Ragazza nel pallone

di Beabizz
(/viewuser.php?uid=537531)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cos'hai in testa? ***
Capitolo 2: *** 02. Un giorno come tutti gli altri? O forse no? ***
Capitolo 3: *** 03. Primi Passi ***
Capitolo 4: *** 04. Siamo Solo Noi ***



Capitolo 1
*** Cos'hai in testa? ***


01. Cos'hai nella testa?

 

 

La giornata stava per iniziare per gli abitanti di Storybrooke, e anche per Belle era ormai ora di alzarsi. Belle aveva diciotto anni ed era una ragazza di una bellezza particolare. I capelli lunghi color rosso con delle sfumature nere, perfettamente lisci, la carnagione molto chiara ma le guance rosee, gli occhi grandi di un azzurro accesso quasi come il ghiaccio, il viso rotondo e con una corporatura minuta.Distesa a letto su un fianco, fissava sul muro un poster di un calciatore che stava dribblando un avversario.“Belle! Farai tardi a scuola” sua madre entrerò in camera preoccupata.
“Arrivo mamma” disse Belle tirandosi su dal letto e stiracchiandosi.
“Stai ancora fissando quel poster? Lo sai cosa pensa tuo padre di quella cosa, vero?” sospirò sua madre.
“Si lo so!” disse irritata Belle.
Era più forte di lei. Lei amava il calcio più di ogni altra cosa al mondo, ma suo padre non era assolutamente d'accordo.Un giorno aveva provato a chiedere a suo padre se poteva far parte della squadra femminile della città, ma per lui il calcio era solo ed unicamente uno sport da maschi. Non era possibile che la sua unica figlia potesse praticare una sport così fisico. Così la discussione finiva sempre con un secco “NO!”
Belle si preparò per andare a scuola. Sarebbe stata una giornata lunga.

La mattina a scuola passò sorprendentemente in fretta e Belle si diresse verso il parco. Camminava in fretta. Non vedeva l'ora di vedere i suoi amici per dare qualche calcio al pallone. Ovviamente di tutto ciò suo padre non sapeva assolutamente nulla.
“Hey Belle, sei arrivata finalmente!” gli andò incontro Killian. Il ragazzo non era affatto male. Era alto con un fisico snello ma muscoloso, i capelli corti color nero, spettinati, la carnagione chiara, sulle guance un principio di barba e gli occhi azzurri cielo. Insomma proprio niente male.
“Hey Killian!”
Stavano aspettando solo lei. Killian, David, Jefferson, Archie e August avevano preparato il campo. Per le porte avevano usato delle felpe posizionandole a qualche metro distante l'una dall'altra.
Le squadre erano formate da: Belle, Killian, David e Jefferson, Archie, August.

“Archie tu stai in porta” disse Jefferson.

“Ma che novità.. mi mettete sempre in porta”

“Ci sarà un motivo”

“Lo so perfettamente il motivo. Sono una schiappa!”
“Vedo che sei sveglio. Molto sveglio.”
“Allora iniziamo o no?” urlò David.
La partita iniziò e subito la squadra Belle si lanciò in attacco. Belle prese la palla e scartò con una finta Jefferson che rimase in mobile, passò la palla a Killian che con il piede destro riuscì a stopparla, schivò August che lo stava contrastando e la ripassò a Belle che si trovò da sola davanti ad un Archie nettamente impaurito.Prese la mira e tirò. La palla entrò nella pseudo porta.
“Siamo uno a zero!” gridò David.
“Woo.. grande Belle” esultò Killian andando a dare un cinque a Belle e ricambiò.
Si stava divertendo. Mentre calciava quel pallone non pensava a nulla. Si sentiva libera come non mai. Si stava divertendo così tanto che non si accorgeva che il tempo passava e che doveva tornare a casa.
Guardò il telefono per vedere che ore fossero e se sua madre l'aveva cercata.Quando vide che era tardissimo e che sua madre l'aveva chiamata tre volte le prese un colpo.
“Ragazzi devo scappare. I mie mi uccidono se faccio tardi”
“Ok Belle! Ci vediamo domani” disse Killian con un sorriso.
“Domani credo di non farcela a venire. Gli esami si avvicinano e devo studiare.”
“Ah...beh..allora ci sentiamo!”
“Va bene!”
Prese le sue cose e scappò verso casa ignara che per tutto il tempo una persona l'aveva vista giocare rimanendo molto sorpresa.

