The Free World (il mondo libero)

di sad_eyes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19-20 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 26 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Buongiorno a tutti.
Questa che vi appresterete a leggere è la traduzione di una storia scritta da LSAfor', un'autrice francese.

La storia in lingua originale potete trovarla nel sito: https://www.fanfiction.net/s/10676810/1/The-Free-World
 
Cercherò di essere il più fedele possibile al testo considerando che spesso vengono usati alcuni modi di dire o frasi fatte.
 
Questa è una bellissima storia d’amore, lo preciso per chi ha sofferto per buona parte di “Si ritorna solo andando via”.
 

-S.E.-

 


 
Parole dell’autrice: Questa storia sarà un AU e i personaggi si evolveranno nell’universo di Scandal (altra serie di successo di Shonda). Detto ciò, per tutti coloro che hanno visto la serie, non aspettatevi le stesse avventure di Olivia Pope, come ho già detto sfrutterò soprattutto quel mondo.
E’ più che altro una storia d’amore.
 
Il primo capitolo è un po’ corto ma vi assicuro che man mano si allungheranno.
 
Non esitate a lasciare le vostre opinioni, le vostre critiche, siano esse belle o brutte, sono sempre utili e ci permettono di migliorare.
 
Smetto di parlare e buona lettura.
 
 
 
 
 
Clausola di esclusione di responsabilità: i personaggi e l'universo appartengono a S. Rhimes, creatrice delle serie di Grey’ s Anatomy e Scandal.
 
Nota d'autore: Non ho alcuna precisa conoscenza di come operino i servizi segreti, la NSA o anche la Casa Bianca negli Stati Uniti. Tutto ciò che apparirà in questa fanfiction deriva direttamente dalla mia immaginazione, quindi se ci sono cose che non corrispondono alla realtà, è normale!
 
 
 
                                                                                                   
 Buona lettura                                                                                    


 

  Capitolo 1
 




 
- Io, Arizona Robbins.
 
- Io, Arizona Robbins, ripetè la donna in piedi di fronte al Giudice della Corta Suprema, la mano sulla Bibbia, mentre un migliaio di persone si trovava in piedi intorno a loro e i flash delle macchine fotografiche non smettevano di scintillare.
 
- Giuro solennemente di svolgere fedelmente il ruolo di Presidente degli  Stati Uniti d’America, continuò il giudice. Giuro che nel massimo delle mie capacità, io tutelerò, proteggerò e difenderò la Costituzione della Nazione.
 
- Giuro solennemente di svolgere fedelmente il ruolo di Presidente degli  Stati Uniti d’America. Giuro che nel massimo delle mie capacità, io tutelerò, proteggerò e difenderò la Costituzione della Nazione.
 
 
Un applauso fragoroso risuonò quando il nuovo Presidente  terminò  il suo giuramento inaugurale. Lei sorrise al Giudice della Corte Suprema che le tese la mano destra che lei strinse con gioia.
 
Abbiamo appena assistito alla proclamazione del 45 ° Presidente della nostra Nazione in diretta dal Campidoglio! Esclamò il giornalista che era appena tornato in onda. E noi non possiamo che essere impazienti nel vedere ciò che ci riserverà il mandato del primo leader donna del mondo libero che è stato in grado di fare una campagna impressionante.
 
Richard Webber spense la Tv prima di raddrizzarsi, quando sentì qualcuno bussare alla sua porta. Buttò un “avanti” e vide, senza stupirsi, l’agente che attendeva di entrare nella stanza.
 
Torres! Esclamò. ­
 
- Voleva vedermi Signore? domandò la giovane donna avanzando nervosamente nella sala. ­
 
- Si sieda, disse Webber, facendo un segno in direzione di una delle due sedie davanti al suo ufficio.
 
La latina non si fece pregare e si accomodò prima di parlare precipitosamente: ­
 
- Se si tratta del ragazzo che ha avuto una crisi di tetania nella stanza dell’interrogatorio, non potevo farci nulla! Non sapevo che soffrisse di aritmia quindi quando l’ho interrogato, ho .. ­
 
Ho un nuovo incarico per lei, la interruppe Webber.
 
Smise di parlare lasciando cadere le mani sulle ginocchia prima di mandargli un grande sorriso. ­
 
- Davvero? ­
 
- , disse, esasperato. Come probabilmente sa, un nuovo Presidente è stato eletto ...
 
, rispose Callie. Ho anche votato per lei!
 

Si zittii immediatamente quando vide lo sguardo minaccioso che lui le inviò attraverso i suoi occhiali. ­
 
- Mi scusi, si scusò. Può continuare ...
 
Sospirò esasperato prima di riprendere il discorso: ­
 
- Quindi, come dicevo, abbiamo un nuovo Presidente e, come per ogni mandato, è la NSA che  stabilisce il funzionamento dei Servizi Segreti. E ho pensato a lei ... ­
 
- E 'un onore Signor Webber, asserì Callie, annuendo solennemente. Il capo della sicurezza per quando ha previsto la riunione di preparazione?
 
La domanda fece apparire sul volto del direttore della NSA un’espressione corrucciata. ­
 
- Lei non capisce, dichiarò. E’ lei il capo della sicurezza interna della la Casa Bianca, Torres!
 
Callie lo guardò senza parole prima di scoppiare a ridere
 
Molto divertente!
 
Quando vide che non stava scherzando, spalancò gli occhi. ­
 
- Lei mi sta prendendo in giro, non è vero?
 
Niente affatto, Webber rispose con tono deciso. Lei è la persona tagliata per questo lavoro. ­
 

- Mi ha detto la scorsa settimana che sarebbe una follia assegnarmi qualcosa, sottolineò Callie. E ora lei vuole che Io, Callie Torres, "la piaga della Nazione", si occupi personalmente della sicurezza del Presidente degli Stati Uniti?
 
Webber dovette utilizzare tutta la sua forza di volontà per non ridere davanti alla reazione alle sue parole. Da quando era diventato direttore della NSA, aveva visto raramente agenti ardui e difficili come Callie Torres. Lei aveva il dono di non rispettare le regole, faceva sempre di testa sua e non esitava a prevalere sui suoi superiori quando pensava che fosse la cosa migliore da fare. Ma durante tutta la sua carriera non aveva mai visto una donna così brava nel suo lavoro. Era molto forte, molto coraggiosa e aveva un grande istinto. Il che significava che, nonostante tutti i guai in cui si era cacciata, rimaneva uno dei migliori ufficiali dell'Agenzia. Ed è per questo che aveva subito pensato a lei per il lavoro. ­
 
- So che a volte le rendo la vita dura, ammise. Ma questo non significa che io non abbia fiducia in lei e so che di tutti gli agenti che lavorano per me, lei è la più capace.
 
Un senso di orgoglio invase Callie che non poté trattenere un sorriso compiaciuto. Il capo si era appena complimentato con lei, cosa che non era mai successa,­ e in più le aveva offerto il lavoro della sua carriera. Le diede il compito di controllare, proteggere la persona più importante del paese e lei sapeva,­ sentiva nel profondo, che questa nuova assegnazione avrebbe cambiato la sua vita per sempre. ­
 
- Io non vi deluderò, affermò con acquiescenza. ­
 
- Ne sono certo, rispose Webber con un mezzo sorriso. Non le resta che formare la sua squadra. Un team di fiducia ... ­
 
- Ho esattamente le persone giuste, assicurò lei. ­
 
- Bene ...
 
Comprendendo che era giunto il momento per lei di congedarsi, Callie si alzò in piedi, gli fece un cenno di rispetto con la testa poi si diresse verso la porta.
 
- ­Torres! Webber la chiamò prima che uscisse.
 
Si voltò verso di lui. ­
 
- Cosa mi stava dicendo riguardo quella storia della crisi nella stanza degli interrogatori? Le domandò sospettoso.
 
Callie gli rivolse un sorriso imbarazzato prima di aprire la porta. ­
 
- Devo andare, Signore, il dovere patriottico mi chiama! E senza dargli la possibilità di aggiungere nulla, sparì.

Guardò la porta chiudersi, scuotendo la testa con aria contrariata.

Quella donna era davvero una peste ...
 
 
 
 
***
 
 
 
 
­- Non ci posso credere che io in questo momento mi trovo nello Studio Ovale!  esclamò Arizona eccitata. E ancora meno riesco a credere che questo sia il mio ufficio!
 
Fece un giro su se stessa guardando la stanza con in viso un'espressione affascinata. C’era riuscita: la realizzazione dei suoi sogni. Lei finalmente aveva il potere di cambiare le cose e rendere il mondo migliore, come aveva sempre desiderato.
 
Le era stato detto che si illudeva, che una giovane donna che non aveva nemmeno quaranta anni, single, non poteva arrivare se non in Senato. Ma lei aveva rapidamente fatto più di questo, diventando senatrice, poi governatrice, e ora la nazione le aveva dato la sua fiducia eleggendola Presidente. Lei era il Presidente degli Stati Uniti d'America!
 
Sembri un’adolescente durante un concerto di Justin Bieber, rise Alex Karev guardandola andare in giro per la stanza. ­
 
- Vuoi dirmi che non sei entusiasta di essere il direttore dell'Ufficio della Casa Bianca?  Gli chiese Arizona, voltandosi verso di lui. ­
 
- E 'vero, è molto meglio di essere il responsabile della campagna (elettorale), Alex rispose gonfiando leggermente l’addome.
 
Ciò fece ridere Arizona che si sedette davanti a lui sui divani posizionati davanti il maestoso ufficio. Rettifica: il suo maestoso edificio. ­
 
- Sono contenta che abbiamo finito con tutte le pratiche burocratiche, ammise Arizona. Possiamo cominciare con le cose serie ... ­
 

- , Alex continuò. Comunque, sei pronta per incontrare il nuovo Capo dei Servizi Segreti?
 

Arizona lo guardò con sguardo perplesso mentre si alzava dalla sedia e si chiudeva il bottone della giacca. ­
 
- Non dovrebbe essere Stark? Chiese. ­
 
- No, Alex rispose. Era solo temporaneo ... ­
 
- Meglio, non mi piaceva.
 
Alex ridacchiò prima di afferrare, di fronte a lui, il dossier che il direttore della NSA, Webber, gli aveva inviato in precedenza. ­
 
- Si tratta dell'agente speciale Calliope Torres, la informò navigando nei suoi occhi. Ed è stata caldamente consigliata da Webber ...
 

- Che nome carino, precisò Arizona prima di rispondere: ­
  Deve essere dotata ... ­
 
- Stai scherzando? Ha un curriculum fuori dal comune, fantastico! Sia quando lavorava per l'FBI che adesso per la NSA, sembra che non abbia lasciato indifferente nessuno...
 
Arizona notò quanto fosse impressionato il suo consigliere ed amico. Rare erano le volte che Alex si era sentito preso da una persona che non aveva mai incontrato e questa cosa fece infiammare la curiosità del Presidente per il suo nuovo capo della sicurezza. ­
 
- Quando dovremmo incontrarla? Gli chiese.
 
Stava per rispondere alla sua domanda quando si sentì bussare. ­
 
- Ora, Alex rispose mentre camminava verso la porta.
 
La aprì e il tempo sembrò bloccarsi per Arizona quando vide apparire una magnifica donna da dietro. Si sentì la gola seccarsi e le sue mani diventarono sudate quando lei guardò Alex stringerle la mano e presentarsi prima di invitarla ad avanzare nella sua direzione.
 
Callie ringraziò Alex Karev, poi immediatamente perse il suo sorriso composto quando i suoi occhi incrociarono gli occhi più belli che avesse mai incontrato. Aveva visto Arizona Robbins molte volte in televisione, ma averla di fronte, in quel preciso momento, le confermò che le telecamere non le rendevano abbastanza giustizia. Lei trasudava di una presenza ed un fascino quasi soprannaturali ed i suoi occhi davano l'impressione di essere composti da una moltitudine di blu, che li rendeva attraenti.
 
- ­Arizona, disse Alex ritornando verso l’interpellata, ecco l’Agente Torres.
 
Arizona allungò una mano nervosa verso la donna di fronte a lei alla quale non riusciva a staccare gli occhi di dosso. Era come se quegli occhi scuri l’avessero catturata, come gli ipnotizzatori che ammaliano le loro cavie rendendole completamente idiote.
 
E questo era esattamente ciò che stava accadendo. ­
 
- Sono Arizona Robbins, la informò stupidamente.
 
Callie non poté non sorridere prima di alzare la mano a sua volta per afferrare quella che le era stata porta. ­
 
- Lo so, disse Callie. Credo anche che l'intero paese sappia chi è lei, signora Presidente ...
 
Fu naturale che quella osservazione fece ridere Arizona. Ma lì, lei sentì di aver perso tutta la materia grigia che faceva funzionare il suo cervello nei momenti normali. Il sorriso smagliante dell’agente Torres, combinato con quella voce e la sensazione della sua mano nella sua, aveva il dono di elettrizzarla.
 
Doveva allontanarsi così interruppe immediatamente il contatto fisico. Ma il suo corpo non sembrava obbedire quindi si ritrovò a continuare a fissare intensamente quegli occhi marroni che non la lasciavano più. ­
 
- Bene, se ne uscì Karev schiarendosi la voce, interrompendo lo scambio di sguardi tra le due donne.
 
Callie sobbalzò e ritirò la mano dalla bionda, maledicendosi interiormente per la sua totale mancanza di professionalità. ­
 
- Potrebbe essere che faremo un punto della situazione riguardo l'organizzazione del sistema di sicurezza prima del debutto ufficiale di questo pomeriggio, continuò Alex. ­
 
- , rispose Callie dirigendosi verso il tavolo da lui indicato.
 
Arizona distolse lo sguardo, ma era incapace di astenersi dall’ammirarla da capo a piedi. Bene, si disse, la parte posteriore è appetitosa come quella anteriore.
 
Si diede uno schiaffo mentale poi seguì i passi della donna prima di sedersi a sua volta al tavolo.
 
Quel mandato rischiava di essere davvero molto interessante ...

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Prima di continuare con il secondo capitolo, vorrei fare delle precisazioni per chi non ha mai visto Scandal o comunque per chi non conosce le sedi governative a Washington.
 
Il Campidoglio = Sede del potere legislativo. E’ il posto in cui si trova il Congresso. Sta a circa un Km dalla Casa Bianca ed è collegato ad essa da un lungo parco chiamato National Mall.

La Casa Bianca = Sede del Presidente degli Stati Uniti. C’è l’ala Ovest (west Wing) dove si svolgono le questioni amministrative e poi l’ala Est dove ci sono le stanze personali del Presidente.
 
La NSA “National Security Agency “ è, appunto, l’Agenzia per la Sicurezza Nazionale. Monitora il territorio statunitense tutelandolo da attacchi di qualunque tipo.
 
Vi dico ciò perché, andando avanti con i capitoli, ritroverete spesso riferimenti a questi luoghi o organi governativi.

 
 
 
Detto ciò,
 
Buona lettura
 
 
-S.E.-
 
 
 
                                                                                           Capitolo 2
 
 
 
 
- Quindi mi sta dicendo che ci sarà costantemente uno dei vostri agenti con me? Arizona era indignata.
 
- Sì, come minimo, affermò  Callie. Tranne nei sui alloggi privati.
 
Notò che l'idea non sembrava allietare la bionda che fece una smorfia venuta al corrente di quella informazione.
 
Più di un'ora era trascorsa da quando Callie si era trovata nello Studio Ovale con Arizona Robbins e Alex Karev per spiegare loro come le cose si sarebbero svolte sotto la sua guida. E fino a quel momento era riuscita a dare prova della sua professionalità in ogni occasione, soprattutto con la presenza di Arizona Robbins a pochi metri da lei che aveva il dono di renderla nervosa. Era il Presidente del paese, il leader del Mondo Libero e la donna più potente del mondo. E, naturalmente, oltre a tutto questo, era sexy da morire.
 
- Sanno essere discreti, la rassicurò la latina cercando di intuire i suoi pensieri.
 
Invano…
 
- E farò in modo che la sua privacy sia rispettata al massimo, ha aggiunto.
 
- Quindi il mio traffico di droga e la mia rete clandestina di prostitute non rischia niente con lei? chiese Arizona.
 
Callie la guardò accigliata, chiedendosi se era seria. ­
 
- Sto scherzando, si affrettò a dire il Presidente.
 
Callie, di fronte alla battuta, abbozzò un sorriso che fu rapidamente costretta a perdere. Tuttavia, ciò non era passato inosservato ad Arizona che si congratulò con se stessa interiormente: questa magnifica creatura aveva trovato la sua battuta divertente. Forse si stava solo schiarendo la gola, ma il suo sorriso era una vittoria di per sé ...
 
Il telefono di Alex Karev squillò, risparmiando così a Callie di dover dire qualcosa. Lui si scusò con le due donne e abbandonò la stanza per rispondere, lasciandole sole. ­
 
- Per questo pomeriggio, riprese Callie facendo attenzione a non guardare direttamente negli occhi l’altra donna, ci saranno tre agenti ad accompagnarla. ­
 
- Ci sarà pure lei? Chiese Arizona.
 
- ­Sì, rispose lei. Sarò l'agente con cui avrà più a che fare e che sistematicamente la accompagnerà durante le sue uscite... ­
 
- Non mi lamento.
 
Callie alzò lo sguardo dai suoi appunti per guardare la bionda che la stava fissando. ­
 
- Avrebbe dovuto vedere il suo predecessore, continuò Arizona. La simpatia non era una delle qualità di Robert Stark ... ­
 
- Stark è stato il mio predecessore?! Callie esclamò.
 
Arizona mosse la testa su e giù facendo una smorfia di disgusto. Callie la fissò, pensando che non aveva mai visto un’espressione così adorabile in tutta la sua vita. ­
 
- Ho partecipato ad alcune missioni con lui, dichiarò la bruna. Capisco che lei si senta un po’ in trappola con me ... ­   
 
- Soprattutto lei è molto più gradevole da guardare, Arizona si lasciò scappare queste parole prima di rendersi conto di ciò che aveva detto.
 
Si morse il labbro; ciò non fece che accentuare la frustrazione di Callie che continuava a fissarla. Anche in quel caso, lo sguardo che si scambiarono durò più a lungo del normale fino a quando la bruna decise di distogliere lo sguardo.
 
Si schiarì la gola per ritrovare un po’ di compostezza, e si alzò. ­
 
- Dobbiamo prepararci per andare all'ospedale CPA, disse, trascinando una mano tra i capelli con un gesto di disagio. ­
 
- Sì, Arizona rispose seguendola con gli occhi.
 
Callie voltò le spalle e si diresse verso la porta, imprecando sempre sotto lo sguardo di Arizona che sospirò.
 
Ma che stava accadendo? Arizona era riuscita a mantenere la calma durante le riunioni, le interviste e i dibattiti in tv, ma era sufficiente che una bella donna fosse nei paraggi per farle uscire quelle battute idiote  e fare commenti oltre misura.
 
Poche ore dopo, accompagnata da una scorta di diversi veicoli, l'auto ufficiale del Presidente si diresse verso il Children’s Pedatricians- ­Associates, l'Ospedale dei Bambini di Washington.
 
Quando Jerry, il suo autista, fermò la berlina di fronte alle grandi porte dello stabilimento, Arizona buttò uno sguardo fuori, poi gemette quando vide l'orda di giornalisti che la attendevano. ­
 
- Odio quegli avvoltoi! borbottò mettendo il broncio.
 
Callie, seduta accanto a lei, si voltò e guardò le sue labbra, pensando che davvero era necessario che quella donna la smettesse di fare quelle espressioni perché le sue fantasie aumentavano sempre di più.
 
- Mia madre è un giornalista, disse Callie sforzandosi di distogliere lo sguardo dalla bocca del Presidente per guardarla negli occhi.
 
Non è meglio, pensò quando si ritrovò immersa in quel vortice blu che costituiva le pupille di Arizona.
 
Quest'ultima si passò una mano tra i capelli un po’ imbarazzata .
 
- Io ­ ehm ­ non è che ... io non ho nulla contro i giornalisti, è solo che ­  sua madre deve sicuramente.. ­ Arizona balbettò sentendosi sempre più a disagio.
 
Callie non riusciva più a trattenere la sua risata così si mise a ridere, di fronte alla bomba che aveva tirato.
 
- Sto scherzando, la rassicurò.
 
Arizona continuò a fissarla negli occhi, poi abbassò lo sguardo verso il sorriso aperto che sfoggiò la bruna. Quel sorriso avrebbe potuto alimentare la rete elettrica di diverse città da solo, ne era sicura.
 
- Molto divertente ...
 
- Sembra che lei non sia l’unica a possedere senso dell'umorismo, la stuzzicò Callie spostando i suoi occhi verso il finestrino per controllare zona.
 
Rendendosi conto che la donna faceva riferimento alla sua battuta fatta ad inizio giornata, Arizona abbozzò un sorriso.
 
- Si tratta solamente di qualche foto, disse Callie continuando ad osservare i giornalisti all’esterno.
 
- Odio l'attenzione su di me, le confidò Arizona.
 
- In questo caso, mi dispiace dirglielo, ma ha scelto il lavoro sbagliato ...
 
La battuta fece sorridere Arizona che si sentì immediatamente più rilassata. Era definitivo, Calliope Torres era molto meglio di Robert Stark.
 
- Questo è quello che propongo, disse Callie riportando l’ attenzione su di lei. Si lascia fare qualche foto all’interno con alcuni bambini e dopo parlerò io con loro spiegando che ne va della sua sicurezza…
 
- Ecco, questo è il nostro primo accordo, rispose Arizona.
 
L'auricolare di Callie emise un rumore, facendole capire che avevano bisogno di contattarla.
 
- Torres all’ascolto, disse premendo il tasto.
 
- La visuale è libera, la informò Mark.
 
- Molto bene. Preparatevi con Avery, stiamo uscendo ...
 
Lanciò un ultimo sguardo ad Arizona prima di lasciare il veicolo per andare ad aprire lo sportello al Presidente.
 
Una volta che quest'ultima mise un piede fuori, la folla di fotografi si precipitò su di lei per scattare foto e porgerle delle domande. Ma con l'aiuto di Mark Sloan e Jackson Avery, Callie riuscì rapidamente ad accompagnarla all'interno dell'ospedale.
 
Con le braccia incrociate sul petto, appoggiata ad un muro, Callie guardò attraverso il vetro di una camera dell’ospedale, il Presidente degli Stati Uniti intenta a leggere una storia ad una piccola bambina malata.
 
Era trascorsa più di mezz’ora  da quando aveva congedato giornalisti e fotografi permettendo così ad Arizona di respirare, ed il comportamento della bionda l’aveva piacevolmente sorpresa.
 
Nonostante in un primo momento pensasse che la simpatia e le premure che mostrava il Presidente nei confronti dei bambini, fossero dovute alla presenza dei giornalisti, dopo la loro dipartita, Callie non notò un cambiamento di atteggiamento. Al contrario, Arizona sembrava essere ancora più affettuosa e felice di chiacchierare o giocare con ciascuno di loro. E la sorprese soprattutto che i bambini  si mostrarono più felici della donna, per quell’incontro. Callie aveva notato come fossero attenti a tutto quello che Arizona diceva.
 
Vide Arizona ridere per ciò che le aveva appena detto una bambina e poi guardare attraverso la vetrata per incrociare i suoi occhi. Si ritrovò a non distogliere lo sguardo e quando la bionda sorrise, non potè fare a meno di risponderle.
 
Quello che era certo è che Arizona Robbins era piena di sorprese e sarebbe stato molto facile innamorarsi di quella donna.
 
Più tardi, la sera, Callie uscì dal suo ufficio nella West Wing della Casa Bianca, dove aveva appena finito di compilare alcuni rapporti.
 
Se c'era una cosa che odiava del suo lavoro, era quella di occuparsi delle scartoffie, e purtroppo sembrava che con la sua nuova posizione, ce ne fossero tre volte tante rispetto al suo solito.
 
Pensando di chiedere a Lexie di occuparsene d’ora in avanti, si diresse verso l'ufficio presidenziale, dove trovò due sue colleghe, o meglio, due sue dipendenti oramai, Meredith e Cristina, intente a gestire la sorveglianza.
 
- Pronte a passare una notte insonne? le prese in giro quando le raggiunge.
 
- Non pensi che abbia perso la testa la nostra Torres da quando ha avuto la sua promozione? ironicamente Meredith domandò a Cristina.
 
- Leggermente, rispose quest'ultima.
 
- Sembra che il potere le abbia montato la testa molto velocemente ...
 
- Pensi che ci sia un modo per sgonfiargliela? continuò Cristina.
 
- Io credo che sia una causa persa a priori...
 
Callie le ascoltò delirare con un'espressione divertita. Meredith e Cristina erano parte della squadra, quella che aveva creato fin dal suo debutto alla NSA e, rapidamente, con Mark, Lexie e Jackson, il resto della banda, erano diventati molto amici.
 
Ecco perché quando Webber le aveva detto di comporre la sua squadra, aveva subito pensato a loro. Erano le uniche persone di cui si fidava, le sole a cui avrebbe affidato la sua vita senza esitazione, ed era esattamente di loro che aveva bisogno
 
- Io invece credo che vi assegnerò le notti per i prossimi mesi, Callie rispose con un sorriso.
 
Lei scoppiò a ridere davanti allo sguardo accigliato dei suoi accòliti prima di ritornare seria.
 
- Conto sulla vostra gestione fino a domani mattina, disse guardandosi in giro. Non mettetemi nei guai fin dal primo giorno.
 
- Agli ordini Capo! Cristina rispose con sarcasmo prima di rivolgerle un sorriso malizioso. Non ti preoccupare, non ci staccheremo dal nostro caro Presidente.
 
Scambiò ancora qualche parola con loro e poi si diresse verso l’Ala Ovale e, dopo l’autorizzazione di April Kepner, l'assistente del Presidente, bussò alla porta e l'aprì quando sentì la voce di Arizona concederle il permesso di entrare.
 
- Agente Torres ...
 
- Tutto è a puntino per stasera, la informò Callie, avanzando verso il centro della stanza. Gli agenti Grey e Yang subentreranno a me e noi ci rivedremo domani.
 
- Molto bene, rispose Arizona
 
Lei esitò qualche secondo, poi si alzò dalla scrivania per fare un giro e posizionarsi davanti a Callie.
 
- Ha fatto un ottimo lavoro oggi, disse, porgendole la mano destra.
 
Callie abbassò lo sguardo verso la mano tesa poi lo alzò di nuovo verso gli occhi della bionda e la strinse (la mano).
 
- La ringrazio signora Presidente ...
 
- Può chiamarmi Arizona, precisò rivolgendole un grande sorriso. Dopo quello che ha fatto per me oggi, può dimenticare il " Signora Presidente".
 
Con la mano sempre in quella della bionda, lo sguardo immerso nel suo, Callie rifletté su quelle parole. Dopo lunghi secondi in cui continuò a guardarla negli occhi, lei ritirò dolcemente la sua mano da quella di Arizona e le sorrise in maniera composta.
 
- Sto facendo solo il mio lavoro. Sono qui per proteggerla ...
 
- Si, lo sta facendo molto bene per adesso, disse Arizona.
 
- Mi auguro che continui così, affermò Callie. E per compiere bene il mio lavoro, non dovrei essere coinvolta emotivamente ... e chiamarla per nome è esattamente quello che mi porterebbe a farmi coinvolgere emotivamente.
 
Fece un passo indietro prima di farle un cenno educato con la testa.
 
- Buona notte, le augurò prima di congedarsi, senza aspettare una risposta, sotto lo sguardò sbalordito di Arizona.

Quest'ultima vide la porta chiudersi, poi sorrise.

- Buona notte anche a te, sussurrò senza smettere di sorridere.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


 
   Buona lettura              



                                                                        
Capitolo 3
 
 



 
Tirando un sospiro straziante, Callie entrò nel suo appartamento. Camminava trascinando i piedi sul soggiorno dove trovò Meredith, Mark, Lexie e Cristina stravaccati sul grande divano a guardare una partita di basket.
 
- Attenti, ecco il Capo! Disse Cristina con tono canzonatorio, distogliendo lo sguardo dallo schermo della televisione per guardare la sua compagna di stanza appena arrivata.
 
Callie non rispose e spinse più in là Mark per sedersi. Sprofondò sul morbido schienale e sospirò di nuovo.
 
- La bionda ti rende la vita dura? chiese Mark guardandola dispiaciuto.
 
Non ne hai idea, si lamentò Callie. Questa donna non sta mai ferma!
 
- Esatto, ha aggiunto Meredith. Dobbiamo costantemente tenerla d’occhio, è pazzesco!
 

Avere costantemente Arizona Robbins sott’occhio non era davvero il problema... anzi, Callie provava un gran piacere nel guardare i suoi modi di fare e gesti e raramente aveva distolto lo sguardo da lei da quando era in servizio.
 
Era passata una settimana da quando aveva iniziato a lavorare come Capo della Sicurezza della Casa Bianca e aveva già imparato a memoria ogni curva del corpo del Presidente. Non era mai stanca di guardarla camminare davanti a lei, memorizzando ogni ondeggiamento dei fianchi della bionda e non perdendo mai di vista la sua scollatura che lei le offriva tutte le volte che si chinava sulla scrivania.
 
No, Callie non si lamentava affatto di dover tenere costantemente Arizona Robbins sott’occhio. Era piuttosto il non riuscire a farlo che la infastidiva. Si perché la Signora Presidente aveva deciso di rendere il suo lavoro un inferno, facendo tutto di testa sua. Era da una settimana a capo del paese e aveva già fatto in modo di infrangere una decina di protocolli di sicurezza. Aveva l'abitudine di piantare in asso gli agenti responsabili della sorveglianza non avvertendoli di stare uscendo da un luogo per raggiungerne un altro. Ciò ha fatto sì che il lavoro di Callie raddoppiasse e quindi lei si sentiva doppiamente sfinita.
 
Perché, dannazione, Arizona Robbins era instancabile!
 
- Come mai sei a casa? Domandò Cristina, portandola via dai suoi pensieri. Pensavo fossi di turno stasera...
 
- L'incontro con il Giudice Supremo è stato annullato, la  informò. Quindi la serata è tranquilla ... Ho lasciato Jackson con due reclute.
 
- Quindi sei dei nostri stasera?
 
- Sì!
 
- Allora si esce! esclamò Mark eccitato. E’ da un bel po’ di tempo che non si va da Joe!
 
Callie fece una smorfia, pensando che sarebbe stato meglio per lei raggiungere la sua stanza e dormire fino all’indomani mattina. Ma Mark aveva ragione, era da un’eternità che non usciva per un bere un drink e trascorrere una piacevole serata tra amici.
 
Finì per essere trascinata dal suo migliore amico che si era alzato in piedi e si era diretto verso la sua stanza per cambiarsi.
 


***
 


Con un mal di testa orribile ed il suono stridulo della sua sveglia, Callie si svegliò la mattina dopo. Cercò il suo telefono sul comodino e la spense senza preoccuparsi di aprire gli occhi.
 
- Hugh! Ringhiò lei, distendendosi sulla schiena.
 
In quel momento, si rese conto che non era sola nel suo letto. Aprì bruscamente gli occhi e li posò sulla massa di capelli marroni che aveva invaso il lato destro del cuscino riconoscendo immediatamente Jasmine, la barista di Joe con la quale aveva trascorso occasionalmente alcune notti.
 
Callie scostò il piumone e uscì i piedi dal letto mettendosi a sedere. Chiuse gli occhi per un secondo per cercare di alleviare il mal di testa, ma soprattutto per provare a raccogliere alcuni ricordi del giorno prima. Alla fine si arrese e afferrò una t­shirt che giaceva per terra prima di indossarla rapidamente.
 
- Vai già via? sussurrò una voce alle sue spalle.
 
Si voltò verso la donna che si trovava nel suo letto e che la guardava assonnata.
 
Jasmine era incantevole, era un dato di fatto. Aveva un viso d'angelo e curve mozzafiato. Ma Callie non provava niente di più per quella donna.
 
Quando entrava nel bar di Joe, Callie finiva sempre per passare la serata a parlare e flirtare con lei per poi finire nel letto della barman o nel suo. Ma le cose non erano mai andate oltre, perché lei non aveva mai voluto che andassero oltre. Jasmine le aveva proposto un appuntamento una volta e Callie aveva  sottilmente rifiutato dicendo che si stavano già divertendo e non voleva che le cose cambiassero…
Così, prima che accedesse di nuovo, lei aveva passato il suo tempo ad evitare l’altra donna.
 
Fino alla sera prima ... Perché lei aveva trascorso gran parte della sua serata a fantasticare su una bionda dagli occhi blu, un sorriso che avrebbe fatto sciogliere chiunque e delle gambe per le quali avrebbe venduto anche la propria anima.
Quelle gambe che erano fuori portata, inaccessibili. Perché appartenevano al suo capo. Capo che si era rivelato essere il Presidente degli Stati Uniti d'America!
Così lei si ributto verso una delle sue conquiste occasionali, di nuovo a casa sua, nonostante avesse giurato di non imbarcarsi in una storia che avrebbe potuto danneggiare l'altra donna, dato che lei non aveva nulla da offrirgli.
 
La verità è che da quando le avevano distrutto il cuore in mille pezzi, due volte nella sua vita, Callie aveva giurato che non si sarebbe più immersa, anima e corpo, in un rapporto.
Quindi, infatti, si era dedicata interamente alla sua carriera e continuava con le conquiste di una notte. E, per il momento, questo ritmo di vita le conveniva molto, anche se spesso si sentiva sola. Soprattutto quando vedeva i suoi amici, in coppia e felici.
 
- Devo andare a lavorare, spiegò mettendosi in piedi. Non c'è bisogno di alzarti ora...fai come al solito.
 
- Ci vediamo presto? Domandò Jasmine mentre Callie stava per lasciare la stanza.
 
- Sì, rispose lei, mandandole un ultimo sorriso prima chiudersi in bagno e tirare un sospiro stanco.
 
 
Meno di mezz'ora dopo, superò la sicurezza della Casa Bianca e camminò con passo pesante verso la West Wing, maledicendosi in tutti i modi per tutte le tequila che s ‘era scolata il giorno prima.
 
- Grazie a Dio! Esclamò, afferrando la tazza di caffè che Jackson si apprestava a portare alla bocca.
 
- Bevve un sorso e tirò un sospiro di sollievo prima che  lui le si posizionò davanti nel corridoio.
 
- Ehi! S'indigno il moro.
 
- Mi dispiace, ma ne avevo bisogno, disse in sua difesa.
 
Sì perché si era affrettata a lasciare il suo appartamento e non aveva bevuto la sua solita dose di caffeina.
 
- Te ne pagherei un altro ...
 
- Mi sembra una buona idea, inveì, gettandole uno sguardo che Callie decise di ignorare.
 
- Come è andata la nottata?
 
- Relativamente tranquilla ... è rimasta alla sua scrivania fino alle 2 di notte ed ha lasciato il suo appartamento alle 7 di questa mattina ...
 
Callie alzò gli occhi al cielo ­- sì Arizona Robbins era instancabile! - ­ prima di riportarli su Jackson.
 
- Puoi andare, lo informò. Prenditi una giornata libera... approfittane per riposare un po'.
 
- Grazie, rispose prima di congedarsi e andare via.
 
Camminò per i corridoi per raggiungere lo Studio Ovale e quindi il Presidente. Ma quando girò l'angolo del corridoio che conduceva all'ala presidenziale, fu sorpresa nel vedere Arizona, un centinaio di metri dal punto in cui avrebbe dovuto essere, discutere con un uomo, animatamente, ma soprattutto lei era esasperata- ma non del tutto sorpresa- di ritrovarla “sola”.
 
Con un sospiro spazientito, Callie avanzò rapidamente nella loro direzione. Si sbarazzò del calice e lo consegnò nelle mani di April che si diresse verso il proprio ufficio, poi si fermò.
 
- Signora Presidente, la salutò  inviandole un sorriso educato, ma che non nascondeva sua irritazione.
 
Arizona ringraziò l'uomo che stava andando via, poi si voltò verso di lei donandole un gran sorriso.
 
- Agente Speciale Torres, rispose, sottolineando con enfasi ogni parola.
 
Callie si morse l'interno della guancia per non ridere davanti all’ euforia evidente della bionda. Dal momento in cui lei aveva rifiutato di chiamarla per nome, Arizona si  era divertita a restituirle il favore.
 
Così come chiamava tutti gli altri agenti per nome, continuava a chiamare Callie " Agente Torres " e aggiungeva alcune volte il termine "speciale" per accentuare la  sua presa in giro, come in quel preciso momento. E anche se  Callie aveva cercato di rimanere indifferente a quel gioco, doveva ammettere che le piaceva l’umorismo della bionda e le facevano piacere quelle provocazioni.
 
- Sa che non può lasciare il suo studio o le sue stanze personali se non c’è almeno un agente con lei, Callie le disse con un tono di rimprovero.
 
- Sono alla Casa Bianca, replicò Arizona. Queste sono le mie stanze.
 
- Sì, ma il protocollo prevede ­..
 
- Chi fa i protocolli? Arizona la interruppe abbozzando un sorriso.
 
- Chiedo scusa? Disse Callie, sorpresa, alzando un sopracciglio.
 
- Chi implementa i protocolli? Ripetè la bionda senza sbarazzarsi della sua espressione maliziosa.
 
- Sono sempre stati lì ...
 
- Sì, ma che li fa?
 
Callie la guardò negli occhi e capì dove stava andando a parare. Si morse l'interno della guancia prima di riprendere fiato, irritata:

- Lei.
 
Il sorriso malizioso di Arizona crebbe.
 
- È vero, rispose lei. E ho deciso che, d'ora in poi, posso vagare liberamente nella Casa Bianca ...
 
Callie stava per rispondere quando sentì qualcuno chiamarla alle spalle.
 
- La tua barista ha mangiato di nuovo tutti i miei cereali questa mattina! Esclamò Cristina, indignata, mentre si avvicinava, ovviamente ignara della presenza di Arizona.
 
- Non è vero! Si esasperò Callie, alzando gli occhi al cielo.
 
- No, seriamente, è bello scoparsi una cameriera sexy, ma si deve pensare alla mattina, prima di .. ­ Signora Presidente, Cristina si fermò, scuotendola testa con un gesto rispettoso.
 
Sentendosi ribollire, Callie chiuse gli occhi un paio di secondi per evitare di tirare un pugno in faccia a Cristina, poi li riaprì per vedere lo sguardo beffardo che Arizona le stava facendo.
 
- E’ tutto? Chiese la bionda mordendosi il labbro inferiore per evitare di ridere.
 
- Sì, rispose lei, serrando i denti.
 
Il Presidente cominciò quindi ad avanzare verso il suo studio senza sbarazzarsi del suo sorriso.
 
Callie le lasciò fare qualche passo prima di colpire la spalla di Cristina, mentre camminava verso la sala del Presidente.
 
- Ahi!
 
- Non potevi stare zitta! Le sussurrò, ma non abbastanza dolcemente da non essere sentita da Arizona.
 
Quest'ultima allungò l’orecchio per ascoltare la risposta dell’asiatica.
 
- Non sapevo che eri con lei, rispose Cristina altrettanto discretamente. E poi questo ti farà rendere conto che soddisfi le tue conquiste fino a che non si addormentano e poi si mangiano i miei cereali l’indomani mattina.
 
Arizona sentì brontolare Callie delle parole incomprensibili e non poté fare a meno di chiedersi con un pizzico di invidia che cosa si provi ad essere "soddisfatta" da Calliope Torres.
 
Scosse la testa per schiarirsi le idee ed entrò nel suo ufficio seguita dai due agenti.
 
Attraversò la porta d'ingresso e fu sorpresa di scoprire che non era vuota. Infatti, seduto su uno dei due divani, c’era il vice presidente in compagnia di uno dei suoi consiglieri. Quando lo vide, perse immediatamente il sorriso, conoscendo benissimo il motivo della sua presenza.
 
- Preston, disse con tono convenzionale.
 
- Signora Presidente, rispose il Vice Presidente Burke, alzandosi per salutarla.
 
- A cosa devo il piacere della sua visita? Chiese il Presidente, con tono ancora freddo.
 
Ciò che sorprese Callie fu che non l’aveva ancora mai sentita parlare con nessuno in questo modo così svogliato. Il sorriso malizioso era scomparso da Arizona che guardava l'uomo di fronte a lei con un'espressione completamente chiusa, non assomigliando neppure un po’ alla donna che conosceva da qualche tempo.
 
- Ho sentito che respingerà gli attacchi militari in Sudan, disse.
 
- Proprio così, rispose Arizona.
 
- Posso chiederle il perché?
 
- Non ci sono prove che le reti terroristiche si trovino là, quindi, in questo caso, mi rifiuto di inviare qualsiasi offensiva ...
 
Lui si lasciò scappare una risata forzata poi le lanciò uno sguardo penetrante.
 
- Questo non è ciò che era stato concordato ...
 
- Non avevo tutti gli elementi fra le mani in quel momento, spiegò Arizona con voce ferma.
 
Burke fece un passo verso di lei sfoggiando un’aria minacciosa.
 
- La smetta di vivere nel suo mondo utopico e invii quegli aerei maledetti, le intimò, avvicinandosi a qualche centimetro dal suo viso.
 
Callie fece cenno di intervenire ma l’uomo si ritirò e uscì dalla stanza, seguito dal suo consigliere. Lo guardò chiudere la porta dietro di sé prima di tornare di nuovo verso Arizona che non si era mossa dalla sua posizione. Anche se le dava la schiena, poteva vedere che la situazione si era capovolta, bastava guardare la postura delle spalle e il modo in cui stringeva i pugni.
 
Esitò un attimo a fare come se nulla fosse accaduto e limitarsi ad adempiere solo il suo lavoro che non prevedeva l’occuparsi dello stato d'animo del Presidente. Ma di fronte ad una Arizona sconvolta, la sua reticenza scomparve rapidamente.
 
- Cristina, puoi andare a vedere se Mark è pronto per prendere il suo posto? Chiese all'altro agente, fissando il Presidente che si trovava a disagio.
 
- Certo, rispose prima di uscire in fretta dall’ ufficio.
 
Callie attese che la porta si chiudesse dietro di sé prima di fare qualche passo verso la bionda.
 
- E’ tutto ok? chiese con tono premuroso.
 
Arizona chiuse gli occhi per un secondo e tirò un respiro profondo prima di voltarsi verso di lei e mandarle un sorriso tirato.
 
- , rispose lei. E 'solo che.. Burke è sempre riuscito a tirare fuori il peggio di me.
 
- Ha l’aria di essere una vera e propria piaga, commentò Callie.
 
Abbozzò un sorriso quando sentì Arizona ridere.
 
- Non ne ha idea, confessò la bionda.
 
Callie esitò qualche secondo non sapendo esattamente quali fossero i limiti che non doveva assolutamente superare,  poi decise di dire ciò che c’era in fondo alla propria mente. Dopo tutto, non era mai stata una grande seguace delle regole.
 
- Se posso dirlo, disse alla fine, lei è il Presidente della Nazione. E’ lei, Arizona, che è stata acclamata dal popolo per guidare il Paese. Non Preston Burke...quindi dovrebbe fare ciò che vuole e mandarlo a quel paese... Se posso permettermi, naturalmente.
 
Arizona la fissò, stupefatta. Questa donna era decisamente piena di sorprese. La osservò in silenzio per lunghi secondi prima di abbozzare un sorriso sincero.
 
- Pensavo che non volesse coinvolgersi emotivamente, osservò.
 
Callie aggrottò le sopracciglia, sorpresa dalla risposta.
 
- Prego?
 
- Mi ha chiamato Arizona, spiegò..
 
- Oh ...
 
Un sorriso colpevole balenò sul viso di Callie che ricordò quella famosa conversazione che avevano avuto esattamente nello stesso posto una settimana prima, quando le dichiarò che non poteva chiamarla per nome.
Sapeva che non avrebbe dovuto lasciarsi trasportare, ma era già troppo tardi.
 
- Sembra sia difficile non farsi coinvolgere quando si tratta di lei, ammise, facendo scorrere, nervosamente, una mano tra i capelli .
 
Ciò non fece che ingigantire il sorriso Arizona che continuò a guardarla dritta negli occhi.
 
- Devo preoccuparmi per la mia sicurezza? La prese in giro la bionda.
 
- Per il momento, dovrebbe andare tutto bene, le assicurò Callie, ridendo.
 
Finché rimango concentrata sul monitorare l'ambiente circostante e non le sue  gambe, pensò con forza.
 
Arizona le rivolse un sorriso radioso e posò delicatamente la mano sul suo avambraccio.
 
- Grazie, sussurrò.
 
Ok, sono fregata, pensò Callie rispondendole con un lieve cenno del capo, cercando di ignorare il calore ardente che le provocava la mano di Arizona sul suo braccio.
 
- Io, ehm .. vado a controllare che Cristina abbia seguito per bene le mie direttive, disse, schiarendosi leggermente la gola.
 
- D’accordo...
 
Callie cominciò ad allontanarsi verso la grande porta d'ingresso quando Arizona la chiamò.
 
- Un’ultima cosa!
 
Si voltò di nuovo verso di lei vedendola indossare il suo solito sorriso malizioso.
 
- Vuol dire che posso chiamarla Calliope?
 
Callie abbozzò un nuovo sorriso ­ questo accadeva spesso negli ultimi tempi ­ ascoltando la pronuncia del proprio nome per intero.
 
Lei, che maledisse tutti coloro che osavano chiamarla Calliope, si rese conto che sembrava perfetto in bocca ad Arizona.
 
- Sa, tutti mi chiamano Callie ...
 
- L'ha detto lei, Calliope, io non sono tutti ... rispose Arizona
 
Senza smorzare la sua espressione giocosa, si scambiò un ultimo sguardo con il suo Capo della Sicurezza che scomparve dietro la porta.
 
Si lasciò cadere sulla sedia dell’ufficio, un sorriso sciocco sul volto, pensando che la visita di Preston Burke non era stata forse una cosa negativa ...
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


   Buona lettura                                                                                     


 
Capitolo 4


 
 
 

Callie fece un ultimo avanti e indietro lungo il corridoio dell’aereo prima di ritornare verso il sedile del Presidente.
 
- Tutto è a posto, la informò. Se ha bisogno di me, sarò seduta vicino a …
 
- No, Arizona tirò un respiro, resti qui per favore ...
 
Se ne fregava di apparire pietosa, tutto ciò che le importava era che Callie non l'avrebbe lasciata sola.
 
Quest'ultima notò la postura rigida che sfoggiò Arizona, il viso teso e le mani saldamente aggrappate ai braccioli.
 
- Va tutto bene? Chiese Callie, squadrandola preoccupata.
 
Arizona inspirò vigorosamente prima scuotere leggermente la testa.
 
- Ho sempre avuto un’inspiegabile paura degli aerei, ammise, chiudendo gli occhi.
 
- Non ha davvero scelto il mestiere giusto, precisò Callie.
 
Lei emise un suono tra la risata e il pianto prima di fare una nuova smorfia.
 
- Solitamente prendo alcune cose per rilassarmi, spiegò Arizona. Ma dal momento che dovrei incontrare il Presidente italiano al mio arrivo a Roma, non vorrei rischiare che lui pensi che sono rimbambita.
 
- E’ necessario che lei riposi, altrimenti ...
 
- Non posso! Arizona si lamentò cominciando a tamburellare freneticamente con il piede.
 
Perché a lei non piaceva davvero prendere l’aereo! Era una delle cose che lei odiava e, naturalmente, quello era il mezzo di trasporto più utilizzato dai politici. Inoltre, il fatto di sapere che ci volevano più di otto ore di volo per raggiungere Roma, dove l’attendevano altri venti leader dei più grandi paesi del mondo, le metteva ancora più ansia.
 
- Dannato G20! Ringhiò, facendo una smorfia.
 
Callie rise prima lasciarsi cadere sul sedile accanto a lei.
 
Da quel famoso giorno in cui aveva assistito a quel confronto con il Vice Presidente e l’aveva, in qualche modo, confortata, lei e Arizona si erano avvicinate più del normale .
Lei non voleva confermare che erano diventate amiche ma avevano una complicità evidente. Era diventata un’abitudine che Arizona le chiedesse come stesse o come avesse trascorso la sua giornata e Callie sapeva che i modi di parlare che aveva con Arizona, non erano quelli che avrebbe usato se qualcun altro fosse stato Presidente al suo posto.
 
Ma sembrava che le cose si fossero stabilite da sole tra le due donne e non c’era alcun motivo per lamentarsi.
 
- Va benele disseCallie. Cosa fa di solito per rilassarsi? A parte il traffico di droga e prostitute ...
 
Nonostante l’agitazione, Arizona ridacchiò prima di girare la testa verso Callie fissandola senza dire nulla per alcuni secondi.
 
- Il sudoku, rivelò con un sussurro.
 
La reazione che si aspettava balenò sulla faccia della latina che alzò un sopracciglio.
 
- Il Sudoku?
 
- Sì, Arizona confessò con un sorriso. Mi piace moltissimo! E' semplice, ma richiede un minimo di logica. E poi adoro i numeri!
 
Callie la fissò incuriosita prima si fare spallucce.
 
- A ciascuno il suo, suppongo ...
 
Gettò uno sguardo in giro dentro l'aereo e vide Alex Karev seduto a qualche fila di distanza, intento a leggere il “ Times”.
 
- Arrivo, si rivolse ad Arizona alzandosi.
 
Avanzò verso il Capo dello Staff togliendogli il giornale dalle mani.
 
- Ordine del Presidente!
 
Senza aspettare risposta, gli diede le spalle e ritornò a sedersi accanto ad Arizona, che non aveva smesso di guardarla e ridacchiava.
 
- La maledirà per ore, la avvisò Arizona.
 
- Penso che sopravvivrò, rispose Callie, sorridendo. Pronta per sudokare? Aggiunse, agitando il giornale sotto i suoi occhi.
 
- Non sono sicura che questa parola esista ...
 
- Nel mio dizionario c’è.
 
Arizona stava per rispondere quando l'aereo iniziò a muoversi. Soffocò un’esclamazione chiudendo gli occhi e, senza rendersene conto, si aggrappò vigorosamente alla mano di Callie posizionata sul bracciolo che separava le due sedie.
 
- O mio Dio! O mio Dio! O mio Dio! Mormorò velocemente.
 
L'attenzione di Callie, lei, non era rivolta che verso la mano che stringeva la sua. Il tocco era innocente, eppure le provocò una serie di brividi che la attraversarono lungo tutto il braccio.
 
Quando l'aereo finalmente si stabilizzò, Arizona riprese, pian piano, i sensi, e alla fine realizzò di essere abbracciata alla sua vicina. Ritirò dolcemente la sua mano prima di inviare un sorriso di scuse a Callie che si era voltata verso di lei percependo la rottura di quel contatto.
 
- Mi dispiace, sussurrò.
 
- Nessun problema, rispose Callie accennando un sorriso.
 
Si schiarì la gola e si raddrizzò sulla sedia poco prima di riprendere il giornale in mano.
 
- Ora vorrei rilassarmi ...
 
Davanti al cipiglio di Arizona, si affrettò ad aggiungere:
 
- Con... ­ ehm...­ il sudoku.
 
Arizona piegò la testa da un lato, fece un’ espressione maliziosa prima di annuire dolcemente. Anche se avrebbe preferito ampiamente che Callie la facesse rilassare in un altro modo, restare accanto a lei e godere della sua presenza mentre risolvevano il sudoku, era uno dei modi migliori di trascorrere quel viaggio.
 
Sette ore dopo, l'aereo presidenziale iniziò la discesa su una pista dell'aeroporto di Roma.
 
Callie, però, non si mosse per paura di svegliarla dato che la bionda aveva la testa poggiata su di lei. Arizona dormiva da più di due ore, colonizzando la sua spalla, e Callie che non si era mossa di un millimetro. Più di due ore erano passate, e lei non aveva fatto altro che rimanere seduta a guardare le nuvole passarle davanti agli occhi, ma sentiva di non essersi sentita mai così a suo agio.
 
Eppure, Arizona, aveva solo la testa appoggiata sopra la sua spall;, in quel contatto con c’era nulla di sensuale o sexy. No, era più che banale, però Callie sentì il suo cuore battere così velocemente come se avesse corso decine di kilometri. Un nodo le si era formato nello stomaco e la soffocava quando sentiva il respiro di Arizona contro la sua pelle. L'odore della noce di cocco che sfuggiva dai capelli, in più, l’aveva torturata per tutto quel tempo e lei non poteva nemmeno far finta di ignorarlo.
 
Ecco cosa esattamente aveva rappresentato per lei avere la testa di Arizona su di sè: una tortura ... Ma di quelle torture che ne vorresti ancora e ancora.
 
Callie sorrise esasperata dai suoi pensieri. Lei, Callie Torres, un osso duro della NSA, era lì a consumarsi a fiamma bassa come un’adolescente a causa di una semplice vicinanza con un'altra donna.
 
E più ci pensava, più si rendeva conto di quanto Arizona Robbins non la lasciasse indifferente. Questo la spaventava
 
Ma era così assurdo? Quella donna era stupenda ... tanto fisicamente, quanto interiormente.
 
Era gentile, adorabile, altruista e divertente. Il suo sorriso e i suoi occhi sembrava avessero imprigionato le stelle, e i suoi capelli le suscitavano un unico desiderio: farvi scivolare le mani attraverso ed accarezzarli per ore. E la cosa peggiore era che sembrava che Arizona non si rendesse conto di tutte le qualità che aveva, e questo la rendeva ancora più attraente per Callie.
 
Quando le ruote dell’aereo entrarono in contatto con il suolo, avvisandola che erano finalmente atterrati, Callie lentamente si girò a guardare Arizona e si accorse che stava ancora dormendo. Abbozzò un sorriso tenero costatando che, al contrario di una persona che era intimorita dall’aereo, lei non sembrava avere alcun problema.
 
- Arizona, sussurrò.
 
La bionda si spostò leggermente, ma non si svegliò del tutto. Callie esitò un attimo e poi mise la mano sulla sua, sentendo la stessa scossa elettrica provata in precedenza. La strinse dolcemente pronunciando di nuovo il suo nome.

- Arizona, si svegli ...
 
Il Presidente, alla fine, sfarfallò gli occhi, mettendoci un paio di secondi a rendersi conto di dove si trovasse, per poi riprendersi bruscamente.

- Stiamo arrivando?
 
Callie le rivolse un sorriso un po 'beffardo.
 
- Siamo anche atterrati, la informò indicando, con un cenno della testa, l’oblò alle sue spalle.
 
Arizona si voltò per constatare che, in effetti, si trovavano, davvero, sulla pista d’atterraggio. Si voltò nuovamente verso Callie che continuava guardarla e le rivolse un sorriso imbarazzato.
 
- Mi dispiace, si scusò. Non dormo molto in quest’ultimo periodo.
 
Callie si alzò e fece un cenno, ai suoi agenti, di mettersi in posizione, prima di rivolgere la sua attenzione alla donna.
 
- Non servono le sue scuse, Arizona, la rassicurò.
 
- L’ho presa per il mio cuscino!
 
E rifallo quando vuoi, pensò intensamente Callie. Ma invece di parlare ad alta voce, fece spallucce e le donò un sorriso caloroso.
 
- Posso capire che non dorme tanto, affermò. Dopo tutto, lei ha il peso del mondo sulle sue spalle.
 
Arizona percepì il tono spiritoso ma non potè fare a meno di sentire dentro,nel profondo di sè, quelle parole.
 
- Non ne ha idea, sospirò sottovoce, mentre la latina si allontanava verso la sua squadra di sicurezza.
  

 
***
 
 

Callie premette il pulsante dell'ascensore e attese che le porte le si chiudessero davanti per poi lasciarsi andare contro una delle pareti. Spalle al muro, la parte posteriore della testa appoggiata contro la superficie fredda, lei chiuse gli occhi e respirò profondamente.
 
La giornata era stata faticosa, anche per lei. Garantire la sicurezza durante uno dei vertici più importanti del mondo, non era un compito facile da eseguire. In primo luogo perché l'incontro aveva riunito le venti persone più influenti del pianeta e quindi la vigilanza doveva essere venti volte più attenta. E, infine, perché si era subito scontrata con i servizi segreti di ogni paese, che avevano sia dato prova di una mancanza di volontà nel prendere accordi con la sua squadra, sia dimostrato machismo innegabile dato che avevano appurato che la suddetta squadra era diretta da una donna.
Ciò l’aveva, ancor più, motivata a mostrare loro chi guidava le danze realmente, e provò un senso di piacere nel rendere la vita dura agli agenti stranieri.
In particolare agli agenti russi che non avevano smesso di provarci con lei…
 
Sì, la giornata era stata molto lunga e lei non desiderava altro che finisse. Ma prima di lasciare il suo ufficio la notte, per andarsi a riposare un po’, e affidare il testimone alla sua squadra, volle incontrare Arizona per assicurarsi che tutto andasse bene.
 
Al pensiero della bionda, Callie abbozzò un leggero sorriso e fece un passo più piccolo quando l'ascensore si fermò al piano del Penthouse, l’ hotel a 5 stelle di Roma che era stato appositamente riservato al Presidente degli Stati Uniti e al suo team.
Camminò fino alla suite presidenziale, sorvegliata da Lexie, Jackson e due reclute, Jo Wilson e Shane Ross, e fece loro un lieve cenno col capo prima di entrare dentro.
 
- Sei tu il Presidente, Arizona! Gridò la voce soffocata di Alex Karev dietro la porta chiusa che conduceva alla stanza. Non puoi andare in giro per la città come meglio credi!
 
Callie sentì Arizona replicare qualcosa, ma non capì. Un secondo dopo, la porta si aprì, mostrando un Capo dello staff nervoso e un Presidente a sua volta fuori di sé.
 
Alex non si accorse di Callie e camminò, con passo svelto, verso la porta che la donna aveva appena varcato, prima di ritrovarsi di nuovo davanti alla bionda che si era fermata a qualche metro da lui e gli aveva lanciato uno sguardo infuriato, prima di uscire.
 
- Tutto bene? Domandò Callie con voce preoccupata, mentre Arizona continuava a sbraitare.
 
- A meraviglia! Replicò bruscamente Arizona, evitando lo sguardo inquieto che lei le inviò.
 
Sapeva che Callie non si meritava che lei sfogasse la sua collera su di lei, ma in quel momento, non poteva fare altrimenti. Era così frustrata ...
 
Callie osservò la bionda per alcuni secondi, silenziosamente, prima di annuire lievemente.
 
- Va bene, disse senza troppa convinzione.
 
Era ovvio che il Presidente fosse sconvolto e, anche se si erano avvicinate molto negli ultimi giorni, Callie non poteva obbligarla ad aprirsi e dirle ciò che non andava bene in realtà. Così, decise di non interferire.
 
- Venivo giusto ad informarla che non sono di sorveglianza stasera, continuò Callie con una voce distante e professionale; ci sono gli agenti Grey e Yang che prenderanno il mio posto ...
 
- Bene, rispose Arizona. In ogni caso non è che posso muovermi da qui ...
 
Callie notò un pizzico d’ amarezza nella sua voce, ma non lasciò commenti. Le fece un cenno educato con la testa e poi lasciò la stanza, brontolando leggermente.

- Torres! Mark esclamò quando si chiuse la porta alle spalle. Ho sentito che hai la serata libera. Ti va un drink?
 
Guardò per un istante la porta della stanza che aveva appena lasciato, poi si voltò di nuovo verso di lui e fece spallucce.
Andare a bere qualcosa forse l’avrebbe aiutata a dimenticare la sua terribile giornata ed il pessimo umore del suo capo ...
 
Un'ora più tardi, era seduta ad un tavolo, con Mark, in un piccolo bar situato di fronte all'hotel dove la squadra presidenziale alloggiava. Non era in servizio, ma preferiva comunque rimanere vicino nel caso ci  fossero stati problemi ...
 
I problemi non tardarono ad arrivare.
 
Mentre lei era ancora in compagnia del suo migliore amico, a bere qualche birra e ad ascoltarlo raccontarle di come fosse riuscito ad avere un appuntamento con Lexie, l'oggetto della loro conversazione arrivò di corsa, respirando a fatica.
 
- Ehi Lex, le disse Callie con aria irrequieta. Tutto bene?!
 
- Il … Presidente ... lei... è ... - Lexie balbettò, portandosi una mano alla testa mentre provava a riprendere fiato.
 
- Che cosa succede?! Callie si allarmò.
 
- Lei è scomparsa!
 
- In che senso "è scomparsa"?!
 
- Mi  sono assentata due minuti per andare in bagno e quando sono tornata, lei non era più nella sua suite, la informò Lexie in preda al panico.
 
Callie si scambiò uno sguardo con Mark poi si alzarono velocemente e si affrettarono a raggiungere l'hotel.
 
Arrivati lì, lei riunì in tempo record, il suo team e iniziò ad organizzare le ricerche nella hall, mentre il panico aveva iniziato ad invadere tutti.
 
Mentre si occupava di dare differenti ordini, Callie sentì Mark darle una gomitata.
 
- Che c’è? Chiese, guardandolo.
 
Lui le fece un cenno in direzione di uno dei negozi dell'hotel. Lei seguì il suo sguardo e si bloccò bruscamente quando vide Arizona Robbins uscire dal piccolo negozio ringraziando la commessa che le aveva consegnato una bustina, come se niente fosse.
 





-SE SONO QUI E’ PER UNA FOTTUTA RAGIONE!  Gridò Callie, folle di rabbia. NON PUO’ USCIRE QUANDO LE PARE SENZA AVVISARE NESSUNO. QUESTA COSA PUO’ FARLA ALLA CASA BIANCA, MA E’ COMPLETAMENTE DA IRRESPONSABILI FARLA QUI.
 
- Non le permetto di parlare con me in questo modo, Agente Torres! Rispose Arizona lanciandole uno sguardo furioso. Le ricordo che io sono ..
 
- Con tutto il rispetto, Signora Presidente, la interruppe Callie, so benissimo chi è lei!
 
Arizona incrociò le braccia sul petto e guardò per terra. Erano trascorsi dieci minuti buoni da quando era stata scortata di nuovo nella sua stanza. Aveva già subìto l'ira di Alex; ora doveva anche sentire il suo Capo della Sicurezza completamente fuori di sè, redarguirla come una bambina di cinque anni.
 
- Non pensavo fosse così irresponsabile, disse la Latina. Seriamente, a cosa stava pensando?!
 
- VOLEVO SOLO COMPRARMI UN CAZZO DI PACCHETTO DI SIGARETTE DA SOLA!
 
Callie aprì la bocca, poi la richiuse, sorpresa dalla perdita di compostezza della donna di fronte a lei, che sembrava aver trattenuto la sua frustrazione e rabbia per troppo tempo.
 
- Volevo solo avere cinque minuti per me! Arizona cercò di spiegare gentilmente riacquistando pian piano la sua calma. Essere solo Arizona, non il Presidente degli Stati Uniti, con il peso del mondo sulle sue spalle ...
 
La sua voce tremava, rivelando a Callie, un aspetto che non aveva mai visto nella donna sicura di sé che era Arizona. Stando l’una di fronte all’altra, in quell’ enorme suite d'albergo, poteva leggere chiaramente la fragilità che provava lei che aveva mostrato, fino ad allora, una forza infallibile. Ed era già la seconda volta quel giorno, dopo il volo in aereo.
 
Sentendo la sua rabbia scomparire completamente, Callie sospirò profondamente prima di parlare di nuovo con una voce pacata:
 
- Posso capire Arizona ... Ma non può sparire così, senza dire niente a nessuno, è pericoloso ...
 
- Lo so, affermò Arizona. E' solo che ... ero abituata ad essere totalmente indipendente, a fare quello che volevo, quando volevo. Andavo a ballare, o a  bere, senza dover rendere conto a nessuno. Ero abituata ad essere una persona normale. Ed ora ...
 
Si fermò a metà frase  e sospirò profondamente.
 
- Mi dispiace Calliope, si scusò, offrendole un sottile sorriso. E' stato davvero stupido da parte mia, e le prometto che non succederà più ...
 
Callie la osservò con uno sguardo comprensivo, preoccupata nel vedere l'espressione rinunciataria e triste che si faceva spazio nel suo viso.
 
- Arizona ...
 
- Dovrebbe andare, la interruppe. Le ho già rovinato abbastanza la serata ... giuro che non mi muoverò da qui, andrò direttamente a dormire ...
 
Lei non lasciò il tempo, al Capo della Sicurezza, di dire nulla. Andò in camera sua e chiuse la porta, lasciandola lì assorta nei suoi pensieri.
 
Callie guardò la porta in rovere, chiudersi dietro Arizona, quando un’idea le balenò nella mente.
 
Un'idea stupida e del tutto irresponsabile. Ma lei era disposta a correre il rischio, se poteva permettere ad Arizona di sentirsi po' meglio ...

 
 
***
 

 
Arizona finì di farsi una doccia e subito si mise il pigiama, ripensando alla discussione avuta con Callie poco prima.
 
Stranamente, invece di essere arrabbiata o infastidita dal tono che l'altra donna aveva usato, Arizona era sorpresa.
Piacevolmente sorpresa.
 
Perché sapeva di aver dato prova della sua stupidità in tutti i modi e Calliope Torres non aveva esitato ad ammonirla. Anche Alex, che era il suo migliore amico e che doveva essere quello che le teneva testa nel suo entourage, manteneva una certa moderazione con lei da quando era diventata Presidente. Ma non Callie ... No, lei, lei le aveva urlato in faccia e non aveva mostrato ritegno nel dirle ciò che pensava.

 
 
 
Per la miseria, quella era un’estate calda!
 

Un rumore alla  sua porta la distolse dai suoi pensieri riguardanti il suo Capo della Sicurezza e, quando aprì, si trovò faccia a faccia con l'oggetto dei suoi pensieri.
 
- Calliope?
 
Quest'ultima la guardò dall'alto in basso prima di abbozzare un gran sorriso.
 
- Che pigiama carino! Rise dolcemente.
 
Arizona guardò i suoi pantaloncini rosa e la canotta in pendant  dove spiccava  un’enorme farfalla viola, prima di sollevare la testa per scrutare a sua volta la tenuta della latina.
 
Se pensava che Callie fosse sexy con le sue divise da Agente Torres, era ovvio che non aveva ancora avuto il piacere di vederla nei suo abiti di tutti i giorni ... Indossava un pantalone di pelle impreziosito da bottoni neri che mettevano in mostra ogni sua curva, mentre un maglione grigio a V le rendeva impossibile distogliere lo sguardo dal suo petto. Ma ciò che le ha reso difficile deglutire, era la giacca di pelle nera che indossava sopra che le donava un’aria da dura rispetto al solito.
 
Era chiaro, quella donna era una dea ... Una dea che le avrebbe causato molte notti insonni.
 
Si costrinse ad alzare la testa per incontrare lo sguardo divertito di Callie che non l’ aveva lasciata per un attimo.
 
- Quello che è certo è che con quella sulla schiena, il presidente russo non potrà mai prenderla sul serio ...
 
-Non c'è bisogno di essere così cattiva, rispose Arizona facendo una smorfia che ingigantì il sorriso di Callie.
 
-Lo dico per lei, dichiarò la Latina. Il rosa e le farfalle fanno perdere almeno venti punti alla sua Hardcorritudine! ( hardcore-attitude- donna esperta, forte, un osso duro )
 
Arizona ridacchiò alla parola coniata. Quella era una delle caratteristiche di Callie da ciò che aveva visto.
 
- Cerco di mantenere un po' della vecchia Arizona, le spiegò.
                             
- Quella che aveva cinque anni? Callie rispose, ridendo a sua volta.
 
- Ha finito di prendermi in giro?! Si indignò la bionda con un tono falsamente scandalizzato.
 
Callie non potè fare a meno di notare come fosse stato facile parlare e scherzare con Arizona. Era una cosa che le sembrava familiare e intima. L'altra donna era sempre disponibile e spontanea che lei quasi dimenticava chi in realtà fosse.
 
- E’ venuta qui per assicurarsi che non ho fatto le valige? Chiese Arizona.
 
Una nuovo risate risuonò dalla bocca di Callie che scosse la testa.
 
- A dire il vero ho una sorpresa per lei , le disse con un sorriso misterioso.
 
Arizona aggrottò la fronte.
 
- Se c'è una cosa che deve sapere su di me, Calliope, è che non mi piacciono le sorprese.
 
- Le posso garantire che questa le piacerà ...

 




 
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***



Chiedo venia, ho combinato un casino con la formattazione, ma fortunatamente alcuni di voi mi hanno subito fatto notare l'errore che solo in questo momento (si, è notte fonda) ho potuto sistemare, essendo prima fuori casa e non avendo quindi il pc sotto mano. Siate clementi, è stata una settimana/fine settimana intensissimo e sono abbastanza fusa. Grazie a chi si è preso la briga di avvisarmi, Grazie, davvero.

Vi lascio al capitolo che aspettavate tanto.


Buona lettura


 


 Capitolo 5


 
 
 


Arizona continuò a scrutarla con uno sguardo confuso, che non fece che ingrandire il sorriso di Callie che si appoggiò con nonchalance alla porta.
 
- Le sto solo chiedendo di fidarsi di me ...
 
La bionda la fissò ancora per lunghi secondi, pensando. Non sapeva come spiegarlo ma qualcosa di Callie la spinse a concederle fiducia, cosa molto rara per lei, soprattutto da quando era diventata presidente.
Ma si rese conto che la donna di fronte a lei l’aveva in pugno e questo era solo l’inizio.
 
- D’accordo, disse alla fine.

- Ok, grande! Rispose Callie alzandosi. Ho pensato che non avesse che tenute ufficiali qui con lei quindi mi sono permessa di comprare degli abiti molto più casual che le permetteranno di passare più inosservata ...
 
Si chinò per afferrare le diverse buste che aveva posato ai suoi piedi e le diede ad Arizona che continuava a guardarla incuriosita.
 
- La aspetto fuori, disse prima di allontanarsi verso i divani in salotto.
 
Arizona le lanciò un ultimo sguardo prima di chiudere la porta della sua stanza, sorridendo.
 
Uscì qualche minuto dopo, vestita con un jeans, un semplice top nero e stivali che le arrivavano ai polpacci.
 
Callie alzò gli occhi quando la sentì entrare nella stanza e deglutì. Nel vederla vestita sobriamente, non poteva evitare di pensare ancora una volta a quanto quella donna fosse bellissima.
 
- Credo sia passato un secolo dall'ultima volta che ho messo i jeans, ammise Arizona guardando in giù verso i suoi pantaloni.
 
- E' un peccato, perché è incantevole, commentò Callie adocchiando le gambe.
 
Le ci volle qualche secondo per rendersi conto di ciò che aveva appena detto e all'improvviso distolse lo sguardo.
 
- Pronta a partire all'avventura? Chiese, in piedi, cercando di ignorare il calore che aveva la meglio sulle sue guance.
 
- Lo so che è una follia, ma sì! Arizona rispose con voce entusiasta. La seguo!
 
Callie le rivolse un ultimo sorriso porgendole la sua giacca prima di dirigersi in sua compagnia, verso la doppia porta che conduceva fuori alla suite presidenziale.
Quando l’aprì, gettò uno sguardo fuori e fece un cenno con la testa verso Lexie che alzò il pollice in alto per indicare che la via era libera. Istintivamente, mise una mano sulla parte bassa della schiena di Arizona e la guidò verso l'ascensore.
 
Quest'ultima soffocò un gemito percependo quel contatto e  cercò di mantenere un minimo di compostezza, anche se sentiva un calore divorarla sotto il tocco di Callie.
 
Ci vollero poco più di cinque minuti per lasciare l'hotel senza farsi notare quando arrivarono all’esterno, senza grandi difficoltà, con l'aiuto dei compagni di squadra di Callie. Arizona fu sorpresa nel vedere che lei aveva piazzato diverse persone sul posto, sembrava che avesse pensato ad ogni dettaglio, anche alla macchina nera con vetri oscurati che le aspettava fuori.
 
Callie aprì la portiera posteriore e la invitò a infilarcisi dentro.
 
- Signora Presidente, la salutò Jackson Avery, seduto al posto del conducente abituale.
 
Arizona gli gettò un’occhiata con un cipiglio prima di voltarsi verso Callie che le si mise accanto e si chiuse la portiera alle spalle.
 
- Sto assistendo al mio rapimento?
 
Callie rise mentre la macchina cominciò a muoversi. Fece un cenno di intesa a Jackson che la guardava dallo specchietto retrovisore, poi si voltò di nuovo verso Arizona.
 
- Stia tranquilla, faremo solo un giro per la città e torneremo prima che qualcuno si renda conto che è sparita... Quindi potrà fare tutto ciò che una donna comune può fare a Roma. Ed io la sorveglierò assicurandomi che sia al sicuro.
 
Nuovamente le sopracciglia in Arizona si avvicinarono, mostrando la sua confusione, ciò spinse Callie a continuare:
 
- Voglio solo offrirle una serata in cui potrà scrollarsi di dosso lo stress quotidiano senza utilizzare sciocchezze come le sigarette ... Una serata in cui potrà uscire fuori dal ruolo soffocante di leader del mondo libero.
 
Fece una pausa per immergersi negli occhi azzurri della bionda.
 
- Una serata dove sarà solo Arizona, aggiunse riprendendo le parole che la bionda aveva utilizzato in precedenza.
 
Arizona rimase in silenzio per lunghi secondi, commossa dalle attenzioni del suo agente.
 
- Questo significa che anche lei potrà essere solo Calliope?
 
Un enorme sorriso apparve sul volto di Callie che inclinò la testa da un lato in segno affermativo.
 
- La sua serata, le sue regole, disse con semplicità un istante dopo.
 
Le labbra Arizona si contrassero in un sorriso simile al suo.
 
- Il concetto mi piace ...
 
Si sistemò sul sedile prima di voltarsi di lato e tirare la cintura di sicurezza, poi si rivolse a Callie.
 
- Prima regola della serata, disse, alzando il dito indice, dimenticare le formalità ... Non credo di mentire dicendo che ti considero un’amica ora.
 
Callie la fissò in silenzio per qualche secondo, ponderando sulle sue parole. Sapeva che era pericoloso, avrebbero superato il limite nel loro rapporto professionale, quel limite che le vedeva flirtare dopo la loro prima interazione. Lei, che aveva voluto mettere dei paletti sin da subito, aveva fallito miseramente. E sapeva che organizzando quella serata, si sarebbe impantanata ancora di più nella sua totale mancanza di indifferenza verso il suo capo.
 
Ma, stranamente, non le importava ... L'unica cosa che contava in quel momento era continuare a far sorridere Arizona e vedere quello scintillio malizioso brillare nei suoi bellissimi occhi azzurri. Voleva far sparire la tristezza e la rabbia che aveva visto fino a poco prima e se per questo doveva correre qualche rischio e infrangere alcune regole, era pronta a farlo.
 
Infine alzò gli occhi per incontrare quelli della bionda e annuì lentamente. Sì, poteva definitivamente essere solo Calliope quella sera ...
 
Dopo un giro di alcuni minuti durante il quale Arizona aveva cercato, invano, di farsi dire dove fossero dirette, Jackson fermò la macchina e comunicò loro che erano arrivati a destinazione.
 
Callie scese per prima della vettura e tenne la portiera aperta finché la bionda non fosse uscita.
Lei la ringraziò, poi lanciò un'occhiata confusa verso il luogo in cui si trovavano. Avery si era fermato in mezzo al nulla, in una piccola strada tortuosa del centro città e, dalla reazione Callie, sembrava fosse non ci fosse nulla di strano. Quest'ultima scambiò qualche parola con il suo agente prima che l’uomo tornasse di nuovo in macchina e se ne andasse, lasciandole sole.
 
- Perché sta andando via? Chiese Arizona, sentendosi invadere da un leggero senso di panico.
 
Ciò non passò inosservato a Callie che ridacchiò leggermente prima di avvicinarsi a lei.
 
- Calma Arizona, siamo arrivate alle seconda parte della serata ... Ora, data la tua volontà di trascorrere una serata nei panni di una donna normale, che ne dici di utilizzare il mezzo trasporto più comune qui a Roma?
 
Anche in quel caso, Arizona le rivolse un'occhiata interrogativa alla quale lei rispose annuendo indicandole di guardare alle sue spalle.
 
Quando si voltò, la bionda vide una Vespa rossa parcheggiata contro il muro della viuzza e sgranò gli occhi prima di rivolgersi a Callie che la guardava con attenzione, visibilmente in attesa della sua reazione.
 
- Non puoi essere seria?! esclamò Arizona con una voce eccitata.
 
Arizona la guardò fare, non riusciva ancora a credere ai suoi occhi, poi finalmente decise di muoversi e la seguì saltellando.
 
Callie la ammirava ridendo. Era difficile credere che quella donna che saltellava come una bambina era la donna più potente del mondo.
Eppure era così e questo non faceva che confermarle che era forse in compagnia della persona più influente del pianeta, ma anche della più sorprendente.
 
Si infilò la cinghia del suo casco al braccio per tenere meglio, nelle mani, quello che aveva preso per Arizona e glielo mise in testa.
 
- Questo non viola almeno una decina di protocolli? Chiese la bionda senza abbandonare il suo sorriso tenero.
 
- Dodici più precisamente, disse Callie, infilandosi il suo casco. Ma non preoccuparti, ho reso questa fuga la più sicura possibile, la mia squadra è sul posto ... Tu, l'unica cosa che devi fare è goderti la serata. Ci penso io alla tua sicurezza ...
 
Callie alzò gli occhi e vide la bionda immobile a fissarla con un luccichio nello sguardo.
 
- Che c’è? Chiese, imbarazzata.
 
- Perché fai tutto questo? Rispose Arizona. Voglio dire,  tu stai rischiando la carriera per soddisfare uno dei miei capricci ...
 
- Sto facendo il mio dovere patriottico, Callie scherzò.
 
Ma di fronte allo sguardo insistente di Arizona, aggiunse più seriamente:
 
- Se c’è qualcuno che merita di rilassarsi per una serata, quella sei tu ... quindi approfittane perché è una delle poche volte che mi vedrai violare protocolli della sicurezza.
 
Arizona si ritrovò per la prima volta dopo tanto tempo, senza parole. Quella era una delle poche volte che qualcuno l’aveva ammutolita per l’emozione. Continuò a fissare, con sorpresa, la donna davanti a lei con  uno sguardo eloquente prima di rivolgerle un sorriso commosso.
 
- Grazie ...
 
Il tremitio nella voce provocò una scossa alla bocca dello stomaco e questo non fece che confermare a Callie che tutti i rischi che stava prendendo quella notte ne valevano la pena. Forse era pazza, irresponsabile o troppo esaltata, come Webber spesso le rimproverava, ma ne valeva la pena. Per Arizona ne valeva la pena ...
 
- Andiamo, disse dirigendosi alla moto, abbiamo un programma da rispettare!
 
- Posso guidare? Domandò Arizona, speranzosa.
 
- Mi stai chiedendo troppo , ridacchiò Callie rivolgendole una smorfia di scuse. E poi non sai dove stiamo andando ...
 
Arizona mise il broncio, delusa, ma ben presto recuperò il suo sorriso e si aggrappò alle spalle della bruna. Con esitazione, fece scivolare le mani attorno alla sua vita e l’ abbracciò.
 
Callie cercò di ignorare la reazione del suo corpo a quel gesto, ma fu difficile non considerare quel brivido che si faceva sentire in ogni parte della sua pelle.
 
Fece un respiro profondo, inghiottì la saliva e finalmente accelerò, ciò portò Arizona a stringerla un po’ di più.
 
Una sensazione di pura euforia colpì Arizona quando sentì il vento sulla sua faccia mentre Callie si inoltrava nei vicoli bui di Roma con quel motorino e accelerava sempre più.
Arizona chiuse gli occhi per godere a pieno di questo nuovo senso di libertà e si trovò ancora a sorridere senza motivo.
 
 
 
***
 
 
 
- Pronta per l'ultima tappa della nostra serata? Chiese Callie, gettando il bordo del suo pezzo di pizza nel cartone.
 
- Siamo già all’ultima tappa? Rispose Arizona delusa.
 
Erano sedute sui gradini del Colosseo dove avevano improvvisato la cena dopo che Callie era riuscita a convincere una guardia a lasciarle entrare, permettendo loro di avere l'arena a loro disposizione, per circa un'ora .
 
Callie l’ aveva portata nei luoghi emblematici della capitale italiana. E anche se non avevano potuto soffermarsi per paura di essere riconosciute, Arizona aveva amato ogni minuto della loro fuga.
 
Aveva scoperto un lato completamente diverso di Callie Torres. Sapeva che era una donna piena di carattere e con un umorismo pungente, ma aveva capito subito che ciò che aveva scoperto sul posto di lavoro non era che una parte delle tante qualità che aveva. Arizona era felicissima di averla seguita nella loro folle avventura senza farle domande.
 
In realtà, aveva subito capito che non importava dove la Latina la portasse, a lei piaceva trascorrere del tempo  in sua compagnia. Poteva sembrare un cliché ma Callie era riuscita a farla sentire se stessa.
 
Nonostante le numerose telefonate che aveva dovuto fare durante l’intera serata per assicurarsi che tutto andasse bene, Callie era riuscita a farle dimenticare che era il Presidente degli Stati Uniti e le aveva regalato una serata magica. Lei le aveva offerto un magnifico regalo e la bionda non era pronta a rinunciarvi. Quindi, il sentirle dire che restava loro solo un posto da vedere la rese subito malinconica.  
 
- Sì, ma questo è il più interessante, ammise Callie con un sorriso misterioso, alzandosi. Abbiamo fatto le turiste per tutta la sera, ma è ora che inizia il vero divertimento ...
 
