Cos'è la realta?

di Phoenix12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** Risveglio ***
Capitolo 3: *** Incubo e Realtà ***
Capitolo 4: *** Psuedodichiarazioni ***
Capitolo 5: *** Piccoli incidenti ***
Capitolo 6: *** Ti Amo ***



Capitolo 1
*** L'inizio ***


CAP 1,  L’INIZIO
POV NICO
Ok, l’avevo promesso a Jason.
Avrei passato qualche giorno al Campo Mezzosangue.
3 mesi in giro a sbrigare faccende infernali mi bastano e avanzano.
Mi staranno aspettando, forse, magari se ne sono dimenticati.
Pensieri infranti ieri pomeriggio, quando Hazael mi chiama con un messaggio Iride dicendomi di trovarsi al campo con tutti gli altri e che mi aspettano per le 10.00 del mattino davanti alla mia cabina.
Ok, ora non ho altre vie di fuga, tanto vale continuare, tanto ormai sono a metà del bosco.
So che non dovrei venire qui sa solo, ma le ombre mi hanno condotto qui, e sono troppo stanco per fare un altro viaggio nell’ombra, non mi sono ancora ripreso completamente dopo la battaglia contro Gea.
Va bhe, se un mostro è così stupido da attaccarmi se la vedrà con una lama dello Stige.
Mentre cammino mi metto a pensare agli ultimi avvenimenti.
Jason, ormai posso definirlo il mio migliore amico, se non un fratello, e Piper fanno spesso avanti e indietro tra i due campi per erigere vari templi;
con Annabath e Percy sono rimasto in buoni rapporti, lui sembra averla presa abbastanza bene e adesso mi tratta come un vero amico, Annabeth mi aspettavo che si arrabbiasse, invece sembra quasi fiera di me e anche felice, sarà perché ho avuto il coraggio di dire la verità e aprirmi;
Hazael e Frank in questi giorni si fermeranno qui per un po’, sono contento per loro: adesso hanno un po’ di pace per stare insieme;
grande sorpresa dopo due settimane dalla sconfitta di Gea, Leo è tornato in groppa a Festus con Calipso al suo fianco, sembra che gli dei l’abbiano perdonata, almeno ora può stare con Leo;
Reyna ormai è come una sorella per me, Hazael ha detto che s sarebbe stata anche lei, a quanto pare si è presa una piccola pausa dalla legione, se la merita proprio!
Sono quasi arrivato non manca molto.
Chissà come la prenderanno i ragazzi del campo quando mi vedranno..
Sono rimasto veramente stupito quando hanno cercato di fare amicizia con me, davvero quasi non ci credevo, anche quelli del campo di Giove.
Non è stato come dopo la battaglia di Manhattan dove poco dopo hanno ripreso ad evitarmi, adesso sembra che mi vogliano veramente come amico.
Questo mi lascia senza parole e insolitamente felice.
Adesso non ho solo i 7 e Reyna, ho anche Lou Ellen, Cecil e Miranda, che ogni volta che mi vedono mi vengono incontro, anche tutti gli altri non mi evitano più, nei loro occhi vedo ammirazione e altro che non è paura e questo mi piace, persino Clarisse sembra più amichevole.
Poi c’è Will.
Lui non è semplicemente un amico, è strano.
I tre giorni in infermeria si sono trasformati  in una settimana intera, nella quale Will mi è stato praticamente addosso, quelle poche volte che lasciavo la mia stanza lo vedevo che mi teneva sottocchio.
La cosa strana è che non mi dava fastidio, tranne all’inizio.
Gli ho promesso che non avrei utilizzato le tenebre se non in caso di emergenza, e ho accettato anche questo senza fare storie.
Ma che mi ha fatto?
Mio ha fuso il cervello, lui con quel sorriso splendente, lui con gli occhi di cielo e i riccioli d’oro, lei e la sua iperprotezione sfiancante ma piacevole, quasi confortante.
Pensavo di rimanere di più al campo, ma con la lotta contro Gea e il ritorno in vita dei Giganti, gli inferi hanno avuto qualche problema.
Morti e mostri infernali sono tornati in vita, niente di che, ma ho dovuto dare una mano a mio padre per ricacciarli tutti negl’Inferi.
E ancora una volta ho promesso a Will di tornare, e lui mi aveva sorriso e detto che mi avrebbe aspettato.
Caspita credo che sarei potuto scoppiare, mi sta facendo impazzire, lui e la sua risata cristallina e contagiosa.
Riesco a vedere la fine del bosco ed alcune cabine.
Sono le 10.15, gli altri mi staranno aspettando.
Riesco a intravedere i riccioli di Hazael quando un rumore mi distrae. Faccio giusto in tempo a girarmi sguainando la spada che una manticora mi attacca.
Paro il colpo con il piatto della spada e la respingo, subito ne arriva una seconda e insieme mi attaccano.
Le rimando indietro, una finisce contro a un albero che le cade addosso, l’altra mi lascia un graffio sul braccio.
Sento dei passi che mi raggiungono da dietro e dei richiami, ma non ci bado molto.
La manticora attacca, schivo di lato e sento la coscia bruciare. Lancio un’occhiata ai jeans neri per veder uno squarcio sulla coscia nella parte esterna, ma non sembra tanto grave.
Schivo altri due colpi e distinguo le voci di Reyna e Jason che mi chiamano e i singhiozzi di Hazael.
La manticora ringhia e tenta un attacco diretto. Gli salto sulla coda e gli corro incontro piantandogli la spada nella schiena. Scompare in una pioggia di polvere e atterro a terra.
Mi giro verso gli altri.
Percy impugna Vortice, Jason il suo gladius e Reyna la spada, tutti sull’attenti.
Hazael non nasconde la sua preoccupazione, come gli altri del resto, mi ci devo ancora abituare “Nico stai bene?” mi chiede Leo.
Sorrido e rinfodero la spada “Si, tutto a posto. È solo un graffietto.” Graffietti che bruciano da morire, ma non voglio farli preoccupare.
Annabeth sempre sull’attenti mi guarda “Non arrivavi e quando abbiamo sentito tutto quel trambusto siamo subito corsi.”  “Grazie, sto bene” dico mentre mi avvicino a loro “Andiamo?”
Non faccio in tempo a sentire la loro risposta che il ringhio della seconda manticora mi raggiunge, cavoli pensavo fosse sistemata!
Si lancia addosso a me, sguaino la spada, ma lei è più veloce.
Un dolore lancinante mi pervade il corpo, un rivolo di sangue mi esce dalla bocca insieme a un gemito di dolore e sorpresa. Abbasso lo sguardo e vedo il pungiglione del mostro che mi trapassa il fianco.
Ho la vista annebbiata e l’udito ovattato. Sento gli altri gridare a pochi metri da me.
La manticora mi solleva da terra di almeno un metro e mi scaraventa a terra a  pancia in su.
Grido di dolore e mi porto le mani al fianco, le sento riempirsi subito di sangue. Grido ma sento le forze venirmi a meno.
Vedo il gladius di Jason e la spada di Percy ferire il mostro mentre la lancia di Reyna lo finisce.
Sento Hazael che mi chiama e mi dice di restar sveglio, che andrà tutto bene.
Mi sembra quasi di vedere la scena come uno spettatore, al di fuori del mio corpo.
Mi vedo reclinare la testa di lato mentre tutti mi si fanno intorno.
Vedo Hazael piangere e Reyna gridare.
Leo recupera la mia spada, Percy stringe i pugni, Calipso e Annabeth esaminano la ferita mentre Piper mi dice di restare sveglio.
Jason dice qualcosa ma non riesco a capirlo.
Frank mi prende in braccio e tutti si mettono a correre verso il campo.
“Va tutto bene Nico, non chiudere gli occhi, ci siamo qua noi.” Cavoli com’è bello sentirsi dire queste parole.
Mi sembra di vedere alcuni semidei venirci incontro e chiedere cos’è successo.
Distinguo gli Stoll, Miranda, Austin della casa di Apollo e altri che non vedo bene “Portatelo in infermeria presto! Il veleno rischia di arrivare al cuore.” Questo sembra Austin.
Sento che cominciano a correre più veloce di prima, qualcuno urla, qualcuno è preoccupato.
All’improvviso si fermano e mi fanno stendere su qualcosa di fresco e morbido.
Sento una voce calda e confortevole che, mentre mi accarezza i capelli, sussurra: “Va tutto bene Raggio di Sole, ci sono qua io. Resisti.” Prima che tutti sprofondi nelle tenebre.

