La Guerra Dei Divini

di Babo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** L'Alba Di Una Nuova Era ***
Capitolo 3: *** L'Inizio Della Fine ***
Capitolo 4: *** Il Risveglio ***
Capitolo 5: *** Illusioni e Sacrificio ***
Capitolo 6: *** La Mobilitazione dell'Energy ***
Capitolo 7: *** Sargeras ***
Capitolo 8: *** Un'incontro voluto dal destino ***
Capitolo 9: *** Zane l'Elementale ***
Capitolo 10: *** Ricerca! ***
Capitolo 11: *** La Battaglia ha Inizio! ***
Capitolo 12: *** -L'ORGANIZZAZIONE XIII ***
Capitolo 13: *** Io sono l'Alba! La forza di Pain! ***
Capitolo 14: *** Shinigami in difficoltà! ***
Capitolo 15: *** Interruzioni! ***
Capitolo 16: *** Alleati o Traditori? ***
Capitolo 17: *** Mosse e Contromosse ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Salve a tutti, lettori e lettrici di EFP :)
Come detto nella piccola intro, questo è il mio secondo "lavoro", se così possiamo definirlo. E' un grande crossover che comprenderà molti manga/anime che abbastanza famosi, che spaziano da Naruto e One piece fino a Bleach e Fairy Tail. Non mancheranno anche personaggi appartenenti a videogiochi, come Kingdom Hearts oppure i vari Final Fantasy. Ora prima di andare oltre, alcuni punti di "avvertimento" in modo da spiegare a voi lettori alcune importanti questioni riguardo la storia:
Punto numero 1: Ci saranno alcuni SPOILER, soprattutto a inizio storia, riguardanti i manga citati o quelli che compariranno in futuro. Non sarannio degli spoileroni, forse l'unica eccezione potrebbe essere One Piece essendo ancora in fase di costruzione.
Punto numero 2: Riguardo i molti combattimenti che saranno presenti, c'è da dire che saranno abbastanza equilibrati, nonostante cmq alcuni personaggi magari risulteranno più potenti di altri. Sono poteri che li leggo secondo il mio punto di vista, contanto che sono personaggi provenienti da universi molto differenti tra di loro.
Punto numero 3: Anche i capitoli futuri saranno molto difficili da gestire, poichè, ad esempio, mentre Naruto o Fairy Tail sono in dirittura di arrivo, One Piece è ancora lungo da concludere, quindi molti personaggi o non hanno mostrato nulla o comunque molto poco, altri invece non comparsi del tutto. Quindi non aspettatevi di trovare personaggi ancora sconosciuti nel manga originale.
Punto numero 4: I capitoli, a seconda dei miei impegni universitari, saranno settimanali. Quindi un capitolo per settimana. E' possibile che magari se ho tempo ne pubblico 2/3 in due settimane oppure, al contrario magari uno in tre settimane ahahahahaha.
Punto numero 5: La personalità dei personaggi è molto simile a quella originale. Per questo non ho messo OOC. Diciamo che magari per alcuni si discosterà di pochissimo ma solo in poche situazioni, quindi non preoccupatevi di questo frangente. Anche perchè i personaggi sono tutti di proprietà dei loro autori (eccetto alcuni), così come le ambientazioni e alcune situazioni, usati da me a scopo puramente di divertimento e passione.
Punto numero 6: A fine capitolo ci saranno probabilmente dei glossari, per analizzare magari alcune frasi o parole che alcuni di voi probabilmente non conosceranno. E' possibile anche che metta delle immagini dei personaggi/luoghi più importanti comparsi nel capitolo attuale.
Detto questo, ho finito, Vi auguro una buona lettura, spero vi piacca la storia, spero nei vostri commenti, così da poter capire, magari, anche grazie a Voi, gli errori che ho commesso magari a livello grammaticale o sintattico o anche solamente per sapere i vostri pareri personali riguardo la storia o anche un singolo capitlo che viè particolarmente piaciuto.
P.S: non fatevi intimorire dai molti personaggi, ne dalla complessità, ad esempio del prologo, fidatevi che sarà tutto spiegato nei capitoli futuri. Inoltre non preoccupatevi se vederete magari errori temporali o anche sbalzi temporali, perchè saranno tutti calcolati. 
Buona lettura XD
LA GUERRA DEI DIVINI:

PROLOGO ALLA STORIA

Sull'origine dell'universo si sa ben poco. 

Dai pochi frammenti pervenuteci dalla storia degli Antichi Akaviri, si è soliti considerare la creazione dell'universo a partire dall'anno A0. Prima di questa data, molti sono concordi sul fatto che l'universo, o Lein come veniva chiamato nella lingua degli Akaviri, era solamente un vuoto assoluto. C'è chi afferma che fosse puramente luce, altri invece che sostengono fosse invece un involucro di pura oscurità. Sono ipotesi tutt'ora valide, ma ancora incerte. Quello su cui tutti sono concordi è il fatto, però, che non ci fosse nulla. Di vivo almeno. 

Quando, ad un imprecisato momento della storia, collocabile appunto nell'anno A0, un essere dalle dubbie entità, che secondo la religione Akavira era chiamato DarkLight, ovvero "OscuritàLuce", comparse all'improvviso. 
Non si sa cosa fosse questa creatura, ne quale fosse il suo scopo, ne la sua presenza ne tantomeno da cosa derivasse. Molti lo assimilano ad un essere con delle forme simili agli umani, altri con forme più animalische. 
Fatto sta che compì un atto straordinario, di grande impatto. 
Riuscì a canalizzare le proprie forze e a creare delle galassie, ammassi di pianeti, stelle, rocce, sparse per l'intero universo. Non si sa tutt'ora come fece, cosa utilizzò, probabilmente per alcuni usò la magia, l'unica cosa certa è che usufruì di un potere a dir poco divino. 
Secondo le leggende, non ancora accertate, creò 25 galassie, che successivamente gli Akaviri denominarono con le lettere del loro sacro alfabeto, a partire dalla galassia più grande, la galassia Alpha, a cui seguirono la galassia Beta, Gamma e così via. 

Tuttavia, anche per un essere dai poteri così mastodontici da poter creare dal nulla ammassi di galassie, era comunque impossibile poter controllare queste ultime. 
Perciò decise, con i suoi immensi poteri, di creare degli esseri che fossero in tutto e per tutto simili a lui. Creò, con la forza di luce e oscurità, i Titani. Erano creature dotate di immensa intelligenza e forza. 
Anche sul loro aspetto ci sono diverse dissonanze. Chi sosteneva la forma umana di DarkLight, sosteneva la forma umana dei Titani. Chi invece sosteneva la forma animale, assimilava forme disparate di animali ai Titani. A ciascuna galassia attribuì due Titani di controllo, uno femmina e uno maschio e stilò delle regole affinchè questi Titani potessero governare le galassie al meglio. Di seguito verrano elencate le più importanti: 
I Titani devono assolutamente proteggere la galassia che gli spetta, sia da nemici esterni che interni.
 I Titani non devono assolutamente intromettersi nelle vicende di ciascun mondo. I mondi devono seguire la loro storia, senza che ci siano vicende esterne che li influenzino .
 I Titani devono, al massimo delle loro possibilità e seguendo la seconda legge, impedire ai diversi mondi di entrare in contatto l'uno con l'altro, affinchè non si creino guerre o conflitti.
 I Titani hanno l'obbligo di creare un proprio esercito personale. Il numero o la tipologia non conta. In modo da rispettare al meglio la legge uno.
 Se la seconda legge, per motivi di cause superiori dovesse essere violata, i Titani hanno la possibilità di intervenire direttamente con i propri eserciti. Qualora fossero visti da creature dei mondi in questioni, hanno l'obbligo di cancellare la memoria di tali creature, in modo da preservare la purezza di tali creature.

A partire dall'ultima galassia, DarkLight affidò queste a Titani sempre più potenti. Finchè giunto alla Terza Galassia più grande, quella Gamma, decise che per l'importanza rivestita dai 5 mondi che creò al suo interno, di affidarla a 5 tra i suoi Titani più potenti. Cailleach la regina d'inverno, che aveva il compito di sorvegliare il mondo del Nord. Freya, la dama primaverile, che aveva il controllo del mondo dell'est. Aggramar, signore del mondo dell'Ovest. Therazane, Titano femmina di controllo nel mondo di Nirn, quello centrale, e infine il più potente dei 5, Ragnaros, signore del fuoco e del mondo del sud, quello più ricco di magia e più difficile da controllare. 

Nella Galassia successiva alla Gamma, quella Beta, DarkLight insediò Aman'Thul e la sua compagna Eonar, due tra i Titani più potenti, inferiori al solo Sargeras, sommo Titano, a cui DarkLight affidò la protezione della galassia più importante, l'Alpha. 

Chiaramente l'obbiettivo primario di questi Titani era la creazione di vita e di modellare i mondi rocciosi ed eterei creati da DarkLight. 

Dopo aver fatto tutto ciò, egli sparì, lasciando l'universo. Ancora oggi sono in molti a chiedersi il perchè di questo suo gesto e soprattutto la destinazione del Dio. 

Da questo punto, la storia sull'universo inizia a diventare precoce, poichè nemmeno gli Akaviri erano in grado di capire cosa stesse succedendo nelle altre galassie, perciò questa guida si concentrerà sugli avvenimenti che interessarono la galassia Gamma, la nostra. 

Quando DarkLight se ne andò, ciascuno dei 5 Titani iniziò il proprio lavoro. E divenne chiaro che le creature dei diversi mondi avrebbero sviluppato adattamenti diversi. Questo perchè la magia influenzò di molto l'andamento della storia di ciascuno di questi ultimi. Infatti una volta che i Titani crearono gli uomini a loro immagine, da qui la teoria che i Titani avessero aspetto umano e non animalesco o astratto, essi svilupparono una società ben diversa per ogni mondo che componeva la Gamma. 

Sicuramente il mondo che più interessò la storia dei primi anni di vita della Gamma fu il mondo centrale, chiamato Nirn. Vista la sua vicinanza con il sole centrale era quello che più conteneva magia rispetto a tutti. Fu perciò più facile agli uomini ivi insediati di costruire una civiltà florida e ben organizzata, che ben presto raggiunse livelli di tecnologia molto avanzati. 

C'è da sottolineare come i Titani avessero creato una barriera magica intorno al mondo centrale, in modo che i raggi del sole non avessero effetti drammatici e violenti contro la civiltà che si stava formando. 

Tralasciando l'ultima parte, la prima, vera e organizzata civiltà che raggiunse l'apice in questo mondo, fu la razza degli Akaviri. Queste creature erano un misto tra gli umani degli altri quattro mondi e giganti, in quanto la media di altezza di ciascuno era di due metri e 50 cm. Si potevano considerare mezzi-giganti. A poco a poco, sotto chiaramente la segreta e massima attenzione di Therazane, il titano donna, gli Akaviri riuscirono a creare una società ben avanzata, che dopo diversi secoli, implementava al suo interno tecnologie che spaziavano in tutti i campi. Dal campo medico crearono medicine in grado di curare quasi il 95% delle malattie diffuse sul pianeta. In campo economico crearono una fitta rete di commercio in grado di fornire beni di prima necessita a qualsiasi regione del mondo. In campo giuridico erano molto leali e giusti. Non vi erano crimini e nemmeno guerre fra le diverse regioni. E purtroppo anche in campo militare erano ad un livello altissimo. Fucili laser, navi spaziali, portali dimensionali. Tutto l'occorrente per permettere agli Akaviri di iniziare l'esplorazione al di fuori della singolarità del loro mondo. Tuttavia, ben presto, grazie ad avanzati telescopi ad energia solare, si accorsero dell'esistenza di una barriera o scudo, che circondava il loro mondo. Incuranti dell'effetto che tale barriera potesse provocare alla loro gente, i capi di stato ordinarono la costruzione di potenti amplificatori di magia in grado di abbattere a distanza tale barriera. 
Nello stesso momento Therazane, era indecisa sul da farsi. Gli altri tre Titani le consigliarono di non intervenire, se non in caso di estrema necessita, mentre Ragnaros, il più aggressivo dei cinque, le suggerì di intervenire ora con i suoi eserciti, prima che fosse troppo tardi e la situazione le sfuggise di mano. Ma Therazane seguì i consigli degli altri Titani, adirando profondamente il Titano del fuoco, che però non mise mano agli armamenti, dato che non era il mondo di sua competenza.

Gli Akaviri che nel frattempo si erano spinti fin agli estremi della Gamma, notarono la presenza di un ulteriore barriera che proteggeva la galassia, ma dato che era immensamente più resistente di quella del loro mondo, e non avevano a portata di mano degli amplicatori abbastanza potenti, non la attaccarono ma si limitarono a invadere gli altri quattro mondi, essendo molto fiduciosi delle loro capacità e delle loro tecnologie. 
E infatti fu così. I quattro mondi furono ben presto invasi e in poco tempo molti territori finirono in mano agli Akaviri. Questo soprattutto perchè non si aspettavano di essere invasi da qualcuno al di fuori del loro mondo, e se alla sorpresa si unisce l'inferiorità tecnologica....

A questo punto era venuto chiaro a tutti i Titani che dovevano intervenire, se non volevano che quattro civiltà venissero completamente annientate da una soltanto. Così inviarono i loro eserciti a sedare la ribellione e la sete di conquista degli Akaviri. Cailleach inviò le sue truppe di maghi/stregoni capitanati da Aenna, la signora delle acque a combattere gli Akaviri nel mondo del nord. Aggramar inviò i suoi giganti di pietra al comando di Durlock, mentre Freya le sue arpie, comandate da Helamis. Ragnaros sguinzagliò i suoi giganti del fuoco, al comando del potente guerriero del sole, Epothos. Nonostante fossero eserciti divini, e soprattutto, nonostante fossero stati presi alla sprovvista, gli Akaviri furono molto resistenti e tenaci. Combatterono per molto tempo, mettendo in difficoltà gli eserciti dei Titani. Finchè non intervenì anche Therazane che inviò i suoi mezzi-titani ad aiutare le altre truppe. In poco tempo gli Akaviri vennero spazzati via e furono costretti a ritornare nel loro mondo centrale. 
Ma erano già passati diversi mesi da quando erano partiti, e quello che trovarono al loro ritorno li spiazzò ancora di più. 
Il mondo di Nirn, senza la presenza della barriera, non era più protetto dai raggi del sole, che fecero evaporare tutta l'acqua e distrussero parecchie foreste. Gli ultimi Akaviri rimasti si unirono in piccole cittadelle circondate da una barriera simile a quella precedente. Ciononostante non era la stessa, e molto spesso le risorse scarseggiavano perciò molte cittadelle erano in guerra tra di loro per il cibo, l'acqua, il territorio. Una guerra logorante che portò l'antica civiltà degli Akaviri verso l'inevitabile declino. Non erano più la potenza predominante nella Gamma. 

Nel frattempo gli altri Titani, con l'ausilio delle loro truppe, aiutarono i quattro mondi a ricostruire tutto dalle fondamenta. Tuttavia, andando contro la legge N°5, non cancellarono la memoria a nessuno, dato che considerarono il fatto che una situazione di questo genere potesse ricapitare. Perciò, gli uomini, sapendo dell'esistenza di entità di tali poteri, avrebbero evitato di invadere altri mondi, senza prima considerarne i rischi e pericoli. Così, dopo una guerra logorante, tutto ritornò alla normalità per i quattro mondi, ad eccezione del mondo di Nirn, per cui nemmeno Therazane si adoperò per aiutare. Voleva farla pagare cara a coloro che avevano tradito la sua segreta fiducia. 

Così i secoli continuarono a passare e ciascun mondo optò per un'organizzazione più centrata in modo che, se ci fosse stata un'altra ipotetica invasione, si sarebbero fatti trovare tutti pronti e non più impreparati, come accadde con gli Akaviri. 

Nel mondo del nord venne istituita una struttura, chiamata "Governo Mondiale" che racchiudeva al suo interno molte delle città presenti nel mondo, e controllava tali città tramite un organo militare, la "Marina Militare", appunto. 

Nel mondo dell'ovest, quello più devastato dalla guerra, in cui erano state usate anche armi nucleari e aveva portato a diversi danni a causa della radiazioni, si diffusero diverse malattie, alcune molto gravi che diedero vita a delle specie di creature non-morte che causarono molte morti tra la popolazione civile. Ancora ad oggi tale malattia è sconosciuta e nessuno è venuto a conoscenza di una ipotetica cura. Aggramar decise di creare degli individui dotati di particolari poteri ed enormemente potenti che potessero contrastare tali creature, all'insaputa del governo che risiedeva in quel mondo. Inoltre creò una speciale barriera che potesse impedire a tali creature di uscire dal mondo dell'ovest. L'organizzazione era comandata da tredici capitani, che comandavano altrettante divisioni. 

Il mondo dell'est era quello sicuramente più disorganizzato. Qui vivono i cosiddetti "ninja", uomini a metà tra i soldati della marina e i maghi, in grado sia di usare il corpo a corpo che le magie a distanza. I territori vennero divisi in regioni, con a capo di ciascuno un Kage, vale a dire un governatore che aveva il compito di organizzazione e controllo. A parte venne creato una regione più grande, autonoma, il paese dei Samurai. 

Nel mondo del sud, invece, quello strettamente più legato alla magia, si instituirono delle gilde di Maghi, che avevano il compito di addestrare delle persone, i maghi appunto, ad un uso pesante della magia, finalizzata al combattimento, e al fine di garantire anche sicurezza e giustizia nel loro mondo. C'è da aggiungere il fatto che tali maghi assorbivano la magia da un profondo pozzo magico, al centro del mondo stesso. Venne costruito anche un consiglio della magia, che aveva il compito organizzativo e giuridico delle diverse gilde. 

Così, sotto la stretta supervisione dei Titani, tali strutture continuarono a sopravvivere per secoli e millenni, finchè qualcosa di malvagio non colpì la Gamma, rischiando di distruggerla fino alle fondamenta. Ma non era un male interno, era un male esterno dalla galassia, e un male profondamente più pericoloso ed ostico che la ribellione degli Akaviri. 

Sargeras, il titano più potente di DarkLight intuì come fosse lui la creatura più forte dell'universo. Molto di più dei suoi fratelli e sorelle. Perciò decise di abbandonare temporaneamente la galassia Alpha, e di invadere le altre 24 in modo da distruggerle ed assorbire le forze degli altri Titani. Il suo obbiettivo finale era abbattere Aman'Thul e la sua consorte, ma non poteva in quello stato. Il suo unico modo era quello di battere tutti gli altri Titani, compresi i cinque più forti della Gamma. Perciò in poco tempo distrusse completamente 22 galasse ed uccise, assorbendone la linfa vitale, tutti i Titani che incontrava. 
Finchè giunse alla Gamma. Qui, i cinque Titani cercarono di contrastare la venuta del distruttore, rafforzando la barriera. Ma Sargeras con la sua Legione Infuocata, riuscì a penetrare la barriera, provocando un enorme squarcio, convogliandone tutte le sue energie negative. La legione infuocata imperversò all'interno della Gamma. Stavolta Sargeras si servì dei suoi più potenti alleati e comandanti, sapendo bene le difficoltà che avrebbe incontrato. Perciò inviò i suoi quattro più potenti luogotenenti nei quattro mondi a conquistarli, mentre lui si occupò personalmente dei 5 titani guardiani. 

Il combattimento tra i Titani avvenne in un già devastato mondo di Nirn. 
Tuttavia ci fu una svolta che rischiò di far perdere la guerra ai Titani alleati. Sargeras riuscì in qualche modo a isolare in una barriera momentanea Ragnaros, il più potente dei cinque, così da poter combattere in modo più facile gli altri. Visto ciò, Aggramar, vinto dalla paura, decise di schierarsi dalla parte di Sargeras, che in cambio del suo aiuto gli promise un potere inimmaginabile. Perciò mentre Aggramar affrontava le sue sorelle, Therazane combattè da sola contro la potenza di Sargeras, chiaramente di molto superiore alla sola Titana. 
Nel mentre i mondi erano entrati in crisi a causa dei demoni della Legione. 
Il mondo del nord era stato attaccato dal più forte capitano di Sargeras, in campo di combattimento fisico, vale a dire il Draenei corrotto, Archimonde. Nonostante le armi del mondo del nord, fucili, cannoni, galeoni da guerra, i marines ben presto si ritrovarono in difficoltà contro la furia dei demoni, immuni a tali armi, mentre Archimonde devastava qualsiasi città sul suo cammino. Tuttavia, un brillante e geniale scienziato della marina capì, dopo diversi studi sui corpi sezionati dei pochi demoni uccisi dai marines, che i corpi dei demoni erano strutturati in modo da essere molto deboli alla magia di cui erano composti. Nonostante la scarsa presenza di tale elemento sul suolo del suo pianeta, riuscì a canalizzare tale magia all'interno degli oggetti più improbabili che possano essere usati come armi. Infuse nei frutti tale magia, rendendo, coloro che li ingerivano, capaci di utilizzare tale magia, senza limiti e con vantaggi davvero superiori, a scapito però della capacità di nuotare. Grazie a ciò i Marines lanciarono una controffensiva verso i demoni grazie ad un corpo speciale di uomini dotati di tali poteri. Ben presto Archimonde venne sconfitto, anche grazie all'aiuto di Aenna che combattè al fianco dell'unità speciale. Archimonde fuggi insieme alla legione e si ritirò presso il mondo centrale. 

Nel frattempo, il mondo del sud riuscì in parte a contenere l'offensiva della legione, grazie ai maghi che con la loro magia causarono molte perdite alla legione. Perciò, il più potente dei generali di Sargeras, il demone Kil'Jaeden, sguinzagliò le forze più potenti che appartenevano alla legione infuocata. Gli aspetti draconici iniziarono a fare piazza pulita di molti maghi, mentre Kil'Jaeden si recò al pozzo centrale, ad assorbire la magia del pianeta, in modo da indebolire i maghi presenti Tuttavia, tre dei sei aspetti draconici più potenti di Kil'Jaeden mal vedevano tale sofferenza e sangue. Perciò Alexstrasza, signora dei draghi di fuoco rossi, Ysera signora della natura e Nozdormu signore del tempo infinito si ribellarono a Kill'Jaeden e insieme a loro più fidati luogotenenti, rispettivamente Igneel, Metallicana e Grandine e sconfissero gli altri tre aspetti. Mentre i due fratelli Neltharion e Malygos vennero spediti nelle profondità del mondo del sud, giurando vendetta, Kalecgos, che era sotto il controllo mentale di Kill'Jaeden fu liberato e si schierò con gli altri aspetti. Infine tutti i draghi rimasti, si unirono ad Alexstrasza, che insieme ai maghi combatterono contrò Kill'Jaeden. Ma il demone era infinitamente più potente di questa alleanza improvvisata. Perciò i master di ciascuna gilda, i più potenti, si unirono e sacrificarono le loro vite dando vita ad una magia molto potente e oscura, chiamata Etherion. Questa magia inflisse parecchi danni al demone, che fu costretto a capitolare di fronte alla rinnovata forza dell'alleanza e di fronte alle sue gravi ferite . Anche lui si ritirò, umiliato, da Sargeras, inseguito però da Epothos che voleva a tutti costi dargli il colpo di grazia. 

Nel frattempo nel mondo dell'est i Ninja erano quelli più in difficoltà di fronte alla potenza immensa del Lich più forte al comando di Sargeras. Menethil Arthas con le sue truppe di non-morti invase le varie regioni dei ninja insieme al paese dei samurai. Viste le difficoltà interne i vari Kage si unirono, e formarono un'alleanza, L'ENI. L'Esercito delle Nazioni Unite, riuscì in qualche maniera a contenere i non-morti, ma quando scese in campo lo stesso Arthas, che con la sua spada, Frostmourne, era in grado di riportare in vita i morti, la situazione si fece ancor più disperata. Ciononostante, un ninja molto potente, di cui ancora non si conosce il nome, intervenne a combattere contro il Lich. Lo chiamavano "l'eremita delle sei vie". Grazie al suo enorme potere, sconfisse Arthas, ma decise di risparmiargli la vita, e visto che poteva tornare utile alla sua gente, riuscì in qualche modo ad annientare completamente la parte malvagia che risiedeva all'interno dello spirito di Arthas, che quando si arrese, venne perciò risparmiato. 

Nel mondo dell'ovest, intanto, le cose erano in equilibrio. L'organizzazione nata pochi secoli prima, riuscì a contenere l'invasione, mentre i tredici comandanti delle divisioni che la componevano combatterono contro il leader delle armate di quel settore, Illidan Stormrage. La battaglia fu violenta. Solamente uno tra i tredici che combatterono sopravvisse e riuscì a sconfiggere dopo una lunga battaglia l'elfo oscuro, che non appena perse lo scontro, perse anche il controllo della sua parte malvagia, come accadde con Arthas, e venne anche lui risparmiato, essendo anche lui una pedina utile alla gente della Soul Society. 

Nel mentre, Therazane era in difficoltà contro Sargeras. 
Mentre Archimonde e Kill'Jaeden combattevano con le rimanenti energie contro Epothos e Aenna, Durlock ed Helamis aiutarono le due sorelle titane a sconfiggere Aggramar, che fu costretto ad arrendersi e aspettare il giudizio degli altri titani, imprigionato momentaneamente. 
In seguito riuscirono a rompere la barriera che intrappolava Ragnaros che si unì al combattimento e si confrontò con Sargeras. Nonostante le ferite di quest'ultimo, la potenza del Titano colossale era nettamente superiore. Solamente gli interventi di Arthas e Illidan permisero al titano di fuoco di sconfiggere Sargeras e relegarlo in una prigione magica, completamente sigillata, insieme a due luogotenenti sconfitti. 

Dopo la sconfitta di Sargeras si pensò prima di ricostruire quanto la guerra aveva distrutto, mentre il mondo centrale divenne ancor più sterile di prima. 
Arthas e Illidan vennero incaricati da Therazane di prendere il posto di Aggramar come protettori del mondo dell'ovest, insieme a Durlock, mentre lo stesso Aggramar venne imprigionato lontano da Sargeras, in attesa di un futuro giudizio per tradimento. 

Therazane inoltre decise di creare un esercito universale tra i diversi mondi, in modo che se dovesse ricapitare una situazione del genere, si fossero trovati pronti. Venne creata perciò una associazione, chiamata "ENERGY" che accoglieva al suo interno parte degli eserciti di ciascun mondo. Ninja, Marines, Guerrieri, Maghi che si univano per il bene comune. Chiaramente con un patto di non-aggressione tra i vari capi di stato. Vennero perciò convocati i Kage, i maggiori esponenti del governo mondiale, i capitani delle 13 divisioni, che nel frattempo erano stati sostituiti e i master delle varie gilde, anch'essi rinominati. Accettarono tutti, nonostante ci fossero scaramuccie alla riunione riguardanti il numero di rinforzi che ciascuno doveva fornire. 

Dopo ciò, la galassia Gamma ebbe un periodo di relativa pace. 

Circa dieci anni dalla scrittura di questo manuale, nel D4, successero dei fatti che rischiarono ancora di una volta di minare alla pace della Gamma. 

Ragnaros, titano del fuoco, non era come gli altri titani. Era scorbutico, aggressivo e favorevole a qualsiasi tipo di guerra. Quello di cui nessuno si accorse, a malincuore, era che quando Sargeras subì la sua sconfitta, il suo spirito, purtroppo per noi, continuò a vagare per la Gamma, cercando un corpo stabile in cui insediarsi come un parassita. E lo trovò proprio nel titano del fuoco, che più di tutti aveva subito l'influsso del titano malvagio, dato che aveva anche combattuto direttamente contro di lui. Per questo motivo lo spirito di Sargeras minò alla personalità già guerresca e malvagia del titano che improvvisamente cambiò radicalmente i suoi legami. Accorgendosene troppo tardi, Therazane e gli altri titani non poterono far nulla per fermare Ragnaros che con l'aiuto di Epothos liberò dalla prigionia Aggramar e i due luogotenenti di Sargeras, Archimonde e Kill'Jaeden, che, dopo che Ragnaros uccise per volere dello spirito di Sargeras, il corpo stesso di Sargeras, gli giurarono fedeltà. 
Perciò venne ancora una volta sguinzagliata la legione infuocata. 
Mentre Aggramar, con una potenza rinnovata da parte di Ragnaros, si occupò delle sorelle titane, Freya e Cailleach, Kill'Jaeden e Archimonde iniziarono una furiosa battaglia contro Illidan e Arthas, mentre Durlock ed Helamis tentarono di contenere le invasioni della legione. Mentre Aenna si confrontò contro Epothos. 
Tuttavia Ragnaros non era il solo male che stava tramando alle spalle della Gamma....Mentre la guerra infuriava e ancora una volta i mondi dovevano affrontare gli orrori della legione infuocata, nel mondo di Nirn qualcosa stava per accadere, qualcosa che avrebbe cambiato sicuramente l'andamento della guerra e il suo futuro...

Xehanort, uno studioso degli Akaviri, gli ultimi rimasti dai tempi antichi, che ormai erano ridotti a poche migliaia, sempre in guerra tra di loro, cercava il modo di mettere fine non solo a questa guerra, ma a tutte le altre che ci saranno e che sempre condanneranno questa galassia. Voleva a tutti i costi cercare un modo per contrastarle e l'unico modo era un potere enorme che lo avrebbe portato a diventare l'essere più potente della galassia, in modo da contenere tutti questi esseri che si credevano superiori per via del loro potere e scatenavano guerre futili. 
Grazie ai suoi studi astronomici scoprì una falla all'interno della barriera che circondava la Gamma, una falla che era lì da molto tempo, ma a cui nessuno parve farci caso. Si trattavo dello stesso passaggio che Sargeras aveva usato molto tempo prima e su cui aveva convogliato tutte le sue energie negative. Era una specie di porta che dava sull'universo ma che secondo Xeanorth poteva fornirgli un potere enorme, grazie alle energie negative ivi immagazzinate. Grazie anche all'aiuto di Braig, un giovane ragazzo che militava come soldato in uno dei tanti eserciti sparsi degli Akaviri, a cui salvò la vita durante una schermaglia, e da cui perse un occhio e che voleva come lui fermare queste guerre, riuscì a comprendere come fosse necessario raggiungere e assorbire i poteri da tale fessura. 

L'unico modo era requisire un'astronave Akavira per poterci arrivare, ma non era facile, vista anche la presenza della legione sul suolo di Nirn. 
I due ragazzi, in qualche maniera riuscirono a rubarne una e a raggiungere tale fessura, nell'angolo più remoto della Gamma. Qui tentarono di capire come aprirla e l'unico modo, secondo Xeanorth era quello di offrire i propri cuori. Il potere oscuro necessita di qualche sacrificio. I due realizzarono che in cambio delle loro vite, potevano riportare la pace tanto agoniata in tutta la galassia. Quando attuarono una magia che permise tale sacrificio, lo squarcio si aprì sotto i loro occhi. 
E la felicità per quel momento si trasformò in orrore. Non uscirono altro che creature ripugnanti di colore nero e dagli occhi gialli. I due, disperati e poco prima di morire, vennero raggiunti da due di queste creature che entrarono nel loro corpo ed eliminarono qualsiasi residuo di umanità. I due, senza ormai più un cuore e sentimenti, capirono che era proprio questo il potere che cercavano. Assenza di dolore e sentimenti, in modo che potessere riunificare tutta la galassia per un mondo più pacifico, con l'aiuto di quelle oscure creature. 
Cambiarono i loro nomi in Xemnas e Xigbar, e andarono alla ricerca di altri individui, forti quanto loro, con i loro stessi ideali, in modo da poter dare vita ad una organizzazione che potesse controllare al meglio le creature, chiamate Heartless, e la galassia. Riuscirono a trovare altre 3 persone come loro e iniziarono l'attacco alla Gamma. 
Non appena l'ENERGY vide l'arrivo anche delle creature di Xemnas, fu il caos. La vita della Gamma si reggeva appesa ad un filo, un filo conteso da Umani, Heartless e Demoni, mentre Xemnas si recò nel mondo di Nirn, dove combattevano Therazane e Ragnaros. 
Con un inaspettato colpo di scena però, gli Heartless si schierarono dalla parte degli umani, aiutandoli a respingere la legione.
Quando Therazane vide Xemnas combattere insieme a lei, fu sorpresa, chiedendosi il perchè di questa sua azione. Con l'aiuto delle creature oscure e dei membri dell'organizzazione, in qualche maniera i demoni furono respinti, mentre Kil'Jaeden e Archimonde fuggirono ancora una volta, giurando l'ennesima vendetta. Therazane e Xemnas riuscirono a sconfiggere Ragnaros, ma a differenza di come proponeva il titano donna, ovvero di imprigionare Ragnaros, Xemnas assorbì completamente le energie vitali di Ragnaros e lo spirito malvagio di Sargeras, acquisendo una potenza spropositata. 
Negli altri mondi, Freya e Cailleach furono tradite dai membri dell'organizzazione, che con un colpo a tradimento uccisero le due titane, assorbendone i poteri, mentre Braig riuscì a eliminare Aggramar, dopo un'aspra lotta e a canalizzare nel suo corpo tutte le forze del titano sconfitto. 
Therazane non appena vide le atrocità compiute dall'organizzazione e l'uccisione dei suoi fratelli, decise in un ultimo disperato tentativo di sacrificare la propria vita per creare una barriera intorno al mondo di Nirn, in modo che Xemnas, almeno per il momento, non fosse in grado attaccare, con la sua enorme potenza, gli altri quattro mondi. In qualche maniera gli Heartless rimasti sui quattro mondi vennero annientati dall'ENERGY a fronte di moltissime energie, mentre Xemnas venne rinchiuso all'interno del mondo di Nirn, insieme a tutta la sua organizzazione. 
I quattro semidei, insieme ad Epothos, che venne risparmiato, dopo la sua espiazione, si ritirarono ciascuno nei quattro mondi, ormai prosciugati delle loro energie e senza i loro eserciti, completamente annientati dalla legione. 
I capi delle maggiori nazioni dei quattro mondi decisero di chiudere i portali dimensionali, affinchè fosse presa come precauzione nei futuri, ipotetici attacchi da parte degli Heartless. 

Gli anni passarono, mentre i ricordi della legione e degli Heartless vennero presto dimenticati dalle popolazioni dei quattro mondi, mentre all'interno del mondo di Nirn, un'ultima resistenza, formata dagli ultimi resti dell'esercito dell'ENERGY continua tutt'oggi, disperatamente, a tenere testa all'organizzazione di Xemnas, aiutata da Illidan e Arthas che nel frattempo si erano ripresi dalla guerra. Un ultima resistenza, che a costo delle proprie vite, continuava a proteggere la galassia per impedire che Xemnas attacchi di nuovo quest'ultima, per impedire che riporti disordine e morte all'interno della Gamma, che fino ad ora molti avevano difeso, anche a costo della propria vita........

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Capitolo 2
*** L'Alba Di Una Nuova Era ***


Salve a Tutti XD
Eccoci qui preventivamente con il nuovo capitolo.
Primo capitolo relativamente corto, ma non vi preoccupate perchè i prossimi non saranno così, ma molto più lunghi.
Ringrazio anticipatamente KuRaMa KIUUBY per la sua recensione del prologo. Grazie per avermi corretto Xehanort, pensa che io volevo pure scrivere Xeanorth ahahaha. Cmq mi fa piacere che ti sia piaciuto, spero di ricompensare il tuo "adorare" i crossover ahahaha :)

Buona Lettura XD


CAPITOLO 1: 
L'ALBA DI UNA NUOVA ERA

"Avete mai provato a svegliarvi di colpo per un brutto sogno? O meglio ancora, per un brutto, bruttissimo incubo? A me capitava molto spesso. Mi svegliavo di colpo nel mio letto, tutto sudato nonostante fosse inverno inoltrato e ci fossero cinque gradi fuori casa e dieci dentro. A volte erano incubi normali. Sognavo ragni, cimiteri, fantasmi. Insomma tutte robe che ciascuno di noi ha sempre sognato e di cui molti di noi hanno paura. Andiamo, non venitemi a dire che nessuno di voi non ha mai provato ribrezzo o sgomento nel vedere programmi su fantasmi o vampiri. E li sognava di notte, svegliandosi di soprassalto e andando dalla mammina. Quando ero piccolo mi succedeva, ma ora evitavo. Avevo ormai 19 anni, quasi 20. Non potevo certo spaventarmi per simili sciocchezze. Tuttavia, esisteva un incubo ricorrente per me. Più che altro non soltanto quello. Diversi sogni che si fondevano tra li loro e mi trascinavano in una realtà quasi "irreale". So che può sembrare una stranezza mettere una dopo l'altra due parole cose diverse tra li loro. Ma era questo che provavo in quei momenti. A volte sognavo l'universo, i pianeti, le galassie, le stelle. Risplendevano di una luce propria. Tutto ad un tratto sentivo come una risata malvagia dentro la mia testa. Una risata che durava anche minuti. Vedevo quell'universo espoldere su se stesso. Vedevo scomparire le stelle, i pianeti, le galassie. Tutto diventava buio e sembrava che il terreno sprofondasse sotto di me. Nel buio vedevo sempre due strani occhi rossi, fiammeggianti. Mi incutevano timore, sembrava che da un momento all'altro potessero bruciarmi, talmente sentivo forte anche la sensazione di calore. E lì mi svegliavo di soprassalto. Ormai avevo paura di tutto, non mi fidavo più di nessuno. Vedevo queli occhi rossi dappertutto. Sui muri, in cielo, negli occhi delle stesse persone che incontravo giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. La mia stessa ombra era come un incubo per me. Avevo paura. Paura di andare avanti, paura del futuro che mi aspettava. Un futuro incerto, forse anche senza speranza. Molte volte ho tentato di farla finita, ho cercato persino di uccidermi. Ma tutte le volte, qualcosa cercava di bloccarmi, qualcosa riusciva in qualche modo a farmi desistere. Non so se era soltanto la mia immaginazione, la mia paura di non riuscire più a vedere il mondo che mi condizionava a tal punto da fermare il coltello a un millimetro dal collo. O a fermare il dito premuto sul grilletto della pistola.
Ma fu un espediente che cambiò completamente la mia vita. Io ero un mendicante, un semplice barbone che non riusciva a sopravvivere troppo a lungo, se non rubava, se non uccideva...per sopravvivere naturalmente. Che scelte avevo dopotutto? La mia città era andata distrutta. I miei genitori e mio fratello erano morti. Mia sorella era dispersa. Per un pò ho cercato di trovarla, di raggiungerla, ma invano. Ho lasciato perdere, dopo cinque anni di affannosa ricerca. Un bambino di dieci anni sensa famiglia, senza casa, senza soldi, costretto a rubare, a uccidere, a vivere sotto i ponti, nelle rovine delle città del mondo Centrale, martoriate dalla guerra. Finchè un giorno ebbi la brillante idea di rubare, a mia insaputa, a due tipi, entrambi vestiti di blu, quella che sembrava una tenuta dell'esercito. Ma quale esercito? Non aveva mai visto una divisa del genere. Fatto sta che feci una pessima figura davanti ad una folla di gente, e per poco non ci rimisi le penne. Fortunatamente quel giorno faceva caldo e avevo deciso di non indossare il mio solito straccio sporco e puzzolente come maglietta. Quel dannato tatuaggio rosso che avevo sulla schiena mi salvò. Quei due non appena videro quel tatuaggio brillare si sorpresero e mi trascinarono in un vicolo. Non mi torturano per sapere cos'era. Quando gli dissi che nemmeno io lo sapevo, dato che lo avevo fin dalla nascita, mi guardarono con compassione. E ne facevo eccome. Mi presero con loro, mi diedero cibo e casa. In cambio, dato che erao molto agile e resistente, mi chiesero di entrare nel loro strambo esercito. Ci entrai volentieri, se era per mangiare e avere un posto caldo in cui dormire. All'inizio fu difficile per me ambientarmi, mi guardavano tutti dall'alto al basso. Ma uno di loro due decise di allenarmi, per diventare, in futuro, un membro importante del loro esercito. Mi allenai per dieci anni e divenni inarrestabile. Ormai tutti nella base mi rispettavano. Poi un giorno ci fu il disastro. Quelle creature, gli Heartless che attaccarono il mondo centrale. Combattei ma molti dei miei commilitoni caddero. Riuscimmo a respingerli, tuttavia combattei così a lungo che svennì durante l'ultima battaglia. Non seppi quando dormì, so soltanto che il mio sonno era leggero, e privo di incubi. Sembrava tutto risolto, stavo per risvegliarmi tranquillo, come dopo una normale dormita, ma una sera li sognai, sognai ancora quegli occhi rossi. Da quel giorno, tutto fu il buio per me...




"Mio signore, il piano di quei due ha malauguratamente funzionato. La prigione è attiva e non riusciamo ad oltrepassarla. Siamo bloccati qui". La voce era molto profonda. Risuonava molto in quello spazio. Probabilmente era un luogo molto aperto, nonostante fosse oscuro, senza un filo di luce, tant'è che non si riusciva a distinguere cosa vi fosse all'interno, ne chi stesse parlando.

"Purtroppo ha ragione. Sembra che ci abbiano rinchiuso in una prigione spaziale infinita. Nemmeno con i nostri poteri congiunti siamo riusciti a romperla", disse una seconda voce, molto più leggera e meno roca della prima. A queste frasi seguì una risata profonda di una terza figura. Non era una risata normale. Era molto profonda, quasi malvagia. E sembrava davvero molto "forzata".

"Non vi preoccupate, miei fedeli servitori. Date tempo al tempo. Mi avranno anche sconfitto, ma per loro sfortuna, parte del mio spirito è rimasto al di fuori di questa prigione. Affidatevi alle mie parole. Un giorno, qualcuno verrà a liberarci dalla prigionia, e quel qualcuno sarà colui che il mio spirito invaderà".

"Ma quando arriverà quel giorno, mio Signore? La legione scalpita. I demoni hanno sete di sangue...Sangue di coloro che lo hanno umiliati", disse la prima figura, annuendo probabilmente ai ringhi sommessi che provenivano da un luogo indefinito, ma molto vicino a loro. Ennesima risata forzata da parte della terza figura. Risata che si spense immediatamente.

"SILENZIO! Bestie! Voi siete sotto il mio controllo! Calmatevi, il sangue arriverà presto!", urlò con voce tuonante. A quella parole, i ringhi cessarono, e il silenzio prese il sopravvento. Non venne rotto per diversi minuti.

"Ma mio Signore, il vostro spirito ha già preso possesso di qualcuno? Lo sentiamo vivamente che si insinua nel cuore di un individuo, di un bambino forse? Significa quindi che avete già iniziato il processo di consumazione?", chiese la seconda figura, con un tono molto neutrale.

"Esatto, mio prode capitano. E' ovvio che io mi sia già messo in moto...Quel bambino che con così tanta ingenuità hanno accolto tra le loro braccia, presto sarà la loro disfatta. Quando ormai il seme del male che ho partorito al suo interno, maturerà, il nostro arrivo sarà prossimo. E lo saprete, miei cari servitori. Perchè una potenza di immani proporzioni prenderà possesso del vostro corpo e diventerete più forti che mai. Quando arriverà quel giorno, io diventerò padrone non solo della Galassia Gamma, ma dell'intero Universo". Le ultime parole si protrassero a lungo in quell'immenso spazio, finchè non vennero coperte dal suono di un ennesima risata e dal ritono di quei ringhi sommessi che stavolta non vennero fermati da nessuno, più forti che mai...

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Capitolo 3
*** L'Inizio Della Fine ***


CAPITOLO 2:
L'INZIO DELLA FINE!


"Ero intontito. Non mi ricordavo nulla. Avevo un mal di testa assurdo e sentivo bruciori su tutto il corpo. Avevo la vista annebbiata e non vedevo assolutamente nulla. Solamente ombre".
Erano questi i primi pensieri di un ragazzo, probabilmente sui vent'anni, circa, sdraiato in modo scomposto su quello che sembrava un letto di ospedale. Teneva le mani sulle tempie, a dimostrazioni che effettivamente aveva un notevole giramento di testa. A volte si contorceva da dolore ed emetteva lamenti e grugniti. Non durò molto tutto questo, dato che in pochi minuti il ragazzo fu costretto dalle ferite che aveva riportato a riaddormentarsi. Probabilmente era svenuto. Si risvegliò diverso tempo dopo, non seppe se passò qualche minuto o qualche ora. Non appena aprì leggermente gli occhi, notò con un "piccolo" sollievo che il mal di testa era leggermente scomparso e la vista iniziava a ritornargli. Diciamo "piccolo" poichè non era la prima volta che si alternavano stati di lucidità con stati di dolore. E sperava vivamente che finissero. Sinceramente, non ne poteva più. Tuttavia notò che stavolta stava meglio del solito e riuscì in qualche maniera a guardarsi attorno, dato che era da quando si svegliò qui la prima volta che non riusciva a delineare al meglio il luogo in cui si trovava. Mettendo meglio a fuoco la vista si accorse che la stanza era di un bianco acceso, tanto che rischiò di accecarlo, visto che non vedeva così tanta luce da tanto tempo. Pensò dovesse essere giorno e la giornata fosse soleggiata. Infatti non appena girò la testa verso sinistra notò una finestra spalancata.. Da lì proveniva un leggero venticello fresco che faceva dondolare le tende appese, mentre al di fuori, con il poco udito che ancora possedeva, sentì la natura che rumoreggiava come al suo solito. Grilli e cicale probabilmente. Non riusciva a scorgere se ci fosse della terra, dato che l'unica cosa che riuscì a mirare, sdraiato com'era, era il cielo di un azzurro limpido, senza nessuna punteggiatura di bianco, a sottolineare che non vi erano presenti delle nuvole. Ruotando la testa a destra invece scorse due porte anch'esse bianche, ma di un bianco più scuro. Tra le due vi era un piccolo comodino. Di fianco al letto invece vi era un'altro piccolo comodino, ma stavolta ricolmo di medicine e pastiglie. Davanti al suo letto, invece, un tavolo con attorno due sedie. Su una di esse erano appoggiati dei vestiti. Non seppe se erano suoi o di qualcun'altro, dato che non si ricordava minimamente nulla. Notò solamente dopo un po che, anche dietro di lui, vi era una piccola finestra che gettava quel venticello fresco sulla sua schiena, il che lo fece rabbrividire. Cercò di alzarsi dal letto, ma le prime volte faticò parecchio. La testa girava ancora e doveva abituare ancora un pò la vista e soprattutto i muscoli delle gambe, che, a differenza di quelli delle braccia, erano ancora un pò intorpiditi. Quando riuscì ad alzarsi, dopo diversi tentativi falliti, rischiò di cadere sulle gambe malferme, tant'è che appoggiò male la mano al comodino e fece cadere alcune boccette, che fortunatamente erano di plastica e non si ruppero. Quando riuscì a ritrovare l'equilibrio, notò che era a piedi scalzi, ma poco gli importava dato che il pavimento, di piastrelle di marmo bianchissime, sembrava molto pulito. Il suo scopo era quello di andare alla finestra e capire dove si trovava, ma prima di tutto si accorse che sulla porta bianca di destra vi era uno specchio, che prima non aveva visto, probabilmente a causa di un riflesso maligno della stanza. Avanzò verso quest'ultimo e ciò che vide lo lasciò spiazzato. Vide una figura che mai si sarebbe aspettato di vedere, e che non riconobbe affatto. Quello che aveva davanti era un ragazzo relativamente alto, probabilmente un metro e ottantacinque, forse. Aveva un fisico ben piazzato, allenato, e si vedevano chiaramente i muscoli degli addominali e delle spalle. Aveva capelli arruffati, neri come la pece. Occhi talmente rossi da sembrare pieni di sangue. In generale quello che vide era un gran bel ragazzo. A quella visione sghignazzò beffardo. Sorriso che però gli morì in gola non appena un dolore bruciante lo colpì alla schiena. Il dolore fu talmente forte da fargli perdere l'equlibrio. fortunatamente piegò in tempo il braccio destro, riuscendo a sostenere la caduta. Il ragazzo fece qualche smorfia, non soltanto per il dolore alla schiena ma anche per la fatica del movimento appena attuato. Ma il dolore, improvviso com'era arrivato, svanì in pochi secondi. Il ragazzo volle capire cosa avesse sulla schiena perciò, dopo essersi rialzato con estrema calma e lentezza, si girò verso lo specchio e quello che vide lo lasciò senza parole. Ad occupargli quasi tutta la totalità della schiena vi era uno strano disegno. Non sapeva dire di cosa si trattasse. Sembrava una fiamma gialla, rossa e azzura. Oppure un 'aquila. Non sapeva proprio. Sulla sommità vi era un gemma che sembrava un rubino, rosso sangue, che pulsava di energia. Si illuminava a intermittenza e durò qualche minuto. Dopo di che si spense e non successe più nulla. Dopo minuti di sorpresa iniziale, si tranquillizzò e si diresse verso la finestra. Con suo stupore, non si trovava in una città, come pensava, ma invece in campagna. Era molto in alto, forse al 9° o al 10° piano, ma quello che aveva davanti era stupendo. Campi e praterie a perdita d'occhio. Puntellate qua e la da boschetti e fiumiciattoli. Ai lati di tali meraviglia, si estendevano lungo l'orizzonte catene montuose altissime, dato che si potevano notare le cime ricoperte di neve e a volte le cime stesse erano nascoste dalle poche nuvole presenti. Chiuse gli occhi e inspirò l'aria. Si sentì immensamente meglio. Poi si girò verso i vestiti. Erano ammucchiati sulla sedia, perciò dovette faticare per riordinarli. I primi che notò erano gli stivali appoggiati alla sedia. Tutto il completo era di colore nero con venature oro, gli stivali soprattutto. I guanti erano molto spessi, ma allo stesso tempo leggerissimi. Avevano protezioni per i polsi. I pantaloni e la maglietta erano un cosa sola, ed erano completamente neri. Esternamente vi era un soprabito lungo da una parte fino al di sotto del ginocchio e corto dall'altra. Un cintura anch'essa nera e oro che aveva come fibbia una specie di aquila, simile a quella del tatuaggio. Infine vi era uno strano proteggi collo e spalle molto leggero che terminava con un cappuccio nero che, a quanto pare, si poteva slegare dal proteggi collo. In sostanza era una bella veste, ma sicuramente non alla moda, pensò il ragazzo. Inoltre sembrava usata dato che presentava ricuciture e graffi. Soprattutto gli stivali e i guanti. La ripose con cura sulla sedia e andò a rispecchiarsi, rivedendo la sua immagine. Dopo aver recuperato vista, udito e tatto, decise di provare anche con la parola. Cercò in tutti i modi di spiccicare qualche parola, o meglio, qualche frase. Eppure nulla. Nessuna sillaba ne lettera. Solamente dei grugniti che lo facevano sembrare un'orso. Perciò abbandonò le speranze di parlare, almeno per ora e continuò per diversi minuti a chiedersi chi fosse, da dove venisse, cosa gli fosse successo e dove si trovava. Quesiti che per lui sembravano irrisolubili. Finchè non sentì delle voci provenire dalla porta di sinistra e si spaventò. Non seppe perchè di quella sua reazione. Non sapeva se quelle voci erano amichevoli od ostili. Per alcuni secondi non seppe cosa fare. Poi, lo stesso istinto che lo aiutò a reggersi in piedi dopo quel dolore alla schiena, gli consigliò di scappare da quella stanza, più precisamente non dalla porta da cui sentiva provenire le voci. Tuttavia non vi erano nascondigli utili nella stanza. Buttarsi dalla finestra lo escluse a prescindere, vista l'altezza. Provò quindi ad aprire la porta sulla destra, quella con lo specchio. In un primo momento non riuscì ad aprirla, sembrava chiusa a chiave. Provò a forzarla ma nulla. Il tutto mentre le voci iniziavano ad avvicinarsi. Quando tutto sembrava ormai perduto, il simbolo dietro la sua schiena iniziò ad illuminarsi, facendolo contorcere dal dolore ancora una volta, ma con suo immenso stupore, una specie di sfera di colore purpureo uscì dalla sua mano senza che lui facesse nulla di più ed andò a colpire la maniglia della porta, sfondandola e permettendogli di aprirla. Al di là della porta notò solamente una rampa di scale che scendeva e saliva. Prima di imboccarle decise di indossare in fretta e furia i vestiti sulla sedia, visto che indossava solamente dei pantaloncini bianchi, altresì corti. Non prese su il cappuccio visto che gia vedeva male, se poi indossava anche quello peggiorava le cose. Proprio mentre si accingeva a scendere le scale la maniglia della porta d'ingresso si aprì, facendo entrare due figure, un ragazzo ed una ragazza.

"....sicuramente ahahah. Tanto fidati che starà ancora dorme....", ma la voce femminile, non finì la nemmeno la frase che si bloccò sull'uscio, insieme al compagno. Ci furono secondi di silenzio, dopodichè il ragazzo moro con lei, notò che la porta che dava sulle scale era spalancata e che mancavano i vestiti neri che aveva lasciato sulla sedia. Imprecò ad alta voce.

"Cazzo! Non ditemi che è scappato!? Aqua, vai immediatamente a dare l'allarme! Non deve lasciare la struttura!", incitò così la ragazza dai capelli azzurri che, con una smorfia, si lasciò alle spalle la porta e corse lungo il corridoio illuminato dalla luce proveniente dalle molteplici finestre spalancate.

"Com'è possibile che sia fuggito?! Era ridotto in condizioni pietose, e pieno di ferite e fasciature! Devo assolutamente inseguirlo...se dovesse  risvegliarsi...." pensò tra se il ragazzo e si precipitò lungo le scale. Non prima di aver notato il foro enorme della porta.

"Sarebbe la fine per tutti noi!", finì la frase e si fiondò giù per le scale, dove ancora sentiva in lontananza dei passi sul ferro delle scale. 


Il ragazzo dai capelli neri corse cercando di rimanere in piedi lungo le scale. Sapeva di essere inseguito, sentiva dei passi dietro di lui e cercò con tutte le sue forze di aumentare la velocità. In poco tempo raggiunse il piano terra dove notò solamente una porta, al di sopra della quale la scritta "Exit" in verde.
"Perfetto, l'uscita...!" pensò tra se il fuggitivo e spalancò la porta con un tonfo. Quello che vide davanti a lui lo spiazzò. Davanti a lui si estendeva un lunghissimo salone illuminatissimo. Era pieno di strani macchinari, dai più disparati, mentre una moltitudine di persone, sia donne che uomini correvano di qua e di là, vociferavano tra di loro, alcuni persino entravano come se nulla fosse in quelle specie di macchine. Si sentì spaesato, ma doveva assolutamente andarsene, altrimenti i tizi che lo inseguivano lo avrebbero catturato. Chiedendosi sempre di più dove si trovasse, cercò di mantenere un basso profilo, nascondendosi soprattutto grazie e delle casse di legno enormi, sperando che le altre persone non lo notassero, o sarebbe stata la fine. Come se non bastasse all'improvviso suonò un assordante allarme che mise in agitazione chiunque si trovasse in quella sala.


"Attenzione, a tutto il personale, qui è il capitano Aqua. Il paziente 0 è fuggito dall'infermeria. Prego chiunque di avvisare il personale militare nel caso identificasse il sospettato. Indossa un abito interamente nero ed è alto all'incirca un metro e ottantacinque. Porta i capelli neri e gli occhi rosso sangue. Non deve assolutamente fuggire dalla struttura. Trovatelo!".

Non appena finì la trasmissione, la ragazza dai capelli di un blu marino, ripose il microfono e tutta agitata si precipitò verso il salone principale, luogo in cui probabilmente il ragazzo si era diretto per fuggire dato che lungo quelle scale tutte le altre porte che davano sui diversi piani erano chiuse. Sperò con tutto il cuore che Leon lo avesse catturato.

"Se non lo catturiamo ora, rischia di fare un casino! E' troppo pericoloso per farlo fuggire"! pensò tra se la ragazza e corse a più non posso lungo le scale.


Il ragazzo dai capelli neri era sempre più confuso e disorientato. Infermeria? Paziente 0? Che si trovasse in una struttura psichiatrica? Impossibile, che lui si ricordasse non era malato di mente. Che diavolo stava succedendo?  L'unica cosa che doveva fare adesso era scappare. Tuttavia non sapeva dove andare. Non conosceva quel luogo e in più lo stavano tutti cercando. Era nei casini. Si mise le mani nei capelli. Proprio mentre stava perdendo le speranze, una voce nella sua testa lo riscosse. Era una voce maschile, rauca, e non sembrava affatto amichevole. Sembrava parlasse sotto voce e sembrava addirittura che sghignazzasse.

"Zane...Zane...Cosa stai combinando? Cosa stai facendo? Rialzati e corri..."

"Chi diavolo sei? Cosa vuoi da me? Cosa diavolo sta succedendo? Dove mi trovo? Chi sono?" urlò nella sua mente.

"Troppe domande a cui rispondere in così poco tempo. Fuggi, segui le mie indicazioni e tutto ti sarà più chiaro, ti spiegherò tutto una volta scappati da questo posto...",continuò la voce. Sembrava che stesse ridendo più di prima. Di una risata ancor più malvagia.

"Come faccio a fidarmi di te?! Chi mi dice che anche tu non mi stia cercando per catturarmi!?"

"Devi fidarti. E' la tua unica alternativa. Se vuoi sopravvivere, se vuoi rivedere l'esterno devi seguire le mie indicazioni. Devi fidarti solo di me, altrimenti non ti aiuterei, Zane....".

"Zane? Perchè continui a chiamarmi Zane? E' il mio nome?" chiese infine il ragazzo, sempre più disperato. Centinaia di persone lo cercavano. Era ferito e inizia a perdere di lucidità, a non stare in piedi. Non si ricordava nulla. E ora aveva pure delle voci in testa. Che fosse veramente pazzo?

"No, non sei pazzo. Zane è il tuo nome. Vedrai che con il mio aiuto, ricorderai qualsiasi cosa. Il tuo nome, la tua vita, i tuoi poteri..."

"I miei poteri? Ma di cosa stai parlando....?"

"Scappa. Te l'ho detto, ti dirò tutto a tempo debito...".
In un primo momento, Zane non seppe cosa fare. Pensò solamente ad accasciarsi a terra e farsi catturare. Ma improvvisamente, il dolore alla schiena ritornò e Zane si ritrovò senza rendersene conto completamente guarito. Non aveva più mal di testa, non sanguinava più e la vista e l'udito gli erano tornati. A questo punto decise di fidarsi della voce minacciosa che aveva nella testa e incominciò ancora a correre. Tuttavia il salone era troppo vasto e troppo illuminato, soprattutto senza nascondigli. Per lui era impossibile trovare un rifugio o la via d'uscita.

"L'uscita è in fondo a questo salone. Sono circa cinquecento metri. Esci allo scoperto, non preoccuparti. Libera la mente e rilassa i muscoli. Anche se ti vedono, lascia che ci pensi IO", e sottolineò quell'IO con molta enfasi. Zane decise di fidarsi di nuovo di quella voce. Chiuse gli occhi e rilassò ogni centimetro del suo corpo. Non appena lo fece, le sue gambe iniziarono a correre. Si stupì, soprattutto perchè non era lui che stava muovendo le gambe. Che fosse quella voce nella sua testa? Ma chi era? Il suo inconscio? Oppure un'entità estranea, un PARASSITA? Non indagò oltre. L'unica cosa che gli importava veramente era uscire da quel posto, correre verso la libertà. Quando uscì allo scoperto, decine di persone iniziarono a notare la sua presenza e lo riconobbero come il paziente 0. Tra di esse, alcune iniziarono a rincorrerlo. Iniziarono anche sparargli contro con dei fucili e Zane comprese che quella era la sua fine. Ciononostante, con sua somma sopresa, i proiettili non arrivarono mai, perchè una barriera violacea si frappose tra il suo corpo e questi ultimi. In un batter d'occhio altre sfere purpuree uscirono dalle sue mani, andando a colpire quelli che probabilmente erano dei soldati, visti i fucili e le uniformi. Zane si stupì. Non era lui che stava comandando il suo corpo, ma ancora la voce nella sua testa. Come fece prima con le sue gambe. Lo stava salvando.

"Hai visto? Te l'ho detto, sono qui per aiutarti, mio caro Zane...lascia fare a me, lascia che elimini io questi pidocchi", ed altre sfere uscirono dalle mani, continuando a colpire gli innumerevoli soldati che cercavano di fermarlo. Molte sfere colpirono alcuni macchinari che causarono ulteriori esplosioni.


Il ragazzo moro che stava inseguendo Zane si accorse della situazione e imprecò ancora più forte.

"Non ho fatto a tempo! Se si è svegliato completamente. Accidenti a me e al mio voler strafare...! Devo fermarlo a tutti i costi!" e si precipitò verso le esplosioni, così come la ragazza dai capelli azzurri, che invece di rifare le scale, sfondò i finestroni che davano sul salone e spiccando un enorme salto raggiunse il ragazzo moro.

"Leon, cosa sta succedendo?! E' lui?!", chiese tutta agitata al compagno di nome Leon.

"In parte sì e in parte no. Non saprei se è la sua coscienza o l'altro suo "io". E se non interveniamo in fretta rischia di fare più danni di quanti non ne stia facendo ora. Dobbiamo sbrigarci. Siamo gli unici che possono fermarlo, i soldati non ne sono in grado!" e si fiondarono alla velocità della luce sul luogo dello scontro. Quest'ultimo era sempre più affollato e cosparso di corpi. Le sfere purpuree penetravano in profondità nei corpi dei soldati e li uccidevano senza pietà. La voce nella testa di Zane sghignazzava malvagia, mentre quest'ultimo era sempre più sconcertato. Non aveva voglia di essere catturato e voleva rivedere l'esterno, ma non desiderava uccidere così tante persone.

"Adesso basta! Non vedi che non possono toccarci con questa barriera? E' inutile andare avanti a ucciderli! Sono comunque delle persone vive come me! Fuggiamo e basta!", disse Zane nella sua testa.

"NO! Hai visto cosa ti fanno? Come ti hanno ridotto? Vuoi forse venire catturato ancora? Vuoi forse che ti imprigionino di nuovo, che ti cancellino la memoria un 'altra volta?!"

"Cancellarmi la memoria? Vuoi dire che sono stati loro?", chiese Zane molto stupito.

"Sì, ma ti spiegherò tutto dopo, ora fidati di me Zane!", e continuò a scagliare sfere di energia. Ad un tratto ne caricò una davvero gigantesca, con lo scopo di aprirsi un varco nell'immenso portone che dava all'esterno. Non appena fu pronto la scagliò con tutte le sue forze verso l'uscita. Tuttavia, con loro sorpresa, la sfera violacea non colpì il portone ma venne letteralmente tagliata in due e svanì in un turbinio di polvere. Quando la nube si diradò Zane e la voce nella sua testa videro una figura stagliarsi lungo il portone. Era biondo, alto quanto Zane, e portava vestiti diversi dai soldati che li avevano attaccati fino ad ora. Impugnava un'enorme spadone, ricoperto di bende, il più grande che Zane avesse mai visto. Non appena fece la sua comparsa le persone che ancora si trovavano nel salone esultarono e scoppiarono di gioia.

"E' IL MAGGIORE CLOUD!", molti dissero.

"E' VENUTO AD AIUTARCI!", altri urlarono

"HURRA PER IL MAGGIORE CLOUD!". I rimasti incitarono colui che era appena apparso.

"Proprio lui dovevo incontrare...maledizione, non doveva andare così!", imprecò la voce nella testa di Zane.

"Perchè dici così? Chi è quel tizio? Da come ha respinto la tua sfera sembra molto forte...", ipotizzò Zane.

"Lo è eccome. E' uno dei più forti della struttura. Nelle conzidioni attuali non possiamo sconfiggerlo. Devo inventarmi qualcos'altro. Altrimenti le nostre speranze di fuga svaniranno". Zane imprecò. Erano arrivati a pochi metri dalla libertà e ora venivano fermati. Non ci stava a farsi ricatturare. 

"Arrenditi. E' evidente che ormai le tue possibilità di fuga sia sparite. Ormai non hai più speranze", disse il biondo, che si chiamava Cloud.

"Già! Deponi le armi e arrenditi. Non ti verrà fatto ulteriore male. Te lo prometto!", disse invece una voce alle spalle di Zane. Erano il ragazzo moro e la ragazza dai capelli azzurri. Non appena Zane si girò fece una smorfia. Lo avevano raggiunto anche i due che lo stavano inseguendo.

"Anche loro sono forti?", chiese alla voce nella sua testa.

"Si. Soprattutto il ragazzo moro. Si chiama Leon e condivide una potenza simile al ragazzo biondo. Non avevo calcolato questi rischi. Sono stato uno stupido. Zane, devi permettermi di prendere totalmente il controllo del tuo corpo. Solo così potrò far fuoriuscire tutte le tue potenzialità ed avere la possibilità di battere questi tizi. Te la senti?", chiese la voce al ragazzo. Zane sudò freddo. La situazione stava diventando insostenibile. Doveva fidarsi ancora una volta della quella voce? Oppure farsi ricatturare e magari rifarsi fare il lavaggio del cervello? No, doveva agire secondo il proprio istinto e seguendo solamente la SUA di voce e basta.

"Ascoltami, permettimi di parlare con questi tizi. Solamente una volta. A seconda delle loro parole deciderò se darti il controllo del mio corpo oppure se agire secondo la mia di volontà".

"Come vuoi, ma sappi che dubito di diano retta o decidano di ascoltare quello che hai da dire. Riflettici. Solamente col mio aiuto potresti essere libero, senza correre rischi. Dammi il tuo corpo, Zane...", rispose la voce. Ma Zane si impuntò.

"Se avessero voluto catturarmi, lo avrebbero già fatto, mentre stiamo parlando e siamo distratti. E quel tizio di nome Leon non mi avrebbe mai detto quelle parole. E non credermi stupido. Nonostante abbia perso la memoria, so riconoscere proiettili veri da quelli falsi. Quei soldati non avevano la minima intenzione di uccidermi o di ferirmi, ma solamente di rendermi inoffensivo. Erano proiettili sonniferi, la forma era quella. E tu li hai uccisi senza pietà. Quindi ora come ora non so di chi fidarmi. Seguirò il mio istinto e poi deciderò". La voce sbuffò e ringhiò, ma decise di riaffidare il controllo a Zane che non appena lo ricevettè indietro, rischio di cadere a terra, vista l'enorme fatica a cui era stato sottoposto fisicamente e mentalmente il suo corpo. Non appena riuscì a riguadagnare l'equilibrio, impiantò i suoi occhi in quello del ragazzo moro, che sembrava l'unico con cui potesse in qualche maniera parlare o trovare un'accordo.

"Chi siete? Perchè state cercando di catturarmi? Cosa mi avete fatto?", chiese semplicemente a Leon. Prima che riuscisse a rispondere, intervenne il biondo.

"Zitto. Non hai il diritto di parlare. Non dopo quello che hai fatto. Hai ucciso molti nostri commilitoni, con che pretese ci fai queste domande? Meriteresti di morire dopo quello che hai fatto!", sbottò verso Zane, che si girò verso di lui.

"Non sono stato io a uccidere quelle persone! E quelle stesse persone volevano catturarmi! Mi sono dovuto difendere dato che non mi davate modo di spiegarmi!", rispose Zane. Leon però parve concentrarsi solamente sulla prima frase pronunciata da Zane e prima che Cloud potesse intervenire lo interruppe.

"In che senso non sei stato tu? Zane! Noi non siamo qui per catturarti, ma per aiutarti, non vogliamo assolutamente farti del male!". Zane spalancò gli occhi? Ma cosa diavolo stava dicendo? Inoltre conosceva il suo nome, così come lo conosceva la voce nella sua testa. I dubbi aumentavano.

"Come volete aiutarmi?! Come conosci il mio nome?! E perchè non mi ricordo nulla?!", urlò contro il moro, Zane.

"Sei stato vittima di un grave incidente e hai perso la memoria! Noi vogliamo aiutarti a riacquistarla, siamo sempre stati tuoi amici, vogliamo solamente che tu stia bene!".

"Non è vero, Zane...Ti stanno ingannando per farti abbassare la guardia...Non credere alle sue parole, vogliono solamente confonderti. Ti vogliono per condurre esperimenti sul tuo corpo...", iniziò la voce nella sua testa.

"Taci! Voglio sentire anche la loro versione!", rispose prendendo coraggio Zane.

"Sei sempre stato un nostro amico e dopo l'incidente non ci hai più riconosciuto, per questo abbiamo voluto aiutarti!", ripetè Leon.

"Non è vero! Ti stanno ingannando. Non sei mai stato vittima di un incidente e loro non sono mai stati tuoi amici! Riprenditi Zane!", continuò la voce. 

"Sappiamo benissimo quello che stai provando, il dolore a cui sei sottoposto. Non ti preoccupare con il nostro aiuto puoi guarire!", continuò imperterrito Leon.

"Non credergli...non ti aiuteranno mai. Non conoscono quello che hai sopportato, quello che hai patito ultimamente! Loro non sanno, Zane!".
Zane si mise le mani sulla testa. Cadde in ginocchio e si mise ad urlare, mentre la testa gli scoppiava.

"TACI!! ESCI DALLA MIA TESTA! FAMMI SENTIRE COSA HANNO DA DIRE E STAI ZITTO!", imprecò ad alta voce verso l'entità che ormai gli parlava da tempo nella testa.

"Ma cosa diavolo sta succedendo?!", disse Aqua, sempre più preoccupata. Leon e Cloud invece si lanciarono uno sguardo d'intesa. Si era risvegliato davvero!

"Cloud, colpiamo ora che è in crisi!", il biondo non se lo fece ripetere due volte e si lancio a spada sguainata verso Zane, così come Leon che sguainò una strana spada dall'impugnatura a pistola. I due non fecero nemmeno in tempo ad avvicinarsi, che un'immensa nube nera si propagò dal corpo di Zane e invase buona parte del salone. Molti dei presenti si allontanarono impauriti. Solamente Leon, Cloud e Aqua rimasero ai loro posti, anche se i primi due erano leggermente scossi dalla botta appena presa. Prima che chiunque potesse anche solo parlare, dalla nube eruppe una voce profonda, molto simile a quella che aveva dentro di se Zane, ma che nessuno, ad eccezione del ragazzo, aveva mai sentito.

"Tsk. Dovevo immaginarlo. Sei debole, Zane. Pensavo che fosse facile liberarmi con il tuo aiuto, ma a quanto pare sei solamente una palla al piede. Non riesci nemmeno a sconfiggere scarafaggi simili. Pensavo fossi più forte. Sei un pidocchio, tale quale i tuoi amici qui".

"TU! Dovevo immaginarlo che ci fossi tu dietro tutto questo!", disse Leon rivolto alla voce che usciva dalla nube.

"Mio caro Squall, sapevo che mi avresti messo i bastoni fra le ruote. Insieme a quel tuo compagno Strife. Ahahahahaha sappiate una cosa. Per ora mi avete sconfitto, ma avete vinto una battaglia, non la guerra. Io non mi arrenderò mai! Il corpo di questo ragazzo ormai è mio! Ditelo al vostro capo! Ditelo ai vostri generali, ai vostri uomini, alle vostre famiglie, al mondo intero! Prima o poi riuscirò a prenderne del tutto il controllo, e una volta che ci sarò riuscito, ne voi, ne il vostro capo, ne l'Energy, nemmeno Xemnas e la sua organizzazione saranno in grado di battermi. Sarò invincibile. Ahahaha preparatevi, razza di essere inferiori! La mia venuta è prossima!! La mia era è giunta! L'inizio della fine è arrivato per tutti voi!"

"Zane, tu sei solamente mio...aspettami, io riterrnerò...", e detto ciò, nella mente di Zane, la nube svanì in un polverone. Leon e gli altri si coprirono gli occhi e non appena la nube svanì del tutto, videro solamente il corpo di Zane praticamente nudo. Sembrava che il tempo si fosse fermato. Solamente qualcosa pulsava di energia. Il simbolo sulla schiena di Zane emanava un'energia immensa, che creava una specie di barriera violacea intorno al suo corpo. Leon e Cloud si avvicinarono cautamente. Cercarono di rompere la barriera. Ci vollero diversi tentativi prima che i due ci riuscissero.

"Aqua, chiama immediatamente la squadra medica, è ancora vivo, ma necessita di immediate cure!", sbottò Leon. Poi si rivolse al suo compagno.

"Riesci a praticargli una cura improvvisata?", gli chiese pieno di speranza. Quello annuì, poco convinto e mise le mani sulla schiena di Zane. Dalle sue mani uscì una luce luminosissima, molto calda. Poi Leon chiamò a se diversi soldati rimasti ancora in forza. 

"Andate immediatamente dal capo. Riferitegli l'accaduto. Informatelo su tutto. E ditegli immediatamente di organizzare un summit tra i generali. A loro la decisione se aprire o no i portali interplanetari". I soldati annuirono e si precipitarono verso le ascensori dei piani superiori. Poi Leon squadrò con sguardo cupo e preoccupato il corpo di Zane, che sotto le improvvisate cure di Cloud si stava lentamente riprendendo e riacquistando un po di colore.

"Sargeras è tornato....".




I quattro si allontanarono da quella che sembrava una "sfera" d'acqua poggiata su di un semplice tavolo di legno. La stanza non era molto illuminata, anzi. Era talmente buia che non si riusciva a distinguere minimamente il volto di quei quattro individui. Anche se dal profilo si capiva che due di essi erano delle donne. La stanza, come detto, era troppo oscura per poterla delineare in modo nitido. Un tavolo, quattro sedie, un armadio e quelli che sembravano dei letti. Una stanza realtivamente spoglia. Le due donna erano sedute sul letto, uno degli uomini accomodato su una delle sedie mentre l'ultimo appoggiato di schiena contro l'armadio.

"Pensate che dovremmo intervenire? Dopotutto avete visto cos'è successo. La sfera d'acqua, come sapete, non mente mai", disse una delle donne, con voce molto limpida, indicando la sfera ancora attiva sul tavolo. 

"E secondo te come potremmo AIUTARLI", disse il ragazzo appoggiato all'armadio, con voce perentoria e sottolineando l'ultima parola. In un secondo partì una specie di globo di fuoco che illuminò per un'attimo la stanza e andò a spegnere la sfera d'acqua.

"Ti ricordo che non abbiamo più i poteri di una volta. Abbiamo persi i nostri subordinati, abbiamo perso metà dei nostri poteri. Abbiamo perso una casa in cui tornare e abbiamo perso i nostri genitori. Come pensi anche soltanto che possiamo dar loro una mano?", chiese ancora con un tono abbastanza aggressivo.

"Mi dispiace, ma il fiammiero ha ragione. Non possiamo assolutamente aiutarli. Non ne abbiamo le forze, mia cara". Stavolta parlò l'uomo seduto, con un tono molto più calmo e serio del ragazzo di prima. Soprattutto sembrava un tono molto più "adulto e maturo".

"Lo so. Avete ragione voi. Ma tentare non costa nulla, no? Se stiamo qui a fare nulla, è come se dessimo carta bianca a Sargeras. Se dovesse vincere lui, moriremmo comunque, tanto vale provarci combattendo!", ripetè la ragazza, stavolta alzando il tono della voce.

"Forse non a del tutto torto. In effetti farci uccidere senza far nulla sarebbe proprio senza senso. Se combattiamo abbiamo, anche se poche, più possibilità di fermare Sargeras", continuò la ragazza di fianco. Anche lei, come l'uomo, sembrava avere una voce più matura e adulta della sua compagna. La prima che parlò la ringraziò sotto voce.

"Si potrebbe provare, anche se è tutto inutile. Ma dopotutto avete anche ragione voi. Effettivamente tra lo starmene seduto ad aspettare di venire massacrato e il combattere per difendere la mia vita, preferisco in sincerità la seconda opzione", disse l'uomo seduto. Al che il ragazzo di "fuoco" sbuffò sonoramente e sembrò dire sottovoce "fate come vi pare", frase che per gli altri tre equivaleva ad un "Sì".

"Perfetto, allora è deciso. Interverremo solo e soltanto quando Sargeras si manifesterà al completo. Intervenire ora scatenerebbe solamente altri problemi. Siete d'accordo?", domandò la ragazza agli altri tre. La donna al suo fianco gli toccò una spalla con una mano, segno che era con lei. L'uomo seduto ribattè invece con un sì. Il ragazzo, come prevedibile, invece, rispose con un grugnito.

"Grandioso! Ora non ci resta che osservare come continua la situazione. Nel frattempo, ti consiglio di stare attento Sargeras. I tuoi vecchi nemici sono tornati!".






EPILOGO: Uno strano ragazzo si risveglia in quella che sembra una stanza di ospedale, apparentemente senza ricordi. Dopo alcuni momenti di incertezze, scopre le sue fattezze e impaurito dalle voci che provenivano al di fuori della stanza, scappa da lì. Viene raggiunto nella sua testa da una voce che afferma di essere sua alleata, e mentre fugge dai soldati, quest'ultima gli dona forza e sconfigge coloro che cercavano di ucciderlo. Proprio mentre sembravano essere quasi all'uscita di quella struttura, due ragazzi di nome Cloud e Leon ed una terza ragazza, Aqua, riescono a fermarlo. La voce si rivela essere in realtà Sargeras, una sorta di parassita nel corpo di Zane, il ragazzo senza memoria. Dopo aver minacciato i presenti e aver promesso di ritornare, dato che ormai il corpo di Zane appartiene a lui, svanisce un una nuvola di fumo.
Nello stesso momento quattro individui, un ragazzo, una ragazza, una donna ed un uomo discutono sul recente avvenimento. Dopo aver discusso per diversi minuti, decidono di intervenire se le cose si fossero fatte problematiche. Ma un dubbio sorge spontaneo. Chi è Sargeras? Perchè si trova nel corpo di Zane? E perchè Zane si ritrova senza memoria? Chi sono i ragazzi comparsi e qual'è l'identità dei quattro individui misteriosi?
Tutto nel prossimo capitolo, intitolato "IL RISVEGLIO"



CLOUD STRIFE (si pronuncia letteralmente "Claud)



SQUALL LEONHART (si pronuncia letteralmente"Lion")



AQUA (si pronuncia normalmente acqua)








































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Capitolo 4
*** Il Risveglio ***


Ringrazio Anticipatemente KuRaMa KIUUBY e gaara_3 (fidati che manca poco ai tuoi Pg di Naruto :) per le loro recensioni XD 
Grazie ragazzi, continuate a supportarmi e vedrete che non vi deluderò :)





CAPITOLO 3:

"IL RISVEGLIO!"

"Vedevo l'ombra che mi ha controllato fino adesso. Ho visto quello che ho fatto. Ho meglio quello che non ho fatto. Ha fatto del male ai miei amici! Ora ricordo tutto! E' Come se un flusso di acqua fredda mi abbia investito e mi abbia ridato tutti i ricordi. Ma c'è ancora quel buco che non riesco a ricordare...Chi è Sargeras? Perchè mi controllava? Come ha fatto ad entrare dentro di me...? E' tutto confuso...Ho molti dubbi che non riesco a decifrare. Ho molte idee confuse che non riesco a riordinare. Vorrei capire di più, ma sembra che per ora debba accontentarmi di questo...".

Erano questi i pensieri che Zane aveva dopo che lo avevano riportato nella stanza da cui tutto era iniziato. Dopo che la voce nella sua testa svanì, forse solamente temporaneamente, Zane iniziò a ricordare molte cose. Dapprima vide Leon, sì il ragazzo moro si chiamava così, se lo ricordava, sbracciarsi e chiamare chiunque fosse rimasto illeso dal suo attacco. O meglio, dall'attacco di chi lo controllava.
Poi vide un'altro ragazzo biondo, forse doveva essere Cloud, chinarsi su di lui. Dopo di che sentì un calore strano provenire dalle sue mani e il dolore iniziò a svanire. Era sicuramente Cloud, l'unico che poteva creare una sensazione così piacevole di cura era lui. Durò tutto molto poco. Non appena sentì le parole di Leon, o meglio, quella parola, "Sargeras" il dolore ritornò più forte che prima. Iniziò a contorcersi e a lanciare grida strazianti.
Poi tutto fu come ombre.
Riuscì in parte a distinguere "cose" mentre veniva portato su quella che doveva essere una barella verso qualcosa di ignoto per lui. Grazie al cielo riuscì a distinguere la stanza dove si era risvegliato poche ore prima. Sentì parecchie grida e movimenti. Vedeva con la coda dell'occhio tantissimo sangue colare dalla barella. Non sapeva quante persone aveva intorno. Non era in grado di contarle. Probabilmente erano medici o infermieri. Chi lo sa. Stava forse morendo dissanguato? Che morte banale per uno come lui. Le ultime cose che sentì furono una voce femminile che diceva "Salvatelo, vi prego!!" tra le lacrime ed una mano calda, morbida e delicata che racchiuse la sua. Poi più nulla.



Erano in quattro in totale nella stanza. Non se la ricordavano così piccola. Era picolla non tanto per i loro corpi. Più che altro per i loro pensieri. 
Leon era seduto su una di quelle due sedie che facevano da decoro alla stanza. Si rigirava tra le dita l'elsa della sua strana spada, che sfortunatamente aveva dovuto estrarre contro un suo compagno e amico. Forse, più che amico, fratello. Già. Zane , così come Cloud, era come un fratello per lui. Mai si sarebbe aspettato di sguainare la sua spada contro di lui. Il capo glielo aveva riferito, qualche mese fa. Doveva prepararsi al peggio, doveva prepararsi a quello che sarebbe inevitabilmente accaduto. Ed infatti è successo. Anche se non era proprio lo Zane che conosceva, il corpo era comunque il suo e attaccarlo a spada sguainata era come una pugnalata al suo cuore. Ma ora i problemi erano altri e molto più gravi. Voleva tanto sapere perchè un'entità potente come Sargeras era entrata nel corpo di Zane e più di tutto, se mai Zane sarebbe riuscito a liberarsene. Ci soffriva per questo. Sperava con tutto il cuore che Zane si ricordasse chi davvero fosse, dove vivesse, quali fossero stati i suoi veri amici. Non avrebbe mai sopportato di doversi staccare da Zane. Non dopo tutte le avventure, le missioni, i pericoli in cui loro tre si erano cacciati. La vita di Zane valeva troppo per lui e avrebbe fatto qualsiasi cosa per riportarlo da lui. Non sapeva ancora cosa. Ma doveva trovare una soluzione. 
Tuttavia pensò che era una in particolare la persona che veramente soffriva per la situazione in cui si trovavano. Aqua fin dal momento dell'incidente di Zane cadde in uno stato di depressione totale. A nulla valsero il suo aiuto e quello di Cloud per riportarla alla realtà. Non partecipava più alle missioni ed evitava contatti con chiunque. Passava quasi tutte le giornata nella stanza di Zane a tenergli la mano e sperare che guarisse, che tornasse lo Zane di una volta. Aqua amava molto Zane, forse molto di più che come fratello, ma non lo aveva mai dato a vedere agli altri. Solamente Cloud e Leon avevano intuito qualcosa, ma evitavano di parlarne, soprattutto dopo l'incidente. Ci furono miglioramenti da quando i medici avevano riferito che Zane si sarebbe ripreso da lì a qualche giorno, anche se con qualche vuoto di memoria che avrebbe riguadagnato col tempo. O meglio, questo era quanto riferivano in presenza di aqua e degli altri. Solamente lui, Cloud, Cecil e il capo sapevano le reali condizioni di Zane. Ma non potevano divulgarlo in tutta la base. Ci sarebbe stato il caos generale. Anche di questo probabilmente se ne rammarica. Se lo avrebbero detto a tutti, forse Sargeras poteva essere contrastato molto prima, evitando tutti quelle morti tra i soldati. Tuttavia Aqua in quei giorni era la persona più felice del mondo. Riprese a combattere, a parlare, a scherzare com'era il suo solito. Poi venne il giorno. Quando Zane scappò dalla sua stanza, circa tre mesi fa, Aqua non seppe se esserne felice o triste. Zane, lo sapevano, poteva guarire da tutte le ferite superficiali del mondo, ma ne aveva un interna che mai sarebbe guarita. Una malattia chiamata Sargeras. Leon ne parlò con Aqua, che tuttavia la prese sul ridere, forse anche un sorriso forzato, rispondendo che Zane era molto più forte di quel Sargeras e non avrebbe avuto problemi a contrastarlo. E invece si complicò tutto. Quando effetivamente tutti i presenti videro o meglio sentirono la voce di Sargeras tremarono. Anche Aqua. Dopo quel lavaggio del cervello ad opera del demone verso Zane, le condizioni di quest'ultimo precipitarono. Quel maledetto tatuaggio che aveva sulla schiena iniziò a sanguinare copiosamente e Zane rischiava di morire dissanguato. I medici cercarono in tutti modi di salvarlo, ma le sue condizioni erano critiche. Alla fine riuscirono a stabilizzarlo, ma purtroppo Zane caddè in uno stato di coma che ormai durava da tre mesi. Nessuno ormai sperava in una sua ripresa. Solamente Aqua e Leon erano convinti che Zane potesse riprendersi. Gli altri erano ormai diventati tutti pessimisti. 
Un coma di tre mesi significava che ormai la sua fine era segnata. 
Ed era un pensiero che condivideva anche Cloud. Lui fu uno dei primi a convincersi che Zane potesse ristabilirsi. Secondo il biondo, era una delle persone più forti e resistenti che avesse mai visto. Un coma non sarebbe stato un problema per lui. Era guarito da ferite ben più gravi di quella. E invece col passare dei giorni e delle settimane, questa convinzione abbandonò lo Strife. Si maledì per non essere riuscito a salvare il suo amico. Maledì se stesso per aver fatto provare tanta sofferenza a Leon e Aqua. E così pianse, per la seconda volta in vita sua. Pianse per ore. Ovviamente non lo diede assolutamente a vedere. Le uniche persone che lo avevano visto piangere erano Zane e la ragazza per cui molto tempo fa provava dei sentimenti. Ora rischiava di perdere un'altra vita troppo importante per lui. Non si fece più vedere agli allenamenti e anche lui smise per un pò di combattere. Finchè una notte non gli comparse in sogno l'altra persona che aveva perso. Credette si trattasse di un sogno, ma era un segno fin troppo chiaro. Ne parlò con Leon, che tuttavia cercò di sdrammatizzare, considerandolo solo un sogno, ma Cloud ormai aveva perso ogni speranza. La sua unica speranza era quella di vedere morire in fretta Zane, almeno non avrebbe sofferto e avrebbe raggiunto LEI. 
Perciò ora guardava con sguardo completamente neutrale il copro di Zane, maledicendo Aqua per tutte quelle sue preghiere che diceva ogni volta che entravano nella stanza del loro amico.
"Adesso basta Aqua! La vuoi piantare di farneticare preghiere a caso!?", sbottò Cloud verso l'amica. 

"Ma che ti prende Cloud!? Io prego perchè spero ancora che qualcuno lo salvi! Tu non vuoi che Zane si salvi?!", rispose Aqua, mentre delle lacrime iniziavano a scendere dalle guance della
ragazza.

"Qualcuno?! Chi vuoi che possa salvarlo Aqua?! Ormai non c'è più speranza, arrenditi! Prega che vada meglio la guerra piuttosto, almeno è qualcosa che può ancora succedere!!"

"Come puoi essere così senza cuore!? Un tempo non eri così Cloud...Un tempo ti importava di Zane!"

"Mi importava finchè non è successo quello che è successo! Finchè non ci ha tradito e non ha ucciso tutte quelle persone! Hai visto quanti soldati ha fatto fuori!? Come puoi provare pietà per lui!", rispose Cloud che iniziava a spazientirsi. Sapeva che non era stato Zane, lo sapeva. Ma doveva autoconvincersi che così non avrebbe sofferto come prima. Doveva dare la colpa a lui e a lui soltanto.

"Sai che non è stato lui! Non era in lui quando ha fatto quello che ha fatto!", rispose Aqua, ormai sull'orlo delle lacrime.

"Si, come no! Sai benissimo che ne era capace e non avrebbe esitato a farlo per fuggire! Ti ricordo che per lui eravamo come dei carcerieri, non lo biasimerei se avesse avuto tanta....", ma Cloud non finì la frase che in un lampo Leon si alzò dalla sedia, buttandola per terra e lanciandosi verso il biondo che venne preso al collo con furia dal compagno.

"Come puoi dire una cosa simile...affermare che Zane avrebbe potuto fare del male a delle persone per fuggire...affermare che vedeva i suoi compagni e amici di una vita come carcerieri...", disse a denti stretti, senza urlare, ma con uno sguardo che spaventò persino il suo compagno biondo. Al che Cloud iniziò ad annaspare, ma non rispose all'attacco di Leon. Sapeva benissimo che aveva ragione. Anzi, morire lì, soffocato dal suo migliore amico, per aver "tradito" l'altro suo migliore amico, sarebbe stata la fine perfetta per porre fine a tutte le sue sofferenze e a quello che ha provato fino ad ora. Almeno l'avrebbe raggiunta insieme a Zane...
Maledisse perciò Tidus quando bloccò Leon e cercò di farlo ragionare.