“Ma dove diavolo eri finita?” sbottò suo padre.
“Scusami papà ero...in biblioteca e.. non mi sono accorta dell'ora”.
Belle non amava mentire ma in quella circostanza doveva farlo. Suo padre non doveva sapere che giocava a pallone con i suoi amici. Sarebbe stata la fine.
“Che sia la prima e l'ultima volta che accada”
“Va bene, non succederà più.”
“Tua madre ha provato a chiamarti dieci volte. Come hai fatto a non sentire il telefono. Dove hai la testa?”
“L'avevo su silenzioso, non volevo disturbare. E poi non mi ha chiamato dieci volte ma tre.
“mh..” brontolò.
Forse era riuscita a scamparla.
Suo padre era un uomo molto protettivo e pretendeva che le regole venissero rispettate.
“Belle, cara.. puoi darmi una mano in cucina?”. Belle ringraziò sua madre per il tempismo.
“Arrivo subito!”
Belle si precipitò in cucina dove sua madre l'aspettava. La guardò dalla testa ai piedi.
“Belle... so che non eri in biblioteca a studiare”. Belle si sentì gelare.
“Ehm... si che ero in biblioteca”
“Tuo padre non è mai stato un tipo che osserva”
Belle non rispose. Si guardò le scarpe e vide che erano rovinate e sporche.
“Ehm... posso spiegare”
“Non dirò nulla a tuo padre...ma..Belle.. ti prego non farlo più”
“Non te lo posso promettere.”
“Lo so che ami il calcio...ma..lo sai cosa pensa tuo padre”
“Non m'importa niente... io continuerò a giocare. Non può decidere per me. E' la mia vita.”
Belle sentiva le lacrime agli occhi ma le ricacciò indietro.
“Non credo che tu possa capire e nemmeno lui”
Belle se ne andò in camera sua.Si lasciò cadere sul letto con la faccia sommersa nel cuscino.
Si mise a pensare che non capiva suo padre.
Avevano lo stesso carattere. Erano testardi entrambi, ma prima o poi uno dei due doveva cedere e sicuramente non sarebbe stata lei.



Ciao a tutti! 
Beh che dire è un esperimento! E' un mix tra "Sognando Beckham" e "Jimmy Grimble". Spero piaccia! Fatemi sapere!
Ciau.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 02. Un giorno come tutti gli altri? O forse no? ***


 

02. Un giorno come tutti gli altri? O forse no?


Finalmente il fine settimana arrivò e per Belle questo significava solo una cosa: trascorrere gran parte della giornata al parco con Killian e gli altri.
La giornata era calda, tipica giornata d'inizio Maggio. Belle, quindi, decise per un abbigliamento leggero.
Guardò nell'armadio e optò per pantaloncini corti sportivi e una maglietta attillata, di quelle traspiranti, color blu scuro. Andò in bagno per sistemarsi i capelli e scelse di legarli con una coda di cavallo e una fascetta per tenere a bada i ciuffi ribelli.
Finito di sistemarsi scese al piano di sotto, dove la stava aspettando sua madre.
“Belle! Stai uscendo?”
“Vado a correre. Ne ho bisogno. Non è stata una settimana facile e sento che questo mi aiuterà”
Non era stata una settimana per niente facile per Belle, era vero. Sua madre l'aveva scoperta. Sua madre sapeva tutto. Belle, però, si fidava di sua madre. Sapeva che non avrebbe mai e poi mai detto , a suo padre, che Belle passava ore al parco a giocare a calcio.
Questo , però, portò un clima di tensione in casa. Si vedeva benissimo che sua madre stava lottando con se stessa. A Belle questo dispiaceva molto, ma sapeva che prima o poi le cose sarebbero cambiate.
“Belle, sai che gli esami si avvicinano... vero?”sua madre la fissava aspettando una risposta.
Belle prese un respiro profondo e nel frattempo si infilò le scarpe da ginnastica.
“E' anche per questo che vado a correre. Mi aiuta a sfogarmi e a concentrarmi sullo studio”.
Sua madre non disse nulla.
Prese l'ipod e la propria fascetta da braccio e si chiuse la porta alle spalle. Si infilò la fascetta con l'ipod sul braccio sinistro, prese le cuffie, se le mise nelle orecchie e azionò play.