- Wow che mistero, disse Arizona con tono canzonatorio.
 
Callie sorrise spolverandosi i jeans, poi le tese una mano che la bionda non esitò ad afferrare. Si lasciò prendere dalla solida presa della bruna che la tirò un po’ più forte del necessario e fece si che i loro due corpi entrassero in collisione e i loro visi si trovassero a pochi centimetri l'uno dall'altro.
 
L'aria intorno a loro sembrò mancare improvvisamente quando i loro sguardi incatenati erano pienamente consapevoli del cambiamento di atmosfera.
 
Callie vide il sorriso di Arizona scomparire, lasciando posto ad una più profonda espressione che la portò a smettere di respirare. Si guardarono per lunghi secondi prima di decidersi a lasciarsi le mani.
 
- Sarà ­- ehm- sarà meglio andare, disse.
 
Arizona si limitò ad annuire, cercando di ignorare il fatto che il suo cuore stesse pericolosamente minacciandola di lasciare il suo petto.
 
Il tragitto verso la destinazione finale non durò a lungo e quando Callie parcheggiò lo scooter di fronte a un grande stabilimento in cui si sentiva una musica di sottofondo,  Arizona non nascose la sorpresa.
 
- Una discoteca? chiese quando scese, guardando la folla di persone ammassate davanti all'ingresso.
 
- Di recente, nella suite mi hai detto che solitamente andavi a ballare e a bere, spiegò Callie. Beh, ecco l'occasione!
 
Lei fece segno con la mano in direzione del club, poi si diresse verso la bionda che continuava a guardarla con aria stupefatta.
 
- C’è talmente tanta gente dentro che passerai inosservata senza problemi, continuò. Inoltre, i giornalisti non possono entrare e i proprietari prendono molto sul serio questa regola ...
 
Arizona infine distolse lo sguardo dalla facciata illuminata del palazzo per posarlo su Callie che continuava a fissarla
 
- Ti ho già detto che sei geniale? Chiese con tono serio.
 
Callie sentì un calore salirle sulle guance ed il viso a quel complimento, sotto gli occhi indiscreti della bionda. Ancora una volta, si ritrovò incapace di mantenere lo sguardo e si voltò.
 
- Si va? Propose, schivando la domanda.
 
- Me lo chiedi davvero? Rispose Arizona ridendo.
 
Non aspettò di rispondere e si diresse verso l'ingresso dove la musica si faceva sempre più forte.
 
- Un’ultima cosa, disse Callie prima di raggiungere i buttafuori. Devi promettermi di non allontanarti …
 
- Te l’assicuro Calliope, non ne ho nessuna intenzione, bisbigliò Arizona facendole un occhiolino.
 
Callie si fermò e la guardò avanzare verso i due uomini all'ingresso, deglutendo a fatica. Avrebbe potuto giurare che il Presidente aveva appena flirtato apertamente con lei. Scosse la testa per schiarirsi le idee, poi la seguì.
 
Entrarono, lei la seguì al bar dove Arizona ordinò una mezza dozzina di cocktail diversi.
 
- Che c’è? Chiese Arizona quando vide lo sguardo scrutatore che Callie le stava indirizzando. La mia serata, le mie regole!
 
- Non dimenticarti che hai un meeting con il Presidente della Repubblica Italiana domani mattina, scherzò gentilmente la Latina che si sedette su uno degli alti sgabelli del bar prima di fare un cenno al barista e ordinare una bibita analcolica.
 
Arizona poteva divertirsi come voleva, ma lei, lei non doveva dimenticare il motivo per cui era lì.
 
- Penso che sopravvivrò, disse Arizona, buttando giù il suo primo drink.
 
Lo ingoiò tutto d’un sorso poi posò il bicchiere sul bancone.
 
- Accidenti, fantastico!
 
Callie la guardò scolarsi il suo secondo bicchiere con un'espressione divertita. In altre circostanze, se non fosse stata il capo della sicurezza interna e se Arizona non fosse stata il leader del mondo libero, sarebbe sembrato davvero un appuntamento.
 
Ma non era quello il caso, ricordò. E non sarà mai il caso ...
 
Continuava a guardare la bionda muovere la testa al ritmo di musica e non poteva fare a meno di sorridere teneramente.
 
Sentendo lo sguardo di Callie fisso su di lei, Arizona si voltò in modo che potessero guardarsi negli occhi. Ancora una volta, sembrava che un magnetismo sovrannaturale impedisse loro di distogliere lo sguardo.
 
- Posso farti una domanda un po’ personale? Le chiese Arizona chiese qualche attimo dopo.
 
- Certo, rispose Callie.
 
Arizona si portò il bicchiere alla bocca per guadagnare qualche secondo prima di decidere di fare la domanda che aveva pensato da diversi giorni.
 
- La Scorsa settimana, quando si parlava nel corridoio e Cristina è arrivata ... cominciò, guardando il bicchiere, un po’ in imbarazzo.
 
Fece una pausa, permettendo a Callie di ricordare l'evento di cui parlava e alzare gli occhi al cielo quando le venne in mente quel famoso episodio in cui la sua compagna di stanza l’aveva messa in imbarazzo davanti ad Arizona parlando della cameriera di Joe.
 
- Lei ha parlato delle tue conquiste al femminile, disse Arizona finalmente decisa a guardarla. Tu ­ ...insomma... ­ vuol dire che sei … gay?
 
La domanda sorprese Callie che studiò approfonditamente il volto del Presidente prima di rispondere. Non vide disgusto o incomprensione, ciò la portò a pensare che la sua domanda non era solo per curiosità, ma che ci fosse qualcosa di più profondo dietro.
 
Bevve un sorso di limonata pensando alla risposta da darle.
 
- Se sono gay? Ripeté più come una riflessione che come una domanda. Direi di no ...
 
Si mise a sedere sulla sedia e appoggiò un gomito sul bancone per essere in grado di guardare completamente verso la bionda che sembrava ... delusa.
 
- Il Fatto è che non mi piacciono le etichette, spiegò Callie col desiderio di chiarire la sua risposta. Mi innamoro di una persona, non di un genere. Se è un uomo o una donna, non mi interessa ... La cosa importante per me è la persona stessa. Quindi no, non sono gay ... anche se confesso di essere più attratta dalle donne.
 
Ha aggiunto quell’ultima frase con un tono leggermente scherzoso che ha regalato un sorriso ad Arizona le diede l’impressione di meditare su quelle parole.
 
- E' un bel modo di vedere le cose, dichiarò alla fine quest’ultima.
 
Buttò giù il terzo bicchiere e fece roteare il suo sgabello in modo da finire faccia a faccia con Callie.
 
- Posso confidarti un segreto?
 
Callie la guardò per pochi secondi, esitando.
 
- Non mi dirai qualcosa di cui potresti pentirti dopo?
 
 - No, voglio che tu sappia, precisò Arizona, scuotendo la testa. Mi fido di te ...
 
Fece un respiro profondo, poi parlò:
 
- Nemmeno io ho etichette, confessò in un sussurro. O meglio. Sono lesbica ...
 
- Oh, rispose semplicemente Callie, totalmente presa alla sprovvista.
 
Vide Arizona fissarla nervosamente e si rese conto che la sua reazione l’aveva spaventata.
 
­ - Eppure ti hanno affibbiato storie con diversi uomini, commentò Callie, ricordando i tabloid che spesso mostravano la bionda in compagnia di uomini uno più attraente dell’altro.
 
- Io sono la prima donna presidente del paese, sospirò Arizona. Non posso essere gay ...
 
- Quindi non erano vere?
 
Arizona spostò la testa da sinistra a destra continuando ad osservare Callie che incamerava gradualmente le informazioni. Quest'ultima non sapeva se la confessione della bionda era una cosa buona o brutta per lei. Già aveva difficoltà a farsela uscire dalla testa anche ripetendosi che non c'era alcuna possibilità fra di loro, ora le sue fantasie rischiavano di decuplicarsi.
 
- E’ il Presidente, stupida, sibilò la voce nella sua testa. Il Presidente degli Stati Uniti, del Mondo Libero. La persona intoccabile, quella che non ti troverà mai interessante...
 
Si ripetè  instancabilmente quelle parole per lunghi secondi per cercare di mettere a freno la piccola speranza che sbocciava nel profondo del suo petto, poi finalmente decise di sollevare gli occhi verso Arizona che la guardava con il fiato sospeso.
 
- Non devi pensare che sono una vigliacca, sospirò quest’ultima.
 
- Cosa? Callie era stupita. No, no, per niente!
 
Si rese conto che il suo silenzio era stato male interpretato.
 
- Vivi in un mondo di squali, Arizona, continuò la mora. E ci sono stati grandi progressi nel corso degli ultimi decenni. Tu non avresti mai avuto la possibilità di vincere le elezioni, a dire il vero!
 
Fece una pausa prima di aggiungere:
 
- Questo lo trovo anche ammirevole ...
 
- Ammirevole?
 
- Sì, affermò Callie. Tu sacrifichi la tua libertà per poter offrire agli altri la loro ... E' ammirevole e coraggioso.
 
Per l'ennesima volta, quella notte, Callie lasciò Arizona senza parole. La bionda la fissò con un’aria strabiliata, non sapendo cosa dire.
 
- Il tuo segreto è al sicuro con me, le promise Callie dopo qualche secondo di silenzio cullate solo dal sottofondo musicale.
 
- Grazie, mormorò a bassa voce Arizona.
 
Sentendo l’atmosfera farsi un po’ troppo seria per i suoi gusti, la bionda si alzò dal suo posto, finì il suo ultimo drink poi si posizionò davanti alla bruna che la osservava incuriosita
 
- Ho voglia di ballare! Esclamò Arizona.
 
- Arizona, io ­-
 
Lei non le permise di terminare la frase che la prese per mano portandola verso la pista da ballo.
 
- Non dirmi che non sai ballare, Arizona la prese in giro provocandola.
 
A quelle parole Callie reagì rapidamente. Finì per cedere e si lasciò guidare fino alla folla  che si scatenava su quelle note, prima di abbandonarsi al ritmo di musica in compagnia di un’esilarante Arizona. Assaporò il suono incantevole delle sue risate, e quando il suo corpo cominciò ad animarsi, afferrò la mano di Arizona e la fece girare su se stessa prima di avvicinarsi a lei con un gesto deciso.
 
Il gesto sorprese la bionda che si lasciò guidare; si sentì felice nel guardare quella bellissima donna davanti a lei. Velocemente si ritrovò con la schiena attaccata al corpo caldo di Callie mentre il fiato della mora le torturava deliziosamente la pelle.
 
-  D’accordo, balli meravigliosamente bene, le accordò Arizona ruotando leggermente il viso in modo da sussurrarle quelle parole  nell’orecchio.
 
Era pericoloso, troppo pericoloso, pensò la bionda. Ma non poteva farne a meno. L'alcol la aiutò, così si rannicchiò un po’ di più su di lei e si lasciò sfuggire un sospiro di piacere.
 
Tutto aveva il dono di mandare in confusione Callie Torres, in quel preciso momento -­ la schiena contro il suo petto, la testa sulla sua spalla e quelle labbra ad un centimetri dal suo orecchio- ­ aveva l’impressione di sentirsi nel posto giusto.
 
Callie la fece girare su se stessa di nuovo ma questa volta si trovano l’una di fronte all’altra, così le sorrise
 
- Mai sottovalutare i latini su una pista da ballo, le disse con tono canzonatorio.
 
Con un gesto naturale, Arizona avvolse con le mani il collo della mora che a poco a poco perse il sorriso per indossare un’espressione molto più confusa, mentre fece scivolare meccanicamente le sue braccia intorno ai suoi fianchi. Avrebbe potuto giurare di vedere in quegli occhi scuri un bagliore di fuoco che rifletteva lo stesso desiderio che provava lei in quel momento. Rallentarono entrambe i loro movimenti, la musica sembrava lontana migliaia di kilometri; continuarono a guardarsi intensamente.
 
Callie vide  Arizona abbassare lo sguardo verso le sue labbra  e la sentì avvicinarsi un po’ di più.
 
- Dovremmo andare, le disse fingendo di guardare l'orologio. È ora di rientrare.
 
Arizona si limitò ad annuire, avendo perso la capacità di pronunciare una frase sensata. Vide Callie allontanarsi sempre più e sentì la mancanza di quell’abbraccio. Inspirò profondamente, espirò lentamente, poi si decise infine di muoversi per seguire la persona che le aveva appena fatto girare la testa.
 
 
 
***
 
 
 
- La via è libera? Domandò Callie a Jackson.
 
Il giovane lanciò un'occhiata all'interno della hall dell'hotel prima di voltarsi verso di lei e annuire, spiegando che non c’erano problemi.
 
Callie aprì la portiera posteriore della vettura e aiutò Arizona ad uscire. Quest’ultima le cadde addosso ridacchiando.
 
- Shhh Arizona! Callie la sgridò. Vuoi che ci uccidano!
 
L’ aiutò a camminare fino alla porta sul retro, maledicendo se stessa per averla lasciata bere così tanto. Jackson le aprì, prima di seguirla all'interno dove li attendevano Mark e Cristina.
 
- Sembra che la bionda si sia data alla pazza gioia, scherzò a bassa voce Cristina.
 
- Sì, e mi piacerebbe voi foste gli unici ad esserne al corrente, ribattè Callie, lanciandole un’occhiataccia. Quindi, se volessi venire ad aiutarmi e tenere le tue considerazione per te, sarebbe fantastico!
 
- Certo! Disse Cristina sollevando entrambe le braccia in segno di pace. Abbassa gli artigli Torres!
 
- Piuttosto te li pianto negli occhi!
 
Cristina le lanciò uno sguardo divertito poi si diresse verso l'ascensore e si guardò intorno prima di fare loro un cenno del capo.
 
Così Callie accompagnò Arizona fino alla suite dove la aiutò a ritrovare la sua stanza. Dopo essersi assicurata che stesse bene, lei la lasciò per qualche minuto per ritornare dalla sua squadra che la stava aspettando nel corridoio.
 
- G- grazie ragazzi, disse alle cinque persone che stavano di fronte. So che vi ho chiesto molto stasera e non eravate obbligati a seguirmi, quindi grazie!
 
- E’ bello far qualcosa per il nostro presidente, scherzò Mark. Dovresti andare a riposare un po’, prendo io il tuo posto...
Sentendosi davvero stanca, Callie fu grata per la proposta.
 
- Grazie, disse con uno sbadiglio. Vado a controllare come sta Ariz - il Presidente, prima di andare ...
 
Mark notò il lapsus della sua amica, ma non fece commenti. Lui annuì prima di unirsi al resto della squadra per occuparsi della sorveglianza notturna. Callie gettò loro un ultimo sguardo prima di tornare all'interno della Penthouse. Si chiuse la porta alle spalle e si diresse verso la stanza dove la porta era spalancata. Entrò e abbozzò un sorriso divertito vedendo ciò che le apparve davanti agli occhi.
 
Arizona era seduta sul letto e stava litigando con uno dei suoi stivali che stava cercando in qualche modo di sfilarsi dal piede.
 
- Vedi che non era una buona idea quella di bere troppo! Disse appoggiandosi allo stipite della porta, prima di incrociare le braccia al petto.
 
Non avendola notata prima, la bionda sobbalzò al suono della sua voce.
 
- Questi stivali sono il problema, sono troppo stretti! Si lamentò mettendo il broncio.
 
- O forse sei tu che sei troppo ubriaca, ipotizzò Callie con una risata.
 
Si raddrizzò e si avvicinò al letto prima di accovacciarsi davanti a lei e toglierle delicatamente la scarpa. Arizona la osservò e aspettò che lei la guardasse. Quando Callie finalmente tornò a guardarla, provò la stessa sensazione avuta in discoteca.
 
- Farai meglio a dormire un po', le consigliò Callie. Una giornata impegnativa ti aspetta domani e anche un bel mal di testa ...
 
Arizona non rispose, si accontentò semplicemente di ammirarla. Sapeva di essere ubriaca e che i suoi freni inibitori non erano così presenti come al solito, ma non riusciva a smettere di guardarla. Era diventato quasi impossibile.
 
- Io sono nella stanza accanto, proseguì Callie, cercando di ignorare quello sguardo intenso. Quindi, se hai bisogno di qualcosa ...
 
Callie prese il silenzio di Arizona come assenso per andare, così fece un passo indietro e si diresse verso la porta.
 
- Calliope? Arizona la chiamò quando era in procinto di lasciare la stanza.
 
L’interpellata si voltò e la vide alzarsi con difficoltà dal letto e avanzare barcollando verso di lei. Poi le si fermò di fronte e la fissò in silenzio per qualche secondo prima di decidersi a parlare.
 
- Questa è ancora la mia serata, le mie regole? Le chiese.
 
Callie abbozzò un sorriso prima di piegare la testa di lato con accondiscendenza.
 
- Cosa posso fare per te?
 
Arizona fece un passo in avanti, diminuendo un po’ di più la distanza tra loro e continuando a guardarla dritto negli occhi.
 
- Baciami ...
 
Callie  perse
immediatamente il suo sorriso, mentre il cuore prese a batterle sempre più velocemente.

 
- Poco fa', disse Arizona, quando abbiamo ballato, so che volevi baciarmi ...
 
- Arizona ... sospirò Callie con voce roca.
 
- Baciami, ripeté con più convinzione.
 
Callie, nonostante la situazione, portò gli occhi  verso le sue labbra, desiderando solo di rispondere a quella domanda. Quelle parole la spinsero a perdere quel poco di controllo che le restava quando il suo corpo sembrava agire autonomamente chinandosi verso il volto di Arizona. Poteva sentire il suo respiro, poteva sentirla abbandonarsi completamente quando la bionda chiuse gli occhi in attesa del momento in cui la mora si sarebbe decisa, finalmente, a coprire la distanza rimanente che le separava e dando loro ciò che entrambe aspettavano da quando quella serata era cominciata.
 
Dopo aver fantasticato su quel momento per settimane, Callie era pronta a baciare Arizona. Era finalmente pronta a saziare il desiderio che la consumava da giorni per il Presidente degli Stati Uniti.
 
Questo pensiero la fece fermare a meno di un centimetro dalla bocca di Arizona per poi allontanarsi bruscamente.
 
- Sei ubriaca, osservò.
 
- Quindi? Ribatté Arizona avvicinandosi un po' di più. Ne ho voglia ...
 
- Arizona, fermati, intimò Callie, ponendo entrambe le mani sulle spalle della bionda per far arrestare il suo avvicinamento.
 
- Perché?
 
- Perché se non avessi bevuto molto, non mi avresti mai chiesto … questo.
 
­- Calliope ...
 
Callie scosse la testa prima di arretrare velocemente verso la porta.
 
- Dovresti davvero dormire, le consigliò prima di scappare via.
 
Non si fermò fino a che non si chiuse la porta alle spalle e lasciò andare la sua schiena su di essa
 
- ARGH! Ringhiò, battendo la nuca sulla superficie dura.
 
Non era mai stata così frustrata in tutta la sua vita.
 
Dovrebbero consegnarmi una medaglia, pensò. Era sicura di aver appena battuto il record di autocontrollo perché era necessaria una forza di volontà incredibile per resistere ad una Arizona Robbins brilla che ti supplica di baciarla!
 
Era definitivo, quella donna la voleva morta!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Perdonate il ritardo ma ho trovato adesso un attimo di tempo per formattare tutto. Buon proseguimento di serata e.. Buona lettura                                                    


                                     
 
                                                                                                 
                                                                                           Capitolo 6




 
Dire che il risveglio di Arizona quella mattina fu sconcertante sarebbe un eufemismo.
 
Emerse dal suo sonno completamente disorientata, necessitando di un minuto per realizzare che era distesa.
 
Avendo l'impressione che un elefante fosse seduto sulla sua testa, non cercò di aprire immediatamente gli occhi, concentrandosi in primo luogo sui suoi altri sensi.
La prima cosa della quale si rese conto, fu quel profumo delizioso che le riempiva le narici e sembrava stranamente familiare.
 
Tirò un sospiro di sollievo e portò il suo viso vicino all’ oggetto che emanava profumo finché il suo naso colpì una superficie liscia e morbida che le fece venir voglia di rannicchiarsi contro di essa.
 
I suoi occhi si aprirono improvvisamente quando si rese conto che l'oggetto in questione si muoveva a ritmo di un respiro e realizzò che stava attaccata alla spalla nuda del suo Capo della Sicurezza che dormiva pacificamente con in dosso una canotta, accanto a lei, e che la fragranza che aveva annusato non era altro che l'odore dell’altra donna.
 
Così, improvvisamente, come se avesse appena preso la scossa, Arizona si sollevò mettendosi seduta sul letto, portando Callie a svegliarsi, a sua volta.
 
- Ehi, sussurrò quest’ultima alzandosi sui gomiti sfoggiando un volto addormentato.
 
Arizona non rispose subito e si guardò intorno. Riconobbe la decorazione delle stanze dell'hotel dove lei e la sua squadra erano state durante il suo soggiorno a Roma, ma si accorse che non era nella sua stanza, ciò la confuse quanto lo svegliarsi accanto a Callie.
 
- Va meglio? Chiese Callie.
 
- Cos’ è successo? Chiese Arizona, voltandosi di nuovo verso di lei.
 
- Non ricordi?
 
Arizona scosse la testa da un lato all'altro prima di rendersi conto che non indossava il proprio pigiama. Infatti, aveva a dosso una t­shirt da allenamento del FBI che era ­ si rese conto di questo quando fece scivolare le mani giù per le gambe ­ l'unico indumento che portava.
 
Sollevò di nuovo gli occhi verso Callie che in silenzio la osservava.
 
- Suppongo che questa maglia sia tua? domandò con un filo di voce.
 
- Sì ...
 
- Posso sapere come sono arrivata ad indossarla? aggiunse mentre le guance presero a colorarsi di una tonalità sempre più rossa.
 
- Cosa? chiese Callie confusa. Oh, disse quando capì dove stava andando a parare. Io ­ Beh ­ Tu ...
 
Si fermò a metà della frase non sapendo come concluderla. Si mise a sedere un po 'sul letto prima di schiarirsi la gola.
 
- Davvero non ricordi niente? le chiese di nuovo.
 
Arizona emise un grugnito prima di seppellire il viso tra le mani mentre il suo mal di testa non voleva diminuire; poi la guardò e scosse la testa  negativamente.
 
- E’ buio pesto, ammise.
 
- Qual è l'ultima cosa che ricordi?
 
- Tu che mi obbligavi letteralmente a salire in macchina con Avery e mi negavi il piacere di fare un ultimo giro  in Vespa, rispose Arizona sorridendo come se si stesse ricordando di un ricordo particolarmente piacevole.
 
Callie abbozzò a sua volta un sorriso prima di lasciarsi andare contro la testiera del letto.
 
- Forse non è un male che non te ne ricordi, fece finta di dire con modo evasivo.
 
Vide i lineamenti di Arizona scomporsi e si rese conto che la bionda stava sicuramente immaginando il peggio, questo la divertiva molto. Poi decise di porre fine a quella tortura riempiendo i pezzi mancanti nella sua mente.
 
 
~∞  Qualche ora prima ... ∞~
 
 
Callie aveva finalmente trovato il suo letto e cercava disperatamente di dormire da più di mezz'ora. Ma era troppo sconvolta per poter  trovare un minimo di serenità.
 
Il discorso di Arizona non cessava di risuonare nella sua testa mentre ricordava nei minimi dettagli come aveva pronunciato quelle parole mentre si avvicinava sempre di più a lei.
Il suo viso a pochi centimetri dal suo, il suo respiro contro la sua pelle e il suo profumo che le solleticava le narici, continuarono a tormentarla e le davano l’impressione di rivivere la scena ancora e ancora.
 
- Uffa! ringhiò, girandosi ancora una volta sul letto.
 
Mentre si accingeva ad emettere una nuova esclamazione di frustrazione, un rumore proveniente dalla porta attirò la sua attenzione e la fece alzare di colpo.
 
Accese la lampada da notte e afferrò la pistola appoggiata sul comodino prima di alzarsi e puntare in direzione dell'impostore che stava cercando di entrare nella stanza.
Un secondo più tardi, vide con sorpresa Arizona aprire la porta e avanzare nella sua direzione prima di sobbalzare violentemente vedendo la pistola puntata contro di lei.
 
- Mi dispiace! la bionda in preda al panico sollevò entrambe le braccia. Non volevo spaventarti ...
 
- Tutto bene? Chiese Callie, abbassando l’ arma.
 
Anche Arizona mise giù le mani prima di avvicinarsi a lei, scuotendo la testa.
 
- Non mi sento molto bene, annunciò sogghignando.
 
- Non mi sorprende visto tutto l'alcool che hai ingerito, disse Callie.
 
La guardò pochi secondi con un sorriso compassionevole. Era ovvio che Arizona era ancora ubriaca, il che significava che probabilmente aveva dimenticato quello che era successo poco prima.
Ripetendosi che avrebbe preferito essere fortunata quanto lei, Callie si costrinse a mettere da parte i suoi  pensieri.
 
- Siediti, lei disse dolcemente aiutandola a raggiungere il letto, vado a prendere qualcosa per farti passare la nausea ...
 

***
 

- Dopo di che, continuò Callie, sono andata a preparare un miscuglio che hai fatto fatica a digerire, ecco il perché della t­shirt ...
 
Indicò la sua maglia del FBI che Arizona indossava.
 
- Se ti può rassicurare, non ho visto niente ... L’hai indossato da sola, come gli adulti.
 
Vederla indossare la sua maglia preferita e nient'altro, stordì Callie. Ma decise di ignorarlo, come aveva deciso di omettere ad Arizona il passaggio del quasi­bacio ... Se la bionda aveva dimenticato, avrebbe finito per farlo anche lei.
 
- Mi dispiace davvero Calliope, si scusò mettendosi in ginocchio, mostrando le lunghe gambe nude.
 
Callie si costrinse a mantenere gli occhi sul suo volto e s’affrettò a rispondere quando la porta della camera principale si aprì all'improvviso, facendole girare verso di essa dietro la quale apparve Mark.
 
- Il presidente è sparito di nuovo! esclamò quest’ultimo in tono preoccupato prima di fermarsi di colpo quando si rese conto della presenza del suddetta persona sparita nel letto della sua migliore amica.
 
Fissò le due donne una alla volta, come se non potesse credere ai suoi occhi.
 
- Falso allarme, dichiarò alla fine senza smettere di guardare la bionda, sconvolto.
 
Arizona si alzò in fretta dal letto e si passò una mano tra i capelli con un certo imbarazzo.
 
- Io ­ mmm ­ Io torno nella mia stanza, disse allontanandosi lentamente all'indietro con un’espressione tesa in viso.
 
- Dico a Karev di incontrarvi giù? Propose Mark. Mi ha domandato di lei ...
 
- E 'una buona idea, rispose Arizona senza guardarlo.
 
Fissò Callie che rimase in silenzio.
 
- Grazie ... per tutto, disse verso di lei.
 
Callie annuì e la guardò sparire dietro la porta che collegava le due camere prima di dedicarsi al suo migliore amico che a quel punto indossava un sorrisetto.
 
- Smettila! Gli intimò lanciandogli uno sguardo evasivo.
 
Se c'era una cosa che non voleva sentire dopo aver trascorso la notte dormendo accanto ad Arizona ed essere stata deliziosamente torturata dalla la loro vicinanza, erano i commenti perversi e fuori luogo di Mark Sloan.
 
 

***
 

 
Sull’aereo che doveva riportarle a Washington, Callie era seduta accanto a Mark e aspettava che l'aereo decollasse.
 
Alzò gli occhi dal suo cellulare per dare un'occhiata in direzione del suo migliore amico e tirò un sospiro d’esasperazione quando si accorse che la fissava con uno sguardo alla Sloan.
 
- Quante volte ancora devo dirti che non è successo niente? Irritata portò la sua attenzione al telefono.
 
- Oh, ti prego! esclamò Mark. Vuoi farmi credere che dopo avervi trovate insieme nello stesso letto e lei con in dosso solo la tua maglia preferita, non è successo davvero nulla?
 
Callie si guardò intorno per essere sicura che nessuno stesse ascoltando, prima di portare la sua attenzione su di lui.
 
- Eppure è la verità ', affermò. Si sentiva male, mi sono occupata di lei e lei si è addormentata nel mio letto ... Niente di più!
 
Mark perse il suo sorriso quando notò quel pizzico di amarezza dietro le parole della sua amica. Quella che era per lui una semplice presa in giro si era dimostrata essere molto di più. Vide che c'era molto di più ...
 
- Ti piace, non è vero? chiese con voce un po ' più bassa.
 
- Cosa? Callie ridacchiò. Non t’interessa cosa ...
 
- Le vuoi bene, affermò Mark. Questo spiega tutti i rischi che hai corso ieri ... Non ti lascia indifferente ...
 
Callie restò silenziosa alle parole del giovane, solo deglutiva con difficoltà. Sentire Mark esporre chiaramente cosa evitava di pensare per giorni le rese la situazione ancor più insostenibile.
 
- Abbi cura di te, la mise in guardia. Rischi di bruciarti le ali ...
 
Stava per spingerlo per finta ma non ce la fece.
 
- Lo so, sussurrò dopo qualche secondo di silenzio.
 
A pochi metri da loro, Arizona era seduta in compagnia di  Alex intenti a fare un resoconto del loro soggiorno a Roma e del summit del G20. Dopo pochi minuti, quando il suo sguardo si posò su Callie che era seduta un po 'più in là con l’agente Sloan, perse tutto il suo interesse in ciò che Alex le diceva.
 
La sua attenzione si focalizzò sull'altra donna che rideva con il suo amico; ciò le fece abbozzare un tenero sorriso.
 
La serata precedente era stata grandiosa e ancora non riusciva a rendersi conto di ciò che il suo Capo della Sicurezza aveva fatto per lei. Aveva rischiato molto  per farle trascorrere un momento indimenticabile che la bionda continuava a rivangare da quando aveva lasciato la sua stanza, anche se molti dettagli rimanevano ancora sfocati ...
 
­ Baciami ...
 
Il sorriso di Arizona svanì all'improvviso quando quel flashback la colpì.
 
­ Baciami, si sentiva ripetere.
 
­ Baciami, si sentiva ripetere.
 
­ Sei ubriaca ...
 
­ Quindi? Ne ho voglia ...
 
Tutti i dettagli del giorno precedente le tornarono in mente come un elettroshock mentre continuava a fissare  Callie.
 
Non poteva credere che le aveva chiesto di baciarla. Lei le aveva chiesto di baciarla e le aveva fatto delle avances. A Callie Torres! Il suo Capo della Sicurezza!
Ma era così incredibile? Dopo tutto, lei ci aveva fantasticato per tutta la sera, prima che si scolasse tutta la riserva del barman …
 
Callie era stata meravigliosa. Era stata sorprendente e le aveva fatto passare la serata della sua vita. Era stata premurosa, gentile, divertente e così sexy. E ogni volta che si erano toccate, anche solo con un minimo contatto, Arizona aveva provato un miscuglio di sensazioni... In quel preciso momento, anche solo ripensandoci, poteva sentire un brivido percorrerle tutto il corpo.
 
- Torno, disse ad Alex tagliando il discorso.
 
Si alzò dalla sedia e si avviò con passo deciso verso le due persone che osservava da un po '. Vide Callie smettere improvvisamente di ridere quando incrociò il suo sguardo e la vide avvicinarsi.
 
- Mark, puoi darci qualche minuto? Arizona domandò al moro. Mi piacerebbe parlare con l’agente Torres ...
 
- Sì, certo, rispose alzandosi in fretta.
 
L’uomo si spostò leggermente e strizzò l’occhio a Callie dietro le spalle della bionda prima di allontanarsi verso la parte posteriore dell'aereo. Quest'ultima alzò gli occhi al cielo per la mancanza di maturità del suo migliore amico prima di rivolgere la sua attenzione ad Arizona che aveva preso il suo posto accanto a lei.
 
- Tutto bene?
 
- No, rispose Arizona. Beh, si ... Volevo solo … scusarmi per quello che è successo stanotte ...
 
- Ne abbiamo già parlato, non serve ­
 
- No, la interruppe Arizona mordendosi il labbro nervosamente, quello che voglio dire è che ... ciò che è successo prima ...
 
Callie la guardò accigliata con un'aria confusa prima di aprire la bocca a forma di O, capendo dove voleva arrivare.
 
- Vuoi dire che ...
 
- Sì, mi ricordo e sono davvero, davvero dispiaciuta  di averti praticamente supplicato di ­
 
Si fermò a metà frase e si guardò intorno prima di abbassare leggermente la voce.
 
- ...di fare quello che ti avevo chiesto,' finì. Non so cosa mi sia preso!
 
Callie non rispose subito, osservandola scuotere la testa, irritata.
 
Fu presa alla sprovvista, non si aspettava per nulla che Arizona si ricordasse quello che era successo. E poi che gliene avrebbe parlato.
 
Avrebbe mentito se avesse detto che non era un po 'delusa dal fatto che la bionda se ne era pentita. Perché, se c'era una cosa che rimpiangeva della sera precedente, era il non aver risposto alle sue avances.
 
- Nessun problema, rispose infine.
 
- Stai scherzando? Arizona s’indignò. Ti ho praticamente obbligata a .. a  .. lo sai ... E dopo questo, sono venuta a smaltire la sbronza nel tuo letto!
 
- Ti assicuro che non c'è niente di male, insisté Callie ridendo.
 
Si sforzò di fare un’espressione distaccata mostrandole un sorriso giocoso.
 
- E 'sempre lusinghiero vedere una bella donna reclamare un bacio da me,  disse in tono scherzoso, anche se era completamente ubriaca ...
 
- Smettila di prendermi in giro! Arizona si indignò dandole un colpetto sulla spalla.
 
Vide Callie ridere un po’ più forte e così sorrise anche lei.
 
- Dimentichiamo tutto allora?
 
La risata di Callie svanì lentamente mentre si voltò verso di lei. La fissò per qualche secondo, chiedendosi se sarebbe stato possibile un giorno dimenticare davvero, senza immaginare che Arizona si poneva esattamente la stessa domanda, e infine annuì lentamente.
 
- Dimentichiamo tutto...
 
- Bene, rispose la bionda.
 
Abbassò lo sguardo verso le mani che torturava nervosamente prima di alzare la testa verso Callie, che fissava il sedile davanti a lei, e riprendere a parlare.
 
- Volevo anche ringraziarti per la serata, dichiarò Arizona. Non mi divertivo così da anni.
 
- Ne sono felice, rispose Callie con sincerità, girandosi contro il poggiatesta per poterla guardare negli occhi.
 
Lo sguardo che si scambiarono  rammentò ad entrambe la serata, quando avevano condiviso quella stessa vicinanza.
 
Fu una scossa che indicò loro che l'aereo stava per decollare che le fece uscire dalla loro contemplazione. Callie osservò divertita Arizona agitarsi sul sedile.
 
- Ricomincia il calvario, soffiò quest’ultima  innervosendosi.
 
Senza fare domande, Callie porse una mano ad Arizona. Quest'ultima abbassò gli occhi verso il palmo offerto prima di guardare nuovamente Callie con sguardo interrogativo.
 
- Puoi spremerla quanto vuoi, annunciò Callie, donandole un nuovo sorriso. Dopo il mio ultimo test della NSA, ho una soglia del dolore molto alta ...
 
Arizona si lasciò sfuggire una risatina prima di afferrare con un gesto delicato la mano tesa. Il contatto la aiutò subito a sentirsi meglio e nello stringerla ancora di più il suo cuore batteva per una ragione completamente diversa dall’imminente decollo del velivolo.
 
 
***
 
 
Più tardi, durante la serata, quando Arizona aveva finalmente raggiunto la Casa Bianca, Alex andò a trovarla.
 
Dopo essere stato annunciato, entrò nello Studio Ovale e la trovò sola, seduta su uno dei divani posizionati di fronte alla grande scrivania.
 
- Disturbo? Chiese.
 
- No, prego, rispose  facendogli un cenno in direzione del divano davanti a lei cosicché si sedesse, senza però alzare gli occhi dal fascicolo che aveva tra le mani. Stavo solo rileggendo alcuni rapporti prima di andare a dormire ...
 
Alex le si mise di fronte e la osservò  per alcuni secondi prima di decidere di parlare.
 
- Devo farti una domanda, annunciò.
 
- Ti ascolto, disse Arizona continuando a leggere.
 
Sospirò lentamente prima di lanciarsi.
 
- Cosa sta succedendo tra te e Callie Torres?
 
Aveva assistito alla loro complicità sull’ aereo e aveva visto Arizona tenere per mano il Capo della Sicurezza durante tutto il viaggio, ridendo e chiacchierando con lei.
Lui conosceva abbastanza bene la sua migliore amica da sapere quando stava flirtando con una donna. E ciò che aveva visto a bordo dell'aereo presidenziale era proprio questo: un’ Arizona Robbins che flirtava con l’agente Torres. Sapendo per certo che niente di tutto ciò faceva presagire qualcosa di buono, decise di interferire ­ cosa che raramente faceva­ e aveva deciso di parlarle.
 
Arizona si raggelò improvvisamente all’argomento della domanda, prima di distogliere lo sguardo dai suoi fogli per posarlo sul volto dell’amico.
 
Stava per negare e dire che non era successo assolutamente niente. Ma alla fine tirò un sospiro di rassegnazione e mise di lato le carte che aveva in mano per concentrarsi su di lui.
 
- Non lo so, confessò dolcemente.
 
- E’ inutile che tu mi menta, rispose Alex con scetticismo.
 
- Non sto mentendo! ribatté Arizona.
 
Improvvisamente si alzò dal divano e cominciò a camminare.
 
- Non so nulla! Non lo so Alex!
 
Alex la vide smettere di camminare e far scivolare le mani tra i capelli. Finì per lasciarli cadere lungo il suo corpo e abbozzò dolcemente un sorriso beato.
 
- Quello che so è che mi fa stare bene, confessò infine.
 
- Arizona ...
 
- Quando sono con lei, mi sento bene Alex! esclamò Arizona, sapendo bene quello che lui stava per dire. E’ come se­ è come se vedesse la vera Arizona! Non ho bisogno di fingere con lei, sono davvero me stessa!
 
Alex sospirò ancora prima di alzarsi a sua volta. Fece il giro del tavolo e le si posizionò di fronte.
 
- Quello che sto per dirti, non lo dirò come consigliere ma come amico, disse premurosamente.
 
Aspettò che lei lo guardasse per essere sicuro di avere tutta la sua attenzione.
 
- Ti sta imbarcando in una storia molto pericolosa, disse lentamente, non solo per te ma anche per la Torres ...
 
- Si ma ..­
 
- Arizona! sbottò. E’ il tuo Capo della Sicurezza! Un tuo dipendente! Non può accadere qualcosa tra di voi! Niente di niente!
 
- Pensi che io non lo sappia?!  Replicò Arizona. Pensi che non me ne renda conto?!
 
- Allora, cosa aspetti ad arrestare questo vostro giochino  di seduzione e mettere le distanze necessarie fra di voi?
 
- Non ce la faccio! gridò perdendo quella poca calma che le restava.
 
Si voltò verso la finestra alle sue spalle distogliendosi da lui e dal suo sguardo di disapprovazione.
 
- Non ci riesco, sussurrò dolcemente, più a se stessa che ad Alex.
 
Quest'ultimo la fissò silenziosamente per alcuni secondi, realizzando poco a poco come i suoi sospetti fossero fondati. Entrando nella stanza e affrontando il discorso sul rapporto con il Capo della Sicurezza, lui non si aspettava di vederla così innamorata. Ma si accorse che Callie Torres rappresentava molto di più di un semplice flirt per Arizona.
 
E tutto questo non preannunciava nulla di buono ...
 
- Sarà necessario che ti costringi a farlo, disse con voce decisa. Prima che sia troppo tardi ...
 
Non aggiunse altro e uscì dalla stanza, lasciando dietro di sé una Arizona in piena riflessione...

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Ciao a tutti. Ho inviato alcune vostre recensioni all’autrice e le ho fatto un po’ un resoconto dei vostri pensieri, arrivati fin qui.
Il bacio- non bacio era sicuramente il tema più trattato nel capitolo 5 e credo che la maggior parte di noi convenga col fatto che la loro prima volta debba essere vissuta da entrambe in piena coscienza delle loro azioni. 

Ci siamo dovuti accontentare del “bacio” tra Giove e Venere visibile un paio di giorni fa nel nostro cielo ( per chi lo ha visto. Io Si! ).
 

Questo è l’ultimo scambio di messaggi fra me e l’autrice (inserisco solo la parte della conversazione che riguarda voi e il capitolo in questione) :
 
Bonjour, J'écris pour te dire que ton histoire, ici en Italie, on la définit superbe, originale, passionnante, hilarante... une excellente compagnie.
je suis arrivée au chapitre cinq et les gens sont heureux qu'il n'y a pas eu le bisou ... comme moi, ils souhaitent que Arizona soit sober quand elle va l'ambrasser. La scene de la Vespa ressamble le film "vacanze Romane". Nous espérons que la fin est differente :)
Bravo !!!

 

In breve…

 
Scrivo per dirti che qui la tua storia viene definita fantastica, originale, passionale e divertente…un’eccellente compagnia. Sono al capitolo 5 e alcuni lettori son contenti che non ci sia stato il bacio. Come me sperano che Arizona sia sobria quando la bacerà. La scena della vespa ricorda “vacanze romane”. Speriamo finisca diversamente.
Brava.
 

S.E.
 

 
La sua risposta

 
“Bonjour!!!
Je suis super heureuse d'entendre que mon histoire plait aussi en Italie. Je suis très déçu de ne pas comprendre la langue, j'aurais pris un grand plaisir à lire les commentaires de tes lecteurs!!!
Pour le moment du baiser à Rome, oui le premier baiser avec quelqu'un de soule, c'est pas intéressant XD contente que ça ait plu! 

 
Bon courage pour la traduction, ça doit etre compliqué! Je jetterais un coup d'oeil de temps en temps pour lire les avis de tes lecteurs, n'hésite surtout pas à m'en envoyer quelques uns traduits, ceux qui t'ont le plus plu, etc...
c'est juste géniale!!”



Buongiorno!!!
Sono super felice di sapere che la mia storia piaccia anche in Italia. Mi delude molto non conoscere la lingua, sarebbe stato davvero piacevole leggere i commenti dei tuoi lettori!!!
Riguardo il momento del bacio a Roma, si, la prima volta con qualcuno ubriaco non suscita interesse. Sono contenta che sia piaciuto!(che non si sono baciate)
Buona fortuna per la traduzione, immagino sia complicato! Io butterò un occhio di tanto in tanto per leggere le recensioni dei tuoi lettori. Non esitare ad inoltrarmene alcune tradotte, quelle che ti hanno colpito di più.
E' meraviglioso!!

 
 
 
Bene cari lettori, detto ciò… grazie per vivere con noi questa storia, a mio avviso, molto dolce e un po’……lo vedrete in seguito. Vi lascio al nuovo capitolo.
 




Buona lettura
 


 
Capitolo 7
 

 


Dopo due giorni di ferie, imposti da Webber al suo ritorno da Roma, Callie riprese finalmente in fretta la strada per la Casa Bianca.
 
Detestava starsene a casa senza far nulla. Quello che le piaceva era l'azione, l’ adrenalina, non la noia e la routine. Amava vivere a duecento all'ora  e questo accadeva perché amava il suo lavoro. Entrare al FBI e poi alla NSA, le aveva permesso di sentirsi utile. Si sentiva orgogliosa di poter dire che, grazie al suo lavoro, il mondo era migliore e più sicuro. E in quel momento lei si assicurava che il mondo fosse migliore, proteggendone un suo componente, la persona più importante e potente.
 
Sicuramente occuparsi della sorveglianza alla Casa Bianca non era così esaltante come poteva sembrare, ma quel lavoro aveva altri vantaggi per niente insignificanti. Il più importante di tutti era che le permetteva di stare spesso a contatto con il Presidente del paese.
 
Callie sospirò al pensiero, nel momento stesso che attraversava il cancello della Casa Bianca.
 
- Ciao Max, disse all’agente della sicurezza che si occupava delle entrate e delle uscite all'interno del perimetro della proprietà.
 
- Buongiorno Agente Torres, rispose quest'ultimo sorridendole. Ha trascorso un piacevole week-end?
 
- Eccellente, rispose prima di superare la sicurezza e avanzare nel grande giardino presidenziale in direzione dello stand del caffè dello Starbucks messo a disposizione dei dipendenti.
 
 
Aveva trascorso tutto il fine settimana a pensare ad Arizona. Non aveva smesso di rivivere nella sua testa quella serata in giro per la capitale italiana, ricordando ogni sorriso, ogni risata, ogni sguardo che la bionda le aveva rivolto.
 
Pensò a come Arizona si era stretta a lei sullo scooter, il suo corpo incollato al suo e le braccia che l’avvolgevano.
 
Era ossessionata dalla sensazione delle sue mani che le accarezzavano la nuca mentre ballavano e dal respiro sinuoso di Arizona che si mescolava al suo quando stavano per baciarsi.
 
Sì, Callie era stata completamente consumata da Arizona Robbins durante quel fine settimana di riposo. E stava per rivederla e far finta che non fosse l’ oggetto di un’ossessione malata.
Come se quel "baciami" non avesse mai cessato di risuonare dentro di lei, come un richiamo costante che aveva ignorato.
 
Sì, era necessario che oltrepassasse quelle porte e che riprendesse in mano il suo ruolo di Capo della Sicurezza. Doveva mettere da parte i suoi pensieri, le sue voglie e dimenticare l’ardente desiderio che provava per Arizona Robbins. Doveva ritrovare la sua professionalità ...
 
Qualunque cosa fosse successa, si ripeté ordinando due caffè, erano amiche adesso. Dopo la serata che avevano trascorso insieme, essendo sicura di non poter avere di più, era già felice di essere diventata amica di Arizona. Era più che sufficiente.
 
Con questo pensiero afferrò le due tazze che il barista le porse e si precipitò dentro il più grande palazzo ufficiale per dirigersi verso l’ala ovest.
 
Arrivata al piano in cui si trovavano tutti uffici amministrativi, inclusi il suo e quello del Presedente, vide Meredith e Cristina sedute oziosamente sulle poltrone posizionate davanti allo studio di April Kepner la quale le osservava dalla sua postazione, con disapprovazione.  
 
Quando si rese conto dell'arrivo di Callie, Cristina si alzò immediatamente e si diresse verso  di lei con le braccia alzate, sfoggiando un'espressione disperata.
 
- Sei troppo gentile! esclamò, tendendo la mano per afferrare uno dei caffè dalle mani di Callie.
 
Ciononostante la Latina ritirò il braccio e indietreggiò leggermente.
 
 - Non si tocca, la minacciò. Non è per te ...
 
- Cosa?! Cristina si indignò. Chi potrà mai meritare quel caffè più di me che sto qui ad occuparmi della sorveglianza?
 
L’oggetto da te sorvegliato, pensò Callie. Ma non rispose, preferendo passare alle domande che aveva da porle.
 
- Come è andato il fine settimana?
 
Cristina fece una smorfia imbronciata prima di lasciarsi andare sulla poltrona.
 
- Bene, rispose. Un po’ stancante ma bene ... Ci si è annoiate un po’ con Mer.
 
- Yang, s’ esasperò Callie, non m’interessa nulla del Tuo fine settimana! Sto parlando della sorveglianza. Di lavoro, sai!
 
- Oh ... Niente di particolare.
 
Callie aspettò che le dicesse di più, ma quando capì che non ne aveva intenzione, alzò gli occhi al cielo prima di posarli su Meredith interrogandola con lo sguardo. Quest'ultima scosse la testa con aria divertita prima di parlare.
 
- E’ rimasta alla Casa Bianca per tutto il week-end, la informò. Perlopiù nel suo ufficio ... Non l’abbiamo vista uscire, tranne quando stava andando a dormire, vale a dire alle 2 se non alle 3 del mattino.
 
- Ancora insonne,  mormorò Callie. Grazie ragazze, aggiunse prima voltarsi verso Kepner.
 
La rossa aveva seguito silenziosamente la loro discussione semplicemente guardandole come se fossero tutte pazze.
 
- E’ disponibile? Chiese Callie, facendola sussultare.
 
- Cosa? Ah, sì, rispose April, ricomponendosi. Sì, è libera ...
 
- Bene. Buona giornata a lei, Callie le augurò.
  
Gettò la sua tazza ormai vuota nel cestino sotto la scrivania di April, poi si diresse verso la doppia porta che conduceva allo Studio Ovale per poi bussare.
 
- Ehi, salutò entrando.
 
Arizona alzò gli occhi e guardò la porta chiudersi alle spalle della mora prima che avanzasse nella sua direzione.
 
- Ehi, rispose dolcemente, riponendo nuovamente lo sguardo verso i suoi fascicoli.
 
Callie si avvicinò alla scrivania e le sorrise calorosamente ma Arizona rimase con la testa abbassata per evitare quello sguardo.
 
- Ti ho portato un caffè, disse Callie gioiosamente, poggiando la tazza che aveva ancora in mano. Ho pensato che ti avrebbe fatto bene. Anche se ormai si sarà freddato.
 
Sentendo risuonare la sua risata melodiosa, Arizona chiuse gli occhi per un attimo prima di riaprirli e continuare a sfogliare quei documenti. Lei sapeva che le bastava alzare la testa e ammirare quello splendido sorriso di Callie per far sì che tutti i suoi buoni propositi si perdessero in un bicchiere d’acqua.
 
- Grazie, rispose con voce fredda.
 
Il sorriso di Callie sparì poco a poco quando notò il fare distaccato delle bionda.  
 
- Tutto bene? chiese premurosamente.
 
Fece un passo avanti e si chinò sulla scrivania per poter incrociare lo sguardo di Arizona.
 
- Arizona, cosa c'è che non va?
 
Non sentendosi in grado di stare così vicino a Callie, Arizona si alzò improvvisamente e si allontanò verso il centro della stanza, scuotendo leggermente la testa prima di girarsi nuovamente verso di lei.
 
- Questo è esattamente ciò che non va! Esclamò, agitando le braccia tra loro due per indicare entrambe. Tu mi porti il caffè e mi chiedi se sto bene!
 
- Non capisco...
 
- Non devi preoccupati per me!
 
- Questo è ciò che fa un’amic- …
 
- Tu sei il Capo della Sicurezza! La interruppe bruscamente Arizona. Non devi preoccuparti di come mi sento ... Non sei tenuta a chiedermi nulla al di fuori delle cose di lavoro. E’ colpa mia ... perché ho lasciato si creasse un ambiente informale fra di noi, cosa che non sarebbe mai dovuta accadere!
 
Uno schiaffo avrebbe avuto lo stesso effetto su Callie che si ritrovò completamente sotto shock udendo quelle parole. Non sapeva più cosa pensare ... L’aveva lasciata due giorni prima, sorridente e  spudoratamente interessata. e ora la ritrovava fredda come l'Alaska. Arrivando addirittura a criticare la sua mancanza di professionalità.
 
Era lei che l’aveva cercata! Lei, che le aveva detto di chiamarla per nome e smetterla di darle del lei dato che la considerava un’amica. Era lei che aveva dato il via a quel rapporto, lei che si era mostrata più che amichevole.
 
E Callie aveva finito per cascarci. Era arrivata a lasciar cadere le sue barriere una alla volta perché pensava condividessero un legame speciale.  Lei stessa aveva percepito quel legame. Dietro ogni sorriso, risata, sguardo che le aveva rivolto Arizona. Perché allora veniva trattata in questo modo?
 
Per trovarsi di fronte a lei e sentire una morsa al cuore, ferito dalle parole che ascoltava?
 
- Cosa stai cercando di dirmi Arizona? Chiese infine, con voce pacata.
 
Quest’ultima la guardò per alcuni secondi in silenzio, esitando a dire quelle parole che avrebbero definitivamente cambiato le cose fra loro.
Infine prese un profondo respiro e si sforzò a pronunciarle:
 
- Credo che dovremmo attenerci ad un rapporto strettamente professionale...
 
Callie la osservò per interminabili secondi senza dire nulla, mantenendo lo sguardo nel suo. Poi, con un cenno lento, annuì.
 
- Va bene, rispose adottando un tono neutrale e distaccato. Se è questo ciò che tu ­..
 
Fece una pausa prima di abbozzare un amaro sorriso.
 
- Se è questo ciò che Lei vuole, si corresse.
 
Le parole suonarono false per entrambe, ma nessuna delle due lo ammise. Si accontentarono semplicemente di guardarsi silenziosamente fino a che Callie si decise a muoversi.
 
- Dato che non ha più bisogno di me, vado a preparare la prossima uscita, disse, prima di allontanarsi verso la porta che attraversò senza esitazione.
 
Arizona, mordendosi l’interno della guancia, la guardò sparire, mentre un senso di rabbia e di ingiustizia la invadeva poco a poco. Sapeva che quello che aveva appena fatto era necessario per il bene del lavoro di entrambe, ma questo non le impedì di maledirsi interiormente.
 
Scosse la testa ripetendosi che da quel momento in avanti, la cosa che le restava da fare era cercare di dimenticare per una buona volta Calliope e avere a che fare solo con l'Agente Torres.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


 Buona lettura


 
Capitolo 8
 
 
 

 
 
Quella era la terza volta. Si, era la terza volta nell’arco di trenta secondi che quella giornalista le toccava il braccio. Era pronta a metterci la mano sul fuoco ...
 
La Presidente degli Stati Uniti era circondata da una mezza dozzina di persone che le spiegavano la necessità di far intervenire le forze armate in Nigeria e l'unica cosa sulla quale riusciva a concentrarsi era quella smorfiosa giornalista che aveva la mano sull'avambraccio del suo Capo della Sicurezza.
 
Mentre uno dei suoi consiglieri si era lanciato in un discorso pomposo sull'onore del paese in questione, vide con orrore Callie sporsi un po' più verso l'altra donna per dirle qualcosa all'orecchio inducendola a portare indietro la testa  ridendo come una bambina senza cervello; ciò le ha fatto venir voglia di sventrarla a con le sue stesse mani.
 
- Che ne dice Signora Presidente? Domandò Hestia Jones, una delle segretarie amministrative del Gabinetto.
 
Arizona distolse brevemente gli occhi da Callie per posarli sulle sei persone che la guardavano in attesa di una risposta da parte sua.
 
- Penso che bisognerebbe rifletterci, disse alla fine, non volendo prendere posizione su un argomento che evidentemente non aveva neppure ascoltato.
 
Sentì un'altra persona prendere la parola ma la sua attenzione si rivolse di nuovo verso la scena che si stava svolgendo a qualche metro da lei, tra Callie ed una giornalista della Casa Bianca della quale non conosceva neanche il nome.
 
Tre giorni. Erano trascorsi tre giorni da quando Callie e lei erano tornate ad "un rapporto strettamente professionale" e il minimo che si poteva dire era che Arizona stava subendo una vera tortura.
 
La Latina aveva deciso di ignorarla, accontentandosi di fare il suo lavoro e niente di più. Aveva ripreso a darle del Lei chiamandola di nuovo "Signora Presidente". E anche se all'inizio della loro relazione Arizona lo trovasse molto sexy, in quel momento era pronta a dare qualsiasi cosa per sentirle pronunciare di nuovo il suo nome.
 
Ma non poteva dire nulla, perché era lei che aveva voluto si tornasse ad un rapporto formale. Aveva detto che avrebbero dovuto accontentarsi di un rapporto professionale, come se fosse stato più facile dimenticare ciò che c’era stato rispetto allo starle vicino.
Tre giorni erano passati e il suo cuore si chiudeva ogni volta che doveva affrontare il muro d’ indifferenza che la Latina aveva alzato fra loro.
 
Sì, erano trascorsi tre giorni da quando Callie aveva ripreso a trattarla come una sua superiore e non poteva nemmeno biasimarla per questo. Perché era colpa sua ... Era stata lei che aveva scelto di ascoltare Alex Karev. Era lei che aveva respinto seccamente Callie quando la mora non faceva altro che essere carina con lei. Era lei che aveva ferito l'altra donna. Sì, era lei, se stessa, la causa del suo stesso male.
 
Malgrado tutto, Arizona sapeva di aver fatto la cosa giusta, sapeva che la sua decisione era la migliore decisione che poteva prendere. Doveva mettere la distanza necessaria prima che fosse stato troppo tardi.
 
Ma ora, dopo avere passato un nuovo giorno ad essere totalmente ignorata da Callie, si trovò obbligata a guardarla, con nonchalance, appoggiata al bancone che separava la zona dei giornalisti dal resto dell’ ala Ovest, rimorchiare sotto gli occhi di tutti quella biondina di una giornalista. E l'unica cosa che il suo cuore non smetteva di ripeterle era che era troppo tardi.
 
Era un dato di fatto, lo sentiva. Si era innamorata del Capo della Sicurezza della Casa Bianca e aveva fatto di tutto per cercare di dimenticarla; era necessario che si arrendesse all’evidenza: aveva miseramente fallito... perché poteva anche crogiolarsi nelle sue illusioni, ma ciò che sentiva in quel momento ­ mentre osservava un'altra donna parlare e flirtare con Callie Torres proprio come aveva fatto lei qualche giorno prima ­ era gelosia. Pura e ingestibile.
 
- Arizona?
 
Nuovamente fu allontanata dalla sua contemplazione da Alex che le si mise davanti obbligandola a distogliere lo sguardo da Callie. Notò che gli altri cinque consiglieri erano spariti e dedusse che il suo migliore amico li aveva congedati senza che lei se ne rendesse conto.
 
- Perdonami, sospirò guardandolo direttamente negli occhi.
 
Si accorse che la guardava irritato, mentre le sopracciglia si avvicinavano pericolosamente.
 
- Cos’ hai? Chiese, avvicinandosi un po’ più a lei. Sei tu che ha voluto questa riunione, eppure eri lontana Kilometri da qui...
 
- Lo so, rispose lei. E' solo che ­-
 
Si fermò di colpo quando vide dietro di lui, la giornalista scrivere qualcosa su un pezzo di carta e poi consegnarlo a Callie.
 
- Scusami, disse ad Alex prima di sorpassarlo e avanzare verso le due donne che avevano colpito la sua attenzione da una ventina di minuti.
 
Sentiva bollire la rabbia che la spinse a stringere i pugni per costringersi a mantenere la calma.
 
Quando vide Arizona avvicinarsi, l'altra bionda perse subito il suo sorriso smorfioso e si sedette immediatamente. Callie notò il suo cambiamento di atteggiamento e si voltò vedendo allora il Presidente arrivare proprio in quel momento.
 
- Signora Presidente, la salutò nervosamente la giornalista.
 
Arizona le rivolse un sorriso freddo prima voltarsi verso Callie che aveva perso la sua espressione seducente.
 
Agente Torres, disse con una voce che sperava apparisse neutrale, potremmo vederci nel mio studio fra qualche minuto?
 
- Sì, certo, rispose Callie con sorpresa.
 
Rivolse un sorriso di scuse all'altra donna prima di seguire Arizona. Il breve tratto fino allo Studio Ovale venne percorso in un pesante silenzio durante il quale le due donne potevano sentire la tensione palpabile che regnava.
 
Quando la porta si chiuse dietro di loro, Arizona si voltò verso Callie che sfoggiava quell’aria distaccata oramai abituale in quei giorni.
 
- Qualcosa non va? Chiese Callie.
 
- Sì, rispose di punto in bianco Arizona. Tu, flirtare con quella- quella … sciacquetta! ... quella donna, mentre sei in servizio! Terminò. Non è professionale e ancora meno etico!
 
- Dovrei scusarmi?! Rispose Callie, aggrottando le sopracciglia.
 
Era infantile e cattivo, Arizona se ne rendeva conto. Ma era accecata dalla rabbia per prestarci alcuna importanza. Soprattutto perchè era molto più facile dare la colpa a Callie per la sua mancanza di professionalità piuttosto che ammettere che non sopportava di vederla sedurre qualcun’altra.
 
- Hai capito bene, disse Arizona mantenendo il suo sguardo.
 
Quello di Callie era talmente penetrante che fu sorpresa di non aver abbassato il suo. Ma era la prima volta dopo alcuni giorni che la Latina non distoglieva lo sguardo incrociando quello della bionda; anche se in quel momento era nera di rabbia, Arizona sentiva un certo sollievo nel perdersi in lei.
 
Finalmente, dopo un lungo momento trascorso a fissarsi silenziosamente, Callie ruppe il contatto visivo. Incrociò le braccia al petto e guardò verso i divani laterali lasciandosi scappare un’amara risata.
 
- Mi dispiace, disse infine con una voce priva di emozioni. Non accadrà più, Signora Presidente...
 
- Basta con queste finzioni e i tuoi “Signora Presidente" Calliope! Esclamò Arizona, amaramente.
 
Tutto quello stava diventando troppo per Callie che sentì di non riuscire più a contenere la collera che la invase completamente.
 
- INSOMMA, CHE VUOI ARIZONA?! Urlò mentre il suo viso si riempiva di rabbia.
 
Arizona si bloccò improvvisamente. Aprì la bocca ma nessun suono uscì perché se avesse voluto essere onesta con se stessa, non avrebbe saputo proprio cosa dire.
 
Tuttavia Callie non sembrava aspettarsi una risposta dato che riprese a parlare.
 
- Stavo facendo il mio lavoro correttamente ma poi tu hai voluto che diventassimo amiche! Continuò con tono deciso. Volevi che io fossi solo Calliope ed è ciò che ho fatto! Poi mi hai detto che volevi che io tornassi ad essere un semplice agente ed ho fatto anche questo! Ed ora perdi letteralmente la testa perché mi vedi parlare con un'altra donna?!
 
Fece una pausa e si allontanò da lei. Tirò un sospiro di frustrazione, fece scivolare entrambe le mani tra i capelli chiudendo gli occhi, poi si voltò di nuovo verso la bionda per continuare.
 
- Ho fatto tutto ciò che mi hai chiesto Arizona, riprese, oramai stanca. Tutto ... santo cielo, smettiamola con queste finzioni, dimmi cosa ti aspetti da me!
 
Arizona non rispose, limitandosi a fissarla mentre faceva un passo in avanti, il volto ancora segnato dalla rabbia.
 
- Cosa vuoi Arizona? Chiese di nuovo, fermandosi solo ad un metro da lei.
 
Ne aveva abbastanza di quella situazione, stava perdendo la pazienza e quella disputa era l’ultima cosa che poteva sopportare.
 
Sentire Callie così vicina, guardare nei suoi occhi neri e pieni di collera, fece crollare Arizona.
 
Ma in un modo che nessuna delle due immaginava.
 
Callie la vide fare due passi in avanti per colmare la distanza tra loro e, prima che avesse il tempo di realizzare cosa stava succedendo, si sentì due mani stringerle il colletto della giacca mentre un secondo dopo le labbra di Arizona catturarono le sue con un gesto fugace, portandola a piegarsi leggermente, sotto quella pressione.
 
Il suo corpo sembrava muoversi da solo quando sentì gli occhi chiudersi mentre, dolcemente, faceva scivolare le mani sul viso schiacciato contro il suo per approfondire il bacio, strappando un gemito ad Arizona che la fece indietreggiare fino a colpire il muro alle sue spalle, non lasciando un solo secondo la sua bocca.
 
Il bacio era disperato, selvaggio e ardente. Le loro labbra si erano lanciate in una danza sensuale ritmata dalle loro lingue che si imbrogliavano e sbrogliavano, e dallo scontro occasionale dei loro denti.
Le mani di Arizona avevano lasciato il collo di Callie per ritornare nella sua nuca.
Era bello, troppo bello per essere vero.
Eppure lo era. E non si era mai sentita così estasiata come in quel momento.
 
Si sentivano esplodere dentro. Callie ribaltò le posizioni e spinse Arizona contro il muro. Quest'ultima soffocò un gemito quando sentì le mani della Latina scendere verso il bacino e accarezzarglielo lentamente.
 
Callie le liberò le labbra per scendere a baciarle il collo continuando con le mani ad esplorare il corpo della bionda.  
Si fermò all’altezza dei fianchi che strinse quando depositò numerosi baci languidi lungo la clavicola di Arizona, respirando il suo profumo accattivante.
 
- Calliope ... gemette  Arizona, facendo scorrere le mani tra quei capelli castani.
 
Nel sentire il suo nome sussurrato in modo così sensuale, Callie sentì le ginocchia cedere. Trovò la strada per le labbra della bionda e le morse ardentemente.
 
- Mi fai impazzire, le sussurrò la mora a fior di labbra, prima di staccarsi lentamente in modo da poterla guardare.
 
Quest'ultima aprì gli occhi e si tuffò in quelli scuri e desiderosi di Callie che non smetteva di divorarla con lo sguardo. Dopo due lunghi secondi, la bionda la spinse a sè  per darle ancora un bacio passionale.
 
Era in stato confusionale. Il suo cervello era completamente sconnesso e la sola cosa che il suo corpo reclamava era maggiore contatto, più attrito con quello premuto contro di lei. Anche Callie la faceva impazzire, più di quanto sarebbe stato possibile immaginare, e non poteva farci nulla.
 
Quando percepì la mano di Callie scivolare lungo la sua coscia, Arizona udì dei colpi provenire dalla doppia porta principale. Ciò le portò a fermarsi bruscamente.
Si separarono e misero una certa distanza fra loro, giusto in tempo per vedere apparire dietro la porta April Kepner.
 
- Agente Torres! Esclamò la rossa, con il suo solito tono scherzoso che ebbe il dono di infastidire più del solito l’interpellata.
 
Callie guardò qualche secondo Arizona, che a poco a poco aveva ripreso a respirare, prima di voltarsi verso l'altra donna che le stava osservando, in quel momento, con un'aria stranita.
 
- Tutto bene? Domandò April guardando prima una poi l’altra.
 
- Cosa vuoi Kepner? Domandò irritata Callie, voltandosi verso di lei; questo fece sorridere Arizona che comprendeva perfettamente il suo stato emotivo.
 
Aveva appena sperimentato il bacio più vertiginoso della sua vita. E l'unico desiderio che aveva era  sbattere la porta in faccia alla sua amica per ritrovare il sapore delle labbra Callie, il suo profumo inebriante e la sensazione del suo corpo contro il suo.
 
April scosse leggermente la testa, ripetendosi che probabilmente si stava facendo pensieri assurdi; poi le rivolse un sorriso gentile.
 
- C’è una chiamata dal Direttore Webber per lei. Dice che è abbastanza urgente ...
 
- Molto bene, disse Callie, arrivo ...
 
April inviò loro un ultimo sguardo interrogativo prima di sparire dietro la porta. Callie tirò un grosso respiro, sentendo il suo cuore battere ancora all'impazzata, prima di girarsi dolcemente verso Arizona che non aveva smesso di guardarla.
 
- E' stato ... iniziò Callie, passandosi una mano fra i capelli quando un sorriso le allungò le labbra.
 
- Già ... Arizona sospirò con un’espressione identica disegnata sul viso.
 
Si fissarono silenziosamente per alcuni secondi prima che Callie riprese la parola.
 
- Sarà meglio che vada, Webber mi aspetta...
 
Arizona annuì dolcemente, sentendosi incapace di pronunciare una frase sensata.
 
- Ci si vede domani? Propose Callie indietreggiando lentamente verso la porta.
 
Sapeva che se fossero rimaste ancora vicine, c’era il rischio che sarebbe successo esattamente ciò che qualche secondo prima era accaduto e non era sicura di avere la forza di fermarsi questa volta.
 
- Ci vediamo domani, disse teneramente Arizona. Potremmo … parlare.
 
- D’accordo, rispose Callie.
 
Si scambiarono un ultimo sorriso prima di sparire dietro di April.
 
Arizona guardò la porta chiudersi e si lasciò andare contro il muro alle sue spalle. Muro contro il quale era stata spinta e baciata qualche secondo prima.
 
Con un gesto tremante, portò la sua mano alle labbra sfiorandole con la punta delle dita, sentendo ancora contro di esse il fantasma di quelle Callie. Un sorriso compiaciuto apparve sul suo volto mentre scuoteva lentamente la testa.
 
Sì, era decisamente troppo tardi...

















PS: Ciao a tutti. Dato che a quanto pare tutto ciò che riguarda Grey's passa più da twitter che da facebook, ho deciso di farmi un account twitter giusto per farmi un pò i fattacci loro. Ho appena(ma proprio adesso) aperto questo profilo   https://twitter.com/_SaraEr_  che utilizzerò esclusivamente per curiosare sui profili degli attori e conversare riguardo Efp, quindi le varie FF e Grey's anatomy, perlopiù #Calzona.
Con i social network non ho un buonissimo rapporto quindi... vi anticipo che non ho ancora ben capito come si twitta e tutto il resto.
Proverò a non farmi destabilizzare da parole come tweet retweet ..., aiutatemi se avete un attimino di tempo.
Se qualche scrittore o lettore avesse piacere a confrontarsi su questi argomenti, diciamo....leggeri, io sto qui...cioè lì, su quel profilo.
Bene. Detto ciò, buon fine settimana e alla prossima.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

 
 
 
 
Nervoso. Questa era la parola che definiva perfettamente lo stato d’animo di Arizona.
 
Stava ferma a guardarsi davanti al grande specchio del suo camerino da circa dieci minuti quando i suoi nervi si fecero sempre più febbrili.
 
La sera prima aveva condiviso il più straordinario, il più grandioso bacio con Callie e non riusciva a smettere di pensarci. Non aveva chiuso occhio per tutta la notte ripensando continuamente ad ogni carezza, ad  ogni bacio che si erano scambiate.
 
E in quel momento si sentiva tesa perché stava per incontrare Callie per la prima volta da quando aveva lasciato il suo ufficio la sera prima. Ma era una tensione positiva ... come quella che provò quando apprese di essere diventata Presidente. Era un nervosismo che la eccitava e la rendeva impaziente. E ciò che era certo era che, nonostante la sua ovvia preoccupazione, non aveva che un desiderio: quello di rivedere finalmente la donna che aveva occupato la sua mente per tutta la notte. Anzi, per essere onesti, da diverse settimane...
 
E con questo pensiero Arizona si decise infine ad uscire dalla stanza lasciando il suo appartamento. Aprì la porta che conduceva al corridoio e trovò una bella bruna che l’aspettava. Ma non era quella che sperava di vedere...
 
Invece di vedere, come si aspettava, Callie, appoggiata con disinvoltura sulla parete di fronte a lei sfoggiando il suo solito sorriso, c’era l'agente Grey in piedi.
 
- Signora Presidente, la salutò Lexi raggiungendola.
 
- Agente Grey, rispose Arizona.
 
Si guardò intorno e non vide alcuna traccia di Callie. Riportando la sua attenzione a Lexie, la guardò perplessa.
 
- Dov’è Callie? le chiese. Pensavo fosse di guardia stamattina ...
 
- Si, lo era, confermò Lexie. Ma ha dovuto incontrare all'ultimo minuto con il direttore Webber, quindi ho dovuto sostituirla…
 
- Molto bene, rispose Arizona cercando di non mostrare la sua delusione.
 
- L’Agente Torres mi ha chiesto di darle questo, aggiunse Lexi porgendole una tazza di caffè. Mi ha anche detto di dirle di non buttarlo questa volta.
 
Arizona, dopo quelle parole, ritrovò rapidamente il sorriso. Callie non sembrava aver dimenticato ciò che era successo qualche giorno prima, quando l’aveva raggiunta nel suo ufficio per offrirle un caffè e Arizona le aveva detto che non voleva che fossero più amiche.
 
Comprese che quel gesto era un modo mostrarle che voleva dimenticare il passato ma non ciò che era accaduto la sera prima.
 
Così quindi, degustando allegramente il suo caffè,  Arizona si diresse verso lo Studio Ovale constatando che anche se non era lì, Callie riusciva sempre a farla sorridere ...
 
 
 

 
- Signorina Torres? Sentì la voce lontana del direttore Webber che la chiamava.
 
Callie alzò gli occhi nella sua direzione notando che era accigliato. Sicuramente l’uomo aveva notato che era distratta e che non aveva ascoltato con attenzione ciò che le aveva detto.
 
- Mi scusi, disse alzandosi leggermente dalla sedia.
 
- Tutto bene? Le domandò mantenendo quell’aria sospettosa. Lei sembra anni luce lontana da qui.
 
No, non erano anni luce ma solamente pochi chilometri… alla Casa Bianca.
 
-, rispose lei. E’ solo che …
 
Si interruppe, non sapendo davvero cosa dire.
 
Lei era nell’ ufficio di Webber da più di un'ora, ad ascoltarlo parlare di tutti gli aspetti amministrativi che dovevano essere aggiornati per quanto riguardava il sistema di sorveglianza presidenziale, e l'unica cosa, l'unica persona alla quale Callie non aveva smesso di pensare era  Arizona Robbins.
 
- Si è mai buttato col paracadute? chiese infine dopo qualche secondo.
 
- Come scusi? Webber si stupì.
 
- Si è mai buttato con paracadute? ripeté. Conosce quella sensazione che si prova quando si è in caduta libera? Quella sensazione vertiginosa di adrenalina che ti travolge completamente in quel minuto in cui si ha l’impressione di volare?
Quel minuto durante il quale ci si disconnette e ci si dimentica del mondo che ci circonda. Si dimentica la paura che si aveva qualche secondo prima di saltare...
 
Si dimentica che non ci è permesso baciare il Presidente degli Stati Uniti e ci si ripete che quelle cose che ci fanno stare tanto bene, non possono essere così sbagliate ...
 
- …E poi si finisce per atterrare e la sola cosa alla quale pensi è risalire in quel maledetto aereo e buttarti di testa per sentire di nuovo quella sensazione straordinaria che tutto è a portata di mano...
 
Le sopracciglia di Richard si avvicinarono sempre di più fra loro, progressivamente, man mano che Callie divagava, ma la donna non sembrava rendersene conto.
 
- Non capisco dove vuole arrivare, Agente Torres, disse. E soprattutto, non
 
- Ho saltato con il paracadute recentemente! Esclamò Callie, interrompendolo. Non avevo mai pensato di farlo perché … perché avevo già sperimentato il salto ... con l’elastico e non ne avevo un buon ricordo... e pensavo che fosse la stessa cosa. Pensavo che un salto era comunque un salto ... con l’elastico o col paracadute la sensazione doveva sicuramente essere la stessa.
Ma mi sono buttata comunque perché il paracadute era diventata un'ossessione per me. Sì, sono finita comunque in acqua, ma posso dirle che non è stato come con l’elastico. No… perché è stato….è stato  Fantastico!
 
Sì, baciare Arizona era stato talmente meraviglioso che il suo cuore batteva al solo pensarci ...
                                 
- E .. e l'unica cosa alla quale penso adesso è rifarlo al più presto possibile ... perché non l’ho fatto che una volta, ma ne sono già dipendente e … non so cosa fare!
 
Webber lasciò cadere la sua schiena contro lo schienale della sedia e guardò la donna pensando che avesse perso la testa.
 
- E perché mi sta dicendo tutto ciò?
 
- Cosa? Si sorprese Callie,  prendendo coscienza di ciò che era appena accaduto.
 
Aveva perso la testa davanti al suo superiore. Davanti a Richard Webber, il capo della NSA, che le aveva affidato il ruolo di proteggere il Presidente. Lui le aveva dato il compito di vegliare su di lei e non di baciarla. Aveva appena divagato sulla moltitudine di sentimenti che l’avevano invasa baciando Arizona, e non se ne era neppure resa conto.
 
Che le stava succedendo?
 
- Qual ‘ è il punto Signorina Torres? Continuò Webber alzandosi in piedi, posizionando entrambe le mani sulla scrivania. E 'un modo per dirmi sta lavorando troppo e vorrebbe alleggerire i suoi impegni lavorativi?
 
- Cosa?! Ripetè di nuovo Callie. No! Ovviamente no!
 
Lei si ritrasse sulla sedia abbozzando un sorriso imbarazzato.
 
- Volevo solo… condividere con lei ... mmm .. la mia esperienza. Nel caso … un giorno le venisse l’idea di …non so.. saltare col paracadute ...
 
Lui la guardò con sguardo penetrante attraverso gli occhiali, cercando probabilmente di discernere il vero dal falso. Infine ci rinunciò e  si lasciò sfuggire un sospiro esasperato.
 
- Penso che possiamo considerare terminata questa riunione ...
 
- Mi sembra una buona idea, rispose lei, alzandosi lentamente. Le consegno gli ultimi rapporti stasera ...
 
Lui annuì e la guardò allontanarsi di fretta verso l’ uscita.
 
- Torres, la chiamò quando aveva appena aperto la porta.
 
Callie si voltò rivolgendogli uno sguardo interrogativo.
 
- Se vuole assolutamente saltare col paracadute, potrei organizzarle un incontro con il reggimento dei paracadutisti ...
 
Un sorriso divertito si disegnò sul volto di Callie che scosse leggermente la testa.
 
- Non sarà necessario, Signore, rispose prima di lasciare la stanza e ridacchiare.
 
Non riusciva a credere di aver completamente dato i numeri nell'ufficio del suo capo.
 
Era assodato, Arizona Robbins la faceva impazzire...


 
 
Seduta su uno dei divani del suo ufficio, a leggere alcuni documenti, Arizona indossava ancora quel sorriso ebete anche se la mattinata stava terminando e ancora non aveva visto Callie.
 
Lei non aspettava che questo: rincontrarla e parlare finalmente con lei. Voleva discutere di quello che era successo, dirle che le era piaciuto e che si pentiva di tutto quello che le aveva detto prima di quel bacio.
 
La sua voglia di prendere le distanze era rapidamente volata via, eclissata dal desiderio ancora più forte di starle vicino. Lo voleva, lo voleva così tanto che diventava quasi una sofferenza.
 
- Wow a cosa dobbiamo il piacere di questo magnifico sorriso? Disse April entrando nell’ufficio della donna.
 
Arizona la guardò e alzò le spalle.
 
- Niente di particolare, rispose. Sono solo ... felice.
 
Ripetendo quelle parole, il suo sorriso crebbe ancor di più così scosse leggermente la testa per ricomporsi. April la fissò teneramente ma poi quest’espressione mutò in una smorfia che la costrinse a mordersi nervosamente il labbro inferiore.
 
- Mi dispiace ma non credo lo sarà ancora per molto, affermò avanzando verso di lei consegnandole una grande busta.
 
Il sorriso di Arizona si congelò fino a scomparire pian piano vedendo l'espressione seria della sua amica. Con un gesto indeciso, afferrò la busta e l'aprì per scoprirne il contenuto.
 
- E 'stata depositata sulla mia scrivania, la informò April. Non ho visto né quando è stata lasciata né chi l’ha portata...
 
Un silenzio pesante riempì la stanza mentre Arizona veniva a conoscenza di ciò che c’era dentro la busta.
 
- Puoi chiamare Alex? chiese a bassa voce, senza staccare gli occhi da ciò che aveva fra le mani.
 
- Certo, rispose April prima di uscire dalla stanza alla ricerca del Capo del Gabinetto.
 
Ritornò in sua compagnia qualche minuto più tardi, ritrovando Arizona nella stessa posizione in cui l’aveva lasciata.
 
- Che succede? Chiese Alex andandole incontro.
 
Arizona gli consegnò la busta senza dire una parola, anticipando così la sua reazione che non tardò ad arrivare.
 
- NON E’ POSSIBILE! gridò.
 
- Forse non è così grave come sembra, Arizona cercò di vederla con un altro occhio.
 
- Stai scherzando?!
 
Le lanciò un'occhiataccia e le mise la busta sotto il naso.
 
- Se queste foto di te che ti sbatti un membro del personale della Casa Bianca - che guarda caso è una donna- circolano, sei fregata! urlò, infuriato.
 
L’uomo cominciò a camminare nervosamente sotto gli occhi di April e Arizona che lo guardavano agitate.
 
- Allora dà loro ciò che vogliono, propose.
 
- Non possiamo sapere se non hanno altro materiale, ribatté continuando a camminare.
 
Alla fine si fermò e si massaggiò le tempie riflettendo. Dopo lunghi secondi si lasciò sfuggire un sospiro di rassegnazione e si rivolse ad April.
 
- Va a cercare l’Agente Torres, le intimò. Penso abbia terminato la sua riunione
 
- Non credo che sia necessario coinvolgerla, dichiarò Arizona, presa dal panico.
 
- Vuoi farmi ridere? Alex s’innervosì. E’ proprio lei la persona che deve essere coinvolta in queste occasioni!
 
Fece un nuovo cenno della testa ad April che lasciò la stanza prima che Arizona  potesse aggiungere altro.
 
Pochi secondi dopo, Callie entrò a sua volta nello Studio Ovale. Immediatamente, cercò lo sguardo di Arizona e le rivolse un grande sorriso prima di voltarsi verso Karev.
 
- Ha chiesto di me? Gli chiese prima di posare lo sguardo ancora verso la Presidente.
 
Quest'ultima, tuttavia, evitò di guardarla.
 
- Agente Torres, disse Alex avvicinandosi a lei. Devo essere sicuro che ciò che viene detto qui rimarrà tra di noi ...
 
- Conosco il mio lavoro, rispose Callie infastidita.
                                                                                                               
Tentò nuovamente di guardare Arizona che si ostinava a posare lo sguardo ovunque fuorché nella sua direzione.
 
- Tenga, disse Alex consegnandole la busta.
 
Sentendo quelle parole,  Arizona non poté fare a meno di posare gli occhi su Callie che le inviò uno sguardo interrogativo prima di riportare la sua attenzione a Karev.
 
Afferrò la busta e la aprì.
 
- Il sequestratore ci ha chiesto 10 milioni per non divulgarle, aggiunse Alex mentre lei tirava fuori le foto dalla busta.
 
