I've fallen for your eyes

di _fioredineve_
(/viewuser.php?uid=762397)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno. ***
Capitolo 2: *** Due. ***
Capitolo 3: *** Tre. ***
Capitolo 4: *** Quattro. ***
Capitolo 5: *** Cinque. ***
Capitolo 6: *** Sei. ***
Capitolo 7: *** Sette. ***
Capitolo 8: *** Otto. ***
Capitolo 9: *** Nove. ***
Capitolo 10: *** Dieci. ***
Capitolo 11: *** Undici. ***
Capitolo 12: *** Dodici. ***
Capitolo 13: *** Tredici. ***
Capitolo 14: *** Quattordici. ***
Capitolo 15: *** Quindici. ***
Capitolo 16: *** Sedici - Epilogo ***



Capitolo 1
*** Uno. ***


Uno.

La stanchezza si faceva sentire e Hermione sapeva anche da cos'era causata:, gli incontri segreti dell'ES e la preparazione per gli esami del quinto anno la tenevano sveglia fino a tardi.
A volte non aveva neanche il tempo di pensare a se stessa e comportarsi come una normale adolescente.
Poi ci si mettevano anche i gemelli a farle perdere tempo a causa delle loro stravaganti invenzioni del tutto illegali e pericolose.
Ne aveva abbastanza anche dei loro scherzi, da quando era diventata un Prefetto l'avevano presa di mira facendole scherzi su scherzi e porgendole indovinelli alquanto stupidi a parer suo.
Chiuse il volume di Trasfigurazione Avanzata e poggiò la testa sullo schienale della poltrona, era il punto della Sala Comune che più preferiva, beh, fino a quando non andavano a disturbarla ovviamente  stava bene, in pace, tranquilla, la poltrona era posta di fronte al camino e da lì poteva anche guardare al di fuori dell'enorme finestra della Sala. 
C'era silenzio e e gli unici rumori udibili erano la pioggia invernale che batteva contro la finestra e lo scoppiettare del fuoco, il resto dei Grifondoro erano a letto, tutto questo non fece che aumentare il sonno della ragazza che in poco tempo si appisolò sulla poltrona rossa, riscaldata dalle fiamme.

Era tardi, questo lo sapeva bene, ma in fondo non era la prima volta che lo faceva, no?
Quindi perchè farsi tanti problemi?
E poi non l'avrebbero mai beccato, conosceva quel Castello e tutti i suoi passaggi segreti meglio di Gazza e della sua Gatta, quindi non c'era niente di cui preoccuparsi.
Pronunciò la parola d'ordine per poi saltare attraverso il passaggio e entrare nella Sala Comune, il fuoco era ancora acceso, ciò significava che qualcuno era ancora lì.
Avanzò andando verso il dormitorio maschile, ma prima di salire le scale si voltò.
Sulla poltrona c'era la Granger addormentata, sul grembo aveva un libro chiuso, non se lo sarebbe mai aspettato, si era addormentata mentre studiava.
Questo non accadeva tutti i giorni, o almeno per lui, era la prima volta che vedeva la ragazza addormentarsi con l'unica cosa che, a quanto pare, la faceva sentire a suo agio.
Ultimamente aveva notato alcuni particolari della Granger che per molti erano futili e, a tratti, infantili.
Ma non per lui, anzi, quei dettagli sembravano attrarlo.
Aveva notato che, quando era nervosa, tendeva ad attorcigliarsi  i capelli ricci e cespugliosi  intorno all'indice della mano destra, oppure se stava seduta muoveva freneticamente la gamba destra.
Quando era in imbarazzo o qualcuno le faceva un complimento tendeva ad abbassare lo sguardo e arrossire lievemente facendo mettere in risalto quelle poche lentiggini presenti sulle sue gote.
Quando era arrabbiata aveva una camminata pesante, veloce e abbastanza goffa, tendeva a sbuffare se infastidita da qualcosa.
Aveva un elenco lungo chilometri riguardante tutti i suoi particolari, ma George questo non lo sapeva.
Non lo faceva per cattiveria, lo faceva solo perchè non voleva saltasse a conclusioni affrettate, il suo gemello era del tutto diverso da lui, di certo non fisicamente, ma in alcuni aspetti del carattere sì.
George era il classico tipo sensibile, sentimentale, suscettibile, cose che a Fred non appartenevano, lui era freddo, orgoglioso, testardo.
Non aveva mai provato cose simili all'amore o a semplici cotte adolescenziali.
Lui era più il tipo che faceva innamorare, lui non s'innamorava facilmente, anzi fino ad'ora non s'era mai innamorato e a lui la cosa stava bene così.
Tornò indietro e prese una coperta dal divano per poi poggiargliela addosso, mise il libro sul tavolo di fianco e decise di lasciarle un biglietto.
Scritto quello tornò sulla sua strada fino a salire del tutto la rampa di scale che portava al dormitorio maschile del settimo anno.

Aprì lentamente gli occhi, che ore erano?
Il fuoco era ormai spento.
Si spostò facendo cadere la coperta che aveva addosso, quella chi gliela aveva messa?
Non ricordava di essersi messa comoda.
Il libro?
Si guardò intorno trovandolo sul tavolino, sopra di esso c'era un biglietto.
Lo afferrò leggendo le poche parole scritte  con una calligrafia frettolosa e quasi incomprensibile "Granger, ti ho sempre detto che studiare troppo fa male anche a te" il tutto era firmato con due iniziale: FW.
Sapeva già a chi appartenessero e sorrise, tornò nel dormitorio femminile del quinto anno dove si lasciò scivolare tra le lenzuola calde e accoglienti del suo letto.

"Hermione sei strana" disse Ginny guardandola.
"In che senso?" chiese la riccia posando un libro sullo scaffale da cui lo aveva prelevato "Beh, ti comporti in modo strano, sembra che tu abbia la testa tra le nuvole, come quando frequentavi Viktor, ricordi?"
Hermione arrossì al ricordo della sua storia passata, alla fine non era andata come voleva, Viktor era tornato nel suo paese e tra allenamenti e partite di Quidditch l'unica cosa che potevano fare era mandarsi lettere, quindi avevano deciso di rimanere solo buoni amici, anche perchè Hermione aveva scoperto che splendida persona fosse in realtà.
"Ti sei presa una cotta per qualcuno?" se prima le gote di Hermione erano rosee per l'imbarazzo dei ricordi ora erano diventate color rosso acceso, quasi come i capelli di tutta la famiglia Weasley.
"No... non credo" sussurrò dirigendosi verso l'uscita della biblioteca, alla fine aveva lasciato perdere i libri che voleva leggere per trovarsi avvantaggiata rispetto ai compagni di corso.
"Sai che con me puoi confidarti" sussurrò la rossa seguendola, Ginny conosceva Hermione meglio di chiunque altro, soprattutto il suo lato femminile che molti ragazzi e i suoi due migliori amici si erano lasciati sfuggire.
"Saresti la prima a saperlo" le disse di rimando la riccia girando l'angolo del corridoio senza prestare attenzione a ciò che era davanti a lei.
Andò a sbattere contro qualcosa di alto e duro, all'inizio pensava fosse una delle colonne o uno scherzo di Pix, ma alzando la testa capì che non era nessuno dei due.
"Oh, scusami... George?" il ragazzo rise "Mi dispiace ma sono Fred, come hai potuto confondermi con la mia brutta copia, Granger?" un sorriso allegro e spontaneo nacque sulle labbra fini del ragazzo, Hermione si sentì arrossire, come mai prima d'ora le era successo in sua presenza.
Ginny osservò la scena tranquilla e sorridente, era raro vedere Hermione arrossire così davanti ad un ragazzo.
L'unica volta che l'aveva vista in quel modo era il giorno in cui Krum l'aveva invitata al Ballo del Ceppo, l'anno precedente.
"Ora vado, alla prossima, Granger" Hermione sembrò ridestarsi dal suo momento di trance e lo guardò "Alla prossima, Weasley" e sorrise.

"Fred, dobbiamo parlare" il ragazzo guardò il gemello confuso, avevano due sguardi diversi, uno serio e l'altro incuriosito.
"Dimmi Georgie" era come guardarsi allo specchio, tutto in loro era identico, stesso taglio di capelli, stessi occhi, stessi lineamenti, stesse labbra.
"Che ti succede?" disse George incrociando le braccia al petto.
"Che mi succede?" ripetè ancora più confuso, cosa voleva dire George?
"Sei distratto, non hai più idee per altre invenzioni, e per di più non mi dai retta quando ti chiedo di mettere in atto uno scherzo" sospirò George guardando il gemello "Ad esempio: stamattina mentre facevamo colazione  hai versato metà brocca col succo di zucca sul tavolo, e quando ti ho chiesto di fare l'ennesimo scherzo a Gazza? Oppure vogliamo parlare del fatto che oltre alla brillante idea delle Merendine Marinare e dei Torroni Sanguinolenti non ne hai più avuta una? Non è da te, fratello!"
Fred non rispose, cercando di ricordare almeno uno degli avvenimenti da lui accennati, quella mattina ricordava di aver versato il succo di Zucca, ma dello scherzo a Gazza che voleva fare non si ricordava niente.
"Ti sei preso una sbandata? Guarda che a me puoi dirlo, è Angelina?" Fred scosse la testa per poi sorridere "Sta tranquillo, nessuna sbandata, solo un po' di stanchezza poi domani sarò di nuovo in gran forma"
Ma chissà perchè nessuno dei due credeva nelle parole di Fred.





Ciao a tutti!
Prima di tutto mi presento: mi chiamo Vera e no, non sono nuova in questo fandom, ho già scritto due - pessime è dire poco - OS.
Vi chiederete "Allora perchè sei tornata?", il fatto è semplice, da un po' di tempo avevo questa strana voglia di scrivere su questa coppia - anche perchè pur non esistendo nè nei libri nè nei film l'adoro fin troppo - e beh, mi ci sono messa e dopo varie bozze e varie idee ecco qui una parte della storia.
Premetto che non sarà un storia lunga, anche perchè la mia fantasia potrebbe andare a farsi fottere ben presto.
Per qualsiasi cosa, chiarimenti o altro potete scrivermelo qui in una recensione o in messaggio privato.
Se poi trovate qualche errore scrivetelo pure, che sia inutile o meno, per me è necessario.
Beh, ora che faccio? Vi saluto - finalmente, direte voi - e torno davanti alla pagina bianca su cui scrivere il continuo adatto a questo.
Spero che come inizio vi piaccia, a presto!

Vera





 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Due. ***


Due.

Okay, a lei stava bene il fatto che Dolores Umbridge aveva preso posto alla cattedra di Difesa Contro Le Arti Oscure, le stava bene anche il fatto che non potevano praticare la magia nella sua aula.
Ma il fatto di non poter prelevare più di un certo numero di libri e che non fossero utili come preparazione scolastica la faceva andare su tutte le furie.
Come poteva farle questo?
Eppure non le sembra che la voglia di conoscere e approfondire alcuni argomenti sia un reato.
Ma a quanto pare la Umbridge non la pensava così.
Quella sera era saltato anche l'incontro con l'ES a causa della punizione di Harry, più diceva al suo migliore amico di starsene zitto più lui rispondeva a tono al rospo in rosa.
E per di più Hermione si ritrovava costretta ad aiutarlo con i compiti arretrati perchè, a quanto pare, il Prescelto preferiva farsi mettere in punizione  e seguire gli allenamenti di Quidditch piuttosto che studiare e, quell'anno, avevano pure i GUFO da superare!
Chiuse l'enorme libro di Aritmanzia e si passò le mani tra i capelli più cespugliosi del solito, almeno quella sera sarebbe riuscita a riposare, senza preoccupazioni.
O forse così credeva.
"Ancora sui libri, non sei stanca di studiare, Granger?" sussultò sentendo la voce alle sue spalle, si girò per capire chi dei due fosse, ma proprio non ci riusciva, non trovava niente di diverso esteticamente nei due "No, Weasley, tu non sei stanco di fare scherzi?"
Il ragazzo sorrise ironico "Comunque sono Fred" le guance della giovane strega si tinsero di un rosa chiaro, ovviamente cercando di risultare indifferente sbuffò "Allora, Fred..." e calcò il suo nome "...cosa ti porta qui, a interrompere la sottoscritta mentre studia per gli esami?"
"Sai che mancano più di tre mesi agli esami?" chiese stupito Fred, ma davvero faceva?
"Ho una tabella di marcia da seguire, non posso perdere tempo" concluse lei frettolosamente riaprendo il libro a una pagina a caso cercando di non pensare al ragazzo dai capelli rossi che la osservava sconvolto.
Fred sospirò rassegnato per poi prendere una sedia e sedersi di fronte a lei, Hermione sentiva il disagio crescere lentamente dentro di lei, perchè faceva così?
Cercò di non pensare al fatto che il rosso continuava a fissarla, ma ogni tentativo era vano, oltre al disagio ora si aggiungeva anche la rabbia.
Verso di lui, che non la lasciava in pace.
Verso sè stessa, che non riusciva a capire il perchè si sentiva così.
"Allora, posso sapere che vuoi?!" sbottò alla fine, ritrovando il suo lato da Grifondoro che credeva d'aver perso.
"Niente, volevo solo distrarti" disse il ragazzo sorridendo e alzandosi, guardò verso l'altro lato della Sala Comune aprendo di più il suo sorriso e mettendo in mostra le fossette formatesi ai lati delle guance, fece cenno al gemello che sorrise di rimando.
Hermione trovò la prima differenza nei due: il sorriso di George sembrava più caldo, più affettuoso, mentre quello di Fred era più da ribelle, da malandrino.
Fred tornò a guardare la Granger, aveva le guance arrossate dall'imbarazzo e dalla rabbia, quella la si poteva scorgere anche nei suoi occhi nocciola, e non potè fare a meno di pensare a quanto fosse buffa ma tremendamente dolce quella sua espressione.
"Sai com'è, dobbiamo trovare un modo per distrarti mentre vendiamo i nostri prodotti" disse, poi, alla Grifondoro passandosi una mano tra i capelli e andando verso il gemello "Me la pagherete cara, Fred e George Weasley!" urlò lei raccattando tutta la sua roba e andando verso il dormitorio femminile mente sul viso del ragazzo si formava un sorriso compiaciuto.
Hermione corse a una velocità sovrumana per le scale, doveva lasciar perdere i suoi pensieri confusionari riguardo Fred, ora doveva pensare solo a come fargliela pagare.
Ma il problema era questo, come far cadere il Re degli Scherzi in uno scherzo?


"Ginny, ne sei sicura? Non è troppo... come dire, prevedibile come cosa?" Hermione guardava  la più piccola dei Weasley, perchè le aveva chiesto aiuto non lo sapeva.
"Sicurissima, loro pensano in grande, noi penseremo in piccolo, in fondo non penseranno mai che ci sia della polvere pruriginosa nei loro letti, no?" disse la rossa cospargendo uno dei letti dei gemelli di una polverina semitrasparente e passandone un po' a Hermione che con un colpo di bacchetta la fece cospargere sull'altro letto e rimise a posto il tutto "Controlla che non venga nessuno" disse poi guardando la riccia.
Hermione annuì e si mise all'entrata della stanza, avvertiva l'ansia, era identica a quella che provava prima di ogni interrogazione o test, però questa era mista ad adrenalina, la stessa che aveva provato il primo anno quando insieme a Harry e Ron aveva affrontato la varie sfide e trabocchetti per arrivare al professor Raptor o quando al terzo anno aveva salvato Sirius.
Si morse le labbra guardando a destra e poi a sinistra "Finito" disse Ginny togliendosi i guanti e chiedendo a Hermione di far sparire il tutto con un colpo di bacchetta.
"Prepara i pop-corn mia cara, la tua idea è stata fantastica" Hermione sorrise alla ragazza, chissà se ci sarebbero cascati.

Era stanco, per la prima volta in vita sua non voleva altro che lasciarsi cadere sul letto e dormire per ore, se non per giorni.
Angelina con i suoi allenamenti li stava massacrando, per non parlare delle vendite dei Tiri Vispi Weasley che andavano a gonfie e vele.
L'unica nota negativa riguardo ai Tiri Vispi era il doverli produrre, a volte erano costretti a stare svegli fino a tardi per poter preparare tutti gli ordini.
Ma ora era arrivato proprio allo stremo.
Dopo aver cenato ed essersi fatto una doccia si mise in tenuta da notte "Freddie, già vai a dormire?" 
"Sì, Georgie, sono stanco, faresti meglio ad andare a dormire anche tu visto che Angelina ha prenotato il campo di Quidditch per tutta la giornata di domani "
George deglutì impaurito, è vero che entrambi i gemelli amavano il Quidditch e che si divertivano a giocare, ma Angelina era una fanatica in tutto e del tutto.
Essendo il nuovo Capitano della squadra pretendeva di poter vincere tutte le partite e arrivare così primi in classifica.
Ma il fatto era che li massacrava, Harry tra punizioni, compiti, incontri dell'ES e allenamenti non riusciva a tenere il ritmo e spesso era capitato di vederlo crollare durante il pranzo, la cena o le ore buche.
Alicia, invece, pur di tenere il ritmo aveva iniziato a prendere una pozione rinvigorente.
I Gemelli, sempre pieni di energie stavano crollando lentamente e, a quanto pare, il primo era proprio Fred, ormai sdraiato sopra il suo comodo materasso e tra le lenzuola calde.
Stava praticamente prendendo sonno quando un lieve prurito iniziò ad espandersi sulle gambe per poi arrivare al busto.
Il prurito diventò più insistente e si alzò dal letto, stessa cosa fece il gemello dopo poco, i due si scambiarono uno sguardo complice, chi diamine era riuscito a fargli uno scherzo simile?!
Scesero di corsa le scale per tornare in Sala Comune, dovevano scovare il colpevole e subito.
La prima a notarli fu Ginny che li guardò confusi ma con il ghigno marca Weasley sulle labbra "Fred, George, avete inventato un nuovo ballo?"
"Ginny cara..."
"...luce dei nostri occhi..."
"...per caso sai..."
"...chi è stato a farci uno scherzo simile?!"
Tutti i presenti distolsero lo sguardo da quello che stavano facendo, increduli del fatto che qualcuno era riuscito a fare uno scherzo ai due.
"Forse si, forse no, chi lo sa" fece spallucce e con aria innocente tornò a leggere la rivista che aveva poggiato sulle gambe.
Poi un flashback: "Me la pagherete cara, Fred e George Weasley!" gli aveva detto quel pomeriggio la Granger, e dannazione, c'era riuscita!
"Non ci posso credere..." sussurrò guardando il fratello che per la prima volta non sapeva e non riusciva a capire cosa passava per la testa del gemello "La Granger, ci ha fatto uno scherzo!" e l'espressione di George tramutò, passando dallo sconvolto al divertito in pochi secondi.
Dannazione, la Granger gli fa uno scherzo e lui ride?
Di comico c'era ben poco, lui, il Re degli Scherzi che cadeva in uno scherzo così prevedibile.
Si guardò in giro e finalmente trovò la ragazza, sorrideva divertita, incredula del fatto di esserci riuscita. A passo spedito arrivò alla ragazza che vedendolo grattarsi rise più di prima attirando l'attenzione di tutti gli studenti presenti "Sai Granger, non me lo aspettavo, ottimo lavoro, la polvere pruriginosa, scherzi che facevo a Percy quando avevo 5 anni" Hermione sorrise "A volte gli scherzi più prevedibili sono quelli che colgono impreparati"
"Bene, Granger, vuoi la guerra? E che guerra sia" le disse guardandola negli occhi, nocciola contro celeste, terra contro acqua.
E poi stiamone certi, quando viene lanciata una sfida nè Fred Weasley nè Hermione Granger riescono a tirarsi indietro.





Ciao a tuttiiiiiiiii!
I'm here, again lol
Sono tornata con un ennesimo stupidissimo capitolo (si ringrazia Decarli per questa frase lol)
Sinceramente, non mi aspettavo tutte quelle recensioni (sono solo 4 maper me so' tante oh!) e quei commenti di 'incoraggiamento' da parte vostra, e ci tengo a ringraziarvi.
Ringrazio anche chi ha aggiunto la storia tra le preferite, ricordate e seguite.
I LOVE YOU SO SO SO SO SO MUCH!
Detto questo, torniamo al capitolo, come detto nell'angolo autore del capitolo precedente sono un tipo con poca fantasia e mentre ha il lampo di genio quest'ultimo sparisce dopo una ventina di minuti (bastardo)
Mi scuso per eventuali erroriche siano di battitura o mano, e vi prego FATEMELI NOTARE, ci tengo troppo a queste cose.
Per qualsiasi cosa potete contattarmi qui, poi nella mia biografia trovate tutto il resto.
Ora non mi resta che salutarvi quindi...alla prossima!
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Tre. ***


Tre.

Era stanco, forse troppo.
Il fatto che Silente non lo degnasse neanche di uno sguardo lo faceva stare peggio.
Lui voleva delle risposte, lui voleva sapere, perchè lo teneva allo scuro di tutto? In fondo tutto ciò lo riguardava.
Camminò lungo il corridoio del terzo piano cercando di non tardare all'allenamento, non voleva un'altra sfuriata da parte di Angelina, quella ragazza quando si trattava di Quidditch era capace di incutergli più terrore di Voldemort. Sospirando continuò ad avanzare verso l'esterno del castello.
"Hey Harry!" sobbalzò sentendo una voce femminile chiamarlo, a quanto pare era la più piccola dei Weasley in compagnia di Dean Thomas, una strana morsa attanagliò lo stomaco del bambino sopravvissuto.
Si era reso conto solo recentemente di quanto tenesse a Ginny, all'inizio pensava fosse solo affetto fraterno. Ma il problema era un altro, lui non desiderava stringerla come una sorella, lui non desiderava vederla con altri ragazzi. La voleva solo per sè e questa cosa lo destabilizzava, non aveva mai provato niente di simile prima, neanche con Cho.
"Hey Ginny" le sorrise ricambiando il saluto con la mano "Ti alleni anche oggi?" la ragazza ormai si era avvicinata a lui trascinandosi dietro Dean.
"Sì, Angelina vuole prepararci al meglio per la prossima partita" rispose Harry continuando a sorridere, Dean disse qualcosa alla ragazza che annuì, Harry provò di nuovo quella strana morsa allo stomaco, che diamine gli succedeva?!
 "Scusa, ma ora dobbiamo andare, ci vediamo dopo" disse sbrigativa e un po'... alterata?
Harry sospirò annuendo "A dopo" rispose solamente per poi guardarla allontanarsi mano nella mano con Dean, in quel momento desiderò con tutto se stesso poter essere lui il ragazzo a tenerle la mano.


La Granger, e chi lo avrebbe mai pensato.
Pensava che quel 'Me la pagherete cara' lo intendesse nel senso 'Avviserò vostra madre di ciò che combinate'.
Ma a quanto pare si sbagliava e Fred Weasley odiava sbagliare.
Continuò per un po' ad osservare il soffitto del letto a baldacchino, perchè non riusciva a togliersi dalla testa quel sorriso compiaciuto?
Dannazione, si stava rincretinendo nel pensare a quella ragazzina.
Sbuffando si alzò dal letto, il gemello dormiva e lo stesso Lee Jordan.
Tutti dormivano senza pensieri e lui era lì, in piedi sotto alla porta, cercando di smettere di pensare.
Pensare a lei e al suo maledetto scherzo.
Scrollò la testa facendo così scombinare la sua capigliatura rossa già ribelle da sè.
Proprio come alla persona a cui apparteneva.
Scese le scale velocemente, forse una tazza di latte caldo sarebbe riuscito a fargli venire il sonno.
Eppure che buffo, fino a due giorni prima avrebbe pagato oro per essere così sveglio, invece ora si ritrova a voler dormire a tutti i costi pur di tenere a bada i pensieri.
Povero idiota.
Sgattaiolò fuori dal quadro della Signora Grassa e, cercando di fare il meno rumore possibile, attraversò le varie scorciatoie scoperte durante quei sette anni nella scuola.
In poco tempo si ritrovò nelle cucina del castello, c'era silenzio e ciò non gli andava tanto a genio, è sempre stato abituato al fracasso, alle risate, a stare al centro dell'attenzione.
Odiava il silenzio perchè così aveva modo di pensare e lui di pensare, adesso, ne aveva abbastanza.
"Oh, Signore, cosa ci fate nelle cucina, Signore?" Fred si voltò e sorrise a Dobby, adorava quell'elfo.
"Ciao Dobby, posso chiederti un favore?"
"Dica pure a Dobby ciò che vuole, Signore"
"Potrei avere un bicchiere di latte caldo?"
"Subito, Signore" e detto fatto, Dobby gli porse il bicchiere di latte, fece un inchino profondo facendo sfiorare la punta del naso con il pavimento per poi sparire.
Fred si sedette a una delle tavole poste al centro della Sala e si fermò a bere il suo latte, doveva elaborare uno scherzo, uno di quelli capaci di togliere le parole di bocca.
Voleva battere la Granger, voleva farle vedere che il Re degli Scherzi è capace di riprendersi facilmente dallo scherzo subito, che la sua mente è più ingegnosa rispetto a quella di una Prefetto-Perfetto.


"Hermione, ti prego, almeno correggimelo altrimenti Piton mi metterà una T"
"E' quello che ti meriti Ronald, passi tutto il tempo libero a giocare agli Scacchi Magici, dormire, mangiare e a guardare gli allenamenti di Harry. La prossima volta impari" la riccia sbuffò chiudendo il suo libro di Incantesimi, mise a posto la piuma e arrotolò la pergamena su cui stava scrivendo il tema riguardante gli incantesimi che avevano imparato nelle ultime tre settimane.
"Ti prego, giuro che da domani farò tutti i compiti!"
"Non giurare, so che non manterresti la promessa"  si alzò dal tavolo della Sala comune per poi andare nel dormitorio femminile.
Fortunatamente aveva concluso tutti i compiti che erano stati assegnati, anche quelli per la settimana successiva così da ritagliarsi uno spazio tutto suo e poter continuare la lettura di quel libro babbano mandatole dai genitori per il suo compleanno.
Tra scuola e altri avvenimenti non aveva avuto il tempo di poterselo leggere in santa pace e nel silenzio più totale, voleva approfittarne ora che non c'era nessuno nel dormitorio del quinto anno.
Si lanciò sul letto facendolo cigolare e prese il libro, un po' le mancava la sua vita da babbana, le mancavano i suoi genitori e quei pochi amici conosciuti a scuola.
Ma ciò non significa che odiava la sua vita da strega, anzi, l'amava fin troppo.
Da piccola aveva sempre sognato la magia ed era fermamente convinta che esistesse, tanto che molte volte i suoi compagni di scuola si burlavano di lei, loro l'hanno resa ciò che è adesso: una persona introversa con pochi amici, più interessata allo studio che nei rapporti umani, maniaca del perfezionismo e nel rispettare le regole.
Una volta ogni tanto avrebbe tanto voluto vivere la sua vita come una sedicenne normale, parlare con le amiche di vestiti, capelli, trucchi, ragazzi, provare cosa significa innamorarsi.
Tornò a leggere il suo libro lasciando perdere quei stupidi pensieri.
"HERMIONE GRANGER!" la ragazza balzò dal letto sentendo urlare il suo nome, la porta si spalancò e un tornado dai capelli rossi si sedette sul suo letto.
A quanto pare era una mania della famiglia Weasley quella di tormentarla nei momenti meno opportuni.
"Ginny" rispose solamente lei, confusa.
"Credi che dovrei lasciare Dean? Perchè, ecco, mi sembra di prenderlo in giro... non significa che non mi piace, anzi, è un ragazzo affettuoso, dolce, sensibile, simpatico, ma..." parlava velocemente la rossa, ma venne interrotta dalla riccia.
"...ma non è Harry, giusto?" concluse Hermione mettendosi a sedere e posando il suo libro, a quanto pare doveva rimandare ancora per un po' la lettura di quel libro.
"Che devo fare?" Hermione sorrise sapendo che non era la persona adatta a dare consigli simili "Per me devi dirglielo, non deve essere bello illudere una persona, soprattutto in amore" Ginny la guardò e le sorrise per poi abbracciarla "Grazie Herm, grazie" si alzò dal letto su cui erano sedute, stava per chiudere la porta quando la guardò di nuovo "Comunque puoi dare una mano a Ron? E giù in Sala Comune che si deprime per quel tema..." Hermione sbuffò "Ho capito, vengo" 

"Lo sapevo, sapevo che mi avresti dato una mano, grazie Hermione sono in debito con te!" disse a raffica facendo ridere la riccia per poi correre da Harry, non le andava proprio di dirgli che era tutto sbagliato e che oltre agli errori riguardanti la Pozione trattata c'erano anche quelli grammaticali.
"Sei troppo buona con lui" disse una voce alle sue spalle, sorrise riconoscendola.
"Sei tu che sei troppo duro con lui, Fred" era riuscito a riconoscerlo finalmente, il tono di voce dei gemelli era diverso, quello di George era a tratti squillante e parlava velocemente, quello di Fred invece era più carico di sarcasmo e parlava in modo più calmo.
"Complimenti Granger, come hai fatto a riconoscermi senza vedermi?" Hermione si girò, tutta la spavalderia di prima traballò per qualche secondo di troppo solo guardandolo sorridere.
Prese un respiro profondo "La voce, la tua è sempre ricca di sarcasmo mentre quella di George è squillante" 
"Mi sa che il mio gemello dopo questa si sentirà estremamente offeso" sorrise facendole perdere un battito.
Doveva smetterla di sentirsi così in sua presenza e anche subito. 
"Ah, e un'ultima cosa Granger..." il ragazzo si abbassò arrivando alla sua altezza e sorridendole sghembo "... non abbassare mai la guardia" le sussurrò facendola arrossire come mai prima d'ora.
Si allontanò dedicandole un ultimo sorriso per poi andare verso il gemello e Lee per continuare ciò che aveva lasciato in sospeso.
Cosa le stava accadendo non lo sapeva, la spaventava tremendamente, ma era certa che non era niente di male.



Buonasera gente bella!
Prima di tutto, grazie, infinitamente grazie per le recensioni, grazie per aver aggiunto la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite!
Ma ora passiamo al capitolo: scommetto che vi aspettavate un contrattacco da parte di Fred...ma dovrete aspettare un po', chissà, magari nel prossimo capitolo ci sarà.
Ho aggiunto un po' di Hinny - finalmente - sono una coppia fondamentale per la storia, non so ancora come, ma sarà fondamentale.
Poi ho una bella notizia per me e una per voi... HO APPENA CONCLUSO GLI ESAMI REGIONALI, DOMANI SAPRO' I RISULTATI,ciò significa che POSSO PUBBLICARE CAPITOLI A GO GO APPENA LI COMPLETO! (Questa sarebbe la cattiva notizia per voi lol)
Comunque ci tenevo a ricordarvi che qualsiasi errore  trovate, che sia di battitura o meno, siete pregati di farmelo presente!
Per qualsiasi altra cosa potete contattarmi in privato qui o anche attraverso i social e simili inseriti nella mia biografia.
Ora non mi resta che salutarvi visto che so già come continuare, alla prossima!

Vera.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Quattro. ***


Quattro.

Era geniale, infantile ma pur sempre geniale, con l'aiuto di George tutto sarebbe filato liscio.
La guardò dall'altro lato della Sala Comune mentre cercava di battere Ron agli Scacchi Magici, a quanto pare oltre al volo e al Quidditch la Granger era una frana anche negli Scacchi. Sorrise, era il momento giusto, fece cenno a George che annuì.
Il gemello intraprese una conversazione con la riccia aiutandola con gli scacchi mentre Fred si avvicinava non curante alla piuma della ragazza, l'aveva lasciata incustodita su uno dei tavoli della Sala dimenticandosi di essere ancora in guerra.
La scambiò velocemente con una piuma di loro invenzione e nascose quella originale.
"George mi hai fatto perdere!" urlò le Granger attirando le attenzioni di una gran parte dei ragazzi presenti in Sala Comune.
"Scusa Granger" disse ridendo il gemello, era il momento di avvicinarsi "Che fate di bello?" domandò poggiandosi contro lo schienali della poltrona su cui era seduto Ron, in modo da avere di fronte la persona che gli interessava.
"Guardiamo la Granger perdere l'ennesima partita" disse George incrociando le braccia al petto e sorridendo divertito, poi guardò il gemello, gli fece segno con la testa verso il tavolo e Fred annuì, sul viso di entrambi apparve il sorriso malandrino che tanto li caratterizzava.
Ora voleva solo godersi la scena di una Granger su di giri.
Si sarebbe divertito, di sicuro.

Storia della Magia, l'unica materia che tutti gli alunni detestavano, non tanto per quello che si studiava, ma per come il professor Ruf facesse diventare pesanti e noiose le sue ore settimanali.
L'unica che riusciva a rimanere attenta e che prendeva appunti senza sosta era Hermione, come sempre.
La campana di fine lezione suonò facendo sobbalzare tutti i ragazzi, eccetto lei ancora intenta a scrivere gli ultimi appunti.
"Andiamo?" le chiese Harry, la ragazza fece cenno di sì, mise il punto alla fine della pergamena e infilò tutto nella sua cartella di cuoio. Fortunatamente quella era l'ultima ora di lezione della giornata, ora sarebbe filata dritta in biblioteca a studiare.
"Oggi hai gli allenamenti?" gli chiese camminando tranquilla "Sì, fortunatamente sono riuscito a completare il tema di Trasfigurazione, dopo potresti dargli un'occhiata?"
"Con piacere" rispose sorridendo "Io vi lascio, devo correre in biblioteca, a dopo" alzò la mano in cenno di saluto e s'incamminò velocemente nel corridoio opposto a quello imboccato da Ron e Harry.
Salutò Madama Pince all'entrata e prese posto al solito tavolo infondo alla sala, vicino alla grande vetrata che dava sulla Foresta Proibita, sospirò sedendosi per poi prendere dalla cartella tutto ciò che le serviva, pergamene con appunti, quelle pulite per i temi, la piuma, l'inchiostro e i libri.
Cominciò con le pergamene con gli appunti appena presi, prima iniziava e meglio era, la srotolò rimanendo confusa, aveva sbagliato pergamena?
Srotolò tutti i rotoli, erano bianchi e candidi come se non fossero mai stati usati.
Assalita dall'ansia guardò meglio nella cartella, eppure era convinta di aver messo tutto dentro prima di uscire dall'aula!
Rimise tutto in cartella cercando di fare il più veloce possibile e senza emettere rumori, salutò nuovamente Madama Pince e corse verso l'aula di Storia della Magia.
Controllò in ogni posto: sotto i banchi, sotto alla cattedra, sotto i mobiletti e addirittura al loro interno, ma dei suoi appunti neanche l'ombra.
Riprese le pergamene dalla borsa e vi sbirciò di nuovo, niente, tutti gli appunti erano andati persi.
"Accio appunti!" disse muovendo la bacchetta sperando così di ritrovarli, dalla borsa uscirono le pergamene da lei usate, ma esse erano prive di scritte.
Non capiva come ciò fosse possibile. Poi un'idea le balenò in testa, e se fosse opera di uno dei gemelli?
In fondo lei aveva dato inizio a una guerra e Fred le aveva detto di fare attenzione...
In pochi minuti si ritrovò a correre verso il campo da Quidditch, avrebbe accettato ogni scherzo, ma quello proprio no, toccare i suoi appunti era come entrare nella Foresta Proibita e darsi in pasto ad Aragog, anzi, Hermione sarebbe stata peggio del ragno gigante di Hagrid.
Entrò nel campo attirando l'attenzione di tutti che smisero di allenarsi "Granger, sai che ci stiamo allenando?" urlò la ragazza di colore dalla sua scopa, nonchè capitano della squadra dei Grifondoro, per poi scendere sull'erba verde e ben curata del campo.
"Sì, lo so, ma è urgente" bonfocchiò velocemente senza neanche guardarla, cercava solo loro, lui.
"FREDERICK WEASLEY SCENDI IMMEDIATAMENTE DA QUELLA SCOPA O TI SCHIANTO SEDUTA STANTE!" urlò con tutta l'aria che aveva nei polmoni, li sentì quasi bruciare visto lo sforzo appena compiuto, uno dei gemelli scese a terra per poi avvicinarsi a lei, il sorriso stampato sulle labbra e le fossette ai suoi lati, gli occhi azzurri vispi e allegri.
"Hey Granger, come mai da queste parti?" Hermione rabbrividì dalla rabbia, aveva anche il coraggio di domandarlo?!
"Spiegami come faccio a studiare senza appunti!" ringhiò cercando di mantenere la calma.
"Se non sei attenta durante le lezioni io non posso farci niente" Hermione sentì la rabbia aumentare, prese dalla borsa tutte le pergamene e gliele mostrò "Ho preso appunti su appunti oggi, ma a quanto pare a causa di un tuo stupidissimo scherzo tutti gli appunti sono, come dire, scomparsi" disse battendo il piede destro per terra, si stava arrabbiando sul serio e questo era ciò che Fred voleva.
Il ragazzo sorrise per poi fare spallucce "Sicura di averli presi? Forse li hai persi. E poi io che c'entro? Sai, non sono l'unico a poterti fare scherzi, Granger"
Hermione rimase senza parole, era riuscito a metterla a tacere e per di più davanti a tutta la squadra di Quidditch!
Sentì il viso accaldarsi, di sicuro stava prendendo le tonalità di rosso identiche a quelle dei capelli di tutta la famiglia Weasley.
"Mi sa che il troppo studio ti fa male, va a farti un bagno caldo che è meglio" le consigliò il ragazzo facendole un occhiolino per poi salire di nuovo a cavallo della sua scopa e tornare  in aria dal gemello posizionandosi nell'aria battitori.
Hermione arrossì più del previsto "Sei un idiota Weasley!" urlò ancora incrociando le braccia al petto, guardò Angelina e sospirò "Ho capito, me ne vado" e detto ciò tornò al castello brontolando sconsolata, si sarebbe fatta sul serio un bagno caldo per rilassarsi un po'.
Andò direttamente nel bagno dei Prefetti portandosi l'occorrente per studiare. fece riempire la vasca mentre lei preparava gli asciugami, doveva trovare il modo di far ricomparire gli appunti, si lasciò scivolare nella vasca e con un incantesimo di appello prese gli appunti.
Come poteva fare? Provò vari incantesimi, ma niente.
Stanca posò le pergamene ai bordi della vasca, inzuppandole d'acqua "Dannazione" brontolò tirandole subito su, prese la bacchetta per asciugarle ma si fermò, qualcosa stava comparendo sui fogli "Gli appunti!" urlò incredula.
Bastava bagnare i fogli, ma perchè non c'ha pensato prima? 
Se era Fred a farle uno scherzo simile sarebbe dovuta essere in grado di capire subito il trabocchetto, così stupido, così infantile.
Si asciugò velocemente, ora poteva studiare tranquillamente, ma Fred Weasley, beh, doveva pagarla. Mai rovinare gli appunti di Hermione Granger.
Mai mettersi contro Hermione Granger.