 

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Capitolo 2
*** Risveglio ***


CAP 2, RISVEGLIO
POV NICO
Quando riapro gli occhi la prima cosa che sento è un dolore lancinante al fianco.
Cavolo dovevo stare più attento!
Mi gira la testa e mi sento davvero stanco, strano mi sono appena svegliato.
“Come ti senti?” metto a fuoco la figura sbadita di una persona accano  a me, anzi più di una; non me n’ero neanche accorto. La voce che ha parlato sembrava quella di Jason.
“Mh.. intontito e frastornato, ma ancora vivo.” Rispondo piano.
“E ci credo! Una manticora ti ha trapassato il fianco, ti ha fatto fare un volo di almeno tre metri e chissà quanto sangue hai perso, vorrei vedere se non sei un po’ frastornato!” mi risponde Percy mentre cerco faticosamente di mettermi a seder aiutato da Piper.
“Io..” non riesco ad andare avanti che Hazael mi salta addosso “Mi hai fatto preoccupare, stupido! Non rifare mai più una cosa del genere!” dice staccandosi di poco, ha gli occhi lucidi, gli altri annuiscono.
“Non è l’unica a cui hai fatto prendere un colpo, Nico.” Quella voce mi risveglia.
Hazael si stacca da me e riesco a vedere Will Solace a braccia conserte davanti alla porta, con le solite infradito, pantaloni chiari al ginocchio, maglietta del campo e immancabile camice bianco.
Mi guarda con un misto di preoccupazione, sollievo e fastidio, con le sopracciglia aggrottate.
“Sono ancora qui..” si, lo so: è stupido da dire, ma non sapevo che altro dire “Già.. sappi che ora sei confinato in infermeria per almeno una settimana, ordini del dottore Di Angelo.” Sbuffo, sempre questi ordini del dottore, non che mi dispiaccia tanto restare in infermeria con lui.. no, aspetta, cosa?
Ruoto gli occhi per cercare di scacciare il pensiero dalla mente. Solo che lo sguardo si posa sul mio braccio, sull’ago piantato nel mio braccio.
“Toglilo immediatamente.”  Lui alza gli occhi al cielo “Te l’ho già detto, la flebo è importante, potresti avere ancora del veleno in circolo.” Mi risponde calmo e seccato.
“Will” lo guardo fisso “Toglilo. Subito.”
“No.” Restituisce lo sguardo; solo che inizio a vedere delle macchie nere davanti agli occhi e la testa ricomincia a girare “Non mi risvenire Nico!” in una frazione di secondo è qui vicino a me e mi fa stendere sul lettino “Pensavo ti fosse passato questa cosa degli aghi!”
“Io non ho niente contro di loro, fin che non li vedo nel mio braccio.” Preciso.
In quel momento mi ricordo che non siamo soli.
Jason e Percy se la ridono sotto i baffi, Piper ci guarda compiaciuta come Annabeth, Leo e Calipso. Hazael e Reyna guardano attentamente Will come per valutarlo e Frank sorride felice.
Will non sembra curarsene molto.
“Ok, io devo andare torno tra poco per un controllo. Aspettati altre visite, metà campo se non di più è in pensiero per te.” Disse ammiccando mentre si avvicina alla porta “Ah e non toccare la flebo!”
Incrocio le braccia borbottando, Will ride “Torno tra poco Raggio di Sole, vedi di non stancarti troppo.” Dice uscendo, sempre sorridendo.
Mi farà uscire di testa se continua così, sempre che non l’abbia già fatto.
“Allora..” comincia Percy con un sorriso da ebete “Raggio di Sole, eh?!” dice dandomi una gomitata .
“Non stancarti troppo, mh?!” si unisce anche Leo adesso?
“C-che state dicendo?” dico, sento di avere le guance in fiamme.
“Ah, il mio Nico ha fatto colpo!” dice Jason mettendomi un braccio sulle spalle, Piper ridacchia “è simpatico, lui ti piace vero?” ok, è troppo “Zitto Grace!” dico scrollandomi il braccio di dosso “Non sono affari vostri.” Borbotto.
“Oh andiamo Nico, non c’è niente di male!” mi dice mia sorella con un gran sorriso “Sembra uno a posto.” Dice Frank, Calipso annuisce.
“Mh.. devo prima conoscerlo bene.” Protesta Reyna, ormai è diventata un po’ protettiva, anche se non quanto Will.
“Will è uno a posto. È un ottimo guaritore, con l’arco ci sa fare e se la cava anche in musica. E simpatico e disponibile, a Manhattan mi ha curata da un pugnale avvelenato.” Annabeth mi viene in contro, più o meno.
“Oh insomma! Cos’è questo improvviso interesse per la mia vita privata?” sbotto imbarazzato e rosso in viso “Siamo tuoi amici, abbiamo il diritto e il dovere di immischiarci nella tua vita privata!” risponde prontamente Leo “E poi siamo curiosi, mi manca il gossip!” dice Calipso ridacchiando.
“Allora quando vi siete conosciuti?” chiese Frank gentilmente
Borbottando rispondo: “Durante la battaglia contro Gea, quando sono arrivato alla collina con l’Athena Parthenos, lui Lou Ellen e Cecil erano lì per osservare i romani; poi abbiamo cercato di dissuadere Greci e Romani dall’ammazzarsi a vicenda; abbiamo cercato di convincere Ottaviano a ritirarsi e poi di non lanciare quell’enorme proiettile di oro imperiale contro di voi, poi lui è stato occupato in infermeria e io son i riti funebri; successivamente mi ha costretto a rimanere qui in infermeria per tre giorni che si sono trasformati in una settimana; mi ha convinto a restar qui per un po’ e mi ha fatto vedere che gli altri non mi odiavano; abbiamo passato un po’ di tempo assieme e poi quando sono dovuto partire mi ha detto che..” mi fermai di colpo “No aspetta, perché ve lo sto dicendo?” dissi allarmato “Frank mi ha manipolato!” “No, quella con la lingua ammaliatrice è Piper, non io; ce lo hai raccontato  di tua iniziativa, Nico.” Disse calmo Frank sorridendo.
Aggrottai le sopracciglia incrociando le braccia, cavolo aveva ragione; lui me l’ha semplicemente chiesto e io gli ho semplicemente risposto. Maledetta gentilezza e calma di Frank!
“Ah si, ho capito chi è! Me lo ricordo.” Disse d’un tratto Reyna “Il figlio di Apollo con il quale hai combattuto quando sono arrivata con Guido e gli altri pegasi. Quasi non lo riconoscevo, non se la cava male in battaglia e da qual che ho appena visto è un ottimo guaritore. Ma devo ancora conoscerlo bene!” gli altri sorrisero, Reyna quando voleva diventava proprio protettiva con me, m tratta come un fratellino, mi ricorda tanto Bianca.
Passammo ancora un po’ di tempo a parlare dove dovetti più di una volta cambiare discorso per non finire a palare di Will, poi pian pino se ne andarono dicendomi che sarebbero tornati molto spesso a farmi compagnia e a vedere come procedevo con Will aggiunse Piper, quando voleva diventava una degna figlia di Afrodite, solo con più tatto e anche più gentile.
Passarono anche tanti altri a vedere come stavo.
Primi fra tutti Lou, Cecil e Miranda, erano davvero preoccupati. Venne anche Chirone, gli dissi che avevo sistemato un po’ di problemi e che  sarei rimasto per un po’. Lui fu felice delle mie parole e con una pacca sulla spalla si congedò dicendo che potevo rimanere quanto volevo e che era felice per me.
Quando il coach Hedge venne a vede come stavo si portò dietro anche Chuck, il figlioletto mi si fiondò addosso per vedere come stavo.
“Caspita ragazzo, sei messo male, dovrei darti un altro intruglio di erbe speciali.” Rabbrividì a ricordare il loro terribile odore, anche se dovevo dire che mi avevano slavato la vita.
“Mellie ti saluta e ti augura di rimetterti presto, adesso è impegnata, passerà in questi giorni. Ah ti manda questo, dovrebbe farti star meglio.” Disse passandomi una boccettina piena di una liquido verde-acqua “Bevine qualche sorso ogni tanto.” “Grazie mille coach, ringrazi Mellie.” Gli risposi.
Quando lui e il piccolo Chuck finirono di accertarsi che stavo bene se ne andarono “Ciao Nico, rimettiti presto.” Disse il piccolo satiro contento che stessi bene.
Verso sera Will passò per controllare come stavo e portarmi la cena.
Lo ringrazia e cominciai a mangiare mentre lui mi raccontava che aveva fatto oggi e negli ultimi tempi “Sono contento che tu sia tornato Nico.” Disse d’un tratto  “Mi sei mancato in questi tre mesi.” Disse a voce basa “Anche tu..” gli risposti abbassando al testa.
Cos’è questo strano calore nel petto?
Non è la ferita, è qualcosa di caldo e dolce, sembra quasi che venga dal.. cuore.
“Ora è meglio se ti riposi, ne devi avere passate delle belle ultimamente, mi racconterai tutto domani o nei prossimi giorni.” Disse alzandosi e scompigliandomi i capelli “Buona notte Raggio di Sole, ci vediamo domani.” La sua mano si fermò per un attimo sulla mia testa poi quasi imbarazzato se ne andò.
Mi stesi sul letto e sospirai.
Ogni volta che stavo con Will sentivo il petto andarmi a fuoco. Che cos’era? Davvero mi piaceva Will Solace? E lui invece? Cosa pensavo o provava per me?
Mi addormentai con queste domande nel cuore mentre sprofondavo negl’incubi.
 

