Eighteen.

di Best Song Ever_1D
(/viewuser.php?uid=534489)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 ***
Capitolo 6: *** Chapter 6 ***
Capitolo 7: *** Chapter 7 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


È appena terminata l'estate e oggi dev'essere il mio primo giorno di scuola. Non mi dispiace il fatto di dover tornare nelle classiche aule che odorano di noia, tristezza e sonno; sono strana e questa non è una novità, ma è l'amore che provo nei confronti del mio vicino di banco che mi dà la voglia di alzarmi la mattina e recarmi a scuola. Per non fare tardi, sfilo subito dall'armadio un paio di jeans attillati e una t-shirt abbinata con le mie vans verdi, proprio come i miei occhi. Quindi corro in bagno a lavarmi la faccia e a prepararmi.
Passo molto tempo ad osservarmi allo specchio, cerco la forza di accettarmi, di trovare autostima, ma proprio non ce n'è. È difficile.
"MARIA!" interrompe mia madre credendo stessi ancora dormendo, mio solito. Di sua sorpresa mi reco in cucina già pronta, mando giù un bicchiere di latte e -velocemente- raccolgo la borsa, la saluto e m'inoltro nel viale di casa. Il calore della giornata già batte sulla mia pelle abbronzata, mentre sfilo di tasca il cellulare intenta a scrivere un sms alla mia vicina di casa, Rob, nonché amica d'infanzia e di classe.
"Esci, sono pronta e non voglio fare tardi!"
Quasi non ho avuto neanche il tempo di inviare l'sms che già mi si fionda davanti, le sorrido e c'incamminiamo alla stazione del treno.

***

È appena suonata la campanella, sono arrivata giusto in tempo per colpa del ritardo del treno (iniziamo bene).
L'adrenalina percorre tutto il mio corpo. In poche parole sono l'unica che sorride tra tanti volti assonnati e già annoiati, i classici volti di chi non chiude occhio prima delle quattro di notte e che vorrebbe solamente dormire la mattina. Faccio un gran sospiro, mi passo la mano tra i capelli, annuisco a me stessa ed entro in classe accompagnata da Rob.
Mi siedo al mio solito banco, ancora vuoto, e il professore d'italiano già irrompe in classe con un 'buongiorno' alquanto strano e misterioso; mi trasmette ansia e tristezza allo stesso tempo, sensazione che mi fa aggrottare le sopracciglia e alla quale preferisco non badare molto.
La classe è già riunita, ma non vedo lui, e automaticamente la mia bocca pronuncia una domanda ovvia: "Ragazzi, ma Liam dov'è?" mi giro attorno e vedo solamente volti che dimostrano di sapere quanto me, cioè che non è suo solito tardare.
C'è un profondo silenzio per vari minuti, il quale viene interrotto dalla voce del professore che inizia a scorrere i nomi dell'elenco e che vengono accompagnati da una sfilza di 'presente/eccomi' da parte di noi tutti.
"Liam è l'ultimo dell'appello, può ancora farcela" inizio a pensare mentre fisso la porta senza quasi battere le ciglia.
Nel frattempo l'appello termina e mi è sembrato di non aver udito alcun 'Payne Liam', quindi con un sorriso malizioso quanto finto, parlo a nome della classe: "Prof, ha saltato Liam."
Mi guarda per giusto un secondo, distoglie lo sguardo dal mio e cerca di trattenere una piccola lacrima. Sono pienamente confusa, una sensazione maligna attraversa tutto il mio corpo intenta a fermare il respiro.
Prima di dargliela vinta, prima di crollare senza forze, mi giro intorno incrociando ancora una volta le facce dei ragazzi che emettono singhiozzi e urla di dolore e che chiariscono i miei dubbi. Mi accascio a terra e Rob viene in mio soccorso. Mille lacrime oltrepassano il mio viso, lacrime bollenti, che bruciano quanto il mio cuore in fiamme. D'improvviso sento il mio cuore fermarsi per un po' e poi iniziare di nuovo a battere, mi distendo e le forze man mano mi abbandonano.

***

I miei occhi offuscati e umidi iniziano a schiudersi. È tutto bianco intorno a me, come un ospedale, con lo stesso odore che t'invade i sensi e ti trasmette malinconia a più non posso.
Alzo leggermente la testa per permettere ai miei occhi di essere testimoni della mia esistenza. Subito faccio caso a ciò che indosso: classici pigiami da ospedali. Finalmente realizzo che quel posto è davvero un ospedale e che ci ho messo un po' prima di svegliarmi. La porta si spalanca e mia madre si fionda tra le mie braccia in lacrime, classica espressione di chi ha appena parlato con un dottore. Ho paura. Il volto di Liam è impresso nella mente e nel frattempo altre lacrime mi segnano il viso. Ma perché sono qui? Forse sarà il destino, è successo quel che è successo per fa sì che io venissi a conoscenza di qualche mio problema, probabilmente. Mi volto verso mia madre, la quale già mi sta fissando.
"Mamma, a tutti ma non a Liam..." le dico sofferente mentre lei abbassa il capo, già a conoscenza di tutto.
È sempre stata di poche parole, tiene tutto dentro. Adesso mi guarda aspettandosi che io le chieda del perché mi trovi qui, ma non lo faccio. So già che se lo facessi, le si spezzerebbe il cuore; ha solo me, oltre a mio padre che sta sempre fuori per lavoro. Vorrei tanto essere una brava figlia, ma non ci riesco.
La porta si apre, è il dottore. Non gli faccio neanche aprire bocca che faccio cenno a mia madre di uscire fuori, la quale acconsente.
"Morirò?" gli chiedo senza guardarlo negli occhi, mentre mi asciugo un'altra tra le tante lacrime. Lui mi fissa, mi carezza il viso e mi sorride trasmettendomi forza.
"Non hai nulla di grave, solamente un cuoricino debole in cerca di tanto amore. Devi darti solamente forza e vedrai che non si ripeterà. Promesso?" allunga la mano in cerca di risposta.
"P-promesso!" balbetto confusa mentre lo vedo allontanarsi nei corridoi di quel posto orribile.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


Che bella sensazione il passaggio tra ospedale-casa.
Mi piace vedere il soffitto e le pareti colorate della mia casa, che se anche celano tutti i miei pensieri, mi fanno sentire meglio. Ho il cuore a pezzi, è andato via l'amore della mia vita, l'unico motivo che teneva in vita il mio 'cuoricino debole'. Ha ragione il dottore, devo combattere, eppure è così faticoso.
"Maria, si è fatto tardi, domani devi riprendere con la scuola. Va' a dormire, dai" mi guarda mamma preoccupata. Io la fisso ansiosa e annuisco. In realtà non ho sonno, ma preferisco non farla preoccupare maggiormente.
In questi casi non c'è nulla di meglio che leggere un bel libro, è bello sentirsi parte di storie a lieto fine che anch'io -come tutti- sogno. Liam mi aveva regalato un libro tempo fa, ma non ho mai avuto il coraggio di sfogliarlo, ora devo farlo perché voglio sentirlo vicino.
Sfilo vari libri dallo scaffale fino ad arrivare al famoso libro, ancora col profumo di nuovo; la copertina, blu, è attraversata dal titolo 'lettera di una sconosciuta'. Sebbene mi piacesse leggere libri, per mancanza di tempo ho smesso un po', quindi -senza soffermarmi sui pensieri- inizio a sfogliarlo e leggerlo fino alla fine.

