Dynamis - Le Pietre del Potere

di Anakin Solo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Presentazioni ***
Capitolo 3: *** L'inizio di tutto ***
Capitolo 4: *** Riunione di famiglia: la battaglia ***
Capitolo 5: *** Campioni e Superquattro ***
Capitolo 6: *** La riunione ***
Capitolo 7: *** Esplorando Concordia Palace ***
Capitolo 8: *** La cerimonia d'apertura ***
Capitolo 9: *** Il sogno ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 11 ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 12 ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 13 ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO 14 ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 15 ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 16 ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO 17 ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO 18 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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Prologo
 
La regione di Dynamis si trova a buona distanza dalle altre conosciute regioni pokèmon (Kanto, Johto, Sinnoh, Hoenn, Unima e Kalos).
La sua posizione è a nord-ovest, ed il suo territorio è un continente a parte con molte isole. Le sue isole principali si riuniscono nell'Arcipelago di Atlante, dove si trova (nell'isola più grande) la città di Atlantopoli.
La megalopoli è il centro finanziario, amministrativo, economico e logistico della regione. È, infatti, la città più grande e popolata.
La sua importanza per il mondo pokèmon è grandissima. Anche se poco conosciuta dai vari allenatori, Dynamis supporta le altre sei regioni pokèmon conosciute in vario modo, ad esempio economicamente per i tornei, pubblicizzazione dei vari campionati, ecc. ecc. 
È anche un paradiso per pokèmon. Grazie alle sue lussureggianti foreste, montagne innevate, verdi pianure e paesaggi naturali incontaminati, la regione ha guadagnato il titolo di "Green State", una delle massime onorificenze per la salvaguardia e la protezione dell’ambiente.
Dynamis contiene tutte le specie di pokèmon delle sei regioni ed è il luogo in cui è stato confermato il maggior numero di avvistamenti di pokèmon leggendari, probabilmente a causa del suo ambiente tranquillo e rilassante.
Il turismo è una delle maggiori fonti economiche di guadagno. Grazie alle città supertecnologiche i turisti, allenatori e civili vari, possono godere dei massimi comfort.
E anche se la maggior parte delle persone vanno a trascorrere le loro vacanze ad Atlantopoli a causa delle sue splendide spiagge, molti vanno anche nelle città più interne per godere delle colline e del clima alpino.
Dynamis è anche famosa per i suoi scavi archeologici e le sue rovine antiche. Molti dei reperti vengono trasferiti al Central Museum ad Atlantopoli, ma alcuni vengono trasferiti ai musei di Sinnoh e Unima sotto richiesta dei vari professori e ricercatori, che non vedono l’ora di esaminare quelle stupende e preziose opere. 
Riguardo ai funzionari della legge, Dynamis non possiede degli ufficiali di polizia. “Cosa?!”, voi vi domanderete. Beh, ecco la risposta: coloro che mantengono l'ordine sono chiamati “Ultimate Trainers”.
E' una vera e propria organizzazione di agenti che interviene in caso di pericolo sulle varie regioni. Essi sono considerati la massima autorità e vengono selezionati molto scrupolosamente da tutte le sette regioni dalla Lega Pokémon. La loro autorità viene riconosciuta in tutte le regioni, e godono di vari privilegi.
Il loro lavoro principale è quello di mantenere sicura la regione, ed è grazie a questo che Dynamis è la più sicura tra le sette. In poche parole, il tasso di criminalità è praticamente nullo.
Dynamis è anche la regione più difficile dove affrontare la Lega Pokémon. Infatti anche i Superquattro ed il Campione sono degli Ultimate Trainers e, a differenza delle altre regioni, non sono specializzati in alcun tipo di pokèmon specifico, in modo da prendere in contropiede gli sfidanti.
Essi sono conosciuti nella regione per la loro forza estrema. A differenza delle altre regioni, però, i Superquattro e il Campione vengono selezionati in un modo particolare.
Esiste un'antichissima leggenda sulla creazione di Dynamis. I dettagli sono veramente scarsi a causa delle censure poste sui documenti ufficiali dalla Lega Pokémon, ma le storie furono tramandate da secoli, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Secondo la leggenda, esistono cinque pietre: le Pietre del Potere.
Ognuna di esse deriva dal potere di uno dei cinque Eroi che hanno creato Dynamis. Le pietre sono speciali, si legano all'anima del proprio Possessore non appena entrano in contatto.
Si dice anche che le anime dei cinque Eroi si reincarnino ogni cento anni in un diverso corpo mortale, cominciando una nuova vita come un nuovo individuo, e che siano poi quegli individui coloro a cui le Pietre del Potere scelgano di unirsi.
Le persone a cui si legano le pietre diventeranno i componenti della Lega Pokemon regionale. I cinque allenatori si sfideranno infine per decidere la loro posizione all’interno del sistema di leadership (Campione, Leader, o Superquattro normale).
Anche se sono dotati dell’abilità di usare l’Aura, i cinque prescelti sono delle persone normali: nascono, crescono, vivono e infine, muoiono.
Quando la vita di un Possessore si spegne, la sua anima rinascerà nuovamente, ma affinché questo accada serviranno degli anni (infatti, come già spiegato, le anime degli Eroi si reincarnano ogni cento anni tutte insieme), durante cui Dynamis sarebbe restato senza guida.
Per risolvere il problema, si creò il Consiglio dei Cinque, un organo politico che, in caso di necessità o mancanza della Lega Pokèmon, prenderebbe le decisioni per il popolo della regione.
I membri del Consiglio sono solitamente il presidente dell’Organizzazione Ultimate Trainers (OUT), il primo ministro della regione, un rappresentate della Banca Regionale Interna (BRI), un rappresentante eletto dal popolo di Dynamis e uno scelto dal Campione prima della sua morte.
Un’altra cosa importante che si deve sapere di questa regione è che si tratta di un principato, il che significa che il/la Campione/Campionessa e il/la Leader dei Superquattro possedevano anche il titolo di principe e principessa mentre gli altri tre membri della Lega erano titolati duchi e duchesse.
L’attuale principessa di Dynamis si chiamava Alyssa LeBlanc, Possessore della Pietra Gialla. La giovane ragazza aveva vent’anni, e fu riconosciuta come legittima principessa all’età di quattordici. Nonostante sembri strano e incredibile lasciare il comando di una regione a una bambina, era un fatto abbastanza casuale in Dynamis.
Le Pietre del Potere attiravano infatti i loro Possessori come per magia, e dato che i giovani allenatori iniziavano il loro viaggio a dieci anni, la maggior parte dei Possessori trovavano le Pietre in quella fascia d’età tra i 12 e i 16 anni.
Il Possessore della Pietra Rossa è stato infatti trovato solo poco tempo prima. Questa persona è Ashton Liam Ravensong-Ketchum, meglio noto in passato come Ash Ketchum, anche se la sua nuova identità è Liam Ravensong.
Il suo è un nome lungo, ma si rivelò utile per nascondersi dalle persone che lo avevano ferito profondamente. ‘Ashton’ è il suo primo nome, ‘Liam’ è in onore del padre (che è tutt’ora disperso), ‘Ravensong’ era il cognome della madre prima di sposarsi e ‘Ketchum’ è il cognome del padre.
La storia del giovane allenatore è molto controversa e difficile, ma ha finalmente, dopo tante prove, trovato la pace e la felicità con una nuova famiglia: la Lega Pokèmon di Dynamis.
Il gruppo di cinque era infatti molto simile e, quindi, avevano stretto amicizia molto in fretta e ora, dopo alcuni anni, si consideravano una famiglia vera e propria.
Tornando alla regione …
In Dynamis non esistono i Capipalestra. Gli allenatori, per dimostrare il loro valore, partecipano a dei tornei settimanali che si svolgono in tutte le otto città principali: Atenepoli, Atlantopoli, Invernia, Arsenia, Naiadi, Astraia e Olympia.
La Lega Pokemon invia dei rappresentanti a questi tornei, che poi segnaleranno i migliori allenatori al/alla Leader dei Superquattro e al Campione/Campionessa, che a loro volta invieranno loro degli inviti per sfidare la Lega.
Per la geografia regionale, invece, non c’è di cui preoccuparsi. La parte centrale del territorio è molto pianeggiante, con qualche collina al massimo, mentre a nord-est si trova la catena montuosa più grande della regione. E’ anche la zona più fredda.
A sud e sud-ovest si trova solamente un tratto di zona basso e lineare, che termina con delle spiagge stupende che danno sul mare. A nord-est si trovano invece molte isole, piccole e grandi, tra cui l’Arcipelago di Atlante.
A sud-est si trovava invece una zona arida, molto ristretta rispetto alle altre, ma on un temperatura di 15° sopra la media, classificandola quindi come la zona più calda della regione.
Infine c’è la montagna più alta: Monte Paradiso. Ovviamente, fa parte delle catene montuose.
Nessuno sa perché è stata chiamata in quel modo, ma i Superquattro e il Campione l’hanno scelta come loro residenza e sede della Lega Pokemon regionale.
Vediamo quello che stanno facendo in questo momento …

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Ciao a tutti!
Questa è la mia prima storia pokèmon. Spero vi piaccia. Vi avverto che non sarà concentrata totalmente sulle battaglie pokèmon, ma tratterà molti altri temi.
Alla prossima,
 
Anakin Solo
 

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Capitolo 2
*** Presentazioni ***


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Introduzione
 
“Villa Lega” era la residenza dei Superquattro e del Campione della regione Dynamis.
Si trovava sul Monte Paradiso, nel nord-est della regione, protetta da una catena montuosa in cui si faceva strada Via Vittoria.
Nonostante tutte le altre montagne della zona fossero occupate da grandi tempeste di neve quasi tutto l’anno, Monte Paradiso non ne aveva alcuna.
Era, infatti, la montagna più rigogliosa della zona: verde con alberi e cespugli, i quali producevano frutta squisita, blu, a causa delle numerose cascate e ruscelli che la attraversavano, e bianca, a causa della poca neve che si trovava sul picco della montagna.
E in mezzo a tutto questo, nella zona in cui si fondevano i diversi paesaggi, si trovava Villa Lega.
Chiamarla “villa” era quasi un eufemismo; l’edificio era infatti costruito in pietra e legno e in una grande radura verde, molto spaziosa.
La casa aveva tre piani, con piscina e vasca idromassaggio sul retro e un grande giardino davanti. C’era anche una seconda piscina al di fuori del secondo piano.
Tutta la costruzione era circondata da alberi e natura della montagna, delimitando il giardino.
Villa Lega era, quindi, la casa dei Superquattro e del Campione. I sovrani della regione.
C’era poi l'Elite Palace, edificio in cui si svolgevano le lotte contro allenatori sfidanti che cercavano di reclamare il titolo di Campione della regione.
L’edificio era costruito alla base del Monte Paradiso, su una delle pianure che circondavano il breve tratto tra la montagna e il resto della catena di monti.
Era un palazzo di forma rettangolare, con un giardino gigantesco e statue di marmo bianco sparse.
La Via Vittoria conduceva esattamente all’ingresso del palazzo. Ma ora, questo non ci interessava.
Ora dovevamo vedere cosa stavano facendo i proprietari di questi posti: i Superquattro e il Campione.
 
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Capitolo 1

“Presentazioni”
 
