LOVE DRUNK

di prior_incantatio95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Started ***
Capitolo 2: *** Last night ***
Capitolo 3: *** New Friend ***
Capitolo 4: *** Fire Illusion ***
Capitolo 5: *** High Hopes ***
Capitolo 6: *** The Game ***
Capitolo 7: *** Play ***
Capitolo 8: *** Thank you, but silence ***
Capitolo 9: *** Talk ***
Capitolo 10: *** It's All Your Fault ***
Capitolo 11: *** True ***
Capitolo 12: *** The sea ***
Capitolo 13: *** Afire Love ***



Capitolo 1
*** Started ***


L'estate è finita, e a dire la verità non ne sono ne felice, ne triste. Mi sento bene, o sarebbe meglio dire che mi sento “normale”, sempre se questo può essere classificato come uno stato d'animo. E' buffo come le cose possano cambiare in così pochi anni, quando ero solo una bambina e mi chiedevano cosa volessi fare da grande rispondevo "voglio fare la mamma" era sempre la mia prima risposta; forse se avessi capito il vero senso di quelle parole non le avrei mai dette così apertamente. Ho visto tante mie compagne di classe rimanere incinta e dover affrontare una realtà completamente diversa da quella che ci si era aspettati.
Quando avevo 6 anni ricordo che volevo fare la dottoressa per aiutare le persone che stavano male, ma anche questa idea è stata dirottata nel tempo, fortunatamente, non ho un buon rapporto con ciò che si trova dentro di noi (in tutti i sensi); qualche anno dopo avevo optato per star del cinema, veterinaria, regista, autista degli autobus, pianista, cantante, pompiere, modella, stilista, maestra, infermiera, giornalista, disoccupata/mantenuta (era un'ambizione più che altro), avvocato, fotografa, archeologa, ma a dire la verità nessuna di queste professioni andava bene per una ragazza come me.
Spesso mi avevano detto di avere qualcosa di misterioso, di nascosto, di diverso, forse è per questo che mi sono iscritta alla facoltà di psicologia. So quali sacrifici ho dovuto fare per arrivare fin qui, perciò me la sto godendo mangiando fragole e cioccolato sul terrazzo del mio appartamento con lo stereo a tutto volume.
Ripensare alle superiori mi fa venire i brividi, perciò spero di trovare un ambiente completamente diverso al college, ma prima di guardare troppo oltre.
Vivo la mia vita giorno per giorno facendo anche qualcosa che non dovrei fare.
Carlie: ehi Tay mi porti altre fragole? - urlai
Taylor: alzati e prendile! - urlò di risposta
Carlie: che c'è James non ti da abbastanza spazio per fare un favore alle tue amiche?
Taylor: Carlie muoviti e stai zitta – borbottando mi alzai e presi delle altre fragole che finii troppo presto – a che ora ci vediamo con le altre oggi? - domandò raggiungendomi fuori – oh Carlie hai finito tutte le fragole! - mi rimproverò prima di darmi l'opportunità di rispondere.
Carlie: oh scusa non me ne sono accorta – risi ma lei mi trucidò con lo sguardo – penso che per le 8 vengano qui per cenare e poi si esce – dissi mostrando un sorriso smagliante.
Taylor: allora ti conviene cominciare a prepararti – prima che potessi rispondere disse – non significa che se c'è ancora il sole in cielo sia presto, perciò alza quel bel culetto e comincia a prepararti!
Neanche da piccola mi comandavano così, ma dopotutto per una convivenza civile bisogna farsi scivolare tutto addosso, e per me non c'era alcun problema, anzi quasi mi divertivo a far innervosire la gente per un mio sfizio; mi faceva sentire importante.
Andai a lavarmi e rimasi per troppo tempo a mollo nella doccia, tanto da ricevere un altro rimprovero da Taylor che scattò come un orologio svizzero quando sentì il campanello.
Lei era una tipa precisa e puntuale, mentre io non lo ero affatto, ero sempre in ritardo, credo di aver sempre avuto una strana capacità nel far tardi, infatti anche quando cominciavo a prepararmi ore e ore prima trovavo qualcosa di urgente poco prima di uscire. Definizione di Carlie Sanderson era Caos.
Mentre Taylor fece accomodare le altre ragazze indossai dei pantaloncini e converse nere,  una maglia nera ricamata con una scollatura che non lasciava nulla all'immaginazione.
Lucy: ed ecco a voi la ragazza più famose per i suoi tracagnotti – scoppiammo tutte a ridere a causa del suo stravagante e volgare annuncio.
Rori: a chi ti riferisci? - domandò maliziosa
Lucy: mi dispiace ma sei la seconda per i tracagnotti, la prima e Carlie, guardala! - disse ridendo. Magari mi sarei dovuta offendere, ma come potevo visto che era la verità? Sarebbe stato da stupidi contraddirle.
Carlie: ehi! Io non faccio certe cose – dissi scherzando
Fanny: si certo, noi siamo tutte ragazze serie allora – fece spallucce e si sedette
Lucy: il ragazzo dell'altra sera si è complimentato con me per i servigi di una mia amica – sussurrò a Fanny
Taylor: per non parlare di quello che si è fatta Rori, quel tipo montato che camminava in modo strano – lo imitò e ridemmo nuovamente
Rori: ammetto di non essere stata in me quella sera, non ricordo nemmeno questo che state raccontando se proprio lo volete sapere
Fanny: infatti dovevi essere davvero fuori per fare quello che hai fatto – rise coinvolgendoci tutte.
Carlie: cosa si fa stasera ragazze? - domandai curiosa di sapere cosa avevano intenzione di combinare quella sera.
Lucy: che c'è vuoi annunciare a tutti quello che devi fare o dovi andare per essere sicura di trovare qualcuno che puoi farti?
Carlie: volevo presentarti qualcuno se non ci sono problemi, così la smetterai di parlare sempre di me – le dissi invettiva
Rori: ho visto alcuni volantini di un posto nuovo che avrebbe aperto oggi, potremmo passare e vedere com'è, se ci piace rimaniamo altrimenti andiamo via – ci guardò senza che la rispondemmo – vi va?
Taylor: cosa diceva il volantino?
Rori: non lo ricordo con precisione, ma era una specie di appuntamenti al buio dove cambi persone dopo un po', l'unica differenza da tutti gli altri centri è che non vedi la persona che hai avanti o perlomeno non riuscirai mai a vederla chiaramente perché il locale è illuminato solo da delle candele, ma senti la sua voce e se vuoi puoi toccarlo – concluse maliziosamente la frase.
Cenammo, finimmo di preparaci o meglio finii di prepararmi e uscimmo andando dove aveva suggerito Rori. All'esterno il locale non era niente male, prendemmo prima qualcosa da bere e poi scendemmo per gli incontri al buio. Pensavo positivo e perciò speravo proprio di divertirmi, o l'avrei fatta pagare a Rori. Avevo immaginato qualsiasi cosa nella mia testa, inventato storie, provocato sia verbalmente che fisicamente, avrei modificato il mio accento, avrei fatto qualcosa di diverso dal solito. Prima di prendere posto ci diedero una velina per coprire il volto. Tutto questo mi rendeva così esaltata.
X: salve, sono un uomo – oh ma stiamo scherzando! Che razza di presentazione è mai questa! Mi fai davvero pena se pensi di approcciare così.
Carlie: e io non lo sono – dissi sarcastica
X: certo che non lo sei – rispose ovvio
Carlie: perché sei qui?
X: ne ho bisogno, mia moglie non è più come quella di un tempo, lei – parole sospese
Carlie: non voglio sapere cosa fai con tua moglie
X: e allora perché sei qui?
Carlie: perchè sono giovane e mi piace sperimentare – dissi con fare provocante
X: allora sperimenta con me – disse prendendomi le mani
Carlie: non credo che tu sia adatto per quel tipo di esperimenti – mi avvicinai pericolosamente alle labbra dell'uomo ma senza sfiorarle minimamente. Prima che lui potesse fare qualcosa suonò un campanello che annunciava il cambio
x: salve signorina – aveva una voce strana, era tra lo stridulo e l'odiosa voce di una ragazzina di 10 anni – sono Charlie
Carlie: sei un uomo o una donna?
Charlie: me lo stai chiedendo sul serio? - non ricevette alcuna risposta perciò continuò – non si vede che sono un uomo!?! - disse infastidito
Carlie: perdonami ma la tua voce e il tuo nome mi hanno fatto pensare che tu... - non sapevo cosa dire, quel tipo non mi era nemmeno simpatico. Cominciò a parlare a ruota libera così decisi di raggiungere Rori che era seduta poco lontana da me lasciando il “tipo” da solo. Presi a gattonare finché non raggiunsi il tavolo giusto – ehi – richiamavo la sua attenzione – ehi Rori!
Rori: che c'è?
Carlie: c'è un tipo strano al mio tavolo, non mi va di affrontare i suoi discorsi così pieni di fuga dalla vita, cosa pensa di questo o di quello
Rori: perché non mi lasci parlare con...perdonami ho dimenticato il tuo nome, come hai detto di chiamarti?
X: sono Tom
Carlie: piacere di conoscerti Tom, se vi va posso inserirmi in questa conversazione
Rori: Carlie va via – sussurrò per non farsi sentire da Tom
Carlie: oppure posso tornare al mio tavolo e aspettare di parlare con te quando arriverà il mio turno – dissi ammiccando verso Tom anche se non poteva vedermi.
Tom: ciao Carlie – tornai al mio tavolo e trovai quell'uomo ancora assorto nei suoi pensieri e parlarne allegramente ad alta voce. Fortunatamente il timer segnava ancora un minuto, perciò presi a contare il tempo che rimaneva, quando finalmente si sentì la campana l'uomo si alzò e lasciò il suo posto libero. Qualcuno aveva occupato il posto lasciato libero, e con la stessa voglia di un bradipo domandai chi fosse.
Fanny: ehi Carlie sono io
Carlie: oh grazie al cielo! Come sta andando?
Fanny: da me è appena stato un tipo fantastico che mi ha chiesto se lo avrei raggiunto al Flash dopo, gli ho detto che non ero sola e abbiamo dei posti nel privè
Carlie: tu si che sai come rendermi felice! Ti sembra possibile che abbia parlato solo con un uomo sposato e uno depresso!
Fanny: arriveranno anche da te. Sai bene come renderli più – non finì la frase e sentii allontanarsi lasciando il posto a qualcuno.
X: non chiedermi perché o cosa ci faccio qui. Sono stato costretto, mia moglie non mi lasciava in pace e perciò mi sono imbucato nel primo locale che ho trovato
Carlie: ok fa come vuoi, tanto non sto incontrando nessuno di davvero interessante – cercai di stuzzicarlo per non restare seduta alla sedia senza fare niente.
X: io sono INTERESSANTE, il problema è che mia moglie non si accorge di quanto sia fantastico, pensa che non si accorge nemmeno che la sto tradendo! - oh ma fai davvero?
Carlie: devi avere molta fiducia in te stesso, pensa che sono una ragazza, sono giovane, sono anche bella lo ammetto, ma non ho tutta questa fiducia in me stessa, perché non torni a casa a mostrare a tua moglie quanto tu sia perfetto e fantastico, oh e magari se ti senti in vena gli dici anche che ti sbatti una squillo da quattro soldi. Vedi che ne sarà felice  e ti proporrà di fare una cosa a tre.
X: grazie per la dritta – il suo tono era illuminante. Ma sei stupido o cosa? – è esattamente quello che farò – si alzò e andò via. Dopo un po' suonò un altro campanello
Carlie: oh aspetta! Non mi dire che sei qui perché hai litigato con tua moglie o con la tua fidanzata e perciò senza rendertene conto sei arrivato qui, un posto oscuro, in tutti i sensi, e non vedi l'ora di mostrare a qualcuno quanto tu sia più disagiato o depresso degli altri
X: è un piacere conoscerti, io sono Louis – disse divertito
Carlie: oh finalmente! - sospirai sollevata
Louis: non è andata bene?
Carlie: e lo chiedi anche? - ridemmo entrambi
Louis: sembra proprio di no da come ne parlavi prima
Carlie: ero venuta qui per divertirmi, ma evidentemente non si può
Louis: oh invece si, mi sto divertendo a sentire te – se ci fosse stata più luce lo avrei guardato male – almeno per quanto riguarda me. Come hai detto di chiamarti?
Carlie: non l'ho detto – risposi sghemba
Louis: e non ti va di condividere con me il tuo nome? - ridacchiò appena
Carlie: potrei dirti qualunque nome io voglia e non saprai mai se quello era il mio nome vero o meno
Louis: che cosa stai cercando di fare? Ti ho chiesto solo come ti chiami
Carlie: sono Carlie – credevo non ci fosse più – ci sei?
Louis: oh si stavo cercando di immaginarti, ti chiami Carlie, hai una bella voce sai, e sei anche simpatica, e...
Carlie: come credi che sia? - dissi provocante e avvicinandomi sempre più a lui
Louis: penso che tu sia più bassa di me
Carlie: come faccio a risponderti se non so quanto sei alto – si alzò e venne accanto a me, mi alzai e mi misi difronte a lui
Louis: si avevo ragione io sono più alto di te – tornò a sedere ridendo – hai un buon profumo, credo che tu abbia gli occhi azzurri e i capelli lisci e biondi
Carlie: e la mia pelle?
Louis: che domanda strana – rise e lo stesso feci io – la tua pelle è morbida e pallida
Carlie: credo che tu abbia sbagliato qualcosina
Louis: del tipo?
Carlie: occhi grigi, capelli castani e mossi, la mia pelle non è pallida ma nemmeno olivastra
Louis: forse sei anche meglio di come ti ho immaginata. Come credi che sia io invece?
Carlie: penso che tu sia più alto di me ovviamente – cominciò a ridere trascinandomi dietro la sua risata contagiosa – hai un buon profumo, mani grandi, labbra morbide e rosse, forse non troppo rosse, occhi verdi, capelli lunghi e, non riesco ad inquadrare i tuoi capelli – ci fu una pausa da parte mia che fu interrotta dalla sua rista – perché stai ridendo? - domandai
Louis: non è per te, ma per la tua descrizione – fece una pausa – hai appena fatto il quadro generale di un mio amico, ci mancava che dicessi solo che avevo una voce roca e sexy
Carlie: sarebbe eccitante – dissi con fare provocante
Louis: ci sono tante ragazze che dicono che Harry sia bello e dannato
Carlie: che citazione – ridemmo insieme
X: ehi Louis dobbiamo andare – disse all'amico – mi perdonerai se te lo rubo – disse dalla mia parte –  ma Louis dobbiamo proprio andare
Louis: perché?
X: Jake ha invitato una ragazza e le sue amiche al Flash
Carlie: perdonami ma sono una delle amiche
Louis: oh è fantastico! Tom lei è Carlie
Tom: oh ciao Carlie, sento che qualcosa è migliorato, sono curioso di vederti – ed ecco che ora era lui a provarci con me
Carlie: i tuoi amici sono divertenti
Louis: oh non c'è di che – uscimmo tutti dal locale e ci dividemmo in due gruppi, decisi di andare dove c'erano Tom e Louis, volevo conoscerli, e poi non erano affatto male, con me c'era anche Rori mentre tutti gli altri erano con Taylor, Fanny e quindi anche Jake e Lucy.
Rori: credo che domani mattina farai tardi Carlie
Louis: cosa devi fare? - chiese evidentemente curioso
Carlie: è il mio primo giorno al college
Tom: anche per Louis lo sarà domani. Un giorno sarà uno psicologo!
Rori: oh ma dai! Allora vi rincontrerete domani mattina – disse divertita. Sapevamo entrambe che la regola principale del rimorchio occasionale era non avere più rapporti con quella persona. Non pensate che sia una gran zoccola, perdonate la volgarità ma è esattamente ciò che starete pensando in questo momento, e no, non lo sono.
Louis: aspettami domani mattina prima di entrare, non mi va di restare solo e in disparte
Tom: ma se c'è Harry con te!
Louis: meglio che ci sia anche Carlie – rise, forse ripensando a poco prima
Carlie: beh allora perché non passi a prendermi domani mattina – avrei avuto bisogno di un passaggio o avrei preso la metro
Louis: ottima idea, peccato che non sia io a guidare ma Harry “il grande”!
Tom: perché lo critichi tanto?
Louis: perché lei preferisce già Harry a tutti noi – disse sarcastico
Rori: come fai a dirlo?
Louis: mi ha immaginato alto, con mani grandi, labbra rosse, occhi verdi e aveva detto capelli lunghi ma senza capirne la forma – Tom cominciò a ridere in modo incontrollabile e lo seguì subito dopo Louis.
Carlie: era buio e ho semplicemente immaginato – cercai di difendermi
Tom: oh bell'immaginazione – arrivammo al locale dove trovammo gli altri. A dire la verità non ricordo nulla, blackout totale, se riesco a ricordare di essere entrata è davvero troppo.



RIECCOMI
Dopo molto, moltissimo tempo sono tornata. Se per caso avete già letto questa storia non è perché l'ho copiata da qualcuno, ma semplicemente perchè l'ho eliminata e ripubblicata perché non ero sicura di cosa avevo scritto. Magari potevo solo modificarla ma non avrebbe avuto molto senso, perciò ecco a voi questa nuova storia e sper vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate :D

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Capitolo 2
*** Last night ***


Mi svegliai la mattina dopo completamente intontita, impregnata di sudore e puzza di alcool, con un mal di testa fortissimo. Guardai istintivamente e spaventata la sveglia che segnava la mia fine. Era il primo giorno al college ed ero anche in ritardo. Feci una doccia veloce e andai a vestirmi. La fortuna ha voluto che avessi deciso cosa indossare la sera prima così presi i collant neri, la gonna a vita alta nera e marrone, e una canotta nera. Misi la giacca, presi la borsa e e corsi verso la metro anche se i tacchi che avevo indossato non mi permettevano di correre più veloce di un bradipo che cerca di arrivare al suo albero. Riuscii a prendere la metro per un pelo, e trovai anche un posto a sedere per riprendere un po' di fiato. Mi osservai intorno e notai che il vagone non era pieno, c'era il solito gruppetto di vecchiette accanite a giudicare tutto e tutti, gli uomini d'affare con le loro valigette misteriose, e c'erano alcuni ragazzi che andavano al liceo, oh quasi dimenticavo i vecchietti arrapati dietro alle ragazzine troppo ingenue da farsi toccare. Quando sentii la voce che annunciava la fermata mi venne un colpo, non sapevo dove sarei dovuta scendere. Quanto potevo essere cretina? Non conoscevo la mia fermata!
Carlie: ehm, ehi scusami, sapresti dirmi qual'è la fermata per l'Oxford Academy? - domandai ad un ragazzo seduto affianco a me
X: primo giorno? - mi chiese lui in risposta
Carlie: si vede così tanto? - il ragazzo fece una faccia perplessa e poi scoppiò a ridere
X: sta tranquilla l'ho notato solo io – sussurrò – siamo nella stessa barca, anche per me è il primo giorno, ma io almeno conosco la nostra fermata – rise sottovoce
Carlie: ti va di condividere con me il tuo sapere? - gli sussurrai divertita – io sono Carlie – gli porsi la mano che prese subito stringendola nella sua
X: io sono Niall – ci fu silenzio per una frazione di secondo poi parlò di nuovo – che facoltà hai intenzione di frequentare?
Carlie: psicologia, tu?
Niall: antropologia, ma credo che ci incontreremo a lezione o ci si vede in giro
Carlie: lo spero, dopotutto sono nuova e ho bisogno di avere degli amici – sfoderai un sorriso smagliante e lui fece lo stesso
Niall: comincia a prendere nota degli amici che ti farai solo oggi, ho sempre pensato che per voi ragazze sia più facile stringere rapporti di amicizia con altre persone, avete questa voglia di parlare in continuazione, sembra che non ci sia mai una fine alle vostre chiacchiere – rise a causa della mia finta espressione offesa – trovate qualcosa da dire anche quando non c'è bisogno
Carlie: mi dispiace deluderti ma credo che non sia il mio caso – feci spallucce
Niall: staremo a vedere, dopotutto vuoi diventare psicologa – vedendo che non avevo intenzione di rispondere parlò lui – come mai hai scelto proprio questa facoltà? - chiese curioso
Carlie: ad essere sincera non lo so nemmeno io, ma mi è sempre interessata la mente umana, cosa si nasconde, come si manifesta e roba simile, perciò mi schiero con il pensiero di Freud, penso proprio che avesse ragione su tutto
Niall: proprio tutto? - domandò divertito
Carlie: si credo che le sue teorie siano quelle più giuste e attendibili, ti è mai capitato di osservare un bambino, come si comporta, come gioca, tutto ciò che fa? Sono sicura che sia condizionato dalla libido – mi bloccai non appena lo vidi scuotere il capo e gli feci cenno di dire cosa pensava
Niall: apprezzo il tuo sapere, ma ti prego, ti prego, tra un po' abbiamo entrambi lezione, perciò preferirei cambiare argomento – rise contagiando anche me
Carlie: perché antropologia?
Niall: se te lo dico non ridere
Carlie: te lo prometto – portai una mano al petto e alzai l'altra
Niall: non sapevo assolutamente cosa avrei potuto fare del mio futuro, così ho sorteggiato una facoltà tra le tante che ci sono in questa città e perciò questo è il mio futuro
Carlie: perché non hai cambiato idea? Non eri costretto a seguire il bigliettino
Niall: sai, dopotutto non mi è andata male, credo nel destino, perciò credo che doveva andare così, fare antropologia, incontrare una bella ragazza in metro, e magari diventare anche grandi amici – arrossii fissando i suoi occhi azzurri
Carlie: già perché no – gli sorrisi timida – il destino ha voluto così o semplicemente lo ha voluto – fui interrotta dal telefono che aveva preso a squillare svegliando un gruppo di signore accanto a me – scusa ma devo rispondere – risposi al telefono – pronto?
X: dove cavolo sei? - rideva mentre parlava al telefono
Carlie: come scusa? Chi sei? - e ora chi diavolo era? Avevo quasi dimenticato della scorsa notte, o meglio mi ero dimenticata di dimenticare cosa mi fosse accaduto.
X: come chi sono! Carlie sono Louis – diventai rossa per l'imbarazzo
Carlie: oh scusa Luois, cosa volevi? - oh grazie cervello, almeno di lui ti ricordi!
Louis: dove caspita sei! - rise ancora, perché rideva sempre?
Carlie: perdonami ma non capisco se sei arrabbiato o divertito
Louis: perché non rispondi alla mia domanda? - disse infastidito ma sempre ridendo. Credo che tu non sia un tipo normale Louis, è mattina, hai tutta questa voglia di parlare e hai anche la forza di ridere, davvero dimmi il nome del tuo pusher!
Carlie: sono in metro perché? - subito mi resi conto del mio stesso errore – scusa ho completamente dimenticato che saresti passato a prendermi, mi mancano un paio di fermate – testolina sei davvero simpatica, soprattutto quando ricordi le cose a frammenti, grazie! - sei con qualcuno?
Louis: oh ma guardala, già domanda di te Harry – si sentì l'amico infastidito, ma istintivamente diventai rossa come un peperone – stiamo arrivando, se ti va aspettaci
Carlie: ehm ok – mi si era impacciata la lingua, non sapevo più cosa dire – ciao – e riagganciai maldestra
Niall: fidanzato?
Carlie: oh no, non ho un fidanzato – dissi prontamente
Niall: non lo avrei mai detto
Carlie: era solo un amico o qualcosa di meno, lo conosco appena, sembra che conosca più te di lui, mi sento a mio agio come se potessi raccontati qualunque cosa – era arrossito lievemente
Niall: dobbiamo scendere – disse impacciato – quindi ti ispiro fiducia? - domandò mentre uscivamo dalla metro
Carlie: si – sorrisi e annuii in un modo che non conoscevo – mi trasmetti tranquillità, non mi era mai capitato
Niall: ne sono felice, ma devo darti una brutta notizia – oh no, cosa doveva dire ora?
Carlie: sei fidanzato? - domandai d'impulso senza dare spazio a lui e ai miei pensieri
Niall: cosa hai detto? - cominciò a ridere per sdrammatizzare, mentre ero imbarazzata e non sapevo come uscire da quella situazione – non sono fidanzato, se vuoi saperlo, ma la brutta notizia è che siamo arrivati
Carlie: e la chiami brutta? - riferendomi ad entrambe le cose che aveva detto, cominciai ad osservare il college, le persone che passeggiavano disinteressate senza dare troppo spazio alle meravigliose costruzioni che li circondavano
Niall: non devi avvisare il tuo amico?
Carlie: se ti sei già stufato di me lo chiamo immediatamente – dissi scherzando prendendo il telefono – ehi Lou sono appena arrivata – cercai di essere il più solare possibile
X: ehm, ora ti passo Louis – rimasi imbarazzata per paura di aver sbagliato numero, controllai lo schermo del telefono ma era tutto giusto
Louis: ehi Carlie aspettami lì dove sei ora, sono in macchina e ti vedo, non muoverti – salutai Louis e riagganciai il telefono
Niall: forse questo tipo ci tiene alla tua amicizia – non sapevo cosa rispondere – forse è vero che non sei come le altre
Carlie: in che senso? - domandai curiosa
Niall: non sei una che straparla per tappare i momenti imbarazzanti di silenzio
Carlie: già – annuii – ehi rimani con me?
Niall: non sono mica andato via – rise leggermente
Carlie: no dico sul serio, se per te non è un problema ovviamente, non lasciarmi sola – gli dissi come se avessi paura di incontrare Louis e il suo amico
Niall: non avrai mica paura di quel tipo strano che sta correndo da qua? - cominciò a ridere talmente forte da far liberare la mia “paura” ridendo insieme a lui – non puoi avere paura di Louis . Affermò divertito
Carlie: lo conosci? - gli chiesi sbalordita
Louis: come fai a conoscere Niall? – domandò non appena arrivò
Niall: ci siamo incontrati sulla metro – venne vicino e sussurrò qualcosa all'orecchio – non preoccuparti per lui, è un tipo ok – ero imbarazzata, davvero tanto, mi sentivo come un pesce fuor d'acqua, mi sarebbe piaciuto uscire da quella conversazione all'istante – ti sei dimenticato un pezzo?
Louis: oh no lui sta parcheggiando l'auto, ma non ci spererei troppo, è lento, dannatamente lento e gli si attaccherà qualcuno addosso come al solito, lo conosci, sai com'è fatto, spero che lei – e indicò me – non si comporti come tutte le altre – accennai ad un sorriso ma rimanendo sempre in silenzio
Niall: perché non siete passati a prendermi?
Louis: e lo domandi anche? Non avresti conosciuto la nostra amica altrimenti, stranamente taciturna oggi, cosa le hai fatto? - chiese divertito e risero entrambi mentre io mi limitavo a  sorridere timidamente non sapendo cosa dire e avendo una voglia matta di mettere fine a quella conversazione
Niall: lei non parla molto – disse indicandomi
Louis: ieri sera straparlava invece – rise guardando verso di me
Carlie: non so cosa ho fatto ieri sera, non ricordo assolutamente nulla, potresti illuminarmi su cosa ho fatto? - gli chiesi sottovoce imbarazzata
Louis: hai ballato, hai bevuto, hai baciato un po' di gente, ma c'è stato un ragazzo che era lì con la sua fidanzata – ricordando cominciò a ridere – diciamo che lui ha più che apprezzato ciò che gli proponevi, ma lei è andata su tutte le furie, avrebbe scatenato una rissa tra ragazze, ma la sicurezza l'ha buttata fuori – disse tra le risate
Carlie: come sono tornata a casa? Mi sono ritrovata nel mio letto ma la mia testa è un buco nero
Louis: ti ha riaccompagnata Harry
Carlie: Harry chi? - oh e ora chi era questo tipo? Non ricordo nemmeno di averlo incontrato ieri sera. Non era con noi, di questo ne sono sicura, almeno fino a quando non siamo arrivati al locale
Niall: quanto hai bevuto ieri sera? - chiese divertito
Louis: non ti ricordi nulla? Nemmeno di lui? - domandò indicando il ragazzo che si avvicinava lentamente
Carlie: no – risposi perplessa – cosa ho fatto? Non è successo niente vero? - volevo davvero che mi rispondesse di no. Quando bevo un po' di più divento un'altra persona, faccio cose che non farei mai da sobria.
Harry: non abbiamo fatto niente, piacere Harry – porse la mano con tono annoiato, la presi e mi presentai a mia volta – ehi Niall che ci fai qui? - chiese al ragazzo biondo al mio fianco
Niall: ho protetto una giovane donzella e l'ho portata al suo castello – disse divertito
Carlie: ti avevo solo chiesto informazioni – scherzai
Louis: che ne pensate se andiamo tutti a lezione? - domandò sarcastico. Salutammo Niall e andammo nell'aula o meglio, a me sembrava molto simile agli anfiteatri romani, le sedute erano un semicerchio che circondavano le immense lavagne a muro e una minuscola cattedra rispetto all'intero ambiente. Andammo a sederci insieme alle altre matricole e dopo andammo in segreteria per registrarci.
X: Tomlinson? - annunciò a gran voce
Louis: è il mio turno, non parlate troppo voi due – ero stata zitta tutto il tempo da quando Niall ci aveva lasciato, mi sentivo come un estraneo, e infatti lo ero, però c'era qualcosa che non andava in quel momento.
Harry: quindi non ti ricordi nulla di ieri sera? - chiese facendo spostare la mia attenzione dal pavimento ai suoi occhi, e che occhi ragazzi, neanche ve lo sto a raccontare.
Carlie: no, nulla, hai qualcosa da dirmi? - speravo che mi raccontasse qualcosa
Harry: no – rispose prontamente
Carlie: come ho fatto a tornare a casa? - dai illuminami ragazzo dagli occhi incantevoli. Non ho preso lezioni da Goku, perciò non sono capaci di teletrasportarmi.
Harry: ti ho riaccompagnata io – sospirò annoiato e beffardo - ma ovviamente non ti ricordi – sorrise falsamente verso di me. Che problemi ha questo tipo?
Louis: oh allora non ti hanno mangiato la lingua – disse divertito
X: Styles? - si alzò e andò verso la voce
Carlie: c'è qualcosa che dovrei sapere di ieri sera che non mi avete ancora detto? - gli sorrisi in modo che il mio sguardo potesse trasmettergli tranquillità e inquietudine così magari qualcuno mi avrebbe risposto e smesso di prendermi in giro.
Louis: lui ti ha detto qualcosa? - oh Louis ti conviene rispondere
Carlie: no, è proprio questo che voglio sapere, se è successo qualcosa con lui o con qualcun altro vorrei saperlo – continuai a sorridergli in quello strano modo
Louis: ti ho già raccontato le tue avventure da ubriaca, ma non so cosa è successo dopo quando ti sei infilata nella sua auto – annuii minaccioso
Carlie: perché mi sarei dovuta infilare nella sua auto?
Louis: ieri mi hai sussurrato più volte che ti sarebbe piaciuto andare a letto con lui – BRAVA CARLIE! Tu si che sei una forte!
Carlie: cosa? - quasi urlai – perché avrei dovuto dire una cosa del genere?
Louis: forse perché è ciò che pensi o pensavi – disse divertito
Carlie: ma non ho voglia di fare niente con lui
X: Sanderson? - mi alzai e andai a sentire cosa la donna aveva da dire – queste sono le chiavi della sua camera – disse infine porgendomi due chiavi unite da un gancio
Carlie: ho una camera? - domandai curiosa
X: la sua retta prevede anche una camera da dividere con altre due persone – sorrise falsamente non vedendo l'ora di uscire da quel posto
Carlie: ma nel modulo non c'era scritto nulla di tutto ciò – forse si erano sbagliati
X: signorina non so cosa diceva qualunque modulo lei abbia letto, ma so solo che Carlie Sanderson ha una camera da condividere con altre due persone – disse scocciata
Carlie: mi scusi, si può sapere chi sono le altre persone? - cercai di essere il più cordiale possibile anche se avevo una voglia irrefrenabile di sbattere ripetutamente la sua testa contro il vetro che ci divideva, e mentre pensavo a tutto ciò le sorrisi cordialmente
X: non posso, perciò se vuole farmi il favore vada via e faccia passare le altre persone, mi sorrise - grazie
Carlie: vada a fare in culo – annunciai sorridendole prendendo le mie cose e uscendo dalla sala senza raggiungere i ragazzi. Sentii una risata dietro di me e mi girai impulsivamente – cos'hai da ridere?
Louis: oh niente, sei solo tu e il tuo strano comportamento
Harry: cosa ti ha detto da infastidirti così tanto? - la sua risata mi stava infastidendo
Carlie:  non sono cose che ti riguardano, così come non volete dirmi cosa è successo ieri sera. Se ho fatto qualcosa di sbagliato ho il diritto di sapere! - gli urlai contro arrabbiato come non mai
Harry: vuoi davvero sapere cosa hai fatto ieri? - mi fissò serio e divertito allo stesso tempo
Louis: no Harry – disse cercando di fermare l'amico
Carlie: certo che voglio saperlo – dissi esasperata
Harry: hai passato tutta la notte con me e abbiamo fatto sesso – ed ecco la verità che ti colpisce in faccia come se avessi davanti un pugile pronto a stenderti
Carlie: e ti sei approfittato di una ragazza ubriaca? - gli urlai contro attirando l'attenzione di tutti
Harry: non fare la santarellina! - disse esasperato – mi hai praticamente implorato di stare con te!
Carlie: fottiti Styles! - urlai e me ne andai
Harry: lo farò – mi urlò dietro e di risposta alzai il mio prezioso dito medio. Non so in che modo o come ma tornai a casa con la metro. Non avevo incontrato Niall, ma forse era meglio così. Taylor mi domandò come fosse andata ma preferii chiudermi nella mia camera senza parlare con nessuno, almeno finché la rabbia non fosse sbollita.
Carlie: dove sei stata ieri sera? - cercai di essere calma
Taylor: cosa vuoi sapere precisamente? - lei era così, non le piaceva girare intorno all'argomento, voleva sempre arrivare dritta al punto
Carlie: sai cosa ho fatto ieri sera? Ero ubriaca e non ricordo niente, vorrei che qualcuno mi dicesse la verità – ne ero sicura
Taylor: posso raccontartela io, ma non devi cominciare ad urlare o fare una di quelle cose strane che fai solitamente, anche perché io non centro assolutamente nulla con tutta questa storia – annuii permettendole di parlare senza problemi – qual è il tuo ultimo ricordo?
Carlie: non ho ricordi, la mia mente ha mantenuto solo l'immagine di quando siamo entrate nel locale
Taylor: oh mio dio Carlie! Quanto cavolo hai bevuto? - la guardai male e poi riprese – hai cominciato a bere qualcosa, andavi in giro a baciare la gente
Carlie: mi hanno già raccontato questa parte della storia, mi manca ciò che è successo dopo
Taylor: dopo è arrivato un amico di Louis, lo guardavi come una troia, perdonami ma sembravi proprio una di quelle che ne hanno “bisogno”, te lo dico da amica, quando lui doveva andare via ti sei offerta di andare con lui e quando sono tornata dalla tua camera provenivano strani – divenne rossa in un lampo – gemiti – balbettò – sono rimasta sul divano per vedere con chi ti fossi intrattenuta e quel tipo con cui te n'eri andata era appena uscito dalla tua stanza
Carlie: ti faccio prima una domanda imbarazzante – dissi ridendo – perché eri sul divano a sentirmi fare sesso? - lei mi guardò accigliata
Taylor: perché ti avrei sentita anche dalla mia camera – disse prontamente, il che mi fece ridere
Carlie: perché non mi hai detto che avevo fatto sesso con quel tipo?
Taylor: quando dovevo dirtelo? E poi perché te la sei presa tanto? Non è la prima volta che vai a letto con uno sconosciuto
Carlie: perché IL TIPO viene con me al college – dissi con enfasi
Taylor: oh wow  - rimase senza parole. Brutto segno, lei non era mai senza parole, aveva sempre qualcosa da dire, che questa fosse una cosa buona o cattiva, ma aveva sempre una parola per tutto e tutti.



