A New Generation Of Wizards

di FantasyReader97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** NUOVI ARRIVI ***
Capitolo 3: *** Amore e Calderoni ***
Capitolo 4: *** Tornei e Pezzetti di carta ***
Capitolo 5: *** Quidditch e Patate arrosto ***
Capitolo 6: *** Chiacchiere e Telescopi ***
Capitolo 7: *** Duelli e Sorprese ***
Capitolo 8: *** Libri e Paure ***
Capitolo 9: *** Baci rubati e Sorprese ***
Capitolo 10: *** Ricordi e Feste ***
Capitolo 11: *** Risvegli e Dubbi ***
Capitolo 12: *** Dubbi e Cercatori ***
Capitolo 13: *** Domande e Deduzioni ***
Capitolo 14: *** Scontri e Sogni ***
Capitolo 15: *** Profezie e Occhi neri ***
Capitolo 16: *** Avversari e Patronus ***
Capitolo 17: *** Pic-nic e Nuvole ***
Capitolo 18: *** Sconfitte e Promesse ***
Capitolo 19: *** Liv ***
Capitolo 20: *** Prima ecografia ***
Capitolo 21: *** Genitori e Figli ***
Capitolo 22: *** Pranzi e cene di Natale ***
Capitolo 23: *** Un Capodanno da ricordare ***
Capitolo 24: *** La casetta sulla spiaggia ***
Capitolo 25: *** Il corso preparto ***
Capitolo 26: *** Seconda sessione ***
Capitolo 27: *** Telepatia ***
Capitolo 28: *** Serpeverde ... intimoriti?! ***
Capitolo 29: *** Più della mia stessa vita ***
Capitolo 30: *** Sulle rive del lago Nero ***
Capitolo 31: *** Fischi, Applausi, Quiddich ***
Capitolo 32: *** Visite inaspettate ***
Capitolo 33: *** 40 milligrammi di coccole ***
Capitolo 34: *** Lo squalo nero ***
Capitolo 35: *** Quando il panico ti avvolge ***
Capitolo 36: *** La giornata più terrificante ed incredibile della mia vita ***
Capitolo 37: *** Quando il cuore si riempe d'amore ***
Capitolo 38: *** Decisioni importanti ***
Capitolo 39: *** Cadono le maschere e la verità si espone ***
Capitolo 40: *** Da avversari a fratelli ***
Capitolo 41: *** Non sai mai chi potrebbe bussare alla porta ***
Capitolo 42: *** La paura può giocare brutti scherzi ***
Capitolo 43: *** Le porte possono esplodere ***
Capitolo 44: *** Addio ***
Capitolo 45: *** Dolore ***
Capitolo 46: *** Villa Conchiglia ***
Capitolo 47: *** Quando le porte del futuro si spalancano ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO
 
Luce.
I miei occhi sono chiusi ma non riescono a bloccare completamente una luce bianca e accecante.
Non riesco a muovermi.
Che cosa farò adesso?
Questa storia dura ormai da dodici anni e io non so quando finirà.
Ho paura.
O almeno, dovrei avercela dopo tutto quello che ho visto.
Ancora adesso mi pento di alcune scelte che ho fatto ma non faccio a meno di chiedermi che cosa sarebbe successo se certe decisioni non le avessi mai prese.
Non succede anche a voi?
 
Luce.
Chiara e splendente.
So da dove proviene.
Ma non mi sento pronta ad affrontarla e con essa tutte le sue conseguenze.
Hanno bisogno di me e io di loro.
Devo alzarmi. Combattere.
Non ci riesco. Sono troppo stanca.
Quattro parole risuonano nella mia mente, le ultime che lui mi ha detto prima della battaglia.
Ora o mai più.
Ora o mai più.
Apro gli occhi.
 
 
 
 
 
 
SPAZIO AUTRICE:
Ciao a tutti. Volevo premettere che questa è la prima fanfiction che scrivo, comunque questa introduzione è solo uno “scorcio di luce” (così riprendiamo l’immagine principale del testo U.U) di ciò che avverrà dopo. Il primo capitolo verrà postato domani e da lì ne aggiungerò uno ogni settimana. Volevo anche dire che mi ci è voluto parecchio ad “autoconvincermi” a postarla ma alla fine la curiosità di sapere cosa ne pensassero gli altri ha avuto la meglio.
Buona lettura.
Fantasyreader97
 
 

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Capitolo 2
*** NUOVI ARRIVI ***


12 anni prima …
 
1
1/09
 
-LILY, LILY! – mi chiamava un ragazzo.                                                                                                     Mi voltai e lo vidi: i capelli così biondi da sembrare bianchi, gli occhi neri come la notte, il fisico snello e muscoloso. Scorpius Malfoy mi venne incontro con il sorriso più bello che mi avesse mai dedicato.                      
 -LILY, FINALMENTE TI HO TROVATA, COME STAI? SEI PRONTA PER STASERA?- Cavolo me ne ero scordata, quella sera ci dovevamo vedere. Sarebbe stato l’anniversario del nostro primo appuntamento. Erano già passati due anni e la nostra relazione segreta era ancora in piedi più forte di prima. Era sempre stato così: qualche occhiata fugace nei corridoi, gli appuntamenti amorosi a notte fonda in qualche angolo buio del castello insomma qualunque cosa basta che non sia alla luce del sole. Eravamo costretti a comportarci così, i nostri genitori si odiavano da sempre ma cosa potevamo farci, ci eravamo innamorati. Quell’anno volevamo che fosse speciale, soprattutto Scorpius, visto che era il suo ultimo anno ad Hogwarts.
-LILY- mi chiamò ridestandomi dai miei pensieri.
-SI, SI …. OGGI ….. STASERA -gli risposi ancora sovrappensiero.
-SI LILY STASERA, AL SOLITO POSTO, MEZZANOTTE OK?-
-SI, VA BENE ….. A DOPO-
-ASPETTA LILY, PRIMA CHE ME NE DIMENTICHI PUOI FARMI UN FAVORE?-
-SI, DIMMI-
-POTRESTI METTERTIQUALCOSA DI CARINO PERCHE’ E’ UNA SERATA IMPORTANTE E ……..-  disse diventando tutto rosso.
-VORRESTI INSINUARE CHE IO NON MI VESTA BENE?!- lo incalzai fingendo d’essere offesa.
-NO, ANZI, CON QUESTA DIVISA NON SEI MAI STATA PIU’ BELLA, VOLEVO SOLO FARTI CAPIRE CHE QUESTA E’ UNA SERATA IMPORTANTE E …….-
-SHHHHHH- gli misi un dito sulle labbra- LO SO SCEMO VOLEVO SOLO METTERTI UN PO’ IN IMBARAZZO- gli dissi sorridendo.
-AH OK, FANTASTICO, ALLORA A STASERA-
Dopo essersi guardato intorno mi diede un timido bacio sulle labbra e corse via. Ecco questo era un incontro alla Lily-Scorpius con eccezione del bacio. Felice di quella variante mi voltai e andai verso la sala comune dei Grifondoro.
 
-SUPERCALIFRAGILISTICHESPIRALITOSO- dissi davanti al ritratto della signora grassa e il quadro si aprì liberando le voci all’interno della sala. C’era gente che studiava sui tavoli, altra davanti al camino che chiacchierava e tre ragazzini del secondo anno che giocavano con qualche diavoleria della bottega Weasley. Tra gli studiosi individuai i capelli rossi di mia cugina Rose nonché migliore amica. Mi avvicinai di soppiatto.
- STAI STUDIANDO PER I M.A.G.O.?- urlai e lei sussultò per lo spavento.
- CAVOLO LILY, CERTE VOLTE SEI INCORREGGIBILE, COMUNQUE SI, STO CERCANDO DI SEGUIRE IL CONSIGLIO CHE MI HA DATO LA MAMMA SULL’INIZIARE A STUDIARE SIN DAL PRIMO GIORNO-.
 Già la mitica zia Hermione, conosciuta anche per essere la strega più brillante della sua generazione, non mi stupiva affatto che avesse dato un consiglio del genere alla povera Rose. Non fraintendetemi la zia è una persona meravigliosa ma a volte è una terribile bacchettona.
- CONSIGLIO O NO CREDO CHE SIA DAVVERO TROPPO PRESTO MA LA SCELTA SPETTA A TE - dissi con tono convincente.
- VA BENE HO CAPITO- disse chiudendo il grosso tomo che stava leggendo – BASTA STUDIARE-.
 
Era l’ora di cena, le quattro case erano riunite nei loro rispettivi tavoli intenti a mangiare il dolce. Ad un certo punto la preside McGranit si alzò, si diresse verso il leggio a forma di gufo posto davanti al tavolo degli insegnati.
-BUONA SERA A TUTTI VOI STUDENTI E PROFESSORI DI HOGWARTS MI HANNO APPENA CONFERMATO UN’IMPORTANTE NOVITA’. QUEST’ANNO LA SCUOLA AVRA’ L’ONORE DI OSPITARE CINQUE NUOVI INSEGNANTI ..…..- in quel momento le porte si aprirono e lì vidi: Harry Potter, Ginny Weasley, Ron Weasley, Hermione Granger e Draco Malfoy. Mio padre mi individuò subito nella folla e mi sorrise. Non potevo essere più felice. Da come fremevamo io e Rose volevamo alzarci e andare ad abbracciarli ma la McGranit ricominciò a parlare.
-COME VI STAVO DICENDO QUEST’ANNO CI SARANNO DEI NUOVI INSEGNANTI: HARRY POTTER E RON WEASLEY A DIFESA CONTRO LE ARTI OSCURE, GINNY WEASLEY A VOLO, HERMIONE GRANGER A RUNE ANTICHE E DRACO MALFOY A POZIONI. SPERO CHE ACCOGLIERETE QUESTI NUOVI PROFESSORI CON IL RISPETTO E IL CALORE CHE SOLO HOGWARTS PUO’ OFFRIRE. ORA TUTTI A LETTO CHE IL COPRIFUOCO NON ASPETTA. BUONANOTTE-
Ci alzammo tutti ordinati e cominciammo a raggruppare gli studenti per portarli alla torre Grifondoro. Quando tutti superarono il passaggio aperto dalla signora grassa, io e Albus (James aveva finito la scuola l’anno prima ed aveva iniziato l’addestramento come auror), Rose e Hugo tornammo sui nostri passi per andare in Sala Grande.
 
-ROSE, HUGO- disse Hermione andando ad abbracciare i suoi figli come solo una mamma può fare.
-CIAO … MAMMA … SI ….SONO FELICE DI RIVEDERTI- dissero i due rossi in coro mentre la loro mamma lì stringeva tra le braccia.
-E IL PAPA’ NON LO SALUTATE- disse un Ron Weasley solcato dagli anni ma con gli occhi ancora vispi da ragazzino.
-CERTO PAPA’- rispose Hugo mentre lo abbracciava sotto gli occhi di Rose ed Hermione ancora strette in un caldo abbraccio.
-CIAO PRINCIPESSA- disse una voce alle mie spalle.
-PAPA’- esclamai sorridente- NON ME LO ASPETTAVO … QUESTA E’ UNA BELLISSIMA NOTIZIA- dissi con il cuore colmo di felicità.
Una donna comparve alle mie spalle.
-E POI SARA' DIVERTENTE RITORNARE ALLA ROUTINE DI HOGWARTS- disse Ginny mentre cingeva le spalle della figlia adorata.
 
-SONO DAVVERO CONTENTA CHE ORA SONO QUI. NON VEDO L’ORA- Rose era al colmo della felicità.
-DI COSA?- in realtà non la stavo ascoltando, erano le 23:30 dovevo cambiarmi, prendere il mantello dell’invisibilità e correre da Scorpius.
-MA COME COSA? TERRA CHIAMA LILY! STO PARLANDO DELLE LEZIONI CON GLI ZII E I MIEI GENITORI-
-TI RICORDO CHE TU MIA CARA NON SEGUI RUNE ANTICHE-
-LO SO CHE LA MAMMA E’ BRAVA MA E’ UNA MATERIA TALMENTE NOIOSA QUINDI GRAZIE MA NO GRAZIE - disse Rose imitando un gesto di rifiuto con ringraziamento.
-CERTO CHE TU SEI PROPRIO MATTA, COMUNQUE IO SARO’ FELICE DI SEGUIRE LE LEZIONI DI TUA MADRE ANCHE SE LA MIA PREOCCUPAZIONE MAGGIORE E’ PER POZIONI - Non so se lo sapete ma io l’adoravo; il prof. Lumacorno, che era andato in pensione l’anno prima, diceva che il mio era un talento ereditato da mia nonna (che si chiamava anche lei Lily).
-HAI RAGIONE SE DRACO MALFOY E’ FREDDO COME DICONO MI SA CHE QUEST’ANNO CI FARA’ PENARE TUTTI QUANTI TRANNE, OVVIAMENTE, AI SERPEVERDE E SOPRATTUTTO A SUO FIGLIO SCORPIUS - Sentire il suo nome mi fece ricordare quanto fosse tardi, dovevo sbrigarmi. Fortunatamente il quadro della signora grassa era davanti a noi e prima che dicesse qualcosa urlai – TROLL IN SALAMOIA- e subito si aprì anche se emise un verso stizzito. Non avevo il tempo di fermarmi, quella chiacchierata mi aveva fatto perdere secondi preziosi e dovevo sbrigarmi. Salii nel dormitorio delle ragazze: Linda, una mia compagna di stanza, stava già dormendo così sfilai dal baule il vestito che avrei indossato quella sera. In bagno lo indossai e non feci a meno di sorridere guardando la mia figura allo specchio: era di un bel verde smeraldo che si intonava con i miei occhi azzurri e accendere i miei capelli rossi, molto aderente e quindi molto sexy. Sicuramente Scorpius non mi avrebbe staccato gli occhi di dosso. Uscii dalla stanza e trovai Rose seduta sul letto.
-ESCI?- disse mentre si infilava il pigiama.
-SI- cavolo! Speravo stesse già dormendo.
-DI NUOVO CON LUI? IL RAGAZZO MISTERIOSO- Aggiornamento: Rose non sa niente di Scorpius e per un anno ero riuscita a tenerglielo nascosto ma i miei movimenti notturni a lungo andare sono diventati sospetti e ad un certo punto ho dovuto confessargli il mio segreto tralasciando il nome e la casa cui appartiene.
-SI PROPRIO LUI- volevo tagliare corto e andarmene, ma Rose non sembrava voler mollare.
-QUANDO MI DIRAI CHI E’?- lo disse con quel sorriso furbetto alla George Weasley.
-MAI! E IL PERCHE’ TE L’HO GIA’ DETTO-
-SI MA LA SCUSA DELLA TIMIDEZZA POTEVA ANDARE BENE PER UNA MESETTO MA E’ PASSATO UN ANNO LILY. VOGLIO CONOSCERLO!- Capivo la sua frustrazione ma non volevo che si immischiasse, era già difficile così, non volevo metterla in mezzo.
-FORSE UN GIORNO, MA DI CERTO NON STASERA- finalmente trovai sul fondo del baule il mantello dell’invisibilità che James mi aveva dato verso la fine di maggio, ad Albus aveva lasciato invece la mappa del Malandrino che acquistai lo stesso perché il mio fratellone “non sapeva che farsene”. La verità è che Al era un secchione della peggiore categoria che non si sarebbe mai sprecato in scampagnate notturne o in qualche altra “bambinata” perché doveva studiare ed impegnarsi.
Uscii dalla camera e mentre scendevo i gradini che portavano in sala comune indossai il mantello. Superato il quadro della signora grassa mi misi a correre diretta verso il bagno di Mirtilla Malcontenta.
 
 
 
SPAZIO AUTRICE: Come promesso ecco qui il primo capitolo e spero che vi piaccia. Per ora le informazioni sono poche e prima che gli eventi si mettano in moto ci vorrà un po’. Qui incontriamo una parte dei personaggi principali. Spero che vi siano piaciuti, comunque premetto che ci sarà il tempo per approfondirli e di scoprire che cosa hanno in serbo per noi.
Alla prossima settimana.
Fantasyreader97
 
P.S. se vi interessa sapere com’è stato il primo bacio di Lily e Scorpius leggete “Il Primo Bacio”. E’ piccolo ma già rende un’idea sui protagonisti.
Vi invito inoltre a recensire, per qualunque cosa non esitate a scrivere ;)
 

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Capitolo 3
*** Amore e Calderoni ***


2
 
Quel posto era fantastico perché nessuno voleva andarci per via del fantasma di Mirtilla che non faceva altro che piangere e lamentarsi. Appena entrai fui rapita dal profumo di rose selvatiche i cui petali rossi erano stati lasciati cadere sul pavimento come una scia. Questa via “costruita” con i fiori portava in una vasca enorme piena di schiuma. In mezzo a questo mare di sapone un tavolino per due apparecchiato, levitava come se fosse sospinto da una brezza marina.
-MAGICO NO?- Scorpius comparve alle mie spalle vestito con un bellissimo smoking nero.
-IO …. UAO …. NON SO CHE DIRE SCORPIUS ….. E’ ….. E’ BELLISSIMO- avevo le lacrime agli occhi ma le ricacciai perché non volevo che si sbavasse il trucco.
-CI SEDIAMO, IL TAVOLO ASPETTA SOLO NOI- mi tese la mano ed io la presi trasportata dalla musica prodotta da degli archi incantati posti all’angolo della stanza. Mentre ci avviavamo lui si girò verso di me e mi sussurrò all’orecchio –TRANQUILLA PER MIRTILLA STASERA CI HA DATO VIA LIBERA, E’ ANDATA A TROVARE LA DAMA GRIGIA ALLA TORRE CORVONERO E CI STARA’ TUTTA LA NOTTE- disse queste ultime parole quasi sussurrando ma con uno sguardo intenso e malizioso – MA PRIMA CENIAMO-.
 
La cena fu spettacolare, i cibi erano buonissimi e per tutta la sera non smisi di tenergli la mano. Quel momento era perfetto, non c’era nessuno lì tranne noi che ci immergevamo l’uno negli occhi dell’altra. Quando la cena fu finita ci spogliammo e ci immergemmo nell’acqua profumata. Continuavamo a guardarci negli occhi e, rompendo il silenzio, Scorpius disse – TI AMO LILY LUNA POTTER – recitò il mio nome completo come se fosse un mantra, una direzione da seguire. In cuor mio provavo gli stessi sentimenti ma i miei pensieri caddero sui miei genitori che stavano dormendo in una stanza del castello e pensai a che cosa avrebbero detto se lo avessero saputo. Ma queste mie preoccupazioni si spensero alla stessa velocità con cui si erano accese e finalmente risposi a Scorpius
-ANCHE IO TI AMO E NON CI SAREBBE ALTRO POSTO DOVE VORREI STARE IN QUESTO MOMENTO SE NON QUI CON TE- gli occhi del ragazzo si illuminarono e nuotò verso di me piano piano. Quando fummo abbastanza vicini le sue labbra si avvicinarono alle mie in un tenero bacio. Poco alla volta, presi dalla passione, cominciammo ad abbracciarci. I baci si fecero sempre più profondi ed intensi e quando lui si staccò da me provai un intenso senso d’abbandono, aprii gli occhi e lo vidi con il volto teso e serio.
-LILY SEI SICURA, SE VUOI FINIAMO QUI, NON DEVI SENTIRTI COSTRETTA- il mio Scorpius, un cavaliere fino alla fine.
-TRANQUILLO SCORPIUS, NE SONO SICURA, TI AMO E NON VOGLIO PIU’ ASPETTARE- ero calma e sorridente, volevo metterlo a suo agio e le mie parole infatti lo tranquillizzarono.
Si riavvicinò ed io gli gettai le braccia al collo e cominciai ad accarezzargli i capelli. I nostri baci intensi mi davano la sensazione che non né avrei mai avuto abbastanza.
Facemmo l’amore, un incantesimo senza tempo.
Quando finì questa magia, ci sdraiammo sul bordo vasca e appoggiai la testa sul suo petto. Il suo battito era accelerato come il mio e in quel momento mi accorsi che battevano allo stesso tempo.
Non importa chi si sarebbe intromesso io ero sua e lui era mio, due anime che vivono con il medesimo battito e con unica meta l’altro.
 
2/09
-LILY CHE HAI?- Rose ruppe il silenzio mattiniero.
La sera prima ero tornata in stanza verso le quattro fortunatamente mia cugina non se ne era accorta. Non avevo dormito, ero troppo presa a rivivere la sera prima: i tocchi, i baci, i nostri corpi stretti in un abbraccio …..
-LILY! INSOMMA – urlò la ragazza facendo voltare tutti gli studenti vicini.
Le sue urla mi fecero riprendere da quell’incantesimo e, finalmente, la guardai in faccia.
-ROSE MA CHE HAI TANTO DA GRIDARE?- le risposi un po’ scocciata.
-SCUSA, SCUSA, MA STAMATTINA HAI UN’ARIA COSI’ ASSENTE CHE MI STAVO PREOCCUPANDO-
-VA BENE, STAVO SOLO PENSANDO-
-SECONDO ME PENSI TROPPO. SEI PREOCCUPATA PER POZIONI?- Quel giorno avevo la prima lezione con Malfoy senior nei sotterranei, il territorio delle serpi. Devo ammettere che la cosa non mi rendeva tranquilla.
-SI HAI RAGIONE ROSE HO UN PO’ DI STRIZZA-
-STAI TRANQUILLA LILY CON TUO PADRE NELLE VICINANZE NON CREDO CHE AVRA’ IL CORAGGIO DI OSTACOLARTI-
Lo speravo davvero.
 
-POTTER- disse Draco Malfoy con un sorriso crudele stampato in faccia –DIMMI QUAL’E’ L’INGREDIENTE PRINCIPALE PER LA POZIONE LEVITANTE?-
-ALI DI FATA- Non ne potevo più, delle due ore di pozioni né stava usando più della metà per farmi domande difficili e a trabocchetto.
- E ALLORA DIMMI, UNO STUDENTE DI QUESTA CLASSE POTREBBE PREPARARLA?- questa doveva essere per forza una finta tanto per ingannarmi ma se voleva ballare allora non mi sarei tirata indietro.
-SI E NO, UNO STUDENTE DI QUESTA CLASSE, INFATTI, POTREBBE PREPARARLA MA DEVE AVERE UN’AUTORIZZAZIONE FIRMATA DAL PRIMO MINISTRO DELLA MAGIA- pensavo di aver risposto giusto ma Malfoy non voleva lasciar perdere.
-MOLTO BENE, ORA PARLIAMO DELLA POZIONE POLISUCCO-
Questo suo cambio di “rotta” mi lasciò un po’ sconcertata .Non comprendevo perché un argomento così semplice potesse aiutarlo a mettermi in difficoltà ma era meglio non abbassare la guardia.
-CHE EFFETTO PUO’ AVERE SULL’UOMO O DONNA CHE LA BEVE SE AL POSTO DEL CAPELLO UMANO NE’ METTIAMO UNO ANIMALE?-
Questa si che era una domanda difficile, tutti intorno a me avevano trattenuto il fiato, ma non avrebbero vinto, dopotutto mia zia è Hermione Granger e una delle sue storie preferite è quella dove si era trasformata in un mezzo gatto.
-L’UOMO SI TRASFORMERA’ IN UN IBRIDO MEZZO UOMO MEZZO ANIMALE- Scacco matto Malfoy.
La sua espressione era impagabile, il ghigno era scomparso, le mani chiuse in pugno e gli occhi ridotti a fessure.
-MOLTO BENE POTTER- si riprese e afferrò il libro del nostro corso
-APRITE IL LIBRO DI POZIONI A PAGINA 210- Cosa? E’ matto, la scuola è iniziata ieri. Apro il libro e trovo la pozione della verità, era di livello nove ed è forse una delle pozioni più difficili da preparare.
-NON PREOCCUPATEVI- Draco ruppe il silenzio teso che aleggiava tra gli studenti –SO CHE NON E’ LA POZIONE PIU’ FACILE DA PREPARARE ED E’ UN PO’ AVANTI NEL PROGRAMMA … MA ... LO STUDENTE CHE RIUSCIRA’ A COMPLETARLA FARA’ GUADAGNARE 200 PUNTI PER LA SUA CASA-
Il premio era molto ghiotto e una possibilità del genere, per uno studente, era molto importante 
-POTETE COMINCIARE- disse Draco mostrando ancora quel sorriso crudele, quella volta ne ero certa, era indirizzato a me.
I paioli e l’occorrente comparirono davanti a noi e la gara partì. La ricetta era lunga almeno un metro e non sarebbe stata una passeggiata. Se avevo imparato qualcosa in questi anni di pozioni era che a volte dovevo seguire il mio istinto, non sempre ciò che è scritto nei libri risulta giusto.
Passarono i minuti e quando finalmente aggiunsi l’ultimo ingrediente, lacrime di Centauro, la pozione divenne trasparente. Questo mi fece capire che era pronta, la imbottigliai e la misi sulla sua cattedra. Ero la prima a consegnarla e né ero contenta, soddisfatta.
Malfoy mi scrutò con i suoi occhi grigi – OTTIMO SIGNORINA POTTER, L’ASPETTO E’ QUELLO MA FUNZIONERA’ DAVVERO? DIREI DI PROVARLA, ORA NE’ ASSUMERA’ UNA GOCCIA CHE LA COSTRINGERA’ A RISPONDERE AD UNA DOMANDA CHE LE PORRO’- la paura mi pervase, voleva farmi una domanda, la cosa non mi piaceva ma non potevo tirarmi indietro. Presi con la pipetta un po’ di pozione e lasciai cadere una goccia sulla lingua.
Mi sentivo normale.
-ALLORA SIGNORINA POTTER LEI HA MAI PROVATO ODIO VERSO SUO PADRE?- Merlino! Questa era proprio cattiveria allo stato puro. Ma non avevo niente da nascondere o almeno credevo che fosse così.
-SI, PERCHE’ HO PAURA CHE IL SUO PREGIUDIZIO MI IMPEDISCA DI STARE CON LA PERSONA CHE AMO- No, no, no, io non odio mio padre. E’ la pozione a parlare non io.
-MOLTO BENE SIGNORINA, LEI HA APPENA FATTO GUADAGNARE 200 PUNTI ALLA SUA CASA. CONGRATULAZIONI!- Miseriaccia mi aveva fregato, l’unica cosa che speravo era che mio padre non lo venisse a sapere.
Finalmente la lezione finì, cercai di raccattare le mie cose il più veloce possibile.
-POTTER- mi voltai –NON TI PREOCCUPARE – i suoi occhi perfidi luccicarono- IL TUO PAPARINO NON SAPRA’ NIENTE-
Merlino mi sia testimone io quello lo odiavo proprio.
Presi la borsa ed uscii di corsa dal sotterraneo e non mi fermai finché non arrivai in camera dove mi chiusi in bagno.
Piansi per tutto il pomeriggio e quando la sera Rose mi cercò per andare a cenare mi trascinai fuori da quel cantuccio che mi aveva ospitata.
Ero in uno stato pietoso, arrabbiata e con i sensi di colpa.
L’unica certezza che avevo era che non gliela avrei data vinta.
Mai.
 
 
SPAZIO AUTRICE:
Un’altra settimana è passata. Ad Hogwarts solo un giorno e sono a settembre, invece tra i babbani aleggia la festa, siamo in VACANZA!!!!
Ma per non uscire troppo dall'argomento originale ecco gli input di oggi:
1)la nostra coppia prova nuove e più intense emozioni che lì porta ad essere ancora più legati.
2) Draco torna tra le scene e non promette niente di buono. Intrepreterà solo la parte del professore odiato o c'è qualcosa di più?
3) Come vedete la nostra Lily? Sarà la combattente che tutti si aspettano?
Non ci resta altro che continuare a leggere e scoprirlo.
Come sempre liberi di dire la vostra, è sempre utile.
Alla prossima settimana.
Fantasyreader97

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Capitolo 4
*** Tornei e Pezzetti di carta ***


3
12/09
Erano passati dieci giorni dal mio incontro/scontro con Draco Malfoy.
Sfortunatamente lo avevo visto per altre due lezioni. Fortunatamente mi aveva lasciato stare, cosa che comunque non mi faceva sentire per niente al sicuro.
Ero seduta su un divanetto in sala comune a leggere quando Albus comparve alle mie spalle.
-LILY, PAPA’ VUOLE VEDERTI NEL SUO UFFICIO- disse pacato, mentre si toglieva dalla faccia un ciuffo ribelle, che gli ricadde puntualmente un secondo dopo.
-VA BENE AL, GRAZIE- gli risposi sorridendo.
Merlino! Cosa voleva mio padre, sicuramente quella serpe gli aveva spifferato tutto. Come mi sarei giustificata? Cosa mi avrebbe detto lui?  
Dovevo smetterla di farmi tutte queste domande, mi sarei sentita ancora più angosciata e non avrei risolto comunque nulla.
Era meglio fare un respiro profondo, calmarsi e affrontare ciò che mi aspettava.
Raggiunsi il suo ufficio che si trovava dietro l’aula di difesa contro le arti oscure. Quella stanza era tra le mie preferite in tutto il castello, ampia, senza banchi, due grandi librerie e mensole piene di barattoli con all’interno chissà quale creatura, intruglio o medicazione (nel caso Madama Chips fosse troppo lontana, dopo il caso di un certo Thomas Wallaby cui un Augurey* gli aveva staccato un dito durante un’esercitazione, tutti gli insegnanti erano più che convinti che la prudenza non fosse mai troppa e le cure mai troppo tempestive).
Appeso al soffitto c’era lo scheletro di un drago Cornuto della Romania, ho sempre trovato quelle creature molto interessanti ed intriganti. Forse era la capacità di sputare il fuoco, dopotutto è il mio elemento.
Raggiunsi la porta dell’ufficio e bussai.
-AVANTI- la voce di mio padre risuonò da dietro il legno.
-PAPA’, SONO IO, LILY- dissi aprendola.
-LILY, CHE PIACERE VEDERTI, VOLEVO PROPRIO PARLARE CON TE- sorrise, con quel gesto spazzò via tutte le mie preoccupazioni e paure.
-DIMMI TUTTO- replicai a cuor leggero.
-ALLORA, HO PARLATO CON LA PRESIDE MCGRANITT E LEI HA ACCETTATO E APPOGGIATO IL MIO PROGETTO PER GLI STUDENTI CHE FREQUENTANO I DUE ANNI DEI M.A.G.O.-
Gli occhi di Harry luccicarono, qualunque cosa fosse doveva esserne molto orgoglioso.
-SONO FELICE PER TE- risposi sincera.
-QUESTO PROGETTO CONSISTE IN UNA SPECIALIZZAZIONE DELLA MATERIA CHE INSEGNO, E’ MOLTO IMPORTANTE, PERCHE’ DARA’ LA POSSIBILITA’, AGLI STUDENTI PIU’ DOTATI, DI PARTECIPARE AL CAMPIONATO MONDIALE DI DUELLO-.
Questa si che era una splendida notizia, il campionato mondiale per streghe e maghi emergenti, era un evento esclusivo (infatti si poteva gareggiare solo se invitati), vi partecipano studenti di magia di tutto il mondo il che, lo rendeva interessante e pittoresco.
-PAPA’ E’ UNA NOTIZIA FANTASTICA, ASPETTA CHE IL CORPO STUDENTI LO VENGA A SAPERE, SARETE SOMMERSI D’ISCRIZIONI-
-E’ PROPRIO PER QUESTO MOTIVO CHE LA PRESIDE HA CONVENUTO CON ME DI METTERE UN NUMERO CHIUSO E A SELEZIONARE, PRIVATAMENTE, I PARTECIPANTI TRA GLI STUDENTI PIU’ DOTATI. ALLA FINE ABBIAMO DECISO DI CONVOCARE UN ALLIEVO DA OGNI CASA E LA PERSONA SCELTA PER GRIFONDORO SEI TU!-.
Ok. Questa si che era una sorpresa, certo, sapevo che i miei voti erano sempre stati alti e nei G.U.F.O. avevo preso quasi in tutte le materie “ECCEZIONALE” ma non avevo mai pensato di poter essere selezionata per una cosa così importante.
-PAPA’, E’ FANTASTICO, NON VEDO L’ORA!- ero al settimo cielo.
-OTTIMO, SONO CONTENTO CHE L’HAI PRESA CON COSI’ TANTO ENTUSIASMO, CONOSCERAI I TUOI COMPAGNI DI CORSO TRA DUE SETTIMANE, DOPO LE LEZIONI. VERRAI QUI, PER COMINCIARE QUESTA NUOVA AVVENTURA-
-SONO FELICISSIMA E NON VEDO L’ORA DI DIRLO A ROSE- replicai eccitata.
-OK LILY ANCHE SE PREFERIREI AVERE IL TEMPO DI DIRLO A TUTTI I CANDIDATI PRIMA CHE TUTTA LA SCUOLA LO VANGA A SAPERE- replicò lui serio.
-MA PAPA’ ROSE NON E’ “TUTTA LA SCUOLA”-
-CONOSCENDO TUA CUGINA C’E’ IL SERIO RISCHIO CHE ENTRO DOMANI MATTINA LO SAPPIA TUTTO IL CORPO STUDENTI AHAHAHA- rise bonariamente.
-DAI SMETTILA- replicai trattenendo a stento una risata.
Si  alzò dalla sedia e si avvicinò a me –LA MIA BAMBINA- mi porse la mano per condurmi tra le sue braccia –QUANDO CAPIRO’ CHE ORMAI TU SEI GRANDE E NON HAI PIU’ BISOGNO DI ME?-.
Quell’abbraccio mi diede una grande serenità e gioia, lui era mio padre e sapevo che sarebbe sempre stato al mio fianco, allora perché una vocina, in un angolino della mia mente, continuava a chiedermi “Né sei sicura?”.
-PAPA’ IO AVRO’ SEMPRE BISOGNO DI TE-.
Questo lo pensavo davvero.
 
14:30 - 13/09
-LILY CI DOBBIAMO VEDERE- così diceva il messaggio comparso nel libro di “Cura alle Creature Magiche” che Scorp mi aveva appena inviato.
Quella magia era stata un’idea geniale, ogni volta che volevamo comunicare bastava scrivere il messaggio su un pezzo di carta, infilarlo nel libro incantato e nel giro di pochi secondi compariva tra le pagine del tomo gemello.
-ALLE 18:00 NELLA RIMESSA DELLE BARCHE OK?-.
Era un po’ rischioso incontrarci durante le ore diurne ma di solito in quel posto non ci andava mai nessuno, quindi, tanto valeva rischiare.
-OK, CI VEDIAMO DOPO, TI AMO- in quel momento mi accorsi che qualcuno era alle mie spalle.
-ALLORA E’ PER QUESTO CHE TU NON VUOI USCIRE CON ME- disse Robert Picwall, un corvonero del mio anno che mi faceva il filo ormai da più di un anno. Per carità era un bel ragazzo ma non mi ero mai sentita attratta da lui quindi era inutile cominciare qualcosa che sarebbe inevitabilmente finito e poi, anche se in segreto, stavo già insieme a Scorpius.
-E’ DIVERSO ROBERT, IO NON ESCO CON TE PERCHE’ NON VOGLIO-
-AMMETTILO CHE C’E’ UN ALTRO LULU’. CHI E’?-
-PRIMO SMETTILA DI CHIAMERMI COSI’. SECONDO FATTI GLI AFFARI TUOI, RASSEGNATI ALL’IDEA CHE TRA ME E TE NON CI SARA’ MAI NIENTE!-
- LO VEDREMO POTTER, UN GIORNO SARAI MIA E’ UNA PROMESSA-.
Detto questo si voltò per raggiungere il compatto e ordinato gruppo di Corvonero cui era a capo.
Questa scenata era l’ultima dei miei problemi e di certo le sue minacce non mi spaventavano. Dopotutto si trattava si cattive e vuote parole che galleggiavano in aria come bolle di sapone.
Ero determinata a scoppiarle fino alla fine dei miei giorni o, più probabile, della scuola.
 
Finita la lezione andai in camera mia a prendere l’attrezzatura per il Quiddich. Ebbene si, Lily Luna Potter come suo fratello (James), suo padre e suo nonno era la cercatrice dei Grifondoro.
L’unico inconveniente che dopo questa notizia, data durante una cena di famiglia, mio padre non abbia fatto altro che parlare di scope da corsa per tutta la sera insieme allo zio Ron, lo zio Bill, lo zio George e, ovviamente, mia madre (per la felicità mia e di Albus, sarò anche una Potter ma c’è un limite a tutto).
Appena entrai vidi mio fratello Albus avvinghiato a Linda sul letto di lei. Quando mi vide il ragazzo sbarrò gli occhi e si staccò da quel passionale abbraccio.
-TRANQUILLI, FATE PURE, PRENDO L’ATTREZZATURA E ME NE VADO- che situazione imbarazzante, volevo sviarmela il più in fretta possibile.
-NO, NO FAI PURE CON CALMA LILY, TANTO IO ME NE STAVO ANDANDO- Albus era al colmo dall’imbarazzo.
Purtroppo le sorprese per il grifone non erano finite qui.
-EHILA’ RAGAZZE, STAVO ANDANDO IN BIBLIOTECA QUANDO … OH CIAO ALBUS- Rose entrò nella stanza ma si arrestò di colpo –ALBUS SEVERUS POTTER! MI PUOI GENTILMENTE SPIEGARE CHE COSA CI FAI QUI?- la rossa aveva le mani sui fianchi e gli occhi ridotti a fessure (certo che così assomigliava davvero a sua madre Hermione).
-IO E LINDA … CIOE’ NOI … EHM … DEVO ANDARE!- detto questo scappò fuori dalla stanza correndo più veloce della luce, la situazione era troppo comica così non riuscii più a trattenermi dal ridere.
-ROSE NON C’ERA BISOGNO DI SPAVENTARLO IN QUEL MODO, LO SAI CHE AL E’ UN TIPO TIMIDO- disse una Linda scocciata per l’interruzione.
-TRANQUILLA LYN SE CONOSCO ALMENO UN PO’ MIO FRATELLO SONO SICURA CHE TRA QUALCHE ANNO TI PARLERA’ DI NUOVO AHAHAHA- lo so che ero stata un po’ cattivella ma se ogni tanto potevo prendermi la rivincita sui miei fratelli allora non me lo facevo dire due volte.
-LILY SEI PROPRIO MALEFICA, COMUNQUE, STAVO DICENDO CHE ANDANDO IN BIBLIOTECA….-
-SCUSA ROSE MA DEVO SCAPPARE- avevo appena afferrato la scopa stavo per uscire ma….
-…..QUANDO HO INCONTRATO ZABINI CHE ELARGIVA INVITI PER UNA FESTA D’INIZIO ANNO SCOLASTICO FISSATA PER IL 30 DI QUESTO MESE-
-UAO- gridò eccitata Linda –QUESTA SI CHE E’ UNA GRANDE NOTIZIA-
-GIA’, E’ UNA FESTA CLANDESTINA IN MASCHERA, ANDREW- (ovvero Zabini. Da quando Rose lo chiama per nome?!)- HA DETTO CHE SI TERRA’ NELLA STANZA DELLE NECESSITA’ E NON VEDO L’ORA-.
Ammetto che questa notizia era davvero ghiotta ma ero in ritardo così decisi di rimandare le chiacchiere a dopo.
-SCUSATE RAGAZZE MA HO L’ALLENAMENTO E MI DEVO PRECIPITARE ALLO STADIO, VI DISPIACE SE NE RIPARLIAMO DOPO-.
Detto questo corsi via senza aspettare le loro risposte, oggi ad allenarci ci sarebbe stata una fuoriclasse d’eccezione.
 
 
*Augurey: uccello nero, simile ad un corvo, che con il suo canto o lamento può far impazzire le persone (VEDERE SU “GLI ANIMALI FANTASTICI: DOVE TROVARLI” A PAGINA 3)
 
SPAZIO AUTRICE:
E anche il capitolo tre è postato.
ily si sente minacciata da Malfoy che dal canto suo, almeno per ora, non sta facendo niente di discutibile. Poi c'è la questione del torneo. Che nè pensate? Lily sarà all'altezza della situazione? Sono aperte le scommesse :P.
Comunque la vita non gliela potevo rendere troppo semplice, Picwall è il classico ragazzo pieno di se ed è più che intenzionato a conquistarla. E poi c'è la festa d'inizio anno e anche qui le aspettative avranno il loro bel da fare.
Chissà quel che succederà la prossima volta.
Non ci resta altro da fare che supposizioni e aspettare il prossimo capitolo.
Come al solito recensite.
Un saluto.
Fantasyreader97
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Quidditch e Patate arrosto ***


4
 
-BUONGIORNO RAGAZZI E BENVENUTI AL PRIMO ALLENAMENTO DELL’ANNO-. Ginevra Weasley era davanti a noi in groppa alla scopa.
-OGGI CI SARO’ IO AD ALLENARVI E VI MOSTRERO’ QUALCHE TRUCCHETTO CHE IN PARTITA POTREBBE RISULTARE UTILE- mentre parlava ci guardò tutti negli occhi e quando incontrò i miei mi inviò uno sguardo d’intesa.
-MA BANDO ALLE CIANCE, TUTTI IN SELLA E COMINCIAMO-.
L’allenamento fu davvero faticoso, ci fece provare diverse tecniche di volo tra cui il “tornado volante”, non ve la sto a spiegare perché il solo ricordo mi fa venire voglia di vomitare.
Ecco che cosa feci, verso la metà dell’allenamento, arrivai negli spogliatoi appena in tempo per rigettare il pranzo. Mi sciacquai la faccia, che strano, non mi era mai successo di stare così male durante un allenamento. Non me ne preoccupai oltre, mi bagnai ancora un po’ e ritornai in campo.
Non erano passati neanche 20 minuti che mi ritrovai di nuovo in bagno. Mamma mi raggiunse e attraverso lo specchio vidi l’apprensione nei suoi occhi.
-LILY, TESORO, VA TUTTO BENE?- chiese preoccupata.
-SI MAMMA STO BENE, FORSE DEVO SOLO RIABITUARMI A VOLARE- non volevo che fosse preoccupata per me ma credevo che con il mio tono di voce non avrei convinto proprio nessuno.
-SI SARA’ QUELLO- si avvicinò e mi mise una mano sulla fronte –NON HAI LA FEBBRE, BUON SEGNO, MA SI, AVRAI RAGIONE TU, SALIRE SU UNA  SCOPA DOPO UN PO’ DI TEMPO CHE NON SI VOLA PUO’ ESSERE TRAUMATICO-.
Neanche lei sembrava convinta dalla sua stessa tesi, probabilmente il suo istinto di mamma gli intimava di lasciar perdere.
-DIREI CHE PER OGGI E’ MEGLIO CHE LA FINISCI QUI, VAI PURE A CAMBIARTI LILY. DIRO’ AGLI ALTRI CHE NON TI SEI SENTITA BENE E CHE TI HO AUTORIZZATA A FERMARTI-
-OK MAMMA, CI VEDIAMO STASERA A CENA- detto questo mi voltai e tornai vicino al lavandino per bagnarmi ancora un po’ gli occhi.
-A STASERA TESORO- si girò e chiuse la porta del bagno per darmi un po’ di privacy.
Gli spogliatoi erano molto semplici: a destra c’erano le porte che conducevano ai bagni separati, al centro una fila di armadietti dove lasciavamo i vestiti infine a sinistra c’erano delle panchine di quercia.
Dopo essermi seduta su una di esse sollevai le gambe intorpidite e le appoggiai sul legno, lo stesso feci poi con il busto e la testa. Cercai di rilassarmi.
Cosa stava succedendo? Perché ero stata così male?
Quei pensieri non sopravvissero a lungo, infatti, dopo pochi minuti mi travolse una grande stanchezza, non feci nemmeno in tempo a capirlo che mi addormentai.
 
-LILY, LILY?- qualcuno mi stava chiamando ma ero ancora troppo intontita dal sonno, quando aprii gli occhi ci misi qualche secondo a mettere a fuoco il volto davanti a me.
-LILY, VA TUTTO BENE? SONO DRAGONE, LILY?-.
Arthur Connor per tutti conosciuto con il soprannome di Dragone per via del suo tatuaggio sulla schiena. Era la rappresentazione di drago in procinto di sputare fuoco, con le fauci spalancate, la lingua biforcuta che schiocca a contatto con l’aria e gli occhi rossi , maligni e determinati. Nonostante quel tatuaggio facesse parecchia paura Arthur nella realtà era un buontempone serio ma allo stesso tempo con la battuta pronta per quando ce n’era bisogno.
-SI, SI, VA TUTTO BENE … MI SONO APPISOLATA … CHE ORE SONO?-
-E’ QUASI ORA DI CENA, ABBIAMO SOLO 10 MINUTI PER CAMBIARCI, SCUSA SE TE LO CHIEDO MA CHE CI FAI QUI? TUA MADRE AVEVA DETTO CHE ERI TORNATA AL CASTELLO PERCHE’ NON STAVI BENE-.
Cosa? Era tardissimo, non ci potevo credere avevo mancato l’appuntamento con Scorpius. Quasi non risposi alla domanda che mi aveva rivolto Dragone. Era troppo tardi per Merlino!
-GRAZIE PER AVERMI SVEGLIATA DRAGONE, ERO TANTO STANCA QUINDI SONO CROLLATA SULLA PANCHINA, SCUSA MA DEVO ANDARE, CI VEDIAMO A CENA-.
Mi cambiai alla velocità della luce, scappai dallo spogliatoio e corsi fino alla Sala Grande. Quando entrai mi sedetti vicino all’ingresso nel tavolo dei Grifondoro.
Aprii il libro “Cura alle Creature Magiche” e dentro ci trovai almeno una dozzina di biglietti.
-LILY IO SONO QUI, TI ASPETTO- o – LILY PERCHE’ NON RISPONDI AI MIEI MESSAGGI?- sembravano una scala d’emozioni che finiva con la rabbia – ORA BASTA SE NON ARRIVI ENTRO 5 MINUTI IO ME NE VADO-.
Mi salirono le lacrime ma le ricacciai, non era da me piangere per un motivo così stupido. Mi voltai verso il tavolo dei Serpeverde cercandolo con lo sguardo. Quando lo trovai non vidi rabbia nei suoi occhi, anzi, esprimevano paura. Con un gesto della mano gli indicai il libro incantato, lui capì al volo e velocemente tirò fuori carta e penna.
Pochi secondi dopo un bigliettino comparì magicamente nel mio libro.
-LILY FINALMENTE, MI HAI FATTO PREOCCUPARE, E’ TUTTO OK?- presi anche io carta e penna e gli risposi.
-SI TUTTO OK, OGGI L’ALLENAMENTO E’ STATO PARTICOLARMENTE DURO COSI’ QUANDO SONO ANDATA NEGLI SPOGLIATOI MI SONO ADDORMENTATA- non volevo raccontargli del mio malore tanto era stato un momento passeggero, una casualità, perché farlo preoccupare inutilmente.
-AHAHA DORMIGLIONA! NON IMPORTA PER OGGI, TRANQUILLA, CHE NE DIRESTI DI VEDERCI STASERA ALLA TORRE D’ASTRONOMIA?-.
Quel giorno il cielo era stato limpido e soleggiato sarebbe stato bello vedere le stelle.
-VA BENE SCORP, CI VEDIAMO ALLA TORRE A MEZZANOTTE- scritto questo ritirai carta e penna e chiusi il libro.
In quel momento mi accorsi del vociferare generale, la sala era gremita rispetto a qualche minuto prima. Subito dopo l'entrata dei professori la McGranitt augurò a tutti una buona cena e sul tavolo comparvero piatti traboccanti di cibi delizioso.
Sarà stato lo stomaco vuoto o lo sforzo dovuto all’allenamento, fatto sta che quella sera avevo una fame da lupi.
Linda e Rose si sedettero accanto a me e parlavano ancora della festa, come al solito quella più eccitata per questo tipo di eventi era mia cugina.
-LILY DEVI VEDERE IL VESTITO CHE HO DISEGNATO PER LA FESTA. SARA’ FAVOLOSO, HO ANCHE AVUTO QUALCHE IDEA PER IL TUO. GUARDA!-. Mi posò vicino al piatto dei bozzetti di un vestito rosso fuoco impreziosito da particolari pietruzze color nero pece.
-ROSE E’ BELLISSIMO, PER CERTE COSE HAI DAVVERO UN TALENTO- è vero, mia cugina è sempre stata un genio nel campo della moda, peccato che tranne me e la zia Fleur nessuno in famiglia, a quei tempi, appoggiasse veramente la sua passione.
-DAVVERO ROSE DOVRESTI APRIRE UNA BOUTIQUE-
Linda è sempre stata una persona molto gentile, alta, con gli occhi azzurri e i capelli nero corvino. Aveva la stessa età di Rose ma abbiamo legato fin dall’inizio. Sono contenta che Albus si sia innamorato di una persona così bella nell’animo.
-GRAZIE RAGAZZE MA SAPETE COSA NE’ PENSA LE MIA FAMIGLIA. MISERIACCIA. MIA MADRE VUOLE VEDERMI RICOPRIRE UN INCARICO IMPORTANTE AL MINISTERO-
-SI MA ROSE HAI MAI PROVATO A PARLARE CON I TUOI DAVVERO?-.
Linda aveva fatto centro con questa domanda ma Rose non ebbe il tempo di rispondere che il fratello Hugo s’intromise parlando per lei.
-NO, PERCHE’ LEI E’ UNA POVERA PISCIASOTTO- disse ridendo a crepapelle.
-ZITTO LENTICCHIA, COME TI PERMETTI DI CHIAMARMI IN  QUESTO MODO- Rose chiamava spesso suo fratello così per via delle sue lentiggini che erano tante persino per gli standard degli Weasley. Ritornando a mia cugina, Hugo non aveva tutti i torti, la ragazza non voleva fare niente per deludere i genitori e poi, vorrei vedere chi riuscirebbe ad essere all’altezza di due dei salvatori del mondo magico. Certe volte la pressione su Rose era davvero troppa e purtroppo io questo lo comprendevo benissimo.
-SCUSA ROSE, NON VOLEVO OFFENDERTI- rispose il ragazzo mestamente. D’altro canto la rossa sapeva davvero farsi rispettare da suo fratello e non c’era occasione in cui non gli faceva abbassare la cresta.
-VA BENE HUGO NON C’E’ PROBLEMA, ORA SCAPPA, PRIMA CHE CAMBI IDEA. LENTICCHIA- lo disse con il sorriso sulle labbra, quei due sotto sotto si volevano davvero bene. Hugo si voltò e tornò dai suoi amici seduti qualche posto più in la.
-BUONASERA A TUTTI- Albus comparve alle mie spalle con un sorriso raggiante pieno di novità.
-DICCI AL CHE TI SUCCEDE? HAI LO STESSO SORRISO GRANDISSIMO CHE AVEVI IL GIORNO CHE TI HANNO REGALATO IL LIBRO SULLA STORIA DI HOGWARTS- è così ve lo giuro –ILLUMINACI-
-ALLORA, STAVO ANDANDO A TROVARE PAPA’ NEL SUO UFFICIO QUANDO HO ORIGLIATO LA SUA CONVERSAZIONE CON LO ZIO RON, SEMBRA CHE QUEST’ANNO ALCUNI STUDENTI DI HOGWARTS PARTECIPERANNO AL TORNEO MONDIALE DI DUELLO MAGICO- Si, stava sorridendo come quel giorno.
-NON CI POSSO CREDERE!- dissi fingendomi incredula.
-SI E’ PROPRIO COSI’-
-ALBUS SEVERUS POTTER TU HAI DELBERATAMENTE ORIGLIATO LA CONVERSAZIONE DI DUE INSEGNANTI INFRANGENDO VOLONTARIAMENTE LE REGOLE?- replicai scioccata mettendomi teatralmente una mano sulla bocca.
-NO, CIOE’, VOLEVO DIRE SI, MA NON MI HAI ASCOLTATO! E’ FORSE LA COMPETIZIONE PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO DELLA MAGIA- ci schiarimmo tutt’insieme la voce –OK, OK, SECONDA SOLO AL QUIDDICH-. Per quanto noi Potter questo sport ce lo abbiamo nel sangue Al aveva deciso che per lui non sarebbe andata così. Immaginatevi lo shock di mio padre e, soprattutto dello zio Ron.
Ok, ora potete smetterla di ridere.
-SEMBRA UNA COSA MOLTO IMPORTANTE – Linda andò in soccorso di Albus.
-E LO E’! NON VEDO L’ORA CHE APRINO LE ISCRIZIONI PER I COLLOQUI-.
Albus era davvero felice ed io mi sentivo proprio uno straccio, come avrei fatto a spiegarglielo? Dovevo provarci non potevo illuderlo inutilmente.
-ALBUS NON CI SARA’ NESSUNA ISCRIZIONE, NE’ COLLOQUIO- lo dissi di getto senza se e ma, lo dovevo fare per mio fratello.
-PAPA’ QUALCHE GIORNO FA MI HA ESPOSTO IL SUO PROGETTO DI PARTECIPAZIONE AL DUELLO MONDIALE, IL FATTO E’ QUESTO, LUI E LA MCGRANITT HANNO GIA’ DECISO I PARTECIPANTI, UNO PER CASA- vidi la scintilla di speranza nei suoi occhi diventare sempre più fiebile.
-E PER RAPPRESENTARE GRIFONDORO HANNO SCELTO ME- alla fine si spense.
-PERCHE’?- la rabbia era palpabile –PERCHE’ TUTTE LE VOLTE VENGO SURCLASSATO DAI MIEI FRATELLI, PRIMA ERA JAMES, ORA TU, IO NON POSSO VIVERE LA MIA INTERA ESISTENZA ALL’OMBRA DI VOI DUE!- non urlò, parlò con voce calma ma il gelo che trasmetteva mi fece rabbrividire. Detto questo si alzò e se né andò.
-LILY PERCHE’ NON CE LO HAI DETTO PRIMA- Rose ruppe quel silenzio imbarazzante.
-VOLEVO DIRVELO MA MIO PADRE MI AVEVA CONSIGLIATO DI NON FARLO- il che era vero e poi perché dovevo giustificarmi non è che lo avevo scelto io.
-CERTO CHE SI E’ DAVVERO ARRABBIATO, FORSE, DEVO INSEGUIRLO, PARLARE CON LUI …-
-LINDA CALMATI SE CONOSCO MIO FRATELLO SO CHE PROBABILMENTE VUOLE STARE DA SOLO- speravo di averla convinta
-ADESSO IL MIO CONSIGLIO E’ MANGIARE PRIMA CHE SI RAFFREDDI, TRANQUILLI, GLI PASSERA’- presi il piatto e mi servii delle buonissime patate arrosto. Cenammo in silenzio ma non mi turbò più di tanto, ero troppo distratta dal cibo, forse ve l’ho già detto ma quella sera avevo davvero una fame da lupi.


SPAZIO AUTRICE:
Per prima cosa scusatemi davvero per questo ritardo purtroppo ieri non mi è stato possibile inserire il capitolo ma per farmi perdonare questo è un po' più lungo rispetto agli altri.
Questa volta non lascio imput ma spero lo stesso che qualche domanda vi sorga spontanea e non fatevi problemi perchè rispondo volentieri. Finalmente gli eventi cominciano a mettersi in moto, un pezzo per volta, ma tutto acquisirà un senso o una direzione. Prima o poi.
Non mi resta altro che augurarvi buona settimana, invitarvi a recensire questo capitolo e a leggere il prossimo.
Come sempre.
Fantasyreader97
 

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Capitolo 6
*** Chiacchiere e Telescopi ***


5
 
Uscire dalla mia stanza era stato più facile dell’ultima volta. La cena era finita presto e la giornata era stata pesante, quindi, alle 22:30 tutte (pure io) ci eravamo addormentate. Avevo impostato il mio aggeggio babbano, che il nonno mi aveva regalato per Natale. Svoglia… sfeglia …. Sveglia, ecco, così lo aveva chiamato. Però faceva un gran baccano così creai anche due bolle silenziose che misi intorno a Rose e a Linda. Come al solito presi il mantello dell’invisibilità e sgattaiolai fuori.
I corridoi erano deserti, quindi mi misi a correre.
Mi arrestai di colpo, mancava solo una rampa di scale alla mia destinazione ma avevo sentito delle voci.
 
-Tesoro com’è andato l’allenamento con i Grifondoro?- era mio padre ed era insieme alla mamma, allo zio Ron e alla zia Hermione.
-si Ginny racconta, è ancora la squadra più forte di Hogwarts?- chiese lo zio Ron curioso. Anche a distanza di anni un Grifondoro rimane sempre un Grifondoro e da bravo grifone è importante tenersi sempre e comunque aggiornati sul Quiddich.
-Forti … sono forti  gli ho fatto provare due o tre manovre di livello alto e sono riusciti ad eseguirle in modo ottimale ma …-
-ma cosa … Ginny?- Harry assunse un’espressione preoccupata.
-sono preoccupata per Lily, oggi è stata male e non aveva una bella cera-
-perché non l’hai portata da Madama Chips?-
-Harry. Non aveva febbre e diceva che si sentiva meglio e comunque stasera a cena era tornate normale: aveva ripreso colore e ha mangiato. Sarà stato un malessere passeggiero. Niente di cui preoccuparsi ulteriormente-
-Certo e poi Lily è una ragazza tosta. A proposito della cena, che cosa è successo ad Albus?- disse Hermione.
-Io l’ho visto insieme agli altri, sembrava normale- rispose il marito.
-No, l’ho notato anch’io, prima stava parlando con gli altri  e poi senza alcun motivo, a metà della cena,  si è alzato e se n’è andato-.
Certo che a papà non si poteva nascondere proprio niente.
-Chissà che cos’è successo- chiese lo zio Ron incuriosito dalla faccenda.
-Ginny che ne dici se domani mattina facciamo una chiacchierata con i nostri figli?- disse alla mamma, papà.
-Mi sembra un’ottima idea- replicò decisa la rossa.
-Un’altra ottima idea sarebbe andare a dormire, tutto quel cibo mi  sta dando parecchia sonnolenza- disse Ron sbadigliando.
-Fa attenzione Ronny non sei più un ragazzino e io non lo voglio una marito che al posto di camminare rotola-.
Hermione cominciò a ridere di gusto mentre il marito diventava tutto rosso per l’imbarazzo.
-Oh! Non te la prendere Ro-Ron –Ginny parlò imitando la voce di una certa Lavanda Brown. Non l’avevo mai vista ma ogni tanto il suo nome saltava fuori nei pranzi di famiglia alla Tana, cosa che non faceva per niente piacere a Ron che imbarazzato tentava inutilmente di cambiare discorso.
 –Anche Harry potrebbe farti compagnia dopotutto neanche lui ha più diciassette anni- aggiunse la mamma.
-Ehi!- sbottò Harry irritato e tutti scoppiarono a ridere.
-Shhhh ragazzi! Lo sapete che ore sono? Non vorrete mica svegliare l’intero castello?-
-Va bene Hermione-sotuttoio-Granger  andiamo a letto- questa volta fu il turno di Ron, a mettere in imbarazzo la moglie, e con un gesto fulmineo la prese in braccio e la portò via –Buonanotte ragazzi-.
Harry lì guardò sparire dietro la prima curva, poi si rivolse alla moglie e le sorrise.
-Non vorrai farlo anche tu vero?- Ginny sorrise e lo abbracciò.
-E anche se volessi? Di certo non me lo impediresti- detto questo la prese anche lui in braccio –Sarai anche la donna più forte che conosca ma non puoi combattermi- aveva quel sorriso furbetto e il suo sguardo smeraldino risplendevano alla luce delle torce –E perché mai?- Ginny lo guardò negli occhi, gli stessi che l’avevano fatta innamorare tanto tempo prima, quelli a cui aveva detto di si il giorno delle nozze e quelli, che si riempivano di lacrime, quando vedevano per la prima volta uno dei loro figli.
-Perché io ti amo Ginny e niente potrà mai tenermi lontano da te, sarai per sempre il centro del mio mondo- detto questo anche loro si allontanarono nel corridoio per andare a dormire.
Essi ignorarono completamente la mia presenza, visto che il mio aspetto era celato dal mantello, intanto  versai un sacco di lacrime di commozione. Dopo essermi ripresa salii l’ultima rampa per raggiungere Scorpius.
 
