The most beautiful flower

di Seekerofdreams_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Chapter I ***
Capitolo 3: *** Chapter II ***
Capitolo 4: *** Chapter III ***
Capitolo 5: *** Chapter IV ***
Capitolo 6: *** Chapter V ***
Capitolo 7: *** Chapter VI ***
Capitolo 8: *** Chapter VII ***
Capitolo 9: *** Chapter VIII ***
Capitolo 10: *** Chapter XI ***
Capitolo 11: *** Chapter X ***
Capitolo 12: *** Chapter XI ***
Capitolo 13: *** Chapter XII ***
Capitolo 14: *** Chapter XIII ***
Capitolo 15: *** Chapter XIV ***
Capitolo 16: *** Chapter XV ***
Capitolo 17: *** Chapter XVI ***
Capitolo 18: *** Chapter XVII ***
Capitolo 19: *** Chapter XVIII ***
Capitolo 20: *** Chapter XIX ***
Capitolo 21: *** Chapter XX ***
Capitolo 22: *** Chapter XXI ***
Capitolo 23: *** Chapter XXII ***
Capitolo 24: *** Chapter XXIII ***
Capitolo 25: *** Chapter XXIV ***
Capitolo 26: *** Chapter XXV ***
Capitolo 27: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


.The most beautiful flower.

 


 

 

 

Prologue

 

 

 

 

Cara Allie,

ho conosciuto tua madre che avevo vent'anni, ricordo quel giorno come se fosse ieri sai?

Mi stavo preparando insieme ai ragazzi per un concerto a Dublino, puoi immaginare in che stato si trovasse Niall, come al solito la serata era stata grandiosa e alla fine dello show, anzi, molto più tardi, siamo andati in giro per la città in cerca di un pub aperto.

C'era poca gente quella sera e il barista penso ci abbia odiati a morte, voleva solo finire di asciugare i bicchieri e andare a dormire! Poi un gruppo di ragazze ha fatto il suo ingresso e ci siamo subito accorti che erano nostre fan, avevano ancora le fasce del concerto, le nostre maglie, scritte ovunque e un sorriso sul volto.

Ti starai chiedendo cos'è successo, bè si sono avvicinate, non credevano ai loro occhi, ho salutato tutte come gli altri ragazzi, ma non mi piacevano si atteggiavano per mettersi in mostra, non volevo essere scortese con loro, così mi sono seduto e ho afferrato il bicchiere, stavo per bere... poi l'ho notata, era rimasta in disparte, lontano da noi, troppo timida per avvicinarsi, ha alzato lentamente la mano per salutarmi accennando un semplice sorriso.

L'ho scelta allora Allie, ho deciso in quel momento che sarebbe diventata la donna della mia vita, perchè non poteva essere diversamente.

Non mi importava in che nazione fossimo, che lingua parlasse, quali fossero le sue ambizioni e quali le sue paure, volevo conoscerla, volevo tenerla stretta tra le mie mani e amarla, così semplicemente le sorrisi, alzando la mano destra, copiando il suo gesto.

Dio Allie, aveva le guance rosse, gli occhi lucidi e stanchi e a me è sembrata la ragazza più bella nel mondo.

Volevo solo conoscere il suo nome quella sera, mi sarebbe bastato quello, ero sicuro che l'avrei ritrovata anche in capo al mondo, perchè vedi figlia mia... l'amore è una cosa strana, vieni scelto e ti fa scegliere e io quella sera di sette anni fa, ho scelto lei.”

 

 

Sospiro e appoggio la penna, piego il foglio a metà e lo ripongo in mezzo ad un quadernino per poi sistemare tutto nel cassetto del comodino accanto a quel letto troppo grande, poi spengo la luce e mi lascio trasportare dai ricordi.

Sono così nitidi nella mia mente, non ho bisogno di sforzarmi per ricordare, mi basta chiudere gli occhi e mi ritrovo a rivivere tutto.

Ma lasciate che racconti anche a voi la mia, la nostra, storia dall'inizio.

Io sono Liam, ma forse voi mi conoscete già.



__________________________________________
Salve a tutti,
per chi mi conosce e segue già, benritrovate, per chi non ha mai letto niente di mio, vi do il benvenuto!
Questo è solo il prologo di questa long nata per caso veramente, credo sarà un viaggio emozionante per me scriverla, per quello che ho in mente.
I prossimi capitoli saranno più lunghi e ci sarà un salto nel passato per raccontare la storia dei nostri protagonisti, spero di avervi incuriositi e spero di leggere qualche vostro parere.
Vi ringrazio di cuore,
Serena.

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Capitolo 2
*** Chapter I ***






.Chapter I.




Non significa niente amare tanto o amare poco. Si può solo amare o non amare.
È una vita che ti aspetto -Fabio Volo


 

 

Conosco quella ragazza da meno di ventiquattro ore e già non riesco a togliermela dalla testa. Non ho mai creduto ai colpi di fulmine, li trovo stupidi e insensati, eppure non riesco a dare un altro nome a questa voglia di rivederla se non infatuazione.

Louis mi prende sempre in giro, dice che non so vivere quello che la vita mi pone davanti, dice che sono troppo preso dal fare sempre la cosa giusta e forse, non ha tutti i torti.

Mi butto sul letto, nella stanza dell'albergo in cui alloggiamo a Dublino e chiudo gli occhi per qualche secondo, torno con la mente a ieri sera, dentro quel bar sperduto, che solo Niall poteva conoscere.

Ci capita spesso di incontrare le nostre fan quando siamo in giro, alcune di loro ci rimangono più impresse di altre ma non mi era mai successo di stare a pensare costantemente ad una di loro.

Cerco di delineare nella mia mente i contorni del viso di Elisabeth, questo è il nome della ragazza e mi do dello stupido da solo per non riuscire a ricordare la forma delle sue labbra.

La porta della stanza si apre e i ragazzi entrano insieme ridendo, alzo lo sguardo su di loro, accenno un saluto e affondo la testa nel cuscino.

 – Ehi Lee, tutto ok? Dai che stasera si replica – dice Niall allegro venendo ad abbracciarmi.

Mi volto e stringo le braccia attorno al suo esile corpo e affondo la testa nel suo collo. Lui mi scompiglia i capelli e – E' da ieri sera che sei strano – dice e io non rispondo.

Sono fatto così, tendo a tenermi dentro i miei pensieri, le mie preoccupazioni e tutto quello che mi succede e non posso uscirmene con un “Tranquillo Niall, sto solo pensando ad una nostra fan che abbiamo incontrato ieri sera di cui so solo il nome”, mi prenderebbe per pazzo... e farebbe bene in realtà, così nego con la testa e – Sono solo un po' stanco – dico.

Lui sembra crederci, o fa finta e inizia a parlare dello spettacolo di questa sera, la seconda tappa al Croke Park, per lui ha un significato enorme e noi ragazzi abbiamo tutti una speciale attenzione per Niall così accantono per un po' i miei pensieri e mi faccio travolgere dalla sua felicità.

Parliamo del concerto di ieri sera, ridiamo sulla caduta in grande stile che ho fatto, proviamo qualche canzone per tenere le voci calde e poi continuiamo a ridere.

Mi rilasso e sembra che la mia testa si sia finalmente liberata quando – Ah, avete presente le ragazze nel bar ieri sera? Nella tasca dei jeans ho trovato questo foglio con gli account twitter – dice Harry poggiando un foglietto stropicciato sul materasso.

Il mio cervello registra l'informazione immediatamente e mi stendo ad afferrarlo – Lo prendo io, tanto lo sappiamo che sono io quello che segue fan – dico infilandolo in tasca.

Tutti annuiscono, in fondo ho usato una scusa plausibile, quel biglietto brucia nella tasca destra dei jeans, potrebbe esserci anche il suo contatto.

Mi alzo con la scusa di andare in bagno e mi siedo al centro del tappeto bianco e morbido, le spalle contro la porta, un foglietto da una parte e l'i-phone dall'altra.

Ci sono sette contatti in tutto scritti in una bella grafia, si saranno preparate prima il biglietto, provo a digitare gli account, ma nessuna delle ragazze corrisponde a lei, alcune non hanno le foto ma provando a scorrere i tweet mi accorgo che nessuna di loro si chiama Elisabeth, è proprio mentre scorro la bacheca dell'ultimo account che una foto colpisce la mia attenzione.

Un gruppo di ragazze fuori dallo stadio, c'è anche lei, riconosco la sua maglietta rosa e mi accorgo che uno degli account taggati non c'è nella lista che ho in mano, così schiaccio su @seekerofdreams_

Una mia foto mi accoglie e mi lascio scappare un sorriso, nella biografia c'è il suo nome, seguito da un 22... ventidue anni, “è più grande di me” penso, non ci sono sue foto, ma so che è lei... lo so, me lo sento, così dopo qualche secondo di titubanza schiaccio il tasto follow.

Non so cosa mi succede quando mi trovo ad aggiornare il suo profilo e notare un tweet tutto per me.

 

@seekerofdreams_: It's a dream!! Thank you, thank you so much @real_liam_payne”

 

So solo che il cuore batte forte.

Mi butto indietro fino a far appoggiare la schiena a terra, fisso il soffitto bianco tenendo il telefono stretto in una mano, cosa mi sta succedendo?

Prendo un bel respiro e decido di chiudere tutto, mi rinfresco il viso con dell'acqua fredda e – Liam, riprenditi – dico al mio riflesso.

Infilo il telefono in tasca e torno in stanza, incrocio gli occhi di Zayn e mi sorride, il sorriso che dice “Ci sono se vuoi parlare”, dopo quattro anni non ho ancora capito come fa a sapere sempre quando ne ho bisogno.

Gli sorrido di rimando e mi riprometto di parlargli presto, anche se non saprei proprio cosa dire in questo momento. Non ci capisco niente nemmeno io.

 

Venti minuti dopo, siamo tutti cambiati e pronti per andare allo stadio. Ci incontriamo con tutti gli altri e piano piano ci scortano dentro le auto. Io, Niall e Harry da una parte, Louis e Zayn dall'altra.

Niall non smette un attimo di parlare – Sono troppo eccitato – dice per l'ennesima volta.

Io sorrido per poi voltarmi a guardare fuori dal finestrino.

Ora è il momento di lasciare tutti i pensieri chiusi in un cassetto e pensare solo al concerto.

 

 

Elisabeth's POV

 

In cielo splende un magnifico sole, le strade di Dublino sono piene di turisti svegli di prima mattina per visitare quanti più posti possibili, i negozianti si avviano verso i propri negozi per aprire ed iniziare una nuova giornata di lavoro, hanno tutti l'aria stanca e l'avrei anche io, in realtà sono stanca veramente ma ho ancora l'adrenalina addosso per il concerto di ieri sera, così quando attraverso Duke Street mi fermo davanti alla mia libreria con un sorriso.

I ricordi della sera prima mi travolgono tutti, è stata decisamente una delle serate migliori della mia vita, poggio la borsa dietro il bancone e mi appresto ad accendere la radio, mi piace tenere la musica, non troppo alta ma quanto basta per mantenermi allegra.

Oggi non posso far altro che ascoltare il cd dei ragazzi per tutto il giorno, sono ancora in fase concerto. Apro la porta e sistemo il porta ombrelli in modo che si tenga ferma e intanto mi concedo di ripensare all'incontro casuale con i ragazzi nel bar.

E' proprio vero che quando meno te l'aspetti succedono cose bellissime.

I primi clienti entrano nella libreria e girano liberamente tra gli scaffali pieni dei miei sogni, del mio sudore e delle mie ambizioni.

Ho finito la scuola qualche anno fa e dopo aver provato un semestre all'università ho abbandonato tutto per dedicarmi al mio sogno più grande, gestire una libreria.

Ok, il mio sogno più grande forse è diventare una scrittrice ma mi accontento per il momento.

 – Scusa per il ritardo Liz, oggi c'è un casino in giro –.

Connor, il ragazzo che mi aiuta in libreria fa il suo ingresso tutto trafelato, la camicia a maniche corte bianca aperta fino al petto, poggia una busta accanto alla mia borsa e si dirige

sul retro per iniziare a sistemare i libri arrivati ieri.

Lo aiuto sistemando i nuovi arrivi nella sezione fantasy, mi fermo qualche volta a parlare con i clienti abituali e poi torno a lavoro.

 – Buongiorno – dico ad una nuova cliente.

Lei ricambia il sorriso e quando qualche minuto più tardi si avvicina alla cassa per pagare, mi sorride ancora e – Ottima musica – dice.

Le sorrido complice e in pochi minuti finiamo per parlare del concerto, io le racconto di ieri e lei mi fa sapere che andrà domani, per ora si sta concedendo qualche giro per la città.

Mi dice che viene dalla Spagna, così le suggerisco qualche posto da visitare prima di ripartire.

 – Ti ringrazio, sei stata gentilissima – mi dice prima di uscire e io sorrido, mi piace fare qualcosa di buono per la gente.

A volte le persone mi reputano strana, ma in fondo sono solo una ragazza con dei sogni grandi e una fervida immaginazione, una ragazza che adora le farfalle e i colori e che si emoziona davanti ad una piccolezza.

Nella società di oggi questo è essere strani, eppure a me sembra dovrebbe essere la normalità.

Sospiro e controllo il cellulare, sbircio le foto di ieri e il cuore mi sobbalza quando nella galleria di foto trovo quella che ho scattato con i ragazzi nel bar. Sono vicino a Zayn, ho un'espressione strana in volto, sono rossa e i miei capelli sono irriconoscibili eppure la conserverò come una reliquia, in quella foto c'è quanto di più bello mi sia successo nella vita.

 – Cosa guardi – mi chiede Connor avvicinandosi e sporgendosi in avanti.

Sorride e – Cosa aspettavi a dirmelo – dice entusiasta.

 – Se venivi in tempo questa mattina avresti avuto i dettagli e i miei scleri – dico.

Lui alza gli occhi al cielo e – Rimanderemo alla pausa pranzo – dice sorridente.

Annuisco ed entro su twitter, digito velocemente un tweet e lo invio a Liam.

 

@seekerofdreams_: I love you so much, thank you @real_liam_payne”

 

Non so di preciso quando ho iniziato a guardare Liam in modo diverso rispetto agli altri, per intenderci... io li amo tutti, ma per me Liam significa quel qualcosa in più, vorrei poterlo ringraziare per quello che ha fatto per me, perchè se mi trovo in questo posto, con una libreria tutta mia è per merito suo, perchè mi ha insegnato a credere nei miei sogni e ieri sera non sono riuscita a dirgli nulla per la troppa agitazione e mi sento così stupida per aver sprecato un'occasione del genere.

Sospiro, è ora di tornare a lavorare.

 

Quando ormai l'orologio segna le due, io e Connor ci chiudiamo la porta alle spalle e ci avviamo alla tavola calda in fondo alla via, ci andiamo ogni volta che chiudiamo più tardi e non riusciamo a tornare a casa in tempo per pranzare.

Appena ci sediamo, lui non mi lascia nemmeno il tempo di ordinare che parte a raffica a farmi domande su domande.

Parto a raccontargli tutto, sono contenta che lui si interessi, ci conosciamo da due anni, da quando una mattina di Marzo è entrato a chiedermi un posto di lavoro.

E' un ragazzo intelligente e bello, forse un po' pieno di sé ma un gran bravo ragazzo.

Studia Legge all'università e si paga l'affitto lavorando qualche giorno in libreria.

 – Sono contenta che sei riuscita ad incontrarli Liz, so quanto ci tieni – dice sincero.

Gli sorrido e inizio a mangiare qualcosa.

Mi racconta che ha un esame di Diritto Privato tra un po' e gli concedo i giorni di riposo che si vergogna a chiedermi. Stiamo mangiando il primo quando il cellulare mi vibra in tasca avvisandomi di una notifica su twitter.

Sto ridendo quando “liam ha iniziato a seguirti” leggo sullo schermo.

Ho la sensazione che il tempo si fermi per qualche minuto, ma guardandomi intorno le persone mangiano tranquille ai loro posti, allora cos'è questa sensazione che provo?

Mi viene da ridere e da piangere nello stesso tempo, lo stomaco si chiude e non riesco a mangiare nient'altro.

Forse è vero quando si dice che chi ama vive d'amore.

 – Dio hai una faccia – dice Connor prendendomi in giro mentre torniamo alla libreria.

 – Cosa? – chiedo voltandomi, cammino tra le nuvole e rischio di inciampare tre volte sui miei stessi piedi e scoppiamo a ridere nel mezzo della strada, con alcune persone che ci guardano stranite e altre che si fermano a ridere con noi, perchè in Irlanda si è tutti un po' una grande famiglia.

Connor mi cinge le spalle con un braccio e – Ah, l'amore – dice ridendo.

Mi concedo uno sguardo verso l'alto e mimo un Grazie lassù, certa che le mie preghiere non siano state vane.

Il cuore sembra esplodermi in petto, ogni volta che riesco a stare sola mi concedo uno sguardo al profilo di Liam e quel “Ti segue” mi fa sorridere come una scema. Le mie iterazioni sono impazzite, gente che mi segue e gente che mi scrive in continuazione, mi concedo il lusso di non rispondere per il momento, ci penserò dopo.

Prendo una manciata di libri dall'ultima scatola e mi aggiro tra gli scaffali a sistemarli.

Mi lascio travolgere dal loro odore, l'odore di pagine nuove, l'odore di storie vissute e cerco di pensare a cosa potrei scrivere a Liam in un messaggio privato, vorrei farmi notare in qualche modo, sicuramente gli scriveranno tutti le stesse cose... ma in fondo le storie di tutti noi sono come collegate in un modo o nell'altro, siamo tutti molto simili e questi cinque ragazzi trasmettono dell'emozioni che possono solo farti scrivere un grazie, ma uno di quelli sinceri, carichi di significato.

Quando alle otto esco dalla libreria prendo un respiro e mi impongo di tornare a casa a riposare, infilo le cuffiette e mi incammino, non riesco a pensare che a pochi passi da me c'è tutta la mia vita e forse i miei piedi prendono volontariamente la direzione dello stadio, così mi ritrovo a correre a perdifiato, perchè sono le otto e dieci di sera e mancano venti minuti all'inizio del concerto, reggo la borsa su un fianco e cerco di raccogliere tutto il fiato possibile, ci si può ridurre così per una band? Poi un sorriso nasce spontaneo sul mio viso quando Croke Park si presenta imponente davanti a me e la risposta nasce spontanea, si. Ci si può ridurre a spendere altri soldi per il biglietto di un concerto già visto, perchè quando metto piede sugli spalti la sensazione di gioia che mi invade vale più di qualsiasi cosa al mondo.

Cerco il mio posto e riesco giusto in tempo a sedermi che lo note di Midnight Memories riempiono l'aria e quando – Dublino – urla Liam, lo stadio viene giù.

Mi fermo ad osservarlo sul maxi schermo, la camicia di jeans lasciata aperta su una maglietta bianca e i capelli leggermente più lunghi a formare un ciuffo lo rendono la creatura più bella del mondo ai miei occhi, vorrei poter scavalcare le barriere e correre ad abbracciarlo sul palco, considero per qualche secondo l'idea ma non mi sembra il caso, ho ventidue anni e non vorrei finire in carcere per aver attentato alla sua vita.

Mi concentro di nuovo su di loro e non me ne vogliano gli altri, ma questa sera ho occhi solo per Liam.

 

Due ore e mezza dopo, mi ritrovo a camminare per le strade di Dublino con le voci che mi rimbombano in testa, con il cuore pieno di gioia e le gambe che chiedono pietà.

Ho un sorriso in faccia che potrebbe far concorrenza a quello di Joker, un po' più carino però.

Mi chiudo la porta di casa alle spalle e mi butto sul divano del mio monolocale, non è enorme ma è abbastanza per me, c'è un piccolo bagno a sinistra dell'entrata, un soggiorno – sala da pranzo, una piccola cucinina e una stanza, quando mi sono trasferita in città dalla periferia i miei hanno impiegato dieci giorni per trovare una casetta decente e devo dire che hanno fatto un ottimo lavoro.

Tolgo i vestiti e mi concedo una doccia per darmi una ripulita, dovrei anche mangiare ma il mio stomaco si rifiuta, troppe emozioni in poche ore. Così quando finisco di asciugare i capelli mi infilo sotto le lenzuola, scorro i vari account di updates sui ragazzi e aspetto foto e video del concerto appena finito poi mi decido ad aprire i messaggi.

Clicco su nuovo messaggio e provo a formulare nella mia mente qualche frase di senso compiuto, vorrei davvero scrivergli, ma la stanchezza ha la meglio, così poco dopo chiudo le palpebre con il telefono ancora stretto tra le mani e un'emozione in più nel cuore.

 

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Il primo capitolo di questa storia è arrivato con ritardo e non perchè non volessi scriverla ma perchè ho scelto di prendermi una pausa dopo la fine di The Maid, ora però avevo le mani che mi prudevano dalla voglia di buttare giù qualcosa, devo dire che sono abbastanza soddisfatta del risultato, spero piacerà anche a voi, questa storia ha già tanto di me e la sto scrivendo con ancora più coinvolgimento delle altre, quindi grazie a chi vorrà intraprendere questo sogno con me!

Intanto vi dico che l'account citato sopra @seekerofdreams_  esiste veramente, l'ho creato apposta per la storia, quindi se vi va potete cercarlo, l'ho creato perchè twitter sarà una parte importante della storia e per la prima volta ho deciso anche di lasciarvi un hashtag che potete usare per chiedermi qualcosa sulla storia o semplicemente per commentarla ed è questo #TMBFlower sentitevi liberi di usarlo quando e come volete (flower è scritto per intero perchè esisteva già un tmbf ahah).

Ancora un grazie per tutto e spero di sentirvi presto :)

Serena.

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Capitolo 3
*** Chapter II ***






. Chapter II .

 

Non camminare dietro di me, potrei non esserti guida.
Non camminare davanti a me, potrei non seguirti.
Cammina al mio fianco, ed insieme troveremo la via.

 

 

Stringo le coperte a me e sistemo per l'ennesima volta il cuscino per cercare di prendere sonno. Domani ci aspetta l'ultima tappa a Dublino e devo essere riposato ma sembra che nonostante la stanchezza il sonno non ne vuole sapere di farmi visita.

Sbuffo per la decima, forse anche undicesima volta e apro gli occhi. Le luci della stanza sono spente e l'unico rumore che riempie l'aria è il respiro incontrollato di Niall, anche quando dorme non riesce a stare tranquillo questo ragazzo.

Mi giro sul fianco destro e allungo la mano sul comodino per afferrare il telefono, prima di venire a letto mi sono imposto di tenerlo spento fino a domani mattina ma visto che di dormire non se ne parla mi trovo a riaccenderlo.

Sorrido mentre leggo il messaggio della buona notte di Sophia, la mia ragazza e digito velocemente una risposta.

C'è qualcosa che mi sfugge e nonostante io mi sforzi per cercare di ricordare finisco solo per sentire la testa scoppiare. Sbuffo e accedo su twitter, scorro la home poi leggo qualche tweet nelle menzioni e quando, per sbaglio, schiaccio la lista delle persone che seguo, quel nome campeggia in alto, immobile e silenzioso eppure la mia testa continua a girare.

Seekerofdreams.

Come ho fatto a dimenticare una cosa del genere?

Passo una mano in viso e sospiro, l'ansia e l'adrenalina post concerto mi hanno fuso il cervello, clicco sull'immagine del profilo e subito i suoi tweet mi si parano davanti.

L'ultimo risale a due ore fa e... un attimo, secondo round di cosa?
 

“@seekerofdreams_:Secondo round, domani devo lavorare ma ne è valsa la pena.”

 

Mi giro a pancia in giù e con la guancia schiacciata sul cuscino spulcio i tweet che ha messo tra i preferiti, i più recenti sono di qualche ora fa e la maggior parte ritraggono foto di me sul palco. Quindi era a Croke Park anche questa volta.

Sospiro e mi impongo di smetterla di pensare a lei, primo ho una ragazza che mi aspetta a casa e secondo, lei non la rivedrò più, domani dopo il concerto tornerò a casa e mi dimenticherò tutto.

Con questo pensiero chiudo gli occhi, stringendo ancora il telefono tra le mani.

 

 

Elisabeth's POV

 

Mangio velocemente la mia colazione e dopo aver accuratamente controllato di non aver dimenticato niente mi chiudo la porta alle spalle e scendo velocemente le scale del condominio.

Il piccolo ascensore grigio mi mette un po' ansia, quando entro lì e lo faccio esclusivamente quando faccio la spesa, mi sento quasi soffocare. Preferisco le scale.

Mi immetto in strada, confondendomi con i passanti, il sole splende su Dublino e un sorriso mi nasce spontaneo.

Mi fermo a salutare il signore dell'edicola all'angolo e poi attraverso la strada diretta alla mia libreria.

Le giornate si ripetono più o meno tutte nello stesso modo e spesso si rischia di cadere nella routine e quando succede tutto diventa noioso.

Ma posso ritenermi fortunata da questo punto di vista, perchè quando la tua più grande passione è leggere, o scrivere, ogni giorno riesci a vivere nuove avventure che ti accompagnano e ti lasciano un segno.

 – Ehi, come stai oggi? – mi chiede Connor sorridendo mentre si sistema per il lavoro.

Ricambio il sorriso e – Bene, oggi non c'è tanta gente in giro – dico poggiando l'elenco dei libri da ordinare la prossima volta.

 – Come sempre di domenica – dice alzando le spalle.

Annuisco e mi consolo pensando di dover fare solo mezza giornata prima di tornare a casa e riposare.

 

Come previsto la mattinata è fiacca, poca gente entra in libreria, tutti più concentrati ad entrare in un negozio d'abbigliamento o in un bar.

Sospiro e saluto Connor – Mi raccomando studia in questi giorni che non ci vedremo – dico vedendolo andare via, lui sorride e annuisce.

Giro sulla scritta Close il cartello e chiudo a chiave la porta dall'interno.

Mi sistemo dietro il bancone e controllo i fatturati della settimana, siamo ancora in calo.

Nell'ultimo mese le cose non sono andate bene in libreria, dopo l'apertura di uno store poco distante da noi le vendite sono calate e la mia passione a quanto pare non basta per far tornare i conti e farmi dormire sonni tranquilli.

Mi massaggio le tempie e butto la schiena all'indietro sulla sedia, non voglio arrivare a dover licenziare Connor per arrivare a fine mese e sopratutto non voglio dover chiudere tutto per colpa di una multinazionale.

Tra queste mura c'è il sogno di sempre, dovrei trovare qualcosa per portare l'attenzione ma più cerco di immaginare cosa sarebbe meglio fare, più il dolore alla testa si intensifica.

Così prendo il cellulare e do un'occhiata alle novità per spegnere un po' il cervello e dedicarmi ad altro. Alla fine decido di inviare un messaggio a Liam su twitter.

 

Avrei proprio bisogno di te adesso!”

 

Una frase che avrà sentito mille volte in questi anni, spesso mi rattristo pensando che quando scrivo qualcosa a loro con tutto il cuore, per loro è solo uno dei tanti messaggi ricevuti durante il giorno.

Chiudo gli occhi e provo ad immaginare la sensazione di avere le sue braccia forti e muscolose attorno alla vita, provo ad immaginare l'odore della sua pelle a contatto con il mio e cerco di rivivere nella mia mente i particolari del suo viso.

Sono patetica. Mi sento così sciocca alcune volte, poi però penso che mi rende felice e viva immaginare una vita con lui e anche se è malsano, va bene così.

Rimango seduta per un periodo di tempo indefinito, mentre nella mia testa si fanno spazio pensieri su pensieri ad incasinarla ancora di più.

A riportarmi alla realtà ci pensa il mio stomaco che, dopo aver borbottato un paio di volte, mi convince ad alzarmi e andare a mangiare qualcosa.

Sistemo tutti i documenti nel raccoglitore apposito e dopo aver prelevato dagli scaffali un nuovo romanzo di Sparks, mi chiudo la porta alle spalle.

Controllo di aver chiuso bene e mi avvio verso la fermata del tram, di andare a piedi oggi non ne ho proprio voglia.

Riesco a trovare un posto libero per sedermi e mentre cerco di evitare la calca di gente sul mezzo, mi metto a leggere le prime pagine del nuovo libro.

Ho sempre amato leggere i libri di quest'autore, l'amore eterno come argomento principale e forse anche un po' i sogni e le insicurezze degli esseri umani.

Sono così immersa tra le pagine che rischio di non scendere alla mia fermata, mi affretto prima che le porte si chiudano e sospirando mi ritrovo all'angolo della mia via.

Raggiungo il condominio e dopo le due rampe di scale finalmente sono a casa.

 

Liam's POV

 

Rimango qualche secondo a fissare il messaggio diretto su twitter e cerco di pensare alla cosa giusta da fare. Prendo un po' di tempo continuando a leggere altri messaggi, alcune volte le fan pensano che noi non guardiamo niente ma in realtà passiamo più tempo di quello che pensano su twitter e non ci sfugge quasi nulla di quello che scrivono.

Tiro in fuori il labbro inferiore e punto lo sguardo davanti a me ritrovandomi così gli occhi attenti di Zayn. Alcune volte mi mette in soggezione quando mi guarda così intensamente ma comunque mi decido ad alzarmi e fargli cenno di seguirmi sul balcone.

Gli altri non sembrano farci poi tanto caso, troppo impegnati a leggere qualcosa sul giornale, così quando Zayn si chiude la porta finestra dietro, io mi limito a guardare il panorama dalla nostra stanza.

 – Allora? – inizia – Che sta succedendo? – dice guardandomi e avvicinandosi a me.

Sposto lo sguardo su di lui e afferro la sigaretta che mi sta porgendo, la porto alle labbra e lascio che sia lui ad accenderla, è qualcosa che facciamo spesso in realtà, è qualcosa di nostro.

Butto fuori un po' di fumo e riporto lo sguardo su Zayn – Non so cosa fare – dico qualche secondo dopo.

Zayn mi guarda, mordicchia il labbro inferiore e – Riguardo cosa? – chiede ancora.

Non ama parlare Zayn, ma sa ascoltare e dare buoni consigli ma ho paura del suo giudizio, ho paura di sentirmi dire “Sei un'idiota Liam” e di vedere sul suo viso un'espressione di delusione.

Così sospiro e alzo le spalle – Secondo te dovrei rispondere ad un messaggio di una fan? – chiedo evitando di guardarlo negli occhi.

 – Non ci vedo niente di male sinceramente – dice buttando fuori un po' di fumo.

Annuisco, più a me stesso che a lui e – E secondo te si può prendere una sbandata per qualcuno che non conosci? – chiedo.

Mi giro a guardarlo e sembra concentrato a studiarmi, fa qualche passo verso di me e – Lee ti faccio presente che milioni di ragazze ci amano non conoscendoci di persona – dice serio.

Oh, da questo punto di vista ha ragione lui.

 – Si, ma noi siamo dei personaggi pubblici, alla fine ci conoscono abbastanza – dico incerto.

Lui sorride, scuote leggermente la testa e – Hai intenzione di girarci ancora intorno o mi dici qual'è il problema? – dice sorridendo.

Sbuffo guardando in cielo e dopo aver spento la sigaretta nel posacenere mi siedo sulla sdraio, gli faccio cenno di prendere posto accanto a me e – Elisabeth – dico.

 – Elisabeth? – ripete lui sorpreso.

Io annuisco – Il problema, si chiama Elisabeth – dico risoluto voltandomi a guardarlo negli occhi.

Sembra pensarci un attimo, passa distrattamente la lingua sulle labbra come fa quando è pensieroso e sorride – Ok – dice semplicemente.

 – Ok? – ripeto sorpreso.

 – Si, ok Liam. Si chiama Elisabeth, non ho ancora capito il problema qual'è sinceramente – dice tranquillo.

Sbatto più volte le palpebre, sono consapevole di farmi mille problemi, ma come fa lui a non accorgersi che il problema c'è, ed è anche grande?

 – Maledizione Zayn, non la conosco, so solo il suo nome, l'ho incontrata per cinque minuti in un bar, è una nostra fan e io sono fidanzato! Ci sono più di mille problemi qui – dico portandomi le mani in viso.

Sospira e continua a guardarmi, odio quando lo fa, odio quando prende uno di quei respiri profondi e soprattutto odio quando tira fuori una delle sue perle di saggezza che mi fanno pensare di essere solo un inutile essere umano.

 – Liam, sei sempre stato quello con la testa sulle spalle, quello che non ha fatto mai tardi ad una riunione, quello che non salta mai una prova, hai conosciuto una ragazza in un bar come succede a tutti i ragazzi normali e tu sei normale Liam, sei un ragazzo di vent'anni e per una volta lasciati andare, metti da parte la pop star internazionale e anche Sophia, lo sai che le cose tra voi non vanno bene come all'inizio quindi ripeto, il problema dov'è? – dice calmo.

Lo guardo e vorrei essere come lui, non fregarmene di niente se non di quello che è meglio per me ma non sono così. Mi faccio carico anche dei problemi degli altri, come se io ne avessi pochi e mi lascio travolgere da mille dubbi, così – Aiutami – dico.

E forse sembro disperato perchè Zayn apre la bocca per ribattere ma la chiude poco dopo e annuisce.

Prendo il cellulare dalla tasca dei jeans e scorro i messaggi, ne ho ricevuti già altri cento, se non di più e mi sembra una lotta contro l'universo trovare il suo, ma alla fine lo trovo e giro il telefono verso Zayn.

 – Dai a me, fa vedere – dice leggendo il piccolo messaggio ricevuto una mezz'ora fa.

Annuisce e – Ok, dobbiamo rispondere – dice risoluto guardandomi.

 – Dobbiamo? – chiedo alzando un sopracciglio.

 – Certo, già mi sono appassionato a questa storia – dice aggiustandosi i capelli.

Lo guardo di traverso e – Zayn, non siamo in una fan fiction – dico confuso.

Lui sbuffa e dopo aver passato le mani sui suoi jeans si alza e – Si fa a modo mio Payne, sono io l'esperto – ribadisce e senza lasciarmi il tempo di rispondere traffica con il mio cellulare.

Annuisce soddisfatto prima di lanciarmi il telefono e rientrare in stanza, lasciandomi solo su quel terrazzo, a non so quanti metri da terra con uno stupido ed insulso:

 

Come mai?”

 

Lo guardo sconcertato prima di rientrare e – Come mai Zayn? Le hai scritto come mai? Tu sei l'esperto di cosa precisamente? – dico sbraitando contro il mio amico che impassibile, appoggiato alla parete accanto al letto mi fissa con un sorriso divertito sulle labbra.

Gli altri ci guardano sorpresi, raramente alzo la voce con Zayn e capisco le loro reazioni ma – Non guardateci così, due amici litigano anche – dico.

Zayn sorride ancora mentre a me il telefono vibra tra le mani e – Le notifiche possono essere utili – dice in risposta alla mia domanda muta.

 – Si può sapere cosa state tramando voi due? – chiede Louis.

 – Nulla – dico mentre leggo il contenuto del messaggio.

 

Sta andando tutto a rotoli, scusa se ti disturbo con i miei problemi”

 

 – Liam, sto parlando con te maledizione, non mi ignorare – sento dire da Louis e – Come? – chiedo alzando la testa.

Lui sbuffa e io so che lui odia essere ignorato per questo mi preparo già a fare la lotta con lui e l'ultima cosa che sento, prima di essere sommerso dal corpo di Louis, è la risata di Zayn rimbombare nella stanza.

____________________________________________________
note d'autore.
E' sempre un terno a lotto pubblicare un nuovo capitolo, si ha sempre l'ansia di piacere e di conoscere i pensieri e i commenti dei lettori, ho lavorato per un bel pò a questo capitolo per strutturare bene la storia e sto dando veramente il meglio per riuscire a trascrivere in parole i miei pensieri e per trasmettere a voi quel che io sento, spero di riuscirci almeno un pò e che questo capitolo sia piaciuto a voi almeno un decimo di quanto è piaciuto a me scriverlo :)
Come vedete ho deciso di cambiare il nome della protagonista ed è meglio farlo ora che siamo all'inizio quindi... idee per il nome della ship? Elisabeth + Liam? Eliabeth? Lisabeth? Elisiam? Sbizzarritevi ahah
Vi ricordo che l'account twitter esiste veramente @seekerofdreams_ e che potete usare l'hashtag su twitter per qualsiasi domanda #TMBFlower
Vi ringrazio tutti per le recensioni e per aver letto, mi rendete le giornate migliori!
Alla prossima,
Serena.

 

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Capitolo 4
*** Chapter III ***






 

.Chapter III.

 

 

 

Non c’è stato niente tra noi.
Niente baci, niente sesso, niente di niente.
Però mi sento pieno. Mi sento pieno di lei.

Ma le stelle quante sono – Giulia Carcas

 

 

 

 

 

Sta andando tutto a rotoli.

Ho usato le parole giuste nel messaggio per Liam eppure ho il cuore che batte all'impazzata e mi sembra di essere in un sogno.

Guardo il mio cellulare sperando di vederlo vibrare e presa dai dubbi e da mille domande digito velocemente un altro messaggio.

 

Mi sembra strano parlare con te sai?”

In realtà mi sembra surreale che tu stia rispondendo proprio a me”

 

 

Liam's POV

 

L'intervista prosegue per il meglio e come al solito Louis non mi lascia in pace, continua a spingere il microfono contro la mia bocca mentre parlo e non posso fare a meno di voltarmi e – Fermati – dire ridendo.

Lui continua a ridere e io scuoto la testa rassegnato, se vuoi Louis nella tua vita devi prendere tutto il pacchetto.

Restiamo a rispondere per altri dieci minuti alle domande dei giornalisti, facciamo qualche foto e poi ci dirigiamo scherzando e ridendo verso il nostro hotel per rilassarci un po'.

– Che ne dite di una partita ai videogiochi? – propone Niall allegro.

Louis accetta subito mentre Harry scuote la testa e – Io sono impedito in queste cose, lo sapete – si lamenta.

Niall si alza sulle punte e passa un braccio intorno alle sue spalle – Lo so piccolo riccio – lo prende in giro beccandosi un'occhiataccia.

Io rido mentre Zayn si affianca a me e – Ti ha risposto? – sussurra nel mio orecchio.

Lo guardo e sembra sia più ansioso di me.

– Abbiamo lasciato i telefoni in camera, lo sai – dico e lui annuisce.

Lascio che apra la porta della stanza mentre gli altri si dirigono in camera di Niall e appena entriamo con pochi passi afferra il mio cellulare.

– Mh, Sophia non ci interessa, Andy nemmeno, Tom nemmeno a pensarci... ah, ecco – dice sorridendo e io alzo gli occhi al cielo.

– Sei più agitato di me Zay – affermo e lui mi guarda grattandosi la nuca.

– Hai ragione è che mi sembra una cosa da ragazzo normale – dice e io annuisco.

Forse lui tra tutti è quello che soffre di più la mancanza di normalità, è quello a cui il distacco dalla famiglia pesa più degli altri, così mi avvicino e circondo la sua vita con il braccio destro – Forza, fammi vedere che ha scritto – dico mentre lui si rilassa contro il mio corpo, come se si sentisse un po' a casa.

Leggo i due nuovi messaggi che mi ha inviato e quando controlliamo il suo profilo siamo sicuri che quel tweet sia riferito a me.

 

@seekerofdreams_:Tra tutte questa gente proprio me? Di certo non sarò l'unica, che stupida sono solo a pensarci.”

 

Guardo Zayn per sapere cosa fare adesso, non sono mai stato bravo in queste cose con le ragazze, sono sempre stato troppo impacciato con loro e troppo insicuro di me stesso.

Zayn sembra pensarci un po' su poi mi guarda e – Chiedile semplicemente cosa sta facendo – dice.

Lo guardo un po' insicuro ma lui mi sprona a scrivere così digito velocemente la mia domanda e rimaniamo in attesa di una risposta che non tarda ad arrivare.

 

Sono nella mia libreria”

 

Resto sorpreso dalla sua risposta e senza aspettare i consigli di Zayn le rispondo.

 

Lavori in una libreria? :)”

 

Zayn mi sorride e mi da una pacca sulla spalla, poi mi lascia solo nella stanza con la scusa di dover chiedere una cosa a Paul.

Annuisco e lo lascio andare mentre leggo la risposta affermativa di Elisabeth, mi stendo sul letto e chiudo gli occhi per qualche minuto, prima che la suoneria del telefono risuoni nella stanza.

– Soph – rispondo un po' agitato.

Non mi sento a mio agio a parlare con lei mentre scrivo ad un'altra ragazza, le rispondo a monosillabi mentre lei mi racconta della sua giornata e mi sento un vero stronzo, ma non ho fatto niente di male, non l'ho tradita.

– Mi stai ascoltando amore? – mi chiede.

– Si, si... scusa sono solo un po' stanco – mento.

– Oh, scusa ti ho annoiato con tutte le mie cavolate, ti lascio riposare, tanto qui è ora di andare a dormire, a stasera amore, non vedo l'ora di vederti – dice dolcemente e io mi limito a salutarla, come non merita.

Butto il cellulare lontano da me ma lo riprendo qualche secondo dopo per controllare i messaggi di twitter, vado sul suo profilo e leggo la risposta.

 

Si è mia ma le cose non vanno come speravo”

Lee... posso chiamarti così vero?

Ehm... perchè stai parlando proprio con me?”

 

Certo, io ti posso chiamarti Liz?

Comunque al bar mi sei rimasta simpatica”

 

Ti ricordi di me?

E si, certo che puoi chiamarmi Liz!”

 

Ti scoccia se ti scrivo?

Non volevo infastidirti”

 

Rispondo mortificato e mi do dello stupido mentalmente. E se non vuole che io le scriva? Mi starà prendendo per un approfittatore, oddio.

Mi muovo nervosamente sul letto e mille preoccupazioni si susseguono nella mia testa, cosa mi è saltato in mente? Avvicinare una fan e scriverle come se fossi un maniaco. Mio Dio, già leggo i titoli dei giornali “Ragazza di 22 anni denuncia la popstar mondiale per abusi su internet”

– Sono un idiota – dico ad alta voce.

Zayn torna in stanza mentre io mi do del pazzo da solo camminando avanti e indietro per la stanza.

– Che hai? – chiede preoccupato.

Lo guardo con gli occhi sgranati e giro il telefono verso di lui per fargli leggere i messaggi e – Mi considera un maniaco – dico guardandolo.

Lui scoppia a ridere guardandomi e – Sei serio? – dice guardandomi.

– Ovviamente – borbotto facendo una smorfia.

– Lee, ma secondo te ad una nostra fan possono dare fastidio le nostre attenzioni? Si sta chiedendo solo come mai lei tra tutti quanti, domanda più che lecita non trovi? – dice poggiando una mano sulla mia spalla costringendomi a guardarlo.

– Appunto, pensa che voglio approfittarmi di lei – rispondo.

Lui mi guarda per qualche minuto poi – E tu cosa vuoi fare precisamente Liam? – chiede.

Lo guardo sorpreso per la sua domanda prima di rispondere – Non ne ho idea veramente – dico sincero.

Lui mi sorride e – Va bene, ora vestiti che dobbiamo andare a comprare un libro – dice.

Faccio per annuire poi – Cosa? – urlo.

Sulle sue labbra si forma un ghigno malizioso e – Su, chiedile dov'è la sua libreria perchè devi proporle una cosa di lavoro – dice soddisfatto.

Ma è completamente impazzito? Che lavoro?

– Che hai in mente? – chiedo terrorizzato, strappando il telefono dalle sue mani.

Lui sorride – Niente di sconcio Liam, non ancora almeno... ma visto che ha detto che le cose in libreria non vanno bene e noi abbiamo un libro da lanciare, bé si potrebbe fare un lancio in anteprima anche a Dublino, no? – dice come se avesse appena svelato il terzo mistero di Fatima.

Lo guardo incredulo, Zayn è sempre stato impulsivo e io sempre troppo razionale ma questo è troppo avventato anche per lui.

Deve leggere il disappunto sul mio viso perché sbuffa e – Dai, che ti costa le andiamo semplicemente a parlare –.

– Dovremmo andarci noi? – chiedo.

– Ovviamente Paul verrà con noi, forza... vivi un po' Lee – dice sorridendo per poi sbattere velocemente le sue ciglia nere, imitando perfettamente un cucciolo di gattino bisognoso di coccole e – Me ne pentirò, ne sono sicuro – affermo mentre mi trascino verso la valigia per afferrare una maglia pulita.

Senza rendermene conto ci metto più tempo del previsto per trovare qualcosa da mettere, alla fine infilo un paio di jeans neri stretti e una maglia semplice bianca, classico ma comunque accettabile.

Mi do dello stupido mentalmente per voler far bella figura con lei e alzo gli occhi al cielo, mi metterò in un bel guaio, me lo sento.

Zayn intanto ha mandato un messaggio a Elisabeth, chiedendole indicazioni sul negozio, ho quasi paura di conoscere la sua risposta.

Afferro il telefono e leggo l'indirizzo, non la conosco eppure sono sicuro che sia spaventata.

Sono ancora convinto che sia un brutta idea questa ma non posso nascondere l'eccitazione di rivederla, passo una mano tra il ciuffo di capelli che è diventato un po' troppo lungo per i miei gusti e lo sistemo buttandolo verso destra, in modo casuale.

Zayn mi sorride appoggiato alla porta e lo seguo giù in auto, Paul ci guarda sospettoso ma non dice nulla, usciamo dal retro dell'hotel per non farci vedere con una semplice auto dai vetri oscurati.

Paul digita l'indirizzo nel navigatore e per fortuna la strada in cui si trova la libreria è aperta al traffico, così quando la libreria appare davanti ai nostri occhi posteggiamo proprio lì davanti.

– Aspettate qui – dice Paul autoritario mentre esce dall'auto e si avvicina alla vetrata.

Mi guardo intorno e sembra che nessuno si sia accorto di lui, i negozi sono quasi tutti chiusi, forse perchè è Domenica.

Mi giro in tempo per vedere la porta della libreria aprirsi, il cartello è girato sulla scritta Close, deduco che sia lì solo per noi, non riesco a vederla perchè Paul è davanti a lei e in due minuti è dentro.

Ignoro la sensazione di fastidio all'altezza dello stomaco e mi volto verso Zayn che con la mano sul mento mi sorride giocoso.

– Che c'è? – chiedo stizzito.

Lui ride e scioglie i capelli lasciandoli liberi da un lato, scoprendo così l'altro lato rasato.

– Perché ti sei sciolto i capelli? – chiedo.

– Alle fan piace il mio taglio di capelli – dice alzando un sopracciglio.

Lo guardo male e faccio per rispondergli ma Paul bussa al vetro dandoci il via libera per entrare, mi giro un secondo verso Zayn e – Secondo te che le ha detto? – chiedo.

Lui scrolla le spalle e – Non lo so Liam, le avrà detto che non deve dire a nessuno che siamo qui e le solite cose noiose – dice e io annuisco prima di uscire.

Corriamo letteralmente dentro la libreria e subito l'odore di libri invade le mie narici, sento la porta chiudersi dietro di me ma sto sorridendo mentre osservo le guance della ragazza appoggiata al bancone imporporarsi e – Elisabeth – dico dolcemente.

– Ciao Liam – dice un po' timorosa, spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Sento Zayn ridere e poi sorpassarmi e avvicinarsi a lei per abbracciarla e – Ciao Liz, è un piacere rivederti – . Da quando è diventato così espansivo con le persone?

La vedo irrigidirsi per un secondo poi un sorriso si apre sul suo viso mentre ricambia l'abbraccio.

Resto fermo ad osservarla mentre si stacca da lui – Il piacere è tutto mio – dice per poi risistemarsi la maglietta con una stamp a fiori.

Mi guarda qualche secondo e mi avvicino a lei titubante, le avvolgo le braccia attorno al corpo e cerco di far attenzione ai dettagli, al modo in cui stringe la maglia sulla mia schiena e al suo profumo ai frutti di bosco.

Mi stacco imbarazzato e noto che Paul ha abbassato la saracinesca e Elisabeth si affretta ad accendere le luci, mi prendo qualche attimo per guardarmi intorno, Zayn si è immerso nella sezione dei fumetti e sorrido, mi piace questo posto è come un posto di cui non sai di aver bisogno fino a quando non ti ci trovi immerso.

Gli scaffali sono ordinati e pieni, passo una mano sul legno scuro e noto all'inizio di ogni sezione c'è incisa una citazione di un libro. Non sono mai stato un lettore accanito eppure in questo momento mi sento al posto giusto.

C'è una scala a chiocciola con alcuni libri sui gradini e non riesco a vedere dove finisce perché vengo richiamato dalla voce di Paul.

– Liam, ci stai ascoltando? – chiede.

Mi giro verso di loro e li trovo a guardarmi – Scusate – dico avvicinandomi.

Incrocio lo sguardo di Elisabeth e sembra entusiasta di vedermi colpita dalla sua libreria.

Le sorrido e poi mi concentro sul discorso.

– Quindi ricapitolando, hai firmato un accordo di non divulgazione quindi per legge non puoi fare parola di questo con nessuno altrimenti si provvederà legalmente, il lancio del libro è previsto tra un mese esatto, in alcune librerie a Londra uscirà cinque giorni prima e i ragazzi vogliono fare la stessa cosa qui a Dublino – dice Paul mentre la vedo annuire concentrata.

Zayn mi tira una gomitata sul fianco e – Cosa? – chiedo guardandolo.

Mi trascina verso i fumetti e facendo finta di farmi vedere un libro interessante mi sussurra un semplice – Allora? –.

– Allora cosa? – chiedo guardandolo.

Sbuffa e lo so cosa vuole sapere ma non saprei cosa rispondere così – E' carina vero? – dico sorridendo.

Lui annuisce e si gira per controllare di non essere notati – Sicuramente a lei piaci – dice sorridendo.

Nego con la testa e – Sai come la penso, è solo attratta dal mio personaggio – dico serio.

Lui alza gli occhi al cielo, mi aspetto la sua solita ramanzina e invece scuote semplicemente la testa, rassegnato.

– Non hai niente da perdere, provaci no? – dice dopo un po'.

– Ho una ragazza Zayn e sai che questa sera arriverà con El – dico più per ripeterlo a me stesso che a lui.

Sbuffa e – Già – borbotta.

Che Sophia non piacesse a Zayn era chiaro persino alle pietre della strada e quando – Elisabeth hai da fare stasera ? – chiede, rimango spiazzato.

Lei lo guarda sorpresa e – Devo andare a casa, niente di impegnativo – dice.

Lui sorride e credo di non averlo mai odiato come adesso.

– Be' che ne dici di venire al concerto? Così ti presentiamo anche agli altri ragazzi, sai farebbe piacere anche a loro conoscere la proprietaria della libreria in cui lanceremo in anteprima l'autobiografia – dice tranquillo, spostando il peso sulla gamba destra e so cosa sta facendo.

Lei sembra pensarci su per un attimo – In realtà ho già visto gli altri due concerti ma mi piacerebbe molto – dice e Zayn sorride abbracciandola.

– Perfetto – dice prima di voltarsi verso Paul – Ti faremo arrivare il pass e ti diremo dove entrare precisamente – risponde lui.

Lei sembra sopraffatta ma poi annuisce, cerca il mio sguardo ma riesco solo ad abbozzare un sorriso.

Prima che Zayn combini altri guai faccio cenno a Paul che è ora di rientrare, così dopo un mezzo abbraccio mi catapulto fuori, seguendo il nostro manager che mi da il via libera.

– Ah, un secondo – sento dire dal moro mentre rientra in libreria.

Mi siedo sbuffando nei sedili posteriori e batto nervosamente il piede a terra fino a quando non lo vedo rientrare sorridendo, alza la mano in direzione della vetrina e faccio in tempo a vedere Elisabeth ricambiare prima di svoltare l'angolo.

Zayn ride accanto a me, non voglio dargli la soddisfazione di chiedergli perchè è tornato indietro, così mi limito a fissarlo e lui mi guarda, quasi a sfidarmi.

– Paul, le ho chiesto dove farle recapitare il pass – dice rivolgendosi a lui, ma so che in fondo è per far respirare anche me.

Mi giro verso il finestrino e mi lascio sfuggire un sorriso.

Non so a che gioco sta giocando Zayn, manca ancora qualche ora al concerto, per il momento non voglio pensare a cosa succederà.

Mi rendo conto di non essermi comportato bene in libreria così tiro fuori il telefono e:

 

E' stato bello vederti”

 

Invio il messaggio e ripongo il telefono in tasca, sospiro con la testa appoggiata al vetro, chiudo gli occhi e richiamo nella mente il suo profumo.

 

 

__________________________________________________

Oh, la dolcezza di Liam in questo capitolo *-*

Zayn versione cupido è il mio preferito però ahah

Spero che il capitolo via sia piaciuto, c'è un incontro tra i protagonisti ma niente di... intenso.

Chissà cosa succederà la sera u.u

Fatemi sapere e grazie ancora a tutti/e per le bellissime parole spese su questa storia!

Ricordatevi l'hashtag #TMBFlower, la pagina Facebook e il profilo twitter, potete scrivermi quando volete :)

A presto,

Serena.

 

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Capitolo 5
*** Chapter IV ***



.Chapter IV.

 

 

Un amico può dirti cose

che tu non vuoi dire a te stesso.

 

 

So di non dovermi fidare completamente di Zayn, lo so perchè il mio miglior amico mi conosce perfettamente.
Conosce ogni lato di me, dal più tenero e dolce a quello serio e a tratti minaccioso ed è proprio per questo che adesso sta animatamente parlando con Elisabeth prima del concerto, facendola ridere.
Sa quanto fastidio mi da vedere qualcuno a cui sono interessato ridere e scherzare con qualcun altro.
Lo sa e lo fa comunque.

Siamo riuniti in uno degli spogliatoi dello stadio, l'atmosfera come al solito è di festa, tutta la crew è a rilassarsi per qualche minuto sulle panche e sui divani improvvisati, come sempre ridono tutti per qualcosa che ha detto Niall, io mi limito a guardare l'ingresso della stanza.

Osservo le gote di Liz arrossarsi, Zayn le ha appena presentato Louis e lei sembra si stia trattenendo dal buttargli le braccia attorno al collo, sta cercando di contenere la sua incredulità ma la sua espressione paonazza non mente, vorrei dirle di stare tranquilla, che anche se si comporta da fan va bene comunque ma forse lei non vuole dare un'impressione sbagliata e io in un certo senso l'apprezzo.
Sa che a noi non piacciono le ragazze che urlano a squarciagola e ci toccano come se fossimo di loro proprietà.

Ammetti che ti fa piacere anche perchè così non tocca i tuoi amici, Liam.

Reprimo questo pensiero in un angolo della testa e mi volto a guardare Sophia, sta ridendo con Lottie di qualcosa che non riesco a capire.

E' arrivata da qualche ora con Eleanor da Londra, mi fa piacere vederla ma c'è questa sensazione che non mi abbandona da giorni che non mi da modo di comportarmi normalmente e non riesco a capire se è per non fare un torto a lei o a Elisabeth.

La mia testa sembra una vecchia soffitta disordinata, i pensieri si sovrappongono l'un l'altro e vorrei sapere cosa mi sta succedendo.

Le tiro leggermente la mano per richiamare la sua attenzione, voglio parlare con lei, anche se non so precisamente di cosa.

– Ragazze, Liam –.

Zayn interrompe i miei pensieri avvicinandosi a noi con Elisabeth, lei sembra a suo agio accanto a lui ma appena i suoi occhi incrociano i miei vedo le sue guance tingersi di un rosso accesso e non posso far altro che rivolgerle un sorriso soddisfatto.

– Lei è Elisabeth, è la proprietaria della libreria in cui faremo il lancio della nostra autobiografia – dice contento mentre Sophia si gira sorpresa verso di me, Zayn durante la nostra relazione le ha rivolto la parola raramente mentre ora sembra felice di fare conversazione.

Io scrollo le spalle e prego di venire risucchiato da un buco nero perchè è l'unica cosa che posso fare mentre Sophia tende la mano per presentarsi e Elisabeth l'afferra prontamente.

– E' un piacere conoscervi – dice e io la conosco troppo poco per capire se è sincera o il suo è solo un sorriso di circostanza.

Poi alza gli occhi verso di me e – Ciao Liam – dice dolcemente e quasi sento il cuore frantumarsi nel petto.
Le sorrido e – Ciao – sussurro a mia volta.

Posso vedere chiaramente gli angoli della bocca di Zayn accennare un sorriso, avvolge il braccio tatuato sulla sua spalla – Vieni, facciamo un altro giro – dice e posso giurare di vedere una scintilla nei suoi occhi mentre, casualmente, si scontra con la mia spalla per superarmi.

Cerco di calmare il battito del mio petto e riprendo il controllo del mio corpo in modo da impedirmi di prendere il mio amico da parte e farci quattro chiacchiere.

– Da quando Zayn parla così tanto? – sento dire da Sophia.

– Eh... – sospiro – ...me lo chiedo anche io – .

Cerco di concentrarmi sulla mia ragazza ma la mia mente non ne vuole sapere, sono irrequieto e continuo a muovere la gamba sinistra, mi guardo intorno ma nella stanza Zayn e Liz non ci sono affatto e questo non fa che alimentare la mia ansia, mi decido ad andare a cercarli quando una risata fragorosa mi fa voltare.

– Dio Liz arrossisci per tutto – la prende in giro Louis.

E' sempre il solito, deve mettere in imbarazzo chiunque altrimenti non si sente realizzato.
Continua a stuzzicarla e dopo dieci minuti mi sento in dovere di intervenire, mi scuso con Sophia e Lottie e velocemente raggiungo i tre.

– Louis, smettila di infastidirla – dico cogliendo di sorpresa Elisabeth, che alza gli occhi verdi ad incontrare i miei e se possibile diventa ancora più rossa.

Louis fa per dire qualcosa ma riesco a notare distintamente la gomitata di Zayn sul suo fianco.

Devo fare una chiacchierata con quel ragazzo e farmi spiegare cos'ha in mente.

– Hai lasciato la tua signora Lee? – mi prende in giro.

Ok che Sophia non sta simpatica a lui e Louis ma possono anche evitare determinate battutine così – Si, ero venuto a salvare questa povera ragazza da voi due – dico mantenendo un tono di voce giocoso.

– Oh – dice Louis mettendosi una mano sul cuore – Sempre il solito cavaliere – mi prende in giro.

Non so chi tra i miei amici soffocare prima, nel dubbio mi limito a fissare la ragazza davanti a me, mi guardo indietro e controllo che Sophia e Lottie siano ancora impegnate in qualche conversazione improponibile sulle borse.

Incrocio lo sguardo di Harry sul divano ma a parte lui sembra che il resto delle persone nella stanza sia troppo impegnato a parlare, o nel caso di Dan e Sandy provare qualcosa alla chitarra, per accorgersi di me, così armandomi di coraggio afferro delicatamente il braccio di Elisabeth e la spingo verso il corridoio.
Lancio un'occhiata a Zayn sperando che afferri il mio muto “Se Sophia si accorge della nostra assenza fa qualcosa” ma lui non mi delude mai, così – Tranquillo – sussurra sorridendo.

Usciamo nel corridoio deserto e mi mordo il labbro, non so cosa dire precisamente, tutto questo non era previsto e non ho preparato nessun discorso, lei sembra in imbarazzo quanto me, così quando riesco a dire – Come... – lei sussurra un – Posso... – scoppiamo a ridere insieme e mi sento bene, nella mia mente arrivano dei flash confusi e mi sembra di aver già vissuto tutto questo ma è impossibile, mi ricordo di aver letto che quando succede è perchè la nostra vita sta andando esattamente nel modo in cui dovrebbe andare, non so se è vero, ma scelgo di crederci.

– Cosa stavi dicendo? – le chiedo sorridendo.

Lei sorride imbarazzata e – Volevo solo un abbraccio – ammette arrossendo.

Sento i muscoli del viso contrarsi automaticamente in un sorriso e apro le braccia in modo da farle spazio, sembra titubante ma poi prende coraggio e stringe le braccia intorno al mio corpo e la scossa che sento è sicuramente dovuta alla finestra aperta in fondo al corridoio.

– Quando ti ho incontrato nel bar con gli altri non sono riuscita a dirti grazie per tutto quello che hai fatto per me – dice restando con il viso appoggiato al mio petto, suppongo che per lei sia più facile non guardarmi negli occhi per non imbarazzarsi ancora di più ma io voglio guardarli i suoi occhi verdi, così le prendo gentilmente il viso tra le mani e – Grazie per cosa? – chiedo.

I suoi occhi brillano e sta per dire qualcosa ma all'improvviso sento freddo e il suo corpo è avvolto dalle braccia di Zayn che – Liz stiamo per iniziare – dice.

Sto per rispondergli male ma la risata di Sophia mi arriva dritta nelle orecchie, la vedo avvicinarsi a me e – Amore, tutto ok? – mi chiede. Annuisco, poi lei porta il suo sguardo verso Zayn che ora è poggiato di schiena alla finestra, una sigaretta tra le labbra e Liz davanti a darci le spalle.

– Ma è la sua ragazza, o qualcosa di simile? – chiede Sophia sorridendo.

Cerco di non dare peso alla fitta nel petto e – No, te l'ha detto è la proprietaria della libreria – dico.

Mi rendo conto da solo che il tono che ho usato e tutt'altro che convincente ma lei non ribatte, si limita ad annuire e poi appoggiare le labbra sulle mie, ricambio il bacio un po' passivamente e poi ci stacchiamo quando improvvisamente il suono di una risata dolce e spontanea risuona nel corridoio.

Alzo gli occhi verso Liz e la vedo portare la mano davanti alla bocca per trattenere la risata, Zayn ha un angolo della bocca alzato e la guarda sorridendo – Sei pessima – lo sento dire.

Lei tira un pugno giocoso sul suo braccio e – Sei esattamente come pensavo tu fossi – riesco a sentire.

E l'unica cosa che passa per la mia mente è uno stupido “Chissà se anche io sono come mi immaginava”.

 

 

Elisabeth's POV

 

Mi sembra strano essere qui a parlare con Zayn del più e del meno, mi sono sempre rivista in lui, così timido davanti a tutti ma poi tutt'altro con gli amici fidati e un po' mi sento onorata di sentirlo parlare così tanto.
Sembra più felice del solito e non riesco nemmeno a richiamare nella mente il momento in cui abbiamo iniziato a parlare come due amici di vecchia data.

– Che succede? – chiede spegnendo la sigaretta ormai consumata nel posacenere.

– Nulla, pensavo che è strano essere qui a parlare con te, fino a ieri ero una sconosciuta per te – dico sinceramente.

Lui sorride e poi annuisce – Già, ma è strano in senso buono – dice e io annuisco.

Da vicino è ancora più bello che in foto, il mento messo in risalto dalla barba scura, il viso spigoloso ma allo stesso tempo dolce e armonioso, il naso dritto e delicato, gli occhi ambra luminosi, costringo la mia mente a distogliere lo sguardo per non fissarlo ma è talmente bello che mi rifiuto di farlo.

Sorride, forse ho una faccia da pesce lesso ma – Scusa, ennesima figuraccia – dico spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

– Ma figurati, mi stai solo sbavando addosso da quando sei arrivata – dice scherzando e io scoppio a ridere, lui si unisce a me e – Sei pessima – dice ridendo mentre io gli lascio un pugno leggero sul braccio.
E' esattamente come sembra al di fuori, una persona gentile e dal cuore grande nonostante i troppi tatuaggi e l'aria da duro, così arrossendo un po' – Sei esattamente come pensavo tu fossi – gli dico e lui sembra gradire la risposta più del dovuto.

– E' bello sapere che alcune fan mi apprezzano per quello che sono – dice sincero – A parte te che vuoi solo approfittarti del mio fisco – dice fingendosi sconvolto e io gli reggo il gioco annuendo.

– Mi hai scoperta – dico e lui spalanca la bocca incredulo.

– Ehi – si lamenta ma poi veniamo richiamati da Paul che lo incita a muoversi perchè è arrivato il momento di salire sul palco.

Zayn annuisce e – Non mi capita spesso di aprirmi con una persona da subito ma hai qualcosa di dolce, quindi grazie per la chiacchierata, ora vado a lavorare – continua a parlare mentre ride, i suoi occhi si assottigliano e finisce per mangiarsi le finali delle parole.
Dopo avermi lasciato un buffetto sulla testa corre verso il camerino, lasciandomi un sorriso addosso e il battito accelerato.

 

 

Liam's POV

 

Zayn ci raggiunge e io ho quasi paura di rimanere da solo con lui, non sono in grado di affrontare una discussione con lui.
Zayn ti lascia senza forze quando deve dirti qualcosa, ha questo modo di entrarti dentro mentre parla che ti fa sentire piccolo e stupido, non credo di sopportare il suo sguardo inquisitore addosso ma evidentemente non è dello stesso avviso perchè – E' molto simpatica Lee – dice tranquillo.

Mi volto a guardarlo e sta sorridendo mentre infila la maglia per il concerto.

– Dico ma lo fai apposta Zay o cosa? – chiedo girandomi verso di lui e catturando l'attenzione degli altri.

– Si può sapere cosa avete fatto voi due? Non litigate mai – dice Niall guardandoci.

Prendo un respiro e – Non stiamo litigando Nì – dico per tranquillizzarlo.

Lui mi sorride e annuisce, sembra un bambino e tra di noi è quello che ha più paura dei litigi, tiene al gruppo più di tutte le fan nel mondo ed è così spaventato che tutto possa finire che a volte mettiamo veramente da parte i disguidi per non dare un dispiacere a lui.

– Lee, ti ho detto che ci pensavo io ed è quello che sto facendo! Tu dovevi fare solo una cosa e la stai facendo male – sussurra piano Zayn in modo da farsi sentire solo da me.

Mi giro verso di lui e – Cosa dovrei fare con precisione? Sentiamo – dico mantenendo lo stesso tono di voce.

– Lasciare Sophia – dice risoluto.

Ci metto qualche secondo a capire il tutto e – Zayn, senti io capisco che questa cosa dei ragazzi normali ti piace, ma non ti sembra di esagerare? Domani torniamo in Inghilterra e ci dimenticheremo di tutto – dico anche se in realtà non ne sono del tutto convinto, ma è meglio così, ci sarebbero troppe complicazioni in caso contrario.

Lui fa una smorfia e capisco di aver un po' offeso quella parte di lui che lo mantiene vivo, quella parte ancora legata alla vita da ragazzo di periferia e mi mordo l'interno della guancia – Zay – dico avvicinandomi.

Lui scuote la testa e – Va tutto bene Liam – dice afferrando la giacca di pelle e uscendo dal camerino a testa bassa.
L'occhiataccia di Louis non tarda ad arrivare e come sempre esce per raggiungerlo.

Mi passo una mano sul viso e capisco che forse c'è qualcosa di peggio che discutere con Zayn, il suo silenzio.
E' assordante.

 

Venti minuti dopo siamo nel mezzo del concerto e la tensione tra me e il moro è palpabile, non c'è contatto visivo o fisico tra di noi e Louis cerca di farlo ridere ma sembra spento.
Mi maledico per l'ennesima volta mentalmente e incrocio lo sguardo preoccupato di Niall.

Mi guarda aspettando che io faccia qualcosa, che dica qualcosa per sistemare tutto ma ora come ora non ho idea di cosa fare.
Mi giro verso la zona riservata ai familiari, Sophia sembra non essersi accorta di niente perchè mi sorride tranquilla prima di tornare a parlare con le altre. Elisabeth invece è seduta nella fila sopra di loro cerca di guardarmi e si circonda la vita con le braccia, non capisco cosa sta facendo poi indica Zayn e stringe ancora le braccia introno al corpo, mi sta dicendo di abbracciarlo?
Forse è vero che alcune volte le fan ci conoscono meglio di tutti o forse è semplicemente lei ad essersene resa conto, comunque decido di seguire il suo consiglio.

Harry sta parlando alla folla e Zayn è troppo assorto nei suoi pensieri per accorgersi di me, mi avvicino a lui sulla passerella e apro le braccia, sorrido guardando l'espressione del suo viso e cerco di trasmettergli con la mia espressione quel piccolo “Perdonami” che non posso dire ad alta voce. Sembra pensarci qualche secondo, poi apre le braccia ad imitare me e il mio sorriso diventa ancora più grande mentre mi abbraccia felice.

