E questo è stato… ICarly

di Felpie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1. New Life ***
Capitolo 3: *** 2. Pizza can do anything ***
Capitolo 4: *** 3. Memories come back ***
Capitolo 5: *** 4. If you keep looking at the past you will never go forward ***
Capitolo 6: *** 5. The past come back ***
Capitolo 7: *** 6. Destiny ***
Capitolo 8: *** 7. Los Angeles ***
Capitolo 9: *** 8. Why don’t we take an ice-cream? ***
Capitolo 10: *** 9. You're beautiful ***
Capitolo 11: *** 10. Meetings ***
Capitolo 12: *** 11. More pizza ***
Capitolo 13: *** 12. Shopping ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Uno spesso deve vedere per credere. Ma la vista di qualcosa spesso non la fa cambiare, né in meglio né in peggio.
Sam rimase pietrificata quando vide Carly avvicinarsi a Freddie, prendergli la mano e baciarlo. Era sicura che quel bacio, per Freddie, significava molto di più di quello che le aveva dato lei a scuola. Lì era rimasto scioccato, non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere, anzi era convinto che le piacesse quel suo amico, Brad.  Era stato “strano”. Sicuramente non avrebbe detto la stessa cosa del bacio con Carly.
“Ma cosa sto facendo? Non mi importa di quel nerd. Ha sempre preferito Carly, e adesso ha ottenuto ciò che voleva. Meglio per lui. Stando con Mamma avrebbe finito solo per farsi male” pensò stoica Sam.
Ma anche pensando ciò non riuscì a non rimanerci male quando vide Freddie alzare le braccia al cielo in segno di vittoria mentre usciva dallo studio di registrazione.
“Non mi interessa Freddie, è stato semplicemente il mio primo bacio, dato neanche per amore ma solo per non rimanere l’unica che non aveva mai baciato nessuno. Non mi ricordo niente di quel bacio” mentì a se stessa Sam. In realtà si ricordava ogni cosa: com’era vestito Freddie, il suo dolce sorriso, la sua paura alla richiesta di poter avere un bacio (“ora mi spezzi un braccio vero?”), la promessa che nessuno l’avrebbe mai saputo e che si sarebbero odiati subito dopo. Il suo odore. Odore di bucato fresco e sapore di menta. La faceva impazzire ogni volta che si avvicinava ma non l’avrebbe mai ammesso.
“Io ti amo”. Era ciò che le aveva detto Freddie, poco prima che si lasciassero, l’unico che glielo avesse mai detto e a cui mai l’avesse detto.
Una lacrima era sfuggita al controllo di Sam ma venne asciugata in fretta e Sam tornò di sotto.

Carly stava per partire. Gibby era sempre stato, insieme a Carly, il più emotivo e desideroso di attenzione. Non aveva problemi a manifestare i suoi sentimenti.
Spencer in questo caso non si stava facendo troppi problemi. D’altronde la sua sorellina stava per partire non poteva lasciarla andare tanto facilmente.
Sam e Freddie invece no. Carly stava partendo ma i suoi migliori amici sembravano distaccati. Non erano stati mai bravi ad esprimere i loro pensieri.
Sam se ne stava da una parte, appoggiata al bancone, sconvolta da differenti sentimenti: tristezza, rabbia, felicità per il nuovo regalo appena datogli da Spencer. Ma soprattutto tristezza. E anche se lei la attribuiva solo e soltanto alla partenza di Carly, non si rendeva conto che c’era anche un altro motivo.
Freddie d’altro canto guardava la sua amica abbracciare il fratello e si sentiva lacerato da sentimenti diversi e contrastanti. Sconforto e  depressione per la partenza della ragazza per cui aveva una cotta praticamente da una vita, soddisfazione per essere riuscito a baciare Carly, ma anche una malinconia che non riusciva a capire da dove arrivasse. Sapeva solo che, mentre aveva baciato Carly, aveva creduto di sentire un profumo di vaniglia. L’odore di Sam. Una stilettata gli era arrivata dritta al cuore ma si era subito ricordato dell’episodio di ICarly con i One Direction, quando Sam aveva trascinato via Zayn. “Ci siamo lasciati, può fare quello che vuole” aveva pensato Freddie mentre baciava Carly con più convinzione.

Sam si offrì di accompagnare Carly giù. Le sarebbe mancata moltissimo. Grazie a lei aveva trovato una casa, una famiglia, era rimasta fuori di prigione, aveva creato uno show sul web vincendo premi e conoscendo nuovi amici. Ora sarebbe tornato tutto come prima, quando era considerata un maschiaccio che non aveva alcuni rispetto per gli altri e una ragazzina che faceva di tutto per far impazzire il prossimo.
No, non avrebbe potuto resistere.
In aggiunta non sapeva che sarebbe riuscita a guardare ancora in faccia Freddie. Sapeva di non averne alcun diritto, si erano lasciati e lui poteva fare ciò che voleva, ma non era riuscita a non rimanerci male, anche se non l’avrebbe mai ammesso.
Carly era partita. Probabilmente era già in aereo in attesa della partenza. Sarebbe andata in Italia e si sarebbe fatta nuove amiche, magari più femminili e con la fedina penale più pulita. Forse un giorno sarebbe tornata, portandosi dietro una di loro, come se niente fosse successo. Chissà se le avrebbe mai confessato di aver baciato Freddie.
E con questi pensieri, Sam salì sulla sua nuova moto, diede gas e si allontanò da Seattle, diretta verso una nuova vita, tentando di cancellare i ricordi di quella che considerava appena conclusa.



Spazio autrice
Ciao a tutti! Che ne pensate? Spero che questo inizio vi possa sembrare interessante, ci terrei se lasciaste una recensione, giusto per capire se mi sono buttata in un'impresa senza senso o se l'idea non è proprio da buttare via.
A presto
Magic_shadow

 

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Capitolo 2
*** 1. New Life ***


Non sapeva dove stava andando. Era salita in sella alla moto regalatale da Spencer e si era allontanata nel buio della notte con la testa piena di pensieri e il cuore gonfio di tristezza. Per cosa in realtà l’avrebbe ancora dovuto scoprire. Il problema era che Sam Pucket odiava perdere e nel giro di poche ore aveva perso tutto ciò a cui teneva di più: la sua migliore amica, il ragazzo che le piaceva ancora da impazzire (anche se  non aveva il coraggio di ammetterlo) e la sua casa.
Non aveva avvertito nessuno. A chi sarebbe importato? La madre era tanto se si ricordava che lei esisteva, Carly aveva appena preso un volo per andare a vivere oltreoceano e Freddie… beh lui non avrebbe sentito la sua mancanza. E anche sentendola il suo ricordo sarebbe stato subito sostituito da quello di quel bacio tanto atteso.
Ripensandoci però Sam decise di avvisare qualcuno: Spencer. L’artista era sempre stato buono con lei, l’aveva accolta quando nessuno la voleva, pur sapendo che fosse considerata una delinquente, le aveva regalato quella stupenda moto, l’aveva fatta crescere. Glielo doveva. Ma nonostante tutto decise di inviargli solo un breve messaggio, ben consapevole che l’artista avrebbe provato a fermarla e lei non era sicura che sarebbe riuscita a partire dopo aver parlato con lui. Forse perché non era ancora certa della sua decisione. Forse perché sapeva che Spencer aveva il potere di farle cambiare idea. Con quella sua innata dolcezza e spensieratezza che di solito caratterizza i bambini, sapeva farle vedere la luce anche quando lei vedere solo buio e oscurità.
Così gli scrisse poche semplici righe: “Spencer, sto partendo. Non cercarmi perché so che proveresti a convincermi di tornare a casa e non so se è questo che voglio. Non so quando tornerò. Prenditi cura di Gibby, stammi bene e cerca di divertirti (so che sarà impossibile senza di me ma provaci comunque). Sam. P.s. non mandare a fuoco casa.”. Dopo questo Sam, senza voltarsi indietro, ripartì nel buio della notte nell’autostrada illuminata dalle stelle.

Uno non si può lasciare il passato alle spalle perché tornerà sempre a trovarlo nel futuro. E ciò valeva anche per Sam. Durante una piccola pausa a Los Angeles per comprare da mangiare, il venditore le chiese se fosse “Sam di ICarly”. Non era passato neanche un giorno e già il passato le riaffiorava alla mente. La sua nuova vita prometteva di cominciare bene.
Per fortuna non ebbe il tempo di pensarci perché in quel momento Sam vide una ragazza dai capelli rossi che veniva scaricata nel camion della spazzatura ed, essendo l’unica testimone, si mise a rincorrere il camion per salvarla. La ragazza era in questione era Cat Valentine, una ragazza svampita e  ingenua che viveva con sua nonna e che offrì ospitalità a Sam per la notte.
Grazie a 3 bambini scalmanati, la simpatia di Sam e l’ingenuità di Cat, dopo solo un giorno passato insieme, Sam e Cat si ritrovarono a vivere insieme da sole, visto che la Nonna aveva scelto di andare a vivere alla casa di riposo, e a gestire un’attività di baby-sitter che chiamarono “Sam e Cat super fantastiche spumeggianti baby-sitter”.
Sam conobbe anche Dice, il loro vicino di casa, grande amico di Cat, che si presentò chiedendole di poter prendere una ciocca dei suoi capelli per rivenderla e Goomer, lottatore di arti marziali di cui Dice faceva il manager.
Passando il tempo con loro cercava di dimenticare le sue vecchie amicizie, anche se non sempre riusciva a nascondere i suoi ricordi e diventava pensierosa. La cosa non durava mai molto comunque perché Cat era una ragazza buona e con un cuore grande che le faceva sempre passare di mente i suoi pensieri, trovando ogni volta un modo per mettersi nei guai da cui poi Sam provvedeva a tirarla fuori.

In tutto questo tempo Sam non aveva più sentito né Freddie né Carly.
Gibby le aveva mandato un messaggio in cui annunciava di aver trovato lavoro in un ristorante come aiuto cuoco e che progettava di ricreare un nuovo “Da Gibby” fuori dai sotterranei della scuola.
“Sarai la mia socia anche questa volta vero?” le aveva chiesto al telefono.
“Forse Gibby, forse” aveva risposto laconica Sam.
Dopo di questa conversazione Gibby aveva capito che Sam aveva qualcosa che non andava e che non era andata via solo perché voleva cambiare aria o perché le mancava Carly.
Perché nonostante tutti lo considerassero un po’ strano e spesso con la testa tra le nuvole, voleva molto bene a Sam e la sua grande sensibilità gli avevano fatto leggere nel cuore del piccolo demonio biondo meglio di lei stessa.
Anche Spencer si era fatto sentire: un messaggino qui, un messaggino là, con cui le chiedeva sempre dove stava e come stesse. Sam ogni volta a malincuore gli rispondeva che stava bene e di tenersi fuori dai guai. Non aggiungeva altro. Non voleva che la venisse a cercare e non voleva sapere di quanto fosse felice Carly in Italia o delle ragazze che Freddie si portava a casa.
Se lo aspettava e non aveva voglia di sentirselo dire. Carly era sempre stata una ragazza solare e non avrebbe avuto problemi ad adattarsi in un Paese straniero e Freddie… anche lei si era accorta di quanto fosse cambiato prima della partenza di Carly, di come le sue braccia sottili si fossero trasformate in muscolose e di come i vestiti che prima sembravano cadergli addosso, gli stessero alla perfezione mettendogli in risalto i muscoli. Le ragazze avrebbero fatto la fila per lui.
E ogni volta che pensava questo il suo cuore pareva rompersi in tanti piccoli pezzi che subito si ricomponevano quando Sam si riscuoteva da questi pensieri, ricordando a se stessa che era inutile farsi grandi film mentali.

Sam iniziò a vivere molte avventure con Cat, Dice e Goomer, dal “prendere in prestito” i mobili del set televisivo di “Travestiti” alle gare di SMS, dallo smascherare scommesse illegali sui bambini al rischiare di finire in galera per aver rubato a un bancomat.
Fu proprio in una di queste avventure che capitarono per caso in una famosa pizzeria di Los Angeles.


Spazio autrice
Ciao a tutti! Volevo ringraziare chi ha messo la storia tra le preferite o tra le seguite. Che ne dite? Finora non è successo molto ma ci terrei a sapere che cosa pensate di questa storia, se può venire una cosa carina o no. Lasciandomi una recensione potrei migliorarla grazie alle vostre idee.
A presto
Magic_shadow

 

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Capitolo 3
*** 2. Pizza can do anything ***


La pizza era il piatto preferito di Goomer e visto che aveva appena vinto un’importante gara di lotta, i suoi avevano deciso di fermarsi a mangiare lì per festeggiarlo.
“Goomer sei stato veramente bravissimo, complimenti, anche se la violenza non andrebbe incitata in questo modo” chiacchierava allegramente Cat “Ah Sam ricordati che oggi pomeriggio…”

“Attenta Cat!” le gridarono Sam e Dice.