Era quasi il momento.
I Superquattro della regione di Dynamis, insieme al loro Campione, stavano preparando le valigie.
Perché? Semplice.
Si stavano preparando per partire alla volta di Atlantopoli, la più grande città di Dynamis, per il Torneo Invictus, una competizione interregionale a cui avrebbero partecipato gli allenatori più forti da tutte le regioni, compresi i vari Campioni e Superquattro.
All’interno di Villa Lega, l’atmosfera era molto indaffarata. Grida e domande volavano tra i corridoio e tra le mura bianche della casa, mentre tramite le ampie vetrate del salotto filtrava una luce splendente, che illuminava tutti gli arredamenti interni e il pavimento in parquet di legno scuro.
Persino i pokèmon che abitavano vicino alla casa guardavano l’edifico con curiosità. Non si poteva dar loro torto, però, dato che sembrava che all’interno delle quattro mura si stesse svolgendo un omicidio di massa.
Esclamazioni come “Alyssa, dov’è il computer?!”, “Qualcuno ha visto le mie scarpe?!”, “Ce l’ho io il computer, Jude! E non te lo darò!”, “La mia spazzola è sparita! Chiamate l’OUT, voglio subito la mia spazzolina cara!”.
All’ultima frase, si sentirono quattro tonfi dalle varie parti della casa. Se qualcuno avesse vistola scena, avrebbe notato quattro persone cadute in stile anime, con le gambe all’aria.
– Ok – disse un ragazzo entrando nell’ampio salotto. – Io ho finito.
Il ragazzo sembrava avere circa vent’anni. Aveva capelli corti castani e occhi verdi. Gli occhi avevano un luccichio malizioso, che avvertiva di stare alla larga o essere vittime di qualche scherzo. Indossava dei jeans blu e una t-shirt bianca con scritto in corsivo elegante “I’m the best” in lettere blu.
Era il primo dei Superquattro, ovvero colui che gli allenatori avrebbero sfidato una volta completato il percorso di Via Vittoria. Possedeva anche il titolo di duca di Dynamis.
– Davvero, Michael? Non hai trovato una maglietta migliore da indossare? – chiese una ragazza seduta sul divano, con un computer color argento sulle gambe.
La ragazza sembrava circa la stessa età del ragazzo (ma con le femmine non si può mai dire). Aveva dei lunghi capelli biondi dorati che le arrivavano alla schiena, legati in una fantasiosa e complicata treccia. I suoi occhi erano di un colore giallo dorato che assomigliavano proprio a due lingotti d’oro massiccio, anche se non erano spaventosi, anzi, erano molto ipnotizzanti.
Indossava una gonna corta di colore azzurro pastello e una maglietta rosa a maniche corte e con una sola spallina, che esponeva la pelle abbronzata della giovane donna.
Il suo portamento, ovvero spalle dritte e mento alto, le davano un’aria molto regale, probabilmente dovuto alle molte ore di storia del galateo che lei e gli altri quattro membri della Lega dovettero studiare nei primi mesi del loro regno.
Ella era la leader dei Superquattro nella regione di Dynamis, ovvero quella che gli sfidanti avrebbero affrontato prima di andare dal Campione e che avrebbe preso il controllo della Lega in caso gli capitasse qualcosa. Era anche la principessa, una dei due regnanti della regione.
– Ha ragione Alyssa, Michael. Tanto lo sappiamo che quello che c’è scritto sulla tua T-shirt è una bugia – disse un’altra voce, questa volta maschile, proveniente da una camera vicina.
– Anche tu Jude? – chiese disperato Michael, vedendo che erano tutti contro di lui e la sua povera maglia.
Il ragazzo in questione uscì dalla stanza poco dopo. Aveva capelli neri un po’ più lunghi di Michael, che si fermavano agli zigomi, e molto disordinati, ma che gli davano un aspetto “sexy”, come descritto nelle molte riviste di moda della regione. I suoi occhi erano d’argento scintillante, come la luna piena durante la notte.
Indossava una maglietta a maniche lunghe blu, che mostrava il contorno dei suoi muscoli, e dei pantaloni marroni con delle scarpe rosse.
Era il terzo dei Superquattro, ovvero appena sotto la loro leader, Alyssa, che al momento era comodamente seduta sul divano. Possedeva il titolo di duca di Dynamis.
– Ti prego Helena, almeno tu, dimmi che sei dalla mia parte! – pregò Michael, rivolgendosi con fare teatrale e melodrammatico alla ragazza che stava guardando la scena appoggiata allo stipite della porta.
Qualcuno di estraneo avrebbe avuto uno spavento enorme nel notare che Helena si era come materializzata sul posto: non c’era stato il minimo rumore che indicasse la sua presenza. Ma i suoi amici si erano ormai abituati alla cosa, la ragazza poteva essere scaltra quando lo voleva.
– Non tiratemi dentro, odio le discussioni. E faresti meglio a cambiarti: la moda potrà essere per tutti, ma la tua è un’eresia – rispose lei, con un sorriso divertito.
Aveva capelli neri corvini che finivano con delle punte rossicce, quasi di fuoco, e dei profondi occhi blu mare. Indossava una canottiera nera di cotone, che lasciava intravedere entrambe le spalle e le braccia, con una gonna gialla canarino e un basco (cappello francese) di colore anch’esso nero.
Era la seconda dei Superquattro, tra Michael e Jude, e la duchessa della regione. Nonostante il suo atteggiamento, ora serio, solitamente era quella che potrebbe essere chiamate la “svampita” del gruppo, ovvero che aveva quasi sempre la testa tra le nuvole.
E la sua ossessione era lo shopping.
– Qualcuno di voi sa dove si trova il Campione? – chiese Jude, guardandosi intorno per vedere se fosse in vista.
– Vado a cercarlo – disse Alyssa, chiudendo il portatile sulle ginocchia e cominciando ad alzarsi dal comodo divano.
Al momento la leader dei Superquattro stava scrivendo un importante articolo pubblicitario sul torneo, che sarebbe stato poi pubblicato sul sito della Lega Pokèmon e, per quanto desiderava finire il lavoro, sapeva che doveva cercare il suo migliore amico.
Soprattutto perché i suoi tre altri amici non erano capaci di farlo. Ci fu una volta in cui Helena, Michael e Jude ebbero bisogno del suo aiuto, quindi lo cercarono per tutta la casa, ma non riuscirono a trovarlo. E cercarono per due ore intere.
Alla fine, per pietà, Alyssa consigliò loro di cercare nella stanza del Campione. Indovinate dove lo trovarono? Già, proprio lì.
– Non c’è n’è bisogno, sono qui – disse una voce maschile dal corridoio, interrompendo l’uscita della ragazza bionda.
Tutti si girarono verso la porta, da cui entrò poco dopo niente meno che il Campione stesso, Ash Ketchum.
– Ah, eccoti Ash. Dobbiamo partire tra poco – lo informò Alyssa, avvicinandosi al suo migliore amico e co-regnante di Dynamis.
Il campione aveva circa di ventuno anni. I suoi capelli erano di colore castano chiaro e indisciplinati, un po’ più corti di quando iniziò il suo viaggio pokèmon. Aveva degli occhi di colore rosso rubino, affascinanti come quelli dei suoi quattro amici, con pelle abbronzata a causa del sole.
Indossava una camicia bianca, sovrastata da una felpa rossa. Un paio di jeans azzurri e delle scarpe nere completavano il look, insieme a una cintura su cui si trovavano sei pokèball rosse e bianche.
Se si prestava attenzione, però, si poteva notare una cordicella sottile che fungeva da collanina, collegata ad una settima pokèball, nascosta dalla camicia.
Tutto sommato, se non si avesse conosciuto la sua vera identità, non lo si avrebbe riconosciuto a causa di tutti i cambiamenti, che lo facevano sembrare una persona diversa. Le piccole Z sulle guance erano sbiadite con la crescita, completando l’opera.
– D’accordo, Aly. Era ora che Helena finisse di fare le sue valigie – disse, rivolgendosi alla ragazza in questione con un sorriso scherzoso. – Non sono anormalmente grandi? – le chiese, prendendola in giro.
– La moda non può essere limitata – ribatté la ragazza, come se quella frase svelasse tutti i segreti dell’universo.
– Siete tutti pronti? – chiese Alyssa alzando gli occhi, ignorando Helena, la quale si era messa in una posa da supereroe (braccio destro alzato in aria, il sinistro sul fianco, mentre le gambe erano leggermene divaricate e lo sguardo puntava al cielo … o il soffitto, immagino).
Un coro di risposte affermative è stato ascoltato.
– Bene – commentò Ash. – Se tutti avete preso le vostre valigie, possiamo partire.
Tirò poi una delle pokèball, rilasciando il pokèmon che si rivelò essere Mewtwo, il leggendario tipo psichico.
– Mewtwo, teletrasportaci ad Atlantopoli, per favore – ordinò Ash al pokèmon, con voce gentile.
I Superquattro, borse in spalla, si avvicinarono al Campione. La maggior parte di loro avevano delle smorfie insoddisfatte, sapendo che il teletrasporto causava sempre mal di testa e nausea, ma non commentarono.
Pochi secondi dopo, una luce invase la stanza e, una volta scomparsa, la rivelò vuota.
 
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Nel prossimo capitolo …
 

– Ragazzi venite! Siamo arrivati! – li informò Lucinda e, procedendo verso la passerella della nave, cominciarono il viaggio verso il Centro Pokèmon della città, per registrarsi al torneo.


Ash aggrottò la fronte, leggermente preoccupato per la ragazza, prima di avvicinarsi a lei e usare un po’ della sua Aura per attenuare il dolore che provava.
La leader dei Superquattro arrossì leggermente alla vicinanza con il bel Campione, prima di tentare di nasconderlo. Non era professionale da parte sua e poi … insomma, era il suo migliore amico!


Nel silenzio, però, cominciò a ripensare al passato. E questa non era una buona cosa, dato che gli portava solo dolore e tristezza.
Ma ormai, era troppo tardi. La sua mente ripassò gli eventi di quella giornata di cinque anni fa, e Ash non poté fare nulla se non rivivere il suo tradimento.

 
 
Al prossimo capitolo con tutto questo e altro:

“L’inizio di tutto”
 
 
 
 
 
Ciao a tutti,
Ehi, eccoci al primo capitolo!
Ed ecco comparsi i nostri personaggi principali: Alyssa, Jude, Michael, Helena e Ash!
Non metterò delle foto, quindi dovrete immaginarveli voi! Vi metto adesso, però, le immagine riguardanti i luoghi descritti sopra.
Spero vi sia piaciuto questo capitolo!
Villa Lega:
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Giardino Retro di Villa Lega:
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Elite Palace:
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Alla prossima,


Anakin Solo
 
Aggiornato: 5/6/2016

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Capitolo 3
*** L'inizio di tutto ***


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Nel capitolo precedente …
 
I Superquattro, borse in spalla, si avvicinarono al Campione. La maggior parte di loro avevano delle smorfie insoddisfatte, sapendo che il teletrasporto causava sempre mal di testa e nausea, ma non commentarono.
Pochi secondi dopo, una luce invase la stanza e, una volta scomparsa, la rivelò vuota.
 
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Capitolo 2

“L’inizio di tutto”
 
Era mattina tarda, verso le undici, e nella zona portuaria di Atlantopoli, capitale di Dynamis, stava per attraccare una nave piena di turisti e allenatori eccitati per il Torneo Invictus, a cui non vedevano l’ora di assistere o partecipare.
– Ci siamo quasi! – urlò un ragazzino occhialuto di quindici anni. Aveva dei capelli corti neri e aveva gli occhi azzurri. Indossava dei pantaloncini corti color marrone e una maglietta verde a maniche corte, a causa del caldo estivo.
– Sì Max, ma vedi di non agitarti troppo – raccomandò Brock, un amico della famiglia di Vera e Max.
Era l’ex-capopalestra di Plumbeopoli, nella regione di Kanto, prima che il padre assunse l’incarico e si occupò dei suoi molti fratellini e sorelline, permettendogli di viaggiare liberamente per le varie regioni e intraprendere la carriera di medico e allevatore pokèmon.
I due ragazzi lo avevano incontrato quando viaggiarono per Hoenn, durante la loro infanzia. Da allora, si tennero sempre in contatto, vedendosi in certe occasioni per recuperare il tempo perduto.
– Sì, in fondo il torneo non scappa – disse Vera, la sorella di Max.
Era una coordinatrice pokèmon molto famosa in Hoenn e un po’ meno in Kanto, soprannominata la “principessa di Hoenn” dal pubblico e dai suoi fan.
La ragazza indossava una bandana e una maglietta entrambe azzurre, con pantaloncini corti neri e un marsupio giallo alla vita, dove conteneva i suoi pokèmon e i suoi nastri da coordinatrice, che segnavano le sue molte vittorie.
Il padre era il capopalestra di Petalipoli, in Hoenn, dove entrambi hanno fatto il loro primo viaggio pokèmon.
– Hai ragione, e poi vincerò di sicuro! Sono troppo forte per loro! – disse Max con arroganza, sistemandosi gli occhiali sul naso. Nonostante avesse cinque anni di esperienza in cui non vinse nulla di troppo importante, non era un allenatore umile. L’unico motivo per cui riuscì ad entrare nel torneo fu per il fatto che il padre, Norman, non poteva essere presente e aveva mandato il figlio al suo posto.
Proprio in quel momento vennero raggiunti dai loro amici: Misty, Lucinda, Iris, Spighetto, Tracey e Diapo.
Il gruppo si era conosciuto a Biancavilla, a casa della signora Ketchum, prima che la donna li bandì per quello che avevano fatto al figlio.
Dopo essersi incontrati, diventarono amici e viaggiarono in diverse regioni per alcuni anni: Misty, Iris e Brock andarono a Hoenn, Max e Tracey a Sinnoh, Vera e Lucinda a Hoenn e Diapo visitò Kanto e Johto insieme a Spighetto.
Tutti, comunque, rimasero sempre in contatto e in buoni rapporti, a volte pianificando delle riunioni per l’intero gruppo in una regione o un’altra.
Misty era la capopalestra di Celestopoli, ed era un’allenatrice specializzata nei pokèmon di tipo acqua. Il suo sogno era diventare la più brava del settore. Aveva capelli arancioni e occhi azzurri cristallini.
Lucinda era una coordinatrice pokèmon, e veniva dalla città di Duefoglie, Sinnoh. Aveva i capelli blu scuro e gli occhi azzurri pure. Indossava una gonna corta rosa, un gilet nero e un cappellino bianco.
Iris proveniva dal Villaggio dei Draghi, Unima, e voleva diventare una Maestra Drago. I suoi capelli erano lunghi e folti, di un viola molto scuro, quasi blu, e aveva gli occhi marroni. Indossava un poncho (?) color pesca.
Spighetto era, insieme ai suoi due fratelli, capopalestra di Levantopoli, Unima, ed era un intenditore di pokèmon. Aveva i capelli verdi chiaro e indossava uno smoking, che usava nel suo ristorante per servire i clienti.
Tracey era assistente del professor Oak, e disegnava pokèmon per hobby. Aveva una bandana sulla testa, che impediva ai capelli di cascare sugli occhi. Era vestito con una maglietta e dei pantaloncini corti.
Diapo era, infine, un allenatore di pokèmon dalla regione Unima. Fu invitato al torneo a causa della sua vittoria nei campionati di Unima e Johto. Aveva i capelli biondi lunghi e indossava una giacca arancione con dei pantaloni marroni.
– Ragazzi venite! Siamo arrivati! – li informò Lucinda e, procedendo verso la passerella della nave, cominciarono il viaggio verso il Centro Pokèmon della città, per registrarsi al torneo.
 
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Contemporaneamente all’arrivo di Max e il suo gruppo, una luce bianca invase una delle piccole stradine vicino al viale principale della città di Atlantopoli, fortunatamente passando inosservato dalle persone non troppo lontane.
Quando i Superquattro aprirono gli occhi, subito Alyssa si appoggiò ad un muro vicino, con la mano sulla fronte e un espressione di sofferenza, mentre Helena diventò un po’ verde e si piegò sulle ginocchia.
Michael non si fece problemi e scappò dietro un bidone della spazzatura lì accanto, prima di vomitare tutta la colazione che fece quella mattina.
Jude sembrò l’unico non troppo influenzato, insieme ad Ash. Entrambi i ragazzi batterono le palpebre un paio di volte, prima di guardarsi intorno, cercando di capire dove si trovassero.
– Grazie Mewtwo – disse Ash ritornando il pokèmon. – Bene, – disse poi rivolgendosi ai quattro allenatori con lui. – adesso andremo al Centro Pokémon per registrarci correttamente al torneo. A quanto pare c’è stata una complicazione e abbiamo bisogno di farlo personalmente – precisò, notando le facce confuse dei suoi amici. – Ultima raccomandazione: ricordate che io vado …
– Sotto il nome di Liam Ravensong in pubblico. Lo sappiamo Ash, non ti preoccupare – lo interruppe Alyssa, alzando gli occhi, ancora tenendosi la fronte.
Ash aggrottò la fronte, leggermente preoccupato per la ragazza, prima di avvicinarsi a lei e usare un po’ della sua Aura per attenuare il dolore che provava.
La leader dei Superquattro arrossì leggermente alla vicinanza con il bel Campione, prima di tentare di nasconderlo. Non era professionale da parte sua e poi … insomma, era il suo migliore amico!
– Bene. Possiamo andare – disse Ash, non notando l’agitazione della ragazza bionda.
Le cinque celebrità uscirono quindi dal vicolo, ignorando le dita puntate o le esclamazioni della gente quando li riconoscevano,  e cominciarono a camminare verso il Centro Pokémon, luogo di registrazione al torneo.
 
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Il viaggio non fu molto lungo, circa cinque minuti, grazie al teletrasporto molto preciso di Mewtwo, che li aveva lasciati vicini al centro della città, dove si trovava il Centro Pokèmon.
Comunque, questo non aveva diminuito lo stupore della gente comune quando vedeva passare accanto a loro i regnanti della regione. Principalmente furono i turisti che assillarono e infastidirono i cinque ragazzi, dato che per il popolo della regione non era troppo raro vederli passeggiare per le città, soprattutto la capitale.
Tornando al presente, Ash e i suoi amici raggiunsero la loro destinazione. Il Centro pokèmon di Atlantopoli era grande almeno tre volte uno normale a causa delle dimensioni della città e, quindi, il numero alto degli abitanti.
Per il resto era uguale identico a tutti gli altri, se non per il numero di Infermiere Joy che ci lavoravano (ce ne erano infatti quattro). L’edificio era dotato di cinque piani, ognuno con uno scopo specifico: tre erano provvisti di camere da letto per gli allenatori, uno dedicato alla cura dei pokèmon (quindi sale operatorie, medicinali, …) e l’ultimo conteneva la hall e la sala ristorante.
Entrando, il piccolo gruppo poté osservare la grande quantità di allenatori che erano presenti all’interno, riempiendo l’atmosfera di allegria ed energia, con chiacchiere allegre e versi di pokèmon.
Solitamente, però, la quantità di persone che frequentavano i Centri Pokèmon era minore, anche a causa del fatto che il flusso di allenatori di pokèmon non era grande come quello di Kanto, Johto, Hoen, Sinnoh, Unima o Kalos.
Molto probabilmente, la ragione era perché Dynamis non aveva un vero Campionato della Lega Pokémon, né tantomeno Capipalestra dove ottenere medaglie. In Dynamis si doveva attirare l’attenzione degli “osservatori”, uomini che lavoravano per la Lega Pokèmon e cui il lavoro era scegliere sfidanti adatti per i Superquattro.
Sfortunatamente (o fortunatamente) nessuno degli sfidanti è riuscito a sconfiggere la Lega, e questo prova la forza dei Superquattro e del Campione di Dynamis.
Ash, Alyssa, Jude, Helena e Michael si diressero verso il bancone dove si trovava l’Infermiera Joy, per registrarsi. A parere di tutti e cinque, quella era una vera e propria seccatura. Non potevano saltare la registrazione? In fondo, erano loro che ospitavano il Torneo Invictus, era ovvio che avrebbero partecipato!
Sfortunatamente, però, era impossibile. A causa di alcune misure di sicurezza istituite dall’Organizzazione degli Ultimate Trainers, poi, erano costretti a presentarsi di persona e non potevano effettuare la registrazione tramite computer o telefono.
– Forza ragazzi, prima si comincia e prima possiamo andarcene – affermò Ash, offrendosi di andare per primo.
L’operazione durò un paio di minuti e al Campione non restò altro da fare che aspettare gli altri. Nel frattempo, decise di sedersi su una delle comode poltrone nella zona d’attesa, osservando con tiepido interesse i vari allenatori di pokèmon che gli passavano imparte senza riconoscerlo.
Nel silenzio, però, cominciò a ripensare al passato. E questa non era una buona cosa, dato che gli portava solo dolore e tristezza.
Ma ormai, era troppo tardi. La sua mente ripassò gli eventi di quella giornata di cinque anni fa, e Ash non poté fare nulla se non rivivere il suo tradimento.
 