-Scorpius dove sei?-.
La stanza era buia, solo la luce fioca della luna rivelava i contorni dei mobili al suo interno.
-Sono qui Lily, vieni sul balcone- seguii la sua voce fuori, dove un firmamento pieno di stelle aspettava solo di essere scoperto.
-Ciao Scorp- lo salutai, era vicino alla ringhiera e alla sua destra c’era un telescopio, un’invenzione babbana che ti permette di guardare più da vicino i fenomeni celesti. Era in funzione, probabilmente mentre mi aspettava aveva voluto dare uno sguardo a quello che è ancora uno dei più grandi misteri: il cielo.
-Ciao Lily- mi ritrovai tra le sue braccia, profumava di vaniglia –mi sei mancata in questi giorni. Come stai?-
-Bene ma raccontami un po’ di te, l’ultima volta non abbiamo parlato molto-.
I ricordi di quella sera fecero di nuovo ingresso nella mia mente.
Dopo qualche minuto di mnemonica magia, anche se mi dispiaceva destarlo dai suoi pensieri, ricominciai a parlare.
-Allora … come sono andate le lezioni con tuo padre?- ero curiosa di sapere come si comportava quell’odioso con suo figlio.
-Bene, papà è bravo ma credo che mi siano piaciute di più le lezioni con tuo padre e tuo zio -
-Non sapevo che difesa contro le arti oscure ti piacesse così tanto-
-Nemmeno io. Prima dei G.U.F.O. non lo sapevo. Poi dopo gli esiti degli esami ho capito di avere un talento per le materia e nell’ultimo anno ho cominciato al futuro. Mi piacerebbe diventare un Auror - i suoi occhi neri luccicarono –Non m’importa cosa né penserà nonno Lucius, tanto non potrebbe comunque farmi niente, gli anno tolto la bacchetta anni fa -.
Lucius Malfoy e sua moglie Narcissa Black in Malfoy erano stati tutti e due privati della bacchetta ed erano costretti a vivere in una casa controllata 24 ore su 24 vicina al Manor, la mitica villa Malfoy. La moglie era stata più fortunata perché gli era concesso uscire dalla proprietà invece Lucius era stato segregato all’interno delle mura per la sua crudeltà e i crimini di guerra.
L’unica eccezione era, una volta al mese, di smaterializzarsi all’interno del Manor per andare a trovare il figlio e famiglia.
-Si, di certo potrà solo maledirti a parole-.
Scoppiammo tutti e due in una risata.
-Lasciamo perdere le maledizioni e piuttosto raccontami tu come ti sono sembrate le lezioni con i nostri genitori?-
-Sono state fantastiche. Sia i miei genitori che gli zii fanno sembrare le materie di studio, anche quelle più noiose, divertenti-
-si è vero! Non mi ero mai divertito tanto a Rune Antiche finchè non è arrivata Hermione Granger. Parlando di altri professori come ti è sembrato mio padre?-  Ahia, ecco la domanda da un milione di galeoni ma la verità era una sola e soprattutto con Scorpius avevo un vincolo morale di sincerità.
-Le ultime lezioni sono andate bene ma nella prima … mi ha davvero torchiata con domande difficili, poi ci ha chiesto di fare la pozione della verità … - insomma avete capito, gli raccontai tutto senza tralasciare niente.
-E’ stato davvero una carogna!- Scorpius avevo chiuso le mani a pugno vicino ai fianchi, era teso ed agitato.
-Ma no, tranquillo, ormai è tutto passato …- provai a mettergli una mano sul braccio ma lui la scansò.
-Non capisci Lily, se mio padre parlasse con il tuo sarebbe finita, ci scoprirebbero! - Si allontanò per andare ad appoggiarsi con entrambi le mani nella ringhiera sulla destra.
-Ci scoprano pure! Sono stufa di nascondermi, io non mi vergogno di dire agli altri che amo un Serpeverde anche se si chiama Malfoy - Ero davvero arrabbiata, delusa ed amareggiata –Se per te invece è un problema allora forse è meglio che io e te non ci vediamo più – mi scioccai delle mie stesse parole ma almeno avevo detto ciò che pensavo.
Tutto cadde nel silenzio, esso diceva più di mille parole –Ah bene, sono contenta che finalmente io e te ci siamo chiariti- mi voltai e mi avviai verso la porta.
-Non puoi lasciarmi così Lils, tu sei tutto per me, non pensare che non m’importi di noi due-
Mi voltai e lo guardai negli occhi.
-Io lo so che t’importa ma tieni di più a te stesso e a ciò che gli altri pensato di te che a noi, al nostro amore. Scusami se sono così egoista da volermi staccare da un amore che mi spezza il cuore ogni volta che ti guardo sapenso come la pensi davvero! - detto questo mi voltai e iniziai a correre senza voltarmi, non mi curai di lui che continuava a gridare il mio nome.
Dovevo andarmene, anzi, volevo correre via da quel casino che mi aveva portato tanta gioia e dolore.
I secondi sembravano passare velocemente, non so come ma mi ritrovai nel bagno della mia camera a piangere lacrime amare.
Era finita.
Lui non era più mio.
Forse.




SPAZIO AUTRICE:
Ciao a tutti. Come sempre un abbraccio a tutti voi anche se in questo momento vorreste ammazzarmi. Vi prego non ho fatto nulla di male, a volte mia piace solo inserire un po' di zizzania ma non è un crimine :(. Ad ogni modo questa storia non può essere tutta "rose e fiori" ogni tanto qualche "spina" va inserita no? E comunque le ragioni di Lily io le trovo più che valide. Voi cosa ne pensate?
All'inizio, invece, incontriamo la vecchia guardia, incontri ravvicinati che sinceramente mi danno un po' di nostalgia ma sono anche felice di rivederli.
Come al solito vi invito a postare qualche parola, andiamo, che vi costa?
L'ultima recensione mi è stata di grande aiuto con la stesura di questo capitolo quindi grazie a rosa di vetro.
Vi auguro un'altra fantastica settimana. 
Fantasyreader97

P.S. E' possibile che per le prossime due settimane fatichi a postare perchè parto. Incrociate le dita affinchè trovi l'agoniato wi-fi :P

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Capitolo 7
*** Duelli e Sorprese ***


Scusatemi, scusatemi, scusatemi, scusatemi per il ritardo. Perdonatemi, ci rivediamo sotto.



26/09
I giorni erano passati come le foglie cha cadono dagli alberi: lentamente ma inevitabilmente.
Avevo da poco cominciato a raccattare i pezzi del mio cuore. In qualche modo ero riuscita ad evitare tutti, durante i pasti mi limitavo a risposte primarie: si, no, non lo so e così via.
Rose era la più instancabile e per quanto mi torturasse con le sue domande io non gli rispondevo, mi alzavo e me ne andavo, semplicemente.
Anche mia madre tentò di parlare con me. Io avevo solo risposto alle domande su Albus  in modo vago ed inconsistente. Anche lei ad un certo punto si arrese.
Vi chiederete che cosa ha fatto Scorpius, la risposta è semplice: si comportato come un Malfoy, orgoglioso e testardo. Quindi non si era fatto sentire cosa che in realtà non mi dispiaceva, credevo che così lo avrei dimenticato più velocemente.
Basta! Meglio cacciare i cattivi pensieri, quel giorno era la data d’inizio del corso avanzato di duello, in vista del campionato mondiale.
Finite le lezioni andai nell’aula di difesa contro le arti oscure, bussai ed entrai.
Dentro c’erano già tutti: mio padre, zio Ron e i miei nuovi compagni di corso che in quel momento mi davano le spalle.
-Buongiorno. Scusate il ritardo ma il professor Paciok voleva che finissimo di piantare la Xenofillia Foltis e mi sono dovuta attardare- buttai la mia borsa vicino alle altre.
-Tranquilla Lily. Ti presento i tuoi compagni di corso: Nevilia Coldish da Tassorosso- era una ragazza piccolina con i capelli biondi, gli occhioni azzurri seminascosti da un paio di grossi occhiali ed un sorriso luminoso.
-Robert Picwall da Corvonero-. Non ci potevo credere pure lì lo dovevo sopportare quel viscido.
-Infine Scorpius Malfoy da Serpeverde- il mio cuore si fermò e si spezzò per la seconda volta. Scorpius era lì davanti a me, anche lui visibilmente sorpreso. Ero riuscita ad evitarlo per tutto questo tempo per poi incontrarlo, con la promessa che ci saremmo visti tutti i pomeriggi, lì.
Se il fato esiste allora ha proprio deciso di divertirsi con me.
-Bene ora che vi siete conosciuti è ora di spiegarvi questo evento futuro- disse lo zio Ron. Era visibilmente su di giri. –Il torneo si dividerà in tre sessioni: le eliminatorie, le semifinali e le finali. Il luogo degli incontri è un segreto e lo si può raggiungere solo tramite passaporta. Ogni fase durerà sei giorni e gli appuntamenti ve lì abbiamo scritti su un foglio informativo che vi lasceremo alla fine della lezione insieme al regolamento - con un cenno verso mio padre lasciò finire il discorso al suo migliore amico che fece un passo avanti.
-Queste lezioni avranno il compito di allenarvi per questo torneo e mireranno l’accrescimento del vostro vocabolario d’incantesimi, il miglioramento dei riflessi da combattimento e la velocità nel lanciare un incantesimo. Detto questo non mi resta altro da dirvi che rimboccarvi le maniche e di sfoderare le bacchette-
-Il vostro obiettivo è disarmare l’avversario, NON UCCIDERLO- Ron ci lanciò uno sguardo severo.
-Oggi vi lasceremo piena libertà, sarà un modo per capire a che punto siete nella vostra istruzione-
-Che né dici Harry, facciamo Corvonero contro Tassorosso e Grifondoro contro Serpeverde?- Disse Ron beffardo. Sta scherzando vero?
–Si Ron mi sembra una buona idea, allora posizionatevi e cominciate-
Con un movimento fluido della bacchetta fece comparire le pedane davanti a noi. Io e Scorpius salimmo su quella più vicina. Quando ci posizionammo lo guardai negli occhi: perché era così difficile per me odiarlo, perché tutte le volte che lo vedevo desideravo solo che lui mi stringesse tra le sue braccia e mi sussurrasse che sarebbe andato tutto bene.
Ma dovevo finirla con i sogni ad occhi aperti, era ora di combattere e di sfogare tutta quella rabbia che avevo dentro. Dopotutto mi aveva deluso. Dovevo fargliela almeno un pochino pagare.
-In posizione, pronti?- urlò lo zio Ron –Via-
-Expelliarmus- gridai cercando di coglierlo di sorpresa.
-Protego, Incendio- scansai il fuoco –Estinguente- era così che voleva comportarsi? Adesso basta fare la gentile –Incarceratus- Scorpius non ebbe il tempo di rispondere che delle corde lo avevano intrappolato e bloccato al suolo. Stavo per gridare l’incantesimo di disarmo quando lo sentii mugugnare –Gambe molli, Finitus incantatem- caddi a terra rumorosamente. No, non poteva battermi in questo modo, lo guardai, stava per gridare Expelliarmus –Arresto momentum- Scorpius si bloccò così da darmi il tempo di alzarmi ma la fattura che mi aveva lanciato era ancora in funzione.
Avevo bisogno di tempo, dovevo inventarmi qualcosa.
Finalmente mi venne un’idea –Expecto patronum- una tigre d’energia bianca uscì dalla mia bacchetta appena in tempo per distrarre Scorpius che si era appena sbloccato.
-Ma che cosa?!?- gli sentii dire prima che il felino lo investisse e cadde a terra. Era il momento.
-Languelingua-. Sentii uno schiocco, la lingua di Scorpius si era attaccata al palato. –Levicorpus-.
Era ora del colpo finale –Expelliarmus-. Non potendo fare magie la sua bacchetta volò nella mia mano.
Era fatta! Avevo vinto! Mi voltai cercando gli occhi di mio padre.
Quando lì trovai vidi la sua espressione stupita –Ben fatto Lily, lo hai battuto in pochi minuti. Mai visto un duello così veloce- Mio padre si schiarì la voce.
-Teniamo anche conto che Malfoy è pure un anno di studi avanti -. Riprese mio zio con un sorriso maligno –Lily che né dici di tirarlo giù-
-Ah! E’ vero- mi voltai e lui era ancora sospeso a mezzaria a testa in giù, il suo viso stava cominciando a diventare rosso pomodoro –Liberacorpus- con un colpo sordo Scorpius colpì il terreno.
Sinceramente aveva avuto quello che si meritava.
Appena si riprese iniziò a mugolare per via della fattura che gli avevo lanciato alla lingua, sciolsi anche quella.
-Era ora!- si lamentò rabbioso.
-Bene ragazzi direi che per oggi va bene così- Intervenne mio padre -Ci vediamo domani alla stessa ora-.
Sia Ron che Harry sembravano a disagio. Non capivo il perchè ma in quel momento poco m'importava.
Raccattai in fretta le mie cose e mentre stavo uscendo mio padre mi toccò la spalla –Lily possiamo parlare?- lo seguii, senza dire niente, nel suo ufficio.
Chiuse la porta, il suo sguardo era molto severo.
-Lily mi puoi dire che cosa ti ha preso? Ti sei completamente isolata per giorni. Tu non sai quanto ci hai fatto preoccupare a me e a tua madre. Poi arrivi oggi, finalmente ti esprimi solo per distruggere un tuo compagno di scuola a duello!-
-Papà scusa se ti ho fatto preoccupare ma ho fatto solo quello che avete chiesto tu e lo zio: duellare e vincere-. Volevo andarmene, l’euforia della vittoria aveva lasciato posto alla tristezza che mi attanagliava lo stomaco. Non mi sentivo bene.
-Ok ma non farlo mai più, ci hai fatto davvero preoccupare. Non sapevamo più che cosa fare. Lo capisci vero?-
-Va bene papà, scusa ma devo andare, Rose mi aspetta -.
Uscii in tutta fretta e tornai in stanza, entrai in bagno e vomitai, di nuovo. Era da diversi giorni che mi succedeva, avevo collegato tutto allo stress delle lezioni e degli allenamenti ma era troppo strano. Prima di quelle ultime settimane per quanto la scuola potesse darmi pensiero non mi era mai capitata una reazione fisica simile. Mi accasciai sul mio letto e cominciai a rimunginarci su.
Cercavo di farmi un elenco mentale di tutte le cose strane che mi erano successe da quando ero rientrata ad Hogwarts: nausea, vomito, stanchezza, avevo dato la colpa di tutto questo agli allenamenti di Quiddich ma qui c’era davvero qualcosa che non andava.
Mi cadde l'occhio sulla sveglia del nonno che segnava anche la data, il 26. Merlino! Avevo pure un ritardo ...
Non sarò mica …
Mi venne da ridere, ma che sciocchezza, non era possibile che fossi incinta. -Incinta- lo dissi ad alta voce e fu come se avessi messo l’ultimo pezzo di un puzzle che nella mia testa cominciò a prendere significato anzi un senso.
-No, no, no, no- non ci potevo credere, ma si, era solo un brutto scherzo, sicuramente.
Dovevo dimostrarmi che ero giunta alla conclusione sbagliata, ci deve essere un modo.
Si, dovevo fare una ricerca in biblioteca.
Avevo ancora un’ora prima dell’appuntamento nella sala grande per la cena.
Il viaggio tra la mia stanza e la biblioteca fu molto frenetico, ero in preda ad un conflitto interno. Da una parte mi dicevo che era tutto una finzione, che non era vero niente, dall’altra continuavo a chiedermi che cosa avrei fatto.
Come glielo avrei detto ai miei genitori, a Rose, a Scorpius.
Avrei continuato gli studi? Se si come? Era un delirio ed io non avevo la più pallida idea di come gestirlo.






SPAZIO AUTRICE: scusatemi ancora per il ritardo ma vi prometto che per recuperare domani posto un altro capitolo. Ritornando a questo mi viene solo da complimentarmi con Lily per essersi presa una piccola vendetta su Scorpius. Se lo meritava giusto? 
Su quello che succede dopo lascio giudicare a voi e spero anche di sentire qualche vostra opinione.
Tanto non vi costa niente scrivere due parole e lo sapete ;) 
A domani
Fantasyreader97
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** Libri e Paure ***


7
 
Entrai come una furia in biblioteca.
Feci così tanto baccano che Madama Pince mi corse dietro per farmi segno di stare in silenzio. Mi nascosi dietro la prima libreria, dovevo calmarmi, feci un respiro profondo e mi rilassai. Qualunque cosa fosse successa l’avrei affrontata a testa alta, con coraggio, come una vera Grifondoro.
Mi voltai a guardare gli scaffali e cercai la sezione dedicata alla medicina magica. Quando la trovai esaminai i diversi tomi che si stanziavano davanti a me, finalmente trovai un testo specifico sull’ostetricia. Sfogliai le diverse pagine del grande libro fino a quando trovai l’incantesimo per la rivelazione di una gravidanza.
Non potevo però provarlo lì, c’erano troppe persone che studiavano e non volevo che i miei dubbi diventassero di dominio pubblico per una mia svista.
Presi l’occorrente dalla mia borsa a tracolla di pelle ed iniziai a copiare il procedimento su un pezzetto di pergamena.
Quando ebbi finito riaprii la borsa per infilarcelo dentro quando una voce mi fece sobbalzare.
-Lily che fai?- Linda era davanti a me con le braccia incrociate sul petto –E a che ti serve un libro di medicina magica?- mi guardava con sospetto.
Cercai di raccogliere le idee –Oh ciao Linda, stavo solo cercando del materiale per una ricerca… -provai ad assumere un tono sorpreso abbastanza convincente.
-Direi che è molto specifica questa ricerca, posso sapere su quale argomento?- tese la mano per prendermi il libro che avevo sulle ginocchia. Prontamente lo afferrai e cercai di resistere ma lei riuscì comunque a strapparmelo dalle dita.
Iniziò ad esaminare il tomo e approfittai della sua disattenzione per infilare nella borsa il biglietto che cadde al suo interno e s’infilò tra le pagine di un libro.
Non ebbi il tempo di capire in quale, Linda rivolse di nuovo lo sguardo su di me –Ostetricia, davvero un bell’argomento- mi restituì il libro     –Scusa. Non sono stata molto gentile con te prima, ma sono preoccupata, è da diverse settimane che ti comporti in modo strano. Così, quando ti ho vista entrare in biblioteca di corsa ho pensato che fosse la cosa giusta accertarmi se stavi bene-. Aveva davvero l’aria preoccupata.
-Non importa Linda, ti capisco. Anche io mi sarei comportata nello stesso modo al tuo posto -
-Se vuoi potremmo andare insieme in Sala Grande ormai è ora di cena-. Come se si fosse svegliato grazie a quelle parole il mio stomaco brontolò.
-Va bene Linda mi hai convinto, andiamo- presi la borsa e m’incamminai insieme a lei dimenticandomi momentaneamente dei miei segreti e problemi.
 
La cena fu uno spasso.
Il tanto tempo passato in solitudine mi aveva fatto dimenticare che cosa fosse ridere e scherzare.
Persino Albus prese parte alla serata, probabilmente non mi aveva ancora perdonato, però rideva di gusto e ogni tanto si voltava per baciare Linda seduta accanto a lui.
Tutto quell’amore nell’aria, più l’odore della salsa piccante di cui si stava strafogando Hugo mi rivoltarono lo stomaco.
Mi alzai in fretta e corsi via nello stupore generale. Arrivai in bagno appena in tempo per rigettare buona parte della cena.
Cercai di sistemarmi, mi sciacquai il viso e mi sistemai i capelli.
In quel momento la porta si spalancò ed entrò Scorpius.
-Che ci fai qui?- gli dissi scocciata –Questo è il bagno delle ragazze e poi mi era sembrato di essere stata chiara, l’ultima volta che abbiamo parlato, sul non volerti più vedere- gli diedi le spalle mentre le mie parole uscivano in piena, spinte dalla rabbia di quelle settimane trascorse a soffrire per colpa sua.
Mi voltai e mi accorsi di quanto fosse rigido, anzi teso, sembrava preoccupato.
-E’ vero?- il suo tono era gelido. Sembrava che nessuna delle mie parole fosse giunta al suo orecchio.
-Vero cosa? Scorpius che vuoi … -non mi diede nemmeno il tempo di finire la frase.
-CHE SEI INCINTA!-. Sembrava che un fulmine avesse appena colpito lo spazio tra noi due. Le sue parole tuonarono incessanti nella mia mente.
-Non lo so- risposi sincera - E poi perché tu fai certe supposizioni- ripresi con tono accusatorio.
-Perché ero in camera mia a farmi glia affari miei, quando ho visto un bigliettino uscire dal mio libro “Cura alle Creature Magiche”. Ecco guarda tu stessa – tirò fuori qualcosa di appallottolato dalla tasca e me lo porse, era un pezzetto di pergamena che mi risultò fin troppo familiare. Con mio rammarico lo aprii e dentro ci trovai l’incantesimo per testare l’esistenza di una gravidanza.
Merlino! Quando Linda mi aveva sorpreso non avevo fatto molta attenzione a dove mettevo il bigliettino.
-Scorpius mi dispiace- Non sapevo cos’altro dire. Alla fine la stanchezza e lo stress degli ultimi giorni, soprattutto di quel giorno ebbero la meglio. Mi salirono le lacrime.
Fu allora che Scorpius mi sorprese stringendomi fra le sue braccia.
-Shhhhh. Non dire così, piuttosto né sei sicura?-.
Non lo disse con preoccupazione. Anzi.
-No. Quando ho copiato l’incantesimo era ormai ora di cena e Linda mia aveva trovato così …. -
-Tranquilla Lily, vuoi che rimanga qui con te o se no me ne vado. Decidi tu-
-Rimani pure. Dopotutto siamo sulla stessa barca -.
Mi sciolsi dal suo abbraccio e mentre continuavo a guardarlo negli occhi sfoderai la bacchetta. Feci passare la punta formando un cerchio sulla mia pancia e infine dissi –Revelat-.
Una luce accecante uscì dalla bacchetta oscurando il resto della stanza. Non sapevo cosa aspettarmi finché un nuovo suono non mi riempì le orecchie.
Era un battito forte e veloce.
Un cuore.
 
-Che pensi di fare?- Scorpius era seduto davanti a me e mi fissava. Dopo aver sentito quel cuore, eliminando ogni dubbio, il ragazzo mi aveva preso la mano e trascinato fino alla torre d’astronomia.
-Non lo so, tu invece che vuoi fare?-
-Neanche io lo so ma di una cosa sono certo, non ti lascerò mai più da sola-.
Quelle parole mi sorpresero.
-Perché ora? Se è solo per la storia del … del …- non riuscivo nemmeno a dirlo.
-Ho avuto molto tempo per pensare Lily. Sono giunto alla conclusione che non voglio perderti, anzi, d’ora in avanti non ti lascerò più-.
Mi sorrise. –Vadano al diavolo i miei, i tuoi, i Serpeverde e i Grifondoro. Questa non è una questione di sangue, casa o famiglia. Questo è amore e alla fine è l’unica cosa che conta davvero-.
Si alzò e mi si avvicinò. –Io ti amo Lils-. Mi prese la testa fra le mani.
–Probabilmente è troppo presto per noi diventare genitori ma no dovremo preoccuparci di niente se staremo insieme-.
Si mosse verso di me e mi baciò.
Sentii il mio cuore ricostruirsi, non era finita tra noi, anzi, era ricominciata come una fenice che risorge dalle ceneri.
Una parola si fece strada nella mia mente, non sapevo da dove arrivasse ma ero certa di non doverla dimenticare.
-PHOENIX- era un bel nome –Se fosse una femmina vorrei che si chiamasse così - feci un sorriso impacciato, sapevo che era ancora troppo presto ma mi era venuto così, di getto.
-Mi sembra perfetto- mi sorrise e mi baciò di nuovo.
Così sugellammo un nuovo inizio che aveva come unica certezza l’amore che provavamo l’una per l’altro.




SPAZIO AUTRICE:
Eccomi qua, come promesso, con un altro capitolo.
Per prima cosa voglio ringraziare Demetra_Asteria_Malfoy e spero di non deludere le sue speranze. Come sempre ribadisco che lasciare due parole non costa niente ;).
Ritornando a noi, in questo capitolo vediamo un ricongiungimento della coppia ma sarà duraturo? Speriamo. Vi dico solo che le sorprese e gli ostacoli per questa coppia non sono finiti e che la strada da percorrere è ancora lunga. Si arriverà mai ad un finale da favola, bé, non vi resta che continuare a leggere per scoprirlo.
A giovedì prossimo.
Fantasyreader97
 

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Capitolo 9
*** Baci rubati e Sorprese ***


8
27/09
La sera precedente ci eravamo lasciati con molte promesse e poche certezze. Avevo passato una notte abbastanza agitata, ancora non riuscivo a capacitarmi di quello che mi stava succedendo.
Avevo paura ma in contemporanea ero felice. Quando la sveglia suonò capii di non aver dormito. Ero la prima ad alzarsi e mi sentivo male. Corsi in bagno, non vi racconto quel che feci tanto lo sapete già. Quando mi ripresi feci la doccia e mi vestii, pronta per andare a fare colazione.
Era ancora molto presto quindi in Sala Grande non c’era molta gente. Mi sistemai nel solito posto, mi servii la colazione e accompagnai il tutto con una lettura leggera, tanto per cominciare bene la giornata.
Rose e Linda comparvero all’entrata più o meno mezz’ora dopo insieme ad un’altra cinquantina di studenti.
Dietro di loro scorsi Scorpius che appena mi individuò mi venne incontro continuando a sorridere.
-Che fai Scorpius?- mimai con le labbra, dovevo avere un’aria interrogativa –Torna indietro prima che qualcuno ti veda- mi alzai.
-Perché?- chiese interrogativo –Dopotutto me lo hai detto tu - mi si avvicinò –Che dovevamo uscire allo scoperto- si stava sporgendo per baciarmi ma io fui più veloce e gli gettai le braccia al collo baciandolo di mia iniziativa. Vidi Rose a pochi metri da me seguita da Albus e Linda ma non mi importava –Ti amo Scorpius- bisbigliai. Ci staccammo l’uno dall’altra e lui si avviò verso il tavolo dei Serpeverde dove scorsi Zabini a bocca aperta.
Non era l’unico in quello stato.
-LILY?!? E’ Scorpius il tuo cavaliere solitario?-.
Rose era senza parole.
-Si è lui- arrossii violentemente.
-Scorpius Malfoy- disse a denti stretti Albus –Spero che tu stia scherzando Lily, come ti permetti d’immischiarti con un Malfoy!- sembrava fuori di se –Mi hai profondamente deluso-.
-Ma come ti permetti! Ma ti sei sentito? Tu non lo conosci ma non hai perso tempo a giudicarlo. No Al, tu non hai problemi con lui ce lì hai con me, quindi smettila di fare il bambino è affrontami- mi ero avvicinata a lui –E’ per via di bambinetti cresciuti come te con questa ignoranza infantile che da più di due anni tenevamo tutto nascosto-
-Allora avreste fatto meglio a continuare così-.
Tra noi due regnava il gelo, io mi sentivo tradita da una delle persone che in tutta la mia vita era stata sempre al mio fianco. Ma non era così, non più.
-Bene! Se la pensi davvero così allora è meglio che io e te non ci consideriamo più fratelli-
-Sei tu quella che ci perdi ex-sorellina- pronunciò l’ultima parola come se fosse un insulto –Ma poi non venire a piangere da me quando quella cacca di troll ti spezzerà il cuore- disse a denti stretti.
-Sono certa che non succederà e anche se dovesse accadere non mi rivolgerei mai ad un bambinone come te, troppo fifone per vivere la propria vita- ero così vicina a lui da sentire il suo respiro in faccia. E’ vero, dovevo alzare gli occhi per incontrare i suoi ma in quel momento la nostra differenza d’altezza non c’era. Avevo la sensazione che con le mie parole stessi torreggiando su quella persona che intanto si faceva sempre più piccola davanti a me.
-Staremo a vedere. Andiamo Linda. Questo non è più il nostro posto-. Distolse lo sguardo smeraldino, si voltò e si allontanò. Linda rimase lì a fissarmi con quegli occhioni azzurri che trapelavano la sua confusione. Non sapeva cosa fare.
-Vai pure Linda, quello che succede tra me e mio fratello non rovinerà la nostra amicizia, giusto? – Le sorrisi mentre in cuor mio speravo che fosse vero.
-Si giusto- rispose vaga –Allora … buona giornata- si sforzò di sorridere, si voltò e raggiunse Albus.
-Tuo fratello quando si comporta così è più stupido di un Ghoul*-. Rose era alle mie spalle.
–Certo  sapere che è Scorpius può essere uno shock, ma la guerra è finita. Dobbiamo smetterla con i dissapori e le incomprensioni. Sono inutili- -
-Parole sante sorella- Hugo si era seduto vicino a noi e stava per addentare una brioches, io e Rose lo guardammo con aria interrogativa.
-Che c’è? Se per una volta la mia cara sorella dice qualcosa di giusto devo farglielo sapere. Ahahahaha-. Rose sbuffò indignata mentre lo trafiggeva con lo sguardo. Il ragazzo non ci fece comunque caso e sentendolo ridere di gusto sorrisi anch’io.
Non erano nemmeno le nove di mattina e già una buona fetta della mia vita era cambiata. Dei rapporti erano mutati e probabilmente avevo perso una persona a me cara.
 
-Ciao mamma come stai?-. Ero andata a trovarla allo stadio. Aveva la divisa da arbitro anche se probabilmente non era felice di indossarla. Aveva giocato per diverso tempo nelle Holyhead Harpies e aveva imparato a non amare quella figura in particolare.
-Ciao Lily! E’ bello vederti- aveva un gran bel sorriso –Sono felice che tu ti sia ripresa dall’ultima nostra conversazione-
-Già è vero- risposi un po’ a disagio al ricordo – Ero un po’ fuori fase. Scusa-
-Non importa- mi strinse in un caldo abbraccio.
-La cosa importante e che tu abbia ritrovato il sorriso. Ora però voglio i particolari sul tuo amore “segreto” - arrossii violentemente –Ah te ne sei accorta-
-Tesoro a scuola i pettegolezzi corrono e ora siete la notizia del giorno. Scorpius e Potter da nemici a più che amici- Aveva recitato l’ultima frase come se fosse il titolo in prima pagina della Gazzetta del Profeta.
-Si … In realtà … non credo di esserne tanto felice-
-Perché tesoro?-
-Perché non voglio essere un fenomeno da baraccone, siamo una coppia come tante altre. Persone che stanno bene quando stanno insieme punto-.
Questo sfogo era dovuto al fatto che tutto il giorno la gente mi avevano guardato in modo strano: chi con astio, odio oppure espressioni che dicevano perché non loro (e qui intendo le ragazze). Insomma mi sentivo come un animale in gabbia.
-Ora la mia unica preoccupazione è come l’ha presa papà-
-Non è molto contento ma solo perché lo hai tenuto nascosto per tutto questo tempo. Di certo non ha dato di matto come Albus-
-Ah … oggi ti sei proprio accorta di tutto-
-Tesoro stamattina tutto il corpo insegnanti era presente durante il vostro screzio-
-Fantastico, ci mancava solo questa!-
-In realtà da come sorrideva la McGranitt mi fa pensare che lei sapesse già da un po’, intendo di te e Scorpius-. Questa si che era una novità.
-Tu invece mamma come l’hai presa?-
-Io voglio la tua felicità piccola mia e non preoccuparti per tuo fratello, gli passerà -
-Lo spero tanto e sono contenta di aver parlato con te-
-Anche io tesoro ma prima che tu vada voglio che tu mi confermi una voce di corridoio: è vero che il 30 c’è una festa “segreta”?-
-Si è vero. Rose sta lavorando sui nostri vestiti da settimane-
-Credo che io e Hermione verremo a farvi visita presto-
-Ok mamma, quando vuoi- l’abbracciai. A volte ancora facevo fatica a ricordarmi che lei era lì tutta per me.
 
Tornai al castello felice di essermi chiarita con mia madre. Sapevo che gli ostacoli non erano ancora finiti. Mio fratello, mio padre, in qualche modo lì avrei affrontati.
In quel momento un brivido mi fece capire chi sarebbe stato l’osso più duro con cui dovevo misurarmi. Dovevo ancora fare i conti con due persone in particolare: Draco e Astoria Malfoy
 
 
 
 
*Ghoul: Assomiglia ad un orco viscido, in genere abita nei solai. Sono creature ingenue e in alcuni casi ringhia in maniera preoccupante contro chiunque s’imbatta. (VEDERE SU “GLI ANIMALI FANTASTICI: DOVE TROVARLI” A PAGINA 26)





SPAZIO AUTRICE: Eccomi qua, un'altra settimana è passata ed è ora di uscire allo scoperto per i nostri due magici amanti. Abbiamo visto la reazione di Albus e Ginny che, purtroppo, sono completamente opposte. Saranno fondate le preoccupazioni di Lily? Come l'avranno presa la notizia i suoi futuri suoceri? Se avete opinioni a riguardo fatemele sapere. 
Alla prossima volta.
Fantasyreader97

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Capitolo 10
*** Ricordi e Feste ***


9
30/09
Era il giorno della festa, tutti a scuola erano in fibrillazione. Rose aveva cucito degli abiti fantastici. Era ora di provare il mio.
-Rose sei sicura che hai preso le misure giuste?-
-Ma che domande fai Lily? Certo te le ho prese lo stesso giorno che ho scoperto della festa non ti ricordi?-. Il vestito lo sentivo stretto all’altezza del ventre, possibile che ero già ingrassata, non tanto, ma abbastanza da togliermi il respiro nel mio attillatissimo vestito.
-Ma si! Sarà la colazione abbondante di prima- cercai di minimizzare sperando che Rose non iniziasse a fare domande.
-Si, forse. Comunque non voglio costringerti a digiunare, quindi … - prese la bacchetta e la fece oscillare davanti al vestito
-Ecco fatto, l’ho allargato un po’- ricominciai a respirare.
-Grazie Rose-
-Di niente cugina-
 
La mamma e la zia ci raggiunsero circa un’ora dopo e anche loro parevano parecchio in fibrillazione.
-Ah, ancora ricordo il mio primo ballo. Era durante il torneo Tre Maghi e ci ero andata con Victor Krum l’ex cercatore della nazionale Bulgara. Che serata!- disse Hermione lasciandosi cullare dai vecchi ricordi.
-Io a quel ballo ci ero andata con Paciock - anche Ginny era nostalgica.
-Cosa?!?  Con il prof. Paciock? Mamma!-
-Che c’è Lily a quei tempi era un ottimo ballerino e tuo padre non mi degnava ancora di un sguardo -
-Ah! Non lo sapevo- dissi mortificata.
-Lily eravamo ancora troppo piccoli e poi non saresti qui se Harry non mi avesse mai degnata di uno sguardo -.
Rose uscì dal bagno con indosso il suo vestito.
Era di un bel color crema con il corpetto stretto e la gonna ampia.
-Rose sei bellissima- Hermione aveva le lacrime agli occhi.
-Sono contenta che ti piaccia mamma-.
Rose era raggiante, il commento di sua madre era per lei una gratificazione sufficiente per tutte le ore passate a confezionarlo.
-Ma chi te lo ha fatto? Devi aver speso una fortuna-
-In realtà ho pagato solo la stoffa, Poi seguendo un bozzetto che avevo preparato e con l’ausilio della magia l’ho cucito-
-Tesoro lo hai fatto tu? Quando dicevi che disegnavi non pensavo a questi livelli. Rose hai un talento davvero speciale-.
Tutti i dubbi di Rose dovevano essere sfumati perché finalmente rivelò alla madre il suo più grande sogno.
-Mamma quando avrò finito la scuola voglio entrare nell’accademia magica di moda- prese un bel respiro –Lo so che non è proprio quello che avevi sperato per me ma è il mio sogno da quando ero piccola - Hermione si alzò e prese la figlia tra le braccia facendo attenzione a non sgualcire il vestito.
-Tesoro per molto tempo ho pensato che le nostre scelte devono essere dettate dalla testa … ma … Da quando Ron ha confessato di amarmi e quando siete nati tu e tuo fratello ho capito che  è il cuore a dettare la via. Quindi Rose ora te lo chiedo seriamente che cosa dice il tuo cuore?-
-Che è la strada giusta-
-Allora niente e nessuno ti potrà fermare. Vai bambina mia, scrivi il tuo destino con le tue mani -
-Grazie mamma-. Si strinsero in un tenerissimo abbraccio. Io e mamma assistemmo a quella scena e non feci a meno di pensare a quando un giorno toccherà a me guidare quella creaturina, che cresceva nel mio ventre, nel mondo ed insegnargli a scegliere la sua strada quando sarà arrivato il suo momento. Lo avrei fatto e con tutta me stessa.
 
La festa era alle nove nel quarto piano.
La stanza delle necessità si era proprio superata, i colori predominanti erano l’argento e l’oro. C’era una pista da ballo con DJ, luci stroboscopiche al centro. Sulla sinistra c’erano dei divanetti e delle poltrone dall’aria molto comoda infine a destra c’era un bar con dei tavolini dove potersi fermare a magiare. Il baretto sembrava ben fornito e c’era persino il barista.
Aspetta un momento è mio padre e il DJ è lo zio Ron.
Io e Rose eravamo ancora sulla soglia a contemplare quello spettacolo quando qualcuno comparì alle nostre spalle.
-Sono davvero contento che stasera due ragazze così belle mi abbiano fatto l’onore della loro presenza - Edward Zabini ci sorrise e prese la mano di Rose.
-énchanté- e gliela baciò –Mademoiselle-.
La faccia di Rose era diventata rossa quanto i suoi capelli.
-Edward, non devi… -
-Perché mai mia cara? Dopotutto sei così così bella. Puoi farmi l’onore di un ballo?- detto questo gli offrì il braccio. Insieme si allontanarono verso il centro della sala. Indossai la mia maschera, anch’essa rossa come il vestito.
-Buonasera signorina- una figura in smoking mi si parò davanti
-Lo so che non mi conosci qui nella vita reale  ma devi ammetterlo: io e te ci siamo già incontrati nei tuoi sogni - lo riconobbi subito, anche se aveva la maschera, i suoi occhi neri erano inconfondibili.
-Va bene messere, e se anche fosse vero non posso assecondarvi perché sto aspettando un’altra persona- il ragazzo si guardò intorno
–Io qui non vedo nessuno che né dite di rischiare e di concedermi questo ballo -
-Accetto di buon grado e – gli sussurrai all’orecchio –se sarai abbastanza bravo potrei anche darti un bacio-
-EHI!- disse lui offeso. Accorgendosi di essere uscito dal personaggio cominciò a ridere.
-Prima d’iniziare volevo solo darti questo- dalla tasca dei pantaloni tirò fuori un piccolo cofanetto in pelle nera. Lo aprii e dentro trovai un ciondolo d’oro a forma di cuore.
Quando lo toccai comparve una scritta in nero “PER SEMPRE TUO”.
-Ti piace?- era un po’ agitato.
-Scorpius è bellissimo- avevo le lacrime agli occhi.
-Questo è il mio pegno d’amore per te, per noi – si avvicinò e sussurrò –e per lui o lei – sorrisi.
-E’ incantato. Tutte le volte che avrai bisogno di me il ciondolo farà scaldare il mio ed io sarò con te - tirò fuori dalla camicia una collanina semplice con un medaglione anch’esso dorato.
-Te l’avevo detto Lils non permetterò a nessuno di separarci o di farti del male -
-Ne sono sicura Scorp e ti amo proprio per questo- mi sollevai sulle punte e lo baciai sulla guancia.
-Bene ora andiamo. Stasera ho proprio voglia di ballare-.
Mi prese la mano e ci avviammo verso la pista da ballo.
 
Ballammo lenti e veloci e per tutto il tempo non ci staccammo un attimo l’uno dall’altra.
Ad un certo punto mi congedai per una pausa cipria e andai in bagno.
Dentro trovai Rose che si stava rimettendo il rossetto.
-Allora come va con “Edward”?- altro che un ballo quei due erano stati vicini per tutto il tempo.
-Bene è fantastico, mi sto davvero divertendo- le sue guance s’imporporarono.
-E lui? Com’è?-
-Lui è intelligente, simpatico, divertente e molto carino- si aveva ragione.
-Direi che ti sei innamorata!- dissi scherzosamente.
-Ma va Lily ci stiamo solo conoscendo, se dovrà succedere lo vedremo solo più avanti-
-Ok cuginetta- gli dissi sorridendo.
Eravamo da sole in quel bagno.
In quel momento sentimmo un gorgoglio, come se tutta l’acqua si stesse concentrando in qualche punto dietro la parete.
Successe in un attimo, i rubinetti saltarono e l’acqua si riversò nella stanza.
 
Io e Rose eravamo bloccate. No, non era possibile.
Avevo paura e tentai di urlare ma sembrava che nessuno fuori mi sentisse. L’acqua ci arrivava già alla vita. Tentammo di arrivare alla porta ma era bloccata. Cosa potevo fare?
-Non voglio morire!- urlò Rose in preda al panico.
Ora l’aria la potevamo trovare solo nuotando verso l’alto.
Pensa, Lily, pensa. Non avevo idee, soluzioni.
Sapevo solo che dovevo lottare.
Per Scorpius e per quella vita che ancora non conoscevo ma che sentivo dentro di me e che amavo.
Il ciondolo. Merlino! Come avevo fatto a non pensarci.
Ormai l’aria era finita e prima che tutto diventasse nero sfregai con forza la collana desiderando con tutte le mie forze che lui fosse lì con me.
Svenni.
 
Ombre.
Nient’altro che ombre.
Sono morta? Non lo so.
Rose? Dov’è?
-ROSE- urlai.
-Lily- una figura comparve davanti a me.
-Chi sei?- era una donna con i capelli rossi e gli occhi verdi.
-Lily devi tornare indietro-
-Perché indietro? Dove mi trovo?-
-Questo non è un luogo per i vivi-
-Vivi? Quindi tu… -.
Si sentì un rumore in lontananza.
-Non abbiamo molto tempo. Lily devi fare attenzione, non tutto è ciò che sembra -.
La sua voce intanto sfumava fino a diventare un sussurro.
-No aspetta- allungai la mano per toccarla ma le mie dita non trovarono niente.
Niente.
 
 
 
 
SPAZIO AUTRICE: E con questo finale incerto vi devo salutare. Purtroppo per le prossime tre settimane non mi sarà possibile aggiornare la storia ma state tranquilli quando tornerò lì inserirò nel giro di pochi giorni. Lo so che mi vorreste ammazzare perché vi lascio così sulle spine ma credetemi non l’ho fatto apposta. Comunque se avete qualcosa da dire o da commentare come al solito siete liberi di scrivere un recensione anche minuscola. Lo sapete che mi interessa ciò che pensate e se riesco a trovare del wi-fi cercherò anche di rispondervi.
Buone vacanze.
Fantasyreader97
 

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Capitolo 11
*** Risvegli e Dubbi ***


Sono tornata :) 
Contenti di sentirmi, finalmente avremo i nuovi sviluppi della vicenda.
Buona lettura
 




10
1/10
-Lily, ritorna da me Lily-
Ero in uno stato di semi coscienza, credevo sentire la voce del mio ragazzo o forse me lo stavo immaginando. Forse c’era qualcun altro lì con lui: mia madre. Non lo sapevo.
L’oblio mi riavvolge come una nebbia oscura.
Buio.
 
Aprii gli occhi ed incontrai quelli di Scorpius.
-Scorpius?- mugugnai, mi sentivo stanca e avevo la bocca impastata. Acqua, avevo bisogno di acqua.
-Lily sei sveglia!- disse trattenendo a stento la felicità.
-Ho sete- si sporse su di me e mi aiutò a bere qualche sorso.
-Scorpius cosa è successo?- ora che stavo meglio avevo bisogno di risposte e solo lui poteva darmele.
-Durante la festa di ieri sera, mentre tu e Rose eravate in bagno, sono scoppiate le tubature. La stanza si è completamente allagata impedendovi di uscire. Quando io ed Edward ce ne siamo accorti vi abbiamo trovate entrambe svenute- i ricordi della sera precedente mi travolsero, il panico, l’acqua, il bisogno d’aria, il senso d’impotenza di fronte al pericolo.
Indicò qualcosa alla mia destra. Rose era lì vicino a me e ai piedi del letto c’era Edward che la guardava con apprensione. “Altro che conoscenti” pesai.
-Rose- bisbigliai agitata.
-Lily non ti affaticare, va tutto bene. I tuoi genitori stanno arrivando-
Scorpius mi accarezzò la guancia.
-Finalmente anche la signorina Potter si è svegliata-.
Madama Chips entrò nella stanza  seguita dai miei genitori e gli zii.
-Tesoro!- gridarono all’unisono Hermione e Ginny mentre si avvicinavano ai nostri letti.
-Ho già fatto gli opportuni controlli sulle due giovani. La signorine stanno bene anche se la signorina Potter ha la pressione un po’ più alta del normale ma molto probabilmente è dovuta allo shock quindi niente di cui allarmarsi- disse risoluta.
-Grazie al cielo- sussurrò Ginny.
-Per oggi rimarranno qui ma già per la notte potranno tornare del loro dormitorio. Credo che sia tutto ma se avete bisogno di me chiamatemi e sarò subito da voi- si girò e se né andò, scomparendo dietro la porta di un’altra stanza.
-Com’è potuto succedere?- Ron era molto agitato.
-Abbiamo provato ad aprire la porta, ad urlare ma nessuno ci ha sentito-. I ricordi e le sensazioni della sera prima continuavano a perseguitarmi: la paura, il senso d’impotenza, l’acqua che ci sommergeva.
-Meno male che Scorpius se n’è accorto della vostra assenza, non voglio pensare che cosa sarebbe successo  … - Ginny si mise le mani sul volto.
-Tranquilla Gin troveremo il colpevole- Harry si era avvicinato alla moglie e gli aveva messo una mano sulla spalla.
-Hai già qualcuno in mente?- Hermione spostò la sua attenzione dalla figlia all’amico.
-No ma sono sicuro che non sia un caso: le tubature che scoppiano, la porta bloccata e la stanza insonorizzata. Chiunque ci sia dietro non voleva che chi fosse nella stanza sopravvivesse-. Dopo tanti anni passati a lavorare come auror era automatico per lui farsi un quadro generale delle situazioni e seguire il proprio istinto se c’era qualcosa che non quadrava.
-Ma chi potrebbe essere stato?- Hermione ricordava troppo bene quel genere di “incidenti”.
Tutte le volte che succedeva qualcosa, quand’era studentessa, sapeva benissimo che c’era dietro Voldemort o un suo seguace.
Ora però non c’era più, lo avevano sconfitto 26 anni prima. Chi era la nuova oscurità che minacciava la sua famiglia. Non sopportava l’idea di ricominciare da capo quel dolore intramontabile che era la guerra.
-Calma ragazzi. Direi che le nostre figlie hanno bisogno di riposo e poi sono quasi le nove. Le lezioni iniziano tra poco. E’ meglio che andiamo-. Lo zio Ron si avvicinò alla moglie e gli prese la mano per condurla fuori. Anche papà e mamma si incamminarono verso la porta. Zabini guardò ancora una volta Rose per poi seguire gli adulti.
-Tornerò a trovarti dopo le lezioni, ti prego riposati- Scorpius si avvicinò e mi baciò sulla fronte –A dopo Lils-
-A dopo Scorp-.
Anche lui si allontanò insieme agli altri.
Quando la porta si chiuse nella stanza calò un innaturale silenzio.
Perché qualcuno doveva averci preso di mira?
Forse era uno scherzo stupido finito male?
E poi chi era quella donna? Era così familiare….
Tante domande vorticavano alla rinfusa nella mia testa. Non c’erano spiegazioni plausibili che mi facessero spiegare gli avvenimenti di poche ore prima ….
-Lily tu la pensi come loro?- Rose si era girata verso di me.
-Non lo so Rose, in realtà sono troppo stanca per pensarci adesso. Forse è meglio dormire un po’-. Avevo le palpebre pesanti e prima di abbandonarmi tra le braccia di Morfeo sentii mia cugina sussurrare un “ok” e da lì fu l’oblio.
 
 
 
 
 
 
 
SPAZIO AUTRICE:
Bene per tutti quelli che fino ad adesso hanno trattenuto il fiato per la nostra protagonista, ora potete respirare. Tranquilli LILY NON E’ MORTA (almeno non oggi …. naah scherzo! .... Forse? ) e anche Rose è sana e salva.
Le cose si complicano, nuovi problemi si affacciano sulla vita di questa giovane donna. Come lì affronterà? Non vi resta che continuare a leggere per scoprirlo.
Come sempre sono a vostra completa dimostrazione per dubbi, domante e critiche (anche quelle servono per crescere).
E vista la mia assenza prolungata domani posterò il capitolo successivo.
 
Buona giornata ;) 
Fantasyreader97
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 12
*** Dubbi e Cercatori ***


11
25/11
Sono passati due mesi dall’incidente alla festa.
Papà ha svolto delle indagini ma alla fine non è riuscito a scoprire nulla. La paura dei primi giorni, ben presto, aveva lasciato lo spazio alla quotidianità.
Seguivo le lezioni, andavo agli allenamenti di Quiddich e passavo il tardo pomeriggio a duellare in vista del campionato mondiale. Alla fine della giornata, dopo cena, arrivava il mio momento della giornata preferito. Andavo alla torre d’astronomia per passare un po’ di tempo con il mio ragazzo.
-Lils c’è una cosa di cui vorrei parlarti- disse serio quella sera.
-Aspetta Scorp prima vorrei farti vedere una cosa-.
Alzai la maglietta mettendo a nudo il mio ventre da cui si notava una lieve ma inequivocabile sporgenza.
-Non pensi anche tu che sia strano e allo stesso tempo incredibile?- gli domandai emozionata.
Mi brillavano gli occhi, per quanto la situazione fosse “strana”, ero radiosa, felice, ogni cellula del mio corpo sprizzava energia e vitalità.
-Si è davvero incredibile- rispose con un sorriso quasi forzato. Sembrava giù di tono, pensieroso e a tratti persino distaccato.
-Lils ho bisogno che tu ora mi ascolti appena avrò finito potrai dire la tua, siamo intesi?-
-Ok-.
Aggrottai la fronte, non riuscivo a capire che cosa gli stava passando per la testa.
-Per prima cosa vorrei che tu lasciassi il Quiddich! Capisco che è una richiesta che non ho il diritto di farti ma non voglio che voi due corriate pericoli inutili. Lily, pensaci e se tu cadessi dalla scopa?!
Secondo, il torneo mondiale. Non ti chiederò di lasciare anche quello ma almeno di fare un po’ più attenzione, davvero, a volte sei troppo spericolata.
 
Terzo, ho trovato una soluzione per la tua troppa … come posso dirlo …. visibilità - indicò la mia pancia –Sta cominciando a vedersi il che è meraviglioso ma non ci rende la vita facile nel nasconderla. Ti ricordi che tua zia su tutte le borse ha lanciato quell’incantesimo estensivo? E se lo lanciassimo sui tuoi vestiti, in quella zona? Dovrebbe funzionare e farebbe scomparire il passare dei mesi.
Quarto ed ultimo punto, ed è anche il più difficile, dobbiamo dirlo a qualcuno. Mi sono documentato, in teoria, tu dovresti fare un controllo tra pochi giorni per vedere se va tutto bene. Lils ci serve per forza un esperto, un medimago-.
Per quanto la sua voce fosse calma i suoi occhi urlavano l’apprensione che aveva nei miei confronti. Feci un passo avanti, presi le sue mani e le appoggiai sul mio volto.
-Ehi, io sono qui. Non devi affrontare tutto questo da solo. Non te lo ricordi più? Ci siamo promessi che avremmo affrontato questa cosa, se la possiamo definire così, insieme. Capito? Per il Quiddich ti devo chiedere di pazientare ancora un attimo, lo sai che tra due giorni c’è la prima partita. Giocherò solo questa e poi dirò a Dragone che non posso più seguire gli allenamenti. Mi inventerò qualcosa e sono certa che capirà. Anche per il campionato mondiale puoi stare certo che farò più attenzione. Per quanto riguarda l’incantesimo devo darti una brutta notizia, non l’hai notato ma l’ho già fatto, quindi, problema risolto. Infine i controlli ho pensato che potremmo sfruttare le vacanze di Natale, che saranno tra meno di un mese, per fare una visitina in un ospedale babbano così non dovremo dirlo a nessuno che conosciamo. Non ancora - gli sorrisi –Visto? Tutto risolto-
-Come farei senza di te Lils-
-Non lo so. Dimmelo tu … Dopo che me ne sarò andata-.
Cominciai a correre lontano da lui ridendo. Ci mise poco a raggiungermi e mi ritrovai fra le sue braccia, avvolta dal profumo di vaniglia.
-No mia cara non mi scapperai così facilmente, ora che ti ho trovata stai certa che non ti lascerò mai più -.
Gli misi le braccia intorno al collo e le nostre labbra s’incontrarono. Sapevo che lui era il mio pilastro, che mi sosteneva anche nei giorni più bui, come io ero suo. Eravamo in equilibrio perfetto e in quel momento era tutto quello di cui avevamo bisogno.
 
27/11
-Bene ragazzi, oggi ci scontreremo contro i Serpeverde- Dragone parlava risoluto, aveva sempre una calma invidiabile prima delle partite, ciò infondeva sicurezza e coraggio alla squadra.
-I loro battitori sono quelli dell’anno scorso quindi fate attenzione ai bolidi e non fatevi colpire, lo sapete che giocano sempre ai confini della scorrettezza. Anche il cercatore è sempre lo stesso quindi sono sicuro che la nostra Lily gli farà mangiare la polvere. Per noi cacciatori invece l’avviso è sempre lo stesso: dobbiamo riuscire a fregare Malfoy. Sappiamo tutti che è un grande portiere, anche se ci costa ammetterlo, quindi dobbiamo fare di tutto affinchè la Pluffa superi gli anelli. Hugo come portiere devi fare attenzione al loro trio di cacciatori, sembra che abbiano sostituito un giocatore e non so chi è. Mi sembra di aver detto tutto. Impegnatevi e siate più veloci del vento. Buona fortuna ragazzi-.
Tese il braccio verso il centro del cerchio.
-CHI SIAMO NOI?- urlò.
-I GRIFONDORO- rispondemmo all’unisono.
-E CHE COSA FAREMO?- ribatté.
-VINCEREMO!- urlammo.
-ALLORA ANDIAMO A VINCERE!-
-SIIIII!- ci precipitammo compatti nel tunnel che portava all’ingresso dello stadio per i giocatori.
Quando finalmente raggiungemmo l’esterno ci accorgemmo di una nuova difficoltà.
Pioggia. Tanta pioggia.
Così forte che neanche le coperture magiche, che i professori avevano evocato sugli spalti, potevano contenerla tutta.
Oggi sarebbe stata dura.
Parecchio.
 
Il vento ululava e fischiava.
Anche se avevo gli occhiali protettivi, la visibilità era ridotta a qualche metro. Rischiai più volte di finire contro un bolide, fortunatamente riuscivo a scansarmi ma per il rotto della cuffia.
La mia preoccupazione era alle stelle. Scorpius aveva ragione, che stupida ero stata a pensare che me la sarei cavata.
Ormai non avevo più tempo per i “se” e per i “ma”, dovevo trovare il boccino, subito.
La partita era iniziata già un’ora fa, i Serpeverde comandavano 100 a 30. Le paure di Dragone erano fondate: il nuovo trio di cercatori era formidabile per non parlare poi del portiere.
Tutte le volte che siamo riusciti a segnare era perché lui veniva distratto da me che rischiavo di rompermi l’osso del collo.
“Mi sa che dopo Scorp mi farà una bella ramanzina” stavo pensando quando notai un riflesso dorato dietro la porta delle serpi. Eccolo.
Mi buttai in picchiata certa di riuscire a prenderlo prima del cacciatore dell’altra squadra che, per la cronaca, era una schiappa colossale.
Il boccino ormai svolazzava a pochi metri da me. Stavo allungando la mano per prenderlo quando la mia scopa impazzì.
Non riuscivo più a controllarla, ero nel panico. L’unica cosa che riuscivo a fare era stringermi più forte al manico nella speranza e desiderio che si fermasse. Ero completamente bloccata.
Gli spalti si erano ammutoliti di colpo.
Pensai di tirare fuori la bacchetta ma quando allungai la mano per prenderla, dalla tasca, la scopa mi disarcionò ed iniziai una caduta di più di 30 metri.
Era stano come tutto in quel momento fosse rallentato: le voci, i giocatori, le sfere, il che mi dava anche un senso di pace.
Strano vero?
Allora è così che sarebbe finita?
Lily Luna Potter muore per “sfracellamento” lasciando famiglia e ragazzo a pezzi? Beh, per lo meno scopriranno la verità anche se in questo modo non finirà solo la mia vita ma anche quella di mio figlio.
Figlio. Non lo avevo ancora chiamato così, forse perché ancora non lo ritenevo così presente ma adesso non potrò più conoscerlo.
Dolore. Ecco che cosa provavo sapendo di abbandonare tutto e tutti ….. Aspetta! Ma che sta succedendo? Sono a pochi metri da terra ma non sto cadendo. Che succede … l’oblio mi travolse.
 
Ombre.
Nient’altro che ombre.
-Sono di nuovo qui- dissi con un filo di voce.
La donna con i capelli rossi e gli occhi verdi comparve alle mie spalle.
-Lily- mi voltai. Stava piangendo –Che cosa hai fatto- singhiozzò. Era a pezzi.
-Sono morta?- chiesi intimorita da quella eventualità.
-No, non ancora ma se non farai attenzione lo sarai molto presto-
-Allora che ci faccio qui? E dove sono?-
-Non c’è tempo Lily torna dalla tua famiglia hanno bisogno di te-
-Ma come faccio a tornare?-
-Oh lo vedrai- un nuovo suono raggiunse quel luogo, un rimbombo, no aspetta, sono delle voci. Sembra papà, mi sta chiamando. Una luce accecante si avvicina. Sta per inghiottirci.
-Oh figlio mio- era poco più che un bisbiglio ma sufficiente affinché lo sentissi. Non riuscivo più a tenere gli occhi aperti.
-Nonna?!-. Lì riaprii nel tentativo di cercarla ma non c’era più.
Non c’era niente.
 