***

D'improvviso, tra quelle pagine, scivola un bigliettino. Di Liam, sì, lui. Inizio a piangere, mi si offuscano gli occhi e non riesco a leggere. Lo stringo a me e inizio ad annusarlo nella speranza di sentire il suo profumo di pulito, tentativo inutile quanto poco logico. Una volta essermi calmata inizio a leggere quel biglietto credendo di sentire la sua voce tra quell'inchiostro nero.
"Ti ho regalato questo libro nella speranza di farti capire quello che provo per te, perché credimi, a parole e gesti non ci riesco. Ti andrebbe di uscire con me?
Liam xx"
Lo sento vicino, e realizzo finalmente il fatto del perché mi guardasse con aria misteriosa: aspettava una risposta.
Guardo l'ora e metto le mani tra i capelli, sono ben le due di notte. Poso il libro, il biglietto, e mi abbandono ad un sonno profondo.

***

"E Maria dov'è?" chiede il professore.
"Eccomi, scusi il ritardo!" attraverso la classe con estrema velocità.
"Mentale, vuoi dire?" mi dice Rob ridacchiando assieme all'intera classe non ricevendo alcuna risposta, semplicemente una smorfia. È la mia nuova compagna di banco, e già prevedo un anno colmo di cazzate con lei affianco.
Inizia la lezione e di mia abitudine fisso la lavagna, sì, ma per stimolare i miei pensieri. Mi piace pensare: che sia il futuro, il passato, cose belle, cose brutte... mi piace l'idea di poter navigare con la mente ed estraniarmi dal mondo circostante. Volano due ore e sento il bisogno di alzarmi dalla sedia e precipitarmi nei corridoi; così lo chiedo al professore, il quale non obietta affatto: sa benissimo che tipa sono. Qui nei corridoi si sente sghignazzare, mormorare, litigare ovunque ed io mi sento così piccolina. D'un tratto inciampo in un ragazzo, classica scena da film, che sebbene la colpa fosse di entrambi poco attenti, risulto alquanto infastidita.
"Bellezza, vedi dove metti i piedi" le sue iridi azzurri si scontrano con le mie verdi.
Tutto ciò che faccio è sbuffargli contro e ritorno in classe irritata.
"La solita faccia da 'incontri felici'..." mi sussurra Rob all'orecchio. Solo lei, magicamente, riesce a indovinare cosa mi succede. Annuisco roteando gli occhi, mi sorride.

***

Squilla il telefono, è Rob: "Maria, andiamo a farci un giro sul lungomare?"
"Oddio, si, vieni da me. Il tempo che mi preparo e scendiamo." attacco il telefono e nella breve attesa del suo arrivo, sfilo dall'armadio dei pantaloncini assieme ad un top e le mie solite vans, nere stavolta. Mi accorgo dell'arrivo di Rob solo quando la ritrovo sulla soglia della porta e mi precipito in bagno a fare una doccia veloce. È mia abitudine cantare, sotto la doccia.
"Only half a blue sky, kinda there but not quite. I'm walking 'round with just one shoe, I'm half a heart without you." la mia voce è tremolante, l'ho dedicata a Liam ed è inutile dire che le mie lacrime si confondono con l'acqua che percorre il mio corpo velocemente.
"Entra" chiamo Rob dopo essermi infilata gli abiti e le scarpe.
"Devo confessarti una cosa!" mi dice tutto d'un fiato sorridendomi.
"Cosa aspetti?" la guardo confusa mentre sposto i miei capelli, neri e ricci, su un solo lato.
"Mi sono innamorata del ragazzo che lavora al bar giù la spiaggia, si chiama Harry, ho sentito il suo nome per sbaglio ed ora è impresso nella mia mente. Inutile dirti che ingrasserò di un quintale solo per vederlo." guarda il soffitto con gli occhi a forma di cuore, impegnata a pensarlo. Io le sorrido, sono felice per lei, ma non apro bocca.
Arrivate in spiaggia, non faccio altro che osservare il mare. È più sereno del solito, ed emette un profumo di libertà che mi riempie i sensi e mi porta a chiudere gli occhi. Rob è al bar, ed io sono qui che spero facciano amicizia quei due: Harry è davvero carino, ma Rob è timida per dichiararsi.
Con gli occhi ancora chiusi riesco a sentire una presenza affianco a me, sicuramente Rob.
"Com'è andata?" le chiedo sorridendo. Non ricevendo risposta, mi volto e noto benissimo che quel volto non è affatto di Rob...

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


È un volto conosciuto, ci ho messo un po' a capirlo e realizzo che appartiene proprio allo stesso odioso ragazzo con cui mi sono scontrata nei corridoi della scuola.
Ho una voglia tremenda di riempire quel suo viso di schiaffi, non so, sembra uno di quei ragazzi a cui non importa niente di te.
"Quindi? Per quanto tempo starai ancora lì a fissarmi?" mi volto verso il mare facendo un gran respiro.
"Fin quando non uscirai con me" mi sorride maliziosamente. 
A quelle parole mi volto di scatto restando senza parole: non lo conosco nemmeno, si mostra antipatico e pretende di uscire con me. È il classico ragazzo da una botta e via, me lo sento.
"Chi tace acconsente" continua a sorridere "comunque io sono Louis, il piacere è tutto mio signorina..." attende risposta.
"M-Maria" inizio a balbettare.
Non riesco a tirarmi indietro, se lo facessi non saprei la sua reazione ed è meglio evitare.
"Ci ritroviamo qui stasera, ti conviene presentarti!" mi avvisa ridacchiando mentre si allontana. Nel frattempo arriva Rob che mi ha vista discutere con Louis e mi trova senza fiato, e non resistendo mi chiede il motivo.
"V-vuole uscire con me, stasera..." le mie corde vocali si sforzano ad emettere parole "...ed il problema è che non ho rifiutato."
Rob mi sorride, non so perché non la prenda sul serio, ma almeno mi trasmette serenità.
"Ti aiuto a prepararti, dai che è bellissimo quel ragazzo: buttati!" m'incoraggia mentre fissa il mio volto sbalordito.
Senza dire parola, mi alzo seguita da lei e c'incamminiamo verso casa mia.

