Gemma ed Edward- due progenie dell'Olimpo a Hogwarts

di adventury_in_lovely
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hogwarts ***
Capitolo 2: *** Maghi! ***
Capitolo 3: *** Purosangue? ***



Capitolo 1
*** Hogwarts ***


-Gemma sveglia, sveglia!-
-Aspetta Elsa... È presto!-
-Ma Gemma, Gemma, ti devi alzare, devi vedere una cosa!- mia sorella si mise a tirarmi insistentemente il braccio. Mi misi a sedere sul bordo del letto e assonnata le chiesi:
-Che devo vedere nanerottola?-
-C'è un gufo!-
-E tu mi fai alzare per un gufo?!- il gufo è l'animale preferito di mia sorella Elsa. Lei ha quattro anni, non capisce quanto sia importante per una quattordicenne come me dormire la domenica per sopravvivere a una settimana di liceo. Il labbro di sotto cominciò a tremarle e gli occhi le si riempirono di lacrime:
-Ma.. Ma io pensavo che tu lo volevi vedere con me.- mi fece una tenerezza infinita e sbadigliando la consolai:
-No tesoro, certo che lo voglio vedere, dammi un attimo per vestirmi.- in un istante le tornò il sorriso e schizzò via dalla mia stanza. Io mi buttai addosso una vestaglia e dopo essermi infilata le ciabatte raggiunsi il balcone. Elsa era appoggiata alla ringhiera con le lacrime agli occhi:
-Non c'è più... Ma te lo giuro era proprio lì!- 
-Non ti preoccupare Elsa, ne vedrai altri di gufi nella tua vita... Aspetta eccolo lì!- un gufo marroncino e spelacchiato stava volando ondeggiando verso di noi. La mia sorellina si mise a saltare eccitata, mentre io notavo con stupore che teneva qualcosa nel becco: una lettera. 
Il volatile lasciò cadere la busta a pochi metri da noi ma prima che potessi prenderla vidi nostra madre precipitarsi ad afferrarla.
-Ma mamma...-
-Non è niente tesoro, non ti preoccupare!- schizzò allora in cucina e cominciò a confabulare con mio padre. Dall'esterno riuscii a captare un'accesa discussione:
-Glielo dovremmo dire?-
-Non possiamo nasconderglielo-
-Ma è per il suo bene...-
-È la sua vera natura Piper, la storia della sua famiglia-
-E che mi dici di Edward?-
-Lo sapranno insieme.-
-La prenderanno bene?-
-Non lo so, ma noi dobbiamo stare loro accanto in questa svolta.-
-Per tutta la vita tesoro.- intanto strane idee cominciavano a farsi strada: ero stata adottata? Cambiavamo città? Avevamo una pericolosa malattia? Ero stata espulsa dalla scuola? Mentre scavavo nel profondo della mia memoria, vidi uscire i miei dalla cucina. 
Mia madre era pallida in volto, mio padre aveva le ciocche dorate imperlate di sudore. Non li avevo mai visti così e cominciai a preoccuparmi seriamente. Mamma mi fece un cenno e io invitai la piccola Elsa ad andare a giocare in giardino con Melky, la cagnolina. Mentre guardavo correre allegra la mia sorellina con i boccoli nocciola che sobbalzavano a ogni salto, mi sentii prendere da un senso inspiegato di nostalgia. 
-Tesoro.-
-Mamma- la fissai negli occhi, ma lei distolse lo sguardo. Girandosi verso mio padre mormorò:
-Jaz, vai a chiamare Ed.- 
-No, vado io.- mi intromisi e con un macigno nel cuore corsi su per le scale e raggiunsi la stanza di mio fratello maggiore. Bussai. Nessuna risposta. Entrai facendomi strada tra le cataste di vestito e vidi Edward che ancora dormiva. Lui ha sedici anni e tra di noi c'è un rapporto unico, da fare invidia ai più affiatati fratelli. Mentre lo guardavo dormire con la bocca leggermente aperta e con i larghi riccioli che gli pendevano sul viso, mi tranquillizzai un po': la sua presenza mi rassicurava sempre. Mi sedetti sul bordo del letto e gli strinsi la mano. Dopo qualche attimo ricambiò la stretta e spalancò gli enormi occhi verdi. 
-Buongiorno Bell'addormentato nel bosco!- gli sussurrai.
-Buongiorno principessa- ricambiò affettuoso. 
-Edward, i nostri ci devono parlare.-
-Ma sono seri?-
-Sono terrorizzati Ed, non li avevo mai visti così.-
-...-
-Ho paura Ed.- mio fratello mi cinse in un abbraccio e mi rassicurò:
-Non ti preoccupare sorellina, qualsiasi cosa succederà io te staremo insieme.- 
Quando raggiungemmo i miei al piano di sotto, anche Edward rimase impressionato dalle espressioni dei loro visi.
-Vi dobbiamo parlare ragazzi.-
-Avanti Ma'- 
-Non è così facile.- fece un sospirone e io cercai la mano di mio fratello. Lui strinse la mia è sentii che tremava. Mia madre si uscii due buste da dietro la schiena. Una era quella che era arrivata quella mattina con il gufo, l'altra era identica, cambiava solo l'indirizzo. Una diceva:
 