SPAZIO AUTRICE:
Un altro giorno, un altro capitolo, un altro casino ….
Finalmente scopriamo l’identità della donna dai capelli rossi (anche se sono strasicura che la maggior parte di voi aveva già capito al primo incontro di chi si trattava).
Passano i mesi e i problemi per Lily non finiscono. Chi ci sarà dietro questi incidenti misteriosi?
E voi cosa ne pensate?
Sempre un saluto
Fantasyreader97
 
 
 
 
 

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Capitolo 13
*** Domande e Deduzioni ***


12
30/11
-Nonna- mugugnai.
-Lily!- mio padre si avvicinò a me e mi strinse la mano.
-Tesoro finalmente ti sei svegliata-
-Dove sono?- ero confusa, era tutto buio ed il bagliore sprigionato dalla sua bacchetta non mi faceva vedere oltre il suo viso.
-In infermeria. Ad Hogwarts-
-La partita … la scopa è impazzita … e … sono caduta- nella mia mente tutti i miei ricordi erano come se nascosti da una fitta nebbia.
-Si lo so tesoro lo abbiamo visto tutti. Sei caduta da un’altezza di almeno 20 metri-
-Non capisco … ero in caduta libera, come ho fatto a salvarmi?-
-Questo è un mistero anche per noi. Un attimo prima stavi cadendo e quando mancavano pochi metri ti sei arrestata di colpo. Mi sono immediatamente materializzato vicino a te. Sei svenuta. Ti abbiamo portato con urgenza in infermeria e sono tre giorni che aspettiamo il tuo risveglio. Madama Chips ha detto che non c’erano spiegazioni cliniche al tuo stato d’incoscienza e che l’unica cosa che potevamo fare era aspettare-
-Ancora non capisco papà-
-Lily non sappiamo come, forse non lo sapremo mai, in qualche modo tu ti sei salvata da sola!-
-Da sola?! Ma papà che magia avrei mai utilizzato?-
-Questa è l’incognita tesoro mio ma sono sicuro che era molto potente. Ora riposati. Né riparliamo domani mattina- mi baciò teneramente sulla fronte –Io starò qui vicino a te. Se hai bisogno di qualunque cosa ti basterà chiamarmi- annuii, lui sorrise e si stese nel lettino vicino al mio.
La luce fioca della bacchetta si spense.
 
 
1/12
Ero stata dimessa l’ora prima con l’ordine di non seguire nessuna lezione e di riposarmi. Andai in Sala Grande per il pranzo.
Tutti gli occhi erano su di me. Non potevo sentirmi più in imbarazzo.
Cercai di muovermi in fretta e mi confusi in mezzo ai miei compagni grifoni.
-Lily tutto bene?- Rose mi guardava con i suoi occhi nocciola carichi d’apprensione.
-Si, papà mi ha raccontato che è stata una bella caduta-
-Bella?! Io direi epica!- Hugo più che preoccupato sembrava esaltato.
-Hugo smettila non sei divertente! Comunque Lily è stato terrificante! Per un momento ho pensato al peggio… - aveva le lacrime agli occhi e stava iniziando a singhiozzare.
-Non fare così Rose. Io sono qui, basta cattivi pensieri e poi lo sai che io non morirò prima di aver visto sfilare le tue creazioni- le feci l’occhiolino e sorrisi.
-Davvero?- tirò rumorosamente su con il naso.
-Certo, immagina: “ROSE WEASLEY LA MIGLIOR STILISTA DEL MONDO MAGICO”-
-Suona bene- ammise lei sorridendo.
-Certo che suona bene ed io sarò lì ad applaudire ogni tuo successo- fortunatamente la piccola crisi di nervi di Rose passò sotto lo sguardo incredulo di Hugo che aveva già preparato il fazzoletto per la sorella.
-Lily stai bene?- Linda era comparsa vicino a me.
-Si Linda sto bene, sono qui e intendo restarci. Tanto per cambiare discorso come sta mio fratello?-
Linda fece un sospiro.
-Come sempre. E’ ancora arrabbiato per la storia tra te e Scorpius Malfoy ma dopo il tuo incidente credo che qualcosa sia cambiato. Forse un giorno tornerà sui suoi passi  anche se credo che questo non succederà molto presto. Scusate ma è meglio che torni da lui. Ci vediamo dopo in camera - si alzò e se né andò, lasciando posto a Dragone.
-Ehi Lily come va?-
-Smettetela di chiedermelo tutti, STO BENE OK?- ammetto che ero molto scocciata in quel momento e mi dispiaceva che quello travolto fosse lui, dopotutto era sempre stato mio amico.
-OK, OK STAI BENE. Ho capito- si stava girando per andarsene ma lo fermai.
-Dragone, prima che tu te ne vada, devo dirti una cosa importante: non credo che risalirò presto su una scopa. Per il bene della squadra ti chiedo di cercare un sostituto-
-Né sei sicura Lily?- chiese lui preoccupato.
-Si mi dispiace di lasciarti in questa situazione a campionato iniziato ma non ce la faccio-
-Ti capisco. Dopo quello che ti è successo credo che anch’io farei fatica a risalire su una scopa- non sembrava molto convinto –Comunque sono contento che tu me l’abbia detto e se vorrai ricominciare ricordati che la squadra ti riaccoglierà a braccia aperte. Promettimi solo che ti rimetterai- mi sorrise.
-Te lo prometto e grazie-
-E per cosa anzi dovrei essere io a ringraziarti dopotutto sei riuscita ad afferrare comunque il boccino anche se la tua scopa era indemoniata- mi afferrò la mano e mi bisbigliò –Chi siamo noi?-
-I Grifondoro-
-E che cosa faremo?-
-Vinceremo!-
-Sempre. Ricordatelo. Sempre- e si allontanò.
 
-Sto cominciando a pensare che questi non siano solo degli incidenti-. Dopo pranzo Scorpius aveva chiesto un permesso per saltare le lezioni pomeridiane per passare un po’ di tempo con me.
-In che senso?-
-Pensaci Lily la scopa non è impazzita da sola, è stata una maledizione-
-Si ma lo sai che per mantenere l’incanto devi continuare a guardare l’oggetto colpito-
-Lily in mezzo a tutte quelle persone è facile non essere scoperti-
-Forse hai ragione … -
-Dobbiamo fare attenzione, se qualcuno ti ha preso di mira di certo non mollerà ora-
-Si lo so ma non pensiamoci ora, volevo dirti che oggi ho detto a Dragone che lascio il mio posto in squadra-
-Davvero? Spero che sia stato comprensivo-
-Si credo che l’abbia presa bene, ha cercato di capire le mie motivazioni-
-Sai che mi hai fatto davvero preoccupare. Ho passato gli ultimi tre giorni vicino al tuo letto pensa che è stato tuo padre alla fine a cacciarmi via dall’infermeria. Diceva che avevo un aspetto terribile. Aveva ragione visto che non dormivo. Credo che una di quelle notti ti ho sentito chiamare nonna-
-Credo di averla vista quand’ero incosciente sia dopo l’incidente alla festa che dopo la caduta-
-Ma chi tua nonna Molly?-
-NO. Lily Evans Potter-
-DAVVERO? E ti ha parlato?-
-Non molto, mi ha solo chiesto di fare attenzione e che non tutto e cio che sembra-
-“NON TUTTO E’ CIO’ CHE SEMBRA” sembra un avvertimento, forse vuole metterti in guardia su un pericolo imminente-.
Si ma quale era questo pericolo?
-Cambiando argomento te lo ricordi che il 10 c’è la prima sessione del campionato?-
-Certo, ho saputo che ci accompagneranno tuo padre, il mio e tua zia-
-Davvero anche tuo padre?-
-Si sembra che si sia offerto volontario-
-Come l’ha presa la notizia della nostra storia?-
-Non lo so. Non abbiamo mai affrontato l’argomento, in realtà con me si è sempre comportato normalmente. A te ha dato ancora fastidio?-
-No niente di niente-
Non so se preoccuparmene o esserne felice.





SPAZIO AUTRICE:
Eccomi con un nuovo capitolo. Spero vi sia piaciuto (se no scrivetemi :) )
Alla prossima settimana.
Fantasyreader97

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Capitolo 14
*** Scontri e Sogni ***


13
10/12
-Siete pronti ragazzi? Ricordatevi che dobbiamo afferrare il cappello nello stesso momento-.
Hermione era davanti ad un cappello sporco e rovinato. Ci avevano dato poco tempo per prepararci uno zaino con tutto il necessario, colazione veloce e via. Ci avranno fatto camminare almeno per due ore buone per poi ritrovarci davanti a quell’oggetto brutto e lercio. Per quanto potesse sembrare strano era la prima volta che prendevo una passaporta e sinceramente ero un po’ delusa.
-Capisco che non è proprio un bello spettacolo ma presto vedrete. Ora dobbiamo solo aspettare il segnale- proprio in quel momento non molto lontano un gallo cantò.
-Ecco ci siamo AFFERRATE IL CAPPELLO!-.
Anche se controvoglia lo toccai più in fretta che potevo e cominciai a cadere.
Il vuoto era sotto di me e l’aria mi faceva lacrimare gli occhi.
Urlai. Quelle sensazioni mi riportarono alla caduta sul campo da Quiddich. Ero sotto shock ma non potevo arrendermi.
Mi girai dall’altra parte, almeno così la finivo di piangere, poi cercai intorno a me gli altri. Robert era a qualche metro più in la a destra, lo stesso per Nevilia alla mia sinistra ma Scorpius non lo vedevo.
Dov’era Scorpius?
Fino a quel momento eravamo in una specie di tunnel oscuro ma improvvisamente uscii da quel tunnel ritrovandomi a 3 metri da terra.
Mi preparai alla caduta ma qualcuno mi prese al volo.
-PRESA!- Scorpius mi teneva lì fra le sue braccia.
-Tutto bene?- mi posò delicatamente a terra.
-Si, più o meno, ho bisogno di un minuto-
-Ti ha ricordato la caduta vero?-
Annuii tentando di respingere un conato di vomito.
-Si ed è stato orribile- aggiunsi piagnucolando e quando capii che non ce la facevo più con la bacchetta trasfigurai una foglia in un secchio e ci vomitai dentro.
Scorpius notando il mio volto, diventato probabilmente di una sfumatura verdognola, mi si riavvicinò per tenermi la fronte e spostare i capelli che avevo davanti alla faccia.
-Lily tesoro tutto bene?- Hermione, che con gli altri professori stava controllando lo stato di salute dei suoi studenti, si avvicinò.
-Si professoressa Granger sta bene è stato lo shock della caduta. Sa, troppi ricordi recenti … - Scorpius si era precipitato a rispondere perché aveva visto che non mi ero ancora ripresa del tutto.
-Ok capisco, Lily quando ti senti pronta raggiungici alla stanza numero 134. Signor Malfoy forse sarà meglio che rimanga qui con lei, ci vediamo tra poco-
-Certo professoressa appena Lily se la sentirà vi raggiungiamo- detto questo si voltò nuovamente verso di me e mi aiutò ad alzarmi.
Finalmente mi guardai intorno. Restai senza fiato.
Eravamo in una vallata di un bel verde rigoglioso, il sole splendeva alto nel cielo azzurro. Davanti a noi si innalzavano diverse colline che erano terrazzate e attraversate da corridoi che portavano alle stanze. Ogni porta era di un colore diverso e con lo stemma della scuola di provenienza dipinto sopra. Al centro c’era l’arena. Grande e maestosa quanto uno stadio da Quiddich con innumerevoli pennacchi cui erano appese diverse bandiere di rappresentanza.
-E’ FANTASTICO!- esclamò Scorpius.
-Saranno i sei giorni più belli di SEMPRE!-
Ero felice perché stavo iniziando a vivere una delle esperienze più belle della mia vita, tutto insieme alla persona per me più importante.
Uao! Ero su di giri.
 
Trovare la nostra stanza fu un gioco da ragazzi. Da fuori poteva risultare piccola ma, quando entravi, ti ritrovavi in un vero e proprio appartamento.
C’era una camera per ognuno di noi, più due bagni (che subito dividemmo tra maschi e femmine), un soggiorno, una cucina e persino una stanza con due pedane da duello.
Quel giorno avevamo un solo impegno pomeridiano dove la Confederazione Magica di duello ci avrebbe dato il benvenuto, un ripasso delle regole e la lista degli appuntamenti di quei giorni.
Quindi dopo un buonissimo pranzo preparato dalla zia Herm …. pardon …. dalla professoressa Granger andammo allo stadio.
A quanto pareva quest’anno erano stati invitati a partecipare 4 studenti da ben 200 scuole magiche da tutto il mondo.
Alla fine di questa sessione da 800 partecipanti dovevamo rimanere in 200, perciò avremmo disputato 2 incontri.
Il primo duello che si perde decreta l’allontanamento dalla competizione. Gli unici incantesimi banditi erano le maledizioni senza perdono. Tutto il resto era lecito anche se entro certi limiti. Se sarebbero state osservate delle sregolatezze una commissione avrebbe valutato la questione nel modo che riteneva più opportuno.
Dei 6 giorni che saremmo stati lì avremmo passato il terzo e il quinto  nello stadio per gli incontri. Gli altri lì avremmo utilizzati per allenarci con i nostri professori tranne il sesto che, per coloro che avranno passato le eliminatorie, invece lo si passava con un professore di un’altra scuola a scelta del partecipante. Ci diedero delle lettere su cui scrivere le nostre preferenze con la raccomandazione di inviarle entro la sera del quinto giorno.
 
Tornammo in stanza a sera inoltrata. La cena fu molto silenziosa, eravamo tutti molto stanchi e agitati. L’unico a rompere quel gelo a cena fu mio padre che ci illustrò il programma del giorno dopo.
Vista l’atmosfera piatta decisi di andare a letto, ero esausta.
Non ci volle molto prima che anche gli altri si ritirassero nelle loro stanze. Quando l’ultima luce si spense, con l’ausilio dell’oscurità, Scorpius sgattaiolò in camera mia.
Lo sentii camminare con passo felpato sul parquet (lo so, queste camere erano fantastiche), quando giunse al bordo del letto molto ampio s’infilò sotto le coperte.
Il calore del suo corpo e il profumo di vaniglia mi travolsero.
Piano, piano fece passare il suo braccio sotto la mia testa finché l’appoggiai tra la sua spalla e il petto.
Ora si che ero in pace, protetta e amata.
-Vorrei che questo momento non finisse mai- mormorai.
-Davvero?- Scorpius sembrava sorpreso.
-Si mi ricorda tanto quella notte nel bagno di Mirtilla Malcontenta. E’ stata la prima volta in molti sensi ma lo è stata soprattutto nella consapevolezza della nostra relazione-
-Che vuoi dire? Prima non ne eri consapevole? Ah ah!- ridacchiò compiaciuto.
-No scemo. Lo sapevo, ma io intendo un significato più profondo, prima di allora non avevo capito quanto ci appartenessimo e di quanto le nostre anime siano semplicemente gemelle. Legate da un filo invisibile che ci condurrà sempre dall’altro-
-Uao!- Scorpius era senza parole.
Poi rivolse i suoi occhi ai miei e mi sorrise.
-Visto che hai tanta voglia di ricordare quella sera lascia che ti dia un aiutino-.
Con un gesto fulmineo cambiò posizione e lo ritrovai sopra di me. Vedevo i suoi occhi luccicare nel buio come due pietre rare e preziose.
Cominciò a baciarmi sul collo.
All’inizio erano lievi ma dopo poco si fecero più intensi. Con una mano intanto mi accarezzava i capelli, poi la spostò delineando con il dito la sagoma del mio busto. Quando arrivò all’orlo della maglietta cominciò a togliermela, con gesti dolci, lasciando la zona dell’ombelico scoperta. Appoggiò la mano sul mio ventre mentre mi baciava.
Quelle carezze mi fecero sciogliere, volevo di più, non dovevamo esserci più spazzi liberi tra me e lui.
Scorpius si ritrasse di colpo.
-Che succede?- Ero sconcertata, avevo fatto qualcosa di sbagliato?
-Non hai sentito?- sembrava terrorizzato.
-Sentito cosa?- ma che aveva.
-Il bambino! Si è mosso ne sono sicuro!- disse agitato.
-Davvero?- istintivamente appoggiai la mano sulla pancia. E’ difficile da spiegare, fu quasi impercettibile ma era abbastanza per me.
-O Merlino! E’ un miracolo- avevo le lacrime agli occhi e stavolta le lasciai scorrere perché ero troppo felice.
-Lils è incredibile- allungò la mano ma la ritrasse subito, sembrava un po’ titubante.
-Scorp non ti mangia mica, dai vieni- lo sgridai amorevolmente.
Ci rimettemmo nella posizione iniziale con l’unica differenza che presi una delle sue mani e l’appoggiai sul mio ventre insieme alle mie.
Ci addormentammo così, felici e beati.
Il futuro in quel momento non era un’incognita presa in considerazione.
 

Ero in una casetta vicino ad un lago. La giornata era limpida e si sentivano alcuni usignoli cantare non molto lontano. Stavo lavando dei piatti in una bella cucina fatta di legno con al centro un’isola in marmo. Mi sentivo in pace e felice.
-Mamma- una voce cristallina echeggiò nella stanza.
Era giovane ed infantile ma molto forte. Non riuscivo a capire se fosse un maschio o una femmina.
Lasciai i piatti nel lavandino e raggiunsi la porta che mostrava un salone con al centro una scala che portava al piano superiore.
Salii i gradini in tutta fretta.
“Ha bisogno di me” continuavo a ripetermi anche se non conoscevo l’essere che mi aveva chiamato, solo di una cosa era convinta: io ero sua madre.
Superato l’ultimo gradino mi ritrovai davanti a due porte. Non sapevo quale scegliere e più il tempo passava più la mia ansia cresceva.
-Mamma- questo era più di un sussurro ma non capivo da dove provenisse.
-SONO QUI! La mamma arriva subito!- non potevo più aspettare.
Scelsi la porta a sinistra. L’aprii.
La stanza era vuota, non c’era nessuno.
Aprii quella a sinistra e l’orrore si insinuò nella mia mente.
Sembrava che fosse appena passato un uragano.
C’era un lettino rovesciato, una cassettiera a terra mezza rotta e con delle bruciature. Ogni soprammobile era stato rotto o buttato a terra.
Un senso di vuoto mi travolse, non c’era.
Ero rimasta sola e l’unica cosa che mi rimase da fare fu piangere.
 

Mi svegliai tra le lacrime, mi portai istintivamente una mano sulla pancia, il bambino era ancora lì. Ne ero sicura.
Sollievo. Ecco l’unica cosa che sentii. Sollievo.
Mi riaddormentai.
 
 
SPAZIO AUTRICE:
Finalmente il torneo ha inizio, cosa possiamo aspettarci da questi innamorati, se la caveranno?
Le scoperte anche in questo capitolo non mancano, la consapevolezza diventa sempre più grande e, allo stesso tempo, i timori.
Vedremo come se la caveranno la prossima volta.
Come sempre recensite.
La vostra,
Fantasyreader97

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Capitolo 15
*** Profezie e Occhi neri ***


14 
11/02
-LILY LUNA POTTER!- mio padre era ai piedi del letto.
Mascella rigida, braccia conserte e occhi severi.
Sembrava parecchio arrabbiato.
-VORRESTI SPIEGARMI PER FAVORE COSA CI FA NEL TUO LETTO SCORPIUS MALFOY?-
Scorpius si svegliò e quando vide mio padre si drizzò sulla schiena. Non lo sapete ma lui dorme a torso nudo, usa solo i pantaloni del pigiama. Quindi capirete perché la situazione sembrasse ancora più compromettente.
-Signore posso spiegare- uscì dal letto e si ritrovò davanti a mio padre.
-Sono curioso, dimmi pure-
-Non abbiamo fatto niente, abbiamo solo dormito. Non farei mai una cosa del genere in sua presenza!-
Harry fece un sorriso sadico, molto strano.
Poi mise una mano sulla spalla di Scorp.
-Mio caro ragazzo io lo so che non faresti mai una cosa del genere in mia presenza- vidi il ragazzo rilassarsi –Ma se non ci fossi?-.
Scorp non ebbe il tempo di ribattere che mio padre lo prese un orecchio e lo trascinò fuori dalla stanza.
Non credendo a ciò che avevo appena visto, uscii anch’io e la scena che mi si parò davanti era piuttosto imbarazzante.
-SIGNORE MI FA MALE- mio padre non mollava la presa per quanto Scorp si divincolasse.
-POTTER CHE STAI FACENDO? LASCIA SUBITO MIO FIGLIO- Draco era uscito dalla sua stanza furibondo.
-Il tuo caro figliolo stanotte ha dormito con mia figlia-
-E che c’è di male?-
-COSA? E’ UNA BAMBINA!- replicò adirato.
-NO PAPA’! NON LO SONO E POI NON E’ SUCCESSO NIENTE, ABBIAMO SOLO DORMITO!- risposi stizzita.
-Vedi Potter è tutto a posto ora lascialo o … - Malfoy sfoderò la bacchetta.
-“O” cosa Malfoy? Credi di poter vincere contro di me?- Harry con la mano libera prese la bacchetta dalla tasca.
-ADESSO BASTA! TUTTI E DUE- Hermione ammonì i due uomini.
-Per quanto non condivida i loro movimenti notturni questi due ragazzi  non hanno fatto nulla di male. I nostri vecchi asti giovanili non devono impedire a questi giovani di amarsi. La vostra è tutta ignoranza. Perché non provate a conoscerli?-
-Forse non è una cattiva idea Potter, dopotutto non vedo l’ora di conoscere tua figlia- sorrise maligno. Mi si gelò il sangue.
Ora si che le cose si stavano davvero complicando.
-Va bene- mio padre si rilassò e lasciò andare Scorpius.
Anche Robert e Nevilia si erano svegliati ed erano appoggiati alle porte delle loro camere.
-Visto che siamo tutti svegli direi di andarvi a lavare e vestire. La colazione è tra 20 minuti- Hermione ci congedò per permettersi di parlare con i suoi colleghi.
Non riuscii a sentire nulla ma da come quei due stavano zitti aveva l’aria di essere una ramanzina.
 
La mattina trascorse velocemente e silenziosamente. Avevo duellato con Nevilia e avevo vinto anche se con qualche difficoltà.
Dopo pranzo andai in camera mia per riposarmi un po’. Mi ero sdraiata al massimo da dieci minuti, quando la porta si aprì ed entrò Draco.
-Devo dire Potter che avevi proprio ragione- si avvicinò al letto
-Su tuo padre intendo-
-Che cosa vuole professore?- cercai di mantenere un’aria di sfida.
-Vorrei solo conoscere la mia futura “suocera”, non posso?-
-Ma certo- risposi a denti stretti.
-Sai … Scorpius non è una persona facile da conquistare, devi essere un tipo speciale- disse studiandomi con quegli occhi grigi.
-Ci amiamo è questa l’unica cosa che conta- risposi schietta.
-AMORE!?! Che cosa ne sa una ragazzina dell’amore?-
-Né so quanto basta signor Malfoy!-
-Abbastanza da tenere un ragazzo innocente tra le cosce?-
Non feci nemmeno in tempo a rispondergli che fu schiantato a terra magicamente. Draco si girò e vide il figlio che gli puntava la bacchetta.
-Scusa “padre”! Non ti devi permettere mai più di dire una cosa del genere alla mia ragazza! MAI!-. Era tesissimo e i suoi occhi erano ancora più scuri del solito.
-Scorpius tu non sai quello che stai facendo- m’indicò –E’ quella strega che ti controlla! Quella vipera, serpe, zoc …!-
-LANGUELINGUA- Draco si ammutolì.
Hermione si irruppe nella stanza, anche lei con la bacchetta in mano.
-Direi che per oggi Draco hai fatto abbastanza cavolate. Ringrazia Merlino che Harry sia momentaneamente uscito, se no, altro che fattura del silenzio- fece una pausa e guardò Scorpius –Metti via quella bacchetta Scorpius. Se non hai nulla in contrario pensavo di rispedire tuo padre al castello-
-Per me va bene professoressa- rispose lui duro.
-Sentito Draco? Entro un’ora ti voglio fuori di qui - sciolse la fattura.
-Va bene Granger- Draco era furioso ma era in una posizione di svantaggio quindi, lasciò perdere.
-Ah Draco, prima che me ne dimentichi, quando torneremo, aspettati un invito nell’ufficio del preside-
Malfoy non rispose nemmeno, uscì e si smaterializzò.
 
-Ora ascoltatemi ragazzi, Harry e gli altri dovranno solo sapere che Draco è stato richiamato a servizio per un problema al laboratorio sotterraneo. Tutto quello che è successo qui resterà tra noi. Sono stata chiara?-
-Si professoressa- rispondemmo all’unisono.
-Bene. Vado a vedere come stanno Picwall e Coldish. Ci vediamo a cena-
-Vengo anch’io a vedere come sta Nevilia, oggi ci siamo scontrate e devo dire che ci siamo lasciate qualche bruciatura a vicenda-
Mi alzai disinvolta e quando passai davanti a Scorpius lo vidi mimare con le labbra “MI DISPIACE”. Lo sorpassai senza guardarmi indietro. Non ce la facevo proprio ad affrontarlo in quel momento.
 
Ero davanti alla stanza di Nevilia, bussai ed entrai.
-Ciao Lily, come stai?-
-Bene Nevi, tu?-
-Un po’ ammaccata ma anche molto eccitata per domani-
-Si anche io e mi dispiace per oggi, dovevo controllarmi di più -
-Perché Lily? Non ti scusare, anzi, mi hai aiutato molto e mi hai dato nuovi spunti per l’incontro di domani-
-Chissà chi sarà il mio avversario?- mi chiesi pensierosa.
-Chiunque sia non potrà fare molto contro la grande Lily Luna Potter- la sua mano sfiorò la mia ed una scossa elettrica mi colpì.
-AHIA NEVI! Mi hai dato la scossa- alzai gli occhi dalla mano ai suoi. Erano sbarrati, le pupille dilatate. Tremava. Tanto.
-Ehi Nevi che hai?- cercai di toccarla ma era come se ci fosse un campo di forza che m’impediva di avvicinarmi.
Tutto intorno a me diventò più scuro e freddo.
Lei si girò e parlò. Non era la sua voce, era antica e potente ed era così intrisa di forza da incutermi timore.
-QUANDO IL LEONE E IL SERPENTE SI FONDERANNO, LE STELLE PIU’ LUMINOSE NASCERANNO, IL LORO POTERE SARA’ IL PIU’ PURO E SCONFIGGERA’ L’ULTIMO DESTINATO OSCURO-
La luce si riversò nella stanza velocemente, finalmente la ragazza si voltò. Non sapevo cosa aspettarmi.
-Capito Lily?-
-Cosa?- ero nel completo sconcerto.
-Che nessuno ti può battere-
-Ah si, si. Senti ti dispiace se torno in camera? Sono stanchissima e … -
-Tranquilla Lily ci vediamo dopo- mi alzai ed arrivai alla porta.
-A dopo- la salutai ed uscii.
 
Evitai tutti. Durante il pomeriggio feci una passeggiata e tornai nella stanza almeno 4 ore dopo. Non avevo fatto altro che pensare a quello che era successo a Nevilia. Sapevo che la famiglia Coldish era diventata importante per due suoi membri che erano veggenti affermati; però, stiamo parlando di almeno un centinaio di anni prima. Nevi non lo è. Sarebbe troppo assurdo.
Cosa voleva dire? Continuavo a ripetermi parola per parola la così detta “profezia” ma niente. Sapevo solo che “destinato oscuro” non poteva essere niente di buono. Non poteva essere Voldemort. Era stato sconfitto!
Saltai la cena. Quella sera non mi sentivo bene e avevo troppe cose a cui pensare. M’infilai in bagno. Forse l’acqua calda mi avrebbe schiarito le idee. Avevo iniziato ad insaponarmi quando qualcuno entrò. Chiunque fosse speravo se ne andasse in fretta e mi lasciasse in pace.
-Ora ti sei data ai movimenti notturni Lulù? Non ti facevo così- Picwall ruppe il silenzio con la sua voce arrogante e nasale.
-ODDIO MIO ESCI SUBITO DI QUI!- urlai stizzita.
-E perché mai … ho sempre desiderato vederti nuda- lo sentii fare un passo avanti. In pericolo non c’era solo la mia privacy ma anche il bambino, non avevo veli o magie addosso quindi tutto risultava chiaro anche ad un troll zuccone come Picwall.
-Non fare un altro passo o io … -
-Tu cosa? Non hai nemmeno con te la tua bacchetta- Maledizione! Aveva ragione, l’avevo lasciata in camera mia.
- Ti espelleranno dal torneo se provi solo a sfiorarmi-
-O a me basterà solo guardarti- vidi l’ombra della sua mano vicina all’estremità della tenda. La porta si aprì, sentii un verso di stupore da parte del Corvonero seguito da un colpo secco. Infine il rumore della caduta di un corpo giunse alle mie orecchie.
Aprii un poco la tenda e vidi Picwall a terra, svenuto, ai piedi di Scorpius.
-Lily tutto bene?- il ragazzo afferrò un’asciuga mano con cui cercò di coprirmi.
-Non lo so Scorp e se avesse aperto la tenda? Avrebbe scoperto tutto. Prima tuo padre, ora lui. Vorrei chiudere gli occhi e non trovarmi più in questa situazione!- stavo piangendo. Ero frustrata. Erano successe troppe cose in un solo giorno. Volevo premere il pulsante stop, come nei telecomandi babbani, e fermare tutto questo.
-Lily calmati va tutto bene. Ci sono qui io. Ora rivestiti, intanto io sistemo questo scemo depravato. Quando uscirà da questo bagno non si ricorderà di nulla e non avrà nemmeno l’occhio nero-.
Il gonfiore sul suo viso stava già assumendo una sfumatura giallognola. Almeno un po’ di sollievo, sapendo che aveva avuto ciò che si meritava, mi avrebbe dato un po’ di pace.
Nel giro di 20 minuti il ragazzo rinvenne sotto gli sguardi severi di Harry ed Hermione ed un gran mal di testa.






SPAZIO AUTRICE: eccomi qua con un'altro capitolo, d'ora in avanti basta con i ritardi, lo giuro. Il capitolo parla da se. Come al solito recensite mi raccomando :P
Fantasyreader97
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 16
*** Avversari e Patronus ***


15
 
-L’hai vista la sua faccia quando tuo padre gli ha chiesto spiegazioni? Impagabile-
Scorpius ridacchiava fra se e se compiaciuto per ciò che era successo poco prima nel bagno, era facile ammettere che era la verità, soprattutto se si pensa che il Corvonero non si ricordava niente.
Mi strinsi ancora più forte contro il suo petto, eravamo abbracciati nel mio letto e nonostante fosse tardi non avevamo intenzione di dormire.
Questa volta però, per evitare incidenti,  il Serpeverde aveva chiesto il permesso a mio padre, che aveva acconsentito, a patto di dormire e basta, dicendo di volerci dare fiducia. A quanto pare l’unica cosa che voleva era proprio che glielo chiedesse. Averlo saputo prima …
-Dai Scorp alla fine non faceva tanto ridere- pensavo che la comicità del fatto fosse legata ad averlo fermato in tempo ma non facevo a meno di chiedermi che cosa sarebbe successo se Scorp non fosse intervenuto.
-Perché Lily? Dopotutto ha avuto ciò che si meritava-
-Si ma per una volta che siamo insieme senza la possibilità d’interruzione non voglio sprecarla parlando di quel maniaco- c’erano cose più importanti di cui dovevamo discutere.
-Allora di che cosa ti andrebbe di parlare?- disse lui sbuffando.
-Beh visto che me lo chiedi…. – sussurrai esasperata –Oggi sono andata a trovare Nevi e …- gli raccontai ciò che era successo e mi soffermai soprattutto sulla “profezia” detta dallo Tassorosso.
-Uao non devo essere la Cooman per capire che questa è una profezia- disse alla fine del racconto.
-Si ma non faccio a meno di rimunginare sul significato di quelle parole-
-Questo non lo so ma sono sicuro che con il tempo qualcosa ci verrà in mente- rispose lui con un velo di ottimismo che non condividevo.
-Si forse hai ragione- mentii.
Per qualche minuto fluttuammo nei nostri pensieri, separati l’uno dall’altra, troppo presi dalle nostre teorie. Alla fine fu Scorpius a rompere il silenzio.
-Lily mi dispiace per oggi, per mio padre e le cose che ha detto. Non sembrava neanche lui, quasi non lo riconoscevo- disse dispiaciuto.
-Scorp non devi preoccuparti ….-
-PERCHE’ NO? Se gli avessi parlato forse avremmo potuto evitare tutto questo- rispose lui arrabbiato.
-Senti ormai quello che è successo, è successo, non credi? Goditi questo momento che abbiamo insieme ti prego- dissi con una nota supplichevole sul finale.
-Ok Lily ma … -
-No niente ma. Sono tesa per domani, ho paura del futuro e di ciò che può succedere d’ora in avanti tra me, te e … - mi soffermai a guardare le nostre mani intrecciate sulla mia pancia – e il terzo incomodo- Merlino ma che modo di definirlo è? –Sinceramente tuo padre è l’ultimo dei miei problemi-
-Va bene mi arrendo, non insisto. Ma prima … -
Si girò e posò delicatamente le labbra sulle mie.
-Buonanotte- disse disinvolto mettendo la testa sul cuscino e tirandosi le coperte fino al petto.
-Ehi non puoi darmi la buonanotte così!- protestai.
Mi misi a cavalcioni su di lui e gli diedi un bacio molto appassionato e poco casto.
-Ora posso dirti buonanotte- replicai soddisfatta rimettendomi nel mio lato del letto.
-Lils se tu vuoi darmi sempre la buonanotte così, a me va bene- lasciò cadere quelle parole in un silenzio di tomba che venne subito sostituito dalle nostre risate.
Mi era impossibile non ridere quando ero con lui, era uno dei suoi tanti pregi, anche quando le giornate erano dure alla fine riuscivamo sempre a tirarci su il morale, come una vera coppia.
 
12/12
Quel giorno c’era la 1° sessione di duelli.
Di fare colazione non se ne parlava neanche perché tra l’agitazione e la nausea buttare giù anche solo un sorso di thé era un’impresa.
Quando furono suonate le trombe dell’adunata, la tensione già palpabile crebbe ancora di più.
-Dai ragazzi. Stanno suonando la nostra canzone- il tentativo di zia Hermione fu nullo, nessuno aveva voglia di ridere.
C’incamminammo verso il grande stadio in una fila a coppie disciplinata ed ordinata.
Guardandomi intorno vidi che noi non eravamo l’unica scuola che non era in vena di festeggiamenti, anzi, incrociai tantissimi sguardi terrorizzati, essendo nei loro stessi panni potevo quasi capire che cosa stavano pensando.
Prima di farci entrare nell’edificio ci divisero dai professori.
Noi fummo condotti in una sala enorme dove un grande tabellone mostrava le coppie per gli scontri.
Scorpius, che per tutto il tragitto mi aveva tenuto la mano, lesse ad alta voce.
-PEDANA 10, 1° SCONTRO, ROBERT PICWALL CONTRO ZACCARIA SANDERS.
PEDANA 7, 3° SCONTRO, NEVILIA COLDISH CONTRO RUGUDA NUADA.
PEDANA 1, 5° SCONTRO, SCORPIUS HYMPERION MALFOY CONTRO JAMIE HOLDRIN.
PEDANA 5, 2° SCONTRO, LILY LUNA POTTER CONTRO ALEXANDRA ANDROMEDA DELLAGO-
-COSA? Scorp hai letto bene? Io contro la Dellago, stai scherzando?- esclamai emergendo dalla mia bolla di preoccupazioni.
-NO! E’ scritto lì - puntò il dito sul tabellone.
-MERLINO!- sbottai.
-Che c’è Potter? Ti faccio paura?- in mezzo al frastuono generale, una voce giunse chiara alle mie orecchie.
Mi voltai e la vidi, A. A. Dellago conosciuta in tutto il mondo come l’aquila assassina per via del suo patronus.
Era lei la campionessa in carica e di certo scontrarmici nel mio primo incontro non era tra le mie più rosee aspettative.
Fece un passo verso di me. Sembrava una scena biblica, il mare di folla si aprì al suo passaggio per poi formare un cerchio intorno a noi, simile ad una isoletta in mezzo all’oceano.
-Tu sei Lily Luna Potter vero? La figlia di Harry Potter il Salvatore del mondo magico?-
-Si sono io- risposi decisa -E per la cronaca non ho paura di te- replicai con forza, anche se avevo paura non dovevo dargliela a vedere.
-Oh dovresti averne, dopotutto sono la campionessa in carica. SONO QUELLA DA BATTERE!- alzò la voce con forza, sottolineando il suo titolo guadagnato nella precedente edizione.
-Questo è tutto da vedere sulla pedana, non ti pare Dellago?- dissi gelida, raffreddando le sue parole.
-Si hai ragione, saranno le nostre bacchette a parlare. Ci vediamo lì. E tranquilla se avrai paura e scapperai nessuno se ne accorgerà- replicò maligna.
-Tranquilla, ci vediamo dopo e mi raccomando fai attenzione quando sali in pedana, tutta quell’arroganza potrebbe farti cadere- dissi con tono innocente. Lei rossa in volto, girò i tacchi e se ne andò lasciando la folla a bocca aperta.
Mi voltai verso Scorpius e a giudicare dal sorriso compiaciuto che aveva sul volto era fiero di me. Gli presi la mano e ci allontanammo dal tabellone sotto gli sguardi increduli della folla.

Guardammo lo scontro di Robert dalle tribune, il suo avversario era piccolo e gracilino ma con una furia negli occhi pari a quella di un leone. L’incontro non durò molto, questo non vuol dire che Picwall non se la vide brutta, anzi rischiò persino di perdere, ma alla fine riuscì a disarmarlo. Peccato.
Dopo di che, ci spostammo per andare al mio appuntamento alla pedana cinque dove mi aspettava la mia avversaria.
Prima di salire Scorpius mi abbracciò.
-Ehi promettimi di fare attenzione. In bocca al lupo!- disse sorridendo.
-Crepi-
 
Mi voltai e salii in pedana, bacchetta alla mano, spirito combattivo e voglia di vincere.
Ci guardammo negli occhi per un momento che parve interminabile. Non sapevo molto su di lei, l’anno prima aveva vinto grazie al suo patronus, così si era guadagnata il titolo di aquila assassina.
Qualcosa di pericoloso comunque lo emanava. Sembrava tesa quanto una corda di violino o come una leonessa pronta a scattare.
Era molto più alta di me, con i capelli neri e ricci, gli occhi erano di un acceso color ambra. Veniva da una scuola prestigiosa italiana situata sull’isola di Capri chiamata la Sorgente (un covo di snob tanto per non farla lunga).
Il mio fiume di pensieri si fermò quando l’arbitro si avvicinò al centro della pedana.
-DUELLANTI AL MIO TRE POTRETE DARE INIZIO ALL’INCONTRO. SGUAINATE LE BACCHETTE. SALUTO. IN POSIZIONE. UNO … DUE … TRE!-
-CONJUNCTIVIS- gridò Alexandra, riuscii a schivare l'incanto appena in tempo. Era stata velocissima.
-CONFUNDUS- gridai, lei lo scansò con l’eleganza di un felino.
-INCENDIO-
-ESTINGUENTE- dovevo farmi venire in mente un’idea e in fretta.
-LEVICORPUS- gridò e fui scagliata verso l’alto per poi fermarmi a testa in giù. Ero riuscita a tenere stretta nella mano la bacchetta ma era facile capire che ero in svantaggio.
Vidi le sue labbra muoversi per pronunciare l’incantesimo di disarmo quando mi venne un’idea.
-ATMOSFERICO- l’aria intorno a noi divenne più fredda, mossi la bacchetta in modo da creare una piccola tromba d’aria intorno a lei.
Quell’espediente mi avrebbe dato del tempo prezioso.
-Disillusione- sussurrai e divenni invisibile. Intanto l’aria si era diradata e il piccolo tornado scomparso. La Dellago era furiosa.
-DOVE SEI?- urlò rabbiosa.
-Qui!- dissi togliendo da me l’incanto.
-OSCURO- urlò e fui travolta da mille bende che mi strinsero in un fagotto. Lei con calma si avvicinò con stampata sul volto un’espressione molto compiaciuta.
-Bene, Bene, bene che cosa abbiamo qui Electra- in quel momento mi accorsi dell’aquila blu appollaiata sulla spalla di Alexandra –un involtino di Potter. Direi che hai perso mia cara!-
-DICI DAVVERO! ALLORA PERCHE’ IO NON MI SENTO SCONFITTA. FINITUS INCANTATEM- urlai.
Le bende intorno a me non si allentarono. Non successe nulla e lei dopo un secondo di stupore, riassunse quel ghigno malefico.
-AH AH AH, mi chiedo perché abbiano scelto una ragazzina così incapace per rappresentare Hogwarts. E’ vero che a volte il nome non è tutto. Vai pure Electra qui finisco io- il rapace scomparve
–Allora dove eravamo rimaste?-
-A me che ti batto. ORA KIT!- la mia tigre di luce, che era stata appostata alle spalle della Dellago per tutto il tempo, scattò e con le sue enormi fauci spaventandola e dando a me la possibilità di prenderle la bacchetta.
Dopo un paio di secondi di stupore generale finalmente me ne resi conto.
Avevo vinto!
Sciolsi l’incantesimo che mi imprigionava e non appena mi rimisi in piedi mi avvicinai alla ragazza.
-Non te la prendere. Tutti noi, spesso, ci dimentichiamo di guardarci alle spalle quando abbiamo tanta arroganza quanta quella che ti porti dietro. Tranquilla, sarà la prossima volta- sorrisi compiaciuta e mi allontanai, per poi buttarmi tra le braccia del mio ragazzo ancora incantato dalle scene appena vissute.
-L’hai fatta sparire!- esclamò Scorpius stupefatto.
-Che cosa?- chiesi facendo figlia di niente.
-La tigre! L’hai fatta diventare invisibile in modo che potesse muoversi indisturbata, intanto tu ti sei lasciata imprigionare volontariamente così da distrarre l’avversario e permettergli di attaccarla alle spalle e prendergli la bacchetta- disse senza riprendere fiato.
-Si credo che sia andata più o meno così- sorrisi compiaciuta.
-Comunque sia, è stato fantastico. Tu sei fantastica- si chinò su di me e mi baciò.
-Grazie- sorrisi.
 
Senza lasciarci neanche per un secondo andammo ad assistere all’incontro di Nevilia.
Il suo avversario aveva l’aspetto di un guerriero esperto e per quasi due volte la ragazza rischiò d’essere disarmata.
Fortunatamente lo sfidante non era molto bravo con l’elemento dell’acqua, con cui la Tassorosso aveva un’affinità, così creò un’onda gigantesca con cui intrappolò il suo avversario e prendendogli la bacchetta vinse l’incontro.
 
Ormai la giornata stava finendo, mancavano ancora un paio di turni.
Io e Scorpius ci dirigemmo verso la pedana numero 1 dove una ragazza dai folti capelli castani e gli occhi chiari aspettava il suo avversario con le mani sui fianchi.
-FINALMENTE SEI ARRIVATO! Ce ne hai messo di tempo-
-Mi dispiace- si scusò garbatamente il mio ragazzo.
-Solo perché hai un bel faccino accetterò le tue scuse- Cosa? Ma come si permetteva di flertare con il mio ragazzo?
-Vai e falla nera- gli sussurrai all’orecchio mentre lo abbracciavo, poi, inaspettatamente lo baciai con foga per poi staccarmi e dirigermi sulle tribune.
-Uao la tua “gattina” ha le unghie- commentò lei.
-Oooh non sai quanto- rispose lui compiaciuto.
Si avvicinò l’arbitro.
-DUELLANTI AI VOSTRI POSTI. BACCHETTA ALLA MANO. UNO … DUE … TRE … VIA!-
-EXPELLIARMUS- urlò la ragazza.
-PROTEGO. IMPEDIMENTA- rispose Scorpius.
Vidi i movimenti della ragazza rallentare.
-CONFUNDUS- urlò la bionda.
-EXPEGA … EXPELO- il ragazzo non riusciva più a pronunciare l’incantesimo di disarmo. Questo poteva essere un vantaggio molto importante per la ragazza.
-GAMBEMOLLI- riuscii a dire il biondo.
La ragazza non se lo aspettava e cadde a terra come un sasso.
-ACCIO BACCHETTA JAMIE HOLDRIN- anche se non nel modo convenzionale la bacchetta volò dalla mano della ragazza a quella di Scorpius. Aveva vinto ma non perse molto tempo nei festeggiamenti, si avvicinò alla ragazza, sciolse i suoi incanti e l’aiutò a rialzarsi.
-Grazie- mormorò la bionda.
-Di niente- disse il mio ragazzo –Ehi non te la prendere, hai combattuto bene. Ci vediamo- si voltò e mi raggiunse.
Non feci a meno di guardare alle sue spalle dove la ragazza era ancora lì immobile a fissare il punto dove prima c’era Scorpius.
-Qualcuna si è innamorata- mormorai.
-Chi? Lei? Ma dai scema! AHAHAHA- mi canzonò lui.
-Dì quello che vuoi ma io so quello che ho visto!-
-Qualcuna è forse generosa?- sorrise maligno il biondo.
-Ma stai un po’ zitto- scherzosamente lo spintonai.
-Ok, ok tranquilla. Non sei gelosa! Ho capito- sorrise di nuovo.
Eccolo quel momento speciale, tutto nostro, senza interruzioni, casini, traumi, gravidanze e genitori gelosi. Quando potevamo specchiarci l’uno negli occhi dell’altra.
Quando tutti i nostri problemi si trasformavano in un rumore lontano, affondato in qualche angolo buio della nostra mente. Silenzio, colmato solo dal battere dei nostri cuori. 

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Capitolo 17
*** Pic-nic e Nuvole ***


16
13/12
-Devo dirvelo, sono molto orgoglioso delle vostre performance di ieri. C’è chi ha fatto più fatica, questo è vero, ma alla fine tutti avete dimostrato un talento fuori dal comune, confermando a colpi di bacchetta la decisione presa da me e la preside a farvi partecipare-
Tutti insieme cominciammo a battere le mani.
-Oggi direi che la parola d’ordine sarà riposo e ripasso dei vostri incantesimi più forti. Consiglio anche di rivedersi gli incanti sugli elementi primordiali, perché come ci ha dimostrato la signorina Coldish, possono sempre tornare utili-
Nevilia arrossì violentemente per il complimento appena ricevuto.
-Non mi resta che augurarvi una buona giornata-
 
Altro che buono, quel giorno sarebbe stato fantastico. Avevamo rubacchiato un po’ di cibo dalla dispensa, preso una bella coperta e via. Oggi c’eravamo solo io, lui e il nostro pic-nic romantico.
Scappammo su una delle colline che incorniciavano lo stadio. Il cielo era azzurro e non c’era nemmeno una nuvola. Il sole era alto e caldo. Stendemmo la coperta e ci sdraiammo.
Il menu comprendeva pomodorini freschi, qualche spiedino con la mozzarella, tramezzini tonno e maionese, grissini e fragole ricoperte di cioccolato.
La vista di tutto quel cibo mi fece brontolare lo stomaco così iniziammo subito a mangiare. Credo che per tutto il tempo pensai di più al cibo che alla persona con cui lo condividevo.
-Uao! Certo che hai fame- disse Scorp.
-Non sono solo io, è la bambina!- per poco Scorpius non si strozzò con il cibo.
-LA BAMBINA?!?- esclamò incredulo.
-Si la bambina-ripetei con non curanza  continuando ad ingozzarmi di tramezzini.
-E quand’è che me lo avresti detto? E, soprattutto, come hai fatto a saperlo?- non la smetteva di fare domande quanto era agitato.
-No scusa, mi hai frainteso, tutte le volte che la immagino penso che sia femmina-
-AHHHHH Davvero?- chiese lui visibilmente sollevato.
-Si e che c’è di male?- chiedo stuzzicandolo.
-Niente, niente. Anzi, credo che sarebbe una bambina bellissima conoscendo la mamma- lasciò andare il tramezzino.
-Ah si?- dissi rimettendo la fragola nel contenitore.
-Oh si!- mi abbracciò e quando appoggiai il busto sulla coperta lui era sopra di me. Non feci a meno d’infilare le mani sotto la sua maglietta per toccare le sue spalle robuste. Lui per facilitarmi se la tolse mettendo in mostra il suo corpo muscoloso. Cominciammo a baciarci con passione, i nostri respiri si fecero sempre più corti ed affannosi.
Anche lui infilò le mani sotto la mia maglietta e mi toccava prima alla base della schiena, poi iniziava a salire fino alle scapole.
Si appiattì ancora di più sul mio corpo. Il desiderio era al massimo, stavo per lasciarmi andare, io lo volevo, lui voleva me, ci amavamo.
Ma …
-SCORPIUS NO!-
-Come?- mi chiese lui confuso guardandomi negli occhi, il suo corpo era teso sopra di me.
-Non me la sento, scusa ma non voglio- sapevo di farlo soffrire ma avevo paura per il bambino. Avevo letto che poteva essere pericoloso durante la gravidanza soprattutto all’inizio e alla fine del periodo di gestazione.
-Ok, capisco-. No, non capiva, per quanto ci provasse, non ci riusciva.
-Vieni qui, ci sdraiamo e basta ok?- gli proposi facendo cenno alla porzione di tessuto libera accanto a me.
-Ok come vuoi tu- con un movimento fluido si accomodò vicino a me.
-Ti prego cerca di capire Scorp- gli ripetei mentre lo fissavo rilassarsi.
-Cercherò di capire Lily ma io ti voglio, ti desidero- ammise lui, sbuffando.
-Lo so e per me è lo stesso ma lo sai che ci sono delle “complicazioni”- ammisi, cercando i suoi occhi fissi sul cielo azzurro.
-Si lo so, sopporterò- disse infine guardandomi negli occhi.
-Grazie- sussurrai, poi lo baciai delicatamente sulla guancia.
La tensione si placa, tutto ritorna tranquillo, una brezza leggera ci accarezzava la pelle.
-Lily Luna Potter tu hai rivoluzionato la mia esistenza!-
-Come se tu non avessi fatto lo stesso con me Scorpius Hyperion Malfoy AHAHA-
Di lì in poi il pomeriggio passò tranquillamente, ci lasciammo ancora per qualche ora a crogiolare sotto il sole, mentre la nostra mente vagava in pensieri, parole e sogni.
Io mi soffermai soprattutto a pensare che molto probabilmente il periodo della mia adolescenza fosse giunto al termine, ormai le decisioni si sarebbero fatte sempre più gravi e difficili, dovevo dire addio alla ragazzina e salutare la donna che avrebbe preso il suo posto. Ma chi volevo prendere in giro.
Avevo paura, tanta, avrei fatto ciò che era giusto per questa nuova vita? Non lo sapevo.
Arrivai così lontano a cavallo delle mie preoccupazioni da pensare a che cosa avrei fatto senza Scorpius, se lui mi avesse lasciato. Molto probabilmente ce l’avrei fatta, alla fine, ma con una parte della mia anima annerita da un dolore interminabile.
Speravo solo che quelle fossero sciocche supposizioni di una ragazzina incinta incapace di affrontare a testa alta il futuro.
 
-Stai dormendo?- mi chiese ad un certo punto lui.
-No, sto guardando le nuvole- risposi continuando a scrutare il cielo.
-A che cosa stai pensando?-
-Che ti amo-

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Capitolo 18
*** Sconfitte e Promesse ***


18

14/12

-Sveglia bambini è l'ora di alzarsi e di venire a fare colazione-

La voce di Hemione Granger riempì ogni angolo dell'alloggio insieme al profumo di uova strapazzate, bacon, caffè e l'immancabile succo di zucca.

Questa volta eravamo tutti molto più rilassati, le vittorie e i complimenti da parte dei professori ci avevano dato la carica giusta per affrontare la giornata.

-Bene oggi c'è l'ultimo incontro e sono carichissimo!- Robert aveva un'aria molto pimpante quella mattina, peccato.

-Io spero che il mio incontro si concluda il più in fretta possibile. L'altra volta è stato una tortura- Nevilia si versò una tazza di caffè.

-Se devo essere sincera io non ho grandi aspettative per oggi, già solo il fatto di essere qui mi basta- ve lo giuro che ero sincera.

-Si come no ed io sono il ministro della magia- mi canzonò Robert.

-Che Merlino ci salvi tutti se fosse realtà- rispose Scorpius. Scoppiammo tutti in una risata, tranne, ovviamente, Picwall che dal rosa pallido era passato ad un fucsia acceso.

-Vedo che oggi siete in vena di festeggiare- disse Harry appostato vicino alla porta -Ho una notizia per voi. Oggi le coppie di partecipanti saranno comunicate tramite gufo- alzò il braccio, in mano aveva quattro buste dorate ognuna intestata ad uno di noi.

-Sono le otto, tra due ore tutti voi dovrete disputare un incontro, sta a voi capire come sfruttare le informazioni che vi vengono date, potete provare a studiare una strategia o ripassare gli incantesimi più utili. Usate bene il tempo a vostra disposizione, potrebbe fare la differenza. Buona fortuna- stava per uscire dalla stanza ma tornò in fretta sui suoi passi.

-Ah me ne stavo quasi dimenticando, non contate su di noi per dei consigli dell'ultimo minuto, io e la professoressa Granger siamo stati convocati allo stadio proprio per evitare aiuti da parte nostra. Di nuovo buona fortuna-

Detto questo sia lui che zia Hermione si smaterializzarono. Non appena furono spariti ci avventammo sulle lettere, che papà aveva lasciato sul tavolo, per poter leggere il nome del nostro avversario.

-Io sono contro una certa Angelique Bouchard- disse Picwall confuso.

-LA BOUCHARD?!- esclamò Scorpius preoccupato -Fa attenzione è pericolosa e violenta, l'anno scorso ha perso per un soffio ed è risaputo che dai suoi combattimenti non si esce mai del tutto incolumi .....- certo che da come la descriveva Scorpius questa ragazza sembrava un mostro, guardai Pic per vedere la sua espressione ma appariva annoiato e per niente interessato agli avvertimenti di Scorpius, intanto il mio ragazzo continuava a parlare e adesso che ci penso l'unica che gli stava prestando davvero attenzione era Nevilia -.... Infatti l'hanno soprannominata lo "Squalo Nero" - concluse Scorp.

-Tranquillo me la caverò- replicò Robert per nulla interessato, meno male che i Corvonero dovrebbero essere intelligenti, mi sa che quando era il suo turno allo smistamento il cappello parlante era ubriaco.

-Io sono contro William Everyn- disse Nevilia.

-Questo nome non mi dice niente- borbottò Robert perso nei suoi pensieri, mi sa che si riferiva ancora al suo avversario.

-Io l'ho visto combattere l'altro ieri, sembrava abile con gli schiantesimi- risposi io, l'avevo notato combattere nella pedana vicina a quella di Scorpius due giorni fa.

-Grazie per il consiglio Lily, me ne ricorderò- rispose la ragazza sorridendomi timidamente.

-Il mio avversario si chiama Dakota West- disse Scorpius.

-Il mio si chiama Montana West, devono essere parenti- commentai, rivolgendomi a Scorpius.

-Durante la prima giornata avevo sentito parlare di due gemmelli, un maschio e una femmina. Mi hanno raccontato che sono molto bravi con i loro elementi, se non sbaglio Dakota con il fuoco e Montana con l'aria- c'informò Nevi.

-Meno male che abbiamo l'elemento portante diverso, se no sarebbe stato uno scontro ad armi pari, di conseguenza più difficile - ero sollevata, almeno una cosa stava girando per il verso giusto.

-Direi che non c'è altro d'aggiungere è meglio se ci dividiamo per pensare ad una strategia-

-Si per una volta Scorpius hai ragione- confermò Picwall con la sua voce irritante, ma chi si crede di essere?- Se mi cercate sono in camera mia- disse Robert uscendo dalla stanza. Speravo che ci rimanesse nella sua stanza, stupido troll vestito di blu e nero.

Passammo il tempo che ci rimaneva a rimuginare sul duello che dovevamo affrontare di lì a poco. Ad un certo punto cominciai a chiedermi se dirci i nomi in anticipo fosse uno svantaggio oppure no, era un'informazione importante ma allo stesso tempo faceva aumentare la pressione già attanagliante che ci avvolgeva. Che potesse essere una sorta di prova ma che senso aveva. Forse non c'era bisogno di arrovellarsi tanto.

Le 10 erano rintoccate da un po', non sapevo come stavano andando gli altri ma di certo io me la stavo vedendo brutta.

-INCENDIO- urlò Montana mentre faceva scaturire dalla sua bacchetta un'enorme fiammata alta almeno tre metri.

-ESTINGUENTE- il fuoco si spense tranne una lingua che si avvicinava veloce come un serpente -PROTEGO- urlai.

Riuscii a farlo rimbalzare via da me, questa volta ci era andata vicino.

Il mio elemento non mi avrebbe aiutata era uguale al suo e da quel che vedevo lei lo padroneggiava molto meglio di me.

Ero nei guai. Grossi guai.

-LOCOMOTOR MORTIS- le mie gambe si bloccarono diventando dure ed immobili come la pietra.

-OH NO!- mugolai con le lacrime agli occhi. Nella mia testa continuavo a maledire quegli ormoni del cavolo.

-ARRESTO MOMENTUM- e lei si bloccò.

-FINITUS INCANTATEM- finalmente le mie gambe si sbloccarono.

-SALVIO HEXIA- urlai, l'aria intorno a noi divenne più scura. La controllai con la bacchetta e la concentrai intorno alla mia avversaria. L'avevo ricoperta con una cortina nera.

-Morgana non riesco a vedere niente - le sentii dire insieme a parole che non comprendevo ma che avevano tutta l'aria di imprecazioni. Gli girai intorno senza farmi sentire.

-PETRIFICUS TOTALUS- sussurrai e lei cadde a terra, fortunatamente arrestai la caduta in modo che non si facesse male.

Presi la sua bacchetta.

La cortina si diradò lasciando agli spettatori la vista libera e dando la possibilità all'arbitro di decretare la fine dell'incontro.

Infine la sbloccai e gliela restituii.

-Grazie- disse -per un secondo ho pensato che avrei vinto, è vero che l'orgoglio è una brutta bestia- commentò con un sorriso triste. Capivo come si sentiva ma allo stesso tempo ammiravo il suo comportamento sportivo e la capacità di criticare, in maniera costruttiva, se stessa.

-Guarda che se c'è qualcuno che se l'è vista brutta è la sottoscritta, la padronanza che hai del fuoco è fuori dal comune, complimenti- risposi sincera.

Ci stringemmo la mano e ci congedammo.

Ritornai all'alloggio e ci trovai dentro Picwall e Nevilia.

-Va tutto bene- continuava a sussurrare la ragazza, mentre stringeva tra le braccia Robert. Era strano, non sembrava neanche lui, notai che aveva la mano fasciata.

-E' stato tutto così veloce, non mi ha dato nemmeno il tempo di formulare un incantesimo- il ragazzo era agitato e scosso, sull'orlo delle lacrime, qualunque cosa fosse successa se l'era vista brutta.

-Stai tranquillo ormai è finita- continuava a sussurrargli la bionda.

-Certo che è finita, ora mi rispediranno ad Hogwarts con effetto immediato. Che vergogna, che cosa penseranno gli altri della mia casa?!- gridò lui furente.

In quel momento un sorridente Scorpius entrò nella tenda.

-Che succede gente?- chiese. Subito si bloccò percependo la tensione che saturava la stanza.

-Sono stato sconfitto ecco che cosa è successo! Ora mi rispediranno a Hogwarts, fine della discussione- il sorriso di Scorpius si spense.

-Mi dispiace Robert- il mio ragazzo era sinceramente dispiaciuto per la sua sorte.

Il Corvonero si passò le mani sul volto quasi volesse scacciare via i dispiaceri, anche se non poteva e dopo un paio di tentativi di ricomporsi finalmente riprese parola.

-Avrei dovuto capire che la vittoria non era alla mia portata, va be, me ne farò una ragione. Scusatemi ma è meglio se inizio a fare i bagagli, la mia permanenza qui è finita- con un sorriso triste Picwall si congedò dalla stanza.

Passò qualche secondo che passai a fissare il punto dove prima c'era Robet, nonostante i trascorsi mi dispiaceva per lui e finalmente presi coscienza che questa competizione poteva finire da un momento all'altro.

-A voi com'è andata?- domandò Nevi, interrompendo il flusso dei miei pensieri.

