi bere alcolici, alcol che su di me non avrebbe avuto alcun effetto, dato il metabolismo veloce. La serata cominciò piacevole, mi pregarono di raccontare in che modo si era svolto tutto e naturalmente sul più bello, un segretario del terzo annunciò che eravamo convocati; fummo agli uffici praticamente in un istante, e sulla porta mi avvidi sorpresa, c’era il maestro Jiraia -Kida! Come sei cresciuta! Eri solo una frugoletta l’ultima volta che sono stato a Konoha- mi sorrise paterno, stridendo con la mole maestosa e il vocione baritonale -Jonin e guardia del corpo, congratulazioni! D’altra parte sei allieva di Minato- aggiunse, rivolgendosi a sé stesso più che altro, mentre gli altri mi superavano, io arrossii -Ehm…si- mi squadrò concentrato affatto malizioso -Kida tu…ti farai una bellissima donna ninja- mi confessò onesto -T-ti r-ringrazio- m’impaperai, e lui rise di gusto tenendosi la pancia. C’incamminammo verso l’ufficio dell’hokage, Asuma e Kurenai erano già fuori, invece Gai era ancora dentro -Kida…- Kurenai aveva gli occhi rubino lucidi, e distolse lo sguardo, Asuma tirò una lunga boccata di fumo -La missione in cui erano coinvolti è fallita Kida, Kakashi è all’ospedale ma lei…- ogni volta era così con Asuma, se c’erano buone notizie diventava informale, se cattive, ad esempio mia madre che mi cercava per suonarmele, o me le aveva già suonate, o preveniva non scomponendosi, o mi copriva facendo il finto tonto(sempre se Asuma c’era).E se erano proprio pessime…allora ti sembrava di parlare con nostro padre, ti snocciolava il problema parola per parola razionalmente. Un manuale. Ecco perché io non lo feci finire e girai sui tacchi non ascoltando oltre; con la coda dell’occhio scorsi Jiraia che mi fissava come se la scena gli avesse ricordato qualcosa… Abbandonai il funerale a metà, nemmeno guardai chi fosse o no venuto. Nelle settimane successive, rimasi chiusa in camera ad osservare fuori dalla finestra, seduta al freddo sul pavimento, fumando spesso e inutilmente peraltro; trascorrevo lì ore e ore, non distinguendo nulla di ciò che osservavo, a-finalistica, in un assordante silenzio, non vedevo nessuno, e se qualcuno entrava non rispondevo: avevo perso la mia unica amica e niente mi stava più a cuore... Spesso Iruka, che era solo un bambino quando lo conobbi, passava sotto la mia finestra supplicandomi con gli occhi di uscire con lui, poiché quando avevo tutti i miei amici lo portavamo con noi, e per un po’ anche dopo ma meno frequentemente, allora io distoglievo lo sguardo o chiudevo le tende. Fu un periodo confuso e sconnesso, non tutte le mie azioni erano dettate dalla logica, non avevo in ordine i pensieri e non sapevo in che diposizione d’animo mi trovavo, percepivo solamente un abissale e solido nulla; dormivo fino a tardi, e se qualcuno mi disturbava gli lanciavo tutto quello che mi trovavo vicino, mangiavo solo se ero sul punto di svenire e la mia stanza divenne un campo profughi. Una mattina qualcuno entrò e io mirai a caso sfilando un kunai da sotto il cuscino, la mia faccia premuta contro -Sono tua madre, Biwaka- quella voce ruvida di donna l’avrei riconosciuto pure nel più bello dei sogni: mi lanciai fuori le coperte, evitando i torsoli di mela sparsi, così come le scarpe e i vestiti, dato che andavo a letto solo con le mutande e una canottiera talmente slabbrata da non somigliare ad un indumento(che era poi la mia tenuta giornaliera) -La stanza di Asuma quando aveva la tua età era effeminata in confronto- sì normalmente lei rimproverava con frasi di una velata retorica che nascondevano le critiche più negative, ed io mi precipitai a raccattare le cose attorno a lei: un capogiro mi colse e mi mise seduta sulla sponda del letto, esaminando il mio viso esperta ma ansiosa, potevo dirlo dai piccoli occhi neri cerchiati quanto i miei e lo chignon sceso -Di cosa c’informa se uno sviene?-
-Che la gravità esiste?- mi ricevetti un ceffone che non mi generò alcun dolore -Tra poco tuo padre nominerà quarto hokage il tuo maestro ritirandosi, quindi renditi presentabile e raggiungici- intimò austera -È questo il tuo modo di volermi bene? Venire qui a darmi ordini e aspettare che ubbidisca come da bambina? Sappi che non mi susciti alcuna paura da tempo e sai che c’è? Non m’importa un accidenti se non ho l’identità che volevi impormi da quando volevo essere ninja, se non ho femminilità, educazione, rispetto, ti faccio vergognare, ripetimelo sono assuefatta- mormorai fiacca e piatta attendendo una altro ceffone, invece mi accarezzò delicata i capelli -Potresti farteli crescere. Sei una brava ragazza Kida…la mia bellissima figlia- sussultai violentemente, era reale? Erano sue quelle parole? Non so il tono, la frase intera, di certo però le aveva pronunciate e mi lasciò lì a vestirmi come un automa. Fuori in terrazzo si tenne l’incaricatura ed io mi sedetti distante sulla ringhiera: c’erano i miei e altri ninja che non degnai di un’occhiata, tutti gli ANBU, Kushina in tenuta da jonin che non mi notò, riconobbi da dietro la chioma argento di Kakashi, e Minato stava lì autoritario e impercettibilmente emozionato; mi accesi una sigaretta a mo’ di palliativo sfilandola da un pacchetto fregato ad Asuma per dispetto tempo addietro, Minato indossò il copricapo tradizionale e tutti applaudirono, lui levò gli occhi su di me ed io saltai giù andandomene tranquillamente, la sigaretta appesa ad un labbro. Quando mi venne a trovare, ero nella posa di sempre -Mi fai entrare? - chiese pur essendo certo che non avrei risposto, si sedette accanto a me a scrutare l’orizzonte rossastro -Sono venuto a farti una proposta- cominciò placido -Che ne diresti di entrare negli ANBU? Saresti direttamente sotto i miei ordini, e anche Kakashi…-
-Questa poi se la doveva risparmiare- lo interruppi caustica senza staccare gli occhi dal vetro -No, è una cosa differente: io intendevo che tu faresti training da loro, potresti farcela in pochi mesi, e poi torni all’effettiva carica di guardia del corpo- spiegò imperterrito -Che senso avrebbe? Sarei un ANBU che non fa parte degli ANBU? -osservai indifferente -Tutto l’opposto, lo saresti soltanto che sarei io ad assegnarti le missioni, e i compagni. O mi reputi ancora così poco fidato? - chiese sorridente. Nessun commento da parte mia-Ne ho già discusso con tuo padre e…-
