Il rumore del silenzio

di Filmaustencat
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Souls meeting ***
Capitolo 3: *** Lay down the arms ***
Capitolo 4: *** Day of firsts ***
Capitolo 5: *** Red hell ***
Capitolo 6: *** Open door ***
Capitolo 7: *** Bitter Sweet Cat ***
Capitolo 8: *** Hopeful smile ***
Capitolo 9: *** Washing machine ***
Capitolo 10: *** Secrets of the heart ***
Capitolo 11: *** Choose ***
Capitolo 12: *** Tear ***
Capitolo 13: *** Disillusion ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Spesso nella vita si agogna il silenzio, si cerca la pace. Un modo per sfuggire a tutto il rumore e la confusione che regnano nel nostro cuore come un peso, un blocco. C'è però anche chi, nel silenzio ha trovato quel rumore, quello più importante. Quello di un cuore che dopo anni riprende a battere.
Draco Malfoy è tra queste persone. -Nella mia vita tutto ciò che provavo veramente lo nascondevo, accuratamente, minuziosamente, portavo una maschera! Una maschera costruita su insulti, frasi cattive, denigrazioni e schiantesimi! Insomma la voce era la mia maschera! Quando quella pozione mi ha privato di essa non avevo più barriere ed il mio cuore grazie a te ha ripreso il suo vigore, la tempra che non aveva mai avuto e che avrebbe dovuto avere tempo fa. Rimpiango tutto il tempo in cui il rumore assordante dei miei pregiudizi mi ha privato di momenti di silenzio in cui avrei potuto riflettere. Riflettere come sto facendo ora. Riflettere su quanto io ormai senta solo il battito del mio cuore. Il mio cuore che ora batte solo per te.-




Angolo autrice: Ciao a tutti...non so sinceramente cosa dire...se comincio poi continuerò a sproloquiare quindi mi conterrò e mi limiterò a dire che le recensioni o qualsiasi segno di apprezzamento sono molto graditi. Questa è la mia prima storia e ci tengo davvero. Come potrete intuire dai prossimi capitoli o anche dall'introduzione in questa storia il protagonista maschile non parlerà mai! Eh si...lo farà solo per iscritto e se mi seguirete capirete il perché. Il prologo è corto e io odio o capitoli corti ma l'ho scritto e pubblicato perché non stavo più nella pelle. I CAPITOLI VERI E PROPRI SARANNO MOLTO PIÙ LUNGHI. In questo volevo vi concentraste sulla dolce dichiarazione d'amore. (La frase d'introduzione è di Luna del Grande)

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Capitolo 2
*** Souls meeting ***


Molto probabilmente chiedere ad uno studente di descrivere cosa sia lo studio non sarebbe una buona idea: oltre ad una serie di imprecazioni non uscirebbero dalle loro bocche altre parole che inutile, perdita di tempo, complicato e noioso.

Ma questo non varrebbe per Hermione Granger, caposcuola Grifondoro, sedici anni, amica del leggendario Harry Potter ma soprattutto, come fosse un insulto, grande amatrice e sostenitrice dello studio compulsivo. I suoi continui ripassi la rendevano la migliore della scuola ma, i suoi altrettanto continui rifiuti ad incentivare qualsiasi forma di sotterfugio o tentativo di copiare (o far copiare sotto imperius ad altri), i compiti per la settimana la rendevano in egual misura antipatica. Ma lei, incurante delle critiche, continuava a giustificarsi…(ops lei non si giustifica. Riproviamo) …a risanare la sua immagine dicendo che operava per il bene della conoscenza: -Voi non capirete mai che copiando non imparerete nulla- continuava a ripetere.
Sarebbe bastato conoscere un piccolissimo particolare ai Grifoni in difficoltà che le chiedevano, implorando aiuto e cioè che molto spesso, nonostante il pugno di ferro della ragazza, i suoi due migliori amici riuscissero ad incantarla con una faccia da cane bastonato suscitandole una tale pena che le impediva di essere dura con loro lasciandogli così "accidentalmente" aperti i quaderni per "dare un'occhiata" e controllare se avessero fatto bene i loro esercizi. Ron soprattutto come suo ragazzo le aveva detto che uno dei doveri di coppia fosse quello di aiutarsi nel bene e nel male e lui, nel male, ci si trovava spesso. I due però stavano molto attenti a non apparire come degli approfittatori anche perché volevano bene ad Hermione e non volevano minimamente sfruttarla.
La rispettavano e la ammiravano profondamente con la stessa profondità cui la loro amicizia era radicata ormai da tempo. 

E sempre sullo studio ruotava la conversazione dei tre quella mattina…

-Nonostante io sia al mio quarto ripasso non ho la minima intenzione di precludermene un altro per una stupida partita di quidditch!- dichiarò indignata la riccia una mattina in Sala Grande mentre stava facendo colazione con i suoi due amici. -E dai Herm! E' la finale: non puoi mancare…insomma quando ti ricapiterà di vedere i tuoi bravissimi Grifoni contro quelle ignobili serpi!- continuava a pregarla il suo ragazzo. -Senti Ron per l'ultima volta: domani abbiamo il compito di Pozioni e sai quanto io ci tenga visto che sono già penalizzata dall'odio che Piton prova verso di me e non me la sento di non studiare per vedere ancora una volta solo quanto le serpi siano disoneste- disse spezzettando del pane -e inoltre- aggiunse rivolgendosi a Harry che si stava strafogando -non voglio vedere la tua morte in diretta dopo che Malfoy con uno dei suoi trucchetti ti avrà fatto evanescere la scopa-.
Il ragazzo in questione stava varcando la soglia dell'imponente portone della Sala catalizzando su di se tantissimi sguardi: ammirati da chi aveva gli occhi contornati da mascara vanesio e di odio da chi invece indossava i pantaloni.

Ed Hermione Granger odiava il mascara…ma amava i pantaloni…

Anche Harry lo guardò poi con una smorfia si rivolse all'amica per rispondere bofonchiando con il cibo in bocca in bella vista: -Credi davvero che io sia così ingenuo? Anche io so giocare sporco se voglio!- replicò con finta indignazione. Insomma fare la faccia da duro con quell'espressione mattutina di chi non dorme da settimane risultava essere la stessa faccia da duro che farebbe un bambino di 8 anni quando gli viene negato un lecca lecca. Hermione lo guardò teneramente. -Lo so benissimo grande mago Harry Potter sopravvissuto a Colui che non si può nominare ma dovresti prendere la mia constatazione come un complimento…insomma le serpi sono meschine e calcolatrici tu semplicemente sei troppo…ingenuo ecco!- terminò con un sorrisetto forzato verso l'amico che la guardava sempre più affranto -So di non essere un grande stratega ma ho deciso che punterò tutto sulle mie capacità- disse alzandosi e ritrovando l'allegria. -Bene, io devo passare da Hagrid ho promesso che gli avrei fatto un saluto e che lo avrei aiutato a spostare non so nemmeno cosa e sono in ritardo - lo disse mentre raccoglieva le cose e se ne scappava salutando gli amici velocemente, verso l'imponente portone della Sala. -Quel ragazzo è sempre di corsa- disse il rosso amico seguendolo con lo sguardo con l'affetto che solo un amicizia come la loro aveva;
Poi girandosi verso la ragazza e lasciandole un casto bacio sulla guancia facendola arrossire fino alla punta delle orecchie le chiese guardandola -che intendi fare oggi?- … -Te l'ho già detto ripasserò- rispose lei senza guardarlo. -Per tutte le streghe Herm! Dovresti staccarti da quei pesi rettangolari- Oh cattiva strada da intraprendere -"Pesi rettangolari?!"- si allontanò la nostra studiosa per fissarlo -Pesi rettangolari- ripeté come se si stesse rendendo conto solo in quel momento che sacrilegio avessero pronunciato quelle labbra che poco prima avevano lambito le sue gote. -Ronald Weasley finché non accetterai che la maggior parte dei miei piani, almeno finche sarò in questo castello, comprendono molte ore da passare con dei LIBRI scordati pure che il restante mio tempo sia dedicato a te!- lo disse tutto d'un fiato arrabbiata mentre il suo ragazzo la guardava stralunato -ok, ok stavo scherzando Herm!- le rispose sorridendo, -Si certo come no. Ti saluto, stammi BENE!- e lo lasciò li con una faccia da pesce lesso che fece ridere i parecchi che avevano assistito alla scena. Una bocca, tra tutte, piegata all'insù traeva sempre uno strano godimento da tutti gli eventi negativi che si abbattevano sul famoso Trio dei Miracoli. Una bocca particolarmente rosata, poco incline al riso e all'allegria che in quel momento gli incorniciava gli occhi grigi, ghiacciati come il cuore della persona a cui appartenevano. -Insomma perché diavolo stai ridendo in quel modo?- Blaise Zabini si rivolse spazientito allo sguardo perso del Serpeverde per eccellenza Draco Malfoy -No- continuò a sorridere abbassando lo sguardo sul cibo poi fissando il suo migliore amico -Nulla, non è successo nulla- ma, mentre pronunciava quelle parole quel sorrisino gli continuava a spuntare sulle labbra. Blaise lo guardò come si guarda un incantesimo sconosciuto -Bene ora anche il mio migliore amico è diventato pazzo- disse scuotendo la testa ma, in quel momento il tepore di allegria scomparì e lo sguardo di ghiaccio torno per puntarsi negli occhi di Zabini -Blaise amico mio- fece alzandosi lentamente con eleganza innata -Finché ti permetterai di usare  battute stupide e insulti verso di me scordati pure che io ti rivolga mai più la parola. Credo sarà un bel problema per uno che basa la sua popolarità su un amico che per fortuna tua ti degna di attenzione. Ciao, stammi MALE!- e se ne andò fluttuando nel suo lungo mantello nero lasciando i suoi compagni di casa che avevano assistito alla scena basiti: erano abituati alla lingua tagliente del loro compagno di casa ma a volte le sue battute sconfinavano la soglia dell'amicizia e varcavano il confine della cattiveria. L'irruenza e la presunzione di Malfoy erano illimitate, o meglio, per lui si adattava un detto un po' rivisitato di quel famoso scienziato babbano:

Due cose sono infinite: l'universo e l'egocentrismo di Malfoy, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi.

Nel frattempo la nostra strega furente camminava come un soldato in marcia lungo gli imponenti corridoi della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts; Insomma lei e Ron stavano assieme da 3 mesi e puntualmente ogni giorno litigavano: era sfibrante. La riccia camminava ora più lentamente con lo sguardo vacuo e spento ripensando alla litigata di poco prima "forse ho esagerato a trattarlo in quel modo" pensò. Eh si dare la colpa a se stessa era la norma per Hermione Granger…"insomma è il mio ragazzo e non dovrebbe condannarmi in questo modo" continuò.

Hermione Granger se non si fosse già capito amava i libri ma soprattutto la possibilità che potessero essere studiati e impressi nella memoria come indelebili insegnamenti e questo "hobby" richiedeva del tempo, un tempo che molti altri avrebbero dedicato allo svago, gli stessi altri che ogni giorno la giudicavano in base ai suoi voti e al fatto che passasse le sue giornate a studiare accresceva notevolmente la sua nomea di secchiona.
Talvolta la sera prima di addormentarsi nel tepore delle coperte e nel silenzio la Grifoncina pensava a quanto le persone giudicassero senza conoscere o peggio si fermassero alle apparenze.
A volte questa situazione la faceva anche star male.
Spesso questa situazione la faceva star male.
Sempre questa situazione la faceva star male…quando ci pensava.
Ed ora era uno di quei momenti…
Molti la ricordavano per la sua amicizia con Harry Potter e non per la sua fierezza o intellig…

Un urto, uno scontro che si era creato nel momento in cui Hermione aveva girato l'angolo. -Ehi che cazzo!- Era l'imprecazione scocciata di una voce fredda e dura una voce conosciuta una voce di…Malfoy. I due si erano scontrati sbattendo i loro corpi, sbilanciandosi entrambi ma l'unica a cadere rovinosamente a terra fu la dolce ragazza riccia che soprappensiero stava camminando e che ora si stava massaggiando una coscia con gli occhi socchiusi dal dolore -Mezzosangue per Merlino! Sei sempre in mezzo! Perché non vai a rinchiuderti in camera tua a studiare invece che venirmi addosso, stupida Mudblood!- ne seguì un fiume di imprecazioni mentre la ragazza stava rialzandosi, ovviamente senza aiuto -Malfoy sta calmo e abbassa la voce! Mi stai facendo scoppiare la testa!- Alla fine della frase aprì gli occhi totalmente e lo fissò. Era vicino, era biondo come un bambino appena nato, era alto e slanciato era…"bello" e la fissava come si guarda un insetto indesiderato nel letto. -Spero proprio che ti scoppi mezzosangue ignobile! Dovrei schiantarti!-. Si guardarono in cagnesco, poi Malfoy con una smorfia aggiunse -Levati dai piedi: ho di meglio da fare!- Sorpassò l'esile e dolorante ragazza con una spallata facendola traballare di nuovo. Ora era troppo. -Sei solo un bastardo Mangiamorte!- gli urlò dietro. Il biondo sembrò esitare impercettibilmente nel passo ma continuò la sua falcata fino a scomparire dietro un angolo. Hermione Granger odiava essere giudicata. Hermione Granger aveva appena giudicato. Nessuno dei due aveva chiesto scusa come sarebbe avvenuto in una situazione normale. Ma loro non erano due normali persone erano Hermione Granger e Draco Malfoy. Erano un Grifone e una Serpe. Erano due anime agli antipodi. Due anime che quel giorno non si erano scontrate si erano INCONTRATE.

 

Angolo autrice: Bene questo è il primo vero e proprio capitolo! Sono molto felice per le due recensioni che fino ad ora ho avuto e altrettanto contenta per le numerose visite dei lettori silenziosi anche se ve lo ripeto sempre amo sentire i vostri pareri e le recensioni mi rendono felicissima :)

Questo capitolo è incentrato su Hermione e soprattutto qui avviene il primo "scontro" tra i due. Spero tanto vi piaccia, il prossimo sarà dedicato al "caro e dolce" Malfoy. E' comunque un capitolo iniziale quindi potrebbe annoiavi :C ma spero che vogliate seguirmi ancora…credo che la storia sia particolare e che meriti una piccolissima parte della vostra attenzione. Ringrazio ancora tutte le persone che leggeranno questa storia. Alla prossima :D

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Capitolo 3
*** Lay down the arms ***


 

LAY DOWN THE ARMS.

 

-Sei solo un bastardo Mangiamorte!- glielo aveva urlato mentre se ne stava andando, alle spalle, come il più brutto colpo a sorpresa che un combattente può ricevere. Draco aveva esitato: il colpo si era fatto sentire ma... non sia mai che un Malfoy si faccia abbattere da una dozzinale e distratta mezzosangue. Era abituato alle malelingue sul suo conto. Viveva la sua vita come una sfida ormai...come se fosse solo contro chiunque. Combatteva senza risparmiarsi e senza risparmiare gli altri a colpi di odio e frustate di lingua velenosa senza contemplare un'umana pietà dell'avversario. Le sue battute cattive, il suo comportamento scostante i suoi scherni erano le sue armi.

Si svegliava la mattina col compito di portare a termine un corso scolastico che gli interessava solo in parte, con la malsana abitudine di fumare più sigarette di quante ne tollerasse e con la consapevolezza di essere etichettato come una persona ignobile. Probabilmente vale il detto chi semina vento raccoglie tempesta...ed era così. Lui voleva fosse così. Peccato che nella tempesta che si abbatteva su di lui venissero sommati anche gli errori che aveva commesso suo padre. Lucius Malfoy. Il vero Mangiamorte. Quello era tra tutti l'insulto che Draco sopportava di meno. Lui non aveva scelto quella strada. Non aveva scelto di essere un Mangiamorte. Aveva ricevuto il marchio quell'estate, in un giorno soleggiato mentre le tenebre lo divoravano dentro sapendo di essere una pedina: un ragazzo costretto ad essere chi non voleva. Un uomo che non era riuscito ad opporsi. Per questo odiava quando gli si rivolgevano con quell'appellativo. Gli ricordava il suo fallimento: quel momento in cui il combattente che era in lui non era sceso in campo, non si era battuto. Ed ora dopo quella frecciatina da parte della Granger i suoi rimpianti riemergevano e le mani prudevano attorno alla bacchetta. -Stupeficium!- urlò rivolto ad un giovane e sfortunato Corvonero che passava malauguratamente di lì. Il ragazzino ora a terra e svenuto non si guadagnò nemmeno un' occhiata dal suo aggressore che, in quel momento stava correndo in camera sua. 

 

Il mattino seguente un più mite Draco Malfoy si stava sistemando il nodo della cravatta verde e argento ma, proprio in quel momento qualcuno bussò alla sua porta. "Questo è Blaise che si è dimenticato qualcosa" pensò scocciato andando ad aprire.

-Pansy...ciao- Pansy Parkinson, Serpeverde, ego smisurato e mascara sempre a portata di mano. Non aspettò un invito ed entrò allegramente. -Mio Draco buongiorno! Come stai questa mattina?- Ed eccola, la maniacale attenzione della ragazza per il suo "amore" -Bene Pansy, che ci fai qui?- le chiese lui svogliatamente e con l'aria di chi vuole liberarsi di un peso. -Sono venuta a prenderti: oggi abbiamo il compito di Pozioni...che palle!- ed ecco, la sua proverbiale finezza -Insomma volevo solo assicurarmi che arrivassi in orario!- gli disse mentre lo aiutava ad annodarsi la cravatta e lo guardava languidamente. Il loro rapporto era quel che si definisce "un'amicizia con benefici" per il glaciale biondo si trattava di "benefici" fisici mentre per la vanesia ragazza benefici in campo sociale: insomma, lei era la ragazza del bellissimo e inarrivabile Malfoy.

Lui sorrise -Volevi assicurarti che non facessi brutta figura con Piton o volevi trovarmi ancora addormentato, mezzo nudo nel mio letto cosicché tu potessi svegliarmi dolcemente, annodarmi la cravatta come la brava mogliettina che speri di diventare?- concluse con un sorrisino sghembo mentre il volto della ragazza si trasfigurava in una maschera di sconcerto. -Sei sempre più scontroso e intrattabile! Ma ho deciso che tralascerò i tuoi atteggiamenti scostanti, probabilmente sei solo agitato per il compito...- stava ormai parlando da sola mentre lo prendeva a braccetto per scendere le scale.

 

Hermione Granger era in piedi già da parecchio tempo, ovviamente con il tomo di Pozioni in mano...probabilmente sapeva anche dove erano posizionati i segni di punteggiatura.

Continuava a camminare avanti e indietro, l'agitazione la attanagliava. -Oh per tutte le scope...- esclamò notando che erano le 7.56. Arraffò tutto l'occorrente necessario per un'impegnativa giornata scolastica. La prova di Pozioni era alle 8 e se non voleva vedersi decurtare punti preziosi avrebbe fatto bene a correre. Cosa che fece senza aspettare i suoi due amici che le urlavano in Sala comune di aspettarli. Arrivò davanti all'aula in perfetto orario -Hermione!- le disse Ron che accorse alle sue spalle con il fiato degno di un maratoneta -Herm! Cavolo perché non ci hai ah- tossicchiano per lo sforzo riprese -Perché non ci hai aspettati?- la riccia continuava a dargli le spalle mentre si posizionava al suo banco e gli rispondeva -Scusatemi non volevo ma...ma sarei arrivata davvero in ritardo!- Ron le parlò dalla sua postazione -Eppure noi siamo qui! In perfetto orario!- ed ecco che iniziava l'ennesima litigata; per fortuna quel giorno Piton arrivò con un tempismo perfetto facendo azzittire tutti. -Oggi ci sarà una prova per voi e, nel caso ve lo foste scordati, signor Paciock, vi ripeterò ora in cosa consiste: ognuno di voi avrà a disposizione un'ora di tempo per creare una pozione...più si avvicinerà al tema richiesto più accumulerete punti. Vi chiedo di non usare ingredienti a voi sconosciuti...è tutto chiaro signor Potter?- come sempre aveva pronunciato il nome del bambino sopravvissuto come fosse uno sputo. -Bene potete cominciare...adesso!- la classe d'un tratto riprese vita e rumorosamente tutti cercarono di reperire gli ingredienti più adatti. Hermione si avvicinò ad un armadietto con l'intento di prendere una boccetta di scaglie di drago ma una mano bianca fu più rapida, sottraendole l'agognato ingrediente. Alzando lo sguardo si ritrovò il "furetto platinato" di fianco a se. -Malferret ridammi subito quella boccetta!- gli disse sussurrando per non farsi sentire dal Professore ma con tono autoritario. -Mezzosangue credo che le nostre concezioni della parola ridammelo siano leggermente diverse: solitamente, per come la intendo io, una cosa deve essere restituita o ridata solo quando il precedente possessore l'aveva in mano o addosso- poi la osservò -E tu decisamente non rientri in queste due categorie e avendo sempre io ragione la mia definizione è quella corretta ergo non darmi fastidio e non creare problemi!- la lunga filippica aveva incantato Hermione negativamente che, solo dopo avergli lanciato un'indignata occhiata, rispose fissandolo -Hai sprecato dieci minuti del nostro tempo per esporre le tue infantili teorie, ora se non ti dispiace ho da fare tieniti pure la tua boccetta!- se ne stava tornando a posto ma un ultimo borbottio la fecce tornare sui suoi passi -Che cosa hai detto?- chiese, al ragazzo che era rimasto li a ritirarsi tra le mani l' ingrediente, tornando indietro -Ho detto: credi sempre di essere migliore degli altri in ogni caso, non è vero mezzosangue?- glielo disse sussurrando con una voce sensuale e carezzevole. -Si. Credo di essere superiore ad un ragazzino infantile come te e te lo dimostrerò anche senza quella stupida cosa!- gli disse con un tono di voce più alto indicando l'oggetto nelle mani del biondo. Lui sorrise tornado a posto e mettendosi a lavorare con le sue scaglie di drago. Hermione lo segui con lo sguardo odiandolo come mai prima. Avrebbe ottenuto un punteggio superiore a quello di quell'egocentrico.