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Capitolo 3
*** Incubo e Realtà ***


CAP 3, INCUBO E REALTà
POV NICO
Buio.
È l’unica cosa che riesco a vedere.
Un luogo opprimente, in cui non riesco ad orientarmi.
Io vivo nel buio, io sono il buio, non puoi spaventarmi, qualsiasi cosa tu sia.
“Peccato che ci sto riuscendo..”
Chi ha parlato? Sono solo qui, è tutto un’illusione.
“Quello che vedi è la realtà, la pura e semplice realtà.”
Come..? Mi ha letto nel pensiero.
“Non ti leggo nel pensiero Nico, non ne ho bisogno.”
“Chi sei?” la mia voce mi sembra lontana, un flebile suono
“Io sono tutto e niente. Io sono te, Nico Di Angelo. Sono il tuo pensiero, i tuoi timori e le tue incertezze. Sono ciò che ti spaventa di più..”
Le tenebre si disperdono e riesco a vedere il Capo Mezzosangue che va avanti come al solito, i ragazzi parlano e scherzano, svolgono le solite attività, le ninfe ridono al laghetto e nel bosco.
Vedo Percy e Jason nell’arena che si allenano a colpi di spada, Annabeth e Piper che li guardano chiaccherando; Frank si allena a tiro con l’arco; Hazael e Reyna parlano del campo Giove e Leo collauda una nuova invenzione aiutato da Calipso.
Sembra una giornata normale.
All’improvviso il sole si oscura e palle di fuoco cominciano a bombardare il campo, incendiandolo.
Tutti gridano e scappano cercando rifugio, invano.
I corpi dei miei amici sono a terra in una pozza di sangue, con il terrore negli occhi e un urlo soffocato sulle labbra, la pelle bianca e fredda.
Cercai di raggiungerli ma non riesco a muovermi. Gridai ma non uscì nessun suono.
Il campo bruciava, i miei amici morivano e io non riuscivo a far niente per aiutarli.
“È tutta colpa tua.” Mi girai di scatto ma non vidi nessuno, nessuno aveva parlato, nessuno poteva parlare.
L’Athena Parthenos in cima alla collina mi guardava con quei gelidi occhi bianchi, emanava un’aurea minacciosa e arrabbiata.
“Non dovevi portarmi qui, figlio di Ade.” Disse con voce fredda senza neanche muovere le labbra “Dovevi portarmi in Grecia e impedire il risveglio di Gea! Ci sarebbero state meno perdite.”
“Non potevo portarti i Grecia! Gea ti avrebbe distrutta e Greci e Romani non avrebbero mai fatto pace.” Cercai di dire ma mi interruppe “Allora avresti dovuto essere più veloce, sei arrivato troppo tardi, i Romani avevano già troppi alleati che poi vi si sono ritorti contro. Per la tua debolezza continuavate a fermarvi ed essere attaccati dai mostri! In quella guerra sei stato solo un intralcio, una palla al piede! Un peso inutile che ti trascina a fondo. Sono persino dovuti venire a salvarti!” le sue parole erano dure e taglienti, come la pietra scheggiata.
Il campo scomparve, come le fiamme e la statua; ma il senso di colpa e il rimorso no, come quel vuoto che sentivo dentro.
“Nico..” mi voltai  e vidi Will a poche metri di distanza da me.
Mi guardava con i suoi occhi azzurro cielo, ma sembravano spenti.
Era pallido e aveva la voce roca, come se non avesse fatto atro che urlare.
Mi guardava inespressivo e apatico.
“Che ci fai qui Nico? Non te n’eri andato?” mi chiese debolmente.
Non potevo crederci, mi aveva appena detto che gli ero mancato. 
No aspetta, questo non è Will, questa è un’illusione, non è reale.
“Perché mi scacci sempre Nico, ti faccio schifo?”
“No! Perché dovrei..”
“Tu si Nico. Mi fai schifo. Io ti odio.” disse sofferente e distante. Sentii improvvisamente un freddo glaciale nel petto, come se qualcosa si fosse rotto.
“Will..”
“Non parlare. Non voglio sentirti. Non voglio vederti, non voglio avere niente a che fare con te. Tu per me non sei nulla.”
Eccolo il colpo di grazia. Un freddo così raggelante che neanche Chione sarebbe riuscita a creare.
Perché soffriva? Era tutta una finzione. Un incubo. Ma sembrava tutto così reale.. il dolore e la paura che provava erano davvero reali.
“Che cos’è la realtà secondo te?”
Will era scomparso. Al suo posto c’era un ragazzo più basso e magro, pallido con occhi e capelli neri.
Aveva una spada di ferro dello Stige  legata al fianco e un anello a teschio sul dito.
Era tutto vestito di nero, lo sguardo era apatico.
Era uguale identico a me, tranne per quello strano bagliore rosso sangue negli occhi.
“Cosa credi  che sia la realtà? Cosa la distingue dall’illusione? Mi sai rispondere?”
Perché me lo chiedeva? Cosa significava?
“Questa è un illusione.” Dissi cercando di essere sicuro e magari anche convincermi.
“Cosa te lo fa credere?”
“Tu non sei reale. Quell’orrenda visione era falsa. La realtà è viva, tu no, tu sei un’illusione.”
“Ne sei sicuro?” disse sorridendo freddamente “Cosa ne sai tu della realtà? Non sei nemmeno di quest’epoca, cosa vuoi saperne tu? Non è reale, giusto? E allora perché lo stai vivendo? Che cambia, allora? Cos’è , allora, la realtà? C’è una realtà vera e una falsa? Una in cui vivi e una in cui credi di vivere, giusto? Anche tu, dopotutto, non riesci mai a vivere completamente il presente, in quella che tu chiami realtà. Sei confinato nel tuo passato, nelle tue tenebre, in te stesso. Dal quale non riesci e non riuscirai mai a scappare. Ti sembra reale tutto questo? O credi sia ancora un’illusione? Rispondimi, dimmi chi sei realmente!”
Così dicendo scomparve tra le tenebre, inghiottito da esse.
“La realtà… un’illusione… realtà o menzogna, luce o ombra, ricordo dimenticato del passato o sbiadita immagine del presente, vero o falso… cosa sono io?” bisbigliai al vuoto.
Caddi a terra, inginocchiato. Tremavo. Piangevo. Era reale? Ero reale? Mi sembrava di essere tornato nel Tartaro.
Fasci di tenebre mi vorticavano intorno bisbigliando parole senza senso. Bisbigli assordanti.
Realtà. Scherzo del Fato. Illusione. Errore del destino. Menzogna della realtà.
Mi tappai le orecchie per cercare di non ascoltare, ma era tutto inutile.
Sentivo quelle parole rimbombarmi nella testa, nel cuore.
Iniziai a pensare cosa aveva detto quel fantasma con le mie fattezze.
Cos’era la realtà? Non me l’ero mai chiesto. Pensavo fosse quello che vivevo. Ma questo cos’è? Io lo sto vivendo, ma se non è reale..? Dove sono allora? In un sogno? Nella “realtà”? sto impazzendo, non ci capisco più niente.
Andate via..
“Tu sei uno di noi..” sussurravano le tenebre “Tu ci appartieni, sei uno di noi.”  “No..”  “Non scappare. Tu sei ombra. Tu sei tenebra. Tu sei solo. Tu sei uno di noi. Resta con noi.”  “Non. Non sono uno di voi. Non lo sono..”    Smettetela. Basta. State zitti.
“Chi sei? Sei o non sei vivo, reale?”  “Io.. io sono..”  “Chi sei? Un’anima senza volto e conoscenza, oppure..”
 “Io sono Nico Di Angelo! Figlio di Ade, signore e sovrano degli Inferi; ambasciatore di Plutone; semidio sia del Campo Mezzosangue sia del Campo Giove!” dissi mentre mi rimettevo in piedi, sentivo le guance bagnate, ma non me ne preoccupai. “E non sono solo! HO Hazael, Reyna, Jason, i sette, Lou, Cecil, Miranda, tutti i ragazzi del campo, io ho WI…” mi bloccai di colpo.
Potevo dire che avevo Will? Chi ero per lui? Un compagno? Un paziente molto problematico? Un..?
“Sono contento che tu sia qui Nico. Mi sei mancato in questi tre mesi.” Will… era sincero?
Era reale? Il suo sorriso.. la sua mano sulla mia testa.. quello strano calore nel petto.. era.. reale.
Will era lì per me ed era reale.
“Io ho Will!” gridai al buio “Fin che si saranno Will e gli altri, io non sarò mai solo!” e questa volta ne sono sicuro.
Dopo Gea, dopo le manticore e i mostri, loro erano lì per me, erano reali, lo sentivo, ne ero sicuro. Per una volta lo ero.
Degli spiragli di luce bianca si fecero largo tra le tenebre. La luce mi ferì gli occhi, ma non cercai di fuggirle.
“Sei questo dunque? Vuoi essere veramente questo?”
“Nico svegliati” Will.. “Apri gli occhi!”
“Si. Sono questo.”
Mi risvegliai di botto e vidi Will chinato sul mio letto che mi scuoteva per svegliarmi “Grazie al cielo.. ti agitavi e piangevi, ma non riuscivo a svegliarti..” sembrava preoccupato “Il veleno della manticora deve averti fatto salire la febbre.. stai tremando.” “Non è..” mi accorsi che aveva ragione, stavo tramando come una foglia e avevo le guance umide di lacrime.
Will mi stinse in un abbraccio caldo e confortevole. Era così reale
“Era solo un incubo, non preoccuparti, ci sono io qui..” com’era sincero, mi sentivo veramente al sicuro.
Mi fece stendere sul lettino sdraiandosi accanto a me e cominciò ad accarezzarmi i capelli e la schiena. Sentivo le guance andare a fuoco, ma avevo il viso affondato nella sua spalla quindi non mi vide.
“Stai tranquillo Raggio di Sole, è tutto finito.”
In quel momento mi resi conto di una cosa. Io mi ero preso una cotta per Percy. Poi avevo risolto tutto e mi era fatto degli amici, fratelli e sorelle. Ma ora, solo ora, mi resi conto che amavo Will.
 