-Chi se ne frega di mio padre- obiettai non facendolo proseguire, poi mi girai sulla difensiva -Vuol dire un mese nella squadra di polizia, uno in quella di tortura, uno in quella assassina, robe così? -
-Qualcosa del genere sì- abbozzò un sorriso sghembo, tornai a fissare muta la sera nascente, allora si alzò -Se non altro non sarei agli ordini del copione ninja- ammiccai sardonica certa che mi avesse udito nel chiudere la porta. Di buon mattino, mi recai a ritirare la nuova divisa che indossai; uscii dallo spogliatoio nello stesso istante in cui entrava Kakashi in quello maschile: ci guardammo a lungo senza parlarci, glaciali ma non ostili, con le maschere a metà, schiusi la bocca e non uscì niente, così finsi disinteresse, la calai e filai via. In capo a 5 mesi ne fui fuori; i primi tempi per me furono decisamente…fuori dal comune: tenevo il passo di marcia come Minato e i miei compagni nello scortarlo, e ritenevo di risultare rigida e impacciata, soprattutto per quella calzamaglia nera che portavo e mostrava i fianchi, da una vita considerati più grossi del resto del corpo; non che potessi concedermi il lusso di evidenziare le emozioni, tuttavia per quanto arrossivo fui grata della maschera che mi copriva, poichè che incuteva a tutti timore reverenziale e che se possibile attirava maggiormente gli sguardi -Non devi imbarazzarti Kida, non sarai la prima e più giovane donna ANBU, ma lo sei sicuramente come guardia di un hokage- mi rincuorava spesso Minato, il quale anche con 4 maschere avrebbe capito qualunque circostanza -Forse c’è un modo per diminuire queste occhiate però…- mi sussurrò una volta, in piena piazza -Ebbene?- chiesi curiosa -Fa finta di proteggermi e sfodera un attacco fulmineo-suggerì a bassa voce -Ma così non è valido!- protestai imitando il tono e senza preavviso, Genma che era la lato opposto provò a colpirmi ad un polpaccio ed io, data la folla, non schivai, lo parai abbassandomi con un mio sai, l’impatto provocò piccole scintille, immobili a studiarci -Scusa Kida, il tuo maestro mi aveva informato in precedenza, piccolo test- mi sorrise rinfoderando il kunai, Minato ridacchiò -Siete 2 polli…-borbottai, creando altre risa. A parte questo, ovviamente ciò che ho fatto nelle sezioni ANBU è top secret: nell’unica missione in cui partecipai permanendo lì, che doveva essere una prova per noi guardie del corpo, e che invece si rivelò un vero rapimento in cui venne coinvolta Kushina, caddi in trappola con Minato e persi peraltro la maschera, mi difesi ma lo concedo, l’intervento di Kakashi fu più che gradito; venni interrogata per carpire informazioni sui rapitori e poi portata a casa. Quella sera Asuma pure mi trovò nell’usuale posizione, eccetto che stavolta la finestra era socchiusa -Mi hanno accettato nel corpo dei guardiani, starò via momentaneamente un anno- annunciò con foga e stranamente senza sigaretta -Ah bene così non sentirò la differenza- osservai impassibile, quello si chinò su di me -Stavolta è importante però, ti prometto che quando torno ti starò vicino- non si arrendeva facilmente un Sarutobi -Non importa non serve più adesso- tagliai corto,infatti tornò alla carica -Domani accompagno Kurenai al cimitero, tu non ci sei stata, vieni con noi- non fiatai, lui espirò -Ti sta molto bene il nero, se indossassi una maschera bianca saresti l’opposto di Kakashi! Persino il tatuaggio ma… Ah giusto, il tuo è nero perché il colorante ha reagito col drago- si chiarì da solo, e quando mio fratello si avventurava nei complimenti ad una ragazza, lui che neppure aveva scippato un’uscita a quella dei suoi sogni, o era alla frutta o ero io irrecuperabile -Perché? Così da fare da terzo incomodo? O sei diventato banale e pensi a cose del tipo” Se vuoi parlarci basta pensarci”? Quello non è parlare, sono ricordi, ricordi passati, e lì restano. Sono morti, non c’è altro da dire, oppure pensi come nostro padre che noi esseri viventi diamo un nome alle disgrazie per superare i lutti? Forse funzionerebbe se sapessi com’è morta ma chiaramente è un segreto-
-Kida…-
-Grazie, Asuma. Va’ con Kurenai- mi voltai a fissarlo ponderata rasente il gelo, e ruotando poi gli occhi dov’erano prima. Aspettavo di udire la porta aprirsi e chiudersi, però Asuma mi baciò morbidamente una guancia -Io so la pressione di cui sono capaci i nostri genitori Kida, mi dispiace…In questa casa, sei la migliore- mi disse francamente e uscì. Potevo piangere, volevo piangere. Niente. Ancora. Quel futile gesto però, originava in me sentimenti contrastanti, non per il gesto in sé, per Asuma o per altro, mi aveva irritato e basta e quella notte non dormii. L’indomani venni a sapere che Minato mi aspettava alla radura centrale, e per una volta giunsi prima io, quindi attaccai le piante dei piedi ad un ramo alto attraverso il chakra, e feci una serie di addominali: sentendolo avvicinare saltai di fronte a lui con una capriola all’indietro -Voleva vedermi hokage?- strizzai la coda corta che ormai i miei capelli formavano, e misi una mano sul fianco -Quando siamo da soli puoi chiamarmi Minato Kida- mi fece notare rilassato, trafiggendomi poi con gli occhi blu. Dopo un po’ disse -Sembri diversa Kida, sei cresciuta in una volta-non afferrai la sfumatura della voce, nostalgica forse, evidentemente però si aspettava una qualche reazione perché non proseguì -Io…non ho cosa dirle- perché in realtà non avevo una risposta adeguata -So che tu e Kakashi avete iniziato col piede sbagliato anni fa, e se non vado errato avete migliorato i rapporti pur non vedendovi granché, tuttavia sono convinto che se ci provaste andreste molto d’accordo e trovereste molto conforto l’uno nell’altra…D’altra parte erano amici di entrambi, e anche voi siete amici- intanto che esponeva, si rigirò qualcosa tra le mani, scorsi un sonaglino e dedussi una cosa, legata alla prova che aveva sottoposto a noi guardie del corpo, non realizzando però dove voleva arrivare -Provano tutti a parlare con lui, chissà se tu…-