Erano ormai le 8.53 ed Hermione poteva dirsi soddisfatta della sua pozione. La mescolò ancora due volte poi dichiarò di aver finito. Anche i suoi compagni sembravano tranquilli e in fase di termine: erano tutti attorno alla cattedra del professore per dichiarare ufficialmente di aver finito... tranne uno. Il povero Paciock che sudava, grondando sulla sua pozione ancora incompleta. Si sporse per prendere un ingrediente, allungando il braccio  sul banco del vicino. Avrebbe potuto completare la sua pozione se non fosse che nel ritornare nella sua posizione aveva urtato il suo pentolone facendolo rovesciare rovinosamente sul compagno che si trovava avanti a lui. Un compagno biondo che in quel momento scattava in piedi scottato e spaventato attirando l'attenzione di tutti. In particolare Hermione che aveva assistito a tutta la scena dal posto divertita. -Signor Malfoy che succede?- scatto in piedi anche Piton preoccupato. Non aveva assistito alla scena  come i  numerosi ragazzi che lo attorniavano e che gli avevano coperto la scena. Malfoy nel frattempo diventò paonazzo portandosi le mani alla gola come se stesse soffocando creando uno scompiglio attorno a se non indifferente. -Signor Malfoy!- ripeté Piton sconvolto. Proprio in quel momento però il ragazzo sembrò riacquistare il suo colorito normale ed il solito contegno rimanendo però con gli occhi sbarrati. Hermione si stava divertendo come non mai ma ancora riusciva a soffocare la sua risata. -Signor Malfoy, Draco come stai?- Piton si rivolse a lui familiarmente. Il ragazzo fece per rispondere ma alla mossa delle labbra non corrispose nessun suono. Ci provò più e più volte mentre il terrore gli si dipingeva sulla faccia. Era muto. AVEVA DEPOSTO LE ARMI. A quel punto la grifoncina non riuscì a trattenersi più e la risata scoppio isterica. Tutti si girarono a fissarla senza capire tranne Piton che era ancora attento sullo sconvolto Malfoy notando della pozione sul suo collo e sulla stoffa della divisa che si adagiava sulla sua schiena -Ha della pozione sulla schiena...-constatò pensieroso poi, spazientito sbottò -Insomma che sta succedendo?!- si girò rivolgendosi alla classe fissandosi sulla Granger di ottimo umore che rideva, mentre il povero Paciock stava già pensando a come dire a sua nonna di essere stato espulso. Draco la guardò furente e dimenandosi con le braccia  richiamò il professore il quale guardandolo vide un suo braccio teso puntato verso un compagno, o meglio una compagna, una grifondoro che fino a quel momento si stava sbellicando dalle risate e che ora fissava prima il compagno accusatore e poi il professore. Malfoy la stava accusando. La stava mettendo nei guai e lo vedeva dallo sguardo di Piton. Il cuore prese a batterle furiosamente mentre Il biondo la guardava con un'aria di sfida, di vendetta. L'aveva incastrata. Dandole la colpa della sua impossibilita di parlare o di emettere alcun suono. E mentre realizzava tutto ciò il suo sguardo corse alla lavagna su cui era scritto il tema della pozione:  strepentem silentium*.

 

 

Angolo autrice: Secondo capitolo. Capitolo in cui viene presentato meglio Draco Malfoy e in cui avviene il "fattaccio". Da questo punto in poi si svilupperà la trama vera e propria con il nostro protagonista maschile ahimè privato delle "sue armi" ovvero le battutine taglienti, parole cattive ecc. (Vorrei infatti vi soffermaste sull'importanza della figura delle "armi" (in metafora) e del combattente paragonato a Malfoy Il silenzio è il tema portante della storia e sarà proprio quest'ultimo a cambiare le vite dei nostri protagonisti...in meglio  :) ringrazio sempre le due persone che fino ad adesso hanno recensito 

(justSay e FedyTsubasa...mi avete resa felicissima!) e vi invito a recensire anche solo per testimoniare il vostro passaggio lo apprezzerei davvero. Infine ringrazio le 9 (non ci credo ancora) persone che hanno inserito la mia storia tra le seguite:

Vally80

stekken

Sookie_90

MissPiratina97

justSay

FedyTsubasa

Darkdubhe

barbarak

Ale_1023

 

Note: traduzione dal latino: Rumoroso silenzio :)

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Capitolo 4
*** Day of firsts ***


 

I bambini vengono sorpresi spesso a fare azioni che non gli sono consentite: come quando cercano di arrampicarsi su superfici rischiose o quando mettono in bocca piccoli oggetti; ma lo fanno inconsciamente, innocentemente ed è proprio per questo che vengono sempre perdonati o ripresi dolcemente perfino con un sorriso bonario. Anche Hermione Granger come un bambino era innocente, eppure in quel momento si trovava nell'ufficio del Preside. Nell'attesa che Silente arrivasse nella stanza era rimasto a vigliare un furente Piton. La riccia non fece nemmeno caso alla figura scura del professore: aveva lo sguardo puntato verso una figura. Gli occhi traditi e offesi, il tormento, la preoccupazione che la divoravano ma… l'odio, l'odio aveva la meglio. L'odio con cui puntava il viso di Malfoy come fosse una bacchetta pronta ad emettere una maledizione senza perdono. "Non ha nemmeno il coraggio di guardarmi" pensò tra sé e sé la ragazza osservando lo sguardo perso nel vuoto del Principe delle Serpi. Quando prima si era prodigato tanto per accusarla della pozione che gli si era riversata addosso, stranamente, Hermione non era riuscita a trovare una giustificazione…non del perché lo avesse fatto, perché ovviamente non aveva commesso nulla, ma del perché stesse ridendo così di gusto con l'aria di chi ha appena avuto la vendetta tanto aspettata. Insomma quell'allegra derisone era stata la sua condanna e provare ad esimersi dall'accusa quando è la stessa vittima a rivolgerla era parso ad Hermione impossibile. "Perché ho riso in quel modo?!" se lo era chiesto. Se lo era chiesto quando Piton le si era avvicinato chiedendole spiegazioni. Se lo era chiesto anche quando non aveva risposto alle accuse, quando Neville non si era fatto avanti per discolparla, quando Malfoy aveva avuto la meglio e Piton le aveva detto che sarebbe andata dal Preside a risponderne. Se lo continuava a chiedere quando avevano percorso i corridoi per arrivare nell'ufficio di Silente ed anche adesso seduta e agitata continuava ad interrogarsi. "Insomma, non avrei mai potuto fare il nome di Neville io…io non posso, avrebbe dovuto farsi avanti lui!" Ed ora cominciavano ad affluire le risposte. "Avrebbe dovuto farsi avanti lui!". In quel momento le ritornarono in mente le parole del Cappello Parlante "È forse Grifondoro la vostra via, culla dei coraggiosi di cuore: audacia, fegato, cavalleria fan di quel luogo uno splendore"…fegato? Neville fegato? "Oh ma per tutte le scope! Malfoy è l'unico colpevole!" si ridestò dall'accusa verso Neville tornando a fissare il ragazzo seduto accano a lei. Aveva sempre il suo profilo duro, i suoi freddi lineamenti ma qualcosa nello sguardo gli si era spento. Le fece uno strano effetto: per un attimo percepì Malfoy come l'unica vittima in quella stanza, per un attimo lo compatì, lo capì: capì la sua paura il suo silenzio…il silenzio di chi viene colpito da chissà quale pozione che lo rende incapace di emettere alcun suono. Per un attimo. Per quell'attimo in cui lo osservò prima che il Preside entrasse facendola alzare attenta. Malfoy rimase seduto. - Comodi ragazzi - disse Silente con la sua solita flemma bonaria e amichevole. Hermione si risedette, rimanendo con lo sguardo alto e fiero. Vide Silente osservare brevemente compassionevole il biondo ragazzo che volgeva lo sguardo da tutt'altra parte, poi parlò ed Hermione perse d'un tratto tutto il coraggio che aveva accumulato. - Professor Piton, potrebbe gentilmente spiegarmi che cosa è accaduto?- l'uomo in questione si fece avanti ponendosi al centro della stanza dietro alle sedie dei due ragazzi. - Signor Preside questa mattina alla mia classe è stato assegnato un compito: dovevano creare una pozione a tema, trattasi di "rumoroso silenzio", al termine del tempo concesso il signor Malfoy è scattato in piedi investito da una pozione…malauguratamente non ho potuto vedere nulla perché altri studenti mi coprivano la visuale ma…quando ho chiesto spiegazioni il signor Malfoy ha richiamato la mia attenzione indicandomi la signorina Granger come colpevole dell'accaduto.- si fermò per lanciare un'occhiata alla ragazza in questione. Hermione poté sentire come due lame trafiggerla -Quando mi sono rivolto a lei stava ridendo e non è riuscita a darmi nessuna spiegazione ma insomma è stata accusata…perché lo avrebbe fatto il signor Malfoy se non fosse così?-. 

Hermione aveva ancora lo sguardo perso ma il Preside l'aveva fissata per tutto il tempo dell'intervento "imparziale" di Piton quando le rivolse la domanda tanto attesa, con un tono incredulo, e lei non poté evitare lo sguardo dell'uomo -Signorina Granger, lei stava ridendo?- in quel momento anche Draco alzò lo sguardo per fissare una pietrificata Hermione Granger -Si, signor Preside ma c'è una spiegazione! Non stavo ridendo perché fossi io la colpevole ma ridevo per ciò che stava accadendo a Malfoy…- si arrestò in quel momento quando ascoltò le sue parole. "Ridevo per ciò che gli stava accadendo". Si arrestò comprendendo solo in quel momento la cattiveria che aveva appena detto. Guardò Malfoy per un secondo e si rivide in lui. Si era comportata esattamente come lui: aveva deriso i deboli, chi non poteva difendersi, in quel frangente si era dimostrata molto simile alla persona che più odiava in quella scuola. Anche il Preside si accorse del cambiamento nel volto della giovane prima risentito ora vergognato -Signorina Grager…- riprese l'anziano mago -No!- scattò la riccia -Ha ragione è colpa mia! Sono stata io- disse facendo quasi strozzare con la saliva il suo vicino e facendo spalancare gli occhi al potente Silente -Sono stata io: volevo vendicarmi perché il signor Malfoy aveva preso sotto i miei occhi un ingrediente che mi sarebbe servito per la prova…- Nella stanza regnò il silenzio per alcuni secondi poi il Preside si diede un'aria formale -Questa è una cosa molto grave, lo capisce?- la guardò ma Hermione non sentì una parola tanto era impegnata ad incassare lo sguardo deluso dell'uomo difronte a lei - Prima mi ha detto di non essere lei la colpevole come mai adesso ritratta? - "giusto…" - Avevo paura delle conseguenze… - Malfoy se era possibile era ancora più scioccato di prima. -Prenderò dei provvedimenti per questo comportamento in seguito… ma ora è molto importante che lei mi dica che cosa ha messo nella sua pozione affinché io possa aiutare il signor Malfoy - fece un sospiro e riprese -Vede signorina Grager il suo compagno è stato colpito dalla pozione che lo ha reso…muto- lo disse con tutta la cautela possibile -Mi dispiace non lo so: la pozione non era mia mi sono avvicinata e ho riversato la prima che ho trovato…- quasi le mancò la voce: non era proprio portata per la recitazione, l'anziano lasciò correre e per la prima volta si rivolse al giovane mago -Signor Malfoy, posso comprendere quanto la preoccupi la sua situazione ma stia tranquillo: per ogni pozione c'è quasi sempre una soluzione- Malfoy registrò solo il quasi - Mi rendo conto della sua grave impossibilità momentanea e l'unica cosa che mi sento di dirle è di provare a comunicare ugualmente magari scrivendo…- il ragazzo lo guardò con un aria confusa: avrebbe dovuto scrivere ogni cosa? Gli incantesimi? Come avrebbe fatto con…-Se si sta chiedendo come farà con il suo compito di Caposcuola ho già un'idea: visto che la Signorina Granger dovrà redimersi dalla sua azione parte della sua punizione sarà quella di raddoppiare le ronde e fare quelle in più assieme a lei di modo che possa aiutarla nella sorveglianza - Fu poco prima che l'uomo finisse di parlare che il ragazzo si mosse a prendere il blocchetto e la piuma con inchiostro che gli erano stati messi a disposizione prima, nel caso in cui avesse voluto dire qualcosa. Scrisse concentrando su di se l'attenzione, poi voltò il blocchetto e al centro della pagina in una calligrafia elegante si lesse un'unica parola: Incantesimi? Il Preside la lesse poi alzò lo sguardo rammaricato sul suo alunno facendogli intendere senza bisogno di parole che per il momento doveva scordarsi gli incantesimi verbali. La delusione gli si lesse in faccia. Lasciò penna e blocchetto. Come se si stesse arrendendo. -Ragazzi potete andare…per oggi sarete esenti dalle altre lezioni, penserò io tutto. Avrete presto notizie- disse mentre i due si alzavano; le ultime parole di Silente suonarono come una speranza per Draco e come un avvertimento per Hermione. Uscendo dalla stanza il biondo si arrestò per tornare indietro a prendere la sua piuma ancora intrisa di inchiostro e il blocchetto. Uscirono contemporaneamente, da soli lasciando che il Preside e Piton si consultassero. Malfoy camminava velocemente ed Hermione faticava a stargli dietro ma ad un certo punto scoppiò -Malfoy! Malfoy fermati perfavore!- gli urlò dietro; il ragazzo si fermò un secondo per scrivere qualcosa sul suo blocchetto poi riprese a camminare facendosi rincorrere da Hermione -Malfoy perfavore! Ti chiedo scusa!- lui si bloccò nuovamente si girò e con poche falcate la raggiunse tirò fuori il suo blocchetto e strappò il foglio su cui prima aveva scritto e lo porse alla ragazza che lo aprì e lo lesse facendosi mancare la salivazione: c'era scritta una semplice domanda. Hermione lo guardò e per l'ennesima volta in quella giornata non rispose lasciando andare via Malfoy chissà dove. Si ritrovò da sola. In mezzo ad un corridoio. Sola con i suoi rimpianti e la domanda di Malfoy che le rimbombava in testa.

 

Nel frattempo in tutta Hogwarts si era diffusa la notizia dell'accaduto. Molti credevano fosse un'invenzione altri parlottavano  scioccati dell'accaduto. Uno si stava nascondendo o meglio stava nascondendo il suo coraggio e altri due alunni erano infuriati. - Non credo ad una sola parola- proruppe il rosso rivolto all'amico con la cicatrice mentre stavano andando a lezione di Incantesimi - La mia Herm non sarebbe mai capace di un'azione così vendicativa! - erano già in ritardo ma la discussione stava assorbendo tutti i loro pensieri - Lo so Ron, ne sono convinto anche io sono sicuro che Hermione ci saprà dare una spiegazione…insomma noi non abbiamo visto nulla ma non credo proprio che sia successo quello che dicono in giro! Ora muoviamoci che faremo tardi! - Lasciarono cadere la discussione ma si ripromisero di riprenderla dopo, insieme all'amica. Quest'ultima in quel momento si trovava sola in camera sua, sul letto mentre pensava ancora a Malfoy: si ritrovò a figurarsi come potesse stare in quel momento a cosa stesse facendo, se usasse il blocchetto…se avesse già pensato a come vendicarsi…

 

Draco era sdraiato sul suo letto, con la testa rivolta al soffitto. Stava già figurandosi la sua vita come muto e tra tutto ciò che pensava la cosa che lo disgustava di più era quella che adesso tutti, soprattutto le persone che prima gli parlavano alle spalle lo avrebbero trattato come un cristallo sul punto di cadere: con delicatezza, dolcezza e attenzione. Di tutto non sopportava l'ipocrisia che lo avrebbe investito. Ripensò più e più volte all'accaduto, a quell' "idiota senza cervello" di Paciock e alla paura, vera e pura che per la prima volta nella sua vita aveva provato. Poi pensò a lei. Alla mezzosangue che si era presa la colpa e alla sua mancata risposta alla domanda sul foglietto…poi qualcuno bussò alla sua porta.

 

I colpi alla porta si fecero più insistenti finché Hermione non aprì gli occhi. Si era addormentata non sapeva nemmeno lei quando, ed ora qualcuno stava battendo insistentemente alla sua porta. Si alzò ancora mezza addormentata per aprire e si ritrovò davanti, dopo aver messo a fuoco, una ragazza di Grifondoro che non conosceva e che probabilmente si trovava al primo anno, era bassa e aveva delle lunghe trecce castane ad incorniciarle il viso -Prefetto Granger, il Preside mi manda a chiamarla, ha detto che deve presentarsi subito nel suo ufficio -. Ad Hermione mancò l'aria - Certo, grazie per avermi avvertita arrivo subito - La ragazzina se ne andò lasciandola sola. Si sistemò e corse per arrivare da Silente. "Avrà già sicuramente deciso per la mia punizione…" Il tragitto le sembrò interminabile finchè non si ritrovò davanti alla grande porta e bussò.

- Avanti! - si sentì e la riccia cautamente apri la porta sconvolgendosi, trovando già seduti dentro un agitato Malfoy e Neville. Nel momento in cui li aveva visti aveva già capito: o Malfoy colto da un'improvvisa voglia di verità l'aveva discolpata oppure Neville si era fatto avanti. -Prego si sieda signorina Granger…- sedendosi vide ancora una volta lo sguardo scocciato di Malfoy che la puntava e non riuscì ad incontrare quello di Neville che invece la evitava accuratamente -Penso abbia già capito che qualcuno qui, mosso da spirito corretto abbia confessato, giusto signor Paciock?- il nominato alzò lo sguardo per annuire - Signorina Granger si consideri esente da tutte le accuse ma… mi permetta una domanda perché ha confessato un azione non commessa?- Hermione si ridestò e guardò il Preside che interessato la fissava poi si voltò a cercare lo sguardo di Malfoy e lo fissò intensamente.  - Quando mi ha chiesto perché ridessi le ho risposto che ridevo di Malfoy…mi sono resa conto di ciò che avevo detto e ho pensato di aver detto una cosa orribile. Non volevo fare il nome di altri e confermare la versione del signor Malfoy mi sembrava il modo migliore per chiedergli scusa per averlo deriso - concluse rivolgendosi al ragazzo biondo che ora la guardava attento con un'espressione indecifrabile. Quello era il modo di perdonare della riccia: come il bambino di cui si parlava all'inizio: non era Hermione ma Malfoy. "Perché lo hai fatto?" Malfoy ripensò alla domanda che le aveva scritto e alla risposta che solo in quel momento gli arrivò. -Signorina Granger la punizione delle ronde che le era stata inflitta non esiste più…per lei, ma viene trasferita al signor Malfoy che malgrado sia la vittima ha accusato un compagno ingiustamente esponendolo a provvedimenti che non gli spettavano, sarà quindi lui a fare le doppie ronde. Chiedo però gentilmente alla signorina di poterle fare da supervisore e aiutante in cambio di punti per la sua casa- concluse poi rivolgendosi alla ragazza che sorrise. Punti? Hermione accetterebbe tutto soprattutto se a chiederlo è Silente. -Voi due - disse rivolgendosi a Hermione e Draco - Potete andare. Arrivederci ragazzi-.

 

La sera stessa a cena in Sala Grande tutti sapevano già la verità sull'episodio e un gioioso Ron sorrideva a tutti ripetendo -Ve lo dicevo che la mia Hermione non poteva aver fatto una cosa del genere!- ed ora erano tutti a cena, a mangiare allegramente mentre Hermione raccontava l'accaduto nei particolari. Ad un certo punto però lo sguardo di Hermione si posò sul tavolo dei Serpeverde, sul posto vuoto di Draco Malfoy. Non era a cena e saperlo solo in camera sua fece passare tutta l'allegria ad Hermione che, come la mattina, si ritrovò a pensare a lui…

 

Non era sceso a cena, non voleva assolutamente prendere in mano quel blocchetto e sciorinare spiegazioni: aveva incaricato Blaise per quello. Aveva passato il pomeriggio a fissare il nulla fuori dalla finestra e sul letto a pensare. Pensare sempre e solo alla Granger. A come gli avesse chiesto scusa quel giorno anche se lui l'aveva accusata senza remore, l'aveva vista vergognarsi a tal punto per il comportamento derisorio che aveva avuto da vergognarsi anche lui per la prima volta. Era rimasto sorpreso dal comportamento della Granger ma ancor di più dal suo: insomma era stato reso muto per chissà quanto eppure per tutta la giornata aveva pensato ad altro. Ormai stanco decise di dormire non prima di essersi preso in giro per il suo ultimo pensiero "Oggi è il giorno delle prime volte" 

La prima volta in cui si vergognava.

La prima volta in cui si pentiva di un'azione.

La prima volta in cui non aveva meditato vendetta.

La prima volta in cui non aveva pensato solo a se stesso.

La prima volta in cui si addormentava pensando alla mezzosangue.

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice: Stavolta parto con i ringraziamenti perché sono dovuti! Anzitutto ringrazio infinitamente justSay che fino ad ora ha recensito tutti i capitoli: sei stata una spinta in più a continuare ad aggiornare presto! E invito tutti i lettori a lasciare un piccolo segno di apprezzamento: mi renderebbe davvero felice e capirei che la mia storia è apprezzata, anche negativamente eh! Potete tranquillamente dirmi "la tua storia è noiosa" o "non mi piace come scrivi" queste recensioni mi servirebbero comunque a migliorarmi :)

Ringrazio le 17 persone che hanno inserito tra le seguite "Il rumore del silenzio". Grazie quindi a:

AlexandrovinaMalfoy         Ale_1023                 barbarak 

Darkdubhe                       demebi                    FedyTsubasa

justSay                            LadyDubbio              MissPiratina97

MorganaRyuk                   nicol86                    SIXY

Sookie_90                        stekken                   vally80                 viddy              WhiteOphelia

 

E un grazie particolare alle due persone che (vi ringrazio della fiducia :D) hanno inserto la mia storia tra le preferite: Rosabellarossa e danyflorence. 

 

Il capitolo mi sembra abbastanza chiaro: volevo che l'attenzione fosse concentrata sulla differenza tra i due cosicché ve ne rendiate conto come se ne è reso conto un pentito Malfoy che per la prima volta mette in discussione i comportamenti che ha adottato finora colpito dalla bontà d'animo della nostra Grifoncina :D…ma non crederete che in questa storia ci sia solo spazio per il romanticismo?! Eh no! Qualcosa o qualcuno renderà moooolto interessanti le ronde dei nostri due eroi :) alla prossima!

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Capitolo 5
*** Red hell ***


Il vecchio lo aveva incastrato anzi, era stato quell'idiota di Paciock che improvvisamente aveva ritrovato il coraggio. "Dannati Grifondoro! Dannati loro e il loro maledetto cameratismo" si ritrovò a pensare la mattina seguente prima di andare in Sala Grande, per fare colazione, un annoiato Draco Malfoy. Mentre percorreva i corridoi si sentiva come  l'ultima trovata attrattiva di un circo, lo guardavano tutti: insomma, era muto non gli era spuntata una coda o chissà cosa! Tra tutti gli spettatori molesti però, i Serpeverde in particolare, si distinguevano per essere i più fastidiosi: erano gli unici che non si trattenevano, che parlavano apertamente alle spalle bisbigliando e che - per farsi scoprire ancor meno - lo fissavano per tutta la durata del discorso sussurrato. Sibilavano come i serpenti. Non aveva mai odiato tanto una caratteristica della sua casa ma, in generale, non aveva mai tollerato che gli altri lo trattassero come un comune fenomeno da baraccone. "Sono una branca di idioti… se non posso urlarlo almeno dovrei appendere un enorme cartellone con un gentile invito ad andare in un certo posto in ogni angolo di questa maledetta scuola!" Eh si, i pensieri mattutini di Draco Malfoy non erano certo quel che si definisce una visione rosea della vita. E se il tono da superiore, le risatine o meglio i ghigni se ne erano andati con la sua voce, le sue espressioni assenti, inquisitorie e derisorie non avevano abbandonato il suo viso anzi, se possibile si erano accentuate. Mentre passava per i tavoli della grande Sala e ascoltava i discorsi dei compagni il sopracciglio destro gli si alzò in modo poco naturale. "Secondo te dovrei chiedergli cosa prova?" sentì dire da una Corvonero mentre passava "Certo tesoro e dovresti mettere anche più rossetto su quelle labbra! Cadrà ai tuoi piedi!" il sopracciglio si inarcò ancor di più… non si sà se per i discorsi delle ragazze o per il pensiero che un ragazzo possa umiliarsi tanto da "cadere ai piedi di una donna". Probabilmente la seconda…

"Dovremmo andare a comprare alcuni dolcetti!" sentì dire da un buffo Tassorosso "No Finn, mi dispiace ma mia madre mi ha proibìto di mangiare zuccheri!" sentì anche la risposta del suo compagno. Il sopracciglio aveva raggiunto livelli preoccupanti. Probabilmente ora, oltre che muto sarebbe stato colpito anche da una paralisi parziale della fronte…perlomeno avrebbe sempre mantenuto la sua espressione indignata barra disgustata sul volto. Fortunatamente però quando arrivò al suo tavolo il viso gli era tornato alla normalità. Gli era bastato un solo giro sulla "giostra" dei discorsi altrui da piangere internamente la possibilità di non lanciare schiantesimi o di non poterli deridere. Non si era mai soffermato a lungo sui pensieri che animavano i discorsi degli altri, ed ora ne era più che contento. Decisamente la vita per Draco Malfoy non si prospettava affatto rosea molto probabilmente era più rossa. Che sarà mai? Solo qualche gradazione di colore in più…si, ma… rossa, rossa come l'inferno…

 


 

- Sarà un inferno per te Herm! - Era la seconda volta che Ron ripeteva le stesse parole ed esponeva a tutti i commensali Grifondoro la sua idea.