Troppo tardi. Un povero ragazzo con il grembiule che stava uscendo da dietro il bancone per consegnare un’ordinazione andò a sbattere contrò la rossa, facendola cadere e lanciando in aria una pizza piena di farciture. Pizza che andò a centrare perfettamente la faccia di Sam.

“Sono desolato” si scusò il ragazzo dando una mano a Cat a rialzarsi “Lasci che l’aiut…”
“Levami le mani di dosso che hai già fatto fin troppo” scoppiò Sam, rossa in faccia sia dalla rabbia che dal pomodoro, preparandosi allo scontro.
“Però che caratterino” commentò il pizzaiolo “Non riesco a capire se tu sia rossa perché la pizza scottava o perché era così buona che ti vergogni di chiederne un’altr…”
“Senti amico ti conviene stare zitto se non vuoi che la Mamma si arrabbi” minacciò Sam.
“Ah e chi sarebbe questa Mamma? Comunque piacere mi chiamo Leo” sorrise Leo dando la mano a Cat.
“Non ti preoccupare Leo. È solo che Sam perde facilmente le staffe. Non è vero Sam?” cinguettò Cat guardando Sam “Comunque piacere io sono Cat, loro sono Dice e Goomer e lei è Sam. “
“Tanto piacere. Scusate ma adesso sono un po’ occupato ma il mio turno finisce alle 14.30, ma tempo che mangiate, avrò finito e mi potrò scusare come si deve” disse Leo facendo l’occhiolino a Sam.
“No, ce ne andrem…” iniziò Sam.
“Ma certo! Ti aspettiamo, a dopo!” salutò Cat.

“Ma perché quello che dico io non viene mai ascoltato?” sbuffò Sam, mentre scrutava con occhio attento il menù, dopo essersi data una sistemata come meglio poteva.
“Perché sei troppo aggressiva e violenta” le rispose dolcemente Cat “è stato solo un incidente e quel ragazzo è stato molto gentile e voleva solo aiutarti. E cosa importante, ti ha risposto a tono, ha un carattere orgoglioso come il tuo. Difficile trovare ragazzi del genere vero?”.
“Già e questo mi da su i nervi” brontolò Sam. Quel ragazzo era stato troppo sicuro di sé, con quel sorriso sfacciato, quei capelli tutti impiastricciati di farina e con quel tono gentile ma che nasconde ironia. Si era anche permesso di farle l’occhiolino, come se fosse una di quelle ragazze a cui basta un occhiolino per cadere svenuta ai piedi di un ragazzo. No, quel Leo non aveva proprio capito niente.
In più le aveva anche fatto tornare in mente Freddie e la cosa non doveva succedere. Era da  tanto che un ragazzo non la sfidava così apertamente. E comunque quei due non avevano niente in comune. Ok, si forse i capelli mori un po’ spettinati, lo sguardo fisso con quei profondi occhi marroni e  l’altezza simile lo potevano ricordare ma per il resto niente. E poi Leo aveva quel sorrisino sfacciato che le dava sui nervi, era meno robusto e  non odorava di bucato fresco ma di farina e pizza appena sfornata.
“La principessa si è un po’ tranquillizzata adesso?” disse Leo comparendo magicamente alle spalle di Sam che sbuffò infastidita. Si era cambiato notò subito, non indossava più il grembiule sporco, ma dei semplici jeans con una maglietta grigia.
“Se continui a girarmi intorno non mi calmerò mai” rispose acida Sam.
“Allora mi sa che continuerò. Le persone arrabbiate sono le più interessanti” disse Leo con lo sguardo fisso sugli occhi azzurri di Sam.
“Ti conviene sparire o io...” sentendo che Sam stava per ripartire alla carica Cat si mise prontamente in mezzo “Vuoi venire a mangiare un gelato con noi Leo? Sai oggi Goomer ha vinto un torneo di lotta e stiamo festeggiando la sua vittoria. Prossima tappa: gelato!” esclamò allegra.
“Volentieri, sempre che sua altezza reale non mangi anche a me” rispose Leo con tono di sfida mentre osservava Sam divorare le fette di pizza rimaste nei piatti degli amici.
Sam evitò accuratamente di rispondere e uscì dal locale sbattendo la porta. Gli altri la seguirono.

Il pomeriggio continuò così, tra le frecciatine di Leo a Sam, le minacce di morte di quest’ultima al primo e la contagiosa allegria di Cat.
“Grazie per averci riaccompagnate a casa Leo!” esclamò Cat  davanti al portone di casa “Torna presto a trovarci”.
“Lo farò molto volentieri Cat, anche se ora che ho il suo numero potrò conversare amabilmente con la principessa molto spesso. A proposito, grazie Cat. So che la tua amica ne sarà molto felice. Purtroppo devo partire questi giorni e quindi non tornerò a trovarvi subito. Sentirai la mia mancanza vero Sam?” sfidò Leo. Durante tutto il discorso Sam aveva fulminato con lo sguardo il pizzaiolo e maledetto Cat che le aveva dato il suo numero. Ora sarebbe stata costretta a cambiarlo, quel tipo non l’avrebbe lasciata in pace un attimo.
“Nei tuoi sogni magari” rispose Sam acida. Quel ragazzo le dava ufficialmente sui nervi. Erano stati insieme poche ore e non aveva fatto altro che tormentarla.
In più le aveva affibbiato il fastidioso soprannome di “principessa”. Nessuno si poteva permettere di chiamarla così. Beh, eccetto una persona, ma Sam non lo avrebbe mai ammesso.
“È stato un piacere passare il pomeriggio con voi. Ciao ragazzi, ciao Cat, ciao Principessa” salutò Leo prima di sparire.
“Per me no” sibilò Sam, chiudendo la porta, pronta ad urlare a Cat per aver fatto amicizia con quel tipo.


Spazio autrice
Ciao a tutti! Volevo ringraziare chi ha messo la storia tra le preferite o le seguite. Che ne pensate di questo nuovo incontro? Come al solito sono contenta se lasciaste una recensione.
A presto
Magic_shadow
 

 

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Capitolo 4
*** 3. Memories come back ***


Mentre Sam viveva le sue avventure con la rossa, a 1500 km di distanza, la vita di un ragazzo procedeva monotona.
Freddie si trascinava ogni giorno da casa al lavoro e viceversa, sentendosi tremendamente solo. Le sue migliori amiche l’avevano abbandonato: Carly era a distanza oltreoceano mentre il piccolo demonio biondo… Beh Freddie non sapeva dove si trovasse. Ed era arrabbiato. Gliel’avrebbe anche potuto dire che partiva e per quanto sarebbe stata fuori. E invece no. Quella testona aveva fatto tutto da sola, era salita sulla sua moto e aveva mandato solo un insulso messaggino a Spencer, senza lasciare nemmeno un’informazione.
Anche sua madre si era trasferita in un villaggio a poche ore da Seattle per assistere una sua vecchia amica, gravemente malata e quindi al suo appartamento era sempre solo.
Freddie si era fatto nuove amicizie, è vero, ma non riusciva a costruire dei rapporti solidi, visto che ogni volta che ci provava un fiume di ricordi lo investiva in pieno, facendogli mancare l’aria. All’uscire con i suoi colleghi, preferiva stare a casa Shay con Spencer, Gibby e T-Bo e giocare con le pistole laser.
L’unico problema era che ci poteva stare poco: T-bo aveva ingrandito il suo locale e aveva molti nuovi clienti che facevano la fila aspettando i suoi frullati, Spencer era super impegnato con una scultura che diceva sarebbe potuta essere la svolta della sua vita e Gibby aveva appena trovato lavoro e stava tutto il tempo in cucina.

Aveva quindi iniziato ad andare sempre più spesso nella scala anti-incendio. Quel posto era speciale per lui, lì aveva dato il suo primo bacio ed era sempre stato il suo rifugio segreto quando qualcosa andava male e non sapeva cosa fare. Quando succedeva, andava lì, portandosi dietro una foto del team di ICarly e chiudeva gli occhi, stringendo la foto nella mano, aspettando consigli.
Gli mancava ICarly, gli mancavano le avventure che viveva con le sue amiche, gli mancavano le sue amiche. Gli mancava Carly. Gli mancava Sam. E il problema era che non riusciva a capire perché i suoi insulti e i suoi lividi le mancassero così tanto. Dopo essere riuscito finalmente ad ottenere un bacio da Carly aveva avuto altre storielle, ma cose di poco conto, e non riusciva a capire perché non si trovasse mai a suo agio con nessuna ragazza. Anzi si: il motivo era che rivoleva le sue vecchie amiche.

Fu per questo che gli si illuminarono gli occhi non appena vide comparire sullo schermo un nome che credeva che non avrebbe rivisto mai più: Sam.
Non sapeva se fosse pronto a risentirla, ma il suo cuore premette il pulsante per rispondere prima di lui. Comunque non ci fu nessun problema: dall’altra parte del telefono c’era una ragazza svampita dai capelli rossi che aveva bisogno di qualcuno per far ingelosire a Sam, visto che quest’ultima le ha “rubato” l’amica Jade.
Freddie, ancora sconvolto per la squillante voce sentita mentre se ne aspettava una più cupa e scontrosa, riuscì a capire poche cose: “Ciao sono Cat, la coinquilina di Sam. Parlo con Benson virgola Freddie, un vecchio amico di Sam?” e “Devi venire a LA subito. Il motivo è Sam. È stata investita da un suv. È stato terribile. Lividi e ossa rotte”.
Anche se ancora scombussolato dalla voce inattesa prese immediatamente la macchina, regalo del compleanno di Marissa Benson e partì verso Los Angeles.

“Di sicuro a Sam non mancano avventure con questa tipa” aveva pensato Freddie quando Cat lo aveva invitato ad uscire, dopo che lui aveva provato a capire dove fosse Sam. Risposta che era arrivata molto confusa.
E ora si trovava a un tavolo con quella ragazza rossa, mentre dei robot gli servivano hamburger e patatine.
Non si aspettava certo che in un posto come quello apparisse magicamente Sam Pucket.

“Non ci credo, non è possibile”. Nella mente di Sam erano scoppiati vivacemente e contemporaneamente milioni di pensieri, scaturiti tutti solo dalla semplice risata di un ragazzo.
Si era alzato, aveva messo su un fisico molto più adulto ma la sua risata e il suo sorriso erano rimasti uguali.
“Che cavolo ci fai tu qui?” gli urlò mentre lo spintonava. Brutta mossa avvicinarsi così, subito il suo profumo la investì. Non era più abituata e non doveva risuccedere. A migliorare la situazione ci si mise anche Jade che commentò “quanto fosse carino”. Sam accusò il colpo muta come un pesce, troppo sconvolta anche solo per urlargli contro qualcosa.
Le era mancato. Non sarebbe dovuto mancargli. Le tornò subito in mente l’ultima volta che l’aveva visto: il bacio con Carly. No, non poteva farsi tornare certi ricordi.
Il carattere forte e duro di Sam la face chiudere a riccio e iniziò con le rispostine acide indirizzate all’unico ragazzo che non avrebbe voluto incontrare ma che contemporaneamente desiderava vedere più di tutti.

“Merita una bella lezione per avermi rubato il mio… amico” disse Sam, dopo che Cat e Freddie se n’erano andati per andare a fare un tour sulle superstrade.
“Da dove vengo io, quando qualcuno ci fa un torto, dopo ci vendichiamo” commentò Jade “Vedi se riesci a contattare questo tale”.
“È un maschio?” chiese Sam guardando la foto che le mostrava l’amica che le rispose “Così sembra. Cat ha una cotta per lui da una vita”.

“Che ci fa Sam vicino a quel ragazzo?” pensò Freddie “Non sono geloso. È solo che voglio sapere chi è”.
Già rivederla non era stato per niente facile. Pensava di essersi dimenticato quei grandi occhi azzurri che rendevano ancora più bello il suo dolce viso incorniciato da boccoli d’oro. E anche il suo profumo di vaniglia, quando l’aveva spinto via non era cambiato.
Non doveva ricominciare a pensare a lei, non poteva. E poi sicuramente lei non voleva. Non l’aveva neanche più chiamato dalla partenza di Carly.
Certo il fatto che Sam urlasse pubblicamente che lui era pazzo di lei non aiutava e anche che la bionda e la rossa si stavano strillando contro per un fatto di amicizie e gelosie, con un ragazzo strano quasi quanto Cat che non ci stava capendo più niente, nemmeno.

