Capitolo
3
La
luce del sole filtrava attraverso le tende chiare, Andrea si perse
guardando la polvere svolazzare nell'aria intorno senza trovare
abbastanza motivi per alzarsi.
Sussultò
sentendo la porta sbattere alle sue spalle: Finn era tornato.
“Immagino
che tu abbia fame.” borbottò lanciandole un sacchetto di
carta che profumava di dolci e pane caldo.
Lei
cercò di prenderlo al volo, ma mancò la presa.
Sbuffò
arrossendo per lo sguardo divertito di lui: ma perché doveva
sempre essere così imbranata?
Raccolse
il pacchetto e con lo stomaco che brontolava prese il panino
ricoperto di zucchero che c'era dentro e lo addentò.
“Ti
chiederai perché ti ho fatta venire qui ieri sera.”
disse lui sedendosi.
“No,
no, e perché dovrei?”
Il
ragazzo alzò un sopracciglio per niente divertito.
“Sì,
me lo sto chiedendo.” si arrese alla fine lei.
“E'
per il medaglione che hai al collo. In che modo l'hai trovato?”
“Era
tra le foglie. L'ho semplicemente raccolto.” mandò giù
il boccone di pane a fatica, non le piacevano gli interrogatori.
“Strano
che fosse lì così.” borbottò lui “in
ogni caso non ti conviene andare in giro mostrandolo a tutti. E' un
oggetto magico molto potente.”
Ad
Andrea andò di traverso il boccone di cibo.
“Puoi
non credermi, ma è così.”
“Ascolta,
non mi interessa niente del medaglione o della magia, né della
tua sanità mentale, voglio solo tornare a casa.”
“Tu
non mi stai neanche ascoltando.”
“Ma
cosa dovrei ascoltare? Stai solo blaterando!”
“Ma
credi solo a ciò che vedi?”
“E
tu credi a ciò che non vedi?”
“Non
puoi mica sperare di vedere tutto...”
“Okay,
la situazione sta degenerando.” esclamò lei sdegnata
alzandosi in piedi.
“E
ora cosa credi di fare?”
“Non
lo so!”
Lui
sospirò: “Va bene, ascolta, so cosa ti è
successo, ti prometto che tra tre giorni potrai tornare a casa. Ma
dovrai aspettare che il Portale si riapra. Succede appunto ogni tre
giorni e per sbaglio devi essere scivolata in un punto dove era più
sottile.”
“Cosa
dovrebbe essere più sottile?”
“L'aria.
Ad una certa ora l'aria che ci circonda si fa così sottile che
con la giusta formula si può passare da un mondo all'altro,
tanto sono paralleli.”
Andrea
si risedette con il mal di testa e sospirò: “Tanto è
un sogno...”
“Credi
ciò che vuoi.” detto questo Finn andò verso
l'armadio, aprì un cassetto, e dopo averci frugato dentro per
un po', le lanciò un paio di pantaloni scuri e una camicia
grigia “Fatteli andare bene, non puoi girare con quella gonna,
a meno che non voglia intraprendere determinate carriere.”
Andrea
lo guardò scioccata.
“Non
ti giudicherei, anzi, ne otterresti un lauto guadagno in effetti.”
“Okay,
okay! Mi infilo questa roba!”
“Ottima
scelta.” fece lui trattenendosi dal sorridere “ti aspetto
giù all'ingresso, verrai con me, non credo di poterti lasciare
da sola. Fai in fretta.”
Detto
questo si sbatté la porta alle spalle.
La
ragazza infilò quel completo troppo grande per lei, e con lo
stomaco contratto dall'ansia raggiunse Finn.
Scese
le scale del condominio cercando di non sbattere troppo forte i piedi
sulle scale annerite dallo sporco per non farsi notare dagli altri
inquilini.
In
quel momento voleva solo scomparire.
“Ci
sei?” le chiese lui che se ne stava con la schiena appoggiata
allo stipite scrostato dell'ingresso.
Lei
annuì.
“Devo
fare qualche consegna e tu mi aiuterai. Hai con te il medaglione?”
“Sì,
sì.”
“Bene,
non farlo vedere da nessuno.”
Lei
annuì di nuovo senza capire tutta l'importanza che il ragazzo
dava a quell'oggetto, ma non le importava poi tanto, tre giorni e
sarebbe stata di nuovo a casa, anche meno se si fosse svegliata prima
da quel sogno.
Finn
camminava spedito e lei faceva fatica a stargli dietro.
Ogni
tanto lo guardava di sottecchi, e rimaneva stupita nel vedere che
anche lui stava guardando lei, ma poi entrambi distoglievano lo
sguardo e continuavano a guardare davanti a sé come se niente
fosse.
Ad
un tratto le sembrò di vedere un'ombra appoggiata al muro di
una casa, era indefinita e scura, ma non veniva da nessuna persona.
Si
voltò verso Finn e notò che aveva contratto la mascella
ed erano comparse delle rughe ai lati degli occhi.
“Gira
a destra.” sussurrò lui.