SALVE A TUTTI!
sono appena tornata a casa e ho rivisto un po' il capitolo, che ve ne pare?
Vi chiedo solo un favore, piccolissimo, vi prego fatemi sentire cosa ne pensate o mandatemi un messaggio privato se non vi va di farvi vedere da altri utenti. Vorrei semplicemente cosa pensate, anche se non vi piace scrivetemelo per favore e cercherò di cambiare per voi :*
Spero che la prossima volta sarete più numerosi.

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Capitolo 3
*** New Friend ***


La mattina dopo mi svegliai nell'appartamento che condividevo con Taylor, ma era come se non fossi più a casa mia, tutto ciò che allestiva le pareti della camera, il pavimento  con i suoi tappeto, i quadri alle pareti, i vestiti sistemati confusamente sulla sedia, quei piccoli particolari che la rendevano mia, erano stati accuratamente piegati e riposti nelle valige accanto alla porta.
Il mio risveglio quel giorno non era stato dei più allegri. Finito di fare colazione andai al campus insieme a Taylor, che mi accompagnò nella mia nuova stanza. Posammo tutto alla rinfusa e uscimmo da quella stanza troppo bianca e spenta non vedendo l'ora di fare un giro intorno al campus.
Carlie: perché oggi non rimani qui con me? Non ci sono lezioni e tutti si dedicano allo svago, vanno in piscina o fanno qualcos'altro – le dissi ammiccando – so che hai ancora voglia di prendere il sole – cercai di convincerla in ogni modo possibile, non avevo amici oltre a quei tipi strani, e almeno per ora non mi andava di vederli, perciò dovevo convincerla a rimanere – perciò ti prego resta qui con me! - la supplicai
Taylor: ok, ormai a casa sono sola e non saprei cosa fare – fece spallucce. Wow, è stato fin troppo semplice.
Carlie: iscriviti qui e staremo insieme – dissi imitando il tono dei promoter, ma sapevo che lei e lo studio non andavo molto d'accordo, già diplomarsi era stata un'ardua impresa, ma continuare sarebbe stato davvero troppo, non avrebbe retto al colpo.
Tornammo in camera mia per sistemare le mie cose e cambiarmi. Le pareti vuote intristivano la stanza, solo il letto più vicino alla finestra era libero, così poggiai tutte le mie cose e con l'aiuto di Taylor in meno di un paio di ore i miei vestiti erano sistemati negli spazi liberi e riuscii a mettere qualcosa di mio come poster,  foto, acchiappa-sogni e teli con stampe etniche. Una parte di me si sentiva a casa ora. Indossai dei pantaloncini di jeans fiorati, una camicia bianca e delle converse bianche.
Taylor: dove mi porti? - domandò solare
Carlie: dove vuole lei signorina – risposi divertita
Taylor: se vuole sopravvivere qui penso che sia necessario che tu conosca questo posto - disse divertita
Carlie: mi vuole fare da guida? Non ho molta dimestichezza con il posto, e da come ne ha parlato forse lei può illustrarmi questo fantastico posto
Taylor: oh ma certo, sono a sua completa disposizione – fece un inchino teatrale
Carlie: la ringrazio di cuore, mi sentirei persa senza di lei – uscimmo dalla camera ridendo per quanto eravamo state ridicole. Cominciammo a camminare senza dare troppa importanza a dove o come eravamo arrivate fin li. Certo, ora da persone intelligenti avremmo dovuto chiedere aiuto a qualcuno, e in giro non c'era nessuno eccetto noi, due cretine in mezzo al nulla, complimenti.
Taylor: come credi ti tornare ora? - chiese preoccupata provocandomi una risata fregorosa
Carlie: sei tu quella con il senso di orientamento – feci spallucce non sapendo  cosa fare sorridendole, anche se sapevo che questo la innervosiva
Taylor: era tuo compito guardare e ricordare la strada, sei tu quella che deve vivere in questo posto – cominciammo a ridere per la disperazione, per esserci perse e per essere due idiote. Girammo i tacchi e cominciammo a percorrere quel tratto di strada che credevamo di ricordare, ma non portò ad alcun miglioramento. Riprendemmo a camminare senza una meta, magari così come eravamo arrivate saremmo riuscite ad andarcene – Carlie comincio ad avere fame – disse preoccupata ma sempre sorridente – e tu sai cosa succede quando ho fame, perciò ti conviene starmi lontana quando il momento sarà arrivato, non vorrai sacrificarti per me?
Carlie: allora aiutami a trovare una via d'uscita! Da che lato credi che dovremmo andare?
Taylor: ma sei stupida o mi prendi semplicemente in giro? - non la risposi o le avrei riso in faccia – ovvio che non lo so, altrimenti non credi che te lo avrei già detto! Non hai conosciuto nessuno che potrebbe venire a prenderci? - domandò retorica e compiaciuta
Carlie: no, nessuno – affermai con decisione ricevendo come risposta un suo silenzio assordante – non chiamerò nessuno di loro, puoi scordartelo!
Taylor: perché no? Ci siamo perse e non sappiamo come tornare – mi guardava con il suo sguardo minaccioso
Carlie: ok – acconsentii alla sua richiesta – ma ci parli tu – e gli porsi il telefono
Taylor: sei un tesoro – e mi sorrise raggiante mentre mi limitai a sbuffare essendo la causa della sua inaspettata vivacità ritrovata.
Rimasi in attesa che Taylor avesse una risposta da Louis che, ovviamente, non rispose subito. Lei era felice come una pasqua, chiariamo, non per Louis o qualche suo amico, lei aveva James, ma era felice perché avrebbe messo qualcosa nello stomaco al più presto. Anche se James non mi piaceva e non mi piace ancora oggi, lei non lo avrebbe mai tradito per uno qualunque, ma non direi lo stesso di lui.
Taylor: ehi Louis – ci fu una breve pausa – no, non sono Carlie, sono Taylor, una sua amica – altra pausa – si sono con lei – cominciò a ridere come una cretina e mi ammonì con lo sguardo non appena feci una smorfia – abbiamo un problema, abbiamo camminato per un po' e non sappiamo come tornare, e non sappiamo nemmeno dove siamo ora – una domanda arrivò dall'altro lato – cosa vedo? - ci pensò su, e lo feci anche io. Io vedo, vedo una cretina che sorride con l'aria sognante guardando il vuoto e immaginando chissà cosa mangiare tra pochi minuti, oh stavo dimenticando che si è persa nel nulla con una cretina al suo fianco che potrebbe essere il suo unico pasto della giornata prima di trovare un'altra preda – vedo tanto verde e una stradina ma non si vede dove porta, dall'altro lato c'è una torre e Carlie imbronciata che mi volta le spalle – fu la semplice risposta di Taylor
Carlie: che problema hai? – domandai annoiata e scettica sussurrando
Taylor: Ok, quindi andiamo verso la torre – pausa – oh grazie Louis, ci vediamo tra non molto – riagganciò e mi passò il telefono con un sorriso che le illuminava il volto – perché non volevi chiamarlo? E' così simpatico – andammo verso la torre
Carlie: cosa ti  ha detto?
Taylor: mi ha detto che si farà trovare sotto la torre e che ha un programma per noi – continuò a sorridere e avevo voglia di farla smettere di sorridere in quel modo
Carlie: oh già immagino, io, tu, lui e il suo grande amico – dissi sarcastica provocandole una risata sonora
Taylor: mi hai chiesto tu di venire qui e stare un po' con te, perciò riprendi il tuo sorriso, stampatelo in faccia anche se non ti va, e smettila di prendertela per ogni cosa con me ok? - questa era una delle peggiori minacce che avessi ricevuto, semplicemente perché lo aveva detto sorridendo, e questo era davvero preoccupante, perciò mi limitai ad annuire e fare ciò che mi aveva appena chiesto di fare.
Carlie: è solo che quel tipo non mi piace – le dissi con il sorriso
Taylor: non si direbbe dai versi che facevi l'altra notte – rispose sogghignando
Carlie: Taylor – l'ammonii – e poi ero ubriaca – mi sistemai la camicia e allungai il passo fingendomi offesa
Taylor: oh ma dai, quante scuse! - mi raggiunse ridendo – ammetti che ti è piaciuto e finiamola qui, evidentemente il tipo ci sa fare
Carlie: te l'ho detto, ero ubriaca – continuai a fingermi offesa
Taylor: spero che un giorno ricordi il magnifico sesso che hai fatto quella notte, o almeno da fuori sembrava magnifico - continuò a ridere e anche se ero offesa mi unii a lei
Carlie: potresti chiederlo a lui se è stato avvero così fantastico, si ricorda tutto – risposi sarcastica – fin nei minimi dettagli
Taylor: non mi va di sapere precisamente cosa hai fatto con quel tipo belloccio l'altra sera
Carlie: oh ora è passato da “quel tipo” al “belloccio” della situazione? - le chiesi ridendo
Taylor: e poi come ti sentiresti se gli chiedessi nei particolari cosa hai fatto con lui? - disse ridendo pensando chissà a cosa. Dai Taylor, smettila. Hai una tua dignità, e non devi sprecarla per un tipo del genere.
Carlie: imbarazzata, decisamente, e tu come ti sentiresti se James mi raccontasse tutto quello che fate a letto? - le chiesi sarcastica
Taylor: noi non adiamo a letto! - disse disgustata
Carlie: non vantartene, non è una cosa bella da raccontare in giro alla tua età – la presi un po' in giro
Taylor: EHI! - si lamentò per le mie parole
Carlie: e poi mi dispiace per te, non sai cosa ti perdi – magari io non ricordo l'ultima volta che l'ho fatto, ma tesoro, ricordo tutte le altre volte, bene o male, e fidati è un'esperienza da fare assolutamente
Taylor: guardati, non sei affatto a disagio o  imbarazzata per cosa hai fatto, con uno sconosciuto, ci sei andata a letto – sospirò e riprese a parlare - è una cosa intima, eppure parli dell'argomento con una certa tranquillità e disinteresse da lasciare a bocca aperta
Carlie: forse perché ne sto parlando con te, non sarebbe la stessa cosa se qui ci fosse qualcun altro. Credi che davvero che sia cosi superficiale? - la cosa stava diventando seria. Uffa, non ho nessuna voglia di discutere, ne ora, ne con lei, ne per lui.
Taylor: se fossi sola con lui cosa pensi che faresti? - non poteva rispondermi con un'altra domanda! Questo è scorretto! Cosa ci avrei fatto? Probabilmente mi sarei fatta raccontare cosa e come era successo tutto, poi lo avrei ricoperto di insulti, e poi gli avrei chiesto perché era venuto a letto con me. Non crediate che sia sempre così  superficiale! Se ho deciso di essere così ci sarà un motivo, e lei lo conosceva anche troppo bene
Carlie: niente – feci spallucce ma i suoi occhi mi domandavano sincerità
Taylor: perché non mi dici la verità? - mi limitai a scuotere il capo – quindi non significa niente per te?
Carlie: no, non ricordo nemmeno niente e poi no, non mi interessa – o almeno per ora è così, è inutile negare che sia davvero bello, e che una piccola parte di me non sia tentata di andare ancora una volta a letto con lui, magari potendo ricordare, almeno questa volta, così un giorno potrò ricordare di tutti gli sbagli che ho fatto, e lui sarà sicuramente uno sbaglio, e capire di non doverci più cascare.
Taylor: perché non vai a letto con le persone che davvero ti piacciono? - chissà da quanto tempo aveva intenzione di farmi questa domanda
Carlie: perché non c'è nessuno che mi piace – lo so, risposta sbagliata, dovrei aspettare e non andare con il primo che capita, ma sinceramente non mi va di aspettare qualcuno che magari non arriverà mai, perché qualcuno dovrebbe aspettare me? Non lo hanno mai fatto e mai accadrà, perciò mi prendo la prima cosa che penso di volere
Taylor: trovi giusto andare a letto con altre persone per “divertimento”?
Carlie: non ci trovo nulla di male, non tradisco nessuno, e se davvero ci fosse qualcuno che tiene a me farebbe di tutto per non farmi andare a letto con persone che nemmeno conosco e che ti scaricano la mattina dopo, non trovi? - le dissi quasi urlando, questo argomento non mi piaceva affatto, e mi innervosiva sempre più – dico solo che se ci fosse stato anche solo, una sola persona che fosse stata davvero interessata a me, credo che non sarebbe fuggito la mattina dopo in punta di piedi come un ladro
Taylor: allora perché non trovi una persona che ti voglia stare accanto?
Carlie: perché non ci riesco, sai cosa è successo l'ultima volta, e non mi va che si ripeta
Taylor: ci sono tantissimi ragazzi che se solo tu glielo permettessi farebbero a gara per conquistarti, si catapulterebbero qui se solo glielo chiedessi!
Carlie: magari un giorno lo troverò, e se anche uno solo di loro si comporterà in questo modo saprò che ci tiene davvero a me, e non sarò stata per lui solo una futile sveltina, va meglio così? - le chiesi cercando di mettere un punto a quella discussione
Taylor: e se quel “giorno” lui non ci sarà?
Carlie: evidentemente non era lui – feci spallucce esasperata – ora possiamo smetterla, per favore?
Taylor: oppure non hai preso il treno e sei arrivata troppo tardi – si osservò intorno e sorridente esclamò – siamo arrivate
Carlie: si che bello – finsi entusiasmo e lei mi ammonì
Louis: ciao ragazze – salutò entrambe. Ho due opzioni, o era appostato dietro un cespuglio e ci stava spiando, oppure si era teletrasportato non appena eravamo arrivate nell'area ella torre! Vai Goku, io confido in te! Un giorno ti troverò e mi insegnerai alcune tecniche di spostamento!
Taylor: ciao, tu devi essere il tipo che era a letto con Carlie la scorsa notte – domandò retorica. Ora si che ero imbarazzata. Avrei potuto fare uno squillo a Brontolo e chiedergli se potevano nascondermi come aveva fatto Biancaneve!
Harry: tu eri li? - domandò evidentemente imbarazzato
Taylor: purtroppo si, voi si che ci date dentro – lei si che sa come peggiorare la situazione
Carlie: ero ubriaca – mi giustificai sussurrando imbarazzata. Giuro che ti uccido quando siamo sole!
Louis: come avete fatto a perdervi? - chiese ridendo, dopodiché ci mostrò alcuni posti che dovevamo o meglio dovevo conoscere se volevo davvero frequentare il collage. Parlarono tutti tanto, risposi solo alle poche domande che mi rivolgevano, ma non avendo alcuna voglia di parlare, completavo le mie frasi in pochi secondi riportando l'attenzione su di loro ancora una volta. Harry ci lasciò, e non potei esserne più felice.
Taylor: ho una gran fame – annunciò in gran trionfo
Carlie: perché non ci accompagni a mangiare qualcosa?
Louis: oh ma allora parli – enfatizzò
Carlie: si all'occorrenza, e siccome ho fame devo parlare per soddisfare un mio bisogno
Taylor: hai tanti bisogni da soddisfare – disse con malizia allontanandosi
Carlie: ti ho sentita! - le urlai dietro
Taylor: non ho ragione? - urlò divertita
Carlie: no – risposi secca senza farmi sentire
Louis: per gli altri bisogni sai chi chiamare
Carlie: potreste smetterla? Harry non mi piace, solo perché è successo quello che è successo non significa che si ripeterà! -ora basta! Mi avete davvero scocciato. Mi state rimproverando per cosa? Per aver fatto del sano sesso con qualcuno? Vengo giudicata da una persona che “non fa sesso” con il proprio ragazzo e da una persona che ha provato a fare ciò in cui è riuscito qualcun altro. Mi dispiace tesoro ma il tuo amico me lo ha appoggiato e tu no. Perciò pensate alle vostre viste che io penso alla mia. Capisco di parlarne quando capita, ma non è possibile che ci stiate a pensare ogni giorno. Metteteci una pietra sopra e pace. E perdonate i miei pensieri volgari e sboccati.
Louis: io non mi riferivo a lui, ma sai una cosa? - poggiò il braccio sulla mia spalla – dicono tutte che sia davvero bravo, tu cosa ne pensi?
Carlie: non ricordo niente, non so come sia a letto, ma se vuoi saperlo – finsi un sorriso, magari mi avrebbero lasciato in pace una volta per tutte – perché non ci andate voi a letto con lui e poi mi dite com'è?
Louis: lui dice che anche tu sei brava – oh ti ringrazio! Non dovevi lusingarmi in questo modo!
Carlie: oh ma grazie, non ho mai sentito parole così dolci provenire da un ragazzo – scherzai sarcastica
Prendemmo qualcosa da mangiare e trovammo subito posto sul prato, dove ognuno era preso nelle proprie faccende. Speravo solo che avessero capito di non parlarne più per oggi.
X: ehi Lou – lo salutò distrattamente un ragazzo
Louis: ehi – ricambiò con un movimento del capo – Liam vieni qui – lo chiamò e ci raggiunse. Era bello, era di una bellezza stupefacente, non il classico tipo belloccio che se la tira in una maniera assurda, ma di una bellezza semplice, lo si poteva tranquillamente scambiare con il classico ragazzo della porta accanto, semplice, dall'aria simpatica, alla mano, ma che allo stesso momento ti impediva di distogliere lo sguardo. Cominciai a sorridere come un'idiota, fissandolo imbambolata e mi sentivo il rossore arrivare alle guance – dove stavi andando? - gli domandò curioso
Liam: facevo un giro, e tu che fai? Vedo che sei in compagnia - sorrise
Louis: oh si loro sono Taylor e Carlie – ci salutò con un sorriso smagliante – perché non rimani con noi – lo invitò a restare e senza farselo ripetere due volte si sedette con noi. Oh io posso fissarti tutto il tempo che vuoi, per me non ci sono problemi, sei bellissimo.
Liam: dove vi ha trovate Lou? - domandò verso di noi
Taylor: ci siamo incontrati alcuni giorni fa e parlando ha scoperto che Carlie avrebbe frequentato la sua stessa facoltà – si precipitò a rispondere
Liam: tu non studi qui?
Taylor: no io non studio, né qui, né da qualunque altra parte – disse ridendo
Liam: perché? - cavolo era proprio bello, non riuscivo a non fissarlo, non lo stavo nemmeno ascoltando, ero troppo impegnata ad osservare ogni suo minimo particolare. Una domanda ed ero fottuta. Cosa gli avrei dovuto rispondere in quel caso?
Taylor: diciamo che non mi piace studiare, ma c'è Carlie, lei ci da dentro – Louis tossì e lei sorrise – nello studio – si precipitò a continuare
Liam: quindi sei tu la nostra compagna di corso? - oh no, stava parlando con me, cosa dovevo fare? Annuire e poterlo continuare a fissare o parlargli?
Carlie: si – annuii come una cretina
Louis: devi sapere che Carlie è una ragazza molto timida – Taylor scoppiò a ridere e subito dopo la seguì a ruota libera anche Louis che contagiò anche Liam, ma che accennò a un sorriso divertito. Restammo sul prato per un po' anche per conoscere Liam che si presentò ancora meglio di come lo avevo immaginato. Lui si che mi piaceva. Grazie Taylor! Ora avevo trovato qualcuno con cui impegnarmi! E in più era bello! Ah! Sono più fortunata di te, io posso avere un fidanzato figo! Alla faccia tua James!
Liam: vi andrebbe di andare in piscina? - Louis acconsentì subito, Taylor mi fissava perché voleva che accettasi per entrambe così continuai ad annuire e continuare ad essere una cretina patentata. Chissà cosa pensava di me.
La piscina del campus era enorme e c'erano tantissimi ragazzi, le ragazze non mi interessavano in quel momento, non in quel senso, non fraintendetemi, ma non ne conoscevo nessuna e anche se avrei avuto bisogno di avere un'amica questo non era il momento migliore, almeno per ora c'era Taylor con me. Musica ad alto volume, il bar serviva alcolici, la gente giocava in acqua o pomiciava sia fuori che dentro l'acqua, probabilmente qualcuno si era spinto oltre nell'idromassaggio. Ci accomodammo su alcune sdraio libere e andammo a cambiarci nelle cabine retrostanti.
Taylor: vedo che ti sei ripresa – quasi urlò dalla cabina per farsi sentire
Carlie: si vede così tanto? - chiesi in una risata
Taylor: a cosa si deve tutta questa allegria? - domandò maliziosa
Carlie: al bancone che serve alcolici poco lontano dalle nostre sdraio ovviamente – ammiccai nella sua direzione
Taylor: si certo, è solo grazie all'alcool – uscì poco dopo dalla cabina mostrando il suo fisico perfetto in un   piccolo pezzo di stoffa colorato – come ti sembro? - domandò nel suo bichini fiorato
Carlie: smettila e mangia qualcosa – dissi esasperata
Taylor: detto da te si che è un incoraggiamento – mi ammonì
Carlie: sei troppo magra – il mio tono sembrò sforzato mentre cercavo di allacciare la fascia verde che mi copriva il seno
Taylor: non ascolterò il tuo consiglio quando tu ne hai bisogno più di me, potresti spezzarti da un momento all'altro – uscii trionfante dalla cabina per essere riuscita in poco tempo ad allacciare il costume – ecco appunto – affermò sconsolata quando mi vide ma sempre sorridente
Carlie: ti lamenti tanto per niente – mi voltai con un sorriso enorme – ti va di bere?
Taylor: l'ultima volta che hai bevuto non ti è bastato?
Carlie: oggi è un altro giorno, che ne sai se questa volta sarai tu ad assomigliare ad un vagabondo ubriaco fradicio e chiedere qualcosa in giro? - feci spallucce sperando che accettasse, o sarei andata a prendere da bere da sola
Taylor: sappiamo che sarai ancora tu il vagabondo ubriaco – mi fissò con lo sguardo truce
Carlie: cosa ti costa? E' solo un drink – l'afferrai e la trascinai con me al bancone
Taylor: non è una buona idea  - urlò vicino al mio orecchio perché la folla sovrastava le nostre voci
Carlie: te lo prometto, uno solo – le mostrai un solo dito
X: cosa le preparo? - dall'altro lato del bancone un giovane, alto, bello, sorriso da far mancare il fiato, tatuato, ogni cosa al posto giusto, proprio come piace a me, cominciai a sorridergli maliziosa
Carlie: fai tu – urlai ma la musica era troppo alta e il ragazzo mi chiese di ripetere, più volte finché non mi trovai a poca distanza dal suo volto, aveva un ottimo profumo. Se non fosse stato per Taylor sarei rimasta li a flirtare con lui.
Andammo a stenderci sui lettini sorseggiando i drink.
Taylor: quasi mi viene voglia di continuare a studiare – una risata fragorosa scatenò entrambe. Prendemmo a parlare di qualunque cosa ci passasse per la testa finché non arrivò Liam in costume e i miei occhi si posarono sul suo fisico. E' inutile che vi ripeta quanto fosse bello. Se fossi stato un pezzo di ghiaccio ora sarei una pozzanghera già da tempo.
Liam: avete visto Louis? - domandò distratto guardandosi intorno. No tesoro io ho visto solo te, e non voglio vedere più niente.
Taylor: no, perché lo cerchi? - non sarei mai stata in grado di rispondergli in quello stato
Liam: se lo vedete ditegli che lo sto cercando – non appena fece un cenno con la testa per salutarci qualcosa colpì la sua attenzione tanto da farlo rimanere imbambolato così come lo era stata io poco prima – perdonate la mia domanda, ma quando vi siete cambiate? Sono stato via solo 5 minuti
Carlie: diciamo che non hai una buona percezione del tempo, è passata mezz'ora – dissi ammiccando verso di lui, causando un rimprovero non verbale di Taylor.
Liam: oh allora mi scuso per la mia scortesia e vi chiedo scusa – oh mamma! Ci stava provando con noi! Ehi tu! Provaci con me, sono single!
Taylor: non c'è nessun problema
Liam: vi va di entrare in acqua?
Taylor: non posso, tra un po' devo tornare a casa – tu non puoi, ma io posso, se solo me lo permetti
Liam: Carlie? - non aspettavo altro
Taylor: va pure prenderò un po' di sole, tranquilla – mi alzai e accompagnata da Liam andammo verso la scaletta
Carlie: spero tu sappia nuotare – ora che non c'era Taylor ad ammonirmi potevo provarci tranquillamente.
Liam: oh certo che si, il problema è, tu sei alla mia altezza? - si tuffò senza esitazione schizzandomi – non avrai mica paura di buttarti? - domandò quando riemerse. Una cosa fondamentale che tutti avrebbero dovuto sapere, non bisognava sfidarmi, accettavo ogni sfida, dalla più semplice alla più complicata e meno divertente. Mi tuffai e riemersi accanto a lui, lo guardai con aria di sfida e cominciai a nuotare verso il lato opposto della piscina. Lo sentii subito dietro di me e tirarmi una gamba affondando. In quella parte della piscina si toccava, così cercai di recuperare la distanza e mi buttai su di lui, che non si aspettava niente di tutto ciò – ok, hai vinto – disse in una risata. Avevo avuto il primo contatto fisico con quel, non so nemmeno come descriverlo, la prima mossa era andata, ora toccava a lui
Carlie: vinco sempre io – dissi con un pizzico di malizia
Liam: forse le persone ti fanno vincere per farti contenta
Carlie: oh non credo, la verità è che sono troppo brava – si avvicinò prendendomi per i fianchi e avvicinandosi sempre più all'angolo della piscina. Avevo una voglia matta di baciarlo e probabilmente l'aveva anche lui per come aveva incastrato i suoi occhi nei miei
Liam: già lo credo anche io – era arrivato all'angolo e le sue labbra erano già sulle mie, morbide, calde, voraci. Dischiusi immediatamente le labbra non appena sentii la sua lingua bagnare le mie labbra. Non mi sentivo per niente in imbarazzo pur essendo racchiusa tra le pareti della piscina e il suo corpo al quale allacciai le mie gambe all'altezza della sua vita. Le sue mani erano posizionate sulla schiena per stringermi contro il suo corpo mentre le mie erano concentrate sulla parte superiore del suo corpo, tra le spalle grandi e i capelli non troppo lunghi.
Qualcuno chiamò ripetutamente, Liam che fu costretto a separarsi dalle mie labbra per vedere chi fosse. Ci trovammo faccia a faccia con Louis che ci aveva trovato e si era steso lungo il bordo.
Louis: cosa vedono i miei poveri occhi – nessuno dei due rispose – mi stavi cercando tesoro?
Carlie: no, io non – fui interrotta da Louis che sorrise in modo strano e parlò nuovamente
Louis: dicevo al nostro amico qui – disse beffardo
Liam: non ti vedevo e perciò ho cominciato a cercarti
Louis: oh non trovi che sia molto dolce Carlie? - non risposi – ho incontrato gli altri, e loro cercavano te
Liam: arriviamo – rispose all'amico
Louis: cercavano lei, però sei ben accetto anche tu Liam – sorrise ancora una volta e si allontanò
Carlie: credo che dovremmo andare
Liam: andiamo a vedere cosa vogliono da te – mi diede un altro bacio e raggiungemmo a nuoto gli altri. Salutai Niall e a malincuore dovetti salutare anche Harry. Louis si ere tuffato un attimo prima che arrivassimo anche noi, e cominciò a scherzare con l'acqua che lo circondava.
Harry: come mai hai le labbra così rosse?
Carlie: perché ti interessa? Non sono un tuo problema
Harry: hai già trovato qualcun altro? - chiese con un ghigno beffardo
Carlie: e anche se fosse? Ti ripeto, non è un tuo problema – feci spallucce e mi allontanai
Louis: vi va di giocare? Chi perde paga da bere – domandò più euforico che mai
Niall: Harry salta su – annunciò a gran voce
Harry: sali tu Niall, vediamo di far cadere il nostro amico – disse riferendosi a Liam
Louis: vi farò da arbitro – chiamò Taylor e i due si sedettero sul bordo piscina aspettando che il match cominciasse
Liam: sali su – disse avvicinandosi e sollevandomi per farmi accomodare cavalcioni sulle sue spalle
Harry: così non è giusto, non possiamo combattere contro una ragazza!
Niall: non preoccuparti Harry, non faremo del male alla bella principessa – mi sorrise e gli risi in faccia
Carlie: ciao anche a te mio principe
Niall: ehi Harry la ragazzi ci prende in giro – disse all'amico –  mi dispiace doverti far bagnare
Harry: non sarebbe la prima volta - risero maliziosamente. Non ti ci mettere anche tu ora!
Liam: sei davvero convinto di poter vincere? - cominciò a camminare faticosamente verso Harry, immobile che sghignazzava con Niall – che hai da ridere?
Louis: cominciate o no? VIA – urlò. Avvenne tutto così velocemente che non mi resi conto di essere già caduta in acqua. Continuammo a giocare ancora per un po'.
Luois: perché non provate a cambiare squadre?
Niall: squadre che vince non si cambia
Taylor: ma siete tutti ragazzi e Carlie non riuscirà mai a far cadere Niall
Niall: mi dispiace, ma questa volta dovete accettare la sconfitta!
Finimmo di giocare e andammo tutti alle docce.
Liam: ehi ragazza posso andare per primo? Devo fare un servizio urgente
Harry: guarda come è gentile il tuo cavaliere – mi sussurrò senza farsi sentire dagli altri
Carlie: non avevamo deciso di non parlarci a vicenda? - gli chiesi senza nemmeno guardarlo negli occhi
Harry: non ricordo di aver fatto un patto con te
Carlie: puoi semplicemente dirmi cosa vuoi da me? - mi voltai una volta per tutte per fissarlo mentre inventava chissà quale scusa, ma i suoi occhi erano accesi di una strana luce
Niall: ehi voi due – ci richiamò – ci sono delle docce libere
Carlie: mi lavo in camera, non voglio parlare con certa gente – mi voltai andandomene verso Taylor che aspettava che finissimo
Harry: possiamo parlare?
Carlie: non c'è niente da dire, e anche se ci fosse non voglio ascoltarti
Harry: perché?
Carlie: perché dovrei voler parlare con te dopo quello che mi hai detto l'altro giorno?
Harry: ce l'hai con me perché ti ho detto la verità? Voi ragazze siete strane – mi voltò le spalle e tornò sulla sua strada
Carlie: non è per cosa hai detto, ma per il modo in cui me lo hai detto, ti sembra normale?
 