Quando vide di cosa si trattava, Callie sentì gelare il sangue.
 
Erano delle foto di Arizona. Foto di Arizona e un’altra donna. Una donna con i capelli castani che Callie conosceva vagamente avendola vista qualche volte nei corridoi.
 
Una donna che, come le immagini mostravano scorrendole una dopo l’altra, stava baciando e spogliando Arizona...

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

 
 
 
La sensazione di disgusto che provava Callie non faceva che intensificarsi gradualmente continuando a guardare quelle foto, non riuscendo, tuttavia, a distogliere lo sguardo da esse.
 
Sapeva che non aveva motivo di sentirsi come si sentiva in quel momento, ma vedere Arizona in una posizione tanto intima con un'altra donna che non era lei, aveva la capacità di farle venire la nausea. Dopotutto si erano scambiate un bacio memorabile; doveva pur voler dire qualcosa?
Quindi aveva il diritto di sentirsi un minimo gelosa e arrabbiata nel vedere quelle foto?
 
Dopo lunghi secondi di silenzio in cui tutti nella stanza sembravano attendere una sua reazione, in particolare il Presidente, Callie ritrovò un minimo di calma e professionalità.
 
- Quando sono state scattate? domandò infine senza allontanare lo sguardo dalle foto.
 
Ne seguì un nuovo momento di silenzio che la costrinse a sollevare gli occhi per incontrare lo sguardo di Arizona che la stava guardando con un'espressione mortificata. Il suo silenzio non poteva significare che  una cosa e anche se Callie non voleva saperlo, anche se non voleva sentire ciò che stava per dire, era obbligata a farlo.
 
- Ho bisogno di sapere quando sono datate per avere la possibilità di scoprire chi le ha mandate, spiegò.
 
Arizona sostenne, per ancora alcuni secondi, quello sguardo penetrante, prima di voltarsi e tirare un sospiro di rassegnazione.
 
- Due giorni fa, mormorò con una voce appena udibile.
 
Callie ebbe la sensazione che una pietra le colpisse lo stomaco.
 
Due giorni ... Le foto erano state scattate due giorni prima, il giorno prima che si baciassero.
 
Arizona aveva scopato con una e il giorno dopo aveva baciato lei ...
 
- Molto bene, rispose Callie con tono privo di emozioni.
 
Quando Arizona la guardò di nuovo, distolse lo sguardo per posarlo su Alex.
 
- Me ne occupo io, disse. Ma devo mettere al corrente la mia squadra...
 
- E' fuori discussione! La interruppe Alex.
 
- Se vuole che trovi chi ha fatto questo, è necessario che lei accetti le mie condizioni, gli intimò Callie con decisione. Mi fido di loro.
 
- No ­
 
- Fa ciò che ti sembra più giusto, tagliò corto Arizona. Hai carta bianca...
 
Callie annuì mentre rimetteva le foto nella busta, poi fece qualche passo verso la porta prima di fermarsi ed affrontare  nuovamente le tre persone.
 
- Mi aspetto che non facciate nulla, intimò la mora. Nessun versamento, nessuna dichiarazione, e di certo nessuna sveltina con i dipendenti…
 
Callie pronunciò l’ultima parte di quella frase con evidente amarezza; ciò portò Arizona a chiudere gli occhi per qualche istante, mortificata. Li riaprì quando Callie lasciò la stanza. Esitò nello scegliere tra il rimanere ferma nella sua posizione e lasciarle un po’ di spazio oppure seguirla e spiegarle tutto.
 
Tuttavia Alex decise per lei quando iniziò a parlarle della riunione dei senatori che era necessario organizzare.
 
 Provò quindi a dimenticare lo sguardo deluso di Callie per concentrarsi sul suo lavoro.
 
Invano...
 
Dopo aver chiesto alla sua squadra di incontrarsi nel suo appartamento, Callie attese che si presentassero  tutto in salotto, ciascuno con una birra in mano, prima di tirare fuori la busta che Alex le aveva dato poco prima.
 
- Sto per presentarvi un caso in cui avrò bisogno del vostro appoggio al 100%, dichiarò, mettendo a tacere le diverse conversazioni intraprese tra le altre sei persone presenti. Si tratta di un aspetto molto intimo della Presidente che non deve per nessun motivo venir fuori...
 
Tutti loro la guardarono attentamente ed attesero  che continuasse; cosa che non tardò a fare.
 
- Voi siete le persone sulle quali posso davvero contare, quindi inutile dire che ciò che vedrete non dovrà assolutamente essere divulgato…
 
Si avvicinò a loro e distribuì i negativi.
 
- Wow, è materiale bollente! esclamò Mark con un sorriso malizioso guardando le foto.
 
- Mark, smettila! s’irritò Callie.
 
L'ultima cosa che voleva sentire era proprio che quelle foto fossero bollenti.
 
- No ma.. questo vuol dire che la nostra Presidente gioca nella squadra delle lesbiche ultra-sexy? domandò incuriosito.
 
- Sono qui, gli ricordò Lexi lanciandogli un’occhiataccia.
 
Immediatamente il suo sorriso svanì e si rannicchiò sulla sedia, lasciando così che Callie continuasse:
 
- La busta contiene tutte le foto depositate nell’ufficio di April Kepner, l’assistente personale del Presidente. Nessun timbro postale quindi la persona che le ha mandate è venuta a depositarle o le ha consegnate direttamente a mano.
 
- E’ quindi qualcuno che lavora alla Casa Bianca, constatò Jackson.
 
- Esatto, rispose Callie. Inoltre, tenendo conto dell’angolazione delle foto, sono state scattate dall'interno della stanza, ciò significa che la persona in questione sapeva che sarebbero state lì...
 
- E’ davvero un lavoro amatoriale, commentò Cristina fissando, con occhio critico, la foto che aveva fra le mani. La luce è pessima, l'inquadratura ancora peggio per non parlare dei pixel che rovinano tutto...
 
- Cristina? La riprese Callie.
 
- Mmm?
 
- Smettila!
 
Callie la vide imbronciarsi ma non le prestò attenzione. Afferrò una sedia e si sedette di fronte al divano dove si erano accomodati tutti.
 
- Ecco cosa faremo, disse. Mark, ti occuperai di andare da Max all’ingresso per domandargli la lista dei visitatori di ieri. E assicurati anche che non ci siano giornalisti in giro finché non si sarà risolta la faccenda. Jackson e Cristina, voi  vi occuperete di interrogare la Kepner. Piccola Grey, tu sfrutta la tua Lexipedia e perquisisci la stanza dove … è successo tutto. E Mer, tu ti occuperai di interrogare Colin Mayers. Devi essere scaltra con lei…
 
Mandare Meredith ad interrogare la donna con cui Arizona era stata ripresa nelle foto, non era una saggia decisione e Callie ne era più che consapevole. Ma sapeva anche che in quel momento non aveva né la calma né il sangue freddo necessari per interrogarla di persona.
 
- Ci sono domande?
 
Tutti scossero la testa negativamente.
 
- Bene, concluse. Ci vediamo fra due ore nel mio ufficio...
 
 
 
 
 
Callie fissò la porta per lunghi secondi prima di prendere un respiro profondo e decidersi a bussare. Quando sentì un " avanti! ”, si forzò a sfoggiare un'espressione indifferente ed entrò nello Studio Ovale.
 
- Ho bisogno di avere accesso ai dossiers di tutti i dipendenti, disse avanzando nella stanza senza però guardare in direzione dell'Arizona.
 
Quest'ultima si alzò immediatamente dalla sua scrivania per poi girarle intorno.
 
- Calliope...
 
- Secondo i funzionari della manutenzione ( *sistema elettrico, video sorveglianza), continuò Callie, ho bisogno dell’autorizzazione scritta del Presidente. Quindi, se puoi firmarmi questo documento…
 
Le porse un foglio, ma Arizona non lo prese.
 
- Calliope, posso spiegarti tutto...
 
- Non c'è bisogno di spiegare nulla, Arizona, disse Callie finalmente posando lo sguardo su di lei. Sei andata a letto con una delle tue dipendenti e mi hai baciato il giorno dopo ... Non facciamone un dramma...
 
- No, non è come credi, assicurò Arizona avvicinandosi  un po’ più alla mora.
 
Callie fece un passo indietro, poi si lasciò sfuggire una finta risata scuotendo debolmente la testa, non credendo alle sue orecchie.
 
Prima aveva praticamente confessato tutto ed ora era pronta a mentirle dicendole che non era successo ciò che poteva sembrare.
 
- Puoi firmarmi questo documento? Le chiese ancora. Così io posso trovare questo ricattatore e tu la tua prossima conquista...
 
Arizona percepiva amarezza nella sua voce, ma questo non la fece desistere.
 
- Calliope io...
­
-Ho bisogno della firma, la interruppe Callie porgendole nuovamente il foglio.
 
Doveva andare via di lì. Non poteva rimanere ancora a pochi centimetri dalla bionda che le rivolgeva quello sguardo implorante che la spingeva a crederle.
 
Si, doveva uscire da quella stanza e per fare ciò era necessario che ottenesse quella maledetta firma.  
Arizona la fissò per alcuni secondi prima di tirare un sospiro rassegnato e afferrare il foglio da firmare.
 
- Se tu potessi darmi solo due minuti, disse rendendole il documento.
 
Callie lo prese e se ne andò senza perdere tempo, lasciandola alle sue spalle completamente disorientata.
 
Aveva rovinato tutto e la sola persona alla quale poteva dare la colpa, era solo ed esclusivamente se stessa. 

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Capitolo 11
*** Capitolo11 ***


Perdonatemi se sono sparita per qualche settimana ma sono entrata in ferie solo 4 giorni fa ed ho avuto molto da studiare ultimamente.
Buon ferragosto a voi che siete in spiaggia, o a qualche scampagnata, in famiglia o con amici. A chi si sta godendo (e a chi sta subendo)  il sole.
A chi è contento che sia arrivato questo giorno (come se bisogna aspettare ferragosto per far festa) e a chi come me invece sta ancora in città e non vede l'ora di tuffarsi in acqua. Domani tornerò nella mia terra natia a godermi le mie vacanze quindi, forse, non sarò molto costante con gli aggiornamenti ma su twitter vi terrò informati.

Buone vacanze ragazzi e..

Buona lettura






Capitolo 11

 
 
 
 
Seduta nel suo ufficio, Callie guardava il fondo della sua tazza, totalmente persa nei suoi pensieri. La sua squadra stava indagando ovunque  alla casa  Bianca mentre lei studiava i fascicoli personali di ciascun dipendente dell’ Ala Ovest...
 
Era finita su quello di Coleen Mayers quando la sua mente si allontanò di nuovo verso Arizona.
 
In due anni, aveva fatto in modo di non affezionarsi a qualcuno, romanticamente parlando. Aveva fatto di tutto per proteggere se stessa, dedicandosi alle conquiste di una notte e alle storie senza futuro. Dopo il disastro che aveva vissuto con la sua ex­fidanzata, Callie preferiva stare da sola piuttosto che dare nuovamente a qualcuno il potere di renderla vulnerabile. Quindi era stata attenta a non impegnarsi emotivamente e aveva evitato di mettere il suo cuore davanti a tutto per non correre il rischio di vederlo spezzato ancora una volta.
 
Ed ecco, era finita a lavorare per la Casa Bianca incrociando il cammino di Arizona Robbins.
 
Lei, che era fuggita dal mondo politico e dalle persone che ne facevano parte, era finita per cascare ai piedi della più importante di queste.
 
In quel mondo in cui tutto era orchestrato ­ dove tutto ruotava intorno all’apparenza, l'inganno ed i brogli, aveva pensato che Arizona fosse diversa.
 
Aveva visto in lei una persona autentica, vera e onesta. Sì, Arizona rappresentava per lei tutto ciò che si ricollegava alla bellezza umana.
 
Ma c’era rimasta fregata.
 
Come anche questa Coleen doveva essere stata fregata dalla bionda...
 
E sicuramente anche molti altri prima di lei.
 
Callie era tornata dall’ Italia e aveva trascorso tutto il suo tempo a pensare ad Arizona e alla loro serata, chiedendosi se anche l’altra donna stesse facendo lo stesso…
 
Poi, quando le aveva detto che dovevano smetterla di essere amiche, si era sentita ferita ed arrabbiata, ma col senno di poi, si era ripetuta che la bionda pensava di fare la cosa più giusta. Per entrambe.
 
Ma a quel punto, Callie era costretta ad arrendersi all’evidenza :  Arizona non era mai stata la persona che credeva che fosse. Lei non era diversa dagli altri politici.
 
Probabilmente era anche peggiore…
 
Un colpo alla porta la costrinse a tornare alla realtà, sollevando poi lo sguardo per vedere apparire Meredith.
 
- Ho finito di interrogare Coleen Mayers, la informò sedendosi di fronte a lei.
 
- E?
 
- Non le ho estorto nulla ... Lei è completamente paralizzata all'idea di finire nei guai con il presidente. Mi ha confermato che si tratta di una storia ben lontana dall’essere seria e che lei sapeva sin dall’inizio in cosa si stava imbarcando. In base alle sue parole, lei e il Presidente hanno avuto alcuni "rapporti" durante la campagna presidenziale, ma sono terminati quando è diventata Presidente ...
 
- Fino a due giorni fa, concluse Callie sentendosi un groppo in gola.
 
Fregatene, si ripetè. Te ne devi fregare delle sue storie. Datti una calmata.
 
- Esatto, rispose Meredith. Mi ha spiegato che è il Presidente Robbins che è andata a trovarla nel suo ufficio per darle un appuntamento per l’ora seguente. E poi ­ beh ­ conosci il resto…
 
Callie fece un cenno prima di deglutire con difficoltà, sentendo di nuovo la sua rabbia riaffiorare.
 
- Dove sono gli altri? Domandò.
 
- Stanno arrivando ...
 
Come per confermare  le parole di Meredith,  si udirono dei colpi alla porta. Callie diede loro il permesso di entrare e apparve Mark seguito da Jackson, Cristina e Lexie.
 
- Non ci sono stati visitatori di ieri, disse Mark. Abbiamo controllato tutte le entrate con Max e persone al di fuori dei dipendenti non sono state registrate ... Quindi si tratta di qualcuno delle Casa Bianca.
 
- Bene, rispose Callie.
 
Poi si voltò verso Jackson e Cristina.
 
- Non ne posso più di quella rossa isterica (Kepner), disse Cristina, alzando le spalle. Al contrario del nostro caro Avery, che non smetteva di sbavarle davanti!
 
- Yang, sta zitta! Fischiò Jackson  a denti stretti.
 
- Ma ti stai vergognando! L’asiatica rise.
 
- E tu, Lexie? Chiese Callie con voce un po’ più forte, con lo scopo di far cessare la schermaglia fra gli altri due.
 
L’interpellata  distolse lo sguardo dai suoi due colleghi per posarlo su di lei.
 
- Non ho trovato tracce di effrazione, la informò. La persona che ha piazzato la telecamera aveva libero accesso alla sala...
 
Callie annuì lentamente sommando poco a poco  tutte le informazioni che aveva appena appreso.
 
La persona che aveva scattato le foto era un’assidua frequentatrice  della Casa Bianca. Qualcuno del personale che sapeva che Arizona intratteneva una relazione con Colin Mayers e aveva un appuntamento in quella stanza specifica a quella precisa ora della giornata...
 
- Molto bene, disse raddrizzandosi leggermente. Continuate a cercare qualche informazione da chiunque mentre io scaverò un po’ più a fondo nei file dei dipendent ...
 
Callie riportò la sua attenzione di nuovo verso la cartella che stava studiando prima che Meredith arrivasse.
 
Coleen ... Mayers. Secondo Meredith, non c’entrava nulla, ma Callie non poteva non constatare che tutti gli elementi portassero a lei e questo non aveva nulla a che vedere con la gelosia. Anche se la voglia di farla a pezzi a mani nude era davvero molto viva e presente, l’agente della NSA si ripetè che non tutto era chiaro.
 
Lesse qualche riga e si fermò di colpo quando un elemento attirò la sua attenzione.
 
- Piccola Grey, aspetta! Chiamò Lexie che era in procinto di uscire dalla porta.
 
Quest'ultima si girò verso di lei e la guardò incuriosita.
 
­ Ho bisogno delle tue capacità da nerd.
 
 
 
 


 
Arizona era già in compagnia di Alex quando Callie entrò nello Studio Ovale qualche ora più tardi.
 
- Ci siete tutti, perfetto! Disse avanzando verso il tavolo in cui erano seduti.
 
Mise davanti ai loro occhi una cartella, evitando accuratamente  di guardare verso Arizona.
 
- Vengo da un colloquio piuttosto rivelatore con Coleen Mayers, li informò.
 
- Coleen?
 
- Sì. Ha confessato di essere lei ad aver mandato le foto...
 
- Cosa?! Esclamò Arizona. Ma... come-?
 
Callie poté percepire incertezza nella sua voce, ciò fece acquietare la sua rabbia. La bionda doveva sentirsi tradita ed anche se lei voleva proprio questo, non poteva fare a meno di provare compassione per la donna.
 
- Prima di essere una  volontaria durante la sua campagna presidenziale, Coleen Mayers era un membro del partito Conservatore repubblicano guidato da ...
 
- Burke, concluse sussurrando la bionda.
 
- Esatto, rispose Callie.
 
Finalmente la guardò e poté vedere quell’insicurezza che segnava  il suo viso meraviglioso.
 
- Era una dei suoi  più stretti consiglieri, continuò. E quando Burke si ritirò dalle elezioni per fare un accordo con lei, Coleen si è unita alla sua squadra e avete dato inizio alla vostra… relazione.
 
Arizona notò il cambiamento di tono di Callie nel pronunciare l’ultima parola.
 
- Non era una relazione, insisté Arizona.
 
- Poco importa ciò che era, disse Callie con tono un pò più deciso di quello che avrebbe voluto. Il fatto è che va ancora avanti...
 
Arizona stava per rispondere quando Alex la anticipò :
 
- Dove vuoi arrivare? chiese con impazienza.
 
- E 'una talpa di Burke fin dall'inizio, rispose Callie, voltandosi verso di lui. Lui ha cercato un modo per screditare il Presidente e ha sentito alcune voci che correvano circa la sua sessualità ...
Allora ha inviato una delle sue più belle volontarie per sedurre il futuro Presidente degli Stati Uniti e avere qualcosa per ricattarla a momento debito.
 
- Bastardo! S’indignò Karev .
 
- Ma non ha mai avuto le prove che voleva, rispose Callie ignorandolo. C'è una cosa che non aveva previsto e che ha fatto fallire tutto il suo piano...
 
Riportò la sua attenzione verso Arizona che non smetteva di fissarla.
 
- Non aveva previsto che Coleen Mayers si innamorasse di lei, continuò.
 
Mantenne quello sguardo prima di aggiungere:          
 
- Non aveva previsto che lei lo avrebbe tradito proprio per questo motivo ... Le foto, lei se le è scattate da sola, quando le ha dato l’appuntamento...
 
Ancora una volta, la sua voce emise un fremito nel pronunciare la fine di quella frase. Sospirò lentamente e si sforzò di continuare:
 
- ... Coleen ha visto in quella situazione, un’occasione, concluse. Nella sua mente contorta, pensava che il Presidente, ricevendo quella lettera di minaccia, si sarebbe resa conto che anch’ella era innamorata di lei ed  era pronta a gridarlo forte e chiaro al mondo intero.
 
Arizona emise un sibilo tra una risatina ed un gemito prima di scuotere la testa, infastidita.
 
- Quindi Burke non ha nulla a che fare con questa storia? chiese Alex.
 
- È la fonte, ma non è coinvolto, rispose Callie. Ma fossi in voi terrei d’occhio anche lui.
 
- E per Coleen? chiese Arizona. So che lei è responsabile, ma non voglio che le sia fatto nulla di male.
 
Callie si voltò di colpo verso di lei, come se non potesse credere alle sue orecchie. Arizona capì di non essersi ben spiegata vedendo lo sguardo che l’altra donna le indirizzò, così si affrettò a chiarire.
 
- Non mi importa di lei, la rassicurò con un tono quasi implorante.
 
Arizona sapeva che se ci fosse stato chiunque altro di fronte a lei, non avrebbe mai cercato di giustificarsi. Perlomeno non nel modo che utilizzava con Callie.
 
- E’ solo che - non è nel mio modo di fare ... Io non sono una che si sbarazza delle persone senza scrupoli che si mettono nel mio cammino. Quindi, no, non voglio che le facciate del male.
 
Callie la guardò in silenzio per qualche secondo prima che i tratti del suo volto non si addolcirono leggermente quando annuì.
 
- Lexie è riuscita a cancellare tutte le foto dal suo computer portatile, affermò. Quindi una clausola di riservatezza e un cambiamento di stato dovrebbero essere sufficienti...
 
Arizona tirò un sospiro di sollievo prima di rivolgerle un sorriso di gratitudine.
 
- Grazie, sussurrò.
 
- E’ solo il mio lavoro, rispose Callie.
 
Si scambiarono un ultimo sguardo prima di congedarsi, lasciandola sola con Alex. Quest'ultimo abbozzò un sorriso di trionfo mentre si voltò verso la sua amica che continuava a fissare la porta attraverso la quale Callie era appena uscita.
 
- Webber aveva ragione, disse,  Quella donna è una vera e propria perla!
 
Callie riprese la strada verso il suo ufficio, con un solo desiderio: andare via da lì ed essere in grado di buttarsi quella giornata infernale alle spalle.
 
Cominciò a riordinare i numerosi dossiers sparsi ovunque sul tavolo, quando sentì bussare alla porta .
 
- Sto andando via, disse scrollando le spalle.
 
- Ti chiedo solo qualche minuto, rispose la persona alle spalle di Callie.
 
Si bloccò quando riconobbe quella voce, poi si girò per ritrovarsi, nervosamente, faccia a faccia con Arizona.
 
- Che ci fai qui? Chiese Callie, sorpresa.
 
- Voglio solo spiegarti...
 
- Non hai il diritto di-
 
- Cristina attende fuori, la interruppe Arizona, sapendo cosa stava per dire. So che non devo lasciare da sola il piano ...
 
Callie non rispose, si limitò a fissarla per qualche secondo prima di riportare la sua attenzione ai documenti che stava sistemando. Arizona la guardò fare, tirando un sospiro, ma non smise di parlare.
 
Ora o mai più, Arizona lo sapeva. Sapeva soprattutto che non voleva perdere Callie a causa di Coleen Mayers o Preston Burke.
 
Così finì per fare un passo in avanti e prese un respiro profondo prima di decidersi a parlare.
 
- Non riuscivo a smettere di pensare a te...
 
Quelle parole erano le ultime che Callie si aspettava di sentire. Alzò lo sguardo e vide un sorriso imbarazzato aprirsi sulle labbra della bionda che fece scivolare una mano, nervosamente, tra i capelli.
 
- Era come se ­ come se tu non volessi abbandonare la mia mente, continuò. Eri un’ossessione. Per tutto il tempo ... Ogni secondo di ogni giorno ... E ­ e io sono la  Presidente del Paese. E tu sei il mio capo della sicurezza.
 
- Credo di saperlo benissimo, disse con sarcasmo Callie.
 
- TU sei il mio capo della sicurezza! ripete un po’ più forte Arizona. Ed io non riesco a smettere di pensare a te. Perché tu mi hai fatto passare la notte più bella della mia vita. Perché per la prima volta, dopo tanto tempo, mi sono sentita me stessa! Tu mi hai fatto sentire me stessa, Calliope! Ho dormito sette ore in un aereo… capisci? Mentre non riesco a chiudere occhio sdraiandomi in un letto comodo, tu sei riuscita a farmi dormire  a bordo di una trappola mortale quando ti conoscevo da sole due settimane!
 
- Arizona ...
 
- Come può una persona che conosco da così poco tempo, avere una presa cosi forte su di me? Continuò Arizona retoricamente.
 
Callie aveva smesso riordinare tutto e la osservava con una luce indecifrabile negli occhi.
 
- Io non lo sapevo ... Ma ciò che sapevo era che doveva finire tutto questo perché io non smettevo di pensare a te. Continuavo a chiedermi che effetto avrebbe potuto farmi  toccarti, baciarti ... sapevo che non poteva accadere nulla tra di noi, sapevo che era impossibile, ma non riuscivo a non pensarci. Così era necessario mettere le distanze, fissare dei limiti, per il bene di entrambe ... Ma era dieci volte peggio ... Perché tu hai iniziato ad ignorarmi completamente.
 
- Sei tu che me l’ha chiesto! Esclamò Callie sentendo rifiorire la rabbia. Sei tu che hai giocato la carta del rapporto professionale, non io!
 
- Lo so, rispose Arizona facendo una smorfia. Lo so che è colpa mia ... Stavo appunto spiegandoti ...
 
Fece un altro respiro e quando fu sicura che Callie non l’avrebbe interrotta, continuò:
 
- Hai iniziato ad ignorarmi, e la sola cosa, la  sola persona che vedevo eri tu. Mi hai parlato della NATO, del G20, della guerra in Ucraina e l'unica cosa che ho notato è che i tuoi occhi mi evitavano ... Così ho cercato di dimenticarti ­ dovevo dimenticarti ! ­ E Coleen era lì ... E ­ ed è stato peggio ...
 
Respirò faticosamente prima di lasciare che  le mani cadessero  lungo il suo corpo. Lei esitò qualche secondo, infine, decise di alzare lo sguardo e cercare quello di Callie e fu sollevata nel vedere che non c'era rabbia.
 
- So che pensi di essere una donna tra le tante. Che ciò che è accaduto con te non è che una replica di quello che è accadute con tutte le altre, ma ti sbagli di grosso ... Perché non ho mai sperimentato ­ in tutta la mia vita ­ un bacio fantastico come il nostro, e mi uccide che tu possa pensare che non sia vero!
 
Fissò Callie implorandola silenziosamente  di crederle.
 
 Quest'ultima la guardò per alcuni secondi senza dire nulla, senza muoversi, prima di abbozzare un leggero sorriso.
 
- Sai davvero farci con le parole, disse alla fine.
 
Arizona sorrise di rimando.
 
- Sicuramente è per questo che sono stata eletta...
 
Nonostante ciò, riacquistò la sua espressione seria.
 
- Vuol dire che mi perdoni? chiese con voce appena udibile
 
Quel tono vulnerabili fece sparire le ultime reticenze di Callie che smise di fingere e ritrovò quell’espressione dolce che sembrava essere riservata solo ad Arizona.
 
- Come se io possa fare altrimenti, sussurrò.
 
Arizona tirò un sospiro di sollievo sorridendo lievemente.
 
- Ma hai ragione su una cosa, riprese Callie, nulla può accadere tra di noi...
 
- Lo so, confermò  Arizona.
 
- Anche se quel bacio è stato grande ...
 
- E fantastico, concluse la bionda.
 
Callie si morse il labbro ripetendosi che , in effetti, lo era stato. Anzi, era molto di più di quello…
 
- Sì, rispose lei. Anche se è stato fantastico, non può ripetersi.
 
- Anche se lo desideriamo, confermò Arizona scuotendo il capo.
 
Anche se lo desideriamo terribilmente,  pensò Callie. Tutto il suo corpo la supplicò di riempire i pochi metri che le separavano per replicare la meravigliosa esperienza di quel giorno. La supplicò di buttarsi di nuovo con il paracadute ma sapeva che era necessario rimanere con i piedi ben saldi a terra.
 
- Sarebbe del tutto irresponsabile e pericoloso, sospirò Arizona con voce appena udibile, cercando di convincere se stessa più che Callie.
 
- Esatto!
 
Si guardarono intensamente per lunghi secondi, senza dire niente.
 
- Che cosa faremo allora? Finì per dire Callie, rompendo il silenzio pesante.
 
- Non lo so, sospirò Arizona.
 
Malgrado l'enorme peso che sentiva crescere nel suo stomaco, Callie ridacchiò vedendo le spalle d’Arizona abbassarsi con un gesto di rassegnazione mentre sfoggiava un'espressione completamente persa.
 
- Ricordami una cosa, sei tu che hai scelto di prendere le decisioni difficili per il paese?
 
Quell’osservazione fece ridere Arizona che si perse nuovamente negli occhi scuri di Callie.
 
- Ciò che so, disse infine, è che non posso più sopportare di fare come se tu fossi un semplice agente...
 
Udendo quelle parole, una sensazione di calore intenso invase il petto di Callie che non poté trattenere un sorriso sincero.
 
- Non ce la faccio più, confessò.
 
- Bene, soffiò Arizona. Quindi saremo amiche?
 
- Amiche? Ripetè Callie come per testare che effetto le faceva dire quelle parole.
 
- Sì amiche, confermò la bionda.
 
- Pensi davvero che sia una buona idea?
 
Perché per lei, era semplicemente impossibile avere una relazione platonica con Arizona. Non dopo il loro bacio. Il loro incredibile e vertiginoso bacio.
 
- Hai un'idea migliore? Chiese Arizona.
 
Callie la fissò per alcuni secondi, silenziosamente.
 
Sapeva che voleva essere molto più di un’amica per lei. Ma sapeva anche che questo era impossibile. Quindi era necessario farsene una ragione ed accontentarsi. Perché, anche l’ essere una semplice amica per Arizona, rischiava di essere comunque una tortura, perché sapeva che non sarebbe uscita tanto facilmente dalla sua vita e ancor meno dalla sua testa ...
 
- Amiche, affermò, tendendole la mano.
 
Arizona abbozzò un nuovo sorriso prima di stringerla delicatamente. Quel tocco fu elettrizzante e la sensazione della mano di Callie sulla sua le provocò un calore ardente che le attraversò il corpo.
 
Amiche ... Le cose rischiavano di farsi interessanti ...
 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***



Chiedo scusa per il ritardo nella pubblicazione ma sono stati due mesi molto intensi e mi sono occupata di questo capitolo solo nelle ultime settimane nei ritagli di tempo. Spero che ciò che leggerete vi ripaghi delle settimane d'attesa.

Non vi tolgo altro tempo.
Ci ritroviamo qui per il proseguo.
Grazie, sempre.






Buona lettura. 
S.E.






Capitolo 12
 
 
 
 
Callie diede una banconota al commesso dello Starbucks prima di afferrare il bicchiere che le porse. Lei gli rivolse un sorriso per ringraziarlo, poi si allontanò verso le grandi porte che portavano all’Ala Ovest della Casa Bianca. Con fare oramai meccanico, prese l'ascensore e attraversò i diversi corridoi che l’avrebbero condotta nella zona presidenziale dove avrebbe trovato lo Studio Ovale e quindi Arizona.
 
Alcuni giorni erano passati dal caso Colin Mayers e dalla loro famosa discussione, e stranamente la loro amicizia sembrava stesse davvero funzionando.
 
Certo, era difficile contenere quei pensieri platonici su Arizona. Semplicemente perché vederla tutti i giorni, lei, il suo incantevole sorriso, il suo corpo da dea e quello sguardo ammaliante, non smetteva di ricordarle il loro bacio. Era quasi impossibile non pensarci continuamente quando Arizona le camminava davanti o quando si sporgeva un po’ troppo dalla sua scrivania e i suoi occhi si trovavano immersi nel suo décolleté. Lei stessa aveva notato, più volte, lo sguardo della bionda soffermarsi su alcune parti del suo corpo.
 
Ma nessuna delle due diceva nulla, si limitavano solamente a distogliere lo sguardo l’una dall’altra non appena venivano sorprese e si comportavano come se nulla fosse successo.
 
Sì, era difficile mantenere una relazione puramente platonica con una persona così attraente come Arizona Robbins, ma Callie aveva presto capito che era molto meglio di non mantenere nessun tipo di relazione.
 
Arrivò davanti  l’ufficio presidenziale, salutò April che era immersa in una conversazione telefonica, poi entrò nella stanza senza preoccuparsi di bussare.
 
Ehi! Disse, avanzando verso la scrivania dietro la quale Arizona era seduta, totalmente assorbita da una pila di documenti.
 
Quest'ultima sollevò la testa e le indirizzò un grande sorriso.
 
- Ehi, ricambiò Arizona.
 
- Sorpresa! Disse Callie ponendole di fronte il bicchiere con il caffè.
 
Arizona lo afferrò mentre Callie si sedette sulla sedia di fronte alla bionda, poi bevve un sorso. La mora ridacchiò quando la sentì emettere un risolino di piacere.
 
Ti adoro! esclamò Arizona, chiudendo gli occhi per assaporare il gusto del liquido amaro in gola.
 
Callie ignorò il sussulto allo stomaco nell’ascoltare quelle parole, e continuò a fissarla.
 
Quante ore hai dormito? le domandò dolcemente indicando i cerchi scuri sotto gli occhi della bionda.
 
Se qualcun altro le avesse fatto questa domanda, Arizona si sarebbe sicuramente infastidita. Non le piacevano le paternali, essere trattata come una bambina, soprattutto con il suo ruolo da Presidente.
 
Ma non quando si trattava di Callie. Con lei era ... diverso.
 
Non so, rispose lei.
 
Di fronte allo sguardo scettico che le inviò Callie, sospirò e aggiunse:
 
Quattro ore ...
 
- Vuoi ammazzarti di lavoro?! Rispose adirata Callie.
 
Calliope...  sospirò Arizona.
 
Lei le rivolse un sorriso rassicurante.
 
Non è colpa mia se non ho bisogno di riposare tanto quanto la gente fa di solito ...
 
Pensi che io mi beva queste stupidaggini?
 
Arizona si lasciò sfuggire una risata divertita che rapidamente acquietò quando vide Callie mostrare ancora un'espressione preoccupata.

Smettila di preoccuparti!
 
È un po' il mio lavoro, replicò Callie, aggrottando leggermente le sopracciglia.
 
Non ebbero tempo di continuare la loro discussione dato che qualcuno bussò alla porta dell'ufficio. Callie si mise a sedere quando una bionda alta e dalla corporatura fragile entrò nella stanza.
 
Teddy! esclamò Arizona entusiasta
 
Si alzò dalla sua scrivania per andare incontro all'altra donna. Non appena la raggiunse, l’accolse fra le sue braccia.
 
Stai benissimo, come sempre! Disse Teddy rispondendo l'abbraccio.
 
Finirono per separarsi sotto lo sguardo curioso di Callie, che non aveva accennato un passo. Arizona si voltò verso di lei e indicando Teddy.
 
Calliope, ecco Teddy Altman, il mio addetto stampa. Colei che mi ha vigliaccamente abbandonata queste ultime settimane, la presentò.
 
Ehi! S’indignò l'altra bionda. Sai benissimo che se avessi potuto scegliere non ti avrei mai lasciata!
 
- Lo so, la rassicurò Arizona.
 
Lei le rivolse un altro sorriso prima di indicare Callie con la mano.
 
Dunque Teddy, ti presento l’agente Torres, il nostro Capo della Sicurezza.
 
Quest'ultima si alzò dalla sua sedia e le tese la mano.
 
Può chiamarmi Callie, disse.
 
Ho sentito parlare molto di lei, Callie,  la informò Teddy sfoggiando un sorriso d’intesa.
 
Veramente? Si stupì Callie.
 
- Oh sì! rispose lei. Arizona non ha smesso un attimo di martellarmi la testa!
 
Teddy ... disse Arizona con tono di avvertimento.
 
Che c’è? Non vorrai dire che non è vero!
 
Teddy le lanciò uno sguardo divertito, prima di riportare la sua attenzione su Callie e sussurrarle:
 
Ho saputo che bacia come una dea.
 
TEDDY! esclamò Arizona.
 
Poteva sentire le sue guance accalorarsi e sospettava fortemente che si vedesse.
 
Veramente? Ripetè Callie, questa volta guardando Arizona.
 
Evitando accuratamente di spostare gli occhi nella sua direzione, la bionda prese un respiro profondo e fulminò Teddy con lo sguardo, maledicendosi di essersi confidata con lei.
 
Il fatto era che la notte in cui aveva baciato Callie, si era affrettata a chiamare la sua migliore amica, che in quel momento stava dall'altra parte del mondo, per raccontare ciò che era appena successo.  Aveva sentito il bisogno di confidarsi e si era quindi lanciata in uno sproloquio interminabile sulla dolcezza delle labbra di Callie e su come la faceva sentire. In quel momento Arizona si ritrovava ad ascoltare la sua migliore amica, traditrice, divulgare quelle informazioni all'ultima persona che avrebbe dovuto saperle.
 
Teddy si limitò a scrollare le spalle, regalandole un grande sorriso.
 
Non era il termine che avevi utilizzato? Dea? Fece per domandare.
 
- Ma se mi spiegassi invece a cosa devo il piacere della tua visita? Arizona chiese ignorando deliberatamente la sua domanda.
 
Callie adorava quella situazione e, anche se non conosceva ancora bene Teddy, già le piaceva. Dopotutto, lei le aveva permesso di sapere che, secondo Arizona, baciava bene. E vedere il volto di quest’ultima contorcersi in una smorfia di disagio, era semplicemente impagabile.
 
Teddy si lasciò sfuggire un’ultima risata prima di tornare seria.
 
Come dovresti  sapere, disse accomodandosi nella sedia accanto a Callie, è la Settimana Nazionale dello Sport e dell’ attività fisica ...
 
Esatto, rispose Arizona.
 
Quindi oggi andrai a fare dei servizi fotografici mentre fai jogging! Non è un’idea geniale?! Teddy si entusiasmò conoscendo bene la reazione che avrebbe ottenuto dalla sua migliore amica.
 
Andò proprio come immaginava infatti Arizona si lamentò, irritata.
 
Non oggi, rispose Arizona. Ho un sacco di cose da fare ...
 
Come tutti i presidenti della Terra, obiettò l'altra bionda. Ma tu dimostrerai che, nonostante l’agenda super  piena, sai prenderti del tempo per occuparti di te ...
 
E questo è completamente sbagliato, osservò Callie – ironicamente -
 
Arizona le lanciò uno sguardo intenso al quale la mora rispose con un sorriso.

- Pensa che ciò ti permetterà, forse, di stancarti un po’ e riuscirai a dormire stanotte, aggiunse la mora con tono serio stavolta.
 
Si guardarono silenziosamente per alcuni secondi durante i quali Arizona sembrava valutare i pro e i contro. Callie piegò la testa leggermente di lato regalandole un dolce sorriso.
 
Va bene, sussurrò Arizona.
 
Fin dal momento in cui Callie era intervenuta, sapeva di non avere scelta. Era praticamente impossibile dirle di no.
 
Ma ad una sola condizione, aggiunse lei con un sorriso malizioso. Tu vieni con me …
 
Se non c’è altra scelta, Callie disse, sospirando.
 
Teddy guardava prima l’una poi l’altra, a turno, chiedendosi se le due donne si rendessero conto del modo in cui si parlavano e, soprattutto, si guardavano. Flirtavano ma nessuna delle due sembrava accorgersene.
 
Si schiarì la gola, facendole così uscire dalla loro contemplazione.
 
Siamo d'accordo, allora? disse, alzandosi.
 
Sì, brontolò Arizona.
 
Beh ... Callie, è stato un piacere, disse Teddy, avanzando verso la porta.
 
Anche per me, rispose Callie con sincerità.
 
La guardò allontanarsi prima di riportare lo sguardo su Arizona.
 
Pronta per andare a correre?


*
*
*


Calliope?
 
- Mmm?
 
Perché corri dietro di me?
 
Callie distolse improvvisamente gli occhi dal sedere di Arizona per riportarli su verso il suo viso.
 
Per nessun motivo, disse accelerando il passo per correrle accanto.
 
Ok, rispose Arizona.
 
Callie la vide sorridere ma finse di non averlo notato. Chiuse gli occhi per qualche secondo per cercare di dimenticare che s’era fatta beccare nello scrutare le natiche del Presidente degli Stati Uniti mentre correva.
 



Si trovavano nel grande parco della Casa Bianca, accompagnati dagli agenti Avery e Ross, e correvano sotto i flash dei fotografi da già una buona trentina di minuti.
 
Non ne posso più, borbottò Arizona con un sorriso tirato.
 
Smettila di lamentarti, la prese in giro Callie. Non vorrai che la foto che apparirà domani in prima pagina sia quella in cui sogghigni.
 
Arizona s’imbronciò.
 
Ho l’impressione di essere ritornata a quando avevo sedici anni, sospirò, quando mio padre, il Colonnello, svegliava all’alba me e mio fratello per andare a correre ...
 

Tuo padre è un militare? Chiese Callie.
 
La mora realizzò che nonostante le numerose settimane passate al fianco di Arizona, non sapeva poi molto di lei.
 
- Sì, un marine, rispose Arizona. Adorava torturarci!
 

Callie si lasciò scappare una risata scuotendo leggermente la testa con un gesto sbigottito.
 
Penso che ci possiamo fermare...
 
Grazie a Dio! esclamò Arizona bloccandosi  immediatamente.
 
Arizona prese a respirare velocemente appoggiando le mani sulle ginocchia prima di alzare lo sguardo verso Callie che la fissava con aria beffarda.
 
Come fai?! domandò indignata. Hai corso tanto quanto me eppure non hai una goccia di sudore sulla fronte!
 
Arizona, sono un’agente del NSA, le ricordò Callie. Non è questa breve corsetta di trenta minuti che può farmi sudare.
 
Che spaccona! borbottò Arizona.
 
Callie rise nuovamente.
 
Ross, lo salutò, dà una bottiglia d’acqua al nostro Presidente prima si che si senta male.
 
Arizona le mostrò la lingua prima di fare qualche passo verso l’agente per prendere la bottiglia che le porse.

 
Mark, appena uscito dall’edificio, raggiunse Callie proprio in quell’istante.
 
Ho finito il mio turno, disse. Ci si vede stasera, come stabilito?
 
Stasera? Domandò Callie aggrottando la fronte.
 
Oh, ti prego, non dirmi che te ne sei dimenticata! Esclamò offeso.
 
Lo osservò qualche secondo prima di annuire negativamente.
 
Mi spiace Mark, ma davvero non so di cosa tu stia parlando...
 
La serata da Joe, disse Mark esasperato. Per festeggiare la mia promozione a Vice Capo!
 
- Oh...
 
Fece scivolare una mano tra i capelli ed i suoi occhi involontariamente caddero su Arizona che si trovava a pochi metri da loro e la fissava. Quest'ultima distolse bruscamente lo sguardo quando incontrò quello dell’altra donna e fece finta di parlare con Avery.
 
Non provare a defilarti, la avvertì. E poi ho sentito che Jasmine, la cameriera-­sexy-­come-­l’inferno, lavora stasera...
 
Lui le rivolse un sorriso allusivo che fece perdere un battito al cuore di Arizona. Il nome che aveva appena pronunciato Mark le ricordava qualcosa...
 
In realtà non era un così vago ricordo dato che rammentava molto chiaramente la conversazione che Callie aveva avuto con Cristina un paio di settimane prima, riguardo la notte che la mora aveva passato con una cameriera.
 
E la risposta che Callie diede a Mark aumentò il suo nodo allo stomaco.
 
- Perfetto, Callie sospirò. Ci sarò ...
 
Grande, rispose Mark. Allora, a stasera.
 
Callie annuì e lo guardò allontanarsi prima di voltarsi verso  Arizona e gli altri due agenti.
 
Pronti a rientrare? domandò.
 
Me lo stai chiedendo davvero? ribatté Arizona.
 
Vide Callie scuotere la testa e sorridere, questo la portò a sorridere a sua volta.
 
Per fortuna questa settimana dello sport non avviene che solo una volta l'anno, disse Callie.
 
Si voltò poi verso i suoi due agenti riacquistando compostezza.
 
Potete andare, disse loro. Mi occuperò di scortare il Presidente alle sue stanze ...
 
D’accordo, rispose Jackson indirizzandole uno sguardo malizioso. Buona serata signore ...
 

Si congedarono e le due donne si avviarono insieme fino all'interno dell'edificio, poi si diressero, sempre fianco a fianco, verso il piano in cui si trovavano le stanze personali di Arizona.

 
Arrivate davanti alla doppia porta, si fermarono e si guardarono per alcuni secondi.
 
Sono arrivata a destinazione, esclamò stupidamente Arizona.
 
Grazie dell’informazione, rispose Callie sorridendo, non l’avevo notato ...
 
Quello che voglio dire è che tu… sei libera di andare ... Soprattutto dato che non sei di turno stasera.
 
Si ...
 

Si scambiarono un nuovo uno sguardo, senza dir nulla.
 
Che cosa hai in programma per stasera? chiese Callie.
 
Probabilmente mi porterò avanti col lavoro, rispose Arizona con un debole sorriso. Non si finisce mai ...
 
La sua ultima frase era stata pronunciata in tono ironico ma, nonostante ciò, fece apparire un’espressione seria sul suo volto Callie.
 
Riposati un pò, le consigliò. E prova a dormire più di quattro ore ... o se non ci riesci, rilassati davanti ad uno stupido film che danno in tv.
 

La preoccupazione di Callie fece sentire ad Arizona una sensazione di calore che non sapeva  spiegare. Sospettava che fosse a causa della vicinanza del suo agente della sicurezza ma sapere che l’altra donna era preoccupata per le poche ore di sonno che aveva alle spalle, la riempiva di una felicità inspiegabile.
 
Ma lei preferì  tenere quella sensazione per sé e rispondere scrollando semplicemente le spalle.
 
Ci proverò, promise con un sorriso appena accennato.
 
Aprì la porta e si voltò di nuovo verso Callie.
 
Passa una buona serata, le augurò.
 
Ci proverò, rispose Callie, facendo eco alle sue parole.
 
Arizona abbozzò un nuovo sorriso.
 
Non dovrebbe essere difficile, disse Arizona. Dopo tutto, niente di meglio che 'le mille e una notte' per trascorrere una serata piacevole ...
 
Callie capì che si riferiva alla sua conversazione con Mark nella quale era stato menzionato il nome di Jasmine - (Alladin) -
 
Per essere una che faceva finta di non ascoltare, ti ricordi un sacco di cose, disse, mordendosi il labbro inferiore per evitare di ridere.
 
Arizona sentì il calore spandersi sulle sue gote mostrando così il suo imbarazzo. Non sapeva cosa dire.
 
Era ovvio che ricordasse un sacco di cose ... Solo l'idea di immaginare Callie trascorrere la serata con una donna con la quale aveva già condiviso una certa intimità, le faceva venire la nausea. Letteralmente. Il suo cuore si stringeva sempre più mentre quel conato non faceva che aumentare anche se sapeva che Callie era libera di vedere chi voleva. Perché anche se la desiderava terribilmente, non le apparteneva, non le  doveva nulla. Lei era totalmente libera di fare ciò che voleva e di farsi chi voleva.
 
Rimase in silenzio di fronte al volto sorridente di Callie.
 
Buona serata, finì per dire la latina allontanandosi all’indietro.
 
A domani, rispose Arizona senza distogliere lo sguardo.
 
Attese di vederla scomparire dietro l'angolo di un corridoio, prima di entrare all'interno del suo appartamento, chiudersi la porta alle spalle e lasciarsi andare contro di essa tirando un profondo respiro.
 
 

*
*
*

 
 
In tarda serata, Arizona aveva preso pieno possesso del suo comodo divano del soggiorno che componeva la sua  nuova dimora. Aveva letto i rapporti che le aveva lasciato da parte Alex, mentre in sottofondo il film Bodyguard scorreva sullo schermo davanti a lei.
 
Nonostante l'importanza dei documenti che aveva tra le mani, non era riuscita a concentrarsi abbastanza per studiarli a pieno. Così aveva seguito il consiglio di Callie e aveva acceso la televisione per guardare uno dei suoi film preferiti. Ma ancora una volta, non era riuscita a rilassarsi del tutto.
 
Tirò un profondo respiro, poi posò i documenti che aveva tra le mani, sparsi sul tavolino di fronte a lei, e si lasciò andare indietro contro lo schienale del divano. Chiuse gli occhi ed inspirò profondamente, maledicendosi per aver rifiutato l'invito di Teddy a tenerle compagnia per la serata.
 
Stando con la sua migliore amica, sarebbe riuscita ad allontanare Callie dai suoi pensieri. Probabilmente si sarebbe evitata di immaginare la Latina con un’altra donna. Una che le avrebbe dato ciò che lei … lei non poteva offrirle, una che la rendeva verde di gelosia senza nemmeno conoscerla.
 
Malediceva Callie per suscitarle tali emozioni.  E sapeva anche benissimo che non le doveva nulla, che non erano altro che semplici amiche; ce l’avrebbe fatta, era ciò che voleva.
 
Voleva riuscire a pensare ad altro dopo quel bacio ma continuava ad esserne ossessionata. Era bella, attraente, divertente… Callie c’era riuscita a non rimanerle indifferente.
 
E soprattutto la mora c’era riuscita a trascorrere una serata con un’altra donna mentre lei, lei era bloccata nel suo salotto completamente consumata dal suo ricordo.
 
Arizona sospirò nuovamente quando sentì bussare alla porta. Alzò la testa e inarcò le sopracciglia improvvisamente gettando uno sguardo all’orologio allacciato al suo polso, mentre si udì un altro colpo.
 
Notando che erano già passate le 22:00, si diresse verso la porta chiedendosi chi sarebbe potuto venire a disturbarla a quell’ora.
 
La aprì e fu sorpresa di trovarsi davanti la persona che aveva occupato la maggior parte dei suoi pensieri per tutte quelle ore.
 
Calliope?
 
Ehi, la salutò quest’ultima.
 
Accennò un ampio sorriso che fece rimanere Arizona senza fiato, per una frazione di secondo.
       
Cosa ci fai qui? Domandò con tono sorpreso.
 
Sono qui per farti rilassare, spiegò una Callie entusiasta.
 
Tuttavia perse velocemente quell’euforia quando vide Arizona sollevare un sopracciglio facendole capire che la sua frase probabilmente non era stata intesa nel modo migliore.
 
- Intendevo dire - potremmo .. -
 
Si fermò di colpo, sentendo di star complicando tutto con quelle spiegazioni, così alzò il braccio per mostrarle ciò che aveva in mano, mentre le sue guance prendevano sempre più colore.
 
Io - ho portato una bottiglia di vino bianco, continuò. Il tuo preferito da quel che ho capito ...
 
Vedendo che Arizona continuava a guardarla con un'espressione indecifrabile senza dire nulla, smorzò il suo sorriso.
 
Quando aveva deciso di fare una sorpresa alla bionda, aveva pensato che fosse una buona idea. Ma in quel momento si trovava a dover affrontare una Arizona sorpresa e silenziosa così fu costretta a constatare che era stata troppo presuntuosa nel pensare che l’altra donna sarebbe stata felice di vederla.
 
Ho pensato che sarebbe stato un buon modo per trascorrere la serata…qualcosa di diverso del governare il mondo, cercò di spiegarle. Io ­- è stato presuntuoso da parte mia, mi dispiace ...
 

Cosa? Rispose Arizona di gettò. No, affatto! E 'solo che - pensavo che avessi un appuntamento stasera … ‘la serata con Sloan… la tua cameriera ...’
 

Callie sorrise scuotendo leggermente la testa.
 
Ci saranno altre serate, disse. E non avevo nessun appuntamento ...
 
Callie aveva raggiunto i suoi amici da Joe. Era stata al gioco, aveva fatto festa come era sua abitudine. S’era bevuta qualche bicchiere di tequila e aveva discusso con Jasmine, come accadeva quando andava al bar.
 
Salvo che questa volta non aveva smesso di pensare ad Arizona, chiedendosi cosa stesse facendo. Aveva parlato e flirtato con Jasmine  ma non smetteva di pensare che avrebbe preferito trascorrere la serata con la bionda. E così decise di seguire i suo desideri lasciando il bar per raggiungere la Casa Bianca. Nel tragitto si fermò ad acquistare una bottiglia di vino bianco che sapeva essere la bevanda preferita di Arizona, poi si diresse da lei.
 
Ne sono felice, rispose con sincerità Arizona. Non che non hai avuto un appuntamento galante, si affrettò ad aggiungere, anche se si trattava di una bugia. Ma ... che sei qui.
 

Si spostò invitando implicitamente Callie ad entrare.
 
Quest'ultima si fece avanti e si guardò intorno con curiosità. Era la prima volta che entrava nelle stanze private del Presidente e non poteva fare a meno di dire, guardandosi intorno, che nonostante i suoi numerosi predecessori, Arizona era riuscita a sistemare tutto secondo il proprio gusto.
 
L'arredamento vedeva sposare perfettamente l’antico e il moderno con una particolare armonia. E anche se era un po’ troppo vivace per i suoi gusti, Callie non poteva non trovare quel luogo piacevole ed accogliente.
 
Lo sguardo le cadde sul tavolino dove era ammassata una montagna di documenti. Notò poi il televisore e accennò un sorriso divertito.
 
Sai, disse voltandosi verso Arizona, quando ti ho detto di rilassarti intendevo dire i senza tutti questi documenti ...
 

Indicò col dito i fogli.  Vide un sorriso aprirsi sul viso della bionda.
 
Sì, ma come vedi ho acceso la TV, ribatté Arizona scomparendo dietro il bancone della cucina per tornare con due bicchieri.
 
Si poggiò sul divano e fece un cenno a Callie per farla accomodare a sua volta. Quando si sedette, la vicinanza della mora riportò tensione in Arizona. L'odore di Callie vagava per l’aria e torturava meravigliosamente le sue narici mentre il suo corpo bruciava al calore che emanava da quei pochi centimetri che le separavano.
 
Si costrinse a dedicarsi alla bottiglia di vino stappata per versare il contenuto nei due bicchieri.  
 
Bodyguard? Esclamò Callie guardando lo schermo con un sopracciglio alzato.
 
Arizona notò il tono derisorio della donna.
 
Non vorrai dirmi che non ti piace Bodyguard? S’indignò. E'  un classico!
 
- Sì, soprattutto del genere melenso, replicò Callie. Maddai, come se ci fosse la minima probabilità di innamorarsi della persona che si occupa di proteggerti!
 
Distolse lo sguardo quando notò che Arizona non batteva ciglio.
 
Naturalmente c'era una probabilità, una grande probabilità, pensò quest’ultima continuando a fissarla.
 
Infine spostò lo sguardo verso la tv, si schiarì la voce bevendo un sorso di vino.
 
- Non è forse questo il motivo per il quale esistono commedie romantiche? disse alla fine. Per farci credere e sperare che l’impossibile è a portata di mano?
 

Avrei dovuto sapere che una persona che porta farfalle sul suo pigiama non può non amare questo genere di film, scherzò Callie ritrovando il sorriso.
 
Arizona sentì le sue guance accaldarsi ripensando alla serata che avevano passato a Roma e alla t-shirt della mora che era in suo possesso e che conservava in uno dei suoi cassetti.
Aveva pensato di ridargliela ma poi la tenne come ricordo, nella speranza che la proprietaria finisse per dimenticarne l’esistenza.
 
Scusami, ho dimenticato di star parlando con la dura del NSA, rispose con tono beffardo.
 
Non vedo che c’è di male in questo, Callie fece l’offesa.
 
Arizona portò nuovamente il bicchiere alla bocca mostrando un timido sorriso. Lei non ci vedeva proprio nulla di male anzi, il lato duro di Callie la rendeva più sexy di quanto non fosse già.
 
Ma questo, lei non poteva dirglielo ...
 
Sostieni di non amare le commedie romantiche solo per non minacciare la tua reputazione da ribelle, quando è evidente che non ne hai mai viste, continuò Arizona prendendola in giro.
 
Le ho viste! Obiettò Callie.
 
Che bugiarda!
 
Non ho visto tuuuutti i film sciocchi e smielati che esistono ma ne ho visti abbastanza per giudicare la scarsa qualità di quel genere! ribatté lei.
 
Arizona rise a quelle parole.
 
Va bene, disse. Citami una dichiarazione d'amore di uno di questi film. Una sola dichiarazione ...
 
Vide le sopracciglia di Callie aggrottarsi mentre cercava una risposta.
 
Lo vedi! esclamò Arizona. Critichi qualcosa che non ti sei mai interessata a scoprire ...

-­ Questo non è giusto! Rispose con sdegno. Mi hai preso alla sprovvista con la tua domanda ...
 
Arizona si lasciò sfuggire una risata che fece sorridere Callie nonostante la mora non sapesse come rispondere alla domanda che la bionda le aveva posto poco prima.
 
- E’ una domanda legittima la mia, affermò il Presidente.
 
Va bene, allora dimmi il film in cui, secondo Arizona Robbins, c’è quella che viene definita LA dichiarazione d'amore!
 

Arizona non ci mise molto tempo a trovare la risposta.
 
Facile, disse con una scrollata di spalle. The Amazing Spiderman 2 ...
 
Callie stava per dire qualcosa, ma chiuse la bocca, sorpresa dalla risposta.
 
Spiderman?
 
Arizona annuì sicura di sé.
 
- L'uomo ragno vestito da giocatore di bob che si aggira per New York utilizzando le tele come fossero liane? Precisò Callie. Stiamo parlando di quello Spiderman?
 
Risuonò, ancora una volta, la risata di Arizona.
 
Oh mio Dio, sei irrecuperabile! Disse esasperata. Non l’hai visto, vero?
 

Non quello, ammise Callie. Mi sono fermata dopo la dodicesima o tredicesima commediola di questo genere.
 

Arizona alzò gli occhi al cielo di fronte all’evidente esagerazione della Latina, poi ritornò su di lei con sguardo malizioso.
 
Bisogna rivedere la tua cultura cinematografica, se dobbiamo rimanere amiche ...
 

Amiche … quella parola aveva un sapore talmente amaro, estraneo a ciò che realmente Callie rappresentava per lei. Ma doveva accontentarsi.
 
Scosse la testa per schiarirsi le idee e si riconcentrò sull'altra donna.
 
Va bene, disse Callie accettando la proposta. Ma nell’attesa spiegarmi cos’ha di così speciale quel film da detenere l’oscar della stupidità ...
 
Arizona la guardò in silenzio per qualche secondo bevendo un altro sorso di vino, poi si lanciò nella sua spiegazione.
 
C'è questa scena, poco prima che arrivi il cattivo, in cui la ragazza che il protagonista ama sta per lasciare la città per raggiungere Londra ... lei sta in un taxi, diretto all'aeroporto, bloccato nel traffico e… ed è triste e malinconica…e pensa...
 

Callie notò il viso di Arizona illuminarsi mentre continuava la sua storia e non poteva fare a meno di sorridere.
 
Quella donna era bellissima. Semplicemente. Era bella nella sua spontaneità. Era bella, senza cercare d’esserlo, seduta con le gambe incrociate sul divano, i capelli raccolti in uno chignon disordinato che lasciava in bella vista il suo collo, bello proprio come lei.
 
Sì, Arizona le stava raccontando una storia di supereroi e l'unica cosa a cui Callie riusciva a pensare era quanto fosse bella.
 
E poi c'è il tassista che esclama "Ma è Spiderman!" indicando il grande ponte di Brooklyn, continuò Arizona distogliendola dai suoi pensieri. E poi il viso della ragazza si illumina e si affretta a lasciare l'auto per trovare  l’uomo. Solo che, mentre si incammina per vedere il ponte, nota che circa la metà del Brooklyn Bridge è coperto da un enorme “I love You” scritto con le ragnatele.
 
- Le ha scritto che l'amava su un ponte?
 
, rispose con un sorriso sognante. Le ha dichiarato il suo amore davanti a tutti ... Tre parole, semplice … ma così bello, scritto su uno dei monumenti emblematici della città, usando una sua peculiarità, la tela ... Questa è quella che, per me, è la più bella dichiarazione d'amore.
 

Si voltò verso la donna al suo fianco e si scontrò con il suo sguardo; perse poco a poco il sorriso. Dopo pochi secondi, Callie ritornò in sé. Portò gli occhi allo schermo nel momento in cui il personaggio interpretato da Whitney Houston scende dall'aereo per baciare Kevin Costner.
 
Dovrei davvero vedere un quattordicesimo film di questo genere, disse, buttando giù un sorso di vino.
 
Arizona annuì quando uno sbadiglio le contorse il viso. Callie vide quella testa bionda lasciarsi andare contro lo schienale del divano socchiudendo delicatamente gli occhi.
 
Sei stanca, constatò.
 
Un po’, disse Arizona raddrizzandosi leggermente.
 
Un po’? Arizona, uno zombie che non mangia carne umana per mesi starebbe meglio di te!
 

La bionda si lasciò sfuggire una risata.
 
- Grazie Calliope, il complimento va dritto al mio cuore!
 
Non sto scherzando, disse Callie.
 
Si girò sul divano in modo da essere faccia a faccia con la bionda. Quest'ultima poté vedere i lineamenti del suo volto contrarsi leggermente, mostrando un’espressione seria.
 
- Mi puoi dire tutto ciò che vuoi, che il tuo metabolismo è diverso da quello degli altri, che non hai bisogno delle stesse ore di sonno della gente normale ma non sono scema … vedo delle occhiaie sotto i tuoi occhi, ti vedo consumare sempre più caffeina giorno dopo giorno quindi so benissimo che non è la mancanza di stanchezza che ti impedisce di dormire ...
 
Arizona la osservò in silenzio chiedendosi come la donna fosse riuscita a cogliere tutti questi particolari.
 
Restò zitta. Non perché non voleva parlare con Callie e dirle ciò che non andava ma perché lei stessa non sapeva bene cosa le era successo. Come poteva spiegare la sua insonnia se nemmeno lei sapeva darsi delle risposte?
 
Sto bene, sussurrò con voce appena udibile.
 
Oh, ti prego, si spazientì Callie. Puoi darla a bere a Karev o alla Kepner, ma con me non funziona... A quando risale l'ultima vera dormita che ti sei fatta?
 
Vedendo Arizona distogliere lo sguardo, Callie si rese conto di aver toccato un tasto dolente.
 
Calliope … sospirò Arizona.
 
Dimmelo, rispose Callie. Non la smetto finché non me lo dirai.
 

A tanto tempo fa, disse la bionda. Sei felice adesso?
 

- Non proprio ...
 

Chinò la testa leggermente di lato fino a che l’altra donna non poté più evitare di guardarla.
 
- Arizona, sussurrò dolcemente. Per favore, dimmi cosa c'è che non va ...
 
Lo troverai ridicolo, rispose  Arizona con un risolino.
 
Mettimi alla prova, ribatté Callie con tono di sfida.
 
Arizona non sapeva se dipendeva dalle insistenze della latina o semplicemente da lei, ma per la prima volta dopo anni decise di distruggere un po’ di quel muro che aveva alzato per proteggersi e mostrare un frammento della sua vulnerabilità.
 
Sospirò a pieni polmoni e portò lo sguardo verso lo schermo della tv, che a quel punto mostrava i titoli di coda.
 
Non ci riesco, disse di getto. Non ho nessun motivo per non dormire... a parte il fatto che io sono il Presidente degli Stati Uniti d'America ...
 
Sei sotto pressione, capì Callie.
 
Tirò un sospiro che Arizona prese come risposta.
 
E' solo che ­- cominciò la bionda, sento che devo costantemente vegliare su tutto ... per tutto il tempo, ad ogni ora del giorno. Io sono il leader del Mondo Libero, devo assicurarmi che tutto funzioni bene ...
 
Si voltò per incrociare gli occhi di Callie che continuava ad osservarla silenziosamente.
 
Te l'avevo detto che era ridicolo ...
 
Che cosa? No! La rassicurò Callie. Ti assicuro che non lo è ...
 

Se si fosse dovuta scegliere la parola più lontana da ciò che realmente Callie pensava, sarebbe stata proprio la parola ‘ridicolo’. Perché ciò che le aveva appena confidato Arizona era tutto tranne che ridicolo …
 
- Non devi mentirmi  Calliope, disse Arizona. Lo so anch’io che è stupido.
 
Sapendo che non c'era nulla che potesse dire per portare la bionda a crederle, Callie decise di adottare un approccio diverso. Sapeva che quello che stava per fare non era una buona idea, sapeva che era pericoloso e che ancora una volta si sarebbe coinvolta più del necessario per il suo bene, ma era semplicemente  impossibile non farsi coinvolgere quando si trattava di Arizona.
 
- Vieni, le sussurrò dolcemente, tendendole le mani.
 
Arizona la guardò incredula, chiedendosi se avesse capito bene le parole dell’altra donna.
 
Eppure, lasciò scivolare le sue mani tra quelle dolci di Callie.
 
Che stai facendo? Le domandò quando si sentì attirata verso il corpo della mora.
 
Callie si era posizionata in modo da avere la schiena contro il bracciolo del divano e aveva portato Arizona a sdraiarsi su di lei, con la testa della bionda poggiata nell'incavo della sua spalla.
 
Veglierò su di te, le disse infine l’agente Torres.
 
Il cuore di Arizona correva all’impazzata mentre sentiva le braccia di Callie stringersi intorno a lei e il suo profumo invaderle i polmoni. Inspirò profondamente  e accennò un sorriso.
 
- Non sei obbligati a ­-
 
- Zitta, la interruppe Callie.
 
Cercò di ignorare la sensazione di totale pienezza che l’aveva invasa quando la sua testa era entrata in contatto con il suo corpo.
 
Questa notte veglierò su di te, Arizona, sussurrò. Resterai qui, tra le mie braccia e dormirai mentre io veglierò su di te... Fidati di me.
 
Quelle furono le ultime parole che ascoltò Arizona prima di abbandonarsi completamente.
 
Sentì il cuore della mora battere sotto il suo orecchio e trovò la serenità giusta, la melodia giusta. Dolcemente, i suoi occhi si fecero sempre più pesanti… così si lasciò andare lentamente, per la prima volta dopo tanto tempo, con un senso di pace che la pervadeva.
 
Mi fido di te, le disse con voce assonnata.
 
Callie sorrise sentendo il ritmo del respiro di Arizona farsi più debole e, con un gesto pieno di esitazione, lasciò scorrere una mano tra quei biondi capelli setosi e la accarezzò teneramente.
 
Stava lì, con quel corpo sublime della donna che occupava la maggior parte dei suoi pensieri da molte settimane, fra le sue braccia, e nessuna intenzione impudica o sessuale le attraversava la mente in quel momento.
 
Certo che la desiderava, la desiderava moltissimo. Ma si rese conto, sentendo l’euforia che le aveva procurato la sensazione di avere Arizona su di sé, che per lei provava molto di più di una semplice attrazione fisica.
 
Molti di più.

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***



Due lunghi mesi sono trascorsi, il nuovo anno è arrivato ed era davvero l'ora che mi sbrigassi a pubblicare! :)

Perdonate l'attesa.
Avete fatto una lista smisurata delle cose improbabilissime che vorreste che accadessero quest'anno? Beh, no, io no, quest'anno ho deciso di camminare con i piedi per terra quindi la mia bella lista- più smilza del solito- di buoni propositi, raggiungibili ( il volo dell'angelo in Basilicata sta in lista da 5 anni. Quest'anno l'ho depennato, se soffri di vertigini è il caso che voli basso- con la mente e col corpo) per il nuovo anno sta già nel cassetto in attesa che li porti a termine.
Fate lo stesso, è una spinta in più, ma piazzatevi degli obiettivi realizzabili.




                                                                            Buon anno a tutti quanti.




Vi lascio a questo tredicesimo capitolo e ci si rilegge prossimamente!

Buona lettura







Capitolo 13
 


 
 



- Altre domande circa la procedura per il trasferimento dalla Casa Bianca all'aeroporto? Chiese Callie durante la riunione.
 
Gettò uno sguardo intorno notando solo cenni negativi.
 
In piena preparazione per il prossimo viaggio ufficiale a Chicago, Callie si trovava nella sala più grande della Casa Bianca con tutta l’equipe di sicurezza, nonché quella presidenziale. E, naturalmente, dato che era il Capo della Sicurezza, doveva essere lei a dirigere la riunione. Lei, la persona che più di tutte odiava parlare in pubblico.
 
Dopo un ultimo sguardo verso Arizona che le rivolse un sorriso incoraggiante, tirò un respiro profondo e continuò.
 
- Bene, disse, sforzandosi di adottare un tono fiducioso e sicuro. Ora, per quanto riguarda il tragitto dall’aeroporto all'hotel  ­
 
- A questo proposito, la interruppe Arizona. Non andrò in albergo ...
 
- Come, scusa? Si stupì Callie guardandola incuriosita.
 
Arizona abbozzò un largo sorriso, immaginando già cosa sarebbe accaduto.
 
- I miei genitori vivono a Chicago, quindi ho pensato che avrei potuto passare la notte da loro...
 
Callie la osservò in silenzio per qualche secondo prima di sorridere a sua volta; ciò fece entusiasmare Arizona che non si aspettava di ottenere una vittoria così facilmente.
 
- E’ fuori discussione, sentenziò Callie, facendo così sparire l’espressione felice della bionda. Dunque, stavo dicendo –
 
- Cal -  Agente Torres! S’infuriò Arizona.
 
Callie la fissò, mordendosi il labbro inferiore per evitare di sorridere davanti al lapsus della bionda.
 
Tutte le persone nella stanza guardarono incuriosite lo scambio tra le due donne, chiedendosi da quando il Capo della Sicurezza e il loro Presidente si parlassero in una maniera così familiare.
 
Notando tutti quegli sguardi addosso, Arizona si alzò dalla sedia.
 
- Posso parlarle qualche secondo in privato? chiese senza distogliere lo sguardo dalla donna.
 
Quest'ultima sospirò, sapendo che se Arizona voleva un faccia a faccia, era perché non aveva alcuna intenzione di desistere.
 
- Certo, rispose stringendo denti.
 
Si scusarono con i presenti, poi Callie seguì Arizona fuori dalla sala, nel corridoio.
 
- Non riuscirai a farmi cambiare idea, disse prima che Arizona avesse il tempo di aprire bocca. Sai bene che è impossibile ...
 
- Ti prego Calliope, la supplicò Arizona. Non li vedo da tanto tempo!
 
- Chiedi loro di venire a trovarti in hotel ...
 
- E trascorrere la serata in un posto così impersonale? No, grazie, rispose Arizona. Voglio tornare a
casa! Voglio cenare con i miei genitori nel soggiorno e dormire nel mio vecchio letto ...
 
- Ti rendi conto che tutto questo non segue i protocolli che sono in vigore da decenni? Le fece notare Callie.
 
- Lo so, confermò la bionda. Ma le regole sono fatte per essere infrante ...
 
Callie sospirò esasperata, passandosi una mano sul volto stanco.  
 
- Seguirò tutti i protocolli, continuò Arizona. Farò tutto quello che vuoi ma fammi ritornare nella mia vecchia casa per UNA notte.
 
Fece un passo avanti e posò una mano sull'avambraccio della Latina.
 
- Ti prego Calliope, sussurrò dolcemente. Ti prego ...
 
Quest'ultima sussultò a quel contatto e d’istinto spostò lo sguardo verso la mano che l’aveva toccata.
 
Da quando aveva trascorso quella notte "a vegliare" su Arizona, c’erano stati dei giorni come quello, in cui la sua mente non smetteva di essere torturata dai ricordi della bionda sdraiata su di lei e dalle sensazioni che la loro vicinanza le aveva procurato. Lei rimase sveglia per gran parte della notte, osservando l'altra donna dormire. Si  era lasciata cullare dal ritmo del suo respiro e non si era mossa di un solo centimetro, per paura di svegliarla.
 
Ma Arizona continuò a dormire e non si mosse per tutta la notte, come una roccia. E quando fu giorno, la bruna si era rapidamente defilata per paura di essere scoperta lasciando il Presidente ancora in un sonno profondo.
 
Quello che non sapeva era che, da quando aveva spezzato quel contatto, Arizona si era svegliata. E si era svegliata con due sensazioni completamente opposte: completezza e solitudine.
 
Per la prima volta dopo tanto tempo, si era svegliata con quel sentore di pienezza, ma le braccia di Callie, le mani tra i suoi capelli e il suo respiro sulla sua pelle le avevano lasciato una senso di vuoto.
 
Si erano riviste un paio d'ore più tardi e le cose avevano ripreso il loro corso ed erano tornate alla normalità.
Ma, cosa significava normalità fra loro due...
 
Callie alzò di nuovo lo sguardo verso Arizona e si immerse in quegli occhi azzurri imploranti; sapeva che in quel momento avrebbe ceduto...
 
- Sei un incubo , disse con tono esasperato.
 
Tuttavia, la sua osservazione non fece che accrescere il sorriso della bionda.
 
- Sono un-incubo-ed-è-fuori-questione oppure sono-un-incubo-e-siamo-d’accordo? domandò Arizona.
 
Callie non riuscì a mantenere a lungo quell’espressione seria, così rise.
 
- Sei-un-incubo-ma-vedrò-che-posso-fare…
 
- Yay! esclamò Arizona
 
Senza pensare, le mise le braccia intorno al collo e la strinse a sé. Callie fu presa alla sprovvista ma non se ne lamentò. Portò le braccia intorno alla vita della bionda e socchiuse gli occhi per un breve momento.
 
Arizona attese qualche secondo prima di sciogliere dolcemente quell’abbraccio. Anche se voleva rimanere tra le braccia di Callie ­ per un tempo indefinito ­ sapeva che non avrebbe portato a nulla di  buono. E quindi si accontentò di accennare un altro sorriso per poi comportarsi come se quel contatto non l’avesse sconvolta.
 
- Grazie! Sei grande!
 
Callie deglutì prima di tornare a sorridere.
 
- Non ho detto che va bene, le fece notare.
 
- Hai ragione. Ma so che farai tutto il possibile e questo è già più che sufficiente ...
 
- Frena l’entusiasmo, scherzò Callie.
 
- Ma quale entusiasmo, rispose falsamente arrabbiata Arizona.
 
Le due si guardarono negli occhi per alcuni secondi fino a che Callie non scoppiò a ridere.
 
- Dai, andiamo, le disse indicando la porta. Devo informare la squadra di sicurezza che raddoppierò il loro lavoro perché ho appena ricevuto  un sorriso ...
 
- Mai sottovalutare il potere delle fossette cara Calliope, rispose Arizona, sorridendo ancor di più.
 
Callie scosse la testa ed entrò nella stanza, seguita a ruota dalla Presidente.
 


 
*
 
 


- Non riesco a credere di essermi lasciata convincere a farlo, brontolò Callie ad Arizona.
 
Quest'ultima distolse lo sguardo dal finestrino posteriore dell’auto presidenziale che la conduceva dall'aeroporto di Chicago alla casa dei suoi genitori, per posarlo sulla latina.
 
- In effetti non ci sto credendo neppure io, ammise a sua volta.
 
Perché sapeva che la bruna aveva compiuto un lavoro mostruoso per mettere in atto con successo un sistema di sicurezza approvato dai Servizi Segreti che potesse permetterle di passare la notte nella sua casa di famiglia.
 
E soprattutto sapeva che poche persone avrebbero fatto tutto ciò che Callie aveva fatto per lei.
 
- Mi devi promettere che non farai nulla di irresponsabile, le disse Callie con tono serio. Non devi infrangere
le regole che abbiamo stabilito ...
 
- Calliope rilassati, Arizona sospirò riportando l’attenzione al finestrino.
 
Le strade di Chicago le erano mancate molto e mentre si avvicinavano alla zona residenziale nella quale vivevano i suoi genitori, un senso di nostalgia la colpì.
 
- Le misure di sicurezza che hai messo in atto sono molto più sicure qui che se fossimo state in albergo, continuò distrattamente. Ci saranno una trentina di persone appostate in giardino durante la notte e in più tu sarai con me tutto il tempo.
 
- A proposito, disse Callie, metterò Lexie al mio posto...
 
Arizona si voltò di scatto, non sicura di aver ben capito.
 
- Cosaaa?! esclamò.
 
- Sarò più utile all’esterno occupandomi di controllare che tutto fili liscio, disse Callie, distogliendo lo sguardo. Non posso permettere che Mark gestisca tutto da solo ...
 
- E’ fuori discussione, sentenziò Arizona.
 
Scosse la testa prima di rivolgersi nuovamente alla bruna.
 
- Pensavo fosse più giusto che quando metto piede fuori dalla casa bianca sia tu personalmente a tenermi d’occhio, ribatté lei con un cipiglio.
 
Callie sospirò e infilò una mano tra i suoi lunghi capelli con fare imbarazzato. Naturalmente questo era ciò
che era stato concordato, lei era colei che avrebbe dovuto essere l'ombra del Presidente, che non l’avrebbe lasciata sola e che in situazioni normali non l’avrebbe disturbata.
 
Ma quel giorno, sperava di poterla evitare ...
 
- Lexie se la caverà benissimo, la rassicurò con un mezzo sorriso.
 
- Adoro Lexie e sono sicura che è molto capace nel suo lavoro, rispose Arizona, ma non voglio nessun altro a parte te Calliope.
 
Anche se Callie sapeva che le parole pronunciate non erano riferite che a quel contesto lavorativo, le fecero comunque accelerare il ritmo del suo cuore.
 
- Se mi dicessi qual’è il vero problema? Chiese Arizona con voce molto più dolce. Ti sei già stancata di vedermi tutto il giorno ?
 
- Non dire più qualcosa del genere, Callie rispose con un sottile sorriso.
 
- Allora che succede? Che cosa ti impedisce di vegliare su di me?
 
Callie sostenne il suo sguardo per qualche istante prima di portarlo verso il sedile di fronte a lei. Rifletté su quale risposta le avrebbe potuto dare, infine, decise di essere onesta.
 
- Incontrerò i tuoi genitori ...
 
Arizona la fissò per un attimo prima di ridere.
 
- Tu, Callie Torres, la tosta del NSA, hai paura d’incontrare i miei genitori?
 
- Smettila di scherzare, rispose infastidita Callie.
 
- Ti prego, mica siamo fidanzate! La prese in giro Arizona.
 
Si pentì in quello stesso istante delle parole che aveva appena pronunciato. Il suo sorriso si spense lentamente nel vedere il volto di Callie incupirsi, ma anche se non voleva che fosse così, era vero ... non stavano insieme.
 
- Lo so bene, rispose un po’ troppo seccamente Callie. Ma resta il fatto che sto per incontrare i genitori del Presidente degli Stati Uniti ...
 
- Allora ripeti a te stessa che incontrerai i miei genitori, disse Arizona. Semplicemente i miei ...
 
Come se fosse meglio, pensò Callie. Non rispose subito, domandandosi se fosse una buona idea. Ma alla
fine, come spesso accadeva con Arizona, cedette ed annuì.
 
- Bene, sospirò. Non mi farò sostituire da Lexie ...
 
- Perfetto! Disse entusiasta Arizona. Vedrai, ti adoreranno!
 


*
 


Arrivate a destinazione, Callie uscì dall’auto e fece il giro per andare ad aprile lo sportello ad Arizona. Era già buio ma questo non impedì a un’orda di giornalisti di invadere il giardino di casa Robbins, aspettandosi solo una cosa: degli scatti e qualche parola del Presidente.
 
Callie strinse i denti e attese che i suoi agenti fossero pronti, prima di far uscire Arizona. Quando fu sicura che si trovassero in posizione, aprì la portiera e le tese una mano. Quest'ultima la afferrò indirizzandole uno sguardo divertito.
 
- Sempre così galante, scherzò.
 
- Tanto meglio se lo vedi come un gesto di galanteria, rispose con un sorrisetto.
 
Attese qualche attimo poi si affrettò a condurla, con l’aiuto di Ted e Al’, altri due agenti, verso la porta d'ingresso, ignorando volutamente i giornalisti completamente scatenati
 
Giunte all’interno, Arizona non perse tempo a buttarsi fra le braccia dei suoi genitori. Callie la osservava sorridendo dolcemente, domandandosi come sarebbe stato tornare nella casa in cui era cresciuta e ritrovare i due pilastri della sua vita.
 
- Papà, mamma, vi presento Al’ e Ted, disse Arizona, indicando i due gorilla. Loro sono le mie
guardie del corpo ...
 
I due uomini fecero un lieve cenno di rispetto col capo ai Robbins, sotto gli occhi meravigliati di Callie.
 
Di solito, le persone che si occupavano della sicurezza venivano completamente e volutamente ignorate, ma ciò non accadeva con Arizona Robbins. Callie rimaneva sempre piacevolmente sorpresa quando vedeva la bionda presentare gli agenti in tutte le sue riunioni, come se fossero meritevoli di presentazione ...
 
- E la bruna qui presente, continuò Arizona indicandola, è Calliope Torres, il capo della sicurezza, senza
la quale non sarei mai potuta venire ...
 
- Basta Callie, la corresse la Latina sorridendo imbarazzata.
 
Un sorriso apparve sul volto di Arizona. Amava il fatto che Callie non permettesse a nessuno di chiamarla con il suo nome completo. La faceva sentire speciale.
 
- Piacere di conoscervi Signore e Signora Robbins, proseguì.
 
- Il piacere è nostro, affermò la signora Robbins stringendole le mani calorosamente.
 
Callie si voltò verso il colonnello che si limitò a rivolgerle un semplice cenno del capo. Un metro e ottanta d’altezza, Callie lo trovò estremamente imponente e quell’espressione impassibile non faceva che accentuare quell’aspetto.
 
Le sembrò di aver perso il suo status di Capo della Sicurezza Presidenziale per ritornare ad essere un’adolescente in preda al panico che incontra per la prima volta i genitori della sua ragazza.
 
Solo che Arizona non era la tua fidanzata, le ricordò bruscamente la voce nella sua testa.
 
- Che ne dite di  spostarci tutti in salotto? Propose la Signora Robbins. Ho fatto il tè ...
 
Prima di seguire il marito nell’altra sala, la donna sorrise a Callie che non poté non notare la somiglianza con la figlia. Arizona si incamminò a sua volta fino a che non si accorse che Callie era rimasta immobile. Si voltò verso di lei guardandola incuriosita.
 
- Non vieni?               
 