"Avanti, adesso basta Leon! Non vedi cosa stai facendo!? Non ti riconosco più, togli quelle mani da Cloud e calmati! Lui non voleva dire questo, perciò siediti, prendi un bel respito e calmati!!", ci volle un pò alla quarta persona presente, chiamata Tidus, un ragazzo moro, un pò più basso di Leon, a togliere le mani del compagno dal collo di Cloud. Quando Leon si infuriava, erano poche le persone che sapevano resistergli. Fortunatamente Tidus era una di queste. 
Alla fine Leon si calmò, ma continuò a guardare in cagnesco Cloud, mentre quest'ultimo abbassò lo sguardo, con qualche lacrima che iniziava a solcargli il viso. Si sarebbe messo a piangere davanti ad Aqua e Tidus. Ormai non gli importava più di nulla. 
Mentre Aqua ormai era scoppiata in un pianto quasi silenzioso ed ora l'unico rumore nella stanza era il respiro affannoso di Tidus e i singhiozzi della ragazza. 
L'aria era tesa e a Leon mancava comunque poco per risaltare addosso a Cloud. 
Fortunatamente per Tidus, soprattutto, qualcuno bussò alla porta e fu lo stesso Tidus a rispondere.

"Avanti...", disse in tono lugubre. La porta venne spalancata e da quest'ultima entrò un'altro ragazzo, sui 18 probabilmente, alto quanto Tidus. Aveva capelli che gli arrivavano sulle spalle di un colore viola chiaro, dagli occhi azzurri ed un fisico slanciato. Portava delle scarpe da ginnastica e dei jeans blu lunghi. Una maglietta nera accollata ed un jilet color panna. Ai polsi portava dei polsini neri. Sembrava il classico ragazzo "ribelle". Carattere che di certo non apparteneva al ragazzo. 
Quando entrò desiderò di non averlo mai fatto. Davanti a lui aveva un Cloud atterrito e con lo sguardo basso, appoggiato alla finestra, mentre si strofinava gli occhi con una manica. Un Leon con uno sguardo feroce indirizzato verso il biondo, mentre un Tidus che lo guardava con uno sguardo come per dire "Grazie che sei entrato, ora aiutami a sistemare la faccenda...", mentre una Aqua che piangeva a dirotto mentre stringeva una mano di Zane, che ancora sembrava dormire. Ma lo sapeva bene quali erano le sue condizioni. Si decise a parlare.

"Scusate l'intrusione, ma ho delle notizie importanti da riferirvi. E' stato deciso di indurre un'altro consiglio d'emergenza", disse tutto d'un fiato. Leon a quelle parole si adirò ancora di più.
"Un altro consiglio!? Ne hanno fatto uno anche la scorsa settimana! Cosa sperano di ottenere con tutti questi consigli!?". Riku si spaventò non poco. Sapeva benissimo cosa poteva fare un Leonhart arrabbiato.

"Lo so, Leon. Ma gli ordini sono ordini, dobbiamo sottostare. Il colonnello ha chiesto la presenza di tutti i Maggiori e Capitani della struttura". 
A quelle parole, Cloud e Leon risposero, dato che erano due Maggiori dell'esercito. Seguì i due anche Tidus, dato che era un capitano di squadra. Leon tuttavia sbuffò, mentre Cloud, si ravvide bene dall'avvicinarsi a Leon, tant'è che fece posizionare Tidus tra lui e il compango. Così i tre, distanziati l'uno dall'altro, guardarono ancora una volta il corpo di Zane e si allontanarono chiudendosi la porta alle spalle e lasciando Aqua e Riku che rimasero con Zane. 
Riku ne approfittò per capire quali erano le emozioni di Aqua in quel momento. Sapeva benissimo il legame che univa Cloud e Leon a Zane e Aqua.

"Aqua? Come stai? Tutto ok?", chiese con apprensione. L'interpellata si asciugò le lacrime e sorrise, forzatamente, verso il ragazzo.
"Sisi, tutto ok, grazie per avermelo chiesto". Riku sapeva che stava mentendo, ma decise di non indagare oltre. 

"Sai, l'unica cosa di cui mi pento è di non aver detto a Zane quanto io tenga a lui, da molto tempo. Di non avergli detto che provavo e provo ancora qualcosa di forte per lui. Di non avergli detto quanto gli voglia bene e che mi manca da morire...", e altre lacrime riniziarono a scorrere
sulle guancie di Aqua.

"Senti, Aqua, io sono sicuro che Zane si possa riprendere. Dopotutto, non è detto che nessuno possa uscire dal coma. Ci sono molte persone che sono riuscite ad uscirne, magari dopo molto tempo, ma alla fine hanno vinto loro. Non perdere la speranza Aqua. Lei è l'ultima a dover morire", disse Riku sorridendo alla ragazza, che rispose di rimando, annuendo con la testa e stavolta sorridendo in modo sincero. Almeno era riuscito a farla sorridere sinceramente.

"Senti Riku, posso dire una frase, se non ti dispiace? Sai mi imbarazzerei molto a dirla in presenza di altri, ma viste le circostanze, vorrei davvero dirla adesso, non riesco più a tenermela dentro. E vorrei farti promettere di non dirla a nessuno e di non ridere o fare battute, ok?", chiese sorridendo e asciugandosi le lacrime a Riku. Quest'ultimo annuì e sorrise di rimando, intuendo già quale fosse la frase, anzi, quali fossero le tre parole che volesse dire la ragazza. Passò qualche secondo prima che le labbra di Aqua si mossero.

"Ti amo, Zane...". Queste parole risuonarono per la stanza silenziosa, accompagnate dal suono stridulo delle cicale nei campi. Passò qualche minuto di silenzio, poi successe qualcosa che entrambi non si sarebbero mai aspettati, ma a cui ci speravano da lì a tre mesi. Uscì qualcosa come un grugnito dalla bocca di Zane e la sua mano in qualche modo strinse in modo delicato e impercettibile quella di Aqua, la quale nonostante tutto riuscì a sentire. Anche Riku udì il grugnito di Zane e guardò in faccia Aqua, con gli occhi spalancati. Si stava forse svegliando....?





Non seppe per quanto dormì. I sogni e i ricordi fluivano leggeri e senza ostacoli, mentre il suo sonno diventò sempre più leggero. 
Fu svegliato da alcune voci che parlavano sottovoce. All'inzio pensò fossero solamente altre tracce dei suoi sogni. Poi diventavano sempre più nitide. In principio semravano lontane, come se qualcuno gli stesse gridando contro, poi diventarono via via più vicine, finchè non si accorse di averle ad un passo da lui. L'udito forse stava tornando? 
Non aprì subito gli occhi. Forse perchè non ci riusciva. Non poteva aspettarsi di recuperare tutti i sensi in così poco tempo. Aver recuperato l'udito era già tanto. 
Ogni tanto sentiva un forte dolore alla schiena e qualche volta un forte mal di testa, ma nulla di più. Questo era "quasi" un buon segno. Almeno sapeva che non si trattava di un sogno e che il tatto stesse in qualche maniera tornando. 
Decise di non muoversi, ma di rimanere lì. Prima di svegliarsi voleva capire dove si trovava precisamente e chi erano le persone che stavano parlando. 
Cercò, perciò, di rimettere in ordine un attimo le idee. Scandagliò nel profondo dei suoi ricordi qualcosa che potesse dargli qualche indizio. Si ricordò di qualche mese fa, non seppe quanti, di quel brusco risveglio e di Sargeras. Già, Sargeras. Quel demone che aveva controllato la sua mente in quella bruttissima giornata. Purtroppo si ricordava anche dei danni che aveva causato a tutta la base. Si ricordava delle parole di Sargeras, quel "Zane, tu sei mio. Aspettami, ritornerò". Al solo pensarci aveva i brividi. Non voleva assolutamente rivivere quella situazione. Poi il momento in cui veniva trasportato in quella stanza in cui si era risvegliato. Era possibile che si trovasse tutt'ora in quella stanza. 
Sentiva che qualcuno gli teneva la mano, ma non seppe chi. Probabilmente una ragazza, essendo la mano calda e delicata. Non seppe però quale, anche se sperò con tutto il cuore che fosse lei...
Non riusciva ad aprire gli occhi, anche se si sforzava. Non riusciva nemmeno a riaprire la bocca. Era come se fosse diventato una mummia. Fatto sta che capì comunque di chi erano le voci. Infatti non appena sentì le voci di Leon e Cloud fu felice di essersi "quasi" risvegliato. Voleva far sapere a quei due che era ancora vivo, che non era più un bello addormentato. Ma nulla, non gli usciva nulla dalla bocca. 
Ad un tratto sentì che i toni dei due si erano fatti più accesi. Finchè ad un tratto non sentì anche la voce femminile, probabilmente della ragazza di fianco a lui. Aqua. Ebbe un tuffo al cuore. Aveva voglia di riabbracciarla, di rivedere quel suo sorriso che scaldava il cuore. Ma nemmeno gli occhi davano segno di aprirsi. 
Poi quelle frasi di Cloud. Lo fecero impallidire. Non si sarebbe mai aspettato delle frasi del genere da Cloud, che considerava come un fratello. Aveva voglia di alzarsi e andare a tirargli un cazzotto in faccia. Venne anticipato da un qualcosa che cadeva a terra con un tonfo e dalle successive parole di Leon, che invece sembrarono confortarlo di più. 
E poi successe di tutto. 
Aqua che iniziò a piangere sempre di più, una quarta persona, Tidus che cercò di bloccare Leon dall'uccidere Cloud. 
Ed infine ancora quel dolore straziante alla schiena. Non riusciva a gridare dal dolore. Non riusciva a muoversi dal dolore. Era una sofferenza silenziosa. Non seppe quando durò, ma era un dolore che non provava da molto tempo. Vide con la coda dell'occhio due occhi rossi nel buio che lo fissavano, che gli sussurravano solamente il suo nome. 
Cercò di gridare, di stringere la mano di Aqua. 
Poi sembrò che in quel momento che le sue fatiche fossero finalmente state premiate. Sentì uscire dalla sua bocca un grugnito e la mano di Aqua farsi più stretta. Il dolore cessò all'improvviso. Socchiuse gli occhi. Leon, Cloud e Tidus erano scomparsi. La vista gli stava ritornando, la parola anche. Era il momento...?




Non appena Zane aprì gli occhi, quelli di Aqua e Riku iniziarono a riempirsi di lacrime. Non stavano sognando! 
A Zane ci volle un pò per mettere a fuoco il luogo in cui si trovava. Le prime immagini che lo catturarono erano quelle del soffitto. Bianco. Quel bianco che lo accevava quasi sempre. Poi si decise a muovere la testa di qualche centimetro. Non appena voltò la testa a sinistra, vide il ragazzo che aveva sentito parlare qualche minuto prima. Il ragazzo dai capelli viola. Riku! Se lo ricordava, allora non era un sogno! Poi faticando girò la testa a destra e rimase ancora più stupito nel vedere il viso sorridente e pieno di lacrime di una ragazza dai capelli azzurri. La conosceva fin troppo bene. Conosceva all'infinito quei capelli azzurri come il mare più limpido. Quegli occhi del medesimo colore e quella pelle così delicata che gli stringeva la mano. La strinse, per farle capire che lui c'era. Per farle capire che ormai non era più un sogno. Lui si era risvegliato! 
Provò a spiccicare qualche parola, fare capire meglio ad entrambi che ormai si stava ristabilendo. Ma uscirono solamente dei grugniti. come prima. Riku e Aqua rimasero in attesa, trepidanti. Riku fissava a occhi spalancati il ragazzo, mentre Aqua tremava per l'emozione, non poteva crederci. Non poteva credere a quello che stava accadendo. Zane si maledisse per non riuscire a parlare.

"Forza voce, ritorna! Parla! Parla! Dì qualcosa! Maledizione!", si ripeteva nella testa, sperando che la voce gli tornasse. Allorchè iniziò a ripetere nella sua testa continuamente il nome
"Aqua", sperando servisse a qualcosa.

"Aqua....Aqua....Aqua....Aqua....", fece diversi tentativi, ma non successe nulla. Si maledisse ancora di più.

"Ti prego...Ritorna...Aqua...Aqua...".

"AQUA!". La parola uscì come un urlo dalla bocca di Zane. Per lui sembrava un urlo ma per Riku e Aqua era come una parola pronunciata normalmente. 
All'attesa di qualche secondo prese il posto la gioia. Riku scoppiò a ridere in modo fin troppo esgaerato alzandosi dalla sedia ed esultando, gettando le mani per aria. Aqua scoppiò in un ennesimo pianto liberatorio, nonn più lacrime di tristezza, ma di gioia, ridendo come una pazza, felice che la prima parola pronunciata da Zane dopo tutto quel tempo fosse il suo nome. 
Zane nonostante fosse intontito, capì la felicità dei due. Cercò di alzarsi ma faticò parecchio. Prima di ritrovare la parola doveva assolutamente ritrovare l'equilibrio. Riku e Aqua si ripresero e cercarono di aiutare Zane, cercando comunque di non forzare la situazione.

"Forza Riku, tu prendigli l'altro braccio, io lo sostengo da questo", gli disse tutta felice.

"Ok, ma cerchiamo di non farlo faticare troppo, si è appena svegliato, non esageriamo", ma Zane sembrava d'accordo con Aqua, voleva a tutti i costi rimettersi in piedi.

"Ahahaha sembra non voglia darti retta Riku", scoppiò a ridere Aqua, mentre Riku sorridendo malediceva entrambi.

"Eh va bene, ma almeno facciamo piano Ahahaha". Così mentre entrambi lo tenevano per le braccia, Zane cercò di alzarsi. Con sua somma sopresa ci mise meno del solito e in pochi minuti era in piedi, seppur malfermo, e sostenuto da Riku.

"Allora, come va Zane, come ti senti le gambe? Ce la fai a stare in piedi da solo, o devo sostenerti ancora?", chiese con molta calma il corvino.

"Abbastanza bene, tranquillo ce la faccio da solo". Le aveva dette abbastanza piano e a bassa voce, ma Riku e Aqua sentirono benissimo. Così come Zane. Aveva pronunciato una frase! Una frase completa e non più grugniti. Si stupì seriamente. Si era svegliato da una decina di minuti ma già riusciva a stare in piedi e a parlare. Prima non riusciva ne a vedere ne a parlare. E ora riusciva persino a spiccicare delle frasi. Com'era possibile?

"S-to...Sto parlando? D-Davvero sto parlando?", chiese sempre più stupito il ragazzo. Aqua che ormai non aveva più lacrime, anche se gli occhi rossi, annuì sorridendo mentre Riku lentamente lasciò la presa su Zane. Quest'ultimo se l'aspettava, perciò si preparò. Incredibilmente stette in piedi senza fatica. Anzi riuscì anche a stiracchiarsi e a sgranchirsi le mani e le gambe. Aqua e Riku erano sempre più sorpresi. D'accordo erano anche felici, ma non si aspettavano che si riprendesse così in fretta dopo un coma di tre mesi. Tre mesi e non un giorno. 

"Ahahaha riesco a parlare e a stare in piedi non ci posso credere!", Zane era felice come una pasqua. Camminò avanti e indietro dalla stanza, poi si recò davanti alla solita finestra e ammirò il paesaggio che già tre mesi prima aveva guardato. Inspirò come allora l'aria fresca del mattino. Ma stavolta non era come prima. 
Stavolta si ricordava tutto. I suoi amici, dove viveva, come si chiamava, com'era fatto. 
Perciò non resistette al desiderio. Inspirò a pieni polmoni e lanciò un grido fuori dalla finestra.

"IO SONO ZANE CRUSHER!!". Riku e Aqua felici lo osservavano esultare come fosse un bambino. Poi Aqua ripensò alle frasi, o meglio alla frase che gli disse mentre era ancora addormentato. Non se la sentiva di parlargliene. Voleva prima che si godesse la vita. Di nuovo. 
Di scatto si girò verso loro due e Aqua, sorpresa da quel gesto, girò di colpo la testa e arrossì.

"Riku, da quanto tempo! Sono felice di rivederti, amico mio. Vedo che ti sei irrobustito Ahahah", e corse verso l'amico abbracciandolo con forza. Riku rispose felice all'abbraccio, ridendo anche lui come un bambino.

"Ahahahaha, beh, grazie mille. Anche tu vedo che in questi tre mesi ti sei rincitrullito più del solito!", rispose. Zane sorrise come mai aveva fatto. Restarono così per circa un minuto, poi Riku fece cenno a Zane di Aqua, che nel frattempo, era rossa come un peperone e non riusciva a guardare in faccia Zane.

"Credi che mi sia dimenticato di te, Aqua?", chiese anche lui un po rosso in volto. Non ci pensò due volte ad abbracciare di sorpresa l'amica, che tremò come una foglia e non seppe cosa fare. Per lei abbracciare Zane non era mai stato un problema, ma dopo quello che gli aveva detto mentre era in coma, non sapeva più come fare. 
Zane d'altro cantò non lo capì ma continuò a sorridere come un pazzo e a saltellare di qua e di la mentre Aqua si riprendeva e Riku scuoteva la testa.

"Sei proprio un bambino Ahahah", gli disse.

"Ehehe, eddai Riku, è da tre mesi che non assaporo queste sensazioni. L'aria sulla pelle, il profumo della vita, il calore umano. Qualcosa che non provo da tantissimo tempo. Fammi godere questi minuti!". 
Così per dieci minuti buoni, Riku e Aqua rimasero a osservare Zane che si specchiava, urlava il suo nome, saltava sul letto. Sembrava davvero un bambino. Poi l'imbarazzo. Si accorsero che Zane era in pantaloncini corti e non aveva addosso solamente le mutande. Riku impazzì di risate e Aqua fu costretta a girarsi tutta rossa.

"Mettiti addosso qualcosa, razza di babbeo! Non vedi che sei pseudo nudo!?", gli disse la ragazza, che si ricordò solo ora che l'aveva abbracciata a petto nudo. Per poco non morì d'infarto.

"Ops, ah già. Ahahahaha, Riku non è che avresti qualche vestito da darmi?", chiese al ragazzo corvino. Il quale non si dimenticò dei vestiti di Zane e andò verso il comodino tra le due porte, prendendo i vesiti neri che Zane solitamente vestiva, quelli con cui si è risvegliato anche tre mesi or sono. Se li mise addosso, mentre Riku faceva battute spiritose sugli attributi di Zane, per far arrossire ancora di più Aqua. Che per tutta risposta gli tirò un cazzotto sulla nuca. 
Zane sorrise. Non era cambiato nulla. Loro erano quelli di sempre. Era lui che forse era cambiato. Non sapeva se per il meglio o il peggio, ma per ora non contava. L'unica cosa che importava davvero era far sapere a tutta la base che lui era vivo. 

"Riku, Aqua muovetevi, dobbiamo far sapere a tutti che mi sono ripreso! Forza andiamo!". Non stava più nella pelle e Riku fu costretto a trattenerlo.

"Calmati, stallone. Per prima cosa datti una sciaquata che puzzi come una pantegana di fogna. Poi pensiamo al resto!", Zane sbuffò e decise di andare a farsi una doccia, come consigliato, anzi ordinato, da Riku. Il bagno era la porta accanto a quella della sua stanza e lo accompagnarono lì. 
Mentre Zane entrò in doccia, Aqua e Riku discussero sul da farsi, ancora emozionati.

"Pensi che dovremmo andare in giro a sbandierarlo ai quattro venti? Secondo me è una pessima idea", disse Aqua.

"Hai ragione. Secondo me è meglio andare prima nella sala dei leader a dirlo prima alle squadre e agli ufficiali. Poi penseremo a come dirlo a tutta la base. Dopotutto Zane era molto amato da tutti. Sono sicuro saranno felici di sentirlo sano e salvo. Vivo soprattutto", disse il corvino. Aqua annuì. Era la cosa migliore da fare. 





Nel frattempo Zane era in procinto di entrare in doccia. Ripensò a quei minuti che avevano caratterizzato il suo risveglio e a quello che aveva sentito poco prima si provare quel dolore che gli fece perdere momentaneamente i sensi. Ripensò a quello che disse Cloud. A mente lucida, capì che probabilmente non era quelle che realmente voleva dire. Probabilmente era dovuto al fatto che avesse perso le speranze. Si diede dello sciocco per aver dubitato dell'amico fraterno. Tre mesi di coma sono tanti e farebbero perdere le speranze a chiunque. Lui per primo non ci avrebbe minimamente sperato. 
Ricordò anche la reazione di Leon. Una reazione che si aspettava. Era la persona che conosceva pi di tutti. Sapeva che poteva fidarsi di lui e viceversa. Quella reazione era la dimostrazione che Leon confidava nelle sue capacità. Sapeva che si sarebbe risvegliato. Decise perciò di non parlare a nessuno dei due riguardo quelle frasi. Anche se, ora che ci pensava, aveva una voglia assurda di incontrarli. 
Perciò finì in pochissimo tempo la doccia ed uscì. 
Tuttavia prima di aprire la porta del bagno, ripensò anche all'atteggiamento di Aqua. Era sembrata molto imbarazzata di vederlo. Che lui si ricordasse, prima di tutto ciò, lei non era così con lui. Decise per il momento di non pensarci, alzò le spalle ed uscì, recandosi dai compagni col sorriso sulle labbra.

"Allora, amici, avete deciso come annunciarmi al mondo?", disse scherzosamente il ragazzo, mentre si infilava i guanti della veste.

"Si. Prima di schizzare in giro come una trottola dacci retta Ahahaha", gli disse Riku, senza perdere il sorriso dalle labbra.

"Prima ci recheremo nella sala dei leader, dove lo diremo agli altri ufficiali, poi penseremo a come fare con tutti gli altri", gli spiegò brevemente Riku. Zane annuì. 

"Quindi incontrerò di nuovo Cloud, Leon e tutti gli altri della squadra?", chiese, non stando più nella pelle. Aqua annuì felice. Sapeva benissimo quanto Zane volesse bene ai suoi compagni leader.

"Allora forza, diamoci una mossa!", ripetè Zane, prendendo per mano Aqua e Riku e trascinandoli, letteralmente, per il corridoio.

"Avrà anche perso la memoria, ma la forza non sicuramente", disse Riku tremante ma sorridente. Si lasciarono dietro una scia di polvere.

"Aspetta, non agire così di fretta, non sai dove devi andare!", gli disse Aqua. Ma Zane scosse la testa.

"Tranquilla, mi ricordo benissimo com'è fatta la base. Mi ricordo tutto!", disse raggiante il ragazzo, rassicurando entrambi, che comunque scossero la testa, sorridenti.



Nel stesso momento, in una sala non molto grande, vi erano quattordici persone che discutevano animatamente tra di loro. 
La sala era molto illuminata da ampi finestroni. Si vedeva che davano sulla sala principale della base. Vi era un lungo tavolo di legno, con altrettante sedie in legno. Vi erano anche diversi tavolini anch'essi lignei sulla cui sommità si potevano distinguere bevande e cibarie di ogni tipo. 
Alcune di queste persone erano sedute al tavolo a chiacchierare, altre invece adocchiavano i cibi e le bevande, mentre altre ancora erano in piedi. 

"Hey, Light. Non dovresti entrare anche tu? Cloud e Leon sono già entrati da un pezzo", era la voce maschile di un ragazzo, intento a mangiare con le mani un cosciotto di pollo. Era magro, ma in forma. Capelli neri, racchiusi da una bandana viola con un fiocco rosso. Portava un vestito molto simile a quello dei pirati. Dietro la schiena aveva un fucile molto rifinito di colore marrone. 

"Già, Locke ha ragione, non dovresti essere già dentro? E anche tu, Cecil. Come mai non siete ancora entrati?", replicò un'altra voce, stavolta femminile di una ragazza non molto alta, dai capelli corti a caschetto di un nero profondo. Il ragazzo che parlò per primo si riferiva ad una ragazza in piedi, appoggiata al muro, intenta a chiacchierare con un altro tipo, molto alto, capelli neri e vestito anch'esso nero. Mentre la ragazza aveva lunghi capelli rosati e occhi azzurri. Aveva un vestito lungo, senza maniche che gli arrivava di poco sopra le ginocchia. Portava lunghi stivali marroni. Mentre al dietro la schiena una lunga spada, molto simile a quella di Leon.

"No, Locke. Leon e Cloud sono stati chiamati dal capo prima di tutti noi. Non so il motivo, ma sembrava importante, forse centrava in qualche modo la situazione di Zane...", disse abbassando la testa. Quel nome era ancora nella testa di tutti. Era ben voluto da chiunque e sapeva farsi rispettare da chiunque. Mancava molto a tutti e non appena pronunciò quel nome, una strana aria tetra e triste si diffuse tra tutti. 
Ci pensò sempre il ragazzo con la bandana a cercare di tirare su il morale di tutti.

"Eddai, ragazzi, cosa sono quelle faccie da morto? Vi ricordo che Zane NON E' MORTO", ed enfatizzò quelle parole, come a voler dire che c'era ancora speranza, e di non disperarsi totalmente.

"Locke ha ragione. Finchè noi abbiamo speranza, Zane può sempre tornare", continuò una ragazza mora dai capelli molto corti ma arruffati, dai vestiti molto provocanti. In un certo senso quelle parole riuscirono in qualche modo a risollevare gli animi di tutti, che ripresero le faccende che stavano facendo poco tempo prima. Ad un certo punto la stessa ragazza che aveva appena parlato, dato che era vicino alla porta di ingresso alla sala, sentì un rumore strano, come se qualcuno stesse correndo in fretta e furia. Sperò non fosse l'unica ad essersene accorta.

"Ragazzi, sentite anche voi questo rumore di passi?", chiese in generale. Nessuno gli rispose, ma rimasero in silenzio tutti, visto che sapevano benissimo che Yuna possedeva un udito molto sviluppato. Effettivamente il rumore c'era.

"Chissà che diavolo è? Provo a controllare", disse sempre Yuna e si accinse ad aprire la porta con molta calma. Non fece nemmeno in tempo a posare la mano sulla maniglia che fu costretta ad arretrare dato che la porta per poco non veniva sfondata da una ragazzo dai capelli viola. Lo riconobbero tutti.

"Riku?! Ma che diavolo ti salta in mente?! Potevi farmi male sul serio!", disse Yuna rivolta al ragazzo, che però non rispose dato che sembrava svenuto, visto che aveva un enorme bernoccolo sulla testa. Dalla porta si udì una voce femminile, che tutti riconobbero come quella di Aqua, che entrò poco dopo il corpo di Riku.

"Scusate ragazzi, ma non siamo riusciti a fermarlo, è stato più forte di noi", disse tutto d'un fiato facendo la linguaccia a tutti.

"Ma cos...", disse Yuna a bocca aperta, proprio mentre una altra persona faceva il suo ingresso nella sala. Aveva capelli neri, come la pece. Occhi rossi, come sangue. Un vestito nero che tutti ben conoscevano. L'altezza era quella. Il fisico anche. Ci furono secondi di silenzio, come se il tempo si fosse fermato. Poi fu il ragazzo appena entrato a rompere quel silenzio, sorridendo ed esibendo il saluto militare.

"Heila, è da un po che non ci si rivede!", disse soltanto. Altri secondi di silenzio. Poi ci fu il marasma generale. Alcuni scoppiaro a piangere, altri rimasero a bocca aperta mentre alcuni corsero verso il ragazzo, non credendo a quello che vedevano. La ragazza dai capelli rosati di prima fu una di quelle che rimase a bocca aperta. Non ci poteva credere. Era proprio lui. Non stava sognando!

"ZAAAAAAANEEEEE!!!", esclamò Yuna correndo ad abbracciare l'amico che rispose all'abbraccio mantenendo sempre costante quel suo sorriso sincero.

"Yuna! Sono felice di vedere che stai bene Ahahaha. Eddai non piangere mi sembra di essere ad un funerale!", rispose all'esclamazione, mentre Yuna si stringeva sempre di più. Alla fine chiunque ci fosse in quella sala corse ad abbracciare Zane, (con ovvie eccezioni), che ormai pensavano fosse spacciato e del quale non sentivano la voce da tre mesi. Ci vollero una ventina di minuti prima che tutti si riscossero ed asciugassero le lacrime. Cioè prima che Aqua riuscisse a staccare di dosso a Zane circa quattordici persone. 
Alla fine alcune si risedettero al tavolo, altri rimasero in piedi, mentre Zane, Aqua e Riku (che nel frattempo si era ripreso da quella botta. Si scoprì che era stato lanciato da Zane nel tentativo di fare un entrata ad effetto), presero posto a capotavola, pronti a spiegare quello che è successo. In breve Aqua spiegò a tutti i presenti l'ora precedente, ovvero dal risveglio di Zane fino alla sua entrata trionfale (come la indicava lo stesso Zane) di poco fa. Inoltre fu lo stesso Zane ad ammettere che ormai si ricordava di tutti loro, della base e di chi fosse.

"Non so cosa mi sia successo, ma quello che conta è che ora io mi sia ristabilito e che finalmente posso ancora parlare con tutti voi", disse commosso.

"Anche per noi è lo stesso, Zane. Credo di parlare a nome di tutti se dico che siamo superfelici di rivederti!", disse una ragazza bionda, dai capelli ricci e molto lunghi.

"Già, Terra ha ragione. Molti di noi ti davano ormai per perso. Io sono uno di quelli, e ti chiedo umilmente scusa Zane, ad aver anche solo pensato a tali fesserie", disse invece un ragazzo molto alto, con in testa una bandana bianca, dal quale si intravedeva capelli biondi raccolti.

"Non ti scusare, Snow. Anche io avrei avuto quei pensieri dopo tre mesi di coma. Ma tutti voi mi avete pensato lo stesso, e questo per me è gia tanto. Ma ditemi, dove sono Cloud e Leon? Non li ho ancora visti pensavo che fossero insieme a voi", chiese stavolta turbato il ragazzo. Fu sempre la ragazza rosata a rispondere.

"Sono entrati nella sala del consiglio. Sono stati chiamati circa 10 minuti fa. Tra poco dovremmo entrare anche io e Cecil". Zane si sorprese. Cecil? Infatti guardò alla sua sinistra fino a scorgere  un ragazzo molto alto, dai capelli bianchi e lunghi, dal viso leggermente pallido e con addosso un'armatura di acciaio lucente.

"Cecil! Non pensavo che avessero nominato te come Maggiore. Pensavo volessero nominare Noct", disse indicando un'altro ragazzo vicino. Cecil sembrava indispettito da quell'affermazione.

"Beh, si vede che lo meritavo più io che lui, dato che come tutti sappiamo Noct è uno che non prende troppo seriamente i compiti che gli vengono affidati", replicò infastidito sghignazzando però verso il compagno alla sua destra, che sbuffò ma non disse nulla.

"Ahahaha beh forse hai ragione. Ricordo che Noct difficilmente segue gli ordini che gli vengono impartiti. Fortuna che nelle vicinanze c'è Stella, altrimenti farebbe quello che più gli aggrada ahahah", a quell'affermazione quasi tutti risero, eccetto lo stesso Noct che divenne rosso come un peperone e Stella, una ragazza dall'altro capo del tavolo, che prese delle colorazioni molto simili a quelle di Noct. 

"Beh, allora direi che è venuto il momento che mi manifesti anche io nella sala del consiglio". Affermazione che suscitò proteste e mugugni da parte di quasi tutta la sala. Fu ancora la ragazza dai capelli rosa a prendere la parola, nonostante il brusio che si sentiva.

"Ascolta, Zane. Non puoi entrare lì dentro come se nulla fosse. Non sei più un Maggiore, ergo ti è proibito entrare nella sala del consiglio". Zane concentrò la sua attenzione sulla ragazza.
"Direi di no. La sala l'ho già vista. Me la ricordo. Così come mi ricordo del Colonnello e degli altri capi di Stato. Non vedo il motivo di questo divieto, Light". Light sbuffò.

"Non è questione di conoscere. Il fatto è che è categoricamente", ed enfatizzò la parola,
"proibito che tu entri lì dentro. A meno che di non essere un Maggiore o un Capitano, nessuno ha il permesso di ingresso. Nemmeno tu. E tralasciando il fatto che i capi di Stato sono cambiati da molto tempo, ma tu non eri, come dire, presente quando è successo". A quelle parole Zane si stupì. Non pensava che tali capi di Stato potessero cambiare così in fretta. Sospettava che questo era dovuto a ciò che aveva causato tre mesi fà, ma evitò di parlarne.

"Molto bene, allora aspetterò che il consiglio concluda".

"Potrebbe essere una buona idea, ma solitamente dovrebbero uscire prima dell'inizio del consiglio. Se tutto va bene tra una decina di minuti Leon, Cloud e il Colonnello dovrebbe uscire. Aspettiamo e vediamo. Se il Colonnello è d'accordo allora potrai entrare, altrimenti dovrai restare fuori". Zane annuì e si preparò a rincontrare i suoi vecchi amici e il Colonnello. L'attesa diventò molto snervante per tutti. Il silenzio che si era creato venne interrotto dal solito Locke.

"Ah, la sapevi l'ultima, Zane?", chiese ad un tratto a Zane.

"Hm? Cosa, Locke?", rispose il ragazzo, curioso dalla domanda del compagno.

"Cecil e Rosa pare si siano messi insieme. Non trovi sia buffo?", disse ridendo come un bambino. Tutti ad eccezione dei due interpellati, che divennero rossi come un peperone, si misero a ridere, Zane compreso.

"Ahahaha, sei diventato Maggiore e già ti dai da fare con le ragazze. Sei proprio un birbantello", disse facendo l'occhiolino al Maggiore. Il quale abbassò la testa tutto rosso e maledì Locke, la sua domanda e l'ironia di Zane. Le risate si protrassero per un minuto circa, venendo interrotte ad un tratto dalla porta opposta a quella da cui erano entrati Zane, Aqua e Riku. Non appena la porta si aprì, Zane si alzò in piedi, tremante. Si aspettava uscissero Cloud e Leon dalla porta. E proprio loro uscirono. Avevano inizialmente la testa bassa e non si accorsero della presenza di Zane, il quale potè assaporare qualche secondo l'immagine di Cloud e Leon, che finalmente rivedeva e poteva riabbracciare dopo così tanto tempo. Non appena Leon alzò la testa, il suo sguardo cadde sulla figura del ragazzo dai capelli neri. Rimase imbambolato, per diversi secondi, senza sapere cosa fare. Che stesse sognando? Zane era proprio davanti a lui. Lo aveva lasciato ore prima sul letto dell'infermeria, in coma, con poche possibilità di sopravvivenza secondo i medici. Ci mise un pò a mettere a fuoco l'immagine di Zane, mentre qualche lacrima iniziò a scendere dai suoi occhi. 

"Zane...", pronunciò a bassa voce e corse verso il suo amico, ansioso come non mai di poterlo riabbracciare. Non appena Cloud sentì la voce di Leon che a bassa voce diceva il nome del loro amico, alzò la testa. E rimase anche lui di stucco nel vedere Leon correre verso Zane. Anche per lui ci furono secondi di immobilità. Poi come l'amico corse verso il ragazzo, fregandosene di tutti gli altri. Leon travolse completamente Zane, mentre alle sue spalle comparve anche Cloud. Anche Zane aveva le lacrime agli occhi e non smetteva di ridere. Nessuno parlò. Perchè un gesto, vale più di mille parole. Per diversi minuti rimasero abbracciati, mentre nessuno, appunto, osò parlare. Ma si vedeva dal viso di tutti che tutto, o quasi, sembrava ritornato alla normalità. Il silenzio e la felicità del momento furono interrotti da un colpo di tosse che usciva dalla porta da cui erano appena sbucati Leon e Cloud. Tutti si girarono e come se riportati alla realtà, risposero al colpo di tosse con il classico saluto militare. I tre ragazzi abbracciati si riscossero e si rivolsero alla figura che era appena entrata. Tuttavia nessuno dei tre rivolse il saluto militare come tutti, anzi, guardarono la figura dell'uomo avanzare verso di loro, quasi
con fare di sfida.

"Colonnello, è un piacere rivederla. Vedo che è più in forma del solito", disse per primo Zane, con ancora la voce rotta dall'emozione. Davanti a lui vi era un ragazzo, probabilmente qualche anno in più di lui. Portava capelli neri ordinati. La veste era molto lunga, di un colore blu scuro, con venature dorate. Portava anche una mantella di un grigio molto scuro mentre le mani erano vestite di guanti leggeri di velluto bianco. Portava sulle spalli i chiari simboli che rappresentavano il suo grado all'interno dell'organizzazione. Aveva una voce molto giovanile e calda.

"Zane. Anche io sono felice di sapere che stai bene e che ti sei risvegliato. Tuttavia non è mai stata mia abitudine sentire rivolgerti a me con l'epiteto formale di "Colonnello". Deduco che questo vuoto di memoria ti abbia cambiato di personalità?", chiese in modo molto amichevole. La tensione si poteva sentire del tutto nell'aria. Tutti trattennero il fiato.

"Deduce male, Mustang. Ma è stata la prima volta che ci siamo visti dopo tre mesi e più. Ci tenevo a fare bella figura", rispose anche con lui con fare amichevole. Passò qualche secondo prima che entrambi scoppiassero a ridere come dei bambini e si abbracciassero con foga.

"Ahahaha mi sei mancato, razza di insubordinato che non sei altro".

"Sentimento reciproco, colonnello dei miei stivali Ahahaha", rispose Zane.
La tensione si sciolse e tutti scoppiarono a ridere.

"Evviva, tutto è tornato alla normalità! Stasera si festeggia! Avete capito? Si F-E-S-T-E-G-G-I-A!", urlò Locke, sillabando lettera per lettera l'ultima parola. Ci furono mormorii di assenso da parte di tutti.

"Calma, calma, signor Locke. Non mi sembra di aver dato un tale ordine", disse Mustang, rivolgendosi all'interpellato, il quale abbassò la testa contrito.

"O meglio. Non mi sembra di averlo dato a te!", disse ridendo di gusto mentre tutti gli altri continuarono a ridere di Locke, che nel frattempo si era fatto piccolo piccolo.

"Forza, avvertite tutta la struttura. Dite che il Maggiore Zane si è svegliato e di preparare immediatamente i preparativi per la festa!". Ci furono esclamazioni di gioia e quasi tutti uscirono dalla sala abbracciandosi e ridendo di gusto. Rimasero solamente Light, Cecil, Leon, Cloud, Mustang e Zane.

"So già cosa vuoi dirmi Zane. La mia risposta sarebbe stata sì, se fosse ancora in corso il consiglio, ma è appena terminato, perciò mi dispiace molto", disse rivolto a Zane. Il quale rimase a bocca aperta. Sembrava gli avesse lento nella mente. A bocca aperta erano anche Light e Cecil, dato che si aspettavano anche loro di entrare nella sala del consiglio. La sorpresa venne interrotta dallo stesso Mustang.

"Non vi preoccupate voi due", disse, indicando i due, "Erano cose che nemmeno voi due potevate sentire, almeno per il momento", concluse rivolgendosi ancora a Zane.

"Ora Zane, io e te abbiamo ancora molto di cui parlare. Devo informarti di molte cose e avvenimenti che sono successi. Ma ci sarà tempo. Ora goditi solamente la festa. Ne riparleremo nei giorni successivi". Zane annuì.

"Signore, non crede che dovrebbe anche informarci immediatamente riguardo la composizione delle squadre? Con il rientro di Zane come Maggiore, non dovrebbe cambiare?", chiese Light curiosa al colonnello.

"No. Le squadre rimarrano tali. Cecil manterrà il ruolo di Maggiore della squadra Alpha. Non ci saranno cambiamenti. Zane fungerà da "jolly". Entrerà nella squadra che più ne avrà bisogno".

"Ah, avete anche cambiato le squadre operative? WOOOOOOW! Posso sapere quali sono?", chiese tutto curioso e impaziente Zane al colonnello, sbavandogli addosso. Il quale sbuffò e scosse la testa.

"E va bene. Basta che la smetti di sbavare sul mio mantello. Ti ricordo che è costato una barca di soldi".

"Dunque. La squadra Alpha è comandata dal Maggiore Cecil. E' formata da Snow, Stella e Terra. La squadra Beta è capitanata da Leon ed è formata da Noctis, Vaan e Yuffi. La squadra Gamma, invece, è comandata da Cloud è e al suo interno abbiamo Rosa, Cole e Ashelia. Mentre l'ultima squadra invece è capitanata da Lightning e ne fanno parte i tre rimanenti, ovvero Tidus, Seifer e Yuna. Come vedi sono cambiate molto da quando c'eri tu", spiegò brevemente Mustang.

"E' vero. Non me lo aspettavo. Sembrano molto equilibrate, ma non sono io a doverlo giudicare", disse Zane, contento di aver saputo la composizione delle squadre.

"Beh, che dite, ce ne andiamo anche noi? I preparativi sono lunghi da fare e abbiamo poco tempo. Forza, al lavoro scansafatiche!", disse urlando il colonnello. Gli altri cinque vennero presi alla sprovvista e corsero via, ad aiutare i propri compagni nei preparativi della festa, proprio mentre un agitatissimo Locke annunciava il risveglio di Zane alla base, e un urlo di gioia riempì completamente l'edificio...






"E così si è svegliato...Non che non ne fossi sorpreso, ma speravo rimanesse a dormire ancora un bel pò", disse una figura misteriosa, avvolta in un cappuccio Nero, mentre sulla balaustra di un immenso castello guardava una luminosa luna, dalla forma molto simile a quella di un cuore. Dietro di lui, comparve una seconda figura ammantata, leggermente più bassa.

"Cosa ti preoccupa? Non sarà certo uno come Crusher a ostacolare i nostri piani. Ti ricordo che L'Energy fino ad ora non ha fatto nulla di cosa grave da nuocerci", rispose il secondo arrivato.

"Io non mi riferivo a Crusher, ma a quella "cosa" che porta al suo interno. Un qualcosa che potrebbe rovinare tutti i piani che ci eravamo prefissati".

"Devo dunque eliminare questo Crusher una seconda volta?", chiese con una freddezza glaciale il secondo.

"No. Ascoltami bene, Isa. L'unica cosa che devi fare è chiamare i nostri alleati. E avvertirli del pericolo. Devono prepararsi e non farsi cogliere impreparati. L'Energy non è un problema, ma quell'entità sì. Avvertili e digli di prepararsi ad incontrarmi. Sono sicuro che staranno a sentire quello che ho da dire. Poi recati nel mondo del Nord e attendi ulteriori ordini da parte mia". Detto questo la seconda figura annuì e sparì in un portale oscuro, mentre la prima continuò a fissare la luna.

"Sargeras, eh? Sono proprio curioso di vedere quello che sai fare". E svanì anche lui in un portale oscuro, non lasciando traccia della sua presenza...




"A quanto pare si è svegliato dal suo torpore...", disse una figura incappucciata nei pressi di un lago, mentre di fianco a lui l'ennesima figura ammantata, ma nettamente più alta di lui, tirava dei sassi verso il lago.

"Ah si? E ti preoccupa?", chiese al primo che aveva parlato.

"No, o meglio. Mi preoccupa quello che quelle creature vogliono fare ora".

"Cosa hanno intenzione di fare? Se è dichiararci guerra, non ci sono problemi".

"Nulla di simile. Ma si preparano ad incontrare il nostro capo. Stanno venendo qui".

"Ah sì? Tsk, devono averne di coraggio. Non credo ci dovrebbero essere problemi. Credo che quel mercenario e quel suo compagno immortale bastino a coprire le spalle al capo", disse, lanciando sempre più sassi verso il lago.

"Sì, forse hai ragione, ora rientriamo", disse alzandosi. Il compagno annuì. E così si avviarono nella foresta retrostante. Prima che riuscissero a varcare la soglia della foresta, vennero fermati all'improvviso da una folata di vento fortissimo e da un muro di terra che impedì loro di continuare il cammino.

"Alla fine sono arrivati ehehehe", disse il più alto dei due.
Dietro di loro, comparvero due figure, una molto alta, l'altra più bassa, entrambe avvolte da un'armatura, rispettivamente dorata e argentata mentre impugnavano ciascuno una strana spada a forma di chiave.
"Non eravate voi i nostri obbiettivi, ma direi che possiamo approfittarne", disse quella più alta. La seconda annuì e portò la spada davanti a lui, creando una strana luce bianca.

"Vuoi che ci pensi io?", chiese l'incappucciato più alto. Ma l'altro gli fece un cenno con la mano e si fece avanti. All'improvviso i due in armatura si diressero con uno scatto verso il più basso dei due, proprio mentre da sotto il cappuccio, in corrispondenza degli occhi si videro due luci rosse, con delle strane linee nere...






EPILOGO: Zane finalmente si risveglia dal suo stato di coma che ormai durava da più di tre mesi. Finalmente riabbraccia tutti i suoi amici, Leon e Cloud compresi, mentre facciamo la conoscenza del leader dell'Energy, che nient'altri è che Roy Mustang, l'alchimista di fuoco. Nel frattempo però alcuni individui misteriosi agiscono nell'ombra, e il loro obbiettivo sembra propio Zane...Una domanda sorge spontanea. Saranno tutti nemici dell'Energy? Oppure il nemico è Sargeras? I piani e le idee di moltoi si intrecciano e collidono...





ROY MUSTANG (si pronuncia Roy Mastang)

RIKU (si pronuncia normalmente Riku)

TIDUS (si pronuncia Tidus)

LIGHTNING ( si pronuncia laitonin)





 
 

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Capitolo 5
*** Illusioni e Sacrificio ***


 Scusate davvero tanto in anticipo!! Mi scuso con il ritardo davvero ENORME (5 mesi, mi viene da piangere...), ma davvero non ho avuto un briciolo di tempo per scrivere. Causa computer distrutto, internet assente un giorno sì e uno no. Problemi universitari e sociali (ahime...) che mi hanno davvero tolto qualsiasi minuto di tempo per scrivere. Ma eccomi qui! Prometto che d'ora in avanti sarò più costante con le storie. Già da settiaman prossima, probabilmente il prossimo capitolo.
Detto questo, mi scuso ancora davvero tanto e spero che questo capitolo sia di vostro gradimento! Buona lettura XD 
(come al solito a fine capitolo le immagini dei personaggi comparsi). Se avete dubbi o domande, prego :)


CAPITOLO 4:

"ILLUSIONI E SACRIFICIO!"






"Siete resistenti...Devo darvene atto", disse il ragazzo dagli occhi rossi.

"Poche persone sanno resistere ai poteri dello Sharingan...". I due in armatura davanti a lui sogghignarono.

"Sappiamo benissimo quali sono le vostre potenzialità e le vostre migliori tecniche", esclamò il ragazzo dai capelli castani.

"Non abbiamo problemi a resistere alle tue illusioni con questo fantomatico "Sharingan". Grazie anche a questo apparecchio", continuò il ragazzo, indicando uno strano "orologio" ai polsi di entrambi.

"Deduco che quindi quell'apparecchio vi permetta di eludere le mie illusioni...Interessante...".

"No, deduci male. L'apparecchio ci avverte solamente della pericolosià delle vostre tecniche. La resistenza alle tue illusioni è solamente farina del nostro sacco", proferì orgoglioso, questa volta, il ragazzo dai capelli dorati.

"Kahahahaha, Itachi vedo che ti stanno mettendo sotto! Non sono dei pivellini come pensavi, a quanto pare devi impegnarti di più!", rise ironico il suo compagno, che nel frattempo osservava lo scontro, interessato dalla piega degli eventi.
Non aveva idea che esistessero altre due persone che potessero resistere allo sharingan di Itachi. Che provenissero da un altro mondo?

"Kisame...Vedi di piantarla...E' il mio scontro, lo conduco a modo mio...", replicò il ragazzo dagli occhi rossi, di nome Itachi.

"Itachi Uchiha, possessore dello shringan, ex-ninja del villaggio della foglia. Esperto dell'uso del Suiton e del Katon, versatile anche nell'utilizzo del Taijutsu. Sappiamo tutto di te", concluse con una risata il ragazzo dai capelli dorati.

"Eppure non conoscete minimamente chi siamo in realtà e qual'è il nostro obbiettivo...Avrai capito anche tu che non facciamo parte dell'Organizzazione XIII", rispose Itachi, controllando pienamente la situazione e avendo comunque tutto sotto controllo.
Non era affatto sopreso che quei due conoscessero chi fosse in realtà. Fortunatamente non erano a conoscenza del fatto che facessero parte dell'Organizzazione Alba e quale fosse il loro reale obbiettivo. 
D'altro canto Kisame era stupito. Non si aspettava di certo che conoscessero nome, tecniche e persino le illusioni dello Sharingan di Itachi. Chissà se quei due sapessero anche le sue caratteristiche...
Non fece nemmeno in tempo ad accennare l'inizio della frase, che venne interrottò prontamente dal ragazzo moro.

"Sì, conosciamo anche te, Kisame Hoshikage. Ex ninja del villaggio della nebbia ed ex spadaccino della nebbia. Esperto utilizzatore delle tecniche acquatiche, con un livello di chakra tra i più alti esistenti. Abile spadaccino, grazie anche alla spada senziente Samehada, in grado di prelevare energie all'avversario se a contatto con esso", spiegò tutto d'un fiato ad un ancora più sospreso Kisame. 
Itachi invece non battè ciglio. Quei due non erano due guerrieri qualunque dell'Energy, l'organizzazione di cui gliene avevano parlato Nagato e Konan. Erano molto potenti e sicuramente non doveva prenderli troppo alla leggera. E sicuramente non facevano parte nemmeno dell'organizzazione XIII.
Anche se era a conoscenza del fatto che lui fosse comunque superiore a loro, a tutti gli effetti.

"Bene. Ora che ci avete sorpreso con le vostre informazioni, è venuto il momento di fare sul serio, Ventus e Terra...", bisbigliò Itachi, tant'è che fu difficile per quei due capire cosa avesse detto. Ma non appena sentirono i loro nomi, spalancarono gli occhi.
Com'era possibile che quel ragazzo dagli occhi rossi conoscesse i loro nomi? Non li avevano mai rivelati. 


All'improvviso, senza spiegazione, furono percorsi da dei brividi improvvisi e i loro occhi diventarono bianchi, mentre entrambi iniziarono a vedere buio e a sudare da qualsiasi parte del corpo. Dopo i brividi ci furono anche dei dolori strazianti alla testa, che costrinsero il ragazzo dai capelli dorati a inginocchiarsi, mentre il suo compagno con una smorfia, riuscì a rimanere in piedi, senza perdere l'equilibrio.
Ilndolore così come il buio durarono qualche secondo. Non appena cessarono, i due riguadagnarono la vista e si riscossero. Erano ansimanti e ricoperti di sudore, mentre davanti a loro vi era l'uomo-pesce in preda ad una risata soffocante e il suo compagno, pacato e freddo come sempre.
I due ragazzi sembravano in un primo momento disorientanti, e non riuscirono a riconoscere i due individui che avevano davanti a loro. 

"Kotoamatsukami...", disse soltanto. I due ragazzi si guardarono interrogativi, non prima però di essersi rimessi in piedi. 

"Kahahahah poverini ci sono rimasti di sasso", ridacchiò il pescione.

"Che diavolo è successo?! Cosa ci hai fatto?!", chiese con rabbia il ragazzo dai capelli dorati. Non udendo alcuna risposta, si imbestialì ancora di più.

"Bastardo..."

"Kahahahaha eddai Itachi, non lasciarli sulle spine, ora li dobbiamo comunque uccidere, tanto vale che lo sappiano", continuò il pescione, afferrando l'enorme spadone che aveva dietro la schiena.
A quel gesto, i due ragazzi sguainarono a loro volta le loro strane spade, stupendo l'uomo pesce, che in vita sua non aveva mai visto armi di quel genere.

"Posso chiedere che razza di armi sono quelle? Sembrano delle chiavi, ma emanano un'energia potentissima", chiese Kisame, sempre col ghigno stapato in faccia.
A questa frase, il ragazzo dai capelli dorati sghignazzò.

"Voi non ci dite che razza di tecnica era quella, figurarsi se vi diciamo le potenzialità delle nostre armi. Non fatemi ridere"

"Quando hai ragione, hai ragione. Beh, visto che Itachi ha consumato molto del suo Chakra, sarò io a occuparmi di voi due. Tuttavia, visto che sono un gentiluomo e presumo lo siate anche voi, vorrei uno scontro uno contro uno e non un due contro uno, visto che sarebbe molto antisportiva come situazione", spiegò Kisame, passandosi la lingua sulle labbra e assaporando di già il sapore della vittoria.

"Quel babbeo di Kisame...Ha detto apertamente che ho perso metà Chakra con il Kotoamatsukami. Speriamo che quei due non ne approfittino...", pensò tra se l'Uchiha. Dopo una rapida occhiata ai due avversari e a
Kisame, si riscosse.

"Anche se non avrei comunque problemi ad affrontarli con metà della mia forza...E soprattutto non dovrò nemmeno affrontarli, vista la presenza di Kisame. Lui basta e avanza. Mi sono preoccupato troppo...".

"Potremmo anche non accettare, visto anche il fatto che non volete dirci cosa diavolo ci ha fatto prima il tuo amico. Ma, constatando effettivamente che siamo due gentiluomini, ti affronteremo uno contro uno", rispose con un sorriso spavaldo il ragazzo dai capelli dorati, che si fece avanti, portandosi al petto la strana arma a forma di chiave. 

Kisame non se lo fece ripetere una seconda volta, e impugnò con una mano la sua fidata lama, Samehada.

"Avanti, ragazzo. Mostrami quello che sai fare!", e si gettò a testa bassa verso il suo avversario, pronto a riceverlo. 


La chiave e la "pelle di squalo" cozzarono con un rombo, facendo sussultare Ventus, ma non Itachi che rimase immobile, con sguardo fisso sui due combattenti. 
Entrambi si scambiarono una serie di stoccate, volte soprattutto a valutare la reale potenza dell'avversario. 
Era comunque chiaro ai due spettatori che la velocità di movimento di Terra era nettamente superiore, ma lo spadaccino della nebbia la compensava con una forza bruta enorme e soprattutto con la potenza distruttiva di Samehada. Diverse volte, infatti, Terra fu costretto a schivare i colpi della Samehada, invece che pararli, a causa delle enormi voragini che causava nel terreno. 

"Se riesco a tenerlo a distanza, potrebbe stancarsi, al punto da permettermi di prevalere nello scontro. Tuttavia continuare a parare e schivare i suoi colpi, potrebbe far stancare anche me. E non mi sembra nemmeno il tipo che si stanca facilmente...", pensò tra se Terra, mentre continuava a rispondere agli attacchi dell'avversario.

"Kahahahaha, niente male, sei veloce pivello. Ma mi dispiace davevro dovertelo dire. La velocità con me non basta!" e si gettò nuovamente contro Terra, agitando furioso la Samehada e costringendo Terra ad arretrare sempre di più. 
La cosa strana che notò Terra era il fatto che, nonostante la potenza del suo Keyblade, le bende intorno alla spada del suo avversario non sembravano risentirne o danneggiarsi. 

Dopo diversi minuti di combattimenti con la spada, a Kisame era chiaro come quel tipo fosse uno spadaccino di notevole abilità, un avversario che non poteva sperare di battere solamente con la spada.
Anche se non voleva ancora sfoderare parte della sua potenza, le tecniche acquatiche potevano rivelarsi un'ottima arma contro quel ragazzo, che cercava soprattutto il corpo a corpo.

"Kahahaha! Sei riuscito a suscitare il mio interesse, ragazzo. Sono proprio curioso di vedere fin dove la tua velocità possa spingersi!", esclamò con un ghigno lo spadaccino della nebbia, portandosi a qualche metro di distanza dal suo avversario.

"Cosa avrà in mente...? Devo prepararmi al peggio...Non credo sia solo un abile spadaccino...", pensò tra se e se il moro.
Doveva tenere gli occhi ben aperti.

"Vediamo se riesci a schivare questo, pivello!", urlò Kisame, indirizzando il palmo squamoso della mano destra verso il suo avversario.

"Suiton: Tecnica dei proiettili marini!". Improvvisamente una miriade di goccie d'acqua partirono dalla sua mano, ad una velocità altissima. Terra non si soprese più di tanto, riuscì a schivare completamente tutti i proiettili, nonostante questi avessere una velocità paragonabile a quella del suono.
Senza batter ciglio, con un balzo felino si portò sopra al suo avversario, mentre la sua spada-chiave si illuminava di una strana lucia giallognola.

"Thundaga!", esclamò, mentre un fulmine di immane potenza veniva scagliato verso il ninja.
Quest'ultimo si sorprese del fatto che il suo avversario sapesse usare il Raiton, ma schivò facilmente il colpo, scivolando all'indietro, mentre il fulmine lasciava una voragine notevole nel terreno.

"Suiton: Tecnica dello squalo proiettile", e scagliò dalla bocca un enorme proiettile d'acqua, a forma di squalo che spalancò la bocca, con l'intento di colpire Terra. Quest'ultimo portò la spada all'indietro e la mano sinistra in avanti.

"Firaga!". Delle sfere di fuoco uscirono dall'arma e circondarono il ragazzo, proteggendolo dallo squalo d'acqua che si dissolse a contatto col calore delle fiamme. Poi mosse il braccio sinistro e le quattro sfere di fuoco vennero lanciate contro lo spadaccino della nebbia. Kisame fece una smorfia. 

"Suiton: Grande espolosione acquatica!".
Un'immensa quantità d'acqua uscì dalla bocca del ninja della nebbia, che andò ad inglobare le sfere di fuoco, dissolvendole.
Questa volta Terra spalancò gli occhi. Era una tecnica davvero pericolosa, soprattutto perchè era riuscito a creare una grande quantità d'acqua senza troppi sforzi.
Agitò la spada e la portò al petto.

"Terraga!", disse, creando un enorme muro di terra dal terreno, che si frappose tra lui e l'onda, infrangendo quest'ultima. Dopo di che il muro di terra sprofondò nuovamente nel terreno.
Solamente Terra ansimava, mentre Kisame, stavolta molto più serio e composto, osservava il suo avversario.

"I miei complimenti, davvero. Sai usare tecniche quali il Raiton e il Doton. Questo potrebbe crearmi qualche problema", esclamò il ninja, riguadagnando il suo solito ghigno.
Raiton? Doton? Sinceramente Terra non sapeva di cosa parlasse. E aveva ben ragione di pensarlo, visto che erano tecniche prettamente ninja. Ma poco importava.
Quel ninja era davvero molto forte e doveva iniziare ad usare una potenza superiore per sconfiggerlo. Non aveva intenzione di usufruirne così presto, ma date le circostanze, non poteva tirarsi indietro. 


"Full Armour!", e in un battibaleno l'armatura marroncina di Terra si illuminò di una luce fortissima, che costrinse sia Ventus che Kisame ad abbassare lo sguardo per qualche secondo. Itachi invece, come sempre, rimase impassibile a quel bagliore. 


Mentre la luce si propagava intorno a loro, Ventus si preoccupò molto riguardo la mossa che stava effettuando il suo compagno. Non pensava minimamente che sarebbe ricorso alla "full armour", visto che solitamente la usava quando reputava i suoi avversari molto potenti. Evidentemente era questa l'occasione.
Sperò a questo punto che quella tecnica funzionasse. Era dall'inizio dello scontro che era evidente la superiorità del Ninja-pesce. Senza ombra di dubbio più forte e completo di Terra. Ma Ventus aveva ancora delle speranze. Dovevano portare a termine la missione e per farlo, era necessario abbattere quei due tipi.


Non appena la luce svanì, Ventus gettò un'occhiata veloce a Itachi e facendo una smorfia. Sembrava che nulla potesse scalfire quel suo sguardo impassibile e neutrale.
Mentre invece Kisame era notevolmente stupito dalla trasformazione di Terra, tant'è che spalancò gli occhi dalla sorpresa.

"Pazzesco! Non so cosa tu abbia fatto, ma sei sicuramente diventato più terrificante con quell'aspetto!", esclamò Kisame, ritornando col ghigno sulle labbra, dopo quegli attimi di stupore.

Davanti a loro, non vi era più il ragazzo dai capelli dorati e quella strana armatura "leggera" e scoperta, ma un'armatura marrone, con venature nere e rosse, dotata di un elmo con delle corna rosso sangue. La sua arma si era ulteriormente evoluta, diventando più grossa e lunga, dotata di più lame.

Kisame prese di nuovo la parola, puntando la Samehada al suo avversario.

"Credi davvero che con un'armatura in più ed una spada più lunga, tu riesca a raggiungere il mio livello?! Ma non farmi ride....", ma non ebbe il tempo di finire la frase che Terra spa
rì dalla sua vista, portandosi dietro le sue spalle con uno scatto fulmineo, tant'è che nemmeno Kisame se ne accorse. Quando Kisame si girò, Terra era di spalle, ed un solco era apparso sul terreno, proprio dietro di lui. Si accorse solamente con qualche secondo di ritardo di avere un taglio che gli attraversava tutta la guancia sinistra.
Si passò un dito sulla ferita e si leccò il dito sporco di sangue.

"Ma bravo, vedo che hai aumentato la tua velocità in modo esponenziale. Nemmeno io sono riuscito a starti dietro. Devo farti i miei complimenti. Credo che dovrò impegnarmi molto di più anche io", disse Kisame, al limite dell'euforia. Finalmente un avversario contro cui non risparmiarsi.

Ventus, proprio davanti a Terra, sorrise a quell'azione. Terra si era portato in vantaggio e questo poteva ribaltare la situazione.

D'altra parte Itachi, invece, non rimase minimamente sorpreso dalla velocità di quel ragazzo. Riusciva benissimo a stargli dietro con la vista, nonostante la rinnovata velocità del ragazzo.

"Bene, bene. Che ne dici di far sul serio, Samehada?", disse, rivolgendosi alla sua spada. Come se volesse rispondere, quest'ultima, sotto gli occhi stupiti di Terra e Ventus, si contorse su se stesse ed emise dei piccoli grugniti.

"Kahahaha, a quanto pare non stai tanto simpatico alla mia Samehada. Ora vedrai la sua vera forma!", ripetè Kisame, accarezzando l'elsa della sua enorme spada.
In un baleno, le bende che avvolgevano la spada di Kisame vennero completamente triturate e da quest'ultime uscì un "essere" che fece rabbrividire i due ragazzi dell'Energy. L'elsa rimase tale quale come prima. Ma il resto era come se fosse un incubo. Aveva una vaga forma triangolare, con la base rivolta verso il fondo. Dall'elsa, diventava sempre più ampia, fino a culminare con una bocca enorme, dotata di labbra e denti bianchissimi ed aguzzi, che vibravano ogni secondo. Era di un blu marino, dotata di scaglie a punta. Non sembrava una spada. Sembrava un mostro. 

Terra era senza parole dallo stupore. 

"M-ma cosa diavolo è quella cosa?!", chiese con la vocec tremante. Non aveva mai visto una cosa simile.
Nemmeno il suo Keyblade era una spada normale, ma almeno era una "spada". Quella cosa sembrava viva!

"Onore a te, spadaccino che hai osato sfidarmi. Non mostro molto il vero aspetto della mia Samehada. Solamente chi reputo di alto livello ha l'onore di poterla ammirare. E anche la sfortuna Kahahahaha", rispose Kisame, agitando la spada davanti al lui. Ad ogni dondolio, sembrava perdere bava dalla bocca.

"Ma come fai a considerare quella "cosa" come spada?! Non ha nemmeno una lama! E' un obrobrio della natura!", rispose Ventus, colmo di ira, ma anche di terrore.
A quelle parole, la spada di Kisame si agitò e sembrò ringhiare verso colui che aveva appena parlato.
Kisame lo squadrò da capo a piedi.

"Ti consiglio di non prendere troppo in giro la Samehada. Ti ricordo che dopo il tuo amico, toccherà a te...", rispose minaccioso Kisame. Ma non fece in tempo a rigirarsi verso il suo avversario, che ancora una volta venne preso alla sprovvista e fu costretto a rispondere all'attacco all'ultimo secondo.
Ancora una volta Terra lo sfregiò sul volto, stavolta sulla tempia, mentre Kisame riuscì a sfiorarlo sul fianco destro.

"Hey Hey, almeno avvertimi quando vuoi iniziare un attacco, non è per niente regolamentare. Kahahahahaha", rispose così Kisame all'attacco fulmineo di Terra, pulendosi ancora una volta la ferita. 

Nonostante il colpo subito al fianco, Terra non notò nessuna ferita, nè tantomento alcun graffi sull'armatura. Eppure quella spada aveva la forza per distruggere roccie e parti di terreno.
Com'era possibile che non gli aveva lasciato nemmeno un segno?
Kisame d'altro canto, si accorse del dubbio di Terra, mentre osservava la parte colpita e si mise a ridere circa l'ignoranza in materia del suo avversario.

"Kahahahaha, è inutile che cerchi segni del colpo che ti ho inferto prima. Dovresti cercare dentro di te e non sul tuo corpo", rispose il ninja della nebbia.
Terra rimase confuso dalle parole del suo avversario.
Cosa significava dentro di se?
Si accinse a chiedere con rabbia le motivazioni di tale risposta, me venne interrotto anzitempo dallo stesso Kisame.

"Samehada non taglia. Samehada tritura! Lei non infligge ferite superficiali. Lei ha il potere di assorbire le energie di qualunque corpo vivente sfiori. Questo è il magnifico potere della spada più forte tra tutte quelle appartenenti ai sette spadaccini della nebbia. Questa è Pelle di Squalo!" e si gettò d'improvviso contro Terra, che venne colto alla sprovvista e fu costretto ad arretrare.
La furia e la potenza di Kisame, unite alla spada, erano un'accoppiata fenomenale. Ma nonostante tutto Terra riuscì anch'egli a provocare diverse ferite superficiali a Kisame e allo stesso tempo riuscì anche tenersi alla larga dalle fauci e dalle squame della spada del ninja.

Continuarono a scambiarsi stoccate, mentre Ventus si accorgeva pian piano di come Terra riuscisse a controllare lo scontro. Era questa una delle sue caratteristiche più evidenti. La capacità di saper adattarsi al modo di combattere dell'avversario e in tal modo di rivoltare la stessa potenza del suo nemico contro di lui. 

Nel frattempo, Kisame era passato anche agli attacchi acquatici, sperando che potessero fermare la velocità supersonica di Terra, che nonostante tutto, rimaneva veramente supersonica.

"Suiton: Cinque Squali Famelici!", e cinque proiettili enormi di acqua a forma di squalo si scagliarono contro Terra che mise il Keyblade davanti a lui.

"Reflex!", e facendo roteare l'arma, creò un cerchio bianco di energia che assorbì i cinque squalie li rispedì al mittente. Il quale fu sorpreso di questa mossa e fu costretto a ribattere.

"Suiton: Onda Esplosiva!". Una seconda onda di acqua si abbattè sugli squali, inglobandoli e dirigendosi verso Terra, che nuovamente agitò il Keyblade.

"Terraga!". E l'ennesimo muro di terra fuoriuscì dal terreno, andando a fermare l'onda di Kisame.
"Non questa volta, pivello!". Terra non si accorse dello scatto fulmineo di Kisame, che si portò dietro di lui. Non fece in tempo a girarsi che venne rinchiuso in una specie di bolla d'acqua. 

"Suiton: Tecnica della Prigione Acquatica! Vediamo se riesco a liberarti da questa!", disse Kisame, incrociando le dita.
Per Terra non era una situazione favorevole. In acqua non riusciva a trattenere troppo il respiro per lungo tempo, a differenza di Aqua e i suoi movimenti erano rallentati.
Cercò di agitare il Keyblade nel tentativo di spostare una certa quantità d'acqua, ma fallendo miseramente.

"Non è facile uscire dalla mia prigione acquatica, pivello!", ripetè Kisame, sull'orlo dell'euforia. Si stava divertendo come non mai.

Senza preavviso, Terra uscì come un proiettile dalla prigione d'acqua e atterrò a pochi centimetri da Ventus.

"Magnetera!".

Kisame strabuzzò gli occhi, dopo aver dissolto la prigione, ormai inutilizzabile.

"Ma come diavolo hai fatto? Non ti sarai fatto aiutare dal tuo amichetto, per caso?", chiese dubbioso il ninja, mentre Itachi incrociò le braccia, pronto a intervenire.
Venne fermato da un cenno di Terra.

"Io non lo farei se fossi in te. Non mi ha certo aiutato. Ho solamente usato una delle mie magie, Magnetera. Con questo colpo sono in grado di attrarre a me oggetti di metallo. A mia volta posso anche decidere di
"farmi" attrarre da particolari oggetti, a patto che questi possiedano una forza abbastanza grande da poter reggere il mio potere spirituale. L'arma del mio compagno è uno di questi oggetti. Per questo sono riuscito a uscire dalla tua prigione", spiegò pacato ai presenti, Ventus compreso.

Kisame si passò la lingua sulla bocca. 

"Vedo che ho a che fare con un ragazzo pieno di risorse. Credo che sia venuto il momento di abbattere qualsiasi certezza tu ti sia fatto in questo momento". Portò la mano sinistra alla bocca.

"Suiton: Grande onda esplosiva!". Dalla bocca partì una spirale d'acqua enorme che fece arretrare, stupito, Terra, dato che non lo colpì direttamente, ma si scagliò contro il terreno, andando a formare una specie di specchio d'acqua, largo anche parecchi metri.
Anche Ventus era più spaventato che sorpreso. Come poteva creare una quantitativo così grande di acqua? Sembrava quasi un lago, vista la grandezza. 

"Speri di sconfiggermi creando una pozza d'acqua? Non basta per fermare la mia velocit...", disse Terra, superando quei pochi secondi di stupore. Ma non ebbe tempo di concludere la frase, che Kisame era sparito dalla sua vista. L'unica cosa che vide erano delle piccole onde di propagazione nello specchio d'acqua. 

"Questo specchio d'acqua mi offre la velocità necessario per sconfiggerti", proclamò con sufficienza una voce alle spalle di Terra. Senza nemmeno avere il tempo di voltarsi a controllare chi avesse parlato, venne colpito alla schiena e finì scagliato dentro lo specchio d'acqua, dalla parte opposta. Fortunatamente il colpo non era potentissimo. Tant'è che si rialzò quasi subito, seppur con fatica. Notò, anche, che con sua immensa fortunta, quella pozza d'acqua non era profondissima. Gli arrivava fino al bacino. Ma poteva combattere comunque al massimo della sua forza, senza esserne indebolito. 

"Devi sapere che, come quell'armatura di dona la tua velocità, l'acqua la dona a me. E' il mio territorio. In acqua sono invincibile. In presenza di acqua sono invincibile. E nessuno può sperare di battermi in presenza di questo liquido. Perciò di consiglio di arrenderti. Non ne vale la pena morire per così poco", spiegò Kisame, camminando in direzione di Terra.


Ques'ultimo ci mise un pò per mettere fuoco al meglio la situazione.
Con quell'ultima mossa, il ninja era riuscito a ribaltare la situazione. Dal colpo che gli aveva inflitto e dalla sua reazione poco dopo aver usato la tecnica, aveva intuito che quel Kisame era a tutti gli effetti, superiore a lui. Qualsiasi tecnica col Keyblade utilizzasse, alla fine lo scontro era scontato. In più c'era il ragazzo dagli occhi rossi, che sembrava addirittura più forte del compagno spadaccino. 

"A quest punto è chiaro come la missione sia compromessa...Non possiamo di certo battere questi tizi. E quindi non possiamo concludere la missione affidataci dal Colonnello...L'unica scelta che ci rimane è sicuramente la fuga...Ma come fare...?", pensò tra se Terra, squadrando prima Kisame, che si avvicinana sempre di più a lui e il compagno dagli occhi rossi. 

"Uno di loro è molto più veloce di noi. L'altro è in grado di utilizzare le illusioni...Non c'è davvero una via di fuga...?".

"Che c'è, vuoi forse arrenderti? Ormai hai capito che non hai possibilità di vincere? Nemmeno il tuo muro di terra può proteggerti dalla mia Samehada. Kahahahahaha". La risata di Kisame stavolta era sadica. Sapeva che ormai il suo avversario era alla sua mercè. Ormai doveva soltanto concludere al più presto.

"Kisame, vedi di andarci piano. Ti ricordo che non dobbiamo ucciderli", intervenne Itachi, rivolto al compagno, il quale sbuffò e fece un cenno di intesa con la testa.

"Non devono ucciderci? Allora facevamo bene a pensare che non sono dell'organizzazione XIII...", pensò a voce bassa, Ventus. Terra, invece, non si era minimamente accorto di quanto avevano detto. Infatti non appena Kisame aveva pronunciato il suo muro di terra, un lampo gli balenò nella mente. Forse una via di fuga era ancora possibile! Almeno, per uno di loro...

Non riuscì a concludere i propri pensieri, poichè venne interrotto dalla Samehada, che fu prontamente parata col Keyblade. I due spadaccini continuarono a scambiarsi ancora una volta una serie di stoccate. Ma questa volta era chiaro come lo spadaccino della nebbia era divenuto più veloce e reattivo del suo avversario. Terra non poteva permettersi di perdere, non prima di aver attuato il suo piano. Perciò, mentre era impegnato a combattere, si rivolse mentalmente al suo compagno, Ventus. Infatti, grazie alla magia del Keyblade, tutti i possessori di questa "spada", erano in grado di comunicare tra di loro nelle proprie menti, senza che nessuno, ad eccezione di loro stessi, ne fosse a conoscenza.

"Ventus, mi senti?", chiese Terra, con la voce rotta dalla fatica. Il combattimento, ora, era a senso unico. E proprio per questo Ventus non si sarebbe aspettato minimamente che Terra lo contattasse proprio ora tramite il legame "Keyblade".

"Terra?! Ma cosa diavolo fai?! Sei in uno scontro difficilissimo e trovi il tempo per parlarmi? Concentrati sullo scontro!!".

"No. Stammi a sentire Ventus. Io non ho affatto possibilità di sconfiggere questo tipo.". A quelle parole, a Ventus per poco non gli venne un mancamento. Reazione che a Itachi non sfuggì. Tant'è che rivolse il suo sguardo al ragazzo invece che allo scontro del suo compagno.

"Ma cosa ti prende?! So benissimo che puoi batterlo quelo pescione! Hai anche attivato la full Armor!", replicò il suo compagno, sudando freddo. Se Terra non riusciva a battere quel ninja d'acqua, allora significava che nemmeno lui aveva possibilità per farlo.

"La Full Armor sembra non bastare...". Passarono diversi secondi di stoccate tra i due combattenti, prima che Terra riprese la parola.

"L'unico modo che abbiamo per "vincere", è fuggire da questo posto". Ventus sobbalzò per la seconda volta.

"Inoltre, è da quando lo scontro è iniziato che siamo sotto le illusioni del tipo con gli occhi rossi".

"Ma di cosa stai parlando? Aveva detto che interveniva solamente se avessi partecipato anche io allo scontro. E non mi sembra che abbia partecipato. L'ho tenuto sotto controllo per tutta la durata della battaglia".

"La vista, a volta, inganna molto più che gli altri sensi, Ventus. Lui non è intervenuto fisicamente nello scontro ma mentalmente!".

Ormai ne era certo. Ormai tutto combaciava. Sia lui che, presumibilmente, Ventus, non avevano memorie seguenti al loro arrivo nel mondo dell'est. I loro ricordi si infrangevano nel momento in cui uscirono da quel portale al momento in cui quel ragazzo dagli occhi rossi aveva pronunciato quella parola e loro erano stati scossi da quel dolore lancinante. 

Ne aveva già sentito parlare alla base. Era stato avvertito anche dal Colonnello della pericolosità delle tecniche illusorie di quel mondo. A lungo si erano addestrati sia loro due che tutte le altre squadre nel cercare di contrastare tali illusioni. E ci erano riusciti. Tuttavia Mustung li mise in guarda da particolari tipi di illusioni. O meglio, da particolari tipi di individui che padroneggiavano egregiamente tali tecniche. Individui provenienti da una singola famiglia. E la persona che stavano cercando faceva proprio parte di quella famiglia.

"Lui è uno dei massimi esponenti del clan. Uno degli Uchiha più forti. ITACHI!"
A quel nome, Ventus strabuzzò gli occhi in direzione del ragazzo citato dal suo compagno. Quello era davvero Itachi Uchiha?! Uno dei ninja più pericolosi del mondo dell'est, uno dei pochi per cui Mustung li avvertì di non ingaggiare lo scontro.
La cosa strana era che i loro orologi erano compleatamente fuori uso. Forse era anche per questo che non erano venuti a conoscenza subito di chi fossero realmente i loro avversari. Probabilmente è stata opera di Itachi...

"Capisci ora il perchè non possiamo vincere questa battaglia? Solo ora mi sono reso conto di chi fosse veramente. Con l'illusione di prima ha cancellato i nostri ricordi antecedenti allo scontro per avere un vantaggio su di noi, in modo che non ci ricordassimo chi in realtà fossero quei due! Che non potessimo contrastare le sue illusioni!".
Dopo una rapida occhiata all'Uchiha e qualche fendente a Kisame, riprese la parola nella mente di Ventus.

"Itachi, una delle persone più pericolose per l'Energy e che non va assolutamente sottovalutato! Cosa che noi abbiam fatto! Perciò ora, Ventus", pronunciò il nome dell'amico in modo da richiamare la sua attenzione,
"farai esattamente quello che ti dirò, senza esitare o lamentarti. Ne va della nostra salvezza!".
A quelle parole, Ventus si fece più attento, conscio del fatto che la situazione diventava via via più pericolosa per loro. Se Itachi avesse davvero iniziato a combattere seriamente, per loro sarebbe stata la fine.

"Mustung deve sapere che l'organizzazione Alba è legata fortemente all'organizzazione XIII", sì, ora si ricordava tutto. I ricordi iniziavano a fluire nella sua mente. L'organizzazione Alba, il suo legame con la XIII, il loro obbiettivo. Ricordava anche i dettagli che i GPS, gli "orologi", come li chiamava Ventus, avevano descritto loro riguardo i due Ninja.
Tuttavia c'era qualcosa che ancora non tornava...
Mustang aveva riferito a tutti i membri delle squadre che l'organizzazione Alba era stata distrutta dopo la Quarta Grande Guerra Ninja. Com'era possibile che due dei suoi membri di spicco erano ancora in vita? Che effettivamente alcuni di loro si erano salvati dalla guerra? Che tutto ciò potesse centrare con l'organizzazione XIII e Xemnas? Oppure gli stessi Ninja alleati dell'Energy erano coinvolti ed era possibile un loro tradimento? 
Domande che purtroppo per Terra, non poteva dare risposta in quel momento. 
Doveva soltanto agire in fretta. Per farlo sapere al Colonnello e alle altre squadre. E soprattutto per salvare la vita a Ventus.


"Che ti prende, moccioso? Cominci ad essere a corto di idee? Kahahahaha proprio la situazione che ci si aspettava da questo combattimento". La frase di Kisame interruppe momentaneamente il legame mentale tra i due compagni, mentre Itachi sembrava sempre di pù pensieroso sul comportamento dell'avversario di Kisame. Sembrava quasi che non fosse più attento al combattimento, quanto più al suo amico. Doveva tenere gli occhi aperti. Facevano parte dell'Energy, e non erano degli sprovveduti. Non se erano riusciti a tener testa, seppur per un tempo limite, a Kisame.

Fortunatamente Terra riprese il legame in pochissimo tempo, grazie soprattutto agli allenamenti continui dei due.

"Ascoltami bene, Ventus. Non appena ti darò il segnale, indossa la tua armatura e fuggi verso il portale da cui siamo arrivati. Dovrebbe essere passata circa un'ora dalla nostra permanenza in questo mondo. Ciò significa che il portale è ancora in fase di stallo e non si è completamente chiuso. Nonostante la distanza di approssimativa di circa un chilometro, con la tua armatura, la più veloce della base, dovresti raggiungerlo in poco tempo".
Terra aveva visto giusto. L'armatura di Ventus, a differenza della sua che donava maggior forza fisica e resistenza, donava al suo amico una velocità e dei riflessi notevolmente superiori ai suoi. Quindi, se i suoi calcoli si fossero rivelati esatti, in pochi minuti sarebbe stato in grado di raggiungere il portale da cui erano arrivati.

"Anche considerando la velocità della mia armatura, l'Uchiha non mi permetterà mai di raggiungerlo o di scappare. E Kisame anche!", rispose dubbioso Ventus, che, nonostante la situazione, aveva ripreso la calma.

"A loro due non devi pensarci. Ci penso io a distrarli. Tu preoccupati solamente di indossare l'armatura e di volare quanto più veloce possibile".

"Tu non vieni con me...?". Ventus si diede dello stupido ad aver domandato ciò al suo amico. Sapeva benissimo come sarebbe andata a finire...e di certo si sarebbe aspettato la risposta che non tardò ad arrivare.

"Mi dispiace, Ventus, ma dovrai salutare Aqua e gli altri da parte mia. Mustung e l'Energy devono essere assolutamente informati di questa alleanza tra Alba e XIII. Te l'ho già detto, questo ormai è diventato il nostro obbiettivo di missione, vista la situazione. Perciò preparati. Al mio segnale, corri senza mai fermarti!", disse Terra, stavolta con la voce rotta dall'emozione.
Ventus voleva assolutamente piangere. Ma non poteva assolutamente farsi vedere da quell'Uchiha, altrimenti il piano sarebbe andato in frantumi.

"Un'ultima cosa, Ventus". Ci mise un pò a formulare la frase adatta.

"Salutami Zane ed abbi cura di te".


Poi un urlo squarciò la radura.

"CORRIIIIII!".

"Ma cos....?!", Kisame rimase allibito dall'urlo del suo avversario, mentre Itachi fece una smorfia.

"KISAME, FERMALO!", urlò Itachi al compagno. Ma era troppo tardi.

"Maled....!", ma non finì la frase che un muro di terra enorme si frappose tra i due membri dell'alba e Ventus, che ormai era già a diversi metri di distanza dal campo di combattimento. Un'armatura argentata e dorata risplendeva al sole, mentre gli steli d'erba fremevano al passaggio sonico di Ventus.

"Non questa volta, pesce puzzolente!", e si scagliò a piena forza contro Kisame, che fu costretto ad arretrare di fronte alla rinnovata forza del suo avversario.

"E così era questo il loro piano...fuggire come dei conigli...ma non lo lascerò andar via così presto...", pensò Itachi fra se e se, mentre del fumo nero usciva dal corpo dell'Uchiha.


Nel frattempo, Ventus era praticamente arrivato a destinazione, mentre dietro di lui si ergeva l'immensa cupola di terra creata dal suo compagno, che, almeno per ora, sembrava trattenere i due ninja. Ma doveva sbrigarsi, aveva pochissimo tempo per riattivare il portale, che stava per chiudersi su se stesso. Non appena lanciò il suo Keyblade verso la fievole luce, ques'ultima esplose con un fragore assordante, inondando di luce buona parte del terreno circostante. Nonostante la riapertura fosse stata effettuata, era momentanea. Durava solamente qualche secondo, visto che il portale era in funzione da circa un'ora e per riattivarlo completamente doveva usare tutto il suo potere. E non poteva permetterselo.

Fu a pochi passi dal varcare la soglia del portale, non prima di aver gettato un'ultima occhiata alla cupola di terra, sperando che il suo caro amico si salvasse dalla furia del ninja della nebbia. Ma ciò che vide lo fece tremare. Uno stormo di corvi, neri come il carbone, volava verso di lui, mentre a poco a poco prendevano la forma di una figura umana, che Ventus ben conosceva.

"ITACHI!". 

Cercò disperatamente di attraversare il portale prima di essere raggiunto dal ninja. Itachi, nonostante il ritardo e il vantaggio del membro dell'Energy, riuscì con un ultimo guizzo a sfiorare il piede del ragazzo, che scomparve immerso dalla luce...



Il tonfo fu abbastanza marcato. In normali condizioni, aprire un portale non costava un grande quantitativo di energia magica. Ed era un processo di entrata ed uscita abbastanza semplice. Ma in quelle condizioni, Ventus non poteva permettersi simili vantaggi. Non appena toccò terra, fu per un momento stordito dal colpo. Si alzò con fatica e cercò di mettere a fuoco il luogo in cui si trovava. Aveva intorno a lui una foresta, abbastanza folta, mentre a pochi metri da lui una radura molto ampia, che accoglieva al suo interno una strana struttura a forma di piramide.

"La base! Guardami Terra, ce l'ho fatta...". Ventus ripensò all'amico e al sacrificio che ha compiuto per permettergli di fuggire. Sperò con tutto il cuore che si fosse salvato. Ma non fece in tempo a muovere un piede che venne scosso da un tremendo dolore alla testa. L'urlo che lanciò fu straziante e diversi uccelli spaventati abbandorano in stormi le fronde degli alberi. L'erba intorno a Ventus si macchiò di sangue, che scorreva a fiume...

La base sembrava più lontana di quanto non sembrasse...