Belle arrivò al parco dopo un'ora abbondante di corsa. Non era assolutamente stanca, anzi, avrebbe fatto volentieri una partita.
Vide Killian e si avvicinò.
“Hey Killy!”
“Non chiamarmi così ti prego! Sembra il nome di un detergente intimo femminile” io due si misero a ridere.
“Ok... scusami! Non volevo offendere la tua mascolinità”
“Per questa volta ti perdono.” - gli fece l'occhiolino Killian.
“Allora,cosa dici se intanto che aspettiamo gli altri, facciamo un po' di passaggi al volo?”
Belle non se lo fece ripetere due volte.
Iniziarono a passarsi la palla in modo regolare senza farla cadere per terra, utilizzando sia i piedi sia la testa. La cosa andò avanti per parecchi minuti.
Killian, ad un certo punto, tirò troppo forte e la palla finì vicino a una fontana e delle panchine.
“Ops, scusa Belle! La vado a recuperare io”
“No... tranquillo vado io! Così approfitto della fontana per dissetarmi.”
Belle si avvicinò alla fontana. Mise le mani a coppa, prese un po' d'acqua e ne bevve un po'.
Ad un certo punto vide un'ombra avvicinarsi e la coprì dal sole. Si girò ma non riusciva a vedere la persona che si era avvicinata.
“Mi scusi, è vostro il pallone?”
La voce la colpì in pieno. Era profonda ma allo stesso tempo dolce e gentile.
Si asciugò la bocca con il dorso della mano.
“Ehm.. in verità no... è... di un mio amico”non riusciva ancora a vedere il volto della persona con la quale stava parlando.
Quando si spostò più in là riuscì finalmente a vedere la persona che aveva davanti.
Rimase sorprendentemente colpita.
Era un uomo sulla trentina, alto circa 1.70, fisico atletico e spalle larghe,capelli ad una media lunghezza, castani, perfettamente lisci, occhi grandi e marroni.Era vestito con un paio di pantaloni della tutta aderenti e una felpa gialla.
Belle rimase a bocca aperta. Non riusciva più a spiaccicare una parola.
“Scusami, non ti volevo spaventare.”
“No.. no assolutamente!”
Vide che teneva in mano la palla.
“Potrei riavere la palla?”
“Si, in cambio di una cosa.”
Belle sorrise appena. Non capiva dove voleva arrivare. Cosa voleva da lei?
“Cosa vorrebbe in cambio?” lo sguardo di Belle si fece curioso e un po' malizioso.
“Beh... direi che mi piacerebbe sapere il tuo nome”
“Mi chiamo Belle... e.. il vostro quale sarebbe?”
“Ti prego dammi del tu.... mi fai sentire vecchio così”
“Perché non lo sei?”
“Ahi... questa mi ha fatto male”
Entrambi risero e i loro sguardi si incrociarono per un secondo.
Belle arrossì e distolse lo sguardo.
“Allora... come ti chiami?”
“Ah... non ho mai detto che ti avrei detto come mi chiamavo”gli porse il pallone e Belle lo prese.
“Ti piace giocare con le parole vedo”
“In verità mi piace giocare a calcio. O meglio... mi piace allenare le ragazze come te” fece un mezzo sorriso guardandola negli occhi.
Belle rimase senza parole. Cosa stava succedendo? Dove voleva arrivare?
“Che cosa mi stai chiedendo?”
“Ti sto chiedendo di venire a giocare nella squadra femminile della città!”
Il cuore di Belle si fermò per un secondo. Non ci credeva. Non ci voleva credere.Aveva davanti l'allenatore della “A.C.F. Storybrooke”.
“E' uno scherzo vero? Non stai dicendo sul serio.”
“Non sono mai stato così serio in vita mia”
Belle era tentata di dire di si, ma non poteva. Come avrebbe fatto con suo padre?
“Devo dirti di no.”
“Scusa? Perchè no? E' da un paio di giorni che ti vedo giocare... e … non ho mai visto nessuno giocare così maledettamente bene. Sappi che non lo dico a tutte” fece un passo in avanti.
Belle arrossì e rimase immobile.
“Veramente non posso. La cosa è molto complicata”
“Beh...se cambi idea... questo è il mio numero di telefono” tirò fuori dalla tasca dei pantaloni della tuta, un biglietto con il suo numero di telefono.
“Tieni..” gli porse il bigliettino.
Belle lo prese e lo incastrò tra l'elastico dei pantaloni e il fianco. Vide l'uomo arrossire un po' e fare un passo in avanti. Il suo viso era maledettamente vicino al suo. Si chinò fino ad arrivare con la bocca vicino al suo orecchio. Belle poteva sentire il suo profumo di muschio bianco così dolce e morbido.
“Robert..” sussurrò.
“Scusa?”
“Il mio nome è Robert.” si allontanò lentamente dall'orecchio, sfiorandogli la guancia con la propria.
Belle deglutì a fatica e sentiva che la propria temperatura corporea saliva sempre di più. Aveva caldo. Tanto caldo.
“Belle! Ti sei persa?” urlò Killian interrompendo il momento.
“Arrivo! Beh... mh.. devo andare. Piacere di averti conosciuto, Robert” balbettò e si allontanò con il pallone sotto braccio.
“Il piacere è stato tutto mio, Belle” sussurrò Robert e si allontanò a sua volta.

“Chi era quello?” chiese Killian.
“Ah.. nessuno! Voleva solo delle informazioni”
“Non mi sembrava” disse Killian in modo sospettoso.
“Non importa..”
“Sei tutta rossa Belle. Sei sicura che vada tutto bene?”
“Certo...ovvio che va tutto bene! Avrò preso il sole correndo” sorrise Belle, senza riuscire a nascondere l'imbarazzo sul suo volto.
“Ho recuperato la palla, gli altri sono arrivati e non vedo l'ora di giocare. Forza iniziamo.” cercò di cambiare argomento.
Iniziarono la partita ma Belle aveva la testa da un'altra parte. Pensava solo a quell'uomo.


Belle tornò a casa. Era stanca e aveva bisogno di una doccia.
Si avviò in camera, prese dall'armadio dei vestiti puliti, l'intimo e si diresse in bagno. Si stava togliendo i pantaloncini, quando cadde il bigliettino che gli aveva dato Robert al parco.Lo fissò per un paio di minuti. Non sapeva cosa fare. Voleva dirlo almeno a sua madre, ma aveva paura della reazione. Allora decise che avrebbe scritto a Robert dopo cena. Non sapeva ancora cosa, ma lo avrebbe fatto. Si sarebbe inventata qualcosa.


“Allora com'è andata la giornata, Belle” borbottò suo padre.
Belle prese un pezzo di pollo con la forchetta.
“Bene direi.. ho corso, ho corso e, infine, ho corso” addentò il pollo.
“Beh... spero che questa corsa serva a qualcosa”
“A non ingrassare.” lo fulminò Belle.
“ Non credo tu ne abbia bisogno allora”
“Lo prendo come un complimento” fece un sorriso ironico.
“La prossima settimana, io e tua madre, dobbiamo partire. La nonna non sta molto bene. Ha chiesto di noi.”
“E.. per quanto?”
“Non lo sappiamo ancora...” intervenne sua madre.
“Potrebbe essere per un paio di giorni come per un paio di settimane”
“Capisco... mi arrangerò” sospirò Belle.
In quel momento gli si accese una lampadina. Sapeva cosa scrivere a Robert .