- Lo so Ron! Lo hai già detto e io ti ho già risposto che infondo avrei potuto rifiutarmi! Lo faccio solo per ottenere dei punti e poi non credo che possa infastidirmi più di tanto…voglio dire semmai dovesse scrivermi degli insulti posso sempre non leggeri ed ignorarlo! Non sarà un problema -  si convinse la riccia. - Già il poverino non può parlare! - rimarcò Ron con una vocina sarcastica e un'aperta risata. Ad Hermione diede fastidio, tanto da cambiare discorso    - Insomma cosa farete oggi? - Cercò di attirare l'attenzione ma… - Sarà Herm ma io non mi fido: insomma ha ancora tutti i suoi incantesimi non verbali e Merlino solo sa quanti possa conoscerne!- appunto. In quel momento Hermione ebbe la certezza che per tutta la giornata non si sarebbe parlato d'altro.- Ron, anche io sono scettico ma ormai è deciso! Dovremmo veramente pensare ad altro, Hermione sa cavarsela - si intromise Harry. Hermione lo guardò con un espressione di gratitudine. Il ragazzo le rispose con un sorriso. - Va bene avete ragione ma, ehi tu! - disse voltandosi verso la sua ragazza -Qualunque cosa faccia quel furetto devi dirmelo e lo schianterò senza pietà! - Glielo disse con una convinzione tale da farla sorridere -Si mio prode stai tranquillo! So usare la bacchetta anche io! - Rise prendendolo in giro e tornando con lo sguardo a vagare nella Sala mentre i suoi due amici e Seamus discutevano degli allenamenti di quidditch. Posò gli occhi sulla figura avvolta di nero di Malfoy che, al suo tavolo, fissava Pansy Parkinson esterrefatto mentre la ragazza gli imburrava una fetta di pane. Lo vide nello sguardo gelido del biondo: incredulità e rassegnazione. Scoppiò a ridere. Pansy lo stava trattando come un bambino e Malfoy la cosa non andava decisamente giù. Lui colse la sua risata e, mentre tornava serio allontanò poco gentilmente Pansy per prendere il suo blocchetto e scrivere con la stessa intensità di come si  inciderebbe l'argilla, per poi fissare la riccia. Gli altri Grifondoro nel frattempo avevano osservato Hermione confusi, ma la videro ancora assorta così, bastò loro seguire il suo sguardo per vedere verso chi puntasse. E videro il furetto platinato con gli occhi ridotti a due fessure tenere fieramente un blocchetto tra le mani con una chiara scrittura: 

Fottiti.

Hermione perse tutto il divertimento ricordandosi con quella scritta del carattere di Malfoy. A tutti fu chiaro quanto poco il ragazzo avesse gradito la risata della compagna. Decisamente Hermione Granger sembrava aver un particolare talento per le risate fuori luogo.       - Bene, credo che dopo questa uscita sia ancora più chiaro che questa sia una pessima idea! - tornò all'attacco Ronald mentre videro Malfoy alzarsi ed andarsene arrabbiato. - Si Ron, va bene! - Disse esasperata Hermione che continuava a seguire Draco con lo sguardo raccogliendo le sue cose - Davvero? - Rispose Ron, piacevolmente sorpreso della vittoria      - No. -  Rispose lapidaria Hermione andandosene salutando solo Harry. Sentì alle spalle il brontolio del suo ragazzo ma ci pensò per poco. Correndo raggiunse in fretta Malfoy che era uscito da poco. - Malfoy - lo chiamò per attirare la sua attenzione, lui come il giorno prima non si girò ed Hermione dovette correre per pararglisi davanti - Insomma sei solo muto non anche sordo! Le persone si girano quando vengono chiamate - inaspettatamente lei era l'unica che non l'avesse trattato come un malato terminale, anzi - Possiamo parlare? - Gli chiese rendendosi conto troppo tardi della gaffe -Cioè…io non intendevo, scusa, io…- si bloccò nel momento in cui Draco posò il suo indice sulle labbra facendole segno di stare zitta poi la guardò ed Hermione riprovò - Beh ecco io volevo solo dirti che dovremmo mantenere un atteggiamento civile o finiremmo con l'ucciderci: io non piaccio a te, tu non piaci a me. Se mi provochi insultandomi non sono sicura di poter rispettare quanto ho appena detto! -  Concluse fissandolo dritto negli occhi ma il biondo mantenne un' espressione divertita per tutto il tempo poi prese il suo blocchetto che ormai sembrava esser diventato il suo migliore amico e la tenne in sospeso per un po' finché non gli consegnò un foglietto strappato:

"1. Io e te non terremo mai un atteggiamento civile

2. Il termine "piacere" è riduttivo io "direi" piuttosto tollerare

3. Grazie

I numeri successivi sono una serie di insulti non avevo né il tempo né la voglia di scriverli, mezzosangue" lesse due volte il biglietto per essere sicura. Il mezzosangue non se lo era fatto mancare però! 

- Sei disgustoso, impossibile e gli elenchi puntati non ti faranno sembrare più incisivo o cattivo e perché mi hai scritto grazie?- gli chiese alzando di un'ottava la voce. Lui sbuffò evidentemente scocciato di dover riscrivere poi consegnò un secondo foglietto alla Granger " Sei la prima persona che in tutta la giornata mi ha trattato normalmente, come prima. Non hai cambiato atteggiamento anche se mi sto già pentendo di avertelo detto: resti sempre una mezzosangue " Hermione dapprima apprezzò la motivazione poi rilesse quel soprannome appallottolò il foglio e glielo tirò lasciandolo basito e infuriato - Sai quando scrivi assorto sembri quasi uno di quegli scrittori che prendono appunti per le loro storie…peccato che loro per farlo abbiano dei sentimenti! - Se ne andò marciando e lasciando il ragazzo in mezzo al corridoio che si stava affollando. Non avrebbero mai collaborato ed ora l'idea delle ronde appariva ad Hermione sbagliatissima ma…non sia mai che Hermione Granger molli qualsiasi incarico! Nessuno l'avrebbe indotta a darla vinta a quell'odioso Serpeverde. Nemmeno e soprattuto lui.



 

Parlare con la Granger era sfibrante, tecnicamente lo era per la sua mano e inoltre portarsi appresso la penna e l'inchiostro gli dava un tale fastidio. Le discussioni con la mezzosangue gli facevano intorpidire ogni volta le dita. "Maledetta come ha osato tirarmi addosso quel foglietto davanti a tutti?! La pagherà!" Draco Malfoy era abituato a prendere particolarmente sul personale qualunque  cosa. Se gli fosse possibile schianterebbe anche i moscerini che gli girano attorno. Per uno che credeva di essere intoccabile nella sua purezza di sangue qualunque tipo di atteggiamento non previsto verso di lui, che non fosse adulazione o ammirazione, lo irritava profondamente e la Granger era tutto meno che prevedibile. I suoi pensieri furono interrotti quando Blaise lo raggiunse alla lezione di Trasfigurazione, trafelato e sudato. Chissà dove diavolo era stato o… con chi… - Hey Draco! Ciao - gli disse mentre si sedevano ai loro banchi vicini. Il biondo ricambiò con un cenno quasi impercettibile della testa che fece riprendere all'amico il discorso -Senti, mi chiedevo…oggi abbiamo gli allenamenti di quidditch e volevo sapere se tu venss…- conoscendo l'amico e l'espressione dura che gli stava rivolgendo si ferrò appena in tempo consapevole dell'irritazione di Draco -Ma certo che ci sarai! Infondo non puoi solo parlare il resto è apposto!- si riprese sorridendogli. "Infondo non puoi solo parlare" si ripeté mentalmente il biondo…già solo! Effettivamente i professori avrebbero trovato presto una cura alla sua situazione e probabilmente demoralizzarsi in quel modo eccessivo non lo avrebbe aiutato…doveva pensare come Blaise. "L'unico insignificante problema è che non posso parlare! Non sarà una grave mancanza…"



 

L'ora di lezione sembrava non terminare mai ed Hermione continuava a scambiare occhiate amorevoli con Ron. Gli aveva chiesto scusa poco prima per il suo comportamento della mattina ma non gli aveva raccontato dell'incontro con Malfoy. Quando finalmente furono liberi di andare il rosso le si avvicinò per darle un bacio fermandosi poco dopo ben cosciente dell'avversione verso le effusioni in pubblico di Hermione. - Oh no! - Proruppe ad un tratto la riccia  - Che succede?- le chiese apprensivo Ron spostandole una ciocca di capelli dal viso -Ho dimenticato un libro nel dormitorio, non mi capita mai!- poi lo sguardo della ragazza si soffermò su un punto del braccio di Ron -Ehi ma hai fatto un…tatuaggio?- lui si rese conto che la sua ragazza stava guardando la piccola figura nera che aveva sul polso scoperto dalla manica che fece in fretta a coprire e la prese in giro -Tatuaggio? Che diavolo è, cioè tipo il marchio dei Mangiamorte, quello è un tatuaggio? Un usanza Babbana? No, questo è Fred che si diverte- concluse sorridendo e tornando all'argomento principale -Ora però non autopunirti: va a prendere il libro, probabilmente te lo sarai dimenticato per tutto quello che è successo tra ieri e oggi! - Stavolta fu lei a prendere l'iniziativa e a slanciarsi per dargli un veloce bacio - Grazie - gli disse per poi correre verso il ritratto della Signora Grassa. Entrata corse verso la sua stanza. Si bloccò a metà strada con gli occhi sbarrati. C'era un cartellone appeso alla sua porta. Un cartellone con una scritta in inchiostro rosso.

Mudblood.

Un nome gli balenò in mente Draco Malfoy.

 



 

Ci era voluto un po' a lavare via il colore dalle dita. Quel maledetto inchiostro lo aveva sporcato ed ora faticava a scollarselo di dosso ma la soddisfazione che provava per ciò che aveva fatto gli fece togliere le macchie dalle dita senza alterarsi troppo. Un sorriso gli si distese sulle labbra mentre stava andando a pranzo. Gli si affiancarono ben presto Tiger, Pansy e Blaise che parlottavano tra loro. Entrarono in una Sala ancora poco affollata e con la solita eleganza andarono a sedersi al loro tavolo; la loro tranquillità durò ben poco perché proprio in quel momento Weasel e Potter fecero il loro ingresso seguiti dalla sorella del rosso e dalla Brown. "Che strano, manca la mezzosangue" pensò Malfoy senza preoccuparsene più di tanto tornò ad ascoltare i discorsi degli "amici" -Secondo me quella di Tassorosso è proprio un'idiota- iniziò Pansy rivolta ad un'altra ragazza di Serpeverde  - Insomma chi mai metterebbe un ombretto verde con un rossetto corallo? - Ascoltando attentamente la Parkinson Draco si rese conto ancor di più conto di quanto la stupidità fosse alleata stretta di Pansy. Sbuffò girandosi per bere qualcosa quando un uragano entrò in Sala Grande.



 

Aveva staccato, strappato dalla porta quella scritta per poi ridurla in cenere con l'aiuto della bacchetta. Malfoy l'avrebbe pagata ed era sempre più determinata mentre camminava come un carro armato per tutto il percorso che la separava dal suo obbiettivo. Non si preoccupò di apparire come una pazza agli studenti con cui si scontrava: era rossa in viso, aveva la bacchetta sguainata e un espressione degna di un film Horror babbano. 

Varcò la soglia e…

-Tu maledetto! - Urlò rivolta a Malfoy, camminando verso di lui - Ti diverti vero? - Gli disse mentre ormai si trovava davanti a lui. Malfoy la guardò esattamente come gli studenti che aveva incrociato poco prima.      - Sappi che questa me la pagherai e ricordati che io posso usare una bacchetta e tu no! - passare alle minacce per mezzo di bacchetta era veramente poco da Hermione, per questo i suoi amici che stavano assistendo alla scena capirono che il furetto doveva aver fatto qualcosa di veramente grave. Il ragazzo in questione prese il blocchetto e velocemente, senza badare alla calligrafia, scrisse "Che diavolo di problemi hai?" lei lo lesse e lo fissò se possibile ancor più irritata - Che problemi ho io? Io? Tu piuttosto! Che c'è se non c'è vendetta nella tua vita non sei contento?- In quel momento entrarono altri studenti ma Hermione non ci fece caso e rimase ferma sulla sua posizione. Draco si alzò, poco contento di trovarsi in una posizione di sottomissione e le scrisse "Posso sapere cosa è successo?" lo lesse due volte per essere sicura di aver capito "Mi sta prendendo in giro?" pensò lei -Mi stai prendendo in giro?- chiese concretizzando il suo pensiero - Non sei stato forse tu a fare un cartellone con una bella scritta rossa? Non sei tu quello che mi ha scritto a caratteri cubitali Mudblood? E non sei stato forse tu ad appenderlo alla mia porta? Insomma chi altri avrebbe SCRITTO?- concluse fissandolo. Lui la guardò arrabbiato fu veloce a scrivere un grosso no sul blocchetto seguito da un sarcastico "Questa è discriminazione!". - Malfoy sei davvero patetico! Tu che mi parli di discriminazione! Hai perfino dell'inchiostro sulle man…- Gli altri studenti presenti si guardavano spaesati senza sapere cosa Malfoy scrivesse la situazione sembrava alquanto ironica: vedevano solo Hermione rispondersi da sola. Pansy in quel momento si alzò - Sono stata io! - Disse attirando l'attenzione -Sono stata io ok?! Stamattina hai riso del mio Draco e non puoi permettertelo! Volevo ricordarti di quale gradino sociale fai parte - le disse con cattiveria. L'unico che non l'aveva guatata durante la sua ammissione era Draco Malfoy che invece era rimasto con lo sguardo incatenato a quello della riccia che, in quel momento, sembrò veramente incredula e per la prima volta abbassò gli occhi poi riprese rivolta al biondo - Ma hai le mani piene di inchiostro! - gli fece notare lui le alzò e poi le usò per scrivere qualcosa di abbastanza lungo "Se avessi chiesto sapresti che ho scritto una lettera. A mio padre. E mi sono sporcato perlopiù non di rosso! Non è mia abitudine dare spiegazioni e mi hai già stancato abbastanza. Vattene e non darmi più fastidio!" Già…una lettera al perfido Lucius Malfoy. E c'era da essere soddisfatti per quella lettera di risposta in cui il figlio per la prima volta contraddiceva il padre rifiutando un invito ad una cena con altri "uomini altolocati" come scriveva suo padre o "mangiamorte" come li definiva Draco. 

Hermione non si era mai sentita più stupida, nemmeno quando aveva preso quel brutto voto tanti tanti anni fa che ancora la faceva stare male, non si era mai umiliata tanto e non si era mai sbagliata così clamorosamente. Tornò a testa bassa al suo tavolo mentre sentiva i bisbigli attorno a se. Si sedette come un automa senza parlare. Solamente pensando. Avrebbe dovuto trovare le scuse più convincenti della sua vita adesso. Perché se c'era una cosa che Hermione Granger proprio non accettava era sbagliare nei compiti così come nella vita. E sul conto di Malfoy si era già sbagliata di troppo.

 



 

 

Angolo autrice: Ciao a tutti! Sto aggiornando presto circa un capitolo ogni  giorno o al massimo due. Lo faccio perché so che risulta abbastanza noioso leggere pochi capitoli. Ringrazio le 21 persone che hanno messo la storia tra le seguite e alle 4 che l'hanno inserita tra le preferite (non rifaccio l'elenco ma vi ringrazio tutte profondamente). Faccio poi un ringraziamento particolare a Siri_Topo che ha inserito la storia tra le seguite, preferite, ricordate ma che soprattutto ha recensito :D grazie infinitamente! Ah e il solito grazie a justSay :D che ancora una volta mi ha lasciato una bellissima recensione. A proposito di recensioni. Mi demoralizzo un po' a non ricevere nessuna nonostante le numerose visite, penso sempre che entrate poi vi faccia schifo :C quindi vi invito di nuovo RECENSIRE perché sul volto della scrittrice un bel sorriso farete fiorire (ohw anche la rima) basta sto delirando…Alla prossima! :D

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Capitolo 6
*** Open door ***


L'inferno e il paradiso sono tutti e due dentro di noi.

Non importa che tu sia uno scrittore, un insegnante, un mago, una strega, una serpe o un grifone. Non importa che tu sia Draco Malfoy, eccetto per un piccolo particolare…

"La mia esistenza è un inferno! Una camminata infinita nell'Ade!" Continuava a pensare demoralizzandosi. Ok, eccetto per un grande particolare. Draco era convinto che in sé esistesse solo l'inferno anzi, che lui ci avesse ormai preso residenza in quel posto... 

"Ho passato gli ultimi anni ad Hogwarts a compiacere mio padre e, ancor di più, a compiacere il mio e il suo ego cercando di essere sempre il migliore! Ho calpestato il mio orgoglio per diventare ciò che mi è stato imposto con un marchio che se potessi mi strapperei! La mia vita fino ad ora è stata un successo!" rise di sé  stesso per la battuta infelice: il passato lo tormentava "Se quel vecchio non trova una soluzione sarò condannato a restare in queste condizioni per…" Il presente lo abbatteva e i pensieri continuavano inconsulti  "Mi è bastato un solo giorno, uno! Per capire che mai sarò in grado di sopportare l'impossibilità di non farmi valere! Quella mezzosangue oggi…non sono riuscito a difendermi! Mentre le sue urla mi arrivavano alle orecchie…" ripensò al momento e all'umiliazione "Le mie semplicemente… non uscivano…ah già, sono muto!" Si disse ironicamente come se se ne fosse ricordato solo in quel momento quando invece aveva passato la mattina a pensarci  "Sarà impossibile…" Il futuro che lo attendeva, gli divorava lo spirito guerriero che lo contraddistingueva e che, per il momento, si era battuto…in ritirata. In quell'istante stava camminando, gesticolando da solo, completamente rapito dai suoi pensieri che erano come un fiume in piena. Qualche ragazzino dei primi anni aveva silenziosamente cambiato direzione, come fossero delle gazzelle che cercano di non essere notate da un leopardo. Il "felino" in questione, quasi correndo, raggiunse l'ampia porta dell'ufficio di Silente dal quale era stato convocato, sperando vivamente che avesse trovato una soluzione. Quasi si scocciò di dover bussare, ma infondo era stato educato in un certo modo. Oltre alla voce non avrebbe di certo voluto perdere anche la reputazione. Così batté per tre volte, con gesti duri e arrabbiati, quasi non attese però l'invito ad entrare e si precipitò nella stanza. Non fu sorpreso di trovarci anche Piton che gli lanciò un'occhiata ammonitrice. Lui non ci fece caso e si sedette subito davanti al Preside. - Benarrivato Draco… - l'anziano mago notò subito l'impazienza negli occhi di Malfoy e si fece un po' cupo. Draco sentì un masso cadergli dritto sul cuore… - Draco, grazie alla collaborazione del signor Paciock siamo riusciti a risalire a tutti gli ingredienti e alla preparazione della pozione, siamo stati quindi in grado di trovare anche una soluzione… - Nessun sorriso. Cattivo segno. Fu Draco alla fine, ormai rassegnato ed esasperato a scrivere un ultimo disperato foglietto. "Ma?…" recitava così. La calligrafia era nervosa e calzata. Silente capì che il tatto sarebbe servito a poco in quella situazione ma, il dispiacere e l'afflizione che provava per quel giovane ragazzo che pur era stato, ed era, una minaccia per la scuola non lo fecero proseguire vinto dall'emozione, delegando così, con uno sguardo, l'ingrato compito a Piton. Il professore lo conosceva meglio così, senza preamboli, si affiancò al Preside puntando gli occhi in quelli gelidi del suo pupillo 

-Abbiamo un problema. E questo problema si chiama "lacrima assordante"- Notando lo sguardo perplesso dell'alunno Piton continuò - E' un ingrediente necessario alla realizzazione della contropozione… ne viene parlato in un solo libro tra tutti quelli appartenenti alla libreria della scuola ed è quello in cui abbiamo trovato la pozione che risolverebbe il tuo…problema ma… non sappiamo dove si possa trovare, né cosa sia. Mi dispiace… - si bloccò: era un vero sentimento di compassione quello di Piton. Aveva fatto approfondite ricerche ma nulla aveva portato ad una conclusione valida. Lesse la delusione negli occhi del biondo che quasi meccanicamente si alzò, intenzionato ad andarsene - Draco, aspetta! - lo fermò gentile Silente alzandosi in piedi. Il giovane si voltò svogliatamente - Non ci arrenderemo: faremo tutto il possibile per capirne di più su questo ingrediente. Se è citato deve pur essere reperibile…per adesso sta tranquillo e cerca di… - un suono sordo, fastidioso e assordante: il rumore di una porta che viene sbattuta violentemente. Draco se ne era andato infischiandosene del fatto che il suo preside stesse ancora parlando. Lui non aveva potuto proferir parola, non aveva potuto render a pieno la sua rabbia nello scoprire che probabilmente sarebbe rimasto muto, non aveva potuto sussurargli un "vecchio incompetente!" ma quella porta sbattuta, quella chiusura si era espressa per lui. La stessa porta che poteva dirsi come quella dell'inferno che, inesorabilmente, gli si era chiusa alle spalle, senza possibilità di ritornare indietro.

 "Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate…!"

 

 

 

 

Era distesa sul suo letto abbracciata a Ron, non c'era nessun altro nella stanza: avevano tutte prontamente trovato un "improvviso impegno" per lasciare la dovuta intimità ai piccioncini, come li chiamavano loro. Hermione e Ron erano ancora vestiti mentre si baciavano teneramente e si tenevano stretti. Nessuno dei due era intenzionato ad andare oltre - Non che non ci avessere mai pensato eh - : il rosso aveva provato cautamente a raggiungere un "altro livello" un paio di volte ma, per Hermione, tutto ciò che riguardava la sfera "intima" era un vero e proprio tabù. Per questo il suo ragazzo si era momentaneamente adeguato alle esigenze della sua Grifona che in quel momento si sentiva in paradiso. Stare così, con Ron, sentirsi amata dal ragazzo che ti è piaciuto segretamente per molto la faceva sentire sospesa su una nuvola dove nessun tipo di problema avrebbe potuto raggiungerla. Lui le stava accarezzando una guancia - Ehi non mi hai mai detto cosa rappresenti quel tatuaggio! - lo accusò rivedendo la macchia nera sul polso del ragazzo il quale, facendo un sorriso forzato, le disse   - Ma dai Herm! Ti ho già detto che è un'idiozia inventata da Fred!- disse alzandosi con uno scatto. La riccia lo seguì - Ho capito-  gli rispose stizzita -Volevo solo sapere cose fosse, non mi sembra di chiedere molto! E poi perché te ne stai andando? - lui la osservò mentre si rimetteva apposto la cravatta -E' un cane, ok? E' il muso di un cane. E ora ho da fare, scusami.- Le disse uscendosene dalla stanza, lasciando Hermione sbigottita. Insomma gli sbalzi d'umore del suo ragazzo le avrebbero fatto scoppiare la testa prima o poi! Non lo avrebbe di certo condannato per un tatuaggio se era quello che lo preoccupava! Era una ragazza di larghe vedute e di certo non avrebbe smesso di amarlo per quello! -ahhh- emise un gemito esasperato "certe volte sa essere anche più odioso di Malfoy!" pensò mentre cercava di reperire dei libri per andare a studiare in biblioteca. Poi si bloccò "Malfoy…" ripensò "Malfoy, muto, scuse…" -RONDA!- disse d'un fiato.