TERRA

TERRA FULL ARMOR
VENTUS
VENTUS FULL ARMOR
ITACHI UCHIHA
KISAME HOSHIKAGI




EPILOGO: finalmente i primi scontri iniziano! Terra e Ventus devono confrontarsi contro due tra i ninja più pericolosi in circolazione. Tuttavia una domanda sorge spontanea a Terra: Com'è possibile che i membri dell'Alba siano ancora in vita dopo le vicende della quarta grande guerra ninja? I primi dubbi e sospetti iniziano ad aleggiare ed un futuro misterioso ed inquietante si prospetta all'orizzonte per questi mondi...










































 

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Capitolo 6
*** La Mobilitazione dell'Energy ***


Ed eccoci qui con il capitolo numero 5 della storia, il 6 totale. Ho ritardato di qualche giorno causa internet ancora difettoso (mannaggia). Ma comunque, bando alle ciance, spero che il capitolo sia di vostro gradimento, Buona Lettura :)



CAPITOLO 5:


"LA MOBILITAZIONE DELL'ENERGY"




Erano in sei in totale nella stanza. Non una stanza comune, ma la stanza del Colonnello. E lo si intuiva da molti dettagli. In primo luogo gli addobbi, la grandezza, i mobili rifiniti. 
Zane sapeva benissimo che sarebbe arrivato quel momento. Il momento in cui finalmente anche lui sarebbe entrato in azione. O meglio, il momento in cui finalmente avrebbe riaquistato tutta la verità sul suo incidente.
Mustang si trovava a capotavola, ma diverse volte si alzava e continuava ad andare avanti e indietro, in qualche modo agitato.
Lightning e Zane erano seduti vicini, mentre Leon si trovava dalla parte opposta del tavolo. Cloud e Cecil invece appoggiati al muro, uno di fianco all'altro.
Fu proprio il Colonnello a prendera la parola per primo.
"Sapete benissimo il perchè vi ho convocati qui. Soprattutto tu, Zane", disse rivolto al ragazzo che annuì con lo sguardo.
"Nonostante io abbia ostentato uno sguardo felice e tranquillo per tutta la durata dei giorni in cui ti sei risvegliato, le notizie che mi sono arrivate sono davvero pessime". 
Si interruppe un momento, giusto il tempo per bere un sorso di acqua dal bicchiere che aveva in mano.
"Sora e Kairi sono ritornati dalla loro missione esplorativa e le notizie che hanno portato non sono delle migliori", continuò senza essere interrotto.
Ascoltavano tutti molto attentamente.
"Pare che l'organizzazione abbia fatto la sua mossa e Xemnas abbia mobilitato i suoi eserciti di Heartless".
"Nulla di nuovo. Sapevamo che mancava poco a questo evento. Avevamo previsto questa sua mossa", disse l'unica ragazza presente.
"Si, lo avevamo preventivato. Tuttavia non avevamo intuito fin da subito che potesse a suo piacimento aprire e chiudere i portali interplanetari".
Questa affermazione generò più attenzione da parte di tutti e lo sguardo stupito di Light.
"Aprire e chiudere? Pensavo che i portali fossero chiusi fin dai tempi antichi. Xemnas possiede un tale potere?", replicò ancora una volta la ragazza, anche lei abbastanza agitata.
"Anche io lo pensavo. Ma a quanto pare mi sbagliavo. E mi sbagliavo anche sulla questione della barriera. Non so come ma è riuscito ad abbattere la barriera che circondava il mondo centrale. Ora tutta la galassia è in balia dell'Organizzazione. Xemnas, a quanto pare, possiede un potere che va al di là della nostra umana comprensione. Ed io l'ho sottovalutato. 
Maledizione!", e scagliò con furia il bicchiere d'acqua contro la parete, con un tonfo, mentre i pezzi di vetro si sparpagliavano sul pavimento.
Ci fu un momento di silenzio generale.
Poi, con estrema calma ed un respiro profondo, riprese la parola.
"Ci sbagliavamo tutti e queste sue mosse mi hanno lasciato spiazzato. Con questa sua smobilitazione può creare più caos di quanto non ne abbia già fatto. La situazione è più grave del previsto. Se le truppe di Heartless dovessero invadere gli altri mondi la situazione diventerebbe ingestibile, anche per noi", poi si fermò un attimo e sbuffò.
"Anzi, lo è gia", concluse lasciandosi andare sulla sedia e mettendosi una mano sul volto.
"Hai intenzione di inviare le squadre?", chiese Leon incrociando le mani e guardando fisso Mustang.
Il quale non rispose subito e passò qualche secondo prima che un secondo sbuffo uscì dalla sua bocca.
"Sì e no. E' ovvio che io debba inviare le squadre operative. Sappiamo tutti benissimo che gli Heartless non devono essere scoperti dagli abitanti degli altri mondi. Questo causerebbe un disastro di immani proporzioni. Ma è anche vero che non posso inviarle tutte. Questo sguarnirebbe troppo la base ed è la cosa che Xemnas vuole più di tutto. Non posso permettermelo".
"Cosa hai intenzione di fare allora? Vuoi dividere le squadre?", chiese ancora Leon.
"Purtroppo devo farlo. Nonostante gli attacchi degli Heartless siano diminuiti recentemente, non posso permettermi di rischiare". 
"Beh, ma contando le squadre di Riku e Aqua hai a disposizione sei squadre. Credo che bastino sia per difendere la base sia per aiutare gli altri mondi", fu la volta di Light che era ancora stupita per la storia dei portali.
"Così sembrerebbe ma non credo sia sufficiente. Contando che la squadra di Aqua è divisa rimangono solamente cinque squadre. Le vostre quattro e la squadra Keybleader. Non posso inviarne tre al di fuori della base e rimanere con solamente due squadre a difendere la base. Se Xemnas decidesse di attaccarci qui, lo farebbe di persona, non lascerebbe mai il comando ad un suo subordinato. Per questo devo almeno avere qui tre squadre. Per contrastarlo mi servite almeno tre di voi", spiegò Mustang, notevolmente preoccupato dalla situazione, e sottolinenando l'importanza della presenza dei suoi interlocutori.
"Hai a disposizione anche Zane", disse Light indicando il compagno di fianco, "Puoi anche fare a meno di uno di noi", concluse Light sbuffando. Mustang guardò Zane, con la coda dell'occhio.
"Mi dispiace dirlo, ma Zane non basta. Non ha recuperato ancora del tutto le sue forze ed il suo potere. Non basterebbe a contrastare Xemnas. Si è risvegliato da troppo poco tempo non sarebbe in grado di esserci di aiuto", disse Mustang guardando stavolta Light e costringendola ad abbassare la testa.
Zane, che fino ad allora non aveva proferito alcuna parola, perse la calma e sbottò contro il Colonnello.
"Forse sottovaluti davvero le mie reali capacità, Mustang. Ti ricordo che io non ho perso la memoria, mi ricordo tutto, eccetto il mio incidente. E sai benissimo anche tu che ero il migliore della base. Credi davvero che io abbia perso i miei poteri o mi sia indebolito?!".
"Forse non ti rendi conto realmente della situazione in cui ci troviamo, Zane. Nel periodo in cui sei stato in coma, sono successo molte cose che hanno cambiato notevolmente ciò che tu conoscevi. Xemnas e l'organizzazione si sono fatti più audaci e sono diventati ancora più forti di quanto non lo fossero già. E tu, in questo momento, non hai la forza per contrastare nemmeno il più debole dell'organizzazione. Figurarsi contrastare Saix o addirittura Xemnas", a quelle parole, Zane abbassò la testa, contrito dalle parole del Colonnello.
Stava, di fatto, sminuendo la sua forza e lo stava considerando un debole.
"Senza contare", proseguì Mustang, "che hai dentro di te un'entità malvagia di cui ancora non sappiamo la forza, il motivo per cui è dentro di te, se è nostro alleato o nemico, e a giudicare dall'ultima volta che si è manifestato, non giurerei una sua alleanza con noi. E soprattutto non sappiamo ancora quale sia il suo reale obbiettivo", si fermò ancora per qualche secondo.
"Capisci ora il perchè non possiamo "utilizzarti" in caso di attacco da parte dell'organizzazione?".
"Quindi non ti fidi delle mie capacità...", rispose Zane, sempre più dispiaciuto. Non tanto per le parole di Mustang.
Soprattutto per la "verità" celata dalle parole del Colonnello.
"La questione non è fidarsi o non di te, Zane. Ma di ciò ce stai ospitanto dentro di te. Il Colonnello ha detto bene. Non sappiamo se possiamo fidarci oppure no. Se tentasse ancora di ostacolarci come quando ti sei risvegliato, potrebbe diventare una palla al piede, oltre a Xemnas e all'organizzazione. Siamo già in difficoltà, non possiamo permetterci ulteriori avversari. Almeno, per ora", concluse Light, guardando negli occhi Zane.
Il ragazzo non riuscì a reggere lo sguardo della ragazza e fu costretto nuovamente ad abbassare gli occhi.
Ci furono ancora minuti di silenzio senza che nessuno fiatasse.
Fu stranamente Zane a prendere la parola
"Capisco...Quindi, non hai proprio intenzione di usarmi in questa operazione, vero Mustang?", chiese con una punta di ironia.
"Infatti. Almeno per ora resterai alla base e aiuterai in caso di attacco da parte degli Heartless. Non dovrebbero essere un problema per te sconfiggere quelle creature. Se dovessero arrivare dei membri dell'organizzazione ci sono gli altri ufficiali che possono contrastarli. Nel caso invece dovessero manifestarsi anche Saix e Xemnas, allora dovrai startene in disparte. Se fosse davvero necessario, allora abbandonerai la base per sicurezza". 
Zane scosse la testa. Non ci stava ad essere usato in questo modo. Ma gli ordini erano ordini, e non poteva certo disubbidire. Lo aveva sempre fatto, ma in questa situazione non ne valeva la pena.
"Ho riflettuto parecchio, la mia decisione è di inviare solamente due squadre. Contatterò i nostri alleati negli altri mondi e cercherò di capire quali di questi siano più in difficoltà a contrastare gli Heartless. In base a questo invierò là le squadre. Ho già deciso che saranno le squadre Beta e Delta ad andare. L'Alpha e la Gamma resteranno alla base insieme alla squadra di Riku", disse rivolgendosi ai due Maggiori delle squadre prese in considerazione, vale a dire Cloud e Cecil, che annuirono convinti.
"Andate a preparare la vostra squadre, partirete domani al tramonto. Mentre in mattinata vi metterò al corrente del mondo in cui verrete inviati", i due fecero il saluto militare e si diressero verso la porta di uscita.

Ma prima che potessero aprirla, entrò di fretta e furia Locke con uno sguardo tra lo sconvolto e lo stupito.
"Colonnello! E' successa una cosa terribile!!", i quattro che erano seduti si alzarono improvvisamente e Mustang corse verso Locke.
"Gli Heartless stanno attaccando?!", chiese scuotendolo per le spalle. Anche se non ne era molto convinto.
"No. Peggio Signore! Ventus è ritornato ma è in condizione pietose! Lo abbiamo immediatamente trasportato in infermeria ma i medici non sono sicuri che possa farcela!".
Tutti i presenti ammutolirono. 
Il primo che si riscosse fu proprio il Colonnello.
"Maledizione! Voi quattro!", ed indicò i quattro Maggiori che avevano ancora uno sguardo sorpreso. Ci volle un po prima che i quattro si riscossero dopo l'urlo del Colonnello.
"Svegliatevi dannazione! Andate immediatamente a preparare le vostre squadre! Veloci!", disse perentorio.
"Và anche tu Locke!", disse indicando il ragazzo davanti a lui, che non se lo fece ripetere due volte e scappò dalla porta, seguito a ruota dai quattro che avevano ancora le faccie sconvolte.
"Quanto a te, vieni con me", disse rivolto a Zane. 

I due uscirono di fretta e furia e si recarono in infermeria. 

Durante il tragitto, Zane venne sorpreso dalle parole del Colonnello.
"Tieniti pronto. E' probabile che anche tu debba mobilitarti". A queste parole il ragazzo non seppe se essere felice o triste. Quella situazione stava stravolgendo così tanto i piani del Colonnello? 

Ai due ci volle poco per raggiungere l'infermeria. Capirono immediatamente qual'era la sala dove si trovava Ventus, dato che fuori dalla porta vi erano Aqua che stava versando fiumi di lacrime e Riku che cercava di consolarla come al solito. Non appena li vide, fu subito contento ed abbozzò un sorriso.
"Riku! Aqua! Cosa sta succedendo? Cosa è successo a Ventus?", chiese Mustang con furia. Aqua non riuscì a rispondere, fu infatti Riku a farlo.
"Non lo sappiamo! Ad un certo punto le guardie del cancello lo hanno visto arrancare verso l'ingresso e cadere a terra svenuto. Quando lo hanno portato qui era ricoperto di sangue e aveva gli occhi completamente bianchi. L'armatura era in pezzi, così come il Keyblade. Non sappiamo cosa sia successo. Ora lo stanno operando e stanno cercando di fermare le emorragie che aveva. Ma anche i medici non sanno se possa farcela o no!", disse tutto d'un fiato Riku, spaventato dalla situazione.
"Chi può averlo ridotto in uno stato del genere? L'organizzazione?", chiese Zane anche lui molto preoccupato. Mustang non rispose subito. Sembrava stesse pensando a qualcosa, che stesse ragionando su quello che fosse successo. Poi un lampo gli balenò nella mente.
"Riku, dov'è Terra!? Non l'ho ancora visto, dove si trova?!", chiese impaziente.
"Non lo sappiamo! Davanti all'ingresso c'era soltanto Ventus, di Terra nessuna traccia!", ripetè Riku sconvolto.
"Come temevo...Non è opera dell'organizzazione...". Zane e Riku lo guardarono dubbiosi.
"Ho inviato Terra e Ventus nel mondo dell'est prima ancora che l'organizzazione abbia inviato le sue truppe. Ergo deve essere stato qualcun'altro a ridurre così Ventus. Non so chi, dobbiamo aspettare che Ventus si risvegli, e pregare che questo accada...". Così i tre si sedettero sulle sedie del corridoio, mentre Aqua veniva consolata non più da Riku ma da Zane. 

Passò circa un'ora, un'ora in cui ci fu silenzio tombale per tutto il corridoio. 
Venne interrotto dalla porta che si apriva e dalla figura del medico che usciva tenendo in mano uno straccio sporco di sangue e avendo lo stesso vestito di una tinta rossiccia. Aveva uno sguardo serio e calmo. Non si poteva dedurre com'era la situazione solamente dal suo volto. Non traspariva alcuna emozione.
Fu Riku il primo a osare una domanda sulle condizioni di Ventus.
"Le sue condizioni erano davvero critiche. Le sue possibilità di sopravvivenza erano molto basse. Abbiamo fatto il possibile per salvarlo...", cominciò il medico.
Aqua singhiozzò mentre Zane e gli altri due a bocca aperta guardavano il medico.
"Fortunatamente il possibile è bastato. Ora è stabile. Ha bisogno di riposo ma la situazione critica è passata. E' stata davvero dura...".
Aqua scoppiò in un pianto liberatorio mentre Riku e Zane tiravano un sospiro di sollievo.
Mustang guardò dritto negli occhi il medico.
"Devo entrare immediatamente, non mi importa se ha bisogno di riposo, devo essere messo al corrente su alcune questioni della massima importanza che non possono ritardare".
"Faccia come vuole Colonnello. Io quello che dovevo fare l'ho fatto. Io le consiglio di aspettare. Ma se sono davvero inderogabili, allora faccia pure. Io l'ho avvertita".
"La ringrazio per quello che ha fatto, ma davvero non posso più aspettare", replicò Mustang, che già si era alzato di scatto dalla sedia.
Il medico scosse la testa. 
"E va bene. Solo, non potete entrare tutti. Al massimo due persone, non di più", replicò il medico annuendo con la testa.
Il Colonnello capì e fece cenno a Zane di andare con lui. Aqua non sembrava in condizione e Riku doveva rimanere fuori con lei.

Così i due entrarono, dopo che il medico se ne andò. Quando varcarono la soglia, videro Ventus con gli occhi semi-aperti che giaceva sul lettino dell'infermeria, le coperte di un bianco candido, appena cambiate. Zane andò verso la finestra spalancandola, mentre Mustang prese una sedia e si mise di fianco al letto di Ventus. Il ragazzo era alto quasi quanto Zane. Portava capelli arruffati di colore arancio, e una benda che gli circondava completamente la tempia. Aveva occhi azzurri, molto simili a quelli di Aqua, solo leggermente più chiari. Non appena vide i due entrare e prendere posto, cercò di alzarsi dal letto, ma dopo una smorfia venne fermato da Mustang.
"Rilassati, resta sdraiato, non devi per forza alzarti", disse con un sorriso. Ventus capì e si adagiò. Sapeva già il motivo di quella visita. Solo non si aspettava di vedere Zane. L'ultima volta che lo aveva visto era su un letto, proprio come lui, in coma. Infatti continuava a fissarlo, credendo di avere la febbre e le allucinazioni.
"Stai tranquillo. Zane è vivo, si è svegliato giusto due giorni e mezzo fa. Non ti preoccupare, avrai modo di salutarlo per bene. Ora però devi concentrarti su di me e dirmi cosa ti è successo e cosa è successo a Terra", disse in modo calmo al ragazzo, il quale prese un bel respiro e si preparò a raccontare tutto nei minimi dettagli.
Aveva una voce roca, probabilmente resa tale dalla fatica che aveva dovuto sopportare sia mentalmente che, soprattutto, fisicamente.
"Fortunatamente mi ricordo quasi tutto quello che è successo, non proprio tutto, ma le cose principali sì", rispose con un sorriso forzato il ragazzo.
"Meno male, ti ringrazio in anticipo. Ora dimmi, non è stata l'organizzazione XIII a farti questo, dico bene?", chiese con un pizzico di preoccupazione il Colonnello. 
"No, infatti. Il nostro obbiettivo era quello che ci aveva detto lei. Dovevamo recarci al villaggio della foglia, chiamato Konoha e cercare di due persone importanti. Una donna di nome Tsunade che ricopriva il ruolo di Hokage e un ragazzo di nome Sasuke Uchiha. Eravamo appena arrivati e già avevamo intuito dove fosse il villaggio, grazie alla mappa virtuale. All'improvviso incappammo in due figure incappucciate. Pensavamo fossero dell'organizzazione, così cercammo di catturarle. Tuttavia non fu così. In primo luogo avevano un vestito differente. Era nero con disegnate sopra delle nuvole rosse dal contorno bianco. Decidemmo di combatterli lo stesso, dato che pensavamo avessero cambiato vestito o che altro. Così iniziammo il combattimento. Io rimasi da parte, così come uno di loro. Terra si battè contro un certo Kisame Hoshikagi". 
A quel nome, Mustang si fece più attento. Lo aveva già sentito nominare, eccome. 
"Inizialmente Terra sembrava in vantaggio, grazie anche all'uso della Full Armor. Tuttavia quando quel Kisame svelò quella sua strana spada, Samehada, lo scontro iniziò a favorire il nostro nemico", fu interrotto da Zane che, sorpreso da queste ultime parole, non resistette dal porre una domanda Ventus.
"La Full Armor? Davvero c'è qualcuno in grado di resistere alla Full Armor di voi Keyblader? Non me lo sarei mai aspettato...". 
Ventus lo guardò dritto negli occhi. Non si aspettava di certo che si ricordasse anche la Full Armor. Doveva aver fatto davvero dei passi da gigante in quei pochi giorni che non lo aveva visto sdraiato sul letto.
"Sì...Infatti anche io rimasi sorpreso da come quel ninja riuscisse a mettere in difficoltà la Full Armor di Terra. Tuttavia, io non me ne accorsi subito di questa sostanziale differenza, Terra invece sì. Per questo ci siamo messi in comunicazione e siamo riusciti a concordare un piano di fuga. Che sfortunatamente non prevedeva anche lui...", e delle lacrime iniziarono a sgorgare dagli occhi di Ventus. I due interlocutori, ben consci della situazioni, non sforzarono ulteriormente il ragazzo, ma pazientarono qualche minuto, in attesa che Ventus si fosse calmato.
"Mi scusi, Colonnello...Ma il pensiero di Terra...", e non riuscì a completare la frase. Fortunatamente Mustang era una persona premurosa e disponibile, non per nulla incline a perdere la pazienza in fretta.
"Non ti devi preoccupare, so benissimo cosa stai provando. Quando te la senti, continua pure, noi ti ascoltiamo". Zane annuì con un sorriso alle parole del Colonnello, segno che le condivideva in pieno, mentre Ventus rispose con un cenno del capo e si asciugò le lacrime con la manica del vestito da ospedale.
"Il piano di Terra prevedeva di bloccare i nostri avversari col Terraga, mentre io fuggivo verso il portale che avevamo aperto a poca distanza dal luogo dello scontro. In qualche modo riuscì ad innalzare la cupola di terra e a bloccare inizialmente entrambi. Tuttavia mentre Kisame rimase a combattere contro Terra, il suo compagno riuscì a raggiungermi e ad applicarmi qualche sigillo o maledizioni, non saprei. Visto che non mi aveva nemmeno toccato. Riuscii ad attraversare il portale e mi ritrovai nella foresta davanti alla base. Ma dopo aver mosso qualche passo, il mio corpo iniziò a bruciare di dolore. La vista mi si annebbiò e mi si aprirono ferite in tutto il corpo. Riuscì a strascinarmi verso l'ingresso, prima di svenire completamente, credo. Il resto penso lo sappiate...", concluse Ventus, prima di coricarsi ancora sul cuscino. 
Mustang sembrava dubbioso. Era chiaro che non era opera di Xemnas ne di nessun'altro membro dell'organizzazione.
"Hai detto che uno si chiama Kisame Hoshigaki, giusto?", chiese con una punta di curiosità nella voce. 
Ventus annuì semplicemente con un cenno del capo.
"E il compagno che ti ha fatto questo? Come si chiamava?".
A Ventus ci volle un pò prima di pronunciare quel nome. Iniziò a tremare al solo pensiero di quei terribili occhi rossi...
"Colonnello...Non pensavamo minimamente che qualcuno come lui si fosse alleato all'organizzazione...", continuò Ventus, sempre tremando come una foglia. Mustang rimase allibito. Non aveva mai visto Ventus così spaventato ed allarmato. 
"Itachi Uchiha...".
A quel nome, Mustang spalancò gli occhi e per diversi secondi sembrava come disorientato.
"Quindi l'Alba...", erano le uniche parole nella mente del Colonnello. Fortunatamente intervenne Zane ad interrompere il flusso di pensieri del Colonnello.
"Mustang, va tutto bene?", chiese con apprensione, dopo aver visto il suo superiore con quell'espressione di sorpresa sul volto.
Quest'ultimo si riscosse quasi immediatamente.
"Sìsì, grazie Zane", poi si rivolse al biondo sul letto.
"Sei stato davvero molto coraggioso, Ventus. Non ti disperare per aver abbandonato Terra. Se non l'avessi fatto, ora avrei perso un altro dei miei più forti guerrieri", disse con un sorriso forzato al ragazzo. Il quale abbassò la testa.
"Sì, lo penso anche io. Tuttavia Terra non è morto. Sono sicuro che sia ancora vivo. Dopotutto quei due non sembravano volerci uccidere...".
A quella seconda frase, Mustang si stupì di nuovo, ma stavolta stando attento a non darlo troppo a vedere ai suoi compagni di stanza.
L'unica cosa che fece fu sorridere a Ventus e a recarsi fuori dalla stanza, non prima di aver accennato a Zane di fare lo stesso, per lasciar finalmente riposare il loro amico.
Prima di uscire, Zane pose una mano sulla fronte di Ventus, sorridendogli e mormorandogli qualcosa. Ventus sorrise e accarezzò la mano dell'amico.
Poi uscì.

All'esterno trovò i soliti Riku e Aqua con l'aggiunta di Sora e Kairi che salutarono i due appena usciti. Non ci furono parole. Zane e Mustang si allontanarono, mentre Riku e gli altri entrarono nella stanza di Ventus, chiudendosi la porta alle spalle.

"Dimmi, cosa hai detto a Ventus per farlo sorridere così?", chiese sospirando il Colonnello,
"Che gli avrei riportato indietro sano e salvo Terra", rispose semplicemente al Colonnello .
"Se è vero che è ancora vivo, la nostra priorità sarà quella di salvarlo. Non ci sono dubbi. Ora però devi farmi un favore Zane. Corri immediatamente a dare l'allarma a tutta la base. Voglio tutti radunati entro trenta minuti nel salone principale. Sbrigati!", e detto questo Zane annuì e corse dalla parte opposta del corridoio, mentre Mustang ritornava nelle sue stanze.

Durante tutto il tragitto si poteva notare il suo viso preoccupato, ma nonostante tutto, lucido. Non si aspettava di certo un risvolto simile. Se quello che Ventus disse corrispondeva alla realtà, allora la situazione era più disastrosa del previsto. Tuttavia c'era qualcosa che non quadrava con tutto ciò. Secondo i rapporti dell'Hokage del villaggio della foglia, l'Organizzazione Alba era stata distrutta durante la quarta grande guerra ninja. Com'era possibile che i suoi membri fossero ancora vivi? Cosa stava succedendo?
Dubbi che assillarono Mustang finchè non arrivò nella sua stanza privata, che si trovava all'ultimo piano della struttura. Come al solito, prima di prendere decisioni importanti, abbassò le inferiate, lasciando penetrare nella stanza soltanto una flebile luce e si versò un bicchiere di rum liscio, che solitamente gli permetteva di ragionare molto più attentamente sulle situazioni che gli si paravano di fronte, per quanto fossero tragiche, come questa.
Non si spaventò di certo quando sedute al tavolo vi erano due figure. Dalla poca luce che traspariva dalle inferiate, si poteva distinguere che una delle due era un uomo abbastaza alto, dai capelli raccolti con una fascia. La seconda figura, una ragazza, prosperosa e dai lunghi capelli.

"Prima di chiamare qui Zane e gli altri capitani vi avevo chiesto di convocare il concilio. Lo avete fatto?", chiese il Colonnello ai due. Fu l'uomo a rispondere per primo. 
"Ma certo. Cinque minuti e sei "Online".
"Perfetto. Ma prima di iniziare, vorrei mettervi al corrente della situazione in cui versiamo. Non delle migliori". Bevve tutto d'un sorso il bicchierino, andando a vuotarsene un altro.
"Dunque. Non ho idea dei piani di Xemnas. Ma con questa sua mossa dei portali, ha aperto un altro fronte. Anzi, altri tre fronti. Come se non bastasse ora abbiamo a che fare con un nuovo nemico, che pare molto forte dato che ha sconfitto due tra i miei migliori ufficiali. E ciliegina sulla torta, devo preoccuparmi anche di Zane e di questo Sargeras che porta in corpo. Il tutto nello stesso momento".
Si lasciò andare sulla sedia e si mise le mani nei capelli.
"Un bel pò di problemi", rispose la ragazza, accennando un sorriso.
"Un bel pò è un eufemismo. La situazione mi sta sfuggendo di mano". Bevve il secondo bicchiere e se ne verso un terzo.
"In tutto ho aperti quattro fronti di battaglia. Devo salvare Terra e al contempo tenere sotto controllo Zane. Il tutto avendo a disposizione solamente cinque squadre operative. Dato che Ventus non è in grado di muoversi e Terra è stato catturato, la squadra elementale è momentaneamente fuorigioco".
Posò il bicchiere sul tavolo e si passò le dita sulle tempie, rigirandosele.
"Credo che bisognerebbe darsi delle priorità in questi casi", replicò il ragazzo, che nel frattempo si era alzato, andando a vuotarsi pure lui un bicchierino.
"Esattamente. Terra. Zane. Mondi. Base. Queste sono le priorità. Sicuramente quella principale è Terra. Devo assolutamente andarlo a recuperare. Non soltanto perchè è uno dei migliori. Ma poichè possiede informazioni vitali dell'Energy e non posso permettermi che cadano in mani sbagliate. Perciò è lui ad avere la priorità più alta. Una squadra operativa deve andare per forza a salvarlo nel mondo dell'est. Tuttavia non posso inviare semplicemente un squadra qualsiasi. Se si tratta dell'Alba, allora devo spedirci qualcuno che sappia reggere il confronto".
Si versò il quarto bicchiere.
"Nel frattempo invierò altre tre squadre negli altri tre mondi. Alla base ne rimarrà una. Farò rimanere la seconda più forte, in modo da controllare anche Zane. Ovviamente spero ritorni in forma per quando Xemnas attacchi. Perchè ormai è cosa certa. Xemnas vuole a tutti i costi riaprire lo scontro, e io non posso di certo tirarmi indietro", poi, ad un cenno del ragazzo, guardò l'orologio. Erano passati i cinque minuti. Si alzò.
Si verso il quinto bicchiere e poi gettò ques'ultimo a terra, aumentando i cocci di vetro per terra. La ragazza sbuffò contrariata a questa sua abitudine di gettare i bicchieri per terra, visto che era proprio lei che doveva pulire la sua stanza.
I due si diressero con il Colonnello verso la sala del concilio. I tre ci misero poco per arrivare nella stanza che dava direttamente alla sala del concilio. Era la stessa stanza in cui, pochi giorni fa, Zane fece la sua entrata dopo i mesi di coma.
Non appena entrarono nella sala del consiglio venne meglio delineata. Era molto grande. Aveva un tavolo a forma di ellisse dotato di varie sedie. Non vi erano finestre, per questo motivo non vi era molta illuminazione. Era difficile da distinguere se vi fossero altri ornamenti o decori. Mustang prese posto in una delle sedie che su di essa aveva come ghirigoro uno strano simbolo con un cerchio, diversi triangoli, una croce ed un serpente attorcigliato. I due che l'accompagnavano presero posto alle sue spalle, in piedi. A Mustang bastò premere un pulsante di colore rosso davanti a lui che in pochissimi secondi di attesa, comparvero altre figure intorno al tavolo. Tre di queste erano sedute, mentre quattro erano in piedi, alle loro spalle. Non si riusciva a distinguerne i volti, ne tantomeno cosa indossavano. Erano puri e semplici ologrammi. 

"Sapete benissimo perchè vi ho convocato così di fretta e proprio in questo momento. Ho smobilitato le squadre operative, entro la giornata di domani dovrebbe essere già lì da voi". 
Prese la parola la figura alla sua destra.
"Prima devi dirmi che fine hanno fatto i due guerrieri che mi avevi detto sarebbero venuti in giornata. Al villaggio non è venuto proprio nessuno", disse quella che sembrava una figura femminile.
"Sì, lo so. E me ne rammarico. Ma a quanto pare sono stati attaccati da dei loschi individui. E non sto parlando dell'organizzazione XIII. Uno mi è tornato in condizioni gravissime e ha rischiato la morte. L'altro è sparito. Si presume l'abbiano catturato questi individui. Hai qualche idea, Hokage?". Mustang si trattenne dal rivelare che era stata proprio l'organizzazione Alba. Non si fidava ancora di quelle persone. Almeno per il momento, doveva mantenere riservatezza.
"Sì e no. Potrei sapere di chi si tratta. Ma non ho intenzione di inviare ninja in aiuto del tuo guerriero. La situazione sta diventando drammatica e stiamo già faticando abbastanza. Non soltanto dobbiamo difendere il villaggio ma anche impedire che questi Heartless scappino e vadano ad attaccare altri villaggi. Tra poco dovremmo ricevere il supporto di un nostro villaggio alleato. Il kage che lo comanda è una persona affidabile, non rivelerebbe mai il segreto degli Heartless".
"Perfetto. L'importante è che abbiate truppe a sufficienza. Per quanto riguarda il mio guerriero, non devi affatto preoccupartene, ho già preso una decisione al riguardo. Inviero una squadra operativa a recuperarlo".
A questo punto la figura davanti a lui intervenne, sbottando all'improvviso. Aveva una voce da maschio, molto profonda e non molto amichevole.
"Sei diventato pazzo? Vuoi buttare via una squadra operativa per salvare un solo guerriero? La situazione è critica a causa degli Heartless, non puoi permetterti di fare passi falsi in questo modo". 
Mustang si girò dalla sua parte.
"Non è un passo falso. Terra possiede delle informazioni assolutamente segrete che se dovessero cadere nelle mani sbagliate, potrebbero causare un caos ancora più grande di adesso. E non posso permettermelo. E soprattutto sono io che decido quello che le squadre operative devono fare. Sono sotto la mia autorità, non la tua", rispose con voce ferma e neutrale. L'ultima figura che aveva parlato sbuffò ed incrociò le braccia.
"Fa come vuoi", rispose soltanto. A questo punto toccò di nuovo al Colonnello.
"Da voi invece come sta andando? Riuscite a contrastare gli Heartless?", chiese alla figura alla sua sinistra. Il quale sospirò. Aveva anche lui una voce maschile, ma si vedeva che era molto più disponibile e soprattutto giovane rispetto a colui che aveva parlato prima.
"Ti direi così e così. Ma mentirei. Non va affatto bene. Siamo in pochi e non riusiamo a contrastare così tanti Heartless. E' necessario che la tua squadra arrivi il più presto possibile".
"Non ti preoccupare. Invierò la squadra migliore ad aiutarvi. Nel frattempo resistete. Di più non posso fare". Fece per alzarsi, così come gli altri, ma disse un'ultima frase che stupì tutti, prima di uscire dalla stanza con la figura alle spalle.
"Ah, un'ultima cosa. Zane è tornato". 




"Accidenti! Non si fida ancora di noi!". Dopo aver spento il collegamento, la donna si infuriò per il trattamento riservatole da Mustang.
"Sapevamo che Roy Mustang non era un personaggio di cui fidarsi troppo ciecamente. Questa ne è una riconferma", rispose la figura maschile alle sue spalle. Un ragazzo dai capelli neri, gli occhi del medesimo colore e la veste ufficiale del villaggio della foglia.
"Hai ragione, Shikamaru. Ma nascondermi della presenza dell'organizzazione Alba è grave. Andiamo, chi vuole prendere in giro?! Sappiamo tutti e due che gli unici in questo mondo in grado di mettere in difficoltà due tra i suoi migliori guerrieri sono loro!".
Sbottò ancora una volta, lanciando per terra una pila di fogli.
"Forse ti stai preoccupando troppo. Dopotutto i guerrieri di Mustang sono affar suo. Più che alla loro salvezza dobbiamo preoccuparci di difendere il villaggio. E sopratutto il portale". A parlare, questa volta, fu una seconda figura maschile, più alta della prima. Portava la stessa giacca del suo compagno, ma a differenza sua, aveva la bocca coperta da una sciarpa e dei corti capelli argentati.
"Non hai del tutto torto, Kakashi. Ma aiutarli potrebbe essere il buon pretesto per guadagnarci la loro fiducia. Inoltre potremmo scoprire di più riguardo il ritorno dell'Alba. Dopotutto dopo la guerra, era stata completamente annientata con Madara Uchiha". I due annuirono. Poteva sembrare avanti con gli anni, ma sicuramente Tsunade era ancora perfetta come Hokage. 
Detto questo, si alzò e si rivolse al più giovane dei due.
"Shikamaru, raduna i migliori Jonin del villaggio e parti verso il portale. Kiba e la sua squadra avranno bisogno di aiuto. Non possiamo aspettare l'arrivo di Ghaara e dei suoi ninja". Quest'ultimo annuì e uscì in fretta e furia dalla stanza.
Poi la donna si rivolse verso l'ultimo rimaso.
"Kakashi, quanto a te, rimettiti in contatto con L'Energy e informati sul luogo in cui Mustang vuole inviare la squadra per recuperare Terra. Poi raggiungili e coopera con loro. Aiutali a salvare Terra". Kakashi annuì e sparì anche lui come il compagno. 

"Non bastava ricostruire questo paese dopo la guerra. Ora ne incombe un'altra...
E' tutto nelle tue mani, Zane..."




Ci mise poco ad arrivare al salone principale. Non si accorse che a mano a mano che camminava, continuava ad aumentare il passo. Agitazione? Frenesia? Non seppe dirlo con certezza.
Non appena arrivò si diresse verso quello che sembrava un podio, con il classico leggio e un microfono che era collegato alle numerose casse sonore del salone. Davanti a lui una folla enorme. Una folla che lò salutò tutta insieme con il saluto militare, che lo stesso Colonnello fece di rimando.
Ci mise un pò a prendere la parola, anche perchè vi era totale silenzio, e per la prima volta Mustang sembrava imbarazzato a parlare, nonostante la situazione. Si schiarì la voce.
"Uomini dell'Energy! Oggi è venuto il giorno! Il giorno in cui ciascuno di noi può mostrare chi è veramente e quanto vale. Quanto sia disposto a sacrificare per la salvezza dell'universo!", la voce
tuonante del Colonnello risuonava per tutto il salone, che continuava a rimanere in silenzio.
"Xemnas e la sua organizzazione hanno fatto la loro mossa. Hanno deciso di invadere gli altri mondi! Di attaccare degli innocenti, come donne e bambini, pur di vedere la loro sete di conquista ultimata! Una cosa che nessuno di noi può accettare!", a queste parole, un solo grido uscì dalle bocche di ciascuno nella sala.

"LIBERTA'!!". 

"Esatto uomini! Questo è il nostro simbolo. Questo è il nostro credo! Libertà! Un credo che l'organizzazione XIII sembra aver perduto, o che non hai mai posseduto! Ma che ciò non deve permettergli di toglierlo alle persone che ci credono davvero!", ennesimo urlò proveniente dalla folla. 
"Come se non bastasse, un nemico misterioso ha attaccato Ventus e Terra, ferendo gravemente il primo e catturando il secondo! Un affronto che nessuno di noi può accettare! Perciò come primo obbiettivo abbiamo la liberazione di un nostro fratello!", e si levò un grido unico che risuonò ancora di più che prima

"TERRA!!".

"Sarò franco e onesto con voi, amici miei. Il mio volere di salvare Terra non è soltanto sentimentale come tutti voi. C'è molto di più che l'amore e l'amicizia verso un fratello. Terra è in possesso di
informazioni troppo importanti perchè cadano nelle mani sbagliate. E non posso permetterlo. Perciò ho deciso che Terra ha la priorità su tutto", disse stavolta più calmo e contenuto.
"Da come Ventus e Terra sono stati sconfitti, i nostri nuovi nemici sono temibili e pericolosi. Perciò solamente i nostri guerrieri migliori hanno delle possibilità di salvare Terra. Per questo motivo ho deciso di inviare la squadra Zeta a recuperare il nostro fratello scomparso!".
Questa frase sollevò un mormorio generale che andò avanti per diversi minuti. Convocare la squadra Zeta, significava che la situazione era davvero urgente e che i nemici che andavano affrontati erano davvero temibili. Era solamente la seconda volta, dalla creazione dell'energy che la squadra Zeta veniva presa in causa. Ci volle un pò al Colonnello per zittire tutti quanti, tempo dopo il quale il Colonnello riprese la parola, alzando leggermente il tono della voce, per sovrastare quelli che erano ancora dei leggeri mormorii. 
"So benissimo che per molti di voi è la prima volta che sentite parlare della squadra Zeta. Altri invece la conoscono eccome. E proprio questi ultimi dovrebbero capire la gravità della situazione ed il motivo del perchè usufruisco di una tale potenza d'attacco, come la squadra Zeta", continuò con voce ferma Mustang.
Molti dei presenti annuirono, altri invece erano ancora sospetti. Richiamare ed inviare al fronte la squadra Zeta significava indebolire di molto la base e rischiare che Xemnas attaccasse con un contingente molto grande.
"Se invio la squadra Zeta un motivo c'è. Ma passando alle restanti squadre, l'Alpha, la Beta, la Gamma e la Delta verranno inviate nei tre mondi principali, a dare man forte ai nostri alleati in difficoltà. Qui alla base rimarranno la squadra Keyblades capitanata da Aqua insieme a Zane", altri mormorii, stavolta di assenso. Con Zane e Aqua alla guida, molti soldati sapevano che la base riacquistava un pò della forza persa con la partenza della squadra Zeta.
"Questo è quanto uomini. Andate a prepararvi, soprattutto le squadre operative. Domani mattina riceverete ulteriori istruzioni" e così congedò l'intera sala, che si dileguò in pochissimo tempo. Ciascuno era andato a prepararsi per il giorno successivo, che sarebbe stato faticoso ed imprevedibile per tutti.

Prima che anche Mustang sparisse, diretto nelle sue stanze, venne raggiunto da Light.
"Ne è sicuro, signore? Sul fatto di inviare la squadra Zeta? E' proprio quello che vuole Xemnas. Che la base si indebolisca in modo da avere un vantaggio in caso di assedio". Il volto della ragazza era fortemente preoccupato.
"Ne sono sicuro, Light. E' di vitale importanza che Terra venga liberato e riportato sano e salvo alla base. E comunque non sono venuto qui a discutere delle mie scelte con lei, Maggiore. Vada a prepararsi e non ritorni più sull'argomento. Questi sono i suoi ordini. Li rispetti", e detto questo girò le spalle alla ragazza e se ne andò.
Quest'ultima rimase imbambolata sul posto. Era raro che si rivolgesse con quelle parole ad uno di loro. Poi scosse la testa. Era normale questo suo atteggiamento. Dopotutto non era in gioco soltanto la sua carriera ma la vita di tutta la base e le scelte che faceva, le prendeva considerando tutti i rischi e i vantaggi che comportavano. Doveva fidarsi del Colonnello. Anche la ragazza lasciò il salone e si diresse verso gli spogliatoi.




Aqua fissava l'orizzonte davanti a lei. Il sole che irradiava delle ultime luci la pianura. 
La terrazza della base non era molto grande, ma lei era solita andarci quando doveva pensare. Quando aveva dei brutti pensieri in testa e doveva in qualche modo lasciarseli alle spalle. In quei giorni erano successe moltissime cose, alcune belle altre brutte. Da una parte era triste per le condizioni di Ventus e la scomparsa di Terra. Dall'altra era felice per il risveglio di Zane. Ma erano troppe emozioni che potevano distrarla in combattimento. Non ci doveva pensare.
buffò e fece per andarsene ma non appena si girò, si scontro contro qualcosa, o meglio, qualcuno. Un ragazzo dai capelli neri arruffati, occhi rossi e una maglietta scollata e aderente e dei lunghi Jeans neri che la lasciarono spiazzata. Non si aspettava minimamente di incontrare Zane li sopra. Per poco non svenne. Da quando si era risvegliato, non faceva che pensare a quello che gli aveva detto.
Divenne rossa come un peperone e fece per scansarsi. Venne però bloccata da un braccio di Zane, che le circondò la vita. Le percentuali di svenimento di Aqua stavano aumentando. Si preparò a rispondere a quel gesto, tremante come una foglia.
"Zane, ma cosa diav...", ma non finì la frase che il ragazzo le prese la testa fra le mani e la baciò sulla bocca. Rimasero lì per diversi secondi, prima che lo stesso Zane si ritrasse. Aqua era ormai prossima alla morte.
"Credi che non mi ricordi di quello che mi hai detto quando ero ancora addormentato?", chiese con un sorriso a trentadue denti. Aqua rimase senza parole. Ci mise un pò a rispondere, visto che era ancora intontita dalla situazione.
"Z-Zane...Q-Quindi t-tu avevi s-sentito ogni c-cosa?", chiese Aqua balbettando. 
"Certo. Ma devi stare tranquilla Aqua. Ora che ti ho trovata, stai certa che non ti lascerò andare così facilmente. Xemnas, l'organizzazione, gli Heartless. Ti prometto che diventerò più forte. E ti proteggerò anche a costo della mia vita".
Ad Aqua scesero delle lacrime. La tristezza ed i dubbi stavano lasciando il posto ad una gioia infinita. Aveva aspettato da tanto questo momento, le sembrava un sogno. Abbracciò ancora una volta Zane, ricolma di felicità. Sperava che quel momento non finisse mai. 
"Grazie, Zane...", mormorò sottovoce. Il ragazzo la strinse ancora di più. In quell'abbraccio, Aqua si sentiva protetta. I due rimasero così per diversi minuti, prima che l'ultimo sole della giornata lasciava spazio alla prima luna della notte...






EPILOGO: Mustang finalmente fa la sua mossa, come dall'altra parte anche L'organizzazione XIII. Nel frattempo fa il suo ingresso in campo anche l'organizzazione Alba. Ormai i fili sono tirati e i piani di molti si sovrappongono. Ma chi è il vero nemico? E soprattutto, di chi ci si può fidare? Tutto al prossimo capitolo!











 

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Capitolo 7
*** Sargeras ***


KING KURAMA: ti ringrazio anticipatamente per le tue recensioni alla mia storia XD mi fa piacere che venga apprezzata, ti ringrazio davvero tanto. Per ora devo deluderti, ahime non si tratta di Dragonball :( 
Per ora Dragonball rimane escluso dai giochi, semplicemente per una scelta riguardante la potenza e i livelli combattenti altament superiori dei personaggi di Dragonball rispetto agli altri. Comunque sia non si tratta di Amaterasu, tranquillo che verrà tutto spiegato nei capitoli successivi.

P.S: Comunque ti ringrazio anche per la correzione dei nomi XD a volte vado in confusione con i nomi inglesi e giapponesi



CAPITOLO 6: 


"SARGERAS!"



Era praticamente tutto buio. L'unica luce che entrava nella stanza era dallo spiraglio della porta semi-aperta e da una piccola rientranza nella parete.
L'unica forma di vita nella stanza era un ragazzo legato ad una sedia. La testa bassa e penzolante, le braccia legate dietro la schiena. Indossava solamente dei pantaloni marroncini completamente stracciati. Gocce di sangue cadevano sul pavimento dal suo volto, mentre striscie di rosso solcavano il suo addome e la sua schiena. Il respiro era affannoso e molte volte era costretto ad inspirare con la bocca. In un primo momento sembrava addormentato, o forse svenuto, molto più probabile, ma venne svegliato all'improvviso da alcuni rumori che provenivano al di fuori della stanza.
Ci volle molto tempo prima che il ragazzo riuscì a mettere a fuoco il luogo in cui si trovava. La vista era annebbiata a causa della stanchezza e delle numerose ferite. Quando alzò la testa, per poco non gli venne un mancamento. Tentò in un primo momento di liberare le gambe, ma si accorse che erano legate alla sedia, e se le agitava troppo, rischiava di cadere con il suo appoggio. Anche le mani erano ben legate. Quando si guardò intorno, notò solamente un tavolo, un armadio, qualche sedia ed un giaciglio di paglia. Niente di più.
Fu proprio in quel momento che si ricordò di tutto. Della battaglia, degli avversari contro cui si era battuto. Non sapeva se essere triste oppure felice. Da una parte era riuscito a far scappare Ventus, visto che non percepiva alcuna energia di altri Keyblade, eccetto il suo, nascosto chissà dove. Dall'altra però era uscito sconfitto da quella battaglia. Non si aspettava di certo che quel ninja potesse raggiungere livelli così alti. Lo aveva certamente sottovalutato...

"Kahahaha, non credere che quel pivello possa sfuggire ad Itachi! Sai, visto che ormai siamo arrivati al capolinea credo sia ora di mostrarti le mie reali capacità!".
Terra era completamente sfinito. L'erigere quella barriera gli era costato un dispendio altissimo di energia e anche il Keyblade era rimasto praticamente a secco.
L'unica cosa in cui sperava era che Ventus riuscisse in qualche modo a sfuggire a quell'Uchiha. Quando lo ebbe visto tramutarsi in corvi, la paura prese il posto dello stupore. Se poteva usare una tecnica di trasporto così insidiosa, Ventus aveva pochissime speranze di potergli sfuggire, nonostante la sua velocità. La barriera di terra, a quel punto, serviva a ben poco.

Cercò di non pensarci troppo ma di concentrarsi principalmente sullo scontro. Ora toccava a lui mettersi in salvo. E non sembrava troppo semplice. A ogni minuto che passava il potere di quel Kisame aumentava a vista d'occhio. Senza contare che ogni volta che veniva anche solamentee sfiorato da quella spada, perdeva una parte della sua energia. Doveva cercare di mettere fuori usa quella "cosa", prima di tutto.
"Credi davvero che questo mi spaventi? Mi dispiace dirtelo, ma non ho tempo da perdere con un pesce puzzolente come te! Distruggerò quella spada e poi sarà il tuo turno!", esclamò Terra, scagliandosi d'improvviso contro lo spadaccino.
"Distruggere questa spada...Come se tu ne fossi in grado", rispose Kisame, a bassa voce. Senza nemmeno avere il tempo di proteggersi, Terra venne colpito da una sferzata d'aria, che lo costrinse ad interrompere l'attacco e ad indietreggiare di qualche metro.
"Ma cosa diav...", quello che vide davanti ai suoi occhi gli recise la frase in bocca.
La Samehada era scomparsa e Kisame aveva subito una trasformazione che lo mutò in una creatura ancor più mostruosa della sua spada.
Il corpo era di un grigio molto chiaro, più piazzato di prima. Una lunga coda robusta che agitava rabbioso. Una pinna caudale sul dorso e altre due pinne che partivano dai gomiti. Denti aguzzi di un bianco luminoso. Piedi e mani palmati. E striature nere lungo tutto il corpo. Infine occhietti gialli, da predatore. 
Terra fu scosso da tremiti. Non soltanto era terribile alla vista, ma emanava un'energia a dir poco spaventosa. Era talmente sotto schock che non riusciva nemmeno ad aprire bocca. Fu lo stesso Kisame a rispondere alle domande che vedeva negli occhi del suo avversario.
"Sorpreso, vero? O forse dovrei dire, terrorizzato, no? Kahahahah fa questo effetto a chiunque! La mia ultima trasformazione. Io, che mi fondo direttamente con la Samehada, acquisendo i suoi poteri e la sua potenza distruttiva!".
Fusione con la propria spada? Era come se Terra si fondesse con il Keyblade, aggiungendo ai suoi poteri, le magie della chiave. Poteva esistere una tecnica simile?
"Water Union la chiamo io. La Fusione Acquatica. Sorprendente, vero?". Kisame si avvicinò lentamente a Terra, il quale era ancora immobile dallo spavento. Poteva davvero competere con una potenza simile?
"Beh, mi piacerebbe continuare a divertirmi con te, ma ho delle questione della massima priorità che devo ancora risolvere, credo sia venuto il momento di concludere qui", concluse Kisame, sparendo dalla vista di Terra. Il ragazzo non fece nemmeno in tempo ad accorgersi della sparizione che un dolore lancinante lo colpì alla schiena costringendolo ad accasciarsi a terra.
L'ultima cosa che vide prima di perdere i sensi erano le fauci di Kisame che si avventavano su di lui, come tra uno squalo e la sua preda...


Il ricordo di quel mostro fece rabbrividire ancora una volta il corpo di Terra che per diversi minuti fu scosso dai tremiti. Quel Kisame possedeva un potere di gran lunga più grande del suo. Poteva benissimo essere superiore alla forza di un Capitano della base. E non era nemmeno il più forte. Se era davvero così, la situazione per l'Energy poteva diventare ancora più complicata...

I pensieri, e relativi tremori del ragazzo, vennero interrotti da un parlottare sotto voce che proveniva al di fuori della stanza. Riusciva a distinguere in tutto tre voci, una delle quali era sicuramente femminile.
I dubbi su chi fossero vennero immediatamente risolti, quando le tre figure entrarono nella sua stanza. Da quella poca luce che entrò insieme a loro, riuscì a focalizzare meglio i suoi aguzzini. Portavano, come era immaginabile, le tuniche indossate da Kisame e dall'Uchiha, con le classiche nuvolette rosse e bianche su sfondo nero. Una di loro era ricoperta anche da un cappuccio, perciò non riuscì a distinguerne i lineamenti, anche se era sicuro fosse un uomo. Il secondo ragazzo del trio aveva dei capelli corti a zazzera, di colore arancione, con degli strani occhi di colore viola e quelli che sembravano dei piercing sul volto. Mentre la terza era, come prevedibile, una donna. Era più bassa dei suoi compagni, aveva dei capelli di un blu scuro, molto simili a quelli di Aqua. Uno strano fermacapelli del medesimo colore, che sembrava fosse fatto di carta. Reggeva una brocca d'acqua ricolma.
Per quanto odiasse quei tipi per la sua prigionia, benedì quella brocca d'acqua. Aveva le labbra secche e molte ferite erano ancora sporche di sangue.
"Non credi di aver esagerato, Kakuzu? Era già in condizioni critiche quando Kisame lo ha portato qui. Non c'era bisogno di esagerare", disse il ragazzo dai capelli arancioni.
L'incappucciato di fianco a lui mormorò qualcosa sottovoce, che a Terra sembravano delle scuse dette alla bell'e meglio. 
"Almeno sei riuscito ad acquisire qualche informazione?", fu la seconda domanda del ragazzo.
"No. E' più resistente del previsto". A questa risposta, Terra non seppe se esserne felice o disperarsi. Non era certo facile strappargli delle informazioni sull'Energy, ma questo voleva dire ulteriori torture.
"Non a caso è uno dei migliori guerrieri dell'Energy. C'era da aspettarselo". Lo stesso ragazzo si rivolse poi alla donna.
"Konan, cerca al meglio di ripulirgli le ferite. Poi Kakuzu le suturerà. Non deve assolutamente morire prima del loro arrivo", spiegò molto pacatamente.
Quando l'acqua toccò le ferite ancora aperte, per poco non lanciò delle grida di dolore. Erano molto profonde, ed aveva perso molto sangue. Pregò vivamente che dell'acqua potesse bastare. Anche se fortunatamente il tocco della donna era molto leggero e piacevole, il che allievò in parte il dolore.
"Appena hai finito, raggiungici fuori dalla stanza. Kakuzu entrerà per le operazioni finali. Vedi di non metterci troppo". A quelle parole, i due uomini lasciarono la stanza, mentre la donna rimase ancora un pò per pulire le ferite di Terra. 

Passò qualche minuto, prima che la sua "guaritrice" pronunciasse le prime parole, che ruppero il silenzio tombale nella stanza.
"Mi dispiace per quello che ti hanno fatto Kisame e Kakuzu. Non era questo il nostro obbiettivo. E' evidente che hanno esagerato".
Terra lanciò una risata quasi ironica, che lo fece tossire per qualche secondo.
"Ti dispiace? Come se potessi credere alle scuse di una compagna di quegli assassini. Ma non farmi ridere!". Le parole di Terra erano piene di odio. Lo avevano ridotto peggio di uno straccio.
"Noi non siamo assassini. Solamente perchè ti abbiamo reso prigionero, non significa che vogliamo ucciderti", replicò la donna, guardandolo negli occhi.
"Non volete uccidermi, ma sicuramente il vostro obbiettivo è strapparmi informazioni riguardo l'Energy. Solamente dopo avrete la possibilità di uccidermi. Ormai so come funziona".
"In guerra tutto è possibile. Ma ti sbagli su una cosa. Noi non vogliamo affatto ucciderti. Noi non siamo come l'Organizzazione XIII. Credo che tu ormai lo abbia capito di tuo. Altrimenti non cureremmo nemmeno le tue ferite.". Le frasi pronunciate da Konan sembravano velate dalla tristezza. Non lo stava sicuramente prendendo in giro.
"E allora cosa centrate con l'Organizzazione e Xemnas? Cosa vi ha portato ad unirvi a lui...Pensate che dopo aver distrutto l'Energy vi lascerà liberi? Distruggerà anche voi...", rispose Terra, laconico.
"Io non posso dirti nulla di più al riguardo. Capirai tutto il prima possibile...Comunque preparati, Kakuzu non è gentile e disponibile a parlare come me. Ti prego soltanto di resistere ancora un pò...", a quella parole, Terra rimase imbambolato. Ma cosa diavolo voleva dire quella donna? Quelle poche frasi che aveva pronunciato gli avevano messo in testa solamente confusione e dubbi. 
Konan fece per uscire dalla stanza, non prima di aver gettato un'ultima occhiata al ragazzo.
"Ah, il tuo amico. Itachi non è riuscito a catturarlo. E' riuscito a fuggire". Detto questo varcò la soglia, accompagnata dell'entrata nel medesimo istante dell'uomo incappucciato.
"Finalmente una buona notizia...", pensò tra se, Terra, prima che la porta si chiudesse con un tonfo.

"Gli hai detto del suo compagno...E forse ti sei lasciata trasportare un po troppo dalla pietà", disse, curioso, il ragazzo dai capelli arancioni.
Konan sospirò.
"Era il massimo che potessi fare, dopo che Kisame e Kakuzu lo hano ridotto in quelle condizioni. Almeno avrebbe ricevuto una buona notizia, in mezzo a tutto quel dolore. Inoltre, mi sembrava giusto ricordargli che noi non SIAMO l'organizzazione XIII. I nostri metodi sono differenti", rispose, accennando anche alle urla che provenivano dalla stanza del prigioniero.
"Sì, forse hai ragione. Anche se conosciamo benissimo i metodi antiquati di Kakuzu. Comunque sia", ed iniziò a scendere le scale poco distanti dalla stanza, seguito a ruota dalla donna, "tra poco saranno qui. Vai a chiamare tutti gli altri e digli di stare pronti. Anche se sono nostri alleati, non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia. Quelli sono capaci di tutto...", e detto questo sparirono nell'oscurità del corridoio alla fine delle scale, mentre le urla di Terra inondavano ancora e ancora quel luogo...

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Il sole stava sorgendo. Le ultime ore notturne stavano lasciando il posto alle prime luci del giorno, mentre la Base dell'Energy veniva illuminata sempre di più.
Nonostante le prime ore di giorno, si potevano sentire i primi rumori di risveglio della base.
Leon, Cloud, Cecil e Light erano radunati davanti ai cancelli principali, mentre preparavano le loro ultime vettovaglie per la partenza. Insieme a loro vi erano Zane ed Aqua, aggrappata al braccio del ragazzo. Il loro obbiettivo era tenere nascosta la loro relazione, ma a causa di un certo Locke di loro conoscenza, nel giro di una sola giornata, tutta la base ne era venuta a conoscenza, a dispetto di Locke, che subì le pesanti ire di Aqua. 
Ovviamente, Zane, mai si sarebbe perso la partenza di Cloude e Leon, non quando i sentimenti che li legavano eran così forti.
Tutti sapevano di quanto fosse ardua la missione che si accingevano a compiere. Sapevano benissimo della forza dei loro avversari e della pericolosità delle loro tecniche ninja. Ventus ne era una prova. Ma si erano ripromessi di riportare a casa sano e salvo Terra. Non potevano certo deludere la base. Dopotutto, loro quattro erano la squadra Zeta. Solo loro avevano le capacità di uscire indenni da questa pericolosa missione.
Fu proprio Cecil il primo a cui Zane dedicò il suo saluto. Nonostante i due non avessero condiviso molto tempo insieme, erano comunque compagni e il rispetto reciproco se l'erano guadagnato entrambi. I due si strinsero il braccio, com'erano soliti fare tra commilitoni di alto grado.
"Mi raccomando Zane, non fare pazzie in nostra assenza", disse Cecil, col sorriso stampato in faccia. Zane si grattò la testa e la girò da un lato, ed iniziando a fischiettare.
"Sai che non posso garantirtelo", rispose  quest'ultimo, con una linguaccia in direzione del compagno.
Poi strinse di più il braccio di Cecil.
"Va bene, ma tu vedi di prenderti cura di queste due teste calde", rispose, indicando Cloud e Leon, che nel frattempo stavano salutando Aqua, con un abbraccio fraterno. Cecil annuì e guardò convinto Zane. Poteva stare tranquillo, erano in buone mani. Cecil era stato da poco nominato capitano di una delle squadre e membro della squadra Zeta, ma era sicuramente uno tra i  guerrieri più forti di tutta la base.
Dopo averlo salutato, fu il primo a varcare il cancello principale, in attesa dei compagni.
Fu poi il turno di Leon. Tra tutti i membri delle squadre, erano quelli che si conoscevano da più tempo e a loro non servivano nemmeno le parole per salutarsi. Uno sguardo bastava ad entrambi. Uno sguardo carico di sentimenti e di emozioni. Uno sguardo intrecciato con la promessa di ritornare, un giorno, e di rivivere quelle avventure che avevano condiviso per tutto quel tempo.
A quel punto si avvicinò Cloud, che, invece di salutarlo come avevano fatto gli altri due, lo prese in disparte, mentre Aqua abbracciava, ricolma di lacrime, Light e Leon raggiungeva Cecil.
"Zane, ti raccomando di non esagerare, in nostra assenza. Non strafare e non esporti a troppi rischi. Contieniti nei tuoi limiti. E tieni d'occhio quella "cosa" che hai dentro di te. So benissimo cosa significa condividere la propria esistenza con un'entità di pura malvagità...", disse Cloud, con la voce incrinata. Sì, Zane sapeva benissimo cosa aveva dovuto sopportare Cloud, e cosa ancora deve sopportare. Nessuno meglio di lui conosceva quel tipo di "prigionia". Stavolta abbracciò il compagno, anche lui sovrastato dalle emozioni. 
Quando si staccarono, Cloud lo guardò con un sorriso.
"Forza e coraggio. Vedrai che ci rivedremo. Questo non è un addio, dopotutto", e raggiunse Leon e Cecil al cancello.
L'ultima che saluto fu Light, che Zane conosceva da un bel pò di tempo.
"Penso che te lo abbiano già detto quei tre babbei", disse, indicando i tre compagni, "ma vedi di non esagerare. Il potere che ti porti dentro è davvero grande. Sarebbe un disastro se esplodesse. Stai attento", e detto questo si gettò tra le braccia di Zane, forse con una forza che ad Aqua non piaque affatto. Anzi, rimase tra le braccia di Zane qualche attimo di troppo, prima che la ragazza dai capelli azzurri tossì un paio di volte, giusto per far capire che lei era ancora presente. 
Light si staccò d'improvviso e si lisciò i capelli, rossa in volto, lanciando un ultimo saluto ai due. 

Quando raggiunse di corsa i tre, il portale era quasi aperto. Lanciarono un'ultimo sguardo ai due, davanti alle porte della base.
"Sei sicura, di andartene così, Light?", disse Leon, rivolto alla ragazza.
"Sì. Dopotutto, io non ho diritti verso di lui...", rispose la rosata. Leon la guardò dubbioso.
"Ma lui non ti piac...", non finì la frase che venne interrotto da una mano di Light che chiuse le sue labbra.
"Sì. Ma ora ha Aqua. Ha trovato una felicità che da tempo non vedevo. Dopo tutto quel dolore, non potrei rovinare ad entrambi questo momento. Aqua ha sofferto tanto. Non posso negarli questa gioia". A questa frase, gettò un ultima occhiata, veloce, al ragazzo dai capelli neri, prima di attraversare per prima il portale. Fu seguita senza indugio da Cecil, mentre gli ultimi furono Leon e Cloud.
"Stava piangendo...", disse Leon, rivolto all'amico. Il quale annuì. Se n'era accorto anche lui.
"Forse sarebbe stato meglio che dicesse la verità ad entrambi. Dopotutto, non li rivedremo mai più...", rispose Cloud.
Lo sguardo triste che lanciarono alla base fu impercettibile. Quando attraversarono il portale, questo esplose di una luce luminosissima, rischiarando per qualche secondo l'ingresso della base...


Zane tirò un lungo sospiro, mentre Aqua gli prese la mano.
"Sei triste, Zane?", chiese al ragazzo, vedendolo con lo sguardo fisso dove fino a poco tempo fa vi erano i quattro ragazzi. Quest'ultimo si girò verso di lei, baciandola sulla fronte.
"No. Perchè so che torneranno. E che potrò riabbracciarli. Ne sono sicuro", rispose, fissando con un sorriso il sole, abbracciato alla ragazza, mentre ques'ultimo iniziava a dominare l'orizzonte del cielo.


"Credi che avremmo delle possibilità contro Xemnas, senza la presenza di quei quattro?", chiese la donna a Mustang, mentre entrambi osservavano i quattro membri della squadra Zeta sparire davanti ai cancelli, attraverso le luminose finestre della base.
"Forse sì. Dopotutto non avevo altra scelta se non inviare loro a recuperare Terra. Spero soltanto che questo basti. L'organizzazione Alba è molto forte e sottovalutarla sarebbe un grave errore. Già a Terra e Ventus dissi di prestare molta attenzione a a quei loschi individui, nonostante ricevetti notizie riguardanti la fine dell'organizzazione Alba dallo stess Hokage. Comunque, per rispondere meglio alla tua domanda", si fermò per qualche secondo, giusto per concentrare il suo sguardo a Zane ed Aqua, "con la partenza delle altre squadre nella giornata di domani, dobbiamo riporre tutta la nostra fiducia in Zane e nelle sue capacità di recupero".
"Quindi dobbiamo subito iniziare gli allenamenti?", chiese ancora la donna, con immenso stupore.
"Sì. Come minimo abbiamo una, due, massimo tre settimane prima che Xemnas attacchi. Dobbiamo iniziare al più presto", poi si rivolse direttamente alla sua interlocutrice.
"Contatta immediatamente il secondo generale. Ed andate immediatamente a chiamare "lei".  Ci vorrà del tempo prima che riesca a raggiungere la nostra base. Abbiamo bisogno che Zane ritrovi al più presto i suoi poteri. E soprattutto che impari al più presto "quella" magia", detto questo, la ragazza, che ora si poteva inquadrare meglio, portava lunghi capelli blu, annuì e si recò nella direzione opposta a quella di Mustang, mentre ques'ultimo, con estrema calma, osservava Zane e Aqua rientrare alla base, con un sospiro.

"Zaaaaaaaaneeeeeee!! Aquaaaaaaaaaaa!". Locke correva a perdifiato verso i due ragazzi, appena rientrati dal portone principale.
Ebbero due reazioni differenti. Zane si stupì di vederlo correre in quel modo urlando i loro nomi a tutta la base. Mentre ad Aqua spuntò qualche vena sul collo. Non aveva ancora mandato giù il fatto che Locke avesse fatto la spia. Fortunatamente, per Locke soprattutto, Zane le prese la mano, il che la tranquillizzò.
"Ragazzi, vi stavo cercando per tutta la base!".
"Davvero? E' successo qualcosa?", chiese Zane, molto curioso.
"Beh, nulla di spiacevole, volevo solamente informarvi che il Colonnello ha organizzato una festa stasera, e ci teneva che ne foste informati anche voi", spiegò Locke, tra un fiatone e l'altro.
"Una festa? E per cosa sarebbe?", fu la volta di Aqua, che sbollì, in parte, la rabbia.
"Oh beh, visto che domani sarà giorno di partenza anche per le altre squadre, il Colonnello ha deciso di organizzare questo "banchetto" tra tutti i membri delle squadre, giusto per tenere alto lo spirito". Ad ogni parola, gesticolava con le braccia.
 Ad Aqua brillarono gli occhi. Le piacevano questo tipo di feste.
"Mi sembra un ottima idea. E' comunque tipico di Mustang. Puoi riferigli che ci siamo sicuramente", rispose Zane, anche lui col sorriso sulle labbra. Venne corrisposto da Locke, che partì a razzo, diretto nelle stanze del Colonnello. 
Dopo quella notizia, anche Aqua e Zane si salutarono con un bacio, e mentre una era diretta in infermeria, a trovare Ventus, Zane decise di coricarsi qualche ora, visto che quella notte aveva dormito ben poco. 
Da quando si era risvegliato, e Sargeras si era manifestato come un'entità all'interno del suo corpo, gli incubi ritornavano di continuo. Non erano molti. Ma era sempre lo stesso incubo. Occhi rossi che lo fissavano. In qualsiasi situazione si trovasse, qualsiasi persona guardasse, vedeva sempre quei dannati occhi rossi che sembravano divorarlo con quel colore rosso sangue. A volte si risvegliava nella sua stanza completamente ricoperto di sudore.
Da quel che ricordava, questi incubi, prima del suo incidente, non li aveva mai. Erano iniziati con la comparsa di quel demone dentro di lui.
L'unica nota positiva era che i dolori alla schiena erano completamente scomparsi, anche se quel tatuaggio ogni tanto continuava a pulsare, facendolo sentire sempre meglio. Probabilmente aveva qualche potere curativo o altro . Non seppe dirlo con certezza.
Adesso l'unica cosa su cui doveva concentrarsi era la battaglia imminente contro Xemnas. Avevano tutti una gran fiducia in lui. E spettava a lui e soltanto lui non tradirla. Doveva farcela, per il bene dei suoi compagni, di Leon, Cloud e Aqua. Non doveva assolutamente fallire...

Non aveva molta scelta sui vestiti. Per questo optò per i suoi soliti Jeans blu, la maglietta a mezze maniche, accollata, di colore nero e la collanina d'oro, che aveva ricevuto in regalo da Aqua il giorno prima.
La cena si sarebbe tenuta sul terrazzo della base, che per l'occasione era stato decorato con striscioni e cartelli dipinti con gli emblemi dell'Energy e delle squadre.
Gli unici partecipanti erano i membri delle squadre, con l'aggiunta dei fratelli Elrich, che, vista anche la relazione col Colonnello, erano stati ammessi. 
Come al suo solito, arrivò lì con mezz'ora di anticipio, e si stupì di vedere che oltre a lui, l'unico arrivato era proprio il Colonnello, che vide appoggiato alla ringhiera della terrazza.
"Yo, non pensavo che arrivassi con un anticipo del genere. Di solito ti fai aspettare anche per ore", disse Zane, non appena varcò la soglia della terrazza.
"Invece tu non sei cambiato nemmeno in questo. Arrivi sempre con un anticipo anche di ore. Almeno in questo frangente non sei cambiato", rispose Mustang, facendo ridere entrambi, mentre Zane lo raggiunse alla ringhiera.
"Inoltre, ho saputo che ti sei dato da fare anche con le ragazze...E bravo il nostro Dongiovanni!!", a quella parole, Zane arrossì, e stavolta, maledì anche lui quella boccaccia di Locke.
"Beh, era anche ora. Quella ragazza ti veniva dietro già da un bel pò!" continuò sena freni, Mustang. Zane annuì. Sapeva benissimo dei sentimenti che provava Aqua, e anche di tutto il tempo in cui li ha provati. 
Passarono qualche minuto di silenzio, ad osservare la luna che iniziava il su solito ciclo, in sostituzione del sole.
"Senti, Mustang, posso farti una domanda?", chiese, guardando negli occhi l'amico. Il quale non rispose allo sguardo, ma solamente fece un cenno col capo.
Zane ci mise qualche secondo a formularla.
"Da dove vengono Xemnas e l'organizzazione? Perchè sono qui?". Il Colonnello non si aspettava di certo una domanda del genere. Per questo non trovò, in un primo momento, una risposta adeguata.
"Sai, ci ho pensato parecchio dal mio risveglio. Anche prima dell'incidente, non ne sapevo nulla. O meglio, nessuno di noi sapeva nulla. Sono comparsi tutto ad un tratto. Per questo, pensavo che almeno tu conoscessi la risposta", continuò Zane, senza aspettare la risposta di Mustang. Che arrivò dopo qualche secondo di ulteriore incertezza.
"Beh, questo è qualcosa che ancora non conosciamo. Noi combattiamo contro Xemnas per difendere questo mondo. Credo che il conoscere il loro luogo di nascita sia irrilevante per noi. C'è chi dice che siano nati dall'oscurità che albergava nel mondo centrale.", spiegò Mustang, guardando la luna piena. Era davvero luminosa.
"Beh, secondo i libri della biblioteca della base, si dice che siano originari di una spaccatura della Galassia Gamma. O che siano diretti discendenti degli Akaviri", rispose Zane.
"Secondo i libri? Sarebbe meglio dire "il libro", non è vero, Zane?". Mustang lo guardò dritto negli occhi.
"Esiste un solo libro nella biblioteca che accenna a questo evento. Gli altri sono solo spazzatura, copiazzature belle e buone per riscuotere successo. Tuttavia non rimembro il nome di quel libro".
"Mi pare si chiamasse "La Guerra Dei Divini", o qualcosa del genere. Avevo molta voglia di leggerlo, così una mattinata sono andato in biblioteca e me lo sono letto tutto", rispose Zane, ad un Mustang sempre più incerto.
"Beh, credo che tu abbia buttato via il tuo tempo, mio caro Zane". Il ragazzo lo guardò dubbioso.
"Non esiste alcun libro in grado di dare una storia della galassia e delle sue origini". Poi continuò a guardare la luna.
"Dopotutto, non esiste qualcuno che abbia vissuto abbastanza da poter raccontare migliaia di anni di storia", continuò Mustang.
"Beh, ma probabilmente non è stata opera di un solo scrittore. Magari diversi scrittori hanno scritto diverse opere e qualcuno, in seguito le ha raggruppate", intervenne Zane, anche lui fissando la luna.
"Può anche essere così. Ma ora ti rivolgo una domanda: quel libro è stato scritto con una minuziosità unica. Il che significa che lo scrittore consceva pienamente dialoghi ed eventi nel minimo dettaglio. Credi sia possibile una cosa del genere?", chiese Mustang, con una punta di ironia nella voce. Zane non seppe rispondere a quelle parole. Passarono altri minuti di silenzio, prima che Mustang continuò.
"Devi sapere che quei libri sono tutta invenzione. Puri miti che servono a dare una "illusione", una prova credibile a ciò che noi non sappiamo. Una prova a cui solamente solo gli stolti credono", e guardò con la coda dell'occhio l'amico, cercando di intravederne qualche reazione. Zane rimasse impassibile a fissare la luna, perciò Mustang riprese da dove aveva interrotto.
"La storia è qualcosa di soggettivo. Ciascuno di la inquadra con un punto di vista diverso. L'unico merito che si dà a quel libro è di avere, lungo tutto il suo percorso, un punto di vista singolo. Come se fosse stato scritto da una sola persona. Ecco quanto. Quel libro è solamente una "spazzatura più pulita" rispetto agli altri", concluse Mustang, tirando un lungo sospiro.
"Quindi non credi all'esistenza dei Titani? A quella degli Akaviri? O anche ai soli Shinigami?".
"Devo porti altre domande per rigirare il discorso? Nel libro vengono citate delle città degli Akaviri, eppure, fino ad ora, nemmeno con le nostre tecnologie siamo riusciti a trovare anche solo un resto che testimoniasse che siano realmente esistiti. Quindi perchè credergli?", chiese, sempre ironico.
"Beh, forse su questo hai ragione. Ma come puoi dimostrare che gli Shinigami non esistono? O che i Titani non siano pura fantasia? Dopotutto, Sargeras ne è una prova vivente...", continuò Zane, pronunciando l'ultima frase in modo impercettibile. Ma Mustang se ne accorse.
"Ne abbiamo già parlato qualche giorno fa. Sargeras non è un Titano. Sargeras è un parassita, una presenza malvagia che hai all'interno del tuo corpo. Come Sephiroth lo è stato per Cloud. Ancora non sappiamo da dove venga. Ma se davvero consideri Sargeras un Titano e prendi per vere le parole di quello stupido libro, allora saresti già morto da un pezzo. Dopo aver letto quel libro, dovresti sapere che la forza di un Titano è nettamente superiore a quella di un umano. Quindi non avresti le capacità per resistere ad una tale pressione di potere. Saresti già dovuto essere disintegrato. Ecco che qui il libro subito si contraddice. Quindi ti prego", e lo guardò dritto negli occhi, "Finchè non sappiamo di più su di lui, non ritornare più sull'argomento Titani. Queste leggende hanno una strana influenza sui miei soldati".
Zane abbassò la testa, dispiaciuto. In effetti, le parole di Mustang non erano del tutto false.
"E per la parte degli Shinigami", continuò Mustang, "Credi davvero che una malattia abbia colpito la popolazione del mondo dell'ovest e abbia dato vita a dei mostri? E che un Titano abbia dato vita ad una società in grado di abbatterli? Beh, scusami tanto, ma ti assicuro che nel mondo dell'ovest non ci sono tracce di Shinigami o mostri. Ci siamo già stati. Ho già pattugliato quel mondo qualche tempo fa, insieme ai "generali". E ti assicuro che non abbiamo rilevato la presenza di nessuno. Te lo assicuro sulla mia vita".
Zane si sorprese. Mustang sembrava molto serio. Le sue parole sembravano molto credibili e mai lo aveva visto così serio riguardante questi argomenti.
"Quel libro è solamente una menzogna. Speravo che lo capissi da solo", concluse Mustang, girandosi verso la lunga tavolata. 
"Parlando d'altro, come va con la memoria? Ti ricordi allora del tuo incidente?", disse Mustang, cercando di cambiare argomento. Zane, d'altro canto, cercò di evitare di parlargli degli incubi che stava avendo.
"Sì, o meglio. Mi ricordo tutto ciò che è precedente all'incidente, ma di questo, il vuoto totale".
"Di preciso, cosa ti ricordi di prima dell'incidente?".
"Quasi tutto. Le missioni insieme alla mia Squadra. Quelle insieme a Leon e Cloud. Tuttavia i miei ricordi si interrompono nel momento in cui arrivo con Leon e Cloud alla Fortezza Oscura. Da lì in poi più nulla. I ricordi poi mi riportano al giorno in cui mi sono risvegliato". Mustang sembro riflettere per qualche secondo.
"Capisco, quindi i tuoi ricordi si interrompono all'inizio della missione che vi avevo affidato alla Fortezza Oscura...Eppure è strano...". Zane si stupì. Cercò una risposta dagli occhi di Mustang, che però tardò ad arrivare.
"La cosa strana è che quando Leon e Cloud ti hanno riportato alla base nelle condizioni in cui eri, nemmeno loro hanno ricordi di ciò che è successo. E credo che non te ne abbiano mai parlato", spiegò Mustang, molto dubbioso su questo argomento. Zane accennò col capo. In effetti, non aveva memoria di Cloud e Leon che gliene avessero parlato.
"Ma di preciso, qual'era la missione?". A questa domanda, Mustang fece una impercettibile smorfia, che però non sfuggì a Zane.
"Era una semplice missione di uccisione. Dovevate abbattere una grande quantità di Heartless. Nulla di complicato. Ed è appunto questo il punto. Non capisco come mai tu sia tornato in quelle condizioni e Cloud e Leon non si ricordassero nulla. Anche se loro non erano messi male come te".
A Zane sfuggì qualcosa. In primo luogo la smorfia di Mustang. Perchè? In secondo luogo, lo scopo della missione. Perchè affidare ai migliori guerrieri dell'Energy, una semplice missione di uccisione di un gruppo di Heartless, quando sarebbero bastati qualche soldato e Noct, ad esempio. Qualcosa non tornava. Sfortunatamente per Zane, dalla porta della terrazza spuntarono dei visi familiari. Snow e Yuna erano i primi arrivati.
"Beh, è stata una piacevole conversazione. Mi mancavano questi discorsi con te, Zane", concluse Mustang, con un sorriso, mentre si accingeva ad andare ad accogliere i nuovi arrivati. 
Zane guardò un ultima volta Mustang. Perchè non voleva rivelargli la verità? Cos'era davvero successo alla Fortezza Oscura?
Tirò un sospiro e guardò per l'ultima volta la luna. 
"Xemnas...Scoprirò quali sono i tuoi obbiettivi. Sappi che non mi tirerò indietro. Sarò io colui che ti sconfiggerà!", furono gli ultimi pensieri di Zane, prima di stamparsi un sorrisone sulla faccia e andare ad accogliere gli altri. La festa era finalmente iniziata...

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"Bene, bene, bene. Quindi la squadra Zeta è partita...Tutt procede secondo i miei piani...". Davanti a Xemnas, tre figure incappucciate erano in ginocchio, a contemplare quella strana luna a forma di cuore.
"Deduco quindi che il piano può iniziare", disse la figura al centro di esse. Xemnas si girò verso di lui, annuendo con la testa.
"Ma certo. Non vedo perchè tardare ulteriormente. Mentre Isa sarà impegnato ad occuparsi del prigioniero dell'organizzazione alba, voi tre occupatevi della vostra missione. Avete i vostri bersagli?", chiese ai suoi tre interlocutori.
I tre annuirono e scomparirono in tre differenti portali oscuri. 
Non appena i tre sparirono, una quarta figura si sostituì, comparendo alle spalle di Xemnas. Portava dei lunghi capelli, dal colore misto tra il grigio e il biondo.
"Mi sorprende la tua presenza qui. Pensavo fossi ancora nel tuo studio", asserì Xemnas, riferito all'ultimo arrivato. Quest'ultimo prese immediatamente parola.
"Fino a qualche attimo fa lo ero. Tuttavia, è successo qualcosa che non mi sarei mai aspettato dai miei studi".
Non appena Xemnas si girò verso di lui, quest'ultimo mostrò una fiala di colore rosso nel palmo della sua mano.
"Questa fiala contiene quella sostanza che ci avete fatto recuperare alla Fortezza Oscura mesi or sono. Mi avete detto di analizzarla, ed è quello che ho fatto".
Xemnas lo guardò in parte incuriosito in parte neutrale. 
"Mi compiace il fatto che tu sia riuscito ad analizzarlo. Tuttavia il tempo che hai impiegato è stato più lungo del previsto. Questa è una cosa che mi ha infastidito parecchio".
"Chiedo perdono, Supremo. Ma era più difficile del previsto. Aveva una composizione chimica a dir poco contorta. Inoltre le parti di DNA erano in parte danneggiate. Ho dovuto ricrearle dal principio, seguendo solamente il mio istinto", spiegò il nuovo arrivato.
"Con ciò? Sei arrivato a delle conclusioni?", chiese trepidante.
La risposta non tardò ad arrivare.
"Sì, Supremo. Questo sangue non appartiene ad un Titano. Ne a nessuna altra creatura conosciuta. Non idea a chi appartenga un DNA così complicato. Credo di aver bisogno di ulteriore tempo per analizzarlo ancora meglio. E soprattutto, devo ritornare alla Fortezza Oscura. Deve esserci qualcosa che non abbiamo notato l'ultima volta". Non appena concluse la sua spiegazione, Xemnas iniziò a ridere in modo fin troppo esagerato, tant'è che sorprese addirittura il suo interlocutore.
"Eh così, i Titani non esistono. Quel Sargeras è solamente un entità parassita di Zane. E questo può rivelarsi un punto di vantaggio a nostro favore".
"Ma Supremo, come fa a dire che i Titani non esistono solamente da questa prova? Non è sufficiente per dirlo con certezza".
"Even, ti devo forse ricordare le parole di quella persona? Ci disse che alla Fortezza Oscura avremmo trovato le prove che cercavamo sui Titani. Non ci rivelò se fossero state positive o negative. Ma questi tuoi studi hanno portato alla luce la non-esistenza dei Titani", spiegò con un sorriso.
"Questo non cambia i suoi piani, Supremo? Dopotutto, lei non era alla ricerca di queste mitiche entità?", chiese Even, stupefatto.
"Sì, ma ora che ho le prove che non esistono, Sargeras non è più un problema. Pensando che fosse "quel" Sargeras, il Titano più potente, ero scettico all'idea di attaccare l'Energy e di catturare Zane, vista la netta superiorità di quella creatura. Avevo bisogno di prove che testimoniassero che Sargeras non fosse mai esistito, o che non sia un Titano".
"Quindi ora abbiamo in tutto due ipotesi? Che sia Sargeras oppure che si tratti di un entità completamente differente?", chiese Even, stupito dalla svolta degli eventi, ma orgoglioso del fatto che tutto ciò era stato possibile grazie ai suoi sforzi.
"Esattamente. Quello che ci sfugge ora è la reale identità di questa creatura. Tre mesi or sono si è manifestata con il nome di Sargeras. Può essere che sia effettivamente Sargeras. Ma a questo punto non si tratta di un Titano, visto che, grazie a ciò che hai scoperto, i Titani sono creature fittizie, create col tempo dalla mente degli uomini. Questo ci porterebbe a considerare Sargeras come una creatura differente da un Titano. E ciò spiegherebbe questo sangue sconosciuto. Oppure la seconda ipotesi per cui riteniamo questo "Sargeras" una creatura che ha preso il suo posto, spacciandosi per tale, in modo da sentirsi più protetta, sotto il suo nome". Più che al suo servitore, Xemnas sembrava si stesse rivolgendo a se stesso.
"Solamente se riuscissimo a stanare il parassita che alberga al suo interno, forse riusciremmo a capirne di più su questa faccenda. Nel frattempo", e si rivolse, stavolta seriamente, ed Even, "manda un messaggio a tutti i membri dell'organizzazione. Riferiscigli quello che abbiamo scoperto. Inoltre hai il permesso di recarti alla Fortezza Oscura. E tienimi aggiornati su eventuali altre scoperte. Puoi andare", e detto questo, Even si inchinò ancora una volta e sparì in un portale oscuro.

"Hm, questi eventi sono stati più imprevedibili di quanto mi aspettassi. L'unica cosa da fare, ora, è catturare Zane e scoprire a chi appartiene il sangue studiato da Even. Solamente con questi due punti, riusciremmo a far combaciare tutto", poi rivolse il suo sguardo alla luna a forma di cuore.
"Kingdom Hearts...I cinque artefatti...Sargeras...Tutto inizia a coincidere...". Il portale oscuro si aprì e Xemnas sparì al suo interno, non lasciando nessuna traccia della sua presenza...



EPILOGO: La squadra Zeta, formata da Leon, Cloud, Cecil e Light parte finalmente verso il mondo dell'est, in soccorso di Terra, tenuto nel frattempo prigionero dall'Alba. 
Come se non bastasse, Xemnas viene a sapere informazioni importanti riguardanti la reale identità di Sargeras. Cosa effettivamente lega Kingdom Hearts, Zane, Sargeras e i misteriosi artefatti citati da Xemnas?
Tutto al prossimo capitolo!



Konan

Pain

Even/Vexen

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Capitolo 8
*** Un'incontro voluto dal destino ***


Mi scuso per questo ritardo, ma avendo un esame universitario, ho dovuto ritardare la pubblicazione. Nella settimana di pasqua spero di recuperare anche con un capitolo EXTRA.

Ringrazio, come sempre, King Kurama per i suoi commenti, grazie davvero tanto per il tuo supporto XD
Comunque sia Cecil non è una ragazza, si tratta di Cecil Harvey, protagonista di Final Fantasy IV :)

Ringrazio anche Landord, mi fa davvero tanto piacere che la storia ti appassioni, ormai non ci speravo più :*)
Come vedi, i personaggi di Bleach hanno sicuramente un ruolo primario all'interno della storia, nonostante fossero i più difficili da collocare. E vedrai, manca poco ai combattimenti che li vedranno partecipanti...hihihih (risata malefica*)
Aizen per ora non comparirà, mi dispiace ahahaha. Ma chissà, in un futuro...mai dire mai XD



 
CAPITOLO 7:

UN'INCONTRO VOLUTO DAL DESTINO!