– Ti voglio bene – sussurro e lui sorride.

Il rapporto tra me è Zayn è particolare, nonostante la su facciata da bad boy è la persona più buona e semplice che io abbia mai conosciuto. Vive in un mondo suo, fatto della sua arte, dei suoi supereroi e delle sue convinzioni ed è proprio questo che ci ha fatti avvicinare.
Il mio essere sempre pieno di preoccupazioni e complessi e il suo essere spensierato e tranquillo nonostante tutto.

Lascio una carezza sulla sua guancia e sento distintamente i fan urlare, Zayn scuote la testa e si mette a sedere sulla passerella, pronto a cantare la prossima canzone e so che il mio gesto è servito solo a sistemare le cose tra noi ma non le sue preoccupazioni.

 

Alla fine dello show ho la testa più confusa di prima, raggiungo i camerini e mi butto nella doccia dello spogliatoio senza ascoltare nessuno, sento i ragazzi parlottare fuori ma non me ne cuor, lascio all'acqua il potere di rilassarmi, non penso o almeno ci provo, esco da lì che sento il corpo quasi crollare per la stanchezza.

– Liam – mi chiama Harry preoccupato.

– Ho solo sonno – dico e lui annuisce lasciandomi solo per vestirmi, lasciamo i capelli bagnati e butto il ciuffo indietro, infilo una canotta pulita e un paio di jeans di riserva e esco da quel posto.

Cerco Sophia in giro e spero di non incontrare nessun altro e stranamente qualcuno lassù sembra ascoltarmi così quando trovo la mia fidanzata le sussurro un – Andiamo in albergo – supplichevole e lei non fa domande.

 

Zayn's POV

 

La gola brucia mentre l'ennesimo goccio d'alcool si fa spazio nel mio corpo, abbandono la testa sul divanetto della sala privata del club in cui mi trovo e chiudo gli occhi. Forse Liam ha ragione, dovrei smetterla di pensare di avere una vita normale, non c'è niente di normale in tutto questo, sono in un prive mentre la maggior parte dei ragazzi della mia età è dall'altra parte a ballare.

– Zayn si può sapere cos'hai? – dice Louis sedendosi accanto a me con El.

Li guardo per qualche secondo, poi torno alla posizione iniziale e – Nulla Lou, stavo pensando a tutti i ragazzi che ballano da quella parte – dico.

– E perchè ci stai pensando? A te non piace nemmeno ballare – dice sorridendo.

Lo so. Ma non è per questo, sto pensando alla libertà.

Ma questo a Louis non lo dico, mi limito a scrollare le spalle.

– Comunque Elisabeth mi è sembrata simpatica, durante il concerto era così emozionata – dice El e io mi siedo di scatto provocandomi un brutto giramento di testa.

Sono un cretino – Oddio – dico.

– Che hai? Stai male? – dice Louis allarmato.

Nego con la testa e mi alzo dal divano, afferro il cellulare e digito velocemente il numero di Liam.

Non risponde subito e io cammino agitato nella stanza e – Tranquillo Lou, devo solo chiedere una cosa a Liam – rispondo ai continui interrogativi di Louis.

Dopo l'ennesimo squillo distinguo distintamente il – Zay – di Liam, è assonnato.

– Liam, Liz è con te? – chiedo.

Sento un rumore di lenzuola e poi un sospiro – Sei ubriaco? Comunque no, sono a letto con la mia fidanzata – scandisce bene le parole e io alzo gli occhi al cielo.

– No, non sono ubriaco! Comunque ok, ciao allora – taglio corto, non voglio discutere ancora con lui e poi devo scusarmi con Elisabeth per averla praticamente abbandonata.

Passo una mano tra i capelli lunghi e mi giro verso Eleanor – Ti ha detto qualcosa prima di andare via? – le chiedo.

– In realtà non sapeva cosa fare, poi Paul l'ha chiamata per dirle delle cose di lavoro e non l'ho più vista – dice scrollando le spalle.

La ringrazio e dopo averli salutati mi faccio scortare, letteralmente, fuori dal locale.

Salgo sull'auto illeso per fortuna e mi concedo dieci minuti di relax, cerco di richiamare alla mente il nickname twitter di Elisabeth ma la mia mente non collabora così decido di chiamare Paul e chiedere informazioni.

Qualche minuto dopo sto facendo partire l'ennesima chiamata, anonima.
Non sono ancora sicuro di poter lasciare il numero di cellulare a qualcuno che conosco da un giorno, magari più in là.

Non risponde alla prima chiamata e mi mordo il labbro inferiore, se è come me dubito che risponderà mai ad una chiamata anonima ma magari se insisto si deciderà a farlo.

Così provo altre due vole fino a quando – Chi è? – sento.

– Oh Liz, finalmente. Sono Zayn – dico tranquillo.

– Eh? – sento un rumore sordo e trattengo una risata poi – Ciao Zay – dice.

– Va tutto bene? – chiedo.

– Una meraviglia – dice e io rischio di farmi veramente male pur di non ridere.

– Volevo chiederti scusa per stasera, non era mia intenzione non venirti a salutare – dico sincero.

– Oh, non preoccuparti! L'ho detto anche a Liam, eravate impegnati e io ero lì anche a fini lavorativi, davvero non dovete farvi troppi problemi – dice e sembra sincera.

Ma io nel discorso mi fermo al nome del mio miglior amico così – Hai parlato con Liam? – chiedo sorpreso.

– Si, mi ha mandato un messaggio su twitter qualche secondo fa – dice felice.

Annuisco e scuoto la testa – Oh, bene – dico.

Lei sembra in imbarazzo e io sono curioso di sapere cosa le ha scritto così – Si è scusato anche lui? – chiedo.

– Si, è stato dolce, ha detto che non voleva ignorarmi e mi ha ringraziato – dice e ora sembra tranquilla a parlare con me.

Ti sta trattando da persona normale.

– Già – mi lascio sfuggire.

– Cosa? – mi chiede.

– Nulla, comunque mi ha fatto piacere veramente passare del tempo insieme, magari ci vediamo presto, un abbraccio – le dico sincero.

– Oh, si anche a me a fatto piacere, è stato uno dei giorni più belli della mia vita e a parte il fatto che io vi adoro sono felice di aver fatto quattro chiacchiere con te, sei veramente un ragazzo dolcissimo, oltre che bello ma questo è ovvio – dice emozionata prima, spiritosa dopo e io continuo a mordere il labbro inferiore agitato.

E' così sbagliato cercare un po' di normalità in questa vita frenetica?



________________________________________________________
nda.
Buona Domenica a tutte e grazie per essere qui a leggere un altro dei miei capitoli :)
In questo quarto capitolo vengono fuori le debolezze di Zayn, il suo voler essere un normalissimo ragazzo e il suo continuo combattere con la sua fama. C'è Liam che non capisce niente e si lascia invadere dalle paranoie, nascondendo le sensazioni che prova accanto a Liz... cosa succederà ora che andranno via dall'Irlanda? Chissà... voi che ne dite?
Un abbraccio e fatemi sapere cosa ne pensate.

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Capitolo 6
*** Chapter V ***





.Chapter V.

 

 

 

Prendendo in considerazione quello che Tess non era,

Angel trascurava quello che Tess era

e dimenticava che la cosa imperfetta può avere

più valore di quella completa e intera.”

- Thomas Hardy, Tess dei d'Urberville

 

 

I giorni di riposo dopo numerose date sono un po' come la sensazione di smarrimento alla fine di un concerto. L'adrenalina, l'aspettativa e la voglia di divertirsi piano piano lasciano spazio ad un vuoto dentro e ad una calma quasi soffocante.

Mi sposto ad osservare il paesaggio sotto di noi mentre ci innalziamo in volo per tornare a casa. Niall dorme al mio fianco mentre dall'altra parte Sophia sfoglia una rivista.

Mi sembra strano tornare a Londra dopo questa parentesi in Irlanda, è andato tutto così velocemente, nel giro di qualche giorno ho incontrato una ragazza tre volte e mi sono sentito così strano. E' veramente possibile infatuarsi di qualcuno così velocemente? Ho sempre pensato fosse qualcosa di impossibile, ma forse quello è l'amore. Ecco, innamorarsi di qualcuno in poco tempo è fuori discussione ma forse prendere una sbandata per qualcuno è plausibile.

Mi giro ad osservare Sophia e mi sento così stupido, che poi alla fine Elisabeth non la conosco caratterialmente, magari mi attrae solo fisicamente e nient'altro.

Mi passerà. Forse.

Sposto lo sguardo qualche fila più avanti e vedo Louis e Zayn parlottare, ridono come sempre, forse dovrei veramente scambiare quattro chiacchiere con il moro, giusto per mettere in chiaro i miei pensieri. Lui è quel tipo di ragazzo che prima di parlare a qualcuno deve averci come minimo condiviso prima un patto di sangue e invece ieri sera era tutto tranquillo e affascinato da Liz, come me in realtà.

E' una ragazza come tante, di una bellezza comune, giriamo il mondo e incontriamo sempre tante ragazze bellissime eppure c'è qualcosa che mi incuriosisce di lei, deve sfuggirmi qualcosa.

Mi concedo un respiro più profondo degli altri e poggio la testa sul sedile, devo pensare alla mia vita, non posso fantasticare su qualcosa che non può diventare realtà.

 

 

Elisabeth's POV

 

Sono passate già due settimane da quando la mia vita è stata completamente stravolta, non mi sembra ancora vero di aver conosciuto persone che vedevo solo attraverso lo schermo di un computer, mi sembra di essere una privilegiata e forse è davvero così.

A volte mi fermo a pensare a tutte le persone che sperano di incontrarli, come facevo io solo quindici giorni fa, c'è una sensazione dentro di sconforto e speranza allo stesso tempo, sai che le possibilità di incontrarli sono minime eppure c'è quel qualcosa che non ti fa mai demordere.

E sono felice di non averlo fatto, perché adesso sono dalla parte dei fortunati e so che non dovrei ma non nego di stare male nel non aver ricevuto risposta a nessuno dei messaggi mandati a Liam in questi giorni.

Sembrava tutto troppo bello per essere vero, certo, tra meno di un mese ci sarà il lancio del libro quindi li rivedrò ma sono già in ansia per quello che succederà.

Sblocco il cellulare e -33 leggo sul countdown, solo trenta tre giorni, ce la posso fare.

Rimetto in tasca il telefono e posiziono sullo scaffale l'ultima copia di un nuovo best seller americano arrivato in libreria e sbuffo quando con un movimento sbagliato faccio crollare la pila di volumi alla mia destra.

– Liz, va tutto bene? – chiede Connor affacciandosi per controllare.

– Si, si, va tutto bene – dico sbuffando ancora, per poi inginocchiarmi a terra e riposizionare i libri.

Amo il mio lavoro, amo l'odore delle pagine nuove, amo lo sguardo sognante dei lettori che entrano per comprare qualcosa o semplicemente per estraniarsi qualche minuto dalla realtà. E' questo che mi ha spinto più di tutto ad aprirne una tutta mia, l'idea di dare un posto sicuro, perché in fondo una libreria per chi ama leggere è il posto in cui sentirsi se stessi.

Tiro fuori il mobile con i libri scontati di questa settimana e – Buongiorno Signor O'Connel – dico sorridendo al proprietario del bar dall'altro lato della strada. E' un uomo sulla cinquantina, la battuta sempre pronta e due splendide bambine amanti dei libri.

– Buongiorno a lei Signorina Murphy non trova sia una splendida giornata? – dice allegro prima di sventolare uno strofinaccio e pulire il tavolo dove qualche secondo prima una coppia stava consumando la colazione.

Mi guardo intorno, il sole splende sulla città e la rende ancora più bella, anche se è un lunedì come tutti gli altri annuisco e – Speriamo lo sia davvero – rispondo.

Rientro e lascio suonare i campanellini sulla porta, mi rilassa sentire questa melodia ogni volta che qualcuno entra, mi da la sensazione di essere a casa, come quando un ospite arriva e suona il campanello.

– Dobbiamo pensare a come allestire la libreria per il lancio – dice entusiasta Connor.

Io alzo gli occhi al cielo e – Quante volte vuoi ripetermi la stessa frase? – chiedo cercando di sembrare scocciata.

– Fino a quando non mi ascolterai e ti deciderai a cambiare la disposizione – dice minacciandomi con un libro contro.

– Poggia quel libro Con, ci penserò, devo studiare bene come poter gestire lo spazio, sai quanto ci ho messo a sistemare tutto quando ho aperto? – dico sospirando.

Mi passo una mano sul viso e so che ha ragione, dovrei allestire uno spazio in cui i ragazzi potranno firmare le prime cento copie del libro, o almeno così mi è stato detto di fare, per il momento di quest'opportunità non si è detto niente. Devo iniziare a pensarci ora altrimenti arriverò a fine mese con i capelli bianchi.

Per fortuna a riportarmi alla realtà è l'entrata di un cliente, mi giro per dare il benvenuto e poi lascio che si rilassi nella scelta girando tra i vari scaffali.

Non disturbare i clienti è la prima regola che mi sono data quando ho inaugurato la libreria, ognuno ha un modo di vivere la scelta di un libro a mio parere e a meno che il nostro aiuto non è espressamente richiesto, lasciamo a tutti il tempo di innamorarsi tranquillamente.

Perché è così, ci si innamora di una trama, di un titolo, di una copertina e si finisce per voler assolutamente portare a casa quel libro, a me sembra impossibile non trovarne, quando andavo in giro ne uscivo con almeno dieci nuovi libri da voler comprare, allungando così la lista di quelli da leggere.

– E' possibile avere un pacco regalo? – chiede un ragazzo poggiando sul bancone una copia di “Tess dei d'Urberville”, faccio una smorfia, non è proprio tra i libri che mi piacerebbe ricevere.

– Certamente – rispondo comunque.

Dopo averlo impacchettato lo consegno al ragazzo, che lo afferra allegro e paga. Mi chiedo se ne conosca almeno la trama.

– C'è qualcosa che non va? – dice, interpretando quasi i miei pensieri.

Nego con la testa e – No, tranquillo! E' che la storia non è tra le mie preferite – dico sincera.

E' un romanzo che racchiude sofferenza e le condizioni scadenti delle classi sociali povere.

– L'ho letto già tante volte e voglio regalarlo alla mia ragazza anche se non è proprio romantico – dice portando una mano dietro la nuca timido.

– Bé ognuno ha i suoi motivi per amare un libro! – dico alzando le spalle e sorridendo.

Lui ricambia il sorriso e annuisce, prima di uscire e lasciarmi a fissare la porta.

– La gente è strana, regala Orgoglio e Pregiudizio alla tua ragazza, non un libro che tratta la sindrome di Stoccolma – dice Connor scuotendo la testa e io mi ritrovo ad annuire.

Ci guardiamo per qualche secondo e poi alziamo le spalle entrambi, tornando a lavorare.

 

La fortuna di avere una libreria tutta mia è avere finalmente a disposizione qualsiasi libro, posso afferrarlo, trattarlo con cura e leggerlo per poi riportarlo a posto il giorno dopo. Ed è quello che faccio anche ora, dopo aver preso una copia di “La gente felice legge e beve caffè” la infilo in borsa e mi avvio a chiudere il negozio. La giornata è stata più produttiva del solito e ne sono entusiasta.

– Che fai stasera? – chiedo a Connor mentre abbasso la saracinesca.

– Finalmente ho finito gli esami della sessione, quindi credo proprio che uscirò a festeggiare con gli amici dell'università – dice sorridendo.

Annuisco e metto in tasca le chiavi mentre ci avviamo in strada verso la fermata degli autobus.

– Tu sei a casa? – mi chiede conoscendo già la risposta.

Annuisco ancora, sa che non mi piace uscire molto, preferisco passare le serate a casa, anche se sono sola e non è perché sono vecchia dentro, semplicemente non mi trovo bene con la gente. O almeno non con quella che non condivide le mie stranezze.

Così preferisco circondarmi delle persone che mi vogliono bene e di amici, anche distanti, che non mi fanno sentire sola ma condividono le mie passioni.

E poi non c'è niente di più bello, dopo una giornata stressate, che tornare a casa e tuffarsi nella vita di personaggi di fantasia, che sia una serie tv, un film o un romanzo.

Immergersi nelle loro vite e trarne degli spunti per la vita reale, perché è inevitabile, quando un personaggio ci dona qualcosa lo porteremo sempre con noi, come se fosse realmente esistito e avesse fatto parte della nostra quotidianità.

Ci salutiamo quando salgo sul mio autobus, conto le fermate fino a casa e quando finalmente chiudo la porta alle mie spalle mi lascio andare ad un tuffo sul divano.

Ho resistito tutta la giornata dallo scrivere a Liam, cercando di mantenere la testa occupata per non pensarci ma adesso, con il silenzio di casa si ripresenta tutto nella mia mente.

Decido di fare una doccia, metto un po' di musica e cantando impongo alla mia mente di pensare ad altro. Così quando finisco, infilo il pigiama, lego i capelli in una treccia e chiamo mia sorella.

– Em – dico appena risponde.

– Ciao sorella! – risponde allegra.

– Come procede la vita da studentessa? – chiedo mentre preparo una tazza di latte e cereali, sarà la mia cena per questa sera.

– Non me ne parlare, devo dare un esame e non ho voglia di studiare, tu piuttosto? Il tuo amore ha risposto? – chiede ridendo.

– No, ancora no – dico per poi – Quando mi vieni a trovare? – chiedere.

Emma ha solo un anno più di me, si è trasferita a Birmingham per frequentare l'università e laurearsi in comunicazione subito dopo la fine della scuola qui e così ci siamo separate, ma il nostro rapporto è sempre stato di quell'amicizia vera che va oltre l'essere sorelle.

– Verrò presto, anzi verrò tra un mese così mi farai conoscere Harry! – dice ridendo e io alzo gli occhi al cielo.

Hanno conquistato anche lei, certo dopo tutte le volte che l'ho stressata con le storie su di loro è stata un po' forzata all'inizio ma sapevo che sarebbero piaciuti anche a lei.

– D'accordo – dico ridendo.

Restiamo al telefono per un po' e ci aggiorniamo sugli ultimi avvenimenti, continuiamo a ripeterci che non ci sembra vero che il lancio della loro autobiografia si terrà proprio nella mia libreria, fantastichiamo su quello che potrebbe succedere, commentiamo le foto del concerto che i ragazzi hanno avuto in Scozia ieri sera, per poi salutarci con la promessa di sentirci presto e – Studia – dico prima di attaccare.

Il parlare tanto di loro mi porta inevitabilmente ad entrare su twitter, fisso per qualche secondo i messaggi diretti e clicco sul nome di Liam, gli scrivo oppure no?

Mi mordo l'interno della guancia indecisa, gli ho scritto tantissime vole e non vorrei sembrare appiccicosa e rompi scatole, però ho veramente bisogno di sentirlo.

Oh, al diavolo.

 

Ciao Lee”

 

Digito e invio velocemente, incrocio le dita e prego tra me e me, mi siedo sul divano, accendo la tv e per questa sera Grey's Anatomy mi farà compagnia.

Sto piangendo disperatamente per la morte di un paziente quando il cellulare sul tavolo vibra facendomi sobbalzare.

Mi sporgo a prenderlo e noto la chiamata di un numero privato, il cuore accelera, l'ultima volta che ho ricevuto una chiamata da un privato... – Zayn – dico rispondendo piano.

Mi batte forte il cuore e – Come facevi a sapere che ero io? – sento dall'altra parte.

Il cuore potrebbe uscirmi dal petto, mi metto a sedere meglio sul divano e lascio che la voce tranquilla di Zayn mi faccia rilassare.

– Più che altro ci speravo – ammetto arrossendo e per fortuna lui non può vedermi.

Lo sento ridacchiare e – Come è andata oggi? – chiede tranquillo.

– Bene, ho passato la giornata a pensare a come allestire la libreria per il lancio – dico vaga.

– Mmh, ci sono problemi? –

– No, no! E' che devo riposizionare tutto e ci vorrà un po' di tempo – rispondo.

Ride ancora – Bé se vuoi posso darti una mano, mi piace dare un ordine artistico alle cose, ad esempio puoi creare un angolo dove le persone possono fermarsi a leggere in negozio con qualche tavolo – dice allegro.

– E dei fiori – aggiungo.

– Si, certo i fiori rendono tutto più accogliente – ride e – Così ti abitui piano piano a vedere la tua libreria organizzata diversamente e noi firmeremo le copie lì, senza stravolgere tutto – continua.

Effettivamente è un'ottima idea, mi sembra così strano parlare con lui ma nello stesso momento mi sembra del tutto naturale, è una sensazione strana.

– A te invece? Com'è andata la giornata? – chiedo.

– I soliti impegni con la band e a proposito di questo – sospira – Se Liam non ti ha risposto è perché in queste due settimane Sophia è sempre con noi – dice.

Chiudo gli occhi e faccio una smorfia, ho visto le foto che sono uscite in questi giorni.

– Già, ho visto ma non devi giustificarlo, alla fine sono solo una fan – dico ed è la verità.

– Si, certo, ovviamente sei solo una fan – dice e sento una leggere agitazione nella sua voce.

Non gli do peso, devo smetterla di viaggiare con la fantasia.

 

 

Zayn's POV

 

Chiudo la chiamata dopo una decina di minuti promettendole di farmi sentire presto e mi giro verso Liam.

– Che c'è? – mi chiede.

– Sei uno scemo lo sai? – rispondo.

Lui punta lo sguardo verso il soffitto e – Non sono scemo, non ti ho mica costretto a chiamarla – dice.

Alzo gli occhi al cielo e – Ma secondo te è arrabbiata che non le rispondo? – dico imitando la sua voce – Credi che dovrei scriverle? – continuo.

– Ma la più bella è questa senza dubbio – dico prima di schiarirmi la voce e – Ma secondo te mi pensa? – dire.

Un cuscino mi colpisce in pieno viso e scoppio a ridere.

– Finiscila idiota – mi dice rosso in viso.

Afferro il mio cuscino e in poco tempo ci ritroviamo a terra a ridere come due bambini ed è così che ci trova Sophia tornando in stanza.

– Che succede? – chiede sorridendo.

Liam le sorride dolcemente e io alzo gli occhi al cielo, non ho niente contro di lei davvero, è una ragazza semplice e potrebbe essere anche simpatica ma Liam diventa uno scemo in sua presenza e la cosa mi urta.

Mi alzo da terra e dopo aver sistemato i cuscini sul letto – Niente, mi prendeva in giro – dico tornando serio ricevendo l'occhiataccia del mio miglior amico.

Faccio spallucce e – Ora che ci penso, vado a chiedere a Lou se Lux ha dei fogli per disegnare, devo fare una cosa – dico uscendo dalla stanza.

Liam annuisce un po' pensieroso ed è l'ultima cosa che vedo prima di chiudermi la porta dietro le spalle.

Il resto della serata lo passo a disegnare l'interno di una libreria irlandese.



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Buona sera, come state? Spero bene!
Mi scuso per il ritardo e per la lunghezza del capitolo ma è uno di quelli di passaggio che devono essere inseriti ai fini della storia!
Spero che comunque vi sia piaciuto e vi prometto di aggiornare presto x
Un abbraccio e grazie a tutti voi che leggete e mi lasciate un piccolo commento/tweet/recensione mi rendete felice e mi spronate a continuare!
Serena.

#TMBFlower

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Capitolo 7
*** Chapter VI ***





.Chapter VI.

 

«Più i sogni sono grandi e più grande è la fatica»

Pietro Mennea

 

 

Il cielo dublinese è completamente coperto dalle nuvole, è lunedì e sono a casa per la chiusura settimanale della libreria, cerco di sistemare l'armadio e stirare qualche vestito sulle note di “Girl Almighty” quando il citofono mi fa sobbalzare. Mi avvicino al computer e spengo la musica prima di andare ad aprire.

– C'è un pacco per lei – sento dire.

Faccio una smorfia e scendo al portone principale, un pacco per me? Non aspetto niente da nessuno.

Firmo e dopo aver ringraziato il corriere torno di corsa nel mio appartamento, giro il pacco marrone tra le mani ma non vi è nessun mittente.

Scarto curiosa e apro un involucro in plastica che protegge quello che all'apparenza sembra un normale disegno, lo giro e spalanco gli occhi prima di sorridere apertamente a gran viso.

 

Non ricordo tutti i particolari ma potrebbe essere un'idea per la tua libreria.

Zay X”

 

Rigiro il foglio e osservo attentamente quello che ha disegnato, non è esattamente come l'interno ma come biasimarlo? Ci è entrato per pochi minuti, mi sento già al settimo cielo perché ha pensato di darmi una mano.

Sembra comunque una disposizione da poter utilizzare con qualche modifica, l'eccitazione si fa spazio in me, mancano venticinque giorni al lancio del libro e devo iniziare subito a sistemare e cambiare i mobili. Prendo un foglio e iniziato a buttare giù una lista delle cose di cui avrei bisogno, forse potrei chiudere la libreria per qualche giorno e andare a comprare tutto.

Spengo il computer e lascio i vestiti sul letto, le ante dell'armadio aperto e corro a fare una doccia veloce per rinfrescarmi. Quando esco lego i capelli velocemente in una treccia per evitare di asciugarli del tutto e infilo un jeans e una maglietta chiara, poi afferro il telefono e – Ciao mamma – dico allegra.

– Ciao tesoro – risponde tranquilla.

Le chiedo se possono venire in settimana in città per darmi una mano per cambiare tutto e gli spiego un po' a grandi linee che cambiamenti vorrei fare.

– Ieri sera non sapevi cosa fare e oggi hai avuto un'illuminazione? – mi dice ridendo.

Sorrido guardando il disegno e – In un certo senso – rispondo.

Mi dice che ne parlerà con papà e mi farà sapere – Intanto vai a dare un'occhiata in giro alle poltrone e gli scaffali che vorresti prendere – mi suggerisce.

– D'accordo – rispondo e dopo aver parlato un po' del più e del meno ci salutiamo con la promessa di sentirci più tardi.

Prendo un bel respiro, la borsa e le chiavi della macchina dal mobile all'ingresso ed esco.

Raggiungo la mia auto nel garage condominiale e accesa la radio esco in strada.

Mi dirigo verso un centro commerciale in Graften Street, le note di Fool's Gold riempiono l'abitacolo e mentre aspetto che il semaforo diventi verde mi faccio cullare da queste note dolci.

 

Venti minuti dopo parcheggio l'auto e faccio una corsa per entrare prima che venga giù il diluvio.

Controllo il cellulare e decido di mandare il buongiorno a Liam, anche se non riceverò nessuna risposta indietro.

Scrollo le spalle e ripongo il telefono in tasca, mi stampo un sorriso in faccia e mi avvio verso gli innumerevoli negozi. Ogni volta che entro in questo posto rimango affascinata dalla struttura, il bianco e il verde menta fanno da padroni, le colonne e le vetrate lo rendono più simile ad un giardino coperto che ad un centro commerciale.

Salgo al piano di sopra e mi convinco a non entrare nei negozi di abbigliamento, potrei passarci l'intera mattinata.

Il cellulare inizia a squillare ed è ancora una volta un numero privato.

– Ciao – rispondo conoscendo già il mittente della telefonata.

– Buongiorno – risponde tranquillo.

– Va tutto bene? – chiedo.

In questi giorni sono venute fuori un sacco di notizie da parte dei paparazzi su un suo possibile abbandono alla band, non voglio crederci e non mi sento ancora nella posizione di chiedere qualcosa a lui quindi mi tengo tutto dentro.

– Si, certo – risponde – Come va la giornata – chiede.

– Mmh, in realtà è arrivato un pacco ma è senza mittente, dovrei rimandarlo indietro forse – dico scherzando.

Lui scoppia a ridere e – Ti è piaciuto il disegno? – chiede più allegro.

Lo ringrazio per quello che ha fatto e gli parlo dei miei progetti.

– Non credo che lì troverai quello di cui hai bisogno, magari all'Ikea – dice ridendo.

Faccio una smorfia e alzo gli occhi al cielo – Stavo solo facendo un giro – dico.

– Fai pure, tu che puoi – dice e posso notare il cambio di tono nell'ultima parte.

– Se ti va di parlare puoi farlo – dico.

– Grazie, ma va tutto bene, ora devo andare, ci sentiamo! – risponde frettoloso e non faccio in tempo a rispondere, ha già chiuso la chiamata.

Rimango a fissare lo schermo del telefono e sospiro, apro twitter e digito velocemente tre parole.

 

“Sta succedendo qualcosa?”

 

Invio il messaggio a Liam e con una sensazione strana alla bocca dello stomaco torno indietro verso l'uscita. Non sono più in vena di vedere niente.

Torno in auto e appoggio la schiena indietro, guardo le persone passare tranquillamente avanti e indietro, ognuno con una propria vita, con delle emozioni diverse, con segreti da nascondere e preoccupazioni costanti. C'è una donna che sembra veramente stanca, mi chiedo dove troviamo la forza di affrontare tutto durante la nostra vita, ma poi penso che alcune volte ce la prendiamo per cose futili e lasciamo che la rabbia ci divori dall'interno.

Esistono tante cose belle nella vita, allora perché quelle che ci segnano sono sempre le più brutte? Forse perché da quelle dobbiamo imparare a rialzarci, ecco, credo che ricordiamo le cose brutte per ricordare il modo in cui siamo andati avanti e renderci conto di essere più forti di quanto sembriamo.

Il cellulare vibra, lo prendo con indifferenza, senza aspettarmi realmente qualcosa, eppure non posso frenare il battito del cuore al leggere il nome di Liam nei messaggi di Twitter.

 

“Riguardo cosa?”

 

Dice solo questo il messaggio, eppure a me sembra che mi abbia scritto chissà cosa.

Tremo mentre cerco di formulare un messaggio decente. Dovrei dirgli della chiamata di Zayn? Non so perché mi sento quasi in colpa di aver parlato con lui per tutto questo tempo.

 

“In realtà ho parlato con Zayn, mi è sembrato strano. Scusa se ti ho disturbato”

 

Decido di scrivergli la verità e aspetto con ansia la risposta mentre rimetto in moto l'auto.

 

Liam's POV

 

Leggo il messaggio e mi giro verso Niall – Sta bene – dico.

Lui mi guarda e – Ci hai parlato? – dice preoccupato.

Nego con la testa, Zayn si è assentato da due giorni e non risponde al telefono, sembra scomparso nel nulla, a casa non c'è e di solito non si comporta così con noi, sappiamo che ha bisogno dei suoi spazi ma siamo nel mezzo di un tour e sembra essere scomparso nel nulla, o meglio sembrava, visto che con lei ci ha parlato.

Dovrei spiegare agli altri ragazzi di Elisabeth per fargli sapere che ha parlato con lei ma non so se sono pronto a vedere le loro reazioni.

– E come fai a sapere che sta bene? – chiede Louis, buttando fuori il fumo dell'ennesima sigaretta.

– Devi dirci qualcosa Liam? – dice ancora.

Guardo Harry per qualche secondo e – Siediti Lou, fallo parlare – dice.

Lo ringrazio mentalmente mentre Louis alza gli occhi al cielo e si siede accanto a lui.

– Ho conosciuto una persona a Dublino – inizio mordendomi il labbro inferiore.

– Quindi? –

– Louis! – dicono insieme Niall e Harry.

– Scusa scusa, parla – dice alzando le mani in segno di resa.

Scuoto la testa – E' Elisabeth, la ragazza della libreria, in realtà è stata un'idea di Zayn fare il lancio lì, l'avevamo incontrata nel bar la prima sera del concerto – dico.

– Non me la ricordavo – dice Niall grattandosi la nuca imbarazzato.

– Fa niente, io la ricordavo però e quando tu Harry, mi hai dato il biglietto con gli account twitter il giorno dopo ho fatto le mie ricerche e l'ho trovata, ci ho messo un po' ma l'ho contattata – dico prendendo un respiro più profondo degli altri.

– Ne ho parlato con Zayn, anzi in realtà è lui ad aver capito che qualcosa non andava e così mi ha incitato a parlare con lei come se fossi un ragazzo normale, sapete quanto è fissato con questa cosa della normalità lui – dico abbassando lo sguardo.

– Non capisco cosa c'entra ora però – dice Niall.

– Deve essergli rimasta in simpatia perché siamo andati nella sua libreria insieme a Paul e sembrava che fossero amici da una vita, Liz mi ha mandato un messaggio su Twitter chiedendomi se fosse tutto apposto, ha detto che ha parlato al telefono con Zayn e che sembrava strano – dico senza dare troppe spiegazioni.

Mi guardano tutti e tre senza rispondere, sembrano concentrati ad assimilare quello che ho detto.

– E' tutta colpa mia, se avessi lasciato perdere Elisabeth da subito... – dico ma Louis scuote la testa.

– Non è colpa tua Liam, Zayn ha sempre avuto i suoi complessi sulla normalità, ma ora non capisco... perchè se piace a te è Zayn che la chiama – chiede sporgendosi in avanti e poggiando i gomiti sulle sue ginocchia.

Mi passo una mano sul viso – La sera che ve l'abbiamo presentata Zayn l'aveva invitata quasi per farmi un dispetto, c'era Sophia e voi sapete che lui non può vederla così tanto – dico e Louis fa una smorfia, ricevendo una gomitata da Harry.

– Si Lou, lo so che è antipatica anche a te, comunque il punto non è questo, Zayn non parla con nessuno al di fuori degli amici più stretti mentre sembra che lei tiri fuori la sua spontaneità – dico ignorando la fitta allo stomaco.

Harry annuisce e – Liam, tu devi fare quello che ti senti, stare con qualcuno perché è giusto o per non ferirla è sbagliato, si finisce per fare l'esatto contrario, Zayn è un tuo amico e come ha detto Louis non è la prima volta che tira fuori questa storia di volere normalità, sapevamo che sarebbe arrivato questo giorno, magari la storia di Elisabeth è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso ma non devi sentirti in colpa di aver preso una sbandata per qualcuno – dice sincero e con una calma estenuante.

Niall annuisce e – E' vero Lee, magari potremmo chiedere a lei di contattarlo – dice rivolgendosi a tutti.

Louis però scuote la testa in segno di negazione – No, è una nostra fan giusto? – dice e io annuisco – Non possiamo coinvolgerla direttamente – continua.

– Cosa dovrei scriverle? Che è tutto ok? Non è tutto ok Louis, Zayn... – quasi urlo ma devo fermarmi perché le lacrime minacciano di uscire.

– Smettila Liam, Zayn non va da nessuna parte – urla alzandosi per fronteggiarmi.

Harry in pochi secondi è in mezzo a noi – Ragazzi – dice imponente.

Prendo la giacca e – Vado a fare un giro – dico prima di uscire da casa di Niall e sbattere la porta dietro di me.

Scendo le scale dell'appartamento e quando esco respiro un po' d'aria fresca, faccio cenno a Paddy di portarmi a casa e lui non fa domande, mi infilo in macchina e rimango in silenzio.

Non sono arrabbiato con Louis, ma sappiamo cosa sta succedendo e negarlo ci fa stare solo peggio.

Scuoto la testa e lascio scorrere il tempo fino ad arrivare al Pan Peninsula, entriamo nei garage sotterranei e mi dirigo al mio appartamento senza fiatare, sento ancora lo sguardo di Louis addosso.

Quando entro in casa butto la giacca sul divano e mi allungo.

Il senso di colpa per essere andato via senza chiarire con Louis mi fa venire il mal di testa, odio questo lato del mio carattere, non riesco a discutere con qualcuno a cui tengo per molto tempo, così prendo il cellulare.

 

“Scusa Tommo, ti voglio bene”

 

Scrivo e invio il messaggio, poggiando poi il telefono sul tavolino in vetro accanto a me, in attesta di una risposta. Il rapporto con i ragazzi va decisamente oltre l'essere colleghi e amici, è un rapporto di fratellanza e rispetto reciproco, non sarei qui in questa casa senza questo tipo di legame.

E ora sembra che Zayn si sia allontanato più del dovuto, sono stato sempre quello che ha fatto da padre a tutti pur non essendo più grande o più esperto, è semplicemente nella mia indole essere protettivo e ora dobbiamo essere più vicini che mai.

Il cellulare vibra e quando lo afferro mi faccio sfuggire un sorriso.

 

“Apri idiota”

 

Mi alzo e apro il cancello per far entrare le auto, quando quindici minuti dopo sento suonare al portone rischio di scivolare per la fretta. Louis mi avvolge in un abbraccio facendo ridere Niall che sventola un sacchetto davanti ai miei occhi.

– Abbiamo fatto una piccola fermata da Nando's – dice dirigendosi in cucina seguito da Harry che porta un altro sacco, decisamente più grande.

Rido e – Mi sembrava fosse poco quel sacchetto Nì – dico ridendo e lui mi fa la linguaccia.

Si comportano come se fossero a casa loro e non c'è cosa più bella per me, guardo Louis e mi sorride.

– Lo sai che loro due ne soffriranno ancora di più vero – dice mentre Harry lancia un pezzo di pollo fritto a Niall che – Harry non sprecare quel pollo – urla.

Guardo Louis e annuisco – Lo so – dico.

Sul muro che divide lo spazio notte dal resto della casa c'è una foto che ci ritrae tutti e cinque sorridenti alla premiazione dei BRIT dello scorso anno, la fisso per qualche secondo.

Ti prego Zay, chiama e dicci qualcosa.

Louis mi tira una pacca sulla spalla e raggiungiamo Niall e Harry, ci sediamo a tavola e accendo la televisione in sottofondo sulla replica di una partita di rugby dell'Irlanda.

– Payno alza un po' che devo sentire – dice Niall.

– Ma se l'hai vista in diretta – borbotta Harry.

– Tu sei l'anti sportivo per eccellenza – lo stuzzica, ricevendo in cambio l'ennesima smorfia.

Scoppiamo a ridere tutti e quattro insieme e lascio che la tensione piano piano svanisca, il posto a capotavola è vuoto e mi impongo di non sentire troppo la mancanza di Zayn.

 

Il pranzo finisce per degenerare incredibilmente quando Niall prende il telecomando e cambia su un canale di musica.

In meno di dieci secondi la mia casa si trasforma in una pista da ballo. La TV passa Shake It Off e un po' per presa in giro, un po' perché la canzone fa venire davvero voglia di muoversi ci ritroviamo a saltare come quattro idioti senza un minimo di coordinazione.

Louis scuote la testa – Tra tutte proprio lei? – dice mentre Niall balla intorno a lui.

Harry alza gli occhi al cielo per poi scuotere i capelli lunghi a destra e sinistra mantenendo il ritmo.

– Shake it off, shake it off – Niall tenta di imitare un twerk e noi scoppiamo a ridere.

– Siamo migliorati nel ballo – dice Louis per poi scoppiare a ridere.

– Non credo – dico fermandomi a respirare.

Per un momento mi dimentico di non aver risposto ad Elisabeth, mi dimentico di essere ad un punto di svolta ma l'avviso di una chiamata in arrivo rompe la bolla di sapone in cui siamo entrati.

Harry abbassa la musica e – E' Zayn – dico serio leggendo il nome sullo schermo.

Ci sediamo attorno al tavolo e poggio il cellulare al centro rispondendo e selezionando il vivavoce.

– Zay – dico.

– Ciao Lee – risponde, sembra quasi mortificato, spaventato.

– Stai bene? – chiedo premuroso.

Louis mi lancia un'occhiataccia, so che vorrebbe urlargli contro in questo momento ma non è la cosa giusta da fare.

– Si, tu? – chiede.

– No ad essere sincero – replico – Dove sei? – continuo.

– Io... senti Lee, mi dispiace... ehm – tentenna un po' prima di dire – Domani possiamo vederci alla casa discografica? Puoi dirlo ai ragazzi? – dice.

Harry poggia una mano sulla bocca di Louis per farlo zittire, li guardo e li vedo annuire piano.

– Ok, ci vediamo domani Zayn – dico usando il suo nome completo, lui lo sa che non lo uso mai.

Sa che odio chiamare le persone con il nome completo, mi sa di freddezza e distacco.

– A domani Lee – risponde invece lui.

Chiude la chiamata ed è come se mi fosse venuto addosso un tir. Mi sento sopraffatto e privo di forze. Niall si morde il labbro mentre Harry cerca di trattenere le lacrime, guardo Louis e vedo nei suoi occhi una tristezza indescrivibile, mi ritrovo ancora una volta a fare da padre.

– Cosa sono queste facce? – dico sorridendo.

Reprimo dentro di me l'istinto di andare a cercare Zayn e insultarlo fino a scoppiare a piangere tra le sue braccia e metto su la mia maschera da colonna portante di questa famiglia.

– Forza, Zayn vuole parlarci, vuole bene a noi e noi vogliamo bene a lui, andrà tutto bene – dico, aggiungendo uno “spero” mentalmente.

– Ora, ad Elisabeth cosa le dico? – chiedo per deviare l'attenzione su qualcos'altro.

Apro i messaggi di Twitter e – Ma non le rispondi da un sacco di tempo – dice Harry.

Scrollo le spalle e – Non sapevo cosa dire – mi giustifico.

Tenendo mentalmente per me che Zayn mi aveva maltrattato a parole quando gli avevo detto di non sapere cosa dirle.

Niall scuote la testa – Non chiedere a me, io non sono esperto, quelli esperti siete voi – dice incrociando le braccia sulla testa e dondolando sulla sedia.

– Parla quello che si fa vedere in giro con Barbara Palvin – risponde Louis prendendolo in giro.

E anche se l'attenzione ora è tutta sulla storia di Elisabeth non fa niente, mi importa solo che stiano bene e che per un po' siano spensierati, se Zayn domani ci dirà di voler andare via inizierà per noi un periodo decisamente impegnativo, sotto ogni punto di vista.

– Perché non cambi discorso dicendole che ti dispiace se non hai risposto per tutti questi giorni? – dice Harry.

Credo che se dipendesse da lui la vita sarebbe tutta arcobaleni e fiori, ma decido di annuire, cambiare discorso è la cosa migliore.

Così scrivo velocemente e invio il messaggio prima di poggiare il telefono sul tavolo e alzarmi a sparecchiare.

 

“Mi dispiace non averti risposto in questi giorni x”

 

– Oh, ha messo anche la x alla fine del messaggio – ride Louis e – Lou poggia quel telefono e stai fermo – urlo dalla cucina.

Sento i ragazzi ridere e mentre chiudo la lavastoviglie mi riprometto di fare il possibile per non far finire tutto, a costo di sacrificare tutto me stesso.


______________________________________________
Alla luce degli ultimi eventi ho stravolto la storia che avevo in mente, purtroppo (o per fortuna) cerco di scrivere le storie rispecchiando il più fedelmente possibile quello che succede ai ragazzi e spero di non aver deluso nessuno con questo capitolo, ma mi sentivo di dover far andare la storia in questo modo, lascio i commenti a voi e non aggiungo altro. In questi giorni sono state dette tante cose, l'unica cosa che mi sento di dire è che la mia fiducia è riposta in Liam, Louis, Harry e Niall ora più che mai.
Se vi va di seguirmi sulla pagina Facebook o su Twitter mi farebbe veramente piacere, alla prossima x
Serena.

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Capitolo 8
*** Chapter VII ***





.Chapter VII.



Bisognerebbe avere l'intelligenza di lasciare andare chi non vuol restare.

Alcuni la chiamano arresa, io lo chiamo coraggio.”

 

 

Gli uffici della Sony sono in pieno centro a Londra, arrivo in contemporanea con Harry e – Hai dormito un pochino? – mi chiede.

Scuoto la testa e saliamo insieme al decimo piano. Quando le porte dell'ascensore si aprono il corpo magro di Zayn è l'unica cosa che vedo. E' poggiato contro il muro, la camicia a quadri verde e nera, una delle tante che ci scambiamo durante il tour, aperta sulla canotta nera.

Sento la mano di Harry stringere la mia maglia sulla schiena, ma mi dispiace Haz, in questo momento non sono in grado di sorreggere te, ho solo bisogno di piangere.

Piangere perché come sempre negli occhi di Zayn leggo quello che ho bisogno di sapere.

Anche se non mi piace per niente.

Non mi piace quel suo piccolo accenno di sorriso, non mi piace il modo in cui abbassa lo sguardo quando – Zay – lo chiama Harry.

Harry che è tanto grande quanto fragile. Harry che corre a stringerselo addosso e quando le sue braccia avvolgono il corpo di Zayn, gli occhi del moro incontrano i miei.

E ancora una volta vi leggo dentro quello che non vorrei, il suo sentirsi in colpa, il suo scusa taciturno.

Sento le lacrime combattere per uscire, così distolgo lo sguardo.

Veniamo distratti da Louis che con il suo fare rumoroso annuncia la sua presenza irrompendo con un – Allora? Prima facciamo e prima posso tornare a giocare alla play station –.

Non guarda Zayn, lo supera come se non ci fosse e dalle sue spalle rigide riesco a percepire i suoi sentimenti anche da lontano.

E' arrabbiato, si sente abbandonato e lo capisco, è un po' come mi sento io in questo momento.

– Entriamo dai, Niall sta arrivando – ci avverte Paul.

Quando entriamo nell'ufficio Simon ci accoglie calorosamente come sempre.

Sembra tranquillo a differenza nostra, sembra quasi che abbia avuto del tempo per considerare tutto e mi domando quando Zayn abbia parlato con lui.

Mi giro a guardarlo e sta aspettando che io prenda posto per sedersi accanto a me.

– Lee – mi chiama.

– E' tutto ok Zay – dico e forse lo penso sul serio.

Dopo una notte di pensieri sono arrivato alla conclusione che per mio fratello vorrei sempre e solo felicità, anche se bisogna rinunciare a qualcosa.

– Bene, ci siamo tutti, accomodatevi – dice Simon quando la chioma bionda di Niall fa capolino dalla porta.

Ci sediamo sulle stesse sedie che ci hanno visti firmare per l'inizio della nostra avventura e il mio cuore sobbalza.

– Ho parlato con Zayn qualche giorno fa... ma è giusto che sia lui a parlare con voi – dice Simon.

Sento il moro irrigidirsi accanto a me, mentre ci voltiamo tutti a guardarlo.

So come si sente in questo momento, per questo prendo un respiro e – Zay, noi vogliamo solo che tu stia bene, che tu sia felice, ne abbiamo passate tante insieme e sai che puoi parlare tranquillamente con noi – dico.

Sento Louis fare uno schiocco con la lingua e lo fulmino con lo sguardo.

Zayn annuisce rivolto a me e – Ci ho pensato bene ragazzi, voi sapete che ho sempre vissuto diversamente da voi la fama, non ci sto più bene qui, non mi sento al mio posto... –

Fa per continuare ma lo stridere della sedia di Louis lo fa zittire.

– Non ci stai bene? E noi cosa siamo? – dice urlando e alzandosi in piedi.

Scambio uno sguardo con Niall e Harry ma è il momento che Zayn risponda per conto suo.

– Louis – dice solo.

– Louis cosa? Non puoi prendere e decidere di andare via Zayn! Non puoi! – urla in risposta.

La sua voce è più squillante del solito e devo massaggiarmi l'orecchio per il fastidio.

– Louis, non vi sto abbandonando – risponde Zayn alzandosi per fronteggiarlo.

– Ah no? Perché a me sembra proprio il contrario – ribatte Louis aprendo le braccia.

– No, ma non riesco a mantenere questo ritmo Loueh, tu lo sai! – urla Zayn avvicinandosi.

Simon sta per intervenire ma lo blocco con la mano, scuotendo poi la testa.

– Lo so! Lo so Zayn, ma no! Non puoi farlo, non puoi lasciare la band, le fan... me – dice alla fine esplodendo.

– Sei mio fratello Louis, non ti sto abbandonando, te lo giuro, sarà diverso ma ci sarò sempre – risponde con tono più dolce e gentile.

Niall abbassa la testa, Harry si asciuga un piccola lacrima e io torturo ancora un po' il mio labbro inferiore.

– Le cose tra noi non cambieranno, la nostra amicizia è solida e forte a prescindere dalla band, ma devo fare qualcosa per la mia vita e anche se a qualcuno può sembrare strano, non mi sento più realizzato a fare questo, mi sento forzato e non voglio una vita insoddisfatta – dice tutto d'un fiato.

Ci guarda tutti negli occhi poi – Non sto sputando su quello che è stato, non potrei mai! Ho vissuto con voi un sogno, ho guadagnato abbastanza da potermi permettere di non lavorare mai più ma non è questo che voglio fare. Magari tornerò all'università, voglio fare un corso di pittura, voglio continuare a studiare e fare musica ma non a questo livello, non sempre così lontano dalla mia famiglia – continua a dire sincero e la luce nei suoi occhi sembra quella che aveva cinque anni fa quando il sogno era comune a tutti e cinque.

Louis si morde il labbro, so che la sua rabbia, il suo dispiacere e la sua paura di perdere Zayn non lo fanno pensare lucidamente adesso, così prima che possa dire qualcosa di cui si pentirà mi alzo in piedi e poggio una mano sulla spalla del moro.

– Noi ti vogliamo bene, se quello che ti rende felice adesso non è nella band allora ti appoggeremo, per te e per noi. Io voglio continuare a cantare, voglio continuare a fare concerti e foglio farlo insieme a voi, ma se tu Zayn non vuoi, fai bene a dire basta, perché andando avanti non farebbe bene nemmeno a noi quattro – dico e lo penso veramente.

– Noi ti staremo comunque vicino – dice Niall.

– Abbiamo passato troppe cose insieme, sarai sempre parte di questa famiglia ma sono d'accordo con Liam, io voglio continuare a fare questo, voglio andare anche oltre quello che abbiamo fatto – risponde risoluto Harry.

– Io sono sicuro che voi continuerete a battere record e ad avere successo, magari tra un po' di tempo sarò tra la folla al concerto, a guardarvi orgoglioso di voi, ma non posso continuare – dice accennando un piccolo sorriso dolce rivolto a Louis.

So che vorrebbe la sua approvazione ma conoscendo Louis, sa anche che deve dargli del tempo.

Simon intanto ci lascia parlare, ci lascia chiarire, ci lascia abbracciare.

E mentre trascino Louis ad unirsi mi godo le sensazioni di quest'abbraccio, cerco di imprimere nella mia mente questo ricordo.
Mi mancherà Zayn sul palco, mi mancherà negli alberghi in cui andremo, nei posti che visiteremo, nel tour bus e nelle sale registrazioni ma quello che ho detto prima lo penso veramente, voler bene a qualcuno significa sul serio lasciarlo libero di scegliere la sua strada per la felicità.

– Vi voglio bene – dice Zayn.

E Niall sa che è una cosa che dice poco, è una cosa troppo grande da poter reggere senza crollare in questo momento, così – Aww – dice cercando di alleggerire la tensione.

Scoppiamo a ridere tutti insieme e poi tiro il biondo accanto a me, lo stringo e – Andrà tutto bene – sussurro.

Lui annuisce e mi sorride – Lo so, ci sei tu – sorride.

Ed Harry e Louis mi guardano annuendo, come ad essere d'accordo con Niall, come per dire che adesso hanno bisogno delle mie parole per stare insieme.

– Abbiamo i nostri fan, quando verrà fuori la notizia ci rimarranno malissimo ma sono sicuro che resteranno, abbiamo tutti un ruolo fondamentale nella band, ma il collante sono sempre stati i fan, non io – dico sincero.

Harry annuisce – E' vero, ma tu sei il nostro papà – dice saltandomi addosso e rischiamo di finire entrambi a terra.

Ridiamo e Zayn lo fa con noi – Andrete alla grande – dice mordendosi poi il labbro inferiore.

 

Passiamo un'altra ora in ufficio a parlare del contratto, del futuro del tour, della pubblicità e di tutte le questioni burocratiche.

– Tu stai ascoltando? Perché io mi sono perso cinque volte – mi dice Louis all'orecchio.

Scuoto la testa e come al solito già so che dovrò rispiegare tutto.

– Zayn devi firmare la retrocessione del contratto e poi potete andare – dice Simon.

Ci viene spiegato che per legge dovrà pagare una penale per la rottura anticipata del contratto e Zayn annuisce prima di prendere la penna in mano e guardarci tutti e quattro.

Sembra tanto quando durante la celebrazione di un matrimonio, il sacerdote chiede se c'è qualcuno contrario all'unione.
Vorrei urlare a Zayn di non firmare, di ripensarci, che il mio sogno è grande abbastanza per tutti e due ma mi rendo conto del mio pensiero egoistico e rimango immobile, con il cuore in subbuglio mentre “Zain Jawaad Malik” lo vedo firmare.

Nessuno fiata, ognuno si tiene dentro le proprio emozioni e io non riesco nemmeno a capire come mi sento precisamente.
Mi sembra ancora tutto un sogno, o meglio un incubo, uno scherzo.

Mentre Zayn allontana il foglio per ridarlo a Simon mi schiarisco la voce e – Quando lo diremo ai fan? – chiedo.

– Stanno già preparando il comunicato, oggi pomeriggio sarà online – dice e – Così presto? – chiede Niall.

– E' inutile tenerlo nascosto – ribatte.

Niall annuisce e abbassa lo sguardo teneramente – Speravo ci ripensasse – sussurra ma lo sentiamo benissimo tutti e Zayn lo guarda dispiaciuto.

Non so come comportarmi, cosa dobbiamo fare adesso? Uscire da qui come se niente fosse?

Ci alziamo e salutiamo Simon con una stretta di mano, per oggi non ho voglia nemmeno di una pacca sulla spalla.

Zayn si guarda intorno senza sapere cosa fare, mentre Louis cammina al mio fianco seguito da Niall e Harry.
Entriamo in ascensore tutti e cinque, non parliamo fino a quando un singhiozzo ci fa voltare tutti.

– Mi mancherà vederti tutti i giorni – dice Niall abbracciando Zayn.

Il moro ha gli occhi lucidi e – Non fare così Nì, ti prometto che ti chiamerò più volte al giorno e continuerò a dirti di mangiare poco – cerca di farlo ridere ma a me si stringe il cuore.

Quando le porte si aprono c'è la mamma di Zayn a parlare con le nostre guardie del corpo, mi saluta dolcemente e io ricambio educatamente ma non riesco a rispondere al – Ci vediamo presto – di Zayn quando va via.

– Lee? – mi richiama Harry.

Mi giro e – Possiamo dormire da te stasera? – chiede.

Annuisco – Certo che potete – sorrido.

Ci accordiamo per ritrovarci tra un'ora a casa mia, il tempo di lasciarli prendere tutto nelle loro rispettive case.
Faccio un cenno a Paddy e ci dirigiamo verso l'auto.

– Come stai? – mi chiede entrando.

– Bene – rispondo con tono piatto.

Guardo Londra passarmi davanti e ripenso che fino a cinque anni fa in questa città ci venivo raramente, ripenso a quanta strada abbiamo fatto, ripenso ai sacrifici e ora mi sembra di star affrontando qualcosa di insormontabile.

Prendo il telefono e guardo qualcosa su twitter, c'è una calma apparente ma so che tra qualche ora ci sarà il fini mondo.
Avrei bisogno sul serio di parlare con qualcuno, vorrei voler parlare con Sophia ma mi rendo conto che voglio parlare con qualcuno che potrebbe capire le mie sensazioni, con una fan.
Vorrei scrivere a Liz, non sa niente ancora ma potrei anticipare qualcosa e chiederle di non dire niente per il momento.

Non la conosco abbastanza da poter essere certo che non dirà niente prima del tempo, ma il mio cuore e la mia stupida mente mi spingono a buttarmi tra le sue braccia e non riesco a spiegarmi il perché.

Le scrivo uno stupido “Ciao” e poi infilo il telefono in tasca.

Quando arriviamo a casa – Puoi stare nel tuo appartamento, se ho bisogno ti chiamo – dico a Paddy mentre lui mi lascia una pacca sulle spalle e si dirige nell'appartamento accanto.

Mi chiudo la porta alle spalle e mi godo qualche minuto di silenzio.

Vado in camera e lancio la maglia sul letto prendendone una pulita, accendo il pc e mi collego su Twitter, cerco di dare un'occhiata a qualche messaggio, rispondo a qualche fan e altri messaggi di spam li cancello.

Ogni volta è una lotta continua per trovare il suo contatto ma quando ci riesco noto la risposta.

 

Ciao Lee”

 

Lee. Mi piace che mi chiami così, sembra tutto più intimo.

Digito velocemente la risposta e lascio la conversazione aperta.

 

Oggi è stata una giornata impegnativa, la tua?”

Come mai? Comunque ho guardato qualcosa per la libreria, sai, per il lancio”

 

La sua risposta non tarda ad arrivare e io mi alzo di scatto dalla sedia, il lancio, non abbiamo detto niente di questo oggi.

Prendo il telefono e compongo velocemente il numero di Simon.

– Liam? – mi risponde preoccupato.

– Scusa il disturbo ma ho dimenticato di chiederti cosa ne sarà del lancio dell'autobiografia ora – chiedo.

– Non credo ci sarà nessun lancio – dice con il solito tono che non ammette repliche ma io ci provo lo stesso.

– Ma possiamo farlo comunque, ci saremo noi – dico.

– No Liam, non hai capito, pubblicare quell'autobiografia ora sarebbe uno sbaglio, pubblicheremo più avanti durante l'anno un libro che conterrà anche le vostre sensazioni su Zayn, ma ora non mi sembra opportuno, stiamo per contattare la proprietaria della libreria a Dublino – dice.

Mi passo una mano sul viso e – Ok, certo, scusa ancora – dico prima di attaccare.

Mi risiedo alla scrivania – E ora? – dico – Cose devo dire a Liz? – .

Cerco di formulare mentalmente una frase adatta ma non mi viene in mente niente, mi trovo a cancellare dieci volte la stessa cosa.

Ok, ehm... devo dirti una cosa” invio.

Che succede? Devo preoccuparmi?” risponde.

Non so come dirtelo, mi dispiace sul serio” sembro un idiota. Che mi succede?

Aspetto una risposta ma dopo venti minuti sono ancora fermo lì, a controllare ogni cinque secondi la conversazione, starà ricevendo la chiamata evidentemente.

 

Elisabeth's POV

 

Quando il cellulare squilla un po' mi aspetto che sia qualcosa di poco piacevole.

– Salve, parlo con la signorina Elisabeth Murphy? – chiede una donna in tono formale.

– Si, sono io – rispondo.

– Chiamo per conto della Modest!Management, le era stato proposto un contratto per il lancio dell'autobiografia ufficiale dei One Direction – dice e io – Si – rispondo per farle sapere che sto ascoltando.

– Mi dispiace doverle comunicare che dovrà essere tutto annullato, il lancio del libro è stato cancellato– dice senza scomporsi.

Il mondo mi crolla addosso in pochi secondi, chiudo di scatto il giornale dell'IKEA e – Come scusi? Ma com'è possibile? – chiedo.

– Mi dispiace ma non posso dare altre informazioni, le verrà recapitato un fascicolo che dovrà rispedire o portare personalmente in sede – dice ma io non la sto ascoltando più.

Ecco perché Liam e Zayn sembravano così strani. Guardo il computer e il messaggio di Liam è lì a prendersi gioco di me.
Voleva dirmelo lui? 

Chiudo la chiamata salutando educatamente e cerco di non sprofondare.

Mi alzo e cammino avanti e indietro per la stanza – E ora? – dico – Che cosa faccio? –.

Mi risiedo al tavolo del salotto e scrivo a Liam l'unica cosa che vorrei veramente.

Vorrei tu fossi qui adesso” invio.

Non ci mette molto a rispondere, come se stesse aspettando un mio messaggio.

Oh babe, vorrei poterti abbracciare, mi dispiace sul serio”

Quel babe scritto lì mi fa tremare il cuore, amo quando chiama le fan così, amo questo suo essere così legato a noi e so che è dispiaciuto sul serio per questo, ma non riesco a capire cosa li ha portati a decidere di non pubblicare più l'autobiografia.

Lo dici a me? Mi è caduto il mondo addosso ma come mai questa decisione?” scrivo.

Questa volta i minuti che passano sono un po' di più, sono quasi le cinque del pomeriggio e quando il mio telefono vibra mi aspetto sia una notifica piacevole e invece mi rimanda ad un post su Facebook della pagina ufficiale dei ragazzi.

Rimango pietrificata leggendo le prime righe e il mio cuore per poco esplode nel petto.

– E' uno scherzo? – dico tremante.

Arrivo alla fine del post che ho gli occhi lucidi e la mente offuscata, non mi sarei mai aspettata una cosa simile.
Non so cosa pensare e non oso immaginare Liam, Harry, Niall e Louis in questo momento.

Mi ritrovo a sperare in una chiamata anonima per urlare contro Zayn, ma mi rendo conto che gli augurerei solo tutto il bene del mondo.

Mi affretto a scrivere a Liam.

Liam...” scrivo soltanto.

Perché cosa potrei dirgli? La mia home di Twitter è sotto shock, come lo sono io.

Nessuno si aspettava qualcosa del genere. Mi viene da piangere e non riesco a trattenermi quando la voce di Zayn risuona nella stanza.

Afferro il telefono e regolarizzando il respiro – Ciao mamma – dico.

– Ciao tesoro, tutto bene? – chiede.

E io vorrei dirgli sul serio tutto ma è una cosa che non capirebbe.
Le racconto la mia giornata e le dico che ci sono degli imprevisti e quindi possono anche stare tranquilli a casa.

– Ma cos'è questa voce? – chiede.

Non riesco a trattenermi più del dovuto e gli occhi si riempiono di lacrime, con la voce tremante racconto tutto e – L'importante è che sta bene dai – cerca di consolarmi.

– Si, lo so ma non me l'aspettavo – dico.

Restiamo al telefono per altri dieci minuti e mi tranquillizzo un pochino, anche se appena chiudo le cose tornano esattamente come prima.

Non riesco a crederci, non è possibile. Vedo se Liam mi ha risposto e con mia sorpresa l'ha fatto, chissà quanti messaggi starà ricevendo eppure si prende la briga di rispondere proprio a me.

Servirebbe anche a me un abbraccio sai?” c'è scritto.

E il mio cuore se possibile si frantuma in tanti piccoli pezzi.

Oh Lee... se potessi ti stringerei forte” scrivo, sono indecisa se inviarlo o meno, ma non può vedermi in fondo, la distanza mi rende meno timida, così decido di inviarlo.

Non riesco a guardare tutte le foto dei ragazzi, come sarà adesso senza Zayn? Se non si sentiva a suo agio ha fatto bene a lasciare ma ci mancherà tantissimo.

Mi alzo per andare in cucina e controllo se nel freezer c'è una vaschetta di gelato, la prendo e come uno zombie mi trascino sul divano, accendendo la televisione, oggi ne ho proprio bisogno.

Evito i canali di musica e i notiziari perché sentire da loro che Zayn ha lasciato la band lo fa sembrare ancora più vero.

Anche se è così voglio prendermi qualche ora per pensare che sia uno scherzo.

Il cellulare vibra e mi avverte dell'arrivo di messaggio da un numero sconosciuto.

Credo sia più facile per me parlarti così, sono Liam” dice il primo messaggio.

Comunque se potessi mi lascerei stringere” recita l'altro.

Un battito più forte degli altri in petto e un sorriso sincero mi fanno quasi dimenticare quello che è appena successo.

Sono convinta che i ragazzi andranno avanti comunque, anche se la voce di Zayn mancherà sempre so che saranno capaci di continuare a cavalcare l'onda del successo per molto tempo ancora.

Mentre registro il numero mi meraviglio del suo essersi fidato di me, non dovrebbe stare attento in queste cose? Faccio una smorfia e – Se non se ne preoccupa lui – dico.

Di sicuro non dirò a nessuno di avere il suo numero e non lo darò a nessuno ma non posso evitare di scrivergli “Grazie di esserti fidato a lasciarmi il numero, non lo darò a nessuno promesso”.

Quello che mi risponde qualche secondo più tardi mi lascia confusa.

Ne sono certo, ma non preoccuparti, non sono irresponsabile”.

Non l'ho pensato” scrivo anche se in realtà un po' l'ho fatto.

Non credo tu lascerai che altre persone mi scrivano, questo numero è nuovo, lo userei comunque solo per te quindi se non vuoi dividermi con nessuno ti conviene non darlo ad altre persone ;)”

Per poco non sputo a terra il gelato, rischio di strozzarmi e quando finalmente riesco a riprendere fiato rileggo il messaggio.

Cosa si dovrebbe rispondere ad una cosa del genere? Non mi sembra nemmeno da lui, perché dovrebbe dirmi una cosa simile? E Sophia?

Quando il telefono vibra di nuovo mi affretto a leggere il messaggio.

Dio, non ascoltare Louis, scusa per il messaggio, cioè è la verità ma scusa comunque”

Ecco questo è più da Liam, ma il fatto che il messaggio precedente l'abbia scritto Louis non cambia che sia vero e non cambia la sensazione nel mio petto.

Credo che oggi sia una giornata piena di emozioni” scrivo solo, non posso certo dirgli di aver rischiato un infarto e di essermi quasi strozzata.

Rifletto sul fatto che se Louis ha scritto il messaggio, vuol dire che sono insieme così “Sono contenta che siete insieme adesso, ne avete bisogno” scrivo.

Qualche secondo dopo la risposta mi riscalda il cuore.

Si, siamo tutti e quattro insieme, i ragazzi dormono da me”

Mi mordo le labbra al leggere quel quattro ma evidentemente dovrò farci l'abitudine d'ora in avanti, anche se farà sempre un certo effetto, non voglio nemmeno pensare a quando sentirò nuove canzoni senza la voce di Zayn. Cerco di far andare via quel pensiero, ci penserò dopo, ora non reggo una cosa simile. Vorrei poter essere lì con loro, quando ho qualcosa che non va, quando sono triste e ho bisogno di sfogarmi ci sono loro con me e anche adesso avrei bisogno di loro.

C'è posto anche per me?” invio.

In televisione passano una replica di Glee, così mi fermo a guardarlo.

Quando qualche minuto dopo Blaine e Kurt iniziano a cantare “Story of My Life” mi copro il viso.

– Non ci posso credere – dico ma poi è naturale mettermi a cantare. Mi si stringe il cuore al ricordo dei concerti di qualche settimana fa e mi ritengo fortunata di essere riuscita a sentirli dal vivo tutti e cinque insieme.

Quando il telefono vibra mi affretto a prenderlo con il cuore in petto, sembro tanto una quindicenne alle prese con la prima cotta.

Certo, ti scrivo l'indirizzo?”

Alla fine del messaggio una faccina che fa la linguaccia.

Ti stupirai a sapere che so perfettamente dove abiti” scrivo ridendo.

Pagherei oro per vedere la sua faccia in questo momento.

Sospiro e affondo il cucchiaino nell'ultimo pezzetto di gelato, altro che dieta.

 

Liam's POV

 

Louis e Niall si stanno sfidando ad una partita mentre Harry prepara qualcosa da mangiare, nessuno parla di quello che è successo, sono seduto sul divano a mandare messaggi con il numero che Louis mi ha portato qualche ora fa, giustificandosi con “Secondo te puoi mandare messaggi a Sophia e Liz con lo stesso numero? Piccolo Liam, sei nuovo in questo campo”.

Scuoto la testa e non voglio nemmeno sapere cosa ne sa lui di queste cose.

– Liam – mi chiama Harry e mi alzo controvoglia, sto aspettando una risposta.

– Che c'è? – dico entrando in cucina mentre il viso di Harry è rigato dalle lacrime.
Mi faccio avanti ma lui mi blocca – E' la cipolla – dice ma so perfettamente che non è vero.

– Devi solo dirmi dove hai l'olio, non lo trovo – dice asciugandosi gli occhi con la manica della maglia.

Prendo la bottiglia nella credenza e gli lascio una carezza sulla guancia, non dico niente, torno in salotto e – Louis, credo che Harry abbia bisogno di te – dico.

Louis mi guarda preoccupato e si alza. E' sempre così, riescono a capirsi e Louis riesce a calmarlo, come Zayn faceva con me.