Si mise a letto. Pensierosa su cosa scrivere a Robert.
“Mh allora...” fissava lo schermo del telefono con ansia.
L'unica cosa che riuscì a scrivere fu:“Ciao..”
Chiuse gli occhi e pensò quanto idiota fosse.
Appoggiò il telefono sul petto e aspettò con ansia la risposta. Vide lo schermo del telefono illuminarsi e rimase stupita. Aveva paura di prendere in mano il telefono, come se scottasse quasi. Alla fine si decise e lo prese.
Ciao a te... Belle” aveva già capito chi era.
Scusa se ti disturbo... Ho avuto modo di pensarci, anche se sono passate un paio d'ore, e potrei provare a passare al campo la prossima settimana. Se per te va bene!” rilesse il messaggio e lo inviò.
Bugie e ancora bugie. Stava approfittando del viaggio dei suoi. Lo sapeva che se avrebbe iniziato non avrebbe mai più mollato, ma era disposta a pagare il prezzo.
La risposta di Robert non tardò ad arrivare.
Per me va più che bene.. ci vediamo martedì alle 19:30 al campo sportivo. Buonanotte :)”
Lesse il messaggio. Non rispose. Appoggiò il telefono al comodino.
Si mise su un fianco e pensò che l'unica cosa che doveva fare adesso era quella di sopravvivere fino a martedì sera.


Spazio autore:

Ciaone a tutti! 
Capitolino anche questa volta, ma le cose si stanno evolvendo. Portate pazienza sono le prime storie che scrivo. Lanciatemi pure tutto quello che volete. Se mi lasciate anche una parolina ne sarei felice. 

Bacioni 


 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 03. Primi Passi ***


03. Primi Passi

 

 

Martedì mattina ore 7.oo, la sveglia suonava imperterrita ma Belle era già sveglia da un'ora e fissava il soffitto. Non riusciva a crederci che fosse riuscita a sopravvivere fino a quel giorno. Il giorno. Si, perchè questo non era affatto uno giorno come tutti gli altri,anzi, era uno dei quei giorni che ti svegli prima della sveglia perchè sai che non sarà una giornata come tutte le altre.

Belle si alzò dal letto e cominciò a prepararsi per andare a scuola. Sperava che arrivasse in fretta le 19.30 per andare al campo sportivo ed iniziare questa nuova esperienza ma sopratutto per vedere lui. Robert Gold.

 

 

 

“Oh Cristo, ma stai scherzando?”

“No, Robert purtroppo no. I sorteggi sono stati crudeli con noi. Purtroppo abbiamo beccato la Boston a.c.f.!”

“Quest'anno li batteremo, l'anno scorso ci hanno fatto il culo, ma quest'anno non sarà così..”

“Lo spero Robert, quest'anno si punta in alto... ho investito molto in questa squadra...non voglio cali di tensione, voglio la promozione!”

“Certo Presidente Mills, non la deluderò”

“Lo spero per te” e riattaccò.

Robert non sentì più nulla. Guardò il display del telefono e imprecò conto lo schermo con un sonoro “Fanculo”.

Ottimo, perfetto, eccezionale direi, disse tra se in modo ironico e con un sorrisetto stampato in faccia.

Non la sopportava la Mills. Tipica donna dal modo arrogante e piena di se. Tutti dovevano stare sotto di lei. Tutto ciò che diceva era legge e soprattutto dove essere fatto.

Robert doveva calmarsi. L'unica cosa che riusciva a calmarlo era quella di andare a correre. Amava correre. Lo faceva sentire libero e riusciva a distrarlo molto.

Doveva trovare il modo di preparare al massimo la squadra. Il campionato stava per iniziare e i giorni erano contati. Ma come? Aveva avuto un'idea. Doveva solo mandare un messaggio.

 

 

 

Belle, era finalmente tornata a casa dopo una interminabile mattinata a scuola. Andò in camera per cambiarsi e a mettersi qualcosa di comodo. Quando il suo telefono vibrò. Un messaggio.

Sarà mamma che mi aggiorna su nonna, pensò.

Invece si bloccò nel vedere un nome che non si sarebbe mai immaginata. Era Robert.

Prese il telefono con mani tremanti e sbloccò lo schermo.

Ciao Belle, sono Robert... volevo solo chiederti se potevi venire un'ora prima al campo. Spero di non averti disturbata :) xo”

Lesse per la terza volta. Pensò il motivo di tutta questa fretta da parte di Robert. Forse voleva presentarla al gruppo o cose del genere. Ci pensò ancora un po' prima di rispondere. Poi la risposta arrivò.

Ciao Robert, certo non credo che ci siano problemi... facciamo per le 6 e mezza, allora? E non disturbi affatto ;)”- scrisse tutto di un fiato e inviò.

La sua risposta non tardò ad arrivare.

Perfetto, ti aspetto nel parcheggio del campo. :)”.

Appoggiò il telefono sul comodino a fianco al letto e si lanciò sopra al materasso affondando il viso nei cuscini.

Si addormentò.

 

 

Guardò l'orologio per la quarta volta. Belle era in ritardo. Eppure non sembrava il tipo, pensò Robert mentre si guardava intorno. Non c'era anima viva.

Poi in lontananza vide la ragazza dai capelli rossi arrivare tutta di corsa.

“Scusami tanto.. e che.. mi sono addormentata e... si insomma... ho fatto tardi” riprese fiato.

“Non ti preoccupare” sorrise Robert.

“Seguimi, ti porto a vedere la struttura.”