La strada era di un grigio molto cupo. L'ambiente intorno a loro era un miscuglio tra una moltitudine di colori, in modo che risultasse il più luminoso possibile. Il percorso, come se non bastasse, era puntellato qua e là di strani lampioni penzolanti, che gettavano una luce rossastra davanti ai viaggiatori. I tre membri della squadra Gamma correvano a perdifiato lungo quella strana "atmosfera" che il mondo di mezzo offriva loro. Infatti quel luogo non era nient'altro che lo spazio in cui, attraverso le differenti vie percorribili, conduceva ai diversi mondi. Era un luogo molto pericoloso, a dispetto delle apparenze quasi confortevoli. Oltre ad un tipo di gravità differente, circa 10 volte superiore al normale, era diventato il covo dei Nessuno, una volta che Xemnas riuscì ad aprire i portali dimensionali. Perciò era facile incappare in numerosi gruppi di Nessuno, che vagavano indisturbati in quel luogo.
Il giorno della partenza delle quattro squadre, tutti i membri si erano radunati al crocevia del mondo di mezzo. Il punto centrale, da cui si dipanavo le cinque strade che conducevano ai rispettivi mondi. E lì era avvenuta la separazione, sotto la stretta promessa di ritornare, una volta compiuta la missione, alla base. 
I primi a partire furono i membri della squadra Gamma, vista anche la distanza maggiore che li separava dal mondo dell'Est, rispetto agli altri gruppi.
"Tidus, si può sapere perchè mi ritrovo con voi?! Io sarei dovuta partire con la squadra Alpha, non con voi due!", esclamò Yuffie, mentre, affannosamente, cercava di tenere il passo di Tidus e Seifer. Quei due erano già stati diverse volte nel mondo di mezzo, e non avevano problemi a reggere la gravità superiore. Ma Yuffie non vi aveva mai messo piede. Ed era arduo per lei resistere a quel peso.
"C'è stato un cambio di programma all'ultimo momento del Colonnello. Nemmeno a noi Capitani ci è stato detto  il motivo di ciò. L'unica cosa che ci ha riferito era il cambio tra te e Yuna. Probabilmente riguarda ciò che incontreremo nel mondo dell'Est", rispose Tidus, senza voltarsi indietro. 
"Non che non se sia felice. Dopotutto andiamo ad incontrare dei Ninja, che è il mio sogno. Ma questa sua improvvisa scelta mi ha messo addosso un'ansia terribile", continuò Yuffie, al settimo cielo di poter incontrare dei Ninja veri.
"In effetti non me lo sarei aspettato nemmeno io. Ma la cosa che davvero mi preoccupa è stata la scelta del Colonnello di inviarci nel mondo dell'Est. Soltanto ieri è partita la squadra Zeta, che bisogno c'era di scomodare anche noi?", domandò Seifer stupito, più a se stesso che ai suoi compagni.
"La squadra Zeta ha una missione differente e ben più importante della nostra, Seifer. Non ha il tempo di dedicarsi ad una missione secondaria. Per questo ha inviato noi", replicò Tidus, ancora una volta.
"Eppure io e Yuffie non siamo ancora a conoscenza di questa nostra missione. Non sarebbe ora di metterci al corrente su quel che dobbiamo fare? Stiamo brancolando nel buio...", ripetè Seifer, guardando in malo modo Tidus. In effetti, solamente i Capitani delle quattro squadre erano a conoscenza della reale missione che dovevano condurre. Gli altri ne erano allo scuro.
"Non sono ancora sicuro di dirvelo...Anche perchè è una missione talmente "curiosa" che mi sono stupito anche io dal solo sentirla", disse Tidus, strofinandosi i capelli. Poi si rivolse a Yuffie.
"Yuffie, tieni il passo, dai!". Seguirono imprecazioni della giovane Kisaragi, probabilmente dirette allo stesso Tidus.
Seifer sembrò non interessarsi allo stato di Yuffie, infatti si rivolse ancora a Tidus.
"Curiosa? Non stiamo andando ad uccidere qualche membro dell'organizzazione?", chiese con un sorriso sadico stampato in faccia.
Sia Tidus, di fianco a lui, che Yuffie, indietro di un bel pò, percepirono l'aura malvagia e potente intorno a Seifer. Non c'era da stupirsi che, un tempo, era un temibile avversario di Leon. Erano davvero poche le persone in grado di reggere il confronto con un Almasy arrabbiato. E Leon era una di queste.
"Beh...Non credo che il Colonnello voglia farci esporre così tanto al rischio di incontrare ed addirittura batterci con un membro dell'organizzazione", replicò Tidus, allontanandosi di qualche centimetro dal suo compagno.
"Tsk, come se fossero un problema di cui preoccuparci. Non avrei problemi a battermi con loro", esclamò Seifer, sempre col ghigno maligno stampato in faccia.
"Sì, ma non è quello il problema. Combattere contro un loro membro ci farebbe perdere del tempo prezioso, che già scarseggia. Devo ricordarti che i Ninja sono in difficoltà contro gli Heartless?".
L'ironia di Tidus attirò le ire di Seifer, che lo guardò ancora più in cagnesco. 
"Non è sicuramente colpa nostra se quei ninja sono dei completi incapaci", rispose Seifer, sputacchiando per terra.
Fortunatamente intervenne Yuffie a calmare le acqua, anche perchè si sentì presa in causa dall'affermazione di Seifer.
"Hey! Ti ricordo che anche io sono un Ninja! Vedi di moderare i termini, razza di bestione senza cervello!". Forse, più che calmare le acque, fece infuriare ancora di più Seifer, che stava per dirgliene quattro, prima che Tidus lo bloccasse con lo sguardo.
"Forza, non dobbiamo litigare tra di noi! Dobbiamo solo fare in fretta e sprecare il meno tempo possibile. Sperando anche di non incontrare qualche gruppo di Nessuno...", ma non fece in tempo a finire la frase, che una moltitudine di portali oscuri si aprirono, facendo fuoriscire strane creature di colore argento.
"Parli del diavolo...", iniziò Seifer, sbollendo la rabbia,
"Spuntano le corna!", concluse Yuffie, facendo comparire in un istante, un'enorme Shuriken nella sua mano destra.
"Ma cazzo...Non potevi chiudere quella tua boccaccia, Tidus!?". Seifer gli urlò praticamente contro.
"Ma di cosa ti lamenti...Fino a poco fa non volevi combattere contro l'organizzazione?!", rispose Tidus per le rime.
"Hai detto bene. Contro l'Organizzazione, non contro dei semplici e patetici Nessuno di basso rango...".
Nel frattempo le creature continuavano ad aumentare. Avevano una posizione eretta, come quella umana, tuttavia sembravano precari di equilibrio, visto che continuavano a dondolare sul posto. Erano del classico grigio dei Nessuno. In testa il simbolo degli Heartless, mentre una specie di cerniera cuciva il loro volto.
"Però sono dannatamente tanti...Non ci voleva questa perdità di tempo...", disse Yuffie, che nel frattempo aveva raggiunto i due che l'avevano distanziata.
"Sì, ma dovrebbero bastare pochi minuti per batterli. Sono solamente dei Simili di basso rango", continuò Tidus, mentre estraeva la sua fidata spada, Fraternity. 
Nello stesso momento in cui Seifer impugno la sua Gunblade, l'Hyperion, le cerniere di quelle creature si aprirono, rivelando uno spazio di un nero cupo all'interno del loro volto. 
All'improvviso si gettarono contro i tre, ormai pronti alla battaglia.
"Yuffie, almeno per ora stai indietro, ci pensiamo noi a loro!", esclamò Tidus, verso una riluttante Yuffie, che sbuffò. Voleva assolutamente combattere, ma gli ordini di Tidus erano chiari.
Diversi fendenti di entrambi i ragazzi, bastarono a eliminare una dozzina di nemici a testa.
"Caria e Assalto!", in men che non si dica, Tidus si mosse ad una velocità impressionante lungo il campo di battaglia, riducendo drasticamente il numero di Nessuno.
"Tsk, mezze seghe! Andiamo, Hyperion, Thundaga!". Decine di proiettili elettrici fuoriuscirono dalla spada-fucile di Seifer, disintegrando altrettanti Simili.
Altri fendenti dei due permisero di eliminare sempre più Nessuno.
"Ancora, Carica e Assalto!", ennesima tecnica di Tidus, ennesimi Nessuno cadevano sul filo della sua spada.
"Sembrano non finire più! Firaga!!", esclamò Seifer, stavolta colpendo i Nessuno con proiettili di fuoco.
In quei pochi minuti di combattimento, Seifer si era separato da Tidus, attirando su di lui la maggior parte di Simili, che nel frattempo uscivano ad orde dai portali oscuri, attirati dalla malvagità insidiata nel cuore di Seifer.
"Seifer! Tieni duro, stiamo arrivando!", urlò Tidus, poi si rivolse alla Ninja, che nel frattempo stava tenendo a bada pochissimi Nessuno.
"Yuffie, qui sono circondato! Vai tu ad aiutare Seifer!". La Kisaragi non se lo fece ripetere due volte. Si fece strada mulinando i suoi giganteschi Shuriken che mietevano i Nessuno come se fossero steli di grano.
"Yay! Landscape!", e in men che non si dica, con una potente onda d'urto, si liberò facilmente di un gruppo di Nessuno che le si erano parati davanti.
"Arrivo, Seifer!", urlò. in direzione del suo compagno.
"Col cazzo! Ma proprio col cazzo...", era la voce di Seifer che usciva da quel groviglio di creature.
"Croce Infernale!". Una croce di puro fuoco investì il campo di battaglia, rischiando di colpire anche Tidus, che fu abile a scansarsi al momento giusto. Il fuoco era talmente caldo che disintegrò la quasi totalità di Nessuni presenti, compresi i portali da cui erano usciti.
"Che mi faccio salvare da una ragazza e mettere in crisi da delle merde del genere!", continuò la frase, uscendo dal fumo che aveva creato con quella tecnica.
"Andate al diavolo, non ho tempo da perdere con voi!", disse, rivolo agli ultimi Nessuno, prontamente sconfitti da Tidus. Il tutto mentre Yuffie guardava Seifer, con una gocciolina dietro la testa. Era una fortuna che non era un loro nemico.
"Dannati Nessuno, ci hanno fatto perdere dei minuti preziosi! Dobbiamo assolutamente rimetterci in marcia", esclamò la Ninja, mentre si aggiustava i capelli, smossi dal combattimento.
"Yuffie ha ragione, abbiamo anche perso troppo tempo contro di loro", poi si rivolse a Seifer, che sanguinava da un piccolo taglio sulla fronte, "Tutto ok, Seifer? Sei ferito?". D'altro canto, colui preso in causa si voltò verso Tidus, con un volto misto tra l'irato e il divertito. Era una risposta più che sufficiente per Tidus.
"Allora muoviamoci, ancora una giornata e arrive....", non ebbe tempo di concludere la frase, che una risata inondò l'ambiente, costringendo i tre a reimpugnare le armi.
"E ora che altro succede...", disse a bassavoce Yuffie, portandosi dietro Tidus e Seifer.
"Hey, non mi sarei mai aspettato di incontrare il grande Seifer Almasy in un luogo come questo, figuriamoci!", dissa la voce, che sembrava molto lontana da dove si trovavano i tre ragazzi.
"Conosci il mio nome? Quale onore. Allora mostrati, così posso vedere in faccia colui che ridurrò in cenere!", rispose Seifer, già pregustando una battaglia all'ultimo sangue.
"Come no! Mi sembra anche giusto. Eccomi qui, membri dell'Energy!", fu la risposta della voce misteriosa.
In un primo momento i tre non si accorsero di nulla. Infatti Seifer era sul punto di infuriarsi, prima che lo stesso Tidus notò la persona che sembrava appesa sopra le loro teste.
Non appena riuscì a distinguere meglio chi fosse, Tidus strabuzzò gli occhi e digrignò i denti, tant'è che attirò l'attenzione di Seifer e Yuffie.
"Perchè proprio lui...In un momento come questo...", pensò tra se il ragazzo, stringendo più forte la l'impugnatura della spada.
"Era ora che vi accorgeste di me! Iniziavo a sentirmi escluso! Comunque sia, voi altri dovreste essere Yuffie Kisaragi", disse rivolto alla ragazza, che in men che non si dica materializzò due Shuriken,
"E tu devi essere Tidus! Si, ho sentito parlare di te dal Supremo, figuriamoci!", ripetè, stavolta rivolto al ragazzo al centro dei tre.
Tidus tremò per un momento, in modo impercettibile. Yuffie non se ne accorse, ma Seifer, eccome.
"Tidus, chi diavolo è quel tipo? Perchè ti preoccupa tanto?", chiese sottovoce l'Almasy al compagno. Quest'ultimo ci mise un pò a rispondere.
"Quell'uomo è uno tra i più pericolosi che potessimo incontrare. Avrai intuito che faccia parte dell'organizzazione XIII...", Seifer annuì, così come Yuffie, che si era avvicinata per ascoltare Tidus.
"Lo chiamano "Il Tiratore Libero". Xigbar!".
"Ah, conosci il mio nome. Mi fa piacere. Ma è meglio se tu mi faccia presentare di mio", rispose Xigbar, sparendo dalla vista dei tre, che vennero sorpresi. Non si accorsero che comparve proprio alle loro spalle, nel giro di qualche millesimo di secondo.
"Come diavolo avrà fatto...Non l'ho nemmeno sentito arrivare, ne visto aprire un portale...", pensò tra se Seifer, mentre impugnava la Hyperion.
"E così è questa la famosa tecnica "temporale" di Xigbar...Un avversario temibile...", riflettè stavolta Tidus, brandendo la Fraternity.
"Dunque. Il mio nome è Xigbar. E sono il numero "2" dell'organizzazione", e sottlineò quel due con enfasi.
Seifer e Yuffie strabuzzarono gli occhi. Il numero 2 dell'organizzazione?! Un tipo così forte avevano già incontrato?! Di male in peggio...
"Ah, ma cosa sono quelle faccie terrificanti! Non intendevo il numero di per forza e abilità! Noi dell'organizzazione ci numeriamo in base all'entrata nel gruppo. Io sono il numero due ad essermi unito all'Organizzazione! Figuriamoci!", rispose Xigbar, con un ghignò stampato in faccia. 
Seifer e Yuffie sembrarono rilassarsi. Che non fosse il numero due in base all'abilità andava loro di lusso. Tidus non sembrò affatto rilassarsi, anzi. Afferrò più saldamente la sua spada.
"Perchè sei venuto qui, Xigbar? Ci stavi seguendo, forse?", chiese Tidus, riluttante.
"Magari! Ma no, non vi stavo affatto seguendo. Anche io sono diretto nel mondo dell'Est, perciò mi limito a seguire la vostra stessa strada!", rispose l'interpellato, molto lentamente.
"Come se ci credessi...Ma lascia che ti dica una cosa: non ti permetteremo di andartene indisturbato nel mondo dell'Est a seminare caos con i tuoi Heartless!", ribattè Tidus.
"Ohoh, come siamo aggressivi. Vedi di darti una calmata, Capitano Tidus. Non sono certo venuto qui a combattervi. Non erano quelle le mie intenzioni!", replicò Xigbar, sempre con quel risolino stampato sul volto.
"Anche perchè non avreste speranze contro di me, al votro stato attuale", proseguì il membro dell'organizzazione. Seifer per poco non si scagliò contro Xigbar, ma venne fermato da un gesto di Tidus. 
"Allora cosa sei venuto a fare, Xigbar? E non rispondermi che avevi intenzione di andare nel mondo dell'Est come noi, altrimenti è la volta buona che ti prendo a calci nel culo!".
Il volto di Tidus sembrava diversa dal solito. Anche Seifer era sorpreso dalla trasformazione del suo compagno. Sembrava più aggressivo e attento al suo avversario. Non l'aveva mai visto in quello stato.
"Sbaglio, o ti ho già avvertito di darti una calmata?", ribadì Xigbar, stavolta più serio e composto di prima. A quella frase, un'anomala onda di energia investì i tre componenti della Gamma, facendo perdere, seppur in modo impercettibile, l'equilibrio.
Seifer era sempre più sorpreso. Davvero con solamente l'espansione del suo potere era riuscito a smuoverli? Quando forte era quel tipo? 
Tidus, d'altro canto, non era affatto sorpreso. Era a conoscenza del potere di quell'uomo. Effettivamente, se non era in cerca di un combattimento, era preferibile non attaccar briga. Per questo motivo, abbassò la sua spada, e fece cenno ai suoi due compagni di fare altrettanto. Yuffie non se lo fece ripetere due volte, mentre Seifer era riluttante a farlo. Solamente ad un'occhiataccia di Tidus, fece scomparire la sua Gunblade.
"Molto bene, vedo che gli ordini vi vanno detti un paio di volte, prima che li eseguiate. Mi sorprende una tale indisciplina all'interno dell'Energy". Xigbar rise di gusto. Cosa mai ci trovava di divertente in una situazione del genere...
"Beh, vista questa rimpatriata, che ne diresti di fare quattro chiacchiere, solamente io e voi tre?", chiese un sempre sorridente Xigbar. 
Seifer continuava a guardare in cagnesco il membro dell'organizzazione, mentre Yuffie sembrava intimorita dalla forza di quel tipo. Tidus invece sembrava il più calmo dei due, nonostante anche lui lasciasse trasparire rabbia e paura.
Abbassò la Fraternity, guardando dritto negli occhi Xigbar, segno che poteva iniziare quelle "quattro chiacchiere".
"In verità, non è una questione molto importante. Non dovrei nemmeno parlarvi. Tuttavia il Supremo mi ha ordinato di recapitarvi un importante messaggio, se vi avessi incontrato, soprattutto a te, Seifer Almasy", incominciò Xigbar, spostando il suo sguardo da Tidus al compagno. Il quale ammiccò un sorriso forzato.
"Devo ritenermi onorato?", replicò ironico.
Prima che Xigbar potesse rispondere alla domanda sarcastica del ragazzo, venne anticipato da Tidus.
"Quindi avevo ragione io. Ci stavi pedinando da tempo. Altrimenti come facevi a sapere che Seifer fosse diretto nel mondo dell'est..."
"Oh no. Io non vi stavo affatto pedinando. Ti ripeto che è stata una coincidenza, figuriamoci! Il Supremo era già a conoscenza di quali squadre erana state assegnate da Mustang ai diversi mondi", ribattè il Nessuno. 
Tidus si morse un labbro. Possibile che Xemnas fosse così informato sui loro piani? Come poteva essere? Che avesse una spia all'interno dell'Organizzazione...?
I pensieri di Tidus lo portarono ad abbassare il capo.
"Escludi pure l'idea di una spia, mio caro Tidus. Non siamo così infidi". Tidus alzò di scatto la testa. Gli aveva letto nella mente...?
"Anche se ve lo dicessi, probabilmente non ci credereste comunque, quindi tanto vale continuare il nostro discorso lasciato in sospeso", continuò Xigbar, ritornando a fissare Seifer.
"Dunque, come potrei iniziare? Penso sarò il più schietto possibile. Che ne dite di unirvi all'Organizzazione XIII?".
Quella frase suscitò reazioni diverse nei tre ragazzi. Mentre Yuffie si mise le mani sulla bocca, stupita, Seifer e Tidus guardarono Xigbar con un sorriso quasi ironico.
"Ti è dato di volta il cervello? Credi davvero che ci uniremmo alla vostra organizzazione?!", replicò Tidus, stringendo la spada.
"Sapevo che avreste reagito così. Tuttavia vi supplico di analizzare al meglio la situazione. E' ormai chiaro come la vostra banale Energy sia destinata a cadere. E' un dato di fatto".
"Cosa te lo fa credere? Abbiamo resistito fino ad ora. Non siete stati in grado di far nulla per distruggerci. Pensi che ora le cose siano cambiate?", rispose Yuffie, smaltita la sopresa iniziale.
"Cosa me lo fa credere? Non ve ne siete ancora resi conto? Tutto ciò che voi state facendo è tutto un piano di Xemnas. L'invio delle squadre nei mondi, il rapimento di Terra, l'invio della squadra Zeta...". A quel nome, Tidus strabuzzò gli occhi. Sapevano anche della squadra Zeta?
"Allora siete voi gli artefici del rapimento di Terra...", continuò la Kisaragi.
"In un certo senso sì. Ovviamente con qualche "piccolo" aiuto. Ma ciò non toglie che nulla passa inosservato al Supremo. Nemmeno il risveglio di Zane...".
Altra sorpresa negli occhi dei tre membri della squadra. Dopo qualche secondo di incerto silenzio, fu sempre Xigbar a prendere la parola.
"Ora capite? Qualsiasi mossa il vostro Colonnello attuì, la contromossa sarà sempre premeditata. Non esiste nulla che possiate fare. D'altro canto, è anche vero che sarebbe uno spreco uccidere dei guerrieri valorosi come voi. Per questo vi invito a riflettere su questa proposta. Nel frattempo...", e aprì in un battito di ciglia, il portale oscuro, usato dai membri dell'organizzazione come "mezzo di trasporto",
"Vi aspetterò nel mondo dell'Est. Mi raccomando, rifletteteci. E fate un buon viaggio! Mi sono preso la briga di interrompere qualsiasi attacco da parte dei Nessuno. Almeno per ora...", e detto questo sparì all'interno del portale, che scomparì poco dopo.

Nessuno dei tre aprì la bocca per diversi minuti. Fu poi Seifer a rompere il silenzio.
"Non crederai davvero alle sue parole?!".
Tidus ci mise altri secondi a rispondere.
"Sinceramente non vorrei farlo. Ma avete sentito anche voi quello che ha detto", rispose il ragazzo, chiamando in causa anche la giovane ninja, la quale annuì.
"Erano a conoscenza addirittura della squadra Zeta...Fino ad ora ritenevamo l'organizzazione XIII come dei nemici temibili. Ora sono ancora più micidiali..."
"Credi che dovremmo tornare indietro ad avvertire il Colonnello di questo incontro?", chiese Yuffie, a braccia conserte.
Tidus scosse il capo.
"No, ci metteremmo troppo tempo a ritornare indietro. Inoltre sarebbe controproducente anche per il Colonnello. Credo che anche lui sappia di quanto possa essere imprevedibile Xemnas. Almeno per ora dobbiamo concentrarci sulla missione attuale. Aiutare i ninja del villaggio della foglia".
"E per quanto riguarda quella "missione segreta"?", chiese Seifer.
"Ve la dirò non appena arriveremo nel mondo dell'est. Inoltre, pare che dovremmo completare una terza missione...", continuò Tidus, abbassando lo sguardo. Yuffie e Seifer lo guardarono interrogativi.
"Cercare di non farci uccidere da Xigbar", concluse laconico il ragazzo.
Come era prevedibile, Yuffie spalancò gli occhi e Seifer sbuffò.
"Si può sapere quanto è forte quel tipo? Prima ha detto di essere solamente il secondo ad essere entrato nell'organizzazione e non il secondo in termini di potenza", disse il biondo. In effetti, non aveva tutti i torti, penso Yuffie.
"Ti porgo una domanda, Seifer: secondo te, nonostante sia il settimo ad essere entrato nell'organizzazione, come mai Saix è il secondo in comando, dopo Xemnas? E invece non lo è Xigbar, che invece è il secondo ad essersi unito?", chiese, Tidus, forse con un pizzico di ironia. Come prevedibile, Seifer non riuscì a trovare una risposta. Nemmeno Yuffie sembrava averne una.
"Semplicemente perchè Saix si è dimostrato il membro più forte dell'organizzazione, ovviamente dopo Xemnas. Questo prova che l'entrata non ha assolutamente nulla a che fare con la potenza di ciascun membro", rispose Tidus, stavolta con calma.
"L'organizzazione XIII, come intuibile, è formata da tredici individui. Non tutti hanno una potenza simile. Alcuni sono più forti di altri. Xigbar, ad esempio, nonostante sia entrato come secondo, non è il più forte dopo Xemnas, anche se la sua posizione, in termini di potenza, non si discosta molto dalla posizione di ingresso", continuò Tidus.
I due pendevano dalle sue labbra.
Alla fine, Tidus alzò tre dita.
"Il numero tre dell'organizzazione XIII in termini di potenza, terzo solamente a Saix e Xemnas. Il tiratore libero. Ecco chi è Xigbar. Ora capite perchè lo temo così tanto?".
Yuffie cacciò un gridolino, mentre Seifer guardava Tidus intimorito. Non pensava minimamente di aver incontrato un individuo tanto forte. E lui che voleva persino combatterci contro...
"Tuttavia è veramente strano", continuò Tidus, passandosi la mano destro sul mento e guardando, curioso, Seifer.
"Aveva tutte le possibilità di ucciderci qui, senza che nessuno venisse a sapere fin da subito quello che ci sarebbe successo. Eppure non lo ha fatto. Mi domando il perchè".
"Credo che ormai rimuginarci sopra sia inutile. Non hai detto che abbiamo delle missioni da completare? Abbiamo già perso fin troppo tempo qui", intervenne Yuffie, a placare i dubbi di Tidus.
"Sì, hai ragione. Ad occhio e croce, ci vorrano altre sei/sette ore prima di arrivare nel mondo dell'est. Forza, in marcia!", e detto questo, partì in fretta e furia lungo la solita strada, seguito a ruota da Seifer e da Yuffie, mentre i dubbi sull'incontro appena avvenuto, continuarono a turbarlo...


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"Cazzo...Non riesco più a reggermi in piedi e vedo persino sfocato...".
"Cosa stai blaterando, moccioso!? Rialzati e riprenditi in fretta, non abbiamo ancora finito!"
Zane, da più di quattro ore, si stava allenando senza sosta, al fine di recuperare al più presto tutti i suoi poteri. 
La sala di allenamento della base dell'Energy era relativamente grande, all'incirca quanto la sala d'ingresso. Vi erano molti attrezzi adibiti all'allenamento e diversi ring. L'unico occupato della sala era proprio quello in cui Zane si stava cimentando in un combattimento contro quella che sembrava una donna già avanti con l'età.
Portava capelli rosa raccolti in una coda di cavallo, con due trecce che le cadevano ai lati delle tempie, occhi rossi, più scuri di quelli di Zane ed un cappotto rosso che fungeva da mantella.
A detti di molti, all'inizio dell'incontro, seppur non si fosse ancora del tutto ristabilito, Zane era dato vincitore per 90 a 10. Ora, a quattro ore dallo scontro, l'unica che ci aveva guadagnato era stata Aqua, che ben conosceva la donna e mai si sarebbe aspettata una vittoria di Zane, seppur fosse solamente un allenamento. Ovviamente attirandosi le ire di Zane.
A mano a mano che i minuti passavano, gli spettatori lasciarono la sala. L'unica che rimase fu proprio Aqua, che ad ogni mezz'ora, avvertiva la coppia che si stava sfidando.
"Ora lancerò una serie di sferzate di vento. Dovrai essere in grado di fermarle ed assorbirle, in modo da aumentare la tua riserva di vento. Chiaro!?", spiegò la donna, mentre agitava la mano destra davanti a lei.
Zane sbuffò un sì a bassa voce e caracollò in avanti, ormai malfermo sulle gambe.
Le sferzate di aria lanciate dalla donna sembravano affilate come fossero delle spade. Con somma sorpresa di Aqua, Zane cacciò un urlò fortissimo ed allargò le braccia, riuscendo ad inglobare la quasi totalità dei colpi della donna. 
"Incredibile...Anche dopo quasi cinque ore di allenamento ininterrotto, riesce a reggere ancora i miei colpi...Mustang aveva ragione, questo ragazzo è davvero un portento...Assomiglia moltissimo a Natsu...", pensò tra se la donna, mentre, stavolta con la mano sinistra, ricaricava il colpo.
Venne però interrotta da Aqua, che le sventolò il cronometro in faccia.
"Porlyusica-san, le cinque ore sono terminate. L'allenamento dovrebbe essere concluso".
Zane tirò un sospiro di sollievo, accasciandosi a terra e venendo raggiunto sul ring da Aqua, mentre la donna sbuffò. Lei non era minimamente stanca, nonostante avesse consumato parecchio potere magico per allenare quel ragazzo.
"Per oggi, in effetti, può bastare così. In una settimana hai fatto dei progressi enormi, Zane. Continuando così, sono sicura di riuscire a farti recuperare tutti i poteri. Per ora puoi andare a riposarti. Domani aumenteremo di un'ora il tempo di allenamento. I miei complimenti", disse la la maga, stavolta sfoggiando un leggero sorriso. Zane annuì convinto e si alzò, aiutato anche da Aqua.

Mentre i tre presero la direzione dell'infermeria, giusto per ristabilire Zane, vennero attirati da quattro figure che oltrepassarono la porta principale della sala di allenamento.
La cosa che fece stupire Aqua e Zane, era il fatto che non avevano mai visto quei tipi nella base, che tra l'altro, indossavano dei vestiti che mai si sarebbero aspettati di vedere lì dentro.
L'unica ragazza del gruppo aveva un vestito grigio, con una gonna corta. Un fiocchetto rosso alla base del collo e lunghi capelli arancioni. Aveva uno sguardo molto sereno e, a parere di Zane, sembrava una ragazza carina molto timida , anche dal modo in cui camminava.
Zane fu colpito anche dalla stazza di uno dei tre ragazzi, persino più alto e piazzato di Snow. Portava una meglietta bianca con una striscia rossa sulla destra. Pantaloni lunghi e neri, mentre aveva dei capelli molto corti, di un castano molto scuro.
Il secondo ragazzo invece, sembrava a Zane il più strano del gruppo. Vesti di un grigio molto simile a quello della ragazza, corti capelli blu, colore medesimo degli occhi e degli occhiali da vista.
Davanti a tutti vi era però il ragazzo che più attirò l'attenzione di Zane. Capelli arancioni, simili a quelli della ragazza, ma molto corti, a zazzera. Sulle spalle aveva quello che sembrava un gatto nero, dagli occhi gialli. La cosa che però interessò maggiormente Zane erano i vestiti neri che indossava e l'enorme spada che portava alle spalle, completamente fasciata da delle bende.
Mentre la donna, sparì, dopo aver salutato i due ragazzi, questi ultimi si diressero verso i nuovi arrivati, che sembravano davvero un attimo disorientati.
Fu Zane il primo a prendere la parola, alzando un braccio e scostandosi da Aqua.
"Hey, voi quattro, posso sapere cosa state cercando?", chiese, curioso, al ragazzo dai capelli arancioni. Quest'ultimo provò a dare una risposta, ma venne prontamente interrotto dal compagno dai capelli azzurri.
"Ah, qualcuno che conosce questo posto. Stiamo cercando un certo Roy Mustang, lo conoscete per caso?", replicò il ragazzo, attirandosi anche le ire del compagno.
"Stanno cercando Mustang...Chissà chi sono...", pensò tra se Zane.
"Sicuro. Ma prima, posso sapere chi siete e perchè lo state cercando?", fu la seconda domanda rivolta da Zane al gruppetto. Prima che intervenisse di nuovo il ragazzo dai capelli azzurri, l'unica ragazza del gruppo lanciò un gridolino ed indicò le ferite e le ammaccature sul corpo di Zane.
"Oh no, sei ferito! Aspetta, ci penso io a curarti!", disse in fretta e furia, portandosi le mani alle tempie.
"Ah, queste, tranquilla non sono nulla di ch...", non fece in tempo a concludere, che una sorta di "barriera" arancione lo circondò e in men che non si dica fu completamente curato da tutte le ferite.
Aqua e Zane erano stupiti. Ci erano voluti pochissimi secondi per curare tutte le sue ferite. Nemmeno le magie di cura di Cloud erano così potenti.
"T-ti ringrazio davvero. Ora mi sento molto meglio". Zane rispose alle cure della ragazza, che arrossì non poco e blaterò un prego a bassa voce, con un sorriso a trentadue denti.
"Comunque sia il mio nome è Zane Crusher, mentre lei", ed indicò Aqua, "E' Aqua, piacere di conoscervi". La ragazza annuì e si inchinò al gruppetto.
"Piacere nostro. La ragazza che ti ha appena curato si chiama Inoue Orihime. Mentre il ragazzo alto è Sado Yasutora. Il quattr'occhi invece", e a quell'affibbiazione, il compagno dai capelli azzurri si alterò non poco, "E' Uryu Ishida. Mentre io mi chiamo Kurosaki Ichigo. Al vostro servizio", rispose il ragazzo, con un sorrisone.
"Comunque sia, i poteri di quella ragazza sono davvero fenomenali. Mi ha praticamente curato del tutto in pochissimo tempo", disse Zane, chiaramente stupito dai poteri di quella ragazza.
"Già, Inuoe ha dei poteri davveri utili e fantastici. Anche se non le piace molto combattere, non è vero, Inuoe?", chiese Ichigo alla compagna, che arrossì e si passò la mano sui capelli, borbottando qualcosa di incomprensibile.
"Ed è anche molto timida...", aggiunse Sado a bassavoce, attirandosi un'occhiataccia di Inoue.
"Mi fa piacere che ci siamo conosciuti in questo modo, tuttavia non avete ancora risposto alla mia domanda. Siete nuovi nella base. Come mai state cercando Mustang?", chiese Zane, rivolto sempre a Ichigo.
"Beh, noi eravamo venuti qui per...", 

"Noto che avete fatto la conoscenza di Ichigo e degli altri ragazzi. Mi fa piacere.
Ah, Zane, ho incontrato Porlyusica.
 Mi ha detto che hai fatto dei progressi notevoli. La cosa mi rende davvero orgoglioso".
Ichigo venne interrotto da una porta che si apriva, attraversata da Mustang.
"Mustang, stavo giusto per chiedere a questi ragazzi il motivo del perchè ti cercassero. Immagino che tu sappia quindi chi siano".
Il Colonnello annuì e si rivolse al gruppetto appena giunto.
"Loro sono delle persone provenienti dal mondo dell'Ovest. E più precisamente questo ragazzo", ed indicò Ichigo, "E' uno Shinigami".
A quella parola, a Zane brillarono gli occhi. Aveva sempre creduto e desiderato di incontrare uno Shinigami in carne ed ossa. Tuttavia si ricordò delle parole di Mustang, di quella sera quando parlarono di quel libro. Mustang non credeva all'esistenza degli Shinigami. Allora perchè gli aveva mentito?
Decise che non era il momento per parlarne e si limitò ad una occhiataccia a Mustang.
"Per la precisione un sostituto Shinigami", replicò Ishida, guardando con un sorriso malefico il compagno.
"Non c'era bisogno di specificarlo, Ishida...", ribattè Ichigo, rispondendo allo sguardo del ragazzo.
"Certo certo, delegato...Anche se non mi aspettavo di certo dei ragazzini. Diciamo che avrei preferito qualche Shinigami più esperto...", disse Mustang.

"Loro non sono dei ragazzini qualunque, Mustang. Anzi, credo che rimarrai stupito dalla loro forza".
Sia Zane che Aqua rimasero a bocca aperta. Ad aver appena parlato era nient'altro che il gatto nero sulle spalle di Ichigo.
"Spero tu abbia ragione, Yoruichi. Sto rischiando ad affidare una missione del genere a dei semplici ragazzi", replicò Mustang.
Poi notò le reazioni di Aqua e Zane e si rivolse di nuovo al gatto.
"Parlando di altro, non potresti trasformarti? Non fa un bell'effetto un gatto parlante...". Il felino annuì e lasciò la spalla di Ichigo, per atterrare, con un balzo, ai piedi del Colonnello.
Improvvisamente si alzò una cortina di fumo che circondò la figura del gatto.
Quando si diradò, davanti a Mustang comparve una ragazza dalla pelle abbronzata e liscia, dai lunghi capelli di un viola acceso.
E completamente nuda.
Inutile dire che per poco sia Zane che Mustang non ebbero un mancamento. Fortunatamente, il pugno che Zane si beccò in testa da Aqua era molto più forte del suo stupore, mentre Mustang riuscì, in parte a trattenersi.
"Yoruichi-san! I vestiti! Le si vede tutto!", disse Inuoe, coprendosi gli occhi.
"Pazzesco...Non ha un minimo di pudore quella donna", intervenne Ichigo, riferendosi all'abitudine della donna di non indossare vestiti, una volta ritrasformatasi in essere umano.
"Yoruichi-San...Eccole i suoi vestiti...". Ishida le porse i suoi classici vestiti neri e arancioni, che indossava solitamente.
Fortunatamente sia Zane e che Mustang si ripresero da quella visione.
Mustang lanciò qualche colpetto di tosse
"Dunque, dicevamo. Mi sono sopreso che abbiate deciso di mandarmi questi quattro ragazzi. Per quanto io mi fidi di voi".
"Quindi hai già capito che non è stata una mia idea. Sei molto astuto, Mustang", rispose la donna, con un sorrisino beffardo.
"Non era difficile da intuire. Solamente lui può rischiare così tanto. Ma credo che sarebbe meglio parlarne da un'altra parte, Yoruichi".
A quel punto si rivolse direttamente a Zane ed Aqua.
"Aqua, potresti andare in infermeria a trovare Ventus? A chiesto di te qualche minuto fa". La ragazza annuì e dopo aver dato un bacio a Zane, ovviamente facendo arrossire Inoue, si lanciò in fretta e furia verso l'uscita.
"Quanto a te, Zane, che ne diresti di far fare un giro della base a Ichigo e gli altri? Io e Yoruichi abbiamo da fare". 
"S-sì, va benissimo. Sempre che siano d'accordo".
I quattro, dopo un'occhiata veloce alla donna, annuirono e seguirono Zane che nel frattempo era già partito. 

Fu proprio il ragazzo a prendere la parola per primo, mentre si addentravano nei corridoi della base.
"Quindi Inoue e Sado sono due umani. Mentre Ishida è un Quincy?", chiese ai quattro, soprattutto al ragazzo occhialuto.
"Esattamente. Sono uno degli ultimi Quincy rimasti", rispose l'interpellato.
"Ma in poche parole, qual'è la differenza tra un Quincy ed un umano, come Sado e Inoue, e da uno Shinigami come Ichigo?", fu la seconda domanda di Zane.
"E' una storia molto lunga da raccontare. Soprattutto per chi non conosce gli Hollow e gli Shinigami".
"Capisco. Beh, credo sia normale", rispose Zane.
Poi si rivolse ad Ichigo.
"Mentre tu sei uno Shinigami delegato. Come mai delegato?". Nel frattempo il gruppetto aveva raggiunto il salone principale della base, dove vi era la presenza di molti soldati.
"Wow...sembra quasi la Soul Society...", proferì l'unica ragazza del gruppo, a bassa voce.
"La differenza in effetti non è molto sentita. Diciamo che io ho acquisito i poteri grazie ad una persona. Ma anche qui la storia sarebbe davvero lunga da raccontare", rispose Ichigo, con un sorriso. Anche se, dopo aver visto la delusione sul volto di Zane, si affrettò ad aggiungere, con un risata profonda, "Ovviamente te la racconterò un giorno, se vorrai". Zane gli fece l'occhiolino e sorrise di rimando.
"Oh, quasi dimenticavo. E' ora di pranzo. Che ne dite di venire a mangiare nella mensa della base? Vi farò conoscere gli altri", chiese, inorgogliendosi Zane. I quattro non ebbero nulla da ridire e seguirono Zane negli ennesimi e contorti corridoi della base...


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"C'è davvero da fidarsi di quei quattro? Prima non stavo scherzando. Sto davvero rischiando ad affidare la missione ad Ichigo e agli altri". Yoruichi era seduta al tavolo. Davanti a lei, posato su quest'ultimo, un'ologramma di un uomo. 
"Quante volte devo dirtelo? Stai sicuro che di quei ragazzi ci si può ben fidare. Tu ti fidi di me, Mustang?", chiese quest'ultimo al Colonnello. L'interpellato ci mise un attimo di troppo a rispondere.
"Ovvio che io mi fidi di te, Kisuke. Ma è un discorso diverso".
"Non credo che lo sia. Hai potuto notare anche tu la disponibilità dei ragazzi. Soprattutto di Ichigo. Se il piano dovesse funzionare, avremmo dalla nostra parte una delle squadre più forti che l'Energy abbia mai visto".
Mustang non sembrava del tutto convinto. Si decise a cambiare per qualche secondo argomento.
"Per quanto riguarda il Gotei 13? Ne sanno qualcosa?".
"No. Sono all'oscuro di tutto. Anche per questo non abbiamo fatto venire gli amici Shinigami di Ichigo". Fu stavolta la donna a rispondere.
"Bene, questa è un'ottima notizia. L'importante è che, per ora, ne rimangano fuori".
Poi si rivolse all'uomo.
"Quindi chi sarebbero gli altri tre? Oltre a Ichigo e Zane?", domandò una seconda volta.
"Te lo avevo già detto nell'ultima comunicazione. Uno di loro fa parte del mondo di quella maga anziana che hai chiamato da poco. E mi pare lo conosca anche. Puoi farti dare informazioni anche da lei. Quanto agli altri due", e si fermò per prendere un respiro, "Uno mi pare sia un pirata, dalle informazioni che ho ricevuto. L'altro invece un ninja del villaggio della foglia".
Mustang sbuffò.
"Non hai altre informazioni riguardanti la loro persona? Ne esistono tanti di pirati. Così come esistono tanti ninja del villaggio della foglia. Così brancolo nel buio".
"Yoruichi, a te i dettagli", proferì Kisuke, rivolto alla donna.
"In effetti, non abbiamo tantissime informazioni che li riguardano. So solamente che il pirata è conosciuto come "cappello di paglia". Mentre il Ninja è temuto per una strana "creatura" che porta al suo interno. Di più non posso dirti".
Mustang annuì.
Quelle informazioni andavano più che bene.
Ora spettava solamente ad una persona trovarle. Non ebbe nemmeno bisogno di chiamarla, che una figura si presentò alle spalle del Colonnello.
"Ora è compito tuo trovarli. Non devi per forza entrare in contatto con loro. Studiali, guarda come si comportano e se ci si può fidare di loro. Tra un mese circa, contatta Merlino e dagli tutte le informazioni che hai acquisito". La figura alle sue spalle annuì.
"Ora puoi andare, Auron". Quest'ultimo sparì, in una nuvola di fumo.
"Ci si può fidare di lui?", chiese Kisuke con un sorriso ironico.
"Credo che sia la persona più affidabile della base. Su di lui possiamo contare".
Poi si rimise a pensare a quel ragazzo, Kurosaki Ichigo.
"Ichigo e Zane...tremo al solo pensiero...".
"Ora solamente il fato potrà dirci se questo piano possa funzionare", furono le ultime parole di Kisuke, prima si scomparire del tutto.
"Già. Spero tu abbia ragione, amico mio...Lo spero per la salvaguardia dell'intero universo...".


EPILOGO: le squadre finalmente si sono messe in viaggio e la squadra di Tidus incontra all'improvviso uno degli avversari più pericolosi che potessero incontrare. Fortunatamente senza disastrose conseguenze.
Nel frattempo, alla base, Zane prosegue i suoi allenamenti, sotto il tutorato di Porlyusica, (che, per chi non se lo ricordasse, è una maga facente parte del manga di Fairy Tail, che ha già allenato anche Wendy). Mentre alla base si presentano nientemeno che Ichigo e gli altri.
Ormai manca poco alla battaglia per il destino dell'Energy. 
Un dubbio però sorge: Cosa realemente vuole Xemnas? Che ruolo avranno Ichigo e gli altri? l piano di Kisuke funzionerà davvero? E chi sono le persone che lui stesso ha nominato? (spero sappiate già di chi parlo XD). 
Tutto al prossimoo capitolo.
Ora le immagini.


Xigbar, il tiratore libero      Seifer Almasy

 Yuffie Kisaragi   Porlyusica


Yoruichi Shihoin           Kisuke Urahara

 Sado Yasutora   Uryu Ishida

Ichigo Kurosaki   Inoue Orihime

    

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Capitolo 9
*** Zane l'Elementale ***


Eccoci quei con l'ottavo capitolo! Mi scuso ancora pe il ritardo di un mesetto circa, ma come al solito la connessione a internet a dato problemi vari e ci è voluto un bel pò per sistemarla!
Ma non demordendo, sono ancora qui ad aggiornare con questo nuovo capitolo! Ovviamente rigrazio come sempre KING KURAMA per la sua recensione XD
Vedrai che i tuoi dubbi verrano risolti presto :)
In effetti Fairy tail ne sembra una copia, ma se cerchi di esternarti dalla tua idea di one piece, Fairy tail è davvero molto bello ed appassionante XD
Detto questo, buona lettura :)
CAPITOLO 8: 

ZANE L'ELEMENTALE!






"Terra, sei pronta?!".
"Quando vuoi, Yuna!".
All'unisono, le due ragazze lanciarono un fascio di energia bianco, Yuna dal bastone e Terra dalla mano, che andarono a cozzare contro un folto gruppo di Heartless, disperdendosi in una miriade di raggi più piccoli che disintegrarono le oscure creature.
Ma ad una creatura scomparsa, ne comparivano immediatamente altre a sostituirla.
"E' incredibile, sono infinite, non riusciremo mai a sconfiggerle tutte!", esclamò Yuna, senza accorgersi di essere stata presa alle spalle da una di esse.
"Yuna, dietro di te!". Terra fu lesta a creare una barriera magica intorno alla compagna, respingendo così il suo assalitori.
"Occhi sul bersaglio, Yuna! Dobbiamo farne fuori il può possibile ed andare ad aiutare Noct. Sembra in difficoltà!". L'amica annuì con un cenno del capo.
"Hai ragione, dobbiamo farcela! Noct ha bisogno di noi", e con un grido si gettarono nuovamente in battaglia, Yuna con le sue magie, Terra con la sua fidata spada, la Magitek. Non prima di aver gettato una rapida occhiata al loro compagno, che sembrava davvero allo stremo contro un avversario immensamente superiore...

"Certo che ne hai di fegato, ragazzo. Pensavo ti arrendessi fin da subito, notando la differenza di forza tra noi due. Eppure non demordi. Lodevole".
"Questo perchè non hai ancora visto le mie reali capacità, Xaldin. Non dovresti sottovalutarmi".
Tuttavia, Noctis sapeva benissimo che il livello del membro numero tre dell'organizzazione era ben lontano dal suo. L'unica alternativa che aveva era resistere finchè Yuna e Terra non lo avessero raggiunto. Forse in tre potevano avere qualche possibilità...
"Teleport!". Altre spade e lance si materializzarono alle spalle di Noct, che immediatamente le scagliò contro il suo avversario. Ennesima risata ironica di Xaldin, che non si mosse minimamente. Le armi di Noct vennero completamente distrutte dalle lance del Nessuno.
"Questa tua tecnica di materializzare una grande quantità di armi è davvero notevole. Ma contro il mio Lindworm, è una tecnica a dir poco obsoleta". Xaldin aveva ragione per la seconda volta.
Noct conosceva appieno le potenzialità dell'arma di Xaldin. Il Lindworm, come la chiamava il suo propietario. Delle lance a forma di drago che venivano mosse dall'aria che controllava Xaldin. Potevano essere utilizzate come arma d'attacco. Ma anche come una difesa a dir poco impenetrabile.
"Se non riesci nemmeno a sconfiggere il mio Lindworm, come puoi anche solamente pensare di affrontare il numero quattro in termini di potenza all'interno dell'Organizzazione? Sei a dir poco patetico! Ora ti mosterò la grande differenza tra noi Nessuno e voi patetici umani! Raggio del drago!". Le lance di Xaldin di unirono, andando a formare un drago di medie dimensioni, che sparò un raggio d'aria potentissimo. Il colpo investì gran parte degli Heartless presenti, rischiando anche di colpire di striscio Yuna e Terra, che schivarono prontamente. Tuttavia, Noct venne colpito in pieno dal tornado, sparendo alla vista dei presenti, in un vortice d'aria fortissimo.
"Maledizione...!", fu l'ultimo pensiero di Noct, prima di essere inghiottito dal raggio.
Le lance di Xaldin si separarono, tornando a guizzare intorno al propietario, che ora sfoggiava un terzo sorrisetto nettamente ironico.
"Vedi? Potevo benissimo concludere lo scontro con questo colpo, ma sono stato gentile nei tuoi confronti, Noctis Lucis Caelum. Non sono stati di certo quegli scudi a proteggerti dal mio colpo", disse, rivolto al piccolo tornado che stava svanendo a poco a poco.
Noct era in piedi, malfermo. Davanti a lui una decina di scudi in acciaio, completamente in frantumi.
"Ha polverizzato i miei scudi d'acciaio con un solo colpo...E nemmeno scagliato col massimo del suo potenziale...Incredibile...!".
Terra e Yuna tirarono un sospiro di sollievo e si pararono immediatamente davanti a Noct, dopo aver sbaragliato gli ultimi Heartless rimasti, che stranamente, non fuoriuscirono più dai portali. Erano pronte ad affrontare Xaldin.
"E ora voi due mocciose cosa volete? Avete faticato a sconfiggere quegli Heartless, non avete nemmeno il diritto di guardarmi negli occhi. Sparite prima che i bersagli del mio Lindworm diventino i vostri cuori", esclamò il Nessuno rivolto alle ragazze, che tuttavia non batterono ciglio.
"Ha ragione lui", replicò Noct, lanciando qualche colpo di tosse sparso, "La differenza di forza è abissale. Non è un avversario alla vostra portata".
Yuna si girò verso di lui. Impiantò gli occhi su quelli del ragazzo.
"Non ci importa! Noi siamo membre dell'Energy, il nostro compito è combattere e sconfiggere i Nessuno come lui! Anche a costo della nostra stessa vita! Non ci tireremo indietro solamente perchè è più forte di noi! Insieme possiamo farcela!", ribattè la ragazza. Terra annuì convinta, sorridendo a Noctis.
"Anche a costo della vita...?", Noct si alzò in piedi. Le parole di Yuna sembrarono aver fatto breccia nella sua paura verso Xaldin.
"Hai ragione, Yuna. Insieme noi siamo forti. Loro non conoscono il significato di fatica o di amicizia. E sarà proprio questo a portarli alla sconfitta!". I tre sembravano molto convinti da tali frasi ispiratorie. Ma la loro convinzione venne interrotta dalla risata di Xaldin.
"Tutto molto filosofico e poetico. Sacrificare le vostre vite pur di sconfiggermi. Ammirevole da parte vostra. Ma sarebbe totalmente uno spreco vedervi morire senza aver fatto nulla per impedirlo, soprattutto tu, Noctis. Per questo motivo avrei qualcosa da dirti, prima di continuare il nostro combattimento, se non ti dispiace". Tra i tre, Noctis sembrava quello meno sorpreso. Sapeva già dove voleva andare a parare e non voleva affatto ascoltarlo. Ma forse poteva fargli guadagnare del tempo per caricare la sua tecnica migliore...
"Come se volessimo ascoltare il veleno che proviene da una serpe...", Yuna non fece in tempo a concludere la frase che venne fermata da un cenno col braccio di Noct. Un segno che dava il via libera a Xaldin di poter parlare.
"Bene, mi fa piacere sapere che sei un uomo ragionevole. Dunque, da dove cominciare?", si passò la mano sul mento, poi schioccò le dita, "Ah, giusto. Mi rivolgo direttamente a te, Noctis. Il Supremo sa riconoscere un potenziale quando ne vede uno. E tu sei sicuramente un guerriero dal grande potenziale, tuttavia sprecato con dei compagni come quelli che ti ritrovi ora", ed indicò le ragazze, che ringhiarono sommessamente, "Ed un'organizzazione patetica come l'Energy".
Venne interrotto sempre dal ragazzo.
"Tsk, sapevo che sarebbe arrivata questa frase...".
"Xemnas vuole che tu ti unisca all'Organizzazione XIII. Unisciti a noi, diventa ancora più potente e privati di pesi quali amicizia e sentimenti. Diventerai inarrestabile, come noi", concluse Xaldin, con un sorriso beffardo. 
Yuna e Terra sembravano pronte a chiudere la bocca di Xaldin, ma ancora un cenno del compagno le bloccò.
"Credi davvero che io potessi accettare una proposta del genere? Xemnas credeva davvero di potermi abbindolare con promesse quali il potere e l'imbattibilità?", domandò ironico Noctis.
Xaldin non si soprese più di tanto. Avevano previsto un primo rifiuto. E per quanto lui odiasse pregare le persone, doveva obbedire agli ordini di Xemnas. Cercare di convincere in tutti i modi Noctis Lucis Caelum. Anche con la forza. Perciò non demorse.
"E vita eterna. Dominio incontrastato sulla morte e sulla vecchiaia. Sarai membro dell'Organizazzione che un giorno sarà padrona dell'intero universo. Non sono allettanti proposte come queste?", chiese ancora Xaldin, cercando di far breccia nei desideri dell'avversario. 
Noctis, d'altro canto, non battè ciglio. Non aveva la minima intenzione di continuare ad ascoltare quel tipo. Ma per attivare la sua tecnica, doveva aspettare ancora qualche minuto. Perciò cercò di sembrare più interessato.
"Certo. Sembrano proposte che solamente un'idiota rifiuterebbe. D'altro canto è anche vero che non posso del tutto fidarmi delle tue parole. Nessuno ti dice che l'universo verrà comandato da voi e da Xemnas. L'Energy è ancora viva, così come gli altri mondi. Sono proposte senza una base solida. Forse se mi assicuri di più...". Yuna e Terra sembrarono sul punto di protestare, ma un ringhio sommesso di Xaldin, le fece vacillare.
Noctis stava forse cedendo...?
"L'Energy è un problema secondario. Credi davvero che abbiate i mezzi per poterci sconfiggere? Una creatura potente come Xemnas non potrebbe mai essere sconfitto da dei moscerini come voi. E Xemnas è l'entità più forte che esiste. Sarà di certo lui a dominare l'universo", continuò Xaldin, stavolta facendosi più serio.
Ancora pochi minuti...
"E i Titani? Dimentichi forse la loro esistenza?". Noctis provò a prolungare il dialogo.
La risata del Nessuno fu profonda e spaventò non poco le ragazze. 
"Amico mio, i Titani sono pezzi d'antiquariato che devono soltanto stare in un museo. Non esistono e mai sono esistiti. Stupide leggende per spaventare i bambini. E Xemnas lo sa bene. Nessuno meglio di lui conosce la storia della Galassia Gamma. E ti posso assicurare che nessuno li ha mai visti. Nemmeno Xemnas".
Perfetto, era carica.
"Beh, detto sinceramente, le tue proposte mi fanno davvero gola...", Xaldin trattenne il respiro, "Ma, scusa tanto, mi reputo un'idiota! Yuna, Terra!", le ragazze risposero con un cenno, creando una barriera intorno a Noctis, che fece comparire una quantità spropositata di armi e scudi.
Xaldin stava ribollendo di rabbia. Essere preso per i fondelli da tre ragazzini poppanti. Doveva dargli una lezione.
Per questo motivo decise di non ricorrere al Lindworm. Sarebbe stato lui a impugnare le lance e porre fine alla loro vita con le sue mani.
"Perdonami Xemnas, ma questo ragazzo è più testardo di un mulo. Anche se muore, non sarà una perdita importante...". Si scagliò contro Noctis, pronto a distruggere tutte quelle armi che aveva creato. Pronto a fargli capire la reale differenza di forza tra loro due.
Prima che Xaldin cozzasse contro il muro di armi, venne interrotto da una serie di figure umanoidi, a forma di acqua, che si frapposero fra lui e i tre avversari. I membri dell'Energy sembravano sorpresi da tali esseri, mentre Xaldin, dopo un primo momento di stupore, si riscosse e abbassò le lance, sbuffando. Sapeve benissimo chi aveva creato tali creature. Infatti, nel giro di pochi secondi, le copie d'acqua sparirono e dietro di lui si aprì un portale oscuro, rivelando un ragazzo di altezza media, capelli rasati ai lati, castani. Occhi azzurri e la classica giacca dell'Organizzazione.
"Ti consiglio di non toccare quei ragazzi, Dilan". La voce, Xaldin la conosceva molto bene.
"Myde. Cosa diavolo ci fai qui? E chi ti dà il diritto di darmi ordini? Io ucciderò questi pivelli e poi sarà il tuo turno!", si girò ancora verso il suo interlocutore, che non sembrava per niente intimorito.
"Oh no, non sono miei ordini. Vengono direttamente dal Supremo. Ha in serbo un piano speciale per questa squadra dell'Energy. Perciò non devi ferirli, ne tantomeno ucciderli". Xaldin sbuffò per la seconda volta. Allora Xemnas era a conoscenza del fatto che Noctis non si sarebbe mai unito a loro. Non gli sfuggiva niente...
"Molto bene. Allora riprendo la mia missione nel mondo del Nord".
Senza nemmeno volgere lo sguardo ai tre ragazzi, Myde svanì all'interno del portale oscuro. Nel momento in cui anche Xaldin stava per attraversarlo, venne interrotto da Yuna. Noct non fece in tempo a bloccarla.
"Dove diavolo credi di andare?! Pensi di fuggire così impunemente? Affrontaci, codardo dell'Organizzazione!".
Quando Xaldin voltò la testa verso di loro, il ghigno di rabbia stampato sul suo volto terrorizzò persino Noctis.
"Vedi di moderare i termini, stupida ragazzina succhia-latte. Anche se avete, per ora, la protezione di Xemnas, non avete nessun diritto di rivolgervi a me con quei toni. Tienilo bene a mente. La prossima volta che ci incontreremo non ci sarà nessun ordine a fermare la mia furia. Arrivederci, Energy!", e sparì anche lui nel portale. 

Noctis tirò un sospiro di sollievo, mentre Terra cadde in ginocchio. Non lo davano a vedere, ma Yuna e Terra erano più affaticate di Noctis.
"Incredibile...Proprio lui dovevamo incontrare sulla via di mezzo?", anche Noctis si lasciò cadere a terra.
Yuna procedette immediatamente a curare le ferite di Terra e del compagno.
"Beh, non siamo stati del tutto sfortunati. A quanto pare siamo ancora vivi. E sappiamo che Xaldin è diretto nel mondo del Nord. Ergo vuol dire che non è con Xemnas e questo potrebbe aumentare le speranze di vittoria alla base", spiegò Terra, con un sorriso. 
"Hai ragione. Ma non mi spiego ancora il motivo del prchè Xemnas abbia ordinato di non ferirci, o addirittura di non ucciderci. Cioè, se Xaldin lo avesse fatto, avrebbe indebolito ulteriormente l'Energy". Noctis sbuffò.
"Non credo sia così. Per Xaldin eravamo soltanto degli scarafaggi. Non eravamo minimamente alla sua altezza. Nemmeno Leon, Cloud e Light avrebbero speranze contro uno come lui". Yuna spalancò gli occhi.
"Ma cosa dici?! E' impossibile, loro tre sono i più forti della base, come fanno a non tenere testa ai più forti dell'Organizzazione?". Noctis fece cenno alle due di rimettersi in piedi e continuare la marcia. Avevano già perso troppo tempo. Erano in viaggio da più di tre giorni e ne mancavano circa due alla meta. Nel frattempo rispose anche alla sua compagna.
"Nell'Organizzazione non condividono tutti la stessa forza. Xaldin è il quarto più forte della base, con una potenza che si avvicina di molto a Saix, il secondo in comando di Xemnas. Ci sono solo quattro persone alla base dell'Energy in grado di reggere un confronto con i "Seggi" di Xemnas...", le due ragazze pendevano dalle labbra del ragazzo.
"I quattro Generali...", quella parola venne pronunciata con enfasi, quasi ad alta voce. Rieccheggiò attraverso il mondo di mezzo, mentre i tre, in fretta e furia si avviavano al mondo del Nord...

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"Non vi sembra di esagerare...?", chiese Inoue, preoccupatissima dalle condizione fisiche di Zane.
"In effetti son già sei ore che va avanti ininterrottamente ad allenarsi...Non sarebbe il caso di fargli prendere una pausa?", intervenne Ishida, sistemandsi gli occhiali.
"Direi di no. Anche perchè non abbiamo tempo per prenderci delle pause. Xemnas e l'Organizzazione incombono", rispose Mustang ad entrambi.
Ichigo e i compagni erano alla base già da una settimana. Avevano avuto modo ci conoscere gli altri membri delle squadre rimaste, fra tutti anche Riku, che si era subito preso in simpatia il Quincy.
D'altro canto, Aqua era molto gelosa quando Inoue si preoccupava per Zane. Anche se veniva ripetutamente tranquillizzata da Ichigo, che le spiegava che Inoue si comportava così praticamente con tutte le persone. 

Come tutti quei giorni, Zane era alle prese con il suo solito allenamento con la maga e migliorava a vista d'occhio. Riusciva a controllare pienamente la base dei suoi poteri. Tuttavia il pieno controllo di tutti i suoi poteri era ancora lontano e ci sarebbe voluto altro tempo per farlo riprendere. 
Anche se le funzioni dei suoi poteri erano note a tutti, Ichigo e gli altri erano rimasti stupiti da cosa potesse fare Zane. Non avevano mai visto un potere del genere e ci era voluto Mustang per spiegar loro come funzionassero.
"I poteri di Zane non sono del tutto complessi. Ma per chi non ha mai avuto a che fare con lui, può essere difficile interpretarli", aveva detto loro durante uno dei pranzi alla base, mentre Zane era assente.
"La sua capacità straordinaria di controllare gli elementi lo rende un guerriero formidabile. Quando era ancora al top della forma, non invidiava nessuno ed era considerato il guerriero più forte dell'Energy", Ichigo si era sorpreso. Era un pò come lui. Aveva perso i poteri e ora doveva faticare per riaverli indietro. A lui non era andata proprio così, ma erano molto simili, in effetti.
"Gli elementi? Intende dire fuoco, aria etc...?", chiese dubbioso Ishida. Il Colonnello annuì.
"Sì, proprio quelli. Lui è in grado di controllare i quattro elementi base della natura. Fuoco, aria, acqua e terra. A cui si aggiunge un quinto elemento, il fulmine, a cui Zane risce ad attingere grazie alla fusione degli altri quattro elementi", continuò Mustang.
I presenti pendevano dalle sue labbra, mentre Yoruichi si era sistemata sulla sua spalla. Lei era già a conoscenza dei poteri di Zane.
"Controllare illimitatamente il fuoco. Un pò come la Zampakuto del vecchio!", aggiunse Ichigo, riferendosi ai poteri della spada di Yamamoto, il comandante supremo del Gotei 13.
"Beh, diciamo che non è proprio così. Può si controllare il fuoco, ma non illimitatamente. Dovete sapere che Zane al suo interno ha delle "celle" di contenimento degli elementi".
"Celle di contenimento degli elementi?", chiese Inoue, strabuzzando gli occhi. Mustang si voltò verso di lei.
"Esatto. Sono come delle riserve di energia, che Zane può usare per combattere. Ora vi spiego meglio", continuò il Colonnello, sistemandosi meglio sulla sedia, e mettendosi la gatta sul grembo.
"Partiamo dal presupposto che Zane stia combattendo. All'inizio dello scontro Zane può contare su di un certo quantitativo di elemento da poter utilizzare. Tuttavia tale elemento non è infinito. Zane ha bisogno di ricaricarsi, una volta che la sua riserva principale si esaurisce. E tali celle di contenimento servono proprio a conservare una riserva di elemento da destinare in caso di esaurimento della cella principale". Ichigo e Inoue non sembravano aver afferrato del tutto il concetto, mentre Ishida e Chad sembravano sulla stessa lunghezza d'onda di Mustang.
Fu il Quincy a prendere la parola, sempre sistemandosi i suoi occhiali.
"Ma certo. E' tutto chiaro. Facendo un esempio, Zane potrebbe iniziare lo scontro con un quantitativo "100" di aria. Quando quel 100 si esaurisce entra in azione la riserva, che gli permette di continuare a combattere", poi si rivolse a Ichigo, "Hai capito ora, Kurosaki?", domandò con aria sufficiente, tanto da far infuriare lo Shinigami.
"Ma se anche la riserva finisse?", fu la volta di Inoue, convinta dalla spiegazione di Ishida.
"Allora Zane può attingerne dall'ambiente esterno. E questa è una specie di "arma a doppio taglio", aggiunse Mustang, accarezzando Yoruichi.
"In che senso? Non potrebbe attingere, ad esempio, ad un quantitativo infinito di aria? Dopotutto lei stessa è "infinita", ribattè Ishida, stavolta dubbioso.
"Sì, è quella l'arma. Può attingere all'aria che lo circonda. Tuttavia tale arma presenta due difetti. Il meno grave dei due è la quantità che può assorbirne. Il suo corpo può sopportare una certa quantità di elemento, contando anche le celle di riserva.
E non può sforare tale quantità, altrimenti il suo corpo potrebbe risentirne", prese un respiro profondo e continuò, "Il secondo difetto, il più pericoloso è la "qualità" dell'elemento, in questo caso dell'aria. Dovete sapere che all'interno di Zane si svolge un processo di purificazione dell'elemento che ancora non siamo stati in grado di capirne il funzionamento completo. E' come se lui "pulisse" l'elemento che assorbe dalle impurità esterne. Per tale pulizia, al corpo di Zane occore un certo periodo di tempo. Periodo che dipende dall'elemento e dalla quantità di tale elemento assorbito. In caso di combattimento, Zane può certamente attingere all'ambiente circostante, ma fare ciò, gli causerebbe un assorbimento di un elemento "impuro", che se usato troppo, causa gravi danni al suo corpo. Anzi, un uso eccessivo di tale elemento circostante, non purificato a sufficienza, può causarne anche la morte", concluse Mustang, tirando un sospiro.
Erano tutti molto sorpresi da tale spiegazione.
"Quindi, in pratica, Zane può usare solamente l'elemento che ha in corpo, e non quelli esterni, giusto?", chiese Ichigo, grattandosi la testa.
Nel frattempo Yoruichi aveva iniziato a fare le fusa.
"Ma possibile che non capisci mai niente, razza di testone?", intervenne Ishida. La lite incombeva. Fortunatamente fu Chad a intervenire a placare gli animi.
Ishida si lisciò il vestito
"Lui può usare anche l'elemento proveniente dall'esterno, ma questo danneggierebbe il suo corpo. Può usarlo, ma con le dovute precauzioni".  Mustang annuì e si congratulò con Ishida. Attirandosi occhiataccie da parte di Ichigo.
"Per questo è un potere strabiliante, ma se usate con prudenza", concluse Mustang soddisfatto.

Proprio ora, Ichigo osservava quel potere all'opera. Non era ancora al massimo, ma se già quella era il minimo, era davvero grandioso.
Zane era in grado di evocare uragani d'aria in miniatura, muri di terra spessi anche metri, piccole onde d'acqua e persino delle colonne di fuoco.
Ma quello che più sorprendeva era la sua abilità di fondere i cinque elementi e creare dei veri e propri fulmini. Un potere davvero notevole.
"Stupito, vero?". I pensieri di Ichigo vennero interrotti da Yoruichi, che sopraggiunse nella sua forma umana.
"Sì...E' davvero forte. Quando avrà recuperato i pieni poteri, sono proprio curioso di battermi contro di lui. Voglio vedere quanto possa raggiungere con il massimo". Yoruichi sorrise a quelle parole. Ichigo era un portento come Shinigami e Zane non era da meno. Era sicura delle parole di Kisuke. Quei due potevano davvero creare la squadra più forte dell'intera galassia.
"Prima dovete pensare a sconfiggere Xemnas e l'Organizzazione", replicò la Shinigami, attirando l'attenzione anche degli altri spettatori.
"A proposito di Xemnas e dell'Organizzazione, non ci avete ancora detto con chi abbiamo a che fare", intervenne il solito Ishida. Poi si grattò leggermente il capo.
"In effetti, non ci avete detto nulla riguardo alla nostra presenza qui. Non sappiamo nulla di nulla". Inoue annuì, mentre Chad osservava di sott'occhi la reazione di Yoruichi. 
Mustang sbuffò e anche lui voltò la testa verso la donna. Lo guardò con una faccia come per dire "diglielo, tanto ormai è inutile tirarla per le lunghe".
Mustang intuì subito e prese in disparte i quattro ragazzi, mentre Yoruichi rimaneva ad osservare l'allenamento di Zane.
"Quando avete ragione, avete ragione. Io e Yoruichi non vi abbiamo ancora detto niente semplicemente perchè volevamo farlo solamente quando il momento fosse stato propizio".
Intervenne Chad.
"Momento propizio? E quando lo sarebbe stato?".Mustang lo fissò.
"Quando voi foste stati pronti", sospirò un momento e continò a parlare, "Sappiamo benissimo cosa avete dovuto affrontare ultimamente tra Aizen e i problemi interni alla Soul Society", venne interrotto da Ichigo, sorpreso dalle parole di Mustang.
"Eravate a conoscenza di Aizen?", anche gli altri tre annuirono dubbiosi.
"Sì. Devi capire che è da quando hai invaso la Soul Society per la prima volta che ti teniamo d'occhio, Kusoraki Ichigo. Sapevamo del tuo potenziale, per questo lo abbiamo fatto". Ichigo non battè ciglio. Ormai non si stupiva più di nulla con quell'organizzazione.
"Se lo sapevate, perchè non siete intervenuti a combattere con noi contro Aizen?", domandò Ishida.
"Di un pò, chi credi che abbia fermato Xemnas e l'organizzazione negli ultimi anni? Se non fosse stato per noi, voi vi sareste ritrovati a combattere sia Xemnas che Aizen. Chissà, magari si sarebbero pure alleati...". Nessuno rispose a questa domanda. Ma sapevano tutti cosa avrebbe potuto portare una situazione del genere...
Poi Mustang, visto il silenzio imbarazzante, si decise a riprendere la parola.
"Beh, ritornando al discorso precedente, è giusto che voi sappiate tutto ciò che ho in serbo per voi, oltre all'informarvi sui nostri nemici. Anche se questo non è il luogo più adatto per parlarne. Tra un pò ci sarà la cena. Dopo di che mi raggiungerete nella mia stanza, insieme a Zane. Lì parleremo meglio". I quattro non sembrarono troppo d'accordo, ma annuirono.

Non rimaneva altro che osservare la fine dell'allenamento di Zane. Il quale sembrava ormai allo stremo delle forze.
"Forza ragazzo! Ancora un piccolo sforzo! Come ultima prova, mostrami l'Unione Elementale dell'aria! Vediamo se hai imparato a ricontrollarla!", esclamò la maga, incitando il suo avversario, il quale sbuffò. Non era affatto facile in quel momento, senza energie...
Ichigo si stupì di nuovo. 
"Unione Elementale? Di cosa si tratta? Non ne ho ancora sentito parlare nei suoi allenamenti". Mustang lo guardò con un sorrisetto furbo.
"Ora lo vedrai...", disse soltanto. Ichigo non insistette. Si limitò ad osservare Zane, così come gli altri. 
Ci furono momenti di esitazione e di concentrazione per il ragazzo, che sembrava come mummificato in piedi. Non si muoveva ed aveva assunto le mani a forma di cuore.
Poi, come in un lampo, staccò le mani e scomparve in neanche mezzo secondo. Nei secondi seguenti, tutti i presenti ammutolirono. Sembrava che si fosse cancellato da quel ring. Come in un baleno, Zane comparve alle spalle della maga. Ciò che sorprese i presenti era il fatto che, mentre la parte superiore del corpo di Zane era visibile, la parte inferiore era completamente invisibile. C'era soltanto unna flebile e mossa linea di contorno, i corrispondenza della separazione delle due parti. Senza che la maga potesse accorgersene, Zane lanciò dei rapidi fendenti d'aria alla sua avversaria, che però fu lesta a creare una barriera e fermare i colpi. In pochissimi secondi si allontanò da Zane. I quattro ragazzi rimasero incantati anche dall'agilità della donna, che vista l'età, poteva sembrare più lenta del previsto.
Ma nonostante ciò, Zane sparì ancora, per comparire poco dopo, ai piedi della maga e lanciare ancora una volta dei fendenti d'aria. Con la donna che respingeva ancora con una barriera. E tutto ciò si ripetè allo stesso modo nei minuti seguenti, finchè, allo stremo delle forze, Zane si accasciò a terra, ansimante. 
"Bene, per oggi può bastare così. I tuoi miglioramenti continuano. Bravo Zane, continua così", disse la maga, con un sorriso a trentadue denti, ma anche lei ansimante.
Inoue, prima di andare ad aiutare Zane, guardò dubbiosa Mustang.
"L'Unione Elementale sostanzialmente è lo stesso Zane che entra in diretto contatto con l'elemento che vuole. In questo caso, si è unito all'aria circostante, diventando un tutt'uno con essa. In questo modo acquisisce le stesse caratteristiche dell'aria, quali una velocità maggiore, più potenza d'attacco e difesa, con annessa intangibilità. In questa forma, Zane risulta immune alla maggior parte dei colpi, sia fisici che magici. Tuttavia a causa di un eccessivo sforzo, senza contare anche l'unione con un'aria impura, non può rimanere in questa forma se non per dieci minuti. Quindici massimo", spiegò Mustang tutto d'un fiato.
La spiegazione sembrava soddisfacente per i presenti, e mentre Inoue, con le stelline al posto degli occhi, si congratulava con Zane per questo suo potere, Ichigo era sempre più senza parole. Era davvero un potere fantastico. Zane era davvero un guerriero di alto livello. Con lui al suo fianco, si sentiva sicuro di se. Se avesse combattuto anche lui contro Aizen, magari la storia sarebbe stata diversa... 
"Beh, visto che l'allenamento è finito, vi attendo questa sera alle ventuno in punto nella mia stanza. Zane e Yoruichi sanno la strada", detto questo, Mustang sparì in fretta e furia, senza che gli altri ebbero modo di chiedergli alcunchè.
Il tutto mentre Ishida informava Zane su quanto si erano detti loro e il Colonnello.
"Se gli ha invitati nella sua stanza, allora la situazione gli sta sfuggendo di mano. Voglio proprio vedere cosa si inventerà...", furono gli ultimi pensieri di Zane mentre veniva curato da Inuoie.
Poi, in un lampo, si ricordò che doveva chiedere una cosa a Porlyuscha. Ovviamente, quando si girò per chiederglielo, non la vide. Girò la testa a destra e a sinistra. Ma dell'ombra della donna, nemmeno una traccia.
"Come se non bastasse, Porlyuscha è sparita...Quella donna ha un'abilità di dileguarsi incredibile. Pazienza, glielo chiederò domani, tanto non era tanto importante...".

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"Finalmente sapremmo il motivo della nostra presenza qui", disse Ishida, a bassa voce, sistemandosi gli occhiali.
"Già, hai ragioni. Fin'ora, ci hanno tenuto nascoste fin troppe cose. Era anche ora che ci dicessero di più...", replicò Chad, sempre con un filo di voce.
Davanti al gruppetto, Yoruichi e Zane sembravano discutere animatamente. I due, nonostante le apparenze, aveva legato molto in quei pochi giorni. Yoruichi era sempre presente agli allenamenti di Zane, lo accompagnava sempre in mensa e si staccava poche volte da lui. Tant'è che Aqua aveva poco tempo per stargli vicino e con il passare dei giorni si spazientiva sempre di più. Anche per la base giravano voci sulla gelosia della ragazza.
A Ichigo, tuttavia, quelle voci erano come sussurri. La faccenda si insospettiva sempre di più. Yoruichi non le aveva mai dato l'impressione di legarsi molto a dei ragazzi. Escluso Kisuke, cui sembrava il suo migliore amico, non l'aveva mai vista in compagnia di ragazzi. E tutto ciò gli faceva storcere il naso...Era chiaro che c'era sotto qualcosa, qualcosa che ne Mustang, ne Yoruichi avevano intenzione di dire loro.
Sperava che con questo incontro ci sarebbero stati finalmente dei chiarimenti.

Quando arrivarono, fu Yoruichi l'incaricata di aprire la porta che dava nelle stanze di Mustang.
Non appena il gruppetto entrò, vennero sorpresi da una voce familiari che parlò per prima.
"Oh, ma guarda, sembra siano puntuali".
Ichigo e gli altri di tutto si sarebbero aspettati, ma non di certo la presenza di Kisuke Urahara alla base dell'Energy.
"Sei già arrivato anche tu. Non scherzi in fatto di puntualità", esclamò Yoruichi, rivolta al nuovo arrivato. Qust'ultimo la guardò con un misto tra il divertito e lo spaventato.
"Se fossi arrivato in ritardo, ti saresti infuriata parecchio...E quando lo sei, non sei per niente affascinante...". Lo disse con un tono di voce molto basso, ma che attirò comunque l'orecchio della Shinigami che lo guardò con un sguardo infuriato, pronta a tirargli qualche cazzotto di avvertimento. Già diverse volte Kisuke aveva dovuto sopportare la furia della donna.
Tuttavia, Mustang interruppe quel piccolo momento siparitico lanciando due o tre colpi di tosse. Non era di certo il momento per scherzare.
"Bene, visto che anche Kisuke è venuto qui, credo si possa iniziare".
Ichigo fece passare lo sguardo da Mustang a Kisuke. Se persino Urahara era presente, significava che le cose iniziavano a farsi interessanti. Inoltre Mustang somigliava molto a Urahara. Dal quel poco che aveva visto nel "Colonnello", i loro modi erano molto simili. Altalenavano momenti di estrema serietà a momenti allegri e divertenti. Sentiva che poteva fidarsi di quel Mustang, ormai.
Stranamente per i presenti, fu Urahara a prendere la parola.
"Dunque. Sarebbe meglio che prendiate posto. Sarà una serata molto lunga", invitò così gli altri a sedersi al tavolo, poi con un sospiro, riprese a parlare, "Ormai credo che sappiate perchè voi quattro siate qui", ed indicò il gruppo di Ichigo. Mentre Ishida era in piedi, alle spalle di Chad, gli altri tre erano seduti, così come gli altri. I presenti annuirono. Così Urahara potè continuare.
"L'organizzazione XIII è un pericolo per chiunque, non soltanto per l'Energy, ma anche per la Soul Society e ovviamente per tutto il mondo dell'ovest. Xemnas è un nemico che va ben oltre quelli che abbiamo affrontato fino ad ora. Di certo in questa sua forma, Xemnas non è a livello di Aizen. Tuttavia, sappiamo che Xemnas può benissimo aumentare la sua forza. I metodi ci sono ancora del tutto sconosciuti, ma può raggiungere una potenza nettamente superiore a quella di Aizen". 
Le reazioni non tardarono ad arrivare. Inoue si mise le mani davanti alla bocca, mentre Ishida e Chad spalancarono gli occhi, sudando freddo. Ichigo non se lo fece ripetere due volte. Si alzò di scatto dalla sedia e si scagliò contro Mustang, prima di venire fermato da Urahara e Yoruichi.
"TI E' DATO DI VOLTA IL CERVELLO?! E CI DICI SOLTANTO ORA DI QUESTA SUA PERICOLOSITA'?!", sbottò a gran voce il ragazzo.
Mustang sospirò e si voltò vero Urahara.
"Lo avevo detto che non erano pronti...E' un nemico al di fuori della loro portata". Ichigo stava ancora per dirgliene quattro, quando intervenne la Shinigami.
"Fai presto a dirlo. E' normale la sua reazione. Aizen era un mostro, praticamente da solo poteva reggere benissimo la forza di tutto il Gotei 13. Un nemico ancora più forte è come un suicidio per loro. Ichigo ha perso i suoi poteri per sonfiggere un nemico come Aizen". A quelle parole, Ichigo abbassò lo sguardo, mentre Ishida e gli altri lo guardavano dispiaciuti. Sapevano i dolori che aveva passato il loro amico. Gli ci volle un pò per sbollire la rabbia.
"Come pensate di poter sconfiggere un essere che possiede una forza del genere...Persino più forte di Aizen...", ribadì Ichigo, guardando Mustang con occhi di sfida. La fiducia di poco fà sembrava come si fosse svanita in pochissimi secondi.
"Non sarà facile, ma con il vostro aiuto speriamo di potercela fare. In questo momento Xemnas è tranquillo, se non fosse che vorrebbe distruggerci e la battaglia incombe. Ma se tu e Zane siete dalla nostra parte, allora possiamo anche farcela", poi fissò Urahara, che lanciò un lungo sospiro prima di rivolgersi ai due ragazzi.
"Ichigo, Zane, ora dovete starmi a sentire. Queste parole ne vanno del destino dell'intera galassia, non soltanto dei nostri mondi". Zane si fece più attento, anche lui dispiaciuto per la reazione di Ichigo. Non sospettava minimamente che dietro ad un ragazzo così tranquillo e disponibile potesse celarsi anche un velo di rabbia e odio. Doveva averne passate tante...
"Come ha detto Roy, la battaglia con Xemnas non tarderà ad arrivare alla base. Ormai si parla di giorni. Mentre Mustang rimarrà qui a combattere contro di lui, voi avrete una missione da compiere". A quella frase, sbottò anche Zane.
"Missione?! Mustang, mi avevi promesso che sarei rimaso qui a combattere con voi contro Xemnas e l'Organizzazione! Di cosa diavolo sta parlando Urahara!?". La reazione di Zane era prevedibile, penso Mustang, ma doveva cercare di calmare pure lui. Com'erano difficili i ragazzi di oggi!
"Zane, cerca di calmarti. Era così fino a poco fa. Ma con l'arrivo di Ichigo e degli altri, è cambiato tutto. Devi cercare di riordinare le idee e dar retta a Urahara. Te ne prego".
Zane sbuffò. D'altro canto, era anche vero che l'arrivo di Ichigo era stato inatteso da parte sua. Cercò quind di trattenersi dallo strangolare Mustang.
Urahara potè quindi continuare, dopo una rapida occhiata al Colonnello, che gli suggerì di proseguire.
"Dicevo. Voi avrete una missione ben precisa da compiere. Ichigo, Zane, voi dovrete recarvi nel mondo del sud. E una volta arrivati, dovrete andare a parlare con Porlyuscha". Ancora una volta Zane si stupì. Porlyuscha? Ma era in base fino a qualche ora fa! Era già tornata a casa sua!? Questo poteva soltanto significare che i suoi allenamenti erano conclusi...Anche se lui non aveva del tutto recuperato i pieni poteri.
"Perchè non parlarle qui? Perchè scomodarci ad andare fin nel mondo del sud a parlare con lei. Non c'è già la squadra di Snow lì? Chiedi a loro...". Mustang lo guardò stavolta lo guardò in malo modo.
"Zane, questa missione riguarda anche te. Porlyuscha quando era qui, doveva insegnarti una magia di una certa importanza, che non ha potuto fare. Recuperare i tuoi poteri era di maggior rilevanza, per cui abbiamo rimandato. Ora non abbiamo più tempo. E' giunto il momento che la impari, ne va della salvezza di molti. Quando la raggiungerai, il tuo allenamento potrà proseguire".
Zane era sempre più sopreso. Quante altre cose gli stava nascondendo Mustang? E poi cosa centrava Ichigo in tutto ciò? Mustang sembrava avergli letto nel pensiero.
"Ichigo verrà con te perchè anche a lui Porlyuscha deve insegnare qualcosa di molto importante. Quando la incontrerai, saprai di più. Per ora è meglio che rimaniate nell'ombra ancora per un pò". Poi si rivolse ai tre ragazzi rimanenti.
"Quando a voi tre, vi recherete alla "Città di Mezzo". Lì dovrete incontrare Edward Elrich e mettervi a sua disposizione".
"Edward Elrich?!", Zane si sorprese. Pensava che Ed fosse ancora alla base.
"Si, proprio Ed, uno dei generali dell'Energy. Era di vitale importanza inviarlo là, visto che si tratta dell'ultima roccaforte, nel caso la base dovesse essere distrutta". Nonostante non celasse alcuna emozione, Zane in quelle parole, vi lesse un malcelato velo di tristezza. Cosa diavolo stava nascondendo Mustang?
"Infine, Yoruichi partirà con voi due, Ichigo e Zane. Mentre Urahara ritornerà nel mondo dell'ovest, a tenere sott'occhio la Soul society ed eventuali movimenti dell'Organizzazione".
Si fermò giusto per riprendere fiato.
"Partirete tutti stanotte. Vi consiglio di riposare per qualche ora. Detto questo", e Mustang si alzò, andando a vuotarsi un bicchiere di Rum, "Devo avvertirvi sulla pericolosità di ciò che vi aspetta". I cinque ragazzi si fecero più attenti.
"Non è soltanto Xemnas il centro dell'organizzazione. Tutti i membri sono in se per se pericolosi. Ma alcuni di loro possono essere davvero letali. Dovete sapere che all'interno dell'organizzazione, i membri si dividono per ranghi, proprio come l'Energy. Al vertice abbiamo Xemnas, come intuibile. Poi, dei quattordici membri, sette sono considerati i membri base. Il loro livello può benissimo superare quello dei vice-capitani all'interno della Soul society. Se raggiungono il loro massimo potere, possono avvicinarsi persino al livello di un capitano, seppur per breve tempo", Ichigo e gli altri rimasero a bocca aperta. Se i membri base potevano raggiungere il livello di un capitano, non osavano immaginare i restanti membri.
I loro pensieri vennero interrotti ancora una volta da Mustang.
"Successivamente, abbiamo i sei "Seggi". Considerate ora la gerarchia come se fosse una scacchiera. I sette membri sono i pedoni. Poi abbiamo i due "Alfieri". La loro abilità è notevole. Sono padroni delle arti magiche e il loro potere può benissimo essere considerato alla pari con quello dei capitani, seppur con qualche eccezione. Dopo di loro, ci sono i "Cavalieri", la cui forza fisica è incredibile. La loro forza è sicuramente ai livelli dei capitani più forti. Già se doveste incontrare gli Alfieri, il consiglio sarebbe di fuggire, ma sicuramente non affrontate i Cavalieri. Ne va della vostra stessa vita. Ora come ora non siete al loro livello". Poi prese un sospiro e sbuffò.
"Infine ci sono loro. I tre membri più forti che l'organizzazione possiede. Le due "Torri". La loro forza va ben oltre quella di un capitano del gotei 13. Vi è categoricamente vietato ingaggiare un combattimento nel caso incontrase uno di loro due. Ma soprattutto, evitate di combattere contro la "Regina" di Xemnas. Il suo nome è Saix. Il membro più forte dopo di lui. Si dice che la sua forza, unita a quella delle due Torri, sia abbastanza da superare tutto il Gotei 13 messo insieme...".
I quatto ragazzi ammutolirono. Erano davvero così potenti i loro avversari? Davvero così temibili?
"Comunque sia, quello che dovevate sapere, ora lo sapete. Per ora andate a riposarvi e a prepararvi per il viaggio. Partirete stanotte stessa, non possiamo più ritardare, a questo punto". Lo disse con un tono così perentorio e solenne, che nessuno ebbe modo, anzi motivo, di ribattere. Fecero solamente quello che venne detto loro.
Non prima che Ichigo fece un'ultima domanda, più che altra rivolta a Urahara.
"Un'ultima cosa. Perchè la Soul Society non ne è a conoscenza? Perchè non ne sanno niente? Nemmeno Renji e Rukia?". Urahara lo guardò con uno sguardo comprensivo.
"Oh bhe, credo che questa debba ancora rimanere segreto alle vostre orecchie. Devi fidarti di me, Kurosaki. Sappi che per ora, è un bene che loro non ne sappiano niente", detto questo Ichigo sembrò non risolvere i suoi dubbi. Preferì non indagare oltre. Avevano già ricevuto il massimo che potesseri ricevere. Doveva solamete fidarsi di Urahara e Yoruichi.
Ora, finalmente, il loro ruolo in quella "scacchiera" era stato finalmente deciso. Finalmente, entravano in azione...

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"Melody, mettimi immediatamente in comunicazione con la base dell'Energy. Devo contattare Mustang, al più presto!". Davanti a loro, l'ennesimo portale si stava aprendo. Ormai erano diventati quasi ingestibili.
"Ricevuto! Comunque sia, se ne sta aprendo uno anche vicino alla città di Magnolia! Ne abbiamo ricevuto ora la conferma da Racer e Midnight!". Gerard la guardò con uno sguardo di stupore.
"Un'altro?! Com'e possibile?! Ora si stanno diffondendo come se fossero dei funghi! Comunica immediatamente a quei due di respingere tutti gli Heartless e di chiuderlo! Noi pensiamo a questo qui!". E immediatamente, dietro di lui comparvero altre tre persone incappucciate.
"Dobbiamo chiuderlo prima che le creature riescano a raggiungere la città di Magnolia!".
Fu uno dei tre personaggi a prendere la parola
"A Magnolia c'è Fairy Tail. Non dovrebbero avere problemi a sconfiggere creature di quel genere".
Gerard si voltò verso di lui.
"Ti sbagli, Cobra. In primo luogo Fairy Tail non dovrebbe venire a conoscenza di tali creature. E nemmeno la popolazione di Magnolia. In secondo luogo...", guardò la città che si stagliava davanti a loro. Una lacrima, seppur impercettibile scivolò lungo la sua guancia.
"Erza...".
"Fairy Tail non esiste più!".




EPILOGO: Noctis e la sua squadra di confrontano contro Xaldin, uno dei membri più forti sotto il comando di Xemnas. Ma ancora una volta Xemnas decide di risparmiare i membri dell'Energy. Quale sarà il suo scopo? 
Nel frattempo, Zane continua i suoi allenamenti e Ichigo e compagni finalmente conoscono ciò che spetta loro. Un'organizzazione temibile, uno avversario addirittura superiore ad Aizen. Quale sarà il piano definitivo di Urahara e Mustang? Cos'hanno in serbo per Ichigo e compagni? E come mai la Soul Society ne è allo scuro? Ancora una volta, i piani di molti si sovrappongono. Ma quale di questi avrà il sopravvento sugli altri?
Tutto nel prossimo capitolo!

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Capitolo 10
*** Ricerca! ***


 
CAPITOLO 9:

RICERCA!

 
 
Rieccomi di ritorno con questo new chapter! 
Come sempre, ringrazio KING KURAMA per i suoi commenti. Davvero, non so come ringraziarti :)
Sì, anche io ne ho visti un paio. In effetti non è facile gestire poteri di qualcuno che ancora non ne ha mostrati, ma da quel poco che si è visto, sono molto simili. E in effetti, gli effetti son assimililabili a quelli di Erza, ma forse leggermente più forti e completi. 
I quattro generali compariranno pian piano nei prossimi capitoli. Ovviamente non tutti XD
Per Sephiroth ho già in mente qualche ruolo importante...Vedrai che anche lui farà le sue comparse da gran personaggio qual'è





"Non pensavo che ci avremmo impiegato così poco ad arrivare qui . E' stata una fortuna non incrociare nessun gruppo di Heartless", esclamò Ashelia, al settimo cielo per essere giunta sana e salva nel Mondo del Sud. Ormai non ci sperava più, dopo soltanto due giorni di cammino.
"Soprattutto non aver incotrato nessun membro dell'Organizzazione. Ci è andata di lusso", furono le parole a sostegno di Ashelia da parte di Snow. Anche se velavano una certa nota di delusione. Gli sarebbe piaciuto confrontarsi con uno di loro, ma ovviamente la missione aveva la priorità su tutto.
"Appunto. Quindi è inutile perdere del tempo ora. Vediamo di sbrigarci, non abbiamo tutta la giornata". Le parole di Stella riscossero i due e mentre una sbuffò, l'altro asserì immediatamente. Nonostante fosse superiore in grado a Stella, aveva imparato a rispettarla, per il suo grande carisma, ma soprattuto anche per la paura di subirsi una sua punizione. Per poi vedersela anche con Noct...Non ne valeva la pena davvero.
"Quindi, Snow, ora cosa dobbiamo fare?", chiese sempre la bionda. Snow armeggiò con la borsa che portava a tracolla, tirando fuori il classico GPS in dotazione alle squadre operative dell'Energy. Ci volle poco al ragazzo per interagire con quell'apparecchio. Non era la prima volta che aveva a che fare con qualcosa di tecnologico e all'avanguardia, come lo era il GPS.
"Dunque. Se le informazioni su questo aggeggio sono corrette, la prima cosa da fare è andare a cercare un certo Gerard Fernandez. Si tratta del nostro alleato qui nel mondo del Sud. La nostra priorità è trovarlo ed aiutarlo a contrastare la moltitudine di Heartless che stanno cercando di invadere questo mondo. Ovviamente con la massima discrezione". Dopo qualche secondo, tutti e tre voltarono lo sguardo a destra e a sinistra. E si guardarono dubbiosi.
Mustang aveva detto loro che il mondo del Sud era quello più in difficoltà. Proprio per questo aveva inviato loro. Ma di Heartless nessuna traccia. La situazione era davvero strana e a Snow puzzava molto di trappola.
"In effetti, non vedo una situazione così disastrosa...", asserì Ashelia, sempre gettando un occhio di qua e di là. Snow lo confermò con un cenno della testa. Poi intervenne Stella, "Non sembrerà così grave, ma se è il Colonnello ad avercelo riferito, allora deve essere così. Quindi deve essere per forza così. Magari la zona in cui ci troviamo non è stata interessata da nessun portale oscuro. Comunque sia", e ritornò sull'argomento scottante, "Idee su dove si trovi questo fantomatico Gerard?", chiese, rivolta al ragazzo. La risposta si fece attendere giusto qualche secondo in più, con Snow che armeggiava con il GPS.
"Beh, in effetti non dà molte informazioni...E' molto vago. L'unico indizio che ci dà è di recarci in una città chiamata Magnolia, che si trova a circa...", non finì la frase che si rabbuiò. Le due ragazze se ne accorsero. Fu Stella la più lesta a chiedere.
"Che ti prende? Perchè quella faccia?".
Snow si voltò dalla parte opposta e osservò oltre la foresta in cui erano arrivati col portale ed indicò una città di notevoli dimensioni.
"Due kilometri da qui...", concluse sbuffando. Andava ancora di lusso alla squadra.
Ashelia saltellò dalla gioia, mentre Stella si contenne maggiormente, ma si vedeva che anche lei era felice.
Almeno non doveva percorrere altra strada e perdere altro tempo. Ashelia invece ringraziò di non dover affaticare più i suoi poveri piedi. 
La cosa che, tuttavia, li fece stupire era il fatto che non si accorsero subito di avere alle spalle una città di quelle dimensioni. Erano fin troppo distratti a pensare agli Heartless e a questo Gerard.
"Bene, in una decina di minuti dovremmo arrivarci, se partiamo subito. Dopotutto è mattina, abbiamo tempo prima che cali il sole. Questo ci dà tempo di cercare questo Gerard". 
"Scusa, Snow. Ma prima ti sei interrotto. Cosa ci andiamo a fare in questa città chiamata Magnolia?", domandò Ashelia, fissando l'immensa mole della città.
Snow schioccò le dita.
"Giusto, hai ragione. Dunque dov'ero rimasto...," fissò ancora un pò il Gps, "Sì, allora dobbiamo cercare una gilda di maghi chiamata "Fairy Tail". Pare che loro siano a conoscenza di Gerard e quindi possibilmente anche di dove si trovi ora".
Ashelia continuava ad avere dubbi atroci che la assillavano.
"Fairy Tail? Gilda di maghi? Cosa sarebbe una gilda di maghi? Maghi come me?". Prima che il ragazzo potesse risponderle, intervenne Stella, che si infuriò parecchio con la compagna.
"Ma sei una testona o cosa? Ti sei letta il manuale del Mondo del Sud che ci aveva dato il Colonnello?".
Ashelia la guardò con uno sguardo colpevole. Stella sbuffò e maledisse la ragazza dai capelli rosa.
"Allora, Fairy Tail è una delle tante gilde sparse per questo mondo. Le gilde di maghi sono gruppi di maghi, appunto, che, vivendo insieme, portano a compimento missioni varie volte ad aiutare la popolazione locale del regno, che mi pare si chiami "Regno del Fiore", e lo disse guardando Snow in cerca di conferma. Quest'ultimo annuì e Stella potè continuare, "Inoltre, esistono Gilde della "luce", vale a dire gilde di maghi che aiutano il prossimo e Gilde "oscure", ovvero quelle che mirano soltanto ad obbiettivi malvagi. Un pò come l'Organizzazione XIII. Fairy Tail è una gilda di luce. Per questo probabilmente conosce Gerard. Hai capito ora?", concluse la bionda, fissando ansiona la compagna. La quale annuì convinta. Ashelia poteva sembrare distratta, a volte. Ma era molto intelligente ed afferrava subito spiegazioni e concetti. 
"Bene, dopo questo piccolo ripasso, direi che sarebbe meglio che ci mettessimo in marcia subito", esclamò Snow, alzando il braccio, a mò di dittatore. Ashelia lo seguì entusiasta. Stella un pò meno...


