Harrycop

di harold_boyf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Tra disegni e pensieri ***
Capitolo 3: *** Sogni rivelatori ***
Capitolo 4: *** PR3 ***
Capitolo 5: *** Harry è finito ***
Capitolo 6: *** Lavori in corso ***
Capitolo 7: *** Surprise! ***
Capitolo 8: *** Bellissimo ***
Capitolo 9: *** Il buongiorno si vede dal mattino ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


-Prologo-

 

 

< E ora, sono lieto di comunicarvi che il vincitore della Gara Robotica, per il 4° anno di fila è… il Signor Louis Tomlinson >.

Il pubblico scoppiò in un fragoroso applauso, certi urlavano dalla soddisfazione e c’era invece chi fischiava per la disapprovazione, ma poco importava. 

Louis aveva vinto. Di nuovo. Era un sogno.

 

E infatti “In radio c’è un pulcino. Pio Pio. In radio c’è un pulcino, e il pulcino pi..” Louis venne improvvisamente catapultato nella realtà, maledicendo quell’arnese comunemente chiamato “Sveglia”. 

Si alzò, sconfitto e irritato, e camminò pigramente verso la doccia dove si lavò con cura per poi asciugarsi e vestirsi. Prese la sua valigetta, cellulare e portafoglio e uscì per andare a lavoro al Science Studio.

Arrivò con 5 minuti in anticipo come ogni mattina e, con estrema lentezza, si avviò verso il suo ufficio. Si sedette sulla sua magnifica poltrona nera e posò la valigetta sulla sua scrivania, poi prese il suo camice bianco e se lo infilò. 

“Arriva il suo caffè macchiato, Signor Tomlinson” disse il suo mini altoparlante e, premendo il piccolo pulsante in basso “Grazie Eleanor” rispose. 

Dopo neanche 1 minuto, entrò il suo 1° robot, che ripose il caffè sulla sua scrivania e disse “Promemoria: iniziare bozza per Harriet”.

“Harry” la corresse Louis “Ma grazie per avermelo ricordato” e le sorrise, felice che oggi avrebbe iniziato il suo progetto più importante.

“Di niente, Signor Tomlinson, sono stata creata da lei per questo” e uscì.

Così, lo scienziato, iniziò a preparare alcuni schizzi:

 

1° bozza- 

Basso, su 1.55 cm, ma muscoloso. Capelli lisci castani e occhi chiari. 

 

“Nah, posso fare di meglio” , accartocciò la 1° prova e iniziò a farne un’altra.

 

2° bozza-

Alto, su 1.70 cm, muscoloso ma non troppo. Capelli ricci biondi e occhi scuri.

 

“La prima parte mi piace, sulla seconda… non ci siamo proprio, non voglio riccioli d’oro!” , accartocciò anche questa e fece la 3°.

 

3° bozza-

Alto, su 1.70 cm, muscoloso ma non troppo. Capelli lisci biondi e occhi scuri.

 

“Niente, non mi piace. Adesso, anche se tu non esisti ancora, Harry, dimmi: Come cazzo ti devo fare?!” e buttò la 3° prova.

 

Sbuffò e si mise malamente sulla poltrona, innervosito.

Passò la mano nei suoi capelli color caramello con fare irritato e stanco, era il suo tic ormai.

Doveva pensare, qualcosa che non aveva mai visto, qualcosa di unico, speciale.

Sospirò, mettendosi in una posizione più comoda e prese in mano la foto incorniciata di sua zia Anne, aveva avuto un rapporto bellissimo quando lei era ancora viva.Iniziò a studiarla, osservare anche i minimi particolari di quella foto e all’improvviso, arrivò.

 

4° (e ultima) bozza-

Alto, su 1.70 cm, muscoloso ma non troppo. Carnagione immacolata, pura. Capelli ricci castani e occhi chiari, smeraldi. Fossetta sulla guancia sinistra.

Eccolo. Harry.

SPAZIO MEE :3
Alloora, questa è la 1° ff che pubblico e mi piace un sacco cosa ho scritto fin ad ora, anche perchè ho tante altre idee che ronzano nella mia bella nocciolina :D
E niente, spero che vi piaccia, fatemi saperee.
Baci <3
 

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Capitolo 2
*** Tra disegni e pensieri ***


 

26 Gennaio 

 

“Stan, chiama Malik, deve aiutarmi con il progetto” spiegò Louis al suo robot n° 2.

ESASPERAZIONE. 

Ecco cosa provava in quel momento, Harry stava richiedendo parecchio tempo per lui.

Più di 4 ore di disegno e nessuno gli piaceva. Solo Zayn poteva aiutarlo.

Zayn Malik, reparto “progettazione e disegno”, il migliore in questo campo.

Premiato 3 volte per il suo talento.

“Sta arrivando, signore”.

Stan era appoggiato allo stipite della porta quando comunicò quel messaggio. Louis si girò, ma non lo vide più, così si sistemò meglio sulla poltrona e lasciò perdere perché entrò Zayn con un quaderno pieno di bozze.

Si avvicinò alla scrivania dello scienziato e iniziò una conversazione..

“Dimmi Zayn, c’è uno tra questi disegni che reputerò il migliore?” chiese Louis, passando la sua mano affusolata tra i capelli già scompigliati.

“Non lo so, Lou, tocca a te decidere” gli rispose il moro con un sorriso, poi si sedette di fronte a lui, dall’altra parte della scrivania, guardando uno scienziato sospirante intento ad osservare i suoi disegni.

“Questo è carino” disse improvvisamente Louis, continuando a guardare il disegno con uno sguardo sognante.

Era un manichino, uno schizzo, ma era semplicemente stupendo.

Raffigurava un corpo delicato, delle gambe esili e lunghe dentro a degli skinny jeans neri. Continuando a guardare si poteva vedere la “V” del bacino, poi un torace con un accenno di addominali, rivestiti da una camicia leggermente aperta di 3 bottoni; delle spalle larghe e braccia muscolose. 

Le mani erano la parte che Louis preferiva, un palmo grande con delle lunghe dita, delicate ma allo stesso tempo forti, contornate da anelli di ogni tipo.

La faccia era perfettamente uguale a quella che voleva per lui, lunghi ricci marroni tenuti fermi da una fascia per capelli, con una strana fantasia. Occhi verde speranza contornati da lunghe ciglia nere, un lungo naso schiacciato sulla punta, labbra rosee e carnose, “Saranno di sicuro morbidissime” si disse Louis in testa, soprappensiero, e, come ciliegina sulla torta, la fossetta sulla guancia sinistra, fatta solo per dargli quell’aspetto dolce e infantile, oppure solo per metterci le dita dentro, lo scienziato ancora non lo sapeva.

“Anzi, è perfetto” disse allora, convinto delle sue parole.

Zayn lo guardava con un sorriso sulle labbra come per dire “Sapevo io” e infatti esclamò “Fantastica scelta, amico”.

“Lo so, sono fiero di me stesso” disse Louis deciso e felice di aver finalmente dato un volto ai suoi pensieri.

Dopo che Zayn se ne fu andato con un veloce “Ci si vede, amico”, lo scienziato rimase a guardare il disegno di Harry, immaginandoselo in modo reale, “Chissà come sarà, toccare quei ricci color del cioccolato..” pensò per un secondo.