Alla signorina Gemma Grace,
Via Freud 56
Prima stanza al secondo piano
 
L'altra invece:
 
Al signor Edward Grace,
Via Freud 56
Terza stanza al secondo piano
 
Sopra entrambe c'era lo stemma di Hogwarts in ceralacca rossa. 
Lasciai con violenza la mano di Edward e urlai:
-Ma mi state prendendo in giro?!- rossa in viso mi gettai sul divano fissando furente i miei. Mio fratello ferito fissò mia madre con le lacrime agli occhi, mi fece paura vederlo così. Lui, la mia àncora, fin da piccoli il mio guerriero, il cavaliere che mi aveva sempre protetto, che avevo sempre ritenuto imbattibile, era sull'orlo del pianto. Non mi sentii mai sperduta come allora. 
-Allora, qual é la vera notizia?- cominciò lui.
-Si, dopo questo allegro scherzetto...- proseguii. 
-È la verità.-
-Si, e io sono Harry Potter.- Risi sarcastica.
-Beh, non proprio Harry Potter... Ma quasi!- scherzò mio padre. 
-Allora, che dobbiamo fare?-
-Continuate a non crederci?-
-Direi…-Annunciai. 
-Bene bene, allora a sto punto andiamo con la "strillettera"- mi padre con le mani tremanti uscì una lettera dall'aspetto buffo, con stampata sul sigillo una bocca. 
-Che dovremmo aspettarci, che cominci a parlare?- mio fratello si sedette accanto a me. 
-Buongiorno a tutti giovani maghi!- un tuffo al cuore.
-Cazzo quella cosa ha davvero detto "Buongiorno a tutti giovani maghi"?!- urlai terrorizzata indicando la lettera che aveva cominciato a volteggiare e a muovere quelle rosee e sensuali labbra.
-Ommioddio!- intanto la busta continuava a blaterare parole su di noi con una voce mielosa ma ipnotica, fino a quando non finì e si autodistrusse. 
-Ora ci credete?- riuscii a mormorare solo:
-Dio mio...- e svenni.