Niall mi passa il joystick e mi invita a continuare la partita. Gli sorrido debolmente e mi siedo accanto a lui. Poggia la testa sulla mia spalla e alla fine giochiamo tanto per fare.

– Credi che riusciremo a continuare? – chiede mentre sono nella sua area di rigore.

– Anche se ci fosse una sola persona a seguirci, continueremo a fare quello che facciamo – dico e mi rendo conto che domani sarà peggio di oggi. Non ho il coraggio di aprire twitter e leggere i commenti, ma so che tutti si aspettano qualcosa da noi.

Il telefono mi vibra in tasca e quando leggo il messaggio sorrido.

Ti stupirai a sapere che so perfettamente dove abiti” c'è scritto.

– Che succede? – chiede Niall.

Sorrido e gli faccio leggere il messaggio.

– Bé è una fan no? Sanno tutto! Le hai chiesto come sta? – mi chiede e io nego con la testa.

– Dovresti, ci starà male anche lei – dice e mi rendo conto che ha ragione.

 

Non mi stupisce in realtà! Comunque, tu come stai? Hai sentito Zayn?” invio.

E non so perché le chiedo se ha sentito Zayn, forse perché sento una fitta allo stomaco a pensare che possano tenersi in contatto senza che io sappia niente.

– Sophia ti ha scritto? – chiede Niall.

Annuisco e – Si, anche Andy mi ha scritto prima – dico e non voglio soffermarmi su questa cosa, non voglio perché significa rendermi conto di essere una persona brutta.

– Dovresti lasciarla Liam – mi dice sincero.

– E se poi questa cosa di Liz è tutta nella mia mente? – chiedo.

– Non credo, ma anche se dovesse essere solo nella tua testa, c'è lo stesso, non è giusto illuderla, non sei così e lo sai, prima che tutto questo vada avanti parlale! – mi consiglia e so che ha ragione.

Annuisco, dovrò trovare il coraggio di dirle che non sento più quello che sentivo prima.

Dopo Danielle pensavo di aver trovato l'amore della mia vita, non sono mai stato uno che sta con tante persone, ho sempre voluto conservare l'amore per qualcuno di importante, ma adesso mi chiedo se quello che ho passato fin'ora è stato amore o altro.

Niall sembra leggermi in testa e – L'amore non lo puoi spiegare Liam, viene e basta, come la felicità, bisogna avere il coraggio di fare le scelte giuste per se stessi – e so che non si sta riferendo solo a me, so che sta parlando di Zayn e mi convinco ancora di più di quanto Niall abbia un cuore enorme e una forza come pochi.

Forse Louis aveva torto su di lui, forse è Niall che dovrà supportare me.

Lo abbraccio di slancio e – Grazie Nì – dico.

Sorride e – Però non provare a lasciarmi anche tu – dice e io scuoto la testa.

Non lo farò. Nella mia testa inizio a formulare quello che vorrei dire alle fan, per ora mi limito a pubblicare su Instagram un video per calmare la situazione.

– Quanto sei scemo! – dice Niall al mio fianco dandomi una gomitata.

Poco dopo Louis ci richiama e – Liam, potrei aver bruciato la tua padella – dice.

Alzo gli occhi al cielo e – Loueh! – urlo alzandomi seguito da Niall e lascio il telefono sul tavolo.

Louis scoppia a ridere e si nasconde dietro il corpo alto di Harry.

Scuoto la testa e vedo una delle mie padelle nella pattumiera e il fumo a riempire la stanza – Ho provato a fermarlo... – si scusa Harry ma alla fine scoppio a ridere.

– Grazie di essere nella mia vita – dico spontaneamente.

E il sorriso sincero e grato sulle loro labbra basta per andare avanti.


_______________________________________________________________
nda.
Buonasera a tutti/e.
Come state? Eccomi qui con un nuovo capitolo, ho appena finito di scriverlo e spero non ci siano errori.
Devo dirvi che è stato un bel colpo scrivere questo capitolo, la parte iniziale mi ha distrutta emotivamente, 
ho cercato di scrivere quello che secondo me potrebbe essere successo, ovviamente non so se Zayn ha realmente pagato, è frutto della mia fantasia!! Per il babe nei messaggi, l'ho lasciato in inglese perché amo quando Liam chiama così le fan *-*
Spero vi sia piaciuto comunque, fatemi sapere!
Vi voglio ringraziare per tutti i complimenti che mi state facendo per questa storia, grazie grazie.. grazie.
Vi ricordo che potete commentare su twitter con #TMBFlower e potete mettere un mi piace alla pagina Facebook!
Un abbraccio.
Con amore,
Serena.

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Capitolo 9
*** Chapter VIII ***




.Chapter VIII.


La vita è come un’eco:
se non ti piace quello che ti rimanda,
devi cambiare il messaggio che invii.
(James Joyce)

 

 

 

Cammino velocemente verso la libreria, sono in ritardo di mezz'ora.

Questa notte ho dormito pochissimo, ho fatto una doccia fredda per cercare di svegliarmi ma ne ho ricavato solo dei capelli bagnati e dei minuti in più di ritardo, direi che la giornata è iniziata nel peggiore dei modi.

Quando arrivo Connor è seduto a gambe incrociate davanti alla saracinesca, ha gli occhiali da sole e sfoglia allegramente una rivista.

– Ciao – dico appena entro nel suo campo visivo.

Mi rivolge un'occhiata e un sorriso gentile, poi – Nottata in bianco? – chiede.

Mugolo qualcosa di indefinito e apro la porta lasciandolo passare.

Le cose stanno piano piano rotolando via, mi guardo intorno e vedo i sacrifici e i risparmi di una vita, sia dei miei genitori che miei, scivolare via dalle mani.

Cos'altro potrei fare se non gestire questa libreria?

Non mi vedo a fare altro nella vita.

Passo attraverso gli scaffali e chiudo gli occhi, nella tasca dei jeans il disegno di Zayn sembra pesare più di un sasso.

Non sono pronta a lasciare questo posto, a lasciare Dublino e tornare a casa. Per fare cosa poi?

– Liz? – sento la voce di Connor richiamarmi.

Apro gli occhi e lo guardo accennando un sorriso, sembra capire un po' il mio stato d'animo, soprattutto dopo la chiamata di ieri sera a notte fonda per spiegargli la situazione.

– Cosa succederà adesso? – chiede mentre ci dirigiamo verso il bancone.

Tiro indietro la sedia e – Non lo so, non voglio pensare di dover chiudere tutto questo – dico portando una mano sul mio viso.

Una cliente entra e chiede aiuto per un regalo, così mando Connor da lei.

Tiro fuori il cellulare e digito un “Come stai?” veloce prima di inviarlo a Liam.

Se sta anche solo un po' come immagino vuol dire che ha passato la notte in bianco.

Il cellulare vibra, mi immagino di trovare un messaggio e invece continua a vibrare annunciando una chiamata in arrivo.

Il cuore inizia a tremare e – Zay – chiedo alzandomi e salendo velocemente le scale per avere un po' di privacy.

Sento un sospiro, poi – Liz – dice.

Non riesco a reggere la sua voce strascicata oggi, così mi siedo sulla piccola poltrona e – Dimmi che non è vero – dico, anche se so perfettamente che è così.

Un altro sospiro, poi silenzio. Lo sento respirare e non so cosa dire, non vorrei dire qualcosa di sbagliato e ferirlo, vorrei non essere così legata a loro come fan per poter essere obiettiva, invece l'unica cosa che riesco a dire è – Sarà strano seguire i ragazzi senza di te – .

E' quello che penso, sono sicura che andranno avanti alla grande ma Zayn mancherà sempre.

– Possono farcela – dice solo.

– Lo so – dico sincera e in cambio ricevo solo un lamento di approvazione.

Restiamo in silenzio ancora un po', posso sentire Connor che batte lo scontrino in cassa, sento i campanellini sulla porta ma dall'altra parte del telefono solo silenzio.

– Mi dispiace – dice qualche minuto dopo – Per il lancio, era importante per te – aggiunge.

Mi mordo il labbro, questo è un argomento delicato oggi, così – Dovrò trovarmi un altro lavoro – dico un po' piccata.

Sospira, penso che sto iniziando ad odiare quando lo fa.

– Va così male? – chiede, ma senza darmi una risposta aggiunge – Ecco, volevo chiederti se potevo in un certo senso nascondermi lì, nessuno verrebbe a cercarmi, potrei darti una mano, economicamente dico – .

Il mio cervello registra lentamente quell'informazione.

– Se vuoi venire qui puoi farlo, ma fidati, ti cercherebbero anche al polo sud, dovresti rimanere confinato in casa o in albergo per evitare foto o scandali e per la libreria, non posso accettare Zayn - dico seriamente.

Mi farebbe certamente comodo, ma non posso. Quando ho iniziato questo viaggio mi sono ripromessa di mandarlo avanti con tutte le mie forze e purtroppo, o per fortuna, a seconda dei punti di vista, sono una persona di parola.

– In realtà, potrei essere al piano di sotto – dice.

Riesco a sentire il – Buongiorno – di Connor e mi precipito giù. Indossa una maglia larga a coprirgli i tatuaggi, un cappuccio in testa e degli occhiali da sole, ma potrei riconoscerlo in mezzo a cento.

Stacco il telefono dall'orecchio e chiudo la chiamata. Non mi muovo dalle scale e lui non fa un passo avanti.

– Con, puoi andare a casa! – dico seria e – Cosa? – risponde incerto.

– Puoi prenderti un giorno di riposo – dico ancora e lo guardo in modo che lui non possa replicare.

Infatti poco dopo annuisce, lancia un'occhiata a Zayn senza riconoscerlo e dopo aver recuperato la giacca e gli occhiali da sole sparisce dalla nostra vista.

Mi avvicino alla porta, non ho fatto in tempo nemmeno a tirare fuori i libri quindi mi limito a chiuderla e girare la chiave.

– Ciao – dico con il cuore in gola. Fa per togliersi il cappuccio ma gli faccio cenno di no.

– Andiamo di sopra, potrebbero vederti dal vetro – dico seria.

Annuisce e mi segue di sopra, ringrazio mentalmente di aver avuto l'idea di fare questo piccolo stanzino, sposto una pila di libri e – Puoi sederti lì – dico indicando una poltrona a dondolo dove lui appoggia uno zaino.

Non c'è molto qui sopra, un tavolo con alcuni dei miei quaderni, una lampada e delle penne.

I libri che nel tempo ho consumato, un piccolo mobile con qualcosa da mangiare e la parete ricoperta di citazioni.

C'è una piccola finestra che fa filtrare la luce, mi avvicino e tiro la piccola tenda bianca.

Rimango bloccata quando sento due braccia circondarmi la vita e trascinarmi indietro. Mi scontro con il petto di Zayn e chiudo gli occhi quando sento le sue labbra sulla mia guancia.

– Non essere arrabbiata con me, ti prego – dice calmo.

Tengo gli occhi chiusi e nego con la testa – Se è questo che ti rende felice non sono arrabbiata con te – dico sincera e lui annuisce.

Non ho il coraggio di allontanarmi, almeno fino a quando il mio cellulare ci riporta alla realtà.

Si scosta e si siede, posso ammirarlo senza occhiali e senza cappello, si sfila la felpa e mi affretto a recuperare il telefono per smettere di fissarlo.

– Oddio – dico mentre il numero di Liam lampeggia sullo schermo.

– Che succede? – chiede Zayn portando il busto in avanti e poggiando i gomiti sulle sue gambe.

Cosa faccio adesso? Perché mi trovo in questa situazione? E soprattutto perché non voglio dire a Liam che Zayn è qui e non voglio che Zayn sappia che è Liam al telefono?

Ma ho bisogno di sapere cosa fare, lascio che il telefono squilli e – E' Liam – balbetto senza guardarlo.

Sento un respiro più profondo degli altri, poi – Perché non rispondi allora? – chiede.

– Cosa devo dirgli? – rispondo voltandomi.

Mi fa cenno di rispondere intanto, così – Ehi – dico nervosa.

– Liz, scusa se ti disturbo, sono un disastro, sei a lavoro? – chiede velocemente e non posso evitare una risata.

– Stai tranquillo Liam, sono in libreria ma ho avuto un imprevisto e ho chiuso prima! – dico e non è una bugia questa.

Zayn si alza, la maglia bianca gli fascia perfettamente il corpo, si avvicina e si appoggia al piccolo tavolo, proprio di fronte a me.

Passa una mano tra i capelli e sposta il ciuffo indietro, rimango ipnotizzata dai suoi movimenti e sono costretta a – Come scusa? – dire a Liam.

– Va tutto bene? Ti ho chiesto solo come stavi – dice e sembra pensieroso.

– Si, sto bene, diciamo così. E tu? Sei riuscito a dormire? – chiedo lanciando un'occhiataccia a Zayn.

Si morde il labbro inferiore e distoglie lo sguardo quando – No – risponde Liam sospirando.

– Hai sentito Zayn? – mi chiede con un tono quasi di scuse, sembra a disagio nel chiedermelo e io fisso subito il diretto interessato.

Posso leggere sul suo viso il desiderio di parlare con Liam e io non voglio mentirli, così – Ehm, in realtà è lui l'imprevisto per cui ho chiuso la libreria – confesso mentre Zayn mi guarda spalancando gli occhi.

– Cos'è successo? – chiede e sento distintamente qualcosa cadere e il suo – Ahi – detto a denti stretti.

– Tutto ok? – chiedo preoccupata e – Si, tutto ok – risponde lui.

– Ti sei bruciato con il bollitore? – la voce di Zayn arriva come un fulmine sia nella mia mente che in quella di Liam, ne sono certa perché – Cosa... Zayn... che diavolo, che ci fai lì? – sembra incredulo e... triste.

Perché è triste? Zayn mi prende il telefono dalle mani e – Sei sempre il solito Lee, quando lo capirai che quell'affare devi cambiarlo? – dice portandoselo all'orecchio.

Non riesco a sentire cosa dice Liam perché Zayn, furbo, abbassa il volume, e sbuffo quando mi fa l'occhiolino e – Non lo so – dice.

Non lo so cosa? Cerco di avvicinarmi a lui senza oltrepassare un certo spazio, non mi sento pronta a questo tipo di contatto, ma evidentemente lui non è d'accordo perché mi tira verso di lui, mi circonda la vita con un braccio e resto immobile a godermi quel calore, chi sono io per dire no a Zayn?

– Louis è ancora arrabbiato? – chiede, poi annuisce e – Lo so Liam, so che andrà tutto bene – ripete.

Mi mordo un labbro e spero veramente che sarà così.

Accenna un sorriso e – Anche tu mi manchi Leeyum – dice teneramente e mi sento quasi fuori posto per aver ascoltato un momento tanto prezioso tra loro due.

Mi distacco un po' e abbasso la testa arrossendo quando – Non ti preoccupare, credo abbia occhi solo per te – dice.

Non si sta riferendo a me, vero? Lo guardo attentamente e mi sembra così surreale averlo a pochi passi, sorride ed è ancora più bello del solito, ma se si stava riferendo a me, forse ha ragione, ho occhi solo per Liam e odio questa cosa.

La odio perché quando prendi una cotta per un personaggio famoso poi non riesci a guardare più nessuno, continuerai sempre a fare paragoni, gli altri ragazzi non saranno mai belli, dolci, generosi e gentili quanto lo è Liam per me e perché accontentarsi quando si può avere il meglio?

– Si, te la passo – dice solo e non posso evitare di dire – Non vi salutate nemmeno? –.

Zayn sembra rifletterci su – Scusa, sono abituato a vederti quasi sempre – si scusa al telefono e a me si stringe il cuore, forse facevo meglio a rimanere in silenzio.

Quando prendo il telefono dalle sue mani mi chiede silenziosamente dov'è il bagno, così gli faccio cenno di scendere giù mentre – Lee? – chiedo.

– Ehi – dice piano, posso sentire il suo tono più distaccato e questa volta è il mio turno di sospirare.

Zayn è ormai al piano di sotto, così – Non sapevo niente Liam, te lo giuro – mi giustifico.

Non so perché lo sto facendo, ma a volte si fanno cose stupide di fronte alla persone che ti piace.

– Non devi darmi spiegazioni, conosco Zayn, come minimo si sarà presentato lì senza avvisare – dice e io sorrido.

– E' andata proprio così – confermo e posso sentire l'aria distendersi tra di noi nonostante la distanza.

– Resta lì per qualche giorno? – chiede.

– Non lo so in realtà, non ne abbiamo ancora parlato, ti... ti posso far sapere – dico, cercando di non sembrare troppo disperata nel voler trovare una scusa per sentirlo.

– Certo, se ti va si, io oggi sono impegnato con i ragazzi, sai abbiamo un po' di riunioni da fare, ma appena ho un minuto libero posso risponderti tranquillamente – dice aumentando la velocità nel parlare.

Mi lascio sfuggire una risata, ormai ho capito che quando è ansioso o euforico per qualcosa parla più velocemente del normale. Gli dico che gli scriverò, sembra non voglia chiudere la chiamata e io resterei a sentire la sua voce per ore e ore, ma i suoi impegni chiamano così mi ritrovo con il cellulare tra le mani, a sorridere ripensando al suono della sua voce.

– Sveglia bella addormentata – la mano di Zayn mi riporta alla realtà, mi giro verso di lui e nel giro di pochi minuti mi ritrovo a stringere tra le mani la stoffa della sua maglia mentre mi dondolo tra le sue braccia.

– Perché? Tu hai idea di quanto ci mancherà vederti, ascoltarti? Non mi far pensare ad un nuovo album senza di te – dico cercando di mantenere le lacrime e i singhiozzi dentro.

Fa per rispondere ma – No – lo interrompo – Devo sfogarmi, tu puoi fare solo si con la testa – dico e la vibrazione del suo corpo, causata dalla risata fa tremare anche me.

– Smettila di ridere – dico tirando piano un pugno sul suo petto.

– Scusa – dice mordendosi il labbro inferiore, lo guardo negli occhi e tiro un altro pugno nella parte opposta al precedente.

– Ripensaci – dico aumentando piano piano la velocità.

– Non significhiamo niente noi? – sussurro e lui mi blocca i polsi tenendomi ferma e obbligandomi a guardarlo.

– Non dire mai più una cosa simile ok? Se sono andato avanti per tutto questo tempo è stato per voi, non volevo deludere nessuno Liz, credimi ma non potevo proprio fare questo a me stesso – dice e sembra terribilmente serio.

Annuisco, lo capisco, capisco che fare qualcosa contro voglia non è producente ma – Sembrava andare tutto bene – dico.

Lui chiude gli occhi e – Non sempre tutto in questo mondo è come appare a voi, è facile per la gente giudicare dicendo che siamo dei privilegiati, che non facciamo un lavoro stancante, ma queste persone non sanno di cosa stanno parlando – dice passandosi poi una mano tra i capelli e respirando piano.

– Lo so Zay, solo che sarà diverso senza di te, ma devi fare quello che ti fa stare bene – dico sorridendogli.

Ricambia e – In questi giorni mi sono arrivati messaggi raccapriccianti, io capisco che fare il cantante non è come fare l'operaio in una fabbrica, non sono idiota, ma c'è uno stress diverso, restare sempre concentrati, muoversi da un paese all'altro a qualsiasi ora a distanza anche di due o tre giorni, non siamo macchine, perché la gente questo non lo vede? – continua e posso vedere sul suo viso i segni dello sfinimento, più mentale che fisico.

Mi avvicino a lui e gli accarezzo dolcemente una guancia – Ehi, le persone che vi amano lo capiscono e arriva un certo punto nella vita in cui bisogna pensare a se stessi per non cadere nel baratro – dico sincera.

Lui annuisce, faccio per ritirare la mano ma la trattiene ferma.

– Era da tanto che ci stavo pensando, i manager lo sapevano, ho cercato di tirare avanti il più possibile, voglio solo avere una vita più normale, so che non sarò mai come un qualunque ragazzo della mia età ma a me basta solo restare a casa per più di tre giorni di seguito, riuscire a vedere mia sorella il giorno del suo compleanno e forse sembra stupido per tutti ma è importante per me – ammette e non credo di averlo mai sentito parlare così tanto.

Il suo discorso non fa una piega, dal punto di vista di un fan può sembrare inconcepibile ma alcune volte bisogna cercare di capire e di ricordare che sono esseri umani proprio come noi.

– Questa libreria è il tuo sogno, cantare e fare musica sono stati il mio, quando arrivi ad un certo punto in questo campo il tuo stesso sogno può iniziare anche a distruggerti, non volevo questo per me, non potevo fare questo alla musica, significa tutto per me e stavo iniziando ad odiarla – confessa e vorrei potessero ascoltare tutti le sue parole, così che tutti riuscissero a vederci chiaro in questa situazione.

– Perché non dici questo a tutti? – chiedo.

Accenna un sorriso sarcastico e – Un'altra cosa che succede quando fai musica ai livelli dei One Direction è che non puoi decidere quasi niente, le persone che non rispettano le regole o quelle troppo deboli per questo lavoro non sono ben viste e io sono sia ribelle che debole, sembra un controsenso ma è così – dice scrollando le spalle.

Nego con la testa e – No, i ribelli sono sempre quelli che nascondono un animo tormentato e debole, i romanzi sono pieni di persone come te – dico facendo una linguaccia.

– Bé voi vi innamorate sempre di quei personaggi lì – dice alzando le sopracciglia.

– Oh si, la maggior parte, io non so perché ma prendo sempre una sbandata per il miglior amico del protagonista – dico e lui scoppia a ridere e – Ogni riferimento è puramente casuale – dice.

– Ovviamente – rispondo sorridendo.

Lasciamo che il suono delle nostre risate riempiano la stanza, poi sospiro e – Lascia che ti aiuti – mi dice guardandomi negli occhi, capisco immediatamente a cosa si riferisce e – Non posso – dico ancora negando con la testa.

– Puoi invece, voglio farlo, mi sono stranamente legato a questo posto è un po' il punto da cui ripartire, non starò qui tanto ma lascia che ti aiuti a renderlo come nel disegno – dice stringendo le mani intorno alle mie braccia.

Il suo tocco è delicato ma forte allo stesso tempo, l'idea che resti per un po' qui mi spaventa e mi agita piacevolmente ma non so che rispondere, non posso accettare il suo aiuto.

– Non farti tutti questi problemi, se può farti stare meglio fai finta che i soldi che ti darò sono per il posto che mi offrirai a casa tua, hai un divano vero? – chiede sorridendo sornione.

Lo guardo sconvolta e – Ma ti auto inviti in casa della gente spesso? – chiedo sbattendo le palpebre e cercando di calmare il battito del cuore all'idea di averlo in giro per casa.

– No, di solito no, ma non posso stare in albergo, però se per te è un problema posso trovare un'altra soluzione – dice mortificato.

Fa un passo indietro ma – Ehi, tranquillo, non è una reggia casa mia, è un piccolo monolocale e il mio divano è piccolo ma puoi restare, direi che non è un problema, forse però dovrei andare in camera mia a togliere i poster dalla parete prima di farti entrare – dico velocemente e – Siete fatti per stare insieme proprio – dice e io arrossisco quando colgo il riferimento a Liam.

Balbetto qualcosa di indecifrabile persino a me e lui sorride, mostrando la lingua tra i denti e a me viene da piangere per tutte le volte che ho sognato di vederlo dal vivo.

– Ma, come ci sei arrivato qui? – chiedo riflettendoci.

– In taxi, non sai quante cose si possono fare con un paio di occhiali da sole e una felpa in testa – dice sorridendo.

Scuoto la testa e – Forza, ti ospito ma visto che sei miliardario offri tu la cena!– affermo scendendo le scale e lo sento ridere mentre infila di nuovo la felpa e mi raggiunge al piano di sotto.

Recupera dalla mia tasca il foglio del suo disegno e – Mh, te lo porti dietro? – mi dice sorridendo.

Sembra un bambino mentre apre il foglio e cerca di confrontarlo con la libreria.

Si guarda intorno e fa qualche smorfia strana con la bocca, è dannatamente bello quando è concentrato e devo cercare di ricordarmi mentalmente come si respira.

– Ok, possiamo guardare a casa se troviamo qualcosa online – dice spensierato, ma il mio cervello si è fermato a quel “a casa” perché suona tutto così dannatamente strano?

Com'è possibile passare dall'essere una persona insignificante ad avere Zayn sotto lo stesso tetto?

Se questo è tutto uno scherzo che qualcuno me lo dica prima che il mio cuore si faccia male seriamente.

– Va bene – rispondo.

Mi sorride come se avesse avvertito la mia ansia, poi mi segue mentre chiudo attentamente il negozio.

Cerco di sbrigarmi a prendere l'autobus e prego che sia il meno affollato possibile e che nessuno lo riconosca.

Mi giro di scatto e lui si ferma spaventandosi, gli tiro più giù il cappuccio della felpa e insieme saliamo sul mezzo.

Mi sembra che tutte le persone ci guardino, riesco a diventare paranoica per ogni cosa e sono talmente spaventata che Zayn mi afferra per la vita e affonda il viso tra i miei capelli.

– Forse così riesci a stare calma – si giustifica e prego che non riesca a sentire il mio cuore battere, perché di calmo qui non c'è proprio niente.

Rimaniamo così per il resto del viaggio, quando siamo in prossimità della mia fermata l'autobus è quasi vuoto, così afferro la sua mano, lo trascino fuori e inizio a correre fino a raggiungere il portico di casa.

– Avvertimi prima di iniziare una maratona – dice seguendomi nel palazzo.

Gli faccio la linguaccia e insieme saliamo nel mio appartamento – L'ascensore non funziona? – chiede indicandomi l'ammasso di ferraglia accanto a noi.

– Ma tu non dovresti essere allenato? – dico e lui fa spallucce.

Quando apro la porta di casa lo guardo e – Non ti aspettare chissà cosa – dico e lui mi sorride felice sorpassandomi ed entrando.

Si guarda intorno e io rimango a fissarlo, per fortuna sono riuscita a dare una sistemata ieri, ma mi maledico per aver lasciato i vestiti da stirare ammucchiati sull'asse da stiro.

Mi sorride e io arrossisco – Odio stirare – mi giustifico e lui se possibile si apre in un sorriso ancora più grande e bello.

Lascia lo zaino sul divano e – Immagino questa sarà la mia stanza – dice e io annuisco.

– Dai che ti faccio vedere il resto della casa, non ci vuole molto – rido e gli indico l'angolo cucina, il bagno e sto per dirigermi nella mia stanza quando scuote la testa.

– No, va bene così – dice e io non capisco perché non vuole vederla ma lui sembra convinto, così annuisco e gli faccio vedere il piccolo ripostiglio dove può trovare le lenzuola e i cuscini per dormire.

– Mi piace molto – dice guardandosi intorno.

– E' piccola ma per me è perfetta – dico felice che a lui piaccia.

Sono le dieci del mattino, è presto e non ho idea di cosa poter fare, così prendo qualcosa di fresco dal frigo e mi accorgo di dover fare la spesa.

– Forse dobbiamo comprare qualcosa – dico porgendogli poi un bicchiere di succo – Ho solo questo – mi giustifico.

Lui lo afferra tranquillo mentre si siede sul divano e – Va benissimo – dice.

Mi siedo un po' imbarazzata accanto a lui e mentalmente mi ripeto di essere sveglia, forse dovrei darmi un pizzicotto per accertare tutto.

– Sento il tuo cervello fare rumore da qui, è tutto ok? Se è un problema avermi qui posso risolvere in qualche modo – dice spostando il corpo in avanti e poggiando il bicchiere sul tavolino in vetro.

– No, sul serio non è un problema, devo abituarmi, sono sempre sola qui, cioè in realtà ci sei sempre in qualche modo ma averti qui fisicamente è strano – ammetto grattandomi la nuca imbarazzata.

Lo vedo sorridere compiaciuto, poi si sfila la felpa e – Ti dispiace se faccio una doccia? – chiede come se fosse la cosa più naturale al mondo.

Cerco di prendere un respiro e – S-si, certo – dico – Ti prendo un asciugamano – dico alzandomi di scatto per nascondere il rossore sulle mie guance.

Posso vederlo sorridere, sa che effetto ha sulle persone e vorrei strozzarlo.

Gli do tutto quello di cui ha bisogno così da evitare di trovarmelo davanti gocciolante, non credo di avere un autocontrollo tale da stare al mio posto e nemmeno il pensiero di Liam potrebbe fermarmi in quel caso.

Scuoto la testa quando sento la chiave girare e respiro, a proposito di Liam, forse dovrei dirgli che Zayn rimarrà qui, gli ho detto che l'avrei avvertito.

Recupero il telefono dalla borsa e “Scusa il disturbo Lee, Zayn si ferma qui per qualche giorno” digito e invio.

Ha detto di avere delle riunioni con gli altri per questo rimango sorpresa di vedere un suo messaggio in arrivo.

Rimane lì a Dublino? Come mai?”

Eh, come mai? Bella domanda Liam.

Vuole darmi una mano con la libreria” scrivo e mi sento così in ansia per le sue risposte.

Cammino avanti e indietro e sento la doccia chiudersi, fisso la parete che separa il salotto dal bagno e arrossisco all'idea di avere Zayn Malik, sogno di donne e uomini di tutto il mondo, nudo a pochi passi.

– Oddio – dico alzando gli occhi al cielo e mi butto sul divano senza forze quando “E resta in albergo? Da solo? E' sempre incosciente, è pericoloso!” scrive Liam.

Deglutisco e “No, in realtà lo ospito da me” mi mordo il labbro prima di inviare e prego di non aver combinato un casino, ma si sa, io e i casini ci vogliamo un gran bene.

 

Liam's POV

– Liam? Ci stai ascoltando? – vengo richiamato all'attenzione da Simon e mi affretto a chiedere scusa.

Siamo arrivati finalmente all'ultima riunione ma io non riesco a non pensare all'ultimo messaggio di Liz, nonostante siano passate ore, non le ho risposto, non sapevo cosa dirle, Zayn rimane lì da lei? Sono così stanco che non riesco a pensare lucidamente, forse dovrei lasciar veramente perdere Elisabeth e tenermi stretta la mia vita di adesso, eppure non ci riesco, l'idea che Zayn sia lì con lei mi uccide da dentro, non ha perso tempo ad andare a Dublino, cosa diavolo gli sta succedendo?

Provo a concentrarmi sulla riunione ma proprio il mio cervello non riesce a rimanere connesso con il presente, la mia mente mi gioca brutti scherzi, mi passa davanti diverse scene che non vorrei vedere mai e sono costretto ad alzarmi di scatto per evitare di rompere qualcosa.

– Vado in bagno – dico balbettando e correndo quasi verso la porta in fondo alla stanza.

Mi guardo allo specchio e butto un po' d'acqua sul viso, il cellulare vibra in tasca e ho quasi paura a leggerne il contenuto.

Le piacciono le cartoline e i fiori, va matta per i fiori, forse potresti iniziare a corteggiarla così”.

Rileggo il messaggio e – Maledetto Zayn – dico sorridendo per poi sospirare.

E che corteggiamento sia.

 

 

_______________________________________________________________________

Nda.

Ciao dolcezze, finalmente sono qui con il nuovo capitolo, forse è un po' confusionario ma spero di non aver fatto un vero e proprio disastro, vedere Zayn ieri sera agli Asian Awards mi ha sconvolto ancora di più quindi eccovi il mio sclero post depressione.
I SUOI CAPELLI.

No quelli proprio non te li faccio tagliare nella mia storia, anche se sei sempre bellissimo.

Detto questo... ma quanto è dolce in questa storia? Zayn!Cupido *-*

Quindi su Liam, ora tocca proprio a te e chissà come andrà questa nuova convivenza....

A voi i commenti, come sempre grazie di tutto e se vi va potete contattarmi su twitter (@sere_vr46) anche attraverso l'hashtag #TMBFlower :)

Un abbraccio a tutti,

Serena.

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Capitolo 10
*** Chapter XI ***


 

 
.Chapter IX.



A tutti quelli che si sono innamorati del mio Zayn.
 
 
 
 
Luglio.
La porta di casa viene chiusa con un enorme tonfo e spaventata mi metto seduta sul letto, respiro quando – Scusa – sento dall'altro lato del muro.
Alzo gli occhi al cielo e scendo dal letto, infilo le ciabatte e in pochi secondi mi ritrovo in salotto, le mani sui fianchi – Maledizione Zayn – dico.
– Buongiorno, sono uscito a correre e ho trovato questo giù – dice sorridendo e porgendomi un fiore e una cartolina.
– Ancora? – dico sorpresa prendendoli.
Lui fa cenno di si con la testa e poi scrolla le spalle mentre si priva della parrucca da donna che infila ogni volta per uscire, sembra quasi di abitare con Zayn e con Veronica, il personaggio che interpreta nel video di Best song ever, lui ride ogni volta che lo chiamo così ma in fondo sa che è un po' la verità e si diverte.
Ormai ci siamo abituati a questa strana convivenza dopo venti giorni, non sono riuscita a passare tanto tempo in casa, un po' per paura di disturbarlo, un po' perché ho paura che vada via.
Abbiamo adottato una piccola routine, io lo trucco e gli copro i tatuaggi quando usciamo per fare la spesa e lui mi fa trovare sempre qualcosa di pronto a casa quando torno ma c'è qualcosa che non va.
Non è ancora entrato nella mia stanza, si limita a sistemare tutto il resto, si alza, va a correre e una volta a settimana, quando torna ha in mano una cartolina e un fiore.
Tutto è cominciato due settimane fa, qualche giorno dopo che si è stabilito qui.
La prima cartolina ritrae Londra, l'ho trovata appena tornata a casa da lavoro, accanto a lei una margherita bianca, mi ricordo di essere rimasta affascinata dalla grafia sconosciuta e dalla frase:
 
E stringimi forte, non lasciarmi respirare”
 
Ho riconosciuto subito la frase di Ed Sheeran e ho subito infilato la margherita dallo stelo lungo in un vaso, conoscevo benissimo il suo significato, purezza, bontà e spontaneità. Ho passato giorni a chiedermi di chi fosse, chi fosse a mandare proprio a me quei fiori, quelle parole e quelle cartoline.
La seconda invece, ritrae Glasgow, come per la prima era affiancata da un fiore, un gelsomino bianco, ho ricercato su internet il significato e ne ho tirato fuori che sta a simboleggiare timidezza e affetto. Dietro un'altra citazione di Ed.
 
Le persone si innamorano in modi misteriosi ”
 
In qualche modo questa persona mi conosce bene, conosce il mio stato d'animo e non nego di aver pensato che fosse Zayn ma, dopo aver controllato il timbro di invio mi limito a sospirare. Anche questa volta la città della cartolina e il timbro dell'ufficio da cui è partita hanno lo stesso nome. Manchester.
Mi mordo il labbro inferiore e annuso la camelia rossa, chiudo gli occhi per un attimo e sento lo sguardo di Zayn addosso, poi mi giro e – Come faccio a capire chi è? – dico.
Scrolla le spalle e recupera un cambio pulito – Non lo so, prepari la colazione? – dice cambiando discorso e io annuisco mentre lui sparisce in bagno.
Fisso ancora per un po' la frase dietro, la rileggo ancora e sorrido.
 
Perché se vuoi, ti prenderò tra le mie braccia...”
 
Se solo sapessi il tuo nome, forse te lo lascerei fare.
Scuoto la testa e appoggio le cartoline sul mobile e il fiore accanto agli altri due, ho deciso di farli seccare per riuscire a conservarli meglio.
Mi dirigo in cucina e preparo la colazione per me e Zayn.
Me e Zayn, è strano dire un cosa del genere, eppure mi sembra di averlo avuto in casa da sempre, riusciamo a vivere tranquillamente, siamo molto più simili di quello che immaginavo, quella timidezza che l'ha sempre distinto sembra essere distante anni luce, dissolta nel vento insieme alla me che non parlava nemmeno con il suo compagno di banco.
Forse è vero che è più facile aprirsi con qualcuno che non si conosce realmente alcune volte, per me Zayn era come un migliore amico a distanza, ero abituata comunque a raccontargli la mia giornata e questo sembra essere solo una normale conseguenza eppure mi sento bloccata, non riesco mai a dire tutto quello che vorrei, quando mi ritrovo da sola, che sia a lavoro o nel mio letto prima di dormire, mi chiedo quando mi sveglierò, quando tutto questo finirà, quando le cose peggioreranno.
Siamo riusciti a nasconderlo per tutti questi giorni ma si può vivere una vita intera in questo modo? E' disposto a fare una cosa simile?
I primi giorni mi sono chiesta il perché della sua scelta di venire a Dublino, di auto invitarsi a casa di una persona che aveva visto due volte in vita sua, poi l'ho visto tra le mura di casa.
La sua voglia di vivere una nuova vita, come se fino ad ora fosse incastrato in qualcosa, in un'immagine non del tutto veritiera e mi sono piano piano affezionata anche a questo lato del suo carattere, questo suo essere un po' un nerd, un po' ragazzo della porta accanto e un po' bambino.
Mi sono chiesta e continuo a chiedermi da quanto tempo avesse questa sensazione di dover lasciare tutto, quanto è passato prima che ci accorgessimo del suo stato d'animo?
– Ehi, è tutto ok? – lo sento parlare e sobbalzo risvegliandomi dal mio stato di trance.
– Zayn, devo appenderti un campanellino al collo così so quando ti muovi – dico facendolo ridere, mi ruba la scatola di cereali dalle mani e si siede a tavola.
Mi siedo anche io e mangiamo in silenzio, giro più volte il contenuto nella tazza e qualche minuto dopo sento un colpetto di tosse, alzo lo sguardo e lo fisso in quello del moro.
Ha il viso poggiato su una mano e mi guarda, in attesta di sapere qualcosa ma io mi limito a scrollare le spalle e portare in bocca un cucchiaio di cereali.
– Si può sapere che succede? – chiede – Stavi bene dieci minuti fa – continua.
Nego con la testa, non ho fatto niente è solo che mi sembra così strana questa situazione da non riuscire a viverla pienamente. Non ne ho parlato con lui, non credo di volergli far vedere questo lato da fan disperata, perché ho bisogno che tutto questo sia vero, ne ho bisogno perché non posso tornare ad aspettare una foto dietro un computer dopo averli conosciuti e dopo aver condiviso un appartamento con lui.
Liam non lo sento da quando Zayn si è impossessato del mio divano, mi manca perfino scrivergli il buongiorno ma è come se ci fosse qualcosa che mi impedisce di farlo, sapete quando hai qualcosa che ti blocca, qualcosa che in fondo ti fa anche un po' paura e non riesci a fare quel passo in più? Ecco, mi sento esattamente così, circondata dalla paura di scrivergli ma ancora di più dalla paura di non ricevere indietro una risposta.
Sento il rumore dell'acqua e mi giro a guardare Zayn sciacquare la sua tazza, quando si è alzato? Posso notare la sua espressione tesa e quando si gira a guardarmi, chiudendo l'acqua e asciugandosi le mani, posso vedere anche un briciolo di tristezza.
Continuo a non fiatare e lui sbuffa un paio di volte, si morde il labbro e poi poggia le mani sullo schienale della sedia dove poco prima era seduto, lasciando che le vene delle sue braccia si mettano in evidenza.
– Cosa? – chiedo guardando i suoi occhi.
Sembra trattenersi dal dirmi qualcosa poi – So di non essere nessuno, ma se c'è qualcosa puoi parlare con me ok? – dice mantenendo un tono calmo e distogliendo lo sguardo.
Pensa di non essere qualcuno di importante?
– Tu sei qualcuno, perché dici così? – chiedo alzandomi e avvicinandomi a lui, con la mano giro il suo viso riportando la sua attenzione su di me.
– Perché te ne stai lì con qualcosa che ti preoccupa e non me lo dici! Questi giorni sei stata a casa il meno possibile lo sai? Te l'ho detto mille volte, posso andare via, sono venuto qui perché... non so nemmeno io perché ad essere sincero ma se non mi vuoi devi dirmelo e vado via e puoi tornare alla tua vita di sempre, mi dici sempre che mi scrivevi ogni giorno e adesso perché non mi dici cos'hai di persona? Abbiamo parlato di serie tv, film, canzoni, della tua libreria e di cosa mangiare a cena ma non mi hai mai detto cosa senti, non mi hai mai detto come ti senti per quanto riguarda quelle cartoline, non mi dici perché diavolo prima di dormire piangi! – urla quasi e io faccio un passo indietro.
Le sue parole mi arrivano dritte e la consapevolezza di essere stata scoperta mi porta a voler trovare una via di fuga ma le sue mani mi bloccano i polsi – No – dice risoluto – Non vai da nessuna parte – continua rafforzando la presa e tirandomi verso di lui, lascia che mi scontri contro il suo petto e avvolge le braccia intorno al mio corpo.
Ho le braccia lungo i fianchi, mi ci vuole qualche secondo per rendermi conto di tutto, poi quando tenta di allontanarsi mi stringo a lui e affondo il volto nel suo petto.
Sembra strano abbracciarlo, bello ma molto diverso dall'abbraccio con Liam.
– Tu sei tanto, forse è proprio questo il problema Zay, mettiti nei miei panni, fino a qualche mese fa non sapevate nemmeno della mia esistenza e io passavo le giornate ad ammirarvi e amarvi da lontano e ora eccoti qui, a casa mia! – dico sciogliendo l'abbraccio ma restando comunque vicino a lui.
– Questo non capita a tutti, cioè non capita a nessuno forse e la cosa che mi fa stare male in un certo senso, perché io Zayn? Perché dovrei essere una privilegiata rispetto al resto del mondo? – dico seria.
– E' così surreale e bello avervi nella mia vita che ho paura che tutto finisca, quando sei andato via dalla band è come se fosse crollato un pezzo di me, voi non vi rendete abbastanza conto di cosa siete per tante persone, forse per voi è da pazzi ma è così, siete un porto sicuro, un'ancora di salvezza ma come le ancore siete in grado di dare stabilità ma anche di farci affondare – prendo un respiro e posso vedere che le mie parole hanno ottenuto l'effetto desiderato.
Zayn sembra sorpreso e un po' scosso, forse non si aspettava questo tipo di risposta, apre la bocca un paio di volte ma la richiude subito, passa una mano sul mento pensieroso e si morde le labbra rosse.
– Tu mi stai dicendo che hai pianto perché avevi paura di perdere me e i ragazzi? – chiede cercando di assumere un tono neutro, non so se ai suoi occhi sembro una stupida ed infantile bambina o no ma annuisco piano.
– Hai ragione, non posso capire, per noi è sempre stato strano vedere le vostre reazioni ma questo non significa che non vi rispettiamo, anzi, forse qualcuno esagera ma va bene così, solo non avere paura, goditi tutto quello che ti capita nella vita senza pensare a come andrà a finire o non riuscirai ad essere felice – mi dice accennando un sorriso e – Promesso? – chiede alzando le sopracciglia e lascia che il suo sorriso gli riempia il viso. Scuoto la testa e poi scoppio a ridere, non penso si renda conto di quello che fa.
– Ehi, ti faccio un discorso serio e tu ridi? – chiede fingendosi indignato e io lo abbraccio di slancio, perché posso farlo finalmente, perché ho sempre sperato di riuscire anche solo a tirargli fuori un sorriso accennato e mi sento così stupida per averlo fatto preoccupare.
– Ciao – dico guardandolo negli occhi, sorride e io gli bacio una guancia.
– Ciao – risponde qualche secondo dopo.
Prendo un respiro e – Scusa – dico – scusa per questi giorni, ero bloccata e ho rovinato tutto, prometto che ti dirò quello che sento, è solo così strano tutto questo – indico prima me e poi lui – ...e comunque, amo guardare film con te, giusto per fartelo sapere – sorrido e lui ricambia.
Sembra che l'aria sia decisamente più pulita ora, respiro tranquillamente e – Cosa vuoi fare oggi? – chiedo.
Scrolla le spalle, poi si avvicina al piccolo balcone e estrae una sigaretta dal pacchetto nella tasca dei suoi jeans, la accende e dopo aver buttato fuori il fumo del primo tiro mi guarda – Quel che vuoi fare tu – dice calmo, la mano sinistra in tasca e lo sguardo perso fuori.
Potrei rimanere a guardarlo per l'intera giornata ma costringo me stessa a rispondere – Non so, potremmo fare un giro, volevo comprare qualcosa dove mettere le cartoline, tu che dici? – chiedo.
Lui annuisce, appoggia le labbra sul filtro della sigarette e osservo le sue guance incavarsi mentre aspira lentamente, poi butta fuori e – Certo, potremmo prendere uno di quei porta foto in plastica che vanno sul muro – dice.
– Ma quelli hanno tipo trenta porta foto, io ho solo tre cartoline – rispondo ma lui ride – Chi ti dice che non ce ne saranno altre? –.
Posso giurare che lui sa qualcosa ma non voglio indagare oltre, sarà solo una mia paranoia.
– Dai, finisci di fumare che ti copro i tatuaggi, a correre puoi andarci a maniche lunghe ma ora l'aria è abbastanza calda – dico e vado in bagno per prendere quello di cui ho bisogno, apro il cassetto e ne tiro fuori un fondotinta in polvere e uno liquido.
Torno in salotto e si è tolto la maglietta, lo guardo con un sopracciglio alzato e – Voglio mettere una canotta quindi devi coprirmi anche questo – dice indicando le ali e la bocca sul suo petto.
Si appoggia sul bracciolo del divano e mi avvicino piano, come ogni altra volta cerco di non incrociare il suo sguardo, coprirgli i tatuaggi mi sembra una cosa intima e non riesco nemmeno a spiegarmi il perché e dopo la nostra conversazione mi sembra ancora più strano.
Lui sembra a suo agio mentre piano piano copro il suo braccio destro con il fondotinta spray, lo applico quasi su tutto il braccio, in modo uniforme e poi passo a fare la stessa cosa su quello sinistro, il petto lo lascio per ultimo.
Prendo il fondotinta in polvere e con una spugnetta lo applico gentilmente sulla pelle, mi fa sempre uno strano effetto vederlo senza tatuaggi. Quando ho finito vado a prendere la lacca per capelli e la spruzzo sulle braccia così da non far sbavare il tutto.
Sorrido soddisfatta e lui mi fissa mentre mi avvicino piano al suo petto, ripeto lo stesso procedimento e lo sento irrigidirsi quando passo la spugna sulla bocca tatuata.
Faccio l'errore di alzare gli occhi e le sue labbra rosse sono una distrazione troppo forte, riabbasso velocemente lo sguardo e velocizzo il lavoro.
– Ho fatto – dico voltandomi immediatamente e riportando tutto in bagno, prendo un bel respiro poggiando il viso sulle piastrelle fredde e battendo la testa un paio di volte – Stupida, stupida, stupida –.
Prendo un bel respiro e dopo essermi sciacquata il viso con dell'acqua fredda torno in salotto.
Zayn ha i suoi jeans stretti neri, un paio di stivaletti dello stesso colore e una canotta con la stamp di un serpente.
– Se vuoi passare inosservato non ci stai riuscendo – mi lascio sfuggire e lui sorride facendomi l'occhiolino.
Bene, grazie Zayn.
– Sono stanco di nascondermi del tutto, metterò gli occhiali da sole e mi chiamerai in un altro modo, non voglio indossare la parrucca e poi non ho i tatuaggi, posso sempre dire che ci assomiglio tanto a questo Zayn ma non sono io – dice e mi guarda in attesa di una risposta.
Ho paura che questa cosa non vada a finire bene, indossa gli occhiali da sole e porta i capelli tutti di un lato, magari senza tatuaggi non lo riconosceranno, spero.
– Ok, facciamo questa pazzia ma come vuoi essere chiamato? – chiedo dalla mia stanza mentre prendo le cose da indossare.
– Mmh, non lo so... Liam? – dice e lo sento ridere.
– Ah-ah bella battuta – dico e quando esco dalla mia stanza lo trovo con le braccia incrociate.
– Vuoi dire che non sono bello quanto Liam? – chiede indicandosi e io alzo gli occhi al cielo, meglio evitare di rispondergli.
Infilo le scarpe e dopo aver preso le chiavi della macchina e la borsa gli faccio cenno di uscire.
Mi guarda arrabbiato ma poi si rintana nell'ascensore, aspetta che io entri contro la mia volontà e – Sto aspettando una risposta – dice avvicinandosi.
Questo coso è troppo piccolo per i miei gusti e lui profuma di buono, distolgo lo sguardo e prego che le porte si aprano velocemente.
Posso resistergli.
Lo sento ridere dietro di me mentre ci dirigiamo in macchina e mi ruba le chiavi dalle mani correndo verso il posto dell'autista. Lo fulmino con lo sguardo ma lui mette in moto e dopo aver abbassato il finestrino dal lato del passeggero si sporge – Sali? – dice con voce provocante e io sbuffo aprendo la portiera. Ride ancora e io gli tiro uno pugno sulla gamba.
– Guarda che non ho un'auto controllo infinito – dico e lui sembra stupito dalla mia risposta, poi scoppia a ridere – Stavo solo scherzando, Liam mi ammazza altrimenti – dice, calcando il nome di Liam più del dovuto.
Lo guardo stranita e – Cosa sai di preciso? – chiedo e lui scrolla le spalle, gira a sinistra e accende la radio.
La note di Fool's gold riempiono l'abitacolo e lui abbozza un sorriso, io cerco di non fargli vedere quanto mi faccia star male sentire la sua voce, mi volto dall'altro lato e rimango in silenzio.
E' lui a spezzarlo qualche minuto dopo – L'hai sentito ultimamente? – chiede.
Io nego con la testa, so che si riferisce a Liam.
– Perché non gli mandi un messaggio? – dice ancora.
– Per dirgli cosa? – chiedo e mi mordo le labbra per aver usato un tono troppo sarcastico.
Non sono arrabbiata con Liam, sono solo dispiaciuta che non mi abbia scritto.
Voglio sentirlo con ogni fibra del mio corpo ma non voglio passare per la patetica di turno.
Sospira ma non risponde, mi chiede dove svoltare e gli indico la grande insegna dell'Ikea, in dieci minuti siamo lì davanti, parcheggiamo e io prego affinché nessuno lo riconosca.
Scendiamo e sembra totalmente a suo agio, si avvicina e mi circonda la vita con un braccio, la prima cosa che sento sono i brividi lungo la spina dorsale, il calore della sua mano sulla schiena si espande in modo uniforme e devo chiudere gli occhi per riprendere la cognizione del tempo, lo guardo e lui – Facciamo finta di essere una coppia, così potrai chiamarmi tesoruccio o amore e abbiamo risolto il problema nome, poi nessuno guarda troppo a lungo le coppie di fidanzati – dice e forse un po' ha ragione, mi lascio convincere senza nessuno sforzo e lo seguo all'interno del negozio.
Evito di arrossire quando mi chiama in modi strani per prendermi in giro – Zuccherino questo non ti piace per la nostra cucina? – dice cercando di non biascicare con la voce.
Ha un timbro riconoscibile e cerca in qualche modo di camuffarlo sembrando decisamente troppo gay.
Scoppio a ridere e lui si morde il labbro inferiore per trattenersi, qualcuno sembra guardarlo ma poi distolgono tutti lo sguardo scuotendo la testa e tornando ai loro interessi.
Prendiamo qualcosa per casa e riusciamo a trovare i porta foto in plastica di cui parlavamo, cerco di non prolungarmi come faccio di solito, la paura che qualcuno lo riconosca è troppa.
– Ehi, stai calma, se ti agiti penseranno che stai rubando qualcosa – dice al mio orecchio e il suo ragionamento non fa una piega dato che un uomo della sicurezza mi sta guardando in modo strano.
Sospiro e annuisco – Non mi riconosceranno, stai tranquilla – dice ancora.
Annuisco ancora e cerco di rilassarmi un po', facciamo qualche altro giro, troviamo qualcosa anche per la libreria e ci appuntiamo di dover tornare, alla fine lui insiste per pagare tutto, riesco a protestare ma è più veloce di me e mi anticipa pagando con la carta di credito.
Sbuffo mentre torniamo in macchina e lui sembra felice di essere riuscito nel suo intento.
Mi infilo in macchina e lascio che guidi anche nella strada del ritorno.
– Sei arrabbiata? – chiede.
– No, non sono arrabbiata ma non mi piace che qualcuno paghi le cose per me – dico seria.
– E' un regalo – si giustifica.
– Secondo il tuo ragionamento è tutto un regalo – dico e lui sorride.
– Mi piace viziare le persone a cui tengo – dice in risposta e io non posso non arrossire.
Cerco di nasconderlo facendo finta di avere caldo ma lui sorride già.
 
Quando arriviamo a casa incrociamo la famiglia del piano di sotto scendere con le valige, quando entriamo guardo Zayn e – Sono partiti – dico entusiasta e lui mi guarda stranito.
– Non puoi capire – dico poggiando una busta sul tavolo.
– Quando loro partono io mi do alla pazza gioia, sopra di noi non c'è nessuno e così posso accendere la radio e ballare per casa – dico felice e lui mi guarda sorridendo.
Gli faccio cenno di aiutarmi e appendiamo il porta foto nella parete spoglia del salotto, ci infilo subito le prime tre cartoline e mi riprometto di infilarci i fiori appena si saranno seccati.
Dopo aver ammirato un po' la parete ci sediamo sul divano e accendo il computer per controllare Twitter, la prima cosa che vedo è una foto di Liam con un cappello di sicurezza, è a Wolverhampton. Leggo felice l'articolo su di lui, come se fossi sola in casa.
– Ti rende proprio felice – dice Zayn e io mi volto arrossendo.
– E' così... è un uomo meraviglioso – dico come per giustificarmi.
Scorro qualche altra foto e faccio una smorfia quando noto Sophia.
Sbuffo e – Ovviamente – dico.
Zayn mi toglie il computer dalle mani, protesto ma – Non guardarle – dice.
Si alza e lo vedo armeggiare con le casse, qualche minuto dopo la musica invade la stanza.
Mi giro a guardarlo e lui apre le braccia ad indicarmi la stanza – Forza, fammi vedere come ti diverti quando sei sola – dice e alza il volume mentre una canzone degli AC/DC esplode nelle casse.
– Come sai che mi piacciono? – chiedo.
– Ti ho sentito canticchiare qualche canzone – dice alzando le spalle.
Poi mi indica di nuovo la stanza ma nego con la testa – Mi vergogno – dico arrossendo.
Lui si avvicina e sposta il tavolo verso il muro in modo da avere più spazio.
– Non devi vergognarti di niente – dice e io nego con la testa.
Mi afferra le mani e mi trascina al centro della stanza e – Solo se balli con me – dico.
– Lo sai che non so ballare – dice e io nego – Lo sai fare, ma ti vergogni anche tu – dico e lui è costretto a darmi ragione.
Un po' impacciata inizio a muovere la testa e lui lo fa di riflesso, sembriamo due idioti mentre ci guardiamo negli occhi e ridiamo – Lasciati coinvolgere dalla musica – dice e dopo un po' chiude gli occhi.
Lo imito e fingo di avere una chitarra mentre si avvicina il ritornello, lo sento cantare e inizio a sciogliermi di più. Apro gli occhi e sta saltando con me, rido e lascio che la mia testa si inclini all'indietro, quando la canzone giunge al termine ci guardiamo ma ne comincia subito un'altra.
Il volume è al massimo e ci dimeniamo nel salotto come se fossimo ad un concerto, i suoi capelli gli ricadono sul viso e quando ride divertito sento che il cuore potrebbe scoppiarmi nel petto, vorrei potermi innamorare di lui sul serio, vorrei che fosse il centro dei miei pensieri e vorrei baciarlo fino a far arrossare ancora di più le sue labbra.
Ma non è Liam.
Chiudo gli occhi ancora una volta e scaccio via i pensieri, apro le braccia e giro su me stessa, rido mentre i capelli mi coprono il viso e lascio che la musica mi entri dentro.
 
 
Liam's POV
 
La giornata è iniziata più che bene, tornare nella mia città natale mi fa sempre piacere e contribuire a renderla migliore mi fa sentire sempre orgoglioso.
Una volta a casa, mio padre e mia madre raccontano tutto entusiasti alle mie sorelle, io sorrido e osservo la scena da lontano, Sophia è seduta e ascolta distrattamente eppure non riesco a preoccuparmene, niente potrà rovinare il mio umore oggi.
Accarezzo la testa di Loki quando si appoggia sui miei piedi a reclamare attenzione, scodinzola felice e mi siedo sul divano lasciando che salga al mio fianco.
Questi giorni sono stati più intensi di quanto mi sarei mai aspettato, la mia mente non può non pensare a Zayn e Liz, quanto vorrei sapere cosa stanno facendo.
Ho seguito il consiglio di Zayn e ho spedito le prime cartoline, lo sento regolarmente per fargli sapere quale fiore deve andare a comprare ma lo conosco, so che mi sta nascondendo qualcosa.
Prendo il telefono e scorro la nostra conversazione di whatsapp, mi fermo a guardare le foto che mi ha mandato, la mia preferita è quella che ritrae Liz mentre annusa la margherita.
Quando torno alla fine mi accorgo di aver ricevuto un video, lo apro e una canzone degli AC/DC risuona nella stanza – Scusate – dico agli altri.
Abbasso il volume e lo faccio ripartire, sorrido mentre la guardo ballare, butta la testa all'indietro e quando la riabbassa il suo viso è coperto dai capelli, i suoi occhi non si vedono ma il suo sorriso si vede perfettamente, credo che potrei scrivere una canzone solo sulla sua bocca mentre ride.
– Ehi – chiudo la conversazione e infilo il telefono in tasca quando sento Sophia sedersi accanto a me – Chi era? – chiede tranquilla.
Faccio una smorfia e – Niente, solo Louis – mento e lei annuisce rassegnata.
Lo sa che qualcosa non va, lo sente, sono venti giorni che non la sfioro, venti giorni che la bacio raramente, venti giorni che nascondo il mio telefono.
So di doverle parlare, ma non è così semplice come può sembrare, non quando la tua famiglia è affezionata alla tua ragazza e ha dovuto affrontare una cosa simile già una volta.
Ripenso a Danielle e mi chiedo se sono troppo sensibile all'amore o semplicemente se non ho trovato la persona giusta da far restare.
Appoggio la testa contro lo schienale e chiudo gli occhi, il sorriso di Liz si palesa nella mia mente e sorrido, sono sicuro che sia lei, voglio che sia lei.
 
 
__________________________________________
Nda.
Perdonatemi per il ritardo nell'aggiornare, spero che il capitolo sia stato abbastanza bello da evitare una fucilazione da parte vostra ahah
Non lo so, sono in uno stato di euforia, immagino le scene nella mia testa e devo dire che la scena di Zayn e Liz che ballano mi mette felicità, poi Liam... no ragazze, io lo immagino fare veramente tutti questi discorsi e preoccuparsi così tanto per non ferire nessuno!!!
Però oh Liam, su! :D
Lo so che mi odiate, ma ora la domanda fondamentale è, voi... per chi fate il tifo?
Zayn o Liam?
Eliyan o Liabeth? A voi la parola :)
Come sempre grazie di tutto, a voi che leggete, a voi che mi supportate e mi spronate a continuare, a voi che commentate e mi fate sentire nel posto giusto, a voi che ci siete da sempre e anche a voi che siete qui da poco. GRAZIE.
#TMBFlower
Un bacione,
Serena.

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Capitolo 11
*** Chapter X ***




.Chapter X.



“Dove si trova la bellezza?
Nelle grandi cose che, come le altre, sono destinate a morire
oppure nelle piccole che, senza nessuna pretesa,
sanno incastonare nell'attimo una gemma di infinito?”
- L’eleganza del riccio, Muriel Barbery
 

– Ancora due settimane? –.
Sospiro e mi guardo attorno, l'interno della libreria sembra un campo minato, abbiamo iniziato i lavori di ristrutturazione da quindici giorni per allargare lo spazio disponibile, ripenso ancora al capo degli operai il primo giorno di lavoro – Non si preoccupi dieci giorni al massimo e sarà tutto pronto – certo, ne sono passati quindici e qui dentro c'è solo tanta polvere.
– Lo so, mi dispiace ma ci sono stati degli imprevisti e dobbiamo mettere tutto a norma prima dell'apertura – dice giustificandosi.
– Si, capisco, grazie – dico sorridendo leggermente, in fondo ha ragione, dev'essere tutto perfetto per riaprire, solo che mi mancano i miei libri, mi manca girare per i miei scaffali.
Osservo per qualche secondo le persone accanto a me, sembrano andare tutti di fretta e avere un obiettivo, c'è chi sta aggiustando l'impianto elettrico, chi dipinge una parete finita, chi costruisce un piccolo muretto, sono un po' una catena di montaggio tutti insieme.
L'unica parte che non verrà toccata è il piccolo piano di sopra così mi affretto a raggiungere le scale in legno e salgo su.
– Allora? Quanto ci vorrà? –.
– Due settimane in più perché ci sono stati degli imprevisti – dico sedendomi sulla piccola poltrona mentre Zayn se ne sta appoggiato alla scrivania con il telefono in mano.
– Dai, passeranno prima del previsto, fidati – dice alzando per un momento lo sguardo e sorridendomi.
Sbuffo, poi afferro una bottiglietta d'acqua e butto giù un sorso.
Ricado indietro, allungandomi e chiudo gli occhi, mi sento quasi un estranea nel mio stesso corpo, costretta a nascondersi per uscire e a mentire alla famiglia sul perché non può proprio tornare per un weekend a casa.
Ricordo la prima volta che ho ascoltato una canzone dei One Direction, l'ho fatto quasi per noia, per sentire chi erano questi ragazzini che facevano impazzire il mondo, poi mi sono innamorata piano piano, in qualche modo arrivano nella vita di una persona quando quella ne ha più bisogno, quando sente qualcosa che manca e allora loro sono lì, a tenderti una mano e ad essere tutto quello che desideri, nonostante la distanza, nonostante tutto. Non mi sarei mai immaginata di riuscire a viverli veramente nella loro quotidianità, perché in fondo è il sogno di tutti riuscire a viverli anche fuori dalla vita lavorativa, solo che le cose non sono semplici come sembra.
Ci sono cose che non si possono fare, altre che non si possono dire e un'immagine da tenere, forse un po' Zayn è comprensibile anche se nonostante sia letteralmente a pochi passi da me mi manca, vedere i ragazzi senza di lui nelle interviste, negli eventi anche se sta diventando quasi la normalità fa sempre effetto.
– Ehi, a che stai pensando? – la sua voce mi riscuote e nego con la testa – Niente, è tutto ok – dico alzandomi.
Sorrido e lui mi guarda un po' serio, poi annuisce e controlla il telefono ancora una volta..
– Si può sapere che stai facendo con quel telefono tutto il tempo? – dico quasi a rimproverarlo.
– Stavo mandando qualche messaggio per vedere se è tutto apposto per tornare a casa – dice e io annuisco fingendo un sorriso.
Tornare a casa, in Inghilterra. Forse è questo il motivo del mio malumore, eppure costringo la mia testa ad accantonare la tristezza, è giusto che vada a casa, cosa pensavo che sarebbe rimasto qui?
Ieri sera mi ha dato la notizia di dover tornare a Londra e potrei essermi chiusa volontariamente nel silenzio per due ore, come se fosse il mio ragazzo e mi stesse abbandonando.
– Liz, guardami – dice e io alzo gli occhi già umidi su di lui – Non fare quella faccia, ho gli Asian Awards lo sai e voglio stare con la mia famiglia per un po', te l'ho spiegato ieri sera, puoi scrivermi e chiamarmi quando vuoi ma non posso restare ancora qui a nascondermi, mi piacerebbe ma non si può, comunque sai che tornerò per vedere anche i progressi della libreria, ce la fai a stare senza di me per due settimane? – chiede con un sorriso sghembo.
Faccio una smorfia – Ho vissuto parecchio senza di te sbruffone, piuttosto sei sicuro che tu potrai vivere senza la sottoscritta – dico fingendomi spavalda e indicandomi.
Lui scuote la testa – A differenza tua, nana, io ammetto che mi mancherai –.
 
Zayn's POV
 
Mi sporgo in avanti per abbracciarla e la sento sospirare mentre poggia la testa sul mio petto, chiudo gli occhi qualche secondo, poi li apro e sblocco il telefono nella mia mano, le lascio un bacio tra i capelli mentre continuo a fissare il messaggio che Liam mi ha mandato ieri mattina.
 
Ti piace, vero?”
 