“Hai fatto la corte a Freddie sapendo che è l’unico che abbia mai amato” urlò Sam.
“Non dovevo dirlo. Cosa ti è saltato in mente stupida? Non è neanche vero” si maledisse Sam mentalmente “Ora devo trovare una soluzione in fretta”.
L’unico che abbia mai amato. Queste parole rimbombavano nella testa di Freddie. L’unico che abbia mai amato. Non poteva credere che l’orgogliosa Sam Pucket avesse davvero detto una cosa del genere. Il suo cuore riprese a battere velocemente, dopo un primo istante in cui si era fermato.
“No, non è vero, è sicuramente finto” si disse il ragazzo. Si doveva calmare, i sentimenti stavano iniziando a prendere il sopravvento in lui e non doveva succedere. Si erano lasciati molto tempo fa no? Erano troppo diversi. Non sarebbe mai potuto succedere niente tra di loro.
“Esagero per fare un po’ di scena” commentò Sam.
“Fiu, l’ho scampata” pensò Sam mentre un macigno le cadeva sul cuore.
“Ecco lo sapevo” si disse Freddie mentre sentiva una strana morsa allo stomaco.

Nel frattempo Dice era entrato in fretta e furia dalla porta con un problema enorme riguardante i 50 kg di tonno vinti al poker.
Sam si offrì di saltare. Non le importava di quello che diceva Cat, lei aveva fatto la scema con Freddie davanti ai suoi occhi. Non poteva sopportarlo, non poteva arrivare un’altra volta seconda nel cuore di Freddie Benson.
Freddie non sapeva cosa fare. Quei pesci sembravano pericolosi ma non poteva dire niente, era infuriato e deluso da Sam ma non riusciva ad avercela con lei e la cosa gli dava sui nervi. In più si era sentito crollare il mondo addosso quando aveva visto la sua Sam baciare quel tipo strano, anche se era solo per far ingelosire Cat. Provò a dire qualcosa sul salto, ma Sam era troppo arrabbiata per starlo a sentire.

Nelle ore successive accadde di tutto: Cat rinchiuse Sam dentro il ripostiglio per evitare che saltasse con la moto e prese il suo posto, Sam si liberò e la raggiunse, riuscendo a fermarla appena in tempo ma sfortunatamente fece cadere Freddie e Robbie nella vasca piena di tonni assassini.
“Freddie è nei guai” il cervello di Sam registrò questa informazione e il piccolo demone biondo non esitò un istante a tuffarsi e salvare il suo amico.
“Perché ho avuto l’idea di venire a Los Angeles?” si chiese tra un respiro e l’altro Freddie, appena salvato dalla biondina. Non avrebbe messo mai il motivo, non ci credeva neanche lui.

“Ehi Benson, quando guarirai e potrai mangiare, andiamo a cena insieme e ci divertiamo” disse Sam sorridendo al suo amico bloccato nel letto d’ospedale.
“Se dovrà dirmi qualcosa, tipo del bacio, spero avrà il coraggio di dirmelo finalmente” pensò Sam.


Spazio autrice
Ciao a tutti! Scusate questo capitolo è un pò di passaggio, essendo un episodio reale della serie, ma non mi andava di saltare completamente questo passaggio. Spero che la storia vi stia interessando, se lasciate una recensione sono contenta.
A presto
Magic_shadow

 

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Capitolo 5
*** 4. If you keep looking at the past you will never go forward ***


Era stata una serata bellissima. Freddie era guarito perfettamente e aveva portato Sam in ogni posto gli fosse venuto in mente: erano stati al Luna Park, provando tutti i giochi e le montagne russe possibili ed immaginabili e si erano fermati ad un chiosco che vendeva zucchero filato, poi si erano fermati a mangiare un hamburger; erano andati in spiaggia e avevano preso un frullato. In fine a cena erano andati a mangiare da Bots e poi Fredddie, da vero cavaliere, aveva riaccompagnato Sam a casa, scortati dal cielo stellato. Si erano quindi messi a guardare un film d’avventura, il tutto accompagnato da una buona cioccolata calda, preparata per loro da Cat che per tutto il giorno non aveva fatto altro che rintontire Dice e la Nonna su quanto fosse contenta che Sam stesse un po’ con il suo vecchio amico.

“Sembra come se stessimo ancora insieme” si ritrovò a pensare Sam mentre osservava Freddie con i baffi di cioccolata seguire attentamente il film “No, ma cosa mi viene in mente. Certamente lui non starà facendo questi pensieri, chissà quante ragazze ha avuto in questo tempo, e chissà con quante avrà fatto tutto quello che abbiamo fatto oggi. Ma che mi importa, lui è solo un mio vecchio amico, niente di più ormai”.
“Tutto ok Sam?” le disse Freddie accortosi di essere osservato. Era stato così bene con quel piccolo demonio biondo. Le mancava da morire. La sua risata era qualcosa di meraviglioso, contagioso, che lo faceva sempre sorridere. Anche se le aveva pagato tutto e l’aveva portato in cima alle montagne russe più alte che avesse mai visto, era felice. Felice di vederla sorridere, di scherzare con lei, di stare ancora un po’ con lei, come quando erano più piccoli. “Che cosa buffa la vita” si ripeteva Freddie “Da piccolo volevo solo stare lontano da lei e dai suoi scherzi, ora sono una delle cose che mi manca più di tutte”.
“Ma che vado a pensare? È cresciuta, si è fatta molto bella, avrà moltissimi ragazzi che le girano intorno ma che lei scaccia via con la sua solita grazia e femminilità. Lascia perdere Freddie, lei se n’è andata via da Seattle, se n’è andata via da te. Lascia perdere. È meglio” si sgridò Freddie tra sé.
“Ancora non mi ha detto niente del bacio e di come ha passato gli ultimi tempi. Sembra che non ritenga che la cosa possa interessarmi. Sempre seconda. In tutto, anche come amica. Perché? Non che mi interessi sia ben chiaro ma…” si chiedeva Sam.

In quel momento arrivò un messaggino a Sam: “Ciao principessa, come va? Ti sono mancato? Mi faccio perdonare se vuoi, e ti porto a prendere delle ali di pollo fritte. Ti piacciono no? Dai domani ti passo a prendere alle 11. Ah ti avviso che se non mi rispondi o mi ignori verrò a prenderti personalmente sotto casa, con tanto di rose rosse e cioccolatini, come due innamorati. Leo
 “Mi sembrava troppo bello per essere vero. Un’intera giornata senza questa palla al piede” brontolò tra sé Sam.
“Chi è?” chiese curioso Freddie.
“Nessuno Benson, nessuno. Ma adesso ti conviene andare via. Buon viaggio di ritorno, stammi bene” rispose acidamente Sam.
Non sapeva perché avesse risposto così bruscamente. Non le andava che Freddie sapesse di Leo, anche se non c’era niente da sapere. E poi il fatto che dopo un’intera giornata insieme non le avesse minimamente raccontato del bacio l’aveva infastidita, il fatto di non essere così importante.
“Ehi! Ma, cosa?” Freddie non ci capiva più niente e in meno di 10 secondi si ritrovò davanti alla porta di casa con le chiavi della macchina in mano e lo zaino in spalla.
“Beh allora… Ciao” disse incerto Freddie. Nella sua testa continuava a chiedersi di chi fosse quel ragazzo e cosa avesse fatto lui per infastidire Sam. Qualunque cosa non avrebbe voluto. Voleva parlarle ma conosceva il tono che aveva usato Sam per salutarlo, era il tono che non ammetteva repliche. Era incerto anche su come la dovesse salutare: un bacio? No troppo. Un abbraccio? Sam probabilmente non avrebbe gradito, non era quel tipo di ragazza.
Alla fine optò per un semplice saluto: “Allora ciao Sam, torna a trovarci e tieniti lontano dai guai”


Erano passati molti mesi da quel semplice saluto: Freddie non aveva più sentito Sam e quest’ultima aveva continuato a parlare solo con Spencer, che continuava imperterrito a scriverle chiedendole come stesse e di tenersi lontano dai guai e con Gibby che le raccontava i successi del passato.
Il giorno dopo la partenza di Freddie, avendo Sam bellamente ignorato il messaggio del pizzaiolo, quest’ultimo si presentò sul serio a casa di Sam e Cat, vestito di tutto punto, con un mazzo di rose e una scatola di cioccolatini a forma di cuore, che urlava a squarciagola una poesia veramente brutta sulla “principessa dagli occhi di ghiaccio”.
Sam, a questo spettacolo raccapricciante, aveva accettato di andare a mangiare un frullato, con la gioia di Cat che stravedeva per Leo, a patto che si cambiasse e si vestisse in modo civile e regalasse fiori e cioccolatini a Cat.
Sam non l’avrebbe ammesso ma quel pomeriggio si divertì con Leo. La portò a mangiare delle ali di pollo buonissime e poi la portò al mare. L’aveva sfidata a fare surf, rivelandosi davvero bravo e poi l’aveva portata a vedere un tramonto fantastico, in un posto isolato ma molto suggestivo, su una scogliera.
Da quel giorno avevano continuato ad uscire ogni tanto, anche con Cat ed erano tornati spesso a vedere il sole calare sul mare. Leo aveva smesso di fare serenate per lei, per farle accettare i suoi inviti ad uscire, anche perché Sam ormai gli diceva subito di si, rendendo felicissima Cat.
Sam da parte sua era diventata più gentile con lui, anche perché aveva scoperto che aveva una passione per le moto e che era stato un fan di ICarly.

“Perché avete smesso di girare lo show?” le domandò un giorno Leo mentre erano sulla scogliera.
Sam avvertì una fitta al cuore. Non era pronta a quel discorso, non voleva ritirare fuori i suoi ricordi perché era sicura che l’avrebbero investita in pieno.
“Carly è partita per l’Italia. Ora se possiamo gentilmente cambiare argomento sarei felice” rispose velocemente Sam.
“Come vuoi. Sai era lo show preferito della mia ragazza. Me lo faceva vedere in continuazione così alla fine mi ci ero affezionato” raccontò Leo.
“E lei? Dov’è adesso?” chiese curiosa Sam.
“Diciamo che ha preferito gli hamburger alla pizza” rispose con una punta di disprezzo il ragazzo.
“Amo gli hamburger” commentò Sam e Leo per tutta risposta la fulminò con lo sguardo e le diede un pugno sul braccio.
“Questo è scorretto, non ero attenta. Ora dovrò punirti” urlò Sam.
“Vediamo se riesci a prendermi allora” le urlò di rimando il ragazzo alzandosi e iniziando a correre giù per la scogliera.
Si iniziarono a rincorrere e si tuffarono in mare, iniziando a litigare anche lì, schizzandosi e ridendo.
Il sole stava tramontando facendo dei riflessi mozzafiato sulla superficie del mare. L’acqua era calma e i capelli di Sam brillavano alla luce del tramonto. L’odore di salsedine si stava iniziando a posare sui corpi dei ragazzi e la sabbia dorata si insinuava nel loro vestiti gettati a terra, sollevata dalla leggera brezza marina.
“Ok ok mi arrendo” disse Leo alzando le braccia in segno di resa, dopo essere stato mandato sott’acqua diverse volte.
“Non si gioca con Mamma” lo prese in giro Sam.
“Si ho notato che può essere molto pericoloso” tossì il pizzaiolo “Ma anche Mamma avrà dei sentimenti” le disse cingendole la vita con le braccia.
“Ma cosa fai? Mollami” gli urlò Sam.
“Non ci penso nemmeno. Ora ti do il tuo premio” le disse dolcemente Leo, avvicinando il suo viso a quello della biondina.
“Io… non.. cosa?” cercò di ribattere Sam, ormai a corto di parole mentre un paio di labbra si univano alle sue.
Rimasero così per un po’ fino a che i due non dovettero riprendere fiato.
Sam si morse il labbro inferiore. Sapeva di sale, lo stesso sapore delle labbra del ragazzo.
“Sei tutta rossa” la prese in giro Leo.
“Stai zitto se non vuoi un’altra dose d’acqua nel naso” disse Sam arrossendo ancora di più “e poi è colpa del tramonto”
“Ma smettila che il sole è tramontato da un pezzo. Anzi dobbiamo sbrigarci che Cat si starà preoccupando. Non posso rischiare di perdere tutta la stima che lei ha di me. Le dirò che è stata colpa tua” ridacchiò Leo.
E si allontanarono camminando lentamente mentre in cielo iniziavano a comparire le prime stelle.


Spazio autrice
Ciao a tutti! Scusate per il ritardo ma il mio computer si è rotto. Che ne pensate? Spero che la storia vi stia interessando, se lasciate una recensione sono contenta.
A presto
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Capitolo 6
*** 5. The past come back ***


“Tra quanto arriva l’aereo?” chiede Freddie ad un indaffarato Spencer.
Carly stava tornando dall’Italia. A quanto pare non si trovava bene e sentiva la mancanza del fratello pasticcione e combina guai. Avrebbe ripreso gli studi all’università di Seattle, tornando a vivere nell’appartamento fonte di tanti ricordi.
Spencer per la felicità aveva deciso di organizzare una super festa a casa loro, con tanto di frullati, pizza, pollo e moltissimo altro cibo. Ora si stava dedicando alle decorazioni: la casa era addobbata talmente tanto che sembrava un enorme pacco regalo, solo che il regalo poteva benissimo essere per una serie di occasioni: c’erano festoni di Natale, striscioni con scritto “Buon Compleanno”, auguri per lauree e matrimoni e stelle filanti dell’ultimo dell’anno.
L’artista aveva proprio fatto le cose in grandi, non era riuscito a resistere dopo la chiamata ricevuta solo una settimana prima.