Era tranquillamente stravaccato sul divano della Sala Comune, quella giornata era stata pesante, da tutti i punti di vista, Angelina non faceva altro che parlare lamentandosi e lui glielo lasciava fare. Tanto c'avrebbe pensato il gemello a calmarla e a spiegargli poi il tutto.
Chiuse gli occhi per qualche istante, quando li riaprì si ritrovò il broncio della Granger davanti, sorrise, in fondo era dolce quella sua parte bambina, lo inteneriva "Heilà Granger"
"Heilà un corno, sei un idiota di prima categoria!" disse lei dandogli uno schiaffo sulla fronte "Anche violenta a quanto vedo" tutti li osservavano curiosi domandandosi perchè il Weasley maltrattato fosse uno dei gemelli e non Ron.
"Mi hai fatto prendere un infarto bello e buono, per poi scoprire che bastava dell'acqua calda per far riapparire gli appunti!"
"Allora ci sei arrivata!" disse il ragazzo entustiasta e allargando le braccia, Hermione rimase impassibile mentre Fred le scompigliava i capelli cespugliosi.
"Non azzardarti più a fare scherzi simili se ci tieni alla tua vita" sussurrò inviperita. Fred sorrise ancora di più "Hey, voi due, se dovete litigare fatelo altrove, qui stiamo cercando di parlare" s'intromise Ginny trattenendo un sorriso compiaciuto.
Fred prese la riccia per un braccio e la portò fuori dalla Sala Comune sotto lo sguardo sorpreso di tutti.
Da quanto la Granger e uno dei Gemelli Weasley erano così... amici?

"Ma che prende a quei due?" Ginny sbuffò, era mai possibile che Ronald non capisse niente?
A volte era sicura che i gemelli avessero ragione e che lui non fosse loro fratello.
"Ron, ma davvero sei così stupido?" disse sbuffando la ragazza passandosi poi una mano tra i lunghi capelli rossi "Perchè?" domandò ingenuo, Harry rise attirando l'attenzione di tutti ragazzi seduti insieme a loro.
"E adesso che ti prende?!" disse Ron offeso mentre il Prescelto si asciugava le lacrime agli occhi.
A quanto pare anche Harry l'aveva capito, tutti l'avevano capito tranne Ron.
Ginny si unì alle risate e Harry si fermò a pensare, in fondo anche la sua risata era bella, poi guardò Ron che li osservava più confuso di prima "Poi ti spiego" disse riprendendo a ridere.
"Vado in camera che è meglio" brontolò, infine, andandosene.



Buonasera gente bellaaaaaaa!!
Prima di tutto: un   'in bocca al lupo' a tutti quelli che stanno facendo gli esami di terza media (ci sono già passata, circa quattro anni fa, sciocchezze, andate tranquilli!) e a coloro che hanno la maturità (a voi non so che dire visto che a me mancano ancora due anni lol)
Sono riuscita a correggere l'intero capitolo - il quale è leggermente più lungo del solito - e a inserire lo scherzo.
Non sapete quanti complessi mi sono fatta per trovare lo scherzo adatto, ho addirittura chiesto a mia sorella - che è una Potterhead per metà, conosce solo i primi due libri e tutti e 8 i film - se andava bene e secondo lei era perfetto. 
Grazie per l'aiuto sister! (So che verrai a leggerlo solo per vantarti dell'aiuto, sorella ingrata)
Passando al capitolo, secondo voi è banale? Infantile? Stupido? 
No, perchè a parer mio un po' lo è lol
Anyway, se trovate errori ditemelo, vi prego.
Se volete contattarmi trovate tutto in biografia.
Non mi resta che salutarvi, quindi, alla prossima!

P.s grazie a chi segue passo per passo la storia, vi adoro fin troppo!

Ah, e se avete qualche storia da volermi far leggere ditemelo pure, infondo dovrò pur fre qualcosa in questi tre mesi di relax AHAHAHA 

Vera.





 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Cinque. ***


Cinque.

"Sì può sapere che fai?" chiese Hermione, Fred la stava trascinando da ritratto a ritratto, da tunnel a tunnel senza fermarsi e procurandole un po' d'affanno perchè, accidenti, quel ragazzo correva come se alle loro spalle ci fosse Fuffy - il cane a tre teste di Hagrid - affamato.
"Mi rispondi per una buona volta?!" ma anche questa volta il ragazzo tacque.
Hermione prese uno dei suoi libri dalla cartella e, anche se a malincuore e un po' rattristata del fatto di dover far del male a una cosa così preziosa per lei, colpì i ragazzo dietro alla nuca.
"Ma dico io, sei impazzita per caso?!" il ragazzo si fermò di botto toccandosi il punto colpito, doleva e anche tanto.
"Ora mi rispondi" disse lei incrociando le braccia "Dove mi stai portando?"
"A fare un giro" Hermione sbuffò "A fare un giro, dove?" Fred sorrise sornione e Hermione sentì mancare il respiro, accidenti, quel ragazzo l'avrebbe fatta impazzire.
O magari già lo era a causa sua.
"Se te lo dico non sarebbe più una sorpresa, no?" Hermione lo guardò confusa, una sorpresa?
Era di sicuro l'ennesimo scherzo che voleva rifilarle.
"Avanti Weasley, torniamo indietro" ma Fred non se lo fece ripetere due volte, afferrò nuovamente la ragazza, questa volta molto più delicatamente, per la mano e iniziarono a correre.
Gli unici rumori udibili erano i loro passi affrettati, i respiri irregolari e, probabilmente, il cuore di Hermione che batteva a una velocità assurda.
Sperava tanto non lo sentisse, magari avrebbe potuto usare la scusa della corsa.
"Siamo quasi arrivati, è dietro quella porta" le indicò il ragazzo rosso.
Spinse la porta e, con sorpresa di Hermione, si ritrovarono in un piccolo giardino coperto.
Non ricordava di quella Serra nella scuola, non era neanche menzionata nel libro Storia di Hogwarts.
"Ma dove siamo?" 
"L'abbiamo scoperta quest'anno io e George, cercavamo una serra dove poter piantare alcune nostre erbe per i Tiri Vispi"
"Ma è illega..." la ragazza non concluse la frase visto che Fred le aveva poggiato una mano sulla bocca "Granger, per una volta, non pensare ai tuoi doveri da Prefetto-Perfetto, anzi, non pensare affatto..." stava per ribattere quando Fred alzò gli occhi al cielo, ma cinque secondi in silenzio riusciva a starci?
"Okay, sto zitta" disse la ragazza tornando a guardare i vari fiori nei vasi presenti nella serra "Brava" disse il ragazzo avanzando verso un fiore dai colori particolari, era simile a una Margherita, ma c'era qualcosa che non andava nei colori, era bizzarra.
"Perchè ogni petalo ha un colore diverso?" chiese confusa avanzando anche lei "Un esperimento mio e di George, purtroppo non è riuscito come doveva" Hermione annuì, ancora doveva capire del perchè l'aveva portata tanto lontano dalla Sala Comune, ma non voleva interrompere quel momento, quel silenzio la faceva sentire a suo agio.
Era raro per lei sentirsi a suo agio con un ragazzo che non fosse Ronald, Harry o Neville.
"Immagino tu voglia sapere del perchè ti ho portata qui..." Hermione si limitò ad annuire e a scrutare il viso serio del ragazzo, mai in quei cinque anni lo aveva visto così serio.
Non era da loro, non era da lui.
"L'ho fatto solo per poter passare un po' di tempo da solo con te" la ragazza sentì le guance andare a fuoco, che cosa stava dicendo?
"D-da solo c-con m-me?" balbettò, stava cercando un contegno che non trovava "Oh, la Granger che balbetta? Questa cosa la devo segnare sul calendario" disse ridendo facendo sorridere a sua volta la ragazza "Comunque sì, sai, questo è il mio ultimo anno e non abbiamo mai avuto un po' di tempo per noi qui, anzi, per cinque anni non ci siamo quasi mai parlati e un po' mi dispiace"
"Ti dispiace? E perchè?"
"Perchè ho capito che tipo di persona sei lontana dai libri, lontana da Harry, Ginny e Ron" le sorrise per poi cogliere quella Margherita che lei aveva definito 'bizzarra'.
"Tieni, conservala, mi dispiace doverla lasciare qui" Hermione arrossendo, per l'ennesima volta, la prese facendo sfiorare le loro mani.
Fred avvertì un brivido su per la schiena, ma non gli diede tante attenzioni, lo stesso Hermione che sorrise cercando di nasconderlo.
"Torniamo dagli altri? Tra poco si cena" disse Fred avanzando, Hermione annuì nuovamente infilando la Margherita all'interno della cartella.
Quello, aveva deciso, sarebbe stato il suo nuovo segnalibro.


"Hey Harry" il ragazzo si girò sorridendo, era sempre felice quando lei gli era accanto "Allora è per stasera l'incontro dell'ES?" chiese mostrando un sorriso a trentadue denti.
"Si, sempre alla stessa ora" Ginny annuì per poi arrossire "Sai, penso che Dean questa sera non verrà..."
"Oh, è successo qualcosa?" chiese premuroso, preoccupato.
"Ci siamo lasciati" 
"Oh, Ginny, mi dispiace" sussurrò fingendo un dispiacere che non esisteva, ma miseriaccia, era come una sorella per lui, l'ha vista crescere.
E poi è anche la sorella del suo migliore amico, non può provare queste cose per lei.
"A me dispiace aver illuso lui, è un ragazzo veramente dolce, non merita una come me" Ginny sorrise, non c'era ombra di tristezza nei suoi occhi "Anche tu, pur essendo cresciuta tra dei ragazzi, sei dolce" le disse grattandosi la testa e scompigliando i suoi capelli corvini.
"Grazie, Harry" lo salutò alzando la mano per poi correre via.
Purtroppo non poteva più tenere i suoi sentimenti nascosti, doveva parlarne con Hermione, forse solo lei avrebbe potuto capire ciò che provava.

Era scappata via, non poteva crederci, sembrava essere tornata a quando aveva 11 anni, a quando aveva visto Harry seduto vicino al tavolo di casa sua che faceva felicemente colazione con la sua famiglia.
Si toccò le guance sorpresa, che diamine le prendeva?
Si passò la mano tra i capelli, lasciandola scivolare fino alle punte dei suoi capelli lisci, lunghi e rossi per poi sorridere.
In fondo le aveva fatto un complimento, doveva dirlo ad Hermione, nel frattempo avrebbe continuato a comportarsi come sempre.
Harry non doveva capire che lei era ancora innamorata di lui.

"Stasera impareremo ad evocare i nostri Patroni..." disse Harry, tutti lo seguivano con attenzione e Hermione doveva ammetterlo, come insegnante era eccezionale.
"...come sapete, per evocare un Patronus non solo è necessario conoscere la formula, è necessario pensare, ricordare la cosa che più ci ha reso felice..." tutti chiusero gli occhi, solo pochi di loro rimasero ad osservare, chi divertito, chi timoroso di quello che poteva accadere.
"... più il ricordo è intenso più il vostro Patronus sarà visibile, è quasi impossibile farlo prendere forma la prima volta, ma non demoralizzatevi, forse qualcuno sarà tanto bravo da farcela" sorrise Harry sfoderando la bacchetta "Expecto Patronum" disse poi facendo comparire il suo cervo argentato, sussuri stupiti furono le prime cose ad essere avvertite in quella stanza.
"Forza, provateci anche voi" e così fecero, tutti provarono a far apparire i loro Patroni, certo c'erano quelli come Luna che al massimo riuscivano a far apparire il Patronus non corporeo, ma c'erano quelli come Hermione che avevano parecchie difficoltà.
"Hey, Granger, non dirmi che non ci riesci"
"Taci, Weasley" Fred rise di gusto vedendo l'espressione corrucciata della ragazza, riprovò anche lui, riuscendo a far prendere forma al suo Patronus solo per qualche secondo, era una iena.*
"Come diamine hai fatto?!" urlò sorpresa Hermione "Harry ha detto di portare a galla i nostri ricordi più felice, beh, io l'ho fatto" e Hermione si ritrovò a chiedersi quale fosse il ricordo felice usato da Fred.
Hermione si concentrò nuovamente sui suoi ricordi, cosa la rendeva davvero felice?
I suoi libri, l'amicizia con Harry e Ron, la sua famiglia... erano ricordi così forti, allora perchè non riusciva a far apparire il suo Patronus?!
"Non pensarci troppo, rilassati, lascia la mente libera..." le sussurrò Fred all'orecchio poggiandole una mano sulla spalla, Hermione sobbalzò ma non si mosse "...appena te la senti ripeti la formula" disse poi tornando dal gemello e sorridendole.
Hermione sentì il cuore accellerare, dannazione, perchè?
Fece come detto da lui, si rilassò, lasciò la mente libera, sorrise a quel ricordo e alzò la bacchetta "Expecto Patronum!" urlò facendo comparire, anche se temporanea, una lontra argentata.
Quello era il suo Patronus? 
Sorrise guardando gli altri, quello di Ron ancora non aveva preso del tutto forma, quello Ginny era un cavallo, Neville aveva ancora qualche difficoltà, Luna invece era stata l'unica tra tutti a far prendere del tutto forma al suo che era una lepre, quello di George appariva per poi sparire.
"Visto? Non ci voleva poi tanto" le disse Fred alle sua spalle, Hermione sorrise per poi girarsi "Grazie" disse solamente, Fred ghignò "Per il ricordo o per il consiglio?" Hermione arrossì fino alle punte dei capelli "Ma sta zitto, Weasley" gli disse poi sorridendo e andando via.
In fondo, quel grazie, riguardava soprattutto il suo ricordo felice.






Buonasera gente belllaaa!
Come state? Spero bene, perchè io sto alla grande, anche perchè ultimamente tramite internet sono riuscita a leggere alcuni Manga che cercavo da tempo, anche se non sono un ossessionata di questo tipo di letture le apprezzo volentieri!
Coooomunque, passando al capitolo, spero possa piacere, anche perchè a me garba molto, non lo so...forse perchè veramanete c'ho messo tanto cuore a scriverlo, soprattutto la prima parte, diciamo che ero molto ispirata, dai.
E poi, boh, ho poco da dire visto che il capitolo parla da solo.
Come al solito ringrazio mia sorella che m'ha subito e le ho rubato del tempo prezioso pur studiare, sorry sistah!
Ringrazio anche voi che avete aggiunto la storia tra le preferite, seguite e ricordate, siete fantastici oh!
Come sempre vi ricordo di farmi notare gli errori e tranquille, se volete recensire non vi mangio, anzi, magari facciamo anche due chiacchiere AHAHAHA
Per qualsiasi altra cosa nella mia biografia trovate tutti i miei contatti e, se volete, potete suggerirmi qualche storia da leggere!
Ora vi lascio, ci sentiamo alla prossima!
*Ho letto in giro e molti dicono che il Suo Patronus è una iena.


Vera



 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Sei. ***


Sei.


La notte, chi mai poteva odiarla?
Era il momento della giornata che più amava, poteva starsene tranquilla nella sua stanza ad osservare le stelle, poteva percepire il silenzio, la pace all'interno del castello.
Era tutto così tranquillo da sembrare surreale, quasi come se tutto ciò non lo stesse vivendo lei.
Amava la notte perchè era l'unico momento della giornata in cui poteva starsene tranquilla e pensare, pensare cose che non riguardavano lo studio o i problemi scolastici.
La notte era capace di spegnare la mente e aprire il cuore a tutte le emozioni, tutti gli affetti venivano a galla riempiendola di un torpore nuovo.
Lei durante la notte si sentiva bene, bene come quando passava le giornate estive a casa sua, con i suoi genitori. Si sentiva a suo agio con se stessa.
Solo che in quel momento, insieme ai sentimenti più profondi erano venuti a galla anche quelli confusi che la tormentavano in sua presenza.
Perchè si sentiva così con lui nelle vicinanze?
Il batticuore, le mani che tremano, il formicolio allo stomaco e le guance rosse per l'imbarazzo...
Questa non era la vera Hermione Granger, lei non si era mai comportata così con un ragazzo.
"E se..." scosse la testa scombinando la treccia che aveva fatto per tenere a bada i capelli, almeno durante la notte, e tornò a guardare fuori dall'enorme finestra del dormitorio.
Aveva paura nel porsi quella domanda a voce, quindi cercò di non pensarci, ma più cercava di scacciare quel pensiero quello più insisteva nel venire fuori.
E se si fosse presa una cotta per lui?
Arrossì violentemente, no, non poteva essere così.
Non doveva essere così.
Loro erano diversi, anzi, lei era diversa.
Lei amava i libri, lui li odiava.
Lei amava studiare, lui odiava studiare.
Lei odiava gli scherzi, lui amava fin troppo fare gli scherzi.
Lei programmava tutto della sua vita mentre lui, beh, viveva la sua vita al momento.
Loro non erano fatti per stare insieme, anche perchè lui non provava il bene che lei voleva, lui la vedeva come la migliore amica di Ronald e Ginny.
Lei per lui non era nessuno.
Stanca di non riuscire a estraniare quei pensieri decise di scendere in Sala Comune per studiare, fortuna che il giorno seguente sarebbe stato sabato.

Si girava e rigirava nel letto, prevedeva l'ennesima notte insonne.
Che diamine gli prendeva ultimamente?
Che provava una strana attrazione per la Granger lo aveva capito, ma allora perchè non riusciva a darsi pace?
Stanco dei continui movimenti si alzò dal letto, una passeggiata fino alle cucine gli avrebbe fatto bene.
Afferrò la vestaglia fatta a mano dalla madre e mise le ciabatte, pigramente scese in Sala Comune dove il caminetto scoppiettava ancora vivamente illuminando per gran parte le poltrone e i divanetti posti di fronte.
Di solito, a quell'ora, era spento.
Oltre allo scoppiettare del fuoco era udibile lo strisciare frettoloso di una piuma sulla carta, chi c'era oltre a lui in Sala Comune?
Si avvicinò intravedendo una folta chioma chiara, si fermò riconoscendola.
L'artefice delle sue notti insonni era lì sveglia che studiava.
"Granger" disse con un fil di voce, sorpreso, la ragazza si voltò impaurita "Oh, Weasley, sei tu" disse solamente rilassando i tratti del viso tesi in precedenza per lo spavento.
"Che ci fai qui, a quest'ora, a studiare?"
"Non riuscivo a dormire" fece spallucce chiudendo un enorme libro "Tu?" continuò poi guardandolo.
"Pensieri" disse solamente accomodandosi sulla poltrona accanto a quella della ragazza.
Pensieri che riguardavano lei ovviamente, ma questo non glielo poteva dire, non voleva fare la figura dell'idiota.
Anche perchè lui idiota non lo era.
Rimasero in silenzio per un po', fissando il fuoco, Fred lanciava qualche occhiata di soppiatto alla ragazza, ovviamente facendo attenzione a non farsi scoprire.
Aveva notato che la treccia era in gran parte disfatta e invece del solito pigiama rosa confetto che di solito portano le ragazze - simile ai vestiti e gran parte dell'arredamento della stanza della Umbridge - portava una semplice tuta grigia e una felpa.
Anche in quello doveva distinguersi, sorrise tra se e se e tornò a guardare il fuoco.
Infondo la sua attrazione nei confronti della ragazza la capiva in un certo senso, ormai non era più una bambina, aveva sedici anni era quasi donna ormai, i denti da castoro che aveva avuto fino all'anno precedente erano ormai spariti.
Sicuramente è l'unica cosa buona che le abbia fatto quel furetto di Malfoy.
Per non parlare del carattere particolare di lei, forse quella è la cosa che più lo confonde.
Sa essere acida e dolce allo stesso tempo.
Antipatica e simpatica.
Irrascibile e vulnerabile.
Sensibile e fredda.
E' un misto di cose che neanche lui riesce a capire.
Scosse la testa attirando l'attenzione della ragazza "Tutto bene, Fred?" chiese in tono innocente facendolo quasi rabbrividire, non perchè gli aveva messo paura, ma per come suonava il suo nome quando lo pronunciava lei.
"Si, tutto bene, Hermione" vide la ragazza arrossire e si sentì fiero di se.
Almeno una certa influenza su di lei ce l'aveva.
"Tutto bene?" chiese col sorriso malandrino sulle labbra "Si" rispose sicura lei giocherellando con la sua treccia.
No che non andava bene, lui sapeva quando la ragazza mentiva, per lui era cristallina come l'acqua, poteva vedere tutto di lei.
"Allora non ti costerà nulla dirmi il perchè non riuscivi a dormire..."
"Pensieri"
"Pensieri sconci?"
"Weasley!" disse cercando di non urlare e lanciandogli un cuscino in faccia.
"Granger!" rispose lui ricambiando il favore.
"Sei un idiota"
"E tu una guastafeste"
Hermione si alzò in piedi prendendo le sue cose,lo stesso fece Fred posizionandosi alle sue spalle.
La ragazza si voltò finendo contro il busto del ragazzo che sorrise nel vederla così impacciata.
"Spostati"
"Altrimenti...?"
"Altrimenti mi costringi a sottrarre dei punti alla nostra casa"
"Oh non lo faresti mai" rispose il ragazzo avvicinando il suo viso a quello di lei, vide Hermione deglutire e sentì la corsa frenetica del suo cuore nella sua cassa toracica, aveva paura che gli potesse saltare fuori da un momento all'altro.
Che diamine gli prendeva?
Non era la prima volta che si avvicinava così tanto a una ragazza, eppure...
"Oh, si che posso"
"E per quale motivo lo faresti?"
"Non è consentito stare a quest'ora nella Sala Comune" disse la ragazza mantenendo la sua postura fiera da Grifondoro.
"Anche tu sei qui" rispose lui ovvio "Ma io sono prefetto..." il ragazzo gli tappò nuovamente la bocca con una mano sospirando "Tanto intelligente e te ne esci con scuse così assurde, mi deludi Granger" la ragazza cercò di colpirlo con il libro che aveva tra le braccia ma Fred fu talmente veloce da farglielo cadere dalle mani e bloccarla in un abbraccio, ora erano petto contro petto, fiato contro fiato.
"Non farlo mai più, miss Prefetto-Perfetto, ok?" Hermione non rispose "Al mio tre toglierò la mano" la ragazza provò a liberarsi da quella presa, constatando troppo tardi che era inutile, Fred era pur sempre il battitore dei Grifondoro e dopo tanti anni di allenamento questi erano i risultati.
"Inizio a contare, ma tu devi rimanere ferma, intesi?" annuì alzando gli occhi al cielo.
"1..." mosse leggermente la mano sul volto della ragazza, quasi come se volesse accarezzarla "2..." la stacco quel poco che bastava per farla respirare "3..." la tolse del tutto lasciando però l'altro braccio che le teneva bloccate ancora le braccia e il corpo vicino al suo.
"Dovresti lasciarmi andare ora, no?" chiese in un sussurro flebile facendo riprendere quella corsa sfrenata al suo cuore, perchè con lei era tutto così strano?
"Non dirmi che non ti piace stare così, vicino a me, mi ferisci Granger"
"Sei un idiota"
"Chiedimelo per favore e sarà fatto" le sorrise nuovamente "Va bene, allora, cortesemente signor Weasley, può lasciarmi libera in modo che io possa tornare nella mia stanza?" il ragazzo sembrò pensarci un po' su, poi sorridendo le rispose semplicemente di no.
"E perchè?"
"Voglio un bacio" rispose innocentemente, come quando un bambino chiede le caramelle alla propria madre, ma di innocente in quella richiesta non c'era niente.
"Cosa?!" Fred rise, amava vederla in imbarazzo "Scherzavo Granger, ora puoi andare" la lasciò libera "Notte Prefetto" non rispose, corse su per la rampa di scale mentre il ragazzo ancora fermo nella Sala Comune sorrideva sornione, stranamente quel bacio lo voleva sul serio.

Che diamine le era preso?
Aveva il cuore a mille, le guance bollenti e rosse come fragole, si portò le mani sul viso una volta chiusa la porta della stanza in cui dormiva insieme a Lavanda Brown e Calì Patil.
Perchè si sentiva così?
Si lasciò cadere sul letto per poi coprirsi con le coperte pesanti di colore rosso e oro fin sopra alla testa, i colori della casa di cui faceva parte.
Ripensò al momento in cui l'aveva lasciata andare, si sentiva così... vuota.
Priva di calore.
Pensò e ripensò al perchè si sentiva così in sua presenza, ma solo una cosa sembrava quella giusta.
"Ho una cotta per Fred Weasley" ammise poi in un sussurro, e chissà perchè, detto a voce, sembrava più vero di quando l'aveva pensato.



Buon pomeriggio gente!
Come state? Spero beeeeneeeee!
In realtà il capitolo volevo pubblicarlo stasera, dopo aver visto Harry Potter e i Doni della Morte parte 1, ma ho pensato che si sarebbe fatto troppo tardi e che sarei stata troppo presa dal piangere dopo la visione del film.
Quindi ta-daaaaan, ho deciso di pubblicarlo adesso! 
Ultimamente mi sento tanto dolce, talmente dolce che vengono fuori cose diabetiche e da far venire le carie ai denti, quindi per eventuali danni vi do il numero del mio dentista (?) - battuta pessima, tzè.
Finalmente ho fatto ammettere alla povera Hermione che ha una cotta per Fred! (Ma chi non ha una cotta per uno dei gemelli o per entrambi? A me 'sta cotta va avanti da quando avevo sette anni oh  lol)
Ho già iniziato a scrivere il seguito, ma credo che aggiungerò qualche parte in più della coppia Harry/Ginny visto che qui non li ho accennati per niente.
Anyway, ieri ho pubblicato una flashfich intitolata 'Il sorriso di Fred Weasley' - sempre una Fremione - e boh, volevo farmi pubblicità lol
Ora vi lascio, grazie a tutti quelli che la seguono passo per passo e che mi aiutano nel migliorare la storia.
Alla prossima.

Vera.




Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Sette. ***


Sette.

Quel sabato mattina il risveglio di Hermione fu il più difficile di tutta la sua vita, aveva dormito poco e niente, e quando si addormentava non faceva altro che rivivere quel momento passato con Fred nella Sala Comune, per di più si era resa conto dei sentimenti che provava per lui.
Il problema ora sarebbe stato guardarlo in faccia.
Aveva paura di perdersi negli occhi color blu mare del ragazzo e di poterci annegare dentro ricordando gli aventi accaduti la sera precedente.
Forse non sarebbe uscita neanche per andare a Hogsmeade sapendo che c'era lui in giro.
Decise che una bella doccia calda avrebbe allontanato i suoi pensieri, almeno per quel lasso di tempo che vi avrebbe passato.

Quando Hermione quella mattina gli aveva detto che sarebbe rimasta al castello perchè aveva mal di testa le aveva creduto poco.
Quindi decise di parlarne con Ginny, a quanto pare era l'unica, oltre a lui, ad aver capito che stava succedendo qualcosa tra Hermione e Fred.
"Che ne pensi?" le aveva chiesto dopo aver detto tutto ciò che sapeva e pensava alla ragazza dai capelli rossi "Sono d'accordo con te, anche perchè la preferirei vedere con Freddie piuttosto che con Ron" Harry sorrise annuendo.
Poi si rese conto della situazione: erano da soli a Hogsmeade e non c'era nessuno a disturbarli.
Il ragazzo sorrise tra se e se felice della situazione, voleva cercare di passare più tempo possibile con lei ora che poteva.
"Che ne diresti di andare a prendere una burrobirra?"
"Ci sto" e in men che non si dica entrarono nel locale caldo e affollato di Madama Piediburro, purtroppo quel giorno avevano trovato posto solo lì, e di andare fino a La Testa di Porco non se ne parlava a causa del freddo e del fatto che fosse lontano.
Il posto era pieno di coppiette felici, tanto da far venire delle carie ai due poveri ragazzi. Presero posto in un luogo appartato, l'imbarazzo crebbe e l'aria era così tesa da poter fare concorrenza a una corda di violino.
Ordinarono le due burrobirre e rimasero per un po' in silenzio, osservò la ragazza di fronte a lui ammirandone ogni particolare.
Partendo dai capelli lunghi e di colore rosso fuoco per poi spostarsi sul viso dove la prima cosa a colpire erano le lentiggini e gli occhi verdi "Ecco il vostro ordine" Harry sobbalzò vedendosi la cameriera davanti "G-grazie" balbettò prendendo il boccale e portandoselo alle labbra.
L'imbarazzo si percepiva ancora, il Prescelto non sapeva come sbarazzarsene.
In quei quindici anni di vita aveva affrontato di tutto, allora perchè gli risultava così difficile sbarazzarsi dell'imbarazzo che percepiva in presenza della rossa?
Ginny posò il boccale sul tavolo e lo stesso fece lui, vide la ragazza sorridere per poi dare inizio a una risata fatta con gusto "Che c'è?" chiese confuso, lei gli indicò il viso e lui parve capire, prese un fazzolettino e si pulì velocemente il viso, che figura, quei baffi con la schiuma della burrobirra non ci volevano proprio.
Ma vedendola ridere così serena, così apertamente, fece sorridere anche lui, in un modo o nell'altro quell'imbarazzo creatosi stava svanendo e tutto questo grazie a dei baffi di burrobirra.

"Dobbiamo fare qualcosa..." aveva iniziato col dire lei, dopo aver preso una burrobirra avevano deciso di fare un salto a Mielandia per fare qualche scorta di Api Frizzole, bacchette magiche alla liquirizia e cioccorane.
"Si, ma cosa?" chiese il moro prendendo un pacchetto di caramelle che Ginny non riusciva ad afferrare "Grazie" disse la rossa pensando, il problema dei due era che non si facevano prendere in giro tanto facilmente.
"Non ne ho idea" disse dopo un po' poggiando i dolci alla cassa, Harry pagò per lei sorprendendola.
"Perchè l'hai fatto?"
"Volevo farti un regalo" disse il ragazzo sorridendole facendole perdere qualche battito, gli sorrise incerta per poi prendere il sacchetto coi dolci tra le braccia "Beh, grazie ancora, Harry" e in quel momento si dimenticò di tutto, del perchè loro avessero iniziato a parlare e del perchè si trovassero lì.
Voleva solo che quel momento in sua compagnia durasse in eterno.

"Hey, Ron, dov'eri?" chiese sorpreso il moro vedendolo davanti al negozio di Zonko "Purtroppo la McGranitt mi ha bloccato per quasi l'intera giornata e solo adesso sono riuscito a liberarmi"
"Perchè non me l'hai detto prima?" Ron fece spallucce scusandosi.
"Hermione?" chiese poi guardando alle spalle dell'amico e trovando solo la sorella che lo salutava scocciata, come disturbata dalla sua presenza "Al castello, ha detto di avere mal di testa" 
"Ah capito, speriamo stia meglio ora" e Harry si ritrovò a pensare che il suo migliore amico aveva dei seri problemi visto che non si accorgeva di ciò che stava accadendo realmente.

Aveva fatto di tutto pur di non pensarci, pur  di non pensare alla sera precedente era uscito col gemello, Lee, Angelina e Alicia per fare un giro a Hogsmeade anche se non voleva stare in loro compagnia.
Si era ritrovato a discutere sul Quidditch con Angelina che a quanto pare non demordeva e voleva avere ragione su tutto.
Si era ritrovato catapultato all'interno di Zonko senza sapere come e perchè.
Alla fine stanco e scocciato da quella situazione aveva deciso di ritornare al castello, almeno lì sarebbe potuto starsene in santa pace, anche se per un breve lasso di tempo.
Salì velocemente le scale che portavano alla torre dei Grifondoro, una volta davanti al quadro della Signora Grassa pronunciò la parola d'ordine e vi entrò, fortunatamente non c'era nessuno che conosceva e quindi senza problemi poteva raggiungere la sua stanza.
Ma la fortuna non sembrava essere alla sua parte, tutto accade a una velocità inimmaginabile: una folta chioma castana e cespugliosa immersa nella lettura di un libro gli finì addosso facendoli cadere su quei quattro gradini che il ragazzo era riuscito a salire.
Un mormorio assurdo si alzò tra quei pochi presenti nella Sala Comune mentre Fred cercava di non pensare alla botta presa alla schiena dopo l'impatto con il pavimento, non del tutto comodo come sembrava.
"Fa attenzione a dove vai!" brontolò la voce, Fred aprì gli occhi di scatto, tra tante persone presenti in Sala Comune proprio lei doveva beccare?!
"Ma quanto siamo acide oggi?" chiese lui alzandosi e mettendosi seduto, Hermione sbuffò facendo muovere la ciocca di capelli che aveva davanti al viso.
Più cercava di evitarla più se la trovava tra i piedi.
"E comunque, sei stata tu a venirmi addosso, almeno abbi il coraggio di chiedermi scusa!"
"Scusa Fred" disse ironica riprendendo il libro da terra e allontanandosi, che diamine le prendeva ora?

Aveva deciso di trattarlo con freddezza, forse così non si sarebbe reso conto dei sentimenti che lei provava.
Più li nascondeva e meglio era per lei, per lui.
Ma tra tante persone proprio Fred doveva piacergli?!
Sospirando si avviò verso la biblioteca, almeno lì non avrebbe fatto incontri spiacevoli.
"Ma guarda chi c'è, hey mezzosangue" come non detto, continuò a camminare senza voltarsi, senza pensare minimamente alle parole pronunciate da Malfoy.
"Dove vai con tanta fretta?" uno dei suoi scimmioni le si parò davanti facendola indietreggiare, ma perchè tutte a lei?! 
Quella era la tipica giornata no che nessuno vorrebbe mai avere.
"Goyle spostati" disse alzando il capo e fronteggiandolo, non si sarebbe mai fatta sottomettere da persone come quei tre, le persone all'ultimo gradino della scala sociale erano loro che pensavano ancora a cose frivole come l'essere puro o meno di sangue.
"Altrimenti?" fece un'altra voce, non si voltò, sapeva che poteva appartenere solo all'altro scimmione, Tiger.
"Potrei sottrarvi dei punti, sono pur sempre un Prefetto" rispose ovvia facendo ridere di gusto Draco Malfoy il quale finse di pulirsi gli occhi lacrimanti. 
"Sai, anche io sono un Prefetto, Granger" pronunciò il suo cognome con astio e disprezzo "Non capisco perchè i mezzosangue come te vengano ancora ammessi in questa scuola, mamma e papà avevano ragione: Hogwarts sta miseramente fallendo" Hermione rimase in silenzio, stringendo i pugni fino a far sbiancare le nocche delle mani. Avvertì una mano dietro al cappuccio della felpa che indossava, venne strattonata all'indietro fino a colpire il muro alle sue spalle, le persone presenti nei dipinti appesi alle pareti sparirono, come sempre non c'era nessuno a soccorrerla quando accadevano avvenimenti simili.
Ma lei non aveva bisogno di aiuti, lei era pur sempre una strega, la strega più brillante della sua età e sapeva cavarsela perfettamente da sola.
Draco le puntò la bacchetta alla gola, Hermione non dava segni di cedimento, non sarebbe mai crollata davanti a un verme come lui, mai.
"Che ne dite di divertirci un po', ragazzi?" due grugniti di consenso arrivarono dalle spalle del ragazzo dai capelli chiari, Hermione rabbrividì sperando che sarebbe finito tutto al più presto.
"Cru..." Hermione chiuse gli occhi impaurita.
"Expelliarmus!" urlò un'altra voce facendo voltare i quattro, la bacchetta non era più puntata verso Hermione ma era tra le mani di  un ragazzo dai capelli rossi.
Tiger ringhiò avvicinandosi al ragazzo con passo veloce, ma il rosso sorrise malandrino prima di calargli le braghe e farlo inciampare.
"Weasley, eccone un altro, traditore dei maghi purosangue" disse Malfoy, freddo più del ghiaccio.
"Sparisci Malfoy, non costringermi a usare le maniere forti, vuoi tornare ad essere un furetto, per caso?" 
"Sappi che me la pagherai cara, Weasley" rispose solamente riprendendosi la bacchetta e  andandosene.
"Granger, tutto bene?" il ragazzo le si avvicinò e finalmente lei riuscì capire chi fosse il suo salvatore "George... si grazie" disse sorpresa, gli sorrise lievemente per poi alzarsi "E' sempre un piacere poter mettere in ridicolo Malfoy e i suoi scagnozzi" fece un semplice inchino ironico e sorrise.
Hermione si ritrovò a pensare che pur essendo gemelli erano così diversi nei modi di fare.