CIAO GIOVANI!
Ehi raga xD oggi mi sento tanto sbarazzina, ma non preoccupatevi so di essere stupida xD
Che ne dite se mi aiutate a capire se continuare a scrivere e pubblicare la storia? Anche se mi dovete scrivere: la tua storia mi fa schifo! mi farebbe piacere saperlo, almeno cercherò di non farmi vedere in giro...
Spero di sentire qualcuno, lo spero davvero con tutto il cuore.
Alla prossima coniglietti xD
 

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Capitolo 4
*** Fire Illusion ***


Qualche ora dopo Taylor tornò al suo appartamento e io nella mia stanza. Sentii dei rumori provenire da fuori. Magari questa sarebbe stata la volta buona per incontrare le mie compagne di stanza. Aprii la porta salutando, ma non c'era nessuno in camera eccetto il caos più totale.
Carlie: c'è qualcuno? - domandai spaventata dai rumori provenienti dal bagno, così mi avvicinai verso la porta e l'aprii lentamente. Trovai una ragazza dai lunghi capelli scuri  intenta a svuotare tutto nella vasca – ehi – dissi solo e lei cominciò ad urlare spaventata - oh no sta tranquilla - mi precipitai ad aggiungere - sono la tua compagna di stanza -  le porsi la mano vedendo che si stava calmando - Carlie, e tu?
X: Eleanor, perdonami per tutto il trambusto e anche per l'urlo, ma ho avuto una giornataccia - si sedette sul bordo della vasca e cominciò a parlare a perdifiato di tutto ciò che le era accaduto in un solo giorno - sono felice di poterne parlare con te -  tirò un sospiro di sollievo - speravo che non mi capitasse una di quelle persone acide e sempre sul chi va la – mi disse sorridendo
Carlie: puoi stare tranquilla - volevo farmi una doccia ma mi sembrava scortese cacciarla dal bagno però le dissi gentilmente - mi servirebbe fare un bagno
Eleanor: oh si hai ragione, scusami, devo averti annoiata con la mia storia tendo sempre a perdermi nei dettagli, non volevo annoiarti, scusa -  cominciò a raccogliere impacciata i vestiti nella vasca
Carlie: ehi Eleanor sta tranquilla, se ti serve ancora tempo posso aspettare, e smettila di scusarti – strano ma per la prima volta ero gentile con qualcuno che non conoscevo, e in più era una ragazza. Sto migliorando, fantastico. Forse posso chiederle di unirsi alla mia associazione “disprezza Styles per svago”
Eleanor: grazie - disse con un tono più tranquillo. Dopo circa 30 minuti il bagno fu liberato da tutti i suoi vestiti.
Carlie: ti va di uscire stasera? - le domandai e sperai che accettasse, non solo per non rimanere sola, ma anche perché mi era simpatica e non aveva avuto una bella giornata, perciò uscire le avrebbe fatto bene.
Eleanor: non so, non credo sia il caso, devo ancora sistemare tutto, e poi - la fermai prima che inventasse qualche scusa balorda e rifiutasse
Carlie: ehi posso farti conoscere qualcuno se ti va, oppure possiamo passare un po' di tempo insieme come compagne di stanza che vogliono capire con che razza di gente devono condividere la stanza e il bagno, e metti che questa sia una psicopatica? O peggio? -  entrai in bagno per riuscirne dopo pochi secondi – ma se il tuo problema sono i vestiti posso prestarti qualcosa - le sorrisi e lei fece lo stesso.
Entrai in bagno e finalmente potei distendermi nella vasca piena di acqua e schiuma profumata finché El non urlò qualcosa dall'altra stanza. Possibile che non potevo avere nemmeno un secondo di pace?
Eleanor: Carlie c'è qualcuno che ti cerca - chi era ora?
Carlie: 5 minuti - urlai  rimanendo ancora un po' nella vasca e sperando che chiunque fosse entrato nella stanza cominciasse a parlare di qualcosa con Eleanor
Eleanor: è appena entrata, sperava di rilassarsi, forse qualcuno l'avrà fatta innervosire
X: è probabile che sia stato io
Eleanor: perché l'hai fatta arrabbiare? - lui non rispose, oh si la voce era maschile, senza dubbio – sei il suo? - bloccò la sua domanda sul nascere
X: oh no, non sono nessuno per lei, sono solo uno qualunque – si precipitò a dire sicuro di se. Non fare la vittima! Non è di certo colpa mia. Mi circondai il corto asciugamano intorno al corpo. Uscii dal bagno e trovai Harry seduto sul mio letto
Carlie: che cosa vuoi? - domandai senza sembrare troppo dura.
Harry: Louis voleva sapere se saresti venuta più tardi - inventane una migliore Styles. Sei caduto davvero così in basso? E io che mi stavo preoccupando su chi fosse. Sei solo tu invece.
Carlie: che problemi avete? - domandai scettica
Harry: che c'è? Cosa ho fatto ora? - fece la faccia da cucciolo bastonato ma con me non avrebbe funzionato
Eleanor: verremo - si precipitò a rispondere al mio posto. Meglio così, non avrei saputo cosa rispondere, o meglio non avevo molta voglia di rispondergli.
Carlie: perché Louis vuole sapere dove vado? Da quando si interessa a me? Dove vado e con chi?
Harry: voleva solo invitarti a stare con noi - si alzò dal letto soddisfatto - bel modo di coprirsi - oh merda! Non mi ero accorta di essere mezza nuda avanti a lui, ancora.
Carlie: grazie dell'invito, digli che vi raggiungeremo direttamente in spiaggia - dissi cercando di coprirmi quanto più potevo e spingendolo fuori dalla stanza
Harry: preferirei che venissi così, non sarei l'unico a farci un pensierino – salutò con un rapido gesto della mano e andò via.
Eleanor: perdona la mia intrusione, ma - ci fu una pausa - non è stato strano? - domandò ancora alle prese con i suoi vestiti
Carlie: già abbastanza - affermai
Eleanor: Oh! Non ci posso credere! Lui è interessato a te - disse con tono sorpreso – certo perché non ci ho pensato prima! Solo così le sue parole avrebbero un senso
Carlie: no che non lo è – dissi distratta
Eleanor: e invece lo è, altrimenti non sarebbe venuto fin qui per domandarti se saresti andata al falò o meno
Carlie: fidati di me, non è quel tipo di ragazzo, e poi non è il mio tipo - le dissi per far cadere quella conversazione.
Eleanor: la negazione è il primo fattore che conferma la mia teoria - disse con un sorriso compiaciuto.
Tra una risata e l'altra riuscimmo a vestirci entrambe e sistemare la camera. Indossai dei pantaloncini di jeans con una canotta nera e sopra una camicia a quadri rossa e nera, prestai a Eleanor dei pantaloncini di jeans scuri e una canotta bianca.
Eleanor: quindi sei arrivata qui ieri e hai già degli amici, wow - disse enfatizzando il wow - fortuna che ci sei tu, oh non sarei in grado di farmi degli amici in così poco tempo
Carlie: fortuna che ci sei tu, non sono molto brava ad avere delle amiche, ho alcuni problemi con le altre ragazze, e non potrei confidarmi mai con un ragazzo - ci fu un po' di silenzio imbarazzante
Eleanor: perché non mi racconti come hai conosciuto il ragazzo di prima?
Carlie: oh, ok – non ci trovavo nulla di male, speravo solo che non mi giudicasse male - ho incontrato prima Louis in quei centri di appuntamenti al buio, non eravamo soli, siamo usciti in gruppo per andare in un locale, però ho bevuto troppo e sono andata a letto con Harry che mi ha accompagnata a casa - i suoi occhi spalancati mi fissavano in modo inquietante  - ti prego di non giudicarmi, non sono così male come sembra - avevo timore di continuare a parlare, forse non era stata una buona idea - oggi in piscina ho baciato Liam e Louis ci ha richiamati per unirci agli altri, e poi Harry è venuto in camera dopo che avevamo discusso qualche minuto prima. Non so cosa pensare.
Eleanor: non preoccuparti sono l'ultima persona al mondo che potrebbe giudicarti, però questo non toglie che dovresti tenere sotto controllo i tuoi ormoni - rise e un attimo dopo rimase in silenzio per poi cacciare un urletto fastidioso - oh mio Dio - mi guardò e non sapevo cosa volesse dire ora - sei andata a letto con Harry e lui, si, è tutto, oh mio dio, oh mio dio, non posso crederci – che lingua era questa? Non avevo capito la parte finale, iniziale e intermedia della sua frase - tu gli piaci o non sarebbe mai venuto in camera a domandarti di stasera, prima non sapevo che avevate fatto sesso, ma ora ha tutto più senso – sorrideva compiaciuta osservando il vuoto
Carlie: grazie per averlo detto senza alcun problema
Eleanor: oh scusa per la mia poca discrezione è solo che – oh era? Cosa le era successo? Non aveva più parole?
Carlie: cosa dovrei fare ora secondo te? - domandai curiosa della sua risposta e assecondando le sue strane idee
Eleanor: perché non ci provi e non vedi come va? - rispose ed era esattamente ciò che non volevo sentire
Carlie: con chi? Harry o Liam? - finsi di non aver capito. La risposta giusta era Liam! Non Harry, ma Liam.
Eleanor: oh giusto - si fermò di colpo - perdonami ma preferisco Harry, è l'unico che ho visto, e poi ammettiamolo, è bello, davvero tanto!
Carlie: mettiamo il caso che gli interessi davvero - ipotizzai
Eleanor: ed è così - affermò sicura
Carlie: perché non ci ha provato anche le altre volte?
Eleanor: probabilmente lo ha fatto, ma tu non te ne sei accorta. E poi da quanto hai detto che vi conoscete?
Carlie: probabilmente è così – aveva ragione, conoscevo Harry da pochissimo, perciò non potevo pretendere molto.
Eravamo appena arrivate in spiaggia, un fuoco enorme regnava al centro della nostra vista sulla spiaggia, altri piccoli fuochi riempivano lo scenario. Tantissima gente era radunata intorno al grande fuoco, chi ballava, la musica assordante sovrastava anche il suono delle onde, chi era già ubriaco e parlava a voce troppo alta, chi ci provava, chi fumava, chi chiacchierava tranquillamente distanti dal fuoco, chi pomiciava o faceva altro.
Eleanor: dalle mie parti non ci sono feste così - confessò rammaricata - non so come ci si comporta o cosa fare
Carlie: a che genere di feste hai partecipato? - le domandai ridacchiando
Eleanor: ti basta se ti dico che nessuna era di questo livello? - era intimidita? Oh no lei era la mia spalla per questa festa, non poteva tirarsi indietro all'ultimo momento. Ti prego, non lasciarmi sola.
Carlie: può bastare - ridemmo - alla nostra prima festa insieme allora - ci indirizzammo verso il falò. La prima cosa da fare ad una qualsiasi festa era cercare l'alcool. Aveva detto che era la sua prima festa di questo tipo, eppure se la stava cavando alla grande – credo sia arrivato il momento di conoscere gli svitati, perciò ti domando ufficialmente: ti va di conoscere i miei amici? - li avevo appena visti e avevo voglia di stare un po' con tutti loro.
Louis: hai una nuova amica? - domandò malizioso scrutando El dall'alto al basso.
Carlie: lei è Eleanor, la mia compagna di stanza, ed El loro sono Louis - la fissava in modo inquietante, avevo quasi paura per lei – Niall - sorrise cordiale e le prese la mano – Liam -  lei mi fissò e mi sorrise - e lui è Harry, ma lo conosci già
Niall: da quanto tempo siete qui?
Eleanor: siamo arrivate da poco - lasciai che fosse El a rispondere alle loro domande per farla ambientare un po', anche perché ero troppo presa a scambiare sguardi di intesa  con Harry attraverso il bicchiere pieno di alcool.
Louis: ma questo non vi ha fermato per cominciare a bere senza di noi
Eleanor: se ti va posso accompagnarti a prendere qualcosa - ehi cosa? Ma quella non era Eleanor la ragazza timida? Quella che non aveva partecipato mai ad una festa del genere? E ora si allontanava sola con Louis che non aveva fatto altro che lanciarle strane occhiate! Brava ragazza, vai così. Rimasta sola con tutti gli altri non sapevo cosa dire, perciò continuai a bere silenziosamente.
Liam: ragazzi scusatemi ma devo salutare alcuni amici – disse subito rompendo quel silenzio imbarazzante, così lo salutammo e rimanemmo in tre
Niall: non hai freddo così? - mi chiese
Carlie: oh no, c'è il fuoco a riscaldarmi - fissai lo sguardo con quello di Harry per capire cosa aveva intenzione di dire o fare – ma se avrò bisogno di qualcosa la chiederò sicuramente a te perché sei stato ad avermi condizionata – ridemmo solo noi due
Niall: vado a farmi un giro, ci vediamo quando avrai freddo Carlie - anche Niall andò via lasciandoci soli.
Carlie: devi raggiungere qualcuno anche tu? - domandai nervosa
Harry: si se non ti dispiace, devo raggiungere una ragazza – oh grazie Eleanor per avermi illusa. Non è colpa di Eleanor, sono io che sono sempre stata una illusa, e io che cominciavo a pensare di potergli piacere.
Carlie: oh, ok allora ci vediamo – dissi rassegnata
Harry: non sei più arrabbiata con me?
Carlie: sono sempre arrabbiata con te, perciò non farmi mai più questa domanda
Harry: puoi spiegarmi il perché? - si rimise a sedere accanto a me
Carlie: no, non è un problema mio
Harry: no, ma è un nostro problema
Carlie: noi non abbiano niente in comune, tanto meno un problema da affrontare insieme
Harry: se per te non è un problema potremmo parlare un po' visto che in questo momento non sei “tanto” arrabbiata” senza nessun motivo con me” disse sorridendomi. Presi la palla al balzo e cominciai a parlare.
Carlie: perché sei venuto in camera mia prima?
Harry: non volevo lasciarti sola - i suoi occhi erano davvero belli e con la luce lontana del fuoco avevano una luce diversa - sapevo che eri sola in stanza, perciò sono venuto a farti compagnia, ma a quanto pare hai trovato qualcuno – perchè voleva farmi compagnia se noi ci odiamo? Forse Eleanor aveva ragione, e se fosse vero?
Carlie: se è solo per questo perché non hai detto la verità? Perché non lo hai detto subito? Intendo quando sei venuto in camera – lui aveva lo sguardo divertito
Harry: riesci a immaginare la tua faccia se ti avessi detto una cosa del genere? - cominciai a ridere e lui fece lo stesso – magari ti avrei cacciato anche in quel caso dalla stanza
Harry: per colpa mia o per il tuo asciugamano? - ridemmo insieme ancora una volta, e mi stupii di me stessa - sai che questa è la prima vera discussione che affrontiamo?
Carlie: non abbiamo avuto molto tempo per parlare - dissi osservando il bicchiere che avevo tra le mani
Harry: diciamo che non sei stata molto disponibile nei miei confronti – chissà per quale motivo. Facciamo così, pensa a George Clooney che per la pubblicità di fastweb ti dice “Immagina, puoi” con il suo strano accento. Lui ha la chiave per capire.
Carlie: non volevo parlare con te – risposi ovvia
Harry: perché? Ci ho pensato, credimi, ci ho pensato davvero, ma non ho trovato una scusa plausibile per giustificarti - rise e quasi mi mancò il respiro quando emise quel suono.
Carlie: mi hai lasciata sola - fissai il mare difronte - non sapevo nemmeno che, bhè - feci spallucce e incontrai i suoi occhi che fissavano il mio volto. Non mi piace quando la gente mi fissa. E poi quegli occhi. Cavolo che occhi. Non poteva guardarmi con quelli, no non doveva assolutamente.
Harry: credi che sarebbe stato meglio se fossi rimasto? - questa volta fu lui a fissare il mare mentre io fissavo il suo volto. Credo sia solo colpa di El se trovo attraente in questo momento in un modo del tutto innaturale Harry. Il cuore batte fortissimo. E pensare che solo stammattina pensavo a come stare un po' con Liam.
Carlie: non lo so, e non sapremo mai se sarebbe stata la cosa giusta, penso solo che magari non sarebbe dovuto accadere. Non ricordo niente di quella sera, non ricordo nemmeno che c'eri, perciò, mi dispiace non sapere come è stato - feci spallucce
Harry: ti dispiace davvero? - era sorpreso. Sei sorpreso tanto quanto me. Non lo avevo ammesso nemmeno a me stessa fin'ora.
Carlie: si o almeno credo – causai una risata fragorosa in entrambi per il modo in cui lo avevo detto - mi dispiace, ricordo cose che vorrei cancellare assolutamente, e cose che magari ricordare potrebbe aiutare, non credi? - i suoi occhi si accesero di una luce propria
Harry: forse hai ragione, sarebbe meglio se ricordassi quando ho fatto questo - in un attimo le sue labbra furono sulle mie. Le guance si colorirono espandendo il rosso su gran parte del volto. La sua lingua si fece spazio tra le mie labbra e ben presto incontrò la mia. In quel momento bramavo le sue labbra come se non ci fosse un domani. Non appena si staccò le sentii più gonfie e pizzicavano.
Carlie: forse si - aggiunsi velocemente
Harry: avrei preferito che non baciassi Liam - lo baciai nuovamente, un bacio lento e casto.
Carlie: perché no? E poi come fai a sapere che ho baciato Liam? - sentii il suo respiro sulle mie labbra
Harry: sei stata mia - nessuno mi aveva detto una cosa del genere. Non perché fossi una puritana, anzi, ma nessuno mi aveva fatta sentire così ad eccezione di Nhoa – e poi quel pivello è venuto a vantarsi con noi di te – risi, ma non perchè volessi disdegnare Liam, ma perché non sapevo come rispondere alla sua prima affermazione.
X: HARRY COSA STAI FACENDO? - chi urlava ora? Harry raggiunse subito la ragazza, ma non essendo molto distanti riuscii a sentire
Harry: cosa ci fai qui? - chiese nervoso
X: cosa ci fai tu qui? Cosa stavi facendo con quella? - a titolo informativo, “quella” ero io, già, la gente mi chiamava in modi diversi, ma preferivo essere chiamata semplicemente Carlie, è il mio nome e vorrei che venisse usato; il presentarsi ancora una volta della solita sceneggiata mi fece perdere la pazienza ed esasperata mi avvicinai ad entrambi.
Carlie: perdonalo, è stata colpa mia, lui non centra niente - non potevo credere che Harry fosse fidanzato. Sicuramente non era la sorella, o un'amica, perciò mi toccava prendermi la colpa o ci avrebbero rimesso loro.
X: resta al tuo posto - ringhiò verso di me. Ma sei stupida o cosa? Certa gente davvero non la capisco. Mi hanno insegnato che questa gente soffre della sindrome da seggiolone, ovvero, che da neonati devono essere caduti accidentalmente dal seggiolone oppure si sono beccati qualcosa in testa, e questo nel tempo comporta l'impossibilità di essere razionali.
Carlie: ti sto dicendo che è colpa mia, non prendertela con lui, se vuoi attaccare qualcuno attacca me, non ti risponderò perché qualunque cosa tu dica sarà la verità, avrai ragione in tutto e per tutto
Harry: hei no, è colpa mia, lei non centra niente con noi due, se devi prendertela con qualcuno sono qui, ti ascolterò - le prese il viso tra le mani e incrociò i suoi occhi a quelli di lei. Ero gelosa di quel loro contatto visivo. Anche di quel semplice tocco. Gelosa da poter uccidere. Eleanor ti avrei uccisa giuro.
X: chi è lei? - domandò più calma mantenendo lo sguardo nel suo
Carlie: non sono nessuno puoi stare tranquilla, ti dirò tutto quello che vuoi sapere - feci spallucce e aspettai che lei mi chiedesse qualcosa.
Harry: Carlie smettila - mi urlò contro. Ti arrabbi con me quando ti sto parando il culo con la tua fidanzata? Perché non ti preoccupi della tua fidanzata e mi lasci stare?
X: perché eri con lei? - le domandò ancora una volta la ragazza. Perché ero ancora li? Al posto suo sarei andata su tutte le furie se qualcuno si fosse intromesso e col cavolo che mi calmavo. Non andavo via perché ero troppo curiosa, curiosa di sapere, sperando che lui non la sfiorasse più, anche solo per sbaglio. Non sono innamorata assolutamente, ma la mia infatuazione nei suoi confronti in questo momento è davvero alle stelle.
Harry: stavamo solo parlando
X: c'era bisogno di stare così vicini? - ti pare che stavamo solo parlando? Non puoi credere ad una idiozia del genere quando tu stessa hai visto qualcosa di diverso.
Harry: no, non ce n'era alcun bisogno
Carlie: vado via, non so quale sia il tuo nome, ma se hai bisogno di parlare con me mi troverai vicino al fuoco - mi incamminai lontana da loro.
Harry: no, no, no Carlie - si allontanò dalla ragazza e mi raggiunse poco più in la e cominciò a parlare a voce bassa - quello che ti ho detto, non dimenticarlo
Carlie: come posso crederti quando stai mentendo spudoratamente alla tua fidanzata? Perciò con le tue parole ci faccio quello che voglio, sono più leggere della sabbia alzata dal vento. Chiarisci con lei, e non preoccuparti di cosa sto o non sto facendo - gli voltai le spalle per andarmene ma lui si mise avanti a me per bloccarmi la strada.
Harry: no, Carlie - sussurrò
Carlie: cosa no? Lei è li e sta aspettando una tua scusa che spero sia delle più brillanti, e sai cosa c'è? Forse è meglio così, preferisco non ricordare – lo aggirai e mi allontanai da lui
Harry: è stato fantastico – urlò. Mi fai pena. Cosa stai cercando di fare? Perché non mi lascia sola. Voglio che vada da lei e chiarisca tutto. Tornai indietro per rispondergli.
Carlie: perché non corri a dirlo a lei? - indicai la ragazza dietro di lui e andai via mostrando il mio splendido dito medio.
Andai immediatamente alla ricerca di qualcosa da bere, e lo trovai abbastanza facilmente e fece subito effetto, tanto che dopo poco mi ritrovai in mezzo alla “pista” a ballare in modo provocatorio. A volte non capivo nemmeno io il perché di alcune mie azioni
Liam: se ti muovi ancora un po' in questo modo ucciderai qualcuno -disse dietro di me poggiando le sue mani sui miei fianchi. Mi voltai e lo baciai stringendomi sempre più al suo corpo volendolo anche lui.
Carlie: non credi sia fantastico far del male alle persone? - risposi in un soffio sulle sue labbra
Liam: no, è meglio quando le fai stare bene, e fidati delle mie parole - lo interruppi
Carlie: per oggi mi sono fidata anche troppo - gli lasciai un leggero bacio - sai dov'è Louis? - Liam mi accompagnò da Louis e Eleanor che erano accoccolati poco lontano dal grande falò.
Louis: sei ubriaca Carlie?-  domandò preoccupato
Carlie: dici a me? Ti sembro ubriaca? - cominciai a ridere di me stessa. Sono patetica. Si, sono ubriaca, non lo vedi con i tuoi occhi?
Eleanor: ti senti bene? - mi chiese
Carlie: NO! - le urlai contro. Ma non dovevo prendermela con lei. Lei non aveva fatto niente. Era stata ancora una volta la vita a fare questo bello scherzo. Si divertiva davvero tanto a giocare con me. E anche Harry giocava con me, ma solo quando era sicuro che fossi io a perdere.
Louis: vieni con me - si alzò per portarmi poco più in la dagli altri – opposi resistenza ma con l'ennesimo insuccesso - cosa stai facendo? - la voce di Louis era un misto tra rabbia e preoccupazione.
Carlie: mi sto divertendo! Non vedi come sono brava a divertirmi? - allargai le braccia enfatizzando la mia allegria
Louis: è successo qualcosa? - e io che pensavo fosse uno stupido egoista. Aveva capito cosa poteva essere successo. Grazie Lou.
Carlie: forse ho bevuto un po' troppo - la musica cambiò e cominciai a saltare sul posto - oh dai Lou perché non vieni a ballare con me? - poi cominciai a ridere – oh no, non vorrei che Eleanor ce l'abbia con me, non voglio rovinare anche la vostra coppia, siete bellissimi insieme, io vi amo! - e lo abbracciai e anche se fui la causa della sua risata mi guardò serio ancora una volta.
Louis: ehi, smettila - mi rimproverò, e nello stesso istante il telefono squillò ma impacciata com'ero Louis fu più veloce di me ad estrarlo dalla mia tasca – pronto? - disse serio
Carlie: dammi il telefono - sussurrai e subito la mia richiesta fu accolta – pronto? - domandai divertita
X: scommetto che sei ancora una volta ubriaca fradicia come una spugna
Carlie: non sono ubriaca – mentii e Louis fece una smorfia e andò a sedersi accanto a Eleanor - sono ad una festa con degli amici, questo non significa che sia ubriaca. A cosa devo l'onore della tua telefonata? - domandai nella speranza di riagganciare presto
X: la settimana prossima saremo in città per una visita medica, se ti va di vedere i tuoi fratelli vieni in aeroporto, ne sarebbero entrambi entusiasti?
Carlie: e tu mamma? Ne saresti felice anche tu? - domandai in tono di sfida
X: vieni per loro, li hai abbandonati
Carlie: io non ho abbandonato proprio nessuno - cominciai a piangere silenziosamente senza farmi notare troppo dagli altri - perché devi sempre trattarmi così male?
Mamma: lo sai, non c'è bisogno che te lo ricordi ogni volta – era davvero senza sentimenti
Carlie: magari potresti ricordarlo a te stessa dal momento che sei stata tu a cacciarmi di casa, oppure lo hai dimenticato?
Mamma: lo faccio ogni giorno, dovresti ricordarlo a te stessa, e fammi la grazia di non vestirti come una sgualdrina - riattaccò
X: ti odia davvero così tanto? - domandò qualcuno alle mie spalle.




