Sette anni di vuoto

di TheDevil
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il Ritorno Di Jacques ***
Capitolo 3: *** Crime Sorciere ***
Capitolo 4: *** Quelle tue labbra ***
Capitolo 5: *** Chiudi Fuori il Mondo ***
Capitolo 6: *** Il Piccolo Angelo ***
Capitolo 7: *** Il suo pensiero mi ha salvato ***
Capitolo 8: *** La Proposta ***
Capitolo 9: *** Le Nozze Rosse ***
Capitolo 10: *** Second Origin ***
Capitolo 12: *** Missione: Trovare i Colpevoli ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



Salve a tutti: avevo promesso un sequel della serie ed eccomi qui, non ho proprio voglia di fermarmi nello scrivere: Questo è un piccolo prologo, ma già c'è una grossa sorpresa... Buona Lettura a tutti :D

Prologo


Era un giorno come tanti a Magnolia, triste e silenzioso, da quando la patria di una delle più grandi gilde del Regno piangeva la scomparsa dei maghi di fairy Tail.
A coloro che erano rimasti, non restava che rimboccarsi le maniche e fare del loro meglio per tenere alto il nome della gilda.
Nel grande edificio quasi completamente vuoto, rimanevano ben poche persone, due delle quali stavano litigando tentando di far quadrare i conti.
-Macao, sei il peggior Master che questa gilda abbia mai avuto.
Il vecchio con barba e capelli viola sbatté la mano sul tavolo -Eh? E' colpa mia se non riceviamo incarichi?-
-Su su master non litigate- disse una bella ragazza dai capelli viola che tentava di calmare i due anziani.
-Kinana, non difenderlo, avremmo dovuto abbandanare la gilda se...
-Sta zitto!- urlò Macao sventolando il pugno chiuso davanti all'amico.
La lite aveva attirato l'attenzione di tutti i maghi presenti in gilda e Macao li guardò depresso: erano tutti amici e care persone, ma nessuno di loro poteva competere con il gruppo di Tenrou.
Tutti sapevano che il Master stava pensando ai maghi scomparsi sette anni prima e lacrime silenziose scesero da qualcuno di loro memori di quando la notizia dell'attacco di Acnologia aveva distrutto l'isola sacra alla gilda.
Ognuno a suo modo ricordava il sorriso di Mira dietro al bancone, le risse tra Gray, Natsu e Gajeel, Erza con il suo amore per le torte, Laxus e i suoi Rajinshu che se ne stavano da parte.
-Cos'è questo mortorio Man?- una voce conosciuta si era affacciata all'ingresso della gilda e un mago basso e dai capelli rossi ed estremamente brutto entrò, seguito poi da tre giovani maghi che sembravano seguirlo scodinzolando.
-Blue Pegasus- disse Macao, sorpreso, la gilda di Master Bob aveva collaborato per sei mesi alle ricerche, del tutto infruttuose.
-Fairy Tail, noi non dimentichiamo mai il porfume dell'amicizia- disse Ichiya puntando gli indici a mo' di pistole verso i maghi di fairy Tail.
-Con la mia magia Archive abbiamo captato che nella zona dell'isola Tenrou si sta verificando una strana concentrazione di Eternano- disse Hibiki -Noi vorremmo andare a controllare con il nostro Christina, se volete unirvi a noi...-
La speranza divampò in quella stanza dove tutti avevano perso degli amici e tutti diedero il loro assenso per quella missione di soccorso.
Ci misero poche ore per giungere nella posizione dell'isola Tenrou, eppure da lontano i membri di fairy Tail videro una strana ragazza dai capelli d'oro lunghi fino alle caviglie  che camminava su quelle acque.
Poi un boato e dal nulla emerse l'isola Tenrou, circondata da una bolla arancione con il simbolo della gilda che la proteggeva come uno scudo e sull'isola il tempo cominciò a scorrere normalmente.
I maghi di Fairy tail a lungo divisi si riunirono e si abbracciarono festanti, i vecchi e i nuovi, anche se questi continuavano a guardarsi intorno, come se mancasse qualcosa.
-Cosa state cercando?- chiese Alzack in risposta a quello strano comportamento.
-Dov'è Jacques?- chiese Master Makarov per tutti.
Alzack guardò Biska interrogativo, per poi rivolgersi di nuovo al gruppo.
-Jacques ci ha portatato la notizia della vostra scomparsa, poi è scomparso per due anni, poi è riapparso quattro anni fa...- disse, forse intimorito dagli sguardi di tutti.
-Dov'è adesso?- chiese Laxus visibilmente irritato.
-E' entrato in un'altra gilda...

*****

In una zona desertica, un uomo stava mangiando una mela seduto su un masso, non potendo reprimere un sorriso: la magia della Fairy Sphere si era dissolta, adesso i ragazzi sarebbero tornati.
-Ehi Jacques, scusa il ritardo, questo musone non voleva muoversi- urlò una voce allegra alzando la mano in segno di saluto -Ehi, come mai sei così di buon umore?-
-Fairy tail sta per tornare- rispose Jacques alle due figure che si stavano avvicinando a lui, una allegra, l'altra silenziosa.
-Perché non andiamo a fargli visita?-
-Beh probabilmente la Mia Signora non approverebbe... Lasciamo perdere, tanto ci rivedremo presto- sorrise Jacques e affiancandosi agli altri due si preparò ad andare in missione.   

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Capitolo 2
*** Il Ritorno Di Jacques ***


Buonasera a tutti: Come promesso ci sono delle rivelazioni importanti in questo Capitolo:
1- La spiegazione su come Jacques sia sfuggito al fairy Sphere
2- La gilda a cui si è unito (non è specificato chiaramente ma si capisce)
3- super sorpresa per cui sarò odiato...
Non mi resta che augurarvi buona lettura.

Il Ritorno di Jacques


Era già passata una settimana da quando il gruppo di Tenrou era tornato alla gilda di Fairy Tail, rimasta desolatamente vuota per troppo tempo, ma adesso ogni sera le risate, le risse e le urla festanti erano tornate.
Tutti festeggiavano a parte un paio di persone che rimanevano ferme a guardare gli altri: poiché Laxus era di gran lunga il meno chiassoso della compagnia, Kana si ritrovò a cercare la sua compagnia, visto che non aveva voglia di parlare con nessuno.
Se poteva naturalmente li raggiungeva anche Mira, ma di solito i due rimanevano in silenzio ad osservare e a bere, e ad aspettare qualcosa che probabilmente non sarebbe mai avvenuto.
Ma allo scadere della settimana ormai Kana aveva perso la sua poca pazienza e cominciò a sbuffare sonoramente, dando anche il tormento a Laxus.
-Ma mi spieghi come fai a essere così tranquillo?- urlò sbattendo la mano sul tavolo, mentre Laxus continuava a bere in tutta tranquillità, come se le urla di Kana entrassero da un lato e uscissero dall'altro, poi però la guardò interrogativo.
-capisco come ti senti, ma se non vuole farsi trovare, non lo troveremo, perciò beviti una cosa e non dare fastidio, quando vorrà, ci raggiungerà.
La loro conversazione era risuonata per tutta la gilda e tutti si erano voltati a guardarli e Kana arrossì.
-Beh dovresti ascoltare Laxus, lui mi conosce molto bene- disse una voce profonda di un uomo che era entrato dalla finestra, coperto da un mantello nero.
L'uomo che aveva parlato si era tolto il mantello, mostrando una cascata di capelli neri che ricadevano ordinati sulle spalle, vestito di nero e viola, con le spalliere di metallo e gli occhi azzurri come i diamanti: quegli occhi erano davvero inconfondibili.
Era davvero cambiato molto in quei sette anni: anche il fisico era più robusto e l'espressione più severa, anche se poi sorrise amabilmente a tutti, e aveva un accenno di barba.

Il gruppo di Tenrou naturalmente si fiondò da lui per abbracciarlo e chiedergli come si era salvato, ma Jacques glissò sull'argomento.
Solo una persona era rimasta più indietro delle altre,  e lo guardava con occhi sgranati, forse perché non aveva pensato a quanto il tempo trascorso aveva potuto cambiare l'aspetto di Jacques, però quegli occhi erano sempre gli stessi.
Kana si alzò e corse ad abbracciare Jacques che non si sottrasse a quel contatto, era mancata anche a lui, ma quando la mora provò ad allungarsi per raggiungere le labbra di Jacques, questi si sottrasse al contatto.
Kana lo guardò senza capire e Jacques cominciò a grattarsi la testa.
-Ecco... Io sapevo che sarebbe stato difficile... però...- era palesemente in difficoltà, perciò alzò la mano sinistra fino a portarla davanti al volto di Kana.
La quale rimase di stucco nel vedere un anello d'oro circondare l'anulare di Jacques.
-Tre anni fa mi sono sposato- disse Jacques guardandola negli occhi.
La gilda in un istante si ammutolì completamente, e Kana arretrò di un paio di passi, per poi voltarsi e non degnarlo di uno sguardo.
Jacques sospirò, naturalmente l'aveva presa male, dopo magari ci avrebbe parlato.
-Ah si e chi è stata tanto pazza da accettare di passare la vita con te?- lo sfotté Laxus che pareva aver preso bene la notizia.
Adesso qualcuno di loro lo avrebbe davvero ucciso perciò assottigliò lo sguardo e prese la rincorsa, tuffandosi -Ultear, ex membro di Grimoire Heart.
Eccolo lì il finimondo che si aspettava e tra minacce e pugni chiusi, Jacques sospirò, ma furono Erza e Gray a riportare tutto alla calma.
-Beh tra ex criminali ci si intende davvero bene- disse Jacques alzando le spalle, anche se si aspettava un casino del genere, non aveva intenzione di dare spiegazioni -Comunque sono venuto qui per parlare con Master Makarov.
Il piccolo Master di Fairy Tail, si fece avanti dalla sua posizione in disparte e alzò la mano in segno di saluto al suo ormai irrimediabilmente ex figliolo.
Jacques prese da una tasca interna del mantello che si era appena tolto, un libro di grosse dimensioni e lo porse al Master che strabuzzò gli occhi nel trovarselo di fronte.
-So che non dovrei averlo io, e mi scuso davvero...- disse Jacques.
-Questo libro è proprietà della gilda Fairy Tail ragazzo- lo rimproverò Master Makarov.
-Lo so, in esso sono spiegate le tre grandi magie di fairy Tail, lo presi sette anni fa poiché volevo trovare un modo per sciogliere la Fairy Sphere, ma non ci sono riuscito, poi vedendo che sono incantesimi assurdamente potenti, ho deciso di custodirlo, almeno finché non foste tornati- spiegò Jacques, mentre il master assentiva grave a quelle parole.
-Però voglio sapere come hai fatto a non essere travolto dalla Fairy Sphere- disse il Master mentre tutti i membri della gilda si affacciavano per capire come avesse fatto.
-Io ho avuto paura- disse Jacques, pareva vergognarsi di quelle parole -Quando Acnologia ha lanciato il suo ruggito ho avuto una paura tremenda, come se il cuore fosse stretto da dita di ghiaccio, inconsciamente ho attivato il mio Angel Shiel, e invece di proteggermi dal ruggito di Acnologia, mi ha protetto dagli effetti della Fairy Sphere, sono stato sbalzato via in acqua, quando mi sono ripreso ero completamente solo.
-Beh in fondo hai aiutato molto la gilda- disse il Master -se non fosse stato per te, avremmo dovuto abbandonare l'edificio- disse il Master.
-Lo so- rispose Jacques -ma è meglio che nessuno metta piede nei sotterranei no?- chiese retoricamente Jacques.
Gli fu tolta la necessità di rispondere quando Jacques invece di parlare ad alta voce utilizzò la telepatia Percepisco un forte potere nei sotterranei, anche se non capisco cosa sia
-Adesso scusate ma ho la necessità di chiarirmi con Kana- disse Jacques alzandosi e facendo per seguire la maga delle carte che aveva lasciato la sala, rifugiandosi su uno dei balconi del piano superiore.
La strada però gli fu sbarrata da un uomo imponente e dai capelli rossi.
-Gildarts, mi sono allenato per sette anni, potrei davvero metterti in difficoltà adesso, perciò lasciami passare, ho solo intenzione di parlare e di chiarire il tutto con lei.
Gildart sembrò studiarlo per un attimo, per poi farsi da parte in modo che Jacques potesse raggiungere il piano superiore e poi la maga delle carte.
Prima di uscire sul balcone prese un profondo sospiro: erano sette anni che aspettava quel momento. 


Note dell'Autore
Ecco qua... Non dite che non vi avevo lasciato indizi... A prestissimo 
PS Non odiatemi, io adoro quel personaggio

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Capitolo 3
*** Crime Sorciere ***


Allora buon pomeriggio e buona lettura a tutti.
 

