Catastrophe.

di VioletP_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Catastrofe. ***
Capitolo 2: *** Moulin Cortex ***
Capitolo 3: *** Piano B. ***



Capitolo 1
*** Catastrofe. ***


                                               Catastrophe

                                                                                “Il futuro è una gara, una gara tra l’istruzione e la catastrofe”
                                                                                                                    --Herbert George Wells.
 

Il droide si incamminò negli angoli più angusti della foresta, perlustrando ogni cosa con il suo raggio color azzurro. Controllò dappertutto, ma non trovò nessuno.
Un marsupiale dal pelo color carota era steso su un ramo a sonnecchiare, ma fu svegliato dai passi del robot che calpestavano il sottobosco. L’animale si stiracchiò e sbadigliò, quindi saltò su un ramo più basso e guardò il terreno; un droide bianco stava facendo roteare il suo collo meccanico e stava perlustrando l’area con il suo raggio. Il marsupiale si nascose dietro le foglie del ramo, sperando di non essere visto. Passò qualche secondo, o forse qualche minuto. Il bandicoot teneva la schiena premuta sulla corteccia dell’albero, protetto dalle foglie, il cuore batteva forte,  sperava che il robot non lo sentisse.
Sentì di nuovo il sottobosco scricchiolare, tirò fuori la testa e vide il robot allontanarsi, tirando quindi un sospiro di sollievo.
Scese dal ramo e schiacciò un bottone nascosto nella corteccia dell’albero, il sottobosco sotto i suoi piedi diventò una piattaforma e finì sottoterra, nel frattempo un dispositivo stava mettendo del nuovo sottobosco nel punto in cui Crash era stato portato sottoterra.
Arrivò in una grande stanza circolare, piena di tavoli, mappe e schemi, fece un passo avanti, attraversando un grande arco fatto di liane intrecciate. Un raggio rosa lo colpì e l’animale gridò.
Una figura bionda entrò di corsa nella stanza, una chiave inglese in mano e il viso sporco di olio motore.
“Crash, che succede?” disse lei in tono allarmato, brandendo la chiave inglese stretta nella sua mano destra. Crash indicò l’arco sopra di lui e la ragazza si tranquillizzò.
“Vedi, è un detector creato ora da me; se qualcuno dovesse trovare la nostra base e per errore attraversasse  questo arco, verrebbe analizzato dal raggio e se non corrisponde ai nostri criteri, viene scacciato.” Disse orgogliosa per la sua invenzione geniale.
“ A proposito, hai preso le provviste dal villaggio di Papu Papu?” chiese la ragazza, passandosi una mano sulla fronte imperlata di olio e sudore.
Crash impallidì e denegò.
“Crash, ti sei dimenticato, vero?!” sbottò la bandicoot, stringendo i pugni.
“Il villaggio era pieno di droidi e..ehm, gli indigeni avevano armi strane.” Inventò, sperando che Coco-sua sorella minore- gli credesse.
“Crash, hai affrontato migliaia di volte le armi di Cortex e ora ti fai problemi per degli indigeni sottosviluppati?” chiese Coco, confusa.
“Be’…da quando sono alleati di Cortex sono diventati più intelligenti.” Disse, cercando di inventare qualche altra scusa per una futura domanda di Coco.