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Capitolo 4
*** Psuedodichiarazioni ***


CAP 4, PSEUDODICHIARAZIONI
POV WILL
Dopo averlo lasciato a dormire me ne andai a fare una giro. Avevo finito il turno in infermeria ed ero stanco, ma non avevo voglia di tornare nella mia cabina.
Quando ieri Austin è piombato in infermeria urlando con dietro metà campo ero confuso, non sapevo che cosa stesse succedendo.
Quando vidi che alcuni erano sporchi di sangue mi spaventai, ma non vidi nessun ferito, se non traumatizzato. Ma quando abbassai lo sguardo sulle braccia di Frank, o meglio, su quello che aveva tra le braccia, il mio cuore perse diversi battiti.
Nico. Il mio Nico. Gli avevo promesso che lo avrei aspettato e così ho fatto. Temevo che potesse fraintendere prendendomi per uno squilibrato e chissà cosa, ma quando era arrossito e aveva sorriso, cavolo ho capito che l’avrei aspettato per secoli.
In quel momento stavo proprio parlando con Angel, che era di turno con me, dicendogli quanto mi mancasse e poi me l’ero ritrovato in quelle condizioni.
Avrei voluto gridare. Forse l’ho anche fatto.
Mi ricordo di essermi catapultato addosso a Frank per vedere e controllare quel dolce peso che teneva in braccio.
Aveva i jeans strappati e macchiati di sangue, alcuni lividi e graffi sulle braccia, un taglio sulla guancia e uno sulla fronte, ma quello che mi spaventò di più fu la ferita al fianco, che lo trapassava,  con dei segni di avvelenamento.
Era più pallido del solito e quel sangue così rosso e accecante faceva uno strano contrasto sulla sua bianca pelle.
Era scosso dai brividi e sudava freddo.
Aveva i capelli spettinati e attaccati alla fronte.
Gli occhi erano stretti e sulle labbra screpolate c’era un gemito di dolore persistente.
Mi sentivo cedere le gambe e il cuore a pezzi.
Cosa gli era successo?
Mi risvegliai da quel momento di trance e iniziai ad urlare indicazioni a quelli che erano di turno in infermeria in quel momento, mentre dicevo a Frank dove farlo stendere.
Gli accarezzai i capelli mentre gli sfilavo la maglietta a pezzi piena di sangue, aiutato da Angel, e studiavo la ferita.
La pulii con del nettare e cercai di far uscire un po’ di veleno, poi spalmai sopra una crema bianca e intonai un canto curativo a mio padre.
Poi esaminai le altre ferite. Sui lividi misi una pomata di erbe, sui graffi una biancastra. Mi assicurai che non avesse altro, gli infilai un’altra maglietta per non fargli prendere freddo e gli misi la flebo. So che non gli piacciono gli aghi, ma quello era per il suo bene.
Quando si svegliò mi sentii al  settimo cielo, com’era bello sentirlo parlare –o borbottare-, vederlo incrociare le braccia e arrossire. E i suoi occhi nei miei erano la fine del mondo. Tutto di lui mi era mancato.
Solo pensare di riaverlo qui mi riempie di gioia. Mi sento pieno. Completo. Vivo. Come il sole che proprio ora sta sorgendo.
Aspetta, il sole sta sorgendo? Vuoi dire che sono stato in giro tutta la notte a pensare a Nico? Non me n’ero neanche accorto! I miei fratelli avranno pensato che mi sono fermato in infermeria, non sarebbe la prima volta.
Non mi sento neanche stanco, già che ci sono faccio un salto in infermeria, starà sicuramente dormendo, ma mi basta vederlo un attimo, giusto per accertarmi che sia veramente qui.
Cercando di fare il minor rumore possibile entro nella sua stanza.
Continua a rigirarsi nel letto –la flebo gli e l’ho staccato per questa notte- e borbottare piano qualcosa.
Mi avvicino e mi accorgo che sta piangendo. Artiglia il cuscino sotto la sua testa e inizia a tremare.
Lo raggiungo e cerco di svegliarlo scuotendolo piano. Dopo vari tentativi mal riusciti mi inizio a preoccupare “Nico svegliati!” lo scuoto più forte “Apri gli occhi!” all’improvviso gli apre quei magnifici occhi.
Lo stringo forte e lui nasconde la testa tra la mia spalla e il mio collo. Lo sento piangere forte e gli stringo la vita sottile con le braccia.
Ci sdraiamo sul lettino, sempre stretti in quel semi-abbraccio. Quante volte ho voluto stringerlo tra le mie braccia..
Dopo un po’ lo sento calmarsi, ma non cerca di staccarsi.
Restiamo per un po’ così, stesi, lui che riprende un po’ di fiato e io che gli accarezzo i capelli e la schiena.
È Nico a spezzar il silenzio “Will.. ti faccio schifo?”
“Cos..? No, Nico perché dovrei..?”
“Mi odi?” ma che sta succedendo?
“Nico.. perché dici questo? Perché dovresti farmi schifo? Perché dovrei odiarti?” lui mi stringe la maglietta
“Sono successe così tante cose.. mi hai aspettato per ben tre mesi e poi mi sono presentato così, i mostri, le manticore. La mia debolezza nella battaglia contro Gea, ho solo portato qui una statua e ci ho messo anche tanto.. ti avrò creato così tanti problemi che..” lo interrompo staccandomi da lui quel tanto che basta per prendergli il viso tra le mani.
Lo guardo dritto negli occhi e mentre gli asciugo le lacrime con i pollici gli dico: “Ma quali problemi Nico? Tu non mi hai mai  creato problemi. E nella battaglia contro Gea sei stato fondamentale, avrai anche “portato qui una statua”, ma vorrei ricordarti che hai rischiato la vita per farlo. E non è assolutamente colpa tua per quei mostri. Tu non mi fai schifo Nico. Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata, sei fantastico, unico. Io non ti odio Nico, io ti…” mi fermai rendendomi conto di quello che stavo per dire “C’è, non ti considero una cosa. Assolutamente no. Tu non sei una cosa, sei una persona, una persona fantastica, non intendevo dire..” sto combinando un casino. Stupido di un Will, stai rovinando tutto! “C’è io..” “Will ho capito.” Dice piano Nico abbassando gli occhi “Grazie per averlo detto, non eri costretto..”
“Si, non ero costretto. Ma volevo dirtelo Nico.” Alza la testa confuso e mi guarda. Dei, mi perderei in quegli occhi neri “Non devi svalutarti. Tu sei speciale, anche se lo neghi. Sei intelligente e intuitivo. Sei bellissimo e naturale. Sei sempre te stesso, simpatico, disponibile e un ottimo amico. E sei anche forte Nico, conosco poche persone con il tuo coraggio e la tua forza.”
“Will..” gli trema la voce “Io non ho luce..” ha gli occhi lucidi
“Si invece, solo che la nascondi, forse neanche te ne accorgi. In te c’è luce Nico, una luce pura e allo stesso tempo abbagliante. È solo nascosta dall’ombra che ti porti dietro. Ma tu non sei solo ombra Nico. E poi la tua non è un ombra di cui avere paura. Sono delle tenebre attraenti, ma non ti fanno sprofondare nel vuoto. Sono affascinanti. I tuoi occhi Nico, i tuoi occhi sono un mondo. Mi ci potrei perdere all’infinito. Sono profondi, si riesce a vedere il vero te. E ti assicuro che sei fantastico.” L’ho detto, finalmente “Sei come la notte, sembra fredda e nera, vuota, ma nasconde molte meraviglie..”
“Tipo?” gli sorrido dolcemente “Le stelle. Sembrano piccoli puntini luminosi, invece sono enormi sfere infuocate. Splendono nella notte e la fanno preziosa, come piccoli diamanti. Tu sei come la notte Nico, ma ricordati che le stelle sono solo della notte.” “Alla notte serve anche la luna..” “Giusto, bhe, hai un sacco di..” “Ci sei tu Will” “Io?” questa è nuova “Mi hanno sempre definito come il sole..” “E sei anche il sole.” Ok, ora sono veramente confuso. Lui però sembra più imbarazzato.
“La luna è il sole della notte, come il sole è la luna del giorno. Tu riesci ad essere splendente come il sole e chiaro come la luna. Riesci sempre a illuminarmi e farmi sentire bene,” “Io credo che la luna sia tu.” Gli rispondo sorridendo “Sei delicato e riservato, proprio come la luce lunare, puro. Io per te posso essere il sole. Voglio illuminarti Nico, fare capire a tutti quanti vali. Voglio vederti crescere ed essere felice. Il sole e la luna sono così diversi, eppure così uguali. Se io sono il sole, tu allora sei la mia luna, Nico.” Sembra stupito dalle mie parole, ecco se ora ho spaventato il ragazzo che ho capito di amare mi prendo a pugni da solo.
Ma lui mi sorride e mi chiede: “E allora perché mi chiami sempre Raggio di Sole?” sorrido anch’io, anche se sento le guance leggermente rosse “Bhe, te l’ho già detto: la tua luce è nascosta dalle ombre. Si riesce a vedere solo una piccola parte, uno spiraglio, come un raggio di sole.” Sorrido imbarazzato “E poi perché la tua compagnia mi riscalda più di ogni altra cosa. Come i raggi del sole. Sei speciale per me, fai splendere la mia vita come la luna rischiara la notte, tu sei..” mi accorgo di aver avvicinato il mio viso al suo.
Così poco ci separa.. pochi centimetri, potrei annullarli in un secondo, riesco a sentire il suo respiro sulle mie labbra e non riesco a staccare i miei occhi dai suoi. Un movimento e trasformerei questo come il miglior attimo della mia vita, come potrei anche rovinarlo… e se lui si spaventasse? Se non ricambiasse? Quanti se.. se non lo faccio non lo saprò mai.. ma se lo faccio potrei rovinare tutto, che cosa devo fare?
“Will..” mi salvi un’altra volta Raggio di Sole “Per caso ti fai il bagno nel miele?” sorride, sorrido anch’io “No, ne mangio solo una vasetto a colazione e a cena.” Gli rispondo.
Scoppia a ridere. Cavolo, ho trovato l’ottava meraviglia del mondo, anzi, è anche più bello. Una risata cristallina e divertita gli esce dalle labbra. È il suono più bello che abbia mai sentito “Ah ecco, ora si spiega tutto..”
Adesso è lui ad avvicinarsi. Appoggia la fronte alla mia e resta così. I suoi ciuffi ribelli mi solleticano il naso, ma non mi danno fastidio. Le nostre mani si sfiorano. Un soffio separa le nostre labbra, ma va bene così. Posso ancora aspettare. Ora voglio solo godermi questo momento alle prime luci dell’alba.
 
 

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Capitolo 5
*** Piccoli incidenti ***