- No. Ho ancora alcuni dettagli di cui occuparmi, le spiegò. Va’ e goditi la tua famiglia, ci rivediamo dopo.
 
Arizona mantenne lo sguardo accigliato su di lei per alcuni secondi prima di voltarsi e seguire i passi dei suoi genitori.
 
Callie la guardò allontanarsi, poi si girò verso gli altri due uomini.
 
- Potete andare ragazzi, disse loro. Ci penserò io qui.
 
- D’accordo, rispose Al’.
 
- Un'ultima cosa, li fermò Callie prima che oltrepassassero la porta.
 
Fece qualche passo e si chinò leggermente verso Al’ di modo che fosse l'unico a sentire cosa avrebbe detto.
 
- Potresti andare a dare un'occhiata al furgone assicurandoti che Mark e Lexie non facciano nulla che vada al di fuori del loro lavoro ...
 
Il giovane abbozzò un sorriso malizioso prima di annuire e congedarsi.
 
Callie sospirò, pensando che in effetti c'era un’alta probabilità che il suo migliore amico e la sua amichetta approfittassero del turno di notte per occuparsi di molto di più della semplice sorveglianza.
Si voltò di scatto e si diresse passo dopo passo verso il soggiorno.
 
Si fermò sul ciglio della porta, con discrezione, per osservare Arizona immersa nella conversazione con i suoi genitori. Non poté non sorridere alla vista del volto illuminato della bionda, così realizzò che aveva fatto bene a cedere alle richieste della donna. Certamente questa scappatella le aveva procurato molte più grane ma era disposta a fare qualsiasi cosa per vedere apparire quel sorriso su quel volto. Qualsiasi cosa...
 
Dopo averla osservata per qualche attimo, decise di lasciare loro un po’ di tempo per stare insieme, così andò ad ispezionare l’abitazione.

 
 
*
 

 
- Penso che sia ora di cenare, esclamò la signora Robbins, alzandosi dal divano sul quale stava seduta in compagnia della figlia e del marito.
 
- Vado a cercare Callie, la informò Arizona alzandosi a sua volta.
 
- Lascia stare, me ne occupo io, disse il colonnello Robbins intimandole di rimanere dov'era, con un gesto della mano.
 
L’uomo lasciò la stanza prima che la figlia potesse ribattere. Arizona lo vide allontanarsi. Si imbronciò e ciò non passò inosservato alla madre che le si sedette accanto.
 
- Questa Callie, cominciò la signora Robbins, è speciale, non è vero?
 
Arizona perse immediatamente quell’espressione imbronciata lasciando il posto ad una stupita.
 
- Cosa intendi per speciale? chiese con esitazione.
 
- Da quando  l’hai incontrata non la smetti di parlare di lei, precisò Barbara. E quando qualcuno la nomina, il tuo volto s’illumina e quel sorriso idiota appare.
 
Arizona si lasciò scappare una risatina prima di scuotere la testa.
 
- Siamo amiche ...
 
- E’ così che si definiscono le amanti della vostra generazione? La stuzzicò Ms. Robbins.
 
- Ti assicuro che non c'è nulla fra di noi, sospirò Arizona.
 
Questa conversazione cominciava ad infastidirla seriamente.
 
- Ti prego Arizona ...
 
- Cosa vuoi che ti dica mamma? Si esasperò alzandosi improvvisamente. Che mi piace moltissimo ma non può esserci nulla fra di noi perché non ho nulla da offrirle a parte un rapporto basato sulla segretezza e la menzogna?
 
Diede le spalle alla madre poi prese un respiro profondo.
 
Questi pensieri non avevano smesso di tormentarla ogni qual volta le passava per la testa che poteva esserci qualcosa  con Callie. E tutte le volte era giunta alla stessa conclusione: Callie meritava di meglio che essere lo scandaloso segreto del Presidente. Molto meglio ...
 
- Sapevo molto bene quello che avrei perso diventando Presidente, continuò con più calma. E Callie me lo ricorda costantemente, solo che ...
 
Sentì sua madre sospirare e alzarsi per poi metterle una mano sulla spalla per confortarla.
 
- Hai sacrificato molto per la felicità degli altri, disse. Hai il diritto di essere felice a tua volta ...
 
 
Le accarezzò dolcemente il braccio, poi si allontanò verso la cucina prima voltarsi un’ultima volta verso la figlia che non si era mossa di un centimetro e sembrava assorta nei suoi pensieri.
 
- Mi aiuti ad apparecchiare? Le chiese.
 
 

*
 

 
Il Colonnello Robbins non ebbe molta difficoltà a trovare Callie. Era nel giardino sul retro ad ispezionare i vari recinti che circondavano la casa.
 
- Sa, disse, apparendole alle spalle, io sono un ex Marine, so come proteggere la mia casa dagli intrusi ... soprattutto quando mia figlia, che è il Presidente degli Stati Uniti, decide di correre il rischio per venire farci visita.
 
Callie sobbalzò leggermente quando sentì la voce grave del Colonnello. Era così concentrata al fine di garantire che non vi fosse alcuna falla nel suo piano di sicurezza che non l’aveva sentito arrivare.  
 
- Mi dispiace, si scusò nervosamente, non volevo in alcun modo mettere in discussione le vostre abilità. E’ solo che ­
 
- E’ il suo lavoro, concluse il signor Robbins.
 
Callie lo vide abbozzare un sorriso che le fece capire che aveva inteso male le parole dell’uomo.  
 
- Proprio così, rispose lei.
 
- Non scusarti mai di proteggere mia figlia ...
 
L’uomo continuò ad avanzare lentamente fino a raggiungerla. Le si mise accanto, incrociò le braccia dietro la schiena e fissò la grande siepe davanti a loro.
 
Callie lo guardò qualche istante prima di seguirlo a ruota.
 
- Te ne fa vedere di tutti i colori, non è vero? chiese con un lieve sorriso.
 
Callie si lasciò sfuggire una risata nervosa prima di scuotere la testa divertita.
 
- Non ho mai visto nessuno con così poco istinto di sopravvivenza, rispose divertita.
 
Smise di ridere ma mantenne quell’espressione gioiosa ripensando alle tante volte che Arizona l’aveva fatta impazzire.
 
- E’ successo soprattutto all'inizio, quando era davvero difficile farle rispettare le regole, continuò. Ora va molto meglio ... anche se capita ancora che si fermi nel bel mezzo di una folla per raccogliere il disegno di una bambina e parlare con lei.   
 
A sua volta, il Colonnello rise; ciò portò Callie a rivolgergli uno sguardo sorpreso.
 
Era riuscita a far ridere l’uomo più impassibile che avesse mai conosciuto. Lei aveva fatto ridere il Colonnello Robbins, il padre del Presidente degli Stati Uniti. Il padre di Arizona ...
 
Ma l’orgoglio riportò nell’uomo quell’espressione seriosa che gli si addiceva.
 
- Io sono un marine, precisò con voce pacata. Mio padre era un marine ... Anche mio figlio Timothy era un marine ...
 
Callie tacque e attese che continuasse a parlare.
 
- Più generazioni dei Robbins hanno servito il paese, Agente Torres... Molti pensano mia figlia prenda il suo
nome dallo Stato, ma in realtà ricorda il sacrificio che mio padre ha fatto durante la battaglia di Pearl
Harbor ...             
 
- La USS Arizona, bisbigliò Callie, comprendendo dove volesse andare a parare.
 
Lei sorrise pensando a quanto il nome calzasse perfettamente alla persona che lo portava.
 
- , rispose il Colonnello Robbins. È morto salvando 19 persone dall'annegamento ... Si sacrificò per il suo paese, come mio figlio, morto alcuni anni fa in Iraq ...
 
- Mi dispiace, disse con sincerità Callie.
 
Si sentì un groppo in gola. Arizona le aveva raccontato un paio di settimane prima che suo fratello era morto, ma non le aveva mai raccontato quello che era successo. Era venuto fuori in una conversazione ma la bionda aveva rapidamente cambiato argomento. Callie aveva notato questo atteggiamento e non aveva osato chiedere di più per timore di riaprire vecchie ferite.
 
Ma ora che si trovava faccia a faccia con il colonnello, non poteva fare a meno di maledirsi nel non aver  cercato di saperne di più. Perché se c'era una persona che poteva comprendere ciò che si provava nel perdere ingiustamente qualcuno di caro, quella era lei...
 
- Quello che voglio dire, proseguì il Signor Robbins, è che la mia famiglia ha sempre messo la nazione
prima di tutto il resto ... E mia figlia è diventata Presidente del paese … non potrei essere più orgoglioso ...
 
L’uomo si fece scappare un sospiro insoddisfatto che era in totale contraddizione con le sue parole.
 
- Tuttavia lo ammetto, Agente Torres, avrei preferito che scegliesse una carriera completamente diversa perché avrei volito che almeno uno dei miei figli avesse una vita tranquilla in completa sicurezza.
.
Callie si voltò di scatto verso di lui per guardarlo in faccia e notò che aveva perduto quel suo fare pretenzioso, quella corazza che lo faceva sembrare un uomo d’acciaio senza cuore.
 
- Voleva diventare medico, le disse. Era pronta per entrare alla facoltà di medicina quando un giorno, ci fece sapere che i suoi piani erano cambiati completamente ...
 
Callie rimase in silenzio per qualche secondo, assorbendo gradualmente tutte le informazioni che aveva appena appreso su Arizona.
 
Si rese conto in quel momento che l'altra donna era un totale mistero per lei e che dietro quel magnifico sorriso vi erano sicuramente nascoste molte sfide.
 
- Due settimane fa, disse dopo un momento di silenzio, un uomo ha fatto irruzione in un ospedale di Seattle, ha ucciso due medici ed ha ferito una trentina di persone ...
 
Fece un respiro profondo poi continuò:
 
- Ha ragione quando dice che sua figlia ha scelto una professione in cui la sua vita si trova spesso in pericolo, ma quali erano le probabilità ­ i rischi per quei medici che sono morti sul posto di lavoro? Chi entra in un ospedale per sparare a persone che salvano vite umane?
 
Lasciò trascorrere alcuni secondi durante i quali il colonnello Robbins sembrava riflettere su quelle parole.
 
Proseguì:
 
- E’ vero che i rischi a cui è esposta sono molto più alti, ma è per questo che sono qui ... sono qui per garantire che tali rischi restino tali: rischi ... Non ho mai fatto il militare e forse non conosco cos’è il vero sacrificio ma, quello che so, Colonnello, è che farei qualsiasi cosa per proteggere vostra figlia. Darei la mia vita per lei ...
 
Callie non aveva idea di come fossero arrivati ad affrontare una conversazione così profonda, ma sapeva che sentiva il bisogno di mostrare al padre di Arizona che era pronta a tutto per lei. Lei aveva bisogno che lui sapesse che sua figlia sarebbe sempre stata la sua prima priorità. Sempre. Non importava ciò che sarebbe potuto accadere ...
 
Il colonnello Robbins si voltò verso Callie. Quest'ultima sentì l’agitazione crescere ancor di più quando notò il modo in cui la fissava. I suoi occhi blu oceano, identici a quelli di sua figlia, la fecero sentire come sottoposta alla macchina della verità.
 
- Avrebbe avuto una straordinaria carriera nella marina, Agente Torres, dichiarò alla fine il Signor Robbins.
Ha l'animo di un leader ...
 
Un sorriso apparve sul suo volto quando si accorse dello shock che provocarono le sue parole al viso di Callie.
 
 
 
- Dovremmo andare, disse. La cena non dovrebbe tardare ad arrivare e mia moglie tende ad essere molto più severa di me quando si tratta di cenare ..
 
Fece un passo indietro e cominciò a muoversi verso la vetrata che portava verso l'interno della casa, quando notò l'esitazione di Callie.
 
- Vado a riunire la mia squadra che si trova in giardino, disse. In questo modo potrete avere del tempo per voi...
 
- Non è molto educato rifiutare un invito a cena Agente Torres, rispose il signor Robbins. E poi credo che la sua presenza sia necessaria per la sicurezza di mia figlia. Non mi ha appena detto che avrebbe fatto tutto il possibile per proteggerla?
 
Callie si morse il labbro inferiore facendo scorrere una mano sulla sua nuca mostrando un certo imbarazzo.
 
- Non vorrei intromettermi ...
 
- La prego, rise il Signor Robbins, lei ha permesso che questa cena si potesse svolgere. Il minimo è
che vi partecipi...
 
Callie finì per lasciarsi convincere così annuì lentamente prima di seguirlo dentro al salotto dove Arizona era intenta ad apparecchiare la tavola. Il Signor Robbins andò in cucina per raggiungere la moglie mentre l’Agente rimase nella stanza in cui si trovava la bionda.
 
- Se qualcuno mi avesse detto che un giorno avrei visto il nostro Presidente apparecchiare la tavola ... la prese in giro, avvicinandosi un po’ di più.
 
Arizona si voltò verso di lei e sorrise immediatamente. Era un gesto oramai divenuto sistematico quando Callie si trovava nella sua stessa stanza. Le bastava vedere la bruna per farle apparire quel sorrisino idiota.
 
- E se venissi ad aiutarmi invece di prendermi in giro? Ribatté porgendole una pila di coperchi.
 
- Ai suoi ordini, Signora Presidente, rispose Callie prendendoli fra le mani.
 
La bionda la sfiorò senza volerlo; ciò portò il suo cuore a perdere inaspettatamente un battito.
 
Arizona non restò indifferente a quel tocco, mantenne infatti il suo sguardo su di lei ancora qualche secondo più del necessario prima di rifocalizzarsi sul compito che sua madre le aveva dato.
 
 

*
 

 
Callie si rigirava per l'ennesima volta nel letto che occupava, finendo nuovamente sdraiata sulla schiena a guardare il soffitto.
 
Continuava a ripensare alla serata che aveva appena passato con la famiglia Robbins e più ci pensava, meno riusciva a prendere sonno.
 
Aveva trascorso una piacevole serata in loro compagnia. L’essere calorosi e gentili erano caratteristiche non solo di Arizona, ma di tutta la famiglia.
 
La cena si era svolta in un clima conviviale. Lei aveva raccontato degli aneddoti su Webber al colonnello Robbins che, da ciò che aveva capito, aveva fatto il servizio militare con lui, e poi aveva condiviso alcune ricette culinarie con la signora Robbins.
 
Abbozzò un sorriso ripensando al modo in cui si era inalberata Arizona quando le aveva chiesto, con un tono stupito, se sapesse cucinare.
 
Per Callie la serata era stata perfetta.
 
Semplicemente troppo perfetta ...
 
Perché era quasi arrivata a dimenticare il motivo della sua presenza lì. Aveva dimenticato che lei era lì per lavoro, che aveva cenato con i Robbins perché doveva proteggere la loro figlia. La loro figlia che altri non era che il Presidente degli Stati Uniti d'America.
 
Invece, aveva la sensazione di aver cenato con i genitori di un’ amica, o anche ­ e si detestava per averlo pensato ­ della sua ragazza.
 
Arizona e lei avevano passato la serata flirtando. Avevano scherzato insieme, si erano prese in giro e si erano scambiate molti sguardi. E tutto ciò  aveva il dono di rendere Callie ancora più confusa di quanto già non fosse.
 
Perché a lei non sarebbe dovuto piacere passare del tempo con la famiglia del Presidente degli Stati Uniti. Non avrebbe dovuto sentire una fitta di cuore parlando con la madre della stessa pensando a quanto le sarebbe potuta mancare la figlia.
 
Non le sarebbe dovuta interessare l'approvazione del padre, chiedendosi se gli sarebbe potuta piacere, se sarebbe potuta essere giusta per Arizona secondo lui.
 
E soprattutto, lei non avrebbe dovuto immaginare some sarebbe stata la sua presenza in quella casa, non come un’agente della sicurezza che dorme in una delle camere da letto, ma come una persona che condivide la vita e la stanza con la figlia ...
 
Tirò un sospiro. Callie non sentì i colpi contro la porta della stanza e non la vide aprirsi mostrando un’Arizona con in dosso il pigiama.
 
- Calliope? sussurrò quest'ultima.
 
La bruna notando una presenza si alzò subito, quando vide la sua sagoma emergere dal buio.
 
- Arizona? Esclamò preoccupata. Tutto bene?
 
La luce naturale che filtrava attraverso la finestra permise ad Arizona di vedere l’agente afferrare la pistola poggiata sul comodino.
 
- Tutto bene, la rassicurò sollevando entrambe le braccia. Mi dispiace, non volevo metterti paura ...
 
A Callie sfuggì un sospiro di sollievo e si lasciò cadere sul letto
 
-  Che cosa succede?
 
- Niente, affermò Arizona. E’ solo che ­ non dormo ...
 
Si guardarono in silenzio per qualche secondo prima che la bionda non fece un passo indietro verso la porta.
 
- Non volevo disturbarti, mi dispiace ...
 
- Aspetta! Esclamò Callie mentre l’altra si accingeva a voltarle le spalle. Nessun disturbo, non dormivo ...
 
La bruna le fece cenno con la testa invitandola a sedersi sul letto.
 
Arizona la fissò qualche istante prima di ripercorrere i suoi passi, raggiungere il letto e sdraiarsi lentamente accanto a lei. Callie la vide poggiarsi di schiena adottando la stessa posizione che aveva lei prima che la donna entrasse.
 
Dopo un attimo di esitazione, si lasciò andare contro la testiera del letto per poi voltarsi verso la bionda prima di raddrizzarsi sul gomito, in modo da poterla guardare. Questa vicinanza era una tortura per entrambe. Una tortura che non riuscivano ad impedire nonostante tutto.
 
Avevano fatto un grande sforzo per mantenere la loro relazione puramente platonica, era semplicemente impossibile per loro non avvicinarsi l’una all’altra.
 
Callie fece un respiro profondo e si costrinse ad ignorare le farfalle che prendevano vita nel suo stomaco. Lottò con tutte le sue forze per non far scivolare la sua mano libera tra i capelli biondi sparpagliati sul cuscino accanto a lei, accontentandosi solo di contemplare la donna sublime sdraiata al suo fianco.
 
- Questa era la stanza di mio fratello, la informò Arizona continuando ad osservare il soffitto.
 
Callie rimase in silenzio in attesa che la ragazza continuasse. Nelle ultime settimane aveva compreso che Arizona aveva una grossa difficoltà ad esternare i suoi sentimenti e che non bisognava affrettare le cose costringendola a parlare.
 
Così rimase zitta, accontentandosi di osservarla mentre la bionda voltò la testa verso di lei per incrociare il suo sguardo.
 
- Mi fa sempre strano ritornare qui senza di lui, le confidò. Fra poco saranno ben 7 anni che se n'è andato eppure sento ancora forte la sua mancanza ...
 
- Non si possono mai dimenticare le persone che abbiamo amato, Arizona, rispose Callie.
 
Riportò la sua attenzione al soffitto e sentì un tuffo al cuore quando vide la tristezza che si fece spazio sul suo volto.
 
- E' per questo motivo che mi sono buttata in politica, affermò Arizona dopo un momento di silenzio.
 
Non sapeva perché stava confessando quel segreto a Callie. Neppure i suoi genitori ne erano al corrente. Non capiva cosa accadeva quando si trovava in compagnia della bruna, ma ciò di cui era pienamente consapevole era che Callie era riuscita a conquistare la sua fiducia senza alcuno sforzo.
 
Si sentiva bene in sua compagnia.
 
Era se stessa…
 
- Volevo diventare un chirurgo. Ero pronta ad iniziare la facoltà di medicina, proseguì, poi mio fratello è morto e ho deciso di lanciarmi in politica ... volevo cambiare il mondo, renderlo più sicuro, renderlo migliore ... Volevo onorare mio fratello rendendo migliore il paese che ha difeso per anni.
 
Ancora una volta, la bionda roteò la testa di lato in modo da poter  guardare Callie che non aveva smesso un attimo di osservarla.
 
- E’ sciocco, non è vero? le chiese con un amaro sorriso
 
- No, rispose Callie. Al contrario, trovo sia ammirevole ...
 
- Ti prego Calliope, ridacchiò Arizona.
 
- Non sto scherzando, te lo assicuro. Non  lo dico per farti piacere. Lo penso davvero... Se pensi di essere sciocca per aver scelto la tua professione per onorare qualcuno che ami, allora lo sono anche io
 
Arizona perse il sorriso mostrando un’espressione cupa; restò in silenzio a riflettere sul significato della frase appena udita.
 
- Calliope ... sussurrò dolcemente, invitandola a confidarsi.
 
Callie sospirò distogliendo lo sguardo da quegli occhi blu. Proprio come l’altra donna, si distese fissando il soffitto.
 
- Quando ero al liceo, i miei genitori e mia sorella sono stati uccisi, raccontò con la voce spezzata.
Erano tutti e tre in banca per aprire un nuovo conto di risparmio per i diciotto anni di Aria quando la rapina ha avuto luogo. La situazione si è messa male e loro non ce l’hanno fatta ...
 
Sentì un groppo in gola per l’emozione; le si formava sempre quando pensava alla sua famiglia.
 
Deglutì prima di continuare.
 
- Dopo la laurea, mi sono iscritta all'accademia di polizia per entrare successivamente in tempi brevi  al FBI ... Non ero forse in grado di salvare i miei familiari o di rendere loro giustizia da sola, ma potevo fare in modo che quello che era successo a loro non accadesse di nuovo. O almeno provarci ...
 
Lasciò passare qualche secondo prima di raddrizzarsi di nuovo sui gomiti e perdersi negli occhi azzurri di Arizona.
 
- Quello che voglio dire è che quando si perde qualcuno, è più facile lasciarsi sopraffare dal dolore piuttosto che cercare di alzarsi e rendere loro omaggio con le nostre azioni... Quindi sì, Arizona, penso che sia ammirevole quello che hai fatto ... Certo, può apparire sciocco, ma resta il fatto che questo è ammirevole e coraggioso ...
 
Arizona non lasciò per un attimo il suo sguardo mentre lentamente assimilava quelle parole.
 
- Sei incredibile, sussurrò.
 
La vide distogliere sguardo, imbarazzata; ciò rafforzò quello che aveva appena finito di dire. 
 
Quella donna era semplicemente straordinaria e quello che era davvero incredibile era che lei non se ne rendesse neppure conto.
 
Tuttavia, come accadeva quasi sempre quando si trattava di Callie, Arizona tenne quei pensieri per sé.
 
- Hanno trovato gli assassini?
 
- No, affermò Callie. Non sono mai stati identificati ...
 
- Mi dispiace Calliope, rispose Arizona con voce triste. Nessuno dovrebbe vivere una perdita così terribile ... soprattutto non una persona come te ...
 
- Grazie, rispose semplicemente la bruna.
 
Si immersero nuovamente l’una negli occhi dell’altra  e così rimasero in silenzio per un lungo momento.
 
Dopo pochi minuti, gli occhi di Arizona si posarono sull’avambraccio di Callie sul quale la bruna poggiava la testa e poté notare la lunga cicatrice che aveva già intravisto prima. Senza pensare a ciò che stava per fare, dolcemente alzò una mano e gliela accarezzò delicatamente.
 
Callie sentì un brivido percorrerle il braccio e abbassò lo sguardo  verso la mano di Arizona.
 
- La prima pallottola che ho preso, precisò con un lieve sorriso.
 
Vide Arizona sollevare di nuovo lo sguardo senza però togliere la mano dal suo braccio.
 
- Cosa è successo? chiese incuriosita.
 
Più aspetti conosceva di Callie Torres più ne rimaneva affascinata. Voleva sapere tutto di lei, dettagliatamente.
 
Voleva migliaia di conversazione come quella che stavano avendo. Trascorrere ore a parlare, a ridere o semplicemente a godere della compagnia dell'altra donna. Voleva ricostruire quella bolla dove solo loro due erano importati, dove il fatto che era la Presidente degli Stati Uniti non contasse nulla. Voleva condividere tutto con la bellissima donna sdraiata al suo fianco. La sua risata, le sue lacrime, le sue speranze. Voleva avere l'opportunità di godere per ore di quel sorriso smagliante, della sua risata accattivante, della sua voce melodiosa e del suo sguardo seducente.
 
Voleva Callie. Semplicemente ...
 
- In quel momento ero ancora una semplice recluta del FBI, raccontò sorridendo. Il mio collega ed io eravamo stati assegnati al caso di un serial killer dell’Idaho (stato degli USA) che smembrava le sue vittime...
 
- John lo Squartatore, dedusse Arizona amareggiata ricordando perfettamente il caso che aveva traumatizzato il nord­ovest del paese.
 
- Esatto, confermò Callie. Mi fecero lavorare con questo ragazzo, George. Adorabile e affascinante ma super maldestro ... Insomma, il nostro capo unità ci aveva mandato a perlustrare alcuni sentieri dove lo Squartatore era stato visto per l'ultima volta e quando siamo arrivati sul luogo, George udì un rumore che lo mandò in preda al panico e accidentalmente premette il grilletto della sua pistola, che era puntata su di me ...
 
Arizona la osservò in silenzio prima di scoppiare in una sonora risata.
 
- Spero tu stia scherzando? ansimò tra le risa.
 
- Magari, rispose Callie divertita.
 
La risata di Arizona era semplicemente meravigliosa ed era impossibile non unirsi a lei ogni volta che la si sentiva ridere.
 
- Speravo che la storia del mio primo infortunio sarebbe stata più tosta, ma purtroppo non si può avere sempre ciò che si vuole ...
 
- Se fossi in te mi inventerei una bugia in futuro, scherzò Arizona. Per non sfatare il mito della tosta Agente Torres…
 
- La tua compassione va dritta al mio cuore, rispose sarcasticamente Callie lasciando scivolare la testa sul cuscino.
 
Solo pochi centimetri separavano ora il suo volto da quello di Arizona ed il suo cuore cominciava a perdere il controllo. Tuttavia, lei non si mosse, completamente catturata dallo sguardo luminoso della bionda.
 
- Tu mi dai l'impressione di non aver paura di nulla, mormorò Arizona la cui voce non era diventata che un sussurro.
 
- Ti sbagli, bisbigliò Callie. Mi capita di avere paura ...
 
- Di cosa potrebbe aver paura qualcuno come te? Chiese la bionda lentamente.
 
A questa domanda seguì un nuovo momento di silenzio durante il quale rimasero ad osservarsi.
Callie ripensò alla domanda perdendosi negli occhi azzurri dell’altra donna. Arizona sembrava aspettarsi una risposta da lei, risposta della quale fu realmente a conoscenza in quel preciso momento.
 
- Ho paura per te, ammise alla fine.
 
Arizona sentì un'ondata di emozioni scuoterla al cospetto della bellezza e della sincerità delle parole di Callie. La sua gola si strinse e si ritrovò incapace di dire anche una semplice parola.
 
Callie la vide sollevarsi lentamente e avvicinare delicatamente il viso al suo. Si irrigidì immediatamente chiedendosi se la stesse per baciare, ma la bionda deviò il percorso delle sue labbra per poi posarle contro la sua guancia. Quel contatto fu elettrizzante e delizioso e quando percepì la bocca della bionda allontanarsi, ebbe un mancamento.
 
Arizona si allontanò lentamente dal viso di Callie. Poggiò la testa sul suo stesso cuscino portando le loro fronti a sfiorarsi lievemente e il loro respiro a mescolarsi.
 
- Grazie, sussurrò dolcemente.
 
- Perché? Chiese Callie, leggermente stordita da ciò che era appena successo.
 
- Per esserci, rispose Arizona. Per essere ... tu...
 
Callie, silenziosa, annuì delicatamente contro la sua fronte. Arizona chiuse dolcemente gli occhi godendo della sensazione di pienezza che l’aveva invasa.
 
Un'altra caratteristica unica di Callie.
 
- Posso dormire con te? Le chiese con voce appena udibile.
 
Aprì gli occhi quando si rese conto di quello che aveva appena detto. Quelle parole le erano venute fuori dal nulla eppure lei le pensava sinceramente.
 
- Arizona .. cominciò Callie.
 
- E’ solo che ­
 
Tirò un sospiro prima di continuare:
 
- L'unica volta che sono effettivamente riuscita a dormire era quando ero con te ...
 
Quella confessione aveva toccato il cuore di Callie che non poteva non mostrare un sorriso fiero.
 
- Davvero?
 
­ Si ...
 
Il sorriso di Callie si allargò e le sue ultime reticenze scomparvero.
 
- I tuoi genitori non si preoccuperanno nel trovarti qui?
 
- Farò in modo di tornare in camera mia prima che si sveglino, le assicurò Arizona.
 
 
 
 
- Va bene ...
 
 
Callie la vide chiudere gli occhi poco a poco e sentì la stessa sensazione che aveva avuto la settimana prima, quando la bionda si era addormentata tra le sue braccia.
 
Un senso di felicità inestimabile la fece sorridere senza motivo.
 
Rimase così per alcuni minuti, il suo viso a pochi centimetri da quello di Arizona, il suo corpo quasi a toccare l’altro; la guardò addormentarsi.
 
Poi si lasciò sprofondare in un sonno profondo, pensando che sarebbe stato davvero bello addormentarsi con  Arizona al suo fianco tutte le notti ...















**Nel precedente capitolo Arizona raccontava a Calllie la scena più romantica che aveva visto in tv/cinema. Sono andata a vedere il film (no, non avevo mai visto spiderman) per comprendere meglio la scena descritta prima di buttarmi nella traduzione di questa.
Spesso la mia visione delle cose si discosta da quella della massa perciò ... perchè non mi fate sapere qui/in pvt/su twitter o tramite il mezzo che vi è più congeniale, un film che pensate contenga la scena "più romantica di sempre", come la definiva Arizona...
Personalmente guardo altri generi di film ma ... perchè non immergersi nel mondo di qualcun altro e vedere cosa risulta romantico per ognuno di voi.
Persone diverse, pareri diversi. C'è sempre da apprendere.
Ci avrò guadagnato in cultura cinematografica al massimo.
Li guarderò tutti prima o poi.

Buon proseguimento di serata.



-S.E.-

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Buona lettura
 
 
Capitolo 14
 
 
 
 
- Sei in un guaio incredibile! Sbuffò Mark.
 
Callie lo guardò ironicamente prima di portare alle labbra il suo terzo shot di tequila e buttarlo giù in un solo sorso. Era seduta al tavolo del bar di Joe con il suo migliore amico al quale aveva appena detto ciò che era accaduto a Chicago.
 
Non pensava che avrebbe mai raccontato a qualcuno i sentimenti che provava per il Presidente degli Stati Uniti e ciò che era successo durante il suo soggiorno a casa Robbins, ma stava impazzendo. Stava diventando completamente pazza ...
 
Perché il giorno prima si era svegliata con una sensazione di benessere mai conosciuta fino a quel momento. Nonostante si fosse addormentata ad una distanza ragionevole da Arizona, si era svegliata sentendo il viso della bionda contro il suo collo, mentre il suo respiro meravigliosamente torturava la sua pelle. Le gambe dell’altra donna si erano aggrovigliate alle sue e le sue braccia le circondavano la vita.
 
Non aveva mai sperimentato una sensazione così meravigliosa nella sua vita. Senza rendersi conto dell’atto che stava compiendo, fece scivolare una mano tra i capelli di Arizona e rimase alcuni minuti ad accarezzarli,  godendo pienamente della sensazione d’euforia che le donava quel contatto.
 
Fino a che Arizona non si svegliò.
 
L’aveva sentita muoversi lentamente, seppellendo il naso ancora un po’ di più contro il suo collo. Un brivido l’aveva attraversata quando la sentì sospirare e percepì il sorriso della bionda sulla sua pelle.
 
In quel momento Arizona finalmente aprì gli occhi e le mormorò un "buongiorno" al quale la bruna rispose con lo stesso tono. Rimasero immobili per lunghi secondi, accontentandosi semplicemente di guardarsi fino a che un rumore proveniente dal corridoio non attirò la loro attenzione e Arizona si precipitò nella stanza dove avrebbe dovuto dormire.
 
Aveva abbandonato la stanza in fretta, lasciando Callie frustrata. Poi, quando si erano rincontrate pochi minuti dopo, aveva fatto come se nulla fosse successo, come al solito. Solo che Callie era sempre più confusa. Confusa sui suoi sentimenti che si facevano sempre più ingestibili. Confusa dagli atteggiamenti di Arizona che per un istante le facevano credere una cosa per poi farle intendere tutto il contrario un attimo dopo.
 
Sì, Callie era completamente sconvolta dopo quel famoso viaggio a Chicago perché ogni volta che vedeva  Arizona, il suo cuore le dava l'impressione di stare per fermarsi da un secondo all’altro. Ogni volta che la intravedeva, lei non aveva che una voglia, quella di prenderla tra le braccia e lasciarsi avvolgere dal suo profumo squisito.
 
Arizona le sorrise e tutto ciò che desiderava era coprire la distanza tra loro a baciarla.  Lei la guardò e Callie s’immaginò di trascorrere ore annegando nei suoi bellissimi occhi azzurri.
 
Arizona Robbins era diventata l'unico pensiero che occupava la sua mente e non poteva sopportarlo.
 
Questo fu il motivo che la portò a raggiungere il bar di Joe, il giorno dopo il suo ritorno da Chicago, per cercare di dimenticare quei sentimenti sempre più difficile da ignorare, che provava per l'ultima persona per la quale avrebbe dovuto provarli.
 
- Lo so molto bene, mormorò bevendo un altro shot.
 
- Che cosa hai intenzione di fare? Chiese Mark, fissandola con aria inquieta.
 
- Non lo so, rispose sospirando.
 
Afferrò l'ultimo bicchiere pieno che aveva davanti e lo buttò giù in un solo sorso.
 
- So che nulla può accadere tra noi, continuò, ne sono pienamente consapevole ... ma quando sono con lei, Mark, mi dimentico di tutto ... io- ­ Io perdo la ragione! Io-­ Lei è un’ossessione! Non riesco a smettere di pensare a lei ... Per tutto il tempo!
 
- Sembra tu sia parecchio innamorata, constatò l’uomo.
 
Quella osservazione la fece trasalire; così, sconfitta, lasciò cadere la sua testa sul tavolo.
 
- Che sto facendo Mark? Chiese disperata.
 
Mark la guardò con compassione. Non l’aveva mai vista così, neanche quando intratteneva una relazione stabile. Aveva avuto Arizona Robbins fra le sue braccia ma ancora non era successo niente tra di loro. Com’era possibile provare qualcosa di così forte per qualcuno con cui non c’era stato nulla? Era davvero un mistero per lui. Ma era consapevole  del fatto che la sua migliore amica era infelice ed era fuori discussione lasciarla consumarsi per una donna con la quale avrebbe perso già in partenza.
 
- Sai come si dice? Esclamò con tono malizioso. Per dimenticare una persona niente è meglio di sostituirla con un’altra.
 
Fece un cenno verso il bancone dove la cameriera, Jasmine, era occupata a servire dei clienti.
 
Callie si raddrizzò leggermente e la osservò per alcuni secondi prima di tirare un profondo sospiro.
 
- Quindi, secondo te, il modo migliore che ho per dimenticare Arizona è farmi un’altra donna?
 
- Proprio così!
 
- E’ così semplice?
 
- Semplice proprio come a dirsi, affermò.
 
Dopo aver guardato ancora per qualche istante la cameriera, si alzò lentamente dalla sedia, sotto lo sguardo trionfante del suo migliore amico, e indossò la giacca.
 
- Vado a casa ... lo informò, facendo perdere così quel sorrisetto beffardo a Mark.
 
Poteva essere una soluzione funzionale per lui, ma per Callie, anche solo l’immaginarsi con Jasmine, non faceva che intensificare il suo desiderio di essere con Arizona.
 
Dopo un ultimo sguardo in direzione del suo migliore amico, si diresse verso la porta del bar e uscì.
 
 
 
*
 
 
 
Il giorno dopo, con i postumi della sbornia, Callie entrò nello Studio Ovale. Come al solito, poggiò la tazza di caffè sulla scrivania di fronte ad Arizona e si lasciò cadere su una delle sedie frontali alla donna.
 
La bionda alzò lo sguardo dai fogli per posarlo sulla bruna e abbozzò un sorriso divertito quando notò la testata che diede.
 
- Buongiorno anche a te! Esclamò, con tono vivace.
 
Callie chiuse gli occhi e si massaggiò le tempie doloranti.
 
- Ti prego, evita di parlare ad alta voce, la supplicò; Arizona rise nell’udire quelle parole.
 
- Serata intensa? Chiese quest’ultima.
 
- Non ne hai idea, rispose Callie.
 
Arizona la guardò seppellire il suo volto tra le mani e si morse le labbra per resistere a chiederle se era andata a buon fine. Ma la sua curiosità ebbe la meglio e così le domandò subito:
 
- Che cosa hai fatto?
 
- Ho iniziato col bere un bicchiere con Mark da Joe, disse con voce quasi soffocata. Ma poi un bicchiere si è trasformato ovviamente in una dozzina…
 
- Cercavi di annegare nell’alcol? Scherzò Arizona.
 
No, solo i miei sentimenti per te, pensò Callie. Si tolse le mani dal viso e guardò la donna di fronte. La donna che era responsabile del suo pessimo stato e che non smetteva di torturare ogni suo pensiero.
 
Quest'ultima continuò ad osservarla divertita, ignorando completamente l’umore di Callie.
 
- Sei cosciente del fatto che sono il tuo datore di lavoro e che il solo fatto di presentarti nel mio ufficio sbronza è un motivo sufficiente per essere licenziata? Arizona la stuzzicò.
 
- Ti prego, ribatté Callie con una risata, sono troppo indispensabile per potermi licenziare, non oseresti pensarci.
 
Il sorriso di Arizona si spense lentamente udendo quelle parole. Perché erano assolutamente vere. Il suo Capo della Sicurezza le aveva dette scherzosamente, ma non poteva aver centrato meglio la questione…  Callie era diventata indispensabile.
 
- Dato che sono troppo gentile e fantastica, disse Arizona ignorando volutamente di rispondere a quello che aveva appena sentito, farò di tutto per risparmiarti oggi. Lo prometto ...
 
- Quanta bontà! Rispose Callie con tono beffardo.
 
Un rumore alla porta risuonò e informò loro che qualcuno aveva bussato. Callie non aveva la forza di voltarsi per vedere chi era entrato, ma chiuse gli occhi e strinse i denti quando riconobbe la voce stridula di April Kepner lanciare un "buongiorno!".
 
- Non ha per niente un bell'aspetto, Agente Torres! Esclamò con un sorriso.
 
Nuovamente, Callie sorrise prima di guardarla ed indirizzarle un’occhiataccia.
 
- La tua voce è sempre così? Chiese.
 
- Così come? Domandò April, aggrottando la fronte.
 
- Fastidiosa ... rispose Callie, massaggiandosi le tempie.
 
Arizona scoppiò in una risata che riuscì a trasformare in un colpo di tosse quando April le lanciò uno sguardo assassino. Quest'ultima ignorò le osservazioni offensive dell’ Agente Torres e si rivolse alla Presidente.
 
- Johanne ha chiamato di nuovo, la informò con tono annoiato. Desidera che la richiami.
 
Non attese risposta e lasciò lo Studio senza dimenticare di lanciare un ultimo sguardo feroce a Callie.
 
Arizona attese che la porta si chiudesse prima di voltarsi verso la Latina.
 
- Sei davvero cattiva con lei! La rimproverò senza smettere di sorridere.
 
- Ti prego, la sua voce stridula è una vera tortura per tutti, rispose Callie. Quindi immaginati dopo una sbornia ...
 
La vide scuotere il capo con aria stizzita prima di dedicare la sua attenzione ai documenti di cui si stava occupando prima che la bruna arrivasse. Callie la guardò in silenzio qualche secondo prima di riprendere la parola:
 
- Chi è Johanne? Chiese.
 
Arizona smise di scrivere per un attimo prima di continuare.
 
- Un’amica del college, rispose senza sollevare lo sguardo.
 
Callie notò il suo cambiamento di atteggiamento ma decise di non dire nulla e si alzò dalla sedia.
 
- E’ meglio che io vada a lavorare, esclamò con un sorriso.
 
Arizona finalmente la guardò e sorrise a sua volta.
 
- Cerca di non addormentarti sulla scrivania, le consigliò con una punta di ironia.
 
- Farò del mio meglio, rispose Callie. Ci vediamo dopo ...
 
- Ci conto... sempre.
 
Callie le rivolse un ultimo sorriso prima di darle le spalle e allontanarsi verso la porta. Quando fu sicura che Arizona non potesse vederla, perse la sua espressione allegra e tirò un profondo respiro.
 
 
 
*
 
 
 
Nel tardo pomeriggio, Callie si ritrovò a fissare la porta che conduceva all’ufficio di Arizona, esitando a bussare.
 
Non l’aveva vista per tutto il giorno perché aveva trascorso tutto il suo tempo nel suo ufficio per recuperare il lavoro arretrato che aveva continuato ad accumularsi nelle ultime settimane.
 
Di solito, trovava tra i suoi agenti una matricola alla quale affidare tutti gli aspetti amministrativi del suo lavoro, ma quel giorno se ne occupò di persona. Aveva trovato così la scusa perfetta per evitare Arizona per il resto della giornata ...
 
La Presidente l’aveva chiamata, come d’abitudine, all'ora di pranzo per mangiare insieme, ma lei declinò l’invito dicendo che era enormemente occupata mentre la verità era che non riusciva a comportarsi come se nulla fosse accaduto fra loro.
 
Chicago era stata la conferma, quella che l’aveva definitivamente distrutta e che le aveva dato prova che non poteva convivere con questa attrazione nei confronti di Arizona. Così, invece di incontrare colei che occupava tutti i suoi pensieri, si chiuse in ufficio e si buttò a capofitto su quelle scartoffie.
 
Solo che, a fine giornata, si era resa conto che Arizona le mancava. Tuttavia trovarsi in sua presenza e non essere in grado di dichiararle quello che provava era così difficile tanto quanto sopportare la sua assenza.
 
Così lasciò il suo ufficio e si diresse verso l'ala presidenziale, fino a raggiungere le doppie porte dello Studio Ovale. Tirato un profondo respiro, bussò per poi entrare nella stanza.
 
- Ehi, la salutò Arizona regalandole un enorme sorriso.
 
Callie non ebbe tempo di rispondere che la sua tristezza scomparve all'improvviso. Era uno dei poteri che la bionda aveva su di lei, riusciva a migliorare il suo stato d’animo solo con uno dei suoi sorrisi.
 
- Ehi, rispose, avanzando verso la sedia dalla quale si era alzata quella mattina.
 
Si sedette su di essa e guardò verso Arizona che non le toglieva gli occhi di dosso.
 
- Non ti ho vista tutto il giorno, osservò quest’ultima con tono di rimprovero. Cerca di evitarmi Agente Torres?
 
Callie la vide pronunciare quella domanda mordendosi il labbro inferiore; questo le fece nuovamente sentire le farfalle nello stomaco.
 
- Se le dicessi di sì, cosa farebbe Signora Presidente? Rispose con lo stesso tono malizioso.
 
Flirtare con Arizona era diventato normale.. Era facile, naturale e assolutamente coinvolgente.
 
Arizona non ebbe il tempo di rispondere perché la porta dell'ufficio si aprì per lasciare entrare Alex Karev,  immerso in una conversazione con una donna che Callie non aveva mai visto. Tuttavia, sembrava piuttosto chiaro che la donna non era estranea ad Arizona dato che la bionda perse immediatamente il suo sorriso quando la vide.
 
Callie notò quanto quella donna fosse bella. Era abbastanza alta, probabilmente quanto lei. Il suo corpo era esile e non poteva fare a meno di notare che aveva delle magnifiche curve. Aveva anche bellissimi capelli castani e degli occhi di un verde quasi sovrannaturale.
 
- Johanne? Arizona esclamò sorpresa; ciò fece indispettire Callie.
 
Ricordava di aver sentito parlare vagamente Aprile di una certa Johanne che Arizona aveva precisato essere un’amica del college. Ma dato lo sguardo imbarazzato della bionda, vide i suoi sospetti confermati.
 
Quella donna era molto più di una semplice amica.
 
- Zo’! Esclamò l’interpellata regalandole un largo sorriso.
 
Callie alzò gli occhi al cielo quando udì quel soprannome ridicolo. Tuttavia, di questo dettaglio non sembrò preoccuparsi Arizona che le sorrise a sua volta.
 
La Latina vide la cosiddetta-Johanne avvicinarsi alla bionda ed abbracciarla. Quell’atto la spinse a distogliere lo sguardo.
 
- Cosa ci fai qui? Chiese Arizona sciogliendo quell’abbraccio.
 
- Ho un seminario qui a Washington, la informò Johanne. Cosa che sapresti se avessi risposto alle mie tantissime chiamate.
 
Arizona si fece piccola accennando un sorriso dispiaciuto.
 
- Mi dispiace, non ho avuto un minuto per me oggi ...
 
Callie alzò un sopracciglio nella sua direzione perché era quasi sicura che la giornata della Presidente fosse stata piuttosto tranquilla, ma Arizona si comportò come se non l’avesse notata e continuò a fissare imbarazzata l’altra donna.
 
- Johanne ha appena finito di dirmi che si trattiene ancora una notte a Washington prima di tornare a San Francisco, le comunicò Alex con uno sguardo compiaciuto che non passò inosservato a Callie.
 
Non sentendosi più a suo agio, si alzò e fece un passo verso la porta d'uscita.
 
- Io vado, disse.
 
- Cosa? Rispose Arizona voltandosi rapidamente verso la bruna. No, resta! Mi dispiace ... Johanne, ti presento il nostro Capo della Sicurezza, l’Agente Torres. Calliope, lei è Johanne Mills, eravamo al college insieme ...
 
- Dai Zo’, non siamo solo state al college insieme, ridacchiò Johanne rivolgendosi a Callie.
 
Callie si costrinse a sorridere educatamente prima di porgerle la mano.
 
- Piacere di conoscerla, disse.
 
- Piacere mio, rispose semplicemente Johanne, ignorando la mano tesa e riportando la sua attenzione su Arizona.
 
Callie lasciò cadere il braccio lungo i fianchi e fissò l'altra donna con uno sguardo pieno di disgusto che notò Arizona che ghignò.
 
Aveva fatto di tutto per evitare di far venire Johanne, ignorando le sue tante chiamate ed i messaggi vocali. E, naturalmente, la donna era riuscita ad arrivare direttamente alla Casa Bianca e, ciliegina sulla torta, proprio quando Callie si trovava lì.
 
- Devo andare, esclamò finalmente Johanne con gran sollievo della Latina che non sapeva per quanto tempo avrebbe potuto sopportare quella buona donna senza piazzarle un pugno in faccia. Ci vediamo stasera, aggiunse rivolgendosi ad Alex e Arizona prima di muoversi in direzione della porta.
 
Passò davanti a Callie che ignorò deliberatamente e uscì dalla stanza.
 
- Stasera? Domandò Arizona rivolgendosi ad Alex.
 
- Le ho detto che avremmo cenato con lei al suo albergo, rispose Alex.
 
- Che cosa?! Esclamò la bionda.
 
- E’ arrivato il momento che tu ti schiarisca un po’ le idee e Johanne è la persona ideale per questo! E almeno con lei possiamo essere sicuri che le vostre buffonate non finiscano sui giornali il giorno dopo!
 
Arizona si morse l'interno della guancia prima di buttare uno sguardo verso Callie. Tuttavia, notò che la bruna non sembrava essere stata toccata da quello che aveva appena detto Alex.
 
La bionda non sospettava che, malgrado l’aria distaccata che mostrava, Callie bolliva dentro e faceva di tutto per non lanciare quel grido disperato che minacciava di venir fuori.
 
- E se io non volessi? Ribatté comunque, incrociando le braccia al petto mettendosi sulla difensiva.
 
Alex si lasciò sfuggire una leggera risata.
 
- Oh, ti prego Az, da quattro anni, ogni volta che la vedi, ci sono scintille fra di voi e finite per passare la notte insieme!
 
Come se non bastasse per Callie avere a che fare con i propri sentimenti per una persona per la quale  sapeva non avrebbe dovuto provare, ci mancava solo lo stare li ad ascoltare il migliore amico di quella persona gridare chiaro e forte che era bene che si facesse una bella scopata quella sera, cosa che ad Arizona non sembrava così riluttante.
 
Decidendo di aver sentito abbastanza, cercò di svignarsela con discrezione, ma Alex pronunciò il suo nome  proprio quando posò la mano sulla maniglia. Maledicendolo in ogni modo, si voltò verso di lui e mostrò il suo sorriso professionale, evitando il contatto visivo con Arizona.
 
- Sì?
 
- Agente Torres, può organizzare un’uscita informale per il Presidente per questa sera? Chiese. A l'hotel Lincoln ...
 
- Alex, lo riprese Arizona.
 
- Ascoltami, esclamò prima che potesse aggiungere altro, ci berremo qualcosa come ai vecchi tempi, niente di più ... Poi, aggiunse con un sorriso compiaciuto questa volta, se vorrai andare oltre rivangando i vecchi ricordi, io sparisco e vi lascio sole ...
 
- Quanto tempo ho per preparare tutto? Chiese Callie con distacco, interrompendo la bionda che stava di nuovo per parlare.
 
Incrociò lo sguardo di Arizona che aggrottò le sopracciglia, e lo distolse subito mostrandosi indifferente fino alla fine.
 
- Un'ora sarebbe l’ideale, rispose Alex.
 
- Me ne occupo subito, rispose Callie prima di congedarsi e lasciare la stanza.
 
 
 
*
 
 
 
Un'ora più tardi, Arizona camminava in tondo nel suo ufficio, in attesa che Callie venisse a prenderla per raggiungere Alex e Johanne.
 
Se avesse voluto essere completamente onesta con se stessa, avrebbe dovuto ammettere che non aveva nessuna voglia di andarci. Questo era piuttosto strano perché, come aveva sottolineato Alex, ogni volta che la sua ex era nei paraggi, finiva per passarci la notte insieme.
 
Non c'era mai stato nulla di serio tra loro e quello che l’aveva sempre attirata di Johanne era proprio questo.
 
Solo che adesso era tutto diverso. Perché adesso c'era Callie.
 
Callie, per la quale provava sensazioni che ancora non capiva, ma sapeva che erano intense. Molto intense...
 
I suoi sentimenti andavano ben oltre l'attrazione fisica e anche se sapeva che quel feeling che esisteva tra loro era presente fin dall'inizio, solo in quel momento ne fu pienamente consapevole. O meglio dalla notte che aveva trascorso dai suoi genitori, nel letto del suo defunto fratello, accanto alla persona che riusciva a farle chiudere gli occhi per più di due ore. Si era addormentata e si era svegliata con la stessa sensazione: quella di pura felicità. E la ragione non era che una sola persona: Callie Torres.
 
Quindi no, non aveva voglia di andare a quel finto appuntamento che il suo migliore amico le aveva organizzato per – a suo dire - aiutarla a dimenticare il lavoro. Tutto ciò semplicemente perché non aveva bisogno di andare a letto con una delle sue ex per dimenticare lo stress quotidiano. Era sufficiente incrociare lo sguardo di Callie e vedere il suo sorriso per Non ricordare di essere la Presidente. E anche se quest'ultima non aveva che mostrato indifferenza alla notizia che forse avrebbe passato la notte con un’altra donna, a lei non importava.
 
Perché anche se non lo dava a vedere, desiderava la bruna. Anche se l’unico desiderio che aveva ogni volta che la vedeva era quello di spingerla contro il muro più vicino e farci l’amore con passione, poteva controllarsi. Poiché la cosa importante era che Callie fosse nella sua vita, poco importava in che modo.
 
Non aveva bisogno che di Callie ...
 
E proprio per questo motivo lei sarebbe andata a quella dannata cena, avrebbe passato la serata con due dei suoi amici e poi sarebbe tornata alla Casa Bianca, senza rispondere alle avances di Johanne. E se non fosse stato troppo tardi, quando sarebbe tornata, avrebbe invitato Callie per un ultimo drink nella speranza di poter trascorrere un momento da sola in sua compagnia. Un momento in cui si sarebbe sentita di nuovo completa nell’ascoltarla parlare, ridere o semplicemente guardandola.
 
Ma tutti i suoi piani andarono in fumo quando la porta del suo ufficio si aprì per mostrare Cristina Yang invece di Callie.
 
- La sua macchina è pronta, Signora Presidente, dichiarò l’asiatica con tono impersonale, come d’abitudine.
 
Arizona non si mosse, limitandosi a guardarla con un cipiglio.
 
- Dov’è l'Agente Torres? Domandò lentamente.
 
- Non si sentiva bene, la informò Cristina. Ha messo a posto il protocollo da seguire stasera e mi ha chiesto di occuparmene…
 
Senza che ne comprendesse realmente il motivo, Arizona sentì una rabbia crescente invaderle tutto il corpo.
 
- Dov’è? Domandò con voce sorprendentemente calma nonostante l’ira che minacciava di scavare un buco nel suo petto.
 
- Nel suo ufficio, rispose l'agente.
 
Arizona non attese un secondo di più e si diresse verso l'uscita della sua stanza.
 
- Annulla l'auto, ordinò quando oramai le aveva dato le spalle.
 
- Ma io ... ­
 
- Faccia come le ho detto! Esclamò prima di lasciare la sala.
 
Camminò con passo deciso superando l'ufficio di April che la guardò confusa.
 
- Arizona?
 
- Chiama Alex e annulla la nostra cena, le intimò senza smettere di camminare.
 
- Ma … dove stai andando? Chiese la rossa, alzandosi dalla sedia.
 
- A regolare dei conti, rispose Arizona, prima di imbattersi nel corridoio che portava all'ufficio del suo Capo della sicurezza.
 
*
 
Callie era concentrata sul suo computer, quando la porta del suo ufficio si spalancò. Alzò lo sguardo per notare l'ultima persona che si aspettava di veder entrare.
 
- Arizona? Esclamò sorpresa.
 
Quest'ultima si fece avanti chiudendo la porta alle sue spalle.
 
- Cosa ci fai qui? Le chiese Callie alzandosi lentamente. Pensavo fossi già andata via.
 
- Come vuoi che vada senza il mio agente? Ribatté seccamente Arizona.
 
- Ho mandato Cristina ...
 
- LEI NON E’ TE ! Urlò la bionda.
 
Callie chiuse la bocca immediatamente presa alla sprovvista dalla rabbia evidente della donna di fronte a lei. Notò che Arizona sembrava essere fuori di sé, così pensò di fare il giro della scrivania per sedercisi di sopra in modo da essere frontale alla bionda.
 
Bastava solo che rimanesse calma e continuasse a comportarsi come se tutto fosse normale.
 
- Mi dispiace, si scusò. Non mi sento molto bene dopo la sbronza di ieri ...
 
- Oh, ti prego! S’esasperò Arizona lanciandole un'occhiataccia. Sei stata presente anche in condizioni peggiori di questa! Hai sempre insistito per esserci non appena mettevo un piede fuori di qui ed ora vuoi farmi credere che te la svigni a causa di una sbornia?!
 
- Cosa vuoi che ti dica Arizona? Domandò Callie alzando i toni. Non mi sento bene, ho lasciato il mio posto a Cristina, niente di più ...
 
- Smettila di mentire Calliope! Urlò Arizona irritata.
 
Tirò un sospirò poi la vide distogliere lo sguardo.
 
- E’ a causa di Johanne, non è vero?
 
- Che c’entra Johanne? Replicò Callie.
 
- Ho visto come la guardavi, rispose Arizona. Tu la detesti e sono sicura che questa è la ragione del perché non vieni stasera ... ma ti assicuro che non è così sgradevole come sembra, se impari a conoscerla.
 
Callie la fissò per alcuni secondi prima di lasciarsi scappare una risatina priva di gioia al cospetto di quella ironica situazione.
 
Arizona pensava che Callie si nascondesse, e questo a causa di Johanne Mills. Ci aveva preso.
 
Ma non per i motivi che credeva lei.
 
- Tu sei fuori di testa, disse lentamente.
 
- E tu continui a mentirmi! Ribatté Arizona infuriata.
 
L'atteggiamento informale di Callie cominciava a darle davvero sui nervi, e non sapeva per quanto tempo ancora avrebbe potuto sopportare le barriere che la bruna si era eretta intorno.
Adorava quel lato inavvicinabile dell'altra donna, era una delle cose che amava e che la seducevano di più di lei. Ma in quel momento, non aveva che un desiderio, quello di metterle le mani addosso per costringerla a parlare perché la stava facendo impazzire.
 
- Questa non è la prima volta che Cristina mi sostituisce, sospirò Callie con una scrollata di spalle. Perché è così importante per te che faccia la sorveglianza io stasera?
 
- Perché tu sei importante per me! Rispose di punto in bianco Arizona.
 
Perché lei stupidamente sperava che fosse così anche per Callie. Che non la lasciasse andare in qualche hotel per incontrarsi con un'altra donna ...
 
Callie finalmente la guardò e aprì la bocca per parlare.
 
- Io-­ cominciò prima di fermarsi.
 
Arizona la vide distogliere lo sguardo prima di aggiungere un "lascia perdere" che ebbe la capacità di sconvolgerla del tutto.
 
- Molto bene! Esclamò. Lascio perdere! Non vedo il motivo per cui io debba continuare a cercare di farti parlare quando è evidente che non te ne frega nulla!
 
Quelle furono le ultime parole che spinsero Callie a mettere da parte le apparenze lasciando finalmente parlare la frustrazione e la rabbia che aveva accumulato da un tempo che le sembrava essere un’eternità.
 
- Non me ne frega nulla?! Gridò. Che ti aspettavi? Che ti tenessi per mano fino alla suite della tua ex amichetta e cantassi una serenata mentre tu te la portavi a letto?
 
- Non ho mai det- cominciò Arizona con un cipiglio.
 
- Vuoi la verità Arizona?! La interruppe Callie furiosamente.
 
Si alzò dalla scrivania per mettersi proprio davanti alla donna.
 
- La verità è che “me la sono svignata" perché non potevo sopportare l'idea di accompagnarti in una stanza d'albergo e sentirti scopare con un'altra donna per tutta la notte!
 
Arizona si bloccò improvvisamente, come se avesse appena preso uno schiaffo. La fissò attonita, con la bocca aperta, non sapendo cosa dire.
 
Tuttavia, questo non sembrò fermare Callie che, ormai che si era lanciata, non poteva più smettere.
 
- La verità è che preferirei strapparmi gli occhi piuttosto che vederti uscire da questa stanza con quella Johanne. Preferirei perdere la ragione piuttosto che sapere che ti sveglierai tra le braccia di un’altra quando solo due giorni fa dormivi tra le mie...
Volevi la verità Arizona?! Questa è la verità!
 
Non abbassò lo sguardo e continuò a fissare Arizona negli occhi perché, accidenti, aveva sognato di dire quelle parole per settimane! E poco importava cosa ne sarebbe venuto fuori da quella confessione, poco importava quello che sarebbe successo, quello di cui era sicura era che si sentiva libera da un peso.
 
Tuttavia la sua opinione cambiò rapidamente quando il silenzio di Arizona si prolungò, portando la sua sensazione di sollievo a sparire, lasciando il posto alla tristezza.
 
Che si aspettava Callie dopo quella dichiarazione? Che dimenticasse l’appuntamento con la donna delle “scintille” della sua vita per cadere fra le sue braccia? 
 
Non potevano stare insieme, era così semplice. Quindi perché diavolo doveva rovinare tutto gettando i suoi sentimenti in faccia ad Arizona?
 
- Dovresti andare, disse infine Callie con la voce spezzata.
 
Si spostò allontanandosi dallo sguardo ancora scioccato di Arizona. Ma in quel momento la bionda la fermò afferrandole il braccio facendola voltare per incrociare ancora una volta il suo sguardo.
 
- Cosa stai-
 
Un secondo più tardi e senza che se lo aspettasse, fu colpita dalle labbra di Arizona che delicatamente la imprigionarono. Lei non poté resistere neppure un secondo a chiudere gli occhi per godere appieno di quel contatto, sentendo il ritmo del suo battito cardiaco correre all’impazzata, mentre la pressione sulle labbra aumentava.
 
Ma quando Arizona fece scivolare le mani sul suo viso per approfondire di più il bacio, il suo cervello si rimise in moto e la spinse a trovare tutta la forza necessaria per liberarsi da quella morsa repentinamente.
 
- E’ bene che tu la smetta di farmi questo, sussurrò ansimando, continuando a  tenere gli occhi chiusi per un lungo secondo.  
 
Quando li aprì si tuffò direttamente in quell’oceano blu di cui erano fatti gli occhi di Arizona che erano rimasti serrati durante il bacio.
 
- E’ bene che tu la smetta di baciarmi ogni volta che vuoi farmi tacere ...
 
E senza aggiungere altro, Callie si allontanò verso la porta ed uscì fuori dal suo stesso ufficio, lasciando dietro di sé una Arizona alla quale quella scena non sembrava poi tanto nuova.
 
Poche settimane prima, le due donne si erano trovate nella stessa posizione e si erano scambiate il loro primo bacio proprio dopo una disputa.
 
E proprio come l'ultima volta, Arizona si era ritrovata ad osservare le spalle di Callie mentre questa se ne andava via.
 
Ripensando a quel momento, riprese il senno e lasciò la stanza a sua volta per mettersi alla ricerca della donna. Perché questa volta, non poteva lasciarla andare senza averle detto prima ciò che provava. Aveva fatto quell'errore una volta, non aveva intenzione di lasciare che accadesse di nuovo.
 
E con questa convinzione che girò l'angolo del corridoio che collegava la West Wing ai suoi alloggi personali avanzando con passo veloce verso Callie che scorse a pochi metri da lei.  
 
La raggiunse, la afferrò per un braccio e la costrinse a seguirla.
 
- Cosa stai facendo?! Esclamò Callie, presa alla sprovvista.
 
Arizona non disse nulla e la fece entrare nella prima porta che si trovava alla sua sinistra e che portava ai suoi alloggi privati.
 
Entrate, la bionda le lasciò finalmente il braccio e si chiuse la porta alle spalle, prima di mettersi di nuovo di fronte all’Agente. Callie si tirò leggermente indietro e la guardò confusa.
 
- Il giorno in cui ti ho baciata per la prima volta, disse Arizona, mi hai detto che eri stanca delle mie incertezze. Ti sei messa davanti a me e mi ha chiesto cosa volevo ...
 
Fece un passo in avanti e la guardò con convinzione.
 
- Sei tu Calliope, disse. E’ TE che voglio ...
 
Quella dichiarazione provocò un'ondata di emozione in Callie che non seppe capire se il suo cuore avesse smesso di battere o avesse accelerato così tanto che non poteva più sentirlo.
 
Ciò che era certo era che un’immensa euforia la stava travolgendo.
 
Ma scomparve quasi subito, lasciando il posto ad un senso di tristezza.
 
- Arizona, non possiamo... ­
 
- Lo so! La interruppe Arizona. So molto bene che non deve esserci nulla tra di noi, perché tu lavori per me e non sarebbe né etico né professionale, per non parlare del pericolo ... So tutto questo Calliope! Ma sinceramente non me ne frega niente!
 
Quando vide che Callie stava di nuovo per parlare, la interruppe con un gesto della mano. Ora che aveva finalmente lasciato parlare il cuore, era fuori questione non andare fino in fondo.
 
- Non me ne importa niente dei protocolli e delle regole che ci proibiscono di essere qualcosa di diverso di due colleghe, affermò. Perché io voglio te, Calliope, e non posso far finta che questo non stia succedendo.
 
Avanzava lentamente, continuando a guardarla, fino ad arrivare a pochi centimetri da Callie. Quest'ultima la vide avvicinarsi poi chiuse gli occhi per un attimo, quando sentì il calore che emanava il corpo di Arizona.
 
- Ti prego, fermati...
 
Il suo tono era supplichevole, quasi disperato.
 
- ­Non posso, rispose Arizona.
 
La bionda non accennò alcun movimento. Fissando Callie intensamente, allontanò le braccia dal proprio corpo ma non cedette al desiderio lancinante che la spingeva ad alzare le mani verso il viso stupendo della Latina per riprendere a baciarlo come stava facendo fino a pochi minuti prima.
 
Si stava consumando per quella donna, tutto il suo corpo bruciava al pensiero che potesse avere le mani di Callie addosso e non attendeva altro.
 
Ma lei non voleva correre.
 
Voleva che Callie la desiderasse come la desiderava lei ...
 
- E’ meglio che vai via, mormorò Callie con un soffio.
 
- Non posso..., ripeté Arizona.
 
Perché era come se una forza invisibile la tenesse ferma li, il suo corpo quasi a contatto con quello di Callie, mentre il suo viso era solo a pochi centimetri dall’altro.
 
- Allontanati, sussurrò quasi senza più fiato.
 
- Non posso ...
 
Suo malgrado, Callie abbassò lo sguardo verso le labbra di Arizona e le sue ultime barriere crollarono. Senza capire quello che stava facendo, alzò le mani e le fece scivolare in quei capelli di seta. Poi coprì la poca distanza rimasta fra i loro volti ed imprigionò con un gesto lento e tortuoso le sue labbra. Immediatamente sentì le mani di Arizona salirle lungo la schiena, dolcemente accarezzarle le braccia per posarsi infine sulle sue.
 
Chiudendo gli occhi, Arizona sentì il cuore esplodere come se dei fuochi d’artificio le stessero scoppiando nel petto.
 
Quel bacio non era come il primo che si erano scambiate, durante il quale la tensione sessuale si stava liberando. E neanche come quello che si erano date qualche minuto prima che era perlopiù una manifestazione di ciò che avevano cercato di nascondere nelle ultime settimane e che era sempre ostacolato dai divieti che pesavano su di loro.
 
No, quello era totalmente diverso. Erano solo loro due. Arizona e Callie. Nessun Presidente. Nessun Capo della Sicurezza. Nessun dovere patriottico e professionale.
 
Erano solo loro stesse.  Nient’altro che loro due, guidate dal desiderio e dall’attrazione reciproca.
 
Quel bacio era puro. Era dolce ed esploratore.
 
Era tutto quello che si avvicinava di più ad un sogno.
 
Quando mancò loro il respiro, si allontanarono per guardarsi intensamente prima di tornare a baciarsi di nuovo, questa volta con molta più foga.
 
Nel momento in cui Arizona sentì la lingua di Callie toccare timidamente la sua, un’ondata di desiderio la invase di colpo, portandola a stringere le sue braccia intorno alla nuca della bruna, per poi scendere sulla schiena ed arrivare ai suoi fianchi.
 
- Calliope, gemette Arizona.
 
Spinta dal desiderio che continuava a crescere di attimo in attimo, Callie guidò Arizona fino al tavolo della sala da pranzo che si trovava alle loro spalle e, senza separare nemmeno per un secondo le loro labbra, la sollevò per farla sedere su di esso e posizionarsi in seguito tra le sue gambe. Le liberò le labbra per baciarle dolcemente il collo e risalire verso l’orecchio mentre le sue mani eseguivano la loro magia sulle sue gambe nude.
 
Scese giù verso i piedi, le tolse le scarpe. Risalì lentamente accarezzandola lungo le cosce, provocando una moltitudine di emozioni sotto le sue dita. Il suo battito cardiaco guadagnò velocità quando sentì la bionda emettere un nuovo gemito.
 
- Ti voglio Calliope, ripeté Arizona con trasporto, mentre l’altra le mordicchiava deliziosamente il lobo dell'orecchio. Ti desidero ...
 
Callie si fermò, si liberò lentamente per immergersi nei suoi occhi. Aveva ancora le mani sulle gambe di Arizona ma cessò di accarezzarle cercando in quello sguardo il significato delle parole che aveva pronunciate la bionda.
 
Un’ondata di calore la raggiunse quando notò che quelle pupille blu erano dilatate; in quel momento capì.
 
Sapeva cosa stava per accadere.
 
- Sei sicura di volere ...
 
Lasciò la sua frase incompiuta, terminandola con un solo sguardo. Arizona non rispose verbalmente. Sciolse le mani dalla nuca per raggiungere delicatamente il bavero della sua giacca che tirò verso di sé prima di lasciar cadere l’indumento al suolo.
 
Callie abbassò lo sguardo  verso le mani di Arizona quando la vide impugnare la fondina nella quale vi era la sua arma; la tolse immediatamente con attenzione. La posò di lato, sul tavolo in cui erano poggiate, senza smettere di guardare quella donna neppure per un secondo.
 
Callie alzò ancora lo sguardo per unirlo al suo quando Arizona cominciò a sbottonarle ad uno ad uno i bottoni della camicia. Quando fu completamente aperta e poté vedere i suoi seni stretti in un reggiseno nero, la bionda sentì il suo respiro fermarsi improvvisamente e le pulsazioni nel suo basso ventre decuplicarsi.
 
- Tu- tu sei stupenda, sussurrò senza smettere di guardarla.
 
Le tolse la camicia e le accarezzò le spalle con la punta delle dita prima di posare un bacio sulla clavicola ormai nuda di Callie.
 
Quest'ultima emise un gemito, mentre un brivido le percorse la schiena quando le labbra contro la sua pelle a poco a poco salirono fino al collo, poi sul mento, prima di ritrovare la strada verso la bocca che baciò languidamente . Le loro labbra intrapresero un valzer sensuale cullato dalle dolci carezze tra le loro lingue.
 
Arizona sentì le mani di Callie sulla sua schiena abbassare delicatamente la cerniera del vestito, e non poté fare a meno di roteare gli occhi per il piacere quando entrarono in contatto con la sua pelle.
 
Un nuovo gemito scappò dalla sua bocca quando la gamba di Callie accentuò la pressione tra le sue gambe, portandola a stringersi istintivamente intorno alla sua vita.
 
- Oh mio Dio ...
 
Era in confusione, completamente in trance, e il tocco esperto e meticoloso della donna bellissima che la baciava non faceva che eccitarla.
 
- Il letto, ansimò contro le labbra di Callie.
 
Quest’ultima rafforzò il loro contatto stringendola a sé in braccio. Arizona mise le gambe contro la sua vita e le mani intorno alla sua nuca, e si lasciò portare sul letto che stava a pochi metri da dove si trovavano.
 
Callie non smise di baciarla durante tutto il percorso. Era come se fosse semplicemente incapace. L’accumulo delle ultime settimane, in cui aveva dovuto trattenere tutto il desiderio per quella donna, si stava finalmente liberando e aveva paura che smettere anche solo per un secondo, avrebbe fatto sfumare la magia di quel momento.
 
Così tenne Arizona a sé continuando a baciarla appassionatamente fino a quando le sue gambe non raggiunsero il bordo del letto. Delicatamente la fece sdraiare sulla schiena e l’aiutò a togliersi il vestito che sfilò via su per le spalle. Poi si fermò qualche secondo per osservarla.
 
Era divina. Semplicemente divina. E lei non ricordava di aver mai visto una ragazza così bella e sontuosa come Arizona Robbins.
 
- Non ho mai visto nessuna bella come te, disse in un soffio.
 
Il suo sguardo era di un’intensità che fece accelerare il ritmo cadenzato del respiro di Arizona.
 
L’avevano definita bella in passato... ma non aveva mai avuto un effetto tanto eloquente come in quel momento, e il modo in cui la guardava la splendida donna sopra di lei poteva solo accentuare il tutto.
 
- Vuoi accontentarti di guardare o hai intenzione di toccarmi? Chiese dolcemente.
 
Perché lei non poteva più aspettare.
 
- Oh, si, ho sicuramente intenzione di toccarti, rispose Callie con una voce stranamente roca.
 
Rimase ad osservarla ancora qualche secondo, prima di abbassarsi di nuovo per ritrovare le sue labbra. Facendo attenzione ad equilibrare il peso sui gomiti, premette un po’ più su Arizona che emise un gemito di piacere quando i loro corpi nudi entrarono di nuovo in contatto.
 
Di solito, quando aveva una relazione con qualcuno, Callie cercava di raggiungere velocemente il piacere. Ciò che voleva erano prestazioni rapide ed efficaci, non cercava mai nient’altro che il piacere momentaneo durante i suoi rapporti sessuali.
 
Ma questa volta era completamente diverso. Lei si prese del tempo per godere di ogni contatto con il corpo di Arizona. Cercò di memorizzare il sapore delizioso che aveva quella pelle contro le sue labbra, il suo profumo inebriante, la sensazione delle sue curve sotto le sue dita e il suono dei suoi gemiti.
 
Voleva ricordare quel momento e goderne appieno perché sapeva che niente era scontato.
 
Sapeva che quello che stava per succedere in quel momento era probabile che non accadesse di nuovo.
 
In quell’istante ritrovò le labbra di Arizona che baciò delicatamente e sentì come se stessero per fare molto di più che andare a letto insieme.
 
Sembrava che stessero per fare l'amore ...
 
E non c’erano preliminari migliori di quelli.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


 
Buona lettura
 
 
 

Capitolo 15


 
 
 
 
Un brivido percorse tutto il corpo di Callie quando bacio voluttuoso si posò sulla sua schiena nuda, facendola svegliare del tutto. Tuttavia, non si mosse rimanendo sdraiata a pancia in giù, le braccia piegate sotto la testa e gli occhi sempre chiusi, godendo delle meravigliose attenzioni che stava ricevendo.
 
Quella bocca, che compiva magie lungo la sua colonna vertebrale, risalì lentamente fino alle sue spalle, poi alla nuca, e posò il suo ultimo bacio sulla sua guancia, facendola pigramente sorridere.
 
Il calore di quel corpo nudo poggiato contro il suo, unito alla dolcezza delle labbra che la baciavano e l’odore che emanavano quei capelli biondi che le solleticavano il viso, le diedero l’impressione di vivere un sogno. Un sogno meraviglioso che non era pronta a lasciare.
 
- Svegliati, soffiò la voce di Arizona contro il suo orecchio, provocandole un nuovo brivido lungo la pelle.
 
Callie tirò un sospiro compiaciuto prima di girarsi e mettersi a pancia in su di fronte ad una Arizona splendente, leggermente sollevata, la testa poggiata sulla mano, il lenzuolo su a coprirle il petto ed un enorme sorriso sul volto.
 
- Ehi, la salutò Arizona sfiorandole le labbra.
 
- Ehi, rispose Callie con un sorriso identico al suo. Hai dormito bene?
 
- Non dormivo così bene da un’eternità, rispose. Tu?
 
- Anch’io ...
 
Rimasero in silenzio per alcuni secondi, guardandosi intensamente senza abbandonare i loro rispettivi sorrisi.
 
Arizona face scivolare la sua mano libera tra i capelli di Callie e glieli accarezzò teneramente. Quest'ultima, al contatto, chiuse gli occhi per poi riaprirli sospirando nuovamente.
 
- Non riesco a credere che abbiamo fatto questo passo in avanti.
 
Questa sua osservazione ebbe l’effetto di allargare il sorriso di Arizona.
 
- Sì, rispose dolcemente Arizona, e dopo questo ne faremo un altro e poi un altro ancora …
 
La risata melodiosa Callie risuonò nella stanza; Arizona non riusciva a smettere di guardarla.
 
Quella notte era stata straordinaria. Anche se la parola straordinaria le sembrava riduttiva per quello che aveva davvero provato.
 
Aveva fantasticato più volte sull’avere Callie nel suo letto ma nessuno dei suoi sogni era vagamente simile a quello che era realmente accaduto. Perché lei non ricordava di aver provato una così bella e forte intesa con un'altra persona nella sua vita.
 
Il sesso era stato spettacolare, in una maniera che non aveva mai sperimentato, e di esperienze Arizona ne aveva avute ... Lei era pienamente consapevole che questo era dovuto a Callie. Ogni sua carezza, ogni suo bacio, aveva fatto sì che si “scaldasse” un po’ alla volta.
 
- Sei bellissima, le sussurrò con un nuovo sorriso.
 
- Anche tu, rispose Callie, sollevandosi sui gomiti. Sei splendida ...
 
Colmò la leggera distanza che le separava e la baciò teneramente. Arizona chiuse gli occhi e si lasciò guidare in quella morsa, sentendo le mani di Callie scivolare sotto le coperte che coprivano i loro due corpi nudi, per cingerle la vita e avvicinarsi un po’ di più.
 
Tuttavia, quando la Latina la fece ruotare sul fianco e si allungò su di lei per approfondire il bacio, mescolando ancora una volta le loro fisicità, sentì il flebile trillo del suo cellulare risuonare.
 
- Devi rispondere per forza? Chiese Arizona contro le sue labbra.
 
- Sì, sussurrò Callie allontanandosi leggermente. Sono sparita da ieri sera e le scuse che ho inventato non reggeranno ancora per molto.
 
In effetti, dopo il loro primo e secondo round della sera precedente, Arizona aveva chiamato April per avvisarla che si trovava nel suo appartamento e non voleva essere disturbata per nessun motivo. Quest'ultima l’aveva informata che Alex si era arrabbiato moltissimo quando aveva saputo che aveva annullato l’uscita, ma la bionda non poteva farci nulla dato che in quel momento era al telefono con April, Callie era vicino a lei, mezza nuda che inviava un messaggio a Mark per chiedergli di gestire il resto della serata senza di lei perché non si sentiva bene.
 
Da quel momento in poi, si erano dimenticate del resto mondo e si erano nuovamente immerse nella bolla in cui solo loro due esistevano.
 
Callie si sollevò per sedersi sul bordo del letto, le lenzuola sempre tirate su a coprire il suo seno; afferrò la giacca che giaceva al suolo per prendere il telefono che continuava a squillare.
 
- Agente Torres all’ascolto, disse rispondendo al telefono.
 
- Callie, sono Lexie, disse la voce dall’altro capo della cornetta.
 
Arizona si alzò a sua volta e si posizionò seduta sulle ginocchia, proprio dietro di lei. Dolcemente la circondò con le braccia e cominciò a baciarle lentamente il collo.
 
- Che succede piccola Grey? chiese Callie distrattamente.
 
La sua mente era totalmente annebbiata dalla bocca di Arizona che continuava a depositare baci sulla sua spalla ed il suo collo.
 
- Non hai dimenticato qualcosa? Rispose Lexie.
 
- Oh mio Dio, sussurrò Callie, roteando gli occhi per il piacere quando Arizona le afferrò il lobo dell'orecchio con i denti.
 
- Esattamente! esclamò Lexie al telefono, pensando che stesse rispondendo alla sua domanda.
 
Callie si alzò di scatto per mettere distanza tra lei e la bionda per poi lanciarle uno sguardo di rimprovero al quale, Arizona rispose con un sorrisino malizioso.
 
- Scusami Lexie, dicevi?
 
- Callie, la riunione che hai indetto sarebbe dovuta iniziare dieci minuti fa e tu non sei ancora arrivata!
 
Callie spalancò gli occhi ricordando che in effetti aveva richiesto una riunione col suo staff. Riunione in cui Webber avrebbe partecipato. E soprattutto, una riunione che le era completamente passata di mente.
 
Tuttavia, poteva davvero biasimarsi per aver dimenticato il resto del mondo per quella notte, quella in cui aveva avuto Arizona tutta per sé?
 
- Merda! esclamò infine. Arrivo subito!
 
Riattaccò e si voltò verso Arizona che continuava a fissarla con una largo sorriso.
 
- Devo andare, disse, afferrando i suoi vestiti sparsi sul pavimento e cominciando a rimetterseli velocemente addosso.
 
- Cosa? No! Esclamò Arizona mettendo il broncio.
 
- Avrei dovuto essere in sala conferenze dieci minuti fa. E tu dovresti essere nel tuo ufficio ...
 
- Ma io avevo intenzione di fare altri 4 passi! Ribatté Arizona.
 
- Credimi, non è la voglia che mi manca, rispose Callie finendo di abbottonarsi la camicia. Ma si sta facendo davvero tardi e mi piacerebbe passare da casa a fare una doccia dopo questa maledetta riunione.
 
Arizona si alzò sulle ginocchia continuando a tenere le lenzuola sul petto, regalandole un enorme sorriso provocante.
 
- Potresti farla qui la doccia, le propose. E dato che devo farla anche io, potremmo farla insieme… In questo modo risparmieremo acqua e tempo!
 
Callie abbozzò un sorriso divertito indossando la giacca e riempiendo i pochi metri che la separavano dal letto. Si chinò e catturò focosamente le labbra di Arizona portando i battiti del suo cuore ad accelerare improvvisamente.
 
Le sembravano assurde le sensazioni che provava ogni volta che la baciava. Sentiva che più assaggiava quelle labbra, più ne diventava dipendente.
 
- Sappiamo entrambe che se entriamo insieme in bagno, non vi sarà alcuna possibilità di risparmiare tempo, le fece notare sfiorandole le labbra.
 
Arizona appoggiò la fronte contro quella di Callie e annuì leggermente prima di tirare un sospiro di piacere.
 
- Io non voglio uscire di qui ...
 
- Nemmeno io, le assicurò Callie. Ma il mondo esterno ci chiama ...
 
A confermare quelle parole, il suo telefono suonò, portandola a staccarsi completamente per leggere, irritata, quello che c’era scritto sullo schermo.
 
- Webber è arrivato, capì. Mi ucciderà quando noterà che non sono ancora arrivata.
 
Si allontanò sotto gli occhi di Arizona che si morse le labbra con un gesto pieno di esitazione.
 
- Ci vediamo presto, disse, retrocedendo verso la porta.
 
Quando vide Arizona annuire, lei sorrise e si voltò verso l'uscita.
 
- Calliope? La chiamò infine Arizona, portandola a girarsi nuovamente.
 
Callie le lanciò uno sguardo interrogativo, attendendo che terminasse ciò che stava per dire.
 
- Io - ehm -­ la notte scorsa ...
 
Fu interrotta dal telefono di Callie che riprese a suonare. Quest'ultima abbassò lo sguardo prima di riportarlo su Arizona.
 