“Certo. Allora dovresti allearti con Cortex, magari ti si ingrandisce un po’ di massa cerebrale!” sbottò Coco, uscendo dalla stanza per tornare ai suoi doveri. Crash sbuffò e si mise a sedere, pensando alla risposta acida che gli aveva dato sua sorella. Da quando Cortex dominava tutte e tre le isole era diventata particolarmente nervosa, e come darle torto? Lei, lui, Aku Aku, Polar, Pura e gli altri alleati erano tutti ricercati, e sarebbero stati uccisi non appena qualche droide li avrebbe trovati.
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Dirigibile di Cortex, qualche mese fa.
“E ora porrò fine a te e a tutti i tuoi amichetti. Vedi, Bandicoot, ho sempre desiderato…”
Cortex parlava, parlava e parlava. Crash era steso a terra, gli occhi chiusi, era svenuto. Coco era intrappolata in una gabbia, e Aku Aku era stato privato dei suoi poteri, quindi era pressoché inutile. Nina teneva la sua pistola laser puntata contro il bandicoot, mentre lo zio teneva il dito vicinissimo ad un bottone rosso.
“Zio, la pianti? Potrebbe svegliarsi da un momento all’altro! Premi quel dannato bottone e facciamola finita.” Sbottò Nina, che non voleva sorbirsi tutta la storia dello zio.
“Taci, sciagurata nipote. Questa volta Crash ci pregherà in ginocchio di non premere il bottone.” Disse con orgoglio.
“Ma se è svenuto…” commentò lei, lanciando uno sguardo iroso verso il bandicoot che giaceva a terra.
“Dicevo, prima delle sgarbata interruzione, che io sono sempre stata una persona…”
E continuò a parlare. Nina si sbatté una mano in faccia, poi stufa di sentire lo zio, schiacciò il bottone rosso.
Crash si risvegliò, Aku Aku fu dotato di nuovo dei suoi poteri e Coco scagionata. I due furono teletrasportati via, mentre una serie di droidi bianchi con una grande “N” sul petto avanzavano minacciosi verso di loro.
Coco e Crash iniziarono a girare, mentre Aku Aku scagliava antichi incantesimi del fuoco contro gli essere metallici, che continuavano ad avanzare. I passi risuonavano nel grande dirigibile, potevano essere sentiti ovunque.
Coco tirò fuori la sua chiave, e con un gesto fulmineo ne smontò uno, che si ricompose subito, sotto gli occhi stupiti della ragazzina.
Crash si gettò di pancia su uno di loro, provocandosi solo un grande dolore.
Nel frattempo Aku Aku continuava a scagliare fiamme e quant’altro, ma i robot non venivano sciolti o bruciacchiati. 
“Ragazzi, c’è un’unica soluzione: gettarsi e andare via!” gridò Crash, sollevando un robot per poi lanciarlo verso i vetri del dirigibile, che si spaccarono.
Coco si gettò, seguita da Crash e Aku Aku. La maschera evocò un materasso di foglie sul punto in cui sarebbero precipitati, e la caduta fu attutita.
Passò qualche giorno, Crash stava camminando quando vide un manifesto con la sua faccia con su scritto “Wanted.” Ricordò di averlo strappato e di averlo portato a Coco, che consigliò di rifugiarsi sottoterra, in un rifugio costruito da lei tempo fa.
Dopo qualche altro giorno scoprirono che Cortex dominava le isole, e che loro erano stati dati per morti. Scoprirono anche che Cortex aveva come alleato Papu Papu, infatti l’indigeno doveva solamente rifornire lui, i suoi soldati e i droidi e lo scienziato in cambio avrebbe dato potenziamenti per il suo decadente villaggio.