PERDONO
Vi chiedo scusa per l'immenso ritardo, ma ho avuto un po' da fare.
Spero che ci sia ancora qualcuno disposto a leggere la mia storia, e se ci sei per favore fai sentire la tua voce.
Chi sarà l'uomo misterioso alle spalle di Carlie?
Spero in vostre notizie ;D

 

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Capitolo 5
*** High Hopes ***


Carlie: sta zitto, hai problemi ben più grandi dei miei di cui occuparti, perciò smamma!
Harry: ehi io volevo solo esserti di aiuto – non risposi, mi ero scocciata di dare risposte a tutti su tutto – perché ogni volta che provo ad aiutarti mi respingi in questo modo?
Carlie: perché prima provi ad aiutarmi, ma poi mi cacci nei guai
Harry: cosa significa questo? – chiese confuso
Carlie: che non devi più preoccuparti per me
Harry: come vuoi, ma non venirmi a cercare se hai qualche problema da sistemare
Carlie: puoi stare tranquillo, non ti cercherò affatto – ero riuscita a parlare con Harry ancora una volta, ma questa volta da ubriaca. Stavo facendo progressi, ma ero preoccupata ancora per la telefonata di mia madre. Non la sopporto quando mi tratta con sufficienza. La settimana prossima l’avrei rivista e non mi andava proprio giù, ma sarei andata a prenderli in aeroporto ad ogni costo, lo avrei fatto per i miei fratellini. Ora avevo un problema pi grande, smaltire tutto questo alcol!
Liam: ehi Carlie noi torniamo al dormitorio vuoi rimanere qui o vuoi venire con noi? – mi domandò tra una risata e l’altra. Era ancora bello, ma non lo trovavo più così affascinante come stammattina, ed era tutta colpa di Eleanor, era stata lei a mettermi certe idee in testa su Harry. Lei e il suo mondo romantico mi avevano rovinato la serata. Mi avvicinai a Liam che mi strinse a se conducendomi alla macchina.
Niall: Carlie come va? Hai mal di testa? – lo adoravo, era bello, gentile e si stava preoccupando per me
Carlie: sto meglio, grazie
Louis: ti conviene stare bene, domani mattina dobbiamo dipingere l’esterno dei dormitori, siccome bisogna risparmiare ci tocca da studenti
Liam: ehi ma non è giusto, perché non chiamano qualche impresa?
Eleanor: perché non ci sono abbastanza fondi, e poi ci viene calcolato come bonus perché ci sottrae le ore di “studio” – disse giustificando la frase di Louis – e poi sarà divertente
Niall: hai capito Carlie? Non te la puoi scappottare con un lieve mal di testa, devi collaborare – ridemmo tutti insieme, ma differenza degli altri mi concentrai a fissare fuori dal finestrino il mondo che ci sfrecciava affianco. Eravamo quasi arrivati quando Louis per poco non fece uscire fuori strada Liam che sterzò bruscamente.
Louis: dov’è Harry? – domandò preoccupato
Liam: sei impazzito! Ti rendi conto che potevamo morire? Non farlo mai più! – avevo lo sguardo preoccupato e respirava a fatica – tutto ok? – disse voltandosi indietro
Niall: si stiamo tutti bene qui
Louis: si ma dov’è Harry?
Carlie: magari lo hanno investito – dissi sottovoce ma mi sentirono tutti
Eleanor: non credo sia la risposta che vorremmo sentire tutti
Niall: sarà rimasto al falò con Zayn
Carlie: chi è Zayn?
Liam: sta tranquillo Lou te lo ritroverai in camera prima di quanto pensi – ripartì verso il dormitorio e andammo ognuno nella propria camera.
La sveglia suonò ma la ignorai deliberatamente per un paio di volte. Non avevo voglia di alzarmi, ero coccolata dalle coperte e anche aprire gli occhi mi infastidiva. Era uno di quei giorni in cui non hai voglia di fare niente. Sentii bussare alla porta con troppa insistenza ed era inutile e forse anche pericoloso ignorarlo. Mi alzai controvoglia e mi avvicinai alla porta.
Carlie: arrivo – dissi quando sentii bussare nuovamente – oh no ancora tu – ma non ebbi nemmeno il tempo di aprire completamente la porta che se la chiuse velocemente alle spalle – ti stai nascondendo? – domandai divertita – dalla tua fidanzata per caso? – chiesi con sarcasmo visto che non rispondeva alle mie domande – e ti nascondi da me? Non è molto saggio lo sai? – cominciai a ridere, ma mi tappò subito la bocca coprendola con la sua mano
Harry: non parlare – fu tutto ciò ce disse inchiodando i suoi occhi ai miei e spostarli subito dopo lungo il mio corpo. No, non da capo! Perché ogni volta che ero “poco vestita” lui era nei paraggi? Sorrise e mi diede un bacio sulla fronte – se stai zitta e non fai domande ti libero- annuii per quanto mi fu possibile. Presi dei vestiti e andai in bagno. Indossai dei pantaloncini di jeans e un top bordeux.
Carlie: ora puoi dirmi perché sei in camera mia? – cercai di essere cordiale
Harry: volevo vedere cosa indossi quando dormi – disse con un ampio sorriso sul suo volto
Carlie: spero tu stia scherzando – cercai di mantenere la calma
Harry: no, sono serio, sapevo e speravo saresti stata – non aveva parole. Lui non sapeva cosa dire o come descrivermi – così dannatamente sexy
Carlie: qual è il tuo problema? Sono curiosa di sapere cosa mi dirai – risposi sarcastica
Harry: il mio problema? Non credo di avere un problema – disse con non curanza
Carlie: vorrei solo sapere cosa vuoi da me, magari poi mi lascerai in pace
Harry: vuoi fare un accordo con me? – disse sorridente
Carlie: dipende da cosa vuoi da me, e poi ci devo pensare, per avere qualcosa di davvero importante da te – gli dissi maliziosamente avvicinandomi a lui. Se voleva giocare a questo gioco lo avrei distrutto.
Harry: vuoi davvero portati a letto Liam? – domandò senza esitazione
Carlie: cosa? Non sono affari tuoi – davvero mi aveva chiesto una cosa del genere?
Harry: no vorrei sapere se lo fai perché vuoi fare sesso con lui o perché vuoi far ingelosire qualcuno – oh ma davvero credi che lo faccia per te? Stai volando troppo in alto
Carlie: se non lo avessi capito lui mi piace – avrei continuato ma fui interrotta
Harry: ti piace – sembrò pensarci su - ma perché? Perché è belloccio? Dolce? Premuroso o qualche altra cazzata?
Carlie: mi stai stufando Harry, davvero, non posso sopportarti un minuto di più, esci fuori dalla mia stanza – cercai di spingerlo via ma mi bloccò contro il muro e il mio respiro diventò più veloce improvvisamente. Stava usando la mia stessa “arma” contro di me
Harry: non ti piace il modo in cui il tuo corpo mi vuole? A me fa impazzire – si avvicinò sempre di più e perdevo sempre più il controllo della situazione – so che mi vuoi, che mi preferisci a ognuno di loro
Carlie: sono io il tuo problema quindi? Ti infastidisce che qualcun altro ci possa provare con me? – cominciai ad accarezzargli il petto, sussurrare provocante e diminuire le distanze – non è così Harry? Non ti va bene che possa essere di qualcun altro? – rimase in silenzio ma il suo sguardo si fece più profondo – eppure dovresti sapere che non puoi avermi, non da capo, d’altronde hai una fidanzata – cominciai a lasciare lunghi baci lungo il suo collo, il che causò l’annullamento delle distanze tra i nostri corpi. Mi sentivo così bene, ma sapevo di fare qualcosa di sbagliato, lui era fidanzato.
Harry: cosa ti fa pensare che sia questo quello che voglio? – disse stringendomi soffiandomi sulla pelle calda dovuta al suo contatto
Carlie: l’ho capito dalle tue mutande amore mio – cominciai a ridere e invece di prendersela con me cominciò a ridere anche lui e cominciò a baciarmi. Ora ero persa. Tutte le illusioni della notte prima non erano scomparse come per magia. Non sapevo cosa dire o fare, perciò continuai a baciarlo perché davvero mi andava di farlo. Me lo ritrovai sopra sul letto ancora disfatto quando qualcun altro bussò alla porta. Ero rossa, ansimante e vogliosa. Alzarmi da quel letto per andare ad aprire mi stava distruggendo. Aprii la porta e me li trovai tutti ad aspettarmi.
Eleanor: oh ma allora sei sveglia – commentò sarcastica – dai vieni, siamo in ritardo – mi prese per mano e mi trascinò
Carlie: aspetta, devo prendere una cosa e arrivo subito – Harry uscì dalla stanza lasciando tutti di sasso – non è come sembra – dissi a El ma dietro di lei c’era Louis che prese la palla al balzo
Louis: oh puoi stare tranquilla, di certo lui era venuto in camera tua – cominciò a ridere ma speravo che nessuno lo sentisse – ehi ora capisco perché eri tutta rossa – mi sorrise beffardo
Harry: Lou andiamo? – chiese sorridente come non mai – credo che Liam voglia farti qualche domanda – beffardo mi lasciò anche un bacio sulla guancia. Ma Liam non parlò, nemmeno una parola, ne con me, ne con gli altri. Avevo paura di chiedergli qualunque cosa.
Carlie: mi dispiace – decisi di avvicinarmi e parlargli
Liam: ti dispiace per cosa?
Carlie: per qualunque cosa tu abbia pensato, non è successo niente tra di noi
Liam: non capisco perché ti stia scusando con me, non sono il tuo ragazzo
Carlie: è solo che mi sento in dovere di chiederti scusa
Liam: solo perché ti ho baciata? – capivo la sua durezza ma ora basta, ti sto chiedendo scusa.
Carlie: io pensavo che – cosa volevo dirgli? Non lo sapevo nemmeno io e parlare avrebbe causato danni – fa niente.
Cominciammo a dipingere. All’ala delle ragazze era toccato un odioso color rosa, mentre ai ragazzi un blu scurissimo. La conversazione con Liam si era rivelata inutile, e non volevo sentire la voce sprezzante di Harry o lo avrei strozzato con le mie stesse mani. Misi le cuffie per coprire le loro voci. Cominciai a pitturare con le note delle canzoni di Ed Sheeran in sottofondo. Cullata dalle sue dolci parole, pensai a cose che non avrei mai ammesso a nessuno. Ad un tratto sentii qualcosa di bagnato colarmi lungo la gamba, mi voltai e li trovai tutti li ad osservarmi divertiti. Tolsi le cuffie appena in tempo per pararmi da secchi di vernice avanzata. Fu così che cominciò la lotta. Inizialmente erano tutti contro di me perché non avevo risposto alle loro domande, ma come potevo se avevo le cuffie nelle orecchie? Ci dividemmo in due schieramenti, ragazze contro ragazzi, anche se colpivamo a caso chiunque passasse. Qualcuno colpì una ragazza che era di passaggio vicino al dormitorio e lei arrabbiata più che mai si avvicinò per urlarci qualcosa contro. Magicamente la “lotta” era finita e ci trovammo completamente sporchi seduti sul prato.
Niall: è più bella la parte maschile
Carlie: sono d’accordo con te, quel rosa è orrendo
Louis: ehi da quando alle ragazze non piace il rosa?
Carlie: da sempre, oppure sei una di quelle Barbie oche e ossigenate
Harry: mi sorprende che non ti piaccia il rosa allora – gli sorrido ma avrei voluto strangolarlo con tutto il cuore
Liam: Harry smettila – grazie! Fortuna che ci sei tu! Fu allora che gli sorrisi compiaciuta ricevendo una smorfia per risposta.
Rimanemmo ancora del tempo seduti sul prato a scherzare tra di noi e ad ogni battutina di Harry Liam era pronto a difendermi e io gongolavo dalla gioia. Avrei voluto abbracciarlo, ma eravamo troppo lontani, perciò mi limitai ad osservarlo. Era così bello con metà faccia colorata di blu.
Eleanor: se non vuoi fare tardi ci conviene tornare in camera – mi disse sottovoce e ci alzammo seguite da tutti gli altri – dopo devi spiegarmi cosa ci faceva Harry in camera – e cominciò a ridacchiare
Carlie: come sei curiosa – la presi un po’ in giro – e tu e Louis che avete fatto la scorsa notte sempre insieme?
Eleanor: ehi io mi preoccupo per te – rispose colorando le guancie di rosso per la mia domanda
Carlie: ammettilo, Louis ti piace – la spinsi leggermente con la spalla e lei abbassò lo sguardo sorridendo – oh certo che ti piace, e tu piaci a lui – le feci l’occhiolino
X: possiamo parlare? – chiese qualcuno alle mie spalle





SONO ANCORA QUI
Ci riprovo a farmi sentire, spero che non ignoriate l'angolo autore perchè vi sto chiedendo aiuto per capire cosa fare di questa storia.
Vorrei capire cosa ne pensate e se avete qualche consiglio da darmi lo accetto molto volentieri.
Il triangolo amoroso diventa sempre più presente, e se mi dovessi trovare nella situazione di Carlie non so propio chi sceglierei.
Spero di sentirvi...

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Capitolo 6
*** The Game ***


Carlie: certo – non aspettavo altro. Era tutto il giorno che volevo che parlasse con me – ehi El ti raggiungo dopo – le dissi sorridente essendo a conoscenza della sua delusione nel vedermi con Liam.
Liam: ho pensato a cosa mi hai detto per tutto il giorno, anche se non mi hai detto molto, ma le tue scuse all’inizio erano senza senso, poi ho capito – si portò la mano dietro la nuca grattandosi nervosamente.
Carlie: dimmi, cosa avresti capito? – gli sorrisi – Volevo solo chiederti scusa per Harry e per tutto
Liam: so cosa è successo tra voi due, vorrei solo che non riaccada e non trovarmi in una situazione come quella di questa mattina
Carlie: certo sta tranquillo – avevo un sorriso ampio misto ad un po’ di imbarazzo. Dovevo capire e ficcarmi in testa che Liam era un bravo ragazzo che non si fermava solo alle apparenze, voleva conoscermi meglio. Sono sicura che se ci fosse stata Taylor qui con me, mi avrebbe illuminata sull’argomento “anche tu puoi avere un fidanzato” e la sua attenzione sarebbe ricaduta sicuramente su Liam, mi avrebbe fatto capire a qualunque costo che l’emozione che provi quando vedi quella persona non può essere distrutto e nessuno può rompere quel rapporto. Ma io lo avevo fatto, avevo rovinato il rapporto tra Harry e la sua fidanzata, e lo avevo fatto con una facilità assurda, e probabilmente lui avrebbe distrutto ciò che avrei provato a creare con Liam, e non posso contestare un comportamento del genere, perché probabilmente avrei fatto la stessa identica cosa, anche se pensandoci Harry non mi ha detto cosa sia realmente successo dopo che me ne sono andata. Hanno chiarito o si sono mollati? Perché sto pensando ad Harry, ancora?
Liam: è solo che è uscito dalla tua stanza e tu eri sembravi così a disagio avanti a noi e – disse sempre più nervoso mentre lo ascoltavo imbarazzata
Carlie: ti assicuro che non è successo niente tra di noi, e ti assicuro che non accadrà mai niente tra di noi – mi strinse a se come avevo desiderato poco fa. Il cuore cominciò a battere veloce e la gioia mi illuminava gli occhi – speravo lo facessi – ridacchiai contro il suo petto
Liam: bastava chiedere – mi strinse ancora più forte – anche se avrei preferito che mi chiedessi altro - alzai lo sguardo per incontrare i suoi occhi scuri ma stranamente caldi – o una cosa del genere – le sue labbra furono sulle mie e ricambiai rapidamente il suo bacio. Il rossore colorò le mie guance, ma a dirla onestamente non è la stessa cosa. Forse è colpa mia, forse è dovuto dal mio pensiero fisso per Harry, forse sarà un blocco, o forse sarà più semplicemente che lui non è fatto per me ed io non sono fatta per lui. L’unica cosa che mi fa pensare a Liam sono le sue labbra poggiate sulle mie, ma la mia mente riesce comunque a viaggiare altrove. E pensare che ero stata gelosa per il solo modo di guardare la sua fidanzata al falò. Ho sempre desiderato che qualcuno mi guardasse in quel modo, e magari Liam sarà in grado di proteggermi anche solo con lo sguardo come ha fatto Harry, ma io? Io ne sarò in grado? Non sono abituata a questo genere di cose.
Harry: trovatevi una camera – borbottò passandoci accanto. Provai fastidio, non verso Harry, ma verso Liam. Sapeva che sarebbe passato a momenti,  meglio lo sapevamo entrambi, ma in qualche modo speravo restasse indietro, eppure lo avevamo fatto comunque, senza preoccuparci di cosa avrebbe detto. Non sapevo cosa dire, ero confusa più che mai. Indecisa su chi scegliere, anche se in realtà non c’era proprio niente da scegliere. Magari mi sarei dovuta far scegliere, sarebbe stato più semplice.
Carlie: ehi ora devo andare a prepararmi o non sarò mai pronta – mi diede un altro bacio e mi lasciò. Comincia a camminare con mille pensieri per la testa. Qualcuno mi fermò – fammi passare – dissi sbrigativa cercando una via di uscita – non ho tempo da perdere lasciami andare – dissi nuovamente vedendo che mi bloccava la strada.
Harry: perché?
Carlie: cosa significa perché? Cosa vuoi? – domandai esasperata. Ero sicura che parlare con lui mi avrebbe confusa ancora di più. Dovevo muovermi e rimanere da sola.
Harry: voglio che mi spieghi, non voglio altro
Carlie: cosa dovrei spiegarti? Perché ho baciato Liam? Non mi viene nient’altro in mente che possa averti infastidito fino a questo punto – era possibile che non potevo tornare in camera senza dare spiegazioni a tutti?
Harry: ti sembro infastidito? – chiese scettico
Carlie: non lo so ma se così non fosse non avrebbe senso il tuo comportamento, perciò cosa vuoi da me?
Harry: vorrei sapere perché! Che bisogno avevi di baciarlo? – e lui non era infastidito, poco ci credo, ma vabbè.
Carlie: ma davvero? Mi stai davvero chiedendo perché l’ho baciato? Chi sei tu per dirmi chi devo o non devo baciare? Se ti da fastidio non è un mio problema! Non sono la tua fidanzata.
Harry: nemmeno la sua – disse nervoso
Carlie: Harry ma dai, smettila, non ti interesso minimamente, probabilmente si tratta solo di una sfida tra voi due e il premio è la sottoscritta, e non mi interessa niente, ma lasciami dire che se è così allora lasciatemi stare entrambi, mi state confondendo e non so cosa fare con nessuno dei due – dissi con tono annoiato – anche se in realtà se così fosse non c’è proprio niente da fare eccetto mandarvi entrambi a quel paese
Harry: perché te la prendi solo con me e invece con lui sei sdolcinata e lo baci? – se tu non mi rispondi io non ti rispondo, sono come una bambina viziata.
Carlie: non mi hai risposto – fissai i suoi occhi che mi avevano rapita – sono solo un gioco per voi? Dimmi la verità, non dirò o farò niente, vi chiedo solo di smetterla e cambiare preda – non rispondeva perciò presi il suo silenzio come un si – ora puoi farmi passare? Ho bisogno di farmi un bagno – non nascosi delusione nel mio tono di voce. Mi sentivo praticamente vuota. E pensare che nemmeno due secondi fa stavo pensando per chi valeva la pena “combattere”, invece ora ho capito che nessuno dei due mi merita. Se avessi voluto avrei partecipato anche io al loro stesso gioco, ma avrei invertito i ruoli, loro le pedine e io il giocatore.
Tornai in camera il prima possibile e mi gettai sul letto. Rimasi un po’ in silenzio finché non mi accorsi che ero sola. Dove poteva essere andata Eleanor? Non la cercai perché avevo una piccola idea di dove poteva essere finita e non mi andava di andare nella tana del lupo avendolo appena lasciato. Andai in bagno, con molta lentezza cominciai a svestirmi per entrare nella vasca. Ogni piccolo movimento mi costava una fatica assurda. Il tepore dell’acqua mi cullava calmandomi e allontanando tutto il nervosismo accumulato in pochi minuti. Come avevano potuto? Non ero un premio, e tanto meno non mi piaceva che giocassero con me senza che ne sapessi qualcosa. Mi sarei vendicata quella sera stessa, anche se la vendetta è un piatto che va gustato freddo.
Probabilmente mi addormentai nella vasca, altrimenti non sarei stata in grado di giustificare le due ore passate senza che me ne accorgessi. Tornai in camera e trovai Eleanor con Louis. Imbarazzata più che mai tornai in bagno. Perché avevo asciugamani così corti? No non ho un accappatoio, uso gli asciugamani quelli “grandi” anche se non sembra essere poi così grande, e perciò non copre moltissimo. Sentii bussare alla porta.
El: ehi perché sei tornata dentro? – chiese divertita
Carlie: ho bisogno dei vestiti, non posso uscire così – ero imbarazzata più che mai. Risolto il problema scherzai con Louis finché non andò via e lasciando la possibilità ad Eleanor di potersi fare un bagno – come va con Louis?
Eleanor: bene, almeno per ora, non ci sono drammi di mezzo – ridacchiò rivolgendomi le spalle
Carlie: come sei simpatica! – affermai sarcastica – state tutto il giorno insieme, non credi di correre un po’ troppo?
Eleanor: forse, ma ti mentirei se ti dicessi che non mi piace e mi infastidisce la sua presenza, è un po’ come tra te e Harry – oh no hai sbagliato esempio, mi dispiace
Carlie: mi dispiace deluderti ma non è così, non vedo l’ora che si allontani da me
Eleanor: perché menti così spudoratamente?
Carlie: non sto mentendo, non sono mai stata così sincera con qualcuno
Eleanor: non sono ceca, vedo il modo in cui lo guardi, come i tuoi occhi si illuminano quando sei con lui o quando ne parli – davvero lei riusciva a vedere tutto questo? E io dov’ero finita nel mentre? Credo di aver perso qualche passaggio.
Carlie: non è così, e poi dimentichi che sono solo uno stupido gioco – risposi con tutta l’amarezza che provavo in quel momento
Eleanor: cosa stai dicendo? – chiese confusa
Carlie: è un gioco a chi mi conquista prima o una cosa del genere, sono il premio o semplicemente il giocattolo da usare e poi accantonare, mi sono solo illusa di piacere a qualcuno per la prima volta, mi sono illusa da sola e non posso farci niente se per una volta ho pensato che non sarei rimasta da sola
Eleanor: come lo hai scoperto? – il suo volto era sconvolto
Carlie: avevo fatto solo una stupida supposizione e ho scoperto che era vero, ma non preoccuparti per me mi vendicherò con entrambi molto presto. Devi aiutare ad ingegnare un piano a prova di stupido, se lo meritano entrambi. Ci preparammo di tutto punto per uscire, indossai dei pantaloncini di jeans con delle calze nere velate e una maglia con sopra un cardigan. Aspettammo che Louis arrivasse per portarci via.
Eleanor: credi che anche Louis stia giocando? – lanciò la bomba e non sapevo che fare – ci stavo pensando, e se fosse così davvero non saprei più come comportarmi
Carlie: non credo che lui stia giocando, credo che sia più sano di mente degli altri due, non è detto che se i suoi amici si comportano in un modo lo faccia anche lui, e poi credo proprio che lui sia sincero con te
Eleanor: lo so, ma ho paura che – si interruppe non appena qualcuno bussò alla porta
Carlie: se anche lui sta giocando con te giuro che lo uccido io per te – dissi raggiungendo la porta trovandomi Harry e Louis davanti. Ora toccava a me giocare, e il primo partecipante era arrivato.
Louis: siete pronte ragazze? – domandò radioso
Carlie: certo non vedi come siamo belle? Non trovi Harry? – chiesi innocente provocando una strana occhiata di Louis verso l’amico – siamo solo noi?
Harry: che c’è vorresti qualcun altro? – chiese stando al mio gioco
Carlie: oh non essere così suscettibile, non ho mica detto questo – gli sorrisi ammiccando
Harry: stai dicendo che noi non ti bastiamo – diventi sempre più sgradevole alla mia vista sappilo
Carlie: cosa c’è di male? Ho solo chiesto se oltre al tuo bel faccino avrei visto qualcun altro – gli sorrisi falsamente, se non lo hai capito ti ho appena mandato a quel paese, ma con molto affetto, ci tengo che possa fare nuove esperienze, e sono ancora più felice se sono io a permetterti di esplorare il mondo.
Louis: smettetela voi due – ci ammonì. Camminammo all’interno dell’edificio fino ad arrivare all’esterno dove ci aspettavano gli altri. Ora eravamo tutti, perciò…che i giochi abbiano inizio.


Buongiorno,
non so se c'è ancora qualcuno che segue questa storia, però ci provo lo stesso e vi pubblico questo nuovo capitolo, spero di riuscire a pubblicare presto anche gli altri, se avete qualcosa da dirmi non abbiate problemi e scrivetemi. Ho bisogno di sapere cosa pensate! Cosa non vi piace, cosa posso migliorare.
Spero di sentirvi presto.