***

"Metti questo!" esclama Rob tirando fuori dall'armadio un abito elegante, di colore blu elettrico, lungo fin sopra al ginocchio.
"È il mio abito preferito, e questa non è la mia serata preferita. Non so neanche perché ci esco con quel tipo..." chino il capo pensierosa.
"Tu fa' come ti dico, indossalo e basta" mi ordina pretendendo una risposta positiva. Annuisco fingendo un sorriso poco evidente.
Passata un'abbondante ora, sono finalmente pronta.
Mi dirigo verso lo specchio della camera e mi soffermo sulla mia figura, sistemo i capelli ed esco.
Mia madre è felice, tutti sono felici per me ed io no: l'errore qui sono io.
Arrivo sulla strada poco prima della spiaggia e trovo già un'auto nera parcheggiata, con dei finestrini aperti attraverso i quali fanno scintille gli occhi profondi di Louis. Inizio ad essere nervosa, ed inizio a toccarmi i lobi: faccio sempre così quando mi sento osservata.
Scende dalla macchina, mi squadra dalla testa ai piedi (cosa che mi dà fastidio), avvolge il suo braccio sinistro attorno al mio bacino e col destro apre la portiera del veicolo facendomi sedere. Almeno su questo è stato carino, ma chissà quante ragazze sono passate di qui prima di me. Al pensiero rabbrividisco, e mentre lui si dirige sull'altro lato dell'auto, alla guida, aggiusto l'abito per mostrare sempre meno le cosce e gambe.
Prima di partire, mi guarda l'ultima volta mordendosi il labbro inferiore e sorride. Non faccio a meno di chiedergli l'età.
"Ho diciotto anni, tu ne avresti...?" chiede senza guardarmi.
"Quindici, ne ho solamente quindici" chino il capo come chissà che maltrattamento stessi subendo. Alla fine mi rendo conto che sono un po' esagerata con lui, ha un carattere particolare ma nessuno è perfetto. Sorrido tra i miei pensieri.
Mi piace l'idea di uscire con qualcuno in macchina, di solito passeggio a piedi, è davvero comodo e piacevole.
Louis si ferma ad un bar abbastanza distante dal punto di partenza, e dall'esterno si possono tranquillamente udire la voce di una donna che canta e urla di ubriachi: non attribuisco peso alla cosa.
"Dimmi tutto quello che vuoi" mi sorride Louis.
Gli rispondo "semplicemente una Coca Cola" ricambiando il sorriso.
Si allontana tra la folla ed io lo seguo con il timore di restare sola, almeno con lui mi sento al sicuro. Eppure avrei giurato che fossi stata più sicura con dei perfetti sconosciuti.
Il buio regna qui a Brighton ed un caldo venticello mi accarezza i capelli; Louis, timidamente, cerca di starmi vicino, proprio lui che timido non sembra.
Mi porta verso la spiaggia, probabilmente si è accorto di quanto mi piaccia il mare ed apprezzo il fatto che voglia farmi sentire a mio agio.
Un po' alla volta sto capendo che tanto stronzo non è, resta il fatto che è dannatamente bello.
D'un tratto inizia a solleticarmi e d'istinto inizio a scansarmi dai suoi colpi, ma non si arrende e mi costa dirlo: come nei film iniziamo a correre tipo bambini per tutta la spiaggia ridendo da mancare il fiato.
Le forze mi stanno abbandonando nuovamente, mi stringo il petto e sento che il mio cuore è affaticato; tutto ciò che capisco sono le parole chiarissime che urla Louis "MARIA, COS'HAI?" terrorizzato.
La mia vista inizia a definire meglio il volto di Louis steso accanto a me ancora terrorizzato.
"Non preoccuparti, Lou, solo piccoli problemi di cuore" gli sorrido col mio volto che da pallido inizia a riprendere colore.
Sembra che al suono della parola Lou si sia addolcito, magari gli piace essere chiamato così.
E a me piace far addolcire le persone.
Si è fatto davvero tardi, questa serata è letteralmente volata e Louis sembra non accorgersene affatto: è ancora steso accanto a me.
Riesco a sentire il suo profumo che mi riempie i sensi e allo stesso tempo mi fa impazzire. D'un tratto inizia ad accarezzarmi il viso, fino a scendere lungo il corpo; gli blocco il braccio e lui ridacchia, poi lentamente si alza e mi fa cenno di tornare.
Lo seguo.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Chapter 4 ***


È così carino e dolce con me, eppure non mi ci fido del tutto. Essere dolci non vuol dire pretendere di uscire con qualcuno, credo ci sia ancora molto da scoprire.
Sono ancora avvolta dai miei pensieri quando Rob inizia a messaggiarmi.

"Com'è andata con Louis? Dimmi tutto, dai. A proposito, lo sai che mi sto sentendo con Harry?"

Sorrido a quel messaggio, ma non le rispondo: lo farò domani, sono completamente distrutta.

***

Stamattina è stata un po' critica, se non fosse stato per mia madre ora sarei ancora nel letto anzicché a scuola: inutile dire che maggior parte della notte l'ho passata a pensare.
Non so la mia reazione oggi, se e quando vedrò Louis, perché ho paura di perdermi nei suoi occhi. È una sensazione stranissima, diversa da quella che ho provato verso Liam.
"Prof possiamo uscire io e Maria?" interrompe Rob prima del consenso del prof. L'ha fatto apposta per far sì che m'incontri con Louis, ora mi sentirò davvero in difficoltà.
Mi alzo, mi dirigo verso l'uscita e lascio chiudere la porta dell'aula alle mie spalle.
Fisso Rob con aria scocciata mentre lei mi sorride, convinta del fatto che mi stia aiutando. A parte ciò, mi giro e rigiro intorno e vedo tanti volti conosciuti, tranne quello di Louis.
Solamente quando vedo Rob allontanarsi da me ridacchiando, mi accorgo che di fronte a me, circondato da ragazze, c'è proprio lui.
Sorride, si vede che sta bene, sembra già essersi dimenticato di me. Sono già vari minuti che lo fisso senza nemmeno battere ciglia, quando d'un tratto i nostri occhi s'incrociano e si dirige verso me.
Mi sento di fuoco, vedo il suo sorriso e i suoi occhi che, maledetti, mi intrappolano.
"Chi si rivede!" mi sorride senza avere alcun risposta, avvicinando le sue labbra alla mia guancia. Sento il suo fiato sul mio collo, sensazione che mi porta a chiudere gli occhi e a sorridere come un'ebete. Peccato siano solo pochi secondi.
Mi sento letteralmente osservata, o meglio dire, lo sono. Abbasso il capo dalla timidezza quando Louis mi sorride, mi prende la mano e mi porta con sè. Le sue mani calde attorno alla mia vita mi fanno sentire al sicuro e a mio agio, sento che non esiste niente e nessun'altro oltre noi.
Siamo giunti in una delle aule libere della scuola, lui mi guarda e mi dice: "ora ti senti ancora osservata?" continua a sorridermi. Faccio cenno di no.
Mi spinge contro uno dei primi banchi e mi abbraccia, io cerco di essere rigida anche se è così morbido e profumato da non resistergli. Sono sicura che lui la trovi una sfida il fatto che non ricambi.
Porta nuovamente la sua testa vicino la mia guancia, questa volta però si sposta fino al collo e mi lascia un morbido bacio provocandomi la pelle d'oca. Sposto la testa lateralmente lasciandogli spazio, non riesco a controllare i miei movimenti; lui si è accorto che è il mio punto debole, per questo lo fa ripetutamente.
Finalmente trovo il coraggio di allontanarlo, ha un metodo di seduzione capace di far impazzire chiunque. Però sta ancora lì a fissarmi, a dieci centimetri di distanza, con quegli occhi maledetti che m'ipnotizzano.
Non si arrende proprio, inizia ad abbracciarmi di nuovo e a questo punto cedo al suo abbraccio. Mi tiene stretta forte a sè, come per paura che io scappassi; continuo a non controllare i miei movimenti quando sento le mie braccia avvolgere il suo busto. Riesco a sentire che è soddisfatto, maledetto ragazzo.
"Ottengo sempre ciò che voglio" mi sussurra con aria maliziosa sfiorandomi la bocca con la sua. Mi sposto.
"Non credo proprio" gli rispondo con aria minacciosa "devo andare in classe che è tardi" cambio discorso e guardo l'orario sul cellulare: sono passati ben venti minuti.
"Stasera" mi blocca "stasera u-usciamo?" inizia a balbettare. Mi fa impazzire quando fa così.
"Forse si, forse no" ridacchio prendendomi gioco di lui "ti lascio il mio numero? Così almeno puoi mandarmi un messaggio e ti dico" mi avvicino a lui prima ancora della sua ovvia risposta e gli sfilo il cellulare dalla tasca del pantalone segnando il numero in rubrica.
"Era ciò che aspettavo" mi fa l'occhiolino, si riavvicina e mi lascia un ultimo bacio sulla guancia.
Mi dirigo in classe, già consapevole di essermi beccata un rapporto, quando trovo Rob già seduta al banco che mi sorride e il prof che fa finta di nulla. Sicuramente quella peste si è inventata qualcosa, fatto sta che mi ha salvata: menomale.