Inizio Flashback  (5 anni prima)
 
- Mamma, sono a casa! – disse Ash, entrando in casa sua, Biancavilla, e dirigendosi verso il salotto, pronto a riabbracciare la madre.
Il sedicenne era appena ritornato dal suo viaggio nella regione di Unima, ma aveva sostato per due settimane su uno dei tanti percorsi della regione di Kanto, decidendo che voleva fare un po’ di allenamento, prima di tornare a casa.
Purtroppo, la sua ultima avventura nel Campionato della Lega Pokèmon di Unima non era finito molto bene: era arrivato nella Top 32, prima di essere battuto da un altro allenatore.
*(Guarda N.d.A.)
Quello che vide, però, lo sorprese. In salotto, ad attenderlo, non c’era sua madre, ma tutti i suoi amici, anche Iris e Spighetto, che aveva salutato tre settimane prima (il viaggio in traghetto Unima-Kanto durava una settimana).
Tutti i suoi amici stavano parlando felicemente, ridendo e scherzando, e l’atmosfera avrebbe potuto sembrare felice e allegra, ma Ash percepiva qualcosa di strano, di freddo nell’aria. Come un presagio maligno.
Non appena la sua voce raggiunse le orecchie dei suoi ex-compagni di viaggio, tutti si zittirono e si voltarono verso la porta, guardandolo con uno strano sguardo.

– Hey, ragazzi, che ci fate qui? Iris, Spighetto? Ho pensato foste tornati a casa – disse confuso Ash, esprimendo la sua curiosità. Si accorse poi di un’altra figura, seduta sul divano di casa sua, molto familiare. – Diapo?! – domandò incredulo.
– Ciao Ash – salutò Lucinda, presto seguita dal resto del gruppo, meno Diapo. – Come stai? E’ da un paio di mesi che non ti vedo. A proposito, tua madre è al mercato di Plumbeopoli, tornerà domani mattina.
– Va bene – rispose Ash, ancora sotto shock. – Perché siete tutti qui? – chiese nuovamente.
– Abbiamo deciso di fare una specie di rimpatriata – rispose allegramente Vera. – Abbiamo chiesto a tua madre se aveva i numeri degli amici con cui hai viaggiato e ci siamo ritrovati qui un paio di giorni fa.
– Sì, tua madre è stata così gentile da ospitarci tutti – concordò Brock.
– Beh, è fantastico, ma perché Diapo è qui?
– Si è unito a noi mentre viaggiavamo qui da Unima – rispose il suo amico dai capelli verdi, Spighetto. – Cercava per te. Disse che aveva qualcosa da dirti.
– Abbiamo discusso un po’ sulla sua idea – continuò Iris, riferendosi alla cosa che il suo rivale di Unima doveva dirgli. – E ci siamo ritrovati d’accordo
– Ah si? Su che cosa? – chiese lui, confuso dal tono oscuro della sua amica. Era forse successo qualcosa di brutto.
– Noi pensiamo che … beh … - provò a dire Max, interrompendosi, come incerto nel parlare.
– Devi abbandonare il tuo sogno stupido – disse la voce di Diapo ad Ash.
– Diapo? Ma che cosa stai dicendo?! – chiese Ash, sorpreso e arrabbiato, una volta visto il suo rivale da Unima. Si aspettava qualcosa di orribile, ma non questa proposta pazza.
L’allenatore guardò i suoi amici, che lo guardavano con un misto di tristezza e accettazione. Dire che Ash fu sorpreso era niente a quello che successe dopo.
– Ha ragione – disse Misty. – Senza offesa, ma sei debole. Sei riuscito a vincere solo la Frontiera Battaglia e la Lega di Orange, che sono obiettivi molto facili e di nessuna importanza nel settore agonistico della Lega. –
Tutti gli altri presenti espressero dopo poco il loro accordo, annuendo o guardando il pavimento, mormorando "sì".
– Come potete dire questo? – chiese Ash scioccato e ferito. Osservò bene i suoi amici negli occhi, per vedere se dicevano la verità e, per un secondo sfuggente, gli sembrò di notare un piccolo lampo viola negli occhi di Misty, ma fu andato prima che potesse aprir bocca.
I suoi pensieri furono poi distratti dalle affermazioni che seguirono la dichiarazione di quella che avrebbe dovuto essere la sua migliore amica.
– Ash – lo chiamò dolcemente la sua amica di Hoenn. – Non intendiamo offenderti, ma … – qui Vera si fermò un attimo, come indecisa, prima di continuare con la sua affermazione. – In tutte le Leghe che hai partecipato non hai mai vinto e sono ormai cinque …
La coordinatrice si interruppe, ma per Ash quelle parole bastavano. Un sentimento di dolore e tradimento si formò rapidamente nel suo petto.
– E’ vero – mormorò con voce quasi inudibile Max. – Io ti ho ammirato tanto, e credo che tu sia una grande persona, ma forse ... forse la carriera di allenatore non è per te.
– E tu, Lucinda? – domandò l’allenatore di Biancavilla, rivolgendosi alla ragazza di Sinnoh, distogliendo lo sguardo dai due fratelli che considerava come parte della sua famiglia. – Ti ho insegnato tutto quello che sai, sei come mia sorella! – le gridò triste Ash, sperando che almeno lei negasse le affermazioni.
La ragazza sembrò svegliarsi da un sonno profondo, ma un attimo dopo, con un luccichio viola negli occhi, gli rispose in malo modo.
– Ed è per questo che non ho vinto il Gran Festival! Tu sei un allenatore, o dovresti esserlo, non puoi insegnare ad un coordinatore – disse Lucinda arrabbiata, anche se con tono un po’ traballante. Subito dopo, la ragazza si coprì la bocca, con gli occhi spalancati. – Oh mio Dio, Ash, non intendevo …
– Iri, Spighetto? – chiese il sedicenne, con le lacrime ormai agli occhi.
I due abbassarono lo sguardo a terra, non osando rispondere, anche se i loro pensieri erano ormai chiari a tutti.
– E poi, – cominciò Brock – sei sempre così impulsivo, ti cacci sempre nei guai.
– Forse sarebbe più sicuro se tu stessi qui a casa tua e lasciassi la carriera di allenatore – aggiunse Vera prima che il ragazzo potesse ribattere.
– Ovunque andavi i pokèmon e le persone si facevano sempre male. E’ come se tu portassi … – disse Tracey con tono flebile, fermandosi prima di andare oltre.
– E’ davvero questo che pensate? – domandò debolmente Ash alla stanza silenziosa. – Bene. Allora me ne vado, non c’è più niente per me qui – disse Ash, prima di correre fuori dalla porta (dimenticandosi che quella era la sua casa) e verso il laboratorio del professor Oak, con Pikachu al seguito.
– Ash, aspetta! – gridò Lucinda, alzandosi dal divano, pronta ad inseguirlo. La coordinatrice non aveva intenzione di ferirlo, voleva solo fare ciò che era meglio per lui.
– Ferma – ordinò Diapo, prendendole un braccio. – Lascialo andare, è per il meglio.
La ragazza dai capelli blu lo guardò con un’espressione di rabbia, prima di schiaffeggiarlo. – Questa è tutta colpa tua, innanzitutto! E’ stata la tua idea stupida e io ti ho seguito! Non avevo la minima intenzione di ferire colui che è un fratello per me! E ora, lasciami andare, se non vuoi che ordini ai miei pokèmon di attaccarti.
Come per dimostrare la sua minaccia, Lucinda portò la mano dove si trovavano le sue pokèball afferrando quella del suo pokèmon più forte, Mamoswine.
Il ragazzo da Unima la guardò ancora per pochi secondi, prima di ignorare la sua minaccia e parlare con un tono lento e calmante: – Hai fatto ciò che è giusto. Lascialo andare e resta qui con noi.
Un lampo viola passò negli occhi di Lucinda, che annuì con fare svogliato, come in trance, prima di ritornare a sedersi, riprendendo a parlare con gli altri.
Come se nulla fosse accaduto.
 
(O)(O)(O)
 
Nel frattempo, Ash aveva raggiunto il laboratorio e, spiegata la situazione al professor Oak (che ne rimase scioccato), cominciò a raccogliere i suoi pokémon.
Prima che potesse allontanarsi però, una voce dietro di sé lo chiamò. Era il professor Oak.
Il vecchio sembrava volesse dirgli qualcosa, ma un movimento nei cespugli vicini attirò la sua attenzione. Gli occhi di Oak si spalancarono in incredulità, e riuscì solo a gridare “attento!”, prima che un raggio viola d’energia si diresse verso il ragazzo tradito dai suoi amici.
Un’esplosione risuonò in tutta Biancavilla e dintorni.
 
Fine Flashback
 
Ash non dimenticherà mai il momento in cui si svegliò, perché fu in quel momento che conobbe la sua salvezza, Alyssa LeBlanc. Si ricorda ancora oggi lo shock che aveva provato nel sapere che lei era la leader dei Superquattro!  E la principessa, non di meno!
E, meglio ancora, si ricorda lo shock di lei dopo aver scoperto di essere il Possessore della Pietra Rossa, l'ultima Pietra del Potere rimasta.
Tornando alla storia, però …
La ragazza, allora quindicenne, gli spiegò che si trovava nella regione di Dynamis, poco famosa a causa delle mancanza di un Campionato.
Aveva più tardi scoperto che era stato salvato da Arceus. Nel biglietto che aveva trovato c'era scritto che il primordiale leggendario non aveva mai smesso di tenerlo d'occhio, dato che era il suo prescelto, e che una volta visto il tradimento dei suoi "amici" aveva deciso di aiutarlo e trasportarlo in questa nuova e sconosciuta regione.
Dopo alcuni giorni di riflessione, il ragazzo di Biancavilla che questo avrebbe potuto essere un nuovo inizio e ricominciò ad allenarsi per sfidare la Lega Pokèmon.
Tra tutti gli avvenimenti, però, c’era una nota dolente: Pikachu era sparito. Ash lo cercò per mesi interi, prima di rassegnarsi tristemente.
Quando chiese il parere di Alyssa, la ragazza gli disse che il suo pokèmon potrebbe essere scappato nella foresta in cui lei l'aveva trovato (improbabile, lui e Pikachu erano migliori amici) o ... peggio.
Tutto sommato, quello fu il giorno più buio della sua vita, ma anche l’inizio di una fantastica avventura.
Una che avrebbe cambiato il mondo intero.
 
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Nel prossimo capitolo …
 

– Ehi, secondo voi perché c’è una folla immensa davanti al Centro Pokèmon? – chiese Iris, indicando la costruzione non lontana da loro.
– Non ne ho idea – rispose Vera, anch’ella confusa.
– Forza, andiamo a vedere! – esclamò il fratello minore, correndo verso la marea di gente.

 

Emettendo un sospiro disperato, Ash cominciò a farsi strada nella marea di allenatori e tifosi, ignorando le varie grida di quest’ultime del tipo: “Vuoi sposarmi, Liam?”, “Alyssa, ti prego, accettami come tuo studente!”, “Jude, Michael, siete i miei idoli!”, “Voglio combattere con voi, accettate?” e tante altre ancora.
I cinque erano quasi riusciti a scappare, quando il principe della regione sentì una voce che non avrebbe mai voluto sentire.

 

– Siete dei codardi – li chiamò lui, facendo boccheggiare tutte le persone presenti. Il ragazzo aveva avuto il coraggio di insultare dei membri della Lega e i regnanti della regione!
– Cosa, scusa? – chiese incredula Alyssa. In tutti i suoi anni in cui era stata principessa, nessuno l’aveva mai chiamata in quel modo. Stupida e ingenua, sì, ma non codarda.
– Ma con chi credi di star parlando? – domandò incazzata Helena. – Sai chi siamo noi?

 
 
Al prossimo capitolo con tutto questo e altro:

“Riunione di famiglia: la battaglia”
 
 
 
 
 
Ciao a tutti,
come vi è sembrato il capitolo?
Atlantopoli è come una New York e al centro di quello che sarebbe ‘Central Park’ si trova il luogo dove si svolge il torneo. Sono cinque stadi, uno più grande e quattro piccoli, ma i dettagli arriveranno nei prossimi capitoli.
Vi lascio comunque un’immagine.
Arcipelago di Atlante:
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Atlantopoli:
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Zona dove si svolge il torneo:
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 Scusate se ho fatto scomparire Pikachu ma sarebbe stato un indizio troppo forte sulla vera identità di Ash e ho dei piani e un motivo preciso sul perché è sparito che sarà svelato più avanti nella storia.
Se volevate sapere di più sulla sua scomparsa, vi dico che tornerà verso la fine della storia e sapremo tutti i dettagli della sua sparizione.
Pace gente!

 

Anakin Solo
 
Aggiornato: 6/6/2016

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Capitolo 4
*** Riunione di famiglia: la battaglia ***


OOOOO | Pokèmon : Le Pietre del Potere | OOOOO
 
Nel capitolo precedente …
 
Tra tutti gli avvenimenti, però, c’era una nota dolente: Pikachu era sparito. Ash lo cercò per mesi interi, prima di rassegnarsi tristemente.
Quando chiese il parere di Alyssa, la ragazza gli disse che il suo pokèmon potrebbe essere scappato nella foresta in cui lei l'aveva trovato (improbabile, lui e Pikachu erano migliori amici) o ... peggio.
Tutto sommato, quello fu il giorno più buio della sua vita, ma anche l’inizio di una fantastica avventura.
Una che avrebbe cambiato il mondo intero.
 