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Capitolo 2
*** Maghi! ***


Quando mi risvegliai vidi il buio. 
-Edward?- chiamai. 
-Si?- era seduto accanto a me.
-Ho fatto un sogno assurdo...-
-La strillettera? Hogwarts? Siamo dei maghi?-
-Ma tu come fai a saperlo?- 
-Perché è vero- mi misi a sedere. Avevo ancora un po' di mal di testa, ma l'eccitazione aveva preso il sopravvento. 
-Tu ci credi Gegge?- 
-Si... Al limite che cosa succede, se è uno scherzo? Semplicemente ci saremo fatti un giretto per Piacenza da bambini illusi è che credono alla magia... Non mi sembra così grave.-
-Forse hai ragione sorellina!-
-Quindi ora che facciamo Ed?- sfoderò un sorriso:
-Si va a Diagon Alley tesoro!- scoppiai a ridere. 
Mezz'ora più tardi io ed Edward eravamo a bivaccare con i nostri genitori nel centro storico di Piacenza. 
-Ma quindi andiamo ad Hogwarts ora?-
-Non proprio ad Hogwarts. Hogwarts è il ramo inglese della catena di scuole di magie europee. Tu ed Edward andrete a quello italiano: TriesteWorld!-
-Suppongo si trovi a Trieste...-
-Azzeccato piccola- 
-Non mi chiamare piccola papà- 
-Perché? Tu non sei la nostra piccolina?- si intromise Ed. Gli diedi un affettuosa goffa sulla testa. 
-Che facciamo ragazzi?- 
-Direi di separarci...- 
-E io e papà rimarremo qui, soli, non me la ricord... Non so la strada! Ci perderemo!-
-Aspettate nel paiolo magico, io e Gemma tra un po' torniamo!- 
-Ma non penserai mica di camminare con me Ed?-
-E se fosse?- 
-Non ci pensare nemmeno fratellone.- mi misi a correre fino a che non vidi un negozio con un'enorme insegna dorata. Bussai timorosa è un ragazzo dai capelli d'oro mi venne ad aprire.
-Ciao!-
-C-ciao...- abbassai gli occhi imbarazzata.
-Non avere paura, non sono un mostro: piacere, sono Shark.- gli diedi la mano:
-Non ho paura... Shark, comunque io mi chiamo Gemma.- 
-Che bel nome Gemma.-
-G-grazie, i-io dovrei e-entrare...- 
-Prego- si fece da parte e mentre entravo nella bottega che puzzava di cane bagnato, mi girai a guardarlo. Prendeva in giro la gente e gridava a qualche ragazza e ragazzo una strana parola che non avevo mai sentito prima: Mezzosangue. Ma perché era stato gentile con me, se con gli altri era così scortese? 
-Buongiorno!- un vecchio mi venne incontro. Indietreggiai.
-non avere paura.- no, questo era troppo.
-Cazzo non ho paura perché me lo dicono tutti?!- il vecchio rise mettendo in mostra una bocca sdentata:
-Abbiamo una tigre eh? Aggressiva la ragazzina.- sbuffai: ma quanto era impertinente quel vecchio?
-Beh, non sono qui per avere discussioni, voglio solamente un animale da compagnia..- 
-Uno? E perché solo uno? Gli altri tre e tu uno? La tigre si sente speciale?- mi dovetti contenere per non stendere quel rompiscatole con un pugno.
-Tre?- 
-Si, solo a Hogwarts si porta un animale, in tutte le altre scuole d'Europa come TriesteWorld ce ne sono tre!- 
-Bene, questo cosa è?- 
-Non lo vedi?-
-Scusi lei a che serve qui se non mi aiuta?- sorrise malizioso e commentò:
-La tigre colpisce ancora eh?- questo era DAVVERO troppo. Girai i tacchi e feci per uscire dal negozio.
-Vado in un altro negozio lasci stare- stavo per aprire la porta ma il vecchio parlò:
-È una gatta dal pelo fulvo.- tornai indietro e sarcastica:
-Grazie mille, lo prendo. Lo chiamerò Carota.- 
-Carota? Ahahaha- poi vide che stavo diventando furente e si affrettò a scusarsi:
-No, vabbè, scusa, lascia stare... Mi ricordi qualcuno comunque...-
-Ne dubito.-
-Poi vorrei predere anche quella civetta bianca, Elvye le si addice come nome. Infine... Quel camaleonte è acquistabile?- 
-Non è previsto in realtà dalla lettera...- 
-Lo prendo, si chiamerà Van Gogh- 
-Ribelle eh? La tigre...- quel tipo alla fine cominciava a farmi simpatia. 
-Arrivederci, e grazie!- prima di uscire rividi il biondo:
-Shark?- 
-Si bella?- arrossii.
-Che vuol dire quella parola... Mezzosangue?- la sua bocca si contrasse in una smorfia di disgusto e orrore.
-Ah, putride persone, non purosangue, figlie di babbani, non dovrebbero nemmeno venire a TriesteWorld...- abbassai il capo: io sono una mezzosangue. Fuori incontrai Edward:
-Che begli animali Nina.-
-Anche i tuoi non scherzano: un topo, una rana e un...- lo guardai accigliata:
-Petauro dello zucchero!- esclamò fiero.
-Okey... Ma ora andiamo da Ciro-
-Ciro, già ti sei fatta il fidanzato?- non so perché pensai a Shark.
-No scemotto, è il proprietario del negozio di bacchette!- 
-Ah! Andiamo-
 