Non ho avuto il coraggio di rispondere, perché gli avrei detto di no immediatamente qualche settimana fa, ma Elisabeth ha questo modo di essere e di fare che se la conosci non può non piacerti.
Ho anticipato il rientro in Inghilterra, sarei dovuto comunque tornare per partecipare agli Asian Awards ma avevo previsto di tornare la mattina stessa e invece ora mi ritrovo con un biglietto prenotato per domani sera, la voglia di non partire ma anche il bisogno di farlo per schiarirmi le idee.
Quando si stacca da me, mi sorride e – Va bene dai, prometto di essere felice per stasera e domani mattina, quando andrai via piangerò – dice facendomi una linguaccia.
– Ti va se stasera proviamo ad uscire un po'? – chiedo speranzoso.
Apre leggermente la bocca per rispondere ma si blocca, riesco quasi a sentire i suoi pensieri fare a botte, si morde il labbro inferiore – Non possiamo ordinare una pizza a casa? – dice nervosa.
– Certo, come vuoi ma che succede? – chiedo preoccupato.
Si morde ancora una volta le labbra poi parla velocemente, ma non riesco a capire niente.
– Puoi ripetere lentamente? – .
– C'è... ecco... c'è l'evento di beneficenza di Liam stasera e... insomma, volevo vederlo – dice stringendosi nelle spalle e io annuisco.
– Mi era sfuggito, non sapevo fosse stasera, comunque nessun problema – dico e lei sorride.
Devo andare via da qui, per lei, per Liam e per me stesso.
– Che dici, andiamo? – dice guardando l'orologio e io annuisco.
Prendo la felpa e la infilo, metto su il cappuccio e gli occhiali da sole e la seguo al piano di sotto, aspetto che saluti tutti e faccia le solite raccomandazioni per la chiusura e poi mi raggiunge sulla porta, faccio un cenno con la mano ed esco.
La pioggia mi colpisce dritto in viso e rabbrividisco, Liz apre l'ombrello e si appoggia al mio braccio avvicinandosi, camminiamo per un po' senza parlare, con il rumore dell'acqua e quello delle auto.
E' quasi sera e le luci dei fari delle macchine illuminano l'acqua nelle pozzanghere, mi è sempre piaciuto questo momento della giornata durante i temporali, è qualcosa di naturale e artistico, aspettiamo il solito autobus e quando saliamo tiriamo un sospiro di sollievo entrambi perché è quasi deserto.
Ci sediamo negli ultimi posti, uno di fronte all'altro accanto al finestrino e quasi come uno specchio guardiamo fuori, le lancio uno sguardo e sembra assorta nei suoi pensieri e io vorrei sul serio che non fosse innamorata di uno dei miei migliori amici, perché così potrei sedermi accanto a lei e non preoccuparmi di questa strana sensazione allo stomaco.
Quando arriviamo a casa non parliamo, si dirige in camera sua e io rimango al centro del salotto, mi passo una mano sul viso, non abbiamo nemmeno litigato, allora perché non ci parliamo?
Quando torna nella stanza ha una maglietta pulita, si morde le unghia della mano destra e poi – Mi dispiace per stasera Zay, vorrei uscire con te, sul serio ma... –.
La interrompo prima che possa andare avanti – Ma Liam è Liam, lo so – dico e il mio tono è più triste di quanto volessi farle notare, ma non ho il diritto di esserlo così le sorrido.
– Forza, ordiniamo questa pizza che ho fame – dico dirigendomi poco dopo in bagno, chiudendo la porta velocemente senza darle l'opportunità di ribattere qualcosa.
Prendo un respiro e butto un po' d'acqua fresca sul viso, quanto siamo fragili noi uomini se ci invaghiamo di qualcuno solo con qualche gesto gentile dato in tutta semplicità e con amicizia?
Affondo il viso nella stoffa morbida dell'asciugamano e reprimo un urlo di liberazione, mi stampo il miglior sorriso e raggiungo Elisabeth.
Ha acceso la televisione e sta guardando un quiz divertente dove si possono guadagnare dei soldi, sempre sconvolta e – Zayn, cioè siediti e guarda quanto è idiota questa tipa qui, ha dato risposte proprio ignoranti – dice, sembra troppo presa dal gioco o forse è il suo modo di distendere la tensione perché qualche secondo dopo mi sorride dolcemente.
Aspettiamo l'arrivo delle pizze commentando e cercando di rispondere al gioco, ridiamo per le domande che non conosciamo e ci sfidiamo a chi risponde correttamente più volte.
– Siamo un po' ignoranti anche noi – dico alla fine e lei tira fuori la linguaccia.
Venti minuti dopo stiamo divorando, con il cartone sulle ginocchia, la nostra cena, cercando di non sporcarci tutti e aspettando l'inizio del programma.
Non so se sono pronto a vedere i ragazzi senza di me, a vederli in televisione e magari a dire qualcosa su di me, il cuore in petto batte forte ma non lo do a vedere, fingo che vada tutto bene e continuo a mangiare.
– Stai bene? – mi chiede mentre il programma inizia e il presentatore invita Liam sul palco per poter esporre la sua campagna di beneficenza.
– Si – mento ma a lei sembra bastare, annuisce e torna a guardare lo schermo.
Posso vedere i suoi occhi brillare sul serio mentre Liam parla, guarda affascinata il televisore e sorride, sembra orgogliosa di lui e di quello che sta facendo e io mi sento ancora più piccolo per tutto l'amore che leggo attraverso le sue espressioni.
La guardo, o meglio dire la fisso e posso vedere la sua bocca piegarsi all'ingiù così riporto la concentrazione allo schermo e scuoto la testa quando Sophia appare accanto a Liam.
Quanto è idiota? Perché non ha lasciato Sophia e perché vuole far stare male Liz?
La sento muoversi nervosamente accanto a me, poggia il cartone della pizza sul tavolino e spegne la televisione, la seguo con lo sguardo ma non mi guarda, accelera il passo e sento la porta della sua stanza chiudersi.
Passano pochi secondi di silenzio, poi sento un singhiozzo e butto la testa indietro, passo le mani sulle gambe e decido di alzarmi, non sono mai entrato nella sua stanza perché si dice che sia un posto intimo, un posto in cui capire l'essenza della persona e mi sono tenuto a debita distanza proprio per non finire al punto di ritrovarmi con la sensazione di fastidio che provo ora.
Ero e sono a conoscenza di quello che significa Liam per lei e sono stato così idiota da ignorare quello che il mio corpo prova a farmi capire da tempo, ma alcune volte bisogna fermarsi e rendersi conto che nella vita non ci si può basare solo degli istinti del corpo, bisogna rispettare un'amicizia, una donna, ma prima di tutto bisogna rispettare se stessi, non lasciare che la voglia di avere, possedere ci renda una nullità.
Alcune volte ci convinciamo di qualcosa che non esiste, prendendo dei segnali nel modo in cui vogliamo intenderli noi, ma siamo uomini e siamo fragili rispetto al cuore e al corpo ed è per questo che spesso sbagliamo e ci facciamo male.
Mi alzo e faccio qualche passo verso la sua stanza, mi fermo qualche secondo e abbasso la maniglia, la stanza è avvolta nel buio, le tende pesanti sono chiuse e l'unica luce che è quella che arriva dal corridoio, non mi dispiace, in questo modo non riesco a vedere la stanza, vedo solo un corpo piegato sul letto. Mi avvicino piano e mi stendo accanto a lei, le avvolgo piano le braccia intorno alla vita e la spingo indietro, più vicina a me, in un abbraccio che sa di “ci sono” e di “possiamo chiamarlo stronzo se vuoi”, perché essere amico di qualcuno è questo, esserci durante i momenti belli ma esserci ancora di più quando il mondo ti crolla addosso e non importa se la mia stupida testa mi istiga a provarci con lei, non lo farò mai, perché se Liz è in questo stato è solo perché ama Liam con tutta se stessa, spesso piangere viene sottovalutato ma non andrebbe fatto, perché a farti ridere sono capaci tutti, ma le lacrime le tiri fuori solo per le persone che ami.
– Fai un bel respiro, ora passa – le dico baciandole la testa.
– Mi viene da vomitare – dice annaspando.
Cerco di voltarla tra le mie braccia e le scosto i capelli dal viso, le lascio una carezza e – E' il nervoso, l'agitazione, respira piano e vedrai che passa – dico.
Lei annuisce e prova a respirare un paio di volte – Brava – la incito a continuare.
Devo tornare a casa e sbattere la testa di Liam contro il muro almeno dieci volte.
Sembra rilassarsi solo una decina di minuti dopo, posso sentire il suo viso bagnato sotto le mie mani e l'avvolgo ancora più stretta, cerco di dargli calore e cerco di catturare ogni suo particolare, il suo profumo e il modo in cui rimaniamo vicini per poter portare tutto con me, ma non sembra nella posizione più comoda per stare abbracciati.
– Va un pochino meglio? – chiedo e lei annuisce staccandosi leggermente.
Le sorrido e ringrazio che la luce del corridoio mi dia le spalle, così da non farle notare i miei occhi lucidi.
Restiamo allungati vicini per un tempo che non riesco a quantificare, sento il suo respiro irregolare, è ancora nervosa e non so cosa dire per farla tranquillizzare.
– Sai cosa mi fa arrabbiare di più – dice qualche secondo dopo.
Nego con la testa ma mi ricordo che non può vedermi, così – No – rispondo.
– E' lui a mandarmi le cartoline, vero? – dice e io spalanco gli occhi, non so cosa dirle, se essere sincero o fingere, nel dubbio resto in silenzio.
– Chi tace acconsente Zay? Comunque l'ho capito quando è arrivata la quarta cartolina, la settimana scorsa, veniva da Los Angeles, tu lo sai chi era lì la settimana scorsa vero? – fa una pausa ma non rispondo ancora – Quello che non capisco è il perché stia facendo questa cosa, mandare cartoline a me e uscire con lei, è questo che mi fai più rabbia di tutto il resto, non mi conosce bene e capisco che Sophia sarebbe una scelta migliore ma allora che lasciasse stare me, è semplice, perché voi uomini avete questa mania di voler illudere tutte le donne che vi girano attorno? – nonostante l'intensità delle sue parole riesce a mantenere la calma e a non urlare.
– Non credo sia cosi semplice nel nostro caso Liz – rispondo ma in realtà so che ha ragione ma so anche che Liam ha portato Sophia perché io non ho risposto al suo messaggio e questo no, non posso proprio dirlo.
– Ovviamente, nel vostro caso è tutto diverso – dice sarcastica.
– Si, purtroppo lo è, ma vedrai che Liam si farà sentire – la tranquillizzo e preparo già nella mia mente il discorso da fare a quel testone del mio amico.
Non ribatte nulla, poco dopo la sento muoversi e – Sei entrato nella mia stanza – dice dopo e io sorrido – Già, ma è buio e non si vede niente di che, quindi non vale – rispondo e lei ridacchia sporgendosi verso il comodino e poco dopo la luce invade i miei occhi, dovevo aspettarmelo.
Do agli occhi il tempo di abituarsi e lascio vagare lo sguardo nella stanza, forse è quello che mi aspettavo di trovare, un posto fatto di sogni, musica e libri. C'è un mobile pieno di volumi nell'angolo sinistro della stanza, accanto alla finestra. Una mensola con i cd e non faccio fatica a riconoscere i nostri, o quelli che erano anche miei, ci sono poster, bandane dei concerti, biglietti e pupazzi e quella sensazione di aver invaso il suo mondo più del dovuto mi colpisce all'improvviso, mi metto a sedere di scatto e so che qui ci dovrebbe essere Liam, perché in questa stanza si respira di lui, con quella camicia a quadri poggiata sulla sedia, quella bandana rossa a penzolare dalla mensola, il simbolo di Batman appeso sulla parete e le foto più belle, in bianco e nero, del mio miglior amico ad occupare gran parte dello spazio sopra alla scrivania.
Sento il suo sguardo addosso e mi volto a guardarla e così noto anche i poster dei due film che abbiamo fatto, ridacchio e – Pensavo ci fossero solo foto di Liam qui dentro – dico e lei ride.
– Ci avevo pensato, ma poi mi sono detta che sarebbe stato bello vedere anche le facce di Louis, Harry e Niall la mattina – alza le sopracciglia in tono di sfida e io mi mordo il labbro per non ridere.
– Ah si e la mia? – chiedo poggiando i palmi sul materasso, mettendomi sull'attenti, pronto a scattare come un leone sulla sua preda e lei ride mentre si alza.
– Ah perché tu non sei un normale ragazzo di 22 anni? – dice prendendomi in giro e io faccio scoccare la lingua – Ah-ah-ah sei simpatica – rispondo piccato e lei ride ancora.
– Guarda che ci sei anche tu – dice indicando la mia faccia in uno poster.
– Oh grazie, mi sento importante – rispondo avvicinandomi e – Prego, prego – dice per farmi contento.
Le faccio solletico su un fianco e lei saltella ridendo – Smettila – dice felice.
Le sorrido di rimando e mi guardo ancora in giro – Quelli sono i DVD della Marvel? – dico sorpreso avvicinandomi ad un mobiletto e lei annuisce.
– Ma quindi sei sul serio una piccola nerd – ridacchio e – Colpevole – dice alzando le mani in segno di resa.
Le sorrido e mi rendo conto che è un altro punto che abbiamo in comune, qualcosa che la rende bella ai miei occhi ma sicuramente perfetta a quelli di Liam.
– Ora è meglio se ci riposiamo, tanto stai meglio vero? – dico velocemente e lei annuisce tranquilla.
La guardo per un po' e torno nel salotto, aspetto che vada in bagno e intanto apro e preparo il letto in cui dormirò l'ultima volta.
Quando esce mi sussurra un – Buonanotte – flebile e io ricambio con un sorriso accennato.
Vado in bagno e quando esco infilo il pigiama e mi butto sul materasso a pancia in su, porto le braccia sotto la testa e fisso il soffitto.
La casa è avvolta nel silenzio, poi all'improvviso mi sento chiamare.
– Zay? –.
– Dimmi – dico dopo aver preso un bel respiro.
– Mi mancherai – sussurra.
Chiudo gli occhi e sento una fitta alla bocca dello stomaco – Anche tu mi mancherai Liz –.
 
 
Liam's POV
 
Il campanello continua a suonare insistentemente e mi faccio coraggio per alzarmi dal letto, devo ancora riprendermi dai troppi drink di ieri sera dopo la serata di beneficenza, osservo la sveglia e mi accorgo di aver dormito quasi dieci ore di seguito, mi trascino fino al portone e dalla telecamere intravedo Zayn, che diavolo ci fa qui? Apro la porta agitato e lui entra come una furia.
– Liam James Payne – dice e io alzo gli occhi al cielo, quando mi chiama così è peggio di mia madre.
– Zayn – dico salutandolo e spostandomi in cucina per preparare un caffè.
– Liam, sono serio devi ascoltarmi – dice bloccandomi per un braccio e io mi volto arrabbiato.
– Cosa Zayn? Cosa devi dirmi? Te ne sei andato in Irlanda per tutto questo tempo, a casa della ragazza che piace a me con la scusa di volermi aiutare e ti sei preso una cotta per lei, su cosa dovrei ascoltarti precisamente? – non riesco a trattenermi dall'urlare quelle parole e la testa mi scoppia ancora più di prima.
Lui sembra tranquillo, come se se l'aspettasse queste parole e si muove piano mentre si avvicina a me.
– Liam, non è come pensi tu, Liz è fantastica ma è innamorata di te e non lo sto dicendo perché sei qui davanti e devo giustificarmi di qualcosa perché non è così, non ho niente per cui scusarmi, non ti ho risposto al messaggio, è vero e forse questa è l'unica cosa per cui potresti essere arrabbiato con me ma tu ti sei comportato da coglione, sei andato all'evento con Sophia, sai cos'è successo? Ha pianto, per te idiota, perché ha capito che sei tu a mandarle le cartoline – dice e io accuso il colpo.
– L'ho lasciata ieri sera, dopo l'evento – dico serio.
Mi guarda stranito e – Oh, ok è quello che dovevi fare – risponde serio e io annuisco.
– Lo so, ma questo non cambia a che te lei piace –.
– Si, mi piace come persona, non è male, ma non sono così stupido, siamo diventati amici e giorno dopo giorno ho visto crescere la sua adorazione per te, non so come sia stato possibile visto che non ha avuto tante notizie di te eppure Liam da quando sono arrivato a Dublino a questa mattina che sono andato via, ho visto in lei ancora più amore verso di te e quando ieri sera l'ho vista piangere volevo farti male, fai qualcosa maledizione ti piace si o no? Avrei potuto provarci tranquillamente con lei e invece sono qui a farti una strigliata perché sceglierei comunque sempre te Liam, sempre, a qualsiasi cosa – dice sicuro agitando le mani e io chiudo gli occhi.
Poggio le mani sui fianchi e annuisco – Ah si Zayn? E allora perché cazzo te ne sei andato? Perché non sei qui a preparare il prossimo tour con noi? – dico spingendolo indietro per le spalle.
– Liam non stavamo parlando di questo – dice lasciandosi spingere.
– Si invece, perché te lo ricordi cosa ti ho detto quando abbiamo iniziato a stringere amicizia il primo anno? Ti ho detto che speravo di incontrare una donna nella mia vita che ti somigliasse, che fosse timida ma abbastanza coraggiosa da combattere per i propri sogni e guarda un po' – dico allargando le mani – Liz è esattamente la tua versione al femminile, lo sapevi che scrive? Anche la passione per un'arte condividete, è lei Zayn, è lei... come pensi mi sia sentito quando ho scoperto che tu eri lì, a casa con lei, proprio tu che sei la mia metà – dico e lui abbassa lo sguardo.
– Tra noi si è creato un rapporto speciale dall'inizio e non mi stupisco che le persone pensino a noi come una coppia perché abbiamo sempre fatto tutto come tale, tranne che per il rapporto fisico e sapevo che Sophia non era quella giusta, perché non ti accettava come meriti di essere accettato, perché se prendono me, prendono anche te idiota e quando non mi hai risposto al messaggio mi è crollato il mondo addosso, ero pronto a tirarmi indietro Zayn, perché andiamo, avresti avuto più possibilità di me stando lì, a casa con lei e allora ho portato Sophia all'evento perché pensavo mi avrebbe aiutato a non pensarci ma non è così, in un modo o nell'altro mi sono preso una cotta per quella ragazza, ho passato tutta la notte ubriaco a scorrere il suo profilo di twitter e ho scoperto un casino di cose, tra cui che ha scritto una storia su di me, una fan fiction e sono stato lì a leggere, ti rendi conto Zayn? Sto quasi per impazzire per colpa sua – mi rendo conto di aver parlato alla velocità della luce e ho il respiro accelerato.
Zayn infila le mani in tasca e si avvicina alla vetrata guardando perso Londra.
– Le piacciono i film della Marvel – dice sorridendo dopo un po' – E' la mia copia, hai ragione – dice e sembra prendere consapevolezza della cosa solo in questo momento.
Io continuo ad annuire e a controllare il respiro, chiudo gli occhi cercando di calmare il mal di testa ma sembra che qualcuno mi stia riempiendo di botte alle tempie per quanto fanno male.
– Dai, fatti un caffè che poi mi racconti i tuoi prossimi impegni e vediamo di organizzare qualcosa, devi andare da lei Liam, perché se te la lasci scappare ti ammazzo con le mie mani – mi dice spingendomi verso la cucina.
Mi fa sedere e inizia a preparare il caffè, è strano vederlo dopo tutto questo tempo, così – Mi manchi – dico sinceramente e lo vedo trattenere il respiro.
– Nelle ultime ventiquattro ore con questa frase mi avete ucciso – dice accennando un sorriso e voltandosi verso di me – Comunque, anche tu –.
 
 
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Nda.
Eccomi di ritorno dopo due settimane senza PC, come state?
Spero tutto bene, vorrei dedicare indirettamente questo capitolo a tutti quelli che hanno un amico, vicino o lontano a cui tengo particolarmente e che è lì per loro nel momento del bisogno.
Spero vi sia piaciuto questo Zayn tormentato e questo rapporto forte che ha con Liam che lo fa fare mille passi indietro.
Spero di avervi soddisfatto con quello che è successo e se c'è qualcosa che non vi piace o che pensate dovrei cambiare scrivetemi pure, non si smette mai di imparare!
Detto questo, ho deciso che d'ora in avanti mi firmerò con questa frase perché credo che ognuno di noi ha bisogno di qualcuno che ci ricordi che la vita è una ed è meravigliosa, quindi...
Ridete, amate e sognate sempre.
Serena.

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Capitolo 12
*** Chapter XI ***




.Chapter XI.

Certe parole sono come le conchiglie,
semplici ma con il mare dentro”
- Cose che nessuno sa , Alessandro D'Avenia
 
 
 
 
Liam's POV
 
Mi rigiro per l'ennesima volta nel letto e sbuffo, la stanza è avvolta nel buio, la sveglia segna le quattro del mattino e io non ho ancora chiuso occhio.
Sono qui fermo a vedere la vita scorrermi in testa, odio quando succede, più ho sonno e più sembra che il cervello voglia portarmi a spasso nei ricordi.
Alcune volte mi lascio trasportare da questo viaggio e non mi importa di dormire, ma altre come questa notte, sento un senso di nostalgia e inquietudine invadermi, vorrei fuggire dal letto, dalla mia casa e forse anche dal mio corpo.
Mi metto a sedere e bevo un sorso d'acqua per rilassarmi, cerco di pensare a qualcosa di bello ma subito le scene mutano in qualcosa di orrendo e pauroso. Chiudo gli occhi e sbatto le palpebre velocemente, alla fine, decido di alzarmi.
Poggio i piedi nudi sulle assi di legno e afferro una delle magliette accatastate sulla sedia per infilarla.
Passo una mano sul viso e tra i capelli e vado in bagno.
Quando arrivo il salotto quasi sobbalzo alla vista di Zayn stravaccato nel divano letto, russa un po' e io combatto con la voglia di svegliarlo giusto per fargli un dispetto, inizio accendendo la luce.
Lo sento lamentarsi qualche secondo, ma come sempre gli basta girarsi per ritrovare la posizione giusta e torna a ronfare.
Cammino avanti e indietro, mettendo un piede dopo l'altro lentamente, facendo attenzione a non fuoriuscire dal contorno delle assi di legno, ricordo quando da bambino mi divertivo a farlo, anche per strada, mi mettevo a saltare se serviva ma mai toccare i bordi.
Mi sfugge un sorriso, poi torno al pensiero di partenza.
Lo sveglio o non lo sveglio?
Decido di sedermi nella poltrona accanto al divano, ancora non mi è chiaro perché ha voluto dormire qui sopra e non nella stanza degli ospiti, ha uno strano rapporto con le camere questo ragazzo.
Lo fisso per un po', poi stendo la gamba e picchietto la sua.
– Mmh – si lamenta, sorrido.
Ripeto l'operazione per un paio di volte, si gira dall'altro lato e si raggomitola su se stesso mentre affondo ancora una volta il piede nel suo polpaccio, nasconde la testa nel cuscino – Aaah – protesta. Rido ancora di più e non mi importa dell'ora, se non dormo io, non dorme nemmeno lui.
– Sono le... le quattro e mezza del mattino Liam, le quattro e mezza, sei impazzito? – dice dopo aver visto l'ora, mi guarda costringendo tutti e due gli occhi a stare aperti.
– Non riesco a dormire – mi lamento.
– E a me cosa importa? – ripete da stronzo, sbuffo. E' impossibile parlare con lui quando ha sonno, ok è colpa mia che l'ho svegliato senza fargli fare le sue nove ore di sonno quotidiane ma ehi, siamo a casa mia e lui è appena tornato da casa della ragazza che piace a me, puntualizzo a me, quindi posso fare quello che voglio.
Si stropiccia gli occhi con la mano e sbadiglia, così mi alzo e – Pff, dormi – dico lasciandolo lì e spegnendo la luce per tornare in camera.
– Tu non sei normale Liam!! – mi urla dietro ma ho già chiuso la porta.
Mi siedo alla piccola scrivania e tiro fuori un quaderno, prendo una penna a caso e fisso un foglio bianco, di solito quando sono in questo stato d'animo provo a buttare giù la base per una nuova canzone. Rigiro la penna tra le mani un paio di volte e cerco di immergermi nelle emozioni che spesso ho paura di tirare fuori, perché scrivere è imprimere a parole quello che sei e spaventa più di ogni altra cosa al mondo.
 
I just realize that i can't change my life
Questa sicuramente è la verità, ma non posso scriverla così.
Cancello.
 
I can't change the scrolling of my life
 
No,non mi piace nemmeno questo. Tiro una linea orizzontale e mi fermo a guardare quelle macchie d'inchiostro, il senso è buono ma non sono le parole giuste, provo ad immaginare una melodia e canticchio quello che ho scritto, c'è qualcosa che disturba, un testo deve avere armonia ed è importante scegliere le parole corrette.
You can't change forse è meglio di I can't change.
Lo scrivo, poi canto di nuovo.
Chiudo gli occhi e come una marea le parole vengono fuori da sole nella mia mente.
 
There is a moment when you finally realize,
there's no way you can change the tolling tide.”
 
Mi affretto a scrivere per paura di dimenticarle, poi sorrido guardandole, domani devo farle vedere a Louis, possiamo tirarne fuori qualcosa di bello.
Chiudo il quaderno e lo lascio lì, sulla scrivania.
Decido di fare qualche esercizio visto che di dormire non se ne parla, così mi sposto nella piccola stanza che ho adibito a palestra e infilo le cuffie.
Faccio un po' di riscaldamento e poi infilo i guantoni da boxe, mi piace questo sport, è liberatorio e appagante. Tiro di destro, poi sinistro, ancora destro e così via.
Cerco di concentrare tutto lo stress, le preoccupazioni e la tensione nelle mie mani e provo a scaricarle contro il sacco. Ho cercato di non pensare ad Elisabeth ma mi viene piuttosto difficile, alcune volte bisogna buttarsi e vedere come va e vorrei farlo sul serio, ma dopo mi torna in mente chi sono. Nella posizione in cui ci troviamo bisogna far attenzione a tutto, siamo un modello di vita da seguire per molte persone ma la cosa peggiore sono i giornalisti che ci scrivono sopra storie su storie, su storie. E' il loro lavoro, certo ma cosa ne sanno di noi?
Siamo uomini come tutti gli altri, con i nostri sentimenti, le nostre paure e la voglia di goderci la vita.
Tiro un pugno più forte degli altri e mi aggrappo al sacco quando torna indietro, respiro velocemente e chiudo gli occhi, poggiando la fronte sulla pelle fredda.
Cerco di regolarizzare il respiro ma sembra che nemmeno la boxe, che di solito mi calma, serve a tranquillizzare questa inquietudine che non mi lascia in pace.
Mi sfilo i guantoni e li lascio a terra, ieri sera stavo bene, ero scosso dall'arrivo di Zayn ma non mi sentivo così. Mi viene voglia di spaccare tutto e nemmeno riesco a risalire al motivo.
Mi infilo in bagno e asciugo il sudore dietro al collo, apro l'acqua fredda della doccia e ci entro con ancora addosso la maglietta e i pantaloncini con cui dormo.
Lascio che prendano la forma del mio corpo e boccheggio quando un getto d'acqua più forte mi colpisce in viso. Mi spoglio lentamente e abbandono i vestiti in un angolo concedendomi una doccia veloce.
Quando esco mi avvolgo in un asciugamano morbido e mentre friziono i capelli mi sposto in camera, prendo la biancheria pulita, un paio di jeans e una maglietta e mi siedo sul bordo del letto, afferro il cellulare e apro una nuova conversazione su Whatsapp, non le ho mai scritto qui ma credo sia più utile per la mia sanità mentale, posso vedere almeno se mi legge.
Scrivo un banalissimo “Ehi” e lo invio, poi ricado con la schiena all'indietro sul materasso.
Non sono nemmeno le sei del mattino, come minimo mi risponderà tra un paio d'ore, non ce la farò mai ad aspettare così tanto, perché le ho scritto adesso?
Il cellulare suona tra le mie mani e “Già sveglio?” leggo.
Mi giro a pancia in giù e con un sorriso enorme le rispondo “In realtà non ho dormito per niente e tu?”
Le prime luci del sole si fanno strada sulla città, mi alzo stringendo il cellulare tra le mani e apro il balcone uscendo fuori e poggiando poi i gomiti sul muretto, guardo Londra svegliarsi con un sorriso sul volto, godendomi il leggero venticello sul volto, basta davvero un messaggio per stare meglio?
– Sembri un dodicenne – sento la voce di Zayn e mi volto spaventato.
Ha i capelli scomposti e la faccia assonnata mentre si avvicina a me, mi imita poggiando i gomiti accanto ai miei e fissiamo insieme il panorama.
– E' bella vero? – chiedo.
– Molto – .
Non mi è chiaro se stiamo parlando di Londra o di Elisabeth.
Abbozzo un sorriso e decido di tenere per me di averle mandato un messaggio e soprattutto, di aver ricevuto una risposta.
 
 
Elisabeth's POV
 
Appena ricevo il primo messaggio mi alzo di scatto dal divano, non posso negare di aver sentito la mancanza di Zayn da quando è partito, ho deciso di passare la notte sul suo divano ma ho dormito pochissimo.
Quel “Ehi” sul cellulare mi ha fatta sentire in colpa, mi sento sempre in una sorta di relazione strana con Liam nonostante non siamo niente, ma è come se passare la notte nel posto in cui ha dormito Zayn per giorni sia come una mancanza di rispetto nei suoi confronti.
Gli rispondo con il cuore a mille e decido di risistemare il divano letto, una volta chiuso mi sento meglio.
Il cellulare suona ancora e “In realtà non ho dormito per niente e tu?”.
Siamo in due allora, avrò dormito si e no due ore questa notte.
Digito la risposta e invio “Anche io, devo tornare ad abituarmi a stare sola in casa”
Fisso il cellulare con un sorriso enorme sul viso, l'amore può colpire a qualsiasi età ma ti farà sempre entusiasmare come un bambino davanti al suo primo giocattolo.
E non ho paura di affiancare Liam alla parola amore perché ancora prima di conoscerlo era questo e l'ho accettato molto tempo fa, combattendo quasi contro me stessa per farlo, perché rendersi conto di essere innamorati sul serio di qualcuno che non si conosce realmente spaventa e preoccupa, ma ora ho solo voglia di innamorarmi di altri suoi lati che non conosco nonostante l'ignoto di quel che sarà, ma alcune volte buttarsi nel vuoto vale la caduta.
Sorrido aprendo il nuovo messaggio ricevuto “Il tuo ex coinquilino ha dormito sul mio divano stanotte”
La faccina con l'occhiolino alla fine mi fa sorridere, come quel' ex messo li quasi per gelosia.
Mi mordo il labbro, mi faccio prendere dai viaggi di fantasia.
Deve avere una passione per i divani allora” scrivo e invio.
In attesa di una sua risposta mi preparo qualcosa per fare colazione, è troppo presto per accendere la musica così infilo le cuffie al telefono e canticchio felice.
Poggio il mio piatto sul tavolo in salotto e come mi siedo fisso il muro dove sono appese le cartoline, sorrido e afferro il primo boccone.
Liam non ha ancora risposto così digito velocemente un altro messaggio prima di perdere il coraggio di farlo.
Niente cartolina nemmeno questa settimana?”
Mi copro il viso con le mani maledicendomi e finisco per passare i cinque minuti successivi, fino all'arrivo della sua risposta, a massacrare le mie povere unghie.
Apro il messaggio e “Vedremo, forse posso rimediarne qualcuna :)”
Sorrido “Sai, la mia collezione ne ha bisogno!”
Quindi le stai conservando...
mi piace questa cosa...”
Pensavi di no?”
Speravo lo facessi”
 
Sorrido e scatto una foto al muro davanti a me, una generale e una più vicina inquadrando anche i fiori, ormai secchi e le invio.
 
Devo riempire la parete, ti va di aiutarmi?”
 
E dove ho trovato questa faccia tosta per scrivergli non lo so nemmeno io.
L'unica cosa che so è che ho un sorriso sulle labbra e il cuore che batte forte, metto a posto e lavo tutto e decido di andare a fare una passeggiata per le strade di Dublino, mi preparo e sempre con le cuffie alle orecchie esco.
Appena fuori chiudo gli occhi e respiro a pieni polmoni l'aria della mia Irlanda.
Tengo il telefono stretto tra le mani mentre salgo sull'autobus diretta al centro e aspetto con ansia.
Quando suona, non perdo tempo a sbloccarlo e con sorpresa fisso la chiamata in arrivo.
– Buongiorno, non è troppo presto per te? – dico ridendo.
– Sei di una simpatia, buongiorno – dice sarcastico.
– Svegliato male eh?–
– Il tuo amico è agitato stamattina – dice e – Lascialo stare non ha dormito questa notte – dico senza pensarci.
– E tu che ne sai? Ah, ho capito perché ride come un cretino dalle sei, tu che ci facevi sveglia? – chiede.
– Non riuscivo a prendere sonno nemmeno io – dico sincera.
– Di la verità, ti mancavo – dice e lo immagino sorridere soddisfatto.
Alzo gli occhi al cielo – Mi ero solo abituata ad averti per casa – rispondo per non dargli soddisfazione.
– Certo, ti credo sai? Mi manchi anche tu comunque – si blocca e – ...anche se il divano di Liam è più comodo – afferma.
– Senti cos'hai contro il mio divano? E' fantastico – rispondo.
– Fantastico Liz, ho la schiena perfettamente apposto guarda – si prende gioco di me e – Ben ti sta, sei uno scemo, dovresti avere le ossa rotte –.
– Ehi, questa cattiveria? Devo dire a Liam di comprarti un po' di caramelle per addolcirti – dice e non faccio in tempo a rispondere che sento la sua voce.
– A chi devo comprare le caramelle? – chiede premuroso.
Mi sfugge un sorriso e – Quant'è carino – dico.
– Mmh, ciao Liz, buona giornata – riattacca prima che io possa dire qualcosa.
Fisso il telefono per qualche secondo prima che inizi a suonare di nuovo, questa volta però a chiamare è Liam.
– Stai fermo, non la chiamare – sento la voce di Zayn dietro e – Pronto? – dico ridendo.
– Ah Liam, tu non le sai proprio conquistare le ragazze – sento il moro dietro.
– Guarda un po', non devi conquistarla tu – risponde Liam.
– Ehm, ragazzi? Sono qui – provo a dire.
– Oh, ehi – mi risponde Liam e sono sicura che si starà maledicendo perché poi sento Zayn ridere.
– Bé, io vi lascio soli eh, vado in bagno – dice ridendo.
– Restaci possibilmente – ribatte Liam e io scoppio a ridere.
– Ciao – mi dice poi e – Ciao anche a te – rispondo arrossendo.
Maledizione, stiamo solo parlando al telefono, che razza di problemi ho?
– Scusa per Zayn – dice mortificato.
– Tranquillo, ho imparato a conoscerlo un po' – dico e lui – Vero – risponde solo, sembra dispiaciuto.
Rimaniamo in silenzio per qualche secondo, non vorrei dire la cosa sbagliata e odio questa sensazione, vorrei poter riuscire a parlare liberamente con lui senza questa paura di sbagliare.
E' lui a rompere il silenzio con un semplice – Comunque ok –.
– Ok? – chiedo.
– Ti aiuterò a riempire la parete, mi piace come le hai sistemate – dice più allegro.
Io mi alzo per scendere e quando metto piede fuori dall'autobus scoppio a ridere.
– Che succede? – chiede.
– Non ci crederai mai ma sono appena scesa dall'autobus e c'è un manifesto pubblicitario di un'agenzia viaggi piena di cartoline da ogni parte del mondo – dico mantenendo il sorriso costante sul volto.
Lo sento ridere con me ed è il suono più bello del mondo – Sul serio? – chiede.
– Sul serio – confermo.
– Puoi fare una foto e mandarmela? –
– Certo, ora la faccio – dico e qualche secondo dopo è già nella nostra conversazione.
– Mmh, ce ne sono tantissime, vedrò cosa posso fare quando sarò in tour, il nostro obiettivo è quello di recuperare più cartoline di questo manifesto – dice entusiasta e io mi lascio travolgere.
– Ce la possiamo fare, tanto hai un bel po' di concerti prima della fine dell'anno – rispondo.
– Puoi contarci tesoro, ce la faremo alla grande – dice e io mi preparo ad avere il cuore a mille per i prossimi tre giorni, per quel semplice tesoro.
Quando chiudiamo la conversazione qualche minuto dopo ho un sorriso a trentadue denti, entro in un negozio di abbigliamento e mi concedo un po' di sano shopping.
Metto il telefono in borsa ma appena chiudo vibra più volte, perché succede sempre così?
Lo afferro e trovo due messaggi.
Il primo è di Zayn “Attenta a non pensare troppo a quel tesoro, rischi di ucciderti per strada”
Gli rispondo immediatamente mandandolo dolcemente a quel paese e apro l'altro.
Comunque, mi piace il suono della tua risata”
E no Liam, questo proprio non puoi scrivermelo.
 
__________________________________________
Nda.
Buona sera :)
Come state? Eccomi qui con il nuovo capitolo, è più corto degli altri, lo so ma dovevo e volevo finirlo qui, mi piace molto come è venuto fuori, spero piacerà anche a voi e che vi sia arrivato l'imbarazzo di Liam e Liz ma anche l'entusiasmo nello scriversi... come l'inquietudine di Liam all'inizio del capitolo, quel bisogno di trovare qualcosa che lo facesse in qualche modo tornare a respirare.
Non posso taggarvi tutte ma dedico questo capitolo a mia sorella Valentina, a Sara, Barbara, Federica e Deborah perché amo quello che in qualche modo si è creato e adoro vederle impazzire su questa storia.
Un grazie speciale ovviamente anche a voi che sognate con me, siete tutti/e fondamentali <3
I saluti di oggi sono questi:
Alzatevi al mattino, guardatevi allo specchio e ripetetevi che siete bellissime.
Serena.

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Capitolo 13
*** Chapter XII ***


 
 

 

.Chapter XII.

“Nessuno capita per caso nella tua vita.”

Ruediger Schache 

 

 

– Mi stai dicendo che hai preso i biglietti per un concerto in un'altra nazione e che devo venire per forza con te? – le parole di Emma risuonano nella mia testa e – Si, diciamo di si – rispondo mordendomi le labbra.

– Bruxelles? E quand'è che ci sarebbe questo concerto? – chiede mia sorella.

– Ehm, dunque potrebbe esserci tra meno di dieci giorni – dico sorridendo.

– Che cosa? Ma ho gli esami all'università – risponde lei alterata.

– Certo, lo so, ma per qualche giorno, dai, vedrai Harry – cerco di convincerla.

– Io ho una vita – prova a dire.

– Avevi – la correggo ridendo.

– Ah, ma dico non ti basta che li conosci? Non puoi vederli quando ti pare? – chiede.

– Si, certo! E comunque voglio sostenerli, senza Zayn dobbiamo fargli sentire il nostro amore – dico seria e già la immagino alzare gli occhi al cielo.

– Ok, che posti abbiamo? – dice e sembra quasi scocciata e invece so che non vede l'ora di partire.

– Prato – dico ridendo.

– Dio, alcune volte penso di odiarti, non prenderò mai la laurea di questo passo – risponde e alla fine si unisce alla mia risata.

– Lo so che mi vuoi bene – le dico.

Forse ci vuole un po' di pazienza con me e con il mio mondo di sogni e passioni ma alla fine so di poter contare su di lei.

– L'hai detto a Liam? – chiede.

– No ancora no, glielo dirò appena lo sento –.

– Sai la scaletta? Devo ripassare – dice e sento già l'eccitazione nella sua voce.

– Dai che alla fine le conosci tutte – rido.

Non può fare altro che trovarsi d'accordo con me e quando chiudo la chiamata la lascio più ansiosa che mai.

Appoggio il telefono sul tavolo e torno a buttare giù qualche parola su questa pagina bianca del mio quaderno, ci appunto sopra i pensieri e le mie idee, magari un giorno riuscirò a trovare il coraggio di pubblicare veramente qualcosa oltre alle semplici storie su internet, sospiro, mordo il tappo della penna e resto a fissare il vuoto per qualche secondo.

E' difficile essere dei sognatori, alcune volte preferirei essere nata con la testa degli altri, non importarmene nulla se il lavoro che faccio mi piaccia o meno e farlo solo per portare dei soldi a casa, ma non sono così e non lo sarò mai perché vivere la vita da sognatori è assaporare la vera felicità anche se solo per pochi secondi.

Sorrido e vengo distratta dal suono del citofono, mi catapulto giù perché sono sicura che sia la posta e infatti – Buongiorno – dico ansiosa.

La signora mi guarda un po' stranita poi tira fuori una cartolina e mi guarda – Credo sia per lei – dice e io con un sorriso enorme e con il cuore a mille la ringrazio e torno nel mio appartamento.

Salgo le scale a due a due e quando mi chiudo la porta alle spalle tremo nel guardarla.

Stoccolma. La giro subito e mi batte forte il cuore nel vedere la sua grafia.

 

Sono appena atterrato e questa è la prima cosa che ho fatto, mi dispiace per il fiore ma il mio fattorino di fiducia è in pausa”

 

Rido per la faccina sorridente che ha messo alla fine, poi passo la mano sulla frase finale.

 

Buona giornata Liz, spero di averti regalato un sorriso.

Liam”

 

Anche più di uno Liam, la stringo qualche secondo tra le mani e poi salgo sulla sedia per inserirla nella cornice, il tour è ricominciato ieri sera e non vedevo l'ora di aggiungere una nuova cartolina.

Prendo il telefono e digito velocemente un messaggio per ringraziarlo, poi mi siedo e sbircio su twitter le foto del concerto.

 

 

Liam's POV

 

Il cellulare vibra sul comodino e mi giro dall'altra parte, affondo il viso nel cuscino e tirò il lenzuolo sulla testa. Non ho voglia di aprire gli occhi, il tour è ricominciato ufficialmente senza Zayn e mi sembra di avere ancora più responsabilità di prima.

Sento la porta della stanza aprirsi e so già che è Louis, ancora prima di sentire l'acqua fredda sul corpo, la sua risata invade la stanza mentre con uno scatto lo afferrò e lo butto a terra.

– Aiuto, Liam mi molesta – urla e io alzo gli occhi al cielo.

– Idiota – gli urlo dietro mentre corre via ad importunare Niall o Harry.

Scuoto la testa e guardo il letto, io che volevo riposarmi un po'.

Prendo il cellulare e sblocco lo schermo per vedere il messaggio, il cuore batte leggermente più forte mentre leggo il nome di Liz.

 

Buongiorno Lee, la cartolina è appena arrivata e si, sto sorridendo quindi grazie! Un bacio”

 

Per un momento dimentico di avere la schiena bagnata e sorrido, scrivo velocemente una risposta e invio.

 

Buongiorno a te, Louis mi ha svegliato con dell'acqua gelata!”

 

Evito di alludere al suo sorriso, potrei imbambolarmi e restare qui per ore.

Ho letto e sentito dire tante volte che gli artisti si innamorano in modi strani e che sono quelli più inclini ai colpi di fulmine ma non avrei mai pensato di provare queste cose sulla mia pelle.

Ho sempre pensato che Niall sarebbe finito per sposare una nostra fan e invece sono io che mi sono preso una sbandata per una di loro, è qualcosa di nuovo per me, ma è una sensazione bella e questo sorriso stupido che mi nasce in viso ogni volta ne è la prova.

Porto il cellulare con me in bagno e mentre mi preparo per questo nuovo giorno aspetto con ansia una sua risposta.

 

Quando scendo a fare colazione ho il telefono tra le mani, mi siedo accanto a Niall dopo aver preso dal buffet qualcosa e fisso lo schermo.

– Stai aspettando qualcosa? – mi chiede tranquillo.

Scrollo le spalle e rubo una delle sue fette di pane con il formaggio, la colazione in Svezia è ancora più strana di quella inglese.

– Ehi – protesta poi spalanco gli occhi e lo guardo dolcemente e lui sbuffa – Ok, ora vado a prenderne altre due, sei uno stronzo lo sai? Usi sempre questa tecnica per raggirarmi – dice fingendosi offeso ma lo so che questa fetta che sto mangiando l'aveva già presa per me, perché Niall è così.

Il cellulare vibra sul tavolo e apro il messaggio.

 

Sei l'oggetto preferito dei dispetti di Lou eh? Piccolo :( ”

 

Rido per il modo in cui mi ha chiamato e digito una risposta. Sento un click e quando alzo gli occhi trovo Niall sorridente con il cellulare tra le mani.

– Dovresti vedere la tua faccia, la fetta di pane in bilico in bocca e gli occhi concentrati sul telefono, ora la posto su Instagram – dice felice tornando a sedersi accanto a me.

Lo lascio fare e mentre lui è impegnato a digitare qualcosa Harry e Louis si siedono al nostro tavolo, quasi all'unisono allungano il braccio verso il piatto di Niall rubando una fetta di pane a testa.

Non posso far altro che scoppiare a ridere e – Vi odio tutti, io non lasciavo mangiare nessuno dal mio piatto – dice serio.

– Esattamente, non lasciavi, prima di incontrare noi – dice Louis sorridendo.

– Dai vado a prenderli, scusa Nì – dice Harry mortificato alzandosi e Niall scuote la testa.

– Lascia stare Haz, meno male ci sei tu, non come questi due, uno ride solo al telefono e l'altro sembra appena uscito da un cartone animato – ci fa una linguaccia e insieme si allontanano.

Rido insieme a loro e porto la mia attenzione su Louis che mi sta fissando.

– Che cosa vuoi? – chiedo.

Lui ride, di quel sorriso un po' sadico che non promette niente di buono.

– Stasera usciamo – dice. felice

– Chi? – chiedo.

– Noi due – dice indicandoci.

– Immagino che non ho facoltà di scelta! – dico.

– Pensi bene, sapevo di poter contare su di te – dice sorridendo ancora e assottigliando gli occhi prima di alzarsi, afferrare qualcosa dal tavolo dei musicisti e andare via.

Alzo gli occhi al cielo e finalmente riesco a rispondere al messaggio.

 

“Ancora non ho capito il perché ma sembra proprio che è così”

 

Invio e questa volta mi alzo io per prendere qualcosa da mangiare, prendo un piatto e mi mordo il labbro, di solito ero io a prenderne uno anche per Zayn, credo che ognuno di noi stia vivendo la sua mancanza in tour in modo diverso, a me viene da schiaffeggiarlo e poi stringerlo forte, forse potrei anche supplicarlo di ripensarci effettivamente ma non si può tornare indietro, è un capitolo che si è chiuso, devo solo farci l'abitudine, devo solo pensare che ora lo potrò vedere solo quelle poche volte a Londra.

Torno a sedermi ed Harry e Niall sono lì a chiacchierare, controllo il cellulare e trovo due messaggi.

 

Perché sei troppo buono forse!”

Oh, che carina la foto che ha postato Niall”

 

Sorrido beccandomi le occhiate strane degli altri e – Che c'è? – chiedo non riuscendo a trattenere gli angoli della mia bocca dal sollevarsi.

– Liam è arrossito, Liam è arrossito, Liam è arrossito – Niall mi prende in giro ridendo e Harry mi passa una mano tra i capelli.

– Passare il tempo con Louis vi fa male! – protesto ma alla fine scoppiamo a ridere tutti e tre.

Veniamo richiamati dai manager, è ora di andare perché siamo in ritardo e non faccio in tempo nemmeno a rispondere a Liz che mi ritrovo catapultato in una nuova giornata di lavoro.

Le risponderò più tardi.

 

 

Liz's POV

 

Quattordici ore. Quattordici ore e venti minuti. Quattordici ore, venti minuti e uno, due, tre...

Sono stesa sul letto, una maglietta dei ragazzi come pigiama, lo sguardo fisso al soffitto e il telefono tra le mani, nessun messaggio. Nessun messaggio da quattordici ore, venti minuti e quattordici, quindici, sedici secondi.

Ho tentato di ingannare il tempo per l'intera giornata ma il pensiero era fisso a Liam, come sempre negli ultimi anni ma la mancanza è stata ancora più grande, perché quando non conosci realmente e totalmente una cosa ne senti una mancanza astratta ma quando quel qualcosa lo vedi, lo tocchi, poi non puoi farne più a meno perché sai esattamente cosa si prova a viverlo.

Il cellulare vibra sul petto e con il cuore a mille lo prendo.

Mi lascio sfuggire uno sbuffo e rispondo.

– Ciao Zayn – dico

– Ciao Liz, si sono contento anche io di sentirti ma non urlare così tanto dalla felicità – dice ridacchiando e io lo seguo.

– Scusa! Ciao Zay, come stai? – chiedo con un tono di voce più allegro.

– Bene, oggi sono stato a fare i compiti con Safaa, non mi mancava la scuola – risponde.

– Eh ti tocca, la vita da normale ventiduenne comprende anche i compiti con la sorella minore – dico ridendo e lui mi fa il verso.

– La smetterai mai con questa cosa della vita normale? – chiede.

– Mmh, no, credo di no – dico sincera.

– Immaginavo, cosa hai fatto oggi? – chiede e il telefono mi avverte dell'arrivo di un messaggio.

– Niente di che – dico prima di mettere il viva voce e distrarmi con la lettura del messaggio.

 

Scusa per oggi, sono stato impegnatissimo ora sono fuori con Louis, mi ha praticamente trascinato fuori dalla stanza, come stai?”

 

Rido come una scema e – Mi stai ascoltando? Immagino di no – sento dire da Zayn.

– Oh, scusa, mi ero distratta – dico.

– Che ti ha scritto Liam? – chiede e io arrossisco anche se lui non può vedermi.

– Niente – mento e lui sbuffa.

– Cosa ti piace così tanto di lui? – chiede dopo qualche minuto di silenzio.

– Oh, questa è una bella domanda – rispondo.

– Prova a spiegarmelo, sono curioso – dice.

– Ehm, non lo so Zayn, tu l'hai mai provata quella sensazione di essere finalmente nel posto giusto? Io si, per due secondi, tra le sue braccia. Liam non si può spiegare, Liam è amore per me, amore sotto ogni forma. E' amore fisico, quello passionale, intenso e sconcertante. E' amore spirituale, quello persistente, ossessionante e bello ed è amore mentale, quello che basta un pensiero a farti tremare l'anima. E tu ti chiederai come faccio a sapere che lui è tutto questo per me, lo so e basta Zay, lo so dalla prima volta che ho ascoltato la sua voce e ho sentito dei brividi lungo la spina dorsale – dico ammettendo per la prima volta ad un'altra persona i miei sentimenti per Liam, ho il fiato corto e dall'altra parte non ricevo risposta, fisso lo schermo ma la chiamata è ancora aperta.

– Zay? – lo richiamo.

– Ci sono, senza parole ma ci sono – dice.

Questa volta rimango in silenzio anche io e aspetto che dica qualcos'altro.

– Accidenti, tu lo ami sul serio – dice dopo qualche secondo e sembra sorpreso e spaesato.

Mi mordo il labbro inferiore e faccio per rispondere ma lui mi anticipa.

– Non hai paura che non sia come te lo sei immaginato tu? – chiede.

– Fin'ora è esattamente come pensavo che fosse, un ragazzo dal cuore enorme, piano piano se lui vorrà, si farà scoprire da me, non è così che funziona anche a tutti gli altri? Nessuno conosce mai fino in fondo un'altra persona ma il bello di amare qualcuno è imparare ogni giorno qualcosa in più. Non sei d'accordo? – chiedo con il cuore che batte forte, non era nei miei programmi intraprendere questa conversazione con lui.

– Si, immagino di si – dice – E' fortunato – aggiunge poi.

Mi mordo il labbro inferiore e – Lo sono anche io – dico.

– Ora ti lascio messaggiare con lui, ci sentiamo domani –.

– Zay? –

– Mh? – risponde.

– La troverai anche tu una persona che ti fa sentire come Liam fa sentire me – dico sincera.

– Chi ti dice che non l'ho già trovata? – risponde serio.

– Oh, allora va bene, no? – chiedo.

– Buonanotte Liz –

Sospiro e – Notte Zay – dico arrendendomi al fatto che non mi dirà niente.

Quando chiudo la chiamata resto a fissare lo schermo per qualche secondo, una foto di Liam sorridente mi fa chiudere gli occhi, caro Zayn, ma hai visto che sorriso ha? Come faccio a non pensare a lui.

Mi risveglio dal mio stato di trance e rispondo al suo messaggio.

 

Ti sento proprio dispiaciuto, io sto bene comunque, tu non dovresti divertirti?”

 

La fitta allo stomaco che sento all'idea di saperlo con altre persone in un locale la lascio lì, perché sono gelosa e lo so, inutile nasconderlo.

La sua risposta non tarda ad arrivare insieme al mio sorriso.

 

E' divertente anche parlare con te”

 

Oh, ne sono lusingata”

 

Digito la risposta e la invio e già tremo aspettando la sua.

 

E tu invece che fai? Ho interrotto qualcosa di bello?”

 

Oh certo, la mia disperazione.

 

Non sono una ragazza impegnata come te! Comunque com'è andato l'inizio del tour?”

 

Scusa allora, ragazza nulla facente ;p 
Comunque tutto bene, un po' diverso ma siamo carichi, non vediamo l'ora di girare l'Europa”

 

Sorrido e scrivo velocemente quello che aspetto di dirgli da tutta la giornata.

 

Io non vedo l'ora che arrivi la data di Bruxelles” invio il messaggio facendo la vaga e mi mangio le unghie in attesa di una sua risposta.

 

Perché proprio Bruxelles?”

 

Immagino la sua espressione confusa così “Potrei aver comprato i biglietti” invio e mi sento quasi una stupida, anzi togliamo il quasi, sono una stupida eppure sono qui con le gambe incrociate sul letto a ridere da sola, con il cuore a martellarmi in petto e la felicità a scoppiarmi dentro.

Il cellulare vibra e mi avverte di una chiamata, mi mordo il labbro mentre rispondo.

– Stai scherzando? – urla, posso sentire in sottofondo la musica assordante che piano piano si fa più lontana.

– Niente scherzi, tra meno di dieci giorni sarò al concerto – dico entusiasta.

– Quindi ci vediamo? – dice questa volta più calmo.

– Io ti vedrò sicuramente – lo prendo in giro.

– Anche io voglio vederti – risponde.

– Ah si? Vuoi vedermi? – rispondo agitata.

– Si, qualche problema signorina? – chiede e lo sento ridacchiare.

– Decisamente nessuno ragazzo impegnato – dico con un sorriso enorme in viso.

Prova a rispondermi ma sento solo una gran confusione e poi la linea cade, fisso il telefono sbuffando ma poi ritrovo il sorriso, anche solo sentire la sua voce rende questa una giornata meravigliosa.

Poco dopo mi arriva un messaggio.

 

La linea è caduta e non posso richiamarti ora, quindi tra undici giorni ci vediamo!”

 

Sorrido all'idea di lui che conta i giorni che ci separano dalla data in Belgio e mi affretto a rispondere.

 

Solo undici giorni, non vedo l'ora” mi mordo il labbro inviando e quando leggo la sua risposta tremo, rido e piango nello stesso istante.

 

Oh guarda, è scattata la mezzanotte, meno dieci”

 

Alzo il viso verso lo specchio e osservo il mio sorriso riflesso, gli occhi sono grandi e lucidi, gli angoli della bocca alzati e una fossetta appena accennata si fa spazio sulla guancia sinistra, sono felice e non ho bisogno di scavare a fondo per capire cos'è che mi fa sorridere così.

E' solo l'effetto Liam.

_______________________________________________________________

nda.

Di ritorno da un'esperienza fantastica come quella del concerto di Bruxelles vi regalo il nuovo capitolo di The Most Beautiful Flower, spero vi sia piaciuto, forse non è bello come gli altri ma spero comunque di non aver deluso le aspettative di nessuno, in caso contrario fatemelo sapere!

Sono tornata a casa con ancora più amore nel cuore e mi sento di augurarvi questo prima di salutarvi,

vivete ogni giorno con un sorriso sulle labbra e con un sogno nel cuore, perché è vero che quando meno te l'aspetti, tutto arriva.

Un abbraccio,

Serena.

 

#TMBFlower

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Capitolo 14
*** Chapter XIII ***




.Chapter XIII.


Non chiudere mai le tue labbra a coloro che hanno già aperto il tuo cuore.
(Charles Dickens)

 

 

 

Liam's POV

 

– Liam ti vuoi calmare per favore? – urla Louis e lo guardo fulminandolo.

Mi siedo sulla poltrona del backstage e respiro piano, Harry si siede accanto a me e poggia la testa sulla mia spalla, sorridendo.

– Dai Lee, stai tranquillo, andrà tutto bene – dice per rassicurarmi e io lo guardo sorridendo appena. Non riesco a spiegargli questa sensazione che ho dentro, agitazione, paura e ansia.

Questi dieci giorni sono passati così velocemente che non sono riuscito a prepararmi psicologicamente a tutto questo e ora mi ritrovo con il cuore a battere di felicità ma anche con la paura che qualcosa vada storto. Le ho dato indicazioni per entrare nel backstage, le ho mandato i pass come l'ultima volta a Dublino, so che con lei ci sarà anche sua sorella e non vorrei che qualcuno le prendesse di mira notandole. Alcune volte le persone possono diventare cattive per ottenere qualcosa.

– Liam? – Paddy mi richiama entrando nella stanza.

– Sono arrivate, le faccio venire qui? – chiede sorridendo.

Forse quest'uomo mi conosce meglio di quanto mi conosca io stesso.

– Si, è un problema per voi? – chiedo agli altri.

Negano con la testa tutti e tre e sorrido alla mia guardia del corpo.

Mi guardo attorno e vedo il casino che c'è in questo posto, Louis mi sorride mentre finisce di mangiare il suo pacchetto di patatine e io lo mando a quel paese, perché dev'essere sempre così dispettoso?

Non riesco ad insultarlo perché una voce dolce mi distrae – Si può? – chiede.

Quando incrocio il suoi occhi la vedo sorridere apertamente.

– Ciao – dico ricambiando il sorriso e avvicinandomi a lei.

Apro le braccia e aspetto che mi circondi la vita, quando sento le sue mani stringersi attorno alla stoffa della camicia mi lascio andare ad un sospiro.

– Ciao Lee – mi dice sorridendo.

Ci stacchiamo un po' imbarazzati quando ci accorgiamo degli altri che ci stanno guardando, mi schiarisco la gola e – Tu devi essere Emma – dico all'altra ragazza porgendole la mano.

– E' un piacere conoscervi – dice stringendo la mia mano, la vedo sorridere e spostarsi una ciocca di capelli quando Harry si presenta, seguito da Louis e Niall.

Elisabeth li saluta poco dopo e Louis le sussurra qualcosa all'orecchio che la fa arrossire, non voglio nemmeno immaginare cosa le ha detto.

– Scusate per la confusione – dico grattandomi la nuca imbarazzato.

– Tranquillo, non fa niente – dicono quasi all'unisono, poi si guardano e alzano gli occhi al cielo.

Niall ride guardandole – Non siete gemelle vero? – chiede.

– No – scuotono la testa – Solo che ci capita spesso di dire la stessa cosa – dice Liz ridendo.

Manca poco al sound check così le invito a seguirci per assistere e Liz sembra più felice del solito.

– In quel pass c'è il pacchetto completo – dico sorridendole.

Mi sembra strano averla qui, lo stadio è vuoto eccetto per noi, la band e lo staff e mentre facciamo le prove mi muovo con la consapevolezza di avere i suoi occhi addosso in ogni momento, sembra quasi che non riescano a smettere di cercare me. Quando mi volto per tornare indietro dalla passerella le sorrido e posso vedere le sue labbra incurvarsi lentamente, un po' timide e regalarmi un sorriso sincero. Proviamo Little Black Dress, mi diverto a vederle entrambe divertirsi e non lo faccio apposta a girarmi verso di lei quando canto il ritornello, la vedo spostare il peso su l'altra gamba, sembra in difficoltà mentre sua sorella le sorride. Harry le bagna con un po' di acqua e io scuoto la testa, anche se devono essere abituate al nostro non essere del tutto normali, perché non sembrano sorprese affatto. Non avrei mai pensato che mi sarebbe piaciuto provare qualcosa per una fan, è un rapporto che nasce su basi complicate, soprattutto data la mia paura di incontrare qualcuno che non mi accetti per quello che sono ma Liz mi fa rimettere in gioco tutte le mie convinzioni e questo è decisamente un punto a suo favore. Scendiamo dal palco e la raggiungo a grandi passi e – Allora, siamo stati bravi? – chiedo.

– Mmh, non lo so – risponde ridendo e io le faccio una linguaccia.

Mi viene automatico circondarle le spalle con un braccio, mi accorgo solo qualche minuto dopo del mio gesto ma parlo come se niente fosse.

– Dunque, che vi va di fare prima dell'inizio del concerto? – chiedo e questa volta mi rivolgo ad Emma, non ho il coraggio di abbassare lo sguardo.

– Non lo so, io pensavo di dover fare una fila di dodici ore prima di questa mattina – dice ridendo.

– Bé noi andiamo in albergo per un po' poi torniamo più tardi, potete venire con noi, mangiamo insieme – dico sperando in una risposta affermativa.

Emma sembra pensarci un po' su – Non saprei, ecco io non vorrei essere di intralcio e disturbare – dice un po' preoccupata.

– Oh non ti preoccupare, Harry!! – chiamo.

– Emma si sta preoccupando di disturbarci e non vuole venire con noi – dico indicandola.

Lui assottiglia gli occhi e la guarda fingendosi minaccioso, poi si apre in un sorriso radioso e spalanca le braccia – Ma noi siamo tutti una grande famiglia, non pensare a queste cose – le dice spingendola in avanti, sorrido, Harry riesce a far sentire a proprio agio chiunque.

Ho ancora il braccio a circondare le spalle di Liz, così muovo leggermente le dita sulla sua spalla e abbasso lo sguardo per incrociare il suo poco dopo, mi sorride e arrossisce e io mi chiedo se sono in grado di comportarmi in modo decente con una ragazza.

Non sono Zayn, per lui è sempre stato tutto piuttosto semplice in questo campo, sapeva muoversi e sapeva cosa dire, io sono piuttosto impacciato da quando ne ho memoria.

– Dici che ce la facciamo a comprare una cartolina insieme? – mi chiede riportandomi alla realtà.

Mi fermo a pensarci qualche secondo, poi mi stacco da lei e – Ti fidi di me vero? – le chiedo prendendole la mano. Le do il tempo solo di annuire perché poi inizio a correre portandola con me.

– Dobbiamo correre Liz – le dico, mentre ridendo passiamo davanti agli altri ragazzi che ci guardano spaesati.

Ma non possiamo fermarci, giro lungo il corridoio, verso l'uscita e quando lo sguardo di Paddy si posa su di me, gli sorrido solo e vado dritto fino al van che ci accompagna da tutte le parti, so che le chiavi sono costantemente inserite all'interno per garantirci una partenza immediata in qualsiasi occasione, così faccio salire Liz prima di me e mentre si sposta dal lato del passeggero, mi siedo e chiudo l'auto prima di sentire un – Liam dove diavolo stai andando? – rido e metto in moto.

Liz mi guarda sorpresa al mio fianco e per due secondi mi godo quella sensazione di libertà sulla pelle.

– Tu sei pazzo – dice guardando indietro.

– Ti va di essere pazza con me per oggi? – chiedo uscendo dallo stadio.

Annuisce lasciandosi andare ad un sorriso, poi le chiedo di impostare il navigatore dal mio telefono verso il centro città e anche se so già che per questo mio comportamento mi prenderò una strigliata epocale, le sorrido complice. Il mio telefono ci mette poco ad iniziare a suonare, rifiuto le prime tre chiamate dei manager perché non ho intenzione di sentire una sola parola e poi mando un messaggio a Louis, so che i ragazzi mi stanno sicuramente appoggiando così li tranquillizzo.

– Ti ammazzeranno dopo vero? – chiede Liz, sentendosi quasi in colpa.

– Ah, stai tranquilla, me la so cavare bene e poi ho i ragazzi dalla mia parte – dico sorridendole.

Il viaggio è più lungo di quello che mi aspettavo ma il tempo passa velocemente, mentre cantiamo qualche canzone in auto e tentiamo di capire qualcosa di francese. E' strana questa sensazione che sento nel petto, come se ci conoscessimo da sempre.

– Sembra quasi che questa sia la quotidianità, tu accanto a me mentre guido – dico fissando la strada davanti a noi.

La vedo ridere, spostare i capelli indietro e guardarmi – Invece io sto cercando di rimanere calma e non mettermi ad urlare e credo che nella mia testa ci sia qualcuno che mi dice che tutto questo è vero, che tu sei vero – dice velocemente e io rido.

– Ma ci siamo già incontrati prima, cosa c'è di diverso ora? – chiedo.

– Siamo solo io e te – dice abbassando la testa.

– Uhm, deduco che hai avuto la stessa reazione con Zayn allora – non riesco a frenare la lingua, sono dannatamente curioso di sapere dei giorni in cui sono stati insieme, visto che il mio amico non mi racconta niente.

– Diciamo che non è stata una passeggiata per il mio cervello rendersi conto che quello era proprio Zayn Malik, ma con te è diverso – dice scrollando le spalle.

– Diverso in che senso? – chiedo.

– Ti basta sapere che è diverso in senso positivo – dice per tranquillizzarmi e io annuisco.

Troviamo un parcheggio sotterraneo e ci infiliamo lì, scendiamo di qualche piano prima di trovare un posto libero, quando scendiamo dall'auto mi rendo conto di aver fatto un'enorme cavolata, non riuscirò mai a uscire indenne da questa giornata.

Lei sembra rendersi conto del mio stato d'animo perché si avvicina e mi tranquillizza.

– Vedrai, in un attimo avrò depistato tutti – dice e io non capisco cosa intende fino a quando non la vedo scrivere velocemente al telefono.

– Fatto – dice prima di mostrarmi un tweet in cui dice di avermi incontrato in un posto e che sono ancora lì.

– Facciamoci una foto che è più credibile – dice mentre si avvicina a me e fa in modo che nella foto non ci sia altro a parte noi, è la nostra prima foto insieme e sorridiamo entrambi con gli occhi luminosi, il cuore mi batte veloce e senza farmi vedere, mentre risaliamo verso la città, entro su twitter per salvarla.

 

Sembra felice mentre si guarda attorno prima di farmi uscire da una stradina e io ridacchio dietro di lei per le sue espressioni buffe. Mi prende per mano e mi fa correre verso l'altro lato della strada, non c'è molta gente, dev'essere una strada secondaria ma posso già sentire il brusio delle persone a pochi passi da noi.

– Aspettami qui – dice poco dopo sparendo in meno di due secondi dalla mia vista e lasciandomi nell'esima strada senza uscita.

Ritorna dieci minuti dopo con una busta e un sorriso enorme.

– Allora, ti ho preso delle cose – dice aprendola e tirando fuori un paio di occhiali da sole falsi.

– Ora non lamentiamoci delle marche perché li ho pagati cinque euro – dice allegra e io alzo le mani.

– Assolutamente no – ribatto.

– Bravo Lee, ora, metti questa – dice passandomi una maglia della città, la guardo un po' stranita ma lei insiste.

– Liam, ho postato una tua foto, sanno come sei vestito, o almeno com'è la camicia che indossi, ti troveranno, metti questa maglia per favore – dice sorridendomi e io annuisco, di sicuro lo sa più di me come funzionano le menti delle fan.

Tolgo la camicia ma ho ancora una maglietta sotto e di certo non posso metterne due, così le passo la camicia e me la sfilo. Rimango a petto nudo e la vedo distogliere lo sguardo quando riabbasso le braccia. Se questa cosa fosse successa cinque anni fa mi sarei vergognato a morte ma stare in questo gruppo mi ha reso anche più consapevole di me stesso, ho capito di riuscire a fare un determinato effetto ad alcune persone e vederla deglutire quando le lascio la maglia tra le braccia per prendere quella che ha comprato lei, mi fa ben sperare che lei sia una di quelle.

– Ora? Cos'altro devo indossare? – chiedo sistemando la maglia che mi sta perfettamente, non le chiedo nemmeno come fa a sapere che taglia porto.

– Accidenti, dobbiamo coprire i tatuaggi, sono diventata la maga dei travestimenti da quando Zayn è apparso nella mia casa, ma non ho niente con me – dice mortificata guardandomi.

– Intanto metti questo – dice porgendomi un capello che ha tutta l'aria di poter piacere ad Harry.

Lo prendo e cerco di metterlo nel migliore dei modi, poi le accarezzo il viso.

– Guardami – le chiedo.

– Non preoccuparti, ora entriamo a comprare una felpa da qualche parte, anche se fa caldo sopporterò e grazie per la maglietta – le dico baciandole una tempia.

Rimaniamo fermi così per un po', in quella stradina nascosta e io ho come l'impressione di aver ritrovato me stesso nelle braccia di qualcun altro. Quando ci stacchiamo vedo chiaramente i suoi occhi lucidi, così le lascio un bacio sulla punta del naso e la stringo a me mentre la sento rabbrividire.

– Andiamo a comprare questa cartolina da aggiungere alla lista, forza – dico sorridendo e prendendola per mano. Mette la mia camicia e la mia maglia nella busta e poi usciamo da quel nascondiglio. Mi sistemo gli occhiali da sole e mentre ci immettiamo in una nuova strada, mi lancio subito dentro uno dei negozi di souvenir. Prendo una felpa con la zip un po' più leggera e la compriamo senza fare troppe cerimonie, quando la indosso siamo entrambi visibilmente più rilassati. Incrocio le dita con le sue e usciamo – Potevamo prenderla lì la cartolina – dice.

– No, facciamo girare l'economia, un po' per ciascuno – dico sorridendo e lei scuote la testa.

Ci incamminiamo verso quella che scopriamo essere una delle piazze più belle del mondo, ci improvvisiamo turisti per caso e ci facciamo foto, cercando di evitare chi ci invita a comprare un bastone per selfie, ci fermiamo entrambi ad osservare il palazzo del Comune, con quella porta centrale non in asse rispetto a tutto il resto.

– Puoi per favore costringermi a guardare qualcos'altro? Altrimenti rischio di distruggere tutto e ricostruirlo di nuovo – dice mordendosi un labbro mentre continua a guardare la struttura.

Le copro la visuale, parandomi davanti a lei – Puoi guardare me – dico serio.

Mi sorride con gli occhi quando mi guarda e sembra tornare a respirare. Ci incamminiamo in un vicoletto, dall'altro lato rispetto a dove siamo arrivati ed entriamo in un ristorante cinese, ordiniamo qualcosa da asporto e mentre aspettiamo mi confessa di avere questa indole a voler mettere in ordine le cose quando non sono al loro posto, o come la sua testa le immagina.

– Mh, una specie di disturbo ossessivo compulsivo – dico e lei scrolla le spalle.

– Forse alcune volte, ma riesco a gestirlo quindi non lo definirei proprio tale – dice e io annuisco.

– Allora non puoi entrare nella mia stanza d'albergo – dico e lei scoppia a ridere.

– Posso fare un'eccezione per te – risponde e io le sorrido.

– Ne sono onorato –.

Quando tutto è pronto abbiamo le mani cariche di sacchetti, Liz ride quando ripassiamo davanti ai negozi di souvenir ed entro nello stesso di prima per comprare la cartolina.

– Te l'avevo detto io – dice mentre torniamo verso l'auto.

– E' tutta colpa di queste buste in realtà – rispondo facendole una pernacchia.

– Abbiamo preso cibo per un esercito – scuote la testa.

– Oh fidati, non hai visto come mangia Louis – dico ridacchiando.

Facciamo un po' di fatica per ricordare la strada verso il parcheggio e tra una spinta e una risata finiamo per scendere un piano in più rispetto al dovuto. Dieci minuti dopo ci sediamo nel van, chiamo Louis per avvertirlo del cibo e chiedo dove sono.