Belle non sapeva cosa dire. Pensò solo che era un'idiota. Arrivare in ritardo al primo all'allenamento non era proprio ideale.

Lo seguì all'interno della struttura.

Percorsero un lungo corridoio con porte da entrambi i lati. Ognuna delle quali aveva una targhetta con scritto a chi era destinata la stanza.

Entrarono in una delle porte con su scritto “Mister”.

La stanza era piccola ma confortevole, al centro c'era un piccolo tavolo con annesse due sedie e a fianco al tavolo, appoggiato al muro, c'era un lettino per i massaggi.

“Se vuoi puoi accomodarti.” disse Robert in modo gentile.

“Grazie” sorrise Belle e si sedette.

Robert preferì restare in piedi.

“Allora, ti ho chiesto di venire qui prima perchè avevo bisogno di parlare con te da solo” disse Robert in modo serio e guardandola negli occhi.

Belle si sentì un po' nervosa e confusa.

“Io credo in te. Hai un grande potenziale, ti ho visto giocare al parco con i tuoi amici. E' da in po' che ti seguo. Ti devo dire la verità.”

“Ah!” era l'unica cosa che riuscì a dire.

“Non pensare che ti seguissi per altri scopi, non voglio passare per maniaco” Robert si grattò la testa un po' imbarazzato.

“No, non ti preoccupare e che... non me lo aspettavo tutto qua. Da quanto mi osservi?”

“Da parecchio direi” Robert era in piedi di fronte a lei con lo sguardo fisso nel suo. Non aveva mai visto degli occhi così azzurri prima d'ora. Erano meravigliosi. Sarebbe stato ore a guardarli, pensò.

Si ridestò per un attimo e continuò.
“Credo che potresti dare un grande mano alla squadra.”

“Non ho mai giocato in un vera squadra prima d'ora... ” rispose Belle dispiaciuta

“Beh, c'è una prima volta per tutto.. di questo non ti devi preoccupare.” disse Robert con il suo mezzo sorriso.

“Lo credo anche io...” Belle alzò lo sguardo sorridendo verso Robert.

Ci fù un momento di silenzio.

Robert la guardò dall'alto del suo metro e settanta.

Belle doveva rompere il silenzio in qualche modo, stava diventando imbarazzante. Poi l'illuminazione.

“Fai anche il massaggiatore?” deviò lo sguardo sul lettino appoggiato al muro.

“Si, ho studiato un paio d'anni fisioterapia a Boston... poi il destino mi ha portato a Storybrooke.” la sua voce cambiò. Diventò più profonda e cupa.

“Ma questa è un'altra storia.” sorrise.

Belle annuì. “Certo”.

“Bene è ora di mostrarti gli spogliatoi... vieni con me.”

Uscirono dalla stanza e subito dopo si trovarono davanti ad una porta con la scritta “A.C.F Storybrooke”.

Belle, pensò subito che lo spogliatoio era molto vicino alla stanza di Robert e gli venne una vampata di calore improvvisa. Questo non doveva accadere proprio adesso. Si maledisse più volte.

Lo spogliatoio era una stanza molto ampia, con una panca che accostava il muro e formava una L. Sopra ad ogni posto c'era un attaccapanni con a fianco il nome a cui apparteneva il posto. Sulla sinistra, invece, c'erano le docce.

“Eccoci qui! Questa è la tua nuova casa. E' un po' spoglia ma, ti ci troverai bene” rise Robert.

“Starò sicuramente bene...” ricambiò il sorriso Belle.

“Puoi scegliere il posto che vuoi... ce ne sono di liberi come vedi” annuì Robert.

Momento di silenzio.

“Beh allora... io.. ti lascio sola... a cambiarti.” arrossì un pò Robert.

“O-OK!” rispose tremante Belle.

“Ci vediamo dopo...”

Belle rimase immobile e buttò fuori tutta la tensione che aveva accumulato in tutti questi giorni. Cos'era appena successo? Aveva preso una cotta per Robert? Oggi aveva avuto la conferma definitiva. Belle French aveva una cotta per il Mister.

Ottimo, pensò Belle.

Belle, scelse il posto con cura. Doveva sceglierlo bene. Guardò i nomi sulle targhette.

Alla fine scelse un posto e vide che era a fianco a quello con il nome “Z.Mills”.

Belle, pensò che non vedeva l'ora di conoscere le proprie compagne di squadra.

Una nuova avventura stava per iniziare.

 

 

 

 

SHAME! SHAME! SHAME!

Due anni che non aggiorno questa storia. XD

Va beh dai, chi non muore si rivede o si legge... come preferite.

Ditemi se vi gusta o se era meglio che restassi in silenzio. XD

 

 

Ciaone.

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 04. Siamo Solo Noi ***


04. Siamo solo noi

 

 

“Stupido idiota” disse fra se Robert appoggiandosi alla porta, dopo averla chiusa e aver salutato Belle.Si diede un colpetto alla fronte maledicendosi.
“Ma cosa ti prende cretino!?” e si avviò anche lui nel proprio spogliatoio.
Si preparò per l'allenamento. Visto che la temperatura era mite, optò per la maglia societaria a maniche corte di colore blu e giallo, con un paio di pantaloncini blu e calzini coordinati ad essi. E,infine, le scarpe da calcio con tacchetti 12. Era pronto.