Buonasera gente bellaaaa!
Come state? Spero bene, come procedono le vostre vacanze?
Sembrano essere iniziate ieri eppure siamo già a Luglio, caspita.
Come vedete ho pubblicato l'ennesimo stupidissimo capitoloooo! (Scusate, ma prima stavo vedendo un video di Decarli, a volte è contaggioso)
E chi fa la sua apparizione? Si, il nostro adorato Draco! 
Ovviamente più bastardo del solito (scusate il linguaggio, purtroppo non riesco a fare a meno di usare termini volgari, sembra strano che ancora non abbiano fatto la loro apparizione nella storia) ma infondo noi lo amiamo anche così, no?
Come notate questo capitolo è più dedicato alla coppia Harry/Ginny che Fred/Hermione, chissà cosa stanno architettando quei due, mi fanno paura lol
A parte questo, come al solito ringrazio chi recensisce la mia storia, i miei lettori silenziosi - tranquilli, se volete scrivermi qualcosa riguardo la storia potete farlo, non vi mangio eh - a chi l'ha aggiunta tra le preferite, le ricordate e le seguite.
Vi adoro, siete sempre così dolci asdsbkfkfkwe :')
Ora vi lascio, a presto!

P.s se volete mi suggerite delle storie? Purtroppo la notte non riesco ad addormentarmi presto e vorrei poter perdere tempo, grazie lol

Vera



Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Otto. ***


Otto.

Dopo che Harry e Ron erano venuti a conoscenza dell'aggressione subita pochi giorni prima avevano deciso di non lasciare Hermione da sola.
Non volevano succedesse qualche altro spiacevole incidente all'amica.
Lo stesso valeva per Fred, certo, non le stava addosso come i suoi due migliori amici o come Ginny, ma la teneva d'occhio da lontano.
Grazie alla Mappa del Malandrino chiesta in presto da Harry teneva d'occhio ogni suo spostamento, nei corridoio la osservava di continuo.
Sembrava ossessionato da lei, dal fatto che potesse accadergli qualcosa di male e lui, essendo lontano, non avrebbe potuto aiutarla.
"Perchè l'hai lasciato andare?" aveva detto al suo gemello quello stesso giorno dopo essere venuto al corrente della situazione, George scrollò le spalle contando mentalmente le gocce di assenzio che versava nel calderone.
"E se non fosse arrivato nessuno? Cosa le avrebbero fatto?" George alzò gli occhi al cielo, quando Fred prendeva una fissa ed era preoccupato diventava esasperante, peggio della madre dei due.
"Ma fortunatamente sono arrivato in tempo, quindi, possiamo chiudere questa storia una volta per tutte? E gentilmente, verresti a darmi una mano? Sai, i Tiri Vispi non si preparano da soli" sospirò frustrato.
Fred annuì ancora pensieroso e aiutò il fratello nel preparare l'ennesimo ordine di quella giornata.

La Sala Comune era piena di gente, molti ragazzi del primo e secondo anno erano disposti in cerchio, al suo centro vi erano Fred e George Weasley muniti di secchi e scatoloni, poco distante da loro c'era Lee Jordan che osservava i due col sorriso sulle labbra pronto ad annotare gli ordini e a ricavare altro denaro.
"Avanti, solo per oggi offerta speciale..." iniziò Fred attirando l'attenzione di mezza Sala Comune, come amava essere al centro di tutti quegli sguardi, lo facevano sentire ammirato, amato e venerato. Era ciò che voleva.
"...solo per voi Merendine Marinare e Torroni Sanguinolenti..." continuò George mostrando le scatole piene ai ragazzini che pendevano dalle loro labbra.
"...a soli 3 Galeoni!" concluse Fred sorridendo e facendo arrossire alcune ragazzine del secondo anno a cui successivamente ammiccò.
Tutti i bambini alzarono le mani per prenotarsi "Disponetevi pure in fila e andate da Lee Jordan, lui prenderà le ordinazioni e il denaro" disse George indicando il ragazzo di colore seduto a uno dei tavoli con pergamena, inchiostro, piuma e un sacchetto contenente le monete.
"Fred e George Weasley!" fu il ruggito di Hermione Granger, conosciuta meglio come il Prefetto-Perfetto dei Grifondoro.
"Si, miss Granger?" risposero all'unisono i due voltandosi verso la ragazza, aveva i capelli arruffati più del solito, il viso rosso di rabbia e nocche delle mani bianche dalla forza con cui stringeva i pugni. Era arrabbiata.
"Fate sparire immediatamente quelle schifezze!" disse a denti stretti e osservandoli con astio.
"Oh, così ci offendi" rispose Fred fingendo una faccia offesa "Purtroppo i nostri affari vanno alla grande, non possiamo di certo fermarci adesso" disse George sconvolto.
La Sala Comune era caduta nel silenzio, questa cosa accadeva di rado.
"Se la McGranitt lo viene a sapere..." cominciò Hermione che subito venne subito interrotta da Fred "Se non glielo dici non lo viene a sapere, semplice"
"Scriverò una lettera a vostra madre" i due si rabbuiarono, la Granger aveva colpito nel segno, se la loro adorabile madre veniva a sapere dei loro casini a Hogwarts a causa delle vendite dei loro scherzi, beh, non sarebbe finita bene per nessuno, soprattutto per loro.
"Oh, no che non lo farai" rispose Fred facendosi spazio tra i ragazzini davanti a lui e avvicinandosi pericolosamente alla ragazza "Si vede che non mi conosci bene, Weasley" in realtà Hermione non poteva saperlo, ma Fred era un ottimo scrutatore, conosceva ogni sua piccola cosa, dalla più importante a quella più banale.
"O forse ti conosco fin troppo bene" rispose sicuro posizionandosi di fronte alla ragazza, era molto più alto di lei ma ciò non sembrava intimorirla, ah, quanto amava questa parte del carattere della ragazza.
Capace di non farsi mettere i piedi in testa da nessuno, il problema era che neanche lui amava farsi mettere i piedi in testa, soprattutto se questa persona era un Prefetto come lei.
"Non credo affatto..." Hermione sorrise ironica, poi fu questione di secondi, tirò fuori la bacchetta dalla fodera che portava vicino alla gonna, appellò gli scatoloni contenenti gli scherzi e sfidò con lo sguardo il ragazzo di fronte a lei sfoggiando poi un sorriso compiaciuto.
Questo non se lo aspettava, ma infondo lui era Fred Weasley e aveva sempre una soluzione a ogni problema.
"Brava Granger, ma non ti sei dimenticata una cosa?" le chiese sorridendo malandrino, la ragazza lo guardò confusa.
"Cosa? Nascondete qualche altra scatola?!" chiese furibonda e avanzando di un passo, erano così vicini che i loro corpi quasi si sfioravano e Hermione non riuscì a non pensare a quanto quella vicinanza le piacesse, dimenticò anche del perchè stessero avendo quella discussione.
Una scarica elettrica percorse entrambi, si dimenticarono anche di star dando spettacolo in Sala Comune tanto che erano presi da quelle sensazioni.
"No, solo che basta poco a distrarti" le disse facendo un occhiolino poi fece cenno a George con una mano che a sua volta appellò le scatole, come fatto in precedenza dalla ragazza, e corse nel dormitorio maschile.
I due non si mossero finchè Hermione non si rese conto di ciò che era successo: si era fatta distrarre come una stupida dal ragazzo rosso di fronte a lei.
Sentì la rabbia crescere in lei, era stata davvero una stupida, un'idiota ecco cos'era lei.
Hermione provò a seguire il ragazzo corso via ma venne bloccata da Fred prima di salire le scale "Mi dispiace, ma finchè ci sono io qui nei dormitori maschili non ci andrai mai, mia cara Prefetto-Perfetto" le sorrise.
"Smettila di chiamarmi così" la ragazza cercò di liberarsi dalla sua stretta, l'aveva bloccata per i polsi "Non posso" disse lui facendo spallucce, Hermione, ormai rassegnata dal fatto che non avrebbe concluso niente, tornò al suo posto dove aveva lasciato aperto il libro che stava leggendo.
Fred scorse all'interno di quelle pagine la margherita che gli aveva donato qualche  giorno prima in quella serra.

Più cercava di evitarlo, più lo incontrava.
Più cercava di nascondere i suoi sentimenti più questi venivano a galla, a volte si sentiva quasi oppressa da tutte le emozioni contrastanti che le faceva provare.
Non aveva mai provato niente di simile, neanche una volta, vederlo sorridere le faceva toccare il cielo con un dito, ma poi vedendo il suo comportamento infantile una rabbia incontrollata cresceva dentro di lei.
Si era beccata una stupida infatuazione per uno stupido ragazzo immaturo.
Cosa c'era di peggio?
Beh, forse il fatto che nessuno aderiva al C.R.E.P.A poteva essere considerato peggio, no?
Gli unici a farne parte erano lei, Ginny, Ronald, Harry, Neville e Luna.
Ogni volta che apriva discorso tutti la mettevano a tacere facendole domande diverse portando così la sua attenzione altrove.
E lei, sciocca e distratta, ci cascava sempre.
Un esempio? La sera precedente durante la cena in Sala Grande aveva preso a parlare di questa sua organizzazione per aiutare gli Elfi, ma Seamus per farle chiudere velocemente il discorso le aveva domandato di come si trasfigurava un topo in un calice, cosa da prima anno di scuola!
Quel pomeriggio sperava di potersene stare un po' in pace in un'ala del castello in cui di solito non ci andava nessuno, neanche Pix amava andare là.
Con se aveva tutti i suoi libri, anche se per il giorno successivo aveva studiato tutto il necessario preferiva ripetere un po' prima di riprendere la lettura di quel libro sulle Pozioni e filtri d'amore che le aveva consigliato un ragazzo di Corvonero.
Entrò nell'aula vuota e si guardò intorno, alcuni banchi cadevano letteralmente a pezzi, i vetri delle finestre erano distrutti, c'era molta polvere e alcune ragnatele scendevano dal soffitto, si vedeva che quella classe non era mai stata usata negli ultimi anni.
Con un colpo di bacchetta ripulì alcuni banchi per poi trasfigurarli in dei pouf dai colori del cielo d'estate, di un celeste acceso e allegro.
Come i suoi occhi, si ritrovò a pensare.
Scacciò quei pensieri dalla sua testa, era lì per non pensare a lui.
Aprì il libro e iniziò a leggere.

Era tardi, poteva intravedere il tramonto con le sue tante sfumature dalla finestra, era arrivata a metà libro e doveva ammettere che era interessante come testo ma trovava alquanto stupide e banali quelle pozioni.
Perchè costringere una persona ad amare?
Rabbrividì al solo pensiero di essere costretta ad amare un ragazzo solo perchè aveva ingerito quella porcheria, era vomitevole come cosa.
Che poi, chi mai le avrebbe fatto una cosa simile? Nessuno provava interesse per lei, l'unico ad averci provato era stato Viktor l'anno precedente, non aveva avuto altri spasimanti nè altre storie all'infuori di lui.
Chiuse il libro sprofondando del tutto nel pouf, si stava così bene là, ci sarebbe stata volentieri tutta la notte, ma lei era un Prefetto e come tale doveva dare l'esempio ai ragazzi della sua casa.
Guardò l'ora e sbuffando si alzò, doveva dirigersi prima nei dormitori dei Grifondoro per posare tutti i libri e le pergamene e poi andare in Sala Grande per la cena.
Il giorno precedente dopo essersi fatta umiliare da Fred in Sala Comune aveva preso ad evitarlo - se prima era un pezzo di ghiaccio nei suoi confronti ora era un iceberg -  se lo vedeva per i corridoi non lo salutava e puntualmente il ragazzo sembrava rimanerci un po' male, se si sedeva di fronte a lei per mangiare Hermione si alzava e cambiava posto.
Sapeva di avere un atteggiamento da bambina ma non riusciva ad evitarlo, era più forte di lei.
Si sentiva ferita perchè mai nessuno era riuscito a metterla a tacere, lei aveva sempre ragione, in tutto, e quello che i Gemelli facevano durante il pomeriggio e la sera nella Sala Comune era contro le regole.
Purtroppo però Fred aveva ragione, lei non sarebbe mai riuscita a dire a Molly dello 'spaccio' dei Tiri Vispi, e non ne avrebbe mai parlato con la McGranitt solo perchè erano loro due, solo perchè era lui.
Salì le scale e passò attraverso il ritratto, non c'era nessuno quindi dovevano essere già tutti in Sala Grande sospirando salì a posare i libri per poi scendere a cenare.
Sa che l'avrebbe visto e l'idea di evitarlo ancora le faceva male, forse un po' troppo.

Arrivò in Sala Grande, guardò l'enorme tavolata dei Grifondoro cercando una testa nera e una rossa vicine, una volta individuate andò dritta per quella strada e, una volta sedutasi, incrociò lo sguardo del ragazzo che tormentava i suoi pensieri anche durante la notte, si voltò evitandolo nuovamente e sorrise a Harry.
Il Prescelto la guardò confusa "Tutto bene?" 
"Si, perchè?" chiese lei confusa e iniziando a servirsi i diversi tipi di pietanze presenti davanti a lei "No, così..."
Allungò la mano per prendere un po' di purè di patate nello stesso momento del ragazzo dai capelli rossi, le loro mani si sfiorarono e i due i si guardarono, Hermione arrossendo tirò via la sua mano, per quella sera poteva farne anche a meno pur essendo il suo cibo preferito
Fred continuò a guardarla confuso, a Hermione le si stringeva il cuore.
Le dispiaceva, le faceva male, ma non riusciva a fare altrimenti.
Lui in un certo senso si era cercato ciò.


Buonasera, buonanotte o buongiorno gente bella!
So di star diventando stancante visto che non ho un giorno preciso e un orario preciso di quando pubblico.
So anche che sto intasando questa sezione a causa delle storie che sto pubblicando, so anche che Fred e Geroge prima o poi si ribellerano a me vi sto che li tiro sempre in ballo.
Ma il fatto è che ultimamente non ho niente da fare, passo la maggior parte del tempo a casa e poi ho moooolta ispirazione.
Figuratevi che grazie al consiglio di una ragazza che recensiona la mia storia ho deciso di tenere un quaderno dove appuntare le varie idee per la storia, e beh, solo a guardarlo sareste scioccate.
Oltre ad essere terribilmente disordinato è anche tremendamente pieno di idee, frasi e ecc...
Ora passo al capitolo, è lievemente più lungo e tramite una recensione mi è stato detto che sarebbe preferibile aancora un po' più lungo quindi mi impegnerò al massimo per allungare i capitoli e dettagliarli al meglio senza però cadere nel banale.
Bene, ora che avete letto il capitolo, sorprese vero?
Fred ha ammesso a se stesso - inconsapevolmente - di essersi infatuato della nostra Hermione.
Povero, quante ancora gliene farò succedere? AHAHAHA
Ora vi lascio, spero sia stato di vostro gradimento.

P.s A tutti voi lettori silenziosi, che ne dite di uscire allo scoperto, giuro che sono una persona dolce e simpatica e che un vostro parere sulla storia sarà ben accetto - che sia negativo o positivo - non faccio del male a nessuno, sono docile come un agnellino!

P.p.s Ho scritto un'altra Flashfic, s'intitola 'Famiglia', se volete fateci un salto (pubblicità occulta lol)

Vera






Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Nove. ***


AVVISO:Cortesemente dopo potreste leggere l'angolo autrice? Ho una proprosta da farvi. Vi ringrazio*

 

Nove.

Lo stava evitando, volutamente e non a causa di forze maggiori.
Ciò non faceva che infastidirlo, come poteva evitarlo dopo che le aveva detto quelle cose nella serra?
Le aveva quasi ammesso di provare una specie d'interesse per lei, ma quella ragazzina ancora non l'aveva capito.
Continuava a fissarla senza interruzione mentre si portava la forchetta alla bocca.
Non aveva preso neanche la sua pietanza preferita, solo perchè le loro mani si erano sfiorate.
Nei corridoi neanche lo salutava più e ciò gli provocava una tremenda fitta allo stomaco.
Ci stava dannatamente male e non sapeva il perchè, quella stupida ragazzina lo stava facendo impazzire come mai nessuno c'era riuscito.
"Smettila Freddie" gli disse George tranquillo senza guardarlo, come faceva a smetterla?
La ragazza che gli piaceva neanche lo degnava di uno sguardo!
Gelò sul posto, aveva sul serio pensato quelle cose?
A lui piaceva la Granger?
Dannazione, che diamine gli era preso adesso?
Prendersi una cotta per la Granger, proprio lui che mai si era infatuato di nessuna prima d'allora.
Era da pazzi, però adesso sapeva spiegarsi quella strana attrazione che provava nei suoi confronti.
Si alzò dal tavolo senza neanche terminare la cena, gli era passato l'appetito, guardò per un'ultima volta la ragazza che rideva e scherzava con suo fratello e Harry, salutò gli amici e andò via, dritto alla serra dove crescevano le erbe magiche per i Tiri Vispi.
Lì almeno avrebbe potuto pensare in santa pace.

"Lumos..." sussurrò nel tunnel, era piuttosto buio e a malapena riusciva a vedere dove metteva i piedi, di sicuro anche nella serra non si sarebbe visto niente, ma lui aveva la fortuna di essere un mago e di conseguenza possedeva una bacchetta e un vocabolario pieno zeppo di formule e incantesimi.
Una volta all'interno della serra raggruppò un po' di legna "Incendio" pronunciò poi facendogli prendere fuoco, almeno ora poteva godersi un po' di calore.
Si sentiva così stupido, mai avrebbe pensato di provare qualcosa di simile, mai avrebbe pensato di provare qualcosa per la Granger.
Negli anni precedenti le uniche parole che gli rivolgeva erano 'Buongiorno' 'Tutto bene?' 'Ciao', non erano mai andati oltre, se non per l'anno precedente quando volevano partecipare al Torneo Tre Maghi, ricorda quando li derise perchè non sarebbero mai riusciti a mettere il loro nome nel Calice, beh, un po' ragione ce l'aveva.
Sorrise al solo ricordo.
Si stava rincoglionendo, l'aveva capito.
Sorridere mentre la pensava, la cosa era più grave del previsto.
Tutto questo George non doveva saperlo.
Odiava nascondergli le cose, ma tutto ciò che riguardava quella ragazza doveva rimanere nell'ombra, doveva celare tutto, nasconderlo e lasciar passare il tempo.
Il tempo si sa, può essere amico o nemico, può guarire, aiutare a dimenticare.
Il tempo aiuta ad alleviare il dolore, o forse ci si abitua ad esso ogni giorno che passa.
Magari sarebbe stato lo stesso per questi suoi sentimenti, il tempo lo avrebbe aiutato ad alleviarli, allontanarli fino a dimenticarli del tutto.
Il solo e unico problema era che il tempo non comanda il cuore e i suoi sentimenti.

"Mi dici che succede tra te e Fred?" Ginny guardava curiosa Hermione che teneva il capo chino sul libro, all'interno vi era poggiato un fiore strano, ogni petalo era di un colore diverso.
"Niente, assolutamente niente" e in fondo era vero, non si parlavano da metà febbraio e ora erano a Marzo, diciamo che era parecchio, quindi sul serio non stava succedendo niente e forse mai sarebbe successo niente.
Hermione si era messa in testa la cosa di tenerlo lontano da lei e di non confessargli i suoi sentimenti, ovviamente così sarebbe stato.
"Allora perchè da amici siete passati a perfetti sconosciuti?"
"Domandalo a lui" disse velocemente Hermione, prendendo il suo libro e andandosene.
Odiava aprire quel discorso, odiava parlare di lui.
Eppure teneva con cura quel fiore dai colori strani che lui le aveva regalato.

Ginny non era contenta della situazione tra Fred e Hermione, sembrava di vivere tra due fuochi, e poi Hermione era così... diversa, sembrava turbata e triste.
La cosa peggiore è che non sapeva come mettere a posto la situazione, Ginny si era sempre sentita così, capace di poter sistemare tutto anche quando non era la causa e non faceva parte della questione.
Sospirando si lasciò cadere sulla poltrona della Sala Comune, doveva parlarne con Harry e doveva tirare in ballo anche George, era sicura che lui sapesse più di quanto dava a vedere.
"Sorellina, come mai quel muso lungo?"
"Ciao George" il ragazzo si accomodò sul tappeto davanti al fuoco con un libro tra le mani "Che ci fai con quel libro?" chiese sorpresa, ma il ragazzo sbuffò lasciando perdere la domanda.
"Allora?" le chiese nuovamente, poteva dirglielo?
"Devi venire con me, dobbiamo parlare con Harry e..."
"Si tratta di Fred e la Granger, vero?" domandò tenendo lo sguardo puntato sul fuoco, sembrava incantato dalla bellezza delle fiamme e dalle sue tonalità che andavano dal dal giallo all'arancione fino a finire nel rosso intenso, rosso passione.
"Allora lo sai..."
"Sì" concluse alzandosi "Andiamo a cercare Harry, ho già in mente un piano"

Harry non aveva mai desiderato schiantare qualcuno, ma la Umbridge, beh, ce la metteva tutta per esserlo.
A volte pensava che Voldemort fosse un agnellino in confronto a lei...
La mano gli faceva un male tremendo mentre l'ennesima cicatrice  vi si stava formando, ma perchè usare mezzi tanto primitivi nei confronti degli alunni?
Lui aveva passato di peggio, certo, ma i bambini del primo e secondo anno non meritavano una punizione simile.
"Eccoti Harry" il ragazzo sorrise riconoscendo la voce, alzò il capo dalla mano ancora bendata e guardò davanti a lui, uno dei gemelli e Ginny lo guardavano affannati, dovevano aver corso per parecchio prima di trovarlo.
"Che succede?"
"George ha un piano per far riappacificare Hermione e Fred"
"Seguitemi" disse il rosso passando attraverso uno dei passaggi segreti del castello.

Quella sera Harry nella Stanza delle Necessità aveva annunciato che, per la gioia di tutti i suoi alunni, avrebbero duellato come dei veri maghi ma avrebbero dovuto usare solo gli incantesimi imparati in quei mesi con lui.
"Bene, ora formerò le coppie..." disse attirando le loro attenzioni "Ron con Lavanda" i due si guardarono e mentre la ragazza arrossiva Ron parve confuso.
"George e Angelina" i due si guardarono, la ragazza parve scocciata mentre George sorrideva tronfio.
"Ginny e Luna" le due si guardarono sorridendosi a vicenda.
"Neville e Cho" e continuò così per un po', lasciando per ultimi Hermione e Fred che apparivano sempre più sorpresi per le coppie.
"Fred e Hermione" quando annunciò la coppia che si sarebbe sfidata per ultima i due sobbalzarono.
"Ho deciso di cambiare le coppie in questa esercitazione per un semplice motivo: voglio farvi fare esperienza. Prima ognuno di voi si esercitava con chi voleva, ma ormai avevate imparato a memoria ogni azione del vostro avversario, di conseguenza sapevate già come muovervi. Invece duellando contro una persona diversa non sarete in grado di prevedere i loro movimenti..." si fermò guardandoli uno per uno, Hermione non accettava per niente questa sua scelta solo per il semplice motivo che il suo compagno era Fred.
Si era ripromessa di tenerlo alla larga, e ci stava pure riuscendo, poi è arrivato Harry e ha stravolto ogni suo piano, rendendo ogni suo sforzo vano.
Harry riprese a parlare "... non saprete contro chi avrete a che fare la fuori, ed è giusto che voi facciate esperienza con maghi di diverso livello" si posizionò al centro della stanza "Ron e Lavanda, iniziate voi, ricordate, il primo che riesce a disarmare per tre volte l'avversario vince" 

Hermione era tesa, e anche tanto, sapeva che i gemelli non amavano lo studio ma erano sempre stati degli ottimi alunni, certo non per quanto riguarda il comportamento scolastico, ma erano pur sempre bravi.
Inoltre durante tutte quelle esercitazioni aveva osservato tutti e quei due apprendevano velocemente, quasi quanto lei, facendo passi da gigante.
Ora ne stava avendo la prova, George era estremamente abile nel lanciare e bloccare incantesimi, manteneva una tranquillità assurda e già due volte era riuscito a disarmare Angelina.
Doveva disarmarla un'ultima volta e anche quel duello si sarebbe concluso.
Hermione non ebbe neanche il tempo di pensarlo che George disarmò nuovamente la ragazza lasciando di stucco tutti, compresa lei.
L'aveva fatto senza che nessuno se ne accorgesse, ridiede la bacchetta ad Angelina e con un sorriso degno di un vincitore tornò a mischiarsi con gli altri studenti.
"Perfetto, i prossimi sono Hermione e Fred" la ragazza prese un respiro profondo, sarebbe andato tutto bene, insomma, era pur sempre una studentessa modello, la migliore in tutti i corsi che frequentava!
"Sapete cosa dovete fare" i due annuirono a Harry e si posizionarono al centro della stanza, Fred le sorrise ma lei rimase impassibile, non sapevano quanto le costava comportarsi in quel modo "Al mio tre inizia il duello" 
"Preparati alla sconfitta Granger" disse carico di ironia.
"Faresti meglio a prepararti tu, Weasley" gli rispose lei nello stesso tono, dopo molto tempo gli aveva rivolto di nuovo la parola, solo perchè costretta.
"Uno..." i due si girarono dandosi le spalle, erano schiena contro schiena.
"Due..." Hermione strinse la bacchetta e prese a camminare e contare mentalmente i passi, aveva il cuore in gola.
"Tre..." i due si girarono, e mentre uno gridava un Expelliarmus l'altra usò Protego.
Fred ghignò e ciò fece innervosire la ragazza, e bisogna sempre fare attenzione a una ragazza nervosa "Stupeficium!" urlò agitando la bacchetta.
"Protego" rispose all'attacco Fred proteggendosi, il duello sarebbe durato a lungo a quanto pare.

Finalmente, dopo giorni di silenzio da parte della ragazza, Fred era riuscito a parlarle nuovamente, era strano sentirla parlare di nuovo con lui si stava  abituando a quella sensazione che ormai lo teneva incatenato da giorni a causa sua.
L'unica cosa negativa era il fatto che il suo amico tempo, pur scorrendo velocemente e inesorabilmente, non aveva fatto altro che far aumentare le sensazioni del ragazzo, i sentimenti e i pensieri.
A quanto pare si sbagliava, il tempo non aiuta in questo caso e un po' aveva paura di questo.
Non era tipo da pensieri sdolcinati e romanticherie, lui non era niente di ciò.
La ragazza di fronte a lui era nuovamente pronta a scagliargli contro l'ennesimo incantesimo, nessuno dei due ancora era riuscito a disarmare l'altro.
"Expelliarmus!" la bacchetta volò via dalle mani del rosso sorprendendolo, si era distratto per colpa dei suoi pensieri, per colpa di lei.
"Niente male Granger" disse sorridendo e riprendendo la sua bacchetta "Grazie Weasley" rispose ironica tornando in posizione, lo stesso lo fece il ragazzo "Ma questo era solo l'inizio, miss"
Volarono nuovamente incantesimi, tra le persone che assistevano c'era chi esortava la Granger a mettere in ridicolo Fred e chi invece il contrario. Ovviamente.
"Incendio!" disse Hermione sorridendo nel vederlo in difficoltà, ma si era dimenticata contro chi aveva a che fare "Aguamenti" Fred spense il fuoco intorno a lui "Expelliarmus" disse poi velocemente disarmandola.
"Uno a uno, Granger, come la mettiamo?" la stanza cadde nel silenzio più totale.
"Weasley, preparati a perdere" il duello riprese e Hermione disarmò per la seconda volta il ragazzo.
"Non ci siamo Weasley, un po' più di energia, forza" lo stava deridendo, si stava prendendo gioco di lui. Fred rise "Tranquilla, vedrai che questa volta sarai tu ad aver bisogno di energie" 
Al via di Harry ripresero il duello, questa volta a essere disarmata era stata di nuovo la Granger. Fred si sentiva altamente fiero di ciò che stava facendo, in un modo o nell'altro si stavano tenendo testa a vicenda.
"Perchè ti stai impegnando tanto?" gli chiese ad un tratto, Fred fece spallucce tornando in posizione per l'ultimo duello, questo era quello definitivo.
"Lo faccio solo per sentirti parlare con me, Granger" la ragazza arrossì e per l'ennesima volta si sentì fiero delle parole che diceva, conosceva i punti deboli delle ragazze, soprattutto quelli della Granger.
"Sai di essere un idiota, vero?"
"Lo prenderò come un complimento" Hermione prese posizione e iniziò l'ultimo duello, questa volta nessuno dei due aveva intenzione di farsi disarmare tanto facilmente.
"Stupeficium!" urlarono in coro, e entrambi si ritrovarono sbattuti nei lati opposti della stanza, Hermione ebbe la fortuna di beccarsi una marea di cuscini di conseguenza subì un atterraggio morbido rispetto a quello di Fred che, se non era per Luna, si sarebbe ritrovato schiantato contro un vetro.
"Tutto bene ragazzi?" chiese Neville guardandoli sorpresi.
"Sì, almeno non ho niente di rotto" Fred si alzò in piedi, non trovava la bacchetta, a causa della forza dell'incantesimo e dell'impatto l'aveva persa.
"Ti ha disarmato" disse Ron
"In realtà si sono disarmati a vicenda" disse Harry aiutando Hermione ad alzarsi.
Tutti rimasero sorpresi, la Granger aveva davvero trovato pasta per i suoi denti, anche se entrambi l'avevano capito fin dall'inizio.

"Sei stato straordinario Freddie" disse George ancora incredulo, una forza simile per lanciare uno schiantesimo non l'aveva mai vista.
"Io sono sempre straordinario, Georgie" rispose prontamente togliendosi il cardigan da sopra la camicia, aveva un dolore tremendo alla spalla, i dolori non si erano fatti presenti subito dopo l'impatto a quanto pare, e ora si sentiva tutto indolenzito.
"Ti fa male la spalla?" gli chiese poi guardandolo mentre cercava di massaggiarsela.
"E' solo colpa tua se mi fa male" disse Fred sospirando e togliendosi la camicia, aveva bisogno di un letto e anche subito.
"Io? Ma è stata la Granger a schiantarti"
"Ma sei stato tu a farmi finire in coppia con lei, forse è meglio se aggiungiamo anche Ginny e Harry" George rimase sorpreso per poi ridere di gusto, contagiando anche il gemello "Diamine, non ti si può nascondere niente" disse poi "Grazie" sussurrò Fred, un po' capiva perchè l'avevano fatto, e li ringraziava sul serio per ciò.
Erano riusciti a farli parlare nuovamente, certo il fatto che fosse tutto dolorante era snervante, ma in quel momento niente poteva rovinare la sua strana felicità.
"Te lo dovevo, sei pur sempre il mio gemello" un cuscino colpì George dritto in faccia.
"Ma la piantate voi due? Qui c'è gente che vuole dormire!" Lee li guardava rabbioso, dovevano averlo svegliato.
E quando il sonno di Lee veniva interrotto, beh, nessuno dopo poteva stare tranquillo.
Una volta infilati i pigiami entrambi si misero a letto.
Fred si addormentò con i pensieri tranquilli e un lieve sorriso a colorargli il viso.

In una stanza del dormitorio femminile del quinto anno una ragazza dai capelli cespugliosi si addormentò, anche lei con il sorriso di chi può dormire senza preoccupazioni ad ornargli il viso.


Buon pomeriggio genteeee!
Come state?
Come avete visto sono riuscita a finire il capitolo in meno di tre giorni, faccio passi da gigante!
Parliamo del capitolo: la parte iniziale, mi sa che l'ho trattata troppo superfluamente e sono uscita fuori dal personaggio di Fred che ho descritto fino ad'ora. La parte finale forse è la peggiore, non sono brava a descrivere le scene d'azione e per quanto possa averla resa dettagliata non so, non mi convince poi tanto, non sono riuscita neanche a fare di meglio.
Questo capitolo, almeno per me, è abbastanza una delusione.
Ma ora passiamo alla cosa che volevo dirvi: pensavo di aprire un pagina su Facebook così da avvisarvi quando pubblicherò qualcosa scritto da me, e poi, volevo dare l'opportunità a voi scrittrici di far girare le vostre storie pubblicandole.
Fatemi sapere che ne pensate, lo faccio sia per voi che per me, anche perchè ho notato che ci sono tantissime storie che meritano di essere seguite ma quasi nessuno lo fa, e non so, voglio rendermi utile.
Ora vi lascio, vi ricordo - a voi lettori silenziosi - che un vostro commento è sempre ben accetto, le critiche non mi colpiscono più di tanto se so che sono 'costruttive' per il mio modo di scrivere e se riguardano la storia.
A presto.

Vera.



 




 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Dieci. ***


Dieci.


La mattina arrivò presto, il sole filtrava tra i vetri della finestra colpendo il letto di Hermione che, stranamente, aveva dormito tranquillamente senza fare sogni che non avevano nè capo nè coda.
Spostò le coperte pesanti dal suo corpo e poggiò i piedi scalzi, avvolti in delle adorabili calze color verde - colore che tra l'altro lei adorava - avvertendo la moquet morbida.
Fece una doccia veloce prima di infilarsi la divisa e scendere nella Sala Grande a fare colazione.
Si sorprese nel vedere che già alcuni ragazzi di Grinfodoro fossero lì seduti, ovviamente erano tutti quelli che facevano parte della squadra di Quidditch "Hey Hermione" salutò Harry e vi si sedette accanto dicendo un 'buongiorno' allegro e carico di energie.
Cosa mai vista prima.
"Buofiofno Hefmiofe" rispose Ron ingozzandosi e facendo passare l'appetito a Alicia che era seduta al suo fianco.
" 'Giorno anche a te Granger" rispose George che quasi cadeva col viso nel suo piatto a causa della stanchezza, sembrava aver dormito poco e anche male.
"Come mai già svegli?" domandò lei servendosi un bicchiere di succo di zucca.
"Angelina ha deciso di prepararci al meglio per la prossima partita, quella contro i Serpeverde..." iniziò Fred
"...e di farci alzare all'alba dal letto" sbuffò George completando la frase del fratello che, puntualmente, rise.
Hermione notò che sembrava essere più informa rispetto al gemello.
"Ragazzi la partita è domenica, non possiamo arrivare impreparati!" si alterò Angelina facendo sbuffare i due.
"Angie capisci che noi siamo esseri umani e che di conseguenza non siamo capaci di tenere un ritmo così alto?!" disse Katie attirando l'attenzione di tutti, per risponderle con quel tono davvero doveva essere stanca la ragazza, Angelina rimase in silenzio come a riflettere sulle parole della cacciatrice.
"Io vado a farmi una doccia, ci vediamo dopo" disse Fred alzandosi e uscendo dalla Sala Grande.
Hermione seguì con lo sguardo ogni movimento del ragazzo finchè le porte alle sue spalle non si chiusero.
Niente da fare, ciò che provava per lui sembrava aumentare ogni giorno di più e lei non sapeva mettergli un freno.

"Sono a pezzi" brontolò George poggiando la testa sul banco mentre Ruf spiegava la lezione, quest'oggi sembrava più soporifera del solito, almeno per George.
"La prossima volta vai a dormire presto" rispose Angelina seduta nel banco dietro il loro "O magari eviti di svegliarci all'alba..." rispose di rimando George.
"Basta voi, vorrei seguire la lezione" li richiamò Fred sorprendendoli, il ragazzo era stanco di sentirli parlare, per una volta in vita sua stava seguendo la lezione di Storia della Magia senza addormentarsi!
"Freddie, stai bene?" Fred guardò il gemello confuso, perchè dovrebbe star male?
"Sì" rispose solamente tornando a guardare il professore.
"Dopo portalo in infermeria, penso sia sotto l'effetto di un incantesimo" bisbigliò Lee riprendendosi dal suo stato vegetativo.