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Capitolo 3

“Riunione di famiglia: la battaglia”
 
Una volta finita la registrazione per iscriversi al Torneo Invictus, i Superquattro si guardarono intorno per Ash, il loro Campione.
Alyssa lo vide poco dopo, seduto su una delle poltrone nella hall del Centro Pokèmon. Il ragazzo aveva quasi letteralmente un’aria di tristezza che aleggiava intorno a lui, facendo capire alla bionda che c’era qualcosa di sbagliato con il suo migliore amico, e gli si avvicinò.
– Va tutto bene, Liam? – chiese Alyssa, ricordandosi di usare il suo secondo nome perché erano in pubblico.
Sapeva quanto paranoico poteva essere per questa cosa. Non voleva che qualcuno del suo passato, tranne quelli che permetteva lui, potessero trovarlo.
La domanda sembrò riscuotere Ash dai suoi pensieri, perché rivolse il suo sguardo alla leader dei Superquattro, che gli aveva delicatamente poggiato una mano sul braccio destro.
– Hm? – domandò, confuso, prima di recepire la domanda. – Oh sì, tutto bene. Tranquilla – disse lui, cercando di rassicurarla.
Tentativo fallito.
– Certo – rispose Alyssa, con una buona dose di sarcasmo. – Sento l’allegria nell’aria.
Ash le lanciò un’occhiataccia, che non fece né caldo né freddo alla bionda, dato che non si mosse dalla sua posizione di un millimetro, costringendo il Campione a sospirare in rassegnazione.
– Aly, non è niente di importante, smettila di preoccuparti – le disse Ash, guardandola. – Per favore? – aggiunse, quando la vide sul punto di protestare.
– Se lo dici tu … – rispose la ragazza, esitante. – Comunque, noi abbiamo finito – continuò poi Alyssa, riprendendo un tono determinato, facendo un cenno dove gli altri tre del gruppo li stavano aspettando.
– Sì, scusami. Stavo solo pensando al passato – la informò Ash, alzandosi dalla morbida poltrona. Quasi sarebbe rimasto lì per sempre, a causa della sua comodità. Avrebbe dovuto ordinarne alcune da mettere in Villa Lega.
– Sei sicuro di stare bene? – chiese ancora Alyssa, preoccupata, sapendo che il ragazzo soffriva ancora per gli eventi del passato. Non era mai riuscito a superare il fatto che i suoi ex-amici avessero tradito la sua fiducia così bruscamente.
– Sto bene, Aly, non ti preoccupare – la rassicurò Ash, sorridendo, facendo arrossire leggermente la ragazza.
La leader dei Superquattro non era per niente convinta, ma lasciò perdere, sapendo che se Ash avesse avuto qualche problema, prima o poi, gliel’avrebbe confidato.
I due erano migliori amici da quasi tre anni ormai, ovvero dal giorno in cui Ash fu incoronato come Campione e principe di Dynamis. Si erano praticamente detti tutto tra di loro, cose che neanche Michael, Jude ed Helena erano a conoscenza.
Rinunciando a far parlare il suo migliore amico, Alyssa e Ash si incamminarono verso il resto del gruppo e, una volta insieme, cominciarono a dirigersi verso l’uscita. Avevano molto da fare e poco tempo per farlo, non avevano bisogno anche di una folla di fan che impediva loro di lasciare il Centro Pokèmon.
Purtroppo, questo fu quello che successe. La notizia della presenza dei membri della Lega doveva essersi diffusa molto velocemente, perché al di fuori dell’edifico medico si trovava una folla di persone che gridarono d’eccitazione non appena videro il gruppetto di cinque.
Emettendo un sospiro disperato, Ash cominciò a farsi strada nella marea di allenatori e tifosi, ignorando le varie grida di quest’ultime del tipo: “Vuoi sposarmi, Liam?”, “Alyssa, ti prego, accettami come tuo studente!”, “Jude, Michael, siete i miei idoli!”, “Voglio combattere con voi, accettate?” e tante altre ancora.
I cinque erano quasi riusciti a scappare, quando il principe della regione sentì una voce che non avrebbe mai voluto sentire.
“Oh, santo Arceus” fu il suo pensiero.
 
(O)(O)(O)
 
– Ehi, secondo voi perché c’è una folla immensa davanti al Centro Pokèmon? – chiese Iris, indicando la costruzione non lontana da loro.
– Non ne ho idea – rispose Vera, anch’ella confusa.
– Forza, andiamo a vedere! – esclamò il fratello minore, correndo verso la marea di gente.
 – Max rallenta, rischi di perderti! – lo avvisò Misty, ma fu prontamente ignorata dal giovane allenatore.
– Che facciamo? – domandò Brock.
– Beh, non ci resta che seguirlo – rispose Diapo. – Sinceramente, anche io sono curioso di scoprire il motivo di tanta agitazione.
 
(O)(O)(O)
 
Helena, Alyssa, Michael e Jude volsero il loro sguardo ad Ash, vedendo il suo umore incupirsi, dopo aver riconosciuto le voci. Essi non sapevano con certezza cosa stesse succedendo, ma ne avevano una buona idea.
In più, anche i Superquattro disprezzavano gli ex-amici del loro Campione, dopo aver saputo cosa accadde quel giorno. Dopotutto, anche loro avevano avuto un passato turbolento in certe occasioni, quindi non prendevano alla leggera le persone spregevoli.
– Sono loro? – chiese la leader dei Superquattro, prendendo piede al motivo del comportamento del migliore amico.
Il principe si limitò ad annuire, scansionando con attenzione la folla per individuare la provenienza della voce che gli causò tanto dolore in passato.
– Meglio andare, prima che ci raggiungano. Non voglio davvero incontrarli se sono come ci hai raccontato tu, Liam – mormorò Jude, abbastanza forte per essere udibile solamente ai suoi quattro amici.
I cinque aumentarono il passo, ancora facendosi strada in mezzo ai fan, e furono quasi usciti quando un ragazzo di 15 anni dai capelli neri e con gli occhiali si lanciò fuori dalla folla, andando a sbattere contro Ash.
– Stai attento a dove cammini, ragazzo – lo avvertì il Campione con voce leggermente tesa. Non parlava con nessuno di loro da quel giorno. Ed era più difficile di quanto pensasse costringere le parole fuori di bocca.
– Combatti con me, ora! – fu la risposta di Max, allontanandosi leggermente da Ash.
Solo due secondi dopo averlo visto, Michael, Alyssa, Jude ed Helena già volevano gettarlo in carcere. Insomma, il bambino non si era nemmeno scusato per sbattere contro il loro principe!
Anche alcuni abitanti di Atlantopoli che osservavano la scena aggrottarono la fronte, disapprovando i modi del giovane allenatore. Dov’era il rispetto, al giorno d’oggi? Aveva appena ordinato al loro amato principe di fare qualcosa.
– Che cosa sta succedendo? – chiese Vera, la sorella di Max, che intanto aveva raggiunto il fratellino, spintonando leggermente la folla di persone ce si era fermata a guardare il confronto.
– Questo ragazzino, che presumo sia tuo fratello, si è lanciato contro il nostro amico per attirare la sua attenzione e non ha nemmeno chiesto scusa – rispose seccata Helena.
– Senza contare che gli ha anche ordinato di combattere contro di lui – aggiunse Michael.
– Dovrebbe imparare cosa sia il rispetto – affermò Jude, lanciando un’occhiataccia a Max.
– Sono sicura che sia stato un incidente – disse la coordinatrice, afferrando la spalla del fratellino. – Vi prego di scusarlo.
– Senza offesa, ma vorremmo delle scuse da lui – la interruppe la leader dei Superquattro. – Sono abbastanza sicura che sia abbastanza grande per saperle fare.
Vera annuì, comprendendo, prima di dare una leggera spinta alla schiena del fratellino, che fece una piccola smorfia di fastidio, prima di parlare.
– Scusa – disse lui, non sembrando affatto dispiaciuto. – Ora vuoi lottare con me?
La domanda chiesta con sgarbo fece irritare nuovamente i Superquattro, che alzarono un sopracciglio ciascuno, ma a rispondere fu Ash.
– Scusa, ma siamo impegnati. Abbiamo di meglio da fare – rispose pacatamente il Campione regionale della Lega.
– Ma non è giusto! – si lamentò Max,  calpestando il piede per terra come un bambino piccolo. – Io voglio combattere!
La coordinatrice bruna di Hoenn si limitò a guardare la scena in imbarazzo, essendosi ormai abituata da tempo al comportamento del fratello, che era abituato ad essere servito e riverito dai loro genitori. L’influenza di Diapo non aveva aiutato neanche.
“Parli del diavolo, e spuntano le corna” pensò Vera, guardando come l’allenatore di Unima sbucò fuori dalla folla di persona che guardavano con interesse al dibattito, seguito dal resto del loro gruppo.
– Che sta succedendo? – domandò Brock, vedendo la tensione alle stelle.
I membri della Lega Dynamis si limitarono a fissare la coordinatrice bruna, che aprì la bocca per spiegare, ma fu preceduta dal lamento di Max.
– Non vuole combattere con me! – piagnucolò il quindicenne (che sembrava averne cinque di anni), puntando il dito ad Ash.
– Per primo, – cominciò Jude – è maleducato puntare il dito. Secondo, - e qui si rivolse a Vera – tuo fratello ha un comportamento molto infantile.
Con questo, il quintetto cominciò ad allontanarsi dalla scena, prima di essere fermato dalla voce di Diapo, carica di derisione.
– Siete dei codardi – li chiamò lui, facendo boccheggiare tutte le persone presenti. Il ragazzo aveva avuto il coraggio di insultare dei membri della Lega e i regnanti della regione!
– Cosa, scusa? – chiese incredula Alyssa. In tutti i suoi anni in cui era stata principessa, nessuno l’aveva mai chiamata in quel modo. Stupida e ingenua, sì, ma non codarda.
– Ma con chi credi di star parlando? – domandò incazzata Helena. – Sai chi siamo noi?
– Dovrei? – chiese arrogantemente il nativo di Unima, affiancato da Max, mentre il resto del loro gruppo osservava in disparte, scuotendo la testa disperato.
– Noi siamo i membri della Lega di Dynamis, ragazzo – disse freddamente Jude. – Potremmo espellerti dal Torneo Invictus solo per le parole che hai parlato a noi.
– Ma, ancor di più, noi siamo i governanti di questa regione – continuò Michael, anche lui con voce ferma e determinata. – Potremmo esiliarti da Dynamis a vita o gettarti in carcere con l’ergastolo, perché sei nel nostro territorio.
Diapo e Max sembrarono scioccati dalle informazioni appena apprese, ma poco dopo, il primo riprese la sua aria spavalda, presto seguito dal secondo.
– Allora dovreste vergognarvi ancora di più. Sono sicuro che non meritiate neppure la vostra posizione. Dovreste sparire dalla faccia del pianeta e fare un favore a tutti.
Ci furono altri sussulti di shock dalla folla, che aveva ormai riempito quasi l’intera piazza davanti al Centro Pokèmon. Il popolo di Atlantopoli era indignato dalle accuse dello straniero ai loro regnanti, mentre i turisti erano sorpresi dal pochissimo rispetto che il ragazzo aveva per gli altri.
Ash, però, era una storia completamente diversa. Tremava quasi di rabbia, stringendo il pugno sinistro mentre con il destro aveva già in mano una pokèball. Decise di non farla passare liscia loro dopo questo commento. Non gli piaceva che venissero insultati i suoi amici.
– Va bene, se volete una battaglia allora ne avrete una – affermò Ash con calmo mortale, che spaventò i suoi quattro amici. Egli aveva solo quel tono quando era veramente incazzato.
I due sfidanti scelsero di lottare direttamente lì, nella piazza del Centro Pokèmon, e Alyssa si offrì di arbitrare l’incontro. La folla era ancora più eccitata ora, non capitava tutti i giorni di vedere un Campione lottare, tantomeno Liam Ravensong!
– Questa sarà una battaglia due su due tra Liam e Max! Non sono ammesse sostituzioni. La partita termina quando uno dei pokèmon non è più in grado di combattere. Cominciate! – esclamò la leader dei Superquattro.
La sua voce risuonò nell’ari, a causa dell’improvviso silenzio della gente che assisteva alla partita.
– Gallade scelgo te! – disse Max, fiducioso che il suo pokèmon non avrebbe perso, anche contro un Campione della Lega. Come Vera aveva detto prima, il fratellino era diventato troppo arrogante per il suo bene.
– Meowstic, vai! – chiamò Ash, prendendo il suo pokèmon più debole. Non aveva intenzioni di svelare la sua squadra prima che iniziasse il torneo.
– Ehi, che pokèmon è quello? – esclamò Max
– E tu ti definiresti un allenatore? – chiese Ash incredulo alla sua ignoranza sui pokèmon di Kalos.
Il ragazzino si arrabbiò alla risposta scortese. – Gallade utilizza Zuffa! Finiamo questa battaglia in fretta!
– Meowstic schiva – disse Ash con calma. Sapeva che anche con il membro più debole della sua squadra avrebbe potuto battere il suo avversario facilmente, dato che aveva dalla sua parte anche la mancanza di conoscenza di Max sul suo pokèmon.
A un esame visivo, Gallade non sembrava molto ben allenato, pure. A quanto pare il ragazzino si basava solo sulla potenza pura che derivava dall’evoluzione di un pokèmon.
“E’ proprio vero che al giorno d’oggi tutti ricevono lo status di allenatore. E’ da imbecilli come questo che si capisce che gli standard delle altre Leghe regionali si siano abbassati” pensò con disprezzo il principe.
Una volta schivato l’attacco del pokèmon di Max, Ash ordinò al suo Meowstic di utilizzare Psiconda.
– Schiva! – gridò Max. Gallade riuscì ad evitare l’attacco di Meowstic, ma non si accorse che il pokèmon avversario si era posizionato proprio dietro di lui.
– Di nuovo Psiconda! – comandò ancora Ash, approfittando del momento propizio. L’attacco andò a segno perfettamente e la potenza pura inserita nell’attacco sconfisse Gallade, rendendolo incosciente.
– Gallade non è più in grado di combattere, Meowstic vince! Allenatore Max, invia il tuo prossimo pokèmon! – chiamò Alyssa, regolamentando la partita.
Molti allenatori del pubblico cominciarono a mormorare tra di loro, increduli che il Campione avesse vinto con solo due attacchi. Quanto era potente, esattamente?
Anche nel gruppo dei traditori i pensieri erano identici.
“Wow, che potenza” pensò Brock, stupito dalla prestazione del pokèmon di Kalos.
“Forse questo insegnerà una lezione di umiltà a Max” sperò Vera, sapendo che una sconfitta del genere non avrebbe fatto male al suo fratellino.
“Incredibile” erano gli stessi pensieri di Iris, Misty e Spighetto.
Sul campo di battaglia, il fratello di Vera inviò un altro pokèmon, un Mightyena.
Il pokèmon aveva un aspetto che incuteva timore, ma se si sapeva guardare oltre, si poteva notare la mancanza di alimentazione corretta e allenamento, proprio come il pokèmon precedente.
Quando Ash non cambiò il suo pokèmon, tutti (tranne i Superquattro) lo guardarono come se avesse perso la testa. Aveva intenzione di usare un tipo Psico contro un tipo Buio?
– Maghtyena, usa Palla Ombra! – chiamò Max, arrabbiato dalla sua precedente perdita.
– Meowstic, usa Psichico e rimandala indietro! – ordinò Ash, sperando la tecnica funzionasse.
Fortunatamente, la direzione dell’attacco Palla Ombra venne modificata da Psichico di Meowstic, che la rimandò al mittente.
– Schiva! – urlò Max al suo pokémon, ma non sapeva era proprio quello che Ash stava aspettando.
– Meowstic, vai dietro Maghtyena usando Teletrasporto e poi usa Psicoraggio! – disse il Campione al suo pokèmon.
Mightyena, già impegnato a schivare Palla Ombra, non riuscì a schivare anche la seconda mossa del pokèmon avversario. Infatti, una volta compiuta l’azione, Mightyena cadde a terra sconfitto.
– Mightyena non è in grado di continuare! Il vincitore di questa partita è Liam! – annunciò Alyssa, mentre la folla applaudiva il vincitore.
Max era in stato di shock a causa della perdita, ma si riprese quasi subito. – Hai barato! Non c’è modo che tu possa aver vinto! Le mosse di tipo Psico non hanno effetto sui tipi Buio!
– Se possiedi una profonda amicizia con il tuo pokèmon e hai fatto un duro allenamento, allora gli svantaggi non contano. Rosso si è allenato per anni e gli attacchi di Meowstic erano molto potenti, anche per un tipo Buio – rispose Helena, contrastando la sua affermazione.
– Sei una bugiarda! E' una cosa impossibile! E’ scritto in tutti i libri che i tipi Buio sono immuni da mosse psichiche! – si lamentò ancora Max.
Vera si avvicinò a loro, scusandosi per il comportamento maleducato del fratello, che sorprese leggermente i cinque con la sua gentilezza e sincerità, prima di afferrare la spalla di Max e trascinarlo via.
– Forza ragazzi, andiamo. Abbiamo già perso tempo prezioso – disse Ash, ignorando la voce di sottofondo del suo ex-amico, che continuava a lamentarsi.
Superando la folla che si congratulava e applaudiva per la lotta, i cinque ragazzi si allontanarono dal Centro Pokèmon e andarono a trovare un posto dove pranzare. In fondo, non avevano fatto colazione.
– Certo che è stato un incontro pieno di emozioni – commentò Michael, avvicinandosi ad Ash.
– Già – concordò Jude. – Un po’ come una riunione di famiglia.
 