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Capitolo 7
*** Play ***


Eccomi qui in compagnia degli altri giocatori, sarà divertente, o per lo meno voglio divertirmi con entrambi, il divertimento è assicurato per me non per loro.
El: dove si va?
Louis: al luna park, ragazzi so che siamo un po’ troppo cresciuti per un posto del genere, ma vi assicuro che questo ha delle attrazioni anche per voi super uomini – aggiunse non appena si lamentarono alla parola luna park
Harry: perché no? Così il nostro Liam potrà fare un bel giro sulla ruota panoramica con la bella Carlie
Liam: perché non ti fai gli affari tuoi?! – disse imbarazzato
Carlie: perché dovrebbe? Non ti va di salire sulla ruota con me? – ammiccai mettendolo ancora più in imbarazzo
Liam: certo che mi va di stare con te
Carlie: lo credo bene – gli feci un occhiolino divertita, ma non capivo proprio perché Harry ci teneva tanto a mettere in trappola Liam visto che avrei giocato anche con lui.
Niall: ehi ragazzi c’è qualcosa che non va o che non riesco a capire solo io? – mi dispiace ma non puoi ancora saperlo
Louis: no Niall non sei l’unico, anche io non ci capisco nulla, ma è meglio così, non voglio intrmettermi, ehi El vieni in macchina con me? – accettò senza farselo dire due volte
Harry: tesoro mio vieni in macchina con me a fare un po’ di porcherie solo noi due? – mi chiese sottovoce avvicinandosi al mio orecchio
Carlie: ehi ragazzi io e Harry andiamo, ci vediamo al Luna Park – il volto di Liam era furente, mentre Niall e Louis non ci stavano capendo niente. Avrebbero tartassato la povera El con mille domande – non mi dici che sono carina? Potrei offendermi e andare da Liam se non me lo dici – misi il broncio come una bambina capricciosa provocando una sua risata
Harry: sei molto bella, ma non c’è bisogno che te lo dica io se tra un po’ ci sarà Liam a dirti quanto tu lo
Carlie: sentirselo dire da chi ti piace non ha lo stesso effetto – ammiccai e si fermò di scatto
Harry: smettila di prendermi in giro ok? So che vuoi giocare con me, ma in questo gioco sono più bravo di te
Carlie: siamo sicuri? – mi avvicinai pericolosamente al suo volto fissando i miei occhi nei suoi
Harry: ne sono più che sicuro, Liam ci cascherà in pieno, ma non credere di riuscirci anche con me
Carlie: con quante ragazze stai giocando per ora? Siamo solo in due?
Harry: oh no, sto giocando solo con te, ci tengo all’altra persona, non voglio farla soffrire
Carlie: lei sa che ti sei divertito con me? Sa che ti diverti a baciarmi? Gliel’hai detto?
Harry: non sono affari tuoi non credi?
Carlie: allora significa che stai giocando con entrambe – entrammo in macchina
Harry: se vuoi giocare allora giochiamo, fammi divertire come solo tu sai fare – me lo trovai sopra a pochi centimetri dal mio volto
Carlie: così è troppo semplice, dovresti solo ammettere di desiderare con tutto te stesso di baciarmi
Harry: non chiedo baci alle ragazze, se ne voglio uno me lo prendo – non si muoveva, continuava a fissarmi convinto di avermi colpita con il suo charm, ma fammi il favore, non cattureresti nemmeno una balena spiaggiata così!
Carlie: non so che genere di ragazze tu abbia incontrato fin ora, ma con me non sarà facile, puoi anche cominciare a guidare ora
Harry: agli ordini principessa Peach – disse portandosi al suo posto e ridacchiando tra se e se. Non avevo altro da dirgli al momento, così rimasi in silenzio a fissare le strisce bianche e che si susseguivano per strada. Non pensavo a niente, anche perché se avessi programmato qualche piccola “vendetta” sapevo che non sarei stata in grado di metterla in atto, preferivo essere spontanea e dire qualunque cosa mi passasse per la mente – come intendi divertirti con Liam? – interruppe il nostro silenzio
Carlie: non ci ho pensato, ma se hai qualche idea la accetterò
Harry: digli che mi hai baciato, questo basterà a rovinargli la serata
Carlie: no, perché questo renderebbe felice te
Harry: perché? Non mi hai baciato, di cosa dovrei essere felice?
Carlie: non mi piace questa tua idea – dissi riflettendoci
Harry: non vuoi farlo soffrire allora? – continuava a prestare attenzione alla strada, ma meglio così non voglio morire così giovane
Carlie: non devo spiegare a te cosa ho intenzione di fare con Liam, sono arrabbiata con entrambi
Harry: davvero? – chiese scettico e per un attimo spostò la sua attenzione su di me – non si direbbe che sei arrabbiata con me, per come ti comporti non lo avrei mai detto, forse è perché sono speciale per te – lo interruppi con una fragorosa risata
Carlie: ma fammi il piacere, se ti ritenessi importante o speciale come dici tu adesso saremmo ancora fermi a quel parcheggio, perciò smettila di sparare cavolate giusto per dare aria alla bocca.
Harry: oh ma come sei dura, le tue parole mi feriscono – fece una risatina che mi diede molto fastidio – ma mi eccita da morire pensare cosa avremmo potuto fare in quel parcheggio – disse malizioso
Carlie: posso farti una domanda? – acconsentì guardando la strada – perché sei così frustrato?
Harry: secondo quale teoria sarei frustrato?
Carlie: non fai altro di propormi di fare cose insieme, perché non ti sfoghi con la tua fidanzata? Che c’è Styles non riesci a fartela dare? Eppure pensavo che per uno come te non doveva essere poi così difficile
Harry: sai che non tutte le ragazze la danno al primo che incontrano, vero?
Carlie: ti riferisci a qualcuno in particolare? Perché se è così allora parla chiaramente senza fraintendimenti, magari le persone possono risponderti – dissi con un filo di rabbia che cominciava a percorrermi
Harry: no non alludo a nessuno in particolare, ho solo voluto dire che le ragazze oggi tendono ad aprirsi molto più facilmente
Carlie: non la tua però per quel che vedo, mi dispiace
Harry: a me non dispiace per niente invece, so che ci tiene e vuole esserne sicura
Carlie: allora perché vai a letto con altre ragazze? – tu attacchi me io attacco te, fanculo.
Harry: siamo arrivati – parcheggiò e scese dall’auto senza rispondermi. Scesi anche io e raggiunsi Liam, Harry mi stava infastidendo e poi non aveva risposto alla domanda più importante.
Liam: ehi come siamo belle oggi – fanculo odio tutti, non sono più in vena di “giocare”, perché deve sempre rovinare ogni mio divertimento?
Carlie: grazie ma me lo hanno già detto – risposi e mi allontanai lasciandolo senza parole. So di essermi comportata male, ma dopotutto lo ha fatto anche lui non dicendomi che sono solo un passatempo per entrambi. Che stupida che sono. Voglio tornarmene in stanza.
Niall: perché sei arrabbiata?
Carlie: oh ciao Niall – non risposi alla sua domanda ricevendo come risposta un’occhiata curiosa – perché le persone si divertono a prendermi in giro. Anche se non ho fatto loro assolutamente niente, e continuano ad offendermi gratuitamente, come se non sapessi che quello che ho fatto non è giusto
Niall: ehi, di chi stai parlando? – chiese preoccupato
Carlie: di nessuno in particolare, semplicemente mi chiedo perché la gente è così strana, e perché se la prende con me
Niall: nessuno se la prende con te, e nessuno è così stupido da giocare con tuoi sentimenti
Carlie: e allora perché lo fanno? Lo fanno consapevolmente. Loro sanno di giocare con me, di essere solo un loro passatempo – il suo volto era dispiaciuto, ma ero riuscita a liberarmi in un certo senso con qualcuno di questa cosa, e anche se non sarei tornata presto a casa o non avrei proseguito con il mio “gioco” mi sentivo meglio per essermi liberata. Niall mi calmava, forse avrei dovuto parlare con lui quando avevo qualche problema. Forse è merito del suo tono così calmo e rassicurante, o suoi penetranti e bellissimi occhi azzurri – evidentemente sto dando l’impressione di quella a cui non frega un cazzo, ma probabilmente a me frega più di tutti quanti.
Niall: allora fagli capire che ti interessa davvero! Che non vuoi essere presa in giro! Che non sei il divertimento di nessuno! Faglielo capire se sono troppo stupidi per capirlo da soli! Abbi questa piccola soddisfazione, fagli capire chi sei e che con te non si scherza – le sue parole sono state un toccasana, mi hanno risollevata il morale, mi hanno fatto molto piacere. Niall non mi conosce per niente, eppure ha capito cosa volessi dire ed è riuscito a parlarmi come un amico – perché non vai a parlare con Liam? Non ha fatto altro che domandarsi cosa stesse succedendo tra te e Harry in auto, prima lo hai risposto male e credo proprio che ci sia rimasto male e si stia domandando perché. – gli sorrisi e seguii il suo consiglio. Mi fermai aspettando che Liam mi passasse accanto.
Carlie: ehi, perdonami per prima – dissi sottovoce camminando accanto a lui a testa bassa
Liam: non ti preoccupare, ormai sono abituato a questa situazione
Carlie: a cosa ti riferisci? – chiesi dubbiosa. C’era qualcosa nella sua voce simile alla rassegnazione che non capivo affatto. Cosa significa che sei abituato?
Liam: è stato Harry non è vero? – non risposi – ogni volta la stessa storia. Ogni volta che mi piace una ragazza lui è lì pronto a metterci lo zampino, a raccontare non so cosa e nessuno mi parla più. Quando chiedo spiegazioni cominciano ad urlare e inveire contro di me, e non ci capisco più niente, perciò fatti avanti non sarebbe la prima volta – oh mamma, non può essere. E se lo stesse facendo solo per “divertirsi” ancora con me? Per non perdere la loro scommessa? Non ci capisco più niente. Ovviamente se gli dico cosa so lui negherà fino alla morte, chi non lo farebbe. L’unica cosa sensata da fare sarebbe continuare a stare al suo gioco se così fosse. Se il suo interesse fosse vero? Se non stesse giocando con me? Non ci capisco più niente!
Louis: ragazzi cosa sono quei musi lunghi? Siamo qui per divertirci!
Niall: trovami qualcosa di divertente da fare allora! – disse ridendo
Carlie: ti va di fare un giro solo noi due? – chiesi sottovoce. I suoi occhi si illuminarono, come se non volesse fare altro che passare del tempo con me. Sorrisi impercettibilmente, ma i suoi occhi mi rallegrarono. Mi prese per mano e cominciammo a camminare per il luna park senza di loro. Eleanor mi lanciò occhiate curiose che mi divertirono da pazzi, se solo avesse saputo.
Liam: cosa è successo in auto?
Carlie: sono felice di dirti che non è successo niente, eccetto il fatto che Harry mi ha insultata, ma non mi interessa cosa pensa o dice di me – sembrava sollevato ma allo stesso tempo sembrava avesse qualcosa da dire – cosa ti va di fare?
Liam: ti va di sfogarti allora? Sarai molto tesa e arrabbiata – disse sorridente
Carlie: tu non immagini quanto! – dissi felice delle sue parole.
Liam: facciamo così, chi ottiene il punteggio più alto sceglie la prossima attrazione. Siccome sono gentile cominci tu – sorrise molto più sereno di prima. Mi fece vincere per gentilezza e perché non riusciva a colpire il bersaglio piegato in due dalle risate, e questo mi faceva perdere la concentrazione. Liam è davvero carino, che stia mentendo o meno fa in modo che mi senta a mio agio, si preoccupa per me e cerca di farmi divertire.
Carlie: se colpisci il bersaglio più lontano ti concedo di scegliere la prossima meta – si concentrò. Posò il fucile al volto, prese la mira fissando l’obbiettivo con l’occhio destro chiudendo il sinistro. Tirò un sospirò e colpì la lattina che cadde a terra. Si voltò verso di me con aria compiaciuta.
Liam: credo proprio che mi toccherà scegliere dove portarla signorina – disse sorridente – prima scherzavamo sulla questione della ruota panoramica, ma è proprio li che ti voglio portare – gli sorrisi e ci avviamo in direzione della ruota mano nella mano. Non appena arrivammo trovammo una piccola fila di gente, e gli ultimi erano Louis ed Eleanor.
Louis: ciao ragazzi – disse raggiante – e quindi farete davvero un giro sulla ruota, Harry non scherzava prima – rise tra se e se
Carlie: lo facciamo proprio perché è stato Harry a suggerircelo, senza di lui saremmo stati persi, per fortunata che c’è lui, quando lo vedrò lo ringrazierò – dissi sarcastica
Harry: puoi ringraziarmi allora – disse alle mie spalle. Che faccio ti uccido? O ti incenerisco con lo sguardo? Non ti rispondo? Ti strozzo? Ti mando a quel paese? Ci sarebbero molte, troppe cose che vorrei fare.
Carlie: grazie – mi voltai e gli sorrisi dolcemente, come se credessi realmente alle mie parole. Liam mi guardò stranito ma divertito dal mio comportamento avendo intuito le mie intenzioni.
Harry: non c’è di che – disse spocchioso. Ti faccio fuori, sappilo, prima o poi accadrà e sarò la persona più felice del mondo.
Louis: con chi salirai sulla ruota? – risi con Eleanor e Liam, ero curiosa di sapere cosa avrebbe risposto
Harry: oh no non devo salire, volevo semplicemente scambiare due parole con voi, mi sembrate così felici, se ci fosse stato qualcuno con me non me lo sarei fatto dire due volte, ma purtroppo non c’è – lo abbracciai lasciandolo stupito dal mio gesto.
Carlie: mi dispiace così tanto – mentii cercando di essere il più credibile possibile – perché non la raggiungi e non le parli? Devi sentirti davvero solo senza di lei, vedrai che capirà e ti aspetterà, se è innamorata di te lo farà – VAFFANCULO HARRY STYLES!
Harry: davvero divertente – rise nervosamente e si allontanò prendendo il telefono – vi aspetto dall’altro lato, così poi potremo tornarcene al campus.
Salimmo sulla ruota panoramica. Liam mi fece spazio e mi misi accanto a lui che mi circondò con un braccio e mi strinse a se.
Liam: davvero non ti capisco, perché lo fai?
Carlie: fai cosa? – chiesi divertita
Liam: perché ti preoccupi di quello che pensa la gente? Se ti va di fare una cosa falla e basta, non ti deve importare cosa può pensare la gente di te, devi essere libera di fare ciò che vuoi. Vuoi piacere ad Harry - gli inviai un’occhiataccia, lo avrei buttato giù anche da quell’altezza – intendo come persona, vuoi che ti apprezzino, devi essere più sicura di te stessa, sei bellissima, sia fuori che dentro, e non lo dico solo perché mi piaci davvero, ma perché lo penso sul serio.
Carlie: è un mio difetto, non riesco a non pensare cosa la gente possa pensare di me. – mi guardai intorno imbarazzata – oh guarda – dissi entusiasta – è fantastico
Liam: a cosa ti riferisci precisamente? – mi voltai per rispondergli e incrociai i suoi occhi fissi su di me per scrutarmi
Carlie: so già cosa dirai e ti avviso che non stiamo parlando della stessa cosa – ridacchiai e continuai a guardare le luci e brillavano
Liam: mi hai tolto tutto il divertimento, così non vale – tornai a fissarlo, ma questa volta le sue labbra furono più veloci delle mie e mi baciò. Non saprei descrivere cosa ho provato, perché non so se lo ha fatto solo per divertimento o perché aveva voglia di farlo.
Carlie: ti sei ripreso il tuo divertimento – risi vicino alle sue labbra e guardai in basso per vedere se El e Louis erano già arrivati, ma trovai solo Harry con il telefono a mezz’aria che ci fissava dal basso. Sembrava sconvolto, cosa significava questo ora? Ero piena di dubbi, il bacio con Liam mi era piaciuto, ma relativamente. Dovevo andare a dormire immediatamente. Mi accoccolai sul petto di Liam e continuai a fissare Harry per vedere cosa avrebbe fatto ora. Scendemmo dalla ruota e ci incamminammo verso le auto – grazie – dissi a Niall sorridendo – senza il tuo consiglio non so cosa avrei fatto oggi
Niall: mi fa piacere aiutare la gente, non c’è nessun problema se questo è anche un mio amico – lo abbracciai. Era deciso, avrei adorato Niall da ora in poi.
Louis: ci dividiamo come all’andata?
Harry: no scusatemi, ma devo fare una cosa e non passo subito per il dormitorio
Carlie: non c’è nessuno problema, vero Lou? – chiesi speranzosa
Louis: oh no non ti preoccupare – tornammo al dormitorio e non appena entrammo in camera lasciando tutto il mondo fuori da quella stanza El volle sapere tutto e fui costretta a raccontarglielo.

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Capitolo 8
*** Thank you, but silence ***


Bussarono alla porta e correndo silenziosa come un ninja andai ad aprire.
Carlie: perché sei qui? – me lo trovai avanti tutto sorridente, lo odio!
Harry: stavi uscendo? – domandò gentilmente, strano ma vero.
Carlie: cosa vuoi da me?
Harry: vorrei solo sapere se stai uscendo
Carlie: per quale motivo continui a perseguitarmi? Pensavo che ieri sera fossi andato dalla tua fidanzata, ma evidentemente non è così visto che sei qui.
Harry: ero solo arrabbiato con te – lui era arrabbiato con me? Perché? Non sei mentalmente stabile – perché ogni volta che ti voglio parlare mi ricordi che sono fidanzato? Questo lo so già, non c’è bisogno che me lo dica tu!
Carlie: te lo ricordo così almeno eviti di fare stupidaggini con me!
Harry: so di aver sbagliato, lo so – disse più a se stesso che a me – ma ti prego non farlo
Carlie: fare cosa? Sei impazzito per caso? Ti è successo qualcosa ieri sera mentre non c’eravamo? Davvero non ti capisco.
Harry: lascia che ti accompagni
Carlie: cosa ti sta succedendo? Ieri sera mi odiavi e il sentimento era reciproco, ora spiegami, per favore, cosa ti è successo – ero preoccupata per il suo repentino cambio di umore
Harry: per una volta perché non mi ascolti e fai ciò che ti chiedo – disse esasperato
Carlie: e me lo chiedi anche?
Harry: voglio solo passare un po’ di tempo con te
Carlie: io no – risposi secca
Harry: è inutile, puoi dire quello che vuoi, ma ti accompagnerò in aeroporto
Carlie: cosa hai detto? – mi guardò stranito, come se fossi io a sparare cazzate – come fai a sapere dove sto andando? – non potevo reggere sia Harry che mia madre in un solo giorno, e poi, domanda fondamentale, come fa a sapere dove devo andare? Mi sta spaventando. E se fosse uno di quelli che sanno tutto di tutti e poi fanno sparire le persone misteriosamente? – se vuoi davvero parlarmi fallo ora, non ho tempo da perdere.
Harry: posso accompagnarti e parlarti mentre siamo in macchina
Carlie: non ci entro in auto con te, e poi mia madre mi odi già così, non ho bisogno di te per farmi odiare ancora di più da lei, perciò la risposta è no – stavo per rientrare in stanza – perché insisti tanto per accompagnarmi? Non avrai combinato qualcosa e perciò ora ti vuoi nascondere? – chiesi annoiata e arrabbiata se fosse stato così.
Harry: vedila così – si poggiò al muro – se ti odia già così tanto, allora il suo odio non può aumentare – mi sorrise divertito – ti aspetto qui!
Carlie: c’è qualcosa che possa dire o fare per mandarti via? Se c’è ti prego dimmelo e provvederò per mandarti via! – sospirai esausta della nostra conversazione
Harry: fammici pensare – si guardò attorno – NO – disse divertito. Giuro che ti uccido.
Carlie: non ti capisco, dico sul serio, ieri sera mi avresti uccisa se ne avessi avuto la possibilità, e ora sei qui, avanti alla mia porta a chiedermi di accompagnarmi a prendere mia madre, perciò cosa ci guadagni in tutto questo? Sei per caso diventato pazzo e perciò non sai cosa stai dicendo?
Harry: perché tua madre ti odia? – cercò di evadere dalla mia domanda
Carlie: ok non mi vuoi rispondere, ma non sono affari tuoi se mia madre mi odia, e poi perché continui ad interessarti di ciò che devo o non devo fare quando hai una fidanzata che credo sia arrabbiatissima con te, e tu invece continui a perdere il tuo tempo con me.
Harry: mi preoccupo per te e smettila di dirmi che sono fidanzato!
Carlie: ma per quale motivo? – domandai quasi urlando per quanto ero esasperata – anzi, non lo voglio sapere, aspetta qui fuori tutto il tempo che vuoi, ma non parlarmi, resta in silenzio finché non mi darai una spiegazione motivata al tuo comportamento. Sappi che lascio che mi accompagni solo perché so che non mollerai e mi sono scocciata si stare qui a parlare con te quando ho molte cose da fare, e ho bisogno di un passaggio – mi chiusi la porta alle spalle e continuai a riempire il borsone. Ci misi un po’ per decidere cosa indossare per non farmi insultare ancora una volta su come ero vestita. Non appena fui pronta uscii dalla camera, ma lui non era più dietro la porta. Trovai un post-it attaccato sulla mia porta che diceva “Sono andato a fare un riposino. Vieni a svegliarmi”. Percorsi il corridoio che divideva il dormitorio maschile da quello femminile per ritrovarmi dietro la porta di Harry con gli occhi puntati addosso dai ragazzi delle stanza vicine che erano curiosi di vedere una ragazza nell'ala maschile. Le ragazze si trovavano da quel lato del dormitorio per due motivi: o avevano appena fatto sesso con qualcuno di loro e perciò le spettava il “corridoio della vergogna” oppure quando avevano trovato il proprio “fidanzato” con qualcun altra, perciò i curiosi cominciavano a scommettere per quale motivo fossi li.
Carlie: se non la smettete di fissarmi potrei tagliarvelo nel sonno senza che nessuno di voi se ne accorga, perché sarete troppo drogati con diversi tipi di sonniferi o semplicemente sarete troppo strafatti da rendervi conto cosa vi stia accadendo, perciò o rientrate oppure vi spetta questa triste fine
X: a me andrebbe bene farmi toccare da una come te – urlò qualcuno in fondo al corridoio
Carlie: ricordami che sei in cima alla mia lista
X: non vedo l'ora tesoro – rise e rientrò nella sua stanza
Harry: questa si che è una minaccia – disse uscendo dalla stanza
Carlie: anche tu devi stare attento – mise un braccio intorno alla mia vita – cosa diamine pensi di fare?
Harry: vuoi uscire da questo corridoio? - lo guardai male – allora devi fare come ti dico – i ragazzi che poco prima erano fuori borbottavano qualcosa rientrando nelle loro camere.
Carlie: oh grazie, non sarei mai sopravvissuta senza il tuo aiuto – affermai sarcastica
Harry: non c'è di che – sorrise
Carlie: sei qui solo perché ho bisogno di un passaggio – dissi esausta di ripetere la motivazione della sua presenza - ricorda che il nostro patto includeva la clausula secondo cui devi stare zitto se vuoi accompagnarmi – dissi autoritaria provocando una sua risata trattenuta alla quale misi fine fulminandolo con lo sguardo.
Harry: si capitano – disse mimando in gesto
Carlie: sta zitto! – dissi nuovamente divertita
Harry: tu si che sai come parlare con le persone – sorrisi acida e uscimmo dall’edificio. Entrammo in macchina e con enorme piacere non mi ritrovai in uno squallido pick-up, ma in una fantastica Ranger Rover nera, enorme, lucente e ancora una volta enorme.
Carlie: bella macchina, a quale riccone l’hai rubata? – chiesi divertita
Harry: mi dispiace deludere le tue aspettative ma non l’ho rubata a nessuno, è mia
Carlie: quindi sei ricco?
Harry: ti sembro ricco?
Carlie: magari non moralmente, ma credo che tu lo sia economicamente – risposi sarcastica, sono troppo divertente.
Harry: non è divertente
Carlie: perché? Te lo dicono in tanti signor Styles? Devo chiamarti signore o signorino ora vero? – continuai a divertirmi
Harry: è una delle cose che odio di più, quando le persone ti vedono solo per i soldi e non per quello che sei davvero
C1arlie: e che tipo di persona credi di essere? Perché io ancora non la vedo
Harry: vedremo se sarai così divertente anche avanti a tua madre
Carlie: oh ma ti ringrazio con tutto il cuore per aver spento anche quel piccolo barlume di felicità della giornata – sorrisi sarcastica provocando in lui una risata sonora. Parlammo quel poco che bastò per arrivare a destinazione.
Carlie: grazie del passaggio signor Styles – dissi servizievole.
Harry: signorina è sicura che una povera fanciulla come lei non ha bisogno di aiuto da parte di un gran riccone come me?
Carlie: chi ti dice che sia una povera fanciulla? – dissi con un pizzico di malizia
Harry: forse lei a differenza mia è ricca moralmente ma non lo è economicamente
Carlie: mi dispiace avvertirla che sono ricca in entrambi gli ambienti da lei citati
Harry: e allora perché mi critichi tanto
Carlie: perché è divertente, soprattutto se si tratta di te – scendemmo entrambi dall'auto – perché sei sceso? Devi tornare indietro ora – non ridevo più, doveva salire davvero in auto e andare via.
Harry: lasciarti sola in questo postaccio? Assolutamente no – disse con un ghigno sulle labbra. Aveva già programmato tutto.
Carlie: ehi noi avevamo un patto – cominciai ad irritarmi.
Harry: hai visto dove sei? E per come sei vestita non dureresti più di 5 minuti
Carlie: forse devo stare più attenta a te che a qualunque altro uomo possa provarci con me in questo posto
Harry: ancora battute, sei davvero uno spasso – finse una risata
Carlie: lo so me lo dicono tutti
Harry: cosa? che sei divertente come un limone o che – fece una pausa – oh non c'è nient'altro da dire
Carlie: solo ora mi accorgo di quanto tu sia – pausa teatrale – non so davvero che parola usare
Harry: bello? Attraente? Maledettamente sexy?
Carlie: maledettamente stupido – sorrisi divertita – ok ora puoi anche tornare in auto, grazie
Harry: oh no non mi fido a lasciarti qui – si avvicinò per sussurrarmi qualcosa – vedi quel tizio dietro di te? Non girarti, sono sicuro che ha qualcosa nella tasca
Carlie: e tu cos'hai nella tasca?
Harry: le mie tasche sono vuote – ridemmo entrambi e per la prima volta insieme
X: oh ma quanto ci divertiamo qui – esclamò una donna poco lontana
Carlie: Harry scappa finché sei in tempo – gli sussurrai e poi fui costretta a salutare mia madre
Mamma: oh immagino che ti sia portata dietro il tuo fidanzato perché così non ti aggredisca
Harry: esattamente signora, sono qui per proteggerla – le sorrise
Carlie: oh no lui stava andando via
Mamma: perché dovrebbe andare ora che ci siamo incontrati? Se dovevi andare via dovevi pensarci prima tesoro – un sorriso finto dominava sul suo volto
Carlie: oh grazie mamma – le sorrisi falsamente
Mamma: non farlo, non ringraziarmi – ci voltò le spalle e ci fece strada all'auto che aveva prenotato.
Harry: oh grazie ma ho la mia auto, e non mi va di lasciarla qui, noi vi seguiremo
Mamma: ok allora stateci dietro – disse infilandosi nell'auto e chiudendo la portiera
Harry: non c'è di che
Carlie: grazie – dissi con lo sguardo basso
Harry: non preoccuparti, ci sono abituato a gente del genere – mi strinse con il suo braccio e ci incamminammo verso la sua auto – prima che ricominci, so che sei arrabbiata con me, ma tua madre deve credere che siamo una coppia e se continui ad evitarmi non so fino a che punto possa credere in noi
Carlie: è solo una scusa per abbracciarmi perché sono bellissima, sta tranquillo, conosco le mie doti
Harry: sai che ora dovrei baciarti?
Carlie: dovresti o vorresti?
Harry: entrambi – sorrise divertito
Carlie: puoi scordartelo, tu non sei quel tipo che mi ha detto di avere una fidanzata?
Harry: sono sicuro che ti stai confondendo con qualcun altro – entrammo in auto e seguimmo l'auto nera ed elegante che ospitava la “vecchia zingara” - e quindi non mi hai ancora detto perché tua madre ti odia così tanto
Carlie: quando lo vedrai te ne accorgerai
Harry: non sono molto bravo con gli indovinelli, perciò dimmi chiaramente di cosa si tratta
Carlie: ti è di aiuto se ti dico che ho due fratelli e probabilmente uno dei due non potrà più camminare?
Harry: cosa gli è successo?
Carlie: sta attento alla strada – gli dissi prima di raccontare – bhé, è stata chiaramente colpa mia e lei non ne vuole più sapere di me
Harry: quindi non è sempre stata così?
Carlie: oh no, un tempo mi voleva addirittura bene – gli spiegai tutto e in giro di pochi minuti arrivammo. La “vecchia zingara” aveva affittato una grande villa con una piscina e un giardino immenso. Non appena parcheggiammo mi precipitai dentro la villa per vedere se loro erano li. Cominciai a correre per le scale non appena sentii le loro voci provenire dal piano di sopra. Bussai alla loro porta – ehi – mi affacciai – posso entrare? - non appena mi videro mi vennero incontro e rimanemmo stretti in un solo abbraccio per qualche secondo.  Qualcun altro bussò alla porta e trovammo Harry che guardava divertito con un borsone sulla spalla.
Harry: sai che non ti somigliano per niente?
Carlie: ehm, lui è Harry – dissi indicandolo – e loro sono Scott – era il più grande dei due, occhi azzurri capelli corti e biondi con un sorriso fanciullesco che sembrava spezzato dalla sua sedie a rotelle rosso fiammante – e Max – dissi indicando il nanerottolo della famiglia con occhi grigi, capelli biondi scompigliati e un faccino adorabile
Harry: perché tu non sei bionda?
Carlie: perché tu non stai zitto? - mostrai un sorriso smagliante
Scott: tu sei il fidanzato di mia sorella?
Harry: si – affermò
Carlie: no – dissi subito dopo di lui
Max: hai portato qualche regalo per me?
Carlie: oh certo che si – passammo molto tempo in camera loro prima di andare a sistemare le mie cose
Harry: e quindi dobbiamo dormire insieme – disse entusiasto
Carlie: oh no, tu dormirai qui, io andrò nell'altra stanza, oppure puoi tornartene al campus visto che non hai niente con cui cambiarti
Harry: e se tua madre ti scopre?
Carlie: non può arrabbiarsi più di così giusto? Lo hai detto tu
Harry: oh credo proprio che possa arrabbiarsi se non dormi con me – disse divertito
Max: Carlie – urlò – è pronto – si sentirono dei passi venire verso la nostra stanza – mamma ha detto che deve venire anche Harry a mangiare con noi
Harry: oh ma grazie Max, scommetto che sei stato tu a invitarmi a mangiare con te – Max annuì forte con la testa – allora mangerò accanto a te va bene?
Max: si – disse muovendo ancora la testa – tu sai che io sono grande? - domandò ad Harry
Harry: oh certo che lo so, vedi un po' quanto sei alto, ma ora dimmi la verità – si avvicinò al suo orecchio – quanti anni hai?
Max: io ho cinque anni
Harry: che rimanga tra di noi – disse sussurrando – alla tua età ero alto così – disse poggiando la mano a mezz'aria poco più in alto della spalla di Max – perciò tu sei più grande di me – scendemmo per mangiare e Harry divenne l'intrattenitore della serata facendo divertire Max e Scott facendo strane facce e ogni tanto scambiando qualche sguardo complice con me.
Dopo cena tornammo in camera per cambiarci.
Carlie: ora devi spiegarmi un paio di cose – dissi sedendomi sul letto e osservandolo mentre prendeva qualcosa da una borsa
Harry: tutto quello che vuoi – disse sarcastico
Carlie: bhè forse è più di una cosa – rimasi in silenzio cercando di riordinare i miei pensieri – da dove è uscita quella borsa? E perché hai dei vestiti puliti?
Harry: ho sempre una borsa in macchina con dei vestiti puliti, perciò fatti sotto con la prossima domanda – mi sorrise compiaciuto
Carlie: sai che sei davvero strano! Per quale ragione una persona dovrebbe avere una valigia pronta in auto?
Harry: hai qualche problema con me Sanderson? Perché qualunque sia il tuo problema possiamo risolverlo facendo del sano sesso – fece un ghigno malizioso
Carlie: ho fin troppi problemi con te Styles, e ti piacerebbe fin troppo fare sesso con me – dissi prendendomi beffa di lui
Harry: in tutta onestà si, non vedo l'ora di portarti a letto ancora una volta
Carlie: Harry – mi alzai e posai una mano sulla sua spalla sussurrando al suo orecchio – siamo in una pace apparente, non appena torneremo al campus tutto tornerà normale, mi ricorderai di quella notte e io non potrò, allora cominceremo a punzecchiarci con qualche frecciatina studiata per ferire l'altro o sarà semplicemente un colpo basso, dopo un po' ci stuferemo e tu farai sesso con chi ti pare e lo stesso farò io, perciò non credere che fare il carino con quei due bambini possa segnare un punto a tuo favore
Harry: oh ma sei di pietra – si portò una mano al petto con fare teatrale – tu sei stata così dura con me, non capisci i miei sentimenti, mi hai ferito – lo guardai male – volevo solo fare sesso con te
Carlie: ehi forse stanotte potrai pensare a qualcuno – gli sussurrai all’orecchio
Harry: se penso a te mi viene duro – mi sussurrò con voce roca e seducente
Carlie: non immaginavo potessi essere così romantico – sorrisi sarcastica. Gli butto un cuscino che afferra al volo – potrai dormire qui da solo e magari puoi pensare davvero a cosa provi per lei e perché preferisci spendere il tuo tempo con me, io andrò nell'altra camera
Harry: se arriva tua madre?
Carlie: dille che abbiamo litigato o roba del genere e perciò non abbiamo dormito insieme – alzò il pollice e uscii dalla camera. Non appena mi chiusi la porta alle spalle sorrisi per via del ragazzo che avevo lasciato dentro. Rientrai velocemente
Harry: cosa hai dimenticato?
Carlie: questo – posai le mie labbra sulle sue per un leggero bacio della buonanotte, ma lui mi strinse a se e non riuscii a liberarmi dalla sua presa mentre le nostre lingue si incontravano. Mi prese dalle cosce e mi sollevò da terra – Harry – ansimai mentre lasciava una traccia umida di baci lungo il mio collo e si dirigeva verso il letto
Harry: non rovinare tutto – disse tra un bacio e l'altro. Stavo per rispondere ma qualcuno bussò alla porta perciò fu costretto a lasciarmi andare.
Max: Carlie non vieni a dormire?
Carlie: arrivo subito, saluto Harry e sono da te
Harry: mi stava dando il bacio della buonanotte – disse compiaciuto e si beccò una gomitata nel fianco ma continuava a sorridere al bambino alla porta
Max: poi lo dai anche a me il bacio della buonanotte?
Carlie: ehi Max vai, arrivo subito – uscì e restammo ancora una volta soli
Harry: e quindi mi hai baciato – disse sorridente
Carlie: oh no, probabilmente stavo cercando qualcosa nella tua bocca – dissi stranita dalle mie parole improbabili e lui mi guardò divertito
Harry: se vuoi puoi cercare ancora un po'
Carlie: ok Harry, ho sbagliato forse non avrei dovuto
Harry: non avresti dovuto nemmeno con Liam – disse sottovoce
Carlie: oh ma dai Harry, ho baciato Liam più di una volta e lo rifarei ancora. Lui non è come te, non so ancora a che gioco stiate giocando ma presto capirò cosa fare con entrambi, ma non puoi giudicarmi per aver baciato Liam, non sono la tua fidanzata, e non siamo legati solo per una notte di sesso, perciò buonanotte Harry – uscii dalla camera questa volta sicura di aver abbandonato ogni mia voglia in quella stanza. Mi ritrovai in compagnia di due ragazzini che ridevano per qualcosa che non conoscevo, forse parlavano di fumetti o super eroi o non so cos'altro potesse essere, ma continuarono tutta la notte finché non decisero che era arrivato il momento di dormire.
Scott: Carlie? Dormi? - sussurrò
Carlie: non ancora, ma tu perché non dormi ancora?
Scott: stavo pensando, tu e Harry – lo interruppi rapidamente
Carlie: non farti strane idee in mente
Scott: no dai, stavo pensando, lui mi piace tu ridi con lui e poi Max mi ha detto che prima vi stavate baciando.