La campanella suonò, era ora di pranzo, tutti i ragazzi esultarono uscendo nei corridoi, tranne Hermione che manteneva il suo solito cipiglio da donna matura e pacata.
Camminò affiancata da Ginny, Harry, Neville e Ron fino alla Sala Comune dove posarono i propri libri e scesero nuovamente.
"Spero vivamente che battiate i Serpeverde, da quando intonano quel coro contro Ron sono diventati più insopportabili di prima" disse Neville guardandosi alle spalle, non aveva voglia di fare incontri spiacevoli e di far finire i suoi amici nei guai a causa di qualche sua parola di troppo.
"Più che altro spero che nessuno dei ragazzi della squadra Grifondoro risponda alle provocazioni dei Serpeverde, da quando la Umbridge è diventata Preside e ha messo su la squadra d'inquisizione fanno di tutto per far beccare le punizioni ai ragazzi delle altre case" disse Hermione in pensiero, per Harry, Ron e... Fred.
Non voleva si cacciassero in altri pasticci, ultimamente era riuscita a tenere a freno i suoi due migliori amici, ma i gemelli, beh, essendo due scalmanati di natura era alquanto difficile tenerli a bada.
"Soprattutto per i Grifondoro, non fanno altro che trovare scuse assurde per farci beccare punizioni e punti in meno" sbuffò Ginny con la faccia imbronciata.
Entrarono in Sala Grande e si accomodarono ai loro soliti posti per il pranzo.
Incrociò lo sguardo del ragazzo rosso a pochi posti distanti da lei, le sorrise dolcemente, era un sorriso diverso da quello che le rivolgeva di solito, sorpresa Hermione si ritrovò a ricambiare il sorriso non potendo negare alle sue guance di imporporarsi, per l'ennesima volta.

Sala Comune, tutti erano tranquillamente riuniti per parlare di cose scolastiche, avventure estive o ricordi d'infanzia.
Si respirava un'aria tranquilla e carica di allegria, Hermione si accorse di quanto fosse tranquillo Harry quella sera mentre parlava con Ginny.
Non lo vedeva così da quando era in compagnia di Sirius, cioè dal Natale appena passato.
Delle risate fatte a gran voce la fecero tornare con la testa nel mondo dei vivi, conosceva bene quelle risate così divertite, dovevano aver combinato la loro ennesima malefatta serale.
Non c'era giorno che non ne combinassero una delle loro, ad esempio, la sera precedente erano riusciti a trarre in inganno un povero bambino del primo anno dandogli una delle loro pasticche, il ragazzino si era ritrovato con una coda da maiale e le orecchie da asino.
O la sera ancora prima quando una ragazza del sesto anno si era ritrovata i capelli rosa.
Si girò cercandoli, erano in un angolo della stanza e ridevano spensieratamente ma di ragazzini con parti del corpo trasformate o capelli tinti non c'erano, si alzò per andare a controllare, la prudenza non era mai troppa.
Arrivata da loro i due ragazzi smisero di ridere cercando però di trattenere la risata col risultato di una smorfia divertita sul viso "Che avete da ridere così tanto?" George riprese a ridere non riuscendo più a trattenersi "Lee..." iniziò a dire ma un altro attacco di risate lo prese "Ecco, beh, Lee per sbaglio ha mangiato una delle nostre crostatine..." cercò di dire Fred ma venne interrotto "Si, proprio per caso" brontolò un ragazzo scendendo le scale del dormitorio per entrare in Sala Comune, aveva un piumaggio candido che lo avvolgeva del tutto, Hermione trattenne una risata cercando di risultare seria quando il ragazzo si posizionò al suo fianco "George, Fred datemi l'antidoto!" urlacchiò, però alla fine della frase uscì uno starnazzo.
Hermione non resse, scoppiò a ridere sotto lo sguardo sorpreso dei presenti, passò qualche minuto e, dopo essersi asciugata le lacrime scese per lo sforzo delle risate, tornò seria cercando di evitare di posare lo sguardo sul ragazzo al suo fianco.
"Fred, George, dategli l'antidoto, forza!" li guardò entrambi, i due sorrisero innocentemente, ma quel sorriso d'innocente non aveva un bel niente "L'effetto dovrebbe sparire tra qualche ora, al momento non c'è nessun antidoto" dissero in coro "O almeno, lo stiamo ancora sperimentando" disse George scoppiando a ridere nuovamente a causa di Lee che invece di emettere un suono frustrato starnazzò nuovamente, Lee guardò i due ragazzi con sguardo assassino "Dovrei rimanere mezza giornata qui con queste stupide piume addosso?!" un altro starnazzo uscì dalla bocca del ragazzo facendo ridere di nuovo tutti, compresa Hermione che pur essendo una questione abbastanza seria la trovava esilarante, i gemelli ne avevano combinate tante e avevano sempre fatto sorridere la ragazza, ma questa volta era diverso, era riuscita perfino a ridere di gusto per colpa loro.
"Granger, non ti ci mettere anche tu!" sbuffò Lee "Scusa" disse Hermione, lei davvero non voleva ridere ma non riusciva ad evitarlo.
"Meglio se vado nella nostra stanza, e pregate Merlino, Morgana e Godric che io ritorni come prima" brontolò Lee con l'ennesimo starnazzo finale, pieno d'imbarazzo tornò nei dormitori maschili.
Hermione guardò i Gemelli, i Gemelli guardarono Hermione, tutti e tre scoppiarono a ridere nuovamente.
"Povero Lee" disse tra le risate, alla fine realmente le dispiaceva per il ragazzo.

Era notte, tutti i Grifondoro erano nelle proprie stanze, George e Fred ridevano ancora vedendo Lee furibondo, ma dovevano assolutamente parlargli, avevano preso una decisione importante e almeno a qualcuno dovevano dirlo.
"Lee, dobbiamo dirti una cosa..."
"...è importante..."
"...riguarda il negozio di scherzi..." dissero alternandosi le frasi quasi confondendo il povero Lee.
"Si, però così mi fate venire l'ansia" disse il povero ragazzo.
"Abbiamo affittato il negozio che t'abbiamo fatto vedere, quello di Diagon Alley, il negoziante ce lo dà a un pezzo stracciato. Probabilmente prima della fine del mese ce ne andremo" disse George spiegando con calma le loro intenzioni.
"Tu ci servi qui, dobbiamo continuare le nostre vendite, sei l'unico a poterlo fare" il ragazzo di colore annuì felice "Lieto di avere quest'incarico, però..."
"Però cosa?" chiese George afferrando la piuma che gli si era staccata dalla testa. Ne erano rimaste davvero poche, l'effetto era quasi svanito.
"Quindi non darete i MAGO?" chiese poi, confuso e sorpreso, sicuro che la madre li avrebbe uccisi per questa loro scelta.
"No, non li daremo, ci beccheremo una bella lavata di capo da mamma!" disse ridendo George grattandosi la testa e scompigliando i capelli rossi, Fred sorrise appena immaginando la scena della ramanzina, gli vennero i brividi solo a pensarci "Non dimentichiamoci della Granger!" continuò Lee ridendo più di prima, Fred smise di ridere del tutto, la Granger, chissà lei come l'avrebbe presa.
Forse li avrebbe affatturati o magari cruciati. Oppure non avrebbe detto niente, se ne sarebbe fregata.
"Fred, tutto bene?"
"Sì" rispose mentendo per l'ennesima volta al gemello "Tutto bene, tranquillo" però di bene in quello che provava pensando alla Granger non c'era niente.

Quella domenica avrebbe assistito alla partita di Grifondoro contro Serpeverde dalle tribune insieme a Neville, Luna e Ginny. Era felice del fatto che Ron non si fosse arreso dopo le continue critiche e derisioni da parte dei Serpeverde.
Ma aveva paura, paura che i suoi amici si cacciassero nei guai "Sta tranquilla, Hermione" disse col solito tono  da sognatrice di Luna, non capiva come faceva ad essere sempre così tranquilla, niente riusciva a scalfirla, sembrava non accorgersi delle derisioni della gente alle sue spalle per gli strani orecchini che portava, o per i calzini dai colori vivaci oppure a causa delle sue strane idee riguardo i Nargilli e i Gorgosprizzi. Non vi dava peso, sembravano non scalfirla neanche un po'.
Un po' la invidiava, perchè lei non era in grado di fregarsene dei giudizi altrui, non era in grado di essere la vera sè stessa davanti agli altri.
C'era riuscita solo con Ron, Harry, Ginny... e Fred. Guardò in alto, dove si svolgeva la partita, non aveva mai amato il Quidditch, se andava a vedere le partite era solo per i suoi migliori amici.
Le cacciatrici correvano per tutto il campo scansando i bolidi che i gemelli spedivano verso gli avversari, Ron era immobile sulla sua scopa mentre Harry era alla ricerca del Boccino.
Tenne lo sguardo puntato su uno dei battitori un po' in più del dovuto, a volte pensava che in realtà fossero loro i bolidi in quel campo.
Ci mettevano un'allegria e una forza assurda durante le partite, sembravano divertirsi sul serio. Sorrise nel vedere lo sguardo allegro del ragazzo illuminarsi a ogni passaggio, poi tornò a seguire la partita.
Lee Jordan come al solito animava alla grande la tifoseria, quel ragazzo era un portento alla telecronaca, e la maggior parte delle volte se ne usciva con battute allegre e simpatiche che però la McGranitt non apprezzava molto.
Uno dei cacciatori di Serpeverde lanciò la pluffa attraverso uno dei cerchi beccandosi così i primi dieci punti e l'esultanza dei tifosi verde-argento, un coro si levò dagli spalti "Perchè Weasley è il nostro Re, ogni due ne manca tre"* sperava tanto che Ron non si distraesse, ma non fu così, per la seconda volta la pluffa passò attraverso il cerchio "Vinceremo e sai perchè, perchè Weasley è il nostro Re"* fortunatamente notò Harry volare in picchiata verso il basso, quella partita sarebbe finita a breve per il bene di Ron.
Harry afferrò il boccino, scansando un bolide lanciato da un Serpeverde, la folla festeggiò animatamente ma solo lei e Neville si accorsero di quello che stava succedendo in campo.
Fred e George erano bloccati, tenuti fermi  dal resto della squadra mentre Malfoy continuava a parlare col ghigno sul viso.
"Neville vieni!" urlò Hermione mentre il ragazzo annuiva, corsero velocemente, aveva una brutta sensazione.
Arrivarono in campo giusto in tempo per vedere uno dei gemelli e Harry scagliarsi contro Malfoy.
"Harry, no!" urlò Hermione correndo nella mischia per portare via il ragazzo beccandosi una spinta da parte di un Serpeverde corso in aiuto dell'amico, fortunatamente venne tirata via dalla mischia "Tu stanne fuori" le aveva detto Fred mentre la guardava negli occhi, erano di un azzurro incredibile, arrossì accorgendosi di essersi incantata nel guardarlo e così sospirò "Grazie" disse solamente, tornò a guardare nella direzione della rissa, Neville era riuscito a tirare via Harry e Fred lasciò Hermione per portare via il gemello.
Una vera e propria rissa, di quelle in grande stile.
"Potter, Weasley, nel mio ufficio, subito!" urlò la McGranitt spaventandoli, i due seguirono la donna a capo chino.

"Smettila, mi stai facendo venire il mal di mare!" brontolò Fred vedendo la ragazza camminare avanti e indietro davanti alla porta dell'ufficio della McGranitt.
"Scusa se sono in ansia per i miei amici" rispose lei fermandosi, andò a sedersi sul pavimento vicino a una finestra.
La guardò, anche lui era in ansia per i suoi amici, soprattutto da quando era entrata la Umbridge nella stanza, ma di certo non risolveva niente andando avanti e indietro davanti alla porta.
"Credi che possa espellerli?" chiese in un sussurro.
"Non arriverebbe mai a tanto" rispose Fred sedendosi affianco a lei, aveva addosso ancora la divisa della squadra.
"E se lo fa? Harry non ha nessuno là fuori..." non era mai stato bravo a consolare la gente con le parole, quindi fece la prima cosa che gli venne in mente, le prese la mano e la strinse con dolcezza. Era così piccola confronto alla sua, così delicata. In quel momento Hermione non gli sembrava più quella ragazza tanto forte che aveva sempre visto, la vedeva fragile quanto una lastra di vetro, quelle che sembrano forti all'apparenza ma che basta solo un tocco per farla cadere in tanti pezzi. La ragazza poggiò la testa contro la spalla del ragazzo. Nessuno dei due parlò per un bel po' di tempo. Quel silenzio, però, non era carico di imbarazzo, anzi, era quasi... rassicurante, apprezzabile.
La porta si aprì e entrambi saltarono sul posto vedendo i due ragazzi arrabbiati come non mai.
"Quel rospo me la pagherà cara" brontolò George togliendosi i guanti dalle mani "Cos'è successo?!" chiese subito Hermione correndo verso i due "Squalificati a vita, non possiamo più giocare a Quidditch, e lo stesso anche tu Fred" disse Harry indicandolo con un cenno del capo.
"E lui che c'entra?!" rispose subito Hermione, scaldandosi. Fred rise, perchè se la prendeva tanto?
Alla fine quello a essere squalificato era lui e non lei.
"La Umbridge ha detto che se non fosse stato trattenuto anche lui avrebbe preso parte alla rissa" 
"Ora ci parlo io" ma Fred la fermò stringendole la mano, la teneva ancora incastrata alla sua, non l'aveva lasciata neanche per un secondo "Non cacciarti nei guai per me Granger, non ne vale la pena" 
"Andiamo, ci aspettano tutti in Sala Comune, mi sa che Angelina non la prenderà tanto bene"

"Che cosa?!" urlò la ragazza guardando i tre  sconvolta "Non può essere, senza battitori e senza cercatore... non ci credo" George afferrò giusto in tempo una sedia per farla sedere mentre Lee  le sventolava un fazzoletto davanti al viso.
"Pensa positivo, hai già un cercatore!" disse Fred indicandole Ginny "Si, ma i battitori?" 
"Angelina, sei una ragazza determinata, capace, in gamba, troverai qualcuno" disse George annuendo cercando di convincersi di ciò che diceva.
"Quel rospo in rosa me la pagherà cara" disse infine alzandosi dalla sedia per andare nella sua stanza.
Harry prese un respiro di sollievo e andò a sedersi accanto a Ginny "Tutto bene?" gli chiese, lui annuì "Beh meglio essere squalificati dalla squadra che essere rispedito dai Dursley" rispose sorridendo e poggiandosi allo schienale, chiuse gli occhi mentre la ragazza al suo fianco si apriva in un lieve sorriso.

Era teso, nervoso, non sapeva neanche perchè.
Perchè era stato espulso dalla squadra di Quidditch? Nah, quella cosa non l'aveva neanche sfiorato.
Forse per l'ultimo decreto emanato dalla Umbridge? Nah, neanche quello l'aveva sfiorato più di tanto.
Probabilmente perchè uno smidollato di Corvonero ci provava senza ritegno con la Granger? Quello era più che probabile.
Anzi, era quella la causa.
Ultimamente solo nel vedere Hermione parlare con un ragazzo che sembrava interessato a lei una rabbia insensata si faceva spazio nel suo corpo. 
"Geloso" aveva detto George all'orecchio del fratello che continuava a guardare i due ragazzi in lontananza.
"Non sono geloso" disse tra i denti, stringeva in mano uno dei libri che servivano per le varie pozioni e i loro ingredienti "Però ti dà fastidio"
"Solo un po'" George rise trascinandolo via, mai si sarebbe immaginato di assistere a una scena simile, mai si sarebbe immaginato il gemello in preda alla gelosia, per di più a causa della Granger.
"Più tardi devo parlarle" disse Fred  aprendo il libro e sfogliando le varie pagine mentre camminava "Per dirle cosa? Che sei follemente, inevitabilmente, scioccamente, stupidamente innamorato di lei?"
"Cosa?!" chiese allarmato Fred "Io non provo niente per lei, per me è come una sorella" cercò di dire.
 "Pensi che non l'abbia capito? So che per vari motivi non vuoi dirmi niente di ciò che senti, ma ricordati: siamo gemelli, io conosco tutto di te e tu conosci tutto di me" disse George con tono serio.
Fred rise colpendo il gemello con il libro "Sei un idiota Georgie" i due scoppiarono a ridere insieme attirando diverse occhiate da parte dei vari ragazzi che passeggiavano nei corridoi.

La ronda, l'aveva sempre odiata, probabilmente era l'unica cosa che odiava fare da quando era Prefetto.
Per fare tutto il giro il più velocemente possibile lei e Ron si erano divisi i corridoi e i piani, ora lei era al quarto piano, probabilmente nel corridoio più tetro della scuola, ancora si domandava perchè avesse così tanta paura del buio, era una strega, diamine, lei poteva far luce con una semplice formula!
"Pssst" sentì alle sua spalle, rabbrividì "Chi c'è?" disse girandosi, ma non c'era nessuno.
Tornò a guardare avanti e riprese a camminare "Pssst" di nuovo, stanca si voltò nuovamente "Forza, chiunque tu sia, esci fuori se non vuoi che..."
"Se non voglio cosa, Granger?" trattenne un urlo girandosi, quell'idiota di un Fred Weasley le aveva fatto prendere un colpo!
"Idiota, mi hai spaventata!" Fred rise per poi tornare subito serio, era più lunatico di una donna durante il suo periodo.
"Devo parlarti"
"Adesso?" chiese lei scocciata riprendendo a camminare.
"Sì, adesso" rispose lui, neutro.
"Di cosa?" Fred ghignò "Sul fatto che troppi ragazzini ti girino attorno" Hermione si fermò, confusa, che voleva dire?
"Sai, ho visto quel ragazzo di Corvonero girarti intorno, era abbastanza...insistente"
"Parli di Anthony?" chiese lei, ancora confusa, dove voleva arrivare?
"Non so come si chiami" rispose sincero il ragazzo "Posso sapere qual è il tuo problema?" chiese sbrigativa.
"Io non ho nessun problema, mi da solo fastidio"
"Fastidio? Quindi sei geloso, Weasley?"
"Io? Geloso? Magari ti piacerebbe, Granger, più che altro è il mio affetto fraterno nei tuoi confronti a farmi parlare" Hermione sbuffò "Allora non ti dispiacerà sapere che mi ha chiesto di uscire"
"Ma tu non lo farai" rispose subito lui "Weasley torna nei dormitori, sei fuori oltre l'orario del coprifuoco"
"Non me ne frega niente coprifuoco, Hermione" quasi lo urlò, Hermione si fermò, le stava dando fin troppo fastidio "Fred se sei venuti qui solo per rompere i boccini sei pregato di andartene" 
"Hermione, che termini, mi sorprendi" la ragazza sbuffò tornando a camminare "E guardami mentre ti parlo" la girò prendendola per le spalle.
Perchè stavano finendo col litigare? Non ne aveva idea e non ne aveva voglia.
Restarono a guardarsi per un tempo indeterminato, perchè i loro visi sembravano avvicinarsi?
Perchè i suoi occhi erano così dannatamente stupendi?
Cos'era quella sensazione alla bocca dello stomaco?
Perchè non lo allontanava?
Prima di trovare risposta alle sua domande si ritrovò con le labbra del ragazzo contro le sue. Si sentiva bene, si rilassò sotto la carezza delle mani del ragazzo che le portò all'altezza dei fianchi di lei avvicinando i loro corpi.
Una scarica elettrica colpì Hermione che strinse le braccia dietro al collo del ragazzo mentre entrambe le lo loro labbra avevano preso ad accarezzarsi, agitarsi, a bramarsi.
Lasciò che entrambe le loro lingue entrassero in contatto, si rincorressero attorcigliandosi e poi lasciandosi di nuovo.
Si staccarono a causa della mancanza d'ossigeno, entrambi con le labbra rosse e leggermente gonfie. Hermione arrossì fino alla punta dei capelli mentre il ragazzo la guardava sorpreso.
Hermione corse via lasciando il ragazzo sconvolto nel mezzo del corridoio. Che diamine aveva fatto?



Hoooolaaa!
Come state?
Avete visto che cpitolo ricco d'azione e sentimentalismo?
Scherzo, fa schifo, è confuso e l'ultima parte è idiota lol
Ma, c'est la vie - l'ho scritto bene? non sono brava in francese - non posso scrivere meglio di così, quindi ci dobbiamo arrangiare.
Come promesso, ho allungato i capitoli, man mano lo saranno un po' di più, ma credo che questa lunghezza possa andare bene, no?
All'interno della storia, come avete visto, ho inserito i particolari del libro che, pensandoci bene, sono utilissimi alla mia storia.
So che forse ho corso un po' troppo mettendo quel bacio a fine capitolo, ma la storia sarà ancora un bel po' lunga quindi ho detto 'perchè no? in futuro mi sarà utile'
So che mi odierete perchè dopo questo li farò separare nuovamente, ma giuro che prima o poi gli farò fare pace.
Per quanto riguarda il continuo, penso tratterò un po' di più di Harry e Ginny, nei capitoli precedenti e in questo non ho accennato molto a loro e mi sento in colpa *singhiozza*
Beh, cos'altro dire?
Ah si, questo capitolo lo dedico alla mia doccia: senza di lei non sarei riuscita a mettere quattro parole di fila, quindi tutti insieme GRAZIE DOCCIA I love u so much!
Dovrebbero fare una statua ai nostri bagni, in quei pochi minuti che siamo lì nascono idee straordinarie.
Ora vi lascio, alla prossima!

P.S Lee scusami se in questo capitolo tìho fatto fare la figura del coglione, tvb pure a te! 

Vera





Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Undici. ***


Undici.

Rimase fermo in quel corridoio ancora sconvolto, che aveva fatto?
Si portò le mani tra i capelli, aveva rovinato tutto solo per dar retta al suo istinto.
Lasciò un pugno sul muro al suo fianco, frustrato da quella situazione, avvertì appena il dolore alle nocche che sanguinavano tanto era forte la collera con sè stesso.
Doveva parlarne con qualcuno, solo George avrebbe capito, come sempre.

Si sentiva un emerito idiota, ci pensava ancora, perchè l'aveva baciata?
George aveva provato a distrarlo, ma ogni qualvolta la vedeva tra i corridoi o in Sala Comune o durante i pasti quei pensieri tornavano a tormentarlo.
Ora non riusciva più a parlarle come se non fosse successo niente, e lo stesso valeva per lei.
Però... quel bacio veramente lo desiderava da tanto, fin da quella sera in Sala Comune quando entrambi erano stretti in quell'abbraccio, davanti al fuoco.
Ma dannazione, ora l'aveva allontanata di nuovo, non riusciva neanche a parlarle senza provare imbarazzo e dispiacere.
L'aveva spaventata, dannata lei e il suo essere perfetta, dannato lui e la sua stupida gelosia, è colpa sua, solo sua.
Anzi, era colpa di quei maledetti sentimenti che provava e non riusciva a scacciare.
Si passò le mani tra i capelli tirandoseli appena, era stanco di quella maledetta scuola, stanco di Angelina che non faceva altro che ricordargli di essere stato espulso dalla squadra, stanco dei suoi sentimenti e stanco di Hermione.
In realtà non era stanco di lei, lui voleva anche poterle dare un'altro bacio, e poi ancora un altro, e un altro, voleva spiegarle il perchè di quella sua azione, anche se un senso preciso non ce l'aveva.
"Ti stai dannando troppo" disse George mescolando la pozione nel calderone "Corri da lei e parlale, chiarisci"
"Non posso, e poi tra tre giorni andiamo via, lei si dimenticherà tutta la questione e io la lascerò alle spalle..."
"Sai che non bisogna scappare dai proprio problemi, Freddie" più che una domanda era un'affermazione, lui non era mai scappato dai suoi problemi, ma questo era troppo grande al momento, non si era mai ritrovato niente di simile davanti e ogni sua azione sembrava inutile e fasulla. Non voleva creare altri casini.
"Devi parlarle, così tu ti metterai il cuore in pace e lei forse potrà perdonarti" Fred guardò il suo gemello "Come 'forse potrà perdonarti'?"
"Nel senso che se fossi stata in lei t'avrei mollato un ceffone e poi uno schiantesimo" George sorrise "Con questo vuoi dire?"
"Che alla fine qualcosa per te lo prova" ed ecco che George gli fa sorgere altri pensieri, confondendolo più di prima.

"Hermione" l'aveva baciata, erano passati tre giorni, e lei ci pensava ancora.
"Hermione" non riusciva a non pensare alle sue labbra, ad arrossire ogni volta che riviveva la scena nella sua mente.
"Hermione" perchè l'aveva fatto? Voleva prendersi gioco di lei? Si toccò le labbra, poteva ancora sentirne la morbidezza dopo tre giorni. Sorrise. Poi si rabbuiò.
"HERMIONE" si voltò di scatto guardando male il suo amico, perchè urlava?
"Ci sento forte e chiaro Ron, smettila di urlare" il ragazzo la guardò sorpreso "Si può sapere che hai?!"
"Non ho niente, sono solo stanca" rispose a tono al ragazzo, perchè tutti le facevano quella domanda? Lei stava bene, certo non come voleva, maledetto Fred che la confondeva con quei suoi comportamenti strani e infantili.
Maledetta lei che glielo lasciava fare senza dire niente.
"Comunque riguarda Felpato, i gemelli hanno trovato un modo per farci comunicare con lui" Hermione sobbalzò "C-come?"
"Non hanno voluto dircelo" disse solamente sedendosi sulla sedia affianco alla ragazza "Hermione, so che c'è qualcosa che ti tormenta ma non riesco a capire cosa, se hai bisogno di parlare, beh, io sono qui" Hermione gli sorrise dolcemente, sentire queste cose dette da Ron le aveva fatto capire quanto sia maturato il ragazzo rispetto all'anno precedente "Grazie Ron"

"Stasera c'è l'incotro dell'ES, non ve lo dimenticate" aveva detto Hermione a dei ragazzi di Tassorosso, era vero che aveva ideato quel Galeone stregato, ma prevenire era meglio che curare.
"Sì, tranquilla" Hermione sorrise, una strana stretta allo stomaco, qualcosa non andava.
Aveva un pessimo presentimento.

"Hey Harry" Ginny si sentiva insolitamente felice, era piena di energie, più del solito. Tutti se ne erano resi conto "Hey, come mai tanta allegria?" le aveva chiesto il ragazzo sorridendo allegro, Ginny sorrise ancora di più "Ho vinto una scommessa contro Seamus, sabato a Hogsmeade mi comprerà cinque pacchetti di Aprifrizzole" Harry rise di gusto, quella ragazza era identica ai suoi fratelli maggiori, quando si trattava di cibo era capace di fare di tutto "Hey, perchè ridi?" 
"Niente, è solo che..." iniziò il ragazzo interrompendosi.
"Che?" lo esortò lei a parlare.
"Che somigli tanto ai tuoi fratelli quando si tratta di cibo" Ginny arossì, veramente appariva così sciocca davanti ai suoi occhi?
Quell'allegria che l'aveva travolta sparì in cinque secondi "Ve-veramente ti sembro così stupida?"
"I tuoi fratelli lo sembrano" disse Harry non capendo "E...io?" chiese lei quasi ingenuamente "Tu...tu sei dolce quando fai così" il ragazzo si grattò una guancia in imbarazzo, fare i complimenti non era da lui, soprattutto alle ragazze.
Con Hermione era diverso, lei era come una sorella, un pezzo di famiglia che non aveva mai avuto, con lei poteva parlare di tutto senza però riempirla di complimenti.
Ginny sorrise nuovamente, l'allegria tornò nei suoi occhi verdi, si sentiva ancora più stupida, davvero le bastava un complimento così ingenuo per farla sorridere?
Ma a lei non importava se appariva stupida, a lei il complimento era piaciuto, a lei era sempre piaciuto ricevere elogi, ma quelli fatti da Harry erano tutt'altra cosa.
"Senti, pensavo di andare nella guferia a mandare una lettera a mamma, vuoi venire con me?"
"Certo, così vedo Edvige come sta, ultimamente l'ho vista molto scocciata" i due si avviarono ridendo e scherzando verso la guferia, stavano bene.
Herry insieme a Ginny non avvertiva più il peso del mondo sulle sue spalle, insieme a lei non avvertiva più quel vuoto nel cuore, insieme a lei non avvertiva più l'oppressione dei suoi problemi, insieme a lei poteva tornare a ridere, a vivere e le era grato di ciò.

"Dici sul serio?" Ginny non poteva crederci, rise tenendosi la pancia mentre Harry sorrideva, non credeva che il prescelto fosse una persona tanto ingenua.
"Dico sul serio, Zia Petunia mi rasò a zero i capelli, ero così impaurito dalle prese in giro che avrei ricevuto il giorno successivo, sogno che i capelli mi ricrescono e il giorno successivo me li ritrovo di nuovo tutti in testa" disse con voce sorpresa Harry mentre Ginny si appoggiava al muro trattenendo le risate.
"Oppure quella volta in cui andammo allo Zoo, liberai il serpente senza neanche rendermene conto, Dudley ci cadde dentro e il vetro riapparve. La faccia impaurita del suo amico e dei suoi genitori fu uno spettacolo memorabile!" Ginny tornò a ridere nuovamente, questa volta si appoggiò alla spalla di Harry che rideva insieme a lei, le loro risate si mischiarono mentre alcune civette e alcuni barbagianni stridevano scocciati da quei due.
I due ripresero fiato per poi guardarsi, erano così vicini che Ginny poteva vedere il suo riflesso negli occhiali tondi del ragazzo di fronte a lei. Gli occhi verdi di Harry erano così spenti, così vuoti, come se qualcosa gli mancasse. "Hai degli occhi bellissimi, Harry"
"Anche i tuoi sono belli, Ginny" la ragazza sorrise arrossendo "Meglio che mandi questa lettera" si allontanò prendendo la civetta che le era volata sul braccio, gli legò la lettera alla zampa e dopo averle lasciato una carezza le fece spiccare il volo, verso il tramonto.
Doveva essere bello avere delle ali e non dover usufruire di una scopa per volare, doveva essere bello poter essere liberi, liberi senza paura, liberi con una speranza, liberi di poter esternare ciò che si vuole.
Doveva essere bello poter lasciare la gabbia in cui si era prigionieri.
Doveva essere bello sentire l'aria che accarezzava le proprie ali, la delicatezza delle proprie piume.
"A che pensi?" le chiese Harry vedendola intenta ad osservare il tramonto, le sfumature che andavano dal rosso all'arancione, per poi passare al giallo, e il turchese scuro che indicava l'inizio della notte all'orizzonte "Penso che sia bello poter volare con le proprie ali"
"Sì, credo di sì" i due si sorrisero per poi scendere, l'ora di cena si avvicinava.

Harry era teso, sentiva che quella sera qualcosa sarebbe andato male, ma non voleva spostare l'esercitazione, ormai erano tutti lì.
Prese a parlare attirando l'attenzione di tutti "Questa sera riprenderemo con i Patroni, ricordate tutti l'incantesimo?" tutti annuirono, spostò lo sguardo su Ginny che gli sorrise.
Osservò uno per uno i suoi allievi, mai si sarebbe immaginato di poter addestrare questi ragazzi, mai avrebbe pensato di riuscire ad insegnargli qualcosa.
"Expecto Patronum" disse Ginny, si voltò a guardarla, uno splendido cavallo prese a correre libero per la stanza sotto lo sguardo stupito di tutti, sotto lo sguardo stupito di Ginny che aveva un sorriso che prendeva da una guancia all'altra.
"Brava Ginny" la ragazza gli sorrise.
Tornò a guardare gli altri ragazzi col sorriso sulle labbra "Harry Potter Signore" urlò una voce stridula interrompendo tutti che lo guardavano sconvolti "Signor Potter Signore, Dobby li ha visti, stanno venendo qui Signore" Harry spalancò gli occhi sconvolto, dannazione li avevano scoperti.
"Presto, uscite tutti da qui, stanno arrivando!" urlò indicando l'altra via d'uscita ai ragazzi e preparandosi a sacrificarsi per loro, sperava solo che nessuno a causa sua si cacciasse nei guai, non voleva vederli nelle mani della Umbridge.
"Io rimango qui con te" una ragazza si affiancò a lui "Ginny non..."
"Sta zitto e per una volta non prenderti da solo tutte le colpe, qui ci sono io e voglio aiutarti" gli disse la ragazza prendendogli la mano, Harry sorrise "Grazie Ginny" le urla riempirono la stanza mentre tutti i ragazzi uscivano dal retro, erano rimasti solo loro due, un esplosione fece cadere il muro davanti a loro, la squadra d'inquisizione, la Umbridge e Gazza fecero il loro ingresso "Dove sono gli altri?" chiese la donna in rosa con la bacchetta puntata verso i due.
"Chi altri?" chiese Ginny mantenendo il tono fermo.
"Che ci facevate in questa stanza?" domandò nuovamente.
"Non credo che a lei possa interessare, professoressa" rispose Harry mettendosi davanti a Ginny come a volerla proteggere.
Quella donna era pazza e ne aveva avuto dimostrazione varie volte, i segni erano rimasti sulla sua mano a forza di scrivere vi si era creato un solco bianco ben visibile anche ad occhio nudo. Gli aveva procurato l'ennesima cicatrice.
"Voi, portateli in presidenza, Gazza lei vada a cercare il resto dei fuggitivi insieme agli altri ragazzi" i due vennero portati via, Harry venne preso per il cravattino giallo-oro  rischiando quasi di essere strozzato, cercò con lo sguardo Ginny, fortunatamente era stata presa più delicatamente confronto a lui, e mentre venivano portati via capì che questa volta non l'avrebbero passata liscia, se lo sentiva.

"Dov'è Harry?" chiese Hermione  a dei ragazzi al suo fianco correndo verso l'esterno, non vedeva il ragazzo, aveva paura fosse rimasto dentro "Dov'è Harry?!" chiese nuovamente ad altri ragazzi, ma nessuno le rispondeva.
"Ma sei idiota?! Vieni via da lì!" qualcuno l'afferrò per un braccio tirandola via, lei non poteva andarsene, lì c'era Harry!
"Lasciami, devo andare da Harry, lasciami!" urlava a voce alta "Granger smettila, Harry sa come cavarsela, ora nasconditi qui!" Hermione lo riconobbe, Fred la stava aiutando. La spinse all'interno di un'aula e chiusa la porta si guardò intorno velocemente poi l'afferrò nuovamente facendola girare e fissandola negli occhi "Stammi a sentire, ora ci mettiamo sotto quei banchi ammucchiati là dietro, qualsiasi cosa succeda tu non uscire fuori, lascia fare a me" non le restò altro da fare che annuire. Si nascose insieme al ragazzo, lo spazio era stretto e a stento riuscivano a starci entrambi.
Un rumore di passi che corrono fece sobbalzare Hermione che strinse la maglia al ragazzo "Sta calma, fidati di me" e lei ingenuamente, per l'ennesima volta, si fidò del ragazzo.
La porta si spalancò e alcuni ragazzi di Serpeverde si guardarono intorno "Qui non c'è nessuno" disse una voce femminile e acuta "Andiamocene, saranno diretti tutti verso la Sala Comune" uscirono di nuovo da quell'aula, i passi si allontanarono e Hermione tornò a respirare.
Questa volta l'avevano scampata.

Ancora più in colpa di prima Harry tornò nella Sala Comune dei Grifondoro affiancato da Ginny che cercava di incoraggiarlo.
La ragazza gli stringeva ancora la mano, neanche per un istante si erano allotanati, lui per proteggerla, lei per fargli forza.
"E' colpa mia, solo mia" disse Harry fermandosi davanti al ritratto della Signora Grassa che dormiva beatamente incurante dei due ragazzi.
"Non è colpa tua, Harry, devi smetterla di incolparti di tutto" il ragazzo scosse la testa, perchè non capiva?
"Se i miei genitori sono morti è colpa mia, se Sirius è costretto a starsene nascosto è colpa mia, se Voldemort è tornato è colpa mia, se Cedric è morto è colpa mia, se Silente è dovuto scappare è colpa mia, sono solo un peso, capisci? Uno stupido e inutile peso! Se non ci fossi io adesso vivreste tutti meglio e..."
"Non pensarlo nemmeno, Harry! Non devi credere a ciò che dici, se i tuoi genitori sono morti è stata a causa di Voldemort!..." Harry la guardò stupito del fatto che anche lei pronunciasse il suo nome "...se Sirius è nascosto è a causa di quel ratto di Peter Minus, se Voldemort è tornato è a causa dei Mangiamorte e del Ministero, se Cedric è morto è a causa di Voldemort, se Silente è dovuto scappare è colpa del Ministero che fa di tutto pur di incastrarlo. Harry, tu sei quell'unica luce in mezzo al buio totale, sei la speranza di tutti, la tua speranza, la mia, non pensare più a queste sciocchezze, chiaro?" Ginny guardò il ragazzo, era sconvolto, sperava di non aver sbagliato a usare quel tono duro con lui, che solo in quindici anni di vita ne aveva viste quanto un uomo di sessant'anni. 
"Grazie Ginny" le sorrise e un po' si sentì rincuorato da quelle parole. Pronunciarono la parola d'ordine per poi entrare in Sala Comune dove ad attenderli c'erano tutti i membri dell'ES della casata dei Grifondoro.
La prima ad avvicinarsi e stringere il ragazzo in un abbraccio fu Hermione che lo guardò preoccupata "Cos'è successo?" chiese poi piena d'ansia, Harry prese un respiro profondo prima di parlare "Volevano arrestare Silente, fortunatamente è riuscito a scappare" Hermione annuì sentendosi in colpa quasi quanto il suo migliore amico, era colpa sua se il suo amico si era cacciato nei guai, era colpa sua se Silente era dovuto scappare, era colpa sua se erano stati scoperti.
"Hermione, non sentirti in colpa, non è colpa tua, ok?" le disse la rossa abbracciandola, la ragazza annuì nella stretta dell'amica mentre lo sguardo di Harry si addolciva nel guardare le due ragazze davanti a lui, era riuscita a capire cosa passasse per la mente di Hermione mettendo subito a tacere le sue paure, la stessa cosa che aveva fatto poco prima con lui, aveva azzerato tutte le sue paure e i suoi cattivi pensieri.