Crime Sorciere

 
Jacques socchiuse la porta che dava sul balcone della gilda, in silenzio, così da guardare Kana che seduta su una sedia guardava il cielo, tamburellando con le dita sul tavolo e rimase per un attimo a fissarla, indeciso se chiamarla o lasciar perdere, ma lui non era un vigliacco, perciò prese una sedia lì vicino e si sedette, in modo da poter guardare Kana negli occhi.
-Kana, ascolta, posso capire come ti senti...
-Eh no Jacques non dire assurdità, cosa ne puoi sapere se siamo rimasti congelati nel tempo per sette anni? E tu qua fuori subito ti sei consolato...
-Eh No- disse Jacques sbattendo una mano sul tavolo, facendo sobbalzare la maga delle carte -Capisco che ti senta tradita, ma anche se siete stati ibernati per sette anni, non puoi manco immaginare cosa sia successo qua fuori: con la sicurezza che era colpa mia, andare su quella maledetta isola e perdere la voce nel chiamare Mavis.
Dopo essersi sfogato, Jacques rimase in silenzio, anche costernato nel fatto che avesse alzato al voce nei confronti di Kana.
-Scusa, probabilmente hai ragione a non volermi ascoltare- disse alla fine Jacques, alzando le spalle -Comunque volevo dirti anche che mi siete mancati molto.
Anche Kana era rimasta sorpresa dallo sfogo di Jacques, probabilmente anche per lui non doveva essere stato molto semplice quell'ultimo periodo e in fondo, poteva anche concedergli il beneficio del dubbio -Perché non mi racconti tutto quello che è successo?- gli chiese alla fine.
Jacques si sedette di fronte a Kana e sospirò -Beh sarà una storia davvero molto lunga-
 
Jacques venne svegliato dalla luce del sole che filtrava tra le tende delle sua camera, si stiracchiò, scrollandosi il sonno di dosso e guardò sul comodino dove un piccolo calendario dava mostra di sé.
12 dicembre X785.
Era già passato un anno da quando Acnologia aveva distrutto l'Isola Tenrou e la gilda di Fairy tail si era inabissata, o meglio era già passato un anno da quando il mondo aveva scoperto che quella gilda era stata distrutta, lui invece , unico sopravvissuto, sapeva cosa era successo: la sua Fairy Sphere, una magia ancora incompleta, l'aveva fatta sparire e un giorno sarebbe ricomparsa.
Il grosso problema era che sarebbe potuta ricomparire tra un giorno come tra un secolo, per questo, dopo aver dato la notizia ai membri rimanenti di Fairy Tail, se ne era tornato a villa Offenbach, dove aveva cominciato a impegnarsi sempre di più nella crescita degli orfani.
Certo non era felice di quella vita, ma almeno era sereno.
Scendendo dalle sue camere al piano superiore, Seraphina* lo accolse come tutti i giorni con un sorriso allegro, mentre i bambini cominciavano le loro attività quotidiane, sotto gli occhi vigili di Jacques.
Quando poi cominciarono le lezioni, il ragazzo si discostò e cominciò a lavorare con gli uomini che apportavano sempre più miglioramenti alla tenuta, ai giardini e ad altro.
Dopo pranzo invece Jacques prese con sé due bambini che avevano cominciato a dare dimostrazioni di possedere poteri magici, erano solo in due: uno stava cominciando ad avere doti telepatiche, l'altro cambiava il colore dei capelli, ma erano doti magiche nate per caso, neanche volute dai due bambini, a differenza della sua che era ereditaria e molto più potente.
Proprio durante la lezione di magia, Jacques venne interrotto da Seraphina che bussò alla porta per poi affacciarsi.
-Signor Jacques, ci sono due persone che chiedono di lei- disse in un sussurro.
-Puoi fare compagnia ai bambini mentre me ne occupo, per favore?- disse Jacques alzandosi.
All'ingresso ad aspettarlo c'erano due persone, a lui ben conosciute: Ultear appariva indifferente mentre Meredy si guardava intorno curiosa.
Aveva sentito parlare di quella strana coppia che se ne andava in giro distruggendo gilde oscure, ma non si aspettava che lo avrebbero raggiunto: quella cascata di capelli neri e quegli occhi viola lo inquietavano, fin dalla prima volta che li aveva visti, quando lei aveva quattordici anni e lui sedici ed era diventato da poco il membro fantasma di Oracion Seis, mentre lei era divenuta la protetta di Master Hades.
-Ciao Jacques- gli disse Ultear quando lo vide arrivare.
-Nel mio studio- rispose Jacques atono, voltandosi e facendo strada.
Lo studio di Jacques era una stanza al primo piano dove aveva sistemato tutti i documenti relativi alla gestione del suo orfanotrofio e della villa in generale, con tantissimi oggetti stipati confusamente e una scrivania alla quale Jacques si sedette, indicando una sedia a Ultear e Meredy che però a differenza della madre adottiva continuava a guardarsi intorno curiosa.
Una volta sedutosi prese da un cassetto una bottiglia di sakè e due bicchierini di vetro, riempiendoli fino all'orlo, ma invece di darne uno a Ultear li bevve entrambi davanti a lei.
-Ah però- disse Ultear.
-Spero che se mi ubriaco potrò sopravvivere a questo incontro... Cosa vuoi Ultear, Grimoire Heart ha distrutto Fairy Tail, cosa pensi mi tratterrà dall'ucciderti?- disse Jacques sollevando una mano in direzione della maga.
-Non sono più la stessa persona Jacques, Meredy...
La piccola maga dai capelli rosa creò in un attimo un piccolo braccialetto sulla mano di Jacques e di Ultear e il mago poté vedere nell'anima della maga tutto il suo rimpianto.
-Cosa posso fare per te?- chiese Jacques dopo essere stato sconvolto da quelle nuove rivelazioni.
-Come hai visto voglio rimediare agli errori del passato, e tu sai bene che c'è stata una persona che ha sofferto più di tutti per i miei sbagli, sono andata a liberarlo.
-Ma non ti ha minimamente ascoltato: Puoi forse fargliene una colpa?- chiese Jacques.
Ultear scosse il capo -E' già un miracolo che non mi abbia attaccata- disse con un sorriso stanco.
l loro discorso fu interrotto da un sonoro "Sgang", provocato da Meredy che curiosa aveva messo entrambe le mani sui tasti di uno strumento musicale che lei non aveva mai visto.
-Meredy- la riprese Ultear, che li guardò entrambi con sguardo colpevole, mentre Jacques le fece un sorriso divertito e le disse che non importava.
-Va bene Ultear, so dove posso trovare Gerard, tu intanto aspettami qui, dovrei tornare prima di sera- e detto questo si lanciò dalla finestra, dove poi risalì grazie alle sue ali.
 
*****
 
Gerard si era rintanato in una grotta che aveva visitato un anno prima in compagnia di un certo angelo, era scappato da Ultear e adesso aveva bisogno di recuperare le forze prima di poter tornare alle prigioni: era già la seconda volta che lo facevano evadere, ma una cosa era aiutare Jacques, un'altra era aiutare la causa della sua sofferenza.
Come invocato sentì che proprio Jacques si stava avvicinando a grandissima velocità, e infatti passarono solo pochi minuti tra il momento in cui l'aveva percepito arrivare e il suo atterraggio.
-Jacques- lo accolse Gerard fuori dalla caverna.
-Yo, come ti va la vita?- lo salutò Jacques raggiungendolo.
-Sinceramente non credo sia una visita di cortesia, cosa vuoi?- disse Gerard, non abituato a perdere tempo in convenevoli.
Jacques rimase fermo per un attimo -Ultear è venuta a farmi visita, mi ha raccontato tutto...-
Vide lo sguardo di Gerard assottigliarsi, ma lui imperterrito continuò il suo discorso -Vuole costruire una gilda per dare la caccia alle gilde oscure.
-No- lo interruppe Gerard.
-Ok, lo so che non ti fidi di lei, però è davvero cambiata...
-Jacques non mi interessa- lo interruppe di nuovo Gerard -Lo so che intenzioni ha, ma io voglio solo tornare in carcere e sparire...
Jacques rimase per un attimo in silenzio -Non ci posso credere, tu ti stai arrendendo, non credevo fossi un vigliacco.
-Ahahahahhahahaha, ma pensa te da che pulpito... Non sei tu che ti nascondi e non combatti?- gli rinfacciò Gerard -Dimmi un po, ti senti così colpevole? Credi di aver ucciso tutta Fairy tail e per questo ti nascondi... Se io sono un vigliacco tu cosa sei?- 
E in un attimo gli fu tutto chiaro -Maledetta Stronza...- disse Jacques, che tuttavia non poteva non ammirare la raffinata intelligenza di Ultear, li aveva messi l'uno contro l'altro a rinfacciarsi le proprie debolezze.
-Ah ma che parlantina da Lord- disse la voce di Ultear nelle loro teste -e prima di arrabbiarvi vi sto parlando telepaticamente, adesso che vi siete detti che siete dei vigliacchi cosa volete fare? Costruiamo insieme la gilda flagello delle gilde oscure e diamo la caccia a Zeref insieme.
Jacques e Gerard si guardarono interdetti prima di acconsentire.
Fu il giorno della nascita di Crime Sorciere.
 
Angolo dell'Autore
Salve a tutti, come va? Ho un piccolo annuncio da fare: Ho deciso di cominciare una storia ad OC... per chiunque è interessato, il titolo è "La guerra dei sette Regni" ho ancora dei posti vuoti:
Tornando al capitolo
*Cap 6 di volare verso una speranza.
  

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Capitolo 4
*** Quelle tue labbra ***


Ecco un nuovo capitolo delle avventure di Jacques, il primo che parla del suo rapporto co Ultear, anche se molto in superfice e appena all'inizio... Beh Buona lettura.

Quelle tue labbra


Jacques aveva raccontato la nascita di Crime Sorciere a Kana, ma si leggeva nel suo sguardo che non era quello che le interessava, ma la storia poteva davvero rivelarsi lunga.
Furono distratti da un lieve bussare alla porta e Mira uscì su quel balcone portando una bottiglia e dei bicchieri.
-So benissimo perché sei qui, vuoi sapere anche tu no?- le chiese  Jacques esasperato, ma ricevette in risposta solo un dolce sorriso – e va bene-.
Jacques si riempì il bicchiere e bevve, quel sapore di liquore lo riportò a una particolare notte.
 
Sei mesi che avevano cominciato a distruggere gilde oscure, sei mesi che davano la caccia a Zeref, sei mesi che combattevano, viaggiavano e vivevano insieme e ancora non riusciva a sopportarla minimamente: saranno stati gli anni che aveva passato a guardarsi le spalle da lei, sarà che la conosceva, sarà che quel sorrisetto pareva nascondere sempre qualcosa, ma Jacques e Ultear non riuscivano ad andare d’accordo, ma ancora peggio, non riuscivano nemmeno a ignorarsi e quando stavano nella stessa stanza si insultavano di continuo.
Anche Gerard sembrava infastidito da questo atteggiamento, ma per quieto vivere, spesso soprassedeva alle battute al vetriolo che i due continuavano a scambiarsi; l’unico momento in cui i due sembravano in sintonia era quando combattevano, almeno lì era sicuro che non si stuzzicassero troppo, il problema semmai nasceva nel momento immediatamente successivo al compimento della missione.
-Tu fai sempre di testa tua- urlò la ragazza puntando il dito verso Jacques che se ne stava sdraiato con la schiena appoggiata alla parete del rifugio, con le braccia a far da cuscino dietro la testa.
-Pfff- commentò Jacques ignorandola mentre Gerard e Meredy si scambiavano uno sguardo significativo, come per dire ci risiamo.
-Ma hai un cervello in quella testa o ti serve solo per separare le orecchie?-Inferì Ultear inviperita.
-E basta- rispose Jacques sbuffando –Era una gilda proprio debole, non c’era nemmeno motivo di attaccarla- in effetti la gilda oscura che avevano attaccato il giorno stesso era molto debole, ma Ultear voleva comunque osservarla , cosa che a Jacques non era passata nemmeno per l’anticamera del cervello; aveva attaccato costringendo i suoi tre compagni a seguirlo e anche se la situazione si era risolta per il meglio, Ultear non era disposta a lasciar perdere.
-Sei un deficiente- gli gridò di nuovo Ultear.
-Ma sta zitta vipera- rispose Jacques alzando appena lo sguardo.
Ecco che ricominciavano, ma prima che potessero davvero dar fondo alla loro splendida capacità dialettale nel campo degli insulti Meredy se ne uscì con la peggiore delle frasi possibili: -Potreste essere una bella coppia insieme sapete?-
Il silenzio che accolse quella frase fu talmente lungo che Gerard cominciò a contare i secondi prima che uno dei due tornasse alla parola.
-Ma sei impazzita?- urlò Ultear.
-Tesoro ti assicuro che avresti tutto da guadagnare!- se la rise Jacques.
-Scordatelo, non mi rotolo in un letto con qualcuno solo perché è un bel ragazzo.
Il silenzio che seguì quell’affermazione fu ancora più sorpreso.
-Ma comunque con te a letto non ci verrei mai- urlò Ultear che cominciava ad arrossire per la gaffe fatta.
-Ah manco io, sono sicuro che mi uccideresti il giorno dopo- se la rise Jacques, se cominciava anche con il sarcasmo non ne sarebbero usciti più.
-Non è vero, Azuma è sempre stato benissimo- rispose Meredy al posto di Ultear.
Al commento di Meredy, Gerard sputò tutta l’acqua che stava bevendo, Jacques inarcò il sopracciglio perplesso e Ultear arrossì ancora più vistosamente.
-Adesso ne ho abbastanza dei vostri litigi- disse Gerard sbattendo la mano sul tavolo –Ci sono altre due gilde oscure in zona, io prendo Meredy e vado a est e visto che solo quando combattete non vi azzannate, voi andate a osvest è chiaro?- e detto questo senza dargli la possibilità di rispondere prese Meredy e uscì dal rifugio, lasciando quei due all’interno sbigottiti.
 
*****
 
-Che gran perdita di tempo- si lamentò Jacques mentre dopo aver distrutto una piccola gilda oscura se ne tornavano al rifugio: all’interno della gilda c’erano solo una decina di maghi e tutti erano stati resi inoffensivi e adesso se ne stavano legati ad aspettare l’arrivo dei Cavalieri Runici.
Come aveva detto Gerard in effetti quando combattevano non avevano problemi di collaborazione.
Una volta giunti al rifugio Ultear cominciò a cercare qualcosa da mangiare, ma dovette arrendersi trovando la dispensa vuota, si presentò con due bottiglie di liquore e due bicchierini di vetro.
-Beh se non possiamo mangiare, almeno è il caso di festeggiare e poi potremmo appianare le nostre divergenze- disse Ultear sedendosi di fronte a Jacques su una poltrona
-Stappa la prima bottiglia- concesse Jacques.
Cominciarono a bere, dapprima in silenzio, poi con l’alcol in corpo  cominciarono a parlare del loro passato: Jacques le raccontò la storia della sua famiglia e le sue avventure, fino ad arrivare al duello contro Brain di Oracion Seis, quando ancora faceva parte di Fairy Tail.
Lei invece gli raccontò della sua difficile infanzia e della sua prigionia. Con il solito responsabile: Brain.
-Alla fine devo anche ringraziarti, sono già in debito con te per quello che gli hai fatto-
-Se lo è meritato- concluse Jacques svuotando il bicchiere e guardando di nuovo Ultear, incrociando il suo sguardo: i suoi occhi erano diversi dal solito, più profondi, Jacques scosse la testa pensando che forse l’alcol gli stava dando alla testa, eppure quando rialzò lo sguardo vide qualcosa che lo lasciò ancora più basito.
Una lacrima scendeva silenziosa sulla guancia della donna.
Anche se non si sentiva nemmeno troppo ubriaco, doveva essere svenuto e non essersene accorto: Ultear, la comandante dei sette del purgatorio, colei che aveva spinto Gerard verso la pazzia, stava piangendo davanti a lui.
Se fossero stati lucidi entrambi non avrebbero mai compiuto quei gesti, lui con la mano le asciugò quella lacrima solitaria, lei si lanciò tra le braccia del ragazzo, seduto sulla poltrona.
Il mondo stava andando a rotoli, pensò Jacques ma solo quando la donna alzò lo sguardo su di lui e cominciò a baciarlo, Jacques cominciò davvero a credere di stare sognando.
Però lui non doveva baciare Ultear, lui doveva aspettare un’altra persona, che forse però non sarebbe mai più tornata gli disse una voce cattiva nel suo cervello e quelle labbra erano così dolci, Jacques approfondì quel bacio e i suoi buoni propositi andarono a farsi benedire.
Baci di fuoco e mani che esploravano curiose il corpo l’uno dell’altra, Jacques non seppe ben dire cosa stava succedendo in quei momenti: si ritrovò ad armeggiare con quella tuta da combattimento che era diventata di troppo, mentre lei gli toglieva la maglia e i pantaloni.
Si amarono su quella poltrona sgangherata, lentamente, come per assaporare il momento e solo a tarda notte Jacques decise che forse era l’ora di mettere a letto Ultear che nel sonno aveva un’espressione rilassata.
Ultear si svegliò dopo poche ore di sonno e trovò Jacques affianco a lei che stava sveglio con le mani dietro la testa, ancora nudo che probabilmente rifletteva su qualcosa, e lei sapeva benissimo su cosa, così si alzò dal letto, anche per dimostrargli che era sveglia.
-Quello che c’è stato stanotte è stato un errore- gli disse di punto in bianco mentre si rivestiva.
-Questa non è una frase che di solito dice l’uomo?- rispose Jacques, senza neanche guardarla in faccia, ma lei non lo degnò di risposta e se ne andò dalla stanza.
Jacques si concesse qualche altro minuto per poi andare anche lui nella sala comune dove trovò Gerard alle prese con una tazza di caffè.
-Buongiorno Jacques- lo salutò Gerard
-Vaffanculo tu e le tue trovate- rispose Jacques con un diavolo per capello.
Ecco, cominciamo bene la giornata, solo perché non sapeva che il giorno prima si era scoperchiato un pericoloso vaso di Pandora.