-Vinto- dicemmo io e Scorpius in coro.

-Anch'io e per quanto mi dispiaccia per Pic, sono molto felice-

-Eh già'- concordò Scorp.

-Voi avete già pensato con chi volete allenarvi domani?- chiesi curiosa.

-Io ho fatto richiesta per incontrare Madeline Lorkai la famosa duellante- disse Nevi.

-A me piacerebbe fare lezione con Ichigo il guerriero giapponese. Sarebbe un vero onore- aggiunse Scorp un po' su di giri.

-Tu Lily?-

-Io ho fatto richiesta per Liv Wonder-

-Cosa? Liv Wonder è qui? Uao spero che tu ce la faccia perché sia lei che tuo padre sono richiestissimi- Nevi sembrava molto eccitata.

-Lo spero, mi hanno detto che è un'ottima insegnate. Per quando dovrebbero arrivare le risposte?-

-Gli organizzatori hanno detto che arriveranno tramite gufo verso le nove per stasera-

-Ok grazie Scorp, allora non ci resta che attenderle per sapere-

In quel momento qualcuno bussò alla porta d'ingresso, Scorpius si alzò rapido e andò ad aprire, una figura sconosciuta comparve nell'ingresso del salotto.

-Scusate il disturbo ragazzi. Mi chiamo Angel Til e sono dell'appartamento accanto al vostro, noi e altre due scuole stavamo pensando di goderci il pomeriggio con una partita di Magic Volley, volete partecipare?- Angel era una ragazza di colore con dei voluminosi capelli ricci castani e gli occhi verdi, snella e atletica.

Guardai i miei compagni di scuola -Non so voi ma io accetto- detto questo mi alzai e raggiunsi la ragazza. Gli strinsi la mano.

-Piacere Angel! Io sono Lily Potter- gli sorrisi.

-Uao avevo sentito che eri qui al torneo insieme a tuo padre, sai, quando ho inviato la mia richiesta ho messo come preferenza lui ...-

-Spero che tu venga accontenta- risposi sorridente, poi mi voltai verso gli altri due che erano ancora seduti -Che fate ancora seduti, andiamo!!!-

Passammo un pomeriggio fantastico.

Ogni scuola formava un team di tre giocatori che si andava a scontrare con un altro istituto magico, infatti, io, Scorpius e Nevilia formammo il team di Hogwarts. Finalmente le scuole stavano cominciando a conoscersi creando un connubio di colori, lingue, usi e divertimenti.

Conobbi anche le compagne di scuola di Angel, insieme erano una squadra formidabile che ci schiacciò con un distacco di molti punti, poi mi scontrammo con una squadra norvegese composta esclusivamente da ragazzi. Per via del sole rovente si erano tolti le magliette mostrando corpi scultorei.

I ragazzi non la presero bene, invece noi ragazze non riuscivamo a staccare gli occhi da quei pettorali e tartarughe scolpiti.

Quando la partita si concluse Scorpius scrisse la parola fine alla magia.

-Ehi ti ricordo che anch'io sono ben fornito- sbottò lui togliendosi la maglietta.

"Comportamento da bambino ma fisico da angelo" pensai fissandolo da capo a piedi.

-Scusa, credo che siano gli ormoni- mentii, mica ero cieca.

-Va bene... prima non vuoi, poi vuoi ... Lils tu mi farai diventare matto- disse lui esasperato.

-Un matto figo- lo rassicurai -E poi, viste le circostanze, non sai cosa vorrò stasera ... - dissi con tono languido.

Il suo volto si illuminò di colpo.

-Potrei ma anche no!- mi voltai e mi allontanai correndo.

-EHI NON PUOI PARLARMI COSI' PER POI ANDARTENE IN QUESTO MODO!- urlò inseguendomi.

-INVECE POSSO, SE FUNZIONA- gridai, ancora intenta a scendere la collina verso l'arena.

-PRESA- gridò lui in risposta mentre mi sollevava per i fianchi.

-Dai Scorp- disse ridendo -Fammi scendere- mi rimise a terra.

-Pardon signora ha ragione- detto questo mi prese in braccio

-ECCO! Così è molto meglio-. Cominciò a camminare.

-Scorp- lo richiamai.

-Dimmi-.

I nostri occhi si incontrarono. Merlino! Quanto era bello. I suoi occhi erano come un mare calmo di un nero perlaceo. Goccioline di sudore gli imperlavano la fronte illuminandola.

-Tu mi continuerai ad amare anche quando sarò diventata una balena- avevo le lacrime agli occhi. Dannati ormoni!

-Lils, tesoro, io ti amerò ancora di più. Ti prego non piangere- mi strinse ancora più vicino a se.

-Promesso- mugolai.

-Promesso- rispose sorridendomi.

Devo ammettere che in quel periodo Scorpius ebbe davvero una santa pazienza con me.

I miei sbalzi d'umore gli diedero parecchio filo da torcere.

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Capitolo 19
*** Liv ***


15/12

Anche se i presupposti per la serata erano fantastici, alla fine, per via del mio umore nero, non chiedetemi perché tanto non me lo ricordo, lasciammo perdere.

-Buongiorno- sussurrò Scorp quando mi vide aprire gli occhi la mattina dopo.

-Giorno- biascicai ancora mezza addormentata.

-E' ora di alzarsi- bisbigliò.

-No è troppo presto- infilai la testa sotto le coperte.

-Ma dai scema! Chi la sente poi la Wonder se non ti presenti- mi domandò lui scherzosamente.

La sera prima, poco dopo che Picwall se n'era andato, i gufi erano tornati con le risposte. Fortunatamente eravamo stati tutti accontentati dai professori a cui avevamo spedito la domanda.

-Forse gli faccio un favore- mi lamentai da sotto il piumone.

Scorpius saltò giù dal letto e con se tirò via tutte le coperte scoprendomi.

-Guarda che se non ti alzi ti prendo di peso, ti porto sotto la doccia e apro l'acqua fredda-

-Non oseresti- sibilai.

-Ah si?-. Non feci in tempo a rispondere che il ragazzo mi prese in braccio.

-Ok, ok, mi arrendo, sono sveglia- ammisi in segno di resa.

-Bene, ci vediamo tra poco a colazione-

Mi baciò sulla fronte ed uscì dalla stanza.

Dopo una doccia veloce e una rapida colazione ci dividemmo per andare ognuno ad incontrare il proprio professore.

 

-Buongiorno ragazzi-

Liv Wonder era conosciuta in tutto il mondo per essere l'unica strega capace di padroneggiare tutti e quattro gli elementi. La questione è parecchio difficoltosa: l'affinità con un elemento deriva dal carattere del fattucchiere, nel mondo della magia potevi ritenerti fortunato se già riuscivi a padroneggiarne istintivamente uno, due al massimo ... ma quattro ...  andiamo ... era una cosa eccezionale.

Quindi all'età di diciannove anni questa ragazza possedeva una fama pari a quella di mio padre, la si può definire una vera forza della natura, letteralmente.

-Viste le tantissime richieste ho deciso di accettare due studenti da seguire....-

La ragazza aveva un aspetto molto ordinario: altezza nella media, capelli biondi ... l'unico segno distintivo erano gli occhi.

Se ti soffermavi a guardarli erano verdi come l'erba, rossi come il fuoco, azzurri come l'acqua e grigi come le nuvole.

Erano un vero spettacolo.

Mi stavo perdendo metà del suo discorso di presentazione finché non indicò il ragazzo alla mia destra.

-Tu dovresti essere Theodore Green, il professor Malvin mi ha parlato molto bene di te- vidi le guance del ragazzo assumere un sfumatura violacea.

Dopo di che spostò lo sguardo su di me.

-Tu invece sei Lily Luna Potter, non so molto di te tranne, ovviamente, il nome che porti. Ho visto tutti e due gli incontri che hai disputato nell'eliminatorie. Brava. Sono davvero colpita-

-Grazie- Uao! Mi aveva appena fatto un complimento.

-Bene! Per cominciare direi di fare qualche esercizio di volo. Prendete due scope- In quel momento il mio mondo implose su se stesso.

Non so quale espressione assunsi ma di certo il mio colorito era diventato verdastro.

-C'è qualcosa che non va Lily?- la Wonder se né era accorta.

-Scusi professoressa non credo che lei lo sappia ma nemmeno un mese fa, durante una partita di Quiddich, sono caduta dalla scopa, mi sono salvata per miracolo- stavo rabbrividendo solo al ricordo.

-Si tuo padre me né ha parlato e siamo d'accordo sul fatto che hai bisogno d'aiuto per superare la cosa e secondo la mia esperienza l'unico modo per affrontare gli ostacoli è a viso aperto- disse con molta calma, quasi surreale.

-Ah ... è sicura professoressa?- sinceramente ero abbastanza sconcertata.

-Lily io ho solo tre anni in più di te e non sono una professoressa quindi per piacere chiamami semplicemente Liv. Ok?-

-Si ... Liv- Mi voltai e presi una scopa con riluttanza.

-Comunque si! Ne sono sicura, ora andiamo- 

Uscimmo dallo stadio e ci dirigemmo nella collina più vicina, dove, salimmo fino ad arrivare in cima.

-Benissimo, ora salite in sella e cominciamo. Voglio che proviate a duellare mentre volate, non preoccupatevi- mi guardò negli occhi, erano calmi quanto l'oceano –Se doveste cadere vi bloccherò io. Bene in posizione. Volate!-

Provai a darmi una spinta con le gambe ma non lo feci con molta convinzione, avevo troppo paura, quindi rimasi bloccata al suolo. Il mio avversario invece si era già librato in alto nel cielo.

-Su Lily fai un bel respiro e lascia a terra tutte le tue preoccupazioni- mi dissi frustrata.

Peccato che con una non potessi proprio farlo pensai mentre istintivamente continuavo a toccarmi la pancia.

Dovevo reagire, raccogliere tutto il mio coraggio decantato dai Grifondoro e volare.

Mi diedi una forte spinta con i piedi e mi librai in alto nel cielo azzurro.

Il vento mi accarezzava il viso e mi cullava con il suo soffio. Tutto era in pace, per quanto un minuto prima l'idea mi terrorizzasse ora sembrava la cosa più bella che mi fosse mai capitata.

Finalmente mi resi conto di quanto mi mancasse.

-EHI RAGAZZI! IO NON SENTO PRONUNCIARE INCANTESIMI. MUOVETEVI!- urlò da terra Liv.

-EXPELLIARMUS- gridò Green.

Scansai l'incantesimo grazie ad una manovra da cercatrice.

-INCARCERATUS- urlai ma non riuscii a bloccarlo. Anche lui sembrava molto abile con la scopa.

-SCOPPIO- pronunciò. L'esplosione non mi colpì ma produsse una corrente talmente forte da sbalzarmi giù dalla scopa. Mi ritrovai in caduta libera.

Di nuovo.

Urlai più forte che potevo. Non poteva succedere di nuovo.

Mi è andata bene una volta di certo non capiterà una seconda.

Ormai ero vicina al terreno e un ultimo pensiero toccò la mia mente.

Scorpius ti amo.

Buio.

 

Aprii gli occhi. Ero su un letto e non avevo la minima idea di dove fossi.

-Finalmente ti sei svegliata- Liv si avvicinò con in mano un bicchiere d'acqua e me lo porse con fare rassicurante.

-Devo dire che non pensavo che saresti caduta davvero. Comunque ero pronta ad ogni evenienza anche se la mia magia non è stata necessaria-

-Perché?- bofonchiai.

-Perché ti sei fermata qualche metro prima del disastro- rispose lei come se nulla fosse. Era capitato di nuovo?- Non ti era successa la stessa cosa sul campo da Quiddich?- Appunto, ma come quella volta non avevo ricordo di ciò che era successo.

-Si- risposi confusa.

-Da quanto tempo lo sai?-. Il tono era calmo e pacifico.

-Che cosa?- non capivo che cosa intendeva.

-Non ci vuole un medimago per capire che sei incinta, solo un po' d'osservazione- replicò schietta.

Mi bloccai. Mi aveva scoperta.

-Scommetto che tuo padre non lo sa, anzi, scommetto che nessuno lo sa tranne il padre che a quanto ho visto credo che sia il biondino. Malfoy giusto? -. Non sapevo che rispondergli.

-Tranquilla, non preoccuparti, non glielo dirò io alla tua famiglia- osservandomi aveva capito come mi sentivo, facevo fatica a ricordarmi che lei aveva più o meno la mia età.

-Grazie- mentalmente tirai un sospiro di sollievo.

-Questo non vuol dire che un giorno non lo scopriranno da soli. Tra un po' sarà evidente-

-In realtà questo non è un problema ho già trovato una soluzione-

Sollevai la maglietta scoprendo la pancetta "incriminata".

-Geniale, hai usato l'incantesimo senza fondo vero?-. In risposta annuii.

-Uao, ottima soluzione, toglimi una curiosità di che mese sei?-

-Sono circa a metà del quarto mese-

-L'hai fatto un controllo? -

-No, non ho ancora potuto- risposi imbarazzata

-Dovresti farlo, è importante- mi consigliò lei sorridendomi affabile.

-Lo so- cercai di mettermi seduta –Comunque è da dopo la partita di Quiddich che non faccio a meno di chiedermi come abbia fatto ad arrestare la caduta senza la bacchetta-

-E' una domanda a cui è difficile dare una risposta concreta. Alcuni medimaghi sono fermamente convinti che durante la gravidanza l'essenza magica della madre si unisca a quella del bambino e che essa comporti delle modifiche, diciamo che il tuo bambino nel momento di maggiore necessità ha voluto aiutare la sua mamma. Questo si collega anche al fatto che le streghe durante la gravidanza sono più forti anche dal punto di vista degli incantesimi e i loro attacchi sono molto più potenti- cercò di spiegarsi Liv.

-Mi stai dicendo che ho vinto i duelli solo grazie a questo legame magico tra me e mio figlio?- chiesi stupita.

-Non credo proprio, questo legame non può essere sfruttato a piacimento, è qualcosa di più profondo, posso avanzare l'ipotesi che questo potenziamento si è verificato nel momento in cui tu eri in pericolo. I duelli lì hai vinti tu con le tue sole forse- mi rilassai nuovamente.

-Uao, certo che è incredibile!- esclamai.

-E' un campo molto vasto e tutto da scoprire e chissà quanto tempo passerà prima di avere delle risposte- disse lei con lo sguardo perso in qualche sogno –Ti senti meglio adesso?- la sua attenzione tornò nuovamente su di me.

-Si molto meglio- risposi rimettendomi in piedi.

-Bene direi che è ora che tu torni alla tua tenda, devi preparare i bagagli-

-E' già così tardi?- per quanto tempo avevo perso conoscenza?

-Si, ed entro due ore questo posto sarà deserto e sigillato fino alla prossima sessione, è meglio se ti sbrighi-

-Corro. Grazie di tutto Liv-

-Di niente e riguardati. Ci vediamo a febbraio-

-Va bene, arrivederci-

-Arrivederci- Uscii e tornai alla tenda.

Un'ora dopo tornammo al castello.

Nella Sala Grande tutte le case ci accolsero con applausi e onori. Io e Scorpius avevamo passato sei giorni fantastici e con l'avvicinarsi del Natale gli eventi potevano solo migliorare.

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Capitolo 20
*** Prima ecografia ***


19

22/12

Natale era alle porte.

Il ritorno a casa per le vacanze, due giorni prima, era stato fantastico.

Sentire di nuovo i profumi di casa mi avevano riportato alla mente i ricordi felici della mia infanzia.

Quella mattina un delizioso profumo di biscotti fatti in casa riempiva l'aria.

Aprii gli occhi, riconobbi i muri della mia camera, quella carta da pareti oro e rossa che avevo scelto a sei anni e tutti i poster, le lettere, le foto, i ricordi. Non pensavo che tutto questo mi potesse mancare tanto.

Guardai l'ora, c'era ancora tempo prima dell'appuntamento al St. James Hospital dove avevo prenotato la mia prima ecografia.

Scorpius lo avrei incontrato lì.

Dovevo solo uscire di casa con qualche scusa e mi sarei materializzata davanti all'ospedale.

-Lily la colazione è pronta- annunciò mio fratello entrando nella mia camera. James Potter aspirante auror in formazione, alto, con i capelli scuri ribelli, occhi azzurri e famoso Don Giovanni ai tempi di Hogwarts, sembrava non fosse passato neanche un giorno eppure eccolo lì, sulla soglia della vita adulta, determinato ad affrontare il mondo a testa alta.

-Ok Jamie scendo subito- dissi stropicciandomi gli occhi e cercando le pantofole tastando con i piedi il pavimento.

Mi feci una doccia veloce, mi vestii e scesi al piano di sotto.

In cucina tutta la famiglia era riunita. Papà leggeva il giornale mentre la mamma stava mettendo una ciotola di biscotti appena sfornati al centro della tavola.

Mi versai un po' di thé nella mia tazza preferita. Semplice, di ceramica bianca ma la scritta era fantastica: "A volte si deve essere pazzi per far sembrare gli altri normali". L'adoravo.

-Lily oggi pomeriggio vieni a fare la spesa con me per la cena della vigilia con gli zii?-

-Si mamma volentieri. Ti dispiace se stamattina esco?- dissi tranquillamente mentre addentavo un biscotto.

-No tranquilla, vai pure- rispose lei mentre si sedeva accanto a mio padre.

-Dove vai sorellina?- mi chiese James curioso.

-Probabilmente ad immischiarsi con quella cacca di Troll di Malfoy- sussurrò Albus continuando a leggere imperterrito il giornale.

Tutto in cucina tacque. Avevamo sentito tutti ma sembrava che la cosa non gli importasse.

-Albus- lo ammonì mio padre severo, non tollerava quel genere di linguaggio sotto il suo tetto.

-PAPA' NON SO DAVVERO COME TU POSSA PERMETTERE TUTTO QUESTO. E' UN TRADITORE, RAZZISTA E FUTURO MANGIAMORTE COME SUO PADRE- urlò Al tutto d'un fiato, si era alzato in piedi e rigidamente puntava il dito contro di me con fare accusatorio.

Uno schiocco riempì le mie orecchie.

Papà si era alzato ed aveva tirato uno schiaffo ad Albus.

-Non ti devi permettere mai più di dare del mangiamorte a qualcuno. Io ho visto le cose orribili che hanno fatto e non ti permetto di accusare un ragazzo di avere le mani sporche di sangue- disse a denti stretti mio padre, era furioso.

Albus continuò a guardarlo negli occhi, poi, senza proferir parola, si alzò e lasciò la stanza.

Mi voltai verso mio padre e vidi un'unica, singola lacrima scendere lungo la sua guancia, lui non voleva fargli del male. 

Mamma si avvicinò dietro di lui, anche lei aveva gli occhi lucidi, e gli cinse le spalle confortandolo, la guerra per quanto lontana rimaneva un ricordo indelebile nelle loro menti.

James era allibito, anzi, disorientato rispetto al comportamento del fratello e indeciso su che cosa fare. Alla fine si alzò, probabilmente  voleva raggiungere il fratello per farlo ragionare ma non rimasi lì per scoprirlo.

-Mamma, papà io vado da Rose. A dopo- volevo allontanarmi il più possibile e lasciare i miei genitori il loro spazio, non potevo fare altro.

Uscii in tutta fretta e mi smaterializzai sul vialetto di casa.

Volevo scappare da tutto quell' odio.

 

-Ciao amore- Scorpius mi accolse con un sorriso.

-Ciao- ero ancora scossa per quello che era appena successo a casa.

-Va tutto bene?- mi chiese lui notando la mia distrazione. Non volevo farlo preoccupare dopotutto doveva essere un momento felice.

-Si, si, sono solo un po' nervosa- mentii.

-Dai tranquilla ci sono qui io. Se vuoi ti terrò per tutto il tempo la mano- lo disse imitando una voce infantile.

-Ehi smettila di trattarmi come una bambina, non sei divertente- mi lamentai.

-Dai entriamo. Se ti comporterai bene dopo ti regalerò un

lecca-lecca–

-Smettila scemo. Entriamo che sto gelando- detto questo mi strinsi a lui per raggiungere insieme l'ospedale.

 

Avevamo preparato tutto.

Presentammo all'accettazione dei documenti falsi con nomi ed età fasulle. Infatti Scorp era maggiorenne ma io lo sarei diventata qualche mese dopo (compivo gli anni a giugno). Il personale esaminò i documenti ci sorrise per poi darci le indicazioni per il reparto. Dopo un paio di rampe e tre corridoi infiniti, finalmente, raggiungemmo una piccola sala d'attesa.

Passò qualche minuto quando una porta si aprì.

-Sara Robins- disse un uomo in camice bianco con una cartella in mano.

-Sono io- dissi alzandomi in piedi.

-Entri pure, la dottoressa Mongomery la sta aspettando-

Io e Scorpius mano nella mano entrammo nello studio.

-Buongiorno- la dottoressa ci accolse con un sorriso. Era una bella donna, l'unico segno del tempo che sfoggiava era una spruzzatina di grigio sugli scuri ricci ma i grandi occhi nocciola erano pieni vitalità.

-Lei deve essere il suo compagno- disse la dottoressa studiando il mio ragazzo mentre gli stringeva la mano.

-Si, sono Tony Winters- rispose sorridendo affabile.

-Accomodatevi, prima d'iniziare la visita vera e propria devo farvi qualche domanda-.

Ci sedemmo su delle lussuose sedie di pelle rossa poste davanti ad una bellissima scrivania in ebano. La donna prese posto davanti a noi.

-Allora. Vedo che siete molto giovani, probabilmente non siete molto pratici di visite ginecologiche, infatti, studiando la sua cartella Sara- la cartella era stata creata con la magia qualche giorno prima   – ho notato che prima di oggi non aveva ancora fatto nessun controllo, è giusto? Inoltre, secondo i suoi calcoli, mi può dire quand'è avvenuto il concepimento, cerchi di essere il più precisa possibile, comunque appena avremo i risultati delle analisi capiremo se le sue supposizioni sono giuste- mi rassicurò lei ma io non avevo dubbi sul quando era successo.

-Il primo di settembre- risposi risoluta.

-Ok allora è di diciassette settimane. Quindi il termine della gravidanza dovrebbe essere previsto per la prima settimana di giugno. Bene, direi che è arrivato il momento dell'ecografia, è arrivata l'ora di conoscere qualcuno. Sara si sdrai pure sul lettino e tiri su la maglietta-.

Prima di entrare in ospedale avevo indossato dei comuni vestiti babbani che non erano muniti dell'incantesimo senza fondo.

Quindi non c'era niente che potesse nascondermi. Mi sistemai sul lettino ricoperto da uno strato di carta, la dottoressa mi raggiunse qualche secondo dopo aver scritto qualcosa sul computer che teneva sulla scrivania.

-Ora le applicherò il gel. Mi dispiace è un po' freddo- si scusò lei.

Versò sul mio ventre questo "gel", che mi sembrava muco di cane a tre teste e fui percorsa dai brividi.

Detto questo accese un marchingegno che si chiamava ecografo e prese una specie di tubo largo quanto un pollice collegato alla macchina e cominciò a passarlo delicatamente sulla mia pancia.

-Allora da qui dovremmo sentire il battito cardiaco del feto- un suono sordo e potente riempì la stanza. Passò qualche secondo e la dottoressa non aveva ancora spostato il sensore come se non fosse sicura di ciò che stava succedendo, intanto continuava a lanciare uno sguardo a una macchina che creava delle linee a zig-zag.

-E' tutto a posto?- disse Scorpius allarmato.

-Si, si, devo solo verificare una cosa ma è tutto normale, tranquilli-

C'era qualcosa che non andava né ero sicura, era come se me lo sentissi. Ero terrorizzata e non potevo fare nulla, Scorpius mi strinse più forte la mano cercando di attirare la mia attenzione. Mi voltai e lo guardai dritto quei diamanti neri. "Andrà tutto bene" mimò con le labbra, stranamente sentii la tensione diminuire.

Restammo in silenzio ancora per qualche minuto mentre la donna continuava a spostare il sensore da una parte all'altra. Alla fine parlò.

-Congratulazioni come pensavo sono sani e hanno il battito cardiaco nella norma e sono del peso giusto -

-SANI?!- rispondemmo all'unisono.

-Si sani. State aspettando due gemelli- Cosa? Sono due ... Merlino .... Rimasi scioccata, era una bella notizia? Già uno era difficile da digerire ma due....

Sapevo che non appena avessi incontrato gli occhi di Scorp avrei visto la mia stessa paura, forse non si sarebbe più sentito all'altezza, avrebbe rinunciato, mi avrebbe lasciata da sola. Mi voltai verso di lui.

Mi bastò un solo sguardo per capire che le cose sarebbero andate comunque bene, io e lui ci saremmo supportati a vicenda. Ce l'avremmo fatta.

-Uao è fantastico e sono ... - chiesi.

-Mi dispiace ma per sapere il sesso è ancora troppo presto, dovrete aspettare ancora qualche settimana-

-Non importa Lil... Sara lasciamo che sia una sorpresa- sussurrò Scorpius ancora sotto shock.

-Come vuoi tu papà- lo canzonai.

-Bene Sara qui abbiamo finito, puoi ripulirti e rivestirti- mi porse dei tovagliolini di carta. Mentre mi toglievo il gel, Scorpius si avvicinò alla dottoressa.

-Senta.. per quanto riguarda il ...... sesso, qual è il suo parere professionale- chiese lui. Ma che stava facendo?! Non potevo credere che glielo avesse chiesto davvero, giuro, stavolta lo strozzo.

-Ormai siete liberi di farlo- Che cos'era una battuta?! E dai dottoressa non gli dia anche corda –Solo vi chiedo di fare attenzione e di avere un atteggiamento, come posso dire, moderato-

-Lo scusi dottoressa- ero rossa di rabbia e di vergogna.

-E di che? E' una domanda più che lecita, non sa quanti mariti e fidanzati mi pongono la stessa domanda- Scorpius sfoggiò le sua faccia da "te l'avevo detto", ero pronta a mettergli le mani addosso.

-Bene Sara il tuo prossimo appuntamento è per il prossimo mese. Ti ho anche prescritto delle vitamine prenatali che devi prendere. Oh! Quasi dimenticavo questa- mi porse una fotografia –Nel caso tu lì rivoglia rivedere di nuovo- mi fece l'occhiolino, complice. Raffigurava due esserini distinti. Due bambini. I miei bambini.

-Grazie di tutto dottoressa Mongomery- le strinsi la mano.

-Di niente. Dopotutto è il mio lavoro- disse mentre stringeva la mano a Scorpius.

Uscimmo dallo studio mano nella mano.

 

Ero al settimo cielo e pure il mio fidanzato, da quando avevamo lasciato lo studio della dottoressa non aveva smesso un attimo di parlare dei bambini, del fatto che fossero due, del futuro. Era su di giri e lo amavo ancora di più per questo.

Superammo l'accettazione ed infine uscimmo dalla struttura.

-Mi scusi ma riguardo il sesso?- imitai scherzosamente la voce del mio ragazzo.

-Ho fatto bene a chiederglielo, lo ha detto pure la dottoressa, almeno ti sentirai più tranquilla quando... - ipotizzò gustando già il momento ma io avevo ben altri progetti.

-Mi sa che non sarai accontentato per molto tempo signor Malfoy-. Mi lasciai travolgere da un risata, notando la delusione sul suo volto.

-Lily?- disse una voce.

Guardai davanti a me e il mio sangue si gelò.

Porca Morgana!

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Capitolo 21
*** Genitori e Figli ***


20

-Lily tesoro- Ginny Weasley in Potter mi corse incontro.

-Stai bene? Dov'è Rose? Perché sei appena uscita da un ospedale babbano insieme a Scorpius? State ... - mi squadrò da capo - ... bene?! ... - a pancia. L'aveva vista! 

Non riuscivo a decifrare le emozioni che attraversavano il suo volto, e non c'era modo per provare a giustificare ciò che aveva appena visto.

-Per la barba di Merlino tu sei ... - non riusciva a formulare la frase.

-Incinta? Si mamma... ti prego non andare fuori di testa- la supplicai ma come potevo chiederglielo dopotutto glielo avevo nascosto per mesi e avrei continuato a farlo se non mi avesse vista quel giorno.

Avevo le lacrime agli occhi e il silenzio che era calato era snervante Scorpius sembrava spaventato quanto me. Non sapevamo come avrebbe reagito.

-NON ANDARE FUORI DI TESTA? LILY NON PUOI CHIEDERMELO!- esclamò lei, il suo tono di voce era una via di mezzo tra lo stupore e la rabbia.

-Mamma ti prego, ho bisogno di te, non lasciarmi. HO PAURA!- mi sfogai con lei, tutti quei segreti si stavano rivelando un fardello troppo grande, dirgli la verità fu liberatorio.

Ginny fece un passo avanti e mi prese tra le braccia. Le lacrime iniziarono a scivolare sui nostri visi.

-Oh tesoro, va tutto bene, non vado da nessuna parte. Come potrei lasciare da sola la mia bambina - disse stringendomi ancora più forte.

-Mamma non sai quanto mi dispiace- inspirai profondamente il suo profumo, era come un calmante sin da quando ne ho memoria.

-Shhh non ti scusare- rispose lei tranquilla, cullandomi tra le sue braccia.

Rimanemmo in quella posizione per qualche minuto. Sentivo che il peso di tutte quelle bugie si era un po' alleviato.

Non avevo capito di quanto avessi bisogno della mia mamma fino a quel momento.

-Ora tesoro- mi guardò dritto negli occhi -dobbiamo tornare a casa. Non sarà semplice ma tuo padre deve sapere- disse risoluta.

Non c'era rabbia nella sua voce, solo la pura e semplice verità ed era proprio la verità a preoccuparmi.

 

Nel salotto di casa Potter regnava la tranquillità.

I miei fratelli erano usciti poco prima che rientrassimo e io e Scorpius eravamo seduti davanti ai miei genitori che ci fissavano silenziosi.

Le nostre mani erano unite per farci forza a vicenda.

La mia pancia era ben visibile sotto la maglietta.

Mio padre continuava a spostare lo sguardo da me, a Scorpius, alla pancia e soffermandosi sulle sue espressioni vedevo la sua incredulità, stava tentando di darsi una spiegazione senza successo.

-Forse questa ti aiuterà- gli dissi porgendogli l'immagine dell'ecografia. Lui la prese in mano come se fosse una peso immane e cominciò a rigirarsela tra le mani, sgranando gli occhi mentre metteva a fuoco l'immagine.

-Uao! Sono ... - iniziò mio padre facendo vedere la foto anche a sua moglie.

-Gemelli- finì mia madre.

-Si l'abbiamo scoperto stamattina alla visita ginecologica e ...-

Mio padre si alzò in piedi e fece un passo verso di me.

-Papà?- dissi preoccupata, ero terrorizzata all'idea che non riuscisse a perdonarmi e più il tempo passava più quella paura cresceva.

-Alzati- ordinò lui severo, la mia tensione era alle stelle, Scorpius era rigido quanto un pezzo di legno e con riluttanza staccò le sue mani dalle mie.

Mi alzai e lui mi abbracciò, nella sorpresa generale.

Era bello essere lì fra le sue braccia forti. Lo sentii rilassarsi ed infine si staccò. Quando i nostri occhi s'incontrarono notai che stava sorridendo.

-Lily è meraviglioso AHAHAHA. Sto per diventare nonno!- esclamò felice.

-HARRY!- replicò Ginny rimproverandolo.

Mio padre si bloccò subito e si schiarì la voce.

-Si, comunque avete sbagliato a mentirci e siete molto giovani per avere dei figli, fatto sta ...... che sono molto felice- ricominciò a ridere di gusto.

Anche io e la mamma ci unimmo alla risata, la tensione se né era andata lasciando posto all'allegria.

-Scorpius unisciti a noi!- gli disse Harry.

-Certo signore- rispose rispettoso il biondo alzandosi dal divano.

-Non chiamarmi signore, ormai fai parte della famiglia. Chiamami semplicemente Harry ok?- disse mettendo un braccio sopra le spalle del mio ragazzo, chiaramente in imbarazzo per le tante attenzioni da parte di mio padre.

-Va bene signore... cioè ... volevo dire Harry – rispose impacciato.

Mio padre rise un'altra volta trascinandoci tutti nella sua euforia ma il momento passò presto e c'erano delle cose che volevo chiedergli.

-Papà ci sono molte cose di cui discutere e ho così tante domande-

-Si hai ragione tesoro, dobbiamo pensare a qualche soluzione ma prima devo sapere una cosa- si girò verso il mio ragazzo

-Scorpius i tuoi sono all'occorrente di tutto?-

-No- rispose risoluto Scorp –Non lo sanno-

-Allora sarà meglio mandargli un gufo ed invitarli per un thè-

 

Il gelo era di nuovo calato in casa Potter.

Draco e Astoria Malfoy stavano bevendo del thè faccia a faccia con Harry e Ginny, poche ore dopo la nostra rivelazione.

-Allora Potter perché questo invito? Nella lettera che hai inviato hai detto che volevi parlare dei nostri figli- Draco sembrava calmo e posato e lo stesso si poteva dire della sua sposa che da quando era entrata era rimasta nel più completo silenzio. Io e Scorp eravamo nell'altra stanza attaccati ad un orecchio oblungo per ascoltare la conversazione.

-Si infatti. Oggi abbiamo scoperto che Lily è incinta- mio padre fece una pausa per preparare al meglio la notizia –è Scorpius il padre-

Il rumore di una tazzina in mille pezzi riempì la stanza.

-Deve essere stata mia madre- m'informò Scorpius notando il mio sguardo interrogativo.

-Che cosa hai detto?- replicò Draco stizzito.

-Lily e Scorpius stanno per avere un bambino, anzi ....-

-TU MENTI! MIO FIGLIO NON SAREBBE COSI' STUPIDO...-sbottò Draco infuriato, la calma che qualche minuto prima aveva si era esaurita.

-Draco calmati ormai è successo non puoi farci niente- rispose mio padre freddo. La situazione all'interno del salotto stava precipitando.

-NO ORA BASTA! DOV'E'? DEVO PARLARGLI, QUEL DEGENERATO ADESSO HA DAVVERO ESAGERATO!- un cigolio strozzato e uno sbatacchio di tazzine ci fece capire che Draco si era alzato con un certo impeto, spostando addirittura il tavolino da caffè posto tra i due divani.

-Malfoy ti chiedo di sederti, dopotutto questa è ancora casa mia- ordinò mio padre con forza.

-Potter non proferir nessun'altra parola. Lo sapevo che frequentare quella ragazza gli avrebbe portato solo guai- disse Draco.

-Che cosa vorresti dire Malfoy?- il tono di mio padre era sempre più gelido, non sapevo per quanto avrebbe ancora mantenuto la calma.

-Disonore, ecco che cosa ci ha recato nostro figlio. Era un ottimo studente, un giovane uomo con uno splendido futuro davanti a se ma poi è arrivata lei- sputò Draco pieno di veleno.

-Non ti permetto di dire queste cose su mio figlia, fermati o io ...-

-Tu cosa? Ma non farmi ridere ora fai il bravo e dimmi dov'è. Provo ad indovinare, sarà nella stanza di quella sciacquetta di tua figlia-

-STAI ZITTO O GIURO CHE ...-sbottò mio padre.

-Giuri cosa Potter? Vuoi combattere? Posso accontentarti qui e subito e se qualcosa si romperà non mi dispiacerà visto che è il tuo tugurio di casa- stava cercando di far infuriare mio padre, avrebbe sicuramente trovato pane per i suoi denti.

-Questo è troppo Malfoy- Ginny tirò fuori la bacchetta e gliela puntò addosso pronta all'azione. Anche Astoria impugnò la sua bacchetta nascosta all'interno della manica del suo costoso vestito.

-Io non voglio combattere Draco- replicò finalmente mio padre, riprendendo controllo di se.

-Qualcosa mi dice che sarai costretto a difenderti-

La tensione era alle stelle.

Tutti e quattro erano pronti a scagliarsi addosso incantesimi e non si sarebbero risparmiati.

-FERMI!- gridò Scorpius irrompendo nella stanza.

-Non c'è bisogno che ricorriate alla violenza- aggiunse frapponendosi tra le due coppie.

-Quali sagge parole pronunci figlio mio, anche se le tue scelte sagge non sono – replicò Draco squadrando il figlio con i suoi occhi da serpente.

La tensione non si allentò anche se tutti abbassarono le bacchette.

-E' ora di tornare al Manor Scorpius- ordinò Astoria fredda al ragazzo -Il tempo per i tuoi giochetti è finito- concluse.

-No! Io non tornerò a casa con voi finché non accetterete ciò che sta succedendo, finché non accetterete Lily- replicò Scorpius deciso.

-Scorpius non essere stupido. Quella ragazza ti ha portato solo guai. Ascolta bene le mie parole, molti altri te ne porterà. Vieni via con noi finché sei in tempo-

-Scappare è questo che vuoi? Papà non sarò codardo di fronte ai miei doveri verso Lily e la nostra prole e voglio adempierli-

-Scorpius ... - disse Draco in modo quasi supplichevole. Astoria posò una mano sul braccio del marito, più per bloccarlo che per consolarlo.

-Ora basta Draco, lui non è il figlio che abbiamo cresciuto- la donna si alzò e si diresse verso la porta di casa, senza aggiungere altro.

Draco si lasciò condurre dalla moglie e si avviò verso la porta.

-Padre cerca di capire- lo supplicò il figlio.

-Io ho capito Scorpius. Da questo momento tu non sei più il benvenuto in casa nostra. Non sei più mio figlio!- voltò le spalle al ragazzo ed uscì dalla casa con Astoria al suo fianco. Non appena furono sul vialetto d'ingresso si smaterializzarono.

Scorpius era rimasto lì dove il padre l'aveva lasciato, lo sguardo perso nel vuoto dove prima c'erano i suoi genitori.

-Se ne sono andati- sussurrò.

L'unica cosa che riuscii a fare fu abbracciarlo.

Lo tenni fra le mie braccia e lo cullai come un bambino mentre lui si teneva a me, le lacrime silenziosamente gli rigavano il volto.

-Shhh va tutto bene. Io sono qui!- mormorai cercando di confortarlo.

Mi strinse ancora più forte come se avesse paura che anch'io me ne sarei andata.

-Andiamo di sopra- prendendolo per mano lo accompagnai nel piano superiore per andare nella mia stanza.

-Povero ragazzo- sussurrò Ginny.

-Già ... - convenne Harry.

Passammo il resto del pomeriggio a letto.

Continuai a tenerlo stretto a me.

Non volevo lasciarlo.

Non volevo lasciarlo da solo.

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Capitolo 22
*** Pranzi e cene di Natale ***


21

24/12

Era la Vigilia di Natale, le strade erano un tripudio di addobbi e luci colorate.

Dopo il "thè del furore" con i suoi genitori Scorpius si era trasferito definitivamente a casa Potter. Papà aveva incantato la mia stanza in modo che potesse ospitare un letto matrimoniale e un armadio più grande.

Per quanto fosse scosso dagli avvenimenti di due giorni prima il ragazzo, finalmente, aveva ritrovato il sorriso, anche se i suoi occhi perlacei sembravano raccontare una storia completamente diversa.

I miei genitori erano stati fantastici per farlo sentire a suo agio, anche mio fratello James lo aveva accolto a braccia aperte, lo stesso non si può dire per Albus che si era limitato alla completa indifferenza, almeno, non gli urlava in giro per la casa di essere un assassino mangiamorte, se no non avrei più risposto di me e da come lo avevo fulminato quando gli avevo comunicato il trasferimento di Scorpius credo che lo avesse capito.

Mancavano poche ore al cenone, gli ospiti sarebbe arrivati a breve.

Nascosi le mie forme sotto uno dei maglioni natalizi che mi aveva regalato nonna Molly, per il momento lì avrei ancora nascosti.

-Lily sei pronta? Se scendiamo adesso riusciamo ad aiutare tua madre ad apparecchiare la tavola- Scorpius comparve alle mie spalle. Si era appena fatto la doccia: i capelli umidi scompigliati luccicavano come oro al sole. Indossava anche lui uno dei tradizionali maglioni Weasley che James gli aveva gentilmente prestato, ricevendone uno all'anno avevamo l'imbarazzo della scelta.

-Uao così sembri davvero un autentico Weasley- esclamai andandogli incontro. Lui mi abbracciò teneramente.

-Lo so e sinceramente non mi dispiace- rispose lui sorridendomi.

-Non dirlo troppo forte se no tuo nonno Lucius potrebbe sentirti- scherzai.

-Probabilmente morirebbe sul colpo- rise, divertito dalle sue stesse parole e posò le sue labbra sulle mie.

-Non vorrei disturbarvi ma la mamma ci vuole di sotto Lily- disse James passando davanti alla nostra stanza per poi scendere al piano di sotto.

-Ok Jam arriviamo- rispose Scorpius.

-Jam? Da quando lo chiami così?- gli chiesi stupita.

-Lui me lo permette così lo faccio- disse con un sorriso furbetto, posò i palmi sulla mia pancia, toccando il lieve rigonfiamento camuffato dal maglione di lana

-Comunque trovo che non ci sia bisogno che ti copri. Sei bellissima-

-Scorp non sono ancora pronta ad affrontare tutti -

-Ma stasera ci saranno solo i tuoi zii Ron e Hermione con Rose e Hugo, tu e la rossa siete più che amiche-

-Si lo so ma....- mi bloccai.

-Non glielo hai ancora detto vero?- lui concluse la frase per me –Lo sai che prima o poi lo verrà a sapere, è meglio se glielo dici tu e non qualcun altro no?-

-Si hai ragione ma non ho ancora trovato il momento giusto- cercai di giustificarmi ma ero più che cosciente del fatto che erano tutte scuse prive di significato.

-E' meglio se fai in fretta a trovarlo non ti rimane molto tempo-

-Forse stasera c'è anche Zabini- mormorai e lui sospirò rumorosamente, aveva capito che stavo tentando di cambiare argomento e decise di assecondarmi.

-Andrew? Perchè?- chiese.

-Sembra che dopo il ballo in maschera lui e Rose abbiano iniziato a frequentarsi seriamente-

-Finalmente qualcuno è riuscito a domare quella testa calda, sono felice per loro-

-Anch'io-

-Toglimi una curiosità come l'ha presa tuo zio? Per quanto ne so lui non tifa per la squadra delle serpi-

-Lo so ma come mio padre ha accettato te anche lui ha capito che si doveva adeguare. Non che lo abbia comunicato apertamente, Hugo mi ha raccontato com'è stata la prima volta che lo ha incontrato. Diciamo che non ha perso tempo le ha subito "avvertito" su che cosa sarebbe successo se avesse fatto soffrire la sua bambina- raccontai.

-E con "avvertito" intendi ...-

-Minacciato, esattamente-

-Uao avrei voluto assistere alla scena- commentò divertito.

-Già, anche se un po' mi dispiace per Rose, deve essersi sentita molto in imbarazzo ...- conclusi.

-Ora scendiamo prima che tua madre venga a prenderci con la forza-

 

La cena fu divertente e distesa.

I miei zii erano di ottima compagnia e anche Zabini rivelò un carattere molto socievole e divertente, l'ennesima dimostrazione che la casa di appartenenza non dice tutto di te.

I miei genitori non dissero niente su di me, l'improvviso trasferimento di Scorpius e i bambini il che mi rilassò ulteriormente. Il cibo era buonissimo e assaggiai tutto con molto piacere, mia madre non era soltanto un asso del Quiddich.

-Cavolo Lily quanto mangi- disse Hugo scherzando.

Tutta la famiglia si bloccò di colpo tranne gli zii, Rose ed Edward che però non ci misero troppo ad accorgersene.

-Si ho tanta fame perché è tutto squisito- minimizzai.

-Già ma è strano anche per i tuoi standard ... - commentò per poi tornare a concentrarsi sul suo piatto facendo cadere la conversazione. L'atmosfera nuovamente si rilassò e tutti riprendemmo il pasto come se non fosse successo nulla.

Eravamo alla fine del secondo quando il mio stomaco si rivoltò come un calzino, in un secondo m'infuriai per essermi ingozzata tanto, lo sapevo che non sarebbe passato tanto tempo prima che rigettassi tutto e più cibo si ingerisce più la tortura dura.

-Scusatemi- mi alzai di botto tra lo stupore generale e corsi nel mio bagno al piano di sopra.

Quanto odiavo questi "attacchi" erano una cosa disgustosa da vedere e da provare in prima persona e sinceramente ne avevo abbastanza ma dovevo pazientare con l'avanzare della gravidanza ad un certo punto sarebbero cessate. Non vedevo l'ora.

-Lily tutto bene- qualcuno entrò e si avvicinò ma non potevo vedere chi era, visto che la mia testa era affondata nel water. Avevo il collo indolenzito e appena arrivò una pausa, annunciata da un imponente gorgoglio, alzai di un poco la testa per poter tirare lo sciacquone, fu allora che notai le scarpe verde menta di mia cugina.

-Rose- dissi con voce strozzata –Sto bene, adesso mi ripulisco e scendo- la rassicurai.

-No non stai bene se no, non saresti qui a vomitare l'anima- esclamò la rossa rimproverandomi amorevolmente e aiutandomi a tenere i capelli indietro.

-Tranquilla deve essere stata la cena, forse c'era qualcosa di avariato e che mi ha fatto male- cercai di giustificarmi ma era come se cercassi di arrampicarmi sugli specchi, soprattutto con lei che mi aveva sempre letto come un libro aperto.

-Non me la racconti giusta, da come ti comporti nelle ultime settimane con i tuoi squilibri e le corse in bagno sembri ....- mia cugina aveva capito, mi tamponai velocemente la bocca e mi voltai verso di lei, dovevo essere sicura che ....

Era come temevo negli occhi di Rose si era accesa una nuova consapevolezza, aveva appena trovato la chiave per risolvere l'enigma che l'assillava da mesi.

-Rose perché non ci spostiamo in camera mia-.

La rossa annuì e si spostò guidata dalla mia mano, ci sedemmo sul letto matrimoniale, o meglio, ci accasciammo, io per via del performance in bagno, lei per le nuove scoperte.

-Lily tu sei incinta?- sussurrò Rose.

-Rose lascia che ti spieghi- la implorai.

-NO! RISPONDI- esclamò agitata.

-Si, sono incinta- confessai.

-Perchè?-

-Come perché Rose? Dai lo sai come ... - dissi in imbarazzo.

-Da quanto lo sai?- disse interrompendomi.

-Da tre mesi e qualche settimana - ammisi con riluttanza.

-Perché non me lo hai detto prima. Lily, io sono la tua migliore amica-

-Lo so ma ... - cercai di giustificarmi.

-Non esiste nessun "ma", tu ha deliberatamente deciso di tenermelo nascosto-

-Avevo paura ... - confessai ma riuscii solo a peggiorare le cose.

-E DI CHI? DI ME?- esclamò lei su tutte le furie.

-Non sapevo come l'avresti presa. Non volevo che cominciassi a guardarmi con occhi diversi-

-Lily lo sai che io sarò sempre dalla tua parte ma questa volta hai superato il limite- disse tristemente scrollando le spalle, questa volta l'avevo davvero ferita.

-Rose ti prego- cercai d'avvicinarmi.

-No Lily. Lasciami in pace- si scansò ma prima di uscire doveva ancora sapere una cosa.

-Scorpius vive qui con te, perché?- chiese dandomi le spalle.

-Cos ...?- non mi aspettavo quella domanda ma con lei era normale, riusciva sempre a sorprendermi.

-Non trattarmi da stupida, vedo che la stanza è diventata più grande, il letto e l'armadio sono per due persone e a meno che tu non dorma con i tuoi fratelli credo che tutto questo sia per lui- rispose secca

–Allora?-

-Si, Scorpius vive qui. Appena i suoi genitori hanno scoperto che ero incinta lo hanno ripudiato solo perché aveva scelto di stare al mio fianco- cominciai a piangere sommessamente –Rose perché riesco a fare del male a tutte le persone che mi stanno attorno?- le chiesi. La vidi irrigidirsi, forse voleva voltarsi, abbracciarmi, consolarmi ma non fece niente di tutto ciò.

-E' una cosa che devi scoprire da sola Lily- rispose fredda ed uscì dalla stanza, lasciandomi da sola con le mie lacrime.

Che cosa avevo fatto.

 

Ci misi diversi minuti a riprendermi e quando scesi nessuno mi fece troppe domande, fortunatamente.

La cena continuò ma Rose si mostrò fredda e distaccata nei miei riguardi.

Questo mi convinse ancora di più a nascondere la mia gravidanza ancora per un po'. Lo sapevo che Scorpius e i miei genitori non approvavano ma la scelta era mia e per il momento doveva restare un segreto.

 

25/12

Il pranzo di Natale si svolse alla Tana. Tutti sprizzavano allegria e nonostante la sorpresa iniziale accolsero Scorp come un membro effettivo della famiglia. Non lo avevo mai visto così: era impacciato, per certi versi timido ma era anche radioso. La nonna lo accolse come un nipote, il nonno volle parlare con lui di auto babbane per poi parlare della Ford che l'uomo aveva modificato personalmente tanti anni prima in modo che potesse volare. A quanto pare mio padre e mio zio l'avevano distrutta schiantandosi contro il platano picchiatore che c'era ad Hogwarts. Era incredibile come ogni anno emergesse qualche nuovo aneddoto sul famoso trio formato da Harry, Ron e Hermione e su quante malefatte avessero combinato durante il periodo scolastico.

Continuando il giro di parenti Scorpius parlò con zio Charlie dei suoi studi sui Draghi cinesi che aveva da poco concluso, prima o poi devo chiedergli quando aveva trovato il tempo per leggere quel tomo di trecento pagine scritto dal maggiore dei fratelli Weasley; dopo aver scambiato qualche parola s'intrattenne in una conversazione in francese con Fleur, altra abilità che non conoscevo e che mi sconvolse; Percy volle parlare, parlare e parlare del suo lavoro al Ministero e di come si sentisse gratificato, non potevo lasciarlo in sua balia, sarebbe stato crudele, così con una scusa gli evitai i trenta minuti più lunghi della sua vita; la conversazione con George fu molto più leggera e divertente contrassegnata da storie dei suoi anni ad Hogwarts dove ci spiegò un paio di trucchetti per eludere Gazza che ci sarebbero stati sicuramente utili.

Ricordo che quel giorno non ci annoiammo, nel pomeriggio facemmo anche una partita di Quiddich a cui, dopo diverse occhiatacce da parte dei miei genitori e di Scorpius , non partecipai nello stupore generale di tutti i miei cugini, fratelli e parenti. Hugo riuscì persino a profetizzare una possibile apocalisse per via del mio rifiuto a giocare, la fantasia di quel ragazzo era senza limiti.

Cercai di parlare con Rose visto che tutti erano presi dal gioco ma lei non si lasciò avvicinare, anzi, fece di tutto per tenersi il più lontana da me cosa che rattristò moltissimo ma dovevo lasciarla in pace, glielo dovevo.

A fine serata mi accorsi che il calore Weasley aveva sciolto definitivamente quella barriera di ghiaccio che Scorpius si era costruito negli anni come un Malfoy.

Finalmente mostrava al mondo la sua anima che fino a quel momento aveva tenuto chiusa, lontano da tutti. Io l'avevo vista nei nostri momenti d'intimità ma vederla libera di risplendere alla luce del sole dinanzi a tutti mi fece comunque venire le lacrime agli occhi.

Dannati ormoni!

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Capitolo 23
*** Un Capodanno da ricordare ***


22

31/12

Capodanno.

L'anno vecchio si congedava e quello nuovo faceva il suo ingresso carico di avventure e possibilità.

In questa pausa fra le feste la neve aveva dato spettacolo. Ce n'era stata così tanta che per un paio di giorni tutte le strade erano state bloccate.

Guardai fuori dalla finestra del salotto mentre sorseggiavo una bollente cioccolata.

-E' uno spettacolo vero?- disse Scorpius.

-Si è vero- concordai.

-Mi ricorda un natale di qualche anno fa al Manor. Aveva nevicato moltissimo e papà mi aveva fatto una sorpresa rincasando prima, voleva a tutti i costi giocare con la neve. Mi diede il tempo di vestirmi e quando fummo pronti corremmo nel bel mezzo del giardino innevato. Con la bacchetta ammucchiò la neve e costruì una montagnola, mi portò in cima e fece comparire una piccola slitta di legno verde smeraldo, il suo colore preferito. Mi ricordo che andammo su e giù parecchie volte da quella che a me, piccolo com'ero, pareva una montagna ma non né avevo mai abbastanza, il vento che mi sferzava il viso, la sensazione di vuoto, la velocità, erano sensazioni troppo belle per potervi rinunciare. Quando non ne potemmo più lui mi tirò addosso una palla di neve da cui ne scaturì una vera e propria battaglia che all'epoca per me fu epica, per Salazar quante risate, forse è stata l'ultima volta che l'ho sentito ridere così, ancora adesso ricordo quel sorriso e i suoi modi ne miei confronti, lui voleva il meglio per me e lo vuole tutt'ora ne sono sicuro-

Quel fiume di ricordi riaccese la consapevolezza di tutto quello che Scorpius aveva perso per rimanere insieme a me.

-Mi dispiace per quello che è successo con i tuoi genitori, è tutta colpa mia- sussurrai con voce spezzata dal rimorso.

-No Lily, non dire così, non è stata colpa tua, l'uomo con cui ho parlato in questo salotto non era lo stesso che mi ha cresciuto ne sono sicuro. Lui è sempre stato severo ma è anche buono, di certo, è molto diverso da nonno Lucius-

-Cosa pensi che sia successo?- gli domandai incuriosita dalla sua determinazione.

-Non né ho idea. Non è stato un cambiamento repentino, nel corso degli anni mentre crescevo lui si è sempre più irrigidito e inasprito assomigliando sempre più a mia madre-

-Non è molto bello quello che dici, forse sei un po' troppo duro -

-Lo so ma con mia madre c'è sempre stato questo rapporto rigido ... insomma ... poco materno- confessò passandosi una mano fra i capelli imbarazzato.

-Mi dispiace, non lo sapevo-

-E' per questo che crescendo mi sono tanto avvicinato a mio padre e vederlo prendere le distanze da me come ha fatto qui, è stato straziante- ammise, con me non doveva mentire, lo sapeva.

-Tesoro ... -

-Lily io ti amo e amo i nostri figli e non cambierei di una virgola le scelte che ci hanno portato a questo momento ma nonostante mi trovi bene in questa casa, ho nostalgia dei miei genitori, mi mancano. Lo so che sono molto "freddi" ma sono la mia famiglia e a volte ho bisogno del loro supporto-

-Capisco che cosa intendi e ne io, ne la mia famiglia potremo mai sostituirli ma ti prometto che non resterai da solo- posai la cioccolata sul davanzale.

Lo presi tra le mie braccia. Cercai di trasmettergli tutto l'amore che provavo per lui, volevo che sapesse che sarei stata per sempre al suo fianco.

Sempre.

Quella sera per festeggiare l'anno nuovo io e Scorp eravamo stati invitati ad una festa a casa di Andrew.

Il divertimento avrebbe allontanato per un po' le nostre preoccupazioni. Ci sarebbe stata anche Rose, forse era l'occasione giusta per parlarci e, speravo, chiarirci. Anche Albus e Linda si erano aggiunti. La serata si preannunciava interessante.

L'invito che avevamo ricevuto raccomandava un vestiario elegante. L'unico freno alla fantasia modaiola era il colore: bianco, grigio, nero e blu. Nessuna eccezione.

Ovviamente la mia stilista fu Rose, pensavo che commissionandogli un vestito avremmo avuto la possibilità di parlare, inoltre sapevo che non avrebbe resistito ad una sfida stilistica. Il tentativo purtroppo non andò in porto, infatti, ci fu un scambio di corrispondenza niente di più.

L'abito era arrivato in mattinata già munito dell'incantesimo estendente. Era bellissimo: bianco come la neve appena caduta, corpetto ricoperto da fiocchi di neve fatti di brillantini, la gonna morbida sfiorava il terreno, tutto studiato per nascondere delle fantastiche e comode scarpe senza tacco per i miei piedi gonfi che mi stavano letteralmente facendo impazzire. Aveva proprio pensato a tutto.

Ci misi parecchio a prepararmi e per un momento avevo persino pensato di non andare. Le nausee erano state incessanti ma, fortunatamente, mamma venne in mio soccorso con una pozione che definii "miracolosa" che le attenuò tempestivamente facendomi riacquistare colore e la voglia di affrontare la serata

.

La casa di Andrew l'avremmo raggiunta in macchina, perché era poco distante dalla città e nessuno sapeva arrivarci oltre al mio ragazzo. L'unico con la patente babbana era Scorpius (prima o poi dovrò chiedergli quand'è che l'ha presa) e avrebbe scarrozzato me, Rose, Albus e Linda alla festa. La ragazza di mio fratello era già sotto in salotto ad aspettare mentre io ero in supremo ritardo, bloccata in bagno intenta a darmi gli ultimi ritocchi del trucco.

-Mi stai forse spiando?- scorsi Scorpius seduto sul nostro letto intento a guardarmi.

Era così bello da togliere il fiato: le scarpe in vernice, pantalone, giacca, cravatta e il panciotto neri e sotto una candida camicia bianca. Impuntata sul bavero della giacca una bellissima rosa anch'essa color della neve.

Si alzò e mi raggiunse.

-Forse ... anche se io avrei detto ammirando o venerando perché è la verità. Sei bellissima- si passò una mano fra i capelli scompigliati che contribuivano alla sua aria da ragazzo aristocratico molto sexy.

-Merlino Scorp così mi farai arrossire – replicai tastandomi le guance.

Mi prese a braccetto e, anche se non c'era la musica, mi condusse davanti a se dove mi fece fare un piroetta sul posto con un casquè finale.

-Tu mi hai stregato Potter- disse con i suoi occhi luccicanti.

-Tu mi farai cadere Malfoy- risposi nel tentativo di rialzarmi.

-Molto bene! Stasera è qui con noi miss simpatia- annunciò ridendo di gusto.

-Ah si?- risposi sarcastica sfidandolo con lo sguardo.

-Si- sussurrò sempre più vicino.

-LILY!- una voce ci raggiunse dal piano sottostante.

-DIMMI MAMMA- urlai in risposta.

-ROSE E' ARRIVATA! DOVETE ANDARE SE NO FARETE TARDI-

-OK ARRIVIAMO- mi rivolsi di nuovo verso Scorp –Dobbiamo andare ma possiamo rimandare questo discorsetto a dopo-

-Non vedo l'ora- uscimmo dalla stanza avviandoci verso una serata di festa, balli e molte sorprese.

-Benvenuti al party dell'anno amici- Andrew ci salutò da sopra una scala ricoperta di un bellissimo tappeto rosso.

Viveva in un vero e proprio castello. Tutto era sfarzoso e aristocratico.

-Ciao amore- disse stampando un bacio sulle labbra a Rose.

-Ciao tesoro- disse lei incantata, era davvero innamorata.

Edward era alto, muscoloso, con occhi azzurro cielo e capelli corvini.

Quella sera indossava un completo bianco che si sposava perfettamente con quello blu della rossa.

-Seguitemi, prego, la festa è nel salone principale- annunciò scortandoci nel luogo della festa.

Da vero padrone di casa Zabini ci condusse in un'enorme sala che aveva al centro sul soffitto un enorme lampadario pendente.

Mi ricordava tantissimo quello che si vedeva in quel cartone animato babbano "La Bella e la Bestia".

La sala era gremita di gente che chiacchierava e ballava. Sulla sinistra notai un ricco buffet e dei carinissimi tavolini rotondi circondati da sedie dorate. Appena entrammo un boato di stupore si diffuse nella stanza, il soffitto s'incantò e cominciò a nevicare. Proprio come quello della Sala Grande ad Hogwarts.