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Capitolo 9
*** Talk ***


Carlie: lui non è il mio fidanzato, ha solo insistito per accompagnarmi, ma poi è rimasto, lui e io non siamo niente perciò nessun trucchetto o pensierino su cosa potresti fare, è tutto chiaro?
Scott: oh si certo – sapevo dal suo tono che stava mentendo – ma questo non toglie che lo hai baciato prima
Carlie: ehi ma non hai per niente voglia di dormire? - in realtà non ci avevo pensato per niente e per farlo avevo bisogno di stare sola e con tutta quella gente vicino non sapevo quando avrei trovato un minuto per me
Scott: dico solo che è uno forte e noi ti abbiamo vista con altri ragazzi, ma non eri mai così felice
Carlie: sei sicuro di non essere tu lo psicologo della famiglia? Sai probabilmente sei anche più grande di me
Scott: mi accompagni a prendere un bicchiere di latte?
Carlie: ne hai proprio bisogno?
Scott: ehi non trattarmi male – disse ridendo. Quanto mi era mancata la sua risata. Da dopo l’incidente non lo avevo sentito ridere più così tanto, si era chiuso in se stesso, ed era solo colpa mia.
Carlie: sei mio fratello minore, ovvio che ti tratto male – lo aiutai a sistemarsi sulla sedia a rotelle e andammo in cucina – come mai sei qui? – domandai alla persona che mi trovai davanti.
Harry: sono appena sceso, avevo sete – disse divertito – voi perché siete qui? - disse prendendo il suo bicchiere di latte e sedendosi accanto a me
Scott: avevo troppa sete e Carlie mi ha accompagnato
Harry: che brava ragazza
Scott: è anche bella, mia sorella fa voltare chiunque quando cammina per strada
Harry: sai che hai proprio ragione – disse sorridente – un ragazzo al campus ha perso la testa per lei, è completamente cotto di lei
Scott: non gli hai detto di tenere giù le mani dalla tua fidanzata?
Harry: l’ho fatto, ma lui la bacia di sorpresa facendo degli appostamenti e spiandola. Lo rincorro per quello che fa ma lei mi dice di fermarmi e non fargli del male.
Scott: perché ti fai baciare da questo strano tipo? – domandò rivolgendosi verso di me
Carlie: perché non è strano e non si apposta, ed Harry non è il mio fidanzato – risero entrambi, dopodiché presi coraggio e domandai ciò che volevo sapere – perché siete qui?
Scott: mamma ha prenotato una visita da un dottore per far controllare le mie gambe – abbassai lo sguardo e una mano di Harry fu pronta a sostenermi avvolgendo la mia alla sua. I due cominciarono a parlare in una lingua a me sconosciuta, o come ero solita chiamarla “scottilismo”.
Carlie: vado a dormire – scesi dallo sgabello – Harry aiuti tu Scott per me?
Harry: certo, stai tranquilla – mi sorrise gentile – buonanotte – uscii lentamente dalla stanza ma prima di allontanarmi completamente dal loto campo visivo e sentii Harry parlare con Scott – tua sorella è davvero bella
Scott: credo proprio che tu le piaccia – rimasi ad ascoltare non tanto per vedere cosa prevedesse il piano di Scott, ma per sentire cosa avrebbe detto Harry
Harry: bhé – sospirò – lei mi piace, ma non so mai come comportarmi con lei, un attimo è dalla mia parte l'attimo dopo è contro di me
Scott: lei ha paura di legarsi, la sue è solo una maschera, una copertura, fa la dura ma in realtà è davvero fragile, cerca di fare la grande, ma in realtà è più fragile di quanto tu possa immaginare. Non riesce ancora a superare l'incidente, crede che sia tutta colpa sua, ma in realtà non lo è, lei ha fatto solo il suo dovere, che era guardare la strada. Sono stato io a prendere il volante e sterzare bruscamente mentre lei guidava rispettando tutte le norme. Non lo ha detto a nessuno, si è presa la colpa per tutto e continua a farlo. Questo la ferisce e ferisce anche me vederla così per una cosa che non ha fatto lei. Mi piacerebbe davvero vederla felice per una volta. Credi che non lo abbia notato poco fa quando si è intristita per il motivo della nostra visita? Sai da cosa ho capito che la rendi felice? Quando le hai preso la mano ha cominciato a sorridere. Ci hanno provato in molti. Dicevano tutti di essere innamorati di lei e per un po' lo era anche lei ma poi qualcosa andava storto e lei rimaneva sola – disse determinato e io sorrisi alle sue parole
Harry: ma noi non stiamo insieme, mi dispiace ammetterlo ma, ho una ragazza e lei si è presa tutte le colpe perché ci ha visti mentre la baciavo
Scott: lei ha bisogno di qualcuno al suo fianco, qualcuno che la faccia stare bene
Harry: quella persona non sono io – disse serio per ricominciare con un tono divertito – ehi sai che mi ricordi il grillo parlante
Scott: ma non sono verde
Harry: forse quella è l'unica cosa che ti manca
Scott: mi manca anche il suo ombrello
Harry: non c'è problema, a quello si può rimediare – percorse la stanza e gli porse un ombrello che era vicino all'ingresso – ecco fatto
Scott: mancano ancora un po' di cose, come un panciotto o il cappello e poi cosa fondamentale, non sono un insetto
Harry: non sei nemmeno verde ma se ci lavoro ti trasformerò in un vero e proprio grillo, dopotutto sei già “parlante”
Scott: sai cosa mi rende così saggio? - Harry lo guardò divertito e io volevo sapere assolutamente cosa stava per dire – Ho letto il suo diario – cosa? Come ha potuto? - e ho scoperto che le piacerebbe avere qualcuno che lotti per lei, per il suo amore – oh me l'avrebbe pagata! Come si era permesso? OMG aveva letto TUTTO il diario?
Harry: dai grillo andiamo a dormire o lei mi ucciderà perché ti ho tenuto sveglio – corsi in camera per non farmi vedere e dopo poco arrivarono anche loro sghignazzando sottovoce – buonanotte – sussurrò e uscì. Decisi di seguirlo.
Carlie: ti va di dormire insieme?
Harry: oh mio Dio Carlie! - disse spaventato ma ancora sottovoce – che ci fai qui? Non eri andata a dormire? - mi avvicinai visto che eravamo al buio e perciò non sapevo quanto fossi lontana da lui
Carlie: ti va di dormire con me? Solo per stanotte, il letto di la è piccolo e non riuscivo a dormire – mi prese per mano e mi portò in camera – ovviamente tutto questo rimarrà tra di noi, nessuno deve sapere niente
Harry: perché no? – non c’era arroganza nella sua voce, era quasi dolce
Carlie: perché la tua fidanzata potrebbe mollarti, e non voglio che vi lasciaste a causa mia
Harry: prometto solennemente che tutto ciò che accadrà in questa stanza rimarrà un segreto e che nessuno saprà mai che mi hai implorato di dormire con te
Carlie: smettila – gli diedi uno schiaffetto sul braccio e mi poggiai sul letto
Harry: oh no, quello è il mio lato del letto
Carlie: si sta così comodi da questo lato che ho deciso che non mi sposterò mai più da qui – divertito mi prese e mi spostò dall'altro lato e cominciammo a ridere – cosa vi siete detti voi due poco fa?
Harry: niente di che – ok non voleva dirmi cosa si erano detti realmente, ma forse era meglio così, sarebbe stato strano parlarne con Harry li davanti se non sapevo nemmeno cosa pensare sulla nostra “amicizia” - abbiamo parlato di super eroi e del grillo parlante, ma da quando sei così curiosa di sapere cosa dico?
Carlie: da quando parli con mio fratello, potresti mettergli in testa strani pensieri e sappiamo entrambi cosa c'è nella tua testa
Harry: credo che noi siamo molto più simili di quanto pensi
Carlie: oh no ti sbagli, non mi conosci minimamente – mi sistemai per guardarlo negli occhi – non conosci nemmeno le cose fondamentali, non sai qual è il mio colore, libro, o film preferito, non sai che genere di musica mi interessa oh quali sono le caratteristiche che deve avere un uomo
Harry: posso solo dirti che sono io il tuo uomo ideale – lo guardai scettica – dai ammettilo sono bellissimo e ti senti attratta da me
Carlie: sai che una persona non è fatta solo di carne?
Harry: lo so perfettamente, ma non si può amare una persona se non c'è passione carnale – affermò divertito
Carlie: con lei hai tutto questo? - domandai seria senza accorgermi delle parole che mi erano uscite dalla bocca – non mi hai nemmeno detto come si chiama – i suoi occhi cambiarono colore e assunsero una luce diversa, più scura – sai non è che voglio saper a tutti i costi di lei – cominciavo a parlare a raffica, ero evidentemente agitata – sono semplicemente curiosa di sapere – non parlava – è bella? - ancora silenzio. Lo sapevo, cazzo, sarà bellissima – sai era buio al falò ed ero piuttosto ubriaca, perciò non l'ho ben focalizzata – silenzio, oh mio Dio rispondimi per favore! Non farmi continuare a parlare – sono troppe domande vero? Lo sapevo che non avrei dovuto chiederti niente
Harry: ti stavo solo osservando – un sorriso riaffiorò sul suo volto – non avevo mai notato la tua parlantina – risi nascondendo la mia agitazione – lei si chiama Emily e credo che tu sia più bella di lei se vuoi saperlo
Carlie: lo dici solo perché mi hai davanti
Harry: come preferisci credere, non nego che lei sia bella ma ti trovo decisamente migliore
Carlie: quindi sei venuto a letto con me solo per il mio aspetto? - oh ma dai Carlie che razza di domande fai? E poi perché continui a parlare così velocemente? E' solo Harry. Wow, è bellissimo. Guarda i suoi occhi. Avevo sempre desiderato che degli occhi come i suoi mi scrutassero e tenuto alla larga le teste di cazzo, ma Harry era uno di loro.
Harry: no, oh aspetta, ora ti conosco non tantissimo ma rispetto a quella sera ora so che non sarei andato a letto con quella ragazza senza prima conoscerla
Carlie: non ti piaccio? Per questo non faresti più sesso con me? - cavolo Carlie smettila!!!
Harry: avrei aspettato per starle accanto. Come ti senti quando vai a letto con persone che non conosci?
Carlie: mi stai dando della sgualdrina? - ora basta, dico sul serio! Lui sta cercando di essere gentile e dirti che ti avrebbe scopata comunque ma dopo averti conosciuta. Non fare la stupida e fallo parlare
Harry: cosa?!? NO! Sto semplicemente dicendo che avrei preferito conoscerti prima
Carlie: oh si giusto, hai ragione
Harry: cos'hai che non va?
Carlie: oh niente stavo solo pensando ad Emily cosa ti ha detto al falò?
Harry: perché vuoi parlare di lei?
Carlie: perché – oh ma dai! Cosa avrei dovuto rispondere ora? - perché eri venuto qui per pensare a lei, a voi
Harry: vai dritta al punto e dimmi cosa vuoi sapere – disse schietto
Carlie: in realtà avrei tante domande da farti come e dove vi siete incontrati? Come è successo? Cosa provi realmente per lei? Perché sei venuto a letto con me?
Harry: hai diritto ad una sola domanda, e se vuoi preferisco rispondere alla domanda più importante – annuii – sono venuto a letto con te e questa cosa non mi dispiace affatto
Carlie: ma tu hai una fidanzata, come credi che mi senta? Ho rovinato il vostro rapporto. Non puoi nascondere una cosa del genere per sempre. Immagina l'imbarazzo quando le chiederai di sposarla dopo il college e questa storia potrà mandare in aria tutta la vostra storia e ci ripenserai e ti dirai perché ho fatto una cosa del genere con una ragazza che nemmeno conoscevo?
Harry: ma la sto conoscendo proprio ora, e poi cosa ti fa pensare che sposerò proprio lei? Ci sono tante ragazze al mondo o ancora solo al campus, perciò cosa ti fa pensare che sceglierei proprio lei?
Carlie: perché la ami
Harry: i miei sentimenti potrebbero cambiare e se ti va ora potremmo dormire e continuare a parlarne domani – acconsentii e mi voltai dandogli le spalle
Carlie: buonanotte – dissi e poco dopo le sue braccia mi avvolsero e mi strinse a se – Harry?
Harry: lo faccio per diversi motivi se ci tieni a saperlo, potrebbe entrare tua madre e deve vederci per forza così, dire ad Emily che abbiamo dormito una sera in più insieme non mi cambierà la vita e ultimo ma non meno importante mi va di abbracciarti, perciò buonanotte signorina Sanderson – e fui cullata dal suo respiro regolare e dalle sue braccia pronte a sorreggermi. Oh ma cosa mi stava succedendo ultimamente? Feci mente locale e mi ricordai di aver baciato Harry abbastanza. Dovevo smetterla anche perché avevo baciato anche Liam. Mi stavo comportando da vera sgualdrina? Dai Carlie ammettilo, hai sempre fatto questo genere di cose, perché ora dovrebbe essere diverso? Solo perché sei al college? O solo perché sei andata a letto con qualcuno che non conoscevi? Non è la prima volta che accade una cosa del genere. Da quando Noha ti ha lasciato ti sei data alla vita “sregolata” e sei diventata questa persona.

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Capitolo 10
*** It's All Your Fault ***


La mattina ripensai a cosa era accaduto la sera precedente stesa sulla brandina a bordo dell'enorme piscina dove aspettavo che mia madre tornasse insieme a Scott. Intanto Harry giocava con Max in piscina attento a non farlo annegare e cercando di insegnargli a rimanere a galla. Un telefono vicino a me squillò, era quello di Harry. C'era scritto Boo. Chi poteva mai chiamarsi Boo? Forse era il soprannome che aveva dato a Emily. Ero tentata a rispondere.
Carlie: chi è Boo? - gli domandai urlando per farmi sentire
Harry: oh rispondi pure – dissi di rimando
Carlie: pronto? - domandai titubante
X: hey Harry dove sei? E' da ieri che non ti fai vedere – pausa – scusa tu chi sei? Dov' è Harry?
Carlie: ehm – e ora? –  sono Carlie, tu sei?
Louis: oh mio Dio Carlie sei davvero tu? Aspetta! Cosa ci fai con il telefono di Harry? – domandò curioso abbassando il tono di voce - non mi dire che siete scappati insieme - disse tra una risata e l'altra.
Carlie: no Harry era impegnato, per questo non ti ha risposto lui
Louis: e io cosa rispondo a Emily? – ora era decisamente nervoso
Carlie: non ne ho idea, inventati una scusa, non puoi mica dirle che è venuto qui con me per capire cosa prova per lei
Louis: ti prego dimmi che hai fatto qualcosa per fargli cambiare idea su Emily
Carlie: perché avrei dovuto?
Louis: perché tu mi sei più simpatica – ma che risposte sono!
Carlie: ehi simpaticone perché non ti preoccupi della mia compagna di stanza? L'altra sera ha avuto problemi a sistemarsi, perciò perché non le dai una mano?
Louis: fortuna che ci sei tu – disse sarcastico
Carlie: da quando sei così divertente?
Louis: lo sono sempre stato a differenza tua – ci fu il rumore di una porta e una voce di donna – ehm Carlie prepara Harry alla chiamata che sta per ricevere – e chiuse velocemente. Poco dopo il telefono squillò di nuovo ma con il nome di Emy e un cuore
Carlie: è Emily! Rispondo ancora io? - domandai divertita e in un lampo fu fuori dalla piscina per prendere il telefono – come immaginavo
Harry: ci hai provato, ma no – rispose e si allontanò così entrai in acqua insieme a Max
Max: vedi cosa so fare! - esclamò e si posizionò a pancia in su galleggiando sull'acqua - mamma dice sempre che dobbiamo studiare tanto e andare all'università come te?
Carlie: cosa? - domandai sorpresa.
Max: quando io e Scott non vogliamo fare i compiti ci sgrida sempre e dice che tu li facevi sempre e ascoltavi quello che ti diceva – non sapevo cosa rispondergli. Speravo che Harry finisse presto di parlare a quello stramaledetto telefono e mi aiutasse, e poi ero curiosa di sapere cosa si erano detti se mai me lo avesse detto.
Carlie: se vuoi ti aiuto a fare i tuoi compiti – sorrise mostrando lo spazio lasciato vuoto da un dentino caduto, così uscimmo e dopo esserci asciugati un po' entrammo dentro per fare qualche esercizio di matematica che Max non aveva intenzione di fare perché troppo “difficile”. Non vidi Harry per tutto il tempo e questo doveva significare che stavano litigando? Oppure si erano riappacificati? Non doveva interessarmi cosa volesse Harry, eppure ero curiosa di sapere cosa si fossero detti per tutto quel tempo. Finalmente rientrò anche lui, senza più il telefono all'orecchio – come va? - dissi per smorzare l'aria ma il suo sguardo truce mi fece capire che c'era qualcosa che non andava – mia madre tornerà tra un po' perciò devo sistemare, potresti stare tu con Max? - domandai cambiando argomento
Harry: ehi Max – lo chiamò e lui sorrise ancora – aiutiamo a sistemare o mamma si arrabbia - disse con tono giocoso.
Carlie: non c'è bisogno faccio da sola, sta solo attento a Max - sorrisi verso di lui
Harry: tranquilla, non c'è alcun problema – cominciammo a pulire e non appena finimmo ci buttammo stremati sul divano in salotto. La porta si aprì poco dopo.
Mamma: oh sei ancora qui? - ero troppo stanca per risponderla e in più non mi andava di litigare – dovresti cominciare a sistemare la tua roba, domani mattina partiamo e torniamo a casa
Carlie: allora preparo tutto e stasera torno al campus – annuii e mi alzai seguita da Harry fino in camera
Harry: non dovresti farti trattare così male
Carlie: cosa dovrei fare? E' mia madre!
Harry: parlale, cercate di ritrovare il vostro rapporto
Carlie: credi che non ci abbia mai provato? - rimase in silenzio – è tutto inutile – sospirai - magari tra qualche anno avrà sepolto l'ascia di guerra e tornerà tutto normale - feci spallucce rassegnata.
Harry: oppure no – disse cupo.
Carlie: allegria portami via – dissi sarcastica riponendo alcuni miei vestiti nel borsone.
Harry: perdonami se non sono sempre felice come te, non riesco a sorridere per ogni cosa  e mascherare ciò che provo davvero – quasi mi urlò contro.
Carlie : oh si giusto – affermai – sta tornando tutto normale, se vuoi possiamo cominciare da subito a urlarci contro e non sopposrtarci!
Harry: perché dovremmo urlarci contro? - domandò esasperato.
Carlie: e lo chiedi pure? Sei frustrato o arrabbiato o qualunque altra emozione tu stia provando per la telefonata che hai avuto e te la stai prendendo con me – alzai pian piano il tono di voce.
Harry: bhé allora sarebbe stato meglio se non fossi venuto, così non avrei avuto tutti questi problemi! - oh ma stiamo scherzando?!? Come se te lo avessi chiesto io di venire con me!
Carlie: non ti ho chiesto io di venire! - ora urlavo decisamente – ti avevo detto che non ti volevo ma tu no, hai preferito seguire i tuoi – virgolettai – sentimenti, mi dispiace dirtelo ma anche io ho dei sentimenti verso qualcuno e non ti volevo qui con la mia famiglia!
Harry: ok – sussurrò guardandomi.
Carlie: e ora non fare l'offeso con me – dissi.
Harry: ogni mio atteggiamento non ti va bene, perciò dimmi tu cosa devo o non devo fare – alzò di poco la voce  - dimmelo perché davvero non so più cosa fare per te!
Carlie: non devi fare assolutamente niente per me! - sottolineai - Non ti ho mai chiesto nulla! - urlai ancora. Mi sentivo il volto in fiamme e probabilmente era diventato rosso per la rabbia.
Harry: sta tranquilla non ti darò più fastidio – disse tornando al suo solito tono di voce – visto che stiamo parlando apertamente e mi stai rinfacciando ogni gesto – fece delle virgolette per aria - “carino” fatto per te, è stato bello scoparti fino ad addormentarmi e poi lasciarti sola il giorno dopo, questo ti fa capire di che tipo di persona sei!
Carlie: oh non permetterti di giudicarmi, non sei affatto migliore – lo minacciai quasi.
Harry: almeno io ho persone che mi amano e mi vogliono bene – lo guardai truce per non mostrare la mia debolezza e non farmi vedere piangere avanti ad una persona del genere
Carlie: fanculo Harry, tu e tutte le persone che ti amano – dissi delusa per le sue parole – e ora esci da casa mia – prese il borsone per uscire finalmente, ma arrivato vicino alla porta si fermò
Harry: per la cronaca questa non è casa tua, e credo che tu non abbia una casa visto che li ci sono tutte le persone che ti amano
Carlie: ESCI! - urlai con tutta la rabbia che avevo, e finalmente uscì dalla stanza e prese la sua auto per andare via. Dopo un po' un taxi arrivò per riportarmi al campus e salutai tutti. Mia madre mi abbracciò con mia enorme sorpresa e mi sussurrò “mi dispiace”. Non appena mi ritrovai sola sul retro dell'auto cominciai a piangere per tutto quello che era successo, dovevo sfogarmi in qualche modo e quello risultò il modo migliore. Il tragitto fu abbastanza lungo da farmi sfogare completamente e riprendermi. Forse avevo gli occhi ancora un po' rossi e gonfi ma avrei potuto incolpare la stanchezza e mentire a tutti. Trascinai il borsone fino in camera e mi buttai sul letto.
Eleanor: chi è? - domandò spaventata
Carlie: sono solo io – dissi ancora stesa sul letto
Eleanor: oh sei tornata – disse affacciandosi dalla porta del bagno sorridendomi – come è andata? - domandò euforica
Carlie: male e per favore non chiedermi niente, quando mi sentirò meglio ti racconterò tutto – una parte del suo entusiasmo fu smorzato, ma continuò ancora sorridente
Eleanor: che hai intenzione di fare stasera?
Carlie: credo che resterò qui e studierò qualcosina
Eleanor: oh ma dai! - esclamò – l'altro giorno mi hai portata ad una festa e oggi voglio che tu ti diverta un po' dopo una giornata del genere
Carlie: grazie dell'invito ma dico sul serio, sono stanca e non mi va, devo studiare
Eleanor: fammi capire – prese fiato – non ti va? O sei stanca? O devi studiare? - elencò le mie scuse
Carlie: oggi proprio no, non è giornata, non mi va di camminare o andare da qualunque parte – bussarono alla porta – fammi pensare – dissi con un cenno teatrale portandomi la mano al mento fingendomi pensierosa – chi potrà essere? Eleanor mi guardò con uno sguardo inceneritore – ok allora aprigli la porta, non vorrai mica farlo aspettare! - dissi ridendo e in tutta risposta mi arrivò un cuscino in faccia e cominciai a ridere ancora più forte
Louis: wow, per la prima volta ti vedo nella tua stanza – disse divertito – da quando sei qui? Harry non ancora arriva
Carlie: probabilmente è insieme alle persone che lo amano – dissi sarcastica.
Louis: oh no oppure sarebbe qui - disse scherzando.
Carlie: penso sia andato da Emily – i suoi occhi mi guardarono in modo strano.
Luois: ti ha parlato di Emily?
Carlie: si – dissi guardandomi intorno – perché? - domandai stranita.
Louis: lui non parla mai a nessuno di lei, tanto meno a persone che conosce da poco tempo
Carlie: diciamo che è stato inevitabile dal momento che ci ha sorpresi in spiaggia a baciarci
Eleanor: COSA? - urlò dall'altra stanza e in due secondi era accanto a Louis per ascoltare cosa dicevamo – lui ti ha baciata? - annuii debolmente – lo sapevo
Louis: scusa, sapevi cosa? - le domandò
Eleanor: a lui piace lei e a lei – ci pensò su – non so se a lei – mi fissò sapendo cosa stava per domandare – a te lui piace?
Louis: oh non dire sciocchezze – disse liquidando la sua domanda – e tu sei sicura che fosse lei? Emily vive a un paio d'ore da qui
Carlie: non lo so, gli avrà fatto una sorpresa e poi mi hai detto tu stesso che era in camera tua questa mattina
Louis: si stammattina era qua ma non credo ci fosse anche l'altra sera
Carlie: non so niente, so solo che una ragazza ha cominciato a urlare contro Harry per quello che aveva visto e poi me ne sono andata, oggi lei lo ha chiamato, so che dopo era arrabbiato ma non so cosa gli abbia detto
Louis: quando lo hai sentito l'ultima volta?
Carlie: quando l'ho cacciato di casa, ti basta questo? - dissi rassegnata al fatto che avrei dovuto raccontare tutto
Louis: perché lo hai cacciato di casa? - il suo telefono squillò - oh Harry grazie al cielo – disse alzando gli occhi al cielo e uscendo dalla stanza.
Eleanor: quindi ti ha baciata – sussurrò mentre “riprendeva coscienza” seduta sul bordo del letto
Carlie: ma non dovevi uscire? - chiesi per sviarmela di dosso
Eleanor: oh sono già pronta – guardava il vuoto – e poi voi – si portò una mano alla bocca – oh non ci posso credere!
Carlie: cosa dirai questa volta? - le domandai esausta
Eleanor: lui ti ha seguita a casa tua
Carlie: aveva bisogno di tempo e spazio per pensare
Eleanor: per decidere chi scegliere! Se tu o lei!
Carlie: oh no smettila!
Eleanor: come posso? E' fantastico!
Carlie: come fai ad esserne sicura?
Eleanor: lui voleva scegliere te
Carlie dai ora stai esagerando con la fantasia
Eleanor: e invece no, lui ti ha seguita per conoscerti meglio
Carlie: come fa a preferire una persone che ha “conosciuto” portandosela a letto ad una che avrà conosciuto in un qualunque romantico, ridicolo modo
Eleanor: perché negarlo? Perché credi che non possa piacere alle persone? Sei bellissima, attraente, intelligente, sagace
Carlie: e troia – continuai per lei – si hai capito bene, sono una troia perché vado a letto con la prima persona che mi capita a tiro
Eleanor: ma lui ha tradito la sua fidanzata! Lo ha fatto con te!
Carlie: non è un concorso a chi fa più schifo! E poi non ho bisogno di nessuno, la mia vita ve bene così com’è – si certo Carlie ora l'hai detta grossa – sto meglio sola, fidati, mi conosco e perciò credimi e cerca di capirmi quando ti dico sto meglio da sola – stava per rispondere quando esasperata alle sue continue domande esclamai esasperata – se esco con te starai zitta? - ci pensò su e accettò la mia proposta