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Il suono del detector interruppe il pisolino che Crash aveva schiacciato sul tavolo della grande sala. Alzò lo sguardo e vide Aku Aku con il suo stesso sguardo incuriosito.
“…Ahsjhaj Bleah” disse il Bandicoot.
“Crash, hai dimenticato di mettere l’apparecchio che ti consente di parlare.” Disse Aku Aku, fluttuando verso il bandicoot.
Crash prese un oggetto simile ad un microfono e lo posizionò vicino le sue orecchie, mentre l’asta ricurva con un cuscinetto alla fine andava davanti alla sua bocca.
“Lo ha fatto Coco. Serve a riconoscere chi entra.” Disse, indicando il radar con un cenno del capo. Aku Aku sorrise.
“Lo avevo immaginato. A proposito, ho fatto ciò che avresti dovuto fare te.” Disse. Crash lo guardò incuriosito e fece “no” con la testa. Aku Aku sorrise e materializzò sul tavolo dei frutti wumpa e altre prelibatezze.  Crash si fiondò sul tavolo, ma un si bloccò a mezz’aria per via di un incantesimo di Aku Aku.
“Calma la fame, Crash. Vai a chiamare tua sorella, Polar e Pura, piuttosto.”
Crash non stava più nella pelle: non mangiava da due giorni, e finalmente avevano qualcosa davanti. Entrò nel laboratorio della sorella. Una grande auto si trovava al centro, Coco era sotto di lei.
“Coco, c’è la cena!” disse lui entusiasta. La testa di Coco fece capolino dalla parte sotto dell’auto, il viso più sporco di prima, e sorrise.
“Perfetto. Vado a darmi una sciacquata alla faccia e alle mani e vengo.” Disse entusiasta la bandicoot.
Crash addentò  i frutti wumpa, mentre Coco stava mangiando delle alghe cotte al punto giusto. AKu AKu invece non aveva bisogno di cibo, ma decise comunque di mangiare qualcosa. Polar e Pura stavano, invece, mangiando un cinghiale.
“Dove hai trovato tutta questa roba?” chiese Coco, mangiando un’alga.
“Ho saputo che oggi Cortex era invitato da un ricevimento indetto dal capo Papu, e quindi ecco qua dove ho preso tutta questa roba.” Disse, mangiando l’interno di un’ostrica.
“Be’, bravo.” Disse Coco, attorcigliando delle alghe su un bastone per poi mangiarle.
“Pensavo: e se attaccassimo Cortex mentre è al ricevimento?” chiese Crash, staccando un po’ di carne dal cinghiale che stavano mangiando Polar e Pura, beccandosi uno sguardo indignato dai due.
“No. Sarà protetto come non mai, e poi ora sto lavorando ad una macchina potentissima!” disse Coco, alzandosi e alzando il pugno al cielo. Crash rise e lei tornò a sedere, rossa in volto.
“Comunque sia, magari uno di noi potrebbe entrare nelle truppe robotiche di Cortex per scoprire meglio i suoi piani, i suoi punti deboli ecc.” disse Coco, guardando i presenti con i suoi occhi, che evitarono di incrociare i suoi.
“E con ‘uno di noi’ intendo dire ‘Crash’!” disse, guardando il fratello, che staccò un altro pezzo di carne e la guardò male.
“Io non voglio, mpf!” disse indignato.
“Vorrà dire che ci andrò io, voi però dovrete farmi un favore.”
“No ok, vado io!” disse Crash, continuando a masticare il pezzo di carne.
“Ora però abbiamo bisogno di un nostro alleato che abbia contatti con Cortex.” Disse Coco.
“E’ un controsenso…” disse Aku AKu in tutta risposta.
“In realtà so chi ci potrebbe aiutare.” Disse la bandicoot, sorridendo.