CAP. 5 PICCOLI INCIDENTI
POV AUTRICE
I giorni passarono e Nico si riprese. Dopo una settimana e mezza rinchiuso in infermeria finalmente potè uscire.
Si stupì di quanta gente passò a salutarlo.
Il coach e Chuck passarono spesso, a volte andava anche Mellie, i sette praticamente erano da lui ogni giorno. Almeno una volta tutti i ragazzi andarono da lui per salutarlo e chiedergli come stava.
Ninfe, satiri e figlio di Apollo in infermeria si fermavano spesso a parlare con lui.
Ma quello fisso era Will. Se non lo vedevi in giro, era lì; se non si occupava di nessun ferito, era lì.
Dopo quell’alba le cose erano migliorate parecchio. Era così naturale stare insieme per loro, Nico sorrideva più spesso e Will era più raggiante del solito. Eppure ogni volta che si toccavano si formava una tensione imbarazzante, come se rimpiangessero quel bacio mancato.
Di questo in molti se n’erano accorti, e da buoni amici quali erano, si sentivano in dovere di intervenire, tutti.
Quando Nico uscì dall’infermeria erano già le 11.30, ovviamente scortato da Will.
Camminarono per un po’, mentre Nico veniva aggiornato da Will sugli ultimi cambiamenti.
Per esempio non era più obbligatorio dividersi per case a mensa. C’era voluto molto, ma alla fine l’avevano avuta vinta, ora ognuno si sedeva dove voleva vicino a chi voleva. A Nico non era mai piaciuta quella regola, perché era sempre solo al suo tavolo, per questo non trattenne un sorriso alla notizia.
A mezzogiorno la fame si fece sentire e si avviarono al padiglione della mensa.
Appena entrati il caos li travolse. Tutti i ragazzi urlarono e gridarono felici “Bentornato Nico!”
Nico era esterefatto. Poteva abituarsi ad avere amici, alle visite in infermeria, ad alcune manifestazioni di affetto, ma questo.. questo era davvero nuovo. Fuori dall’ordinario.
Sotto shock, non si accorse nemmeno di star sorridendo. Per un attimo sembrò di rivedere il ragazzino di dieci anni appena arrivato  al campo. Quel ragazzino che sorrideva sempre e pieno di vita che chiedeva tutto a tutti.
“È un vero sorriso quello, Nico?” gli chiese Jason avvicinandosi
“Potrebbe darsi, Grace..” rispose lui sempre sorridendo.
Jason gli circondò le spalle con un braccio e lo condusse a un tavolo sedendosi vicino a lui, dall’altra parte c’era Will che rideva con Lou e Cecil.
Davanti a lui Hazael e Reyna, le sue muove sorelle, sorridevano felici, mentre Piper, di fianco a Jason, gli pizzicò scherzosamente una guancia.
Mangiò così tanto da credere di scoppiare. Non si era mai sentito così a casa.
Dopo pranzo andò all’arena e duellò un po’  con Frank e un ragazzo della casa di Ermes.

Le giornate passavano veloci e serene, tanto che Nico pensò di ricominciare a vivere.
Due giorni dopo, mentre duellava nell’arena con Reyna, non si accorse che alcuni dei suoi amici stavano sospettosamente sussurando qualcosa l’uno all’altro “Tutto pronto?” “Si.”

Will, Austin, Angel e Derek stavano giocando a basket dall’altra parte dell’arena contro quattro figlio di Ares.
Anche se sembrava che tutti e sette volessero sfiancare Will.

Intanto Nico e Reyna avevano appena concluso il duello finendo in parità.
“Vedo che ti sei ripreso.” Disse Annabeth che era lì a guardarli “Già, come nuovo.” “Allora non ti dispiace se ti sfido, giusto?” gli chiese Percy. Nonostante avesse il fiatone Nico accettò “Preparati a essere sconfitto, Jackson!” “Vedremo Di Angelo.”
Spade contro spade. Bronzo celeste contro ferro dello Stige. Uno scontro all’ultimo respiro: un semplice scontro tra amici.
Percy attaccava, Nico parava e rispondeva.
Nico puntò alla spalla, ma Percy si spostò e l’unica a risentirne su la sua maglietta tagliata, senza neanche sfiorare la pelle.

Un canestro in rete e un altro punto per i figli di Apollo.
Will era senza fiato, ma che avevano gli altri quel giorno? Volevano per caso ucciderlo? Era una partita di basket, non uno scontro all’ultimo sangue! Stava morendo di caldo e fatica. Prese un bel respiro sotto il sole delle 4.00 del pomeriggio.
Alzò lo sguardo e vide Nico duellare con Percy. Schivava, attaccava, tutto con la solita scioltezza del miglior spadaccino e la grazia che solo lui aveva. Cavolo era uno spettacolo!
Vari ragazzi si erano radunati per osservarli ammirati e divertiti. Avrebbe voluto essere lui lì, a guardarlo in prima fila.. sarebbe rimasto a guardarlo per ore.
Una pallonata sul braccio lo riscosse dai suoi pensieri “Allora?! Già stanco, Solace?” Will rise “Non prima di avervi stracciato.” E riprese a giocare.
Si passavano e lanciavano la palla, fin che Derek con una finta passò a Will la palla che fece subito un canestro da tre punti.
Urla di esultazione si levarono tra i figli di Apollo, proprio come la maglietta di Will, che lasciò in bella mostra il petto nudo del ragazzo, con tanto di addominali e pettorali muscolosi al punto giusto e perfettamente abbronzati. Le gocce di sudore luccicavano sotto al sole, dando a Will un aspetto divino.
I presenti ghignarono. Il  piano procedeva bene.
Un rumore d’acqua riscosse tutti i presenti, che si girarono verso i due figli dei pezzi grossi.