- Devo davvero andare via ...
 
- Va bene, soffiò delusa Arizona.
 
L'espressione sul suo volto non passò inosservata alla Latina. Ma anche se l'unico desiderio che aveva era quello di tornare sui suoi passi, raggiungere il letto dove avevano trascorso la notte a fare l'amore, e fare sparire quell’aria triste dal volto della bionda, doveva davvero andare via immediatamente.
 
- Ci vediamo il prima possibile? Le propose con un sorriso rassicurante.
 
- Ci vediamo il prima possibile, confermò Arizona riacquistando il sorriso.
 
Callie sorrise a sua volta e abbandonò la stanza come un tornado, lasciandola dietro di sé con un'espressione completamente beata.
 
Fece attenzione a non farsi vedere, uscì discretamente dalla stanza di Arizona e si diresse con passo svelto al piano superiore dove l’attendeva la riunione dello staff della sicurezza.
 
Arrivò al corridoio che portava alla sala conferenze dove la riunione si svolgeva; si trovò faccia a faccia con Cristina, Lexie e Mark, che la raggiunsero quando la videro.
 
- Dove cazzo sei stata?! esclamò Mark.
 
- Scusatemi, brontolò, ho avuto problemi a svegliarmi ...
 
Continuava ad avanzare mentre loro la seguivano.
 
- Non hai dormito a casa, precisò Cristina.
 
- Esatto ...
 
- Quello che intendevo dire è: perché non hai dormito a casa?
 
Callie la ignorò e accelerò il passo. Tuttavia, i suoi tre amici la seguivano a ruota non smettendo di stuzzicarla.
 
- Ma questi non sono i vestiti che avevi ieri? Le domandò con un sorrisino Lexie, guardandola da capo a piedi.
 
Callie abbassò rapidamente lo sguardo verso la camicia bianca che indossava e alla quale mancava un bottone, prima di risollevarlo e fare come se nulla fosse.
 
- Le mie divise si assomigliano tutte, ribatté lei.
 
- E il succhiotto sul collo, come lo spieghi? Scherzò Mark, ridendo.
 
A quelle parole, si fermò improvvisamente e si portò subito una mano sul collo.
 
- Non sei serio, vero? disse allarmata.
 
Lui annuì così vivacemente che il suo sorriso divenne ancora più grande.
 
- Ha le dimensioni del Texas!
 
- Merda!
 
- Torres ha fatto sesso stanotte! esclamò Cristina, attirando l’attenzione mentre gli altri due ridevano di gusto.
 
Callie non trovava per nulla divertente quella situazione. Primo, perché stava per entrare in sala riunioni dove il suo capo la attendeva, e aveva la prova delle attività della giornata precedente, sul suo collo (succhiotto); e secondo perchè, anche se avesse voluto urlare forte e chiaro che era stata a letto con qualcuno il giorno prima - qualcuno straordinario, brillante e soprattutto di talento ­- non poteva farlo perché quel qualcuno non era altro che Arizona Robbins, Presidente degli Stati Uniti ...
 
Callie allora accelerò il passo fino alla porta della sala conferenze, cercando di nascondere come poteva quel segno sul collo ma era cosciente che sarebbe stata inutile. Quando stava per entrare, Mark la afferrò per un braccio e la portò in disparte.
 
- Chi è? Chiese a bassa voce.
 
- Mark, sono in ritardo, si esasperò Callie. Sono sicura che le tue battutine possono attendere giusto un’ora.
 
- Non ho intenzione di fare battutine!
 
Callie gli lanciò uno sguardo scettico che lo fece ridere.
 
- Te lo assicuro! Volevo solo dirti che sono contento che tu sia riuscita a dimenticare tu­-sai-­chi ... Era la cosa migliore da fare.
 
Non aggiunse altro e le accarezzò la spalla prima entrare nella sala.
 
Callie lo vide sparire dietro la porta e tirò un sospiro stanco. Detestava mentire al suo migliore amico, ma non poteva confessare che invece di dedicarsi ad altro e dimenticare Arizona, si era ancora più impantanata in quei sentimenti dopo esserci andata a letto. Lei non poteva dirgli la verità ...
 
Tirò un ultimo sospiro prima di seguirlo ed incontrare i suoi colleghi per la riunione settimanale dei servizi segreti.
 
 
*
*
*
 
 
La mattinata di Arizona era stata folle. Una volta alzatasi dal letto e aver ripreso il suo ruolo di leader del Mondo Libero, le cose da fare si erano susseguite ad una velocità impressionante.
In primo luogo, aveva dovuto gestire un meeting con il suo governo riguardo le ultime leggi sull’immigrazione che si apprestavano ad essere votate.
Dopo ciò, Teddy ci teneva tantissimo che facesse delle foto e che rilasciasse un’intervista al Washington Press, con una delle giornaliste più in voga del paese. E per terminare in bellezza, Alex le aveva organizzato un incontro con Burke in tarda mattinata.
 
Ma nonostante la disputa fra il Giudice della Corte Suprema con il suo Segretario di Stato, nonostante le domande indiscrete di quella famosa giornalista del Press e soprattutto nonostante la sufficienza e l'arroganza di Burke che le sembrava crescere di giorno in giorno, sì, nonostante tutto ciò, il suo sorriso non era cambiato di una virgola.
 
Perché il ricordo della notte che aveva trascorso con Callie non l’aveva abbandonata un solo secondo. Lei era ancora sulla sua nuvola, sospesa, e si chiedeva se un giorno sarebbe caduta.
 
Si lasciò andare contro lo schienale della sua poltrona sospirando sognante, quando però il telefono del suo ufficio suonò.
 
Si raddrizzò leggermente, vide che la chiamata veniva dall’ufficio di April; ciò la fece, appunto, scendere da quella nuvola.
 
- Sì.
 
- C'è una bella bruna che desidera vederti, mormorò April alla cornetta facendo in modo che la bruna non la sentisse.
 
Il sorriso di Arizona di allargò immediatamente.
 
- Falla entrare, le intimò, la mia riunione è finita ...
 
Si alzò dalla sua poltrona, diede una sistemata ai suoi abiti ed ai capelli e fece il giro della scrivania attendendo impazientemente che la porta del suo ufficio si aprisse.
 
Solo che, quando la porta si aprì, il suo sorriso si congelò all’istante e svanì  lentamente quando si rese conto che la "bella bruna" non era quella che lei sperava.
Invece di vedere il magnifico volto di Callie, si ritrovò a contemplare quello di Johanne.
Johanne, che la sua mente aveva completamente dimenticato e che era davanti a lei, sorridente.
 
- Ehi, la salutò avanzando verso di lei.
 
- Ehi, rispose Arizona poco convinta.
 
- Riparto per San Francisco, la informò Johanne, sono qui giusto per salutarti ...
 
Arizona la guardò in silenzio per alcuni secondi prima di annuire leggermente e sorriderle.
 
- Non ti avrei mai immaginata a San Francisco, disse. Dicevi sempre che la città che fa per te è New York.
 
- Esatto, rispose Johanne con un sorriso nostalgico sulle labbra. Ma dicevo ciò perché New York era il luogo in cui Tu volevi vivere…
 
Il sorriso di Arizona scomparve di nuovo, così distolse lo sguardo dall’altra donna.
 
- Perché non sei venuta ieri? Le domandò infine la bruna.
 
- Le restrizioni che ho sono molto più pesanti rispetto a quando ero governatrice, Johanne, rispose Arizona. Non posso uscire quando mi pare ...
 
Johanne rimase in silenzio per alcuni attimi durante i quali continuò a fissare Arizona che continuava ad evitare il suo sguardo, poi riprese a parlare.
 
- Sei cambiata, disse con fermezza.
 
- Cosa vuol dire "sei cambiata" ?
 
- Prima, nessuna restrizione ti avrebbe impedito di passare la notte con me
 
- Vorrà dire che sono maturata in questi ultimi anni, replicò Arizona guardandola nuovamente.
 
La sua espressione era piena di sfida, eppure questo non fece che far sorridere l’altra donna.
 
- Io non credo che sia così, disse Johanne. Penso che ora ci sia qualcuno nella tua vita. Questo spiegherebbe perchè per la prima volta da quando ci conosciamo, mi dai buca ...
 
Arizona scoppiò in una finta risata divertita.
 
- Stai delirando ...­
 
- Penso proprio di no, rispose la bruna, scrutandola. Hai qualcuno ma non puoi dirlo a nessuno ... nemmeno alle persone a te più vicine …
 
Arizona aveva dimenticato quanto quella donna fosse perspicace ma era fuori questione parlargliene ... Johanne era stata una persona a lei vicina ma non si era mai confidata con lei. Senza contare che era probabilmente l'ultima persona con cui voleva parlare di Callie.
 
- Penso che tu stia cercando spiegazioni laddove non ce ne sono, affermò Arizona seccamente.
 
Il suo nervosismo non fece che ingrandire il sorrisetto di Johanne che vide le sue supposizioni confermate.
 
- Forse, rispose lentamente. Ma c'è una cosa di cui sono sicura e cioè che l'Arizona Robbins che conosco io non rischierebbe mai la sua carriera per una donna ... Questo è quello che mi hai fatto capire qualche anno fa.
 
Arizona non ebbe il tempo di rispondere ché la porta dietro Johanne si aprì, lasciando apparire Callie.
 
- Non pensavo sarebbe finita in questo ­-
 
Si fermò immediatamente quando vide che Arizona non era sola e si bloccò notando che la persona in sua compagnia non era che la sua ex.
 
Johanne distolse lo sguardo dalla bionda per posarlo sulla Latina che lo ricambiò facendo scattare una tensione palpabile.
 
- Mi dispiace, si scusò Callie, non volevo interrompere ...
 
Arizona stava per parlare, ma Johanne la anticipò.
 
- Nessun problema, me ne stavo andando ...
 
Le lanciò un ultimo sguardo prima di voltarsi nuovamente verso la Presidente.
 
- Ora è tutto chiaro, disse lentamente, lanciandole una lunga occhiata.
 
Arizona aprì la bocca per replicare, ma non le venne in mente nulla da dire. Si limitò quindi a guardarla vedendola poi accennare un lieve cenno col capo.
 
- Addio Arizona. Abbi cura di te ...
 
Johanne non aggiunse altro e si diresse verso la porta prima di scomparirvi dietro, sotto lo sguardo di Callie che non l’aveva lasciata un attimo.
 
Quest'ultima riportò la sua attenzione su Arizona aggrottando leggermente la fronte.
 
- E' appena venuta a dirmi addio, la informò Arizona, prima che avesse il tempo di dire qualcosa.
 
Callie si lasciò scappare una smorfia schifata guardando ancora la porta.
 
- Vi siete scambiate un bacio d’addio? chiese con amarezza.
 
Arizona poteva sicuramente prenderci gusto nel vedere Callie gelosa.
Accennò un sorriso e fece qualche passo verso il divano situato a pochi metri da Callie e si appoggiò contro lo schienale, mettendosi davanti alla mora così costretta a distogliere lo sguardo dalla porta.
 
- In questi ultimi giorni, c'è solo una persona che desidero baciare, dichiarò Arizona con tono malizioso, e non è Johanne Mills ...
 
Decidendo di stare al gioco, Callie fece una finta espressione interrogativa.
 
- Mi chiedo chi potrebbe essere ...
 
- Penso che tu possa averne un’idea, rispose Arizona mordendosi il labbro inferiore, mentre un nuovo sorriso apparve sul suo volto.
 
Una delle cose che lei amava di più del rapporto con Callie, era la facilità con cui flirtavano l’una con l’altra. Era così naturale e piacevole che avrebbe potuto farlo per tutto il giorno senza stancarsi.
 
Callie fece finta di riflettere prima di scuotere negativamente la testa.
 
- No, davvero non saprei...
 
- Si tratta di una donna stupenda con la quale ho trascorso la notte scorsa, spiegò Arizona senza smettere di guardarla negli occhi. Notte su cui non ho smesso di fantasticare per tutta la mattinata …
 
- Sarà stata una notte memorabile, commentò Callie.
 
- E’ stata grandiosa, affermò la bionda annuendo leggermente.
 
Si sollevò dalla poltrona e fece un passo verso Callie che non si mosse, limitandosi a guardarla.
 
- Il punto, continuò Arizona, è che ora mi chiedo cosa potrebbe pensare, perché lei non è facile da decifrare ... Ho paura che possa essersene pentita. Io non credo di poter tornare ad un rapporto puramente platonico. L'unica cosa che desidero quando la vedo, è strapparle i vestiti di dosso e ripetere quello che abbiamo fatto ieri sera ...
 
La sua voce non era che un sussurro ma Callie poté comprendere ogni parola distintamente. O meglio, le sentì dentro ... Il suo stomaco si strinse e un brivido di piacere le percorse la schiena quando i suoi occhi raggiunsero le labbra di Arizona.  
 
- Di sicuro sei una persona diretta, osservò sorridendo.
 
- Quando so quello che voglio, non mi perdo in chiacchiere, rispose Arizona avanzando verso la mora.
 
- E cosa vuoi? chiese Callie.
 
Non si erano ancora toccate ma già potevano sentire il magnetismo che legava i loro corpi. Era incredibile e irreale che Callie potesse completamente consumarsi per la donna che le stava di fronte, ma stava succedendo … Arizona poteva farla impazzire con un semplice sguardo.
 
- Pensavo di essere abbastanza chiara ieri, commentò divertita la bionda.
 
Callie tornò in sé e fece qualche passo indietro.
 
- Non è quello che volevo dire, cominciò. Intendevo: che cosa facciamo adesso?
 
Sospirò e continuò:
 
- Perché anche se non riesco a smettere di pensarci, anche se non posso tornare indietro, la situazione non è cambiata ... Sei ancora il Presidente del Paese ed io sono ancora il tuo Capo della Sicurezza!
 
- E allora? Arizona rispose scrollando le spalle.
 
- E allora? Callie ripeté. Arizona, noi ­-
 
- Calliope, la interruppe Arizona poggiandole un dito sulle labbra. Te l’ho detto ieri, non m’interessa ! Sto bene con te e questa è la cosa di cui m’importa al momento … Al resto, ci penserò poi
 
Callie, dubbiosa, alzò un sopracciglio, pensando alla proposta.
 
Vivere giorno per giorno era il suo motto. Dalla sua ultima storia seria, non si era più immaginata accanto ad una persona e aveva difficoltà a fantasticare su un futuro in coppia ... Ma, sentendo il dito di Arizona contro le sue labbra e lo sguardo fisso nel suo, dubitò delle sue remore, forse questa volta rischiava di essere tutto diverso.
 
Era già diverso ...
 
- Vuoi che iniziamo una relazione segreta e proibita?
 
- Non è forse più emozionante? Arizona rispose con un sorriso malizioso.
 
- Ed anche più pericoloso, replicò Callie.
 
Arizona riempì gli ultimi centimetri che le separavano e l’abbracciò.
 
- L'unico pericolo che si corre è quello di farsi scoprire, disse lentamente. E sono disposta a correre questo rischio ...
 
Callie dimenticò tutta la sua reticenza quando il respiro di Arizona si mescolò al suo. Era chiaro, Callie era completamente dipendente dal contatto con l’altra donna.
Ripetendosi di essere anche lei pronta a correre quel rischio, fece scivolare le sue braccia lungo i fianchi di Arizona e la avvicinò un po’ più al suo corpo.
 
- Se è questo ciò che desidera, Signora Presidente ...
 
Quelle parole fecero sussultare Arizona che si sollevò sulle punte dei piedi e catturò con ardore le labbra di Callie. Quest’ultima emise un gemito di piacere prima di far lentamente scivolare le mani lungo la schiena, accarezzandogliela, prima di riporle sui fianchi.
 
Arizona si separò lentamente dalle labbra della Latina iniziando a baciarle languidamente il collo; notò così il livido scuro sulla sua pelle.
 
- Questo è' ...
 
- E’ opera tua, continuò Callie sorridendo.
 
Arizona le accarezzò delicatamente l'ematoma e abbozzò, a sua volta, un sorriso.
 
- Non pensavo di poter mai trovare così sexy un succhiotto ...
 
- Sì... va bene, ma se vogliamo davvero vivere questa relazione-­segreta-e-­proibita, ti suggerisco di essere più discreta sulle tracce che lasci alle tue spalle.
 
- Farò del mio meglio la prossima volta, rispose la bionda, per nulla dispiaciuta.
 
Posò un leggero bacio sul livido prima di salire dolcemente fino alle labbra di Callie che catturò provocando una nuova esplosione di fuochi d'artificio nella bocca dello stomaco.
 
, pensò, sentendo il sorriso di Callie contro le sue labbra, valeva davvero la pena correre il rischio

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Perdonate il ritardo.

Buona lettura




Capitolo 16

 
 
 
 
 
Callie bussò alla porta mentre cercava di riprendere fiato. Aveva appena evitato tre colleghi e si era ritrovata a correre per non farsi vedere, facendo un’enorme deviazione attraverso l’Ala Ovest della Casa Bianca per
raggiungere l'Ala Est. Si appoggiò sulla porta, ma quando la sua spalla toccò l’ingresso, la porta si aprì e lei venne tirata dentro senza pietà per il bavero della giacca. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma fu bloccata da un paio di labbra che la braccarono e le fecero dimenticare per un momento quello che stava per dire.
 
- Sei in ritardo! La rimproverò Arizona allontanandosi, prima di baciarla di nuovo.
 
Callie fece un passo indietro, a sua volta, mettendo il broncio, per poi cingerle i fianchi e accennare un sorriso.
 
- Mi sono imbattuta in un faccia a faccia con Cristina che mi ha chiesto cosa ci facessi qui dato che non sono di servizio, le spiegò. Ho dovuto dirle che avevo dimenticato il cellulare nel mio ufficio e ha insistito per accompagnarmi fino al cancello
 
- E come hai fatto ad arrivare fin qui senza essere notata? Domandò Arizona giocando con il colletto della giacca di pelle di Callie.
 
Era un dato di fatto: lei amava quella giacca. E amava soprattutto vederla addosso a Callie. Perché le dava un’aria informale e da dura che la rendeva ancora più sexy ai suoi occhi.
 
- Ho fatto il giro per l’Ala Ovest e ho fatto chiamare Cristina dal centralino di April.
 
- Tu sei orribile, disse Arizona fingendosi allibita.
 
- No, solo pronta a tutto per poter passare la serata con te, rispose Callie prima di riempire di nuovo la poca distanza che separava i loro volti, per baciarla dolcemente.
 
Tre settimane erano passate da quando avevano deciso di darsi una possibilità e Callie ancora non riusciva a credere di poter baciare Arizona quando desiderava.
 
In effetti non proprio quando desiderava dato che dovevano mantenere segreta la loro relazione, ma quando si vedevano da sole poteva baciarla e abbracciarla ogni volta che ne aveva voglia. Quindi, in altre parole, sempre... perché aveva scoperto che da quando si era avvicinata ad Arizona più intimamente, ne era diventata dipendente.
 
Un dettaglio catturò l'attenzione di Callie, provocando un’ulteriore interruzione del loro bacio.
 
- Cos'è questo odore? Chiese, arricciando il naso.
 
- Merda! esclamò Arizona, sciogliendo l’abbraccio e precipitandosi in cucina.
 
Aprì il forno e, con un guanto, tirò fuori una pietanza fumante.
 
- E’ bruciata! si adirò, poggiandola su un piano. Ed è colpa tua! Aggiunse, puntando il guanto verso Callie.
 
- Colpa mia? Ripeté Callie. Posso sapere dove ho sbagliato?
 
- Tu, le tue labbra e la tua giacca di pelle mi avete distratto! Rispose Arizona. Ed ora ho rovinato l’unico piatto che sapevo preparare!
 
Callie sorrise e si avvicinò lentamente facendo il giro dell’isola per raggiungere Arizona.
 
- Sapevo che un giorno il mio essere irresistibile mi avrebbe creato problemi, sospirò melodrammatica.
 
- Ahah, molto divertente, sbuffò Arizona, chiudendo col piede lo sportello del forno gettando poi l’intera teglia nel cestino.
 
- In ogni caso, perché cucini? Chiese Callie con un cipiglio. Pensavo avessi tre cuochi pronti a soddisfare ogni tuo desiderio ...
 
Arizona si alzò verso di lei e sospirò.
 
- Anche se abbiamo degli incontri non male nei vari edifici- e nel tuo ufficio- quello di stasera è il nostro vero primo appuntamento … e io … volevo solo che fosse speciale …
 
Queste parole fecero così piacere a Callie che le comparve sul viso un ampio sorriso.
 
- Aspetta ... mi stai dicendo che questo è un appuntamento? Chiese sogghignando. Pensavo mi avessi fatta venire per fare sesso!
 
Arizona notò quell’aria furbetta e capì che stava solo scherzando. Le diede una pacca sulla spalla ma questo non fece che aumentare la sua risata.
 
- Va bene, va bene, disse infine Callie togliendosi la giacca.
 
La poggiò sul bracciolo di una sedia e si risvoltò le maniche prima di tornare di nuovo in cucina accanto ad una Arizona che la guardava incuriosita.
 
- Hai del petto di pollo? Le domandò.
 
- Per far cosa?
 
- Per salvare il disastro che hai osato chiamare cena ...
 

*
 
*
 
*

 
Arizona poggiò il suo piatto, oramai vuoto, sul tavolino, prima di lasciarsi cadere all'indietro contro lo schienale del divano e chiudere gli occhi.
 
- Era divino, disse, con un gemito di apprezzamento.
 
Callie la fissò alcuni secondi prima di scoppiare a ridere.
 
- La mia piccata di pollo fa sempre questo effetto, rispose, vantandosi con fierezza.
 
Arizona si fece scappare una risatina, poi si raddrizzò e si voltò verso di lei.
 
- Cucini come una professionista e sei la modestia fatta persona, disse con un sorriso. Cos’altro devo sapere su di te, Calliope Torres?
 
Callie poggiò a sua volta il piatto sul tavolo e portò alla bocca un calice di vino, prima di indossare un’espressione seria.
 
- Che ne diresti di ... ho una moglie e tre figli che mi aspettano a casa? Le suggerì dopo qualche secondo.
 
- Sei esilarante, rispose Arizona un po’ accigliata.
 
Mantenendo la sua espressione seria, nonostante le scappasse di sorridere, Callie le chiese:
 
- Chi dice che sto scherzando?
 
- Beh, mi dispiace per quella donna, dichiarò la bionda. Visto tutto il tempo che passi con me, deve
sentirsi un po’ trascurata ...
 
- Un po’, rispose Callie alzando le spalle, ma le passerà ...
 
Arizona ridacchiò prima tornare seria.
 
- No, sul serio, disse, posizionandosi meglio sul divano in modo da essere faccia a faccia con la sua interlocutrice. Ci conosciamo da mesi e ho l’impressione di non sapere nulla di te.
 
- Bisogna dire che il tipo di rapporto che abbiamo avuto finora non contemplava il conoscerci più a fondo a  vicenda, Signora Presidente, ironizzò Callie.
 
Arizona alzò gli occhi al cielo prima di posarli di nuovo su di lei ed accennare un sorriso.
 
- E’ vero, ammise, ma ora siamo ...
 
Si fermò, poco sicura di come terminare la frase.
 
Erano cosa?
 
Una coppia?  Amiche o qualcosa di più?
 
Stavano insieme?
 
Non avevano mai affrontato l'argomento. Durante quel mese di relazione, avevano condiviso molti bei momenti. Ma la maggior parte non erano che incontri avvenuti nel tempo che decorreva fra 2 meeting in due sale diverse della Casa Bianca. E in quegli attimi non avevano mai parlato... proprio perché avevano il tempo contato e preferivano occuparlo facendo qualcosa di più interessante.
Quindi non avevano mai stabilito cosa fossero… E quella sera era il loro primo vero appuntamento, non c’era fretta né paura di essere scoperti, e Arizona non intendeva rovinare tutto tirando fuori l’argomento. Non al prima appuntamento ...
 
Dopo tutto, come aveva detto a Callie tre settimane prima, la cosa più importante era che stessero bene insieme. Del resto se ne sarebbe occupata poi. Compresa la definizione del loro rapporto.
 
- Ora, continuò, siamo intime ... quindi voglio conoscerti.
 
- Va bene, rispose Callie. Che cosa vuoi sapere?
 
- Non lo so, disse, pensierosa, Arizona. Raccontami qualcosa di te, un aneddoto, un pensiero, qualsiasi cosa...
 
Callie posò sul tavolo il calice di vino che aveva ancora in mano, prima di accomodarsi proprio come Arizona, a gambe incrociate, sul divano.
 
- Ho una proposta da farti, esclamò con un sorriso divertito.
 
- Ti ascolto ...
 
- Conosci il gioco delle venti domande?
 
Arizona scosse negativamente la testa, aspettando che continuasse.
 
- A turno, ognuna, deve porre una domanda all’altra, la quale deve rispondere sinceramente; si va avanti così fino ad arrivare a venti domande.
 
- Che genere di domande?
 
- Di qualsiasi genere, rispose Callie. E ognuna ha diritto a tre “passo” ...
 
Arizona annuì leggermente e cominciò a pensare a quale domanda porle.
 
 - Mi piace questo gioco, esclamò dopo qualche secondo. Comincio io!
 
- Cosa?! S’indignò Callie. Ho avuto io l’idea quindi dovrei essere io ad iniziare!
 
- Sì, ma sono stata io a suggerirti di imparare a conoscerci!
 
- Si, va bene, acconsentì la bruna. Sono pronta per la tua prima domanda allora ...
 
Mentre si sistemava ancor più comodamente sul divano, nel volto di Arizona apparve un enorme sorriso.
 
Lei e Callie erano sedute l’una di fronte all’altra con le gambe incrociate. Le loro ginocchia si toccavano  leggermente e le loro mani si erano istintivamente unite; ciò non faceva che accentuare la loro vicinanza ed intimità.
 
Un’intimità che sembrava totalmente diversa da quella che avevano avuto in quegli ultimi giorni, ma che era altrettanto piacevole.
 
- Ce ne ho una! esclamò eccitata.
 
Callie la guardò scuotendo la testa, divertita.
 
Quella donna era una boccata d'aria fresca e la sua esuberanza non faceva che confermaglielo.
 
- Se potessi avere un potere magico, quale vorresti?
 
La latina si fece scappare una smorfia sollevando un sopracciglio.
 
- Allora, ti sto offrendo la possibilità di farmi qualsiasi domanda e la prima cosa che ti viene in mente è "quale ipotetico potere vorresti avere se potessi scegliere?" ? Da che pianeta sei venuta, Robbins?
 
 - Ehi! Si offese Arizona. Questa domanda è fantastica! Si impara molto sulla persona che si ha davanti…
 
- Chi lo dice? Il Dottore Matto? ribatté Callie.
 
- Calliope ...
 
- Ok, ok! Ti rispondo ...
 
Si passò una mano fra i capelli, riflettendo.
 
- Sceglierei il potere del teletrasporto, disse alla fine.
 
- Prevedibile! Arizona rise. E’ quello che sceglierebbe chiunque quindi niente d’originale…
 
- Ma è una ficata! Ti permette di andare dove vuoi in un istante ...
 
- Al giorno d’oggi, con un aereo, puoi andare dove vuoi, replicò Arizona. Basta solo essere paziente ...
 
- Disse la donna che ha una paura irrazionale degli aerei, rispose Callie.
 
Arizona fece una smorfia tirando fuori la lingua.
 
- Questo potere mi permetterebbe di raggiungerti a letto quando mi ne ho voglia, disse la bruna con
un lieve sorriso.
 
Fece scivolare una mano lungo la gamba di Arizona per poi salire lentamente e sensualmente verso la parte
superiore della coscia.
 
- Potrei svegliarti in qualsiasi momento, mormorò continuando a salire con la mano, e in tanti modi
diversi.
 
- Ok, ferma! Sussurrò Arizona, bloccando la mano di Callie e la sua ascesa.
 
Chiuse gli occhi e cercò di ignorare l'ondata di calore che la stava invadendo.
 
- Se non vuoi che ti strappi i vestiti di dosso e concluda qui il gioco, su questo tavolino, dovresti smetterla, continuò la bionda con voce rauca.
 
Callie vide dilatarsi le pupille della donna e riconobbe lo sguardo pieno di desiderio che Arizona le rivolgeva ogni volta che stava per entrare in azione.
 
- Chi dice che non è ciò che voglio?
 
- Abbiamo tutta la notte per quello, rispose Arizona. Voglio prima finire questo gioco... Ti prego!
 
Non sapeva esattamente perché la stesse supplicando. Bloccare il desiderio e metterlo da parte? Non aveva mai pensato di reclamare una cosa del genere un giorno, ma quella notte si rese conto che la voglia di sapere di più su Callie era molto più forte del desiderio di farla sua fisicamente.
 
- Molto bene, concordò Callie.
 
Tolse le mani dalle gambe di Arizona e le posò sulle sue, strappando un ghigno di delusione alla bionda.
 
- Ciò non significa che non lo faremo, disse Callie.
 
- Ti posso assicurare che è nei miei piani, dichiarò Arizona.
 
Si tirò un po’ indietro per fissare una distanza di sicurezza; ciò fece sorridere Callie. Poi alzò gli occhi di
nuovo verso la bruna.
 
- E’ il tuo turno, disse, riacquistando il sorriso.
 
- Fammi pensare... Qual è la cosa più illegale che hai fatto in tutta la tua vita?
 
- Vuoi dire a parte iniziare una relazione proibita con il mio Capo della Sicurezza? Chiese scherzosamente Arizona.
 
Callie sorrise e annuì, incoraggiandola con lo sguardo a rispondere. La domanda mise Arizona in difficoltà perché aveva sempre vissuto rispettando le regole imposte dalla legge.
Anche se non amava i protocolli e le regole che le venivano imposti, sapeva quali erano i suoi limiti... fino a quando, come aveva detto poco prima, aveva deciso di andare a letto con l’ultima persona con cui avrebbe dovuto andare a letto.
 
- Ho trovato! Esclamò infine. L'estate dei miei tredici anni, con Tim, abbiamo guidato in bicicletta fino al centro commerciale per comprare dei dolci. Arrivati al negozio, ci siamo resi conto che non avevamo abbastanza soldi per comprare tutte le bustine di caramelle che avevamo preso, quindi le  ho nascoste sotto la maglia e siamo andati via dal negozio senza pagare ...
 
Callie attese che arrivasse la fine della storia, ma si rese conto che la vicenda raccontata da Arizona  terminava così, quindi esplose in una risata.
 
- Questo sarebbe la cosa più illegale che hai fatto? Rubare delle caramelle?
 
- Che ti aspettavi? rispose Arizona divertita. Ti ricordo che mio padre è un colonnello, bisognava rigare dritto!
 
- Non deve essere stato facile, disse sarcasticamente Callie.
 
- Sì, confermò con un sorriso malinconico, ma non sostituirei mio padre per nulla al mondo...
 
- Hai ragione. Un padre è qualcosa di prezioso...
 
Arizona notò un'espressione triste apparire sul volto di Callie, la quale distolse lo sguardo dalla bionda per posarlo sulle sue mani, come faceva ogni volta che pensava ai suoi genitori o alla sua famiglia.
 
- Parlami di loro, sussurrò Arizona. La tua famiglia...
 
Callie sollevò gli occhi per guardarla, sorpresa dalla richiesta. Era la prima volta che qualcuno le chiedeva di parlare della sua famiglia al di fuori degli eventi che l’avevano portata a perdere i suoi genitori. I suoi amici sapevano che era orfana. Aveva perso madre, padre e sorella quando era al liceo, in circostanze orribili, e a lei non piaceva parlarne. Così, per rispetto, non le avevano mai posto domande.
 
Fu sorpresa nel notare che la domanda di Arizona non l’aveva turbata poi tanto. Anzi, un calore inspiegabile la colse nella bocca dello stomaco all'idea di condividere alcuni ricordi dei propri cari che aveva perso.
 
- Mi dispiace, disse la bionda reputando il suo silenzio una risposta. Non vole­
 
- No, non c'è nulla di male, affermò Callie con un sottile sorriso. Cosa vuoi sapere?
 
- Non saprei... Il ricordo più preziosi che hai con loro?
 
- Questa è la tua terza domanda?
 
Arizona annuì mentre Callie cominciò a ricordare i tanti momenti che la legavano ai suoi genitori e a sua
sorella. Uno in particolare le venne in mente e non riuscì a trattenere il sorriso.
 
- Era l’ultimo Natale prima ... prima che se ne andassero, disse, continuando a sorridere.
 
Arizona abbozzò un leggero sorriso nel vedere la donna guardare nel vuoto, ricordando. La visione di Callie, seduta comodamente sul suo divano, con la mente a migliaia di chilometri da dove si trovavano, riportando a galla ricordi che non aveva mai voluto condividere con nessuno, era una delle più belle scene a cui lei potesse assistere.
 
Callie riusciva a rendere la più semplice delle cose, straordinaria e unica, come quella normale cena stava diventando una delle più belle serate della sua vita.
 
La ascoltò, quindi, con un tenero sorriso, raccontarle com’era un abitudinario risveglio presso la famiglia Torres.
 
Callie le raccontò di quell’anno che, mentre di solito tutti i suoi zii e le zie si trovavano a casa sua per il capodanno, festeggiarono da soli: suo padre, sua madre, sua sorella Aria e lei. Le parlò del risveglio meraviglioso, con sua madre che le aveva cucinato ogni sorta di prelibatezza e suo padre che cercava di recuperare il tempo perduto trascorso lontano dai suoi figli a causa del lavoro.
 
Le raccontò come, in tarda serata, si ritrovarono seduti sul pavimento, tutti e quattro, davanti al camino, con una tazza di cioccolata calda in mano, in silenzio, godendo di quel momento tutto per loro.
 
- Non ho mai provato un senso di pace e sicurezza così forte come in quel momento, continuò commossa Callie. Stavo stretta fra mio padre, Aria e mia madre e mi sentivo completa … era quello il mio posto …
 
Si voltò per guardare Arizona che non le aveva tolto gli occhi di dosso, emozionata da quella storia.
 
Mentre si osservavano, Callie sentì stringersi un nodo in gola e il suo battito cardiaco accelerare. Una delle tante sensazioni che provava quando quei bellissimi occhi azzurri la guardavano.
 
- Ritroverai quelle emozioni un giorno, Calliope, le promise Arizona.
 
- Come puoi saperlo? Chiese Callie.
 
- Perché non può essere altrimenti, rispose con una scrollata di spalle come se fosse ovvio. Tu meriti di trovare la o le persone che ti faranno sentire di nuovo completa.
 
E spero di poter essere io quella persona un giorno, pensò intensamente lei…
 
Callie rimase in silenzio, non sapendo cosa dire. Rimase immobile per alcuni secondi fissando Arizona che ricambiava il suo sguardo, e notò quanto la bionda mostrasse convinzione in ciò che aveva appena detto.
 
Tuttavia, non si soffermò troppo su questo e scosse la testa prima di ritrovare il suo sorriso.
 
- E’ il mio turno, esclamò con allegria.
 
Voleva mandar via quell’atmosfera troppo emotiva che s’era appena creata, per ritrovare quello spirito gioioso che c’era fino a poco prima.
 
Arizona abbozzò a sua volta un sorriso prima di farle un cenno con la testa facendole intendere che era pronta ad ascoltarla.
 
- La cosa che sogni di fare ma che non farai mai?
 
- Un salto col paracadute, rispose senza pensarci troppo.
 
Si aspettava una presa in giro di Callie, ma la sua reazione la sorprese molto.
 
Il sorriso della bruna crebbe fino a farla sbellicare dalle risate. Un ricordo ancora fresco del colloquio che aveva avuto con Webber, dopo il primo bacio che si erano scambiate, le era tornato in mente e fece si che quella risata si intensificasse.
 
Arizona la guardò con un cipiglio e incrociò le braccia al petto quasi per difendersi.
 
- Io davvero non vedo cosa c'è di strano, si offese.
 
- Mi spiace, disse Callie, cercando di calmare la sua risata. Giuro che non ti sto prendendo in giro ...
 
- Eppure è ciò che stai facendo!
 
- Ma no, la rassicurò, è solo che-
 
Callie si fermò e ritrovò la serietà. Fissò Arizona che sembrava davvero infastidita ed esitò a raccontarle la
verità. Dopo tutto, si trattava di un episodio imbarazzante e non sapeva se era pronta a condividerlo con qualcuno.
 
Ma Arizona non era qualcuno. Lei era la persona responsabile di quello che era successo e, a giudicare dalla sua espressione in quel momento, Callie sapeva che aveva tutto l’interesse a dirle la verità.
 
- Ti ricordi il nostro primo bacio? Le chiese infine.
 
- Come potrei dimenticarlo, replicò Arizona, i cui lineamenti del viso cominciarono ad addolcirsi mentre ci pensava.
 
- Il giorno dopo, ti ricordi che avevo un incontro con Webber?
 
Di fronte alla conferma della bionda Callie continuò.
 
- Diciamo che mi avevi messo il cervello talmente sotto-sopra, che ho iniziato a delirare circa le sensazioni che mi aveva provocato il nostro bacio, nel bel mezzo della riunione ...
 
- Stai scherzando? Chiese Arizona, sconvolta. Mi stai dicendo che hai fatto una descrizione dettagliata del
nostro bacio al direttore della NSA?
 
- No, certo che no! Esclamò Callie. Diciamo solo che gli ho detto che avevo fatto “un salto col paracadute" memorabile e che non vedevo l’ora di rifarlo
 
A poco a poco, quell’espressione sconvolta nel viso di Arizona scomparì, per lasciar posto ad un sorriso divertito.
 
- Hai paragonato il nostro bacio ad un lancio col paracadute?
 
- Ad uno straordinario lancio col paracadute, precisò una Callie sorridente. Avevo perso la testa ... Tu mi avevi fatto perdere la testa!
 
- Ed io che pensavo di essere la sola ad averla persa ...
 
Callie scosse il capo da sinistra a destra.
 
- Ora capisci perché sentirti dire che il tuo sogno è lanciarti col paracadute mi ha fatto ridere
 
- Se seguo il tuo ragionamento, esclamò Arizona, vuol dire che io ho già fatto quel salto con paracadute.
 
- Esatto, affermò Callie. No, Sai cosa? Aggiunse annuendo freneticamente. Un giorno faremo realmente quel salto, entrambe ...
 
Quelle parole suonavano terribilmente come una promessa e Arizona non poteva che gioirne.
 
- E’ un patto, disse con un nuovo sorriso.
 
Rimasero in silenzio qualche secondo prima che Arizona riprendesse la parola per porre la domanda seguente.
 
- Tocca a me, disse. Parlando di baci, con chi e a che età è successo?
 
- Credo che sia stato a tredici anni, rispose Callie facendo scorrere una mano tra i capelli.
 
Quel gesto lo faceva tutte le volte che pensava e questo fece sorridere Arizona.
 
- Sì, avevo tredici anni, confermò alla fine. E' stato con un certo Michael Crosby ... un po' bavoso.
 
- Bleah, commentò Arizona, arricciando il naso.
 
- Non è stato un granché, ammise Callie. E’ il mio turno!
 
Lei alzò un sopracciglio e domandò:
 
- La tua prima volta?
 
Un sorriso giunse di nuovo sulle labbra di Arizona che fece apparire le fossette che Callie amava tanto.
 
- Stacy Roberts, all'età di sedici anni, rispose. Aveva due anni più di me ed era capitano delle ragazze pom-pom della squadra del liceo... ne ho un bel ricordo.
 
- Sei uscita con una ragazza pom­pom? Chiese Callie con una smorfia di disgusto.
 
Callie aveva una cattiva considerazione di quella categoria di persone al liceo e immaginare Arizona con una di loro la infastidiva. Che poi, sentirle dire che ne aveva un bel ricordo non l’aiutava per niente a lenire quella sensazione.
 
Sì, erano trascorsi vent’anni, ma immaginare Arizona con la sua ex la rendeva gelosa tanto che le si strinse lo stomaco .
 
- Non siamo proprio uscite insieme, disse Arizona con un sorrisetto, spingendo Callie a serrare di più la  mascella.
 
Era un dato di fatto, A-DO-RA-VA vederla gelosa. Questo probabilmente non era sano; nelle sue relazioni passate, la gelosia era stata per lo più un ostacolo, ma con Callie era esattamente al contrario.
 
- Era solo la storia di una notte, concluse.
 
- La tua prima volta è stata l’avventura di una notte?
 
- Sì. Non ho mai avuto relazioni serie ...
 
Arizona capì che non avrebbe dovuto divulgare quell’informazioni quando vide il sorriso sul volto di Callie sparire. Fra se e se si maledisse in tutte le lingue, poi aggiunse:
 
- Fino a che non ne ho avuto davvero la possibilità ... Con il lavoro di mio padre, ci trasferivamo ogni diciotto mesi quindi per me e Tim è stato difficile legarci sentimentalmente a qualcuno ...
 
- Si, capisco, disse Callie con un lieve cenno del capo.
 
- Solo quando i miei genitori si sono trasferiti a Chicago, abbiamo potuto avere una parvenza di vita sociale, continuò Arizona. Ma io ero già all’ultimo anno... Ho avuto delle fidanzate all'università, aggiunse subito.
 
Delle fidanzate in meno di due mesi ... ma questo preferì non precisarlo.
 
- Non hai bisogno di giustificarti, Arizona, la tranquillizzò Callie accennando un sottile sorriso.
 
- Lo so, rispose. Ma voglio che tu lo sappia ... Dopo tutto, tu ed io ... noi ... mmm. Passiamo alla prossima
domanda? Chiese fingendo non-chalance.
 
Notò, con sollievo, che Callie sorrise. Questo chiaramente mostrava quanto quella conversazione la stesse divertendo più che infastidendo…
 
- Si, credo sia meglio, la prese in giro la bruna.
 
- Bene, soffiò Arizona. Dal momento che stiamo parlando di relazioni passate ... la tua ultima ex?
 
Il sorriso di Callie scomparve di nuovo ed ogni traccia di gioia sparì dal suo volto. Calò il silenzio. Occhi negli occhi, intensamente, comunicavano solo con la forza del loro sguardo.
Alla fine, Callie rinsavì, tirò un profondo respiro e tornò seria.
 
- Passo, disse semplicemente.
 
Arizona spalancò gli occhi, sorpresa.
 
- Cosa?
 
- Passo, ripeté Callie. Ne possiamo usare tre, io ne ho usato uno ...
 
- Non vuoi rispondere alla domanda?
 
Callie scosse la testa da sinistra a destra.
 
- Preferisco non rispondere ... non ancora, almeno.
 
Questo atteggiamento non fece che decuplicare la voglia di Arizona di saperne di più. Chi poteva essere questa ex-fidanzata o ex­fidanzato? E soprattutto che cosa le aveva potuto fare per portarla a rifiutarsi di parlarne?
 
- Va bene, disse con una scrollata di spalle.
 
Probabilmente sarebbe morta dalla voglia di sapere, ma era troppo presto per spingere Callie a parlare. Avrebbe infastidito anche lei quindi era giusto che si confidasse quando si sarebbe sentita pronta.
 
- Grazie, sospirò Callie.
 
- Ho il diritto di fare un'altra domanda, giusto?
 
Temendo un po’ ciò che Arizona potesse chiederle, Callie annuì lentamente.
 
La bionda abbozzò un sorriso malizioso e mormorò sottovoce:
 
- Perché non mi hai ancora baciata?
 
L'atmosfera cambiò bruscamente, portando entrambe a dimenticarsi della domanda di poco prima.
 
Il volto di Callie si vestì della stessa espressione di Arizona. Dolcemente si avvicinò alla bionda, senza correre troppo.
 
- Perché sono un’idiota, rispose a metà strada tra le loro labbra.
 
Dopo un momento che sembrò infinito per Arizona, la imprigionò con un gesto fugace, strappandole un gemito soffocato. Immediatamente, la bionda fece scivolare le mani lungo il collo di Callie per risalire lentamente verso i suoi capelli quando quest’ultima si girò di schiena per allungarsi su di lei.
 
- Dimentichiamo il gioco? Propose Callie, sottolineando ogni parola con un bacio.
 
- Quale gioco? Finse di chiedere Arizona.
 
Non lasciò a Callie il tempo di rispondere che la attirò a sé per baciarla di nuovo. Le sue gambe tremarono quando sentì la mano di Callie farsi spazio sotto la maglia e accarezzarle il ventre.
 
- Ti farò dimenticare presto di Tracy, la ragazza pom-pom, mormorò Callie baciandole il collo.
 
- Era Stacy, la corresse Arizona oramai in estasi.
 
Callie si fermò all'improvviso per mandarle uno sguardo costernato.
- Chi se ne frega, si precipitò a dire la bionda. Con te dimentico anche il mio nome...
 
Fu sollevata nel vedere un sorriso apparire sul viso di Callie.
 
- Bella risposta, sussurrò quest’ultima riprendendo l'esplorazione del suo corpo.
 
Arizona si aggrappò al colletto del suo maglione e la baciò languidamente, rallentando gradualmente il ritmo  precipitoso col quale erano partite.
Voleva far con calma. Godere di ogni bacio, di ogni carezza che le offriva Callie. Dopotutto, quello non era un incontro fortuito a cavallo fra due riunioni. Quella sera non avevano la fretta di viversi con il timore che fossero scoperte.
No, in quella occasione avevano tutta la notte a loro disposizione…  e Arizona aveva tutta l’intenzione di sfruttarla al massimo.
 
 
*
 
*
 
*
 
 
- Questi sono i documenti per li Summit dei governatori di domani, disse Alex poggiando la pila di fogli sulla scrivania di Arizona.
 
Quest'ultima, accigliata, lo fissò notando una certa rigidità. Tirò un sospiro infastidito e si alzò dalla sedia.
 
- Per quando hai intenzione di tenermi il muso? Chiese.
 
- Non ti tengo il muso.
 
- Oh, ti prego, da quando ho annullato l’appuntamento con Johanne, ho l’impressione di avere Calimero a capo del mio Staff! E pensare che eri tu che volevi fartela quella volta!
 
Alex la guardò irritato.
 
- Non ha nulla a che fare con Johanne o con quella maledetta sera! Ripose, innervosito.
 
- Allora, qual è il problema? Domandò Arizona che stava cominciando a perdere la pazienza.
 
Nonostante la straordinaria serata e nottata che aveva trascorso con Callie, Arizona si era svegliata di malumore e non aveva smesso di essere scortese con tutti già di primo mattino.
 
Sapeva che era sbagliato e che non tutti erano responsabili di quella sua amarezza, ma aveva accumulato dello stress in vista della riunione che avrebbe avuto con gli altri governatori il giorno dopo… anche se sapeva che non si trattava di qualcosa che c’entrava con quell’incontro.
 
Arizona sapeva che la sua reazione era stata eccessiva, ma non poteva farci nulla. E l'unica persona che poteva sistemare le cose era sparita ad inizio giornata e non aveva dato alcun segno di vita.
 
Quindi no, non era proprio dell’umore giusto per sopportare le lamentele di Alex quel giorno.
 
- Il problema,  Arizona, è che mi sembra di essere molto più di un semplice Capo dello Staff, esclamò Alex.
 
- Cosa? Rispose Arizona non capendo dove volesse andare a parare.
 
- Ci conosciamo dai tempi del college, continuò. Abbiamo condiviso tutto. Tutto. E penso che nonostante il tuo ruolo di Presidente, non cambieranno mai le cose fra di noi…
 
Quelle parole sorpresero Arizona che dimenticò per un attimo la sua irritazione. Lei rimase in silenzio qualche secondo, cercando di dare una risposta a quell’amico che aveva visto raramente cosi vulnerabile.
 
- Sarà sempre così, disse con convinzione accennando un sorriso. Qualsiasi cosa potrà accadermi nella vita, anche la più assurda, tu rimarrai sempre il mio Alex.
 
- Mi stai nascondendo delle cose, esclamò. E sento che non riponi più in me la fiducia che avevi prima  ...
 
Un senso di colpa s’impadronì di Arizona che strinse leggermente i denti.
 
Era sincera quando diceva che per lei lui era e sarebbe rimasto sempre il suo Alex. Era colui che non l’aveva mai abbandonata. Colui che le era rimasto vicino ogni istante quando aveva perso Tim. Colui che l’aveva sostenuta in ognuna delle sue sconfitte politiche. Era colui senza il quale non sarebbe mai arrivata dove si trovava in quel momento.
 
Grazie ad Alex lei era il leader del Mondo Libero, e sapere che lui dubitava dei suoi sentimenti non faceva che accentuare il suo senso di colpa. E anche se si fidava ciecamente di lui, anche se non avrebbe esitato un secondo ad affidargli la sua vita, non poteva raccontagli della sua storia con Callie. Lui le aveva già mostrato la sua contrarietà al riguardo, anche se i suoi sospetti erano spariti dopo la storia delle foto con Coleen Mayers; sapeva che lui non avrebbe capito.
 
E quando Alex si metteva in testa che una cosa era sbagliata, riusciva sempre a eliminarla. E non v’era alcun dubbio che Callie ne avrebbe pagato le conseguenze. Perché, anche se era l'unica responsabile del suo malumore quel giorno, la Latina rimaneva comunque la sua più grande fonte di felicità e non poteva rischiare di perderla o di farle perdere il lavoro.
 
Così, nonostante il suo desiderio di confidarsi con il suo migliore amico, rimase in silenzio, sorridendogli per rassicurarlo.
 
- Ti assicuro che non ti sto nascondendo nulla, Alex. Ciò che è cambiato è che faccio un lavoro molto più stressante di prima e devo ancora adattarmi completamente, ma questo non ha nulla a che fare con te ... mi fido di te!
 
Alex la guardò per qualche secondo, come per cercare di capire se fosse sincera o no.
 
- Va bene, disse infine.
 
Sorrise a sua volta, prima fare qualche passo indietro.
 
- Devo andare ...
 
Arizona annuì lievemente guardandolo poi allontanarsi, prima di ricordarsi una cosa.
 
- Alex!
 
- Sì? Disse, voltandosi di nuovo verso di lei.
 
- Va tutto bene? Chiese preoccupata.
 
- Va tutto bene, affermò prima di lasciare la stanza.
 
 Superato l’uscio, s’imbattè nell’Agente Torres che stava per bussare.
 
- Agente Torres, la salutò con un cenno rispettoso del capo.
 
- Karev, rispose Callie con un sorriso gentile.
 
L’uomo abbassò lo sguardo e vide una tazza di caffè nella mano destra della donna. Era una cosa che aveva notato spesso nelle ultime settimane, l'agente di Torres non è mai entrata nello Studio Ovale senza un caffè e sospettava che fosse sempre per Arizona.
 
Sapeva che lo strano comportamento della Presidente era dovuto alla donna di fronte a lui. Callie Torres non l’aveva lasciato indifferente dal loro primo incontro.
 
Ma conosceva Arizona. Sapeva che non avrebbe mai rischiato la sua carriera o la sua sicurezza per un’infatuazione di poco conto e aveva avuto la conferma che non si trattasse di niente di importante quando, qualche giorno dopo la loro discussione riguardo una eventuale storia con l’Agente Torres, Arizona era andata a letto con un’altra. Anche se fosse stata una dipendente, che avrebbe potuto comunque portare un sacco di problemi, di sicuro non era qualcuno ai livelli della Torres. E dietro la minaccia che aveva rappresentato Coleen Mayers, Alex ci aveva visto la possibilità di frenare ciò che stava nascendo fra la Presidente e il suo Capo della Sicurezza.
 
Quindi, in quel momento, non aveva alcun motivo di scavare troppo a fondo riguardo la loro evidente complicità. Primo perché si fidava di Arizona, secondo perché, anche se non era facile per lui ammetterlo, l’Agente Torres era straordinaria nel suo lavoro e lui non voleva rischiare di perderla ...
 
Fece come se nulla fosse accaduto e alzò lo sguardo per incrociare quello di Callie che continuava a fissarlo chiedendosi quando se ne sarebbe andato.
 
- Vacci piano, le consigliò indicando la porta alle sue spalle. E’ di cattivo umore!
 
Si allontanò prima di lasciare rispondere Callie.  Quest'ultima lo vide sparire lungo il corridoio, poi si voltò verso la porta e bussò più volte.
 
- Avanti! Esclamò la voce di Arizona.
 
Callie non si fece pregare a lungo ed entrò nella stanza. Vide Arizona totalmente assorbita da qualcosa al computer perciò si fermò a metà strada per osservarla.
 
Abbassò lo sguardo ripercorrendo il cammino della camicetta di seta bianca che indossava e che lasciava intravedere una parte del suo seno dove si trovava il neo che aveva baciato tantissime volte. Portò poi gli occhi al suo viso. I suoi capelli erano legati in uno chignon che le lasciava scoperto il delizioso collo e le donava un’aria ancor più angelica del solito.
 
Callie sorrise nel vederla aggrottare la fronte. Succedeva sempre quando la bionda era totalmente assorbita da ciò che faceva.
 
Non potendo resistere ancora, avanzò lungo la stanza.
 
- Ho sentito dire che sei gentile come Burke oggi, disse in tono divertito.
 
Arizona allontanò gli occhi dal monitor per posarli su Callie, sorpresa di vederla.
 
Pensava che la persona che aveva bussato altri non era che il governatore di New York, con il quale avrebbe avuto un appuntamento a breve, quindi era contenta di vedere la Latina al suo posto.
Soprattutto dopo un'intera mattinata senza vederla. Ma questo non voleva farglielo sapere, soprattutto dopo il risveglio pessimo che le aveva regalato.
 
Fece come se nulla fosse e riportò la sua attenzione allo schermo, prima di rispondere lentamente:
 
- Ho sentito dire che è da maleducati lasciare una donna svegliarsi da sola a letto dopo una notte di sesso sfrenato...
 
Quell’affermazione fece sorridere Callie che si ricordò immediatamente di quella mattina.
 
Si era svegliata con la schiena di Arizona poggiata al suo petto. Le sue braccia cingevano la bionda e quest'ultima aveva intrecciato le dita con le sue poggiando le mani all’altezza del suo stomaco.
Callie era rimasta alcuni minuti con il viso immerso fra i capelli di Arizona lasciandosi cullare, con un enorme sorriso ebete sul volto, dal ritmo del suo respiro. Sorriso che non era riuscito a scomparire, semplicemente perché rispecchiava il suo stato d’animo.
 
Si svegliò felice. Respirava felicità. Letteralmente. Sentendo il profumo di Arizona, respirando l’aroma dei suoi capelli e del suo corpo nudo contro il suo, immaginò che se la felicità avesse avuto un odore, sarebbe stato quello.
 
Tuttavia, quando guardò l'orologio, Callie si rese conto di avere solo cinque minuti prima che le procedure di sicurezza iniziassero quindi era necessario che lasciasse l’edificio velocemente senza essere scoperta.  
Aveva quindi slacciato le braccia da Arizona cercando di non farla svegliare.
Poi si era vestita ad una velocità incredibile, si era piegata verso il corpo addormentato della bionda e le aveva lasciato un bacio sulla guancia prima di scomparire in silenzio.
 
- Mi stai dicendo che te la sei presa col tuo staff per tutta la mattinata solo perché non ti ho svegliata stamane? Chiese Callie perdendo leggermente quell’espressione gioiosa.
 
Se c'era una cosa che non voleva era che Arizona pensasse che se la fosse squagliata, perché la bruna avrebbe dato qualsiasi cosa per poter restare a letto con lei e aspettare che si svegliasse. Avrebbe dato tutto ciò che possedeva per vedere gli occhi di Arizona aprirsi poco a poco mentre le donava uno dei suoi meravigliosi sorrisi assonnati.
 
Ma quando si confrontò nuovamente col silenzio della bionda, non potè che pensare che Arizona aveva proprio immaginato quello. Ciò la spinse a spiegarsi:
 
- Sono rimasta alcuni minuti prima che Lexie iniziasse il suo turno ma poi sono dovuta andar via prima che arrivasse...
 
- Avresti potuto dirmelo, rispose Arizona.
 
- E svegliarti?! Esclamò Callie con un sorriso. Mai l’avrei fatto!
 
Avanzò fino a posizionarsi davanti ad Arizona e continuò.
 
- Tu dormivi Arizona. Tu. Dormivi. E sembravi davvero serena. Non volevo essere la persona che rovinava tutto. Sai quanto sia importante per me vederti finalmente riposare tranquillamente…  
 
Arizona continuò ad ignorarla fissando lo schermo, anche se l’interesse per le cose che stava sbrigando prima della venuta di Callie, era completamente sparito. Sapeva che la sua reazione era infantile ed eccessiva. Specialmente dopo aver sentito quelle dolcissime parole... Ma lei non poté evitare di provare una leggera sensazione di abbandono svegliandosi senza Callie al suo fianco.
 
Sapeva che i sentimenti che provava per lei erano molto più forti e più profondi di quelli che si provano per una persona che si conosce solo da qualche settimana. Soprattutto in una relazione basata perlopiù sul sesso.
 
Ma così stavano le cose e Arizona era terrorizzata all'idea che Callie non provasse la stessa cosa.
Così, quando si era svegliata, tutta sola nel suo letto, aveva avuto l'impressione di vivere ciò che lei stessa aveva fatto subire alle sue numerose “ragazze” passate: spariva prima che l'altra si svegliasse...
Quindi continuava a domandarsi cos’era lei per Callie. E non poteva semplicemente domandarglielo di punto in bianco perché aveva paura di spaventarla.
 
Rimase in silenzio fino a che non vide con la coda dell'occhio Callie tirare un sospiro e raggiungere la sua scrivania posizionandosi proprio dietro di lei. Immediatamente il suo corpo si irrigidì quando sentì le sue mani scivolare lungo le sue spalle e cominciare a massaggiarle.
 
- Arizona, sussurrò dolcemente contro il suo orecchio.
 
Anche in quel caso, lei non rispose. Tuttavia, un sorriso apparve sul suo volto quando sentì Callie toccare col naso l’incavo del suo orecchio e poi depositarci un bacio.
 
- Mi dispiace, proseguì Callie continuando a baciarle il collo.
 
Arizona chiuse gli occhi ed inclinò la testa inconsciamente, garantendole maggiore accesso. Dal momento in cui la bocca di Callie era entrata in contatto con la sua pelle, aveva dimenticato tutte le sue paure e dubbi e così, quando cominciò a succhiare quella parte per lei sensibile, non resistette più e fece ruotare la sedie di modo da mettersi frontale alla bruna. Si tuffò per una frazione di secondo nei suoi occhi scuri prima di prenderla per il bavero della giacca ed attirarla a se per baciarla appassionatamente sulle labbra.
 
Callie ripose immediatamente, poi la fece sollevare dalla sedia per godere a pieno di quel contatto.
Quando Arizona fu completamente in piedi, la fece indietreggiare contro la sua scrivania e le accarezzò una guancia mentre con l’altra mano la teneva ferma per un fianco.
 
- E se mi lasciassi la possibilità di rimediare? Le propose Callie sottolineando ogni parola con un bacio sul viso e sul collo.
 
Piegò leggermente le ginocchia in modo che il suo volto si trovasse all'altezza del collo di Arizona e cominciò a baciarne l'angolo. Soffocò un lamento quando si rese conto che c'era ancora troppo tessuto per i suoi gusti così cominciò a sbottonarle la camicetta continuando a salire verso le sue labbra.
 
Un gemito di piacere sfuggì dalla bocca della bionda che più e più volte dovette riprender fiato prima di poter parlare.
 
- Calliope, sospirò. Noi ­ noi… non ­ possiamo…
 
- Perché? Chiese Callie, ritrovando il cammino lungo il suo collo.
 
La Latina non aveva che un desiderio: quello di togliere i vestiti di dosso ad Arizona. Li. In quel momento. Subito.
 
E anche se sapeva che era impossibile, sia perché erano nello Studio Ovale che perché era stata Callie stessa a dire che non avrebbero mai dovuto avere rapporti li, il suo corpo non voleva saperne. Tutto in Arizona la faceva impazzire: il suo profumo, la morbidezza della sua pelle, il suono della sua voce, la luminosità del suo sorriso e l'intensità del suo sguardo. Tutto aveva il dono di farle perdere il controllo.
 
- Io ho ­ mmm ­ un ... un appuntamento, ansimò Arizona.
 
- Con chi? Domandò distrattamente Callie continuando a far scorrere le mani sotto la camicetta della bionda.
 
Solitamente era interessata ai diversi incontri e appuntamenti che aveva la Presidente ma in quel caso non ne aveva niente a che vedere.
 
Il telefono dell’ufficio squillò in quel momento, portando Callie ad allontanarsi immediatamente da Arizona che si raddrizzò velocemente e pigiò il tasto per rispondere.
 
- Sì! Esclamò in un soffio Arizona abbottonandosi di fretta la camicia.
 
Si sistemò la gonna quando la voce di April disse:
 
- L'appuntamento delle undici ...
 
- Molto bene, falla attendere un minuto. Finisco di mettere a punto… dei dettagli con l’Agente Torres…
 
Riattaccò, poi si voltò verso la finestra appena dietro di lei e guardò il suo riflesso. Il suo colorito era leggermente rosato e il suo rossetto era completamente sbavato, ma niente di irrimediabile.
 
- Com’è che li hai chiamati? Scherzò Callie. Dei dettagli ?
 
Considerando che era abbastanza presentabile, Arizona si voltò verso Callie che la guardava divertita.
 
- Che c’è? Chiese. Avresti preferito che le dicessi che stavi per sbattermi sulla mia scrivania?
 
- E shockare la povera Kepner per il resto della sua vita? Perché no ...
 
Arizona alzò gli occhi al cielo prima di riportare la sua attenzione verso l'altra donna che non le aveva tolto gli occhi di dosso. Notò una traccia di rossetto sul volto dell’Agente così riempì i pochi metri che le separavano per togliergliela
 
- Cosa stai facendo? Chiese Callie quando la vide avvicinarsi pericolosamente. Pensavo che avessi un appuntamento...
 
- Infatti è così, disse  ridendo Arizona. E mi piacerebbe non vedere il mio rossetto sul viso del mio Capo della Sicurezza quando entrerà, quindi tieni le mani a posto, Torres.
 
Callie sorrise a sua volta, e non poté fare a meno di far scivolare una mano lungo la schiena della bionda mentre la donna le puliva gli angoli delle labbra.
 
Dei colpi contro la porta le portarono a stabilire una distanza ragionevole non sospetta. Callie si affrettò a posizionarsi su una delle sedie di fronte alla scrivania quando April entrò nella stanza seguita da una donna con i capelli biondi.
 
- Governatore! Esclamò con un tono falsamente allegro Arizona, avvicinandosi all'altra donna.
 
Cercò di sembrare il più naturale possibile, stringendole la mano.
 
- Lieta di poterla finalmente conoscere.
 
- Il piacere è mio, Signora Presidente, rispose il Governatore afferrando calorosamente la mano che le aveva teso.
 
Callie, che si stava alzando per salutare a sua volta la persona che era appena entrata, si irrigidì immediatamente quando sentì la voce del Governatore. Era una voce troppo familiare e che, nonostante tutti i suoi sforzi, era impossibile da dimenticare.
 
Si alzò nonostante tutto e si costrinse a voltarsi per affrontare la persona che vide essere proprio quella a cui apparteneva la voce che l’aveva ossessionata per tanto tempo.
 
I suoi occhi incontrarono quelli dell'altra donna che perse immediatamente il suo amabile sorriso quando si rese conto della sua presenza. Il tempo sembrava si fosse bloccato mentre loro continuavano ad osservarsi sotto gli occhi di Arizona che non sembrava essersi resa conto della tensione appena creatasi.
 
Seguì lo sguardo del Governatore giungere verso Callie.
 
- Mi scusi, ero in riunione con il mio Capo della Sicurezza, la informò, indicando Callie. Le presento l'Agente Torres...
 
Arizona rivolse la sua attenzione a Callie la cui mascella minacciava di rompersi tanto era serrata, e le rivolse un sorriso.
 
- Agente Torres, lei è il Governatore Erica Hahn, esclamò. Ha sicuramente sentito parlare di lei, la donna che ha vinto le elezioni diventando colei che mi ha succeduta come Governatore dello Stato di New York ...
 
- Penso che sia inutile fare le presentazioni, commentò la Hahn prima che Callie potesse dire qualcosa.
 
Il suo sguardo si muoveva da una Arizona confusa ad una Callie che continuava a fissarla sconvolta.
 
- Ci conosciamo già, continuò biascicando.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


  


 
Buona lettura






Capitolo 17
 


 
 
 
Callie continuava a fissare Erica Hahn sperando di poterla far sparire con la forza del suo sguardo. Ancora non riusciva a rendersi conto di trovarsi davanti alla persona da cui era fuggita alcuni anni prima.
 
La sua ex le stava di fronte e lei non sapeva che cosa fare. Non si vedevano da due anni, non si erano scambiate una sola parola da allora e non avevano più avuto alcuna notizia l’una dell’altra. Callie aveva appreso, tramite i giornali, della recente vittoria di Erica alle elezioni governative e sapeva che era solo una questione di tempo prima che le loro strade si incrociassero di nuovo.
 
Ma lei non si aspettava che fosse già arrivato quel momento, proprio li, nello Studio Ovale del Presidente. Il Presidente che aveva baciato e spogliato fino a pochi minuti prima e che ora le osservava incuriosita.
 
Callie venne fuori dal suo letargo quando Erica le si avvicinò. Quest'ultima le sorrise e le tese la mano.
 
- Buongiorno Callie, la salutò con pacatezza. Sono contenta di vedere che stai bene e che non sei morta come pensavo...
 
Arizona rimase scioccata da quelle parole ma non disse nulla, rimanendo ad osservare attentamente la reazione di Callie che continuava a guardare, in silenzio, il Governatore Hahn.
 
Dopo qualche attimo, accennò un movimento. Ignorò la mano tesa e distolse lo sguardo dall'altra bionda prima di incamminarsi verso l’ingresso.
 
- Devo andare, disse lentamente evitando di guardare Arizona.
 
Quest'ultima la vide avanzare rapidamente verso la porta e scomparirvi dietro. Si accigliò prima di rivolgere la sua attenzione a Erica Hahn che sospirò e lasciò cadere la mano lungo i fianchi.
 
- Mi dispiace, si scusò Erica. Non volevo fare scenate nel suo ufficio, Signora Presidente...
 
- Non è niente, le assicurò Arizona, anche se la sua mente era ancora sconvolta da quello che era appena successo.
 
Non aveva mai visto Callie in quello stato. Il suo sguardo prima di lasciare la stanza era vuoto e questo non faceva che accentuare il malessere di Arizona ma soprattutto la sua curiosità nei confronti della donna che le stava davanti.
 
Chi era Erica Hahn per Callie? Qual’era il loro passato comune? Cosa era successo fra loro da spingere la stupenda bruna a lasciare la stanza così in fretta?
 
Tutte queste domande non smettevano di girare nella testa di Arizona e ciò che aggiunse la Hahn poco dopo la turbò ancor più.
 
- Grazie, ma ci tengo lo stesso a scusarmi, insistette la Hahn. Di solito riesco a tenere separate le questioni personali… ma prima non ce l’ho fatta… Rivedere la fidanzata che mi ha lasciato il giorno prima del matrimonio, senza dare una spiegazione, mi ha destabilizzato.
 
Accennò un debole sorriso prima di scuotere leggermente la testa.
 
- E se tornassimo al motivo del nostro incontro? Propose, senza notare lo stato confusionale in cui si trovava la Presidente.
 
Callie era fidanzata con quella donna! Era fidanzata con lei ed era stata sul punto di sposarla! E l’aveva abbandonata all'altare e non s’era fatta più sentire... La Callie Torres che conosceva lei, quella con un cuore grande e straordinariamente altruista, non l’avrebbe mai fatto ... non avrebbe mai fatto volontariamente del male alla persona che amava.
 
Ed era evidente che aveva amato Erica Hahn, dopo tutto, erano state in procinto di sposarsi!
 
Ripensando alla notte precedente e al rifiuto di Callie nel rispondere alla domanda circa l'ultima ex, Arizona capì che la storia tra la Hahn e Callie doveva essere molto più complicata di quello che sembrava. E anche se moriva dalla voglia di fare domande all'altra bionda per saperne di più su quello che era successo, sapeva che Callie non l’avrebbe mai perdonata se l’avesse fatto. Così resistette e accettò la proposta del governatore.
 
La sua curiosità e le sue insicurezze potevano attendere ancora un po’, in quel momento aveva un vertice da preparare...
 
Mark fissò la porta di fronte a lui, esitando un lungo istante prima di bussare. Da quando aveva saputo che  Erica Hahn era in riunione con il Presidente, gli era venuto il sospetto che quella notizia sarebbe stata come una bomba per Callie. Non rimase quindi sorpreso quando, precipitandosi allo Studio Ovale per avvisarla, la vide uscire di fretta, a denti serrati e pugni stretti, per dirigersi direttamente nel proprio ufficio. Cercò di raggiungerla e parlarle, ma andava troppo velocemente per lui e quando girò l'angolo del corridoio che conduceva all'ala dei servizi segreti, vide la bruna scomparire dietro la porta per poi sbatterla.
 
Ecco dove si trovava in quel momento, a fissare la massiccia superficie in rovere che lo separava dalla sua migliore amica, chiedendosi se dovesse lasciarle gestire da sola l'arrivo inaspettato della sua ex o se fosse meglio entrare e vedere come stesse, correndo il rischio di essere mandato a quel paese.
 
Dopo aver tirato un lungo respiro, Mark decise di optare per la seconda opzione, così bussò piano. Non ricevette alcuna risposta ma entrò comunque aspettandosi di trovare Callie in lacrime, come in passato accadeva ogni volta che discuteva con Erica Hahn. Invece si sorprese nel vederla appoggiata tranquillamente allo schienale della sedia, le gambe incrociate in grembo, intenta a leggere un rapporto, come se nulla fosse accaduto. Ciò lo portò a chiedersi se fosse davvero consapevole del fatto che la sua ex­fidanzata si trovasse alla Casa bianca.
 
Se non l’avesse vista uscire dallo Studio Ovale qualche minuto dopo che la Hahn vi fosse entrata, avrebbe giurato che non lo sapesse. No, Callie era pienamente consapevole della sua presenza, eppure sembrava ... star bene.
 
- Ehi, salutò con cautela.
 
Callie alzò un istante gli occhi verso l’uomo e gli lanciò un leggero sorriso prima di tornare a rivolgere la sua attenzione ai documenti che aveva tra le mani.
 
- Come va la tua giornata? Le domandò con un tono fin troppo gentile. Vuoi­
 
- E’ inutile che ci giri intorno Mark, lo bloccò Callie. So che mi hai vista uscire dallo Studio Ovale proprio dopo aver visto Erica entrare ...
 
Callie sospirò costernata lasciando cadere i fogli sulla scrivania prima di riprendere a guardarlo. Mark notò che non sembrava poi così sconvolta, questo lo turbò ancor di più.
 
Erica Hahn era la persona che aveva completamente distrutto la sua migliore amica. Lui aveva visto quanto Callie fosse a pezzi dopo la loro separazione e ricordava fin troppo bene quanto tempo c’era voluto prima che si rimettesse in piedi.
L’aveva vista mettere insieme i pezzi poco a poco, ridiventare la straordinaria tosta Callie Torres. Quella che camminava a testa alta. Ci aveva messo un sacco di tempo ma era tornata la vecchia Callie.
 
Tuttavia lui sapeva che non aveva mai superato la cosa. Semplicemente perché dopo Erica, Callie non aveva mai avuto una relazione seria. Aveva accumulato storie di una notte senza mai farsi coinvolgere emotivamente, anche quando i partner avrebbero voluto di più.
 
- Va bene, ammise, sedendosi su una delle sedie che si trovavano di fronte alla scrivania, forse l’ho vista entrare nello studio della Presidente Robbins e forse ti ho vista uscire poco dopo...
 
Callie sbuffò tra il riso e lo sgomento prima di notare lo sguardo di Mark.
 
- Sto bene, assicurò prima che lui potesse dire qualcosa.
 
- Ti prego Torres, sospirò Mark. E’ inutile fingere con me...
 
- Ti assicuro che non sto fingendo, disse Callie. Mentirei nel dirti che sono in estati nell’averla vista perché m’è passata, ma sto bene ...
 
Spostò lo sguardo lontano dagli occhi indiscreti di Mark, sapendo che l’uomo stava cercando di vedere se ciò che aveva detto era vero o no. Lei stessa non lo sapeva. Quello che sapeva era che nella sua testa c’era un tale caos.
 
Dopo pochi secondi, Mark sembrò averle creduto così tiro un sospiro rassegnato e si posizionò proprio di fronte a lei.  
 
- Molto bene, disse. Ma questo non significa che io non voglia sapere cosa è successo esattamente quando vi siete viste! Voglio i dettagli Torres!
 
Ricordando la scena appena svoltasi nell’ufficio presidenziale, Callie trasalì leggermente. Aveva rivisto la sua ex e si era comportata esattamente come non voleva.
 
Aveva immaginato molte volte come sarebbe stato il loro incontro. Si era ripromessa che quando avrebbe visto Erica, avrebbe scherzato e si sarebbe atteggiata con indifferenza, e invece aveva appena fatto esattamente l'opposto.
 
E’ scappata senza dire una sola parola, ignorando la mano tesa di una delle personalità politiche più importanti del Paese sotto gli occhi della personalità politica più importante in assoluto…
 
Per la miseria, Erica Hahn faceva parte del suo passato! Allora, perché dopo tanto tempo senza vederla, la bionda continuava ad avere una tale presa su di lei? Non la amava più, ne era completamente sicura. Si era anche domandata se l’avesse mai davvero amata... Allora perché non riusciva a rimanere indifferente quando si trattava della sua ex?
 
- Ci siamo guardate, disse dopo qualche secondo, ha allungato la mano perché io la stringessi e mi ha detto che era felice di vedere che stavo bene ...
 
- E tu che hai fatto? Chiese Mark.
 
- Niente, ha risposto alzando le spalle. Ho ignorato la mano, sono uscita dall’ ufficio senza dire niente e sono venuta direttamente qui...
 
Mark rimase in silenzio per qualche secondo prima di scoppiare a ridere.
 
- Te lo giuro Torres, disse ridendo, solo tu potevi snobbare il governatore di New York davanti al Presidente del Paese!
 
Arizona ... Il cuore di Callie si strinse solo sentendola nominare. Non aveva proprio pensato al fatto che aveva assistito alla scena fra lei e Erica.
 
Che cosa avrà pensato? Erica le avrà detto qualcosa?
 
Non aveva mai avuto intenzione di parlare con Arizona del disastro che era stata la sua storia con la sua ex. Era qualcosa di cui non andava fiera. Ma dopo quello che era successo, era ovvio che la bionda si aspettasse delle spiegazioni ... Dopo tutto, anche se il loro rapporto non era stato propriamente definito, lei e Arizona condividevano qualcosa. E questo qualcosa era una delle migliori cose che le fossero capitate da molti anni. Quindi al diavolo Erica Hahn, era fuori questione che il suo arrivo potesse cambiare le cose. Avrebbe fatto in modo che non cambiasse nulla.
 
 
*

 
*
 
 
*
 
 
Arizona camminava su e giù nervosamente da parecchi minuti, quando la porta si aprì per lasciare apparire Callie. Si fermò immediatamente e la vide sorridere chiudendosi la porta alle spalle.
 
- Ho solo qualche minuto, disse Callie, avvicinandosi a lei. Ma dovrebbe essere più che sufficiente.
 
Prima che potesse dire qualcosa, Callie colmò la breve distanza baciandola con passione, facendole dimenticare il motivo primario che la portò li. Subito dopo la fine del suo incontro con il Governatore Hahn e la dipartita di quest'ultima, Arizona era tornata nelle sue stanze e aveva mandato un messaggio a Callie chiedendole di raggiungerla, perché aveva provato a dimenticare ciò che aveva detto l’altra donna sulla bruna ma era semplicemente impossibile da ignorare.
 
Il giorno prima, quando Callie aveva “passato” sulla famosa domanda riguardo la sua ex, non le era stato troppo difficile da accettare. Ma ora che aveva avuto concretamente a che fare con questa persona, Arizona aveva bisogno di risposte. Voleva sapere cosa era successo tra Callie e la Hahn. Cosa avevano condiviso, quanto si poteva considerare seria la loro relazione dato che erano arrivate a fidanzarsi e, naturalmente, cosa era accaduto per spingere Callie a lasciare la sua ex il giorno prima del loro matrimonio. Voleva sapere se Callie era davvero andata oltre o se quella relazione con Erica era ancora attuale.
 
E più di ogni altra cosa, voleva che quelle risposte provenissero da Callie in persona perché non smetteva di immaginare le peggiori atrocità e Callie era l’unica che poteva rassicurarla.
 
Solo che quando le labbra di Callie entrarono in contatto con le sue, dimenticò per un momento tutti i dubbi e rispose con passione a quel bacio.
 
Mentre le loro bocche si lanciavano in una danza sensuale, mescolando ed intrecciando languidamente le loro lingue, Arizona spinse Callie sul divano e le si mise sopra a cavalcioni. Quest'ultima sorrise, poi cominciò a sbottonare la camicetta di Arizona.
 
- Non so se te l'ho detto, ma mi piace come sei vestita oggi, sussurrò tra i baci.
 
Arizona rispose con un gemito che crebbe quando le mani di Callie le accarezzarono la pancia e scesero lentamente fino alla cerniera della gonna che fece per togliere, provocandole un brivido lungo tutto il corpo.
 
Velocemente, spinse Callie ancor più contro lo schienale e a sua volta le sbottonò la camicia fino a che non fu completamente aperta mostrandole il seno stupendo della Latina.
 
- Mi stai uccidendo, mormorò senza togliere gli occhi dalla sua pelle nuda, desiderando solo una cosa: percorrerne, con le labbra, ogni centimetro.
 
- Posso assicurarti che la cosa è reciproca, rispose Callie, prima di riempire nuovamente la distanza che le separava ed afferrarla avidamente.
 
Fece scivolare le mani lungo le sue gambe lasciando una deliziosa carezza sulla parte superiore delle cosce.
 
- Sono le tue gambe a destabilizzarmi, aggiunse sorridendo.
 
Quell’osservazione fece irrigidire Arizona che si ricordò che Erica Hahn aveva utilizzato la stessa espressione qualche ora prima.
 
Ricordando la ragione della loro presenza lì, si staccò dalle labbra della bruna e mise una certa distanza indispettendo così Callie, confusa da questo improvviso cambiamento di atteggiamento.
 
- Va tutto bene? Domandò.
 
- Si, io ­ ehmm ­ va bene, le assicurò Arizona, guardandola dritto negli occhi. E 'solo che ...
 
Quella frase rimase sospesa, mentre lei continuava a guardare quegli occhi marroni di fronte a lei.
Lentamente, lasciò che le mani, al momento, fra i capelli di Callie, scendessero giù piano fino alla sua nuca, accarezzandogliela dolcemente.
 
- Cos’è successo tra te ed Erica Hahn?
 
Solo quando la domanda uscì dalla sua bocca e vide lo sguardo sorpreso di Callie, Arizona si rese conto di ciò che aveva appena chiesto. La osservò in silenzio, aspettandosi, con timore, di fare arrabbiare la bruna da un momento all’altro.
Tuttavia, la reazione di Callie fu molto diversa. Ciò sorprese Arizona. Infatti, Callie, che la fissava già da alcuni secondi, si lasciò andare ad una leggera risata.
 
- Siamo mezze-nude l’una sull’altra, sul punto di farlo e tu vuoi parlare di Erica Hahn? La prese in giro amaramente.
 
Dal momento in cui aveva ricevuto il messaggio di Arizona, aveva sospettato che quella conversazione sarebbe arrivata. Conosceva abbastanza bene la bionda da sapere che non era il tipo che lasciava passare certe cose, ma sperava che andandole incontro subito e baciandola appassionatamente come aveva fatto, sarebbe riuscita a creare un diversivo e le avrebbe potuto far dimenticare ciò che era accaduto nel suo ufficio. E aveva funzionato ... per qualche minuto.
 
- E’ lei, la tua ultima ex? Chiese Arizona, ignorando deliberatamente ciò che l’altra aveva appena detto. Perché c’era un’aria davvero tesa fra voi prima…
 
Callie provò a baciarla, ma la bionda la mantenne al suo posto tenendola saldamente per le spalle.
 
- Pensi davvero di potermi far dimenticare tutto con qualche bacio, disse indignata.
 
- Stava funzionando fino a poco fa, rispose sorridendo Callie.
 
Ed era sul punto di funzionare ancora, pensò Arizona, sentendosi il cuore accelerare davanti al sorriso infantile della Latina. Ma resistette, la sua curiosità ebbe la meglio sulla libido.
 
- Calliope... sospirò.
 
- Arizona, rispose Callie con lo stesso tono.
 
Arizona alzò gli occhi al cielo prima di riportarli su di lei.
 
- Vuoi davvero giocare come una ragazzina?
 
- Perché è così importante per te? Rispose Callie, leggermente infastidita.
 
Santo cielo, si trattava del suo passato. Perché non lasciarlo dov'era e tornare a quello che stavano per fare?
 
- Perché voglio sapere di più su di te, rispose Arizona. Tu, tu sai la mia storia. Hai anche conosciuto i miei genitori...
 
- Li ho incontrati per lavoro, precisò Callie. Questo non ha nulla a che fare con...
 
Callie si chinò lentamente verso il collo della bionda e vi posò un languido bacio; poi lentamente salì su fino alla mascella.
 
- Ti prego Arizona, mormorò continuando a punteggiarle il collo di numerosi baci. Non ho voglia di parlarne...
 