“Bhe, non è ancora il momento per pensarci” si disse, poi ripose il suo camice bianco e prese la sua valigetta, il cellulare e il portafoglio.

Uscì dal suo ufficio, salutò i suoi robot e andò a casa, preparandosi per il giorno dopo.

Avrebbe iniziato a costruirlo e non poteva essere più eccitato di così.

SPAZIO MEE :3
Alloraa eccomi quii.
So che è corto come primo capitolo, ma questo e altri 3 capitoli, saranno di passaggio, sono stati creati per dare vita a Harry, quindi non allarmatevi
ahahha dopo il capitolo 4 ci sarà la vera storia :D.
Spero vi piaccia e scusate per eventuali errori.
Alla prossimaaa.
Baci -Yle

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Capitolo 3
*** Sogni rivelatori ***


Capitolo 2

27 Gennaio

 

“Sono fiero di lei, Signor Tomlinson. Questo progetto è una rivoluzione per la nostra Azienda” disse il suo capo Simon per poi allungare la mano a Louis, che strinse con poca forza.

Dopo aver ricevuto altre lusinghe da suoi colleghi, decise di andare da Harry, che era appoggiato al bancone della cucina intento a bere una birra.

Era solo, nonostante lui fosse il soggetto principale.

“Cosa fai da solo, Harry?” gli chiese Louis, avvicinandosi a lui.

Il robot girò lo sguardo verso di lui con indifferenza e lo squadrò da capo a piedi, poi gli rispose “Cosa fai tu, qui con me?” con un altra domanda.

Lo scienziato iniziò a scrutarlo, confuso. Poi prese un bicchiere di vodka e “Dammi la tua mano” disse.

Adesso era Harry ad essere confuso, ma gliela diede comunque.

“Cosa stai face-” non riuscì a finire la frase che Louis versò un po’ del liquido trasparente sul suo palmo che si bagnò.. ma non successe niente di anomalo. 

L’unica cosa strana in quel momento fu lo sguardo di Harry, che iniziò a scurirsi sempre di più, fino a fare diventare l’intera pupilla nera.

Barcollando, si avvicinò al suo creatore, che rimase impietrito da quella vicinanza improvvisa, e nel suo orecchio sussurrò “Portami in laboratorio.Adesso”. Appena finì la frase, cadde a peso morto (un gran bel peso, visto che era di metallo) su Louis.

Quest’ultimo lo prese in braccio, stile principessa, e lo portò ai piani superiori con un po’ di difficoltà; 

Harry, nel frattempo, aveva avvolto le sue braccia intorno al collo dello scienziato per paura di cadere, non di certo perché il suo cuore in fibra stava battendo all’impazzata, no.

Si strinse di più a lui e con voce roca disse “Sto impazzendo, ti prego, aiutami”.

Louis, preoccupato, diede un bacio tra i capelli del riccio per tranquillizzarlo, ma quest’ultimo, al posto di calmarsi, si agitò ancora di più.

“Cosa devo fare per farti calmare, Cristo” si disse lo scienziato, in panico.

Era tutta colpa sua se Harry si trovava in quelle condizioni.

Finalmente arrivò al laboratorio e lo adagiò sul lettino,con delicatezza, mentre l’altro iniziò ad emettere versi di… dolore, credette Louis.

Gli legò i polsi ad un filo di metallo, poi corse a prendere dei “medicinali” dal suo armadietto.

Quando ritornò, Harry smise subito di agitarsi e gli sorrise con ancora il nero nei suoi occhi.

“Adesso stai fermo” sussurrò Louis, poi prese un contagocce e versò un po’ del liquido sul palmo del suo robot.

Quest’ultimo si calmò del tutto e i suoi occhi ritornarono verdi.

“Toglimi questo affare dai polsi” disse Harry infastidito.

Lo scienziato annuì e tolse il filo meccanico, dolcemente, per non fargli male.

“Perché l’hai fatto?” domandò il robot, appena si sedette, rivolto verso il suo creatore, che lo guardava insistentemente.

“Non lo so, Harry, non lo so” rispose Louis sincero, e rivolse la testa verso il basso, imbarazzato.

“Mi dispiace, non so cosa mi sia preso” continuò poi.

Harry continuava ad osservarlo poi disse “Mi hai creato e non sai neanche i pro e i contro” a quel punto rise, trascinando anche un Louis dalle guance infuocate.

Il robot si avvicinò al più grande e sussurrò “La vodka mi fa impazzire, letteralmente, ma in modo… intimo”.

L’altro rimase impietrito “Ah” esclamò, mentre Harry ghignava, “Sai, non mi dispiacerebbe affatto se l’accaduto si ripetesse” ammiccò.

Poi iniziò a ridere “Sto scherzando Lou. Dovresti vedere la tua faccia” portandosi le mani alla pancia per non avere crampi, per colpa delle risate.

Louis sbuffò “Mi hai fatto prendere un colpo” disse.

 

Sì, al cuore… da dove esce quel “Lou” ?

Poteva un robot essere così bello? 

La sua risata cristallina, con quella fossetta che spuntava poi.

 

Harry si ricompose, risiedendosi sul lettino e iniziò a guardarsi intorno.

Si fermò quando incontrò l’oceano degli occhi di Louis.

Verde nell’azzurro.

Azzurro nel verde.

Iniziò ad avvicinarsi sempre di più a Louis, fino a sentire il suo respiro corto sulla sua (finta) pelle.

“Harry..io n-non credo di…” provò a dire lo scienziato ma Harry lo bloccò, portando la sua grande mano sulla guancia arrossata dell’altro.

“Shh..” sussurrò “Questo non succederà mai, quindi goditi il momento”.

“P-perché mai, Harry? Io non capisco..” chiese Louis, confuso.

“Te l’avevo detto io di non parlare” sospirò il più grande “Il nostro tempo è finito. Addio, Lou”

Con quell’ultima frase, Harry scomparve nel nulla, lasciando un vuoto nel petto dello scienziato, che si svegliò per colpa di quella stramaledetta sveglia. Fanculo. 

SPAZIO MEEE :3
Alloraaa, mi dispiace aver fatto un po' di ritardo, quindi per farmi perdonare ho fatto un capitolo un poco più lungo ahahah.
Grazie per chi ha messo la storia tra le seguite/preferite, però mi farebbe piacere anche se lasciaste una piccola recensioncina T.T solo per capire se va bene o devo cambiare qualcosa o fa cagare :C.
Vi voglio bene, osservatrici OuO. 
Alla prossimaaa.
Baci -Yle

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Capitolo 4
*** PR3 ***


Capitolo 3

27 Gennaio

 

Irritato, prese la sveglia e la buttò sul muro, spegnendola definitivamente. Avrebbe dovuto comprarne un’altra, lo sapeva, ma dopo ciò che aveva sognato, non ne aveva così intenzione.

Sgusciò fuori dalle lenzuola con uno sbuffo e andò a mettersi i vestiti da lavoro, dopo aver finito di lavarsi i denti. Poi, come sempre, prese la sua solita valigetta e uscì da casa sua, chiudendo a chiave il cancello.