"Harry, sei sveglio?"
"Sì, Ron" rispose all'amico sussurrando, Neville, Dean e Seamus dormivano tranquilli, loro erano gli unici in quella stanza ancora svegli.
"Oggi ho parlato con Hermione" Harry non rispose annuendo lievemente con la testa pur ricordandosi che l'amico non poteva vederlo "Mi è sembrata più strana del solito, per caso c'entra Fred?" Harry non sapeva niente di quello che succedeva all'amica ultimamente, sembrava essersi allontanata, aveva creato quasi come una corazza intorno ai suoi sentimenti, però se qualcosa in lei non andava era di sicuro per colpa di Fred.
"Probabile..."
"Sai, io a lei voglio bene, ma non come tutti credono, le voglio bene come una sorella e non voglio che soffra, come non voglio che soffra Ginny, so che provi qualcosa per lei e so anche che lei in passato provava qualcosa per te..." disse il piccolo Weasley tutto d'un fiato "...ti chiedo solo una cosa, non farla mai soffrire, non mi va di perdere un amico come te" i due ridacchiarono insieme mentre Harry rifletteva sulle parole dell'amico, mai si sarebbe immaginato una dichiarazione simile da parte sua, mai si sarebbe immaginato tanta maturità.
"Ron, posso farti una domanda?" azzardò il prescelto.
"Certo"
"Beh, ecco, cosa volevi dire con 'lei in passato provava qualcosa per te'?" Ron trattenne una risata "Davvero non te ne sei accorto? Ginny fino a due anni fa moriva per te, s'imbarazzava per niente quando ti vedeva, poi grazie a Hermione ha ripreso a comportarsi normalmente" Harry arrossì, davvero non si era accorto di niente?
Si sentiva un cretino.
"Comunque se tu mai voglia provarci con lei, beh, ti do il permesso"
"Grazie Ron" i due si augurarono la buona notte per poi chiudere gli occhi.

"Buongiorno" aveva un sonno tremendo, quella sera non aveva dormito, e per di più era tenuta sotto stretto controllo da parte di alcuni ragazzi di Serpeverde, da quando la Umbridge la sera prima li aveva beccati nella Stanza delle Necessità.
"Giorno" rispose il fratello portandosi una forchettata piena di uova strapazzate alla bocca, Ginny si servì con ciò che le piaceva di più e iniziò a mangiare.
La mattina, diversamente da Ron e George, preferiva ingerire qualcosa di dolce, in grado di tenerla sveglia e carica per il resto della giornata.
"Buongiorno" a passo strascicato Harry gli si sedette accanto "Buongiorno" disse nuovamente Ginny guardandolo.
Si vedeva che quella mattina aveva fatto tardi: i capelli corvini erano sparati in ogni direzione, più in disordine rispetto alle altre volte, le occhiaie facevano a pugni sotto gli occhi verdi del ragazzo e gli occhiali erano messi male. Ginny lo fece girare e glieli aggiustò, lui le porse un sorriso e lei arrossendo ricambiò.
Si sentiva di nuovo come la Ginny di due anni prima, quella che scappava solo nel vederlo nella sua stessa stanza. Però le piaceva quella sensazione, si sentiva una bambina alle prime armi con un sentimento simile.
"Ginny, ieri ho dato a Harry il permesso di provarci con te" disse Ron ingoiando un boccone, la ragazza arrossì violentemente diventando un'unica cosa con i suoi capelli, Harry arrossì e con dei colpi di tosse cercò di mascherare l'imbarazzo "Ronald!" disse Hermione sedendosi al suo fianco e trattenendo una risata.
"Che ho fatto?" Hermione li indicò e Ron rise di gusto, bastava così poco per metterli in imbarazzo?
"Comunque, Harry, non scherzavo" disse poi tornando al suo piatto lasciando sorpresa Ginny.
Da come ricordava Ron non era mai stato un tipo molto sensibile, anzi, in tutta la famiglia Weasley la sensibilità non esisteva, tutti i suoi fratelli - lei compresa - non erano capaci di tenere la bocca chiusa, se pensavano a una cosa dovevano dirla, se volevano una cosa l'ottenevano a costo di andare contro tutto e tutti.
Solo che lei e Ron erano più timidi rispetto agli altri.
Harry prese coraggio e guardò la ragazza, in fondo che c'era di male a chiederle un appuntamento?
Non sarebbero neanche usciti dal castello visto che di gite a Hogsmeade non se ne facevano di più, la causa? Nuovo decreto emanato dalla Umbridge.
I ragazzi dovevano essere più dediti allo studio e, di conseguenza, il divertimento doveva essere messo da parte.
"Ginny, senti, ti va di fare un giro, oggi?" la ragazza annuì e sorrise "Allora ci vediamo fuori la Sala Grande dopo le lezioni, ti va bene?"
"Sì, perfetto, a dopo" disse prendendo le sue cose e uscendo da quella sala affollata, la prima cosa che vide appena uscita fu un Malfoy terribilmente gonfio e impaurito.
"Maledetti Weasley, aspettiate che..." iniziò Draco indicandoli con le dita a salsicciotto.
"...mio padre lo venga a sapere" continuò Fred sbuffando "Dovresti cambiare repertorio, sai?" continuò George ammirandosi le unghie mangiucchiate in alcuni punti "Ormai sei ripetitivo" continuò Fred poggiandogli una mano sulla spalla.
"E poi, cosa avremmo fatto noi?" continuò George, Ginny stanca di stare a guardare il siparietto messo su da quei tre andò a lezione.

"Weasley e Weasley, se vi becco le frustate a testa in giù non ve le leva nessuno" George era nascosto dietro a una colonna poco distante da Fred, guardava Gazza con sguardo divertito, avevano fatto un bel po' di casino con quei fuochi d'artificio in quel corridoio, tanto da rovinare qualche parete e quadro , ora il caro e vecchio custode era costretto a rimettere tutto in ordine.
Avevano deciso di combinare quanti più scherzi possibili in quei tre giorni essendo gli ultimi a Hogwarts, in un modo o nell'altro volevano lasciare il segno, il segno di un inizio di ribellione nei confronti di un dittatore in rosa.
Fece segno al fratello di avviarsi mentre lui rimaneva ancora fermo dietro alla colonna, Gazza non era riuscito a beccarli neanche stavolta. Fred passò attraverso il passaggio segreto alle sue spalle, e lo stesso fece George poco dopo.
"Ora tocca alla Umbridge" disse sorridendo perfidamente al gemello, per lei avevano grandi idee da mettere in atto e nessuno li avrebbe fermati.

Le lezioni erano finite, Harry aveva lasciato l'aula di corsa abbandonando i libri in Sala Comune, il tempo di darsi una sistemata allo specchio e poi giù di corsa per le scale con come unica destinazione l'ingrasso della Sala Grande.
Felice che la ragazza ancora non era arrivata di poggiò al muro per riprendere fiato. Dopo circa dieci minuti di attesa - che a Harry erano sembrate ore - la ragazza arrivò di corsa "Scusa il ritardo" disse riprendendo fiato "Tranquilla, sono appena arrivato" piccola bugia, del tutto innocente.
"Andiamo?"
"Sì" e i due si avviarono all'esterno del castello diretti verso il Lago Nero.

Erano seduti in riva al Lago, il silenzio era padrone del posto, nessuno dei due parlava osservandone la superficie  piatta.
Un leggero soffio di vento scompigliò i capelli di entrambi, erano giunti quasi a metà Marzo e l'aria era leggermente più tiepida, non come nei mesi di aprile e giugno, ma era possibile uscire senza mantello dal castello.
"Ronald è un idiota" disse d'un tratto Ginny facendo accigliare Harry "Perchè?" Ginny rise spostandosi una ciocca di capelli dal viso portandola dietro a un orecchio "E' capace di mettere in imbarazzo chiunque, anche se non se ne rende conto" Harry rise, insieme alla ragazza, però un po' era felice che l'amico avesse detto quelle parole, gli aveva evitato una gran fatica nel chiedergli un appuntamento, se così si poteva definire quello.
Da lì iniziarono a parlare di tutto e di più, Harry parlò dell'affetto che lo univa a Sirius mentre Ginny parlò della sua famiglia.
Piano a piano la sera arrivò, con gran dispiacere da parte dei due "Dovremmo tornare dentro, tra poco si cena"
"Sì" rispose Ginny alzandosi e pulendo la gonna dai residui di erba. Harry prese uno stelo d'erba e lo trasfigurò in un piccolo fiore dal colore candido come la carnagione della ragazza per poi porgerglielo "Almeno un ricordo te lo devo" gli disse innocentemente facendo sorridere di cuore la ragazza.
Tornarono in tempo per la cena e prima di attraversare le porte per la Sala Grande Ginny lasciò un bacio innocente sulla guancia del bambino sopravvissuto facendolo sorridere.
Quella giornata, per entrambi, era stata perfetta.



Buonaseraaaaaaaaaaaaa!
So che non è orario per pubblicare, ma davvero non sapevo tra quanto sarei riuscita a pubblicarvi il seguito, questa settimana sarà abbastanza piena per me: domani devo andare a fare delle compere e giovedì devo andare dal tatuatore e, sti cazzi, non ho tempo per respirare aiutando pure mia madre in casa.
Fortunatamente sono riuscita a concludere questa schifezza in tempo per questa sera.
E' la peggior cosa che abbia mai scritto in diciotto anni di vita, e di cose ne ho scritte parecchie eh.
L'ho dedicato quasi del tutto a Harry e Ginny avendoli snobbati per un po'
Ho cambiato del tutto una vicenda presente nel libro, modellandola a modo mio per renderla più mia, spero che ciò non vi dispiaccia.
Ho aggiunto solo alcuni dei tanti scherzi che i gemelli faranno in questi 'tre giorni' prima di partire, e da quanto avete visto non ho parlato molto della coppia principale della storia.
Sono infame, lo so, ma alla fine mi amate per questo, no?
Ora vado a mettere giù una bozza per il continuo, so già cosa fare.
Vi lascio riposare in pace, sperando non abbiate incubi a causa di questo obrobrio, a preso!

Vera.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Dodici. ***


Dodici.

Meno due giorni alla partenza, Fred si aggirava per i corridoi di soppiatto con George diretti verso le cucine del castello.
Avevano grandi idee per la colazione dei Serpeverde e della Umbridge.
Attraversarono il ritratto dopo aver accarezzato la pera del dipinto e trovarono già le tavole imbandite per ogni casata e per il tavolo degli insegnanti.
"Alla Umbridge che ne dici di un po' di lassativo?" chiese George ottenendo il consenso da parte di Fred che estrasse dalla tasca delle capsule colorate.
"Queste, invece, le diamo ai Serpeverde" e le lasciò cadere nelle varie bevande.
Il giorno seguente ci sarebbe stato da ridere e anche tanto visto chi era a fare quegli scherzi.

La maggior parte degli alunni erano seduti ai tavoli, ognuno mangiava tranquillo, solo due ragazzi identici seduti al tavolo dei Coraggiosi Rosso-Oro ridacchiavano di tanto in tanto.
"Sta a vedere" disse uno dei due, esattamente George, indicando un ragazzo del settimo anno Serpeverde. Bevve un po' dal suo bicchiere e la pelle del ragazzo diventò fosforescente.
A un altro gli si allungò la lingua, a un altro ancora le gambe diventarono molli come gelatina.
Ognuno di quei ragazzi stava avendo razioni diverse a seconda della bevanda che ingerivano.
La risate si alzarono dagli altri tavoli, quelli più divertiti erano i Grifondoro vista la grande rivalità tra le due case.
Fred e George spostarono lo sguardo al tavolo degli insegnanti dove videro la Umbridge fare varie smorfie per poi correre via tenendosi lo stomaco. I due si schiacciarono il cinque per poi far vagare lo sguardo sui visi divertiti dei compagni: fu in quel momento che Fred la vide ridere e ogni sua piccola particella di felicità si polverizzò facendo tornare a galla quel bacio.
Meno la vedeva e meno ci pensava, era questa la sua logica, sperava che una volta andati via dal castello tutto sarebbe passato, tutto sarebbe tornato come prima: lui il fratello gemello combina guai e lei il prefetto-perfetto rompipalle. Lui sarebbe stato solo da sfondo per la vita di lei, e lo stesso lei nella sua vita.
Anche se a pensare ciò sentiva come un macigno nel petto, lui non la voleva come sfondo della sua vita, lui la voleva come perno principale della sua vita.
Provò a bere un po' d'acqua sperando che quel dolore bizzarro al cuore passasse e che quel nodo in gola si sciogliesse.

"Allora, com'è andato l'appuntamento con Harry?" Hermione aveva bisogno di distrarsi, ormai i compiti e le lezioni non l'aiutavano più come dovevano "Bene, abbiamo parlato e scherzato e poi lui mi ha regalato un fiore" disse la rossa sorridendo allegra.
"Sai, un po' v'invidio" sospirò Hermione stringendo i libri al petto, alzò lo sguardo cercando quella testa rossa tra i ragazzi presenti in corridoio sperando ardentemente di incrociarlo, anche solo per un istante.
"Perchè?" chiese Ginny, pur conoscendo già la risposta, decise di far parlare l'amica, di farla sfogare.
La vedeva persa in questi giorni, persa nei suoi pensieri.
"Perchè in un modo o nell'altro riuscite sempre a stare bene insieme, siete capaci di comprendervi e volervi bene, invece io..." deglutì a vuoto abbassando lo sguardo, si sentiva stranamente triste, certo c'era imbarazzo nel vederlo ma lei avrebbe tanto voluto potergli parlare tranquillamente come se niente fosse, anche perchè lo capiva, per lui quel bacio era stato un errore, un errore da non commettere nuovamente ma lei... beh, lei avrebbe voluto commettere di nuovo quell'errore. Sorrise impercettibilmente sfiorandosi le labbra "...invece io, non posso comportarmi apertamente con lui come fate voi, non ho il coraggio di sorridergli come fai tu, non ho la forza di guardarlo per troppo tempo negli occhi, non posso amarlo apertamente come tu fai con Harry" concluse lei stringendo di più i libri. Sembrava essersi tolta metà del peso che aveva sul cuore.
"Dovresti farlo, dovresti farglielo capire" rispose la rossa salutando una ragazza del suo anno di Tassorosso "Dovrei, appunto, ma non posso, ho paura, capisci? Paura di un rifiuto sicuro. C'hai visti? Siamo due mondi diversi. Siamo come l'acqua e il fuoco" Ginny sorrise per poi guardarla "Io non mi farei tanti problemi, sai?" disse poi girandosi lasciando Hermione alquanto confusa nel corridoio.

In quegli ultimi tre giorni nella scuola stavano seminando il panico, molti ragazzi di Serpeverde quando li vedevano giravano alla larga impauriti da un altro loro probabile scherzo, la Umbridge li teneva strettamente d'occhio, al primo passo falso sarebbero finiti nei guai ma a loro non interessava.
Quando i gemelli Weasley si mettevano in testa una cosa dovevano portarla al termine, a ogni costo.
Stavano in un angolo della Sala Comune a confabulare con l'aiuto di Lee, avevano deciso che il ragazzo avrebbe dato loro una mano nel progettare gli scherzi ma non a metterli in atto, lui sarebbe rimasto a scuola e sarebbe stato meglio tenerlo alla larga dai guai.
"E se invece..." iniziò Lee indicando uno dei loro Tiri Vispi, i due annuirono accettando l'idea, non era bastato neanche terminare la frase visto l'affiatamento che c'era tra i tre, è vero a volte i gemelli tendevano ad escluderlo ma non per egoismo, erano pur sempre gemelli e di conseguenza l'affiatamento tra loro due era diverso da quello con il ragazzo.
Quello sarebbe stato lo scherzo migliore di quei sette anni in cui avevano frequentato Hogwarts, degno di essere ricordato.
I loro nomi sarebbero rimasti nella storia, già lo sapevano, ne erano sicuri.

Li osservava, anzi, lo osservava senza distogliere lo sguardo dalle sue spalle, era intento a parlare con il gemello e Lee Jordan. Si domandava cosa stessero tramando, forse un modo per tenere alla larga la Umbridge in modo da far parlare Harry con Sirius o qualche altro stupido scherzo ai danni dei ragazzi di Serpeverde. Posò la penna al fianco della pergamena e poggiò il viso sulle mani chiudendo gli occhi.
L'immagine di quel bacio era ancora impressa nella sua mente e ogni volta sorrideva nel ripensarci.
Peccato che per lui non era significato niente, magari poteva essere lei a fare il primo passo, ad andare da lui e parlargli, certo non di quello, sarebbe stato troppo imbarazzante per entrambi, ma parlargli anche di una sciocchezza l'avrebbe fatta sentire bene.
Decise di alzarsi e fare quel  grande passo ma mentre lo faceva il ragazzo si alzò, seguito dal gemello e l'amico, uscendo dal ritratto lasciando così la Sala Comune.
Anche quest'occasione era sfumata e tristemente si risedette sulla sedia trattenendo il respiro a causa del dispiacere, si sarebbe rifatta più avanti, aveva altri tre mesi a disposizione prima che la scuola finisse.

Quasi gli dispiaceva vedere la ragazza cercarlo tra la folla e vedere che non ricambiava il suo sguardo, ma George sapeva meglio di chiunque altro il perchè il fratello lo facesse.
Aveva paura, paura di non essere all'altezza di un sentimento così grande. Fred non era mai stato un tipo molto affettuoso se non con lui e Ginny, di solito il suo affetto non lo mostrava esplicitamente, ma se lo si conosceva si sapeva che il ragazzo tendeva a dare fastidio e prendere in giro chi voleva bene e attirasse la sua attenzione. Ma a quanto pare la Granger non l'aveva capito.
"A che pensi?" chiese il fratello vedendolo distratto, George scosse la testa e sorrise "A niente" ma tanto sapeva che Fred aveva capito tutto.
Nessuno dei due poteva nascondere qualcosa all'altro, erano troppo uniti, così simili ma allo stesso tempo diversi.
"Dovrei essere io quello a starci male"
"Ma lo so che tu stai male" Fred non rispose, sì, lui ci stava male, terribilmente male, soprattutto in quel momento, il giorno successivo sarebbe andato via e la ragazza si sarebbe dimenticata di quel momento mentre lui l'avrebbe custodito gelosamente nascondendolo dai suoi ricordi.
"So che non dovrei intromettermi nella tua vita privata, ma... sei sicuro di ciò che fai?"
Lasciò la presa sulla piccola fune che stringeva tra le mani facendo cadere un baule pieno di caccabombe sulle teste di alcuni ragazzini del primo di Serpeverde, era sicuro di ciò che faceva? No. 
Ma allora perchè lo faceva? Perchè era un idiota, ecco perchè.
"Sì, ne sono sicuro" ennesima bugia, ennesima volta che George capì: suo fratello stava sbagliando pur sapendolo ma lui non poteva farci niente, non era nessuno per giudicare il suo comportamento.
"Farò finta di crederti se è quello che vuoi"
"Grazie George" il gemello gli diede una pacca sulla spalla per poi ridere sommessamente: quei ragazzini erano sporchi dalla testa ai piedi e per di più puzzavano come non mai.

Mancava poco al grande giorno, Harry sarebbe riuscito finalmente a parlare con Sirius, ma Hermione aveva paura, e se lo avessero scoperto?
E se i gemelli non fossero riusciti a tenere a bada la Umbridge?
E se sarebbero finiti tutti nei guai?
I due si avvicinarono al trio accompagnati da Ginny, dovevano discutere del piano e degli ultimi particolari aggiunti "Allora?!" chiese Harry in ansia "Calmati Harry, siamo qui per dirvi che domani alle 5.00 del pomeriggio ci sarà uno spettacolo nel corridoio di Gregory il Viscido*, tenetevi pronti" aveva detto George guardando il ragazzo.
Hermione si soffermò a guardare Fred, aveva gli occhi scuri, spenti, come se qualcosa lo tormentasse, guardava nel vuoto con le sopracciglia aggrottate e le mani nelle tasche. Osservò il profilo del ragazzo notando le sue lentiggini a tratti chiare e a tratti scure, le labbra fini tenute in un broncio quasi invisibile.
Cosa ti succede, Fred?
Si alzò andandogli di fronte, era stanca e voleva aiutarlo in qualche modo "Posso parlarti?" tutti la guardarono sorpresi, compreso Fred che sembrò riacquistare quella luce spenta nei suoi occhi blu..
"Di cosa vorresti parlarmi, Granger?" il suo tono di voce era diverso, notò Hermione, più acuto e ironico  "In privato" continuò questa volta lei prendendolo per il maglione.
"Dove mi porti Granger?" la ragazza si fermò pensando, dove poteva portarlo? "Alla Serra" disse annuendo a sè stessa e tornando a camminare, Fred prese a seguirla, nessuno dei due parlò, era un silenzio carico d'imbarazzo e tensione.
Camminarono in quel tunnel buio per un po' arrivando finalmente alla porta della Serra, Hermione la spalancò e vi entrò seguita dal ragazzo.
"Allora?" chiese subito lui mentre chiudeva la porta "Che ti succede?"
"Niente" rispose semplicemente scrollando le spalle.
"Il niente non può tormentarti così" riprese a parlare Hermione abbassando lo sguardo, stava facendo la figura della ragazza impicciona - cosa che lei non era - ma non le interessava, era preoccupata per lo strano umore del ragazzo rosso davanti a lei.
"Appunto perchè è niente che riesce a tormentarmi" aveva assunto un tono di voce freddo e tagliente, Hermione alzò lo sguardo confusa, che voleva dire? E perchè si comportava così?
"Allora parlami, dimmi perchè ti tormenta" rispose quasi urlando.
"Non puoi capire, e poi a te cosa importa?!" continuò urlando anche lui, stavano litigando di nuovo, oh no.
"M'importa perchè per me sei importante, capisci?! Sei importante quanto Harry e Ron, sei l'unico con cui mi sono aperta realmente oltre a loro due, e scusami se mi preoccupo per te idiota che non sei altro!" urlò di rimando lei, si passò le mani tra i capelli frustrata da quella situazione.
Fred rimase spiazzato, per lei era importante, per lei...
Dannazione, non poteva dirgli certe cose, dopo non avrebbe fatto altro che starci peggio, cazzo.
Doveva mettere un freno a tutta quella situazione, doveva dirle addio a modo suo una volta e per tutte.
"Tu per me non sei nessuno" rispose in un sussurro, bugia, tremenda bugia, ma Hermione questo non lo poteva sapere, lei non capiva quando Fred mentiva.
Hermione rimase spiazzata per quella confessione e cercò di trattenere le lacrime, non voleva piangere per l'ennesima volta a causa di uno stupido Weasley, ma lei doveva aspettarselo, era stato solo un gioco per lui: quei sorrisi, quelle carezze, quel bacio, tutto un gioco.
"Stronzo" urlò lei, ferita, andando via e lasciandolo solo in quella stanza, corse a perdifiato verso il bagno dei Prefetti, lì sarebbe stata sola.
Aveva bisogno di piangere, quelle parole l'avevano ferita nel profondo creando una spaccatura al suo cuore dividendolo in due.
Dannato Weasley.
Dannata lei.
Che vada al diavolo.
Pronunciò la parola d'ordine ed entro nel bagno, si mise davanti all'unico specchio enorme che vi era al suo interno e si guardò, gli occhi lucidi e rossi, le labbra gonfie a forza di morderle e trattenere i singhiozzi, i capelli in subbuglio. Ma ciò che era messo peggio era il suo cuore, lo sentiva sanguinare.
Faceva così male il rifiuto di una persona?
"Tu per me non sei nessuno" quella frase le si ripeteva continuamente in testa, per lui non era niente e mai lo sarebbe stata. Si lasciò scivolare contro il muro poggiando la testa sulle ginocchia, iniziò a piangere e singhiozzare violentemente, lei lo sapeva, eppure perchè le faceva così male?
Perchè l'amore, un sentimento così bello e puro provocava un dolore simile?
Singhiozzò a lungo in quell'angolo di bagno addormentandosi a causa della stanchezza, delle lacrime versate e del mal di testa.
Sperava solo che quel sonno avrebbe portato via ogni suo dolore una volta per tutte.

Idiota, idiota, idiota, era questo che si ripeteva in quella serra buia, era riuscito a ferirla per l'ennesima volta nel giro di poco tempo.
"Sono un idiota" disse tra i denti colpendo un vaso facendolo andare a pezzi, immaginava il cuore di Hermione finire a pezzi come quel vaso di terracotta. L'unica differenza era che il vaso sarebbe tornato normale solo con un incantesimo mentre il cuore di lei no.
Colpì violentemente un altro vaso facendolo finire nel vetro della serra, anche quello si ruppe.
L'aveva fatto per lui, per lei, così una volta andato via l'avrebbe odiato e si sarebbe dimenticata tutto. Tutto.
Si passò le mani sporche di terra e sangue sul viso e tra i capelli sporcandoli. Si diede una ripulita con la bacchetta avvolgendo delle fasce alle mani e uscì dalla serra sperando di nascondere tutto ciò che era successo al suo interno, ora come ora non vedeva l'ora di andarsene da quel posto, da quel castello, non vedeva l'ora di riprendere la sua vita tra le sue mani e di gestirla come prima.
Tutto ciò che era successo in quelle mura dovevano rimanere in quelle mura.

"Che è successo, Freddie?" George aveva capito che qualcosa non andava, soprattutto dal fatto che aveva le mani fasciate "Niente Georgie, tranquillo, hai posizionato la trappola per tenere occupati i Serpeverde domani mattina?"
Cambiava discorso nascondendo ciò che sentiva, George lo aveva capito nuovamente ma lo lasciava nell'illusione di saper tenere segreto il suo stato d'animo.
"Sì, tranquillo Freddie" e con quel tranquillo non intendeva solo ciò che pensava lui, ma tutto quello che gli stava succedendo, doveva stare tranquillo, sì, ma il problema era che lui di pazienza ne aveva poca e di tranquillità in lui non c'era neanche traccia.
Chiuse gli occhi sperando che quella strana morsa che gli attanagliava lo stomaco andasse via, sperava che il sonno gli portasse via ogni pensiero, ricordo e dolore.
Ma ultimamente Fred era stanco di sperare.

"Hermione, per Merlino, stai bene!" quasi lo urlò Ron quando la vide rientrare in Sala Comune verso notte fonda.
Harry e Ron erano rimasti ad aspettarla non vedendola rientrare con il ragazzo dai capelli rossi, il quale correva senza degnare nessuno di uno sguardo per poi dirigersi verso i dormitori, e impauriti da un eventuale litigata avevano aspettando pazientemente.
Ron l'abbracciò di slancio e Hermione si lasciò cullare da quelle braccia tanto amiche.
Se solo loro sapessero...
"Che t'è successo? Hai l'aria stravolta!" e infatti era così, la divisa era leggermente sgualcita in alcuni punti, le maniche del maglione leggermente bagnate e gli occhi rossi e cupi.
"Io..." poteva dirglielo? Ma poi avrebbe dovuto raccontare tutta la storia, in fondo loro erano i suoi migliori amici, di sicuro avrebbero capito e non avrebbero giudicato.
"Devo raccontarvi un sacco di cose" disse solamente bisbigliando guardando i due che annuirono più seri che mai.
Si sedettero sulle poltrone davanti al fuoco dove prima c'erano solo i due ragazzi e iniziò a parlare sorridendo di tanto in tanto e rabbuiandosi verso la fine, quando arrivò al litigio di quella sera quelle parole tornarono a rimbombare nella sua mente facendola sentire di nuovo impotente e inutile come non mai.
"Fred è un idiota, ma non insensibile come come vuole far credere, se l'ha fatto c'è un motivo..." cercò di dire Ron, ma venne interrotto dalla ragazza che scuoteva la testa "No, non c'è nessun motivo Ron, se non quello di farmi star male, ma io ho chiuso con lui" disse la ragazza, ora che si era sfogata la tristezza era scemata via lasciando spazio alla rabbia. 
"Hermione, ora sei solo arrabbiata, non pensi realme..." il ragazzo sopravvissuto venne interrotto, anche lui, dalla ragazza "Sai cos'è peggio, Harry? Provare qualcosa di ben oltre all'amicizia per lui, qualcosa che non si può spiegare a parole, quindi più che arrabbiata con lui lo sono con me stessa che mi sono lasciata abbindolare così da lui" di nuovo sentiva le lacrime premere per uscire, senza dire altro salì nel dormitorio del quinto anno lasciando i due ragazzi dispiaciuti al piano inferiore.
Era la prima volta che Hermione dichiarava apertamente qualcosa a loro due, di solito quelli da consolare erano loro: Ron a causa del fatto che essendo l'ultimo figlio maschio della famiglia si sentiva inferiore a tutti gli altri e l'unica ad alzargli l'autostima era Hermione, Harry a causa del suo passato, del suo presente e del suo futuro si era ritrovato continuamente prove difficili da superare e negli ultimi cinque anni lei gli era stata più vicina che mai facendolo sentire un po' meno solo.
Ora entrambi si sentivano in dovere di aiutare la propria amica pur sapendo che non sarebbero arrivati lontani.

La notte appena trascorsa poteva essere catalogata tra le peggiori secondo Hermione, non aveva fatto altro che girarsi e rigirarsi nel letto, qualche volta le lacrime uscivano spontanee e senza permesso bagnandole le guance e cadendo sul cuscino, altre volte sbuffava spazientita, voleva solo dormire  e non pensare, ma a quanto pare non era possibile.
La mattina si ritrovò con delle occhiaie abbastanza evidenti e il sorriso spento.
Ginny aveva provato a farle spiccicare parola ma oltre a monosillabi non rispondeva, ai saluti alzava lo sguardo e sorrideva amichevolmente alla persona davanti a lei per poi tornare subito in un altro mondo immersa nei suoi pensieri.
Pensieri ovviamente popolati da lui, sapeva che ciò sarebbe durato un bel po' soprattutto avendolo continuamente davanti agli occhi, non faceva altro che vederlo ovunque: entrava il Sala Grande e mentre andava a sedersi lo vedeva lì intento a parlare e scherzare con gli amici e il gemello - che stranamente era più taciturno del solito - andava verso il cortile del castello e lui era lì che rideva, ancora, in Sala comune e lui era lì, davanti al quadro a parlare amorevolmente con Angelina.
E lei soffriva in silenzio perchè quella con cui si rivolgeva con tanta allegria e con quel sorriso non era lei, ma un'altra.
Ormai le 5.00 si avvicinavano e lei sperava vivamente che tutto filasse liscio "Andiamo? Mancano dieci minuti" disse Harry prendendo il suo mantello dell'invisibilità, Hermione annuì alzandosi, era pronta a tutto per il suo amico, lo era sempre stata e lo sarebbe sempre stata.
Scesero le scale e poi si guardarono, Ron diede il via libera e si mise il mantello dell'invisibilità sparendo del tutto davanti ai suoi occhi.
"Io ora vado, voi andate pure al punto d'incontro scelto dai gemelli, ci vediamo tra poco" e detto fatto, con un po' di battito accelerato - un po' per quello che rischiavano e un po' per quello che lei provava - corsero fino al corridoio dove già alcuni ragazzi si erano riuniti, nel bel mezzo del corridoio non c'era altro che una palude con tanto di acqua putrida e fetida capace di far venire il voltastomaco anche alla persona più forte di stomaco.
I Gemelli, che erano al centro della palude, sorridevano divertiti dalla scena, Gazza corse accompagnato dalla Umbridge, erano stati beccati e Hermione aveva paura, cosa sarebbe successo adesso?
"Pronto George?" disse Fred sfoderando la sua bacchetta "Pronto Fred" disse a sua volta George sfoderando la sua bacchetta, che avevano intenzione di fare?
"Voi, ragazzacci pestiferi, nel mio ufficio e subito!" urlò la Umbridge dirigendosi verso di loro cadendo però nello stagno "Fred, guarda, è tornata nel suo habitat naturale!" tutti scoppiarono a ridere.
"Accio scopa!" urlarono in coro, passò poco prima di sentire un tintinnio di catene e vedere le scope volare, i due l'afferrarono togliendo le catene e salendoci, sopra.
No, si ripeteva Hermione, non possono farlo, non può farlo.
"Beh, se volete venirci a trovare ci troverete al nostro negozio..."
"...al numero 93 di Diagon Alley*..."
"...lì troverete altri scherzi di nostra invenzione" dissero sorridendo. Pix svolazzava felice alla loro altezza, prima di andarsene Fred gli sorrise malandrino "Falle vedere i sorci verdi anche per noi Pix*" il poltergeist si tolse il capello facendo un lieve inchino.
I due dopo aver dato uno sguardo alla folla volarono via.
Hermione non poteva crederci, se ne erano andati e non l'avrebbe più rivisto tra quelle mura.
Per l'ennesima volta in due giorni si sentì tradita e ferita, lui non le aveva detto niente di quello che aveva in mente, lei realmente non era importante per lui.

Il vento soffiava forte tra i capelli scombinandoli più del dovuto, finalmente quelle mura erano lontane da lui, non sentiva più quel senso d'oppressione intorno a lui si sentiva libero, ma per quanto riguarda il cuore, beh, quella è un'altra storia.
Si sentiva come quando le aveva detto quelle parole, se non peggio.
L'aveva abbandonata, in un certo senso, e si sentiva in colpa, soprattutto perchè gli  aveva esplicitamente detto che per lui provava qualcosa.
Allora perchè s'era tirato indietro?
Per paura, semplicemente per paura, aveva paura di avere una relazione stabile con qualcuno, aveva paura di soffrire per quella persona, aveva paura di essere abbandonato un giorno e quindi, prima di poter essere ferito, ha deciso di ferire.
Il tramonto era luminoso davanti a lui, non parlava, nessuno dei due parlava. Nessuno dei due aveva bisogno di parlare per capire l'altro. In quel momento avevano solo bisogno di pensare a loro stessi.
Pur avendo compiuto quest'azione dispiaceva a entrambi lasciare la scuola, lì c'era la loro seconda famiglia, non avevano salutato nessuno: Angelina, Lee, Alicia, Katie, Neville, Luna, Harry, Hermione... ma loro avevano deciso così e niente gli avrebbe fatto cambiare idea.
"Sai, Fred, sono dell'idea che avresti dovuto parlare in modo diverso con Hermione..."
"Perchè?"
"L'ho vista mentre ce ne andavamo, era...come dire, triste, ecco"
Fred schioccò la lingua sotto al palato come per negare quello che diceva "Ora mi odierà più di prima"
"Forse, ma nei suoi occhi di odio per te non ne ho visto" e Fred si ritrovò a sperare per l'ennesima volta che il fratello avesse ragione.





Buonasalve beautiful people!
Come state? Io distrutta dopo aver scritto questo capitolo, mi sento tremendamente giù a causa delle parole che ho usato.
Come se non bastasse fa un caldo esagerato il che non aiuta molto.
Sto vivendo in simbiosi con il mio condizionatore, siamo una coppia fantastica tzè.
Ma ora torniamo al capitolo: sì, sono una stronza, lo so, ma davvero, non potete capire quanto mi sento in colpa.
Devo ammettere che mi è riuscito abbastanza bene questo (lasciatemi pavoneggiare pls) 
Volevo pubblicarlo prima ma a causa dei vari impegni (finalmente ho il tatuaggio che volevo lol) e altro davvero non sapevo quando scrivere, e poi c'era anche il fatto delle poche idee per il continuo.
Avevo tutti in testa, il litigio, i gemelli che se ne andavano, ma non sapevo come metterlo in atto.
Ma anyway, ci sono riuscita, no?
So che mi odierete, ma giuro che mi farò perdonare, vi dico solo che nel prossimo capitolo ci sarà altreattanta tristezza, ma di certo non mancherà un po' di allegria.
Spero mi perdoniate, a presto.

P.s come sempre cari lettori silenziosi, se volete recensire la storia, pure per dirmi che sono una stronza senza cuore, potete farlo. Non me la prendo eh.
Per mandare avanti la storia sono importanti i vostri pensieri e pareri, le vostre correzioni.

Vera

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Tredici. ***


Tredici.