Lei
obbedì trattenendo il respiro, ma non appena distolse lo
sguardo dall'essere nero per seguire le indicazioni di Finn, sentì
qualcosa di freddo perforarle il braccio.
Gridò,
ma nessun suono uscì dalla sua bocca.
Sul
suo braccio vi erano aggrappate le lunghe dita nere dell'ombra che li
guardava ancora sorridendo appoggiata al muro della porta.
Non
riuscì a capire bene cosa successe, ma la lama di un coltello
le sfiorò la pelle tagliando via quelle dita affusolate, poi
Finn la afferrò per l'altro braccio e corsero via.
Imboccarono
diverse vie laterali e vicoli anche quando ormai Andrea non aveva più
fiato.
Eppure
l'ombra non li stava inseguendo, perché continuavano a
correre?
“Basta...ti
prego fermati...non c'è nessuno..” ansimò lei
lasciandosi cadere a carponi a terra sfinita.
“E'
quello che credi...” rispose lui senza fiato “ma
potrebbero essere ovunque...”
“Chi
sono?”
“Sottoposti
degli Incappucciati.”
“Chi?”
“Sono
come delle anime simili a cavalieri incappucciati al Suo servizio.”
“Al
servizio di chi?”
“Non
lo so, ma sono al servizio di qualcuno e ti raccomando di non fare la
sua conoscenza.”
Dopo
n attimo di silenzio Finn chiese: “Perché non me l'hai
detto subito? Avevi detto che avevi semplicemente trovato quel
medaglione.”
“Ma
è così...”
“Non
ha alcun senso mentirmi!” le gridò ora lui infuriato.
“Ma
ti ho detto la verità!”
“Se
fosse vero le Ombre non ti cercherebbero.”
“Mi
dispiace, non ho altro da dirti se non che l'ho trovato per terra.”
ripeté lei sull'orlo delle lacrime.
Lui
annuì con poca convinzione.
“Passami
il braccio.” le disse.
Lei
obbedì e vide spaventata che c'erano ancora dei segni blu
sulla pelle.
Lui
lo prese, disse qualche parola in una lingua strana e quei segni
scomparvero.
“Sei
un mago?”
“Perché
dovrei essere sincero con te che menti?”
“Ma
perché sei così sicuro che ti stia mentendo?”
“Tutti
mentono.”
“E
allora perché non mi lasci per strada da sola al mio
sacrosanto destino?” disse lei esasperata.
“Perché...sei
uguale ad una persona che conoscevo.”
Andrea
lo guardò piegando appena la testa di lato, incuriosita:
“Dov'è ora?”
“Non
credo siano affari tuoi. Comunque non è qui.”
Lei
strinse le labbra ferita.
“Forza
cominciamo queste consegne, passeremo per le vie secondarie però,
è più sicuro data la tua situazione assurda.”
borbottò lui.
Finn
non disse nient'altro. Che senso avrebbe avuto raccontarle di Helen?
Di come erano a tal punto vicini che quello che pensava uno lo diceva
l'altro, da saper interpretare ogni singolo respiro e parola non
detta.
Poi
era tutto finito, perché lei era sparita, e lui aveva imparato
che gli tutti gli uomini mentono, anche quelli che ami.
Finn
si fermò davanti ad una porta di legno scuro e bussò,
venne ad aprire una donnetta con le rughe sulla fronte che danzavano
mentre parlava.
La
donnetta li invitò ad entrare, e mentre Finn discuteva con lei
in un'altra stanzetta, Andrea si acciambellò su una poltrona
sbadigliando.
Fu
un attimo e le palpebre si fecero pesanti, sentì il proprio
corpo intorpidirsi, e proprio nel momento in cui sentì il
proprio braccio ricominciare a bruciare dove l'ombra l'aveva
afferrata, si addormentò.
“Sarà
difficile trovare tutti e cinque i medaglioni, Sebastian,
praticamente impossibile.” disse la ragazza con i capelli neri.
Andrea
era di nuovo all'interno di un sogno, stava diventando un pessima
abitudine, pensò.
Un
ragazzo dagli occhi di ghiaccio stava sfogliando un enorme volume
impolverato: “Possono essere ovunque, ma emanano moltissima
energia. Con gli incantesimi giusti li troveremo, e poi ricordati,
loro vogliono essere trovati.”
“Sei
sempre troppo sicuro di te, Sebastian.” lo prese in giro lei
appoggiando la testa sulla sua spalla.
A
questo punto Andrea li vide entrambi in viso e riconobbe che erano
gli stessi del sogno precedente.
Lui
le cinse la vita con un braccio: “ Vedrai, ce la faremo e
finiremo prima ancora che tu te ne accorga, tutto il mondo ci
ringrazierà, nessuno non conoscerà i nostri nomi,
Helen.”
La
ragazza sorrise e lui la baciò.
Scusate
tanto per l'imperdonabile ritardo, ma sono ancora qui come vedete!
Spero
questo capitolo vi sia piaciuto ed sono ben accette qualunque critica
o commento per migliorare.
A
presto,
emily
|