Arizona roteò gli occhi dal piacere soffocando un gemito, prima di prestare attenzione alla risposta della Latina. Improvvisamente allontanò Callie e si alzò dalle sue ginocchia.
 
- Dove stai andando? Disse Callie con un ghigno, quando la sentì spostarsi.
 
- Tu non hai voglia di parlare, io non ho voglia di fare sesso, esclamò Arizona cominciando a retrocedere.
 
Si riabbottonò la camicia prima di chinarsi per prendere le scarpe sotto lo sguardo perplesso della bruna che non si era mossa dal suo posto.
 
- Oh, ti prego, il tuo corpo mi stava dicendo il contrario! Esclamò quest'ultima.
 
Arizona si raddrizzò bruscamente guardandola arrabbiata, prima di iniziare ad allontanarsi verso la sua stanza, facendole capire che non scherzava affatto.
 
- Arizona! Non sei seria?!
 
La sola risposta che Callie ottenne fu lo sbattere di una porta che la fece leggermente sobbalzare.
 
- Sai che potrei facilmente trovare qualcun altro per finire ciò che hai cominciato tu! Urlò provocatoriamente.
 
La porta si riaprì immediatamente, rivelando un’Arizona la cui rabbia non era diminuita di una virgola.
 
- Fallo e ti assicuro che non metterò mai più una mano sul tuo corpo ...
 
Non disse altro e sbatté di nuovo la porta, lasciando Callie, completamente rintontita, a fissare il punto dietro cui era scomparsa l’altra donna.
 
- Incredibile, s’indignò, lasciandosi andare ad un sospiro pieno di frustrazione.
 
Era venuta con lo scopo di distrarla con il sesso e farle dimenticare tutte le domande che poteva farle sulla vicenda, e invece si ritrovò abbandonata all’apice della sua eccitazione.
 
Sì, Arizona l’aveva appena battuta al suo stesso gioco e purtroppo, questo dettaglio, non faceva che accentuare il desiderio di Callie per lei.
 
Arizona Robbins ­ -1
 
Callie Torres ­ -0
 












 
A chi ha subito 
a chi ha pregato
a chi ha lottato
a chi non è sopravvissuto
e a chi 
 oggi 
 può esultare perchè 
 qualche passo in avanti 
 finalmente
 è stato fatto

 

Vi lascio con un video che racchiude molto bene il mio pensiero sui diritti che dovrebbero avere le coppie omosessuali.
Chi parla è il senatore Airola nel corso della seduta sulle unioni civili di Febbraio 2016. Dura 10 minuti, Vi consiglio di ascoltare(a prescindere dalle idee politiche
, qui si parla di PERSONE) e di fare vostri i sentimenti di giustizia ed uguaglianza perchè sono valori che riguardano tutti, anche chi di noi non è omosessuale. Se l'argomento non ci tocca in prima persona, toccherà magari i nostri amici, fratelli o i nostri figli. Si tratta di credere e lottare(non necessariamente manifestando ma essendo da esempio) per una società più Civile, per il diritto di poter essere ciò che siamo, tutti, liberamente.


https://www.youtube.com/watch?v=5eXv6XARnHo

#unionicivili #love #equality

-11/05/2016-





Alla prossima...

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Buona lettura






Capitolo 18



 
 
 
 
La mattina seguente, Callie entrò nello Studio Ovale come se gli eventi del giorno prima non fossero mai accaduti. Indossò la sua solita espressione tranquilla e fece finta che tutto andasse bene. Sì, fece come se avesse trascorso una nottata tranquilla e non una in cui si era rigirata continuamente fra le coperte, immaginando Arizona al suo fianco, sudata, col respiro affannato mentre la faceva sua.
 
No, era fuori questione che lei desse ad Arizona la soddisfazione di sapere che l’aveva lasciata stordita e che aveva avuto difficoltà a non pensarla. Entrò nell'ufficio presidenziale salutando l'oggetto dei suoi pensieri che stava in piedi dietro la scrivania, come se nulla fosse.
 
- La sala conferenze è pronta, la informò Callie, avanzando nella stanza.
 
- Molto bene, disse Arizona terminando di firmare alcuni documenti.        
 
Finì ciò che stava facendo, poi alzò lo sguardo dai fogli e li posò intorno a se alla ricerca di qualcosa che sembrava mancare. Ciò non passo inosservato a Callie che abbozzò un sorriso.
 
- Qualcosa non va? Esclamò quando Arizona la guardò con un cipiglio.
 
- Il mio caffè, rispose. Dov'è il mio caffè?
 
- Il tuo caffè?
 
- Mi porti sempre il caffè quando vieni la mattina, disse Arizona imbronciata.
 
Il sorriso di Callie crebbe man mano che avanzava nella sua direzione.
 
- Sì, ma ... cosa mi hai detto ieri? Esclamò, facendo finta di pensare. Ah, sì: niente confessione, niente sesso. E bene, è lo stesso ... Niente sesso, niente caffè ...
 
- Mi portavi il caffè già prima che andassimo a letto insieme, osservò Arizona.
 
Vide Callie fare lentamente il giro della scrivania e avvicinarsi pericolosamente a lei.
 
- , ammise quest'ultima continuando ad avanzare.
 
Accarezzò con la punta delle dita la superficie liscia della scrivania sotto lo sguardo fisso di Arizona.
 
- Ma non mi avevi mai lasciata nello stato in cui mi hai lasciata ieri, terminò di dire quelle parole mentre le si mise dietro.
 
- E in che stato ti avrei lasciata? Domandò Arizona a voce bassa quando un brivido le percorse la nuca sulla quale Callie si era soffermata a respirare.
 
Il suo corpo si tese e il suo respiro si spezzò nel momento in cui le labbra di Callie le sfiorarono l'orecchio. Dovette fare uno sforzo enorme per riuscire resistere mentre le sue gambe minacciavano di cedere da un momento all’altro.
 
- Frustrata, sussurrò Callie. Eccitata ...
 
Arizona socchiuse gli occhi per un istante, sentendo il cuore accelerare sempre più. Del corpo di Callie, attaccato perfettamente alla sua schiena, poteva sentirne il calore; il fantasma delle sue labbra contro il lobo del suo orecchio e il suo respiro, continuavano a torturarla meravigliosamente.
 
- Sai cosa mi ha spinto a fermarmi l’altra volta, disse scandendo ogni parola.
 
- Non ho mai ceduto ai ricatti, ribatté Callie.
 
La bruna premette un po’ più sul corpo di Arizona e le accarezzò il braccio, lentamente, dal basso verso l'alto. Gli occhi della bionda si chiusero nuovamente, nella speranza di riuscire a rallentare il respiro.
 
- Anche se l'unico desiderio che ho, continuò a bisbigliarle nell’orecchio, è quello di spogliarti lentamente e far scorrere le mie mani su tutto il tuo corpo ... Anche se l’unico pensiero che in questo instante occupa la mia mente è quello di posare le mie labbra su ogni centimetro della tua pelle ...
 
Sfiorò col naso la guancia di Arizona e baciò la sua pelle nel momento in cui aggiunse:  
 
- Anche se il solo desiderio che ho è quello di sentirti gemere di piacere il mio nome chiedendomi di non fermarmi per nessun motivo ...
 
Fece scivolare le sue due mani contro il basso ventre di Arizona e le nascose dentro i suoi vestiti in modo da accarezzare la sua pelle, strappandole un leggero lamento.



 
Poi, improvvisamente, si allontanò aumentano la distanza fra loro prima di tornare dall’altro lato della scrivania.
 
-  Ma come stavo dicendo ...
 
Arizona riaprì gli occhi, sentendo l’assenza improvvisa del corpo dietro di se.
 
- ... Non cedo mai ad un ricatto, concluse Callie con un brusco cambiamento di tono.
 
Un sorriso vittorioso distese le sue labbra, portando Arizona a comprendere che aveva giocato fino ad allora.
 
- Ti aspetto fuori, aggiunse, prima di allontanarsi e scomparire dietro la porta, sempre sotto gli occhi della bionda ancora stordita.
 
 
Arizona aveva ancora l’impressione di sentire il corpo della latina contro il suo, le sue labbra sulla sua pelle e il suo respiro solleticarle il collo. E non era sicura di riuscire a riprendersi, nei minuti seguenti, da quella che sembrava essere la peggiore delusione della sua esistenza.
 
Deglutendo a fatica, continuò a fissare la porta dietro la quale Callie era scomparsa e la mente la riportò alle sue curve immaginando con chiarezza tutto ciò che sarebbe potuto accadere se la sera prima non si fosse fermata.
 
Scosse la testa bruscamente cercando di spazzare via quei pensieri ma capì presto che era cosa impossibile.
 
Era chiaro, sarebbe dovuta andare al Consiglio dei Governatori e tenere una conferenza, con l'immagine di Callie Torres che la perseguitava.
 
Aveva potuto guadagnare un punto il giorno prima, ma Callie aveva appena ripreso in mano il gioco.
 
Arizona Robbins - 1
 
Callie Torres - 1
 
Le carte erano state ridistribuite…
 

 
*

 
*
 

*
 


Quando Callie arrivò davanti la sala conferenze dove avrebbe avuto luogo il Consiglio dei Governatori, trovò la sua squadra già in posizione. La maggior parte dei politici attesi erano arrivati. Ne mancava solo qualcuno e la Presidente.
Callie quindi avanzò verso la porta e le si mise davanti, assicurandosi che ci fossero tutti, che non ci fossero intrusi e che tutto si svolgesse come previsto. Quel Consiglio era il primo del mandato di Arizona; doveva garantire che non si verificasse alcun tipo di incidente e quello era esattamente il motivo per il quale Callie odiava quei meetings super importanti.
 
Avere i politici più autorevoli del Paese, riuniti nella stessa sala, la rendeva nervosa, soprattutto quando la loro sicurezza era nelle sue mani.
 
Tuttavia, quando vide Arizona arrivare accompagnata da due delle sue guardie del corpo, Callie mise da parte quell’angoscia e sorrise, suo malgrado, ripensando a quello che era accaduto pochi minuti prima nello Studio Ovale.
 
- Signora Presidente, esclamò con un tono eccessivamente gioioso quando la bionda la raggiunse.
 
Quest'ultima le lanciò uno sguardo penetrante prima di pronunciare a sua volta un  Agente Torres  forzato.
 
- Vedo che il governatore March è già qui, commentò la Presidente, fingendo di guardare nella sala.
 
Si trovava solo a pochi centimetri da Callie e il calore del suo corpo e il suo profumo squisito la torturavano.
 
- Me la pagherai, disse con voce appena udibile.
 
Quando notò il sorriso di Callie crescere, capì che aveva inteso e non aggiunse altro, così avanzò all’interno della stanza dove la attendevano.
 
Callie la seguì con lo sguardo senza togliersi dal viso quell’espressione soddisfatta fino a che la donna non sparì dal suo campo visivo. Distolse gli occhi dal fondoschiena della Presidente e perse immediatamente il sorriso quando, voltandosi verso il corridoio, finì per scontrarsi naso a naso con l’ultima persona che voleva vedere.
 
- Hai intenzione di ignorarmi ancora? Chiese Erica fissandola con i suoi glaciali occhi blu.
 
- Sto lavorando, rispose semplicemente Callie.
 
- Molto bene. Ma ne dovremo parlare prima o poi.
 
Callie tirò un sospiro stanco. Alzò gli occhi al cielo per poi riportare la sua attenzione alla donna che aveva difronte.
 
- Non ora, finì per dire, sapendo con certezza che Erica non sarebbe andata via senza avere delle risposte.
 
- Va bene. Allora più tardi, esclamò Erica prima di entrare a sua volta nella sala.
 
Pochi minuti dopo, quando lo Studio Ovale si riempì, Callie verificò un’ultima volta la lista degli invitati e notò che ne mancava ancora uno all’appello. Entrò nella stanza ignorando volutamente lo sguardo di Erica e si diresse verso Arizona che occupava la sedia presidenziale al grande tavolo ovale.
 
- Non si hanno notizie del Giudice Supremo, le bisbigliò all’orecchiò.
Arizona ignorò quel brivido oramai abituale che la percorreva ogni volta che Callie le era vicino, e aggrottò la fronte. Ma quando stava per risponderle, una donna bassina dalla pelle scura entrò precipitosamente, senza fiato e con un bambino fra le braccia.
 
- Mi perdoni Signora Presidente, esclamò la Bailey venendole incontro.
 
Calò il silenzio e la maggior parte degli uomini presenti abbozzò un sorriso beffardo osservando il grande Giudice della Corte Supreme degli Stati Uniti completamente sopraffatto dal suo ruolo di madre.
 
- Ho avuto un imprevisto all’ultimo minuto, continuò il Giudice. La tata che di solito bada a mio figlio mi ha dato buca pochi minuti prima che io venissi qui ed è l’unicac con cui mi fido a lasciare Tuck…
 
- Nessun problema, le assicurò Arizona col sorriso sulle labbra.
 
Lei e Bailey erano amiche di vecchia data, da quando lei era governatore e l'altra donna lavorava per il foro di New York. Entrambe avevano fatto strada ma il loro rapporto era rimasto sempre lo stesso.
 
La Bailey era la persona più onesta e giusta che aveva incontrato nella sua vita. Era quindi fuori questione che la sgridasse perché aveva portato con se il figlio di tre anni che oltretutto era uno dei bambini più adorabili del mondo.
 
Un’idea le attraversò la mente e così, il suo sorriso gentile si trasformò ben presto in un sorrisetto furbo.
Si alzò e la portò in un angolo appartato della stanza in cui potevano parlare tranquillamente, prima di far segno a Callie di raggiungerle.
 
- L'Agente Torres si occuperà di Tuck, affermò Arizona puntando l'indice verso la donna che stava giusto arrivando.
 
- Cosa?! Esclamò incredula Callie.
 
- Non so se sia una buona idea, rispose la Bailey, squadrando dall’alto al basso il Capo della Sicurezza.
 
Se non fosse stato riluttante per lei fare la babysitter, Callie si sarebbe sentita offesa dallo sguardo arrogante che aveva appena ricevuto.
 
- L'agente Torres è la persona più valida che può occuparsi della sicurezza di suo figlio, Miranda, le assicurò Arizona, voltandosi per guardare il cosiddetto-agente ed inviarle un sorrisino soddisfatto.
 
Si trattenne dal ridere quando la vide entrare nel panico.
 
- Con tutto il rispetto Signora Presidente, disse Callie a denti stretti, sto lavorando ... Non posso lasciare la mia postazione.
 
- Mi trovo in una delle stanze più sicure della Casa Bianca, con un'orda di agenti davanti alla porta pronti ad intervenire se accadesse qualcosa ... Credo di poter fare a meno del suo operato per un’ora o due…
 
Callie rimase in silenzio per qualche secondo scambiandosi un lungo ed intenso sguardo con Arizona.
 
Era il suo modo di "fargliela pagare" per il suo comportamento di prima e Callie sapeva che non poteva farci nulla. In una stanza piena di politici di ogni genere, Arizona era l’unica che aveva il potere.
E in quel preciso momento le stava mostrando a che livelli lei poteva giocare.
 
Tormentata dalla rabbia per l'ingiustizia che stava subendo e quel desiderio che non smetteva di crescere davanti ad una Arizona giocatrice ed autoritaria, decise di rinunciare. Dopotutto, non aveva altra scelta ...
 
- Va bene, affermò sospirando.
 
Lanciò un’ultima occhiataccia ad Arizona facendole capire chiaramente che di certo non era finita lì, prima di rivolgere un largo sorriso al bambino ancora aggrappato al collo della madre.  
 
- Ehi ometto, sussurrò dolcemente. Che ne dici di venire con me mentre mamma lavora?
 

Arizona inclinò la testa osservando quel tenero scambio di sguardi. Per quanto lei trovasse assolutamente sexy la tosta-agente-Callie, adorava di lei anche quel lato più tenero. Tuttavia Tuck sembrava riluttante all’idea di seguirla, così si strinse ancora più forte alla madre. Ma Callie non si arrese. Si avvicinò a lui e gli sussurrò qualcosa all’orecchio.
 
- E se ti dicessi che so dove si trovano i giocattoli più belli del mondo?
 
Il bambino sorrise quasi subito, si staccò dalla stretta della madre e tese le braccia verso Callie.
 
- Incredibile, mormorò la Bailey vedendo suo figlio aggrapparsi al Capo della Sicurezza. C’è voluta una giornata intera prima che accettasse di farsi prendere dalla sua tata.
 
- Che posso farci, ho un talento naturale, scherzò Callie facendo un sorrisino a Tuck. Vero, amico?
 
Buttò un occhio su Arizona che non aveva smesso per un attimo di osservarla, poi si diresse verso l’uscita.
 
- Sarò nel mio ufficio, disse alla Bailey che continuava a fissarla. Non si preoccupi, andrà tutto bene ...
 
La Bailey annuì allegramente prima di seguire Arizona al grande tavolo dove tutti sembravano aspettarle.
 
 
*
 
*
 
*
 
 
Callie era ancora nel suo ufficio con Tuck, seduta sul pavimento a giocare con lui, quando sentì bussare alla porta. Aspettandosi di vedere la Bailey, lanciò un avanti voltandosi verso la porta e perdendo immediatamente il sorriso quando vide Erica entrare nella stanza.
 
- Ehi, disse quest’ultima sorridendole.
 
Gettò uno sguardo intorno prima di riportare la sua attenzione su Callie.
 
- Non ti avrei mai immaginata nei Servizi Segreti, commentò. Ma bisogna dire che il titolo di Capo della Sicurezza ti si addice.
 
Callie non rispose. Diede al piccolino la macchinina che aveva fra le mani, poi si sollevò sulle gambe posizionandosi difronte alla donna.
 
- Cosa vuoi? Le domandò di punto in bianco.
 
La Hahn prese un leggero respiro prima di risponderle.
 
- Parlarti ...
 
- Non abbiamo molto da dirci, Erica, rispose seccamente guardando verso Tuck per assicurarsi che continuasse a giocare tranquillamente.
 
- Dopo essere sparita il giorno prima del nostro matrimonio ed avermi lasciata senza tue notizie per due anni, non credi che io abbia il diritto ad avere delle spiegazioni? Ribatté infastidita Erica.
 
Callie alzò lo sguardo per fissarla alcuni secondi, poi scoppiò a ridere
 
- Ho sentito dire che ti sei ripresa velocemente ...
 
- Ti prego Callie, si esasperò la Hahn. Che ho fatto per portarti ad odiarmi così tanto? Pensavo andasse bene fra di noi, pensavo che avremmo passato insieme il resto della nostra vita, ma poi, tutt’ad un tratto, tu sparisci... Senza dire nulla, senza preavviso. Te ne sei andata senza più tornare ...
 
Quelle parole non riuscirono a lasciare indifferente Callie che si innervosì.
 
- Smettila di comportarti come se la nostra storia fosse stata importante, le intimò.
 
- Ma come puoi dire che-
 
- Ho sentito la tua conversazione con Maggie, il giorno della prova generale, la interruppe Callie.
 
Era fuori questione che Callie ascoltasse Erica mentirle più di quanto non avesse già fatto quando stavano insieme. Non avrebbe permesso che accadesse di nuovo. Aveva chiuso definitivamente con quel periodo della sua vita.
 
- È per questo che sei qui, non è vero? Continuò. Perché avevi già dei sospetti sul perché me ne sono andata due anni fa. Tu sapevi che avevo scoperto la verità e quando ieri mi hai vista nello Studio Ovale in veste di Capo della Sicurezza, e non in qualche angolo scordato dal mondo ad affogare nell’alcool, hai avuto paura che ti facessi una cattiva pubblicità mettendo a rischio la tua posizione politica. Non è così, Erica? 
 

L’interpellata rimase in silenzio, facendo intendere a Callie di non essere molto lontana dalla verità. Quest’ultima continuò a fissarla  domandandosi come si era potuta innamorare di una persona come lei, come aveva potuto perdere tre anni della sua vita in una relazione studiata a tavolino.
 
- Questo è ciò penso ...
 
- Ascolta Callie, disse Erica. Quello che hai sentito quella sera non era vero...
 
Sospirò lentamente prima di fare un passo in avanti così da trovarsi a pochi centimetri dalla bruna.
 
- No, fermati, la bloccò la latina alzando entrambe le braccia. Non so cosa ti aspettavi venendo qui ma ti risparmio lo sforzo. Puoi tornartene a New York tranquilla, non ho intenzione di rovinarti la vita.
 
- Davvero? Si sorprese la bionda.
 
Il suo stupore fece sorridere Callie che tirò un profondo respiro ed esclamò con convinzione:
 
- Ho tante altre cose più divertenti da fare nella vita che distruggere la carriera della mia ex, e questo tu lo sai molto bene...
 
- E se non fossi venuta solo per questo? Chiese Erica.
 
- Ti direi che stai sprecando il tuo tempo ...
 
Erica annuì a quelle parole, poi accennò un movimento verso la porta prima di fermarsi e tornare difronte a Callie.
 
- So che non ci credi, ma ti ho amata davvero Callie, disse dolcemente. Ho dovuto perderti per rendermene conto …
 

Callie restò a guardarla in silenzio, per qualche secondo. Quelle parole le sembrarono vere, sincere, ma non le provocarono nessun effetto.
 
Capì che era davvero riuscita ad andare avanti. Dopo tutto quel tempo, era stato necessario rivedere la persona che aveva stravolto la sua vita per realizzare che non c’era più nulla da fare.
 
- Ed io, io ho dovuto andare via per rendermi conto che meritavo di meglio, rispose lentamente Callie.
 
Fece una breve pausa prima di continuare.
 
- Ho incontrato qualcuno, le disse.
 
Il volto di Arizona si fece spazio nella sua mente e non poté evitare di accennare un sorriso sognante.
 
- Qualcuno che mi fa stare bene, aggiunse. Qualcuno che mi fa sentire all’altezza, qualcuno con cui non ho l’impressione di essere inferiore, che ciò che faccio è meno importante di lei, di ciò che lei fa … Ho avuto bisogno di andar via e di incontrarla per capire che mi fa sentire esattamente al contrario di come mi facevi sentire tu…
 

Aveva sognato per mesi di dire quelle parole, di restituirle anche solo un centesimo del dolore che Erica le aveva fatto provare. Aveva a lungo fantasticato sull'idea di affrontarla e fargliela pagare, ma ora che lo stava facendo non ne provava soddisfazione. In quel preciso istante capì che l’unica cosa che desiderava era che l’altra donna se ne andasse.
 
- Vai via, ti prego, le intimò.
 
Callie raggiunse la porta e appoggiò una mano sulla maniglia prima di voltarsi verso Erica che le stava qualche passo più indietro.
 
- Suppongo di non poter reclamare nient’altro, esclamò la bionda mettendosi proprio davanti al suo viso.
 
- Addio Erica, rispose seccamente Callie aprendo la porta del suo ufficio.
 
Si scontrarono con il Giudice Bailey ed Arizona che aveva la mano sollevata pronta per bussare. Lo sguardo di quest’ultima passò da Erica Hahn a Callie ed il sorriso che aveva sulle labbra per una conversazione avuta con la Bailey, sparì immediatamente.  
 
- Governatore Hahn?
 
Tempismo perfetto! Pensò decisamente Callie che vide l'espressione sul volto di Arizona cambiare all’improvviso.
 
- Signora Presidente, rispose la Hahn con tono rispettoso.
 
- Pensavo fosse già partita, disse senza riuscire a fermare il tremolio della propria voce.
 
- Ho voluto parlare con l’Agente Torres prima di ritornare a New York,  rispose la Hahn che lanciò uno sguardo verso la latina che a sua volta non staccava lo sguardo dalla Presidente.
 
Un silenzio imbarazzante calò, ma venne presto rotto da Erica.
 
- Bene, arrivederla Signora Presidente, disse, facendo un piccolo inchino. Giudice Bailey, aggiunse poi rivolgendosi all’altra donna.
 
Poi si voltò verso Callie ed abbozzò un sorriso.
 
- Addio Callie.
 
Quest'ultima si limitò ad annuire e la guardò allontanarsi verso i suoi agenti posizionati a qualche metro da loro, prima di riportare la sua attenzione verso Arizona che evitava il suo sguardo.
 
- Com’è andata? Chiese la Bailey, riportandola alle realtà.
 
Callie scosse leggermente la testa prima di girarsi e sorriderle.
 
- Meravigliosamente, rispose lei.
 
Si spostò per far si che la donna potesse vedere Tuck ancora seduto sul tappeto del suo ufficio.
 
- Eccolo il mio bambino, disse felicemente la Bailey avanzando verso il piccolo.
 
Tuck si alzò immediatamente quando vide la madre e le corse incontro. Osservandoli, Callie, provò un senso di tenerezza; buttò un occhio verso Arizona intenta anch'ella a guardare quell’abbraccio.
 
- La ringrazio Agente Torres, disse il Giudice avanzando verso le due donne, con il piccolo in braccio.
 
- E’ stato un piacere, rispose con sincerità Callie.
 
- Devo tornare allo Studio Ovale, disse Arizona alla Bailey. L’Agente Torres provvederà ad accompagnarvi alla vostra auto.
 
- Ma io- ­ cominciò Callie.
 
Sperava di poter parlare con lei dato che la presenza di Erica nel suo ufficio sembrava aver infastidito la bionda. Ma anche e soprattutto perché rivedere la sua ex aveva rafforzato il suo desiderio di stare con Arizona.
 
Ma la bionda non le diede il tempo di terminare la frase e lasciò l'ufficio. Callie la vide scomparire e si rese conto che teneva davvero tanto a lei. Avevano finito per giocare dopo la conversazione della sera precedente ma in quel momento quel gioco stava prendendo una piega molto più seria ed era l’ora che Callie si affrettasse a sistemare le cose.
 
Imprecando, uscì a sua volta e tenne la porta aperta affinché la Bailey potesse seguirla.
 
Quando arrivarono al corridoio, Callie avvistò Mark a pochi metri di distanza. Pensò così di prendere una decisione.
 
- Mark! Lo chiamò.
 
L'uomo interruppe la sua conversazione con Avery e la raggiunse con sguardo interrogativo.

- Puoi accompagnare il Giudice Bailey alla sua auto, per favore? Chiese, indicando la donna accanto a lei. Mi sono appena ricordata che devo consegnare un documento importante alla Presidente.
 
- Certamente, rispose Mark.
 
Callie salutò un'ultima volta Tuck e la madre, e si diresse verso lo Studio Ovale, senza perdere un secondo di più.
 
Aveva bisogno di vedere Arizona. Subito ...
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
PS: La storia riguardante la Hahn non è stata ancora del tutto svelata quindi nel prossimo capitolo saprete cosa Callie ha sentito che Erica e Maggie si dicevano durante le prove generali del matrimonio.
E vedremo anche se Callie deciderà di raccontarlo ad Arizona (considerando la promessa fatta ad Erica “Hai paura che ti faccia una cattiva pubblicità e che metta a rischio la tua posizione politica? Tranquilla, puoi ripartire per New York, non ho intenzione di rovinarti la vita”) e, nel caso fosse così, come reagirà Az.
 
 
Alla prossima.
 
 
 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19-20 ***


Buongiorno a tutti. Oggi è il 3 giugno 2016 e, esattamente un anno fa, ho pubblicato il primo capitolo di questa fanfiction.
Imbarcarmi in questa avventura è stato entusiasmante e accrescitivo.
 
Alcuni di voi mi hanno espressamente detto che, letti i primi capitoli, sono andati a spoilerarsi tutto su fanfiction(LSAfor’ ringrazia). Molti altri sono(siete) rimasti qui ad attendere con pazienza il susseguirsi degli aggiornamenti… Vi ringrazio. La voglia di sapere come va a finire, lo so, è tanta, quindi comprendo il “fuggi fuggi” generale che infondo mi conferma che ho scelto una storia che arriva ed appassiona tanti di voi, una favola che ha ricevuto ben 916 recensioni su fanfiction.net.
 
Non mi soffermerò a lasciare una mia opinione sulle Calzona che ci ha mostrato Shonda in questa, e forse anche nelle ultime stagioni, ma volevo condividere con voi un pensiero -relativo a questa ff- che mi è passato per la testa a fine puntata:
 
A caldo mi son detta ‘smetto di tradurre’ ! Non perché avevo perso interesse nel farlo, ma perché non volevo sentire parlare, per un po’, di Callie ed Arizona. Mi sentivo satura di questa storia pessima e a tratti surreale, che abbiamo visto in tv e quindi per niente desiderosa di pensare (scrivere) ad un coppia fasulla, il cui amore non era poi così vero e forte come ci hanno voluto far credere. L’ottava stagione per me resta la migliore delle calzona (felici ed innamorate).
Immaginavo già questa mia reazione, proprio per questo lo scorso capitolo l’ho pubblicato il 19 maggio, prima della diretta, prima di potermi sentire come mi son sentita dopo la puntata.

Nei giorni seguenti, con LSAfor' si parlava del tempo che è passato: Un anno. Un anno in cui ho dedicato il mio tempo a qualcosa non propriamente mia ma che sento un po' appartenermi. Un anno in cui mi sono data una seconda possibilità come “scrittrice”, avventurandomi nella traduzione di una storia che a me aveva dato tanto e che ci tenevo quel tanto ricevuto potesse giungere ad altri - voi, lasciando così aperta una porta al fluire di sempre più emozioni che poi, credo, siano il sale della vita per un lettore: vivere nuove sensazioni(o rivivere quelle visstute) attraverso le parole di qualcun altro, immaginare realtà alternative, sognare un po’.
 
 
Per chi me l'ha chiesto, quindi, questo è ciò che farò: Ho un esame a fine mese ma prometto -a me in primis- che mi dedicherò, con costanza, come ho sempre fatto, a questa ff, perché la stagione 13 non è ancora iniziata e per me, Callie ed Arizona sono ancora INSIEME, strette in quell’abbraccio, sorridenti(?) e sospiranti, sull’uscio di casa Torres.
Probabilmente non vedrò la stagione 13 fino a che non terminerò la ff :) ... tranne se Callie torna.
Quell'abbraccio può dare vita ad una miriade di ff, ad un'infinità di sogni. Quando una cosa finisce in tv, inizia la nostra immaginazione. Sognate solo cose belle per loro!

 
Detto ciò, quindi, per il compleanno italiano di The free World -ed anche per il compleanno di uno dei personaggi di questa storia(poi capirete)- io e la mia collega francese abbiamo deciso di farvi un regalino.
Troverete quindi non uno ma due capitoli tradotti (il 19 e il 20) e poi qualche parola dell’autrice per tutti noi. Se avete qualsiasi dubbio, domanda, critica, curiosità, su questa storia, vi invito a dirmeli ed io o lei (attraverso me) risponderemo.
 
 
 
Mi sono dilungata abbastanza, perciò…
 
 
Buona lettura
 
 
 
 



 
Capitolo 19
 
 

 
 
Arrivata davanti alla maestosa doppia porta dello Studio Ovale, che aveva visto migliaia di volte, Callie bussò ma non attese l’invito ad entrare.
 
Trovò Arizona seduta dietro la scrivania, con un bicchiere di scotch in mano, fissare con aria assente la finestra sul lato. La donna bionda, all’udire qualcuno entrare, distolse lo sguardo e si sistemò meglio sulla sedia, ritornando sui dossiers che aveva davanti. Quando vide che era Callie, sentì lo stomaco stringersi; la visione di Erica Hahn nell’ ufficio della mora continuava a tormentarla. Tuttavia, non lasciò trasparire nulla mantenendo un’espressione impassibile.
 
- Ehi, disse nervosamente Callie.
 
- Ehi, rispose semplicemente Arizona.
 
- E’ stato un colpo basso da parte tua, continuò Callie. Il figlio della Bailey, precisò, quando vide un’incerta Arizona sollevare un sopracciglio .
 
Le sorrise divertita, per farle capire che stava solo scherzando, ma Arizona non rispose. Si limitò a riportare gli occhi ai documenti che aveva fra le mani, in modo da evitare di incrociare lo sguardo dell’altra donna.
 
- Mi dispiace, dichiarò poi Arizona, con tono neutro. E’ stato infantile e davvero un colpo basso...
 
E non era da lei ... La sensazione che aveva provato nel vedere Erica Hahn nell’ufficio di Callie, non era da lei, e a lei, tutto ciò, non piaceva affatto.
 
Callie perse subito quell’espressione giocosa e fece qualche passo verso la scrivania.
 
- Stavo scherzando, le disse dolcemente, abbassando la testa per cercare di incontrare gli occhi di Arizona.
  
Quest'ultima non accennò alcun gesto o mezzo sorriso per dimostrare che scherzava anch’ella. Invece, mantenne quell’aria seriosa e, scuotendo la testa freneticamente, aggiunse:
 
- No, hai ragione, non sarebbe dovuto accadere. Mi sono lasciata influenzare dalla storia tra te e Erica Hahn quando la questione non mi riguarda ...
 
Callie attese alcuni secondi, durante i quali si limitò ad osservare la donna che aveva davanti. Infine reagì, tirò un respiro e si diresse lentamente verso la scrivania. Oramai conosceva Arizona così bene, da sapere che quell’atteggiamento era dovuto al suo naturale modo di difendersi, quando si sentiva vulnerabile. Era solita nascondersi dietro umorismo o indifferenza, per non mostrare ciò che realmente provava, e quella era una di quelle occasioni, e la colpa era completamente sua.
 
- E so benissimo, continuò Arizona guardando finalmente la mora, che il fatto che andiamo a letto insieme non mi da il diritto di immischiarmi negli affari tuoi.
 
Uno schiaffo avrebbe avuto lo stesso effetto su Callie, dopo le parole che aveva udito.
 
- E’ così che vedi il nostro rapporto? Domandò lentamente. Come una semplice storia di sesso?
 
Accennò un passo indietro lanciando ad Arizona uno sguardo ferito che fece realizzare alla donna ciò che aveva appena detto. La cosa peggiore era che lei non pensava minimamente quelle cose.
 
Infine, rendendosi conto che le cose stavano prendendo una piega sbagliata, Arizona si tolse quell’espressione finta dal volto e sospirò.
 
- No, sussurrò. Certo che no ... Ma non è che perché io vedo le cose in un modo, devo imporre a te la mia stessa visione.
 
Quelle parole furono ancora più pesanti per Callie, che sentì la rabbia crescerle dentro.
 
- Quindi pensi che per me sia solo sesso? S’innervosì.
 
- Mi sbaglio?
 
Se la voce di Arizona non stesse tremando, e l'espressione del suo volto non stesse mostrando un’evidente insicurezza, la rabbia di Callie sarebbe esplosa difronte a quella domanda. Invece, sentì il bisogno di aggirare la scrivania e andare ad abbracciarla.
 
Perché, se ci fosse dovuta essere una persona che doveva sapere cosa Arizona rappresentava per lei, quella persona sarebbe stata Arizona stessa.
 
- Certo che no! Rispose bruscamente.
 
Allo sguardo della bionda, sentì tutt’ad un tratto di essersi esposta troppo, e così, un po’ a disagio, lasciò scivolare una mano tra i suoi capelli, prima di decidere di continuare a parlare.
 
Dopo tutto, Callie non era mai stata brava a spiegare a parole i suoi sentimenti. Era sempre stata considerata la dura che non si lasciava mai coinvolgere troppo, e anche se questa visione era completamente sbagliata, anche se lei era la tipa che s’invaghiva con facilità, Callie aveva sempre mantenuto la sua reputazione. Perché dopo le sconfitte che aveva subito in passato, dopo George, Erica, si era ripromessa di non cascarci più.
 
Ma il suo incontro con Arizona aveva cambiato tutto. L'altra donna le si era insinuata lentamente sotto la pelle, fino a diventarne parte integrante.
 
Aveva invaso, pian piano, il suo cervello, fino a non poter più togliersela dalla testa, e in quel momento stava lottando contro i suoi sentimenti, sempre più forti per quella donna.
 
- Arizona, sospirò lentamente, io non ho mai ­ tu ... tu sei una delle cose migliori che mi sia capitata da tanto tempo.
 
Se non la migliore, sottolineò la voce nella sua testa.
 
- Davvero?
 
Il sorriso fiero di Arizona le provocò una moltitudine di farfalle nello stomaco, e non potè fare a meno di allungare le labbra a sua volta.
 
- Mi stai veramente facendo questa domanda? Rispose con un risolino.
 
Arizona, ascoltando quel suono melodioso, sfuggito dalla bocca di Callie, risuonare nella stanza, perse quel po’ di rabbia che le era rimasta. Amava la sua risata. Aveva la capacità di cambiare il suo umore nel giro di pochi secondi, facendole dimenticare tutto ciò che la circondava, perdendosi nel contemplare il sorriso della Latina.
 
- E’- è lo stesso per me, disse dopo qualche secondo.
 
La risata di Callie scomparve poco a poco, portando quelle labbra tese in su, ad inarcarsi in un dolce sorriso timido ma sincero. Quello che aveva il dono di intenerire Arizona più di ogni altra cosa.
 
- Sei importante per me, Calliope ... E so che ho spinto un po’ con questa storia sulla Hahn, ma è solo perché voglio conoscere il tuo passato. Voglio sapere cosa ti ha portato ad essere la persona che sei oggi… Io- ­ Io voglio conoscere tutto di te.
 
E quella era una delle frasi più belle che Callie aveva potuto sentire nella sua vita. Ma lei non era pronta a dire tutto ad Arizona. Non era pronta a vedere il suo sguardo cambiare. Perché si era abituata  al modo in cui quegli occhi azzurri la fissavano; in quel modo che la faceva sentire unica, apprezzata per ciò che era, e che rischiava sicuramente di sparire quando avrebbe saputo la verità.  
Dicendoglielo, sarebbe passata per patetica, stupida e completamente accecata dai sentimenti.
 
- Ti assicuro che non è necessario, rispose Callie sospirando un po’ infastidita.
 
Distolse lo sguardo dal suo viso e fece scivolare, di nuovo, una mano tra i capelli, sotto lo sguardo di una Arizona delusa dalla sconfitta.
 
Aveva pensato che stessero facendo un passo in avanti nella loro relazione. Aveva pensato che ciò che aveva detto Callie rappresentasse davvero una svolta positiva per il loro rapporto, ma si dovette ricredere.
 
- Ho la sensazione che non ti fidi di me, le confessò ironicamente.
 
- Io non mi fido di te? Piuttosto, sei tu che non hai fiducia in me! Esclamò Callie indicandola con un dito. Vuoi assolutamente sapere cos’è successo, nonostante io ti abbia detto di lasciar perdere! E’ come se tu avessi paura di scoprire qualcosa che ti farà pentire della nostra ­- della nostra storia .
 
Callie era consapevole di stare ferendola perché sapeva benissimo che se Arizona avesse saputo, si sarebbe pentita di ciò che avevano costruito. Quindi preferì impuntarsi e discutere con lei piuttosto che dirle cosa provava.
 
Solo che Arizona restò calma e non rispose alla provocazione. Si limitò ad osservare Callie prima di tirare un profondo respiro e chinarsi per aprire un cassetto della sua scrivania.
 
Callie la vide tirar fuori un fascicolo molto voluminoso che lasciò cadere repentinamente sul tavolo, attirando la sua attenzione. Quando notò la scritta Calliope Iphigenia Torres a grandi lettere, alzò gli occhi verso Arizona.
 
- Che cosa ­-
 
- Questo è il tuo fascicolo della CIA, la informò la bionda.
 
Arizona vide Callie prendere cautamente il dossier, così fece il giro della scrivania per mettersi di fronte a lei.
 
- Contiene tutto ciò che ti riguarda, continuò incrociando le braccia al petto. Dalla tua nascita fino ad ora ... Sono quasi certa che ci siano elencati anche i tuoi appuntamenti dal dentista.
 
Callie sfogliò lentamente il fascicolo, poi guardò, sconvolta, Arizona.
 
Aveva ragione, c’era davvero tutta la sua vita su quei fogli. Dalla scuola elementare che aveva frequentato, alla scuola di polizia. I certificati di morte dei membri della sua famiglia erano lì, seguiti  dall'atto notarile che indicava la fortuna che aveva ereditato.
 
Sì, tutto era lì e non riusciva a credere che Arizona potesse avere tali documenti.
 
Perché significava che tutti i momenti che avevano condiviso, quando si erano confidate, il legame forte che aveva visto crescere sin dal loro primo incontro, non erano che una menzogna.
 
Non voleva crederci ­ non poteva. Perché lei ricordava perfettamente lo sguardo triste di Arizona la sera che le aveva raccontato della sua famiglia. Ricordava la serata che avevano trascorso due notti prima e il modo in cui Arizona aveva cercato di sapere di più sulla sua vita. Era impossibile credere che la bionda avesse giocato con lei sin dall’inizio. Non aveva senso ed era in totale contraddizione con il comportamento che aveva avuto sin dall’inizio.
 
- Non l’ho mai letto, la informò Arizona, comprendendo ciò che stava passando per la testa a Callie.
 
Continuò a guardarla per alcuni secondi, notando come a poco a poco l’espressione della mora si faceva più serena.
 
- Sono stata tentata molte volte, ammise, ma non l’ho mai fatto, Calliope, e sai perché?
 
Callie scosse leggermente la testa da un lato all'altro.
 
- Perché mi fido di te, affermò Arizona. Mi son fidata di te sin da subito ... Così, quando Alex è arrivato con il tuo fascicolo, ho subito rifiutato di leggerlo. L’ho tenuto qui ma non l’ho mai aperto. Mai ... Perché ho subito capito che ciò che c’era scritto all’interno volevo saperlo non dalla CIA, non da Erica Hahn, ma da te. Solamente da te!
 
Le parole, ma anche il modo in cui Arizona l’aveva guardata in quel preciso istante, fecero sentire Callie come se il tempo si fosse fermato.
 
Mai qualcuno aveva riposto in lei così tanta fiducia. Lei stessa, se avesse avuto in mano un tale fascicolo su Arizona, non sapeva se avrebbe avuto la forza di non aprirlo, anche solo una volta.
 
Ma si rese conto in quel momento che anche lei aveva una fiducia cieca in Arizona. Perché quando quest'ultima le disse che non l’aveva sfogliato, che non l’aveva letto nonostante fosse nel cassetto di quella scrivania da mesi, lei le aveva subito creduto.
 
- Tu mi rendi nervosa, disse dopo un lungo momento di silenzio.
 
Arizona sollevò un sopracciglio, ridendo sorpresa.
 
- Ti rendo nervosa?
 
- Sì, affermò Callie. Si, riesci sempre ad ottenere ciò che vuoi da me e questo mi infastidisce.
 
Il sorriso si allargò sul viso di Arizona, mostrando le fossette sulle sue guance.
 
- Vuol dire che ...
 
Callie sospirò ed abbozzò a sua volta un sorriso.
 
 - Vuol dire che anche io ho fiducia in te, Arizona ...
 
Callie fece un cenno indicando le due poltrone dietro di lei e si diresse in silenzio verso quella direzione, in attesa che Arizona si accomodasse, prima di mettersi nella seduta di fronte alla bionda. Si guardò le mani, provando un’ agitazione inspiegabile.
 
- Non so nemmeno da dove cominciare, ammise nervosamente.
 
- Parti dall'inizio, le propose Arizona, incoraggiandola dolcemente.
 
Callie alzò la testa ed incontrò il suo sguardo. Prese un respiro profondo e pian piano trovò il coraggio di parlare agli occhi della bionda. Partire dall’inizio... poteva farcela.
 
- Ti ricordi quel famoso compagno di squadra che mi ha sparato?
 
Arizona lanciò uno sguardò verso la cicatrice sul polso di Callie, che la mora accarezzava distrattamente.  Annuì sollevando un angolo delle sue labbra.
 
- Il suo nome era George, continuò Callie. Era una specie di sfigato, goffo, ma aveva qualcosa che mi affascinava... Qualche mese dopo essere stati inseriti definitivamente nell’Ufficio Federale di Miami, abbiamo iniziato ad uscire insieme. Ed ho subito capito che era una causa persa.
 
Tirò un respiro profondo prima di continuare:
 
- Non avevo infondo nulla di cui potermi lamentare. Era gentile e molto rispettoso. Il fatto era che non prendeva mai le mie difese. Facevamo parte di una squadra a cui apparteneva anche la sua migliore amica, e io e lei non andavamo molto d’accordo. Ed ogni volta che discutevamo, lui si schierava dalla sua parte. Pochi mesi dopo, ho scoperto che avevano una relazione che durava già da un bel pò...
 
- Calliope ...disse  Arizona, non molto convinta di capire ciò che volesse dire Callie.
 
Arizona non aveva mai avuto una storia e non riusciva a comprendere come una persona potesse imbrogliare in questo modo la propria compagna. Soprattutto quando la donna in questione altri non era che Callie Torres.
 
Callie scosse la testa, invitandola a non dire nulla, prima di rivolgerle un timido sorriso.
 
- Ci ho messo un po’ per superare quella storia. Ad ogni modo, dopo aver saputo di George e Izzie, ho chiesto il trasferimento e sono arrivata a Boston ... mi sono immersa nel lavoro e velocemente ho scalato la vetta fino ad avere una squadra al mio comando. A quel punto ho incontrato Erica ...
 
Arizona notò un triste sorriso disegnarsi sul viso di Callie, ma non disse nulla. Aveva finalmente ottenuto ciò che voleva, anche se ascoltare Callie raccontarle di come aveva incontrato la sua ex era probabilmente una delle cose più difficili che potesse fare.
 
- All’epoca era senatrice, e si era ritrovata coinvolta in una vicenda di cui mi occupavo e di cui lei era la principale sospettata, continuò Callie. Alla fine è stata dimostrata la sua innocenza. Si era semplicemente ritrovata nel posto sbagliato al momento sbagliato… ma ciò non mi impedì di farle trascorrere molte ore sotto interrogatorio. Così, quando l’ho rivista qualche giorno dopo, l’ho invitata a prendere un caffè, per farmi perdonare, e lei accettò.
 
Fece una pausa e guardò la grande vetrata dello studio, cercando le parole che potessero spiegare ad Arizona ciò che provava, quelle che le facessero capire cosa l’aveva spinta ad essere lì dove si trovava in quel momento.  
 
- Erica era diversa dalle persone che avevo conosciuto in precedenza, aggiunse. Mentre tutti mi sembravano falsi e bugiardi, lei, lei era sincera. Se aveva qualcosa da dire, la diceva, senza badare alle conseguenze delle sue parole. Non ha risparmiato nessuno, non ha mai esitato per un secondo a dire quello che aveva da dire e questo è ciò che mi ha conquistata. Dopo aver trascorso mesi a sostenere le menzogne del mio ex ragazzo, avere accanto una persona che non aveva mai mezzi termini era quello che mi serviva... Così abbiamo iniziato ad uscire insieme e, contrariamente a ciò che mi aspettavo da un esponente politico, lei  non ha mai cercato di nascondere la nostra relazione...
 
Arizona si sentì a disagio nell’ascoltare quelle parole, ma Callie le rivolse un sorriso rassicurante, spiegandole che non era un attacco contro di lei.
 
- Quello che voglio dire è che ha sempre insistito sul mostrarci in pubblico e questo mi insospettiva, disse. Rilasciava interviste dove parlava apertamente della nostra storia, e ogni volta che c’era un’uscita ufficiale, insisteva affinché io l’accompagnassi. In un primo momento ho pensato che lo facesse perché era orgogliosa di noi, della nostra storia. Ho pensato che fosse orgogliosa di ciò che era e che non si vergognava di essere lesbica. Dopo tutto, lei era una dei primi senatori a dichiararsi a gran voce a favore dei matrimonio gay e questo è stato ciò che le ha dato successo... Insomma, per la prima volta dopo la mia rottura con George, mi sentivo felice. Sono tornata a vivere ed è stato grazie a lei! Dopodiché, tutto è accaduto molto velocemente. Mi ha presentato ai suoi genitori, siamo andate a convivere e pensai davvero di aver trovato la persona di cui avevo bisogno ... Solo dopo le cose hanno cominciato a cambiare fra noi.
Più giocavamo il ruolo della coppia felice sotto i riflettori, più eravamo distanti nel nostro quotidiano…
 
Quando Callie fece una nuova pausa, Arizona si sentì una morsa allo stomaco, capendo che il peggio doveva ancora venire. Voleva alzarsi per riempire i pochi metri che le separavano per prendere l’altra donna fra le sue braccia.  
Voleva far sparire quella piccola ruga che si era formata fra le sopracciglia di Callie nel rivivere uno dei momenti della sua vita che avrebbe voluto dimenticare.
 
Il senso di colpa la trafisse quando realizzò che era a causa sua che Callie stava patendo tutto ciò. Era stata lei ad insistere affinché Callie le raccontasse la sua storia, e tutto ciò che era successo fra lei ed uno dei suoi governatori, solo perché aveva bisogno di sapere. Di sapere contro chi avrebbe dovuto combattere. Doveva sapere, in modo da poter mostrare a Callie che non si sarebbe comportata allo stesso modo.
 
- La sua carriera politica era diventata l'unica cosa che contava, continuò la voce lontana di Callie, portando così Arizona a concentrarsi su quello che diceva. Tutto ciò che avevamo fatto, tutto ciò che avevamo progettato era governata dalle sue ambizioni politiche. Non era mai a casa e io, visto come stavano le cose, mi sentivo completamente insignificante ... ero lì, ma era come se non ci fossi, e ancora una volta, facevo finta di nulla...
 
- Perché sei rimasta, allora? Chiese Arizona.
 
Callie la guardò e aggrottò la fronte, spingendola a spiegarsi meglio.
 
- Quello che voglio dire è ­ sei una persona che merita di meglio che essere trattata come uno strumento per una campagna politica...
 
Lei sorrise dolcemente sperando che Callie facesse lo stesso, ma la mora si limitò a guardarla.
 
- Stavamo insieme da tre anni, disse alla fine Callie. Tre anni di vita di coppia. Tre anni in cui lei era la persona più importante della mia vita. Dovevo provarci, dovevo continuare a credere in noi... E non c’erano solo momenti brutti. Ci sono stati giorni in cui ho ritrovato la donna che era riuscita a sedurmi... Il fatto è che questi momenti stavano diventando sempre più rari ...
 
Le sue spalle s’incurvarono e sospirò di nuovo.
 
- Le cose hanno continuato a deteriorarsi tra di noi, a poco a poco ... finché una sera, Erica mi ha chiamato per dirmi che dovevamo discutere di una cosa di importante.
Mi aspettavo che mi dicesse che voleva lasciarmi. Invece, sono rientrata  nel nostro appartamento e ho trovato il salotto decorato, illuminato da una moltitudine di candele e Erica in piedi in mezzo alla stanza, con un anello in mano ...
 
- Ti ha chiesto di sposarla...
 
Era un'affermazione più che una domanda, ma Callie annuì lo stesso.
 
- E le hai detto di sì, Arizona terminò la frase.
 
Erica l’aveva definita ex fidanzata quindi era ovvio che la risposta di Callie era stata affermativa e quel pensiero poté solo accentuare il nodo allo stomaco di Arizona.
 
In quel caso Callie non annuì. Rimase in silenzio qualche secondo, osservando con attenzione il volto della donna di fronte a lei, chiedendosi se quel pizzico d’indifferenza che leggeva nei suoi occhi fosse una buona o una cattiva cosa.
 
- Pensavo fosse finita, si giustificò la mora. Così, quando ho capito che era tutto l'opposto, ero immensamente sollevata e ho detto di sì... So che questo è un motivo stupido per accettare di passare il resto della vita con qualcuno, ma avevo paura al pensiero di rimanere di nuovo da sola ... può sembrare da disperati lo ammetto, ma era così che mi sentivo in quel momento.
 
- Calliope, non ho mai detto che­ cominciò Arizona.
 
- Lo so, la interruppe Callie.
 
Le sorrise quasi per scusarsi, poi continuò:
 
- Ma quello era proprio ciò che era: un atto disperato... In ogni caso, dopodiché, le cose tra noi sono tornate alla normalità. Erica era tornata la donna premurosa dei primi tempi ed io ero al settimo cielo.
 
Si fermò di nuovo, ripensando a cosa accadde in seguito. A cosa l’aveva spinta a partire, a lasciare Boston ed Erica ...
 
- La sera delle prove del matrimonio, continuò Callie, quando dovevamo iniziare a cenare, Erica sparì per un po’. Così mi misi a cercarla per informarla che aspettavamo solo lei per cominciare. Mi recai nel posto dove solitamente andava quando voleva rimanere un po’ da sola, il suo ufficio... Quando arrivai all’uscio, mi resi conto che non era da sola ma stava discutendo con qualcuno. La porta era socchiusa ma riuscii a riconoscere la voce del suo addetto stampa, Maggie. La loro conversazione sembrava davvero tesa e il mio istinto mi disse di non entrare. Così mi sono ritrovata a spiare la mia fidanzata, ascoltando ciò che dicevano e ­ ...
 
Si zittì, ricordando esattamente la conversazione che aveva sentito e che le aveva impedito di fare il più grande errore della sua vita poche ore più tardi.
 
Lo sguardo vuoto di Callie fece capire ad Arizona che la donna era totalmente persa nei suoi ricordi. Non disse nulla per qualche secondo ma poi, quando si rese conto che la mora non prendeva alcuna iniziativa,  decise di parlare.
 
- Cos’è successo Calliope? Le chiese dolcemente.
 
Callie alzò gli occhi verso di lei ed Arizona poté leggervi una grande angoscia che istintivamente le fece serrare i pugni.
 
Era la prima volta, da quando si conoscevano, che vedeva Callie Torres così vulnerabile, e si chiese se era una visione che avrebbe potuto sopportare a lungo.
 
- Maggie sembrava arrabbiata con Erica, disse infine Callie. Lei ... Lei disse che lei, Erica, le aveva promesso che avrebbe rotto con me il prima possibile, e invece stava per sposarmi. Le chiese, poi, come avesse potuto aspettare così a lungo quando già da due anni le cose non funzionavano
 
- Vuoi dire che... Arizona disse sconvolta.
 
- Sì, rispose amaramente Callie, risparmiandole la fine della frase. La mia fidanzata si è scopata il suo addetto stampa per mesi, forse per anni... Ma questa non era la cosa più brutta...
 
Arizona la vide deglutire con difficoltà domandandosi cos’altro ci potesse essere di peggio del venire a sapere di essere tradita dalla persona con cui ci si stava per sposare, alla vigilia del cosiddetto matrimonio.
 
- Erica le rispose che non poteva rompere con me, proseguì Callie. Mi aspettavo di sentirle che non poteva vivere senza di me, che mi amava ... Pensai che se avesse detto quelle parole, nulla sarebbe stato perso, avrei potuto perdonare la sua avventura ... Ma invece rispose che non poteva lasciarmi perché il suo indice di popolarità non era mai stato così alto da quando aveva annunciato il nostro matrimonio, che i suoi elettori mi amavano e che non poteva lasciarsi scappare questa opportunità...
 
Callie chiuse gli occhi per alcuni secondi, ricordando perfettamente le parole della sua ex fidanzata. Si rivide, appoggiata alla porta dell'ufficio di Erica, ascoltandola dire alla persona con la quale la tradiva, che questa storia le era stata utile sin dall’inizio, che la loro relazione non era che una messa in scena perfettamente funzionante e che non l’aveva mai amata.
 
Ricordava dettagliatamente come Erica si avvicinò all’altra donna dicendole che amava solo lei, prima di baciarla ...
Sì, tutti i dettagli erano ancora molto vividi nella sua mente e, anche se non amava più Erica, anche se era felice in quel momento, molto più felice di quanto non fosse mai stata con la sua ex, non poteva non provare ancora tanta tristezza e rancore quando ci ripensava.
 
 
- Rimasi in piedi davanti alla porta del suo ufficio, sentendola baciare un'altra donna, per diversi minuti, fino a quando non ritrovai la forza per muovermi. Così sono partita ...
 
- Partita? Ripetè Arizona confusa.
 
- , rispose Callie. Salii al piano di sopra, mi cambiai, riempii un borsone e me ne andai. Senza dire niente a nessuno… E sei mesi dopo, ho saputo che Erica aveva ufficializzato la sua relazione con Maggie. Ha fatto credere a tutti che le avevo spezzato il cuore e che l'altra donna era arrivata a curare le sue ferite ...
 
Cadde nuovamente il silenzio dopo le rivelazioni di Callie, mentre Arizona digeriva le informazioni che aveva appena appreso. Tuttavia la sua mancata reazione venne mal interpretata dalla mora che si lasciò sfuggire una risatina delusa.
 
- Penserai che sono proprio un’idiota ...
 
- Cosa? Esclamò Arizona ancora assorta nei suoi pensieri. No Calliope, non sei per niente un’idiota!
 
- Ti prego, Arizona, Callie rise amaramente, non hai bisogno di mentire ... so benissimo che è da stupidi non accorgersi che la persona con cui si suppone si debba passare il resto della vita, non ci ama…
 
La convinzione nella voce di Callie scosse molto Arizona che si alzò lentamente dalla sua poltrona e si avvicinò all’altra donna che la seguiva con lo sguardo. Arrivata di fronte a lei, si inginocchiò in modo da trovarsi alla sua altezza, poi con una mano le toccò il mento spingendola a guardarla negli occhi.
 
Voleva che Callie comprendesse la sincerità, la convinzione delle parole che si apprestava a dire:
 
- L'unica idiota in questa storia è Erica Hahn per averti lasciata andar via ...
 
Si lasciò sfuggire un piccolo sospiro quando vide Callie abbassare lo sguardo, poco convinta.
 
- Calliope, sussurrò con tenerezza, quella donna è stata completamente stupida a trattarti come ha fatto e sono sicura che si starà mangiando le mani dal giorno in cui t’ha perso... Soprattutto ora che ha avuto l’occasione di vedere quanto puoi essere sexy nelle vesti di Capo dei Servizi Segreti, aggiunse scherzosamente.
 
Vide con gioia un sorrisino apparire sul viso di Callie.
 
- Stupida, esclamò Callie, incrociando il suo sguardo.
 
- Sono solo sincera, la corresse Arizona, scuotendo la testa lentamente dall’alto al basso.
 
Si osservarono, dolcemente, per alcuni secondi, fino a che il sorriso sul viso di Arizona non scomparì, e la bionda ritrovò la sua serietà..  Fece lentamente scivolare una mano lungo il volto di Callie e le accarezzò la guancia.
 
- Quando ti guardo, continuò con sincerità, l'unica cosa che vedo è una donna bella, intelligente e divertente, che ha incontrato la persona sbagliata ... Non ho mai visto nessuno così forte come te ed io, probabilmente, non conosco Erica Hahn intimamente, ma posso assicurarti che quella donna non ti meritava ...
 
- Arizona ...
 
- Sono seria, Calliope, affermò Arizona.
 
Il tono disilluso di Callie ed il suo sguardo, non fecero che rafforzare il desiderio che aveva Arizona di rassicurarla. Odiava Erica Hahn, pur senza conoscerla. Lei la odiava, anche se era uno degli esponenti politici più promettenti del Paese, anche se era una delle persone che l’avrebbero aiutata a far progredire  gli Stati Uniti. Arizona aveva visto un alleato in lei, qualcuno che l’avrebbe aiutata a realizzare grandi cose per la loro Nazione. Ma in quel momento non vedeva che un pezzo di merda che aveva ferito la persona che era diventata la parte più importante della sua vita.
 
- Se solo potessi vederti come ti vedono tutti- ­ come ti vedo io ... Capiresti come il tuo passato ti renda ancora più bella…
 
Era in momenti come quello che Callie si rendeva conto che Arizona era la sola ed unica persona che poteva renderla felice. In un modo che non aveva mai conosciuto. In modo completo, pienamente, senza compromessi.
 
Sì, quando si immergeva nei bellissimi occhi di Arizona, nei quali riusciva a leggere tanta tenerezza, tanta convinzione, non poteva fare a meno di pensare che aveva trovato LA persona con la quale desiderava condividere tutto… le sue gioie, i suoi dolori, le risate, i dubbi… La persona con cui trascorrere il suo futuro…
 
- So che non posso prometterti molto, disse dolcemente Arizona, ma posso assicurarti, Calliope, che non ti sfrutterò mai per la mia carriera ... Ti prometto che il tuo benessere verrà sempre prima di ogni mia strategia politica.
 
- Lo so, soffiò Callie.
 
Abbozzò un leggero sorriso e lasciò che il suo viso si muovesse contro il palmo della mano rassicurante di Arizona.
 
- So che sei diversa da Erica, continuò. Dal primo momento in cui ti ho parlato, ho capito che eri il suo esatto opposto, Arizona ...
 
- Ne sono felice, rispose Arizona.
 
Continuò a guardarla per alcuni secondi prima di protendersi verso di lei per lasciare un dolce bacio sulle sue labbra.
Callie immediatamente chiuse gli occhi e sentì il cuore battere ad un ritmo più sostenuto. Il modo in cui Arizona la baciava era unico. Con lei, Callie, si sentiva unica.
 
Quando la mora provò a far scivolare una mano dietro la nuca della bionda per approfondire il bacio, quest'ultima si ritirò, ansimando.
 
- Ho una domanda da porti, soffiò Arizona.
 
Allontanò la sua fronte da quella di Callie per una frazione di secondo, prima di ritrarsi del tutto e guardarla negli occhi.
 
Sapeva che non era il momento giusto, che aveva tutte le ragioni per lasciare le cose come stavano, soprattutto dopo i passi in avanti che avevano fatto. Ma c’era una domanda che dal giorno prima non smetteva di tartassarle la testa. Una domanda di cui temeva la risposta ma che non riusciva più ad aspettare di porle.
 
- Ti ascolto, rispose dolcemente Callie.
 
- Ieri, tu .. quando eravamo ...
 
Sospirò, poi improvvisamente lo disse tutto d’un fiato:
 
- Ti vedi con qualcun altro?
 
Callie, confusa, si allontanò a sua volta.
 
- Cosa? Domandò. Non sono sicura di aver capito bene.
 
- Ieri hai detto che ci sono un sacco di persone che possono ‘occuparsi’ di te, ricordò Arizona mordendosi nervosamente il labbro. Vuol dire che ti vedi con altre persone a parte me?
 
Callie aggrottò la fronte, ricordando gli eventi del giorno prima. Ricordava vagamente di aver fatto una battuta quando Arizona le aveva sbattuto la porta in faccia ma non le venivano in mente le parole che aveva usato.
 
- E’ la cameriera, vero? Chiese la bionda.
 
Callie notò la serietà nelle parole di Arizona. Ciò la fece ridere perché quei suoi dubbi erano assurdi. La mora non aveva pensato nemmeno una volta a Jasmine da quando Arizona era entrata nella sua vita.
 
Tuttavia, quest'ultima, fraintese quella risata e si impuntò.
 
Si alzò per andar via ma Callie la bloccò accerchiandola per la vita e bloccandola fra le sue gambe.
 
- Arizona, non c'è nessun altro. Ieri scherzavo, le assicurò con un sorriso sulle labbra.
 
Sorriso che subito perse quando un pensiero le passò per la testa.
 
- Tu ti vedi con qualcuno?
 
- Non essere ridicola, rispose di punto in bianco Arizona, scoppiando a  ridere.
 
Poté sentire i nervi rilassarsi di fronte alla risposta di Callie, perché non avrebbe potuto sopportare l'idea di dividerla con qualcun altro.
 
Callie sembrava provare le stesse emozioni, avere gli stessi dubbi, quando, facendo scivolare nervosamente una mano sulla nuca, aggiunse:
 
- So che non ne abbiamo mai veramente parlato, disse agitata, ma non mi piace molto l'idea di saperti con un’altra donna…
 
Arizona avrebbe potuto giurare che il suo cuore stesse facendo una capriola nel suo petto nell’udire quelle parole. Le prese il viso fra le mani e l’accarezzò teneramente.
 
- Non ci sei che tu, Calliope, sussurrò.
 
Si chinò di nuovo e la baciò.
 
- E sono contenta che per te sia lo stesso, ammise contro le sue labbra, perché mi sarei fatta qualche scrupolo nello sbarazzarmi di un corpo così stupendo.
 
A Callie sfuggì una risata, poi spinse Arizona ad avvicinarsi ancor di più fino a farla sedere sulle sue ginocchia.
 
Arizona soffocò un gemito quando la lingua dell’Agente accarezzò la sua. Portò le sue braccia attorno al collo della Latina accarezzando con le mani quei lunghi capelli scuri. Si tirò poi un po’ indietro per incontrare il suo sguardo.
 
- Sono contenta che mi hai raccontato di te e la Hahn, disse lentamente.
 
- Anche io, rispose Callie, realizzando in quel momento che parlarle era stata la scelta più giusta.
 
Perché dopo quella discussione, dopo le parole sincere e di conforto di Arizona, si sentiva libera da un peso enorme. Poteva finalmente andare avanti nella vita senza sentirsi incatenata al passato.
 
In realtà, se poteva guardare avanti era solo grazie alla donna che stringeva fra le braccia. Perché Arizona le aveva ridato la voglia di pensare al futuro, di sognare in grande, di immaginare, ancora, un noi.
 
Lei le faceva provare sensazioni che non aveva mai vissuto prima. Né con George, né con Erica.
 
Ma Callie tenne i suoi pensieri per sé perché l’ultima cosa che desiderava era spaventare Arizona con le sue grandi aspettative. Erano d’accordo nel prendere le cose come venivano, ed era esattamente quello che stavano facendo ...
 
- Possiamo dire che la visita di Erica non è stata poi qualcosa di così negativo, commentò depositando un bacio leggero nell'angolo delle labbra della bionda.
 
Arizona rispose facendola distendere sul divano e mettendosi sopra di lei.  
 
- E se la smettessimo di parlare di Erica Hahn? Le propose con velo di malizia.
 
Callie si trovò faccia a faccia con il suo collo e sentì un calore invaderle tutto il corpo mentre continuava a fissare con desiderio il seno di Arizona, in bella vista davanti ai suoi occhi.
 
- Erica chi? Rispose con aria assente.
 
Arizona abbozzò un sorriso malizioso prima di protendersi ancor più verso il suo viso ed imprigionare  languidamente le sue labbra.
 
- Ti sei resa conto che siamo nel tuo ufficio? Le fece notare, su di giri, Callie.
 
- Lo so ...
 
- E sai che non accadrà nulla se restiamo qui, aggiunse, anche se i suoi movimenti erano in totale contraddizione con le sue parole.
 
Arizona la zittì con un bacio ancor più focoso del precedente.
 
- Questo, sussurrò contro le sue labbra, lo vedremo ...
 
Sì, perché aveva tutta l'intenzione di godersi quel momento, senza pensare a dov’erano e a chi erano, o di cosa era fatto il loro passato.
 
Solo lei e Callie contavano in quel preciso istante.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Capitolo 20
 
 
 

 
 
- Callie ... gemette Arizona, roteando gli occhi.
 
Sentì un sorriso disegnarsi su quelle labbra che le succhiavano il collo, il quel preciso punto che aveva il dono di far perdere i sensi ad alla bionda.
 
Si trovava nel camerino della sua stanza, schiena contro il muro, con Callie attaccata al suo corpo, che la teneva ferma, esercitando su di lei quella magia.
 
Con le mani fra i capelli di quest'ultima, Arizona la indusse a liberarle il collo per posare le sue labbra un po’ più su, sulle sue, e baciarla con passione.
 
- Mi sembra di non vederti da un secolo, ansimò, sbottonando con foga la camicia della bella donna contro cui si muoveva.
 
Potè sentire un brivido percorrere il corpo di Callie quando la sua mano entrò in contatto con la sua pelle, accrescendo il desiderio.
 
- Non ho avuto un momento libero, rispose Callie sospirando.
 
- Lo so, soffiò Arizona. E questo è uno dei tanti motivi che mi fanno pensare che questa festa è una perdita di tempo ...
 
Callie si fermò e si scostò leggermente, in modo da poter incontrare lo sguardo della bionda.
 
- E’ la tua festa di compleanno, Arizona, precisò con un sorriso divertito prima di tornare a baciarla. Come puoi dire che è una perdita di tempo?
 
Arizona non rispose subito, perché le parole le si strozzarono in gola quando Callie aumentò la pressione del ginocchio fra le sue gambe. Fece una smorfia quando le labbra di quest’ultima scesero verso il collo raggiungendo la sua clavicola.
 
- Odio festeggiare il mio compleanno, disse mantenendo gli occhi chiusi.
 
Era incredibile ciò che Callie riusciva a fare con la sua bocca. Anche uno solo dei suoi tocchi poteva portarla in un attimo al settimo cielo.
 
- E non capisco perché ci tengono così tanto a fare una festa enorme per questa occasione, continuò. Dopo tutto, questo non è un evento internazionale ...
 
Callie lentamente risalì verso il suo mento mentre contemporaneamente fece scivolare le sue mani sotto la gonna di Arizona accarezzandole le cosce.
 
- Che poi - ­ oh mio Dio! -­ questo ci impedisce di  ... di vederci perché sei occupata a... preparare tutti i protocolli di­  di sicurezza, e penso che questo è quello che mi infastidisce di più ...
 
Callie staccò ancora una volta le labbra dalla pelle di Arizona tirando un sospiro esasperato, prima di portare il suo viso a pochi centimetri da quello che la faceva impazzire.
 
- Arizona?
 
- Hmm?
 
- Chiudi il becco, le intimò.
 
- Va bene, rispose Arizona, attirandola a se per baciarla con più trasporto.
 
Ma il bacio durò solo una frazione di secondo a causa di un rumore, proveniente dalla stanza, che attirò la loro attenzione e le portò a separarsi bruscamente per ascoltare.
 
- Arizona? La salutò la voce fievole di Teddy.
 
Sentirono dei passi avvicinarsi pericolosamente al luogo in cui si trovavano.
 
Senza perder tempo, Arizona afferrò Callie per il polso e la fece nascondere proprio dietro la porta, che bloccò con un piede, quando Teddy provò ad aprirla.
 
Con una mano contro la bocca del suo Capo della Sicurezza, e l’altra tesa ad aprire la porta, lasciò apparire solo la testa.
 
- Ciao Teddy! Esclamò con un tono esageratamente euforico.
 
Poteva sentire il sorriso di Callie contro la sua mano, ma lo ignorò, limitandosi a guardare la sua migliore amica che la scrutava confusa.
 
- Tutto bene? Chiese Teddy, avanzando di qualche passo.
 
Arizona socchiuse meglio la porta di modo che la bionda non potesse vedere Callie attraverso la fessura, poi le sorrise.
 
- Perfettamente! Esclamò. Stavo solo cambiandomi così da raggiungere dopo te e Alex per il nostro appuntamento.
 
- Ti aspettiamo fra trenta minuti, la informò Teddy.
 
- Si, scusami, disse Arizona, tentando di regolarizzare il ritmo della sua voce.
 
Perché Callie aveva appena fatto scivolare una delle sue mani nel suo ventre nudo e un gemito minacciava di poter lasciare la sua bocca in qualsiasi momento.
 
- Inoltre, disse l'altra bionda appoggiata con non-chalance contro la porta, non hai visto per caso l’ Agente Sexy Torres? Alex la cerca da almeno un quarto d’ora ma sembra sparita…
 
- E’ tornata ... nel suo ufficio, disse Arizona mentre la suddetta-Agente continuava ad accarezzare la sua pelle. E ti ho già detto di smetterla di chiamarla così.
 
- Ti ricordo che sei stata tu a darle quel soprannome, precisò Teddy, sorridendo. Tu stessa hai detto che aveva il più bel se-
 
- Ma se raggiungessi Alex mentre io finisco di cambiarmi? La interruppe Arizona a denti stretti.
 
Sentì le guance andare a fuoco e sapeva che se si fosse girata verso Callie, la mora l’avrebbe presa in giro.
 
- Va bene, rispose Teddy con una scrollata di spalle. Ma sbrigati, sennò Alex andrà su tutte le furie! Soprattutto dato che dobbiamo regolamentare i dettagli più importanti della serata.
 
Arizona alzò gli occhi al cielo ripetendosi che quel gala – la sua festa di compleanno- cominciava davvero ad  innervosirla.
 
- Arrivo fra cinque minuti, le promise.
 
Attese per assicurarsi che Teddy fosse uscita dal suo appartamento prima di chiudere la porta e voltarsi verso Callie.
 
- E’ successo solo una volta, sospirò sollevata, togliendo la mano dalla bocca della mora.
 
Era come se Arizona se lo aspettasse, un enorme e beffardo sorrisetto stampato sul volto della Latina.
 
- Agente Sexy Torres? Chiese Callie.
 
- Non è come pensi, mormorò Arizona, distogliendo lo sguardo dalla donna.
 
Quell’atteggiamento divertì ancor di più Callie che incrociò le braccia al petto e continuò a guardarla maliziosamente.
 
- E com’è allora?
 
- Una volta, quando dovevo dire Agente Segreto Torres, per un lapsus dissi Agente Sexy Torres, spiegò la bionda il cui disagio aumentava sempre di più. E da quel momento, Teddy, ci marcia su questa cosa. Soprattutto dato che sa che ho una cotta per te.
 
- Una cotta? Ripetè Callie, sempre più in difficoltà a trattenere la sua risata.
 
Adorava vedere Arizona a disagio. La trovava più bella, e le era sempre impossibile resisterle vedendola arrossire o mordersi il labbro.
 
- Mi sembra come se fossi tornata al liceo, scherzò.
 
Arizona le diede una pacca sulla spalla.
 
- Smettila di prendermi in giro! Disse infastidita. Ti ricordo che lei non sa che ci siamo scambiate molto più di un bacio!
 
- Va bene, va bene, disse Callie, alzando le braccia in segno di pace.
 
Quando vide tornare il sorriso di Arizona, la cinse per i fianchi e la attirò di più a sé.
 
- Quanto tempo ci serve per scambiarci più di un bacio? Domandò Callie divertita sfregandole il naso con il suo.
 
- Tutto dipende da cosa ha in mente di fare, Agente Torres, rispose Arizona con un tono seducente.
 
Callie lasciò le mani farsi spazio verso le sue natiche e stringergliele con forza.  
 
- Se vuole glielo mostro, Signora Presidente.
 
 
*
 
 
*
 
 
*
 
 
- Ma dove diavolo eravate finite?! Esclamò Alex Karev, nel vedere Arizona e Callie entrare nello Studio Ovale. L’avevo mandata a chiamare la Presidente più di mezz’ora fa! Aggiunse in direzione di Callie.
 
- Ci ho messo un po’ a trovarla, spiegò Callie.
 
- E quando m’ha trovata, avevo ancora da sistemare alcuni dettagli di un documento importante, aggiunse Arizona. Quindi l’Agente Torres è stata così gentile da aspettarmi.
 
Fece un sorriso ad Alex sperando di apparire innocente ai suoi occhi, mentre si accomodava al tavolo delle riunioni a cui era già seduta Teddy, seguita vicino da Callie che, proprio come Arizona, si sforzava di sembrare il più disinvolta possibile.
 
Evitando accuratamente il suo sguardo, Arizona si accomodò e si rivolse ai suoi due amici, dicendo loro che era pronta ad ascoltare.
 
Alex la guardò per alcuni istanti, infastidito, prima di tornare serio.
 
- Come stavo spiegando alla Altman, la Regina d'Inghilterra ha appena confermato la sua venuta, quindi ­
 
- Aspetta, lo interruppe Arizona. Vuoi dire che anche la Regina sarà presente?
 
- Arizona, sospirò Teddy, leggermente divertita, sei LA Presidente degli Stati Uniti d'America, quindi è ovvio che ci sarà la Regina d’Inghilterra al tuo gala di compleanno!
 
Arizona abbozzò un sorriso dopo essersi scambiata uno sguardo d'intesa con Callie, la quale si sforzò di non scoppiare a ridere.
 
A volte Arizona le dava l’impressione di dimenticare il ruolo che aveva, e questo aspetto della sua personalità era davvero bello.  
Confermava l’umiltà della bionda.
 
- E in termini di sicurezza, è tutto organizzato? Domandò Alex, distogliendo il Capo della Sicurezza dai suoi pensieri.
 
- E’ tutto organizzato con la NSA e l’Ufficio Federale, rispose. Loro si occuperanno della sorveglianza all’esterno, con  degli uomini disposti a due metri di distanza l’uno dall’altro, oltre a degli agenti fissi davanti ad ogni ingresso. E, naturalmente, il mio team ed io gestiremo la situazione all’interno ...
 
- Aspetta, la bloccò Arizona, quando Alex stava per dire qualcosa. Sei di turno quella sera? Chiese a Callie.
 
Callie rimase sorpresa nel vedere un velo di delusione negli occhi di Arizona. Era come se non se lo aspettasse.
 
Aprì la bocca per rispondere, ma Alex l’anticipò.
 
- Certo che è di servizio, è il Capo di Servizi di sicurezza, le disse con un tono fermo, come se la risposta fosse ovvia.
 
Arizona non rispose, limitandosi a scambiarsi uno sguardo con Callie che le sorrise tentando di rassicurarla.
 
Sapeva che la sua domanda era stupida, perché, come aveva precisato Alex, Callie era il Capo della Sicurezza. Se non si occupava lei della sicurezza, che altro poteva fare?
 
Si, Arizona lo sapeva, ma questo non le impediva di essere delusa e triste al sol pensiero. Era consapevole che non avrebbe potuto trascorrere la serata sotto braccio a Callie, ma sperava che avrebbero potuto passare buona parte del tempo insieme. Aveva sperato di vedere Callie in un abito da sera dal quale sarebbe stato letteralmente impossibile distogliere lo sguardo, e quando non avrebbe più resistito, l’avrebbe portata in un angolo appartato e l’ avrebbe baciata fino a che avessero bisogno di riprendere fiato.
 
Era esattamente la serata che aveva immaginato Arizona, e tutte le sue speranze si erano frantumate in pochi secondi perché Callie sarebbe stata occupata a giocare il ruolo di ‘protettrice ‘ mentre lei, lei avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di Presidente.
 
Arizona pensò che la notizia, pur non essendo poi così sorprendente, fosse sicuramente l’aspetto più negativo di quella festa di compleanno, ma non sapeva che c’era di peggio.
 
- Veniamo all’ultimo punto, disse Alex.
 
Si schiarì la voce, dondolando leggermente sulla sedia, un po’ a disagio. Arizona lo guardò con curiosità, temendo quello che avrebbe detto.
 
- Ti serve un accompagnatore per la serata. Un accompagnatore di sesso maschile
 
- COSA?! Esclamò Arizona.
 
Lo fissò pochi secondi prima di scoppiare a ridere, pensando che stesse scherzando. Tuttavia, quando notò il suo viso rimanere  impassibile, si rese conto che era fin troppo serio.
 
- E’ fuori questione! Affermò in tono deciso.
 
- Arizona, sospirò Teddy. E’ arrivata l’ora di vederti al fianco di un uomo e questo evento sarà l'occasione perfetta ...
 
Teddy sapeva che la sua amica era riluttante alla cosa e, se voleva essere completamente onesta con se stessa, non piaceva neppure a lei quell’idea. Ma era l'unica soluzione. Lo sapeva lei e lo sapeva anche Arizona ...
 
- La gente comincia a farsi domande, continuò. E a meno che tu non sia pronta a fare pubblicamente coming-out, è necessario che ti presenti con un uomo quella sera ...
 
Arizona non l’ascoltava più, la sua attenzione era concentrata su Callie, la quale ricambiò il suo sguardo per pochi secondi, poi abbassò gli occhi al pavimento, delusa.
 
Quella serata si prospettava essere molto più che disastrosa…
 
 
 
 
 
 
 
 
Messaggio LSAfor’:
 
Je profite de ce jour particulier (1 an de traduction déjà !) pour vous adresser un petit mot, à vous lecteurs italiens! Tout d’abord, je tenais à énormément vous remercier pour tous vos messages. Sarah prend souvent la peine de me traduire les avis qu’elle reçoit à chaque chapitre et je peux vous dire que je suis toujours super contente de voir le soutien que la fanfiction reçoit! Sincèrement, au moment où j’ai commencé à écrire The Free World, je ne m’attendais pas du tout à recevoir autant de retours positifs! Et je suis toujours aussi surprise lorsque l’on me dit que l’histoire plait! D’après ce que j’ai compris, vous êtes au chapitre 19. Il vous reste donc 20 chapitres! J’espère que l’histoire continuera de vous plaire jusque-là et que vous ne serait pas déçu! Je suis désolée de ne pas comprendre un mot d’italien, sinon je prendrais un réel plaisir à répondre à chacune de vos questions! Malgré la grosse déception que représente le Calzona ces derniers temps (je ne me remets toujours pas du départ de Sara Ramirez!), ce couple aura toujours une place particulière dans mon cœur. Après tout, il a été mon premier OTP! Et si The Free World permet de vous consoler, ne serait-ce qu’un tout petit peu, alors c’est vraiment une immense joie pour moi! Merci à Sarah pour me permettre de vous laisser ces quelques mots! Bonne lecture à vous ! Et surtout: Longue Vie au Fandom Calzona!! 