 

 

 

 

Quella sera avrebbe dovuto cominciare la sua sessione di ronde punitive. Nonostante fosse cosciente dei suoi doveri Draco Malfoy  continuava a sonnecchiare sdraiato sul letto, nudo, con Pansy appiccicata a lui come un polipo, incurante dei suoi doveri. E tutto questo problema solo per aver accusato la mezzosangue! "Mezzosangue…" pensò il biondo improvvisamente. "Mezzosangue, urla, accuse…RONDA!" si ritrovò ad urlare internamente; si ricordò in quel momento che avrebbe dovuto svolgere il suo compito con la Granger e, fu a quel punto, che Draco Malfoy si convinse che qualcuno avesse deciso di rovinargli la vita o… di farlo diventare pazzo perlomeno - il che sarebbe stato ancor più divertente per gli altri-. Il nervosismo si fece strada in lui attaccandogli ogni terminazione nervosa: era in ritardo e, in nessun modo, avrebbe dato alla Granger la soddisfazione di coglierlo in fallo! Si alzò scattando, svegliando poco educatamente Pansy "Cazzo" pensò mentre correva davanti allo specchio. Si vestì e si diede una sistemata veloce, per una volta avrebbe trascurato un po' il suo aspetto sempre impeccabile pur di mostrare la sua migliore faccia strafottente ad Hermione Granger mentre arrivava in orario. - Mmh, Draco dove sei? Cosa fai?- si sentì dire da Pansy; per un attimo il biondo si fermò a riflettere su come avesse passato quel pomeriggio "Sono stato a letto con una stupida che non ha nemmeno l'accortezza di ricordarsi in che condizioni sono…nemmeno un idiota!" si ritrovò a condannarla e ad odiarla come odiava tutti gli altri. Beh lei non si era minimamente preoccupata di ricordarsi di un piccolo problema - Draco ci sei? - tornò alla carica lei alzando la testa e aprendo gli occhi tutto quello che vide fu il ragazzo che se andava, lasciandola sola, proprio nel momento in cui si era ricordata che lui non le avrebbe risposto. Notò poi un biglietto attaccato allo specchio ed alzandosi barcollante, ancora mezza addormentata, cercò di leggerlo e quello che lesse non le piacque per nulla "Appena ti alzi vattene! Non voglio vederti al mio ritorno in questa stanza…anzi non ti voglio qui mai più!" Ci rimase male: spesso, con lui, aveva l'impressione di essere usata senza ritegno. Non che lei con i suoi atteggiamenti facesse pensare di volere di più ma… a volte, sapere che il ragazzo cui si concedeva più spesso, che conosceva da anni non la degnasse nemmeno di un affetto amichevole la destabilizzava. Ah… un'altra caratteristica di Draco Malfoy: all'inferno non ci andava mai solo... amava trascinarsi dietro gli altri. 

 

 

Era in ritardo. Solitamente le ronde partivano alle 21, subito dopo la cena ma lui non c'era. Già, la cena…



2 ore prima...


Hermione decise di non rimanere in camera a piangersi addosso, piuttosto sarebbe andata a cena per chiedere spiegazioni ad Harry sullo strano comportamento del loro amico. In Sala Grande, la sete di conoscenza e di chiarezza la fecero praticamente precipitare al posto acanto a quello dell'amico con la cicatrice, di Ron nemmeno l'ombra.

- Harry! Ciao - troppa enfasi, decisamente troppa -Her…Hermione! Ciao…- rispose un dubbioso Harry sorridendole come sempre 

-E' successo qualcosa?- riprese poi il moro insospettito dall'atteggiamento dell'amica. Hermione volse lo sguardo a destra e a sinistra per cercare eventuali ascoltatori indesiderati ma quella sera il tavolo sembrava essere particolarmente vuoto. - No. Harry volevo chiederti…hai notato qualcosa di strano in Ron? Voglio dire, capisco se non vuoi dirmi nulla, o se hai promesso a lui di non farlo però tu sei anche mio amico: se c'è qualcosa che non va dovresti dirmelo!- Durante la sua richiesta il tono della voce era decisamente salito ed Harry prontamente cercò di tranquillizzarla    -Hermione! Calma…non so nulla: a me Ron sembra sempre lo stesso, non mi sembra cambiato…- vide Hermione tranquillizzarsi un po' ma alla fine la riccia se ne uscì con una domanda che l'attanagliava da quando il suo ragazzo se ne era andato: -Non è che ha un'altra?- chiese all'amico con lo sguardo triste; per tutta risposa Harry si mise a ridere -Herm! Lui ti ama: non si sognerebbee mai di stare con qualcun'altra, fidati!- Già, fidarsi. Lo avrebbe fatto, lo faceva già incondizionatamente. Eppure quella sera a cena il rosso non si era presentato… - Sarà una giornata no per lui…tutto qui!- Concluse Harry tornando a mangiare. Solo una giornata…


Adesso


-No!- sbottò alla fine la Grifona, davanti al portone della Sala Grande, luogo in cui avrebbe dovuto incontrarsi con la serpe.

-Non è possibile! Basta sono le 21.30, la mia pazienza ha un limite!- Cominciò a sbraitare ad alta voce non vedendo ancora arrivare il suo compagno di ronde.

Alla fine sentì il suono di una mano, sbattuta contro la porta alle sue spalle: le salto il cuore nel petto. -Merlino!- urlò scattando la povera Hermione. Si volse verso la fonte del rumore e vide Malfoy osservarla con sguardo duro ma divertito al contempo per averle fatto prendere un infarto. Aveva in serbo una serie di insulti, degni di censura da rivolgergli ma l'immagine della mattina le balenò in mente facendole arrestare gli improperi in gola. Avrebbe dovuto scusarsi. Glielo doveva, lo aveva veramente umiliato soprattutto quando Pansy aveva confessato. Lo aveva fatto apparire come incapace di difendersi da solo, tanto da dover mandare l'amante a minacciare una ragazza ed Hermione sapeva quanto poco Draco Malfoy tollerasse un attacco frontale al suo orgoglio, così raccolse tutte le forze e gli disse -Devo chiederti scusa per oggi…- nonostante tutti i buoni propositi lo guardò in faccia solo per pochi attimi. Aveva tropo paura di trovarlo lì, appoggiato alla porta, guardarla divertito, e annotare sul suo maledetto blocchetto giorno, ora e situazione in cui lei, Hermione Granger gli aveva chiesto scusa. Alla fine la riccia alzò lo sguardo e non lo vide fare nulla di tutto ciò, anzi stava scrivendo ma non aveva la faccia divertita. Le consegnò il biglietto dopo poco "Non ho bisogno della tua compassione. Piuttosto se hai davvero intenzione di fare le ronde scordatelo: basta Gazza a terrorizzare gli studenti. Propongo di andare ognuno per la propria strada." Ad Hermione sembrò che ad ogni passo avanti fatto nella sua direzione ne conseguissero 100 suoi nell'altra, così optò per una soluzione drastica e cattiva: doveva smuoverlo, fargli capire che il suo menefreghismo e le sue maniere disinteressate davano fastidio… come si dice ...doveva rendergli pan per focaccia. -No. Non ho intenzione di trasgredire: guadagnerò dei punti da questa cosa e voglio che siano meritati quindi se fossi in te non aggiungerei alla mia situazione anche l'aggettivo sovversivo o trasgressivo oltre a muto." Per la prima volta in diversi anni Hermione lo aveva azzittito. Ironia? No, lei non gli aveva semplicemente tolto le parole di bocca, a quello ci aveva pensato Paciock, ma lo aveva azzittito interiormente. Forse sarebbe meglio dire che per la prima volta nessun espressione gli colorò il viso, nessuna intenzione di controbattere. Hermione lo guardò preoccupata "Questa è la volta buona che mi uccide!…"

 

 

Il suo cervello si era come bloccato. Sentendo la risposta della Granger aveva stentato a credere alle sue orecchie. Perché lei non lo compativa? Perché lei non lo trattava con riserbo, con attenzione ma anzi gli sputava in faccia ogni volta la cruda verità? Quel giorno per Draco Malfoy fu un bene non avere a portata di mano una bacchetta ma fu ancora meglio per la ragazza che aveva di fronte. I pensieri cominciarono a rifluire ed una cosa sola doveva fare: andarsene, da lei, dalla sua bocca tagliente. Si girò di scatto, ma si sentì afferrare per un braccio saldamente, girandosi vide lo sguardo deciso della Granger.

-Scusa…ok? Scusa, mi fai saltare i nervi e ho detto una cosa terribile, non penso di comprendere quanto possa essere dura…- sfilò disgustato il braccio dalla presa della Granger per scribacchiare sul suo blocco "Cos'è una vendetta?" le fece leggere poi continuò "Una vendetta per tutti gli insulti? MI stai rivoltando contro la mia arma? Mi tratti così per vendicarti?" Gli chiese ancora con gli occhi irrorati di rabbia. -Io non la chiamerei vendetta ma piuttosto insegnamento!- le disse piccata. Si stavano comportando come dei bambini, se ne rendevano conto ma se ne fregavano. Era più comodo per loro odiarsi, era più facile non cercare di capirsi, sbagliavano e perseveravano. Malfoy con un gesto eloquente e poco carino le fece capire dove poteva mettere i suoi insegnamenti e ricominciò a camminare per andarsene. Era ormai davanti all'ingresso per la sala comune dei Serpeverde poi d'un tratto si diede mentalmente dell'idiota "Parola d'ordine…certo! Come se potessi pronunciarla!" Non aveva pensato a questa grave problematica ed ormai si era rassegnato a mandare al diavolo la giornata. Non gli importava più di nulla: era distrutto dentro, cominciava a sgretolarsi e a ricadere su se stesso mentre fuori appariva sempre più freddo e compatto…impenetrabile. Era fragile però, era fragile quando non poteva ribattere, quando non poteva borbottare o esclamare quando in quel momento stava scivolando sulla parete con la schiena sino ad arrivare seduto a terra con le spalle appoggiate. Era fragile nel momento in cui una figura di ragazza fece la sua comparse nel corridoio, quando ella gli si avvicinò e quando si rese conto che si trattava della mezzosangue. Si trattava della mezzosangue che in quel momento lo aveva visto a terra sfinito, abbattuto e arreso. Inaspettatamente gli porse la mano, una mano candida, sottile e bella che in quel momento apparì a Draco tutto meno che la mano di una sporca mezzosangue. La accettò e strinse la sua mano più possente attorno a quella fragile della ragazza. Quanto ingannavano le proporzioni fisiche. Quella sera, la mano di Hermione  che fino ad allora era sempre stata la più debole e la più derisa aiutò un ragazzo, che invece era sempre stato l'immagine della forza della fierezza, ad alzarsi. Quella sera la più forte era Hermione Granger e tutto questo senza bisogno di prese in giro, vendette e scherni. Lei era stata forte d'animo. In piedi i due si guardarono -Immagino tu voglia tornare al tuo dormitorio…- gli disse la riccia -Beh credo che se tu mi scrivessi la parola d'ordine potrei aiutarti…- lui la guardo ammirato: aveva pensato a lui, aveva pensato a cosa stesse facendo, a come sarebbe tornato, era tornata ad aiutarlo dopo tutto quello che era successo. Le scrisse la parola in silenzio e lei lo aiutò ad aprire la porta della sua Sala. Draco arrivo in camera sua scosso. Non sapeva bene che cosa fosse appena successo ma di una cosa era certo: la Granger quella sera non aveva solo aperto la porta d'entrata al suo dormitorio, no. Aveva aperto anche quella maledetta porta dell'inferno che sembrava essersi sigillata per sempre: gli aveva aperto la porta per il PARADISO.

 

 

 

 

Angolo dell'autrice: Allora come al solito parto con i ringraziamenti.

Vorrei dire grazie alle tre persone che hanno recensito il capitolo precedente: justSay, barbarak e Simi462.

Ringrazio poi le 24 persone che hanno inserito la storia tra le seguite, le 5 che l'hanno messa tra le preferite e chi l'ha inserita tra le ricordate. Grazie di cuore! Ah e vi invito sempre a recensire perché sul viso della scrittrice un sorriso farete comparire (Credo di aver preso questa stupida frase come motto…). No, davvero, se vi va fatemi sapere che ne pensate, sono sempre insicura.

Per quanto riguarda la storia questo è un capitolo importante, penso si capisca. Voglio precisare che la prima frase è di Oscar Wilde e come avrete notato tutti c'è anche un richiamo alla Divina Commedia di Dante. Spero che il capitolo vi piaccia, qualunque domanda o chiarimento saranno soddisfatti :D

Alla prossima, F.

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Capitolo 7
*** Bitter Sweet Cat ***


Bitter Sweet Cat

Quella mattina, per Draco, il risveglio fu dolce amaro, ancora sdraiato sul letto, il ricordo della Granger e della sua premura lo facevano inconsciamente sorridere ma la lettera stropicciata, scritta in elegante calligrafia sul suo comodino lo ridestavano. Suo padre, gli aveva risposto; sempre che un freddo telegramma di poche righe si possa considerare una risposta alla sua accorata lettera in cui gli raccontava del su "incidente".
"Faremo ciò che è necessario figlio. Il tuo è un piccolo incidente di percorso. Agisci come un Malfoy, non deludermi" l'aveva memorizzata. Nessuna premura, nessuna preoccupazione, infondo ciò che contava non era avere un figlio sano ma un sano "guerriero" seppur armato solo di incantesimi silenziosi. In quel momento il biondo pensò che la parola nessuno sembrava essere imperativa nella sua vita. "Nessuno...come il numero di persone che si interessano a me" si disse beffardamente. 
-Draco!- Blaise lo riscosse cominciando a battere sulla sua porta -Draco andiamo, falla finita con questa storia del depresso. Sei muto non impotente!- scherzò l'amico.
"Se proprio vogliamo trovare un lato positivo" pensò sorridendo Draco mentre si alzava per aprirgli la porta. -Finalmente- disse Blaise entrando -per la cronaca, sono le 7.45 dovremmo fare colazione e sarai sceso in Sala Grande si e no 2 volte da tre giorni a oggi, seppur muto sei comunque una compagnia migliore di Tiger e Goyle!- lo fece sorridere -Eccolo qui! Andiamo dovrai vedere coi tuoi occhi la miglior barzelletta di sempre!- Gli disse eccitato. Malfoy incuriosito estrasse subito il suo fidato taccuino e mentre camminava scrisse "credevo che le barzellette si ascoltassero" porgendo lo all'amico. -Oh no no, questa si vede!- gli disse enigmatico.

-Ron ti ho detto mille volte di non abbuffarti!- lo riprese Hermione -Harry aiutami!- chiese ormai rassegnata all'amico. Erano in Sala Grande a far colazione già da 20 minuti e Ron continuava ad ingurgitare cibo. -Herm, lo sai che non ci si può far nulla!- disse con affetto amichevole.
La Grifona fece un sbuffo voltandosi proprio nel momento in cui Zabini e Malfoy entravano. Si fermò ad osservarlo più del lecito sorprendendosi del fatto che fosse sceso. Si impose di staccare gli occhi da lui più e più volte mente lo vedeva arrivare al suo tavolo ma non lo fece, così i suoi occhi di ghiaccio la notarono. Hermione avvampò sapendo di esser stata volta in fallo e distolse subito lo sguardo non prima di aver notato una dolcezza inaspettata nello sguardo del ragazzo. In quel piccolo istante tutto il resto era scomparso così quando si ritrovo a sentire uno stralcio del discorso degli amici che la interrogavano dovette chiedere -Scusa Ron, non ho sentito- il rosso sbuffò ma si ripetè -Stavo dicendo quella serpe si è degnata di mangiare con noi indegni- disse palesemente rivolgendosi Malfoy -Ron, credo non sia facile per lui ciò che sta passando non credo...- provò a dire Hermione -Andiamo Mione, è un bastardo che ti frega?- le disse Ron stizzito. 
-nulla- disse Hermione cercando di far terminare quell'assurdo discorso: si sentiva piccata seppur l'offesa non fosse rivolta a lei. "Probabilmente mi fa solo pena..." Si disse lasciando gli amici senza un saluto con l'amaro in bocca.

Dall'altra parte della Sala un attento ed esagitato Zabini tormentava il povero Draco: -ecco!- urlò indicando il rosso -non l'hai visto?- chiese felice come un bambino. Draco fece cenno di no con la testa, distruggendo la felicità dell'amico che però presto lo strattonò -ora!- disse convinto. -ora devi averlo visto!- Draco ormai stanco fece ancora no e assunse un'espressione  alquanto eloquente. -ok, non importa te lo dirò: pare che quell'idiota di Weasley si sia fatto un tatuaggio! Un tatuaggio Draco! Se riuscissimo a vedere cos'è avremmo materiale per prenderlo in giro per il resto della vita! magari si è scritto "Harry ti amo" o una cosa tipo "Potter..." Zabini stava decisamente straparlando e nonostante Draco se ne stesse andando ormai stanco lui continuava imperterrito. Lo saluto con un gesto della mano ed uscì dalla sala.

Hermione era in anticipo, così si sedette davanti all'aula per dare un'ultima letta alla lezione anche se era distratta da tante congetture "Ron è così strano...se stessi sbagliando qualcosa? Sembra che avermi attorno lo incattivisca piuttosto che farlo felice...io" mentre era assorta nei suoi pensieri non si accorse che proprio accanto a lei si era seduto Malfoy il quale la degno a stento di un'occhiata seppur il loro corpi fossero attaccati. -Malfoy- disse la riccia -Qual buon vento?- riprese incolore facendo finta di leggere il libro. Lo sentì scrivere e le buttò sopra il libro un foglio "Pare che il tuo ragazzo rosso si sia fatto un tatuaggio, è per Potter?" -Sinceramente non so nemmeno che aspetto abbia- si ritrovò a rispondere sinceramente la ragazza guardandolo, infine. Draco non si aspettava di certo una risposta, sembrava esser l'inizio di una conversazione civile. Si osservarono per poco finché Draco notando la tristezza della ragazza si sentì in dovere di cambiare argomento così le scrisse un altro biglietto "starai ripassando per la quarta volta, io non so nulla" lei lo guardo disapprovando e lui le fece un sorriso. 
Era bello. Sembrava sincero e tranquillo come mai. -Vorresti che te la esponessi?- gli chiese di getto Hermione, pentendosi subito dopo e aspettandosi una presa in giro. Lui le consegnò il foglietto, lei lo aprì piano immaginando già una risposta cattiva. "Si. Mi farebbe piacere" questo c'era scritto. Tutt'altro che cattivo.
Stettero lì seduti per 10 minuti, nei quali Hermione spiegava appassionata ad un Draco molto attento. -Sai, sei la prima persona che mi ha ascoltato per così tanto esporre una lezione!- gli disse sorridendo. Era bello scherzare con lei si disse Draco, alzandosi per entrare in classe, le lasciò un ultimo biglietto "infondo posso fare solo questo" recitava. Hermione dal basso lo guardò sorridendo per la battuta -Ehi Malfoy, pensavo che la fase dell'accettazione non sarebbe mai arrivata per te ma addirittura far battute! Sorprendente!- lui le sorrise e la salutò con la mano scomparendo in classe.
 Ben presto tutti gli studenti erano al loro posto. La McGrannit entrò, chiese silenzio e ben presto cominciò a "rompere le palle" quello era il pensiero di Draco che era stato chiamato con un odioso -Malfoy non potrai parlare ma puoi scrivere, mi serve una tua verifica!- gli porse un foglio con due domande. Il biondo le lesse e si rese conto quanto fosse stata utile la lezione della Granger. Rispose velocemente e mentre si apprestava a riconsegnare il foglio cercò lo sguardo della Grifona che trovò ben presto e le mimò un grazie. Un Malfoy che ringraziava una mezzosangue, non stava decisamente seguendo alla lettera le indicazioni di suo padre. Passò il foglio alla professoressa e si voltò tornando al suo posto non prima di incrociare il banco della donnola, riuscendo a vedere il suo fantomatico tatuaggio che appariva sul polso del ragazzo, probabilmente, concentrato com'era a cercare un suggerimento, si era dimenticato di coprirlo. Così Draco riuscì a scorgerlo bene e...
Un gatto? Weasley si era tatuato un gatto?


Angolo autrice: È passato più di un anno. Sono imperdonabile lo so, per cui mi scuserò ma non troverò altre scuse (mi scuso per il gioco di parole) se non quelle che l'ispirazione semplicemente se ne era andata. Sono tornata per concludere questa storia. Promesso.
Spero vi sia piaciuto il capitolo e che, se vorrete, me lo farete sapere con una recensione.

Un abbraccio e mille scuse, F.

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Capitolo 8
*** Hopeful smile ***


HOPEFUL SMILE 

Doveva credere a Blaise quando gli aveva detto quanto fosse ridicolo quella donnola con un gatto tatuato sul polso. "Perché mai un gatto poi?!" Si domandò Malfoy per l'ennesima volta. Se lo sarà fatto sotto incantesimo per poi vergognarsene, concluse il biondo arrabbiato per il troppo tempo speso a pensare a quella nullità. Avrebbe fatto meglio a seguire il resto delle lezioni. 
La giornata trascorse lenta mentre il ragazzo si trascinava da un luogo all'altro. Come sempre l'unico che veniva ogni tanto a punzecchiarlo e ad informarlo era Blaise che, sempre di buon umore, lo aggiornava sulle sue ultime idee da mettere in atto contro i Grifondoro. Sentirlo parlare di dispetti e incantesimi che comprendevano vomito e cecità come effetti lo aveva fatto sentire come un tempo. Probabilmente oramai, si era rassegnato al suo destino: quella fantomatica lacrima assordante non era nemmeno reale. Oppure avrebbe dovuto fare chissà cosa per ottenerla. Per lui era meglio pensare che sarebbe rimasto muto per sempre piuttosto che riporre una vana speranza che sarebbe stata sicuramente disattesa. Era arrivato il momento dell'accettazione: "dovrò recludermi in casa" si disse "nessuno può andare in giro incapace di difendersi verbalmente!" Sarebbe stato schiacciato e ignorato si disse. Ed un Malfoy "non può permettersi di non essere ascoltato e temuto", lo aveva detto un giorno suo padre.
In quel momento, per il corridoio, passò la Granger e lui si ritrovò a sorriderle ricambiato. Quel tipo di sguardi lo avevano accompagnato per tutto il giorno ma solo in quel momento, quando nella sua testa l'immagine di suo padre e della Grifona cozzarono, si rese conto del suo sbaglio. "Da quanto è la Granger e non la mezzosangue?" Si chiese disperato come chi commette un errore irrimediabile. Si fece disgusto, provò una repulsione per tutto ciò che aveva fatto in questi due giorni. Era un debole, come diceva suo padre e lo aveva appena dimostrato. L'accettazione era finita, nulla gli avrebbe fatto accettare una situazione del genere. E se gli insegnati non si davano un mossa a trovare rimedio a tutto ciò ci avrebbe pensato lui.