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Capitolo 2
*** Moulin Cortex ***


Capitolo 2: Moulin Cortex

Le onde del mare bagnavano la sabbia, mentre la luna risplendeva sulla superfice piatta del mare blu.
Un piccolo insetto di metallo avanzò fino davanti ad un locale, poi perlustrò la zona con un raggio rosa, e infine esplose.
Coco tirò dalla tasca un palmare e controllò ciò che la cimice aveva inviato sull’oggetto. Il campo era libero, e le telecamere erano spente.
La giovane bandicoot decise comunque di indossare una parrucca rosa per evitare di farsi riconoscere.
Aprì la porta facendo suonare un campanellino metallico, non la notò nessuno, dato che i clienti erano presi a bere i loro drink e a vedere lo spettacolo che delle ragazze stavano offrendo loro. Si guardò intorno, sperando che nessuno la riconoscesse. Si avvicinò al palco,  in prima fila c’era Cortex, e sfortunatamente l’unico posto libero era proprio quello accanto al suo.
Si sentì a disagio, dato che c’era un pubblico principalmente maschile, quindi si allontanò e andò a sedersi sul bancone.
“Ehilà Coco.”
Una voce suadente e sensuale le fece alzare lo sguardo. Tawna Bandicoot era davanti a lei in tutta la sua altezza e le sue generose forme.
“Tawna, non dovresti esibirti?” chiese la ragazza, in un sussurro.
“Ho finito il mio numero prima. Ora mi hanno dato il cambio.” Disse, poggiando il gomito sul bancone. Coco la guardò meglio, effettivamente indossava ancora l’abito che indossavano le altre ballerine, e al collo aveva un boa rosso.
“Senti, come hai fatto a riconoscermi?” chiese, guardandola. La bandicoot più alta rise.
“Scusa, non è che mettendoti una parrucca rosa diventi automaticamente irriconoscibile. Solo che mi stupisco del fatto che sei venuta qui. Sei passata all’altra sponda?” chiese con il suo odiosissimo cinismo. Coco denegò.
“Ho bisogno di un favore. Tu e Pinstripe Potoroo state ancora insieme?” chiese la giovane bandicoot, guardandosi intorno con nervosismo.
“No, ci siamo lasciati da secoli. Come mai?” disse, sedendosi sul bancone, mostrando a Coco il suo fondoschiena.
“Per prima cosa, scendi, che non mi interessa vedere il tuo sedere!”
Tawna scese.
“Seconda cosa, ho bisogno che qualcuno introduca Crash nelle truppe robotiche di Cortex.” Disse Coco.
“Ah. Be’, se vuoi posso introdurre io Crash nelle truppe del mio piccolo nano malefico preferito.” Disse Tawna, giocherellando con una ciocca di capelli biondi.
“Grazie, mi faresti un favore enorme!” disse con la voglia di andarle in contro per abbracciarla.
“Solo che Crash non somiglia neanche lontanamente ad un robot.” Disse Tawna, continuando a giocherellare con la ciocca di capelli. Coco sorrise e le fece segno di seguirla.
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Il vento scompigliò i capelli di entrambe, Coco inspirò l’aria salmastra del mare, poi fischiò. Un droide bianco e lucido uscì da un cespuglio. Salutò timidamente Tawna con la mano, emettendo dei cigolii meccanici.
“Ti presento ‘Robo-Bandicoot!’ che ne dici?”  chiese Coco, indicando con entrambe le mani Crash.
“Ehm, originale, davvero. Peccato che i droidi sappiano parlare.” Disse Tawna, toccando il materiale robotico di cui era composto Crash.