TRADOTTO:

Approfitto di questo giorno particolare (un anno di traduzione) per lasciare alcune parole a voi lettori italiani!
Innanzitutto ci tengo tantissimo a ringraziarvi per le vostre recensioni. Sara si prende spesso la briga di tradurmi quelle che riceve in ogni capitolo e posso dirvi che sono super felice di sapere quanto sostegno riceva questa ff! Onestamente, quando ho cominciato a scrivere The Free World, non mi aspettavo di ricevere un riscontro così tanto positivo! E rimango ancora sorpresa quando mi si dice che la mia storia piace! Da quello che ho capito siete arrivati al capitolo 19. Mancano ancora 20 capitoli! Spero la storia continui a piacervi e che non vi deluda mai! Mi spiace non comprendere l’italiano, sennò avrei risposto con piacere a tutte le vostre domande! Nonostante le Calzona ci abbiano deluso molto negli ultimi tempi (non mi riprenderò mai dall’uscita di scena di Sara Ramirez!), questa coppia avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. Dopo tutto è stata la mia prima OTP! E se The free world vi darà conforto, anche solo un pochino, sarà una gioia immensa per me! Ringrazio Sara per avermi permesso di lasciarvi scritte alcune parole. Buona lettura!
E soprattutto: Lunga vita al Fandom calzona!!
#CalzonaStrong


 

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Capitolo 20
*** Capitolo 21 ***


 

Buona lettura





Capitolo 21
 
 
 
 

 
Il Gala di compleanno del primo Presidente donna degli Stati Uniti d'America non era un evento solo nazionale, ma anche mondiale. Le telecamere di tutto il mondo erano puntate sulla Casa Bianca, mentre alcuni dei più potenti leader del paese o addirittura del pianeta, accorrevano per la serata.
 
Arizona Robbins aveva segnato la storia dell'America e sembrava che il mondo fosse pronto per celebrare il giorno della sua nascita.
 
Il mondo intero, ad eccezione di una sola persona: la stessa Presidente.
 
Perché lei odiava il suo compleanno, e quella sera più del solito ...
 
Fissando il suo riflesso allo specchio, Arizona sfiorò con le dita i suoi boccoli biondi che cadevano a cascata sulle sue spalle, poi scostò la mano e sospirò leggermente.
 
Teddy le aveva consigliato di legare i capelli con uno chignon, per cambiare un po’, ma Arizona sapeva che Callie la preferiva naturale. E anche se ufficialmente Nick Hemsworth, il senatore di Washington, sarebbe stato il suo cavaliere durante la serata, lei non voleva essere bella che per Callie, in quell’occasione.
 
Dopo che Alex e Teddy le avevano argomentato i motivi per i quali era essenziale, per la sua immagine e la continuità della sua carriera, che si presentasse al gala accompagnata da un uomo, quella notte Arizona ebbe una lunga discussione con Callie che la portò, così, a prendere una decisione. Perché per lei, anche se non se l’erano mai chiaramente detto, anche se non avevano mai chiaramente definito il loro rapporto, il pensiero di Callie era il più importante. Ma quest'ultima si era mostrata comprensiva e rassicurante. Lei le aveva detto di stare tranquilla, che non sarebbe cambiato nulla fra di loro.
Infine Arizona accettò. E così si ritrovò in quel preciso istante, in piedi nel suo camerino, a contemplare il lavoro svolto dal suo solito team di stilisti.
 
Continuò a guardarsi per assicurarsi che il suo abito fosse in ordine, quando un rumore alla porta attirò la sua attenzione. La vide aprirsi e, attraverso lo specchio, rivelare il riflesso di una Callie sorridente.
 
- Ehi, la salutò quest’ultima, avanzando nella stanza.
 
- Ehi, rispose Arizona, incurvando in su le labbra.
 
Callie si chiuse la porta alle spalle prima di raggiungere la bionda. Stava per dire qualcosa quando le parole le si bloccarono in gola, appena i suoi occhi si posarono sull’altra donna.
 
- Sei - sei splendida, disse tutto d'un fiato.
 
Che poi il termine “splendida” le sembrava riduttivo per definire ciò che le sue pupille potevano vedere.
 
Sentiva che le era impossibile toglierle gli occhi di dosso mentre lo sguardo percorreva il corpo della bionda dal basso all’alto, disegnando le curve in quel meraviglioso abito nero. La salivazione le si azzerò man mano che raggiunse, risalendo, gli occhi di Arizona, la quale cominciò ad arrossire.
 
- Grazie, rispose dolcemente.
 
Il modo in cui Callie la guardava aveva sempre il dono di agitarla – intimidirla - e quella volta non fu da meno. Arizona osservò, a sua volta, la tenuta ufficiale della latina, che per l’occasione era composta da una giacca bianca, una camicia e un pantalone nero, e non poté fare a meno di sentire una leggera stretta al cuore.
 
Callie era stupenda come sempre e Arizona aveva un vero e proprio debole per le sue divise. Ma in quel momento, ricordò che loro non sarebbero state l’una al fianco dell’altra a quel gala.
 
I suoi occhi si soffermarono sulle mani della bruna, strette a tenere una bellissima rosa rossa. Callie notò lo sguardo di Arizona e lo seguì prima di abbozzare un tenero sorriso, porgendole timidamente il fiore.
 
- E’ per te, le disse. Buon compleanno ...
 
Arizona la prese delicatamente e la portò al naso per sentirne il profumo, prima di sorridere a sua volta.
 
- E’ bellissima, grazie.
 
Con naturalezza, fece un passo in avanti e si sollevò sulle punte dei piedi per baciarla dolcemente, prima di ritrarsi e, senza staccare i loro sguardi, far scivolare le mani attorno alla sua vita per stringersi a lei.
 
- Sei pronta? Chiese Callie.
 
- Non voglio andare, rispose con una leggera smorfia.
 
Callie rafforzò la stretta, poggiando la fronte contro quella della bionda, regalandole un sorriso divertito.
 
- Arizona, è la tua serata, sottolineò ridendo. Dovresti essere eccitata all’idea di questo gran ballo dedicato a te, a cui parteciperanno le personalità più importanti del mondo!
 
- Sì, ma tu non ci sarai, ribattè la bionda abbassando lo sguardo, dispiaciuta.
 
Callie aprì la bocca per rispondere, ma finì per tirare un sospiro. Si chinò leggermente e invitò Arizona ad alzare la testa, finchè i loro nasi non si sfiorarono. Quando le labbra della bionda furono accessibili, vi posò dolcemente le sue, baciandola languidamente.
 
- Ci sarò, le confermò Callie.
 
- Per lavorare, replicò Arizona, con una punta di amarezza.
 
Amarezza che Callie capiva perfettamente, perché anche lei avrebbe voluto trascorrere, ogni momento di quella serata, al suo fianco.
 
Ma non poteva, perché aveva un ruolo da svolgere, proprio come la donna tra le sue braccia. Doveva, quindi, accettare l'idea di vederla sotto braccio ad un'altra persona, anche se sapeva che era solo per salvaguardare le apparenze. Doveva sopportare ed essere positiva il più possibile, e doveva farlo per lei e per Arizona. Perché non aveva senso fantasticare su come sarebbe potuta essere, ipoteticamente, in circostanze completamente diverse, la festa di compleanno della persona che contava di più per lei.
 
Soprattutto perché Callie desiderava davvero che Arizona godesse di quella serata. Di Gala come quello che le attendeva, non se ne organizzavano che una volta nella vita, e se c'era una persona che meritava di averne uno, era proprio la bionda.
 
- Sì, ma sarò comunque lì, rispose infine. E poi tu sarai così impegnata che non ti accorgerai nemmeno di non avermi vicino!
 
Arizona ne dubitò fortemente, ma rimase in silenzio. Poggiò la testa nell'incavo del collo di Callie e seppellì il naso contro la sua pelle.
 
- Se solo potessi rimanere qui, in questa posizione, sospirò, respirando il profumo di Callie.
 
Quest'ultima si lasciò sfuggire una risata, prima di piegarsi di lato e posare le labbra sulla tempia di Arizona.
 
- Ci vediamo a fine serata per festeggiare insieme, propose la mora, nella speranza di farle sparire quella tristezza.
 
- No, rispose in Arizona, con tono deciso.
 
Si alzò leggermente ed incontrò lo sguardo confuso di Callie.
 
- Non potrei mai aspettare fino a fine serata per di vederti da sola.
 
- E allora cosa pensi di fare?
 
Arizona aggrottò la fronte riflettendo sulle possibilità a loro disposizione.
 
Era fuori questione che lei trascorresse l’intera serata senza avere neppure un contatto con Callie. Spesso era capitato che fossero lontane per intere giornate o serate. Ma quella sera era particolare. Quella sera l’avrebbe dovuta passare tra le braccia di un’altra persona, un uomo per di più, facendo credere a tutti che a lei interessasse, mentre la persona che le piaceva sul serio sarebbe dovuta stare nella stessa sala facendo finta che non ci fosse nulla fra loro.
 
Lei doveva passare la serata a parlare con tanta gente, ridere e divertirsi, mentre l'unica con cui voleva condividere ogni secondo del suo tempo, sarebbe stata occupata a tenere tutti al sicuro.
 
Doveva passare la serata a ignorare l'unica persona che voleva prendere in considerazione ...
 
- Vediamoci alle 23:00 al solito angolo del giardino, intimò alla fine.
 
- Mi sembra di essere tornata al college, ridacchiò Callie. Sai, con gli appuntamenti segreti dietro il dipartimento di Scienze Naturali ...
 
Sorrise davanti allo sguardo penetrante di Arizona e si chinò di nuovo per colmare la distanza tra loro.
 
- Non mancherei a questo appuntamento per niente al mondo, affermò a bassa voce.
 
Rimase per qualche secondo con la fronte contro quella di Arizona, prima di chiudere gli occhi e catturare le sue labbra.
 
Quel momento era uno dei pochi in cui loro non erano che Callie e Arizona. E dovevano approfittare dei pochi istanti in cui erano da sole, prima che il dovere le richiamasse e dovessero, quindi, ritrovare i loro rispettivi ruoli.
 
- Dovremmo andare, disse Callie, dopo qualche secondo di silenzio. Devo scortarti fino alla sala ricevimenti, ci vorranno più di dieci minuti per arrivarci …
 
- Va bene, rispose Arizona, svincolarsi dalla stretta.
 
Si voltò di nuovo verso lo specchio e buttò un’ultima occhiata al suo vestito, sotto lo sguardo attento della latina.
 
- Arizona?
 
La donna alzò gli occhi e incontrò quelli della mora, attraverso il riflesso.
 
- Cerca di divertirti un po’, disse Callie con un sorriso. Te lo meriti ...
 
 
*
 
*
 
*
 
 
Erano già le 22:30 quando Arizona lanciò un nuovo sguardo al suo orologio, notando come il tempo stesse passando ad una velocità incredibile.
 
Nonostante la sua reticenza iniziale, era finita per trovare interessante la serata, arrivando addirittura a divertirsi un po’.
 
Era stata occupata su più fronti, conoscendo e rincontrando persone stimolanti … e non. Aveva anche avuto il piacere di rivedere i suoi genitori, e ascoltare la sua cantante preferita esibirsi sul piccolo palco della grande sala del ricevimento, e poi …Nick Hemsworth s’era rivelato essere una compagnia molto piacevole.
 
Sì, il gala si stava svolgendo perfettamente. La sua squadra aveva davvero fatto di tutto per compiacerla e farle passare una bella serata. L'unico lato negativo era l’assenza di Callie.
 
Aveva trascorso tutto il tempo lanciando occhiate fugaci nella sua direzione, riuscendo a rubarle qualche sorriso, ma non aveva scambiato una sola parola con lei, perché il Capo della Sicurezza era impegnatissimo e sarebbe stato sospetto che lei lo disturbasse durante il lavoro. Così, Arizona, si accontentò di osservarla da lontano, aspettando con impazienza le 23:00 per incontrarla.
 
La stava ancora guardando, quando il suo cavaliere la raggiunse e le si mise davanti.
 
- Mi concede un ballo? Chiese, tendendo la mano cosicché la donna potesse afferrarla.
 
Distolse lo sguardo da Callie, che stava discutendo con uno dei suoi agenti, e rivolse la sua attenzione verso l'uomo di fronte a lei.
 
- Emm, è che ­ disse esitando.
 
Nick abbozzò un leggero sorriso.
 
- La prego, è solo un ballo, promise.
 
Arizona lo fissò per una frazione di secondo, prima di finire per lasciarsi tentare e afferrare la mano ancora tesa.
 
Lui la condusse fino al centro della pista da ballo, dove si trovavano già diverse persone, e fece scivolare la mano libera sulla schiena della donna, mantenendola ben salda.
 
Lasciandosi guidare dalle movenze del suo cavaliere e rimanendo ad un’adeguata distanza da lui, non poté fare a meno di rendersi conto come, toccare qualcuno che non era  Callie, la metteva a disagio.
Si sentiva fuori posto, come se nulla avesse un senso.
 
- Da quanto tempo dura? Chiese Nick, dopo un momento di silenzio.
 
Lei lo guardò e aggrottò la fronte, senza capire a cosa si riferisse.
 
- Da quanto tempo dura, cosa?
 
L’uomo accennò un sorriso d’intesa, continuando a guidarla in quel ballo.
 
- La sua relazione con l’Agente Torres, disse alla fine, portando Arizona a bloccarsi immediatamente.
 
Come poteva saperlo? Come poteva essere a conoscenza della loro storia quando le due donne non avevano scambiato una sola parola in tutta la serata?
 
Il sorriso del senatore Hemsworth crebbe quando vide l’espressione di Arizona mutare.
 
- Non si preoccupi, la rassicurò prendendola per mano, spingendola a ballare di nuovo, non lo dirò a nessuno, glielo prometto ...
 
- Cosa le fa pensare che ci sia qualcosa fra di noi? Chiese Arizona, cautamente.
 
- Ho visto gli sguardi che vi scambiate fin dall'inizio della serata ... Con il mio compagno ci guardavamo nello stesso modo.
 
Arizona si tirò leggermente indietro, mandandogli uno sguardo interrogativo.
 
- Il suo compagno?
 
- Ex, disse Nick, con un ghigno triste. E sì, sono gay ... e ho capito che non sono il solo non appena mi è stato offerto un appuntamento organizzato con lei. Mi è bastato guardare su chi ricadeva la sua attenzione durante questa serata … e la sola persona che sembra che lei veda, stasera, è il suo Capo della Sicurezza… 
 
- Lei è perspicace Mr. Hemsworth ...
 
Non sapeva che cosa l’avesse spinta a non negare; forse il fatto che l’uomo fosse come lei. Ma Arizona si rese conto che si fidava di lui. Dopo tutto, era come se ci fosse un tacito accordo, tra politici omosessuali, che impediva loro di denunciarsi l'un l'altro ...
 
- Sono particolarmente felice di non essermi sbagliato, rispose il senatore. Non so cosa sarebbe successo se le mie speculazioni fossero state errate.
 
Arizona gettò leggermente la testa all'indietro, accennando una risata.
 
- Sarebbe sicuramente finito a fare il venditore in un fast-food, lo prese in giro.
 
- Poteva finirmi peggio ...
 
Continuarono a ballare in silenzio per lunghi secondi, entrambi immersi nei loro pensieri, quando Arizona riprese:
 
- Cos’è successo?
 
- Quando?
 
- Tra lei e il suo compagno, precisò. Ha detto che è il suo ex ... Che cosa è successo?
 
Nick sospirò e lasciò passare qualche secondo prima di rispondere.
 
- Arrivò il momento in cui dovevo fare una scelta tra lui e il Senato ...
 
- E ha scelto il Senato, concluse Arizona.
 
- Esatto ...
 
Arizona combatteva con il desiderio di chiedergli se si fosse pentito della sua decisione. Ma anche se era molto curiosa, sapeva che era meglio rimanere col dubbio.
 
Restò in silenzio e guardò oltre la spalla del senatore, osservando Callie all’opera.
 
 
 
*
 
 
*
 
 
*
 
 
 
- Callie! La salutò Lexie, arrivando precipitosamente verso di lei, occupata a dare ordini a Jo.
 
Il Capo della Sicurezza, con sguardo interrogativo, si voltò verso la piccola Grey, facendole capire che aveva la sua attenzione.
 
- Gli Agenti del Mossad hanno ancora fatto scattare l'allarme, le fece sapere.
 
Callie si lasciò sfuggire un sospiro spazientito, passandosi una mano sul viso stanco.
 
- Giuro che mi esasperano questi idioti! Si irritò. Puoi chiedere a Mark di occuparsene? Devo assicurarmi  dell’uscita dell'ambasciatore canadese ...
 
Lexie annuì lentamente, prima di girare i tacchi e dirigersi nella direzione da cui era venuta. Callie la guardò allontanarsi tra la folla, finché i suoi occhi non caddero sulla pista da ballo.
 
Scorse Arizona danzare con il senatore Hemsworth e sorrise quando la vide ridere di qualcosa che aveva appena detto l’uomo.
 
Era felice di notare che la bionda aveva il sorriso sulle labbra e si stava godendo la sera, mentre all’inizio era molto riluttante all’idea di parteciparvi. Callie era pronta a dare tutto per vedere un sorriso apparire sul viso della donna più straordinaria del mondo.
 
Tuttavia, mentre continuava a guardare Arizona ballare tra le braccia di Nick Hemsworth, il suo entusiasmo si spense lentamente. Un nodo si formò nel suo stomaco e non riuscì a mantenere ancora per molto lo sguardo sulla coppia.
 
Cercando di ignorare la sensazione orribile che la stava vincendo, sospirò e si avviò verso gli agenti di sicurezza dell’ambasciatore canadese che attendevano le sue istruzioni.
 
 
*
 
 
*
 
 
*
 
 
Arizona diede un’altra occhiata al suo orologio e notò che erano già, circa, le 23:00. Posò il bicchiere di vino bianco che aveva in mano e si rivolse a Nick, seduto accanto a lei.
 
- Devo assentarmi, può coprirmi per qualche minuto? Domandò sottovoce.
 
Nick le sorrise prima di annuire.
 
- Certo, rispose. Ci penso io ...
 
Lei lo ringraziò e non perse tempo a lasciare la sala, con la massima discrezione, utilizzando un'uscita di sicurezza invece di quella principale.
 
Arrivata al grande giardino presidenziale, si avvicinò al punto in cui si era data appuntamento con Callie, che stava già lì, seduta su un muretto.
 
- Ehi, disse Arizona, con un’espressione piena di gioia, quando si trovò sufficientemente vicino all’altra donna.
 
Callie alzò lo sguardo su di lei e si mise in piedi, concedendole un debole sorriso.
 
- Ehi ...
 
- Sei riuscita a liberarti?
 
- , rispose Callie. Ho messo Mark alla mia postazione, così da avere qualche minuto a disposizione ...
 
Arizona annuì, poi fece un passo in avanti per abbracciarla. Fece scivolare le sue mani intorno al collo di Callie e la baciò dolcemente, prima di allontanarsi per tirare un sospiro pieno di gratitudine.
 
- Per tutta la serata ho pensato a questo momento, le confidò Arizona, sorridendo di nuovo.
 
Tuttavia, perse rapidamente quell’entusiasmo quando Callie, distogliendo lo sguardo, non disse nulla.
 
- Qualcosa non va?
 
Callie annuì da sinistra a destra, prima di riportare gli occhi sulla bionda.
 
- Va tutto bene, le assicurò, prendendole la mano.
 
Poi la attirò a sè verso il muretto su cui era seduta poco prima, e la fece sedere.
 
- Ho un regalo per te, disse la mora, frugando nella tasca interna della giacca. Pensavo di dartelo più tardi ma - mmm - ma forse è meglio adesso.
 
Le porse, timidamente, una piccola scatola che Arizona, delicatamente, afferrò, senza lasciare, per un solo secondo, quegli occhi scuri di fronte a lei, prima di dedicarsi all’apertura del cofanetto.
 
- Quando l'ho vista, ho subito pensato a te, affermò Callie.
 
- E’ stupenda ...
 
Arizona sfiorò, con le dita, il collier d’oro, con un ciondolo a forma di cuore, prima di sollevare di nuovo lo sguardo verso la latina, allungando le labbra all’insù.
 
- Me la agganci? Chiese, estraendo il gioiello dalla scatolina e voltandosi di spalle.
 
Callie le si avvicinò e fece scivolare la collana intorno al suo collo. Si prese del tempo per osservarla, approfittando di quella vicinanza che le era mancata per ore. Quando il gancetto fu chiuso, non poté fare a meno di lasciare scorrere le sue mani lungo la nuca di Arizona, accarezzandola delicatamente.
 
Quest'ultima, a quel contatto, chiuse gli occhi, sentendo il suo cuore scoppiare. Diede uno sguardo alla collana che oramai portava al collo, poi si voltò per ritrovarsi di fronte alla donna a cui aveva dedicato ogni pensiero durante quella lunga serata.
 
- Grazie, sussurrò, catturando lo sguardo della mora.
 
- E’ stato un piacere, rispose Callie.
 
Si guardarono in silenzio per alcuni secondi, fino a che Arizona si sporse per colmare la distanza che le separava, e catturò le sue labbra.
 
In quel caso, quel bacio fu più lungo del primo, e quando la bionda la strinse ancora di più per approfondire quel contatto, Callie si scostò leggermente.
 
- Calliope?
 
- Mi dispiace, si scusò la mora, alzandosi.
 
- Cosa c'è che non va? Domandò Arizona, preoccupata.
 
Callie scosse la testa, insicura della risposta da darle.
 
Si era recata sul luogo dell’appuntamento con la ferma intenzione di mettere da parte i suoi dubbi e le insicurezze, per godersi il momento che avrebbe potuto trascorrere con Arizona. Ma in quell’istante che era da sola con lei, avvolta da quel senso di benessere che solo la bionda riusciva a farle provare, non poteva semplicemente dimenticare tutto.
 
- Niente, rispose infine.
 
- Callie, so quando c’è qualcosa che ti tormenta, disse Arizona, alzandosi a sua volta per mettersi alla sua altezza. Semplicemente - dimmelo ...
 
Callie lasciò cadere le mani lungo i fianchi, poi guardò Arizona che continuava a fissarla, inquieta.
 
- Ti ho visto ballare con il senatore Hemsworth, dichiarò lentamente.
 
Aspettandosi molto peggio, Arizona tirò un sospiro di sollievo sentendo quelle parole.
 
- Abbiamo solo preservato le apparenze, disse con un sorriso. Non hai motivo di essere gelosa...
 
Pronunciò l'ultima frase scherzando, ma quando vide Callie mantenere il suo sguardo serio, tornò seria a sua volta.
 
- Sei - sei gelosa? Domandò con tono grave.
 
Callie non rispose subito; ciò la spinse a proseguire:
 
- Callie, se c'è una persona che sa che io sono al cento per cento lesbica, sei tu! Affermò ridanciando, nella speranza di alleggerire l'atmosfera.
 
Tuttavia Callie conservò la sua espressione composta.
 
- Non ero gelosa di Nick Hemsworth, affermò.
 
Fece una breve pausa prima di aggiungere, senza fretta:
 
- Ero gelosa di ciò che rappresentava...
 
Quelle parole lasciarono Arizona ancora più confusa.
 
- Ciò che rappresentava? Ripeté, senza comprendere cosa volesse dire.
 
- Quando ti ho visto ballare con lui, continuò Callie, mi sono resa conto che non sarò mai la persona che ti accompagnerà ad una serata di questo tipo…
 
- Chi se ne frega! La rassicurò Arizona, facendo un passo verso di lei. Di questi eventi mondani, di queste serate di gala, me ne strafrego, Calliope! Io preferisco stare con te, chiusa nella mia stanza, piuttosto che assistere a serate come questa!
 
Guardò Callie con sguardo quasi supplichevole, intimandola a notare la convinzione e la sincerità dietro le sue parole.
 
- Non capisci quello che voglio dire, rispose Callie, fissandola dritto negli occhi. Anche a me non importa nulla di tutto ciò, Arizona. Non sono mai stata interessata alla ribalta, e sono stata parecchio sotto i riflettori ... Io non voglio che la nostra storia esca allo scoperto, non lo vorrei mai ... Ma quando ti ho visto con lui, mi sono resa conto che -
 
Si fermò un istante e prese un respiro profondo, sapendo che quello che stava per dire avrebbe potuto cambiare tutto.
 
- Mi sono resa conto che io e te non stiamo andando da nessuna parte ... concluse. Arizona, noi - noi non abbiamo alcun futuro ...
 
Vide il volto di Arizona contorcersi in una smorfia piena di confusione. Capì che quelle parole la stavano ferendo; ciò accentuò il suo senso di colpa.
 
Ma Calie non poteva più far finta di niente. Aveva cercato di non pensare alla realtà dei fatti, fino a quel momento, ma quei pensieri stavano diventando sempre più pesanti, tanto quanto i suoi sentimenti per Arizona crescevano. E a quel punto? A quel punto lei, semplicemente, non poteva più ignorarli.
 
- Non sono mai stata una persona che fa programmi, continuò Callie, senza abbandonare lo sguardo di Arizona. Non sono mai stata quel genere di persona che si proietta nel futuro. Anche quando ero fidanzata con Erica e stavo per sposarla, non mi sono mai fermata a pensare al futuro ... Ma con te, con te è diverso ...
 
Fece una breve pausa per organizzare meglio i pensieri, sotto lo sguardo di una silenziosa Arizona.
 
- Con te, Arizona, non posso smettere di fantasticare sul futuro. Un futuro con te. Un futuro pieno di impegni - di promesse, un futuro eterno ... e oggi ho capito che sono solo questo: fantasie ...
 
- No, esclamò Arizona, deglutendo a fatica.
 
Continuò ad annegare in quell’oceano scuro che vedeva negli occhi di Callie, e sentì, ancora una volta, un nodo in gola, quando infine, le parole riuscirono a venir fuori.
 
- Ti sbagli ...
 
- Ne sei sicura? Domandò Callie, oramai arresa alla realtà dei fatti.
 
Le sue spalle si incurvarono quando aggiunse:
 
- Cosa vedi per noi al di fuori dalle pareti della tua stanza?
 
Arizona non sapeva cosa dire. Aveva evitato di pensarci, perché la presenza di Callie le sembrava essere sempre più vera, più reale ogni volta. Così aveva messo in un angolo tutti gli eventuali problemi che sarebbero potuti sorgere, per godere appieno dei momenti che trascorrevano insieme. Evitò di porsi domande su ciò che quella storia significava veramente per lei, perché le bastava ciò che avevano. Aveva solo bisogno di avere Callie al suo fianco, non importava come.
 
- Entrambe sapevamo che questo momento sarebbe arrivato un giorno o l'altro, continuò Callie quando si rese conto che non avrebbe ottenuto alcuna risposta dalla bionda. Abbiamo sempre evitato di parlarne, abbiamo sempre evitato di definire la nostra relazione perché sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato ... Ci comportiamo come una coppia, ma non lo siamo. Rischieremo di mettere in pericolo il tuo ruolo di Presidente… Ed anche se alla gente non importerà che tu sia gay, la nostra relazione rimarrebbe comunque proibita…
 
 
Sentendo le lacrime fremere per uscire, tanto da singhiozzare, Callie si fermò per prendere un profondo respiro.
 
Dire ciò che stava dicendo, la stava uccidendo. Sentiva di non avere mai fatto nulla di così difficile in tutta la sua vita, perché stava rinunciando all’unica fonte di felicità, la cosa più bella che avesse mai potuto avere da anni. Ma Callie sapeva che era giusto così. Sapeva che si sarebbero ritrovate ad affrontare quel discorso ignorato per troppo tempo, e Nick Hemsworth gliel’aveva semplicemente ricordato.
 
- Ci siamo rifiutate di aprire gli occhi, ma la verità è questa, Arizona: non abbiamo un futuro insieme, aggiunse infine. E tengo troppo a te per accontentarmi di vivere in questo limbo, con questa spada di Damocle sospesa su di noi.
 
- Calliope ...
 
- Voglio di più, la interruppe Callie, perché aveva bisogno di dire tutto ciò che aveva dentro prima che Arizona potesse controbattere. Mi rifiuto di essere la persona che comprometterà le tue possibilità di diventare il miglior presidente che questo paese abbia mai conosciuto, ma voglio di più. Vorrei sempre di più con te ... Ma con te, Arizona, non con la Presidente del Paese. E purtroppo lei e te siete la stessa persona.
 
Arizona sentì il suo respiro farsi più corto e si domandò se non stesse per avere un infarto.
 
Non sapeva cosa dire, non sapeva quale fosse la soluzione ai loro problemi, perché, tutto ciò che Callie aveva detto, era vero. Ma l’unica cosa di cui era pienamente consapevole era che le si stava squarciando completamente il cuore nel petto.
 
- Cosa - cosa vuol dire? Chiese con grande difficoltà. Vuoi che tutto… vuoi che tutto finisca così?
 
Aveva la sensazione che il semplice fatto di pronunciare quelle parole, la distruggesse. Perché l'idea di non avere più Callie al suo fianco, era insopportabile. Non sarebbe riuscita a ritornare alla semplice relazione platonica che avevano all’inizio. Era stato difficile in passato, e a quel punto le cose sarebbe andate peggio. Perché lei non avrebbe mai potuto vivere senza i baci Callie. Senza le sue mani, senza i suoi abbracci.
 
Lei non avrebbe mai potuto dimenticare la sensazione della sua pelle nuda sotto le sue dita, o del suo corpo contro il suo.
 
Era una cosa semplicemente inconcepibile...
 
- Non lo so, rispose Callie, con una voce oramai rotta. Io ... io penso che sia la cosa migliore da fare ...
 
Rimasero in silenzio per un lungo istante, senza muoversi e senza distogliere lo sguardo l’una dall’altra, digerendo, pian piano, le parole che erano appena state pronunciate e constatando l’impatto che avrebbero avuto sul loro futuro.
 
Arizona fissò il volto di Callie, segnato dalle lacrime, e si chiese come era potuta passare da un momento in cui si sentiva felice ed entusiasta dopo aver ricevuto quel magnifico collier, a quel preciso momento in cui il suo cuore sembrava essersi spezzato in mille pezzi.
 
La bionda continuò ad osservarla per attimi che sembrarono eterni, puoi si sporse accennando un passo verso l’altra donna.
 
- Balla con me, sussurrò con voce appena udibile.
 
Callie la guardò con un leggero cipiglio, mostrando il suo stato confusionale a quella domanda.
 
- Cosa?
 
- Solo ... balla con me, ripeté Arizona.
 
Sollevò una mano e gliela porse, aspettando che la mora la afferrasse.
 
- Ti prego ...
 
Callie guardò quella mano tesa. Esitò per una frazione di secondo, prima di afferrarla attirando, poi, la donna a sé, tenendo le dita di Arizona aggrovigliate alle sue contro il suo petto.
 
Quando la sentì poggiare il viso nell'incavo del suo collo, Callie poté giurare che il cuore le si era fermato nel petto. Chiuse gli occhi per perdersi in quella meravigliosa sensazione che stava provando mentre i loro corpi si toccavano, cercando di dimenticare, per un attimo, tutto il resto, e li roteò lentamente al suono della musica che sentiva dentro.
 
- Mi dispiace, mormorò Callie, dopo qualche minuto di silenzio.
 
Arizona sollevò lentamente la testa e la poggiò contro quella della donna che aveva di fronte, prima di socchiudere gli occhi a sua volta.
 
- Anche a me, rispose, quando sentì i suoi occhi bruciare sempre più. Dispiace anche a me ...
 
In quel momento si rese conto che Callie era l'unica in grado di provocarle un reale senso di pace dopo mesi, l’unica con la quale era riuscita ad addormentarsi all’interno di un aereo. Il suo profumo, la sua rassicurante presenza e le emozioni che provava quando le era vicino, le avevano permesso di sentirsi al sicuro. E quel senso di sicurezza, quell’oasi di pace, non l’aveva più abbandonata da quando si erano incontrate.
 
E lei, per tutta le sera, aveva sognato di ballare con Callie, desiderando l’occasione di ritrovare quella così familiare serenità che poteva provare solo fra le sue braccia. E quando finalmente l’aveva trovata, non voleva più lasciarla andare.
 
Perché sapeva che quando l’avrebbe fatto, avrebbe rischiato di perdere quelle sensazioni per sempre ...

 
 

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Capitolo 21
*** Capitolo 22 ***


Buona lettura
 
 
 
 
Capitolo 22
 
 
 

 
 
 
<< CHE FINE HA FATTO LA PRESIDENTE ROBBINS?
 
Dopo il grande successo del Gala organizzato in occasione del suo compleanno, la Presidente Robbins non è stata più avvistata fuori dalla Casa Bianca. Annullamento di tutte uscite ufficiali fissate per questa settimana, rinvio del suo incontro di martedì con il Presidente francese, la Presidente non fa una sola apparizione da diversi giorni, un fatto più o meno inquietante dato che, fin dall'inizio del suo mandato, è una delle figure politiche più attive del nostro Paese.
 
La Casa Bianca non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione a riguardo, ma una fonte anonima, che lavora nella West Wing, ha detto che il leader del Mondo Libero sembra "depresso" e ha  "perso la sua solita allegria “.
 
Sappiamo che l'incontro con il senatore Hemsworth s’è concluso male (la Presidente e l’uomo hanno lasciato il Gala senza scambiarsi una sola parola). Ci si chiede se non sia questa la ragione che si nasconde dietro il malumore della nostra Presidente … In attesa di ulteriori sviluppi …
 
L. Agathe, Washington Press
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Arizona diede un occhio alle ultime righe dell'articolo prima di lasciar cadere il giornale sulla scrivania e tirare un lungo sospiro. Si portò una mano al collo e cominciò a giocare nervosamente con la collana, quella collana che non aveva tolto neanche un attimo per tutta la settimana ...
 
Una settimana. Era passata una settimana dal suo gala di compleanno.
 
Una settimana quindi sette giorni. Sette lunghi giorni da quando aveva visto Callie l’ultima volta.
 
Sette giorni che il suo Capo della Sicurezza non si presentava a lavoro.
 
Dopo quella orribile discussione, rimasero l’una tra le braccia dell’altra, continuando a ballare in silenzio fino a quando il telefono di Callie squillò, ricordandole che il dovere la chiamava. Aveva alzato lo sguardo verso Arizona e poi era andata via senza dire una parola, lasciando la bionda al centro del giardino presidenziale.
 
E da allora, Arizona non l’aveva più vista.
 
La spiegazione ufficiale rilasciata era che il Capo della Sicurezza era malato, ma il Presidente sapeva che non era vero e questo la spaventava molto.
 
Perché dopo aver visto sparire Callie, dietro quei grandi alberi del giardino presidenziale, per raggiungere la sua postazione, non aveva mai pensato che quella sarebbe stata  l’ultima volta che la vedeva. Per lei, anche se la mora aveva messo fine alla loro relazione, avrebbero continuato a vedersi.
 
Si aspettava di dover sopravvivere alla possibilità di vedere Callie tutti i giorni senza poterla baciare. Pensava fosse questa l’unica cosa che poteva accadere.
 
E non credeva ci potesse essere un’alternativa peggiore. Cento volte peggiore …
 
Vivere senza Callie era cento volte peggiore …
 
Così aveva cercato di contattarla. L’aveva chiamata più volte al telefono ma Callie non le aveva risposto. Aveva cercato di avere notizie dai suoi amici, Sloan, Yang e anche la Grey ma tutti confermarono la stessa versione: il Capo della Sicurezza della Casa Bianca era malato e Mark Sloan stava facendo le sue veci in attesa del suo ritorno.
 
Solo che Arizona era tutt'altro che sicura che sarebbe tornata ... perché ricordava bene la conversazione che avevano avuto la sera del gala e non aveva visto niente di buono da parte di Callie.
 
Ed era una settimana che non aveva sue notizia quando, in tutti quei mesi , non era mai accaduto che non si vedessero per più di due giorni.
 
Una settimana ...
 
Sette giorni.
 
168 ore.
 
10080 minuti che non la vedeva e aveva l’impressione di non essere mai stata così infelice in tutta la sua vita.
 
Aveva cercato di adempiere i suoi doveri da presidente, nel migliore dei modi, ma aveva fallito. Fallito miseramente.
 
Perché non riusciva a concentrarsi su qualcosa di diverso dall’assenza di Callie. Aveva partecipato a qualche meeting facendo bella figura ma quando rimaneva sola, crollava. E più i giorni passavano, più l’assenza di Callie si prolungava, più aveva l’impressione di affondare.  
 
Si costrinse a sorridere, a far finta che non fosse successo nulla, fino a che non ne poté più. Fino a che fingere non era diventato troppo duro. Così aveva cancellato la maggior parte dei suoi appuntamenti e si era rintanata nel suo ufficio, evitando di vedere chiunque, fino a che l’immagine  della persona che aveva contribuito alla sua felicità per molti mesi, e che ora era la causa del suo malessere, non avrebbe smesso di tormentarla.
 
Callie non vedeva alcun futuro per loro, ma Arizona non vedeva alcun futuro senza di lei ...
 
Lo squillo del telefono dell’ufficio la fece rinvenire dai suoi pensieri. Si alzò lentamente dalla sedia e si accinse a rispondere.
 
- Si?
 
- C’è l’Agente Sloan che  vorrebbe vederla, la informò April.
 
Arizona chiuse gli occhi qualche seconde e si massaggiò leggermente le tempie prima di rispondere:
 
- Digli che sono occupata in questo momento.
 
- Va bene.
 
Quando riagganciò, vide la porta del suo ufficio aprirsi e Mark Sloan entrare.
 
- Mi sembra di averle detto che sono occupata! Sibilò Arizona irritata.
 
- E a me sembra che quello che sto per dirle potrebbe interessarle, rispose Mark, avanzando con passo deciso.
 
L’uomo si fermò davanti alla sua scrivania e fissò la donna negli occhi, cosa che non avrebbe mai osato fare prima. Ma, come diceva spesso, a mali estremi, estremi rimedi. E mettersi contro la Presidente del Paese era un rischio che era disposto a correre se poteva impedire che la sua migliore amica commettesse un errore madornale.
 
- Callie ha intenzione di chiedere la riassegnazione, disse in tono serio.
 
La notizia ebbe l'effetto di una bomba per Arizona, che si alzò lentamente dalla sua sedia. Fissò a lungo l'uomo di fronte a lei, alla ricerca del minimo indizio che la portasse a pensare che stesse mentendo.
Ma di fronte a quel volto cupo, si rese conto che non poteva essere più serio.
 
Lentamente, fece il giro intorno alla scrivania e si diresse verso il centro della stanza, prima di chiudere gli occhi e prendere un respiro profondo.
 
Mark la guardò prima di decidere di continuare.
 
- Non so esattamente cosa stia succedendo tra voi due, ma so che c'è qualcosa, affermò. E non ho mai voluto sapere cosa fosse perché da quando Callie ha iniziato a lavorare qui, è tornata ad essere la persona che era prima di conoscere Erica Hahn. Non la vedevo così serena, così felice, da molto tempo. E so che è grazie a lei, Signora Presidente ...
 
Prese fiato e continuò senza staccare gli occhi dalla donna che continuava a dargli le spalle.
 
- Ma ora la mia migliore amica, quella che sembrava aver recuperato il suo magnifico sorriso, la stessa persona che non avrebbe mai pensato di abbandonare l’incarico più importante della sua carriera, ha deciso di assentarsi una settimana e chiedere la riassegnazione. E so che è a causa sua ...
 
A quel punto, Arizona, decise finalmente di girarsi verso di lui, dando qualche speranza a Mark.
 
- Ha già consegnato la sua domanda? Chiese con voce rauca.
 
Mark scosse negativamente la testa.
 
- No, disse, ma non passerà molto tempo ...
 
Il volto di Arizona si incurvò in una triste smorfia.
 
- Si rifiuta di parlare con me e con qualsiasi altra persona, disse. E ho paura che abbia già preso la sua decisone ... Webber è già molto arrabbiato per il fatto che non si è presentata in questi giorni; se per di più lei presenterà la sua domanda, non ci sarà alcuna possibilità di mantenere il suo posto al NSA.
 
- Perché mi sta dicendo tutto questo Signor Sloan? Rispose Arizona, con un tono che si sforzò di mantenere neutro.
 
- Perché so che è dovuta a lei la scelta di Callie. E so che, nonostante quello che sta succedendo tra di voi - o meglio, a causa di quello che sta succedendo tra di voi ­ lei non vorrebbe che Callie si dimettesse ...
 
Quelle parole colpirono Arizona più di quanto lei avrebbe voluto.
 
Ovviamente non desiderava che Callie si dimettesse, si sentiva quasi soffocare alla semplice idea che potesse accadere. Ma, per la rottura, come per l'assenza della Latina, Arizona non poteva fare nulla, era totalmente impotente e quella era la cosa che la distruggeva di più.
 
- Ciò che voglio io non è, in realtà, così importante. Non mi ascolterà ...
 
- Al contrario, affermò Mark, se c'è qualcuno in grado di farle cambiare idea, Signora Presidente, è lei...
 
Dicendo quelle parole, Mark aveva passato la palla nelle mani della Presidente. Mark le fece un breve cenno rispettoso col capo, poi si allontanò in direzione della porta.
 
Arizona chiuse gli occhi di nuovo, stringendo i denti, poi si voltò verso la porta quando l’agente la aprì.
 
- Mark, aspetti! Esclamò.
 
L’interpellato si fermò e si girò per vedere la donna in procinto di raggiungerlo.
 
- Ho bisogno del suo aiuto, aggiunse, intimandolo con un cenno a chiudere la porta alle sue spalle.
 
 

 
*
 

*

 
*
 

 
 
Callie si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo quando l'acqua calda entrò in contatto con la sua pelle. Chiuse gli occhi e sollevò la testa, in direzione del getto che fuoriusciva dal soffione, cercando di dimenticare, giusto per un momento, l’enorme peso che aveva, oramai, preso domicilio nella sua gola e nel suo stomaco da diversi giorni.
 
Aveva appena trascorso due ore nella palestra situata al piano terra del palazzo in cui risiedeva, Aveva cercato di buttar fuori la rabbia e la tristezza che la consumavano da quando aveva lasciato la sala da ballo della Casa Bianca per non tornare più. S’era detta che mettendosi sotto con gli allenamenti, sarebbe stata così stanca da addormentarsi subito la sera.
 
Non andò così.
 
Non smetteva di pensare ad Arizona. Tutto il tempo. Costantemente. E quel giorno non era diverso dagli ultimi sei giorni.
 
Ma rimase ferma sulla sua decisione.
 
Perché ciò che desiderava di più al mondo avrebbe portato alla perdita di Arizona e questo era fuori questione. Quando s’imbarcò nella loro storia, Callie sapeva che sarebbe stato pericoloso, ma non era riuscita a fermarsi. Non era riuscita a star lontana da Arizona. Era semplicemente impossibile per lei ... perché non si era mai sentita così bene se non quando era con la Presidente. Si sentiva in pace quando era con lei. Così ignorò la sua coscienza, ignorò le regole che erano state stabilite, in modo da poter  continuare a vivere quella sensazione di estasi, di benessere e pace, che le donava Arizona.
 
Aveva agito in modo irresponsabile e tutto ciò le si era rivoltato contro. I suoi sentimenti per Arizona si facevano sempre più forti, sempre più intensi, e lei non poteva più ignorare le insicurezze che occupavano la sua mente ogni volta che pensava al loro avvenire. Perché non era un rapporto normale il loro, non era un rapporto autorizzato. Al contrario, era proibito sotto diversi aspetti. Tutto era contro lei e Arizona.
 
Tutto.
 
A cominciare dal fatto che Callie lavorava per lei ... Era responsabile della sua sicurezza e, per fare bene il suo lavoro, era necessario che non fosse coinvolta emotivamente. Era una delle prime cose che si imparano nella scuola di polizia: mai farsi coinvolgere emotivamente. E lei era completamente incasinata. Fin dall'inizio, aveva lasciato che i suoi sentimenti la guidassero, perché non poteva essere altrimenti con Arizona Robbins. Aveva oltrepassato così tanto i limiti, infranto così tante regole e ignorato così tante restrizioni per stare con lei, che le è bastato vedere l’altra donna ballare con un uomo, per rendersi conto che era ora di fermare tutto, che doveva proteggere se stessa e Arizona prima che sarebbe stato troppo tardi. Prima di andare troppo lontano da distruggere le loro rispettive carriere. Perché oltre ad essere il Capo della Sicurezza, Callie era anche una donna e quindi, se il loro rapporto fosse venuto a galla, l'immagine di Arizona sarebbe andata distrutta per sempre. E lei teneva troppo alla bionda da non voler correre il rischio che accadesse una cosa del genere.
 
Ma ci teneva anche così tanto da non poter accontentarsi di una storia effimera che di sicuro sarebbe finita da un momento all’altro.
 
Arizona teneva sicuramente a Callie ma, mentre i mesi passavano, quando si era resa conto che la mora avrebbe rappresentato soprattutto un ostacolo per lei, avrebbe voluto chiudere all’istante. E Callie sapeva che il suo cuore si sarebbe distrutto in mille pezzi. Era inevitabile così ha dovuto fermare tutto prima che fosse troppo tardi ...
 
Solo che era troppo tardi ...  Arizona faceva oramai parte di lei e il suo cuore si era infranto.
 
Ecco perché non riusciva a raggiungere la Casa Bianca e lavorare come se nulla fosse accaduto. Lei semplicemente non poteva tornare indietro, vedere Arizona e sperare di dimenticare ciò che avevano vissuto. Non poteva starle accanto ogni giorno e non desiderare di poterla abbracciare o baciare …
 
Così si era chiusa in casa e si era ripetuta la loro ultima conversazione, ancora e ancora, terminando sempre con la stessa conclusione: aveva preso la decisione più giusta.
 
Sarebbe andata nell’ufficio di Webber alla buon’ora, l’indomani, e avrebbe presentato le sue dimissioni da Capo della Sicurezza.
 
Poi si sarebbe sforzata di dimenticare la Casa Bianca.
 
Si sarebbe sforzata di dimenticare Arizona ...
 
Arizona e i suoi occhi blu oceano. Occhi nei quali poteva annegare per ore …
 
Cercava di dimenticare il modo in cui le fossette della bionda apparivano ogni volta che le faceva uno dei suoi sorrisi magici. Quelli che le provocavano le farfalle nello stomaco.
 
Provava a dimenticare la sensazione dei suoi capelli o della sua pelle contro le sue dita. Doveva per forza dimenticare il suo meraviglioso profumo e il benessere che provava ogni volta che sentiva i loro corpi aderire o il suo respiro solleticarle la pelle.
 
Sì, era la decisione più giusta da prendere. Ma caspita, quanto poteva essere doloroso!
 
Dopo una ventina di minuti persa nei suoi pensieri, uscì dalla doccia. Con un gesto stanco, prese il primo asciugamano e si asciugò velocemente prima di cominciare a vestirsi.
 
Nel momento in cui si mise su la sua canotta, sentì bussare alla porta. Ignorò e continuò a vestirsi ma la persona oltre l’uscio insistette bussando di nuovo, più volte. Callie si fermò al quarto colpo per sentire meglio e tirare un sospiro infastidito quando sentì tocchettare di nuovo. Affrettandosi a scivolare dentro un paio di leggins, avanzò verso l'ingresso e aprì bruscamente la porta, pronta ad aggredire colei che la stava disturbando, ma si fermò, il suo cuore cominciò a battere all'impazzata, quando si trovò di fronte l'ultima persona che avrebbe pensato di vedere.
 
- Arizona? Disse sconvolta, immergendosi nei magnifici occhi azzurri che l’avevano ossessionata per tutta la settimana.
 
Alzò lo sguardo e si accorse che dietro la bionda vi erano Mark, Jackson e Cristina, in piedi in disparte, a disagio. Passato lo shock, riportò lo sguardo su Arizona e sentì un'ondata d’ansia e rabbia possederla.
- Hai perso la testa?! Esclamò.
 
- Dobbiamo parlare, rispose seccamente Arizona.
 
Callie la ignorò e guardò il suo migliore amico che fece una smorfia allo sguardo assassino che la mora le aveva inviato.
 
- Siete completamente impazziti?! Si rivolse, arrabbiata, verso i suoi colleghi. Sapete quanto può essere pericolosa questa uscita!
 
- Avresti preferito che la lasciassimo venire da sola? Replicò Cristina. Perché è quello che stava per fare!
 
- Potresti rimproverarci in un altro momento? Domandò Arizona, alzando gli occhi quando vide Callie pronta per replicare. Perché ho davvero bisogno di parlarti ...
 
Callie la fissò per lunghi secondi prima di arrendersi e spostarsi per lasciarla entrare. Attese che fosse dentro per poi rivolgersi di nuovo verso i suoi colleghi.
 
- Non ho finito con voi! Li informò Callie, prima di chiudere la porta e avanzare verso Arizona che si guardava intorno con curiosità.
 
Era una cosa che non aveva mai pensato di vedere: Arizona nel bel mezzo del suo salotto. Aveva fantasticato più e più volte di avere la bionda nel suo appartamento, vederla svegliarsi mentre lei le preparava la colazione. E averla in quel preciso momento di fronte a lei, le aveva crudelmente ricordato che era qualcosa che non sarebbe mai potuta accadere …
 
Arizona finalmente posò gli occhi sulla Latina, la donna che aveva occupato ogni suo pensiero durante la settimana che aveva trascorso. O meglio, durante gli ultimi mesi.
 
- Ho sentito che hai intenzione di chiedere una riassegnazione, disse cautamente.
 
- Arizona ...
 
- E’ vero? La interruppe Arizona.
 
Callie la osservò in silenzio per alcuni attimi prima di tirare un leggero sospiro e distogliere lo sguardo.
- Si, è così, ammise.
 
Senza capire perché, Arizona sentì la sua rabbia aumentare. Fece un passo avanti e si mise di fronte alla mora.
 
- E questo è tutto? Chiese con tono duro. Volevi andar via così, senza nemmeno salutarmi? Rappresento così poco per te?
 
- Non dire sciocchezze, rispose Callie, continuando ad evitare il suo sguardo.
 
- E allora cosa succede Callie? Proseguì Arizona, alzando leggermente la voce. Spiegami, magari capirò come andare avanti a mia volta! Dimmi che ciò che abbiamo condiviso non significava niente per te! Dimmi che era così insignificante da spingerti ad andare via senza nemmeno voltarti indietro...
 
- Come puoi dire queste cose?! Esclamò Callie, perdendo la calma.
 
Alzò lo sguardo verso la bionda e incontrò i suoi occhi pieni di risentimento.
 
- Come puoi aspettarti che ti dica certe cose, continuò, quando la sola cosa – la sola persona a cui ho pensato costantemente sei tu! Come puoi aspettarti che io ti dica  che quello che avevamo era insignificante, mentre il mio mondo ruota intorno a te e –
 
- Il MIO mondo ruota intorno a te! Gridò Arizona, puntandola col dito. Ho il peso del mondo sulle mie spalle, eppure IO non saputo pensare ad altro che a te in questi ultimi giorni! Tu sei tutto ciò a cui io penso, Calliope, tutto ciò che sogno! La mia vita dipende da te ­ da ogni tuo sguardo dipende il modo in cui mi sento.
 
Arizona rimase senza fiato. Tirò un respiro a pieni polmoni per cercare di calmare il suo battito cardiaco, oramai impazzito, poi continuò con più calma:
 
- Non hai il diritto di entrare nella mia vita, stravolgerla e andar via  senza preavviso ...
 
- Ancora non capisci, Arizona, disse Callie con voce tremante, se lo faccio è anche per il tuo bene...
 
- Per il mio bene?! Esclamò, di nuovo, Arizona.
 
Scosse la testa in un gesto esasperato.
 
- Come può essere per il mio bene, quando non riesco a dormire da giorni! Continuò con lo stesso tono. Non riesco più a chiudere gli occhi, non riesco più a concentrami su qualsiasi cosa! Maledizione, non riesco più a respirare senza che il mio cuore mi minacci di lasciare il mio petto.
 
Callie deglutì faticosamente cercando di controllare i singhiozzi che le si erano fermati in gola nell’ascoltare le parole di Arizona. Infine, dopo aver preso fiato, riuscì a mettere insieme poche parole per poterle rispondere:
 
- Tu- tu … ti riprenderai.
 
- E’ QUESTA LA TUA RISPOSTA?! La fulminò Arizona.
 
Ormai, la bionda era fuori di testa. Come poteva rimanere, Callie, di marmo, davanti a quella furia? Come poteva stare ferma mentre la bionda le gettava addosso tutti i suoi risentimenti? Come poteva mantenere la calma quando si sentiva morire lentamente?
 
- Tu entri nella mia vita, mi fai innamorare di te e poi mi chiedi di dimenticarti?! Continuò alzando la voce. E’ questa la tua soluzione?!
 
Callie perse un battito improvvisamente, sentendo quelle parole. Il suo cuore sembrò fermarsi mentre si domandava se avesse sognato, se Arizona avesse davvero detto ciò che aveva sentito.
 
- Co- cosa? Balbettò. Che - che cosa hai detto?
 
Le spalle di Arizona crollarono quando si rese conto di quello che aveva appena detto. Quelle parole erano uscite dalla sua bocca senza che lei se ne accorgesse, eppure capì che erano estremamente sincere.
 
Sentì una lacrima scenderle giù sulla guancia mentre continuava a guardare Callie negli occhi. Callie che sembrava stordita e che non attendeva che ascoltare altre parole.
 
- Sono innamorata di te Calliope, finì per dichiarare Arizona.
 
Per la prima volta da giorni, si sentiva sollevata pronunciando quelle parole. Ciò la spinse a continuare.
 
Oramai si era lanciata, non riusciva a smettere. Callie doveva sapere tutto. Doveva sapere quello che realmente provava ...
 
- Ti amo Calliope. Amo tutto di te ... Amo il modo unico in cui ti mordi il labbro quando sei concentrata su qualcosa, amo ­ amo il modo in cui sollevi un sopracciglio quando dico qualcosa di stupido o quando stai cercando di ammorbidirmi. Amo il fatto che ti svolti sempre le maniche delle tue giacche, anche quando fuori ci sono zero gradi ...
 
Abbozzò un sorriso e alzò le braccia scrollando leggermente le spalle, mostrando che ciò che diceva era ovvio. Era come se lei non potesse fare a meno di amare queste cose.
 
- Non so cosa ci riserva il futuro, ma so- e di questo ne sono sicura,  che ti amo. Non posso vivere senza di te, ho bisogno di te ... E so che non posso prometterti nulla ... Non posso offriti serate fuori o i classici appuntamenti galanti. Non posso abbandonare il mio ruolo di Presidente ... Ma quello che ti sto offrendo ­ quello che ti prometto, è il mio cuore ... E, in ogni caso, è già tuo. Perché io sono innamorata di te ... Ti amo Callie.
 
In quell’occasione, Callie ebbe l’impressione che il suo cuore fosse appena scoppiato in una moltitudine di fuochi d’artificio. Arizona le aveva appena detto che l’amava. Lei le aveva appena detto che era innamorata di lei, e si rese conto in quel momento, o sentì nel profondo, che provava esattamente le stesse emozioni.
 
Lei era follemente innamorata di Arizona Robbins. E sentiva che quell’amore era troppo potente, troppo forte.
 
- Arizona, io - io -
 
La sua voce si spezzò quando chiuse gli occhi per non guardare quelli supplicanti dell’altra donna.
 
Amava Arizona. Più di ogni altra cosa. La amava così tanto che voleva darle tutto. Voleva vederla felice, voleva vederla soddisfatta. Voleva proteggerla e assicurarsi che fosse al sicuro.
 
- Calliope?
 
Callie riaprì gli occhi e si immerse in quelli blu di Arizona, arrossati dalle sue lacrime silenziose. Non aveva che un desiderio: riempire i pochi metri che le separavano per abbracciarla ed eliminare la tristezza che le aveva causato. Perché, come aveva capito, voleva darle tutto.
 
Sì, Callie voleva metterla davanti a tutto il resto. Anche davanti ai sui desideri.
 
E questo era esattamente ciò che le aveva spezzato il cuore. Perché quello che stava per fare accadeva proprio perché era pronta a tutto per lei. Pronta a sacrificare tutto per la donna che aveva davanti.
 
Lei era disposta a correre il rischio di vivere tutta la sua vita infelice pur di vedere Arizona seguire il cammino a cui era destinata.
 
- Mi dispiace ... disse infine, prima di voltarsi.
 
Arizona sentì il suo mondo crollare, guardando Callie darle le spalle. La sua vista si annebbiò, mentre fiumi di lacrime cominciarono a rigarle il volto.
 
Rimase immobile per qualche secondo, chiedendosi cosa le restasse da fare. Perché sembrava impossibile per lei, era inconcepibile per lei, che tutto stesse finendo così. Callie non poteva abbandonarla. Non dopo che le aveva esternato i suoi sentimenti ...
 
Infine, riuscì a calmare quel dolore e prese un profondo respiro.
 
- Non tanto quanto a me, mormorò a bassa voce alle spalle di Callie, prima di fare un passo indietro.
 
Quest'ultima chiuse gli occhi, strinse i denti e serrò i pugni quando sentì la porta del suo appartamento chiudersi.
 
Si voltò verso il luogo da cui Arizona era appena andata via e scoppiò in lacrime.
 
Perché aveva appena voltato le spalle - e di questo ne era certa, all’amore di una sola vita.
 
L'amore della sua vita ...
 

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Capitolo 22
*** Capitolo 23 ***


Dopo solo due giorni, ecco pronto il nuovo capitolo.
Si vede che è arrivata l'estate e che mi trovo in una città lontana dal mare! :)
 
Buona lettura
 
 
 

 
Capitolo 23
 


 
 
 
Il crepitio del fuoco nel camino era l'unico suono udibile nello Studio Ovale.
 
Arizona vi era seduta davanti, sul pavimento, da molto tempo. La schiena poggiata al divano, le gambe sollevate contro il petto e lo sguardo fisso nel vuoto, non aveva smesso, nemmeno per un attimo, di pensare e ripensare alla conversazione che aveva avuto con Callie poche ore prima.
 
Diciotto ore erano passate da quando aveva lasciato l'appartamento di Callie ­ da quando le aveva detto che l’amava, senza avere alcuna risposta.
 
Lei le aveva detto che l’amava ... Per la prima volta nella sua vita, aveva pronunciato quelle parole. Per la prima volta nella sua vita, si era innamorata di qualcuno e, per la prima volta, si era ritrovata col cuore spezzato...
 
Diciotto ore erano passate da quando aveva sentito il suo mondo crollare e da quando aveva cercato di capire come riuscire a risollevarsi.
 
Aveva sperato che il suo amore sarebbe stato sufficiente, che quello che provava per Callie sarebbe sufficiente, ma si sbagliava ...
 
Aveva sempre pensato che la sua carriera fosse la cosa più importante della sua vita. Aveva sacrificato tutto per conquistare la posizione che occupava in quel momento, per onorare Tim, e non aveva mai messo in discussione il suo ruolo. Amava ciò che faceva, amava il suo Paese, e non aveva mai permesso a qualcuno o a qualcosa di intralciarle il cammino così da poter fare sempre ciò che le sembrava più giusto per la Nazione. Dopo tutto, lei era un buon marinaio nella tempesta. Era la persona che suo padre aveva cresciuto e che era pronta a dare tutto per il suo popolo.
 
Ma in quel momento, non ne aveva più voglia. Quel giorno, per la prima volta da quando aveva seguito la strada del potere, della politica, desiderava un’altra vita.
 
Una vita in cui nulla si sarebbe potuto mettere fra lei e Callie. Una vita in cui avrebbe potuto urlare al mondo che amava quella donna. Quella straordinaria donna che l’aveva fatta sentire viva, completa, al posto giusto ... Quella donna che le aveva fatto capire che le era sempre mancato qualcosa. La mora, entrando nella sua vita, era riuscita a colmare quei vuoti.
 
Quella donna che l'aveva abbandonata perché l’amore che provava non era sufficiente...
 
Deglutendo faticosamente, e sentendo gli occhi bruciare e la gola stringersi, Arizona abbassò lo sguardo verso il grande fascicolo che teneva fra le mani.  Un fascicolo che le era tanto familiare e che, eppure, non aveva mai aperto.
 
Gli occhi si posarono sulle grandi lettere che componevano il nome intero di Callie. Restò immobile, esitando ad aprirlo ...
 
Dopo tutto, non aveva più nulla da perdere, non aveva più la possibilità di scoprire da sola ciò che c’era nascosto dentro.
 
Callie non le avrebbe mai più potuto svelare il contenuto di quel dossier.
 
Dopo un tempo che sembrò un'eternità, sganciò la clip che teneva chiuso il fascicolo e lo aprì con un gesto esitante. Chiuse di nuovo gli occhi e fece un respiro profondo, prima di afferrare la risma di fogli che c’erano dentro, per fissarli intensamente. Alcuni secondi passarono, durante i quali non si mosse, poi, con un gesto istintivo, gettò il contenuto della cartella sul fuoco che continuava a crepitare davanti ai suoi occhi.
 
Anche se Callie non faceva più parte della sua vita, le era troppo difficile leggere cosa c'era in quei documenti. Così rimase a guardare i fogli consumarsi sotto i suoi occhi, realizzando che aveva appena perso ogni possibilità di sapere di più della persona che aveva stravolto la sua esistenza.
 
Un rumore nei pressi della doppia porta del suo Ufficio attirò la sua attenzione, portandola così, a distogliere lo sguardo dal camino. Vide Aprile attraversare l’uscio ed entrare, con esitazione, nella stanza, dopo essersi chiusa la porta alle spalle.
 
- Ehi, la salutò la rossa, avanzando lentamente.
 
- Ehi, rispose Arizona.
 
Si sforzò di sorriderle, quando poi il suo sguardo cadde sul fuoco del camino.
 
April si fermò a pochi metri da lei per osservarla. Conosceva Arizona ormai da molti anni, da molto prima che diventasse governatore. Erano amiche già da prima che lavorasse per lei e non ricordava di averla mai vista in quello stato in cui si trovava già da alcuni giorni. E più il tempo passava, più sembrava che le cose peggiorassero.
 
Così si era detta che era meglio non mettersi in mezzo. In quel momento, però, non ci riuscì. In quel momento voleva solo cercare di aiutare la persona che considerava la sua migliore amica. La persona che era rimasta la stessa nonostante il ruolo che era riuscita a ricoprire; la persona umile e altruista che era Arizona Robbins, che non esitava mai a sacrificare la propria felicità per quella degli altri.
Quindi, anche se sapeva che c’era la probabilissima possibilità di essere malamente mandata via come era già successo ad Alex Karev, decise di fare un passo avanti e sedersi accanto a lei sul pavimento.
 
- Siamo amiche, non è vero? Chiese April, dolcemente. Questo non è cambiato, giusto?
 
- Certamente, rispose Arizona, senza voltarsi.
 
April tirò un sospiro di sollievo e trovò il coraggio di continuare.
 
- Bene, affermò. Quindi, dato che siamo amiche, dovresti confessarmi cosa c'è che non va ... E non venirmi a dire che va tutto bene, aggiunse, quando vide Arizona aprire bocca, perché sarebbe una bugia enorme e io preferirei tu fossi sincera.
 
Ci fu silenzio mentre April attendeva che Arizona rispondesse, ma quest’ultima rimase zitta, continuando a fissare il fuoco nel camino. Sospirando, April abbassò lo sguardo verso il  tappeto sul quale erano sedute e cominciò a giocherellare con il materiale di cui era fatto.
 
- Si tratta di Torres, non è vero? Chiese nervosamente.
 
Arizona sentì il suo battito accelerare udendo quel nome, così portò, finalmente, lo sguardo verso il volto gentile della sua amica.
 
- Che c’entra l’Agente Torres con questa storia?
 
Anche se non era il caso, la domanda fece scoppiare a ridere April che scosse la testa con fare divertito.
 
- Davvero me lo stai chiedendo? Rispose senza abbandonare il suo sorriso. Non puoi ingannarmi, Arizona, sapevo fin dall'inizio che c’era qualcosa tra voi … Basta vedere come ti illumini quando lei è nei paraggi. Oltre al fatto che sei completamente infelice da quando non è più qui ...
 
Un sospiro sfuggì dalle labbra di Arizona che non poté non pensare, per una frazione di secondo, che lei e Callie avrebbero dovuto fare più attenzione in futuro se non volevano farsi scoprire da altre persone al di fuori di Mark ed April.
 
Solo che, quando il suo cuore improvvisamente si strinse, non poté non ascoltarlo.
 
Perché non c'era più un lei e Callie ...
 
- Non importa, disse  esausta, ormai è finita ...
 
April lasciò passare qualche secondo prima di parlare di nuovo.
 
- Cos’è successo?
 
- Sono diventata Presidente, rispose Arizona bruscamente.
 
Si voltò per affrontare lo sguardo di April. Quest’ultima vi lesse rabbia.
 
- Ho pensato che se ci fosse stato qualcuno in grado di capire la mia situazione, quel qualcuno era lei, continuò a parlare più a se stessa che alla donna al suo fianco. Ho pensato che eravamo sulla stessa lunghezza d'onda lei ed io, che la cosa più importante - ciò che contava di più, eravamo noi due ... Ho pensato che i rischi che abbiamo corso ne sarebbero valsi la pena, dal momento che noi potevamo affrontarli insieme.
 
Si rese conto in quel momento, parlando ad alta voce, di quanto era arrabbiata.
 
Era arrabbiata con Callie. Era arrabbiata perché l’aveva fatta innamorare e poi l’aveva lasciata subito dopo. Avrebbe voluto voltare pagina come aveva fatto la mora ma aveva l’impressione che non si sarebbe mai più ripresa.
 
Callie non credeva nella loro storia come ci credeva lei, pensò ...
 
- Sapevo che non sarebbe stato facile, sapevo che la nostra relazione andava contro ogni regola, ma non mi importava! Non mi importava perché la cosa più importante era che stavo con lei! Avevo lei e il resto era secondario! Ma per lei non era così... E - e ora ...
 
Si fermò a metà frase e sentì lo stomaco stringersi.
 
- Ora mi sento completamente persa ... terminò con un filo di voce.
 
April lasciò, volontariamente, trascorrere qualche attimo prima di parlare.
 
- Che cosa ti ha detto? Chiese delicatamente.
 
- Che non vedeva alcun futuro per noi ...
 
Il fatto stesso di ripetere quelle parole, diede ad Arizona l'impressione di stare per crollare da un minuto all'altro.
 
- Per lei, proseguì, la nostra storia non rappresentava che un freno per i ruoli che occupiamo e non vuole rischiare di essere un ostacolo per la mia carriera...
 
- Credo che lei stia cercando di proteggerti, disse, cautamente, la rossa.
 
Arizona alzò all'improvviso la testa e le lanciò uno sguardo penetrante.
 
- Ma non mi interessa! Esclamò. Non voglio che mi protegga! Io voglio lei!
 
April la vide chinare la testa con aria devastata, ripetendo, con voce appena udibile, che lei non voleva che Callie.  
 
Si trattava della prima volta, da quando conosceva Arizona, che la vedeva in uno stato del genere. La bionda era sempre riuscita a tenere per sé i suoi sentimenti, non mostrando mai che qualcosa la sconvolgesse o la toccasse. No, Arizona Robbins era sempre riuscita a nascondere le sue fragilità, mostrando un sorriso radioso anche quando tutto andava storto. Si, era sempre andata così. Sempre.
 
Fino ad allora ...
 
- E tu lo glielo hai detto questo? Chiese April.
 
Sono innamorata di te, Calliope ... Ti amo ... amo tutto di te ...
 
- Le ho detto tutto ... rispose Arizona. E non è stato sufficiente ...
 
Mi dispiace ...
 
La voce di Callie non smetteva di risuonare nella sua testa, ripetendo all'infinito le parole che, sentiva, le avevano frantumato ogni frammento del suo cuore.
 
- Ora, riprese con voce rotta, devo farmene una ragione e devo riuscire a dimenticarla ...
 
 
 
*
 
*
 
*
 
 
 
 
- Allora? Sbottò Mark, alzandosi bruscamente dalla sedia quando April uscì dallo Studio Ovale.
 
Aveva atteso la rossa nel suo ufficio, aspettando pazientemente di avere buone notizie sulla Presidente.
 
Dal momento che avevano dovuto scortare la Presidente sconvolta dall’appartamento di Callie alla Casa Bianca, lui e la sua squadra si erano lanciati in una missione nella quale, presto, inclusero anche April Kepner ...
 
Quest'ultima fece qualche passo in avanti gettando uno sguardo intorno, verso le altre persone che erano con lui, cioè Meredith e Lexie Grey, Cristina Yang e - per la sua felicità ­ Jackson Avery, prima di riportare la sua attenzione su Mark e rispondere con un profondo sospiro.
 
- Lei soffre tantissimo, lo informò. Come sospettavamo, solo la Torres può sistemare le cose.
 
Mark scambiò un'occhiata con gli altri quattro che annuirono all'unanimità.
 
- Bene, disse, abbottonandosi, con un gesto solenne, il bottone della giacca, vediamo se riusciamo a fare mettere da parte, al nostro caro Boss, la sua testardaggine.
 
- Pensate davvero che sia una buona idea? Chiese un’incerta April. Dopo tutto, Callie non ha torto: la loro relazione è illecita…
 
Mark stava per rispondere, ma venne battuto sul tempo dall'ultima persona che si aspettava di vedere reagire.
 
- Pensavo che la Presidente fosse tua amica, Kepner, rispose Cristina, sprezzante.
 
- Lo è! Affermò April.
 
- Allora dovresti capire che la felicità di un amico è molto più importante di qualsiasi regolamento ...
 
Cristina la guardò fissa, in silenzio, sfidandola a contraddirla. Quando la vide accigliarsi, con soddisfazione abbozzò un sorriso vittorioso che perse all’istante quando notò lo sguardo sorpreso degli altri.
 
- Che c’è? Domandò.
 
- Niente, rispose Meredith, è solo che non pensavamo che questa storia ti interessasse davvero ...
 
- Callie forse è una rompiscatole, ma fa parte della squadra. E’ LEI la squadra, affermò Cristina. E non si lascia col culo per terra un membro del squadra, è la regola!
 
- Ben detto Yang! Esclamò Mark, dandole una pacca sul braccio.
 
Le mise, poi, un braccio intorno alle spalle; ciò fece apparire, nel volto dell’asiatica, una smorfia di disgusto. Successivamente l’uomo si rivolse gli altri.
 
- Bene, dopo questo bel discorso, è il caso che ci mettiamo all’opera, dichiarò.
 
Tutti annuirono e si diressero verso l'uscita, con l'intenzione di portare a termine la loro missione.
 
- Pensi che i nostri predecessori fossero più tranquilli ai tempi del Presidente Grant? Domandò Lexie a Meredith, mentre attraversavano il grande cancello della Casa Bianca.
 
Meredith si lasciò sfuggire una leggera risata.
 
- Stai scherzando? Domandò. Con tutti quei morti, i complotti e gli scandali che hanno dovuto gestire, i giochetti amorosi del nostro Presidente con il nostro capo, a confronto, sono una passeggiata...
 
 
 
*
 
*
 
*
 
 
 
Non hai il diritto di entrare nella mia vita, stravolgerla e andare via senza preavviso!
 
Nonostante il dolore che si faceva sempre più forte nelle nocche delle sue mani, Callie non smetteva di colpire il sacco da boxe contro il quale si stava scagliando da mezz’ora.
 
Tu entri nella mia vita, mi fai innamorare di te e poi mi chiedi di dimenticarti?!
 
Tirò un pugno contro la superficie dura, accentuando volontariamente la sua sofferenza fisica, in modo da dimenticare il dolore che provava il suo cuore dalla sera prima.
 
Ma niente, la voce di Arizona risuonava più forte che mai nella sua testa.
 
Sono innamorata di te Calliope… Ti amo… Amo tutto di te... Non so cosa ci riservi il futuro, ma so - e di questo ne sono sicura, che ti amo. Non posso vivere senza di te, ho bisogno di te ...
 
Diede un ultimo colpo con tutta la sua rabbia, poi socchiuse gli occhi emettendo un grido di frustrazione.
 
Come avrebbe potuto dimenticare Arizona dopo che per così tanti mesi, la bionda, era stata l'unico pensiero che aveva occupato la sua mente?
 
L’aveva lasciata andar via, dopo che le aveva fatto la più bella dichiarazione d'amore, senza dirle che la amava a sua volta. E non poteva cambiare nulla perché era esattamente quello che doveva fare ...
 
Lasciandosi cadere sulla panca alle sue spalle, Callie tirò via, lentamente, le sue bende da boxe e si fermò ad osservare le sue nocche oramai coloratesi di un rosso scarlatto.
 
- Fai paura a guardarti, disse una voce alle sue spalle.
 
Alzò il capo e notò i suoi cinque amici avvicinarsi, tutti con le loro divise ufficiali. Vedendoli al di fuori dalla Casa Bianca a quell’ora, entrò nel panico
 
- Cosa ci fate qui? Domandò. Che cos’è successo?
 
- Niente, la rassicurò Mark. Abbiamo solo bisogno di parlarti.
 
- Parlarmi?
 
- Sì, affermò. Riguardo quello che è successo ieri sera ... con la Presidente, aggiunse, dopo un breve silenzio.
 
Callie rivolse lo sguardo verso le sue mani.
 
- Non c'è niente da dire. E’ tutto a posto.
 
- Se fosse tutto a posto, tu saresti alla Casa Bianca e non in palestra, cercando di romperti tutte le ossa della mano, ribatté per le rime Mark.
 
Tirò un sospiro infastidito e si lasciò cadere accanto a lei, seguito dagli altri quattro compagni che si disposero attorno a loro.  
 
- Quello che è successo tra te e la Presidente -
 
- Non è suc-
 
- Ti prego Callie, la interruppe Mark, non ci prendere per idioti; sappiamo che te la scopi!
 
Callie improvvisamente lo guardò, prima di rivolgere uno sguardo circolare verso Meredith, Cristina, Lexie e Jackson che abbozzarono un sorriso, confermando le parole di Mark.
 
- Co - come? Chiese.
 
- Non considerando il fatto che abbiamo sentito l'intera conversazione di ieri? Domandò ironicamente Meredith.
 
- E’ così evidente, proseguì Jackson.
 
Gli altri quattro annuirono all'unanimità.
 
- Pensavi davvero che nessuno di noi ti avesse visto uscire dalla sua camera ogni giorno? Chiese Cristina.
 
- Senza contare il modo in cui vi guardate, continuò Meredith. E’ come se vi spogliaste a vicenda con la semplice forza dello sguardo!
 
Callie si imbarazzò all’istante. Ciò fece sorridere ancor di più la bionda.
 
- Se ti può far sentire meglio, siete state molto discrete, affermò Lexie. Ma non abbastanza per la tua squadra che, non a caso, ti conosce molto bene.
 
Un sorriso balenò nel volto di Callie. Presto, però, lo perse.
 
- Non ha più importanza, disse lentamente. E’ tutto finito ...
 
- Esattamente, rispose Mark. E’ proprio di questo che volevamo parlarti. Dopo ieri sera ne abbiamo discusso e, dopo lunghe consultazioni, siamo tutti d’accordo nell’affermare che sei un’idiota!
 
- Io – cominciò Callie.
 
Tuttavia, Mark, non la lasciò replicare e continuò:
 
- Non avresti mai dovuto lasciarla andare. Non dopo tutto quello che ti ha detto ...
 
Anche in quel caso, la mora alzò gli occhi e guardò i suoi amici a turno, raccogliendo ancora una volta l'acquiescenza di tutti. Ciò accentuò il suo fastidio.
 
Come potevano stare davanti a lei e dirle che aveva fatto un errore, quando loro sarebbe dovuti essere i primi a capirla?
 
- Sapete bene che non avevo altra scelta, s’innervosì. La nostra relazione è pericolosa e tu sei stato uno dei primi a ricordarmelo, disse a Mark.
 
- Mi sbagliavo, rispose quest'ultimo.
 
- No Mark, tu avevi ragione, affermò. Non oso nemmeno immaginare cosa sarebbe successo se fosse arrivato alle orecchie di Webber, senza contare i rischi che corro innamorandomi della persona che dovrei proteggere ... La nostra storia creerebbe solo problemi. Soprattutto ad Arizona ...
 
Sentendo i suoi occhi iniziare a riempirsi di lacrime, come ogni volta che ci pensava, Callie si guardò le mani e cominciò a torturarle nervosamente.
 
- Non posso essere la persona che le impedirà di essere ciò che deve essere, continuò con la voce spezzata.
 
- E’ la tua assenza che allontana la Presedente dal suo ruolo, Callie, disse Cristina. Da quando te ne sei andata, non è più la stessa ... Ha anche litigato con Karev nel bel mezzo di un corridoio della West Wing e l’ha mandato a quel paese davanti a tutti!
 
- Tu le fai bene, Cal’, aggiunse Mark, e lei fa bene a te... Non ti ho mai visto così felice se non quando quella donna è entrata nella tua vita.
 
Callie rimase in silenzio, ascoltando le parole dei suoi amici che l’aiutarono ad alleviare un po’ la sua angoscia, ma il dubbio persisteva e il biondo, che subito riprese la parola, sembrava non comprendere.
 
- Noi saremo lì per richiamarti all’ordine se farai fesserie, le assicurò Mark, sorridendo. Ti faremo ragionare se ci renderemo conto che sarai più concentrata sulla Presidente che sulla sua sicurezza; è una promessa!
 
- Non so se sarà sufficiente ...
 
- Ti rammento che fino ad ora non hai fatto nessun errore, le fece notare Mark. Anzi, probabilmente sei il migliore Capo della Sicurezza che la Casa Bianca abbia, da un bel po’ di anni!
 
Fece una pausa e rimase ad osservarla per qualche secondo, notando che la donna continuava ad evitare il suo sguardo.
 
- Ti ha detto che ti ama! Insistette. La Presidente degli Stati Uniti è venuta da te per giurarti il suo amore eterno, Cal’!
 
- Pensi che non lo sappia?! Urlò Callie, alzandosi in piedi. Le sue parole non smettono di rimbombare nella mia testa!
 
- Allora, cosa stai aspettando? Rispose Mark con lo stesso tono, alzandosi a sua volta per averla di fronte. Pensi che l'avrebbe fatto se avesse pensato non ne valesse la pena? Lei è abbastanza matura da sapere in quale situazione si sta imbarcando! Guida il Paese più potente del mondo, caz**!
 
Callie lo fissò scioccata. Aprì la bocca per rispondere, ma subito la richiuse, rendendosi conto che non aveva nulla da dire.
 
Mark guadagnò un punto, e ne guadagnò ancora degli altri.
 
- C'è solo una domanda importante da porsi, Cal’, riprese con più calma.
 
Callie finalmente incontrò gli occhi dell’uomo e poté vedere tutta l’intensità che vi era nel suo sguardo, comprendendo la convinzione che c’era dietro le parole che stava per pronunciare.
 
- Sei davvero pronta a rinunciare a quello che sembra essere l'amore della tua vita? Sei pronta a correre il rischio di vederla un giorno felice con qualcun’altra?
 
- No, rispose in un sussurro.
 
L'ultima domanda fu così devastante per Callie che sentì una fitta allo stomaco all'idea che un giorno sarebbe potuta accadere una cosa del genere.
 
- Mi ucciderebbe ...
 
Il fatto solo di immaginare la bionda tra le braccia di un'altra donna, la rendeva folle. Non poteva sopportare l'idea che Arizona, la sua Arizona, facesse l'amore, baciasse, parlasse o anche sorridesse a qualcun’altra nello stesso modo in cui faceva con lei.
 
Forse Mark aveva ragione. Forse Arizona aveva ragione: la cosa più importante erano loro due, a prescindere dalle circostanze in cui vivevano. Lei era infelice senza la bionda e, da quello che le era stato detto dalla sua squadra, per Arizona era lo stesso.
 
Amava Arizona e Arizona la amava; questa era la cosa veramente importante ­ tutto ciò che contava ...
 
Solo che aveva incasinato tutto...
 
L’aveva lasciata uscire dal suo appartamento dopo che Arizona le aveva detto che era innamorata di lei. Le aveva dato le spalle dopo averle fatto credere di non essere poi così importante.
 
- Lei non mi perdonerà mai, disse Callie, realizzando chiaramente, per la prima volta, cosa aveva fatto.
 
- Quella donna è completamente pazza di te, rispose Lexie con un grande sorriso di sollievo.
 
Erano riusciti nella loro missione! Erano riusciti a convincerla!
 
- Devi solo dirle che ricambi i suoi sentimenti e sono sicuro che dimenticherà quello che è successo ...
 
Callie scosse la testa negativamente.
 
Lei era la ragione della tristezza di Arizona e non sapeva come redimersi, come farle capire che tutto ciò che aveva fatto, era stato fatto proprio perché la amava. Ma Callie era pronta a tutto per riuscirci.
 
E lei non si accontentava di dirglielo a parole. Se voleva che lei lo sapesse, doveva mostrarglielo.
 
- Ho un’idea, disse, dopo un momento di silenzio.
 
Un’idea folle. Un'idea assurda e sicuramente impossibile da attuare.
 
Ma lei era disposta a correre il rischio ...
 
Sollevando la testa con aria decisa, incontrò lo sguardo del suo migliore amico.
 
- E ho bisogno del vostro aiuto









*Cosa pensate abbia in mente Callie? La risposta è alla portata di tutte le persone che hanno letto sin dall'inizio questa fanfiction.

Nei capitoli seguenti vedremo se l'idea folle e impossibile di Callie, verrà attuata... E se sarà sufficiente a guadagnarsi il perdono di Arizona.












 
E tu vai in giro la sera 
Come un amore impazzito 
In cerca della gente come te 
Che si abbraccia senza un motivo
e non discute mai di niente 

Ma che si prende a cuore e si sente,
e si sente


-Thegiornalisti-

 





A presto.

Sara.

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Capitolo 23
*** Capitolo 24 ***


Ciao a tutti.

Come noterete (impossibile non vederle) ci sono 3 immagini. Le ho inserite perchè vi possa essere più semplice immaginare le scene descritte nel capitolo che segue.
  • La TORRE citata nel racconto originale è l'obelisco in marmo dedicato a George Washington, vale a dire il Washington Monument.
Nelle altre due foto potrete ammirare la vista del luogo di giorno e di notte, sperando che il cellulare, l'ipad, il tablet o qualsiasi altro mezzo usiate per leggere (pc a parte) reggano queste risoluzioni.