-

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Capitolo 3
*** Purosangue? ***


-Madre, padre, chi si rivede?- salutò mio fratello appena trovammo nella folla le sagome familiari dei nostri genitori.
-Non mi chiamare così Ed! Mi fai sentire vecchia!- si lamentò mia mamma.
-Buon giorno figlioli, vi vedo orgogliosi dei vostri acquisti! Ma ora siamo giunti alla compera più delicata... La bacchetta!- sorrisi emozionata: questa avventura diventava sempre più interessante.
-Mi sembra di aver visto l'insegna "le bacchette di Ciro" da quella parte.- comunicai cercando di scavare nella mia mente. 
-Si, è proprio lì Gemma!- Bene, la mia memoria non mi aveva ingannata. Bussammo. 
-C'è nessunoo?- udimmo uno scricchiolio e a poco a poco la vecchia porta, cigolando, si spalancò.
-C'è qualcuno qui dentro?- la puzza di stantio mi irritava le narici, inoltre il locale sembrava dismesso e vuoto. Una voce decrepita e fioca alle nostre spalle ci fece sobbalzare.
-Se con "qualcuno" intendete anche il vecchio Ciro, allora si che qualcuno c'è!- 
-Bene bene, dovremmo procurarci delle bacchette per i nostri figli.-
-Che bei ragazzoni, complimenti, devono andare al primo anno, no?-
-Si, infatti hanno la femmina quattordici anni e il maschio sedici.-
-Perfetto, rientrano nel limite del primo anno... Chi sa perché anche in Italia non fanno entrare i giovani maghi e le giovani streghe a undici anni... Che strano il nostro paese eh?- mio padre annuì e notai con stupore che sembrava a disagio, come se fosse in imbarazzo... 
-Ma procediamo! Tu!- mi indicò.
-Tu! Come ti chiami?- 
-Sono Gemma.- poi passò a mio fratello.
-Tu?-
-Sono Edward.- 
-Mezzosangue o purosangue?- feci per rispondere:
-Mezzosan...- mia madre mi interruppe.
-Purosangue!- aspetta.
-Che?- mi voltai a guardare i miei.
-si tesoro, io e tuo padre eravamo dei maghi...- ero sconvolta e attonita. Che bello! Shark non mi avrebbe ripudiato! Aspetta... Perché pensavo a queste cose? 
Ciro si tolse i vecchi e crepati occhialini e scrutò attento i nostri genitori.
-Maghi? Io ricordo il questo vecchio cervellino tuuuuuutti i giovani maghi e le giovani streghe che hanno acquistato delle bacchette in questa bottega...- 
-Beh, non è stato molto tempo fa... Siamo giovani.- 
-Ma certo che mi ricordo di voi!- io, Edward, mamma e papà esclamammo:
-Ti ricordi?-
-Certo! Siete Piper McLean e Jason Grace!!- 
 

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