“Ehi Spencer, come stai?” chiese dolcemente Carly al telefono
“Qui tutto bene sorellina, i pompieri non sono venuti mai nell’ultima settimana e sono riuscito a vendere una scultura” rispose allegramente il fratello “E tu? Come mai questa chiamata improvvisa?”
“Volevo chiederti una cosa… ho avuto un po’ di problemi qui all’università, non sono più sicura di voler restare qui. Ti dispiace se torno a vivere con te?” domandò Carly un po’ titubante.
“Ma certo sorellina! Ma che domande fai? Qui sei sempre la benvenuta!”

Spencer era più felice che mai, non poteva credere che la sua sorellina sarebbe tornato a vivere con lui. Si era sentito molto solo da quando quelle due ragazze che gli avevano movimento la vita per numerosi anni se n’erano andate.
Si era smontata così una grande certezza di Spencer: era sicuro infatti che la prima a tornare sarebbe stata Sam, no Carly. Chissà quel piccolo demonio biondo quando si sarebbe decisa a tornare. I suoi messaggini erano sempre brevi e distaccati, quasi come se volesse dimenticare il passato e che lui fosse l’unico appiglio che ancora ce la univa.
“Dovrebbe arrivare tra circa un’ora, forse dovremmo avviarci. Ma dove ho messo il frullatore? Non può essere una festa senza frullati no?” Spencer era così estasiato dall’imminente ritorno della sorella da non accorgersi nemmeno di aver portato in cucina la lampada del suo comodino.
“Ovviamente il frullatore sarà in camera sua al posto della lampada” pensò Freddie sorridendo.
Anche lui era felicissimo del ritorno di Carly, ma sentiva comunque la mancanza di qualcosa, come se avesse all’interno del suo corpo un buco.
Da quando Sam l’aveva cacciato malamente dalla sua nuova casa, Freddie non aveva fatto che pensare di chi potesse essere il messaggio che era arrivato all’amica.
“Solo per sapere che non si cacci nei guai” continuava a ripetersi.


“Carly! Siamo qui! Da questa parte!” urlò Spencer facendo voltare mezzo aeroporto.
Freddie ebbe un sussultò: Carly si era fatta più bella, si era alzata e il suo corpo era diventato quello di una donna. I capelli neri le ondeggiavano mentre camminava, scostati dagli occhi grazie a degli occhiali da sole che fungevano da cerchietto.
“Spencer! Mi sei mancato fratellone” urlò di rimando Carly, correndo incontro al fratello e abbracciandolo “E anche voi ragazzi”.
Carly si scostò dall’abbraccio soffocante del fratello e salutò Freddie e Gibby che avevano accompagnato Spencer a prendere la sorella.
“Questa è Kate Shald, una mia amica che ha deciso di ritornare in America dopo aver vissuto in Italia a lungo” disse Carly presentando una ragazza mora dai grandi occhi verdi.
“Forza, andiamo a riprendere la macchina, a casa c’è una sorpresa che ti aspetta” esclamò tutto felice Spencer.
Salirono tutti nella macchina di Freddie e si avviarono verso casa.
Durante il tragitto Spencer non fece altro che bombardare Carly di domande sull’arte italiana, Gibby si volle informare della cucina mentre Freddie rimase zitto alla guida a pensare.
Probabilmente i suoi pensieri erano gli stessi degli altri: erano tornati come ai vecchi tempi; mancava solo una persona. Sam.
Spencer l’aveva chiamata qualche giorno prima per comunicargli il rientro di Carly.

“Sam, come stai? Non ci siamo più sentiti, solo messaggini qua e là”
“Ciao svitato. Lo so ma sono molto impegnata, ho messo su un servizio di baby-sitter e devo lavorare” Sam cercava di rispondere in modo distaccato. Non voleva che i ricordi le riaffiorassero alla mente
“Volevo dirti che Carly torna a casa! Non è una notizia grandiosa?” La voce di Spencer era così felice che Sam, intuendo ciò che l'artista le avrebbe chiesto, si sentì in colpa quando gli rispose: “Si Spencer, grandiosa, ma non posso allontanarmi da casa adesso. Ci sentiamo presto”.
“Ma è la tua migliore amica” provò Spencer.
“Carly era la mia migliore amica. Un’amica vera si ricorda dell’altra, le manda un messaggino o una cartolina di tanto in tanto. Carly no, non si è più fatta sentire” pensò Sam ma rispose all’amico “Ho tanto da fare e non posso lasciare sola la mia coinquilina. Ciao svitato”
“Ma… ciao Sam” rispose deluso Spencer.

Gli sarebbe piaciuto riavere tutte e due le ragazze in giro per casa, ma non sarebbe stato possibile, per lo meno non subito.
Sam non poteva sopportarlo. Carly non si era fatta più sentire, mai un messaggio, mai un semplice “come va?”. Probabilmente non sapeva neanche che era andata a vivere in un’altra città. Non voleva rispondere mare all’artista ma non era riuscita a trattenersi. Quando finalmente si stava ricostruendo una vita, ecco che quella vecchia torna indietro con prepotenza.
Carly dal canto suo si sentiva tremendamente in colpa con Sam: non solo non le aveva detto niente del bacio a Freddie, nonostante sospettasse che alla ragazza ancora piacesse, in più non le aveva più scritto dall’Italia, non si era fatta sentire nemmeno una volta. Sperava di trovarla all’aeroporto per riabbracciarla, ma evidentemente aveva altro da fare.
“Sam si è trasferita a Los Angeles” disse Freddie interrompendo i pensieri di Carly.
Los Angeles? E come ci è finita lì? Perché se n’è andata? Un fiume di domande passavano per la testa di Carly ma non aveva il coraggio di farle ad alta voce. Non sapeva perché ma si sarebbe aspettata che Sam rimanesse a Seattle, dove sarebbe dovuta andare? E invece ecco la notizia che la bionda si era trasferita e si era buttata alla spalle il suo vecchio mondo.
“Bentornata a casa sorellina” disse Spencer aprendo la porta dell’appartamento, mostrando la casa addobbata per l’occasione.
A Carly scese una lacrima.


Spazio autrice
Ciao a tutti! Che ne pensate? In questo capitolo non ho parlato di Sam, mi piaceva un capitolo incentrato sul ritorno di Carly. Spero che la storia vi stia interessando, se lasciate una recensione sono contenta.
A presto
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Capitolo 7
*** 6. Destiny ***


La casa brillava come se ci fosse stata un’intera città in quel piccolo appartamento. T-Bo si stava cimentando in cocktail sempre più colorati, mischiando quelli vecchi come fossero ingredienti per pozioni, la musica era altissima e probabilmente tra poco sarebbe salito Lewbert a lamentarsi del rumore.
Carly si guardava intorno e i ricordi le riaffioravano alla mente mentre lottava contro le lacrime per non farle scendere. Non le andava di rovinare la festa a Spencer che sicuramene aveva passato l’ultima settimana ad organizzarla.
La nostalgia era forte e numerose domande le infestavano la mente: dov’era Sam? Perché si era trasferita? Come stava? Domande a cui non riusciva a dare risposta le giravano intorno mentre osservava suo fratello bere i cocktail improponibili di T-Bo, Gibby ballare senza maglietta in mezzo alla stanza e Freddie… dov’era Freddie?
Quest’ultimo stava seduto sulle scale con in mano la sua foto del team di ICarly che si portava sempre dietro.
Carly lo raggiunse e gli si mise vicino, osservando ciò che stringeva tra le mani. Rimasero per un po’ in silenzio fino a quando Carly gli chiese:
“Ti manca vero?” Freddie la guardò stupito
“Di chi parli?”
“Non far finta di non capire Freddie. È normale, manca anche a me. Non è la stessa cosa senza di lei”
Il nome del soggetto rimase innominato ma entrambi sapevano bene di chi si stava parlando: Sam.
Freddie rimase zitto. Le mancava. Tanto. È con questa festa, in cui lei sarebbe stata la prima a ballare scatenata vicino a Gibby, con il ritorno di Carly e con quella maledetta foto in cui tutti loro sorridevano felici la sua mancanza si sentiva ancora di più.
Mischiata ad essa c’erano anche la curiosità e la preoccupazione che lo tormentavano da quando al piccolo demonio biondo le era arrivato il messaggino misterioso.
Freddie però non voleva rovinare la festa di bentornata di Carly quindi decise di alzarsi, si spolverò i vestiti e le porse la mano.
“Mi concede questo ballo?” chiese elegantemente.
Carly scoppiò a ridere alla vista del ragazzo che le porgeva la mano, con tanto di fare aristocratico, per invitarla a un ballo che poteva essere tutto tranne che elegante.
Era cambiato molto, Freddie. Carly lo aveva notato. Si era alzato e si era inrobustito. Era diventato un bel ragazzo, ma i suoi occhi non avevano quella luce che tante volte gli aveva visto, mentre faceva il conto alla rovescia prima di iniziare lo show. Quella luce si era spenta, e gli occhi del bambino sorridente erano diventati quelli di un uomo cresciuto. 
“Ma certo mio cavaliere” gli disse di rimando sorridendo. Freddie sorrise e la portò in mezzo alla pista dove iniziarono a ballare allegramente accanto a un Gibby senza maglia.
Poco distanti da loro c’erano anche Spencer e Kate; l’artista stava cercando in tutti i modi di intavolare una discussione con quella ragazza così carina e quest’ultima faticava per non ridere alla vista di un ragazzo così svagato che cercava di trovare un argomento di conversazione.
La festa fu un successo e pian piano la vita riprese a scorrere normalmente. Kate e Carly andavano all’università di Seattle, Gibby migliorava di giorno in giorno e il suo capo era molto contento dei suoi progressi e Spencer continuava a vendere sculture.


Per quanto riguarda Sam invece rischiava di impazzire ogni giorno a causa di Cat, di ragazzini pestiferi o di Leo che continuava a presentarsi puntualmente, sempre alla stessa ora, a casa sua ogni giorno con una trovata sempre nuova.
Una volta era arrivato completamente ricoperto di farina dicendo che rischiava di far tardi al suo appuntamento a casa di Sam e Cat e quindi non aveva voluto perdere tempo in cose futili come il cambio di vestiti. Ovviamente aveva abbracciato Sam che era quindi diventata subito bianca e, mentre Cat rideva e urlasse quanto fossero belli insieme, il pizzaiolo era costretto a scappare dalla furia omicida della biondina.
Un’altra volta un postino aveva annunciato che c’era un pacco per la signorina Puckett. Alla domanda su chi fosse il mittente, il postino aveva risposto di un certo Tots. Era un pacco enorme e pesantissimo e, appena Sam si era avvicinata, era esploso ed aveva sparso coriandoli ovunque, rivelando al suo interno Leo, con un ukulele, una gonna di paglia, un bikini e una collana floreale. A Sam gli era preso un colpo, ma ripresasi dallo shock, aveva iniziato ad inveire contro Leo, dal fatto che avrebbe dovuto ripulire la sua camera dal casino fatto dai coriandoli a su chi fosse Tots.
“Ma come? Tots è il mio bellissimo cognome, non lo sapevi?” le aveva gentilmente risposto il pizzaiolo.
 
Non avevano più parlato del bacio e non ce n’erano stati altri e continuavano a punzecchiarsi come prima.
Era il loro argomento tabù, unito alla ex ragazza di Leo, di cui lui si rifiutava categoricamente di parlare e ICarly.
Sam era veramente delusa: Carly non si era fatta sentire più, neanche una volta. Era stato Spencer a riferirle che Carly sarebbe tornata dall'Italia, lei non le aveva mandato neanche uno straccio di messaggio. E neanche Freddie si era preoccupato di farsi sentire. Per quanto ne sapeva Sam era anche possibile che quei due si fossero messi insieme appena Carly avesse messo piede fuori dall’aeroporto.
Le dispiaceva. Eccome se le dispiaceva, anche se non l’avrebbe mai ammesso. Tuttavia non li avrebbe voluti rivedere. Non era pronta e forse non lo sarebbe mai stata. I ricordi l’avrebbero investita e non era sicura che sarebbe riuscita a sopravvivere senza crollare.
Ma si sa il destino agisce in modo incomprensibile.