 

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Capitolo 5
*** Chiudi Fuori il Mondo ***


Salve a tutti, eccomi con un nuovo Capitolo... Spero vi piaccia perché arrivano grosse novità, e vi chiedo scusa se ci ho messo parecchio tempo, ma tranquilli non vi abbandonerò certo... Beh buona lettura a tutti.

Chiudi fuori il mondo

 I minuti passavano nella gilda di Fairy Tail, e tutti continuavano la solita vita, festeggiando, bevendo e facendo risse, solo poche persone se ne stavano ferme al loro posto, scrutando con occhio febbrile porta che dava al piano superiore dove si erano rintanati a chiacchierare Kana e Jacques, dopo poco seguiti anche da Mira che gli aveva portato da bere ma che non era più scesa.
Proprio in quel momento Jacques stava raccontando il secondo anno dei sette che aveva trascorso con Gerard, Meredy e Ultear, lesinando su qualche dettaglio che preferiva tenere per sé.
-Finora non hai detto nulla di strano Jacque, insomma il fatto che siate stati a letto non significa che dovevate ficcarvi un anello al dito…- disse Kana esplicita come suo solito.
-Beh le cose non sono certo finite qui, puoi immaginartelo da sola- e Jacques ricominciò a raccontare.
 
Era passata una settimana da quando Jacques e Ultear avevano avuto un incontro fin troppo ravvicinato e la situazione a Crime Sorciere era diventata praticamente incandescente: Jacques e Ultear erano passati dall’insultarsi continuamente al non rivolgersi la parola, in compenso però non se ne stavano zitti anzi, avevano semplicemente cambiato obbiettivo, rivolgendo i loro rimbrotti a Gerard visto che l’unica cosa su cui i due parevano essere d’accordo era che la colpa fosse di Gerard, il quale da par suo aveva capito cosa era successo anche se si limitava ad osservare, ma anche lui non era uno da molte parole, e non era minimamente d’aiuto.
Meno male che almeno c’era Meredy che con quella sua capacità di intervenire al momento giusto riusciva a portare in quello sgangherato trio almeno qualche barlume di allegria, e spesso Jacques si era chiesto se in quel frangente Meredy non ci fosse stata, cosa sarebbe accaduto.
Il rifugio che avevano scelto quella notte era uno dei più comodi che avessero avuto da lungo tempo: si trattava di una casa isolata nel profondo bosco, una volta era una delle sedi di Oracion Seis e per questo Jacques si sentiva abbastanza sicuro che non sarebbero stati disturbati da nessuno, inoltre era molto comoda, con grandi letti e stanze per ognuno di loro: aveva perso il conto delle volte in cui aveva dovuto dividere la stanza con tutti, o peggio ancora aveva dovuto dividere il letto con Gerard visto che Ultear si prendeva come compagna di letto Meredy perché era la più piccola, altro che affetto.
Ancora una volta stava pensando a Ultear: quando era solo era più difficile domare il corso dei pensieri, che se ne andavano di nuovo a quella notte, Jacques scosse con forza la testa per liberarsi da quei pensieri e strinse con forza la maniglia della finestra, spalancandola e facendo si che il vento potesse accarezzargli il volto, come se questo avesse potuto distrarlo.
Si mise a letto, sospirando di frustrazione e prendendo a pugni il cuscino, ma tutto inutilmente visto che la notte che avanzava, probabilmente l’avrebbe trascorsa in bianco.
Quello che non sapeva Jacques era che anche un’altra persona si crogiolava in simili pensieri, non riuscendo a prendere sonno, si era alzata e anche lei guardava fuori dalla finestra, pensando a tante cose, al suo passato e a quanto fossero simili lei e Jacques.
E a quanto fosse stata stupida a dire quella frase, in fondo non era c’era nulla di sbagliato in quello che avevano fatto e probabilmente quello, testardo come un mulo, adesso se ne stava a rimuginare e a lasciare che lo scorrere degli avvenimenti andasse avanti.
Beh che male c’era se avesse fatto lei la prima mossa per avvicinarsi a Jacques? In fondo anche le loro schermaglie a modo loro erano divertenti ma quel silenzio era difficile da sopportare, perciò decise di uscire dalla sua stanza e raggiungere Jacques, sicura di trovarlo sveglio: aveva notato che tra i quattro Jacques era quello che dormiva meno, e anche quando lo faceva, era sempre in allarme come se si aspettasse di essere attaccato da un momento all’altro.
Con una candela in mano, Ultear uscì dalla sua stanza e si avvicinò a quella di Jacques, tutta la sua sicurezza pareva svanire mentre si fermava davanti a quella porta di legno nero, si fece coraggio e bussò con tocco leggero.
Come aveva immaginato, Jacques non stava affatto dormendo, anzi quando aprì la porta aveva uno sguardo lucido e attento, anche se si prese quasi un colpo quando vide Ultear con una leggera camicia da notte che poco copriva delle sue forme.
Non che Jacques fosse molto più coperto, da quando aveva sentito bussare aveva fatto in tempo solo ad infilarsi i pantaloni.
Sebbene fosse sorpreso da quella tarda visita Jacques si fece da parte, invitando Ultear ad entrare, e lei eseguì, sedendosi sul letto mentre Jacques prendeva posto in una poltrona.
-A cosa devo questa tarda visita?- chiese Jacques.
-Sai, non riuscivo a prendere sonno, e i pensieri mi colpivano uno dietro l’altro- rispose Ultear –Credo di voler chiarire quello che è successo tra di noi-
-Dovresti sapere cosa è successo tra di noi Ultear, eravamo ubriachi, euforici per una missione appena compiuta, abbiamo parlato del passato e siamo finiti a letto- disse Jacques con un tono di voce indifferente.
-Ma poi la mattina successiva…-
-Si lo so, c’ero anche io- rispose Jacques facendole nascere un sorriso – Personalmente non sono d’accordo ma sono dell’idea che hai tutto il diritto a pensarlo.
-beh non lo penso- rispose Ultear, guardandolo con occhi ardenti, alzandosi dal letto e avvicinandosi a Jacques con fare seducente, gli passò un dito sul petto, provocando un brivido al ragazzo.
-Attenta, non accetterò un’altra fuga come quella di una settimana fa…- la prese in giro Jacques con un sorriso.
-Non fuggirò più…
 
Da quel giorno Jacques e Ultear fecero vita di coppia, anche se continuavano a nascondere la loro relazione a Gerard e a Meredy, forse solo perché erano entrambi riservati e preferivano tenere per loro questo inaspettato sviluppo, anche se a onor del vero, qualcosa Gerard l’aveva capito dal cambio di atteggiamento di entrambi i compagni che a un’occhiata disattenta parevano litigare come prima ma ad occhio esperto, si vedeva come quegli insulti sembravano più delle prese in giro tra amici.
Così il clima all’interno di Crime Sorciere si distese e passarono i mesi, mentre si sterminavano gilde oscure una dopo l’altra Jacques e Ultear continuavano ad incontrarsi di notte, quando possibile.
Nel febbraio dell’anno X787, Jacques e Gerard stavano fermi ad osservare un cupo edificio di marmo, isolato dal resto delle costruzione e con un’aria poco raccomandabile, dopo giorni e giorni di appostamento erano finalmente riusciti a trovare una delle gilde oscure sottoposta all’ultimo vertice dell’alleanza Balam.
La speranza era che oltre allo sterminio potessero anche ottenere qualche informazione su Tartaros.
-Allora cosa avete scoperto?- chiese Ultear una volta che i due esploratori tornarono al rifugio.
-Ci sono trenta maghi di cui cinque di Classe S, e il Master ma non dovrebbero rappresentare un grosso problema per me e Jacques- spiegò Gerard.
-Non possiamo infiltrarci di nascosto, c’è un mago che usa le sue capacità per una barriera sensoriale che si estende a trenta metri dalla gilda, nessun punto debole, l’unica opzione è un attacco diretto.
Ultear assentì alle parole di Jacques, d’altronde non era preoccupata, avevano combattuto nelle stesse condizioni molte volte, eppure sentiva una strana agitazione.
La ignorò ed era accanto ai suoi tre compagni quando Jacques sfondò il portone della gilda e cominciava la battaglia con Jacques e Gerard in prima fila che combattevano come indemoniati tutti i maghi della gilda oscura…
Anche Meredy stava facendo del suo meglio con la magia sensoriale, attraverso il quale lanciava spade che colpivano i sensi dei suoi nemici provocando dolore ma non ferendo il corpo.
Ultear come al solito restava indietro, cercando di limitare i danni che gli avversari potevano causare ai suoi compagni, quando uno dei maghi che stava nelle retrovie scagliò un incantesimo in direzione di Meredy, Ultear entrò in azione e con il suo “Flash Forward” dissolse l’incantesimo, poi però tutto divenne nero, e sentì qualcuno urlare il suo nome.

Quando si risvegliò doveva essere molto lontana dal punto in cui era svenuta, si guardò intorno, era distesa a letto in una casa che non aveva mai visto e la testa gli girava in una maniera indescrivibile, aprì gli occhi solo per vedere Jacques seduto accanto al suo letto che tirò un grosso sospiro di sollievo una volta accortosi che gli occhi di Ultear si erano aperti.
-Dove sono?- chiese la maga con voce strascicata.
-Siamo a casa di una guaritrice, sei svenuta nel mezzo della battaglia che tra l’altro io, Gerard e Meredy abbiamo combattuto da soli, non c’era bisogno della tua presenza, perciò dimmi come cavolo ti è venuto in mente?- chiese Jacques che dalla faccia sembrava essere furioso.
-Come mi è venuto in mente cosa?- chiese Ultear che ci stava capendo sempre meno, ma la risposta fu inghiottita da un colpo di scopa che cadde preciso sulla testa di Jacques, colpito da una signora anziana dai capelli rosa.
-Brutto idiota, disturba ancora la mia paziente e ti ammazzo sul serio- gli sbraitò contro l’anziana.
-Sei impazzita vecchia?- rispose Jacques massaggiandosi il colpo ricevuto ma Polyuscha lo ignorò rivolgendosi alla ragazza distesa sul letto.
-Ciao cara, io sono Polyuscha e sono una guaritrice, mentre dormivo ti ho fatto alcuni test, puoi dirmi cosa ti ricordi?- chiese gentilmente, sorprendendo Jacques che non l’aveva mai udita parlare con un tono tanto materno.
-Stavamo combattendo e ho visto un incantesimo andare verso una mia compagna e l’ho dissolto, poi ha cominciato a girarmi la testa e ho visto tutto nero… Ma cosa mi è successo? Non mi era mai capitato di non poter utilizzare i miei poteri.
-Tesoro, è un avvenimento naturale che la magia non possa essere usata per un certo periodo di tempo…
Non riusciva ancora a capire cosa stava accadendo, ma pareva che almeno non fosse malata anche se non le era mai capitato che la sua magia si rifiutasse di rispondere ai comandi, perciò chiese semplicemente alla guaritrice :-Per quanto tempo non potrò utilizzare la magia?-
Jacques e Polyuscha si scambiarono uno sguardo prima di rivolgere di nuovo l’attenzione ad Ultear, ma invece della donna fu Jacques stesso a rispondere –Più o meno nove mesi-.

    

Allora sorpresi? Credo proprio di si, ma sono cose che capitano... La domanda è come la prenderanno i protagonisti?
beh domande che troveranno risposta nel prossimo capitolo... A presto Ciaoooooo...

  
 
 

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Capitolo 6
*** Il Piccolo Angelo ***


Salve a tutti, ecco un nuovo capitolo, in cui facciamo conoscenza di un nuovo personaggio... Buona Lettura a tutti

Il Piccolo Angelo


Un figlio, Jacques lo disse come se fosse la notizia più naturale del mondo, anche perché per lui probabilmente che aveva avuto anni per abituarsi all'idea, non doveva essere una notizia sconvolgente, ma per Mira e Kana, il discorso era molto più complicato.
Jacques le vide rimanere a bocca aperta, sbalordite, senza riuscire a proferir parola, tanto che Jacques fu costretto ad interrompere il racconto.
-Un-un-un f-f-figlio?- balbettò Kana, mentre Mira urlava felice e si lanciava veros Jacques, stringendolo in un abbraccio stritolante che lasciò l'uomo senza fiato a ricambiare la stretta.
Kana invece fu più lenta ad alzarsi e a congratularsi, ma pareva non riuscire ad esprimersi a parole, perciò si limitò ad un lieve abbraccio.
-Mi sembri sotto shock- disse Jacques, rovistando nelle tasche dalla quale estrasse una piccola foto in miniatura.