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Come previsto dall'albino, ci vollero circa una quindicina di minuti per arrivare alle porte della città.
L'ingresso era molto ampio e permetteva il passaggio di più carrozze e cavalli alla volta. Il via vai di gente era immenso e la confusione era molta, soprattutto lungo le vie principali. La squadra era molto disorientanta in quella città sconosciuta. Fortunatamente per loro, il GPS funzionava anche da mappa virtuale. Snow fu in grado di scansionare interamente la città, in modo da averne una mappa completa che potessero usare.
Ma anche con quella, muoversi in quella confusione era davvero difficile.
Ci misero altri minuti preziosi prima di arrivare in quella che sembrava un'enorme piazza, davanti cui troneggiava una maestosa cattedrale, sembrava molto in stile gotico. La cattedrale di "Cardia", come veniva chiamata dai cittadini.
Ora il problema, però, era trovare questa fantomatica gilda.
"Allora? Dove si trova questa Fairy Tail? Non ho voglia di girare a caso per la città in mezzo al casino. Quindi vedi di trovare immediatamente la strada giusta, Snow", e Stella lo disse in tono così perentorio che Snow non se lo fece ripetere due volte.
Tuttavia, nonostante il GPS, le informazioni riguardo Fairy Tail erano inesistenti. Dopo diversi tentativi, sbuffò e perse la pazienza.
"Accidenti! Non trovo nulla su Fairy Tail! Nulla di nulla! Sembra come se non esistesse!", fece per lanciare il GPS ma venne fermato immediatamente da Stella.
"Ti è dato di volta il cervello? Se rompiamo il GPS siamo fritti! Cerchiamo di ragionare. Tu continua a cercare su quel robo lì. Io e Ashelia andiamo a cercare qualcuno che possa darci qualche informazione".  Snow la interruppe con un braccio.
"Perchè non lo fate voi? Mi sono stancato di usare questo macchinario. Mi affatica la vista". La bionda lo guardò in malo modo.
"Sei tu il tecnologico della squadra. Inoltre, io e Ashelia siamo due donne e anche molto affascinanti. Faremmo una impressione migliore noi due donne rispetto ad un armadio biondo che cammina, con uno sguardo truce e quel coso in mano, vestito come un orso polare. Non credi?", e lo guardò con un secondo sguardo ironico, sfoggiando un sorrisetto malizioso.
Snow strinse i pugni e la guardò in cagnesco. Non eran del tutto vere tutte quelle descrizioni, ma purtroppo aveva ragione lei e non poteva ribattere. Per questo sbuffò e continuo ad utilizzare il GPS, ormai senza speranza, mentre Ashelia e Stella andarono a chiedere informazioni. Nonostante molti tentativi, alcuni dei quali si risolvevano in apprezzamenti poco eleganti da parte dei passanti uomini (soprattutto uomini di una certa età, cui Stella minacciava di morte tutte le volte), la frase era sempre la solita. In quella città, Fairy Tail non esisteva. Quindi i casi erano due. O il GPS era guasto, improbabile visto che era opera dei fratelli Elrich, oppure era una gilda in incognito e i cittadini non ne erano a conoscenza.
Perciò, decisero di ritornare da Snow, che imprecava ad alta voce, attirandosi sguardi poco piacevoli dei passanti.
Anche se ritennero opportuno un'ultimo tentativo. Optarono per un gruppetto di ragazzi, vicini al loro compagno.
Erano in tutto due maschi ed una femmina.
Il primo, più alto, portava capelli neri di media lunghezza, un vestito grigio ed un cappotto nero e oro. L'altro ragazzo, aveva capelli di un bianco acceso e una sciarpa del medesimo colore intorno al collo. Mentre era completamente sbottonato davanti. Sulle spalle di entrambi vi erano degli strani gatti, rispettivamente un gatto bianco ed uno rosso.
La donna, invece, portava una lunga mantella di colore azzurro. Capelli raccolti in due Chichon, di un nero cupo. 
Era il loro ultimo tentativo, poi avrebbe mandato al diavolo quella città e la gilda.
Fu Stella a fare la prima mossa, rivolgendosi alla donna.
"Hem, chiedo scusa, potrei chiedervi un'informazione sulla città? Sapete, siamo appena arrivati per la prima volta e siamo un attimo disorientati". I tre si voltarono non appena la sentirono parlare.
Fu però il ragazzo albino a risponderle.
"Ah, certamente. Anche noi siamo di passaggio e non siamo di qui, ma la conosciamo abbastanza bene. Chiedete pure". Lo disse con un tono misto di gentilezza e strafottenza. Ashelia aveva voglia già di ringraziarlo. Stella invece voleva già minacciarlo di morte. Si trattenne dal farlo e si esibì in un sorriso falsissimo.
"Vi ringrazio molto. Sapevamo che in questa città vi era una gilda di maghi chiamata Fairy Tail, ma sembra che non riusciamo a localizzarla. Potete dirci dove possiamo trovarla?". Il tono era il medesimo di quello del ragazzo.
Ma la reazione dei tre fu inaspettata. Sia lui che il compagno strabuzzarono gli occhi, mentre la donna fece una smorfia. Ci mise un pò a rispondere.
"Ah, state cercando Fairy Tail...Mi dispiace dirvelo, ma Fairy Tail non esiste più...E' stata sciolta qualche mese fà...", e lo disse con un tono molto triste e dispiaciuto.
Inutile dire che ad Ashelia e Stella caddero le braccia. Di male in peggio.
"E ora come facciamo a trovare questo Gerard Fernandez se non abbiamo neanche un punto di partenza?", domandò a bassa voce la rosata alla compagna, la quale sbuffò.
"Non ne ho idea. Sembra che la fortuna ci abbia abbandonato...". Nonostante il flebile tono di voce, i due ragazzi riuscirono chiaramente ad udire quel nome, che a loro suonava molto familiare.
"Avete detto Gerard Fernandez?", chiese sempre l'albino.
"Sì, proprio lui. Lo conoscete?", replicò Ashelia, guardandolo speranzosa.
"Eccome. Facciamo anche noi parte di una gilda. Conoscevamo Fairy Tail ed eravamo una gilda molto unita a loro. Quindi conosciamo, seppur in parte, anche Gerard". Ashelia cacciò un gridolino e Stella si esibì in un sorrisetto. Quel tipo iniziava a piacergli.


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Snow aveva notato le due ragazze in compagnia di quel gruppetto e lì per lì non se ne accorse subito. Facendosi più attento, tuttavia, notò degli strani simboli, identici. Uno sul cappotto del ragazzo dai capelli neri, l'altro sul braccio sinistro del compagno. Era sicuro fossero simboli di una gilda. Magari era proprio Fairy Tail. Si decise a scattare una foto di soppiatto, con il GPS, in modo che potesse identificarlo. Ci volle poco al macchinario per analizzare quel simbolo. E Snow ci rimase male dal risultato. Non era di Fairy Tail, ma di un'altra gilda, chiamata SaberThooth. Nulla di importante nelle ricerca della loro gilda. Ma quando vide brillare gli occhi di Ashelia e Stella esibire un sorrisetto, qualcosa lo insospettì. Perciò si diresse verso il gruppetto.
Venne accolto dalle due ragazze, che subito lo inserirono nel discorso. Fu Ashelia a farlo.
"Snow! Questi ragazzi conoscevano sia Fairy Tail che Gerard! Possono aiutarci!".
Il ragazzo li guardò con sospetto. Anche i tre interlocutori erano sorpresi dall'uomo. Era molto alto e di certo non inspirava fiducia alla prima occhiata.
"Sì, può essere. Dopotutto sono anche loro facenti parte di una gilda di maghi, chiamata Saberthooth. Non vedo perchè non credergli". I tre si sorpresero ancora di più.
"Sai che siamo di Saberhooth? E' per il simbolo, giusto?", domandò il moro, indicandolo sul proprio petto. Snow annuì. E il compagno dai capelli bianchi si inorgoglì. Era ovvio che la loro gilda era conosciuta anche dagli stranieri.
"E diteci, dove possiamo trovare Gerard?", chiese Stella, sempre rivolgendosi all'albino. Il quale la guardò con aria di sfida e superiorità.
"Fermi un attimo. Non sappiamo chi siete e il perchè state cercando Fairy Tail o Gerard". 
Ok, la fiducia che Stella iniziava a provare per quel tipo, svanì in mezzo secondo. Gli impulsi omicidi ripresero il sopravvento.
Stava per dirgliene quattro, ma venne interrotta da un gesto di Snow, che prese la parola.
"Chi siamo è un'informazione che non vi deve importare. Il perchè li stiamo cercando anche. Se sapete dove sono bene, altrimenti possiamo anche salutarci qui". Il tono che aveva usato era neutro. Non era ne cordiale e troppo aggressivo. Fu però la donna del trio a fermarlo.
"Aspetta! Non avere fretta. Vi diremo tutto ciò che sappiamo, ma non qui all'aperto. Conosciamo un bar non troppo frequentato. Lì sarebbe perfetto". Snow guardò la donna con un sorriso.
A quanto pare i modi neutrali di Snow funzionavano, penso tra se Stella. E soprattutto la donna sembrava molto più ragionevole del suo compagno dai capelli bianchi. 

E così, il gruppetto si mise in moto nella confusione cittadina. Ci volle qualche minuto per arrivare in quest piccolo bar. Era nascosto in una delle tante minuscole vie che intrecciavano la città in più punti. Aveva un'insegna non troppo illuminata. E non aveva un bell'aspetto, in generale. Il gruppo entrò comunque. Non era affollato, anzi, oltre a loro, vi erano solamente altre due persone, ma la luce era talmente fioca che non riuscirono a vederli in faccia, oltre all'oste, ovviamente. Si sedettero in un angolo appartato. Snow e la donna si sedettero da una parte, gli altri quattro dall'altra. Ci volle qualche secondo di più affinchè la donna prese la parola.
"Bene, credo che prima di parlare di altro, sarebbe bene presentarci come si deve. Io mi chiamo Minerva, mentre il ragazzo cupo dai capelli neri", ed indicò quest'ultimo, risentito per l'aggettivo non fin troppo garbato della donna, "Si chiama Rogue. Il suo compagno, invece, fin troppo vispo, è Sting", e spostò la visuale alla sua destra. Fece un cenno di saluto con la mano.
"Come già sapete, facciamo parte di Saberthooth, una gilda di maghi. Voi invece?", domandò al ragazzo che aveva di fianco.
"Io sono Snow Viliers. La bionda è Stella Nox Fleuret, mentre l'altra ragazza è Ashelia. Piacere nostro". Stella non salutò nemmeno. Ashelia invece, raggiante, agitò le braccia a destra e a manca.
"Dunque, ora che abbiamo finito con le presentazioni, cosa volete sapere?", fu la seconda domanda della donna.
"Tutto. Fairy Tail. Gerard Fernandez. Non estromettere nessun dettaglio, nemmeno il minimo". Minerva lo guardò con uno sguardo deluso.
"Mi aspettavo che ci diceste almeno i motivi del perchè dovremmo fornirvi tali informazioni...Gerard è un mago rinnegato per il consiglio della magia. E' proibito anche solo averci a che fare. Sting aveva ragione. Sarebbe interessante che ci informaste anche voi".
"Consiglio della magia?", chiese Ashelia, guardando, dubbiosa, Minerva. Stella la guardò ancora in cagnesco. Non aveva proprio studiato...
"Un gruppo ristretto di maghi che ha il compito di controllare varie gilde. E anche di dettare leggi che le riguardano. Ma non sviamo il discorso. Non toccherebbe anche voi dirci qualcosa?", ribadì la maga, sempre tenendo lo sguardo fisso su Snow.
Lo sguardo di lei era davvero penetrante. Quasi sensuale. Era difficile resisterle, tant'è che persino Snow fu costretto ad abbassare il suo per qualche secondo. Stella era molto riluttante e cercava in tutti i modi di impedire al suo compagno, con sguardi e gesti, di poter parlare.
"Forse dovremmo veramente farlo...", disse Snow, con la voce incrinata dal dubbio.
"Snow! Non possiamo farlo! Sai benissimo che va contro ciò che ci ha ordinato!", rispose Stella, alzando il tono della voce ed attirandosi gli sguardi di Sting e Rogue, oltre a quello preoccupato di Ashelia.
Non ottenendo risposta, continò imperterrita.
"La missione è top secret, così come anche le nostre identità! Già il solo avergli rivelato i nostri nomi va contro....", non finì la frase che Snow battè i pugni sul tavolo, facendo trasalire i presenti, soprattutto Minerva.
"Adesso basta, STELLA!". Enfatizzò molto il nome della compagna, che strinse i pugni e lo guardò stupita.
"Sono io il capitano della squadra, in fin dei conti. Ho io il comando e decido io cosa fare oppure no! Perciò non sta a te prendere una decisione. Ho come la sensazione che siano dei bravi ragazzi, delle persone su cui poter contare. Altrimenti non ci avrebbero detto nulla riguardo il loro conoscere Gerard o la gilda e non ci avrebbero portato qui. Tanto meno sembrano dell'organizzazione. Non vedo motivi per tenerglielo nascosto. Noi gli diciamo tutto e loro anche".
Guardò poi la donna con uno sguardo di fiducia, completamente ricambiato. Stella era furiosa. D'altro canto Snow aveva ragione. Non era lei a comandare, ma se lui avrebbe detto qualcosa, se ne sarebbe pentito, quasi sicuramente.
Riprese la parola Snow, tremante dall'emozione.
Stavano, di fatto, andando contro gli ordini del Colonnello, che gli impedivano di parlare di Organizzazione, Heartless, Energy e chicchessia.
Poi le parole iniziarono a fluire come un fiume in piena.
Raccontò loro della loro Energy, della XIII, di Xemnas e dei Nessuno. Della loro missione, del perchè cercassero Gerard e quale era il suo ruolo in tutto ciò. Non estromise nessun particolare. E a mano a mano che parlava, i tre di Saberthoot trattenevano il respiro e strabuzzavano gli occhi sempre di più.
Quando Snow sospirò profondamente e concluse il discorso, per poco i tre non svennero dallo stupore.
"Io-io sono senza parole...", proferì la donna, guardandolo di sott'ecchi.
"Non avrei mai pensato tutto ciò...Nemmeno nei miei incubi peggiori...", replicò Sting, con il sudore che gli imperlava la fronte.
"So che può essere difficile da credere. Ma dovete fidarvi di noi. Non raccontiamo favole. E' tutto vero. Dalla prima all'ultima parola". Mentre proferiva tali parole, fissava Minerva. Era la meno stupita, ma sembrava che le parole del ragazzo l'avessero in parte convinta. Il suo sguardo era molto deciso. Non sembrava quello di un bugiardo.
"Sì, lo so...Si fa fatica a credere a ciò, senza nemmeno uno straccio di prova, se non quell'aggeggio...", ed indicò il GPS che Snow aveva mostrato loro durante il racconto. Una tecnologia che non avevano mai ammirato, "Tuttavia, mi sento di poter credere alle tue parole. Non so perchè, ma anche io ho il presentimento che siate persone di cui potersi fidare ciecamente", e lo guardò con un sorriso sincero, ricambiato dal ragazzo.
Stella, che non aveva proferito parola per tutta la durata del racconto, intervenne tempestivamente.
"Bando alle ciance, ora diteci quello che sapete su Gerard e quell'altra gilda". Minerva la fissò col solito sorriso, mentre Snow sembrava stizzito da quell'intervento.
"Quando hai ragione, hai ragione. Una promessa è una promessa", poi si schiarì la voce, "Dunque, a dirti la verità, non sappiamo molto di Gerard. Non abbiamo sue notizie da qualche mese, da quando Fairy Tail si è sciolta".
"Sciolta? Faceva parte di Fairy Tail?", intervenne Ashelia.
"No, ma era molto amico di molti membri della Gilda. Abbiamo incontrato qualche giorno fa proprio alcuni di loro, che avevano intenzione di rifondare la gilda. Ma non abbiamo chiesto nulla di Gerard, anche perchè non ci interessava. Ma probabilmente nemmeno loro vedevano Gerard da tempo. Sembra come essersi volatilizzato nel nulla", rispose Minerva, con sguardo ambiguo.
"Nessuna idea di dove possa trovarsi, quindi?", domandò Snow, toccandole la spalla. 
"Nessuna. Niente di niente. Forse se riusciste ad incontrare un membro di Fairy Tail in particolare, potrebbe dirvi dove trovare Gerard".
"Chi sarebbe questo membro? Sapete dove trovarlo?", la interruppe sempre Ashelia.
"Ma certo. In realtà si tratta di una ragazza. Si chiama Erza Scarlett ed era la maga più forte di Fairy Tail, un'ottima spadaccina. Era molto amica di Gerard e sicuro sa dove lo potete trovare. Qualche settimana fa, dicono di averla visto nei pressi di Crocus, la capitale del regno. Con quell'aggeggio, credo non avreste problemi a trovare la città", concluse la donna, indicando l'oggetto.
Snow annuì. Trovare la città non era il problema principale.
"Molto bene, quindi troviamo la città. Poi questa "Erza". Ed infine Gerard. Sembra poter funzionare". Stella si alzò di scatto.
"Ma certo! Così buttiamo via altro tempo in un viaggio praticamente inutile, visto che la ragazza potrebbe benissimo aver lasciato la città. E non abbiamo nemmeno la certezza che sappia veramente dove si trovi Gerard. Continuo a non fidarmi di questi qui...", ed indicò soprattutto il ragazzo che aveva di fianco a lei, Sting. Il quale la guardò con un misto di rabbia e odio.
"Senti...", Sting non riuscì a completare la frase, Snow percepì qualcosa al di là della sua figura.
Si alzò d'improvviso dalla sedia, stupendo i presenti.
"Hey, ma che ti prende...?!", intervenne Sting, alzandosi anche lui. Ma Snow non ci fece caso.
"Stella, Ashelia...". Le due non compresero subito ciò che Snow voleva dir loro.
"Sono qui...". Poi d'un tratto, l'esplosione. Tutto si fece di un nero come la pece. Il fumo iniziava a spargersi per l'ambiente.
Prima di avere la sensazione di essere trascinato verso il cielo da qualcosa, l'occhio di Snow caddè sulle due persone presenti con loro in quel bar. Come aveva fatto a non accorgersene subito.
Il nero delle loro vesti.
Erano davvero loro...


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Con un "puf", l'uomo atterrò in quello che sembrava un immenso deserto. Davanti, dietro, alla sua destra, alla sua sinistra. Solo sabbia e dune. Il portale sparì in pochi secondi, creando un leggero venticello che sollevò il suo mantello, rosso sangue.
La spada posta dietro la sua schiena.
Il braccio sinistro, come sempre, sostenuto dalla manica della sua veste.
Auron non era per niente felice di quel viaggio. Non solo aveva disintegrato qualche migliaio di Heartless. Ora era pure incappato in un deserto, senza sapere minimamente dove andare.
Ovviamente tutta la colpa ricadeva su Mustang e sul suo non fidarsi di quel Kisuke Urahara. Perchè mai mentirgli sulla sua missione? Perchè non dirgli chiaramente che lui, Auron, era in missione per conto solo e solamente del Colonnello? Perchè non dirgli che la sua "quest" era di ritrovare i tre generali mancanti? 
Bah, ormai Auron non si faceva più troppe domande sulle azioni di Mustang.
Certo era che se doveva riportare alla base quei tre, in solamente sette giorni, forse meno, doveva darsi una mossa.
Perciò si mise in marcia, non sapendo nemmeno come orientarsi. 
Solamente dopo qualche minuto, si diede dello stupido, accorgendosi di avere il GPS nella sua tasca della mantella. Imprecò come se non ci fosse un domani e si mise ad armeggiare con quel coso.
L'unica cosa che doveva fare era solamente inserire il luogo in cui doveva recarsi e gli appariva la direzione esatta. 
Perciò non ci mise molto, digitò la parola "Hueco Mundo" ed un allarmò suonò improvvisamente.
"E ora che diavolo succede?! Dannatissimo marchingegno!". La freccia direzionale puntava esattamente ai suoi piedi.
"AH! Ma cosa diavolo vorra dire! Significa forse che si trova sotto terra e devo scavare?! Accidenti, non ci capisco niente!". Ed imprecò ancora di più. Poi si accorse che se si girava, la freccia girava anch'essa.
Lo colse un'illuminazione.
"Oh, significa che sono già nell'Hueco Mundo. Perfetto! Ora devo solamente cercare quell'altro luogo".
Digitò per la seconda volta "Las Noches" e la freccia iniziò ad indicare la sua destra, verso quella che sembrava un'immensa duna.
"Stai a vedere che si trova proprio dietro quella duna...".
Si mise perciò in cammino verso quella collina si sabbia, che, a dispetto delle apparenze, sembrava più lontana del previsto.
Mentre camminava, continuava a brontolare e imprecare contro Mustang e Urahara e sul fatto che nessuno dei due si fidava completamente dell'altro.
"Certo che però è strano. Solo ora mi sono accorto di quanti Heartless ho fatto fuori. Eppure nel mondo dell'Ovest dovrebbe esserci anche la squadra Beta?  Mi chiedo se ne abbiamo incontrato qualcuno durante il viaggio. O peggio ancora, qualcuno dell'organizzazione. Anche se con tutta quella confusione delle squadre che ha fatto Mustang, non mi stupirei che si siano ritrovati a litigare tra di loro", Auron parlava da solo. Era solito farlo quando era nervoso oppure eccitato dal combattimento. E in questo momento era davvero innervosito.
"Oppure sono stati catturati? E se fosse davvero così?". A queste domande, Auron non diede risposta.
Alzò le spalle in segno di menefreghismo e continuò per la sua strada.
"Certo che qui fa proprio caldo...Ci vorrebbe una ventata d'aria fresca in questo posto...". Ciò che richiese non tardò ad arrivare.
Un vento gelido lo percorse da capo a piedi e lo costrinse a voltarsi.
In meno di due secondi, da uno squarcio di enormi dimensioni, comparvero un gruppo numeroso di creature nere come la pece.
"Heartless...Ti pareva che mi seguissero fino a qui...", poi un lampo fece spalancare gli occhi ad Auron.
La loro forma era nettamente diversa da quella degli Heartless normali. Erano molto più grossi, privi di arti e con delle strane maschere bianche sui volti. Tuttavia avevano anche loro dei "buchi" in corrispondenza dell'addome.
"Somigliano ai Darkside, ma sono più imponenti ed emanano un'energia davvero notevole", disse Auron a bassavoce, portando la mano destra alla sua lama, la Masamune. Era una delle spade più potenti all'interno dell'Energy e probabilmente anche dell'intera Galassia. La sua peculiarità era di potenziarsi ogni volta che Auron combatteva contro nemici molto potenti. Più colpiva, più lei ed Auron diventavano più forti. Un ciclo che poteva ripetersi all'infinito. Non per nulla Auron era uno dei membri di spicco dell'Energy. E proprio a lui, Mustang aveva affidato questa missione di vitale importanza...
"Beh, Darksider o no, non importa. Fatevi avanti, razza di mostri...".
Come se non bastasse, il GPS si mise a vibrare nella tasca di Auron, mentre iniziò a suonare uno strano allarme. Auron lo tirò fuori, imprecando per l'ennesima volta.
"E ora che caspita succede...". Uscì una strana voce metallica dal GPS.
"Attenzione! Rilevate forme di vita senzienti e pericolose! Nemici di classe E rilevati! Hollow, gruppo di Menos Grande, Categoria Gillian! Livello: alti seggi del Gotei 13!".
"Menos Grande?! Gillian?! E ora che centrano gli Shinigami!? Porca putt...", non terminò la frase, che improvvisamente da una dozzina di quelle creature partirono dei raggi di colore rosso che puntarono proprio il guerriero dell'Energy. Il quale non fece in tempo a schivarli.
"Ma scherziamo...", fu colpito in pieno, mentre l'esplosione generò un polverone enorme.
Le creature lanciarono all'unisono delle spaventosa grida, che rimbombarono tra le dune del deserto.
Le grida cessarono quando la polvere si diradò e davanti a loro si ergeva una figura con una spada in pugno.
Il mantello che svolazzava da una parte all'altra.
"Che un'attacco del genere possa anche solo farmi un taglietto...Siete più grossi dei Darksider, ma fate molta più pena!".
Auron si gettò a spada sguainata verso quelle creature.
Con il primo fendente tranciò di netto quattro Gillian, che sparirono in una miriade di pezzi. 
"Fuori quattro. Sono circa venti, ne mancano sedici!".
Altro fendente lanciato a mezz'aria. 
"E siamo a nove! Forza, continuate pure a gridare come femminuccie!".
Altri raggi furono lanciati verso Auron, che li tagliò di netto con la sua lama, la quale divenne rossa come il sangue, proprio come quei raggi.
"Bene. Vediamo come ve la cavate contro i vostri stessi colpi!" e lanciò dalla sua Musamune i medesimi raggi scarlatti. 
"BUM! Fuori sei! Gli ultimi cinque e poi ho finito il lavoro!".
Senza aspettare altri secondi in più, si sbarazzò degli ultimi con fendenti corpo a corpo. 
"Tsk. Che spreco di tempo ed energie. Razza di bestie senza cervello!".
Atterrò a piedi pari, alzando un po di sabbia. Non fece nemmeno in tempo a posare la spada, che con un fragore assordante, altre grida si propagarono tra le dune del deserto.
"Non ci credo...".
Da un secondo portale, una ciunquantina di Gillian uscirono in massa, mentre le loro grida assordanti fendevano l'aria.
"Hm. Arrivano i rinforzi...", poi, un sorriso spavaldo si materializzò sul volto di Auron, mentre si passava la lingua sulle labbra.
"Sembra che ci sarà ancora un pò di divertimento!", poi agitò la spada davanti a se, caricando il suo fendente migliore.
"Ora vediamo se sapete resistere a questo, immonde creature!", fece per scagliare il suo colpo, ma venne interrotto ad un'enorme vortice d'acqua che andò a cozzare proprio contro i Gillian, distruggendone, nell'impatto, più della metà. Come se non bastasse, davanti a lui, sfrecciarono tre figure, che Auron non fu in grado di riconoscere. Quest'ultime distrussero in poco tempo gli ultimi Gillian rimasti. E senza che Auron potesse aprir bocca, in un batti baleno si trovò circondato da quelle tre figure, che ora potè osservare meglio. Erano delle donne, anche molto affascinanti. Una di loro, la più alta, aveva la pelle scura e capelli castani, che le arrivavano sulle spalle. Di fianco a lei, la più bassa del trio, portava corti capelli di un blu marino. La cosa che stupì Auron erano gli occhi. Uno castano, l'altro blu. Infine l'ultima, con lunghi capelli neri e una mano che si copriva la bocca. Aveva tutte e tre quasi il medesimo vestito, di colore bianco.
"Ma bene, vedo che abbiamo qui uno stolto umano. Ormai non ci stupiscono più di nulla!", disse la ragazza dai capelli azzurri.
"Parla per te, Apache! Sei tu che ormai non stupisci più di nulla!". La prima che parlò si voltò verso di lei, esibendo uno sguardo assassino.
"Cosa hai detto?! Prova a ripetere quello che hai detto, brutta scrofa pelosa!". 
"Come?! A chi hai dato della scrofa pelosa!?". Intervenne la terza, con un tono molto pacato.
"A te, Mila. L'ho sentita pure io...".
"Ti ci metti pure tu, Sun-Sun!? Siete entrambe delle poco di buono!", replicò la più alta delle tre, con i denti a squalino.
"Sei tu la poco di buono, razza di bestia pelosa?!", ripetè l'azzurra.
"Sempre i soliti aggettivi! Aggiornati un pò, pappagallo petulante!". Le due andarono avanti per un bel pò, mentre Auron le osservava allibito. Ma chi diavolo erano? Intervenne sempre la terza incomodo, che tentò di riappacificare la situazione.
"Oh oh, non potete smetterla per qualche secondo? Non vedete che abbiamo un ospite?".
Le due non sembravano minimamente ascoltare la loro compagna, ma si potevano chiaramente udire aggettivi poco gentili riservati a quest'ultima.
"Ora piantatela! Non è il momento di bisticciare, ragazze!". A quella voce, le due sembrarono rinsavire, anche se ci vollero altri secondi preziosi prima che cessassero del tutto, mentre Sun-sun, sbuffò e alzò le spalle. Era sempre la solita storia...
"Anche se mi hai risparmiato un bel pò di fatica, non c'era bisogno di intervenire. Ma immagino io debba ringraziarti, dopotutto. E non soltanto te", disse Auron, rivolto, prima alla voce alle sue spalle e infine alle tre ragazze.
"Già, lo sospettavo. Ma sai, le ragazze sembravano irrequiete. E ho dovuto portarle a far fuori qualche Gillian", ripetè la figura dietro Auron.
Era una voce femminile, molto suadente.
"Vedo. Sono molto attive queste tue amiche. Forse dovresti provare con un bel guinzaglio". A quella frase, le tre davanti a lui lo guardarono con sguardi assassini.
"Hey, ma come ti permetti, vuoi che ti prendiamo a calci nel sedere...?", ad un'occhiata della donna dietro Auron, Mila si interruppe.
"Anche si ci provaste, contro di lui non potreste nulla. Dico bene, Auron?". Quest'ultimo si voltò. Davanti a lui, una donna. Sembrava circa sulla trentina. Portava un vestito di colore bianco che lasciava trasparire molte zone, come l'addome, la schiena, le gambe e parte del seno. Le copriva quasi tutta la faccia, ad eccezione degli occhi e della fronte. Aveva corti capelli biondi, ma alcune trecce le cadevano sulle spalle. Ma soprattutto degli splendidi occhi verdi,come smeraldi. Persino Auron vacillò per la bellezza della donna.
Poi si riprese e la fissò con uno sguardo intenso ed un sorrisetto ironico.
"Dici bene, Harribel, terzo Generale...!"


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I due si fissavano da qualche minuto. La distesa di ghiaccio sembrava distendersi a perdita d'occhio. Il freddo era pungente, ma nonostante questo, nessuno di due sembrava risentirne. L'uomo dal cappotto nero osservò per diverso tempo la persona che gli stava davanti, nettamente più alta di lui. Poi si decise a parlare, con tono serio e deciso.
"Vedo che siamo di poche parole...Temo che non abbia afferrato la mia domanda. Le ho chiesto se per favore potesse mostrarmi la via per arrivare al quartier generale della Marina Militare. Sa di cosa sto parlando?".
L'uomo davanti a lui era allibito. Quel tipo con la giacca color pece emanava una strana energia negativa. Soprattutto quell scudo che portava sulla schiena.
Non sapeva il perchè stesse cercando la Marina. Ma di sicuro non era un tipo di cui potersi fidare. O a cui rivelare certe informazioni...
Perciò finse ingenuità, come sempre. L guardò con uno sguardo sorridente.
"Mi spiace, ma non ho idea di dove si trovi. Continuano a spostarlo e temo di essere rimasto indietro coi tempi".
L'uomo in giacca lo fissò. Era ovvio che stava mentendo, ma poco importa. Era un povero umano come gli altri. Perchè perdere tempo con uno come lui?
Si decise a congedarsi.
"Vabbè, fa nulla. La ringrazio lo stesso. Alla prossima!". 
E così com'era venuto, se ne andò, senza dire altre parole.
Prima che sparisse dalla sua visuale, il suo interlocutore gli rivolse un'ultima domanda.
"Posso sapere chi sei e perchè cerchi la sede della Marina?". 
Quest'ultimo ci mise un attimo di troppo per rispondere. Poi si voltò verso l'uomo con gli occhiali da sole ed il fagotto.
"Beh, per il bene di entrambi, è meglio che tu non lo sappia. Addio!". In quel momento, un'ondata di energia investi l'uomo, che barcollò per qualche secondo.
Prima che potesse anche solo accorgersi di quanto fosse accaduto, davanti a lui vi era il vuoto più totale. Solo distese di ghiaccio a perdita d'occhio.
Dell'uomo incappucciato, nessuna traccia...





EPILOGO: Snow, Stella ed Ashelia approdano nel mondo del Sud, dove apprendono da niente meno che i draghi gemelli e Minerva, della scomparsa di Fairy Tail. Ma nel frattempo vengono attaccati da due individui, cui Snow sembra aver riconosciuto i poteri.
Nel mentre, Auron è giunto nel mondo dell'ovest, dove dapprima combatte contro un gruppo di Gillian ed in seguito fa la conoscenza delle tre fraccion di Harribel, nonchè di Harribel stessa, definita il "terzo Generale". Ma sarà proprio lei uno dei generali di Mustang?
E chi sono quei misteriosi individui, uno dei quali alla ricerca della base della marina? Qual'è il suo scopo e perchè cerca proprio la base della marina?





 

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Capitolo 11
*** La Battaglia ha Inizio! ***


 
CAPITOLO 10:

LA BATTAGLIA HA INIZIO!







Salve a tutti lettori e buon Autunno a tutti! Mi scuso anticipatamente per il mio ritardo, soprattutto a chi seguiva la mia storia. Ma purtroppo a causa dei miei soliti e classici problemi di università, famiglia, salute e internet che ogni tanto si decide a non andare per una settimana intera (non ce la faccio più....), non ho avuto davvero tempo materiale per scrivere e aggiornare la storia. Tuttavia ho rimediato le ultime settimane con questo nuovo capitolo, pieno di sorprese e colpi di scena. E sto cercando di recuperare il tempo perso durante l'estate. Perciò cercherò di aggiornare il più brevemente possibile. Sperando che Internet regga (ho anche cambiato operatore). Detto ciò mi scuso ancora, davvero tanto e spero vivamente che il capitolo possa piacere. Vi invito anche a leggere le note personali a fine capitolo, visto che sarà lì che scriverò due o tre righe riguardanti la storia, non volendo spoilerare nulla prima del capitolo. Perciò leggete fino in fondo, mi raccomando XD
Buona lettura a tutti/tutte :)







"Mi spieghi perchè siamo venuti fin qui, nel mondo dell'ovest? Cosa diavolo ci facciamo qui?", chiese Cole, al limite della sopportazione, sia per Vaan, che per Rosa, di solito molto calma e pacata. Vaan lo guardò con un occhiataccia. "E' da quando siamo partiti dal crocevia che continui a domandarmi sempre il perchè siamo venuti qui. Non ti sembra di esagerare un pò, Locke?". Quest'ultimo sbuffò. "Se mi avessi risposto alla prima volta, non ti avrei fatto tutte queste domande...".
Vaan alzò gli occhi al cielo. "Uffa, ma è mai possibile che non mi ascolti? Guarda che ti avevo risposto, ma tu eri troppo distratto ad ammirare il mondo di mezzo, invece che darmi retta".
Locke lo guardò con un misto di stupore ed ingenuità. Anche Rosa guardò il compagno e lo fissò con uno sguardo che Locke intese come "Sì, ha ragione lui, inutile che neghi o fai il finto tonto". Abbassò gli occhi contrito e sbiascicò qualche scusa.
Dopo qualche minuti di inaspettato silenzio, riprese la parola, facendo sbuffare per l'ennesima volta lo spadaccino.
"Beh, ecco, visto che non stavo ascoltando, potresti ripetere gentilmente il motivo della nostra missione?". Cole guardò il compagno con occhi languidi e lucidi, con uno sguardo di immenso dispiacere.
Vaan non ci pensò due volte a rispondergli, più per farlo zittire un pò che per accettare quel suo sguardo pietoso. "Allora, siamo qui perchè, in primo luogo dobbiamo tenere d'occhio la Soul Society. In secondo luogo abbiamo la missione di indagare su alcune anomalie spazio-temporali che si sono verificate nel mondo dell'ovest, oltre all'aggiunta di inaspettati picchi di energia provenienti da essi. Che di certo non appartengono ai Nessuno ne agli Shinigami".
"In effetti, quei picchi erano davvero strani. Non soltanto perchè li abbiamo percepiti lontano da altre forme di vita, ma anche perchè continuavano a cambiare in continuazione la propria energia. Da picchi elevatissimi a fonti di energia infime. Non so perchè, ma la cosa mi puzza". Rosa spiegò le sue perplessità ad un Vaan anche lui molto incredulo.
"Sì, su questo ti dò pienamente ragione. Proprio per questo dobbiamo cercare di capire cosa fossero. Se dei portali oscuri creati dall'organizzazione oppure altre forme di energia. Hai capito ora, Locke?", domandò al suo compagno, che questa volta si era fatto molto più attento. Quest'ultimo annuì convinto e con un sorrisone.

I tre ci avevano messo relativamente poco ad arrivare nel mondo dell'ovest, vista anche la vicinanza di quest'ultimo con il mondo Centrale. Si trovavano su quella che sembrava una collina relativamente alta, che si affacciava su di una città. Uno dei picchi, probabilmente l'unico che avevano percepito vicino a fonti di vita, come quella città, si trovava proprio sulla sommità della collina.
"Credo che siamo quasi arrivati. Secondo il GPS, mancano pochissimi kilometri al picco. Anche perchè", ed agitò un poco il piccolo marchingegno, "Ci sono strane onde elettromagnetiche che disturbano il GPS. Proprio per questo, dobbiamo essere molto vicini alla fonte di energia".
"Non credi sia pericoloso per la città? Intendo il trovarsi così vicino ai suoi abitanti. Dopotutto, se dovesse essere un "nostro" nemico, non potremmo combattere di fronte a loro", esclamò Locke, alzando la voce e riferendosi alla città alle sue spalle.
"Non ti devi preoccupare. Nel GPS c'è incorporato un meccanismo di anti-visione. E' in grado di nascondere la nostra presenza, così come la presenza di altrui persone, solamente premendo un pulsante", Locke lo guardò stupito.
"Notevole, vero? Dopotutto è un invenzione dei fratelli Elrich. Quei due e l'alchimia possono creare praticamente di tutto. Anche se, malauguratamente, l'energia del GPS dovesse esaurirsi, l'effetto ovviamente si esaurirebbe".
Locke annuì ammiccando con l'occhio. Era vero, i fratelli elrich erano dei geni in questi tipi di campi.
Vennero riscossi da Rosa. "Forza ragazzi, non perdetevi in chiacchiere, manca davvero poco". Infatti, i due non si erano accorti di essersi fermati a parlare del GPS e fu proprio Rosa a richiamare la loro attenzione. I due risposero con un cenno e la seguirono. Passarono pochi minuti prima che raggiungessero la sommità della collina.
Quando arrivarono, la vista mozzò loro il fiato. Non vi erano boschi, montagne o laghi. Ma anche una semplice città come quella, attraversata da un bellissimo fiume e sotto l'ultima luce del tramonto, aveva un effetto davvero niente male. L'aria fresca che si respirava era un toccasana e i tre dovettero aspettare qualche minuto di troppo, prima di essere riscossi da una vibrazione con tanto di "suoneria" del GPS.
"Oh, siamo arrivati, è vero", disse Vaan, ridendo di gusto. Nonostante fossero lì, il GPS percepiva una flebile traccia di energia.
"Beh, sembra che qui non ci sia niente. Sicuro sia questo il luogo?", domandò Rosa, sporgendo il viso sullo schermo del GPS.
"Ero sicurissimo fosse qui. Magari in questo momento il picco di energia è al minimo e il GPS non riesce ad individuarlo del tutto", ribattè Vaan, arruffando i capelli della ragazza.
"Uffa, abbiamo fatto tutta questa strada per nulla...E la colpa è tutta tua, Vaan...", replicò Locke, guardando di sbieco il compagno. Quest'ultimo stava per dirgliene quattro, quando il GPS iniziò a vibrare in modo energico, lanciando la classica voce metallica.
"Allerta, pericolo rilevato! Individuata creatura livello S in Zona! Prestare la massima attenzione! Energia critica, superamento dei limiti consentiti! Attivare immediatamente meccanismo Anti-Visione!".
Vaan fece una smorfia e senza pensarci due volte, premette il bottone verde sul GPS, che indicò precedentemente al suo compagno.
"Livello S?! Ma stiamo scherzando!", disse poi, riferito alle parole della voce metallica. Locke e Rosa lo guardarono sia con stupore, ma anche con un pizzico di terrore, vista la smorfia del loro amico.
"Livello S, indica un energia spirituale enorme! Un'energia addirittura superiore a quella di Xemnas. Come diavolo è possibile!?". Vaan era sempre più perplesso. Un'entità del genere in quella zona poteva significare solamente disastri imminenti...
"Non è un membro dell'Organizzazione?", chiese Rosa, alzandò lo sguardo sulla città.
"Dubito fortemente! Altrimenti sarebbe già comparso un portale oscuro. E non credo esista qualcuno nell'Organizzazione con un potere superiore a quello di Xemnas! Inoltre il GPS avrebbe saputo riconoscerne la fonte. No, si tratta di qualcos'altro...!". Le parole gli morirono in bocca quando, davanti a loro, in prossimità della collina, si aprì un'immensa crepa, da cui scaturirono masse informi di terra e roccia. Fortunatamente, l'anti-visione era attiva e solamente loro riuscivano a vedere quella "spaccatura". Senza contare che le energie del GPS erano al massimo, in questo modo l'Anti-Visione fungeva anche da repellente e scudo contro i possibili contraccolpi di quella "cosa". Infatti, in men che non si dica, le roccie iniziarono a volare contro la città. Fortunatamente, lo scudo del GPS le bloccò, disintegrandole prima che recassero alcunchè di danni
Passarono diversi minuti di incredulità e sopresa da parte dei tre ragazzi, prima che un urlo disumano squarciò il cielo.
Barcollarono per qualche secondo, vista l'enorme propagazione di energia dovuta a quell'urlo.
Senza contare che le barriere di contenimento del GPS faticarono a contenere una tale potenza.
I membri della squadra erano sempre più allibiti. Stavano assistendo ad un qualcosa che da una parte poteva sembrare incredibile, ma dall'altra di sicuro terrorizzante.
Furono riscossi dopo qualche secondo da una profonda voce che, probabilmente, proveniva da quella spaccatura. Parlava molto lentamente e sembrava quasi venisse da un'altra dimensione.
"Bene bene, vedo che degli solti umani hanno risvegliato la mia essenza. Quale sfortuna ricade ora sulle loro teste!" A quelle parole, i tre ragazzi mossero dei piccoli passi indietro, quasi istintivamente. Persino il suono di quella voce sembrava di per se ricolmo di energia.
L'entità si accorse di quelle tre creature lì presenti.
"Oh, ma guarda. Tre piccoli moscerini davanti al mio cospetto. Perchè indietreggiate, miei minuscoli amici, avete per caso terrore di me!?", domandò la voce, alzandola sempre di più.
Le barriere dell'Anti-Visione, nel frattempo, stridevano.
Rosa e Cole sembravano come pietrificati. L'immensa energia che sprigionava quel portale li inchiodava sul posto, mentre Vaan sembrava il più lucido della squadra, nonostante fosse anche lui molto scosso. Fu infatti lui a prendere la parola.  "Chi sei!? Sei un membro dell'Organizzazione XIII al servizio di Xemnas? Parla!".
Un rumore spaventoso, come di passi, li riscosse ancora una volta.
"Modera i termini, razza di pidocchio! Io non sono un tuo pari a cui puoi rivolgerti con mezzi termini e così semplicemente!", tuonò la voce. Poi abbassò di nuovo il tono, mentre intorno a loro, la barriera si faceva più fievole. "L'Organizzazione XIII? Xemnas? E così quel moccioso è ancora in vita! Sapevo che aveva un qualcosa in più degli altri. Ma i miei fratelli e sorelle non mi credettero quando glielo dissi".
"Conosci Xemnas? Dicci chi sei!", Vaan era sempre più nervoso, oltre che terrorizzato. Sapeva che non doveva mostrarsi così strafottente davanti ad un'entità così potente. Ma, ovviamente, nemmeno debole.
"Ha chiamato Xemnas moccioso...Non so perchè, ma questa esclamzione mi impaurisce ancora di più..."
"Ti ho già detto di moderare i termini, razza di esserino di carne. Risponderò alle tue domande. Ma solamente perchè mi sto annoiando...", si interruppe per qualche secondo ed ai presenti sembrava quasi che stesse "annusando" l'aria circostante.
Poi sentirono quello che alle loro orecchie sembrava come un ghigno provenire da quella fessura. Subito dopo, "l'entità" tornò a parlare.
"Ma bene...Oggi è la giornata mondiale dei ritrovi? Non soltanto voi scagnozzi di Mustang, ma guarda guarda chi altri è venuto a trovarmi..."
Vaan e gli altri due della squadra si guardarono ancora più stupiti di prima, anche perchè mai si immaginavano che quella "cosa" sapesse che facessero parte dell'Energy, men che mai che conoscesse addirittura il Colonello.
Tuttavia, i loro pensieri vennero interrotti da una voce alle loro spalle e di un'ennesima spaccatura, stavolta differente da quella prima. Sembrava come una cerniera che si stava aprendo in cielo. Dalla fessura comparvero sei figure, tre delle quali erano femminili. Ma tutte indossavano la medesima veste. Di colore nero.
Vaan digrignò i denti e strabuzzò gli occhi. Erano loro. "Maledizione...Sapevo che un'energia spirituale così elevata potesse attirarli qui...Dannati Shinigami...".
"Allontanatevi da lì, membri dell'Energy", esclamò la figura al centro, rivolgendosi a Vaan e ai suoi compagni.
"Shinigami! Era ora che vi faceste vedere! Mi domandavo quando ti saresti presentato al mio cospetto, Kisuke Urahara!", furono le parole della voce proveniente dalla spaccatura, mentre Vaan fece scorrere lo sguardo dalla fessura all'uomo che aveva appena parlato.
Quell'uomo era Urahara, un alleato del Colonnello? E allora perchè erano presenti degli Shinigami? Li aveva forse traditi?
"Non è forse un po troppo presto per risvegliarsi...?", fu la domanda rivolta da Kisuke all'entità, mentre con uno scatto fulimeneo, gli Shinigami si avvicinarono al trio sulla collina.
"Risvegliarmi? Sei completamente fuori strada Urahara. Sono ancora lontano dal riottenere tutti i miei poteri. E sai benissimo che quando accadrà, ne voi Shinigami ne Xemnas e la sua Organizzazione potrete fermarli!".
"Temo tu abbia ragione. Ma sei l'unico per ora, che si è manifestato a noi. Abbiamo ancora tempo per prepararci ad affrontarvi", rispose Kisuke, assumendo il suo solito sguardo sereno e sorridente.
Un secondo ghigno uscì dalla spaccatura, stavolta più forte che mai. "Affrontarci? A me non interessa affrontarvi, lo sai benissimo, non è questa la mia natura. Ma purtroppo sono obbligato ad andare a risvegliarli. E' il mio compito e non posso rifiutarmi di aiutare i miei undici fratelli e sorelle...".
Kisuke non battè ciglio."Allora vai. Quando arriverete, saremo pronti. Non pensare che i tuoi fratelli e sorelle più "belligeranti" possano spaventarci. Senza contare l'aiuto di "coloro" che si schiereranno dalla parte di noi umani", fu la risposta pacata dello Shinigami.
Quella della creatura non tardò ad arrivare. "Parti dal presupposto che noi neutrali rimarremo neutrali. Bada bene alle parole che proferisci, Urahara Kisuke. Ed avverti tutti i mondi. Noi stiamo per tornare! E' sarà un vero onore combattere contro voi Shinigami e contro i Nessuno. Sarà uno scontro Epico, che verrà ricordato negli annali della storia della Gamm! Addio Shinigami! E addio anche a voi, membri dell'Energy. Sperate con tutto il cuore che Zane Crusher sarà pronto ad affrontarci...!".
Senza che Kisuke o Vaan potessero replicare, con un'immensa esplosione che distrusse la barriera del GPS, la spaccatura si chiuse su se stesse e tutto ritorno alla normalità, mentre piccoli frammenti di barriera ricaddero come pioggia sull'ambiente circostante.

Ci furono attimi di silenzio prima che Kisuke riprese la parola. "Auf, c'è mancato davvero poco, vero squadra Gamma?", chiese Kisuke, col suo solito sorriso rassicurante, da sotto il cappello.
Vaan tremò per qualche istante, al pensiero di quell'entità. Poi si accorse della parole dello Shinigami e dei "colleghi" dietro di lui. Strinse i denti ed estrasse la sua spada, imitato dal bastone di Rosa e dal fucile di Locke.
"Dimmi perchè dovremmo credere alle tue parole. E soprattutto perchè non dovremmo ucciderti qui ed ora, per il tuo tradimento..."
Kisuke mantenne inalterato il suo volto, fissando negli occhi il capitano. "Tradimento? Posso sapere di quale tradimento parli, Vaan, capitano della Squadra Gamma?"
Gli Shinigami dietro di lui non si mossero di un passo, ne estrassero alcuna arma.
"Vuoi forse prenderci in giro?! Era chiaro anche a noi che gli Shinigami non dovevano venire assolutamente a sapere dell'esistenza dell'Energy, ne tantomeno di altro in relazione a noi. E da coloro che vedo dietro di te....Hai tradito la fiducia del Colonnello!", e senza preavviso, scattò a spada sguainata verso Kisuke, mentre Rosa e Locke trattennero il respiro.
Ad un soffio dal volto dello Shinigami, un ragazzo dai lunghi capelli rossi fermò con una semplicità allarmante, il fendente di Vaan, con la sua spada. Il capitano strinse i denti e con un balzo indietreggiò.
"Oioi, vediamo di non affrettare le cose. Renji-kun, metti via la tua spada, non sono nostri nemici. Quanto a voi", e si rivolse direttamente alla squadra, "Loro sono "alleati". Mustang ne era a conoscenza, loro fanno parte della Soul Society, ma sono, come dire, nostri "amici". E non rivelerebbero nulla alla loro organizzazione. Chiaro?", fu la risposta di Kisuke, che appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo dai capelli rossi.
Vaan guardò con sospetto l'uomo. Dopo un attimo di esitazione, rinfoderò la spada, imitato da Rosa e Locke. "Molto bene, temo di non avere altra scelta che fidarmi di voi, Urahara. Chi sarebbero costoro? Ci si può davvero fidare?", fu la domanda di un sempre più perplesso Vaan.
"Ma certo, dopotutto li ho chiamati io. Questo ragazzo fin troppo impulsivo di chiama Abarai Renji, è il vice-capitano della 6° divisione. Mentre questi tre...", ed indicò ai tre di fare un passo avanti, "Sono rispettivamente i vice-capitani della 9°, della 10° e della 13° divisione".
Davanti a loro, un ragazzo molto serio, dagli occhi molto sottili e i capelli corti, neri e arruffati. Portava uno strano tatuaggio col numero 39 sul volto, insieme a una cicatrice profonda che solcava l'occhio destro. Fece un piccolo cenno con la mano.
La seconda, di fianco a lui, attirò l'attenzione di Locke, vista la "proporzione" del suo seno. Occhi di un verde chiaro, capelli lunghi, di un arancione acceso. Ed un fisico a dir poco prorompente.
"Saaaalve, il mio nome è Rangiku Matsumoto. Piacere mio!", poi diede una gomitata al suo compagno. "Mentre il burbero qui di fianco", e fece un occhiolino a Vaan, "Si chiama Hisagi Shuhei".
Prima che potesse finire, la terza ragazza, più composta e minuta rispetto alla compagna, si fece avanti e con un profondo inchino si presentò a Vaan e gli altri. "Rukia Kuchiki, al vostro servizio". Era nel complesso più graziosa rispetto alla ragaza chiamata Rangiku. Occhi di un blu profondo, capelli corti neri e un fisico minuto.
"Mentre lei...", un'ennesima ragazza, dal fisico simile alla precedente si fece avanti. Era leggermente più alta e composta. Capelli blu di una lunghezza simili a quella di Rukia. Portava un soprabito bianco, a differenza degli altri. "E' il capitano della 2° divisione. Soifon". Quest'ultima, con un piccolo cenno li salutò e distolse lo sguardo.
"Mentre, cari amici, loro sono Vaan, capitano dell'Energy, Rosa e Locke facenti parte della squadra Gamma, sotto il comando del Colonnello Mustang, cui vi ho accennato tempo fa".
Rosa sorrise a trentadue denti, mentre Locke contemplava ancora la ragazza dai capelli arancioni. Vaan, invece, era sempre diffidente.
"Bene, ora che le presentazioni sono finite, sarebbe meglio che voi continuaste la vostra missione, no? Siete qui per tenere sotto controllo la Soul Society, dico bene?", esclamò Kisuke, avvicinandosi a Vaan.
"Può anche darsi. Ma si da il caso che dovevamo indagare circa questi strani fenomini e sbalzi di energia. Si può sapere che diavolo era quella creatura? E soprattutto, come fai a conoscerla? Sembrava quasi che anche lei conoscesse te...", rispose Vaan, guardando circospetto il suo interlocutore.
"Beh, temo sia una storia lunga. Credo che sarebbe meglio parlarne in un luogo adatto, come il mio negozio. Una volta lì vi spiegherò in dettaglio la situazione. Diciamo che Mustang ne è già informato, ma per il vostro bene, è giusto che anche voi ne sappiate qualcosa...", poi si rivolse direttamente ai suoi compagni Shinigami, principalmente a Soifon. "Voi, invece, avete un'altra missione da compiere...Mi raccomando, siate prudenti e intervenite solo quando ve lo dirà Soifon, chiaro?", spiegò Kisuke al gruppetto di Shinigami. Questi ultimi annuirono, mentre il capitano della 2° divisione aprì l'ennesimo portale, in cui i cinque sparirono.
Quando con un tonfo, il "Senkaimon", si chiuse, Kisuke ritornò a parlare, rivolgendosi alla squadra. "Ora ci dirigeremo al mio negozio. Lì vi spiegherò nei dettagli cos'era quella creatura e cosa voleva. Soprattutto il suo legame con Xemnas e l'Organizzazione XIII. Badate bene, grazie al vostro GPS, nessuno Shinigami all'infuori di noi è venuto a sapere di questa "situazione". Ottimo lavoro ragazzi, sapevo che le squadre di Mustang non erano formate da incompetenti", replicò lo Shinigami, fissandoli divertito e incamminandosi giù per la collina.
Questi ultimi si guardarono un'ultima volta, prima di seguire quell'uomo, cercando al contempo di mantenere il sangue freddo e gli occhi aperti...

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Zane era lì, sulla terrazza enorme della piramide, ad osservare il sole che ormai stava tramontando. La luce fioca che illuminava e faceva risplendere le vette innevate delle montagne che circondavano l'enorme pianura che ospitava la base.
I suoi pensieri erano confusi. Pensava ad Aqua, a Ventus, agli Shinigami, a Xemnas...Stava succedendo tutto troppo in fretta...
Erano passate ormai due settimane dall'arrivo di Ichigo e gli altri. Aveva legato con loro, erano dei bravi ragazzi. Senza contare che quello Shinigami era davvero molto forte. Aveva avuto l'occasione di vederlo all'opera e si vedeva che Mustang aveva visto giusto. Era fenomenale. Niente a che vedere con il suo stato attuale...
Strinse la ringhiera e digrignò i denti.
"Devo diventare più forte...Altrimenti come posso fare a proteggere tutti...?!".
I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce di Mustang, che lo raggiunse alla ringhiera. "Se mi hai fatto chiamare, deve essere qualcosa di importante, vero Zane?", fu la prima domanda del Colonnello, che, come l'amico, iniziò a fissare la luce del sole che illuminava ancora per poco quel bellissimo paesaggio.
"Perchè, Mustang? Perchè dirmi quelle bugie riguardo agli Shinigami, quella sera?".
Mustang sospirò. Sapeva che prima o poi sarebbe arrivata quella domanda. Inspirò a pieni polmoni l'aria fresca della serata incombente.
"Perchè, dici? Beh, è molto semplice Zane. Perchè degli Shinigami non ti puoi fidare del tutto, ragazzo mio", fu la risposta pronta dell'uomo.
"Fidarsi? Non mi sembra che Ichigo e Yoruichi siano persone poco affidabili. Non può essere questo...".
"Non ho detto tutti gli Shinigami Zane. Yoruichi, Urahara, Ichigo, sono persone molto affidabili. Ma la Soul Society non lo è. Sinceramente, non so nemmeno come definirla", replicò di nuovo Mustang, chiudendo gli occhi.
"Cosa intendi dire? Perchè semplicemente non chiediamo il loro aiuto? Sono guerrieri molto forti, a vedere Ichigo. Potrebbero aiutarci contro Xemnas".
"Hai ragione, potrebbero. Così come potrebbero il contrario. Urahara mi ha riferito che non è detto al 100% un loro aiuto verso di noi. Dopotutto il loro compito è esclusivamente riservato al loro mondo. Perchè dovrebbero aiutarci? Non vogliono avere nulla a che fare con i civili del loro mondo, figurarsi con persone di altri mondi. Sarebbero diffidenti. E come potrei biasimarli", esclamò Mustang, stavolta guardando negli occhi Zane.
"Ma, non dovrebbero già sapere della nostra esistenza? Insomma, secondo le leggende, la Soul Society...", non terminò la frase che venne bruscamente interrotto dal Colonnello.
"No, Zane. Ne ho parlato anche con Yoruichi e Kisuke, che sono nella Soul Society già da molto tempo. Le leggende sono leggende. La Soul Society esiste dagli albori dei tempi. E di certo non è stata creata da nessuna entità divina. Questo posso assicurartelo sulla mia vita, Zane. Ne sono sicuro al 100%".
Zane sbuffò. Effettivamente, Urahara e Yoruichi non mentirebbero mai...Soprattutto su qualcosa di così importante.
"E perchè tenermeli nascosti? Cosa cambiava che io lo sapessi oppure no? Gli Shinigami sono comunque all'oscuro di tutto. Perchè?".
"Non lo so, Zane. Forse perchè non volevo che ti facessi troppo influenzare da quelle leggende. So benissimo quanto tu apprezzi gli Shinigami. Ma con ciò, non devi credere a tutto quello che si dice sul loro conto. Pensano soltanto a completare il loro compito e nient'altro. Dopotutto, se nemmeno Xemnas e l'Organizzazione sono entrati in contatto con loro, ci sarà un motivo. Quella società può essere un bene o un male sia per noi che per l'Organizzazione. E' probabile che lo stesso Xemnas miri intenzionalmente a eliminare prima tutti gli altri mondi. E infine puntare direttamente a far fuori la Soul Society. Capisci? Può essere un'arma a doppio taglio per tutti e due. Almeno, a sentire Urahara e Yoruichi, è così", spiegò Mustang, tutto d'un fiato.
"Capisco...Credo tu abbia ragione, se è così. Dopotutto, è meglio non rischiare di danneggiarci e indebolirci ancora più di quanto non lo siamo già...".

Rimasero in silenzio ancora per qualche minuto, ammirando il sole che ormai scompariva dietro le alte cime delle montagne.
"Senti, Mustang, io...". Zane non fece in tempo a concludere la frase. Un'allarme assordante investì la base. Mustang e Zane furono sopresi da tale suono. Il Colonnello fece per andarsene dal terrazzo, ad indagare su quell'allarme, ma una mano di Zane lo bloccò e lo invitò a guardare l'orizzonte. Mustang fissò prima gli occhi di Zane, fissi e immobili. Poi se ne accorse.
Un rumore ancora più forte, che sembrava quasi provenisse da lontano. Urla, mostruose e terrificanti allo stesso tempo. In lontananza, in corrispondenza delle montagne. Erano distanti diversi kilometri, ma la pianura permise loro di osservarli, in tutta la loro mostruosità.
Migliaia di portali oscuri che si aprivano. Centinaia di Heartless che fuoriusivano come un fiume in piena. Migliaia di occhi gialli che rischiaravano l'orizzonte.
Erano arrivati...
"Mustang...!", fu l'unica parola che proferì Zane. Quest'ultimo digrignò i denti. "Sono arrivati troppo presto...Dannazione...!".
"Zane! Corri immediatamente a chiamare Yoruichi e Ichigo, anche se credo se ne siano già accorti dall'allarme. E andate immediatamente al salone principale! Subito!". Gli ordini di Mustang erano inquivocabili. E il tono anche.
Zane lo guardò stupito e senza porre domande, si gettò a capofitto per le scale, compiendo ciò che Mustang ordinò lui.
"E' l'ora della verità, Xemnas...!", pensò tra se l'uomo, prima di voltarsi verso l'ingresso della terrrazza.
"Voi siete pronti?". Quattro figure si materializzarono davanti a lui. La più bassa delle quattro portava lunghi capelli blu. Occhi rossi come il fuoco. Un corpo ben proporzionato e quella che sembrava una divisa da studente.
Di fianco a lei, un'altra ragazza, più alta ma dal fisico simile. Capelli biondi corti e occhi verde smeraldo. Una spada legata dietro la schiena.
Poi venivano i due uomini. Uno dai corti capelli rosso/rosa, dagli occhi molto sottili e degli strani simboli sul volto. Aveva uno sguardo divertito ed annoiato allo stesso tempo.
Di fianco a lui, con il medesimo sorriso, un'uomo dai lunghi capelli neri, gli occhi gialli, della stessa tonalità di quelli degli Heartless. Un lungo vestito marroncino e uno strano serpente attorcigliato attorno al braccio.
"Quando lo sei tu, Colonnello", fu la risposta della ragazza dai capelli blu.
"Ottimo...Non ci siete tutti, ma anche con voi quattro, non renderemo di certo facile la vita a Xemnas...Prometterete di eseguire ciascun mio ordine senza fiatare, Generali?". I quattro annuirono con un cenno, mentre Mustang li guardava ad uno ad uno negli occhi.
"Perfetto. Allora andata ad aspettarmi davanti al cancello principali e radunate tutti i soldati e gli armamenti. Li affronteremo in campo aperto...".
I quattro non se lo fecero ripetere due volte. Mustang li seguì, pronto ad affrontare la battaglia decisiva...

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Lì davanti, su quella collina, ultimo promontorio verso la pianura che collegava le montagne alla base dell'Energy, quella piramide nascosta in mezzo ad una catena montuosa impressionante. Un paesaggio a dir poco mozzafiato.
L'uomo più temibile della galassia, dal vestito nero come la pece, i capelli argentei che gli ricadevano sulle spalle. Quello sguardo impassibile ad osservare i suoi Heartless che uscivan a migliaia dai loro portali.
Dietro di lui, i quattro membri che aveva scelto personalmente. Voleva concludere quella faccenda. E con il loro aiuto ci sarebbe riuscito. L'Energy era fin troppo tempo che gli metteva i bastoni fra le ruote. Doveva farla finita ora che ne aveva la possibilità. E, a costo di sacrificare tutta la sua Organizzazione, doveva assolutamente catturare quel ragazzo di nome Zane. Ormai aveva un piano e non poteva lasciarsi scappare il ragazzo, una pedina fin troppo importante nella sua scacchiera...
Con un cenno, richiamò a se i suoi servitori. "Luxord, Axel, Larxene, Marluxia. Sento delle energie molto potenti provenire dalla loro base. Quell'illuso di Mustang deve aver richiamato i suoi Generali. Occupatevi di loro. Non lasciatene in vita nessuno. Elminitali tutti, con le buone o le cattive. Radete al suolo quell'edificio e tutti coloro che vi abitano...".
Poi, un'uomo dai capelli azzurri ed una vistosa cicatrice a forma di X sul volto, comparse davanti a lui.
"Quanto a te, Saix...Trova il ragazzo. Trova Zane e portamelo. Vivo", furono le uniche parole di Xemnas, al suo più forte e fedele servitore. Ques'ultimo, con un cenno del capo, annuì e scomparve nel portale da cui era arrivato.
Poi, senza preavviso, Xemnas alzò il braccio. I membri dell'Organizzazione sparirono all'interno dei portali, mentre tra urla e grida assordanti e grottesche, quell'enorme ammasso di Heartless si gettò a capofitto attraverso la pianura, diretto verso la base. L'esercito Heartless era composto prevalentemente da Heartless dediti al combattimento corpo a corpo. Tra i più pericolosi esistenti. I "Cavalieri Armati", heartless che correvano su due piedi, armati di una lunga spada e di un armatura molto resistente alle normali armi. Erano accompagnati dai "sorveglianti aerei", delle torrette aeree mobili, in grado di librarsi grazie ad un'elica e sparare raggi luminosi molto potenti. Infine, i più pericolosi dell'esercito Heartless, se ne contavano pochi, forse sulle dita di due mani. Le Viverne, heartless volanti di notevoli dimensioni, armate di artigli in grado di lacerare senza problemi anche metalli quali ferro ed acciaio.
"E così è finalmente giunta l'ora finale dell'Energy...", pensò Xemnas, prima di incamminarsi, lentamente, verso il medesimo edificio...

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"Uomini! L'ora è finalmente arrivata! L'Organizzazione e gli Heartless sono giunti alle porte della Base! Il loro scopo è chiaramente quello di distruggerci, di ucciderci fino all'ultimo uomo. Ma noi impediremo che ciò avvenga!".
Urla di incitamento risposero alle parole di Mustang.
Davanti ai cancelli erano radunti tutti i soldati della Base. Circa diecimila uomini, a occhio e croce. L'esercito dell'Energy, invece, era composto in prevalenza da soldati scelti tra i diversi mondi. Erano armati, solitamente, di fucili laser, molto penetranti, in grado di eliminare un Heartless con un colpo. Per il corpo a corpo, si servivano di spade elettrificante, in grado di paralizzare anche un Cavalieri Armato e dare la possibilità ai compagni di finirlo. Entrambe le armi erano state studiate da Edward Elrich in persona. Erano state costruite partendo dalla base del Keyblade, in modo che potessero distruggere gli Heartless, altrimenti eliminabili solo da possessori di suddetta arma. Sfortunatamente non era potenti come il Keyblade, ma bastavano per gli Hertless più comuni.
Infine, possedevano armamenti pesanti, quali i carri "Gladiator" e "Centurion", rispettivamente per la lunga e la breve distanza. Il primo era armato di un cannone laser molto potente, ma dai lunghi tempi di ricarica. Mentre il secondo di una coppia gemella di mitragliatori laser, in grado di eliminare in breve tempo un folto gruppo di Heartless. Tuttavia aveva una corazza molto fragile, intaccabile anche dai laser dei Sorveglianti Aerei

Mustang, davanti a tutti, guardavano negli occhi ogni singolo uomo. Dietro di lui, i suoi cosiddetti generali. I membri più forti della base, la cui forza superava persino quella di Cloud e Leon.
"So che ho compiuto diversi errori nella mia vita. Ciascuno di noi l'ha fatto. So che chiedervi di combattere a costo della propria vita è un troppo egoistico da parte mia! Ma la fuori, gli Heartless si avvicinano! Noi siamo l'ultima speranze di questo mondo, l'unica, flebile linea che separava l'oscurità dalla luce! Cerchiamo di non spezzare questa linea!", altre grida di incitamento.
Gli Heartless erano sempre più vicini.
I soldati dell'Energy fremevano. Era paura, terrore, verso creature che non avevano pietà di nessuno, nemmeno di donne e bambini. Ma era anche coraggio e forza di volontà, quella volontà di non cedere, nemmeno di fronte a tale malvagità. Di vivere e combattere per coloro che amavano, le loro famiglie, i loro cari, il loro mondo.
"Non posso dirvi "non abbiate paura". Anche io in questo provo paura. So che coloro che dobbiamo affrontare sono creature molto potenti. Malvagie e molto più numerose di noi. Non vi chiedo di abbandonare la paura. Essa ci aiuta, VI aiuta. Ci rende consapevoli di chi o cosa abbiamo davanti. Ci permette di affrontare al meglio le difficoltà della vita. Tuttavia vi chiedo semplicemente una cosa...", secondi di silenzio totale tra Mustang e i suoi uomini.
"Vi chiedo di controllarla! Controllate la vostra paura, controllate le vostre emozioni! Anche se vedrete amici cadere, anche se vedrete il terrore nei loro occhi, anche se sarete circondati, anche se gli Heartless ci superano in numero, noi abbiamo qualcosa che loro non hanno...!", ancora silenzio.
I soldati, impugnando al petto i loro fucili, sfiorando le else delle loro spade, stringendo i comandi dei carri, pendevano dalle sue labbra...
"La speranza! L'amicizia! L'amore! Qualcosa per cui vale la pena lottare! Combattete uomini! Fino all'alba, respingete quelle dannate creature dall'oblio che le ha sputate fuori!".
Secondi interminabili di silenzio che fu rotto da grida ed urla di incitamento.
Gli Heartless erano a poco meno di un kilometro di distanza. Mustang si voltò verso di loro, insieme a tutti i suoi soldati. I fucili puntati, le spade sguainate.
Poi, come se una voce spezzasse quella poca distanza che separava i due schieramenti, Mustang diede l'ordine. I colpi laser saettarono dai fucili e cozzarono contro le prime file di quelle creature. E fu il caos...
Nubi di polvere nera iniziarono ad invadere il campo di battaglia. Segno che molti Heartless venivano disintegrati e la loro essenza svaniva, sotto forme di nebbiolina nera. Nonostante il numero inferiore di uomini, i soldati dell'Energy erano infusi delle parole del loro Colonnello e combattevano senza esclusione di colpi. Si gettavano contro il nemico, incuranti del terrore che potevano incutere, dei loro occhi, dei loro artigli e delle lora grida. Sapevano di dover combattere fino alla fine e lo avrebbero fatto...

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"Perchè non siamo rimasti lì con loro...?!".
La frase di Zane colpì i suoi compagni. In lontananza, si poteva già notare l'ammasso informe di colore nero che circondava la base dell'Energy, mentre una piccola macchia argentea era proprio in mezzo. L'esercito di Mustang...
"Non potevamo rimanere, Zane! Lo hai sentito anche tu da Mustang, Xemnas è con gli Heartless! Se ti avesse trovato, avrebbe cercato di catturati. Per questo motivo dobbiamo andarcene...". Yoruichi rispose così alla domanda quasi ironica di Zane...Una lacrima, quasi impercettibile, scese dagli occhi della donna...

Poche ore prima...
"Non posso abbandonarti! Il mio posto è qui! Devo aiutare te, l'ho promesso a Kisuke e intendo mantenere la promessa! Quelle creature sono troppe anche per voi...E se quello che dici è vero, non posso fuggire con la coda tra le gambe...", furono le parole di Yoruichi, nella stanza del Colonnello. Quest'ultimo la guardò sena battere ciglio.
"Zane è più importante di me o della Base, lo capisci, Yoruichi?! Xemnas è con loro...Lo percepiamo tutti. E Zane non può rimanere qui con noi...Sai benissimo anche tu il motivo di questa mia scelta...Se Xemnas lo trovasse...". Mustang guardava la Shinigami, fissa negli occhi. Si fidava di quella donna, più di ogni altro. Ed era l'unica, in quel momento, a cui potesse affidare il destino del giovane ragazzo.
"Cosa vuoi che faccia, Mustang...?". La donna abbassò lo sguardo e si arrese...
Mustang si avvicinò piano piano e le alzò il capo con una mano, in modo gentile e guardandola sorridendo.
"Devi proteggere Zane...Devi aiutarlo nella sua strada, a compiere la missione che ti ho riferito. E' di vitale importanza che raggiunga il mondo del sud, insieme ad Ichigo...Quella magia è fin troppo importante per il nostro futuro...Allenalo, allenalo al mio posto, stagli vicino e non abbandonarlo...", le parole di Mustang erano velate di tristezza. E Yoruichi lo sapeva. Era a conoscenza del legame di amicizia che legava Mustang e Zane...E sapeva che quelle parole erano riferite a lei, ma celavano un addio personale al suo amico...
"Capisco, allora farò come dici...Lo aiuterò, come tu e Kisuke mi avete detto...". Yoruichi fece per voltarsi, per andarsene da quella porta da cui era entrata. Ma venne fermata da un braccio di Mustang che con un gesto istintivo la voltò verso di lui e senza preavviso la baciò sulle labbra, in modo leggero e impercettibile. Durò tutto pochissimi secondi.
Poi Mustang si staccò e rapidamente sorpassò la figura della donna, a testa bassa ed uscendo dalla porta.

"Addio, Yoruichi...Proteggi Zane...", furono le ultime parole del Colonnello, prima di varcare completamente la soglia.
La donna guardò la sua figura abbandonare la stanza. Quell'andatura altezzosa, quella schiena possente, il mantello che svolazzava. Non potè fare a meno di lasciar cadere a terra delle lacrime, pensando a quel gesto, a quell'uomo che in poco tempo, così come era entrato prepotentemente nella sua vita, ancor più rapidamente ne era uscito...


Si asciugò la lacrima, cercando di non darlo a vedere e guardò negli occhi sia Ichigo che Zane. Erano le due persone più vicine che aveva ora, escludendo Kisuke.
Il primo, quel ragazzo che aveva personalmente allenato, con cui aveva legato, che le era sempre stato vicino. Ed il secondo, quel ragazzo che le ricordava il primo uomo che avesse, anche se per poco, amato...
Non poteva abbandonarli, doveva stare con loro, anche in nome della promessa fatta a Kisuke e Mustang...
"Zane, Ichigo. Sapete benissimo anche voi che, al vostro livello attuale, non avreste speranza contro uno come Xemnas o i suoi alleati più forti...E questo Mustang lo sapeva, per questo vi ha esplicitamente ordinato di andarvene. Dovete allenarvi e portare a termine la missione che lui e Kisuke vi hanno affidato. Anche Ishida, Sado e Orihime lo hanno fatto e si sono recati alla Città di Mezzo...". Yoruichi rimase in silenzio. Sapeva che per loro, soprattutto per Zane, era difficile...Stava di fatto abbandonando la sua casa, la sua famiglia ed i suoi amici. Non era affatto semplice per lui, ma era un ragazzo forte, proprio come Mustang. Yoruichi era sicuro che avrebbe compiuto la scelta giusta...
D'altro canto, Zane era completamente distrutto da quegli eventi...Se Xemnas era presente in quella battaglia, nemmeno Mustang poteva fare qualcosa per batterlo...E lui lo sapeva, sapeva che difficilmente avrebbe rivisto il suo amico, o anche solo Cloud e Leon...
A quei pensieri, una lacrima scese al ragazzo, da quegli occhi rosso sangue, luminosi nella notte.
Una mano si posò sulla sua spalla. Il sosituto Shinigami lo guardava con un sorriso comprensivo.
"Forza, Zane. Non possiamo tradire così la fiducia di chi ha creduto in noi fino all'ultimo. Fidiamoci delle parole di Mustang e di Urahara-san e diventiamo più forti. Per noi, per loro, per chi dobbiamo e vogliamo proteggere". Quelle parole erano sincere. Zane lo sapeva. Fissò lo sguardo di Ichigo, i suoi occhi. Sì, aveva ragione. Non doveva lasciarsi abbandonare allo sconforto. Erano vivi e spettava a loro il cruciale obbiettivo di distruggere Xemnas e l'Organizzazione. Guardò un ultima volta la Base, con un sorriso malinconico.
"Mustang, amici. Vi vencdicherò un giorno...Aspettate che io diventi più forte, aspettatemi...Ritornerò...".
Poi voltò lo sguardo alla Base e riprese il cammino, seguito a ruota da Ichigo e Yoruichi che si scambiarono uno sguardo d'intesa.

Tuttavia, passò qualche secondo di silenzio, che una potente folata di vento colpì i tre compagni alla schiena, facendogli perdere, seppur per poco, l'equilibrio.
Quando si girarono per scoprirne la fonte, un lampo di stupore e terrore si impadronì del loro sguardo, seguito da un cenno di Yoruichi che invitava i due a stare indietro.
Davanti a loro, un portale oscuro si stava aprendo. La figura che comparse era un uomo, sembrava sulla trentina, occhi arancioni e capelli lunghi, di un azzurro candido come il mare. Sguardo impassibile e cicatrice a forma di X sul volto.
"Finalmente ti ho trovato, Zane..."




EPILOGO: Finalmente, l'ora della battaglia finale è giunta! Energy contro Organizzazione XIII, Mustang contro Xemnas, Heartless contro umani! Riuscirà la resistenza, insieme ai generali a sconfiggere l'Organizzazione? Oppure verranno sopraffatti e gli Heartless avranno la possibilità di disperdersi tra i mondi, senza ormai nessuna difesa?
E in "cosa" si sono imbattutti Vaan e la sua squadra? Quale entità si è manifestata, oltre Xemnas e i nessuno? Cosa nasconde Kisuke Urahara, cosa ha evitato di dire a Mustang? E qual'è il destino di Ichigo e Zane, in balia dell'Organizzazione? Tutto nei prossimi capitoli!

Con questo capitolo si conclude finalmente il primo "ciclo" della storia. L'introduzione dell'Energy, dell'Organizzazione, i pensieri di entrambi gli schieramenti, i dubbi e i piani ancora sconosciuti, si risolveranno nella prossima serie di storie! Con questo capitolo si può dire che finisce la "calma prima della tempesta". Xemnas ha fatto la sua mossa e ormai il dado è tratto. 
Ora asptterò circa una settimana/due, nelle quali darò modo di rimettersi in pari e si ricomincierà con il secondo "ciclo", intitolato "Xemnas e L'Organizzazione XIII!", in cui verranno svelati molti dubbi, ci saranno molti tradimenti e mosse inaspettate, molti combattimenti e tanto altro! Al prossimo capitolo :)

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Capitolo 12
*** -L'ORGANIZZAZIONE XIII ***


Benvenuti e bentornati a questo "primo", se così vogliamo dire, capitolo della nuova parte della storia!
Come vi dissi, ci avrei messo circa due settimana o poco più che scriverlo, in modo da riordinarmi le idee rivedere i capitoli alla ricerca di eventuali errori.
Ringrazio anticipatamente ZevisLover94_Hazel! Ti ringrazio davvero tanto, fa sempre piacere sapere che la propria storia sia apprezzata. Scusami se non ti ho risposto direttamente alla recensione, ma preferivo farlo qui, direttamente prima del capitolo XD
Ma bando alle ciance, eccoci qui con il new chapter della storia, leggermente più corto degli altri e molto molto spezzato, a causa dell'ingresso in campo di molti personaggi! Ma non voglio spoilerarvi nulla, buon lettura e mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate.

CAPITOLO 11:


L'ORGANIZZAZIONE XIII




Si guardò allo specchio. Come tutte le mattine da lì a qualche mese. Camice bianco crema, sbottonato sul davanti, camicietta purpurea, a maniche corte, stivali nero pece, completamente lucidati a nuovo. Capelli lunghi, di un grigio risplendente ed un sorriso a trentadue denti sul volto.
Prima di uscire dalla sua stanza, si recò, come era solito al balcone che dava direttamente su uno dei paesaggi più belli che il Mondo di Nirn potesse offrire. Il "Crepaccio", una lunga vallata, rigogliosa di alberi e vita, rinvigorita da una moltitudine di cristalli magici, che davano linfa vitale a tutta la valle. Creati dall'ingegno di Maestro Ansem, era il capolavoro di Radiant Garden. Inspirò a pieni polmoni l'aria fresca del mattino, particolarmente soleggiato quel giorno. Nessuna nuvola ricopriva il sole, la brezza era leggera e il sole riscaldava anche il sangue. Una perfetta giornata estiva per condurre i loro esperimenti.
Dopo un'ultima rapida occhiata, voltò le spalle al paesaggio ed uscì, con estrema calma, dalla sua "dimora", come la chiamava molto spesso. I corridoi del castello erano molto illuminati, ornati di candelabri, ovviamente spenti, tappeti pregiati, tende di pura seta dagli ampi finestroni che davano all'esterno, sulla città più in basso. A mano a mano che scorrevano, potè osservare meglio la città che si risvegliava. Le botteghe di artigiani aprivano come era loro solito la mattina presto. Le guardie cittadine, assonnate ancora dai turni notturni, sbadigliavano e camminavano svogliatamente. Gli schiamazzi dei bambini piccoli, che si risvegliavano fin troppo presto. 
Non potè fare a meno di sorridere a quella vista. Più viveva in quella città, in quel castello, più continuava ad amare sempre di più la sua vita. Continuò la sua "passeggiata", molto lentamente, diretto nella parte inferiore del castello, i laboratori del Maestro Ansem. Era pensieroso sulla giornata che doveva passare, ma soprattutto sulle recenti scoperte degli ultimi giorni, che potevano effettivamete cambiare il futuro del mondo, sotto tutti gli aspetti e senza ombra di dubbio, a detta sua.
Era talmente sovrapensiero che non si accorse di una mano amica sulla spalla, un tocco leggero ma che lo fece riscuotere dalla sua profonda riflessione. Quando si voltò, davanti a lui vide un ragazzo della sua stessa altezza, occhi neri come la pece e capelli del medesimo colore, pettinati all'indietro, molto odrinati. Sciarpa rossa attorno al collo e classica giubba che indossavano le guardie a Radiant Garden.
E identico sorriso, spensierato che aveva lui.
"Braig! Pensavo che stessi smontando dal turno notturno", disse il ragazzo, abbracciando il compagno, che rispose caldamente, "Che c'è, non ti piace vedermi a quest'ora della mattina, Xehanort?!", rispose Braig guardandolo negli occhi, sempre col sorriso.
"Ma cosa vai dicendo, il Maestro ha invitato anche te e Dilan, ricordi?", replicò Xehanort, fissandolo con una smorfia.
Braig si grattò la testa e assunse uno sguardo innocente, segno che probabilmente se lo era dimenticato.
"Sei il solito! Sapevo che sarebbe finita così!", sbottò Xehanort, questa volta con un ghigno ironico sul volto. "Forza, che sono già in ritardo di mio, mi stai facendo perdere tempo!", gli disse in tono scherzoso, riprendendo il cammino.
Braig rimase per qualche momento confuso. Poi si accorse che l'amico era già avanti e scattò per raggiungerlo. "Xehanort, ascolta, credi davvero che Maestro Ansem abbia trovato il segreto che stava cercando già da diverso tempo? Dopotutto sono già passati anni da quando iniziò le ricerche", chiese il ragazzo moro, fissando il il compagno. Quest'ultimo, invece, si concentrò al corridoio e ci pensò ancora qualche secondo prima di rispondere. "Io credo al Maestro Ansem. E' intelligente, carismatico e gentile. Una mentre brillante ed un cuore puro come i suoi non possono aver mentito. Se il Maestro ha detto di aver raggiunto un importante crocevia nelle sue ricerche, allora gli credo. Sono fiducioso nelle sue capacità di scienziato e ricercatore. Dopotutto, è da lui che voglio prendere ispirazione per i miei progetti futuri".
Braig sghignazzò a quell'affermazione. Era vero, sembrava come se Ansem fosse per Xehanort il padre che non aveva mai avuto. O meglio, il padre che loro non avevano mai avuto...
A parlare, non si accorsero di essere arrivati ad una piccola porta d'acciaio, completamente sbarrata. A Xehanort bastò digitare quattro lettere e con un clangore metallico, la porta si sbloccò permettendo ai due di entrare. 
Quando furono dentro, vennero accolti dalla confusione del laboratorio. Una vasta stanza, il cui colore dominante era un bianco accessissimo, che poteva davvero infastidire, in un primo momento, chi entrava in quel luogo. Era gremito di computer e schermi recanti una moltitudine di numeri, parole, immagini rigurdanti i più disparati fenomeni fisici e chimici. Decine e decine di scienziati, tecnici e lavoratori. Alcuni seduti alle loro postazioni, ad armeggiare con i computer, altri ad osservare gli schermi enormi, altri ancora a confabulare tra loro.
Quando Braig e Xehanort furono dentro, vennero accolti da vari saluti, mentre continuavano a camminare, verso il fondo del laboratorio, dove vi era un'ennesima porta in acciaio, questa volta colorata di nero, che stonava col bianco della sala. Ancora quattro lettere e i due furono dentro.
Questa volta, l'ambiente era molto più piccolo rispetto al precedente. Era una piccola stanzetta, nero ed arancione, con nulla di particolare come ornamento, ad eccezione di un'enorme computer attaccato alla parete e di un ampio finestrone proprio davanti al marchigegno. Quando i due osservarono oltre il vetro, videro l'ennesimo salone enorme, sempre di un grigio/arancione, dominato da enormi macchinari e tubature, con annesse piattaforme. In mezzo a tutta quella confusione, tre persone radunate intorno ad una quarta, intenta probabilmente a spiegare loro qualcosa. 
Si guardarono l'un l'altro e sorrisero.
"A quanto pare, siamo veramente in ritardo", esclamò Xehanort, mettendosi una mano tra i capelli, imitato dal compagno.
Senza perdere altro tempo, si recarono all'angolo della stanzetta, dove un piccolo ascensore li portò direttamente alla base e a passo spedito, si recarono dalle figure che avevano intravisto dalla stanzetta. 
Fu un ragazzo un pò più grande di loro a notarli per primo. Lunghi capelli biondi ed uno sguardo indurito e nervoso, dalle sopracciglia aggrotate. "Era ora che arrivaste. Siete in ritardo di venti minuti. E abbiamo già iniziato, non avevamo voglia di aspettarvi", fu la sua esclamazione. Mentre Xehanort lo guardò in malo modo, Braig non lo degnò di uno sguardo ed andò a salutare gli altri due ragazzi, ben più alti e piazzati di lui e con la medesima casacca, solamente più chiara e senza sciarpa rossa.
Il primo, dai lunghi capelli neri raccolti in una treccia, lo accolse con un abbraccio, mentre il secondo, il più alto dei due, dai capelli di un marroncino chiaro, ricci, lo salutò con un piccolo sorriso ed un cenno del braccio.
"Dilan! Aeleus! Mi fa piacere rivedervi, da quanto tempo!", esclamò Braig, guardando entrambi. Con una mano sul capo, Dilan, lo guardò spensierato. "Ma se non ci vediamo da ieri...". Aeleus accennò ad un piccolo sorriso, mentre Braig guardò l'amico con un ghigno ironico. Sembrava che provavano piacere a prenderlo in giro circa la sua memoria. Ma a lui piaceva così, erano i suoi amici e si fidava di loro.
"Xehanort, non ascoltare Even. Anche loro sono appena arrivati. Gli stavo giusto raccontando come procedere oggi, non vi preoccupate", fu la voce profonda, calda e gentile che il ragazzo "albino", sentì provenire dalle spalle di Even.
Con una spallata, si liberò di Even, che con un "Hey!" cercò di replicare al gesto, ma Xehanort era concentrato all'uomo che aveva davanti e i suoi occhi brillarono. Un'uomo sulla sessantina circa, i capelli biondi, così come la barba. La stessa giacca che indossava lui, con una mantella rossa. Ed uno sguardo sorridente e disponibile.
"Maestro Ansem! Non vedevo l'ora di rivederla e di essere aggiornato circa le novità!", replicò Xehanort, completamente al settimo cielo, lo guardava ad occhi spalancati. Quel sorriso profondo di Ansem lo metteva sempre di buon umore e a suo agio.
"Molto bene, l'impazienza nella scienza è ben accetta, ma cerca di controllarla, Xehanort. A volte può portare ad azioni che potrebbero risultare nocive per noi. Ricordatelo", replicò Ansem, fissandolo sempre con un viso sorridente.
Xehanort asserì con un cenno del capo. Ogni parola proferita da Ansem era come oro per lui.
"Dunque, come stavo precedentemente spiegando ai vostri compagni, credo di aver acquisito delle informazioni che potrebbero farci procedere ulteriormente con i nostri esperimenti", inizò Ansem, dando le spalle ai suoi "alunni" e recandosi verso una delle tante piattaforme. I ragazzi lo seguirono, molto curiosi ed attenti.
"Come ben sapete, è da anni che sto cercando una cura alle malattie che colpiscono il cuore. E da anni non riesco a trovarla. Sembra come se questo organo abbia una funzionalità ed una composizione fisica e chimica completamente differente da tutti gli altri", nel mentre esponeva le sue idee, premette un pulsante rosso, proprio in prossimità della piattaforma. In men che non si dica, scese un'ascensore di piccole dimensioni, sul quale vi era una teca di medie dimensioni, trasparente e di plastica. Al suo interno, un cane di media taglia. Colore nero, con striature blu, dalla forma allungata e le fauci spalancate. Si agitava frenetico e tentava a tutti i costi di uscire dalla gabbia.
"Nonostante il numero elevato di malattie e di organi del corpo umani, grazie ad un uso molto frequente della magia di recupero, sono riuscito a trovare una cura per circa il 90% delle malattie esistenti. Polmoni, fegato, reni, persino il cervello. Ma nessuna cura per quelle che colpiscono uno dei principali centri di funzione del corpo umano", continuò il Maestro, come lo chiamavano loro. Nel frattempo, i suoi apprendisti, o meglio, solamente Xehanort ed Even, erano intenti a scribacchiare qualcosa sui loro quaderni, seguendo attentamente le parole di Ansem.
"E solamente recentemente, mentre studiavo l'ennesima composizione di questo organo, cercando indizi che probabilmente avevo omesso precedentemente, sono incappato in qualcosa di davvero affascinante...E al tempo stesso inquietante...", rivelò Ansem, pigiando il pulsante blu, di fianco a quello rosso. In un battito di ciglia, una scossa di notevole potenza attecchì la gabbia, uccidendo all'istante la povera bestia. I ragazzi non si scomposero più di tanto. Erano stati presenti in altre occasioni ad una situazione simile. 
Poi, Ansem, dal taschino del suo camice, estrasse cinque aggeggi, che assomigliavano moltissimo a degli auricolari.
"Ora, ascoltate attentamente. Io sezionerò il cadavere. Quando ve lo dirò io, indossate quegli apparecchi ed avvicinatevi il più possibile al cadavere, soprattutto al suo cuore", spiegò Ansem, aprendo la gabbia ed impugnando un bisturi, apparso all'occorenza su di un piccolo carrello automatico.
Anche quando iniziò l'incisione, nessuno dei presenti fu colpito in maniera profonda da quell'azione. Ci volle qualche minuto di lavoro, prima che Ansem, indossati i suoi guanti bianchi, finì il lavoro. Davanti a loro, la carcassa dell'animale aperta in due. Un'odore pungente colpì l'ambiente, constringendo i ragazzi a porre una mascherina sul volto.
"Forza ora, avvicinate l'orecchio al cuore. Quegli apparecchi sono amplificatori del suono. Vi permetteranno di auscultare qualcosa di davvero incredibile...". Non se lo fecero ripetere due volte e lentamente si accostarono al suddetto organo. Senza preavviso, Ansem, con un gesto rapido, ma al tempo stesso, preciso, affondò il bisturi nel cuore. I ragazzi stavano per chiedere il perchè di quel gesto, ma vennero bruscamente fermati da un gesto del Maestro, che indicò loro il proprio orecchio, segno che dovevano solamente ascoltare.
Passò qualche secondo di silenzio, prima che i quattro, grazie a quello strano dispositivo, udirono un latrato impercettibile al semplice orecchio umano. Si protrasse per pochi attimi, prima che venne fermato da un sospiro, anch'esso molto lieve. Poi il silenzio.
I ragazzi si guardarono tra di loro, con gli occhi spalancati. Poi si voltarono verso un sorridente Ansem.
"Maestro ma cos...", Xehanort non terminò la frase che venne anticipato dal Maestro.
"Non lo so ancora. Non è la prima volta che mi capita, ma recentemente si è fatto più frequente. Non ho idea di cosa possa essere, ma sembra non essere uguale per tutti gli esseri viventi...", poi si voltò, pensieroso, con la mano a lisciarsi la lunga barba.
"Ho provato con topi, gatti e persino maiali. Il risultato era sempre lo stesso. Appena auscultavo gli ultimi momenti dei loro cuori, udivo il loro verso a seconda della specie animale. Seguito da un sussurro, una sospiro, questa volta simile a tutti...", replicò, voltandosi verso di loro.
"Di cosa potrebbe trattarsi, Maestro? Non era mai successa un fatto del genere. Sembra come se il cuore tentasse disperatamente di rimanere in questo mondo...", affermò Even.
"Sembra, ma non ne ho ancora idea, mio caro ragazzo. Sembra quasi un lamento, hai ragione. Ma deve esserci dell'altro e ho intenzione di continuare per cercare si scoprire di cosa si tratta. Se è quello che penso io...", i suoi alunni pendevano dalle sue labbra, "Ho ragione di credere che quello che abbiamo udito sia soltanto la "voce" dell'essere vivente deceduto. In pratica, potrebbe benissimo essere la sua anima. E il cuore la sua custodia..."