"È decisamente strano" si disse Hermione ripensando al Serpeverde: quella mattina, prima della lezione, le si era scaldato il cuore a vederlo così attento alle sue parole. Lo conosceva da anni, le aveva reso la vita impossibile e probabilmente l'avrebbe ancora fatto non appena sarebbe tornato a parlare, perché avrebbe riavuto la sua voce, si convinse Hermione. E l'idea non le dava fastidio come avrebbe dovuto, sembrava esser solo un sentimento sincero di speranza. Era nel suo carattere volere il bene per gli altri. "Malfoy è solo uno dei tanti" si disse lei scrollandosi il pensiero del ragazzo di dosso. 
-Hermione!- si sentì chiamare da Harry mentre era in sala comune. 
-Dimmi Harry- gli fece rivolgendosi a lui che nel frattempo l'aveva raggiunta. 
-Vedi, so che ti chiedo molto ma...- si fece remora il ragazzo a continuare.
-Avanti Harry dimmi- rispose Hermione comprensiva mentre lui riacquistava sicurezza. 
-Allora, so che Piton ha organizzato un lavoro strano ed impossibile- disse lui fermandosi a riflettere con un espressione corrucciata -e so anche che sarà a coppie quindi...mi chiedevo- prese un respiro -potrestiesseretulamiacompagna?- chiese tutto d'un fiato.
-Harry- disse lei tra le risate -non credo di aver capito- si scusò ancora sorridendo.
-Herm lo sai che ho grossi problemi con Piton, e stare in coppia con Ron non mi aiuterebbe di certo: sembra che il professore lo voglia schiantare da un momento altro quindi...- ci riprovò -vorresti stare in coppia con me?- le chiese con l'espressione di un bambino. 
-Cero Harry, non ti preoccupare- le fece lei comprensiva -ora però devo andare: ho la ronda con Malfoy...ah Harry- lo richiamò -hai visto Ron?- gli chiese. Non vedeva il suo ragazzo, sempre che ancora lo fosse, dalla colazione e iniziava a preoccuparsi. -no Herm, mi dispiace- le disse lui.
-Ok, fa nulla...-disse Hermione andandosene con un espressione triste, diretta al punto di incontro con Malfoy.

Il Serpeverde aveva passato il resto del pomeriggio chiuso in biblioteca, a sfogliare decine di libri per cercare qualcosa che potesse aiutarlo. Nulla. Nulla e nulla. Per un momento pensò addirittura che i professori si fossero inventati la scusa di un rimedio per tenerlo buono. "Ehi Draco in realtà ti abbiamo preso in giro, sari muto per il resto della tua miserabile vita" avrebbero dovuto parlargli così. Oramai era tardi e il biondo si era abbandonato con la testa appoggiata su un pesante libro come a dichiarare la sua sconfitta. "Non pronuncerò mai più un incantesimo" questa era la sua paura, era un mago era nato per esserlo e non avrebbe potuto far nulla. "Questa scuola ormai non mi serve a nulla, non ha nulla da offrire ad un muto come me sto solo rendendo un servizio di ronda senza essere pagato!" Pensò furente...la ronda! 
La mezzosangue lo stava sicuramente aspettando da un po' e d'improvviso tutto il resto passò in secondo piano, mentre la preoccupazione di vederla arrabbiata e delusa lo consumava. Perciò mise velocemente apposto e corse verso la Sala Grande. Arrivò trafelato e la vide seduta su una sedia, assorta. Si fermò un attimo, per riprendere fiato e non farle notare il fatto che avesse corso per arrivare il meno in ritardo possibile e le scrisse un biglietto. 
La riccia era bloccata col pensiero su Ron, si spaventò quando le comparve davanti alla faccia un biglietto con tanto di scuse per il ritardo o perlomeno, il biglietto recitava "mi dispiace che tu sia in anticipo" si poteva dire fossero delle scuse da parte di Malfoy. 
Lei però non si mosse, "andiamo Hermione, devi adempiere ai tuoi doveri" si riscosse. Ma invece di alzarsi si mise a straparlare senza freni -Sai Malfoy, il mio ragazzo mi evita- gli disse facendolo strabuzzare colto di sorpresa. "Oh no mezzosangue! Stavolta non mi farò ammaliare dai tuoi discorsi" provando a non ascoltarla si mise a scrivere di fretta e le porse il foglio. "Perché dovrebbe essere un mio problema mezzosangue?" C'era scritto. Stava cercando di rimettere distanza, Hermione ci rimase male ma non troppo: sapeva come era fatto ma in quel momento non le importava, aveva solo bisogno di sfogarsi e farlo in quel momento con lui le sembrò la cosa più giusta. -Non mi importa- gli disse guardandolo negli occhi -non puoi interrompermi quindi mi ascolterai!- gli disse. Si era imposta per la prima volta in vita sua e Draco se ne sorprese incredibilmente: sarebbe rimasto senza parole anche in normali circostanze. Si ritrovò a pensare quanto fosse forte e decisa quella ragazza che avevan sempre deriso e dopo un sonoro sbuffo con il quale era convinto a portare avanti la sua campagna "fregatene della mezzosangue" si ritrovò ad ascoltarla per parecchio tempo mentre lei si chiedeva il perché di tanto menefreghismo da parte del suo ragazzo.
-Ha un'altra- concluse lei. -Ne sono convinta- lui la guardava compassionevole e ancora preda di un incantesimo si decise a intervenire. "Chi altri sarebbe meglio di te?" Lesse lei aprendo il biglietto. Lo fissò stranita e felice. Si guardarono intensamente per un po' finché lui non si rese conto che aveva appena scritto quella che sembrava essere una dichiarazione così si affrettò a riprendere il biglietto e ad aggiungere un "per lui" alla fine della frase salvandosi. Lei lo vide e gli sorrise comunque. 
-Grazie per avermi ascoltata- gli disse mentre lui le rispondeva con un espressione eloquente "non che avessi avuto scelta" -spero che...- riprese lei ma furono interrotti da un rumore. 
In realtà avrebbero dovuto sorvegliare la scuola così a quel suono si ridestarono tutti e due e corsero a vedere silenziosamente per cogliere in fallo chi era in giro. Erano nascosti dietro l'angolo e lui si sporse per vedere meglio ma Hermione lo trattene per un braccio -aspetta- gli disse sottovoce, lui si ritrasse e si mise ad aspettare. Ben presto si sentirono delle voci.
-Perisck- si senti una voce -non ho molto tempo da perdere prendi quella scatola e fai ciò che devi- sentì dire da una voce maschile. Persick era un Corvonero 2º anno. Hermione sentiva l'impazienza di Malfoy di capire cosa stesse succedendo così lo guardò e con uno sguardo di intesa si sporsero entrambi per vedere la scena. Hermione alla vista di ciò che stava accadendo si sentì mancare. Erano in tre: quel Persick, un altro Corvonero più grande e...Ron che reggeva la fantomatica scatola. Il giovane Corvonero prese velocemente la scatola e si dileguò.
-Wesley, sei stato bravo- disse il più anziano del terzetto rivolto a Ron andandosene. In quel momento Hermione si fece mille domande e l'ansia cresceva dentro di lei. "Che diamine fai Ron?" Si ritrovò a pensare. Una crisi di pianto era vicina ma poi, il biondo accanto a lei le mise una mano sulla spalla con fare rassicurante e le regalò un sorriso che valse più di mille parole. Lui era lì a consolarla mentre il suo ragazzo non si degnava di salutarla. Era distrutta e non poteva rimanere ancora li. 
-Me ne vado Malfoy, scusami e...grazie- disse incolore andandosene. Mentre camminava si sentiva addosso gli occhi di Malfoy. Gli occhi di un Malfoy profondamente e veramente dispiaciuto.
 Passò la notte in bianco rigirandosi nel letto così, la mattina, arrivò ben presto ma lei non aveva alcuna voglia di scendere a far colazione e affrontare Ron.

Dall'altra parte della scuola un altro alunno era divorato dai pensieri. Malfoy si era svegliato di cattivo umore. "Chissà cosa nasconde quel bastardo di Weasley" si chiedeva di continuo, avrebbe voluto saperne di più così, per osservarlo meglio, decise di scendere a far colazione. 
Lo vide subito, ingozzarsi come sempre al suo tavolo dove mancava La Granger. Se lo aspettava: era veramente distrutta la sera prima. Non notò nulla di strano per tutta la durata del pasto così mentre si apprestava ad andarsene si disse che erano solo problemi suoi cosa facesse la notte.
-Draco!- lo richiamò Blaise, accanto a lui Goyle. Aveva uno strano luccichio negli occhi. -Draco, ho organizzato il miglior scherzo di sempre- disse fiero. Draco si finse interessato così Zabini continuò. -Ho pronta della melma appiccicosa da lanciare a uno dei nostri Grifoni preferiti- gli disse. -Ho organizzato tutto: nessuno entrerà in classe, aspetteranno tutti che ad entrare sia il nostro bersaglio ho già i miei posizionati- disse ridendo con Goyle. A Malfoy sembrò una bella idea. -La Granger si metterà a piangere- disse ancora Blaise tra le risate. "La Granger?" Pensò Draco con orrore. Tutti ma non lei. Non ora. Si mise a correre lasciando interdetti gli amici. Stava per entrare: entrava sempre in anticipo. La vide mentre si apprestava a fare gli ultimi passi e iniziò a correre come mai. Doveva farcela: la spinse malamente e riuscì ad entrare per primo. Gli arrivò addosso una secchiata di pura melma che sarebbe riuscito a togliere solo dopo infinite docce. 
-Malfoy!- si sentì chiamare e si girò verso la Granger che lo guardava ancora stranita per la spinta. D'improvviso lei capì. Capì quando lo vide sporco che le sorrideva appena. Era per lei quella rivoltante roba appiccicosa e lui l'aveva salvata. Un sorriso a trentadue denti le riempì il viso. Stavano ridendo tutti di lui e in una situazione normale avrebbe giurato vendetta a tutti è avrebbe iniziato a lanciare schiantesimi ma, in quel momento, non sarebbe servito. In quel momento non contava più nulla: non gli interessò non poterla far pagare a tutti. L'unica cosa che importava era il sorriso di Hermione.

Angolo autrice: sto aggiornando in fretta. L'ispirazione ha preso il sopravvento. Spero vi piaccia il capitolo: se volete fatemi sapere cosa ne pensate in una recensione sarò felice di rispondere. Alla prossima, F.
 

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Capitolo 9
*** Washing machine ***


-Draco!- urlò accorrendo Blaise -Draco che...- si interruppe vedendolo ricoperto di quella sostanza verdognola. Era stato un'ora in stanza comune dei Serpeverde con Goyle e Tiger a prepararlo: avevano mischiato decine di rivoltanti ingredienti, un conato di vomito lo assalì osservando l'amico. Lo aveva seguito dopo che era scattato come una molla e adesso se lo ritrovava davanti: vittima di uno scherzo mal riuscito. Quella roba maleodorante rischiava seriamente di farlo andare di corpo o forse a dargli quella sensazione era la paura. Draco Malfoy si sarebbe vendicato: lo faceva sempre e per come era fatto gliene sarebbe importato ben poco dell'amicizia che li legava. Blaise ne era convinto. Non poteva schiantarlo al momento, ma il suo amico era in ogni caso temibile; per questo motivo in un primo momento non osò nemmeno guardarlo. Sentì la mezzosangue gridare "Malfoy".
"Non guardarlo Blaise" si ripeteva. Quando si fece coraggio e lo osservò lui non lo stava guardando: stava sorridendo a chissà chi con un espressione beata come se gli avessero buttato addosso acqua fresca in un'arida giornata d'agosto poi, però, tutto cambiò. Si ritrovò a credere che il detto "uccidere con uno sguardo" fosse vero aspettandosi di cadere a peso morto sul pavimento freddo in un secondo. Malfoy lo guardava disgustato mentre il povero, non poi così tanto, Zabini si trasfigurava in una maschera di terrore. Le risate attorno diventavano sempre più insistenti tanto che Draco decise di andarsene infuriato facendo spostare tutti. 
-Dì che mi sono sentito male- disse di sfuggita ad un suo compagno correndo dietro l'amico. Forse la cosa migliore da fare in quel momento sarebbe stata lasciarlo sbollire, ma il serpeverde si sentiva in colpa. Il suo migliore amico era stato già deriso quando quella maledetta pozione lo aveva fatto diventare muto: non c'era certo bisogno di questo ennesimo incidente. 
Lo trovò davanti all'ingresso per Serpeverde...certo, non poteva entrare senza pronunciare la parola segreta. Da quando era successo il tutto era stato sempre Blaise ad accompagnarlo tranne una sera di cui ancora Blaise non si capacitava come avesse fatto ad entrare. 
Draco lo guardò: sembrava aver sbollito un po' la rabbia. Il moro pronunciò la parola ed entrarono nella sala in cui continuarono a girarsi attorno come domatore e tigre. Ad un certo punto Blaise esasperato sbottò: -Draco mi dispiace! Lo sai che non eri tu il bersaglio! Poi perché mai sei entrato: lo sapevi!- lo accusò. -Era per la mezzosangue, non dovevi entrare!- gli ripeté -ti piacevano queste cose...non puoi arrabbiarti è stato un incidente. Come era ormai solito passo poco tempo prima che lui gli porse un biglietto "Hai ragione: mi piacevano". Rialzò lo sguardo ma del biondo non c'era più traccia. 

In classe tutti parlavano ancora dell'accaduto. I bisbigli dei suoi compagni la facevano muovere sulla sedia come se ci fossero su degli spilli. Nonostante fossero stati richiamati più volte all'attenzione gli alunni non potevano fare a meno che parlare. Ed Hermione sentiva il suo limite di sopportazione sempre più vicino. Conoscendo la verità che si celava dietro il gesto di Malfoy non poteva che arrabbiarsi di fronte alle malelingue delle persone. Ciò che era successo a Malfoy si era presto trasformato nella comune vendetta per tutto ciò che lui aveva fatto agli altri. Non solo, forse, lei, tra tutti era quella che aveva più diritto a pensarlo. Sperò che le ore passassero in fretta.
L'unico luogo in cui Hermione pensò di trovare pace era la Sala Grande all'ora di pranzo. 
-Ciao Herm!- la salutò Harry.
-Ciao Harry, Ron- ricambiò il saluto includendo Ron per richiamare la sua attenzione. Stava parlando con un compagno di casa accanto a lui. 
-Oh Hermione! Ciao- disse caloroso. Per un attimo parve il Ron di sempre. -Tu non puoi immaginare cosa è successo stamattina- iniziò eccitato. 
-Ron!- lo riprese Harry -lo sa, quella era anche la sua lezione- lo zittì Harry lasciandolo con un'espressione da bambino a cui hanno tolto il gioco preferito. 
-Parli forse di Malfoy?- gli chiese Hermione tetra -Sembra ti interessi in modo particolare: parli solo di lui. Parli più di lui che di me-. Non poteva esser stata lei a parlare: diventò subito scarlatta ma sembrò essersi colorita per la rabbia piuttosto che per l'imbarazzo. A Ron cadde la forchetta dalle mani -Hermione...- disse sconvolto -di che parli? Stavo solo provando a farti sorridere! Quel mangiamorte ha avuto la lezione che si meritava: non è colpa mia se succedono tutte a lui in questo periodo- le disse per scusarsi un po' piccato. 
-Beh a me non fa ridere!- gli disse lei sperando di aver concluso il discorso. Il rosso la vide riprendere a mangiare in silenzio e capì che non era il caso infierire così si rivolse ancora al vicino di tavola. 
-Si- disse tra le risate e il cibo -avrei voluto vedere la sua faccia- rose sonoramente Ron rivolgendosi all'amico che si aggiunse al divertimento. -Sarà stato patetico- continuò. 
Il suono di una forchetta lasciata cadere con poca grazia sul tavolo richiamò l'attenzione di mezza Sala. Hermione, furente era l'artefice del suono fastidioso. Aveva un'espressione inquietante minacciosa si alzò arrabbiata e prima di uscire si rivolse al suo fidanzato:
-Chi è più patetico adesso Ron: tu o lui?- tutti rimasero in silenzio a bocca aperta. Una sola tra tutte, rosea e fredda si aprì in un sorriso.       

Se ne sarebbe pentita per molto tempo: il giorno prima si struggeva per sapere se Ron l'amava ancora è il giorno dopo mandava all'aria la loro relazione umiliandolo pubblicamente. Per Draco poi! Draco...non era certo opportuno quello che stava succedendo. Lui doveva rimanere Malfoy. 
Forse la compassione aveva giocato un brutto scherzo alla riccia. Eppure ad ogni passo che faceva per andare a ripararsi in biblioteca rivedeva la scena della mattina: rivedeva lui che nonostante tutto non mostrava vergogna; si era esposto per proteggerla senza ripensamenti e così avrebbe dovuto fare lei. E così fece lei. 

Anche il biondo si era rifugiato in camera sua, non ce l'aveva con Blaise si era deciso ma certo esser deriso in quel modo lo aveva disturbato nel suo animo dignitoso e altezzoso. Nonostante tutto non era pentito. Il sorriso che gli era stato regalato dopo il suo gesto valeva l'umiliazione ma ancor di più valeva la sfuriata della mezzosangue. Era andato a pranzo solo per far vedere a tutti quanto poco fosse codardo, lasciò gli altri sfogarsi sparlando di lui. Quando sentì la scomposta risata della donnola ci fece poco caso. Lasciò che un'espressione di disgusto gli incrinasse le labbra. Ma quel che venne dopo...oh quello! Si ritrovò a sorridere come un idiota e la vide per la prima volta così bella. Aveva appena dato del patetico al suo ragazzo per lui.
Mentre si alzava per inseguirla, sentì una morsa al petto. Era quasi sicuro fosse il suo cuore che galoppava. 

-Non ho bisogno della tua compassione Malfoy- fece Hermione quando il biondo si sedette accanto a lei in biblioteca. A quell'ora non c'era nessuno, si disse Hermione. Nessuno li avrebbe visti. Lei manteneva ancora lo sguardo perso ma lui le svolazzò un biglietto con un elegante calligrafia. "Non sono qui per questo. Volevo ringraziati"
-Attento, sta diventando troppo facile per te dire grazie- gli disse. La frase lo colpì come un pugno in pieno stomaco e lei se ne accorse -no, senti: non intendevo. Mi fa piacere che tu sia più gentile. Ti prego scusa...sono...sono solo davvero stanca- concluse guardandolo diritto negli occhi. 
Lui però sembrava non demordere la sua espressione corrucciata. E in quel momento si bloccò. Sbarrò gli occhi: era arrivato il momento. Il bivio. Si era ripromesso in quei giorni di odiarla, di non guardarla più. Ma le salava la reputazione e continuava a cercarla.
-Malfoy!- lo richiamò lei preoccupata, ma a lui arrivò solo un suono ovattato. Era paralizzato.
-Malfoy!- continuò più forte -Draco!- e in quel momento, quando lei lo chiamò per nome lui capì. Era condannato. Condannato ad inseguire una ragazza che aveva sempre odiato, condannato a chiederle scusa forse per il resto della sua vita per ottenere il suo completo perdono...perché era condannato ad amarla e non ci sarebbe riuscito a pieno se non sarebbe stato ricambiato.

-Draco!- disse ancora la riccia preoccupata. Lui si riscosse e sembrava appena aver ricevuto un'illuminazione divina. Si girò verso di lei con un espressione seria.
-Tutto apposto?- gli fece lei apprensiva. Lui scosse la testa e le scrisse un biglietto. Lei si era confidata con lui quindi..."come ha scoperto di esser innamorata del rosso?" Lei lo guardò stranita per la domanda. -Ron- disse rimarcando il nome avendo apprezzato poco il modo di rivolgersi a lui della serpe -vediamo- disse con gli occhi lucidi -è come uscire da una centrifuga credo- gli disse. Lui la guardò stranito. -Scusa- si corresse subito lei -Nel mondo babbano si usa un aggeggio per lavare i panni: si chiama lavatrice. È una specie di contenitore che si riempie di acqua e sapone. Beh vedi c'è un tipo di lavaggio...la centrifuga appunto che "sbatacchia" i panni velocemente. È così: passi mesi di angosce e pensieri poi termina tutto...e ne esci sbattuto e stordito ma consapevole che se hai sopportato tutti ciò allora ami davvero la persona cui tuoi pensieri sono indirizzati...non so forse è...semplicemente stupido- si interruppe per fare una risata nervosa e guardare lui che la fissava rapito mentre faceva cenno di no. 
Scosso si mise a scrivere un ultimo biglietto, lo piegò accuratamente e lo porse alla Grifona. 
Poi prima che lei lo potesse aprire lui le diede un altro fogliettino: "so di chiederti molto ma...potresti aprirlo il giorno in cui sarai pienamente e totalmente felice?" Era davvero strano parlare così con Malfoy. Gli fece cenno di si con la tesa senza esitare, rapita e curiosa. Avrebbe resistito. 
-Draco- lo richiamò, lui si girò interrogativo -ti serve aiuto con la parola segreta?- lui non aveva intenzione di tornare al dormitorio ma le fece cenno di sì. Lui sapeva che avrebbe potuto chiamare Blaise in qualsiasi momento per aiutarlo e lei sapeva che forse non avrebbe avuto alcun problema a fermare un compagno per entrare. Ed entrambi però sapevano di voler passata ancora del tempo assieme. 
Quello fu il tragitto biblioteca dormitori più lungo che avesse mai fatto, nessuno dei due parlò: camminavano talmente vicini che a volte di sfioravano. Davanti al dormitorio lei ripeté la parola che si ricordava. Era giunto il momento di separarsi. 
-Allora ciao- gli disse lei. Lui le fece in cenno con la mano eppure la ragazza non accennava ad andarsene, fece due passi e tornò velocemente indietro. 
-Sai...-iniziò nervosa -ti ho detto tutte quelle cose sulla lavatrice e sulla centrifuga e...ci ho pensato adesso, sai mentre venivamo qui e...- sembrava dovesse confessare un omicidio. Era ad occhi bassi -E credo tu abbia chiesto alla persona sbagliata.- concluse sorprendendolo. Lui fece uno sguardo interrogativo -se vuoi sapere di più "sull'effetto centrifuga" dovrai chiedere a qualcuno che ci è passato, sempre che esista una persona che faccia questa mia stessa folle metafora- si interruppe lei sorridendo imbarazzata -ho mentito Malfoy- disse più seria guardandolo -ho mentito perché si, sono stata nella lavatrice ma sono passata per il lavaggio normale credo...- disse triste. Lui ancora non capiva ma lei corse via prima che potesse chiederle delle spiegazioni. Il giorno dopo si sarebbe informato dettagliatamente sulle lavatrici. 



Ringrazio di cuore chi ha recensito la storia ( in modo particolare justSay) e le 32 persone che hanno messo la storia tra le seguite: spero vorrete lasciarmi un vostro parere. 
Al prossimo aggiornamento. 
Baci, F.