Prese le chiavi della sua Panda rossa fiammeggiante dalla tasca e si avviò al Science Studio con molta calma, urlando imprecazioni a tutti quelli che gli tagliavano la strada, ma lui era calmo, sì, calmissimo.

Così, con cinque minuti di anticipo come sempre, mise piede nell’Azienda dove lavorava e si ritrovò tutti gli occhi di colleghi e non, puntati addosso.

Preso dal panico, si passò una mano affusolata sul viso, cercando di capire cosa non andasse, ma non trovò niente di anomalo e con un sospiro fece ingresso nel suo adorato ufficio.

Poco dopo che Louis si sedette, sbucò Eleanor con un caffè macchiato in mano e il progetto di costruzione per Harry, nell’altra.

“Oggi è il gran giorno..” disse il robot con un finto sorriso stampato in faccia, cercando di essere entusiasta ma con scarsi successi.

“Eh già, è arrivato il momento di costruirlo, finalmente” rispose lo scienziato con il progetto srotolato sulla scrivania.

Eleanor uscì dall’ufficio del suo creatore senza dire niente, cosa che Louis trovò strana, visto che lo salutava sempre.. mha.

Non ci badò troppo e iniziò a sorseggiare il suo caffè macchiato, pensando al suo sogno.

“Sembrava troppo reale, diamine, cosa voleva dire tutto quello?” si disse, cercando una risposta che non arrivò mai. Si passò una mano tra i capelli scompigliati, pensante e frustrato.

Mentre pensava ad una possibile risposta, gli arrivò un messaggio da parte di Zayn sul cellulare.

 

Da Malik-

Amico, tra poco passo per il tuo ufficio e iniziamo a costruire il robot. A te come va? Tutto bene?.

 

Sorrise, quando lesse l’ultima parte del messaggio, commosso dalla premura del suo collega. Inviò una risposta per fargli sapere il suo stato d’animo.

 

A Malik-

Hey Zayn, tutto sommato abbastanza bene, non vedo l’ora di iniziare a costruire Haz :D . Fatti trovare nel mio ufficio con energia, oggi si iniziaa. xx

 

Da Malik-

Iniziamo già con i soprannomi Loulou? ;) Sarò lì in due minuti. x

 

Dopo questo breve scambio di messaggi, Louis iniziò a preparare il materiale per costruire Harry, euforico.

Mentre sistemava il tutto, entrò Zayn con altri aggeggi meccanici e un sorriso sornione sul volto.

“Pronto?” chiese al castano, sapendo già la risposta.

“Certo che sì” rispose lo scienziato, sorridendo.

“Bene, allora metti tutti gli attrezzi sul carrello, così ci spostiamo nel laboratorio di Progettazione” disse il moro.

Louis fece come detto e si avviarono verso il laboratorio “PR3” con tutto l’occorrente.

Appena entrati si misero subito all’opera.

Tra “Passami quello!” e “Cosa stai facendo? Quello non va lì” e ancora “Perché ha la bocca al posto del naso?” passarono un paio d’ore.

Stanchi, si presero una pausa, mangiando delle ciambelle che Zayn aveva fatto portare da Eleanor.

Ammirarono insieme il loro -mezzo- lavoro, che consisteva in un Harry con viso, braccia, collo e petto.

“Non riesco a capire se mi piaccia o no” disse improvvisamente lo scienziato, cercando di osservare il robot da diverse angolazioni.

“Bhe, amico, lo capirai quando avremo finito” rispose Zayn, osservando a sua volta il mezzo busto meccanico.

Louis si mise in piedi, spolverandosi il camice bianco, leggermente coperto da zucchero per colpa delle ciambelle. Poi chiese “Che ne dici se ci rimettiamo a lavoro?”, abbassando lo sguardo per incontrare il viso del suo collega.

Il moro si alzò e si mise vicino allo scienziato, poi rispose “Io dico di sì, Louis. Harry sarà bellissimo”.

SPAZIO MEEE :3
Alloraa, innanzitutto mi scuso per il ritardo, tra scuola e mare è stato un po' difficile scrivere T.T
Comunque passiamo al capitolo :D 
Louis sta cominciando a costruire Harry yee, questo vuol dire che l'introduzione della storia sta quasi per finire u.u Tra poco arriveranno i VERI capitoli, contenti? Io sì, tantissimo ahaha.
Spero che il capitolo vi piaccia e scusate per eventuali errori.
Fatemi sapere se vi è piaciuto :-*
Bacii -Yle

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Capitolo 5
*** Harry è finito ***


Capitolo 4

27 Gennaio

 

“Che ne dici se ci rimettiamo a lavoro?”, abbassando lo sguardo per incontrare il viso del suo collega.

Il moro si alzò e si mise vicino allo scienziato, poi rispose “Io dico di sì, Louis. Harry sarà bellissimo”.

 

E così fu.

Louis e Zayn finirono quel capolavoro di robot cinque ore dopo, sistemando ogni riccio color cioccolato, ogni ciglia nera, ogni tatuaggio, ed erano moltissimi.

Non erano tutti collegati con quelli dello scienziato, per niente, no.

La parte più difficile da mettere fu la fossetta, ma ce la fecero.

Louis girava intorno ad Harry come un avvoltoio, scrutando da capo a piedi la sua 

“preda”, lentamente, studiando ogni suo dettaglio. Accarezzò ogni singolo boccolo scuro che ricadeva sulle sue spalle larghe, passò le dita su tutti i tatuaggi e uno ad uno pensava a quanto fossero perfetti sulla sua pelle lattea. 

Zayn si avvicinò al castano sussurrando per non distruggere l’atmosfera “L’avevo detto io che sarebbe stato bellissimo, Lou”.

L’altro annuì, a corto di parole, troppo preso da quello spettacolo.

Poi, alcuni minuti di contemplazione dopo, gli ritornò la voce e “I-io credo che… è meglio andare a casa, si è fatto tardi, Zaynie” disse.

Il moro si avvicinò alla porta con passo lento, abbassò la maniglia e uscì, con Louis alle calcagna.

“Bene, io..mh, vado. Buonanotte Loulou” disse Zayn, scompigliando i capelli del più piccolo, poi se ne andò, non aspettando una risposta da quest’ultimo. 

Louis, invece, si recò nel suo ufficio, prese la sua valigetta, e uscì dal Science Studio, azionando il sistema d’allarme in caso di ladri. 

Arrivò a casa alle 23:38 e si buttò sul letto come un sacco di patate, sfinito, addormentandosi un attimo dopo, cullato dalle braccia di Morfeo.

 

28 Gennaio

 

Questa volta Louis non si svegliò per colpa della sveglia, ma dallo squillo del cellulare.

Così, con gli occhi ancora chiusi, cercò alla cieca il cellulare, colpendo il comodino. Smadonnando (perché sì, ci vuole), si alzò e lo prese con uno sbuffo.

 

“Pronto?” chiese un Louis ancora assonnato 

 

“Buongiorno Loulou, ti ho svegliato?” Zayn dall’altra parte della cornetta si preoccupò.

 

“No, no,tranquillo… stavo.. mh, sistemando delle carte. Tu come stai?” cercò di sviare lo scienziato.