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Una potente palla di fuoco, colpì in pieno petto Xemnas, che venne scaraventato direttamente verso la parete della sala principale della base dell'Energy.
"Hai perso colpi, non è vero, Xemnas?", disse Mustang, guardando il punto in cui aveva colpito il suo avversario, il guanto alchemico ancora fumante...
Mustang e Xemnas si erano allontanati dalla battaglia. Quando il Colonnello vide, nella massa degli Heartless, cinque figure incappucciate, che disperdevano caos in mezzo alle sue truppe, non ci pensò due volte a richiamare i suoi generali ed ordinargli di affrontare i membri dell'Organizzazione. Erano gli unici, alla base, a potrli contrastare. Ma quando scorse la figura di Xemnas, prese la fatidica decisione di occuparsene persolamente.
Francamente, sapeva che un combattimento uno contro uno che aveva come avversario Xemnas, poteva concludersi in un solo modo...
Ma il suo destino, fin all'inizio della battaglia, era proprio quello di confrontarsi con il leader dell'Organizzazione XIII ed il suo compito era proteggere la base. I suoi uomini. Zane e Yoruichi...
Ed ora, lì, nel salone, un sorriso beffardo si impadronì del suo volto. Poteva farcela. Sì, poteva battere Xemnas...
Ma quando vide il suo avversario, uscire completamente illeso da quel polverone, digrignò i denti. Poteva farcela, ma non sarebbe stato affatto facile...
Lo sguardo del Nessuno, ancora impassibile e neutrale, si concentrò su quello del Colonnello.
"Non credere di potermi battere, Mustang. Sai benissimo che le tue capacità esulano dalle mie. Non hanno niente a che vedere con il mio potere, alchimista del fuoco", replicò Xemnas, fissando il guanto di Mustang. Era vero, in parte. Effettivamente, Xemnas sapeva che le sue abilità erano nettamente superiori a quelle del suo avversario. Ma era a conoscenza del fatto che il potere di creare fuoco e fiamme del Colonnello poteva essere un problema e creargli qualche grattacapo. Ma lui non aveva tempo da perdere. Doveva trovare il ragazzo di nome Zane. A tutti i costi. Tuttavia poteva, anzi, doveva soddisfare una sua piccola curiosità circa quell'uomo...
"Anche se, Mustang, un guerriero del tuo calibro sarebbe davvero uno spreco gettarlo al vento. Hai le capacità di comandare e di combattere. E faresti molto comodo alla nostra Organizzazione...", Mustang sapeva già dove voleva andare a parare. Ma evitò di interromperlo. Perciò, rimase in silenzio, ad ascoltare quelle parole uscire dalla sua sua stessa bocca.
"Che ne dici? Di unirti all'Organizzazione XIII? Saresti trattato come un combattente di tutto rispetto e avresti la possibilità di vivere in eterno. Inoltre, se accettassi, potrei decidere deliberatamente di risparmiare tutti i tuoi uomini, dai tuoi fedeli generali al più semplice dei soldati. Non li sfiorerò nemmeno con un dito", concluse Xemnas, stavolta con un sorriso appena accennato sul volto.
D'altro canto, il Colonnello abbassò la testa. Sapeva. Lo sapeva che questa era la sua unica possibilità di salvezza, insieme ai suoi uomini.
Ma come poteva accettare? Ha giurato per tutta la vita di combattere Xemnas e l'Organizzazione. Anche se avrebbero avuta salva la loro vita, i suoi uomini non l'avrebbero più guardato in faccia, non dopo che si fosse venduto al nemico che avevano giurato di distruggere.
Ed era sicuro che, anche arrendendosi, Xemnas non avrebbe risparmiato nessuno...
E' proprio in questi momenti, queste situazioni di stallo, in cui la tua vita è appesa ad un sottile filo. La stessa vita che ti passa davanti, una carrellata di immagini e ricordi di ciò che hai vissuto...
Ripensò, in quel momento, al suo passato. A tutto ciò che lo aveva portato in quello stato. Quella donna che un giorno lo aveva intercettato e gli aveva proposto questa inusuale richiesta. Comandare un branco di soldati alla deriva, istruirli e combattere l'Organizzazione XIII, lo stesso gruppo che aveva praticamente distrutto la sua vita, i suoi cari, le persone che amava...
Ripensò a Zane, quel ragazzo che di fatto rappresentava il fratello che non aveva mai avuto...
A ciò in cui lo aveva coinvolto e si maledisse per quest'azione...
Aveva rischiato di perdere una delle poche persone a cui voleva bene...
A Yoruichi, quella donna che in poco tempo era riuscito a conquistarlo, che gli ricordava moltissimo quella persona che aveva amato diverso tempo fa...
"Huges, cosa diresti ora? Sei fiero di quello che sono diventato...? Sto, in parte, rimendiando a quell'errore di egoismo che ti costò caro...", furono gli ultimi pensieri di Mustang, mentro una piccolissima e flebile lacrima solcò il su volto e un piccolo sorriso increspò le sue labbra. Quando rialzò lo sguardo, la sfida che con gli occhi lanciò a Xemnas era palese.
"Vai a farti fottere", disse soltanto, prima di scagliare l'ennesima palla di fuoco verso il suo avversario. Il quale ghignò impercettibilmente.
"E così è questa la tua scelta, Roy Mustang...".

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Larxene era completamente infuriata. Un taglio, leggerissimo, che solcava la sua guancia destra. Ma pur sempre uno sfregio che deturpava la sua bellissima pelle coloro panna.
Non poteva permettere a quella sgualdrina da quattro soldi di farla franca. 
Ma più la guardava, più qualcosa non quadrava secondo i suoi ricordi. Uno dei generali di Mustang sapeva essere una ragazzina dai lunghi capelli blu ed una non per nulla alla moda, casacca scolastica. E allora perchè mai aveva davanti una donna dai lunghi capelli scarlatti? Indossava un corpetto nero, molto scoperto, accompagnato da lunghi pantaloni del medesimo colore. Impugnava due lame e la guardava la sua sfidante con aria di sufficienza, con quegli occhi verde smeraldo e la lunga cicatrice sul volto, che le attraversa completamente l'occhio sinistro.
"Che c'è? E' tutto quello che sai fare, biondina?", sghignazzò la rossa, sventolando i pugnali davanti alla sua avversaria.
Larxene digrignò i denti e senza preavviso cacciò un urlo e si scagliò contro la donna.
Ennesimi scambi di colpi. Ad ogni contatto, le lame producevano delle scintille, segno che entrambe portavano i loro colpi ad un livello molto alto di potenza. I pugnali di Larxene, inoltre, emettevano strane scintille giallognole che le circondavano completamente le braccia, rendendo i suoi movimenti molto più rapidi del normale.
"Con chi credi di avere a che fare, sgualdrina da quattro soldi. Giuro che ti riduco ad un cumulo di cenere!", la furia di Larxene aumentava sempre di più. Ad ogni colpo, sembrava che la sua agilità e mobilità aumentassero a vista d'occhio. D'altro canto, i riflessi della scarlatta erano superiori in tutto e per tutto, anche se piccole gocce di sudore le imperlavano la fronte. 
Con un lampo, la donna dai capelli rossi si allontanò dal Nessuno e lanciò rapidissima due pugnali, che vennero prontamente parati dalla sua sfidante.
Quest'ultima ghignò e sospirò.  "Non c'è che dire. Sei molto abile con quelle lame. Di certo sei un avversario temibile, questo devo ammetterlo. Tuttavia mi sfugge qualcosa circa la tua persona", disse Larxene, ancheggiando verso la rossa.
Quest'ultima la guardò divertita. "Ah sì? Sentiamo, quali dubbi ti assillano, mia cara amica?", chiese la donna, leccandosi le labbra.
"Tu non hai i capelli azzurri ergo non sei un generale di Mustang. Xemnas e noi membri dell'Organizzazine XIII sappiamo tutto su di voi. Eppure non abbiamo dati su di te. Come mai? Chi diavolo sei, puttanella?", domandò la Nessuno, assumendo di punto in bianco un'espressione a dir poco inquietante.
"Tsk, a quanto pare peccate di informazioni, miei cari Nessuno. Ebbene, hai l'onore di parlare con l'unica ed inimitabile...", e senza completare la frase, scomparì dalla vista della bionda, per riapparire in una frazione di secondo dietro di lei. Le lame puntate alla sua schiena. 
"Lama Sinistra di Noxus, migliore assassina in circolazione. Il mio nome è Katarina Du Couteau. Piacere mio, biondina...".

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Là, su quel piccolo promontorio, lontano dalla vera battaglia e dalla mischia fuoribonda, un pacato silenzio avvolgeva l'aria circostante. Solamente qualche flebile suono arrivava alle loro acute orecchie. Ma nulla di più.
Per dieci minuti erano rimasti a squadrarsi l'un l'altro. Poi, come se niente fosse, entrambi si erano seduti al suolo, guardando prima la pianura e successivamente l'uno gli occhi dell'altro.
"Che dici? Rimaniamo qui a vita? Ci costruiamo una bella casupola in legno e viviamo qui", disse il primo di loro due, un uomo sulla trentina circa, dai lunghi capelli neri che gli ricadevano sulle spalle ed una folta barba del medesimo colore, con tanto di basette e pizzetto. Indossava pantaloni neri ed una giubba di colore rosso, coronata da una mantella di un grigio cupo. Infine, portava un capello a "borsalino", sempre di colore nero.
Era intento a rigirarsi delle carte da gioco rosse, blu e gialle nelle mani.
"Sai, non potrei mai darti torto. Chi ha voglia di combattere, dopotutto?", rispose quest'ultimo, sollevandosi di poco il cappello con un dito.
D'altra parte, Luxord sorrise impercettibilmente e, proprio come il suo "compagno", si divertì con delle carte da gioco, questa volta completamente nere, recanti il simbolo dei nessuno.
"Però sai, ho un ordine e vorrei tanto portarlo a termine. Per quanto mi scocci ammetterlo, non posso farne a meno", continuò il moro, alzandosi con un sospiro di fatica e facendo scomparire le carte da gioco.
In un lampo, queste ultime iniziarono a svolazzare intorno al capo dell'uomo, brillando di luce propria.
"Accidenti, speravo davvero che si potesse evitare. Ma ahimè, anche io ho un compito da portare a termine. Dannatissime missioni...", rispose Luxord, alzandosi e dirigendosi verso il suo sfidante, mentre tutto intorno a loro, le carte del Nessuno iniziarono a comparire dal terreno, quasi come fossero un muro di cemento.
"Mi scuso per non essermi presentato prima con te. Io sono Luxord, lo Sfidante del Destino. Posso sapere con chi ho l'onore di combattere?", chiese il biondo, ammiccando un leggero sorriso.
Il suo avversario non se lo fece ripetere due volte e, togliendosi il cappello, rispose con la medesima espressione. "Il maestro di Carte, direttamente da Bilgewater. Il mio nome è Twisted Fate. Mettitelo bene in testa, Nessuno. E' l'ultimo nome che sentirai pronunciare...".

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"Sinceramente, nessuno ti ha chiesto di darmi una mano. Potevi benissimo rimanere ad osservare, per quanto mi riguarda", esclamò Harribel, fissando il compagno di fianco a lui, l'uomo con il serpente attorcigliato attorno al braccio.
"Hai ragione. Detto francamente, non mi interessa per nulla la tua vita. Ma il corpo e l'essenza di quei due nessuno mi attira fortemente...Ho intenzione di studiarli a fondo..", rispose quest'ultimo, passandosi la lingua sulle labbra. Una lingua molto più lunga del normale, biforcuta come quella dei serpenti.
D'altro canto, Marluxia non batte ciglio mentre Axel tremò impercettibilmente ed assunse uno sguardo terrificato.
"Quel tipo mi inquieta...Non ho voglia di farmi sezionare come un animale qualunque...Ti prego Marluxia, fallo fuori e non pensiamoci più...Io mi occupo della donna", asserì Axel, stavolta assumendo un espressione languida ed un sorriso beffardo, fissando la donna.
Marluxia sbuffò e scrollò le spalle. Poteva benissimo occuparsi di entrambi da solo. Ma un aiuto avrebbe semplificato la battaglia e di certo avrebbe impiegato molto meno tempo.
"Molto bene allora. Occupati pure di quell'Espada. Vedi di non farti abbindolare. Altrimenti te la vedrai direttamente con me", replicò Marluxia, assumendo una posizione da battaglia e impugnando saldamente la sua falce. Migliaia di petali di ciliegio iniziarono a svolazzare intorno al suo copro, come se fossero sospesi da qualche magia.
L'uomo col serpente lo guardò beffardo e, con un rapido gesto, fece scomparire la bestia che aveva al braccio. "Interessante... Tu quindi devi essere Marluxia, il leggiadro sicario... Non ti preoccupare, ho avuto a che fare con numerosi assassini, non sarai di certo ne il primo ne l'ultimo...".
"Questo è tutto da vedere, ninja traditore della foglia. Il Sannin, Orochimaru...", ribattè il Nessuno, facendo roteare la sua falce rosea.
D'altra parte, Axel fissava la donna, i suoi Chakram infuocati in entrambe le mani. "Sarà uno scontro divertente, Espada...Acqua contro fuoco, vediamo di sfaldare il mito, che ne dici?", esclamò Axel, creando un mantello di fiamme intorno a lui.
Harribel rispose con il medesimo gesto. Una barriera d'acqua che la circondò completamente.
"Sono sicura che i miti e le leggende restano tali..."

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"Che cosa hai intenzione di fare, giovane donna? Non puoi contrastare la mia forza, arrenditi ora e risparmierò te e quel tuo amico dai capelli arancioni", esclamò Saix, schivando senza problemi l'ennesimo colpo a vuoto.
La velocità di Yoruichi, era risaputo, risultava una tra le più alte, non soltanto all'interno della Soul Society, ma probabilmente in tutta la Galassia Gamma. Non era soltanto Kisuke a continuare a ripeterglielo, ma anche Mustang, una volta vista in azione, concordava. La "Dea del Lampo" era soprannominata nella Soul Society...
Eppure ora, contro quel membro dell'Organizzazione, sembrava una donna qualsiasi. Nonostante usasse lo Shunpo, quel Saix era in grado di schivare qualsiasi colpo riceveva.
Provava qualsiasi tipo di tecnica, ma risultava comunque obsoleta contro quell'uomo. Certo, non aveva ancora giocato la sua carta migliore, ma non era intenzionata a rivelarla così facilmente, anche se la situazione lo richiedeva.
E di certo non poteva chiedere a Ichigo, ne tanto meno a Zane, di sconfiggere quel tipo. Aveva una potenza che li poteva surclassare con pochissimo sforzo...
I due, infatti, erano alle sue spalle e fremevano per andarla ad aiutare, ma Yoruichi aveva ordinato loro di non muoversi. Visto e considerato il fatto che stavano per farlo, era stata costretta ad usare un Kido di impedimento, costringendoli all'immobilità, entrambi...
"Tsk, vedo che ti sopravvaluti troppo, membro dell'Organizzazione XIII", Yoruichi rise di gusto, mentre goccioline di sudore brillavano sulla sua pelle ambrata.
Un ghigno comparve sul volto del suo avversario. "Credo che tu abbia sbagliato soggetto nella frase, donna. Non sono io a sopravvalutarmi troppo. Siete voi a sottovalutarmi...", in un batter d'occhio, Saix saettò verso la donna, che fece per parare il colpo in arrivo, ma il Nessuno fu lesto ad aggirare, alla velocità del suono, la figura della donna e colpirla direttamente alla schiena, scaraventandola a diversi metri di distanza.
"Lo vedi? Mi basta poco per farti fuori. Non comprendo il tuo volere continuare a combattere nonostante la mia ovvia superiorità. Mi stupisce la stupidità di voi umani e dei vostri sentimenti", esclamò Saix, facendo scorrere lo sguardo da Yoruichi ai due ragazzi.
La Shinigami si alzò a fatica e si asciugò il sudore sulla fronte. Schizzò, senza preavviso, verso il Nessuno, iniziando a scambiarsi pugni e calci.
"Ovvio che non comprendi le nostre emozioni...Tu non le potrai mai provare!", furono le parole della donna, mentre cercava, con una giravolta, di colpire il volto di Saix. Quest'ultimo fu lesto a parare il colpo con l'avanbraccio. Poi scagliò un potente pugno che indirizzò verso l'addome della donna. Il colpo fu talmente potente da far barcollare la Shinigami e costringerla ad arretrare.
"E mi compiace non provarle. Mi rendono debole. Anzi, dovrei dire che VI rendono deboli. Fragili, umili pezzi di carne che tentano a tutti i costi di sopravvivere. Mi chiedo il perchè", mentre pronunciava queste parole, si diresse, lentamente, verso Yoruichi, che scattò nuovamente verso di lui.
"Allora proprio non vuoi capire...Stupida donna...", ancora una volta, Saix fu più rapido e schivò l'ennesimo calcio della donna, colpendola per la seconda volta alla schiena e facendola ruzzolare a terra.
"Sei davvero patetica...So che non stai combattendo al massimo della tua forza. Cosa aspetti? Vuoi che ti uccida, prima di mostrarmi le tue reali capacità?", affermò Saix, rivolto alla Shinigami.
Nel frattempo, Ichigo e Zane si mordevano le mani. Volevano intervenire. Anzi, dovevano. Ma Yoruichi li aveva bloccati con un Kido e non potevano fare alcunchè. Quel Kido era davvero potente. Zane non sapeva nemmeno cosa fosse, non aveva le possibilità di liberarsi...
Nuovamente, Yoruichi tentò, invano, di colpire a suon di pugni e calci il suo avversario, ma era sempre la solita storia. Saix schivava all'ultimo momento e la spediva direttamente a terra. Anche lui, si poteva notare, non stava per nulla facendo sul serio.
"Lo dici a me? Forse dovresti impegnarti anche tu, oppure anche tu, come me, sottovaluti il mio potere...", replicò Yoruichi, ghignando beffarda. Saix fece una smorfia e tentò di rispondere per le rime alla Shinigami, ma venne colto a sorpresa dalla donna, che in un lampo si materializzò alle sue spalle.
"Prendi questo, razza di bastardo...", questa volta, il calcio, scagliato a piena potenza, colpì in volto il Nessuno che venne scaraventato a terra.
"Che c'è, non dirmi che ti stai davvero facendo battere da una donna? Mi sembri abbastanza deboluccio, caro mio...", esclamò Yoruichi, sempre con un ghigno ironico stampato sul volto.
Quando Saix si rialzò, sanguinava da una leggera ferita sul labbro. Se la pulì con un dito e fissò la donna, con uno sguardo infuriato.
"Ora mi hai davvero fatto arrabbiare...", furono le uniche parole proferite, mentre il suo braccio si illuminava di una luce bianchissima ed accecante
"SPARISCI! RAGGIO LUNARE!", Saix scagliò un potentissimo fascio del medesimo colore, diretto verso Yoruichi. Quest'ultima rimase immobile. Sapeva che era potente, ma se attivava lo shunko era in grado di bloccarlo, ne era sicura...
"Yoruichi, SCHIVALO!". L'urlo di Zane arrivò alle orecchie delle donna. Ma era troppo tardi...
Il raggio, nel suo breve tragitto si era ingigantito, raggiungendo una dimensione davvero enorme, anche di parecchi metri. Una fascio di energia troppo potente per essere parato, anche dal suo shunko.
"Maledizione, non farò in tempo...!".
Fu un lampo. 
Una barriera di ghiaccio si frappose tra il colpo di Saix e il corpo della donna.
I presenti, soprattutto Saix, strabuzzarono gli occhi, mentre Yoruichi, dopo un secondo in più di stupore, si calmò ed uno strano sorriso rassicurante si andò a formare sul suo volto.
"Ma cosa...! Che diavolo succede?!", esclamò Saix, guardandosi intorno.
Ma i colpi furono talmente veloci, che l'uomo non se ne accorse. Due raggi, uno di neve ed uno rosso fuoco colpirono il Nessuno che, nonostante i suoi riflessi, non riuscì a pararli in tempo, barcollando all'indietro. Senza che potesse riacquistare l'equilibrio, in mezzo secondo, sentì una puntura alla schiena e, girandosi, notò l'impercettibile figura di una donna che scompariva dalla sua vista.
Saix cadde a terra con un ginocchio, respirando affannosamente, a causa dei colpi ricevuti.
Quando però alzò lo sguardo verso la sua avversaria, la sorpresa lasciò spazio ad un'ira incondizionata.
Di fianco alla donna, si erano materializzate altre sette figure, che indossavano i medesimi vestiti del ragazzo dai capelli arancioni.
"Era ora che arrivaste, ragazzi...La situazione iniziava a scaldarsi...", disse Yoruichi, a coloro che avevano appena fatto il loro ingresso.
D'altra parte, Zane guardava completamente rapito quelle persone. Stesso vestito di Ichigo, stesso portamento e armi molto simili. Delle spade. Erano deglli Shinigami, in carne ed ossa! 
Ichigo invece, sorrise sommessamente. Erano arrivati davvero...
"Yoruichi, non sarebbe meglio che tu tolga quel Kido? Ormai non serve più tenerli fermi, dico bene?", chiese uno di loro, un ragazzo dallo strano sorriso ed i capelli biondi, completamente lisci.
Quest'ultima, annuì con un cenno e con un gesto del braccio, liberò Zane e Ichigo che si fiondarono verso il gruppetto. 
"Yoruichi-sama, sono così felice di vederla sana e salva...Ho fatto il più presto che potessi, non si arrabbi con me!", esclamò Soifon, piangendo a dirotto.
Yoruichi, d'altro canto, sorrise e le accarezzò i capelli. "Non ti preoccupare, sei arrivata giusto in tempo. Ottimo lavoro, Soifon", replicò la donna.
"Yo, Ichigo! E' da tanto tempo che non ci vediamo, di un pò, perchè non ci hai invitato a questa piccola festicciola?", fu la volta del ragazzo dai capelli rossi.
"Renji, Rukia! Sono davvero felice di vedervi. Non pensavo che sareste venuti. Credevo che Urahara-San vi avesse tenuto allo scuro di tutto", rispose Ichigo, guardando entrambi sul volto.
"Hai ragione, Ichigo, ma Yoruichi lo ha riferito direttamente a Soifon, che a sua volta, sempre per ordine di Yoruichi, lo ha riferito a noi. E a noi soltanto". Le parole di Rukia sopresero il sostituto Shinigami, che si aspettava Renji e Rukia, ma non di certo anche Toshiro ed Hirako, oltre che ad Hisagi e Rangiku.
"Ichigoooo, come va? Tutto a posto?", chiese Rangiku, andando ad abbracciare il ragazzo che stava per "soffocare" nel petto della ragazza.
"Non vorrei interrompere il vostro piccolo incontro. Ma sembra che la situazione si stia per riscaldare davvero...". Le parole di Toshiro, capitano della 10° divisione del Gotei 13, riscossero i presenti, che si voltarono verso di lui. 
Saix, davanti a loro, era circondato da una luce bianchissima, la medesima di prima. Appoggiato sulla spalla, un'enorme arma, differente da qualsiasi altra avessero mai visto prima.
Ma la cosa che stupì molto di più i presenti, era le presenza di ulteriori quattro figure, con una veste molto simile a quella di Saix. Era nera. Macchiata di nuvole rosse dal contorno bianco.
"Kahahahaha. Si rientra in azione, Itachi!", furono le prime parole del più strano dei quattro, un'enorme uomo-pesce, che impugnava una strada spada ricoperta di bende. Di fianco a lui, due ragazzi, molto simili tra di loro. Capelli del medesimo colore, neri come la pece. Ma ciò che li contraddistingueva, erano gli occhi. Rosso sangue, come quelli di Zane.
Fu poi il quarto di loro, un'uomo dai capelli arancioni, a prendere la parola.
"Kisame, Itachi e anche tu...", disse, rivolto poi al più giovane dei due ragazzi, "Sasuke. Preparatevi e non sottovalutateli...Quelli sono Shinigami, guerrieri molto potenti. Nulla a che vedere con i recenti avversari contro cui avete combattuti. Occhi aperti..."
Poi Saix avanzò, lasciandosi una scia di bianco dietro. "Fatevi avanti, Shinigami...!"


EPILOGO: Dunque, la battaglia è finalmente iniziata! Mustang e i suoi generali sono alle prese con Xemnas e i suoi Nessuno, ma una domanda sorge spontanea. Chi sono i due alleati di Mustang, sconosciuti all'organizzazione XIII? E il passato di Xemnas, influenzerà automaticamente il suo futuro? Quale scoperta ha raggiunto Ansem e perche il cuore umano sembra avere un'anima? A cosa porterà questo ?
Tutto nel prossimo capitolo!

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Capitolo 13
*** Io sono l'Alba! La forza di Pain! ***



Eccoci qui con il "secondo" capitolo di questa seconda parte della storia. Eventualmente in futuro dividerò le varie parti, ora preferisco mantenerle così. 
Mi scuso di nuovo per il ritardo di pubblicazione del capitolo, ma la vita universitaria è davvero piena di impegni, non soltanto di studio!
Ringrazio infinitamente ZevisLovers per la recensione!
Io penso sempre di fare capitoli troppo lunghi, ma quando scrivo, non riesco più a stccarmi dalla tastiera ahahahaha
Comunque scusa davvero, ma non ho potuto aggiornare presto a causa di problemi di internet, come dissi diverso tempo fa. Non riesco mai a risolverlo questo problema...
Ma bando alle ciance, buona lettura a tutti e spero che questo nuovo capitolo sia di vostro gradimento XD

CAPITOLO 12:

IO SONO L'ALBA!

LA FORZA DI PAIN!





"Quindi Maestro, come avete intenzione di procedere? Questa scoperta potrebbe rivoluzionare completamente la vita umana!". Le parole di Xehanort colpirono profondamente Ansem. E non aveva del tutto torto. Poteva considerare quel fenomeno come un semplice risposta immunitaria, come un repulso naturale del corpo umano, in quel caso animale, ma pur sempre un fenomeno naturale. Ma se così non fosse stato...? Se, effettivamente, fosse qualcosa di avverso alla natura, qualcosa che legasse quell'avvenimento ad una forza completamente estranea a Madre Natura...
I pensieri di Ansem lo isolarono completamente dal salone, mentre i cinque ragazzi lo osservavano rapiti. Avevano imparato a non proferire alcuna parola, quando Ansem aveva quello sguardo riflessivo e pensieroso.
Poi, di scattò, si voltò verso i suoi studenti, con uno sguardo spensierato. "Ragazzi, credo che per oggi possa bastare così. Ho bisogno di riflettere ulteriormente su questa situazione. Non può trattarsi di un semplice caso fisico, esplicabile tramite leggi e postulati. E' qualcosa che mai è successo nella storia della medicina e della magia. Ed ho intenzione di venirne fuori. Magari un sonno ristoratore è quello che ci vuole. Potete andare, ci vediamo domani mattina, qui in laboratorio, alla solita ora".
Aveva davvero bisogno di pensare su quello che era successo. Da solo. 
Sia Xehanort che Even lo fissarono con un'espressione delusa e profondamente triste. Volevano a tutti i costi rimanere con Ansem, per trovare una risposta adeguata e razionale a quel fenomeno. Oltre che per poter imparare sempre di più dal loro Maestro. Ma non avevano affatto intenzione di distrarlo, ne di andar contro le sue parole. Perciò annuirono, salutandolo con un abbraccio.
Prima di sparire oltre l'ascensore, Ansem si rivolse ai tre ragazzi facenti parte delle guardie cittadine. "Ah, Braig, Dilan, Aeleus. Mi farebbe piacere che domani foste presenti anche voi tre, ancora una volta. Potrebbe interessarvi direttamente", disse un'ultima volta, prima di salutarli definitivamente. 
Così, il gruppetto di recò all'esterno del laboratorio e mentre Xehanort da una parte e Aeleus e Even dall'altra, si recavano rispettivamente nelle loro stanze, Braig e Dilan si incamminarono verso l'uscita del castello, diretti verso la caserma principale di Radiant Garden.
Era quasi Mezzodì e toccava proprio a loro due la ronda quotidiana all'esterno delle mura della città.
Mentre passeggiavano tranquillamente, tra le strade affollate e caotiche di Radiant Garden, non poterono non pensare a ciò a cui avevano appena assistito.
"Tu credi davvero a ciò che ha detto Ansem?", chiese Dilan, evitando accuratamente di chiamarlo Maestro.
Loro tre, includendo anche Aeleus, non erano a tutti gli effetti apprendisti di Ansem. In realtà, si parla di alcuni anni fa, preferirono diventare delle guardie cittadine, che degli scienziati completi, come Xehanort o Even. Anche se rimasero comunque affezionati al vecchio Maestro e si recavano, ovviamente quando potevano, nei suoi laboratori, insieme ai loro amici, ad assisterlo qualora fosse necessario.
Braig incrociò le braccia dietro la schiena ed iniziò a sospirare. "Beh, non vedo perchè non credergli. Raramente ha sbagliato, lungo tutta la sua carriera. Perchè dovrebbe farlo proprio ora? Soprattutto avendo a che fare con qualcosa che gli preme già da molti anni. Senza contare il suo volto. Non sembrava lo sguardo di una persona confusa o in difficoltà", rispose il moro, continuando a fissare davanti a se.
"Già, forse hai ragione...Ma c'è qualcosa che mi turba in tutto ciò...Qualcosa di oscuro, a mio parere", replicò il compagno, assumendo un'espressione dura e pensierosa.
"Ti fai troppi problemi, Dilan. Cerca di pensare positivo e rimanere sveglio! Ci tocca il turno, ricordi?", furono le parole di Braig a calmare l'animo inquieto dell'amico.
Nel frattempo, in pochi minuti, avevano raggiunto l'enorme edificio che fungeva da quartier generale delle guardie cittadine, la caserma. Una struttura con una mezza dozzina circa di piani, completamente in acciaio e ricoperta qua e là di ampie vetrate e stendardi recanti il simbolo di Radiant Garden.
I due, dopo aver ammirato qualche secondo di più, l'imponente costruzione, si recarono all'ingresso, dove vennero perquisiti ed identificati. Poi, senza fermarsi a salutare tutti quelli che li riconoscevano, si diressero verso il "garage" della base, facendosi largo tra il via vai continuo di lavoratori, addetti alle pulizie e guardie.
Il "garage" della base era un'enorme parcheggio sotterraneo, da cui si potevano notare gli enormi pilastri in cemento, larghi diversi metri, che sorreggevano tutto l'edificio. Lì, una moltitudine di macchinari erano fermi, in attesa di essere utilizzati. Carri, motociclette, automobili e persino alcune navicelle volanti. Tutti recanti, come al solito, il simbolo di Radiant Garden. 
"Ti ricordi dove l'hai parcheggiata? Immagino di no...", esclamò Dilan, fissando l'amico con uno sguardo completamente compassionevole.
Quest'ultimo girò la testa e destra e a sinistra, grattandosi il capo. "E dire che l'ho usata ieri, l'ultima volta. Strana situazione", rispose Braig.
"Secondo me, sei tu quello strano...Meno male che hai il turno con me, altrimenti saresti andato a piedi...", ribattè il compagno, facendo cenno a Braig di seguirlo.
I due raggiunsero il fondo del parcheggio, dove, isolata rispetto alle altre vetture, vi era una navicella molto particolare. Era completamente nera, fatta eccezione per i due abitacoli, di un vetro opaco, uno a "prua", mentre il secondo si trovava leggermente sopraelevato. La fusoliera aveva una forma molto affusolata, sembrava quasi una punta di freccia, mentre le ali erano anch'esse a punta, dotate di un secondo paio di ali più piccole che spuntava sia dal basso che dall'alto. Infine erano dotati di una doppia coppia di motori.
"Visto? E' esattamente dove la mettevi di solito...", rispose Dilan, indicando il luogo.
"Dai, forza, non abbiamo tutto questo tempo", continuò il ragazzo, facendo cenno a Braig di prendere posto nella postazione sopraelevata della "Gummiship". Dilan, invece, si mise ai comandi e in men che non si dica, la nave venne circondata da un fascio di luce bianchissima che la fece scomparire con un tonfo.
Pochissimi secondi passarono, prima che i due, con il loro mezzo, si ritrovarono nei cieli poco sopra Radiant Garden. Davanti a loro, la sterminata distesa di sabbia che circondava la città. Deserto a perdita d'occhio, che separava Radiant Garden dalle altre città della regione. 
"Facciamo il solito giro, Dilan? Oppure partiamo dalla cancellata sud?", chiese Braig, armeggiando con i comandi davanti a lui. 
"Partiamo dalla cancellata nord. Oggi pattuglieremo il Crepaccio. L'Alto Comando ci ha categoricamente ordinato di indagare circa fenomeni curiosi accaduti lungo la vallata", rispose Dilan, anche lui preso dai comandi della Gummiship.
"Fenomeni curiosi? Non potresti essere più chiaro, per favore? Ti ricordo che nemmeno noi della guardia cittadina abbiamo il permesso di attraversare il Crepaccio". Braig era abbastanza stupito dalle parole dell'amico. Va bene che era un ordine, ma andava di certo contro le stesse leggi della città.
"Beh, a me hanno riferito che alcuni cristalli magici della zona ad una certa ora della giornata, iniziano a perdere energia. Altre volte subiscono delle impennate notevoli. I tecnici faticano a controllarli. Per questo dobbiamo andare a controllare. E visto che siamo tra i migliori della guardia, hanno deciso di inviare noi", replicò il moro.
A quella frase, Braig assunse un'espressione gioiosa in volto. Sentirsi osannati così tanto da essere ritenuti i migliori, lo inorgogliva. "Va bene. Diretti al crepaccio, quindi", continuò Braig, felice come una Pasqua.
Mentre sorvolavano la città, ad un'altezza di sicurezza, Dilan era fin troppo sovrapensiero. Ripensava ancora a ciò che Ansem aveva scoperto. Ma non soltanto. Anche questo "fenomeno" che riguardava i cristalli lo incuriosiva ma allo stesso tempo, lo inquietava. Dopotutto, i cristalli magici erano impenetrabili a qualsiasi magia conosciuta, a qualsiasi arma inventata dalla mente umana e qualsiasi azione possibile ed immaginabile. Erano manufatti creati dalla mente esperta di Ansem, controllati 24 ore su 24 da tecnici esperti. Com'era possibile che si verificassero sbalzi di energia così ampi? La faccenda lo insospettiva sempre di più.
Venne fortunatamente riscosso da Braig, che gli fece notare come fossero arrivati all'immensa gola, di poco a nord di Radiant Garden, visibile da tutta la città, in quanto si trovava in posizione più bassa rispetto alla città.
"Coraggio Braig, attiva la mappa dei cristalli. Vediamo quali sono quelli problematici", ordinò Dilan all'amico. Quest'ultimo asserì con un cenno del capo ed iniziò a pigiare le dita sul piccolo schermo davanti a lui. In men che non si dica, apparirono dei puntini rossi, fissi e numerati, che indicavano i cristalli presenti. Centouno, in tutto. Braig prese a controllarli uno per uno. Nessuno di essi lampeggiava.
"Niente da fare. Sembra che per ora non ci siano problemi. Sicuro che sia l'ora esatta?", domandò al suo pilota.
Dilan confermò con un pollice alzato e guardò oltre il finestrino, l'immensa vallata. "Prova a ricontrollare meglio. Deve esserci un malfunzionamento con la mappa". Braig sbuffò e fece come comandato.
Passarono altri minuti, prima che la mappa fosse ricontrollata tutta.
"Senti, Dilan. Qui non c'è nessuna anomalia. O l'ora è inesatta, oppure l'Alto Comando è formato da persone incapaci...", non riuscì a terminare la frase, che la Gummiship schizzò in direzione della Fortezza Oscura, l'immensa roccaforte che era collocata alla fine del Crepaccio, circondata da una enorme cascata artificiale. La fortezza Oscura era un residuo di una civiltà passata, ancora sconosciuta a chiunque, ma testimoniava come un tempo, il Mondo di Nirn fosse abitato da una popolazione molto avanzata. Ma incuteva talmente timore, che ancora nessuno si era spinto oltre i suoi cancelli diroccati. 
Braig per poco non imprecò contro il suo compagno. "Ma si può sapere cosa ti prende?!". Venne zittito di nuovo da Dilan che con un dito, indicò la zona appena antistante la Fortezza Oscura. Vale a dire la zona occupata dall'ultimo cristallo di energia. Una strana luce bluastra rischiarava la pianura. Proveniva dal cristallo.
"Prova a controllare ora", disse Dilan, cercando di avvicinarsi alla fonte di luce.
L'amico prese ad armeggiare di nuovo con lo schermo. Scrollò le spalle e sbuffò. "Visto? Non compare nessuna anomalia. Deve essere una luce di altro tipo. La mappa non indica...", venne interrotto per la terza volta da un lampeggiare ed il tipico suono di un allarme. Il centounesimo cristallo lampeggiava ritmicamente sulla mappa.
"Ma cosa diavolo...?!", Braig era confuso. Appena si erano avvicinati a quella fonte, il segnale diventava sempre più forte.
"Proviamo a scendere e ad andare a controllare di persona. Mi sembra molto strano che il segnale si sia attivato esattamente quando ci siamo avvicinati. Le scorse volte, i tecnici percepivano le anomalie anche a kilometri di distanza", constatò Dilan, volgendo la navicella in direzione del cristallo. 
Quando furono a terra, si ritrovarono a pochi passi dall'enorme cristallo azzurrognolo. Visti da lontano, i cristalli sembravano molto piccoli. Ma in realtà erano davvero enormi. Alcuni potevano raggiungere anche un altezza di cinque metri. Avevano la classica forma a rombo o a pilone. Il corpo del cristallo era circondato, a metà della sua altezza, da un'enorme catena di ferro, spessa quasi quanto l'ala della loro navicella. Pulsava di energia propria ed emanava calore.
"Beh? Sarebbe questa l'anomalia? Non vedo nulla di strano qui intorno. Il cristallo deve essersi semplicemente surriscaldato. Senti che caldo che fa...", esclamò Braig, asciugandosi il sudore che imperlava la sua fronte. 
Ma Dilan scosse la testa. "No...Sembra troppo semplice. Quanti surriscaldamenti ci devono essere? E' matematicamente impossibile che ogni giorno ci siano aumenti di temperatura. E poi scusami, ma come spieghi le perdite di energia? Raffreddamenti della temperatura? Non credo...Deve esserci altro, ne sono certo...Prova a controllare la mappa della zona, più nel dettaglio", fu l'ennesimo ordine di Dilan. E l'ennesima sbuffata del compagno, che si diresse verso la Gummiship.
Proprio mentre Dilan si stava avvicinando sempre di più al cristallo, un'improvviso terremoto scosse la zona, facendo barcollare i due ragazzi. Nello stesso momento, proprio dal cristallo si materializzò un portale oscuro, nero come la pece, da cui uscì un'enorme braccio bestiale, dotato di artigli lunghissimi.
Dilan e Braig, ancora precari di equilibrio, a causa delle scosse, guardarono con terrore quell'immagine, senza sapere cosa fare. Quando si guardarono in faccia, l'uno con l'altro, fu troppo tardi. Un urlo disumano investi il Crepaccio, spargendosi lungo tutta la Vallata...



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"Hai finito di saltellare qua e là, puttanella dai capelli rossi? Mi sono stancata di inseguirti!", Larxene era furiosa, colpiva senza esclusioni di colpi. Nonostante avesse una corporatura molto esile, i suoi colpi erano devastanti. Non erano soltanto veloci e ardui da schivare, ma lasciavano dei solchi nel terreno molto profondi, segno della loro alta potenza.
Katarina, d'altro canto, non si impegnava più di tanto in uno scontro corpo a corpo. Cercava soprattutto di testare la resistenza e l'agilità di quella donna, tramite lancio di pugnali o veloci stoccate che non duravano più di una frazione di secondo.
"Mi spiace, Nessuno, ma il mio Shunpo funziona così!". Lo Shunpo di Katarina le permetteva di materializzarsi direttamente alle spalle o di fianco a qualsiasi persona lei volesse, ovviamente nel suo raggio d'azione. Su di un campo di battaglia, aveva molte scelte, tra umani e Heartless. Per questo motivo Larxene faticava solamente tramite la vista a tenere sott'occhi la sua avversaria. Senza contare che ogni secondo doveva difendersi da innumerevoli pugnali che tentavano di colpirla da ogni lato.
"Se non trovo il modo di uscirne, questa sua combinazione di attacchi rischia seriamente di mettermi in difficoltà...Ma chi diavolo è questa donna!?", furono i pensieri della Nessuno, prima di schivare all'ultimo gli ennesimi pugnali, che questa volta arrivavano dalla sua destra. Larxene, tempestivamente, scattò verso quella posizione, travolgendo soldati dell'Energy e Heartless, indistintamente. Quando vide la chioma dai capelli rossi, un ghigno si formò sul suo volto. "Ti ho trovato, sgualdrina!".
I pugnali di Larxene andarono a segno, un fiotto di sangue imbrattò la guancia sinistra della donna. Il ghigno di vittoria si trasformò ben presto in rabbia. Davanti a lei, un semplice uomo, che la guardava sorpreso e ad occhi sbarrati.
"Dannazione...E' riuscita a schivare all'ultimo momento...". Larxene estrasse i suoi pugnali, guardando cadere a terra il soldato, con un tonfo, privo di vita. Fece una smorfia e tirò un calcio al cadavere dell'uomo. 
"Mi spiace, ma hai toppato anche questa volta, mia cara", la flebile voce che le arrivò alle orecchie la fece rabbrividire. Poi un dolore alla schiena la costrinse a voltarsi. Vide ancora una volta la chioma rossa sparire tra la moltitudine di corpi sul campo di battaglia. Si passò una mano sulla schiena e quando la fissò, era di colore rosso. Un brivido di rabbia la percorse. Era riuscita di nuovo a farsi ferire la sua delicata pelle. Non poteva tollerare che questa puttana dai capelli rossi la facesse franca, dopo essersi presa gioco di lei. 
Sorrise. Forse poteva giocarsela anche a parole...
"Ma guarda...Sei così debole e codarda che ti rifugi dietro i tuoi stessi uomini per difenderti? Patetica!", ennesimi pugnali che, stavolta, provenivano dalla sua sinistra. Per Larxene non fu difficile pararli e deviarli entrambi.
"Non sono i miei uomini...Sono soltanto pedine che mi aiutano a completare la mia missione...", ennesima voce flebile alle sue spalle. Questa volta Larxene fu rapida a voltarsi e scambiare pochissime stoccate con la sua avversaria, che tuttavia utilizzò di nuovo lo Shunpo per allontanarsi dalla Nessuno. 
"La tua missione? Sei disposta a sacrificare decine e centinaia di vite per i tuoi stessi scopi?!", Larxene fu attirata nuovamente dalla chioma rossa di Katarina e si fiondò nella sua direzione. Ancora una volta i pugnali andarono a segno. Ancora una volta, l'ennesimo soldato la fissava con uno sguardo di stupore e allo stesso momento di dispiacere. Sprezzante, sputò sul corpo dell'uomo e con un potente calcio lo spedì a diversi metri di distanza, privo di vita.
"Se fosse necessario, ne sacrificherei anche migliaia!", Katarina comparve alle spalle di Larxene, cercando, questa volta, il collo della donna. Quando colpì il punto prestabilito, non uscì nemmeno una goccia di sangue, ma il corpo della Ninfa si dissolse in un turbinio elettrico, mentre la spalla sinistra di Katarina prese a sanguinare copiosamente. 
Quest'ultima fece una smorfia e si voltò, guardando la donna venirle incontro, la bocca trasformata in un ghigno profondo. 
"Credevi di essere l'unica ad avere completa libertà di movimento sul campo di battaglia? Grazie al potere del fulmine, sono in grado di generare copie di me stessa. Ovviamente non sono affascinanti e potenti quanto me, ma bastano per distrarre il mio diretto avversario, mia cara puttanella dai capelli rossi!".
Larxene suscitò una smorfia sul volto di Katarina che ormai aveva intuito come poteva concludersi lo scontro.
"Se può generare copie di se stessa, mi sembra ormai inutile continuare a scappare in lungo e in largo. Ha una potenza distruttiva in quelle braccia niente male. Ma in quanto ad agilità, sono ancora superiore. Forse se usassi il Loto Mortale, sarei in grado di eliminarla in poco tempo...Ma consuma molte energie e se malauguratamente dovesse schivarlo, non avrei più speranza...Devo trovare un alternativa al Loto Mortale...".
Katarina non ci pensò due volte a sguainare le sue fidate spade corte e lanciarsi contro una sghignazzante Larxene. Le armi cozzarono all'unisono, sprizzando scintille ovunque.
Le due iniziarono a scambiarsi stoccate e fendenti, ad una velocità inumana. Erano talmente veloci durante i movimenti, che quando si scambiavano i colpi, sembrava quasi che scomparissero per una frazione di secondi dal campo di battaglia.
Soldati e persino Heartless crearono il vuoto di fianco a loro, mentre le scintille erano solamente l'unico indizio che testimoniava la loro battaglia in quella precisa zona della pianura. Non si risparmiavano, nessuna delle due indietreggiava, ad ogni ferita subita, ne infliggevano di nuove all'avversaria. Ogni tanto, Katarina scagliava i suoi soliti pugnali contro Larxene, che non si faceva mai cogliere impreparata e riusciva quasi sempre a schivarli o addirittura pararli con le sue lame, impregnate di elettricità. Ed era proprio questo che determinava un piccolo vantaggio per la Nessuno. Ogni volta che infliggeva danni all' avversaria, quest'ultima era come se subisse una scossa momentanea che la paralizzava per una frazione di secondo. Tempo molto breve, ma abbastanza affinchè Larxene cercasse sempre di concludere lo scontro, mirando alla gola di Katarina. Tuttavia la donna dai capelli cremisi era abile con lo Shunpo e lo utilizzava immediatamente prima di ricevere il colpo da parte della bionda. Si teletrasportava lontano, si riprendeva e si lanciava di nuovo contro Larxene. E la storia si ripeteva esattamente uguale. Le due riprendevano lo scontro corpo a corpo, puntanto direttamente a sfiancare la propria avversaria. A tutti coloro cui sfuggiva un occhio rapido sulla battaglia di quelle due bellezze mortali, sembrava come osservare due dee combattere. Nonostante fossero così pericolose, possedevano un fisico mozzafiato, lineamenti perfetti ed una pelle liscia come la seta. Per non parlare poi delle loro abilità combattive, praticamente simili. Si muovevano aggraziate e sempre studiando sia i loro movimenti, sia i movimenti della propria avversaria. Sapevano esattamente dove colpire e dove trovarsi al momento giusto, durante un fendente od un affondo. 
Fu proprio durante l'ennesimo scambio di colpi che Larxene si allontanò momentaneamente da Katarina, prendendo fiato ed osservando, ansimante la sua avversaria.
Entrambe erano ricoperte di sudore e molteplici ferite. Sul volto, sulle braccia e sulle gambe. I pantaloni di Katarina erano ormai diventati degli stracci, pieni di tagli e spaccature. Per non parlare poi della sua veste nero pece. Completamente distrutta, in corrispondenza del seno. La scollatura che si formava, lasciava trasparire le forme abbondanti della Ninfa.
Quest'ultima osservò Katarina, sbuffando e facendo roteare i suoi pugnali. "E' inutile continuare questa farsa. Corpo a corpo non si concluderà mai questo scontro. Devo utilizzare tecniche ben diverse per poterla sconfiggere. E quando l'avrò fatto, la ucciderò in modo lento e doloroso...Anche se dovrò in qualche modo scoprire chi diavolo sia. E' veramente forte, di certo è assimilabile ad un generale di Mustang. Tuttavia mi stupisce il fatto che io non ne abbia mai sentito parlare dal Supremo. Possibile che non la conoscesse nemmeno lui...?".
Dall'altra parte, Katarina strabuzzava gli occhi dallo stupore. Non pensava minimamente che quella donna potesse essere così forte. Non aveva mai incontrato una spadaccina così forte, nemmeno dove abitava lei. Aveva una velocità sovrumana, faticava moltissimo a starle dietro. Era soltanto grazie allo Shunpo che le permetteva continui spostamenti che riusciva a tenerle testa. Aveva in mente una sola persona che poteva vincere uno scontro contro questa donna.
"Se solo tu fossi qui...Sapresti come aiutarmi, come darmi consigli, come proteggermi...", una lacrima solcò il volto di Katarina. Quando se ne accorse, fu lesta ad asciugarsela con un braccio.
"No...Non devo lasciarmi andare. Anche davanti ad un muro invalicabile, mi hai insegnato a non abbandonare mai la speranza, a continuare a credere in me stessa ed a non cedere alle mie stesse debolezze, che prima mi rendevano così debole...Non voglio perdere la possibilità di rivederti...Aspettami e non dimenticarmi...".
Katarina sospirò ed assunse uno sguardo fiero e sorridente. Che non passò inosservato a Larxene.
"Che c'è? Tutto ad un tratto ti sei resa conto che ormai è inutile continuare a combattere contro di me? Sarebbe meglio che ti arrendessi. Sono una persona clemente. Non ti ucciderei mai lentamente. Una rapida morte è quella che aspetta le guerriere forti e onorevoli come te". Bugie. Bugie e solamente bugie. Larxene voleva vederla soffrire come non mai. Voleva fargliela pagare per tutta quella fatica e sangue sprecato.
D'altro canto Katarina non era da meno. "Forse sarebbe il caso che ti arrendessi tu. Sinceramente mi sto stancando di combattere contro di te. Che ne dici di concludere qui ed ora?", Katarina abbassò leggermente le sue lame, mentre Larxene allargò le braccia, impugnando i suoi suoi sei pugnali, circondati come al solito dall'aura elettrica.
"Ora o mai più...Loto Mortale non tradirmi proprio ora...", Katarina iniziò lentamente a girare su se stessa, mentre una insolita aura rossa iniziava a scaturire dal su corpo. 
Larxene osservò attentamente quella scena, cercando di carpire cosa avesse intenzione di fare la sua avversaria. Katarina a mano a mano che i secondi trascorrevano, aumentava drasticamente la sua velocità di base. La ninfa era sempre più stupita, ma non abbandonò quel ghigno sarcastico che l'aveva contraddistinta per tutta la battaglia.
"Hai perso la voglia di scappare e ora ti metti a girare come una trottola? Fai proprio pena, ragazzina!", con uno scattò supersonico, si diresse verso la sua avversaria. 
A pochi metri dalla figura roteante di Katarina, un pugnale volò verso di lei, creando un piccolo taglio in corrispondenza della guancia destra. Larxene si bloccò e si toccò la parte coinvolta. "Cosa...?!", non riuscì nemmeno a concludere i propri pensieri che decine di pugnali partirono cal corpo di Katarina. Larxene non fu abbastanza rapida da schivarli tutti. Alcuni la colpirono sui fianchi, altri sulle braccia e sulle gambe. La Nessuno emise dei piccoli gridolini, arretrando di qualche passo.
"Ma cosa cazzo sta succedendo?! Che diavolo di tecnica è mai quella, i pugnali sono molto più veloci di prima...!", Larxene fu sorpresa da altre decine di lame che la colpirono, senza che potesse fare nulla per schivarli o pararli tutti.
"Sì...Quella donna non è abbastanza rapida da schivarli tutti...Posso farcela...!", furono i pensieri di Katarina, mentre continuava vorticosamente a girare su se stessa. Altre lame affilatissime partirono dal suo corpo, andando a colpire non soltanto Larxene, ma anche tutto il campo di battaglia, coinvolgendo sia Heartless che i soldati dell'Energy. Katarina cercava in tutti i modi di indirizzarli a seconda del suo volere, ma era difficile in quelle condizioni. E si maledì a dover danneggiare anche altre persone, oltre a quelle oscure creature.
Larxene cercava disperatemente di avvicinarsi al corpo della rossa, ma più tentava, più altri pugnali cercavano di colpirla, rendendo vani i suoi sforzi.  "Dannazione...! Non riesco nemmeno ad avvicinarmi...Ma quanti pugnali possiede quella donna...?!". Poi un grido attirò l'attenzione di Larxene che intuì provenisse dalla sua avversaria.
"Forza, colpisci ora, LOTO MORTALE!".
Senza preavviso, centinaia, se non migliaia di coltelli affilatissimi vennero scagliati all'unisono, andando a colpire tutto il campo di battaglia e provocando morti da entrambe le parti. Ma la maggior parte delle lame erano indirizzate verso un unico obiettivo.
Larxene spalancò gli occhi dallo stupore e il ghigno di prima si trasformò in paura. Erano troppi per essere schivati...
"Merda...Non ce la farò mai...!". L'enorme ondata di lame investì la Ninfa che sparì all'interno di una vera e propria tempesta di coltelli, mentre intorno a lei, gli Heartless svanivano in nebbioline nere e gli uomini si accasciavano al suolo, privi di vita.
Passò qualche seconda, prima che Katarina, ormai esausta ed ansimante, si fermò e si inginocchiò, al limite dello sforzo.
"Accidenti, ho esagerato. Ho utilizzato troppe energie e troppi pugnali, ma almeno è tutto finito...", pensò Katarina, ad alta voce, osservando il punto esatto in cui Larxene era stata colpita. Davanti a lei, il corpo della Nessuna giaceva a terra, apparentemente senza vita, ricoperto di tagli e di sangue, la veste completamente a brandelli, intorno a lei, decine di lame, conficcate nel terreno o nel suo stesso corpo.
"Ora non devo fare altro che cercare quel ragazzo di nome Zane...", Katarina si rialzò a fatica, barcollante sulle gambe.
Andò a raccogliere le sue fidate spade e si diresse verso la base dell'Energy, distante diverse centinaia di metri, mentre la battaglia, davanti ai cancelli, continuava imperterrita, nonostante le numerose perdite da entrambi i lati. Katarina, passando tra i cadaveri dei soldati dell'Energy, non potè fare a meno di lasciare cadere a terra qualche lacrima, singhiozzando leggermente.
"Perchè devo ancora assistere a massacri del genere...Me ne sono andata per non dover più calcare un campo di battaglia...E allora perchè ovunque vada, la morte mi perseguita...?".
Le parole di Katarina vennero interrotte da una voce familiare alle sue spalle. "L'unica morte che ti perseguiterà sarà la tua...", un dolore lancinante la colpì sul fianco sinistro. Quando guardò, aveva un pugnale che le attraversava il fianco, da parte a parte. Si voltò, a fatica, e sul suo volto, le lacrime lasciarono il posto allo stupore e al dolore.
Larxene era in piedi davanti a lei, quasi completamente intatta, eccezione fatta per le vesti. Una flebile barriera elettrica la circondava, mentre un ghigno malvagio si insinuò tra le sue labbra.
Katarina gettò un occhio verso il punto in cui teoricamente doveva trovarsi il suo cadavere. Ma non ve ne era nessuna traccia, solamente i suoi pugnali nel terreno.
Comprese troppo tardi che probabilmente si trattava di un ennesimo clone. Aveva gettato al vento la sua unica possibilità di vittoria...
"Sorpresa, puttanella? La combinazione clone elettrico e barriera elettrica è fenomenale. Mentre il primo subisce tutti i danni, la seconda mi protegge da eventuali attacchi secondari o ripercussioni, come le tue centinaia di lame. Mi spiace, la tua tecnica non era niente male. Ma noi membri dell'Organizzazione XIII siamo al di sopra della vostra portata", esclamò Larxene, estraendo con forza il pugnale dal fianco di Kaatarina, la quale gemette e si inginocchiò, ormai completamente priva di energie.
"E' venuto il momento di ripagarti con la stessa moneta, ragazzina", disse la Ninfa, puntantole il suo coltello alla gola.
"E così morirò qui, in mezzo alla battaglia e al sangue di molti innocenti...Morirò qui, tra i cadaveri di persone che non volevo morissero, persone che avevo intenzione di proteggere...Mi dispiace Garen...Non sono riuscita a mantenere la promessa che ti feci tempo fa..."
Il pugnale lambiva la sua gola, il sangue iniziò a colare. Proprio mentre Larxene premettè, uno spostamento d'aria, seguito da un grido, spostò la lama dalla sua gola e costrinse la rossa ad alzare lo sguardo. Una mano tesa verso di lei, pronta ad aiutarla, una ragazza dai corti capelli azzurri che si chinava su di lei. Di fianco alla sua figura, un ragazzo dai lunghi capelli di un viola molto chiaro, una strana chiave in mano.
"Mi chiamo Aqua e lui è Riku. Siamo qui per ordine di Mustang. Forza, dobbiamo scappare!"


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Pain osservava senza battere ciglio i quattro ragazzini che osavano mettersi davanti alla sua strada. Che osavano anche solo fissarlo in volto. Non sembravano molto forti, a giudicare dall'aspetto, due dei quali erano infatti ragazzine. Tuttavia, le parole di quel Saix, qualche giorno prima, alla base dell'Alba, lo avevano chiaramente stupito. 
Saix era giunto con l'obiettivo di interrogare il prigioniero che avevano catturato Itachi e Kisame, ma sfortunatamente, qualcosa andò storto e Saix fu costretto a rimandare il suo interrogatorio. Tuttavia non mancò di istruire lo stesso Pain circa i nemici più pericolosi dell'Organizzazione XIII e dei suoi "alleati", ovvero proprio loro dell'Alba. Questi nemici non erano, come ci si aspettava, i membri dell'Energy. E su questo anche Pain non aveva dubbi. Due tra i migliori guerrieri di questo fantomatico Mustang erano stati sconfitti senza problemi da Kisame ed Itachi. Saix, infatti, citò la parola "Shinigami" e "Soul Society". Insomma, parole che mai Pain o nessun suo sottoposto aveva mai sentito nominare. Il Nessuno non si risparmiò nessun dettaglio circa la composizione di questa Soul Society, ne di chi fossero questi "Dei della Morte". Spiegò loro le gerarchie, i poteri e le abilità degli Shinigami più potenti all'interno di quella organizzazione, il tutto nei minimi particolari.
Più che per la forza di questi Capitani del Gotei 13, Pain rimasse molto stupito riguardo la minuziosità di Saix. Era ovvio che Xemnas e la sua Organizzazione avessero delle abilità di spionaggio letteralmente inumane. Sapevano tutto di tutti, con estrema semplicità. Pain stesso evitò accuratamente di chiedere spiegazioni a Saix. Era un individuo pericoloso ed estremamente potente. Valeva la pena non inimicarsi l'Organizzazione XIII, almeno, non per ora.
Tuttavia, più riguardava i suoi avversari, più intuiva come a volte le apparenze ingannano. Era uno scontro quattro contro uno, partiva già svantaggiato. Ma secondo le informazioni dategli da Saix, quei quattro non erano capitani, ma semplici vice-capitani, la cui forza si discostava di molto da quella dei loro superiori. Ovviamente, più preoccupazioni le aveva circa quel ragazzo dai capelli biondi, che stava affrontando Itachi e quel ragazzino di ghiaccio, davanti a Kisame. 
"Sto avendo preoccupazioni laddove non ne devo avere. Ho spiegato loro nei minimi dettagli le abilità di ciascuno di questi Shinigami. Non sarà un problema per loro sfruttare queste informazioni. Specialmente per uno come Itachi...", a Pain cadde l'occhio anche sul fratello minore di Itachi, Sasuke. "Spero di aver avuto un'intuizione corretta. Quel ragazzino non mi ispira ancora troppa fiducia...".
Poi tornò ad osservare i suoi avversari. Pochi pensieri gli attraversarono la mente. Valeva davvero la pena usare il massimo dei suoi poteri? Oppure bastava solamente utilizzare Pain? Decise di non rischiare inutilmente l'uso totale dei suoi poteri. Il corpo di Yahiko bastava a sottomettere quei piccoli scarafaggi.
"Non ho la minima intenzione di battermi con voi, nei di ferirvi in alcun modo. Ve lo chiedo ora, gentilmente. Lasciatemi passare e non mettetevi sulla mia strada", esclamò Pain, valutando attentamente la reazione dei suoi avversari.
"Perchè mai voi cattivi, tutte le volte dovete porci il solito interrogativo? La risposta sarà sempre la stessa, mettitelo bene in testa", rispose Renji, agitando la sua Zanpakuto davanti a lui.
"Già, Renji ha ragione. Ichigo e gli altri si stanno battendo contro i tuoi amichetti per proteggerci. Noi faremo la stessa cosa!", intervenne Rangiku, estraendo questa volta la sua di Zanpakuto.
"Molto bene, allora. Concluderò tutto quanto in cinque minuti. Non ho tempo da perdere contro dei ragazzini come voi", furono le parole di Pain, che mosse qualche passo verso di loro.
Fu rapida la reazioni dei vice-capitani.
"Con chi credi di parlare, razza di bastardo! Mieti, Kazeshini!", la Zanpakuto di Hisagi si trasformò, sdoppiandosi e formando una coppia di falci, con le lame rivolte l'una dal lato opposto dell'altra.
"Aspetta, Hisagi!", le parole di Rangiku non riuscirono a fermare la furia del ragazzo, che si fiondò contro il membro dell'Alba. Quest'ultimo fu impassibile. Con un rapido movimento, scansò il colpo dello Shinigami, portandosi immediatamente dietro di lui e colpendolo alla schiena con un potentissimo calcio, che lo scaraventò a diversi metri di distanza.
"Arrivo, Hisagi! Ringhia Haineko!", immediatamente, la spada della ragazza si dissolse nell'aria, formando una coltre molto spessa di cenere, che Rangiku direzionò verso Pain, appena rimessosi in piedi dopo l'attacco di Hisagi. Quest'ultimo fu lesto a portare una mano alla bocca.
"Suiton: Onda Travolgente...", dalle mani del ninja scaturì un'immensa onda anomala che travolse completamente la cenere della Shinigami, dirigendosi proprio verso di lei.
"Rangiku, attenta! Viene verso di te!", Renji cercò di gettarsi verso la ragazza, ma l'onda era troppo veloce...
Fortunatamente, fu Hisagi a recuperare la ramata, prima che l'onda travolgende la colpisse.
"Hisagi, va tutto bene?", chiese Rangiku, mentre era tra le braccia del ragazzo, in aria. "Certo, quel calcio non era potentissimo...", la frase di Hisagi venne interrotta da un'ombra sopra di loro.
"Prova questo, ragazzino. Suiton: Trivella Acquatica...", dalla mano di Pain, una minacciosa trivella d'acqua colpì i due ragazzi, scagliandoli a terra, in un turbinio di ghiaia e acqua.
"Mai voltare le spalle al tuo avversario! Ulula, Zabimaru!", Renji comparve alle spalle di Pain, la Zanpakuto rilasciata in Shikai, una spada lunghissima, formata da diversi segmenti uniti da una fitta rete di filamenti. Cercò di chiudere il ninja all'interno della morsa fatale di Zabimaru. Ma quando la spada colpì il corpo del suo avversario, quest'ultimo svanì completamente, in un turbinio di acqua.
"Renji, dietro di te! Era un illusione!", l'urlo di Rukia non fu abbastanza rapido per aiutare l'amico. Quest'ultimo si voltò troppo lentamente. 
"Troppo lento. Suiton: Artiglio proiettile...". Innumerevoli colpi d'acqua partirono dalle mani di Pain, andando a cozzare contro il corpo di Renji e scagliando anche lui a terra, creando una voragine profonda diversi metri.
"Danza, Sode No Shirayuki. Prima Danza, Luna Bianca!", Rukia fu lesta a creare un cerchio in corrispondenza del terreno ove Pain atterrò con un tonfo. In una frazione di secondo, Pain guardò sopra di lui, prima che un fascio di ghiaccio lo immerse completamente, creando una coltre di nebbia che si sparpagliò sul campo di battaglia.
Renji affiancò Rukia, dopo essersi ripreso dal colpo subito, mentre Rangiku e Hisagi erano a pochi metri da lui, qualche graffio che solcava il viso e le braccia di entrambi.
"Brava Rukia! Quel tipo sembrava davvero forte, ma lo hai preso alla sprovvista!", esclamò Renji, riavvolgendo la sua Zabimaru. Rukia, tuttavia, non sembrava d'accordo col suo amico, ma aveva uno strano presentimento circa quel ninja...
Quando la coltre di nebbia svanì, del corpo di Pain, nessuna traccia.
"Lo ha polverizzato...Pazzesco, Kuchicki-san non si smentisce mai...", disse Hisagi, a bassa voce.
"Fossi in voi, non spererei troppo di battermi con colpi come quello", la voce di Pain riscosse il quartetto, che fu costretto a voltare lo sguardo, per vedere il ninja completamente illeso, senza nemmeno un graffio.
"Impossibile...Come è riuscito a schivare quel colpo, in meno di un secondo!?", ribattè la ramata, estraendo di nuovo Haineko, imitata anche dal compagno con Kazeshini.
"Sapevo che quel colpo non poteva nemmeno lontanamente metterti KO. Tuttavia stai sottovalutando i nostri poteri...", replicò Rukia, sferzando l'aria con la sua Zanpakuto.
"Forse hai ragione. Ma per il vostro bene, sarebbe meglio che mi attaccaste contemporaneamente tutti e quattro. Singolarmente non avete speranza contro di me...". Passò qualche secondo di silenzio e attesa, prima che i quattro scattarono all'unisono verso in ninja, seguendo il suo "consiglio".
La prima a colpire fu la rapidità di Hisagi, che tramite Kazeshini, puntava direttamente alle braccia di Pain. Quest'ultimo, con una giravolta, bloccò il colpo del ragazzo, tramite il braccio destro, in corrispondenza dell'elsa. Nello stesso momento, le Zanpakuto di Rukia e Rangiku furono bloccate senza sforzo dalla sua gamba destra, con lo stupore delle due ragazze. Nemmeno il colpo di Renji fu abbastanza per destabilizzare il corpo del ninja, che con l'altra gamba, parò il colpo di Zabimaru. Con una mano appoggiata al terreno, testa rivolta verso il basso, Pain era riuscito con una semplicità allarmante a bloccare quattro attacchi contemporanei dei vice-capitani del Gotei 13
"Credo di aver fatto un errore di valutazione su di voi. Nemmeno unendo le vostre forze, potete sconfiggermi. Patetici", i quattro, dopo un attimo di stupore cercarono di scansarsi, ma il colpo di Pain fu troppo veloce...E copriva un'area troppo ampia da poter essere anche solamente schivato.
"Shinra Tensei!". L'esplosione fu potentissima e fu percepita anche dagli altri scontri, attirando l'attenzione di qualsiasi entità vivente nei paraggi. Un'enorme onda d'urto, scagliata con l'unica mano libera, che travolse completamente i quattro malcapitati e creando una voragine in corrispondenza del corpo di Pain. 
Il silenzio che venne dopo, circondò l'area, mentre Pain, senza il minimo sforzo, si mosse in direzione del primo avversario che aveva davanti, ovvero il ragazzo dai capelli rossi.
"Ora avete capito con chi avete a che fare? Razza di idioti, avete sprecato le vostre vite...", Pain fece per chinarsi sul ragazzo, ma la voce improvvisa di quest'ultimo lo distrasse per una frazione di secondi.
"Ora, Hisagi!". Alla chiamata di Renji, Hisagi era già alle spalle di Pain, pronto a colpire il collo scoperto dell'avversario.
"Per l'ennesima volta...", la reattività del ninja colse alla sprovvista Hisagi, che venne trafitto sulle braccia e sulle gambe dai pali in acciaio di Pain, costringendolo a bloccarsi schiena a terra, i paletti conficcati nel terreno.
"Non avete speranze contro di me..."
Pain non fece in tempo a concludere la frase che venne circondato in men che non si dica da una nebbia fittissima di cenere, che gli bloccò completamente la visuale.
"Ti sei distratto ancora! Arrivo ad aiutarti, Hisagi!", esclamò Rangiku, dirigendosi in fretta e furia verso il suo compagno, bloccato a terra.
"Tu dici?", l'ennesima voce di Pain, unita a due possenti braccia, imprigionò il corpo della ragazza, che anche facendo forza sui suoi arti superiori, non aveva la forza per divincolarsi dalla presa della copia di Pain.
"Un'ennesima copia...!", pensò tra se la ramata, visto e considerato che il Pain "originale" era ancora avvolto dalla sua nebbia di cenere.
"Non puoi vedere un colpo in arrivo se hai la vista annebbiata...", Renji, alle spalle del Pain originale, cercò la schiena del nemico tramite l'allungamento di Zabimaru, ma quest'ultimo fu lesto nel balzare all'indietro, con una capriola e portarsi alle spalle di un allibito Renji. 
"Come diavolo ha fatto a uscire dalla nebbia di Haineko senza danneggiarsi...", Renji era senza parole.
"Suiton, Tecnica della prigione acquatica...". Una bolla d'acqua circondò completamente il corpo dello Shinigami, che si ritrovò a dover trattenere il respiro all'interno di quella prigione d'acqua.
"Danza Successiva, Loto Bianco!", un fascio bianco di ghiaccio partì dalla Zanpakuto di Rukia, con l'intento di colpire il ninja, ora distratto dal dover mantenere la prigione acquatica. Ma prima che il colpo andasse a segno, un'ennesimo Pain giunse a pochi centimetri dal volto della ragazza.
"Non vedo percè solamente voi dobbiate combattere in quattro...". In una frazione di secondi, con la mano destra afferrò il collo della ragazza, sollevandola da terra ed interrompendo il raggio, che svanì in un turbinio di pezzi di ghiaccio. 
Mentre una quarta copia bloccava ulteriormente Hisagi, tramite ulteriori paletti.
"Avete compreso, ora, la vera differenza tra di me e tra di voi? Ve lo avevo detto che avrei concluso l'incontro in cinque minuti...", furono le ultime parole di Pain, prima di stringere ulteriormente il collo della Shinigami, che cercò di divincolarsi, inutilmente.
Renji si agitava convulsamente all'interno della prigione. Ma la pressione era troppo alta, non riusciva ad uscirne.
"Com'è possibile...In pochi secondi è riuscito a metterci alle corde tutti e quattro...".
Lo Shinigami fece scorrere lo sguardo verso i suoi amici. Hisagi bloccato a terra, sanguinante e completamente immobile, il volto contratto dal dolore.
Rangiku era stretta nella morsa di Pain, troppo forte per potersi liberare. Mentre Rukia stava soffocando, a causa della presa mortale del Pain originale. Lui invece, pateticamente, era intrappolato in una bolla d'acqua.
Doveva trovare un metodo per uscirne e alla svelta. O sarabbe stata la fine, per tutti loro....




EPILOGO: Braig e Dilan incontrano un'entità sconosciuta che "abitava" i cristalli creati da Maestro Ansem. Che questi cristalli, questo voce all'interno di cuori possa essere un collegamento con l'Organizzazione XIII?
Nel presente, Larxene dimostra tutta la potenza dell'Organizzazione, sconfiggendo senza problemi Katarina. Ma chi è questa donna? E' veramente un generale di Mustang?
E come faranno Rukia, Renji e gli altri a contrastare l'enorme potere del capo dell'Alba, Pain? Riusciranno Ichigo e gli altri a tenere testa a Saix e gli altri membri dell'Alba? 
Tutto nel prossimo capitolo!

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Capitolo 14
*** Shinigami in difficoltà! ***


Eccomi di nuovo con questo capitolo fresco fresco!
Ovviamente, in straritardo, per questo mi riscuso di nuovo, anche se sarà la centesima volta che succede...purtroppo continuo ad avere problemi di internet e universitari che mi tengono lontano da qualsiasi tipo di distrazione!
Spero comunque che il capitolo sia di vostro gradimento e non vi annoi. Detto questo, buona lettura a tutti/e!


CAPITOLO 13: 
SHINIGAMI IN DIFFICOLTA'!


"Braig, alla tua destra!"
Il cecchino fu abile a schivare il colpo della creatura, creando una fenditura nell'aria e svanendo al suo interno, per poi comparire a pochi metri di distanza.
"Dannato bastardo...!", Braig si affiancò a Dilan, le sue pistole completamente cariche.
L'amico, invece, impugnava due lance, mentre altre quattro fluttuavano intorno a lui.
"Si può sapere che diavolo è questo mostro?! E' uscito all'improvviso dal cristallo e ci ha attaccato senza esclusione di colpi!", disse Braig, digrignando i denti.
"Non ne ho idea...ma dobbiamo assolutamente sconfiggerlo. Forse è questa creatura che si nasconde dietro questi sbalzi di energia...una volta distrutta, dovremo portare campioni del suo sangue al Maestro Ansem. Forse lui può saperne qualcosa...", rispose Dilan, scagliando senza preavviso le sue  lance contro l'enorme "animale". 
Quello che avevano davanti era un'essere completamente nero, dalla forma umanoide. Delle piccole ali nere atrofizzate sulle spalle, tentacoli che gli ricoprivano completamente il volto e la testa, lasciando intravedere solamente due paia di occhi giallognoli. Mentre un'enorme buco a forma di cuore si trovava esattamente al centro dello stomaco della creatura.
Lanciava ogni tanto, potenti ruggiti, che riuscivano a far tremare la zona in cui si trovavano. Combatteva usando le possenti braccia, che lasciavano enormi solchi nel terreno, talmente erano potenti. 
Le lance di Dilan cozzarono contro la bestia, che cercava in tutti i modi di respingerle agitando le braccia.
"E' inutile che ti sforzi, bestia senza cervello...le mie lance sono troppo veloci per te!" e in men che non si dica, saettò in avanti, mirando esattamente le gambe dell'essere, che sembravano più fragili rispetto agli arti superiori.
"Braig, tu pensa a tenerlo impegnato la sopra! Io cerco di farlo cadere con Lindworm!".
Il compagno non se lo fece ripetere due volte. Con le due pistole di colore rosa, iniziò a saettare a destra e a sinistra della testa del mostro, cercando di distrarlo. Era molto abile in questo, Braig. Infatti, grazie al suo potere, era in grado di teletrasportarsi nel campo di battaglia e ad avere una velocità ed un'agilità incredibili, che superavano qualsiasi altra all'interno di Radiant Garden. Le sue pistole, inoltre, erano in grado di sparare alla velocità del suono, potenti colpi laser, che potevano perforare persino l'acciaio più duro. Avevano la capacità di assumere diverse sembianze, a seconda della volontà di Braig.
L'enorme essere non aveva i riflessi necessari per far fronte alla velocità del ragazzo, che continuò a tempestare il suo volto con i suoi colpi. Ciononostante, sembrava che la sua pelle fosse fatta di un materiale ancora più resistente dell'acciaio, visto che nemmeno i colpi di Braig andavano a segno.
"Maledizione...sembra che con le normali pistole non riesca a scalfirlo...ma che diamine sta facendo Dilan...!?", furono i pensieri del ragazzo, prima di incrociare lo sguardo con la figura del compagno, che cercava di colpire gli arti inferiori della creatura. Ciò che colpì Braig, fu il fatto che proprio dai piedi della bestia, uscivano sempre più numerosi dei piccoli esserini, anch'essi neri e dotati di antenne, che si muovevano a quattro zampe. 
"Cazzo...! Ma che diavolo sta succedendo adesso!", pensò ad alta voce il ragazzo, prima di scagliarsi in fretta e furia verso l'amico, che nel frattempo, cercava in tutti i modi di colpire le gambe del mostro.
"Lindworm, aiutami!", esclamò Dilan, scagliando in aria le due lance che aveva in mano. Queste, insieme alle altre quattro, si unirono, andando a formare una sorta di drago, da cui scaturì un'enorme folata di vento.
Poi si rivolse a Braig, che stava sopraggiungendo.
"Resta nella tua posizione, Braig! A queste creature ci pensa il mio Lindoworm, tu pensa a continuare a distrarlo!". Il moro recepì il messaggio e con una smorfia svanì in una frazione di secondo, per poi ricomparire sulla testa del mostro.
"Sono ritornato, bellezza!" e continuò a tempestare il suo volto, mentre quest'ultimo si contorceva tra urla di dolore e rabbia.
D'altro canto, Dilan, senza più le sue lance, ne impugnava una ben più lunga ed enorme, con la quale cercava in tutti i modi di raggiungere le gambe dell'essere, cupo come la notte. Nel mentre, il Lindoworm, mieteva senza troppi problemi i piccoli esserini che cercavano di fermare il suo padrone. Questa arma, considerata la più potente all'interno di tutta Radiant Garden, era una creazione di Maestro Ansem. Infusa con magia molto potente, era un'arma senziente, che sapeva ubbidire agli ordini di Dilan. Se necessario, come in questi momenti, era in grado di ragionare senza l'ausilio del suo padrone e progettare di suo punto strategie e piani. Poteva controllare la furia dei venti ed era capace di scagliari potenti colpi d'aria, che tagliava in due qualsiasi cosa. Qualsiasi. 
"Avrei tanto voluto mantenere in vita questa creatura, giusto per mostrarla a Maestro Ansem, ma vista la sua pericolosità...", Dilan scartò di lato i potenti colpi sferrati dai piedi del "gigante" nero e si fiondò verso la sua gamba destra. Con un potente affondo, un'enorme bagliore si diffuse nell'area circostante.
Quando cessò, il mostro era a terra, la gamba completamente tagliata, mentre Dilan era di spalle, gli occhi chiusi e la lancia poggiata sulla spalla.
"Mi spiace, stupida creatura, ma per quanto tu possa essere mostruosa ed imprevedibile...", venne interrotto da un esplosione che colpì direttamente il viso del gigante, del quale non rimase nulla.
Il corpo, ormai privo di controllo, cadde con un tonfo e svanì in un turbinio nero, insieme alle creature più piccole, mentre Braig atterrò di fianco a Dilan, un sorriso ironico sul volto, un enorme fucile rosa fumante tra le mani. Fu proprio lui a continuare la frase dell'amico.
"Ti sei scelto l'avversario sbagliato!".
Passarono qualche secondo di silenzio, prima che Dilan tornò ad osservare l'enorme cristallo pulsante di energia. Non sembrava per nulla cambiato. Anzi, sembrava quasi emanasse ancora più energia di prima.
"Interessante...sembra quasi che il cristallo non sia stato coinvolto per nulla in questa situazione...", poi, sempre osservando il grande "rombo" di colore azzurro, si rivolse al compagno.
"Hey, di un pò Braig, prova a controllare lo stato energetico del cristallo sui computer della Gummiship. Vedi se ci sono altri sbalzi e mettila in moto. Torniamo a Radiant Garden". L'amico non se lo fece ripetere due volte e con un balzo raggiunse la sua postazione sulla navicella, che fortunatamente non era stata danneggiata in alcun modo. I computer, ancora funzionanti, non segnalavano nulla di anonimo e Braig fu lesto ad informare Dilan.
Quest'ultimo annuì e dopo una rapida occhiata al cristallo, si avviò verso il mezzo di trasporto.
Quando fu a bordo, chiese a Braig di prendere i comandi, mentre lui stesso si mise in contatto con il Quartier Generale.
"Quartier Generale, mi sentite? Qui è l'unità DB-Alpha, mi ricevete?". Entrambi attessero qualche secondo, prima di ricevere una risposta femminile dall'altra parte.
"Ah, Dilan, Braig era ora! Saranno ore che cerchiamo di metterci in contatto con voi, ma sembra che le comunicazioni con la vostra Gummiship abbiano qualche problema".
Sia Dilan che Braig strabuzzarono gli occhi.
"Elenar, ne sei sicura? Ma siamo stati via per pochissimo tempo! E poi, quella crea...!", Braig non fece in tempo a concludere la frase, che Dilan spense, seppur per pochi secondi, le comunicazioni con la base.
"Braig, non dire nulla per ora. Già solo il fatto che per loro siamo stati assenti per diverse ore, sta a significare che non sono a conoscenza di quello che ci è successo. Tieni la bocca chiusa e lascia parlare me". L'amico lo guardò perplesso, ma decise di ascoltarlo, riluttante.
"Si, scusaci Elenar, ma sembra davvero che la nostra Gummiship abbia problemi con le comunicazioni. Appena tornereno la faremo riparare. Comunque puoi informare il Generale che è tutto sotto controllo. Gli sbalzi erano dovuto ad un uso troppo prolungato del cristallo. Servirà assolutamente abbassare il loro uso in città. Quando torneremo, faremo un rapport più dettagliato", rispose Dilan.
"Certo, certo...fate un po come volete. Il mio turno è finito, perciò vi saluto. Buon rientro, alla prossima! Passo e chiudo", furono le ultime parole della donna, prima che un "bip" confermasse la chiusura del dialogo.
Dilan sospirò, mentre Braig gli pose una mano sulla spalla.
"Ora che cosa vuoi fare? Non hai intenzioni di dirla a nessuno questa faccenda?". Alle parole dell'amico, un sorriso si formò sul volto di Dilan.
"Beh, l'unico che può venirlo a sapere è Maestro Ansem. Non appena avremo stilato il nostro rapporto, andremo direttamente da lui...", rispose il moro, prendendo i comandi e sfrecciando a tutta velocità verso Radiant Garden...



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"Ichigo, è sopra di te!", Zane urlò con quanto fiato gli fu possibile. Lo Shinigami se ne accorse e solo all'ultimo riuscì a schivare per un pelo il colpo di Saix, che lasciò un profondissimo solco nel terreno.
"Dannazione...Quell'arma ha una potenza devastante...", Ichigo osservò l'enorme arma che impugnava il Nessuno. Dall'elsa fino alla punta sembrava un normale spadone. Tuttavia culminava con un cerchio dotato di tre punte e con all'interno una croce dorata, recante il simbolo degli Heartless. L'elsa era molto grande e nemmeno le due mani di Saix riuscivano a brandirla completamente.
Ciononostante, l'abilità di Saix di maneggiare quell'arma era fenomenale. Già da diversi minuti, i due ragazzi non riuscivano a penetrare l'altissima difesa del Nessuno. Senza contare che lui stesso riusciva a sorpassare la loro con una facilità allarmante.
"Non sottovalutarmi...questo è soltanto l'inizio!", Ichigo si lanciò a testa bassa contro Saix, cercando ancora una volta lo scontro corpo a corpo, nonostante la forza fisica di Saix si fosse dimostrata superiore.
Quando Zangetsu, la Zanpakuto del ragazzo cozzò contro la Lunatico, lo spadone di Saix, le scintille scattarono in una frazione di secondo.
Gli spostamenti di entrambi erano rapidissimi, si muovevano ad una velocità supersonica. Ichigo grazie allo Shunpo, una delle tecniche base degli Shinigami, mentre Saix...
Zane era allibito. Non riusciva a capacitarsi di questa velocità del Nessuno. Dopo diverse settimane, aveva visto Ichigo all'opera. Sapeva che gli Shinigami avevano dei movimenti rapidissimi. Ichigo e Yoruichi ne erano degli esempi.
Eppure Saix non aveva problemi a stargli dietro. Anzi, sembrava, a tratti, che lo superasse con una semplicità allarmante.
Zane, d'altro canto, non poteva vantare una velocità del genere. Almeno, non finchè non sarebbe riuscito a riottenere i poteri del fulmine. La rapidità dell'aria non bastava di certo a stare dietro a quei due...