-La definizione esatta è che neanche alla lontana di cagarci ci pensa, e non posso biasimarlo. E sa perché? - mossi un passo su di lui leccandomi le labbra -Perché è giunto alla mia stessa conclusione quando ci fu il primo “fattaccio” che non si può neppure accennare: illuditi pure del lavoro di squadra, sei un ninja? Allora devi morire-rivelai, Minato socchiuse gli occhi indecifrabile, così gli dissi pure -Nessuno verrà a salvarti…Forse in parte ha ragione, che io e il suo pupillo abbiamo qualcosa in comune: vogliamo essere lasciati in pace. Perciò con tutto il rispetto, ha decisamente toppato con la storia di farci 4 chiacchiere tra amici- quello seguitò a guardarmi -Gli ANBU ti hanno indurita Kida, non immaginavo potessi diventare così cinica e franca, cos’hai veramente? Dimmelo- mi domandò pacato, neanche stesse mostrando pareri ad un amico di vecchia data -Oh ma io la ringrazio invece, sul serio, senza ironia- incalzai, Minato si corrucciò debolmente -In origine infatti non capivo se ero infelice di me stessa o semplicemente incazzata con tutti, e mi arrovellavo a cercare di liberarmi da quella sensazione: ma quando sono stata nella squadra di tortura, e in quella assassina wow…Eccome se mi sentivo sollevata-mi toccai il petto onestamente e sprezzante. Da giorni tutti avevano contratto quel virus di uscirsene con cose bizzarre, svelando aspetti della propria personalità che probabilmente non venivano fuori neanche a letto, il fatto era che non capivano, che il problema non ero io, o che non dicessero quello che pensavano di me, o che mi facessero stare meglio o peggio, io non provavo niente, era che lo facevano troppo tardi e che non sapevano comunicare, ecco perché succedevano quelle cose, ed io me ne andavo gradualmente persuadendo. E non me ne curavo, potevo cambiare mai gli altri? No, e non m’interessava neanche questo, perché avrebbe dovuto? Che me la prendessi o meno, il mondo continuava a girare; e quegli occhi, ogni volta saggi e che riuscivano a redarguirti con una sola occhiata, iniziavano ad irritarmi: voleva elencarmi tutti gli errori che stavo facendo? Lo facesse pure! -Quando la prima volta mi offrì il suo aiuto, una parte di me restò convinta che lo facesse perché le muovevo pietà, dopo però continuò e cominciai a credere davvero che fossi speciale, che credesse in me. Ma dopo ancora perché ostinarsi? Se dovessi essere sospettosa, direi che è perché non essendo stato in grado di equilibrare i suoi allievi, ha cercato di non fallire anche con me, una sorta di verginella novizia- gli dichiarai screanzata e senza peli sulla lingua. Ancora niente -Voleva sapere cos’ho? È riuscita a tirarmelo fuori: ora attendo direttive- dissi ritraendo gli artigli e tremolando ancora un po’ per l’adrenalina. Minato si avvicinò felpato, ad un soffio dal mio viso -Hai ragione Kida, probabilmente su tutto: ma finché io sentirò di poter insegnarvi qualcosa, non crederò mai di rimediare agli sbagli che commetto coi miei studenti rimpiazzandoli. Tu hai acume Kida, una gran personalità e potenziale, te l’ho sempre riconosciuto e mi auguro che un giorno lo farai anche tu, e puoi benissimo arrogarti il diritto di mettere in testa pensieri o parole in bocca altrui perché li hai dedotti, purché non con me (sottolineò il pronome). Mi sono spiegato bene? - non era arrabbiato, quello no, non lo faceva mai, eppure avrei giurato che nel blu dei suoi occhi fosse in corso la burrasca, in netto stridio con la calma del corpo. Io rimasi agghiacciata, pur non dimostrandolo, deglutii sonora annuendo; e lui, trasformato, mi distanziò sorridendo soddisfatto -Bene! Ora passiamo alla missione-.

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Capitolo 5
*** La notte più lunga ***


-Perché vuole ancora affidarmela? - chiesi incredula -Certo, mica pensavi di liberartene così facilmente? Kushina quando vuole, sa mettermi molto più con le spalle al muro di te!- mi confessò grattandosi dietro il collo vergognato ”Allora è un pollo…O lo fa”? chiusi gli occhi come a dire non cambierà mai -Tornando seri, per motivi che forse hai intuito, non posso sbottonarmi più di tanto: alla periferia di Konoha c’è un antico tempio in rovina che apparteneva al clan Uzumaki del paese del vortice, lo riconosci dagli altri perché all’interno sono appese delle maschere mostruose, il tuo compito sarà sovrintendere ai lavori di ristrutturazione non facendo spostare nulla che non si trovasse già lì, e porre i sigilli che ti ho insegnato, quando tutti se ne saranno andati, alle porte e alle finestre, hai una scadenza massima di 6 mesi. Inoltre ad un mese dalla scadenza, completato o no, dovrai sorvegliarlo tutte le notti. Accetti? - lo sguardo ora ritornato limpido mi stordì, pareva che non avessimo neppure bisticciato, o come avrebbe definito lui chiarito, quindi accettai. Non potevo certo affermare che le condizioni del tempio fossero ottimali, ma poteva andarmi peggio: tetto e un muro sfondati, finestre rotte, erbacce, legno marcio e qualche topo; m’improvvisai dunque architetto e carpentiere, spostando materiali e compattando mastice e alla sera ponevo i sigilli, in capo a 5 mesi era tutto pronto, e lasciammo ad asciugare. Fortunatamente andavo a fare rapporto dopo pranzo, stando tutta la notte lì; la sera del 10 ero come sempre seduta sugli scalini del tempio, attenta e anche molto annoiata, tenendomi il mento con i gomiti sulle ginocchia(in un mese non era accaduto proprio nulla) -Acciù- starnutii rabbrividendo -Che aria strana…-. All’improvviso udii degli strilli spaventati e grida di morte provenienti dal centro di Konoha ,ed ero ormai sul punto di attivare Shado, quando mi piegai in 2 dal dolore tenendomi la testa ”Il mio chakra…è disturbato” Shado ringhiò dentro di me, percepivo un immensa potenza, spaventosa e carica d’odio. Poi udii dei rumori dietro di me, dal tempio, un tonfo e qualche gemito; ignorando il dolore poggiai una mano sulla maniglia ad anello del portone, e quella di qualcun altro, calda e dal tocco angelico si pose fra le mie scapole: Minato era lì, o meglio un suo clone -Andrà tutto bene Kida- mi allontanò la mano dalla maniglia fermo ma gentile, eppure avrei giurato di sentire una nota d’addio nella voce… Arricciai la fronte schiudendo la bocca, sentii un orribile boato e mi girai ma non vidi niente: stordita, mi ritrovai catapultata nel nero del bosco, assai lontana dal villaggio; mi toccai d’istinto in mezzo alle scapole, dove Minato mi aveva appoggiato la mano ”Hirahishin…” mi sollevai piano in piedi e comprendendo che il mio chakra non era tornato del tutto alla normalità, m’incamminai tenendomi il ventre nel buio pesto della foresta. Appena arrivai alla radura centrale, che guardava la periferia di Konoha da dietro, vidi un enorme barriera magenta: niente si muoveva, quel silenzio agghiacciante mi fece rabbrividire, e di colpo un fragore allucinante, violentissimo, simile ad un’esplosione, dovetti coprirmi le orecchie e accovacciarmi su me stessa: mi sentii sconquassata dal vento e mi volarono sopra la testa enormi pezzi di legno e calce, infine vidi rotolare una maschera, una di quelle mostruose… L’aria ancora rimbombava di quel suono che aveva fatto tremare la terra tanto fortemente, mi girai e la vidi: la Volpe a Nove Code, immensa e possente, era atterrata colpendo con un pugno il tempio e distruggendolo -NOOOOOOOOO!!!