– Oh amico ti sei ricordato di me? – dice con il suo solito tono strafottente.

– Si, ogni tanto succede, ho comprato del cinese, dove siete che vi raggiungiamo per mangiare? – dico serio.

– Volevamo restare allo stadio, ma visto che erano tutti agitati per te siamo arrivati in albergo, ci stavamo divertendo a torturare Emma – risponde per poi confabulare piano con qualcuno.

– Che diavolo stai facendo Louis? – dico chiudendo gli occhi.

– Tranquillo, mi conosci, faccio mai qualcosa di male? – chiede.

– Louis, proprio perché ti conosco non sto tranquillo! – dico sarcastico.

– Non ti preoccupare, sta bene o almeno sembra, non credo sia del tutto normale, ride alle battute di Harry, capito? E' impossibile ridere alle battute di Harr... ahia, sono fragile – lo sento dire e alzo gli occhi al cielo.

– Louis, ci vediamo tra poco e avverti che sto arrivando – dico chiudendo la chiamata.

Cerco l'e-mail con le indicazioni dell'albergo e mi accorgo che ci siamo passati davanti a piedi, strano, non c'era nessuno davanti. Imposto il navigatore e riparto.

– Forse tua sorella ti ucciderà – dico guardandola per qualche secondo.

– Mh, non credo, fidati – risponde ridendo e non indago oltre, mi fido di quello che dice.

Non ci impieghiamo molto ad entrare nel garage dell'albergo, aspetto che Paddy ci raggiunga e anche se mi riserva uno sguardo severo, fa cenno di lasciarci passare e prende parte delle nostre buste.

– Non so se ucciderti adesso o aspettare che lo facciano gli altri – dice quando entriamo in ascensore.

Liz si fa piccola piccola vicino a me e le prendo la mano, non ho paura di affrontare la ramanzina che mi spetta perché sono troppo felice per farmi rovinare il momento.

– Pad, è andato tutto bene, non faccio mai niente di sbagliato, mi sembra che sono tutti abituati a Louis, quindi non mi preoccupa affatto parlare con i piani alti, anzi non vedo l'ora – dico risoluto e lui annuisce.

– Va bene Liam, l'importante è che non è successo nulla, sono Patrick comunque questa mattina non ci siamo presentati – dice allungando la mano verso Elisabeth.

– Lo so, io sono Liz – dice e Paddy si lascia coinvolgere dal suo sorriso.

– Immaginavo – le risponde.

La vedo sorridere e farsi più vicina a me quando le porte dell'ascensore si aprono. Ci incamminiamo verso la stanza in cui sono i ragazzi e quando entriamo li troviamo nel piccolo soggiorno.

– Si mangia – dico poggiando tutto sul tavolino.

– Questo è un appartamento, non una stanza – dice Liz avvicinandosi a sua sorella che sembra tenerle il muso ma poi scoppia a ridere e le bacia una guancia.

Le vedo sorridere e un po' mi mancano le mie sorelle, manca ancora molto prima di tornare a Wolverhampton, ma non vedo l'ora.

– Dunque, già ti hanno urlato contro? – chiede Niall aprendo le buste.

Nego con la testa e batto il palmo della mano sul posto accanto a me per far sedere Liz, lei mi sorride e mi raggiunge. Sembra che Emma si trovi bene e a suo agio, ma non avevo dubbi, i ragazzi sanno essere amichevoli. Ci mettiamo a mangiare come una vecchia banda di amici, ci raccontano cosa hanno fatto e ci becchiamo qualche insulto quando è il nostro turno.

– Oddio, voglio andarci anche io alla Grand Place – dice Emma lanciando un pezzo di carta contro Liz.

– Lo sapevo che mi avrebbe uccisa – mi sussurra e io sorrido.

– E' tutta colpa mia Em, giuro – dico difendendo Elisabeth.

– Faccio finta di crederti solo perché ai quegli occhi enormi e da cucciolo bastonato – dice e scoppiamo a ridere tutti.

Louis non manca occasione per mettermi in imbarazzo e vorrei sotterrarmi quando racconta di come ero agitato questa mattina e nei giorni scorsi. Liz continua a ridere al mio fianco, è rimasta in silenzio per quasi tutto il tempo e vorrei sapere se c'è qualcosa che la turba o semplicemente è la sua timidezza a farla trattenere.

– Vedi, te l'ho detto che ride alle battute di Harry – urla Louis verso di me ma non lo sto ascoltando così – Eh? – chiedo.

– Si, lui è nel mondo dei sogni – dice buttandomi poi addosso un po' d'acqua – Sveglia bel addormentato – continua e devo far ricorso ad ogni briciolo di pazienza per non rovinarlo.

– Louis – dico solo alzandomi, gli lancio un'occhiataccia prima che Niall mi indichi la porta della mia stanza.

– Ti abbiamo lasciato quella con la vista più bella – dice il biondo e io lo ringrazio.

Sa che mi piace passare il tempo a scrivere osservando il panorama e quando entro nella camera mi rilasso immediatamente, hanno tirato fuori qualcuno dei miei vestiti, qualche quadernino e sulla piccola scrivania ci sono anche dei campioni dei miei profumi preferiti, è una cosa che facciamo spesso, sistemiamo le camere degli alberghi in modo che risultino leggermente più familiari. Prendo una nuova maglia, l'ennesima della giornata e tolgo quelle che ho, le tengo in mano per un po' sorridendo e dopo aver infilato la maglia pulita torno in quella specie di salottino.

– Avete finito di mangiare? – chiedo.

– Si, ma mettiamo in ordine noi – dice Harry sorridendo e io lo ringrazio invitando Liz a seguirmi. Scelgo di non ascoltare le frecciatine di Louis.

– Fate i bravi che ho la stanza accanto – dice Niall e io scuoto la testa, se ci si mette anche lui è finita.

Elisabeth sembra voler scomparire e un po' la capisco, Emma invece sorride, più sfacciata.

– Noi vi aspettiamo qui – dice infatti poco dopo.

– Grazie Em – dice finalmente Liz con un sorriso forzato.

– Lasciali stare – dico aprendo la porta e lasciandola passare, se alzo il dito medio verso Louis è solo perché gli voglio bene.

Si avvicina subito alla finestra e guarda al di fuori sorridendo, non ho idea di come comportarmi, faccio un sacco di cose e la maggior parte del tempo non ne sono consapevole. Così mi siedo semplicemente sul letto in modo che lei mi dia le spalle, mi concedo qualche minuto per osservarla meglio, poi – Come mai sei stata silenziosa per tutto il tempo? – chiedo.

– Credo che la domanda giusta sia, come hai fatto a non svenire per tutto il tempo? – dice voltandosi, si appoggia sul piccolo davanzale e mi guarda dritto negli occhi.

– Mh, si può essere una buona domanda, come ti fa sentire essere qui con noi? – chiedo sinceramente curioso.

Prende un bel respiro e si guarda le scarpe, muovendole ritmicamente, segno che è agitata.

– E' tutto così surreale Liam, la mia vita negli ultimi mesi sembra sul serio una delle fanfiction che scrivo – si blocca subito e io rido.

– Scrivi fanfiction quindi? – chiedo fingendo di non saperlo.

Si morde il labbro indecisa se rispondere o meno e così mi alzo, faccio qualche passo verso fino a trovarmi davanti a lei e – Posso sapere su chi? – dico. So di metterla in imbarazzo ma voglio solo spronarla a parlare con me.

– Liam – protesta coprendosi il volto.

– Ah, sono su di me? – dico spostando le sue mani.

– E anche se fosse? – chiede dopo un po', sembra vivere mille vite dentro di se e questo mi affascina da morire.

– Ti chiederei una cosa – dico.

– Cosa? – ribatte.

– Prima dimmi se le scrivi su di me – rispondo furbo e lei dopo un momento di esitazione annuisce arrossendo.

– Mh, dimmi, se ora fossimo in una tua storia, cosa vorresti che io facessi? – dico e sento il brivido che attraversa il suo corpo colpire anche me.

Chiudo gli occhi quando – Che mi baciassi – dice.

Respiro a pieni polmoni, mi avvicino di più a lei, prendendole il viso tra le mani, i nostri respiri sembrano sincronizzarsi mentre quasi ci sfioriamo con le labbra.

– Mi piaci Elisabeth – confesso – E non credo di poterti baciare sapendo che domani andrai via – dico cercando di preservare me stesso da un eventuale rottura, eppure continuo a stringere il suo corpo ancora più vicino.

– Sai cosa ti direi in una mia storia Liam? Ti direi che devi lasciarti andare, che andrà tutto bene ma in questo momento non posso giurarti niente, l'unica cosa che so è che io ti aspetto dalla prima volta che ho conosciuto il tuo nome – dice guardandomi negli occhi e forse è l'intensità del suo sguardo, o il battito accelerato del mio cuore ma poggio le mie labbra sulle sue pochi secondi dopo. E non mi importa se è troppo presto, se non la conosco bene o se domani starò male, non c'è uno schema per baciare qualcuno, non è una cosa che si prepara. è come amare, sai che è il momento giusto per farlo quando incontri qualcuno che ti fa essere te stesso senza nessun timore.


nda.
Questo è stato un capitolo che ho pensato in mille modi prima di scriverlo, in questi giorni ho avuto alcune idee che mi hanno fatto cambiare un po' i pensieri sulla trama generale ed è stato difficile mettersi a scrivere un nuovo capitolo, tutto sommato non mi sembra male e poi ho ancora il batti cuore per il bacio!!
Voglio dedicare questo capitolo a Barbara, manca pochissimo al tuo compleanno e questo è un piccolo regalo che voglio farti, ti voglio bene, passa una giornata splendida, non vedo l'ora di vedervi tutte *-* :)
Prima di salutare vi invito a leggere una one shot che ho scritto su Liam, Take my body, la trovate sul mio profilo :)
Un abbraccio e spero di sentirvi presto,
Serena.

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Capitolo 15
*** Chapter XIV ***





.Chapter XIV.

"Quella notte non abbiamo fatto l'amore,

abbiamo solo parlato"

 

 

Mi allontano da lei quanto basta per poggiare la fronte sulla sua, riesco a sentire i battiti del suo cuore esplodere nella gabbia toracica, il pensiero che sia io a fargli quest'effetto mi fa stringere lo stomaco, chiedo accesso alle sue labbra ancora una volta e senza difficoltà la stringo al mio corpo.

Fuori è buio e mentre gli altri dopo il concerto sono andati in giro per qualche locale, noi ci siamo rintanati nella mia stanza d'albergo, non avevo voglia di fare altro che non prevedesse le mie labbra sulle sue. Le infilo la mano sotto la maglietta e il fatto che ci sia sopra la stamp di una frase che ho scritto io mi porta a desiderarla ancora di più, le sfioro delicatamente i fianchi e avrei voglia di approfondire il contatto ma non posso spingermi oltre, non voglio che lei faccia l'amore con me adesso, quando è ancora troppo innamorata del mio personaggio,voglio essere all'altezza delle sue aspettative anche facendole conoscere i miei difetti e le mie paure.

Nascondo il viso nel suo collo e restiamo in silenzio a coccolarci per qualche minuto.

– Che ne dici se mi parli un po' di te? – le chiedo.

– Mh, cosa vuoi sapere? – mi dice timorosa.

Mi scosto un po' in modo da riuscire a guardarla negli occhi e – Vediamo – dico – So che sei timida, che ami i fiori, le cartoline e scrivere, che altro devo sapere? – per completare la mia cotta?  L'ultima parte me la tengo per me e aspetto che mi risponda.

La guardo fermarsi a pensare e sorride spontaneamente, mi è sempre piaciuta la parte del corteggiamento in una storia, ci si conosce in un modo semplice e naturale, senza inibizioni. Nonostante la paura di non piacere nei primi appuntamenti si cerca di far uscire fuori quella parte di se stessi che spesso recludiamo in un angolino.

– Mi piacciono anche i panda e le farfalle – dice giocosa e io scoppio a ridere perché tra tutto quello che poteva dire per fare colpo su di me ha scelto qualcosa di semplice e da bambina. Lo apprezzo ancora di più perché vuole farmi vedere com'è realmente, mettere le carte sul tavolo e non nascondersi dietro qualcuno che non è, così – Sei bellissima – dico.

Mi accorgo di aver dato voce ai miei pensieri solo quando la vedo arrossire.

– Liam stai provando ad uccidermi? –dice.

Rido e nego con la testa, le prendo il mento tra le mani e faccio in modo che i suoi occhi incontrino i miei.

– E' quello che penso, sei bella e secondo me nel corso della tua vita te l'hanno detto troppe poche volte –.

E anche se non la conosco ancora bene posso leggerlo nei suoi occhi di aver ragione, ha quell'imbarazzo e quell'incredulità di chi non è abituato a ricevere complimenti.

– Liam – si stringe più vicina al mio corpo e la vedo respirare a pieni polmoni.

Le accarezzo i capelli e – Che fai? –le chiedo sorridendo.

Lei scuote la testa – Niente – dice furba e io la guardo sospettoso.

– Non ti credo, che stavi facendo? – chiedo ancora e lei arrossisce prima di nascondere il viso ancora di più. Sento uno strano brivido percorrermi quando le sue dita sfiorano i peli sul mio petto, ci gioca quasi ipnotizzata e mi beo di quel contatto, un verso indefinito esce dalle mie labbra e questo sembra riscuoterla.

– Scusa – dice allontanando il braccio ma riesco a bloccarlo a metà strada.

– Continua – le dico guardandola negli occhi e riavvicinando la sua mano. Chiudo gli occhi e lascio che mi accarezzi. Mi bacia delicatamente e sento il cuore perdere un battito, le stringo i fianchi e lei alza la testa a cercare la mia bocca. L'accontento subito e le mordo il labbro, ride e torna a baciarmi e mio Dio, lo fa maledettamente bene.

Passa una mano sopra il mio braccio e si ferma a stringere i bicipiti contratti, rido e li contraggo ancora di più – Ho una fissa per le tue braccia – confessa – Questa è un'altra cosa che devi sapere di me –.

– L'aggiungerò alla lista – dico ridendo.

Lei mugola per farmi stare zitto e torna a poggiare le sue labbra morbide sulle mie e chi sono io per preferire una chiacchierata ad un dolce bacio?

Le stringo i capelli dietro la nuca e mi rendo conto che passerei le ore a fare questo.

E' tornata nel suo albergo a fare una doccia veloce dopo il concerto e ora la sua pelle odora, ne sono quasi certo, di uno dei nostri profumi.

Quando ci stacchiamo sorride con gli occhi chiusi e inspira nuovamente a pieni polmoni.

– Ora me lo dici cosa stai facendo? – dico seriamente curioso.

– Prometti di non ridere – dice mordendosi il labbro.

Alzo le mani – Stavo... oddio lascia stare – dice coprendosi il volto.

Sposto gentilmente le sue mani e – Non ti vergognare con me – dico, incitandola a proseguire.

– Volevo solo imprimere il tuo odore nella mia testa – dice arrossendo e guardando da tutte le parti tranne che nei miei occhi. Non rispondo e non perché la trovo ridicola, non lo faccio perché il mio stomaco si è contorto. Non ho mai creduto alle famose farfalle nello stomaco, forse perché non le ho mai realmente sentite eppure sembra che per quasi ventidue anni ci sia stata una colonia di bruchi in attesa di schiudersi perché in questo momento l'unica cosa che sento è il battito d'ali di mille farfalle.

– Sono una stupida – dice spostandosi da me e girandosi dall'altro lato.

Mi riscuoto e l'avvolgo in un abbraccio trascinandola contro il mio petto.

– Non lo sei, non lo sei per niente piccola, è una cosa dolcissima – dico baciandole la spalla più volte.

Poi mi alzo e poggio i piedi nudi sul parquet, mi avvicino al mobile e prendo la piccola boccetta del mio profumo, quello che ho portato con me questa volta. Bleu de Chanel.

Mi avvicino a lei, mi sfilo la maglietta e ci spruzzo addosso un po' del profumo, mi sta guardando in modo attento e quando piego la maglia e la ripongo sulla sua borsa fa per aprire la bocca ma l'anticipo.

– Quando finirà quello sulla maglia puoi sempre andare in una profumeria e prendere uno di quei talloncini di cartone per testarli, lo porti a casa ed è un po' come se fossi accanto a te – dico, mi sento ridicolo, forse troppo sdolcinato ma il sorriso sul volto di Elisabeth vale più di ogni singola presa in giro.

– Te l'ha mai detto qualcuno che sei meraviglioso? – dice alzandosi in piedi e raggiungendomi.

Passa le mani intorno alla mia vita nuda e chiudo gli occhi quando poggia le sue labbra sul mio petto.

– Devo aggiungere un altro punto alla lista – dico riaprendo gli occhi e puntandoli nei suoi.

– Cosa? – chiede piano.

– Quando ti senti a tuo agio sei decisamente molto meno timida – dico facendola ridere.

Mi ricorda un po' Zayn nei modi di fare, forse anche più di un po', si somigliano caratterialmente in molti punti e se è come lui, è il tipo di persona che ha bisogno di attimi per sé e allo stesso tempo di essere rassicurata costantemente. La stringo e lei si alza sulle punte per baciarmi, mi lascio coinvolgere dalla sua lingua calda e la spingo indietro per ricadere sul letto.

Passiamo la notte a baciarci e io mi sento incredibilmente bene, al posto giusto.

– Possiamo rimanere qui e far finta di non dover tornare alla realtà? – chiede.

Le bacio una tempia – Mi piacerebbe –le dico.

– Ma non si può, lo so – conclude lei.

– Sai che devo scrivere una canzone per il matrimonio di mia sorella? – le dico per cambiare argomento e lasciare la tristezza lontano da questa stanza.

Lei annuisce estasiata – Si, ho letto in un'intervista, sei emozionato? Non vedo l'ora di sentirla – dice e io inizio a parlarle di quanto sono felice e onorato di fare una cosa simile.

– Ho avuto un po' di difficoltà all'inizio, è strano ma Roo mi sta aiutando – sorrido e quando abbasso lo sguardo la vedo sonnecchiare sulla mia spalla, scuoto la testa sorridendo e mi sistemo meglio per guardarla.

Ho un braccio sotto la testa per sollevarmi un po' e con l'altra mano le accarezzo i capelli, il cellulare segna le quattro e mezza quando sento bussare alla porta, mi alzo in fretta per non farla svegliare e maledico Louis, può essere solo lui.

– Lou maledizione – dico aprendo e il suo sorriso strafottente mi accoglie alla porta.

– Ciao – dice sporgendosi nella stanza, verso il letto. Torna a guardarmi e ammicca, scuoto la testa e lui fa una smorfia – Ti piace, ho capito, hai fatto bene allora – dice tranquillo.

– Lo so – ribatto e lui mi fa una smorfia.

– Lo so – mi imita – Perché sono Liam Payne e non faccio mai niente di sbagliato – continua.

Alzo gli occhi al cielo – Hai bevuto Lou, vai a dormire – dico serio.

– Harry è in camera con Emma, non fare quella faccia stanno dormendo e Niall si è chiuso nella sua –dice e – Quindi? Tu non hai una stanza? – rispondo.

– Posso dormire qui vero? – chiede intrufolandosi sotto il mio braccio e correndo verso il letto.

– Lou, togliti da lì immediatamente! – dico cercando di non alzare la voce mentre si sdraia lentamente accanto a Liz. Oddio lo uccido.

– E' carina quando dorme, sembra un orsetto – dice puntellando con il dito la sua guancia.

Prendo un respiro per mantenere la calma perché so che Louis da ubriaco ha bisogno di contatto fisico ma se non la smette di toccarle la guancia lo faccio ubriacare io a suon di schiaffi.

– Buonanotte Liam – dice poco dopo, si appoggia al cuscino e due secondi dopo sta già russando.

Guardo incredulo la scena e non faccio in tempo a decidere di stendermi nel piccolo pezzo di letto rimasto che entrambi si girano e si distendono ad occupare quasi tutto il posto.

– Potevate dirlo che non mi volevate– alzo gli occhi al cielo e tolgo i vestiti dal divanetto, passo una mano sul viso e incrociando le braccia al petto fisso il soffitto indispettito.

Quando  apro gli occhi un forte dolore al collo mi fa protestare, devo essermi addormentato mentre imprecavo contro Louis, mi metto in piedi e mi avvicino al letto. Faccio scrocchiare la schiena e le braccia e poi decido come far cadere il mio amico dal letto, quel braccio attorno a Liz proprio non mi piace. Li fisso con le mani sui fianchi e quando sto per avvicinarmi sento un piccolo mugolio e poi vedo Elisabeth sbattere più volte le palpebre. Mi sorride, poi quando si accorge di avere un braccio attorno alla vita abbassa lo sguardo, sgrana gli occhi e si tira su a sedere.

– Non fare domande ti prego – dico andandole incontro, sposto Louis dall'altro lato e la prendo in braccio facendole agganciare le braccia e le gambe dietro la mia schiena.

– Era ubriaco ed è ancora più rompi scatole degli altri giorni quando lo è, mi dispiace, volevo dormire con te – le dico facendo scontrare i nostri nasi dolcemente.

Lei ride – Non ti preoccupare, mi sono spaventata per un secondo – dice lasciando poi un bacio sulle mie labbra.

– Non sono così brutto – sentiamo dire alle nostre spalle e io alzo gli occhi al cielo.

Liz ride e – Anche questo è vero – dice.

– Ehi– protesto.

– Arrenditi Payno, al mio fascino non c'è mai fine – dice Louis e passandogli affianco, sempre con Liz addosso gli tiro do una spinta –Torna a dormire idiota –.

Esco dalla stanza con Elisabeth che ride nel mio collo.

– E'stato imbarazzante e divertente allo stesso tempo – dice quando arriviamo nel piccolo salotto.

Le bacio il naso e – Per me non è stato niente di tutto questo – dico baciandole poi le labbra.

Ride ancora e la faccio scendere per chiamare e ordinare la colazione.

– Quindi mia sorella di preciso dov'è? – chiede.

– Vieni – le dico avvicinandomi alla camera di Harry.

Apriamo piano la porta e li vediamo dormire tranquilli uno accanto all'altra, Liz sorride – Le rinfaccerò tutti i suoi commenti su di noi quando torniamo a casa – dice.

Chiudiamo la porta e torniamo a sederci sul piccolo divano.

– Ma di preciso, perché Louis è venuto in camera tua? La sua è vuota –dice.

– Fa sempre così quando ha bevuto, devo dormire con qualcuno – scrollo le spalle e lei annuisce.

La faccio sedere tra le mie gambe e poggio la testa sulle sue spalle – Comunque non mi era mai successo di far addormentare qualcuno nel bel mezzo di un discorso – dico assumendo un tono serio.

– Oddio – dice mortificata – Scusa Lee, ho questo brutto vizio di addormentarmi ovunque – dice girandosi verso di me.

–Scusa, mi dispiace – le sorrido e la bacio.

– Non fa niente, eri comunque carina – dico e lei arrossisce.

– Avevamo un discorso in sospeso, quindi intanto che aspettiamo la colazione dovrai rispondere a qualche domanda – dico allegro, ma i miei piani vengono interrotti da un piccolo bussare alla porta.

– C'è qualcuno lassù che non vuole farmi parlare con te – dico.

Lei ride – Sono qui, non vado da nessuna parte – dice e io la prendo un po' come una promessa.

C'è un momento nella vita in cui ti fermi a pensare che tutto quello che hai passato, tutto quello che hai fatto e tutto quello che hai provato a lasciarti alle spalle è servito solo ed unicamente a prepararti ad essere all'altezza di quella persona con cui hai deciso di passare il resto della tua vita.

E mi spavento quando il pensiero che sia Liz mi invade la testa, perché la mia parte razionale mi dice che non è possibile decidere una cosa così importante dopo così poco tempo eppure, dall'altra parte, il Liam sognatore, ha già immaginato una famiglia.

Scuoto la testa come per scacciare quei pensieri e apro la porta, Paddy mi stende il vassoio che la cameriera ha gentilmente portato per noi e li ringrazio entrambi.

Quando torno da Liz vedo i suoi occhi illuminarsi – Fragole – dice.

Fisso il vassoio e mi appunto una nuova informazione.

Fa per prenderne una ma le sposto – No, ora ogni domanda che ti farò tu risponderai e poi, se mi piace la risposta potrei darti una fragola – dico, lei sembra obiettare ma poi metto su la mia faccia da cucciolo migliore e lei sbuffa.

–D'accordo Liam – dice scocciata ma poco dopo ride, so che non vede l'ora di iniziare.

Mi siedo sul divano accanto a lei incrociando le gambe e lei mi imita in modo da trovarsi di fronte a me, prendo la ciotola di fragole e la guardo.

– Colore preferito? – chiedo.

– Questa è facile, rosso – risponde. Sorrido e porto una delle fragole alla sua bocca.

Ignoro la fitta al basso ventre mentre la vedo aprire la bocca intorno al frutto e... devo distogliere lo sguardo. Prossima domanda Liam.

– Cibo preferito? – mi sforzo di chiedere.

– Quello italiano – dice sorridendo e questa volta la guardo mangiare fino alla fine, poi chiudo gli occhi e prendo fiato, mi sto torturando da solo.

– Ehm,città preferita? – chiedo ancora.

Lei ride – Bruxelles sta acquistando punti – dice e io sorrido mordendomi il labbro.

Le poggio la fragola tra le labbra e indugio un po' più del dovuto prima di spingerla completamente all'interno.

– Oh madre. Devo farmi una doccia fredda – chiudo gli occhi e – Louis – protesto girandomi verso di lui.

– Vado, continuate pure con i vostri giochini sensuali – dice ridendo e chiudendosi poco dopo nella sua stanza. Lo odio.

Elisabeth è tutta rossa in viso e guarda le mani che si sta torturando, le alzo il viso e – Ehi, è solo Louis, dovresti saperlo che riesce a mettere in imbarazzo tutti, stai tranquilla – le dico e lei annuisce.

–Torniamo a noi, vediamo... Harry o Niall? – chiedo, avendo bene in mente dove andare a parare.

– Oddio, ehm... non lo so – dice in difficoltà, sembra pensarci poi – Niall – dice titubante.

Rido e lascio che prenda una fragola da sola.

– Louis o Harry? – chiedo ancora e – Harry, così non si offende –.

– Quindi immagino che alla domanda Louis o Niall, la risposta sia Louis – dico e lei annuisce.

– Esatto – dice e – Non sono pienamente soddisfatto ma tieni una fragola – dico.

– Ma le domande erano due – protesta.

– Si ma hai usato un metodo subdolo per rispondere – scherzo e lei ride con me.

– Dai, qual'è la prossima domanda? E non chiedermi chi sceglierei tra te e Louis, te e Harry e te e Niall, le fragole sono solo tre ti risparmio le domande, la risposta è sempre la stessa – dice arrossendo.

Sorrido soddisfatto e mi sporgo in avanti per lasciarle un bacio casto sulle labbra.

– Andiamo avanti – dico staccandomi o sorridendo.

– Louis o Zayn? – chiedo poi. Sembra un attimo in difficoltà quando pronuncio il nome del moro poi – Zayn – risponde mordendosi il labbro.

Forse pensa che mi dia fastidio che lo trovi attraente e in realtà pensa bene perché – Niente fragola – dico.

– Ma... – protesta.

– Se ti chiedessi di scegliere tra Zayn e Niall o Zayn e Harry risponderesti Zayn vero? – chiedo guardandola negli occhi.

Arrossisce poi – S-si immagino di si – dice.

Non mi piace nemmeno questa di risposta e infatti le tre fragole rimangono intatte.

– Liam – dice e forse è arrivata a capire qual'è la prossima domanda perché vedo varie emozioni susseguirsi sul suo viso.

– Io o Zayn? – le chiedo serio.

Posso vedere ogni muscolo del suo corpo irrigidirsi, poi scuote la testa.

– Liam, sei sempre stato la mia scelta anche quando tu non sapevi chi fossi, ti ho preferito a tutti i ragazzi che mi giravano attorno, perché avere te come termine di paragone è abbastanza impegnativo, mi piaci Liam, pensavo lo avessi capito – dice e io chiudo gli occhi.

– Zayn è più bello di me però – ribatto.

– Ma semplicemente non è te – risponde seria e questo suo tono convintomi fa sorridere.

Non voglio perderla, non voglio dividerla con nessuno, non voglio che qualcun altro la guardi come la guardo io. Le porgo la ciotola con le tre fragole e lei ride.

– Immagino ti sia piaciuta la risposta se vale tre fragole – dice e io poggio tutto sul piccolo tavolo e la spingo indietro sul divano.

– Mi piaci anche tu, tanto – dico guardandola negli occhi.

Sono ancora a petto nudo e quando sento le sue mani arpionarsi alle mie spalle e le sue gambe allargarsi quel tanto che basta per farmi sistemare meglio, mi sento morire.

L'idea di dover partire tra poche ore mi martella la testa, affondo il viso nel suo collo e provo a baciarla ma si irrigidisce – Che succede? –chiedo alzandomi sulle braccia.

– Altro appunto, il mio collo è off limits – dice arrossendo.

– E perché? – chiedo sorridendo.

– Non lo so, ma non sopporto quando qualcuno mi tocca il collo, solo quando sono... ehm, eccitata non mi da fastidio – dice arrossendo ancora di più e – Dio, lo so che sono strana – dice.

– Si forse un po' – le dico tornando a poggiarmi su di lei e rubandole un bacio veloce sul collo.

Rabbrividisce e continuo a baciarla, studiando i punti in cui è meno sensibile.

–Deduco tu sia eccitata, perché piano piano mi hai concesso più pelle da baciare – dico e lei si morde il labbro.

– E'tutta colpa tua Liam Payne, ti sei visto? – dice quasi gemendo quando lambisco un pezzo di pelle sotto il suo orecchio sinistro. Succhiò piano fino a far arrossire la pelle e poi ci soffio sopra.

– Liam – geme e mi costringo a riprendere il controllo di me stesso quando sento la porta di una stanza aprirsi, faccio in tempo a sedermi e a portarla su con me quando Harry, Emma e Niall fanno il loro ingresso. Elisabeth è ancora sconvolta e la guardo toccarsi il punto in cui poco prima la stavo piacevolmente torturando, mi mordo il labbro e le stringo la mano. Ha i capelli sconvolti ed è incredibilmente sexy, mi sono eccitato come un ragazzino e ora non posso muovermi di un millimetro o non finiranno mai di prenderci in giro.

– Buongiorno – dico allora sorridendo, mi rispondono assonnati e si siedono per rubare qualcosa dal vassoio che ho ordinato prima, anche perché l'unica cosa che abbiamo mangiato o meglio ha mangiato, sono le fragole.

Restiamo a farci raccontare della loro serata post concerto e Liz mi stringe la mano, incastrata tra la mia e la sua coscia. Quando anche Louis ci raggiunge si butta accanto a lei e Liz arrossisce.

Louis la guarda ridendo e poi guarda me, si toglie quel ghigno dalla faccia e mi sorride teneramente.

Quello mi basta per sapere che approva, scuoto la testa e torno a concentrarmi sulla conversazione.

 

*

 

Esco dalla doccia e mi avvolgo nel mio accappatoio, torno in stanza e mi butto sul letto, le lenzuola pulite e le valigie ancora intatte, fuori dalla finestra Copenaghen è illuminata completamente dalle luci notturne.

Il viaggio fin qui è stato più traumatico del solito, chiudo gli occhi, non ho voglia di asciugarmi e vestirmi, voglio solo tornare a questa mattina con Liz. Mi allungo verso il comodino e afferro il cellulare, dovrebbe atterrare a Dublino tra qualche minuto e sto aspettando impaziente di sentirla.

Ci siamo scambiati qualche messaggio da quando ci siamo separati ma niente di che, complici il mio viaggio in aereo, il suo dover sgattaiolare fuori dall'albergo con Emma senza destare sospetti e la partenza di quest'ultima.

Sospiro e mi rannicchio a pensare ai suoi baci, basta così poco per abituarsi a qualcosa, è stato così naturale e spontaneo stare insieme.

Mi faccio una foto con i capelli bagnati e la posto su Instagram, mi diverto a leggere i commenti, alcuni sono un po' più spinti di altri e scuoto la testa, scorro ancora un po', entro su twitter e metto tra i preferiti qualche messaggio dello scorso concerto, ringrazio per la serata e sorrido quando sento il telefono vibrare.

"Arrivata sana e salva a casa, mi manchi x"

"Mi manchi anche tu" invio e subito arriva un altro messaggio.

"Sei impazzito per caso? Che foto pubblichi?" rido e digito una risposta.

"Ho appena fatto una doccia, le fan hanno apprezzato la foto, a te non piace?" so già cosa risponderà ma mi piace sentirmi desiderato da lei.

"Oh bé anche la sottoscritta ha apprezzato. Mi manchi ancora di più adesso".

– Mi manchi anche tu – dico ad alta voce. Sospiro e rispondo.

"Anche tu, sono sul letto senza nessuna voglia di vestirmi, colpa tua"

"Io ho solo la tua maglia"

"Liz..."

"Liam..."

Un brivido mi percorre l'intero corpo al pensiero del mio nome sussurrato dalle sue labbra, chiudo gli occhi e sento l'eccitazione crescere, non posso credere di essermi ridotto in questo stato in così poco tempo.

"Mi manca accarezzare il tuo petto :("

Non ci pensare Liam, non ci pensare. Provo a respirare con calma ma sembra che Liz sia intenzionata a farmi impazzire solo per messaggio.

"Non so cosa mi hai fatto, ma mi mancano anche i tuoi baci sul collo"

"E le fragole, mi mancano le fragole"  leggo l'altro sms.

"Liz, smettila o vieni in Danimarca" protesto.

Non risponde, controllo il cellulare ogni cinque minuti e alla fine mi alzo, infilo la biancheria pulita, poi accendo la televisione e mi infilo sotto le lenzuola.

Sono passati venti minuti e tutto tace. Cambio canale cercando qualcosa da guardare e quando ormai è passata un'ora mi arrendo, si sarà addormentata un'altra volta.

 

Elisabeth's POV

 

Sto per rispondere al messaggio di Liam quando sento suonare alla porta,mi rannicchio sul letto un po' spaventata, sarà qualcuno che si è sbagliato. Cinque minuti dopo però suonano nuovamente.

Mi alzo titubante, infilo un pantalone della tuta  e mi avvicino al portone.

Mi affaccio allo spioncino e per poco non ho un mancamento.

Tolgo la sicura e apro la porta titubante e – Zayn? –.

– Bentornata – dice sorridendo.

 

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Nda.

 

Mi metto in ginocchio e vi chiedo scusa per questo ritardo esagerato, ma sono indaffarata nei preparativi del matrimonio di mia cugina e tra una cosa e l'altra non riesco mai a fermarmi per più di mezz'ora, oggi non so come, sono riuscita a scrivere e anche se non è lunghissimo volevo lasciarvi qualcosa per farvi sapere che non mi sono dimenticata di voi!

Vi ringrazio per i messaggi che mi avete mandato, mi fa veramente piacere sapere che vi interessa questa storia. Il capitolo è abbastanza intenso dai, adoro Liam e Liz insieme e non vedo l'ora di sapere i vostri commenti e soprattutto... che vorrà Zayn?

Vi lascio sperando di risentirci presto, fatemi sapere cosa ne pensate... anche voi che siete lettori silenziosi, fatevi avanti...non mordo, giuro!

E ricordate, prima di farvi amare da qualcun altro, amatevi per primi voi.

Serena.

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Capitolo 16
*** Chapter XV ***





.Chapter XV.
 

"Preferirei dividere una sola vita con te che affrontare
tutte le ere di questo mondo da sola."

 

 

 

 

Resto senza parole per un tempo indeterminato, poi mi sposto solo per lasciarlo entrare. Quando chiudo la porta a chiave ho mille domande in testa.

– Che ci fai qui? – chiedo. Il cuore batte in petto ad una velocità inumana, non mi aspettavo di vederlo a Dublino, non così presto almeno, non che non sia contenta di vederlo, ma mi sembra sbagliato che sia qui, a casa con me.

– Prima di partire mi hai detto che saresti tornata oggi, dobbiamo riaprire la libreria no? – dice tranquillo, poggiando lo zaino accanto al divano e andando ad aprire il frigo. Lo vedo fare una smorfia.

– Dobbiamo fare la spesa – dice prima di sedersi sul divano e guardarmi sorridente.

Rimango ferma, la maglia di Liam mi copre fin sotto il sedere e mi sento fuori posto dentro casa mia.

– Zayn – provo a dire. Solo allora sembra notare la maglia, assottiglia gli occhi, poi si alza e mi raggiunge – Vedo che il concerto è andato bene – dice guardandomi negli occhi, sembra mi stia attaccando e per risposta mi metto subito sulla difensiva – Anche il post – ribatto.

Lui ride – Abbassa gli artigli gattina, volevo solo sapere, chiederò a Liam – dice alzando le spalle.

– Zayn sul serio, quando sei arrivato a Dublino e perché non mi hai detto niente? – chiedo.

– Sono arrivato ieri, ho preso una stanza nell'hotel qui di fronte, ho visto che sei tornata e sono venuto a salutarti, vado a dormire lì, stai tranquilla, ti da così fastidio che io sia qui? Non ho fatto niente di male, credo – dice e ha questo modo di far sentire la gente in colpa che lo prenderei a schiaffi. Sbuffo. Vado in camera e infilo il pantalone di una tuta, affondo qualche secondo il naso nella maglia di Liam, cercando conforto nel suo odore.

Quando torno in salotto Zayn è sul balcone a fumare, lo raggiungo e accosto le porte per non far entrare il fumo all'interno, sembra che il quartiere sia deserto, tutte le luci sono spente ad eccezione di qualche lampione.

– Scusa se sono piombato qui, volevo solo... mi mancano sai? Alcune volte mi chiedo se ho fatto la cosa giusta, volevo parlare di loro con te, puoi raccontarmi di Liam, mi dispiace aver fatto il sarcastico prima, la sua maglia ti sta bene e sono contento se si è dato una mossa a baciarti, perché l'ha fatto vero? – chiede e io arrossisco.

– Direi di si – ride, poi torna a guardare davanti a lui, aspira un altro tiro e butta via il fumo.

Tocca a me dire qualcosa eppure l'unica cosa che riesco a fare è abbracciarlo da dietro. E' un po' più alto di me così poggio la testa sulla sua schiena, si irrigidisce per qualche secondo poi lo sento ridacchiare – Anche io abbraccio Liam così lo sai? – dice.

Rido, Liam e Zayn per me sono stati sempre la vera essenza dell'amicizia e avere questi particolari mi fa gioire ancora di più. Mi stacco da lui e gli sorrido – Ci manchi Zayn, a noi come fandom dico e manchi di sicuro anche ai ragazzi, forse lo fanno vedere meno ma è così, ma se è questo quello che ti sentivi di fare nessuno può giudicarti, te l'ho detto, magari potevi spendere due parole ma alla fine pensandoci bene, hai fatto una scelta coraggiosa, hai deciso di prendere in mano la tua vita e cambiare qualcosa che non ti stava bene, non tutti sono in grado di farlo, spesso ci si fa bastare quello che si ha per paura di fallire nel cambiamento senza sapere che il vero fallimento è proprio quello di rimanere a vivere una vita che ci sta stretta – dico seria e lui sembra ascoltare e dare valore ad ogni parola. Sono una privilegiata a poter parlare con lui, con Liam, Louis, Harry e Niall di persona e non da uno stupido social network me ne rendo conto e cerco di dargli un consiglio che darebbero milioni di ragazze come me.

– Sei saggia, te l'hanno mai detto?– dice ridendo e io scuoto la testa, poi – Grazie – dice tornando serio. Spegne la sigaretta e restiamo in silenzio per qualche minuto.

– Il concerto è stato bellissimo, lo sai che sono fenomenali, hanno fatto in modo che la tua mancanza si sentisse di meno, perché lo sai anche tu che devono farlo, li hai lasciati così nel bel mezzo di tutto e hanno dovuto riorganizzare lo show ma se la sono cavati alla grande, certo, You&I senza di te è stata un po' traumatica per me, amavo quando nella tua strofa armonizzavi con Liam dal vivo ma è stato un concerto strepitoso, voglio essere sincera – dico senza voltarmi a guardarlo, fisso le case davanti a me senza vederle realmente, le immagini di quella sera si susseguono nella mia testa.

– Devi esserlo, ho visto qualche video, sono sempre gli stessi ragazzi con cui ho condiviso quasi cinque anni, sono sicuro che continueranno ad andare avanti, sono ripartiti bene e non posso che esserne contento – ammette, un sorriso dolce sul suo viso.

Annuisco trovandomi d'accordo con le sue parole, poi sorrido istintivamente – Dopo il concerto ci siamo baciati – dico.

Non riesco a trattenere i brividi, si accorge della mia pelle d'oca e io cerco di riscaldarmi le braccia con le mani.

– Ti sorridono perfino gli occhi –dice teneramente e io mi concedo di guardarlo, mi mordo il labbro inferiore e gli occhi si inumidiscono – E' stato così dolce con me– dico spostando poi immediatamente lo sguardo e asciugando qualche lacrima.

– Oddio scusa, sono pessima – dico con la voce incrinata.

– Non sei pessima, sei solo innamorata di lui – dice sorridendomi, prende il mio viso tra le mani e fa in modo che lo guardi negli occhi – E' una cosa bella, non devi piangere – continua.

– Liam sa farsi amare e anche tu,cosa avete intenzione di fare ora? – chiede.

Io scuoto la testa – Non lo so, è tutto così complicato nel vostro mondo – dico e lui alza gli occhi al cielo ridacchiando.

– Le cose sono complicate ma non è solo in questa circostanza, sono complicate sempre in amore, quante storie a distanza ci saranno nel mondo? Milioni e milioni, l'amore è una cosa strana, non è la stessa cosa per tutti, se qualcosa è riuscito a qualcuno non per forza riuscirà anche ad altri, l'amore sono le due persone stesse, sapere di esserci per l'altro, amare è passare in mezzo ad un gruppo di persone e pensare carino questo ragazzo, carina quella ragazza e poi sorridere, perché possono essere carini quanto vuoi ma non saranno mai l'altro. Non sarà facile, ci sono un bel po' di persone che desiderano Liam, quello che devi chiederti è se sei disposta a dividerlo con il mondo –.

Quando finisce di parlare ha lo sguardo perso, prende meccanicamente una sigaretta e faccio per rispondere ma alza la mano per zittirmi – Sappi solo che se Liam si innamorerà sul serio di te, non c'è mondo che tenga, esisterai solo tu – dice e sembra perso nei suoi pensieri, sembra combattere contro un'altra parte di sé stesso dopo quelle parole, non capisco o fingo di non capire cosa gli passa per la testa.

L'unica cosa che faccio è rispondergli– Il problema sai qual è? Che io sono disposta a passare mesi lontana da lui se questo significa passare anche solo una sera come quella a Bruxelles e questo mi fa paura, io... per te non è nemmeno comprensibile tutto questo, ma io non amo solo il personaggio, questo credo che lui non l'abbia capito, io amo lui come uomo, certo devo ancora conoscerlo ma che gusto c'è a conoscere una persona per intero prima ancora di passarci la vita insieme? – dico sincera, cercando di dire a parole quello che sento dentro.

– Per me Liam è veramente quel qualcosa in più, quando passi giornate ad aspettare notizie, nuove foto, nuovi articoli, ti rendi conto che sei passata ben oltre il "è il mio preferito della band", non sei mai sazio di avere notizie, vuoi conoscere sempre di più per renderlo un po' più reale, quando l'ho incontrato in quel bar per me è stato come perdere i sensi, avevo quella sensazione ovattata nelle orecchie, era lì davanti a me e io non potevo crederci, a prescindere da voi come band, il ragazzo che mi faceva battere il cuore era nello stesso posto con me, io ci ho sempre creduto nel destino e rincontrarlo, o meglio ricevere le sue risposte su twitter all'inizio, rincontrarlo poi, per me è stato un segno di incoraggiamento, perché non capita quasi a nessuno quello che è capitato a me, non lo so cosa aspettarmi dal futuro,quello che so è che ho intenzione di amarlo fino a quando me lo permetterà – finisco, ho il fiato corto come dopo una corsa, il suo sguardo è stupito, rimane in silenzio, senza rispondere e forse mi sono sbilanciata troppo, ma avevo bisogno di dirlo.

Qualche minuto dopo lo avverto di voler andare a dormire – Vai in albergo allora? – chiedo.

– Si, ci vediamo domani mattina e andiamo in libreria! – dice, sembra essere lontano anni luce con la testa. Si china a sfiorarmi piano la guancia e – Buonanotte Liz – dice prima di chiudersi la porta di casa alle spalle.

Chiudo gli occhi e mi mordo il labbro prima di correre verso la porta ed aprirla – Zayn? – urlo per le scale, senza pensare di poter svegliare qualcuno.

E' a metà della scalinata del piano di sotto, mi affaccio dalla ringhiera e ci guardiamo per qualche secondo, sembra stanco.

– Ti va di guardare un film? Non ho più sonno – dico, lui sembra pensarci un po' poi annuisce. Voglio scoprire cos'ha anche se spero con tutto il cuore che non sia quello che penso, non può essersi invaghito di me, la cosa mi sembra brutta da una parte ma anche troppo bella per essere vera, cioè... Liam e Zayn sono il mio sogno erotico. Scuoto la testa per mandare via quel pensiero e intanto lo vedo risalire sopra, mi fa passare e una volta dentro casa si muove liberamente prendendo il mio computer.

– Cosa vuoi vedere? – chiede con un sorriso più sincero.

– Devo ancora vedere l'ultimo film di Capitan America – dico e lui annuisce felice – Lo sai qual è il problema per me Liz? – dice sistemando il computer sul tavolo del divano.

– Cosa? – chiedo sedendomi accanto a lui.

Prende un bel respiro, poi – Io e Liam abbiamo gli stessi gusti – dice lasciandomi senza parole, con la mente completamente vuota a guardare un film che non vedo realmente.

Rimango in silenzio, forse ho capito male, lui ride per una battuta, siamo distanti e io non so come comportarmi. Perché l'ho richiamato?

Mi alzo di scatto, facendolo sobbalzare e vado in camera mia, cerco il telefono tra le lenzuola e dopo aver notato un messaggio di Liam gli scrivo.

"Ho bisogno di te" invio e lo metto nella tasca della tuta.

Sorpasso il salotto sotto lo sguardo attento di Zayn e vado in bagno, posso sentire quando si alza e mette in pausa, qualche passo, poi due colpi contro la porta – Liz – mi chiama.

– Arrivo – dico agitata.

Lo sento respirare forte – Stavo parlando dei supereroi – dice senza nessuna convinzione.

– Ritenta, sarai più fortunato –dico, ridacchia poi – Apri, ne parliamo – dice speranzoso.

Scuoto la testa anche se non può vedermi, il cellulare non segna nessuna notifica, Liam, dove sei?

Non posso trovarmi in questa situazione sul serio.

– Elisabeth, sul serio, esci per favore – chiede quasi supplicando.

Butto un'altra occhiata al telefono e poi sblocco la porta. E' fermo, davanti a me, è bello come sempre e io non posso proprio credere di essere in mezzo ad un triangolo con Liam e Zayn.

– Ti spaventa così tanto l'idea? – chiede, è criptico quando parla e io voglio fare la finta tonta.

– Mi spaventa cosa? – ribatto.

Alza gli occhi al cielo – L'idea che io possa provare qualcosa per te – dice con tutta la naturalezza del mondo.

Apro la bocca ma – Lo so, ami Liam, non c'è bisogno che tu lo dica, si vede da lontano e non ho intenzione di fare il terzo incomodo come Jacob in Twilight, cioè se hai freddo posso tenerti al caldo anche io – ammicca, poi torna serio – A parte gli scherzi, quando Liam mi ha parlato di te la prima volta l'ho spinto a provarci, farò tutto quello che è in mio potere per voi due, voglio solo che tu sappia che ci sono anche io – dice con una tenerezza negli occhi che le mie ginocchia quasi cedono.

Non so cosa rispondere, devo avere una faccia comica perché si lascia sfuggire una risata e mi regala una carezza sulla guancia con il dorso della mano.

– Liam lo sa – dice e io lo guardo strabuzzando gli occhi.

– Lo sa? – ripeto.

– Io e Liam siamo come fratelli, ci conosciamo, so che l'ha capito ma voglio essere sincero anche io con te, questa specie di infatuazione nei tuoi confronti non è nemmeno paragonabile a quello che sta nascendo piano piano nel cuore di Liam, a me sta bene sul serio esserti amico, a lui non credo sai? – ride avvicinandosi di qualche passo – Tifo per voi, questo lo dirò anche a lui – dice.

Io annuisco, non riesco sul serio a formulare qualcosa di sensato da dire, lui mi sorride, poi torna in salotto e prende per l'ennesima volta il suo zaino.

Mi passa accanto di nuovo e – Per il film rimandiamo ad un'altra sera, mh? – dice tranquillo.

– S-si forse è meglio – rispondo. Mi bacia la fronte, poi sento solo il rumore della porta che viene chiusa.

Mi siedo per terra, strisciando la schiena contro il muro incredula. Questo è troppo per il mio povero cuore, mi abbraccio quasi portando le ginocchia al petto e poggiando la testa tra loro. L'odore di Liam mi inebria i sensi, cullandomi, la testa è completamente vuota, non riesco e non voglio pensare, sono contenta che Zayn mi abbia parlato ma non posso farci niente se l'unica cosa di cui la mia mente non si stanca è rivivere il sapore delle labbra di Liam sulle mie.

Il telefono vibra nella mia tasca risvegliandomi dallo stato di trance, sorrido leggendo il nome di Liam, poi mi maledico mentalmente per avergli scritto. Mi rendo conto solo ora di quanto è tardi e lui è anche un'ora avanti.

Mi alzo e – Lee – rispondo. Chiudo bene il portone, spengo le luci e torno nella mia stanza.

– Ehi, stai bene? Mi hai fatto preoccupare, non rispondevi prima e ho pensato ti fossi addormentata, sono andato sul tour bus con Louis a fare una partita a Fifa e ho dimenticato il telefono in stanza – dice quasi mortificato.

Io mi tolgo il pantalone e mi rinfilo sotto le coperte, spegnendo la luce e accendendo la piccola abat-jour, sono ancora chiusa nel silenzio e – Liz? – lo sento dire preoccupato.

– Pensi che Zayn provi qualcosa per me? – chiedo. Ho sempre odiato quelle ragazze che si tengono le cose dentro senza chiederle mai, senza dar modo all'altro di parlare, se voglio sapere una cosa la chiedo e basta senza troppi sotterfugi.

– Oh, questa non me l'aspettavo – dice titubante – Bé... perché me lo chiedi? – dice in difficoltà.

Respiro – E' stato qui, è andato via poco fa – rispondo.

– Ah – ribatte – Per questo non hai risposto al messaggio? – chiede e non so se è arrabbiato o solo infastidito.

– Me lo sono trovato davanti, abbiamo parlato un po', gli ho raccontato del concerto, mi ha chiesto di voi, ha riconosciuto la tua maglia e gli ho detto... abbiamo parlato di te – dico, arrossendo all'idea di quell'amore per Liam che traspariva nel mio discorso a Zayn.

– Cosa gli hai detto? – chiede e ha questo modo di cambiare tono quando vuole sapere qualcosa che mi fa rabbrividire, sembra un predatore pronto a saltare.

– Del post concerto – rispondo mordendomi i labbro.

– Solo questo? Perché pensi che provi qualcosa per te? Cosa ha detto? – chiede, mantenendo sempre lo stesso tono.

– Credo che più esplicito non poteva essere, ma ha detto che fa il tifo per noi, perché quello che... mh, proviamo o stiamo iniziando a provare l'uno per l'altro è imparagonabile a questa sua piccola infatuazione, il succo era questo– dico chiudendo gli occhi.

Ha il respiro accelerato e – Ho voglia di baciarti come la notte scorsa – dice.

Apro gli occhi di scatto – Gli hai detto che ci siamo baciati tutta la notte Liz? L'hai fatto? – chiede.

– Ehm, non proprio con queste parole ma ha intuito qualcosa – rispondo, mi scopro, arrotolando le lenzuola alla fine del letto.

– Odio non essere lì, dov'è adesso? – chiede.

– Nell'hotel davanti casa mia –.

– Vi vedete domani? – chiede ancora ansioso.

– Si, per la libreria, domani dovremmo riaprire – rispondo.

Lo sento sospirare – Gli voglio un bene dell'anima credimi, ma lo sto odiando ora. Stavo quasi accettando l'idea che avesse questa piccola sbandata per te e poi lui fa una mossa, ti dice tutto ma anche che ci sostiene, ora passerò io per quello stronzo che ti dice di non stargli tanto appiccicata. Lui lo sa che sono geloso – sbuffa e il mio cuore batte forte.

– Sei geloso! – ripeto piano.

– Lo sono, sopratutto se sto competendo con Zayn, piace anche a me che sono uomo figurati a una ragazza – dice sbuffando, io sorrido.

– Oh Liam, tu non sai che darei per averti qui – dico con il sorriso tra le labbra.

– Vieni qui tu, lascia tutto e raggiungimi, dai! – quasi mi supplica come un bambino.

– Lee, non dirmelo troppe volte, lo farei sul serio ma devo sistemare le cose qui – dico triste.

– Ho tirato fuori il labbro inferiore, non ti faccio pena? – dice teneramente.

– In realtà se fossi lì lo morderei – butto fuori.

– Elisabeth – mi ammonisce e io mi lascio sfuggire un piccolo gemito perché mi ricorda tanto Christian Grey.

– Che hai? – chiede sospettoso.

– Niente – mi affretto a rispondere.

– Devi dirmi qualcosa? – dice, questa volta curioso.

– Io? Assolutamente niente – scoppio a ridere, poi la risata mi muore in gola, mi giro su un fianco e lascio vagare lo sguardo verso il balcone, Dublino è illuminata e io vorrei che lui fosse qui.

– Che stai facendo? – chiede piano accorgendosi di un cambiamento.

– Sono distesa sul letto a guardare le luci fuori dal balcone – dico – E' più bello vedere le città dalle finestre con te – sussurro e lui rimane in silenzio dall'altra parte.

– Zayn prima mi ha chiesto se fossi disposta a dividerti con il mondo – dico.

– Cosa hai risposto? – chiede calmo.

Ripenso alle mie parole e le tengo per me – Lo faccio già ogni giorno Liam, anche prima di conoscerti di persona, ti dividevo già con tutte le altre ragazze e grazie per ieri e per questa mattina, grazie per avermi fatto sentire l'unica al mondo – dico sincera, lo immagino sorridere e sorrido di riflesso anche io.

– Domani vado a comprare una nuova cartolina, tu hai aggiunto quella di Bruxelles alla nostra collezione? – chiede e non mi arrabbio con lui per aver cambiato discorso, volevo solo dirgli quello che pensavo, ognuno ha i suoi tempi per fare qualcosa.

– Si, è nella parete accanto alle altre, aspetterò con ansia quest'altra – sorrido.

Restiamo a telefono ancora qualche minuto poi ci diamo la buonanotte l'un l'altro.

– Un bacio – è l'ultima cosa che sento prima di chiudere la chiamata e mi lascio cullare dal ricordo del suo sapore, della sua delicatezza e dal suo odore per chiudere gli occhi e dormire.

 

Zayn's POV

 

Quando il telefono inizia a vibrare sul comodino non sono tanto sorpreso di leggere il nome di Liam sul display.

– Ciao – dico scocciato, aspetto qualche secondo e mi preparo a ricevere una bella ramanzina.

– Ciao – dice calmo sorprendendomi.

Mi metto seduto di scatto sul letto e alzo il sopracciglio, c'è qualcosa che non va, forse Liz non l'ha chiamato, la cosa mi destabilizza, la immaginavo come una ragazza troppo buona e ansiosa per nascondere una cosa simile al ragazzo di cui è innamorata, forse non ho capito niente di lei.

– Ehm, tutto ok? – chiedo titubante.

– Zay, questa telefonata mi sta costando una parte di cuore, solo, sii sincero con me – mi dice con tono basso, quel tono che ha usato mille volte per rassicurarmi.

– Ok – rispondo solo.

– Ti piace ti piace, o ti piace? – dice e ridacchio per il tono della sua voce, prima più convinto, poi leggermente più blando. Non ho bisogno di sapere l'argomento, si intuisce e mi sento un po' in colpa verso di lui, Liam è sempre stato l'unico in grado di farmi tornare sui miei passi e riflettere, mi ha insegnato che non sempre quello che voglio per capriccio posso averlo, non se faccio del male ad altre persone e sicuramente non posso fare una cosa del genere a lui.

– Lee, l'ho detto anche a lei, avete la mia benedizione – dico serio.

– Grazie? – dice lui sarcastico e io scuoto la testa – Da come ti sento parlare di lei posso dirti sinceramente che non è in questo modo che mi sento io, sarà che è capitata nella mia vita durante questo cambiamento importante e mi è stata vicina che ho preso questa, chiamiamola cotta, per lei ma tu lo sai che non sono bravo a dividere l'affetto amichevole da altro – continuo sincero.

Sono sempre stato, fin da piccolo, quello che si innamorava di tutte, bastava un piccolo cenno e io già pensavo ad una vita insieme perché nella mia testa, se qualcuno si avvicinava al bambino musulmano voleva dire che era amore. Crescendo ho imparato a scindere le cose ma ancora oggi alcune volte tendo a scambiare i sentimenti.

– Sai che vieni prima di tutto ma questa volta c'è qualcosa di diverso Zay, lei è diversa, non mi aspettavo che arrivasse, pensavo di avere tutto, poi l'ho vista e ho capito che alla mia vita mancava ancora qualcosa – dice, posso sentire la sua voce incrinarsi e – Maledizione – si rimprovera prima di soffocare tutto con una risata.

– Liam, non devi spiegarmi queste cose, sono stato io a spingerti a buttarti e ti sosterrò ogni giorno, non ho intenzione di competere con te, non è un premio da vincere e te lo ripeto, so benissimo che quello che provo io è distante anni luce da quello che stai solo iniziando a provare tu. Non preoccuparti, solo... non posso prometterti che chiuderò le porte con lei, mi piace stare qui e mi piace la sua libreria – dico sincero.

– Non voglio che tu esca dalla sua vita, significherebbe uscire dalla mia Zayn e... lasciamo stare, ancora ho voglia di picchiarti per non essere in questo posto a prepararti con noi per il concerto di domani ma ormai indietro non si torna, mi sta bene la vostra amicizia, sul serio, ovviamente tieni ben presente che ho iniziato a prendere lezioni di boxe a dodici anni – dice indurendo il tono di voce alla fine.

– Lo terrò a mente – dico sorridendo.

– Bravo – ribatte.

– Ora vado a dormire, è anche piuttosto tardi – continua e qualche secondo dopo chiudiamo la conversazione.

Mi ributto di schiena sul materasso allargando le braccia e sbuffando.

– Aaah, Zayn ma non potevi stare zitto? – dico a me stesso, sbuffo ancora una volta, poi mi tolgo le scarpe calciandole via, mi giro a pancia in giù senza svestirmi e –Meglio se dormo – dico.

 

Elisabeth's POV

 

Attraverso la strada ed entro nel bar di fronte alla libreria.

– Buongiorno – dico allegra, da quando sono iniziati i lavori non sono venuta spesso e un po' mi mancava questa quotidianità.

– Elisabeth! – mi salutano calorosamente – Da quanto tempo, si riparte? – mi chiede la signora O'Connel. Annuisco e non ho bisogno nemmeno di ordinare, pochi secondi dopo il mio caffé al ginseng, con la crostatina al limone che mi piace tanto, è già davanti ai miei occhi.

Prendo il cellulare dalla tasca e scatto una foto, la carico su Instagram e poi appoggio il telefono accanto alla tazzina. C'è un po' di gente oggi e mi metto ad osservarli per un po', sembrano tutti così indaffarati. Vengo distratta dalla vibrazione del telefono.

"Buona colazione dolcezza"

Sorrido al messaggio di Liam e gli rispondo velocemente ringraziandolo, gli chiedo cosa sta facendo e gongolo un po' sulla sedia quando "Sono appena rientrato, ho spedito qualcosa".

Non vedo l'ora di avere tra le mani questa nuova cartolina e muoio dalla curiosità di sapere cosa ha scritto. Dieci minuti più tardi esco dal bar con un caffè da portare via tra le mani, guardo da una parte all'altra della strada e poi corro verso la libreria, non mi stupisco di trovarla aperta ma quando entro chiudo la porta a chiave. Salgo velocemente le rampe di scale e – Buongiorno – dico accennando un sorriso. Zayn, in piedi accanto alla finestrina con la sigaretta in bocca, sorride afferrando il caffè.

– Buongiorno anche a te Liz e grazie – dice sorseggiandone un po'.

– Non stai fumando troppo? – dico dopo qualche secondo di imbarazzo.

– Naa, tutto come sempre – dice scrollando le spalle.

Non ribatto, la vita in fondo è sua e non posso imporgli di fare o non fare qualcosa.

– Vado di sotto, tu resti qui ancora un po'? – chiedo.

Annuisce – Si, Connor non viene più no? Deve pur aiutarti qualcuno a mettere in ordine, poi posso tornare in albergo – mi risponde convinto.

Ah già, Connor. Sono un po' incavolata con lui, da un momento all'altro abbandona tutto, da un lato lo capisco, ha bisogno di un lavoro certo che gli dia più guadagno per finire gli studi ma avvertirmi la mattina stessa della riapertura è da stronzi. Sbuffo.

– Grazie allora – dico accennando un sorriso e voltandomi per scendere le scale.

– Elisabeth? – mi richiama – Tutto come prima, vero? – dice spegnendo il mozzicone di sigaretta.

Tutto come prima? Chiedo a me stessa, non lo so sinceramente ma ci posso provare.

Così – Si – dico solo. Abbozza un sorrise poi mi lascia scendere al piano di sotto.

Dopo aver abbattuto il muro centrale lo spazio è decisamente raddoppiato, ora c'è anche qualche panchina per chi vuole fermarsi a leggere, mi piace molto, è ancora poco commercializzato per renderlo una meta quotidiana di passanti, cittadini e turisti ma spero di riuscire a far ripartire l'attività.

– Liz, mentre ero di sopra ho sentito dalla finestra che i signori accanto chiuderanno la settimana prossima, si trasferiscono non so dove e metteranno in vendita il locale, perché non lo compriamo e mettiamo su un bel caffè letterario? – chiede Zayn tranquillo scendendo giù.

Lo guardo sorpresa, poi nego con la testa – No, c'è un bar qui davanti per chi vuole bere qualcosa – dico convinta. Non farei mai una cosa simile ai signori O'Connel, sono stati i prima ad accogliermi nella zona quando sono arrivata. Prova a ribattere ma nego con la testa – La mia decisione è irremovibile – dico.

So che muore dalla voglia di dire qualcosa ma alla fine opta per il silenzio dirigendosi poi a sistemare uno scatolone, sono le nove, abbiamo mezz'ora per finire tutto.

Lavoriamo in silenzio, fianco a fianco, senza disturbarci, io con la mente in un'altra nazione e lui perso nei suoi pensieri, almeno fino a quando il ripiano dello scaffale che sto riempiendo non mi crolla addosso, mi sento strattonare poi un petto caldo e un braccio attorno alla vita. Quando riapro gli occhi e li punto nei suoi posso sentire il suo cuore battere forte, mi irrigidisco quando non mi lascia andare, non potevo di certo sapere che quello sarebbe stato il primo di una lunga serie di incidenti che avrebbe portato il destino a prendersi beffa di noi, sei lì che cerchi di evitare una determinata cosa ma lui trova sempre il modo di farla accadere.

 

 

___________________

Nda.

 

Buonasera dolcezze, come state?

Come procede la vostra estate? La mia tra dolci e confetti, sabato si sposa mia cugina poi tornerò con un po' più di frequenza da voi :)

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ho voluto ripartire proprio dalla fine dell'altro così che non mancasse niente, c'è questo Zayn che vuole farci sapere che c'è a tutti i costi e quel Liam che personalmente mi fa innamorare ancora di più. Voi che ne pensate?

Vi ringrazio per tutte le visualizzazioni, i commenti e le belle parole, per me è veramente importante sapere il vostro pensiero per migliorarmi e dopo tanto lavoro è bello ricevere dei commenti indietro, ovviamente se qualcuno ha da dire qualcosa io sono qui pronta ad accettare tutte le critiche costruttive :)

Vi lascio con la speranza di sentirci presto e vi auguro di trovare qualcuno che vi faccia battere il cuore come Liam lo fa battere a Liz:)

Con affetto,

Serena.

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Capitolo 17
*** Chapter XVI ***




.Chapter XVI.

 

“Un bacio, per essere perfetto, deve peccare di presunzione.
Fino a credersi il primo. ”


 

Elisabeth's POV

 

Muovo ritmicamente le dita sulla copertina del libro, segno il numero di copie ricevute e passo al volume successivo, sento gli occhi di Zayn seguirmi passo passo e mi agito ancora più del dovuto. E' successo di nuovo. Impongo alla mia mente di non pensare alla vicinanza delle labbra di Zayn alle mie, com'è possibile che sta succedendo tutto questo?

Stavamo solo spostando uno scatolone di libri, come ci siamo ritrovati uno sopra all'altro a terra?

Scuoto la testa e segno l'ennesimo titolo, l'ennesimo numero. Mi è impossibile perfino ignorarlo, come si fa a farlo quando i suoi occhi sono costantemente fissi su di me?

Stringo la presa sulla copertina di un best seller e dopo un po' la lancio contro di lui, si sposta di lato ma lo colpisco leggermente su un fianco – Ehi! – protesta.

– Smettila di fissarmi Zayn – sbuffo.

– Non sto facendo niente di male – si giustifica.

– Non farmi rispondere, sul serio! – dico nervosa, poi lo vedo chinarsi a raccogliere la copia del libro e avvicinarsi al bancone per lasciarla accanto alla pila formatasi.

– Fatti due domande se ti agiti così per una semplice vicinanza – dice guardandomi dritta negli occhi.

– L'unica domanda che mi faccio è perché diavolo sei ancora qui – sbotto e mi pento di averlo detto perché la sua espressione muta immediatamente, respira piano, poi recupera la sua giacca di pelle sulle scale che portano al piano di sopra e infila gli occhiali da sole.

– Zayn? – lo richiamo più calma.

Mi ignora e io esco dal bancone per raggiungerlo, gli sfioro un braccio con le dita titubante e lui si blocca – Lo sai cosa proprio non capisco Liz? Non mi vuoi eppure hai paura che io vada via – dice dandomi le spalle.

– Io... non voglio che tu vada via, non volevo dire quello che ho detto, sono solo un po' nervosa, lo sai che è passata una settimana da quando abbiamo riaperto e le cose non vanno, ci hanno praticamente rubato l'idea quegli stronzi laggiù – dico indicando con la mano la direzione in cui si trova la libreria, hanno sistemato anche loro all'interno una zona relax, dove è possibile perfino prendere un caffé e io odio tutto questo. La mia è una libreria fatta di sogni e sudore quella solo di soldi.

– Lo so – dice girandosi – Ma so anche che è una settimana che non senti Liam e una settimana che non ricevi cartoline nonostante lui sia stato in due nazioni diverse, lo so ma non devi prendertela con me, siamo caduti, basta, non farti film mentali – dice un po' duro e un po' forse me lo merito eppure faccio un passo indietro scottata dalle sue parole, sentirmi dire queste cose le rende ancora più vere, mi mordo il labbro e torno dietro il bancone, accendo lo schermo del telefono per abitudine ma non c'è assolutamente niente.

– Ha dei ritmi che tu nemmeno ti immagini, si farà sentire presto – dice sospirando.

– Non c'è bisogno che lo giustifichi o che mi consoli, hai ragione, sono nervosa anche per questo e mi dispiace se me la prendo con te – dico sincera.

Lui scuote la testa e torna a togliersi la giacca e gli occhiali – Dai, fammi vedere cosa dobbiamo fare che ti aiuto – dice raggiungendomi.