I suoi pensieri vennero riscossi da un urlo di Ichigo, che venne scaraventato a terra, dopo aver subito l'ennesimo colpo del Nessuno.
Saix, in aria, osservava completamente senza espressione, l'enorme solco che il corpo di Ichigo aveva causato.
"Patetico. Davvero patetico da parte tua. Sinceramente mi aspettavo molto di più da parte tua, Kurosaki Ichigo". 
Zane ci mise meno di una frazione di secondo a scagliarsi contro Saix, il quale non si fece cogliere alla sprovvista e indirizzò la sua arma contro il ragazzo. Con immenso stupore del Nessuno, la Lunatico attraversò completamente il corpo di Zane, che si divise in due. La parte inferiore era completamente invisibile.
"Ti ricordo che Ichigo non combatte da solo! Sferzate del Vuoto!", con le braccia, Zane scagliò delle potenti frustate d'aria contro Saix, che non ebbe problemi a schivarle, grazie alla sua incredibile agilità e riflessi inumani. Tuttavia, l'agilità di Zane non era da meno. In men che non si dica, fu alle spalle dell'uomo.
"Forza dell'Uragano!", la gamba di Zane divenne di nuovo visibile, insieme al resto della parte inferiore del suo corpo. Con un potentissimo calcio, infuso con il potere dell'aria, riuscì a cozzare contro la schiena del Nessuno, che venne scagliato a terra, con notevole velocità.
Tuttavia, prima di toccare il suolo, a pochi centimetri, frenò all'improvviso, alzando polvere e sabbia. Quando si voltò, una zazzera arancione lo costrinse a compiere un balzo all'indietro, con una capriola.
Ichigo mancò l'appuntamento col bersaglio e il suo fendente andò a vuoto, sferzando solamente l'aria.
"Pazzesco, che riflessi...", furono i pensieri dello Shinigami, prima di essere affiancato da Zane, anche lui stupito da Saix.
"Non pensavo che potesse avere una forza simile...e dire che Yoruichi lo stava combattendo da sola...", esclamò Zane, creando due bolle d'acqua nelle mani.
Fortunatamente, nelle ultime settimane era riuscito a riguadagnare anche il potere dell'acqua, anche se contro uno come Saix, poteva non essere così utile come sembrava...
"Già...dobbiamo cercare di non dargli tregua e colpirlo ogni singolo secondo. Sei pronto, Zane?". La risposta del compagno non tardò ad arrivare.
"Quando lo sei tu, Ichigo. Facciamogli vedere come si combatte realmente!". 
Dall'altra parte, Saix non era minimamente turbato. Era a conoscenza di ogni minima tecnica e potere di quei due. Sapeva che Ichigo Kurosaki non aveva sfoderato ancora il suo Bankai, quel potere finale di cui erano dotati gli Shinigami. Ma non gli avrebbe comunque causato troppi problemi. Quel ragazzo non era minimamente ai suoi livelli.
Per non parlare di Zane. Non aveva ancora riacquistato tutti i suoi poteri. Ed anche se era in grado di utilizzare l'Unione Elementale, se impregnava la sua Lunatico di energia lunare, sarebbe comunque stato in grado di danneggiare seriamente il suo obiettivo.
Per questo motivo, passò lo sguardo prima su Ichigo, poi su Zane e di nuovo allo Shinigami.
"Prima devo occuparmi del Dio della Morte. Mi sta infastidendo più del dovuto...poi potrò dedicarmi completamente a Zane...", ma prima che riuscisse anche solo a sollevare il suo spadone da terra, il colpo di Zane lo costrinse a voltarsi verso di lui.
"Lama dell'Uragano!". Il braccio di Zane era teso in avanto, la mano aperta, quasi come fosse il filo di una spada.
"Che fastidioso insetto...", esclamò sottovoce Saix, schivando all'ultimo momento il colpo e con uno scatto rapidissimo, si diresse verso colui che aveva scagliato il colpo.
Venne tuttavia fermato da un fendente di Ichigo, che intraprese di nuovo uno scambio di stoccate con il Nessuno.
"Sei ancora convinto di tenermi testa, pidocchio?", la domanda ironica di Saix non distrasse minimamente lo Shinigami, che si allontanò di qualche passo sorridendo di soppiatto.
"SIAMO convinti di tenerti testa!", furono le sue parole, che sottolinearono la prima parola della frase.
Saix lo guardò interrogativo. Un'ombra sopra di lui lo costrinse ad alzare lo sguardo. Una smorfia comparve sul suo volto.
"Cannone Acquatico!". Dalle mani incrociate di Zane partì un'enorme pallone d'acqua che investì il Nessuno, questa volta incapace di schivarlo.
"Prendi questo!", gridò Zane, con un sorriso malizioso sul volto.
Saix, tuttavia, non cedette al colpo del ragazzo e dopo essere stato scagliato al suolo, dandosi una potentissima spinta con i piedi, si lanciò verso Zane, la Lunatico in pugno.
"Piccolo moscerino...". Il fendente di Saix andò a segno, colpendo l'addome del suo avversario.
Tuttavia, il sorriso di scherno sul volto di Zane non scemò affatto.
"Strano, non è da te compiere questi errori...", disse nuovamente Zane, mentre Saix lo osservò di nuovo interrogativo. Poi un lampo lo colpì. Non fece in tempo a scansarsi, che il corpo di Zane esplose, in un turbinio d'acqua, che scaraventò nuovamente il Nessuno verso terra. 
Saix cercò nuovamente di riguadagnare l'equilibrio, in aria, ma venne interrotto nuovamente dallo Shinigami, che si pose proprio sopra di lui.
"Stai perdendo colpi, non è vero?", proferì Ichigo, con un sorriso a trentadue denti, prima di lanciare un fendente che sferzò l'aria, creando un raggio bluastro che colpì direttamente il corpo del Nessuno. La caduta causò un'enorme squarcio nel terreno, mentre scatenò una nube di terriccio e polvere che si sollevò da terra. Ichigo e Zane, sospesi per aria, osservavano soddisfatti il loro operato. Erano riusciti a mettere alle strette il loro avversario, notevolmente superiore a loro.
"Sembra che questo lo abbia sentito", disse Zane, indicando l'enorme crepaccio.
"E così, anche i Nessuno possono sanguinare...", aggiunse Ichigo, osservando la figura di Saix uscire dalla polvere. Un piccolo taglio che gli solcava la guancia. L'uomo non ci mise tanto ad asciugarsi le gocce di sangue con la manica della sua veste.
Quando il suo sguardo incrociò quelli dei suoi avversari, i suoi occhi divennero completamente bianchi, mentre una strana aura bianca iniziò a formarsi intorno a lui.
"Mi avete stancato...e soprattutto innervosito. Non avevo la minima intenzione di alzare il mio livello fino a questo punto, ma non mi lasciate ulteriore scelta...". A queste parole, il terreno nella zona iniziò a tremare, mentre terriccio e sassi venivano lentamente sollevati intorno al corpo del Nessuno, quasi come se qualcosa le attirasse dal cielo.
Zane ed Ichigo si diressero a terra, sempre tenendo d'occhio il loro avversario. 
"Cosa diavolo sta succedendo...", esclamò Zane, assumendo uno sguardo serio e concentrato, così come il suo compagno, che non rispose alla sua domanda, ma strinse con più forza l'elsa di Zangetsu.
"Piccoli scarafaggi, dovete sapere che il potere di noi membri dell'Organizzazione non è sempre uguale. Abbiamo la possibilità di aumentarlo o diminuirlo a nostro piacimento, a seconda di quanto ne abbiamo bisogno...". I due pendevano dalla bocca di Saix, mentre il "terremoto" non cessava. 
"Fin'ora, per tenervi leggermente a bada, ho utilizzato solamente il 10% del mio attuale potere...ora non mi resta raddoppiarlo per distruggervi completamente...". 
A quelle parole, sia Zane che Ichigo strabuzzarono gli occhi.
"Stiamo scherzando, vero...?! Io non so te, Ichigo, ma fin'ora mi sono impegnato al massimo per combatterlo...", spiegò Zane, stringendo i pugni.
D'altro canto, lo Shinigami non battè ciglio. Anche lui doveva sfoderare il Bankai. Certo è che solamente il 10%...
"Spero davvero che sia uno scherzo. Altrimenti la situazione potrebbe davvero sfuggirci di mano...", rispose Ichigo, agitando la Zanpakuto davanti a lui. Poi continuò.
"Ora lo vedremo...!", dopo un attimo di esitazione, Saix, scattò verso di loro, lasciandosi una scia bianca dietro di lui.
"Capirete ora la vera differenza tra noi Nessuno e voi umani...". 
La reazione di Zane fu rapida. 
"Scudo Marino!". Un'immenso muro d'acqua si frappose tra loro e Saix. 
"La pressione del muro marino è troppo elevata per attraversarlo. Saix si danneggerebbe troppo nel tentativo!", spiegò Zane, con un sorriso malizioso sul volto.
La gioia si tramutò ben presto in stupore, quando il corpo di Saix uscì completamente illeso dalla barriera acquatica, mentre quest'ultima si frantumò al suo passaggio.
"Come se qualche goccia potesse fermarmi...". 
"Dannazione...! Andiamo, Zangetsu!". Ichigo si lanciò di fiotto contro la figura del Nessuno, con cui si scambiò ulteriori fendenti. Ma la superiorità attuale di Saix era netta. In pochi attimi, Ichigo venne scagliato contro Zane, che non riuscì a reggere l'impatto ed andarono entrambi a cozzare sul terreno.
"Ve l'ho detto...Oramai le vostre speranze sono completamente...". Saix non riuscì a terminare la frase, che venne interrotto bruscamente da un grido che lo fece tremare impercettibilmente.
"BANKAI!". Una potentissima onda d'urto colpì il Nessuno, che per una frazione di secondi, perse l'equlibrio. Quando si riscosse, la figura che aveva davanti lo stupì. Un ragazzo avvolto da un mantello nero e rosso. Una lama sottilissima, molto più leggera e fine dello spadone di prima. Completamente nera e con l'elsa a forma di croce. Un'aura di un nero cupo intorno a lui ed uno sguardo serio e composto. Non lasciava trasparire alcuna emozione.
"Se hai aumentato la tua potenza, allora anche io devo adeguarmi a te, Nessuno". Anche la voce del ragazzo sembrava cambiata. Era più roca e profonda, sembrava quasi quella di un adulto vero e proprio.
Dietro di lui, Zane era rimasto senza parole. Anche durante gli allenamenti aveva avuto modo di osservare da vicino il Bankai di Ichigo, ma non era la stessa cosa. Sentiva una prepotente forza che si stava pian piano spargendo lungo tutto il campo di battaglia. Una forza che lo sottometteva.
"Così è questa la reale forza di Ichigo...o è solamente una minima parte anch'essa...?", erano i pensieri di Zane, mentre contemplava il suo amico.
"Ma bene. Vedo che finalmente hai deciso di sfoderare l'arma migliore di uno Shinigami. Il Bankai. A quanto pare ti ci è voluta una spinta ulteriore, dico bene?", chiese ironico Saix, che, cancellato lo stupore iniziale, aveva ripreso la sua solita calma e pacatezza.
"Zane. Qui posso cavarmela da solo. Tuttavia, sento le Reiatsu di Rukia, Renji e gli altri diminuire a vista d'occhio. Ti chiedo di andare da loro ed aiutarli. Quel ninja coi piercing sembra molto forte", disse Ichigo, riferendosi alla battaglia che si stava svolgendo in contemporanea alla loro. Lo aveva percepito. Quel ninja stava completamente superando i suoi amici. Ma lui non aveva tempo per aiutarli. Zane da solo non ce l'avrebbe mai fatta contro Saix. Ma di sicuro poteva aiutare Rukia e gli altri. 
Dopo un primo momento di indecisione e sorpresa, Zane mantenne sangue freddo ed annuì con un cenno.
"Certo. Lascia fare a me, Ichigo. Tu vedi di fare a pezzi questo sbruffone", replicò Zane, ammiccando un rapido sorriso. L'amico rispose con un cenno della mano, fissando, senza perderlo di vista un attimo, il suo avversario.
Zane lo guardò un ultima volta, prima di dare le spalle ad entrambi e dirigersi verso il luogo dello scontro tra quel ninja dell'Alba e gli amici di Ichigo.
"Come se ti lasciassi andare, Zane Crusher...". La voce di Saix interruppe i movimenti di Zane, che si voltò ancora una volta, gli occhi aperti dallo stupore. Ma in quel preciso istante, un raggio completamente nero colpì in pieno Saix, che scomparve al suo interno. 
"Vai, Zane! E non voltarti. Ti ho detto di lasciarlo a me...". La voce di Ichigo giunse alle orecchie del compagno, che questa volta fece come disse lui. 
Quando Saix si riprese, osservò il suo obiettivo allontanarsi sempre di più, mentre davanti a lui, il ragazzo Shinigami, la spada ben salda tra le sue mani.
"Sembra che questo primo colpo non ti abbia fatto nulla. Proviamo con questo". Ichigo chiuse gli occhi. Poi, in un lampo, li riaprì.
"Getsuga Tenshou!". L'ennesimo raggio nero pece partì da Zangetsu, diretto verso Saix. Quest'ultimo ghignò impercettibilmente.
"Notevole...", disse soltanto, prima di venire inghiottito, nuovamente, dal colpo di Ichigo...


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Hitsugaya fissava intesamente il suo avversario. Era per certo il capitano più giovane della Soul Society, ma non aveva mai incontrato un avversario come quell'individuo che aveva davanti. 
Un incrocio tra un uomo ed un pesce, dagli occhietti molto piccoli, che lo fissavano intensamente. Si vedeva che le scaglie e le branchie erano innumerevoli e gli ricoprivano il corpo, di un blu molto chiaro. Impugnava una spada davvero molto insolita, ricoperta completamente di bende. Anche se, a volte, sembrava quasi che sotto quelle bende si stesse muovendo qualcosa...
"Visto e considerato che io conosco tutto di te, capitano Hitsugaya, mi sembra giusto presentarmi, prima di divorarti in un sol boccone!", esclamò Kisame, assumendo il suo solito ghigno strafottente ed dondolando la sua Samehada davanti a lui.
"Il mio nome è Kisame Hoshigaki, sono un ex ninja del villaggio della nebbia, ma dubito tu lo conosca", continuò il ninja, riferendosi allo sguardo incuriosito e dubbioso del suo avversario.
"Un avversario pieno di rispetto per me...quale onore. Tuttavia mi chiedo come tu possa conoscere esattamente come io mi chiami. Non rammento di averti mai visto", rispose Toshiro, sguainando la sua sottile Zanpakuto, Hyorinmaru.
"Kahahahahaha io so tutto di te, ragazzino. So che sei il capitano della 10° divisione della Soul Society, che con la tua spada sai controllare il ghiaccio e che se uno tra i più giovani capitani in servizio. Devo forse continuare?", replicò Kisame, avanzando di qualche passo, ma non abbassando mai lo sguardo.
"No, grazie. Non mi piace molto dare peso alle parole. Preferisco i fatti, in effetti". 
Hitsugaya sapeva che aveva davanti un avversario pericoloso. Poco prima di ritrovarsi faccia a faccia con quel Kisame, quel ragazzo di nome Zane, amico di Yoruichi ed Ichigo, aveva avvertito tutti loro della pericolosità di quegli individui, specie di quell'uomo dai capelli blu e la cicatrice a forma di croce sul volto. Fu addirittura la stessa Yoruichi a confermare tali parole, aggiungendo di non compiere nessun passo falso contro di loro, ne di risparmiarsi, ma di utilizzare fin da subito tutto il loro potenziale. Fortunatamente, infatti, il limite che imponeva agli Shinigami di utilizzare tutto il loro potenziale, al di fuori della Soul Society, come accadeva sulla Terra, era qui inesistente. 
Tuttavia, più guardava il suo avversario, più si stupiva delle parole di Zane.
Certo, Ukitake gli aveva insegnato a rispettare il suo avversario e non sottovalutare chicchessia. Ma i modi, il parlare di quel Kisame erano completamente buffi. Sembrava quasi che lo stesse prendendo in giro.
"Come vuoi, ragazzino di ghiaccio. A questo punto non posso che concordare. Che vinca il migliore", il gesto di Kisame fu inaspettato. Toshiro lo vide sparire dalla sua vista, per poi comparire a un centimetro dal suo volto, la spada stretta nella mano destra.
"Anche se non ho dubbi su chi sia...". Kisame sferrò un attacco micidiale con la Samehada, colpendo in pieno lo stomaco dello Shinigami, che venne scaraventato a diversi metri di distanza, ruzzolando a terra, in un turbinio di polvere.
"Forza, rialzati! Non credo che questo colpo ti abbia lasciato il segno", Kisame continuava a ghignare, mentre Hitsugaya si rialzava senza fatica, ma toccandosi la parte colpita.
"Non l'ho nemmeno visto partire...com'è possibile che con quella stazza e quella razza di spada sia così agile...?!", furono i primi pensieri del capitano, mentre, a spada sguainata si scagliò contro il ninja, che rispose immediatamente con la sua arma.

I due iniziarono a scambiarsi una serie di stoccate veloci e rapide, volte soprattutto a valutare riflessi e capacità reattive di entrambi.
"Non c'è che dire, ti muovi agilmente, nonostante quella inusuale spada che ti porti appresso", esclamò il ragazzo, muovendosi agilmente intorno al corpo di Kisame. Quest'ultimo non faticava minimamente a stargli dietro, nonostante le esili dimensioni del ragazzo e della sua spada.
"Tsk, questa spada sarà la tua rovina, mio caro ragazzo. Non è una semplice spada e ora te lo mostrerò!". Kisame non aveva intenzione di sguainare fin da subito Samehada. Ma l'agilità di quello gnomo e la sua ipotetica forza, descritta da Pain, potevano rendere necessaria questa azione.
Con un ultimo fendente, parò il colpo dello Shinigami mentre con un agile balzo, si allontanò dal suo avversario.
Quando agitò la sua Samehada, le bende vennero completamente lacerate dal suo interno, rivelando la insolita ma, allo stesso tempo, terribile forma della sua spada. 
Lo stupore di Hitsugaya fu ovviamente grande. Quella non era una spada. Era una bestia in tutto e per tutto. Era come se la sua arma fosse animata, fosse dotata di una vita propria, proprio come le Zanpakuto. Ma forse, c'era qualcosa che differenziava le loro katane da quella di Kisame...
"Quella sarebbe la vera forma della tua spada? Notevole. Fa quasi paura", il ghigno di Toshiro non preoccupò più di tanto il ninja. Era ovvio che un avversario del suo calibro non si sarebbe stupito più di tanto, come quel membro dell'Energy che aveva sconfitto con così tanta facilità.
"Già. Terrificante, non trovi? Samehada, la spada senziente. La più forte delle sette spade appartenenti agli spadaccini del villaggio della nebbia. Ora sono proprio curioso di vedere come te la caverai contro di lei, capitano dei miei stivali!", Kisame si lanciò di getto contro il suo avversario, mentre quest'ultimo chiuse momentaneamente gli occhi. Agitò la spada davanti a lui, che immediatamente si trasformò. Divenne leggermente più lunga, mentre una catena che terminava con una mezzaluna si materializzò dall'elsa della katana. Piccole scaglie di ghiaccio la ricoprirono.
"Troneggia sui cieli ghiacciati, Hyorinmaru!", anche lo Shinigami si gettò contro il ninja, forte dello Shikai della sua Zampakuto.
Kisame sorrise impercettibilmente.
Le due lame cozzarono. Nonostante Hyorinmaru fosse affilatissima, Samehada non subiva alcun graffio, anzi, riusciva, seppur in modo minimo, a ferire la pelle dello Shinigami, che, appunto, non si accorse minimamente di quei piccoli taglietti. Questo permise a Kisame di mantenere quel suo sorriso strafottente sul volto. Sapeva a cosa portava questa situazione...
Passarono diversi minuti, durante i quali i due contendenti si scambiavano le solite stoccate, questa volta molto più potenti delle precedenti.
Se da una parte Samehada dominava in quanto a potenza e forza fisica, la grazia e l'agilità di Hitsugaya e della sua Zanpakuto erano sempre più ovvie.
Fu Kisame, questa volta, a trovarsi in leggero svantaggio. 
"Questo ragazzino sa il fatto suo...si vede che si muove più agilmente di me...e di certo è una battaglia che non posso vincere corpo a corpo. Devo inventarmi altro...", pensò Kisame, parando l'ennesimo affondo di Toshiro.
Senza preavviso, Kisame, con l'ennesimo balzò, si allontano dal suo avversario, portandosi la mano sinistra alla bocca.
"Suiton: Tecnica dello squalo proiettile!", un getto a forma di squalo, venne scagliato a piena potenza verso lo Shinigami che sorrise. Bella tecnica, ma di certo non lo impensieriva.
"E' acqua. E' il nostro elemento, Hyorinmaru! Congela con tutta la tua forza!", la lama posizionata davanti al volto, parò in pieno lo squalo di Kisame, congelandolo all'istante e frantumantolo in mille pezzi. Poi, si scagliò contro il ninja, che parò il primo fendente e schivò con un quarto balzo il successivo fendente, allontanandosi di nuovo dal ragazzo.
"Con uno è semplice, vediamo come te la cavi con un numero più alto! Suiton: Cinque Squali Famelici!", questa volta, partirono dalla sua bocca cinque enormi squali.
I primi due vennero completamente schivati dallo Shinigami, che si abbassò prontamente. Altri due vennero congelati dalla sua spada, mentre il quinto venne assorbito proprio da Hyorinmaru, senza sforzo. Kisame fece una smorfia e parò l'ennesimo affondo del capitano, scambiando altri fendenti con lui, allontanandosi subito dopo con l'ennesimo salto.
"Hai intenzione di scappare ancora? Non ho voglia di inseguirti per tutta la pianura. Se vuoi arrenderti basta dirlo subito. Mi aspettavo di meglio, sinceramente!", esclamò lo Shinigami, mentre osservava i movimenti di Kisame.
Faceva tutto parte di un piano? Oppure era davvero tutto qui...
"Nah, non sto scappando. Semplicemente sto valutando alternative per sconfiggerti!", rispose il ninja, portandosi nuovamente le mani alla bocca.
"Quella spada può congelare di tutto...anche se dovessi creare un ambiente d'acqua favorevole ai miei spostamenti, lo congelerebbe subito...no, devo trovare un metodo diverso..."
"Suiton: Grande Esplosione Acquatica!". Un'enorme onda anomala venne scagliata contro il capitano della decima divisione, che per una frazione di secondi rimase stupito da una tale quantità d'acqua creata dal ninja. Ma si riscosse in breve tempo. Puntò la sua Zanpakuto verso l'onda e chiuse gli occhi.
"Glaciazione!". In men che non si dica, l'enorme onda venne ghiacciata, completamente.
"Pensavi davvero che bastava aumentare la quantità d'acqua per sconfiggermi...". Il ragazzo non fece in tempo a concludere la frase, che Kisame si materializzò dietro di lui. Quando Toshiro si volto, notò sotto i piedi del ninja, una specie di corridoio d'acqua, che partiva esattamente dal punto in cui Kisame aveva lanciato la sua onda. 
"Suiton: Mille squali famelici!". Una miriade di proiettili d'acqua, a forma di squalo, si abbatterono come un'onda in piena sullo Shinigami, che non fece in tempo a scansarli tutti...
Kisame si allontanò con un balzo, mentre la grande onda che aveva creato si frantumava in mille pezzi.
Sul volto del ninja, apparve un ghigno sprezzante.
"Devi guardarti le spalle quando combatti contro uno come me, ragazzino. Si vede che sei ancora alle prime armi!", esclamò il ninja, osservando i suoi squali che dilaniavano completamente il corpo dello Shinigami. Tuttavia, quest'ultimo si frantumò in mille pezzi di ghiaccio, che andarono a cozzare contro il terreno, lasciando di stucco Kisame.
"Ma cos...!". Improvvisamente, dietro di lui comparve il capitano della decima divisione, che con un sorriso innocente, affondò la sua spada nella schiena del ninja, il quale se ne accorse troppo tardi.
"Già, hai proprio ragione, dovresti guardarti le spalle quando combatti. Soprattutto quando non ti accorgi minimamente di una copia!". Il sangue, tuttavia, notò Hitsugaya, non colò immediatamente dalla ferita che aveva provocato a Kisame. Anzi, iniziò a gocciolare acqua, che a contatto con la sua lama ghiacciava.
"Credi davvero di essere l'unico a saper creare copie di se stesso?". La voce di Kisame gli giunse troppo tardi.
"Suiton: Tecnica della prigione acquatica!". Un'enorme bolla inglobò lo Shinigami, mentre la copia di Kisame svaniva in un turbinio d'acqua.
"Contento? Ora mi godrò una tua morte lenta e dolorosa. Prova a congelare qualcosa li dentro, in compagnia, ovviamente...", disse Kisame, con un ghigno strafottente. Infatti, all'interno della bolla, mentre Histugaya faticava a respirare, si materializzarono numerosi squali, dai denti aguzzi e pronti a colpire lo Shinigami.
"Sono stato uno sprovveduto...e dire che dovevo fare sul serio fin dall'inizio...mi dispiace usarlo ora, ma vista la situazione...".
Toshiro chiuse ancora una volta i suoi occhi, concentrandosi. Poi, in un lampo, gli squali vennero completamente ghiacciati, così come la bolla, che a poco a poco si trasformava in un'immensa cupola di ghiaccio, costringendo un incredulo Kisame ad allontanarsi.
"Ma com'è possibile che riesca a raggiungere tali temperature anche all'interno della mia prigione...!".
La frase di Kisame venne interrotta dal fragore della prigione che si sfaldava in mille pezzi, mentre il capitano ne usciva completamente illeso.
Quello che aveva davanti agli occhi Kisame, lo stupì ancora di più. Intorno al corpo del ragazzino, si era formato un drago di ghiaccio, azzurro come il cielo. Gambe e braccia erano racchiuse dalle zampe e dagli artigli del drago, mentre due possenti ali ed una lunghissima coda a punta lo completavano. Infine, tre petali rosa, a quattro punte svolazzavano sul suo capo.
"Daiguren, Hyorinmaru", furono le uniche parole pronunciate dallo Shinigami.
Dopo attimi di stupore, Kisame impugnò ancora più saldamente la Samehada.
"Ma bene, vedo che alla fine ti sei deciso a sfoderare il fantomatico "Bankai". Interessante...ora lascia che ti mostri il mio di "Bankai"...", le parole di Kisame non impensierirono più di tanto il capitano, ne si stupì più di tanto che quel ninja conoscesse anche il Bankai. Ma rimase sorpreso quando vide Kisame sparire all'interno di una bolla d'acqua, simile alla prima.
"E ora che intenzione ha...non devo assolutamente abbassare la guardia, non col Bankai attivo...".
Pochi secondi passarono, quando la cupola d'acqua esplose in un turbinio di gocce, lasciando trasparire ciò che si trovava al suo interno. Hitsugaya strabuzzò gli occhi. Davanti a lui, un'enorme essere, assimilabile ad uno squalo, dotato di lunga coda e di pinna caudale. Lungo i gomiti, ulteriori pinne allungate. Piedi e mani erano diventati palmati, mentre branchie si erano formate sul collo della creatura. Occhietti gialli che lo fissavano, insieme ad un ghigno malvagio sul volto.
"Ora vediamo di fare sul serio, Signor Capitano...!".


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"Non riesco a respirare...".
Rukia era ormai in balia di quel ninja. La presa iniziava a farle mancare il respiro e non riusciva in alcun modo a liberarsi. Ma più osservava intorno a lei, più le sue speranze di salvezza venivano meno. Renji era nella sua stessa situazione, mentre Hisagi e Rangiku erano completamente immobilizzati. Scalciando e dimenandosi, non faceva altro che aumentare la stretta intorno al suo collo.
"Vuoi morire più in fretta, ragazzina Shinigami? O vuoi vedere morire prima i tuoi amici? La scelta è ardua, vero?". Pain strinse ancora di più, mentre Renji, all'interno della bolla, cercava in tutti i modi di uscirne.
"Va beh, visto che non ti esprimi, deciderò io al tuo posto...", Pain strinse ancora di più.
"Addio, mocciosa. Non ti preoccupare, verrai raggiunta presto...".

Fu un lampo. Una serie di sferzate d'aria colpirono le copie di Pain, che sparirono con un tonfo, sparpagliando acqua intorno a loro. La bolla intorno a Renji svanì, mentre i paletti d'acciaio vennero tagliati a metà, liberando un incredulo Hisagi.
"Hm...?!", Pain non si accorse in tempo dell'enorme getto d'acqua che lo colpì, costringendolo a mollare la presa sulla ragazza, che invece di toccare terra, venne sorretta prontamente da due forti braccia.
Quando Pain si riprese, non si stupì più di tanto sulla scena che si parò davanti a lui. 
Rukia, invece, riaprì gli occhi e si ritrovò tra le braccia di un ragazzo dai corti capelli neri, gli occhi rossi, come fossero iniettati di sangue. Una maglia a maniche corte, leggermenta accollata. Una collanina a forma di chiave.
"Va tutto bene?", furono le sue uniche parole. Rukia ci mise qualche secondo in più a rispondere affermativamente con un cenno del capo. Non soltanto lei, ma anche Renji e gli altri erano sorpresi da quel ragazzo. Sapevano esattamente chi era...
"Mi scuso in anticipo se non sono il vostro amico Ichigo. Ma lui è, come dire...impegnato al momento", subito dopo, fece scendere la ragazza, osservando gli altri, soprattutto Renji.
"Mi ha mandato lui ad aiutarvi. Allora, vogliamo prendere a calci questo coglione?", furono le sue parole, condite da un ghigno strafottente sul volto. Una bolla d'acqua iniziò a galleggiare intorno a lui.
Era tempo del contrattacco!



Epilogo: Saix dimostra tutta la sua superiorità nei confronti di Zane, ancora indebolito dei suoi poteri e di Ichigo, che, nonostante abbia affrontato un avversario del calibro di Aizen Sosuke, si trova completamente in balia del Nessuno. Riuscirà a far fronte alla sua potenza tramite il Bankai?
E Hitsugaya sarà in grado di resistere all'immensa potenza distruttiva di Kisame e la sua Samehada? Oppure il ghiaccio verra completamente disintegrato?
Zane riuscirà a contrastare uno degli attuali ninja più forti? Saprà difendere gli Shinigami in difficoltà? Oppure soccomberà dinnanzi alla forza di Pain?
E qual'è l'oscuro segreto che si cela dietro i cristalli e quella strana creatura affrontata nel passato da Braig e Dilan? Avrà a che fare con l'Organizzazione XIII? Tutto nel prossimo capitolo!

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Capitolo 15
*** Interruzioni! ***



Salve a tutti con questo nuovo capitolo! Ho voluto aggiornare in così breve tempo per farmi perdonare l'immenso ritardo delle ultime settimane!
Kurama, era ora! Pensavo mi avessi abbandonato ahahahaha
Comunque ti ringrazio per il complimento XD Riguardo il fattore forza, all'inizio lo aveva detto che sarebbe stata dura gestire universi così distanti tra di loro in termini di potenza. Per questo ho cercato di avvicinarli il più possibile, senza ovviamente strafare. Per quanto riguarda la potenza di Saix e dell'Organizzazione, non è del tutto casuale e non è una forzatura, ma capirai ben presto continuando a leggere. Sono concorde sul fatto di ritenere superiore Hitsugaya, ma anche qui, i membri dell'alba non sono quelli di una volta....ehehehehe
Bando alle ciance, buona lettura !



CAPITOLO 14:

INTERRUZIONI!


La veste era a brandelli. Gocce di sudore mischiate a gocce sangue cadevano al suolo, dalle numerose ferite superificiali sul suo corpo. La spada sguainata, pronta a difendersi l'ennesima volta. Pronta a ricevere di nuovo la spada avversaria, molto veloce e reattiva.
L'avversario che Hirako Shinji aveva davanti non era per nulla un novellino. La risata che solitamente lo contraddistingueva ad inizio combattimento, aveva lasciato il posto ad uno sguardo completamente attento e privo di emozioni. Quel ragazzo dagli occhi rossi non andava affatto sottovalutato.
"Beh, non c'è che dire, sembra che io non ti abbia preso sul serio fin dall'inizio. Mi spiace, errore mio", disse Shinji, scuotendo la sua Zanpakuto davanti a lui.
"Sottovalutare l'avversario è un errore che persino i ragazzini alle prime armi evitano. Non mi sembri quel grande guerriero per cui sei passato, Shinigami", rispose Sasuke, anche lui con la Kusanagi in pugno, la sua fidata katana.
D'altro canto, Itachi era alle sue spalle ed osservava l'andamento dello scontro, fin li pendente soprattutto verso il proprio fratello.
"Sembra non avere troppi problemi...e io che mi preoccupavo di quel capitano degli Shinigami. Forse Pain e Saix hanno commesso qualche errore di valutazione. Eppure...", Itachi spostò lo sguardo dal ragazzo biondo alle due donne alle sue spalle.
Era dall'inizio del combattimento che non si erano mosse. Per questo nemmeno lui aveva mosso alcun passo. Ma le teneva costantemente d'occhio. Aveva poche informazioni su di loro, ma bastavano a considerarle due donne molto agili e potenti. E sarebbe anche stato uno scontro due contro uno. Un dettaglio non di poco conto, anche per uno come lui...
"Già, per questo ti ho detto che è stato un mio errore. Tuttavia non lo commetterò di nuovo, puoi starne certo!", in una frazione di secondo, Shinji si scagliò contro l'Uchiha, sorprendendo sia lui che il fratello. Mai si sarebbero aspettati uno scatto così rapido.
Tuttavia Sasuke fu rapido a parare il colpo e scambiare qualche fendente con il suo avversario, prima di arretrare con un balzo.
"Interessante...non stavi affatto mentendo. Sembra che dovrò aumentare il livello della sfida...".
Improvvisamente, la mano sinistra di Sasuke si ricoprì di fulmini bluastri, che iniziarono a colpire il terreno.
"Chidori: Raikiri!", senza preavviso, si scagliò contro Hirako, con somma sorpresa di quest'ultimo e delle due Shinigami dietro di lui.
"E così anche voi ninja sapete usare tecniche basate sul fulmine...interessante, ma dubito possano trapassare i nostri sigilli e le nostre barriere! Kyomon!", in una frazione di secondi, Hirako creò una barriera molto simile ad uno specchio di vetro che si frappose tra di lui ed il Ninja.
Quando il colpo cozzò contro la barriera, sembrò quasi che venisse inglobato, sotto lo sguardo stupito dell'Uchiha.
"Hai visto? Nulla di più facile, moccioso", lo sguardo sempre ironico dello Shinigami era rivolto al colpo andato a vuoto del suo avversario. Quest'ultimo alzò di poco la testa, scoprendo anche lui un'espressione sorridente.
"Tu dici?", la domanda che Sasuke rivolse a Hirako, fece strabuzzare gli occhi allo stesso ragazzo.
"Hirako, dietro di te!". Il biondo non fece in tempo a scansarsi che una spada ricoperta di fulmini lo trafisse all'addome, dietro la schiena. La voce di Soifon gli giunse troppo tardi.
"Sembra che, a quanto pare, tu sparli un po troppo, Shinigami...", furono le uniche parole provenienti dal Ninja, mentre estraeva rapido la sua Kusanagi dal corpo di Hirako.
Chiudendo gli occhi, Sasuke si allontanò con un balzo, pulendo la sua katana nella veste dell'Alba. Quando, tuttavia, li riaprì con sommo stupore, notò che la figura dolorante dello Shinigami stava svanendo, quasi come se fosse un miraggio.
"Ma che diavolo...!".
"Yo, ragazzino dagli occhi rossi, sono quassù", la voce del biondo lo riscosse e costrinse Sasuke a guardare proprio sopra di lui, dove notò la figura del ragazzo completamente illeso, mentre faceva roteare la sua spada in un cerchio quasi ipnotico, grazie all'elsa a forma sferica.
"Come è possibile...ti ho colpito distintamente, non sei riuscito a parare il mio affondo...". Sasuke, con una smorfia, cercò di rimanere il più calmo possibile, ma quel ghigno ironico sul volto del suo avversario lo stava innervosendo più del dovuto.
"Al diavolo quale tecnica tu abbia usato...questa me la paghi! Chidori Nagashi!". La Kusanagi venne ricoperta dal bluastro dei fulmini e proprio come questi ultimi, Sasuke scattò verso Hirako. I due iniziarono a scambiarsi stoccate e fendenti, ma dopo diversi minuti, era chiaro come i colpi del ninja, nonostante fossero più rapidi e veloci, andavano praticamente sempre a vuoto, mentre il ghigno irritante di Hirako non lo abbandonava.
A terra, Itachi osservava l'andamento dello scontro, con fare pensieroso, ma non affatto preoccupato.
"Quello Shinigami...quella tecnica che ha usato prima e che probabilmente ne sta usufruendo ora...vorrei tanto sapere di cosa si tratti...mi è sembrata molto un'illusione...tuttavia c'è qualcosa che non quadra...gli Shinigami non possiedono alcun tipo di Chakra. Ergo non possono usare alcun tipo di tecnica illusoria. Che sia un'abilità innata di quel ragazzo? Eppure non ho percepito cambi nella zona intorno al campo di battaglia...devo analizzarlo meglio mentre combatte contro Sasuke...", i pensieri di Itachi vennero interrotti proprio dal fratello, che con una smorfia, schivò a malapena un fendente dello Shinigami e si allontanò quel che basta per riprendere fiato.
"Dannato bastardo...", Sasuke si porto le entrambe le mani alla bocca, mentre Hirako lo guardava senza battere ciglio.
"Un'altra tecnica di fulmini? Sai che non hanno effetto contro la mia barriera...".
"Katon - Goukakyuu no Jutsu!", un'enorme palla di fuoco venne creata dall'Uchiha ed immediatamente scagliata contro uno stupito Hirako, che, tuttavia, rimase impassibile pochi secondi dopo, senza nemmeno muoversi.
"Ma che...non hai intenzione di schivarla?!", Sasuke era senza parole, così come Itachi.
"Cosa ha in mente...?".
Quando la palla di fuoco superò il corpo dello Shinigami, quest'ultimo svanì di colpo, apparendo una frazione di secondi dopo alle spalle del Ninja, che si voltò, strabuzzando gli occhi.
"No...non è possibile...come hai fatto? Ho visto chiaramente la palla di fuoco colpirti in pieno petto!", esclamò Sasuke, scansandosi da un fendente lanciato dallo Shinigami.
"Come ho fatto, tu chiedi? Beh, la risposta è molto semplice, ma se te la dessi, sarebbe controproducente per me, no?", rispose Hirako, sogghignando e facendo roteare di nuovo la sua Zanpakuto.
"Dannato...DANNATO! Katon - Goukakyuu no Jutsu!", un'ennesima palla di fuoco partì dalla bocca di Sasuke, ma ancora una volta, lo Shinigami era alle spalle del suo avversario.
Sasuke cacciò un urlo di rabbia e si fiondò contro il suo avversario, per nulla intimorito.
D'altro canto, Itachi sembrava leggermente preoccupato circa la situazione.
"E' ormai chiaro che quel tipo usa delle illusioni. Tuttavia mi sembra a dir poco impossibile una cosa del genere...che si tratti del potere speciale appartenente agli Shinigami? Eppure, da quel che rimembro, Saix non ci aveva mai parlato di uno Shinigami in grado di saper usare le illusioni. Ciononostante, quello che ho davanti, ne è una riprova concreta...", Itachi rivolse la sua attenzione alle due donne davanti a lui. Non sembravano per nulla in pensiero circa il loro compagno. Allora era ovvio che aveva totale fiducia in lui...forse era il caso che ottenesse da loro qualcosa...

Fu all'improvviso. Il ninja compagno di quello che stava combattendo comparve alle loro spalle, rapido come un fulmine, in uno stormo di corvi. Soifon si allontanò di qualche passo, con una smorfia, mentre Yoruichi rimase impassibile e si girò solo dopo qualche secondo, guardandolo con un sorriso a trentadue denti.
"Tu...! Ti sei deciso a farti avanti?", esclamò Soifon, rilasciando immediatamente la sua Zanpakuto, che prese la forma di un "uncino" dorato nella sua mano destra.
Stava per scattare in avanti, quando venne fermata da un cenno di Yoruichi.
"Ma...!", anche la sua frase venne interrotta dalla sua "maestra", che si voltò completamente, avanzando di qualche passo verso l'Uchiha.
"Aspetta, Soifon. Qualcosa mi dice che non è qui per combattere, dico bene?", disse, rivolgendosi prima alla ragazza e poi al ninja, che impassibile la osservava.
Con una smorfia, Soifon abbassò il braccio e fece scomparire la sua arma, ma rimase comunque in allerta, in caso Yoruichi si sbagliasse.
"Non ti sfugge niente, donna. Ebbene, combattere contro di voi sarebbe un'inutile spreco di tempo ed energie per me. Vorrei evitarlo, se possibile. Almeno per quello che ci aspetta dopo...". Le parole di Itachi scatenarono le ire di Soifon, che con uno scattò, si portò vicino a Yoruichi.
"Ci credi così deboli, razza di verme...?!", sibilò la ragazza. Il suo sguardo era completamente avvolto dalla rabbia. Ancora una volta, fu Yoruichi a fermarla.
"Forse la mia compagna potrebbe avere dei toni bruschi, ma concordo pienamente con lei. Forse ci stai sottovalutando enormemente, ninja dell'Alba". Itachi la guardò impassibile.
"Credo voi abbiate frainteso le mie parole. Quello che realmente intendevo dire...", e si voltò verso lo scontro di suo fratello ed Hirako, "E' che non sarò io il vostro avversario, ma colui che sta combattendo contro il vostro amico".
Soifon continuava ad accumulare odio nei confronti di quel ninja e sbottò nuovamente.
"Forse ti stai perdendo lo scontro, insulso umano...Hirako è nettamente superiore al tuo amichetto dagli occhi rossi. Verrà distrutto in meno di cinque minuti...".
"Non dubito della forza del vostro amico. Tuttavia, è inferiore a quella di Sasuke. Mi spiace darvi questa pessima notizia. Tuttavia mi complimento con voi. Sembra che il vostro Colonnello abbia scelto bene le sue pedine". Fu quella parola a far destabilizzare la pacata calma di Yoruichi, che strabuzzò gli occhi.
"Tu...cosa intendi dire...anche poco fa, hai detto che dopo questa battaglia ci aspetta qualcosa. E ora te ne salti fuori con il Colonnello?". Mentre Soifon lo guardava in cagnesco, una piccola goccia di sudore scese dalla fronte dei Yoruichi.
"Non ti sfugge nulla, Yoruichi Shihoin. Sei davvero uno degli individui più pericolosi dell'Energy. Ma credo che ciò che scoprirai tra poco potrebbe, in qualche modo, farti cambiare idea su molti tuoi progetti futuri. Nonostante il Colonnello Mustang sia stato un personaggio molto previdente".
Yoruichi stava per rispondere alle parole del ninja, quando un'enorme onda d'aria la colpì facendola barcollare all'indietro. Senza rendersene conto, perse l'equilibrio e cadde. L'unica cosa che ricordò, prima del buio totale, furono due occhi rossi e neri che la fissavano, mentre una carrellata di immagini le fluì nella mente.


Durò tutto molto poco. Almeno, secondo Soifon. Quando Yoruichi riaprì gli occhi, per poco non svenne di nuovo.
Itachi era dall'altra parte del campo di combattimento, proprio come prima. Di fianco a lei, Soifon era completamente allibita, mentre cercava di sostenere la sua maestra.
Al centro esatto dei due "schieramenti", Sasuke fissava Hirako, con un sorriso impercettibile. Mentre lo stesso Shinigami era spaesato e si guardava intorno, come se fosse alla ricerca di qualcosa. Quando osservò la sua Zanpakuto, per poco non la lasciò cadere a terra dallo stupore. Non era rilasciata. Eppure, poco fa si ricordava chiaramente di averla usata per schivare i colpi del ragazzo ninja.
"Sorpreso? Che ne dici di continuare il nostro incontro da dove lo avevamo lasciato?", intervenne Sasuke a destare Hirako dalla sua sorpresa.
"Tu...dannato moccioso, che diavolo hai fatto?! Com'è possibile che siamo di fronte, proprio come all'inizio del combattimento? Ti stavo completamente surclassando...", rispose Hirako, con qualche goccia di sudore che gli imperlava la fronte.
"Ah si? Deduco che le tue illusioni e tecniche non siano così sopraffine come incitavi poco fa", replicò Sasuke, mentre si avvicinava a poco a poco al suo avversario.
"Ora vediamo se le tue fantomatiche illusioni possono proteggerti da questa...Katon - Goukakyuu no Jutsu!", l'ennesima palla di fuoco partì dalla bocca del ninja, diretta verso Hirako, che solamente all'ultimo secondo riuscì a contrastare il colpo, ritardo in parte dovuto allo stupore ancora non del tutto scomparso.
"Hado N.33: Sokatsui!". Dalla mano dello Shinigami scaturì una fiammata di colore blu che si frappose a quella di Sasuke.
I due colpi si infransero a vicenda, provocando un'enorme esplosione.
Mentre Hirako cercava di riprendersi, dietro di lui comparve la figura di Sasuke, la mano ricoperta di fulmini. Nonostante la piccola distanza fra i due e la rapidità del ragazzo, Hirako non si fece cogliere totalmente alla sprovvista.
"Hado N. 63: Raikoho!". Quest'ultimo lanciò un'onda di energia giallognola contro Sasuke, che fu lesto a portare la mano davanti a lui e a parare il colpo con il Chidori.
Portò la mano dietro di lui e con l'altro intrecciò l'ennesimo corpo a corpo con il suo avversario. Che questa volta vacillò, davanti alla rinnovata forza del ninja.
"Ma come fa...!? Che diavolo di tecnica ha mai usato?! Sembra quasi che abbia riavvolto il tempo su se stesso...", pensò Hirako, mentre cercava in tutti i modi di tenere testa al suo avversario.
Quando si scansarono, con un balzo, entrambi si allontanarono l'uno dall'altro.
"Non c'è nulla da fare, devo immediatamente rilasciare Sakanade...contro di lui è l'unico mezzo per vincere...".
I pensieri dello Shinigami vennero interrotti da Sasuke, che lo osservò sghignazzando.
"Su, cosa aspetti ad rilasciare lo Shikai della tua Sakanade?".
Hirako sobbalzò e con una smorfia abbassò lo sguardo.
"Conosce il nome della mia Zanpakuto?! Persino lo Shikai?! Com'è possibile...chi è quel ragazzo...".
"Collassa, Sakanade!". In una frazione di secondo, la sua katana assunse la solita forma, con l'elsa sferica e la lama leggermente più lunga.
"Ora, senza fare storie, mi dirai chi diavolo sei e com'è possibile che tu sia riuscito a ribaltare in questo modo lo scontro...i miei ricordi sono chiari e vividi nella mia mente. Eppure è cambiato tutto...tutto per colpa tua...". Hirako fremeva. Aveva paura. Quel ghigno sul volto del ninja, quei suoi occhi rossi. Ciò che era appena accaduto lo turbava profondamente.
"Dirti tutto? Beh, tu hai evitato di dirmi gli effetti di quella tua katana, io non ti rivelerò nulla su ciò che è successo. Ma ti dirò...", ed assunse uno sguardo assassino sul volto, tanto da far arretrare di qualche passò lo Shinigami, "se mi batterai, sarò lieto di rivelarti tutto!".
Senza che Hirako potesse far nulla, improvvisamente il braccio che non impugnava Sakanade, prese fuoco, un fuoco completamente nero che lo avvolse del tutto. Dopo un attimo di stupore, uscì un grido dalla bocca dello Shinigami, che cadde a terra e cercò disperatamente di spegnere quella specie di "fuoco", prima gettandosi a terra, in seguito utilizzando un Kido curativo, insegnatogli da Unohana. Ma più ritentava, più il fuoco cercava di intaccare anche le altre parti del corpo. Hirako alzò lo sguardo e ricoperto di sudore e con uno volto disperato, rivolse l'attenzione al ninja.
"Che diavolo mi hai fatto?!".
Sasuke non battè ciglio.
"Amaterasu, il fuoco magico che brucia all'infinito. Non c'è modo di spegnerlo. Ne acqua, ne sabbia ne altre tecniche conosciute sono in grado di metterlo a tacere. Brucia finche non consuma completamente la sua vittima. L'unico modo che hai per liberartene è uno e uno soltanto. Battermi". E detto ciò, rispose all'espressione di Hirako con un'occhiata di sfida.

Mentre la battaglia ormai pendeva dalla parte del ninja, Soifon, dopo i primi minuti di stupore, aveva rivolto la sua attenzione proprio ad Hirako, dimenticandosi di Yoruichi, che sembrava come paralizzata sul posto. Come aveva fatto quel ragazzo a ribaltare lo scontro in modo così rapido?
Fu proprio sul punto di intervenire, quando un braccio la bloccò sul posto.
Yoruichi era in piedi, lo sguardo abbassato e la presa salda sull'arto della sua allieva.
"Aspetta, Soifon. Non è ancora finita". La ragazza la scrutò in malo mado.
"Ma, Yoruichi-sama, Hirako è in difficoltà! Dobbiamo fare qualcosa!". Ma la donna sembrava inamovibile e dopo aver strattonato la compagna, alzò il capo, rivolgendo il suo sguardo verso quel ninja che rimaneva ad osservare lo scontro, proprio come aveva fatto fino a qualche minuto prima. La sua azione di poco fa l'aveva segnata e l'occhiata che gli aveva lanciato era completamente priva di espressione.
Fu solamente quando i loro occhi si incontrarono, che un lieve ed impercettibile sorriso si impadronì della donna.
"Itachi Uchiha...non me lo sarei mai aspettato, dopotutto..."


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"Davvero pensavi che le tue tecniche d'acqua potessero in qualche modo danneggiarmi? Sei davvero patetico, ragazzo...". Pain schivò nuovamente i colpi di Zane, mentre quest'ultimo, con ua smorfia, continuava a scagliare proiettili d'acqua contro il suo avversario.
"Non ci credo...com'è possibile...". Zane era senza parole. Persino quel Pain aveva una potenza micidiale. Non soltanto Saix, ma anche i membri dell'Organizzazione Alba sembravano tutti molto forti. Se erano loro gli alleati di Xemnas e della XIII, allora per loro era davvero una battaglia già persa in partenza...?
"Lancia Pressurizzata!". Dalla mano di Zane, partì un lunghissimo getto d'acqua, sottilissimo e dalla velocitò supersonica, diretto verso il petto del ninja, che non si scompose più di tanto.
"Come se cambiando colpo, tu possa fare qualcosa", le parole di Pain scossero il moro, che tremò impercettibilmente. La mano del ninja tesa davanti a lui. Con un semplice gesto, bloccò il getto d'acqua, distruggendolo in una frazione di secondo.
"Hai visto? Non cambia quale tecnica tu usi contro di me. Il risultato sarà sempre uguale".
Zane rimase senza parole. Sudava freddo e le gocce di sudore non smettevano di scendere. Ovviamente, nemmeno quelle di sangue.
"Dopo che mi sarò occupato di te, andrò ad eliminare anche i tuoi amici Shinigami. E poi potrò consegnarti direttamente a Saix. Ci penserà lui a te".
Zane sussultò. Intorno a loro, gli amici di Ichigo erano a terra, completamenti surclassati dalla forza di Pain. Hisagi e Rangiku erano probabilmente svenuti, con il ragazzo ricoperto di buchi, a cause dei paletti usati dal ninja. Sanguinava copiosamente da diverse ferite lungo tutto il corpo. Ma era ancora vivo, tutto sommato. Mentre Renji era a pochi passi dalla donna, anche lui col respiro affannoso, ma ancora semi cosciente.
"Com'è possibile...quel tipo...ci ha sconfitti senza nemmeno usare tutta la sua forza...e ora persino l'amico di Ichigo è in difficoltà...com'è possibile battere un individuo del genere...". I pensieri di Renji si riflettevano anche in Rukia, in piedi alle spalle di Zane, anche lei molto provata dallo scontro, tuttavia meno agonizzante rispetto ai suoi compagni.
"N...non ti permetterò di fare loro del male!", l'urlo di Zane non scompose minimamente Pain. Quest'ultimo avanzò di qualche passo verso di lui.
"Ma davvero? E come vorresti riuscire a proteggerli? Con quale potere?". La domanda ironica rivolta a Zane, lo fece sussultare per una seconda volta. Ma la risposta non arrivò. Anzi, Zane indietreggiò di qualche passo, tremante.
"Come posso sconfiggerlo...come?! E' superiore in tutto e per tutto a me...".
"Ti ripeto la domanda, moccioso. Con quale potere crederesti di potermi battere? Sei solo un poppante alle prime armi. Non hai la forza per potermi battere. Arrenditi e fatti catturare, senza ulteriori spargimenti di sangue. Arrenditi e risparmierò i tuoi amici. Te lo prometto".
Mentiva. Zane lo sapeva. Ma cosa poteva fare? Pain lo surclassava. Lui invece aveva appena recuperato nemmeno un quarto dei suoi poteri. Forse anche meno. Come, come poteva anche solo pensare di sconfiggerlo?
"Hai capito? Arrenditi e non farò alcun male ne a te ne a quegli Shinigami. Che ne dici? Se deciderai di venire con me, allora non avrai problemi. Altrimenti sarò costretto a mostrarti cosa significa la vera paura. Cosa significa affrontare un avversari infinitamente più potente di te".
Altra frase che fece tremare impercettibilmente Zane. Continuò ad indietreggiare, mentre Pain si avvicinava sempre di più. Cosa doveva fare? Cosa...?
"ADESSO BASTA! CREDI CHE AVERE PAURA TI AIUTI A VINCERE LA BATTAGLIA?!". L'urlo alle sue spalle lo riscosse. La voce femminile di Rukia giunse alle sue orecchie e lui stesso fu costretto a girarsi. Davanti a lui, la ragazza era malferma sulle gambe, si teneva in equilibrio grazie alla sua katana. Una copiosa ferita sulla fronte, la veste strappata in diversi punti.
"GIA'! QUEL PAIN E' PIU' FORTE DI TUTTI NOI! E QUINDI? AVENDO PAURA, NON FARAI ALTRO CHE ALIMENTARE LA SUA FORZA. IMPARA A CONTROLLARLA, NON A FARTI SOTTOMETTERE. RICORDATI CHE NESSUNO E' INVINCIBILE, ZANE....!". Le parole di Rukia continuavano a entrargli nella testa, di forza, come se qualcuno le stesse spingendo.
"CREDI CHE ICHIGO SI ARRENDEREBBE A QUESTO FENOMENO DA BARACCONE?! GUARDA AVANTI E NON TI ARRENDERE, ZANE!". Un sussulto. Rukia aveva completamente ragione. Ichigo non si sarebbe mai arreso, nemmeno di fronte ad una sconfitta. E poi, lui stesso gli aveva espressamente chiesto di proteggere i suoi amici. E ora lui cosa stava facendo? Stava per mettersi a piangere come un poppante alle prime armi, proprio come lo aveva definito Pain.
No. Doveva continuare a combattere. Per Ichigo, per Yoruichi, per Acqua, per Mustang, per Leon e Cloud e tutte le persone che gli erano care. Doveva combattere fino alla fine!
Fece per voltarsi, la mano ricoperta d'acqua, lo sguardo sorridente e completamente privo di pensieri.
"Grazie, Rukia...". Una semplice frase. Nonostante non la conoscesse, quella ragazza era una amica di Ichigo e sentiva di potersi fidare di lei. Lo aveva praticamente aiutato a rialzarsi davanti a Pain. La ragazza lo guardò anche lei sorridente. Quel ragazzo, sembrava proprio come quel babbeo di Ichigo...
"PAAAAAAIN! A noi due...!", non fece in tempo a voltarsi del tutto. Un getto d'acqua potentissimo lo sfiorò sulla guancia, diretto dietro di lui. Puntava a Rukia!
"Dannata ragazzina. Cuciti la bocca e muori". Le parole di Pain risuonarono nello stesso momento in cui Zane cercò in tutti i modi di raggiungere la ragazza.
"Maled....!"
Un raggio rosso e nero colpì il getto d'acqua, dissolvendolo completamente, mentre uno strano cerchio dei medesimi colori comparve davanti alla ragazza.
Dallo stesso portale, Zane vide uscire una capigliatura di colore rosso, molto lunga. Non riuscì a distinguere la figura che ne stava emergendo, poichè venne interrotto da una seconda chioma, di un blu intenso che passò proprio davanti a lui, ad una velocità incredibile, andando a cozzare contro Pain, che, dopo un attimo di distrazione e stupore, venne scagliato a diversi metri di distanza.
Accadde tutto in pochissimi secondi. Rukia era completamente spiazzata. Così come lo era lo stesso Zane, che, ancora frastornato dal colpo di Pain, non riuscì a capire cosa stesse succedendo.
Quando si riscosse, davanti a Rukia potè osservare due figure molto ben delineate, cosa che notò anche la Shinigami. Erano due ragazze, entrambe aventi la medesima altezza. Una delle due portava quella che sembrava una veste color verde scuro, con striature dorate. Una corta gonna azzurrina e calze del medesimo colori. Occhi castani, quasi tendenti al rosso e lunghi capelli blu. Di fianco a lei, la sua compagna, indossava una veste nera e bianca, che terminava con una gonna rossa, con venature bianche. Occhi di un verde smeraldo e capelli molto lunghi, di un rosso cremisi molto acceso.
Zane spalancò gli occhi dallo stupore. Sapeva esattamente chi fossero quelle due.
Per poco non stava per scoppiare a pinagere dalla felicità.
"M...ma voi siete...!".
"Hey, Zane. Da quanto tempo che non vediamo! Sarà passato più di un anno, dico bene?", disse la ragazza di capelli blu.
"Sì, credo che un anno e qualche giorno sia corretto", replicò invece la rossa.
Stava per aggiungere qualcosa, quando venne interrotta dalla voce del ninja che, nel frattempo si era ripreso senza problemi.
"Altre interruzioni. Quanta impudenza. Credo che prima dovrò occuparmi di voi ragazzine. Anche se vorrei tanto sapere chi siete...!", senza avere il tempo di aggiungere alcunchè, un ennesimo raggio rosso e nero lo colpì in pieno, scagliandolo per la seconda volta di fila, a diversi metri di distanza.
Zane e Rukia strabuzzarono gli occhi. Quanta forza vi era in quel colpo per potere arrecare un simile danno ad un individuo potente come quel ninja?!
"Accidenti, possibile che non si possa parlare in tranquillità?", disse la ragazza dai capelli blu, facendo una smorfia. Rukia le guardava sempre più sorpresa, tant'è che la rossa se ne accorse e si rivolse proprio a lei.
"Oh, immagino tu ti stia chiedendo chi siamo. Beh, credo che dovremmo presentarci, prima di fare a pezzi quel dannato ninja", dopo aver preso un bel respiro, guardò prima la sua compagna e successivamente la Shinigami, "noi siamo...!"


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I colpi di tossi furono brevi e dolorosi. Chiazze di sangue macchiarono sia il terreno che la veste nero pece di Saix. Mentre la sua mano, intrisa del liquido rosso, stringeva sempre di più attorno al collo di Ichigo. Il corpo del ragazzo, a qualche centimetro dal terreno, penzolava, quasi come fosse privo di vita. La veste da sostituto shinigami in parte a pezzi. Zangetsu, la sua Zankaputo, era a terra, a pochi metri da loro.
"E così, finalmente, questo inutile combattimento è giunto al termine. Devo dire che mi stavo stancando, non sei il guerriero che mi aspettavo di incontrare", disse il Nessuno, mentre fissava gli occhi praticamente semi aperti del ragazzo.
"Anche col tuo Bankai attivo, non sei nemmno riuscito a mettermi alle corde. Davvero patetico come scontro". Ennesimi colpi di tosse, che macchiarono ulteriormente l'abito di Saix, il quale continuò imperterrito a parlare al suo ormai sconfitto avversario.
"Mi sto tutt'ora chiedendo il perchè tu mi abbia affrontato, con così tanta sfrontatezza. Senza nemmeno pensare alle conseguenze di tale atto. Mi domando cosa ti abbia spinto ad una tale pazzia. O forse mi sto sbagliando io. Probabilmente non è stata una tua intenzione, ma la colpa ricade completamente su quella donna. E su quel Colonnello da quattro soldi. Non credi?", le parole di Saix erano pesanti. Ichigo lo sapeva. Era stato sconfitto senza nemmeno metterlo in difficoltà. Lui, colui che aveva protetto la Soul Society innumerevoli volte. Colui che aveva sconfitto Aizen dopo una lunga ed estenuante battaglia. Aveva sacrificato tutto. I suoi poteri, i suoi amici, i suoi cari. Aveva affrontato numerose difficoltà e dolori per poterli recuperare. E ora? Era forse tutto inutile il percorso che aveva imboccato? Com'era possibile che lui e Zangetsu fossero stati battuti da un bastardo come Saix...?
"T...ti sbagli...n...non è ancora finita...", alle parole di Ichigo, seguirono ulteriori colpi di tosse.
"Come scusa? Credo di non averti sentito", rispose Saix, scagliando un potente pugno allo stomaco dello shinigami, che con una smorfia, sputò altro sangue. Successivamente Saix lo gettò a terra, in modo abbastanza violento.
"Sai cosa ti dico? Mi sono anche stancato di stare qui a parlare con un verme come te. Ucciderti qui sarebbe del tutto inutile. Anzi, porterebbe ancora più problemi a noi dell'Organizzazione. No, Xemnas ha dei piani diversi per te, sostituto shinigami", continuò Saix, avvicinandosi al corpo dei Ichigo.
"N...non hai intenzione di uccidermi...?", domandò il ragazzo, cercando di raggiungere la sua katana. Ma il piede di Saix andò proprio a schiacciare la mano di Ichigo, facendolo urlare di dolore.
"Ucciderti? Hai sentito quello che ti ho appena detto? Ammazzarti qui, come un cane, sarebbe controproducente per noi dell'Organizzazione. C'è qualcuno che ti vuole ancora vivo. Per questo potresti essere una merce di scambio molto importante per noi. Una leva che potrebbe farci avvicinare ancora di più al nostro obbiettivo...", poi fece comparire nella sua mano la sua solita arma, la Lunatico, "tuttavia, farti del male è differente dall'ucciderti, dico bene?".
Il volto di Saix assunse un espressione completamente sadica.
"Preparati a provare un dolore completamente nuovo, Kurosaki Ichigo!". La Lunatico era in aria, pronta a colpire il corpo già martoriato del ragazzo.

Prima che potesse anche solo sfiorare la schiena di Ichigo, una lama, grande quanto la sua, si frappose tra i due. Con delle scintille, le due si scontrarono, mentre Saix, con una smorfia, balzò all'indietro, per osservare meglio colui che l'aveva fermato.
E quando lo fece, un sudore freddo gli percorse la schiena, mentre gli occhi erano completamente aperti, increduli su chi aveva davanti.
"Ma guarda un po chi si vede. Il secondo in comando di Xemnas. Quale onore. Era da un po che non vedevo la tua brutta e sfregiata faccia". La voce dell'uomo raggiunse le orecchie di Saix, che abbandonò in fretta lo stato di stupore e con un ghigno puntò la sua arma verso il suo nuovo avversario.
"Tsk, pensavo ti fossi lasciato morire in qualche posto sperduto del Mondo Centrale. Eppure eccoti qui, vice-comandante dell'Energy". Davanti al Nessuno, l'uomo dai corti capelli neri, occhialini del medesimo colore ed una lunga veste rossa. Il braccio sinistro, al solito, al di sotto dell'abito, mentre la lunga Katana sempre impugnata saldamente nella sua mano destra.
"Non mi hai mai chiamato per nome, dico bene, Saix? Non sarebbe l'ora di lasciarsi alle spalle le formalità?", rispose il nuovo arrivato, con una punta di ironia.
"Beh, forse per l'unico avversario in grado di mettermi alle corde, potrei fare un'eccezione alla regola. Ti sto aspettando, Auron!". Al solo pronunciare il suo nome, l'uomo saettò verso il Nessuno, iniziando a scambiarsi numerosi fendenti.
Quando Ichigo aprì gli occhi, non riusì nemmeno a seguirli con lo sguardo. Si muovevano ad una velocità a dir poco supersonica. Solamente qualche scheggia e sassi simboleggiavano il loro velocissimo passaggio.
"Non sei cambiato di una virgola, Auron!", esclamò Saix, mentre parava l'ennesimo affondo del suo avversario.
"Nemmeno tu, Saix! Eppure hai dovuto usare persino il 20% del tuo potenziale solamente per questo ragazzo. Ti ha dato davvero del filo da torcere!", rispose quest'ultimo, deviando un colpo del Nessuno ed atterrando propri di fianco allo Shinigami, che si rialzò a fatica.
"T...tu s...sei...?", le parole di Ichigo erano molto flebili e sembrava quasi stesse parlando a bassa voce.
"Io non sono nessuno, Kurosaki Ichigo. Comunque sia, sei ridotto peggio di uno straccio. E rimanere qui ad assistere al nostro combattimento potrebbe ridurti peggio. Va da Zane, lì dovresti essere al "sicuro". Lascia che qui ci pensi io".
"Credi davvero che quel verme sia al sicuro in presenza di quel ninja dell'Alba? Ti ricordo che si tratta di uno dei ninja più forti del mondo dell'est. Forse lo stai sottovalutando un po troppo. Non credi Auron?". Le parole di Saix erano veritiere. Auron conosceva perfettamente la reale forza di Saix. Sapeva benissimo che nelle sue attuali condizioni poteva solamente guadagnare minuti prezioni per Ichigo e gli altri. Non sarebbe mai riuscito ad affrontarlo in uno scontro prolungato, anche se la sua forza si è rinnovata dopo il loro ultimo scontro.
"Non te ne sei accorto, Saix? Prova a concentrarti e dimmi quello che senti...", le parole di Auron vennero accompagnate da un ghigno malizioso. Saix si scansò rapidamente, portandosi a distanza di sicurezza dal suo avversario e ruotando il capo verso la zona della pianura dove si stava svolgendo lo scontro tra Pain e Zane. Un'espressione si stupore si ipadronì del suo volto, una seconda volta. Quelle due energie spirituali...
Quando spostò la sua attenzione su Auron, la risata malefica di Saix non impensierì minimamente Auron.
"Credi davvero che quelle due puttanelle siano in grado di reggere il confronto con lui?". Fu Auron, stavolta, a scoppiare in una risata rumorosa.
"Da quando sei diventato così privo di attenzione, mio caro Saix? Io non mi riferivo alle due ragazze dell'Energy...".
Prima che Saix potesse anche solamente rispondere per le rime alle parole di Auron, un'enorme onda d'urto colpì tutto il campo di battaglia, interrompendo gli scontri. Come se non bastasse, tutti i presenti percepirono numerose energie spirituali, molto potenti.

Una specie di "cancello" , si aprì in cielo, rivelando una luce accecante, che rischiarò tutta la zona. Quando cessò, comparvero sette figure, che attirarono l'attenzione da parte di tuttti.

Hitsugaya e Kisame, ricoperti di sangue e lividi, completamente ansimanti, si scansarono, osservando quello spettacolo.
Il capitano della decima divisione abbassò lo sguardo e sorrise impercettibilmente.
"Non sfugge niente al capitano della prima diviosione...forse questa volta dovremmo ringraziarlo davvero...", furono le sue parole, dette a bassa voce, tant'è che Kisame non se ne accorse, ma non gli sfuggì il sorriso del ragazzino. Prima che potesse intervenire, venne interrotto da una voce nella sua testa.
"Kisame, tieniti pronto. Stiamo per attuare il nostro piano. Non fare niente di stupido e attieniti alle direttive di Pain...". Al ninja sfuggì un sorriso malizioso, molto simile a quello dello Shinigami.
"Ma certo...fossi pazzo a rimanere qui insieme a questi mostri...", concluse Kisame, ad alta voce, attirando l'attenzione del suo avversario...

Anche Pain venne raggiunto dalla stessa voce che comunicò con Kisame.
"Siamo pronti...quando ci darai il segnale, io e Sasuke saremo pronti a colpire..."
"Perfetto. Fino ad allora, non agite. Ora comunica a Kisame di raggiungermi. E fatelo anche voi. Essere divisi, potrebbe diventare un problema di non poco conto...", rispose Pain, tornando ad osservare le due ragazze che lo avevano precedentemente attaccato. Non sapeva minimamente chi fossero, ma i loro attacchi non lo avevano ferito in alcun modo. Era superiore ad entrambe, ma non aveva intenzione di uccidere alcun membro dell'Energy. Doveva solamente tenerle a bada, finchè gli Shinigami non avessero attuato la loro mossa...

D'altra parte, Hirako e Soifon osservavano sorridenti il fenomeno che si era parato loro davanti.
"Dovevo metterlo in cantiere che sarebbero arrivati in ritardo, Figurarsi se non lo avessero fatto...", furono le parole di Hirako, che nel frattempo non era più sotto l'effetto di quel dannatissimoo fuoco nero, con suo immenso stupore. Soifon raggiunse Hirako, sempre tenendo la testa rivolta verso l'alto, mentre Sasuke li osservava senza battere ciglio. Suo fratello gli aveva comunicato l'intenzione di Pain di raggiungerlo immediatamente. Non aveva voglia di rispettare quegli ordini. Voleva solamente prendere a calci quello Shinigami, ma evitò di farlo, anche perchè avrebbe causato altri danni.

Yoruichi strabuzzò gli occhi. Quel Senkaimon...poteva essere solamente opera del Gotei 13. Ma perchè il vecchio aveva mandato ulteriori Shinigami ad aiutarli? Lei non era stata messa al corrente, nemmeno da Soifon. Che facesse tutto parte del piano del capitano della prima divisione?
Non potè non gettare un occhio al ninja dagli occhi rossi, che la fissava senza scomporsi. Stava per incamminarsi verso di lui, quando la sua voce le giunse alle orecchie.
"Sembra che io avessi ragione...ora, hai due opzioni, Yoruichi Shiohin. Non ascoltare quello che ho da dire, oppure farlo. A te la scelta. Ma sappi che dalla tua scelta può dipendere il destino di molti...".
Yoruichi lo fissò con gli occhi spalancati. Era vero, quel tipo aveva ragione. Nelle visioni di poco fa, le aveva predetto che sarebbero intervenuti altri Shinigami. E così è successo. Ora cosa doveva fare? Fidarsi delle sue parole? Oppure mandarlo al diavolo? Ma poteva davvero succedere il fatto che quel ninja le ha mostrato poco fa...?


EPILOGO: Hirako, dopo un'inizio in vantaggio, rischia di soccombere al fuoco magico di Sasuke, Amaterasu, mentre Zane e Rukia, insieme agli altri amici di Ichigo, vengon raggiunti da due ragazze, apparentemente facenti parte dell'Energy, che riescono a salvare la ragazza da un colpo di Pain. Kisame e Hitsugaya sembrano alla pari. Saix, invece, dopo aver sconfitto di misura un Ichigo Kurosaki in Bankai, viene affrontato da nientemeno che Auron, il vice-comandante dell'Energy. Tuttavia, qualcuno ha fatto il suo ingresso in campo. Altri Shinigami sono giunti in aiuto dei loro compagni. Ma chi saranno? E qual'è il piano di Pain? Perchè Itachi si mette in contatto proprio con Yoruichi? Quale sarà il loro obiettivo? E quali sono le premonizioni che la stessa donna ha visto dal ninja?
Tutto al prossimo capitolo!

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Capitolo 16
*** Alleati o Traditori? ***


Eccomi qui, con questo nuovo capitolo fresco fresco di stesura!
Ho ritardato di qualche giorno, a causa della lunghezza del capitolo, che stranamente è venuta superiore al solito (credo ahahaha)
Ma, inutile perdersi in chiacchiere, buona lettura a tutti/e!




CAPITOLO 15:
ALLEATI O TRADITORI?

 



Gli schieramenti erano uno davanti all'altro. Formavano un triangolo e ciascuno dei membri si guardava con circospezione, volti soprattutto a valutare chi avevano realmente davanti.
Da una parte Saix, completamente illeso e ghignante, osservava sia Shinigami che membri dell'Energy. Dietro di lui, Pain e gli altri tre membri dell'alba erano completamente immobili e privi di espressione, ad eccezione di Kisame, che continuava a mostrare quel ghigno strafottente che lo aveva contraddistinto durante la battaglia con Hitsugaya. Nonostante fosse riuscito a tenergli testa, sapeva benissimo che in uno scontro prolungato contro quel ragazzino, poteva anche vedersela male. Era dannatamente forte, anche se entrambi non stavano realmente mostrando i loro poteri al massimo. Perciò continuava a fissare gli Shinigami, con particolare attenzione per il proprio ex avversario.
D'altro canto, il gruppo di guerrieri della Soul Society, che ora si era ingrandito, sembrava come se non avessero paura di nulla. Mentre Unohana Retsu, capitano della quarta divisione, si prendeva cura dei feriti, in particolar modo di Hisagi, Rangiku e Ichigo, i due capitani considerati tra i migliori, o forse i migliori, della Soul Society, svettavano davanti a tutti.
Byakuya Kuchiki e Zaraki Kenpachi, rispettivamente capitani dell'ottava e della undicesima divisione, sembravano uno l'opposto dell'altro. Byakuya, impassibile e con sguardo severo ma allo stesso tempo privo di espressione. Dall'altra, Zaraki sembrava avere lo stesso sorriso malizioso di Saix, che non smetteva di osservare. Aveva già intuito quale potesse essere il suo avversario predstinato...
Chiudevano il cerchio, i membri dell'Energy, cui spiccava davanti a tutti Auron, dietro il quale vi erano le due ragazze che erano intervenute a salvare Zane e gli altri contro Pain. Ovviamente, Zane e Yoruichi erano di fianco a loro.
Il clima che si respirava era fin troppo teso. Sembrava che da un momento all'altro dovesse scoppiare un putiferio. Nonostante fossero parte della Soul Society, Yoruichi non era del tutto fiduciosa circa i suoi ex compagni Shinigami. Certo, con il loro arrivo li avevano praticamente salvati. Ma perchè il comandante generale aveva scomodato tutti quei capitani? Per giunta tra i più forti che aveva sotto il suo comando. Qualcosa non quadrava. E più ci pensava, più faceva passare lo sguardo da loro al ninja dagli occhi rossi. Poco fa aveva preso la sua fatidica decisione...
E per nulla al mondo l'avrebbe cambiata. Non avrebbe mai tradito i suoi compagni. Nemmeno se fosse stata in pericolo di vita...
Ma era tesa. Percepiva il pericolo e sudava freddo. Sperava vivamente che le persone che aveva di fianco non l'avrebbero notato...
"Ordunque, sembra quasi che la Soul Society ci tema davvero, dico bene, Shinigami?", le parole di Saix ruppero il silenzio, coinvolgendo per primi proprio i guerrieri vestiti in nero.
"Credevate davvero di pensare di ingannarci? Credevate davvero che potevate nascondervi da noi? Avete sottovalutato completamente la nostra organizzazione. Avete fatto troppo affidamento sulle vostre capacità". La risposta di Byakuya non tardò ad arrivare. Parole fredde, glaciali e prive di emozioni.
"Sottovalutato? Forse siete voi che avete sottovalutato noi. Dopotutto, guarda quanti soldati tra i migliori avete mobilizzato per contrastarci. Dovremmo sentirci lusingati da tale atto? O forse vi considerate fin troppo debolucci per noi?", replicò Saix, in tono ironico e malizioso.
"Razza di pidocchio, vuoi che ti tagli la lingua seduta stante?!", disse Zaraki, sguainando la spada e passandosi la lingua sulla bocca. Venne tuttavia fermato da un cenno di Byakuya, che avanzò di qualche passo.
"Perchè svolgere i compiti a metà? Almeno siamo sicuri di spazzarvi completamente via in una volta sola, senza dover faticare ulteriormente".
"Siete molto fiduciosi in voi stessi. Vi state dimenticando di come abbiamo ridotto i vostri compagni. E questo senza usare nemmeno la metà della nostra forza. Cosa vi porta a pensare di poterci bellamente annientare?", mentre rispondeva a Byakuya, Saix si avvicinava sempre di più al proprio interlocutore.
"Coloro che avete sconfitto erano dei vice-capitani. La nostra forza non ha niente a che vedere con la loro. Inoltre siamo numericamente superiori a voi".
"Quel Kurosaki Ichigo era un vice-capitano? Non farmi ridere. So tutto su di lui. Quel ragazzo ha sconfitto uno Shinigami che persino voi avete faticato anche solamente a ferire. Ed io l'ho battuto senza nemmeno sforzarmi. Insieme ai suoi patetici amici dell'Energy. Nessuno può sperare di sconfiggermi, figurarsi annientare Xemnas e la nostra organizzazione". Auron e Yoruichi fremettero. Saix aveva appena tirato in ballo l'Energy. E proprio Auron sperava di andarsene da quel posto senza dover intervenire in quella disputa. Ma più ci pensava, più non sapeva cosa fare. Da una parte vi era la Soul Society, formata da quegli Shinigami il cui potere era davvero da temere. Tuttavia, il dubbio del perchè gli Shinigami si siano fatti vivi solo ora, era ancora irrisolto per lui. Nonostante, ovviamente, la sempre minacciosa ombra dell'Organizzazione XIII. Soprattutto, voleva capire perchè la soul Society voleva a tutti i costi inimicarsi l'Organizzazione XIII...sapevano quanto fossero forti. E allora perchè proprio ora?
Certo, sapeva che prima o poi Xemnas avrebbe agito di conseguenza contro la Soul Society, ma fino ad ora non aveva minimamente scalfito quella potenza chiamata Gotei 13. E allora cosa volevano gli Shinigami? Cosa li spingeva a lasciare la loro casa, il loro mondo e rischiare le loro vite contro qualcuno che, almeno per ora, sembrava agire nell'ombra.
"Forse stanno cercando qualcosa...o qualcuno...", pensò Auron, voltando la sua attenzione verso il ragazzo chiamato Kurosaki Ichigo.
"Dopotutto non mi stupirei se non lo rivolessero indietro. E' uno dei loro migliori guerrieri. E noi dell'Energy, ai loro occhi, sembra quasi che lo abbiamo "rapito". Eppure inviare così tanti Shinigami per riprenderselo? C'è sotto di più....".
Auron stringeva forte l'elsa della sua spada, in attesa. Sapeva che stava per accadere qualcosa. E francamente aveva dei seri dubbi sulla riuscita del piano escogitato da quelle due ragazze che aveva alle sue spalle. Non gliene avevano spiegato completamente i dettagli, ma erano state molto vaghe. Il suo unico scopo era quello di proteggere la loro fuga. Perchè ormai era chiaro. Dovevano andarsene da lì. Non vi erano solamente Saix e i membri dell'alba, ma anche gli Shinigami. E per quanto fossero "alleati" di Yoruichi, non poteva fidarsi del tutto di loro. Se si fosse scatenata una battaglia, nonostante potesse contare sulla sua stessa forza, non poteva di certo proteggere Zane e gli altri. Gli avversari erano superiori numericamente e non erano dei deboli...
D'altro canto, la stessa "dea del lampo", faticava a comprendere le scelte del comandante generale. Perchè scomodarsi ad inviare i capitani più potenti? Cosa aveva in mente? Kisuke gli aveva riferito che la Soul Society si sarebbe probabilmente mossa per cercare Ichigo. Era una cosa ovvia. E la cosa che la preoccupava maggiormente era il fatto che il comandante generale si sarebbe legato al dito il fatto che una società segreta persino a loro, l'Energy, non si fosse mai messa in contatto con loro. Anzi, aveva persino usufruito di uno Shinigami, seppur delegato, della Soul Society. Figurarsi tenere nascosta una minaccia come l'Organizzazione XIII...
Non c'erano altre alternative. Doveva tenere gli occhi aperti e cercare di fare il possibile affinchè il piano andasse a buon fine...
"L'Energy? Intendi quell'organizzazione che volontariamente non soltanto si è tenuta in disparte quando la Soul Society aveva bisogno di tutto l'aiuto possibile contro Sosuke Aizen, ma ha visto bene dal rapire un delegato Shinigami appartenente alla Soul Society e i suoi amici? Credo che sia un affronto inequivocabile. Ma non importa. Una volta che ci saremo occupati di voi, allora penseremo anche a loro", furono le parole di Byakuya, mentre faceva scorrere lo sguardo da Saix a Yoruichi e viceversa.
"Hey, un momento! Noi non abbiamo rapito nessuno. E' stata una scelta ponderata anche dal sostituto Shinigami e dai suoi amici. Hanno scelto loro di aiutarci, non li abbiamo obbligati con la forza. Figurarsi rapiti!". Auron intervenne. Sapeva che doveva tenersene alla larga, ma doveva intervenire. Di fatto, gli Shinigami stavano accusando l'Energy di tradimento. Quando era palese che non era così. Anche se sapeva che doveva dosare al meglio le parole. Già gli Shinigami erano abbastanza infuriati con loro, se peggiorava la situazione rischiava di inimicarseli a vita.
Nel frattempo, Yoruichi strabuzzò gli occhi alle parole di Byakuya. La Soul Society aveva chiesto aiuto all'Energy durante l'attacco di Aizen? E peggio ancora, l'Energy non aveva risposta a questa richiesta?
Mustang non gliene aveva  mai parlato, nemmeno Kisuke. Cos'era questa storia? Cosa stava succedendo tra quelle organizzazioni? Quindi la Soul Society sapeva dell'esistenza dell'Energy e dell'Organizzazione...?  Non ci stava capendo più nulla...
"Non mi pare. Ma se anche fosse, Kurosaki Ichigo e i suoi amici non hanno nessun obbligo di aiuto verso coloro che ce lo rifiutarono in passato. Quindi non vedo problemi a sbarazzarci di voi una volta che ci saremo occupati di questi fenomeni da baraccone". Le parole di Byakuya non ammettevano repliche. E Auron sapeva che era inutile proseguire. Quando si voltò leggermente, potè notare le facce completamente stupite delle due ragazze di Zane. Era un'informazione che solamente lui, Urahara Kisuke e Mustang sapevano. Erano gli unici tre membri che sapevano di un precedente contatto tra Soul Society ed Energy. Lo avevano volutamente tenuto nascosto, per evitare problemi...
Fece una smorfia e tornò a fissare lo Shinigami. Lo sapeva, sapeva che sarebbe successo. Quella situazione che impauriva persino Mustang. Il momento in cui la Soul Society si sarebbe schierata contro l'Energy. Avevano agito troppo in fretta per paura delle mosse dell'Organizzazione XIII, senza prendere in considerazione anche l'imprevedibilità del vecchio comandante generale.
"Molto bene, allora...credo che non abbiamo più nulla di cui discutere. Speravo vivamente che la Soul Society fosse più intelligente a valutare la situazione attuale. Per quanto io non mi sia mai fidato di voi...a questo punto...", ed estrasse la sua spada, imitato dalla Zanpakuto di Byakuya e dalla Lunatico di Saix, "il destino della Galassia Gamma sarà deciso dalla fazione più potente!", disse, scattando in avanti.
"Non ho dubbi su chi possa uscirne vincitore...", proseguì Byakuya, circondandosi di petali rosa di ciliegio.
"Razza di vermi, vi farò pentire di essere nati!", concluse Saix, ricoprendosi di una luce bianchissima, quasi accecante.


Fu un lampo, un grido che ruppe il silenzio di quel momento carico di tensione, che ruppe persino la carica dei tre guerrieri. Zane si voltò verso la ragazza dai capelli blu che aveva di fianco. Era stata lei ad urlare.
"Adesso, Itachi!".


Pochi minuti prima...
"Perciò? Qual'è la tua scelta, Yoruichi Shiohin? Hai potuto notare anche tu le visioni che ti ho mostrato. Gli Shinigami cercheranno in tutti i modi di riprendersi Kurosaki Ichigo e non soltanto. Anche loro hanno le loro spie, sanno delle potenzialità di Zane Crusher e di ciò che potrebbe causare la creatura al suo interno. Hanno intenzione di usarla per i loro scopi, in modo da confrontarsi con l'Organizzazione XIII. Nonostante si ritengano superiori, hanno paura di Xemnas e dei suoi adepti. Cercheranno a tutti i costi di avere dalla loro un potere superiore. E quel potere è Zane Crusher...".
Yoruichi era completamente allibita. Non poteva credere a quello che aveva appena visto. Era impossibile che la Soul Society potesse attuare un piano del genere.
"E come posso fidarmi di te! Tu sei un alleato dell'Organizzazione XIII, i tuoi compagni stanno combattendo contro coloro che ci stanno aiutando, vale a dire gli Shinigami del Gotei 13, compresi gli amici di Ichigo!".
"Noi dell'Alba non siamo mai stati alleati di Xemnas. Abbiamo sempre agito per loro conto, ma in realtà lavoravamo come spie per conto di qualcun'altro. Qualcuno che tu conosci pienamente...", a questo punto, l'immagine di un uomo che Yoruichi ben conosceva.
"No...non è possibile...! Ma questo è...!".
Itachi ci mise qualche secondo per risponderle, sempre nella sua mente.
"Esattamente. Lo Shinigami Kisuke Urahara. Certamente anche Mustang ne era a conoscenza e ha agito anche lui di conseguenza. Ovviamente, non è stato facile per noi cercare di mantenere questa maschera. Persino portare fin quasi alla soglia della morte quel ragazzo che Mustang aveva inviato nel mondo dell'Est è stato arduo. Ma alla fine non ha causato dubbi all'interno dell'Organizzazione XIII. Ed ora noi stiamo cercando di tener lontani Kurosaki Ichigo e Zane sia dalla Soul Society che da Saix. Anche gli amici di Ichigo non potevano rifiutarsi di sottostare ad un ordine diretto del comandante generale del Gotei 13. Ma da soli per noi sta diventando difficile gestire la situazione. Per questo abbiamo bisgno del tuo aiuto, Yoruichi Shihoin".
Le parole di Itachi fluivano come un fiume in piena nella mente di Yoruichi. La quale sudava freddo. Ora spettava solamente lei la scelta, una scelta che doveva ricadere sue due schieramenti differenti. Credere alle parole di Itachi ed aiutarlo a portare in salvo Ichigo e Zane? Ma se si fosse trattato di una trappola? Se in realtà avesse aiutato implicitamente l'Organizzazione XIII?
Oppure fidarsi dei suoi ex compagni Shinigami, nonostante essi stiano di fatto andando contro l'Energy, per cui lei e Kisuke si sono esposti in più occasioni. Se aiutava l'Alba, metteva a rischio ancora una volta la sua vita e quella di Kisuke, venendo a loro volta considerati traditori, per la seconda volta, da parte della Soul Society.
Il suo corpo tremava, le braccia lungo i fianchi tremavano. Le sue gambe tremavano. Le mani tremavano.
Poi, in una frazione di secondo, qualcuno prese la sua mano, impercettibilmente. Quando si voltò alla sua destra, notò un volto che lei ben conosceva. Il volto di una persona che aveva recentemente amato e che difficilmente l'avrebbe abbandonata...la figura, con la stessa rapidità con cui si era materializzata, svanì nel nulla.
Una lacrima scese sul suo volto ed un sorriso sincero si impadronì di lei. Ora sapeva esattamente cosa fare. Indirizzò la sua attenzione di nuovo sul ninja e lo fissò intensamente, facendo un cenno d'approvazione col capo. Era pronta a tutto, pur di salvare Ichigo e Zane, pur di mantenere la promessa fatta con lui...
Itachi sorrise impercettibilmente. Era una donna intelligente.
"Allora ascoltami bene, perchè non c'è tempo per ripetere il piano una seconda volta...gli Shinigami saranno qui a momenti...". Itachi si avvicinò a lei di qualche passo.
"Eseguirlo già dal loro arrivo sarà del tutto inutile, non si lasceranno cogliere impreparati. Lo attueremo quando la ragazza dai capelli blu darà il segnale. Non ti preoccupare", continuò Itachi, asserendo al volto preoccupato della donna, "sarà un segnale che capirai al volo". Prese un attimo di respiro e proseguì.
"A quel punto, io metterò in atto una tecnica temibile, ma che fortunatamente colpirà solamente le persone che deciderò io. Sarà una tecnica in grado di distorcere completamente lo spazio tempo in cui ci troveremo. Ma bada bene...",

Itachi non se lo fece ripetere due volte. Al segnale della ragazza, il suo occhi sinistro si illuminò improvvisamente, attirando le attenzione di tutti che si spostarono dalla donna al ninja.
"Tu...!", Saix non fece in tempo a concludere la frase che si bloccò sul posto, esattamente come tutti gli Shinigami.

"...Kotoamastukami, la mia tecnica, avrà una durata di cinque secondi. In quei cinque secondi dovrai necessariamente recuperare Ichigo. Anche lui sarà sotto l'effetto della tecnica. Perciò non ti sarà difficile farlo", continuò Itachi, mentre Yoruichi si fece più attenta. Entrava in gioco anche lei...",

Yoruichi scattò verso il corpo dello Shinigami delegato, riuscendo ad afferarlo e sottrarlo alle cure di Unohana. Senza perdere tempo, saettò alle spalle di Itachi e dei membri dell'Alba. Passò esattamente un secondo...

"Una volta che lo avrai recuperato, portati alle nostre spalle. Qui dovrai aspettare circa un secondo, tempo in cui mio fratello, Sasuke, attiverà una tecnica in grado di proteggervi in caso la situazione diventi critica o qualcosa vada storto. Nello stesso tempo, la ragazza dai capelli rossi avrà in custodia Zane e ti raggiungerà...",

Yoruichi, in un lampo, fu alle spalle dei membri dell'Alba, mentre la ramata fu nella stessa posizione in una frazione di secondi.
Con sommo stupore di entrambe, alle loro spalle, comparve un'enorme figura, somigliante molto ad uno scheletro, alta diversi metri. Era ricoperta di una strana energia di colore purpurea. Impugnava una spada in una mano ed una balestra nell'altra.
"Muovetevi. Non abbiamo tempo da perdere", disse Sasuke, direttamente sotto l'immensa "creatura". Furono immediatamente raggiunti anche dalla ragazza dai capelli azzurri, che con un sorriso, incitò tutti a muoversi.

"Una volta che l'avrà attivata, avrete due secondi di tempo contati per allontanarvi il più possibile dal luogo dello scontro. Dovete assolutamente farlo, altrimenti non è detto che una volta che Kotoamastukami svanisca, gli Shinigami non siano in grado di raggiungervi...comunque sia, Kisame e Pain cercheranno di creare un'enorme quantità di acqua, in modo da rallentare eventuali inseguitori che riescano a sfuggire alla mia tecnica...",

Il gruppetto si allontanò con uno scatto fulmineo, portandosi sempre più lontano dai membri dell'Alba. Nello stesso momento, Kisame, portandosi le mani alla bocca, creò un'immensa distesa di acqua che permise a Pain di erigere a sua volta un altissimo muro d'acqua, che si frappose tra loro e il gruppo di Shinigami...

"Una volta raggiunto il punto stabilito, le due ragazze dell'Energy creeranno un portale che vi permetterà di lasciare il Mondo Centrale. Bada bene, un portale creato in meno di un secondo prosciuga circa tre quarti delle energie di chi lo attraversa. Perciò non preoccuparti se dovessi sentirti debole o affaticata. E' normale".
Itachi prese una pausa e continuò ad osservare la donna, che lo guardava composta e senza la minima traccia di dubbi o preoccupazioni.

"Kisuke Urahara aveva ragione. Sei una persona affidabile e su cui poter contare, Yoruichi Shihoin". Quest'ultima lo guardò interrogativa. Non aveva idea del perchè quella situazione le stesse sfuggendo di mano, ne del perchè Kisuke non gliene aveva parlato, insieme a Mustang.
"Perchè...perchè tenermi nascosta una cosa del genere?", fu la semplice domanda rivolta al ninja. Itachi prese un leggero respiro.
"Non è il tempo ne il luogo per parlarne, Yoruichi Shihoin. Ma ti prometto che in futuro lo verrai a sapere.". Poi la sua voce si fece più flebile.
"Il vostro unico scopo, ora, è proteggere quei due ragazzi dall'Organizzazione e dagli Shinigami. Mio fratello Sasuke vi darà una mano", spiegò Itachi, indicando la figura del fratello, che nel frattempo era ancora impegnato a combattere contro Hirako.