Era passata una settimana, nel castello ancora si parlava della bravata dei Gemelli Weasley.
Non c'era alunno che non li elogiava.
Grazie a loro aveva avuto inizio anche una specie di ribellione da parte di tutti gli alunni, addirittura i Tassorosso - che erano dediti alle regole e abbastanza pacifici - ne stavano combinando di tutti i colori.
Il giorno prima a causa di alcuni ragazzini del quarto anno Draco Malfoy e Pansy Parkinson furono portati in infermeria a causa del sangue che fuoriusciva dal naso senza sosta.
Pix  non faceva altro che lanciare bombe d'acqua, distruggere aule e altro solo per sabotare la Umbridge, stava mantenendo la promessa fatta ai Gemelli.
A capitanare quella pazza banda di scalmanati c'era Lee Jordan, che era capace di creare disastri pari a quelli dei gemelli, il quale in quel momento stava vendendo dei prodotti Weasley ad alcuni ragazzini.
"LEE JORDAN CHE DIAMINE STAI FACENDO?!" domandò furiosa Hermione, pensava che l'unica nota positiva di tutta quella faccenda fosse, appunto, l'abolizione dei Tiri Vispi dalla scuola, sperava di non vederne più tracce dopo la fuga dei loro inventori.
Ma a quanto pare si erano organizzati per bene quei due, ciò non fece che far imbufalire di più Hermione.
Lee la guardò con uno sguardo innocente nascondendo il sacchetto dietro alla schiena "Niente Granger, assolutamente niente" ma in fatto di astuzia non era come i gemelli perchè si fece portar via facilmente il sacchetto rimanendo a mani vuote e bocca asciutta.
"La prossima volta che ti vedo ne parlerò con la McGranitt, sarà lieta di sapere chi è al comando di questa ribellione" Hermione sorrise per poi andarsene, anche lei aveva preso parte ad alcuni scherzi, soprattutto nei confronti della Umbridge e quel sacchetto le sarebbe stato utile.
Dopo la partenza dei Gemelli si era subito messa all'opera per far sparire alcuni dei piatti con i gatti della donna dal suo ufficio facendoli cadere - accidentalmente - dalla Torre di Astronomia, oppure, nascondendosi col mantello dell'invisibilità, aveva trovato il modo di distruggere molte di quelle penne pericolose che la donna teneva chiuse in uno dei suoi cassetti sotto chiave.
Tutt'ora, però, nessuno sapeva che l'artefice era proprio lei.
Per quanto riguardava la Palude messa dai Gemelli, nessun professore si era azzardato a toglierla: anche loro, in un modo o nell'altro, erano riconoscenti ai due ragazzi.
La McGranitt forse un po' più degli altri: è sempre stata molto legata a Hogwarts e a Silente e vedere quel rospo in rosa al posto suo l'aveva mandata fuori controllo.
Hermione se ne era resa conto, era pur sempre il suo Idolo quella donna!
Durante quella settimana era stata capace di riprendersi almeno un po' dalla tristezza che la riempiva, quello di Fred era stato un colpo basso, ma lei iniziava a capire: lui non l'aveva mai illusa, era lei quella ad essersi creata delle illusioni, aspettative che non stavano nè in cielo nè in terra.
Ovviamente, a volte, una strana tristezza le stringeva la gola e si sentiva quasi soffocare, ma ciò accadeva solo quando si ritrovava da sola nel suo letto o nella biblioteca della scuola nascosta da tutti quei libri.
Non poteva farci niente, era più forte di lei, ma sapeva che con un po' di tempo tutto sarebbe passato e sarebbe tornato come prima.
Lo sperava con tutta sè stessa.

Era passata una settimana dalla loro fuga a Hogwarts e ne erano successe di tutti i colori: da quanto gli riferiva Lee a scuola c'era in corso una rivolta, quella settimana avevano litigato varie volte con i loro genitori a causa della loro scelta, tutto ciò che gli serviva nel negozio era da sistemare e molto spesso per completare il tutto facevano tardi riposando solo qualche ora nell'appartamento al piano superiore.
Era dura, ma loro avrebbero affrontato anche questo.
Fin da piccoli hanno affrontato tutto insieme e avrebbero continuato a farlo.
Fortunatamente erano rari i momenti in cui pensava a Hermione, anche perchè era molto occupato a preparare i loro prodotti  di conseguenza non aveva il tempo di pensare ad altro, non voleva pensare ad altro, soprattutto a lei.
Aveva deciso di chiudere in un angolo remoto della sua mente e del suo cuore tutte quelle sensazioni per tornare a comportarsi come aveva sempre fatto.
E si può dire che ci stava riuscendo alla grande "Scommetto che una volta finito tutti accorreranno qui" disse George sistemando lo scaffale delle Merendine Marinane "Ne sono sicuro" gli aveva risposto Fred pulendo alcuni scaffali più in alto.
"Diventeremo più famosi di Zonko!"
"A livello Nazionale"
"Anzi, Mondiale"
"Non è che vi state montando un po' troppo la testa, ragazzi?" i due si girarono per poi sorridere al più grande dei Weasley "Bill!"
"Che ci fai qui?!" esclamarono allontanandosi dagli scaffali "Papà mi ha chiesto di venire a dare un occhiata visto che mancate da tre giorni da casa" i gemelli sorrisero colpevoli, in fondo potevano farsi vivi una volta ogni tanto ma erano talmente presi dai preparativi che ogni cosa passava in secondo piano.
"Scusaci Bill..."
"Ma siete così presi dai preparativi che vi dimenticate di tutto e tutti, tranquilli, capisco" i gemelli si guardarono sorpresi per poi tornare a guardare il ragazzo dai capelli lunghi davanti a loro "Ma sei sicuro di non essere nostro gemello?!" chiesero in coro e Bill sorrise teneramente, potevano essere pure adulti e vaccinati ma quei comportamenti da bambini infantili che sorridevano per qualsiasi cosa, beh, gli calzava a pennello.
Riuscivano ad alleggerire ogni momento carico di tensione, c'era bisogno di gente come loro visto il periodo nero che stavano per affrontare.
Per questo loro erano i suoi preferiti caratterialmente - dopo la piccola Ginny, ovviamente.
"Percy si è fatto sentire?" chiese poi ad un tratto George facendo spegnere il sorriso sul volto del più grande "No, e mamma ci sta sempre più male"
"Quell'idiota, è meglio che non si faccia vedere altrimenti lo concio per le feste" George diede ragione al gemello mentre Bill sorrideva ironico.
"Vi serve una mano?" chiese poi, i due annuirono vivacemente "Ma non hai niente da fare per l'Ordine?"
"No, tranquilli, mi hanno dato qualche giorno di paura" da quando era stato messo su L'Ordine Della Fenice il ragazzo era sempre stato occupato a cercare informazioni girovagando qua e là per il mondo Magico senza un attimo di pace.
Era uno dei membri più attivi al suo interno, così come loro padre e Remus che non vedevano dall'estate passata a Grimauld Place. Erano stati gli unici fino ad allora ad avere più informazioni.
"Allora mettiamoci sotto e spiegatemi a che servono questi filtri, sembrano interessanti..."
"Vuoi provarli?" chiese Fred cercando di reprimere un sorriso "Oh, non ci tengo, grazie"

"Allora, che si fa ora?" erano esausti, avevano sistemato gran parte del negozio e tra una risata e l'altra si era fatto tardi.
"Direi di andare alla Tana, mamma vi starà aspettando con ansia, non vi ha ancora perdonati per la vostra malefatta ma è in pensiero per voi"  i due annuirono e, dopo essersi dati una sistemata, si materializzarono fuori casa loro.
"Forza, venite" disse Bill avviandosi verso la veranda con sorriso sulle labbra, i due lo seguirono in silenzio.
"Eccoci" disse il più grande appena entrato in casa, la madre corse all'entrata con un canovaccio tra le mani e lo sguardo allegro "Oh Bill caro, che bello rivederti così presto" la madre lo strinse in un abbraccio, una cosa che Molly adorava era poter stringere ogni suo figlio, guardò i due ragazzi identici e fece la stessa cosa con loro per poi lasciare uno scappellotto a entrambi "Ancora non vi ho perdonato!" disse poi col cipiglio severo che era solito avere con i due.
"Lo sappiamo mamma..." disse Fred grattandosi la nuca "...comprendiamo anche le tue ragioni" continuò George sorridendo.
"Ora venite che la cena è pronta"

"Hermione, puoi  correggermi il tema di Incantesimi prima di cena?" chiese supplichevole Ron, si stava impegnando, certo, ma la sua grammatica lasciava ancora a desiderare e ogni volta per Hermione era difficile capire ciò che voleva intendere.
"Dammi qua" lesse il tutto velocemente, poi con una piuma, prese a correggere tutti gli errori.
Ridiede la pergamena a Ron che la guardò confuso "Non ho sbagliato niente?"
"Certo che ci sono degli errori, guarda bene!" sbuffò la ragazza riaprendo il libro di Erbologia "No, non c'è segnato niente" disse di nuovo, Hermione gli strappò il foglio dalle mani e dovette dargli ragione... tutte le correzioni da lei fatte erano sparite.
Riprese la piuma per riscrivere nuovamente, ma prima di poggiarla sul foglio la fissò. Il fato ce l'aveva con lei allora. Pensava di averla persa o ridata indietro ma a quanto pare ce l'aveva ancora lei. "Scusa Ron, è che ho sbagliato ad usare piuma..."
"Non preoccuparti" ricorresse di nuovo il tema per poi porgerglielo nuovamente. La fissò per un periodo di tempo indeterminato, e lei neanche più ci pensava a quel ragazzo se non mentre dormiva.
Era un appuntamento fisso quello dei due nei sogni di Hermione, ogni sera appena si addormentava appariva dal nulla sorridendole e porgendole la mano, parlavano poco ma camminavano tanto.
Amava quei sogni così tranquilli, come aveva capito di amare lui.
"Hey, andiamo a cena?" chiese Harry alzandosi continuando a guardare la rossa dall'altro lato della Sala Comune, ancora non capiva il perchè non si fosse fatto avanti del tutto.
"Non ho tanta fame, anzi, ho sonno credo che andrò a letto" salutò i due per poi dirigersi in camera sua, si infilò il pigiama per poi lanciarsi sul letto sprofondando nel materasso, sorrise vista la morbidezza che l'avvolgeva e chiuse gli occhi dopo aver tirato le tende del letto.
Cadde subito in un sonno profondo e tranquillo.

Si svegliò di colpo, leggermente sudato e sconvolto.
L'aveva sognata, di nuovo, dannazione che gli prendeva adesso?
Lui doveva dimenticarla, e per dimenticarla intendeva anche non sognarla.
Si passò una mano sul viso, due settimane che non la vedeva e quel sentimento invece di acquietarsi era diventato più forte.
Che fosse vero e proprio amore? Lui neanche ci credeva a quelle cose pur avendo come esempio i suoi genitori, così uniti nonostante tutti gli anni passati insieme, nonostante la numerosa famiglia riuscivano sempre a ritagliarsi uno spazio per loro due.
"Ancora lei, Fred?" guardò verso l'alto, quel letto a castello stava diventando un po' troppo piccolo per entrambi, magari una volta racimolati abbastanza soldi avrebbero aiutato la madre e risistemare casa e fatto qualche regalo ai fratelli più piccoli.
"Ancora lei"
"Sono sempre più convinto che la tua non sia una semplice sbandata"
"Ne sono convinto anche io" e colpito da quella sua consapevolezza tornò a dormire.

*Qualche mese dopo.
I GUFO erano stati semplicissimi, almeno per Hermione.
Tutto era filato liscio, certo aveva avuto paura di poter commettere qualche errore ma era soddisfatta di ciò che aveva fatto.
"Mi sa che finirò a dare una mano a Fred e George in negozio" disse sconsolato Ron, sobbalzò sentendo il nome del ragazzo, era da qualche mese che non aveva più sue notizie e ogni volta che sentiva nominare qualcosa che lo riguardava o il suo nome sentiva come una fitta allo stomaco e al cuore.
Pensava che col tempo quel sentimento sarebbe diminuito e invece... invece si era rafforzato.
Hermione aveva avuto modo di affermare che sì, era innamorata, nel vero senso della parola.
Ma non come quando senti le farfalle nello stomaco, i capogiri e sorridi senza senso. Quello per lei era amore infantile, lei lo capiva perchè invece delle farfalle nello stomaco avvertiva una stretta calda al cuore. Lui per lei era casa. Casa che al momento l'aveva abbandonata ma se ne era fatta una ragione: per lui non era niente, di conseguenza avrebbe continuato a soffrire in silenzio cercando di tenersi dentro tutto.
"Non starai pensando ancora a lui?" chiese Harry guardandola con attenzione "Oh, no, tranquillo, piuttosto, tu e Ginny?"
"Avevo intenzione di invitarla a fare una passeggiata questo pomeriggio, alla fine degli esami"
"Harry, quando ti deciderai a dichiararti a lei? Mamma non aspetta altro!" disse Ron intromettendosi nella discussione "Io...ecco, beh..." diventò rosso e Hermione sorrise, Ronald era fantastico quando lo metteva in imbarazzo, ultimamente sembrava divertirsi parecchio nel farlo.
Ad un tratto si fermarono, Harry si portò una mano sulla fronte, precisamente dove era situata la cicatrice "Che ti succede?!" domandarono preoccupati i due "Un'altra visione..."
"Harry, no, allontana la tua mente dalla sua Harry, Harry..." ma sembrava non sentirla più troppo preso da quella visione.
"Sirius, Sirius è in pericolo"
"Harry, non può essere, lui te lo vuole far credere..."
Ma ormai il ragazzo era filato via lasciando solo la ragazza confusa e impaurita.

"Perfetto, allora seguite il piano"
Neville, Lune e Ginny si misero di guardia nel corridoio mentre Ron, Harry e Hermione s'intrufolavano nello studio della Umbridge, riuscirono a comunicare con Grimauld Place ma Sirius non era là.
"Dobbiamo andare al Ministero, Sirius è in pericolo, dobbiamo aiutarlo" la porta si spalancò e fecero capolino nella stanza proprio le persone che speravano di poter evitare: la Umbridge insieme alla squadra d'inquisizione tenevano bloccati Luna, Neville e Ginny.
"Cosa pensavate di fare, mocciosi?" erano in trappola, ma Harry non demordeva, doveva correre dal padrino e ci sarebbe riuscito a qualsiasi costo.
"Il veritaserum è finito quindi per farti parlare dovrò usare un altro metodo" disse la donna tenendo bloccato Harry sulla sedia, Hermione aveva capito a cosa si riferisse e cercò di elaborare un piano velocemente, era fortunata ad avere la capacità di avere il sangue freddo in momenti simili, aveva la fortuna di riuscire a pensare lucidamente.
Hermione riuscì a liberare lei e Harry portando via la Umbridge che li seguì fin dentro alla Foresta Proibita, convinta che lì ci fosse l'arma segreta di Silente ma ad attenderla c'era tutt'altro: i Centauri riconoscendola come un pezzo importante del Ministero la portarono via lasciando la strada libera ai due ragazzi.
Tornarono indietro incontrandosi a metà strada con gli altri quattro ragazzi "Beh, abbiamo dato loro delle pasticche vomitose, fortuna che ne avevo alcune in tasca" rispose Ginny affannata per poi guardare Harry.
Poi da lì partì la corsa contro il tempo, Hermione pur temendo il volo salì a cavallo di un Thestral seguita da tutti gli altri ragazzi,  per tutto il tragitto tenne gli occhi chiusi cercando di non pensare al fatto che era sospesa in aria su un animale che lei neanche poteva vedere, e per una parte si riteneva fortunata per questo.
"Seguitemi" seguirono Harry, armati di bacchette, attraverso l'entrata della cabina telefonica.
Dopo varie porte arrivarono nel punto in cui Harry aveva visto Sirius "Non c'è..." sussurrò affranto e allora capì, era come aveva detto Hermione, Sirius non era mai stato in pericolo, Voldemort aveva fatto di tutto pur di farglielo credere e lui povero idiota c'era cascato in pieno.
"Guarda Harry, qui c'è il tuo nome..." sussurrò calma Luna, una tranquillità assurda la sua, il ragazzo si avvicinò e sollevò quella sfera di cristallo. Intorno ai sei ragazzi alzò del vento e delle figure incappucciate fecero la loro apparizione.
Da lì iniziò una vera e propria guerra tra i ragazzi e i Mangiamorte, scappavano attraverso le varie porte e ogni volta venivano trovati, la stanza delle Giratempo esplose e con essa tutte le collane.
Hermione disarmò uno dei Mangiamorte per poi usare l'incantesimo 'Silencio' per ammutolirne un altro. Harry, al suo fianco, usò un Pietrificus Totalus "Bravo Harry..." ma la ragazza non continuò la sua frase perchè il Mangiamorte - quello precedentemente messo a tacere dalla ragazza grazie a un incantesimo - la colpì in pieno petto con un incantesimo capace di creare delle fruste.
La ragazza cadde a terra svenuta e Harry, impaurito di perdere una persona a lui cara come lei, si fiondò sul Mangiamorte lasciando Hermione a Neville, che era stato colpito precedentemente sul naso e aveva un paio di problemi nel parlare.
Il secondo a essere messo K.O fu Ron, ma non a causa di un Mangiamorte, si avvicinò fin troppo a dei cervelli - pensieri fluttuanti aveva pensato Harry - che lo avvolsero con i loro tentacoli nel tentativo di strozzarlo.
Erano rimasti solo in quattro, Luna venne colpita da uno schiantesimo, finendo contro un vetro e perdendo i sensi.
Ora erano in tre e Harry si sentiva tremendamente in colpa, se i suoi amici erano ridotti in quello stato era colpa sua, solo e unicamente sua, doveva opporsi e lasciarli a Hogwarts invece di lasciarsi convincere.
"Noi siamo con te Harry" aveva detto Ginny stringendogli la mano e lasciandogli un bacio a fior di labbra cercando di fargli forza, per un attimo sentì le gambe cedere ma si ricordò che non era nè il momento nè la situazione adatta  per  lasciarsi andare.
Durante il combattimento Ginny venne schiantata e perse i sensi. I sensi di colpa di Harry aumentarono, lui si era ripromesso di proteggerla e invece non aveva fatto altro che far ferire anche lei. Arrabbiato come non mai si scagliò contro l'ennesimo Mangiamorte mettendolo K.O per un bel po' poi da lì in avanti era tutto confuso per il ragazzo.
L'arrivo di alcuni membri dell'Ordine, Sirius che si batteva con lui, per lui, la Profezia andata distrutta.
Tonks che veniva schiantata da Bellatrix, l'arrivo di Silente, la morte di Sirius e il ritorno confermato di Voldemort.
Era tutto così confuso che il dolore della perdita e delle ferite subite a causa dello scontro con i Mangiamorte e con Voldemort lo fecero svenire.

Le faceva male la testa e anche tanto. Non ricordava niente, cos'era successo?
Aprì gli occhi per poi richiuderli avvertendo una fitta maggiore alla testa a causa della botta presa mentre cadeva. Provò ad aprirli nuovamente con calma e cercò di mettere a fuoco il posto in cui si trovava, tutto era bianco e quel soffitto lo conosceva bene: era nell'infermeria di Hogwarts.
Si portò su a sedere avvertendo una fitta atroce al petto, ora ricordava tutto: era stata colpita al petto da un incantesimo di un Mangiamorte.
Poi si ricordò di tutti gli altri, dov'erano Harry e Ron?
Ginny e Luna?
Neville?
Si guardò intorno impaurita ma sorrise nel vederli tutti nei propri letti.
Neville aveva al suo fianco la Nonna che preoccupata com'era non aveva avuto neanche il tempo di indossare le sue solite vesti.
Al fianco di Luna c'era un uomo dai capelli lunghi e biondi come quelli della ragazza, dedusse fosse il padre.
Vicino ad Harry c'era Remus con lo sguardo triste così come quello del ragazzo, tentò di alzarsi ma venne rimessa giù da delle mani, alzò il viso incontrando quello dolce e rassicurante di Tonks "Hanno bisogno di stare un po' da soli, devono metabolizzare la cosa..." sussurrò guardando preoccupata i due, soprattutto l'uomo accanto al ragazzo.
"Cos'è successo? Dov'è Sirius?" sussurrò accorgendosi della mancanza dell'uomo in sembianze canine "Hermione, purtroppo Sirius non ce l'ha fatta" la ragazza ignorando il dolore al petto corse verso l'amico e lo strinse, Harry ricambiò.
L'abbraccio venne interrotto da Silente "Ho urgente bisogno di parlare con Harry" Hermione lo lasciò andare e tornò al suo letto poggiandocisi sopra e tenendo lo sguardo basso.
Stava male, stava male per lei, stava male per Harry. Aveva perso realmente tutta la sua famiglia, non aveva più nessuno. Era rimasto solo sul serio. E poi Remus, era così...spento, non era più lo stesso, glielo si poteva leggere negli occhi.
Costretta da Madama Chips tornò a sdraiarsi e osservò i letti di fronte a lei, era tutta la famiglia Weasley al completo, sorrise vedendo quanto amore sprigionasse quella famiglia e un po' li invidiava: sempre così uniti.
Invece lei era figlia unica e non sapeva neanche cosa significasse avere un fratello o una sorella. L'aveva capito solo grazie a Harry, Ron e Ginny.
Strinse le lenzuola candide tra le mani, aveva voglia di piangere sentiva un peso enorme sul cuore. Tornò a guardare di fronte a lei e ebbe una fitta al petto, precisamente al cuore. Fred era lì, sorrideva a una battuta appena fatta dal gemello. Era vestito di tutto punto, si vede che gli affari al negozio andavano veramente alla grande, era felice per loro, per lui. Sorrise appena beandosi della risata del ragazzo mischiata a quella degli altri. Quasi ne aveva dimenticato il suono.
Una lacrima scese lenta e solitaria sulla sua guancia, seguita a ruota da altre, si ritrovò a piangere senza neanche sapere il motivo "Ragazza, che ti prende?" le domandò la donna facendo ricadere tutte le attenzioni su di lei, si mise le mani sul viso cercando di coprirlo. Che le prendeva? Perchè stava così?
"Io...Io non lo so..." sussurrò tra i singhiozzi, o forse si, lo sapeva il perchè ma non voleva ammetterlo.
Averlo a pochi passi di distanza l'aveva destabilizzata, le aveva fatto capire che quello che provava era più forte di quanto pensasse. E ora lei, stupida, ci stava male perchè aveva finalmente capito che lei non sarebbe mai stata felice con lui.
Doveva solo farsi da parte e lasciar perdere il tutto.
"Hermione..." sussurrò la Signora Weasley spostandole le mani dal viso, la strinse e a sè e Hermione avvertì l'affetto di una madre tra quelle braccia, ma non era ciò che cercava.
"Scusatemi, io, io non volevo, davvero..."
"Sfogati pure, non puoi tenerti sempre tutto dentro, ti capiamo alla perfezione" disse il Signor Weasley poggiandole una mano sui capelli crespi e ribelli, loro non potevano capire, non piangeva per la consapevolezza di aver perso Sirius, non che lui non fosse importante, ma si erano messe troppe cose insieme e Hermione non aveva retto più, era ceduta.
E lei non aveva mai ceduto così facilmente, mai.
 "Hermione..." sussurrò flebilmente quella voce, la ragazza si allontanò dalla donna e dall'uomo sorridendogli e pulendosi il viso rigato dalle lacrime. Cercò di mostrarsi forte e guardò il ragazzo davanti a lei, quegli occhi, quanto le erano mancati?
Sentì di nuovo gli occhi pizzicarle, si alzò dal letto saltandogli al collo, il dolore al petto non gli interessava più.
Stava facendo la figura della stupida ragazza frivola e priva di cervello davanti agli altri, ma a lei non fregava, lui era lì e la stringeva forte. Sentiva il cuore galoppare veloce, ora era felice, ora stava bene, ora era a casa.
Tutti li osservavano chi sorpreso e chi sereno: George, Ginny e Ron facevano parte di quelli sereni, erano felici di vederli così, vicini, mentre i genitori e il resto delle persone presenti erano sorpresi, non era da tutti i giorni vedere Hermione Granger abbracciare Fred Weasley o viceversa.
Le lacrime sgorgarono nuovamente dagli occhi della ragazza ma questa volta di serenità, sapeva non sarebbe durata a lungo ma sperava che quel momento non finisse subito.
Dopo un periodo di tempo indeterminato si staccarono, Fred le asciugò il viso con un fazzolettino preso dalla tasca della giacca e le sorrise, stessa cosa fece la ragazza.
Le era mancato, come quando sei in apnea e hai bisogno d'aria, Fred era la sua aria e ora averlo lì vicino che le sorrideva l'aveva aiutata a farla riprendere da quella sua apnea durata mesi.
Mesi che erano passati lentamente. Troppo lentamente.
"Mi eri mancata..." ammise Fred con un po' d'imbarazzo "Anche tu" rispose Hermione, qualcosa all'interno del suo petto si scaldò facendo arrossire la ragazza all'inverosimile, Fred stava per dire qualche altra cosa quando venne interrotto dalla madre.
"Fred, caro, puoi aiutare Ronald ad alzarsi dal letto" 
"Sì" rispose solamente, scompigliò i capelli alla ragazza per poi aiutare il fratello.
Sentiva il cuore scoppiare dalla gioia, allora non era vero che Fred non ci teneva per lei.
Sorridendo tornò a letto e sotto costrinzione di Madama Chips si addormentò, questa volta più serena.


Genteeeeeeeeeeeeeee!
Giuro, sto impazzendo a causa del caldo, sempre odiato e odierò fino alla fine oh!
Non sapete quanto c'ho messo a partorire questa fetecchia di capitolo, neanche la doccia riusciva a farmi venire idee nuove (niente più statua per lei, tzè)
So che alcune cose sembrano veloci come il bacio tra Ginny e Harry (non lo so perchè, ma me piaseva come idea lol) così come la morte di Sirius (non l'ho approfondita, non ce l'avrei fatta di nuovo) e la riappacificazione di Fred e Hermione.
So anche che alcune parti sono confuse.
So anche che non riflette tutto ciò che è accaduto sul serio nella fine del quinto libro, ma hey, è pur sempre una FanFicition!
Anyway, ho deciso di lasciarvi il mio Twitter qui https://twitter.com/mischievmanaged (non so se taggava quindi vi lascio il link)
Poi, volevo dirvi un'altra cosa, sto mettendo giù una OS/Drabble sempre su questa coppia e sono a buon punto, e boh, volevo sapere se vi andava di leggerla.
Riguarda al prossimo capitolo credo che dovrete attendere fino a venerdì/sabato, non credo sia molto.
Ora vi lascio.
Vi ricordo che per qualsiasi cosa, chiarimenti o simili, potete scrivermi qui o su Twitter (adoro quel social lol) anche se volete fare due chiacchiere, sono quasi sempre disponibile per parlare.
A presto!

Ps. Lettori silenziosi, vi prego, se avete voglia di perdere tempo o altro scrivetemi pure una recensione, che sia una critica o meno, accetto tutto.
Se poi mi offrite una pizza, ancora meglio!

Vera






Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Quattordici. ***


Quattordici.

Sorrideva, aiutava un cliente e sorrideva nuovamente, faceva una battuta e sorrideva ancora.
Si sentiva bene, stava bene.
Quel peso sul cuore che avvertiva fino a qualche giorno prima non c'era più e sentiva arrivare l'aria nel polmoni in modo normale.
Certo, tutto il mondo magico aveva capito che quelle di Harry non erano bugie e che Tu-Sai-Chi  era tornato realmente, ma lui era felice.
"Grazie e arrivederci!" disse George salutando una ragazzina dai capelli biondi.
"George, secondo te la Granger passerà l'estate da noi?"
"Molto probabilmente, perchè?" alzò le spalle e non rispose andando a prendere una boccata d'aria fuori dal negozio, lui voleva parlarle prima che l'estate giungesse a termine, ma a casa sua sarebbe stato un po' difficile ritagliarsi uno spazio per loro.
Aveva deciso, sarebbe andato lui stesso da lei per parlarle: doveva mettere in chiaro le cose una volta per tutte.

"Hermione" aveva sussurrato una voce calda e delicata, la ragazza si rigirò nelle coperte dandole le spalle "Hermione cara, svegliati" le tende della stanza vennero spalancate e una tremenda luce entrò dentro facendola accecare. Sua madre e i suoi risvegli così delicati le erano mancati.
"Che ore sono?" domandò strofinandosi gli occhi e stiracchiandosi "Le 8.00, scusa se t'ho svegliato così presto ma ho bisogno di un favore" la ragazza la guardò ancora assonnata trattenendo a stento uno sbadiglio "Dimmi pure"
"Tra poco devo andare a lavoro da tuo padre e non ho avuto il tempo di fare la spesa, potresti farlo tu?" Hermione annuì scendendo da letto, in fondo tra meno di un'ora lo stesso si sarebbe svegliata.
"La lista è sul tavolo vicino alle chiavi, ora devo andare, grazie ancora cara" le lasciò un bacio sulla guancia per poi andare via di corsa, sentì i tacchi scendere le scale di corsa e infine la porta di casa sbattere, la ragazza si lasciò cadere nuovamente sul cuscino chiudendo gli occhi, odiava fare la spesa ma un po' d'aria non le avrebbe fatto male.
Corse a farsi una doccia, mise dei semplici jeans e una camicetta colorata per poi cercare di domare i capelli in una semplice treccia, giusto per apparire meno disordinata del solito.
Scese le scale frettolosamente e prese i soldi, le chiavi e la lista dal tavolo.
Uscì di casa e l'aria calda la investì in pieno, certo non era un caldo asfissiante ma lei l'odiava. Odiava il periodo estivo ma non sapeva spiegarsi il perchè.
Stava per aprire il cancelletto davanti a lei quando un sonoro Crack di una smaterializzazione la fece sobbalzare.
"Heilà Granger!" la ragazza si portò la mano al petto cercando di calmane  il suo povero cuore, aveva rischiato un infarto!
"Stupido di un Weasley per poco non mi facevi prendere un infarto!" urlacchiò cercando di riprendere aria.
"Quante storie, dove vai di bello?" la ragazza aprì il cancelletto uscendo "A fare la spesa"
"Fantastico, vengo con te" e Hermione sorrise fingendo un dispiacere che non c'era, era felice di poter avere il ragazzo vicino a lei.
"Non devi lavorare oggi?" domandò lei curiosa chiudendosi il cancello alle spalle.
"Giorno libero" disse sorridendo ancora il ragazzo.

"No Fred, posa le uova" disse la ragazza rimettendo a posto una confezione di biscotti, okay, rimangiava tutto quello che aveva detto, il ragazzo lo preferiva lontano da lei in momenti come quello.
"Ma non erano sulla lista?" domandò innocentemente "No, come non lo erano le caramelle, le ciambelle, le patatine e i biscotti" disse la ragazza severa.
"Uffa, quanto sei acida Granger" portò le braccia dietro alla testa incrociandole con una smorfia annoiata sul viso, a volte era proprio un bambino. Hermione sorrise notando solo in quel momento che indossava degli abiti babbani.
"Dove hai preso quei panni?" gli chiese poi scegliendo quale tipo di spezia prendere per l'arrosto "Sai che papà è fissato con le usanze babbane, tutti noi abbiamo abiti simili nell'armadio" la ragazza annuì prendendo le varie spezie mettendole nel cestino della spesa.
"Perchè sei qui, Fred?"
"Niente, volevo passare un po' di tempo con te" Hermione arrossì, sempre dritto al sodo il ragazzo, senza neanche dei giri di parole.
"Prepariamo i biscotti?" chiese poi sorridendo, la ragazza annuì prendendo anche le gocce di cioccolato e la farina "Ora le uova servono" disse Fred poggiandole nel cestino e prendendoglielo da mano.
Rimase sorpresa, Fred Weasley che si comportava da galantuomo? Doveva assolutamente segnare un evento simile sul calendario!
Pagarono la cassiera per poi tornare a casa.

"No, Fred, mescola lentamente!" aveva detto la ragazza strappandogli la scodella dalle mani, il ragazzo rise di gusto vedendo il cipiglio severo e imbronciato che aveva assunto "Sai, sembri una bambina" la ragazza arrossì tornando a mescolare le gocce di cioccolato con il resto degli ingredienti "Mi prendi quella teglia dal forno?" chiese gentilmente, e il ragazzo la prese poggiandola sul piano del tavolo "Prendo un attimo lo spray per non farli attaccare alla teglia" disse la ragazza lasciando la bastardella con l'impasto nelle mani del ragazzo.
Spuzzò lo spray sulla teglia per poi usare due cucchiai per dare una forma tonda ai biscotti "Vuoi provare?" chiese al ragazzo che sorridendo annuì. Gli passò i cucchiai e sotto lo sguardo vigile e attento della ragazza preparò l'intera teglia "Nel frattempo cuociono iniziamo a pulire" disse impartendo poi ordini a destra e a manca. Non volendo - certo, non volendo - Fred fece cadere il sacchetto della farina mentre la posava nel mobile rovesciandola del tutto sul capo della ragazza che rimase a bocca aperta.
"So di essere bello Granger, ma chiudi la bocca"
"Sei fortunato che fino a settembre non posso usare la magia fuori da Hogwarts, Weasley" e così iniziò una vera e propria lotta con la farina e l'impasto rimanente dei biscotti.
"Sei spacciato Weasley!" urlò saltandogli sulla schiena e rovesciandogli quel poco d'impasto rimasto nella scodella, entrambi ridevano a crepapelle, si divertivano, stare con Fred la faceva divertire e sentire a suo agio.
Fred era felice di essere una delle cause di quel sorriso, tanto bello da essere diventato il suo chiodo fisso.
Hermione scese dalle spalle del ragazzo ancora ridendo, quest'ultimo si girò verso di lei ridendo fino a quando le risate non si spensero del tutto e sui loro visi non apparvero altro che sguardi seri e profondi, sguardi carichi d'amore e segreti.
"Fred..."
"Shh, zitta Granger, non rovinare questo momento" la accarezzò dolcemente i capelli e la ragazza chiuse gli occhi a quel contatto cercando di goderselo al meglio.
Fred avvicinò il viso a quello della ragazza e fece sfiorare le loro labbra, ma fu solo qualche istante prima che Hermione gli buttasse le braccia al collo facendo combaciare i loro corpi e loro labbra.
Fred sorrise durante quello scambio d'affetto, d'amore, per poi approfondire il tutto.
Hermione si sentì al settimo cielo, se il primo bacio tra di loro era stato fantastico questo era ancora meglio perchè entrambi avevano la consapevolezza di provare qualcosa di ben più profondo di una cottarella adolescenziale.
Loro si amavano.
A corto di fiato entrambi si staccarono ancora tenendosi stretti in un abbraccio, Fred sorrise, lo stesso Hermione. Per una volta non aveva voglia di trattenere la sua felicità.
"Hermione, tu mi piaci" soffiò sul viso della ragazza facendole battere il cuore all'impazzata "Anche tu, Fred" il timer del forno li fece sobbalzare riportandoli alla realtà, sorridendo si staccarono del tutto, Fred tornò a pulire mentre Hermione sfornava la teglia piena di biscotti.

"Verrai a passare le vacanze alla Tana?" entrambi erano seduti sul divano nel salotto di casa Granger, mangiavano i biscotti sfornati poco prima da loro.
"Sì, ma ovviamente aspetto un invito ufficiale da parte vostra" morse un altro biscotto, Fred le fece segno di sedersi più vicino a lui e Hermione, un po' rossa in viso dall'imbarazzo, lo fece. Fred le fece poggiare la testa sul suo petto e iniziò a giocare con i capelli della ragazza, quanto aveva sognato il momento di poter fare una cosa simile con lei.
"Per me potresti venire anche da adesso, non ci sono problemi" le sorrise vedendola rilassarsi sotto al suo tocco, le tirò una ciocca di capelli facendola staccare da lui "Ma sei scemo o cosa?"
"Cosa" rispose facendole la linguaccia per poi alzarsi "Credo di dover andare"
"Oh" aveva solamente soffiato la ragazza dispiaciuta "Se vuoi torno qui prima di andare a dormire, ma credo di dover prima vedere camera tua" il viso di Hermione si rallegrò e salì le scale andando verso la sua camera.
Aprì la porta facendo entrare prima lui, era una camera normale, poco vissuta si vedeva, ma nella norma.
La finestra aveva delle tendine azzurre che svolazzavano a ogni soffio di vento, al suo fianco una scrivania color crema con tutti i testi di scuola messi in modo ordinato, un 'intera parete era occupata dalla libreria, a terra c'era il baule ancora mezzo pieno, la cabina armadio con una porta color crema, dietro alla porta c'era uno specchio a figura intera. Al lato opposto della finestra c'era il letto coperto da delle semplici lenzuola bianche e un piccolo comodino color crema dove poggiato vi era un libro e una lampada da notte. 
"Semplice" disse lui annuendo divertito "Cosa c'è da ridere?" chiese lei offesa e cingendo le braccia al petto, il che fece ridere ancora di più il ragazzo "Niente" disse cercando di sembrare serio.
"Ora però devo andare, ci vediamo più tardi, Hermione" e la ragazza sorrise, amava quando pronunciava il suo nome "Perchè sorridi?"
"Mi piace come pronunci il mio nome" Fred le sorrise per poi smaterializzarsi lasciandola nuovamente da sola in quella casa.
Ora attendeva solo che la notte arrivasse veloce per stare con lui.