Un giorno Sam e Leo stavano giocando a un videogioco violento quando Dice entrò di corsa nella casa.
“Notizie grandiose ragazzi” urlò estasiato.
Cat lo raggiunse immediatamente e Leo spense il televisore mentre una Sam contrariata metteva su il broncio.
“Spero che sia veramente una notizia grandiosa. Stava stracciando il pizzaiolo qui presente e ogni scusa sarebbe stata buona per lui per interrompere la gara” brontolò Sam fulminando Leo che le sorrise di rimando.
“Ehilà ciao a tutti. Dice vi ha già detto la notizia?” salutò Goomer che era appena apparso sulla porta.
“Goomer ci sto arrivando” rispose pazientemente Dice che non stava più nella pelle “Ragazzi indovinate chi parteciperà al torneo annuale di Long Beach di lotta?”
“Quel torneo in cui il vincitore prende un premio di 1000 dollari e un buono mangia-finchè-puoi in un ristorante della città a scelta?” chiese sorpresa Sam.
“Proprio quello! Sarà tra due settimane” esclamò Dice “E noi abbiamo tutta l’intenzione di vincerlo”
“Parteciperò io” disse Goomer sorridendo.
“Goomer fila ad allenarti! Non ho intenzione di perdere quel buono” gli urlò Sam.


Intanto a 1500 km di distanza qualcun altro stava avendo la stessa reazione.
“Ma è proprio sicuro?” chiese un incredulo Spencer.
“Certo lei è il fortunato artista in erba che potrà esporre una sua scultura nell’annuale mostra internazionale di Los Angeles” rispose una voce metallica dall’altra parte del telefono.
“Si rechi tra due settimane a Long Beach, le arriveranno istruzioni per mail. Riceverà anche alcuni inviti gratuiti per la mostra”
“Ok” pensò Spencer “Carly, Freddie, Gibby e Kate potrebbero accompagnarmi”
In realtà avrebbe voluto inviare un invito anche a Sam ma aveva paura della sua reazione. Comunque sarebbero stati a Los Angeles quindi alla peggio sarebbero potuti passare a salutarla.
“Ci saranno numerosi artisti di spicco, non si lasci scapare quest’occasione” concluse la voce.
“La ringrazio molto, arrivederci” rispose Spencer un attimo prima di finire lungo disteso sul pavimento.


Spazio autrice
Ciao a tutti! Che ne pensate? La storia sta pian piano prendendo vita. Spero che vi stia interessando, se lasciate una recensione sono contenta.
A presto
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Capitolo 8
*** 7. Los Angeles ***


“Carly! Dov’è il mio smoking? Non posso presentarmi alla mia mostra senza smoking” urlava un agitato Spencer a una Carly completamente rintronata. D’altronde era normale, erano solo le 7 di mattina e Spencer aveva passato metà notte a girare come un ossesso per riempire e svuotare le valigie in continuazione.
“Spencer innanzitutto calmati” disse Carly sbadigliando “Lo smoking sta in camera mia, dove l’ho prudentemente messo per evitargli una brutta fine in caso di ansia non trattenuta. Poi ricordati che la mostra non è tua ma esporranno semplicemente una tua opera”. In realtà Carly non lo pensava sul serio, era orgogliosissima del fratello ed era stata molto felice quando le aveva comunicato la notizia, ma cavolo non l’aveva fatta chiudere occhio!

“Carly! Carly! Notizie grandiose! Esporranno una mia opera a Los Angeles! Alla mostra internazionale! Dove ci saranno moltissimo di artisti famosi” Spencer era talmente su di giri che era uscito dal bagno con i pantaloni calati e aveva fatto una caduta spettacolare per le scale.
Carly era accorsa spaventata dal botto e si era fatta spiegare il motivo di tanto baccano. Tra un respiro e l’altro di un eccitatissimo Spencer aveva più o meno capito la situazione ed era corsa a chiamare gli amici per avvisarli.
Gibby ovviamente si era detto subito pronto, specificando che avrebbe fatto gli straordinari pur di avere qualche giorno disponibile per andare a visitare la città.
Anche Kate si era dimostrata molto contenta della notizia. Aveva trovato un piccolo appartamento nel condominio dell’artista e si era legata molto a quel gruppo di stravaganti amici. In più la ragazza si era dimostrata una grande fan di ICarly ed era diventata una presenza fissa.

“Sono così contenta di poter tornare a Los Angeles” aveva detto sorridente Kate.
“Tornare? Ci sei già stata?” aveva chiesto Carly stupita.
“Ci sono nata. Poi ho avuto… piccoli problemi sentimentali, diciamo. E così sono andata in Italia” aveva risposto laconicamente Kate e la discussione era finita lì.

L’unico incerto era stato Freddie e Spencer aveva capito subito perché. Los Angeles voleva dire solo una cosa: Sam. E Sam voleva dire ricordi e per Freddie forse qualcosa in più. Il tecnico era stato molto vago sui motivi per cui era andato e tornato da Los Angeles, sull’incontro con la biondina e su ciò che era successo. Perché si, Spencer sapeva che era successo qualcosa. E lo sapeva anche Gibby, perché aveva sentito la voce di Sam. Il cuoco aveva infatti chiamato Sam poco dopo che Freddie se n’era andato e aveva sentito l’amica con un tono di voce molto distaccato e freddo. Cioè più freddo e distaccato del solito. Da lì aveva capito che doveva essere successo qualcosa con Freddie che diventava sempre triste, ogni volta che Sam veniva nominata o che rivedevano le vecchie foto.

“A che ora arrivano gli altri? Se non si sbrigano li lasciamo qui! Altrimenti si fa tardi” Spencer era sempre più agitato e si stava infilando un calzino nelle mani e in testa portava una maglietta. Carly alzò gli occhi al cielo: suo fratello non sarebbe mai cambiato ma questo era un bene. Un fratello normale sarebbe stato… beh normale.
“Non penso sia possibile visto che è Freddie ad avere la macchina. Stai tranquillo gli abbiamo detto alle 8, siamo in perfetto orario. Arriveremo sta notte, ci fermeremo in albergo e domani visiteremo la città prima della mostra”.
Infatti alle 8 tutti erano pronti per partire e il gruppo si avviò verso la città della biondina.


Quest’ultima non aveva perso tempo e, saputo della gara, si era autoproclamata manager di Goomer, impegnandolo da mattina a sera, per riuscire a vincere il tant’atteso buono.
Cat passava le suo giornate in una tuta rosa, con tanto di fascia per capelli abbinata, ad incitare il lottatore come una ragazza pon pon e a canticchiare canzoni sulla sua vittoria. Inutile dire che Dice ne stava uscendo matto e quasi si pentiva che il suo lottatore fosse stato scelto per il prestigioso torneo.
Anche l’onnipresente Leo si stava dando da fare, stuzzicando Sam e rendendola ancora più competitiva. Comunque riforniva anche il team improvvisato di pizza, di cui il povero Goomer non poteva cibarsi, sotto ordine di Sam. La biondina mangiava quindi anche la sua parte per “evitare che Goomer potesse distrarsi dal suo obbiettivo finale”.
Ma anche se le giornate erano tutte simili, le risate non mancavano e il giorno della gara si avvicinava velocemente.
“Sei pronto Goo? Sei carico? Voglio quel buono e lo voglio a tutti i costi” ruggì Sam.
“Ehi Puckett vedi di andarci piano, altrimenti il povero Goomer dovrà combattere senza un orecchio” rise divertito Leo
“Vedi di tacere, altrimenti un orecchio sarà l’unica cosa che rimarrà a te. Voglio vincere e quando Mamma vuole vincere, vince”
“Tanto so che ristorante sceglierai” dichiarò il pizzaiolo con un sorrisetto sulle labbra.
“Ah si? E quale sceglierei?” ribatté la nuova manager.
“Ma come? Non verrai di corsa nel mio buonissimo locale a mangiare una buonissima pizza fatta da me?” rispose divertito Leo.
“Fatti un giro Tots, non devo essere distratta” sbuffò Sam.
“Oh sono una distrazione? Allora è vero che provi qualcosa per me, sapevo che Cat non si stava inventando niente” fece lui, strizzando l’occhio alla rossa.
“Adesso io ti..” iniziò Sam ma venne bloccata da Dice
“Ragazzi basta discutere che qui qualcuno deve disputare un incontro tra poche ore”
“Andiamo tutti alla palestra” trillò Cat prendendo la sua fascetta rosa che diceva essere “porta fortuna”.


“Ma quanto shopping fate voi ragazze?” sbuffò uno Spencer in preda al panico per la mostra che si sarebbe svolta di lì a poche ore. I tre ragazzi avevano portato in giro per tutti i negozi le due ragazze che aveva dichiarato di avere un “assoluto bisogno di fare shopping”.
Erano stati in giro per la città per ore, seguendo Kate, che sembrava conoscere le vie di Los Angeles come se avesse ingoiato una cartina stradale. La ragazza vagava felice lasciando la mente ai ricordi di quando era più piccola, ai profumi, agli odori, ai rumori, rimasti inalterati a distanza di anni.
Freddie anche aveva lasciato vagare lo sguardo su quella bellissima città. L’ultima volta che c’era stato non aveva visto quella parte di Los Angeles e cercava di trovare delle analogie con quella da lui visitata. Analogie che portavano a ricordi non del tutto piacevoli.
“Ragazze, non per allarmarvi ma manca poco alla mostra, dobbiamo andare a casa e prepararci al meglio”
“Si, Spencer, secondo te perché abbiamo comprato tutte queste cose? Dobbiamo essere pronte. Magari incontreremo un ragazzo alla mostra, e sotto la tua bellissima scultura, ci chiederà di uscire e vivremo per sempre felici e contenti” disse Kate con occhi sognanti. Era una ragazza decisa e divertente, si era ambientata bene con l’ex team di ICarly e con loro era in perfetta sintonia. E Carly aveva trovato un’amica romantica con cui poter parlare di ragazzi, mascara e scarpe con il tacco.
“Ecco, allora torniamo a casa e sbrighiamoci, non voglio fare tardi” piagnucolò Spencer.
I 5 ragazzi arrivarono all’hotel in cui alloggiavano e le ragazze si chiusero in camera per prepararsi.

“Siamo in ritardo! Ma quanto ci mettono a scendere?” Spencer era sempre più agitato e in ansia per la mostra ormai prossima.
Gibby e Freddie si guardarono. A loro c’era voluto poco per prepararsi: una doccia veloce, una camicia pulita, dei pantaloni stirati ed erano pronti. Le due ragazza invece erano ancora in camera a prepararsi.
In quel momento, due splendide ragazze fecero il loro ingresso nella hall dell’hotel.
“Cavolo, ma siete bellissime” esclamò Gibby osservando le amiche, mentre Freddie si era ammutolito alla loro vista.
Carly aveva un abito senza spalline, lungo fino ai piedi, blu notte, con un piccolo spacco sulla gamba, che lasciava intravedere una piccola cavigliera bianca, e con dei piccoli brillantini sul petto. Portava una collana girocollo con il simbolo dell’infinito e aveva i capelli disposti con una particolare acconciatura, alcuni fermati da una piccola molletta bianca in cima, altri lasciati ricadere lungo le spalle. Aveva dei semplici punti luce sulle orecchie ed era poco truccata.
L’abito di Kate invece era rosso e corto, anch’esso senza spalline, stretto sotto il seno, che le ricadeva morbido sui fianchi e sulle cosce. Le scarpe con il tacco erano intonate al braccialetto d’oro che portava al polso e agli orecchini pendenti. Aveva poi messo i capelli legati in modo che le ricadessero solo su una spalla e vi aveva intrecciato dei fili d’oro.
Anche Spencer si era girato verso le nuove arrivate, rimanendo a bocca aperta e dimenticandosi momentaneamente del concorso.
Gibby e Freddie offrirono il loro braccio a Carly, che vi si appoggio con un sorriso e Spencer fece lo stesso con Kate e si incamminarono verso la mostra.


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Ciao a tutti! Che ne pensate? Sto ricevendo poche recensioni, non capisco se la storia vi stia interessando o no. Spero di si comunque, quindi se lasciate una recensione sono contenta.
A presto
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Capitolo 9
*** 8. Why don’t we take an ice-cream? ***


“Che mostra fantastica! Era così elegante il posto, e le luci. Mettono in risalto tutte le sculture. Ma la mia è la più bella ovviamente” gli occhi di Spencer brillavano per l’emozione.

Erano stati dentro la mostra per almeno 3 ore e Spencer aveva continuato a volare ad almeno un metro da terra tutte le volte che qualcuno si avvicinava alla sua scultura. Era vero che le luci mettevano molto in risalto le sculture, specialmente la sua, che aveva numerosi frammenti di specchi attaccati, che riflettevano la luce, creando un gioco di colori molto bello.
La mostra sarebbe durata per tutta la settimana e l’artista era stato inviato a rimanervi fino alla fine.