 

“Bene, ma dopo aver finito Harry, mi sentirò ancora meglio” disse il moro emozionato.

 

“Eh già, adesso arrivo, ci vediamo lì. Ciao Zaynie” e chiuse la chiamata.

 

Si preparò in fretta e furia e si precipitò al Science Studio, dal suo collega moro, per precisare.

Bussò alla porta del suo ufficio, tre volte, per farsi riconoscere, infatti “Avanti Louis” disse Zayn dall’altra parte della porta.

Lo scienziato spalancò la porta  e “Mettiamoci al lavoro” urlò.

“Così ti voglio Lou, su andiamo al laboratorio per finire il tuo amato Harry” disse il moro con un ghigno.

Insieme si avviarono verso il “PR3” a passo svelto. Arrivati, spinsero la porta per farla aprire e Harry era lì, dominava la stanza bellissimo come sempre.

Louis si avvicinò, squadrandolo da capo a piedi, completamente ammaliato, poi, con un filo di voce chiese “Quando pensi di attivarlo?” al suo collega.

“Molto probabilmente l’uno del prossimo mese” rispose Zayn con un cipiglio sul volto, pensante.

 

Lo scienziato annuì, non seppe che altro aggiungere, quindi, cautamente, si avvicinò al suo robot, non sentendo una porta chiudersi, talmente troppo concentrato a capire quali emozioni e sentimenti affibbiargli quando sarà il momento.

 

Di sicuro metterà la dolcezza di un cioccolatino Lindor, la sua marca di cioccolato preferita; metterà

la timidezza di una bambina quando fa amicizia per la prima volta; gli metterà sicuramente l’amore di una mamma e quello di un fidanzato; la forza di un Wrestler, ma non troppo aggressivo; la decisione di uno che sa quello che vuole, quando lo vuole e come lo vuole.

 

Gli metterà la bontà e la umiltà, da bravo ragazzo-robot qual è. 

Lo scienziato accarezzò le spalle del manichino senza vita (per ora) di fronte a lui, tastando quella pelle così pura e delicata. 

Si allontanò d’un tratto e il suo cervello iniziò a lavorare.

I suoi robot avevano tutti la solita voce pacata, quella del traduttore in pratica, ma il lampo di genio che gli passò per la testa… decise di dare una voce diversa e unica per il suo timbro, al robot più importante.

“Tu- e indicò Harry, poi, sussurrando continuò, come se fosse un segreto - avrai una voce melodiosa, che ti renderà sensuale e unico in ogni cosa tu faccia, roca e bassa. Fatta per intonare le note più basse e ammaliare chi la ascolta. Già il tuo bel faccino farà la maggior parte del lavoro ma- e a quel punto si fermò a guardarlo, perdendosi in quegli occhi, privi di bagliore, ma ugualmente bellissimi - la tua voce e i tuoi occhi e tutto il resto di te…Tu farai impazzire tutti, Harry”

 

Io già sono pazzo di te, nonostante tu sia ancora inattivo. 

Mi ucciderai quando inizierai a vivere… e io non vedo l’ora.


SPAZIO MEEEE :33
SCUSATEMI TROPPO, lo so, non ho aggiornato per troppo tempo e mi dispiace tantissimo, la mia pigrizia mi sta uccidendo T_T ho allungato il capitolo per scusarmi... 
Vi do il permesso di uccidermi.
Coomunque finalmente il nostro Harry è finito (fisicamente) e ci sarà da divertirsi quando gli metteranno le emozioni ewe vi lascio con la curiosità (spero di avervela messa D:) 
Vi amo iufbnefoeoi chi ha messo la storia tra le preferite e chi tra le seguite. VI ADORO. grazie grazie grazie grazie <3.
Una piccola cosuccia, anche se so che quasi nessuno legge questi piccoli spazi dedicati a mua ma io provo lo stesso :') potreste lasciare una recensione? anche minacce di morte mi vanno bene, me le merito, ma per favore, ve lo chiedo con il cuore in fibra di Harry in mano.  Anche con  2 parole mi accontento :C
Detto questo, continuo ad amarvi incondizionatamente :3
Baci xxxxxx -Yle

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Capitolo 6
*** Lavori in corso ***


Capitolo 5

 

28 Gennaio

 

Dopo aver “salutato” Harry, uscì dal laboratorio “PR3” con un sospiro.

Si incamminò verso la macchinetta del caffè con Eleanor, che molto probabilmente voleva ricordargli qualcosa, dietro. 

Fermatosi davanti la fila, si passò una mano affusolata tra i capelli precedentemente scompigliati e chiese al suo robot “Cosa c’è Eleanor?” con una punta di fastidio.

Non dovrebbe averla, visto che l’ha creata lui, ma non può proprio trattenersi dal rivolgersi a lei in quel modo. Poi ultimamente era troppo stanco per degli stupidi promemoria di cose inutili.

E infatti.. “Le ricordo che alle 15 di domattina deve immettere nel suo robot n°4, le emozioni” disse il promemoria con la voce calma e pacata di sempre, come se niente di quello, le importasse minimamente.

“Lo so, Eleanor, ma grazie comunque, ora puoi andare” e si voltò verso la macchinetta, dato che era arrivato il suo turno, senza degnare di uno sguardo al suo robot, che se ne andò.

Come sempre, prese il caffè macchiato e si allontanò verso il suo ufficio.

 

Stava per arrivare, quando ad un certo punto si scontrò con Zayn e l’impatto violento gli fece finire tutto il caffè sul camice bianco. Iniziò a contare fino a dieci per contenere la rabbia.

“Io credo di doverti un caffè…- Louis intanto era già arrivato a 7 - e una lavata al camice” finì il moro, leggermente preoccupato per la risposta del suo collega.

“Adesso, entra dentro il mio ufficio - Zayn aprì la bocca come per dire qualcosa - e stai ZITTO” istruì il più basso, prendendosi uno sguardo di scuse dal moro, che entrò.

Chiusero la porta dietro di loro e lo scienziato guardò l’ora, le 16:57.

“Siediti Malik e dimmi, dove finiremo Harry?” chiese, appoggiandosi alla scrivania, mentre il più piccolo si sedeva sulla sedia di legno.

“Bhe, Louis, il laboratorio “PR3” domani è occupato per cose più importanti - a quel punto lo scienziato alzò gli occhi al cielo - quindi lo finiremo qui e faremo delle prove per la voce” disse Zayn, guardandolo serio, poi continuò “Ho sentito che vuoi cambiare voce, bassa e roca, eh?” con una punta di malizia.

“Io c-credo che gli starà bene e poi dobbiamo cambiare ogni tanto, non credi?” provò Louis, cercando di non arrossire.

“Ho fatto una lista delle emozioni che dobbiamo mettergli- continuò, e gliela porse. Zayn la prese e iniziò a leggerla - gli staranno d’incanto”.

Intanto che il collega leggeva, lui si sedette sulla sua amata poltrona, prese il cellulare e notò che aveva una notifica su Facebook.

 

Eleanor robot 1 Calder ti ha chiesto l’amicizia 

 

Lo scienziato strabuzzò gli occhi con stupore… da quando i robot stanno sui social??