“Infatti lui sa parlare. Crash, ho modificato l’oggettino che ti permette di parlare, ora avrai una voce più meccanica. Una voce simile a quella di Courtney Gears.”  Disse Coco. Crash iniziò a cantare una canzoncina della cantante, beccandosi un’occhiataccia da Tawna, che non gradiva affatto la sua voce meccanica.
“Ok, perfetto. Bene, Crash, o meglio CB-1996-ND…” disse Tawna, guardando Crash e Coco.
I due sgranarono gli occhi.
“E’ scritto qui. Il robot da cui avete preso i pezzi si chiamava CB-1996-ND. Comunque sia, il locale chiude tra poco, tu verrai con me.”
“Buona fortuna, Crash! Comunque i pezzi del robot...”
"Sì sì, non mi importa. Ora vattene prima che esca Cortex." disse Tawna, seccata. Coco abbracciò suo fratello, che ricambiò, anche se con estrema difficoltà per via delle braccia metalliche.
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Tawna e Crash erano rimasti da soli sulla spiaggia, erano entrambi seduti e fissavano il mare, perdendosi nei loro pensieri.
Tawna si tolse le scarpe e affondò i suoi piedi nella sabbia, lasciando che l’acqua glieli bagnasse. Crash invece era dietro di lei, non si avvicinava per paura che l’acqua rovinasse la sua “armatura”. Tawna prese il boa che aveva intorno al collo e lo gettò in acqua, poi sospirò.
“Cosa c’è?” chiese Crash con la sua voce meccanica. Tawna si voltò verso di lui.
“Niente. Ora andiamo, prima che Cortex ci scopra.”  Rispose con il suo solito tono sensuale e caldo.
Crash tornò davanti alla porta sul retro e si gettò a terra, Tawna invece tolse la sabbia dalle scarpe e le indossò, poi entrò nel locale.
Cortex era seduto davanti al bancone, fortuna che c’era anche Amber-una sua amica- a darle una mano con i clienti, altrimenti sarebbe rimasta fregata.
“Amber, dovrei parlare col capo.” Disse all’amica dai capelli viola, che sorrise e la lasciò da sola con Cortex, che stava sorseggiando la sua bevanda preferita.
“Capo, qui  fuori c’è un droide in pessime condizioni. Venga a vedere.”
Cortex si alzò barcollando, Tawna lo prese in braccio-data la loro differenza di altezza- e lo portò fuori, dove giaceva CB-1996-ND.
“Portalo al dirigibile, ic! E ic…fatti trovare in camera mia che devo parlarti, ic.” Disse Cortex tra un singhiozzo e l’altro. Tawna aiutò Crash a rialzarsi e lo portò verso la corda che teneva il dirigibile attaccato a terra. Prese il cellulare e schiacciò un tasto, quindi una scala di corde si calò dall’alto, permettendo ai due di salire.
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Il dirigibile era interamente viola, viola come una prugna. Tawna si guardò intorno con disgusto, quindi quando vide Nina le si avvicinò. La ragazza era davanti al pc ed era su Webook.
“Nina.”
La mora si voltò.
“Cosa vuoi?” chiese acida, tornando al suo pc.
“Dove lo metto questo?” chiese, indicando il robot.
“Dimmi la sigla.”
“CB-1996-ND”
“Mettilo nell’ala est del dirigibile. Ovviamente con ala est non intendo dire la vera ala.”
Tawna abbandonò la stanza e andò dove Nina le aveva detto di andare, quindi guardò ogni cella in cui era scritta la sigla dei robot, e quando trovò la sigla appartenente a Crash, lo lascio lì, scoccandogli prima un bacio sulla guancia metallica.
“Ciao ciao.” Disse, uscendo.