***

Sto pensando a cosa mettere stasera, ci andrò sicuramente, e Rob già mi ha messo da parte vari vestitini dal mio armadio, anche se sto optando per i miei pantaloncini di jeans a salopetta. Voglio solamente essere me stessa.
Sfilo il cellulare di tasca e inizio a digitare un sms per Louis:

"Già so cosa mettere stasera, probabilmente ti deluderò. Piuttosto, a che ora passi a prendermi?
Maria xx"

Neanche il tempo di riporgere il cellulare in tasca che mi arriva la sua risposta.

"Sapevo avresti accettato, tieniti pronta per le 19:30!
Lou xx"

Sorrido al suo messaggio e sfilo dall'armadio la mia salopetta. Metterò quella. Rob sbuffa e mi ripete sempre che dovrei essere più elegante, ma poco m'interessa siccome, ripeto, preferisco essere me stessa.
Tra doccia, trucco, shampoo e cose del genere si sono già fatte le 19:30 e Louis è già in orario sotto casa. Mamma mi sorride, leggo la sua felicità negli occhi; ricambio il sorriso ed esco di casa.
Vedo solamente le iridi di Louis che mi squadrano dalla testa ai piedi seguite da un enorme sorriso: per un secondo ho creduto di volare. Mi lascia uno dei suoi morbidi baci sulla guancia e mi sussurra: "sei bellissima!" poi alza il tono "e chi ti ha detto che salopette/bretelle sono i miei indumenti preferiti?"
Abbasso il capo dalla timidezza e scrollo le spalle come per dirgli 'nessuno', mi sorride ancora prendendomi per mano e mi accompagna in macchina.

***

Qui al ristorante mi giro intorno e vedo coppiette ovunque, l'amore nei loro occhi è chiaro: chissà cosa possono pensare vedendo me e Louis. Lo stesso, probabilmente. Sembriamo sicuramente fidanzati.
Louis non smette di fissarmi, mi rende ancora più timida di quella che sono. Forse si sarà accorto che i suoi occhi mi fanno impazzire, però mi fissa in un modo diverso da un semplice 'stronzo in cerca di amore'. È innamorato.
Non si è accorto che sta facendo innamorare anche me, così presto, con una ferita ancora fresca e soprattutto mi sta facendo innamorare ancor di più rispetto a Liam. Mi fa davvero male ammetterlo.
Liam, quel nome è ritornato nei miei pensieri e le lacrime iniziano a pungere gli occhi in cerca di sfogo. Mi sento davvero un'idiota. Senza dire nulla, mi alzo davanti gli occhi di tutti e corro nel parcheggio seguita da Louis che si chiede cosa diamine mi sia successo.
Il mio istinto mi fa nascondere le lacrime, che Louis ha notato perfettamente.
"Ehi, Maria, cosa c'è che non va? Ho fatto qualcosa di male?" inizia a farmi l'interrogatorio, poi mi prende per il braccio e mi tira stretta a sè aspettando risposta.
"Nulla, Lou...è solo che è ritornato in mente Liam e..." m'interrompe Louis col suo dito sulle mie labbra in cerca di silenzio. Non avrebbe voluto riaccendere i ricordi, dovrebbe sapere che la colpa non è sua.
Asciugo le lacrime, gli sorrido e l'abbraccio di mia spontanea volontà. Lui inizia a stringermi, mi bacia sul collo, e i suoi capelli iniziano a solleticare il mio viso. Profumano così tanto.
Di scatto mi spinge contro la sua auto e inizia a sussurrarmi cose del tipo 'ci sono io' oppure 'non preoccuparti'. È così dolce quando lo fa.
Sono fragile, così fragile che ogni suo tocco mi fa sobbalzare, ogni suo respiro lo sento premere sulla mia pelle e ogni suo minimo bacio mi provoca brividi. Non riesco più a respingerlo, sto letteralmente uscendo fuori di testa.
Louis inizia a sfiorare le mie labbra senza ancora toccarle del tutto, in modo tale da aumentare il desiderio di baciarlo. "Ti voglio" mi sussurra.
A quelle parole mi mordo il labbro inferiore facendo passare la mia mano nei suoi capelli, e nel frattempo lui continua a sfiorarmi le labbra.
Giunti a questo punto, a fare il primo passo sono io, che mordo anche il suo labbro seguito da una leggera risata di soddisfazione da parte sua. Le labbra si premono una contro l'altra e gli occhi si chiudono in automatico, una sensazione di piacere oltrepassa interamente il mio corpo, dopodichè si uniscono anche le nostre lingue: un sapore unico. E non è il sapore di nessun cibo presente in quel ristorante. Semplicemente, è il mio primo bacio e lo trovo abbastanza magnifico.
Il tempo sembra scorrere lento, le nostre labbra si allontanano di pochi centimetri solo per riprendere fiato e desiderarsi ancor di più, i nostri corpi sono perfettamente uniti e il piacere aumenta ogni istante.
Mi allontano dalla sua bocca e entrambi sorridiamo; appoggio la testa sulla sua spalla.
"Ora sai dirmi, noi due, cosa siamo?" mi chiede soddisfatto. Sono letteralmente in difficoltà nel dare la risposta, anche se ovvia.
"D-dimmelo tu..." balbetto con gran rossore sulle guance.
"Uhm, fammi pensare. Fidanzati?" si finge ingenuo lasciandomi un altro bacio sulla fronte, allineata perfettamente con la sua bocca.
Non riesco a dargli una risposta certa, ridacchio solamente e mi godo quelle che sono le sue perfette braccia.
Ad interrompere il prezioso momento è un sms; mi si illumina lo schermo con la parola "mamma". Mi agito.

