Tienimi

di _Let_It_Be_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Colpa della sbronza ***
Capitolo 2: *** La mia alba. ***



Capitolo 1
*** Colpa della sbronza ***


Aveva sempre amato i suoi dolci modi di fare, ma non ci si era mai soffermata. Come quando non ci si sofferma a guardare le stelle poiché di scontata bellezza seppur, la sua, scontata non fosse mai stata. Notò che aveva il profilo di un super eroe sebbene non ricordasse quale, forse il suo: aveva tratti netti, sicuri, incorniciati da capelli di un castano così chiaro da sembrare biondo. Lei disse che prima che cominciasse a colorarsi capelli, avevano un colore simile ai suoi e lui di tutta risposta le disse ‘Color Antonio’. Ginevra disse che avrebbe fatto un disegno in cui sarebbe predominato quel colore, ridendo, e lui ridendo la pregò di farlo. Antonio la tenne stretta a sé tutta la sera e le parlò guardandola dritto negli occhi, lei quasi arrossiva, e allora sorrideva, e lui la guardava sorridere. Lei si sentì bella quella sera e si sentì bene. Chissà lui, invece, come si sentiva mentre la abbracciava. Chissà se si sentiva nello stesso modo quando abbracciava le altre o con lei era qualcosa di un po’ più speciale. Le disse ‘Sei come me, ascolti ogni tipo di musica’ e ascoltarono dai Doors ai Subsonica a Bob Marley. E lui rideva e la guardava, e lei rideva e lo guardava. Ed erano abbracciati. Poi lei se ne andò e cercò di non pensarci. ‘E’ solo la mia immaginazione, non c’è stato nulla’ disse tra sé e sé. Ma gli altri presenti sembrarono trasparenti, inesistenti, quella sera. Lo tenne per sé prima di raccontarlo al foglio, nessuno avrebbe mai dovuto sapere di quanto si illuse sotto quella luna, pensando a lui. Nessuno avrebbe mai saputo che sentì il suo cuore ricominciare a battere. Nessuno avrebbe dovuto sapere che, nel suo piccolo, ancora si illudeva un po’. Il giorno dopo, Ginevra riascoltò tutte le canzoni che fecero da sottofondo quella sera, avevano un suono diverso benché la melodia fosse la stessa. Ripensò a quando dolcemente Antonio le baciò la guancia più di una volta, e a quanto lei desiderò che fossero le sue labbra ad esser state baciate. Negò di avere gli occhi innamorati dopo quella sera, lo negò per paura che fosse tutto solo e puro frutto della sua immaginazione, lo negai a sé stessa. Lo negò sperando che il frutto della sua immaginazione, un giorno, sarebbe potuto diventare reale. Fu come quando ci si sveglia dopo aver fatto un sogno bellissimo e le notti dopo ci si riaddormenta sperando di continuarlo: nella maggior parte dei casi non succede, ed era questo che temeva. Temeva che con il tempo si sarebbe accorta che era stato tutto davvero frutto della sua fantasia, e la cosa non le sarebbe piaciuta affatto.

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Capitolo 2
*** La mia alba. ***


Ti ritrovo nelle piccole cose, nel gesticolare di due mani, nelle piegature di una fronte.
Ti ritrovo in un paio di occhi che non assomigliano minimamente ai tuoi
Perché li paragono a loro e scopro quanto non sappiano di nulla, quanto non mi trasmettano nessuna emozione in confronto a quado guardavo te.
Ti ritrovo nei passi che percorro nell’attraversare la strada, verso scuola, verso casa.
Ti ritrovo, ti ricordo, perché sei stato la cosa che sembrava andare del verso giusto, in una vita che non seguiva un senso logico.
Sei stato l’alba dopo una lunga e straziante notte, di quelle in cui, per via della paura, ti rimbomba nella testa anche il minimo rumore, di quelle in cui ti arriva all’orecchio persino il più inudibile dei bisbigli. Ecco, sei stato la mia alba dopo una di queste notti, quel momento di pace interiore, quel momento in cui ti senti al sicuro e hai la vaga certezza che, anche se solo per un periodo relativamente lungo di tempo, sei al sicuro.
E l’alba viene una volta al giorno.
E per rivederti dovrò affrontare un’altra lunga e terrificante notte, con la certezza, però, che ne varrà la pena.
Sei la mia motivazione, l’unica cosa per cui riesco a trovare qualche briciola di pazienza, qualità che non mi appartiene.
Come il sole all’alba, poi, mi sfiorerai senza nemmeno che io me ne accorga.  Lo farai con piccoli gesti impercettibili a chi è estraneo a questa situazione.
E io non aspetto altro, credimi, anche se cerco di apparire sicura di me, senza alcuna paura e estranea al bisogno di te ma, comprendimi, se così non facessi, queste ombre, di questa oscura notte, mi inghiottirebbero.
Allora, dormi, amore mio e non sognarmi come faccio io.
Dormi, amore mio, e io ti aspetterò, mio caro sole, l’indomani, all’alba.

 

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