Dell’acqua vorticava nell’aria “Vediamo come te la cavi ora, Di Angelo!” Percy rise, Nico ghignò. Dal terreno comparvero due scheletri armati di spada “Fatti sotto!”
Gli scheletri attaccarono, l’acqua li travolse. Nico e Percy si buttarono incontro. Le spade incrociate.
Anche Will e gli altri si avvicinarono. Will per controllare che Nico non facesse niente di stupido. Gli altri lo seguirono scambiandosi discreti occhiolini e pollicini in alto con gli altri ragazzi. Percy se ne accorse, rise e continuò. Nico e Will no.
Una sfera di tenebre si scagliò contro Percy, subito fermata da una d’acqua. Altri tre zombie sbucarono dalla terra, l’acqua li investì.
Nico si sentì vacillare, ma attaccò lo stesso schivando un fendente di Percy che gli lasciò solo un graffio sul braccio.
Un getto d’acqua si sprigiono dalla mano del figlio di Poseidone e Nico stanco per aver usato i suoi poteri poco dopo la ripresa dalle manticore non fu abbastanza veloce..
Si sentì la testa girare e la vista offuscarsi. Si chinò leggermente in avanti portandosi una mano alla fronte respirando faticosamente e non si accorse subito dell’acqua.
“Nico!” la vista parve ristabilizzarsi un attimo “Attento!” vide l’acqua in avvicinamento e cercò di schivarla, Percy se ne accorse e cercò di fermarla, ma ormai era troppo vicina.
“Nico!” e l’acqua lo travolse. Si sentì spazzare via dalla forza del colpo e finì diversi metri più in là a terra.
“Nico!” Will gli corse incontro. “Stai bene?” “Si..” si guardò i vestiti “..solo un po’ bagnato.” Intorno a lui si era formata una pozza d’acqua.
Vide Percy avvicinarsi con  gli altri ragazzi “Oh Dei Nico, scusami! Pensavo lo schivassi, credevo l’avessi visto..” “Tranquillo Percy, sto bene, non è successo niente.” Disse girandosi verso Will che lo guardava contrariato.
“Hai usato i tuoi poteri.” Disse con le sopracciglia aggrottate “Ti avevo detto di smetterla.” Rimarcò “Era per un buon motivo.” Will alzò un sopracciglio “Per un duello amichevole?” “Esattamente.” Will sbuffò e iniziò a vedere in che condizioni era.
Solo in quel momento Nico parve rendersi conto che Will era senza maglietta e che era anche vicinissimo a lui per curarlo. Si sentì avvampare.
Will era fantastico, muscoloso al punto giusto e perfettamente abbronzato –doveva essere una qualità dei figlio di Apollo-, ma era anche gentile e premuroso.
Gli prese piano un braccio e posò una mano sul taglio sanguinante appena sopra il gomito. Una tenue luce si sprigionò dalla mano del guaritore e quando la levò la pelle era tornata bianca e liscia come sempre.
“Grazie Will..” sorrise debolmente “Figurati Raggio di Sole.” Gli sorrise radioso e Nico arrossì lievemente per poi ricordarsi che non erano soli.
Tutti gli stavano guardando sorridendo, come se fossero lo spettacolo che tanto desideravano vedere. Si chiese se non fosse così…
Will gli sorrise e si tirò su e gli tese una mano.
Nico allungò la sua gocciolante d’acqua e la afferrò.
I due non capirono come successe.
Sarà perché Nico era completamente fradicio, sarà perché Will era distratto per star stringendo quella piccola mano bianca nella sua, sarà perché gli Dei si volevano divertire, e chissà, magari una combinazione di queste.
Fatto sta che scivolarono. Nico cadde di sedere nella pozzanghera ai suoi piedi e Will gli finì sopra. Ma la cosa che lasciò tutti senza fiato - in primis i due ragazzi a terra, ma per ragioni diverse- fu che le loro labbra si incontrarono.
I due ragazzi rimasero fermi a guardarsi e il silenzio scese nell’arena. Tutti li guardarono trattenendo il fiato.
Will chiuse gli occhi e approfondì il bacio.
Poi successe quello che nessuno si sarebbe mai aspettato. O forse no.
Nico, inizialmente incredulo, ricambiò il bacio chiudendo gli occhi.
Un sospiro di sollievo riscosse tutti gli spettatori, che temevano la reazione del moro. Erano così contenti, finalmente ce l’avevano fatta. I figli di Afrodite ringraziarono la madre dell’aiuto; quelli di Apollo sorrisero felici per il fratello, come gli altri del resto; i sette, Reyna, Calipso, Lou, Cecil e Miranda sorrisero inteneriti e fieri per il moro. Gli Stoll e altri si batterono il cinque per la riuscita del piano.
All’improvviso Nico aprì gli occhi e spinse Will via.
Tutti ritornarono in silenzio a guardarli. Temevano che Nico, così poco abituato ai gesti dall’affetto –o d’amore- potesse spaventarsi.
Will guardò intensamente Nico negli occhi, capiva che per lui era tutto nuovo.
Nico si toccò le labbra, le sentiva in fiamme -come il viso- non sapeva se fosse perché aveva finalmente baciato Will o perché l’avesse fatto davanti a tutti.
Will era ancora fermo di fianco a lui che lo guardava imbambolato. Si alzò velocemente e corse via rosso d’imbarazzo.
“Nico!”
“Vi prego lasciatemi morire in pace!” questo pensò il ragazzino mentre correva verso la sua cabina “Ma che ho combinato? Chissà cosa penserà lui adesso, cosa diranno tutti gli altri... sono un vero idiota!” si chiuse la porta alle  spalle e si lasciò cadere sul letto nero, con la faccia sprofondata nel cuscino.
Agitato e scioccato com’era, non si era neanche accorto che Will gli era corso dietro.