“E se andassimo a mangiare qualcosa? È tardi e non abbiamo cenato” fece Gibby, battendosi la mano sulla pancia.
“Che ne dite se vi porto a mangiare in un ristorante in cui si viene serviti da robot?” chiese Freddie, memore dell’ultima volta che era stato a Los Angeles.
“Si mangia con i robot?”
“Si Kate è un nuovo ristorante, si chiama Boots e ci sono stato l’ultima volta che sono venuto a Los Angeles” rispose il tecnico
“L’ultima volta? Non sapevo ci fossi già venuto” chiese una stupita Carly
“Ehm… si, avevo ricevuto una chiamata da Sam, ma in realtà era la sua coinquilina” disse laconico Freddie, cercando di far cadere l’argomento
Coinquilina. Questa parola risuonava nella mente di Carly. Sam ha una coinquilina. Sam si è rifatta una vita, qui a Los Angeles. Ha trovato una nuova famiglia e dei nuovi amici. Non sapeva perché ma non se l’aspettava. Cioè non che Sam non fosse simpatica o forte. Ma era sempre stata lei la sua amica, non aveva mai cercato di fare amicizia con altre. Era una novità ecco.


La ragazza in questione si stava sgolando da quasi due ore, per incoraggiare il suo amico. Goomer stava facendo un figurone. Era in ottima forma e stava velocemente ascendendo al titolo e al tanto agognato buono.

“Bene signori, il torneo si interrompe qui per questa sera. Riprenderemo tra due giorni con i quarti di finale e le semifinali. Per quanto riguarda la finale, verrà disputata sabato. Grazie a tutti i partecipanti” gracchiò la voce metallica dal megafono.
“Sei stato bravissimo Goo” urlarono felici Cat e Dice, saltellando intorno al lottatore.
“Complimenti Puckett, ci sai proprio fare” si congratulò Leo, facendo l’occhiolino alla ragazza.
Sam era raggiante. Aveva fatto sul serio un ottimo lavoro, si erano impegnati tanto e stavano ottenendo dei risultati grandiosi. E anche Cat l’aveva aiutata a modo suo. E, anche se gli scocciava ammetterlo, Leo. Doveva ammettere che la sua pizza era proprio buona. Se non fosse stato lui il cuoco, sarebbe sul serio andata al suo ristorante.
“Che ne dite di andare a mangiare un gelato? C’è il gelataio al parco qui vicino” propose Cat.
Tutti assentirono. Erano affamati essendo stati rinchiusi in quella palestra per diverse ore e si avviarono scherzando verso il parco.


“Questa dei robot mi mancava. Era tutto squisito” esclamò Kate soddisfatta.
Da Bots non c’era quasi nessuno, quindi erano stati serviti rapidamente e tutti erano estremamente soddisfatti di ciò che avevano mangiato. Freddie solo aveva mangiato poco. I ricordi erano preponderanti in lui, ma aveva cercato di sorridere per tutta la sera, per non rovinare l’entusiasmo di Spencer, che si era rivelato contagioso per tutti gli altri.
“Facciamo anche una piccola tappa gelato?” chiese speranzoso Gibby. Aveva mangiato tantissimo ma non si voleva lasciar scappare l’occasione di provare tutto ciò che poteva.
“Hai ancora fame? Ma sei un pozzo senza fondo!” Carly era allibita, ma in fondo conoscendo il ragazzo ci si poteva aspettare di tutto
“Dai si, perché no? Dobbiamo festeggiare” Spencer aveva ancora un enorme carico di adrenalina che doveva smaltire
“C’è una gelateria qui vicino, in un parco se volete” disse Kate “però scusatemi io devo fare un piccolo giro un attimo, andate pure senza di me. Ci rivediamo in hotel, ma per qualsiasi cosa, Carly ho il telefono”
“Va bene Kate, allora a dopo” si salutarono e il team di ICarly si avviò verso il parco mentre Kate prendeva un’altra direzione.


“È chiuso… questo non me lo aspettavo proprio” sospirò Kate di fronte all’insegna “CLOSE” del ristorante.



Spazio autrice
Ciao a tutti! Che ne pensate? Sono sparita per un pò, e torno con questo capitolo molto misero perchè la prossima scena dovrà andare tutta insieme e non la potevo spezzare. Spero che la storia vi piaccia.
Se lasciate una recensione sono contenta.
A presto
Magic_shadow

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Capitolo 10
*** 9. You're beautiful ***


“Il cibo in questa città è veramente ottimo! Quasi quasi mi ci trasferisco” scherzò Gibby con la bocca completamente sporca di gelato.
“Ragazzi ci voleva proprio questa giornata lontano dai problemi di Seattle” sospirò Spencer.

Erano loro quattro. Lui, Carly, Freddie e Gibby. Il vecchio team di ICarly. Meno uno. Mancava solo lei. Quella piccola biondina pestifera, che era diventata come una sorella per Carly, e quindi automaticamente sorella sua. Che gli svaligiava il frigo ogni qualvolta che entrava in casa. Che era un maschiaccio pestifero da piccola ma crescendo era diventata una splendida ragazza, dagli occhi di ghiaccio e dai capelli biondi. Piccolo demonio biondo. Spencer sorrise al pensiero del soprannome della biondina. Non ce ne poteva essere uno più azzeccato. Mancava a tutti.
I giorni precedenti alla mostra era stato combattuto tra il desiderio di dirglielo e no. Alla fine non gliel’aveva detto, aveva deciso di farle una sorpresa.

Com’è quel detto? “Parli del diavolo e spuntano le corna”. Ecco ciò che pensò Spencer quando, immerso in questi pensieri, sentì una risata familiare. La risata di Sam.


“Goomer niente gelato! Se no non vinceremo mai quel buono” il povero Goomer guardò afflitto il suo gelato che veniva divorato dalla furia della ragazza-manager.
“Puckett in questi giorni stai mangiando per due. Non sia mai che la piccola principessa diventi più grossa del suo principe”
“Taci Tots. Primo non sono una principessa e secondo tu non sei il mio principe” ringhiò Sam.
“Mi accompagnate a fare l’altalena?” trillò Cat
“Io voglio fare lo scivolo!” si aggiunse Goomer
“Va bene Goo ma cerca di stare attento” gli disse Dice apprensivo “Anzi vengo con te così ti controllo”
“Principessa andiamo a fare l’altalena anche noi?”
“Non ci pensare nemmeno”
“Dimenticavo di dirtelo, non accetto no come risposta” e dette queste parole Leo prese in braccio Sam e la portò di peso fino alle altalene
“Mettimi giù razza di cuoco da strapazzo” Sam inveiva contro il ragazzo, tempestandolo di pugni sulla schiena ma lui non sembrava voler cedere
“Siete così cariniiiiiiiiii” cinguettò Cat, sedendosi sull’altalena
“Cat! Non dire che siamo carini. Noi non stiamo insieme e non siamo carini” sbuffò Sam. Aveva smesso di dimenarsi ed era seduta sull’altalena.
“Sei pronta biondina? Allora via” Leo iniziò a spingere Sam che sulle prime rimase muta ma poi si sciolse un po’ e sorrise in direzione del ragazzo
“Non tutte le tue idee sono male Leo” ammise la ragazza arrossendo
“Cosa odono le mio orecchie? Sam Puckett che ammette che le idee di qualcun altro sono belle? Wow la fine del mondo è vicina”
“Ok mi rimangio tutto ciò di carino che ho detto su di te”
“Resti a bocca asciutta allora” la sfidò Leo con quel sorrisino sfacciato che Sam aveva imparato a conoscere “Comunque adesso facciamo cambio e tu spingi a me”
Sam scese dall’altalena e iniziò a spingere il pizzaiolo. Ok forse Sam è un tantino vendicativa. E forse spinse Leo un po’ troppo forte. Fatto sta che il ragazzo cadde dall’altalena e atterrò sulla sabbia che si trovava davanti con un’espressione stupita dipinta in viso.
Sam scoppiò a ridere alla vista del ragazzo che si rialzava in piedi, si spolverava i pantaloni e si scompigliava i capelli.


La sua risata. Spencer ne era sicuro. Era la risata di Sam. Guardò gli altri e capì che a tutti era balenata in testa la stessa idea. Ma dov’era la biondina?


“Vuoi la guerra eh?” Leo prese a Sam e la buttò per terra sulla sabbia. Iniziarono a rotolarsi e a ridere.
“State fermi! In casa non entrate in quello stato!” Urlò Cat dall’altalena.
I due ragazzi si alzarono in piedi, tutti sporchi dalla testa ai piedi.
“Sei bella”. Due parole. Leo fissava Sam negli occhi, mentre la ragazza arrossiva e sperava che la sua faccia sporca e la poca luce dei lampioni non mostrassero il rossore che stava colorando le sue guance.
I due si guardarono negli occhi a lungo. Sam si vedeva riflessa nei profondi occhi scuri del ragazzo e sentiva il suo odore di farina.
Sei bella. Le rimbombavano in testa quelle parole. Da quanto un ragazzo non gli diceva così, se non per gioco?

Sei bella. Freddie sentì quelle parole, dopo aver visto la rossa andare in altalena. Avrebbe riconosciuto quei capelli ovunque. Erano i capelli di Cat. E davanti a lei c’era una ragazza bionda e un ragazzo. Sam.
“Ecco dov’era” si disse Spencer. Vicino a un ragazzo moro, davanti a una stravagante ragazza rossa che indossava una tuta rosa.

Sam. Iniziò una battaglia in Carly. La mente le riporta alla memoria ricordi sepolti. ICarly. Scherzi. Amicizia. La partenza per l’Italia e il bacio a Freddy. Il cuore giocava tra emozioni contrastanti. Felicità, nostalgia, stupore, gelosia.

Socia. Gibby ripensò al suo ristorante. Pensò alle volte che Sam lo aveva picchiato. E poi pensò alle volte che lo aveva difeso.

“Puckett ti avviso, sto per baciarti e se provi a dirmi di no ti ributtò per terra” una voce interruppe i pensieri dei quattro ragazzi di ICarly. Tutti immobilizzati, fermi, come se credessero che la voce era un’allucinazione.

Il ragazzo moro avvicinò i suo viso a quello di Sam, mentre le sue mani avvicinavano la ragazza a lui. Il tempo parve rallentare. I ragazzi di Seattle osservarono Sam, che dopo un attimo di incertezza, si avvicinò al ragazzo e rispose al bacio. E ognuno pensò a una cosa differente.
“Ti sei rifatta una vita eh, piccolo demonio?” pensò Spencer con un sorriso. Era contento. Se Sam stava bene, era felice per lei. Meritava di stare bene. Guardò comunque preoccupato Freddie.
Freddie sembrava aver ricevuto una secchiata d’acqua gelata. Era immobile, ammutolito. Si era irrigidito già da prima quando aveva visto i due. Un enorme quantitativo di pensieri lo pervase. Ma più di tutti sentì crescere il desiderio di sapere chi fosse quel tipo.
Gibby guardò la ragazza. Sapeva che Sam era bella. Anzi era una bellissima ragazza. Aveva sentito le parole del ragazzo prima e aveva visto la faccia sorpresa di Sam. Era felice che qualcuno gliel’avesse finalmente fatto notare. La ragazza pestifera e un po’ maschiaccio era cresciuta ed era diventata una ragazza splendida.
Carly pensò. Pensò a quanto si era persa negli ultimi anni. A cosa aveva rinunciato non sentendo più Sam negli ultimi anni. Pensò a quanto tutto gli mancasse e si diede della stupida. Non credeva che Sam fosse andata così avanti nella sua vita, escludendola totalmente.

Sam e Leo si staccarono. La ragazza sentiva l’odore del ragazzo rimanergli addosso. Abbassò gli occhi per evitare che il ragazzo vedesse le sue guance arrossate.
“Lo sapevo! Leo lo sapevo, come siete…” e prima che riuscisse a dire “carini” volò giù dall’altalena, cadendo malamente sul polso.
“Cat!” urlarono i due ragazzi e accorsero a soccorrere la biondina. In quel momento sopraggiunsero anche Dice e Goomer, richiamati dall’urlo dei due.
“Che succede?” chiese Dice allarmato.
“Cat è caduta e si è fatta male al pol…” Sam si interruppe girandosi verso Dice. Dietro al ragazzino riccioluto, vide tre ragazzi e una ragazza immobili che la fissavano con espressioni diverse stampate sul volto.
“Non è possibile” pensò Sam.



Spazio autrice
Ciao a tutti! Ho cambiato nickname ma sono sempre io. Che ne pensate? Personalmente questo capitolo mi piace molto, spero che piaccia anche a voi, ome tutto il resto della storia.Se lasciate una recensione per dirmelo sono contenta.
Ringrazio tutti quelli che seguono questa storia o che l'hanno inserita tra le preferite e ringrazio chi si prende la briga di lasciarmi ogni volta una piccola recensione.
A presto
Felpie

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Capitolo 11
*** 10. Meetings ***


“Non è possibile. Cosa ci fanno loro qui? Perché sono qui?” La barriera creata dalla mente di Sam per auto-proteggersi da ricordi pericolosi si infranse quando la ragazza riconobbe le quattro persone che la stavano fissando, ognuno con un’espressione differente.
C’era Gibby, il suo amicone Gibby, che la guardava con un sorriso sulle labbra, così come Spencer che era rimasto con un’espressione mista di stupore e felicità in volto.
E poi c’erano loro. Freddie era immobile e la fissava, muovendo lo sguardo da lei a Leo. Se non fosse stato per i suoi occhi scuri, Sam avrebbe giurato che fosse una statua. Carly la fissava anche lei ma lo sguardo era lontano e distante, probabilmente verso un passato che non sarebbe più tornato.