Si posiziona al mio fianco e gli spiego come catalogare i nuovi volumi e così passiamo l'ora successiva spalla a spalla a commentare titoli e copertine. Ridiamo e scherziamo, ritrovando un po' di serenità e di spensieratezza.

– Comunque per la multinazionale, te l'ho detto, lascia che ti aiuti io con la libreria – dice rovinando tutto.

– Zayn non ricominciamo, siamo stati così tranquilli fin'ora – dico esasperata, è tanto difficile capire che non voglio un aiuto economico?

– Liz, sei proprio testarda, preferisci buttare tutto all'aria piuttosto che chiedere aiuto – dice prendendomi per un braccio e facendomi voltare verso di lui – Non è così che funziona, se hai bisogno chiedi aiuto – dice guardandomi negli occhi.

Abbasso lo sguardo, so che ha ragione ma non riesco a credere di aver fallito in tutto questo – Zayn non è semplice come sembra, non posso andare dai miei e dirgli di avere un debito con te di milioni di euro – dico scuotendo la testa.

– E chi ti ha parlato di debiti? – dice alzando un sopracciglio.

– E di cosa stiamo parlando? Per arrivare ad avere lo stesso successo di una multinazionale ci vorrebbe un miracolo – dico imitando la sua posizione.

– Intanto possiamo comprare il negozio accanto e ampliare – dice serio.

– Ma ti senti quando parli? Possiamo comprare, ho appena finito di fare questi lavori e dovrei farne altri? Sono già in debito con te di non so quanto – dico esasperata, mi passo una mano sul viso e trattengo le lacrime. Si fa più vicino poi mi stringe contro il suo petto – Non voglio chiudere – dico triste.

– Non lo farai, dammi qualche giorno di tempo, devo fare un paio di telefonate e poi ti esporrò la mia idea, tu solo... fidati di me, ok? – dice poggiando un bacio tra i miei capelli.

Mi limito ad annuire e mi sento un po' una stronza quando penso che vorrei ci fosse Liam a stringermi adesso. Come se lo avessi chiamato la suoneria del telefono riempie la stanza facendoci staccare, mi avvicino in fretta e – Liam – rispondo agitata.

– Ciao principessa – dice e io sento il mio cuore perdere un battito all'udire la sua voce.

Sorrido e mi stringo nelle spalle, vedo Zayn prendere per l'ennesima volta la sua giacca e i suoi occhiali mentre Liam mi spiega di essere stato sommerso in questi giorni e di non aver avuto il tempo nemmeno di respirare tra la registrazione del nuovo singolo, i concerti e varie riunioni.

– Mi dispiace tantissimo, avrei dovuto trovare un minuto per chiamarti ma tornavo in stanza già mezzo addormentato la sera, però ho qui le cartoline che mancano, non le ho potute spedire ma ho mandato Paddy a comprarle per me – dice velocemente e io non riesco a smettere di sorridere.

– Non ti preoccupare Liam, va tutto bene – dico e Zayn inarca un sopracciglio, poi si avvicina e scarabocchia qualcosa su un foglio, mi lascia un bacio sulla fronte e si chiude la porta alle spalle, posso vederlo dal vetro, si guarda attorno e cammina spedito verso l'auto che ha affittato.

Giro il foglio per poter leggere il suo “Ci vediamo più tardi a casa”.

– Liz, ci sei? – mi richiama Liam.

– Si, eccomi – dico accantonando il foglio e andando a richiudere la porta a chiave.

Salgo le scale velocemente e mi siedo sulla piccola poltrona giusto in tempo per sentirlo sussurrare un – Mi sei mancata – carico di dolcezza.

– Mi sei mancato tanto anche tu – dico sincera e chiudo gli occhi, mi è mancato così tanto che alcune volte sembrava quasi mi mancasse un pezzo reale di me stessa.

– Scusa ancora per essere sparito così, com'è andata la tua settimana? – mi chiede tranquillo.

Passiamo le ore successive a raccontarci di questi giorni passati lontani, gli accenno della libreria e quasi mi viene da piangere, poi lascio che mi racconti delle sue giornate, delle nuove canzoni che sta scrivendo e io sento già l'emozione e l'agitazione per questo nuovo album, sento l'eccitazione nelle sue parole e potrei restare ad ascoltarlo parlare del suo lavoro per ore e ore, alcune volte penso che il suo ruolo in questa band sia sottovalutato, Liam invece ci mette tutto se stesso, in ogni singola canzone, in ogni singolo progetto, sul palco, nella vita di tutti i giorni, sa di essere un modello che viene seguito da milioni e milioni di persone e sa di avere la possibilità di cambiare anche solo in parte il mondo e non manca mai di cogliere quest'opportunità.

– Amo quando parli del tuo lavoro – dico sincera e lo sento ridere – Sono così emozionato per questo nuovo album – risponde.

– Non vedo l'ora di ascoltarlo, posso avere qualche anticipazione? – dico sorridendo.

– Mmh, cosa mi dai in cambio? – dice e non è colpa mia se gli scoppio a ridere in faccia.

– Liz, non ci posso credere, la smetti di tirar fuori un doppio senso in tutto – cerca di sembrare sorpreso ma alla fine scoppia a ridere anche lui e finiamo per riempirci l'anima della risata dell'altro.

Mi lascio coccolare da questo suono dolce, mi rannicchio sulla poltrona e – Liam? – lo richiamo.

– Mh? – dice.

– Pensi che... – faccio una pausa sospirando – ...Secondo te dovrei chiudere la libreria e tornare a casa? – chiedo.

Rimane in silenzio per qualche secondo, poi lo sento sospirare – Liz, mi ricordo di aver letto da qualche parte nel tuo profilo twitter di averti insegnato a non arrenderti, a credere nei tuoi sogni – dice e io rimango stupita dal fatto che lui si sia messo a leggere i miei tweet.

– E allora non buttarti giù, so che ti sembra difficile ma chiedere aiuto non è da deboli, anzi è tutto il contrario, non so quale sia l'idea di Zayn sinceramente ma ascoltalo, potrei aiutarti anche io ma credo che lascerò questa cosa a lui, lo tiene impegnato, a me basti tu – dice ridendo e io maledico la lontananza per non poterlo baciare immediatamente.

– Non vedo l'ora di vederti – dico sincera.

– Anche io, manca ancora molto eh? Sempre se tu non vuoi farmi una sorpresa e venire in America con me la settimana prossima, ci vorrà più di un mese prima di tornare qui – dice e nella sua voce sento la stessa voglia di vederci che ho io.

– Vorrei seguirti in ogni data, ne sarei capace Liam, lo sai, ma non posso, non ora – dico mortificata, vorrei poter lasciare tutto e partire con lui ma so che non è possibile così non penso nemmeno all'idea di farlo, limitando i danni alla mia mente e al mio cuore.

– Si lo so, è che vorrei poterti avere qui, rafforzare il nostro rapporto, dargli un nome, ma so che fino a quando non ci rivedremo le cose resteranno così – dice triste e non posso non essere d'accordo con lui.

Siamo qualcosa di indefinito eppure io mi sento legata a lui come se avessimo tutti i contorni perfettamente delineati.

– Però non sparire più per tutto questo tempo – dico abbassando la voce.

– Non lo farò, promesso – risponde.

E faccio tesoro di questa promessa, la lontananza è qualcosa che forma i rapporti, che li rende stabili o li frantuma in polvere, è anche se la paura è tanta il mio cuore mi dice di fidarmi di lui.

 

 

 

Due settimane dopo l'arrivo di tre cartoline insieme mi fa stare meglio per qualche secondo, le frasi di Liam sono quanto di più dolce possa esserci, le due che non era riuscito a mandarmi contengono solo un “Mi sei mancata” eppure è tanto per me, l'ultima invece, dalla California, contiene una frase che non so da dov'è presa, sembra essere di una canzone eppure non la trovo in nessun testo musicale: You taught me how to be someone”. La osservo prima di uscire di casa, mi appunto di chiederglielo stasera per telefono, mi cullo della sensazione di beatitudine che mi donano le sue parole ma quando arrivo in libreria mi sembra di tornare al punto di partenza, l'agitazione e la rabbia verso me stessa tornano a prendere il sopravvento e non capisco come ancora nessuno mi abbia mandato a quel paese, è come se fossi a tratti bipolare, non vedo Liam da troppo tempo, mi sento legata a lui come se fosse il mio ragazzo quando invece ci siamo solo baciati e nonostante io sappia che lui tiene a me sento la paura scorrermi nelle vene, di certo le foto uscite in discoteca con Louis e alcune ragazze non aiuta i miei nervi già poco saldi, non posso di certo fargli una scenata di gelosia, non sono nessuno in fondo. I clienti ormai si contano sulle dita di una mano e non aiuta nemmeno la proposta che Zayn ha avanzato solo qualche giorno fa. Vuole acquistare l'attività e se possibile anche le mura, non so come gli sia venuta in mente una cosa simile eppure pensandoci bene non sarebbe una cattiva idea. Mi guardo attorno e vedo una bambina sfogliare un libro guardandolo ammirata e mi rivedo in lei, con quegli occhi già pieni di sogni. Le sorrido quando si avvicina titubante e mi paga il libro, la ringrazio e la vedo salterellare fuori felice per raggiungere suo padre che le sorride distratto continuando a parlare al telefono.

Sento la tenda spostarsi dietro di me e so che Zayn è alle mie spalle.

– Ho sempre sognato di aprire una libreria da ragazza per offrire ad una persona un posto dove essere sé stessa, volevo creare qualcosa di unico, di ricercato e inaspettato allo stesso tempo, far vivere la magia dei libri agli altri come la vivo io – dico, deglutendo poi a fatica.

– Lo so ma devi viverci con tutto questo, devi riuscire ad avere un guadagno alla fine del mese che possa permetterti di mandarla avanti, vendimi questo posto, ti assumo e puoi lavorare con uno stipendio a fine mese assicurato in una libreria che rimarrà comunque tua, non sono solo gli scaffali di libri a fare la differenza, puoi essere una libreria famosa quanto vuoi ma è il calore quando entri a fare la differenza, è il modo in cui fai sentire chi oltrepassa quella porta a far si che ritorni e tu sai fare il tuo lavoro e io voglio che anche altre persone lo sappiano, lo sai che sto facendo avanti e indietro da Los Angeles, sai anche che strada intraprenderò ma lascia che compri la libreria prima di dover tornare in America, sono nella posizione di poter investire e di poter far diventare questo un posto non solo più frequentato dagli abitanti di Dublino, ma un posto rinomato in tutto il mondo – dice serio e so che ha ragione, ne ha da vendere anche sul fatto che è l'interno di una libreria a renderla unica non quanto sia famosa, ho passato notti insonni a pensare a tutto questo, a stilare una lista di pro e contro e sono pienamente cosciente che ci sono pochissimi contro, così con la mente che combatte tra un dirgli di si e un rifiutare l'offerta nuovamente, annuisco.

– Ok – dico arrendendomi.

– Cosa? – risponde sorpreso.

– Ho detto ok, va bene, ti vendo l'attività, possiamo contattare il proprietario delle mura e puoi fare un'offerta – dico un po' distante.

– Liz, guardami – dice avvicinandosi.

Alzo gli occhi su di lui e mi sorride – Se non vuoi farlo lascia perdere, non voglio forzarti a fare niente – dice.

– No, so che è la cosa migliore, solo che è così dura staccarsi dall'idea che mi ero fatta di questo posto – ammetto e lui mi accarezza una guancia con il pollice.

– Te l'ho detto questo posto è anche tuo anzi, soprattutto tuo! – continua.

– No – dico seria – Non sarà mio, ci lavorerò si, ma non sarà mio e va bene così alla fine, dovrò sentire tutti quelli dello mio paese e dirgli che avevano ragione a dire che non sarei stata in grado di portare avanti un'attività in città e cavolo tutti i soldi che ho fatto tirar fuori ai miei, dovrò ridarglieli con gli interessi, si, farò così almeno mi sentirò meno in col... – le sue labbra sfiorano le mie in un attimo.

Non realizzo immediatamente cosa sta succedendo, sento solo la sua bocca calda premere sulla mia, sfiorarla delicatamente e prima di fare qualcosa di stupido poggio le mani sul suo petto e lo spingo via – Non possiamo – dico balbettando.

– Era l'unico modo per farti stare zitta – dice e forse è un grande attore perché sembra la persona più calma del mondo mentre lo dice.

– Ehm, ok... non fa niente, ora... forse... è meglio se chiudo e torno a casa, ho tanto a cui pensare e... si andiamo – dico nervosa e lui sembra capire il mio stato d'animo perché fa qualche passo indietro e mi lascia il via libera per rassettare tutto. Non va via mentre metto a posto, né mentre chiudo la cassa, resta in silenzio ad osservarmi e sembra combattuto sul fare qualcosa, non capisco cosa fino a quando sto per spegnere la luce ed invitarlo ad uscire. Mi blocca contro la colonna accanto alla porta d'uscita, il suo corpo nonostante sia esile nasconde una forza sorprendente.

Lo guardo con gli occhi spalancati avvicinarsi alle mie labbra – Se devi raccontare a Liam di un bacio allora permettimi di dartene uno vero, quello lì non vale l'ira del mio miglior amico, so già che farà una scenata da prima donna e non mi parlerà per un po' quindi lascia che mi meriti il suo silenzio – dice annullando le distanze e stringendomi contro di lui. Provo ad allontanarlo ma è forte e tremo quasi quando le sue labbra si schiudono sulle mie, sono morbide come le avevo immaginate, diverse da quelle di Liam ma ipnotiche allo stesso modo, mi lascio sfuggire un gemito quando mi morde il labbro inferiore e lui sorride compiaciuto sulla mia stessa bocca. E' un bacio a stampo intenso e diverso da quelli a cui sono abituata, non si spinge più in là, semplicemente non mi chiede accesso con la lingua e io lo ringrazio. Chiudo gli occhi quando si allontana e sento le lacrime minacciare di uscire. Quello che sento poco dopo è una porta chiudersi, una folata di vento e il freddo fin dentro le ossa.

 

_________________________________

Nda.

OPS. Guardate un po' questo furbacchione di Zayn... chi si aspettava questo bacio adesso?

Se vi state chiedendo come mai ho racchiuso due settimane in un capitolo così breve lo capirete nei prossimi capitoli, ci saranno dei salti temporali perché devono esserci, ma non salteremo niente di importante, non preoccupatevi, la storia è ancora lunga e ce ne sarà per tutti.

Anche il prossimo capitolo è quasi pronto quindi credo che lo pubblicherò tra un paio di giorni, il tempo di sistemare qualcosina, sono sicura che non ve lo aspettate ma shh, non vi dico niente.

Voi fatemi sapere cosa ne pensate intanto del comportamento di Zay e del suo voler rilevare la libreria :)

Un abbraccio a tutti.

E ricordate che i sogni sono per quelli che hanno il coraggio di non avere paura.

Serena

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Capitolo 18
*** Chapter XVII ***




.Chapter XVII.

 

Non è che mi manchi.
È solo che se tu non ci sei, io ci sono un po’ di meno.

 

*

 

 

“Cara Allie,

non puoi immaginare quanto ho odiato lo zio Zayn nelle settimane successive a quel bacio.

Ricordo ancora la chiamata di tua madre poche ore dopo, era in preda al panico e ho apprezzato la sua sincerità nel raccontarmi tutto, non l'ho incolpata di niente e con il passare del tempo ho imparato a perdonare anche Zayn, non potevo biasimarlo, capivo il perché del suo comportamento, io che avevo perso la testa per lei come un bambino, eppure mi era difficile parlargli, se solo mi mettevo ad immaginare le loro labbra unite avevo la nausea, poi il giorno del mio compleanno, qualche settimana dopo l'accaduto, Zayn ha accompagnato tua madre a Londra per farmi una sorpresa, l'ho capito lì che l'amicizia che ci legava e che ci lega tutt'ora è qualcosa che va oltre, perché gli amici sono veramente la famiglia che ci scegliamo.

E' stato uno dei compleanni più belli in assoluto, quando Zayn è andato via ci siamo abbracciati e siamo rimasti al centro del salotto in quella posizione per minuti interminabili. Ricordo di averle accarezzato il labbro inferiore e di averla baciata con trasporto, perché era mia e volevo dimostrarglielo, quel week end insieme a lei è stato un trampolino di lancio per la nostra relazione, ci siamo dati un nome, ci siamo ufficializzati agli altri e per tre giorni abbiamo dormito nello stesso letto, averla tra le mie braccia valeva più di ogni altra cosa, ma il tempo si sa, passa in fretta quando si sta bene ed è arrivato il momento per lei di tornare in Irlanda e per me di riprendere il tour.

E insieme alla lontananza era tornata anche la preoccupazione, Zayn era con lei ma ho imparato a fidarmi di lei, un amore non può essere tale senza fiducia. Bada bene, ero geloso, ogni volta che li immaginavo fino a tardi a riordinare tutto, a fare nuovi ordini o anche solo a mangiare fuori, sentivo le budella ribollirmi dentro, ma non ero geloso di Zayn perché avevo paura provasse a baciarla ancora, no, ero geloso di lui perché avrei tanto voluto essere al suo posto e vivere quei momenti con lei. Mi chiedevo spesso allora come fosse possibile che nonostante la distanza e la mancanza fisica che sentivamo entrambi, le scegliesse comunque me. Poteva avere Zayn, una relazione meno complicata eppure ogni giorno mi confermava di preferire me. Mi ricordo di averglielo chiesto una volta, perché proprio me e lei con tutta la tranquillità del mondo mi ha risposto “Perché mi piace parlare con te e a me non piace parlare con nessuno”. Questa frase continua a martellarmi la testa anche adesso, mi aveva detto una cosa bellissima prima ancora di dirmi un ti amo, quel ti amo che ci siamo portati dietro per mesi senza dirlo, tra le mie e le sue paranoie, poi una sera, dopo un mese e mezzo di distanza ricordo di essere andato a Dublino... ma questa te la racconto con calma, non ti ho scritto questa lettera per questo ma come al solito sto divagando, quello che volevo raccontarti è di come da quel bacio è iniziato il rapporto di amicizia, di lavoro e di rispetto reciproco tra tua madre e lo zio Zayn. Lui l'ha aiutata a rilanciare tutto e gli sono grato per questo, tante cose senza di lui non sarebbero state possibili, si è preso carico di spese e pubblicità di quella libreria che tua madre non voleva saperne di chiudere, ho assistito a pianti e urla di disperazione attraverso uno schermo del computer o al telefono ma sono stato testimone anche della forza di volontà della mia donna, l'ho vista crescere, maturare e prendere decisioni sul suo futuro. Zayn ha rilevato la libreria pochi mesi dopo il mio compleanno, la cosa ovviamente non è passata inosservata, sapeva bene a cosa andava incontro e in poco tempo quel posto è diventato troppo piccolo per contenere tutte le persone che ogni giorno passavano di lì, ha assunto Liz come dipendente e con il senno di poi è stato il regalo più grande che potesse farci, ma anche questo te lo racconterò piano piano.

Ora ti lascio piccolina, fai la brava.

 

Papà

 

P.S. Quel ti amo di cui ti parlavo prima gliel'ho detto in quel periodo. ”

 

Rileggo la lettera per intero come faccio sempre, poi spengo la luce della scrivania, mi chiudo la porta dello studio alle spalle e mi stendo sul divano. Abbozzò un sorriso, parlare di quel periodo mi fa arrossire come un ragazzino, chiudo gli occhi qualche secondo appoggiando la testa sullo schienale, per due secondi sono ancora davanti alla porta della sua casa, con la paura e l'eccitazione di dover bussare.

Non vi preoccupate, ora lo racconto anche a voi.

 

_______________________________

Nda.

Nuova lettera di Liam a sua figlia, come il prologo è un'introduzione ai capitoli successivi e quindi è corta, forse vi state facendo qualche domanda su queste lettere ma la risposta arriverà presto, non posso anticiparvi nulla ma spero che andando avanti sarò in grado di mostrarvi questa storia com'è chiara nella mia testa.

Un abbraccio grande a tutti, fatemi sapere le vostre considerazioni :)

Serena.

 

P.S. Non date agli altri il potere di farvi stare male.

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Capitolo 19
*** Chapter XVIII ***




.Chapter XVIII.

 

E delle volte non è proprio un bacio, se chiudi gli occhi è un viaggio.

 

 

Elisabeth's POV

 

Rimango a fissare la parete quasi piena di cartoline con le mani poggiate sui fianchi, Toronto, Los Angeles, New York, Orlando, ci sono tutte le città in cui i ragazzi hanno fatto tappa nella parte del tour americano, infilo l'ultima appena arrivata dal Messico e asciugo una piccola lacrima mentre mi avvio in camera per vestirmi ed andare a lavoro.

Mi siedo ai piedi del letto sospirando, non vedo Liam da un mese e mezzo, da quando sono stata a Londra per il suo compleanno, sono successe tante cose in questi mesi, tra noi due, nella mia vita, con Zayn. Sospiro, Zayn è stato un punto interrogativo nella nostra relazione per settimane, alcune volte mi capita di tornare con la mente alla telefonata avuta con Liam i minuti successivi al bacio e non riesco a scacciare via l'idea di averlo deluso.

 

Liz tesoro – mi risponde dopo pochi squilli.

Non riesco a parlare, rimango in silenzio e l'unica cosa che esce dalla mia bocca è un singhiozzo.

Elisabeth, che succede? – la sua voce è preoccupata e più alta del solito e io non so di preciso come dirgli di Zayn

Io... Zayn, lui...– mi stringo le ginocchia al petto e lascio che altri singhiozzi sfuggano dalla mia bocca.

Cos'è successo? State bene? Cosa ha fatto Zayn? – chiede e dopo aver tirato su con il naso mi faccio coraggio e – Mi ha... mi ha baciata e io... mi dispiace così tanto Liam – dico in preda al panico, sento l'aria mancarmi e respiro a fatica, per me quel bacio non ha significato assolutamente nulla, non sono una stupida e so che quello che ha poggiato le labbra sulle mie è uno degli uomini più belli del mondo ma non è Liam, per me lui viene prima di tutto il resto e forse ad alcuni può sembrare sciocco ma l'amore, quello vero, non ha eguali a mio parere e Liam è quell'amore che cresce dentro giorno dopo giorno e solo il pensiero di averlo ferito mi fa sentire male.

Non mi risponde e io mi asciugo le lacrime agli occhi.

Liam, io...– mi blocco perché in realtà non so cosa dire, quali parole sono giuste in questi casi?

Quando è successo? – mi chiede, il tono freddo e distaccato.

Mezz'ora fa più o meno, eravamo... eh, in negozio, sono tornata a casa prima di chiamarti – dico, la mano destra stretta attorno al mio corpo come a rassicurarmi.

Sento un sospiro e lo immagino chiudere gli occhi, vorrei essere lì con lui e assicurargli di essere l'unico.

Grazie per avermelo detto – dice, la voce ancora bassa.

Perché non avrei dovuto? Io... mi sento legata a te anche se non siamo niente ancora – dico sincera e per i cinque minuti successivi sento solo il suo respiro nelle orecchie, mi va bene così, anche solo sentirlo respirare per me è magico.

Cosa hai provato? – mi chiede.

Rimango un po' sorpresa dalla sua domanda, in realtà non mi sono nemmeno soffermata a pensarci, ho pensato solo a lui, a come sarebbe stato una volta venuto a conoscenza di tutto ed è quello che dico a lui, perché è la verità, perché sono incazzata con Zayn per quello che ha fatto a Liam, lui che mi aveva promesso che sarebbe stato al suo posto e capisco che è arrabbiato anche Liam quando – Come diavolo... mh, dov'è ora? – chiede.

Non lo so – dico sincera.

Ok, ti credo, io... ti richiamo io ok? – dice prima di chiudere la chiamata senza darmi il tempo di rispondere.

 

Ricordo perfettamente l'ansia dei giorni successivi, quel telefono che non squillava mai e i pianti da sola nel letto, con le canzoni dei ragazzi nelle cuffie ad ascoltare la voce di Liam con la speranza di ricevere una chiamata e quelle cartoline che continuavano ad arrivare con solo un francobollo e il mio indirizzo dietro ma che nascondevano ben altro dietro, il modo chiaro di Liam di dirmi che c'era nonostante tutto. Non sono uscita di casa per cinque giorni e in quei cinque giorni ho lottato contro i miei stessi principi e i miei stessi sogni, non mi sono presentata a lavoro e non ho aperto la porta per giorni. Nonostante dal mio punto di vista quel bacio non aveva significato nulla, la paura di aver perso Liam era più grande del fatto stesso. Chiudo gli occhi, poi sorrido ripensando a quel tweet che è stato un urlo da parte sua e un colpo al cuore per me.

 

@Real_Liam_Payne: Worse thing I ever did was let you go” *

 

Chiudo i bottoni della camicia e sorrido ricordando la chiamata nel cuore della notte il giorno stesso del tweet, prendo la borsa e guardo l'orologio, sono in ritardo di cinque minuti così mi sbrigo a lavarmi i denti e poi esco di casa con la borsa in spalla e mille pensieri in testa.

 

Liam? – lo chiamo agitata.

Mi manchi – sento dall'altro capo del telefono, il tono della voce basso, quasi sconfitto.

Oh Liam, mi manchi così tanto anche tu – dico sincera, stringendo con una mano il lenzuolo candido.

So che non è stata colpa tua, non sono arrabbiato con te, avevo bisogno di metabolizzare tutto, ho litigato con Zayn per telefono, mi ha detto che non esci da una settimana e che non vai a lavoro – mi dice in fretta. E non posso negargli niente allora butto fuori tutto quello che ho passato, manca poco al suo compleanno e averlo lontano, non solo fisicamente, mi fa tornare a piangere.

Dio, scusa, non faccio altro che piangere negli ultimi giorni, sono una stupida – dico asciugando in fretta le lacrime per non farmi sentire così male da lui.

Puoi piangere, l'ho fatto anche io – dice e quella frase basta a farmi stringere il cuore.

Tra qualche giorno torno a Londra – dice poi con tono piatto, vuole informarmi dei suoi spostamenti eppure ho come la sensazione che vorrebbe chiedermi altro, ma non lo fa.

Così restiamo in silenzio entrambi, non rispondo e alla fine, dopo cinque minuti lui sospira.

Devo andare ora, vai a lavoro domani, per favore – dice premuroso, io non posso far altro che acconsentire.

 

Non ho mai capito come fa ad essere così dolce con tutti, Liam è una persona che ha la bontà fin sotto le ossa, ne è pieno e non manca mai di dimostrarlo in qualche modo, il fatto che si preoccupasse per me nonostante tutto mi faceva sentire male poi ho capito di non aver capito. Alcune volte è importante fare un passo indietro e vedere qualcosa da un'altra prospettiva, come se fossimo gli spettatori della nostra stessa vita e in quei giorni ho capito che se vuoi veramente qualcosa non ci si nasconde sotto le coperte, che l'orgoglio è la rovina di tutti i rapporti, che siano d'amore, d'amicizia o di lavoro non fa differenza, è una malattia che si attanaglia dentro senza poter essere curata da nient'altro che un po' di umiltà.

Attraverso la strada correndo e poggio un piede in una piccola pozzanghera schizzando acqua a destra e sinistra, il cielo è grigio anche oggi, pioverà di sicuro. Spingo la porta verso l'interno del locale e c'è già una gran confusione, sento l'odore pungente del caffè macinato solleticarmi le narici e i rumori delle tazzine che cozzano tra loro arrivarmi alle orecchie, sorrido e a passo svelto raggiungo il piano di sopra.

– Scusa per il ritardo capo – accenno un sorriso e alla scrivania Zayn mi sorride.

E' strana la vita alcune volte, quello che pensavi fosse la rovina dei tuoi sogni si rivela essere il trampolino di lancio per farli decollare.

– Oggi sei di riposo – mi dice poggiando la penna su una pila di fogli alla sua destra. Si alza e fa il giro della scrivania per venirmi incontro, poggia un bacio sulla mia guancia destra e – Buongiorno – dice.

– Buongiorno anche a te ma io oggi non sono di riposo – dico guardandolo sorpresa.

– E invece si, non hai visto che c'è Adeline sotto a lavorare? – chiede appoggiandosi alla scrivania.

– Non ci ho fatto caso, ma perché? – protesto. Lavorare in questo posto non è un peso per me e poi stare a casa in giornate come questa, in cui mi sveglio nostalgica, non mi fa bene.

– Non fare i capricci Liz, ho detto che hai la giornata libera e così sarà, mi servi per la prossima settimana bella riposata – dice all'improvviso e ho tutta l'impressione che mi stia mentendo.

Lo guardo stralunata, ma non posso dirgli nulla, alla fine io sono solo una sua dipendente.

 

 

Ho deciso di vendere la libreria a Zayn – dico mentre Liam mi accarezza i capelli. E' il giorno del suo compleanno e siamo allungati sul suo letto, nella sua casa a Londra. Sono arrivata solo ieri, Zayn mi ha accompagnato a spese sue fin qui e questo forse è servito a Liam per ricominciare a rivolgergli la parola e a noi due per dare una svolta a tutto.

Davvero? – chiede facendomi alzare il viso verso di lui. Il suo corpo è caldo e mi faccio più vicina mentre – Davvero – rispondo. Gli lascio un bacio sul petto, coperto dallo strato sottile di una maglietta, mi è mancato da impazzire.

Cosa ti ha fatto cambiare idea? – mi chiede attento.

La settimana passata lontana da te, mi sono resa conto che avrei fatto uno sbaglio a lasciar crollare tutto per il mio stupido orgoglio, così ci stavo pensando bene e ecco, ho deciso che se l'offerta è ancora valida gli cederò tutto – continuo e lui mi ascolta coinvolto.

Mi lascia un bacio tra i capelli e mi stringe.

Questo non fa di te una perdente, lo sai vero? Stai facendo la cosa giusta, per quanto io sia nervoso con lui, Zayn è intelligente, ha sempre avuto un ottimo fiuto per gli affari, farà un buon lavoro – dice sincero e io annuisco, in fondo so che ha ragione, è quello che dovevo fare.

Mi stringo ancora un po' a lui e rimaniamo in silenzio per un po', ma non un silenzio imbarazzante, no, un silenzio di quelli in cui non dici niente ma dici tutto.

E mentre mi accarezza la schiena chiudo gli occhi, non c'è altro posto in cui vorrei essere.

 

 

La mano di Zayn si muove davanti ai miei occhi e io mi risveglio dal mio stato di trance.

– Scusa – dico stringendo il manico della mia borsa, non mi pento della mia scelta, sono diventata una dipendente come tante altre persone nel mondo e continuo comunque a fare quello che mi piace, Zayn ha costruito un caffè letterario senza eguali, è enorme, con gli scaffali in mezzo ai tavoli sembra quasi una biblioteca ma con un calore familiare e gioioso che lo rende un posto perfetto per passare del tempo, è quello che ho sempre sognato e purtroppo che sia giusto o sbagliato, i soldi per realizzare un sogno servono e anche una buona pubblicità.

– A cosa stai pensando? – mi chiede.

Io lo guardo e scrollo le spalle, poi mi avvicino e gli scompiglio i capelli, diventati un po' più corti e – Hai fatto un ottimo lavoro con questo posto, per fortuna che sei a Dublino solo pochi giorni o saresti accerchiato – rido.

Lui fa una smorfia con il naso – Non mi dispiace, lo sai – ammette.

E io annuisco, i primi giorni dopo la riapertura e dopo la pubblicità fatta dai media, il locale era pieno di ragazze e ragazzi che volevano una foto con Zayn, era una cosa a cui avevamo pensato e Zayn era rimasto solo per qualche ora, aveva fatto delle foto, aveva scambiato quattro chiacchiere, sempre seguito dalla sua guardia del corpo, piano piano poi ha iniziato a viaggiare tra Dublino, Bradford e Los Angeles per ricominciare con la sua musica e mi ha lasciato l'incarico di fare le sue veci quando non c'è.

– Quindi devo andare via sul serio?– chiedo.

– Si Liz, non preoccuparti, fai sempre più del dovuto – dice e mi indica le scale.

Alzo gli occhi al cielo e alla fine mi arrendo scendendo giù, mi siedo al bancone e – Adeline! – richiamo la mia collega – Mi fai un caffè al ginseng? – chiedo sorridendo.

Lei annuisce e pochi minuti dopo una tazza fumante è davanti ai miei occhi, la lascio lavorare e intanto gioco con una bustina di zucchero, la rigiro tra le mani e passo l'indice sul nome scritto su uno dei due lati “Neverland, caffè letterario”.

La lascio lì mentre finisco il ginseng e dopo aver poggiato i soldi sul bancone mi allontano.

Adeline è troppo occupata a servire, così esco semplicemente. Alzo lo sguardo verso la finestra e Zayn alza la mano per salutarmi, gli sorrido e mi incammino verso casa. Faccio un pezzo di strada a piedi nonostante sia lontana ma la pioggia mi costringe a dover aspettare il tram, mi fermo sotto la pensilina insieme ad una coppia di giovani fidanzatini, nella mia mente riaffiora la tristezza di non avere Liam accanto.

Arrivo a casa mezz'ora dopo, non riesco a capire come mai i mezzi non sono mai puntuali quando servono a me, poggio la borsa sul mobile all'entrata e butto la giacca, quasi del tutto bagnata, nel cesto della biancheria sporca.

Mi prenderò questa giornata per riordinare un po', rassetto il salotto, sistemando il divano e qualche oggetto lasciato per casa. La pioggia battente non mi permette di aprire le finestre così alla fine la uso come scusa per stendermi sul letto, passo le dita nella trapunta morbida e fisso il soffitto senza pensare realmente a qualcosa di sensato. Prendo il telefono dalla tasca e faccio un giro sui social network, condivido qualche post su Facebook e metto qualche mi piace su Instagram, poi chiudo tutto e digito velocemente un messaggio a Liam.

 

Dovrebbero essere le cinque del mattino da te, io sono a casa da lavoro oggi, Zayn mi ha dato un giorno di riposo, mi manchi sai? Sarebbe bello averti accanto a me”

 

Rileggo tutto e poi lo invio poggiando subito dopo il telefono accanto a me, poi la vibrazione mi fa sobbalzare, non può essere Liam, non dorme?

Noto due notifiche di twitter e il mio cuore perde un battito quando mi accorgo che i ragazzi hanno rilasciato il video del loro nuovo singolo.

– Oddio – mi metto a sedere e cerco di avviare il video.

Mi siedo meglio, poggiando la schiena contro la parete e mi mordo le unghie per l'intera durata. Quando finisce rimango imbambolata e torno a fermare l'immagina su Liam. Lo osservo bene e non posso far altro che pensare che è bellissimo. Non so come riesce a superarsi ogni volta, sembra diventare più bello ogni giorno che passa e sfioro il suo viso sullo schermo del telefono e mi stringo le braccia intorno al petto. Mi manca.

 

Ho visto il video, sei impazzito per caso? Come fai ad essere sempre più bello?”

Mi manchi”

 

Invio entrambi i messaggi e accendo il computer per prepararmi a riguardarlo ancora, questa volta però mi concentro anche sugli altri, è il primo video senza Zayn e le sensazioni sono strane alcune volte, però sono incredibilmente bravi e alla fine posso confermare che il video sia uno dei miei preferiti, il fatto che ad un certo punto Liam sia sudato e in canottiera non influisce affatto. Forse.

Lo sto guardando per la decima volta quando il suono del citofono mi interrompe proprio sul più bello, sono quasi tentata di non andare ad aprire ma alla fine, quando suonano per la quarta volta, decido ad alzarmi, sarà qualcosa di importante.

– Chi è? – chiedo.

Non risponde nessuno, così faccio per riagganciare quando – Posta? – sento dire.

Alzo un sopracciglio, la voce sembra camuffata e so per certo che la posta è già passata così riaggancio spaventata. Il citofono suona altre due volte. Non ho nessuna finestra che si affaccia dalla parte del portone d'ingresso, così mi guardo attorno spaesata, alla fine a suonare è il mio cellulare. Corro a prendere e il nome di Liam mi appare sul display.

– Lee? – rispondo in fretta.

– Liz, mi apri? – ride.

Mi apri? Impiego qualche secondo più del dovuto a collegare tutto, poi mi precipito urlando alla porta, afferro le chiavi e dopo aver chiuso la chiamata scendo le scale alla velocità della luce rischiando di inciampare e ruzzolare a terra più volte.

Una volta davanti al portone il vetro superiore mi lascia intravedere Liam, mi manca il respiro quando apro la porta e lui mi sorride sereno.

– Sei qui – dico solo. E non importa la pioggia che rischia di bagnarci, lo tiro nell'atrio e allaccio le mie gambe intorno alla sua vita, Paddy, seduto nell'auto alza una mano per salutarmi e poi con un sorriso in viso sfreccia via.
– Sei veramente qui – ripeto e lui ride tra i miei capelli.

– Sono qui veramente tesoro, mi sei mancata tanto anche tu – dice riferendosi al messaggio inviato poco prima.

Rimaniamo fermi per qualche minuto, respiro il suo odore e passo il naso sul suo collo facendolo ridere, le mie orecchie si beano di quel suono e poco dopo poggio le mie labbra sulle sue.

Sono morbide e mi bacia delicatamente come ogni volta, stringe le dita attorno alla mia camicia e mi morde il labbro prima di staccarsi, ci guardiamo negli occhi e non abbiamo bisogno di parole, gli occhi possono dire molto di più.

Trascina dentro la piccola valigia che ha portato con sé e io intreccio le mie dita alle sue mentre saliamo le scale – Non ci posso credere di averti qui – dico incredula.

– Non ci credo nemmeno io, ma non ce la facevo più a starti lontano – dice facendomi voltare, sono su un gradino più alto rispetto a lui, così sembriamo avere la stessa altezza e lui sorride tirandomi a sé, poggia una mano sul mio fianco e mi bacia. Questa volta è più intenso di prima, non mi rendo conto nemmeno di essere finita con la schiena contro il muro del pianerottolo, lascio che mi baci con irruenza, infilo le mani sotto la sua maglietta grigia e lo sento irrigidirsi leggermente, poi rilassarsi piano piano sotto il mio tocco.

Sentiamo una porta aprirsi e ci blocchiamo ridendo, uno sulle labbra dell'altra, corriamo sulle scale e apro la porta del mio appartamento, quando la chiudiamo dietro di noi ci guardiamo e scoppiamo a ridere come due bambini.

Si guarda intorno curioso, averlo qui per la prima volta mi fa emozionare, attraversa il piccolo corridoio e una volta in salotto la prima cosa che cerca è la parete con le nostre cartoline, sorride fissando il muro, poi mi guarda e – Ti amo – dice.

Il sorriso muore sulle mie labbra per far spazio ad un'espressione di pura sorpresa, boccheggio in cerca d'aria e – Cosa? – dico.

Lui sembra rendersi conto solo ora di quello che ha detto, chiude gli occhi, poi sorride.

– Non dovevo dirlo così – dice girando la testa verso di me e guardandomi.

Fa qualche passo in avanti, la sua mano calda corre sulla mia guancia – Ma questo non vuol dire che non sia vero – dice serio – Ti amo Elisabeth e non importa se sono arrivato adesso e sono stanco per le ore di viaggio e se avevo immaginato di dirti queste due paroline in un momento speciale, non ha importanza perché per me il posto perfetto e ovunque tu sia – dice con gli occhi lucidi, avvicinandosi piano alle mie labbra, gli accarezzo piano le sue e cerco il suo sguardo – Ti amo anche io – dico sincera, il cuore a battermi forte nel petto e il suo sorriso impresso nella testa.

Mi bacia ancora una volta, poi mi tira su e mi fa sedere sul tavolo, si fa spazio tra le mie gambe e appoggia le braccia ai lati del mio corpo mentre io poggio le mani sul suo viso senza mai interrompere il contatto e quando la sua lingua calda mi invita a schiudere le labbra lo assecondo senza esitazioni, lo bacio non solo con le labbra, lo bacio con la mente, con il cuore, con il corpo e con l'amore che scorre nelle vene e quello che sento dentro è qualcosa che potrebbe smuovere le montagne, qualcosa di profondo e radicato in me.

Mi stacco riluttante da lui e lo guardo negli occhi, quegli occhi cioccolato che mi hanno fatto tremare per mesi, forse anni e gli accarezzo il viso. Mi guarda attento, in attesa della mia prossima mossa, segue il percorso delle mie dita poi torna a fissarmi le labbra. Vengo colpita da un piccolo flashback del suo compleanno e chiudo gli occhi.

 

Dimmi che non ti ha baciato come ho fatto io – mi dice piano, il tono risoluto e provocante.

No – dico sincera scuotendo la testa – Non l'ha fatto –.

Lui sorride felice, sposta una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio e torna a catturare le mie labbra.

 

Sembra sapere esattamente a cosa sto pensando perché si avvicina al mio orecchio e – Ripetimi ancora perché hai scelto me – sussurra.

Il mio corpo viene scosso dai brividi e alzo il viso per incontrare ancora il suo sguardo – Perché ti amo Liam, ora posso dirtelo tranquillamente e te lo ripeterò ogni singolo giorno perché meriti di sapere di essere amato – dico mordendomi il labbro.

Lui mi sorride felice poi mi guarda incitandomi a continuare e io alzo gli occhi al cielo – Ti ho scelto perché mi piace parlare con te anche se a me non piace farlo con nessuno – dico facendo spuntare sul suo viso un sorriso sincero, ancora non riesco a capire perché è legato così tanto a questa frase, per me è stato naturale dirglielo, in fondo amare è sentirsi liberi di essere e io tra le braccia di Liam mi sento me stessa, mi sento a casa, protetta e amata come ogni persona dovrebbe avere la fortuna di sentirsi nella propria vita.

Fa scontrare i nostri nasi e io sorrido – Sono felice di essere qui – dice.

– Anche io lo sono, cosa ti va di fare? – chiedo quando si allontana leggermente.

Mi sorride provocatore e – Elisabeth, amore, vuoi saperlo sul serio? – chiede ridendo ma il mio cuore si è fermato a quell'amore, detto con tanta semplicità da farmi inumidire gli occhi.

Lui sembra notarlo perché afferra le mie cosce e mi tira in modo che gli circondi la vita, si guarda attorno e – E' di là – dico indicando la mia stanza.

Lui ride e quando entra nella mia camera non sembra sorpreso di trovare delle sue fotografie, sorride felice, guarda lo schermo del computer e – Ti ho odiato per tutto il video – dico, lui ride – Non è vero amore – dice ancora, rabbrividisco e poi mi poggia sul letto.

– Amore – sussurra. Mi lascia un bacio sulla guancia e – Amore, amore, amore – dice ancora, baciando ogni centimetro del mio viso mentre la sua mano sfiora delicatamente il mio ventre.

 

Che cosa siamo Liam? – chiedo. Ho la schiena poggiata contro il suo petto mentre siamo rannicchiati a letto.

Tu cosa pensi? – dice stringendo la presa sul mio corpo e poggiando la testa sulla mia spalla.

Giro leggermente la testa e – Voglio che tu sia mio e mio soltanto – dico arrossendo.

Lui sorride – Credo di essere tuo da quando ti ho vista in quel bar – confessa.

 

– Ti posso confessare una cosa? – dice sistemandosi su un fianco accanto a me e poggiando la testa sulla sua mano.

– Cosa? – chiedo.

– Non vedo l'ora di fare l'amore con te – dice e quello che mi spiazza e che continuerà a spiazzarmi sempre è il suo modo di dire le cose, diretto e senza esitazioni.

– Tu vuoi farmi morire – dico mentre gli sorrido.

– Io? – guarda in alto poi scoppia a ridere, assottigliando gli occhi e io non posso far altro che unirmi a lui, qualche secondo dopo mi accarezza una guancia – Te l'ho già detto che ti amo? – dice, con uno sguardo che mi scava dentro, fino all'anima.

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Nda.

Credo di amare follemente questo capitolo, spero di essere riuscita a colmare i vostri dubbi e che vi sia piaciuto almeno un quarto di quanto è piaciuto a me scriverlo durante questi giorni.

Il tweet nel capitolo è vero, * “La cosa peggiore che io abbia mai fatto è lasciarti andare” è stato inviato da Liam a maggio dell'anno scorso, ovviamente non era per Elisabeth ahah

Non posso trattenermi più di tanto, vi mando un bacio, spero di ricevere qualche commento/recensione/tweet (anche usando l'hashtag #TMBFlower).

Vi voglio bene,

Serena.

 

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Capitolo 20
*** Chapter XIX ***




.Chapter XIX.

 

Quei maledetti occhi mi fottevano sempre. Ci facevo l’amore solo a guardarli.
(Sfumature d’ombra – Charles Bukowski)

 

*

 

 

Quando apro gli occhi sono girata verso Liam con il fianco destro a premere sul materasso, sorrido mentre lo osservo dormire, i capelli scompigliati a ricadergli sul viso, la bocca leggermente aperta e un leggero russare a rompere il silenzio, ha una mano sotto il cuscino e l'altra attorno al mio fianco, poggiata delicatamente sulla mia pelle.

Alzo una mano e traccio i contorni del suo viso, le sopracciglia folte, il naso a patata, la bocca rossa. Lo vedo fare una smorfia con il naso e trattengo una risata per non svegliarlo, poi mi avvicino piano al suo petto scoperto, lascio piccoli baci dalla spalla fino al collo, poi torno indietro.

Mi faccio più vicina a lui con il corpo quasi a premere sul suo, chiudo gli occhi quando a causa dello spostamento la mano che prima era sul mio fianco scivola più giù. Traccio dei contorni immaginari sulla sua schiena e bacio ancora il suo collo.

– Mmh – lo sento rafforzare la presa sul mio corpo, si gira poggiando la schiena completamente sul materasso e mi trascina su di lui. Rido mentre guardo i suoi occhi combattere per aprirsi, mette su un dolcissimo broncio e – Buongiorno – balbetta prima di aprire completamente gli occhi e sorridermi dolcemente. Gattono per avvicinarmi al suo viso e – Buongiorno – rispondo dandogli un bacio a fior di labbra. Mi stringe con entrambe le braccia il corpo e cattura le mie labbra in un bacio degno di essere chiamato tale, riesco a sentire ogni singolo centimetro del suo corpo e sorrido sulle sue labbra quando mi accorgo di riuscire a sentire proprio tutto.

– Mh, si è svegliato anche qualcun altro – lo prendo in giro e lui mi morde il labbro inferiore nascondendo poi il viso nel mio collo. Scoppio a ridere e lui si lascia coinvolgere mentre mi morde una spalla.

– Vorrei svegliarmi così tutte le mattine – dice teneramente e io sento il cuore sciogliersi, alcune volte una frase buttata lì per caso ha il potere di renderti più felice di qualsiasi altra cosa.

Mi stringo a lui e poggio la testa sul suo petto, vorrei poterlo fare tutti i giorni anche io ma non è possibile per il momento, me ne rendo conto da sola e così cerco di catturare quanto più posso da questi momenti con lui. I ricordi sono sempre stati, a mio parere, la parte più importante di una persona: potranno portarti via tutto, potranno privarti di fare alcune cose o di dirne altre ma nessuno sarà mai in grado di portarti via i tuoi ricordi, le emozioni che hai provato in quel momento e il modo in cui ti fa sentire riviverli.

Così ne faccio tesoro, mi imprimo nella testa le immagini di Liam, lui che si alza baciandomi la fronte, lui che si muove nella stanza liberamente come se fosse sua, lui che mi manda un bacio e mi sorride prima di andare a fare una doccia.

Alzo il lenzuolo bianco fin sopra la testa e soffoco un urlo di felicità, perché è così che mi sento con lui, felice, felice, felice.

Scendo dal letto recuperando un pantalone e una maglietta bianca, poi recupero dalla valigia una camicia di Liam a quadretti rossi e neri, la infilo per poi legarla in vita. Alzo i capelli in una coda disordinata fissandomi allo specchio e poi corro in cucina a preparare la colazione.

Stranamente non piove, anzi fa anche piuttosto caldo così colgo l'occasione per aprire la finestra e far entrare un po' di aria fresca, so che quando è in tour non può mangiare tutto così ringrazio di avere della frutta e preparo un paio di pancakes a testa con i frutti di bosco e una spremuta d'arancia.

Canticchio sottovoce qualche canzone mentre sistemo la tavola e aspetto che lui mi raggiunga.

Sento l'acqua della doccia spegnersi e qualche minuto dopo lo vedo uscire avvolto in un accappatoio blu che ha tutta l'aria di essere morbido e caldo.

Mi sorride passando un asciugamano tra i capelli bagnati e si avvicina a me – Mark sarebbe fiero di te, ora mando una foto così quando torno in tour non mi distruggerà in palestra – dice ridendo prima di baciarmi sulle labbra. Mi alzo sulle punte per raggiungerlo e lui avvolge un braccio attorno alla mia vita, lo stringo sulla stoffa bagnata e gioco con la cintura dell'accappatoio.

Mi bacia lungo la mandibola, prende tra le labbra il lobo dell'orecchio sinistro e lo morde lentamente, ci metto poco a farmi sfuggire un gemito e le mie mani corrono da sole a slacciare il piccolo nodo che tiene insieme le due parti dell'accappatoio. Sorride sulla mia pelle e io lascio scorrere le mani sulla sua pelle nuda, mi imbatto nella stoffa dei boxer e mi sfugge un lamento.

– Cos'era questo lamento eh? – chiede prendendomi in giro. Io sorrido portando le mie mani a formare una piccola aureola sulla mia testa e lui ride.

– Proprio un angioletto sei! – dice ridendo poi in meno di due secondi mi ritrovo in braccio a lui, con le gambe attorno ai suoi fianchi e i suoi bellissimi occhi a guardare i miei. Questi occhi del colore della terra calda che mi leggono dentro, che mi scombussolano e che mi hanno resa dipendente da loro. Quando lui mi guarda mi sento piena, traboccante d'amore, poi distoglie lo sguardo ed è come quando finisco di leggere un libro, sento il vuoto impossessarsi del mio corpo. E allora lo ricerco ancora, faccio in modo che torni a guardare me, a vivere me, a scuotere me. Mi mordo un labbro perché Dio, ci farei l'amore anche adesso.

– Liz – mormora mentre gli accarezzo la pelle profumata – Me lo ripeti ancora che mi ami? – chiede come un bambino e io sento il cuore esplodermi in petto.

– Tutte le volte che vuoi – dico passando una mano tra i suoi capelli bagnati e – Ti amo – dico sincera, lo vedo aprirsi in un sorriso dolce, le guance si gonfiano leggermente, il naso si arriccia in una smorfia adorabile e gli occhi si chiudono formando tante piccole rughe d'espressione accanto a loro e io le bacio tutte, passandoci poi le dita sopra per distenderle.

– Sei bellissimo – dico senza riuscire a trattenermi e lui apre gli occhi guardandomi attento – Non è vero, ma la prenderò per buona solo perché sei tu a dirmelo – dice e io alzo gli occhi al cielo.

– Si può sapere cos'è che ti fa pensare di non essere bello? – chiedo seria.

Lui sembra voler sfuggire alla conversazione e mi fa scendere lentamente a terra, non risponde e sto per ripetere la domanda ma il mio telefono decide di mettersi a suonare proprio in questo momento.

Coglie la palla al balzo e si sporge verso il tavolo per afferrarlo, la sua espressione sembra piatta quando – E' Zayn – dice prima di sparire verso la mia stanza.

Lo guardo allontanarsi e sospiro prendendo il telefono, guardo la foto che ho impostato quando ricevo le sue chiamate, sta ridendo e ha gli occhi persi a fissare qualcosa oltre l'obiettivo.

– Pronto? – rispondo mettendomi a sedere.

– Ehi Liz, tesoro, scusa se ti disturbo, puoi passare tra un'oretta in libreria che devo chiederti alcune cose? – dice velocemente.

Sospiro e – Si, si – dico e lui scoppia a ridere.

– A questo punto avresti dovuto dirmi di no, che eri impegnata del tuo ragazzo – dice e posso sentire il divertimento nella sua voce.

– Tu che... sei stato tu a dargli l'indirizzo, ora torna tutto! – dico maledicendomi per non averci pensato prima.

– E chi altro? Va tutto bene comunque? Mi sembri un po' strana – chiede.

– No no è tutto ok, veramente! Stavo pensando, se vuoi passiamo comunque tra un po'... voglio far vedere Neverland a Liam – dico sincera. Il diretto interessato torna in cucina con un paio di jeans vergognosamente stretti e una camicia blu sbottonata su una maglietta più chiara.

Trascina la sedia accanto a me e poggia la testa sulla mia spalla, rimaniamo così mentre Zayn mi dice che non ci sono problemi e che gli farebbe piacere pranzare insieme.

Quando chiudo la chiamata lascio un bacio sulla fronte di Liam – Sei bello sul serio, non hai niente da invidiare a nessuno Liam, credimi – dico sincera e lui si stringe ancora un po' a me senza però rispondere. Mi fa tenerezza vederlo così insicuro, vorrei poter fare o dire qualcosa ma so che in queste circostanze solo l'affetto costante può aiutare.

– Dai, facciamo questa colazione altrimenti si rovina tutto e poi ti porto a vedere la libreria, Zayn ha detto anche che dobbiamo mangiare insieme ma se per te è un problema non fa niente – dico tutto d'un fiato.

– Perché dovrebbe essere un problema? – chiede alzandosi e baciandomi sulle labbra – Tu sei mia, non vedo cosa potrebbe darmi fastidio – continua afferrando poi un mirtillo dalla composizione di pancakes e portandoselo alla bocca sorridendo.

Scuoto la testa iniziando a mangiare – Sei un caso perso – dico sorridendo.

– Sono un caso innamorato – ribatte e io non ho il coraggio di rispondere nulla, sorrido solo con le guance a far concorrenza al rosso delle fragole.

Finiamo tutto in un'atmosfera che sa di quotidianità, lo guardo raccattare tutto e muoversi nella mia cucina come se fosse qui da sempre e mi rendo conto che vedere lui tra le mura di casa mi fa un effetto completamente diverso dal vedere Zayn.

Ci si rende conto di avere la persona giusta accanto quando non si prova disagio nello stare soli nello stesso posto, quando l'idea che lui ti veda in pigiama non ti spaventa più di tanto ma ancora di più quando il tuo cuore parte già all'impazzata all'idea di passarci una vita insieme.

Rimango ferma sulla sedia, con le ginocchia rannicchiate al petto mentre lui sciacqua con cura i piatti, poi si gira, si sporge in avanti e mi schizza dispettoso un po' d'acqua in viso mentre la sua risata esplode sonora in casa e nel mio cuore.

 

*

 

Paddy viene a prenderci sotto casa esattamente un'ora dopo, lo abbraccio salutandolo e mi lascio scompigliare affettuosamente i capelli, rubo il posto davanti a Liam e lui fingendosi scocciato sale nei sedili posteriori.

– Ti ha fatto dannare? – mi chiede Paddy mettendo in moto l'auto. Io rido accendendo un po' la radio e nego con la testa – E' un bravo ragazzo – rido.

Durante i giorni passati a Londra da Liam ho avuto modo di conoscere meglio anche la sua guardia del corpo e come avevo sempre immaginato è quasi un padre per lui. Si vede l'affetto che prova nei suoi confronti ogni giorno ma sfido chiunque a non affezionarsi a Liam dopo averci passato ventiquattro ore su ventiquattro insieme per anni, ma effettivamente sfido chiunque a non affezionarsi anche dopo averci passato solo pochi minuti. Liam ha quel modo di fare gentile e premuroso che fa innamorare perdutamente tutti e io lo so bene.

Quando arriviamo in centro indico a Paddy la strada per arrivare in libreria, Liam si guarda attorno sorridendo e – Devi girare a destra – mi anticipa e io lo guardo con gli occhi sorpresi e sorridenti.

– Ti ricordi la strada! – dico felice e lui si avvicina al mio viso – Mi ricordo ogni cosa che riguarda te – sussurra vicino al mio orecchio per poi lasciarmi un bacio delicato sulla guancia.

Fermiamo l'auto davanti all'ingresso del caffè letterario, è il giorno di chiusura e mi do della stupida da sola per non essermene ricordata prima durante la chiamata di Zayn. Cerco le chiavi nella borsa e scendo dall'auto prima di lui per aprire la porta, lo vedo scendere dall'auto di corsa e ridiamo insieme quando chiudiamo la porta dietro di noi, ancora una volta Paddy va via.

– Zay? – chiamo mentre Liam mi lascia un bacio sulla spalla.

– Arrivo – sento un urlo dal piano di sopra e rido quando Liam mi abbraccia, ho sempre pensato che fosse una persona bisognosa di contatto e non mi stupisco di averne la conferma, per me Liam è sempre stato un libro aperto, da presuntuosa ho sempre pensato di conoscerlo meglio di ogni altra persona al mondo ed è forse vero che se due persone sono destinate a stare insieme te lo senti dentro.

– E' bello come avete sistemato – mi dice tranquillo, stringendomi da dietro e io annuisco poggiando la testa contro il suo petto e prendendo un respiro grande, Liam si abbassa a baciarmi una guancia e ridendo apro gli occhi, incrociando quelli ambra di Zayn sulle scale.

– Potete non amoreggiare nel mio locale? – dice scherzando, Liam sorride contro la mia guancia e alza il viso verso di lui.

– Ciao Zay – dice staccandosi da me e camminando verso di lui, mi stringo le mani in imbarazzo mentre li guardo avvicinarsi, si studiano quasi, non riesco a vedere il viso di Liam ma posso vedere il sorriso di Zayn e l'abbraccio che segue dopo. Si stringono, come ricordo hanno fatto una volta sul palco e devo spostare lo sguardo per evitare di emozionarmi.

Li sento ridere e poi si girano entrambi verso di me e – Che c'è? – chiedo sorridendo.

– Niente – dicono insieme e io incrocio le braccia e li fisso entrambi fingendomi arrabbiata quando in realtà sono solo felice di vederli interagire.

– Ooh, hai messo anche il musino ora? – dice Zayn avvicinandosi, faccio una smorfia e lui mi abbraccia di slancio ridendo, mi irrigidisco leggermente e guardo Liam fissarci, si morde un labbro ma sembra evitare di fare una scenata, addolcisco lo sguardo e anche se ricambio l'abbraccio di Zayn continuo ad avere lo sguardo fisso su di lui.

– Ora mi ammazza! – sento ridere Zayn e io alzo gli occhi al cielo scostandolo e – Sei un'idiota – dico ridendo.

– Guarda come ci guarda – dice ad alta voce e Liam assottiglia lo sguardo scocciato.

– Sei geloso piccolo Lee? – lo prende in giro avvicinandosi e strizzandogli una guancia.

– Zay te le mangio quelle mani – risponde a tono fingendo un sorriso.

– Uh, che spavento guarda – ribatte a tono Zayn alzando le mani e fingendo di tremare.

Liam batte la lingua contro i denti guardandolo e si mette in posizione di difesa alzando le mani davanti al viso, saltellando sul posto – Forza, vieni qua – dice ridacchiando.

Zayn imita la sua posizione e li vedo ridere mentre fingono un combattimento di boxe, alla fine finiscono per cadere a terra e scoppiare a ridere come due bambini, l'unica cosa che posso fare è guardarli dolcemente, con affetto e amore.

– Forza bimbi, alzatevi su – dico avvicinandomi a loro e porgendo la mano ad entrambi, senza nemmeno guardarsi mi tirano entrambi verso di loro e io finisco per ridere quando Liam fulmina Zayn e mi fa accoccolare vicino a lui.

– Oh mamma, siete da ricovero! – dice il moro girandosi di spalle a noi e scoppiando a ridere poco dopo quando Liam gli tira un calcio scherzoso sulle gambe.

Rimaniamo per un po' fermi in questo modo, fisso il soffitto mentre Liam mi accarezza piano la schiena ed è in questi momenti che vorrei poter saper leggere nella mente degli altri, vorrei poter entrare nella testa di ognuno di loro e capirne i pensieri, le emozioni e i sentimenti, chiudo gli occhi e mi giro verso Liam accoccolandomi a lui.

– Che c'è? – mi chiede piano.

Sono consapevole che Zayn ci sta ascoltando eppure non riesco a frenarmi dal sussurrare un – Ti amo –.

Lo vedo sorridermi, poi lasciarmi un bacio sul naso e alzarsi a sedere, si stende oltre il mio corpo e dà una spinta giocosa a Zayn facendolo rotolare e – Io ti odio Liam – sbuffa facendo leva poi sulle braccia per rialzarsi. Ci guarda mentre si rimette in piedi e ci invita a fare lo stesso, mi guarda attento quando Liam annuncia di dover andare in bagno, gli indico la porta nascosta accanto alle scale e quando se la chiude dietro scende il silenzio.

Mi accarezzo le braccia con le mani come a darmi conforto per qualcosa di indefinito, percepisco lo sguardo attento di Zayn addosso – Comunque l'ho capito – dice ad un certo punto.

– Capito cosa? – chiedo girandomi verso di lui.

– Perché hai scelto lui, non potevi scegliere nessun altro, siete una sola persona in due corpi diversi – dice e il suo sguardo non incontra mai il mio, sembra quasi stia riflettendo sulle sue stesse parole, non capisco se questa consapevolezza lo faccia stare male o se è indifferente, quello che capisco è che ha bisogno di parlare con me di quest'argomento perché qualche secondo dopo si gira a guardarmi con un sorriso amaro – Come si fa a smettere di pensarti? – chiede.

Sento lo stomaco chiudersi a quell'affermazione, perché deve dire queste cose? Chiudo gli occhi e non so cosa rispondere, non voglio farlo stare male, non l'ho mai voluto ma sembra essere quasi masochista nel chiedere una cosa simile.

 

Liam's POV

 

Poggio la schiena contro la porta del bagno e resto fermo ad ascoltare una conversazione che non mi appartiene eppure la curiosità è troppa, così cerco di non fare rumore e appoggio la testa contro il legno.

– Zayn, te l'ho detto mille volte, Liam... – inizia a parlare Liz ma subito Zayn la interrompe – No, non ti sto parlando di Liam adesso, lo so che vi amate e tutte queste cose carine, te l'ho detto poco fa, siete voi, dovete essere voi... quando qualcuno vi guarda da fuori vede solo amore, scommetto che vi guardate con amore anche quando discutete per qualcosa... – Sorrido pensando che forse è proprio così, poi torno a concentrarmi – ...ma il punto non è questo Liz, io ti ho chiesto come faccio a togliermi te dalla testa – dice e il mio respiro si blocca. Mi mordo il labbro quando – Ci ho provato, quando vado a Los Angeles parto sempre con la convinzione che sarà la volta buona, che mi divertirò e ti lascerò indietro e vorrei riuscirci davvero, per me stesso ma anche per Liam, mi sento così in colpa verso di lui nel pensarti – dice mortificato e io stringo forte le mie mani, martoriandomi le dita con le unghie.

– Se continui a pensare non passerà mai Zay, devi viverti la vita che hai scelto di fare, hai cambiato tutto, ti sei lasciato alle spalle qualcosa di molto più grande che una stupida cotta, non sono niente di speciale e sicuramente lì fuori ci sarà qualcuno pronto ad amarti come meriti di essere amato. Da piccola mia mamma quando perdevo qualcosa mi diceva sempre: chi cerca trova.

Crescendo ho imparato che non è così Zayn, l'amore almeno non funziona in questo modo, non devi cercarlo. Che gusto c'è a farlo? L'amore è come quella fotografia dimenticata che trovi in un cassetto facendo le pulizie, non ricordavi di averla lì eppure guardarla ti rende felice, se l'avessi cercata non sarebbe andata così, l'avresti presa e semplicemente avresti detto: Oh, eccola qui. Quindi esci Zayn, hai la possibilità di farlo e innamorati seriamente, innamorati come l'ho fatto io perché quando succederà veramente capirai che tutto quello che pensavi fosse una pena d'amore non era altro che una preparazione per il tuo cuore e per la tua anima ad affrontare gli occhi della persona che amerai – dice e sembra aver trattenuto il fiato per tutto il tempo perché la sento rilasciare un grosso respiro. Mi batte forte il cuore per le sue parole, le prendo come un po' mie e aspetto ansioso la risposta di Zayn.

Rimangono in silenzio per un tempo che a me sembra interminabile poi sento Zayn iniziare a parlare – Grazie, solo questo – dice, ho imparato a conoscere ogni sua reazione in questi anni e so che è più sincero di quello che potrebbe sembrare e che quel grazie racchiude tutti i suoi sentimenti.

– Ma Liam sta bene – chiede Liz un po' preoccupata.

– Si, lo conosco abbastanza da sapere che ci stava ascoltando dietro la porta – ribatte Zayn e io non posso far altro che scoppiare a ridere aprendo la porta.

Li guardo fingendomi colpevole e loro scuotono la testa iniziando a ridere, mi unisco in una risata rumorosa, di quelle che fai quando ti senti veramente felice, rendendomi conto che vorrei fermare il tempo in questo momento con gli occhi fissi in quelli di Liz mentre Zayn mi scompiglia i capelli.

 

___________________________________________

Nda.

Buongiorno a tutti, come state?

Eccomi qui con l'aggiornamento, questo capitolo mi ha fatto penare, sul serio, non voleva essere scritto e infatti non sono del tutto soddisfatta ma è questo quello che dovevo scrivere quindi prima che lo cancelli tutto lo posto ahah Avevo immaginato un finale diverso ma lo terrò per il prossimo capitolo, voi che ne pensate? Vi è piaciuto? Vi aspettavate qualcos'altro?

Fatemi sapere, vi mando un bacio grande!

Serena

 

P.S. Un grazie speciale a mia sorella Valentina e a Sara, loro sanno perché, non c'è bisogno di molte spiegazioni!

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Capitolo 21
*** Chapter XX ***




.Chapter XX.

 

“Non sapevo cosa fosse la tenerezza finché non ho sentito la tua mano sulla mia.”

 

*

 

Usciamo a mangiare insieme e non sono sorpresa di ritrovarmi in un ristorante di lusso, seduti in un posto leggermente nascosto rispetto agli altri e con Paddy a tavola con noi.

Lasciamo che il cameriere ci elenchi i piatti del giorno e sto attenta a non toccare Liam, non abbiamo ben parlato di come comportarci in pubblico, solo ora la realtà mi arriva prepotente davanti agli occhi, nessuno ci ha mai visti insieme, il fandom non ha idea della mia esistenza, di noi e la cosa mi spaventa. Sorrido forzatamente mentre rifiuto il vino rosso che l'uomo ci sta versando nei calici, prendo piuttosto il bicchiere d'acqua e butto giù un sorso cercando di calmare il respiro.

Un calcio sotto il tavolo mi fa alzare la testa verso Zayn, è seduto di fronte a me e corruccia la fronte in una muta domanda, scuoto la testa spostando lo sguardo ma lui mi tira un altro calcio facendomi sobbalzare sulla sedia.

Lo guardo male, poi guardo Liam, sta parlando con Paddy e con il cameriere di qualcosa che non sto realmente ascoltando, il telefono nella mia tasca vibra avvertendomi dell'arrivo di un messaggio.

Che hai?”

Alzo gli occhi al cielo e “Niente” digito guardando poi Zayn sbuffare.

Liz...”

E' la prima volta che esco con voi in pubblico, con Liam...” scrivo mordendomi il labbro e guardando le sue reazioni, alza l'angolo della bocca in un accenno di sorriso.

Non credo che a Liam importi”

Questa volta sono io a corrucciare la fronte “In che senso?” rispondo.

Liam non si farà problemi a prenderti per mano o baciarti, anche se nessuno ti conosce, sei tu e sei sua, questa è l'unica cosa che conta”

Sorrido poi un altro messaggio mi distrae “Come dargli torto” leggo la sua risposta mentre una nuova cameriera poggia le nostre ordinazioni sul tavolo.

Zayn...” scrivo alzando gli occhi su di lui, mi fissa per qualche secondo poi lo vedo digitare altro.

Mangia Liz, si fredda” c'è scritto e vorrei rispondere qualcosa ma la mano di Liam si poggia sulla mia gamba e le sue labbra mi sfiorano una guancia – Buon appetito amore – sussurra al mio orecchio e sento distintamente le mie guance andare in fiamme.