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Nel prossimo capitolo …
 

Infine, dopo aver esaminato la stanza, il gruppo si accorse di essere in compagnia. Sparsi per la stanza si trovavano, infatti, i vari Superquattro e Campioni regionali, profondamente immersi nelle loro conversazioni, dato che non si erano nemmeno accorti del loro arrivo.
 

Helena, Michael, Alyssa, Jude e Ash preferivano non socializzare con degli estranei, a meno che non costretti.
Infatti, tutti e cinque avevano un passato non esattamente felice e luminoso dietro di loro, che aveva causato nei loro animi una grande diffidenza verso gli altri. C’erano poche persone che potevano dirsi veramente amici dei Superquattro e del Campione, e si potevano contare sulle dita di una mano.

 

Dalle voci in circolazione, Kalos era la seconda regione più forte da sfidare, subito dopo Dynamis.
“La loro forza si vedrà in questo torneo” pensò Ash. “Sarà interessante vederli sul campo di battaglia.”
Si concesse un ultimo sguardo alla stanza. Era tutto come prima, tranne la Campionessa di Sinnoh che camminava nella loro direzione.
Aspetta, cosa?

 
 
Al prossimo capitolo con tutto questo e altro:

“Campioni e Superquattro”
 
 
 
 
 
Ciao a tutti!
 Spero vi sia piaciuto il capitolo. Ho deciso di non fare degli stronzi totali dei traditori, dato che sembrerebbe davvero esagerato altrimenti, quindi solo Max e Diapo saranno dei palloni gonfiati.
Alla prossima,

 
Anakin Solo
 

Aggiornato: 6/6/2016 

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Capitolo 5
*** Campioni e Superquattro ***


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Nel capitolo precedente …
 
– Forza ragazzi, andiamo. Abbiamo già perso tempo prezioso – disse Ash, ignorando la voce di sottofondo del suo ex-amico, che continuava a lamentarsi.
Superando la folla che si congratulava per la lotta, i cinque ragazzi si allontanarono dal Centro Pokèmon e andarono a trovare un posto dove pranzare.
In fondo, non avevano ancora fatto colazione.
– Certo che è stato un incontro pieno di emozioni – commentò Michael, avvicinandosi ad Ash.
– Già – concordò Jude. – Un po’ come una riunione di famiglia.
 
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Capitolo 4

“Campioni e Superquattro”
 
Il gruppetto di amici, dopo aver lasciato il Centro Pokèmon, si era fermato in uno dei tanti ristoranti della città per pranzare. A quanto pare, la mattinata era passata in un lampo, giungendo presto a mezzogiorno.
I regnanti della regione mangiarono un pasto molto buono ed esauriente, ma si prolungarono nel ristorante anche dopo aver pagato il conto del pranzo.
– Allora, – cominciò Alyssa – che si fa?
– Non ne ho idea – rispose Ash. – Credo che potremmo passare il pomeriggio in città, prima di dirigerci a parlare con il signor Goodshow per i dettagli della cerimonia di apertura del Torneo Invictus.
I suoi quattro amici concordarono svogliatamente, non proprio entusiasti di dover organizzare un torneo complicato come l’Invictus.
– Perfetto, allora possiamo andare – affermò Helena, alzandosi dalla sedia.
Nel momento in cui lasciarono l’edificio, però, ricevettero un messaggio sul loro DexPhone  (telefoni cellulari simili all’iPhone, prodotti esclusivamente per il Campione e i Superquattro di Dynamis) dal signor Goodshow, avvisandoli di una riunione.
– Uffa, ma dobbiamo proprio parteciparci? – si lamentò Michael stancamente. – E’ da stamattina che non abbiamo una pausa.
– Purtroppo, amico mio – rispose Alyssa con fare triste e depresso. – Questo è il nostro dovere come Lega di Dynamis.
– Allora forse è meglio cercare un lavoro alternativo, perché sto pensando di dimettermi – mormorò cupamente Jude, incamminandosi per seguire Ash, che era già parecchi metri davanti a loro.
 
(O)(O)(O)
 
Il Battle District, nome del luogo in cui si trovavano i cinque stadi che sarebbero stati usati durante il torneo, era uno spazio molto ampio, appunto, dedicato alla battaglia.
A nord si trovavano: un Pokèmon Market, un campo di allenamento dedicato ai pokèmon acquatici, un parco molto ampio e, infine, il Blue Stadium.
A est: un Centro Pokèmon minore, gli uffici dell’amministrazione del torneo, un campo d’allenamento per pokèmon di tipo Fuoco e il Red Stadium.
 A ovest: gli alloggi per gli allenatori partecipanti al torneo, un campo d’allenamento per pokèmon di tipo Erba e il Green Stadium.
A sud: un campo d’allenamento per i pokèmon di tipo Elettro, il Concordia Palace (alloggi di S4 e Campioni) e lo Yellow Stadium.
Al centro, infine, si trovava il White Stadium, il più grande e quello utilizzato solo per le sfide importanti e che sarebbe stato usato dalla Top 64 in poi nel torneo.
Al momento, la grande area era gremita di allenatori che si dirigevano ai loro alloggi (dei palazzi sul lato ovest) e di turisti curiosi.
Fortunatamente, le cinque celebrità riuscirono a raggiungere velocemente l’edificio amministrativo, compiendo con successo il loro obiettivo personale di passare inosservati.
Entrando, ammirarono leggermente la grandezza di quella che doveva essere la hall della costruzione: pareti bianche immacolate, poltrone e divanetti in pelle neri, delle piante verdi che donavano un senso di natura all’ambiente e due fontane finemente scolpite in pietra sui due lati della stanza.
Alcuni televisori al plasma mostravano un documentario realizzato a scopo pubblicitario per il torneo, illustrando il luogo dove si sarebbe svolto, il sistema di classificazione, i casi di vittoria o sconfitta e le celebrità di tutto il mondo che avrebbero preso parte alla competizione.
Per completare il tutto, la luce che filtrava tramite le gigantesche finestre (posizionate su tutte le pareti), illuminava il pavimento bianco e grigio di marmo liscio e lucido. Lo scrosciare dell’acqua emetteva uno strano senso di serenità, insieme alla tranquillità con cui le poche persone presenti svolgevano il loro lavoro.
I regnanti vennero poi scortati da una delle assistenti verso la stanza in cui si sarebbe svolto l’incontro, ovvero la sala riunioni principale.
– Eccoci, mio principe, mia principessa – disse con rispetto la donna inchinandosi leggermente, prima di salutare anche gli altri tre. – Duchi, duchessa.
I cinque ragazzi annuirono, riconoscendo i suoi saluti, prima di aprire la porta. Entrando, i Superquattro e il Campione trovarono un’elegante stanza con le pareti verde chiaro, come il colore dell’erba.
Larghe finestre si trovavano sul lato destro della sala, facendo intravedere il paesaggio esterno, che comprendeva il Red Stadium.
Delle grandi tende color porpora si trovavano ai lati delle finestre, legate con un corda color oro, permettendo alla luce di illuminare l’enorme stanza col calore del sole.
La parte centrale della stanza era occupata da delle sedie in metallo e stoffa nera, mentre di fronte a quest’ultime si trovava un piccolo palco rialzato, su cui era stato allestito un lungo tavolo con sei sedie, come quelli usate durante le interviste per i giornali regionali.
Infine, dopo aver esaminato la stanza, il gruppo si accorse di essere in compagnia. Sparsi per la stanza si trovavano, infatti, i vari Superquattro e Campioni regionali, profondamente immersi nelle loro conversazioni, dato che non si erano nemmeno accorti del loro arrivo.
I cinque decisero di spostarsi in fretta in fondo all’angolo della stanza, sperando di che non sarebbero stati notati durante i minuti che rimanevano prima dell’inizio della riunione.
Il motivo, anche se non sembrerebbe, è che Helena, Michael, Alyssa, Jude e Ash preferivano non socializzare con degli estranei, a meno che non costretti.
Infatti, tutti e cinque avevano un passato non esattamente felice e luminoso dietro di loro, che aveva causato nei loro animi una grande diffidenza verso gli altri. C’erano poche persone che potevano dirsi veramente amici dei Superquattro e del Campione, e si potevano contare sulle dita di una mano.
Questa era l’unico difetto nella loro popolarità. Alcune persone a volte li pensavano come arroganti, esigenti ed egoisti; ragazzi ricchi e viziati che si pensavano sopra agli altri, solo perché si rifiutavano di stare insieme alla gente, ma non avevano idea che era tutto il contrario.
Era tutto il contrario, invece.
– Che ore sono? – chiese Helena impaziente.
La duchessa di Dynamis non aveva assolutamente voglia di partecipare ad un’altra delle innumerevoli riunioni che caratterizzavano la routine della sua vita. Se aveva la possibilità di saltarne una, ben venga.
– Siamo in anticipo di quindici minuti – rispose Jude, guardando il suo DexPhone, che segnava anche l’ora.
– Cerchiamo di passare il tempo, allora – consigliò Ash, prima di raggiungere per il suo telefono, con l’intenzione di aggiornare la sua agenda personale con tutti gli impegni che avrebbe avuto durante il corso del torneo.
Alyssa non se lo fece ripetere due volte, tirando fuori il suo computer portatile dallo zaino blu (che si trascinava dietro da tutta la giornata) e terminando di scrivere l’articolo destinato al blog della Lega Dynamis, il sito ufficiale dei Superquattro e Campione.
Jude tirò fuori il suo telefono e cominciò a messaggiare con qualcuno, probabilmente rispondendo al messaggio di qualche suo ammiratore.
Michael tirò fuori l’ultima versione di Nintendo 3Ds continuò la sua partita per la medaglia della palestra di Boreduopoli nel gioco Pokèmon Nero 2. Il ragazzo era un mago dei videogiochi: il suo record più grande era finire un intero videogioco sui pokèmon in meno di sei ore.
Helena invece tirò fuori la sua limetta per le unghie e incominciò il lavoro indisturbata.
Quando vide che tutti i suoi amici la stavano guardando con un sopracciglio alzato, si girò dall’altra parte, rossa in viso e borbottando qualcosa sulla falsariga di “le mie unghie devono essere perfette” e “smettetela di guardarmi come se mi fossero spuntate le corna”.
Ai ragazzi scese una goccia di sudore in stile anime immaginando la scena della ragazza vestita da diavolo. Le si adatterebbe moltissimo. La cosa triste? Erano seri.
Ash, dopo aver terminato il lavoretto con l’agenda, lasciò vagare lo sguardo per la stanza, esaminando le varie persone presenti. Da quando aveva lasciato la regione di Kanto dopo il tradimento dei suoi cosiddetti “amici”, non aveva avuto nessun contatto con persone della sua vecchia vita, tranne il professor Oak, sua madre e Gary.
Vide Lance, il Campione di Kanto e Johto, parlare insieme a Karen e Koga, due dei suoi Superquattro. La conversazione sembrava essere molto attiva, dato che la donna sembrava stesse per tirare al cugino un pugno.
Appoggiata alla finestra, poco distante dai tre, si trovava Lorelei, intenta ad osservare la stanza come lui. Quando i loro sguardi si incrociarono, entrambi osservarono l’un l’altro per un paio di secondi, prima di distogliere gli sguardi e fingere come se nulla fosse successo, un accordo silenzioso tra i due di non attirare l’attenzione sull’altro.
Ash sorrise. A quanto pare, anche la Superquattro di Kanto/Johto non adorava essere al centro dell’attenzione. Volgendo lo sguardo dalla donna, vide che Bruno era intento a parlare insieme a Marzio, uno dei Superquattro di Unima. I due uomini stavano discutendo tranquillamente, ogni tanto gesticolando con le mani come per esprimere una loro affermazione.
Dalla parte opposta della sala si trovavano i Superquattro ed il Campione di Hoen (ovvero Fosco, Ester, Frida, Drake e Adriano) insieme a Nardo, il Campione di Unima. Il gruppo sembrava stesse discutendo su alcune combinazioni che si potevano usare in una battaglia pokèmon, almeno per quanto Ash poteva sentire.
Al centro della sala, seduti su alcune sedie, stavano discutendo Camilla, Campionessa di Sinnoh, e i suoi Superquattro (Aaron, Vulcano, Terrie e Luciano). Il gruppo sarebbe stato, dopo di loro, il gruppo più tranquillo, se non per le esclamazioni di Vulcano, che attiravano l’attenzione delle persone vicine, le quali lo guardavano confuse.
Poco distanti si trovavano i restanti tre Superquattro di Unima (Antemia, Mirton e Catlina) che parlavano insieme a Lilia e Narciso, due Superquattro di Kalos. Il gruppetto di cinque stava ascoltando Narciso, che raccontava una qualche storia interessante, a detta degli sguardi incuriositi degli altri attorno a lui.
I restanti due (Malva e Timeus) stavano parlando con la loro Campionessa, ovvero Diantha. La Campionessa stava ridendo con i suoi due Superquattro, parlando allegramente e facendo sorridere gli altri due.
Questi ultimi attirarono la sua attenzione, essendo alcuni dei pochi che non aveva mai incontrato personalmente. Dalle voci in circolazione, Kalos era la seconda regione più forte da sfidare, subito dopo Dynamis.
“La loro forza si vedrà in questo torneo” pensò Ash. “Sarà interessante vederli sul campo di battaglia.”
Si concesse un ultimo sguardo alla stanza. Era tutto come prima, tranne la Campionessa di Sinnoh che camminava nella loro direzione.
Aspetta, cosa?
 
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Nel prossimo capitolo …
 

– Ragazzi … – disse Ash. I Superquattro lo guardarono subito, notando il suo tono scontento. – Campionessa a ore quattro – li avvertì lui, accennando la direzione con la testa.
I quattro si girarono verso la donna, che ormai si trovava a pochi metri da loro. Continuarono a fissarla senza dire niente, come se avesse potuto sparire magicamente, fino che lei parlò.
– Voi siete i componenti della Lega di Dynamis, ho ragione?