Leo si era voltato, notando lo sguardo della bionda e aveva riconosciuto il team di ICarly. E aveva anche intuito che probabilmente l’avevano visto baciare Sam e forse anche sentito le sue parole.
“Freddie!” Il tecnico si riscosse dai pensieri quando sentì la voce squillante della rossa. In quel momento notò anche che era a terra e probabilmente si era fatta male e quindi si avvicinò per aiutarla.
“Ciao Cat, cosa hai combinato?”
“Devo essermi fatta male al polso. E pensare che avevo anche la fascetta porta fortuna” rispose la rossa mettendo su un’espressione triste
“Dai non fare così adesso andiamo a comprare dei Bibble” disse Leo comprensivo per sollevare il morale dell’amica
“Anche io voglio i Bibble!” esclamò tutto contento Goomer.
E qui i ragazzi di Los Angeles si aspettavano la ramanzina della biondina, sul fatto che li avrebbe mangiati lei al posto del lottatore, per mantenerlo in forma prima della gara.
Ma la biondina in questione era ancora impegnata a sopravvivere al flusso di ricordi che l’aveva investita poco prima.
“Sam!” gridarono Gibby e Spencer, prima di abbracciare, o meglio soffocare la loro biondina.
Sam si ritrovò in mezzo a due tornado che la schiacciarono in un abbraccio soffocante. Era contenta però. Contenta che il suo socio e il suo svitato non fossero cambiati e le volessero sempre bene.
“Ciao ragazzi. Vi sono mancata?” scherzò Sam, prima di farsi seria “Ciao Freddie. Ciao Carly, ne è passato di tempo”
Non voleva essere cattiva. Voleva solo fargli capire come si era sentita, abbandonata dalla sua migliore amica. E quella frase gli era uscita solamente troppo acida.
“Ciao Sam” sussurrò Carly un attimo prima di stringere quella che un tempo era stata la sua migliore amica. Quest’ultima anche, dopo un attimo di incertezza, ricambiò l’abbraccio della mora.
“E loro chi sono?” chiese curioso Spencer. L’artista voleva conoscere assolutamente gli amici della biondina, sapere che erano tipi apposto.
“Ehm loro sono…” iniziò Sam, staccandosi da Carly prima di mordersi il labbro inferiore “Lui è Dice, è il manager di Goomer che è un lottatore bravissimo…”
“Ciao a tutti” disse Goomer sorridendo
“Si ehm, lei è Cat, la mia coinquilina e compagna di baby-sitter e lui è Leo, un pizzaiolo” finì Sam, prima di correggersi e ricominciare, presentando il team di ICarly “Lui è Spencer, è un grande artista e lui è Gibby. Freddie lo conoscete già e lei è Carly”
“Si vi conosco, guardavo spesso lo show” disse Leo “Comunque piacere di conoscervi”
“È un piacere. Perché non andate a mangiare nel suo ristorante? È buonissimo, fa la pizza migliore della città” cinguettò allegramente Cat, ignara degli sguardi che si stavano scambiando i ragazzi di ICarly e Leo, che cercava di capire la situazione, in modo da evitare circostanze imbarazzanti.
“Cosa ci fate da queste parti?” chiese Dice curioso
“Mio fratello espone una sua scultura in una mostra cittadina” Carly prese parola per la prima volta “E siamo venuti tutti ad ammirarla”
“Davvero Spencer? Complimenti, sono molto felice per te” pensò Sam tra sé. Era davvero contenta per lui. Se lo meritava, alcune sue sculture erano veramente belle o divertenti.
“Dev’essere quella mostra di Long Beach, vero Sam? Ci siamo passati oggi per andare alla palestra. Comunque perché non andiamo a fare due passi? Potreste venire un attimo a casa nostra” disse gentilmente Cat.
E così i ragazzi si avviarono verso la casa delle due, Cat, Goomer e Dice senza smettere di chiacchierare un attimo con Gibby e Spencer. I due erano stati felici di vedere che la biondina stava veramente bene, come diceva nei messaggi e quei ragazzi sembravano davvero affezionati a lei.
Anche Carly l’aveva costatato, come aveva visto che la ragazza rossa, Cat, fosse un tipo totalmente diverso sia da lei che da Sam. Però non aveva neanche mancato di notare come quella ragazza dolce ed ingenua facesse molto affidamento sulla biondina, da quando si era fatta a male, a discorsi più semplici, come se poter mangiare una caramella ad un’ora così tarda.
E Sam, di solito così scostante e poco incline ad aiutare gli altri, la trattava con una gentilezza che non si sarebbe aspettata.
A questo stava ragionando mentre camminava accanto a un Freddie muto, osservando Sam parlare con quel ragazzo che si era presentato come Leo e ascoltando il chiacchiericcio degli altri ragazzi.
Freddie era rimasto sbalordito dalla visione della ragazza. Non solo non si sarebbe mai aspettato di vederla baciare un ragazzo davanti ai suoi occhi, ma in più Sam era cambiata.
Certo era sempre vestita in tuta e con i capelli ribelli che le arrivavano alle spalle, ma i boccoli adesso le ricadevano morbidamente e le incorniciavano il volto. Gli occhi sembravano più chiari, la sua pelle di porcellana non aveva più le imperfezioni dell’adolescenza e si era alzata. Le curve erano aumentate ed era dimagrita. Era diventata una giovane donna. Una bellissima giovane donna.
E Freddie, anche se non lo voleva ammettere nemmeno a se stesso, non poteva sopportare che quella ragazza bellissima, che un tempo lo aveva amato, pochi minuti prima stava baciando un altro ragazzo.
“È preoccupazione. Non voglio che Sam stia male tutto qui” si era continuato a ripetere, non capendo il motivo della morsa allo stomaco che avvertiva sin da quando aveva sentito la sua risata.

“Al ladro!” l’urlo di Cat fece voltare a tutti verso la figura incappucciata che aveva in mano la borsetta rosa della rossa.
“Sam…” iniziò Leo, lanciando un’occhiata alla ragazza
“Muoviti Tots, seguimi. Prendi il vicoletto, io lo inseguo” gli urlò di rimando la bionda prima di mettersi a correre.
Un attimo dopo il team di ICarly, ancora un attimo spaesato e i ragazzi di Los Angeles si misero a correre dietro la biondina e al pizzaiolo.
Quando girarono l’angolo si trovarono davanti a una Sam seduta comodamente sul ladro mentre gli stava legando i polsi con una cinta mentre Leo la osservava divertito con in mano la borsetta rosa.
“Grazie grazie grazie” esclamò Cat, stampando prima un bacio su una guancia a Leo e poi saltando in braccio a Sam
“Non stringere, non stringere, non stringere” sbuffò Sam, stritolata dall’amica “Andiamo a casa va bene? Così fasciamo quel polso”
Carly pensò a quanto fosse cambiata la sua migliore amica. Fisicamente e caratterialmente. Non aveva esitato ad aiutare quella ragazza e, anche se era sempre stata altruista, sembrava esserlo diventata ancora di più, ma si guardò bene dal farglielo notare. Non voleva che diventasse ancora più fredda nei suoi confronti. Era dispiaciuta per ciò che era successo, per non averla mai cercata, per non essersi mai informata sulla sua vita e le mancava moltissimo.
E con questi pensieri la mora di ICarly si incamminò con gli altri verso la casa di Sam e Cat.



Spazio autrice
Ciao a tutti! Mi scuso per la lunga attesa ma lo studio mi ha preso più tempo del previsto. Che ne pensate? Il capitolo è un poò di passaggio, giusto per esprimere le emozioni di tutti i personaggi, rivistisi dopo tanto tempo. Scusate per eventuali errori di battitura o di distrazione, ma se l'avessi riletto l'avrei pubblicato la settimana prossima praticamente. Spero che vi piaccia, come tutto il resto della storia.Se lasciate una recensione per dirmelo sono contenta.
Ringrazio tutti quelli che seguono questa storia o che l'hanno inserita tra le preferite e ringrazio chi si prende la briga di lasciarmi ogni volta una piccola recensione.
A presto
Felpie

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Capitolo 12
*** 11. More pizza ***


“Che bella casa” esclamò Gibby, entrando nell’appartamento.
“È tutto merito di Sam! È riuscita a prendere i mobili del set di Travestiti” rispose tutta contenta Cat, mentre Leo le fasciava il polso.
“Ehi ma di me che sono quasi finito in prigione non se lo ricorda nessuno?” l’esclamazione di Dice fece ridere tutti.
“Ecco fatto Cat, ora dovrebbe essere apposto” le disse Leo sorridendo.
“Grazie. Ragazzi dove alloggiate?”
“Stiamo in un hotel poco lontano da una mostra e ci fermeremo qui una settimana, fino alla fine della mostra” rispose Carly, tirando fuori il telefono poiché le era appena arrivato un messaggio.

Ciao Carly io sono tornata in hotel e mi sa che andrò a dormire, dove siete?

“È Kate, dice che è tornata in hotel e che andrà a dormire” informò il team di ICarly
“Chi è Kate?” chiese Cat curiosa
“È un’amica di Carly che viene dall’Italia e che ci ha accompagnato. Prima viveva qui” le rispose gentilmente Freddie

Un’amica di Carly che viene dall’Italia. Le parole rimbombavano nella mente di Sam. “Lo sapevo. Sapevo che sarebbe successo. Che mi aspettavo? Che sarebbe rimasta sempre sola?” i pensieri vorticavano nella mente di Sam.
Anche un’altra persona nella stanza era immersa in pensieri profondi, suscitati dal nome della ragazza e dal fatto che prima viveva a Los Angeles.
Ma i pensieri di entrambi vennero bruscamente interrotti dallo sbadiglio di Goomer e da Dice che annunciava che avrebbe portato il lottatore a dormire, per essere in forma l’indomani.

“Sam ricordati che domani dobbiamo allenarci” urlò il ragazzino da fuori della porta
“Puntuali alle 11! E portate la colazione” gli rispose la biondina chiudendo la porta
“Sei diventata un’allenatrice?”
“No Spencer, devo vincere un buono mangia-finchè-puoi in un ristorante della città a scelta. Non ho intenzione di perdere” rispose combattiva Sam, scatenando l’ilarità nell’artista.
“Almeno il suo appetito è sempre quello” pensò divertita Carly osservando l’amica
“Puoi portare anche un amico?” chiese speranzoso Gibby
“Se posso, sarai il primo a cui lo chiederò Socio” disse Sam, sorridendogli
“Ma come? E io?”
“Tu Leo starai in cucina a cucinare!”
“Quindi verrai nel mio ristorante?”
“Mai e poi mai!”
“Cambierai idea ne sono sicuro” disse Leo prima di beccarsi un pugno su una spalla

Freddie non aveva quasi mai parlato da quando era entrato in quella casa, continuando ad osservare Sam ridere e scherzare con Spencer e Gibby e lanciare frecciatine a quel ragazzo.
“Una volta erano per me” pensò con un punta di malinconia.

“Volete venire ad assistere all’allenamento domani?” la voce di Cat risuonò per la stanza “È divertente. Io faccio il tifo e Leo porta la pizza fatta da lui”
“Perché no? Voi dopo potreste venire a vedere la mostra di Spencer” le rispose gentile Carly. La mora voleva avere l’occasione di parlare con Sam, cercare di far pace e capire cosa la turbava.

La bionda non aveva fatto in tempo a bloccare l’amica. Non voleva stare con i suoi vecchi amici, per vedere quanto Carly stesse bene con Freddie e quanto l’avessero dimenticata. Non voleva conoscere la nuova amica della mora e vederla in quello che un tempo era il suo posto. In più doveva concentrarsi al massimo e portare a casa la tanto agognata vittoria. Non poteva permettersi certe distrazioni.
“A te va bene Sam?” le chiese Spencer. Immaginava che Sam fosse un po’ pensierosa e molto dubbiosa a riguardo. Non sapeva bene cosa fosse successo tra loro, ma tra i suoi vecchi amici c’era elettricità e tensione. E a lui gli dispiaceva.
“Si, certo. Ragazzi siete i benvenuti. Leo porta delle pizze in più allora”
“Se mi dessi anche una mano a prepararle sarebbe perfetto” sbuffò Leo, prendendo in giro la biondina
“Scordatelo. Sono una manager mica una cuoca”
“Scusa Leo, non volevamo disturbare” disse Carly con un tono di scuse
“Ma figurati. Non è un problema per me. Solo che la signorina qui è una scansafatiche totale”
“TACI! O io…” Sam venne prontamente interrotta da Cat che si offrì di aiutare Leo con le pizze, evitando così lo scoppio di una guerra.
“Allora ci vediamo domani. Ciao ragazzi, fate attenzione per la strada” disse Cat aprendo la porta
“Grazie dell’ospitalità” salutò Carly, mentre Freddie, Spencer e Gibby uscivano.