"Cara, hai visto l'orario? Devo preoccuparmi?
Mamma x"

Sposto i miei occhi dall'sms all'orario ed effettivamente è abbastanza tardi.
Di corsa entriamo in macchina e c'immergiamo per le strade della città fino a raggiungere, in pochi minuti, casa mia.
"Piccola, ci vediamo domani a scuola allora?" mi chiede con l'espressione di chi cerca disperatamente un bacio.
"Ovvio!" gli rispondo con un ultimo bacio prima di quella notte.
Profumo di lui, riesco ancora a sentire il calore delle sue mani sul mio viso e i miei amati baci sul collo. Sospiro e, come al solito, m'immergo nei pensieri. Tutto così in fretta, tutto così magnifico.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Chapter 5 ***


"Ehi, ma mi ascolti?" alza il tono Rob sotto lo sguardo del prof.
"C-cosa?" mi confondo ancor di più.
"Ti ho detto che Harry mi ha chiesto di uscire, ma come vedo sei con la testa ancora nell'uscita di ieri" sbuffa distogliendo lo sguardo dal mio, che si rallegra dopo la notizia.
"Davvero? Rob, giuro sono felicissima per te. E scusami se ultimamente sto con la testa tra le nuvole, sono i troppi pensieri" sospiro poggiando una mano sulla sua spalla. Intravedo un sorriso sul suo volto, già mi ha perdonata.
"Buongiorno prof, potrebbe uscire Maria?" interrompe Louis cercandomi tra i banchi.
I volti di tutti si soffermano su di me, compreso quello del prof che dopo varie domande, mi dà il consenso per uscire. Che imbarazzo avere gli occhi puntati addosso.
Esco dall'aula e tante ragazze mi guardano e mormorano tra di loro, nel frattempo Louis mi solletica facendomi urlare tra i corridoi. Il solito bambinone.
C'incamminiamo verso gli spogliatoi, l'unico posto più tranquillo lontano dagli occhi di tutte quelle 'papere invidiose'.
Louis non dice una sola parola, non apre bocca se non per darmi profondi baci; le sue mani stringono diverse parti del mio corpo in modo da rendere il mio respiro più affaticato.
Poggio una mano sul suo petto, lui mi prende per il polso e la sposta attorno al suo busto. Poi riporta la mano sul mio corpo, facendola salire lungo la mia schiena al di sotto della t-shirt. Assieme ai suoi movimenti, un brivido e un'inspiegabile sensazione mi fa piegare con il viso su di lui, che quasi affonda nel suo collo.
Quando la sua mano inizia a giocherellare con la chiusura del reggiseno, faccio un movimento brusco nella speranza di fermarlo. Ma continua con forza.
Mi allontano e gli urlo "no, non qui, non ora" con tono deciso e determinato. Annuisce imbarazzato.
Mi riavvicino a lui dandogli un forte abbraccio, poi sparisco tra i corridoi.

***

"Rob, devi mettere questo, non voglio sapere nulla" le indico un vestito nero dall'armadio, stretto fin sopra l'ombelico e morbido da lì a scendere "e queste!" sfilo, inoltre, dei tacchi dalla scarpiera che le ho regalato per i suoi sedici anni, pochi mesi fa. Lei annuisce, è ormai immersa nei suoi pensieri da innamorata, proprio come me. Ora può capirmi.
Dopo due lunghissime ore di "intensa preparazione", povera me, Rob s'inoltra per le strade della città. Vedo l'amore nei suoi occhi, dopo tanto tempo.

***

"Cosa?!" fisso mia madre dopo aver ricevuto una bellissima notizia, che tanto bella non è. Deve raggiungere mio padre all'estero ed io resterò sola, dovrò occuparmi di tutto.
"Sei abbastanza responsabile" continua a ripetermi: non mi ha mai lasciata sola in casa per qualche settimana. Credo proprio che saranno i giorni più belli di sempre, già immagino il caos che creeremo io e Rob; solo a pensarci mi si illuminano gli occhi.
Afferro il mio inseparabile cellulare e digito l'ennesimo sms per Rob:

"Stasera facciamo un pigiama party, mamma è già d'accordo, devo darti una notizia magnifica! ;)
Maria xx"

Non mi aspetto un'immediata risposta, questo sicuramente, perché starà ammirando gli occhioni verdi di Harry, però è sottinteso che accetterà non appena leggerà l'sms.
Inizio a selezionare già vari titoli di film da poter vedere stanotte, anche se alla fine il film è utile solo per fare luce nella stanza: io e Rob finiamo sempre per parlare di altro. È inevitabile.

Ore 22:00.

Il mio schermo s'illumina con due nomi, due nuovi messaggi:

"Sei ancora sveglia, piccolina? Vorrei tanto riempirti di coccole.
Lou xx"

"Maria, sto tornando. Harry è incantevole, dovresti vederlo!
Rob x"

Mi addolcisco alle parole di entrambi, ma rispondo solo a Lou siccome Rob a momenti sarà qui.

"Mi mancano i tuoi famosi baci sul collo, non vedo l'ora di vederti!
M xx"

Bussa il campanello, sobbalzo e inizio ad agitarmi: mamma sta dormendo, deve affrontare un lungo viaggio. Corro giù ad aprire Rob, lei mi si fionda tra le braccia, e vedo andar via quella che dev'essere l'auto di Harry.
"Lui, lui è così dolce! Sono stata tra le sue braccia tutto il tempo, ho visto i suoi occhi: capisci?" inizia a parlare a raffica facendomi capire poco e niente.
La guardo confusa, inizio a ridere e lei mi fissa cercando risposta.
"Rob, non sai ancora qual è il motivo principale per cui sei qui ora, sbaglio?" abbasso il volume della tv, che mostra scene del film scelto a vuoto.
Rob inizia a ricordare e preoccupata tace.
"Mamma domani parte per raggiungere papà, e resterò qui da sola! Non è magnifico?" le salto addosso entusiasta facendole cadere la busta di patatine che fino a poco fa stava reggendo. Lei mi guarda incredula, resta in silenzio per un minuto, poi le si illuminano gli occhi.
"Maria, cosa combineremo non immagini!" inizia a ridere immaginando già chissà cosa.
I nostri cellulari s'illuminano contemporaneamente: Louis ed Harry. Che coincidenza.

Louis: "principessa, mi apriresti la porta solo per darmi un bacio?
L xx"

Di scatto mi alzo dal letto e mi dirigo verso la finestra che affaccia sulla strada, sposto le tende ed intravedo l'auto di quel pazzo innamorato. Rob se ne accorge e mi spinge verso la porta d'entrata, dopodiché inizia una conversazione con Harry.
Apro la porta e trovo il mio pazzo con una rosa che emana un profumo indescrivibile.
Con gli occhi lucidi mi fiondo tra le sue braccia scoperte, che mostrano in pieno gran parte dei suoi tatuaggi: li adoro tantissimo. Lui inizia di nuovo a baciarmi e, ricordandosi del mio punto debole,  stuzzica il mio collo con baci e leggere carezze. Dev'essere davvero un folle per presentarsi sotto casa mia alle tre di notte solamente in cambio di un bacio. È quello che più mi piace di lui, il fatto che fa a tutti i costi ciò che vuole.
Gli mordicchio le labbra e fisso i suoi occhi in penombra: sembra facciano più luce di quanto ne offrano i lampioni.
Dopo dieci brevissimi minuti, gli lascio un ultimo bacio sotto gli occhi di Rob alla finestra ed inizio ad arrossire, poi lo saluto guardandolo sparire dietro la porta.
Rob sembra far finta di nulla, si sente più imbarazzata di me sapendo che l'ho beccata, poi inizia a ridacchiare e mi dice: "di questo passo finirai per ritrovarti con tanti baby Louis, lo sai?"
Le mie guance iniziano a farsi ancora più rosse, le sorrido e le do uno schiaffetto sulla spalla per la pessima battuta.
Doveva essere un pigiama party, ma una volta fatte le quattro di notte vedo solamente il volto assonnato di Rob che stringe a sè il suo cellulare al termine della conversazione col suo amato, con gli occhi che mano a mano si chiudono. Faccio lo stesso con la rosa regalatami poco fa dal mio folle; le forze mi abbandonano.