Belle sentì delle voci fuori dalla porta. Pensò subito che fossero le sue compagne di squadra. Si sentì nervosa e si sentì le mani sudate anche se, la temperatura all'interno dello spogliatoio era gradevole.
Vide la porta aprirsi ed entrò una ragazza alta dai capelli rosso fuoco. Stava parlando con alcune ragazze. Quando la ragazza vide Belle si bloccò. Belle, si sentì in imbarazzo non sapeva cosa fare. Prese coraggio e si alzò per andarsi a presentare.
“Ciao.. io.. sono Belle” e tese la mano verso la ragazza.
“Ciao, io sono Zelena.”
Zelena la guardava dall'alto verso il basso con fare da superiore.
“Devi essere nuova qui... non ti ho mai visto prima” ridacchiò verso le altre ragazze che si unirono a lei.
“Io.. ecco...” non sapeva cosa dire. Belle era andata in panico. Il suo coraggio era stato spazzato via come una foglia in balia del vento.
Zelena vide con la coda dell'occhio che la ragazza aveva scelto il posto accanto al suo.
“Beh, vedo che ti sei scelta il posto vicino al mio... saremo vicine di spogliatoio.” ghignò. Le altre ragazze cominciarono a ridere fra di loro.
Belle si rese conto che non doveva essere trattata in quel modo e fece ordine nella propria mente. Doveva reagire.
“Si, l'ho scelto con molta cura, se devo essere sincera!” squittì Belle.
“Bene bene, credo che ci divertiremo” sorrise in modo ironico Zelena e superò Belle con una spallata lieve.
Belle perse per un momento solo l'equilibrio. Si sentiva presa in giro. Si diresse verso il proprio posto e iniziò a cambiarsi. Ovviamente ci furono dei commenti da parte di Zelena, ma Belle preferì sorvolare. La cosa che più contava per lei non erano le parole ma i fatti. Dimostrare a Zelena che era più brava con i piedi che con le parole.

 

“Allora ragazze venite tutte qui!” urlò Robert.
“Vi voglio presentare una nuova arrivata. Belle French!”
Si sentirono delle piccole risate nel gruppo di Zelena. Belle non si sorprese.
Robert lanciò un sguardo di sfida, Zelena lo intercettò e soffocò una risata.
Belle fece un passo in avanti e si presentò a tutte,ma Zelena non la smetteva di ridere allora Robert intervenne.
“Bene, vedo con piacere che abbiamo fiato per ridere e parlare. Lo rendiamo utile per una buona causa, Zelena? Come per esempio.. dieci giri di campo extra a fine allenamento?” Robert la guardò per vedere la reazione ma, tutto quello che ottenne era stato un sorrisino.
“No Mister assolutamente.”
“Bene, allora, se non c'è altro di cui ridere iniziamo con 40 minuti di corsa” disse Robert fischiando nel fischietto metallico.
“Mister! Scusi per il ritardo!!!”
“Oh! Signorina Ruby, quale onore!” disse ironico Robert.
“Scusi.. è che... mia nonna mi ha trattenuto alla tavola calda e... ho fatto tardi” riprese fiato.
“Fai stretching e poi unisciti alle tue compagne” disse Robert con lo sguardo a scrutare il gruppo che faceva il giro del campo.
“Si certo” annuì Ruby.

 

L'allenamento proseguì tutto sommato tranquillo. Ogni tanto Belle sorprendeva Robert che la fissava ma, subito dopo, distoglieva lo sguardo, arrossiva e urlava qualcosa a qualcuno.
Belle sorrideva sempre quando questo accadeva. Era come se ci fosse qualcosa di connesso tra di loro. Forse la stessa passione per il calcio? Era un fattore fondamentale sicuramente. Voleva sicuramente approfondire la cosa.
“Ti ho beccata” disse Ruby alle spalle di Belle facendola un po' sobbalzare.
“Ho visto come ti guarda... anzi, come vi guardate”.
Belle si girò verso di lei per guardare chi aveva parlato e si ritrovò una ragazza mozzafiato. Capelli neri corvini, lunghi raccolti con una coda di cavallo. Il suo viso era particolare aveva delle labbra carnose e degli occhi grandi. Belle pensò che era l'unica minuta in squadra perché anche Ruby era alta.
“Oh.. che sbadata. Non mi sono presentata. Io sono Ruby” le porse la mano. Belle rimase immobile. Era la prima che si presentava con lei.
“Di solito funziona che due persone si danno la mano reciprocamente e non che l'altra resta con il braccio sospeso” disse Ruby sorridendo.
“Ma certo.. che stupida..” scosse la testa Belle sorridendo e porgendo la mano a Ruby.
“Io sono Belle!” sorrise.
“Credo che dovresti conoscere il Mister.” saltò fuori Ruby all'improvviso.
“Ma sei impazzita?” urlò quasi Belle.
“No, non sono impazzita... sono maledettamente seria” sgranò gli occhio Ruby.
“Credo che dovresti chiedergli di uscire... magari venite a mangiare alla tavola calda di mia nonna è un posto tranquillo. Proprio un posto tranquillo per voi due.”
Belle non sapeva cosa dire. Era ovvio che gli sarebbe piaciuto ma, c'era qualcosa che la bloccava. Forse, era la differenza di età. Lei aveva solo 18 anni mentre lui ne aveva 30. La cosa la spaventava un po'.
“Ma ci conosciamo appena.. e... poi... è troppo grande per me.”
“Ma non dire sciocchezze... sembra che vi conosciate da sempre da come vi scrutate. E poi se è amore l'età non conta.”
Belle arrossì vistosamente.
“FFFFFFFFFIIII, ragazze facciamo le squadre per la partitina 11 contro 11” disse Robert interropendo le chiacchiere delle due ragazze.
Robert cominciò a distribuire le casacche arancioni e gialle per dividere le ragazze in squadre.Consegnò la casacca gialla a Belle e i loro sguardi si incrociarono per un attimo. Le loro mani si sfiorarono per un istante, la cosa sembrò durare giorni. Il tempo sembrava che si fosse fermato.
“Tieni Belle, giocherai in coppia con Zelena in attacco”
La magia svanì.
“Cos-?”
“Starai con lei in attacco... non temere andrà tutto bene.” disse Robert cercando di confortarla appoggiandogli una mano sulla spalla.
Lui non sapeva che non c'era tanta simpatia tra lei e Zelena. Anzi, c'era proprio odio profondo da parte di Zelena. Lo poteva vedere da come la guardava con i suoi occhi azzurri ghiaccio.
“O-ok” disse Belle annuendo e abbassando lo sguardo.
“Bene! Ragazze sono consentiti solo due tocchi di palla. Se ne fate uno in più la palla passa alla squadra avversaria. Chiaro?” Robert fischiò l'inizio della partita e l'inizio dell'incubo per Belle.