Prima di rispondere con “Rifiuta”, andò sul suo profilo e si mise a guardare le foto. Erano tutte recenti, lei ai convegni, a delle sfilate… ce n’era persino una con lui, risalente a quando aveva finito di crearla. Ancora scioccato, cambiò idea, e premette sul tasto “Accetta” per poi mettere in stand-by il cellulare e riporlo sulla scrivania.

Zayn parlò “Credo vada bene - e guardò Louis - ora ti lascio, il mio turno è finito” e si avvicinò al suo collega per lasciargli un bacio sulla guancia, non prima di essersi scambiati un “Ci sentiamo domani per il conto in lavanderia” disse il castano ironico, infatti il moro ridacchiò “Certo, ti porterò anche il caffè, papà” e se ne andò, lasciando il più grande in una crisi isterica.

 

*due ore dopo*

 

L’orologio Rolex di Louis trillò per comunicargli che il suo giorno di lavoro era finito.

Soddisfatto per aver messo tutte le carte a posto, si congratulò con se stesso, poi prese la sua valigetta con cellulare e portafogli, spense le luci del suo ufficio e lo chiuse a chiave.

Ritornato a casa, si sdraiò sul divano, iniziando a fare zapping tra i canali per cercare qualcosa di interessante. 

Sintonizzò su Harry Potter e i Doni della morte parte 1, e prese a mangiare delle patatine. Un’ora dopo si addormentò, rilassato, sognando un certo Harry.. che Potter non era.

 

29 Gennaio

 

La mattina seguente, Louis, si svegliò con il mal di schiena, visto che la sera prima si era addormentato sul divano.

Si alzò tutto irrigidito e sbadigliando andò in bagno per farsi una doccia. Uscì solo venti minuti dopo, pulito e profumato, poi si prese un’antidolorifico per la schiena; si vestì ed uscì per andare al Science Studio con la sua solita valigetta.

 

Attraversò l’ingresso con cinque minuti di anticipo, come sempre e subito gli si affiancò Zayn con delle buste trasparenti in mano “Buongiorno. Pronto per la giornata di oggi?” chiese il moro, sorridendogli.

“Sarà migliore solo quando mi ridarai il caffè che ieri mi hai fatto rovesciare addosso” rispose lo scienziato ricambiando il sorriso.

“Provvedo subito” esclamò Zayn, avviandosi verso le macchinette.

Intanto il castano entrò nel suo ufficio, elettrizzato per quello che avverrà oggi.

 

Non ti elettrizzare così tanto, è solo un robot” disse la sua stupida vocina interiore.

 

“Il mio robot” rispose contro quest’ultima.

 

 

“Allora, pronto per la penultima fase?” disse il moro guardandolo con una scintilla negli occhi, adrenalina.

Louis guardò il robot dagli occhi verdi per un attimo, pensando a come saranno da accesi “Pronto, tu?” ricambiò lo sguardo adrenalinico.

“Sono nato pronto- rispose Zayn sorridendo - mettiamoci al lavoro”.

Insieme presero i microchip che stavano dentro la busta trasparente del più piccolo e leggendo i vari nomi, presero quelli che servivano: 

 

Dolcezza   Goffaggine  Educazione

Forza   Solidarietà   Amorevole

Timidezza   Responsabilità   Infantilismo 

Lealtà   Passione   Sensibilità

Determinazione   Romanticismo   Senso dell’humour 

Malizia   Confusionale  Semplicità

Buon senso   Gentilezza   

 

 

Dopo discussioni e discussioni con il moro tra i quali “ Tu ce lo vedi egoista?” “Ma essere timidi è positivo o negativo?” “ Se metto stronzo, dici che mi odierà?” “Non mettere quello, non gli sta bene” “Ma la goffaggine la mettiamo in stile cucciolo di cervo o cartone animato che scivola sulla buccia di banana?” e molti caffè macchiati, riuscirono a formare un bellissimo carattere per un bellissimo ragazzo.

Grazie ad una applicazione (ah la tecnologia..) le misero tutte su un’unica schedina, che andò poi nella fessura posta nel cuore in fibra.

“Ah ce l’abbiamo fatta, amico” disse Zayn, stanco ma soddisfatto del proprio lavoro.

“Direi proprio di si” rispose Louis con un sorriso sornione in viso.

 

Presto sarai vivo, Harry. 

SPAZIO MEEE :33
Sono ritornata con un nuovo capitolo, più lungo ewe
Lo dedico a Ninicatcake perchè è l'unica che mi caga lol, ti voglio bene tesoro <3 e grazie :3
Non preoccupatevi, voglio bene anche a voi Osservatrici OuO.
Ringrazio tutti quelli che seguono questa cagata ^-^ e ci vediamo al prossimo capitolo.
Baacii xxx

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Capitolo 7
*** Surprise! ***


Capitolo 6

 

30 Gennaio

 

La sera prima andò a dormire a mezzanotte, per colpa di sua madre che lo chiamò “E’ da tempo che non mi chiami, quindi l’ho fatto io. Allora.. come va piccolo Einstein?” e lo intrattenne con un miliardo di domande.

“Neanche i robot sono così attivi” pensò adirato Louis, che cominciò con la storia della sua vita al Science Studio.

Lo scienziato fu molto contento di sentire sua madre Johanna dopo tanto tempo, ma il suo sonno già non era un granché.. si metteva pure lei..

 

Comunque era sabato e questo voleva dire RIPOSO. Taaaaaaanto riposo e lui era felicissimo di staccare un po’ la spina dal lavoro; certo, non vedeva l’ora di attivare Harry, ma lui era un’essere umano, aveva bisogno di relax.

Così, si mise sul divano con il suo bel PC della Apple e andò su Facebook, sperando di trovare qualche bella novità. Aggiornò più volte la pagina, ma non trovò niente di interessante. 

Con uno sbuffo chiuse il PC e annoiato, si addormentò, di nuovo, sul divano.

Si svegliò due ore dopo, fresco e riposato, si alzò sbadigliando e guardò l’orario 16:28.

Visto che non aveva niente da fare, andò in cucina e aprì il frigo che conteneva… il nulla, se non per dell’insalata e delle uova, una bottiglia in vetro con dell’acqua e un paio di birre. Doveva  fare assolutamente la spesa. 

 

“Mi pagano per niente? Tomlinson, svegliati cristo” pensò, dandosi del deficiente.

Ritornò in salotto e prese il portafoglio e il cellulare che un paio di ore prima aveva riposto sul comodino, accanto al divano, poi spense le luci e uscì di casa.

La strada per andare al Niall’s Market fu breve, distava solo dieci minuti in macchina, entrò con il carrello e ci ficcò dentro un po’ di tutto.

 

“Sei serio?- disse la sua vocina interiore, seccata- l’80% sono tutte schifezze… un po’ di contegno, sei uno scienziato, non un camionista. Ci manca solo che inizi a fare rutti a bocca aperta.. sai che spettacolo?” concluse quella cosa, e Louis la ignorò, dirigendosi alle casse con il carrello pieno.

Aspettò per ben un quarto d’ora che la fila finisse, per arrivare a lui. 

Mentre la cassiera passava tutto ciò che aveva messo lo scienziato sul trasportatore, sul banner, chiese “Vuole una busta?” 