- urlai, e quella ruggì dilaniando l’aria e sentii sanguinarmi l’orecchio che non potei coprire, avendo una mano sull’altro ed una sulla pancia. Corsi e corsi, senza sosta, tralasciando tutto, respiro, dolore ”No, non può essere ragazzi…Forse si sono salvati se hanno fatto in tempo ad organizzarsi, ma se ho ragione…Maestro…” e finalmente, piansi, piansi a più non posso, quasi stessi re-imparando a piangere; l’altro lembo di foresta era più sgombro e illuminato, lo attraversai subito: la periferia era un disastro, caos ovunque, urla e strepiti, anche di bambini, corsi ancora, non mi bloccai a guardare, dovevo raggiungere il luogo dov’era comparsa la barriera. Alla fine, singhiozzante vi giunsi e credetti di morire: tutti i jonin e gli ANBU circondavano una specie di altarino -No! Lasciami! Voglio andare dal mio papà e dalla mia mamma! -vidi Iruka scalpitare in lacrime in braccio ad un jonin il doppio di lui, altri discutevano tra loro incoerenti, ad occhi sgranati ripetevano -Il quarto ci ha protetti tutti…-
-Ma quel bambino…- io non capii più nulla, mi sbracciai e spinsi come mi capitava le persone che stavano appiccicate tra loro, finché non ebbi la visuale sgombra: Minato stava riverso, già cadavere, accanto al minuscolo altare da dove proveniva un pianto di neonato, poco più in là mio padre teneva tra le braccia Kushina, morente e insanguinata mormorargli qualcosa all’orecchio -No Kida ferma, devi farti coraggio-Asuma mi arrestò in una morsa d’acciaio da dietro, dato che io stavo per gettarmi lì in mezzo, e piansi ancora, convulsamente e senza emettere un gemito -Ssh… Buona…- mi abbracciò forte, la sua bocca contro la mia nuca.
 
La residenza dell’hokage era in piedi per miracolo; arrivarono al punto che il grado non interessò più a nessuno, chi poteva scendeva al villaggio ad aiutare: si, quello che ne restava, inclusa la popolazione… Io, Gai e Kurenai stavamo fuori dalla porta aperta di Hiruzen, al quale ci rimettevamo essendo stato il precedente capo villaggio, di fronte Asuma, tornato da qualche mese dai monaci guardiani, che era alla decima sigaretta in mezz’ora. Portavo la maschera di traverso, e lo stesso non avrei notato nessuno; a braccia conserte e mascella serrata aspettavamo che la stanza fosse drenata al fine di ricevere disposizioni, ciascuno nervoso allo stesso modo; Gai prese a fare davanti e indietro-Piantala Gai, non serve a nessuno questo atteggiamento-sentenziò Asuma tirando una boccata-Sono preoccupato per Kakashi…Eravamo insieme e poi è sparito- si grattò il mento febbrile -Ora arriva Gai, è sicuro- s’intromise Kurenai neutra, emulando la mia posa. Finalmente potemmo entrare -Per prima cosa dobbiamo decidere un luogo sicuro dove nascondere Naruto, così l’hanno voluto chiamare- chiarì Hiruzen in assetto ancora da battaglia -Non avrà un cognome?- azzardò timidamente Kurenai, quello la fissò torvo -Uzumaki, non dovrà sapere chi è suo padre- rispose secco, e quasi non saltavo -Scusa come?- sgranai gli occhi come avesse detto una blasfemia, e lui naturalmente non ci fece caso -Ci ha salvato tutti e sarà ricordato come un eroe il tuo maestro, ma il neonato…-
-Si chiama Naruto- sibilai terrea -Naruto- si corresse assecondandomi - È una forza portante, Minato ha sigillato metà del chakra della volpe in lui col sigillo del diavolo, e l’altra in Naruto. Non sappiamo ancora come si comporterà, conviene prevenire ora e…-
-Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? - mormorai esterrefatta -Stai parlando di suo figlio! Posso comprendere la sua scelta di rinchiudere la volpe, non è un pericolo, non ancora, sarà sufficiente tra qualche anno dargli una guida e…-
-Non possiamo esserne sicuri Kida, devo custodire quel che resta di Konoha e occuparmi di rimettere tutto in piedi- m’interruppe grave -Dove andrà a stare allora? Qualcuno lo deve pur nutrire, insegnargli a camminare…- mi appoggiò Asuma volenteroso -Ho già in mente un tutore, quando poi avrà l’età per entrare in accademia gli procurerò un appartamento- s’intromise uno dei segretari nella spiegazione di Hiruzen, e che fece dietro front temendo di essere di troppo -No dimmi pure, novità?- lo richiamò Hiruzen, quello poco convinto s’accostò -Sono dolente signore, ma sua moglie…- bisbigliò al suo orecchio, io e Asuma ci scambiammo un’occhiata eloquente…Mio padre non fece una piega, chiuse per un secondo gli occhi -Grazie, puoi andare-quello filò via, Hiruzen sospirò -Padre mi…- mi fulminò con uno sguardo -Perdonatemi, signore- mi corressi mortificata -Se abbiamo finito con le polemiche, vorrei indicarvi le zone da sovrintendere-disse perentorio -Signore mi perdoni ma…ho perso di vista Kakashi nella confusione- s’interessò Gai educatamente, Hiruzen annuì -L’ho inviato insieme ad altri ANBU a scortare il bambino nella periferia ancora in piedi- spiegò, ed ebbi un altro sussulto, dimenticandomi di condividere il dolore per mia madre, dacché ero con la testa ancora lì -Padre!- stavolta me ne fregai -Non puoi farlo! Così lo condannerai! - esclamai indignata -Guarda che è stato il quarto non io a sigillare la volpe dentro di lui- replicò -E questo non ti suggerisce che forse aveva in mente qualcosa e non rischiamo nulla? -domandai come se per me fosse tutto ovvio -Kida hai visto cos’è successo…- tremò la voce a Kurenai -Ti ci metti anche tu ora? - alzai la voce delusa -Kida, nostro padre ha ragione e poi ha detto che gli troverà un tutore e poi una casa…-