 -Circa nove mesi- le parole di Jacques parvero cadere nel vuoto poiché Ultear non diede segno di minima reazione alla notizia.
Anzi lo sguardo si fece vacuo, come se fosse immersa in chissà quali pensieri.
Jacques cominciò a contare i secondi che passavano nell'attesa di una risposta da parte di Ultear che continuava a fissare il vuoto con sguardo assente.
-E' sotto schock credo, probabilmente gli servirà del tempo per realizzare la notizia- disse Polyuscha.
-E io intanto che faccio?- chiese Jacques che intanto aiutò Ultear a sdraiarsi di nuovo nel letto, visto che comunque non faceva nulla.
-Non mi interessa- disse la guaritrice, per poi urlare -Vattene fuori da casa mia-.
Jacques fu costretto ad uscire della porta e a rifugiarsi nel bosco adiacente alla casa, dove anche Meredy e Gerard attendevano notizie, anche se Jacques aveva il sentore che il mago avesse già intuito il motivo dello svenimento di Ultear.
-Come sta?- gli chiese Gerard.
-Bene, pare che entrambi stiano bene- disse, confermando implicitamente i dubbi di Gerard che a quella affermazione scosse la testa, mentre Meredy faceva vagare lo sguado tra i due, interrogativa, ma Jacques continuò -Credo che per un po' sarebbe meglio smetterla con queste missioni per Ultear, ci trasferiremo a Villa Offenbach finché non nascerà il bambino-
Adesso anche per Meredy aveva capito quello che stava succedendo e rimase con la bocca aperta, ma prima che potesse dire qualunque cosa, un urlò disumano risuonò dall'interno della capanna.
-Mi sa che Ultear ha realizzato quello che sta accadendo- disse Jacques, questa volta titubante se entrare o meno all'interno della capanna, e fu Gerard a toglierlo da quell'imbarazzo quando con forza lo spinse all'interno della casetta.
Ultear si era messa in piedi e continuava a lanciare cose in direzione della impassibile guaritrice che si limitava ad assistere allo sfogo dellasua paziente.
Lanciava ogni cosa che finiva tra le mani, Jacques fu costretto ad evitare un libro e un soprammobile, ringraziando il cielo che in quel momento non potesse utilizzare la magia, altrimenti quella maledetta sfera lo avrebbe fatto a pezzi.
-Calmati Ultear, non ti fa bene- disse Jacques bloccandole le mani ancora protese nel gesto di afferrare qualcosa.
-Non azzardarti a dire di calmarmi... Ti rendi conto di quello che abbiamo fatto? Questo bambino non deve nascere...
Quelle parole scatenarono Jacques, che furioso rilasciò istintivamente una parte del suo potere magico che fece tremare i muri della casa, una scossa che zittì Ultear.
Jacques ci mise meno di un secondo per calmarsi e prendere Ultear e costringerla a risedersi sul letto, dove si sedette anche lui, continuanado a tenerle la mano protettivo.
-Dimmi che non lo pensi davvero!- disse solamente Jacques guardandola negli occhi.
Ultear si sentì in trappola, quegli occhi azzurri le scrutavano l'anima.
-Io... Io credo che non sia ancora il momento...- disse balbettando.
-Abbiamo 25 anni a testa Ultear, è il momento ideal per avere un bambino.
-Non mi riferivo a questo- disse lei -Non è l'età il problema, ma la nostra vita.
Jacques ci riflettè per un attimo, per poi sorridere -Non importa, dovremmo fare qualche cambiamento nella nostra vita, ma l'importante è che il bambino stia bene e comunque avrà una madre e un padre, è molto di più di qaunto hai avuto tu...- ecco aveva anche calato l'asso nella manica.
Dovette abbassare il capo in segno di sconfitta e guardare il sorriso di Jacques che si allargava, mentre Polyuscha aveva assistito a quella scena in un angolo, senza osare disturbare.
-Ma perché tu sei così contento di avere un figlio?-
Jacques rimase un po sorpreso da quella domanda, riflettè un attimo per poi rispondere -Perché ne sento la necessità-
-Non capisco- confessò Ultear a quelle parole.
-Nemmeno io- sorrise ancora di più Jacques -so solo che quando ti ho vista svenire, tutto quello che riuscivo a pensare era "non loro".
Ultear sorrise e si gettò tra le braccia di Jacques.
I neo-genitori, si stabilirono dunque a vilal Offenbach, rendendola la loro effettiva dimora, anche grazie ad un abile incantesimo di Gerard che la rese irrintracciabile a chiunque non fosse stato invitato in precedenza dallo stesso Jacques.
La gravidanza di Ultear fu tranuilla, viziata e coccolata da Meredy, Jacques e dalle donne che vivevano a villa Offenbach, ma anche gli uomini erano felici, visto che il Padrone di casa avrebbe presto avuto un erede.
I mesi passavano e la pancia di Ultear cresceva, e non serbava particolari preoccupazioni, finché non arrivò il mese di ottobre ed era quasi il momento per Ultear che praticamente rimaneva distesa ad attendere con Jacques, Gerard e Meredy che continuavano a viziarla, impedendogli anche di alzarsi dal letto.
Gerard e Jacques stavano discutendo di una gilda oscura che il mago dai capelli blu aveva individuato, ma che si presentava troppo potente per essere attaccata da una sola persona, perciò adesso stavano facendo il punto della situazione, quando :- AAARRGGHHH!!! - un urlo di dolore li costrinse a dare attenzione a Ultear.
-Ul!!! - gridò Jacques saltando in piedi dalla sedia che aveva occupato –Che è successo?!!! Un'altra fitta???!!!- era stato un po' nel panico, ma poi gli avevano spiegato che le fitte sono normali a ridosso del parto.
- Noooo... - rispose con un sforzo digrignando i denti –Chiama Polyuscha...- chiese della donna che si era stabilita per un breve periodo alla villa (in realtà c'erano voluti Gerard e Jacques insieme per costringerla a muoversi di casa e non erano stati nemmeno molto gentili).
- Oh cavolo!!! Vuoi dire che... - chiese terrorizzato Gerard.
Lei non rispose ma annuì energicamente serrando le labbra dal dolore -Certo, volo- e sparì dalla porta, correndo come un matto.
Jacques e Meredy rimasero nella stanza, Jacques a stringere la mano di Ultear che lo stava stritolando, mentre dalla porta entrarono Gerard, seguito da Polyuscha e da una coppia di donne anziane, pronte ad aiutare la maga con il parto.
-Benissimo, gli uomini fuori- disse la vecchia, con Gerard che si affrettò ad ubbidire, ma con Jacques che la guardò gelido, per rispondere -Nemmeno Zeref in persona riuscirà a farmi uscire da questa stanza-.
La vecchia alzò le spalle, come a dimostrare che non fosse un suo problema e cominciò il travaglio della giovane.
Se le donne abituate a vedere i parti delle giovani donne che a quel dolore urlavano e si dimenavano, maledicendo i propri partner per averle ficcate in quella situazione, beh furono deluse.
D'altronde stiamo parlando di una guerriera.
Il travaglio durò ore intere e solo alla fine Ultear si concesse un grido liberatorio, inghiottito da un altro rumore, una vocetta stridula che urlava al mondo tutto il suo disappunto.
Polyuscha trafficò ancora un po tra le gambe di Ultear, poi prese un telo pulito e ci avvolse dentro qualcosa.
-Complimenti ragazzi... è una meravigliosa bambina- disse la guaritrice porgendo la piccola tra le mani della madre che la abbracciò in lacrime come una volta anche sua madre aveva stretto lei. 
Anche Jacques era commosso a tal punto che le parole non volevano saperne di uscire, in compenso però non riusciva a distogliere lo sguardo da sua figlia e dalla sua donna, era lo spettacolo più bello che avesse mai visto.
La piccola aveva già tanti capelli di colore nero ed era rossa per lo sforzo del pianto, ma pareva già calmarsi tra le braccia della madre.
-Tesoro, dai la bambina a Jacques, così può farla vedere a Gerard e agli uomini che stanno aspettando fuori la porta, così puoi darti una rinfrescata- disse la guaritrice.
Jacques prese sua figlia tra le braccia e uscì dalla porta, dove stavano aspettando tutti gli uomini, con Gerard che continuava a passeggiare avanti e indietro in preda all'ansia.
-E' nata ed è una bellissima bambina- annunciò Jacques a tutti gli uomini che esplosero in grida entusiaste, urlandogli le congratulazioni, ignorando la piccola che disturbata da quel chiasso cominciò a piangere tra le braccia del padre.
-Allora come si chiama? Tu e Ultear avete tenuto il nome segreto fino ad adesso.
-E me lo chiedi? Si chiama Viviane, come mia sorella- disse Jacques, rientrando nella stanza. 


La foto ritraeva i volti di Jacques e Ultear sorridenti che abbracciavano una bambina di quattro anni al massimo che sorrideva felice.
La bambina aveva i capelli neri lunghi fino alle scapole e gli occhi azzurri che non lasciavano dubbi al fatto che fosse propio la figlia di Jacques.
-Assomiglia moltissimo alla mamma- disse Kana. 
-Apparte gli occhi, quelli sono come i tuoi- continuò Mirajane, ottennedo un grosso sorriso da parte di Jacques.
-Non ha preso solo i miei occhi... Imparerà anche il Takeover angelico quando sarà il momento, ha già mostrato i primi segni.
Jacques ripiegò la foto con cura nella tasca dei pantaloni.


Angolo dell'autore
So che avrei potuto scrivere di più, soprattutto sulla gravidanza, ma sinceramente non mi andava di allungare un brrodo tanto per, meglio così... Una bella bambina per Jacques e Ultear... 

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Capitolo 7
*** Il suo pensiero mi ha salvato ***


Allora prima che cominciate a leggere, un piccolo avvertimento: è splatter, se avete una fervida immaginazione e non vi piace il sangue che scorre a fiumi… Beh a vostro rischio e pericolo… Buona Lettura
 

Il Suo Pensiero Mi Ha Salvato

 
 -Jacques, come è essere genitori?- questa domanda di Mira spiazzò leggermente l’uomo che mise le braccia conserte per riflettere meglio sulla risposta da dare.
-E’ la cosa che più cambia una persona nella vita- rispose Jacques, continuando poi –Quando ero da solo, quando stavo con Kana e anche quando ero in Crime Sorciere, prima che nascesse Viviane, il centro dell’attenzione era quello che facevo, quello che dovevo fare in futuro, da quando è arrivata lei, è stato come se il centro del mio mondo diventasse un altro, tutto quello che faccio è in sua funzione, ogni più piccola sciocchezza che fa, vale più dei miei successi più grandi e quando fui catturato fu lei a salvarmi la vita…
Ancora una rivelazione di Jacques che detto questo prese la maglia e la alzò fino al collo: il corpo, una volta perfetto, adesso mostrava un reticolo di cicatrici –Frustate…
 
Erano passati circa sei mesi dalla nascita di Viviane e i due ragazzi avevano fatto  conti con la vita da genitori, alternandosi a stare con la bambina a Villa Offenbach e ad andare in missione quando serviva ad aiutare Gerard e Meredy.
Era una giornata calda di primavera e Ultear e Jacques si godevano la loro bambina sdraiati sul loro letto, abbracciati mentre la loro primogenita giocava con la sfera di cristallo della madre, e che rideva allegra, provocando la risata anche dei genitori.
La bambina amava giocare con la loro magia, anche le ali di Jacques parevano attrarla in modo particolare.
-Sai avevi ragione- disse la maga, voltandosi verso il suo compagno e sorridendogli.
-Naturalmente- disse Jacques facendole l’occhiolino –a che proposito?-
-Smettila di fare il gradasso- disse pizzicandogli la guancia –Questa bambina è felice di stare con noi- e cominciò a baciarlo –e io sono felice-.
Il momento sarebbe stato perfetto se non si fossero dimenticati che una bambina di appena sei mesi, richiedeva tutta l’attenzione dei genitori, e naturalmente scelse quell’attimo.
-Ma-ma- disse una voce incerta, che separò in un secondo i genitori, con Ultear che con le lacrime agli occhi abbracciò la figlia che rideva, non ben consapevole che quelle due semplici sillabe avevano riscaldato il cuore dei due.
Jacques rimase fermo a guardare le donne della sua vita che si abbracciavano, era sempre più difficile per lui allontanarsi da entrambe, eppure questa volta era suo dovere, aiutare Gerard a investigare su una piccola gilda oscura che però aveva la particolarità di essere sotto la stretta dipendenza di Tartaros, perciò si alzò dal letto e si infilò la maglia nera con ricamato sulla spalla destra il simbolo di Crime Sorciere.
-Sta attento- disse Ultear, anche lei in piedi con la bimba in braccio, per questa volta non avrebbe fatto parte della spedizione.
-Certo, e poi Viviane deve ancora dire papà, no? Principessa, ci proveremo appena torno vero?- disse Jacques baciando prima Viviane e poi Ultear.
 
Gerard e Jacques erano alle pendici di un’altissima montagna, difficile da scalare per qualunque essere umano, ma non per loro, che con le ali e con il “Meteor” arrivarono in cima in un attimo.
Sulla cima, nascosta dagli sguardi indiscreti c’era un piccolo castello completamente in pietra, dall’aspetto tetro.
-C’è qualcosa che non mi convince- disse Gerard  guardandosi intorno.
-Non percepisco poteri magici nelle vicinanze- gli fece eco Jacques, poi però disse –Gerard, vattene subito da qui!- aveva percepito che dall’interno c’erano delle figure e che adesso stavano uscendo –Merda- imprecò Jacques.
Dal castello uscirono quattro figure che di umano avevano davvero poco, la prima che camminava più avanti delle altre tre, era una donna con il volto coperto da un elmo completo di maschera, poi c’erano tre uomini che la seguivano, il primo aveva dei capelli biondi che formavano una criniera di peli che lo rendevano spaventosamente simile ad un leone, il secondo era molto alto, dalla pelle bluastra e con il corpo cosparso di aculei, mentre il quarto era un uomo alto dai capelli neri, coperto da un’armatura a placche di metallo.
-Tartaros- imprecò Jacques –una volgare trappola-.
-Fatti da parte, noi vogliamo solamente Gerard… -Disse la donna davanti a tutti.
-Dovrete passare sul mio cadavere- disse Jacques trasformandosi nell’angelo dalle sei ali –Scappa Gerard, se sei il loro obbiettivo, meglio che tu non cada nelle loro mani-
Gerard però non ebbe nemmeno il tempo per  spiccare il volo che due fendenti d’aria li costrinsero a separarsi mentre l’uomo con la criniera di leone si lanciava verso Gerard, con il pugno circondato da una forte corrente d’aria, Gerard lo evitò facilmente e Jacques lo colpì con un calcio che lo rimandò indietro.
Jacques atterrò tra il suo compagno e i suoi quattro nemici e con il piede tracciò una lunga linea a terra.
-Non vi permetterò di oltrepassarla, Gerard, sparisci- e il mago dalla chioma blu prese il volo, sebbene riluttante con il suo Meteor, mentre Jacques impediva ai quattro nemici di seguirlo.
-Adesso basta, Silver, pensaci tu- disse la donna che fino a quel momento non si era mossa dalla sua posizione, lasciando ai suoi due alleati l’incombenza di raggiungere Gerard, ma adesso il tempo che era trascorso faceva si che inseguirlo fosse inutile.
L’uomo dai capelli neri si fece avanti e sorprendendo Jacques, lo congelò istantaneamente, così che il ragazzo venne portato alla base segreta di Tartaros. 
 