***

Mi rendo conto che è tarda mattinata quando vedo Rob saltarmi addosso con la musica dei miei idoli, completamente esausta. A svegliarmi è stata la musica, solo quella mi fa sentire davvero bene.
Metto il broncio quando mi accorgo che mia madre è partita senza neanche svegliarmi per un saluto, in effetti è la tipa che preferisce farmi dormire lasciandomi solamente un bacio.
Mi carezzo il viso nella speranza di sentire la dolcezza dei suoi baci.
È già mezzogiorno, accendo il cellulare e corro in cucina per preparare il pranzo. Nel frattempo Rob avvisa la madre di restare qui per pranzo. La madre ormai è consapevole che Rob passerà gran parte del suo tempo a casa mia, per questo la lascia fare: si fida ciecamente di me.
Non sono molto pratica con la cucina, faccio solamente pasticci, per questo lascio fare a Rob che è sicuramente più pratica di me. Lei sbuffa e ride roteando gli occhi.
Afferro il cellulare appena acceso.
3 nuovi messaggi:

Ore 7:00: "Amore di mamma, ho preferito non svegliarti perché ti ho vista stanchissima. Ti mando un enorme bacio.
Mamma xx"

Stringo a me il cellulare sorridendo, poi torno indietro nei messaggi per leggere gli altri due.

Ore 9:00: "Piccola, buongiorno e buona domenica! Dolce risveglio stamattina?
Lou xx"

Ore 11:00: "Ehi, ancora devi alzarti? Aspetto una tua risposta.
Lou x"

Inizio a ridere sotto lo sguardo di Rob che aspetta spiegazioni e digito l'sms per Louis:

"Ahaha, buongiorno anche a te Louis, cioè buon pranzo!
M xx"

Confusa come sempre, inizio a sentire le bestemmie di Rob e una puzza di bruciato assurda. Immagino cos'è successo: per parlare con Harry ha fatto bruciare tutto. Buono come inizio, no?
Chiamo la pizzeria, prenoto un paio di pizze e raggiungo Rob.
"Ho già prenotato le pizze, non cercare di nascondere il pasticcio che hai fatto, cara." le dico divertita, dopodiché lei annuisce imbarazzata.
Nell'attesa inizio a pensare, penso che tra una settimana compio già sedici anni, come sta volando il tempo.
Un altro messaggio:

"Tieniti pronta per le 18:00, ti porto in un posticino dove ci divertiremo un mondo!
Lou xx"

Non so se ha intenzioni perverse o altro, tutto dipende da come s'interpreta il messaggio. Preferisco altro.

"Vabbene, ci vediamo stasera.

M xx"

***

Rob è andata via, ha anche lei un appuntamento ed io sono già pronta: ho indossato dei pantaloncini di jeans ed un top, accompagnati da vans, e come acconciatura una bella treccia a spina di pesce.
Sento il clacson dell'auto di Louis, lo riconosco tra tutti, guardo l'ora e come sempre è in perfetto orario. Chiudo casa, getto le chiavi in borsa, mi precipito in auto e saluto Louis con un dolce bacio. Ha messo un profumo stupendo, si può dire il mio preferito. Sorrido ad occhi chiusi mentre lui è intento a guidare.
Dopo trenta minuti di attesa, mi indica il famoso posto da lontano: nessun albergo, casa abbandonata o altro. È un luna park, uno dei miei posti preferiti.
Mi si illuminano gli occhi di un verde ancora più acceso, che dolce è stato a portarmi qui.
Scendiamo dall'auto dopo aver trovato un tanto atteso posto nel parcheggio, e mi fiondo tra le sue braccia sussurandogli semplicemente un "grazie".

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Chapter 6 ***


ROB'S POV.

Harry non si stacca da me neanche un secondo, le sue braccia e le sue grandi mani mi tengono ben salda. Sicuramente non mi dispiace: è così dolce con me e mi fa sentire davvero al sicuro.
Le sue iridi verdi sono completamente l'opposto delle mie, marrone scuro, e mi fissano senza sosta. Di questo passo finirò per svenire.
"Sai, ho pensato molto a noi due..." interrompe i miei pensieri guardando nel vuoto. Lo fisso letteralmente confusa.
"C-che vuoi dire?" balbetto e, agitata, mi reggo sulle punte per arrivare alla sua altezza. Tentativo inutile.
"Sai, è che in questi giorni mi sono affezionato particolarmente a te, e sottolineo particolarmente. Ad esserti amico non riesco, e...non so come chiedertelo..." si passa una mano tra i ricci non riuscendo a terminare la frase.
"Accetto!" esclamo d'un fiato "voglio essere la tua ragazza" gli sorrido timidamente.
Vedo il suo sguardo incrociare il mio, un ampio sorriso incide i volti di entrambi e un dolce silenzio domina il momento.
Porta la sue mani ai lati del mio viso, io continuo ad alzare le punte e lui ridacchia, abbassandosi leggermente per 'aiutarmi'.
Quando i nostri volti si ritrovano finalmente allo stesso livello, ci avviciniamo lentamente uno all'altra e ci uniamo in un profondo e quasi interminabile bacio. I suoi ricci si uniscono ai miei capelli perfettamente lisci, altri mi solleticano la fronte.
Mi sento completa. È il mio fidanzato, cazzo. I suoi occhi, la sua bocca, la sua altezza, i suoi ricci appartengono a me.
Le mie mani non fanno altro che pettinargli i capelli, è per me una dipendenza, e a quanto pare non gli dispiace affatto.
Ai suoi dolci tocchi chiudo gli occhi, è così strano come le sue grandi mani mi accarezzino dolcemente facendo venir meno il mio esile corpo.
Le sue labbra continuano a premere contro le mie, spostandosi poi sul collo provocandomi gemiti e mordicchiando le mie orecchie assieme ai numerosi orecchini e piercing.
"Ora sei mia" mi sussurra dopo aver mordicchiato per l'ennesima volta il mio lobo, facendomi sussultare.
Gli sorrido e mi stringo ancor più forte a lui.

---

MARIA'S POV.

Louis non smette di divertirsi come un bimbo, anzi, peggio.
Non fa che ripetermi "vieni, questa giostra è davvero bellissima!" tirandomi per mano e costringendomi a provare le giostre dell'intero luna park.
Questa sera, in assenza di mia madre, non ho davvero intenzione di tornare presto a casa. Per una volta vorrei godermi la notte fonda.
Louis, esausto quanto me, mi guida verso l'uscita del luna park e c'incamminiamo per non so quale posto.
Sono distrutta, ho dolori dappertutto e ancora un senso di vuoto nello stomaco. Louis continua a ridere fissando i miei capelli ancora disordinati. Li aggiusto e gli faccio una linguaccia.
L'auto si ferma. Siamo giunti dinanzi un bar.
Scendo dal veicolo seguita da Louis ed entriamo. Lui sembra conoscere tutti, non fa altro che salutare ragazzi e ragazze. Quest'ultime quasi gli si buttano addosso senza degnarmi nemmeno di uno sguardo.
Stringo i denti e contemporaneamente anche la mano di Louis, è solo mio.
Mi lascia tra la folla e torna dopo pochi minuti, con un cocktail per me e per lui.
La gente continua a fissarci.
Non vedo l'ora di uscire da qui, c'è puzza di sudore, birra e fumo mischiati. Sono questi i posti che frequenta l'idiota di Louis?
"Non far caso a quella gente..." mi lascia una carezza dispiaciuto per la strana accoglienza.
Annuisco, e gli schiocco un bacio sulle labbra.
Lui mi tiene stretta a sè, e riesco a capire che ama sentire il mio seno su di lui. Che pervertito.
Le sue mani scendono fino al fondoschiena, cedo al suo incantevole tocco. Mi stringe i glutei e chiude gli occhi dal piacere. Per un secondo li chiudo anch'io, poi ridacchio provocandolo e allontanandomi da lui.