-Asuma! Allora siete tutti d’accordo? - m’indignai ancora
-Esatto Kida, ascolta tuo fratello se non ascolti me- mi fece notare Hiruzen flemmatico, comportamento che detestai in quel momento -È così che pensi di farlo crescere? Col contentino? Già me lo immagino tu ogni mese che gli porti dei soldi, senza dire una parola! -
-Kida- Gai mi tenne per una spalla, anche più forte di Asuma, giacché mi stavo surriscaldando, Hiruzen non batté ciglio -Hai idea di quanto lo farai soffrire? Chiederà in continuazione dei suoi genitori, e non capirà l’indifferenza che riceverà come risposta? Alla periferia? Sarà a tutti chiaro di evitarlo, non gli parlerà nessuno, lo odieranno, non farlo papà! Ti scongiuro è suo figlio! - non fosse stato per Gai, possibilmente gli avrei schiantato quella cavolo di scrivania sui cui teneva ostinatamente gli occhi girando le carte -Credi che sarà facile per me? - reagì infine benchè senza tante scene -A quanto pare! Papà se lo lasci solo così… Lo condannerai alla disperazione più nera, e se scoprirà della volpe sarà ancora più confuso, s’incattivirà! Di questo devi avere paura- la voce m s’incrinò
-Non sono tenuto a giustificarmi, tanto meno con te- concluse lapidario -È un bambino!- mormorai furente, nuovamente con le lacrime agli occhi -Tu sei la bambina Kida, ingenua come sempre-obiettò freddo -Padre…- Asuma si mise tra me e lui, una mano alzata ad arrestare un altro ammonimento -Lo ucciderai…di solitudine- le ginocchia mi cedettero, e Gai mi prese a 2 braccia -Kida…- mio fratello ripeté il gesto con me -È una forza portante anzitutto, ed io ho la priorità su Konoha. Fine della discussione- concluse piano, ma con un’occhiata fiammeggiante -No, prima viene il fatto che è una forza portante…Che Konoha ha da sempre avuto come arma- bisbigliai tra me e me, ma Gai s’irrigidì sentendomi, probabilmente cosciente che avremmo attaccato briga ancora -Non è un’arma! E si chiama Naruto! - dichiarai tremando di rabbia, gli occhi inondati. Gai iniziò a preoccuparsi, diventavo calda in crescendo, circa bollente, e per un attimo si disperò -Ah non ci voleva! Solo lei riusciva a calmarti! Com’è possibile che Kakashi per sbaglio l’ha…-
-NO GAI!- urlarono all’unisono mio fratello e Kurenai: io mi pietrificai, smisi di pensare, di respirare, persino mio padre alzò gli occhi angosciato su di noi ancora muti; Asuma e l’altra erano pronti a fermarmi, Gai divenne smorto -A rapporto signore…ma che succede?-quel tono…Misto di uggia e flemma…Non si scorda mai il primo ”odio”: ci voltammo, uno più livido dell’altro, eccetto me, Kakashi stava sulla porta, girando il capo confuso; si levò la maschera -Kakashi, ti conviene andartene- intimò Asuma serrando la mascella -Mmh?- ma non ebbe tempo di domandare, col chakra ormai del tutto ripreso, spinsi via muovendo l’aria Gai e gli altri e gli fui addosso -COS’HAI FATTO?- sbraitai fuori di me sbattendolo al muro -TU LA DOVEVI PROTEGGERE!NON VALI NIENTE!INVECE L’HAI UCCISA!-cominciai a tempestarlo di pugni che per la sorpresa non fu in grado di parare, strabuzzava l’occhio realizzando ciò che gli stavo sputando contro -No Kida io non vol…- un mio calcio lo buttò a terra -Presto chiamate Hayate e Genma, immediatamente!- udii distratta urlare a mio padre -CREDI CHE M’IMPORTI SE LA COLPA È TUA O NO?NON DOVEVA MORIRE!GLIEL’AVEVI PROMESSO!- a cavalcioni su di lui, seguitai a menargliele senza neppure usare i poteri, e Kakashi se le fece dare, così come io mi feci ferire alla nocche dalla mia stessa ira. Certo che non era stato lui, potevamo non sopportarci ma non l’avrei mai ritenuto capace di uccidere gratuitamente, non lei perlomeno…Però ero furibonda, nelle ultime ore mi era passata davanti tutta la vita, coi miei, coi miei amici, con Minato… Dopo mi ero ricordato di come l’avevo trattato l’ultima volta che avevamo parlato, e lui non si era neppure arrabbiato… Anzi prima di morire, mi aveva per giunta detto che sarebbe andato tutto bene… Lui moriva, insieme a mezzo villaggio ed io a girarmi i pollici al tempio, ovvio, doveva proteggere la più piccola della cucciolata (prima di suo figlio). Avrei potuto cominciare ad avere un dialogo con mia madre, che mi amava ed io l’avevo sottovalutato… E poi il discorso di Hiruzen, considerando tutto ciò, mi aveva fatto imbestialire, insieme a tutta la rabbia e la sofferenza provata negli ultimi anni, ed ora questo… Mi aveva sconvolto. Perché? Perché lui? E Minato… Non me l’aveva  detto, di nuovo per proteggermi… Lo sapevano tutti, eccetto me. Due braccia enormi mi sollevarono ed io scalpitai: Kakashi si rialzò piano, la maschera imbevuta di sangue, si teneva il naso e non proferì parola -Chiudetela nella sua stanza finché non si sarà calmata! -comandò mio padre, ora davvero preoccupato -Avresti il coraggio di rinchiudere la tua stessa figlia? - avevo perso metà voce e mi uscì uno strillo rauco -È proprio perché sono tuo padre e devo proteggerti, specialmente da te stessa che lo faccio! - mi gridò di rimando. Mi sentivo in un incubo, quasi non stesse accadendo realmente: tutti mi fissavano esangui e impauriti, quella sera pure loro ne avevano passate tante ed era consequenziale quello sguardo, eppure mi indispose e Kakashi, che immaginavo si sarebbe infuriato con me, anzi non aspettavo altro per sfogarmi ancora, invece aveva un’espressione talmente addolorata mentre si ripuliva piano piano dal sangue, che mi bloccai di colpo e i 2 jonin mi misero a terra -Sei emotivamente coinvolta e non puoi svolgere alcun compito, non sei in grado di controllarti. Per stanotte hai finito, sei congedata. Non voglio vederti fino a domattina- ordinò tassativo -Sta’ sereno, non mi rivedrai mai più-dissi emulando il tono, girai sui tacchi ignorando che mi chiamassero, e spingendo via i 2 che mi avevano presa, percorsi il corridoio ansante e via via sparpagliando tutta la mia tenuta ANBU, lasciandomi solo l’occorrente, mi si ruppe perfino l’elastico nella foga di svestirmi, la maschera in vece la fracassai io in mille pezzi, fuori invocai Shado e ci balzai in groppa che era già in volo ”Scusami mamma, Asuma… Perdonami Iruka, Gai… Maestro, Naruto… mi dispiace” fissai il villaggio semi distrutto con la vista appannata dal pianto, intanto che Shado sbatteva le possenti ali,uno,2,a tempo col mio cuore.