Ero ancora incantata a guardarlo quando Scorpius mi invitò a ballare.

Accettai di buon grado e mi feci condurre in pista.

Danzammo, danzammo e ancora danzammo. Eravamo presi l'una dall'altro, quasi non ci accorgevamo delle persone che erano intorno a noi. Tutto era perfetto.

Passò circa un'ora quando Andrew posò la bacchetta all'altezza del collo.

-BENVENUTI. SONO FELICE CHE STASERA CI SIAMO RIUNITI QUI PER FESTEGGIARE INSIEME IL CAPODANNO. NON MI DILUNGHERO' TROPPO, TRANQUILLI. MA PRIMA GUARDATE I VOSTRI VESTITI- tutti ci guardammo: gli abiti erano diventati tutti uguali, semplici e bianchi.

-NON PREOCCUPATEVI, QUANDO USCIRETE DI QUI TORNERETE NORMALI. ALLORA LA SERATA FUNZIONERA' COSI': SIA DAME CHE CAVALIERI DOVRANNO METTERSI UNA MASCHERA CHE CELERA'LA LORO IDENTITA'. SIAMO TUTTE COPPIE QUINDI IL VOSTRO SCOPO SARA' RIUNIRSI AL PROPRIO COMPAGNO. L'UNICA REGOLA E' CHE NON POTRETE DIRE PIU' NESSUN NOME. MA PER ESSERNE SICURI ... - tirò fuori la bacchetta e urlò –CONFUNDUS- da quel momento ero certa che non ci sarei riuscita –AH! PER RENDERE LE COSE ANCORA PIU' DIFFICILI- schioccò le dita –ANCHE I CAPELLI ORA SONO UNIFORMATI . RICORDATEVI TROVATE LA VOSTRA META' PRIMA DELLA MEZZANOTTE E VINCERETE UNA SORPRESA CHE VI ESPORRO' DOPO. BUONA FORTUNA- schioccò nuovamente le dita e scomparve, anzi scomparvero tutti i ragazzi per un secondo. Quando ricomparirono ci misi più o meno di un secondo per capire che quello davanti a me non era più Scorp.

Lo stupore aleggiava nel salone. Mancava un'ora alla mezzanotte ed io volevo trovare Scorpius. Da quando stiamo insieme ogni Capodanno ci scambiamo un bacio di buon auspicio per l'anno nuovo. I medaglioni non ci avrebbero aiutato, anzi, ci trasmettevano solo la preoccupazione che avevamo l'una per l'altro. Dovevo trovare un altro sistema. I suoi occhi. Mi sarebbe bastato guardarli per capire se fosse lui. Probabilmente ci avrei messo un'eternità ma ero determinata a riuscirci. Era solo questione di tempo anche se esso mi era un po' avverso.

Poco prima della mezzanotte ...

-Non sei tu! No ... Nemmeno tu! Ma dov'è?- continuavo a cercare i suoi occhi ma era tutto inutile, sembrava un'impresa impossibile.

-Sc ...... tius? Sor ... ? AAAAAH NON CI RIESCO!- gridai con rabbia, continuare a combattere quell'incantesimo era inutile. Non sapevo più che cosa fare.

Fu allora che sentii un calore mai provato prima. Non riuscii ad elaborarlo completamente ma era come se una luce si fosse accesa dentro di me.

"Lily" era una voce che mi chiamava.

"Lily dove sei?" feci un giro su me stessa. Cosa stava succedendo? Chi mi chiamava? E come faceva a pronunciare il mio nome nonostante l'incantesimo?

"Lily! Per Salazar devo trovarla" quella voce continuava.

Aspetta e se fosse un pensiero? Negli anni avevo migliorato la mia Legilimanzia ma facevo ancora molta fatica e avevo bisogno di molto silenzio. Com'era possibile?

In quel momento mi tornarono in mente le parole di Liv. I bambini mi stanno aiutando a trovare il loro papà. Affascinata da quella scoperta mi concentrai su di lui.

"Qui non c'è! Proviamo al buffet"- mi mobilitai verso di lui determinata a raggiungerlo ma in quel momento il conto alla rovescia iniziò.

-10 ... 9- iniziarono ad urlare.

- ... 8 ... 7- trovai il tavolo ma dov'era?

-...6 ...5- c'era un ragazzo che si guarda attorno con degli anonimi capelli castani.

- ... 4 – lo faccio voltare a forza.

- ... 3- lo guardai negli occhi e non ho più dubbi.

- ... 2-

-Sei tu!- mi disse sorpreso.

-Si e ora baciami-

- ... 1 – le nostre labbra s'incontrarono e tutto tornò a posto. Non m'importava della gente intorno a me che festeggiava, lui era lì, eravamo insieme.

Rimanemmo attaccati per un tempo che mi parve lunghissimo ma non m'importava.

Quando ci staccammo, ciò che si presentò ai nostri occhi ci sorprese.

-Lily sei tornata normale!-

-Anche tu Scorp-

-E' fantastico- mi abbracciò –Ti amo- sussurrò.

-Ti amo anch'io- risposi.

-Credo che sarà un anno pieno di cambiamenti-

-Lo penso anch'io. Sarà terrificante e fantastico allo stesso tempo-

-Va bene Lils. Propongo di cominciare a pensarci a partire da domani mattina, stasera voglio solo festeggiare -.

Proprio in quel momento Zabini ricomparve, anche lui aveva ritrovato il suo fascino aristocratico e i suoi occhietti malefici, da bambino impestato.

-BENE, BENE, BENE. SONO FELICE D'ANNUNCIARVI CHE STASERA HANNO VINTO TRE COPPIE. MI CONGRATULO CON LINDA EVENBROOK E ALBUS POTTER- partirono gli applausi –ROSE WEASLEY E ANDREW ZABINI- disse facendo una riverenza tutt'altro che umile (spaccone impomatato!) –INFINE LILY POTTER E SCORPIUS MALFOY. BENE ORA CHE I NOMI SONO STATI FATTI RIPRENDANO I FESTEGGIAMENTI DOPOTUTTO E CAPODANNO GENTE!- un boato d'approvazione si innalzò tra gli invitati –VI VEDO CARICHI. NON MI RESTA ALTRO CHE DIRVI CHE IL BAR E' APERTO ED INVITO LE COPPIE VINCITRICI A RITIRARE IL PREMIO NEL MIO STUDIO AL PIANO DI SOPRA. BUONA FESTA A TUTTI!-.

Uno scoppiò sovrastò il brusio generale e tantissimi coriandoli e palloncini caddero dal soffitto.

Tutti tornarono normali e la musica ridiede il via alla "nottata".

-Credo che sia meglio andare, a Andrew non piace aspettare e poi m'incuriosisce questa storia del premio- mi disse Scorpius all'orecchio cercando di superare il frastuono che si scatenava intorno a noi. Così gli presi la mano e mi lasciai condurre per i corridoi di quel maniero.

Era molto sfarzoso e decorato a festa. C'erano stelle, fiocchetti, fiori e ghirlande dappertutto.

Alla fine ci fermammo davanti ad una maestosa porta a due battenti in acero, Scorp bussò e aprì la maniglia.

Chiunque avesse arredato quella stanza non aveva badato alle spese. Scrivania di lusso incorniciata da poltrone di tessuto verde smeraldo. Un'enorme libreria a destra da cui s'intravedevano tomi dall'aria antica e costosa. A sinistra un incredibile arazzo che raffigurava i quattro fondatori di Hogwarts con il castello sullo sfondo. Non riuscii ad impedirmi di rimanere a bocca aperta completamente intrappolata in quella visione di sfarzo e ricchezza mista aristocrazia.

-Sono contento che apprezzi questa stanza Lily- Andrew ci accolse con un sorriso.

Rose, Linda e Albus si erano già accomodati sulle poltroncine.

-Bene, non c'è tempo da perdere, ora che ci siete tutti posso mostrarvi il premio - tirò fuori da un cassetto della scrivania una scatola di legno lucido e l'aprì. Dentro c'erano tre chiavi dorate.

-Ognuna di esse è una passaporta- annunciò solennemente

-Sceglietene una e sarete trasportati in una meta da sogno dove potrete rimanerci per prossimi quattro giorni. Tranquilli, i vostri genitori sono già stati avvertiti. Allora che né dite?- chiese euforico.

-Io dico: che cosa stiamo aspettando?- disse Linda che si avvicinò alla cassetta trascinando Al con se –Quale scegliamo?- chiese.

-Quella che vuoi tu Lin- rispose titubante mio fratello.

-Allora la seconda. Pronto? Uno ... Due ... Tre!- la toccarono nello stesso momento e scomparvero.

-Andiamo anche noi?- mi propose Scorp.

-Avevi forse qualche dubbio?- gli presi la mano, afferrammo la prima chiave e scomparimmo.

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Capitolo 24
*** La casetta sulla spiaggia ***


23

1/01

Riaprii gli occhi.

Non ero precipitata nel vuoto, il che mi rincuorò, moltissimo.

Mi guardai attorno estasiata.

Ero su una spiaggia tropicale, il sole splendeva alto nel cielo. Il mare calmo e limpido si stagliava davanti a noi per poi mutare in una splendida spiaggia bianca dove poi c'era una giungla.

Diedi le spalle all'acqua e notai una graziosa casetta di legno bianco che si amalgamava divinamente con il paesaggio circostante. Davanti aveva un'ampia veranda dove notai due comode sedie a dondolo imbottite. Sulla porta d'ingresso c'era un biglietto. Sempre mano nella mano ci avvicinammo e Scorp lesse il contenuto del post-it.

"Benvenuti vincitori. Questa è la vostra meta: una casa da sogno sulla spiaggia. La giungla è priva di pericoli e a circa un chilometro troverete una piccola cittadina babbana. I vostri bagagli vi aspettano già all'interno della proprietà. Quando sarà ora di rientrare, il quarto giorno a partire da adesso, comparirà una passaporta che rimarrà aperta un'ora dal suo arrivo. Sarete riportati direttamente nella vostra dimora. Buona vacanza"

-Uao! E' davvero tutto nostro?- dissi io sorpresa.

-Sembra proprio così. Allora .... Vogliamo andare?-

-Ma certo- replicai con entusiasmo.

Dietro la porta trovammo un semplice e dolce soggiorno, due comodi divanetti con un tavolino basso, qualche quadro dai temi tropicali e molte finestre che davano sulla spiaggia. Attraverso un corridoietto raggiungemmo una bellissima cucina moderna e aprendo un'altra porta c'era una fantastica camera matrimoniale. Il letto a baldacchino bianco rendeva tutto ancora magico.

-Sontuoso questo letto- commentò maliziosamente Scorpius.

-Bè sono sicura che troveremo il tempo per provarlo- sussurrai voltandomi verso di lui.

-Già. Sai una cosa?- disse avvicinandosi sempre di più alle mie labbra.

-Cosa?- lo guardardai pendendo dalle sue labbra.

-Ho voglia di fare una pazzia stasera-

-Davvero? E di che tipo di pazzia stiamo parlando-

-Te lo dico per strada. Credo proprio che dovremmo fare una passeggiata in quel paesino-

Era già calata la notte da un po' quando Scorpius riaprì la porta della casetta sulla spiaggia.

-Non posso credere che sia successo!- cercai di dire mentre ci baciavamo con foga.

-Credici Lily- disse tra un bacio e l'altro.

Raggiungemmo, presi dalla passione, il letto quando mi venne un'idea.

-Tu ... Io ... La spiaggia... il mare- ansimai.

Lui si staccò sorpreso –Né sei sicura?-

-Che cosa aspettiamo?- lo incitai.

Lui cominciò a spogliarsi finché non rimase solo con un paio di boxer addosso. Non so se la temperatura si era alzata comunque io sentivo un gran caldo. Sembrava un dio greco. I raggi lunari mettevano in risalto il suo corpo scolpito. I suoi occhi luccicavano e i capelli sembravano bianchi come la spiaggia.

-Capisco che per te è un bello spettacolo- parlò lui con tono scaltro e sensuale –Ma così non è giusto- concluse con un sorriso malizioso.

Mi tolsi la maglietta e i pantaloni, rimanendo in biancheria intima.

-Adesso si che si ragiona. Sei bellissima- gli sorrisi impacciata e lui mi prese in braccio e mi trasportò fino alla spiaggia.

L'acqua ci accolse con il suo abbraccio salato e caldo, rendendo tutto ancora più diverso ed eccitante.

Il desiderio era alle stelle, anche gli ultimi indumenti rimasti sparirono.

Ora non c'erano più barriere fra noi.

E lì nell'acqua salata, con testimoni qualche alga e pesce, che ci unimmo come non mai. La serata continuò in camera da letto, poi sotto la doccia e di nuovo in camera da letto. Facemmo l'amore più e più volte. Non eravamo mai sazi e per quanto provassimo a staccarci, l'impresa ci risultò impossibile. Ci amavamo, ci appartenevamo e non né avevamo abbastanza.

Alla fine stremati ci addormentammo, felici e beati. Avevamo fatto ciò che desideravamo.

Tutto era perfetto.

 

15/01

Eravamo tornati ad Hogwarts da una sola settimana e già la routine ci aveva ripreso nella sua morsa. Le lezioni continuavano, quelle con Malfoy erano incredibilmente tranquille, e gli allenamenti per la seconda sessione del duello avevano ripreso a pieno ritmo.

Quel pomeriggio noi ragazze ci eravamo date appuntamento in biblioteca per studiare e spettegolare un po'.

-Ora che mi ricordo non abbiamo più parlato delle vacanze offerte da Zabini, a te come sono andate Rose?-

-E' stato fantastico, ci siamo ritrovati in una confortevole baita di montagna. Nevicava tantissimo e c'era una piscina ad idromassaggio all'esterno, così si poteva ammirare la neve immersi nell'acqua calda-

-Uao, romantico, tu Linda?-

-Noi ci siamo materializzati vicino ad una casetta in riva al lago. Carinissima!-

-E tu Lily dove sei stata?- mi chiese Rose.

-Casetta sulla spiaggia, circondata da una giungla tropicale- risposi.

-Beh direi che anche tu ti sia divertita-

-Merlino! Certo che si-

In quel momento comparve Scorpius.

-Ciao amore- disse e mi diede un bacio sulle labbra.

-Ciao, che ci fai qui in biblioteca?-

-Ricerca per un compito di difesa contro le arti oscure-

-Allora oggi ti tocca proprio studiare, ti lascio andare e se hai bisogno d'aiuto ti posso dare una mano a ripassare-

-Non vedo l'ora- mi diede un altro bacio –Allora a dopo professoressa-

Si allontanò verso la sezione di magia, incanti e sparì.

-Ho la sensazione che questa vacanza vi abbia fatto avvicinare ancora di più - disse Rose un po' sarcastica. Linda fortunatamente non intercettò la frecciatina.

-Non sai quanto- risposi tranquillamente spostando lo sguardo dalla mia mano al punto dove Scorp era appena scomparso.

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Capitolo 25
*** Il corso preparto ***


24

Ero nell'ufficio della preside insieme a Scorpius e, naturalmente, la McGranitt.

L'indomani avrei avuto la seconda visita al St. James Hospital e avevamo bisogno di un permesso per andare e tornare attraverso l'unico punto di scambio magico tra il mondo esterno e la scuola: il camino della presidenza.

-Allora ricapitoliamo la situazione, oggi vi siete presentati in questo ufficio per chiedermi delle ore di permesso per una visita ginecologica in un ospedale babbano? -

-Si signora- rispondemmo. Ignorai uno dei quadri dei presidi passati che mi dava della svergognata.

-Quindi devo presumere che lei, signorina Potter, o a qualche problema di natura personale, ma in tal caso poteva rivolgersi a Madama Chips in infermeria, o più probabile, lei sia incinta se no non farebbe tale richiesta-

-Si professoressa, sono incinta- ammisi titubante.

-E vista la presenza del signor Malfoy devo presumere che sia lui il padre-

-Si sono io- rispose Scorpius, era incredibile come mantenesse la calma.

-Molto bene, almeno sono rincuorata dal fatto che i vostri genitori lo sappiano, giusto?-

-Si- rispondemmo all'unisono.

-Devo dire che sono alquanto sconcertata, oggi in questo ufficio davanti a me ci sono due dei fiori all'occhiello del corpo studenti che però sono riusciti comunque a cacciarsi in un bel pasticcio- replicò austera la McGranitt.

-Professoressa sappiamo che il nostro comportamento non è stato dei più corretti ma le chiediamo di aiutarci. Vogliamo tenerlo segreto, non credo che riuscirei a sopportare le occhiate nei corridoi - la supplicai io.

-Vedo che lei lo sta già facendo signorina Potter. Incantesimo estendente giusto?- annuii in riposta –Credo di capirla e per questo dovremo adottare delle misure straordinarie- si alzò ed appoggiò le mani sulla scrivania.

-Avete il mio permesso per la visita di domani e per quelle future. Inoltre, per ora, manterrò i vostri segreti-

-Segreti?- esclamammo entrambi sorpresi.

-Si signorina Potter, si dia il caso che sia ancora una insegnante di trasfigurazione e me ne accorgo se un oggetto è celato da un incantesimo. Direi che quei due anelli sui vostri anulari sinistri non sono gli stemmi della vostra casa ma due fedi babbane giusto?-

-Si rispondemmo- rispondemmo riluttanti. Spostai lo sguardo dalla mia mano alla figura della McGranitt aspettandomi un rimprovero in merito ma ciò che disse mi stupì.

-Allora non mi resta altro che farvi le congratulazioni-

-Davvero?!-

-Certo! Miei cari ragazzi, sono vecchia, negli anni ho imparato a riconoscere l'amore e devo dire che il vostro è solido anche se un po' affrettato-

Si avvicinò a me e mi abbracciò e fece lo stesso con Scorpius.

-Bene, ora che ci siamo chiariti potete andare- ci alzammo.

-Arrivederci-

Uscimmo dal suo ufficio. Finalmente sentii il cuore più leggero.

Quella sera al villaggio la così detta "pazzia" era una proposta di matrimonio. Scorpius si era inginocchiato su un molo del villaggio di pescatori e me lo ha chiesto, con sincerità e tranquillità, come se fosse una cosa naturale.

Ovviamente, tra le lacrime, avevo detto di si.

Trovata una chiesetta abbiamo chiesto ad un prete di sposarci a voilà: marito e moglie.

La McGranitt era la prima a saperlo e sinceramente ero sicura che non avrebbe tradito la nostra fiducia.

 

16/01

-Direi che oggi i gemelli vogliono giovare a nascondino- disse la dottoressa Mongomery.

-Perchè?- chiesi.

-Si nascondono a vicenda ma tranquilli è tutto normale. Bene Sara ora puoi rivestirti -

Il tempo di togliermi il gel e rivestirmi, io e Scorpius ci accomodammo sulle poltroncine poste davanti alla scrivania.

-Allora Sara direi che tutto si sta svolgendo nel modo giusto. Possiamo fissare un appuntamento per marzo, va bene?-

-Si certo- risposi.

-Toglietemi una curiosità ragazzi, state frequentando i corsi preparto?-

-I corsi preche?- esclamò Scorp.

-Quello che intende mio marito- Uao! È la prima volta che lo chiamavo così in pubblico –E' che non sappiamo di che cosa stia parlando dottoressa- risposi franca.

-Capisco. In parole povere sono dei corsi che aiutano la coppia a prepararsi al momento del parto e ciò che succede subito dopo. V'invito a parteciparvi, se volete c'è un incontro domenica sera, qui al piano di sotto-

-Va bene, se è così importante ci saremo-

-Bene allora buona lezione e ci rivediamo a marzo-

Ci strinse la mano, mi passò i documenti con i risultati degli esami, l'ecografia e uscimmo.

Nel giro di un'ora eravamo già tornati sui banchi di scuola ad Hogwarts.

 

6/02

Erano passate 3 settimane dall'ultima visita e avevamo partecipato a due incontri di questo corso preparto. Che ridere! Tutti quei respiri profondi e la faccia di Scorpius quando tentava di cambiare un pannolino, un spettacolo esilarante.

Però, ci avevano insegnato parecchie cose utili alla babbana.

Ero tornata in stanza subito dopo pranzo. Volevo riposarmi un po' prima delle lezioni pomeridiane, ero stanchissima e le caviglie mi stavano facendo impazzire.

-Ciao Rose!- era seduta sul suo letto a leggere una rivista di moda.

-Ciao Lily- rispose lei indifferente.

-Visto che sei qui, potremmo parlare- volevo provare a chiarirmi con lei dopotutto era la mia migliore amica. Per quanto da fuori nessuno si fosse accorto della tensione tra noi, mi mancava e la volevo indietro.

-Lily io... -

-Scusa Rose lasciami parlare e poi ti darò tutto il tempo per ribattere-

-Va bene- acconsentì mettendo via la rivista.

-Mi dispiace, avrei dovuto dirtelo prima ma ho avuto paura. Non volevo che mi giudicassi male perché per me è importante la tua opinione. Dopo tutti questi anni ormai io non ti considero più né una cugina né un'amica. Rose tu per me sei una sorella e ho bisogno di te, mi manchi, e ho bisogno del tuo aiuto per affrontare tutto questo. Ti prego perdonami- dovevo calmarmi perché stavo per scoppiare in lacrime. Lei mi fissò con i suoi limpidi occhi azzurri e la sua espressione mutò trasformandosi in un bellissimo sorriso.

-Era già da Natale che avevo deciso di perdonarti ma devi promettermi che non lo farai mai più- anche lei come me aveva le lacrime agli occhi.

-Mi sei mancata Rose-

-Anche tu Lily- ci stringemmo in un saldo abbraccio. La nostra amicizia aveva affrontato e superato un'altra difficoltà ed ero abbastanza certa che per il resto della nostra vita ci saremmo sempre state l'una per l'altra.

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Capitolo 26
*** Seconda sessione ***


25

10/02

Quel giorno partiva la seconda sessione del torneo.

In quel momento eravamo in duecento ma alla fine dovevamo rimanere in venticinque, quindi, ci sarebbero state tre giornate d'incontri.

Il meccanismo però sarebbe stato sempre lo stesso: primo giorno arrivo e riposo, secondo e terzo duelli, quarto riposo, quinto duelli e il sesto lo avremmo passato con il professore scelto nella prima sessione.

I nostri accompagnatori quella volta erano solo papà e zia Hermione, Draco era rimasto al castello, fortunatamente.

13/02

Dopo una giornata di ozio affrontare i primi due gironi d'incontri era stato abbastanza semplice.

Io, Nevilia e Scorpius vincemmo con poche difficoltà.

Era sera, fuori il tempo era freddo, ci eravamo riuniti davanti al camino che scoppiettava allegramente.

-Secondo voi come andrà domani?- chiese la Corvonero mentre fissava quelle fiamme danzanti.

-Non lo so Nevi, ormai siamo rimasti in pochi ... - rispose Scorpius.

-Dai ragazzi ce la faremo, abbiate un po' di fiducia-

-Ok Lily ma non prenderla sottogamba come Picwall- replicò serio Scorp.

-Certo che no, però, devi ammettere che siamo arrivati fino a questo punto per una ragione e puoi scommettere che dovranno faticare per sbattermi fuori-

-Stringiamo i denti e tutto andrà come deve andare-

La vicinanza di Nevilia mi riportò alla mente quello che era successo nella sua stanza durante la prima sessione.

-Nevi tu per caso frequenti divinazione?-

-Si, nella mia famiglia è molto importante perché durante i secoli ci sono stati ben due membri veggenti. Tutti i Coldish devono frequentare divinazione e la si deve superare a pieni voti-

-Uao potresti essere una veggente-

-In realtà la Cooman dice che io ho un occhio interiore pigro e non molto portato per la materia- e ti pareva, neanche se avesse recitato una profezia davanti a lei l'avrebbe accettata come veggente.

-Ti stupirai di stessa Nevi. Aspetta e vedrai-

-Hai molta fiducia in me Lily. Grazie!-

-Non c'è di che-

Giocammo per un po' agli scacchi dei maghi e verso la mezzanotte andammo tutti a letto.

14/02

-Merlino! Nevi è contro Emma Bouchard!-

-Mi dispiace tantissimo- sussurrai posando il capo contro la spalla di Scorp.

Quella mattina eravamo stati convocati allo stadio dove avremmo trovato il tabellone degli incontri.

-Lo sapevo! Me lo sentivo che qualcosa sarebbe andata storta- disse la Tassorosso amareggiata.

-Non potremmo nemmeno essere lì a consolarla- sussurrai a Scorp, infatti, tutti gli incontri si sarebbero svolti in contemporanea.

-Stai tranquilla Lily tutto andrà per il meglio- disse stringendomi a se.

-Lo spero tanto-

Pochi minuti dopo ci smistammo per raggiungere i rispettivi incontri. Ero un po' nervosa perché ancora non avevo capito chi fosse il mio avversario. Gary Viquel. Non né avevo mai sentito parlare il che accentuava la mia ansia.

Salii sulla pedana e lo vidi: era alto e magrolino, capelli nero pece lunghi e trascurati, la pelle era pallida tendente al giallognolo. Sembrava malato, febbricitante e aveva lo sguardo perso nel vuoto. Gli occhi erano di un grigio spento.

"Forse non sarà tanto difficile batterlo" continuai a pensare mentre l'arbitro si avvicinava.

-Concorrenti al vostro posto, salutare .... Uno .... Due .... Tre .... Iniziate-

-Locomotor Mortis- gridai e il mio avversario si bloccò. Alzò lo sguardo e quello che vidi mi gelò il sangue. I suoi occhi erano rossi, accesi, vigili e molto perfidi.

-Dolore pungente- canticchiò e subito una fitta, come una spada, mi trafisse la testa. Pulsava e mi rendeva difficile concentrarmi.

Non capivo e non vedevo più niente.

M'inginocchiai inerme nell'attesa che mi disarmasse ma non successe nulla, anzi, il dolore sparì di colpo.

Riacquistai la vista, tutto intorno a me era buio, doveva aver utilizzato un incantesimo d'occultamento, era l'unica spiegazione plausibile.

-Muffliato- sentii sussurrare alle mie spalle.

Mi voltai ed era lì con un orribile ghigno e gli occhi cattivi rosso rubino.

-ORA NON MI SCAMPI PIU'- gridò in modo disumano. Ero terrorizzata, non sapevo che cosa fare.

-CRUCIO- urlò.

-EXPELLIARMUS- gridai in risposta.

Fili d'energia s'incontrarono producendo diverse esplosioni di luce, non potevo resistere per molto.

Mi spostai dal suo raggio d'azione e gridai –INCARCERATUS- con un gesto fluido lui lo respinse via.

-LEVICORPUS- di nuovo deviò l'incanto –ORCOVOLANTE ... OSCURO ... INCENDIO-. Continuavo ad arretrare e alla fine caddi giù dalla pedana.

Lui era lì a pochi passi da me con la bacchetta pronta.

-FINITUS INCANTATEM- gridò qualcuno da fuori e il muro d'oscurità cadde. Lui però, sembrava inarrestabile.

-AVADA KE.... – caddi all'indietro ormai rassegnata al mio destino.

-EXPELLIARMUS- gridò di nuovo quella voce e finalmente la conobbi. Liv Wonder corse verso di me.

-Lily stai bene?- mi aiutò a rialzarmi.

-Si credo di si-

Guardai alle sue spalle e vidi due uomini prendere Viquel e portarlo via. Rideva sguaiatamente e si dimenava come un pazzo.

-POTTER! SE TI VUOLE MORTA, MORIRAI!- gridò strizzando ancora più forte gli occhi iniettati di sangue. Con un ultimo impeto tento di liberarsi poi, senza che nessuno lo toccasse, si accasciò a terra privo di sensi.

-Andiamo Lily ti riporto alla tenda- mi prese sottobraccio e mi riportò alla tenda.

 

-COM'E' POTUTO SUCCEDERE? POTEVA MORIRE!- sentii gridare mio padre mentre discuteva con alcuni organizzatori.

-Si calmi signor Potter. Noi, non potevamo saperlo, fino a poche ore fa il signor Viquel non aveva mostrato un'indole violenta-

-NON AVEVA MOSTRATO UN'INDOLE VIOLENTA? ALLORA LE DUE MALEDIZIONI SENZA PERDONO CHE HA SCAGLIATO SU MIA FIGLIA?-

-Harry non credo che la colpa sia del ragazzo. E' stata una maledizione Imperius. E' l'unica spiegazione per un cambiamento comportamentale così repentino- disse Liv con una calma surreale.

-Non ci posso credere Liv, sarebbe troppo assurdo-

-E' così Harry. Da quando si è risvegliato quel ragazzo è convinto che deve ancora disputare il duello. Non si ricorda niente di ciò che è successo-

Il silenzio calò, se avessero potuto dare forma ai loro pensieri gli sarebbe comparso un enorme punto interrogativo sopra le loro teste.

-Signor Potter siamo molto spiacenti per l'accaduto ma capirà che tutto questo è completamente fuori dal nostro controllo. Non sappiamo chi possa essere stato. Ha distrutto la barriera e stregato un giovane con una maledizione senza perdono. Direi che chiunque fosse era molto potente- intervenne un ometto calvo, basso e tondo con degli occhiali appariscenti persino per Luna Lovegood.

-Senta signor Poly garantire la sicurezza degli studenti in queste competizioni non è forse il primo obiettivo?-

-Si certo-

-Allora questo vuol dire che NON L'AVETE FATTO!- era furioso.

-Ok direi che per ora abbiamo finito. La ragazza ha subito un trauma, ha bisogno di riposo- smorzò gli animi Liv.

-Bene allora la lasciamo riposare, arrivederci- il signor Poly uscì insieme ad altre quattro persone e sparì.

-Allora vi lascio anche io. Hermione e gli altri due ragazzi torneranno tra meno di un'ora. Lily ci vediamo domani e porta Scorpius con te ok?-

-Ok Liv-

-Molto bene- sorrise –Allora a domani-

Dopo che se ne fu andata io e mio padre senza neanche spiccicare una parola ci abbracciammo. Mi strinse come se potessi scomparire da un momento all'altro.

Non esistevano né parole per esprimerlo né metri per misurarlo l'amore che provava per me. Io per sempre sarei stata la sua bambina.

Lui per me sarebbe stato sempre un punto fisso nel mio cammino. Ed ero grata per questo.

Quando Hermione rientrò insieme a Scorpius e Nevi vidi che quest'ultima era in lacrime. Aveva un braccio fasciato e un enorme cerotto sulla guancia.

-Nevi che ti è successo?-

-Non ce l'ho fatta, sono durata più di Pic ma non vuol dire che mi sia andata meglio- aveva gli occhi lucidi, sembrava stremata. Scorpius mi si avvicinò e mi diede un bacio sulla testa.

-Lo squalo nero?- domandai.

-Già e non ci è andata leggera, mi dispiace per lei- sussurrò.

-Mi ha sbattuta fuori, ormai siete rimasti solo voi due-

-Così sembra ma non ti abbattere Nevi sei stata grande- Scorpius continuava a guardarla negli occhi, era molto serio.

-Grazie Scorp è bello sentirtelo dire. Allora ci vediamo al castello-

-Certo, a domani-

-A domani-

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Capitolo 27
*** Telepatia ***


26

Eravamo a letto ma non riuscivo a chiudere occhio.

-Non dormi?- sussurrò Scorp.

-No, non riesco a togliermi dalla testa le sue parole- pensavo ancora all'incontro con Viquel.

-Capisco però devi ammettere che qualcuno ce l'ha con te e non è la prima volta-

-Si ormai non posso più considerarli dei casi isolati- ammisi volgendomi verso di lui. Mi accigliai appena mi accorsi che la sua espressione era triste e i suoi occhi pensierosi.

-Io non ero lì. Tutte le volte che succede qualcosa io non sono lì per proteggerti-

-No Scorp non devi .... –

-Lily che compagno, marito, sono se non riesco a proteggere mia moglie e miei figli?-

-Scorp tu ci dai l'unica cosa di cui abbiamo davvero bisogno: l'amore. Io da te non pretendo altro-

-Come non pretendi altro?!? No Lily è un mio dovere proteggerti- la sua voce era più acuta, straziata.

-Va bene, allora troveremo una soluzione insieme. Scorp noi ci apparteniamo, niente ci dividerà-

-Non fai altro che ricordarmelo ma ammettilo oggi hai davvero rischiato la tua vita. La morte può dividerci!-

-Sembri mio padre-

-Beh forse ha ragione!-

-La volete smettere di essere così apprensivi! Sono incinta non stupida-

-Però sembra davvero che te la cerchi-

-Ah si certo. E' stata una mia scelta rischiare di affogare, è stata una mia scelta cadere da 30 metri e oggi l'ho scelto io di farmi lanciare addosso una maledizione ......-

-Merlino! Lily quando fai così ....-

-Che cosa Scorpius?!-

-Va bene ho capito! Direi che per stasera basta. Se mi cerchi sono in camera mia. Buonanotte!-

Uscì dalla stanza e la chiuse dietro di se.

Io ero fuori di me, ma come si permetteva e soprattutto che cosa voleva? Mica ho bisogno di una guardia del corpo!

Ero arrabbiata e mi sentivo tradita dopo quello che mi aveva detto, lui, che primo tra tutti mi doveva sostenere. Non potevo crederci.

Alla fine la stanchezza ebbe la meglio e mi addormentai.

15/02

Quella mattina ci eravamo presentati alla tenda di Liv verso le dieci come da sue istruzioni. Dalla sera prima non ci eravamo ancora parlati, tutto quel silenzio aveva creato una barriera intorno a noi isolandoci l'uno dall'altra.

-Brrrr che freddo ragazzi. Siete sicuri che oggi vada tutto bene?-

-Si- rispondemmo all'unisono.

-Ok, vi crederò. A giudicare dagli ultimi sviluppi ho pensato che oggi sarebbe meglio intensificare il vostro legame magico-

-Che cosa intendi?- chiese Scorpius visibilmente incuriosito.

-Lo capirete presto, prima d'iniziare però dobbiamo essere sicuri che le vostre anime siano pronte, sappiate che una volta che abbiamo iniziato non ci potremmo più fermare. Siete pronti?-

-Si- risposi e Scorpius annuì affermativamente.

-Bene, per prima cosa ho bisogno che incanaliate i vostri elementi e che lì facciate scorrere dentro di voi-

Ci concentrammo, sentii il fuoco scivolare dentro di me e riscaldare ogni cellula del mio corpo, lo visualizzai nella mia mente, una fiammella piccola, dolce ma intensa.

-Bene ora che lì avete visualizzati vorrei che vi prendeste le mani. Cercate di pensare a tutti i ricordi felici che condividete, il vostro elemento vi aiuterà-

Unimmo le mani ma fummo attraversati da una scarica elettrica che ci scagliò ai lati opposti della sala.

-Che cosa è successo?- disse Scorpius accorso per aiutarmi a rialzarmi.

-Ve l'ho detto, tra voi due deve esserci armonia se no non funzionerà. Facciamo così: fate una passeggiata e chiaritevi. Quando sarete pronti tornate pure qui-

-Ok- ci avviammo lentamente fuori.

Camminavamo nel verde lussureggiante in silenzio, credo che nessuno di noi sapesse da dove iniziare.

-Tra i babbani si dice che il primo anno di matrimonio sia il più difficile- ruppe il ghiaccio Scorpius.

-Già .... Credo che abbiano ragione- convenni sovrappensiero.

-A che cosa pensi?- mi chiese lui incuriosito.

-Che non voglio rovinare tutto, sto cercando di essere forte ma la verità è che ho paura- mormorai.

-Ce l'ho anch'io Lily, non voglio perderti, per questo mi sono arrabbiato ieri sera-

-Forse è questo il problema. Passiamo un sacco di tempo a pensare a che cosa potrebbe capitarci in futuro e non riusciamo a vivere il presente- replicai.

-Certo hai ragione ma Lily è importante pensare anche al futuro, se non pianifichiamo come faremo a cavarcela?-

-Certo ma allo stesso tempo dobbiamo vivere. Sbagliamo quando evitiamo di appoggiarci all'altro. Credo che questo sia il senso del matrimonio, vivere il resto dei tuoi giorni con una persona di cui potrai sempre fidarti, sarà il tuo migliore amico, il tuo amante, qualunque cosa. Basta che si continui a stare insieme-

-Lily ... - ormai avevo iniziato a parlare, dovevo vuotare il sacco, come avrebbe detto nonno Arthur.

-Promettimelo Scorp. Promettiamoci la più assoluta e a volte amara sincerità, dopotutto è la base di tutte le relazioni. Ti prego-

-Si te lo prometto- rispose sicuro, aveva capito e voleva aiutarmi.

-Anch'io-

Ci eravamo fermati l'uno davanti all'altra, bisognosi di un contatto. Ci avvicinammo, i nostri occhi trasmettevano tutto l'amore che provavamo e le nostre labbra s'incontrarono, un bacio lungo, intenso, una nuova promessa.

-Ti amo Scorpius-

-Ti amo anch'io Lily-

Rimanemmo per diversi minuti chiusi in un abbraccio, ci volle tempo ma avevamo un incantesimo da portare al termine.

Finalmente ci eravamo chiariti e tornammo da Liv.

-Oh adesso si che si ragiona, sembrate molto più rilassati. Bene, possiamo ricominciare, rifate ciò che vi avevo chiesto prima-

Richiamai il fuoco a me, lo visualizzai nella mia mente, quando mi sentii pronta guardai Liv che mi fece segno di avvicinarmi a Scorpius.

Tremavo leggermente, ero un po' titubante per via di quello che era successo prima ma quando incontrai lo sguardo di mio marito non ebbi più dubbi.

Le nostre mani s'intrecciarono e una sensazione nuova mi travolse, sentii l'aria fluire dentro di me e il fuoco abbandonarmi, per un secondo ebbi paura perché non volevo perdere il mio elemento ma fui subito rassicurata dall'aria che m'instillò un po' di sicurezza. Sembrava quella di Scorpius.

Sentii Liv avvicinarsi –OBLIGA ANIMA- sussurrò.

Una nuova luce si fece strada dentro di me e, dopo pochi secondi, si spense sparendo nel vuoto come era comparsa.

"E' stato magnifico" pensai.

"Hai ragione Lily"

"Scorpius?"

"Si sono io"

"Ma perché ti sento nella mia mente"

"Non lo so ma è fantastico"

-Vedo che avete già scoperto uno degli effetti di questo incantesimo-

-Cosa?- mi destai dai miei pensieri, anzi, dai nostri.

-Questo incantesimo ha legato le nostre anime il che vi permette, se siete abbastanza vicini, di parlarvi persino telepaticamente. Anche quando sarete lontani riuscirete sempre a percepire l'altro, per lo più emozioni e i pericoli che l'altro corre, i mali fisici lì sentirete come se fossero vostri ....- ci spiegò Liv.

"Di certo funzionerà meglio delle collane" commentò Scorp.

"Già ..." convenni con lui.

-Scusate solo perché ora potete comunicare mentalmente non vuol dire che io non capisca quando voi due non mi ascoltate!- esclamò la ragazza scoccandoci un'occhiataccia scocciata.

-Scusa- rispondemmo insieme.

-Non capisco perché ci hai fatto chiamare gli elementi- le domandai.

-Perché essi sono una parte di voi e fanno parte della vostra anima e quando ve lì siete scambiati questo "pezzetto" di anima è passato all'altro costruendo un collegamento- rispose lei.

-Quindi se ci siamo scambiati gli elementi vuol dire che io posso controllare l'elemento di Scorpius e lui il mio ma adesso potrò ancora controllare quello originale?-

-Non avere paura il potere degli elementi è potente e di certo non si esaurisce solo perché una parte l'hai donata ad un'altra persona, comunque in teoria potrai anche controllare quello di Scorpius ma ci vorrà molto allenamento-

In quel momento il suono di un corno si propagò nella stanza, segnale che la giornata era finita. Dovevamo tornare alla stanza per preparare i bagagli.

-Bene credo che sia arrivato il momento di salutarvi. Ci vediamo a Maggio per la terza sessione- ci salutò lei con un sorriso radioso.

-Ciao Liv e grazie- la salutai a mia volta.

Io e Scorp uscimmo dalla sala e ci avviammo verso la nostra stanza avevamo ancora un paio d'ore prima della partenza, c'era ancora tempo.

"Adesso ci sarà da divertirsi" commentò telepaticamente Scorpius.

"Scorp solo tu potevi pensare una cosa del genere" lo canzonai io.

"No ora la pensi anche tu ahahaha"

Quella sera tornammo al castello, ormai mancava solo una sessione e sarebbe finita , non vedevo l'ora .

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Capitolo 28
*** Serpeverde ... intimoriti?! ***


27

1/03

-Scusa il ritardo tesoro- disse Scorpius entrando nell'aula di difesa contro le arti oscure, papà ce la lasciava utilizzare due volte a settimana per permetterci di allenarci con i nostri nuovi poteri. Mi accorsi che i suoi capelli erano ancora umidi.

-Tranquillo, certo che ti stanno facendo allenare parecchio nell'ultimo periodo- commentai.

-Perché sono intimoriti dal nuovo ritmo che Picwall ha dato ai Corvonero. C'eri anche tu alla partita contro i Tassorosso, non hanno solo vinto, lì hanno SCHIACCIATI!- esclamò come se il ricordo gli scorresse davanti agli occhi.

-Hai ragione da quando è stato eliminato dal torneo sembra più che deciso a non farsi battere più da nessuno- risposi ricordandomi i suoi occhi fiammeggianti durante quella partita – Aspetta un attimo ... ho sentito bene? INTIMORITI?!- non potevo credere alle mie orecchie, dopotutto stavamo parlando dei Serpeverde.

-Si ma non dirlo troppo in giro, sai quanto sono orgogliosi i Serpeverde- sussurrò quasi avesse paura che qualcuno lo sentisse.

-Certo che lo so, ne ho sposato uno-

-Questo è vero- sorrise e ci salutammo come si deve con un bacio.

"Ora però lavoriamo" pensai mentre ci dividevamo.

"Ma non lo stiamo già facendo?"

"Io intendo con gli elementi scemo" lo presi in giro.

"Capito, allora cominciamo"

Mi concentrai.

Visualizzai l'aria in tutta la sua grandezza, cercai di toccarla, di plasmarla nella mia mente.

Sapevo che avrebbe risposto ad ogni mio comando se solo glielo avessi chiesto. Poi, la visualizzai attraversare tutto il mio corpo per poi concentrarsi nelle mie mani.

Era lì, la percepivo chiaramente, dovevo solo aprire gli occhi e ....

Niente.

Non c'era niente.

Alzai la testa in cerca di Scorpius, lui era ancora concentrato ma sembrava che non stesse facendo molti progressi, vedevo delle scintille che si scaturivano dalle sue mani ma niente di più.

Alla fine anche lui aprì gli occhi stressato dagli scarsi risultati.

"Niente" pensò.

"Anch'io"

"Cos'è che sbagliamo?" mi chiese perplesso.

"Non lo so, tutte le volte riesco a visualizzarlo ma poi non succede nulla"

"Lo stesso è per me"

Questo ormai andava avanti da due settimane, Liv ci aveva avvisato che sarebbe stato difficile ma la paura che mi opprimeva giorno per giorno, diventava un'ombra sempre più oscura alle mie spalle.

Mi preoccupava maggiormente la sicurezza dei miei bambini, finché erano legati a me i miei pericoli erano i loro e il tempo non giocava a mio favore. Mancavano ancora più di tre mesi al parto, dovevo resistere e utilizzare qualunque mezzo per proteggerli.

Provammo ancora per qualche ora finché, esausti ci arrendemmo al fatto che non avremmo concluso molto di più. Purtroppo per quella sera non ci eravamo riusciti.

Scorp, da vero gentiluomo, mi riaccompagnò alla torre per poi andare anche lui a dormire nei sotterranei.

Nella Sala Comune trovai Linda e Albus davanti al fuoco intenti a succhiarsi la faccia a vicenda.

"Come se tu non l'avessi mai fatto" mi rimproverai, cercando di passare dietro di loro senza interromperli e sgattaiolai in camera.

-Com'è andata?- domandò Rose appena chiusi la porta della nostra stanza.

-Ancora niente, probabilmente è solo questione di tempo, almeno spero- iniziai a spogliarmi.

-Ma si Lily, sono sicura che ci riuscirete- rispose lei mentre m'infilavo il pigiama pesante.

-Meno male che c'è l'incantesimo- commentai passando il palmo sul ventre ormai gonfio.

-Non hai paura che Linda ti veda?- mi domandò mia cugina.

-No, è sotto con Albus e credo che rimarrà occupata per un po'- scherzai.

-Seriamente Lily quando pensi di dirglielo, dopotutto è nostra amica- disse chiudendo il libro che stava leggendo.

-Lo so ma non mi sento pronta a dirlo ad alta voce- confessai.

-Quanto sei drammatica quando ti ci metti. Secondo me non avrai il coraggio di dirlo fino al loro diploma- mi canzonò Rose per poi mettersi a ridere.

-Anche tu sai essere molto esagerata Weasley- e di rimando gli lanciai addosso il mio cuscino in pieno volto.

-Che permalosa che sei Potter e pensare che cominciavo a trovarti simpatica- si mise a ridere ancora più forte ed io mi unii a lei, dopotutto era divertente.

-Comunque Lily, non sto scherzando, devi dirlo almeno ai tuoi fratelli- mi ripeté la testona.

-Va bene ci penserò, ora va a letto Rose, se no poi finisce che durante le lezioni ti addormenti e nessuno ti potrà proteggere da tua madre quando succederà-

-E' successo solo una volta e per di più, tre anni fa- esclamò lei irritata.

-Potrebbe sempre essercene una seconda-

-Va bene ho capito simpaticona, dormo. Buonanotte- mi salutò spegnendo la sua candela e nascondendosi sotto le pesanti coperte bordò.

Anch'io, dopo aver recuperato il cuscino, mi sdraiai per poi abbandonarmi nel mondo dei sogni.

20/03

La neve era sparita e i profumi della primavera cominciavano a farsi sentire nell'aria fresca della nuova stagione.

Quella mattina avevo fatto un'ora di erbologia e una di rune antiche. Mi stavo spostando nei sotterranei dove, prima di pranzo, mi aspettavano ben due ore di pozioni. Stavo svoltando l'ultimo angolo quando la voce di Scorpius risuonò nella mia mente.

"Ti prego"

Non credevo che fosse intenzionale ma dal tono triste che aveva usato, dedussi, che non stava facendo una conversazione piacevole.

Svoltai sempre più curiosa ma allo stesso tempo dispiaciuta per quello che Scorpius stava affrontando, stava parlando con suo padre non c'era altra spiegazione, solo le sue lezioni si svolgevano in quella parte del castello e la nostra telepatia non riusciva ancora a superare più di una muratura.

La porta del laboratorio di pozioni era aperta, non era ancora arrivato nessun altro studente del mio anno.

Sbirciai all'interno e vidi padre e figlio in preda ad una lite.

-Padre perché non capisci?-

-Scorpius mi sembra che tutto quello che dovevamo dirci è già stato detto- rispose freddo Draco.

-Che cosa ti è successo? Dov'è il padre che mi ha insegnato il valore delle promesse, l'attaccamento alla famiglia e l'importanza dell'amore-

-Non credo che tu abbia capito ciò che ti ho insegnato Scorpius, questi valori che tu definisci importanti per me non lo sono-

-Non ci posso credere- rispose Scorpius senza parole.

-Credici ragazzo-

-Allora questo per te è un addio-

-Si- mormorò freddo.

Ero allibita.

Un padre non si comporterebbe mai così con il figlio, era gelido, distaccato, lo trattava come se fosse un estraneo.

-Ti stai godendo lo spettacolo?-

Mi voltai di scatto e mi ritrovai faccia a faccia con Astoria Malfoy.

-No- risposi sorpresa da quella imboscata.

-Comunque chi ti da il diritto di spiare una conversazione di un tuo professore che guarda caso è anche mio marito-

-Per la verità io sto aspettando suo figlio- le risposi con decisione.

-Figlio!? Io non ho più un figlio, me lo hai portato tu sciacquetta viziata- sibilò lei a denti stretti.

Mi presi un secondo per guardarla meglio, capelli scuri, lineamenti spigolosi e due pozzi neri all'altezza degl'occhi ma non erano come quelli di Scorp, no, quelli sprigionavano odio e nient'altro, mi mettevano i brividi.

-Senta signora Malfoy .....- m'interruppi notando un movimento improvviso all'interno del laboratorio. Scorpius teneva stretto tra le sue braccia il padre che, sorpreso, rimase immobile con lo sguardo pieno di sconcerto e le braccia lungo i fianchi.

-Papà ti voglio bene- lo sentii dire mentre lo stringeva ancora più forte a se, in quel momento notai qualcosa negli occhi di Draco, qualcosa che non avevo notato mai prima, erano tristi e lucidi.

-Scorpius io .... – ma non ebbe il tempo di finire la frase.

Astoria s'interpose fra loro, non mi ero accorta che si fosse spostata.

-Scorpius vattene non abbiamo più niente da dirci- ringhiò al ragazzo, facendolo arretrare di qualche passo, poi spostò l'attenzione sul marito per sussurrargli qualcosa all'orecchio.

Appena ebbe finito l'uomo si ricompose, ritornando ad essere il gelido professore di pozioni che conoscevo.

-Vattene ragazzo- disse con decisione e subito dopo un'orda di studenti mi superò per entrare nel laboratorio, ignari di ciò che era appena accaduto, lì seguii sperando d'incrociare Scorpius ma non lo vidi. Volevo parlare con lui, consolarlo, aiutarlo a superare il dolore ma forse non era la soluzione migliore, almeno, non in quel momento. Qualcosa mi diceva che aveva bisogno di spazio e di tempo e l'unico modo per aiutarlo era concederglielo.

Mi sedetti nel primo posto vuoto che trovai e con lo sguardo vidi i coniugi Malfoy sparire dietro la porta dell'ufficio del professore, chiudendola notai lo sguardo nero di Astoria agganciarsi al mio e un altro brivido mi percorse la schiena.

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Capitolo 29
*** Più della mia stessa vita ***


28

21/03

Primo giorno di primavera per i babbani, terza visita con ecografia per me e Scorpius.

Nonostante ciò che era successo il giorno prima avevo deciso di aspettare prima di parlarne con lui, doveva sentirsi pronto e non potevo accelerare i tempi.

Come al solito passammo dal camino dell'ufficio della preside a quello di casa Potter, rimasta vuota dalle vacanze di Natale, per poi materializzarci vicino all'ospedale. Ormai eravamo diventati bravi a mentire sulle nostre identità e passammo oltre la segreteria con disinvoltura e naturalezza. La dottoressa Mongomery ci stava aspettando, come al solito, nel suo studio.

-Buongiorno signorina Robins- mi salutò la dottoressa – Come si sente? Ormai mancano meno di tre mesi al parto, le nausee sono diminuite?- mi chiese gentilmente.

-Si, stanno diminuendo e sto molto bene, mi sento forte e piena di vita, anche se questi due non la smettono un attimo di muoversi-

-E' normale Sara, vuol dire che tutto sta andando nel migliore dei modi, e lei Tony come si sente, nervoso?-

-No, anzi, sono molto felice e non vedo l'ora di conoscerli- Scorpius era sempre stato bravo a mentire ma con me non ci riusciva, nonostante le sue parole risultassero più che positive i suoi occhi mi raccontavano una storia diversa.

-Bene, Sara si sdrai pure sul lettino che cominciamo-

L'ecografia andò come al solito e il tutto si risolse in una decina di minuti, quando ebbe finito, ci riaccomodammo sulle poltroncine davanti alla scrivania.

-I valori sono tutti nella norma, la crescita procede bene, direi che per oggi abbiamo finito qui, ecco l'immagine dell'ecografia e fissiamo il prossimo appuntamento per l'inizio dell'ottavo mese- ci sorrise dandomi un post-it con sopra la data della prossima visita.

-Grazie dottoressa- la ringraziammo a turno con una stretta di mano.

-E' sempre un piacere, arrivederci-

Uscimmo dall'ospedale tenendoci mano nella mano diretti a casa.

Camminavamo in silenzio ma non avevo intenzione di farlo durare a lungo.

-Dopo quello che è successo ieri non abbiamo più parlato- dissi iniziando la conversazione, nella speranza di capire a che cosa stesse pensando –Come stai?-

-Bene- rispose senza aggiungere altro.

-Scorpius non mentire, sento che non stai bene e poi, chi starebbe bene dopo quello che ti è successo ieri- lo ripresi io, con più convinzione.

-Lily ti ho detto che sto bene- esclamò con forza, infuriato. Continuò a camminare imperterrito ma non avrei lasciato perdere così facilmente.

Lo strattonai con forza, costringendolo a voltarsi –Scorp guardami!- gli ordinai autoritaria.

I suoi occhi nero inchiostro si agganciarono ai miei.

-Le parole dei tuoi genitori ieri ti hanno ferito l'ho sentito, quindi non mentirmi dicendomi che stai bene perché non è vero. Ti prego non tagliarmi fuori da tutto questo- lo supplicai –Stai soffrendo e non devi nasconderlo, almeno, non con me- continuai mentre una lacrima mi solcava il viso. In un primo momento lui continuò a fissarmi immobile e privo d'emozioni, poi senza dire niente mi prese tra le sue braccia per poi sussurrarmi all'orecchio.

-Non voglio farti soffrire quanto loro fanno soffrire me-

-Tu non lo faresti mai. Sei diverso da loro, ricordatelo- risposi stringendolo ancora più forte.

-Mio padre ... per un secondo ... mi ha abbracciato ... ne sono sicuro ... sembrava quello di prima – confessò.

Anch'io avevo notato qualcosa ma forse mi ero solo sbagliata, probabilmente desideravo così tanto che Scorpius si riappacificasse con i suoi genitori da essermelo immaginato.

-Non so chi ti ricordi. Ma la persona con cui ti ho visto parlare ieri non si è comportata come un padre- replicai schietta.

-Lo so ma non faccio a meno di pensare che dietro quella maschera gelida ci sia l'uomo che mi ha cresciuto-

-Lo spero per te ma potrebbe anche non esserlo. Credo che solo il tempo potrà darci qualche risposta-

-Già- rispose tristemente.

Era ora di cambiare discorso.

-Tutto questo parlare mi ha fatto venire voglia di una cioccolata calda- dissi allegra. Lui mi guardò all'inizio confuso ma poi capì, si ricompose e con un atteggiamento cavalleresco mi offrì il braccio.

-Mi sembra un'ottima idea mia signora, andiamo?- io in risposta gli porsi la mano e continuammo la nostra passeggiata verso una caffetteria posta dall'altra parte della strada.

 

-Siamo tornati preside McGranitt- annunciò Scorpius appena uscimmo dal camino ricoperti di polvere.

-Bene arrivati ragazzi- ci accolse la preside – stavamo giusto parlando di voi- le preside con un ampio gesto indicò le altre persone presenti nella stanza. C'erano mio padre, mia madre, gli zii Ron e Hermione e il professor Paciock.

-Abbiamo appena discusso della vostra situazione, come posso dire, eccezionale – entrambi ci bloccammo all'istante –Essendo a conoscenza delle vostre particolari necessità abbiamo deciso che da stasera non dormirete più nei vostri rispettivi dormitori ma che vi sarà concessa una vostra camera- si guardò intorno per constatare l'assenso generale –abbiamo mandato gli elfi a preparare il tutto, è la stanza in fondo al corridoio del piano dei professori-

Io e Scorpius ci guardammo senza parole, non ci aspettavano niente di simile.

-Direi che vi abbiamo stupiti, spero in positivo- aggiunse l'anziana preside.

-In positivo, certamente- rispose prontamente Scorpius.

-Ottimo, ora se non mi sbaglio professor Paciock dovremmo andare a controllare quel problema alla serra 3, non è vero?-

-Ah si? .... Certo, certo alla serra ... 2 ... 3.... Andiamo- rispose a scatti il professore d'erbologia.

-Bene la seguo- uscirono e la porta si chiuse alle loro spalle.

Dopo un ultimo sguardo a Scorpius mi rivolsi ai miei parenti.

-Allora la preside vi ha detto tutto ... - cercai di minimizzare la cosa, ma era impossibile.

-Già ... - rispose mia madre triste.

-Già!- replicò mio padre infuriato – Penso che sia arrivato il momento di smetterla di prenderci in giro- concluse scoccandoci un'occhiata dura a tutti e due.

-FINITUS INCANTATEM- disse Scorpius. Le nostre fedi comparvero. Un semplice anello d'oro con all'interno la scritta "Più della mia stessa vita".

-Pensavo che le bugie fossero finite- disse mestamente mia madre.

-E' successo durante la vacanza di capodanno, volevamo dirvelo ma ... - tentai di spiegare.

-Direi che è meglio se andate ragazzi, avete già perso abbastanza lezioni per oggi- s'intromise Harry. Forse era meglio così.

Uscimmo dall'ufficio della preside seguiti da zia Hermione.

-Tranquilla Lily devi solo dargli un po' di tempo, non è mai bello per un genitore scoprire che un figlio ti mente, è una lezione che imparerai presto- le sue parole mi aiutarono, aveva ragione, avevo mentito troppe volte, esisteva un limite per tutto, l'unica cosa che potevo fare era accettarne le conseguenze.

Dopo cena io e Scorpius c'incontrammo fuori dalla Sala Grande per andare a vedere insieme la nostra nuova sistemazione.

-Ci mancava solo questa, adesso devo anche cercare di farmi perdonare dai miei genitori. Fantastico. Aggiorniamo la lista: sono incinta, sembra che qualcuno mi vuole morta e dopo oggi la mia famiglia, il mio unico punto d'appoggio, ce l'ha con me per l'ennesima balla che gli ho raccontato-

-Hai dimenticato una cosa- aggiunse Scorpius alla fine del mio sfogo.

-Cosa?- risposi esasperata.

-Che inoltre hai un marito adolescente affetto da sindrome d'abbandono per via dei suoi genitori che l'hanno cacciato di casa-

-Bene direi che in fatto di morale a terra potresti anche battermi e così di certo non mi aiuti- lo rimbeccai mentre lui mi sorrideva divertito.

-Già , forse hai ragione- convenne lui continuando a mantenere quell'espressione idiota, abbastanza da riuscire a farmi ridere.

Devo ammetterlo che le risate mi aiutarono a sentirmi meglio e a farmi dimenticare per qualche secondo tutti i casini che dovevo ancora risolvere, ci avrei pensato più avanti.

Scendemmo per tre piani finché non arrivammo a quello dei professori, devo dire che trovavo strano trovarmi lì, ci ero stata al massimo un paio di volte. Percorrendo il corridoio passammo davanti a diverse porte, ognuna con il nome del proprietario . Superammo la camera della preside, dei miei genitori, i miei zii, Malfoy e molte altre, infine arrivammo davanti alla nostra.

L'aprii eccitata.

L'ambiente era illuminato da due finestre che davano sul parco esterno e più in là il lago Nero. Le pareti erano di una tenue sfumatura arancione, nella prima stanza che visitammo che doveva essere il soggiorno, visto che c'era un bel camino con davanti un divano di pelle bianca e un tavolino da caffè in vetro con rifiniture in metallo, il pavimento era una distesa di parquet.

-Fantastico- esclamai.

-Ed è solo il soggiorno- aggiunse eccitato Scorpius spostandosi verso la porta a destra.

Lì trovammo la cucina, moderna, con al centro un tavolo per quattro persone, le piastrelle erano bianche e anche lì c'era una finestra che dava sul parco.

-Di qua credo che ci sia la nostra camera- disse Scorpius indicando l'altra porta posta dal lato opposto rispetto alla cucina.