Gli sorrido dolcemente e quando inizio a mangiare non posso fare a meno di alzare lo sguardo su Zayn, accenna un sorriso portando alla bocca un boccone. Ha gli occhi tormentati di chi ama e non vorrebbe farlo.

Tossisco e mangio, lasciandomi trasportare dai discorsi sull'Irlanda di Paddy, ci buttiamo in una conversazione sulla mitologia e le usanze della nostra terra, cerco di ignorare gli sguardi di Liam e Zayn, quelli colpevoli del moro, quelli consapevoli dell'altro.

– Cosa ne vogliono sapere questi inglesi di noi? – ride Paddy e io mi unisco alla sua risata mentre Liam si finge offeso.

– Dai io in questi mesi ho acquisito conoscenze sulla terra – sorride Zayn.

– Bé continui a preferire il vino alla birra quindi no, non hai capito niente! – gli dico ridendo.

– Parli tu? Sul serio? Tu sei l'unica irlandese a non bere birra – dice puntandomi una forchetta contro e io rido perché effettivamente ha ragione.

– Dipende anche, non mi piacciono le cose amare, tutto qua – dico scrollando le spalle.

Alla fine la conversazione si sposta sullo sport e sull'imminente arrivo dei mondiali di rugby che si terranno nel Regno Unito – Non vedo l'ora anche se non credo di poter andare a vedere la mia Irlanda – dico agitando le braccia per poi fare una smorfia.

– Ti piace il rugby? – mi chiede Liam sorpreso.

– E' lo sport nazionale – dico sorridendo e – Possiamo andare a vedere la prima dell'Irlanda anche con Niall, tanto capita giusto quando i ragazzi saranno in pausa, ti veniamo a prendere! – dice Paddy e i miei occhi si illuminano, andare a vedere una partita dell'Irlanda con Niall è un sogno che mi porto dietro dalla prima volta che ho scoperto la sua passione per gli sport, sposto lo sguardo verso Liam e lui alza le mani – Non devi chiedere a me, sei libera di fare tutto – dice dolcemente e io scuoto la testa – Non era quello era un... verrai anche tu, vero? – dico sorridendo e lui annuisce entusiasta – Non ne capisco molto ma farò questo sforzo per te – dice fingendosi sofferente e io gli lascio un morsetto sulla spalla facendolo ridere.

– A te Zay non lo chiedo nemmeno – dice Paddy spostando lo sguardo su di lui.

– Ah tranquilli, l'unica cosa che andrei a vedere è... mh, no, non credo andrei a vedere qualcosa – dice negando con la testa e sorridendo.

Alla fine continuiamo a mangiare tra una risate ed un'altra, come una famiglia consolidata negli anni, quando usciamo da quel posto Liam afferra la mia mano facendomi strabuzzare gli occhi, camminiamo in una via abbastanza frequentata di Dublino, qualcuno ormai è abituato a vedere Zayn per strada ma Liam proprio non se l'aspetta nessuno, tanto meno Liam mano nella mano con me. Mi sento in soggezione quando ci scattano delle foto, Paddy ci raggiunge immediatamente con l'auto e saliamo tutti e tre dietro, sfrecciando poi verso il mio appartamento.

– Direi che ora avranno un nuovo argomento di cui parlare su twitter – ride Zayn mentre io, con la testa poggiata sul petto di Liam, non rispondo.

Sento le labbra del mio ragazzo poggiarsi tra i miei capelli poi la suoneria del suo cellulare ci distrae.

– Louis? – risponde.

– Ma cosa diavolo è successo, oh mio Dio, voi siete pazzi ma siete anche carini e poi Zayn, che cazzo fate? – lo sentiamo urlare e scoppiamo a ridere tutti e quattro.

– Cosa ridete a fare? E' scoppiata la caccia a Liz su twitter, mi sto facendo anche un sacco di risate – dice, poi resta in silenzio qualche secondo prima di scoppiare a ridere.

– No, questa la dovete sentire – dice prima di leggerci un tweet di una fan che si dispera dicendo che in questo fandom non si può stare un giorno tranquilli, come darle torto dopo tutto.

– Ah, poi ovviamente ci sono le acide, le odio – dice mentre noi scuotiamo le teste, in realtà ho deciso liberamente di non andare a leggere nessun commento su twitter, sono una fan, so come funziona e Liam vale più di ogni stupido commento negativo, non posso piacere a tutti ma piaccio a lui e questa è l'unico parere di cui mi importa.

Quando arriviamo nei pressi di casa mia abbiamo chiuso la chiamata con Louis e la sua risata rimbomba ancora nella mia testa. Zayn scende prima di noi due, ci aspetta sul marciapiede mentre salutiamo Paddy.

– Bé, vado in albergo – dice mettendo le mani nelle tasche posteriori dei jeans.

Liam mi guarda un secondo poi sospira e – Ti va di salire – dice e non mi disturba il fatto che si comporti come un padrone di casa.

– No, va bene così, devo andare a fare qualche chiamata per Los Angeles, dopo domani riparto, tu quanto ti fermi ancora – chiede a Liam.

– Non lo so, un paio di giorni ancora – dice alzando le spalle.

– Ok, allora ci vediamo in questi giorni – risponde Zayn e mi mordo un labbro. Abbracciatevi dai.

Zayn ci sorride prima di voltarsi e lancio un'occhiataccia a Liam.

– Cosa? – chiede.

Gli indico il moro con la testa e – Zay? – lo richiama correndo poi dall'altro lato della strada, non posso sentire cosa si dicono ma posso godermi il loro abbraccio, sorrido e muovo la mano per salutare Zayn prima che sparisca nella porta girevole dell'hotel.

La mano di Liam trova subito la mia quando torna al mio fianco, ci sorridiamo e apro la porta del condominio lasciandolo entrare prima di me. Ci sorridiamo per tutto il viaggio in ascensore, lui con la schiena poggiata da un lato, io da quello opposto al suo.

E' bello, bello da far male vestito di sorrisi e gentilezza con quegli occhi che ti fanno innamorare ad ogni battito di ciglia. Mi avvicino piano a lui catturando tra le labbra il suo sorriso.

Ci baciamo lentamente, studiandoci quasi, con la mano destra gli accarezzo la barba ispida mentre lui mi avvolge con le sue braccia possenti.

– Grazie per aver scelto me – sussurra sulle mie labbra e io chiudo gli occhi – Continuerò a sceglierti ogni giorno – dico sincera con il cuore che batte in petto per l'intensità di questi sentimenti che non pensavo di poter provare. Ho letto libri, ho studiato di quell'amore che ti fa impazzire ma non ho mai realmente pensato che potesse esistere un sentimento simile, ho sempre pensato che i poeti esagerassero a decantare l'amore così potente e invece è così quando incontri la persona giusta, perché per me l'amore è Liam, lui che è come una scossa di elettricità in una notte di buio, lui che è il mio respiro d'aria fresca.

– Ti amo – sussurra mentre finalmente usciamo dall'ascensore, apro la porta di casa ed è tutto spontaneo. Un bacio, una carezza, uno sguardo dolce e chiudo gli occhi con la consapevolezza di averlo nella mia vita a scoppiarmi in petto. Lascio che mi trascini in camera, che mi spogli dei miei vestiti con le sue mani esperte, che accarezzi lentamente le mie gambe mentre fa scivolare via i miei jeans.

Mi guarda come se volesse memorizzare ogni singola parte di me e io imito i suoi movimenti, lo privo dei vestiti poi gli sfioro il petto, la pancia, la scia di peluria sotto il suo ombelico e continuo a guardarlo, è possente, è bello, è semplicemente Liam con quelle mani grandi e gentili che ora sfiorano la mia schiena nuda come se fossi di creta. Mi sento piccola sotto il suo tocco esperto, sembra si stia trattenendo dal fare qualcosa così gli sfioro il viso con le dita e – Liam, non trattenerti – dico portando la testa indietro quando spinge sulla base della mia schiena per avere più contatto.

– Sei sicura? – chiede piano e io annuisco mentre le sue labbra non aspettano nessuna risposta, si fiondano sulle mie scapole lasciando piccoli morsi per poi scendere a baciarmi i seni, è il Liam un po' rude che ho sempre immaginato nelle mie fantasie più nascoste e non trattengo i gemiti, ci siamo io, lui e il nostro amore.

Mi bacia lo stomaco, accarezza con il naso la scia di piccoli peli che separano l'ombelico dal bordo dei mie slip e ridacchia quando contraggo la schiena al suo sfiorarmi, casualmente, da sopra la stoffa.

– Posso? – chiede con un sorriso malizioso e dolce allo stesso tempo e io mi mordo il labbro annuendo. Mi abbandono completamente a lui mentre cerca di donarmi amore in tutti i modi che conosce, sento il suo respiro caldo e la mia mente non può fare altro che viaggiare, viaggiare e viaggiare, con le sue mani e la sua bocca a lasciare tracce del loro passaggio, mi concentro sul tocco caldo della sua lingua e tremo affondando le mani nei suoi capelli un po' lunghi, li tiro mentre boccheggio in cerca d'aria per poi abbassare lo sguardo e trovare il suo sorridente e soddisfatto.

Risale verso la mia bocca lasciandomi una scia di baci lungo il corpo, ha ancora i boxer addosso ma posso sentirlo chiaramente ed entrambi chiudiamo gli occhi quando le nostre intimità vengono a contatto, si lascia sfuggire un gemito, intreccia le sue mani alle mie portandole accanto ai nostri visi mentre continua a muoversi e a baciarmi, lo sento irrigidirsi quando con una piccola spinta ribalto le posizioni, lo spoglio del tutto con un po' troppa foga e lui ride, facendomi innamorare, con quegli occhi scuri che brillano più di un cielo trapuntato di stelle.

Cerco di essere sensuale per lui anche se non credo di esserlo, potrebbe avere tutte le ragazze del mondo è invece è accanto a me, sento di dovergli dare qualcosa che gli faccia dire “vale la pena stare qui con lei” eppure mi sento a disagio mentre lui usa le dovute precauzioni per prepararsi, odio essere quel tipo di persona che pensa troppo e nei momenti sbagliati ma non posso cambiare il mio essere e forse a lui tutto questo sfugge perché si mette seduto, circondando con le sue braccia il mio corpo – Ehi – dice baciandomi il mento – Non vorrei essere in nessun altro posto al mondo se non qui con te – dice guardandomi negli occhi e io mi mordo il labbro quando lui sorride – Ora fai l'amore con me Elisabeth – sussurra poi al mio orecchio facendomi rabbrividire. Mi accarezza dolcemente i fianchi mentre mi fa spostare in modo che i nostri corpi si possano unire senza difficoltà e mi spinge delicatamente giù, senza distogliere lo sguardo dal mio, facendomi boccheggiare in cerca d'aria prima di dettare il ritmo aiutandomi a muovere i fianchi, ci metto qualche secondo per riprendermi perché guardarlo per la prima volta con gli occhi chiusi e il viso scosso dal piacere è qualcosa che voglio ricordarmi per il resto della vita e decido in questo momento di volerla vedere ancora e ancora e ancora, mi morde il labbro mentre io mi muovo su di lui lasciando che il piacere nasca piano piano, mi morde il labbro ancora appoggiando poi la fronte sulla mia e facendo leva sui talloni si alza quel tanto che basta per affondare ritmicamente nel mio corpo ed è tutto un gemito misto ad un – Ti amo – quando entrambi raggiungiamo il piacere.

Restiamo abbracciati senza rompere quell'incantesimo per cinque minuti, forse dieci ma non importa, mi fa male la testa e le sue carezze dolci sulla schiena mi cullano facendomi rilassare.

– Quanto sei bella – mi dice baciandomi la fronte e io gli sorrido grata.

Sento freddo quando si stacca da me e – Non andare – dico mentre lui mi bacia il dorso della mano e – Arrivo subito principessa –.

Lo vedo sparire fuori dalla mia stanza e mi giro a pancia in giù, affondo il viso nelle lenzuola che sanno di Liam e di noi e ispiro forte. Quando torna ha un paio di boxer puliti, mi guarda emozionato ed eccitato, lo sento poggiare le ginocchia accanto ai miei piedi e poi baciarmi le cosce, si allunga piano piano sul mio corpo nudo e chiudo gli occhi quando mi bacia la nuca.

– Ti sei vestito – dico.

– Ho messo solo i boxer – ridacchia.

– Mh – mi lamento – Devo mettere l'intimo anche io – affermo spostandomi leggermente ma le sue mani mi tengono ferma.

– Non ci provare, tu rimani così, per tutta la notte – sussurra al mio orecchio e non ho la forza di ribattere perché Liam ha il potere di scombussolarmi la mente, di consumarmi dall'interno per poi ricostruirmi piano con delicatezza e amore.

Scivola accanto a me e mi accarezza la schiena, tira su il lenzuolo a coprirmi fino a metà di essa, mi giro a guardarlo e vorrei poterci fare una fotografia da fuori, osservare il modo in cui ci perdiamo l'uno nello sguardo dell'altra, vorrei poter immortalare la sensazione di benessere che sento dentro in qualche modo eppure mi rendo conto che nessuna foto, nessuna parola, nessuna musica e nessun dipinto potrebbe mai rendere giustizia alla felicità che sento nel trovarmi tra le braccia di Liam dopo aver fatto l'amore con lui.

 

__________________________

Nda.

Sono psicologicamente instabile in questo momento e non so di preciso cosa scrivere.

E' stato un po' difficile mettersi a scrivere questo capitolo nonostante sapessi già cosa dover scrivere ma in realtà sono felice di aver aspettato perché altrimenti non sarebbe venuto fuori così, tutto sommato mi piace! Voi che ne pensate?

Molti di voi stavano aspettando questo momento e... ora voglio i commenti ahah

Nella prima parte Zayn... ragazze/i io non ho parole per lui, veramente! In qualche modo amo anche lui ç_ç

Non voglio dileguarmi più di tanto perché veramente sono senza parole, spero di leggervi, anche su twitter se volete #TMBFlower, mi farebbe piacere così so cosa ne pensate :)

Ah, per chi è interessato il 19 iniziano veramente i mondiali di rugby :p

Un abbraccio enorme a tutti!

Serena

 

P.S. I sogni ci rendono vivi.

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Capitolo 22
*** Chapter XXI ***





.Chapter XXI.

 

 

È nella separazione che si sente e si capisce la forza con cui si ama.
(Fëdor Dostoevskij)

*

 

– Voglio farmi un tatuaggio, forse anche più di uno – esordisce Liam mentre siamo accoccolati a guardare un film sul divano. Domani ripartirà per il tour e ci siamo concessi una sera in tranquillità come una coppia del tutto normale, senza pensare che tra poche ore l'oceano ci separerà fisicamente.

Mi stendo a prendere il telecomando e abbasso un po' il volume prima di girarmi curiosa verso di lui – Un tatuaggio? E cosa vuoi fare? – chiedo.

Toglie il braccio destro dalle mie spalle e si guarda la mano, poi porta il palmo verso il basso e si sfiora il dorso salendo piano verso il braccio.

– Non ho ancora deciso in realtà, ho qualche idea in mente e so che non sono un tipo da teschi e rose ma ho questa voglia strana di tatuarli – dice pensieroso, lo guardo un po' stralunata – Lo sai che ti rimarrà per sempre si? Non può essere solo una voglia – dico seria.

Di sicuro l'ultima cosa che mi aspettavo era un teschio ma in fondo il braccio è suo e non posso vietargli di tatuarsi qualcosa se per lui è importante e poi è proprio amare le stranezze di una persona quello che ti fa capire che è proprio quella che stavi cercando.

Passo la mano tra i suoi capelli leggermente più corti sulla nuca e gli bacio dolcemente una guancia, lui mi sorride di rimando e si allunga per rialzare il volume. Continuiamo a guardare questo vecchio poliziesco cercando di allontanare il dolore del doverci separare ancora una volta.

Ci addormentiamo così, incuranti di tutto, con la mia testa sul suo petto e le sue braccia intorno al mio corpo perché è quello che ci basta per stasera, essere insieme, non importa dove o come.

 

A farmi aprire gli occhi è il brontolare continuo del mio stomaco e l'odore di caffè, faccio una smorfia prima di mettermi a sedere sul divano, mi guardo intorno fino ad incrociare lo sguardo divertito di Liam poggiato distrattamente contro il tavolo, piedi incrociati e tazza bollente tra le mani – Buongiorno dormigliona – sorride. Mi mordo il labbro e non posso evitare di sorridere veramente di cuore, può una persona renderti ogni giorno più felice? Perché lui lo fa, ogni stramaledetta volta penso che non possa regalarmi altro e invece mi basta guardarlo negli occhi per innamorarmi di una nuova parte di lui.

– Buongiorno – bisbiglio assonnata, si avvicina per scompigliarmi i capelli e mi lascia un piccolo bacio sulle labbra.

– Forza, dobbiamo andare lo sai – dice sporgendo il labbro inferiore in avanti.

Annuisco e mi alzo per stiracchiarmi – Ho il tempo di fare una doccia? – chiedo.

– Si, intanto ti preparo la colazione – dice dolcemente e io recupero tutto quello di cui ho bisogno prima di chiudermi in bagno.

– Liz? – lo sento chiamarmi.

Apro di poco la porta e – Dimmi – rispondo. Si affaccia con un mestolo in una mano e le uova in un'altra – Sei pronta per una colazione alla Payne? – ride e io annuisco.

– Non vedo l'ora di mettere alla prova la tua arte culinaria – lo prendo in giro e lui si finge offeso arricciando il naso all'insù.

– Mangerai la colazione migliore di sempre dolcezza – mi minaccia con il mestolo e io chiudo la porta felice prima di spogliarmi e buttarmi sotto il getto d'acqua fresca.

Cerco di non pensare all'imminente partenza anche se mi risulta piuttosto difficile, passare del tempo qui a casa con Liam è stato come vivere un sogno nel sogno. Viverlo la mattina appena svegli, la sera prima di dormire, guardarlo tra le mura domestiche mi fa venir voglia di imparare ad amare un po' di più perché sono certa che per Liam non basta un amore qualunque, Liam si ama con le ossa e con ogni singola cellula del corpo.

L'odore del bacon mi arriva alle narici immediatamente quando mi stringo nell'accappatoio, sorrido strizzando i capelli in un asciugamano e uscendo dal bagno cercando di fare meno rumore possibile, mi appoggio con un fianco al muro e mi fermo a guardarlo canticchiare girato verso il forno a far saltare la colazione in padella, mi mordo il labbro per evitare di scoppiare a piangere come una bambina e – Ti amo – dico solo attirando la sua attenzione.

Si gira piano lui, inondandomi con i suoi occhi color cioccolato, caldi e confortanti come solo le sue braccia possono essere e sorride, sorride così intensamente che quasi sento le ginocchia tremare.

Poggia la mia colazione sul tavolo e si avvicina a me, mi accarezza il viso e chiude gli occhi ispirando forte il mio odore – Come fai ad essere sempre così bella? – chiede in un sussurro che io sento benissimo. Rido affondando il viso tra i suoi capelli e mordicchiando il suo lobo sinistro.

– Ehi! Sei una piccola mangiona – dice stringendomi i fianchi e slacciando poi l'accappatoio e infilando le mani per farmi solletico.

– Ti ringrazio per aver messo l'intimo altrimenti niente aereo per Liam oggi – dice sarcastico e io gli scoppio a ridere in faccia prima che mi trascini a sedere.

– Aspetta – dice fermandomi dal portare una forchettata alla bocca. Lo guardo sorpresa e lui tira indietro la sedia in cui sono seduta, scioglie delicatamente l'asciugamano che raccoglie i miei capelli e li friziona in modo deciso e delicato allo stesso tempo, mi massaggia un po' la testa e io chiudo gli occhi dedicandomi alle sue carezze.

– Posso farti una treccia? – chiede felice e io apro gli occhi di scatto perché non può essere reale, non può assolutamente essere reale ma mi limito ad annuire, poco dopo sparisce in bagno per ritornare con un elastico e un pettine, lascio che si prenda cura di me, che mi spazzoli dolcemente i capelli, sento le sue dita scorrerci in mezzo e alzo di poco lo sguardo per vedere il suo viso concentrato.

Mi lascio sfuggire una risata e lui si concede due secondi per farmi una pernacchia poi divide in tre ciocche distinte i miei capelli e inizia ad intrecciarli felice, una volta finito si abbassa per lasciarmi un tenero bacio sulla guancia – Sono stato bravo, guarda – dice portando la treccia sulla mia spalla.

– Bravissimo – dico sincera guardandolo negli occhi e ci sorridiamo, uno di quei sorrisi che non ha bisogno di essere spiegato o raccontato.

Facciamo colazione in silenzio mentre i rumori di una Dublino appena sveglia entrano dal balcone socchiuso, si sentono le grida di bambini pronti per riprendere la scuola e ridiamo entrambi.

– Paddy arriva tra cinque minuti – mi avverte mostrandomi il messaggio sul cellulare, annuisco e mi alzo per sparecchiare.

– Sei sicura di voler tornare in autobus dopo? Se vuoi ci salutiamo qui – dice abbracciandomi da dietro e poggiando il mento sulla mia spalla.

– Vengo, dobbiamo passare già troppo tempo separati – ammetto mordendomi il labbro.

– Mi mancherai – dice piano e io chiudo gli occhi mentre un venticello leggero mi fa rabbrividire e stringere di più a lui.

– Lo sai che puoi venire a trovarmi quando vuoi, vero? – chiede mantenendo il tono ancora basso.

Annuisco e mi giro tra le sue braccia affondando il viso nel suo petto, non voglio lasciarlo andare via, non voglio svegliarmi domani mattina e non averlo a casa. Stringo le dita intorno alla sua felpa e non riesco a trattenere le lacrime – Resta solo un altro po' – dico debolmente.

Lo sento sospirare e rafforzare la presa intorno al mio corpo, come se volesse imprimersi nel mio corpo ma come glielo spiego che è già da tanto che è impresso nella mia vita, nel mio cuore?

– Ci vediamo presto, due settimane e siamo a Londra, lo sai – sussurra tra i miei capelli e io annuisco, non gli faccio notare che Londra è comunque a un mare di distanza, non voglio pensarci.

Mi stacco e asciugo le lacrime sforzandomi di sorridergli quando sentiamo il citofono risuonare per casa, mi lascia un tenero bacio sulle labbra e recuperiamo tutto.

Si ferma in mezzo al salotto e si guarda intorno – Mi mancherà questa casa – dice serio e io mi stringo nelle spalle – Sai che puoi venire quando vuoi – dico mordendomi il labbro e prima di scoppiare a piangere di nuovo e fare la figura di una ragazzina prendo la borsa ed esco. Lascio che mi segua dopo aver chiuso la porta, l'auto nera è posteggiata proprio davanti casa e Paddy dall'interno ci saluta con un sorriso accennato, buttiamo entrambi un'occhiata dall'altro lato della strada, verso l'hotel poi però entriamo in auto senza dire nulla.

– Volevi partire senza salutare? – la voce di Zayn ci fa sobbalzare entrambi sul posto.

E' seduto nell'auto e con i vetri oscurati non ci avevamo fatto caso, è vestito di nero, i jeans strappati sul ginocchio e una maglia con una fantasia tribale di colore bianco.

– Tu sei pazzo! – urlo sedendomi di fronte a lui.

– Zay – sorride Liam abbracciandolo piano. C'è un leggero imbarazzo in auto quando partiamo ma passa subito quando Zayn chiede informazioni sulle prossime date del tour, posso leggere nel suo viso un po' di nostalgia ma cerco di non darci peso, potrei anche picchiarlo un po' effettivamente. Faccio una smorfia beccandomi un'occhiataccia da parte di entrambi ma scuoto il capo per farli parlare, resto in silenzio, beandomi della parlantina di Liam e del suo profumo, butto un'occhiata fuori e mi chiedo come sarà questa relazione, non è il momento per farlo lo so, ma non posso evitare di pensare a dove ci porterà tutto questo. Io a Dublino e lui in giro per il mondo, non so niente, so solo di essere innamorata di lui... questo basta? Non lo so eppure credo che la vita non faccia mai niente per caso, nasciamo per amare, ci mettiamo del tempo per capirlo durante la nostra vita, forse alcune volte ci accontentiamo anche di un corpo caldo accanto a noi ma quello che cerchiamo nella vita è lo sguardo di qualcuno che sappia farci tremare dal freddo e riscaldarci allo stesso tempo, cerchiamo qualcuno che ci supporti nonostante tutto, cerchiamo amore sempre nonostante alcune volte l'orgoglio ci fa mandare tutto a quel paese. Amiamo e ci lasciamo amare perché non sappiamo vivere senza tutto questo e io sinceramente, non voglio nemmeno vivere senza tutto questo. Mi giro a guardare Liam, ride e non so come fa a farlo, ma quando inizia a sorridere e gli occhi diventano piccoli il mio cuore smette per qualche secondo di battere riprendendo a farlo solo poco dopo quando la sua bocca rossa si stende del tutto illuminandogli il viso.

La radio passa Drag Me Down annunciando la prima posizione in classifica dei ragazzi e Liam tira fuori un urletto felice mentre iniziamo a cantarla insieme, Zayn ci guarda abbozzando un sorriso e tenendo il tempo con il piede – Mi piace – dice a Liam e lui gli sorride grato.

Quando arriviamo in aeroporto l'entusiasmo si spegne per far spazio ad un abbraccio fraterno tra Liam e Zayn.

– Vado a chiamare un taxi per tornare in centro mentre voi vi salutate – dice uscendo dall'auto seguito da Paddy, rimaniamo in silenzio per un po' anche se sappiamo che il tempo non è dalla nostra parte, devono riconsegnare l'auto ed entrare dal retro prima che qualcuno si accorga di loro.

Ci guardiamo negli occhi e gli sorrido prima di passare una mano tra la sua barba incolta e farlo ridere – Buon viaggio – dico piano e lui annuisce avvicinandosi alle mie labbra, mi bacia piano e dolcemente, lasciando che il calore delle sue labbra passi alle mie, chiude gli occhi e lo imito poco dopo allacciando le braccia al suo collo. Qualche minuto dopo affondo il viso nel suo petto, ricambiando l'abbraccio.

– Saluta i ragazzi e buon tour – dico sincera e lui sorride – Fai la brava – sussurra baciandomi poi la punta del naso.

– Io sono brava! – protesto e lui ride afferrando poi la mia borsa da terra e ringrazio che sia lui a lasciarmi andare perché non credo di essere in grado di separarmi da lui.

– Vado – dico abbozzando un sorriso e baciandogli ancora una volta le labbra, lo abbraccio e – Ciao principessa – mi sento dire.

– Ciao amore – dico uscendo dall'auto, mi volto un secondo a salutarlo poi chiudo la portiera dell'auto mentre lui ancora agita la mano.

Sorrido a Paddy e lo abbraccio prima che salga sull'auto e guidi verso l'entrata secondaria dell'aeroporto. Rimango in piedi a vedere la macchina sparire, il finestrino è leggermente aperto e i suoi occhi luminosi sono tutto quello che vedo prima che svoltino dietro l'edificio.

Prendo un respiro profondo e afferro il cellulare.

 

Mi manchi già” invio.

Ti amo” ricevo nello stesso istante e non importa se inizia a piovere alcune volte il calore del cuore basta a farti affrontare la tempesta.

 

Zayn's POV

 

E' ferma, in piedi sul ciglio della strada dove la tettoia dei negozi non arriva a riparare dalla pioggia eppure sembra che non le importi niente, continua a fissare il punto dove l'auto è sparita e mi chiedo se al mondo c'è qualcuno disposto ad amare me come le fai con Liam. Mi avvicino piano e lascio che la pioggia bagni anche me – Liz? – la chiamo.

Alza il viso coperto dall'acqua su di me e – Mh? – dice. Ha gli occhi liquidi, riesco a distinguerli nonostante la pioggia e posso solo scostarle indietro i capelli ormai appiccicati al suo viso e stringerla tra le braccia – Vi vedrete presto – sussurro e chiudo gli occhi mentre lei annuisce.

– Ma è Zayn? Oddio! – sentiamo qualcuno dire, sposto lo sguardo verso la biglietteria e un gruppo di ragazze ci sta indicando. Maledizione, respiro piano mentre le vedo già armeggiare sul cellulare e cercare di capire se sono veramente io o no.

– Liz, devi correre – dico al suo orecchio e lei si gira per seguire il mio sguardo ma la blocco subito – No, copriti il viso e corri – dico serio, non posso fermarmi a salutare fan se c'è Liz con me, non posso esporla a tutto questo quando non so di preciso come comportarmi.

– Corri Liz, corri – dico afferrando la sua mano e trascinandola via mentre le urla iniziano a farsi sentire, svoltiamo verso la stazione degli autobus e la sento ridere dietro di me.

– Tu sei pazzo – urla mentre mettiamo i piedi in una pozza d'acqua bagnandoci i jeans – Me l'hai già detto prima – urlo mentre le persone sembrano essersi moltiplicate e non ho idea di cosa fare o dove andare per seminarli. – Di qua – dice Liz infilandosi nella postazione della polizia locale.

– Mh, buongiorno – tenta di dire agli agenti che ci guardano curiosi. Rido e dopo avergli spiegato la situazione e viste le persone per strada nonostante la pioggia, acconsentono a scortarci verso casa con una volante passando all'interno dell'aeroporto.

– Non sono mai entrata in una macchina della polizia – dice Liz mentre ci infiliamo al caldo nella vettura.

– C'è sempre una prima volta – sorrido e lei scuote la testa prima di rannicchiarsi contro il sedile. Passiamo davanti alla ragazze di prima e abbasso di poco il vetro salutandole con la mano – Non posso fermarmi, scusate – dico riuscendo comunque a strappare un sorriso ad ognuna di loro prima di ributtarmi contro il sedile, diamo l'indirizzo di casa all'agente e rimaniamo in silenzio per tutto il viaggio, ognuno perso nei propri pensieri e venti minuti di macchina sembrano diventare un'ora.

Ci fermiamo davanti al palazzo di Elisabeth e ringraziamo ancora una volta il poliziotto che si accontenta di un autografo per sua figlia, giurando di non divulgare informazioni sull'indirizzo e io gli tendo una mano. Non ho bisogno di dirgli che posso denunciarlo per violazione della privacy e rovinargli la carriera in caso si venga a sapere qualcosa.

Seguo Liz nell'atrio del suo condominio e mi appoggio al muro bianco, accanto alle cassette della posta rimanendo in silenzio, la guardo asciugarsi le suole delle scarpe contro un tappetto e rabbrividire dal freddo.

– Vuoi...mh, vuoi salire? – chiede più per cortesia che per altro e io mi ritrovo a negare con la testa. Non mi va di entrare in un posto che sa così tanto di loro, non sono masochista fino a questo punto.

– Senti, volevo parlarti di una cosa importante ma sei già abbastanza scossa per oggi, ne parliamo domani mattina in libreria ok? – dico serio.

Lei scuote la testa e si siede sul primo gradino – No, dimmi tutto – dice invitandomi a parlare.

– E' un discorso lungo e ti devo spiegare alcune cose quindi rimandiamo a domani sul serio – continuo deciso.

– Ok, mi devo preoccupare? Non puoi accennarmi qualcosa? – chiede sinceramente in ansia.

– Niente di grave, assolutamente... ho pensato di far diventare la libreria una catena – dico abbozzando un sorriso. La sua bocca si apre in una espressione di stupore – Oh, wow... questa non me l'aspettavo, lo ammetto! Mi sembra un'idea straordinaria per come l'hai detto pensavo mi stessi licenziando – ride e io scuoto la testa, lo capirà mai che tutto questo l'ho fatto per lei?

– No, non è per questo che sono preoccupato – ammetto infilando le mani nelle tasche bagnate.

– E cosa allora? – chiede stringendosi nelle spalle.

– Vai a casa Liz, cambiati, bevi qualcosa di caldo e domani ne parliamo – continuo a dire avviandomi verso la porta.

– Zayn Malik, porta quel sedere quasi invisibile qui e dimmi quello che hai da dire! – dice alzandosi in piedi.

– Ehi! – protesto guardandomi il sedere – Non lo offendere! – borbotto.

Alza un sopracciglio e incrocia le braccia al petto, manca solo che inizi a battere il piede a terra ed è la fine.

– Ok, ok – dico alzando le mani in segno di resa – Ho deciso di aprire la prima delle nuove librerie a Londra per cominciare – dico.

– Mh, ok? – risponde invitandomi a continuare.

– Voglio che sia tu a dirigerla – butto fuori dopo qualche minuto di esitazione senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi sorpresi.

 

 

_______________________________________________

Nda.

 

Et voilà... questa non ve l'aspettavate eh? Si aprono le scommesse, Liz lascerà l'Irlanda oppure no?

Mi scuso per l'enorme ritardo ma anche scrivere questo capitolo è stato difficile, negli ultimi giorni ho un mal di testa costante e non riesco a fare niente! Ho colto l'occasione questa mattina che sembra andare meglio per scrivere il capitolo, mi scuso in anticipo se non vi piace o non è abbastanza lungo... ho fatto del mio meglio!

Fatemi sapere cosa ne pensate... io penso di amare ancora di più Liam e Liz insieme, sono la dolcezza andiamo!

Un abbraccio grande,

Serena.

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Capitolo 23
*** Chapter XXII ***




.Chapter XXII.

 

Sembra sempre impossibile fino a quando non viene fatto.
(Nelson Mandela)

 

*

 

Londra mi ha sempre affascinato nei racconti delle persone che ci sono state, nelle descrizioni di un libro o nelle scene di un film ma Londra dal vivo è tutta un'altra storia, si respira una magia che non può essere raccontata, può essere solo vissuta in prima persona.

Cammino a passo spedito facendo risuonare il piccolo tacco degli stivaletti sull'asfalto bagnato mentre il cielo minaccia un temporale imminente. Sento le prime gocce infrangersi contro la stoffa del mio cappotto e faccio giusto in tempo ad attraversare le porte del Pan Peninsula prima che la pioggia rinfreschi ancora una volta la città.

Richiamo l'ascensore e sorrido quando alcuni uomini escono per lasciarmi il posto. Mi sistemo i capelli guardandomi allo specchio e aggiusto la sciarpa distrattamente arrotolata intorno al collo.

Non mi sembra vero di essere in questo posto, di aver preso in mano la mia vita e averla stravolta in questo modo, di essere a Londra, di gestire una delle librerie più in voga della città e di vivere in un posto del genere.

Se chiudo gli occhi mi sembra che questo anno sia volato, tra discussioni con i miei genitori, traslochi, nuove amicizie e Liam. Costantemente e solo Liam. Liam appena sveglio, prima di mangiare, in un abbraccio, in una telefonata, a letto, prima di dormire. Sempre Liam.

Alcune volte cambiare fa paura, spaventa così tanto che fino all'ultimo minuto siamo indecisi su cosa fare ma i cambiamenti spesso sono la cosa migliore che può capitarci nella vita perché ci insegnano che siamo forti abbastanza per affrontarli.

Recupero la scheda che funge da chiave per il mio, il nostro, appartamento ed esco dall'ascensore con il sorriso in volto.

– Amore? – chiamo chiudendomi la porta alle spalle. Poggio la borsa sul mobile all'entrata e lascio il cappotto nel guardaroba.

– Sono in cucina – sento la suo voce arrivarmi ovattata e cammino a passo spedito attraversando il salotto, butto un'occhiata alla vetrata che dà su una Londra grigia ma sempre viva e sorrido scorgendolo tra i fornelli. Tira fuori dal forno una teglia rischiando quasi di bruciare e io sorrido avvicinandomi con cautela – La prossima volta metti due guanti da cucina, così non rischi di bruciarti – dico lasciandogli un bacio sulle labbra.

– Lo farò capo! – dice facendomi ridere e ordinandomi di sedermi a tavola. Ubbidisco senza protestare e poggio lo sguardo sul tavolo rettangolare, troppo grande per due, accuratamente preparato in uno dei due lati corti.

Aspetto che finisca di preparare il pranzo e intanto mi perdo ad osservare il panorama.

 

Ti ha chiesto di trasferirti a Londra e gestire una nuova libreria? – la voce di Liam arriva incredula e felice alle mie orecchie. Seduta a gambe incrociate sul letto con una felpa rubata dalla sua valigia annuisco prima di “Si, io... non me l'aspettavo proprio!” confesso mordendomi le unghie.

E cosa hai risposto? – chiede ansioso.

Devo parlarne con i miei ancora ma sarebbe bello, no? – rispondo un po' titubante. L'idea che lui non mi voglia a Londra si fa strada per un attimo nel mio cervello spazzata via dal suo sorriso dolcissimo sullo schermo del computer.

Bello? Io direi straordinario, sai che ci fermeremo per un po' e l'idea di passare del tempo con te tutti i giorni mi sta già facendo battere forte il cuore – dice allegro e io mi lascio contagiare dalla sua felicità.

 

E' passato tanto tempo da quella video chiamata che mi sembra quasi di vivere in un'altra dimensione, lasciare il piccolo appartamento a Dublino è stato più difficile di quello che avevo previsto, nonostante tutto era diventata una piccola casa e racchiudeva mille ricordi ma Liam non lascia mai niente al caso, mi giro verso il salotto e riesco ad intravedere la parete accanto al divano, le nostre cartoline riempiono il muro in un ordine ben preciso.

– Oggi sei pensierosa – dice poggiando il pranzo sul tavolo. Si sporge in avanti fino a catturare le mie labbra in un bacio e mi sorride – Tutto bene? – chiede.

Annuisco e gli scompiglio i capelli facendolo brontolare, è una cosa che ho scoperto amare tantissimo, sentirlo protestare amorevolmente.

– Si tutto bene, è solo una di quelle giornate in cui penso a come sono andate le cose – dico sorridendo e lui annuisce comprensivo.

– Anche io alcune volte non riesco a credere di essere qui, di svegliarmi e trovarti dall'altra parte del letto, di vederti uscire per andare a lavoro ogni giorno con i tuoi occhiali troppo grandi e un libro nella borsa. Mi fermo e dico: Cavolo, quanto sono stato fortunato nella vita? – dice perdendosi anche lui ad osservare dalle finestre il panorama. Ama farlo, iniziare a riflettere su qualcosa, perdersi a fissare l'orizzonte e poi scrivere una canzone. Prima di partire per Londra ricordo ancora che qualcuno mi disse: “Vivere con un'altra persona è complicato”. E allora perché per me vivere con Liam è così facile? Così naturale?

 

Hai preso tutto? Sei sicura? –.

Annuisco per l'ennesima volta e finisco di imballare l'ultimo scatolone prima che venga stipato insieme agli altri nel camion dei trasporti. E' passato un mese da quando Zayn mi ha proposto il trasferimento e mi sembra tutto assurdo mentre mi guardo attorno e osservo il monolocale vuoto, c'è solo il necessario per restare un altro giorno e poi nient'altro. I muri sono spogli come i mobili. Non c'è vita eppure io la sento lo stesso, la sento perché si può non avere niente di materiale ma si può essere pieni dentro. Liam mi abbraccia da dietro baciandomi il collo dolcemente e rimaniamo fermi ad osservare una parete spoglia per diversi minuti.

Vieni a stare da me – dice interrompendo il silenzio.

Mi giro per fronteggiarlo e sorrido – Lee ti ricordo che starò da te fino a quando non troverò un appartamento abbordabile – rispondo ridendo ma lui scuote la testa.

No, intendo vieni a vivere con me Liz – parla con voce seria, accarezzandomi dolcemente e io lo guardo con un misto di paura e sorpresa.

Vivere insieme? Per quanto la mia parte innamorata vorrebbe urlare un si immediato, la mia parte razionale ha già iniziato a stilare le possibili conseguenze, non stiamo insieme da tanto e questo è un passo importante.

Ascolta – dice prendendomi il viso tra le mani – Lo so che non ci conosciamo nemmeno da un anno e che stiamo insieme da ancora meno ma è un passo che possiamo fare noi due, forse rimarrò scottato o forse ho incontrato l'amore della mia vita, semplicemente so che voglio svegliarmi e trovarti accanto a me, tutti i giorni – dice dolcemente e io semplicemente gli bacio le labbra.

 

Mangiamo continuando a raccontarci la nostra giornata e iniziando a guardare una puntata dell'ennesima serie tv che Liam ha iniziato, da quando sono in pausa ha recuperato stagioni su stagioni di telefilm che non conosceva nemmeno. Gli sorrido perché alcune volte mi sembra incredibile pensare che per lui alcune cose non sono normali come lo sono per me, per alcuni la sua vita può sembrare fatta solo di soldi, viaggi e divertimenti ma c'è molto di più dietro. Essere un esempio, dormire pochissimo, cambiare città o nazione ogni due giorni se tutto va bene e un forte stress che la maggior parte delle persone non vuole vedere. Sono contenta che si stia godendo una meritata pausa anche se continua a fare musica con i ragazzi, ad andare in studio e registrare con altri artisti ma torna a casa la sera e questo lo fa sentire più rilassato.

– Ha chiamato Emma prima – dice dopo un po' e io lo guardo in attesa – Cos'ha detto? – chiedo invitandolo a parlare.

Mi sorride e io scuoto la testa. Trasferirmi a Londra è stata una bella novità anche per mia sorella, l'università dista solo poche ore e spesso e volentieri è venuta a trovarci alcuni weekend, ho iniziato a sospettare che non lo facesse per venire a visitare me quando una sera di metà marzo, quasi sei mesi fa, si è presentata a cena seguita da Harry. Non avevo indagato oltre, ma le occhiate eloquenti tra Liam e il riccio parlavano chiaro.

– E' da Harry? – chiedo sorridendo.

– Si, domani vengono a cena! – dice sorridendo a sua volta.

– Com'è che alla fine sono sempre loro a venire a mangiare da noi e mai il contrario? – chiedo fingendomi scocciata ma Liam ben sa quanto amo mia sorella e quanto adoro poterla vedere molto di più adesso che sono in Inghilterra. E' stato strano all'inizio abituarmi all'idea che lei ed Harry si frequentassero, partita un po' per divertimento piano piano stanno creando qualcosa di più solido e duraturo, si vedono almeno una volta a settimana e anche se per ora è tutto un segreto si può vedere nei loro volti la felicità di stare insieme.

– Louis l'hai sentito? – chiedo mentre ci alziamo per mettere tutto in ordine.

– Si, domani dobbiamo vederci per finire una canzone – sorride soddisfatto e io mi tendo verso destra per dargli un bacio dolce – Bravo amore –.

Lo vedo armeggiare con il televisore sintonizzandolo su un canale di musica per poi continuare ad aiutarmi, sistemiamo la cucina sorridendoci complici e innamorati.

Appoggio l'ultimo piatto nella lavastoviglie e faccio per asciugarmi le mani quando dalla televisione arriva distintamente “Ci siamo finalmente, a gran richiesta I Won't Mind! Il primo singolo del nostro Zayn tutto per voi”. Ci giriamo entrambi nello stesso istante, Liam e fermo accanto al tavolo e fissa attento le immagini susseguirsi sullo schermo, mi faccio più vicina a lui e gli circondo il busto con le mani.

Zayn ha lo sguardo serio, le immagini sono in bianco e nero e la sua voce arriva forte nelle nostre menti, mi sfugge un sorriso mentre canticchio a bassa voce quelle parole che gli ho sentito cantare mille sere in questa casa.

– E' venuta bene – dice Liam osservando con una punta d'orgoglio il suo amico, leggendo dentro il testo parole che lui stesso ha scritto con lui.

 

Devi aiutarmi –.

Zayn entra in casa con addosso una felpa rossa e l'inseparabile zaino nero sulle spalle. Si fa largo in quella che è ormai diventata anche casa mia da cinque mesi superandomi senza guardarmi, dirigendosi subito verso Liam. Si siede davanti a lui posizionandosi tra il televisore, su cui campeggia una partita a FIFA e il divano.

Ciao anche a te Zayn – mormora Liam poggiando il joystick sul tavolo basso.

Che succede? – chiede mentre il nostro amico prende dallo zaino quella che ho imparato a riconoscere come la sua agenda delle idee. La sfoglia velocemente poi si ferma su una pagina e la gira verso Liam in modo che lui possa leggere.

Mi aiuti a finire questa canzone? – chiede abbassando le spalle.

Liam guarda prima me, poi lui e poi poggia di nuovo lo sguardo sulle parole scritte con l'inchiostro nero – 'Cause we are who we are when no one's watching – .

 

 

Liam's POV

 

Sposto la mano fino ad afferrare quella di Liz sul mio fianco, la stringo e chiudo gli occhi. Non riesco a capire come fa ma mi sento già meglio, il senso di nostalgia nel vedere Zayn affrontare tutto questo da solo si dissolve standole accanto. Fin da piccolo ho sempre ricercato in qualche modo l'attenzione di qualcuno, di mia madre, delle mie sorelle, di un amico perché non mi sentivo mai abbastanza. Liz scherzando dice che non ho la cognizione di spazio personale e forse è vero ma da quando sto insieme a lei mi sento ogni giorno una persona migliore, alcune volte penso mi veda in un modo troppo bello rispetto a quello che sono realmente eppure sapere di essere così per lei mi fa svegliare con la voglia di mettermi in gioco.

La canzone volge al termine portandomi la stessa amarezza della prima volta in cui l'ho ascoltata dal computer dopo che Zayn ha terminato di inciderla, l'idea di essere parte del suo lavoro in un modo o nell'altro mi fa realmente piacere e questo lo sa benissimo anche lui come lo sa Elisabeth.

– Dovremmo chiamarlo o mandargli un messaggio – mormora Liz lasciandomi un bacio sulla spalla.

Annuisco e sfilo il cellulare dalla tasca dei jeans, sullo schermo campeggia una foto di Elisabeth con i miei guantoni da box, ha la faccia buffa e non riesco a non ridere ogni volta. Mi lascia un pizzicotto sul fianco e – Dopo ti faccio vedere io se continui a ridere – dice fingendosi offesa mentre scorro la rubrica fino a fermarmi sul nome di Zayn. Rifletto qualche secondo su cosa scrivere poi velocemente digito qualche parola.

 

Abbiamo visto il video in tv, niente male eh?!”

 

E' un messaggio stupido eppure non abbiamo mai avuto bisogno di tante parole. Mi giro vero Liz e le chiedo se va bene, annuisce e si sporge in avanti per inviarlo.

– Ti va se guardiamo un film? – chiede lasciando qualche bacio sul collo e sul petto con l'innocenza di una bambina e l'eleganza di una donna. Chiudo gli occhi e la stringo al petto, le bacio i capelli prima di prenderla in braccio facendola ridere e camminare verso il divano.

Stringe la stoffa della mia maglia e continua a ridere mentre la poggio sulla stoffa morbida della nostra coperta di Batman e le faccio il solletico – Lee, basta! – protesta arpionando i miei fianchi mentre si muove come un anguilla sotto le mie dita. Rido anche io fino a quando riesco a bloccarla sotto il mio corpo e catturo le sue labbra in un piccolo bacio. Mi lascio cadere dietro di lei poggiando la schiena al divano per tenerla tra le braccia. Si sporge in avanti per cambiare canale finendo poi per spulciare tra i mille film della mia collezione, affondo la testa tra i suoi capelli e scoppio a ridere sapendo già come andrà a finire.

– Che hai da ridere? – chiede rifilandomi una gomitata sulla pancia.

– Tanto lo sai che alla fine non guarderemo niente perché sei perennemente indecisa – dico sfuggendo per un soffio all'ennesimo schiaffetto sul braccio.

– Oh guarda, il concerto dei One Direction, li conosci? Ora lo guardiamo – dice felice e non riesco nemmeno a dirle qualcosa che ha già avviato il film.

– L'hai visto tipo mille volte, non lo conosci già a memoria? – le chiedo mentre già l'ho persa, guarda la televisione assorta e io mi limito a stringerla tra le braccia e a godermi i suoi sorrisi ogni volta che tocca a me cantare perché ho imparato che le piace guardarmi su un palco almeno quanto le piace quando le sussurro le canzoni nell'orecchio. E' il suo modo per dirmi che crede in quello che faccio non solo perché è la mia compagna ma perché per lei valgo veramente qualcosa.

 

Apro la porta di casa sentendo già dal corridoio le note di Right Now aleggiare nell'aria, mi chiudo la porta dietro e – Principessa? – chiamo.

Non ottengo nessuna risposta ma dubito che l'avrei sentita comunque, la musica è ad un volume sostenuto e quando arrivo in salotto rimango fermo per qualche secondo sulla porta. La televisione passa le immagini del concerto registrato a Milano ed Elisabeth è seduta con le gambe incrociate sul divano, con le lacrime agli occhi canta quella che lei ha sempre definito una delle nostre canzoni più belle. Vedo la sua bocca tendersi in un sorriso quando inquadrano me e sento un'emozione strana farsi largo nel petto. Un'emozione che non so definire, un misto di gratitudine e orgoglio.

Liz? – cerco di farmi sentire per non spaventarla ma la vedo saltare e scattare in avanti per abbassare l'audio in meno di cinque secondi.

Ciao Lee – dice voltandosi. Tira la manica della felpa fino a coprirsi la mano e si asciuga le lacrime dal viso imbarazzata.

Lascio le chiavi dell'auto sul ripiano e mi avvicino a lei, faccio leva sui talloni arrivando a guardarla in viso – Ehi, perché piangi? – chiedo passando una mano tra i suoi capelli.

Scusa, mi sono solo emozionata riguardando il concerto, non lo vedevo da tanto tempo e pensavo saresti tornato più tardi – dice catturando un'altra lacrima dal suo viso.

Sembra così piccola dentro la mia felpa che non posso non intenerirmi nel vederla così, ho così tante cose da imparare ancora su di lei e ho intenzione di scoprirle tutte.

 

– Ma a te non manca stare sul palco? – chiede ad un certo punto girandosi tra le mie braccia fino a guardarmi. Sorrido e chiudo gli occhi, sento la gente urlare i nostri nomi in attesa di vederci calcare il palcoscenico, il backstage è un via vai di ultimi ritocchi, ultime annotazioni, abbracci e “spaccate tutto” e poi c'è l'attimo prima di salire sul palco, quel misto di adrenalina, stanchezza e gioia che non può essere descritta.

– Certo che mi manca – rispondo serio e sincero prima di riaprire gli occhi. Mi accarezza dolcemente il viso passando poi la mano tra i miei capelli corti.

– Non vedo l'ora di rivederti lì sopra insieme agli altri, è il tuo posto quello! – dice poggiando la fronte sulla mia.

– Per ora il mio posto è dove sei tu – rispondo di getto.

Tutto quello che sento in risposta è il suo corpo rabbrividire contro il mio.

 

 

__________________________________________

Nda.

Questo capitolo è un po' particolare e spero di non avervi mandato in confusione tra il presente e i flashback. Ovviamente ci troviamo un anno dopo la proposta di Zayn a Liz, lei ha accettato il lavoro e vive ormai con Liam. Ho cercato di inserire quei ricordi importanti per non farvi mancare nulla della loro storia e se c'è qualcosa che non è chiaro scrivetemi pure che cercherò in ogni modo di rispondere alle curiosità. Vi starete chiedendo il perché di questo salto... posso solo dirvi che nulla è al caso e capirete presto tutto questo modo strano di costruire la storia tra lettere e salti nel tempo.

Comunque, spero sia piaciuto... è ormai passata la mezzanotte e tra un giorno esatto sarà il mio compleanno e tra poche ore potrò riabbracciare Sara *-* Non vedo l'ora!

Oggi però questo capitolo lo dedico a Madi per il suo di compleanno, tanti auguri tesoro, goditi questi vent'anni e grazie per esserci dall'inizio!

A presto,

Serena.

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Capitolo 24
*** Chapter XXIII ***




.Chapter XXIII.

 

La vita è ciò che ti accade quando sei tutto intento a fare altri piani.

 

*

 

Poggio sul tavolo la pirofila calda e sorrido alla battuta di Harry. I capelli, ormai sempre più lunghi, vengono tenuti su da un paio di occhiali da sole rotondi nonostante sia ormai sera. Emma ride, il suo viso è illuminato da una strana luce, poggia una mano sopra a quella di Harry, sembra felice anche lei, gli occhi blu liquidi e sorridenti mentre lo guarda rapita.

Mi siedo dopo aver finito di servire lo sformato di verdure e sorrido a Liam. C'è un'atmosfera calda in casa stasera, la televisione è accesa ma il volume è quasi muto. I lampadari illuminano il salotto con una luce gialla e rassicurante mentre dalle vetrate l'illuminazione londinese ci regala un panorama serale mozzafiato.

Lascio che siano gli altri a parlare e li ascolto stuzzicando ogni tanto un po' di pane dato il leggero disturbo che sento allo stomaco. I ragazzi sono presi in una conversazione sull'imminente prima serata di XFactor e non vediamo l'ora di guardare Louis in televisione nelle vesti di giudice. Sono cambiate tante cose in un anno ma i ragazzi sono rimasti sempre uniti e partecipi delle vite degli altri, pronti a tornare a calcare il palco a sorpresa.

– L'ho sentito prima, era nervosissimo – dice Liam sorridendo. Si vede dal suo sguardo quanto è fiero di Lou. Continuiamo a mangiare in silenzio e per un attimo sembra che ognuno di noi sia perso nei propri pensieri, li osservo di soppiatto, Emma mangia accennando un sorriso in direzione di Harry mentre lui sembra intento a fissare il piatto senza distogliere lo sguardo. Liam, alla mia destra sembra desolato per qualcosa.

– Cos'è questo silenzio? – chiedo. So che Harry sente le cose in modo diverso da come le sentiamo noi altri, è più sensibile e il fatto che la sua amicizia con Louis si sia incrinata nel corso degli anni sembra ancora fargli male alcune volte. Poggio la forchetta accanto al piatto e li osservo tutti e tre, sono intenzionata a farli ragionare ma un senso di nausea mi fa alzare di scatto dal tavolo e correre verso il bagno.

– Liz? – sento Liam chiamarmi e li sento alzarsi tutti e tre. Tengo una mano sullo stomaco mentre sento le gambe cedere.

– Amore! – Liam mi sta accanto, scostandomi i capelli mentre il senso di nausea si fa sempre più intenso. Dopo un po' sembra passare da solo e mi appoggio al petto di Liam respirando forte.

– Ehi, va un po' meglio ora? – chiede premuroso e io mi limito ad annuire. Mi aiuta a mettermi in piedi e apro il rubinetto per sciacquarmi il viso con un po' di acqua fresca. Non riesco a capire cos'ha provocato questo mal di pancia improvviso ma per il momento sorrido e lascio che Liam mi accompagni in salotto.

– Liz, che succede? – Emma si avvicina subito preoccupata stringendomi in un abbraccio. Ancora adesso non riesco a capire come, nonostante sia lei la maggiore, quando sto male io entra nel panico totale. Le sorrido dolcemente e ricambio la stretta, abbiamo preso strade diverse nella vita eppure mentre sento l'odore fresco della sua pelle ritorno un po' bambina, a quando una delle due stava male e l'altra le lasciava la parte più comoda del divano per riposare. Con lei ho imparato che una sorella è molto più di un legame di sangue, è un'amica che c'è anche quando ti senti solo. E' lì, ti guarda crescere e fare i tuoi sbagli ma è pronta a tenderti una mano quando ne hai più bisogno e se non lo fa non è perché ti ha abbandonato, lo fa perché crede in te e in quello che potresti fare nel mondo.

– Ho la nausea da un paio di giorni – le sussurro all'orecchio e lei sembra irrigidirsi qualche secondo prima di annuire. Mi regala un sorriso comprensivo e mi lascia tra le braccia di Liam.

– Sedetevi sul divano voi, ci pensiamo io e Harry a sistemare – dice con il suo tono autoritario e Harry sta quasi per lamentarsi ma annuisce quando lei lo guarda minacciosa.

Gli sorrido debolmente e mi lascio accompagnare da Liam sul divano, accende la TV mentre io mi sistemo la coperta sulle gambe, si accoccola accanto a me e mi stringe tra le braccia.

Lascia un bacio tra i miei capelli e muove la mano in segno circolare sulla mia pancia per farmi rilassare così poggio la testa sulla sua spalla e mi godo le sue carezze.

– Cosa? – sentiamo urlare da Harry. Ci giriamo e poco dopo si affaccia dalla porta della cucina con un sorriso sul volto e uno – Scusate – pronunciato con gioia. Liam mi guarda alzando un sopracciglio ma io scuoto la testa non sapendo nulla quanto lui. Guardiamo uno stupido gioco televisivo e ridiamo quando nessuno dei due conosce la risposta giusta. Lo guardo di sottecchi osservare lo schermo, mi chiedo se dovrei parlargli del presentimento che ho o aspettare un po'. Mi appoggio meglio sul suo petto e lui mi bacia ancora i capelli, sorrido dolcemente e porto automaticamente una mano sulla pancia.

Quando Emma e Harry ci raggiungono quest'ultimo mi regala un sorriso tutto fossette e mi sento quasi messa sotto esame quando Liam si alza per andare in bagno ed entrambi aspettando il rumore della porta chiusa per guardarmi e – Aaaah – urlare.

Fanno quasi paura mentre si sporgono ad abbracciarmi, mi lascio contagiare dal loro entusiasmo e scuoto la testa quando si allontanano – Ragazzi non so nemmeno se è vero – dico guardandoli.

– Beh che esistono a fare i test? Domani usciamo e vediamo di comprarli o di farceli comprare – risponde Emma risoluta e io annuisco. Non riesco a rispondere perché Liam torna in stanza, ci guarda sospettosi poi si risiede accanto a me e mi sorride.

La puntata di XFactor inizia e vedere Louis in televisione, seduto tra i giudici, fa emozionare tutti e quattro. Ridiamo guardandoci per poi riportare l'attenzione al programma. E' il nuovo mentore degli Over25 e sembra così a suo agio in quella postazione, con quella sedia girevole e quella lattina di redbull accanto al suo nome. So quanto l'ha sognato e quanto duramente ha lavorato per essere lì e non potrei essere più orgogliosa di lui.

– Twitter è impazzito! – commenta Emma sorridendo.

– Non avevo dubbi – ribatto. È parte del nostro fandom far impazzire twitter durante un evento. Ricordo ancora quando ho capito come funzionava, penso di aver passato giorni a scrivere a Liam eppure ora eccolo qua... è così sorprendente la vita delle volte, ci sono giorni in cui sembra così cupa eppure dietro l'angolo, se cammini ancora un po', la luce è lì ad aspettarti.

Passiamo la serata a commentare le esibizioni e a mandare messaggi a Louis, lo stomaco sembra essersi calmato e mi rilasso visibilmente.

Una delle concorrenti di Louis ha portato “Drag Me Down” e Liam ed Harry ridono divertiti canticchiando la canzone, lo sguardo che scambio con Emma è carico di aspettative per un loro imminente ritorno.

Il resto della serata passa tranquillamente, ci divertiamo, ridiamo e scherziamo come una famiglia e non riesco a trattenere le lacrime agli occhi.

– Scusate – dico alzandomi e camminando verso la cucina. Harry ed Emma mi guardano attenti mentre Liam mi segue poco dopo trovandomi con le mani appoggiate al lavello a respirare piano.

Mi accarezza i capelli scostandoli dal viso e poggia la mano alla base della mia schiena, disegna cerchi irregolari e mi bacia una spalla in una muta richiesta di conoscere i miei pensieri.

– Ho le nausee da un paio di giorni, pensavo fosse solo un disturbo dovuto a qualcosa da mangiare, sai che alcune volte mi succede, ma sono più persistenti questa volta e non so cosa pensare... il ciclo non è mai regolare per questo non mi sono preoccupata fin'ora, ma... – respiro piano guardandolo e lui sembra arrivare ad una conclusione perché mi accarezza il viso e mi sorride.

– Ehi, calmati amore, è per questo che Emma ed Harry ti guardano come se fossi di cristallo? Pensi di essere incinta? – chiede misurando le parole ma con lo sguardo negli occhi felice.

– Non so che pensare ma è una possibilità e io... oddio e se sono incinta veramente? – chiedo preoccupata. Lui ride.

– Se sei incinta dobbiamo liberare una stanza per fare una cameretta – dice tranquillo e io lo guardo sorpresa – Questo non è il momento in cui l'uomo fa le valige e scappa in Messico? –

– Forse gli altri, non io – risponde tranquillo con un sorriso dolce. Lo guardo dal basso e gli sorrido grata delle sue parole, alcune volte in una coppia avere l'appoggio dell'altra persona vale più del risultato stesso. Mi lascio stringere dal suo corpo caldo, chiudo gli occhi e immagino una vita con lui e un figlio. Un piccolo Liam o una piccola me per casa. Mi si stringe il cuore al solo pensiero.

 

 

Liam's POV

 

Scendo le scale per arrivare in garage con il fiato spezzato, anni di allenamento in palestra non mi hanno preparato alla possibilità di avere un figlio. Accendo la mia auto ed esco dai box dirigendomi a velocità troppo elevata verso lo studio della dottoressa che segue Liz. Solo una settimana fa stavo percorrendo la stessa strada con lei al mio fianco e ora mi ritrovo con il cuore che batte a mille per andare a ritirare i risultati di analisi su analisi.

Il cellulare squilla e mi sporgo per attivare il viva voce.

– Liz, tutto ok? – rispondo preoccupato.

– Si amore, sempre la solita nausea, tu sei già arrivato? – chiede ansiosa.

– Ancora no, dopo passo in libreria, ok? Tu stai tranquilla però! – dico mentre mi mordo il labbro inferiore, sono il primo ad essere agitato e cerco di dare consigli a lei... ma che ci posso fare? Ho questo magone nel petto che mi attanaglia lo stomaco ma non in senso negativo, è lì a ricordarmi la paura che tutto questo possa essere falso e io non voglio che lo sia. Non credo ci sia un momento preciso per capire di volere un figlio o un momento giusto per farlo ma è l'unica cosa a cui riesco a pensare da ore, alla possibilità di costruire qualcosa di veramente solido con la persona che amo. Entro nel parcheggio condominiale del palazzo che ospita la dottoressa che ha visitato Liz e ringrazio che esista il segreto professionale o a quest'ora questo posto sarebbe pieno di fotografi e giornalisti pronti per scrivere l'articolo del secolo sulla fine definitiva dei One Direction. Sbuffo sistemando il cappotto grigio sui fianchi e prendo un bel respiro incamminandomi verso l'entrata. Salgo a piedi le due rampe di scale che mi separano dal portone in legno scuro già aperto. Per questioni di riservatezza la dottoressa mi ha dato un appuntamento nell'orario di chiusura e quando la vedo sbucare nella sala d'attesa la ringrazio ancora una volta.

– Si figuri, dovere – risponde in modo professionale facendomi poi cenno di accomodarmi nel suo studio. Mi siedo su una delle poltroncine nere e la guardo recuperare una cartella clinica, il nome di Elisabeth in una scrittura elegante campeggia sotto il timbro medico.

Si siede con il sorriso sulle labbra e mi rilasso per qualche secondo, è un buon segno se sorride no?

– Ho delle belle notizie – dice aprendo la cartellina e girando alcuni fogli pieni di numeri e nomi per poi passarne uno tra le mie mani. Do una rapida occhiata ma non so bene cosa cercare così alzo lo sguardo verso la donna che mi sorride sistemandosi gli occhiali – Vedi questo valore qui? Cerchiato in rosso? – chiede indicandomi con la punta della penna uno dei numeri. Annuisco in risposta e lei prosegue dicendo che normalmente è molto più basso ma in presenza di una gravidanza si innalza insieme ad altri valori e poi dice un sacco di altre cose che io non capisco perché sono fermo con lo sguardo fisso su quel numero che mi dà la conferma che diventerò padre. Stringo gli occhi per trattenere le lacrime di gioia ma non deve riuscirmi bene perché qualche secondo dopo una confezione di kleenex è davanti ai miei occhi.

– Congratulazioni – mi sorride lei e io annuisco incapace di parlare, di alzarmi da questa sedia, di formulare una frase ma anche solo un pensiero. La mente annebbiata dalla felicità.

Le porgo una mano automaticamente e saluto senza rendermi realmente conto di quello che sto facendo, fissiamo un appuntamento per Liz e l'unica cosa che riesco a fare è annuire prima di uscire con un sorriso sulle labbra e il cuore a battere all'impazzata. Mi siedo in macchina e sorrido guardando dritto davanti a me, le mani appoggiate sul volante e le lacrime agli occhi.

Se qualcuno mi vedesse ora penserebbe che io sia pazzo ma non mi interessa. Giro la chiave e metto in moto uscendo dalla recinzione del palazzo. Mi immetto nel traffico londinese per arrivare dall'altra parte della città e avvio la chiamata verso Louis sul cellulare.

– Oi oii – la sua voce riempie l'abitacolo e io non posso fare a meno di ridere.

– Lou, ti ho mai detto quanto ti voglio bene? – dico sorridendo.

– Oddio – lo sento dire con tono fintamente preoccupato – Sei ubriaco Liam? Guarda che non ti nascondo a casa mia, ti farò picchiare da Elisabeth – continua.

– Ma stai zitto idiota! – borbotto alzando gli occhi al cielo qualche secondo prima di riportare l'attenzione verso la strada.

– Ah beh, signori e signore questo è il modo di dimostrare affetto del tanto adorato Liam – borbotta.

– E' incinta – butto lì.

– Che? – sento subito dopo.

– Elisabeth, è incinta – ripeto serio e per qualche secondo sento solo il silenzio.

– Ok.. ehm... è una bella notizia, giusto? – chiede titubante e io scuoto la testa accodandomi poi in fila quando il semaforo diventa rosso.

– Certo che è una bella notizia, sei scemo? – rispondo.

– Che ne so... era una domanda, dovevo sapere come reagire... se era una brutta notizia ti avrei detto... oh Liam, vedrai che risolveremo tutto – dice con tono melodrammatico prima di aggiungere – Ma visto che è una bella notizia... Cazzo Payno, se è maschio lo chiami Louis! –.

– Ma perché ti ho chiamato? – dico fingendomi scocciato.

– Perché in fondo mi ami e comunque congratulazioni fratello, se l'avevi presa male ti avrei fatto cambiare idea, tu ed Elisabeth vi meritate un po' di felicità – risponde serio e io sorrido ripartendo. Louis per me è qualcuno che non si può spiegare, dopo l'abbandono di Zayn e le varie divergenze tra noi pensavo che non avrei mai trovato qualcuno che mi capisse ad un solo sguardo eppure proprio la partenza del moro ci ha reso quello che siamo adesso. Due amici, due fratelli.

– Grazie Lou, sto andando a dirlo a Liz e... mi viene da ridere e da piangere, secondo te è normale? – chiedo e lo sento schiarirsi la voce, forse è un po' emozionato anche lui.

– Penso di si Lee, è qualcosa che ti cambia la vita immagino ma sono sicuro che sarai un ottimo papà, in fondo io se non sono diventato pazzo e non sono finito in galera lo devo a te – ride e io mi ritrovo ad annuire ripensando a questi anni passati.

– Mi manca sai? – dico all'improvviso.

– Cosa? – chiede.

– Il palco, i fan, l'adrenalina... mi mancano e non vedo l'ora di tornare a farlo se devo essere sincero, mi piace stare a casa, con Liz, con la mia famiglia e tutto ma cavolo, a te non manca nemmeno un po'? –.

– Sono impegnato ad XFactor e questo mi tiene la mente occupata ma mi manca, torneremo presto... e tu sarai papà – dice e – Io sarò papà – ripeto sorridendo.

Chiudo la chiamata dopo averlo avvertito di essere arrivato a destinazione e mi mordo il labbro inferiore.

– Sarò papà – dico ancora e il suono della mia voce rimane intrappolato nell'auto.

Scendo prima di scoppiare a piangere e mi avvio verso l'entrata secondaria della libreria, scendo lungo la piccola discesa che contorna l'edificio e facendo attenzione che nessuno mi veda mi arrampico lungo la staccionata fino ad arrivare ad un ramo di una pianta di rose rampicanti del palazzo accanto, ne colgo una sperando di non pungermi e con un balzo torno a terra. Siamo stati fortunati a trovare questo posto un po' nascosto così posso intrufolarmi senza che nessuno possa vedermi e raggiungere il magazzino. Sposto qualche scatolone una volta entrato e mi incammino verso l'arco che divide questa stanza dalla libreria vera e propria, sposto le tende ben chiuse e do un'occhiata all'interno prima di uscire ma sembra non esserci nessuno.