 
Kida era alla finestra in piedi, e a braccia conserte; Naruto si era rimesso a sedere e la fissava -Mi dispiace. Devi aver sofferto molto- si scusò lui -La verità è Naruto che io ero solo una ragazzina… viziata. All’inizio, non mi mancava niente ma come tutti i figli con genitori intransigenti, avrei voluto solo detto un po’ più spesso ti voglio bene e così ne facevo di tutti i colori (anche se a volte era proprio d’indole). Per un po’ ho compensato con Asuma o i miei amici, Shado,Minato ma dopo… Non desiderai più sentirmelo dire, neanche me lo dimostrassero, anzi non volevo proprio sentire nessuno,non cercai più il dialogo coi miei genitori. A me invece dispiace aver lasciato tuo padre con l’amaro in bocca, deluso. Se fossi rimasta cinica potrei dirti che al contrario di altri, essendo orfano in fondo, intendo in maniera mentale ecco che non si percepisce come altri pensieri, tu non hai mai sentito il desiderio di superare tuo padre e sei cresciuto in maniera molto indipendente e autosufficiente, ti viene ora spontaneo far tutto da te, c’è chi lo impara per tutta la vita e questo per quanto triste, è un vantaggio -Kida si girò abbattuta- Sì lo so, di sicuro mi capiva e non era arrabbiato ma gliel’avrei voluto dire io, di perdonarmi -Naruto comprendeva la sua malinconia, mancava anche lui, sebbene l’avesse visto almeno una volta:-Così te ne sei andata- confermò il ragazzo incerto -Non che mi faccia onore, so anche questo, col senno di poi non potevo pronunciarmi sulle decisioni del terzo, non essendo hokage e non avendo mai avuto il desiderio di diventarlo (senza offesa, lo rispetto se è questo che vuoi) quella notte d’emergenza forse tutti pensavano come me in fondo che non era tra le scelte più sagge,ma era l’unica che trovarono e non avrei dovuto dargliene la colpa né dirgli che non mi avrebbe visto mai più… Perché è sempre stato un moderato e tutti lo stimavano per questo, compresa io e quando si cerca di accontentare tutti e a parole, pur essendo giusto, s’incappa in qualche errore di giudizio e conoscendolo, ne era consapevole, magari persino mentre dava ordini. Ecco perché scelse tuo padre Naruto, in modo che Konoha avesse un periodo di pace stabile, periodo che poi ha continuato il mio… Io avrei dovuto fermarmi, fermarmi e pensare. E forse un giorno avrei compreso… Comunque sì, non mi feci né vedere né sentire per 3 anni, fortunatamente in questi casi un ninja è dichiarato traditore dopo 5, anni in cui ho messo da parte la divisa e ho fatto la studiosa, sino a che non nacque Konohamaru, e da allora, piano piano, mi riavvicinai e collaborai all’estero per Konoha, in veste sia di shinobi che di scienziata. Il terzo neppure ci provò a chiedermi di tornare…- disse cupa -Allora hai conosciuto anche il maestro Jyraia- considerò Naruto:-Sì,ma di vista: conoscevo come tutti più la sua leggenda che lui in persona- rispose lei. Naruto incalzò:-Leggevi molto? - Kida trasalì, lui era perfettamente calmo:-Sì tantissimo, adoro leggere. Ricordo che quando divenni jonin Hiruzen mi regalò un atlante sulle creature di tutto il mondo e geografico, senza troppe cerimonie, e un’altra volta Iruka mi diede un album di foto ben dettagliato sulle piante e… Che fai? - Naruto infilò una mano sotto la giacca e ne estrasse un libricino che le porse :-“Storia dei ninja leggendari”? - Kida se lo rigirò curiosa tra le mani:-Oh! Di Jiraya! - esclamò sorpresa;
-Ne ho una sola copia e non posso regalartela, ma te la presto volentieri, io lo so a memoria -il ragazzo sorrise e Kida palpitò -Ne sei sicuro? Perché me lo dai? -
-Certo, me lo ridarai una volta finito! Beh perché l’hai conosciuto anche tu, benché solo di vista, e così sentirai pure mio padre un po’ più vicino a te- spiegò solenne, Kida non afferrò:-Alla fine del libro capirai- la rassicurò;
-Indubbiamente tutti ti avranno detto le stesse cose su Minato, io però dal mio modesto punto di vista, vorrei che tu lo vedessi come un uomo innanzitutto, che può sbagliare ma che credeva sempre in tutti, impavido e ottimista, in particolare se loro non credevano in sé stessi. Io… Gli devo tutto (lui direbbe di no, ma è così) sono fiera di essere stata sua allieva e ti ringrazio di avermi dato la scusa per parlarne- rise per smorzare la solennità del suo monologo; il ragazzo arrossì:-Di niente. Grazie a te… Tu mi hai appoggiato e capito anche prima di conoscermi e… Non so che altro dire!- rise imbarazzatissimo, Kida fece una smorfietta allegra:-Scommetto che un giorno dovrai narrare tu la storia di un padre ad un figlio curioso e allora mi capirai meglio- lui la osservò come l’aveva osservata per tutto il tempo: sognante e immaginandola accanto a suo padre, Kakashi o gli altri maestri, a tratti si era rabbuiato o eccitato per l’azione, ora provava tanto affetto per lei, anche più di prima, no non se l’era proprio immaginato che avesse fatto tutte queste cose con lui! E vedendo Asuma o il terzo, nemmeno che fosse così formidabile! O che gli volesse tanto bene… E stampò quelle sue ultime parole in testa. Sorrise tra se e se, guardando ancora Kida e il libro per un po’:-Avevo ragione sei speciale - sussurrò, Kida si morse un labbro lusingata:-Sarà meglio andare!- disse brusco Naruto balzò agile in piedi scrollandosi tutte quelle belle sensazioni, e chiamando a gran voce i 2 jonin, una volta in corridoio con Kida:-Naruto, ma che ti urli?- Yamato uscì massaggiandosi un orecchio:-Ih ih scusate pensavo vi fosse addormentati!- ridacchiò lui camminando verso la porta, Kakashi tenne la testa bassa:-Hai sonno? Perdonaci se ci abbiamo messo tanto- Kida abbozzò un sorriso:-Ah no… Non ti preoccupare, solo un leggero mal di testa- disse con noncuranza Kakashi, Kida però scorse qualcos’altro che non afferrò. Alla porta, Naruto si girò a domandare timido:
-Kida? -
-Sì? -
-Posso tornare qualche volta a domandarti altro su mio padre? E sui tuoi famosi viaggi? - alzò gli occhi buoni e cristallini, cui Kida nonostante tutto doveva ancora adattarsi:-Sì certamente, mi farebbe molto piacere- asserì lei dolcemente:-Kida! Prima o poi imparerò a controllare il demone, e raggiungerò i miei sogni! E poi- si piantò il pugno al petto con aria da sbruffone:-Dobbiamo combattere! -Kida alzò gli occhi al cielo per quelle sfide, e sorrise pensando che lui non sapesse assolutamente nulla di quello che stava succedendo -Va bene Naruto, va e corri e raggiungere i tuoi sogni- si strinsero energicamente la mano, poi corse via, Yamato la salutò cordiale, l’altro fece appena un cenno allontanandosi. A letto Kida rifletté a lungo, il sonno era svanito: le aveva fatto bene quella chiacchierata, benchè lunghissima, sentiva di aver analizzato la sua vita da capo e con occhio nuovo, era un po’ più libera ma… C’era qualcosa che le sfuggiva, che non aveva chiarito al di là dell’aver parlato il meno possibile dei compagni di Kakashi e di lui stesso, poiché si era ripromessa di parlare di Minato malgrado non potesse ostacolare il flusso dei ricordi… Cos’era? Non lo sapeva, era una sensazione impalpabile, eterea che le aveva riesumato qualcosa… Ma si sentiva anche piena sì, piena a felice. Decise di non rifletterci più di tanto e spense la luce.