Angolo Autrice:
 Nel capitolo ci sono riferimenti a Courtney Gears(parodia di Britney Spears) di Ratchet e Clank.

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Capitolo 3
*** Piano B. ***


Capitolo 3: Piano B.


Tawna uscì dal locale, era molto tardi, non sapeva di preciso che ora fosse. Si guardò intorno, poi entrò nella foresta per tornare a casa sua, quando in lontananza vide dei grandi ammassi bianchi, che identificò subito come droidi. Sbuffò e si avvicinò contro voglia alle macchine da guerra di Cortex.
<< Identificazione. >> esclamò uno di loro, puntandole un raggio accecante contro. La  bandicoot si coprì gli occhi con una mano, poi quando il raggio finì di scansionarla disse, esasperata.
<< Avete finito? Posso andare? >>
<< Il soggetto ha un atteggiamento ostile. >> disse uno dei droidi, prendendola per un braccio.
<< Il soggetto è semplicemente stanco. >> puntualizzò Tawna, liberandosi dalla presa della guardia.
<< Ora fatemi passare, prima che vi riduca alle dimensioni di un lucidalabbra. >>
<< Rilevata un’ostilità, procedere con l’eliminazione. >>
I droidi unirono le loro braccia e formarono un cannone, iniziarono a sparare verso Tawna, che evitò tutti i colpi. La bandicoot tirò fuori dalla borsetta uno specchietto con della cipria, guardò lo specchio e vide che dietro di lei c’erano sempre più droidi, quindi soffiò tutta a cipria, creando una nube rosa. Quando i robot riuscirono a liberarsi della nube, Tawna era sparita.
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<< Che mi tocca fare, pensò esasperata. >>
Aveva la schiena poggiata sulla corteccia di un albero, l’albero sul quale si era riparata. Poggiò la testa sul tronco, quando sentì uno strano rumore. La piattaforma di sottobosco sotto il ramo su cui era poggiata era svanita e al suo posto c’era un buco. Leggermente incuriosita, la bandicoot saltò all’interno della voragine.
<< Rischio di schiantarmi, dannazione! >>
smontò la tracolla della sua borsa e la usò per attaccarsi ad una radice.
<< Speriamo di avere un po’ di fortuna, non vorrei che la radice si staccasse! >>
Abbassò lo sguardo, il terreno non era molto distante, ma probabilmente se avesse saltato si sarebbe fatta male.
<< Devo inventarmi qualcosa…mmh. Quasi quasi me ne torno su. >>
Alzò lo sguardo e vide altro sottobosco.
<< Sono intrappolata qui sotto…bello! >> disse con finto entusiasmo, poi  slegò la tracolla dalla radice e si lasciò cadere. Per avere un atterraggio meno doloroso, gettò via la borsa, quindi quando stava per toccare il terreno, poggiò la mano a terra e allungò una gamba. Arrivò a terra, quindi alzò lo sguardo e afferrò la sua borsetta color porpora.
<< Ma che diamine….Questo posto….è un rifugio? >> disse, guardando il posto che aveva davanti. C’era dei tavoli, delle sedie, strani macchinari, due cucce, una porta.
Tawna attraversò un arco fatto di liane, quando all’improvviso scattò un allarme. Dalle cucce uscirono un cucciolo di orso polare e un cucciolo di tigre.
<< Polar! Pura! Perché vivete sottoterra? >> chiese la Bandicoot, rassicurandosi alla vista di quei due animali.
<< Tawna-Specie: Bandicoot. Sesso: Femminile. Età: 23 anni. Rispetta i parametri: No. >>
Una voce metallica aveva detto queste cose, quindi dei cannoni laser uscirono dal terreno davanti a lei, pronti a far fuoco. Delle braccia metalliche la bloccarono.
Il cannone stava per sparare, quando si disattivò. Un’altra bandicoot che indossava una camicia da notte e aveva i capelli biondi disordinati, la guardava infuriata.
<< Come sei entrata qui? >> chiese, la voce impastata di sonno.
<< Boh, ho premuto un bottone nascosto e quando ho visto la voragine mi sono incuriosita. >> disse, riprendendo la borsetta.
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Coco la invitò ad entrare, quindi prese del caffè, le due iniziarono a parlare.
<< Dimmi, secondo te Crash come se la caverà? >> chiese Coco, preoccupata, la tazza di caffè fumante tra le mani.
<< Be’, cosa ne so io? So solo che se i robot non adempiscono ai loro doveri, Cortex li fa autodistruggere. >>
<< Cosa?! E dici che Crash lo farà?! >> chiese Coco allarmata. Tawna soffiò sul caffè e iniziò a sorseggiarne un po’, Pura nel frattempo saltò sul grembo di Coco in cerca di coccole o biscotti.
<< Boh, probabile. Sempre se sa muoversi nel suo nuovo costumino. >> disse con nonchalance.
<< Non abbiamo mai fatto pratica. >> sussurrò Coco.
<< Fantastico. Come hai avuto il costume? Quei cosi sono indistruttibili. >> chiese Tawna, interessata.
<< Ho ricreato il loro materiale originario con ciò che avevo a disposizione, anche se credo che il suo costume sia distruttibile. >>
<< Bello! Bene, è stato un piacere parlare con te, addio. >> disse, poggiando la tazza sul tavolo e alzandosi dalla sedia.
<< Tawna, devo avvisare Crash. >> disse Coco. Tawna  tirò fuori una limetta per le unghie e iniziò a limarsi le unghie.
<< E a me cosa importa? >>
<< Magari potresti mettermi in contatto con Cortex, no? >>
<< Tesoro, al Moulin Cortex cercano personale. Prima che qualche indigena si faccia viva, potresti proporti. >> disse Tawna, continuando a limarsi le unghie.
<< Ma…Scordati che io mi metta a ballare sul palo. >> Si alzò anche lei, facendo cadere la piccola Pura, che indignata, andò nella sua cuccia.
<< Mica facciamo solo quello. Durante il giorno siamo un ristorante normale. La notte diventiamo un Night Club. Potresti proporti per…che so, fare la cuoca nei turni di giorno. >>
<< Fare la cuoca, dici? Be’, potrei provare. >>
<< Bene, ora vado a riposare. Domani fatti trovare al Moulin Cortex e chiedi a Nina, o a Cortex stesso, di farti un colloquio. >>
Coco accompagnò Tawna all’uscita, che era sulla spiaggia, e tornò nel rifugio.
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Nina stava giocherellando con il suo palmare, quando fu distratta da una voce acuta e squillante. Una ragazza dai capelli rosa che indossava un vestito simile ad un’uniforme scolastica era davanti a lei.
<< Buongiorno, ragazza! Vorrei fare un colloquio come cuoca nei turni diurni. >>
Nina squadrò per un po’ il soggetto, poi la invitò ad entrare.

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