“AHI AHIA!” urlò Belle accasciata a terra tenendosi la caviglia dolorante.
“Ma dai non l'ho nemmeno toccata” rise Zelena.
“Non mi sembra proprio Zelena” disse Robert irritato e non poco.
“Gli sei andata addosso di proposito” urlò Ruby “l'ho vista”.
“E tu che cazzo vuoi, cameriera. Fatti un po' gli affari tuoi!” schizzò Zelena.
“ADESSO BASTA TUTTE E DUE 10 GIRI DI CAMPO!” Robert alzò la voce contro le due ragazze che stavo quasi per arrivare alle mani.
“Ma... stavo difendendo Belle, Mister” disse Ruby scioccata.
“NON ME NE FREGA. VELOCI!”
Le due ragazze si avviarono per i giri di campo.
“E CORRETE DIVISE, UNA IN SENSO ORARIO E L'ALTRA ANTIORARIO!” urlò ancora Robert che si prese Belle in braccio e la portò negli spogliatoi.
Belle sentì due braccia forti che la sollevò da terra. Alzò appena lo sguardo, pieno di lacrime, per vedere chi fosse e vide con piace che era Robert.
La teneva stretta e la sua testa era quasi appoggiata alla sua spalla. Riusciva a sentire il suo profumo. Sapeva di muschio bianco. A Belle piaceva molto e si beò di quel momento. La gamba quasi non gli faceva poi così male.
Ma quando entrarono nello spogliatoio la beatitudine divenne dolore.
Robert appoggiò Belle nel suo lettino per i massaggi.
“Ehi, ehi va tutto bene. Non piangere” la assicurò Robert con dolcezza accarezzandogli la guancia e asciugandogli le lacrime dal volto.
“ Vediamo cos'è successo?” aspettò il consenso di Belle.
La ragazza annuì con paura e si alzò appena dal lettino per vedere i movimenti di Robert.
Con delicatezza provò a togliergli le scarpe.Belle fece uno smorfia di dolore. Gli faceva maledettamente male.Robert riuscì a togliere la scarpa e vide che la caviglia di Belle era un po' gonfia.
“Mh!!” mormorò Robert
“Che c'è! E' grave? Oddio me la devono tagliare. No, non posso restare senza un piede” Belle si mise le mani sulla faccia disperata.
Robert rise tantissimo.
“Ti sembra divertente?!” lo fulminò Belle.
“Si, tu sei divertente.” continuò a ridere di gusto.
“La mia caviglia non la pensa in questo modo” rispose Belle
Le mani di Robert cominciarono a tastare la caviglia in modo delicato. Belle poteva sentire le sue mani morbide e delicate sulla sua pelle, ormai, bollente.
“Ti faccio male?"
“N-o no!!” scosse la testa velocemente Belle.
“E' solo una piccola distorsione, un paio di giorni e sarai come nuova. Ti faccio una fasciatura così resta bloccata” gli sorrise Robert.
Belle si vergognò tantissimo per la scenata che aveva appena fatto. Doveva scusarsi.
“Mi dispiace...”
“Per cosa?” corrugò la fronte senza capire.
“Per... la scenata che ho appena fatto. Non mi sembrava il caso... insomma, si, mi faceva male da morire ma potevo sopportare” abbassò lo sguardo Belle dispiaciuta.
“Non ti preoccupare ne ho viste di peggio” gli fece l'occhiolino.
Mentre faceva la fasciatura Robert riusciva solo a pensare che Belle era sopra al suo lettino che la stava toccando. La sensazione della sua pelle sotto le sue mani gli piaceva. Ma non poteva, era più giovane di lei. Molto più giovane.
Con non poche difficoltà, anche grazie ai pensieri non proprio innocenti, riuscì a terminare la fasciatura con successo.
“Grazie!”
“Non c'è di che... nei prossimi giorni applica ghiaccio... aiuta il gonfiore a diminuire.” sorrise lievemente.
“Grazie di tutto... per avermi difeso da Zelena... non credo di stargli molto simpatica” si morse il labbro Belle.
“Zelena è particolare, come tutta la famiglia Mills, direi.”
Belle cercò di alzarsi dal lettino, Robert arrivò subito per dargli una mano.Lei mise un braccio attorno alle sua spalle per riuscire a scendere dal lettino. Lui la prese per la vita con un braccio e la sollevò.I loro visi erano pericolosamente vicini come anche le loro labbra. Gli sguardi si incontrarono. Il tempo si fermò.Robert con la mano libera prese il viso di Belle, che in quel momento era bollente per la sua vicinanza, e si avvicinò lentamente alle labbra di lei. Gliele sfiorò lentamente senza fretta, senza alcun timore. Il suo naso sfiorò quello di lei come in un gioco senza fine.