Proprio mentre il presidente stava per continuare, finite le presentazioni dei regnanti, Lance Wataru fece la domanda che era nelle menti di quasi tutti i presenti.
– Scusa, Liam, posso perché stai indossando un cappello?
Tutti guardarono i membri di Dynamis in attesa e, zittendo Alyssa (che stava per ribattere con un “Ma fatti gli affari tuoi!”), Ash si tolse il cappello, mostrando il suo volto.


Finalmente, dopo una mezz’ora di attesa, il presidente della Lega Pokèmon li portò davanti alla loro residenza temporanea, il Concordia Palace.
[…]
– Bene – richiamò l’attenzione Goodshow.. – La Lega Dynamis soggiornerà nell’attico, mentre i piani sottostanti saranno per le altre Leghe. Alla reception vi daranno le informazioni. Vi auguro un buon soggiorno.
Con questo, l’uomo se ne andò, lasciandosi dietro molti Campioni e Superquattro storditi.

 
Al prossimo capitolo con tutto questo e altro:

“La riunione”
 
 
 
 
 
Ciao a tutti!
Mi dispiace ma non è successo molto in questo capitolo. Nel prossimo vedrò di fare il possibile.
Vi dico già subito che i nostri amici dovranno confrontarsi con i vari campioni, ma soprattutto con Camilla che conosce molto bene Ash.
Riuscirà almeno lei a capire chi è veramente Liam?
Vi avverto anche che tutti i Campioni e i Superquattro sono quelli che dovrebbero esserci nei giochi e nell’anime. Li ho presi da internet quindi se sono sbagliati non arrabbiatevi con me! XD
Ultima cosa e poi vi lascio in pace:
Il DexPhone è una mia invenzione, è come un telefono iPhone, ma fa anche da Pokèdex!
Quindi, dopo avervi scritto un’intera pagina annunci e chiacchierate vi posso (finalmente) salutare … 
Alla prossima,
 

Anakin Solo
 
Aggiornato: 7/6/2016

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Capitolo 6
*** La riunione ***


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Nel capitolo precedente …
 
Dalle voci in circolazione, Kalos era la seconda regione più forte da sfidare, subito dopo Dynamis.
“La loro forza si vedrà in questo torneo” pensò Ash. “Sarà interessante vederli sul campo di battaglia.”
Si concesse un ultimo sguardo alla stanza. Era tutto come prima, tranne la Campionessa di Sinnoh che camminava nella loro direzione.
Aspetta, cosa?
 
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Capitolo 5

“La riunione”
 
Il Campione e i Superquattro di Dynamis si trovavano nella stessa stanza con quelli delle altre regioni.
Ash, Alyssa, Jude, Helena e Michael desideravano solamente restare indisturbati e inosservati, e per questo si erano appartati in uno degli angoli della stanza, cercando di non farsi notare. E aveva funzionato … finora.
Il problema? La Campionessa di Sinnoh, Camilla, si dirigeva verso di loro. Davvero fantastico (sarcasmo).
– Ragazzi … – disse Ash. I Superquattro lo guardarono subito, notando il suo tono scontento. – Campionessa a ore quattro – li avvertì lui, accennando la direzione con la testa.
I quattro si girarono verso la donna, che ormai si trovava a pochi metri da loro. Continuarono a fissarla senza dire niente, come se avesse potuto sparire magicamente, fino che lei parlò.
– Voi siete i componenti della Lega di Dynamis, ho ragione? – domandò la Campionessa, stancatasi del silenzio imbarazzante che impregnava l’aria. I ragazzi si limitarono a fare un cenno con la testa, prima di riportare l’attenzione su quello che stavano facendo in precedenza, sperando che l’allenatrice recepisse il messaggio (ovvero: vattene).
Purtroppo, Camilla o decise di ignorare la loro maleducazione, o non recepì il messaggio, e decise di riprovare.
– Potrei sapere i vostri nomi? Ho trovato davvero poche informazioni su di voi.
– Ovviamente non hai cercato nel posto giusto – mormorò impercettibilmente Alyssa, udita solo dai suoi amici, che non contestarono l’affermazione.
La leader dei Superquattro aveva ragione, dopotutto. Intere riviste erano dedicate a loro, che erano divenuti molto famosi per essere i primi regnanti dopo settant’anni circa di governo del Consiglio dei Cinque, a causa della prematura morte dei membri della Lega che li precedettero. Il popolo li definiva “gli artefici della nuova età”, a causa dei piccoli, ma importanti cambiamenti che Ash e Alyssa avevano apportato col tempo alla regione. Per questo, furono anche molto criticati, in modo che ancora più riviste parlarono di loro.
Insomma, avevano anche una trentina di fan blog dedicati a loro! Come poteva, eventualmente, la nativa di Sinnoh trovare poche informazioni sul loro conto?
– Potremmo di grazia chiedere il tuo, di nome, prima di presentarci? – domandò Alyssa nella sua modalità principessa”, come l’aveva chiamata una volta Helena. – E’ segno di educazione presentarsi, prima di chiedere l’identità altrui – continuò, accavallando le gambe e alzando un sopracciglio in leggero segno di disapprovazione.
I suoi quattro amici la guardarono, impassibili. Le lezioni di galateo avevano danneggiato seriamente una parte del cervello della loro principessa, a quanto pareva.
Anche Camilla la guardò, stupita dal suo comportamento … regale. Sì, “regale” era proprio il termine giusto. La Campionessa di Sinnoh alzò le sopracciglia, in confusione e sorpresa, ma rispose comunque: – Sono Camilla Shirona (come cognome dei personaggi dell’anime userò il loro nome in giapponese N.d.A.), Campionessa regionale di Sinnoh.
– Lo sapevamo – disse Jude, che aveva distolto l’attenzione dal suo DexPhone.
Camilla si ritrovò di nuovo senza parole. – E allora perché l’avete chiesto? – chiese dirigendo il suo sguardo verso Alyssa, con tono leggermente infastidito.
– Scusala – disse Ash a Camilla, riferendosi ad Alyssa. – Oggi è stata una giornata stressante per tutti noi –. La Principessa sparò un’occhiataccia ad Ash, ma egli continuò imperterrito: – Per rispondere alla tua domanda iniziale, io sono Liam Ravensong, principe e Campione di Dynamis – poi fece un gesto verso gli altri, che significava di presentarsi.
– Jude, secondo Superquattro e duca di Dynamis – disse il ragazzo che aveva ormai rivolto nuovamente la sua attenzione al telefono.
– Helena, duchessa e terza Superquattro – disse la Superquattro, che non aveva mai smesso di limarsi le unghie.
– Michael, quarto in posizione e duca.
– Alyssa, – disse la ragazza dopo aver ricevuto un’occhiataccia da Ash – principessa regionale e leader dei Superquattro.
– Posso chiedervi in che tipo di pokèmon siete specializzati? – chiese sorpresa e curiosa la famosa allenatrice. Non aveva idea che Dynamis fosse un principato e che i membri della Lega tenevano altri titoli.
– Preferiremmo non dirtelo, se non ti spiace. O hai paura di non essere in grado di batterci in battaglia, quindi stai cercando un metodo per vincere? – chiese Alyssa, mentre fissò Camilla negli occhi.
Quest’ultima fece un passo indietro, stupita dalla risposta scortese della ragazza. Aveva fatto qualcosa di sbagliato?
Ash prese un profondo respiro. Si era capito, ormai, che ad Alyssa non piaceva la Campionessa di Sinnoh. Il perché? E’ un mistero. Le donne lo sono sempre.
Per fortuna, prima che potesse scoppiare una litigata in piena regola, entrò il signor Goodshow, presidente della Lega Pokèmon di tutte le regioni (tranne Dynamis).
L’anziano salì velocemente sul palco e prese il microfono. Dopo aver ottenuto l’attenzione di tutti gli allenatori della stanza, incominciò a parlare.
– Benvenuti tutti, Campioni e Superquattro delle varie regioni pokèmon! – esclamò con entusiasmo. – Mi scuso per il ritardo, ma c’è stato un piccolo contrattempo. Comunque, siete stai chiamati qui per tre motivi diversi: il primo, è per farvi conoscere personalmente i componenti della Lega pokèmon di questa regione che ospiterà il primo Torneo Invictus! – i presenti fecero un piccolo applauso, prima che Goodshow continuò. – Il secondo, era spiegarvi alcuni regole speciali per il torneo, e il terzo lo vedremo più avanti, verso la fine.
Il Signor Goodshow fece un sorriso e riprese fiato. – Iniziamo con la prima cosa, ovvero, presento a voi il Campione e i Superquattro di Dynamis! – puntando la mano verso il gruppo nell’angolo della sala.
I cinque ragazzi sospirano tristemente in contemporanea: sapevano di doversi sforzare e mettere un sorriso falso.
Il gruppetto si alzò, dirigendosi verso il palco. I cinque si posizionarono nelle sedie accanto al signor Goodshow, presentandosi come avevano fatto con Camilla precedentemente.
Proprio mentre il presidente stava per continuare, finite le presentazioni dei regnanti, Lance Wataru fece la domanda che era nelle menti di quasi tutti i presenti.
– Scusa, Liam, posso perché stai indossando un cappello?
Tutti guardarono i membri di Dynamis in attesa e, zittendo Alyssa (che stava per ribattere con un “Ma fatti gli affari tuoi!”), Ash si tolse il cappello, mostrando il suo volto.
I suoi quattro amici aspettarono in ansia, temendo che qualcuno lo avrebbe riconosciuto, ma l’unica reazione che si ottenne fu la maggior parte delle ragazze in sala ad arrossire, ingelosendo Alyssa.
Fortunatamente, Ash aveva cambiato un po’ il suo aspetto negli ultimi cinque anni: i capelli neri erano ora un castano scuro, gli occhi erano di colore rosso, si era alzato e aveva guadagnato diversi muscoli. Anche il viso era leggermente cambiato, facendo in modo che il tutto lo rendeva irriconoscibile.
“Ed estremamente bello …” pensò incantata Alyssa. “Wow! Frena, ragazza! Che pensieri sono?”
– Ho soddisfatto la vostra curiosità, signor Wataru? – domandò con calma Ash, notando il silenzio che si era creato nella stanza.
– Ehm … certo, certo … mi scusi – Lance si sedette rapidamente, imbarazzato di aver fatto una figuraccia, ma non poteva farci nulla: il suo istinto di Pokèmon G-Men aveva avuto la meglio.
– Molto bene – si intromise Alyssa. – Possiamo continuare?
Charles cominciò a spiegare le regole del torneo con qualche domanda fatta ogni tanto da vari Superquattro. I ragazzi non prestavano più attenzione perché ogni cosa che diceva il signor Goodshow loro ne erano già a conoscenza.
Finalmente, dopo una mezz’ora di attesa, il presidente della Lega Pokèmon li portò davanti alla loro residenza temporanea, il Concordia Palace.
L’edificio era fatto maggiormente di vetro, rendendolo di un colore azzurro cristallino. Era molto alto, quasi 110 metri, largo circa 45 e profondo 30. Già dall’esterno si potevano avere dei piccoli scorci di quelli che erano i piani più bassi, mentre non era possibile vedere il resto dell’edificio.
– Bene, eccoci arrivati – affermò Charles. – Voi tutti alloggerete qui per tutta la durata del torneo. Questo palazzo ha dodici piani: sette piani saranno occupati dalle camere da letto, su un piano ci sarà poi una palestra per persone e pokèmon, mentre su un altro ci sarà un campo per le battaglie e, infine, ci saranno una serra, un ristorante e una piscina – disse Goodshow.
I componenti delle altre Leghe pokèmon ne rimasero impressionati, a giudicare dai sussulti di stupore e i chiacchiericci eccitati delle ragazze.
Entrando al piano terra, poterono vedere che al lato sinistro si trovava un piccolo bar, infatti, poco lontano da esso, si trovavano diversi tavolini in legno con delle poltrone nere morbide. Sull’altro lato si trovavano dei divani bianchi, dove si poteva sedere la gente per guardare uno dei due televisori al plasma appesi ai muri.
Tutti muri laterali erano costituiti da delle vetrate cristalline, lasciando intravedere l’esterno e facendo in modo che la luce potesse penetrare all’interno della sala. Dei piccoli alberi verdi erano stati piantati nella stanza, mettendo radici in delle piccole aiuole rotonde che attiravano leggermente lo sguardo, avendo un colore marrone terra così differente dal bianco/grigio del pavimento in marmo.
Al centro della stanza si trovava un grande e rotondo bancone, dove erano presenti un’infermiera Joy, una receptionist e un’altra ragazza, addetta al piccolo Pokèmon Market.
– Bene – richiamò l’attenzione Goodshow. – La Lega Dynamis soggiornerà nell’attico, mentre i piani sottostanti saranno per le altre Leghe e la Torre 2 è per i Capopalestra. Alla reception vi daranno le informazioni. Vi auguro un buon soggiorno.
Con questo, l’uomo se ne andò, lasciandosi dietro molti Campioni e Superquattro storditi.
 
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Nel prossimo capitolo …
 

 
Infatti, i cinque si stavano dirigendo verso la loro suite nel maestoso Concordia Palace.
C’era da dire che il nome era azzeccato, dato che l’edificio emanava uno strano senso di tranquillità.
Il palazzo era totalmente nuovo, costruito in occasione del torneo. Non si trovava troppo lontano dagli stadi, infatti era possibile vederli affacciandosi alla finestra.
La zona intorno al palazzo era molto verde, piena di alberi e aiuole colorate con fiori e piante provenienti da tutto il mondo.


 
– Uffa, Ash, ma oggi sei un vero guastafeste – si lamentò Helena, facendo il broncio e incrociando le braccia.
Il ragazzo stava per ribattere, quando gli venne un’idea diversa e sogghignò: – Beh, mi dispiace, volevo solo farvi vedere la stanza segreta – disse, calcando leggermente le due parole – ma se non volete …
– Aspetta un attimo! – urlò la ragazza dai capelli neri.
– Hai appena detto  … – continuò Michael.
– Stanza segreta?! – esclamarono i due in contemporanea, mentre Alyssa e Jude lo fissarono solamente confusi.


– Ehi, Ash – chiamò Alyssa, girandosi a guardare il Campione. – Posso chiederti il perché di tutto questo? – domandò, allargando le braccia e facendo riferimento ai tanti artefatti.
Il principe sorriso lievemente, conoscendo la curiosità della sua migliore amica. Non si sarebbe fermata fino ad avere una risposta, così gliela avrebbe data.

 
Al prossimo capitolo con tutto questo e altro:

“Esplorando Concordia Palace”
 
 
 
 
 
Ciao a tutti!
Eccomi tornato con questo nuovo capitolo tutto per voi. Per chi di voi miei carissimi lettori vuole arrivare alle lotte non preoccupatevi che ci siamo quasi, ancora un paio di capitoli e daremo inizio al “Torneo Invictus”!
IMPORTANTE
Se a voi piace potreste mandarmi idee per delle possibili coppie. Ad esempio: Ash X …   
Magari vorreste che uno dei traditori sia perdonato? Chiedete e vedremo.
Ultima cosa: avete idee per le coppie di future battaglie? Ash VS Max, …
Ho postato qua sotto una foto del Concordia Palace, l’edificio dove alloggiano i Campioni e i Superquattro partecipanti al torneo.
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Alla prossima,

Anakin Solo

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Capitolo 7
*** Esplorando Concordia Palace ***


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Nel capitolo precedente …
 
Bene – richiamò l’attenzione Goodshow. – La Lega Dynamis soggiornerà nell’attico, mentre nella Torre 1 vivranno le altre Leghe e la Torre 2 è dedicata ai Capopalestra. Alla reception vi daranno le informazioni. Vi auguro un buon soggiorno.
Con questo, l’uomo se ne andò, lasciandosi dietro molti Campioni e Superquattro storditi.
 