Entrammo nel nuovo ambiente a terra c'era di nuovo il parquet, il letto sembrava quello che avevamo nella casetta sulla spiaggia, le pareti erano grigio chiaro con dettagli floreali bianchi e neri. All'interno vidi che c'erano altre due porte, il che mi incuriosì, una portava al bagno ma l'altra?

L'aprii e dentro trovai una camera per i bambini. Le pareti erano giallo pallido, a destra c'erano due culle, al lato opposto due cassettiere con i rispettivi fasciatoi, in più c'era un armadio basso per i vestiti e tutto era incorniciato con pupazzi e giocattoli vari.

Era bellissima.

-Scorp vedi anche tu quello che vedo io- dissi incantata.

-Si Lils- rispose lui senza parole.

-Adesso si, che tutto sembra così reale- commentai nervosa.

-Già, ma sono sicuro che ce la faremo-

-Merlino! Certo che ce la faremo-

In quel momento ci guardammo e vidi qualcosa di diverso nel suo sguardo da stupore e meraviglia.

-Ho un'idea- disse quasi sussurrando.

-Dimmi- risposi languida, avevo capito dove voleva arrivare e avevo deciso di accontentarlo.

-Che ne dici d'inaugurare quella bellissima camera da letto?- propose attirandomi contro il suo petto.

-Perché no- gli buttai le braccia al collo e lui mi sollevo trasportandomi fino al letto, dove mi lanciò facendomi cadere tra i soffici cuscini e con un urlo di sorpresa da parte mia.

Vivemmo la novità al massimo delle nostre possibilità, ne avevamo bisogno, dovevamo staccarci anche se per poco da ciò che ci assillava, con la promessa che il giorno dopo, quando ci saremmo svegliati l'una accanto all'altro, sarebbero stati lì.

Purtroppo.

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Capitolo 30
*** Sulle rive del lago Nero ***


29

25/03

Nonostante fossimo più legati che mai per me e Scorpius, in quei giorni, fu quasi impossibile vederci. Nell'ultima settimana i suoi allenamenti, in vista dell'incontro con i Corvonero, si erano fatti sempre più stressanti e lunghi. Non aveva mai un momento libero se non, forse, durante i pasti, anche se in realtà era costretto a stare con la sua squadra a ripassare gli schemi di gioco. Le uniche cose che faceva ormai era andare a lezione e giocare a Quiddich e gli allenamenti erano sia prima che dopo cena e finivano quasi sempre a notte fonda, ben oltre il coprifuoco.

Fortunatamente riuscii a ricavarne qualcosa di positivo da tutte quelle ore di solitudine, ripresi concretamente a studiare e a concentrarmi sui libri ritornando ad essere la secchiona di sempre, non che i miei voti fossero calati, ma con tutti i problemi che mi assillavano non riuscivo a prestare la dovuta attenzione. Comunque smettendo di pensare ai miei problemi decisi di scalare un paio di punti dalla lista delle cose da fare, avevo deciso di dire la verità a Linda, dopotutto era giusto così.

Avevo organizzato tutto, glielo avrei detto quel giorno durante la passeggiata che avremmo fatto insieme sulla riva del lago Nero. Lo trovavo un posto fantastico dove schiarirsi le idee e parlare senza aver paura che qualcuno decidesse di spiare la nostra conversazione. Non utilizzai scuse o giri di parole, con lei non attaccavano, gli dissi tutto d'un botto il che, la spiazzò, naturalmente. Le diedi qualche minuto per assimilare la cosa e per un po' lei rimase nel più completo silenzio a fissarmi.

-Dovevo capirlo ... - disse infine – quel giorno in biblioteca ... è lì che è cominciato tutto vero? ... con quel libro d'ostetricia ... tutto adesso ha senso, i tuoi sbalzi d'umore, le corse ai bagni ... tutto- continuò quasi sotto shock.

Non mi guardava nemmeno e dal suo tono sembrava quasi che si rimproverasse per non essersene accorta.

-E Rose? Lei lo sa?- finalmente mi guardò con i suoi grandi occhi azzurri.

Annuii in risposta.

-Certo che lo sa, lo hai detto a lei e non a tuo fratello, lui no, ho indovinato?- di nuovo le feci si con il capo.

-Certo, perché se lo sapesse me lo avrebbe detto, è così per forza, giusto?- mi guardò con i suoi occhi severi, non capivo dove volesse arrivare con quelle sue domande cariche di rabbia.

-Cosa pensi che dovrei fare ora? Congratularmi?- m'incalzò di nuovo.

-No, volevo solo che lo sapessi. Mi è sembrata la cosa più giusta da fare ora- risposi sincera.

-Si ma Al? Non pensi che anche lui dovrebbe saperlo?- m'interrogò per l'ennesima volta.

-Conosci la situazione Linda! Sei certa che mio fratello possa accettare la verità?-

-Forse dovresti solo dargli un po' di fiducia ... -

-Gliene ho già data e continuerò a dargliela perché è sempre mio fratello. Ma finché non sono sicura che accetti Scorpius non glielo dirò-

-Ma Lily ... - ricominciò lei, sapevo dove voleva arrivare ma non potevo accontentarla.

-Linda tu sei la sua ragazza, se pensi che debba sapere la verità sei libera di dirgliela, la scelta sta a te. Non posso fare altro che chiederti che se deciderai di farlo devi esserne totalmente sicura, perché una volta fatto non potrai più tornare indietro, pensaci bene- l'avvisai, non potevo fare altro.

Lei mi guardò un'ultima volta negli occhi, cercando conferma, poi si voltò rivolgendosi al lago, che con le sue acque placide lambiva la spiaggia come se l'accarezzasse.

-Lily io .... Ho ..... ho bisogno di pensare. Scusami- così dicendo si allontanò a passo svelto da me.

Non mi pentii di quello che gli dissi quel giorno, pensavo che fosse giusto dirglielo.

Forse non avrei dovuto.

 

Tornai al castello per via del freddo che stava calando insieme alle tenebre del tardo pomeriggio. Guardai in Sala Grande per vedere se c'era qualche volto familiare ma rimasi delusa nel constatare che era vuota.

Salii le diverse scale fino alla torre Grifondoro.

Merlino! Quanto mi mancava quel posto, da quando mi ero trasferita con Scorpius ci ero tornata una manciata di volte, il che mi diede una stretta al cuore. Fortunatamente nessuno aveva fatto troppe domande dopo il mio trasferimento, la preside aveva pensato a tutto, giustificando questo cambiamento, per dare la possibilità ai due semifinalisti di avere più tempo a disposizione per allenarsi senza intralciare la quotidianità degli altri studenti. Ovviamente aveva omesso che noi due abitavamo insieme.

-Parola d'ordine- mi chiese la signora grassa, come al solito, posta di guardia alla porta.

-Uova di Fenice alla piastra- dissi e la porta si aprì, dovevo ricordarmi di ringraziare Rose per la parola d'ordine, qui la cambiano ogni due o tre giorni e lei, fortunatamente, mi teneva sempre aggiornata.

Entrai in sala comune, Rose era seduta su uno dei divanetti davanti al caminetto. Stava leggendo ma si accorse quasi subito della mia presenza e non perse tempo appena mi avvicinai.

-Glielo hai detto?- mi chiese senza staccare gli occhi da ciò che stava leggendo.

-Si, spero che prima o poi riuscirà a perdonarmi- risposi.

-Sei sicura di ciò che hai fatto? Ora potrebbe già essere da Albus a raccontargli tutto-

-Lo so Rose, sono a conoscenza delle conseguenze ma allo stesso tempo sono fiduciosa- lo pensavo veramente.

-Secondo me ci speri troppo, Linda è brava con Albus e sicuramente glielo comunicherà nel migliore dei modi ma non potrà contenere di certo la furia di tuo fratello dopo che lo avrà saputo-

-Sei troppo dura con Albus Rose, lui è pur sempre mio fratello-

-Non mi sembra che questo lo abbia fermato in passato-

-Vedremo, adesso possiamo cambiare discorso per piacere, mi sembra che ne abbiamo già discusso abbastanza di questa storia-

-Ok parliamo di come dirai la notizia a James- commentò Rose maligna.

-Certo che non vuoi mollare, comunque ho già spedito una lettera a James dove gli ho spiegato tutto- aggiunsi, lasciando mia cugina a bocca aperta.

-Davvero? Lily Luna Potter è incredibile ma sei riuscita a stupirmi- rispose -sono davvero colpita-

-Lo so Rose sono piena di sorprese- scherzai.

-Ehi ragazzina, ti ricordo che sono più grande di te- mi rimbeccò lei.

-E con ciò? Posso comunque prenderti in giro quanto mi pare e piace- risposi impertinente.

-Questo è tutto da vedere- rispose mentre chiudeva il libro e con l'altra mano afferrava il cuscino che aveva dietro la testa.

-Prendi questa- esclamò colpendomi in faccia.

-Ahi- gridai sorpresa da quell'imboscata.

-E ritieniti fortunata ad essere incinta, se non lo fossi avrei cominciato a farti solletico fino alla morte- sussurrò lei in modo che nessuno la sentisse.

-Non oseresti- la sfidai.

-Sorella, appena avrai sfornato i marmocchi, aspettati un attacco a sorpresa e non sarò clemente- mi minacciò Rose.

La guardai per qualche secondo stupita dalla sua dichiarazione ma l'espressione da dura durò poco perché dopo qualche secondo si mise a ridere trascinando anche a me nelle risate.

Ve l'ho detto la mia famiglia è pazza e mia cugina Rose è la più pazza di tutte.

E' per questo che lì adoro.

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Capitolo 31
*** Fischi, Applausi, Quiddich ***


30

28/03

Gli spalti erano gremiti.

Io e Rose eravamo, forse, le uniche degli spalti dei Grifondoro a tifare per Serpeverde, non che la cosa ci disturbasse più di tanto ma sicuramente durante la partita qualche occhiataccia sarebbe stata per noi.

I giocatori entrarono in campo in sella alle loro scope, mentre dagli spalti si librarono cori di acclamazione, fiori e qualche fischio.

Vidi mia madre raggiungere il centro del campo insieme ai capitani, Picwall e Zabini, scambiò un paio di parole con loro e quando tutti furono in posizione aprì il baule liberando le sfere e la partita iniziò.

I bolidi fischiavano tagliando l'aria per quanto andavano veloci, la pluffa passava da mano in mano e i manici di scopa si gettavano in picchiata da una parte all'altra del campo, il tutto in un turbinio di verde, argento, nero e blu. La giornata era limpida con all'apice un sole caldo primaverile che rendeva la giornata pressoché perfetta per volare.

Notando il gioco delle due squadre da ex-giocatrice vedevo quanto si erano preparate. I Serpeverde riuscivano a bloccare la Woollongong Shimmy* dei Corvonero, dall'altra parte i corvi rendevano vana la Manovra di Porskoff* delle serpi che riuscivano ad eseguirla egregiamente.

Scorpius era in gran forma ed era riuscito a parare fino a quel momento quasi tutte le pluffe che gli avevano tirato, per ora i verde-argento comandavano per 50 a 20 ma tutti sapevamo che l'ultima parola per chiudere la partita sarebbe stata dei cercatori Robert Picwall e Andrew Zabini che in quel momento volavano particolarmente vicini.

Il loro ruolo non era facile e in quella partita lo sarebbe stato ancora meno visto che avrebbe determinato l'esito della partita, perciò gli occhi di tutti gli spettatori erano incollati sui due capitani.

In un secondo il Serpeverde sparì dalla mia visuale scendendo in picchiata.

-Andrew ha visto il boccino- urlai a Rose nel trambusto generale.

Intanto anche Picwall era sceso in picchiata all'inseguimento del suo avversario acquistando sempre più velocità. Alla fine, per impedire all'altro cercatore di prendere il boccino, gli andò persino a sbattere contro e da quel che vidi non ci andò leggero,

Sugli spalti scoppiò il putiferio.

Da una parte c'erano i Corvonero che ridevano di Zabini che per via del colpo era diventato una trottola intorno alla sua scopa, rischiando anche di cadere; dall'altra i Serpeverde erano furibondi e inveivano sui loro avversari mandando loro mille accidenti verbali, la situazione stava degenerando.

Picwall alla fine la fece franca, afferrò il boccino e vinse la partita sotto i fischi dei Serpeverde misti a quelli dei Grifondoro e dei Tassorosso indignati da un atteggiamento tanto scorretto.

La partita era finita e i professori riuscirono a riportare l'ordine tra gli studenti senza incidenti, invitandoli a lasciare il più velocemente possibile lo stadio.

Io e Rose cercammo di perdere tempo perché dovevamo aspettare i ragazzi così uscimmo per ultime. Lo spiazzale davanti allo stadio era quasi del tutto vuoto e file di studenti stavano già risalendo la collina diretti al castello.

In quel momento mi accorsi che qualcuno si stava avvicinando a grandi passi.

-COME HAI POTUTO!- urlò Albus a pieni polmoni.

-Albus ma cos ... ?- risposi sorpresa.

-NO! ZITTA! STAI ZITTA!! ... NON MI TRATTARE DA STUPIDO, ALLA FINE LINDA ME LO HA DETTO- replicò furente mio fratello.

-Albus ... - cercai di parlare ma lui m'interruppe.

-NO! NON TI VOGLIO PIU' SENTIRE, LO SAI QUELLO CHE HAI FATTO EH? NE' SEI CONSAPEVOLE!-

Era irriconoscibile, completamente fuori di se, spinto da una furia cieca che gli offuscava persino gli occhi che dalla tonalità smeraldina in quel momento mi sembravano color melma. Io e Rose arretravamo ad ogni suo passo verso di noi.

-TU HAI PORTATO LA VERGOGNA SULLA NOSTRA FAMIGLIA! TI AVEVO AVVERTITA DI NON IMMISCHIARTI CON LUI. MA TU NO, PERCHE' E' BUONO, E' DIVERSO. TUTTE CAZZATE- gridò ancora più forte.

-Albus. Devi calmarti, non sei in te- gli dissi cercando di riportarlo alla ragione.

-COSA? SEI TU QUELLA CHE E' FUORI DI SE, PICCOLA INCOSCIENTE, INGRATA E TRADITRICE- sputò ancora il ragazzo.

-ADESSO BASTA!- esclamò qualcuno alle mie spalle. Scorpius di mise al mio fianco e lo stesso fece Zabini con Rose.

-CHI SEI TU PER DIRMI QUESTO PICCOLA SERPE? COME OSI SFIDARMI? DOVRESTI STARE ZITTO VISTO CHE TUTTO QUESTO E' SUCCESSO PER COLPA TUA!- ringhiò per l'ennesima volta Albus, sempre più simile ad una bestia che ad una persona.

-Non so di che cosa tu stai parlando- rispose Scorpius calmo.

-L'HAI POSSEDUTA! TI SEI PRESO LA SUA INNOCENZA ROVINANDOLA E IN PIU' L'HAI INGRAVIDATA DANDOTI MODO DI GENERARE ALTRI MANGIAMORTE COME TE- disse tutto d'un fiato, nonostante non fossimo vicini notavo le vene sul suo collo pulsare ferocemente.

-ALBUS!- esclamai allibita. Era impossibile, tutto quello non poteva essere reale, quello non era mio fratello.

-POTTER SOLO PER RISPETTO VERSO TUA SORELLA NON SFODERO LA BACCHETTA MA ... - non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che un incantesimo lo colpì, scagliandolo in aria per diversi metri lontano da me.

-SCOPIUS!- urlai disperata mentre l'eco lontano del suo dolore fisico mi attraversava, facendo tremare ogni fibra del mio essere.

Mi voltai per andare da lui, dovevo aiutarlo.

-No Lily occupati di tuo fratello, aiuta Andrew, ti prego! Qui ci penso io- aveva ragione, Rose era molto più brava di me con gli incantesimi di guarigione.

Tornai sui miei passi appena in tempo per vedere Zabini cadere a terra, mio fratello era un mostro. Lui mi guardò con i suoi occhi malefici.

-LILY- urlò – PRIMA PRENDERO' IL CUORE DAL PETTO DI MALFOY E POI STRAPPERO' QUELL'ABOMINIO DAL TUO VENTRE- sputò puntando la bacchetta verso di me.

Mi spostai in avanti cercando di far da scudo con il mio corpo ai miei amici e mio marito, ero pronta ad affrontare lo scontro, non gli avrei permesso di toccare la mia famiglia.

-AH E' COSI'? TI SEI LASCIATA CORROMPERE DAL MALE. VOLDEMORT NE SAREBBE FELICE. ORA FA ATTENZIONE SORELLINA, TI MOSTRERO' COME COMBATTE UN VERO EROE UN CATTIVO- mi minacciò stringendo ancora più forte la presa sull'arma.

-SE QUI C'E' UN CATTIVO ALBUS, QUELLO SEI TU!- gridai consapevole del profondo significato delle mie parole, della promessa che avevo appena lanciato, del segno con cui avevo marchiato una persona che avevo amato con tutta me stessa

-COME VUOI ALLORA NON MI LASCI ALTRA SCELTA. SECTUMSEMPRA- urlò.

-INCARCERATUS-

I nostri incantesimi si scontrarono producendo un'onda d'urto così forte che ci sbalzo all'indietro, io però non caddi a terra perché l'aria intorno a me si mosse impedendomelo. I mesi di lavoro sulla nuova affinità alla fine stavano dando i suoi frutti.

-MA BRAVA! DEVO AMMETTERLO, SEI PIENA DI SORPRESE, VEDO CHE HAI UNA NUOVA AFFINITA'- esclamò Albus rialzandosi.

-E NON SOLO LEI- urlò qualcuno alle spalle di mio fratello. Scorpius si era ripreso e aveva approfittato del nostro scontro per accerchiarlo, il volto era una maschera di rabbia primordiale.

-ORA LASCIA STARE MIA MOGLIE- ringhiò minaccioso.

-TUA MOGLIE?! QUESTA CI MANCAVA! VUOL DIRE CHE MI DIVERTIRO' A TOGLIERE LE FEDI DAI VOSTRI CADAVERI MA PRIMA ... LEVICORPUS- l'incantesimo tagliò l'aria così velocemente che non potei neanche provare a difendermi. Mi sentii trascinare in aria per poi essere scagliata con forza addosso a Scorpius. Lui rimase saldo sulle sue gambe arrestando il mio volo e prendendomi il più delicatamente possibile tra le sue braccia.

-Presa- sussurrò – Sei pronta?-

-Si- risposi decisa.

"Allora facciamo ciò per cui ci siamo tanto allenati"

"Andiamo"

Ci concentrammo e richiamammo a noi gli elementi e questa volta non si proiettarono solo nella nostra mente ma si materializzarono nelle nostre mani.

-MA CHE COSA?- esclamò Al sorpreso – ALLORA E' COSI' CHE VOLETE GIOCARE? BENE! IO SONO PRONTO. SECTUMSEMPRA!-

Mentre la maledizione ci volava addosso io e Scorpius ci voltammo, alzammo insieme una mano e l'altra la unimmo.

Una barriera di luce comparve deviando la traiettoria dell'incanto, vidi Albus sbarrare gli occhi confuso.

-ORA TOCCA A NOI- esclamai –ORA!- urlammo.

La cupola, formatasi intorno a noi, iniziò ad espandersi, incandescente come il fuoco e veloce come l'aria, finché non investì completamente Albus.

La luce era troppo intensa e distolsi lo sguardo, quando finì cercai mio fratello e lo trovai a terra svenuto. Era finita.

-Ce l'abbiamo fatta- sussurrai esausta –Ce l'abbiamo fatta ... Scorpius – mi voltai per festeggiare con lui ma lo vidi accasciarsi a terra, tremante e con il volto bianco come un cadavere.

-SCORPIUS?!- esclamai precipitandomi da lui.

M'inginocchiai e mi appoggiai la sua testa in grembo, mentre lo aiutavo a respirare, sussurrandogli che tutto andava bene, notai un enorme taglio che dall'attaccatura dei capelli scendeva lungo la guancia destra fino al mento. Cercai di tamponargli la ferita con il mio mantello, perdeva troppo sangue.

-ROSE! ROSE!- urlai alla ricerca di mia cugina.

-LILY SONO QUI- la sentii rispondere, non era molto lontana ma non riuscivo a vederla in mezzo a tutte quelle macerie che la barriera aveva creato.

-ROSE, TI PREGO, CHIAMA AIUTO, SCORPIUS E' SVENUTO E PERDE SANGUE- le dissi sperando che mi sentisse, visto che le parole mi morivano in gola da quanto singhiozzavo.

-ANCHE ANDREW ... NON POSSO LASCIARLO- rispose.

Anche lei aveva una persona amata in pericolo, non potevo chiederle di abbandonarla. Ero disperata.

-MESSAGGERO- formulai l'incantesimo e una freccia argentata comparve.

-Va da mio padre e digli che abbiamo bisogno di lui, fai in fretta- gli dissi e lui volò via diretto a destinazione, lasciandomi da sola.

-Ti prego Scorpius resta con me, non mi lasciare. Io sono qui, resterò qui per sempre ma ti prego non andartene- continuai a ripetere tra le lacrime.

Il mondo intorno a me scomparve, in quel momento c'era solo lui, con i capelli biondi incrostati di sangue e polvere, il volto bianco e le palpebre serrate sui suoi occhi persi nell'oblio dell'incoscienza.

E l'unica cosa che desiderai in quel momento era di seguirlo.

Sempre.

 

 

*le manovre di Quidditch citate sono presenti nel libro di J.K. Rowling "Il Quiddich attraverso i secoli"

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Capitolo 32
*** Visite inaspettate ***


31

12/04

Di ciò che successe dopo che il mio mondo crollò non ricordo quasi nulla, c'è qualche immagine, per lo più sfocate. Le emozioni invece sono stampate a fuoco nella mia mente, rabbia, dolore, paura, angoscia.

Tutto quello che sapevo me lo aveva raccontato mio padre, lui e zio Ron ci avevano trovato tra le macerie e avevano immediatamente trasportato tutti e cinque in ospedale. Soltanto lì Rose gli ha spiegato le dinamiche di ciò che era successo, mio padre ne era rimasto sconvolto.

Io e Rose fummo dimesse dopo poche ore, dopotutto non avevamo riportato altro che ferite superficiali. Andrew ci mise tre giorni ad uscire, durante lo scontro si era guadagnato un paio di costole incrinate e una gamba rotta, fortunatamente, nel giro di qualche settimana sarebbe guarito. Inoltre per via della botta alla testa non ricordava nulla dello scontro.

Su Albus non volli chiedere nessun tipo di notizia, mio fratello in quel periodo per me aveva cessato di esistere, non m'importava di ciò che dicevano i miei genitori, non potevo perdonarlo per quello che gli aveva fatto.

Ci vollero due giorni prima che Scorpius si stabilizzasse e la diagnosi non era tra le più incoraggianti, coma. Il colpo alla testa, la perdita repentina di sangue e l'utilizzo di magia avanzata, lo avevano portato allo stremo, ad un passo dalla morte.

Dopo due settimane di cure tutte le ferite fisiche erano quasi del tutto guarite ma lui non si svegliava.

Spedii una lettera ai suoi genitori nella speranza che lo venissero a trovare, forse lo avrebbe aiutato, ma la loro risposta fu ancora più gelida delle loro parole, non volevano averci più niente a che fare.

Dopo un paio di giorni che mi ostinavo a rimanere al San Mungo nonostante mi avessero dimesso, la preside McGranitt mi ordinò di tornare a scuola almeno per seguire le lezioni. Era dura e non riuscivo a concentrarmi, per tutto il giorno desideravo solo che arrivasse la sera per tornare da Scorpius e passavo tutte le notti seduta accanto al suo letto in attesa che si svegliasse.

Non parlavo, mangiavo a malapena e a forza, non per me ma per il bene dei miei figli, se riuscivo ad addormentarmi sognavo gli occhi perfidi di Albus mentre uccideva Scorpius.

In più non potevo prendere nessuna decisione medica nei suoi riguardi, anche se per il Ministero la nostra unione era riconosciuta, per quegli idioti vegliardi ero solo una ragazzina incapace d'intendere e di volere. L'onere passò a mio padre che funzionava come copertura, per tutta la durata di quell'infernale periodo lui prese ogni decisione nei riguardi di mio marito insieme a me e di questo gliene fui grata.

C'erano delle volte in cui mi immaginavo che lui mi chiamasse o che muovesse un dito o un sopracciglio ed io cominciavo a chiamarlo e a scuoterlo ma poi mi svegliavo dalle mie fantasie e piangevo perché quella non era la realtà.

Ogni tanto gli raccontavo com'era andata la mia giornata e di quanto i bambini li sentissi agitati senza la sua calda voce a tranquillizzarli. Ad un certo punto cominciai persino ad elencare dei nomi papabili per i nascituri, in biblioteca ad Hogwarts avevo trovato un libro che conteneva solo nomi (come al solito la biblioteca non mi delude mai) e alcuni, lasciatemelo dire, erano davvero orribili.

 

Quel giorno stavo elencando i nomi maschili che iniziavano con la lettera "E" quando qualcuno bussò alla porta.

Narcissa Black in Malfoy entrò in tutta la sua regalità ed eleganza.

-Buongiorno- salutò garbatamente.

-Buongiorno signora Malfoy-

-Oh non c'è bisogno di essere così formali, chiamami pure Narcissa, e io posso chiamarti Lily?- mi chiese sorridendo appena.

-Certo, si accomodi- le indicai con un gesto della mano la sedia posta all'altro lato del letto.

-Grazie sei molto gentile- ringraziò sedendosi.

Ci prendemmo qualche secondo per osservarci meglio, mi accorsi che nonostante l'età incombesse su di lei era ancora molto bella, i capelli bianchi sembravano seta e incorniciavano perfettamente il viso. Il corpo magro era avvolto in un vestito nero pece impreziosito da una collana di diamanti che portava al collo. I suoi occhi scuri erano vigili e intelligenti, aveva uno sguardo profondo, né avevano viste tante nel corso della sua vita.

-Ti starai chiedendo perché io sia venuta, probabilmente- disse rompendo il silenzio.

-E' sua nonna, è normale che voglia vederlo anche se ... - mi fermai indecisa su come proseguire la frase.

-Dopo il comportamento di mio figlio e di mia nuora non ti aspettavi che un suo parente sarebbe venuto a trovarlo- concluse lei.

-Già, credo che abbia ragione- convenni.

-Sarò franca- iniziò lei spostando lo sguardo su suo nipote –Io non ho mai condiviso questa linea d'estraneità tracciata dai suoi genitori ma come ben sai è difficile per me uscire e mandare lettere se non sotto stretta sorveglianza quindi ... - raccontò con una punta di tristezza nella voce.

-Capisco- risposi sincera.

-Comunque proprio per questo motivo oggi sono venuta, non solo per vedere mio nipote ma anche per parlare con te. Premetto che so tutto della vostra situazione e non sono qui per rimproverarti o insultarti anzi ... -inaspettatamente mi prese la mano –Ti ringrazio. Da quando sei entrata nella sua vita Scorpius è rinato. Nelle lettere che mi spediva lui mi raccontava tutto, era un segreto tra me e lui, mi ha raccontato di come vi siete conosciuti, innamorati, ogni cosa. Quando si presentò a Natale mi parlò pure della tua gravidanza, certo era inaspettata ma non l'ho mai visto così euforico. Era felice, come non lo vedevo da tempo- la guardai e vidi i suoi occhi diventare sempre più tristi –Quando suo padre lo ha allontanato mi si è spezzato il cuore, ho cercato di convincerlo ma era ed è tutt'ora irremovibile. Allontanandolo dal Manor lo ha anche allontanato da me. Sinceramente, non so neanche come giustificare il comportamento di Draco, è cambiato. Da quando era bambino sotto la corazza fredda dei Malfoy ha sempre avuto un cuore tenero e gentile. Non riesco proprio a capire che cosa lo abbia fatto cambiare così tanto-

-Non lo so Narcissa, anche Scorpius mi aveva detto più o meno la stessa cosa su suo padre. Questo distacco gli ha fatto male- i nostri sguardi s'incrociarono, subito dopo lei ricominciò a guardare il viso di Scorpius che sembrava profondamente addormentato.

-Il mio bambino- sussurrò, accarezzandogli la guancia – Per tutta la sua infanzia ho vissuto al Manor per occuparmi di lui insieme a Draco. Astoria dopo il parto invece non lo ha mai degnato di uno sguardo. Depressione, così l'avevano chiamata i medimaghi, la malattia che tormentava mia nuora. Ma quelle erano tutte scuse, né sono certa-

-Non avevo capito che sua madre era stata così ... -

- .. Distante? E' stata proprio così- aggiunse la donna.

In quel momento qualcuno bussò alla porta.

-O cielo! Sembra che il mio tempo di visita sia terminato. Alla fine non sono riuscita a chiederle una cosa-

-Mi dica pure Narcissa-

-Volevo chiederti se potevi fare un piacere a questa vecchia signora. Nella famiglia Malfoy i nomi vengono scelti tra quelli delle costellazioni, vorrei che questa tradizione continuasse, so che lei con questa famiglia non vuole averci niente a che fare ma ... - mi alzai e la aiutai a fare lo stesso.

-Lei è una persona molto gentile e sono felice di averla conosciuta, quindi mi sembra il minimo dopo tutto quello che ha fatto per Scorpius accordarle questa richiesta- senza preavviso lei si sporse e mi abbracciò, lasciandomi nel più completo stupore. Era un gesto così semplice, eppure così denso di significato.

-Grazie Lily. Se conosco bene il mio Scorpius sono certa che lotterà con tutto se stesso per ritornare da sua moglie e dai suoi figli, quindi coraggio-

Mi accarezzò amorevolmente il volto per poi uscire dalla stanza, lasciandomi nuovamente da sola.

"Scorpius tua nonna è una persona fantastica" pensai.

"Lo so"

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Capitolo 33
*** 40 milligrammi di coccole ***


32

Le sue parole echeggiarono nella mia mente.

"Lo sai? Scorpius riesci a sentirmi?"

"Si, più o meno"

"Perché non ti svegli, ti prego torna da me" lo supplicai.

"Non ci riesco, credi che non ci abbia già provato, mi sento debole e oltre che sentire non posso fare altro"

"Va bene, calmiamoci" credo che lo dicessi più a me stessa, visto che stavo respirando affannosamente.

"Tesoro" mi chiamò lui.

"Si" risposi.

"Quanto tempo è passato?" mi chiese.

"Due settimane"

"Merlino! E tu come stai, come stanno i bambini?"

"Bene, stiamo benissimo" cercai di tranquillizzarlo.

"Né sono felice"

"Tranquillo Scorp troveremo una soluzione" lo rassicurai.

"Ok ma forse io ne ho già una"

"Spara, che cosa aspetti" lo spronai.

"Visto che riusciamo a comunicare mentalmente vuol dire che l'incantesimo che lega le nostre anime è attivo. Se tu provassi a richiamarmi come facciamo con gli elementi forse riusciresti a svegliarmi" finì lui. Il suo ragionamento aveva senso ma avrebbe funzionato? C'era un solo modo per scoprirlo.

"Va bene ci provo"

Mi concentrai su di lui e sui miei figli, pregando loro di aiutarmi. Visualizzai Scorpius nella mia mente: i suoi occhi, le sue labbra, il mento, gli zigomi, ogni cosa. Come un puzzle ricomposi il suo viso nei miei pensieri e lo richiamai a me, lo desiderai con forza, con ogni fibra del mio corpo.

I minuti passarono diventando ore e il sole completò il suo giro e si nascose dietro l'orizzonte.

 

-Lily- lo sentii mugugnare.

-Scorpius- alzai la testa per guardarlo –SCORPIUS!- esclamai.

-Si sono tornato, sono qui- gli presi la mano e cominciai a baciarla tra le lacrime.

-Amore mio sei tornato da me- rimasi per diversi minuti così, ringraziando Merlino, Morgana o chi altro me lo avesse riportato.

Chiamai il medimago che lo seguiva e quando entrò nella stanza studiò il suo paziente con immenso stupore, forse fino a quel momento aveva presagito il peggio ma non aveva più importanza.

Dopo un'accurata visita ci mise in guardia sul fatto che mio marito avesse ancora bisogno di molto riposo e che dovesse evitare gli sforzi e lo stress per almeno altre due settimane.

Alla fine lasciai la sua stanza solo quando si riaddormentò, dovevo avvisare i miei genitori.

Lì trovai nella stanza di Albus, lui si era risvegliato già da qualche giorno, non sapevo come si fosse giustificato ma sinceramente non m'importava, in quel momento stava dormendo, meglio così.

-Mamma, papà, Scorpius si è svegliato!-

-Davvero?! Né sono felice- rispose mia madre contenta.

-Meno male, vuol dire che adesso riuscirà a guarire completamente- aggiunse mio padre.

-E lui? Come sta?- non so perché me ne preoccupassi. Era come se tutta quella rabbia ne suoi confronti fosse sparita, forse ero riuscita a perdonarlo. Sapevo solo che lui era mio fratello non potevo fare altro che preoccuparmi per lui perché in fondo ci tenevo.

-E' stabile e finalmente stanno riuscendo a drenare quel liquido estraneo che lo aveva portato alla pazzia, alla fine non era colpa sua- disse mio padre.

-Davvero? Era stato avvelenato? Si riprenderà?-

-I medimaghi sono fiduciosi sul fatto che una volta espulsa la pozione lui potrà riprendersi a pieno-

-Non capisco, le pozioni non possono creare tutto quell'odio-

-Si è vero, le pozioni non possono creare le emozioni ma possono amplificarle e secondo me è proprio questo che è successo-

-Allora sarà successo questo, odiava Scorpius già prima della pozione e non né ha mai fatto mistero, questo è sicuro- aggiunsi.

-Io spero solo che si risolva questa brutta storia tra voi Lily, non potete continuare così- aggiunse mia madre, sembrava sconvolta, ne aveva passate tante e si vedeva la stanchezza che l'attanagliava. Non feci a meno di avvicinarmi e di abbracciarla, nella mia vita era sempre stata una roccia, un pilastro per me e i miei fratelli, una delle mie poche speranze era che non crollasse.

-Devo tornare da Scorpius, ci vediamo dopo-

-Ok tesoro- mi salutò mia madre.

-Aspetta Lily, prima che tu torni in camera, vorrei scambiare due parole con te-

-Va bene papà- lo seguii fuori in corridoio.

-Senti Lily volevo dirti che mi dispiace per tutto quello che è successo con Albus e Scorpius- iniziò lui    –inoltre volevo dirti che io e tua madre accettiamo voi due come coppia sposata, certo non ci ha fatto piacere scoprire l'ennesimo segreto ma tanto prima o poi sarebbe successo, quindi meglio non rimunginarci sopra, quindi ... - sembrava imbarazzato ma le sue parole mi rincuoravano, i rapporti con i miei genitori si era aggiustati, fortunatamente.

-In realtà volevo scusarmi anch'io per non avervelo detto. Mi dispiace- lui in risposta mi abbracciò.

-Devi essere forte piccola mia, non lasciarti abbattere, sei forte, determinata e coraggiosa. Probabilmente te l'ho già detto ma ancora non mi capacito che tu sia cresciuta così in fretta-

-Sarà la milionesima semmai- lo rimbeccai, strappandogli una risata.

-Comunque grazie, papà-

-Di niente piccola- ci sciogliemmo dall'abbraccio e andammo ognuno per la sua strada.
 

1/05

Scorpius era tornato ad Hogwarts da cinque giorni, riaccolto dagli studenti con saluti, palloncini e auguri.

Albus invece era ancora al San Mungo, sembrava che quella sostanza si fosse dimostrata estremamente difficile da espellere e ci sarebbe voluto ancora un po' di tempo.

Il giorno prima ero andata alla penultima visita in ospedale dalla dottoressa Mongomery che ci aveva comunicato il termine della gravidanza, il mese successivo, e che tutto procedeva bene.

Io invece giorno dopo giorno mi sentivo sempre più enorme, sinceramente sembrava che avessi ingoiato intero un cocomero, letteralmente, fortunatamente i miei vestiti modificati magicamente celavano tutto al corpo studenti.

Da quando si era svegliato Scorpius aveva ripreso a parlare ai bambini tutte le sere, cosa che lì tranquillizzava un sacco, il che era  meraviglioso perché così mi davano la possibilità di dormire in pace.

Dopo la promessa fatta alla nonna di Scorpius i libri di nomi furono sostituiti da quelli di costellazioni.

I giorni trascorrevano più veloci e tutto era tornato nella normalità, in quel periodo cercai di godermelo più che potevo, chissà quando sarebbe ricapitato.

Mancavano quattro giorni all'ultima sessione del torneo e mio padre questa volta non ci avrebbe accompagnato, comprensibile, voleva restare insieme ad Albus e la mamma, quindi ci sarebbe stata solo zia Hermione.

Sinceramente l'avvicinarsi della sessione mi trasmetteva un po' d'inquietudine, dopotutto Scorpius si era appena ripreso, non volevo che rischiasse di nuovo e poi dopo l'incidente con Viquel non mi sentivo più al sicuro durante i duelli.

Quella sera eravamo appena tornati in stanza dopo la cena in Sala Grande.

Io mi sentivo a pezzi, era stata una giornata faticosa e non vedevo l'ora di tornare nel nostro appartamento per riposarmi, ormai ogni giorno era sempre più faticoso e dovevo abituarmici.

La dottoressa era stata chiara sul fatto che dovessi darmi una calmata in questo ultimo periodo e di non fare cose diverse da quelle della mia routine. Cosa che trovavo una rottura.

-Come ti senti?- chiesi a Scorpius mentre di toglieva il mantello nell'ingresso.

-La sai già la risposta Lily- rispose un po' scocciato appendendo anche il mio sull'attaccapanni –Se ci fosse qualcosa che non va saresti la prima a saperlo e non solo perché le nostre anime sono unite-

-Si ma non fa mai male accertarsene- lo punzecchiai.

-Dovresti fare attenzione anche tu, la dottoressa ti ha detto di azzerare il più possibile sforzi e preoccupazioni. Lo stress non ti fa bene- concluse mentre si allentava il nodo della cravatta verde-argento.

-Va bene dottore- lo canzonai.

-Visto che me lo ricorda signorina le prescrivo anche 40 milligrammi di coccole- aggiunse con tono serio e professionale.

-Ah si dottore e quando dovrei prenderle- risposi assecondando il suo gioco.

-Beh, mi sembra ovvio, prima le prenderà, prima si sentirà meglio-

-Allora che cosa stiamo aspettando- conclusi quasi sussurrando.

Mano nella mano andammo in camera da letto e ci chiudemmo la porta alle spalle.

 

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Capitolo 34
*** Lo squalo nero ***


33

6/05

Ultima sessione del torneo magico di duello, alla fine di quei sei giorni sarebbe stato decretato il campione.

Ormai eravamo rimasti in 25 e la tensione era alle stelle. Gli scontri si sarebbero svolti in due giornate ma la modalità di scontro sarebbe stata diversa. Cinque concorrenti sarebbero stati rinchiusi nell'arena creata all'interno dello stadio, l'ultimo rimasto con la bacchetta in mano vinceva. Non sarebbe stato facile, non si aveva un solo avversario ma ben quattro contro cui combattere. Sicuramente l'elemento sorpresa sarebbe stato determinante rispetto agli incontri precedenti.

Quando arrivammo ci fu comunicato che il giorno dopo ci sarebbe stato il primo ciclo di scontri e le liste dei turni. Scorpius era nel primo, io nel secondo. La cosa che mi mise un po' di pressione fu la scoperta che avrei affrontato anche lo "squalo nero" in battaglia.

Dopo le diverse comunicazioni tornammo alla nostra tenda su una delle colline che accerchiavano l'arena, Hermione ci stava aspettando.

-Senti, se le cose si mettono male, arrenditi. Getta a terra la bacchetta e sarai al sicuro- dopo cena eravamo rimasti in cucina per pensare a qualche strategia per il giorno dopo.

-Dai Scop non credo che si arriverà a tanto- minimizzai, soffiando sulla tazza di thè bollente che avevo tra le mani.

-Scorpius ha ragione Lily, sei costretta a partecipare nonostante le tue condizioni almeno cerca di fare attenzione- rispose zia Hermione.

-Scusi professoressa Granger mi vuole dire che gli organizzatori lo sanno e le permettono di partecipare lo stesso?- replicò stupito mio marito, sorprendendomi.

-Ma qual è il vostro problema? Ho deciso io di partecipare e non riuscirete ne voi ne quei vecchi bacucchi ad impedirmelo!- replicai indignata.

-Lils calmati-

-No ora basta, ho già abbastanza preoccupazioni senza che voi due ne aggiungiate altre gratuitamente. Ora con o senza il vostro permesso vado a dormire. Buonanotte!- mi alzai ed uscii dalla stanza sbattendo con forza dietro di me la porta della cucina.

Ero stanca che tutti mi trattassero come se potessi rompermi da un momento all'altro. Io non ero fragile. Non lo ero!

7/05

La mattina dopo mi svegliai di buonumore, avevo dormito davvero bene e mi ricordai della litigata della sera prima quando ormai ero sotto la doccia e come l'acqua la rabbia repressa scivolò via dal mio corpo. Non vedendo ancora nessuno in giro sgattaiolai in accappatoio in cucina dove mi preparai la colazione, lì trovai un biglietto di zia Hermione che diceva di essersi già recata allo stadio e che ci saremmo visti lì.

Per le nove ero pronta ad andare, lo stesso non si poteva dire per Scorpius che era ancora sotto la doccia, infatti alla fine ci toccò correre per via del suo ritardo. Più che correre io cercai di camminare il più in fretta possibile, perché nonostante i miei vestiti la celassero io avevo una pancia da otto mesi da portarmi appresso e non era leggera.

Arrivammo allo stadio appena in tempo e lì notammo le modifiche apportate all'arena. Tutte le pedane erano state rimosse lasciando uno spazio aperto grande quanto un campo da calcio babbano delimitato da spalti che potevano ospitare migliaia di persone, infatti la finale sarebbe stata aperta al pubblico.

In quel momento sugli spalti c'erano solo i 25 studenti rimasti, i loro professori e tutto il gruppo d'organizzatori che saranno stati una trentina.

I primi cinque furono chiamati per entrare nell'arena, non ci era permesso guardare all'interno quindi non potevamo vedere dove e come si muovessero i concorrenti. Il regolamento diceva che se un duellante si fosse fatto male doveva sparare scintille rosse dalla bacchetta per essere recuperato dai soccorsi. Invece se qualcuno veniva disarmato un incantesimo lo segnalava con un lampo blu.

Gli organizzatori inoltre avevano di nuovo avvertito tutti che se una maledizione senza perdono fosse stata pronunciata all'interno dell'arena anch'essa sarebbe stata segnalata e il duellante sarebbe stato immediatamente fermato.

Io andai a prendere posto vicino a mia zia, poco prima che l'arbitro desse il via alla gara.

-Preoccupata per il tuo ragazzo?- disse qualcuno alle mie spalle facendomi trasalire.

-Liv- dissi voltandomi verso la strega che con un movimento atletico si sedette nel posto accanto al mio.

-Tranquilla l'ho visto combattere e conosco i suoi avversari, ce la farà- continuò lei tranquilla, con un movimento della mano fece comparire sull'altra un sacchetto di gelatine tutti gusti più uno e iniziò a mangiucchiarle rumorosamente.

-Che c'è?- mi chiese appena si accorse che la stavo fissando –Ne vuoi una?- domandò porgendomi il sacchetto. Io scossi la testa riportando gli occhi su quella distesa di nebbia che ricopriva l'arena impedendomi di vedere che cosa succedeva all'interno.

Sentii un colpo provenire a destra, era lontano e sembrava quasi il rimbombo di un tuono e non fu l'unico. Dopo circa una decina di colpi vari vidi un lampo blu tagliare il soffitto.

-Fuori uno- commentò Liv –ne restano tre-

Aguzzando la vista vidi poco lontano da dove era volato il lampo un ragazzo uscire, mi accertai che non fosse Scorpius e quando ne fui sicura ricominciai a prestare attenzione all'arena. Per diversi minuti non successe niente, tutto era immerso in una calma innaturale.

Gli scontri ricominciarono e questa volta i rimbombi durarono per diversi minuti prima di fermarsi e alla fine due lampi lambirono il cielo.

Altri due ragazzi uscirono ciondolando dall'arena.

-Uao due volte in un colpo solo, certo che il tuo ragazzo ha fretta- commentò di nuovo Liv.

-Come fai ad essere così sicura che sia stato lui?- le chiesi.

-Oh lo so- i suoi occhi lampeggiarono gialli quanto il sole al tramonto.

-Te l'ho mai detto che gli elementi non possono avere segreti per me?- continuò sorridendo.

-L'ho sentito dire, quindi puoi vedere attraverso la nebbia?-

-Si qualcosina, non il quadro generale ma se mi concentro su una persona riesco a vederla quasi distintamente- spiegò lei continuando a fissare l'arena.

-Vuoi che smetta?- mi domandò.

-No certo che no, continua a guardare voglio essere sicura che lui stia bene- bisbigliai.

-Ok- concluse.

Ci vollero altri dieci minuti e svariati incantesimi per disarmare l'avversario ma alla fine Scorpius vinse.

Ci raggiunse sugli spalti poco dopo sfoggiando un enorme sorriso carico di felicità.

-Com'è stato- gli chiesi.

-E' stato difficile, soprattutto perché la visibilità è molto ridotta, all'interno sembra una foresta, con tronchi e radici che intralciano ogni tuo passo. Cerca di rimanere nascosta all'inizio, aspetta i primi due lampi. Fai molta attenzione- mi avvisò abbracciandomi amorevolmente.

-Ok lo farò- promisi allontanandomi.

Ci avevano appena chiamato, dovevo prepararmi.

 

Mi accompagnarono in una stanza poco illuminata a destra dell'arena, dissero di aspettare che la luce rossa posta sopra la porta davanti a me si accendesse prima di partire. Quando si accese entrai.

Ero immersa nella più completa oscurità, tutto sembrava così nebuloso, la vista ci mise qualche secondo a mettere a fuoco e comunque non riuscivo a vedere oltre un paio di metri. Il terreno era morbido sotto i piedi, sembrava terriccio misto erba e come aveva detto Scopius era pieno di insidie che rallentavano il passo. Sopra di me il soffitto sembrava ricoperto da uno spesso strato di nuvole temporalesche. Continuai a muovermi per diversi metri finché un rumore non mi bloccò. Sembrava un fruscio e mi concentrai sull'udito per capire quanto fosse lontano da me.

Chiunque fosse si stava allontanando dalla mia posizione il che mi diede sollievo che non durò molto perché un grido lacerò l'aria e un lampo blu illuminò il cielo. Uno era stato eliminato e avevo anche idea di chi fosse stato.

Lo squalo nero.

Era pericolosa, dovevo studiare una strategia per affrontarla al massimo delle mie capacità. Mi venne un'idea, se stavo ai lati dell'arena sicuramente avrei smesso di preoccuparmi per possibili attacchi alle spalle, era pur sempre un vantaggio.

Cominciai a correre tentando di raggiungere il mio obiettivo il più in fretta possibile ma in quel momento un altro lampo illuminò la foresta e vidi che c'era qualcuno a pochi metri da me.

Non potevo perdere tempo –EXPELLIARMUS- il mio avversario non si era nemmeno accorto della mia presenza e non si difese dall'incantesimo, la sua bacchetta volò via agevolmente disarmandolo.

Un altro lampo squarciò il cielo.

La mia posizione ormai era rivelata, non potevo andare molto lontano, era arrivato il momento di affrontarla.

Mi guardai intorno cercando di trovare dei punti strategici dove posizionarmi ma lei era stata più veloce di me.

-IMPEDIMENTA- sussurrò e io mi bloccai –LUMOS- disse ancora la voce, illuminando la mia avversaria.

Emma Bouchard, lo squalo nero, non avevo mai capito il perché di quel soprannome, in quel momento ce l'avevo davanti ma il mistero restava. Era una ragazza minuta con i capelli biondi niente di particolare.

Poi mi guardò e vidi i suoi occhi, malefici occhi neri, dei buchi neri senza fondo. Lei mi sorrise e mi accorsi che i suoi denti erano appuntiti proprio come uno squalo, capii finalmente il significato di quel soprannome che all'inizio mi era sembrato tanto inverosimile.

-Lily Luna Potter- disse facendo schioccare la lingua –Pensavo che ti avessero già sbattuta fuori- continuò con tono disgustato.

-No non ancora- risposi sfidandola, in quel momento riuscii a liberarmi dall'incanto.

-Allora toccherà a me farlo. INCENDIO- urlò lanciandomi contro un dardo di fuoco.

-ESTINGUENTE- risposi bloccando l'incantesimo.

Dovevo muovermi in fretta, scontrarmi con lei a viso aperto avrebbe decretato la mia sconfitta, l'oscurità di quel luogo sarebbe stata la mia arma.

Mentre correvo lanciai l'incanto –GEMINO- creando una copia perfetta di un albero nella traiettoria della Bouchard che per poco non ci andò a sbattere contro ma nell'evitarlo inciampò nelle radici cadendo rovinosamente a terra.

-DISILLUSIONE- sussurrai, diventando invisibile.

-E' inutile che ti nascondi, i tuoi trucchetti con me non funzioneranno-

Era distratta dalle sue stesse parole così ne approfittai per scivolare dietro e tentai di strappargli la bacchetta dalle mani.

-Ah questa volta Potter hai sbagliato. DIFFIDO- la forza dell'incantesimo mi catapultò contro un albero.

La botta mi mozzò il fiato e mi fece perdere la concentrazione, così tornai visibile, qualcosa di caldo colò sulla mia guancia, non ci misi molto a realizzare che era sangue e non solo lì. Le braccia, il petto, l'addome erano coperti di tagli alcuni superficiali altri profondi. Quest'ultimi mi terrorizzarono: stavo perdendo troppo sangue, i miei bambini!

"Scorpius" urlai nella mia mente in preda al panico.

"Lily" esclamò preoccupato "Sto arrivando, resta cosciente, Lily resta con me" ma la vista si stava già annebbiando.

Alla fine tutto divenne nero e svenni.

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Capitolo 35
*** Quando il panico ti avvolge ***


34

Ombre.

Nient'altro che ombre.

-Lily è ora di svegliarsi, piccola mia-

Aprii gli occhi, ero di nuovo in quel luogo etereo, mi voltai e vidi la nonna inginocchiata al mio fianco che mi accarezzava i capelli.

-Nonna, non posso restare qui, devo tornare indietro i miei ... - mi toccai istintivamente la pancia ma non sentii nulla, non c'erano.

Il panico mi travolse.

-Dove sono?- esclamai, mentre le lacrime scorrevano calde sulle guance

-Nonna dove sono i miei bambini, non possono essere morti ... io ....- stavo per dire che non lo avrei mai permesso ma come potevo, visto che non ero nemmeno cosciente e poi ero stata io ad insistere a partecipare a quello stupido duello. Solo in quel momento capii quanto ero stata sciocca a voler continuare a combattere.

-Tranquilla piccola sono ancora vivi e solo che non sono qui. Ora guarda- detto questo sfiorò con la mano il pavimento, accanto a noi, e lì uno specchio d'acqua comparve. Esso s'increspò rivelando sotto la superficie delle immagini che si muovevano veloci sotto i miei occhi.

Vidi me stessa distesa vicino ad un albero, un rivolo di sangue scendeva giù dalla tempia.

-Quella sono io?- chiesi alla nonna.

-Si Lily ora guarda- mi comandò e io riportai gli occhi sull'immagine.

Il mio corpo era immobile ed inerme, incapace di difendersi, nella scena entrò la Bouchard che con un sorriso crudele mi strappò via la bacchetta. I suoi occhi maligni mi fissavano con una sete animalesca che mi incutevano timore anche attraverso l'immagine.

-LILY!- Scorpius entrò nella visione.

-Che cosa gli hai fatto EH?- chiese minaccioso alla ragazza -Perché lei hai fatto questo, il tuo unico interesse era disarmarla!- esclamò furioso. Aveva la bacchetta in mano e sembrava pronto ad usarla ma fortunatamente arrivò zia Hermione.

-Scorpius calmati. Ora devi solo preoccuparti di Lily è in grave pericolo e non solo lei- disse calma         -Dobbiamo portarla al San Mungo, ORA!- lo incalzò.

Vidi mio marito riprendere il controllo di se stesso e si avvicinò al mio corpo svenuto.

-Tranquilla Lils sistemerò tutto, te lo prometto- sussurrò prendendomi in braccio. Iniziò a muoversi velocemente scortato da Hermione. Lo specchio seguiva i suoi movimenti, stava uscendo dall'arena di corsa. Appena fuori dallo stadio fu bloccato da dei membri della sicurezza.

-LASCIATEMI PASSARE- urlò preda della disperazione -STA MORENDO- ma qualcosa non andava, essi non si mossero anzi puntarono le bacchette verso di lui, zia Hermione prese la sua e fece lo stesso contro di loro ma non fu necessario. Una lingua di fuoco lì colpi scaraventandoli lontano, Liv si avvicinò.

-Scusate il ritardo- disse.

-Come facciamo ad uscire di qui, i passaggi sono chiusi fino alla fine della sessione- disse zia Hermione guardando prima Scorp e poi Liv.

-Dovete uscire dai confini, solo allora potrete smaterializzarvi, dobbiamo andare oltre le colline e conosco un modo veloce per arrivarci- detto questo aprì le braccia e subito il vento sibilò sollevandola da terra, lo stesso successe con Hermione e Scorpius che mi stringeva tra le braccia.

L'aria lì trasportò oltre le colline per poi riportarli delicatamente a terra.

Mentre lì osservavo sentii un'infinita stanchezza che mi fece chiudere gli occhi.

Lì riaprii e mi ritrovai tra le braccia di Scorpius, ero di nuovo nel mondo reale.

-Lily, tesoro, ora andiamo in ospedale- mi sussurrò Scorp poco prima di toccare terra.

-Grazie per aver viaggiato con Wonder Air- ringraziò Liv una volta "atterrati" .

-Ci vediamo al San Mungo- disse Hermione a Scorpius scomparendo.

Trattenni il respiro quando con un sonoro "crac" ci smaterializzammo.

Mi sentivo debole e volevo dormire.

C'erano tanti rumori intorno a me ma la voce di Scorpius lì sovrastò tutti.

-AIUTO! QUALCUNO MI AIUTI! MIA MOGLIE E' FERITA- urlò e subito dopo sentii dei passi veloci avvicinarsi insieme al rumore sferragliante di una barella.

-Che cosa è successo?- chiese una voce femminile mentre mi issavano sopra e iniziavano a correre.

-Un incantesimo. Vi prego salvateli- lì supplicò lui mentre qualcuno mi alzava la maglietta.

-La signorina è incinta? Di che mese è?- chiese di nuovo la donna.

-E' all'ottavo mese, vi prego salvate i miei figli!- continuò lui con la voce strozzata dal dolore.

-Bene faremmo tutto quello che possiamo per salvarli ma ora la prego di allontanarsi e di lasciarci lavorare-

Aprii debolmente gli occhi.

-Scorpius mi dispiace- sussurrai e lui si precipitò da me.

-Non dire così, andrà tutto bene e io resterò qui con te- mi promise stringendomi la mano con forza.

-Signore le ho detto di spostarsi, intralcia il lavoro dei miei assistenti- rispose sempre più scocciata quella voce.

Passarono pochi minuti prima di avere il responso.

-Signore c'è una sofferenza fetale, dobbiamo far nascere ora i bambini e visto lo stato di semi incoscienza della madre dobbiamo procedere per parto cesareo, ora la porteremo in sala operatoria. Mi dispiace ma lei non potrà entrare-

-Fate tutto quello che potete per salvarli, sono tutto quello che ho- ripeté mio marito.

La barella riprese la sua corsa per un altro corridoio, io continuai ad aprire e chiudere gli occhi in un altalenante gioco di luce e ombra.

Superata una porta la barella fu bloccata e mi spostarono su un lettino dove mi fu applicata una maschera -Vi prego salvateli- dissi con un sussurrò, un'ultima supplica per la salvezza dei miei bambini, non sentii la risposta perché mi addormentai.

Avevo paura.

Grazie alla mia testardaggine avevo messo in grave pericolo i miei figli e ancora non sapevo se sarebbero sopravvissuti. L'angoscia mi schiacciava impedendomi persino di respirare ma non potevo fare nulla per impedirlo.

Questa volta non ero tornata dalla nonna, non c'era l'etereo ad avvolgermi ma un luogo oscuro e freddo.

Avrei preferito mettere fine alla mia vita piuttosto che permettere che morissero loro. Forse voleva dire questo essere madre, amare un altro essere più di te stessa ed essere pronta anche a sacrificarti per lui se era necessario.

Non lì conoscevo, eppure lì amavo, erano stati una parte di me e questo nulla lo avrebbe mai cambiato. Scorpius lì avrebbe cresciuti e protetti ne ero sicura, sarebbe stato un buon padre, amorevole e non sarebbe rimasto solo, la mia famiglia lo avrebbe aiutato.

Pensare a lui mi ricordò la prima volta che lì avevo sentiti muovere dentro di me il che mi strappò un sorriso, poi ricordai il primo calcetto e la prima volta che sentii una manina o un piedino. Tutte quelle esperienze così belle accesero un fuoco dentro di me, caldo e avvolgente. Ma non durò molto perché subito dopo comparì un altro fuoco ma esso era nero e distruggeva tutto quello che aveva intorno. Quest'ultimo mi sopraffò e mi scottò gelido più del ghiaccio.

Cercai di divincolarmi, a togliermelo di dosso ma lui cresceva velocemente e mi opprimeva sempre di più, non potevo neanche urlare da quanto era soffocante.

Stavo bruciando e non potevo fare nulla per evitarlo.

Stavo bruciando, soccombendo sotto il fuoco dell'odio.

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Capitolo 36
*** La giornata più terrificante ed incredibile della mia vita ***


7/05

Ieri sera ho litigato con Lily.

Una stupidaggine, certo, ma con lei e i suoi ormoni non si sa mai come potrebbe reagire.

Infatti è andata davvero male e mi ha congedato con un sonoro sbattimento di porte. Tipico di Lils.

Oltretutto stamattina mi sono svegliato in super ritardo, perché di solito mi sveglia quel maledetto aggeggio babbano di Lily: svaglia ... svoglia ... come troll si chiama, e ho costretto la mia "silenziosa" moglie ad una corsa mattutina. Mi avrà scagliato dietro non so quante maledizioni ma fortunatamente, non sa ancora lanciarle con gli occhi se no ero nei guai.

Bene, ho migliorato la situazione. Decisamente.

Fortunatamente dopo il mio scontro, dove per la cronaca: avevo vinto, la tensione fra noi si era allentata e ci eravamo riappacificati (almeno per una volta il suo cambiamento ormonale ha giocato a mio favore).

Ora sono seduto sulle gradinate.

Lily è appena entrata nell'arena. Ho ancora i muscoli in tensione anche se il mio incontro è finito e non devo più combattere. Porco Grifo sono teso quanto una corda di violino.

Spero davvero che faccia attenzione, non so cosa farei se la perdessi.

Se li perdessi.

Sarei fottuto tutto qua.

Da quando era entrata nella mia vita tutto intorno a me aveva riacquistato colore.

L'amavo per Salazar. Molto.

 

Lo scontro è iniziato, un lampo blu colora la coltre grigia sopra l'arena.

Fuori uno, qualcuno esce, non è lei.

Scruto la nebbia nella speranza di scorgere qualcosa. Niente.

Un altro lampo, no aspetta, sono due.

Lily non è stata eliminata. Ora deve vedersela con lei: lo Squalo Nero.

Merlino! Speravo d'affrontarla io! Quella ragazza è pericolosa e non voglio che le faccia del male.

 

Passa qualche secondo ....