***

Sono le due e trenta di notte e io e Louis siamo a casa mia, resta qui a dormire.
Lui è di là sul divano, probabilmente, ed io sono appena uscita dalla doccia.
Risciolgo i capelli facendoli cadere sulle spalle nude, dopodiché indosso il completo intimo. Mi volto, pronta per dirigermi in camera mia, abbasso la maniglia della porta e sobbalzo dopo ciò che vedo: Louis a torso nudo che mi squadra dalla testa ai piedi con sguardo sexy. Avrei dovuto aspettarmelo da quel coglione.
Corro in camera mia ancora sotto il suo sguardo e chiudo la porta, vedendolo sparire. Di fretta, sfilo dall'armadio il mio pigiama e l'indosso.
Raggiungo Louis in camera che ride di me e, timidamente, gli do uno schiaffo tuffandomi sotto le lenzuola con il broncio.
Si avvicina a me e mi lascia baci sul collo. Ecco, proprio lì doveva stuzzicarmi. Poi mi sussurra "Una bimba timida...mh, mi piace" ridacchiando e dandomi morsi sulla guancia.
"Io bimba? Non mi conosci affatto, bambinone" lo provoco soffermandomi alla vista dei suoi tatuaggi. Ora che è a torso nudo, riesco a vederne altri: li amo.
Inizia a solleticarmi e a farmi perdere il respiro dalle risate; l'imploro di smetterla. Non ha proprio intenzione di farlo, per questo cerco di scansarmi dalla sua presa, spingendolo dall'altro lato del letto.
Mi siedo sul suo petto bloccandolo, sembra piacergli.
Le sue mani spostano la maglia del mio pigiama verso su e inizia a lasciarmi baci sulla pancia. Rido a quella sensazione.
Chiudo gli occhi quando lo sento avvicinarsi al seno, sempre più intento a spogliarmi. Via la maglia, via i pantaloni, via intimo di entrambi e sguardi si soffermano su ogni minimo punto del corpo.
Ah, quei tatuaggi.
I suoi baci sul mio seno mi danno una sensazione strana e piacevole allo stesso tempo: è la prima volta, ho paura, ma il fatto che sia Louis mi rassicura. E molto.
Dopo cinque minuti di soli e intensi baci su tutto il corpo, succede quel che succede. È una sensazione di dolore e piacere che si mischia formando un momento magico, le mie mani sono tra i suoi capelli spettinati senza alcun intenzione di mollare la presa.
Dolore, piacere, dolore, piacere: solo questo. Inizio a sudare e ad emettere gemiti, seguiti dalla sua bocca contro la mia per bloccarli.
Sembra così esperto, ma anche dolce in ciò che fa: vuole farmi sentire a mio agio, sapendo anche che è la prima volta. Ed è anche capitato così presto.
Tremo, non faccio altro che tremare, colpa dei brividi che percorrono il mio corpo.
Lascio umidi baci sulla fronte di Louis, e non faccio altro che sussurrargli "continua", anche controvoglia. È una sensazione bellissima, e Louis non fa altro che fissarmi stupito: mi crede, o meglio credeva, più timida.
Dopo un lungo periodo di piacere, copro il mio nudo corpo con le lenzuola ed arrossisco...mi sento davvero strana a vedere Louis dopo aver fatto l'amore, è soddisfatto e non sembra mostrare traccia di timidezza.
L'opposto di me, in poche parole.
Sposta con la sua mano i miei ricci che cadono sulle spalle, per dar spazio alla sua bocca e farmi provare ancora più piacere. Il collo.
Sento un formicolio percorrermi il corpo e vedo solo buio, i miei occhi non reggono tale sensazione. Sono distrutta, dal divertimento delle giostre al piacere di poco fa, e credo di desiderare ancor di più Louis. Mi fa sentire diversa, più grande, più dolce.

LOUIS'S POV.

Non l'ho mai fatto provando una sensazione del genere, sono davvero innamorato. Oltretutto, più fisso i suoi occhi verdi e i suoi boccoli neri e più la voglia di averla per tutta la vita aumenta.
Sembra soddisfatta di me, credo di essere stato abbastanza dolce. Eppure l'ho fatta impazzire.
E a pensare che inizialmente non voleva saperne di me, ora non evita di riempirmi di baci e coccole.
Ed io sono molto, molto fiero di questo amore. Strano, ma meraviglioso.

***

MARIA'S POV.

Questa mattina mi sono svegliata avvolta dalle braccia di Louis, con un raggio di sole proveniente dalla finestra.
Mi sento ancora strana per ieri sera, ma al settimo cielo. Non faccio altro che pensarci.
Fisso Louis ancora dormiente carezzandogli i capelli e torturandogli le labbra, fin quando il mio sguardo non si perde sulla sua nuda figura colma di tatuaggi. Arrossisco per il fatto che sia ancora nudo, ma è anche eccitante.
Alzo lo sguardo e m'accorgo che mi fissa sorridendo e stropicciandosi gli occhi, mi stringe a sè ed iniziano di nuovo un giro di baci umidi ovunque, tanto per iniziare la mattinata in amore.
Lo amo, lo amo più di qualsiasi altra cosa. Ha reso il mio cuore più forte, ed ora appartiene a lui.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Chapter 7 ***


Sono passati già due mesi da quando ho conosciuto Louis e il freddo dell'inverno inizia a farsi sentire sulla mia pelle, ormai senza più traccia di abbronzatura.
Mia madre è tornata, è passato il mio compleanno e le cose con Louis vanno benissimo. Ha legato molto con sua suocera.
Oggi purtroppo sarà una giornata noiosa, non vedrò Louis, non è mia abitudine. O meglio, ho intenzione di raggiungerlo fin sotto casa.
Indosso un maglioncino color grigio e dei jeans attillati, fiondandomi poi in strada a fare un regalino per i nostri due mesi: oggi.
Entro nel negozio e inizio a squadrare vari oggetti presenti sugli scaffali, ad ogni cosa roteo gli occhi pensando "inutile". Dopo cinque minuti afferro un semplice orsacchiotto con accanto un cuore e su scritto "I love you", le cose tradizionali insomma.
Soddisfatta arrivo sotto casa del mio amato e vengo accolta da sua madre, l'ho conosciuta da poco e già mi sta simpatica. Da ciò che vedo, sarà appena tornata da varie compere.
Ho una strana sensazione, perché? Non mi sono mai sentita così.
Cerco le braccia di Louis, ho le allucinazioni.
Sento gemiti provenire dalla camera sua. Si è sentito male? Sono io che sto male?
Una lacrima si fa spazio sul mio viso mentre arrivo sulla soglia della porta,fisso la maniglia, trovo coraggio e apro.
Il mio cuore rallenta, di nuovo, ho paura di non farcela. Lascio cadere il regalo per terra. Ma cosa vedo?