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Capitolo 6

“Esplorando Concordia Palace”
 
Essere famosi è difficile. Non avete idea di quanto.
Ogni giorno c’è una routine preparata per te. La tua agenda è piena di appuntamenti e incontri, oppure cerimonie a cui si deve presenziare; così piena che si fatica a trovare uno spazio quando si deve segnare un altro evento importante da tenere a mente.
Ci sono poi i servizi fotografici per le riviste famose, gli autografi da firmare, le cose da supervisionare, …
E, infine, il tuo vero e proprio lavoro.
Sei una rockstar? Devi spendere almeno quattro ore su un palco a suonare o cantare per il pubblico. Un attore? Devi passare oltre mezza giornata rinchiuso in uno studio cinematografico a fare e rifare le scene di un film. Uno scrittore? Devi chiuderti in casa a scrivere il tuo libro prima che la casa editrice decida di scaricarti.
Sei il regnante di una regione? Suicidati.
E’ un consiglio, davvero. A meno che tu non voglia stare in un castello (rinchiuso in un ufficio) a firmare documenti come il passaggio di una nuova legge, o dove spendere i soldi del tuo regno. Oh, e aggiungi tutte quelle piccole cose che abbiamo elencato all’inizio.
Ora hai un’idea di quanto è dura essere famosi? Sì? Bene, perché questa era la parte negativa.
La parte positiva è che viaggi sempre in limousine, abiti in una villa gigantesca e sconfinata, sei inseguito dai paparazzi e ti diverti ad indossare i travestimenti più strambi per sfuggire, hai almeno un cameriere diverso per ogni cosa che ti serve, hai uno yacht di lusso, una seconda villa in campagna e delle guardie del corpo.
Uno di questi ultimi privilegi è quello che si stanno attualmente godendo i cinque regnanti di Dynamis. Infatti, i cinque si stavano dirigendo verso la loro suite nel maestoso Concordia Palace.
C’era da dire che il nome era azzeccato, dato che l’edificio emanava uno strano senso di tranquillità.
Il palazzo era totalmente nuovo, costruito in occasione del torneo. Non si trovava troppo lontano dagli stadi, infatti era possibile vederli affacciandosi alla finestra.
La zona intorno al palazzo era molto verde, piena di alberi e aiuole colorate con fiori e piante provenienti da tutto il mondo.
Dietro il palazzo era stato costruito un parco con campi da basket, calcio e pallavolo. Era munito pure di pista ciclabile e giochi per bambini. Quest’ultime zone erano aperte anche al pubblico, infatti, in modo che l popolazione della città e i visitatori avessero un luogo di svago.
L’apertura delle porte dell’ascensore distolse i ragazzi dai loro pensieri sul palazzo, facendoli concentrare sulla stanza appena comparsa.
Dato che la Lega Dynamis abitava nell’attico, avevano dovuto sopportare di stare nello stesso piccolo spazio insieme ai componenti delle Leghe straniere. Per carità, niente di male su di loro, ma i cinque di Dynamis preferivano non socializzare più del dovuto.
Erano forse degli asociali? Assolutamente.
Comunque, tornando alla suite: due delle quattro pareti erano in vetro, dando una vista sull’esterno, e una di queste era meno larga delle altre, lasciando uno spazio vuoto in cui si poteva uscire in modo diretto sulla terrazza, senza bisogno di porte.
Il pavimento era in parquet, un bel legno di colore chiaro, mentre quasi tutti gli altri componenti della stanza erano di colore bianco.
C’erano infatti delle poltrone e un divano (bianchi), una piccola cucina (bianca), delle sedie da tavolo (bianche), un lampadario molto rifinito in cristallo (bianco … ok, forse trasparente) e le pareti (bianche anche quelle).
Una delle poche cose a rompere la monocromia del colore erano i grandi quadri appesi alle pareti più spaziose. Solo nel salotto, Alyssa ne contò tre: uno raffigurava la città di Atenepoli, la vecchia capitale della regione; il secondo rappresentava una visuale di Monte Paradiso, con in primo piano l’Elite Palace; il terzo, infine, raffigurava loro stessi.
Il quadro era molto largo, quasi due metri, ed era diviso in cinque colonne, ognuna raffigurante uno di loro.
Nella prima a sinistra era raffigurato Michael: il suo viso era aperto in un sorriso, come al solito, e i suoi occhi verdi sembravano risplendere anche nel quadro. I vestiti erano poco curati, per lo più ombreggiati dall’artista, più incentrato sulla parte superiore del corpo.
Nella seconda colonna si trovava Alyssa, disegnata su uno sfondo giallo, a differenza di quello verde precedente. I capelli della bionda erano intrecciati elegantemente, e indossava anche la corona che segnalava il suo status di principessa. La leader assomigliava a quando partecipava ad una delle serate di gala che si tenevano quattro volte l’anno.
Al centro era Ash, raffigurato con uno sguardo serio e una pokèball in mano. I suoi occhi sembravano quasi scrutare l’anima dell’osservatore. Era una frase cliché, sì, ma si adattava perfettamente allo sguardo intenso dipinto. L’intera figura era disegnata su uno sfondo di colore rosso.
“Certo che questo artista è proprio bravo” pensò colpita Alyssa. Aveva saputo ritrarli perfettamente.
C’era poi Helena, su uno sfondo blu, con i capelli raccolti in una treccia. Poche ciocche le incorniciavano il viso, insieme al fiore tropicale rosa posato sulla tempia sinistra. Indossava un vestito azzurro con una spallina, da quello che si poteva vedere dal quadro, e un dolce sorriso era raffigurato sul suo volto.
Infine, l’ultimo era Jude. Il suo sfondo era bianco, quasi accecante rispetto agli altri quattro, ed era rappresentato con uno smoking bianco, coi bordi leggermente scuriti di grigio chiaro. I suoi capelli erano lisci e pettinati a dovere, e il ragazzo aveva uno sguardo serio e gentile negli occhi.
– Avete visto il quadro? – domandò la principessa, notando che i suoi amici erano impegnati ad ammirare altro.
– Wow – esclamò Ash, notando il dipinto sul muro, presto seguito da altri tre. – E’ …
– Incredibile – finì Michael.
– Bellissimo – aggiunse Helena.
– Stupefacente – fu la risposta di Jude.
– Io stavo per dire “inquietante” – interruppe Ash. – E’ raccapricciante pensare che una persona ci abbia seguito talmente tanto da conoscerci abbastanza per fare un quadro che rispecchia quasi alla perfezione le nostre personalità.
“Beh, ha ragione … in un certo senso” pensò l’unica bionda del gruppo, prima di decidere di cambiare argomento. – Forza ragazzi, esploriamo il posto! – esclamò con eccitazione.
– Fermi un secondo – li fermò Ash. – Ho bisogno di mostrarvi qualcosa prima. Raggiungiamo l’altra torre.
Jude, Michael, Helena e Alyssa sbuffarono infastiditi (soprattutto l’ultima), prima di seguire il principe verso il corridoio che collegava le due torri del palazzo.
– E’ più grande di quello che sembrava quando eravamo fuori – commentò sottovoce Jude, una volta messo piede nel tunnel, riferendosi al fatto che, dall’esterno, il corridoio sembrava molto più piccolo mentre, visto dall’interno, si notava che era largo circa 6 metri e lungo una ventina.
L’arredamento del piccolo corridoio era abbastanza sobrio: c’era un tappeto rosso ricamato in oro sul pavimento, leggermente più stretto del corridoio, in modo che lasciasse intravedere il parquet ai bordi, dove si trovavano le grandi vetrate. Sempre ai lati, ogni tre metri di distanza, si trovavano, alternati, una semplice pianta sempreverde e alcuni vasi d’origine antica e di grande valore.
– Arceus, che vista! – esclamò Helena sorpresa dallo stupore che le capitò sotto gli occhi quando si avvicinò ad una delle pareti di vetro. Gli altri quattro si avvicinarono, incuriositi da quello che li avrebbe aspettati.
Dalle vetrate si poteva vedere tutto il Battle District al completo, insieme a Lake Rose, il lago non troppo distante dalla zona, circondato da una fitta boscaglia. Si potevano anche vedere tanti piccoli puntini che si muovevano a terra, ovvero le persone e i vari Pokémon. E infine, si vedeva lo skyline della città di Atlantopoli, con i suoi tanti alti palazzi ed stravaganti edifici.
I cinque ragazzi continuarono a fare delle soffocate espressioni di stupore come “Wow”, “Hai visto quello?” o “Incredibile …”, prima che Ash li spronò ad andare avanti.
– Uffa, Ash, ma oggi sei un vero guastafeste – si lamentò Helena, facendo il broncio e incrociando le braccia.
Il ragazzo stava per ribattere, quando gli venne un’idea diversa e sogghignò: – Beh, mi dispiace, volevo solo farvi vedere la stanza segreta – disse, calcando leggermente le due parole – ma se non volete …
– Aspetta un attimo! – urlò la ragazza dai capelli neri.
– Hai appena detto  … - continuò Michael.
– Stanza segreta?! – esclamarono i due in contemporanea, mentre Alyssa e Jude lo fissarono solamente confusi. Quest’ultimi non erano così … espressivi … come i loro due compagni.
– Beh, non credo che ora sia più “segreta” – rispose cinicamente il ragazzo dai capelli castani. – Volete ripetere? Non credo che ad Orre vi abbiano sentito bene.
– Scusa – borbottarono Helena e Michael, abbassando leggermente la testa in segno di dispiacere.
Il principe sospirò, leggermente infastidito dai loro modi infantili. – Forza, andiamo.
Fortunatamente, arrivarono all’altra torre senza problemi o interruzioni.
Entrando nella stanza gemella del salotto, il quale era nella Torre 1, notarono che al contrario dell’altra, questa era per la maggior parte vuota, tranne che per diversi mucchi di cuscini e qualche morbida poltrona. C’era anche una piccola piscina gonfiabile in uno dei lati della stanza, mentre nell’altro si trovava una seconda piscina, ma riempita con della sabbia.
– Che cosa sarebbe questo posto? – domandò confuso Jude.
– Sembra … – Alyssa fece una pausa, pensierosa. – Sembra quasi un parco giochi.
– Esatto – confermò Ash. – Un parco giochi per Pokémon, per precisare. Ho suggerito l’idea quando ho visto sul progetto che questa zona sarebbe rimasta inutilizzata.
– E’ una grande idea – si complimentò Helena. – Perché non lo testiamo? Vaporeon! – chiamò la ragazza, lanciando la sua Poké Ball.
Il piccolo Pokémon azzurro comparve in uno scoppio di luce, guardandosi intorno con curiosità. Facendo un piccolo “-eon!” il pokèmon di tipo Acqua si diresse con rapidità verso la piccola piscina, buttandocisi dentro non appena abbastanza vicino.
– Beh, direi che non c’è nessun dubbio – commentò Jude, guardando come la Eeveeluzione (termine per indicare una delle evoluzioni del Pokémon Eevee) nuotava allegramente nella vasca d’acqua.
– Credo che, per una volta (e si spera l’ultima), seguirò l’esempio di Lena – annunciò Alyssa, usando il soprannome dell’amica. – Andiamo, Jolteon!
– Perché no? – accettò Michael, poco distante, liberando il suo Leafeon. Infine, anche gli ultimi due membri, Jude e Ash, aprirono le loro Poké Ball, rilasciando rispettivamente un Eevee e un Flareon.
– Possiamo tornare a prenderli più tardi – suggerì il Campione, dopo pochi minuti che i cinque ragazzi osservarono i loro Pokémon divertirsi. – Così non disturbiamo il loro gioco.
I suoi amici accettarono, e il piccolo gruppo si diresse verso un’altra parte della stanza, nascosta da uno dei muri. Ad attenderli si trovava una porta di vetro (molto spesso), che sbarrava la strada alle scale che conducevano al piano superiore. Un piccolo scanner si trovava sul lato destro.
– Analizza le impronte digitali? – chiese Alyssa, notando l’assenza di una tastiera.
– Qualcosa del genere – rispose Ash, avvicinandosi al pannello. Il ragazzo poggiò la mano, e lo schermo si illuminò di una luce azzurra, prima che si udì lo scatto di apertura della porta. – Analizza l’Aura.
– L’Aura?! – domandarono increduli i quattro. Non era possibile che un semplice scanner potesse individuare una cosa complessa, una cosa che non era neanche solida.
– E’ incredibile cosa possa fare il reparto scientifico dell’OUT, non trovate? – domandò il principe, sorridendo alle facce stupite dei suoi quattro amici. Anche lui, dopotutto, aveva avuto una reazione simile quando era venuto a conoscenza dell’esistenza di questo scanner, nei laboratori OUT.
Salirono poi le scale (anche se quattro dei cinque ragazzi continuavano a lanciare sguardi al prodigio tecnologico posto accanto alla porta), entrando in una stanza completamente nuova.
– Eccoci … – cominciò Ash – nella Treasure Room.
Treasure Room? – chiese divertito Michael. – U po’ più originale no, eh?
– Dov’è il tesoro? – domandò invece Alyssa, guardandosi intorno con un sorriso.
– Credo che sappiate tutti il più grande tesoro che tutti noi proteggiamo a Villa Lega – cominciò il principe, avvicinandosi ad una delle teche di vetro, coperta da un telo bianco. – Quando ho ricevuto la lettera che ci informò del Torneo Invictus, e della nostra permanenza in questo palazzo, mi è venuta una domanda …
– Ovvero? – chiese impaziente Helena.
– Come facciamo a proteggere il contenuto del Royal Caveau, se noi non siamo vicini ad esso? – terminò Ash. – La risposta è facile: se la montagna non viene a Maometto, Maometto va alla montagna.
Ci fu un momento di silenzio interdetto.
– Aspetta, mi stai dicendo – disse la principessa – che tu … hai portato qui quello che penso io?
– Esatto.
– Senza consultare me?
– Ancora una volta, esatto.
– Hai presente i rischi?
– Ovviamente.
– E … sai in quanti guai ti sei appena cacciato?
– Posso solo immaginarlo – rispose Ash.
Alyssa, calmati, non puoi ucciderlo. Ma forse …” pensò la bionda. “Forse solo un paio di pugni? No, meglio di no. Calmati, Alyssa, respira e calmati.”
– Io … – la ragazza si guardò intorno. – Vado a fare una passeggiata. Devo … calmarmi, sì.
Solo il silenzio accompagnò l’uscita della principessa della regione, come i suoi quattro amici la guardarono. Infine, una volta che la sua figura scomparve tre di essi si girarono verso il quarto.
– Amico, l’hai fatta davvero incazzare – disse Jude, guardando il suo principe.
– Lo so – fu l’unica risposta.
– Spero che tu domani sa ancora vivo – commentò Helena. – Il sangue imbratterebbe le stupende pareti di questo appartamento.
Con queste dolci parole, i quattro continuarono la loro piccola esplorazione della stanza. Innanzitutto, si notava subito che la camera era circolare, le pareti totalmente composte da vetrate trasparenti.
– Sono rinforzate, vero? – chiese Michael, battendo le nocche su una di esse.
– Certo che sì – rispose il Campione. – Sono composte da tre diversi strati di vetro, con una minuscola rete in acciaio e titanio all’interno. Ogni strato è spesso 7 centimetri, le reti sono state rinforzate e tesate nei laboratori OUT.
– Qualsiasi altre difese? – domandò Jude, poggiando una mano sul vetro e guardando l’orizzonte.
– Comunque, ci sono anche dei sensori di calori esterni. Se qualcuno tocca una delle lastre di vetro, scatta un allarme silenzioso al quartier generale OUT e anche nelle nostre stanze – rispose Ash. – Una telecamera al piano di sotto, vicino allo scanner, due nascoste qui e un’altra sul tetto, che ruota periodicamente per coprire tutti i lati della Torre 2.
– L’hai progettato tu il sistema di difesa? – domandò una voce femminile dietro i quattro, che si girarono per trovare la loro principessa, braccia incrociate e volto calmo, che li osservava tranquilla. – Perché se rispondi “sì”, allora posso anche dimettermi dall’incarico di regnante.
– No, non l’ho progettato io – rispose il Campione. – E’ stato il presidente Anderson a incaricare uno degli Ultimate Trainer per farlo. Io ho solo dato l’idea per cosa doveva essere usata la stanza.
Un silenzio teso riempì l’atmosfera. Helena, Jude e Michael stavano osservando la scena come se fossero al cinema (mancavano solo i pop-corn, purtroppo). Da una parte, Alyssa: la principessa arrabbiata perché odia non essere informata e, soprattutto, detesta quando qualcun altro prende decisione che la riguardano. Dall’altra, Ash: il principe testardo che preferisce lavorare da solo, senza informare nessuno. Ma entrambi avevano un tratto in comune: non chiedevano mai scusa.
Ecco perché i tre Superquattro ebbero quasi un attacco di cuore quando i loro due leader si scusarono con l’altro, ammettendo che ognuno dei due aveva fatto un errore e prendendosi la colpa.
– E’ colpa mia – disse Ash. – Avrei dovuto informarti del mio piano, non ho pensato alle tue opinioni.
– Sì, ma io ho reagito con troppa rabbia. In fondo, non è niente di troppo importante e … - Alyssa esitò per un secondo – forse, hai anche ragione tu.
A questo, gli altri quattro nella stanza pensarono di aver sentito male, ma le parole della leader dei Superquattro erano inequivocabili: aveva apertamente ammesso di essersi sbagliata.
Il mondo stava per finire.
Ok, forse no, ma questo era comunque un evento che accadeva una volta nella vita. Era da segnare sul calendario.
– Allora, ti dispiacerebbe se dessimo un’occhiata in giro? – domandò Alyssa ad Ash, ignara della sorpresa dei suoi amici.
– Ehm … certo che no – rispose il principe, lasciando che i suoi amici esplorassero la Treasure Room.
Ai lati della stanza, su dei bassi mobili, erano poggiati tantissimi manufatti, quelli meno importanti. Variavano da piccoli quadri a dei vasi ancestrali, oppure medaglioni riccamente decorati, pietre, fossili preistorici, antiche monete …
Le teche contenenti gli artefatti più importanti erano state posizionate a forma di cavallo nel bel mezzo della stanza. Al centro di esse c’era la teca più importante e maggiormente protetta, quella contente le Pietre del Potere.
Nella teca a sinistra si trovava lo Scettro della Verità, artefatto del XVII secolo, appartenuto alla principessa Rosalinda. Era lungo quasi due metri, con il bastone d’oro e il manico di pietra bianca, in cui si trovavano incastonate diverse pietre preziose (un rubino, uno smeraldo e due lapislazzuli). Oltre al suo valore monetario, si dice anche che possa richiamare Reshiram, il drago della verità.
Il problema principale era che lo scettro avrebbe donato al possessore anche il potere di controllare e piegare la volontà del Pokémon leggendario, qualcosa di molto pericoloso.
Nella teca a destra era presente la Pergamena della Conoscenza, artefatto del IV secolo, realizzata da un popolo ormai estinto. Il rotolo di carta era un dono del Pokémon leggendario Uxie, da Sinnoh, ad un abitante dell’antica città, probabilmente a causa di un favore che l’umano aveva fatto alla creatura della conoscenza. La pergamena conteneva un pezzo dei poteri del Pokémon, bastava chiedere una domanda e sarebbe magicamente comparsa la risposta.
Un’arma potente in mani nemiche, per questo motivo fu affidata alla protezione della Lega di Dynamis. I Superquattro e il Campione, infatti, avevano anche il compito di custodire artefatti, libri, Pokémon e altro ancora che non potevano finire in mani di un cittadino comune.
In una delle teche centrale si trovavano due artefatti: l’Anello di Fuoco e il Medaglione Silvergold.  
Il primo era un anello forgiato nei tempi antichi, XII secolo circa, nella dimora del Pokémon Heatran, che aumentava la potenza dei Pokémon di tipo Fuoco sotto il comando del possessore, e assoggettava al volere anche i leggendari di tipo Fuoco come Moltres, Entei, Victini, Reshiram e Volcanion.
Il secondo serviva per convocare i Pokémon leggendari Ho-Oh e Lugia. Il medaglione era diviso in due parti, come il simbolo di Yin e Yang: una parte era d’oro, raffigurante la città di Amarantopoli (più specificatamente la Torre di Latta, luogo di riposo di Ho-Oh), mentre la parte d’argento raffigurava una zona delle Isole Vorticose (presunta casa del Pokémon Lugia). Non si sa con esattezza quando fu forgiato, ma si presume tra lo VIII e il X secolo.
Infine, nell’ultima teca, erano presenti gli ultimi due artefatti: lo Scrigno dei Segreti, che conteneva il Cristallo d’Ombra.
La leggenda dell’esistenza dello Scrigno dei Segreti cominciò nel III secolo, nella regione di Kalos, quando la regina del tempo fece importare materiali preziosi in modo segreto (o forse non così segreto, dato che qualcuno ne venne a conoscenza) da tutte le regioni esistenti, perfino le più piccole ed isolate, come Dynamis. Non si seppe mai con certezza cosa fu l’oggetto che la regina fece realizzare, ma si diffuse la voce di uno scrigno della regione di Kalos contenente un potere arcano.
All’interno dello scrigno era custodito il Cristallo d’Ombra, oggetto che poteva indurre un’anima (sia umana che di Pokémon) a diventare oscura, malevola. Infatti, a causa di questo potere, ci fu una crisi di grandi dimensione nella regione di Orre, sedata solo un paio di anni prima, grazie a degli allenatori coraggiosi che combatterono l’organizzazione che aveva come obiettivo usare il potere del cristallo per scopi malvagi e imperdonabili.
La Lega Dynamis era, quindi, entrata in possesso dei due artefatti da poco, grazie al tempestivo intervento dell’Organizzazione Ultimate Trainers, che aveva inviato alcuni agenti ad Orre per trattare della disposizione dello Scrigno dei Segreti.
– Ehi, Ash – chiamò Alyssa, girandosi a guardare il Campione. – Posso chiederti il perché di tutto questo? – domandò, allargando le braccia e facendo riferimento ai tanti artefatti.
Il principe sorriso lievemente, conoscendo la curiosità della sua migliore amica. Non si sarebbe fermata fino ad avere una risposta, così gliela avrebbe data.
– Non mi sentivo sicuro a lasciarli incustoditi a Villa Lega. Preferivo averli vicino. Avete presente, un paio di anni fa, quando la altre regioni sono state sconvolte a causa del risveglio delle antiche leggende? Ecco, come sapete, le nostre di leggende sono molto più pericolose – rispose Ash, guardando i suoi quattro compagni. – Non possiamo permetterci errori, soprattutto non in un tempo così delicato, con il Torneo Invictus alle porte e l’afflusso di turisti e allenatori.
La stanza si fece silenziosa, come tutti pensarono alle parole di Ash e annuirono in accettazione. L’intero mondo aveva sentito notizie di gruppi criminali che causavano disturbi nelle regioni, sia principali (Kanto, Hoenn, Sinnoh …) che minori (Orre …).
– Ragazzi, conviene prepararci per la cerimonia di apertura. Sono le cinque di pomeriggio, la cerimonia comincia alle 20:00 – informò Jude, guardando il suo DexPhone.
Helena, impallidita di colpo, si fiondò fuori stanza, urlando come se fosse inseguita da un demone: – Non ce la farò mai in tempo a prepararmi! Mancano solo tre ore!
 Gli altri quattro ragazzi rimasti caddero in stile anime.
 