 

"Scorpius" è poco più che un sussurro ma è abbastanza per mettermi in allarme.

"LILY?! STO ARRIVANDO, RESTA COSCIENTE, LILY RESTA CON ME" non so come ma sapevo che stava perdendo conoscenza dovevo sbrigarmi.

Sono cieco e allo stesso tempo vedo il mio obiettivo: lei. E' in pericolo.

Corro. Scavalco la ringhiera e cado in quell'arena infernale.

L'atmosfera è spettrale ma non me ne curo.

Continuo a correre. I miei sensi sono all'erta e cercano lei.

La devo trovare!

Sento uno schianto seguito da un tonfo. Finalmente scorgo una luce.

Estraggo la bacchetta dalla tasca.

Lily è a terra, ha diverse contusioni e tagli, ce n'è uno sulla testa che non mi piace per niente. E' ancora viva ma è debole. Dall'altra parte c'è quella strega della Bouchard che ride di gusto con la bacchetta di Lily in mano.

-LILY! ... CHE COSA GLI HAI FATTO EH? DOVEVI SOLO DISARMARLA!- la rabbia monta dentro di me, una primordiale sete di sangue si fa strada nella mia gola. Sto per attaccare. Sono pronto.

-Scorpius calmati, non lo vedi? Sono in pericolo, aiutami a portarla al San Mungo. ORA!-

La professoressa Granger entra nella mia visuale e mi ridesta dall'odio.

Lily ha bisogno di me!

Non c'è tempo da perdere.

Elimino i miei desideri di vendetta.

Mi avvicino a lei e la prendo in braccio.

Dio è così indifesa ed inerme.

E' svenuta.

Non c'è tempo da perdere.

Comincio a correre e non mi fermo neanche quando degli uomini della sicurezza mi bloccano la strada.

-LASCIATEMI PASSARE! STA MORENDO!- grido. Fortunatamente oltre la Granger accorre Liv che lì mette KO lasciandoci la via libera.
-Scusate il ritardo- esclama la ragazza seguendoci in questa folle corsa. A malapena riesco a sentire come riusciremo a portare Lils in salvo.
"I confini. Devo solo uscire dai confini"
Grazie alla sua affinità Liv ci trasporta con una corrente d'aria facendoci guadagnare tempo, quasi non me ne accorgo perchè tutta la mia attenzione e concentrata su mia moglie.
Non posso perderla, non posso PERDERLA!
E' un incubo non c'è altra spiegazione.

Sono quasi arrivato, superato il confine potrò smaterializzarmi al San Mungo.

-Lils resta con me, non morire- continuo a ripetere.

Questo è un incubo, un fottutissimo incubo.

Lily apre gli occhi e il mio cuore perde un battito.

-Lily tesoro preparati, adesso ci smaterializiamo- non sento la risposta perché con un sonoro crac spariamo.

I corridoi dell'ospedale magico mi si pararono davanti.

-AIUTO- grido –QUALCUNO MI AIUTI! MIA MOGLIE E' FERITA!- continuo disperato.

Vedo un paio d'infermieri e una medimaga avvicinarsi con una barella.

-Che cosa le è successo?- mi chiede la donna.

-Un incantesimo, vi prego salvateli-

-La signorina è incinta? Di che mese è?- chiede l'infermiera mentre adagiano Lily sulla lettiga.

-E' all'ottavo vi prego salvate i miei figli-

- Bene faremmo tutto quello che possiamo per salvarli ma ora la prego di allontanarsi e di lasciarci lavorare-

-Scorpius ... - Lily sbatte un poco le palpebre guardandomi confusa – Mi dispiace–sussurra.

-Non ti preoccupare andrà tutto bene, io resterò qui- dico nel tentativo di rassicurarla.

-Signore le ho detto di spostarsi, intralcia il lavoro dei miei assistenti- dice sempre più scocciata la donna.

Durante quella folle corsa mi sembra che il tempo rallenti, i suoni sono ovattati, le immagini sfocate, come se il mondo si fosse di colpo allontanato. Solo una cosa rimane chiara ai miei occhi, il viso di Lily, lei è la donna della mia vita, la persona che amo di più al mondo, che cosa farò se la perdo?

-Signore c'è una sofferenza fetale, dobbiamo far nascere ora i bambini e visto lo stato di semi incoscienza della madre dobbiamo procedere per parto cesareo, ora la porteremo in sala operatoria. Mi dispiace ma lei non potrà entrare- un muro invisibile è appena stato edificato, non posso seguirla e la cosa mi lacera l'anima. Ciò che posso fare è pregare Merlino affinché la possa rivedere di nuovo.

-Fate tutto quello che potete per salvarli, sono tutto quello che ho- le parole escono dalla mia bocca come un fiume in piena.

La barella riprende la sua corsa per un altro corridoio e dietro due porte battenti scompaiono dalla mia visuale.

-Vi prego salvate mia moglie e i miei figli- prego.

 

L'operazione va avanti da un'eternità. Ho paura.

Non può finire in questo modo.

Quanto tempo sarà passato ormai due ... cinque ... dieci ore, non avrà molta importanza se morirà.

Qualcuno esce ... un'infermiera.

Si avvicina e si siede vicino a me. Mi parla.

La sua voce è così lontana, quasi un eco. La sua immagine è sfocata ai miei occhi.

-Signor Malfoy?- finalmente la sento.

-Signor Malfoy riesce a sentirmi?- ripete ridestandomi dai miei pensieri.

-Si, cosa stava dicendo?-

-L'operazione è finita e congratulazioni è diventato padre- qualcosa dentro di me riprende a funzionare ma sento che c'è ancora una nuvola da dissipare.

-Mia moglie, come sta?-

- Per ora è stabile, il medimago pensa che abbia solo bisogno di tempo per riprendersi, per ora rimarrà in coma, la risveglieremo tra una settimana-

-Quando potrò vederli?-

-Sua moglie entro stasera, purtroppo l'incantesimo che l'ha ferita le ha lasciato diversi tagli da suturare di cui i miei colleghi si stanno già occupando, ha ricevuto un trauma molto forte al fianco che le ha causato la rottura di due costole, inoltre, ne ha ricevuto anche uno alla testa dove abbiamo rilevato una commozione cerebrale. Fortunatamente grazie al coma il corpo avrà tutto il tempo per riprendersi e tranne per qualche cicatrice sua moglie si riprenderà completamente-

-Grazie infinite per averla salvata-

-Si figuri, ora, se vuole seguirmi le mostro i suoi figli, l'avverto che sono stati posti in capsule speciali per la crescita quindi non potrà toccarli- detto questo ci alziamo, con un gesto rassicurante la donna m'invita a seguirla.

-E quando usciranno da esse?- svoltiamo in un altro corridoio.

-Anche per loro ci vorrà una settimana- finalmente ci fermiamo

–Eccoci qua- aggiunge sorridendomi.

Mi giro verso destra e attraverso una finestra noto la stanza illuminata da luci soffuse. Ci sono due ovetti fluttuanti al centro.

Avvolti in una copertina rosa e una azzurra, due neonati dormono beatamente, un ciuffetto biondo spunta dalle loro testoline rosa.

Sono senza parole, tutti quei mesi di corso non ti preparano a quel momento, così perfetto e allo stesso tempo spaventoso.

"Sono diventato papà" questa è la frase scolpita nella mia mente.

Un nuovo calore si fa strada nel mio cuore, un nuovo amore per quei due esserini così piccoli da poterli tenere tranquillamente nel palmo della mano.

Loro sono parte di me e niente ci avrebbe mai diviso.

Niente mi avrebbe mai impedito di amarli.

Mai.

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Capitolo 37
*** Quando il cuore si riempe d'amore ***


35

14/05

Mi svegliai di soprassalto.

I brividi percorrevano il mio corpo dopo l'incubo, il battito era accelerato e la vista offuscata dalle lacrime, cercai di mettermi seduta sostenendomi con i gomiti e appoggiando la schiena alla testiera del letto. Mi ci vollero diversi secondi per calmarmi e mettere a fuoco il luogo dove mi trovavo. Dal mobilio semplice e le pareti bianche intuii di essere in ospedale, Scorpius era lì accanto al letto con il gomito appoggiato sul materasso e la testa abbandonata sul palmo, profondamente addormentato. Come era tranquillo in quel momento, il viso disteso e sereno, quasi angelico. Mi venne da sorridere pensando che più o meno un mese fa eravamo nella stessa situazione con la differenza che i nostri ruoli erano invertiti, al solo pensiero ripercorsi, di nuovo, quei terribili giorni passati. Gli passai distrattamente una mano tra i capelli biondi, un gesto lieve, ma abbastanza da svegliarlo. Appena i suoi occhi assonnati incontrarono i miei vidi il suo volto accendersi con uno splendido sorriso.

-Lily, amore mio, sei sveglia finalmente- si sporse per darmi un tenero bacio sulla fronte, la sua espressione era molto sollevata, durante la mia incoscienza doveva averne passate tante.

-Si mi sembra che sia passato un secolo, quanto ho dormito?- gli chiesi accarezzandogli la guancia.

-Una settimana- rispose trattenendo uno sbadiglio e allungando le gambe sotto il letto. Sapere quanto tempo era passato mi fece trasalire dallo sconcerto.

-Scorpius- dissi cercando di mantenere la calma e le lacrime –Dove sono i bambini?- l'ansia era tale che nelle orecchie sentivo il battito sordo accelerato del cuore.

Prontamente Scorpius mi rassicurò -Lily calmati, i bambini stanno bene- prese le mie mani nelle sue.

-Dove sono?- domandai, non mi sentivo ancora tranquilla, se stavano bene allora dov'erano? Perché non erano lì con noi?

-In una stanza speciale, anche io all'inizio mi ero preoccupato ma poi l'infermiera mi ha spiegato tutto, i bambini avevano bisogno di cure più specifiche perché sono nati un mese prima del termine, i medimaghi si sono presi cura di loro, in capsule apposite per la crescita- concluse lui con tono rassicurante e grazie alle sue parole un grande macigno evaporò dal mio petto, togliendomi l'affanno di pochi secondi prima.

-E lì hai visti?- chiesi, infine, curiosa.

-Si tesoro e sono bellissimi- disse lui con un tono pieno d'orgoglio paterno.

-Quando potrò vederli?-

-Prima ho parlato con la guaritrice che lì ha in cura, ha detto che se dopo i controlli di stamattina i parametri fossero stati a posto lì avrebbero tolti dall'incubatrice oggi- mi raccontò lui.

-Oggi? Non vedo l'ora- risposi eccitata solo all'idea. Cercai di sporgermi verso di lui per baciarlo ma un dolore acuto allo sterno mi bloccò facendomi gemere dal dolore.

-Fai attenzione Lily, non devi fare movimenti bruschi, le tue ferite non sono ancora guarite- mi ammonì lui preoccupato.

-Lo sento- risposi tra i denti, cercando di mettermi nella posizione originaria senza provocarmi ulteriori dolori –A proposito che ti hanno detto di me?-

-Hanno detto che sei stata molto fortunata, quasi tutti i tagli da incantesimo sono guariti e la commozione cerebrale sembra non abbia causato danni ma ... -

-Ma ..?-

-Hai due costole rotte e per un po' ti faranno male, in più ti rimarranno delle cicatrici nei punti dove i tagli sono stati più profondi- continuò lui a disagio .

-Ah uao ... me la sono davvero cavata- dissi sollevata.

-Beh io non definirei così il fatto che ti sei quasi fatta ammazzare- commentò lui torvo.

-Scorpius guardami- gli ordinai gentilmente e, anche se restio, lui si voltò

-Mi dispiace per quello che hai passato, so che non è stato facile, ma adesso siamo qui e siamo insieme, a me basta- aggiunsi, lui si avvicinò e le nostre labbra s'incontrarono.

-Ti amo- gli dissi sulle labbra.

-Ti amo anch'io- rispose e da lì le nostre parole diventarono superflue.

 

Qualche ora dopo ...

Le ultime ore le avevo passate a farmi aggiornare su tutto ciò che mi ero persa in quei giorni. A quanto pare gli organizzatori dopo il mio incidente avevano squalificato la Bouchard per comportamento scorretto, decisione più che giusta, anche se potevano arrivarci molto prima, dopotutto non era la prima volta che lo squalo bianco era coinvolto in uno strano incidente con altri concorrenti.

Nonostante i diversi contrattempi il torneo era proseguito e aveva decretato il suo vincitore, un giovane delle isole, molto bravo a detta di Scorpius. Lui nonostante fosse riuscito a classificarsi per l'ultimo duello aveva preferito ritirarsi per poter rimanere insieme a me.

Bussarono alla porta e un'infermiera entrò nella stanza.

-Buongiorno genitori, ho qui con me due piccoli che vi vogliono conoscere- disse tirando a se un carrellino dove vi erano riposti due fagottini, uno blu e uno rosa. Si avvicinò al letto permettendoci di guardarli.

-Vi lascio un po' privacy. Auguri- sussurrò chiudendo la porta dietro di se.

-Sono bellissimi- sussurrai estasiata.

-Si è vero- Scorp si avvicinò e prese il fagotto blu, lo cullò un po' per poi depositarlo fra le mie braccia.

-Lui è il nostro primogenito- si riallontanò, prese il fagotto rosa per poi sedersi accanto a me.

-E lei è la nostra secondogenita, la mia principessa- disse continuando a fissare quel tenero visetto rotondo.

-La nostra principessa e il nostro principino- lo corressi

-Già- rispose sorridendomi radioso.

Passai i secondi successivi a guardarli meglio, volevo memorizzare ogni dettaglio, dalle piccole manine ai piedi paffuti. Entrambi tenevano gli occhi chiusi, la pelle era chiara e liscia e dalle testoline spuntava un ciuffetto di capelli biondi.

-Hanno i tuoi capelli- commentai accarezzando delicatamente mio figlio sulla guancia.

-E' vero ma guardandoli bene credo che nel volto assomiglino più a te- convenne continuando a cullare lentamente la piccola profondamente addormentata.

-Chissà di che colore saranno gli occhi- dissi alzando lo sguardo su di lui.

-Credo che avremo molto tempo per scoprirlo- scherzò lui con gli occhi trasognati di chi scruta nel futuro.

-Non vedo l'ora- gli sussurrai avvicinandomi a lui, facendo attenzione al piccolo tra le mie braccia.

-Anch'io- rispose baciandomi delicatamente sulle labbra.

-Sono davvero felice- ammisi, nonostante la stanchezza che sentivo addosso non era nulla al confronto della felicità che provavo, quel momento era, semplicemente, perfetto.

Poco dopo sentimmo bussare alla porta.

-Merlino mi ero dimenticato ... - Scorpius non riuscì neanche a completare la frase che il clan Weasley irruppe nella stanza.

Essi si posizionarono intorno al mio letto, tutti sorridenti e con gli occhi umidi, soprattutto la nonna che si soffiò rumorosamente il naso. Mamma e papà erano in prima fila, anche loro visibilmente emozionati.

-Mamma ... Papà ... Nonna ... Uao che ci fate tutti qui- domandai stupita da quella sorpresa.

-Spero che non ti dispiaccia se gli ho detto di venire- disse Scorpius .

-Già- intervenne mio padre –Si è presentato alla porta della Tana durante uno dei pranzi domenicali e ci ha detto tutto, devo ammettere Lily che il tuo uomo ha un bel coraggio, quasi mi fa sospettare che per una volta il cappello abbia davvero sbagliato con l'assegnazione- disse Harry ridendo, trascinandosi dietro tutta la famiglia.

-E poi è sopravvissuto a tua nonna che dopo la notizia prima lo ha abbracciato e poi gli ha fatto una bella ramanzina- disse il nonno ridacchiando.

Scorpius intanto era diventato tutto rosso per l'imbarazzo fortunatamente l'unico che poteva vederlo in volto ero io.

-Allora ci fate conoscere questi due angioletti- disse mia nonna commossa.

Scorpius si voltò permettendo alla famiglia di vedere la piccola addormentata fra le sue braccia. Mamma e papà e gli zii invece si avvicinarono al mio letto e papà si sporse per baciarmi la fronte.

-Ti voglio bene piccola- sussurrò accarezzando la guancia di mio figlio.

-Ti abbiamo portato un regalo- disse mia madre dopo avermi baciato la guancia, prese la bacchetta e fece comparire nell'angolo della stanza due culle gemelle di legno bianco, con particolari color oro.

-Uao! Sono bellissime- mormorai tra le lacrime.

Per qualche secondo tutti fummo trasportati in una dimensione di beatitudine che solo una nuova vita può creare, tutti eravamo estasiati da quei piccoli visetti così piccoli e delicati, capaci di farci dimenticare qualunque cosa, di cancellare qualunque dispiacere.

-Sono davvero carinissimi- commentò zia Hermione.

-Hai ragione Hermione- disse zio Ron – e poi adesso mi sento davvero ringiovanito sapendo che Ginny è diventata nonna-

Il commento coinvolse la famiglia in una rumorosa risata che però, non fu gradita dai gemelli che si svegliarono agitati.

-Credo che abbiano fame- dissi incrociando lo sguardo di Scorpius mentre tentava di calmare la bambina cullandola amorevolmente.

-Allora avete bisogno di privacy. Uscite tutti! MARSCH!- esclamò la nonna con un impeto da generale.

-Molly forse è meglio che esci anche tu- disse pacifico nonno Arthur accompagnando la moglie fuori e richiudendo la porta alle sue spalle.

-Uao Scorpius! Hai avuto davvero il coraggio di dirglielo, tutto da solo?!?-

Esclamai sorpresa.

-Si ma in verità se non ci fosse stato tuo padre probabilmente sarei morto d'infarto- disse ridendo trascinando anche me.

Intanto i bambini erano sempre più agitati ed iniziarono a strillare.

-Va bene piccoli miei, ora vi do la pappa- lì rassicurai cominciando a slacciarmi il camice con una mano mentre con l'altra cullavo il bambino.

Scorpius posò la piccola nel carrellino e lo avvicinò al letto, intanto io, come mi aveva mostrato la guaritrice, iniziai ad allattare il piccolo.

-Ti lascio un po' di privacy e vado a preparare il biberon. A dopo mamma- si chinò e mi diede un altro bacio.

-A dopo papà- 

 

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Capitolo 38
*** Decisioni importanti ***


36

17/05

Quel giorno avremmo riportato i gemelli a casa, l'unico problema è che dovevamo ancora scegliere i loro nomi. Eravamo nella mia camera e Scorpius, che lì teneva fra le braccia, continuava a spostare lo sguardo da uno all'altro alla ricerca di un qualche indizio rivelatore.

-Che ne dici di Danielle- propose.

-Non mi convince-

-Emily?-

-Carino, ma non credo che sia il più adatto a lei-

-Allora Gwen?-

-No, non credo proprio-

Scorpius sbuffò sonoramente.

-Va bene, proviamo con lui, forse ci verrà più facilmente l'ispirazione- proposi. Rimase in silenzio qualche secondo prima di parlare.

-Chase?-

-Andiamo questo è proprio brutto-

-Damian?-

-Forse un po' troppo aristocratico-

-Un mio antenato si chiamava così- protestò lui.

-Ecco appunto!-

-Isaac?-

-Ora siamo passati al biblico?-

-Ok se dobbiamo continuare così allora ci rinuncio- commentò sconfitto Scorpius.

-Dai Scorpius non te la prendere.... - in quel momento una promessa che avevo fatto mi attraversò la mente - ... aspetta ... che stupidi! La promessa fatta a tua nonna-

-I nomi delle costellazioni!- esclamammo all'unisono, zittendoci immediatamente per paura di innervosire i gemelli.

-Scusa Lily non avevi detto tu che, se fosse stata una femmina, l'avresti chiamata Phoenix-

-Già è vero- ammisi al ricordo di quella sera.

-E a te piace Phoenix?- la bambina alzò i pugnetti verso il suo papà.

-Lo prendo per un si- rispose lui baciandogli la guancia.

-Adesso pensiamo a questo piccoletto, credo che l'onore spetti a te dopotutto il nome della bambina l'ho deciso io-

-Accetto quest'onere con piacere- scherzò lui facendo finta di pensarci su

- sai quando ero bambino cercavo sempre tra le stelle la costellazione del leone. Quindi che ne dici di Leo?-

-Leo- ripetei guardando mio figlio –Mi sembra adatto- commentai guardando Scorpius che mi sorrise.

-Leo e Phoenix Malfoy mi piace-

-Anche a me- Scorp si alzò e adagiò i piccoli nelle rispettive culle.

-Ora che ne dici se prepariamo i bagagli e finalmente ce ne andiamo da questo posto?-

-Mi sembra un'ottima idea-

 

Nel giro di poche ore firmammo tutti i documenti necessari e tornammo ad Hogwarts tramite camino. La preside McGranitt e i miei genitori ci stavano aspettando.

-Bentornati ragazzi e che splendidi angioletti portate con voi- esordì la McGranitt salutandoci.

-Buongiorno preside- contraccambiammo.

-Prima di lasciarvi rientrare nella vostra camera ho delle questioni urgenti da discutere con voi, credo che sia meglio che i neonati vengano momentaneamente affidati alle cure dei nonni-

-Ma certo- rispose prontamente Scorp.

Mio marito passò la cesta con Leo a papà mentre io passai quella con Phoenix alla mamma.

-Mamma, Phoenix ha bisogno di un cambio di pannolino e credo che tra qualche minuto Leo avrà fame, quindi se puoi preparagli un biberon nell'eventualità che io e Scorp non siamo ancora tornati, per favore- sussurrai alla mamma.

-Tranquilla Lily, questi due angioletti staranno bene con i nonni, non è vero piccoli miei?- rispose Ginny modificando la voce in toni più infantili.

Detto questo i due uscirono dall'ufficio chiudendosi la porta alle spalle.

-Bene ora che siamo rimasti da soli parliamo di cose importanti: come sapete bene fra pochi giorni ci saranno gli esami finali, quindi è importante che continuate ad andare a lezione. Per questo vi ho assegnato un elfo domestico in modo che si occupi dei bambini mentre siete via. Un'altra questione è quella del prossimo anno, infatti, il signor Malfoy sarà diplomato invece lei signorina Potter dovrà frequentare l'ultimo anno. Mi dispiacerebbe dover dividere una famiglia così ho pensato insieme al professor Vitious che come sapete è prossimo alla pensione, di offrirle signor Malfoy un posto come assistente del professore a cui subentrerete l'anno dopo. In questo modo eviteremo anche il conflitto d'interessi che si potrebbe creare con la signorina Potter. Dunque che cosa ne pensate ragazzi?-

Rimasi senza parole, l'offerta era ragguardevole.

-Preside per prima cosa la ringrazio per l'enorme opportunità che ci sta offrendo e non posso fare altro che accettare l'impiego con tantissima riconoscenza. Per quanto riguarda lo studio credo che l'aiuto di un elfo domestico non potrà che agevolarci ulteriormente. Vero Lily?-

-E' vero e anch'io la ringrazio per l'opportunità offerta a Scorpius. Le sono molto grata per aver cercato e trovato una soluzione per la nostra situazione speciale-

La preside scosse la testa sorridente, felice di essersi resa utile. Quella donna era una forza della natura sempre pronta ad aiutare i propri studenti nel momento del bisogno.

-Perdoni la domanda ma è da diverso tempo che entrambi manchiamo dalle nostre lezioni quotidiane, docenti e studenti sospettano qualcosa?- chiese Scorpius.

-Purtroppo la notizia è trapelata, siete stati molto attenti è innegabile, ma in ospedale qualcuno vi ha visto e ha sparso la voce- rispose dispiaciuta la McGranitt. Il silenzio calò tra di noi, tutto era stato esposto alla luce del sole, eppure non riuscii a dispiacermene.

-Non importa Scorp tanto lo avrebbero scoperto comunque, no?-

-Si hai ragione tesoro- mi prese teneramente la mano.

-Bene direi che ci siamo capiti. Potete andare- ci congedò la donna.

Ci alzammo e stavo per voltarmi ma prima avevo ancora una richiesta.

-Scusi preside prima che ci congediamo mi chiedevo se la nostra presenza ai pasti fosse obbligatoria, preferirei non lasciare da soli i bambini se non è necessario-

- Sono d'accordo con lei, d'ora in avanti siete esonerati. Buonaserata- detto questo si sedette nuovamente alla scrivania e si rimise a scrivere. Non essendo più richiesti io e Scorpius uscimmo dall'ufficio.

Camminavamo mano nella mano, i corridoi erano deserti, probabilmente tutti gli abitanti del castello si erano riuniti in Sala Grande per il pasto serale.

Quell'atmosfera silenziosa era magica e accompagnò i nostri passi fino alla nostra camera.

-Bene arrivati ragazzi- ci salutò mio padre.

-Ciao papà- annusai l'aria affamata – mmmh ... che cos'è questo profumino?-

-Ginny sta preparando i peperoni ripieni come piacciono a te-

-Davvero? Fantastico. I bambini?-

-Nella loro stanza, dormono profondamente- mi spostai in camera da letto e socchiusi la porta della stanza dei bambini e lì osservai. Mi piaceva tantissimo guardarli dormire, sembravano così tranquilli e beati.

-Sogni d'oro piccoli miei- richiusi la porta.

Cenammo poco dopo e devo ammettere che fu una serata piacevole. Mi stupì il comportamento dei miei genitori che continuarono a ridere e scherzare, fino a quel momento avevo continuato a nutrire il timore che tutti i cambiamenti avvenuti in quei mesi avessero mutato i nostri rapporti, fortunatamente non era così.

-I miei genitori lo sanno?- Scorpius alzò lo sguardo dal suo piatto in cerca di risposte. I miei genitori si scambiarono un'occhiata finché papà non decise di rispondergli.

-Credo che Draco lo sappia anche se non si è presentato alla riunione d'emergenza indetta dalla McGranitt- lo sguardo di mio marito si rabbuiò, nonostante tutto l'allontanamento dai suoi genitori era ancora una ferita aperta.

-Tranquillo Scorpius noi proveremo a parlargli, vero Harry?- chiese Ginny e il marito fece un cenno affermativo con la testa –E poi volevamo farti sapere che per qualunque problema la nostra porta sarà sempre aperta, anche se non siamo i tuoi genitori- Ginny si alzò e abbracciò Scorpius come solo una mamma può fare. Lui arrossì incredulo, era raro ricevere un abbraccio così familiare in casa sua.

-Grazie Ginny- sussurrò Scorp.

-Oh di niente caro- rispose la donna sorridendogli.

Mio padre controllò distrattamente l'orologio.

-Ehi Gin mi sembra che si sia fatto tardi, che ne dici se andiamo a letto?-

-Dico che è un'ottima idea-

Tutti e quattro ci alzammo da tavola e ci spostammo in soggiorno dove ci congedammo. Non appena chiuse la porta Scorpius si voltò con espressione un po' troppo felice.

-Finalmente da soli- esclamò lui.

-Dai non essere cattivo- lo rimproverai scherzosamente.

-Va bene ma adesso andiamo- fulmineo mi prese in braccio e ci spostammo in camera da letto. Mi buttò sul materasso per poi raggiungermi con un balzo, era da tempo che non eravamo così vicini.

I nostri bisogni ci sopraffarono, il desiderio era alle stelle e per poco non ci strappammo i vestiti di dosso tanta era la foga.

Lui si allungò su di me e cominciò a baciarmi, le sue mani forti mi sfioravano la pelle facendomi rabbrividire. Prima i capelli poi i fianchi, fino ad arrivare al costato, al cui contatto però, mi fece gemere dal dolore.

-Scusa- sussurrò.

-Non è niente- lo rassicura per poi incoraggiarlo baciandolo sul collo.

Lui si chinò di nuovo e con le sue tenere labbra baciò il punto dove avevo le costole in guarigione.

Mi fece letteralmente impazzire.

Fulminea rotolai sulla schiena, facendoci cambiare posizione, e mi ritrovai su di lui, i suoi occhi neri scintillavano colmi di desiderio.

Cominciai baciandogli il petto salendo piano piano fino alle sue labbra soffici.

Alla fine con la caduta degli ultimi vestiti il nostro bisogno fisico ebbe la meglio finchè stanchi non ci accucciammo vicini pronti ad abbandonarci tra le braccia di Morfeo.

 

Avevo appena chiuso gli occhi quando un nuovo suono colmo di disperazione non mi riempì le orecchie. I bambini si erano svegliati e stavano piangendo.

Ringraziai mentalmente Merlino per l'incantesimo Muffliato che avevamo lanciato poche ore prima se no sarebbero riusciti a svegliare tutto il castello.

-Scorp- sussurrai.

-Si- disse lui con gli occhi chiusi.

-I bambini si sono svegliati- lo accarezzai delicatamente incoraggiandolo ad alzarsi. Ciondolammo insieme fino alla camera accanto sbadigliando ostentatamente. Io presi Phoenix e Scorp Leo ma nonostante lì cullassimo essi non si davano pace.

-Hanno fame, vado a preparare i biberon intanto tu siediti sulla sedia a dondolo, vediamo se così si calmano un po'-

-Ok- mugolò lui in risposta.

Ci misi una decina di minuti a prepararli e quando tornai trovai Scorpius mezzo addormentato sul dondolo che oscillava piano piano con in braccio i piccoli che si erano calmati.

Presi Leo e lo rimisi nel suo lettino poi presi la piccola e le diedi il biberon.

-Scorpius vai pure a letto- gli sussurrai dolcemente.

-Va bene- disse assonnato e così si alzò per poi buttarsi sotto le coperte.

Dopo che entrambi ebbero finito di mangiare anch'io tornai nel letto esausta.

-Si sono addormentati?- mi chiese Scorp.

-Per ora sembra di si-

-Secondo te quanto durerà-

-Almeno 3-4 ore se tutto va bene, in tempo per la scuola- risposi guardando distrattamente la sveglia sul comodino.

-Ok buonanotte-

-Notte-

Mio marito si assopì poco dop, al contrario io faticai a prendere sonno quella notte. Non la smettevo di pensare a ciò che sarebbe successo il giorno dopo.

La notizia ormai era trapelata, tutti né erano a conoscenza e non feci a meno di chiedermi come avrebbero reagito, quali sarebbero state le conseguenze delle mie bugie.

Dovevo aspettare che arrivasse il giorno per scoprirlo.

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Capitolo 39
*** Cadono le maschere e la verità si espone ***


37

18/05

La mattina arrivò troppo presto e visto che entrambi avevamo dormito davvero poco, alzarci dal letto fu una vera impresa.


Fortunatamente disponevamo di un'altra sveglia, i nostri figli, che ci convinse ad uscire dal letto.


Ci alternammo nel prepararli mentre l'altro cercava di lavare via un po' di stanchezza sotto la doccia.


Mezz'ora dopo sentimmo bussare alla porta e Scorpius incuriosito andò ad aprire. Ci eravamo completamente dimenticati che da quella mattina avremmo avuto a disposizione un elfo domestico per la tutela dei bambini durante le ora scolastiche.


-Buongiorno signore, sono la nuova tata, mi chiamo Hilly- si presentò l'elfa.


Sembrava appena uscita da un film anni 60' con il suo vestito color giallo canarino, il cappellino intonato nero e il trucco marcato, caratterizzato da un acceso rossetto rosso ciliegia.


-Piacere Hilly io sono Scorpius- gli strinse istintivamente la mano, azione che la fece completamente irrigidire. Nonostante il C.R.E.P.A. creato da mia zia avesse rivoluzionato le condizioni d'impiego degli elfi domestici e il loro stile di vita, era ancora difficile per molti di loro avere un rapporto alla pari con i maghi.


Nonostante tutto anch'io mi avvicinai e sorridendo le strinsi delicatamente la mano.


-Piacere io sono Lily- mi presentai, l'elfa mi studiò attentamente per poi rilassarsi un poco.


-La preside mi ha mandato qui per accudire due neonati, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 17, è giusto?- era così nervosa che lo disse tutto d'un fiato.


-Si è giusto- risposi -I piccoli sono nell'altra stanza e hanno tutti e due appena mangiato e sono appena stati cambiati-


-Ok-


-Quando si svegliano sappi che Leo può aspettare ancora un po' prima di mangiare invece Phoenix urla come una disperata finchè non le dai il biberon- la informai.


-Nessun problema, me lo ricorderò- rispose con tono affabile.


-Lils dobbiamo andare- disse Scorp avviandosi verso la porta.


-Aspetta ... ti prego controlla, quando hanno finito di mangiare, che facciano il ruttino-


-Certo-


-Lily?-


-Scorp un secondo solo ... controlla anche mentre dormono ....-


-Ora basta- esclamò disperato mio marito e mi issò sulla spalla con estrema facilità per poi portarmi fuori.


-Ci vediamo dopo Hilly- salutò lui gentilmente.


-Dai Scorp mettimi giù- protestai divincolandomi.


-Arrivederci- salutò lei chiudendo la porta.


Scorp continuò imperterrito a camminare finchè non arrivammo alle scale.


-Vuoi smetterla o ti devo portare in spalla fino in Sala Grande?-


Decisi di rimanere in silenzio, furibonda.


-Lo prendo per un si- i miei piedi toccarono nuovamente terra.


-Dai non essere arrabbiata con me, capisco che è difficile, è lo stesso anche per me, ma una parte dell'accordo con la McGranitt è che noi continuiamo la nostra vita scolastica-


-Potevamo fare colazione in stanza- replicai.


-Vero, ma ho pensato che saresti stata troppo assillante con quella povera elfa, almeno la colazione facciamola insieme agli altri- mi porse la mano -Va bene?-


-Va bene- gli sorrisi e gli strinsi la mano, come potevo rimanere arrabbiata con lui quando mi guardava con quegli occhioni.


Insieme scendemmo le scale diretti alla Sala Grande.



Arrivati davanti al portone in legno scuro mi fermai.


-Sono le 8:30 sarà piena- commentai.


-Già- convenne lui -Ma rilassati, dopotutto hai affrontato di peggio, un paio di studenti non potranno di certo intimorirti- mi guardò scoprendo che nonostante le sue parole d'incoraggiamento io continuavo ad essere tesa quanto una corda di violino.


-Senti, se ti fa sentire meglio oggi possiamo fare colazione insieme al tavolo dei grifondoro- di colpo m'illuminai.


-Ne sei sicuro? E i tuoi amici serpeverde?-


-Hanno aspettato fino ad adesso non credo che un giorno cambierà qualcosa- commentò lui alzando le spalle.


-Va bene mi hai convinta, facciamolo-


Aprimmo le porte e i rumori all'interno riempirono le nostre orecchie ma, non durarono molto, infatti, non appena ci videro lì sulla soglia, mano nella mano, le fedi dorate non più celate dalla magia, ogni suono o voce nella sala tacque.


Se il silenzio avesse potuto avere una forma sarebbe diventato il gigante più grande che io avessi mai visto.


Tutti gli occhi erano fissi su di noi, il che m'intimorì, ma Scorpius aumentò la sua stretta inducendomi a guardarlo, lui mi sorrise fiducioso facendomi riacquistare un po' di coraggio.


Entrammo con passo lento ma costante, notai che non appena superato lo shock iniziale alcuni studenti avevano cominciato a parlare sottovoce, qualcuno indicava e rideva, qualcuno lanciava sguardi truci, c'era chi invece sorrideva gentilmente, sorprendendomi.


Finalmente raggiungemmo gli altri mettendo la parola fine a quella "sfilata imbarazzante". C'erano Rose, Hugo, Linda, Dragone e Albus.


Appena lo vidi mi bloccai, non lo avevo ancora perdonato per quello che era successo ma appena la mia vista si focalizzò sui dettagli mi accorsi di quanto fosse malandato. Era dimagrito molto, i suoi occhi verde smeraldo sembravano spenti e i capelli corvini sciupati, tutto incorniciato in un'aura di perenne stanchezza.


-Lily- non appena Rose pronunciò il mio nome tutti mi guardarono compreso Al che però distolse subito lo sguardo.


-Ciao ragazzi, vi dispiace se per oggi anche Scorp si unisce a noi?- chiesi.


-Certo che no- rispose prontamente mia cugina.


Ci sedemmo vicini e non feci in tempo a versarmi una tazza di caffè che mi accorsi che tutti quanti mi stavano fissando in attesa.


-Qualcosa non va?- sapevo perché si stavano comportando così.


-Abbiamo saputo- Appunto! Era stato Dragone a parlare.


-Ah, bene, meglio così- risposi -Almeno non devo più cercare le parole per spiegarvelo-


-Si, almeno adesso ho capito perché hai lasciato la squadra, ne ero sicuro che la caduta dalla scopa non ti avrebbe fermato- mi sorrise.


-Già- convenni, la conversazione stava di nuovo cadendo nel più completo silenzio finchè Linda parlò.


-Allora come stanno i bambini?- probabilmente era una domanda d'interesse generale perché mi accorsi che chiunque, a portata d'orecchio, si girò in attesa, il che rendeva le cose molto più imbarazzanti.


-Stanno bene per essere due neonati- rispose Scorpius, mentre tirava fuori qualcosa dalla tasca della veste, una fotografia, che avevamo scattato il giorno in cui mi ero risvegliata.


-Quello a destra è Leo- disse indicando nostro figlio.


-E lei invece è Phoenix- e indicò nostra figlia a sinistra.


-Merlino!- dissero in coro.


-Sono carinissimi- aggiunse Linda.


-No sono bellissimi- la corresse Rose.


-No sono supermegaultrabellissimi- esagerò Hugo che subito si prese un'occhiataccia stile nonna Molly da Rose.


-Si lo sono- finalmente ripresi la capacità di parlare.


-E dove sono?- domandò Dragone.


-Nella nostra camera, da quando ci siamo sposati, viviamo in un appartamento al terzo piano ... -


-Cosa? Vi siete sposati?!- replicò Rose sorpresa.


-Mi sa che non lo sapevano- sussurrai piano a Scorpius.


-Ops colpa mia- sdrammatizzò lui -Comunque si ci siamo sposati durante la vacanza di Capodanno offerta da Zabini ... -


-Qualcuno ha detto il mio nome- Andrew comparve dietro di noi e dopo aver dato un bacio a Rose si sedette vicino a lei.


-Ora dovete spiegarmi tutto perché ho un paio di dubbi da chiarire: primo, quand'è che vi siete sposati? E quand'è che hai avuto un bambino?- sbraitò lui gesticolando vistosamente.


-Calmati Zabini- disse Scorp.


-Scusa se il mio miglior amico ha avuto un bambino e io l'ho saputo solo grazie ad un articolo di Rita Skeeters- Continuò imperterrito mostrando la prima pagina della gazzetta del profeta con titolo a tutta pagina "Scandalo Potter: l'erede dell'erede di colui che è sopravvissuto".


Come al solito quella vipera non si era morsa la lingua piena di veleno screditando e criticando i Potter per poi passare ai Weasley soprattutto a zia Hermione. Non era una caso che la giornalista, ormai prossima alla pensione, fortunatamente, non perdesse mai occasione sui suoi articoli di criticare o screditare la mia famiglia, a quanto pare lei e il trio avevano dei trascorsi da quando erano ancora studenti.


-Comunque ci siamo sposati durante la vacanza offerta da te e ...- iniziò Scorp.


- ... E i nostri figli sono nati il 7 maggio scorso- finii io.


-Ma si sarebbe dovuto vedere- replicò senza parole Andrew.


-Certo ma ho fatto un incantesimo ai miei vestiti, per questo non si vedeva- replicai.


-Capito .... Quindi siete riusciti a fregare tutti noi-


-Mi dispiace ammetterlo amico mio ma hai proprio ragione- rispose Scorpius dando una pacca scherzosa al ragazzo.


-Direi che non posso fare altro che farvi le congratulazioni ... Congratulazioni!- esclamò lui sorridendoci e stringendo la mano a mio marito.


-Già auguri- disse Hugo.


-Auguri- aggiunse Linda.


-Non vedo l'ora di vederli- replicò Rose.


Guardai distrattamente l'orologio che portavo al polso -Merlino! Ragazzi dobbiamo andare, mancano solo dieci minuti all'inizio delle lezioni- esclamai finendo l'ultimo sorso del caffè che avevo davanti.


-Non mi ero accorta che fosse così tardi- disse Rose affrettandosi a raccattare le sue cose.


-Ci vediamo in classe Rose devo ancora andare a recuperare i libri in stanza- Linda si alzò, diede un veloce bacio ad Albus e corse via.


Aspettai che Rose, Andrew, Dragone e Hugo uscissero dalla sala, Scorpius anche lui in piedi mi fece cenno di andare ma declinai l'invito.


"Ci vediamo dopo Scorp prima devo parlare con lui" mio marito capì al volo e subito mi salutò con un tenero bacio prima di avviarsi verso l'uscita.


Dopo parecchie settimane era giunto il momento, dovevo parlare con mio fratello.

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Capitolo 40
*** Da avversari a fratelli ***


38



Eravamo rimasti solo io ed Albus seduti in quella panca in Sala Grande, il rumore degli studenti andata via via scemando visto che tutti si stavano dirigendo verso la loro prima ora di lezione, ovviamente, tutti tranne noi.


-Sono contenta che ti sia ripreso ma lasciatelo dire sembri un cadavere- cercai di sdrammatizzare io.


-Me ne sono accorto non appena Linda mi ha visto e ... com'è che ha detto? ... ah ... che assomigliavo alla carta dei libri che tanto amo- commentò lui passandosi distrattamente una mano tra i capelli


-Un po' esagerato- constatai


-No ha ragione e fa bene ad essere arrabbiata con me dopo quello che ho fatto-


-Non è stata colpa tua e lei lo sa bene-


-No, per quanto possa saperlo, è normale che faccia fatica a perdonarmi ed è giusto che sia così- Albus si mise la testa fra le mani -Ho fatto del male alle persone a me più care, non importa se lo volessi o meno- con uno scatto si alzò e si diresse imperterrito verso la porta.


Riuscii a raggiungerlo nell'atrio e per bloccarlo mi posizionai davanti a lui.


-Non importa quello che è successo perché io ti ho perdonato, anche Scorpius e Linda se non lo ha ancora fatto è solo una questione di tempo perché alla fine lo farà anche lei-


-Lily è stato come in un incubo, per quanto odiassi Malfoy non mi sarei permesso di attaccarlo così apertamente, non avrei mai avuto la forza di ucciderlo, eppure non riuscivo a fermarmi, quello non ero io, non avevo il minimo controllo del mio corpo- la voce tremava, i pugni chiusi paralleli ai fianchi, lo sguardo immerso nel ricordo.


-E ora che cosa senti? Che cosa provi?-


-Vergogna per quel che ho fatto e per essermi sbagliato su Malfoy, ho visto come ti ha protetta e di come tu proteggevi lui e solo allora ho capito. Lily scusa-.


Feci un passo verso Albus.


-Albus non c'è bisogno che tu mi chieda ancora scusa, io ti ho già perdonato, dopotutto sei mio fratello. Ormai l'unica questione da risolvere è scoprire come quella pozione ti sia entrata in circolo-


-Sai l'ultima notte che sono stato in ospedale ho fatto un sogno strano, mi trovavo nella torre d'astronomia, era notte, mi piace andare lì quando ho bisogno di pensare. Stavo guardando le stelle quando qualcuno mi ha colpito alle spalle. Non ho perso subito conoscenza perché il mio aggressore mi ha dovuto colpire una seconda volta ma la vista era annebbiata e tutto quello che sono riuscito a scorgere è stato un cappuccio nero e un braccio bianco con all'interno un tatuaggio-


-Hai per caso capito che tipo di disegno fosse, potrebbe essere un dettaglio importante-


-No, so solo che era nero ed era sull'avanbraccio- lo vidi concentrarsi ma dopo le torture subite per espellere quella pozione il suo fisico era molto debilitato e ogni sforzo rischiava di affaticarlo troppo. I guaritori si erano pronunciati fiduciosi sul fatto che si sarebbe ripreso con il tempo o, almeno, lo speravano.


Mi avvicinai a lui e lo abbracciai.


-Non importa Al- dissi stringendolo ancora più forte -Mi sei mancato- dopo lo sconcerto iniziale anche lui si rilassò e contraccambiò l'abbraccio.


-Anche tu mi sei mancata Lily-


-Lo so- scherzai strappandogli uno sbuffo divertito. Il momento ebbe vita breve perché subito dopo la prima campana suonò segnando l'inizio delle lezioni e sottolineando il fatto che eravamo entrambi in ritardo.


Ci staccammo con il sorriso sulle labbra congedandoci non più come avversari ma come fratelli.



Le prime due ore erano finite e finalmente potevo uscire dal laboratorio di pozioni dove Malfoy senior aveva passato ogni secondo a guardarmi in cagnesco.


Stavo raccattando i libri quando entrò Scorpius, mi ero dimenticata che aveva pozioni l'ora successiva.


-Ma bene, vedo che i novelli sposini sono tornati- disse uno sprezzante Draco Malfoy.


-Buongiorno Draco- rispose Scorpius.


Ignorando completamente il figlio l'uomo continuò -Come sta mio nipote?- a quella domanda un brivido gelido mi attraversò la schiena, mettendomi in guardia.


-Non è più tuo nipote da quando io non sono tuo figlio-


-Che sciocchezze, non puoi impedirmi di vedere il sangue del mio sangue-


-Si che posso dopotutto sono suo padre-


-E io sua madre- aggiunsi sottolineando il tono di sfida.


In quel momento entrò in aula Zabini che subito si avvicinò con espressione preoccupata -Va tutto bene?- chiese.


-Si abbiamo finito- risposi io, mi volsi verso Scorpius e lo salutai per poi uscire in fretta da quella stanza. Di colpo quelle pareti si stavano facendo sempre più strette.


Il mio istinto urlava al pericolo mentre risalivo rapidamente le scale, qualcosa mi stava sfuggendo e più mi interrogavo più l'ansia s'ingigantiva.


Chi si credeva di essere quell'uomo? No, non gli avrei mai permesso di avvicinarsi ai miei figli.


La verità era che lì aveva menzionati solo per stuzzicarci, non gliene importava nulla e come prova c'era anche il fatto che non sapesse che erano due gemelli.


Non si sarebbe avvicinato a loro.


Era una promessa.

 

 

30/05


-Dai Phoenix, ti prego, fammi vedere i tuoi occhi- la supplicai.


Ero nella stanza dei gemelli, sulla sedia a dondolo, Leo dormiva tranquillo nel suo lettino al contrario della bambina che continuava ad agitarsi tra le mie braccia.


Scorpius era a letto, a partire dalla seconda sera avevamo stabilito dei turni e toccava a me alzarmi.


Era normale per i neonati durante le prime due o tre settimane tenere gli occhi chiusi ma devo ammettere che ero curiosissima, volevo sapere di che colore fossero.


-Dai ti prego- sussurrai dolcemente, lei si stiracchiò un po' per poi ricominciare a brontolare sommessamente.


Conoscendola sapevo che quei lamenti bassi sarebbero durati ben poco sostituendoli con strilli più acuti il che avrebbe rischiato di svegliare il fratello. Avevo poco tempo.


-Non è il pannolino, ho appena guardato ... ah ho capito che cosa vuoi- dopo aver adagiato la piccola sulle ginocchia mi tolsi velocemente la maglietta per poi iniziare ad allattarla.


-Hai proprio fame piccola mia- commentai guardandola mangiare.


Quando ebbe finito la sollevai per poi appoggiarla sulla spalla in attesa del ruttino. Lo fece poco dopo e delicatamente la posizionai nuovamente sulle mie ginocchia in modo da poterla vedere tutta.


Mi piaceva studiare i loro dettagli, dalle manine alla testa fino alle punte dei piedi, era incredibile quanto una persona potesse essere così piccola. In quel momento mi accorsi che la bimba mi stava fissando, i suoi occhi erano azzurri ma con dei riflessi verde smeraldo, lo spettacolo più bello che avessi mai visto.


-Grazie- sussurrai mentre la riprendevo tra le braccia stringendola al petto. La riportai nella sua culla a sinistra rispetto a quella del fratello, aspettai qualche secondo per sentire il suo respiro diventare sempre più lento e regolare per poi socchiudere la porta.


Mi ributtai nel mio letto esausta ma non riuscii ad addormentarmi subito, ero tormentata dal peso opprimente d'essermi dimenticata qualcosa.


Qualunque cosa fosse però quella notte non la trovai e alla fine il sonno ebbe la meglio sul mio corpo stanco.


Anche se la mente continuò nei sogni a vagare in cerca di risposte.

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Capitolo 41
*** Non sai mai chi potrebbe bussare alla porta ***


39

13/06


Sabato pomeriggio, il sole splendeva illuminando i prati che circondavano Hogwarts, tutto sembrava così tranquillo e in pace con l'universo.

Sbagliato! 
Il lunedì successivo sarebbe iniziata la settimana degli esami di fine anno per me e i M.A.G.O. per Scorpius il che implicava, studio, studio e ancora studio.

In realtà devo ammettere che tutti e due avevamo affrontato quel periodo abbastanza tranquillamente, rispetto alla maggior parte del corpo studenti, nonostante tutti gli impegni straordinari tra visite, torneo e lunghe degenze in ospedale, le nostre medie non avevano subito mutamenti.

La giornata in realtà si stava dimostrando estremamente noiosa visto che non avevo argomenti da ripassare, inoltre Rose e Linda erano nella loro camera a studiare, come Andrew e Albus. L'unico che si era lasciato la giornata libera era Hugo che quando mi ero affacciata fuori dalla finestra lo avevo trovato sdraiato sull'erba a sonnecchiare. Quel ragazzo per quanto troll potesse sembrare aveva un'intelligenza pari a quella di sua madre anche se la sfruttava molto meno diligentemente.

Scorp era in biblioteca per verificare un paio di appunti presi a marzo che non lo convincevano (Eh poi sarei io la secchiona) ed io ero rimasta in stanza a guardare i bambini e a leggere.

Sentii qualcuno bussare alla porta e quando la aprii mi trovai davanti mio padre.

-Ciao papà hai bisogno di qual ...?-

-No tesoro, sono venuto qui solo per scortare una visitatrice-

Narcissa Black in Malfoy comparì alle sue spalle in tutto il suo splendore.

-Ciao cara- mi salutò lei.

-Signora Malfoy .... Narcissa che sorpresa! Entra- l'iniziale sorpresa fu sostituita in fretta e furia dall'educazione.

-Crede che vada bene se la vengo a riprendere fra circa un'ora signora Malfoy?- s'intromise mio padre guardando l'orologio da polso, un'abitudine babbana che mi aveva trasmesso.

-Possiamo fare un po' prima, queste vecchie ossa non sono più forti come un tempo e mi stanco facilmente ... - disse sorridendo amichevolmente.

-Va bene allora facciamo tra mezz'ora?- propose mio padre.

-Certo, signor Potter e mi permetta di ringraziarla per aver acconsentito a questa uscita straordinaria, so bene che non era tenuto a farlo-

-Si figuri, nessun problema- rispose mio padre con tono cortese -A dopo- si congedò richiudendosi la porta alle spalle, lasciandoci da sole.

-Si accomodi- con un gesto ampio le indicai il divanetto posto al centro del soggiorno.

-Oh si grazie- lentamente si accomodò sui morbidi cuscini foderati in pelle.

Rimanemmo in silenzio per qualche secondo in modo da darle la possibilità di guardarsi intorno e di conoscere l'ambiente. L'abbigliamento era austero ma elegante, come ornamento portava solo un fine filo di perle.

-Trovo l'arredamento molto consono- esordì lei continuando a studiare i dettagli della stanza.

-Come scusa?- chiesi ridestandomi dai miei pensieri.
-A voi due intendo, una giovane coppia in crescita- continuò lei sorridendomi amabilmente.

-Gradisci un thè o qualcosa da mangiare?- chiesi un po' in imbarazzo.

-No grazie, di thè ne bevo già abbastanza in veranda con mio marito- rispose lei con una nota di sarcasmo, il che mi lasciò senza parole.

-Oh cara non fraintendermi, amo mio marito, nonostante i suoi crimini ma a volte lo trovo alquanto, come posso dire, pesante. Come ben sai, siamo costretti a vivere isolati e senza magia. Io posso spostarmi quando mi viene concesso o per casi eccezionali, Lucius nemmeno quello, il che lo rammarica molto. A volte penso che se non potesse nemmeno materializzarsi nella dimora di mio figlio finirebbe per perdere il senno- mi confidò con una punta di tristezza.

L'afflizione di quella donna per suo marito mi colpì: nonostante tutte le cose orribili che aveva fatto Lucius Malfoy aveva ancora al suo fianco una donna che lo amava profondamente.

-Dov'è Scorpius?- chiese Narcissa riportandomi nuovamente alla realtà.

-E' in biblioteca, tornerà fra poco-

In quel momento un vagito sovrastò prepotentemente il silenzio, per me era diventato facile distinguere i pianti dei miei figli e quella volta sapevo che era Leo.

-Scusa-

-Tranquilla vai-

Andai nella camera dei gemelli dove trovai Leo muoversi freneticamente, era molto agitato. Controllai per sicurezza anche Phoenix che, nonostante il baccano del fratello, era ancora profondamente addormentata.

Presi Leo in braccio e canticchiando sommessamente mi spostai nell'altra stanza.

-Narcissa ti presento Leo il tuo bisnipote- annunciai mentre Leo ancora più agitato strillava con forza.

-Oh che carino- disse lei avvicinandosi, Leo si dimenava sempre più neanche fosse sotto incantesimo o maledizione.

-E' probabile che abbia fame gli devo preparare il biberon-

-Se vuoi lo tengo io Potter- rispose la donna.

Gli porsi il bambino e corsi in cucina a scaldare il latte.

Era strano per Leo comportarsi in quel modo, di solito non si agitava mai tanto, era sempre così calmo e pacifico.

In più sentivo che qualcosa non andava, perché Narcissa mi aveva chiamato Potter?

Ero così presa dai miei pensieri che non mi accorsi che Leo aveva smesso di piangere.

-Narcissa Leo si è .... - mi affacciai dalla porta della cucina -Calmato?- non c'erano più.

-Leo!- urlai.

Tutto divenne più chiaro, il comportamento anomalo del bambino, le stranezze della donna .... Era una trappola!

Uscii dalla stanza senza guardarmi indietro e corsi per i corridoi a tutta velocità ma non avevo la minima idea su quale direzione prendere.

Mi bloccai -EXPECTO PATRONUM- Kit comparve.

-Vai da Scorpius e digli che Leo è stato preso da qualcuno che si spaccia per sua nonna, SUBITO!- immediatamente scomparve in una cascata di scintille blu elettrico.

-ACCIO MAPPA DEL MALANDRINO- la mappa volò rapida sulla mia mano, puntai la bacchetta contro di essa -Giuro di non avere buone intenzioni- la mappa del castello comparì insieme ai suoi abitanti che si spostavano al suo interno. Ritrovai l'impostora intenta a percorrere l'ultima rampa di scale prima del portone d'ingresso che dava sul parco.

Ricominciai a correre e mentre scendevo gli ultimi gradini davanti alla sala Grande rischiai di scontrarmi con Rose che andava nella direzione opposta.

-LILY! EHI!-

-SCUSA ROSE, HANNO PRESO LEO, TI PREGO VAI NELLA MIA STANZA C'E' PHOENIX DA SOLA- urlai continuando quella folle maratona.

Speravo avesse capito ma non potevo fermarmi per accertarmene.

Appena fuori dall'ingresso Scorpius mi raggiunse.

-Dov'è?- chiese allarmato.

-Credo che sia uscita- ma non feci in tempo a finire la frase che il vagito di un bambino arrivò alle nostre orecchie.

-Leo- esclamammo all'unisono orientandoci grazie al suono, proveniva dalla Sala Grande, a quell'ora del pomeriggio doveva essere deserta.

Irrompemmo come due furie e finalmente trovammo la rapitrice che si era spacciata per Narcissa ma non era più lei, quello della tenera vecchietta era solo un mero travestimento. La nuova figura che si presentò ai nostri occhi era coperta da un'inquietante coltre nera, simile alle tenebre.

Questo c'impediva di vederne i tratti somatici, non si riusciva a capire nemmeno se fosse un uomo o una donna.

-ACCIO LEO- gridai e il bambino cominciò a fluttuare verso di me ma non fece tanta strada. La cortina fumosa di tenebra si era diradata e una figura incappucciata era uscita da essa e con un balzo riuscì a riprendersi Leo spezzando l'incanto.

-LASCIALO STARE- urlai disperata. Era solo un bambino, una creatura innocente, che cosa poteva aver mai fatto per suscitare un qualche interesse per quell'abominio?

L'incappucciato si mosse e dalla manica della veste pece spuntò una bacchetta puntata verso di noi.

Non aveva bisogno delle parole per scagliare incantesimi e così nel più completo silenzio le maledizioni cominciarono ad attaccarci.

L'unica cosa che potevamo fare era proteggergi, non avevamo neanche il tempo per contro attaccare, chiunque fosse era molto potente, oltre alla capacità di formulare incantesimi senza l'utilizzo della parola era capace di tenerci occupati entrambi senza neanche sforzarsi troppo.

Per un secondo fatale abbassai la guardia e un incantesimo m'investì spedendomi in aria dove, per qualche strano gioco del destino, venni catapultata proprio alle sue spalle.

Cercai di rialzarmi ma un dolore lancinante alla gamba me lo impedì, probabilmente era rotta. Mi guardai intorno e capii l'enorme vantaggio che mi forniva quella nuova prospettiva.

Per potersi scontrare con noi quel demone aveva incantato Leo in modo che fluttuasse nell'aria dietro di lui (o lei). Dovevo approfittare della distrazione causata da Scorpius per poter riprendere mio figlio. Era il momento d'agire.

-Wingardium Leviosa- sussurrai e il bambino cominciò piano piano ad avvicinarsi. Per quanto la distanza che ci separava non fosse molta da quel giorno lì avrei ricordati come i secondi più lunghi della mia vita.

Quando finalmente strinsi il bambino tra le braccia provai un grande senso di sollievo insieme alla sensazione che un grande buco nel mio cuore si fosse ricolmato.

-Va tutto bene piccolo la mamma è qui- gli sussurrai, cercando di calmarlo, dal primo momento che lo avevamo trovato non aveva mai smesso di piangere.

"Scorpius Leo è salvo" una nuova determinazione fiorì negli occhi di mio marito unita ad una ferocia che solo un genitore può provare quando deve proteggere la sua prole. La capivo, anzi, la provavo anche io, un'aggressività che poteva farti spostare le montagne.

L'avversario si ritrovò in svantaggio ma la sorpresa iniziale non durò molto a lungo e il combattimento divenne ancora più cruento e pericoloso.

Intanto con Leo tra le braccia cercai un riparo per tenerlo al sicuro ma la gamba faceva così male che mi sembrava che andasse a fuoco.

Improvvisamente le porte della Sala Grande si aprirono ed entrarono Ron ed Harry con le bacchette pronte al combattimento, senza pensarci due volte attaccarono l'incappucciato nel tentativo di disarmarlo per catturarlo.

L'oscuro, in quel momento non c'era nome più adatto, percepì il pericolo, si trasformò in una cortina di fumo e a tutta velocità uscì fuori dalla finestra sotto i nostri sguardi atterriti.

La calma che sopraggiunse era intrisa di terrore, terrore di un ricordo passato, un ricordo che aveva cancellato migliaia di vite.

-Harry hai visto- chiese lo zio Ron pallido.

-Si un mangiamorte- rispose mio padre scuro in volto.

-Non penserai che ... - continuò l'uomo.

-Ron, ne parliamo dopo- tagliò corto Harry chiudendo la conversazione.

A grandi passi mio padre si avvicinò seguito da Scorpius.

-Lily stai bene?- mi chiese preoccupato.

-No, credo di avere un gamba rotta-

Scorpius si mise dietro di me in modo da sorreggermi la schiena.

-Scorpius prendi Leo- dissi passandogli il bambino che intanto si era calmato.