 
E se da un lato lei e Naruto si erano lasciati colmi e contenti, Kakashi si sentiva vuoto e spento: Kida gli aveva riportato alla mente una miriade di cose, cose che lei aveva conosciuto per sentito dire e non indovinava cos’avrebbe pensato di lui sapendone i dettagli… Sospirò spesso lungo la strada inconsciamente, le era grato per non aver rivelato episodi attinenti a lui, lui e lei, o i suoi amici, e notando dalla porta socchiusa quanto lei si sforzasse di non parlarne, era certo che se ne ricordasse bene quanto lui. Non seppe quante volte avrebbe voluto irrompere nella stanza, fregandosene dell’educazione o che era con Naruto e Gridare robe del tipo ”Ehi c’ero pure io quella volta!”, ”Ero lì in quell’altra”, ”Kida no io non  l’ho pensato!” o “Kida no io volevo che fossi mia amica e sei stata grande all’esame jonin!” tuttavia non ne fu’ in grado, era spiazzato: troppo genuina, troppo lei… E poi la parte in cui accennava a Rin l’aveva sbriciolato: in tutta Konoha, lei sola aveva fatto un viaggio di sola andata per l’inferno come lui… Lei e basta; Kakashi non era il tipo che si ripeteva o rimuginava su come potevano andare le cose, eccetto che per i suoi compagni di squadra o per Minato, quella notte però se lo chiese, rigirandosi nel letto, e se si fossero parlati prima? Dove sarebbero ora?

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Capitolo 6
*** L'addio prima della guerra ***


-E bravo Konohamaru, ti sei fatto massacrare da una della sabbia eh… D’altro canto, è di famiglia puntare in alto- constatò secca Kida pulendo il viso, distorto in una smorfia un po’ per il rimprovero, un po’ per amor proprio, del nipote -L’avrei colpita di sicuro-disse tra i denti il ragazzo ”Com’è cresciuto…è vero che i rimproveri più aspri vengono fuori quando ci si accorge che i tuoi cari diventano grandi” ma non glielo confidò, e buttò la garza accanto a lui sul letto, prendendo un'altra -Mi sono permesso di riportartelo a casa nel caso la seccatura avesse cambiato idea- argomentò Shikamaru da dietro, eloquente al termine ”seccatura” -Seccatura?- ripeté perplessa Kida -La kunoichi della sabbia è la sua ragazza. E dà qua mica sono un moccioso!- Konohamaru le strattonò la garza strisciandosela su tutta la faccia rabbioso: Shikamaru alzò gli occhi al cielo -Ah adesso capisco, sì direi che sei cotto e non lo sai se la definisci così- Kida storse il naso maliziosa -No, ti ci metti anche tu?- si lamentò il ragazzo -Tuttavia, Konohamaru ha ragione, stava per farle il rasengan insegnatogli da Naruto- concesse lui -Ecco!- puntualizzò il nipote: Kida ammutolì, e poi si girò di scatto -Sai fare il rasengan?- Konohamaru asserì con la mano buttando l’ultima garza -E che ci voleva a dirmelo?!- gli piantò un pugno in testa -Ahi!- gemette -Non ne hai prese abbastanza ti assicuro!- Kida avrebbe voluto rimproverarlo ancora, ma fece il contrario stringendolo contro al suo petto -Ah zia mi soffochi! Sei più matta di quella lì! - si divincolò vergognato -Tsè! - emise Shikamaru salutando e andandosene. Quella sera aveva portato Konohamaru da Kurenai, manifestamente agitata; non si era potuta trattenere molto dovendosi presentare a rapporto la notte stessa, ad ogni modo li aveva rassicurati con aria festosa, si era raccomandata a Kurenai che si complimentò per i suoi allievi e Konohamaru, abbassando la guardia, stavolta l’aveva stretta lui forte promettendole che non sarebbe stato di peso; affermare che li avesse lasciati col cuore appesantito era il minimo, Kida era profondamente angustiata. I preparativi della guerra furono pianificati in fretta ma non meno meticolosamente, in tutti paesi dell’Alleanza Shinobi e allo stesso modo; artigiani, scalpellini, mastri ferrai, lavorarono giorno e notte nelle armerie, i sarti cucirono divise su divise, la squadra d’analisi venne scremata dei suoi membri al fine di scegliere chi di loro sarebbe stato assegnato al QG, e ninja medici diedero fondo alle scorte degli ospedali. Obiettivi: proteggere le forze portanti dell’otto e del nove code, impedire il completamento della tecnica dello Tsukoiomi Infinito, sconfiggere Madara e l’Akatsuki. Note: la sconfitta non è contemplata. Kida fece avanti e indietro da un corpo all’altro, da quello medico a quello di fanteria, a quello persino dell’armeria e non ebbe un attimo di tregua; dopo che Naruto era partito, l’hokage l’aveva convocata informandola che l’avrebbe tenuta volentieri nella squadra d’intelligence ma che poteva fare un giro tra i reparti e scegliere di cambiare se avesse voluto: era un tipo eclettico, riteneva Tsunade e avrebbe potuto essere inserita in qualsiasi compagnia, e Kida aveva chiesto inizialmente di coadiuvare il team medico. Nonostante Tsunade non avesse dubbi che avesse appreso molto e non le sarebbe dispiaciuto, le consigliò di rifletterci; ora si trovava nell’armeria, prima che Gaara da generale supremo tenesse un discorso di fronte a tutti gli shinobi, a controllare l’inventario e fornire qualche miglioria e dove conobbe i suoi fratelli, Kankuro e Temari -Mi hanno detto che sei un’utilizzatrice del vento- si era presentata lei, lanciandole il suo ventaglio: Kida lo afferrò al volo -Sembra una lega d’acciaio, io l’avrei scelta al carbonio, leggera ed elastica, però la fattura è ottima e anche la larghezza. Augurandoci ce non ci sia una prossima volta, io lo costruirei 2 cm più sottile e 2 mm più lungo- giudicò pratica Kida rilanciandoglielo, Temari aveva commentato con mezzo sorriso beffardo ”Sì, posso capire che lei e Shikamaru si attraggano…”; intuendo lo stesso cinismo nel fratello, Kida non cercò di consigliargli nulla riguardo le articolazioni delle sue marionette, invece si mise distante prendendo dei pezzi ricambio e con indifferenza aveva cominciato a testarne la fluidità degli ingranaggi. E fu così che la trovarono Iruka e Sakura: una maschera di piombo calata sul viso mentre saldava con la fiamma ossidrica, poi scoprì gli occhi e legò i fili di chakra delle sue dita al braccio che stava mettendo insieme; Kankuro di fianco la guardò in tralice -No tranquillo so fare solo questo, mai stata una passione l’ingegneria-buttò lì serafica, e raggiunse Iruka e Sakura, intanto che lui si rigirava poco convinto l’aggeggio tra le mani e persuadendosi poi ad usarlo come stampo -Eravamo venuti a salutarti; sto per raggiungere Naruto…- Iruka non finì, Sakura gli diede una lieve spinta -Ah allora portagli i nostri saluti!