    
    
   



Buona lettura
 




 
 
Capitolo 24



 
 
 
 
- Allora? Domandò Callie.
 
- Tutto ok, abbiamo fatto evacuare la zona, la informò la voce di Mark al telefono. C’è voluta un’ora prima di avere tutti i permessi… da te come va?
 
- Siamo in corso di negoziazione, rispose Callie con un sorriso. Ti chiamo quando ho fatto ...
 
Riattaccò il telefono e guardò l'uomo che aveva di fronte, che scuoteva freneticamente la testa da un lato all'altro.
 
- Non c’è nessuna negoziazione possibile, affermò. E’ fuori questione che io faccia ciò che mi chiedi!
 
Il sorriso di Callie crebbe, mentre avanzava verso quella piccola e misera scrivania dietro la quale era seduto il suo interlocutore.
 
Era un giovane sulla ventina, carnagione abbronzata e capelli scuri che gli cadevano leggermente davanti agli occhi. I grandi occhiali poggiati sul naso gli donavano un’aria seria che però veniva tradita dall’espressione maliziosa che aveva in volto.
 
- Keith, Keith, Keith, sospirò, sedendosi di fronte a lui.
 
- Ti voglio bene Torres, credimi, precisò Keith, prima che lei continuasse, ma mi stai chiedendo troppo!
 
- Oh, ti prego! Replicò, spazientendosi. Non ti chiedo mica la fine del mondo.
 
- Noooooo, rispose Keith con enfasi, vuoi solo che io manometta l’impianto elettrico di uno dei monumenti più importanti della città.
 
- Ma è solo per una ventina minuti!
 
- Una ventina minuti che potrebbero farmi perdere il posto di lavoro! Replicò. Sai quanto ho faticato a trovarlo!
 
Lo sentì mormorare qualche parola incomprensibile, intendendo che era ancora reticente ad aiutarla.
 
Callie lo fissò qualche secondo, riflettendo, quindi decise di cambiare tattica.
 
- Ti voglio bene anch’io Keith, disse lentamente, ed è per questo che non voglio ricordarti che io ero la persona che ha chiuso un occhio sul tuo piccolo traffico con i fratelli Johnson ...
 
Odiava sfruttare il suo status, detestava usare il suo ruolo di agente della Sicurezza Nazionale per ottenere ciò che voleva. E anche se non era per "il fine giustifica i mezzi", per lei ogni mezzo era giustificato da questo fine.
 
- Sono pulito ora! S’indignò Keith.
 
- Lo so, confermò Callie, resta il fatto che io sono quella che ti ha permesso di non andare in galera! E tu ti rifiuti di farmi un così piccolo favore?
 
- Va bene, va bene! Esclamò il giovane, alzando le braccia in aria in segno di resa, me ne occupo io! Ma questo è l’ultimo favore che ti faccio!
 
Le labbra di Callie si allargarono in un ampio sorriso trionfante; la donna balzò in piedi.
 
- Grazie Keith, lo ringraziò, sapevo di poter contare su di te ...
 
- Già, mormorò Keith, iniziando a digitare sulla tastiera del computer posto di fronte a lui, mentre Callie si dirigeva verso l’uscita. Comunque, mi sono sbagliato su di te...
 
Callie fermò il suo passo e si voltò per guardarlo con aria interrogativa.
 
- Non pensavo tu fossi il tipo che fa una cosa così sciocca per una ragazza, precisò alzando lo sguardo verso la donna. Pensavo fossi una tosta...
 
- Lo pensavo anch'io, ammise dolcemente Callie, ma questa non è una ragazza qualunque ...
 
Non aggiunse altro e lasciò la stanza prima di prendere il telefono dalla tasca e comporre il numero di Mark.
 
- A posto, disse quando l’uomo rispose.
 
- Va bene, replicò Mark, avanzando con passo frettoloso lungo i corridoi dell’Ala Ovest. Sono alla Casa Bianca.
 
- Molto bene, proseguì Callie. Ci vediamo fra 35 minuti…
 
Mark le diede conferma, poi riattaccò quando arrivò davanti all’ufficio di April Kepner. Trovò Cristina e Meredith, sedute di fronte alla rossa, in piena conversazione. Fece alle tre un cenno con la testa.
 
- E’ tutto ok, voleva dire. Callie sta sistemando gli ultimi dettagli, ma dovrebbe filare tutto liscio!
 
- Perfetto! Affermò Meredith .
 
- Bisogna solo convincere la Presidente ad andare alla conferenza, disse Cristina.
 
- Esatto, dichiarò April alzandosi dalla sedia, ma credo sia più facile a dirsi che a farsi ...
 
- Tocca a noi, disse Mark.
 
Aspettò che la rossa si avviasse prima di seguirla verso lo Studio Ovale.
 
April bussò per poi inoltrarsi nella stanza, sempre in compagnia del Capo della Sicurezza provvisorio.
 
- Signora Presidente, Mark salutò Arizona, seduta dietro al suo computer portatile. La sua auto è pronta ...
 
- Inutile, rispose Arizona senza alzare gli occhi dallo schermo. Burke ci andrà al posto mio…
 
Mark si scambiò un'occhiata con April e fece una smorfia.
 
Bisognava assolutamente farla uscire dalla Casa Bianca perché l'idea di Callie funzionasse, e nonostante il piano assurdo della sua migliore amica, sapeva che la parte più difficile veniva proprio in quel momento.
 
Lanciò un’occhiata alla Kepner facendole intendere che era il momento che lei facesse qualcosa. Quest'ultima rispose con uno sguardo d’intesa e si avvicinò, esitante, verso Arizona.
 
- Arizona, iniziò con tono avvenente, so che non sei davvero dell’umore giusto per questi incontri, ma hai un ruolo da svolgere...
 
Si interruppe quando Arizona levò la testa per osservarla, ma poi continuò.
 
- Ci sono milioni di persone che hanno votato per te; bisogna onorare le loro scelte ...
 
- Pensi che io non lo sappia? Ribatté bruscamente Arizona. Me lo ripeto da giorni ... Ma io - io ho bisogno di tempo ...
 
April schiuse la bocca, poi la richiuse, non sapendo cosa dire. Mark decise di venire in suo soccorso; fece qualche passo per posizionarsi davanti alla scrivania della Presidente la quale li osservò con aria confusa.
 
- Non perda di vista le ragioni che l’hanno spinta a sacrificare tutto, Signora Presidente, cominciò con molta calma. Callie è andata via, è un dato di fatto, ma -
 
Fece una pausa, ragionando su come dire quelle parole - che non pensava realmente - senza sembrare troppo duro.
                                            
- Ma non le permetta di essere il motivo del suo crollo ... Si chieda come si sentirà fra qualche tempo quando vedrà che il suo tirarsi indietro oggi non sarà servito che a farsi rubare la scena da Burke…
 
Dopo quella frase ci fu un silenzio durante il quale Arizona guardò Mark, riflettendo su ciò che l’uomo aveva appena detto.
 
Non osava pensare ad un futuro senza Callie al suo fianco, ma Mark aveva ragione. La donna che amava se n’era andata. Era andata via ed ora Arizona doveva farsene una ragione.
 
Se n’era andata e Arizona doveva fare di tutto perché quella partenza non fosse stata inutile. I suoi sacrifici non erano mai stati vani in passato e anche se questa situazione non dipendeva da lei, anche se non ne aveva alcun potere, non doveva, per nessun motivo, farsi condizionare.
 
Finalmente, dopo alcuni minuti durante i quali nessuno si mosse, Mark vide la Presidente tirare un sospirò ed abbassare le spalle, in segno di resa.
 
- Avete ragione, disse. E’ tempo per me di ricordare il motivo per cui sono qui ...
 
Si alzò dalla sedia e girò intorno alla scrivania prima di incamminarsi verso la porta, superando Mark e April che la fissavano increduli.
 
- Vado velocemente a cambiarmi e arrivo, disse di spalle, prima di lasciare la stanza.
 
Il biondo e la rossa si scambiarono uno sguardo trionfante e si affrettarono a seguirla.
 
 
 
*

 
*


*
 
 
 
L’auto presidenziale, nella quale, sul sedile posteriore, sedevano la Presidente accompagnata dal Capo della Sicurezza provvisorio, viaggiò per circa venti minuti, passando per le strade di Washington verso la sede del Congresso in cui si stava per svolgere la riunione tanto attesa. Arizona era rimasta in silenzio per tutto il tragitto, limitandosi a fissare dal finestrino i vari scenari della città, completamente persa nei suoi pensieri. O più precisamente persa in un solo pensiero: Callie.
 
Distolse lo sguardo dal vetro e lo portò su Mark, seduto accanto a lei.
 
Normalmente, i suoi occhi avrebbero trovato quelli scuri di Callie invece di quelli blu del biondo. Il suo cuore avrebbe preso la solita scossa che lo colpiva quando si immergeva in quelli della mora e non avrebbe potuto fare a meno di sorridere quando Callie avrebbe, con discrezione, infilato la mano nella sua per intrecciare le loro dita.
 
Normalmente,  non era una sensazione di vuoto quella che l’avrebbe pervasa andando a quella conferenza. No, si sarebbe sentita felice e al posto giusto e sarebbe riuscita a comunicare la sua gioia a tutti coloro che credevano nel suo cammino politico.
 
Normalmente, con Callie al suo fianco, si sarebbe sentita pronta ad affrontare qualsiasi sfida che il suo governo poteva metterle di fronte.
 
Ma come poteva constatare, continuando a fissare Mark Sloan, quei tempi erano finiti.
 
La macchina si fermò e Mark si girò verso di lei; notò che la donna lo stava guardando.
 
- Siamo arrivati, la informò. Tutto bene?
 
Arizona distolse lo sguardo prima di annuire leggermente. Mark la osservò per un attimo poi scese dall’auto e rapidamente fece il giro per andare ad aprirle. Nell’attesa, Arizona diede un occhio fuori e aggrottò la fronte notando dove si trovasse.
 
- Da quello che ho capito, la conferenza si svolge in Senato, disse.
 
- Proprio così, rispose Mark, in attesa che la donna scendesse, per chiudere lo sportello dell’auto.
 
- Cosa ci facciamo qui, allora? Chiese Arizona, facendo un passo indietro per guardarsi intorno.
 
Erano davanti al foro di irrigazione di fronte al Monumento a Washington .
 
Il posto era stupendo. Uno dei più belli della città e il preferito Arizona. Di giorno, il sole faceva brillare l’acqua, mentre l'enorme obelisco si rifletteva in una maniera quasi sovrannaturale. E la sera ...
 
La sera era il momento che amava di più. Nonostante alcuni passanti, il posto risultava essere tranquillo e rilassante. C'erano decine di lampioni che illuminavano il luogo, accentuando l’aspetto quasi magico del Monumento simbolico. L'acqua della grande piscina si faceva scura, dando l'impressione di essere un gigantesco specchio che riflette la sagoma del grande obelisco, e, all’ora in cui vi era proprio sotto, quella della Luna… che quel giorno Arizona notò essere piena.
 
Si accorse anche che, curiosamente, nel punto in cui c’era sempre gente, in quel momento non c’era nessuno. Il luogo era completamente deserto. Era come se avessero fatto volontariamente evacuare.
 
- Sloan? Lanciò lei, intimandolo a darle una risposta.
 
- Presto capirà, si limitò a ribattere Mark. Si fidi di me, non se ne pentirà, aggiunse, quando lei gli mandò un'occhiata dubbiosa.
 
- Le ricordo che ho una riunione che mi attende ...
 
- Possiamo lasciare a Burke la scena per una notte, rispose con un sorrisetto.
 
Arizona stava per rispondere quando le luci intorno a loro improvvisamente si spensero, immergendo la zona nel buio totale. Si girò su se stessa e vide che tutto ciò che si trovava a parecchi metri da loro aveva subìto la stessa sorte, così come l'illuminazione dell'obelisco. Voltandosi di nuovo verso Mark, si accorse che era sparito.
 
- Mark?! Lo chiamò preoccupata.
 
Non ebbe alcuna risposta.
 
Il senso di panico cominciò ad invaderla quando un fascio di luce la accecò, facendola voltare bruscamente. Si bloccò di colpo, la bocca leggermente aperta, quando il suo sguardo si posò sul Washington Monument verso il quale era diretta la luce.
 
- Ma che ... sussurrò, facendo un passo indietro.
 
Sull'intera lunghezza dell'obelisco erano state proiettate tre enormi lettere, grandi diversi metri, che formavano la frase:
 

 
I
 

L
 

Y



 
Il suo cuore accelerò ad una velocità folle quando si rese conto di quello che stava accadendo. Quella scena le aveva dato una sensazione di déjà-vu e, quando capì, un sorriso stupito si fece spazio sulle sue labbra.
 
- Avrei voluto fare come Spiderman, disse una voce alle sue spalle, ma avrei dovuto prolungare il tuo viaggio fino al ponte di Brooklyn a New York, e sono sicura che mi avrebbero fermata prima che io potessi dirti ciò che desidero tu sappia ...
 
Arizona venne strappata dalla contemplazione della magnifica facciata illuminata, per voltarsi verso dove proveniva la voce, non credendo ai suoi occhi quando scorse una figura più che familiare emergere nella penombra.
 
- Callie ... sussurrò con una voce appena udibile.
 
- Inoltre, Callie proseguì continuando ad avvicinarsi a lei, non avevo vere ragnatele a mia disposizione ... Così ho pensato che il luogo più simbolico di questa città poteva sicuramente sostituire il ponte, e che la tecnologia sarebbe stata un palliativo al mio mancato potere soprannaturale ... E poi, so che ami questo luogo.
 
Si fermò a pochi passi da Arizona che continuava a fissarla stordita, e sentì il suo battito cardiaco accelerare. Dopo quel guardarsi negli occhi in silenzio che sembrò durare un'eternità, Arizona ancora una volta rivolse l’attenzione verso il monumento e quelle lettere giganti.
 
- Cosa -
 
- Il mio modo di dirti ciò che sento, l’anticipò Callie contemplando il profilo della donna di fronte a lei. Sono stata stupida, Arizona ... Sono stata stupida, perché non avrei dovuto permetterti di lasciare il mio appartamento senza dirti che-
 
Arizona distolse lo sguardo dal Washington Monument non appena la sentì fermarsi e lo posò su quello di Callie per cercare di decifrare qualsiasi indicazione le avrebbe mostrato che non stava sognando, che la mora stava davvero davanti a lei pronta per dirle ciò che aveva sempre sognato di ascoltare, nel modo più bello possibile.
 
Callie fece un passo in avanti e la guardò intensamente, sperando di farle capire la sincerità, la forza dietro le parole che stava per  pronunciare.
 
- Ti amo Arizona, disse con convinzione indicando con una mano la parete dell'obelisco. Ti amo così tanto che ho l’impressione che questo amore sia l’unica cosa che riesco a sentire, l'unica cosa che conosco ... E - Ed è proprio perché ti amo così tanto che ho fatto tutto questo.
 
- Calliope -
 
- Pensavo di fare la cosa giusta, la interruppe Callie, prima che avesse il tempo di aggiungere altro. Ho pensato di farla perché sei la persona più importante per me e - e questo mi spaventava. Avevo paura perché mi ero innamorata della sola persona che mi è proibito amare, l'unica persona con cui non potevo progettare. Ma avevo sbagliato tutto ...
 
Le parole sembravano molto più sensate e potenti nella testa di Callie, ma doveva accontentarsi. Fermandosi per organizzare i suoi pensieri, fissò Arizona e lasciò le parole uscire come arrivavano.
 
- Non voglio gridare a gran voce che sto con te o ­- o mostrarmi con te mano nella mano ...
 
Quando vide una triste smorfia emergere sul volto della Presidente, si rese conto di essersi espressa male.
 
- No! Si affrettò a correggersi. Non è ciò che voglio dire ... Certo che voglio tutte queste cose con te, Arizona! Dio solo sa quanto potrei essere orgogliosa nell’essere vista con te ... Ma alla fine avevi ragione, non è importante... tu - ­l’hai detto tu stessa, chi se ne frega dei gala o delle serate danzanti, l’importante è che io e te stiamo insieme.
 
Fece un passo in avanti, non lasciando che pochi centimetri a separarle, poi accennò un sorriso splendente verso la donna bionda alla quale brillavano gli occhi.
 
- Ti amo Arizona, ripeté con voce piena di convinzione. Più di ogni altra cosa ... Non posso vivere senza te ... io non voglio vivere senza te ... Quella famosa sera in cui mi hai parlato della dichiarazione d'amore alla Spiderman, mi hai detto che questi tipi di film ci spingono a credere e sperare che l'impossibile è a portata di mano. Ma a me, sei tu che mi fai credere nell'impossibile ... Prima di conoscerti, pensavo che sarebbe stato impossibile provare per qualcuno quello che provo per te ...
 
Le era sempre più difficile credere di non star sognando, che quella donna stupenda di fronte a lei non era un miraggio. Un delizioso sogno che non poteva esistere nella vita reale ...
 
- E finché io ho il tuo cuore e tu il mio, disse Callie, è questo che conta. E al diavolo il resto, al diavolo la normalità, possiamo costruirci il nostro futuro ...
 
La sua dichiarazione fu seguita da un lungo silenzio durante il quale Arizona si limitò ad contemplare, stordita, la mora.
 
Non riusciva a capire cosa stesse succedendo. Callie era lì davanti a lei. Lei era lì e le aveva detto che l’amava ­ santo cielo, l’aveva anche scritto su un monumento! ­ E le aveva promesso un futuro.
 
- Che ne pensi? Chiese Callie nervosamente quando il silenzio cominciò a prolungarsi troppo per i suoi gusti.
 
Arizona finalmente uscì da quello stato di trance e si rese definitivamente conto che non stava immaginando quello che stava accadendo.
 
- Che ne penso? Ripetè, ancora confusa.
 
Alzò lo sguardo verso Callie e notò il suo sorriso tirato, ciò la fece sorridere perché ­ beh- la domanda era abbastanza stupida - Come se ci potessero essere molte risposte ...
 
- Quello che penso Calliope, rispose, è che sei un’idiota.
 
Il suo sorriso si allargò quando vide quello dell’altra donna sparire. Senza pensarci, colmò i pochi centimetri che le separavano e fece scivolare lentamente le mani sul volto di Callie.
 
- E’ che non so se quello che più desidero è ucciderti o baciarti ...
 
Non diede il tempo a Callie di dire nulla. Si alzò in punta di piedi, quando la bruna aprì la bocca per parlare e annullò la distanza tra le labbra, catturandole in un movimento tortuoso.
 
Il contatto la spinse a lasciar andare un respiro profondo, mandando via l’enorme grumo che si era stanziato nel suo petto in quegli ultimi giorni, per lasciare spazio ad una sensazione di felicità. Avvicinò i loro corpi e le mise le mani intorno alla nuca; fu vinta da una sensazione di euforia ancora più forte quando sentì le dita di Callie posarsi sui suoi fianchi e avvicinarla un po’ più a sé.
 
Aveva fantasticato di toccare Callie per giorni, chiedendosi come avrebbe fatto a sopravvivere senza la sensazione della sua pelle sotto le sue mani. E ora lei ce l’aveva. Sentì il calore del corpo attaccato al suo, il suo profumo ed il suo viso e si accorse che era meglio di quanto ricordasse.
 
- Mi dispiace, sussurrò Callie contro le sue labbra quando si separarono.
 
- Pensavi di fare ciò che era meglio per me, rispose Arizona, poggiando la fronte contro quella del suo Agente, e questa è una delle tante cose che amo di te: il modo che hai di mettermi sempre davanti a tutto ... ma è il momento che tu la smetta!
 
Si lasciò sfuggire una risata facendo scorrere le mani nei capelli di Callie e si allontanò un po’ per poterla guardare meglio.
 
- Ci ho pensato, rispose Callie con un sorriso. E posso capire se preferisci prendere le distanze e -
 
Arizona la interruppe posandole un dito sulle labbra.
 
- Calliope, sospirò sorridendo, ti assicuro che se sei in procinto di suggerirmi di prendere le distanze per riflettere, ti uccido, la minacciò. Non ho bisogno di riflettere su qualcosa, soprattutto non su di te, non ho bisogno di altro tempo lontana da te ...
 
Si chinò di nuovo in avanti e si fermò per una frazione di secondo quando sentì il respiro di Callie mescolarsi con il suo e poi lentamente imprigionarle le labbra.
 
- E’ vero che tutto è incerto e confuso, disse fra i baci, ma io e te siamo una certezza ...
 
- Lo so e ho finito con i dubbi, le assicurò Callie allontanandosi di poco.
 
Si immerse nei suoi occhi azzurri e portò le sue mani lungo il suo addome per accarezzarglielo.
 
- Farò di tutto perché vada bene, continuò, perchè il nostro rapporto professionale non minacci ciò che siamo riuscite a costruire. Riusciremo a scrivere la nostra storia, anche se non potremo mai stare davvero insieme ...
 
- Smettila di dire che non stiamo insieme! Esclamò Arizona. Noi stiamo insieme, Calliope, affermò accennando il suo solito sorriso. Perché io ti amo e tu mi ami. E ­- e nient’altro importa...
 
Callie le rivolse un sorriso radioso prima di chinarsi e baciarla teneramente. Arizona immediatamente chiuse gli occhi e lasciò di nuovo che quella sensazione di pura euforia la invadesse.
 
Quando il fiato cominciò a mancarle ed era necessario respirare, interruppe il bacio e immerse il suo viso contro il collo di Callie facendole scivolare le braccia intorno alla vita prima di aprire gli occhi e osservare di nuovo le lettere che formavano il " ILY " sul monumento  più famoso della città.
 
Un sorriso felice e stanco apparve sulle sue labbra mentre osservava l'immagine scintillante riflettere nell’acqua scura della piscina enorme del Monumento a Washington.
 
- E’ meraviglioso, sussurrò dolcemente. Non posso credere che ti sia ricordata della dichiarazione d’amore di Spiderman e che, soprattutto, tu l’abbia riprodotta per me.
 
Sentì un sorriso formarsi sulle labbra di Callie che, subito dopo, le baciò la tempia.
 
- Non dimenticarlo mai, soffiò nel suo orecchio, farei qualsiasi cosa per te ...
 
Qualsiasi cosa ...

 
 
 
 





 



 
Acqua sarò
che spegnerà un momento
Accanto a te
viaggiando controvento

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Capitolo 24
*** Capitolo 25 ***


Buona lettura
 
 



 
Capitolo 25




 
 
 
Cristina si massaggiò la nuca dolorante, prima di lasciarsi andare contro una delle sedie della guardiola sita davanti agli appartamenti presidenziali che si occupava di sorvegliare.
Afferrò la tazza di caffè posta sopra la scrivania di fronte e se la portò alle labbra, poi aumentò il volume della radio per ascoltare le notizie del mattino.
 
Sono le 06:56. Ci ritroviamo con la notizia che è sulla bocca di tutti gli abitanti di Washington da ieri sera! Parlo ovviamente della magnifica dichiarazione d’amore proiettata sul Monumento della città questa notte. Dean, puoi dirci qualcosa di più?
 
Cristina accennò un sorriso mentre l’altro radio-cronista prendeva la parola:
 
Si, Jimmy. Come hai detto tu, ieri la città ha assistito alla meravigliosa sorpresa di vedere le luci della piazza del Washington Monument spegnersi per una ventina di minuti, per lasciare apparire sulla torre tre lettere che dichiaravano un "Ti amo" ...
Degna di un film strappalacrime, l’identità del misterioso fautore romantico rimane ancora sconosciuta, mentre le ricerche della polizia non si fermano ... Si starà sicuramente divertendo vedendo quanto scompiglio ha causato il suo gesto!

 
Il sorriso di Cristina si allargò pensando che il famoso Dean non si sbagliava per niente dato che il parere della città era l’ultima cosa a cui stava pensando quel famoso agitatore.
 
Infatti, a pochi metri dalla guardiola, negli appartamenti della Presidente, Callie si occupava di tutt’altro.
 
- Ne sono certa, disse Arizona con un respiro irregolare, ho perso l'uso delle gambe ...
 
Il volto di Callie immerso sul corpo di Arizona, semicoperto dalle lenzuola, si aprì in un grande sorriso quando sentì il petto della bionda riempirsi e sgonfiarsi, cercando di ritrovare il ritmo normale dopo il piacere che aveva appena provato.
 
- Peccato, sussurrò soavemente, perché io vivo solo per vederti muovere sotto di me...
 
Accentuò ogni parola accarezzandole, con le dita, le gambe nude che le stringevano i fianchi quando, contemporaneamente, si premurò di catturare con passione le labbra di Arizona.
 
Quest'ultima soffocò un gemito e avvolse le braccia intorno al collo di Callie per attirarla un po’ di più a sé.
 
- Tu - Arizona sottolineò le sue parola con un bacio - mi sei - la baciò di nuovo - davvero mancata ...
 
Quella volta, il bacio durò più a lungo, rendendolo volutamente più lento, più dolce.
 
Callie sentì le braccia, in quel momento tese per mantenersi ritta e non schiacciare troppo il corpo di Arizona, cedere davanti alla tenerezza di quel contatto.
 
Si allontanò lentamente e si immerse nei suoi occhi blu prima di far scivolare una mano in quei capelli dorati che avevano il dono di renderla folle tanto quanto la rendeva folle la persona a cui appartenevano.
 
- Anche tu mi sei mancata, mormorò con un sospiro. Più di quanto io potessi immaginare ...
 
Arizona notò i tratti del viso di Callie contrarsi facendo sparire ben presto quel sorriso.
 
Da quando avevano lasciato il Washington Monument poche ore prima per ritornare alla Casa Bianca, non avevano davvero parlato, totalmente ossessionate dalla loro reunion, e Arizona non era pronta per quel cambiamento.
 
Volendo far sparire il triste sguardo sul volto di Callie, la fece girare e si mise a cavalcioni su di lei prima di baciarla di nuovo.
 
- Mi piace il sapore delle tue labbra ... mormorò tra i baci.
 
Callie si sedette più comodamente senza lasciare le labbra della bionda, e fece scorrere le mani lungo la sua schiena nuda accarezzandola lentamente.
 
- E a me piace quello delle tue, rispose sorridendo fra i baci.
 
Aveva baciato e fatto l’amore con Arizona una moltitudine di volte, ma la forza, il magnetismo che sentiva ogni volta che la bionda la toccava, la faceva ardere. Le loro labbra sigillate insieme, le mani di Arizona sulla sua nuca, il suo percorrere la pelle nuda di quest’ultima e i loro corpi uniti che le davano l’impressione di essere una cosa sola; Callie era sicura di aver trovato l'equivalente al paradiso.
Si chiese come aveva potuto pensare di poterne fare a meno.
 
Percependo la temperatura fra loro aumentare di nuovo e molto rapidamente, Arizona decise di rallentare il loro bacio perché, come aveva detto, se avessero continuato con quel ritmo non sarebbe più riuscita a camminare. Si allontanò leggermente dal viso di Callie e fece scorrere le mani fino a raggiungere le sue clavicole prima di accennare un sorriso felice immergendosi negli occhi scuri della Latina
 
- Ti amo, disse senza abbandonare quell’espressione serena.
 
Callie sentì una moltitudine di farfalle nello stomaco. Era la prima volta che Arizona ripeteva quelle parole da quando avevano lasciato il Washington Monument. Si rese conto che erano belle come la prima volta.
 
In passato le avevano detto di amarla. George gliel’aveva detto. Erica gliel’aveva detto … ed anche più e più volte… ma mai, proprio mai, aveva sentito tanta sincerità in quelle parole come quando le aveva pronunciate Arizona.  
 
- Ti amo anch’io, rispose Callie in un sussurro, prima di baciarla di nuovo.
 
Arizona le morse il labbro inferiore per poi ricominciare ad assaporare ogni piccola parte del suo viso. Riportò le mani sulla sua nuca e le diede un tenero bacio sul naso, poi si spostò verso gli zigomi, scendendo fino al mento.
 
- Potrei farlo in eterno, disse, riposizionando le labbra a pochi millimetri da quelle di Callie.
 
- Potrei lasciartelo fare in eterno, rispose Callie, sorridendo.
 
Lo sguardo le si posò sul comodino dietro Arizona; notò così l'ora visualizzata sulla sveglia.
 
- Ma a quanto pare durerà meno di quanto pensavamo, aggiunse con un lieve cenno del capo indicando l’apparecchio sonoro.
 
Arizona si voltò a guardare e si lasciò scappare un leggero lamento vedendo che erano già le 7:00.
 
- Non posso credere che siamo rimaste sveglie tutta la notte!  Esclamò, ritrovando il sorriso.
 
- Dovevamo recuperare il tempo perduto, rispose Callie.
 
Arizona la fece sdraiare e la baciò di nuovo.
 
- Sì, e ancora non basta ...
 
- Non sarà mai abbastanza, confermò Callie, accarezzandole teneramente il viso.
 
Un sorriso si disegnò sul volto della bionda che continuò a fissarla amorevolmente.
 
- Che ne dici di condividere una doccia prima che il dovere ci chiami? Propose dopo alcuni secondi.
 
Callie aprì la bocca per rispondere positivamente quando il suo telefono squillò. Accennò un sorriso di scuse e dopo qualche manovra riuscì a prendere il cellulare sul comodino, senza slacciare il loro abbraccio.
 
Arizona si raddrizzò un po’ e la guardò leggere, infastidita, il nome su display.
 
- Di cosa si tratta? Chiese preoccupata.
 
- Niente, rispose Callie rassicurandola, è solo che ho dimenticato che devo vedere Webber fra un'ora ...
 
- Webber? Ripeté Arizona sorpresa. Perché?
 
Si tirò un po’ più indietro fino a sganciare le ginocchia dai fianchi di Callie e afferrò il lenzuolo per coprirsi il seno.
 
Perché doveva vedere Webber se non aveva più bisogno di chiedere la riassegnazione?
 
- Vuole vedermi prima che io rientri a lavoro, rispose Callie. Con la mia assenza ingiustificata di questa settimana, devono verificare che sia tutto a posto ...
 
E c'era una buona probabilità che dovesse subire il protocollo di sicurezza, quello che veniva applicato ogni volta che qualcuno prolungava la propria assenza, per verificare che la persona in questione non fosse un infiltrato.
 
- Chiamerò Webber, disse Arizona, e gli dirò che sei giustificata da me e che non è necessario che verifichi nulla ... Io sono il Presidente, non potrà controbattere.
 
- Cosa? No! Esclamò Callie bruscamente.
 
Sospirò e si raddrizzò, sotto lo sguardo accigliato di Arizona.
 
- Perché? Chiese la bionda.
 
- Arizona, soffiò Callie dolcemente, se lo chiami e gli dici di fare un’eccezione per me, penserà che sta succedendo qualcosa.
 
Arizona la fissò a lungo, poco convinta.
 
Non capiva perché Callie non le permettesse di intervenire con Webber, soprattutto se poteva evitarle di farsi interrogare da una moltitudine di agenti. Se l'Agenzia per la sicurezza Nazionale (NSA) avesse scoperto la loro relazione, non osava immaginare quali sarebbero state le conseguenze ...
 
Inoltre - e per questo Arizona non poteva farci nulla - le parole di Callie risuonavano ancora nella sua testa ... Forse erano pronte a vivere la loro storia contro venti e maree, ma non era sicura che i dubbi di Callie fossero scomparsi completamente.
 
Quest'ultima sembrò percepire questa sua inquietudine, per questo la strinse a sé avvicinandola un po’ di più.
 
- Ascolta, disse con un tono rassicurante, andrò da Webber, gli permetterò di farmi una ramanzina e ci rivedremo qui, fra una o due ore, per tornare alla nostra solita routine, va bene?
 
Le spalle di Arizona si abbassarono, la bionda accennò un sorriso, nonostante la spiacevole sensazione.
 
- Va bene
 
Fece scivolare le mani tra i capelli castani di Callie e lentamente si avvicinò al suo volto.
 
- Non vedo l’ora di riavere il mio Capo della Sicurezza, rispose premendo il naso contro quello della donna, quindi fa in fretta ...
 
- Farò in modo di sbrigarmi, promise Callie.
 
L’attirò un po’ più a sé per darle un leggero bacio sulle labbra prima di sorridere a sua volta.
 
- E magari potremmo riprendere il discorso di quella doccia di cui parlavi? Suggerì la mora.
 
 
 
*
 
 

*
 

 
*
 
 
 
La mattinata passò abbastanza in fretta, fortunatamente per tutte le persone che lavoravano all’interno della casa Bianca.
Gli impiegati dell’Ala ovest avevano ritrovato la Presidente che erano abituati a frequentare prima del suo crollo emotivo. La Presidente simpatica, felice e pronta ad affrontare qualsiasi sfida. Tutti erano sollevati nel vedere che il suo malumore era sparito.
 
La Presidente di una volta.
 
Arizona aveva trascorso la mattina concatenando gli appuntamenti, recuperando così i ritardi che aveva accumulato negli ultimi giorni. Era appena uscita da un incontro con i membri dell'esecutivo -­ incontro che aveva rinviato per ben due volte ­- e stava per raggiungere il Senato, dove l’attendeva la Bailey che doveva aggiornarla su ciò che era accaduto il giorno prima.
 
Bailey l’aveva informata che Burke aveva approfittato della sua assenza per guadagnare importanza tra le persone che l’avevano sostenuto durante la sua campagna presidenziale, ma Arizona non rimpianse neppure  per un momento di aver saltato il meeting.
 
Dopo tutto, lei aveva ricevuto la più bella, la più romantica dichiarazione d'amore. Dichiarazione d'amore che era sulla bocca di tutti il mattino seguente e questo aveva contribuito al suo meraviglioso umore.
 
Perché la persona dietro le parole misteriose apparse sul Washington Monument era il motivo del suo sorriso, anche se non l’aveva vista per tutta la mattina ed era sempre più in pensiero per lei.
 
Avanzando, con un passo sicuro, nei corridoi che portavano al suo ufficio, Arizona fu intercettata dagli agenti Ross e Wilson che timidamente la raggiunsero.
 
- Signora Presidente, salutò Ross con rispetto, abbassando leggermente il capo.
 
- Agente Ross, Agente Wilson ...
 
- Il capo della sicurezza la attende nella sua auto, la informò il giovane agente. Dobbiamo scortarla lì ...
 
Arizona tirò un sospiro di sollievo e abbozzò un sorriso.
 
Finalmente avrebbe ritrovato il suo Capo della Sicurezza. Finalmente potè mettere via il suo telefono e ritrovare la sua totale serenità.
 
- Vi seguo, disse allegramente.
 
Lei li seguì verso l'esterno, dove l’attendeva la sua solita berlina. Tuttavia, si fermò pochi metri prima quando vide Mark appoggiato alla macchina invece di Callie … subito si rabbuiò.
 
Quest'ultimo si avvicinò a loro e ringraziò i due agenti prima di passare alla Presidente, che lo stava ancora fissando intensamente.
 
- E’ pronta?
 
- Dov'è Callie? Chiese, ignorando la sua domanda.
 
Mark si strinse nelle spalle prima di rispondere:
 
- Non lo so ... la segretaria di Webber mi ha chiamato per chiedermi di sostituirla ancora un giorno ...
 
Si accorse che la sua risposta non piacque a Arizona, la quale abbassò lo sguardo verso il telefono che tirò fuori dalla tasca.
 
- Non si preoccupi, disse, vedendo il viso della donna incupirsi, lei tornerà ... E’ normale che un agente venga trattenuto dal NSA quando torna da un'assenza ...
 
Arizona preferì non rispondere. Sperava che l'atteggiamento sereno di Mark riuscisse a rassicurarla un po’ ma non poteva farci niente, era strano che Callie non fosse ancora tornata o comunque che non avesse almeno cercato di contattarla. Molte domande non smettevano di torturarle la mente:
 
E se Webber aveva scoperto la verità su di loro? E se Callie aveva perso il lavoro a causa di questo? E se l’aveva licenziata per la sua assenza ingiustificata?
 
E se Callie aveva cambiato idea?
 
 

 
*
 

 
*
 
 

*
 
 


Callie finì, lentamente, di vestirsi, poi afferrò la giacca con altrettanta calma prima di indossarla, non riuscendo però a trattenere  un lamento di dolore che le sfuggì dalle labbra.
 
Aveva l’impressione che ogni particella del suo corpo andasse a fuoco e, purtroppo, non nel modo che amava. Cercò di sopportare i crampi e i muscoli infiammati dopo aver trascorso la giornata sotto tortura degli agenti della CIA a subire prove assurde, ma l’unica cosa che l’avrebbe potuta risollevare era Arizona.
 
Quando aveva incontrato Webber e l’aveva visto tergiversare sulla fiducia che riponeva su di lei e la mancanza totale di responsabilità che aveva dimostrato assentandosi per molto tempo per malattia, si aspettava che avrebbe subìto il classico interrogatorio, quello che avrebbe permesso all’Agenzia di assicurarsi che l’assenza era giustificata e che la mora non rappresentava alcun pericolo per la Nazione.
 
Solo che non si aspettava di subire IL protocollo. Quello che coinvolgeva la CIA, ed i loro metodi discutibili per farla parlare.
 
Sì, non si aspettava di essere bloccata per tutto il giorno nei sotterranei dell'Agenzia, sottoposta ad una serie di test e interrogatori, facendo di tutto per mantenere la stessa versione inventata per coprire se stessa e Arizona. Eppure questo era quello che era successo. E ora si ritrovava con la schiena a pezzi, le gambe doloranti e un labbro spaccato.
 
Ma almeno aveva superato la prova e a quel punto poteva andare a casa e crollare nel letto fino all’indomani.
 
Solo che non ne aveva alcuna voglia. Voleva ritornare alla Casa Bianca. Voleva vedere Arizona e guardarla fino a quando non le si fossero chiusi gli occhi per la stanchezza. Dopo una giornata così orribile, aveva bisogno di trovare la sola e unica persona che riusciva a farla sorridere come un’idiota, anche dopo aver trascorso oltre ventiquattro ore senza dormire.
 
Aveva bisogno delle braccia di Arizona ...
 
- Ben fatto Torres, lanciò una voce dietro di lei, riportandola alla realtà.
 
Callie si voltò verso la porta dello spogliatoio in cui si stava cambiando e si trovò di fronte Webber che le regalò uno dei sui rari sorrisi.
 
- Tutto ciò era davvero necessario? Domandò con un pizzico di amarezza mentre l’uomo avanzava all'interno della stanza. Pensavo si fidasse di me ...
 
- Certo che mi fido di lei, confermò, ma è il Capo dei Servizi Segreti, la CIA ha insistito. E conosce loro e tutte le loro paranoie…
 
Callie rispose con parole impercettibili e ghignò dal dolore quando si alzò dalla panchina dove era seduta.
 
- E’ cambiata moltissimo. Dal momento che è arrivata alla Casa Bianca ed è in carica, è diventata più matura ed efficiente ...
 
- Grazie Signore, Callie rispose solennemente.
 
- Continui così, aggiunse Webber, fissandola con sguardo fiero, e sarà lei quella che mi succederà come Capo del NSA ...
 
Un enorme sorriso apparve sul volto di Callie, ma scomparve quasi subito quando lo vide guardarla minacciosamente.
 
- Per contro, la mise in guardia, un altro colpo di testa come quello di questa settimana e farò in modo che  l'unico lavoro che le offriranno sarà quello della carceriera ...
 
Callie si limitò ad annuire e attese fino a quando l’uomo non lasciò lo spogliatoio, prima di far riapparire il suo sorriso pensando che alla fine la giornata non era stata poi così terribile.
 
E rischiava di migliorare nettamente.
 
Lanciò uno sguardo al suo telefono e notò che erano passate 20 ore. Webber le aveva dato la giornata libera e le aveva consigliato di andare subito a casa per riposarsi in modo da poter essere in forma per quando avrebbe ripreso servizio. Solo che non aveva la minima intenzione di tornare. Dopo tutto, lei avrebbe avuto il tempo di riposarsi più avanti. L'unica cosa che il suo cuore, la sua testa ed il suo corpo desideravano in quel momento, era Arizona Robbins ...
 
Quando arrivò alla Casa Bianca, si diresse direttamente verso le stanze personali della Presidente senza preoccuparsi di prendere le solite precauzioni per non farsi vedere. Cristina era di guardia quella notte quindi Callie non doveva pensare alla copertura; uno dei vantaggi acquisiti confessando la verità ai suoi amici ... Così avanzò nel corridoio che conduceva agli appartamenti di Arizona e trovò la sua compagna di stanza con il suo migliore amico, seduti nella guardiola.
 
- Ehi, lanciò, posizionandosi sulla porta.
 
I due agenti alzarono gli occhi verso di lei e la salutarono a loro volta.
 
- Non ci sono andati piano con te, commentò Mark notando la lesione al labbro.
 
Callie si portò una mano alla bocca e si strinse leggermente nelle spalle con nonchalance.
 
- Conosci quel bastardo di Johnson, rispose, è un vero e proprio torturatore ...
 
- A chi lo dici, confermò Mark con una smorfia.
 
Il biondo aveva un pessimo ricordo dei suoi test d’ingresso al NSA quando il famoso agente Johnson si era occupato di lui.
 
- Come è andata la giornata? Chiese Callie.
 
- A meraviglia, rispose Cristina dondolandosi sulla sedia. Suppongo si debba ringraziare te per aver saziato i bollenti spiriti della nostra Presidente, stava benissimo! Ed era quasi fastidioso ...
 
Nonostante l’ironia di cui aveva dato prova Cristina, Callie sapeva che era il suo modo di dimostrare che era in pensiero per lei, quindi sorrise nell’udire quelle parole. Dopo quello che la sua squadra aveva fatto per lei la notte precedente, era pronta a sopportare tutte le battutine che avrebbero fatto sulla sua relazione.
 
- Era preoccupata per te, la informò Mark. Continuava a lanciare occhiate al suo telefono per tutto il pomeriggio. Potevi mandarle un messaggio ...
 
- Sai come sono questi colloqui, rispose Callie sospirando.
 
Mark scrollò le spalle in risposta.
 
- Si, volevo solo dirtelo ...       
 
- E’ qui? Domandò.
 
- Sì, disse Cristina. Puoi andare ...
 
- Grazie per l’autorizzazione, rispose scherzosamente Callie abbozzando un gesto verso l'uscita.
 
Li ringraziò e augurò loro una buona serata prima di dirigersi verso la porta principale dell'appartamento di Arizona. Bussò e attese.
 
La porta si aprì pochi secondi dopo. Non riuscì a trattenere un sorriso quando la vide.
 
- Ehi, la salutò.
 
- Ehi, rispose semplicemente Arizona.
 
Quando il suo sguardo cadde sulle labbra di Callie perse immediatamente la disinvoltura che aveva giurato di adottare al ritorno della mora.
 
- Cosa è successo? Le chiese preoccupata, avvicinandosi.
 
Afferrò il viso di Callie per guardare meglio la ferita sul suo labbro. Quest’ultima prese le sue mani e le allontanò dal sul viso. Legò le loro dita prima di scuotere la testa come a dire che quel taglio era qualcosa di insignificante.
 
- Non è niente, rispose rassicurandola, il mio interrogatore era un po' agitato ...
 
- Calliope ...
 
- Ti assicuro che non è niente, la rassicurò Callie, sorridendole.
 
Sapeva che era ridicolo ma la preoccupazione evidente di Arizona per un piccolo infortunio le scaldò il cuore. Tuttavia, lei non voleva più vedere quell'espressione agitata sul viso della bionda.
 
Inclinò la testa di lato, lasciando la spalla appoggiata alla porta, senza slegare la mani da quelle di Arizona e allungò le labbra in un sorriso divertito quando notò la sua tenuta.
 
- Carina la maglia ...
 
Quando vide Arizona abbassare gli occhi e arrossire, avrebbe potuto giurare di essere tornata indietro di diversi mesi, in quella stanza d'albergo a Roma, quando aprì la porta e vide Arizona con quel pigiama con le farfalle rosa. In quella camera d'albergo dove lei le aveva prestato la famosa camicia che indossava la bionda in quell’istante.
 
Arizona risollevò lo sguardo e sentì le guance scaldarsi. Aveva dimenticato di averla addosso. Ma quella maglia era diventata così familiare che le uniche volte che non la indossava erano quando era a lavare o quando Callie era con lei. Aveva perso il suo odore col tempo, ma continuava a farle pensare alla Latina.
 
- Saranno mesi che la cerco, continuò Callie scherzosamente. Sai che tutto ciò può essere paragonato ad una rapina?
 
Arizona notò l’enorme espressione divertita crescere sul volto della Latina.
 
- Sta meglio con me ...
 
- Non ne ho alcun dubbio, disse Callie senza districarsi dal suo sorriso.
 
Arizona scosse la testa poi strinse la mora e la tirò all’interno stanza.
 
- Vieni, intimò la bionda, mi prenderò cura di quel brutto taglio ...
 
- Non è necessario, assicurò Callie lasciandosi comunque guidare.
 
- Lascia giudicare me ...
 
La portò in soggiorno e la fece sedere sul divano. Poi scomparve in bagno per tornare pochi secondi più tardi con un kit di pronto soccorso.
 
Callie la guardò fare il giro intorno al divano per poi accovacciarsi di fronte a lei prima di aprire una garza e imbeverla di antisettico.
 
- Non sapevo che i presidenti avessero il loro personale kit di pronto soccorso, commentò Callie.
 
- Bisogna che la smettiate di sottovalutarci, rispose ridendo Arizona.
 
Tenne dolcemente il viso della mora per il mento, poi poggiò con delicatezza la garza sulla ferita prima di tamponarla leggermente.
 
- Non sarebbe difficile immaginarti medico, dichiarò Callie con un sorrisino malizioso. Saresti stata davvero sexy in camice bianco.
 
- Beh, peccato per te che ho cambiato la mia vocazione, rispose Arizona.
 
- La divisa da Presidente ti sta ancora meglio ...
 
Arizona ridacchiò prima di inviarle uno sguardo di disapprovazione.
 
- Smettila di muoverti! Le ordinò senza smettere di sorridere.
 
- Ai suoi ordini, Madame!
 
Fece una pausa e lasciò che i suoi occhi seguissero ogni centimetro del viso concentrato di Arizona. Il suo stomaco si strinse come al solito e non poté smettere di domandarsi come fosse possibile che una persona potesse essere talmente bella.
 
Arizona era bellissima. Così bella che era quasi irreale.
 
Arizona sentì lo sguardo dell’altra su di sé, ciò la spinse ad alzare il suo per immergercisi. Fermò i suoi movimenti e lasciò la mano cadere sulle ginocchia poste davanti a lei, senza abbandonare per un solo secondo gli occhi scuri che la fissavano intensamente e nei quali poteva annegare per ore.  
 
Era in momenti come quello che sentiva che l’amore che provava per Callie era fantastico. Aveva l'impressione che la forza con cui il cuore le batteva in petto non poteva portarle che un attacco di cuore; si rese conto che l'intensità, la forza dei suoi sentimenti, era quasi dolorosa.
 
Ma si trattava di un dolore che desiderava ancora e ancora, senza sosta, perché semplicemente non poteva vivere senza.
 
- Ti ho già detto quanto ti trovo bella? Chiese Callie in un sussurro.
 
- Molte volte, rispose Arizona sorridendo. Ma non riesco ad abituarmici...
 
Arizona disse ciò scherzosamente ma Callie continuò a fissare il suo sguardo ardente fino a che perse il sorriso.
 
- Meglio così, continuò Callie accarezzandole il viso, perché io non sono pronta a smettere di dirtelo ...
 
Arizona non rispose, semplicemente approfittò di quel contatto per chiudere gli occhi. Si concentrò sul tocco della mano di Callie. Le sue carezze avevano il dono di regalarle un senso di pace che non poteva trovare in nessun altro luogo. Erano di una delicatezza quasi magica. La aiutavano a far sparire ogni dubbio, ogni incertezza che potesse avere.
 
Callie, per lunghi secondi, fissò il viso angelico che aveva davanti prima di decidere di rompere il confortevole silenzio che si era creato.
 
- Mark mi ha detto che eri preoccupata, disse lentamente.
 
Arizona aprì gli occhi e sospirò. Si raddrizzò e ruppe il contatto tra di loro prima di allontanarsi giusto un po’. Quella reazione sorprese Callie che non si mosse e la osservò deliberatamente evitare il suo sguardo.
 
- Non mi hai dato tue notizie, rispose Arizona, nonostante mi avevi detto che non sarebbe durato a lungo ...
 
- Di solito non dura così a lungo, confermò Callie, ma a quanto pare quando sei il Capo della Sicurezza hai diritto ad un trattamento speciale ...
 
Arizona le lanciò un’intensa occhiata, facendole capire che non era in vena di scherzare.
 
- Non è divertente Callie, la rimproverò. Ti hanno ferita!
 
- Arizona, non è niente!
 
- So che non volevi che intervenissi, ma se avessi fatto quella telefonata a Webber come ti avevo suggerito, non avresti subìto tutto quello che hai patito oggi ...
 
Callie si alzò dal divano e si mise in piedi di fronte a lei.
 
- Non è stato niente di insormontabile, la rassicurò, e poi almeno adesso siamo tranquille ... E soprattutto, io sono qui ...
 
Sentendo quelle parole, Arizona nervosamente si morse le labbra. Quella reazione non passò inosservata a Callie che aggrottò la fronte.
 
- Cosa c'è che non va? Domandò.
 
- Niente ...
 
Se Arizona pensava che quella sua risposta sarebbe bastata a Callie, si sbagliava, si sbagliava di grosso. La mora in pochi passi la raggiunse e poggiò le mani sulle sue spalle costringendola a guardarla.
 
- Arizona, dimmi che succede
 
Solo che Arizona non ne aveva nessuna voglia. Voleva seppellire nel passato tutta quella storia una volta per tutte.
Oramai Callie era lì. Lei era lì e loro erano finalmente insieme. Non voleva mettere a rischio quello che avevano ritrovato per alcuni dubbi che l’avevano perseguitata durante quel pomeriggio.
 
Tuttavia, lei avrebbe potuto obiettare quanto voleva ma, quella vocina sgradevole nella sua testa, non si era zittita per un solo secondo da quando Callie l’aveva lasciata per andare al suo appuntamento con Webber. Si era fatta sempre più forte durante la giornata. E anche se in quel momento Callie era con lei e la voce era diventata un sussurro appena udibile, era comunque ancora lì. E sapeva che l'unico modo per metterla a tacere era parlare.
 
- Quando ho visto che non mi davi alcuna notizia e non tornavi, confidò lentamente, ho pensato per una frazione di secondo che forse avevi cambiato idea ...
 
Il viso di Callie si contorse in una smorfia, udendo la rivelazione.
 
- Oh ...
 
Ritirò le mani dalle spalle di Arizona e se le passò fra i capelli, metabolizzando poco a poco la confessione che aveva appena ricevuto.
 
Pensava che la serata precedente fosse stata sufficiente a dimostrare ad Arizona che non aveva alcuna intenzione di defilarsi nuovamente. Lei era lì, presente e pronta ad investire nella loro storia. Pensava che la bionda avesse capito, ma dovette ricredersi constatando che non era abbastanza ...
 
- Mi dispiace, si scusò Arizona, non avrei dovuto -
 
- Non c'è bisogno di scusarti, la interruppe Callie, sono io che ...
 
Fece una pausa, non sapendo come finire la frase. Lasciò cadere le braccia lungo il corpo, disarmata, poi fece un passo avanti e guardò Arizona con occhi pieni di convinzione.
 
- Sono qui Arizona, sono qui per sempre ... E ti posso assicurare che non vorrei essere da nessun altra parte ... ho bisogno che tu ti fidi di me ...
 
Arizona alzò la testa per guardarla negli occhi e sospirò.
 
- Mi fido di te, assicurò, e non ti biasimo. E' solo che…  questa settimana senza di te ... è stata orribile Callie.
 
Quando non riuscì più a sostenere il suo sguardo, Arizona lo distolse e lo lasciò cadere sul divano alle sue spalle.
 
Callie la osservò per qualche secondo prima di raggiungerla e inginocchiarsi davanti a lei. Le prese le mani e le accarezzò con la punta delle dita, mentre cercava i suoi occhi.
 
- Lo so che ho sbagliato e ne sono davvero, davvero dispiaciuta, disse. Non ho mai voluto farti del male, mai. E farei qualsiasi cosa per farmi perdonare, farei di tutto per dimostrarti che ciò che viviamo è la cosa più importante per me ...
 
Arizona slacciò le mani da quelle di Callie e le lasciò scivolare sulla nuca della mora per attirarla a sé e baciarla teneramente.
 
- Non devi scusarti, soffiò contro le sue labbra. Ciò che è accaduto ... avremmo dovuto parlarne ... avremmo dovuto dirci quello che provavamo veramente piuttosto di evitare l'argomento ogni volta, e so che è colpa mia…
 
- Non eri l'unica a evitare l'argomento, ribatté Callie. Non volevo rischiare di farmi troppe domande...
 
- Lo so, disse Arizona. So anche che la nostra situazione è molto complicata, è un vero disastro, e se non stiamo attente presto potrebbe diventare pericolosa, ma ...
 
Fece una pausa e pensò al modo migliore per esprimere quello che sentiva, ciò che voleva dire.
 
- Non ho mai esitato a sacrificare le mie relazioni passate per la mia carriera, disse infine, non ho mai avuto ripensamenti quando c’era da fare una scelta, ma ora mi rendo conto che è perché non sono mai stata innamorata ... mai prima che arrivassi tu, Calliope, e ora questo è accaduto, non riesco a immaginare di sacrificare te per nulla al mondo ...
 
Il cuore di Callie sembrò stesse per balzare fuori dal petto da un secondo all'altro per quanto batteva forte.
 
Non era abituata ad essere scossa dalle parole. Non era abituata a perdere il controllo delle proprie emozioni a vantaggio di qualcuno, se non per rabbia.
 
Aveva sempre cercato di essere forte per proteggersi, soprattutto dopo il disastro delle sue storie passate. La sua testa, la sua mente, avevano sempre avuto la meglio sul suo cuore.
 
Ma non con Arizona ... con Arizona sembrava che qualsiasi parola, qualsiasi sguardo, la facessero innamorare di più di quanto già non lo fosse; e quella volta non si fecero strappi alle regole.
 
- La nostra storia ne vale la pena Calliope, Arizona continuò, ignorando completamente le emozioni  che provocò nella Latina.
 
Un sorriso apparve sul volto di Callie che fece risalire le sue mani lentamente lungo le cosce della bionda.
 
- Tu ne vali la pena, ribatté. E te lo dimostrerò tutti i giorni, se è necessario ...
 
- Lo fai già ...
 
- Quindi è tutto risolto? Chiese Callie. Niente più dubbi?
 
- Tutto risolto, affermò Arizona affettuosamente, accarezzandole la nuca.
 
Si sporse verso il viso di Callie e lentamente le catturò le labbra in un bacio profondo. Tuttavia, una volta che iniziò ad approfondirlo, morse dolcemente il labbro inferiore della mora, un lamento sfuggì dalla bocca di quest'ultima. Arizona si allontanò subito, ricordando che era esattamente in quel punto che si era ferita.
 
- Oh mio Dio, Callie, mi dispiace! Si sentì orribile. Le sfiorò il labbro spaccato con la punta delle dita . Dimenticavo!
 
- Non è niente, le assicurò Callie abbozzando un sorriso prima di posare un leggero bacio sulle sue labbra. Ne valeva la pena.
 
Arizona ridacchiò e scosse la testa divertita.
 
- E se mi lasciassi prendermi cura di te? Suggerì. Farò in modo di farti dimenticare quest’orribile giornata ...
 
Callie sentì il suo corpo rispondere con entusiasmo alla proposta. Tuttavia, sospirò dolcemente quando la sua schiena dolorante si fece sentire.
 
- Mi piacerebbe, disse, ma sono completamente esausta ...
 
Lasciò cadere la testa sulle ginocchia della bionda poi prese un respiro profondo prima di aggiungere:
 
- Ti ricordo che a parte questa giornata lunghissima, abbiamo avuto una notte ancor più piena!
 
Una nuova risata sfuggì dalle labbra di Arizona che le passò le dita tra i capelli.
 
- Non mi riferivo al sesso, rispose, hai pensato male!
 
- Scusami, è che ti desidero tanto anche se il mio corpo non ce la fa più, ribatté Callie alzando leggermente la testa.      
 
- Sei davvero insaziabile, scherzò dolcemente Arizona.
 
- E’ un rimprovero? Domandò Callie pigramente.
 
Per quanto amasse il sesso con Arizona, per quanto amasse lei più di ogni altra cosa, adorava quei momenti quando erano l’una tra le braccia dell’altra e la loro connessione andava ben al di là della fisicità. Callie era sicura che ci sarebbe voluto meno di un minuto per addormentarsi in quella posizione, anche se era scomoda. La pace, la calma e, soprattutto, la felicità che le offrivano le braccia di Arizona erano uniche.
 
- Lungi da me l'idea, rispose più seriamente Arizona, ma stasera possiamo accontentarci solo di dormire ... posso farti un massaggio se vuoi, aggiunse in tono seducente chinandosi verso il suo orecchio.
 
Si tirò indietro in modo che la schiena poggiasse contro il bracciolo del divano, poi fece avvicinare Callie. Attese che si mettesse comoda, distesa sul sofà, con la testa sul suo addome, prima di far scivolare le mani tra i suoi capelli scuri e accarezzarla.
 
- La tua idea è semplicemente fantastica, rispose Callie sbadigliando. Ma per ora, voglio solo rimanere così ...
 
Arizona sorrise quando sentì il tono della sua voce abbassarsi, notando come chiudesse e aprisse gli occhi sempre più lentamente.
 
- Tutto ciò che desideri, sussurrò.
 
Callie rispose con un suono tra un sospiro ed un gemito, prima di chiudere lentamente le palpebre regalandole un sorriso.
 
Arizona continuò ad accarezzarle i capelli dolcemente, senza smettere di osservarla, pensando a quanto amore provasse per quella donna.
 
Era pazza d'amore per colei che stringeva tra le braccia e sentiva che era la cosa più facile, la più naturale che potesse fare nella sua vita ...













 

Ma se io ti guardo vedo oltre queste ombre
e mi accorgo che in questo mio disordine

è con te che tutto quanto acquista un senso
hai cambiato i miei giorni per stravolgerli d'immenso

non mi resta che abbassare ogni mia difesa adesso

che non voglio più partire, resto.

E' con te- Francesca Michielin

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Capitolo 25
*** Capitolo 26 ***


Buonasera a tutti i nottambuli! ...e Buongiorno ai lettori che, giustamente, utilizzano la notte per dormire e che quindi leggeranno in mattinata.  
Chi sta leggendo adesso - poco dopo la pubblicazione - mi capirà dato che è mooolto tardi, o forse potrei dire molto presto (sono le 5.31 am).
I giorni e le notti si allungano, quasi si mescolano facendomi perdere il senso del tempo che scorre, del buio che, in un baleno, lascia il posto alla calda luce meravigliosa di un nuovo giorno che fortunatamente ci vede ancora vivi, in grado di ridere, emozionarci, scrivere. E così, un post - post serata si trasforma in un tranquillo momento di revisione di un capitolo che ho scritto a piccoli frammenti lungo tutto questo caldo, agitato e intenso agosto.

​Vi abbraccio augurandovi una buona lettura
 

 
 
 
 
Capitolo 26
 
 
 
 
 
 
- Siamo in diretta dal grande giardino presidenziale dove sta per svolgersi il 49° Torneo di Pallacanestro della Casa Bianca! Annunciò il giornalista al cameramen. Torneo istituito dal Presidente Kennedy il quale, in prima persona, partecipò. L’aveva ideato con la volontà di mantenere unito il legame tra i suoi dipendenti attraverso una serie di incontri ai quali avrebbero gareggiato, affrontandosi, i sei dipartimenti ...
 
Fece una breve pausa, poi continuò:
 
- Questo Torneo è diventato una tradizione che ci piace seguire ogni anno e, in quest’occasione, la nostra Presidente non fa strappi alla regola. E se andassimo ad intervistarla?
 
Il reporter si fece spazio tra la folla che si era radunata intorno ai vari campi da basket costruiti per l'occasione, e si diresse verso la Presidente che sembrava attenderlo.
 
- Signora Presidente, la salutò. Come sta?
 
- Molto bene James, grazie. E lei? Chiese una raggiante Arizona.
 
- Benissimo, rispose allegramente James. Si sente pronta a sfidare i suoi dipendenti? Aggiunse con una certa malizia sulle labbra.
 
Arizona si lasciò sfuggire una leggera risata.
 
- Più che pronta, affermò, indicando con un movimento della mano la sua tenuta.
 
Si trattava di un paio di pantaloncini ed una maglia blu da basket con su scritto a stampatello Team Presidenziale davanti, e A. Robbins dietro.
 
- Perché partecipare a questo torneo è così importante per lei? Domandò l’uomo.
 
- Prima di tutto perché trovo giusto onorare la tradizione istituita dal Presidente Kennedy, rispose Arizona. Per un pomeriggio saremo tutti sullo stesso livello e approfitteremo di questa atmosfera informale per rilassarci e avvicinarci. E poi sarà l’unico momento in cui i miei dipendenti saranno autorizzanti a prendermi a calci sul sedere.

Il giornalista scoppiò a ridere, completamente catturato dal fascino naturale che emanava la Presidente.
 
- Credo che ne approfitteranno al massimo, commentò.
 
- Lo spero, disse Arizona divertita, ho promesso loro di non portare rancore se dovessi perdere ...
 
Anche in questo caso, al giornalista sfuggì una risata.
 
- Sembra che lei sia davvero monto vicina ai suoi dipendenti, le fece notare.
 
- E’ proprio così, affermò la Presidente. Siamo una grande famiglia ...
 
Il suo sguardo si spostò dall’uomo che aveva davanti, a Callie, in piedi pochi metri dietro la folla di giornalisti e ammiratori, che si divertiva con Mark ed un pallone da basket. Come al solito, quando il Capo della Sicurezza era nelle vicinanze, un sorriso felice appariva sul volto di Arizona che aveva sempre difficoltà nel toglierle gli occhi di dosso.
 
- Mi chiedo chi sarei diventata senza di loro, disse, senza spezzare quel contatto visivo.
 
Alcune settimane erano trascorse dalla loro separazione e Arizona non ricordava di essere mai stata più felice in tutta la sua vita. Si erano ritrovate e avevano messo a nudo i loro sentimenti. Alla bionda sembrava di vivere dentro una bolla. Una bolla rosa così carina che credeva quasi irreale per quanto fosse bella.
Nonostante vivessero un rapporto segreto, questo non impediva loro di avere una reale relazione ... Si amavano, litigavano, si riappacificavano come una coppia vera, e lei, che non aveva mai intrapreso una storia seria prima di allora, amava tutto ciò!
 
Callie  dormiva quasi ogni notte insieme a lei e non doveva neppure sgattaiolare all’alba per non farsi scoprire dato che, oramai, la maggior parte dei membri della sua squadra erano a conoscenza della loro storia. E Arizona non poteva che esserne contenta perché non aveva mai dormito meglio che negli ultimi mesi. Amava svegliarsi con Callie al suo fianco, trascorrere notti di passione o semplicemente dormire l’una tra le braccia dell’altra. Amava averla tutta per sè dopo aver passato la giornata a vederla nei sensuali panni del Capo dei Servizio Segreti ...
 
Sì, Arizona si sentiva come su di una nuvola da alcune settimane e questa serenità si riversava anche nel suo lavoro. Perché stava con Callie, semplicemente! Era ispirata, aveva buone idee, prendeva le decisioni più giuste, non si lasciava sfuggire le migliori occasioni e questo non faceva che accrescere la sua popolarità.
 
I giornalisti sembravano aver dimenticato quel crollo che aveva avuto dopo il gala di compleanno, collegandolo alla stanchezza, non facendo che cantare le lodi del loro Leader Nazionale.
 
L'intervista si concluse definitivamente, senza che il giornalista dimenticasse di augurarle buona fortuna per la gara. Arizona lo ringraziò, poi avanzò spontaneamente verso il bar allestito per quell’occasione. Si avvicinò alla zona in cui si trovava l’acqua e lentamente si accomodò a pochi centimetri dal suo Capo della Sicurezza intento a mettere a posto delle bottiglie.
 
- Pronta per una sconfitta schiacciante? Chiese, fingendo di prendere un contenitore di plastica che aveva di fronte.
 
Callie si raddrizzò e sorrise, adocchiandola poi col solito sopracciglio tirato all’insù.
 
- Pensi davvero che tu e la tua squadretta di pappe molli riuscirete a battere NOI, super addestrati agenti dei Servizi Segreti? Domandò con sarcasmo. Con in più un ex campione di basket, aggiunse riferendosi a Jackson.
 
Arizona la squadrò per un lungo sitante, rimanendo in silenzio, limitandosi a mordersi il labbro. Mannaggia, se non si fossero trovate circondate da tutti i membri della Casa Bianca e una miriade di giornalisti, non avrebbe esitato un solo secondo a riempire i pochi centimetri che le separavano per farle sparire quell’aria di sufficienza dal volto.
 
- Smettila di guardarmi così, intimò Callie, senza distogliere lo sguardo.
 
- Così come?
 
Callie si guardò intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno eccessivamente vicino, poi la fronteggiò nuovamente e le disse a bassa voce:
 
- Come se volessi baciarmi ...
 
Il sorriso di Arizona si allargò nonostante la bionda si dovette sforzare nel non avanzare e toccarla.
 
- Voglio molto più di un bacio, Calliope, ribatté lei maliziosamente.
 
- Arizona! La sgridò Callie.
 
- Cosa?! Si ribellò. Non è colpa mia se vederti con questa divisa mi fa venire voglia di farti un sacco di cose ...
 
Callie abbassò lo sguardo verso la sua tenuta nera, poi, divertita, riportò gli occhi verso Arizona.
 
- Il basket? Chiese. Dai, seriamente, ti fa quest’effetto?
 
- Con te, qualsiasi cosa ... Arizona precisò dolcemente.
 
Alcune persone passarono accanto a loro, ciò spinse la Presidente ad allontanarsi un po’ da Callie fingendo di appoggiarsi allo stand. Rispose ai vari saluti con un sorriso, poi si voltò verso la mora che simulava di sistemare alcune bottiglie.
 
- Sono lusingata, mormorò quest'ultima con un sorriso. Ma questo non eviterà una sconfitta alla tua squadra ...
 
- Non mi sottovalutare ...
 
- Tesoro, sei tu che ti sopravvaluti, bonariamente la prese in giro Callie. Probabilmente sei molto brava a governare e dirigere il Paese e a fare tante altre cose di quel genere, ma in questo sei fregata… ti ricordo che ti ho visto correre ...
 
Arizona si raddrizzò giusto un po’ inviandole un sorrisetto di sfida.
 
- Saresti disposta a scommettere sul vincitore? Domandò. La tua squadra contro la mia ...
 
- Bisogna vedere se riuscirete ad arrivare alla finale, le fece notare Callie, smettendo di sistemare le bottiglie per guardarla negli occhi.
 
- Sei pronta a scommettere? Ripeté Arizona.
 
Callie fece un passo avanti e incrociò il suo sguardo audace.
 
- Di cosa hai paura, Calliope? Aggiunse lentamente. Che la mia squadra di pappe molli faccia a pezzi la tua squadra di superuomini?
 
Callie la fissò a lungo, dimenticandosi dell'ambiente circostante. L’aria arrogante che sfoggiava in quel momento e quel suo spirito competitivo, la rendeva più irresistibile; ma era fuori discussione confessarglielo dando quella soddisfazione ad Arizona.
 
Si limitò, invece, a risponderle con un sorrisetto arrogante.
 
- Bene, rispose, ma non dire che non ho provato a risparmiarti
 
- Questo lo vedremo, rispose semplicemente Arizona.
 
- Va bene. E cosa ottiene il vincitore?
 
Arizona pensò per una frazione di secondo prima che mordersi il labbro per evitare di sorridere, quando trovò la risposta.
 
- Se vinco io, accetterai di farlo nel mio ufficio ...
 
Un'immagine di lei ed Arizona a fare l'amore sulla maestosa scrivania dello studio ovale, si rivelò nella mente di Callie. Ma, come ogni volta che Arizona cercava di convincerla a lasciarsi andare, lei rifiutò, scuotendo la testa freneticamente.
 
- Tu sei completamente pazza, affermò.
 
Perché lo Studio Ovale era il limite che si erano imposte. Si rubavano qualche bacio, alle volte addirittura flirtavano, ma non si spingevano mai oltre.
 
- In ogni caso tu sei sicura di vincere quindi non rischi nulla nell'accettare la scommessa, rispose la Presidente.
 
- Bene, Callie glielo concesse. Ma se vinco io?
 
- Avrai tutto quello che vuoi, propose bionda.
 
Callie sollevò leggermente un sopracciglio.
 
- Tutto quello che voglio? Ripeté.
 
Arizona gettò un’occhiata intorno per assicurarsi di non essere guardata, poi si chinò fingendo di afferrare una bottiglia. Quando i loro corpi si sfiorarono e i loro visi si trovarono a solo pochi centimetri, si sporse leggermente e con un gesto pieno di sensualità, afferrò con le labbra il lobo dell’orecchio di Callie e lo morse giusto un attimo prima di sussurrarle:
 
- Tutto quello che vuoi ...
 
Callie sentì un brivido attraversarle il corpo. Non ebbe il tempo di fare il minimo gesto che Arizona era già arretrata di qualche passo, allontanandosi.
 
- Buona fortuna Agente Torres! Disse, prima di girare i tacchi e dirigersi verso il suo team.
 
Callie la seguì con gli occhi, deglutendo a fatica.
 
Quel torneo stava diventando finalmente interessante ...
 
 
 
 
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Un'ora più tardi, Callie si ritrovò a riflettere.
 
Seduta su una panchina all’aperto, a guardare la semi-finale disputata dalla squadra presidenziale, non era più così sicura di vincere la sua scommessa con la facilità con cui pensava... Perché erano bravi. Molto, molto bravi ...
 
Alex e Teddy stavano facendo molto bene. Ed anche April stava giocando meravigliosamente. Ma quella che aveva sorpreso tutti, e soprattutto Callie, era Arizona. Magari non era la più prestante a livello fisico ma alternava canestri a tiri liberi ben riusciti. E anche se molti dei suoi avversari non avevano osato troppo sfidarla dato che era la Presidente, stava davvero giocando come una professionista!
 
La partita si concluse pochi minuti dopo, decretando così le due squadre che si sarebbero affrontate nella finale:
 
 
Team presidenziale vs Team della Sicurezza
 

 
Callie si alzò per raggiungere Arizona che avanzava lasciando il campo.
 
- Mi hai nascosto le tue capacità, disse, porgendole dell'acqua.
 
Arizona abbozzò un sorriso e afferrò la bevanda che portò alle labbra.
 
- Non ti ho mai detto che al liceo ho vinto il campionato regionale con la mia squadra di basket? Domandò sarcastica.
 
- No, rispose Callie. Hai barato.
 
- Oh, ti prego! Questo non è barare!
 
- Si, affermò. Hai volontariamente omesso di dirmi che sai giocare a basket!
 
Una risata fuggì dalle labbra di Arizona che arrestò il suo passo per guardarla dritto negli occhi.
 
- Mi temi? La prese in giro.
 
- Scherzi, tu sogni, Callie rispose come una bambina di cinque anni. Noi vinceremo, ed io sarò la prima persona al mondo ad avere il leader del mondo libero alla propria mercé ...
 
Arizona le gettò un’ultima occhiata infastidita, poi si voltò per andarsene sotto lo sguardo divertito di Callie.
 
Raggiunti gli spalti dove si trovava la sua squadra, Callie vide Jackson e Mark premere del ghiaccio sintetico nelle loro rispettive fronti.
 
- Cos’è successo?
 
- Questi due idioti si divertivano a fare, appunto, gli idioti, rispose Lexie fulminando i due uomini con lo sguardo, fino a che si zittirono ... A detta dell’infermiera, sono fuori dai giochi.
 
- Mi chiedo chi m’ha mandato due cretini così! Callie strinse i denti.
 
- Calma Cal, è solo un gioco, rispose Mark. Non è la fine del mondo se perdiamo…
 
Ovvio che era la fine del mondo! Pensò Callie. Non poteva vincere Arizona, era sicura che la bionda l’avrebbe presa in giro per molto tempo visto con quale arroganza l’aveva canzonata poco prima.
 
Lei lo ignorò deliberatamente e si voltò verso Meredith e Cristina.
 
- Li sostituite voi, le informò.
 
- Cosa?! Esclamò Meredith. No, ci avevi promesso che non avremmo dovuto giocare!
 
- Dillo a questi due idioti, rispose Callie puntando il pollice verso i due agenti seduti nella fila alle sue spalle. E’ fuori questione che perdiamo questa partita!
 
- Da quando ti interessa vincere? Si irritò Cristina. Con noi hai sempre giocato la carta de “la cosa più importante è partecipare".
 
- Sì, beh, erano fesserie! Disse Callie. Quindi, se non volete fare turni di notte per un bel po’, vi consiglio di darvi una mossa!
 
Si allontanò verso il campo, lasciando dietro di se i suoi amici che la osservavano infastiditi. Sapeva di aver agito come una stronza ma non poteva permettere ad Arizona di vincere.
 
L'arbitro fischiò ed annunciò ad entrambe le squadre l’inizio del match.
 
- Capitani, datevi una stretta di mano, recitò a gran voce.
 
Callie si avvicinò al centrocampo e allungò la mano verso Arizona, che la strinse sorridendole.
 
- Buona fortuna, le augurò Arizona.
 
La Presidente le fece l'occhiolino e col pollice le accarezzò la mano prima di slacciare la stretta. L’Agente non la perse di vista fino a che l’arbitro fischiò ancora una volta e la palla fu lanciata in aria, costringendo la mora ad uscire dalla contemplazione per concentrarsi sul gioco.
 
Trenta minuti più tardi, la partita si avvicinava alla fine. I punteggi erano molto vicini ma aveva un leggero vantaggio la squadra della Sicurezza.
 
A un minuto dalla fine, la palla, uscita fuori, fu rimessa in gioco dalla squadra presidenziale nella metà campo avversaria. Tutti i giocatori si trovavano all’interno della linea dei tre punti, ogni giocatore della squadra di Callie ne marcava uno della squadra presidenziale.
 
Mentre Cristina era occupata a placcare Alex che aveva rimesso la palla in gioco, Callie si era posizionata appena dietro Arizona, sapendo che, in così poco tempo il Capo del Gabinetto della Casa Bianca sarebbe andato a colpo sicuro passando la palla al Presidente che avrebbe poi segnato. Naturalmente, come la stragrande maggioranza delle persone che avevano partecipato al Torneo, i suoi compagni di squadra non ebbero il coraggio di marcare la Presidente, quindi toccava a lei farlo. Questo la costringeva a tenere sott’occhio la bionda, cosa che non le dava affatto fastidio. Amava avere davanti il posteriore di Arizona ...
 
 
- Pronta a sottostare ai miei desideri, Callie le sussurrò all'orecchio.
 
Se c'era una cosa che era permessa nel basket e della quale lei era più che grata, era il contatto fisico tra i giocatori. Così, la loro vicinanza non era sospetta.
 
Arizona cercò di ignorare l’effetto che le fece il respiro di Callie nell’orecchio, quindi si voltò verso di lei.
 
- Non essere così sicura, Calliope. La partita non è finita ...
 
- Oh, ti prego, Callie rise, mancano 20 secondi da giocare! Mi piacerebbe vedere come hai intenzione di passare davanti a me ...
 
Arizona lanciò uno sguardo ad Alex che rispose con un lieve cenno, indicando che la stava seguendo, poi si girò di nuovo verso Callie.
 
Lentamente, posò una mano sul suo addome e si alzò in punta di piedi affinché i loro volti si trovassero alla stessa altezza.
 
- Guardami, mormorò seducente lasciando lentamente cadere la mano lungo il profilo di Callie, in una carezza quasi tortuosa.
 
Quest'ultima si bloccò. Sentì le viscere stringersi di fronte a quelle sensazioni, che non si rese conto che Arizona era uscita dalla sua area di copertura  per prendere la palla che Alex le aveva appena lanciato.
 
Uscì dal suo letargo quando la Presidente fece due passi in avanti centrando il canestro.
 
L'arbitro fischiò la fine della partita, dando la vittoria alla squadra presidenziale. Callie non lasciò la sua posizione e alzò lo sguardo per incrociare quello di Arizona, a pochi metri, che le regalò un enorme sorriso prima alzare le spalle “deridendola”.
 
- Torres! Adirata, Cristina le corse incontro. Cosa diavolo hai combinato?!
 
Callie mantenne lo sguardo su Arizona per ancora qualche secondo prima di voltarsi verso la sua compagna di squadra.
 
- Mi ha fregata come se fossi una novellina, rispose semplicemente prima di girare le spalle e dirigersi verso la panchina dove era il resto del suo team.
 
Tuttavia, nonostante l’evidente fastidio, non poté fare a meno di sorridere.
 
Arizona l’aveva fregata alla perfezione e questo lo trovava super sexy ...
 
 

 
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Più tardi, durante la serata, quando Arizona sentì bussare alla porta del suo ufficio, non ebbe bisogno di vedere per sapere chi fosse. Sorrise, poi alzò lo sguardo dal monitor del computer per notare Callie entrare e chiudersi la porta alle spalle.
 
- Sei venuta a congratularti con me? Arizona la prese in giro.
 
- Ciò che hai fatto in campo non è corretto e tu lo sai ...
 
- Non fare quella che non sa perdere, Calliope ...
 
- Non è così, le assicurò la bruna.
 
Avanzò nello studio e fece il giro della scrivania, sotto lo sguardo attento di Arizona che non le tolse gli occhi di dosso neppure per un secondo.
 
- Sono qui per darti la ricompensa, aggiunse.
 
Fece ruotare la sedia e attirò la bionda a sè fino a quando i loro corpi si trovarono incollati l'uno all'altro.
 
- Dovremmo davvero scommettere più spesso, pronunciò queste parole Arizona allacciando le braccia intorno al collo della mora.
 
Callie si aggrappò ai suoi fianchi con entrambe le mani e si chinò per riempire i pochi centimetri che separavano i loro visi. Catturò dolcemente le labbra dell’altra donna per trovare immediatamente il calore inebriante della lingua di Arizona e, con un gesto improvviso, la fece indietreggiare fino a che le gambe non toccarono la superficie del tavolo.
 
Senza lasciarle le labbra, la fece sedere su di esso e si posizionò tra le sue gambe.
 
- Non meriti questa vittoria, le sussurrò Callie fra i baci, ma vedere questo tuo spirito competitivo mi ha fatto venir voglia di fare un sacco di cose ...
 
- Puoi - Puoi farmi tutto ciò che vuoi, ansimò Arizona.
 
Chiuse gli occhi e lasciò che un gemito si librasse quando sentì le mani di Callie scivolare sotto la sua maglia.
 
Provò il bisogno di avere la pelle nuda dell’altra sotto le sue dita, continuando a baciarla slacciò le mani dal collo e scese iniziando a sbottonarle la camicetta. Quando questa fu semi-aperta, Arizona vi immerse le mani dentro tracciando una linea dalla clavicola al petto. Un gemito di piacere sfuggì dalle labbra di Callie; ciò la spinse a continuare il suo percorso.
 
Tuttavia, quando il desiderio di approfondire il contatto aumentò sognando di svestirla completamente, il telefono di Callie squillò.
 
- Non lo spegni mai quell’affare? Si lamentò Arizona, facendo una leggera smorfia.
 
Callie continuò a tenerla per la vita con una mano mentre con l’altra tirò fuori il dispositivo dalla tasca
 
- Lo sai che non posso, rispose posandole un bacio sulle labbra prima di guardare lo schermo del cellulare. E’ Mark, disse prima di rispondere.
 
Arizona ignorò il fatto che Callie fosse impegnata in una conversazione con un suo agente, quindi continuò a lasciare dei languidi baci lungo il suo collo.
 
- Mark, non capisco quello che mi stai dicendo, esordì Callie, la cui mano aveva ritrovato il cammino tra le gambe di Arizona che la baciava sempre più focosamente.
 
Si bloccò di colpo e il sorriso sul suo volto scomparve quando prestò attenzione alle parole del suo migliore amico.
 
- Guardo subito, disse a Mark. Grazie per avermi avvisata ...
 
Riattaccò. Arizona si scostò giusto un po’ per notare quell’espressione preoccupata che la latina aveva in volto.
 
- Che succede? Chiese la bionda.
 
Callie non rispose subito. Afferrò il telecomando posto a pochi centimetri dalla gamba di Arizona e accese la tv alle sue spalle.
 
Arizona con difficoltà ruotò la testa e sentì la sua mascella cedere quando vide ciò che mostrava lo schermo.
 
Una foto di lei e Callie davanti al bar, durante il Torneo di pallacanestro, occupava la maggior parte dell'immagine, mentre in basso scorreva una notizia flash che diceva:
 
La Presidente e il Capo della Sicurezza: relazione clandestina alla Casa Bianca?











 
Generalmente
a fine capitolo inserisco una frase di una canzone o lettura
che sento appartenere a ciò che vi ho raccontato poco prima o
che mi ha accompagnata durante la stesura del racconto.
Oggi lascerò solo un numero che spero contatterete
o tramite chiamata o via sms per
donare 2 euro a quelle famiglie, a quelle città, spezzate e spazzate via.
45500

#TerremotoCentroITALIA








Mi auguro che tutti voi e le vostre famiglie stiate bene.

A presto


Sara

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