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Capitolo 10
*** Secrets of the heart ***


Quella sera Hermione aveva il morale sotto i piedi. Per tutto il pomeriggio era sfuggita a Ron: lui voleva sicuramente parlarle dopo la sua sfuriata in mensa ma la riccia gli fuggì accuratamente. Il rosso esasperato aveva perfino inviato Harry in missione "trova Hermione e dille che la sto cercando"; si era sentita male ad affrontare il suo migliore amico figurarsi il suo ragazzo.
-Hermione sei sicura di star bene?- Le aveva chiesto Harry per la terza volta.
-Si, davvero non preoccuparti. Ho esagerato e adesso...lui mi lascerà...- disse confessando la sua paura. 
-Oh, Herm no! Non lo farebbe mai. Era preoccupato quando mi ha chiesto di trovarti: aveva paura di aver esagerato...- disse rassicurante il ragazzo.
-Abbiamo esagerato entrambi Harry, lo vedrò stasera. Adesso non me la sento...- 
-Si. Come vuoi, ma Hermione...quando abbiamo parlato Ron non riusciva a capire una cosa e... anche io, devo essere sincero ci ho pensato parecchio...- le fece l'amico con un'espressione pensierosa e persa.
-Harry sai che puoi chiedermi tutto- gli disse la Grifona aspettando la domanda.
-Insomma, ci chiedevamo perché lo avessi difeso con così tanta...intensità- disse puntandole lo sguardo; non c'era bisogno di dire il nome del ragazzo cui si riferiva Harry. Allora, a quanto pare, erano in tre ad esserselo chiesto o forse se lo era domandato tutto il corpo studentesco che aveva assistito alla scena...l'unica che poteva rispondere a questa domanda non aveva ancora la risposta. La vera risposta, così, per tranquillizzare Harry le bastò abbozzare una scusa che le suonò poco credibile ma che evidentemente bastò.
-Ron non mi ha considerata per due giorni e quando lo vedo parla solo degli altri...Malfoy è stato un pretesto...in quel momento volevo solo scuotere Ron-.
-A volte è proprio uno stupido...- disse comprensivo e sollevato Harry. 
Si salutarono così, un'ora fa, e adesso, mentre aspettava il suo fidanzato in Sala comune e ripensava alla conversazione avvenuta con l'amico Hermione si ripropose di addurre la stessa spiegazione al rosso. 
-Herm!- esalò lui vedendola e correndole incontro
-Ron...mi disp- non fece in tempo a finire perché il ragazzo l'accolse tra lei sue braccia in una stretta calorosa.
-No! Dispiace a me- disse tornando a guardarla -mi dispiace ti ho trascurata moltissimo e mi merito tutto, mi dispiace solo che tu abbia tirato in ballo quel bastardo di Malfoy per farmi capire che...- di nuovo quell'atteggiamento di scherno nei confronti di Draco. Il sorriso che le era cresciuto in viso scomparì improvvisamente mentre ricompariva quel fastidio viscerale che aveva provato a pranzo e durante le lezioni, quando gli altri prendevano in giro Malfoy. 
-Che c'è?- chiese lui accorgendosi del cambiamento d'umore di Hermione. 
-Nulla- disse veloce ed incolore lei tornando a fare un sorriso tirato. 
-Perfetto, perché stasera ci vedremo io e te in camera tua...saltiamo la cena. Mangiamo qui- disse lui dandole un sonoro bacio. Questa era una sorpresa: raramente lui prendeva iniziative ed Hermione si disse che forse era tornato tutto apposto ma, qualcosa ancora le mancava...non riusciva a capire cosa eppure era come se il suo cuore le celasse qualcosa. 
-Herm!- disse Ron richiamandola prima di uscire dalla Sala. -Adesso che abbiamo chiarito te lo posso chiedere com'era la faccia di Malfoy dopo l'accaduto?- chiese sghignazzando.
-Vattene- disse tetra lei sentendo mancare un respiro -vattene- ripeté.
-Ok, ok- disse rassegnato lui, alzando le mani, andandosene definitivamente.
Doveva sedersi. Doveva trovare un appiglio per non cadere: finalmente aveva capito cosa l'attanagliava. Draco non era una scusa per scuotere Ron. Draco non meritava nulla di ciò che stava subendo e lei semplicemente non sopportava che si parlasse male di lui...si parlavano solo da tre giorni eppure sentì che aveva parlato più con lui che con Ron in anni di amicizia. Così ecco il cuore che risvegliandosi svelava il suo segreto; ripensò al suo discorso della sera prima:
"Hai chiesto alla persona sbagliata...lavaggio normale..."
 Draco sarà la tua centrifuga.

-Draco!- lo chiamò Blaise mentre lui si dirigeva nello spogliatoio: quel pomeriggio li aspettava un allenamento intensivo di quidditch. Draco amava quei momenti, gli unici in cui non serviva parlare, in cui poteva dirsi completamente al pari degli altri, se non migliore. 
Il biondo si volse verso l'amico che lo raggiunse dandogli un'amichevole pacca sulla spalla per salutarlo. 
-Sei entrato con qualcun altro per prendere la roba?- gli chiese candido l'amico. Per poco il biondo non inciampò sui suoi stessi passi quando l'immagine della riccia gli comparve in testa, ripensando al discorso...
-Draco?- riprovò Blaise, attirando la sua attenzione. Malfoy fece cenno di si con la testa sperando di concludere lì il discorso.   
-Posso sapere chi?- fece ancora Zabini. Mantenere la calma stava diventando difficoltoso per Draco: rispondere "Hermione Granger mi ha fatto entrare. Ah abbiamo parlato d'amore e credo di aver appena subito una centrifuga..." non sarebbe stata decisamente una buona idea. Alzò le spalle come a intendere "qualcuno".
-Perché non me lo vuoi dire?- insistette l'amico. Draco esasperato gli indicò un serpeverde che era negli spogliatoi, dove nel frattempo erano arrivati.
-Ah...Dennins- disse Blaise -peccato che fosse ad una riunione...la nostra. Quelle di ieri...per decidere le tattiche di gioco e i giocatori...era dopo pranzo. Lo hai dimenticato?- gli chiese allusivo. Lo aveva incastrato, lo capì quando Draco sbarrò gli occhi. 
-Mancavi solo tu...quindi posso sapere di grazia chi ti ha fatto entrare e perché non eri con noi?- fece ancora. Stava iniziando a diventare insopportabilmente insistente quell'interrogatorio. 
-Non darti pena a cercare una scusa- iniziò Blaise serio, richiamando l'attenzione dell'amico. Attorno a loro i compagni avevano già finito di cambiarsi.
-Sei il capitano di questa squadra...non potevamo iniziare senza di te così, sono venuto a cercarti. Ti ho visto Draco. Ti ho visto con la Granger. E sapere che hai saltato una cosa così importante per lei mi fa...arrabbiare- gli sibilò come una vera serpe. Draco era ormai infastidito da quella accusa e si voltò verso l'amico dritto e fiero attendendo che continuasse. 
-Essere muto non ti da il diritto di fraternizzare col nemico: e non raccontarmi cazzate sul fatto che abbia visto male perché sfortunatamente vi ho sentiti e Merlino solo sa cosa sia quella centrifuga- riprese fiato -Cos'è? Eh? Un linguaggio sessuale in codice? Il rosso non la soddisfa e ci prova con te? Non me lo aspettavo...professava tanto odio nei tuoi confronti ma d'altronde è una mezzosangue putt- non fece in tempo a finire perché Malfoy lo issò contro il muro tenendo lo per il collo della maglia. Sentirlo dire certe cose sulla Granger lo aveva fatto andar fuori di testa. Continuava a tenerlo nonostante lui si dibattesse. Draco aveva un'espressione di pura rabbia anche quando credette di averlo spaventato abbastanza e lo lasciò andare. L'amico restò a fronteggiarlo, da buona Serpe.
-Sono arrivato tardi a quanto pare...sei già fottuto- gli disse -lei è e resterà sempre la mezzosangue, ti perdono Draco. Farò finta che sia tutta colpa di questo tuo mutismo: farò finta di nulla...- disse andandosene livido verso il campo.
Quel giorno, quella litigata privarono Malfoy dell'unica ora un cui si sentiva normale. 
Quella litigata lo aveva anche privato di un amico: Zabini potrà anche dimenticare e far finta di nulla, ma Malfoy sembrava esser risoluto a non conceder perdono al ragazzo che aveva insultato l'unica cosa bella che gli fosse capitata da anni. 


Si era alzata e riseduta sul letto decine e decine di volte. Stava aspettando Ron da ormai 10 minuti. Ad un certo punto sentì bussare alla porta. Eccolo finalmente. Aveva trafugato qualcosa dalla Sala Grande per portarlo da lei e cenare assieme in intimità. 
-Eccomi! Cibo caldo- disse entrando e cominciando a sistemare tovaglioli sul letto posizionando il cibo. Non ci mise molta cura. Era evidente che l'unica cosa che voleva era sedersi e mangiare e lo fece senza nemmeno dire ciao. 
"Ciao anche a te Ron, come stai?" Pensò Hermione sarcastica sedendosi anche lei sul letto e iniziando a magiare. 
Erano in silenzio, si udiva solo Ron masticare velocemente e la riccia ne aveva abbastanza di quella situazione. 
-Ron! Potresti salutarmi almeno...- gli disse guardalo sconcertata.
-Si- disse col cibo in bocca -scusa Herm!- disse mandando giù sonoramente il boccone ed avvicinandosi per darle un fugace bacio. 
-Allora... come va?- chiese lei cercando di fare conversazione.
-Bene- rispose lui veloce con la bocca piena, d'un tratto Hermione si ritrovò a sperare che quel cibo finisse presto. 
E preso finì, quel trangugiarsi aveva un aspetto positivo: durava poco. Così si distesero sul letto abbracciati. 
-Tu come stai?- le chiese lui pensando a lei per la priva volta durante quella serata. 
-Sto bene, che hai fatto oggi?- continuò lei.
-Oh sai...cose- fece enigmatico lui. Hermione non poté trattenersi.
-Cose?- chiese -come quelle che fai di notte con quei corvonero?- gli chiese. Lui divenne di ghiaccio e fece una risata nervosa. 
-Di che parli Herm?- disse con un tono da presa in giro per aver detto una stupidaggine.
-Quella sera ero di ronda...ti ho visto: parlavate di quella scatola...cos'è Ron?- chiese lei curiosa. Lui si alzò di scatto e malamente inciampando mente si rimetteva le scarpe.
-Perché tutte queste domande Hermione?!- le chiese piccato -Sai essere veramente oppressiva quando vuoi!- la accusò. Hermione subì il colpo trattenendo le lacrime.
-Dove stai andando?- gli chiese notando che stava raccogliendo le sue cose. 
-Me ne vado!- disse come se fosse ovvio -Non voglio stare con una persona che non si fida!- urlò andandosene sbattendo la porta e lasciandola interdetta. 
Stavolta non avrebbe pianto si ripromise. Mai più lacrime per lui.


Draco aveva passato il pomeriggio in camera, come faceva spesso in quel periodo. Steso a pancia in su a pensare. Si era fatta ora di cena ma non aveva voglia di scendere. Blaise e lui erano ai ferri corti e a quanto pareva lui era l'unico rimasto per lui della sua casa. Dopo la litigata non gli andava di scendere per scoprire che anche lui gli aveva voltato le spalle. Così rimase nella camera che minuto dopo minuto diventava sempre più stretta, doveva scendere per lo meno a fare una passeggiata per sgranchirsi le gambe. Erano tutti a cena così, nessuno gli avrebbe dato fastidio. 
Passeggiò lento per i corridoi.
-Ci ha visti!- sentì qualcuno bisbigliare, evidentemente non era l'unico che non era a cena. 
-Si! Ti dico di si!- ancora quella voce. Era familiare...si sporse per vedere. 
"Non ci posso credere!" Pensò "ancora il rosso! Devo aver addosso una maledizione per vederlo sempre!" Continuò. Era davanti ad una porta: stava evidentemente discutendo con qualcuno che però lui non riusciva a vedere e a sentire. 
-Ti ho già detto e assicurato che lei non mi interessa!- lo sentì sibilare ancora. Lei? Che stesse discutendo con la Granger perché lei pensava che avesse un'altra?
-No. Non me ne frega nulla di lei. Non saprà nulla- ribadì ancora è fece per andarsene. Malfoy si nascose per non essere sorpreso ad origliare. 
Saperli litigare lo fece star male per lei: dopo i loro discorsi aveva capito quanto lei fosse sensibile a queste cose di coppia. Poi si ricordò del discorso delle riccia. Se aveva ben capito la metafora lei lo amava. Ma non di quell'amore totale e sconvolgente..."sempre che esista" si disse lui andando fuori dal castello. Nessuno era lì a sorvegliare in quel momento quindi, raggiunse indisturbato l'albero cui era solito sedersi ai piedi. 
Non si aspettava di certo di trovare lì la Granger. Quando la vide il cuore gli si scaldò e senza pensare decise di raggiungerla. 
Le si sedette a fianco facendola sussultare.
-Malfoy, mi hai fatto prendere un colpo- disse lei con una mano sul cuore. Lui le sorrise a mo' di scusa, poi nel buoi cercò di scrivere qualcosa. 
"Perché non sei a cena?" Le chiese lui.
Lei lesse velocemente -Lunga storia- disse guardandolo.
Lo vide rapita scrivere "Ho tempo" 
-Beh, sarò ripetitiva ma Ron mi ha chiesto di cenare in camera mia da soli...gli ho accennato a quella volta che lo abbiamo visto, durante la ronda- precisò -gli ho chiesto cosa stesse facendo e lui ha dato di matto andandosene, dicendo che non può stare con una persona che non si fida- gli confidò. 
"Un momento ma..." Pensò lui e velocemente le scrisse "Da quanto sei qui?" 
-Oh...saranno venti minuti. A proposito, dovrei rientrare se non voglio morire assiderata, perché?- chiese curiosa. Prima di rispondere Draco in un gesto del tutto inaspettato si sfilò il mantello e lo mise sulle spalle della Grifona: saperla in pericolo gli fece scattare una molla di pura paura. Lei lo guardò affascinata. Poi lui si ricordò la domanda e le scrisse:
"Ho visto il rosso in corridoio poco fa e pensavo fosse con te" in quel momento Malfoy pensò che se non era Hermione quella con cui stava parlando allora erano riferite proprio a lei quelle frasi cattive. 
-No...-disse lei con lo sguardo perso -ma mi sono ripromessa di non versare più una lacrima per lui- lo informò fiera di se. 
Non poteva non dirle cosa aveva visto, non voleva si illudesse e probabilmente lo avrebbe odiato ma, in quel momento, quello che contava era farle conoscere la verità.
Così le scrisse quello che aveva sentito poco prima in corridoio, lei lo lesse e come si era ripromessa non pianse. Stette in silenzio per molti minuti poi puntò gli occhi su Draco. 
-Credi siano per me quelle parole? Credi che mi tradisca?- gli chiese seria.
Lui fu colto di sorpresa ma iniziò comunque a scrivere, dopo un po' le consegnò il foglio con aria soddisfatta.
"Sincero? Non lo so...ma se fossero per te qui l'unico a perderci sarebbe lui. Solo un idiota ti tradirebbe" quelle parole non le pronunciò ma la sua calligrafia portò con se anche le sue emozioni ed Hermione le sentì tutte. Si volse meravigliata verso di lui e una lacrima le scivolò sul viso. Lui si preoccupò per quel cambiamento d'umore.
"Avevi detto che non avresti pianto per lui" le scrisse.
Lei rise scacciando quella lacrima con la mano. 
-Non sto piangendo per lui- gli disse seria fissandolo.
Si guardarono intensamente a lungo. 
Non stava piangendo per Ron. Non piangeva per il tradimento e nemmeno per la tristezza. La sua era una lacrima di pura felicità: per le parole di Draco. Per aver trovato Draco...ed in quel momento con questa consapevolezza nel cuore, i pensieri che la frenavano scomparvero quando lei si avvicinò al suo viso per posare le sue labbra sulle sue.


Angolo autrice: ci siamo! Non vi farò attendere molto per il prossimo capitolo: penso di pubblicarlo dopodomani. Ringrazio le 39 persone che hanno messo la storia tra le seguite e le 9 che l'hanno inserita tra le preferite e soprattutto le persone che hanno recensito. 
Lasciatemi un commento con quello che pensate se vi va :)
Alla prossima. Con affetto, F.  

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Capitolo 11
*** Choose ***


Il biondo fu colto di sorpresa: si era a malapena reso conto che lei si stesse avvicinando e, quando sentì le labbra della riccia sulle sue sbarrò gli occhi: decisamente non se lo aspettava. Sentiva le sue labbra calde premere e il suo autocontrollo svanire quando, d'un tratto, gli passarono davanti migliaia di immagini, migliaia di ricordi di lui, di lei, di loro assieme, delle sue schermaglie nei suoi confronti, del suo odio per la sua "impurezza"; rivide ogni cosa e più rimembrava, più si disgustava. Si era irrigidito rendendosi conto di aver paura. Ebbe paura che, se mai si fosse abbandonato a lei, anche Hermione avrebbe ricordato, avrebbe rinnegato ogni singola cosa che avevano condiviso in questi ultimi giorni ricordandosi della vera indole della serpe e Draco non avrebbe mai voluto vedere la faccia della Grifona inorridire rendendosi conto di ciò che era veramente lui. Non lo avrebbe mai perdonato si convinse lui, o meglio, sentiva di non meritarselo. Si sarebbe pentita: erano deboli entrambi in quel momento. Feriti nell'animo, avevano trovato conforto l'uno negli occhi dell'altra. Ma quanto sarebbe durato? Si chiese Draco rimanendo immobile. Semplicemente non sarebbe mai iniziato nulla. Non le avrebbe dato il modo di pentirsi di quello che aveva condiviso con lui. Non avrebbe permesso che il suo passato, una volta tornato a galla come un muro insormontabile, rovinasse tutto ciò che c'era stato di bello con la Granger. La vide staccarsi da lui sorpresa e delusa dal fatto che lui non avesse ricambiato il bacio. Lo fissava interrogativa, le gote rosse e gli occhi lucidi. Lui non aveva fatto nulla per fermarla mentre lei si alzava, mormorava un sommesso "ciao" e scappava, lasciando ricadere ai piedi del Serpeverde il mantello che le aveva pestato. Quello fu il suo primo atto d'amore: lo dilaniava e lo consumava ma, in quell'attimo sembrava esser la cosa più giusta da fare. 
L'incertezza del futuro non era mai stata un problema per Draco Malfoy. La sua era una vita pianificata nei minimi dettagli. Ora, invece, tutto appariva confuso: una pedina dai capelli ricci e l'animo buono aveva scombinato il gioco; tutte le mosse che pensava di fare erano inutili. 
La partita era in stallo ma, un giorno si sarebbe dovuto schierare, sarebbe stato costretto anche contro la sua volontà e l'aveva già fatta soffrire troppo. Non avrebbe permesso a se stesso di provare l'amore, tutto ciò per salvaguardare Hermione. Se avesse accettato il bacio, se avesse acceso la speranza nel suo cuore, non avrebbe potuto impedire che lei soffrisse il fatidico giorno in cui le loro vite sarebbero state divise da una guerra più grande di loro. Ma, col cuore a pezzi, aveva stroncato il tutto sul nascere. Sarebbe rimasto solo lui a soffrire per un amore che non meritava. Lei sarebbe andata avanti comunque, forse col rosso, anche se saperla con lui faceva ritorcere lo stomaco al biondo. 
In quel momento capì che lui aveva scoperto di amare nel modo più amaro e, d'improvviso la famosa partita che per tanti anni si era imposto di portare avanti non aveva più senso. Raccolse il nero mantello portandolo al naso. Sentì il suo profumo come una coltellata al cuore. Voleva solo abbandonare quella dannatissima partita. 

Hermione era corsa via da quell'albero col cuore in gola. Lo aveva baciato e lui non si era mosso, anzi, alla riccia parve persino disgustato da quel suo gesto d'impeto. Si era lasciata trasportare dalle sensazioni del momento, dallo sguardo di lui che le era parso talmente intenso da essersi domandata se stesse sognando. Il bacio che gli aveva dato le aveva regalato una sensazione di completezza, come se fosse dovuto succedere da tutta una vita. Ma lui sembrò di altro avviso. Era stata rifiutata da chi tante volte l'aveva denigrata: "forse" si disse Hermione mentre camminava velocemente per tornare nella sua camera "ho preso un abbaglio" pensò, convinta che Malfoy la odiasse ancora, che la considerasse ancora la sporca mezzosangue con cui evitare ogni contatto. Non si era sentita umiliata, si era solo dispiaciuta di esser l'unica a provare qualcosa. Il sentimento che le era nato dentro non aveva una spiegazione e proprio per questo le scaldava il cuore: con Ron era stato fin troppo semplice, amici da anni che si fidanzano. Ma Malfoy...Malfoy era comparso come un temporale estivo. Si ricordò del giorno in cui avevano parlato davanti all'aula, di come si fossero rivolti l'uno all'altra con rispetto e ripensò anche agli anni di vessazione che aveva subito da lui. L'aveva fatta sentire male, umiliata e malvista. Ma non l'aveva mai fatta sentire come quella sera: col cuore ferito. E la Granger si rese conto che tutto ciò che aveva fatto lui prima non contava nulla, non al confronto di quello che poteva farle adesso. Adesso che aveva il suo cuore. Avrebbe potuto distruggendo e lei non ne sarebbe uscita integra. 

Draco aspetto ancora parecchio tempo sotto l'albero, le ginocchia raccolte e la faccia tra esse. Quando iniziò ad aver freddo decise che era il momento di tornare al dormitorio. Fortunatamente, ancora alcuni ritardatari stavano tornando dalla cena così, non fu difficile entrare ed arrivare in camera sua. Passava davvero troppo tempo lì dentro: ormai compiva movimenti meccanici: toglieva le scarpe, si stendeva di schiena sul letto mettendosi a guardare il soffitto. Lo faceva per talmente tanto tempo, da vedere solo bianco e confondersi, scordandosi per un momento dove fosse o chi fosse. Semplicemente spariva tutto. Tutti i pensieri sembravano svanire per un secondo. 
-Draco!- fu riscosso dalla voce di Blaise che lo richiamava da fuori della sua porta bussando. 
-Devo parlarti!- continuò. Malfoy sbuffò alzandosi: in quel momento non aveva proprio bisogno di un'altra predica di Blaise. O peggio, ancora di altri insulti rivolti alla Granger. 
Scrisse un biglietto che fece scivolare da sotto la porta. 
-No!- rispose Blaise -Non ho intenzione di litigare, sono venuto un pace- disse rispondendo. Se era lì per porgere le sue scuse Draco sarebbe stato ben contento di vederlo e così fece: aprendo si fece in disparte mente l'amico entrava e si sedeva sul suo letto come era solito fare.
-Ascolta- cominciò subito -non lo ripeterò ma mi dispiace- continuò tirato. Porgere delle scuse gli stava costando un certo sforzo ma cercando di non darlo troppo a vedere continuò.   
-Devo aver reagito in modo esagerato...ho pensato male di te: non fraternizzeresti mai con quella- gli disse sorridendo. L'espressione soddisfatta di Draco mutò velocemente a quelle parole. 
"Non hai pensato male" gli scrisse. Il moro lo guardò con un'espressione scioccata. 
-Draco...cerca di ragionare: sei un Malfoy e lei è una Grifona, peggio ancora è una del terzetto.- gli disse come se lui non lo sapesse già. La frase di Blaise riassunse tutte le angosce che Draco si era portato dietro e, un suo sguardo di pura tristezza, senza che scrivesse nulla fece capire a Blaise quanto fosse seria la cosa.
-Ma tu questo lo sai...lo sai bene, per questo sei così- disse Zabini alzandosi e andando verso l'amico -per questo ti struggi...ti vedo Draco, sei mio amico da tanto e non volevo crederci ma ti vedo- disse ancora fissandolo. Malfoy non sapeva se ciò che stesse dicendo fosse un altro rimprovero oppure se stesse semplicemente prendendo atto della cosa.
-Non ho intenzione di salvarti- disse l'amico di punto in bianco.
Zabini lo disse rassegnato e distaccato, in realtà dentro di se, vedendo il biondo così irrimediabilmente perso, si sentì felice per lui. Lo avrebbe lasciato scegliere cosa fare senza mettersi in mezzo. Si fidava di lui. Quel giorno, quello della loro litigata, il moro non aveva fatto altro che pensare alla reazione di Draco: in tanti anni non lo aveva mai affrontato così apertamente e, se lo avesse fatto, sarebbe stato schiantato senza remore ma, in quel momento rassicurato anche dal fatto che l'amico non potesse lanciare incantesimi si fece avanti: in quel momento Blaise si rendeva conto che nulla turbava l'amico, lo aveva rimproverato ma sembrava non averlo toccato. Era sereno. Ma quando nominò la Granger in un attimo un fulmine di rabbia passò per quegli occhi grigi. E in quel momento Zabini aveva capito.
-Non mi importa Malfoy, io sono tuo amico e continuerò ad esserlo, sei libero di farti del male- gli disse dandogli una pacca sulla spalla, spiegandosi. Malfoy lo guardò interdetto sapendo perfettamente che quello era il suo modo di dare la sua benedizione. Probabilmente non avrebbero mai parlato tra loro di lei, avrebbero evitato il discorso, evitando così di scontrarsi di nuovo. 
-Vorrei farti un'ultima domanda però...- iniziò Zabini. Malfoy lo incitò annuendo. 
-Quanto sei andato oltre, Draco? Quanto sei perduto?- gli chiese avviandosi alla porta mentre il biondo scriveva una risposta. 
"Ho appena subito una centrifuga" gli scrisse ridendo poi della faccia completamente persa dell'amico. 