“Non sono così male” sussurrò Leo a Sam, entrambi seduti sul divano, mentre Cat si andava a mettere il suo pigiama celeste con i pon pon
“È stato… non so come spiegarlo. Lasciamo perdere ok?” l’orgoglio bloccò le parole a Sam, evitando che potesse esprimere la confusione che aveva dentro di lei e che non riusciva a riorganizzare.
Leo annuì comprensivo e le passò un braccio intorno alle spalle. In un altro momento Sam avrebbe reagito, urlandogli di allontanarsi e tirandogli un pugno. Ma con la serie di eventi successi oggi, la biondina aveva bisogno di un appoggio, anche se non l’avrebbe mai chiesto. Era grata a Leo per averlo capito e non aver detto niente. Appoggiò la testa nell’incavo del collo e annusò il suo profumo. L’odore della pelle del ragazzo, mischiato a quello della farina sui suoi vestiti ebbero un effetto calmante sulla ragazza.
“Resti qui stanotte?” chiese Sam in un sussurro. Leo si stupì alla richiesta e poi le sue labbra si aprirono in un sorriso “Ma certo principessa!”
Sam sorrise e chiuse gli occhi, con la testa ancora sul petto del ragazzo.

Quando la mattina dopo si svegliò, era sul suo letto, con indosso una coperta. Se la mise sulle spalle e si avviò verso la cucina a piedi nudi. Erano le dieci e Cat non era in casa. Vide sul tavolino un biglietto.

Come sei carina quando dormi Principessa. Sono rimasto finchè non ti sei addormentata e poi ti ho portato a letto e sono andato a lavorare. Avevo delle cose da sistemare in cucina. Domattina mi raggiungerà Cat per preparare le pizze che TU mi hai costretto a fare. Ci vediamo in palestra. Leo

Sam sorrise, sperando che l’amica non affaticasse troppo il polso su cui ieri era caduta. Appoggiò il bigliettino e andò in camera a prepararsi per l’allenamento.




Spazio autrice
Ciao a tutti! Sono sparita e lo so bene, ma ora sono tornata con un nuovo capitolo. Che ne pensate? è un pò corto, ma ci devono essere capitoli di collegamento. Scusate per eventuali errori di battitura o di distrazione, ma se l'avessi riletto non l'avrei pubblicato più. Spero che vi piaccia, come tutto il resto della storia.Se lasciate una recensione per dirmelo sono contenta.
Ringrazio tutti quelli che seguono questa storia o che l'hanno inserita tra le preferite e ringrazio chi si prende la briga di lasciarmi ogni volta una piccola recensione.
A presto
Felpie

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Capitolo 13
*** 12. Shopping ***


“Per oggi basta così Goo, sei stato bravissimo” esclamò soddisfatta la manager al suo atleta totalmente sfinito, prima di passarsi il polsino sulla fronte.

Sam era contenta, l’allenamento era andato bene e il suo atleta migliorava sempre più: avrebbero vinto, ne era sicura. Si girò verso i suoi spettatori: vide i cartoni della pizza aperti, con pezzi rimasti lì, vide Dice e Cat chiacchierare con Gibby, Spencer discutere con Leo, probabilmente su quanto era buona la pizza e Carly e Freddie stavano in un angolo, parlando tra loro sottovoce, osservando di sottecchi la biondina.
Il sorriso morì sulle labbra di Sam. Per fortuna mentre allenava l’amico era rimasta concentrata e non si era fatta distrarre dai ragazzi dietro le sue spalle, anche se continuava a sentirsi fastidiosamente osservata. Aveva ignorato la situazione, pensando alla possibile vincita del buono. Ora però gli sguardi le ricadevano addosso pesantemente, facendogli ricordare la presenza degli amici di Seattle.

L’amica di Carly non c’era, non era venuta perché doveva passare a salutare un amico.
“Ti ha detto il nome per caso?” aveva chiesto Leo a Carly, quando lo aveva raccontato. La mora aveva scosso la testa e lo aveva fissato stupita ma il ragazzo aveva scrollato le spalle e si era messo a mangiare.

“Quindi, ci vediamo dopo alla mostra?” trillò Cat, tutta contenta di aver avuto qualcuno con cui fare il tifo.
“Si. Ci vediamo alle 20 davanti alla mostra” le rispose gentilmente Carly
“Magari è meglio se passiamo qui e andiamo tutti insieme” propose Spencer.
“Dovremo essere eleganti, vero? Dopotutto è una mostra d’arte importante” chiese subito Cat
“Sono sicuro che Sam arriverà in tuta” disse ridendo Spencer
“Ma no ci penseremo noi a farla vestire bene, vero Cat?” rispose Leo strizzando l’occhio alla rossa
“Scordatevelo!” l’urlo di Sam arrivò prontamente
“Facciamo una gara? Chi rimane di più in equilibrio su quella trave vince” la sfidò Leo con un sorrisetto “Se vinco io, ti vesti elegante, altrimenti andiamo in tuta”
“Preparati a perdere” rispose la bionda salendo sulla trave
“Ah devi sapere che la trave è instabile, serve ad allenarsi a trovare l’equilibrio per andare sul surf. E se io mi muovo…” le disse Leo con un sorrisetto “la trave dondola”
“Questo non me lo…” la ragazza non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò seduta per terra
“Accidenti a te! Scommetto che lo sapevi e lo hai fatto apposta”
“Io? Non farei mai una cosa del genere. Non scommetterei su una cosa che so di vincere per vedere una bella ragazza vestita bene”
“Suona mooolto sarcastica questa frase lo sai Tots?”
“Non importa, tanto ormai ho vinto quindi ti toccherà vestirti bene”
“Questa me la paghi” ribattè una sconsolata Sam arrendendosi all’evidenza
“Sam che ne dici di andare a fare shopping io te e – Carly vuoi venire? – Volentieri, sento anche a Kate – Carly e Kate?” trillò allegramente la rossa
“Non ho molte alternative a quanto pare”
“Fermi fermi fermi. Cosa? Carly vuoi fare altro shopping? Non ti è bastato quello di ieri? Se continui così, i soldi della mostra li spenderai tutti per andare alla mostra” urlò uno Spencer disperato facendo ridere tutti
“Tranquillo Spencer, ci regoleremo. Però questa volta non c’è bisogno che venite con noi. Tu, Freddie, Gibby e Leo se vuole potete fare delle cose, più da maschi diciamo. Ragazze ci vediamo più tardi a casa vostra ok?”



Più tardi

“Ciao ragazze lei è Kate” disse Carly indicando una ragazza al suo fianco
“Piacere. Bene allora se siamo tutte possiamo andare” cinguettò Cat, prendendo sotto braccio la coinquilina e trascinandola fuori dalla porta
“Mollami Cat posso camminare anche da sola. Non tenterò di scappare, sul serio” esclamava Sam, senza troppa convinzione. Era troppo presa dai suoi pensieri. La nuova amica di Carly sembrava una ragazza forte, ma probabilmente era del tutto diversa da lei. Anche solo il fatto che mentre lei era vestita con dei semplici shorts e una felpa aperta, la ragazza aveva una camicetta bianca sbracciata infilata in una gonna nera a vita alta.  Era un altro tipo di ragazza, rispetto a lei. Era probabilmente la tipica amica che Carly avrebbe dovuto avere al liceo, invece di stare con una delinquente.
Però Sam dovette ammettere che si divertì a passare il pomeriggio con le tre ragazze, anche se non era proprio il suo passatempo ideale, almeno finchè Kate non accompagnò al bagno Cat e lei si ritrovò da sola con Carly su una panchina del parco, per aspettarle.

Supponeva anzi che Kate lo avesse fatto apposta per lasciare loro un po’ di spazio per parlare ma il silenzio imbarazzante che era calato tra di loro non doveva far parte del piano.
Carly si toccava nervosamente la gonna e teneva gli occhi bassi, tutt’un tratto interessatissima alle sue mani, mentre Sam giocava con i pacchetti appena comprati.
Il vestito lo aveva scelto lei, era rimasta incantata a guardarlo, ma non l’avrebbe voluto comprare perché pensava che si sarebbe vergognata ad indossarlo, ma le altre non erano della sua stessa opinione e, vedendo come lo guardava l’avevano convinta a provarselo e poi a comprarlo.
“Sam…” Carly aveva rotto il silenzio. “Questo” pensò Sam “significa che adesso inizierà un discorso. Non so se sono pronta a sentirlo”
“Sam, mi dispiace tanto. Mi dispiace di tante cose. Primo perché ho baciato Freddie…”
“Lo so” ecco era esattamente questo che Sam non voleva sentire
“Lo sai?”
“Vi ho visti…”
“Ah ecco. Ho scelto proprio un bel modo per iniziare” pensò Carly
“Ok lasciami continuare però. Ho baciato Freddie anche se sapevo che provavi ancora qualcosa per lui” e fece una pausa per vedere la reazione di Sam, che non arrivò e quindi andò avanti “e poi non te l’ho detto. Non so cosa ho pensato, forse che non era importante che lo sapessi, che non ci saresti stata male o qualcosa del genere…”
“Si be neanche lui me l’ha detto, quando è venuto a trovarmi” rispose la bionda
“Chissà cos’è successo quando è venuto qui” pensò la mora prima di continuare “Comunque mi dispiace anche di essere sparita. Che non mi sono fatta sentire. Avevo paura di scoprire che ti eri rifatta una vita anche senza di me, che mi avevi dimenticata. Ma il problema è stato che tu la vita te la sei rifatta, e io non ne faccio più parte e la colpa è solo mia che non sono stata presente in questi ultimi anni, con un messaggio o qualcosa del genere”
“Carly ascolta, non so cosa speri di ottenere da queste scuse, ma delle parole non possono cancellare gli anni che ho passato a chiedermi come stavi, mentre ero combattuta tra il desiderio di saperlo e non sapere quanto stessi bene con Freddie o con una nuova amica italiana, sicuramente più femminile di me”
“Lo so non dico che devi dimenticare, solo vorrei un’occasione per sistemare le cose. Vorrei ritrovare la complicità che un tempo avevamo, o almeno una parte. Vorrei ritornare almeno un po’ nella tua vita. Vorrei essere perdonata, se non subito ma con il tempo”
“Devo pensarci su Carly. Per prima cosa però devi smetterla di guardarmi come se cercassi di capire continuamente i miei pensieri. Se vuoi sapere qualcosa, chiedi e basta”
“Grazie Sam” disse Carly sorridendo con gli occhi lucidi, prima di abbracciare l’amica, che dopo un attimo di esitazione, ricambiò un po’ impacciata
“Posso farti una domanda?” era da quando l’aveva vista che desiderava chiederle una cosa, giusto per sapere se quello che aveva pensato negli ultimi anni era la verità o solo frutto della sua mente
“Certo dimmi pure Sam”
“Tu stai con Freddie?”
Carly sorrise “No, non potrà mai funzionare. Anche perché sono convinta che lui non si scorderà mai totalmente di te”
Non si scorderà mai totalmente di te. “Si sarà già scordato altro che… sono la ragazza maschiaccio che lo menava per ogni minima cosa”
“E tu Sam? Stai con quel Leo?”
“Leo? Non lo so. Penso che ci sia una ragazza nel suo passato che non ha ancora dimenticato, però è forte”
“E Freddie? L’hai dimenticato?”
“Adesso basta Carly. Non ho voglia di parlare di lui” no, non le andava proprio. Perché probabilmente non sarebbe andato mai via dal suo cuore. Perché probabilmente non avrebbe mai avuto modo di stare con lui ancora. Perché non aveva senso illudersi.
“Comunque farai un figurone con quel vestito sta sera” disse Carly, capendo che era ora di cambiare argomento.
Sam sorrise.

“Ehi ragazze, eccoci possiamo tornare a casa!” esclamò Cat agitando una mano.





Spazio autrice
Ciao a tutti! Sempre che qualcuno ancora sia rimasto. So di essere sparita e che questo rientro è molto titubante perchè non so se ci sia qualcuno che ancora sta seguendo questa storia però scrivere mi mancava, perciò eccomi qui, con il grande ritorno. E chissà che magari qualcuno non inizi ad interessarsi a questa storia.
Ringrazio chi legge, chi commenta, chi mette tra seguite/ mi piace/ preferite. Mi fate venire voglia di scrivere ancora, ancora e ancora.
Lasciate un commento/ una recensione/ una critica se vi va
A presto,
Felpie

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