La prima cosa che registrò appena si svegliò fu di essere nudo, e già la cosa lo metteva alquanto a disagio, ma la cosa peggiore era la posizione: aveva le mani imprigionate in manette che contenevano la sua magia e allo stesso modo le caviglie, per fortuna almeno poteva muovere le braccia sebbene solo per poco, ma se voleva fuggire, questo movimento avrebbe potuto fare la differenza.
Finì la sua indagine appena in tempo per vedere la donna che stavolta senza elmo, entrava nella stanza.
-Ti sei svegliato!- gli disse una voce femminile.
-Sentivo odore di puttana demoniaca- la insultò Jacques, con il migliore dei suoi sorrisi.
Da una delle sue dita si materializzò un frusta che si schiantò sul petto dell’angelo che però non diede nemmeno un gemito, anzi appena il bruciore si acquietò, la guardò con aria strafottente, come a voler dire “tutto qui?”.
-Dov’è Gerard?- gli chiese con voce melensa la demone.
-Perché io non ti basto? Mi hai anche denudato…- disse Jacques ancora strafottente, subendo una seconda frustata, che anche questa volta non gli strappò alcun gemito.
-Scusa, ma a me il sado non piace molto, ti dispiacerebbe evitare le frustate?- chiese  Jacques sornione, facendo sorridere Kyouka.
-Beh se le frustate non ti fanno niente… Aumentiamo il senso del dolore, diciamo del doppio- e cominciò a colpirlo senza tregua su tutto il corpo, ripetutamente, eppure ancora Jacques si rifiutava di urlare o rispondere a qualsivoglia domanda.
-Bene, se nemmeno così riesco a strapparti un  urlo, allora porterò la tua percezione del dolore al massimo- e detto questo gli sfiorò il volto, ancora miracolosamente integro, e improvvisamente anche respirare divenne una vera e propria tortura, ma nulla a che vedere con i colpi che arrivavano al corpo di Jacques che però adesso avrebbe anche voluto urlare ma si costringeva a restare in silenzio per non ferirsi alla gola.
Il corpo di Jacques era diventato una grossa ragnatela di tagli sanguinanti, tanto che il colore della pelle sottostante era difficilmente visibile, finché Jacques non reclinò la testa all’indietro.
-E’ svenuto, comprensibile per quanto dolore ha provato, allora ricominceremo più tardi- ed uscì dalla cella, ridacchiando.
Jacques però non era affatto svenuto, anzi  adesso era pronto ad attuare il suo piano di fuga, il corpo, ormai coperto dal suo stesso sangue era debilitato, ma poteva rigenerarsi abbastanza velocemente grazie ai suoi poteri magici, quindi l’unico problema rimanevano le manette.
Grazie alle manette, al suo peso e al muro, diede un brusco strattone, disarticolandosi entrambi i polsi, e reprimendo un grido cercò di liberarsi le mani, ma le catene erano ancora troppo strette per far passare la mano.
Quello che stava per fare era assolutamente innaturale, ma si fece forza, pensando a sua figlia che lo aspettava a casa, ad Ultear che probabilmente stava uccidendo Gerard proprio in quel momento, non poté reprimere un sorriso.
Morse sulla spalla, recidendo i vasi sanguigni con i suoi denti e succhiando il suo sangue, lo sputò sulle sue mani, in modo che il sangue facesse sì che la mano, già disarticolata, sfilasse dalla manetta.
Liberatasi la mano destra, la passò velocemente su quella sinistra, riuscendo a sfilare anche questa, finalmente poteva riutilizzare la sua magia, eppure non poteva combattere, come invece avrebbe voluto, perciò decise di sfruttare l’occasione per lasciare un messaggio con il suo sangue “Ciao Puttana” per poi sfondare il muro e volare via, nel cielo tempestoso, via dalla sua famiglia.
Volò per ore, sorretto solo dalla sua magia, mentre dai tagli continuava a scorrere sangue, e anche con la sua forma angelica, continuava a perdere le forze.
Riuscì chissà in che modo ad arrivare fuori alla porta e riuscì appena a bussare, e prima che l’oscurità dell’incoscienza lo avvolgesse, sentì la porta aprirsi, l’urlo di Ultear e una incerta voce che lo chiamava per la prima volta: -Pa-pa-.  
  

  
 

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Capitolo 8
*** La Proposta ***


Salve a tutti, come vi va la vita? Sono spaventosamente in ritardo, non mi aspettavo che lavorare a due long in contemporanea fosse così difficile... Beh godetevi questo Capitolo

La Proposta


L'aria della sera si faceva sempre più fredda, mentre i tre parlavano su quel balcone, ma nessuno dei tre pareva davvero farci caso.
-Scusa Jacques, ma queste cose mi interessano poco, vorrei sapere cosa è successo per farti sposare Ultear, avrei scommesso sulla nascita di Viviane, ma non mi pare il caso, allora come è successo?- chiese Kana.
Jacques si alzò dalla sedia e si appoggiò alla balaustra dove un alito di vento gli mosse i capelli neri.
-Beh ci stavo appunto arrivando, ma come sai, io non sono un tipo da smancerie, quindi tutto doveva partire da qualcun altro.

Era passato quasi un anno dal momento in cui Jacques era stato catturato da Tartaros ed era fuggito, e anche se gli ci erano volute diverse settimane e l'aiuto di parecchi guaritori, aveva ben presto ripreso gli allenamenti e a viaggiare con Gerard, quando ce ne era la necessità e soprattutto si godeva la sua famiglia.
In uno di questi giorni in cui Jacques, seduto alla scrivania, controllava dei libri con Viviane seduta tranquilla sulle sue ginocchia e Ultear che leggeva un libro, quando una persona corse per le scale, facendo sussultare i due genitori, quando aprì la porta con forza.
Alla porta stava una ragazza di venti anni che con di corsa aveva percorso le scale.
-Seraphina, questi sono i nostri alloggi privati, non ti è concesso stare qui- la rimproverò Jacques, trattenendo Viviane che si agitava per raggiungere quella che era diventata la sua babysitter, quando i due partivano con Gerard, anche perché dopo la disavventura di Tartaros, Ultear era irremovibile dall'andare tutti insieme.
-Si... anf anf... lo so e mi scuso... anf... ma ho un po' fretta- disse respirando affannosamente, al che, mossa da pietà, Ultear si alzò porgendole la sedia, in modo che potesse respirare, per poi prendere Viviane tra le braccia.
-Allora, posso sapere perché mi sei piombata nello studio?- chiese Jacques, ammonito in silenzio da uno sguardo di ghiaccio di Ultear.
-Ehm, sa Signor Jacques, Stefan mi ha chiesto di sposarlo- disse la ragazza, torcendosi le mani.
Jacques aveva conosciuto il ragazzo, un bravo ragazzo, anche se di umile famiglia, che lavorava sodo e che spesso era anche venuto a compiere qualche lavoro a Villa Offenbach, ma mentre Jacques era rimasto in silenzio, Ultear aveva poggiato la mano sulla spalla della ragazza -E' una notizia stupenda, sono davvero contenta per te-.
-Lo sono anche io- disse Jacques riscuotendosi dai suoi pensieri.
-Beh si, grazie, però, in realtà sono venuto qui chiedere un grosso favore- disse la ragazza, guardando Jacques negli occhi -io sono orfana e non ho parenti in vita, vorrei che fosse lei a portarmi all'altare, in fondo è sempre stato lei a prendersi cura di me.
-Ne sarei onorato.
E fu così che Jacques, complice il lungo periodo di inattività con Crime Sorciere, visto che Gerard e Meredy erano partiti in cerca di informazioni su un fantomatico metodo per farli diventare più potenti, si mise a organizzare il matrimonio per la coppia, stabilendo che si svolgesse a Villa Offenbach.
I giorni trascorsero veloci e in poco tempo nell'immenso giardino vennero montati i tendoni affinché si svolgesse la funzione, mentre Jacques, con la sua famiglia e Seraphina erano al piano superiore.
Jacques aveva indossato una delle uniformi militari da cerimonia del padre, completamente nera, con gli alamari d'argento, mentre Ultear indossava un lungo abito nero, teneva in braccio la piccola Viviane vestita completamente di bianco ma che pareva a disagio, muovendosi continuamente tra le braccia della madre.
Anche Seraphina era bellissima nel suo abito da sposa, completamente bianco, con un leggero velo che le copriva il volto e un piccolo bouquet tra le mani, un abito molto bello, il regalo di Ultear, mentre quello di Jacques sarebbe stato svelato a fine serata.
-Sei pronta Seraphina?- chiese Ultear, vedendola sempre più nervosa.
-Io si, ma se lui ha cambiato idea e non mi vuole più sposare?- disse la ragazza con voce isterica.
-Se è successa una cosa del genere, gli do la caccia per tutto il continente!- minacciò Jacques, strappando una risata isterica alla ragazza, mentre la piccola Viviane rideva alle espressioni serie dei più grandi -Avanti, adesso andiamo, non vorrai far aspettare oltre il tuo Stefan.
Nel giardino di Villa Offenbach erano state sistemate le panche per gli invitati, molti dei quali erano inquilini di villa Offenbach che si guardavano alle spalle verso l'entrata della abitazione dalla quale uscì la sposa, vestita di bianco e con Jacques che le teneva il braccio, portandola verso l'altare dove lo sposo, con il suo abito nero l'attendeva, e a passo lento li raggiunsero, nel momento in cui Jacques posò la mano di Seraphina su quella di Stefan, fece un passo indietro, lasciando la coppia di sposi con il sacerdote.
La cerimonia religiosa, fu molto semplice, entrambi gli sposi ripeterono le parole del sacerdote per poi scambiarsi gli anelli.
Dopo la cerimonia religiosa, la festa entrò nel vivo, con il banchetto che gli sposi offrivano a tutti i commensali, Jacques, Ultear e Viviane erano seduti ad un tavolo alla destra dei due novelli sposi, al posto d'onore.
La giornata era divertente, con Jacques ed Ultear che si alternavano a imboccare la piccola, che rideva alle smorfie del padre per farla mangiare o si godeva le coccole della madre.
Al banchetto seguirono le danze, aperte dalla coppia, come tradizione voleva, per poi essere seguita da quelli che facevano le veci dei genitori della coppia, quindi anche Jacques e Ultear furono costretti a danzare, poi via via si unirono tutti gli altri, finché non ci fu una grande confusione e l'orchestra cominciò a suonare le danze popolari.
E mentre Jacques portava a ballare in braccio la piccola Viviane, Ultear si era seduta ad un tavolo, guardandoli volteggiare e ridere.
-Guardate come è bello il padrone.
Ultear sentì una voce di donna che urlava, probabilmente anche resa brilla dal vino, la donna non si era accorta che Ultear era lì vicino.
-Beh anche la signora è molto bella- disse una seconda voce, questa volta d'uomo.
-Perché la chiami "la signora"?- rispose la voce di donna di prima -Non sono mica sposati!- concluse lei.
-Beh no, ma hanno una splendida bambina e io li vedo  come stanno insieme- rispose l'uomo.
-Solo la bambina- una seconda voce di donna si intromise nella conversazione -Avete sentito le voci che girano su di lei? Si dice che sia una nobile dei Regni del Nord...
-Ma cosa dici?- la interruppe un'altro -Io ho sentito che era una maga oscura, sconfitta dal padrone che poi l'ha liberata perché si era innamorato di lei.
-Ma quando mai? Lo sanno tutti che era una ex schiava di un Regno che il Padrone ha rovesciato da solo.
Le voci si facevano via via più fantasiose, ma nessuna si avvicinava minimamente alla verità, che due persone vicine si erano amate e che avevano dato vita ad una splendida bambina.
Ultear si ritrovò a stringere forte i pugni quando quelle persone nascoste dalla folla cominciarono a parlare anche della piccola, se Jacques li avesse sentiti in quel momento li avrebbe ammazzati, lo vedeva nei suoi occhi blu che guardavano la figlia con amore, quanto ci tenesse a lei.
-beh certo che il nostro Signore si tratta bene in fatto di donne, vi ricordate quella maga che venne con lui qualche anno fa?- chiese la voce dell'uomo
-Io preferivo lei alla Signora Ultear, sembrava molto più affabile.
A pensare a Jacques, quello si manifestò davanti a lei con la bambina in braccio che teneva la testa ciondoloni, evidentemente assonnata dalla lunga giornata, sgranò gli occhi quando sentì quelle parole, ma a dispetto delle previsioni di Ultear non si mosse.
-Salutiamo Seraphina e ce ne andiamo a nanna Eh?- disse Jacques, depositandole un bacio tra i capelli, mentre Ultear prendeva la bambina.
Si alzarono dal tavolo e si diressero verso Stefan e Seraphina che ancora ballavano e li allontanarono dalla pista, in modo da parlargli per un attimo.
-Grazie di tutto Signor Jacques, Signora Ultear, ci avete donato un matrimonio splendido- disse Stefan, con il braccio che cingeva la vita della sposa.
-Ve lo meritate ragazzi, ma adesso è il momento che riceviate il mio regalo- Jacques mise la mano in tasca, estraendone una chiave in ferro e porgendola a Stefan -E' una piccola casetta qui vicino, è vostra- disse Jacques con un sorriso.
-Ma è meraviglioso- disse la ragazza, gettandosi al collo di Jacques.
Si salutarono così e Ultear e Jacques rientrarono nei loro appartamenti, dove Ultear mise a letto Viviane, già addormentata da un pezzo, ma la mamma rimase per un po' a guardare il volto sereno della piccola e sussultò quando le mani di Jacques si posarono sulla sua vita.
-Cosa succede?- chiese Jacques, come al solito recettivo agli stati d'animo della compagna, che però non rispose a quella domanda.
-oggi ho sentito delle voci...
-Si, lo so a cosa ti riferisci- disse Jacques, con gli occhi rivolti a sua figlia -E ho pensato che sarebbe ora di sposarci Ultear-
Il silenzio che accolse la proposta di Jacques, lo sconcertò alquanto -Perché?- disse invece Ultear.
-Beh non ho bisogno di un anello per dire a tutti che sei la mia compagna, ma io sono un nobile e questo Regno non è famoso per come tratta i figli illegittimi, poi quello che ho sentito su Kana, deve finire... E io amo te, Ultear, vorresti sposarmi?
Era la prima volta che Jacques glielo diceva  e tutti i dubbi si sciolsero insieme al nodo che portava nel petto, si voltò e lo baciò appassionatamente.
-Lo prendo per un si- rise Jacques, prendndo in braccio Ultear e portandola in camera da letto. 

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Capitolo 9
*** Le Nozze Rosse ***


Il titolo è palesemente copiato da GOT… Beh mi serviva un capitolo per ripartire ed eccolo qui, scusate per l’immenso ritardo, alla prossima…
 

Le Nozze Rosse

 
Ormai si stava facendo tardi ma il racconto di Jacques non si accingeva certo a giungere al termine, se avevano seguito bene, adesso avrebbe parlato del matrimonio.
-La prima volta che abbiamo celebrato le nozze è stata una strage, non credo di aver mai provato una paura simile- e cominciò a raccontare.
 