Hermione non riuscì a dormire per tutta la notte, quella mattina ancora con gli occhi spalancati si rese conto di essere irrimediabilmente triste e sfortunata: era appena uscita da una relazione con Ron, perché di certo non avrebbe più riprovato a metter insieme i pezzi, e, l'unico ragazzo che mai le avesse fatto battere furiosamente il cuore sembrava rigettare completamente l'idea anche solo di sfiorare le sue labbra. Insomma, in tutta la sua vita non aveva fatto nulla di male per meritarsi tale ingiustizia anzi, ogni suo giorno era stato dedicato alla salvaguardia del bene. 
Uscire dal letto col pensiero che tutto le si ritorceva contro non fu semplice. Sarebbe scesa, improvvisando un'espressione serena. Avrebbe svolto diligentemente la sua giornata come sempre, avrebbe visto lui. Pensare a Draco la fece subito arrossire, cosa avrebbe dovuto fare? Fissarlo con rabbia perché l'aveva rifiutata? Abbassare lo sguardo per evitare i suoi occhi freddi? O guardarlo sperando di scorgere un moto di scuse per il suo comportamento? 
Arrivare in Sala Grande fu un'agonia, salutò freddamente i compagni che incontrava per la via, accelerando sempre di più la sua andatura. Decisamente non ce l'avrebbe fatta si disse quando incontrò Harry che aspettava poco prima dell'ingresso per la Sala Grande. 
-Hermione, ciao!- disse lui sempre allegro. 
-Ciao Harry- 
-Oh, scusa- disse il ragazzo -Ron mi ha chiesto di aspettarlo, si era dimenticato non so cosa- fece, spiegando il motivo del perché stesse lì impalato. Al nominare del suo ex ragazzo Hermione assunse un'espressione dura e rigida che ad Harry non sfuggì.
-Ehi, va tutto bene con lui?- le chiese a bassa voce, sperando che il via vai di studenti non li sentisse. Lei fece un sorriso triste:
-No, Harry- disse senza scrupoli Hermione -mi sono stancata, mi sono stancata di come mi tratta, deve accorgersi che non esiste solo lui e probabilmente sarà qualcun'altra a farglielo capire: io mollo- fece d'un fiato. Harry la guardò, sinceramente dispiaciuto.
-Mi dispiace Herm, davvero. Ma...lui lo sa? Stamattina mi parlava di te normalmente- 
-L'ho capito stanotte: non ho dormito- gli spiegò.
-Faresti bene a diglielo, Herm...io...- disse cercando le parole -sono anche suo amico e...Merlino, non avrei mai voluto trovarmi in questa situazione ma, credo che se tu gli parli potreste rimanere amici- spiegò.
-Cero Harry, non ho intenzione di mandare all'aria la mia amicizia con...-
Mentre formulava la frase venne interrotta da Ron che rumorosamente urlò i loro nomi.
-Eccovi- disse ormai vicino -il mio migliore amico e la mia ragazza- disse dandole un bacio prima che potesse rendersene conto. Hermione lanciò uno sguardo imbarazzato ad Harry.
-Scusate- disse sempre baldanzoso Ron -avevo dimenticato una cosa- spiegò enigmatico avvicinandosi ancora ad Hermione cingendola con un braccio. Lei, a disagio si spostò.
-Ron- fece lei rimproverandolo e guadagnandosi un'occhiata stranita.
-Non voglio che mi abbracci!- gli disse scura in viso.
-Sei la mia ragazza. Perché non posso abbracciarti?- le chiese piccato.
-Ragazzi, questa non è una conversazione da fare qui- ricordò ai due Harry. 
-Ron, Harry ha ragione: ne parliamo dopo- gli sibilò. Non c'erano ancora molti studenti che entravano: la maggior parte era già a mangiare.
-No Hermione- si impuntò Ron -dimmi. Adesso.-
Non sopportava mai quando le dava ordini e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Se prima aveva avuto qualche remora ora, piccata, gli avrebbe detto tutto: era quello che voleva. 
-Ron, io non sono più la tua ragazza- gli disse risoluta. Harry ebbe un sussulto e lui la guardò con uno sguardo allucinato e poi...poi si mise a ridere. 
-Bello scherzo Herm!- le disse avvicinandosi ancora a lei cercando di darle un abbraccio.
-Non toccarmi- disse al limite dell'esasperazione lei scostandosi. Se prima gli altri ragazzi passavano indifferenti adesso qualcuno si girava nella loro direzione e altri pochi si fermavano facendo finta di parlare per origliare.
-Hermione- disse lui tornando serio e capendo che la ragazza non scherzava.
-Ragazzi, davvero sarebbe meglio...-riprovò Harry senza esser considerato.
-Posso sapere il perché?- chiese Ron alla riccia.
-Ti basta pensare a ieri- gli disse -non hai nessuna considerazione di me e mi menti Ron. Mi menti in continuazione- spiegò. "E ho baciato Malfoy e mi piace" quello non lo disse ma lo pensò.
-Tutto qui!?- chiese lui con scherno. 
-Tutto qui?!- ripeté lei incredula -Si, Ron tutto qui- gli disse facendo per andarsene ma lui la prese per un braccio trattenendola.
-Lasciami- gli disse seria.
-Non può esser tutto qui! Mi hai tradito?- le chiese inorridendo. Voleva farla passare da vittima a carnefice e lei non si sarebbe sottomessa a questa cosa.
-Lasciami ti ho detto, mi fai male- gli disse più sicura.
-Ron!- intervenne anche Harry più serio e preoccupato.
Attorno a loro si era formata una piccola folla ma il rosso non accennava a lasciar andare la presa.
-Rispondimi!- urlò, Hermione iniziò ad aver paura: non lo aveva mai visto così. 
-Tanto lo so che sarai stata nel letto di tanti altri raga- non riuscì a concludere la frase. 
Un pugno di brutale potenza lo colpì in pieno viso facendolo cadere indietro. Una mano incredibilmente chiara lo aveva colpito con rabbia. Fu tutto troppo veloce ed Hermione rimase con la bocca aperta a fissare Ron sanguinante a terra. In cuor suo sapeva e sperava che ad aver steso Ron fosse stato lui. Sembrava strano ma oramai lo riconosceva, perfino da una mano. Eppure per esser certa che non stesse sognando si girò e lo trovò affianco a lei con un espressione rabbiosa e la mano aperta, probabilmente dolorante. Draco Malfoy l'aveva appena difesa, lo guardò e lo vide ancora ansante: non aveva distolto lo sguardo dalla figura inerme di Ron che, nel frattempo, era stato soccorso da Harry. 
Lei invece lo guardava sorpresa e felice. Non si era sbagliata: quel forte sentimento che provava non poteva esser a senso unico e ora ne aveva la prova. 
-Malfoy!- furono riscossi entrambi dalla voce della McGrannit. Probabilmente era stata attirata dalla insolita folla -Nell'ufficio del preside. Ora!- urlò perentoria. Lui scoccò ad Hermione un'occhiata per poi girarsi e seguire la professoressa. Hermione sentiva i suoi compagni mormorare, lei rimaneva ancora immobile a guardare Ron che piano piano si riprendeva, che le regalò un'occhiata di rabbia: e all'improvviso capì. Il suo posto non era lì. Si girò e correndo seguì il suo cuore. 

Aspettò davanti all'ufficio di Silente per dieci minuti buoni. Non sentiva nulla e non voleva origliare, perciò si limitò ad aspettare pazientemente finché la grande porta fu aperta. Draco uscì di lì con lo sguardo arrabbiato che si distese non appena la vide. 
-Ti va di fare quatto passi?- propose lei. Aveva provato ancora, Hermione. Aveva riprovato ad avvicinarlo e forse non avrebbe smesso mai. Lui fece cenno di si con la testa.

-Allora- iniziò lei mentre si sedevano sotto quello che ormai era diventato il loro albero -qual è il verdetto?- chiese riferendosi a Silente. 
"Ronde doppie" scrisse. 
-Sarei dovuta entrare e spiegare tutto, con la mia testimonianza non sarebbe successo nulla- gli disse cercando di scusarsi. Lui fece cenno di no poi si mise a scrivere.
"No. Non ho nemmeno parlato di te: ho detto di averlo fatto perché mi dava fastidio" lei lo lesse e lo guardò subito sorpresa.
-Perché?- gli chiese. Lui la guardò per un tempo che sembrò infinito poi si decise a rispondere.
"Non so...suppongo non volessi coinvolgerti in questa cosa più di quanto non lo fossi già: parecchi studenti hanno visto la scena...non volevo che anche i professori sapessero di te e di lui e..." C'era l'incertezza nella sua calligrafia ed Hermione seppe anche il perché: lui aveva appena fatto un gesto pieno di sentimento, forse non era amore ma per adesso sarebbe bastato si disse lei. Lo guardò con gratitudine. 
-Grazie, per tutto- gli disse.
"Non ringraziarmi, sono stato uno stupido...ora penseranno che tu abbia a che fare con me e sarai vista male e" Hermione non finì di leggere meravigliata.
-Ti preoccupi di quello che penseranno di me? Non credi che penseranno che tu, Draco Malfoy, ti sei battuto per me, una mezzosangue?- gli chiese alzando la voce.
"Non mi importa, non importa più nulla" scrisse lui. 
-Beh, allora per quanto mi riguarda si, sei uno stupido e hai commesso un errore- gli disse lei facendolo spaventare -ma non per questo motivo- lo rassicurò in fretta -So che per voi...serpi...è difficile mostrare ciò che provate ma...sarebbe bastato che tu avessi ricambiato il mio bacio ieri invece che fare il mio paladino tirando pugni- gli disse facendolo sorridere. 
Lui fu veloce a scrivere una cosa che le fece spalancare gli occhi.    
"Non è detto che commetta lo stesso sbaglio" 
Quando alzò lo sguardo Hermione lo trovò più vicino a lei e, con la certezza di esser ricambiata posò nuovamente le labbra sulle sue. Lui stavolta non sbagliò. Appena la bocca della Grifona fu sulla sua, una sua mano si andò ad infilare tra i capelli di Hermione attirandola a se. Inizialmente la  baciò con foga facendola a malapena respirare poi divenne più dolce e lento. La sentiva ansimare ogni tanto per la profonda intimità che raggiunsero e lui capitolò quando lei, nella sua inesperienza gli cinse il collo con una mano e con l'altra stringeva i capelli biondi del ragazzo. 
Capitolò perché capì che qualsiasi cosa avesse fatto lei sarebbe sempre rimasta nel suo cuore. E così capì che, forse, non avrebbe potuto evitarle qualsiasi sofferenza, ma, che lui non gliene avrebbe mai procurate: avrebbe fatto di tutto. Aveva scelto già la fazione in cui stare quando ci sarebbe stato uno scontro: riguardò Hermione negli occhi dopo che si erano staccati senza respiro e fu sicuro. Lui si sarebbe schierato con l'amore.   



Angolo autrice: Questo è quel che si chiama un punto di svolta, almeno per quanto riguarda i sentimenti dei due protagonisti ma non è detto che sarà tutto rose e fiori. Ringrazio le persone che hanno recensito la storia: mi fa sempre piacere cosa pensate dei capitoli, spero mi direte che pensate di questo capitolo in particolare che, a me, sta a cuore. Vi ringrazio per aver letto la storia. 
Per me significa molto.
A presto, con affetto, F.

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Capitolo 12
*** Tear ***


Rientrarono dopo parecchio tempo; si erano tenuti stretti, abbracciandosi per ripararsi dal freddo invernale che penetrava nelle ossa. Continuavano ad osservarsi mentre si alzavano, come se si stessero studiando. Entrambi, dopo tutte le remore che si erano fatti, si aspettavano che l'altro avrebbe ritrattato l'accaduto pentendosi. Eppure continuavano a sorridersi complici. Hermione era particolarmente felice: il suo bacio era stato ricambiato con talmente tanto impeto da averla imbarazzata in un primo momento: lui era così passionale e lei non era abituata a ricevere tante attenzioni; provarle in quel momento, fu come vedere il suo amore incoronato da una corona d'affetto e appartenenza profonda a quel ragazzo biondo che adesso le offriva la mano. Ancora una volta seppe esprimere i suoi sentimenti al meglio senza aprir bocca. Lui non si sarebbe pentito, aveva scelto e non si sarebbe tirato indietro. Accettare quell'invito fu l'espressione del pensiero che la Granger aveva: sperò che quell'amore avrebbe regnato per sempre nel suo cuore.

Avevano ancora le mani intrecciate quando arrivarono al grande portone: probabilmente avevano già saltato gran parte dell'orario di lezione, non avevano cognizione del tempo in quel momento. Si guardarono. Draco spostò per un secondo il suo sguardo sulle loro mani, ma fu sufficiente perché Hermione lo interpretasse. La sua era una domanda: come si sarebbero comportati adesso? Sarebbero andati in giro bellamente a sfoggiare la loro complicità? 
-Non è necessario- gli fece lei -sappiamo a malapena noi cosa sia- si interruppe per fare un gesto distratto della mano e inspirare profondamente -cosa sia questo- disse indicando con gli occhi le loro mani. Hermione si chiese subito dopo se non fosse suonata troppo dura, se alle sue orecchie la frase non fosse suonata troppo distaccata come se si vergognasse ma, il sorriso che le rivolse Draco, la sollevò da ogni preoccupazione. Erano giunti alla stessa conclusione ancora una volta: quello che era appena nato tra loro sarebbe stato salvaguardato da entrambi, non sapevano cosa li legava, quanto fosse profondo e, almeno per il momento lo avrebbero tenuto come un segreto. Non avrebbero dato modo agli altri di bisbigliare parole, frasi che potessero sporcare ciò che si era creato. Erano perfetti l'uno per l'altro anche per questo ed Hermione se ne sorprese: aveva visto tante volte Draco attorniato da Pansy dare spettacolo e, inoltre, era abituata a Ron che, non appena aveva avuto la conferma da lei che fosse ufficialmente la sua ragazza, aveva esalato un estasiato "lo devono sapere tutti!". 
Era nuova per lei questa situazione così come lo era per lui e le piacque. 

Così si salutarono, con un bacio a fior di labbra come se fosse ormai un' abitudine consolidata. Presero direzioni opposte: lui verso il suo dormitorio lei invece, da diligente studente quale era, dopo aver scoperto che mancava ancora un'ora alla fine delle lezioni era corsa verso la sua prossima classe arrivando giusto in tempo: prima che entrasse Piton. Era ancora ansante quando si sedette vicino ad Harry che, fiducioso le aveva tenuto il posto. Hermione si ricordò in quel momento del favore che le aveva chiesto Harry il giorno prima, si vergognò un po' scoprendo di essersene dimenticata. Fece un sorriso veloce all'amico cercando di regolarizzare il respiro. Se il professore l'avesse vista "strana" avrebbe certamente trovato un motivo per levarle qualche punto. 
-Ciao Harry- disse lei sottovoce.
-Herm- constatò lui tirato. Nella furia di sedersi la Granger non aveva notato quanto l'amico fosse silenzioso: di solito, l'accoglieva con un caloroso saluto che stavolta non ci fu. Sembrava quasi a disagio. Non poté intavolare una conversazione nel momento in cui Piton si apprestava a spiegare ma, Hermione, si ripromise di interrogare al più presto l'amico sul perché le fosse così indifferente. La riccia cercò di concentrarsi sulla voce strascicata di Piton. Il compito era semplice: avrebbero dovuto creare una pozione d'amore. Piton non ne sembrava entusiasta, al contrario. Sarebbe stato semplice. Svolsero il compito professionalmente ottenendo una perfetta pozione e doveva esser proprio così perché, il professore, davanti al loro operato non aprì bocca e ciò voleva dire solo una cosa: successo. 
Al termine della lezione, i due furono liberi di uscire. Harry inaspettatamente non l'aspetto così Hermione dovette correre per raggiungerlo. Schivò la folla di studenti che si era riversata nei corridoi.
-Harry!- cercò di richiamarlo senza urlare troppo: per quel giorno aveva già dato abbastanza spettacolo e, notare che ancora alcuni studenti la fissavano, la costrinse a mantenere un basso profilo mentre, a passo svelto si avvicinava all'amico. 
-Harry- ripeté quando gli fu vicino. 
-Dimmi Hermione!- disse lui all'apparenza calmo e disponibile ma con lo sguardo fisso davanti a lui.
-Poteri parlarti, per favore?- gli chiese. Lui sembrò esitare un attimo, esalò un sospiro.
-Certo, stasera?- le disse evasivo.
-No Harry, adesso- era stata perentoria pronunciando quella frase, talmente tanto che lui si girò a guardarla e, come se si stesse arrendendo accettò di seguirla mentre cercavano un angolo tranquillo in cui parlare. Quando finalmente si ritrovarono faccia a faccia Hermione si sfogò:
-Si può sapere che cosa c'è che non va?- gli chiese lei con un tono dispiaciuto.
-Nulla Hermione- dissimulò Harry con un sorriso tirato.
-Non ti credo Harry, hai a malapena notato la mia presenza prima- gli rimembrò avendo poi un'illuminazione -è per stamattina?- gli chiese.
Harry non era mai stato bravo a mentire così lei capì subito, quando gli fece quella domanda e quando vide una scintilla nei suoi occhi, che si trattava proprio di quello.
-Hermione!- proruppe lui mantenendo però la voce calma -Lo ha mandato in infermeria!- le disse.
Era chiaro che si riferisse a Ron. Si ricordò in quel momento di un particolare.
-Già- disse Harry intuendo -non era in classe: è ancora li, aveva le vertigini. Le vertigini- ripeté con più enfasi -ti rendi conto Hermione! Pensa quanto odio ha messo Malfoy in quel pugno!- le disse concitato.
-Harry, lo ha fatto per difendermi!- gli disse piccata. Era chiaro che in quel momento fosse lei la vittima. 
-Mi dispiace Herm ma non ci credo. Lui voleva umiliarlo. Avrebbe potuto semplicemente spingerlo via, strattonarlo- disse spiegandosi.
-Harry capisco che sia tuo amico ma lo sono anche io!- gli ricordò -Ron mi stava facendo male!- 
-Prima che Malfoy interrompesse tutto avevi in mente di rimanere amica di Ron, Herm! Di rimanere in buoni rapporti- le disse triste.
-No Harry- disse paziente lei -prima che Ron facesse e dicesse quello che ha detto- fece seria.
-Hermione, la gente parla: dicono tante cose, tante cose a cui non voglio credere ma che mi fanno pensare che tu non abbia lasciato Ron per i giusti motivi-. Disse il ragazzo arrivano al punto della conversazione.
-Cosa?- chiese lei con un tono arrabbiato -Cosa dice la gente Harry?- 
-Si fanno domande, come me: perché Malfoy si improvvisa tuo paladino? Perché alcuni dicono di avervi visti parlare? Alcuni Serpeverde che sono in squadra con Malfoy dicono che abbia saltato una riunione per stare con te!- disse tutto d'un fiato. Hermione rimase in un primo momento senza parole poi si ricosse.
-Da quando credi alla gente Harry? Da quando ti fidi delle supposizioni?- gli chiese Hermione trattenendo una lacrima. 
-Non sono supposizioni- disse lui serio.
-Perché?-chiese lei -Perché un Sepreverde lo ha detto? Perché...-
-No! Perché vi ho visti!- disse lui interrompendola -Lui ha dato quel pugno e tu gli hai sorriso: Hermione non sono stupido. Gli hai sorriso in un modo in cui non hai mai fatto, con Ron, con me...ho sperato! Ho sperato di essermi sbagliato ma poi ti ho vista correre dietro a lui...-
-Harry, non ho lasciato Ron per lui- disse inizialmente per poi decidere di essere completamente sincera -o meglio, forse è stata una delle cause- gli disse cauta.
-Lo vedi Herm! Non posso accettare una...cosa del genere: porterà solo dolore: lui è Malfoy, Malfoy il mangiamorte. Soffrirai tu, io, Ron già soffre! Hermione ha già distrutto il tuo rapporto con Ron- le disse cerando di farla ragionare. 
Quella lacrima sfuggì, nonostante tutti gli sforzi di trattenerla. Era una lacrima di esasperazione: esasperata per il fatto che Harry non capisse, e che continuasse ad addossare tutte le colpe a Draco, esasperata che tutti lo vedessero ancora per la maschera che aveva indossato. Ma era anche una lacrima di tristezza: anni di amicizia ricompensati da una mancata fiducia, dal rimprovero. 
-Harry- iniziò -questo- disse indicando loro due -fa finire un'amicizia: nessuno potrà mai compromettere il mio rapporto con te, con voi- lo rassicurò. Il ragazzo tenne la testa bassa. Alla fine la guardò, gli occhi colmi di tristezza.
-Non lo so Hermione- disse sconfitto -davvero, non so a cosa credere, non so che fare: siete miei amici e...non volevo questa situazione- disse scappando da lei. 
Il suo migliore amico l'aveva appena abbandonata e lei non poté far altro che rimanere lì: non sarebbe andata a pranzo per l'ennesima volta.