Ehilà!
Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite, seguite, ricordate e chi ha recensioto, grazie davvero, un bacio.
Spero di non aver fatto errori di battitura.
I poteri di Percy e Nico mentre combattevano o quelli curativi di Will, potrei averli un po' modificati secondo la mia immaginazione, ma credo siano abbastanza fattibili.
Spero di riuscire ad aggiornare presto, ma non posso promettervelo perchè sono un po' presa in questi giorni.. ma farò del mio meglio^^
Grazie a tutti e a presto.
Baci
Phoenix



 

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Capitolo 6
*** Ti Amo ***


CAP 6, TI AMO
POV AUTRICE
“Nico!”
Will rimase a terra, incapace di fare qualsiasi cosa che non fosse guardare il suo Nico scappare da lui.
“Nico…” sussurrò sapendo che non l’avrebbe sentito. Avrebbe voluto correre da lui, stringerlo tra le braccia e calmarlo, dirgli quanto l’amava… ma non ci riuscì.
Restò fermo lì a terra, mezzo bagnato, senza maglietta a guardarlo correre via, con la bocca socchiusa e gli occhi puntati sull’ormai lontana figura nera.
“Va da lui.” Si era dimenticato di trovarsi circondato da tutti gli altri.
“Vai da lui.” Ripeté Jason guardandolo negli occhi “Ne avete bisogno entrambi. Dovete parlare.” Gli spiegò Piper guardandolo seria, gli altri annuirono.
“Non posso…”,sussurrò Will “Cosa?” “Non posso..” disse più forte “Come sarebbe a dire “Non posso”?!” chiese Clarisse, Will prese un bel respiro “Se ora io andassi lì rischierei di spaventarlo ancora di più e poi come faccio a sapere che questo è quello che vuole anche lui? Chi sono io per stravolgergli ancora di più la vita?!” disse abbassando lo sguardo.
Jason chiuse gli occhi sospirando “Will, se conosco bene Nico -e fidati, lo conosco- quello che dovresti fare è andare da lui. Forse è vero, si è spaventato, ma non per colpa tua. Ne ha passate così tante che ormai quando gli succede qualcosa di bello non sa più come gestirlo. Ma da quando è tornato qui e a ha cominciato a passare del tempo con te ho visto riaccendersi una luce di vita in lui.” “Non l’ho mai visto così felice e tranquillo e questo mi rende veramente felice perché finalmente lui ora lo può essere.” Continuò Reyna sorridendo.
“E poi..” aggiunse scherzosamente Leo “Non mi è sembrato che quel bacio gli sia dispiaciuto, anzi..”
Will rimase a guardare tutti i ragazzi che lo circondavano.
Possibile che Nico ricambiasse? A Will sembrava impossibile, e fantastico.
Eppure, ora che ci faceva caso… quelle volte che arrossiva, balbettava, distoglieva o abbassava lo sguardo erano degli evidenti segnali, evidenti almeno quanto i suoi, e tutti se n’erano resi conto. Tutti tranne lui.
Si fece coraggio. Tanto valeva tentare.
Si alzò incurante di tutto e tutti e corse dietro a Nico.
Tutti sorrisero sollevati, se tutto andava bene entro quella sera avrebbero dovuto festeggiare una nuova coppia. Anzi: ne erano sicuri.
“Aspetta Will!” gridò Lacy “La maglietta…” gli altri sorrisero alla piccola figlia di Afrodite con i biondi codini, Mitchell si avvicinò alla sorellina mettendole un braccio intorno alle spalle “Sta tranquilla Lacy, gli e la ridaremo dopo..” disse sorridendo.
“Perché non ora?”  Piper le diede un tenero buffetto sulla guancia “Dopo te lo spiego.” Disse dolcemente, si girò a guardare Will raggiungere Nico, fece un sorriso degna di una figlia di Afrodite che ha appena architettato qualcosa “Grazie per l’aiuto Madre..” pensò sorridendo.
 “Forza non restate tutti imbambolati!” disse risvegliando tutti “Sono le cinque passate, non manca tanto alla cena. Dobbiamo preparare tutto per sta sera!” “Che vorresti fare scusa?!” le chiese Lacy insospettita “Vedrete.. ma mi servirà il vostro aiuto..”

***

Nico lasciò sprofondare la faccia nel cuscino.
Che era successo? Will lo aveva.. baciato!? Com’era possibile? Come poteva lui interessare a Will?
Will per lui era troppo. Troppo gentile, troppo solare, troppo bello, troppo.
Lui cos’era, invece? Lui era tenebroso, solitario, non avrebbe mai avuto speranza con uno come Will.
Eppure.. lo aveva baciato così dolcemente, come se non aspettasse altro da tutta la vita. E lui poi che aveva ricambiato! Lui, in effetti, stava veramente aspettando un bacio da quel maledetto e bellissimo figlio di Apollo. E che cavolo! Quel biondino gli incasinava la testa in maniera stratosferica! Si sentiva la testa -e il cuore- scoppiare.
Ma ora cosa pensava di lui? Prima risponde al bacio e poi scappa, l’avrà presa male.. magari ora lo odiava, la deluso e non voleva più vederlo.
Paure che si infransero quando il ragazzo in questione irruppe nella sua cabina.