"Allora, Fred, com'è andata?" si era appena smaterializzato davanti alla porta del loro appartamento che George non gli diede neanche il tempo di entrare "Bene" rispose solo alzando le spalle "Neanche lei poteva niente contro il mio fascino" George sorrise, stava tornando davvero il Fred Weasley di prima.
Si sedettero sul divano con entrambi una burrobirra tra le mani "Non dormo qui" disse Fred e George lo guardò malizioso "Non state correndo un po' troppo?" chiese poi ridendo di gusto "Ci vado solo per dormire, se puoi vuole andare oltre..." entrambi risero ma Fred sapeva che non sarebbero andati oltre per il semplice motivo che nessuno dei due ne sentiva la necessità al momento.
A lui bastava vederla dormire affianco a lui, poi niente più sarebbe stato importante.

Hermione era sul suo letto, stava leggendo un libro o almeno ci provava, era minimo la decima volta che rileggeva la stessa frase senza capire realmente cosa significava.
Pensava e ripensava a Fred, e se la stava prendendo in giro?
E se quella sera non si fosse fatto vivo?
Che poi non le aveva neanche detto l'ora in cui si sarebbe fatto vivo.
Deglutì mettendo via il libro, si stava facendo troppi film mentali, magari una bella doccia fredda le avrebbe fatto bene, prese dei panni puliti e andò in bagno.
Mentre s'insaponava i capelli pensava e ripensava a come dire ai genitori che sarebbe stata con loro solo quel mese e che gli altri due sarebbe andata dai Weasley, in fondo non è che passavano molto tempo insieme quando era a casa visto il lavoro dei due.
Quindi di sicuro non si sarebbero opposti nel sapere che almeno la figlia non sarebbe stata da sola un'estate intera.
Ma se invece fosse stato il contrario? Si sarebbe sentita molto giù visto che avrebbe ritardato l'incontro con i suoi due migliori amici. Voleva parlare con Harry dal vivo e non solo attraverso delle stupide lettere.
In quel momento le odiava enormemente, e a Hermione piaceva leggere e scrivere le lettere.
Uscì dalla doccia rivestendosi e tornò in camera sua con un'asciugamano sui capelli per strofinarli bene e assorbire tutta l'acqua al loro intero: altro difetto dei capelli ricci, ci impiegava minuti che sembravano ore per completare tutta quell'azione.
Aprì appena la porta che venne tirata dentro per un braccio, stava per urlare quando le venne poggiata una mano sulla bocca "Hermione sono io, calma" aveva sussurrato il ragazzo portandosi un dito alle labbra per intimarla a fare silenzio "Idiota mi hai spaventata!" gli lanciò dietro l'asciugamano che aveva sulla testa facendo gocciolare i capelli sul tappeto color crema quadrato. Fred cercò di trattenere le risate vedendo i capelli della ragazza "Che ci ridi?" domandò lei stizzita il ragazzo le indicò i capelli e lei arrossì riprendendosi l'asciugamano tornando a sfregarla sul suo cespuglio, Fred si asciugò le lacrime per poi togliersi la giacca e prendere lui la situazione in mano, spostò le mani della ragazza dai suoi capelli e iniziò lui a sfregare l'asciugamano mentre Hermione arrossiva più di prima e il cuore le batteva all'impazzata.
Non sapeva se fosse una cosa normale quella del sentirsi ancora così pur sapendo che lui ormai stava con lei e ricambiava i suoi sentimenti.
"A che pensi?" le chiese il ragazzo fissandola con i suoi occhi celesti, erano visibili nonostante il buio della stanza interrotto solo dalla luce tenue della lampada che usava per leggere "Se è normale..." Fred la guardò curioso per poi aprirsi in un sorriso "Cosa?"
"Sentirmi ancora così..."
"Così come?"
"Tu come ti senti vicino a me, Fred?" quasi lo sussurrò vista la sfumatura che aveva assunto sul viso nel chiederlo, abbassò il viso, poi Fred glielo rialzò, aveva ancora quel sorriso sulle labbra.
"Tremendamente bene" le aveva soffiato sulle labbra per poi lasciarvi l'ennesimo bacio. Hermione sorrise per poi poggiarsi sul letto "Sai, credo che per un po' di tempo dovremmo tenerlo nascosto..."
"Come vuoi" le disse lui annuendo e sdraiandosi accanto a lei, entrambi fissavano le stelle attaccate al soffitto della camera della ragazza "Solo George lo sa, a lui non posso nascondere niente, lo sai"
"Mi prendere in giro a vita" poi ci pensò su "Fred, ma ora noi cosa siamo?"
"Dei ragazzi che si piacciono, e sai quando due ragazzi si piacciono stanno insieme" perchè sorrideva sempre?
"Quindi noi..." la ragazza arrossì ancora "...stiamo insieme, sì" concluse Fred girando la testa per guardarla.
Rimasero a parlare fino a tarda notte, Hermione non era sorpresa nel sapere che Fred conosceva tutte quelle cose, come aveva sempre pensato i gemelli pur essendo due scapestrati erano dei bravi alunni. Lentamente entrambi si addormentarono cullati dal suono del vento che entrava dalla finestra.

Quella mattina si alzò presto, guardò l'orologio sul polso constatando che fossero le cinque di mattina. Sospirò per poi guardare affianco a lui: Hermione dormiva ancora, tranquilla. Aveva un'espressione serena stampata in volto, le gambe incrociate a quelle sue e la testa poggiata sul suo petto.
Cercò di alzarsi senza fare rumore e senza svegliarla, prese un foglio e una piuma per lasciarle un messaggio. Le scompigliò un po' i capelli per poi smaterializzarsi nuovamente a casa sua, nel loro appartamento.
Andò a poggiarsi sul suo letto e sorrise.
Se stare con una persona implicava a sentirsi così dannatamente bene era felice di averlo fatto. Chiuse gli occhi cercando di dormire ancora qualche altra ora prima di andare a lavoro.

"Fred alzati, dobbiamo aprire il negozio" George odiava alzarsi presto la mattina, soprattutto nel periodo scolastico, ma da quando avevano aperto il negozio aveva iniziato ad apprezzare questa cosa.
Lavorava con passione, lavorava per la sua passione e ciò era importante per lui.
Andò verso la camera del fratello e bussò, quasi la buttava a terra quella porta vista la tanta forza che ci metteva "Sì mi alzo, mi alzo" brontolò la voce da dentro, sorridendo andò a preparare la colazione felice di aver imparato anche quello, vivevano pur sempre da soli e incantesimi simili servivano per andare avanti, mica potevano sempre usufruire della madre a loro piacimento? Anche se a lei non sarebbe dispiaciuto.
Sentì il passo strascicato del fratello che attraversava il corridoio per poi andare in bagno chiudendo la porta con un tonfo. Sorrise mettendo i piatti colmi di cibo sul tavolo e iniziò a mangiare.
Aspettò che anche Fred finisse la colazione per poi scendere in negozio.
Lo aprirono e con enorme felicità, tutte le loro invenzioni li circondavano, così come i colori dell'interno del negozio. Era tutto così allegro e spontaneo che in quel periodo sembrava impossibile esistere ancora qualcosa di simile, ma entrambi sapevano che in un periodo come quello era inutile chiudere tutto e andarsene, smettere di coltivare le proprie passioni, vivere con la paura e la tristezza dentro. Loro sapevano sorridere e far ridere e avrebbero continuato anche durante i momenti più bui.
Loro sapevano che la tristezza e la demoralizzazione non portavano a niente, sapevano che intristendosi  tutto sarebbe crollato nella loro vita, per questo avevano deciso di sorridere, nonostante tutto, nonostante tutti.

Ginny era annoiata, la madre le aveva probito di andare a Diagon Alley dai fratelli da sola, quindi era rimasta a casa e Ron non era molto di compagnia visto da quanto era preso nel mandarsi lettere con una persona che di sicuro non era Harry e neanche Hermione. Sbuffò per l'ennesima volta lanciando quella pallina blu e verde regalatale di Hermione quel Natale, aveva detto che serviva per uno sport babbano di cui adesso le sfuggiva il nome.
La lanciò contro al muro per poi riafferrarla appena tornava indietro. La storia andava avanti da ormai mezz'ora.
"Ginny!" urlò Ron facendola sobbalzare beccandosi poi la pallina in fronte perchè non l'aveva presa in tempo "Che vuoi Ron?!" urlò lei dalla sua camera arrabbiata, quel ragazzo era insopportabile, non capiva Harry come faceva a sopportarlo ventiquattro ore su ventiquattro "Silente ci ha scritto, ha detto che domani Harry verrà qui!"  sobbalzò nuovamente, questa volta pensando al bacio che gli aveva dato quel giorno al Ministero, non aveva avuto il coraggio di tirare nuovamente fuori quel discorso, soprattutto per quello che il ragazzo stava passando. Non doveva essere bello perdere tutto ciò che lo legava ancora a suo padre e sua madre, non doveva essere bello perdere anche un altro pezzo della sua famiglia.
"O-ok" balbettò lei tornando a giocare con la pallina, almeno avrebbe potuto vederlo e ciò la rilassava.

"Mamma, papà, posso parlarvi?" aveva tentennato Hermione maltrattando le sue mani a causa dell'ansia "Sì" rispose il padre posando il giornale sul tavolo e osservando curioso la figlia, la madre continuava a lavare lo stoviglie ma ascoltava attentamente i due "I Weasley mi hanno invitato a passare i prossimi due mesi estivi con loro alla Tana" 
"Oh..." disse solamente il padre sorpreso "Volevo chiedervi se voi siete d'accordo a lasciarmi andare e..."
"Sì" disse solamente il padre sorprendendola"Sì?" chiese lei sconvolta, non aveva detto nient'altro "Io e tua madre a causa del lavoro siamo sempre fuori casa e scommetto anche che ti annoi a stare qui da sola, quindi la nostra risposta è sì, puoi andare a patto che..."
"A patto che?" esortò la ragazza "Ci scriverai ogni giorno" Hermione sorrise "Certo che vi scriverò ogni giorno, grazie, grazie, grazie" disse stringendoli entrambi un abbraccio per poi andare a preparare i bagagli.

"Quindi i tuoi hanno detto di sì" Fred era steso sul letto di lei mentre la ragazza continuava a preparare i bagagli, scartando i libri che le sarebbero potuti tornare utili e quelli che invece potevano rimanere a casa "Vuoi una mano?"
"No, grazie, ho quasi finito, domani preparo quella con i vestiti" disse sorridendo e chiudendo il baule.
Si buttó sul letto affianco al ragazzo "Stamattina ho trovato il tuo biglietto..." 
"Ah sì?"
"Sì, e non è vero che ti ho usato come cuscino" brontolò lei "Ma se eri completamente appoggiata a me!" disse ridendo il ragazzo "Sai, tra poco inizia la scuola"
"Hermione, mancano due mesi"
"Sì, ma due mesi volano" ribattè lei poggiando la testa sulla spalla del ragazzo "Dove vuoi arrivare?"
"Come faremo a vederci durante il periodo scolastico?"
"Durante le tue uscite a Hogsmeade, poi ci sono le feste di Natale che puoi passare con noi alla Tana" Hermione annuì mentre lui iniziò ad accarezzarle i capelli, entrambi si addormentarono in poco tempo.

"Harry caro" disse la signora Weasley abbracciandolo, il ragazzo sorrise, felice di essere tornato in quella famiglia.
Amava le sensazioni che gli facevano provare, si sentiva amato, come se quella fosse realmente la sua famiglia.
"Harry" sussurrò la ragazza di fronte a lui dopo averlo visto "Ginny" rispose solo in imbarazzo. 
Dopo quello che era successo non aveva avuto il coraggio di pensare e parlare con lei riguardo quel bacio, ma ora dopo averla rivista sentiva il bisogno impellente di far combaciare nuovamente le loro labbra. I due si limitarono in un abbraccio sotto lo sguardo attento e vigile della donna e quello allegro di Ron che sapeva tutto.
"Ron, portalo nella sua camera, sarà stanco dopo essersi smaterializzato fin qui"
"Ti sei smaterializzato?"
"Sì, con Silente" Ron era eccitato all'idea di smaterializzarsi, anche perchè quello sarebbe stato l'anno in cui l'avrebbe imparato "E com'è stato?"
"Travolgente" disse solamente ricordando il voltastomaco e quello strappo all'altezza del ventre, avrebbe preferito riprovarci il più tardi possibile.
"Domani arriva anche Hermione, la vanno a prendere i gemelli, a quanto pare sanno bene dove vive" disse Ron ridendo e trascinando anche il migliore amico.

"Andiamo?" chiese Fred prendendo un baule in un mano e quella di Hermione in un'altra.
"Andiamo" rispose Hermione salutando ancora i genitori.
"Tieniti forte" le disse prima di smaterializzarsi seguito da George che aveva l'altro baule con se.
Si ritrovarono davanti alla porta della Tana e Hermione sorrise, quella casa era come una seconda cosa per lei, era cresciuta insieme ai Weasley.
"Mi sa che mamma si farà due domande vedendo le vostre mani intrecciate" disse George passando davanti ai due e trascinandosi dietro il baule, Hermione provò a tirare via la mano da quella di Fred ma lui gliela strinse maggiormente, si guardarono e le sorrise "Sta tranquilla, non farà domande" e Hermione annuì rossa in viso salendo le scale della veranda.
"Oh Hermione cara, anche tu sei arrivata finalmente!" esultò la donna buttandole le braccia al collo facendo sorridere di cuore la ragazza "Non potevo di certo mancare signora Weasley" 
"Ragazzi portatele i bagagli nella camera di Ginny" disse ai gemelli che sbuffarono, ricordandosi poi di avere entrambi la capacità di spostare gli oggetti grazie alla bacchetta magica.
"Al mio tre George" disse Fred sfoderando nuovamente la bacchetta e puntandola contro il baule.
"1..." George sfoderò la sua bacchetta puntandola verso il baule "2..." entrambi sorrisero "3..." annunciò Fred per poi dire entrambi "Wingardium Leviosa" e trascinarono i bauli al piano di sopra "Approfittano della magia per fare di tutto quegli scansafatiche" si lamentò Molly andando verso la cucina, Hermione rimase da sola con Ginny che la trascinò in veranda.
"Hai parlato con Harry?"
"Non ancora, volevo farlo dopo pranzo, con Fred come va?" Hermione arrossì "Come dovrebbe andare?" chiese poi lei "E poi non stavamo parlando di te e Harry? La vostra, la sua felicità per me viene prima di tutto, lo sai" disse la ragazza portandosi le braccia conserte al petto.
"Lo Hermione, lo so, ma qualche volta dovresti essere più egoista e pensare alla tua felicità invece di quella degli altri"  la ragazza rimase colpita da quelle parole e annuì.
Tanto lo sapeva, pur provandoci non sarebbe mai riuscita ad essere egoista.



VOI NON POTETE CAPIRE!
So che sono in ritardo (?) di due giorni, ma davvero non potete capire. Adoro fin troppo i temporali ma si da il caso che durante uno di questi prima è saltata la corrente e poi sono stata TRE GIORNI senza Wi-Fi, di conseguenza non sapevo come condividere il capitolo.
Davvero, dovete ringraziare mio padre se adesso tutto funziona ancora come prima (dovrebbero farlo Santo visto la marea di scherzi che gli faccio e favori che gli chiedo).
Anyway, buona domenica lol
So che il capitolo è privo di azione ma più ricco di dolcezza, zuccherosità e aiuto, mi sa che mi sale il diabete, perchè una cosa così dolce non l'ho mai scritta e mi trovo in difficoltà.
TA-DAAAAAN! oggi so più allegra del solito, mi sa che i miei e mia sorella mi legheranno e metteranno sul letto fino a quando non mi passa. Il che è abbastanza stancante visto che succede ogni sei giorni su sette. Dettagli.
Passando al capitolo, ma quanto sono belli Fred e Hermione io non lo so ma sono gelosa di Hermione (scusate la ripetizione) e scusatemi se sembra tutto così veloce ma non sapevo cosa mettere al posto del resto.
Vi do un'altra bella notizia, dopo questo capitolo ce ne sarà ancora un altro e poi l'epilogo.
Felici? Io no, m'ero affezionata, piango.
Ora vi lascio, a Giovedì (sperando che tutto proceda come deve)

ps. VOI LETTORI SILENZIOSI, SO CHE CI SIETE, VI AMO TRAPPO, CIAO.
Vera.





Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Quindici. ***


Quindici.

L'estate stava passando lenta con piacere di Hermione e Ginny.
Entrambe cercavano di viverla a pieno prima di essere nuovamente dentro le mura di Hogwarts.
"Ho deciso di parlare con Harry" disse la rossa distraendo l'amica dalla lettura del suo libro babbano, Hermione esultò mentalmente visto che dopo quindici giorni aveva preso il coraggio di parlare con il ragazzo.
"Quando?" Ginny sorrise "Adesso, è da solo in camera sua" disse alzandosi e uscendo dalla stanza. Hermione sorrise ancora, quei due erano perfetti l'uno per l'altra.

Ginny era ferma da circa cinque minuti fuori alla porta della camera del fratello e Harry. Non sapeva se bussare o tornarsene da dove era venuta. Ma, miseriaccia, era una Grifondoro e il coraggio era simbolo di quella casa!
Prese un bel respiro e bussò ricevendo un 'Avanti' strascicato e pensieroso.
"Disturbo?" chiese lei innocentemente, il ragazzo si mise a sedere sul letto e le sorrise "Niente affatto" Ginny gli si sedette di fronte e prese parole "Senti Harry, so che non è il momento adatto ma volevo parlare..."
"Anche io volevo parlarti di questo" disse il ragazzo cercando di non apparire imbarazzato.
"Senti Ginny, io non so cosa tu provi nei miei confronti ma sappi che per me sei importante, forse fin troppo e..."
"Anche tu lo sei per me" i due si sorrisero prima di lasciarsi un bacio a fior di labbra.
La gente ha ragione: la gente senza amore non può vivere, la gente senza amore non ha forza, volontà e qualcuno con cui condividerlo.

"Allora?" chiese Hermione vedendo la ragazza rientrare in stata, aveva i capelli un po' scompigliati e un sorriso a trentadue denti sulle labbra "Allora, ora stiamo insieme" le due esultarono insieme "Te l'ho sempre detto, hai visto? Hai visto? Caspita, che felicità!"
"A cosa devo questa felicità?" domandò una voce, la sua voce, Hermione la riconobbe subito e sentì un brivido attraversarle la spina dorsale, poi un calore inspiegabile al petto, il posto dedicato al cuore.
"Fred, di solito si bussa alla porta di una signora prima di entrare"
"Di signore qua non ne vedo" rispose subito lui in tono ironico "Allora, queste esultanze degne da Mondiale di Quidditch a cosa le devo?"
"Di sicuro non al fatto che sei tornato a casa" rispose Hermione sorridendo ironica "Oh Granger, così mi rattristi" disse portandosi una mano al cuore, Ginny fece roteare i suoi grandi occhi verdi prima di lasciare la stanza e i due. Sapeva Fred dove voleva andare a parare, stare da solo con Hermione così da non sprecare tempo.
"E' quello che volevi, vero?" chiese Hermione mettendo su un cipiglio severo e guardandolo "Sì Hermione, era quello che volevo" in quei quindici giorni avevano cercato di non tenere del tutto nascosta la loro relazione, era una cosa bella in fondo, vedere dei ragazzi così giovani amarsi così intensamente in un periodo simile. La madre del ragazzo sembrava aver capito qualcosa, ma non lo lasciava vedere, i fratelli e Harry invece a volte lanciavano qualche sguardo malizioso ai due, soprattutto George che spesso si divertiva a prenderla in giro. Ma a lei stava bene, sì, perchè non si era mai sentita così bene in sedici anni di vita.
Fred l'abbracciò così, senza una ragione, si era abituata anche a quello, il ragazzo nel suo piccolo sapeva dare e ricevere affetto, da fuori sembrava uno di quei ragazzi privi di sentimenti con solo la voglia di vivere e divertirsi, ma Hermione stava imparando lentamente a scavare sotto la sua corazza e ad abbattere i suoi muri. Fred non era un cuore di pietra e glielo dimostrava apertamente, soprattutto quando di notte stesi entrambi sul letto d'erba del giardino della Tana guardavano e ammiravano quelle stelle lucenti e abbaglianti.
"Ultimamente sto poco tempo con te" disse poggiandole il mento sulla testa mentre la ragazza si lasciava avvolgere dal suo profumo, era un misto di odori che lei amava come erba tagliata, pasta dentifricia, pergamena nuova e lavanda. Non riusciva a capire il perchè odorasse proprio di lavanda, ma amava quell'odore.
"Sei solo occupato a lavoro, lo capisco" rispose lei alzando la testa e poggiando il mento contro al suo petto, Fred le sorrise lasciandole un lieve bacio tra i capelli "Stasera ceniamo qua sotto invito di mamma, se vuoi rimango a dormire con te"
"Sarebbe fantastico" rispose lei sorridendo e lasciandogli un lieve bacio sulle labbra, il quale venne approfondito da lui, ogni volta il cuore di entrambi faceva una capriola a quel contatto "Ora devo andare, ci vediamo stasera, ok?"
"A stasera" e prima di poter dire altro il ragazzo si smaterializzò sotto gli occhi sorridenti della ragazza.

"Arthur caro, stavamo aspettando te" disse Molly curiosa del ritardo del marito "Scusatemi ragazzi, ma abbiamo avuto un'urgenza dell'ultimo minuto, avevano trovato una teiera in un'abitazione babbana capace di mordere chiunque la toccasse, roba da pazzi" si sedette a capo tavola osservando tutti i suoi figli che tranquilli gli sorrisero.
"Come è andata la vostra giornata in negozio?" chiese ai gemelli, curioso di sapere il resoconto di ogni ragazzo presente in quella casa, stava per la maggior parte del tempo lontano dall'abitazione e per lui era bello poter ascoltare i suoi figli.
"A meraviglia, c'è stato il pienone, vero Fred?"
"Vero George!" rispose il gemello spostando lo sguardo su di lui per poi riprendere a mangiare "E invece a voi?" chiese a quelli che stavano sempre rintanati in casa "Ci siamo divertiti tantissimo, Ron ha deciso di allenarsi per poter entrare nuovamente a far parte della squadra di Quidditch dei Grifondoro, stessa cosa io. Hermione come al solito ha passato il suo tempo a leggere l'ennesimo libro babbano" l'uomo sorrise ai ragazzi.
Era fiero di quella famiglia, glielo si leggeva negli occhi.
"E tu Molly cara?" 
"Come sempre Arthur, anche se ultimamente i ragazzi mi danno una grande mano con la casa, li apprezzo per questo"
"Una grande mano, se è lei che ci costringe" brontolò Ron ricevendo un calcio da un Hermione sorridente.
"Mamma stasera restiamo a dormire qui, ti dispiace?" Molly sembrò gioire alle parole dei gemelli "Questa è pur sempre casa vostra ragazzi, è più che un piacere potervi riavere qui"

"Hermione, secondo te Harry sta dormendo?" chiese Ginny nel buio, l'unica cosa visibile in quella stanza era la luce della luna che filtrava tra le finestre leggermente rotte in alcuni punti "No, sarà sveglio, sicuramente"
"Ti dispiace se vado da lui?"
"Vai tranquilla" le rispose sorridendo Hermione, la ragazza senza farselo ripetere due volte uscì da quella stanza andando in quella del suo fidanzato.
Aveva sonno, stava aspettando impazientemente Fred ma la stanchezza aveva preso il sopravvento, la porta si aprì illuminata dalla luce di una bacchetta "Hermione, sei sveglia?" chiese a bassa voce lui, ricevette un verso strascicato come risposta, s'infilò sotto il lenzuolo azzurro insieme alla ragazza e la strinse.
"Buonanotte Fred"
"Buonanotte Hermione"

Il mattino seguente entrambi si svegliarono contemporaneamente, dopo essersi scambiati il buongiorno scesero in cucina dove una Molly affaccendata preparava la colazione a tutti i ragazzi che vivevano in quella casa.
"Buongiorno ragazzi"
"Buongiorno signora Weasley" disse Hermione sorridendo appena, ancora un po' intontita dal sonno.
"Buongiorno mamma" disse invece il ragazzo sbadigliando a gran voce e ancora con la faccia assonnata.
Completamente diversi già da svegli.
"Ecco a voi la colazione, spero sia di tuo gradimento Hermione cara" Hermione sorrise di cuore alla donna, le aveva posto davanti dei Muffin al cacao e dei pancake, dolci che lei amava "Signora Weasley sono sicura che sarà tutto ottimo, come al solito" Fred le fece il verso civettando un po' più da ragazzina isterica mentre la madre lo guardava storto, quel ragazzo non sarebbe cambiato mai pur avendo diciotto anni compiuti.
La donna salì a chiamare il resto dei figli e i due iniziarono a mangiare in silenzio, l'unico rumore udibile era quello delle stoviglie che si lavavano da sole.
"Quando verrai a vedere il negozio?" domandò lui versandosi del succo di zucca nel bicchiere.
"Probabilmente la settimana prossima, tua madre non ci fa muovere di casa tanto facilmente non potendo usare ancora la magia" disse lei  mordendo poi un muffin, era buonissimo. Vide Fred che la guardava e gli porse il dolce "Ne vuoi un po'? domandò quasi ingenuamente e il ragazzo sorrise lasciandole poi un bacio a fior di labbra, in quel momento si sentì un tonfo, entrambi si girarono vedendo Ron infondo alle scale che si massaggiava la schiena dolorante "Miseriaccia!" esclamò sottovoce, delle risatine partirono dal piano superiore e quando vennero visti dai ragazzi si sentirono come dei ladri: li avevano visti.
Tra i ragazzi c'era anche una Molly Weasley sorpresa "Mamma..." disse Fred ma venne subito fermato dalla donna "A me sta bene" disse solamente sorridendo ai due "E' il momento buono che qualcuno ti porti sulla buona strada, Hermione spero che tu riesca a tenerlo un po' più a freno"
"Ci-ci proverò si-signora Weasley" disse lei balbettando imbarazzata, in quel momento voleva solo sprofondare nelle viscere della terra, mai si era sentita così in imbarazzo, mai.

La settimana dopo arrivarono le lettere da Hogwarts in cui vi erano segnati tutti i libri di testo da comprare e i risultati dei GUFO, Hermione era più che felice per suoi risultati, anche Harry non era andato male, solo Ron sembrava quello meno soddisfatto "Potevo andare meglio" poi ricevette un'altra lettera ma prima che qualcuno potesse domandargli chi era il mittente sparì su per le scale.
"Che ne dite se domani andiamo a Diagon Alley per le compere?" disse Molly guardandoli, Hermione sorrise "Che ne dite se andiamo anche a vedere il negozio dei gemelli?" Molly annuì sorridendo ai ragazzi.
Hermione aspettava con ansia il giorno successivo.

"Questa volta Fred e George me la pagheranno cara" sfortunatamente essere la fidanzata di Fred Weasley aveva delle conseguenze: scherzi.
Da quando era alla Tana ne aveva ricevuti a bizzeffe: il primo giorno le tinsero i capelli di uno strano colore che al buio diventava fluorescente.
La settimana scorsa le avevano fatto trovare delle fialette puzzolenti nei bauli contenenti gli abiti e a lei era toccato rilavare tutto il contenuto a mano.
Quella mattina le avevano regalato un cannocchiale con la scusa "Sappiamo quanto ami Astronomia" e lei povera illusa credeva davvero nelle buone intenzioni dei due, si era ritrovata con un occhio nero.
Molly aveva provato di tutto per toglierle quel marchio, ma non era servito a niente "Un motivo in più per andare in negozio da loro" disse Hermione partendo a passo di soldato verso il Negozio, quei gemelli l'avrebbero pagata prima o poi.
Entrati nel negozio un enorme quantità di gente e colori li investì in pieno, l'allegria che si respirava in quel posto fece sorridere tutti e li fece sentire meglio.
Camminò un po' per il negozio in compagnia di Ginny e quell'occhio nero stile panda - così definito da Harry - sorridendo a ogni scherzo che vedevano, si fermarono davanti a dei filtri "Su chi vuoi far colpo, Granger?" la ragazza fece quasi cadere a terra la fialetta contenente la pozione visto lo spavento appena avuto.
Si girò per guardare il ragazzo che rise non appena vide l'occhio nero "Non c'è niente di divertente Weasley, toglimi questo obbrobrio dal viso!" disse lei infastidita e il ragazzo così fece, la portò nel retro del negozio dove l'aria era più pulita e la confusione era solo un lontano ricordo.
Con ancora il sorriso sulle labbra prese un tubetto dalla tasca dei pantaloni, ne mise un po' sulla mano e gliela spalmò sul segno nero.
Era una pasta gialla, quasi rivoltante nel vederla.
"Sai, non eri male con quel marchio" Hermione sbuffò, doveva escogitare una vendetta ma sapeva che ora Fred sarebbe stato in guardia visto i recenti avvenimenti.

"Ne sei sicura?" Hermione aveva annuito furba a Ginny, complice del suo scherzo per la seconda volta.
"Preparati al divertimento" disse lei entrando di soppiatto nella stanza in cui i due riposavano prima di tornare a lavoro, tra le mani stringeva una boccetta con all'interno una pozione di colore rosa, ne sarebbero bastate poche gocce per arrivare al suo scopo.
Le lasciò cadere sulle teste dei due, in meno di dieci minuti avrebbero fatto effetto. Sorridendo uscì "Fatto?" chiese curiosa Ginny.
"Fatto" rispose soddisfatta trascinandola via.

"Fred, Fred svegliati!" la voce di George era urgente, mai era stato così ansioso il suo tono di voce come in quel momento.
"Che succede Georgie?" domandò con la voce impastata dal sonno mentre cercava di mettere a fuoco le immagini davanti a lui.
La prima cosa che vide fu una marea di capelli rosa shocking e il viso rosso dalla rabbia del fratello gemello "Che hai fatto ai capelli?" domandò sconvolto per poi ridere "Indovina?" chiese lui ironico "Hermione, non ci credo" rise ancora di più "Guardati allo specchio idiota, dopo voglio vedere se ridi ancora" ghignò George facendolo alzare, il ragazzo confuso si guardò allo specchio per poi dare un urlo disumano "HERMIONE GRANGER!" la casa tremò e tutti si spaventarono, tranne una ragazza comodamente seduta su una poltrona del salotto della Tana che sorrise soddisfatta.
I due scesero le scale velocemente mettendosi davanti a lei "Oh, ciao ragazzi, mi avete chiamata?" chiese lei fingendo un'innocenza che non c'era "Vedi mia cara e dolce Hermione..."
"...questa dei capelli tinti di rosa..."
"...potevi anche evitarla!" dissero alternandosi come al solito.
"Ma io non ho fatto niente, forse è causa di qualche vostro esperimento andato male" continuò sorridendo ancora innocentemente, poi i due risero di gusto, coinvolgendo anche la ragazza e il resto delle persone che li guardavano.
"Dai, non state poi così male" disse Ginny allegra stringendo la mano di Harry tra le sue "Infatti, siete dannatamente attraenti" disse Hermione mordendosi il labbro inferiore vedendo i due quasi sotto shock.
"Ma noi siamo sempre attraenti, Granger" e risero ancora.
Erano quelli i momenti che amavano, quando tutti insieme si riunivano e scherzavano per poi ridere, ridere e ridere fino a quando non venivano i crampi allo stomaco e le lacrime agli occhi.
Erano quelli i momenti che loro avrebbero voluto rendere infiniti o immortalare in una foto, giusto per rivederli un giorno e avvertire ancora quelle emozioni che rimanevano incastrate al loro interno.

"Hai preso tutto?" aveva domandato Ginny correndo per la stanza alla ricerca del paio di calzini che doveva indossare, tutti gli anni il primo settembre alla dimora dei Weasley era sempre così, l'unica ad essere sempre in perfetto orario era Hermione, comodamente seduta sui suoi bagagli e lo sguardo divertito.
"Sì Ginny, tranquilla" disse lei sbadigliando, aveva preparato i bagagli tre giorni prima per essere sicura di avere tutto dietro, aveva lasciato fuori solo alcuni dei suoi vestiti giusto per i cambi.
"Ragazzi andiamo o faremo tardi!" la ragazza si alzò prendendo i bauli, erano due in tutto e mentre scendeva il secondo si ritrovò a scivolare su una Pasticca Vomitosa, fortunatamente venne afferrata in tempo da George "So di essere il gemello più bello Granger, ma evita di cadere ai miei piedi davanti alla mia brutta copia" la ragazza sbuffò tornando in una postura eretta "Come mai siete qui?" decise di lasciar perdere George e guardò Fred che le sorrise "Ha insistito lui per venire, non faceva altro che ripetere 'La mia Mione sta per partire cosa farò senza di lei?' e cose simili, insopportabile" continuò George mettendo su una smorfia disgustata.
"In realtà anche lui ha insistito per venire, ma a quanto pare non ha voluto dirmi il perchè"
"Saranno pur fatti miei Freddie"
"Ma come ti scaldi Georgie" i due risero per poi prendere alcuni dei bauli "Forza andiamo, o faremo realmente tardi"
Ma fortunatamente, come ogni anno, arrivarono puntuali e dopo aver attraversato il binario 9 e 3/4 videro la miriade di gente che lo popolava ogni anno.
 "Hermione..." sussurrò Fred prendendole il polso, avevano caricato già i bagagli sul treno ed erano scesi nuovamente per un ultimo saluto "Fred..." sussurrò anche lei abbracciandolo "Appena arrivi a Hogwarts mandami un Gufo" Hermione rise "Da quanto in qua Fred Weasley si preoccupa per qualcuno?"
"Da quando ha deciso di fidanzarsi con una Prefetto-Perfetto" e Hermione arrossì, prima che potesse rendersi conto di ciò che faceva le lasciò un lieve bacio sulle labbra "Non ci vedremo per molto e tu mi saluti così?" chiese lei imbronciata "Scusa Granger, ora rimedierò" e da quel semplice sfioramento di labbra nacque uno di quei baci degni di una foto ricordo, degni di essere immortalati sia in un pezzo di carta che nella memoria, soprattutto nella memoria. Il treno alle loro spalle fischiò e i due si staccarono "Devo andare" sussurrò Hermione sulle labbra di lui, che annuì solamente facendo sfiorare nuovamente le labbra, con un sorriso triste sulle labbra Hermione andò via salendo sul treno.
Osservò Fred dal finestrino fino a quando non diventò un semplice puntino in lontananza.
Era appena salita su quel treno ma già non vedeva l'ora di fare la prima gita a Hogsmeade per rivederlo.

Novembre era appena iniziato, con lui era arrivato il primo freddo.
Hermione era indaffarata con i suoi doveri da Prefetto, i compiti e a stare dietro ad Harry e i suoi pensieri riguardanti Draco. Credeva che il ragazzo fosse entrato a far parte dei seguaci di Voldemort, di conseguenza era diventato un Mangiamorte. Non faceva altro che pensare giorno e notte a quel ragazzo, aveva anche affermato che aveva in mente un piano per aiutare quelli all'esterno. Hermione gli credeva ma, beh, Harry stava delirando su alcuni punti che non capiva alla perfezione.
Sospirò lasciandosi cadere sulla poltrona della Sala Comune, quel silenzio era rilassane soprattutto perchè aveva terminato anche quella Ronda notturna. Il giorno seguente sarebbe stato sabato e solo a pensarlo si aprì un sorriso sulle sue labbra: finalmente avrebbe rivisto Fred.
Fino a quel momento si erano sentiti tramite Gufo quasi tutti i giorni, lei le raccontava la sua giornata e lui lo stesso: le parlava delle nuove invenzioni, degli scherzi che faceva a George per farlo avvicinare ad Angelina e come perfezionare alcuni dei loro gadget.
Corse nel dormitorio e si lanciò sul letto felice, addormentandosi tranquillamente.

Faceva freddo, ma a lui non importava. Non sarebbe stato quello a fermarlo.
Si smaterializzò davanti al luogo d'incontro: Mielandia.
Aspettò per qualche minuto per poi vedere una ragazza correre verso di lui "Fred!" urlò e lui sorrise, aveva le guance e la punta del naso rosso così come il berretto che portava e la sciarpa.
Gli saltò al collo facendoli cadere entrambi sulla neve, risero, chi per un motivo chi per un altro. Risero insieme e si rialzarono entrando al caldo nel negozio.
"Sai, ho avuto un'idea..." disse lui stringendole le mani nella sue, gli aveva detto che per la fretta li aveva dimenticati in dormitorio "Le tue idee mi fanno paura" rispose lei.
"Ti ricordi della Stramberga Strillante? Beh, potremmo incontrarci là così da non dover aspettare una volta al mese" e Hermione si trovò d'accordo con lui "Se ti ci metti non hai poi cattive idee" 
"Da quanto in qua sei così simpatica Granger?"
"Da quando un idiota dagli occhi blu e i capelli rossi è entrato nella mia vita" e Fred in mezzo a tutta quella confusione, l'odore di dolci e il calore dei loro corpi vicini la baciò sorridendo.