Tutti gli studenti stavano tornado ai loro dormitori per poi andare in Sala Grande a pranzare, così come i Serpeverde. Draco stava aspettando Blaise già da un po' per poter entrare. Era rimasto solo a pensare a cosa era successo quella mattina: era capitato tutto talmente in fretta che rifletterci su gli fece comprendere che aveva vissuto davvero tutto ciò: il pugno, i baci di Hermione...Hermione. Quando l'aveva vista preda di quel rosso aveva pensato di andar lì, cercando di dividerli ma poi, quella insinuazione sulla Granger gli fece perdere le staffe rifilando un colpo assestato a quel Weasley. Quando lo osservò a terra, si chiese mille volte se aveva fatto la cosa giusta. Ma quello che venne dopo gli diede la conferma che aveva si fatto la cosa giusta. Eccome. Sotto quell'albero aveva scoperto che quelli che lui aveva chiamato baci sino ad ora non erano nulla al confronto di quelli con la Granger. O forse non era oggettivo: una buona dose d'amore gli aveva fatto cambiare completamente idea su quello che fosse il significato di un bacio. Tutto ciò che c'era stato prima di lei era vuoto. 
-Draco!- lo chiamò Blaise avvicinandosi. Malfoy si riscosse dai suoi pensieri sorridendo all'amico.
-Ti ho cercato dappertutto- gli disse -comunque se hai ancora voglia di tirare pugni io non sono disponibile come bersaglio, potresti completare l'opera con Potter- gli disse prendendolo in giro per l'accaduto. 
-Ah giusto- si riprese -ti cercavo: dovevo dirti che Silente ti cerca. Urgentemente.- gli disse l'amico.
Silente lo cercava. Poteva esserci solo un motivo per cui volesse vederlo: una pozione, un incantesimo o chissà cosa che gli avrebbe ridato la voce. Entusiasta dell'idea Malfoy fece un radioso sorriso all'amico, si girò e si mise a correre mentre Blaise gli urlava dietro: -Ehi! Aspetta fai pranzo prima!- ma nulla era più importante così si diresse verso l'ufficio di Silente. Ricomponendosi, prima di entrare, bussò. 
-Avanti- fece una voce vecchia. Draco aprì ed entrò.
-Oh, caro Draco. Volevo parlarti: ho delle novità- gli disse indicandogli di sedersi, cosa che lui fece.
Silente lesse l'impazienza meglio occhi dello studente ma si affrettò a dissimulare le sue speranze:
-Draco, non ho a portata di mano il rimedio. Nessuno sembra averlo.- gli disse. L'espressione di Draco fu di pura delusione. Aveva sperato che per lui ci fosse una seconda possibilità ed ora non era solo. Parlare con Hermione in modo normale, avere una conversazione era ormai diventato uno dei motivi principali per cui rivolere la sua voce. 
-Ma...-continuò inaspettatamente Silente -un mio amico, un tale Ariserio, faceva il bibliotecario un tempo e conserva tutt'ora antichi manoscritti- gli raccontò. Silente aveva brutta abitudine di non arrivare subito al punto pensò il biondo in quel momento. 
-Beh vedi, così per curiosità gli ho chiesto se avesse qualcosa a proposito della lacrima assordante e inaspettatamente lo aveva- disse illuminandosi e tirando fuori un pesante libro. Era veramente antico e malmesso. 
-Mi è stato recapitato proprio adesso: non ho avuto modo di consultarlo e non ho tempo ora...pensavo volessi farlo tu intanto- disse a Draco che annuì vigorosamente. 
-A quest'ora la biblioteca è un posto tranquillo- gli suggerì. Draco prese subito il libro dirigendosi fuori dall'ufficio. L'euforia era tale che non si accorse nemmeno di correre. Dovrà esser sembrato davvero strano agli studenti che passavano di lì. Vederlo correre e sorridere: una cosa a cui pochi avrebbero creduto.
Malfoy imboccò l'ultimo corridoio prima di arrivare in biblioteca e qualcosa o meglio, qualcuno lo fece arrestare stupito. La Granger era lì, seduta a leggere come quella mattina prima della lezione. Le si avvicinò mente lei si accorgeva della sua presenza e gli lanciava un sorriso triste. Hermione era triste: vederla così fu un colpo al cuore; ebbe paura che fosse così per lui, che l'avesse fatta soffrire e per un attimo pensò di non avvicinarsi a lei come stava facendo per paura che potesse dirgli che non voleva aver più nulla a che fare con lui. Eppure le arrivò accanto e, restando in piedi, le porse una mano che lei accetto e sulla quale fece leva per alzarsi e, prima che potesse salutarlo, lui la trascinò in biblioteca e si sedettero. 
-Ciao anche a te- disse lei sembrando recuperare un po' di serenità. Lui le sorrise e tirò fuori il grosso libo, sbattendolo sul tavolo e alzando molta polvere. Lei tossicchiò e cercò di dissolverle la polvere con la mano.
-Draco posso sapere che stiamo facendo?- gli chiese. Lui si mise a scrivere per un po': le disse tutto sul fatto che per lui c'era questo fantomatico rimedio ma anche che nessuno sapeva cosa fosse. E le scrisse anche che quel libro poteva aver la risposta.
-Ma è fantastico!- disse lei gioiosa. Malfoy era contento di vederla felice così non volle disilluderla dicendo che sapeva, in cuor suo, che non ci avrebbe poi trovato tanto in quel libro. Lo aprì al centro e il libro fece uno strano suono tanto che i due si guardarono preoccupati che si fosse strappato. Aveva aperto una pagina a caso e cominciò a scorrerla velocemente. 
-Non lo troverai mai così!- gli disse lei rispolverando il suo atteggiamento da so tutto io -ci sarà pure un indice- gli spiegò prendendo il libro. In effetti c'era.
-Eccolo- sospirò vittoriosa Hermione scorrendo con il dito tra le varie diciture. Draco la osservava: era così concentrata e attenta, gli fece tenerezza e, senza pensare sollevò una mano per accarezzare una guancia. Lei, sorpresa, lo guardò, ancora una volta con quello sguardo malinconico. Il libro era meno importante si disse Draco che prese la mano con cui Hermione stava scorrendo sulla pagina nella sua. Usò l'altra per scriverle un biglietto.
"È successo qualcosa?" Le scrisse. Lei lo guardò e sorrise veloce e, altrettanto troppo velocemente rispose:
-No!- disse squillante, Draco aveva un espressione eloquente: aveva capito che gli stava mentendo. 
-Si- disse lei abbassando la testa. 
"Raccontami" e lei lo fece: gli disse di Harry e di quello che aveva pensato di loro due, persino i particolari come quello delle dicerie dei Serpeverde. "Blaise" pensò infastidito Draco. Nella rabbia doveva aver detto ad altri di quella riunione che aveva saltato per stare con lei. 
-Draco io...non intendo rinunciare a nessuno: non a lui né a te- concluse accaldata -ma questa situazione mi fa male e non riesco a fingere- e terminando, di slancio, lo abbracciò. Il suo profumo gli arrivò addosso violentemente: era dolce e fresco. Ricambiò subito la stretta, rendendosi conto che quello era il loro primo vero abbraccio, il suo primo vero abbraccio; poi si scostò per scrivere.
"Mi dispiace. Vorrei non averlo fatto: se avessi saputo tutti i problemi in cui saresti incorsa non..." Le scrisse senza concludere la frase. 
-Non dirlo- gli disse severa -non osare pentirti, non per me- continuò.
Lui scosse la testa come a scacciare quell'ultima sua frase. 
-Suppongo che Zabini sappia di noi...o perlomeno: la voce è partita da lì e, a dispetto di molti altri lui è ancora al tuo fianco...- pensò lei. Lui annuì facendole capire che lui sapeva.
-Ecco vedi, Draco, lui lo ha accettato e non pretendo che lo abbia fatto perché gli sto simpatica- disse sorridendo -ma perché è tuo amico...per questo non capisco come Harry abbia potuto trattarmi così...- gli disse -Tu guarda...-continuò ritrovando un po' di buon umore -chi lo avrebbe mai detto che alla fine sarei stata gelosa di un'amicizia serpeverde- gli disse sorridendo, strappando un sorriso anche a lui.
Draco la guardava, ogni movimento che faceva, lui lo recepiva. Ogni suo sorriso gli 
illuminava gli occhi. Così come l'ultimo: si guardarono intensamente finché Hermione non ruppe l'atmosfera.
-Basta!- disse girandosi verso il libro -siamo qui per un  motivo!- gli ricordò. 
Entrambi si misero d'impegno per scovare qualche traccia della fantomatica lacrima.
-Eccola!- urlò lei facendolo sobbalzare. Erano talmente vicini che si scontrarono quando lei si mosse veloce per mostrargli il punto dell'indice in cui era riportata la "Lacrima assordante"
-Pagina 1376- disse lei, aprendola.
Si misero a leggere tutti e due avidamente, ormai non si capiva più chi fosse quello più desideroso dell'altro di scoprire cosa fosse.
Finirono di leggere e si guardarono sconcertati.

"La lacrima non si trova. La lacrima non si crea. La lacrima si manifesta. Sarà talmente piena d'emozione che ella sarà assordante, solo quando puro dolore e pura felicità si uniranno, la lacrima cadrà." 
 

Angolo autrice: buongiorno a tutti, parto col ringraziare le sei (non ci credo ancora) persone che hanno recensito lo scorso capitolo. Per quanto riguarda la storia, spero non sarete troppo delusi da Harry, nel prossimo capito avrà modo di spiegarsi e chissà magari saprà farsi perdonare. E, finalmente si sa qualcosa in più sulla lacrima. 
Spero vogliate farmi sapere cosa ne pensate, con affetto, F.

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Capitolo 13
*** Disillusion ***


Hermione fu la prima a riscuotersi da quello stato di confusione balzando in piedi come sospinta da una molla.
-E questo come dovrebbe aiutarci? Non è possibile provare un grande dolore e al contempo una grande felicità!- esclamò caldamente a Draco che, dal canto suo, era rimasto assorto, con lo sguardo ancora legato alla pagina del libro, come pietrificato.
-Draco?- cercò di riscuoterlo Hermione, cominciando a scuoterlo leggermente per una spalla -Draco sto iniziando a preoccuparmi! Oh Merlino...- esclamò poi la ragazza, colta da una sinistra illuminazione -non dirmi che oltre che muto ora sei pure pietrificato!- Concluse con orrore fissandolo. Draco, decidendo di riprendersi da quel torpore, le lanciò un'occhiata infastidita col suo solito sguardo.
-Oh, a quanto pare no!- riprese Hermione sinceramente sollevata e divertita mentre lo guardava studiando attentamente il suo comportamento: la ragazza si era subito accorsa che qualcosa non andava.
-Allora...che problema c'è?- Gli chiese risedendosi mestamente. Draco era ancora fermo con la testa bassa ma si contorceva le mani e tremava come se stesse cercando di controllarsi per evitare di scoppiare in uno scatto d'ira.
-Draco- lo riprese Hermione -ascolta so che ti sembra imposs...- la riccia non fece in tempo a finire che il giovane scattò in piedi velocemente colpendo con un pugno il tavolo per poi mettersi le mani tra i capelli iniziando a camminare in circolo nervosamente. Era un uomo impotente difronte alla magia e al destino, era necessario lasciargli un attimo di tempo per assorbire il tutto ed è così che fece Hermione lasciandolo sfogare in silenzio. Solo dopo quella che parve un'eternità lui decise di sedersi e prendere d'impeto carta e penna. Lei lo osservava ancora, come fosse un animale selvatico in cui ci si imbatte e non si sa che fare eppure non ne aveva paura, non temeva per se come magari avrebbe fatto in passato; ora c'era qualcosa di più potente che la faceva rimanere in quella stanza: fiducia. E mentre ad Hermione si scaldava il cuore al pensiero di fidarsi tanto di un'altra persona, Draco continuava a scrivere finché, affannato, non passò il foglio ad Hermione.
"Vattene. Vattene prima che mi tocchi mandarti via in malo modo. Non mi importa della tua storiella con il rosso e di certo non voglio essere una spalla su cui piangere. Prendi la tua roba e non farti più vedere". 
L'ultima frase era scritta calzando ogni singola lettere rendendola talmente minacciosa e crudele che per la giovane fu come se un pugnale l'avesse trafitta. Alzando lo sguardo vide i suoi occhi freddi e fissi, ma lui non poteva davvero volere ciò, non poteva pensò la Granger.
-Non puoi!- disse inorridita dando voce ai suoi pensieri continuando a guardarlo per vederlo cedere in un sorriso che le facesse capire che era tutto uno scherzo -Draco- al suono del suo nome pronunciato dalla giovane lui fece fare un impercettibile smorfia -so cosa stai cercando di fare...se è per quello che hai letto se è per la paura io...io-disse Hermione per poi bloccarsi quando si accorse di essere ormai patetica ai suoi occhi: sull'orlo del pianto mentre continuava a pregarlo. Per questo si fermò e raddrizzando le spalle si ricompose decisa però a non andarsene prima di non aver ottenuto una spiegazione. Prese il foglio la penna e glieli rimise sotto gli occhi.
-Ora voglio sperare che tu abbia una buona spiegazione per il tuo comportamento. Anzi sono sicura tu ce l'abbia quindi, sii così gentile da darmela- disse severa. 
Lui non facendosi intimorire decise di accontentarla.
"Non so cosa tu ti sia messa in testa ma io e te non siamo nulla, io non ti devo nulla. Ora che so cos'è questa lacrima non sei più necessaria"
Appena Hermione finì di leggere, alzò lo sguardo sperando ancora ma trovò Draco risoluto e fermo. Era una conferma: era tornato quello di prima, quel bastardo insensibile che le rendeva la vita un inferno. La situazione le sembrava talmente surreale che la giovane finì per chiedersi se tutto quello che aveva passato con lui non fosse che un bellissimo sogno; fino a poco fa era sensibile e affettuoso con lei ora era un pezzo di giaccio. Era paralizzata mentre cercava di andarsene finché l'umiliazione subita le fece muovere per inerzia il corpo fino alla soglia della porta dove, in un ultimo atto d'amore proprio e forse anche per Draco gli disse rassegnata:
-Non è allontanato le persone che ti salverai...- e con un ultimo sguardo la giovane sparì dietro l'angolo mentre Malfoy si alzava, sgranando gli occhi, mentre dentro crollava.

Passare le giornate in camera sua sembrava esser diventata la regola. Non aveva fatto in tempo a riprendersi da Ron che Malfoy pensava già a riportarla letteralmente nel buio. Da quando aveva lasciato il biondo, Hermione aveva passato il tempo a fare congetture arrivando alla conclusione che, molto probabilmente, il giovane per non annoiarsi nel suo nuovo "stato" aveva deciso di divertirsi un po' con lei; tutto ciò l'aveva portata alla conclusione che, rompere con Ron era stato doloroso ma rompere con lui, anche se non erano mai stati ufficialmente insieme, era uno stato irreversibile. Non c'era rimedio alla sofferenza e alla delusione. Mentre la giovane si rannicchiava per l'ennesima volta sul suo letto qualcuno bussò alla porta; la prima idea di Hermione era far finta di nulla, presumendo fosse qualcosa riguardante la sorveglianza notturna della scuola.
-Herm, apri...per favore- Harry.     
La Granger al suono della voce dell'amico spalancò gli occhi. "No...non ora Harry. Non ora che il mio cuore è già colpito" pensò la ragazza supponendo che l'amico volesse riparlare della sua non più relazione con...lui. 
Persino pensare al suo nome era doloroso.
-Hermione per favore, non sono qui per litigare- riprese Harry.  
La giovane decise di andare ad aprire anche perché le mancava il suo migliore amico, la loro amicizia...e quando la porta si schiuse piano, Harry si trovò davanti un fiore sfiorito, la giovane amica sempre attenta era lì davanti a lui con gli occhi rossi e lo sguardo vuoto. 
-Che ti è successo Herm?- chiese il giovane allarmato mentre si faceva strada per entrare.
-Nulla Harry...davvero, credo di avere... un po' di... influenza!- esclamò lei colpita da un'illuminazione. L'amico continuava a guardarla sospettoso. Poi un lampo di comprensione gli attraversò il viso del moro. 
-Ah...fece mestamente -Herm io...-fece per iniziare lui ma la giovane lo interruppe prontamente:
-No. Harry...non dire nulla...non dirmi te lo avevo detto perché...grazie ma lo so già!- e lo disse con sarcasmo perché ormai era rassegnata a ricordarsi nella sua vita di quella volta che un serpeverde...IL serpeverde le aveva spezzato il cuore.
-In realtà- cominciò timido Harry -ero qui per scusarmi- disse abbassando gli occhi, causando grande sorpresa nella ragazza.
-Si, sai, per come mi sono comportato. Non sono stato giusto e nemmeno un buon amico- le disse prendendole la mano e sedendosi accanto a lei sul letto. 
-Harry io...grazie, accetto le tue scuse- gli disse sorridendogli. 
-Ma non sei felice- constatatò lui -Herm, ascoltami: quello che ti ho detto non era vero- disse scuotendola -ho sbagliato ad accusarti per la fine della tua storia con Ron ma, a quanto pare non ho sbagliato sul parte del "male" da Malfoy- concluse con una punta di irritazione mentre Hermione lo guardava triste -so che fa male, però è doveroso che io ti ricordi una cosa: hai un amico Herm, uno stupido amico che ti ha abbandonata quando ne avevi più bisogno ma che ora ha capito ed è qui e non mi importa se vuoi parlarmi di Malfoy-si interruppe per fare una smorfia di disgusto -purché tu stia meglio. Quindi sfogati- concluse. Alla giovane si illuminarono gli occhi e una piccola lacrima che racchiudeva tutte le emozioni della giornata le scivolò sul viso mentre si slanciava per abbracciare l'amico. -Grazie Harry- gli disse commossa -dovresti lanciarmi schiantesimi non ringtaziarmi!- le rispose ridendo lui mentre la stringeva ancora. 

I due amici rimasero a parlare per molto tempo, Harry non fece commenti e ascoltò Hermione fino all'ultima parola. 
-Quindi mi stai dicendo che a meno che lui non trovi questa lacrima non potrà più parlare?- disse trattenendo l'eccitazione.
-Si Harry- rispose la ragazza accennando un timido sorriso -contieni il dispiacere!- continuò scherzosa mentre lui rideva per poi tornare serio -hai ragione comunque...non so davvero come sia possibile trovare questa lacrima- riprese veramente interessato. 
-Avrei provato a cercarla ma ormai non è più affar mio- disse Hermione velenosa -nell'ultimo mese sono stata proprio fortunata: tra Malfoy e Ron io non- 
-Ron!- esclamò Herry interrompendo l'amica e spaventandola un po' -Ero qui anche per questo!- riprese più calmo per poi spiegarsi -So che probabilmente non vuoi più sentir parlare di lui ma devo sapere: ti sembra strano in questo periodo? Voglio dire, diverso dal solito strano Ron?- le chiese.
"Certo! È completamente un altro" pensò tra se la giovane ma, per non allarmare l'amico gli rispose più dolcemente -Sai, ecco...sinceramente si- disse vedendo Harry spalancare un po' gli occhi -voglio dire, se tu mi avessi dato il tempo ti avrei spiegato che abbiamo rotto anche per questo: sembra nasconda qualcosa e poi hai visto il suo tatuaggio?- chiese alzando il tono lei.
-Tatuaggio!?- chiese alzandosi Harry -no! Ron! Un. Tatuaggio!?- mormorò incredulo.
-Sta decisamente facendo qualcosa, magari qualcuno lo ha portato su una cattiva strada magari-
-L'unico modo per scoprirlo è parlarci!- disse risoluto Harry -Merlino Herm! È già ora di cena: andiamo così potremo parlare con lui!- propose.
Lei fece per seguirlo ma, in un lampo le venne in mente che probabilmente in Sala Grande ci sarebbe stato anche lui, con la sua freddezza e cattiveria. Era bloccata ma non lo diede a vedere ad Harry che si girò per vedere dove fosse, lei gli fece un piccolo sorriso e sembrò bastare a farlo procedere tranquillo senza fare altre domande.   
Alla soglia della Sala Hermione aveva ormai reso rosse le mani per quanto le stesse torturando per il nervosismo, seguì a testa bassa Harry fino ai loro posti dove, una volta seduta, in un momento di coraggio alzò gli occhi per trovare il Suo posto vuoto. Era sollevata ma al contempo l'apprensione si fece strada in lei "Perché non c'è? Ho sbagliato a lasciarlo solo li?" pensò continuando a guardare tutto il tavolo Serpeverde nella speranza lui fosse da un'altra parte ma a coprirle la visuale ci fu la rossa testa di Ron. 
-Ehi amico!- esclamò subito Harry.
-Harry ciao- rispose lui un po' sorpreso dall'enfasi dell'amico -'Mione- disse poi sommessamente senza nemmeno guardarla, lei non rispose intenta com'era a osservarlo. 
-Allora, non ti si vede molto in giro: siamo sempre solo io e Herm, mi manca essere in tre e a questo punto avrete superato i vostri...come chiamarli...problemi" disse felice come un bimbo. 
-Ehm, sono stato qua e là sai i compiti- rispose a disagio Ron. 
"Compiti? Ron i compiti?" Pensò lei divertita rendendosi conto di come il ragazzo non sapesse mentire; eppure Harry nella sua ingenuità sembrava accettare le scuse dell'amico.
-Oh beh, è un peccato! Pensi di poter ritagliare un po' di tempo per noi?- chiese Harry.
-Io. Io davvero non so- fece Ron con una risatina nervosa toccandosi la faccia e rivelando un po del suo tatuaggio.
-Oh! È vero! Ron, Hermione mi ha detto della novità! Un tatuaggio? Tu!?- esclamò Harry. 
Ron fece per guardarlo per poi rispondere smarrito -Si, beh te lo avrei detto presto! Cercavo il momento buono- concluse il rosso.
-Dai dimmi! Qual è il significato? Cos'è un...gatto?- Curiosò il giovane.
Ron era palesemente a disagio ed Hermione riusciva a vedere il sudore imperlarsi sulla sua fronte.
-Si...un gatto! Io...- annaspò alzandosi e sbattendo, attirando l'attenzione -Io devo andare- disse serrato correndo letteralmente via sotto gli occhi degli amici attoniti.
-Fa sempre così!- Sbottò Hermione -Lo ha fatto anche con me quando gli ho chiesto del tatuaggio: è coinvolto in qualcosa e per sua sfortuna non sa mentire- disse arrabbiata.
L'amico era ancora incredulo per il comportamento di Ron è solo dopo aver sbattuto più volte le ciglia si riscosse -Si, lo credo anche io ma- disse molto serio -come facciamo a scoprire cosa? Lui non parla!- sospirò rassegnato.
Ad Hermione dispiaceva vedere l'amico così preoccupato ed infondo,  lo era un po' anche lei perciò voleva andare in fondo a questa storia.
-Io avrei una soluzione- iniziò lei è, vedendo l'amico tutto orecchi continuò -potremmo seguirlo e vedere cosa fa- disse. Aspettò per un minuto buono la risposta di Harry:
-Stare con Mafoy ti ha davvero fatto male!- disse -Seguirlo!? Herm gli amici si fidano non seguon-
-Gli amici non dovrebbero nemmeno mentire Harry e sai che lui lo ha fatto; sarà anche per il suo bene: se è coinvolto in qualcosa potremmo aiutarlo- si spiegò lei. 
Il ragazzo parve pensarci seriamente ora. 
-Non so...sono stanco dopo tutto ciò che è successo. Devo dormirci su Herm- sospirò.
-Ok ma Harry, sai che è l'unica soluzione- cercò di convincerlo lei vedendolo alzarsi per andare nella sua camera. Harry le sorrise e se ne andò con le spalle curve: avere problemi con gli amici lo sfiniva anima e corpo e si vedeva. 
Hermione ne approfittò per lanciare un' ultima occhiata per cercare lui ma ancora una volta non c'era così si decise ad andare in camera per poter dormire e dimenticare tutto.
Salutò alcuni compagni e si avviò.  
Una volta arrivata, si chiuse dietro la porta sospirando: quando era sola la tristezza tornava e le ricordava come, seppur in pochissimo tempo lui le fosse entrato nel cuore. 
Quando accese la luce, un foglio attentamente ripiegato e poggiato sul suo cuscino attirò la sua attenzione e, come mossa da una forza maggiore corse a prenderlo. 
Il cuore le fece una capriola, ormai le bastava una sola lettera per riconoscere chi fosse.


Angolo autrice: Scusate immensamente! So che mi ripresento ad intermittenza ma è un mio limite: durante l'anno scolastico non riesco proprio nemmeno a pensare ad una trama e non volevo "rovinare" questa storia. Adesso ho 3 lunghi mesi per finirla (perché la finirò!) e chissà magari iniziarne un'altra. Vi ringrazio infinitamente se vorrete seguire ancora e recensire la storia.
Con affetto, F.   

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