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Capitolo 11
*** True ***


Louis rientrò in camera più furioso che mai.
Eleanor: chi era al telefono? - ma non ci fu nessuna risposta.
Louis: non è abbastanza ovvio - le risposi sarcastica - era Harry
Eleanor: Oh - si limitò ad affermare fissando Louis che muoveva nervosamente la gamba e guardava il nulla - che ti ha detto? - le domandò preoccupata. Ero curiosa anche io di conoscere la sua risposta così restammo a fissare Louis per un paio di secondi che sembrarono un'eternità.
Louis: ha detto che non mi devo preoccupare, che lui sta bene e che sta cercando di chiarire la situazione con Emily - disse con una risatina finale
Carlie: allora perché sei così arrabbiato? - domandai curiosa di tutta quella rabbia
Louis: mi ha mandato a quel paese quel coglione - disse con poca finezza - spero che quella troietta che si scopa dal liceo lo molli per tutte le schifezze che ha fatto
Eleanor: non credi di esagerare? - chiese - penso non abbia detto chissà cosa
Louis: diciamo che non ha usato proprio questi termini ma - guardò me e capii che aveva insultato entrambi così annuii leggermente col capo - mi ha detto esplicitamente “Oh Louis non fare il moralista, volevi scoparti quella troia di Carlie prima di me, ma mi dispiace per te, ma me la sono fatta prima di te, se vuoi puoi prenderti i miei scarti e non rompere il cazzo ora” perciò che si fotta!
Carlie: è ora che la troia si faccia qualcun altro non trovi Lou? - dissi ammiccando e lui rise, ma sapevo che non ci avrei mai dovuto provare con Louis sia per Eleanor che per me stessa se volevo avere qualche amico qui.
Eleanor: oh non scherzarci su tu - mi rimproverò, si era innervosita per quello che aveva sentito.
Carlie: non voglio arrabbiarmi per un cretino del genere perciò non mi rimane che riderci su, non ho molte possibilità
Louis: no Carlie stai sbagliando tutto - disse Louis, e così Eleanor gli lanciò uno sguardo pieno di soddisfazione - permettimi di parlarne visto che lo conosco da un po' di anni, lui non è cretino - disse soddisfatto - è davvero coglione e deve fottersi o soffocare nel sonno o annegare nella vasca da bagno - gli diedi il cinque non potendo più trattenere la mia soddisfazione in ciò che aveva appena detto quel ragazzo.
Eleanor: siete due immaturi - uscì dalla stanza per finirsi di preparare. Tra una risata e l'altra mi preparai per uscire, ma non avevo voglia di indossare abiti troppo “complessi” così indossai un semplice jeans con una canotta bianca e sopra una camicia a scacchi blu e verde con un paio di vans bordeux.
Carlie: ci metti davvero così tanto a prepararti? - inveì - ma tu non eri già pronta?
Eleanor:  tu non avevi detto che non avevi voglia di uscire? Ora ti stai addirittura truccando! - evitò di rispondere
Louis: wow, devo dire che sono invecchiato di 20 anni ad aspettarvi- disse mentre guardava fuori dal finestrino.
Carlie: sta zitto e ringrazia Eleanor per il passaggio, o saresti dovuto arrivare al pub a piedi! - mi divertivo ad inveire contro la gente, che fosse Harry (mio malgrado devo ammetterlo), Louis o chiunque altro.
Arrivammo ed entrammo. Trovammo dentro Liam, Tom, Niall e un altro ragazzo che non avevo mai visto. Mi fermai a parlare con Tom che non vedevo da quando avevo conosciuto Louis.
Tom: ma guarda chi c'è qui! - esclamò venendomi incontro con un bicchiere in mano pieno di un qualche liquido che avrei voluto tracannare assolutamente - allora hai conosciuto l'uomo della tua vita? - domandò divertito.
Carlie: mi stai prendendo in giro? Non è affatto divertente lo sai questo?
Tom: cosa ho detto di male? – domandò non trovando l’errore nella sua frase
Carlie: oh non te lo hanno detto? O forse non te ne sei accorto quel giorno in discoteca?
Tom: devo dirti una cosa - disse sottovoce vicino al mio orecchio - ero troppo ubriaco per ricordare cosa è successo – ridemmo insieme
Carlie: grazie al cielo non sono la sola! - esclamai sollevata. Per la prima volta non ero l'unica a non essere a conoscenza di quella terribile notte - ero troppo ubriaca anche io.
Tom: noi non - non terminò la frase cercando di farmi capire a gesti e occhiate - insomma, hai capito, dai noi - lo bloccai in tempo perché stava diventando imbarazzante
Carlie: io e te no, non abbiamo fatto niente - gli dissi ridendo - ma io ho fatto qualcosa con qualcun altro - il suo volto era sconvolto.
Tom: con chi sei finita a letto? Devo saperlo ora! – sembrava una vecchia di paese curiosa di scoprire tutti i gossip
Carlie: ti sembrerà ridicolo ma era Harry - rimase schokato
Tom: davvero? Non ricordo nemmeno se fosse li o meno
Carlie: nemmeno o, ma evidentemente lui era li - si girò verso i suoi amici che chiacchieravano a gruppetti
Tom: scusami Carlie, ma lui è Zayn - disse presentandomi all'unico ragazzo che non conoscevo. Era carino, ma non ci avrei fatto niente, sapevo cosa succedeva se mi facevo qualcuno del loro gruppo. Diventavo una troia.
Zayn: ciao Carlie, tu devi essere la ragazza di cui tutti parlano - tutti chi?
Carlie: chi ti ha parlato di me? - chiesi in una risatina
Zayn: praticamente tutti - rise anche lui - credo che l'unico che non mi abbia parlato di te sia stato Tom - disse posando una mano sulla sua spalla e ridendo.
Tom: forse perché ero troppo ubriaco per ricordare cosa fosse accaduto - rise coinvolgendo tutti - ti va di bere? - che domanda, ovvio che volevo bere! Mi offrirono diversi drink finché non mi resi conto di aver appena oltrepassato il limite. Vedevo tutto girare, ridevo per niente e avevo un caldo assurdo.
X: un altro giro signorina? - domandò il barista. Avrei accettato se Zayn non avesse bloccato il barista.
Zayn: no grazie, sta bene così - cominciai a ridere - però sei davvero carino - ammiccai. Oh no Carlie non cominciare. Andai barcollando verso Louis e Eleanor che erano presi dalle loro chiacchiere
Carie: ciao - dissi cantelinando e sorridendo come un'ebete - cosa state facendo?
Louis: credo tu sia ubriaca, vuoi tornare a casa?
Carie: no possiamo stare ancora un po' qui se vi va. Ti prometto che non berrò più per tutta la serata! E non ti causerò problemi - dissi con una mano poggiata sul petto
Eleanor: non credo alle promesse di una persona ubriaca
Niall: ancora ubriaca vero - chiese dietro di me e gli andai vicino
Carlie: sei davvero bello – incrociai i suoi occhi azzurri
Niall: me lo dicono in tante, ma grazie del complimento
Carlie: lo so che ti piaccio - gli dissi ridendo - ma io sono già impegnata, ma se fossi lbera ci avrei già provato con te, te lo assicuro, sei bellissimo
Liam: chi sarebbe il fortunato?
Carlie: non tu! Però sai baciare davvero bene! - cominciò a ridere
Louis: sicura di non voler tornare a casa? – era preoccupato
Carlie: che c'è non mi volete qui? - nessuno rispose - per favore non cacciatemi anche voi, ho bisogno di aiuto – non puoi piangere! Risulteresti patetica e sei anche ubriaca! Non aprire più quella boccaccia! - ho bisogno di voi – cominciai a piangere e mi accasciai a terra contro il muro portandomi le ginocchia al petto.
Louis: cosa c'è che non va realmente? - continuai a piangere fregandomene della sua domanda. Ma rimase li ad aspettare che rispondessi.
Eleanor: sai che puoi parlare di qualunque cosa anche se ci conosciamo da poco, ma questo non significa che tu non possa sfogarti con noi - questa volta era Eleanor che si era seduta accanto a me dal lato opposto.
Louis: se non vuoi parlare con noi almeno fallo con Taylor o con qualcuna delle tue altre amiche. Forse loro sanno meglio di noi cosa fare in questi momenti - l'alcool circolava ancora nelle mie vene perciò non riuscii a rispondere come dovevo e dissi qualcosa di inaspettato. Non credevo nemmeno di pensare una cosa del genere.
Carlie: mi considera una troia! – mi liberai finalmente
Eleanor: chi?” domandò ma Louis la fermò per farmi parlare e farmi sfogare.
Carlie: non lo ha fatto solo con te, me lo ha detto prima di andarsene e la sera prima mentre cercavamo di dormire, e mi ha trattato come una sgualdrina nei giorni precedenti. E' solo questo che sono per lui! La ragazza che si è scopato! E' entrato in casa mia, ha parlato con Scott e nessuno parla mai con lui! Nessuno deve toccarlo!
Louis: chi è Scott? - domandò lentamente Louis e cominciai a piangere ancora più forte
Carlie: non è stata colpa mia! Stavo solo guardando la strada e la macchina è uscita fuori dalla carreggiata - singhiozzi sempre più forti uscirono dal mio pianto estenuante. Non mi era mai capitato di aprirmi così tanto ne da sobria, ne da ubriaca. Forse lo stress di questi ultimi giorni aveva oltrepassato il limite e stava esplodendo tutto in un'unica volta - era così piccolo, ed è solo colpa mia se sta avendo un'infanzia così triste, colpa mia per l'incidente, colpa mia per aver reso mio fratello un invalido, colpa mia se mia madre mi odia, se non c'è mai nessuno attorno a me, o se Nhoa mi ha mollata per qualcuno di “migliore” ed è colpa mia se sono andata a letto con Harry! La mia vita fa schifo! - sentivo tutti gli occhi puntati su di me, ma non avevo alzato lo sguardo nemmeno un secondo. Non volevo vedere i loro occhi compatire un essere inutile come.
Louis: non sei sola - sussurrò dolcemente Louis appoggiando la testa alla mia spalla - siamo tutti qui con te. Nessuno ti ha abbandonata, e anche tuo fratello non lo ha fatto, lui ti vuole ancora bene nonostante l'incidente. Non incolparti per ogni cosa che va male. La vita è fatta da episodi diversi, questi possono essere piacevoli o spiacevoli - rimase in silenzio per un po' - forse la tua vita per ora è stata colma di episodi spiacevoli, ma ricorda una cosa Carlie, non so se ricorderai mai le mie parole, ma se sei riuscita a sopportare tutto questo male, saprai apprezzare i piccoli attimi di piacere e tenerteli stretti. Fai appello a loro quando sei giù e solo così ti mostrerai superiore a tutti loro. - annuii  senza alzare il volto.
Carlie: puoi accompagnarmi a casa? - domandai sperando che acconsentisse, e per mia fortuna lo fece. Tornammo a casa e mi aiutò a mettermi a letto. Sprofondai immediatamente in un sonno profondo non sapendo cosa stesse succedendo attorno a me, pur sapendo che Louis era rimasto per parlare con El.
 
LOUIS POV
 
Non avrei mai immaginato che una ragazza come Carlie avesse così tanti problemi. Sicuramente era diventata quella che era per tutto ciò che le era accaduto. Sembrava così forte. Non riuscivo a pensare ad una persona più forte di lei. Aveva scherzato tranquillamente con me quando Harry le aveva dato della poco di buono. Invece era fragile, talmente fragile che si era appena sgretolata in mille pezzi avanti ai miei occhi. Sono sicuro che da sobria non avrebbe mai detto così tanto su se stessa. Non era timida, ma preferiva parlare degli altri o ascoltare cosa loro avessero da dire, ma non parlava mai di se stessa. Ero deciso ad aiutarla, perché ne aveva davvero bisogno e non le importava cosa ne avrebbe pensato Harry, perché era colpa sua se Carlie era crollata in quel modo. Non avevo visto nemmeno di sfuggita i suoi occhi, solitamente mi bastava un'occhiata agli occhi della gente per  capire cosa provasse. Ero convinto che nonostante l'alcool si vergognasse di se stessa e di cosa aveva appena rivelato a quegli estranei.
Louis: cosa ti va di fare ora? - domandai dolcemente alla sua compagna di stanza
Eleanor: non so se rimanere con lei, ma credo che se rimaniamo qui domani si vergognerà così tanto che non parlerà più
Louis: ti va di stare da me? Harry non ci sarà oggi perciò tu puoi dormire nel mio letto e io dormo nel suo - annuì dolcemente e le presi la mano dirigendomi verso la mia stanza. Mi vergognavo per il disordine e per il tanfo da “uomo” che regnava nella stanza - scusa per il disordine, se sapevo che sarebbe finita così avrei sistemato prima di uscire.
Eleanor: sta tranquillo - rise, era davvero bella, così delicata e graziosa - dovevi vedermi non appena arrivata - cominciò a ridere - Carlie mi aveva trovato con tutti i miei vestiti bagnati per via della doccia e sparsi un po' ovunque - chiacchierammo per parecchio tempo finché non sentii la porta muoversi. Cazzo. Era Harry.
Louis: che ci fai tu qui? - notai subito il volto di Eleanor diventare più cupo. Mi salutò e andò via.
Harry: che c'è? - domandò sfacciato - questa è anche la mia stanza! - buttò il borsone ai piedi del suo letto - non ci hai fatto ancora niente?
Louis: fai davvero così schifo? Non ti rendi conto che per quella troietta della tua fidanzata diventi un mostro!
Harry: pensi davvero che sia io il mostro? Fino a qualche giorno fa non eri così smielato e ai piedi di una ragazza. Andavi a letto con loro e la mattina dopo promettevi di richiamarle, ma non lo facevi mai, perciò cosa vuoi da me?
Louis: l'hai chiamata davvero troia? - gli domandai schietto, ma lui abbassò lo sguardo - lo hai detto a Emily? - ancora niente, perciò capii che era un gran figlio di puttana - quando l'hai baciata cosa hai provato? Era solo perché volevi fartela ancora?Harry: puoi smetterla di parlarmi di lei? disse nervoso
Louis: certo che no e sentiti libero di pure il suo nome, non è così difficile. In questi giorni l’hai perseguitata per la tua stupida sfida con Liam. Hai iniziato a provare qualcosa per lei? Dillo apertamente se ti ha fatto dimenticare Emily!
Harry: non capisco perché te la prendi tanto con me
Louis: questo significa che sei davvero stupido se lo domandi anche? - lui non capì, un cretino non può capire nemmeno le cosa più semplici - lei è crollata! Sai quanto sia stata pesante la vita con lei e tu che fai? La butti ancora più a terra! Che razza di persona sei? Davvero non ti rendi conto della sensibilità della gente! - lo rimproverai. Continuammo a discutere ma senza risultati - stalle lontano. Non darle più fastidio, non ti chiedo molto. Se vuoi continuare a tradire Emily fallo, dopotutto lo fa anche lei con te e questo non mi sorprende. Se solo avessi voluto avresti potuto trovare qualcuno che ti avrebbe apprezzato davvero. L'hai ferita, ma fanculo tutto e tutti tu sei Harry Styles perciò che si fottano tutti, tu compreso - uscii dalla stanza e cominciai a vagare per il campus per schiarirmi i pensieri.
 
CARLIE POV
 
La testa faceva un male assurdo e avevo gli occhi gonfi. Avevo dei ricordi sbiaditi della serata eccetto alcune parole di Louis su quanto fosse brutta la vita ma bisogna godersi i piccoli barlumi di felicità. El era nel suo letto ancora sotto le coperte. Rimasi per un tempo più che sufficiente immersa nell'acqua calda con cui avevo riempito la vasca finchè non bussarono alla porta del bagno.
Eleanor: ehi come va? - domandò con un po' di tristezza dopo che fui uscita dal bagno
Carlie: credo bene - le sorrisi ma era ancora triste - c'è qualcosa che non va? Hai litigato con Lou? - le domandai ma lei accennò ad un sorriso e scosse il capo - allora cosa c'è che non va?
Eleanor: cosa ricordi di ieri sera? - mi raccontò tutto e le chiesi scusa. Non potevo aver raccontato una cosa del genere! Come mi era venuto in mente? Mi ero mostrata debole, vulnerabile, fragile. Non volevo che le persone mi vedessero così. In tutti questi anni mi ero nascosta quando sapevo che ero vicina al pianto. Avevo nascosto la vera me. Mi era stato insegnato che se le persone trovano il tuo punto debole allora hanno il potere di distruggerti. Speravo che le mie parole non arrivassero a nessun altro. Mi ero esposta per la prima volta, avevo mostrato il mio punto debole. Per cercare di distrarmi cominciò a parlare di altro e ne fui immensamente felice. Continuai a chiedere scusa a El non appena ne avevo l'occasione.
Eleanor: Carlie vuoi andare a studiare o vuoi chiedere ancora scusa? - disse ridendo
Carlie: scusa - scherzai e uscii dirigendomi verso la biblioteca. Presi dallo scaffale un libro che parlava delle fasi evolutive del pensiero per Freud, Piaget ed Herikson.
X: psicologia quindi? - domandò qualcuno alle mie spalle. Era Zayn. Avrei dovuto chiedere scusa anche a lui. Mi accompagnò al tavolo e si sedette accanto a me.
Carlie: cosa studi tu? - chiesi curiosa
Zayn: sono con Niall e sono anche il suo compagno di stanza - sorrisi
Carlie: abbiamo alcune lezioni insieme quindi - mi sorrise appena - se è per ieri che fate tutti i carini con me, sto bene, e mi dispiace, volevo scusarmi con tutti per quello che è successo.
Zayn: oh non dispiacerti, non ci ho trovato niente di male
Carlie: invece voglio chiedervi scusa perché vi ho rovinato la serata, e in più mi sento a disagio per questo – mi strinsi tra le spalle
Zayn: secondo me invece non lo hai fatto, hai fatto capire a tutti noi cosa vogliamo davvero dalla vita, come vogliamo affrontarla, e ci hai fatto capire di afferrare quei pochi momenti di pura gioia – ci sorridemmo a vicenda
Carlie: scusa - sussurrai
Zayn: ok, accetto le tue scuse, ma devi smetterla di dirlo - acconsentii e studiammo qualcosa insieme
Carlie: quindi mi stai dicendo che sei d'accordo con Piaget?
Zayn: ovvio, era un fottuto genio!
Carlie: la teoria di Freud ha il suo perché, trovami anche un solo punto della sua teoria che non hai vissuto sulla tua pelle - lo guardai male e lui rise - esattamente, non puoi negare di aver avuto nessuna di queste fasi
Zayn: perché non ti piacciono le teorie di Piaget? – continuò a ridere per la mia determinazione
Carlie: non ho detto che non mi piacciono, ho solo detto che trovo più veritiere quelle di Freud! – feci spallucce. Parlammo ancora e ancora sulle teorie di uomini vissuti decenni addietro - scusa ma si è fatto tardi, devo andare – dissi cominciando a riordinare i libri che avevo preso.
Zayn: hai rovinato tutto - disse divertito
Carlie: scusa ma cosa ho fatto di sbagliato? - domandai “delusa” ma divertita allo stesso tempo. Il tempo con Zayn era volato e mi sentivo molto meglio.
Zayn: oh no lo hai rifatto - cominciò a ridere - in mia presenza non devi più chiedere scusa, nemmeno se hai torto e devi scusarti per forza - ridacchiai e lo lasciai sola in biblioteca.