-Adesso ti aggiustiamo la gamba, pronta tesoro?- mi chiese guardandomi risoluto papà.

Annuii stringendo con forza la mano di Scorpius che mi guardava fiducioso, cercando d'imprimermi in quel contatto tutto l'amore che provava per me.

-EPISMENDO- disse mio padre e con un sonoro crac la gamba tornò a posto, il che mi face cacciare un urlo che avranno sentito persino al Polo Nord.

-E' finita- sentenziò mio marito nel tentativo di tirarmi su il morale.

-Ora ti portiamo da Madama Chips per i dovuti controlli, nonostante io sia stato addestrato nelle arti mediche è sempre meglio avere più di un parere-

Attraversai i corridoi tra le braccia di mio padre e scortata da Ron, Scorpius e dal piccolo Leo che si era addormentato tra le braccia di quest'ultimo.

Madama Chips mi visitò con cura, alla fine mi rimandò in stanza con una pozione per alleviare il dolore e l'ordine di non affaticarmi e di muovermi il meno possibile.

Tornammo in stanza e stavolta nessuno dovette trasportarmi visto che l'infermiera mi aveva fornito due robuste stampelle, per almeno cinque giorni dovevo evitare di appoggiare il peso sulla gamba in convalescenza.

Rose ci stava aspettando.

-Lily cosa ti è successo?- esordì la ragazza preoccupata.

-E' un po' lunga da spiegare, ti dispiace se ti aggiorno dopo, adesso sono davvero stanca. L'unica cosa davvero importante è che tutto è andato per il meglio- aggiunsi cercando di rincuorare mia cugina.

-Si va bene- Rose mi conosceva bene e sapeva quando era meglio lasciar perdere.

-Phoenix?- chiesi.

-Sta bene, adesso sta dormendo ma quando sono arrivata l'ho trovata che piangeva e ha continuato per diversi minuti finché, come se niente fosse, si è fermata. Non so come spiegarmelo- rispose dispiaciuta la rossa.

-Tranquilla l'importante adesso è che tutto si sia risolto-

Scorpius entrò nella stanza.

-Ho messo a letto Leo. Per un po' dormirà-

-Già-

-Bene! Qualunque cosa sia successa vedo che siete tutti e due stanchi, levo le tende, la prossima volta che avete bisogno di una babysitter non esitate a chiamarmi- ci sorrise.

-Ok grazie Rose ce lo ricorderemo- la ringraziò Scorpius accompagnandola alla porta e quando la chiuse rimanemmo soli.

-Ok adesso puoi sfogarti- tagliò corto lui sedendosi vicino a me sul divano.

-C'è mancato così poco Scorp! Abbiamo rischiato di perdere uno dei nostri figli!- sbottai.

-Ma non è successo-

-Si ma dovevo essere più attenta, sono così arrabbiata e mi sento così in colpa- esclamai, solo in quel momento mi accorsi che ero sull'orlo delle lacrime.

-No Lily- mi rassicurò prendendomi tra le braccia -Non è stata colpa tua tesoro, scopriremo chi è quell'individuo e gliela faremo pagare anche solo per averci provato. Ringrazio Merlino che ci fossi tu, io voglio tanto bene alla nonna e sarebbe stata una debolezza contro quell'essere. Probabilmente mi avrebbe fregato-

-Non so che cosa fare Scorp!-

-Tu non devi fare niente, concentrati sugli esami, ci penserà tuo padre a svolgere qualche indagine- due perle nere si agganciarono ai miei occhi. Non riuscii più a trattenermi e così scoppiai in lacrime.

-No tesoro- sussurrò mio marito mentre mi stringeva ancora più forte.

-Si aggiusterà tutto- soffiò nelle mie orecchie nel tentativo di rincuorarmi.

Lo speravo davvero.

 

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Capitolo 42
*** La paura può giocare brutti scherzi ***


40

 

20/06

I giorni ricominciarono a scorrere ma qualcosa in me era cambiato, le mura che per tutti quegli anni mi avevano protetta mi sembravano ostili.

Non facevo a meno di guardarmi alle spalle, continuamente, ero guardinga, sospettosa e impaurita.

L'ansia, come un macigno pesava sul mio petto e non mi lasciava nemmeno dormire la notte, anzi, si manifestava tramite rapimenti riusciti e morti nei miei sogni.

Una settimana era passata e nonostante i provvedimenti presi e le barriere magiche innalzate ancora non mi sentivo al sicuro.

Non c'era bisogno che mi specchiassi per capire che ero un disastro, bastavano gli occhi di mio marito che ogni giorno assumevano un'espressione sempre più preoccupata.

Trovavo un po' di pace durante le sessioni d'esame ma quelle poche ore erano una magra disoccupazione dai miei pensieri, del tutto insufficiente.

Durante le notti che passavo insonni mettevo in rassegna tutti i fatti accaduti nella remota speranza di trovare un filo conduttore e con esso le risposte, ma niente.

Quella mattina ero andata sul presto in infermeria da Madama Chips per un controllo della gamba.

Per l'anziana infermiera la guarigione procedeva bene ed entro un'altra settimana potevo ricominciare a spostarmi senza l'ausilio delle stampelle.

Cercai di dimostrarle la mia gratitudine con un sorriso ma quello che sfoggiai fu più un'espressione tesa, forzata, ben lontana dall'idea iniziale.

Quando uscii decisi di non tornare all'appartamento, volevo stare un po' da sola. Purtroppo il mio programma era opposto a quello del corpo studentesco che, ben felice di aver finito gli esami, gironzolava per i corridoi del castello a gruppetti.

Non so come finì la mia ricerca della solitudine perché ero così presa dai miei pensieri che non mi accorsi di dove stavo andando.

Il mio corpo si spostava mentre la mia mente viaggiava chissà dove.

Solo la voce di Albus mi riportò alla realtà.

-Lily?- in quel momento mi accorsi che il sole aveva completato il suo giro e stava tramontando, illuminata dai colori caldi della sera riconobbi l'aula di astronomia.

-Lily che ci fai qui?- mi chiese nuovamente mio fratello mentre mi scuoteva dolcemente, dal tono sembrava preoccupato.

-Lily che hai? Stai male? Perché non rispondi?- sbottò ancora più allarmato.

Alzai lo sguardo da un punto indefinito per poi incontrare i suoi occhi smeraldini.

-Niente- risposi -Non ho niente-

-Lily ti stanno cercando tutti, stamattina sei uscita e da quel momento nessuno ti ha più vista. Dove sei stata per tutto questo tempio?-

-Qui-

-Qui?! Per tutto il tempo? Ma perché?-

-Albus lasciami in pace devo pensare-

-A che cosa?-

Rimasi in silenzio forse, se non avesse una ricevuto risposta, se ne sarebbe andato.

-Non vuoi rispondere? Va bene, vorrà dire che rimarrò qui in silenzio con te- si sedette vicino a me ed incrociò le braccia al petto.

Albus dopotutto era mio fratello e mi conosceva bene e, in quella circostanza, anche troppo.

-Sto pensando a tutto quello che è successo in questi mesi. Gli incidenti, gli attacchi, te, il rapimento, i sogni e quella dannata profezia- sbottai spazientita.

Albus, che fino a quel momento aveva tenuto gli occhi socchiusi, mi guardò.

-Quale profezia?-

-"Quando il leone e il serpente si fonderanno, le stelle più luminose nasceranno, il loro potere sarà il più puro e sconfiggerà l'ultimo destinato oscuro- recitai.

-Uao! E chi l'ha profetizzata?-

-Nevilia Coldish-

-La Coldish? Beh conoscendo il suo albero genealogico potrei anche crederti-

-Vera o non vera mi ha solo incasinato ancora di più le idee-

-Cosa ne pensa Scorpius?-

-Ne abbiamo parlato forse una volta ma non mi è sembrato preoccupato, in realtà con tutto quello che è successo probabilmente non ha avuto neanche il tempo per ripensarci-

-E a te invece preoccupa?-

-Certo che si! Andiamo Al, "destinato oscuro", non fa venire i brividi anche a te?-

-Si ma come hai detto tu ci sarà un potere che lo sconfiggerà-

-Si ma dov'è?-

-Non lo so, è una risposta a cui non si può arrivare con un schiocco di dita ma adesso che ne sono a conoscenza ci penseremo insieme, dopotutto due teste sono meglio di una-

-SI forse hai ragione .... - sospirai.

-Sai ripenso spesso al nostro "incidente" e ancora non riesco a darmi pace. Mi sento così debole!-

-Tu non sei debole Al, te lo hanno detto anche i medimaghi che non potevi combattere quella pozione, era troppo forte per chiunque-

-Si però non puoi capire l'ombra gelida che mi sento sempre alle spalle. Il timore costante che possa ricapitare, ci sono andato così vicino a uccidere una persona. E se succedesse di nuovo?-

-Albus guardami negli occhi- gli ordinai e lui in risposta si voltò -Non succederà di nuovo hai capito?-

-Si- sussurrò lui.

-Cambiando argomento, come vanno le cose con Linda?-

-Mi ha perdonato, almeno, credo che lo abbia fatto-

-Beh direi che allora per te le cose non sono poi così funeste, almeno un raggio di sole che t'illumina la vita ce l'hai-

-Ma che dici Lily? Tu ne hai tre e neanche lo capisci. Hai un marito che ti ama e due figli. Che cosa vuoi ancora?- esclamò lui con forza.

-IO VOGLIO CHE SIANO AL SICURO!- urlai zittendolo bruscamente -Ormai è una settimana che faccio lo stesso orribile sogno, entro in camera e trovo Scorp morto nel nostro letto, poi mi sposto nella camera dei bambini, non lì trovo ma lì sento, urlano e piangono in modo straziante ma, nonostante questo non riesco a trovarli. Vago in cerca di risposte ma non le trovo, il tempo passa inesorabile e alla fine crollo sotto il peso della disperazione buttandomi giù da questa torre. Ma non finisce con la mia dipartita infatti il mio fantasma finisce in un luogo freddo e buio dove le loro urla continuano in un costante riverbero nelle mie orecchie. Tutto a testimoniare il fatto che io non sono stata in grado di salvarli-

Le mie urla si erano trasformate in un sussurro, le lacrime come un fiume in piena mi rigavano il viso, lo sguardo fisso nel punto dove mi buttavo nel sogno.

Al provò a parlarmi ma io non sentii niente, finalmente avevo detto ad alta voce ciò che mi angosciava, non mi sentivo meglio ma almeno adesso avevo smascherato i demoni che dovevo combattere.




Il sole era scomparso dietro le colline e le stelle stavano prendendo il suo posto nel firmamento.

Dopo la mia confessione io e Albus eravamo rimasti nel più completo silenzio finchè qualcuno non si
avvicinò alle nostre spalle.

-Eccovi qua, Lily lo sai da quanto tempo ti stiamo cercando?- sbraitò Rose infuriata -E tu non facevi parte della squadra di ricerca? Almeno potevi avvisare che l'avevi trovata- continuò puntando il dito contro Albus.

-Calmati Rose, non vi ho avvisati perché Lily mi aveva esplicitamente detto che voleva stare da sola- si giustificò il ragazzo.

-Di quel che vuoi Al ma sotto sono tutti agitatissimi soprattutto Scorpius e i tuoi genitori. Ed è meglio se ci sbrighiamo a scendere perché lo zio Harry ha minacciato di chiamare i suoi ex colleghi auror se non riuscivamo a trovarla prima di cena- continuò la ragazza dal viso paonazzo quanto i suoi capelli.

-Ok ok. Andiamo!- replicai scocciata e stanca di quel battibecco.

Ci alzammo e seguimmo Rose fino al mio appartamento al terzo piano.

Non appena varcai la soglia due braccia forti mi strinsero e l'odore di vaniglia mi riempì le narici.

-Scorpius- sussurrai.

-Shhhhh, mi hai fatto prendere uno spavento Lils, per poco ho creduto davvero che ti fosse successo qualcosa-

-Volevo solo stare un po' da sola con i miei pensieri- sentirlo vicino a me calmò quel mare in tempesta che nel corso della settimana aveva invaso la mia mente.

Come avevo fatto a dimenticarmi di lui? Perché avevo lasciato che il nostro noi mutasse in un io.

C'era voluto davvero così poco o forse la colpa era soltanto mia e del mio orgoglio?

-Scorp dobbiamo parlare- dissi seria.

-Più tardi, adesso è meglio che parli con i tuoi sembrano parecchio scossi-

Lì cercai con lo sguardo e quando lì trovai, la verità si mostrò ai miei occhi. Sembrava che avessero fatto un salto nel passato perché avevano lo stesso aspetto di quando Albus era stato in ospedale
qualche mese prima.

Mi colpii maggiormente mio padre: i suoi occhi smeraldini sempre così sicuri e saldi sembravano vacillare ad ogni mio sguardo. Era spaventato, non solo per me ma per tutta quell'assurda situazione.

Lui, il salvatore del mondo magico, non sapeva che cosa fare.

Questa volta doveva lottare contro un nemico "invisibile" che non riusciva a comprendere a pieno.

-Lily- sussurrò mentre mi stringeva.

-Papà- risposi.

Non c'era bisogno di dirsi altro, i nostri corpi parlavano da se, entrambi portavamo i segni dell'angoscia e della disperazione, due fardelli che diventavano sempre più pesanti.
Con quell'abbraccio condividemmo quel peso, cercando di farci forza a vicenda, dicendociche non eravamo soli e che non lo saremmo mai stati per davvero.

Forse era questo il vero significato di essere una famiglia.

Congedai il reso delle persone con qualche sorriso e rassicurazione verbale, ero stanca e volevo che intorno a me ci fosse solo pace e tranquillità.

Prima di andare a letto controllai i gemelli che erano profondamente addormentati nei loro lettini.

Finalmente m'infilai sotto le mie morbide lenzuola in attesa che il sonno sopraggiungesse.

Nell'ultimo istante di lucidità però il timore cambiò nuovamente il mio stato d'animo. Avevo paura di ciò che avrei sognato, fortunatamente, la prospettiva che tutto fosse un'illusione mi rincuorò, tranquillizzandomi.

Mi lasciai abbracciare dall'oblio cullata dal lento respiro di Scorpius.

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Capitolo 43
*** Le porte possono esplodere ***


41

29/06

Mancavano due giorni al rientro a casa e sinceramente ne ero felice, non vedevo l'ora di godermi la pausa estiva. Nel mio immaginario quel giorno era completamente dedicato ai miei bambini ma Scorpius aveva altri piani.

-Scorpius dove mi stai portando?- domandai confusa.

Quella mattina subito dopo colazione Scorp mi aveva messo una benda sugli occhi e portato all'esterno del castello.

All'inizio avevo protestato perché non potevamo lasciare i bambini da soli ma prontamente, lui mi tranquillizzò promettendomi che la mattina ci sarebbero state mia madre e zia Hermione ad occuparsi di loro e al pomeriggio Hilly.

Non avevo più scuse quindi dovevo seguirlo, per quanto mi fosse possibile.

Lui mi guidò fino a ridosso del lago nero, per poi fermarsi.

-Adesso ti faccio salire sulla scopa, guido io, ovviamente-

-Cosa?!- nonostante avessi superato l'incidente avvenuto mesi prima, salire su una scopa privata della vista non era comunque una prospettiva piacevole.

-Stai tranquilla, stringiti a me e andrà tutto bene però, continua a tenere la benda-

Un minuto dopo eravamo in volo.

"Dove mi starà portando?" pensai.

"tranquilla ti piacerà" la voce di Scorp risuonò nella mia mente.

"Certo che questa storia delle menti collegate non ha molto ripetto per la privacy" commentai scocciata.

"A me non dispiace" sentii una punta di compiacimento.

"Parla per te, eri già bravo nell'oclumanzia quindi per te deve essere un gioco da ragazzi frugare nelle menti altrui"

"Persino nel pensiero vuoi litigare?"

"forse ...." Lo sfidai.

-"Beh mi dispiace per te ma il tempo è scaduto, siamo arrivati"

Una stretta allo stomaco mi fece capire che stavamo atterrando.

Lui mi tolse la benda e io cominciai a studiare il paesaggio.

Eravamo in una vallata verde, nonostante la distanza anche da lì si poteva scorgere il castello, poco più in la notai un lago che non assomigliava lontanamente a quello Nero vicino alla scuola.

Era limpido e le sue acque così chiare da far vedere il fondo screziato di pietre bianche.

-Allora andiamo?- non aspettò la mia risposta che iniziò a condurmi dolcemente per mano.

Sembrava nervoso.

-Che hai? Perché sei così nervoso?- gli chiesi.

-Niente Lils, sono solo un po' euforico. Ecco guarda!- rispose indicando un punto davanti a se.

Fu allora che la scorsi, era un piccola casetta a due piani in legno. Sembrava così familiare eppure non riuscivo a ricordare quando o dove l'avessi già vista.

-Sorpresa!- annunciò entusiasta Scorp.

-Come?- replicai stupita.

-Non ti piace?- mi chiese interrogativo.

-Non capisco- risposi sotto shock.

-Questa è casa nostra Lily. E' un regalo della nonna, quella vera intendo- si corresse con una punta di nervosismo.

-Davvero!- esclamai riprendendomi -Ma non possiamo accettare è troppo-

Non volevo di certo offendere Narcissa ma una casa era davvero un regalo molto importante.

-Prima di decidere che ne dici se diamo un'occhiata all'interno- aggiunse il biondo.

Annuii in risposta e lo seguii avvicinandoci all'abitazione.

Aveva una veranda che si affacciava sul lago, il che, la faceva assomigliare alla casa sulla spiaggia di Capodanno.

Scorpius estrasse dalla tasca un chiave dorata e con essa aprì la porta d'ingresso, la prima cosa che notai all'interno fu il pavimento, un mare di parquet, sembrava pino dal color marrone scuro e intenso.

Mi guardai intorno sempre più rapita da ciò che vedevo.

Quel luogo mi trasmetteva calore e semplicità, all'ingresso c'era una salone con al centro la scala che conduceva al piano superiore.

-Vieni di qua c'è la cucina- m'invitò a guardare Scorpius attraverso una porta sulla destra.

La cucina sembrava senza tempo: in legno, con elettrodomestici moderni sia magici che babbani e al centro una grande isola di marmo.

Una sensazione di deja vù mi fece rabbrividire ma, dovevo potevo averla vista?

Completammo la visita al piano terra, oltre la cucina c'era anche uno studio, una sala da pranzo e un piccolo bagno.

-Direi che è arrivato il momento di passare al piano di sopra- disse entusiasta mio marito percorrendo la scala due gradini alla volta, impaziente quanto un bambino.

Arrivati al primo piano vidi che esso era attraversato da un corridoio contenente quattro porte, una sul fondo a destra, lo stesso a sinistra e davanti a noi ce n'erano altre due.

Quella scena andava oltre la familiarità e fu allora che ricordai quel sogno che con prepotenza avevo sotterrato nell'angolo più lontano della mia mente.

Quel ricordo mi colpì con tanta violenza da farmi perdere l'equilibrio facendomi cadere sulle ginocchia.

-Lily ma che cosa?-

Tremavo, non potevo farci niente.

Com'era lontanamente possibile, io quella casa l'avevo sognata e il bambino. Il bambino!

Quella voce che mi aveva condotto alla porta a destra.

"Lily che hai? ..... oh merda!" doveva aver visto quel sogno, dopotutto le nostre menti erano collegate.

Un nuovo desiderio mi travolse, volevo sapere, anzi, dovevo sapere che cosa c'era dietro quella porta.

"Apriamola insieme" pensò Scorp mentre mi aiutava a rialzarmi.

"1" iniziò lui.

"2" continuai io.

"3" con un movimento secco aprì e sospinse in avanti la porta.

Era una stanza pensata per un bambino, un lettino di legno lucido, una cassettiera bianca con sopra una giostrina. Le pareti erano gialle e sul soffitto avevano dipinto un cielo stellato, c'erano giochini dappertutto.

Mi avvicinai al letto e vidi che sulla testiera c'era inciso il nome di mio figlio.

-Leo- sussurrai senza parole. Niente disordine, niente di distrutto.

-Lily cosa pensi voglia dire?-

-Non lo so-

-Se vuoi possiamo andarcene-

-No, no va bene-

"Lily davvero parlami" mi supplicò lui.

Forse era arrivato il momento di dar voce alle mie teorie.

-Credo che ci sia un collegamento tra la profezia, la nonna e il mio sogno. La nonna oltre ad ammonirmi sul fatto di fare attenzione, mi avvertiva anche che non tutto è come sembra-

-E' vero, lo hai ripetuto più volte- affermò Scorp invitandomi a continuare.

-Così ho cominciato a ragionare per assurdo. E se il leone e il serpente fossimo noi due, dopotutto le nostre case sono rappresentate da questi due animali-

-Ok ammettiamo che sia vero ma che cosa vorrebbe dire che si fondono?-

-Lo capisci se ragioni su ciò che dici dopo-

-Le stelle più luminose nasceranno .... Per le mutande di Merlino! Phoenix e Leo!- esclamò lui.

-Il loro potere sarà il più puro ... - continuai a recitare.

-... e sconfiggerà l'ultimo destinato oscuro- concluse lui.

-E continuando a ragionare c'è una sola persona che si è interessata in modo malevolo ai nostri figli- dissi.

-L'oscuro? Sarebbe più che plausibile-

-Credo che ci riproverà di nuovo- commentai torva.

-Perché?-

-La risposta la trovi in ciò che hai appena visto. Ho sognato questa casa e quando sono entrata nella stanza l'ho trovata distrutta e vuota, come possiamo interpretarlo se non come un cattivo presagio?-

-Va bene e adesso cosa pensi di fare?-

-Dobbiamo organizzarci e non lasciare i bambini da soli e ....-

In quel momento la porta d'ingresso esplose.

Mi affacciai dalle scale e vidi l'incappucciato fare il suo ingresso nella casa passando sopra i detriti e le schegge come se fluttuasse.

"Non pensavo che ci sareste arrivati, ormai non posso più lasciarvi andare" una voce grave tuonò nella mia testa. Dalla mascella serrata di Scorp capii che stava sentendo la stessa cosa.

"Se vi può far sentire meglio, avevo già deciso di togliervi di mezzo dall'ultima volta che ci siamo incontrati ma, adesso, ho anche un motivo in più per farlo e il nostro segreto morirà con voi" continuò ridendo a denti stretti e avvicinandosi come una marea, lentamente ma inesorabilmente.

-IO NON CREDO- urlò Scorpius -BOMBARDA MAXIMA- l'esplosione fu così potente che tutti e due fummo scaraventati con violenza fuori dall'edificio, fortunatamente il lago era vicino così precipitammo tra i suoi flutti.

Tutto intorno a me era buio, le orecchie mi fischiavano e non potevo respirare. Finalmente riuscii a trovare la luce e con essa la direzione da seguire, riaffiorai boccheggiando nella disperata ricerca di ossigeno.

-Lily stai bene- mi chiese Scorp. La sua voce era lontana e distorta nonostante si trovasse a un metro da me.

Cercai di rispondere ma non avevo ancora recuperato abbastanza fiato.

Ci trascinammo fuori dall'acqua bagnati ed infreddoliti ma soprattutto incolumi.

La battaglia non era finita.

Guardammo attoniti i fumi che fuoriuscivano dalla casa, dello sconosciuto neanche l'ombra.

Tutti e due ci guardavamo attorno all'erta, con le orecchie tese a cogliere il minimo movimento, per parecchi secondi la calma regnò sovrana in quel luogo finché, come un fulmine si abbatte a terra in una giornata serena, così la bacchetta di Scorpius volò via dalla sua mano, cogliendoci di sorpresa.

Aguzzai lo sguardo in cerca del nostro assalitore, coprendo mio marito che cercava la bacchetta nell'erba, ma l'edificio distrutto creava con le ombre e il fumo nero il nascondiglio perfetto per il nostro assalitore.

-E' meglio spostarci, qui non è sicuro- disse Scorp riavvicinandosi, mi prese la mano ed insieme corremmo all'interno del boschetto vicino senza guardarci indietro.

-Ci starà inseguendo?- gli chiesi rallentando la corsa.

-Non lo so- rispose lui incerto.

-Perché lasciarci scappare, non ha senso-

-A meno che .... -

-I BAMBINI!!- esclamammo all'unisono.

-No!- mugolai arrestandomi sul posto.

Scorpius prontamente mi afferrò per le spalle.

-No Lily! Te lo giuro non riuscirà a prenderli-

Unimmo le nostre mani e ci smaterializzammo.

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Capitolo 44
*** Addio ***


42



Ci materializzammo ai margini del parco, non molto lontano dal castello, vicino al Platano Picchiatore.

La mia mente era nel pieno caos, non connettevo più, correvo e basta.

"Siamo quasi arrivati" continuavo a pensare.

"Non lì avrà!" ribadiva Scorpius con una determinazione da farmi accapponare la pelle.

Molti studenti ci guardavano incuriositi, ignari di ciò che ci animava, capivo che per loro la situazione era inusuale, correvamo come se stessimo partecipando ad una maratona.

Però, questa era una gara molto più importante e dovevo vincerla.

Finalmente entrammo nel castello, vicino all'ingresso della Sala Grande incontrammo Linda.

-Ragazzi che state facendo? Perché correte?- ci chiese interrogativa.

-Linda i bambini sono in pericolo, l'incappucciato ci ha appena attaccato e vuole loro- esclamò Scorp mettendola in allarme.

-O Merlino! Dobbiamo chiedere aiuto- rispose lei cercando di starci dietro.

-Io non lì lascio da soli un minuto di più!- ringhiai.

Arrivammo al terzo piano.

La porta della nostra camera era spalancata.

Mi precipitai all'interno con la bacchetta sguainata.

-Non ci sono- sussurrai non appena entrai nella loro camera a grandi passi.

-Non c'è nessuno qui .... - ripeté Scorpius con rabbia, dietro di me.

-Ragazzi venite a vedere- ci chiamò Linda dalla cucina.

Mi spostai a grandi passi nell'altra stanza speranzosa di trovare un indizio ma, quello che mi si parò davanti, era lontano da qualunque mia aspettativa.
A terra c'era Hilly immersa in una pozza di sangue, il vestito giallo canarino pieno di macchie scarlatte.

L'elfa respirava ancora ma a fatica.

-Hilly!- esclamai posizionandomi dietro di lei in modo che la sua testa mi poggiasse in grembo -Hilly resisti- la supplicai.

Lei lentamente aprì i suoi enormi occhioni neri e mi guardò.

-Signora ...... i suoi ....... Figli- ansimò a fatica.

-Lo so Hilly ma non sforzarti cerca solo di rimanere sveglia- le ordinai accarezzandole il capo.

-Hilly ....... Ha provato ........ Malfoy ........ troppo forte- continuò lei.

-Non importa, sei stata brava- le lacrime cominciarono ad appannarmi la vista -Ora ti prego resisti-

-Non ..... importa ...... signora ....... Lil ...... y - chiuse gli occhi e con un ultimo ansito smise di respirare.

Un esplosione sconquassò la mia mente. No, non era possibile!

Non doveva morire, non meritava di morire!

La rabbia mi accecò e con delicatezza appoggiai la testa di quella povera creatura sul pavimento e mi rialzai. I miei vestiti erano impregnati del suo sangue ma non m'importava, rapidamente andai verso la porta.

Sapevo chi era stato e giurai sul nome di Silente che lo avrei preso.

"Facciamogliela pagare" Scorpius era al mio fianco, pronto a combattere.

Anche lui aveva versato qualche lacrima ma adesso il suo viso era calmo e freddo, aveva indossato la sua maschera e niente lo avrebbe più fermato.

-Scendiamo giù nei sotterranei, cominciamo da lì-

Linda ci raggiunse all'ingresso.

-Ragazzi io rimango qui con Hilly e chiamo aiuto-

-Ok Linda- rispose Scorp.

Ricominciammo a correre.

Insieme alle mie gambe anche nella mia testa le informazioni iniziarono a girare in modo differente, avrei dovuto immaginarlo, in realtà alla luce dei fatti, la cosa poteva anche sembrarmi ovvia.

"Lily non rimproverarti, ci ha fregati entrambi" pensò Scorp.

"Si ma non dovevo permettere a quel vile ...." Continuai innervosendomi.

"Calmati Lily! Lo sai che non è il momento di arrabbiarsi, resta concentrata e ci riprenderemo i bambini"

"Se gli ha fatto del male ...."

"No! Non glielo permetteremo, insieme!" disse stringendomi la mano.

"insieme"



Il silenzio aleggiava tetro nei sotterranei, non un'anima viva o morta si spostava per quei corridoi di pietra scura. Io e Scorpius camminavamo fianco a fianco, in completa simbiosi, con un obiettivo comune.

La porta dell'aula di pozioni era aperta.

Entrammo senza esitazioni.

-Bene, bene ecco qua i genitori- disse Draco con tono di sfida, Phoenix e Leo erano profondamente addormentati fra le sue braccia.

-Devo ammetterlo, quando ho scoperto che erano due gemelli né sono rimasto alquanto sorpreso, il vostro tentativo di nascondermelo è stato patetico- disse con disprezzo, spostando lo sguardo da noi a loro.

Da quello che potevo vedere sembrava disarmato e addosso aveva la veste dell'incappucciato, nera, in cui erano visibili delle macchie più scure, il sangue di Hilly.

Non appena le vidi digrignai i denti con forza.

-Ah già quella stupida elfa mi ha sporcato tutto il vestito, inoltre ho dovuto lottare per riuscire a prenderli, è stata brava, peccato che non riceverà nessun aumento per i servizi resi- iniziò a ridere di gusto divertito dalle sue stesse parole.

Feci un passo avanti, spinta dalla rabbia.

-Ah-ah Lily- mi ammonì con un gesto della mano -Non mi crederai davvero così stupido- fece un verso di scherno -Non mi faccio cogliere di sorpresa tanto facilmente. VIENI AVANTI!-.

In quel momento la porta del suo ufficio si aprì ed Albus entrò nella nostra visuale.

-Al ....?! NO!!!- Questo era davvero troppo, non di nuovo!

Albus puntò la bacchetta contro di noi.

-Bello vero? Molto efficiente, anche se questa volta ho dovuto aggiungere un pizzico di maledizione Imperius per renderlo offensivo contro di voi. Purtroppo non c'era più nessuna rabbia latente da sfruttare-

Ero senza parole.

Allora era stato lui ad avvelenarlo la prima volta? Merlino! Al era diventato una bestia.  

-Per quanto mi sia piaciuto vederlo arrabbiato la prima volta, oggi avevo bisogno di un servo un po' più addomesticato. Lo so, è perfetto. Devo dire che questa pozione che ho inventato potrebbe farmi creare un esercito molto più potente ed obbediente di quello che Voldemort aveva radunato più di vent'anni fa- continuò lui con autocompiacimento.

-Allora è questo quello che vuoi? Creare un esercito come quel pazzo?- gridò Scorpius.

-No Scorpius. Io voglio molto di più. Voglio il POTERE!-

-E come credi di acquisirlo?- lo sfidò ancora mio marito.

-Il primo passo è sicuramente togliere di mezzo chi me lo può impedire. Quindi dovrò iniziare da loro, la profezia è stata chiara. Che colpo di fortuna riuscire ad origliare quella piccola Tassorosso mentre era in trance nei corridoi. Un potere molto utile, peccato che ne sia del tutto inconsapevole-

L'orrore mi dipinse il volto seguito da una ferocia primordiale.

-NON TE LO PERMETTERO'- gridai.

-Io non ne sarei tanto sicuro, ora che sai la verità avrai il coraggio di attaccare tuo fratello. Sei consapevole del fatto che io controllo solo il suo corpo? La sua mente è intatta, per quanto impotente lui è cosciente su ciò che sta accadendo, solo che non può fare nulla per impedirlo-

-Sono certa che capirà- in realtà non né ero così sicura.

-Allora se la pensi in questo modo ..... ALBUS UCCIDILI!- esclamò Malfoy.

Mio fratello si avvicinò con aria minacciosa e bacchetta alla mano, pronto ad attaccare.

-Albus- lo chiamai -Tu sei più forte di lui, ti prego non costringermi a farti del male- lo supplicai.

I suoi occhi smeraldini erano di nuovo diventati color melma, assenti e senza vita.

"Capirà" sussurrò Scorpius ma sembrava che cercasse di convincere più se stesso che me.

Contrariamente a suo padre lui non amava la violenza gratuita.

-SECTUMSEMPRA- urlò Albus attaccandoci.

Per poter scansare la maledizione ci buttammo a terra, Scorpius rotolò sulla schiena e contro attaccò    -EXPELLIARMUS- purtroppo non successe niente.

Sfruttando la distrazione del mio avversario tentai di sorprenderlo alle spalle ma non avevo fatto i conti con Malfoy.

-ALLE TUE SPALLE- gridò ad Albus che con un ghigno crudele in volto ruotò su se stesso e mi colpì con un incantesimo Diffido.

Fortunatamente non mi investì in pieno ma il dolore alla schiena era comunque così forte da impedirmi il movimento.

Il taglio credo che mi percorresse tutta la schiena in orizzontale fino ad arrivare alle costole incrinate.

Urlai di dolore.

Non ce la feci a trattenermi.

-LILY!- gridò Scorp allarmato.

Sentii i rumori della battaglia crescere, dovevo vedere che cosa stava succedendo.

Cercai di trascinarmi attraverso i banchi rovesciati, stringendo i denti più che potevo, finalmente trovai uno spiraglio da cui potevo vedere il sanguinoso incontro.

Scorpius muoveva a stento il braccio sinistro, probabilmente rotto, mentre Albus sembrava ancora nel pieno delle sue forze, una macchina instancabile.

Nonostante le ferite, mio marito resisteva e i due continuavano a scagliarsi addosso incantesimi e maledizioni.


Dovevo fare qualcosa, almeno provarci. Faticosamente mi rialzai puntando la bacchetta contro mio fratello.
-IMPEDIMENTA- mugolai. I movimenti di Al rallentarono ma nonostante ciò la sua furia era troppa per essere contenuta dall'incantesimo.

Scorpius sfinito aveva abbassato la bacchetta, indifeso.

-CRUCIO- urlò Albus. Scorp cadde a terra contorcendosi dal dolore.

-CRUCIO- urlò di nuovo il mostro rendendo le pene del ragazzo ancora più atroci.

-ALBUS SMETTILA! QUESTO NON SEI TU, FINISCILA, ADESSO!!!-

-PETRIFICUS TOTALUS. Ora guarderai tutto e non potrai farci nulla- esclamò lui ridendo.

Ero immobile ed impotente. Scorpius continuava a subire quelle torture cercando di non urlare ma sempre più vicino alla morte.

La luce nei suoi occhi si stava spegnando inesorabilmente ed io ero lì impotente a guardarlo.

"FINITUS INCANTATEM, FINITUS INCANTATEM, FINITUS INCANTATEM" pensavo morbosamente, nella speranza di spezzare l'incantesimo.

Finalmente mi sbloccai e raccolsi la bacchetta.

-ALBUS SE NON TI FERMI, TI FERMERO' IO. OSCURO!- le bende uscirono dal terreno ma non riuscirono ad intrappolarlo.

-INCENDIO- il fuoco non lambi nemmeno i suoi vestiti.

-EXPELLIARMUS. CONJUCTIVIS. ARRESTO MOMENTUM- iniziai a pronunciare tutti gli incantesimi che mi venivano in mente ma nessuno mostrava qualche risultato. Nessuno.

-REVELAT- urlai e subito dopo me ne pentii, perché avevo lanciato un incantesimo così inutile.

A che cosa poteva servirmi, a rivelare la sua malvagità?

La stanza prese una strana sfumatura azzurrognola ed ebbi la sensazione che il tempo iniziasse a rallentare.

"Lily" una voce mi chiamò.

"Scorpius! Resisti ti prego ..."

"No Lily, sono io, Albus"

"Albus?"

"Si ascoltami adesso, non abbiamo molto tempo, non puoi farmi del male perché Malfoy mi ha avvolto in un incantesimo protettivo"

"Come posso spezzarlo?"

"Non puoi, purtroppo non c'è altra scelta Lily"

"Che intendi Al? L'effetto della pozione non durerà per sempre"

"No ma per quando succederà Scorpius non sarà più con noi"

"Deve esserci una soluzione" lo supplicai.

"Infatti c'è: Lily uccidimi"

"Cosa?! No Albus, sei forse impazzito?! Non ti ucciderò, non posso"

"Lily è una mia scelta, voglio che tu sia felice, lo sai che non ritornerò più normale una volta che l'effetto della pozione sarà finito. Sono stato per troppo tempo sotto il suo potere e i danni sarebbe irreversibili"

"No Al non lo farò"

"Lily ti prego liberami"

"No, come puoi chiedermi questo? Sei mio fratello"

"Lily non hai scelta, Scorpius non durerà ancora a lungo e il tuo incantesimo si sta esaurendo"

"Ma ...."

"No niente ma, uccidimi ti prego"

"Albus ....."

"No Lily fallo. Mamma e papà capiranno, dì loro che gli voglio bene, anche a Jamie e a Rose, Hugo, tutti"

"Lo farò"

"Vai da Linda e dille che la amo, l'amerò per sempre"

"Albus"

"Grazie Lily, ti prego non sentirti in colpa, sappi che mi stai liberando. Grazie. Addio"

"Addio Albus"

Il tempo riprese a scorrere.

-AVADA KEDAVRA- urlai.

Un raggio verde scaturì dalla mia bacchetta, tagliò l'aria come un coltello e colpì Albus.
Lo centrai in pieno, all'altezza del petto, l'espressione malvagia tramutata in stupore.

Come un sasso il suo corpo senza vita cadde a terra.

Albus era morto.

Le mie ginocchia cedettero di schianto e portai le mani alla bocca nel tentativo di soffocare i singhiozzi.

Le lacrime iniziarono a rigarmi il viso.

Avevo ucciso mio fratello.

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Capitolo 45
*** Dolore ***


43
 

-NO ...... NOOOOOOO!- urlai preda della disperazione.

Tremavo e le lacrime uscivano copiose, senza sosta, Scorpius era svenuto e giaceva inerme a pochi metri da me e dal corpo senza vita che era appartenuto a mio fratello.

-Devo concedertelo Potter, questa mossa non me l'aspettavo .... Così sia .... Vorrà dire che dovrò finire io stesso il lavoro- adagiò i bambini in due culle magiche, dopo di che prese dalla veste nera la bacchetta.

-Su alzati mia cara, se ti devo uccidere almeno voglio provare un po' di soddisfazione, non c'è gusto a colpire un animaletto ferito- mi schernì lui.

Non vedendo reazioni si avvicinò a grandi passi e quando fu abbastanza vicino mi tirò un calcio all'altezza del volto.

-Su alzati piccola troietta, voglio vederti negli occhi quando ti ucciderò!-

Il sangue mi colava sul mento, doveva avermi spaccato il labbro ma rimasi ferma, stesa a terra, non volevo reagire.

Lui mi sollevò da terra tirandomi per i capelli –Allora? Combatti! Dai non vuoi farmela pagare eh? Mi lasci andare così con i tuoi figli!- mollò la presa e caddi a faccia in giù sul pavimento.

-Come vuoi tu ma prima che me ne vada ti dirò che cosa ho intenzione di fare ai tuoi amati pargoli- si avvicinò al mio orecchio –Lì ucciderò e non sarà una cosa veloce o indolore, no, sarebbe troppo facile e troppo noioso. Voglio farli a pezzetti, ti lascerei in vita solo per poterteli inviare giorno dopo giorno. Prima un dito, poi un orecchio o un occhio perché no? Pezzetto dopo pezzetto. Ti divertirai, è un bel gioco non credi, fare il puzzle dei tuoi figli. Eh? Che ne dici?-

Raccolsi quelle poche energie rimaste e mi rialzai in piedi lentamente.

-O bene, finalmente reagisci- mi schernì lui ridacchiando sommessante.

Non potevo dargliela vinta così facilmente, la battaglia non era finita, per il bene dei miei figli dovevo sconfiggerlo. Feci un passo verso di lui e poi un altro, un altro.

-Che cosa pensi di fare? Non so se ti sei vista ma non sei in grado di combattere-

Ormai la distanza fra noi era di pochi metri.

-Di combattere no- un metro -Ma di batterti SI!- mi avventai su di lui e lo strinsi forte a me.

"Ora" con un ultimo sforzo mentale attivai il mio elemento che non tardò a rispondere.

Il mio corpo prese fuoco.

Un grido straziante lacerò l'aria, Draco si dimenava e cercava di liberarsi nel tentativo di salvarsi dalle lingue di fuoco ma non fece altro che peggiorare la sua situazione.

Volevo ucciderlo, lo desideravo, doveva pagare per tutto quello che aveva fatto.

Ma non potevo.

Hogwarts aveva visto troppi morti.

Dissipai le fiamme.

Mi scrollai di dosso il suo corpo svenuto, ero abbastanza certa che fosse ancora vivo ma sarebbe stato fuori combattimento fino al suo processo.

Respirai a pieni polmoni inalando la mia vittoria e mi arresi al dolore e alla stanchezza.

Svenni.


 

Ombre.

Niente altro che ombre.

Ancora non riuscivo a capacitarmene, Albus non era più con noi.

Ero un mostro, non c'era altra spiegazione.

Che cosa avrei fatto? Come glielo avrei detto ai miei genitori?

Già lo immaginavo: mamma, papà Albus è morto e sono stata io ad ucciderlo, state tranquilli me l'ha chiesto lui, anzi, mi ha supplicato. Inoltre mi ha detto che vi vuole bene.

Albus è morto.

Certo, tutto andrà per il verso giusto.

Piansi e non smisi di singhiozzare neanche quando finirono le lacrime.

No, non era abbastanza forte per poter affrontare gli altri. Scorpius!

Mi amerà ancora?

-Lily- una voce mi chiamò.

-Nonna .... Io...- la guardai negli occhi.

Anche lei aveva il viso rigato dalle lacrime, probabilmente era rimasta per tutto il tempo lì vicino a me per darmi conforto.

-Lo so, piccola, lo so- mi strinse fra le braccia.

-Sono un mostro nonna- ammisi con orrore verso me stessa.

-No angelo mio, purtroppo sei stata costretta a farlo. Se può rincuorarti Albus aveva ragione, la prima pozione lo aveva molto debilitato ma questa era qualcosa di molto più potente e cattivo, non sarebbe ritornato il ragazzo che conoscevamo- spiegò asciugandomi una lacrima con il pollice.

La strinsi ancora più forte a me.

Mi cullò amorevolmente tra le sue braccia, rilassandomi, finché un senso di stanchezza mi sopraffò. Prima di addormentarmi, come se lei sapesse che era arrivato il momento, disse –Ricordati non tutto è ciò che sembra-

Buio.

 

10/07

Mi svegliai di soprassalto. Ero al San Mungo ne ero sicura, la stanza bianca, austera, con qualche mobile in legno erano segni inconfondibili del luogo in cui mi trovavo.

-Buongiorno- Scorpius entrò nella stanza con in mano un mazzo di fiori freschi –Hai dormito parecchio- commentò sorridendomi.

-Che giorno è?- chiesi.

-Il 10 luglio, la scuola è finita e sono usciti gli esiti degli esami, ho controllato per tutti e due. Tu come al solito il massimo in ogni materia ed io invece ho passato i M.A.G.O. con una media dei voti quasi eccellente-

-E' una bella notizia- commentai sorridendo debolmente.

-Già è vero- finalmente riuscii a mettere a fuoco il suo viso e mi accorsi che per quanto tentasse di sorridere i suoi occhi e le sue occhiaie raccontavano una storia diversa. In quel momento fui investita dai ricordi.

-Albus- mormorai –O mio Dio NO!!- dissi alzando la voce agitandomi.

-Lily calmati-

-No, no, no, NO!- cominciai ad urlare, le lacrime ricominciarono a scorrere. Continuai a muovermi respingendo i tentativi di Scorpius di abbracciarmi.

-Lily sei ancora malata, le tue ferite ....- sentii uno strappo all'altezza della schiena.

Un nuovo dolore fisico soffocò quello sentimentale, strappandomi un urlo strozzato mentre un striscia scarlatta si tracciò sul mio camice.

-Oh cavolo, infermiera, guaritrice, AIUTO!- urlò Scorp verso la porta e prontamente lo staff medico comparì.

-Signor Malfoy si sposti, dobbiamo addormentarla e portarla dal guaritore Lewis- disse l'infermiera mentre altri tre mi spostavano sulla lettiga.

-Lily- si rivolse a me –Ti dobbiamo chiudere la ferita alla schiena ma dobbiamo addormentarti ok?-

-No- rantolai. Volevo provare dolore, me lo meritavo, dovevo soffrire.

Non esiste colpa più grande dell'omicidio.

-Forse non ha capito la domanda- mi giustificò mio marito.

-Signorina Lily la dobbiamo addormentare, va bene?- ripeté l'infermiera.

-Ok- mugugnai.

L'ultima cosa che ricordavo prima di perdere conoscenza era il volto di mio marito e i suoi occhi tristi, pieni di comprensione.

Non doveva giustificarmi, doveva odiarmi.

Dovevano odiarmi tutti.

Buio.

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Capitolo 46
*** Villa Conchiglia ***


44

15/07

Aprii gli occhi.
Questa volta non ero in ospedale, no, la stanza era diversa, semplice con dei mobili in legno e mura di pietra. Era da tanto che non ci venivo ma il ricordo delle estati passate lì è indelebile.
Villa Conchiglia.
Cercai di alzarmi ma la memoria tornò prepotentemente nella mia mente bloccandomi.
No! Questa volta non avrei iniziato ad urlare.
Misi da parte le mie emozioni e mi sedetti sul bordo del letto matrimoniale, quando i piedi toccarono terra mi sembrò di riprendere a respirare. Un respiro che mi assicurava la sopravvivenza, perché quando hai la morte nel cuore la tua rimane una mera esistenza.
Provai ad issarmi sulle gambe, erano deboli ma riuscirono comunque a sostenere il mio peso.
I primi passi che feci furono una nuova scoperta, sapevo quello che facevo ma tutto mi sembrava così alieno, inusuale.
Per quanto tempo ero stata incosciente?
Uscii dalla stanza e scesi le scale.
Al piano terra mi ritrovai nel soggiorno, il sole splendeva fuori dalle finestre illuminando l'ambiente.
Esplorai la stanza per poi spostarmi in cucina nella speranza di trovare qualcuno.
Dove erano finiti tutti?
Uscii dall'edificio, il mare calmo si stanziava maestoso e infinito davanti a me. Respirai a pieni polmoni l'aria salmastra.
-Lily- mi voltai -Perché mi hai ucciso!-
-Albus- mormorai scioccata.
 

Urla. Le mie urla.
Aprii gli occhi.
Era solo un sogno.
Ero a Villa Conchiglia.
Era solo un sogno.
Avevo il fiatone e tremavo. 
No, non poteva essere lui.
Era solo un sogno.
Ci misi parecchi minuti a riprendermi dell'incubo, poi riuscii a mettere a fuoco e, finalmente, mi alzai.
La testa girava, una goccia cadde sul piede nudo. Lacrime. Le mie lacrime.
Non mi ero accorta che stessi piangendo.
Lentamente uscii e scesi al piano di sotto.
-Buongiorno tesoro- Papà era in cucina e da come si affacendava ai fornelli stava preparando la colazione.
Ero sul punto di fargli una domanda ma lui fu più veloce di me.
-Scorpius e i bambini arriveranno questo pomeriggio, gli zii, Bill e Fleur, hanno preso le ragazze e sono andati in Francia dai genitori materni-
-E la mamma?-
-Ginny arriverà con Scorpius- rispose frettolosamente papà.
Mi sedetti a tavola in attesa che finisse di preparare, in silenzio. 
Chiunque ci avesse visto da fuori avrebbe pensato che la scena fosse quella di un padre amorevole che prepara la colazione alla figlia adolescente.
Ma non era così.
No. Lui non era rilassato, anzi, era freddo e distaccato. La tristezza era palpabile nella sua voce.
-Papà  mi dispiace- dissi con una calma surreale.
-Non devi dispiacerti, non è stata colpa tua, sei stata ferita e...- Non potevo lasciarlo continuare.
-Adesso BASTA! Ti prego non giustificarmi! Sono stata io! IO!- urlai con tutto il fiato che avevo nei polmoni.
-Non doveva morire! Non se lo meritava, dovevo morire io al suo posto, NON LUI!- mio padre si voltò e si avvicinò. Voleva abbracciarmi , rassicurarmi.
No! Non meritavo il suo amore, dovevo morire.
-No lasciami- corsi fuori dalla cucina ed uscii di casa. Continuai a correre, non volevo fermarmi.
Davanti a me si aprì il paesaggio del litorale.
L'erba mi arrivava al ginocchio e mossa dal vento sembrava un mare in tempesta, così simile a quella che infuriava nella mia mente.
Continuai quella folle corsa finchè il fiato venne meno, così mi lasciai cadere, quella distesa era una protezione perfetta, almeno dall'esterno.
Ero isolata, potevo riflettere.
Quella morte che pesava sul mio cuore non mi aveva lasciato andare neanche per un momento.
In realtà quando ero svenuta non sentivo niente e c'era stato anche quell'episodio in ospedale, il dolore fisico aveva preso il sopravvento.
Ma non era quella la soluzione.
Per quanto incessante e maligno, il dolore rappresentava il fardello del mio crimine e lo dovevo sopportare, non scappare da esso.
Tuttavia non sapevo quanto avrei resistito, forse sarebbe stato meglio se l'avessi fatta finita. Almeno così i miei figli non sarebbero cresciuti con un'assassina come madre.
Aprii gli occhi e lì rivolsi al cielo limpido.
Forse Albus mi stava guardando o la nonna, chissà cosa avrebbero detto se avessero potuto?
-LILY- il richiamo di mio padre risuonava in lontananza -LILY- ripeté ancora.
No, non volevo affrontarlo.
Non avevo scelta.
 

Rientrai a casa e mi sedetti nuovamente a tavola sotto gli occhi apprensivi di mio padre.
-Dove sei stata?- mi chiese mentre versava un po' di caffè.
-A pensare- risposi tagliando corto.
-Lily sappiamo tutto- mi disse serio 
-Abbiamo visto gli ultimi incantesimi fatti dalle vostre bacchette, so che hai lanciato tu la maledizione, perché?-
-Malfoy- risposi gonfia di rabbia -Mi ha costretta, ha somministrato ad Albus una pozione con cui ha acquisito il controllo su di lui, per quanto mentalmente fosse cosciente, la magia utilizzata lo aveva traviato troppi.  Malfoy, l’incappucciato, voleva uccidere i bambini e per sbarazzarsi di noi ha ordinato ad Albus di ucciderlo.  Mi ha messo fuori combattimento in fretta e poi a cominciato a colpire Scorpius con la maledizione cruciatus. Una......due.....tre volte e qualunque cosa tentassi per disarmarlo non funzionava. Ero disperata, non so perché gli ho lanciato l'incantesimo di rivelazione, non so spiegare che cosa sia successo dopo, il tempo è rallentato e Albus è entrato nella mia mente. Mi ha chiesto di ucciderlo, era l'unico modo per salvare Scorpius. Non avevo altra scelta- le lacrime cominciarono ad appannarmi la vista -Quando il tempo ha ricominciato a scorrere ho alzato la bacchetta e l'ho ucciso- piangevo e singhiozzavo.
-Malfoy ha assistito alla scena e quando tutto è finito voleva uccidermi, voleva uccidere i bambini ma non potevo permetterglielo. Ho attivato il mio elemento è l'ho bruciato- Tremavo al ricordo di ciò che avevo fatto.
Per tutto il racconto avevo fissato un punto indefinito davanti a me, non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi.
-Lily, Lily ti prego guardami- alzai lo sguardo agganciandolo al suo -Non è stata colpa tua- disse risoluto -È Malfoy che deve pagare e lo farà- mi strinse la mano -Il Wizangamot lo ha condannato a scontare la sua pena ad Azkaban per tutto il resto della sua miserabile vita- disse con una nota di tensione e rabbia.
-Non basta .... Albus.....- Non mi lasciò finire perché mi prese tra le braccia.
-È morto e non passerà giorno che non lo ricorderemo e piangeremo la sua morte. Ma Lily tu hai un marito e due figli che hanno bisogno di te!- sussurrò baciandomi il capo.
Non risposi. Non trovavo le parole giuste per descrivere ciò che provavo.
-Per quest'estate potete rimanere qui e io e tua madre ti verremo a trovare tutte le volte che vorrai, anche solo per parlare-
-Quando è stato seppellito?- sussurrai.
-Una settimana fa nel cimitero di Hogsmeade vicino ai tuoi nonni. Mi dispiace che non hai potuto assistere- 
-Anche a me- risposi con la voce spezzata.
-Vedrai Lily,tutto si aggiusterà-
Non né ero più tanto sicura.

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Capitolo 47
*** Quando le porte del futuro si spalancano ***


45

22/07

Era passata una settimana, il sole era alto nel cielo a Villa Conchiglia. Ero sdraiata su un telo da spiaggia in riva al mare, la sabbia scorreva piacevolmente tra le dita mentre una brezza fresca mi accarezzava il viso.
Tutto andava bene, i bambini dormivano, Scorpius era accanto a me assopito e io mi stavo godendo i piaceri estivi.
Sbagliato!
Non riuscivo a dimenticare, ad andare avanti.
Il mondo continuava a girare ma non per me, non nella mia testa. Dopo notti insonni finalmente riuscii a chiudere gli occhi e ad addormentarmi.

Ombre.
Nient'altro che ombre.
-Nonna- la chiamai agitata.
-Lily sono qui con te- disse con tono dolce e amorevole -ho una sorpresa- aggiunse.
-Di che cosa si tratta nonn........a- davanti a me riconobbi un ragazzo con i capelli scuri ribelli e gli occhi verde smeraldo.
-Ciao Lily-
-Albus? ALBUS!!!- corsi ad abbracciarlo, ancora non mi sembrava vero.
-Piano Lily non vorrai mica uccidermi una seconda volta ahahahah- subito m'irrigidii, travolta dal rimorso.
-Ah, forse è ancora presto per parlarne- replicò il ragazzo, mentre le lacrime cominciavano a scorrere sul mio viso -Ehi, non piangere, sono venuto qui proprio per questo- disse mentre mi scostava per guardarmi negli occhi -Sai negli ultimi tempi ti ho osservato molto e ho visto come stai reagendo alla mia dipartita...-
Lo strinsi con più forza, a disagio.
-No, ti prego, non dire quella parola- lo supplicai.
-Va bene, allora useremo la parola partenza, ok?- annuii in risposta.
-Ok, ho visto come ti sei comportata dopo la mia partenza così ho deciso che era arrivato il momento di parlarti- disse sempre più serio -Ascoltami bene Lily io non t'incolpo della mia morte, capito? Non è colpa tua. Hai fatto ciò che era giusto ed è grazie a te che Scorpius ogni giorno può rivedere i suoi figli. Capito?-
-Si- mugolai. 
-Allora finiscila d'incolparti e vivi la vita che ti stai costruendo e che ti sei meritata- mi strinse ancora più forte -Il tempo a nostra disposizione è quasi finito ma prima che io vada, voglio che recapiti un messaggio a nostra madre-
Cosa? Deve andarsene? No, non sono pronta, ti prego rimani.
-Dimmi tutto- risposi rassegnata.
-Dille che deve smetterla di piangere la mia morte, perché io sarò per sempre con lei e ricordale che le voglio bene. Ok?- disse staccandosi da quell'abbraccio. 
-Ok- risposi asciugandomi gli occhi con una manica.
-Ti voglio bene Lily, sarai per sempre nel mio cuore- 
Una luce bianca inondò quel luogo etereo inghiottendoci, non feci a meno di chiudere gli occhi.
Quando lì riaprii lui non c'era più.
-Anche tu sarai per sempre nel mio cuore Albus- sussurrai nel vuoto, nella remota speranza che mi sentisse.
Un tocco leggero mi richiamò alla realtà facendomi voltare.
-Lily è meglio che tu vada- disse nonna -purtroppo non ci vedremo più, questo era l'ultimo regalo che mi è stato concesso farti- sorride amorevole.
-Grazie nonna, grazie di tutto, non so come avrei fatto a superare tutto questo senza di te- mi buttai fra le sue braccia e la strinsi così forte che pensai di averle fatto male.
-Grazie- ripetei tra le lacrime mentre la luce bianca nuovamente c'inghiotteva.

-Ti voglio bene piccola mia-
 

Mi svegliai di soprassalto.
Ero ancora sulla spiaggia ma nella mia mente scorreva veloce il ricordo dell'incontro appena fatto.
-Che succede Lily?- mi domandò Scorpius appoggiandosi goffamente sui gomiti, ancora mezzo addormentato.
-Qualcosa di unico e meraviglioso allo stesso tempo- dissi, sbalordita dalle mie stesse parole.
-Racconta- mi esortò con una punta di curiosità.
-Un'altra volta, per ora posso farti una promessa- risposi sorridendogli.
-Spara- aggiunse lui girandosi sul fianco.
-Non permetterò mai più a nessuno, nemmeno a me stessa, di mettersi tra noi e la felicità. La vita è breve, lo abbiamo provato sulla nostra pelle, e non voglio permettere alla tristezza, che mi attanaglia, di tenermi imprigionata in questa spirale fatta di colpe e autocommiserazione un minuto di più. Abbiamo due figli, dei genitori e l'amore che proviamo l'una per l'altro, non è forse cento volte meglio?- dissi euforica.
Mi rivolsi a mio marito cercando di interpretare la sua reazione, Scorpius mi guardava incredulo ma non durò per molto perché il suo viso mutò in un'espressione di pura felicità.
-Sapevo che saresti tornata da me Lils- replicò allegro mio marito sporgendosi verso di me. 
Sull'onda di quell'entusiasmo le nostre labbra s'incontrarono suggellando il nuovo accordo.
Non era la prima volta che succedeva e non sarebbe stata l'ultima.
Avremmo incontrato delle difficoltà?
Molto probabilmente si.
Ma avrei sempre tenuto un piede ancora nel passato e lo sguardo fisso aperto nel futuro.
Sarebbe bastato?
Lo speravo davvero.


 

Spero che questa storia vi sia piaciuta e vi abbia coinvolto e che non sia stata una di quelle storie che si devono finire perché le si è iniziate (e vi assicuro che so benissimo di che cosa sto parlando). Questa storia l'ho scritta tra la fine del 2014 (era capodanno) e luglio del 2015, non sapevo in che cosa mi stavo cacciando quando ho iniziato a scrivere, l'unica cosa che ho fatto è stato mettere nero su bianco un'idea, è quello è stato l'inizio.
Amo questa storia non solo perché l'ho scritta ma perché al suo interno ho inserito anche un pezzetto della mia anima, di ciò che sono o di come vorrei essere (tranquilli non sto seguendo le orme di Voldemort ;) )
Sto divagando ne sono consapevole ma è sempre difficile mettere la parola fine ad un progetto per quanto piccolo o stupido possa sembrare.
Nella speranza che qualcuno commenti e apprezzi questo lavoro non posso fare altro che salutarvi fino alla pubblicazione del seguito.......
Forse non dovevo dirlo così, era meglio qualcosa di più plateale.
Aspettate ci riprovo.

UDITE UDITE.
VI ANNUNCIO CHE CI SARÀ UN SEGUITO (di cui sto provvedendo la stesura)
La data è ancora da decidere (spero tra non molto) comunque vi consiglio di rivedervi nel dettaglio questa storia perché come più volte Lily ci ha ricordato
NIENTE È COME SEMBRA
E questa è una sacrosanta verità che sarà sicuramente ripresa.
Vi ho trattenuti abbastanza.
Alla prossima.
Fantasyreader97

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