Sfilo il telefono dalla tasca e compongo il numero di Liz per avvertirla di essere arrivato.

– Ehi, dove sei? – risponde immediatamente. La vedo uscire da dietro ad uno scaffale, ha i capelli raccolti in alto ma qualche ciocca sfugge alla presa del suo elastico e le ricade sul viso. Sorride stringendo le dita attorno alla maglietta colorata e sposta il peso da un piede all'altro agitata.

– Sei bellissima – dico solo e lei sorride mordendosi il labbro prima di girarsi verso il magazzino sorridendo e facendomi cenno di avvicinarmi. Spegniamo entrambi il cellulare e ci incontriamo a metà strada, stringo la rosa nella mano nascosta dietro la schiena e mi fermo davanti a lei.

– Non c'è nessuno? – chiedo alzando lo sguardo verso gli scaffali e i divanetti. Questo posto è enorme eppure dispensa calore ad ogni angolo. Il giallo delle pareti dona all'ambiente quel tocco in più per sentirti a casa, un muro divide gli scaffali dall'angolo lettura raggiungibile attraverso due archi dipinti di blu. Ma la cosa che preferisco in assoluto di questo posto sono le citazioni stampate sulle pareti, sul soffitto, sul bancone. E' il posto in cui entri o perché vuoi migliorarti o perché hai voglia di imparare, ogni singolo libro trasuda emozioni, sogni e la consapevolezza di sentirsi un po' a casa.

Liz mi riscuote dal mio stato di trance e – Tutto ok? Comunque ho chiuso prima oggi – dice ansiosa torturandosi le mani tra loro.

Non riesco a risponderle che – Allora? – chiede subito.

Le sorrido prima di fare un altro passo verso di lei – E allora... – sorrido – ...quando ti ho visto la prima volta in quel bar non pensavo potessi migliorarmi la vita in questo modo – dico circondandole il corpo con una mano portandola a poggiare la sua schiena contro il mio petto. Le sfioro la pancia con la mano libera e le bacio i capelli. La sento tremare tra le mie braccia e gli occhi si inumidiscono all'istante.

– Ti amo da impazzire futura mammina – sussurro al suo orecchio porgendole la rosa rossa.

 

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Nda.

Lo so, non aggiornavo da tantissimo tempo ma questa storia mi sta facendo un po' di scherzi ultimamente, dovevo decidere bene alcuni avvenimenti e mi ha portato via più tempo di quello che pensavo. Detto questo, penso che questo capitolo anche se racconta un piccolo lasso di tempo sia uno dei miei preferiti. Ci ho messo il cuore in ogni parola di Liam e mi sono emozionata alla fine, sono scema lo so ma non posso farci niente.

Dopo ieri sera e tutti gli abbracci del concerto sono un po' instabile ma comunque spero vi sia piaciuto... il capitolo lo dedico a mia sorella perché è la mia Emma e anche se alcune volte discutiamo o abbiamo diverse opinioni è lei e c'è, questo è l'importante.

Aspetto i vostri commenti e spero la storia vi piaccia ancora, c'è ancora molto da dire ve lo assicuro e vorrei avervi con me fino alla fine.

Vi voglio bene,

Serena.

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Capitolo 25
*** Chapter XXIV ***




.Chapter XXIV.

 

Un vecchio amore è come un granello di sabbia, 
in un occhio, che ci tormenta sempre.”

Voltaire

 

*

 

Mi giro nel letto cercando di trovare la posizione giusta per riprendere il sonno interrotto da uno stupido incubo. Prendo un bel respiro cercando di tranquillizzarmi prima di voltarmi verso l'altro lato del letto. Liam dorme, i capelli scompigliati, una mano sotto il cuscino e la bocca leggermente aperta. E' bellissimo e non posso far altro che accarezzargli il viso sereno e rilassato. Mi faccio più vicina a lui, ricercando il calore del suo corpo. Sposta una mano e mi cinge la vita lasciandomi un bacio tra i capelli.

– Che ci fai sveglia? – chiede con una voce impastata dal sonno.

– Ho avuto un incubo – ammetto lasciandomi abbracciare un po' di più. Lui mi accontenta e mi ritrovo a poggiare il viso sul suo petto scoperto. Mi accarezza un braccio per tranquillizzarmi e poco dopo torna a dormire. Sorrido ascoltando il suo respiro regolare e porto una mano sulla mia pancia, emozionata, ansiosa, felice e nervosa allo stesso tempo all'idea di dover fare la prima ecografia domani mattina. Porto lo sguardo sul soffitto dopo aver lasciato un bacio sulle labbra di Liam e penso a quanto la mia vita è cambiata. E' frenetico stare con una popstar, lo sapevo prima e continuo a saperlo ora ma c'è qualcosa nei suoi occhi quando mi guarda che mi spinge a combattere ed andare avanti per stare insieme. Liam non è solo il mio compagno, è un amante, un amico, un confidente.

Non so cosa ho fatto per meritarmi il suo amore, continuo a chiedermelo tutti i giorni appena mi sveglio e trovo un fiore sul cuscino o la colazione già pronta, quello che so però è che lo amo con la stessa intensità.

Chiudo gli occhi respirando il suo profumo cercando di rilassarmi e sembro riuscirci perché poco dopo torno a dormire.

 

La luce del sole filtra improvvisamente dalla finestra facendomi sbattere più volte le palpebre.

– Buongiorno principessa – mi sorride Liam aprendo le braccia allegro. So che è nervoso anche lui e così gli sorrido prima di coprirmi fin sopra la testa con la coperta. Sento il materasso abbassarsi accanto a me e il viso di Liam spuntare da sotto le coperte, sorridente.

Scoppio a ridere e lo abbraccio mentre lui ci libera dalle coperte per tornare a respirare meglio, lo stringo tra le mie braccia mentre entrambi ridiamo di gusto.

Decidiamo di alzarci dopo minuti di tranquillità ma non sono forse questi i momenti più belli? Quando stringi tra le braccia la persona che ami e senti la sua risata nascere solo per te?

Liam esce dalla stanza canticchiando e non posso far altro che amarlo ancora e ancora e il bello è che non si smette mai di amarlo sempre un pochino di più.

Mi alzo anche io e decido di fare una doccia veloce prima di prepararmi, faccio scorrere un po' di acqua tiepida prima di spogliarmi ed entrare. Cerco di non farmi trascinare dai miei pensieri per non rischiare di restare qui per mezz'ora, sciacquo i capelli velocemente per poi versare il bagnoschiuma su una spugna e passarla dolcemente sul ventre. Sorrido emozionata e piena di aspettative, l'idea di avere qualcosa che può essere solo mio e di Liam mi fa rabbrividire, ho dovuto condividerlo con il mondo per tutto ma questo è solo nostro, è il nostro amore niente di più, niente di meno.

Quando metto piede sul tappeto morbido mi avvolgo nell'accappatoio e friziono i capelli con un altro asciugamano mentre dal salotto risuonano le note di una canzone che ho ascoltato e riascoltato per mesi ma che mi mette sempre la stessa voglia di ballare.

Sento Liam cantare cercando di modificarla rispetto all'originale ed è un'altra cosa a cui mi sono abituata, la sua tendenza a cambiare la versione originale di una canzone.

– C'mon – lo sento urlare ed entro in cucina sciogliendo i capelli scuotendoli avanti e indietro.

Le note di “Never Enough”, uno dei loro ultimi capolavori, fanno da cornice ad un momento felice racchiuso in un semplice gesto di quotidianità.

Scoppiamo a ridere e quando ci fermiamo sento la testa girare leggermente, Liam mi è subito vicino e mi abbraccia – Fai piano – dice baciandomi la fronte.

Annuisco sorridendo e lui si stringe a me passando le mani sulla stoffa morbida dell'accappatoio, sorride malizioso sbirciando da sopra guadagnandosi un buffetto scherzoso sulle mani quando cerca di slacciarlo.

– Dobbiamo andare – dico ridendo della sua faccia buffa. Ci prepariamo velocemente e dopo aver asciugato i capelli infilo una camicia e un pantalone nero.

– Mangia qualcosa, Paddy sta arrivando – sorride Liam dallo stipite dalla porta, annuisco e lo raggiungo chiudendomi la porta della nostra stanza alle spalle raggiungendo la cucina.

Mi siedo a tavola e prendo un po' di pane tostato e del bacon che lui ha dolcemente preparato. Sorrido ripensando alla prima volta in cui l'ho visto ai fornelli e la sua voglia di imparare sempre più cose dato che negli ultimi anni ha sempre avuto qualcuno che cucinasse per lui.

– Dobbiamo rivedere ancora le quantità di cibo che prepari per una persona – dico facendolo ridere e lui scrolla le spalle afferrando un french toast dal mio piatto.

– Nessun problema ti aiuto io a mangiare – dice facendomi una linguaccia prima di pulirsi la bocca con un tovagliolo. Finisco di mangiare e lo seguo per lavarmi i denti, spruzzo un po' di profumo e mi guardo qualche secondo allo specchio prendendo un bel respiro.

Quando torno in salotto Liam è già lì e lo guardo afferrare un cappotto grigio e prepararsi, quando si accorge del mio sguardo insistente – Che c'è? – chiede.

– Te l'ho mai detto che adoro come ti sta quel cappotto? – dico seria avvicinandomi.

Lui sorride scuotendo la testa – No, ripetimelo – sorride poggiando le mani sui miei fianchi per attirarmi in un bacio e – Sei bellissimo – sussurro sulle sue labbra.

E ogni volta lo dico con la stessa intensità della precedente, lo guardo e fa sempre lo stesso effetto. E cos'è questo se non amore? Guardare qualcuno senza mai perdere l'emozione della prima volta ma con la consapevolezza di amarlo molto ma molto di più.

 

 

Liam's POV

 

Stringo le dita di Liz nelle mie e picchietto con il piede a terra cercando di scacciare l'ansia mentre siamo seduti nella sala d'attesa della dottoressa che la segue. Ci sono altre persone nello studio e questo non aiuta affatto, mi guardano riconoscendomi ma nessuno di loro sembra proferire parola, spero solo abbiano la decenza di non mandare messaggi in giro perché non vorrei ritrovarmi a dover affrontare un'ondata di gente proprio dopo l'ecografia, non per me quanto più per Liz.

Paddy è rimasto giù e sono sicuro che è pronto ad intervenire in ogni caso.

– Vuoi stare tranquillo? – sussurra Liz al mio orecchio e io nego con la testa.

– Non ci riesco – ammetto chiudendo gli occhi e poggiando la testa contro il muro.

Mi sorride tenera e stringe la mia mano un po' più forte, come a dire: ci sono, sono qui ad affrontare tutto insieme.

Apro gli occhi girando la testa verso di lei accennando un sorriso, le accarezzo una guancia dimenticandomi per un secondo di essere in una stanza con altre persone – Ti amo – le dico e posso sentire la reazione delle persone presenti, ci guardano tutti e Liz arrossisce imbarazzata. Accenno un sorriso e mi sento un po' in imbarazzo anche io, non so come comportarmi di preciso così mi limito ad alzare una mano per salutare. Ricambiano tutti sorridendo, una ragazza in fondo alla stanza ci guarda con insistenza continuando a sorridere talmente tanto che sembra essere rimasta paralizzata in quella posizione. Scuoto la mano in segno di saluto nella sua direzione e posso vedere i suoi occhi brillare. Ancora mi sembra assurdo fare questo effetto alle persone eppure quando mi fermo a pensarci mi rendo conto che anche Elisabeth era una fan come tutte le altre prima del nostro incontro.

Mano a mano che la sala d'attesa si svuota la sensazione di ansia sembra affievolire rimpiazzata dalla voglia di sapere, ci guardiamo un po' emozionati quando l'ultima paziente esce dallo studio della dottoressa e ci alziamo entrambi. La ragazza che prima ci osservava ci passa accanto sorridendo e non so perché mi volto verso di lei sorridendo – Com'è andata? – le chiedo.

Sembra tremare al suono della mia voce, non vorrei averle fatto in qualche modo male così mi avvicino – Tutto ok? – le chiedo.

Lei annuisce continuando a guardarmi – Si, è... è andata bene – dice passando una mano sulla sua pancia già pronunciata, prima non l'avevo notata era ben nascosta da un cappotto pesante.

– Sai già il sesso? – le chiede Elisabeth avvicinandosi. Lei ci guarda con un sorriso in viso e annuisce – E' un maschietto – dice felice accarezzando la pancia orgogliosa.

– Oh beh, allora auguri a te e al tuo compagno – dico gentile e lei sorride amaramente.

– Sono una ragazza madre – ammette e noi la guardiamo entrambi dispiaciuti.

Un po' in imbarazzo mi schiarisco la gola con un colpo di tosse e lei ci sorride – Non fa niente... ormai mi sono abituata e non pensavo sarei mai riuscita a dirtelo di persona – dice guardandomi – Senza la vostra musica sarebbe stato tutto più difficile, quindi grazie di tutto e se può farti piacere ho già scelto il nome per il piccolo e ecco... si chiamerà Liam, Liam Niall Foster per la precisione – dice sorridendo e io mi apro in un sorriso sentendo il cuore scoppiare quasi dall'emozione. Non smetto mai di stupirmi dell'amore di un fan, di quello che possono fare e riesco solo ad abbracciarla grato di tutto quello che la vita mi ha dato.

Elisabeth ci guarda un po' emozionata e – Scusate – dice facendosi aria con la mano e scoppiamo a ridere.

– Ti capisco e... congratulazioni anche a voi, è la prima ecografia? – chiede e io annuisco ancora prima di Liz facendole ridere.

– Sono felice per voi due, non si sa ancora niente quindi manterrò per me questo giorno speciale – dice sorridendomi ma io scuoto la testa – No, si verrà a sapere tanto! Puoi scriverlo tranquillamente, va bene così – ammetto e lei mi guarda contenta.

– Ora andiamo, è stato un piacere – dice Elisabeth quando la dottoressa ci richiama.

– Tutto mio – sorride lei e – Come ti chiami? – le chiedo.

– Rose – risponde mentre con poche falcate raggiungo la segretaria chiedendole un foglio ed una penna. Mi appoggio al legno della scrivania e scrivo velocemente:

 

A Rose e al piccolo Liam Niall,

che la vita possa regalarvi la felicità che vi spetta.

Con amore,

Liam”

 

Piego il foglio e lo porgo alla ragazza, la vedo sorridere e – Grazie – dice emozionata, mi abbraccia un'ultima volta prima di salutarci e andare via. Quando raggiungo Elisabeth sulla porta dello studio mi guarda dolcemente e – E' questo che ti rende speciale – dice entrando subito dopo nella stanza.

Sorrido colpito dalle sue parole e mi chiudo la porta alle spalle con il cuore che batte forte.

 

 

 

Zayn's POV

 

Affondo il viso contro il cuscino della mia stanza d'albergo e mi stiracchio i muscoli cercando di aprire gli occhi nonostante le poche ore di sonno. Il cellulare continua a suonare e mi lascio sfuggire un lamento prima di mettermi seduto. Strofino una mano sul viso cercando di afferrarlo e rispondo senza realmente osservare lo schermo – Pronto? –

– Zayn? Dove sei? Ti ho aspettato due ore in ufficio – sento la voce della mia nuova manager esplodere nel cervello e chiudo gli occhi lasciandola parlare, dice un sacco di cose, la maggior parte urlate ma la mia testa è veramente troppo assonnata per collegare il suo discorso, so solo di aver combinato un casino quindi mi limito a dire uno – Scusa – o un – Mi dispiace – ogni tanto.

Sembra calmarsi dopo un po' e – Va bene, ci vediamo nel pomeriggio però e verrò io nel tuo albergo così non mi sfuggi – dice autoritaria e io annuisco anche se non può vedermi.

Chiudo la chiamata buttandomi con la schiena indietro sul materasso, il telefono in una mano e l'altro braccio a coprirmi gli occhi. Ormai sono sveglio e forse dovrei dare un senso a questa giornata, do un'occhiata ai social network postando poi una foto su Instagram. Sorrido leggendo i vari commenti fino ad incrociarne uno: Che ne pensi della notizia di Liam e Liz?

Alzo un sopracciglio confuso ed entro su twitter digitando i loro nomi nella barra di ricerca. Scorro le notizie e trattengo il fiato mentre nella mente si susseguono solo tre parole “Liz è incinta”.

Rilascio l'aria e sento quasi i polmoni bruciare, sposto le lenzuola dal letto infilandomi velocemente un pantalone della tuta correndo in bagno per sciacquarmi il viso con l'acqua fredda.

Ho la mente svuotata, non vuole fermarsi a pensare. Passo una mano tra i capelli cercando di calmarmi quando sento la porta della stanza aprirsi, mi giro spaventato sentendo dei rumori ed esco dal bagno incrociando lo sguardo confuso di una ragazza.

– Oddio – dice spaventata – Mi dispiace tanto, mi avevano detto che la stanza era libera – dice eppure a me non sembra così dispiaciuta di essere capitata qui. Non mi disturba il suo sguardo che risale il mio petto nudo ma quando i suoi occhi incontrano i miei faccio un passo indietro spaventato. Perché tra tutte le persone nel mondo dovevo incontrare qualcuno con i suoi stessi occhi?

Elisabeth è incinta. La mia stessa mente gioca brutti scherzi con i miei sentimenti e forse per spegnere queste voci o forse perché quegli occhi sono della stessa tonalità di verde di quelli di Liz, la invito a restare. Sembra soddisfatta e forse era davvero questo il suo piano, non lo so, quello che so è che non riesco a toglierle gli occhi di dosso mentre si muove nella stanza.

Mi siedo sul letto e mi rendo conto di sembrare tanto un predatore pronto ad attaccare ma non posso farne a meno. Vorrei essermi alzato presto perché so già che finirò per fare una stronzata ma non è successo, sono qui e lei non smette di provocarmi con piccolo gesti studiati.

Forse potrei accontentarla e poi ha gli occhi come i suoi.

Non ci metto molto ad alzarmi e chiudere la porta a chiave, spengo per un po' il cervello e la raggiungo poggiando le mani lungo i suoi fianchi, sobbalza ma si spinge contro il mio corpo come se non aspettasse altro. Le bacio la nuca tenuta scoperta dai capelli raccolti, con le mani corro ai bottoni della divisa dell'albergo, ne apro tre e infilo la mano a sfiorare la maglietta leggera, le stringo un fianco e si fa più vicina. Sembra trattenersi dal muoversi così le bacio una guancia e – Puoi toccarmi – le sussurro in un orecchio. Si volta incrociando i miei occhi e poggia il palmo aperto della mano sul mio petto iniziando ad accarezzarmi. Sembra studiarmi mentre io chiudo gli occhi incapace di sopportare il contatto con i suoi, mi godo quelle carezze prima di sentire la sua bocca poggiarsi al centro del petto, lascia dei baci studiati e quando riapro gli occhi nei suoi leggo malizia e complicità. Le tolgo la divisa e infilo le dita nei passanti dei suoi jeans per farla più vicina, la bacio voglioso con in mente le labbra di Liz che mi hanno ossessionato per oltre un anno. Non è la prima persona con cui vado a letto dopo quel bacio ma nessuna me la ricordava così tanto.

Quando mi guarda mi rendo conto che tutto quello che voleva era proprio questo, in un'altra occasione la caccerei via oggi sto al suo gioco. Se è il mio corpo che vuole, lo avrà.

La faccio girare tra le mie braccia costringendola a poggiare le mani contro il muro e – Sapevi benissimo che ero qui, mh? – chiedo. La voce è un misto tra l'arrabbiato e il deluso ma lei ansima quando le sfioro i seni e – Forse – bisbiglia. Scuoto la testa lasciandomi andare ad una risata prima di sfilarle la maglietta dai jeans e lanciarla via. Le bacio la schiena, mordo una porzione di pelle tra le scapole e la sento sussultare, le accarezzo i fianchi con le mani, a palmo ben aperto, fino a sfiorarle il ventre. Passa la mano tra i miei capelli quando affondo il viso nel suo petto e ansima mentre mi rialzo per baciarla. E' un bacio consapevole e voglioso, studiato quasi per quello che deve succedere, le faccio strada verso il letto mentre la privo dei pantaloni. Si siede lanciandoli poi accanto alla maglia. Non si vergogna del suo corpo e non ha problemi a circondare il mio con le gambe quando mi avvicino. Poggia un bacio sulla mia pancia e porta le mani ai bordi della tuta lasciandola cadere a terra senza troppe cerimonie. Mi lascio andare chiudendo gli occhi e godendo delle sue attenzioni ma non mi va di aspettare troppo, mi sposto e la lascio allungare su questo letto privo di significato. La spoglio degli ultimi indumenti e lascio qualche bacio per rassicurarla, non sono mai stato un vero e proprio stronzo con le persone con cui vado a letto e non comincerò ad esserlo oggi. Mi stendo sul suo corpo caldo gemendo insieme a lei per il contatto, poi sento l'irrefrenabile voglia di un contatto più profondo, la bacio ansimando. La sfioro come ho imparato a fare nel corso degli anni, sento i suoi gemiti nell'orecchio e chiudo gli occhi quando stanco mi faccio spazio in lei.

E nella testa e quando chiudo le palpebre vedo lei e mi sento uno schifo quando la mia mente ripete un solo ed unico nome. Liz, Liz, Liz.

Spingo più forte e sono talmente impegnato a combattere tra la voglia di scacciare via quel pensiero

e la voglia di tenerlo con me che non mi rendo nemmeno conto di non aver usato delle precauzioni.

Sento un gemito più alto degli altri e poco dopo, quando anche io arrivo al limite, mi stendo accanto a lei. Respira forte e mi guarda sorridendo, sembra felice mentre a me viene voglia di vomitare, non conosco nemmeno il suo nome ma a lei sembra non importare.

Cerco di capire come comportarmi ma lei mi facilita le cose alzandosi poco dopo e rivestendosi come se nulla fosse.

– Non pensavo sarebbe stato così facile portarti a letto – dice e io mi sento stupido e usato e ho ancora voglia di vomitare. Va via così com'è arrivata, non senza prima avermi lasciato un piccolo schiaffo sul sedere. Sento la porta chiudersi e mi stendo a recuperare un lenzuolo per coprirmi, guardo la parete bianca davanti a me sentendomi vuoto, spento.

Rimango così per ore, nudo con le lenzuola sporche e il cuscino bagnato dalle lacrime.

 

___________________________________________________

Nda.

Questo è stato uno dei capitoli più difficili da scrivere in assoluto, ho cancellato e riscritto, ho pianto innervosita e ho anche pensato di cancellare tutto. Poi è arrivato qualcosa, ho capito che quello che stavo scrivendo avrebbe portato ad un altro finale rispetto a quello che avevo pensato e forse è meglio così, la storia è quasi finita, mancano esattamente un capitolo e l'epilogo. E il prossimo sarà una lettera di Liam, l'idea originale era un'altra ma non vedo l'ora di condividere con voi questo nuovo finale che ho in mente.

Spero che il capitolo non vi abbia deluse, se così fosse fatemelo sapere... e se vi è piaciuto grazie, ho veramente bisogno di una vostra approvazione dopo tutto questo lavoro!

Un abbraccio,

Serena.

 

PreyForPeace.

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Capitolo 26
*** Chapter XXV ***



 

.Chapter XXV.

 

Questo capitolo lo dedico a tutte le persone che si sentono messe da parte o discriminate,

la vita è troppo breve per lasciare agli altri il potere di farci stare male.

 

*

 

“Se avremo aiutato una sola persona a sperare, non saremo vissuti invano”

Martin Luther King

 

*

 

“Cara Allie,

quante cose sono successe da quel giorno, se ci ripenso mi sembra di rivivere un sogno e un incubo insieme. Alla fine quella ragazza un nome ce l'ha, si chiama Alice e no, non l'hai mai vista ma ti basta sapere che ha fatto troppo male sia a zio Zayn che a Oliver.

E' spuntata dal nulla a casa di zio con questo fagotto tra le braccia, ero con lui quel giorno, stavamo lavorando ad una canzone e le sue parole mi sono risuonate in testa per giorni:

“Se non lo vuoi, lo lascerò da qualche parte”.

Fino a quel momento non avevo pensato che al mondo si potesse abbandonare un figlio, soprattutto dopo aver provato l'emozione di averti tra le mie braccia. Ho immaginato come sarebbe stato se nella mia vita non avessi incontrato tua madre, come avrei fatto? Vedevo nel volto di Zayn la delusione, la tristezza e la paura... ci ho visto mille cose nei suoi occhi ma mi ha insegnato cosa vuol dire prendersi le proprie responsabilità, mi ha insegnato cosa significa amare senza freni qualcuno e lasciarlo andare nonostante il dolore, l'ho imparato osservando il modo in cui guardava e continua a guardare tua madre. Non sono geloso, triste forse ma geloso no, non ho paura che me la porti via perché so che non lo farebbe mai e non mi pesa nemmeno averlo in giro più volte del necessario perché c'è un momento nella vita Allie in cui capisci che c'è qualcuno che ha più bisogno di te di un sorriso, che sentirsi soli è la peggiore delle malattie e allora ci ho provato a donargli quella parte di amore che gli manca, come ci ha provato Liz, ma non potevamo sostituire quello di cui aveva bisogno. Forse l'arrivo di Oliver l'ha aiutato a incanalare il suo amore in una certa direzione e io non potrei esserne più felice, abbiamo passato dei mesi complicati, alcune volte c'eri tu a piangere in un angolo e Oliver dall'altro faceva lo stesso, quasi volesse risponderti. Non mi sono mai pentito di niente in questi anni e ho continuato a scrivere in queste lettere tutto quello che ci è successo perché volevo raccontarti di noi... o forse ho solo bisogno di scrivere queste parole per me stesso, scrivere quello che non riesco a trascrivere in musica per non dimenticare niente.

Ho smesso per un po' di tempo di farlo da quando ho chiesto a tua madre di sposarmi perché con lei vicino mi sento così pieno da non aver bisogno di un foglio di carta, mi piace pensare che a te basti guardarci insieme per capire cos'è amare qualcuno ma oggi dovevo tornare a scriverti, dovevo farlo perché sono solo a casa e ho il fiato corto e la paura nel cuore.

Ci sono troppe cose sbagliate in questo mondo, troppa cattiveria da affrontare e questi sono quei giorni che mi auguro nessuno dovrà mai più vivere. Sono quei giorni in cui capisci che la vita è appesa ad un filo immaginario che non sei tu a manovrare.

Ti scrivo perché spero di poterti tornare utile in futuro, ti dirò queste cose anche a voce quando sarai grande ma in questo modo le terrai sempre con te così da poterle ricordare anche quando saremo distanti.

Ho conosciuto Zayn a diciassette anni, ho conosciuto lui, la sua famiglia e le sue tradizioni. Non sono poi così diverse da quelle che abbiamo noi sai? La famiglia è importante per tutti, così come l'istruzione, l'amore e l'amicizia. L'ho visto prendersi carico di problemi che non gli spettavano, ho visto persone insultarlo per la sua provenienza, per il suo credo religioso, per le sue origini e mi sono chiesto più volte come la gente faccia a giudicare a prescindere da tutto, i pregiudizi alcune volte possono essere peggio di un pugno in faccia.

Non lo so cosa sta succedendo e dove andremo a finire con tutto questo ma voglio dirti una cosa, alcune volte ti capiterà di essere stufa della solita routine ma non lamentarti della quotidianità.

Alzati al mattino ringraziando ogni giorno di poter camminare nella solita strada, di vedere gli stessi negozi, le stesse persone svolgere attività normalissime perché è quando vedi le finestre chiudersi, le saracinesche abbassate e le strade vuote che devi iniziare a riflettere.

Se ti chiederai perché succedono queste cose non potrò darti una risposta, come non posso darla a me stesso adesso, semplicemente alcune volte dimentichiamo di essere umani. Ma tu non farti abbattere, vivi, continua a sorridere e fammi una promessa, studia, continua ad informarti sempre perché la guerra è figlia dell'ignoranza... ”

 

Sono costretto a poggiare la penna sul legno della scrivania quando – Papà? – mi sento chiamare. Mi giro e quando incontro gli occhi verdi di mia figlia sento il cuore stringersi in petto, ha dei lunghi capelli dello stesso colore dei miei ma la dolcezza nel viso è di Elisabeth, gli stessi grandi occhi, le stesse guance rosse che ricordo di aver visto in una sua foto da piccola. Mi sembra ieri quando in una mattina tranquilla come le altre Liz mi ha svegliato perché le si erano rotte le acque eppure sono passati sei lunghi anni, anni di amicizie fortificate, di emozioni mai provate, di nuovi album lanciati e nuove nazioni visitate ma con il cuore sempre a casa con le donne della mia vita.

– E' finito il film piccolina? – chiedo dopo aver chiuso la lettera e averla infilata nel cassetto insieme alle altre.

La vedo annuire, si sposta i capelli lunghi dal viso un po' infastidita e le sorrido. Mi abbasso alla sua altezza piegandomi sulle ginocchia e le sistemo il vestitino blu che questa mattina ha tanto insistito per indossare.

– Vediamo i cartoni insieme papà? – chiede sporgendo il labbro inferiore in fuori, guardandomi con gli occhioni enormi, ha già capito come farmi capitolare. Le faccio il solletico sulla pancia e la sento ridere mentre la prendo sulle spalle e esco dalla camera.

– Ora ti mangio – dico poggiandola sul divano e facendo finta di morderla sulle braccia, la sento ridere divertita e – Papà – dice cercando di fermarmi ma continua a ridere e io forse ho bisogno di questo momento per alleviare la tensione.

– Mmh, questa bambina è proprio deliziosa – dico mettendomi seduto e passando una mano sulla pancia. Ride buttandosi su di me e mordendo il mio braccio – Ti mangio anche io – dice e io lascio che le sue piccole mani mi circondino un braccio e quando sento i suoi denti mordermi la pelle cerco di trattenere un urlo – Ti ho fatto male papino? – chiede guardandomi con gli occhi già un po' lucidi, faccio cenno di no con la testa anche se sento la pelle bruciare un po' e la lascio sistemarsi sul mio petto. E' un batuffolo e con i piedi poggiati sulle mie cosce mi circonda il collo con le braccia piccole.

– Quando torna la mamma? – chiede dopo qualche minuto di silenzio. Le accarezzo i capelli e ispiro l'odore di pesca del suo bagnoschiuma preferito – Presto – rispondo sperando che sia vero.

Restiamo così per un po', con la televisione in sottofondo ma nessuno dei due sta ascoltando e non ho voglia di cambiare canale perché di far vedere ad una bambina tutto l'odio che c'è nel mondo non me la sento proprio. Controllo il cellulare tirandolo fuori dalla tasca. Allie si gira come se volesse controllare anche lei se Liz ha chiamato, ma non c'è niente, neppure un messaggio. Ho quasi paura di entrare su twitter e mi costringo a non farlo.

– Che ne dici se facciamo qualche foto? – chiedo e lei annuisce entusiasta. Sblocco lo schermo sorridendo alla foto che rispecchia noi tre a Disneyland qualche mese fa e cerco la fotocamera.

– Facciamo le facce buffe – ordina e così andiamo avanti per diversi minuti, le lingue di fuori, un bacio volante, una pernacchia, qualche smorfia. Cambiamo filtro insieme e salviamo le più belle, muove le dita sullo schermo per riguardarle tutte e io alzo lo sguardo verso la finestra. Dove sei Liz?

Trovo risposta a questa domanda quando mezz'ora dopo sento un rumore fuori dalla porta di ingresso, Allie si è appisolata sul divano e la scosto dal mio corpo caldo per alzarmi e dirigermi a grandi passi verso l'entrata. Apro la porta trovandomi davanti quello che non avrei mai pensato di vedere, Liz sorregge da una parte Zayn che a mala pena si regge in piedi. Il volto è ricoperto di sangue ormai incrostato e posso sentire il suo dolore ad ogni movimento. Mi affretto ad aiutarlo, chiudo la porta e scambio uno sguardo con Elisabeth, sono felice di vederla a casa sana e salva ma i suoi occhi sono tristi e spaventati.

– Cos'è successo? – chiedo facendo sedere Zayn su una sedia in cucina porgendogli un bicchiere di acqua fresca.

– Non so nemmeno come ho fatto a trovarlo – risponde Liz passandosi una mano sul volto.

– Lo hanno picchiato – aggiunge confermando i miei dubbi. Zayn rimane in silenzio e io sospiro andando a recuperare un asciugamano e del disinfettante.

– Vai a cambiarti, ci penso io – dico rivolto a Liz dopo averle lasciato un bacio dolce sulle labbra.

Annuisce e sparisce in camera fermandosi prima ad osservare Allie dormire tranquilla sul divano e devo distogliere lo sguardo perché l'idea di non poter proteggere le persone che amo da qualcosa più grande di noi mi destabilizza.

Mi concentro su Zayn e cerco di ripulirgli il viso nel modo migliore, fa una smorfia di dolore quando schiaccio più del dovuto sullo zigomo destro – Scusa – dico mortificato.

– Tranquillo Lee – dice scuotendo la testa.

– Mi dici cos'è successo? – chiedo mentre lui si toglie la maglia mostrandomi le ferite sull'addome.

– Ho visto quello che stava succedendo in televisione e non so perché mi sentivo di dover portare Oliver via, di non essere al sicuro – dice passando una mano sul viso stanco – L'ho portato da mia madre questa mattina per fortuna, sono tornato a Londra perché... non lo so nemmeno io perché ok? Stavo rientrando a casa e mi hanno braccato e trascinato in un posto più nascosto, non saprei dirti nient'altro, mi ricordo di essere finito a terra e di tante stupide parole contro me e la mia religione, che è tutta colpa di quelli come me se ci sono state queste atrocità, che io do un cattivo esempio visto che sono famoso e non sapevo come reagire, sono rimasto lì ad incassare i pugni e i calci. Quando finirà questa cosa? Quando capiranno che siamo tutti uguali? – chiede con la voce rotta dal pianto. Lo guardo distruggersi piano piano come ho visto fare tante altre volte per colpa di qualcosa che non gli appartiene, qualcosa su cui non ha potere.

– Zayn – provo a dire ma lui scuote la testa – No Lee, il discorso sul non sei diverso me l'ha fatto già tua moglie e su questo... giuro che non volevo chiamarla ma è nella ricerca rapida – dice mortificato e io chiudo gli occhi scuotendo la testa – Hai fatto bene a chiamarla, perché ti stai dando colpe che non hai? –

– Perché le persone continuano ad accusarmi per cose che non ho fatto! – urla alzandosi in piedi rischiando quasi di cadere indietro ma riesco a tenerlo stretto evitandogli un'altra bella botta.

– Lo so Zayn, lo so... ti ricordo che le ho vissute con te queste cose ma non è così che devi reagire, non hai fatto niente, sei libero di camminare a testa alta, perché non hai reagito? Perché non ti sei fatto sentire? So che sei in grado di tirare un pugno! – dico cercando di smuoverlo.

– Mi sentivo solo e inutile – ammette e io rilasso le spalle, lo accolgo tra le mie braccia e – Tu non sei solo Zayn, lo sai perfettamente – dico sincero e lui annuisce rilassandosi come un bambino.

Quando ci stacchiamo Liz ha tra le mani una mia vecchia tuta, ci sorride dolcemente e – Puoi farti una doccia Zay, resti qui stasera e non provare a protestare – proclama e io annuisco trovandomi d'accordo con lei. E' ancora strana la sensazione che provo stando con lei, c'è una connessione tra di noi che va al di là di tutto il resto e continuo a stupirmi ogni giorno di quanto le nostre menti viaggino sulla stessa lunghezza d'onda.

– Ha ragione, stiamo tutti insieme e apriamo anche una bella bottiglia di vino – dico sorridendo e – Cosa dobbiamo festeggiare di preciso? – mi chiede Zayn alzando un sopracciglio, le dita strette nella stoffa morbida dei vestiti.

– Siamo vivi Zayn io penso ci sia tanto da festeggiare – rispondo serio e lui annuisce, accenna un sorriso prima di avviarsi verso il bagno per ripulirsi.

Fisso il punto dove è sparito prima di voltarmi verso Liz e – Vieni qui – dirle. Non se lo fa ripetere due volte e si precipita tra le mie braccia – Ti amo – le sussurro stringendola e lei ricambia con la stessa intensità.

– Ho avuto così tanta paura di perderti – continuo abbassando le difese.

– Anche io Lee, anche io – dice baciandomi piano sulle labbra, cerco immediatamente la sua mano e intreccio le nostre dita portandole all'altezza del cuore.

– Sono orgoglioso di te comunque, sei stata una piccola donna coraggiosa – ammetto sincero e lei sorride, visibilmente più rilassata.

– Non sapevo che aspettarmi, quando ho sentito la voce di Zayn al telefono ho pensato al peggio, in che mondo siamo arrivati? Perché continuiamo a farci la guerra? – chiede abbassando lo sguardo e forse in questi momenti un uomo vorrebbe poter dare le giuste rassicurazioni alla propria donna ma non c'è niente che io possa dire, posso solo restarle accanto e ricordarle che la amo.

– Papà? – la voce di Allie spezza il momento tra di noi, Elisabeth si affretta a raggiungere il salotto e – Mamma sei tornata – sento urlare. Rimango sulla porta e le vedo strette in un abbraccio carico di amore e la mia bocca si stende automaticamente in un sorriso sincero, quando sento una mano poggiarsi sulla mia spalla sobbalzo spaventato.

Zayn accenna un sorriso, i capelli sono ancora un po' bagnati e il viso è coperto da graffi ma è qui, sta bene e io tiro un sospiro di sollievo. Restiamo fermi ad osservare Alle e Liz e sento un singhiozzo trattenuto al mio fianco.

Allie ci mette poco ad accorgersi del nostro ospite e – Zio Zayn! – sorride contenta ma si rattrista subito vedendolo asciugarsi in fretta le lacrime.

– Ciao piccola – risponde lui con voce rotta. Si siede sul divano accanto a quello dove sono sedute loro. Vedo Allie staccarsi da Liz e camminare verso di lui, si siede muovendo le gambe avanti e indietro dato che è ancora troppo bassa per toccare a terra, una mano poggiata sulla coscia di Zayn come a volerlo consolare – Perché piangi zio? – chiede.

– Niente tesoro, va tutto bene – le sorride sfiorandole una guancia.

Allie fa una smorfia capendo benissimo la bugia ma resta in silenzio. Sembra studiare la situazione intorno a lei – Dov'è Oliver? – chiede mentre io mi siedo accanto a Liz.

– L'ho portato dalla nonna – risponde Zayn sforzandosi di sorriderle.

Annuisce ma posso leggere sul viso di mia figlia in qualche modo la mia curiosità, la sfacciataggine di Louis e l'allegria di Niall, passa troppo tempo con noi, ne sono certo.

– Anche io ho pianto oggi a scuola – dice attirando l'attenzione di tutti e tre – La mia compagna di banco ha preso una penna ad un altro bambino e tutti hanno iniziato a dire che rubava e che anche io rubavo visto che siamo amiche, ma io che c'entro? Non è perché siamo amiche e due femminucce allora siamo tutte e due ruba cose, giusto? – dice con tono innocente e io la guardo con un piccolo accenno, Liz sta per rispondere ma – Allora è successa la stessa cosa a me – la anticipa Zayn.

Rimaniamo fermi, passo il braccio attorno alla vita di Liz e restiamo così, come due spettatori silenziosi.

– Perché? Che hai fatto tu? – continua Allie guardandolo dolcemente.

Zayn fa una piccola smorfia e scrolla le spalle – Niente, ma pensano che io sia cattivo – risponde osservando poi me e Liz.

– Mh, lasciali stare, sono stupidi – ribatte mia figlia e – Allie! – la richiamo.

– Che c'è papà? E' vero! – si difende – Zio Zay mi compra le caramelle a forma di orsetto che voi due non mi comprate, non può essere cattivo! – continua arrabbiandosi quasi. Zayn le sorride scompigliandole i capelli e Liz ride con loro

– Questo doveva essere un segreto – la asseconda Zayn e lei si tappa la bocca con le manine facendoci ridere.

– Ops – dice.

– Facciamo i conti dopo noi eh birbantella – le dico ridendo e lei mi fa una pernacchia divertita nascondendosi poi dietro la schiena di Zayn. Il moro sembra più tranquillo e la tensione sembra essersi dissolta in gran parte.

– E comunque la mamma me lo dice sempre quando mi racconta le favole, chi ama non è cattivo e tu zio ami Oliver, mamma, papà e me, quindi non ti preoccupare sei uno dei buoni – dice ovvia e riesco a vedere gli occhi ambra di Zayn velarsi di lacrime prima di stringerla tra le braccia. Mi mordo il labbro voltandomi verso Liz, le lascio un bacio tra i capelli quando la vedo emozionata esattamente come me.

Mi alzo dal divano con i suoi occhi puntati addosso, raggiungo la nostra camera da letto e mi chiudo la porta alle spalle respirando forte.

Apro il cassetto recuperando la lettera iniziata prima e con mano tremanti aggiungendo una piccola parte finale.

 

“Forse un giorno tutti capiranno che non è la religione, il colore della pelle, il sesso, i soldi o il potere a fare un uomo. A renderci forti e invincibili è l'amore che proviamo per noi stessi e per gli altri, questo sentimento così naturale e spontaneo è il motore di tutto.

Quindi fammi un ultimo favore mia piccola Allie: ama e lasciati amare.

 

Con tutto il mio cuore,

Papà”

 

__________________________________________________

Nda.

Penso sia superfluo dire quali fatti hanno ispirato questo capitolo, ho trovato sul web delle cose raccapriccianti contro Zayn dopo tutto quello che è successo a Parigi e non riesco a capire come si possa incriminare una persona che non ha fatto nulla di tali atrocità, ho stravolto tutto quello che avevo in mente per questa storia perché penso che la scrittura sia uno dei mezzi fondamentali per formare una persona e se posso fare la differenza con le mie parole anche solo per pochi ho il dovere di farlo. Ho raccontato attraverso gli occhi di Liam quello che ho provato io in determinati momenti e spero di avervi trasmesso quello che sento.

Credo che non ci sia capitolo migliore per concludere questa storia ma non temete, l'epilogo ci sarà ovviamente e i toni si risolleveranno!

Alla prossima settimana e un abbraccio a tutti.

Serena.

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Capitolo 27
*** Epilogo ***


.Epilogo.

 

 

A Liam, perché averti nella mia vita mi rende una persona migliore.

 

*

 

Il fiore si nasconde nell’erba, ma il vento sparge il suo profumo.
(Tagore)

 

*

 

Bradford, 18 anni dopo.

 

Il vento leggero scompiglia i vestiti colorati dei presenti, alcune donne cercando di tenere le proprie gonne ferme mentre con una mano stringono un piccolo libricino bianco. Mi sporgo in avanti per riuscire ad osservare meglio la folla di persone che ha invaso il giardino, camminano sull'erba alla ricerca del tavolo a loro assegnato, ridono e scherzano e il mio cuore batte all'impazzata. Sono tutti felici, dopo una cerimonia emozionante e commovente ora ridono tutti. Metto le mani nelle tasche dei pantaloni grigi, la giacca ormai abbandonata su una sedia che riesco a vedere da quassù.

Prendo un bel respiro e decido di tornare di sotto con tutti per non perdermi il loro arrivo, sistemo il gilet e la cravatta, passo la mano sul viso ormai segnato dall'età guardandomi per qualche minuto allo specchio. I capelli un po' brizzolati e le rughe in viso mi fanno sorridere, ripenso ai tempi andati e a come tutto nel corso degli anni sia cambiato. Mi do uno schiaffetto in faccia e mi dirigo verso l'uscita del bagno rischiando quasi di finire sul pavimento quando dall'esterno qualcuno spalanca la porta.

– Oddio Lee, scusa! – dice facendo un passo indietro spaventato. Scuoto la testa e lo guardo in volto, com'è possibile che per lui gli anni non sembrano essere passati? Gli stessi tratti ben marcati, i capelli ormai brizzolati e gli occhi dello stesso oro liquido di quando l'ho incontrato la prima volta.

– Tranquillo Zay – rispondo sorridendo. Ricambia il sorriso aprendo il rubinetto dell'acqua per bagnarsi un po' il viso – C'è un caldo tremendo – si lamenta e io mi ritrovo ad annuire e a fermarmi per aspettarlo. Si asciuga velocemente e dopo essersi sistemato la camicia mi segue fuori. Scendiamo le scale senza parlare, ognuno perso nei propri pensieri. Mi tornano in mente stralci di vita, momenti magici che porterò con me per sempre, dai primi passi di Allie al suo primo giorno di scuola, dai primi numeri imparati alla sua laurea in matematica, fino ad arrivare ad oggi.

Quando entra nel mio campo visivo è raggiante e bellissima, per quanto possibile lo è ancora di più degli altri giorni, con quegli occhi vispi e allegri che corrono tra i tavoli, la mano stretta in quella del suo ormai marito, compagno di vita. Sono emozionati, felici e anche se qualcuno li separa per strappare un bacio di augurio tornano a cercarsi con gli occhi qualche secondo dopo.

– Se me l'avessero detto qualche anno fa gli avrei riso in faccia – sento dire alla mia destra.

Sospiro e mi lascio andare ad una piccola risata – Non dirlo a me – ribatto. Ed è la verità, non era affatto nei miei pensieri, eppure sono davanti a noi felici ed emozionati a girare in mezzo a tavoli sui quali spiccano dei fogli con i loro nomi scritti in una calligrafia elegante e dorata: “Allie Taylor Payne e Oliver Malik”.

– Ti somiglia tantissimo – dico all'improvviso. Zayn si perde a guardare suo figlio sorridere nel suo abito tradizionale, i capelli sistemati perfettamente e lo sguardo liquido ed emozionato.

– Lei è tutta tua moglie invece – ribatte sorridendo poco dopo e io lo guardo scrollando le spalle – Vero – ammetto voltandomi poi verso mia figlia – E' bellissima – continuo.

Un sospiro, poi – Già – risponde con lo sguardo che vaga in giardino. Ecco, forse è questa la differenza sostanziale tra di noi, io non ho bisogno di cercarla, il mio cuore è proiettato sempre verso di lei. Giro la testa a destra e sorrido quando, dopo essersi liberata di uno dei tanti parenti giunti dall'Irlanda, lei alza lo sguardo verso di me.

Le sorrido ancora più forte e ormai non mi stupisco più della nostra connessione, due anime che si appartengono sono un po' come una chiave e la sua serratura, saranno sempre e solo loro, l'uno per l'altra, unici nel loro genere.

Cammina verso di me, l'abito azzurro le fascia perfettamente il corpo, si muove con eleganza riservando a tutti un dolce sorriso. Faccio qualche passo attratto da lei come una calamita e in pochi secondi le sono davanti. Le sfioro i fianchi e lei mi sorride dolcemente poggiando la testa sul mio petto mentre osserviamo entrambi Allie e Oliver.

Con una mano sfiora la mia cravatta e mi guarda dal basso con i suoi grandi occhi verdi un po' emozionati – Shh, non piangere di nuovo – la prendo in giro stringendola tra le braccia.

Tira su con il naso e si lascia sfuggire una risata mentre le faccio fare una piccola giravolta. Qualcuno ci guarda sorridendo, dall'altro lato del giardino Harry alza un calice nella nostra direzione prima che anche Emma si volti a sorriderci. Si accarezzano le mani mentre una bambina dai lunghi capelli castani gira attorno a loro con un vestito dai fiori sgargianti che la etichettano subito come una Styles. E' l'ultima arrivata in famiglia, undici anni di parlantina ed eccentricità, una perfetta combinazione dei suoi genitori, gli occhi blu di lei, le fossette sul viso di lui.

– Andiamo? – chiedo a Liz sorridendo. Annuisce felice, non è il nostro giorno questo e per una volta sono felice di non essere sotto i riflettori. Raggiungiamo il resto della famiglia e ci sediamo nei posti esterni, più vicini al tavolo riservato agli sposi, dall'altro lato Zayn ci sorride seduto accanto a sua madre prima di portare il suo sguardo al centro del giardino. Lo seguo per vedere Allie e Oliver avanzare lungo il tappeto di petali di rose posto a terra per raggiungere il tavolo centrale, i loro amici da un lato e un altro li acclamano e non avrei potuto sperare di meglio per la sua vita.

Sento un singhiozzo al mio fianco e alzo gli occhi al cielo quando Liz si asciuga l'ennesima lacrima.

– Scusa, scusa... ora smetto – dice rivolgendosi a me e io non posso far altro che scoppiare a ridere mentre Harry tira su con il naso e – Non sto piangendo – protesta. Emma lascia un bacio dolce sulle sue labbra e – Si amore, ovviamente – lo prende in giro.

Allie ci sorride passando accanto al tavolo per andarsi a sedere e i miei occhi, sono sicuro, brillano più del normale.

Il resto della giornata trascorre tra una portata di cibo e un ballo improvvisato. Niall si muove sentendosi a casa con un quarto degli invitati di origine irlandese, balla coinvolgendo le donne di tutte le età e io raggiungo Louis e Harry sul bordo della pista per osservarlo, non possiamo non ridere contagiati dalla sua allegria. Siamo stati tante cose in questi anni, amici, confidenti, fan l'uno dell'altro, abbiamo discusso alcune volte ma siamo rimasti noi e abbiamo lottato con le unghie e con i denti per guadagnarci il nostro posto nel mondo. Poggio un braccio attorno alle spalle di Louis e lo vedo sorridermi felice, non riesco a frenare il mio sguardo dal correre verso Zayn. Ci sta guardando, un sorriso accennato sul volto e un po' di nostalgia negli occhi. Muovo automaticamente la testa in un cenno per richiamarlo a venire accanto a noi, è titubante, indeciso. I rapporti con Louis non sono mai tornati gli stessi ed Harry e Niall alcune volte fingono una risata quando in realtà la ferita è ancora aperta ma è Zayn, è una parte di me e fino a quando mi reggerò in piedi sarò il collante che ci tiene uniti, un po' feriti ma pur sempre fratelli.

Ci raggiunge un po' timido e mi sembra di rivedere il vecchio lui, quello dei primi mesi ad X-Factor quando ancora doveva abituarsi a noi. Si mette accanto a me e passo l'altro braccio attorno alle sue spalle, sorride mentre Niall ci raggiunge allegro e come se non fosse passato del tempo ci ritroviamo stretti in un abbraccio.

– Papà? – mi sento chiamare, Allie ci raggiunge e si unisce a noi, ci guarda emozionata e Oliver le è subito accanto. La prende per mano e si guardano sorridenti prima di schiarirsi la voce.

– Volevamo chiedervi una cosa – inizia Oliver, lo sguardo che vaga da suo padre a me, poi agli altri tre.

– Una delle canzoni della nostra relazione è una delle vostre e vorremmo poter ballare un lento su quella – continua e io sento Louis irrigidirsi al mio fianco.

– If I could fly, zio Harry... me lo faresti questo regalo? – chiede Allie giocando sporco. Sa benissimo quanto suo zio sia facile da ammaliare con una voce dolce e uno sguardo tenero.

– Oh tesoro certo, qual è il problema, volete che la cantiamo per voi? – risponde subito e io alzo gli occhi al cielo perché so già dove andranno a parare, ci arrivano tutti piano piano e mi ritrovo a stringere le dita intorno alle spalle di Louis.

– Dovete chiedere a lui se è disposto a cantare con noi – dice senza riuscire a frenare la lingua, sospiro guardando gli occhi di mia figlia spegnersi, si morde le labbra e – Zayn, lo so che ti chiediamo tanto ma... – prova a dire, si scosta i capelli dietro un orecchio e lo guarda con gli occhi enormi, ho un brivido io e uno scossone lui, è identica ad Elisabeth e per un attimo devo distogliere lo sguardo ma riesco a sentire il suo disagio ugualmente, poi – Ok, se per loro va bene – dice, perché a quegli occhi non ha ancora imparato a dire di no.

Louis alza gli occhi al cielo mentre io guardo Niall e Harry per qualche secondo, sembrano sorpresi e timorosi ma poi annuiscono – Le conosci le parole? – chiede Louis mantenendo lo stesso tono piccato.

– Io... posso cantare nel ritornello – ribatte Zayn rivolto verso noi tre, Louis fa una faccia buffa e io sono costretto a tirargli una gomitata per farlo stare zitto.

– Ti prego Lou – sussurro al suo orecchio.

– Ok, ok va bene, facciamo questa cosa, solo perché è il tuo matrimonio – dice rivolto ad Allie e lei lo abbraccia di slancio – Grazie zio Lou, grazie, grazie... sei il migliore – ribatte e vorrei sapere da chi ha preso questo suo modo di fare, ruffiano ma dannatamente carino. Alzo gli occhi al cielo e Oliver prende per mano Allie camminando piano verso il centro della pista, fanno un cenno verso il gruppo che sta intrattenendo la festa e loro annuiscono facendoci capire che era tutto organizzato già da un po' di tempo. Cerco Liz e mi guarda emozionata, annuisce facendomi un occhiolino e vedo prevalere quel lato da fan che non l'ha mai abbandonata.

Le sorrido prima di schiarirmi la voce e raggiungere il palco. Ci siamo saliti tante volte, davanti a molta più gente, con molte più luci e telecamere eppure sento un peso nel petto. Ci portano delle sedie che somigliano molto di più a degli sgabelli, non siamo più abituati ad essere in cinque, è un tuffo nel passato e siamo tutti agitati. Harry sbottona due bottoni della camicia mentre Niall batte il piede sinistro a terra cercando di calmarsi ma – Ehi – li richiamo. Faccio cenno loro di avvicinarsi e allungo una mano verso il centro, come abbiamo fatto mille volte prima di un concerto. Li guardo uno ad uno, annuisco sorridendo e sento la mano di Niall sporgersi a coprire la mia, seguito da Harry che sorride guardando Louis. Il castano sbuffa aggiungendo la sua mano e tutti e quattro ci giriamo a guardare Zayn, sorride con gli occhi un po' lucidi prima di battere la mano sulle nostre, passano gli anni, possono esserci discussioni ma ci sono cose che non si possono dimenticare, che ti segnano e che ci piaccia o no ognuno di noi fa parte della storia degli altri quattro.

– Heigh-ho, heigh-ho – dico facendo forza per alzare le nostre mani.

– It's off to work we go – rispondo in coro tornando nella posizione di partenza per poi dividerci. La vita è strana, ci offre tante strade da prendere ma alla fine ce ne fa percorrere solo una, quella che porta verso casa. E casa è dove ci sono gli occhi di chi ami ma anche dove ci sono gli abbracci sinceri di chi ha camminato sul tuo stesso terreno e spostato i tuoi stessi sassi.

Mi tremano le mani mentre afferro il microfono che ci stanno portando, allento un bottone del gilet e vedo Louis e Niall privarsi delle giacche, ci guardiamo, non abbiamo la nostra attrezzatura, i nostri auricolari, non cantiamo questa canzone da tantissimo tempo eppure con la voce tremante la base parte e iniziamo a cantare.

 

If I could fly, I'd be coming right back home to you.

I think I might give up everything, just ask me to. Pay attention,

I hope that you listen cause I let my guard down.

Right now I'm completely defenceless.”

 

Allie e Oliver ci guardano dolcemente mentre stretti in un abbraccio si muovono, dondolano con gli occhi lucidi e un sorriso sul volto. Attorno a loro si sono riuniti in tanti, si tengono per mano e formano un cerchio iniziando a girare lentamente in senso orario. Posso vedere la maggior parte di loro cantare e quando ormai diventano troppi si dividono, un cerchio più piccolo all'interno, uno più grande fuori.

 

For your eyes only, I’ll show you my heart

For when you’re lonely and forget who you are

I’m missing half of me when we’re apart

Now you know me, for your eyes only

For your eyes only”

 

Harry canta e a me viene un tuffo al cuore quando Zayn si unisce a lui, ha sempre avuto una voce potente e maestosa e non mi stupisco quando tutti si voltano ad ascoltarlo per qualche secondo prima di tornare a girare. Incrocio gli occhi di Elisabeth e la vedo sorridere con la mano stretta in quella di Emma mentre cantano emozionate.

Continuiamo a cantare ormai a nostro agio, guardo Louis prima di armonizzare con lui nel suo assolo e gli sorrido quando giungiamo al termine. Lo vedo guardare Zayn e mi chiedo se il moro abbia mai capito che gli manca come poche cose nel mondo, ma sono troppo orgogliosi entrambi e l'orgoglio si sa, i rapporti li corrode soltanto.

Ma non è il momento di pensarci, torno a concentrarmi sul resto della canzone e quando nell'ultimo ritornello Zayn conclude con un acuto ci voltiamo a guardarlo con gli occhi spalancati.

Quando riapre gli occhi ci guarda sbattendo le palpebre – Scusate... io – dice confuso ma gli sorrido sincero e – Ci stava bene – dice Harry anticipandomi.

Zayn sorride annuendo e per un momento, un piccolo e insulso secondo è come se non se ne fosse mai andato.

Ad interrompere i miei pensieri ci pensa un – Grazie papà – sussurrato dolcemente.

– Grazie a te – dico sincero e la stringo in un abbraccio pieno d'amore. La tengo tra le mie braccia pensando che non è più la bambina che mi svegliava saltando sul letto, è una donna ed ha una sua vita ormai.

– Mia figlia non si sposerà mai – borbotta Harry al mio fianco asciugandosi una lacrima – E non sto piangendo – dice indicando Louis.

– Calma curly – lo prende in giro e io guardo Niall strabuzzando gli occhi. Dopo anni ho smesso di provare a capire il rapporto di Harry e Louis.

Alla fine scoppiamo a ridere e torniamo a goderci la festa. Zayn si volatilizza sparendo insieme a sua sorella mentre io raggiungo Elisabeth. Le sfioro la spalla nuda scostandole i capelli indietro e chiudo gli occhi.

– Siete stati bravissimi – sussurra accarezzandomi una guancia.

– Ora torna a respirare però amore – continua facendomi ridere. La stringo tra le braccia e lascio un bacio tra i suoi capelli – Si vedeva tanto che ero nervoso? – chiedo.

– No, gli altri non l'hanno notato ma io si, conosco ogni singola espressione del tuo viso – ribatte e io mi ritrovo ad annuire perché è la verità. Rimaniamo un po' in disparte, osserviamo tutto e alla fine assottiglio gli occhi e – Non ci posso credere! – dico.

– Cosa? – chiede lei preoccupata. Io scuoto la testa e le indico un punto un po' distante da noi dove mia madre sta abbracciando Zayn sorridendo.

Liz scoppia a ridere accanto a me e io mi ritrovo ad alzare gli occhi al cielo – Beh almeno ho vinto con te – le dico sorridendo e lei mi lascia un bacio tenero sulla guancia. Uno di quelli che mi fanno chiudere gli occhi e tremare il cuore per la dolcezza.

La porto a ballare, o almeno ci provo visto che a lei piace tanto, ridiamo e scherziamo. Ballo con mia figlia, brindiamo e cantiamo felici e ci godiamo questa giornata di festa tutti insieme.

– Harry? – chiedo ad Emma tornando al mio posto. Lei sorride indicandomi la pista e lo vedo stretto alla sua bambina, i piedi di lei sulle sue scarpe nere e lucide mentre si dondolano per danzare un lento – Che belli che sono – dico sorridendo e ripensando un po' a me ed Allie.

– Sono bellissimi – risponde con lo sguardo carico d'amore.

Ispeziono anche le altre coppie sulla pista, mia sorella Ruth e suo marito, mio padre e mia madre, i genitori di Liz. C'è così tanto amore oggi in questo posto che non so più chi e dove guardare.

– Sono contenta per prima – ammette sorridendomi e io annuisco – Anche io – rispondo sincero.

– Ci hanno fatto un bel regalo – continuo giocherellando con il bordo del bicchiere.

– L'hanno fatto a tutti, credimi – dice ridendo e io mi unisco alla sua risata.

Veniamo interrotti da Liz ed Harry che ci raggiungono e – Dov'è la piccola? – chiedo, Harry alza gli occhi al cielo e la indica in pista con gli altri ragazzi.

– Tutto comincia così Haz! – lo avverto e lui mi lancia un tovagliolo contrariato facendoci ridere tutti. Restiamo ancora lì a chiacchierare e non mi rendo nemmeno conto della sera che arriva e della festa che giunge al termine, troppo impegnato a tenere tutto sotto controllo.

Allie ed Oliver salutano tutti con un grande sorriso sulle labbra e quando Liz mi fa cenno di andare la guardo cercando di strappare altri due minuti in compagnia di nostra figlia ma – Devono partire tesoro, falli dormire almeno un paio di ore – dice sorridendo.

– Si, dormire – borbotto e lei ride stringendomi la mano.

– Tuo padre è un brontolone geloso – dice ad Allie quando la raggiungiamo e lei mi abbraccia forte.

– Dai papà, tra dieci giorni torno – sorride lasciandosi stringere. Evito di precisare che non tornerà a casa e che avrà una vita tutta sua e mi concedo qualche secondo con lei.

Saluto anche Oliver abbracciandolo e – Fate attenzione – mi limito a dire, so che sono due ragazzi con la testa sulle spalle e li salutiamo ancora una volta prima di andare via.

Salutiamo tutti, abbracciamo gli altri ragazzi che si fermeranno a dormire in città, Liz stringe Emma tra le braccia ancora una volta prima di raggiungermi in macchina.

– Zayn? – chiedo non vedendolo. Scrolla le spalle – Non lo so, dev'essere andato già via – risponde mettendosi seduta. Annuisco prima di accendere l'auto e partire in direzione casa nonostante la distanza.

Non parliamo durante la prima metà del viaggio, la musica ci fa compagnia mentre Liz guarda fuori dal finestrino e io fisso la strada davanti a me sperando di arrivare il prima possibile.

– Starà bene, vero? – spezza il silenzio lei.

– Starà bene – rispondo per dare conferme a lei e a me stesso.

Parliamo della festa, sperando che tutto sia andato per il meglio e che sia riuscita bene mentre Londra sembra essere in un altro continente, non sembra arrivare mai.

– Forse dovevamo riposarci almeno un po' – dice preoccupata mentre mi stropiccio gli occhi.

So che ha ragione ma voglio tornare a casa, ho questo bisogno di stare nelle mura familiari della nostra abitazione con lei che non so nemmeno spiegare. E' tardi ma va bene così.

 

*

 

Parcheggio l'auto nel garage interno rilasciando un sospiro di sollievo e aiuto Elisabeth ad entrare in casa facendola appoggiare a me mentre inizia a lamentarsi per i piedi gonfi – Odio questi tacchi – borbotta.

– Lo dici ogni volta ma finisci per metterli lo stesso – la prendo in giro e lei si blocca un attimo sull'uscio.

– Che stai facendo? – chiedo ridendo. Si accuccia per sfilarsi le scarpe e – Prendimi in braccio – dice iniziando a sbattere ripetutamente le palpebre. Scuoto la testa e mi avvicino a lei passando un braccio intorno alla sua vita, fa un piccolo saltello e riesco ad afferrarle le gambe.

– Andiamo principessa – dico facendola ridere e attraversando la porta di casa. La chiudo con un calcio e lei si sporge a chiudere a chiave senza staccarsi da me. La porto fino al salotto, la poggio delicatamente sul divano e lei lascia cadere le scarpe a terra prima di stiracchiarsi e allungare le gambe.

Le sfioro dolcemente, facendolo un piccolo massaggio mentre lei si stende per allentare la mia cravatta, rimaniamo così, seduti l'uno accanto all'altro guardando la casa silenziosa.

Le nostre foto appese al muro, foto di Allie, disegni, riviste e libri. Passo una mano sul viso e fisso il posto dove fino a ieri troneggiava un quadro disegnato da Zayn.

– Dovremmo riempire quel vuoto, ora che il quadro è ufficialmente dei ragazzi dobbiamo trovare come sostituirlo – dice Liz anticipandomi.

– Forse ho una mezza idea – dico alzandomi a fatica dal divano. Sento la stanchezza invadermi il corpo ma raggiungo il ripostiglio mettendomi a cercare una scatola in particolare.

– Eccola – dico entusiasta recuperandola. Rischio di strapparmi il vestito e tiro un sospiro di sollievo quando vedo che è tutto intatto.

Torno in salotto e poggio la scatola sul tavolo basso davanti al divano.

– Quelle sono... – dice riconoscendo la scatola.

Annuisco – Da quando ci siamo trasferiti non le abbiamo più tirate fuori e questo mi sembra il momento giusto per farlo – dico sincero alzando il coperchio e rivelando poco dopo centinaia di cartoline. In bianco e nero, a colori, di forma standard o con qualche ricamo diverso. Ricordi su ricordi, frasi e ti amo rubati tra uno stato ed un altro, tra un viaggio insieme e uno di lavoro.

C'è la nostra storia raccontata in pezzi di carta e la nostra storia merita di avere un posto speciale.

– Te la ricordi questa? – chiede alzando una cartolina che raffigura la Grecia e io annuisco ripensando alla nostra prima vera vacanza da soli, le immagini si susseguono nella mia mente, Liz con un vestito bianco e leggero per le strade ricoperte di fiori di Santorini.

– Me la ricordo benissimo – dico passando un braccio intorno alle sue spalle per guardare il contenuto della scatola. Ne prendiamo altre, dalle primissime a quelle più recenti immergendoci nel nostro passato e alla fine mi sporgo in avanti per recuperare la giacca del vestito.

– Ti ricordi quella scommessa che abbiamo fatto tanti anni fa? – chiedo rigirandomi la stoffa tra le mani. Annuisce e mi ascolta attenta.

– Volevamo superare il numero di cartoline di quel cartellone dell'agenzia viaggi a Dublino – dico sorridendo e estraendo un cartoncino dalla tasca interna della giacca.

– Avevamo iniziato alla grande poi ci siamo persi con l'arrivo di Allie, ma mi ricordo che eravamo esattamente a 127 cartoline, pari merito con l'agenzia, poi ieri quando Paddy è andato in città gli ho chiesto di fare una cosa e niente... – dico mostrandole la cartolina di Bradford tra le mie mani.

– Abbiamo vinto – sussurro. Vedo i suoi occhi velati dalle lacrime, si sporge in avanti unendo le nostre labbra e mi stringe le braccia esile attorno al corpo. Non è cambiato niente tra noi, siamo sempre gli stessi ma innamorati ogni giorno di più.

Le scosto i capelli che le ricadono sul viso e – Manca qualcosa però – dice sorridendo e io scuoto la testa.

La osservo, c'è qualcosa nei suoi occhi che continua a stordirmi, così delicata e fragile all'apparenza ma con radici salde e ben piantate a terra nella realtà. L'ho scelta tra mille altre possibilità e non mi sono pentito di averlo fatto nemmeno una volta nel corso degli altri perciò – Non manca niente – dico.

– Sei e rimarrai sempre tu il mio fiore più bello. –

 

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Nda.

In questo momento sono un po' sconcertata, frastornata e piena di dubbi ad essere sincera. E' un finale che non avevo previsto ma che ho amato scrivere. Ci ho messo tanto ma è arrivato e vorrei dedicarlo a tutte voi che nel corso della storia mi avete supportata e spronata.

Anche se non avete commentato voglio ringraziarvi per averla letta e voglio dire grazie anche a chi la leggerà dopo. Grazie, perché è stato emozionante scriverla, a volte contrastante e piena di bivi, bisognava solo decidere quello giusto da prendere per concluderla e spero di non avervi delusi.

La scena del matrimonio, quando cantano tutti insieme, la porterò con me fingendo che sia vera perché Zayn in If I could fly lo avrei voluto proprio ascoltare.

Nella conclusione c'è un po' un ritorno alle origini com'è giusto che sia e vi dirò che ho un sorriso leggero sul viso e la scena ben stampata in mente. Quindi grazie di cuore, a tutti. Siete stati tutti speciali e importanti in questo viaggio, nessuno escluso.

Spero di leggere i vostri commenti conclusivi e niente, tornerò con un'altra storia su Liam, non so quando ma tornerò!

Un abbraccio e grazie ancora,

Serena.

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