Jacques stava controllando il suo abito da cerimonia, solo una persona era con lui in quella stanza, ma le mani gli tremavano così tanto che quella stessa persona fu costretta ad alzarsi e a abbottonargli la giacca.
-Diamine Jacques, vuoi darti una calmata?- chiese Gerard nel suo completo nero, sarebbe stato lui il suo testimone di nozze.
-Ne riparliamo quando ti sposi te Gerard- disse acido Jacques che si diede un'ultima controllata alla divisa da ufficiale che indossava, di un  bianco immacolato, con delle decorazioni in oro argento e onice e la fascia in vita blu.
Gerard odiava vedere il petto nudo di Jacques, deturpato dalle cicatrici, si sentiva colpevole per quelle sofferenze, una colpevolezza tra l’altro non condivisa dallo stesso Jacques che aveva precisato subito che se l’obbiettivo di Tartaros era Gerard, qualche graffio sulla pelle non era un prezzo irragionevole da pagare.
Jacques dal canto suo odiava quella divisa, anche perché era di suo padre e se si era immaginato il suo matrimonio, se lo era immaginato riservato, con al massimo i testimoni ad assistere e invece avrebbe dovuto fare un matrimonio pubblico, come voleva la tradizione.
Maledette tradizioni, continuava a ripeterselo mentalmente da quando avevano deciso di rendere pubblica la loro volontà di sposarsi, erano passati appena due giorni ed erano arrivati biglietti di congratulazioni da parte di tutto l'apparato nobiliare del regno di Euterpe, anche da quella parte dei nobili che nella grande guerra avevano combattuto contro suo padre.
Ultear era d'accordo con lui sull'ignorare i nobili di tutti gli schieramenti, e così avrebbero fatto se non si fossero presentati alla loro porta i membri del Gran Consiglio alla porta di villa Offenbach, imponendogli, era questa la parola giusta, di rispettare tutte le tradizioni, di rendere pubblico il matrimonio e di tenerlo a corte invece che a Villa Offenbach come avevano programmato.
Ed ecco come erano arrivati in quella cavolo di camera estranea dove era stato praticamente segregato da tre giorni, in cui gli avevano impedito di vedere Ultear, in realtà, la tradizione voleva che fosse rinchiuso lì per una settimana senza vedere la sposa, ma volevano impedirgli di vedere anche Viviane, solo che la minaccia di distruggere tutta la reggia, coadiuvata tra l'altro da Gerard, aveva riportato i consiglieri a più lievi consigli.
-Andiamo Jacques, hai mai visto che lo sposo si presenti in Chiesa prima della sposa?- disse Gerard per spronarlo.
-Guarda che io e te aspettiamo fuori dalla Cattedrale e non all'altare che arrivi Ultear, poi dovremo camminare per la navata io e lei da soli...
Gerard non riuscì a nascondere un sorriso: Jacques era così teso che stava ripetendo a voce le parole del cerimoniere, dimenticandosi che c'era anche lui -Ma perché questa camminata verso l'altare?- chiese Gerard, ancora per distrarlo.
-Perché simboleggia la vita di coppia... E' una presentazione al Regno e a Dio- disse con un sbuffo mettendosi le scarpe da cerimonia, di un nero lucido con le fibbie in puro argento, tutta quella opulenza nauseava Jacques, che però si fece forza e disse –Va bene, andiamo.
Inutile dire che tutto il Regno aspettava il momento in cui l’erede del casato Offenbach avesse finalmente messo la testa a posto e sposato la sua misteriosa compagna, e tutto il popolo urlava le sue felicitazioni a quello che per sangue era considerato un principe.
Jacques e Gerard si fermarono davanti all’entrata della chiesa, dove avrebbero avuto accesso solo i nobili maggiori, oltre all’unico invitato da parte dei due sposi :Polyuscha, tutti avevano già preso posto e adesso allungavano il collo per vedere la coppia del giorno, anche se qualche mormorio per la scelta del testimone di nozze, uno straniero.
I mormorii si placarono quando dall’entrata principale del cortile, entrò lentamente la carrozza della sposa, trainata da cavalli bianchi, era interamente di legno dorata, con intarsi in argento.
L’eccitazione di tutti cominciò a diventare palpabile quando finalmente, dopo un tempo che parve infinito, soprattutto a Jacques, la carrozza si fermò nei pressi dell’entrata della cattedrale e il cocchiere, riccamente abbigliato per l’occasione, pose dei gradini di legno bianco davanti alla carrozza, dalla quale scese per prima Meredy, nel suo vestito da testimone della sposa, e a seguire Seraphina con in braccio la piccola Viviane, vestita di un abitino azzurro pastello che si intonava perfettamente al colore dei suoi occhi, si guardava attorno curiosa e sorprendentemente tranquilla tra le braccia della tata.
Dietro di lei finalmente la sposa: l’abito, bianco come da tradizione, lasciava le spalle scoperte, avevano dovuto rinunciare al velo (un’altra tradizione) ma sul capo portava una corona incastonata con lacryma blu, di proprietà di Jacques, presa nella stanza del tesoro.
Se le spalle erano scoperte, il busto era molto aderente, ornato di perline bianche e azzurre e le maniche coprivano le braccia completamente e quasi toccavano a terra tanto erano lunghe, mentre la lunga gonna di un colore panna,  aveva uno strascico lungo.
Ma queste cose Jacques le notò solo in un secondo momento, nel primo istante in cui la vide, non riuscì a staccare gli occhi da quel sorriso, ai suoi occhi non era mai apparsa così bella.
Ultear lo raggiunse all’entrata della Chiesa e aspettò che Jacques le porgesse la mano, come da cerimoniale, pronti a cominciare l’attraversamento della navata centrale della Cattedrale, con Jacques e Meredy che camminavano alle loro spalle, fino ad arrivare all’altare dove il capo del clero locale, si prestava a officiare quel matrimonio.
-Benvenuti Nobili del Regno a questo lieto evento, due giovani vite che si uniscono insieme, chi sono questi due giovani?
-Jacques Offenbach- rispose Jacques a voce alta davanti al Regno.
-Ultear Milkovich- disse la donna appena a voce più bassa.
-E chi parla a nome di questi due giovani?- chiese ancora il prete rispettando alla lettera le parole del rituale.
-Jacques Offenbach non ha né padre né madre né un parente prossimo che possa parlare per lui, quindi io Gerard Fernandes parlerò per lui in qualità di fratello.
-Ultear Milkovich non ha né madre né padre né un parente prossimo che possa parlare per lei, quindi io Meredy Milkovich* parlerò per lei in qualità di sorella.
Il prete fece una piccola pausa, benedicendo i due testimoni che parlavano, per poi riprendere la funzione specificando :- Siete stati scelti per parlare a nome dei due sposi davanti a Dio, Gerard Fernandes, cosa offre Jacques Offenbach a Ultear Milkovich?
Gerard fece un passo avanti e cominciò a parlare :- Jacques offre ad Ultear il suo nome e la sua casa, le offre la sua magia e la sua forza, le offre la promessa di camminargli accanto, allevierà le sue pene e gioirà dei suoi successi, da oggi fino al giorno della sua morte- disse Gerard, recitando a memoria le parole del rituale.
Il prete annuì soddisfatto e si rivolse alla testimone della sposa –E’ un’offerta equa?- chiese.
-Si- rispose solamente Meredy.
-E cosa offre Ultear Milkovich a Jacques Offenbach?- chiese l’officiante, rigirando la domanda.
-Ultear offre a Jacques il suo amore e la sua devozione , gli offre la sua  abilità di maga e la sua protezione, gli offre di camminargli accanto, allevierà le sue pene e gioirà dei suoi successi, da oggi fino al giorno della sua morte.
-E adesso il testimone può portare gli anelli…- disse il prete, con Gerard che si alzò e lentamente giunse vicino all’altare, era ormai arrivato il momento cruciale della funzione e tutti erano in trepidante attesa.
Poi il pianto di una bambina e l’urlo di una donna, Jacques e Gerard che si voltavano curiosi di capire cosa accadesse.
Tre uomini che si erano confusi tra la folla, adesso se ne stavano armati vicino a Seraphina, con dei pugnali sguainati, pronti a colpire la bambina, stretta al petto dalla ragazza.
Jacques, Ultear e Gerard erano troppo lontani per fare qualunque cosa, rimasero spettatori impotenti quando uno degli assassini calò il fendente sulla bambina che continuava a piangere e ad urlare terrorizzata.
Jacques e Gerard corsero, ma non sarebbero mai arrivati in tempo, se non si fosse manifestato per la prima volta il potere magico di Viviane, in una luce accecante bianca che creò uno scudo di energia che fermò le lame per abbastanza tempo affinché Jacques e Gerard arrivassero e atterrassero i tre assassini.
Jacques ne colpì uno così forte da decapitarlo solo con un colpo.
Intanto era iniziato un fuggi fuggi generale, chi per mettersi in salvo, e chi colpevole aveva intenzione di scappare dalla furia dell’angelo, ma quest’ultimo dopo essersi assicurato che Viviane fosse tra le braccia di Gerard, raggiunti anche da Ultear, schizzò verso la porta.
-Nessuno scamperà a quello che avete fatto oggi- disse Jacques con il tono tetro e i capelli che diventavano bianchi, mentre assumeva la sua seconda forma di trasformazione.
Jacques si trasformò completamente, con le sue sei ali si innalzò al di sopra di tutti e cominciò ad evocare un nuovo incantesimo, creato dopo aver studiato le tre grandi magie di Fairy Tail, ne aveva messo appunto una variante.
Portò le mani davanti a sé, creando una sfera di luce violacea :- Crime Sorciere Law- e la lasciò andare.
L’incantesimo si disperse nell’aria e colpì qualcuna delle persone che se ne stavano ammassate nella Chiesa, creando sulla loro fronte un marchio, una C che li bollava come colpevoli del crimine che il mago intendeva punire.
Jacques vide Ultear che prendeva in braccio Viviane ancora spaventata dall’avventura e usciva dalla Cattedrale, aveva uno sguardo furibondo, probabilmente anche il suo spirito urlava alla vendetta, ma era anche consapevole che i colpevoli probabilmente non sarebbero mai usciti dalla Chiesa.
Tutte le persone non marchiate furono ignorate, e poterono uscire indisturbate, e quando Gerard chiuse la porta, dieci persone, rimasero nella Cattedrale a subire l’ira dell’Angelo.
Jacques rimase circa mezz’ora nella Chiesa e Gerard impedì a chiunque di entrare, sebbene le urla disumane all’interno della Chiesa si sprecassero, solo quando finalmente calò il silenzio e Jacques uscì, con lo sguardo vacuo e le mani grondanti di sangue, si arrischiò a guardare all’interno e quello che vide lo lasciò sconvolto.
Il pavimento della navata era reso viscido dal rosso del sangue di uno dei corpi la cui testa era stata fracassata e il corpo era stato portato a spasso, vicino a quel cadavere ce ne era un secondo completamente scomposto, le cui ossa erano state rotte ad una ad una, e solo alla fine probabilmente Jacques gli aveva rotto il collo in modo che spirasse.
Un altro era stato impalato a testa in giù, utilizzando una delle panche, resa appuntita con la magia.
Infine per i sicari materiali, oltre a quello decapitato dal colpo di Jacques, gli erano state tagliate le mani, prima di essere trafitti allo stomaco, in modo che soffrissero per un buon quarto d’ora prima di spirare.
Gerard rimase sconvolto da quella scena.
Invece Jacques si sentiva stranamente lucido, forse colpa dell’adrenalina che ancora circolava nell’organismo, sapeva benissimo cosa doveva fare, perciò volando arrivò nella camera dove Ultear era solita riposare.
Quando entrò la vide che camminava avanti e indietro cullando la piccola che, sebbene tra le braccia della madre continuava a piangere e ad urlare, lei si volse e lo vide sul balcone, sporco di sangue e con lo sguardo vacuo, gli si avvicinò.
Ma lui invece di raggiungerla fece un passo indietro –Mi dispiace- disse in un sussurro abbastanza udibile –Io non volevo accadesse una cosa del genere, questa storia del Matrimonio è tutta colpa mia.
Ultear lo guardò per un attimo poi rispose :- Non è colpa tua- disse sottovoce ancora cullando la bambina.
-Che succede?- Chiese allora Jacques, poiché Viviane si era sempre dimostrata una bambina molto tranquilla e adesso si stupiva di quel pianto.
-Ha la febbre alta- gli spiegò Ultear –Ho fatto chiamare Polyuscha, dovrebbe essere qui a momenti, intanto vai a cambiarti, e a toglierti quel sangue di dosso.
Jacques annuì e si cambiò velocemente, prese la piccola in braccio che intanto un po’ si era calmata, ma che comunque continuava a lamentarsi sommessamente, spossata dall’alta temperatura che il suo corpicino aveva raggiunto.
La guaritrice non si fece attendere ed entrò senza bussare nella camera dei due, i quali la guardarono speranzosi di poter alleviare le sofferenze della piccola.
La maga le fece una veloce visita di controllo, cercando delle malattie, ma non ne trovò nessuna, quindi diede la sua diagnosi :-Potete stare tranquilli, non è malata, solo che il suo corpo non era ancora pronto a sopportare una quantità di magia del genere- disse la maga – si riprenderà non appena lo avrà smaltito.
E detto questo lasciò i due genitori visibilmente sollevati.
 
 
 
Il Cognome di Meredy non è noto, quindi do per scontato che essendo stata allevata da Ultear, abbia preso il suo cognome.

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Capitolo 10
*** Second Origin ***


Salve a tutti, benvenuti al nuovo capitolo… Buona Lettura e buon divertimento a tutti XD

Second Origin

La notte correva veloce per i tre maghi che parlavano su quel balcone, o meglio per il mago che raccontava e per le due che ascoltavano, e Jacques continuava a sorseggiare dal bicchiere di birra che Mira gli aveva portato.
-Mira, posso chiederti il favore di prendere Laxus e portarlo qui? Credo che la prossima parte del racconto possa interessare anche a lui.
Mira annuì con un sorriso e si alzò veloce, scendendo al piano inferiore, mentre tra Jacques e Kana calava un silenzio un po’ imbarazzato, interrotto dallo sbadiglio della mora.
-Sonno?- chiese Jacques.
-Si, ormai è tardi, perché non resti a dormire in gilda?
Jacques sorrise a quelle parole, mentre Mira e Laxus li raggiungevano, il biondo con aria annoiata, bene, avrebbe suscitato lui il suo interesse, cominciando a raccontare.
 