- rimbeccò Kida -Sai già dove ti metteranno?-domandò ignorando le spintarelle della ragazza -A dire il vero no. Devo scegliere io ma…- sospese la frase incerta -Vorresti capitare con Kakashi, ho ragione? - dedusse ombroso lui -Oh io beh…mica tanto. Lo faranno sicuramente comandante di qualche reparto e non mi farebbe fare nulla quindi…- sdrammatizzò lei, Iruka sorrise a metà -Io volevo ringraziarti dei suggerimenti che mi hai dato e semmai ci verrai a supportare ci darai un grande aiuto- s’intromise Sakura per distrarli, vedendo che i due si guardavano di sottecchi, tagliò corto -Beh buona fortuna Kida, ovunque deciderai di andare- Kida salutò con una mano e la giovane sparì. Quando la sera prima era venuta a trovarla a casa, Sakura le aveva rivelato alcune cose intime e personali, sperò di aver fatto del suo meglio rispondendole come le aveva risposto…Per un momento si rivide in lei, nevrosi a parte, di certo era da tempo che si teneva chiuse dentro di sé tutti quei pensieri, non aveva bisogno dei poteri del drago per sentirlo; poi era venuta a prenderla Kakashi e aveva finito Kida per rimuginare su sé stessa… -Meglio che mi muova anch’io, il viaggio è lungo- Iruka sospirò irrequieto, a voler aggiungere qualcosa che non fu in grado di farsi uscire, Kida soppesò la risposta ”Iruka, voltati e vattene…Non voglio far soffrire nessuno, non saprei come rispondere ai tuoi sentimenti” -Fa buon viaggio, Iruka. Grazie di essermi stato vicino- gli mise una mano sulla spalla benevola -Kida, non farti uccidere. Tu mi…ci stai a cuore, io…ti voglio bene- dichiarò infine, tremolando sull’ultima parola. Kida lo abbracciò -Pure io- Iruka si staccò delicato e mordendosi un labbro filò via; Kida stette immobile lì un minuto, osservando l’andi rivieni dei ninja che facevano man massa di shuriken e altro. In seguito uscì nel corridoio” Riflettendoci, forse Tsunade mi vuole al QG per potermi mandare di volta in volta nei reparti che avranno necessità…Di sicuro si ha una visione d’insieme più definita coi piani di battaglia su un tavolo e gli strateghi a fianco, piuttosto che sul campo. Non credo che sia soltanto perché papà si divertisse a leggermi i trucchi della guerriglia al posto delle favole la sera, quando lo faceva…” Yugao le passò dietro con indosso un camice bianco, evidentemente aveva preferito essere assegnata lì che in un gruppo d’assalto -Ehi Yugao, hai visto Kakashi o Gai? -
-No mi spiace, in compenso ho visto i vostri ragazzi all’ingresso- rimediò distratta la donna: non che Kida non ci avesse pensato, avrebbe voluto salutarli dopo, ugualmente giunse da loro che, come c’era da aspettarsi, si stavano augurando buona fortuna. Kida restò a guardarli un attimo: era surreale che stessero per lottare uno vicino all’altro per uno scopo comune, tutti in divisa eppure eccoli lì, ragazzi poco più che bambini a incoraggiarsi mascherando la paura; la colpì in particolare Neji, che teneva dolcemente per una spalla Hinata e le sorrideva corrisposto, allora si ricordò delle parole di Tsunade, che i ninja della loro generazioni erano migliori e si emozionò -Mi raccomando ragazzi. Non voglio farvi alcuna ramanzina, non ne avete bisogno: occhi aperti e in bocca al lupo! - pronunciò all’improvviso a voce alta. I ragazzi si voltarono sorpresi, poi risposero grintosi all’unisono “SI!”, incluso Akamaru che abbagliò; Kida sorrise e volle andare dall’hokage per informarla della sua scelta, ma come l’avessero sentita, incontrò Gai e Kakashi -Kida! - salutò il primo -Ciao ragazzi, vi cercavo-
-Anche noi volevamo salutarti prima del discorso di Gaara- incalzò Kakashi -So che fra poco il generale le annuncerà, comunque in quale compagnia pensi di essere diretta?- quasi cinguettò Gai volitivo -Ecco Tsunade mi ha dato carta bianca, pur preferendomi al QG…E alla fine ho scelto questo-spiegò trattenendo i brividi -Ah allora sei al coperto!-scherzò Gai, Kakashi la fissò intensamente -Beh non direi, da lì posso raggiungervi ovunque se fosse il caso, sono convinta sia per questo mi voglia lì e non perché sia una stratega…Non sarò una forza portante ma forse sono la cosa che più ci si avvicina al momento, non essendoci Uchiha presenti e saremo un bersaglio almeno quanto tutti voi ma probabilmente scherzavi e io sto divagando per il nervosismo- concluse lei imbarazzata e scuotendo la testa ammonendosi, Kakashi sorrise carezzevole e Gai rise di gusto -Voi?-

-Tsunade mi ha detto che con ogni probabilità sarò nominato capitano perché mi ha domandato di trovare un vice- Kakashi fece un cenno volutamente incerto a Gai -Non hai da temere Kakashi! Con la mia forza e la tua capacità d’analisi saremo il secondo dinamico duo migliore che ci sia!- Gai se lo prese per il collo e il povero Hatake l’assecondò contrariato ”Grazie di avermi fatto ridere un ultima volta ragazzi…” -Perciò questo è un arrivederci- osservò Kida sorridendo ma impallidita -Proprio così!- la mossa da bravo ragazzo di Gai la fece sdrammatizzare -Ovvio, tanto sono coperta no?- diede una gomitata socievole a entrambi: Kakashi seguitò a guardarla, criptico e affilato, non aveva smesso da quella sera in cui aveva parlato con Naruto e Kida ebbe il timore che avesse ascoltato tutto -Allora…ci si vede-tagliò corto lei e fece per andarsene -Kida?- la richiamò grave Kakashi -Sì?- Kida si leccò le labbra secche, la gola arida -Torna viva- sentenziò lapidario, Kida fu attraversata da scariche elettriche -Anche tu…e tu- aggiunse rivolta a Gai, infine se ne andò -Eh eh- ammiccò Gai rivolto al rivale, che si limitò a spingerlo avanti imperturbabile.     

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