Robert si fermò, vide Belle a occhi chiusi che si beava della suo tocco. Belle aprì gli occhi e gli sorrise mordendosi il labbro.

Robert capì che non lo avrebbe fermato. Belle agganciò le sue braccia attorno a lui. Robert la fece sedere sul lettino e le prese il viso. Stavolta non si fermò. La baciò con dolcezza, lentamente come se non volesse che finisse mai. Belle ricambiò il bacio con dolcezza.Lui si sporse ancora di più verso Belle. Le sue mani vagavano sul corpo morbido Belle, la quale portava solo una maglietta corta e dei pantaloncini. Belle aveva capito dove voleva arrivare.
“No. Non qui” sospirò Belle.
Lui rimase a due centimetri dalle sue labbra e gli sorrise maliziosamente.
“Ok! Ma se vuoi chiudo la porta a chiave se è per quello...” gli sussurrò all'orecchio e le baciò il collo
“No.. non è per quello!” disse Belle sospirando ai baci di Robert sul suo collo.
Provò a spingerlo via.
Robert capì che doveva smetterla.
“Scusa non volevo essere troppo affrettato”
“Oddio, no lo volevo anche io... cioè lo vorrei..”
Robert si avvicinò ancora a lei per stampagli un altro bacio sulle labbra.
Interruppe il bacio.
“ Solo non qui..e non ora” disse Belle con paura.
“Mi devi dire qualcosa?” chiede Robert titubante.
Belle non rispose.
“Lo sai che puoi dirmi qualsiasi cosa, Belle!” la guardò con dolcezza e le diede una piccola carezza .
“Ecco...io.. non l'ho mai fatto”
Robert si avvicinò a lei e la abbracciò e le diede un bacio sulla fronte.
“Non ti devi preoccupare... abbiamo tutto il tempo per qualsiasi cosa.”
Belle ricambiò l'abbraccio e si rilassò tra le braccia di Robert. Si stava bene abbracciati a lui. Aveva un tocco non troppo opprimente, anzi, era dolce e delicato.
“Ora devo andare” Belle lo lasciò.
“Ti accompagno a casa se vuoi”.
“No, non ti preoccupare ce la faccio.”
I due si salutarono con un altro bacio.
Belle si avviò nello spogliatoio un po' zoppicante. Pregò che non ci fosse nessuno, invece, si trovò davanti Ruby.
“Ehi, come stai?
“Robert dice che è solo una distorsione... fra un paio di giorni dovrebbe essere apposto.”
“Mh... sei rossa in viso, Belle. C'è qualcosa che dovrei sapere?” Ruby guardò Belle in modo malizioso e sospetto.
“Beh ecco...”
“OH MIO DIO! AVETE FATTO QUELLO CHE PENSO IO?”
“NO! E parla piano che è nell'altra stanza” sussurò Belle.
“Racconta tutto” si mise a saltellare sul posto Ruby.
“ Non c'è nulla da dover raccontare... “ Belle cominciò a raggruppare le proprie cose.
“Non ti credo... nessuna di noi è mai entrata nello spogliatoi del Mister e ne è uscita così!!” fece un gesto verso Belle per confermare la situazione “particolare”.
“Cioè? Con una caviglia malconcia?”
“Eh dai! Sai cosa intendo...” gli sorrise Ruby.
Belle stava pensando se era opportuno dire a Ruby cos'era successo. La conosceva poco, anzi, non la conosceva proprio, ma qualcosa nel sua mente diceva a Belle che si poteva fidare di lei. Ora, però, non era il momento. La cosa era ancora fresca e non voleva rovinare tutto.
“Allora??? Me lo vuoi dire?” attese impaziente.
“Non ora Ruby...”
“Ok... ma sappi che ti tengo d'occhio!” facendo un gesto con due dita prima verso i suoi occhi e poi verso Belle.
Belle sorrise e scosse la testa.Ruby se ne andò e Belle rimase seduta a pensare a cosa era successo dentro nello spogliatoio di Robert.
Era felice ma, allo stesso tempo aveva paura delle conseguenze che poteva portare questa situazione. Se fosse venuta fuori questa cosa sarebbe scoppiato un finimondo. L'avrebbero tutti giudicata come la “cocca del Mister”. Lei non voleva questo. Il posto se lo voleva conquistare solo grazie alle sue doti e non di certo per questioni sentimental.
Si decise che era tempo di tornare a casa.

 

 

 

 

 

Note autore:

Ciao a tutti... beh rieccomi!

Volevo ringraziare tutti coloro che hanno recensito il capitolo precedente. Siete l'amore.

Spero piaccia anche questo capitolo, fatemi sapere! :*

La storia continua... ;)

 

ciao ciao

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3134494