I giorni passavano lenti, Fred aveva aggiustato una camera della Stramberga Strillante in modo da poter essere vivibile.
Ci aveva impiegato giorni per prepararla al meglio, ogni sera dopo il lavoro andava là e cercava di dare un po' di ordine a tutta quella confusione. Voleva sbalordire Hermione.
E così fu, Hermione sembrava più che colpita da ciò che aveva fatto il ragazzo quella sera.
Al centro della stanza c'era un enorme letto a baldacchino coperto da un lenzuolo color pesca con tanto di cuscini, affianco alla finestra con delle tende bianche c'era una scrivania color ciliegio con tanto di fogli, vaso contenente dei fiori, inchiostro e piuma, accanto ad essa delle piccole mensole.
A terra il pavimento era stato cambiato con delle assi di legno color marrone, sopra vi era un tappeto beige. Le pareti erano state rivestite da una carta da parati color crema.
"Quando vuoi leggere in santa pace potrai venire qua, ho messo anche delle mensole, lì potrai mettere tutti i libri che vuoi" disse Fred sussurrandole all'orecchio "Fred, ti adoro!" disse saltandogli per l'ennesima volta al collo, fortunatamente avevano la parete alle loro spalle e non rischiarono di cadere.
"Grazie, anche io mi adoro" e Hermione rise.
La trascinò con se sul letto togliendole poi le scarpe "Ora stiamo un po' qua" disse stringendola tra le sue braccia.
Parlarono fino a tardi, a volte ridendo, altre scherzando.
Hermione gli poneva delle sue idee e lui le diceva la sua, la stessa cosa lui. Stavano bene.

Fred non era mai stato un tipo sdolcinato, non credeva neanche che lo sarebbe diventato per una ragazza, ma Hermione aveva stravolto tutti i suoi piani rendendoli migliori di prima.
Era fermo davanti al treno aspettando che la ragazza scendesse con il suo baule e quel gatto che lei adorava tanto.
Aspettava, ormai aveva imparato anche ad essere paziente. Quella ragazza lo stava cambiando sotto certi punti di vista, forse sua madre aveva ragione, Hermione sarebbe riuscito a cambiarlo. Ma non del tutto, sapeva che la sua parte infantile, giocherellona e malandrina sarebbe rimasta per sempre, altrimenti dopo non sarebbe stato più Fred Weasley.
Un ammasso di capelli ricci scese i gradini del treno e lui sorrise.

Molly adorava vedere i propri figli felici, certo la nuova compagna di Bill non le era poi tanto simpatica ma se lui l'amava ed era felice lo sarebbe stata anche lei.
Ormai stavano crescendo e quella sera di Natale ne aveva avuto le prove.
Fred era felice accanto a Hermione.
George accanto ad Angelina.
Ginny accanto ad Harry.
Bill con Fleur.
E Ron, cosa da non credere, accanto a Lavanda Brown. La ragazza sembrava abbastanza immatura e suscettibile, proprio come il figlio, ma avrebbe lasciato correre. Se doveva sbagliare glielo doveva lasciare fare.
Non si cresce solo facendo le scelte giuste, ogni scelta prima di diventare tale era stata anticipata da quella sbagliata. Nella vita ci sarebbero state continue scelte sbagliate e continue scelte giuste, la cosa più importante era lasciar correre il tutto e dimostrarsi forti davanti a ogni sbaglio.
Era quello che voleva insegnare a tutti i suoi figli.
La mezzanotte arrivò in fretta e così tutti iniziarono a scartare i propri regali con entusiasmo.
Hermione e Harry decisero di ringraziare a modo loro i signori Weasley, sempre così buoni e disponibili con entrambi, regalando loro uno degli oggetti babbani che più preferivano: una palla di vetro, quelle da capovolgere e poi mettere nuovamente dritte per poter vedere quei piccoli fiocchi di neve scendere lenti sul paesaggio al suo interno. "E' un regalo meraviglioso" aveva detto la signora Weasley scoppiando quasi a piangere, Hermione le sorrise mentre Harry le porgeva un fazzoletto.
Poi fu il turno dei ragazzi, Hermione aveva regalato a tutti dei dolciumi - tranne a Fred, ovviamente - e lo stesso Harry.
La conclusione? Tutti si ritrovarono con una scaffale intero di Mielandia per ciascuno.
"Ora tocca a me dare il tuo" le sussurrò il ragazzo all'orecchio facendola arrossire, le porse un pacchetto rettangolare e lei era convinta fosse un libro. Lo scartò con delicatezza per poi sorridere, non era un libro ma un album fotografico
"Aprilo" le aveva detto e tutti rimasero col fiato sospeso curiosi di sapere cosa c'era al suo interno, Hermione lo aprì sodisfandoli: all'interno c'erano alcune foto di tutta la famiglia, lei compresa, andavano dal primo anno fino all'inizio del sesto.
"Oh, Fred, è magnifico..." e quasi pianse vedendo tutte quelle persone sorriderle e muovere la mano per salutarla.
"Ora tocca a me darti il tuo" le persone presenti in quella casa iniziarono ad andarsene e rimasero solo loro con George, Angelina, Ginny e Harry, gli diede un piccolo pacchetto, sperava gli piacesse, aveva apportato lei qualche modifica a quel ciondolo sperando di regalargli una cosa unica.
Fred sorrise aprendo il cofanetto, era un ciondolo, uno di quelli in cui potevi inserire una foto "Aprilo" sussurrò imbarazzata e il ragazzo più curioso che mai lo fece. Dal ciondolo uscì fuori come uno di quegli ologrammi simili a quelli presenti nel pensatoio.
"Potrai inserire ogni tuo ricordo felice se vuoi, ho già aggiunto qualcuno dei miei" disse imbarazzata abbassando il viso, Fred sorrise di nuovo lasciandole un bacio.
"Grazie Hermione" tutto tra loro andava bene.



Heilàààà bella gente!
Indovinate? Oggi rischiavo di non poter pubblicare il capitolo, la causa? La connessione internet di merda.
Beh, eccoci, qua, l'ultimo capitolo poi dopo c'è l'epilogo che è quasi finito e... aiuto voglio piangere, non voglio concludere la storia! Beh, anche se sto già scrivendo un'altra, ma non so se la pubblicherò, non so neanche perchè ve l'ho detto, anzi sì lo so, se ne esce fuori qualcosa di estremamente soddisfacente, vi andrebbe di leggerla?Anyway, volevo farvi un'altra domanda, qualcuno di voi è iscritto a Pottermore? Se sì, di quale casa fate parte? Io sono Grifondoro ed'è da una vita che cerco un altro Grifondoro, ci credete che becco tutti Serpeverde? Anche mia sorella lo è!
A proposito, un grazie a mia sorella che mi ha cercato la parte dello scherzo del sesto libro mentre io me la spassavo a giocare con la play, sempre gentilissima sistah!
Beh, non so cos'altro dire, spero di riuscire a pubblicare l'epilogo entro la settimana prossima.
I ringraziamenti li farò lì.
Un bacio enorme a tutti.

Vera

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Sedici - Epilogo ***


Epilogo.

Fred ammirava le sfaccettature del piccolo ciondolo, come ogni sera.
"Papà! Papà!" la voce infantile e acuta della piccola Rose risuonò per il soggiorno facendolo sorridere, amava quando veniva chiamato in quel modo, lo faceva sentire completo come se niente al mondo potesse ferirlo. Diventare padre era stata di sicuro la cosa più bella al mondo dopo aver fatto avverare il suo sogno.
"Dimmi Rose" la piccola sorrise mostrando la linea di denti piccoli e bianchi, per avere solo sei anni era abbastanza sveglia e intelligente come la madre, ma anche ironica e burlona proprio come lui. Un mix perfetto.
"Continui il racconto di ieri?" lo guardò quasi implorandolo con i suoi occhi nocciola "Va bene, vieni qui" le fece segno di sedersi sulle sua gambe e la bambina contenta eseguì l'ordine senza farselo ripetere due volte.
Fred riprese il ciondolo e lo aprì, in quegli anni lui e Hermione inserito al suo interno tanti di quei ricordi da farlo diventare una sorta di di Pensatoio, erano talmente tanti che a volte si faticava parecchio nel vederli tutti, ma a quanto pare alla piccola Rose piaceva e quindi ogni volta, prima di andare a dormire faceva sempre la solita domanda al padre.
Lui era più che lieto di mostrargli gli anni più belli, quelli della scuola, quelli dell'inizio della relazione con Hermione, quelli del negozio, anche quelli della guerra.
Infatti quella sera avrebbe dovuto riprendere la storia da là.
La sera del due maggio del millenovecentonoventotto. Prese un respiro profondo, ovviamente quel ricordo era stato inserito da Hermione, quindi tutte le emozioni che lei provava in quel momento le provavano anche i due.
"Sicura di voler vedere anche questa scena?" la bambina annuì al padre sicura, lo stesso sguardo di Hermione, sorrise mentre le immagini apparivano davanti a loro.

La battaglia aveva avuto inizio, volavano maledizioni ovunque e queste continuavano a sfiorarla.
Era nel panico totale, cercava lui in tutta quella confusione, ormai mancavano solo due Horcrux, il Diadema Perduto di Priscilla Corvonero era andato distrutto insieme alla Stanza delle Necessità.
Scansò l'ennesima maledizione correndo per i corridoi. Il cuore a mille, urlando incantesimi di protezione per lei e per gli altri in pericolo. Svoltò l'ennesimo corridoio e lo trovò, sorrise correndo verso di lui, dopo quasi un anno lontani erano di nuovo vicini, c'erano solo pochi metri di distanza a dividerli.
Parlava e rideva con il fratello cercando di mettere a tappeto i Mangiamorte di fronte a loro.  Faceva troppe cose contemporaneamente. Non sarebbe riuscito a gestirle tutte.
"Ah Ministo, le ho detto che do le dimissioni?" disse Percy colpendo l'ormai ex-ministro della magia, ormai era vicinissima a lui.
"Hai davvero fatto una battuta, Perce... l'ultima che ti avevo sentito fare era..."* lo stava per afferrare, mancava poco, poi ci fu un esplosione, tutti vennero spinti a metri di distanza dal punto in cui erano. Hermione si rialzò barcollando, vedeva sfocato, la testa le doleva, si guardò intorno, dov'era Fred?
"FRED" urlò cercando di trattenere le lacrime, non capiva più niente, tutto era confuso. In lontananza vide il corpo di un giovane dai capelli rossi a terra, corse verso di lui non pensando alla storta appena presa nè al dolore lancinante alla testa.
Si inginocchiò al suo fianco scuotendolo "Fred, Fred, mi senti? Fred" non apriva gli occhi, le lacrime presero a sgorgarle dagli occhi attraversando l'intero viso fino a cadere sulla maglia bianca che il ragazzo  indossava sotto la camicia a quadri "Fred, ti prego, svegliati" disse tra un singhiozzo e l'altro, al suo fianco arrivarono anche Harry e Ron che reggevano Percy. Poggiò la testa sul petto del ragazzo mentre le lacrime scendevano senza tregua, il ragazzo tossì per poi aprire lentamente gli occhi ed emettere un lamento "Che-che cosa è successo?" domandò tenendo gli occhi chiusi, la testa gli faceva male, Hermione alzò il viso cercando di capire se ciò che stava accadendo era un sogno o meno "Perchè piangi?" le domandò lui preoccupato, la ragazza rise di cuore piangendo ancora ma questa volta di gioia, gli buttò le braccia al collo mentre il ragazzo si portava a sedere, Harry sospirò sollevato asciugandosi quell'unica lacrima che stava cercando di trattenere, Percy e Ron si abbracciarono in lacrime, senza rendersene conto avevano iniziato a piangere con la paura di aver perso il proprio fratello. "Perchè piangete tutti? E' per la battuta di Percy?" domandò ancora, davvero non riusciva a capire il perchè di tutte quelle lacrime, sentì un liquido caldo scivolare sul suo viso e lo toccò, era sangue. Quel Mangiamorte l'aveva ferito. "Credevano che a causa del crollo del muro fossi morto..." disse Harry guardandosi intorno, le urla e gli scoppi erano ancora presenti in tutta la scuola "E veramente credevate che uno stupido crollo di  un muro avrebbe fatto morire il sottoscritto? Ci vuol ben altro per fare fuori Fred Weasley" con l'aiuto di Hermione si alzò.
Con un po' di sollievo in più nel cuore continuarono la loro missione.


La bambina piangeva singhiozzando, un po' si pentì d'averle fatto vedere quel momento ma sapeva che se Rose era convinta di una cosa doveva farla, proprio come la madre.
"Oh, tra poco viene un altro ricordo che può interessarti, ma forse è meglio se ti pulisci gli occhi e vai a prendere da mangiare" la bambine si pulì il viso con le maniche del pigiama e sorrise al padre, aveva le sue stesse fossette così come il sorriso malandrino e spavaldo.
"Posso chiedere alla mamma se prepara la cioccolata calda?" Fred finse di pensarci sù e poi annuì sorridendo, la bambina scese dalle sue ginocchia sorridendo più allegra di prima per poi correre nella piccola cucina dell'appartamento.
Entrambi avevano deciso che dopo il matrimonio si sarebbero trasferiti nel piccolo appartamento sopra al negozio perchè così sarebbero stati vicini al posto di lavoro.
Per un periodo di tempo Hermione lavorò al Ministero come addetta ai diritti delle creature magiche vincendo così per la libertà degli Elfi, in onore di Dobby.
Ma scoprendo di essere incinta lasciò tutto per dedicarsi alla famiglia e ai suoi hobby come la lettura e la scrittura. Da lì la sua passione per la scrittura aumentò fino a portarla a scrivere libri contenenti indicazioni per materie come Pozioni, Trasfigurazione, Incantesimi e Aritmanzia. Le era stato offerto anche un posto alla cattedra di Aritmanzia ma aveva rinunciato col sorriso sulle labbra, gli disse che per lei era importante stare con la famiglia e che diventare insegnante non era ciò che voleva.
Lui invece aveva continuato a lavorare nel negozio di scherzi insieme al gemello, per un periodo di tempo anche Ron aveva dato una mano, giusto il tempo necessario per racimolare qualcosa.
"Eccomi!" urlò la bimba saltandogli addosso seguita dalla madre che poggiò il vassoio contenente biscotti e tre tazze fumanti di cioccolata.
"Possiamo continuare?" chiese poi prendendo la tazza dalle mani della madre, Hermione era così cambiata durante quegli anni, il suo cipiglio severo era rimasto, certo, ma con l'arrivo di Rose il suo carattere a volte scontroso e a volte acido si era addolcito notevolmente, ma un po' gli mancavano quei continui battibecchi per qualsiasi sciocchezza, anche perchè il tutto era accompagnato da una risata finale da parte di entrambi e baci caldi e passionali.
"Certo" Hermione si poggiò sul divano accanto all'uomo e gli sorrise per poi sorseggiare la sua cioccolata, i ricordi ripartirono e i tre li guardano col sorriso sulle labbra.
Anche questi erano da parte di Hermione.

La guerra era finita, la pace regnava.
Hogwarts era in via di ricostruzione e tutti lavoravano sodo per riportarla allo splendore di prima. I rimanenti dell'Ordine, i fantasmi, vecchi alunni, alcuni volontari della comunità magica, gli insegnanti, tutti volevano chiudere per sempre la guerra appena vissuta in un parte remota dei loro ricordi.
E uno di quei modi per farlo era riportare Hogwarts alla sua eterna bellezza che questa volta erano sicuri sarebbe durata in eterno.
Ovviamente tra le macerie del castello non si poteva mica solo lavorare, dove c'erano i gemelli Weasley c'era anche il baccano, le risate e gli scherzi. A modo loro stavano cercando di sollevare il morale a tutti, soprattutto a chi aveva subito perdite pesanti.
Per chi si era sacrificato per la loro libertà.
"Signorina Granger, metta su un squadra e insieme a loro andate a mettere a posto la Torre dei Grifondoro, e lei Signorina Lovegood faccia lo stesso per la Torre dei Corvonero" disse la McGranitt sorridendo alle due.
"Certo Professoressa" le due sorrisero alla donna che ormai era diventata Preside di Hogwarts, quella donna ce la stava mettendo davvero tutta, in tutto quel tempo non aveva mai perso la speranza.
"Perfetto, Harry, Ron, Lavanda, Ginny, Neville, Seamus, Dean, Fred, George e Angelina, venite con me, dobbiamo riportare la torre Grifondoro allo splendore di prima!" disse Hermione carica, in quelle ultime settimane si stava dimostrando forte nascondendo però il dolore che le aveva procurato quella guerra, si era decisa che, una volta conclusa la ristrutturazione, sarebbe andata in Australia dai suoi genitori per ridare loro la memoria e poter vivere di nuovo insieme.
Un volta fatto ciò avrebbe chiesto alla McGranitt di poter frequentare Hogwarts così da concludere anche il settimo anno e prendersi anche i MAGO.
Harry e Ron invece avevano deciso di lasciar perdere i MAGO, avevano entrambi ricevuto un'offerta per  frequentare dei corsi per Auror e quindi diventarlo senza concludere gli studi, ovviamente i due avevano accettato senza pensarci due volte. La stessa offerta era stata fatta a Hermione, ma non volendo più combattere aveva rinunciato subito, ma nè Ron nè Harry le avevano fatto delle domande, e a lei stava bene così.
Non le andava di dire a loro dei suoi frequenti incubi tanto meno della sua paura di dover tornare a combattere.
Già sarebbe stato straziante dover rimettere piede in quella scuola dove, ne era sicura, non avrebbe fatto altro che avvertire l'odore della morte, della cenere e il suono delle urla e delle maledizioni in ogni piccolo punto.
"Andiamo!" dissero in coro i gemelli, alzando un pugno per aria e sorridendo.

"No George, lo stendardo va un po' più a destra" disse Angelina indicandogli il punto in cui doveva essere spostato, Hermione li osservava e ogni tanto le scappava una risatina, con l'aiuto di Ginny stava rimettendo a posto le scale di entrambi i dormitori. Pensare che la loro seconda casa era ridotta in questo stato la faceva sentire inutile. Lei doveva difenderla e non c'era riuscita del tutto.
"Dovresti dirlo a qualcuno, sai? Non è un bene tenersi tutto dentro" disse Ginny facendo aderire per bene l'ultimo mattone accanto alla scala "Non vorrei essere di peso per qualcuno che magari sta peggio di me"
"Tutti stiamo male, Hermione, ma se ci teniamo tutto dentro rischieremo con l'impazzire" la ragazza annuì e sospirando rivestì le scale con il solito tappetto rosso con i bordi oro.
"Passiamo ai dormitori femminili?" chiese poi Ginny guardandola, anche lei aveva assunto un'aria da donna, non era più la ragazza di prima. I suoi occhi non erano di quel verde acceso che tanto la distinguevano, ma di un colore cupo e triste.
"Dovresti parlarne anche tu Ginny"
"Lo so, lo farò"

"E con oggi abbiamo concluso metà della torre" sospirò Hermione lasciandosi cadere sul divanetto della Tana, chiuse gli occhi poggiando la testa contro lo schienale  e cercò di rilassarsi. Le immagini tornarono a farsi vive davanti ai suoi occhi, li riaprì velocemente e si rese conto di avere il respiro irregolare "Tranquilla, hey" quell'odore a lei familiare la fece calmare, la cullò fino a quando il respiro non le tornò normale "Fred, tu hai gli incubi la notte?" gli domandò stringendo la maglietta celeste a mezze maniche tra le sue mani mentre la teneva stretta a sè "Sì, ogni notte" 
"E riesci a scacciarli?" domandò ancora, Fred prese un respiro leccandosi successivamente le labbra.
"No" rispose poi continuando ad accarezzargli la schiena scendendo e salendo lentamente.
Hermione rabbrividì a quelle carezze, un po' a causa della camicetta leggera che portava un po' perchè quel tocco era suo.
Ormai doveva essersi abituata a ciò, ma non era così. Ogni volta era sempre come la prima volta.
"Stasera dormi con me?" gli chiese quasi in un sussurro, un sorriso comparve sul viso del giovane portando con sè quella fossetta che Hermione tanto amava "Se vuoi posso dormire con te anche domani,e dopodomani, e magari tutto il mese prossimo, fino a quando non ti stancherai di me"
"Io non potrò mai stancarmi di te"
"Bleah, Fred fratello mio, hai perso tutta la mia stima" s'intrufolò George nel discorso, Hermione arrossì, non era abituata a dare dimostrazioni d'affetto simili in pubblico, soprattutto se questo pubblico era composto da George Weasley.
"Oh, George, devo raccontare delle tue dolcissime lettere d'amore scritte per la sottoscritta?" Angelina li fece ridere mentre George arrossiva lievemente.

La sera, come ogni giorno, non si fece attendere poi tanto.
E come ogni giorno l'ansia la faceva prigioniera stringendole il cuore in una morsa incredibile, tanto da farle male fino a farla sentire senza fiato.
"Hermione, vieni, andiamo a letto" Fred la strinse da dietro trascinandola lentamente verso il suo letto, entrambi avevano paura di sognare, ricordare, ma entrambi sapevano che se stavano insieme niente poteva ferirli.
Si sdraiarono entrambi, si guardavano, erano stanchi, stanchi di tutto quel da farsi, di tutto quel dolore.
"Passerà, passerà tutto, te lo prometto" le lasciò un bacio tra i capelli per poi stringerla, Hermione ci sperava, non ne poteva davvero più.
Si lasciarono cullare da quel calore a loro familiare, per la prima volta dopo mesi riuscirono a riposare tranquillamente, senza avere incubi riguardanti quel giorno.


"Quindi avete ricostruito voi la Torre dei Grifondoro?"
"Sì, ovviamente sotto lo sguardo vigile di tua madre" Hermione sbuffò "Mi sembra ovvio, ogni volta tu e George facevate di tutto per ritardare i lavori" Fred rise indicando di nuovo il ciondolo "Che ne dite, continuiamo?" e le due annuirono, chi allegramente e chi un po' scocciata.

"Hermione, corri, devo farti vedere una cosa!" urlò Ginny entusiasta, la ragazza vedendo tanta allegria sorrise e corse all'interno della casa.
Lì vide due figure a lei familiari "Mamma, papà..." si portò le mani davanti alla bocca  lasciando scivolare le lacrime giù per il viso, era ancora sconvolta nel vederli "E tu chi sei?" domandarono loro confusi e Hermione ricordò, la loro memoria, era stata cancellata.
Prese la bacchetta e con mano ferma  e decisa spezzò l'incantesimo.
Quello che successe dopo fu di una gioia unica e inevitabile.
Hermione aveva ritrovato la sua famiglia.
Fred sorrise guardandola da lontano, almeno era riuscito a farla star meglio.
E lui solo questo voleva, veder star bene una delle persone che più amava.
Hermione lo guardò e mimò un 'Grazie' con le labbra, aveva capito che era stato lui a ritrovare i coniugi Granger, il ragazzo fece un mezzo inchino sorridendo malandrino per poi avvicinarsi a George "Tu sei un pazzo" gli disse battendogli una pacca sulla spalla "E tu lo sei quanto me, grazie per avermi aiutato, Georgie""
"Per te questo ed altro, Freddie"


"Allora davvero l'amavi così tanto la mamma!" disse allegra la bambina facendo arrossire il padre diventando quasi dello stesso colore dei suoi capelli.
"Certo piccola mia" disse la madre sorridendo allegra, in un certo senso aveva avuto la sua vendetta riguardo a poco prima.
"Che-che ne dite se continuiamo?" chiese Fred cerando di far scemare l'imbarazzo, le due risero divertite per poi annuire.

Tutto era tornato alla normalità. L'aria che si respirava a Diagon Alley era la stessa di quando era bambina e di quando c'aveva messo piede la prima volta.
Sorrise rivedendo il negozio di Ollivander rimesso a nuovo, lo stesso per il Ghirigoro.
Mancavano pochi giorni alla riapertura di Hogwarts e la ragazza aveva completato tutte le spese per il settimo anno, sorrise trovandosi davanti al negozio dei gemelli, quella era la sua meta al momento. Entrò e il campanello posto al di sopra della porta trillò avvertendo tutte le persone presenti in quel luogo dell'arrivo di una nuova persona.
Vedeva Verity andare avanti e indietro per il negozio sorridendo e giocando con i bambini più piccoli che le porgevano domande su domande su ogni scherzo presente sugli scaffali.
I gemelli, che stavano facendo la stessa cosa della ragazza, sorridevano animatamente e quasi sembravano felici di rivedere tanta gente sorridere grazie a loro.
Angelina, che sembrava quella meno indaffarata, era ferma dietro alla cassa e sorrideva cordialmente a ogni persona.
Aveva deciso di dare una mano ai gemelli fino a quando non avrebbe trovato un lavoro al Ministero o, ancora meglio, sarebbe entrata a fare parte per una delle varie squadre di Quidditch per cui aveva fatto i provini.
Hermione era sicura che sarebbe riuscita ad entrare facilmente in una qualsiasi squadra, non se ne intendeva molto ma sapeva che Angelina aveva talento per quello sport.
Arrivò alle spalle di uno dei gemelli, ora era anche più semplice riconoscerli a causa del lobo mancante di George, picchiettò sulla spalla del ragazzo che si girò. Sul viso di Fred apparve un sorriso, lo stesso che aveva Hermione "Che ci fai qui?" le domandò prendendole la mano, Hermione fece spallucce. La trascinò nel retro del negozio, almeno lì sarebbero stati un po' più tranquilli.
"Sono passata a portarti il pranzo, Molly mi ha detto che non hai fatto colazione" gli porse il sacchetto "Ho fatto tardi e non ho avuto il tempo di mangiare" lo afferrò poggiandolo su uno dei scatoloni nel retro.
"Senti Hermione, io volevo darti una cosa, ma tu sai quanto io sia poco romantico e tutto il resto quindi non ti aspettare niente di troppo elaborato" la fece sedere sulla scrivania mentre estraeva dalla tasca una piccola scatolina blu, Hermione lo guardò confuso.
"Probabilmente ritieni che questo sia anche un gesto avventato, ma voglio ufficializzare al cento per cento il nostro rapporto, soprattutto ora che tornerai a Hogwarts voglio che i ragazzi capiscano che tu sei già impegnata..." Hermione sorrise divertita a imbarazzata.
"Geloso, Weasley?" Fred rise alla domanda di Hermione "Sai che non lo ammetterò mai, Granger" Hermione sorrise, già vedeva che per lui era un'impresa difficile quella in cui si stava cimentando e ammettere pure quello sarebbe stato troppo per lui "Di certo non aspettarti una proposta di matrimonio, non è quello che voglio proporti al momento, sono troppo giovane per potermi impegnare..." le prese la mano sinistra e le infilò un piccolo anellino intrecciato, con una striscia argento e una in oro "...ti propongo solo il fatto di mettere questo anello giusto per ricordare agli altri a chi appartieni, per ricordarti che io ci sono sempre in qualsiasi momento, per ricordarti che c'è una persona che ti aspetta al di fuori di quelle mura, per ricordarti che ti amo" e Hermione si sentì la ragazza più felice al mondo, dopo tutto il tempo passato insieme e lontani Fred era riuscito a dire prima di lei quelle due parole che tanto sognava.
Gli saltò al collo sorridendo allegramente "Anche io ti amo Fred" e mai come in quel momento si era sentita felice, leggera come una piuma.
Si scambiarono l'ennesimo bacio nascosti tra quegli scatoloni colmi di scherzi e polvere, l'ennesimo bacio che serviva a far intrecciare i loro sentimenti e le loro anime, l'ennesimo bacio che serviva ad affermare il loro amore.


A quanto pare non era stata una buona idea continuare con i ricordi, Hermione guardò Fred e la stessa cosa fece Rose, l'uomo fissava a bocca aperta il ciondolo. Osservò prima la figlia che sorrideva malandrina e poi la moglie che era imbarazzata quanto lui. Di certo non era da tutti i giorni far vedere alla proprio figlia un momento così intimo tra di loro.
"Mi fate vedere quando sono nata io?" chiese poi e i due sospirarono sereni, probabilmente quello era il ricordo preferito di Fred, pensò Hermione, e molto probabilmente era il suo quello inserito all'interno del ciondolo.
"Oh, molto volentieri" disse Fred sorridendo, le solite fossette a renderlo ancora un eterno bambino.
Tornarono  a guardare il ciondolo e davanti a loro apparvero i ricordi dell'uomo che all'epoca era ancora un ragazzino.

Era una tiepida giornata primaverile, Hermione riposava tranquilla nel suo lettino.
Anche lui ne aveva approfittato per riposare un po' sulla poltrona presente nella stanza. Quella notte non aveva dormito, per niente, il travaglio era durato ore così come le urla della giovane donna.
Tutto si era calmato solo verso le sette di mattina, dopo la nascita della piccola. Ancora non avevano deciso il nome da darle, cosa alquanto bizzarra visto che entrambi sapevano sarebbe stato quello.
"Buongiorno" disse una delle infermiere presenti in quell'ospedale, Hermione aveva deciso di partorire in un ospedale babbano per la gioia dei suoi suoceri e di suo padre.
"Buongiorno" rispose Fred guardandola, aveva con sè una culletta con delle lenzuolina rosa e bianche, l'infermiera sempre sorridendo andò verso di lui per poi porgergli il fagottino rosa.
"Ecco sua figlia" Fred sorrise allegramente e la prese delicatamente, aveva così paura di farle del male, sembrava così piccola e delicata tra le sue mani. L'infermiera uscì lasciandoli da soli. La piccola dormiva beatamente tra le braccia del padre e Fred, tenendola tra le sue braccia poggiata contro il suo petto, potè giurare di sentirsi l'uomo più felice al mondo. Restò per parecchio tempo ad ammirarla, aveva i lineamenti simili a quelli della madre ma poteva ben vedere che i capelli erano del marchio Weasley, sperava che un giorno potesse essere forte come la madre e spiritosa come il padre.
"Fred?" domandò quasi in un sussurro Hermione, si girò guardandola e le sorrise "Guarda piccola, la mamma si è svegliata" si alzò dalla poltrona avvicinandosi al letto, Hermione sorrise per poi allungare le braccia e prendere la figlia.
"Ha i tuoi stessi capelli" constatò ridendo e sfiorandole le mani chiuse a pugno "Sì, ma ha i tuoi stessi lineamenti" sorrise Fred sedendosi accanto a loro sul letto, abbracciando la moglie e ammirando la figlia. Sembrava un quadretto tranquillo e pacifico, ma sì sa, con la famiglia Weasley non si può mai stare tranquilli.
"Heilà!" quasi lo urlò George entrando nella stanza seguito a ruota dalla moglie con in braccio Roxy - la loro primogenita - Molly e Arthur, Harry con Ginny, Ron con Lavanda e un cesto enorme di fiori e palloncini tra le mani, Bill e Fleur con la piccola Victoire, Peter e Jane Granger e infine il vecchio e caro amico dei gemelli Weasley, Lee Jordan.
"Sssh" brontolò Hermione facendo sorridere il ragazzo al suo fianco.
Tutti si riunirono attorno ai tre ammirando la nuova arrivata nella famiglia Weasley.
"Come avete deciso di chiamarla?" chiese Angelina sorridendo mentre giocava con la piccola che aveva tra le braccia, Fred e Hermione prima si guardarono, poi guardarono la piccola e sorrisero "Si chiama Rose" dissero poi all'unisono.


"Perchè mi avete chiamata proprio Rose?" chiese la piccola una volta che il padre aveva chiuso il ciondolo, guardò Hermione, lei era più brava nelle spiegazioni.
"Perchè? Cercavamo un nome delicato ma forte allo stesso tempo, le rose sono dei fiori che sembrano fragili ma, eppure, le loro spine li rendono forti. Ecco il perchè del nome Rose" disse Hermione, fiera della spiegazione dettagliata appena data alla figlia.
Fred guardò l'ora, si era fatto tardi "E' giunto il momento di andare a dormire, andiamo?"
"Posso dormire con voi?" chiese dolcemente tirando la manica della giacca del padre "Certo, ogni volta che vuoi" la bambina sorrise per poi correre a lavarsi i denti "Mi sa che questo è un altro ricordo da aggiungere a quelli, vero?" domandò Fred stringendo la donna per le spalle "Sì" sussurrò prendendo la bacchetta e passando quel ricordo felice all'interno del ciondolo "Spero che un giorno anche lei possa continuare ad inserire i suoi ricordi qua" continuò Fred alzandosi e indossando il ciondolo. Da quando Hermione glielo aveva regalato quella sera di Natale non l'aveva mai tolto se non per guardare i ricordi che vi custodivano al loro interno.
"Mamma, papà, andiamo a dormire?!" urlò indispettita la bambina facendo ridere i due "Arriviamo" rispose Fred percorrendo il corridoio seguito da Hermione che spense le luce, l'unica fonte di luce era quella presente nella camera da letto dei due.
Si stesero nel letto facendo mettere al centro Rose "Buonanotte mamma" e gli lasciò un bacio sulla guancia "Buonanotte papà" e la stessa cosa la fece con Fred "Buonanotte piccola" e l'uomo gli scompigliò i capelli.
La piccola subito si addormentò, i due adulti si guardarono e sorrisero.
"Fred?"
"Dimmi Hermione"
"Ti amo" e Fred sorrise, non se lo dicevano spesso, ma quella volta che lo facevano era perchè erano sicuri che fosse la cosa giusta di dire in quel momento.
"Anche io ti amo" e dopo essersi dati un lieve bacio entrambi si addormentarono consapevoli dell'amore che li avvolgeva.
La loro sarà pure stata una storia burrascosa, piena di sofferenze, delusioni e incomprensioni ma di certo l'amore, la dolcezza, l'allegria e la simpatia li ha accompagnati fino alla fine, fino a quel momento, fino a renderli uniti come lo sono adesso.
Entrambi sono cresciuti, entrambi sono cambiati.
Ma entrambi sono rimasti uniti com'è giusto che sia.
Entrambi sanno che mai niente e nessuno potrà dividerli e sperano che la loro piccola Rose possa trovare un amore simile, pieno di emozioni e di risate.
Sperano che possa trovare un amore come il loro, tanto unico quanto speciale.
Perchè in fondo, loro lo sanno, ogni amore è speciale e unico per ogni persona.

SCUSATE IL TREMENDO RITARDO, SCUSATE, SCUSATE, SCUSATE!
Purtroppo ho avuto non pochi problemi e sono stata impegnata a lungo.
Coooomunque, eccoci qui, alla fine. Dio, mi viene da piangere, so già che appena premerò quel 'Completa?' mi sentirò più vuota che mai. Sono affezionata a questa storia, per vari motivi:
1- Sono maturata insieme ai personaggi, infatti potete notare il cambiamento subito dai due negli ultimi capitoli, soprattutto in questo;
2-Mi ha fatta sentire per un po' di tempo legata a qualcuno e qualcosa ed è stata una sensazione fantastica!
Ma purtroppo, non tutte le cose belle durano all'infinito, ora però vorrei ringraziarvi uno per uno, voi che avete letto in silenzio, voi che avete seguito la storia dall'inizio alla fine, voi che mi avete aiutato a migliorare sia nel mio modo di scrivere che nel ragione.
Ringazio tutti partendo dal primo all'ultimo: 
Le persone che l'hanno aggiunta tra le preferite:
AlexisVictoire
Ale_FredWeasley
Angelica03MG
arcticheart
Chains_
Clove Malfoy
deme
Fairy_87
fred_mione98
HP_giada12
Kicchan7
LittleGrey
MantoBianco
moonlight_galis
sgary
Silena Beckendorf
Sophie Law Keehl
_apefrizzola_
Le persone che l'hanno aggiunta tra le ricordate:
Startfire Moonlight
TsubamePhoenix
Le persone che l'hanno aggiunta tra le seguite:
AceDPortogas
Aleswim
Ale_FredWeasley
alvigi
Alwaysmiling
asia_2000
Aury1410
BluSelene
Dany_skywalker
Dolcesognare
Dragon_Lady
ElenSofy
Enza85
Eternity610
finlin91
GossipGirl88
Herondale7
ile223
Kikistar
LetiziaWeasley
LirielFB
MarcelineRoger
Mines
Nikki Black
R e b e n c l a w_
Roxy_HP
Shenron87
Silvia_stories
SilverRose
Startfire Moonlight
Vavvi96
vir1999
Zindziswa
Zuli
_apefrizzola_
_stargirl

Ovviamente ringrazio _apefrizzola_, fred_mione98 e Sarahlovesdonuts (mia sorella) per i loro consigli e sostegno.
Spero di tornare presto con qualche mio nuovo scritto (anche se non ci vorrà molto, sto già lavorando a un'altra storia).
Ancora grazie a tutti e spero amerete questo capitolo come me, mi ci sono immedesimata tantissimo e c'ho messo anima e cuore nello scrivere queste parola.
A presto.

Vera.
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3142553