 

“Ma no, pf, metto tutto in tasca” pensò Louis infastidito.

Ma “Anche più di una, grazie” rispose invece, cercando la calma interiore.

Pigramente, mise tutte le cibarie dentro alle buste e pagò, salutò formalmente la cassiera e uscì dal supermercato dirigendosi dalla sua amata Panda rossa. Mise tutte le buste nel bagagliaio e partì per andare a casa, con le canzoni dei The Rolling Stones a volume altissimo.

Continuando a canticchiare Satisfaction, chiuse l’auto e aprì la porta di casa, rinchiudendola un’attimo dopo con il piede, poi portò le buste in cucina e sistemò tutto.

Finì mezz’ora dopo, e affamato, pensò a cosa mettere sotto ai denti, poi optò per un hamburger e una birra davanti al televisore.

Quella sera trasmettevano Britain’s Got Talent e a lui piaceva da morire quel programma, non tanto perché scoprivano talenti, ma perché derideva quelli che avevano un talento che..non era talento. Si divertiva a prenderli in giro e come ciliegina sulla torta, la giuria e le loro frecciatine, lo facevano piegare in due dalle risate.

Passò, così, un bel sabato sera. 

Preferiva stare a casa e godersi la tranquillità che andare in pub con amici, non se la sentiva dopo la settimana impegnativa che aveva passato, era esausto e voleva solo riposarsi.

Certo, lui era l’animo della festa, ma anche lui aveva dei limiti, e poi, l’ultima volta che bevve, vomitò sulla camicia del barista che da poco aveva finito il turno.

Lo scienziato, ricordandosi di quell’avvenimento, sorrise inconsciamente e premette il cuscino sulla faccia per non iniziare a ridere del ricordo della faccia stupita e disgustata che aveva in faccia quel povero ragazzo.

Calmatosi, prese la lattina di birra vuota e la buttò nel cestino, poi il piatto, che mise in lavastoviglie.

Erano le 22:18 e decise di andare a dormire, stanco.

“Bed time for me” cantilenò Louis, felice di riprendere tutte le ore di sonno che aveva perduto.

Arrivato in camera da letto, che comprendeva un letto da una piazza e mezza al centro della stanza, rigorosamente bianca, un comodino pieno zeppo di vestiti alla destra e una libreria con libri di ogni genere a sinistra, un armadio era appoggiato al muro e una scrivania in legno, piena di riviste, matite e altri oggetti vari, alla sua sinistra, si spogliò fino a rimanere in boxer e si mise sotto le coperte, dopo aver spento la luce. Si addormentò poco dopo, cullato dalle braccia di Morfeo.

 

31 Gennaio

 

Si svegliò per colpa del campanello che continuava a fare “Drin drin”.

“Ma chi cazzo è alle -si spostò quel tanto da vedere l’orario segnato dalla sveglia- 10 di mattina, di domenica?!” urlò assonnato Louis.

Dato che il campanellio non osava cenno di cedimento, prese tutta la forza che un umano poteva avere alle 10 di mattina, e andò ad aprire, pronto per fare una scenata a chiunque fosse dietro quella porta.

“Finalmente ti sei deciso ad aprire sta porta, l’avrei sfondata se non l’avessi aperta” disse Liam, il suo migliore amico da sette anni, partito un anno prima per l’Italia per “scoprire posti nuovi”.

Lo scienziato, risvegliatosi dalla sua trance, abbracciò l’amico così forte che se fosse passato qualcuno e li avesse visti così avvinghiati, avrebbe pensato che fossero fidanzati, ma poco importava.

Liam ricambiò subito la stretta ferrea del suo migliore amico, poi si staccò e chiuse la porta.

Aprì bocca come per dire qualcosa, ma Louis gli diede uno schiaffo sulla nuca “Sei uno stronzo, sono stato per un anno senza tue notizie e adesso ti presenti così in casa mia?… Senza neanche un souvenir?!. Puoi anche non ritenerti più il mio migliore amico, Payne” e disse, scherzosamente.

“Bhe, boobear - appena Liam pronunciò quel nomignolo, affibiatogli da sua madre quando era più piccolo, roteò gli occhi - non ho un souvenir, ma ho una cosa che ti piacerà sicuramente” rispose il ragazzo con gli occhi nocciola.

Si precipitò a prendere il suo zaino e da dentro uscì una busta gigante. “Aprila” disse.

Louis fece come chiesto e appena vide cosa conteneva, quasi non scoppiò in un pianto di gioia, riabbracciò il suo amico “Un telescopio astronomico. Io ti adoro, ti adoro, ti adoro. Puoi anche ritenerti il mio super mega migliore amico”  disse, facendo ridere l’altro.

“Sapevo che ti sarebbe piaciuto, mi avevi detto che non ne trovavi uno di buona qualità e quindi.. ecco qui” rispose Liam, sorridendo intenerito alla vista dello scienziato che studiava, con una scintilla negli occhi, in adorazione, quella scatola blu scuro.

 

-Nel pomeriggio-

 

“Mi sei mancato troppo Lou, non vedevo l’ora di rivederti, solo che ora devo andare. La mia fidanzata Sophia mi aspetta a casa con una marea di scatole” e, salutando l’amico con un bacio sulla guancia, uscì da casa sua.

Louis, non appena Liam se ne andò, prese a montare il telescopio con molta fatica, nonostante il foglietto delle istruzioni.

Tra una sosta e l’altra, finì il capolavoro solo un’ora dopo e, soddisfatto del risultato, si diede una pacca sulla spalla da solo.

Buttò via la scatola e mise quel meraviglioso aggeggio nella sua stanza, sperando di poterlo usare in una bellissima notte stellata, così da poter soddisfare tutte le sue curiosità riguardo ad astri, l’oroscopo e i pianeti.

“Non avresti potuto farmi regalo migliore” pensò il castano, sorridendo ebete.

Uscì dalla camera, in pace con se stesso, e andò in cucina per sgranocchiare qualcosa. Prese delle patatine classiche e si stese sul divano, in salotto, ingurgitandone quanto più poteva.

“Dopo una giornata come questa, il camionista che c’è in te, si è risvegliato” disse la sua irritante vocina interiore.

E come riposta, Louis ruttò, cercando di farla stare zitta ma “Ecco, visto? Ah, che esasperazione, fatemi cambiare umano” ella rispose.

Lo scienziato pensò di essere pazzo, ma rise per colpa dell’assurdità della situazione. 

E rise, rise perché si sentiva felice e spensierato, sensazioni che non sentiva da troppo.

Pensando “Domani sarà un fantastico giorno” si addormentò con il televisore acceso, sintonizzato su MTV Music, e un sorriso sulle labbra.

SPAZIO MEE :33
Sono ritornata con un nuovo capitolo ewe è di passaggio eheh. 
Nel prossimo ci saranno taaaanti feels. Vi voglio uccidere OuO.
Okay, a parte queeesto.
Sono felice di aver aggiornato in tempo **
Vi adoro sempre e comunque ciau xx

 

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Capitolo 8
*** Bellissimo ***


Capitolo 7

 

1 Febbraio

 

Lo squillo del cellulare lo fece risvegliare dal suo sonno, mezzo intontito, si stiracchiò fino a prendere quell’arnese e rispose con voce più bassa del solito “Pronto?” 