Lo sguardo di Yoruichi era ancora pieno di dubbi e domande. Itachi la osservò a lungo.
"Ma che ne sarà di voi? Una volta che la tecnica svanirà, non avrete scampo, siete inferiori di numero". La domanda di Yoruichi non colse Itachi impreparato.
"Non preoccuparti, abbiamo anche un piano di fuga. Ci abbiamo pensato a lungo".
Poi si avvicinò a lei.
"Ci rivedremo, Yoruichi Shiohin. Fino ad allora abbi cura di te". Poi, prima che la donna potesse anche solamente aprir bocca, un corvo nero volò diritto verso di lei, colpendola al petto ed entrando, quasi come se l'avesse assorbito...

Un boato costrinse il gruppetto a voltarsi. La tecnica di Itachi era svanita in anticipo. Le due ragazze fecero una smorfia, mentre Zane ed Ichigo si guardavano attorno, attoniti. Itachi aveva spiegato che coloro che venivano affetto da Kotoamastukami erano comunque coscienti e riuscivano a mettere a fuoco quello che stava accadendo, se non si trattava di riscrivere il presente.
Le due, incrociando le mani, crearono un minuscolo spiraglio di luce che si ingradì in una frazione di secondo, raggiungendo l'altezza umana.
"Forza! Tutti dentro!". Nessuno si fece ripetere l'ordine della ramata due volte e proprio mentre si accingevano ad entrare, videro un fascio di luce bianchissimo ed accecante che stava per colpirli, mentre dietro ad esso, una figura che ben riconoscevano.
"Saix...!", furono le ultime parole di Yoruichi, prima che un corpo la sovrastò e la spinse all'interno del portale. Con la coda dell'occhio vide tutti gli altri che lo oltrepassavano, mentre la figura davanti a lei veniva colpita in pieno ed un enorme buco si apriva proprio sul suo addome...


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Ci mise poco ad aprire gli occhi. Giusto qualche secondo per stropicciarseli e mettere a fuoco il soffitto che aveva davanti. Di un marroncino molto chiaro, che quasi accecava.
Quando cercò di girarsi, sentì una fitta atroce allo stomaco, che lo costrinse ad emettere un gemito di dolore. Durò tutto pochi secondi, poi il dolore scomparve.
Zane riuscì in qualche modo a mettersi a sedere sul letto e quando osservò meglio il luogo in cui si trovava, avvertì uno strano senso di pace. Potè notare meglio che si trovava in una specie di casupola, molto piccola e rustica. Era molto in disordine e piena di mobilia varia. Diversi scaffali ricolmi di libri e cartacce, che occupavano anche il pavimento. Diversi tavoli, sulla cui sommità si trovavano una moltitudine di boccette dai diversi colori. Una tavolata in particolare era molto più lunga delle altre ed era imbandita, seppure in modo molto povero, di cibarie e brocche di acqua. Diverse finestre, una delle quali si trovava proprio dietro al letto, spalancata, erano disseminate lungo il muro. Quando voltò lo sguardo all'esterno, notò uno spiazzo di media grandezza, che precedeva una rigogliosa foresta di alberi altissimi. Il cielo era sgombro di nuvole e faceva molto caldo. Potè ascoltare il dolce rumore che produceva la natura, come versi di animali e soprattutto cicale e grilli.
Inspirò a pieni polmoni ed un sorriso si impadronì del suo volto. Era una situazione molto simile a quando si risvegliò alla base, mesi or sono.
Tuttavia, proprio mentre ripensò alla sua "casa", un dolore atroce si impadronì di nuovo di lui, costringendolo a sdraiarsi di nuovo a letto, completamente in preda a spasmi. Lacrime calde iniziarono a solcargli il viso, mentre la sua mente viaggiava tra immagini di morte e sofferenza. Mustang, Aqua, la base in fiamme e i cadaveri dei soldati in preda alle bestie assassine chiamate Heartless.
Poi una chioma blu, una cicatrice a forma di X sul volto. Saix che cercava di ucciderlo, mentre dietro di lui, Xemnas che lo osservava compiaciuto.
Come d'un tratto, le immagini svanirono, lasciando spazio ad un nero cupo, puntellato solamente da due occhi rossi che lo fissavano.
"No, di nuovo tu...vattene!".
"Zane...è inutile che cerchi di respingermi...tu hai bisogno della mia forza per combattere i tuoi nemici. Per difendere i tuoi preziosissimi amici...un giorno, sarai tu a cercarmi, Zane...un giorno capirai che io sarò la tua unica ancora di salvezza contro l'Organizzazione e Xemnas...",
la voce nella sua testa sparì, di colpo.
E così com'era arrivato, anche il dolore svanì e il nero lasciò spazio di nuovo alla vista della casupola, mentre avvertì una sensazione di calore all'addome. Quando si voltò, notò la figura di una ragazzina, dai lunghi capelli blu, dalle cui mani usciva una strana aura verdastra che gli ricopriva la pancia. Quando quest'ultima si accorse dello stato vigile del ragazzo, per poco non si lasciò scappare un urlo e terminò immediatamente quello che stava facendo, abbassando lo sguardo, completamente in imbarazzo.
"Hem...s...scusa tanto! N...non pensavo fossi sveglio!", la sua voce era molto fragile, allo stesso tempo sembrava gentile e rassicurante, tant'è che lo stesso Zane divenne completamente rosso in faccia.
"N...no, stai tranquilla! Anzi, grazie mille per quello che hai fatto. Anche se esattamente non ho idea di cosa tu abbia fatto", replicò il ragazzo, portandosi la mano alla testa e assumendo uno sguardo di scuse. La ragazzina non ci mise due volte ad abbassare ed alzare la testa una decina di volte, per scusarsi.
"Ah, non devi scusarti! Non hai fatto nulla, ti stavo solamente curando e alleviando il dolore tramite una magia di cura!".
"Magia di cura?", pensò tra se Zane, mentre osservava sempre più incuriosita la sua iterlocutrice. Sembrava ancora una bambina. Portava una lunga veste verde, che le lasciava la schiena scoperta. Lunghi capelli di un blu molto scuro, che teneva legati in due lunghissime code. Occhi castani, molto grandi ed uno sguardo perennemente imbarazzato sul volto. Nel complesso era una ragazzina molto carina. Zane notò sul braccio destro uno strano simbolo azzurro, che già aveva visto altre volte, ma non si ricordò lì per lì cosa significasse.
"Beh, ti ringrazio infinitamente. Ma posso chiederti dove mi trovo e chi sei? Sai, mi sono appena svegliato e non ricordo molto di quello che è successo...", spiegò Zane, sempre guardandosi intorno.
"Ah, giusto, hai ragione! Siamo a casa della mia maestra. E' lei che ti ha curato, io l'ho semplicemente aiutata! Comunque il mio nome è Wendy Marvell, mentre lei è Charle!", disse la ragazzina, indicando un'altra figura di fianco a lei. Per poco Zane non sobbalzò. Non si era minimamente accorto della presenza dell'altra ragazza. Lei, a differenza della compagna, era più alta e portava capelli bianchi, da cui spuntavano due orecchie da gatto. Oltre a ciò, aveva anche una lunga coda del medesimo colore che faceva sventolare dietro di lei.
"Che c'è, hai qualche problema con la mia coda?", chiese quest'ultima, guardando in cagnesco il ragazzo.
"Ah, no no, tranquilla...!", replicò Zane, evitando fermamente l'argomento. Francamente, non si fece troppe domande, ne per la presenza improvvisa della ragazzina gatto ne della sua coda e delle sue orecchie.
"Ma, che sappiate, c'era qualcun altro con me, quando mi avete curato?", chiese, dopo alcuni secondi di silenzio. Fu Charle a rispondere prima che Wendy prendesse la parola.
"Sì, due ragazzi e tre ragazze, ma ora sono uscite con la maestra. Dovrebbero essere qui a momenti...", non fece in tempo a concludere la frase, che la porta della casupola si spalancò d'improvviso, mostrando tre figure che Zane ben conosceva.
"Zane! Sei sveglio finalmente! Sono così felice!", esclamò un sorridente Ichigo, mentre si diresse in fretta e furia verso il letto dell'amico. Dietro di lui, Sasuke fece una smorfia e andò a stravaccarsi in una della tante sedie sparse per la casa, osservando comunque il ragazzo.
"Ichigo! Meno male stai bene! Pensavo fossi rimasto indietro...", rispose Zane, abbassando lo sguardo. Ichigo d'altro canto mostrò un sorriso a trentadue denti.
"Stai tranquillo, ho la pellaccia dura. E poi devi ringraziare quello là se siamo ancora qui!", continuò lo Shinigami, indicando il ninja, che chiuse gli occhi e fece un cenno col capo, quasi come per ringraziare sia lui che Zane. Quest'ultimo sorrise e gli fece l'occhiolino.
"Brava Wendy, ti sei occupata di lui. Hai fatto un ottimo lavoro, stai migliorando con le tue magie di cure", disse una terza voce, femminile, mentre si avvicinava al letto di Zane, che rimase a bocca aperta.
"Porlyusica!? Ma cosa ci fai qui?!". Zane non aveva parole. L'ultima volta che l'aveva vista era alla base, proprio il giorno in cui aveva incontrato Ichigo e suoi amici. Ma se anche lei era lì, significava che lui si trovava nel suo mondo...
"Si da il caso che dovrei farti io questa domanda. Quando siete arrivati qui una settimana, vi ho dato ospitalità, è questo il modo di ringraziarmi?", replicò la donna, guardando di sbieco sia lui che i suoi compagni. Sasuke rispose con una smorfia, mentre Ichigo sorrise sommessamente.
"Una settimana?! Stai dicendo che sono rimasto incosciente per una settimana?!", esclamò Zane, ad alta voce.
"Eccome. La tua ferita era seria e hai anche rischiato molto, Zane. E' stato molto difficile curarti, dovresti ringraziare soprattutto Wendy. E' stata lei a prendersi cura di te per tutto questo tempo. Io ho solamente aiutato nella preparazione di medicine ed erbe curative", spiegò la maga, dando una piccola pacca sulla spalla alla ragazzina.
Quest'ultima arrossì completamente, continuando a proferire il contrario ed elogiando la donna.
"Beh, ti ringrazio allora, per la seconda volta, Wendy", disse Zane, assumendo un sincero sorriso.
"M...ma no! Tranquillo, l'ho fatto con immenso piacere...!", rispose Wendy, avvicinandosi al letto e stringendo la mano di Zane. Poi il ragazzo si guardò intorno, come alla ricerca di qualcosa.
"Ma Yoruichi e le altre? Dove sono finite?", chiese poi, rivolgendosi ad Ichigo.
Mentre la maga andava a preparare la tavola per il pranzo, chiedendo a tutti di aiutarla, soprattutto a Sasuke che, sbuffando, dovette ubbidire ad una occhiata della donna, Ichigo si accingeva a rispondere all'amico.
"Yoruichi ha detto che aveva delle questioni da sistemare, dopo la caduta dell'Energy...", si interruppe, notando l'espressione contrita di Zane ed aspettò qualche secondo prima di continuare. Sapeva che per lui era dura, la situazione.
"E le altre sono andate con lei, affermando di dover parlare con un certo Edward Elrich, ma nulla di più".
A Zane si illuminarono gli occhi. Se Ed era ancora vivo, allora c'era ancora speranza per l'Energy. Finalmente euna buona notizia.
"Beh, devo dire che ce la siamo vista brutta. Anzi, ora dovete assolutamente raccontarmi come sono andate le cose in quella pianura...", esclamò Zane, alzandosi dal letto ed andando verso la tavola, dopo essere stato chiamato da Porlyusica.
Il pranzo passò tranquillo, mentre Ichigo raccontava per filo e per segno tutto quello che è successo da quando il fratello di Sasuke aveva agito. Ci mise quasi mezz'ora a spiegare il tutto, mentre sia Zane che Wendy spalancarono la bocca dallo stupore. Ichigo evitò di proposito di parlargli del suo incidente, visto che era stata proprio la maga ad impedire sia a lui che a Sasuke di raccontarglielo.
Quando concluse, prese un profondo respiro e guardò Zane.
"Allora, tutto chiaro? Lo so che la situazione si sta facendo confusa, ma almeno per ora siamo al sicuro e dobbiamo capire come agire", disse lo Shinigami, passando poi lo sguardo su Sasuke.
"Concordo. Anche Yoruichi sta agendo, insieme ad Ed. Per questo noi non dobbiamo essere da meno. Dobbiamo continuare la missioni affidataci da Yoruichi e Mustang, almeno per recuperare terreno su Xemnas e la Soul Society. A questo punto, non possiamo nemmeno più fidarci di loro, per quanto avrebbero dovuto essere all'oscuro di tutto...", ribattè Zane, ripensando alle parole di Mustang di quel maledetto giorno in cui l'Organizzazione XIII aveva attaccato la Base. Ripensò proprio a lui e a tutti i suoi amici che stavano combattendo. Chissà cosa era davvero successo alla Base, in loro assenza...
"Perfetto. Ma mi sorge un dubbio. Di quale missione stai parlando? Noi dovevamo solamente seguire Yoruichi", spiegò Ichigo, bevendo un sorso di acqua dal bicchiere.
"Quale missione? Mi pare chiaro. Cercare quei tre tipi che ci aveva riferito Kisuke...", prese fiato, abbassando lo sguardo, per poi tornare a guardare Ichigo, "mi pare si chiamassero Uzumaki Naruto, Monkey D. Rufy e Natsu Dragneel. Ma non vorrei sbagliarmi".
A quei nomi, Wendy, Charle e Sasuke sobbalzarono.
"Natsu-san?!", esclamò Wendy, portandosi le mani alla bocca.
"Naruto...stai dicendo sul serio?!", fu la volta di Sasuke, che non staccò gli occhi da Zane. Quest'ultimo li guardò con una gocciolina sulla testa.
"Che c'è? Li conoscete per caso?!", disse, scrutando le reazioni di entrambi.
"Certamente...Naruto è un mio caro amico, quasi come un fratello...", rispose Sasuke, abbassando lo sguardo.
"Noi sì! Natsu fa parte della nostra stessa gilda, Fairy Tail!", replicò, stavolta, Charle.
Zane sembrò meditare qualche secondo. Poi spalancò gli occhi dallo stupore.
"Fairy Tail! Ecco cosa simboleggia quel tuo tatuaggio sulla spalla. Ne avevo sentito parlare da Mustang, come la gilda di maghi più forte del Mondo del Sud. Ecco allora dove siamo...", esclamò Zane, fissando la maga, che annuì con lo sguardo. Poi, prima che chicchessia potesse aprire bocca, Porlyusica si alzò da tavola e si rivolse a Wendy e all'amica.
"Wendy, Charle, potete per favore uscire ed andarmi a recuperare delle erbe mediche? Non vorrei che Zane avesse delle ricadute".
"Certamente!", rispose Wendy, incitando anche la compagna.
"Andate anche voi due, potrebbero avere bisogno del vostro aiuto", ordinò ad Ichigo e Sasuke. Mentre il primo si alzò senza problemi, il secondo sbuffò di nuovo e seguì lo Shinigami.
"Posso andare anche io?", chiese Zane, alzandosi pure lui.
"No, tu devi restare qui. Sei ancora debole, non voglio che rischi ulteriormente. E poi ho bisogno di parlarti di una cosa importante", spiegò la maga, indicando a Zane la sedia di fianco a lei.
Quest'ultimo la guardò sospettoso e si mise a sedere. Quando gli altri uscirono, la maga iniziò a parlare.
"Dunque, in primo luogo, visto che sei qui, tra qualche giorno potremo riprendere gli allenamenti. Hai assolutamente bisogno di recuperare il potere del fuoco e del fulmine se vuoi avere qualche speranza contro Saix e l'Organizzazione. Ovviamente, cercheremo di non strafare, i primi giorni. Ora che non hai del tutto recuperato le forze, potrai andare a farti un giro, da domani. La città vicina, Magnolia, è sede della gilda di maghi di Fairy Tail. Andrai li ed incontrerai Natsu. Poi tornerai qui e comincera gli allenamenti".
Zane per poco non sobbalzò dalla felicità. Non soltanto ricominciava ad allenarsi, ma avrebbe incontrato questo Natsu Dragneel. Chissà che persona è e se sia così forte come pensava Kisuke...
"Inoltre...dobbiamo parlare anche di quello che ti è successo. Dell'incidente che hai appena affrontato...".
A quelle parole, Zane tornò serio. Ichigo non gliene aveva parlato. Ma voleva tanto sapere che cosa gli fosse successo. Dopotutto, aveva un'enorme cicatrice a forma di cechio sullo stomaco. Quasi come se qualcosa lo avesse attraversato da parte a parte...si chiese, tra se, come potesse essere ancora vivo...
"Dunque, da dove cominciare...?", Zane trattenne il respiro, "in primo luogo, ti sei beccato un raggio di energia di quel tipo, Saix, in pieno stomaco, nel tentativo di proteggere Yoruichi. Lei non ha subito danni gravi, ma tu sei stato completamente trafitto, da parte a parte. E questo ti ha completamente lesionato gli organi interni di primaria utilità, come stomaco, fegato ed intestino. Senza contare che il colpo ti ha completamente disintegrato le celle di contenimento dei tuoi poteri".
Zane strabuzzò gli occhi e sudò freddo.
"C...cosa...!". Non aveva nemmeno le parole per descrivere quello che provava in quel momento.
"Non ho idea di come sia successo, ma con le tue celle distrutte, il potere rigenerativo dell'acqua non è riuscito ad intervenire ed è per questo che non sei stato curato da quello. Tuttavia, quando ti hanno portato qui, sembrava come se qualcosa dal tuo interno di avesse completamente rigenerato gli organi vitali. Wendy ha solamente curato la tua ferita superficiale. Diciamo che ti ha ricucito e ridato un po di sangue che avevi perso".
Ancora silenzio da parte di Zane. Ancora non aveva digerito la ferita. Al solo pensarla, una fitta di doloreo lo colpiva al petto. Non era stata l'acqua...eh?
Lui sapeva benissimo cosa era successo. Era stato "lui" a curarlo. Ma evitò accuratamente di parlarne alla donna. Anzi, cercò di assumere uno sguardo più "normale". A "lui", ci avrebbe pensato dopo.
"Ma allora se gli organi sono stati curati, che ne è stato delle celle? Sono state ripristinate?", chiese Zane, trattenendo il respiro.
La risposta tardò ad arrivare.
"No...", per poco Zane ebbe un mancamento. Significava che non poteva più usare i suoi poteri? E allora cosa si allenava a fare...?
"E sì...". Zane rialzò lo sguardo, completamente allibito.
"Ora, ascoltami attentamente. Perchè non te lo ripeterò una seconda volta", a quelle parole, il ragazzo si fece molto più attento, " dunque, partiamo dal presupposto che le tue cellule siano in grado di assorbire, faccio un esempio, un qualsiasi liquido al cui interno ci sia dell'acqua". Nello spiegare, prese la brocca di vino e gliela mostrò.
"In questo caso, tu saresti in grado di assorbire anche questa piccola quantità di vino. Non importa se non è acqua allo stato puro. Le tue cellule, in particolare quelle delle celle di contenimento, sono in grado di rompere il legame acqua-vino, separandoli. L'acqua in se verrebbe assorbita dalle tue celle, come riserva, mentre l'eccesso di materiali verrebbe disintegrato. Ora, non so come diavolo sia possibile tutto ciò all'interno del tuo corpo. Se potessi, te lo direi, ma tu confermi che saresti in grado di farlo?", chiese la donna, osservando una eventuale reazione di Zane. Quest'ultimo non ci mise troppo ad attirare a se il vino della brocca e a svuotarla completamente. Ci mise pochi secondi a mostrare una bolla cristallina di acqua sulla propria mano. Poi assottigliò gli occhi. Com'era possibile che riuscisse a formare una bolla d'acqua? Non erano andate distrutte le sue celle? La sua attenzione venne catturata nuovamente dalla maga.
"Ottimo. Allora il mio ragionamento era corretto. Ora, questo accade per qualsiasi materiale che contenga aria, acqua, terra, fuoco e tuono. Ed è un processo che, come hai appena potuto fare, può essere volntario della tua coscienza, oppure involontario, senza che tu non te ne accorga sul momento. Infatti, a quanto pare, il colpo di Saix conteneva una qualche minima percentuale di fuoco, credo. O tuono, non ti saprei dire. Ecco, quando il colpo ha attraversato il tuo corpo, sembra che le cellule delle tue celle di contenimento, involontariamente, siano entrate in contatto con la sostanza di cui era composto il colpo di Saix. Ovviamente, era troppo potente affinchè potessero assorbirlo completamente. Inoltre la quantità di elemento era minima. Ma sembra quasi che ci siano riuscite. Hai assorbito parte del colpo di Saix".
Zane era sempre più stupito e allo stesso tempo curioso. Cosa significava questo? Sembrò quasi che Porlyusca gli lesse nella mente.
"Consideriamo ora che ciascun membro dell'Organizzazione possieda un tipo di potere differente. Saix, ad esempio, ha il potere lunare. Significa che può assorbire le energie dalla luna, e non chiedermi come sia possibile che la luna offra un qualche potere, perchè non ne ho idea, per autopotenziarsi. Probabilmente è un autopotenziamento pressochè illimitato. Mi segui?", chiese Porlyusica. Zane annuì e continuò a osservarla. Era a conoscenza di tali poteri. Certo, non li sapeva tutti a memoria, ma li aveva già sentiti nominare. Soprattutto quello di Saix.
"Se questo fosse vero, sembra che le tue celle abbiano acquisito il potere di autopotenziarsi". Autopotenziarsi? Zane la guardò senza capire. Ancora una volta, gli lesse nella mente...
"Si. In pratica, sembra quasi che tutte le tue celle siano state circondate da questo potere lunare che per qualche strano motivo non ha bisogno di essere alimentato da te. Si autorigenera da solo, senza che tu debba assorbire alcun potere dall'esterno. E tale potere è in grado di aumentare la potenza dei tuoi elementi".
"Potenziare? In che modo? Scusa, ma temo di non capire....", chiese Zane, cercando di collegare i fili.
"In pratica, il tuo elemento si "evolve". Ad esempio, prendi quella bolla di acqua. Ora, focalizzati su di essa e non pensare ad altro. Ne agli altri elementi. Infondi tutte le riserve di acqua che possiedi in quella bolla". Zane fece come disse la donna e stette in silenzio, ad occhi chiusi. Passò qualche secondo, prima che un "crick", costrinse Zane ad aprire gli occhi.
Davanti a lui, la bolla di acqua si era tramutata in un cubo di solidissimo ghiaccio. Era freddo al tatto. Zane spalancò la bocca.
"Interessante. Questo significa che l'evoluzione dell'acqua è il ghiaccio. Francamente, non mi aspettavo diversamente. Ma volevo vederlo con i miei occhi...", prima che la donna potesse concludere la frase, il cubo di ghiaccio si ruppe in mille pezzi, mentre Zane iniziò ad ansimare.
"Accidenti, ma è faticoso!", disse soltanto.
"Ovviamente. In primo luogo perchè non avevi abbastanza riserve di acqua, in secondo luogo perchè ti sei appena risvegliato e devi recuperare le tue forze". A quel punto, la donna si alzò e andò verso uno dei tanti scaffali della casa.
"Voglio vedere se riesco anche per l'aria...sono proprio curioso", esclamò Zane, tornando a fissare la propria mano. Ma nonostante la concentrazione e gli sforzi, non riuscì minimamente a creare alcun tipo di bolla d'aria.
"M...ma che succede?! Non riesco a far nulla! Com'è possibile?", chiese il ragazzo, attirando le attenzioni della vecchia maga.
"Perchè l'autopotenziamento delle tue celle presenta un arma a doppio taglio. Se da una parte rende più potente il tuo elemento con un ulteriore evoluzione, dall'altra rende "sterili" le altre celle. E' come se una singola cella di un'elemento, come quella dell'acqua, svuotasse completamente le altre per alimentare la propria. Ovviamente questo succede in base alla tua scelta. Per questo non riesci ad usare l'aria. In pratica, ad inizio combattimento devi valutare attentamente quale elemento vuoi usare, altrimenti rieschieresti di ritrovarti senza poteri e quindi in balia dell'avversario", spiegò la donna, tutto d'un fiato, mentre porgeva a Zane uno strano liquido verde.
"Bevi, è un intruglio in grado di rispristinare il potere magico dei maghi. Con te dovrebbe avere un'effetto diverso, ma è in grado di restituirti parte delle energie che hai perso", continuò la donna, sedendosi di nuovo.
Zane osservò con circospezione lo strano liquido, prima di ingurgitarlo tutto d'un sorso. Fece una smorfia, talmente era amaro e poco saporito.
"Porlyusca, secondo te riuscirò mai a controllare un potere del genere? Insomma, fino ad ora, tutti si aspettavano molto da me. Eppure non sono riuscito a renderli orgogliosi...". Zane ripensò a Mustang e a tutti i suoi amici. Per quanto potesse saperne, potevano benissimo essere tutti morti. Certo, la speranza era l'ultima a dover morire, ma Xemnas e l'Organizzazione erano davvero forti...
Inoltre non aveva ancora avuto notizie da parte di nessuno...
"Ascoltami, Zane. Nonostante tu sia stato in coma per più di tre mesi, ti sei ripreso e sei riuscito a riguadagnare il controllo su quasi la metà dei tuoi poteri. Il tutto in poche settimane. Tu hai la stoffa per diventare molto forte, ma non devi farti sottomettere da queste preoccupazioni e dalla paura. Devi imparare a controllarla, se vuoi proteggere i tuoi amici. E quando lo farai, sono sicura che sarai in grado di controllare anche questo nuovo potere", spiegò la donna, assumendo un'impercettibile sorriso.
Zane sospirò. Erano parole che già aveva sentito da quella Shinigami, amica di Ichigo. Forse valeva davvero la pena metterle in pratica...
I suoi pensieri vennero interrotti da una porta che sbatteva e facce conosciute che rientravano in casa.
"Siamo tornati, Porlyusca-san!", la voce di Wendy raggiunse entrambi.
"Avete fatto in fretta. Ottimo lavoro. Ora...", e chiamò a se Ichigo e le due ragazze, "ho spiegato a Zane che tra qualche giorno potrebbe benissimo continuare gli allenamenti, insieme ad Ichigo. Tuttavia ha bisogno di riprendersi. Per questo tu e Charles accompagnerete entrambi a Magnolia, da Natsu". A Wendy si illuminarono gli occhi, mentre Charles sbuffò leggermente.
"Avrete modo di parlare non soltanto con lui, ma anche con il Master di Fairy Tail, Makarov Dreyar. Lui sa tutto riguardo la situazione. E' l'unica persona che è conoscenza dell'esistenza di Energy e dell'Organizzazine XIII". Per poco Zane non ebbe un mancamento.
"Pensavo solamente che gli alleati di Mustang in questo mondo ne fossero a conoscenza e non una persona qualunque!". La donna chiuse gli occhi e sorrise.
"Lui non è una persona qualunque. Ed è anche lui un alleato di Mustang. Chiaramente, nessuno all'interno della gilda sa di questa cosa. Quindi badate bene a dosare le vostre parole", continuò la maga, accompagnando entrambi alla porta.
"Forza, ora andate. Ho da fare e non mi piace avere tra i piedi degli umani per troppo tempo!"
Zane strabuzzò gli occhi. Umani? Stava per chiederglielo, quando la porta si riuchiuse con un tonfo, lasciando i quattro a guardarsi interrogativi gli uni con gli altri.

"Poi dovrai spiegarmi perchè non sono andato con loro. E perchè mi hai tenuto qui con te". Sasuke la osservava con la coda dell'occhio, mentre lei stessa osservava i gruppetto allontanarsi. Proprio quando sparirono tra gli alberi, una figura si materializzò alle spalle del ninja, senza che lui potesse accorgersene.
"Hai fatto presto, Gerard. Novità?", chiese Porlyusca al ragazzo appena comparso, che si sedette a fianco di Sasuke, ancora allibito.
"Nessuna. Sembra come se la squadra inviata da Mustang sia sparita senza lasciare traccie. E non soltanto loro. Anche Sting, Rogue e Minerva di Saberthooth sono scomparsi. Sembra che siano legati in qualche maniera. Inoltre, sembra che da quando Fairy Tail si sia riunita di nuovo, gli attacchi degli Heartless siano aumentati".
"Temevo che potesse accadere...devi assolutamente trovarli, Gerard. Sono quasi sicura che dietro questa sparizione non ci sia l'Organizzazione XIII e nemmeno gli Shinigami".
Poi prestò la sua attenzione a Sasuke.
"Questo ragazzo è molto abile. Vi aiuterà nella sua ricerca".
Gerard annuì, con un cenno del capo e creò quello che sembrava un portale nero pece.
"Ecco a cosa ti servivo, dannata vecchiaccia...", disse il ninja, mentre si alzava e seguiva il nuovo arrivato.
Sparirono con un tonfo.
Porlyusca tornò ad osservare l'immensa foresta che aveva davanti.
"Mustang...spero che il tuo sacrificio e quello dei tuoi uomini sia servito a qualcosa...Zane ed Ichigo hanni potenziale, ma gli avversari che hanno davanti sono troppo forti per loro, al momento...".
Poi chiuse gli occhi ed i suoi pensieri vennero rivolti alla Shinigami di nome Yoruichi.
"Yoruichi. Il tuo amore doveva essere davvero forte, dico bene? Anche per te, spero che il tuo piano vada a buon fine...radunare persone di altri mondi tra di loro potrebbe essere troppo avventata come cosa..."

Nello stesso momento, nel mondo di Mezzo, tre ragazze erano radunate in un particolare punto, l'una di fronte all'altra.
"Rias Gremory, Medaka Kurokami, siete con me?", chiese Yoruichi, ponendo il suo braccio in mezzo a loro. La rossa sorrise e mise il suo sopra quello della compagna. Imitata da un "sì" di Medaka, che fu l'ultima.
"Allora, diamo il via alla rinascita dell'Energy!"



EPILOGO; Finalmente, iniziano a venire a galla i piani e gli obiettivi di molti. Gli Shinigami e la Soul Society hanno fatto la loro mossa. A quanto pare, secondo Itachi e l'alba, che non sono mai stati alleati dell'Organizzazione, ma di Kisuke Urahara, la Soul Society vuole a tutti i costi la "custodia" di Zane per i loro scopi, insieme, ovviamente, ad Ichigo. Grazie ad un ardito piano messo in atto da Itachi e da Rias e Medaka (che, per chi non le conoscesse, sono le protagoniste, rispettivamente, di HighSchool DxD e Medaka Box), Yoruichi risece a mettere in salvo i due ragazzi. Tuttavia, Zane viene ferito quasi mortalmente e si salva grazie al tempestivo intervento, o così sembra essere, della misteriosa entità al suo interno. Nel frattempo Sasuke si unisce a Gerard Fernandez, l'alleato di Mustang nel mondo del sud, alla ricerca della squadra di Snow, che ormai non da più sue notizie. Soprattutto, quale sarà il piano organizzato da Yoruichi, Rias e Medaka? In cosa consiste la rinascita dell'Energy?
Tutto ai prossimi capitoli!



Glossario: Kotoamatsukami: è una particolare tecnica che possono usare solamente i possessori dello Sharingan, come gli Uchiha e coloro che possiedono le cellule rigenerative di Hashirama Senju, il primo hogake del villaggio della foglia. La tecnica è sicuramente una delle più potenti all'interno del manga di Naruto, in quanto è in grado controllare le menti delle persone, cambiando in modo quasi irreversibile i loro caratteri oppure far fare loro ciò che si desidera senza che loro si rendono realmente conto di cosa stia succedendo. Tuttavia, se non si possiedono le cellule del primo hogake, è una tecnica che può essere usata solamente una volta ogni dieci anni. A causa della forza dei guerrieri presenti e dal loro elevato numero, Itachi è stato in grado solamente di bloccare le menti, e quindi inevitabilmente, anche i movimenti, di Saix e degli Shinigami.







 

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Capitolo 17
*** Mosse e Contromosse ***


Bien Bien, eccoci qui con il sedicesimo capitolo, fresco fresco!
Ci ho messo un pò più di una settimana poichè ho dovuto davvero faticare a scriverlo, non soltanto per il tempo che scarseggiava, ma anche per il fatto che sarà un capitolo molto di "transizione", nel senso ce ci saranno colpi di scena e molti personaggi che entreranno in azione! Ma non voglio assolutamente spoilerarvi nulla XD
Detto questo, per quato riguarda il passato dell'Organizzazione XIII ad inizio capitolo, ho volutamente mancato di scriverlo in questi capitoli e capirete il perchè con l'uscita dei prossimi, perciò non disperate ahahaha
Inoltre, il passato di Xemnas e compagnia bella non è soltanto quello che narrerò qui, ma sarà molto più ampio, davvero molto più ampio. Così come quello dell'Energy, che probabilmente narrerò nella prossima "parte" di storia, insieme a quello dell'Alba.
Ovviamente, volevo ringraziare nuovamente Kurama per le sue recensioni, mi fa sempre piacere riceverne da parte tua ed apprezzo davvero tanto il fatto che la mia storia ti piaccia, dico sul serio XD
Comunque sia, per ora i personaggi che hai citato non compariranno, non perchè sono sadico io, ma perchè i personaggi, fino ad ora, sono molti e gestirli tutti, insieme alle loro storie e abilità, non è affatto facile, ma ti posso assicurare che in futuro compariranno, ho un piano in serbo per molti di loro ehehehe
Inoltre ho letto tutto sia Medaka Box che Highscool DxD e so benissimo di cosa è capace un Issei arrabbiato ahahahaha
I poteri di Medaka compariranno presto e saranno tutto fuorchè deboli, te lo posso assicurare (*risata malvagia)
Detto ciò Buona lettura !!


 
CAPITOLO 16:

MOSSE E CONTROMOSSE!



I due osservavano la pianura, da una collina sovrastante, mentre la base, completamente in fiamme, veniva circondata da una macchia nera come la pece.
L'uomo sorreggeva la donna, che faticava a stare in piedi.
"Allora? Com'è andata?", chiese quest'ultimo, mentre spostava lo sguardo dalla base alla donna dai capelli rossi.
"Male. Molto male. Mi ha completamente sopraffatto, quando io pensavo di averla sconfitta. Ho utilizzato persino il Loto Mortale, ma sembra che quei Nessuno siano di una potenza completamente lontana dalla nostra. Se non fosse stato per quei ragazzi dell'Energy, a quest'ora sarei morta".
Katarina sbuffò e diede un calcio al terreno. Poi, con la coda osservò il compagno.
"E a te com'è andata, sfidante del destino?". L'uomo ghignò. Un sorriso quasi ironico.
"Sembra che quel tipo non avesse voglia di combattere. Ci siamo scambiati qualche colpo, ma poi, con la stessa rapidità con cui è arrivato, se ne andato, senza lasciare traccia. Da quel poco che ho potuto notare, sembrava molto forte. Dubito avessi avuto qualche speranza, se lo scontro si fosse prolungato".
"Siamo stati completamente sopraffatti...", continuò la donna, mentre la macchia nera contnuava a spargersi lungo la pianura.
"Beh, io lo sarei stato, per l'appunto...ma siamo stati scelti noi, i migliori guerrieri che si sono distinti nella Lega, eppure abbiamo fatto una magrissima figura. E' questa la distanza tra di noi e questi "alieni"?".
Katarina continuò a guardare verso il basso, mentre uno strano senso di irrequietezza la avvolse.
"Può anche essere. Ma non dimentichiamoci che non siamo gli unici. Ci sono altri "mostri" dalla nostra parte. Forse una speranza di vittoria l'abbiamo..."

"Vittora? In questo momento non è la ragione della nostra visita in questa Galassia". La voce che giunse alle loro spalle li fece sobbalzare. Quando si voltarono, tre figure, che sembravano non avere nulla di "umano", si diressero verso di loro.
La figura che aveva appena parlato, al centro, aveva una strana armatura dorata, somigliante molto ad un volatile, mentre brandiva un enorme bastone. Intorno a lui, come quasi fosse sospesa da qualche magia, della sabbia svolazzava lentamente. Alla sua destra, quello che sembrava un ibrido uomo-cane, recante anche lui un'armatura molto simile, brandiva un'ascia enorme. Alla sua sinistra, invece, un'ulteriore creatura, somigliante ad un coccodrillo, che impugnava un ascia a doppia lama.
"Ora non ci resta che mantenerci nell'ombra. Nonostante non siamo gli unici, a lavorare nell'oscurità, per ora il nostro scopo è osservare e mantenerci ad una distanza di sicurezza. L'unico obiettivo rimarrà sempre quello, ora che "loro" si stanno risvegliando, uno dopo l'altro...", disse la figura al centro, mentre osservava l'immensa pianura.
"Sarà nostro compito trovare e sconfiggere gli Antichi...!", non terminò la frase, che una potente scossa attirò la loro attenzione.
Colui che aveva appena parlato, iniziò a guardarsi attorno e anche se l'elmo a forma di rapace non permetteva di osservare la sua espressione, dalle movenze sembrava molto agitato. Con una rapida occhiata, guardò i due che aveva di fianco, che risposero con un cenno, a quell'ordine privo di parole.
"Furia della Sabbia...", furono le parole del uomo-lupo, che in men che non si dica, si ingradì, aumentando vertiginosamente la sua stazza e ricoprendosi di una strana aura nera, mentre intorno a lui iniziò a svolazzare della sabbia.
"Dominus!", esclamò invece il coccodrillo, anche lui diventando più grosso, mentre dalle sue squame scaturirono getti d'acqua, che lo circondarono.
Poi, "l'uomo rapace", si rivolse ai due che aveva davanti a se.
"Voi due, avete fatto un ottimo lavoro, ma ora dovete andarvene da qui! Riportate tutto quello che avete visto ai vostri superiori, ma non azzardatevi a ritornare qua senza rinforzi. La situazione potrebbe sfuggirci di mano...", disse la creatura, creando, in una frazione di secondo, un portale da cui scaturiva una luce bianchissima, quasi accecante.
I due non se lo fecero ripetere due volte e dopo aver gettato un ultimo sguardo alla base, vi si gettarono dentro, senza esitazione. Il portale svanì nello stesso tempo in cui era comparso.

"Nasus, Renekton, dovete assolutamente creare lo "scudo", altrimenti se quelle creature oscure dovessero percepire questo potere, non ci metterebbero molto a trovarlo. E a trovarci...". L'ordine era chiaro e i due mezzi uomini non ci misero molto a gettare in aria le loro armi, che con un turbinio di sabbia e acqua, diedero vita ad un'immensa cupola, fatta dei medesimi materiali, che li circondò completamente.
Stranamente, dall'esterno, sembrava quasi se quella parte di collina fosse normale. Era come se quella cupola cancellasse la presenza di chiunque o di "qualsiasi" cosa si trovasse al suo interno. Comprese energie spirituali e poteri magici.
"Ora mostrati, orrenda creatura...", disse l'uomo, a bassa voce, mentre un'enorme spaccattura si apriva nel cielo, fortunatamente, all'interno della cupola.
Le scosse e i tremori perdurarono, mentre la spaccatura continuava ad aumentare e i due erano costretti ad aumentare la grandezza dello "scudo".
Zampilli di fiamme e magma scaturirono dalla crepa, mentre sei occhi completamenti rossi facevano capolino dal buco, completamente nero pece.
"Guarda guarda chi si vede...non mi sarei mai aspettato di vederti in questo mondo, Imperatore delle sabbie. Azir!", esclamò una voce cupa, ghignante e malvagia.
Ed Azir la percepiva. Carpiva l'enorme potere malvagio che proveniva da quella voce. Venne scosso per qualche secondo, prima di riprendersi.
"Sono qui per porre fine, una volta per tutte alla vostra vita, Antichi...!", rispose Azir, impugnando saldo il suo bastone.
"E credi che il tuo potere, unito a questi due lattanti, sia in grado di fermarci? Ti sbagli!", ribattè la voce, mentre i due sopracitati, ringhiarono sommessamente.
"Quando torneremo, nessuno di voi potrà fermarci! Verrete tutti spazzati via dalla nostra furia, TUTTI! Le vostre case, i vostri mondi e la vostra intera Galassia, tutto cadrà sotto i colpi della nostra furia...e quando anche l'ultimo esserino di carne di questa Galassia sarà un cumulo di cenere...", e la sua voce si fece più bassa, quasi come se stesse sussurrando, "allora verremo anche da voi, Azir! La tua adorata Shurima! La Lega delle Leggende! Valoran e l'intera Runeterra subiranno la stessa sorte della Gamma!", la voce tuonò possente e ghignante come prima.
"Ed è proprio per questo che siamo qui! Per fermare questo genocidio!", in un lampo, dalla terra, emersero un centinaio di uomini di sabbia, completamente armati e simili proprio ad Azir, che sventolò il suo bastone.
"Guardia reale di Shurima! Distruggete quella crepa!", al suo ordine, l'armata di sabbia si scagliò contro la spaccatura, mentre una risata giunse proprio dal suo interno.
"Non credere di potermi fermare così, Azir...ti ricordo che in quanto Antico, il mio potere supera persino quello di un Dio come te, Imperatore! Attendi ancora un po, Azir! Il nostro risveglio è prossimo!", ed in men che non si dica, la crepa esplose, insieme ai soldati di sabbia.
Durò tutto pochi secondi. Lo "scudo" venne sciolto dai due, che sospirarono dalla fatica, mentre Azir si inginocchiò, anche lui affaticato.
"Quindi è questo...il potere di un Antico...", esclamò Nasus, impugnando la sua ascia.
"Esattamente...e quel che è più grave è che già due di essi si sono mostrati...non può continuare così...dobbiamo impedire che i più malvagi si risveglino...", spiegò Azir, rialzandosi, aiutato dal bastone.
"I più Malvagi? Cosa intendi dire?", domandò Renekton, tornando a dimensioni normali, insieme al compagno.
"Gli Antici sono in tutto dodici. Dodici creature dai poteri superiori persino ai miei...si dice che vennero creati da colui che ha dato vita all'Universo...ora, francamente non ho la più pallida idea del perchè ci siano, ma non tutti loro sono malvagi...", iniziò Azir, mentre controllava che nessuno si fosse accorto di quella "situazione.
"Quattro di loro seguono quello che possiamo definire come "Equilibrium". Ovvero hanno a cuore l'esistenza della Gamma e si battono per difenderla. Altri quattro, invece, seguono la strada completamente opposta, ovvero il "Carnage", la carneficina. A loro non importa minimamente di nessuno e non si fanno scrupoli a distruggere tutto ciò che capita loro a tiro. Infine, ci sono gli ultimi quattro che perseguono la strada della "Neutrality", la neutralità. Il loro scopo è mantenere la pace tra le due strade contrapposte di Equlibrium e Carnage. Ovviamente hanno delle regole tutte loro. Possono aiutare l'uno come gli altri. Possono distruggere così come proteggere...", continuò Azir, mentre creava un portale simile a quello di prima.
"Quello che avete appena visto era un "Carnefice". E sicuramente il più potente tra i Tiranni. Ed uno tra i più forti tra gli Antichi...il suo nome è Cerberus, il Tiranno degli Inferi!".
I tre sparirono all'interno, mentre, proprio dall'interno del portale, si poteva intravedere un'enorma costruzione, ricca di colonne e con una scala lunghissima. Un'enorme scritta che sovrastava l'ingresso principale, in pietra.
"Lega delle Leggende"...


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"Attenta a dove metti i piedi, potresti sporcarteli di sangue...", esclamò Axel, mentre ripuliva accuratamente i suoi "Chakram".
Larxene, che si stava avvicinando, scattò all'improvviso verso di lui, tirandogli un pugno sulla testa.
"Se succederà, allora li pulirai con la tua lingua, razza di babbeo". Axel mugugnò qualcosa di poco comprensibile ma sicuramente molto poco elegante, verso la donna, toccandosi nel frattempo il punto colpito.
"Smettetela di punzecchiarvi e comportarvi da sfaticati. Piuttosto, datemi una mano. Dobbiamo cercare tra i resti della base dell'Energy "quella cosa" che ci ha descritto Even", intervenne Marluxia, mentre fece cenno ai due di accompagnarlo oltre i cancelli ormai distrutti, della base. Intorno a loro, gli Heartlesse sembrava quasi come se stessero "assorbendo" i corpi dei cadaveri dei soldati dell'Energy. Era uno spettacolo davvero inquietante e terribile.
"Intanto, non sono io quella che si è lasciata sfuggire da sotto il naso i Generali dell'Energy", replicò la donna, assumendo un ghigno strafottente sul volto.
Marluxia non rispose nemmeno, ma si limitò a proseguire oltre le macerie, mentre Axel le diede una gomitata sulla schiena.
"E' stato un ordine del Supremo, mica colpa nostra! E poi, si da il caso che anche tu ti sei lasciata scappare un Generale!", ribattè Axel, con lo stesso sguardo di Larxene. Quest'ultima tirò un secondo pugno, stavolta sul fianco "dell'amico".
"Non era un Generale, ma un alleato di Mustang, anche se non so chi fosse. E poi io l'ho sconfitta, la puttanella, anche se poi è scappata. Voi manco quello...", rispose la Nessuno, continuando a tenersi alla larga dai diversi cadaveri che aveva davanti, con fare disgustato.
"Hey, Rulod, vuoi darci una mano anche tu? Non hai nemmeno combattuto contro il tuo avversario...", intervenne Marluxia, spostando la sua attenzione verso il Nessuno biondo, che tranquillamente, se ne stava seduto su un mazzo di carte, più grandi del normale. Quest'ultimo ci mise qualche secondo, prima di rispondere, in modo molto educato.
"Non ho combattuto semplicemente perchè non era destino di quell'uomo cadere per mano delle mie carte. Per questo ho evitato accuratamente di far arrabbiare il destino. Non ne vale la pena, ora che siamo in netto vantaggio".
Marluxia e gli altri due lo guardarono in malo modo. Sapevano di questa mania di Rulod di evitare molto spesso i suoi doveri, a causa della troppa fede che riponeva nel "destino" delle persone. Ma erano a conoscenza anche del suo potere e badavano bene dal farlo innervosire più del dovuto, per quanto fosse uno dei membri più tranquilli ed educati.
Per questo che, dopo qualche secondo, scoppiarono a ridere, fragorosamente.
"Ce la fai sempre, Rulod! La prossima volta ti trascino per i piedi!", esclamò Larxene, ridendosela di gusto, mentre Axel si poggiava sulla sua spalla, anche lui faticando contenere le risate. Marluxia, d'altro canto, accennò un sorriso, rivolgendosi poi al loro compagno.
"Va bene, allora tieni pure d'occhio la situazione. Noi continuiamo a cercare...", ribattè Marluxia, mentre fece cenno ai due di seguirlo per la seconda volta.
Anche Rulod accennò un piccolo sorriso.
Dopotutto, nonostante fossero privi di emozioni, era bello veder qualcuno sorridere in quel modo. Alla fine, loro non erano nient'altro che una famiglia. Una famiglia priva di sentimenti...


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Saix giunse alle sue spalle, senza causare il minimo rumore. Xemnas se ne accorse, ma non si voltò minimamente. Era ancora attirato dalla distruzione della base dell'Energy da parte dei suoi Heartless. Per questo Saix ci mise qualche secondo a rivolgergli la parole. Anche la paura giocava un ruolo importante, in quel tentativo di spiccicare parola. Sapeva di aver fallito la sua missione. E probabilmente Xemnas non era nelle condizioni ottimali per scusarlo l'ennesima volta.
Infatti, con suo sommo dispiacere, prima di parlare, venne preceduto proprio dal capo dell'Organizzazione.
"Sei qui per riferirmi che hai fallito la missione di cattura di Zane, dico bene, Isa?". Quest'ultimo abbassò la testa, contrito.
"Sì, Xemnas", disse soltanto, evitando l'epiteto formale di "Supremo", che gli rivolgevano gli altri membri. Isa era fatto così, Xemnas lo sapeva. Non era abituato a formalità di alcun tipo. Per questo sorvolava. E soprattutto per la sua forza decisamente tra le più alte all'interno dell'Organizzazione.
"Capisco. Deduco che ti sia sfuggito anche quel sostituto Shinigami, Kurosaki Ichigo, giusto?", fu la seconda domanda di Xemnas, al quale Saix rispose affermativamente.
"Temevo potesse succedere una situazione del genere...", continuò Xemnas, voltandosi verso Saix, che sollevò il capo, stavolta. Quando vide il volto del suo "capo", strabuzzò gli occhi per una frazione di secondi. Gli occhi erano di un colore diverso dal solito. Uno era completamente bianco, mentre l'altro di un nero molto cupo. Riprese la sua concentrazione e si preparò a parlare.
"Sono stato intralciato. Prima dagli Shinigami della Soul Society, poi da alcuni membri dell'Energy, tra cui Auron", spiegò Saix.
"Capisco. Auron, il tuo vecchio amico? Quell'uomo. Ci ha messo davvero poco tempo a reclutare tutti i generali e portarli alla base. Per non parlare del fatto che pensavo fosse alla ricerca di quei "ragazzini" che Mustang e lo Shinigami, Urahara, volevano a tutti i costi. Davvero una spina nel fianco, quel tuo amico...", disse Xemnas, assumendo un sorriso quasi sincero.
"Mi dispiace, la prossima volta cercherò di sconfiggerlo con le mie mani", rispose Saix, mentre Xemnas gli fece cenno di alzarsi.
Quest'ultimo fece come ordinato.
"Con calma, amico mio. Sarà per la prossima volta. Ma ora, quello di cui dobbiamo preoccuparci sono la Soul Society e la Città di Mezzo. Per quanto riguarda la seconda, non ci dovrebbero essere problemi, al momento. Quell'alchimista, amico di Mustang, non ha il carisma per riorganizzare l'Energy. Per ora, i nostri vecchi nemici sono allo sbando. Le loro squadre sono divise e i miei due più potenti seggi se ne stanno occupando proprio ora, nei vari mondi. Quanto ai sopravvissuti della Città di Mezzo, li lasceremo li, per ora. Tenteranno, appunto, una ripresa su di noi, ma falliranno. Di ad Aeleus e Ienzo di tenerli sotto controllo e riferirmi le loro mosse", spiegò Xemnas, che assunse di nuovo il suo solito sguardo calmo e pacato di sempre.
Saix annuì con un cenno del capo.
"Per quanto riguarda gli Shinigami? Possono diventare pericolosi se li lasciamo fare", aggiunse poi il membro numero sette, guardando negli occhi Xemnas.
"Per loro, ho in serbo un piano speciale. Ma è un piano che può risolversi solamente se riuscirai nella missione che ti affiderò. Tutto dipenderà da te, Isa. Sarai in grado di portarla a termine?", chiese Xemnas, al suo interlocutore.
"Qualsiasi cosa per il bene dell'Organizzazione", rispose quest'ultimo, facendosi più attento.
"Molto bene. Allora non dovrai fare altro che recarti nel mondo del Sud, dove ora si trovano Zane e quello Shinigami...", Saix si sorprese. Dopo che l'Alba li aveva traditi, nemmeno lui sapeva dove l'Energy aveva portato Zane e Ichigo. Come poteve saperlo, Xemnas?
Decise di non indagare oltre, ma di ascoltare solamente i suoi ordini.
"Una volta lì, trovali e portami Kurosaki Ichigo. Non importa se dovrai ferirlo in modo grave. Non importa se ucciderai innocenti o manderai al massacro innumerevoli Heartless. Una volta che lo avrai fatto, torna da me, riceverai ulteriori ordini. Ora vai, non perdere ulteriore tempo. E agisci secondo la tua volontà", spiegò Xemnas, tornado ad osservare la base in fiamme e facendo un gesto con la mano al suo subordinato.
"Ai suoi ordini...", detto questo, Saix creò un portale oscuro, in cui svanì, pochi secondi dopo.
"A questo punto, ho tutti i fronti coperti. Braig e Dilan mi porteranno gli artefatti, costi quel che costi. Ienzo e Aeleus terrano d'occhio i movimenti dell'Energy. Per quanto riguarda l'Alba, temevo un loro tradimento. Ma non è un problema, ora. E' troppo tardi per loro, non hanno abbastanza tempo ne forze per impedirmi di completare il mio piano. Ovviamente, sperando che Isa mi consegnerà l'unica leva di scambio. Kurosaki Ichigo, la persona che mi permetterà di sottomettere la Soul Society...", detto questo, ad alta voce, Xemnas fece comparire un portale oscuro.
"Mi dispiace, Mustang, ma lo hai voluto tu...ucciderti credo sia stata l'azione più terribile che io abbia mai compiuto. L'unica di cui mi penta veramente. L'unico momento che mi abbia veramente fatto versare lacrime sincere...", gettò un'ultimo sguardo alla base.
"Addio, vecchio amico mio...mi mancherai...", disse soltanto, prima di sparire all'interno del portale...


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Seduto a capotavola, la schiena curva, il capo sorretto dalle mani, mentre calde lacrime scendevano dal suo volto.
"Ho perso di nuovo una persona a me cara...maledizione!", furono i pensieri di Eward Elrich, mentre, davanti a lui, Sora, Riku, Kairi e Aqua lo osservavano, completamente stravolti dalla situazione attuale.
Sora e Kairi, che non avevano preso parte alla battaglia, visto che era stato affidato loro il compito di portare Ventus dalla base fino alla Città di Mezzo, erano più provati dei compagni. Questo perchè non riuscivano ad accettare l'idea di aver abbandonato i loro compagni in una battaglia che non potevano mai vincere da soli. Soprattutto Kairi, che non la smetteva si singhiozzare. Fortunatamente, c'era Aqua di fianco a lei, che la sorreggeva. Anche la Keybleader dell'acqua era molto provata da quella circostanza in cui si erano trovati. Certo, aveva salvato quella donna dai capelli rossi, insieme a Riku, e francamente si chiedeva chi potesse essere, ma evidentemente non era il momento adatto per parlarne, con Ed soprattutto. Ma era stata proprio lei, insieme al compagno, a riferire ad Edward ed agli altri della sorte della base e del Colonnello...
Inoltre, era a conoscenza anche di quello che era successo a Zane. Anzi, lo sapevano tutti. Fu proprio Yoruichi a mettersi in contatto con loro, spiegando nel dettaglio tutta la situazione. Oltre ad aver inviato ad Edward una strana lettera. Aveva spiegato loro tutto, dall'attacco di Saix, all'arrivo degli Shinigami e di Auron, insieme alle due ragazze dell'Energy, fino al piano ardito con l'Organizzazione Alba, che ora era ufficialmente entrata nei ranghi dell'Energy. Tuttavia era stata molto sbrigativa e non rispose alla moltitudine di domande che le furono poste...

Ed ora, proprio al giovane alchimista, spettava riorganizzare completamente l'Energy, con poche manciate di uomini a disposizione.
Per questo, dopo essersi asciugato le lacrime e guardato in faccia il piccolo gruppetto, si alzò e si diresse verso di loro.
"Ormai è inutile piangere su ciò che è successo...Mustang sapeva delle difficoltà a cui andava incontro. Tutti i soldati dell'Energy lo sapevano. Quindi spetta a noi portare avanti il loro lascito. E non permettere che le loro vite vadano completamente sprecate. Perciò ora, asciugate le vostre lacrime e statemi a sentire", disse, con voce ferma, il nuovo "Colonnello" dell'Energy.
Riku e Sora non ci misero molto a seguire le parole di Edward, mentre Kairi e Aqua ci misero qualche secondo in più, gli occhi ancora rossi per le lacrime.
Quando valutò che fossero pronti, Ed prese la parola, iniziando a camminare per la stanza.
"Dunque, partendo dalle pessime notizie, non abbiamo nessuna informazione riguardo le squadre operative che Mustang inviò giorni fa nei diversi mondi. L'unica con cui siamo riusciti a metterci in contatto, è quello di Vaan, che in questo momento, si trova con Kisuke Urahara, il nostro contatto nel Mondo dell'Ovest. Delle altre, nessuna notizia", iniziò Ed, sospirando tra una parola e l'altra.
"Questo ovviamente non deve farci pensare al peggio, ma, ovviamente, per il momento siamo da soli".
Poi si soffermò sulla lettera che aveva posato sulla scrivania, qualche minuto prima.
"Questa, invece", e la sollevò, mostrandola agli altri, "e' un messaggio di Yoruichi Shihoin. Il contenuto è molto breve". Prese un profondo respiro ed iniziò a leggere.
"A coloro che sono sopravvissuti. Le principesse guerriere sono pronte per attuare il piano RINASCITA". Seguiva uno scarabocchio con una faccina sorridente e maliziosa di Yoruichi.
"E' chiaro che Yoruichi è in compagnia di Rias e Medaka, i due generali di Mustang. E che siano pronte a risollevare la posizione dell'Energy", continuò l'alchimista, fissando il contenuto della lettera.
"Piano Rinascita? E di cosa si tratta?", chiese Aqua, che, come i suoi compagni, era la prima volta che lo sentiva nominare.
"Si tratta di un'informazione che solamente io, i generali e, a quanto pare, Yoruichi ne siamo a conoscenza...", i quattro pendevano dalle sue labbra.
"Voi sapete della missione che è stata affidata a Zane, Ichigo e Yoruichi?", chiese Ed, voltandosi all'improvviso verso di loro. Solamente Aqua annuì con il capo, visto che era stato proprio Zane a parlargliene.
"Beh, per gli altri che non ne sono a conoscenza, in pratica avevano, ed hanno tutt'ora, chiaramente, il compito di localizzare tre individui che vadano a formare la squadra più forte che l'Energy abbia mai visto, in modo da contrastare Xemnas e l'Organizzazione XIII", spiegò Edward, mettendosi una mano sotto il mento.
"Questi individui sono stati scelti personalmente da Kisuke Urahara, grazie ad uno studio di diversi anni. Inoltre, molte nostre spie hanno collaborato con lui, osservando da vicini tali soggetti. Questo perchè, in futuro, poteva essere necessario all'Energy poter contare su tali guerrieri molto forti. Tuttavia, a mano a mano che la potenza dell'Organizzazione crebbe, si è vista la necessita di estendere questi studi ad altri individui, che condividevano una potenza molto simile, o a volte anche maggiore".
I quattro strabuzzarono gli occhi. A quanto pare l'Energy aveva molto segreti nascosti, oltre ad un coinvolgimento ben più ampio con gli altri mondi.
"Ecco, il piano Rinascita consiste proprio in questo. La creazione di ulteriori squadre operative con l'obiettivo di far cooperare questi individui, sfruttandone capacità, potenzialità e coesione". Ci furono reazioni contrastanti. Aqua e Kairi erano senza parole. Sora assunse uno sguardo dubbioso mentre Riku sbottò contro Edward.
"E delle altre squadre, che mi dici? Le abbandonate completamente al loro destino?".
"Assolutamente no, Riku. Lo scopo delle altre squadre e' proteggere gli ALTRI mondi. Lo scopo delle squadre "Rinascita", è quello di proteggere l'Energy e sconfiggere l'Organizzazione. Sarebbe solamente una cooperazione, appunto", spiegò l'alchimista, con sguardo sereno e tranquillo.
Riku sembrò accontentarsi di quella risposta.
"Quindi Yoruichi e le altre stanno cercando di formare proprio queste squadre?", chiese Sora, ancora dubbioso.
"Esattamente. Probabilmente si metteranno in contatto con Kisuke Urahara, per venire a conoscenza della posizione degli individui adatti. Quanto a noi...", e si recò verso la porta, imitato dagli altri, "dobbiamo assolutamente chiamare le altre squadre operative e spiegargli questa procedura. Inoltre, dovete assolutamente mettere al corrente gli amici di Kurosaki Ichigo circa la sua posizione. Raccontategli esattamente quello che avete detto a me, senza tralasciare alcun particolare", disse, prima di varcare la soglia.
"Ma di Yoruichi e delle altre non dovremmo preoccuparci? O meglio, non dovrebbero alcuni di noi andare ad aiutarle? Dopotutto sono in tre...", chiese Sora, seguendo Ed e gli altri.
"Sinceramente, non conosco la forza di questa Yoruichi, ma se Urahara e Mustang si fidavano di lei, non vedo perchè noi non dovremmo. In quanto a Medaka e Rias...", prese un profondo respiro, prima di tornare a parlare, "sono sicuramente al di fuori di ogni pericolo e di certo non hanno bisogno del nostro aiuto. Dopotutto, sono le uniche persone che conosco, in tutti i mondi, a poter reggere un confronto uno contro uno contro Xemnas o Saix...", queste parole si persero per i corridoi del castello, mentre Riku e gli altri, allibiti, lo seguirono senza fiatare


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"Che intenzioni hai, adesso, Orochimaru? Ormai non siamo più vincolati all'Energy. Non abbiamo più nessun dovere verso di loro". Harribel fissava il compagno, in attesa di risposta.
I due, dopo essere riusciti a fuggire dalla battaglia contro i Nessuno, erano riusciti a creare un portale che permettesse ad entrambi di recarsi nei rispettivi mondi. Ed ora si trovavano proprio nel Mondo di Mezzo.
L'ex Sannin si guardava il braccio, completamente mozzato dal suo scontro contro quel Marluxia. Da cui ne era uscito sconfitto.
"Poco male, una volta arrivato in laboratorio me lo farò ricrescere...tuttavia non posso perdonare la sfacciataggine di quel Nessuno...", pensò tra se il ninja, mentre tornò ad osservare la donna.
"Hai ragione. Francamente non ho idea di quali siano i propositi degli altri "generali", ma di certo non ho la minima intenzione di farla passare liscia a quelli dell'Organizzazione XIII", rispose l'uomo, con un ghigno malizioso sul volto. Harribel lo fissò, col medesimo sguardo.
"Mi aspettavo questa tua risposta. Quindi, dove hai intenzione di andare? Visto che non ho nulla da fare, potrei anche seguirti", replicò l'ex espada.
"Oh, beh, credo che faremo un salto dalle tue parti, Harribel. Dopotutto, l'unico aiuto che possiamo offire noi, è quello di tenere occupati gli Shinigami, dopo il loro "presunto" tradimento", continuò, sempre quel ghigno stampato sul muso.
Harribel lo scrutò dubbiosa.
"Temo di non seguirti...vuoi andare nell'Hueco Mundo? A fare cosa?", domandò la donna.
"Credo che sia venuto il momento di farmi conoscere qualche tuo vecchio amico...", spiegò l'uomo, prima di mettersi in marcia, seguito a ruota da una sempre più curiosa Harribel.
"Hai mai sentito parlare di "Edo Tensei? O tecnica della resurrezione......?".


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"Dannazione! Perchè non ci hanno lasciato aiutare Ichigo e gli altri!". A queste parole, Renji accompagnò un pugno che lasciò un'evidente segno su uno dei tanti muri del Seireitei.
"Adesso calmati, Renji...sfogarsi così non ha senso", esclamò Kira, il vice-capitano della terza divisione.
"Kira ha ragione, quel che è successo, è successo, non possiamo farci più nulla. Inoltre, gli ordini del comandante generale sono insidacabili", intervenne Rangiku, abbassando la testa.
Aveva ragione. Aveva dannatamente ragione. Non potevano andare contro gli ordini del comandante generale. O ne sarebbe valso non soltanto il loro orgoglio, ma anche la nomina a Shinigami.
Renji fece una smorfia e si girò, fissando i suoi quattro amici. Rukia, Rangiku, Hisagi e Kira, il vice capitano della terza divisione.
"Per non parlare del fatto che alcuni degli avversari che abbiamo incontrato, sono completamente ad un livello diverso dal nostro. Saremmo solo d'impiccio ad Ichigo...", continuò la bella ramata, guardando Hisagi, che fu d'accordo con le sue parole.
"Abbiamo sputato nel piatto in cui abbiamo mangiato...quel ragazzo, Zane, non ha esistato un attimo a mettere in gioco la sua vita, pur di difenderci...e noi li tradiamo in questo modo?!". Le parole di Renji toccarono tutti, persino Kira, che non era presente a quella battaglia, ma gliene avevano parlato quando ritornarono alla Soul Society.
"Non c'è proprio nulla che possiamo fare...?", chiese Hisagi, non ottenendo alcuna risposta, ma solamente teste che si abbassavano e sospiri.

"Una cosa c'è. Ed è seguirmi". Le parole che arrivarono alle loro spalle, li fecere sussultare, rompendo quel silenzio surreale.
"Ma voi siete...!", esclamò Kira, fissando per primo colei che aveva parlato, visto che la voce era chiaramente femminile.
"Capitano Soifon!", concluse Rukia, anche lei stupita.
"Se avete voglia di aiutare Ichigo e Yoruichi-sama, allora smettetela di piagnucolare e seguitemi. Ce ne andiamo dalla Soul Society...!".


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"Vi ho convocati qui per informarvi di un fatto gravissimo che ha colpito il Gotei 13 proprio pochi minuti fa! A quanto pare, i capitani della 2°, della 10° e della 11° hanno aperto un Senkaimon senza permesso, andando contro le regole!" La sala del consiglio non era piena. Dovevano esserci tredici persone, in totale. Ma all'appello ne mancavano ben tre.
"E' molto probabile che vogliano andare ad aiutare quei dannati membri dell'Energy, andando contro gli ordini dei 46!". Poi rivolse la sua attenzione ad una delle persone che aveva davanti.
"Kuchiki Byakuya, mi aspetto delle spiegazioni da te! Anche Abarai Renji, che è un tuo sottoposto, è scappato insieme agli altri! Anche tu vuoi tradire la fiducia del Gotei 13?!", chiese il comandante generale, alzando il tono della voce.
L'interpellato non mostrò alcun segno di cedimento.
"La mia fedeltà va alla Soul Society e a lei soltanto. Purtroppo non era a conoscenza di questo tradimento, ne suo, ne degli altri capitani". Il tono di Byakuya era pacato, completamente sotto controllo.
Yamamoto sbuffò.
"Non mi aspettavo questo tradimento, francamente. Per questo dobbiamo agire immediatamente, tenendo in considerazione che ci siamo sicuramente indeboliti con il loro tradimento", continuò Yamamoto.
"Capitano Kurotsuchi, dovete immediatamente scoprire dove si sono diretti i traditori", ordinò, guardando stavolta il capitano della 12° divisione, Mayuri Kurotsuchi.
"Tsk, guarda te se quello scimmione doveva metterci così tanto nei casini. Ora finalmente avrò un buon pretesto per ucciderlo e sezionarlo", esclamò quest'ultimo, riferendosi proprio al capitano della 11°.
"Quando lo avrai scoperto, in tempi rapidi si intende, riferisci immediatamente ai Capitani Kuchiki, Muguruma ed Otoribashi. A loro il compito di recarsi nel luogo che avrai scoperto e riportare immediatamente alla base i traditori".
"Capitani Hirako e Komamura. A voi il compito di ritrovare Kurosaki Ichigo e il ragazzo dell'Energy e portarli immediatamente qui, al Seireitei. Se qualcuno dovesse intralciarvi, sbarazzatevene", spiegò, stavolta, ai diretti interpellati. I quali annuirono senza battere ciglio.
"Quanto agli altri Capitani, rimarrete qui, a proteggere la Soul Society in caso di attacco da parte di quelle creature o di quei ninja". Questa frase sanciva la fine della riunione, per questo motivo, ciascuno dei presenti abbandonò la sala, andando verso le rispettive caserme, a prepararsi.
"Ti aspettavi una mossa del genere da parte dei Capitani Hitsugaya, Soifon e Zaraki?", chiese Kyoraku a Ukitake, mentre uscivano dal portone principale.
Quest'ultimo sospirò.
"Francamente, sì. Ma sta succedendo tutto troppo in fretta. Anche io vorrei tanto aiutare Ichigo e quel suo amico, che ha combattuto dalla nostra parte, seppur per poco tempo. Ma gli ordini sono ordini...", rispose l'amico, osservando il cielo limpido che sovrastava il Seireitei.
Kyoraku sbuffò.
"Il vecchio Yama-ji...credi davvero che sia disposto a considerare Hitsugaya, Ichigo-kun e gli altri come dei traditori...?", la domanda colse impreparato il compagno, che non rispose subito.
Anche lui sospirò.
"La situazione sta diventando insostenibile per noi...i nemici si stanno moltiplicando e ora più che mai dobbiamo rimanere uniti...per il bene sia di Ichigo che della Soul Society...", rispose Ukitake, facendo cenno a Kyoraku di andare. Anche loro dovevano preparasi, proprio come gli altri...


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"Accidenti, che botta...sembra quasi che mi abbiano tirato un sasso in testa...", esclamò Sting, massaggiandosi il capo.
"A chi lo dici, chiunque sia stato, non ci è andato leggero...", rispose Stella, imitando il dragon slayer.
"Che abbiamo tutti il mal di testa, è normale, ma su può sapere dove siamo?", chiese Rogue, guardandosi intorno. In effetti, nessuno di loro sapeva esattamente dove si trovasse...
Ma più si guardavano intorno, più nessuno dei presenti riusiva a capacitarsi di tale ambiente.
Fortuntamente, era molto illuminato, di una strana luce violacea. Era un salone molto grande, tappezzato di rosso e giallo, da diverse tende,  molto lunge. Ampi finestroni gettavano quella inusuale luce su tutto l'ambiente, mentre, dietro di loro, cinque troni, di cui quello al centro più grande degli altri, svettavano sopra una passerella sopraelevata.
"Non lo so, non ho mai visto un posto simile, a dirla tutta...", disse Sting, di nuovo. Poi, iniziò ad osservare intorno a lui, sempre più preoccupato, finchè non strabuzzò gli occhi, dallo spavento.
"Lector e Frosh! Dove sono finiti?!", urlò ad alta voce, attirando le attenzioni di tutti.
"E' vero, sembrano spariti...!", ribattè Rogue, anche lui in ansia per i due Exceed, assomiglianti a dei gatti e molti amici dei due dragon Slayer.

"Non vi preoccupate, loro stanno bene. Ma li hanno riportati nel loro mondo, a causa della troppa pressione esercitata da questo posto". La voce giunse improvvisa. Quando si voltarono verso la sua fonte, videro, davanti ad uno dei tanti finestroni, una figura imponente che osservava ciò che si trovava al di fuori.
"Snow? Da quanto tempo sei lì?", chiese Stella, alzandosi ed avvicinandosi all'amico, imitata dagli altri. Minerva, visibilmente sollevata dalla figura sana e salva del ragazzo, sospirò con un sorriso.
"Da un'oretta circa, credo. Ed è da un'oretta circa che mi chiedo che diavolo di posto sia questo...", rispose Snow, indicando loro ciò che stava osservando. Quando i suoi compagni gettarono un'occhio al di fuori del finestrone, rimasero allibiti.
Quello che si parò loro di fronte li lasciò senza fiato. Un dirupo pofondissimo, di cui non si poteva nemmeno vedere il fondo, stava proprio sotto di loro. Numerose isole fluttuanti, si stagliavano all'orizzonte, mentre incessanti fulmini purpurei e rosati, colpivano ripetutamente il terreno di tali isole, generando continuamente scariche elettriche. Di fianco al dirupo, vi erano due immense costruzione, anch'esse sospese nel vuoto e maculate di vetrate simili a quelle che vi erano li.
"Da quello che ho potuto notare, osservando meglio, sembra che ci troviamo in una specie di castello o enorme casa, sulla sommità di una collina, o di una montagna, non saprei dire. Ma in vita mia, non avevo mai visto uno spettacolo del genere...". Nessuno osò fiatare. Anche per loro era così. Provavano le stesse emozioni di Snow. Fu però Ashelia a interrompere quel silenzio.
"Davvero i Nessuno vivono in un luogo come questo...? Non sembra affatto adatto a loro...". Il ragazzo si voltò verso di lei e sbuffò.
"Qui non siamo a casa dei Nessuno. Ne dell'Organizzazione XIII. In primo luogo, non siamo prigionieri ne sembriamo feriti in alcun modo...", spiegò, citando il fatto che nessuno di loro aveva ferite, nemmeno superficiali, ad eccezione di un mal di testa generale.
"In secondo luogo...vedete o sentite la traccia di qualche Nessuno o Heartless...?", la domanda, quasi ironica, venne rivolta soprattutto ad Ashelia e Stella, in quanto i membri di Saberthooth non li conoscevano minimamente, se non per sentito parlare proprio da Snow. Le due ragazze, dopo essersi concentrate, strabuzzarono gli occhi e risposero negativamente alla domanda del loro compagno.
"Esattamente. A quanto pare, ho commesso un errore di valutazione. Quei due al bar, non erano membri dell'Organizzazione, ma qualcun'altro...".
Ci furono altri attimi di silenzio, prima di essere interrotto di nuovo dalle parole di Sting.
"Hai detto che Lector e Frosh li hanno riportati nel loro mondo. Cosa intendi dire? Di chi stai parlando e cosa significa nel "loro" mondo"?.
Snow sembrò pensarci su un po, poi sospirò amareggiato.
"Mi spiace, ma non so davvero chi o cosa li abbia portati via. L'unica cosa che ho visto sono stati due tipi incappucciati di nero che sono entrati poco prima che vi risvegliaste. Hanno detto che la pressione che esercitava questo mondo era troppo elevata per delle essenze così deboli. Per questo hanno detto che li avrebbero riportati da dove li avevano presi. Ovvero dal loro mondo. Probabilmente intendono la città in cui siamo stati "catturati"", spiegò il membro dell'Energy, mentre osservava i due dragon slayer sempre più preoccupati.
"Quindi non ti hanno detto ne chi sono ne dove ci troviamo, dico bene?", chiese Minerva, sempre guardandosi intorno, circospetta. Snow annuì con un cenno del capo e fece per rispondere alla donna, quando sentirono il rumore di un portone che si apriva, con un cigolio.
Proprio dalla parte opposta della sala, videro entrare tre figure da quello che sembrava una comune parete. Il portone era come se si confondesse con il muro stesso.
A mano a mano che il trio si avvicinava, i presenti si fecero più attenti, pronti a scattare al minimo allarme. Quando furono davanti a loro, quello al centro di essi, l'unico non incappucciato, li guardò, ad uno ad uno.
Avevano davanti un'uomo, o per meglio dire, sembrava un ragazzo, dal volto molto giovanile. Era alto quasi quanto Snow, ma dal fisico molto più "gracile". Indossava un mantello lunghissimo, cremisi, che culminava con due spalluccie del medesimo colore, placcate d'oro. Al fianco, una spada, nel suo fodero, anch'esso rosso. Portava lunghi capelli biondi ed orecchie a punta. Intorno al capo, svolazzavano tre sfere verdi, dello stesso colore dei suoi occhi.
Quando parlò, si sorpresero di come la sua voce fosse molto più matura del suo aspetto.
"Interessante. Finalmente vi siete svegliati tutti. Non ci speravo più", disse, socchiudendo gli occhi e mostrando un sorriso a trentadue denti.
"Chi sei? E dove ci troviamo? Sei un nemico? E che ne hai fatto dei nostri amici?! Rispondi?!", esclamò Sting, facendo qualche passo in avanti. Snow strinse i pugni. Non era saggio essere così strafottenti...
Ma l'uomo non si scompose. Anzi, sembrò quasi accettare quel caratteraccio di Sting.
"Quante domande, Sting Eucliffe! Non devi preoccuparti, i vostri amici sono tornati nel vostro mondo, esattamente nella gilda da cui siete partiti. Non dovete stare in pena per loro. E nemmeno per voi stessi, a dirla tutto. Noi non siamo affatto dei nemici, ne in alcun modo siamo legati a Xemnas o all'Organizzazione XIII", spiegò l'uomo, gesticolando con le braccia. Nel frattempo, i due incappucciati continuavano a mantenere silenzio.
Sting e Rogue sembravano sollevati da quelle parole, ma Snow non abbassava assolutamente la guardia, così come Minerva, Stelle a Ashelia.
"Allora chi siete...? Non percepiamo da voi alcuna ostilità, ma nemmeno alcun potere conosciuto...", disse Ashelia, la quale era in grado, appunto, di percepire il potere magico delle persone con cui entrava in contatto.
"Chi siamo...? Ebbene, in primo luogo, credo sia meglio dirvi dove ci troviamo, visto e considerato che potrebbe darvi qualche idea sulla nostra identità...", ribattè l'uomo, indicando loro l'esterno. I presenti si voltarono, quasi automaticamente.
"In primo luogo, sappiate che qui non vi trovate all'interno della Galassia Gamma...". A quelle parole, i membri dell'Energy sudarono freddo e spalancarono gli occhi dallo stupore. Anche il trio proveniente da Saberthooth sembrava sorpreso. Dalla storia raccontata loro da Snow, anche il loro mondo si trovava nella fantomatica "Galassia Gamma". Si trovavano forse in un'altra Galassia?!
"Non agitatevi così tanto, amici miei. Non siamo propriamente all'interno della Gamma, ma allo stesso tempo, sì...", pendevano tutti dalle sue labbra, "questo mondo nient'altri è che il "sesto" mondo della Gamma!". Parole che suscitarono ancor più stupore nei presenti.
"Aspetta...il sesto mondo?! Pensavo ne esistessero solamente cinque! Ma che diavolo stai dicendo...?!", disse Snow, iniziando a perdere la pazienza.
"Infatti realmente ne esistono cinque. Questo "mondo" è solamente un "intermezzo". Proprio come il Mondo di Mezzo. Esiste come non esiste. E voi vi trovate proprio lì", spiegò con calma l'uomo.
Snow era senza parole. Ma cosa diavolo stava succedendo? Decise di calmarsi e cercare di ragionare a mente lucida.
"Passando per buone le tue parole, come diavolo è possibile che nessuno ne era a conoscenza? Nemmeno noi dell'Energy...", ribattè il ragazzo, guardando negli occhi il suo interlocutore.
"Oh, credo che sia giusto informarvi di tutto, a questo punto. Siete confusi e lo capisco. Ma l'unica cosa che possiamo dirvi ora, sono il nome del luogo in cui vi trovate e i nostri nomi. Al resto, ci penserà "lui"", concluse l'uomo, facendo un cenno ai due che aveva di fianco di togliersi il mantello. Ma prima che lo facessero, indicò nuovamente ciò che vi era all'esterno.
"Questo mondo si chiama "Outland", le Terre Esterne. E voi vi trovate nella regione più a Nord di essa, il "Netherstom". E questa è la mia umile "casa". Tempest Keep", spiegò loro. Poi facendo un'inchino, attirò la loro attenzione.
"Il mio nome è Kael'Thas Sunstrider, mentre loro...", ed indicò i propri compagni, che gettarono il mantello.
I presenti strabuzzarono gli occhi. Davanti a loro si trovavano due individui che di umano avevano poco o nulla.
Alla sue destra, vi era una donna, dalla pelle scura, di un viola molto scuro. Indossava dei pezzi di armatura che le coprivano solamente le parti intime, mentre mostrava un fisico mozzafiato. Alle sue spalle, un mantello copriva un lungo arco e la faretra, ricolma di frecce. Mentre un cappuccio non mostrava completamente il suo volto, lasciando trasparire solamente la parte inferiore, insieme agi occhi, di un rosso acceso. Orecchie lunghe, come i capelli, neri come la pece.
Alla sinistra di questo "Kael'Thas", vi era il secondo personaggio, stavolta ancora più anormale del compagno. Aveva la pelle completamente viola, solcata da numerosi tatuaggi di un verde pulsante. Era a petto nudo e ai fianchi portava due armi che somigliavano tantissimo ad un ascia dalla doppia lama, anch'esse verdi. Aveva i capelli di un viola più scuro, raccolti da una fascetta in una coda. Una benda non permetteva di guardarlo direttamente negli occhi, ma aveva le orecchie della medesima lunghezza della compagna.
"Sono coloro che vi hanno portato qui. Sylvanas Windrunner e Illidan Stormrage...!"


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"KISUKE! Maledizione, rispondi!", la voce di Yoruichi sembrò azionare lil GPS che aveva in mano, datole da Medaka. Infatti, una voce assonata e completamente priva di voglia, arrivò dalla parte opposta.
"Yoruichi...quanto tempo...", replicò Kisuke, sbadigliando, al contempo. Una vena iniziò a pulsare sulla tempia della donna, mentre le altre due la guardavano sornione.
"TI SEMBRA IL MOMENTO DI DORMIRE, RAZZA DI FANNULLONE?! TI RICORDO CHE HAI UN COMPITO!", le urlò la Shinigami, mentre Kisuke si portò le mani all'orecchie, con una goccia d'acqua sulla testa.
"Sìsì, ho capito. Stavo riposando le mie stanche membra. Dopotutto, anche io sto lavorando, mia cara...", le rispose, prima di allontanarsi dal GPS, che aveva in dotazione anche lui. Le tre donne ascoltarono dei rumori che somigliavano a delle cianfrusaglie che venivano spostate, mentre seguivano imprecazioni da parte dell'uomo, seguite da una frase poco comprensibile di un'altro individuo nella stanza.
Poi la sua voce ritornò.
"Dunque, il piano "Rinascita", dico bene? Ottimo lavoro, mie carissime donne. Non avrei saputo pensare a qualcosa di più ingegnoso. Ma immagino che mi abbiate chiamato perchè vi servano informazioni sulle "squadre", dico bene?", chiese Kisuke, in tono molto ironico.
"Esattamente. Sappiamo da Mustang che sei stato tu a coordinare i movimenti delle nostre spie nei vari mondi e a recuperare le informazioni che potevano esserci utili, Urahara", intervenne Medaka, con tono autoritario. Seguì un applauso da parte dell'uomo.
"Ottimo, Medaka-chan, non per nulla sei la mente più brillante all'interno dell'Energy. Non mi sorprendi. Tuttavia, non sono stato io a riorganizzare tali informazioni. Io ho solamente "aiutato"...", rispose Kisuke, mentre Medaka assumeva uno sguardo dubbioso. Poi un'idea le balenò in mente.
"Sei non sei stato tu, allora immagino sia stato un membro dell'Organizzazione Alba, dico bene? Dopotutto, erano nostri alleati sotto copertura e francamente, non mi stupirei se non avessero lavorato con la persona che li ha "convinti"", ribattè la ragazza, attirandosi i complimenti dell'uomo.
"Okok, la tua intelligenza mi stupise, Medaka-chan. Perciò ora mi farò da parte. Ci penserà il mio "amico" a spiegarvi tutto nei minimi dettagli". Seguirono altri rumori confusi, mentre giungeva alle orecchie delle donne, un'imprecazione da parte di un altra persona. Poi la sua voce.
"Molto bene, visto che mi ha tirato in ballo, credo che prima di spiegarvi tutto nel dettaglio, debba presentarmi come si deve...". Purtroppo non concluse la frase che venne anticipato di nuovo da Medaka.
"So benissimo chi sei. Kakuzu, ex ninja del villaggio della cascata, marchiato come traditore. So che hai un'interesse quasi morboso per il denaro e il tuo copro è composto in prevalenza da fibre nere, che puoi usare benissimo come arma di attacco e di difesa, oltre alla presenza di quattro cuori...". Le parole di Medaka si spensero con una risata profonda di Kisuke, mentre Kakuzu sbuffò sonoramente.
"Interessante...e così tu sei la "copia tecniche", Medaka Kurokami...non mi aspettavo un tale tasso di intelligenza da parte tua, ma dopotutto, dovevo aspettarmelo visti i precedenti...", esclamò Kakuzu, prima di sospirare di nuovo, "mentre l'altra "principessa" è Rias Gremory, il diavolo fatto a persona. Un duetto niente male. Ma vi prego di starvene zitte per qualche secondo, altrimenti sarò costretto a mandarvi a quel paese e non informarvi di nulla", concluse il ninja, mentre, da una parte, Rias sbuffava e Medaka rimaneva in totale silenzio.
"Dunque, se mi è concesso, ora vi metterò al corrente dei vostri obiettivi. Badate però, è probabile che se l'Organizzazione venga a conoscenza del piano "Rinascita", vorrà a tutti i costi impedirvi di entrare in contatto con questi individui, cercando non soltanto di uccidere voi, ma anche i vostri bersagli", iniziò Kakuzu, armeggiando con una tastiera.
"Sì, questa mi sembrava ovvio. Ma non ti devi preoccupare, dell'Organizzazione ce ne occuperemo se sarà necessario", replicò Rias, intevenendo per la prima volta.
"Molto bene allora. Per cominciare, sappiate che questi individui sono molto vicini a quelli che Kurosaki Ichigo e Zane Crusher devono trovare. Questo non soltanto per comodità, ma anche perchè alcuni di loro hanno una potenza molto simile, o addirittura, superiore", continuò Kakuzu, mentre Kisuke, alle sue spalle, se la rideva.
"Le squadre dovranno essere quattro. Mi sorprende vedervi in tre, ma deduco che faccia parte di un vostro ardito piano, perciò sorvolo questo aspetto".
"Esattamente, anche su questo, lascia fare a noi...", intervenne di nuovo Rias, ammiccando un sorriso.
"Molto bene. Allora partendo dal mondo del Sud, io e Urahara abbiamo individuato cinque maghi che potrebbero fare al caso nostro. Tutti e cinque fanno parte della stessa gilda, chiamata "Fairy Tail". Vi invierò le foto tramite il vostro GPS, con tanto di nomi, età, potere magico e abitudini", spiegò il ninja.
"Un vero e proprio Stalker...e credo che questo sia stato un lavoro di Kisuke, non tuo...", disse Yoruichi, sospirando amareggiata, mentre Urahara continuava a ridere compiaciuto. Ormai lo conosceva a mendito.
"Continuando con il mondo dell'Est, abbiamo valutato attentamente. Anche qui abbiamo la presenza di cinque individui, appartenenti al Villaggio della Foglia. Ho avuto personalmente l'occasione di confrontarmi con alcuni di loro e ne ho apprezzato le abilità. Anche per loro, le informazioni le riceverete tramite GPS". Prese un profondo respiro e continuò.
"Per quanto riguardo il mondo del Nord, la situazione potrebbe complicarsi ulteriormente. Infatti, abbiamo quattro persone appartenenti ad una stessa ciurma, mentre l'ultima no. Per questo dovrete cercarla, contando che difficilmente si fa trovare...per le informazioni, stesso discorso come prima. Infine, per il mondo dell'Ovest...beh, non spetta a me darvi queste informazioni, ci penseranno coloro che vi stanno per raggiungere. Detto questo, è stato un piacere conoscervi. Vi saluta Urahara Kisuke, buon viaggio". Laconico com'è stato, Kakuzu, prima che le altre potessero fare ulteriori domande, spense completamente il collegamento.
"Coloro che ci stanno per raggiungere? Cosa diavolo voleva dire?", chiese Yoruichi, massaggiandosi la tempia, in cerca di risposte.
"Non saprei. Vorrà significare che qualcuno sta effettivamente per ragg...!", non concluse la frase, che una "cerniera" si aprì, nel cielo colorato del Mondo di Mezzo, stupendo tutte e tre le ragazze...


EPILOGO: Finalmente, ltutto è pronto e ciascuna fazione è pronta a fare la sua mossa. Edward Elrich e Yoruichi, insieme a Rias e Medaka, danno inizio al piano "Rinascita" dell'Energy, a solamente pochi giorni dalla sua completa disfatta, tramite l'aiuto di Urahara Kisuke e Kakuzu, membro dell'Alba. Il tutto, mentre i due generali sopravvissuti, Harribel e Orchimaru hanno deciso di schierarsi nuovamente con l'Energy, decidendo di contrastare gli Shinigami. Una domanda sorge spontanea. Perchè Harribel ha accennato al fatto che nessuno di loro aveva ormai più diritti verso l'Energy? Quale accordo avevano preso con Mustang?
Anche gli Shinigami hanno fatto la loro mossa, con il comandante generale disposto a tutto pur di riavere Kurosaki Ichigo e l'amico, Zane. Ma quale sarà lo scopo della Soul Society? A cosa servirà loro il ragazzo che tanto ha speso per difendere alcuni di loro? E quale sarà il destino degli Shinigami traditori? Faranno anche loro parte del piano "Rinascita"?
 Dall'altra parte, Xemnas è più che mai intenzionato a catturare Zane Crusher ed Ichigo Kurosaki. Ma quali saranno i suoi piani circa il delegato Shinigami? E cosa staranno cercando Marluxia e gli altri membri nell'ormai distrutta base dell'Energy?
Auron aveva affermato che il destino della Gamma sarebbe stato deciso da una delle tre fazioni più forti, ma, a quanto pare, nuovi personaggi entrano in scena.
Chi saranno gli alleati di Katarina, la guerriera che si era battuta per l'Energy? Qual'è il loro scopo e quali entità si nascondono dietro gli Antichi? La lega delle Leggende avrà a che fare con tutto ciò?
Snow, Minerva, i due draghi gemelli, Stella e Yuna sono stati portati nelle "Outland", il "sesto" mondo della Gamma. Ma qual'è la reale identità di questi individui? Saranno alleati o nemici? 
Tutto al prossimo capitolo!

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