Nel piano inferiore di Villa Offenbach le attività continuavano serene, nonostante la circostanza che la figlia del Lord fosse stata vittima di un attentato, una bambina che era diventata un po’ la beneamina di tutte le persone che vivevano e lavoravano sotto quel tetto.
Jacques aveva deciso di dirigere egli stesso alcuni lavori che avrebbero portato alla costruzione di una grossa depandance all’interno del giardino, in modo da poter ospitare anche famiglie in difficoltà e non solamente orfani.
Ultear era affacciata al balcone, con la figlia in braccio ed era molto preoccupata, non per la piccola che a distanza di una settimana dal tentativo di nozze andato a vuoto si era ripresa completamente, ma per Jacques che instancabile continuava a lavorare, e sembrava essere in perfetta salute.
Con la mente però Ultear ricordava tutte le notti, dalla prima dopo l’attentato in cui Jacques era rimasto sveglio per tutta la notte, addossando la colpa all’adrenalina ancora in circolo per il combattimento.
La seconda notte Jacques era ancora rimasto a letto, con gli occhi sbarrati, e la cosa era apparsa alquanto strana a entrambi.
La terza, la quarta e la quinta notte, Jacques ancora non riusciva a chiudere gli occhi e avevano deciso di passare alle maniere forti.
La mattina lavorava con gli uomini della Villa, e la sera si allontanava con Gerard per allenarsi e cercare di bruciare quanta più magia possibile, e fu in quell’allenamento che si manifestò il secondo sintomo che mise tutti sull’attenti.
Di solito gli scontri tra Jacques e Gerard erano all’insegna dell’equilibrio, e quasi mai qualcuno riusciva a battere l’altro, se non per una circostanza fortunata.
Ma quel giorno no, Jacques riuscì a battere Gerard abbastanza facilmente e alla mancanza di sonno (che continuò anche quella notte) si aggiunse anche una forte crescita dei poteri magici.
Ancora con la piccola in braccio che giocava con i suoi capelli, Ultear ritornò con la mente a quella mattina, quando svegliatasi verso le quattro si era accorta che il posto accanto a sé era vuoto, non una cosa strana, cosa dovrebbe fare uno che non dorme per tutta la notte sdraiato in un letto?
Anche Ultear si alzò e trovò Jacques fermo a leggere un libro della biblioteca alla luce di una lacryma magica, i capelli che gli ricadevano sulla fronte e lo sguardo corrucciato, e una tazza di caffè fumante davanti a sé, unito alle ombre che danzavano sul suo volto gli conferivano un’aria misteriosa.
Ultear gli passò la mano prima sulla spalla in una delicata carezza a cui l’angelo rispose stringendole la mano con la sua.
-Nulla?- chiese la ragazza.
-Zero- disse Jacques, non c’era molto da dire, sapeva che stava parlando del sonno, perciò si sedette al suo fianco prendendo uno dei libri, un grosso volume rilegato in cuoio che dava l’aria di essere parecchio antico, ne lesse il titolo ad alta voce “Genealogia delle Famiglie di Euterpe”.
-Cosa stai cercando?- chiese Ultear curiosa.
Non era l’unico che stava cercando qualcosa, saputo della strana condizione di Jacques, anche Gerard si era mosso, andando verso Magnolia, verso una delle biblioteche più fornite del Regno, dove avrebbe cercato informazioni, con lui era andata anche Meredy.
-Un nome continua a venirmi in mente, come se fosse richiamato dall’angelo dentro di me: Nathaniel, e sono sicuro di averlo già sentito da qualche parte, ma non ricordo il perché, poi l’ho trovato.
Jacques prese il libro dalle mani di Ultear e lo sfogliò fino ad arrivare ad una pagina precisa, lasciando leggere ad Ultear quello che c’era scritto: Nathaniel il Folle.
Ultear lo guardò interrogativa non riuscendo a capire dove Jacques volesse andare a parare con quel nome, e certo Jacques non si aspettava che quel nome potesse dire qualcosa alla sua donna: in fondo si trattava di un antenato vissuto settecento anni prima.
-Nemmeno io sapevo bene chi fosse- lo introdusse Jacques –quel libro è una genealogia scritta da autori del Re, molto facile da consultare, per questo sono partito da quella, ma se vuoi davvero conoscere Nathaniel allora dovresti leggere questo- disse Jacques, porgendole un secondo libro, rilegato in pelle nera, ma con alcune decorazioni azzurre, si intitolava “Genealogia della Famiglia Offenbach”, da cui Jacques prese la pagina.
-Nathaniel Offenbach, primogenito di Gaadrel Offenbach, nacque nel X83 e divenne signore degli Offenbach a nell’ anno X101, quando suo padre rimase ucciso in un incidente, rimase a capo del casato per dieci anni, sposandosi con una nobile non specificata, padre di due gemelle Isabelle e Andromeda, condannato a morte nel X111 per attentato al Re, colpito da Damnatio Memoriae, gli successe Isabelle Offenbach, sotto la tutela della madre.-
-Non mi pare ci sia molto- disse Ultear dubbiosa che non capiva dove l’uomo volesse andare a parare.
-Non c’è molto se ti fermi qui- disse Jacques, scorse verso il basso dove c’era la didascalia di Isabelle e di Andromeda, accanto a questo nome una data di nascita e di morte X102-X104.
Jacques la guardò, fare il collegamento, una figlia morta, la rabbia di Jacques, eppure erano ancora tutte supposizioni, ma Jacques aveva ancora altri assi da svelare, perciò le carezzò la mano indicando in alto a destra accanto al nome di Nathaniel, il suo stemma personale, un blasone personale per ogni Lord.
Quello di Nathaniel era nero con un angelo bianco con la particolarità che sulla fronte si apriva un terzo occhio e sotto una frase che pareva essere il motto personale dell’angelo : Vigile Sempre.
-Il motto “Vigile Sempre” è una prova, ma quello che davvero mi ha portato alla soluzione finale è lo stemma- disse indicando il terzo occhio dell’Angelo :- Il terzo occhio sulla fronte è un simbolo, e non si chiude ma, nemmeno durante il sonno.
Le parole di Jacques erano convincenti, ma con la sua esperienza Ultear era sicura che la sua voglia di trovare una risposta a tutte quelle domande lo avesse portato fuori strada, così gli carezzò il volto, cercando le parole giuste, ma non ce ne fu bisogno, poiché Jacques alzò lo sguardo su di lei, sorridendole.
-So che come ipotesi è difficilmente credibile- ironizzò –ma quando mai il mio sesto senso ha sbagliato?-
Ultear dovette ammettere che aveva ragione –Ma anche se fosse così, quelle informazioni non risolvono il nostro problema, sappiamo solo che un tuo antenato ha avuto i tuoi stessi sintomi…
Ultear si interruppe, capendo dove Jacques voleva andare a parare, il ragazzo sorrise quando video la sua Ultear strabuzzare gli occhi, colpita dalla consapevolezza.
-E’ la tua magia-.
Jacques sorrise, si, anche la sua ipotesi era che fosse la sua magia a impedirgli di dormire, eppure anche se quello era un ottimo punto di partenza, rimanevano in piedi altri interrogativi, come cosa sarebbe successo con la mancanza di sonno, quali effetti avrebbe avuto questa metamorfosi sul suo essere.
-Beh, ormai si è fatto tardi- disse Jacques svegliando Ultear dai suoi pensieri –Tra un po’ anche Viviane si sveglierà, perché non torni a letto? Ci penso io a lei-.
Ultear annuì e con un lieve bacio tornò a letto, mentre Jacques si sedette sulla sedia, aspettando che sua figlia si svegliasse.
Erano passati tre giorni dalla notte in cui Jacques ed Ultear avevano parlato nella biblioteca e la situazione si trascinava stancamente, soprattutto per la ragazza preoccupata, mentre Jacques era più tranquillo, ora che sapeva di non essere in immediato pericolo di vita, così passava la serata giocando con la piccola Viviane che si divertiva a camminare incerta per la stanza, ridendo.
Mentre erano nella stanza però si sentì un lieve bussare alla porta e senza aspettare nessuna risposta, Gerard entrò, ancora con il mantello da viaggio sulle spalle e con Meredy che lo seguiva a pochi passi di distanza.
-Bentornato Gerard- disse Jacques stringendogli la mano, mentre Meredy prima abbracciava Ultear, poi prendeva in braccio la piccola, stampandole un grosso bacio sulla testolina.
Ho scoperto cosa è accaduto- disse Gerard, senza attendere nemmeno un minuto, prendendo da sotto il mantello un libro completamente bianco, intitolato “Magia e le sue origini” –L’ho trovato nella biblioteca di Zentopia, è un libro che raccoglie ipotesi scientifiche su quale sia la differenza tra le persone nate come maghi e persone senza magia.
-E’ davvero molto interessante- continuò Meredy, sfogliando alcune pagine.
-E non si limita a questo, per capire cosa ti stava accadendo ho cominciato a indagare sulle impennate improvvise dei poteri magici, partendo dalla magia-.
-Il vostro allenamento- mormorò Ultear, che ottenne l’assenso di Gerard.
-Ho cominciato da lì e non ho trovato nulla che giustificasse un tale cambiamento, ecco perché ho cominciato a cercare su manuali più generali, finché sono arrivato a una parola magica “Origine”.
Il silenzio si fece pesante nella stanza e solo Viviane continuava a muoversi, indifferente ai discorsi degli adulti.
-Ammetto di non conoscere questa cosa- disse Jacques alzando le spalle.
-Beh, pare che ci sia un organo all’interno del corpo umano da cui noi maghi traiamo la magia, è per questo che se la usiamo per troppo tempo alla fine ci stanchiamo e non riusciamo più a evocare incantesimi, e abbiamo bisogno di riposare.
-Da quanto abbiamo scoperto, ci sono varie ipotesi che accanto a questo contenitore di magia ve ne sia un secondo che di solito non viene usato, che rimane vuoto e inattivo fino alla morte- continuò Meredy.
-Alcuni studiosi però pensano che un forte schock possa attivare questo secondo contenitore e rendere il mago immensamente più potente, però le mie ipotesi si interrompono qui, non ci sono casi documentati sulla “Second Origin” quindi non so dire se la mancanza di sonno possa essere semplicemente una conseguenza del fatto che tu non abbia più bisogno di riposare o se dipende da qualcos’altro.
Jacques rimase per un attimo in silenzio poi aggiunse :-Beh se non ci riusciamo noi vorrà dire che dovremo rivolgerci a qualcuno più preparato no?
Ecco perché alla fine Jacques aveva deciso di andare dalla vecchia strega nel Regno di Fiore a farsi visitare, cosa che non fu particolarmente apprezzata da questa che lo accolse sbraitando che non voleva essere disturbata, ma che alla fine fece entrare lui e Gerard, che lo aveva accompagnato, nella sua modesta abitazione.
-Qual è il problema?- chiese acida Polyuscha incrociando le braccia.
Jacques le spiegò che non riusciva a dormire, e aggiunse che i suoi poteri magici stavano crescendo.
-Da quanto tempo non dormi?
-Una settimana- rispose l’angelo.
La donna cominciò ad armeggiare con qualche strumento, poi chiese –E non ti senti stanco?-
-No- rispose –Sono sempre riposato, non sento neanche più la fatica.
La donna rimase in silenzio, forse immersa nei suoi pensieri, poi cominciò a tastarlo, controllandogli prima il battito cardiaco, poi la gola, infine cominciò ad esaminare il corpo con la magia.
-Non so cosa dire, se togliamo la mancanza di sonno, sei in ottima salute- disse la maga –Il corpo umano non è fatto per rimanere sveglio per così tanto tempo, dopo una settimana dovresti addormentarti in piedi, o appena rallenti il ritmo del tuo corpo… Dopo dieci giorni il sonno diventa irreversibile e si arriva alla morte cerebrale, ma non è questo il tuo caso, il tuo cervello è riposato come se fosse sveglio da sole poche ore… Mi sbagliavo, potresti diventare un caso interessante, se permetti ti faccio un prelievo.
La maga senza chiedergli altri gli ficcò una siringa nell’avambraccio, estraendone una grossa quantità di sangue, incurante dei lamenti dell’angelo, in risposta Polyuscha borbottò che non avrebbe dovuto fare il bambino, per poi cominciare a studiare il sangue con una lente magica.
-Ma che diavolo?- disse la strega, studiando la provetta.
-Qualche problema?- chiese Jacques sull’attenti.
-Non lo so, non ho mai visto una cosa del genere… I globuli rossi hanno una forma stranissima, come una croce, ma sono sicura che l’ultima volta che sei venuta il tuo sangue era normale.
-Ho fatto un’ipotesi su questo cambiamento- disse Gerard dal suo angolino –crediamo possa aver sviluppato “Second Origin” dopo che…
Polyuscha per un attimo parve riflettere su quella ipotesi e cominciò ad operare un incantesimo sul sangue di Jacques, quando finì diede il suo responso.
-Jacques ha sicuramente attivato Second Origin, ma … Il fatto che non dorma non è spiegabile, non secondo le leggi della medicina umana, anche se probabilmente non c’è nulla di cui preoccuparsi.
Lo sguardo accigliato dei due maghi fece sbuffare la vecchia strega.
-Jacques ha dentro di sé un Angelo, ergo ha già al suo interno una quantità di magia immensa, raramente riscontrabile negli umani, e il fatto che tali Angeli non siano TakeOver normali ma che vivano in simbiosi con il suo corpo, rende il corpo di Jacques un contenitore pronto ad esplodere… Non riesci a dormire perché la tua “SecondOrigin” aggiunta ai poteri degli angeli ti ricarica così in fretta che non puoi sentire la stanchezza, ah inoltre la mutazione dei globuli rossi dipende anche questa da “Second Origin”, in questo modo riescono a portare più ossigeno ai tessuti che quindi ricevono più energia e probabilmente guariscono anche prima.
La spiegazione di Polyuscha aveva lasciato senza parole i due maghi, persi nei loro pensieri, che non si aspettavano quello che di lì a poco sarebbe successo, cioè che una furia dai capelli rosa li attaccasse a colpi di scopa, ingiungendogli di togliere il disturbo.
 
-Non è che questa parte mi interessi più di tanto Jacques, vuoi vedere se adesso finalmente sei diventato più forte di me?- gli chiese Laxus annoiato dal racconto.
Jacques sorrise a quelle parole, no, non era per quello che gli aveva chiesto di raggiungerli.
-In realtà il motivo è un altro, sai ho avuto una figlia e come avrai capito siamo fuggiaschi e inoltre stiamo combattendo una battaglia contro Zeref… Ho bisogno che tu mi faccia un favore.
Laxus alzò un sopracciglio con espressione interrogativa.
-Ho nominato te e Mira tutori legali di Viviane, nel caso mi accadesse qualcosa…
Vide Mira sorridere tranquilla, in fondo si era presa cura di Elfman e Lisanna quando era piccola, perché non accettare Viviane in caso di catastrofe? Ma fu impagabile vedere Laxus impallidire spaventato alla prospettiva di diventare patrigno di una bambina

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Capitolo 12
*** Missione: Trovare i Colpevoli ***


Salve a tutti, come va? Ieri sera mi è venuta voglia di scrivere un altro Capitolo, ormai siamo quasi alla fine di questa storia, perciò… Buona Lettura a tutti
 

Missione: Trovare i Colpevoli
 

-Cioè fammi capire bene, hai nominato Me e Mirajane tutori legale di tua figlia? Ma che sei impazzito?- chiese Laxus una volta ingollato un bicchierino di Whiskey per placare i nervi.
Jacques sogghignò per poi spiegare –Beh non posso nominare tutore Gerard, è comunque un ricercato, anche se non lo è a Euterpe, Mira potrà allenarla nel Take Over e Fairy Tail potrà comunque diventare la sua famiglia un giorno, ma c’è anche un’altra ragione, nel caso mi succedesse qualcosa, Viviane deve stare lontana dalle famiglie Nobili del mio Paese.
-Perché?- chiese Kana.
Jacques ricominciò il suo racconto.
 