***

"Si è ripresa!" le urla di mia madre rimbombano in quello che deve essere il solito ospedale. I medici sorridono.
Non rispondo, non parlo, piango solo. So fare solo questo, per questa maledetta debolezza.
Quelle scene si incidono nella mente. Louis, è stato lui. Mi ha tradita.
Lui e lei sul nostro letto. Nostro, solo nostro.
E lei...lei l'ho riconosciuta a stento, la ragazza più antipatica della scuola.
Quello stronzo non ha pensato a me, al mio cuore, a noi. Niente, niente di niente.

LOUIS'S POV.
È tutta colpa mia, non mi perdonerà mai. Ho promesso, o meglio, avevo promesso a me stesso di proteggere il suo debole cuoricino. E poi?
E poi l'ho distrutto.
Mia madre non fa altro che fissarmi disgustata impedendomi di raggiungerla in ospedale.  Si sarà ripresa?
Amo solo lei, ma non ero in me quando l'ho fatto. Non ci sono braccia migliori delle sue.
"Mamma, non rompere, devo raggiungerla" sono disperato.
"Fra poco uscirà dall'ospedale, devi darti forza perché per lei non sarà la cosa migliore vederti. Accettalo, gli errori si ripagano." mi carezza il volto con una lacrima che le attraversa il viso.
Ci tiene a lei, quanto me, o forse più dopo ciò che ho fatto. Almeno lei ragiona, io no.
"Mamma, io vado, non m'interessa di nulla. Il suo cuore vuole me, la sua testa probabilmente no, ma senza di me non ce la farà." mi fiondo in auto senza sentire storie.
Sono nervoso. Le altre macchine suonano il clackson senza sosta contro di me per l'eccesso di velocità, ed io sembro avercela anche con loro.
Ce l'ho con me stesso, ce l'ho con il mondo.
Arrivato, tolgo le chiavi dall'auto e noto le finestre chiuse. Starà ancora arrivando.

MARIA'S POV.
Siamo a piedi, io e mamma, appena uscite da quell'inferno. Ormai lo guardo come un posto abituale.
Quasi non mi reggo in piedi, sono a pezzi, io e il mio cuore.
Vorrei tanto vedere Louis, quello di una volta, quello che quando ti spoglia ti fa sentire solo l'unica. L'unica che ama.
Se solo ci fosse Liam qui...
Da lontano noto la mia casa, con una figura che non riesco a mettere a fuoco. Sarà Rob?
Quando mi accorgo di quel viso conosciuto, mi volto verso mia madre e le sussurro "non voglio vederlo".
Annuisce e si dirige verso di lui parlandogli con calma e facendolo allontare.
Entro in casa a testa bassa, cerco nel buio l'interruttore della luce e, accendendolo, vedo Rob ed Harry in primo piano e dietro la mia classe che mi urla "sorpresa!".
Tutto questo per me? Neanche fosse il mio compleanno.
Fingo un sorriso e mi fiondo tra le braccia di Rob, poi guardo mia madre, complice di tutto. Fa finta di nulla.
È vero, l'amicizia conta più di tutto.
A turni, mi salutano tutti con baci e carezze e mi offrono del cibo preparato apposta per me.
In realtà vorrei solo dormire, sono stanchissima...

***

Questa mattina Rob non mi dà tregua nonostante il prof ci abbia riprese varie volte.
"Harry a letto? Ma tu lo immagini? Mi ha fatto sentire unica, è un piacere assurdo" guarda verso l'alto probabilmente pensandolo.
Io la fisso imbarazzata, sarebbe capace di spiegare tutto nei dettagli, ma non faccio altro che pensare al mio Lou...
"Maria e Rob, vi invito ad uscire fuori!" ci punta il dito contro, il prof, con le sopracciglia aggrottate. Ha ragione.
Ci alziamo e ci dirigiamo verso la porta.
Oggi i corridoi sono pieni, c'è vivacità in qualsiasi punto. Ho paura di incontrarlo, anche se vorrei.
"Rob, mettiamoci in disparte, già sai il motivo..." fisso il vuoto.
"Non mi stuprerai mica?" ridacchia da sola, non è affatto divertente..
Andiamo verso gli spogliatoi accendendo un paio di sigarette, tanto per sentirci più ribelli. Non è un vizio, lo faccio quando sono nervosa o triste.
Tra tutto il fumo che abbiamo creato in quel piccolo spazio, sento dei passi: saranno i bidelli?
D'istinto mi nascondo dietro l'armadietto e sbircio.
Noto un capo abbassato, non mi è nuovo. Si, è lui.
È distrutto, più di me. Spalanco gli occhi alla vista della sua mano sanguinante stretta in un pugno.
Due sono le cose: o avrà dato un pugno chissà dove per il nervosismo, o addirittura a qualcuno.
Rob esce allo scoperto spingendomi contro il muro come per farmi capire che devo tacere.
"Stavo fumando, pensavo fosse un bidello, e invece sei tu." gli dice con tono freddo.
Lui alza il capo con varie lacrime di dolore.
"Sono...sono esausto. Non è da me piangere, ma sono stato uno stupido. Non mi perdonerà mai più!" bagna la sua mano sotto l'unico rubinetto presente lì. Si evidenzia un graffio abbastanza profondo.
"Cos'hai fatto?!" Rob indica quell'orrore.
"Nervosismo..." lo nasconde nelle tasche.
Silenzio.
Esco allo scoperto anch'io, sento che il mio cuore si sta indebolendo, richiedo le sue braccia.
Mi nota con gli occhi spalancati, si avvicina e mi avvolge in un dolorosissimo abbraccio. Piangiamo entrambi.
Rob sorride. Mi sento meglio.
Da quelle calde braccia il mio corpo si allontana, non devo starci. Ci sto bene ma il dolore è troppo.

***

"Maria, devi mangiare!" le parole disperate di mia madre riecheggiano nella mia camera.
Al solo pensiero del cibo mi viene un disgusto allucinante, non le rispondo.
Sono una pessima figlia, sta soffrendo troppo per me eppure non riesco a migliorare.
Passano i giorni e il mio corpo s'indebolisce a vista d'occhio, le ossa si notano sempre più e le lacrime silenziose di mia madre sono quotidiane.
Non faccio altro che stare sott'occhio di psicologi e dietologi che non fanno altro che ripetermi "andrà tutto bene". Ma quando? Quando sarò stesa a terra già morta?
Sono convinti che facciano bene il loro lavoro, ma non sono mai stati nei panni di qualcuno nelle condizioni come le mie. Una laurea non conta un cazzo.
Sono consapevole, senza Louis morirò. Eppure...eppure preferisco morire.
A volte sono talmente debole da non sentire il mio corpo, da non riuscire nemmeno a parlare. Mi guardo le braccia e profondi tagli si fanno spazio incrociati.
Li copro con i miei amati maglioni, meglio non dare ulteriori preoccupazioni.
La morte mi fa paura, ma cos'è in confronto a ciò che sto passando?

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3091025