“Svegliati, dormiglione è tardi. Ti aspetto all’ufficio tra 10 minuti” chiuse la chiamata Zayn.

 

Ma che ore sono?  pensò, poi vide l’ora sul cellulare. 8:50. Merda.

 

Si preparò in fretta, lavandosi i denti e la faccia; mise la sua amata maglia con scritto “Love will tear us apart”, degli skinny jeans neri, con degli strappi sulle ginocchia e le sue Vans nere strausate.

La colazione l’avrebbe fatta al Science Studio.

Salì sulla sua Panda e corse, sfrecciò arrivando a 130km/h, velocità che un’auto come quella non avrebbe MAI più rivisto.

Arrivò allo Studio in ritardo di due minuti, ma, ringraziando Dio e tutti i suoi discepoli, il suo capo non c’era, per colpa di una malattia.

Zayn lo affiancò appena superata la soglia, e, da bravo amico qual era, gli porse il caffè macchiato che aveva precedentemente preso dalle macchinette, sapendo che sarebbe stata una lunga giornata.

Louis lo ringraziò con gli occhi, prese il caffè e iniziò a sorseggiarlo mentre entrambi si dirigevano nell’ufficio di quest’ultimo. Aprì la porta e, appena entrato, accese la luce che rivelò il robot coperto da un velo sporco, posto alla sinistra della scrivania.

“Sgomberiamo tutto, mettiamolo ai lati” disse Zayn deciso.

Lo scienziato acconsentì con un movimento della testa e iniziarono a spostare mobili, divani e sedie, facendoli attaccare al muro.

 

Quando finirono, presero il robot e lo misero al centro della stanza, attenti a non farlo cadere.

Louis, essendo preso dal momento, tirò via il velo, che cadde a terra, ai suoi piedi. Fece scorrere i suoi occhi prima sulle gambe lunghe e sottili, e sospirò, preparandosi mentalmente, salì ancora con lo sguardo, facendolo posare sulle braccia muscolose, altro sospiro, questa volta più pesante e trattenne il fiato, quando i suoi occhi andarono sul suo viso “dormiente”.

“Amico, stai bene? Ti sei incantato” ruppe il silenzio, il moro.

“Si. Si, sto bene. Allora - facendosi coraggio, spostò lo sguardo dal robot - cosa si fa, adesso?” domandò, guardandolo.

“Bhe, Lou, ora dovremmo accenderlo. Va bene? Non è che svieni, vero?” lo derise l’amico, riferendosi all’atmosfera creatasi tra lo scienziato e il robot, un attimo prima.

“Coglione, andiamo avanti.” cercò di nascondere il rossore delle sue guance.

Zayn, ridendo, si avvicinò ad Harry, sotto lo sguardo impaziente di Louis, aprì la schiena del robot, e premette un pulsante rosso, richiudendo dopo, quella porzione di pelle.

 

Dopo secondi interminabili, passati a mangiare le unghia, per colpa del nervosismo, si sentirono degli ingranaggi muoversi e Louis perse un battito.

Iniziarono a muoversi le mani, a scatti delicati, facendo scricchiolare le dita, anche le gambe fecero la stessa cosa, i piedi, il collo e la testa, facendo smuovere tutti quei ricci.

Poi, colpo di scena, tutto quel muoversi maniacale cessò.

Lo scienziato guardò preoccupato la sua creazione, cercando di capire cosa non andasse.

 

E se si fosse bloccato qualcosa?

E se avessimo sbagliato a mettere qualche ingranaggio?

Dovrei rifare tutto, no no no.

 

Un turbinio di pensieri gli sconvolsero la testa, mandandolo in panico.

Poggiò entrambe le mani a terra, e lentamente di sedette sulla moquette, cercando di prendere aria con lunghi respiri.

Zayn, preoccupato, si avvicinò, provando a calmarlo, ma invano. 

 

Accadde.

 

Louis, ancora in preda dell’attacco di panico, non si accorse che davanti a lui, una mano gigante, stava cercando di aiutarlo.

Alzò lo sguardo e quasi svenne.

Harry lo guardava, con quei suoi grandi occhi verdi, e un sorriso mozzafiato con tanto di fossetta.

“Stai bene?” parlò, con quella voce roca, che quasi lo fece venire nei suoi pantaloni.

Stette in silenzio, ammirando quella meraviglia, poi i suoi pensieri incontrollati, uscirono fuori.

Sei bellissimo” sussurrò, ma abbastanza forte da far capire Harry cosa avesse detto.

“Ti sei ripreso, vedo” sorrise il robot.

Prese la sua mano e lo fece alzare, sotto lo sguardo sconvolto di Zayn.

“Allora..mh, io sono Harry, ma questo già lo sapete - passò una mano tra i suoi boccoli, poi si rivolse al suo creatore -  Louis, sono lieto di essere al tuo servizio e grazie per avermi costruito” disse il robot, gentilmente.

Lo scienziato continuò a guardarlo con sguardo assorto e, prima che potesse parlare, Zayn li avvisò del fatto che sarebbe andato a prendere qualcosa da mangiare, e se ne andò, lasciandoli soli.

 

“Dimmi, Harry - parlò Louis, guardandolo negli occhi - sai per cosa sei stato costruito?” domandò, allontanandosi di poco.

“No, signore.” rispose il robot, facendosi serio.

“Ti ho dato la vita, perché mi serviva qualcuno che mi sarebbe stato accanto sempre, la mia spalla, il mio braccio destro. Sei qui per puro scopo personale. Lo so che è egoista da parte mia, ma non mi pento di niente.” disse il castano con tono autoritario.

Harry ci pensò su e esclamò affettuosamente “Come un migliore amico!”.

“Esatto” sorrise lo scienziato.

 

 

Si diffuse presto la notizia del nuovo robot, per il Science Studio, e i suoi colleghi, andarono a congratularsi con lui, presentandosi ad Harry.

Quella sera il riccio si fece tanti amici.

Parlava con tutti, mettendoli a suo agio e sorrideva coinvolgendo la sua adorabile fossetta.

Louis era fiero di se, per aver creato quell’uomo stupendo, e si congratulò con se stesso, internamente, sorridendo sornione.

 

Il turno di lavoro finì presto e per lui era ora di tornare a casa, quando si ricordò di una cosa.

“Harry?” disse.

“Si, Louis?” chiese il robot, sbucando da uno sgabuzzino.

“Dato che non hai dove dormire..mh. V-vorresti, cioè, se a te va bene, venire da me?” e si diede dello stupido per aver balbettato.

“Certo, si. Grazie Lou” rispose e si avvicinò al suo creatore per lasciargli un bacio sulla guancia, facendo diventare quest’ultimo di color porpora.

“O-okay. Andiamo” e si diresse verso l’uscita con Harry alle calcagna.

Chiuse il suo ufficio, salutò i colleghi e i robot, e uscì, raggiungendo la sua Panda nel parcheggio.

 

Arrivarono a casa a mezzanotte, Louis posò la sua valigetta sul divano e andò in camera, spogliandosi per poi mettersi il pantalone della tuta.