Un’altra settimana era passata da quando il mistero del sonno di Jacques era stato risolto, e mentre Polyuscha aveva deciso di lavorare sul sangue che Jacques le aveva lasciato e di avvertirli se avesse avuto notizie, Jacques e Gerard erano tornati a Villa Offenbach, e anche Meredy e Ultear erano state costrette ad accettare lo stato delle cose, soprattutto la seconda.
Mentre Gerard era sparito chissà dove, probabilmente a caccia di qualche pericoloso criminale, Jacques ed Ultear se ne stavano da soli, visto che secondo Meredy, che tra l’altro in quel momento si stava occupando di Viviane, i due avevano bisogno di un giorno di tranquillità dopo lo stress del matrimonio andato male e dopo l’allarmismo sulle condizioni di Jacques.
E i due non si erano certo fatti pregare, se ne stavano nudi a letto, coperti solo da un leggero lenzuolo, e mentre Ultear sonnecchiava poggiata sul petto di Jacques, questi se ne stava con gli occhi sbarrati a guardare il soffitto, l’espressione concentrata di chi ha qualcosa che gli ronza nella testa.
Ultear si mosse al suo fianco, passando il dito su una delle innumerevoli cicatrici che gli sfregiavano il torace.
-A cosa stai pensando Jacques?- gli chiese.
Jacques non rispose immediatamente, tanto che la donna si alzò sui gomiti per guardarlo bene in faccia e l’espressione feroce del mago non lasciava dubbi di sorta.
-Devo scoprire chi c’è dietro l’attentato- soffiò Jacques, mentre Ultear riposava il capo sul corpo di Jacques e continuava a passare la mano in quelle cicatrici, evidentemente a forza di rifletterci sopra, anche Jacques era arrivato alla sua stessa conclusione, c’era qualcuno che nell’ombra aveva organizzato tutto.
-Come farai a scoprire tutto? Hai massacrato tutti gli assassini- gli chiese Ultear senza guardarlo in faccia.
Jacques rimase in silenzio, conscio che quello che aveva fatto mentre era accecato dalla rabbia era stato stupido e deleterio per se stesso, avrebbe dovuto interrogarli e invece…
-Gerard si è preso un bello spavento quando ha aperto le porte della Chiesa, mi ha detto che la mattanza all’interno…- Ultear lasciò la frase incompiuta, ma il sottinteso era chiarissimo.
-Lo so- ammise Jacques.
-Ecco perché Gerard non c’è, si sta allenando, dopo che vi siete scontrati, sta cercando di raggiungere anche lui Second Origin- gli rivelò Ultear, lasciando Jacques di stucco, ma la donna imperterrita continuò –Ha paura Jacques, che tu perda completamente il controllo… In quel caso dimmi chi potrà fermarti?-
-E io che pensavo che si fosse finalmente trovato una bella ragazza e la andasse a trovare tutti i giorni!- disse Jacques tentando di smorzare leggermente la tensione.
-Non scherzare- lo rimproverò invece Ultear, poiché entrambi conoscevano la risposta, se nemmeno Gerard era riuscito a batterlo, probabilmente solo Laxus o Gildarts tra i maghi che conosceva avrebbero potuto batterlo in un uno contro uno.
-Posso chiederti una cosa?- disse Ultear indecisa se proseguire o meno, mordendosi il labbro inferiore, ma prima di ottenere la sua risposta Jacques le rubò un bacio –Certo- sussurrò senza nemmeno staccarsi.
-Eri lucido?- Ultear a differenza sua si staccò per guardarlo dritto negli occhi, non c’era bisogno di precisare la circostanza in cui lo chiedesse: lui sapeva benissimo che si riferiva alla Chiesa, perciò scosse leggermente il capo.
Ultear non disse nulla, semplicemente posò di nuovo la testa sul torace dell’angelo e questi le depositò un leggero bacio sui capelli mori della sua donna e tacitamente la invitò a riposare, lui aveva già un’idea sul come capire chi si fosse macchiato di quel tradimento.
Il giorno successivo Jacques si mise all’opera: il Consiglio del Regno di Euterpe era composto dai membri di tutte le famiglie nobili, oltre che dai pochi maghi che collaboravano tra loro al fine di regolare i rapporti con la popolazioni e coadiuvare l’attività del sovrano, questo almeno fino a pochi anni prima quando Jacques Offenbach era tornato a casa, destituendo il Re Strauss, rifiutando però al contempo la corona per sé, lasciando il governo del Regno nelle mani di suddetto consiglio.
Lord Boomer era un ometto piccolo e grassoccio, dagli untuosi capelli neri appiccicati al cuoio capelluto, mentre la faccia rubiconda e paffuta era interrotto da un maso schiacciato e da due occhi porcini, un uomo che se non fosse stato per il sangue che gli scorreva nelle vene, non avrebbe fatto nulla nella vita e invece, rampollo di una delle famiglie più influenti del lato ovest del Regno… ed era praticamente immobile, rigido, quasi sull’attenti dinnanzi al suo interlocutore, a tremare come una foglia.
Non era una persona normale quella che gli stava davanti nella sua città, nella sua tenuta, nella sua casa, seduto alla sua scrivania e peggio ancora con i piedi appoggiati sulla sua scrivania di mogano, un comportamento inappropriato per chiunque, ma non per il suo interlocutore.
Lord Boomer aveva già incontrato il giovane qualche anno prima e la sua impressione era stata quella di un ragazzo, che aveva qualcosa di magnetico nella sua personalità, ma ancora immaturo, adesso però davanti a lui c’era un uomo fatto e finito, con le spalle larghe e degli occhi che brillavano, anche da perfettamente rilassato dava l’impressione di poter schiacciare chiunque.
A completare il quadro era il suo abbigliamento, vestito pronto per una battaglia, con le protezioni sulle spalle dava una sensazione minacciosa che Lord Boomer percepì, andando ad asciugarsi la fronte imperlata di sudore.
-Quello che mi chiedete è impossibile- disse l’ometto rivolgendosi a Jacques che lo fulminò con il suo sguardo più minaccioso.
-Lord Boomer, devo ricordarle che i suoi privilegi le sono stati concessi dalla mia famiglia?- disse freddo Jacques –la mia è si una richiesta, ma anche un ordine.
L’ometto si guardò attorno nervosamente, forse a ricercare le parole adatte a dare una risposta negativa, poi disse :- Mio Signore, la biblioteca che mi è stata affidata è quella del Regno, solo un permesso del Re può consentire a qualcuno di entrarvi e visto che il Re non c’è…- cominciò per poi interrompersi quando Jacques alzò un dito distrattamente in direzione della sua fronte, l’uomo si lasciò sfuggire uno squittio spaventato.
Jacques rise di gusto –Lord Boomer, la mia famiglia è stata attaccata, perciò le assicuro che entrerò in quella biblioteca in un modo o nell’altro, magari chiedendo il permesso a suo figlio.
L’ometto prima sbiancò per l’implicita minaccia, poi divenne paonazzo, facendo un passo avanti verso Jacques, puntandogli contro il dito –Lei non osi venire in casa mia a minacciarmi- ma il suo interlocutore si alzò in piedi, sovrastandolo, lo fece arretrare di qualche passo, prima di prenderlo per il colletto e avvicinarselo al volto e soffiandogli sul volto –Lord Boomer, hanno attaccato mia figlia, e se non potrò capire chi ha organizzato questo attentato, le giuro che farò una strage che sarà ricordata per mille e mille anni.
Jacques lo lasciò di colpo, facendolo cadere sul posteriore e mentre Lord Boomer tremava spaventato, Jacques si risedette sulla scrivania, in attesa della risposta definitiva.  
Diede tutto il tempo perché l’ometto si desse un contegno adeguato, si asciugasse di nuovo la fronte con il candido fazzoletto, poi con un cenno gli disse di seguirlo, uscendo dalla stanza e percorrendo alcuni corridoi del palazzo, si ritrovò davanti a una porta di bronzo dall’aria solida, evidentemente l’ingresso per gli archivi Reali, dove si tenevano tutte i documenti del regno.
Aperta la porta, Jacques si ritrovò di fronte a una struttura immensa al confronto della quale, la biblioteca di Villa Offenbach impallidiva.
-Gli archivi sono a sua disposizione, ha bisogno di qualcosa?
-No!- disse e alle sue spalle si chiuse la pesante porta di bronzo, mentre Lord Boomer si guardava intorno sconsolato, prevedeva grossi guai…
 
-Adesso stai esagerando, che cavolo hai in mente?- urlò Ultear in direzione di Jacques che stava giocando con Viviane steso a pancia in giù sul tappeto, mentre la bimba sgambettava allegramente per la stanza.
-Non per essere saccente, ma c’è Viviane, potresti evitare di urlarmi contro?
Ecco quando utilizzava quel tono di superiorità lo avrebbe tranquillamente strozzato, anche di fronte a Viviane se fosse necessario, si impose di calmarsi, poi chiese –Mi spieghi cosa stai architettando?-
Jacques non potè evitare un ghigno satanico, per poi rispondere –te ne accorgerai prestissimo, fidati, a proposito, dov’è Gerard?-
-Sempre ad allenarsi- rispose Ultear –non ha capito che non è così che diventerà più forte.
Jacques si interessò subito a quelle parole –Stai architettando qualcosa anche tu?- sospirò Jacques, mentre Ultear prendeva Viviane che intanto allungava le braccia per farsi sollevare dalla madre che le baciò la guancia.
-Diciamo che ho delle ipotesi per ricreare Second Origin, partendo dalla tua esperienza…- Jacques alzò un sopracciglio con fare interrogativo, ma doveva ammettere di essere sorpreso, e sorrise alla sua bellissima donna, capace di sorprenderlo…
-Ehi gente sono tornato- disse una voce di uomo dal piano inferiore –Jacques, gli uomini qua fuori mi dicevano che mi cercavi…
Jacques diede un bacio ad Ultear e fece un po di solletico a Viviane che cominciò a ridere, poi la baciò sulla fronte in segno di saluto.
-Si, andiamo Gerard, abbiamo una cosa da fare.
 
Lord Boomer si era svegliato quel giorno con una forte emicrania, segno che sarebbe stata una giornata faticosa e probabilmente che gli avrebbe accorciato la vita, anche perché era arrivato nella Capitale per svolgere il suo lavoro come membro del Consiglio, e mentre entrava a palazzo, circondato da persone che spesso gli davano il voltastomaco, con le loro passioni per gli intrighi e per le menzogne, probabilmente quel Consiglio era un nido di serpenti.
-Lord Boomer, buongiorno- lo salutò il governatore della città di Calliope: Lord Demetrius, un vecchio decrepito appoggiato su un bastone nodoso, con gli occhi ridotti a due fessure per il trascorrere dell’età, un uomo dall’aspetto innocuo, peccato che tale aspetto fosse assolutamente ingannevole… A proposito di serpenti.
-Buongiorno governatore- si inchinò Lord Boomer – la vedo in splendida forma- disse l’ometto con cortesia.
-Ah Lord Boomer non prenda in giro un povero vecchio, piuttosto, come vanno le sue emicranie?- chiese il vecchio, mentre Boomer si asciugava la fronte imperlata di sudore e rispondeva –Meglio-.
-Bene, piuttosto, ho saputo che ha ricevuto la visita del Signor Offenbach, potrebbe dirmi cosa voleva?- chiese il vecchio con voce melliflua.
E come diavolo faceva a saperlo? Naturalmente c’erano spie ovunque nella Capitale, ma non credeva che qualcuno nella sua tenuta tenesse contatti con quella vipera, ma si costrinse a sorridere e rispondere –Beh, come sa, la mia famiglia è vassalla della famiglia Offenbach, una semplice visita di cortesia-.
Il vecchio annuì, poi si scusò con il suo interlocutore e prese posto sullo scranno a lui dedicato, allo stesso modo in cui anche Lord Boomer prese posto, guardando la sedia al centro della stanza, vuota ad opera proprio del suo ospite.
Molto spesso queste riunioni erano noiose, e dopo appena un’ora molti sonnecchiavano sugli scranni, mentre altri erano completamente disinteressati alle parole dell’oratore, dal canto suo Boomer sperava in un qualcosa che movimentasse la seduta, ma come si dice, uno dovrebbe sempre stare attento a quello che desidera.
Un trambusto all’esterno della porta, rumori di tafferugli e vetri infranti mise sull’attenti tutti i consiglieri, mentre un uomo spalancava a forza la porta, mentre fuori, un gruppo di soldati era disteso a terra, stordito.
Jacques Offenbach fece ingresso nella sala del Consilio accompagnato da Gerard che camminava tranquillo alle sue spalle.
Si sentiva rumoreggiare, ma nessuno si azzardò a protestare con veemenza e tutto rimase in una bolla, sospeso fino a quando il più anziano del gruppo, proprio Lord Demetrius si alzò e parlando a nome di tutti.
-Lord Offenbach, in che modo possiamo renderci utili?- gli chiese inchinandosi.
Jacques non rispose immediatamente, ma si guardò intorno con sguardo di fuoco, poi fissò a uno a uno le persone presenti e disse : -Negli Archivi Reali, ci sono delle prove che questo consiglio è coinvolto nell’attentato a mia figlia, una cosa del genere è totalmente inaccettabile… Per questo mi vedo costretto a prendere per me la corona.
Dai banchi dei consiglieri si scatenò il putiferio, ma Jacques, accompagnato da Gerard se ne curò poco e grazie a un incantesimo di luce spiegò il drappo che Gerard aveva con sé, mostrando uno stendardo: uno scudo dal campo bianco con un angelo incoronato che impugnava due asce color oro, era stato cucito in fretta e furia dalle donne che lavoravano a Villa Offenbach.
Il putiferio si fece più feroce, da una parte le famiglie sostenitrici della Famiglia Offenbach che apprezzavano la decisione di Jacques di prendere la corona, dall’altro coloro che gli si opponevano e che minacciavano.
-SILENZIOOOOO- fu Jacques a urlare con voce perentoria e a costringere tutti al silenzio, dichiarando :-mi avete offerto la corona qualche anno fa, quindi adesso la accetto… Come membro maggiore della Famiglia Offenbach e poiché gli Shuman e gli Strauss sono estinti, è mio diritto.
Il silenzio che seguì questa dichiarazione fu pesante, ma poi il leader riconosciuto del Consiglio, Lord Demetrius, con la sua voce sottile dichiarò: -Lunga vita al Re- e tutti lo seguirono nell’acclamazione.
Jacques Offenbach si guardò intorno, lasciandogli urlare il suo nome, poi alzò una mano per intimare il silenzio a tutti e seduto sul trono dichiarò: -Come primo atto del mio governo, sono costretto a sciogliere il Consiglio, finché non saranno chiari i colpevoli dell’attentato.
L’assemblea rimase completamente di stucco e mentre Gerard sogghignava, Lord Boomer si mise le mani nei capelli, rimpiangendo la seduta noiosa del Consiglio.

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