Will correva verso la cabina tredici fino a farsi mancare il fiato.
Aveva finalmente capito tutto. Nico, il suo Nico, ricambiava, ne aveva avuto la conferma da Jason e gli altri. Non era un sentimento a senso unico. Questo lo faceva correre ancora più veloce.
Vide la porta nera della cabina e senza pensarci due volte la aprì fiondandosi dentro la cabina.
La prima cosa su cui i suoi occhi si posarono era la piccola e tremante figura stesa sul letto.
Si avvicinò fino a sedersi sul letto di fianco a Nico che se ne stava seduto a gambe incrociate con la testa chinata e la frangia a coprirne gli occhi.
Lo guardò per quella che sembrò un eternità poi si fece coraggio e gli prese  la mano, stringendola “Nico..” questi alzò leggermente la testa e puntò i suoi occhi nei suoi. Erano pieni di domande e timori, Will ci vide soprattutto paura di essere rifiutato.
Will fece per parlare ma non gli uscirono parole dalla bocca, si incastrarono tutte in gola incapaci di uscire ed essere udite.
 Allora fece qualcosa di assurdo. Avvicinò il suo viso a quello dell’altro fin che le loro fronti non si sfiorarono, proprio come quell’alba che sembrava così lontana. I suoi occhi cercarono quelli dell’altro. Riusciva a sentire i loro fiati unirsi. Azzerò completamente la distanza che li separava unendo le loro labbra.
Chiusero gli occhi assaporando le labbra uno dell’altro.
Quel bacio da timido e delicato si trasformò in qualcosa di più intenso.
Will lo strinse a sé con tutta la forza che aveva in corpo, come se avesse paura di perderlo, ma senza fargli male. Nico si aggrappò al collo di Will e si strinse a lui.
La lingua del biondo spinse sulle labbra di Nico, che acconsentì e dischiuse le labbra facendo incontrare le loro lingue, coinvolgendole in una danza tutta loro.
Le labbra di Nico erano fresche e morbide, timide, ma che non si tiravano indietro davanti a quelle calde di Will.
Si staccarono solo per riprendere fiato.
Will accarezzò una guancia a Nico asciugandogli qualche lacrima sfuggita al suo controllo “Ti amo Nico” gli soffiò sulle labbra “Ti amo e... beh ecco, è così. Non saprei dirti perché è successo tutto questo o come. So solo che ti amo. Amo quando sbuffi o quando fai finta di arrabbiarti. Amo la tua risata, così rara e speciale. Amo il fatto che tu non voglia ferire le persone e per questo le allontani, il fatto di dover fare tutto da solo perché temi che possa succederli qualcosa. Amo tutto di te, ogni minimo dettaglio. L’unica cosa che voglio è che tu sia felice, perché ne hai passate così tante che solo la metà bastano. Voglio vederti sorridere e ridere liberamente, senza che tu venga assalito dai fantasmi del passato. Voglio vederti crescere ed essere felice, voglio vederti vivere la vita che per troppo tempo ti hanno negato. E.. vorrei far parte di questa tua nuova vita.. voglio esserci sempre per te, voglio farti ridere nei momenti tristi, consolarti quando piangi, non farti sentire mai solo, voglio stare al tuo fianco per sempre perché ti amo. Io ti amo Nico Di Angelo e non riesco neanche ad immaginare una vita senza di te, voglio abbracciarti e baciarti ogni volta che ne ho l’occasione, vederti ridere senza aver paura di uno ieri o di un domani..” Nico rimase a fissarlo per quello che parve un secolo, con gli occhi lucidi e illuminati da una luce nuova. Si avvicinò pian piano alle labbra di Will e lo bacio dolcemente.
Un bacio veloce e umido di lacrime, un bacio che parlava da sé “Ti amo Will e tu neanche ti immagini da quanto te lo voglia dire, ma ho sempre pensato di non avere speranze.. mi hai ridato una vita che credevo persa in un abisso di tenebre e mi hai fatto conoscere il sole.. e forse non so cosa sia l’amore, ma se amore è quando ti vedo e sento le ginocchia cedere e le parole incastrarsi in gola, se è quando mi sorridi e riesco a vedere il sole dritto in faccia, se è quando mi fai sentire maledettamente bene con la tua sola presenza, allora si, ti amo anch’io Will Solace e voglio che ci sia anche tu nel futuro che dici di volere per me..” si fermò per riprendere fiato, non avrebbe mai pensato che quelle parole sarebbe potute uscire dalla sua bocca, ma Will sembrava la persona più felice esistente al mondo, e forse lo era anche.
Prese il viso di Nico tra le mani e lo baciò ancora e ancora, accarezzandogli le guance e tenendolo stretto a sé.
Will si sdraiò sul letto nero portandosi il moro dietro, facendolo appoggiare al suo petto, sempre senza staccare le loro labbra.
“Quindi ora.. stiamo insieme?” chiese titubante Nico quando si staccarono. Will guardò il ragazzo sopra di lui e sorrise “Certo! Anche perché mi sa che quelli non aspettano altro che una conferma..” “Dici che quello che è successo nell’arena è stato per merito loro?” “Beh.. qualcosa hanno architettato, di certo la caduta non era nei loro piani.” Disse Will pensando agli altri che si ingegnavano per far si che succedesse qualcosa tra loro, scoppiò a ridere solo al pensiero, Nico dovette pensare alla stessa cosa perché si unì anche lui alla risata. Caspita, quando rideva era ancora più bello “Beh, qualcosa sono riusciti a fare..” disse lasciandoli un leggero bacio a fior di labbra.
Ormai asciutti rimasero per un po’ sul letto del moro a chiccherare e baciarsi nell’intimità della cabina tredici.
“È ora di cena, dovremmo andare.. anche se preferirei rimanere qui con te.” Disse d’un tratto Will. Nico annuì e lo baciò ancora una volta prima di alzarsi da sopra al biondo “Meglio se andiamo, ma se vuoi dopo il falò possiamo tornare ancora un po’ qui.. se ne hai voglia..” Will sorrise e si tirò su anche lui “Sarebbe un onore Raggio si Sole.” Disse baciandogli una guancia prima di alzarsi e avvicinarsi alla porta subito raggiunto dal moro “Will..” lui si girò “Esci senza maglietta?” lui rispose con una semplice alzata di spalle “L’avrò lasciata all’arena. Dopo ne prenderò un'altra.”
Si avviarono insieme al padiglione della mensa, in giro non c’era nessuno, dovevano essere già tutti a tavola.


Quando entrarono nella mensa -mano nella mano- il caos li travolse.
Tutti i semidei li andarono incontro sorridendo e battendo le mani. Avevano unito tutti i tavoli formano una tavolata. In fondo si vedeva uno striscione nero con le scritte d’oro “Luce e ombra formano la vita.” Con intorno teschi d’argento e soli gialli. E un altro bianco con la scritta rossa “Viva la nuova coppia dell’anno.”
Nico rimase a bocca aperta, incapace di articolare una frase di senso compiuto. Will invece sorrideva divertito.
Dopo tutti gli abbracci e le congratulazioni degli amici Austin si avvicinò al fratello lanciandogli una maglietta del campo e gli sorrise. Will lo ringraziò infilandosi la maglietta -con una punta di dispiacere da parte di Nico, ovviamente tenuta nascosta-  e sorridendogli.
Hazael soffocò Nico in un abbraccio spacca costole, seguita da Reyna Percy Lou e tutti gli altri. Jason gli battè il cinque prima di abbracciarlo e sussurargli un “Sono fiero di te, amico.” all’orecchio.

Dopo cena si riunirono tutti al falò con i soliti canti.
Il fuoco brillava di un rosso caldo e intenso creando un bel contrasto con la notte così scura, era così vivo, eppure così bello da sembrare quasi un illusione, che Nico quasi ne rimase ipnotizzato.
Improvvisamente il cielo si illuminò di mille colori, alzarono tutti la testa per ammirare gli splendidi fuochi d’artificio che illuminavano la notte, opera di Leo e dei suoi fratelli e sorelle.
Will lo abbracciò da dietro e appoggiò il mento sulla sua spalla “Lo sai che ti amo vero?” gli chiese stringendolo a sé. Nico sorrise e girò la testa verso Will, sempre rimanendo nel suo abbraccio.
Erano così diversi, eppure insieme stavano così bene, come l’ombra e la luce, come il fuoco e la notte.
“Certo che lo so.” Disse prima di baciarlo.
Non si curarono dei fischi e degli applausi degli altri che li guardavano. C’erano solo loro sotto il cielo illuminato dai fuochi d’artificio e dal fuoco del falò.  Ed erano solo loro due, vivi, reali.
Questa era la verità. Questa era la realtà.

Ed eccoci alla fine di questa storia.
Spero che vi sia piaciuta e non vi abbia deluso o annoiato.
Grazie a tutti quelli che l'hanno aggiunta alle preferite, seguite, ricordate e che ha recensito, grazie di cuore, e anche a chi ha letto in silenzio.
Spero di non aver lasciato degli errori di battitura.
Grazie a tutti^^
A presto.
Baci
Phoenix




   

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