Ritornò in cucina e vide un Harry spaesato, così gli domandò “Vuoi qualcosa da mangiare?”

“Ho un certo languorino, cos’hai nel frigo? - rispose il robot, aprendo il frigo - Uuh, questo andrà bene” e prese una fetta di pizza di due giorni prima, mangiandola.

“Bene, mh, io vado a letto, quando hai finito.. raggiungimi” e se ne andò in camera, mettendosi sotto le coperte. 

Pochi minuti dopo sentì l’interruttore della cucina che scattava e Harry comparse sull’uscio della porta. In boxer.

“Io, mh.. Lou, posso dormire così?” chiese, in imbarazzo.

Louis, senza neanche guardarlo, troppo assonnato per farlo, rispose semplicemente di si, e gli fece spazio.

Harry si affiancò al suo creatore, poi, abbracciandolo da dietro, sussurrò dolcemente “Buonanotte” e lo scienziato si addormentò così, con la schiena sul petto del suo robot, in pace con il mondo.

SPAZIO MEEE :33
Okay. mi scuso per il ritardo, ma non avevo voglia di scrivere D: 
Sono ritornata con il capitolo più sdflkcnioeiwe della storia, fino ad ora ehehe.
Finalmente è vivoooo yeey, scleriamo all together u.u
Vi amo sempre :3 e cagate il capitolo.
Ciau tesore xxxxxxxx

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Capitolo 9
*** Il buongiorno si vede dal mattino ***


Capitolo 8

 

2 Febbraio

 

Louis si svegliò per colpa di un rumore forte, come se fosse caduto un piatto e si fosse rotto. Mezzo intontito, allungò la mano per vedere l’ora.

 

7:02

 

Sbadigliando, si alzò dal letto per andare a vedere cosa fosse successo. Camminando verso la cucina, la sensazione che si fosse dimenticato qualcosa, era sempre più alta, ma non ricordava.

“C’è qualcuno?” chiese, appena varcata la soglia della porta. 

 

Sì, perché, ovviamente, se fosse un ladro ti risponderebbe con “Scusami per il disturbo, ma avevo fame. Appena finisco ti rubo qualcosa, aspetta un paio di minuti, okay?” 

 

Si avvicinò al bancone e vide una figura rannicchiata a terra intenta a raccogliere i cocci di ceramica del piatto.

 

Ah, Harry.

 

“Harry-chiese lo scienziato-che fai?”

“Mi pare abbastanza ovvio ciò che sto facendo, per essere uno scienziato non sei molto sveglio” rispose il riccio, sorridendogli strafottente.

Il castano, sospirando, si accovacciò di fianco al ragazzo e lo aiutò a raccogliere gli ultimi cocci, attento a non farsi male.

Appena finirono, Harry buttò nell’immondizia il tutto e ritornò alla postazione iniziale. I fornelli.

Solo in quel momento Louis vide il robot con un grembiule a coprirgli l’intero corpo, fasciato soltanto dall’intimo.

“Mi spieghi che stai facendo alle sette di mattina?” chiese lo scienziato, guardandolo maneggiare con la padella.

“Preparo la colazione per ringraziarti della tua ospitalità” rispose il riccio, sorridendo imbarazzato.

“Non dovevi, Harry” gli sorrise Louis.

“Bhe, volevo, e non commentare, anche tu l’avresti fatto per me” disse il robot, mettendo i pancakes nei piatti, facendo attenzione a non farli cadere, di nuovo.

“Non so cucinare, ma sì, in qualche modo ti avrei ringraziato” rispose il castano, sedendosi a tavola.

Harry lo raggiunse subito dopo, portando con se una piccola scodella con delle fragole; le mise sopra i pancakes e ne mangiò un paio direttamente, sporcandosi con il succo, e così facendo, fece ridere Louis.

 

“Pronto per il lavoro?” gli chiese il riccio, mettendosi una felpa dei Nirvana.

“Come sempre” rispose il castano, sbuffando.

Raggiunsero l’auto di Louis e, parlando del più e del meno, arrivarono al Science Studio con un paio di minuti d’anticipo.

 

“Harry, puoi andarmi a prendere un caffè macchiato perfavore?” chiese lo scienziato, guardando il progetto davanti a se, con una mano immersa nei capelli scompigliati.

“In realtà, quello sarebbe il mio lavoro, Padrone” disse Eleanor, entrando in ufficio, lanciando al riccio un’occhiataccia. 

“Oh si si, scusa El. Ma accompagna anche Harry, così quando non ci sarai tu, farà lui” rispose Louis, guardandola con finta gentilezza.

“Ma, Padrone, io non posso ammalarmi, e poi lavoro solo per lei” cercò di spiegare la ragazza, guardando a terra.

“El, fa quel che ti dico. Grazie” e con un movimento della mano, li mandò via, alquanto stufo di quella situazione.

 

Il robot ripeté i movimenti di Eleanor, che continuava a sbuffare dicendogli di muoversi, e riuscì a far uscire dalla macchinetta il tanto adorato caffè macchiato di Louis.

Si congratulò con se stesso e, insieme alla ragazza, lo portò nell’ufficio dello scienziato, facendo attenzione a non distrarlo.

Poi, lanciandogli un’occhiata, lasciò la sua stanza in completo silenzio. Cosa che non si poté dire di Eleanor, che iniziò a fargli domande a raffica. Dal “In che cosa sta lavorando oggi, Padrone?” al “Come sta il gatto della vicina Molly?”, a cui Louis rispose con un velo di irritazione, per poi congedarli bruscamente.

 

Il lavoro gli faceva male. Lo rendeva troppo burbero e si rendeva antipatico a tutti, ma non ci poteva fare niente. Non sapeva come calmarsi, e i continui caffè che si faceva portare non erano per niente d’aiuto, ma erano come una droga per lui. 

Sbuffando, mise sul tavolo il progetto, spostando le varie penne e matite, poi guardò l’ora. Erano le sei, tra un paio d’ore avrebbe staccato, finalmente.

 

 

Ritornarono a casa, stanchi.

Harry non aveva fatto altro che portargli caffè, seguito da Eleanor, e la noia lo stancava.

Louis aveva apportato delle modifiche al progetto di duplicazione umana, tante modifiche, forse troppe.

Si buttarono sul letto come dei sacchi di patate, escludendo l’opzione di uccidersi con vari arti, e si guardarono per minuti interi.

 

Si addormentarono così, cullati dai respiri dell’altro, sperando che il giorno dopo sarebbe stato più attivo per il riccio, e meno stancante per lo scienziato.

SPAZIO MEEEE :333
Okay. uccidetemi, so che volete farlo, e vi lascerò anche tritarmi.
Sono stata 2 mesi senza aggiornare, ( e quest'aggiornamento è anche corto T.T ) mi dispiace troppo, solo che l'estate mi ha fatto diventare più apatica di quella che sono :C
Spero possiate perdonarmi T.T e spero che qualcuno legga questo spazietto, e abbia pietà di me e della mia scarsa costanza...
I love you, no matter what.
E la cosa che mi stupisce, è che non avete tolto la mia storia dalle seguite. VI AMO T.T 

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