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Capitolo 12
*** The sea ***


Tornai in camera appena in tempo per trovarvi ancora El.
Carlie: ehi dove vai? - le domandai.
Eleanor: ho fame, vieni con me? – era raggiante, aveva un sorriso e un aspetto splendido, io a confronto sembravo una barbona con i capelli tutti incasinati e vestita alla ceca per uscire velocemente dalla stanza.
Carlie: SI - urlai. Stavo morendo di fame – fammi cambiare e andiamo – indossai dei semplici pantaloncini e un maglione nero e uscimmo.
Eleanor: quindi sei stata tutto questo tempo con Zayn? - chiese con una risatina ammiccando. Oh no adesso avrebbe ricominciato con Zayn, non era possibile.
Carlie: prima che cominci, ammetto che è un bel ragazzo, ma no, non ho intenzione di farci niente. Ho bisogno di stare sola con me stessa, hai visto quanti problemi ho avuto l’ultima volta che sono andata a letto con qualcuno, non voglio ripetere l’esperienza.
Eleanor: non pensavo nulla di quello che hai detto o pensato – disse ridendo.
Carlie: ehi – dissi in un urletto perché mi ero appena ricordata una cosa – tu che parli sempre di me, perché non mi parli un po' di te e Lou? Vi vedo abbastanza vicini – sorrisi compiaciuta e lei divenne rossa – ti piace, non è così? Ha fatto colpo!
Eleanor: penso di si – arrossì e abbassò lo sguardo – non lo so, mi sento strana quando c’è lui, per ora non c'è stato ancora niente e non so se gli interesso in quel modo.
Carlie: sei seria? - le domandai scettica – certo che gli piaci in quel senso o non avrebbe mai passato tanto tempo con te!
Eleanor: allora si può dire lo stesso di – la fermai prima che dicesse qualcosa di cui poi si sarebbe pentita. Ormai ci aveva preso l’abitudine e le era uscito spontaneamente.
Carlie: oh no Harry è diverso da Louis, lui ha passato del tempo con me per tornare a letto insieme, ma gli è andata male e perciò sono diventata la troia di turno – le feci un occhiolino e continuammo a camminare finché non arrivammo alla caffetteria del campus.
Eleanor: sei sicura che Liam non ti piaccia? Lo trovo davvero carino, sai l’ho rivalutato davvero molto in questi giorni, è stato carino con te al luna park.
Carlie: hai già cambiato schieramento? - chiesi divertita per cambiare espressione in un lampo – non lo so, Liam è carino, ma c’è qualcosa che mi impedisce di essere me stessa con lui, mi sento trattenuta – le sorrisi – ehi hai cambiato da capo argomento! – le feci notare – che c'è non vuoi parlare con me di Louis? Puoi stare tranquilla non te lo porterò via – il suo sguardo era fisso e cupo – che c’è? Hai visto un fantasma? - non accennò nemmeno ad un sorriso, il suo sguardo era di ghiaccio, così cercai di trovare cosa stesse fissando ma non appena mi voltai lei cercò di distrarmi – sai che non sono stupida vero?
Eleanor: non ho mai detto una cosa del genere – rise nervosamente rimanendo lei di faccia alla caffetteria e io di spalle.
Carlie: dentro c'è Harry vero? - era spaventata? Perché? Non doveva essere un suo problema, dopotutto non era nemmeno mio - ehi è tutto ok, prima o poi avrei dovuto rivederlo, possiamo ignorarlo tranquillamente, come se lui non esistesse.
Eleanor: bhè non è così semplice – disse nervosa; le feci cenno di continuare a parlare – insieme a lui c'è una ragazza – OH! Questo era un brutto colpo. La cosa che mi stupiva maggiormente è che mi dava fastidio la presenza di quella ragazza. Doveva essere Emily. Mi voltai e la vidi, era stretta fra le sue braccia. Mi sentii mancare la terra sotto i piedi. Merda. Mi dava davvero fastidio quel gesto così innocente, anche se era dura da ammettere. Presi coraggio ed entrammo.
Fu inevitabile incrociarli.
Harry: ciao Carlie – salutò con un sorriso luminoso. Io ti uccido! - El – la salutò con un cenno del capo. Rimase fermo avanti al nostro tavolo ancora intento a stringere quella ragazza tra le sue braccia. Ero gelosa, solo la sera prima c’ero io al suo posto. Come faceva a stare con lei senza vergognarsi di se stesso per quello che le aveva fatto?
Carlie: deduco che voi abbiate chiarito - domandai con l'intento che avrebbero dovuto litigare nuovamente dopo questo incontro, non potevo essere l’unica a starci male – piacere io sono Carlie – dissi con un sorriso falso – tu devi essere Emily – lei annuì timida
Eleanor: come mai sei già di ritorno? Dove sei stato dopo che Carlie ti ha cacciato di casa?- domandò. Tu sei la mia ragazza!
Harry: non devo chiedere il permesso per tornare o forse sono cambiate le regole? - quanto sei simpatico. Non si accorse però dell’occhiataccia che gli stava rivolgendo Emily.
Carlie: ragazzi perché non vi sedete qui con noi? - Emily stava per sedersi accanto a El così la bloccai – oh non vorrei dividervi siete davvero belli insieme, e poi ne sono stata la causa già una volta, perciò non vorrei che litigaste per me ancora una volta – lo sguardo di lei chiedeva risposte, El era soddisfatta e se la rideva senza farsi notare e Harry mi avrebbe ucciso se dagli occhi gli fossero spuntati raggi laser – oh perdonami – finsi – non te lo aveva detto, non era mia intenzione, forse doveva essere una sorpresa – risposi sarcasticamente.
Harry: smettila! - disse serio e con tanta di quella rabbia che avrebbe distrutto tutto.
Carlie: non capisco cosa vuoi dire – El annuiva dalla mia parte.
Harry: allora sei una stupida – non doveva permettersi.
Carlie: forse è meglio chiamarci con i giusti termini non trovi, dobbiamo rifare le presentazioni Emily – le dissi, non aveva parole per cosa stava ascoltando – io sono Carlie, puoi chiamarmi anche la troia, sono troia perché ho fatto sesso con il tuo fidanzato, bhè lui – sospirai in modo teatrale – non ho parole per descrivere il suo ruolo, è un grande attore – affermai soddisfatta – non ho mai visto nessuno mentire così bene.
Harry: sei soddisfatta ora? – tu non ne hai nemmeno idea – cosa ne hai ricavato da questo? – il mio compiacimento.
Carlie: che la gente sa che perché sono la troia di turno e tu sei un coglione patentato. Tu invece cosa hai imparato da quando sei tornato da casa mia? – gli chiesi curiosa.
Emily: c'è qualcos'altro che devi dirmi Harry? – era arrabbiatissima con lui anche se si era rivolta a lui con estrema calma.
Carlie: già Harry c'è qualcosa che le devi dire? Sai che lo farò io altrimenti se il mio discorso non è stato abbastanza estenuante – incrociai le braccia al petto in attesa di una sua risposta.
Emily: ok Harry basta così io me ne vado – uscì dalla caffetteria, ma lui non accennò nemmeno a seguirla.
Harry: pensavi davvero che sarei potuto stare con una come te avendo già una come lei?
Carlie: cosa ti fa pensare che volessi stare con te? - puntai i miei occhi nei suoi e sono sicura che in questo momento i miei li avrebbero distrutti in una battaglia laser – ho troppa autostima in me stessa per fare una cosa del genere a me stessa – lui rise e mi innervosii ancora di più. Ora lo avrei ucciso per davvero.
Harry: tu hai dell'autostima? Se ne avessi, anche solo un briciolo, non andresti in giro a farti chiunque, sei solo una troietta – prima che me ne resi conto gli avevo mollato un ceffone squillante sulla guancia. Speravo con tutto il cuore che gli rimanesse il segno o che gli facesse male. Eleanor mi trascinò fuori dalla porta.
Eleanor: ehi sta calma, respira – disse non appena fummo fuori – te la sei cavata bene, ti sei sfogata e lui ha avuto ciò che si meritava, e sei stata tu a ferirlo questa volta, sia moralmente che fisicamente – cosa avevo fatto? Mi sentivo in colpa. Tornammo in stanza senza aver mangiato. Non aprii bocca per tutto il tempo. Rimasi a pensare a quello che era accaduto.
Bussarono alla porta, andò El ad aprire, non ero in vena di incontrare gente. Sentii la porta richiudersi rimanendo sola in stanza, chiusi gli occhi e rividi ogni minimo particolare di quella scena, le sue braccia strette attorno al corpo di lei, la loro vicinanza, le loro labbra a pochi centimetri di distanza pronte a sforarsi, un bacio sfiorato, i suoi occhi persi in quelli di lei, così luminosi e protettivi. Avrei fatto di tutto per quegli occhi. Li avevo desiderati per tutta la vita, nemmeno Noha mi ha mai guardata in quel modo. Aprii gli occhi per tornare alla realtà ma incrociai due occhi azzurri.
Carlie: perché sei qui?
Niall: ho saputo cosa hai fatto in caffetteria, sei stata fantastica secondo le voci che girano, e poi volevo sapere come stavi dopo l’altra sera.
Carlie: sanno già tutti della caffetteria?
Niall: se ti guardi intorno non si parla d’altro nel campus. Ho saputo anche che hai passato tutta la mattinata in biblioteca in dolce compagnia – mi fece l’occhiolino – Zayn me l’ha detto.
Carlie: abbiamo solo studiato e chiacchierato un po’, nient’altro – mi gustificai per non avere altri problemi.
Niall: allora sarai stanca dopo un’intera giornata di studio e vorrai divertirti con i tuoi amici – domandò retorico.
Carlie: sono stanca e ho voglia di dormire – mi guardai attorno – che fine ha fatto El? – chiesi non vedendola più in stanza.
Niall: era qui fuori a sbaciucchiarsi con Louis – mi alzai di colpo dal letto e uscii euforica dalla stanza sorprendendo i due stretti a baciarsi. Urlai dalla felicità ed abbracciai Niall che era subito dietro di me.
Louis: dovevo premiare qualcuno per come ti sei comportata in caffetteria, e quel qualcuno non potevi essere tu Carlie, concedimelo – risi approvando.
Carlie: sta tranquillo, a me non dispiace affatto, puoi continuare a baciarla se vuoi – ero emozionate per quei due. El era imbarazzata ma felice e si stringeva sempre più contro il petto di Louis che se la teneva stretta – vi prego ragazzi, dobbiamo festeggiare assolutamente! – ero troppo felice per quei due che ce l’avevano fatta finalmente.
Niall: noi avevamo intenzione di andare un po’ in spiaggia, volete venire? – accettammo e subito arrivammo in spiaggia dove fummo raggiunti dagli altri. C’era anche Liam, forse era il caso che parlassi con lui cercando di evitare un contatto fisico.
Non riuscivo a staccare gli occhi da quei due, erano troppo carini, El era felice e anche Louis; ed io lo ero per loro. Sorridevo ebete, in quel momento avrei accettato qualunque cosa, ero la persona più positiva del mondo in quel momento. Nulla avrebbe rovinato la mia felicità.
Liam: ti va di fare una passeggiata? – domandò in un sussurro, come se avesse paura di me.
Carlie: certo – accettai radiosa più che mai, come se non aspettassi altro.
Liam: oh wow, non mi aspettavo una reazione del genere – sorrise, era carino, era dolce.
Carile: cosa ti aspettavi da me? – nulla poteva scalfirmi, la mia felicità era solida come una pietra – dopotutto non ti sei comportato male con me, non ti meriti che ti tratti male.
Liam: oh no, sono felice di questa tua reazione – camminavamo fianco a fianco, mi stringevo nel maglione per proteggermi dal vento, come una cretina avevo indossato anche i pantaloncini – come mai sei così felice?
Carlie: perché non dovrei esserlo? – gli sorrisi continuando a camminare. Ero radiosa, sprizzavo gioia da tutti i pori.
Liam: non lo so, dopo quello che è successo oggi pensavo di trovarti abbattuta – chiese con un sorriso stampato in volto. Trovai dolce il suo preoccuparsi per me.
Carlie: non devi preoccuparti per me, sono una pietra – risi per quello che avevo detto e fui seguita a ruota. Ora, da persona felice e carina trovavo Liam bello e dolce, aveva un non so che, che mi portava a dire che fosse dolce, come se volesse prendersi cura di me in quel momento, e anche se il suo era solo un gioco con Harry in quel momento mi sembrò sincero. Lo abbracciai e mi ritrovai presto stretta contro il suo petto – ti ringrazio, ne avevo bisogno
Liam: quando vuoi, te l’ho già detto, basta chiedere – i suoi occhi marroni e sinceri erano fissi nei miei.
Carlie: oh no altrimenti ne approfitterei – scherzai ancora stretta tra le sue braccia.
Liam: basta che non ti approfitti di me.
Carlie: non lo farei mai, non sono quel tipo di persona. Mi considero un po’ come l’oceano.
Liam: perché ti definisci come l’ oceano?
Carlie: perché l’ oceano é sempre agitato, limpido e speranzoso, ma é anche un po’ pericoloso.
Liam: non credo sia pericoloso?
Carlie: invece si, immagina se nell’ oceano ci entrasse qualcuno che non sa nuotare, un gesto stupido vero?
Liam: direi proprio di si – una limpida risata uscì dalla sua bocca.
Carlie: ecco, ma immagina, se qualcuno ci entrasse per sfidare se stesso, allora non sarebbe più stupido, giusto?
Liam: bhé più o meno, dipende dallo scopo.
Carlie: perché più o meno?
Liam: è una cosa stupida sfidare se stessi se sai di non farcela.
Carlie: invece non é stupido, e giusto sfidare se stessi, solo così si può crescere.
Liam: continuo a non capire perché ti definisci come l’ oceano? – domandò nuovamente.
Carlie: perché le persone entrano anche se non sanno il motivo, o semplicemente per sfida, ma se poi l’ oceano decide di prendere in mano la situazione, può anche causare un mare talmente agitato da costringerli ad uscire fuori dall’ acqua, anche se, sa bene che prima o poi ci rientreranno sicuramente nelle stesse acque, ecco perché.
Liam: ti riferisci a qualcuno in particolare?
Carlie: oh no, nessuno, ma ho vissuto già questa esperienza e so come andrà a finire – gli sorrisi, e poggia la testa contro il suo petto ancora radiosa come una stella – ti va di tornare?
Liam: ma prima lascia che dica anche io una cosa intelligente, ti prego mi sento terribilmente stupido dopo quello che hai detto – ridemmo entrambi mentre cambiammo rotta tornando indietro - solo pochi ascoltano la musica del mare, non tutti ne sono capaci.
Carlie: allora cosa sta dicendo in questo momento?
Liam: in questo momento c’è un granchio insieme ad altre creature marine che stanno suggerendo di baciarti, ma sta tranquilla, non lo farò, finalmente ti vedo ridere dopo giorni in cui non hai fatto altro che essere musona.
Carlie: non si può essere infelice quando si ha questo: l’odore del mare, la sabbia sotto le dita, l’aria, il vento, gli amici – gli sorrisi ancora.
Liam: basta mi arrendo, oggi hai questa vena poetica e non riesco a stare al tuo passo – mi abbracciò nuovamente e raggiunse gli altri che erano tutti distesi a terra contro la sabbia ruvida e fresca. Mi sdraiai accanto a Niall e cominciammo tutti a raccontare la prima cosa che ci passasse per la testa senza alcun tipo di inibizione. Il tempo passò velocemente in compagnia, tornai in stanza più felice di prima. Ero felice di aver trovato degli amici che mi rendessero felice e spensierata. Con loro non avevo problemi, potevo essere me stessa. Sapevo che avevano fatto tutto questo per me, perché erano preoccupati per quello che era accaduto a pranzo in caffetteria. Forse erano preoccupati anche per la mia reazione della sera precedente quando mi ero sfogata da ubriaca. Non li avrei mai ringraziati abbastanza per avermi regalato una serata del genere.

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Capitolo 13
*** Afire Love ***


La settimana passò velocemente e di Harry nessuna traccia, ci evitavamo quando ci incontravamo casualmente. Non si face vedere i giro nemmeno dai suoi amici, era sparito completamente, non tornava nemmeno a dormire in camera con Louis, che nonostante tutto era preoccupato. Mi sentivo responsabile di questo suo comportamento, dopotutto era solo colpa mia se aveva litigato con Louis e veniva additato per strada dopo quello che era accaduto in caffetteria. La situazione tra me e Liam non era ancora definita, avevamo parlato altre volte, e i suoi intenti erano chiari, il problema ero io, non riuscivo a prendere una decisione, non riuscivo a capire cosa provassi per lui.
Non avevo ne la forza ne il coraggio per iniziare qualcosa con Liam, perché anche se con Harry non era successo niente ero ancora scottata dall’accaduto, ed ero ustionata dalla mia storia con Noha, sapevo che se fosse andata male questa volta ne sarei uscita distrutta. Sono debole anche se non lo do a vedere, mi sento come un vetro crepato che al primo scossone può frantumarsi.
Uscii dall’aula per tornare in stanza ma una sorpresa mi aspettava fuori alla porta.
Eccolo li, seduto a terra avanti alla porta a fissare il muro di fronte, ed era bello da togliere il fiato, ma fa male anche solo vederlo, davvero tanto. I suoi occhi mi trovarono non appena lo vidi.
Carlie: posso entrare? Stai bloccando la porta e vorrei entrare – dissi senza espressione.
Harry: possiamo parlare? – aveva la faccia da cane bastonato. I suoi occhi brillavano e mi persi in quella luce.
Carlie: se hai intenzione di offendermi no – mi sorrise. Non poteva sorridermi, non doveva assolutamente fare una cosa del genere. Lo fissai senza pietà, impassibile, per quanto mi fu possibile; se pensava di avere la strada spianata si sbagliava di grosso. Ma quel suo sorriso mi avrebbe scaldata il cuore, è uno di quei sorrisi che ti lascia senza fiato, dimentichi di respirare quando ti sorride in quel modo.
Harry: possiamo sederci da qualche parte? – era a disagio, era strano per uno come lui.
Carlie: perché non andiamo fuori? Sembra che ti serva un po’ d’aria, ho paura che possa svenire nel corridoio da un momento all’altro – accettò e in silenzio uscimmo dal campus per sederci alla prima panchina libera – cosa devi dirmi? – chiesi diretta non appena trovammo posto.
Harry: è un po’ complicato – si grattò la nuca – ecco io volevo chiederti scusa per tutto quello che ti ho fatto passare, mi dispiace immensamente, non era mia intenzione – lo interruppi.
Carlie: davvero? – risi nervosa – come ti comporti allora quando hai voglia di fare qualcosa?
Harry: si bhé ecco, non pensavo alle conseguenze, a cosa avrebbe portato il mio comportamento, cosa sarebbe accaduto a te, a me e agli altri.
Carlie: pensi che sia così semplice? Dopo tutto quello che mi hai detto!
Harry: lo so ed è proprio per questo che sono qui, voglio scusarmi con te, perché sei la persona che ho ferito di più, forse in tutta la mia vita non ho mai trattato nessuno così male, e spero che tu possa perdonarmi anche se so che sarà difficile.
Carlie: non ti è mai interessato molto di me o di ciò che pensavo, perciò perché ora dovrebbero interessarmi le tue scuse.
Harry: perché sono sincero questa volta.
Carlie: ti ha mollato? – risi divertita.
Harry: cosa ti importa?
Carlie: per capire se lo fai solo perché ora sei solo visto che anche i tuoi amici ti hanno allontanato dopo la cazzata che hai fatto.
Harry: non posso dirtelo – sorrisi compiaciuta, era esattamente il mio intento – cosa hai capito? Non è come immagini – se non lo aveva mollato allora perché perdeva ancora tempo con me. Non ha proprio niente a cui pensare.
Carlie: non ti preoccupare, volevi solo scusarti? O avevi intenzione di dire altro? – avevo già perso troppo tempo dietro alle sue chiacchiere.
Harry: bhè ecco – era in imbarazzo – volevo fare un’altra cosa ma non posso assolutamente o potrei trovarmi da capo con la faccia rossa e dolorante.
Carlie: esatto – gli sorrisi sarcasticamente – non puoi fare assolutamente nulla, non nei miei confronti, non ti è permesso fare nulla per me, ti conviene starmi lontano.
Harry: possiamo essere amici? – ero seccata della sua presenza, mi sarebbe piaciuto non perdere tempo con uno come lui. Non più almeno.
Carlie: per ora siamo solo conoscenti – annuì e lo salutai.
Cosa gli era preso? Era strano, non lo conoscevo abbastanza ma era decisamente troppo strano il suo comportamento. Cosa aveva in mente?
Tornai subito in stanza ma non trovai El, probabilmente era fuori con Louis. In questo ultimo periodo avevano trascorso molto tempo insieme, ed ero felice per loro. Eleanor era raggiante e bellissima, si animava ogni volta che le si avvicinava Louis, che la scrutava protettivo in ogni istante. Sono bellissimi insieme, se dovessi puntare su una coppia che vorrei vedere ancora unita dopo il college sarebbero proprio loro, anche se so che è presto per queste cose. Non avendo nulla da fare cominciai a sistemare gli appunti presi a lezione.
Persi il senso del tempo, ero completamente immersa nello studio che quasi non mi accorsi di El che rientrò sorridente.
El: oh ma come siamo brave, ci siamo già messe a studiare.
Carlie: già? Da quando sono arrivata è la prima volta che apro libro e studio seriamente – la guardai, aveva un sorriso che le illuminava il volto, i suoi occhi brillavano ed era bellissima come al solito – dove ti ha portata Louis? – sorrise non appena sentì il suo nome. Sembrò quasi che non aspettasse altro per potermi raccontare tutto.
El: abbiamo pranzato insieme in una piccola locanda poco lontana dal campus e poi siamo andati in spiaggia a fare una passeggiata..
Carlie: tutto qui? – domandai delusa.
El: bhè no, ma non posso spiegarti tutto nei minimi dettagli – disse in una risata.
Carlie: ok va bene, non voglio sapere quei dettagli – ridemmo entrambe.
El: vieni con noi stasera? – domandò raggiante.
Carlie: sai non mi piace molto reggere il moccolo, preferirei mettermi in pari ora che c’è poco da studiare – dissi provocandole una risata.
El: credo sia abbastanza intelligente da sapere che non ti permetterò mai di farmi da candela, c’è una festa alla confraternita degli Omega, ci saranno tutti se per te non è un problema, e ci saranno un sacco di ragazzi – disse ammiccante.
Carlie: ehi tu hai il ragazzo – sapevo a cosa andavo in contro – oggi Harry ha voluto parlare con me – sapevo già cosa stava per chiedere – mi ha chiesto scusa per tutto quello che è accaduto tra di noi, e non ho ben capito se la sua ragazza lo abbia mollato o meno – feci spallucce con disinteresse.
El: che ci importa se ha ancora la ragazza! Non ci interessa niente di quello che pensa – non risposi, non sapevo se questo fosse un bene o meno, ma questa sua riposta mi mise di buon umore – oh non mi dire che ti interessa ancora quel tipo! – chiese consapevole di ciò che avrei voluto rispondere.
Carlie: cosa? Non ho aperto bocca! Non ho detto nulla a riguardo! – chiusi i libri consapevole che non avrei più potuto studiare.
El: è proprio questo il problema, dopo quello che è successo, pensi che non mi sia accorta del tuo comportamento! Sei diversa, quando lui è con te sei una persona, quando invece è con l’altra sei completamente diversa.
Carlie: cosa vuoi che faccia? Mi piaceva! Mi piace ancora, ma non gli permetterò di fare il suo gioco, so che ci starei troppo male – dissi con consapevolezza.
El: perché non lo dici a Liam? – non volevo risponderle – non dispiacerti per lui, sono molto più preoccupata per te che per lui- portai lo sguardo sul pavimento – lui sa perfettamente che la tua scelta è lui, lo ha sempre saputo, ma tu stai andando a sbattere contro un muro, e ti stai facendo male per la seconda volta contro lo stesso muro.
Carlie: oh ma dai come la fai lunga, Liam mi piace, è carino con me – mi interruppe.
El: ma non è Harry – annuii debolmente a me stessa più che a lei. Già, è esattamente quello che avevo pensato.
Carlie: non so cosa fare o come comportarmi, non vorrei sbagliare ancora con lui.
El: solo tu sai cosa è sbagliato e cosa non lo è per te stessa, non posso dirti come devi comportarti con lui, se vuoi fare qualcosa falla ma poi devi sopportare il peso della tua scelta senza affogare nell’alcool ogni volta che hai un problema – annuii – bhè allora vatti a preparare, saranno qui a momenti – la ringraziai silenziosamente e andai a prepararmi. Indossai un completo bianco con una giacca verde acqua e dei tacchi abbinati. Andai a truccarmi e trovai Eleanor agghindata e bellissima. Rimasi senza fiato.
Carlie: wow El sei bellissima – continuai ad ammirarla – penso che potresti uccidere Louis stasera.
El: non guardarmi troppo – disse a disagio distrattamente fissando lo specchio mentre si sistemava.
Carlie: di a Louis di stare attento – dissi ridendo – potrebbe ritrovarsi solo.
El: oh sta tranquilla non c’è questo rischio – rise distratta – puoi andare a chiamare Niall se sei pronta così comincia a radunare tutti, non ci metterò molto.
Carlie: se vuoi faccio venire già Louis.
El: vuoi andare a chiamare Louis o vuoi vedere Harry?
Carlie: sappi che lo faccio solo per te – le provocai una risata e uscii dalla stanza. Ero particolarmente nervosa, e se lui non fosse venuto? O se mi avesse aperto lui invece di Lou? O se mi avesse aperto la sua fidanzata nel caso in cui stessero ancora insieme? O se avessi incontrato Lou per i corridoi e non lo avrei potuto vedere? Camminai distrattamente persa nei miei pensieri. Ormai ero caduta, pensavo a lui già da un po’ in quel modo, e non c’era modo di cambiare prospettiva. Arrivai avanti alla porta e come al solito trovai i soliti ragazzi impiccioni fuori dalle loro stanza. Bussai nervosa.
X: oh ancora qui? Perché non passi da me ogni tanto? – Quanto tempo ci voleva? Bussai ancora. Ero nervosa e quelle chiacchiere mi infastidivano.
X: non ne hai abbastanza di quel tipo?
X: se non ti apre nessuno puoi aspettare con me – finalmente la porta si aprì e senza vedere chi mi avesse aperto mi ritrovai in stanza.
Carlie: grazie – era lui, era bello, ero debole, avrei ceduto lo sapevo già – dov’è Louis? – ero nervosa e cominciai a sudare – fa davvero caldo qui non trovi? – mi alzai i capelli in una coda disordinata. Evitavo di fissarlo troppo a lungo o incrociare i suoi occhi verdi. Continuava a fissarmi senza parlare – se non è qui sai dirmi dove posso trovarlo? – ero diventata rossa in volto per l’imbarazzo, non riuscivo nemmeno a guardarlo per più di due secondi – se Lou non è qui puoi accompagnarmi alla fine del corridoio per favore, quei ragazzi mi infastidiscono e vorrei  evitarli se non ti dispiace – continuava a fissarmi – allora se vedi Louis puoi farlo venire in camera? Grazie – posai la mano sulla maniglia per uscire e si mosse velocemente verso di me bloccandomi l’uscita.
E pensare che solo questa mattina avevo sfidato i suoi occhi così profondi, e avevo vinto la battaglia. Ora invece non ero in grado di guardarlo per più di due secondi o mi sarei persa del tutto.
Harry: no non andare, Louis è sotto la doccia, sta per uscire puoi aspettarlo qui – finalmente parlò e la sua voce mi fece tremare. Ero ancora più nervosa ora che la distanza si era dimezzata – non c’è bisogno che glielo dica io – annuii e provai ad allontanarmi, ma non mi fu possibile perché mi seguiva ovunque. Chiusi gli occhi per un istante e me lo ritrovai seduto di fronte ad osservarmi. Mi spaventai.
Carlie: cosa c’è? Qualcosa non va? Ho qualcosa fuori posto? – dissi toccandomi i capelli nervosamente.
Harry: sembri nervosa – disse secco
Carlie: tu invece sei strano, non sei più spavaldo come prima.
Harry: sto molto meglio ora – non dissi una parola, distolsi lo sguardo dal suo splendido viso ma lui non fece lo stesso.
Carlie: puoi smetterla di fissarmi per favore? Mi infastidisci – diventai ancora più rossa se era possibile.
Harry: no – disse solamente
Carlie: allora perché continui a fissarmi in quel modo?
Harry: devo riprendermi.
Carlie: riprenderti da cosa? – diventavo sempre più nervosa ad ogni sua parola.
Harry: da te, sei arrivata senza preavviso e sei così bella che non riesco a smettere di osservarti.
Carlie: grazie, ora sono ancora più a disagio di prima, per favore quando Louis esce dal bagno fallo venire in camera – mi alzai e lo stesso fece lui bloccandomi con il suo corpo – per favore fammi passare – dissi guardando in basso. Non potevo sostenere il suo sguardo così acceso e profondo.
Harry: non ce la faccio più – feci semplicemente un no con la testa – perché no, dimmelo – lo fissai e mi persi nei suoi occhi così verdi – questa volta sarà diverso – feci un altro cenno con la testa che non fu ben recepito – mi hanno detto che ora baci ad occhi aperti, perché se li chiudo compaio io, è vero? – non risposi. Stava per accadere, eravamo troppo vicini e lo volevamo entrambi. Una porta si aprì e ne uscì Louis che mi salvò in calcio d’angolo.
Louis: sono pronto! – si guardò attorno e capì cosa stava per accadere – ehi Harry il bagno è libero – gli occhi di Harry si chiusero per un istante, sul suo volto si leggeva delusione, sospirò e andò in bagno chiudendosi la porta alle spalle – cosa combini a quel ragazzo! – rise e uscimmo insieme dalla stanza – prima o poi lo farai impazzire.
Carlie: devo avvisare Niall – andammo a chiamarlo e tornammo in camera – posso chiederti un favore?
Louis: non vuoi che lo dica ad El?
Carlie: già, ne avevamo già parlato un po’ poco fa, e non mi sembrava molto d’accordo sui miei sentimenti per Harry – Louis si fermò in mezzo al corridoio.
Louis: devo farti una domanda e voglio che sia completamente sincera con me – annuii consapevole a cosa andavo incontro – cosa provi per Liam?
Carlie: è solo un amico, niente di più. È carino con me, ma non riesco a considerarlo in modo diverso.
Louis: cos’è invece Harry per te? – non risposi, improvvisamente avevo bisogno di piangere e annuii verso di lui – ho capito – sorrise nella mia direzione – non dirò nulla a El però parla con Liam e con Harry. Credo che abbiate proprio bisogno di parlare voi tre.
Carlie: lo so. Ehi Louis grazie – gli sorrisi e mi diressi nuovamente verso la stanza di Harry. Sapendo che quei due insieme mi avrebbero messa a disagio.
Niall: ehi Carlie dove stai andando? – lui era li con loro, mi stava sorridendo. Non sapevo che rispondere, così in silenzio andai con loro – ci siamo fatte belle oggi – Harry gli lanciò un’occhiataccia, Liam pensava ad altro, non si accorse nemmeno della mia presenza, ma non mi importò. Rimasi in silenzio fingendo di non aver sentito niente. Andammo a prendere anche gli altri e ci incamminammo verso la confraternita. El mi si avvicinò lentamente.
El: allora cosa è successo? – la guardai stranita – dai si capisce dall’atmosfera che si respira che è successo qualcosa – era compiaciuta in qualche modo.
Carlie: oh no non è successo nulla, siamo rimasti in silenzio mentre aspettavo Louis
El: non me la racconti giusta, sai che ci vedo lungo – fece un sorrisetto malizioso – vi siete baciati? – era troppo curiosa e insistente, sapevo che avrebbe continuato quando saremmo tornate in stanza.
Carlie: ci siamo quasi baciati – dissi esasperata.
El: ci voleva così tanto a dirmi una cosa del genere?
X: ehi possiamo parlare? – mi voltai per vedere chi fosse.
Carlie: si dimmi – annuii ed El ci lasciò.
Liam: credo sia arrivato il momento di affrontare l’argomento – annuii nuovamente, lasciai condurre la conversazione a lui – è inutile continuare a fingere, ormai lo abbiamo capito entrambi che la cosa non può andare avanti, non sono io ad occupare la tua mente giorno e notte, si vede dal modo in cui lo guardi, dal modo in cui pronunci il suo nome, da come ti luccicano gli occhi quando ti sfiora, e se non lo ha capito significa che è davvero uno stupido. Fattelo dire dallo stupido che si è messo in mezzo – feci un no con la testa perché non riuscivo a parlare – invece si, mi sono intromesso anche se sapevo cosa provavate l’uno per l’altra sperando che potessi diventare mia, dovevo capirlo che sei innamorata di lui.
Carlie: non trovo giusto quello che stai dicendo, noi ci abbiamo provato, ma evidentemente non ci apparteniamo, non in quel modo. Vorrei solo che mi possa trattare esattamente come hai fatto tu, perché sappilo, ti ho adorato in ogni piccolo gesto – gli sorrisi e lo baciai.
Liam: questo per cos’era? – domandò stupito.
Carlie: questo era il nostro addio – mi sorrise e raggiungemmo gli altri. Ero felice di come erano andate le cose, ora eravamo solo noi due a partecipare a questo strano gioco. Mi avvicinai ad Harry ma si allontanò immediatamente e il mio cuore perse un battito. Mi sentivo frastornata, perché lo aveva fatto?
El: cosa ti ha detto Liam? – disse non appena si avvicinò ma fissavo il vuoto mentre il mio corpo camminava autonomamente – ehi! A cosa stai pensando? – schioccò le dita e mi fece tornare alla realtà
Carlie: mi ha detto che si farà da parte perché ha capito che non posso dargli ciò che vuole.
El: allora perché lo hai baciato? – domandò confusa.
Carlie: cosa? Perché hai visto che lo baciavo?
El: ci siamo girati per vedere quanto indietro eravate – disse con un tono triste.
Carlie: era un bacio di addio, perché è sempre stato molto gentile con me e visto ciò che mi ha detto ho pensato di chiuderla al meglio – ero triste, lui non avrebbe capito, la situazione tra di noi era sempre stata complicata, lo odio per questo. Arrivammo alla confraternita e ci disperdemmo tutti. Ero rimasta sola. Andai subito a prendere qualcosa da bere, trovai Harry a parlare con altri ragazzi, ma non appena mi vide uscì dalla stanza. Sbuffai e mi riempii il bicchiere. Camminai per la stanza sorseggiando il liquido nel bicchiere. Sentivo gli occhi delle persone con cui Harry stava parlando puntati addosso, così cambiai stanza.
X: non riesci a trovare nessuno?
Carlie: come scusa? – chiesi distratta.
X: i tuoi amici ti hanno lasciata da sola?
Carlie: oh non preoccuparti li troverò presto – gli sorrisi innocentemente.
X: scusami, io sono Ian – disse porgendomi la mano.
Carlie: non preoccuparti per me, comunque io sono Carlie – presi la sua mano in una stretta intensa.
Ian: possiamo cercare insieme i tuoi amici, non vorrei che ti perdessi e inciampassi in qualche pervertito – sorrise mostrando le fossette. Mi ricordarono Harry! Dovevo trovarlo e parlargli! Non potevo lasciare le cose così. Mi ero stufata di tutti i problemi. Era finalmente arrivato il nostro momento e non potevo lasciare le cose così com’erano.
Carlie: allora c’è un’alta probabilità che incontri i miei amici – ridemmo entrambi.
Ian: sai davvero come scegliere gli amici giusti – si guardò intorno – oltre a cercare i tuoi amici stavi aspettando qualcuno? – feci un cenno con la testa – fidanzato? – un altro no e lui sorrise – allora divertiamoci – mi prese per mano dirigendosi verso un’altra stanza. La musica era al massimo e c’era gente ovunque che ballava e pomiciava. Non potevo vivere un altro dramma, non ora che ero così vicina a poter avere Harry. Dove si era ficcato? E se era con qualcuna? E se lo avessi visto baciare un'altra? Non avrei retto al colpo. All’improvviso sentii il volto di Ian vicino al mio orecchio – vuoi ballare con me?
X: scusami ma è occupata – mi baciò. Non c’era bisogno che aprissi gli occhi per capire di chi si trattasse. Riconoscevo le sue labbra, il suo profumo, il tocco. Finalmente le sue labbra erano sulle mie, finalmente mi stava baciando come non faceva da troppo tempo. Mi strinsi a lui e in un attimo mi sentii più leggera e più felice.

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