OOOOO | Pokèmon : Le Pietre del Potere | OOOOO
 
Nel prossimo capitolo …
 

 
– Siete pronti? – domandò una voce da una radio tenuta nella mano di un membro dell’equipaggio del piccolo aereo.
– Sì, siamo sopra allo stadio – rispose una voce maschile, avvicinandosi ad uno dei finestrini per guardare il possente White Stadium, gremito di persone.
– Bene – rispose la voce. – Quando finisce il suo annuncio, buttatevi. Dovete prenderli di sorpresa.


 
– Quindi … – riprese Jude dopo alcuni attimi di silenzio. I riflettori cominciarono a ruotare, illuminando casualmente alcune parti dello stadio e del campo di battaglia.
– Senza ulteriori indugi … – continuò Michael.
– Siamo qui … – disse Helena, mentre un sottofondo musicale molto energico cominciò a risuonare nello stadio.
– Per dichiarare aperto … – annunciò la principessa. Le luci si mossero sempre più velocemente, cambiando colore dal bianco al blu, al rosso, al verde, al giallo e al rosa.
– Il magnifico … – parlò Ash. Anche la musica ormai era quasi assordante, come dei colpi di tamburo sempre più veloci, come in attesa di un’esplosione di energia.
Torneo Invictus! – gridarono tutti insieme i cinque, come dai lati dello stadio partirono dei fuochi d’artificio, che in poco tempo illuminarono il cielo notturno di vari colori, rapendo l’attenzione del pubblico, mentre la musica risuonava nelle orecchie di tutte le persone, causando applausi e grida di gioia e di festa a invadere lo stadio.


 
– Questa sarà una partita di due contro due tra Alyssa LeBlanc, leader dei Superquattro di Dynamis, e Luciano, Superquattro di Sinnoh! Allenatori, scegliete i vostri Pokémon! – annunciò l’arbitro.
– Alakazam! – chiamò Luciano. Il Pokémon di tipo Psico uscì dalla sua sfera e prese una buona occhiata del suo ambiente, prima di rilassarsi in posizione di battaglia.
– A mali estremi, estremi rimedi. Dirigi l’energia, Jolteon! – disse Alyssa, lanciando in aria la sua Poké Ball, da cui uscì in un lampo di luce il tipo Elettro.

 
Al prossimo capitolo con tutto questo e altro:

“Comincia il Torneo Invictus”
 
 
 
 
 
Ciao a tutti!
So che vi sarete oramai annoiati con questa storia, ma il Torneo partirà nel prossimo capitolo, quindi resistite. Questa storia non sarà basata unicamente sulle battaglie tra Pokémon, ma ci sarà una trama più introversa e sfuggente, nelle ombre.
Comunque, ho capito che molti di voi non avranno compreso come è fatto l’appartamento dei nostri amici, quindi vi posto alcune foto.
Suite Dynamis:
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Alla prossima,

Anakin Solo

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Capitolo 8
*** La cerimonia d'apertura ***


OOOOO | Pokèmon : Le Pietre del Potere | OOOOO
 
Nel capitolo precedente …
 
– Ragazzi, conviene prepararci per la cerimonia di apertura. Sono le cinque di pomeriggio, la cerimonia comincia alle 20:00 – informò Jude, guardando il suo DexPhone.
Helena, impallidita di colpo, si fiondò fuori stanza, urlando come se fosse inseguita da un demone: – Non ce la farò mai in tempo a prepararmi! Mancano solo tre ore!
 Gli altri quattro ragazzi rimasti caddero in stile anime.
 
OOOOO | Pokèmon : Le Pietre del Potere | OOOOO
 
Capitolo 7

“La cerimonia d’apertura”
 
– Benvenuti a tutti, allenatori di Pokémon! – salutò il signor Goodshow, stando sulla balconata dei posti V.I.P. – Come state? – Ricevette un coro di “Bene!” in risposta. – Siete emozionati? – a questa frase le grida aumentarono.
Il White Stadium era completamente e totalmente pieno, con tutti i suoi 60.000 posti occupati, rispetto ai 15.000 degli altri quattro stadi minori che lo circondavano. Oltre a questo, però, la cerimonia era trasmessa in diretta televisiva in tutte le regioni del mondo. Milioni di persone stavano seguendo l’evento, ovvero l’apertura della competizione più importante degli ultimi duecento anni.
– Bene! Prima di dare inizio, però, mi permetto di presentarvi gli ospiti di questa serata! Qui, accanto a me, sono presenti tutte le Leghe Pokémon delle regioni principali! Un applauso per Lance! Bruno! Karen! Koga! Lorelei! Diamo un benvenuto alla Lega di Kanto e Johto!
Come i cinque allenatori famosi comparvero accanto al presidente della Lega Pokémon, i fan andarono in delirio. Il rombo assordante che erano i loro applausi e le loro grida impediva a chiunque di sentire anche la persona accanto a loro.
Charles Goodshow sorrise all’eccitazione della folla. Questo sì che era un bello spettacolo. (Ahahah! L’avete capita? Good-Show = Bello Spettacolo. No? Ok, non importa …)
– Continuiamo con la Lega di Hoenn! Adriano! Fosco! Ester! Frida! Drake! – ci furono altri applausi dal pubblico, maggiormente dai nativi della regione di Hoenn, che sostennero il loro Campione e i loro Superquattro. – Passiamo poi a Sinnoh! Camilla! Vulcano! Terrie! Luciano! Aaron! – questa volta furono i nativi di Sinnoh ad applaudire e ad acclamare ad alta voce la loro Lega. – E via con Unima! Nardo! Marzio! Antemia! Catlina! Mirton!
Ancora una volta, Charles dovette aspettare che gli applausi del pubblico si calmassero, prima di poter introdurre la penultima delle Leghe Pokémon regionali che avrebbero partecipato alla cerimonia di apertura.
 
(O)(O)(O)
 
– Siete pronti? – domandò una voce da una radio tenuta nella mano di un membro dell’equipaggio del piccolo aereo.
– Sì, siamo sopra allo stadio – rispose una voce maschile, avvicinandosi ad uno dei finestrini per guardare il possente White Stadium, gremito di persone.
– Bene – rispose la voce. – Quando finisce il suo annuncio, buttatevi. Dovete prenderli di sorpresa.
La figura, chiaramente maschile, annuì, scordandosi che la persona con cui stava parlando non poteva vederlo.
– Ricevuto – disse, poi, notando il suo errore. Si rivolse poi al resto degli occupanti dell’aeroplano, con un sorriso. – Forza ragazzi, preparatevi. Inizia la festa.
 
(O)(O)(O)
 
– Infine, ecco la Lega di Kalos! – riprese il presidente. – Diantha! Narciso! Lilia! Malva! Timeus!
Questa volta, a sorpresa, gli applausi furono più forti e si sentirono maggiormente nell’intera Atlantopoli, confondendo i turisti e i nativi di altre regioni. Infatti, in Dynamis, era risaputo che il popolo della regione preferiva di gran lunga Kalos, rispetto ad altre regioni, dato che i due paesi ebbero da sempre una stretta amicizia, anche nei secoli passati. Le due regioni erano sempre state alleate, sia nelle guerre che fuori da esse, e commerciavano molto tra di loro.
– E infine! – disse Goodshow, reimpostando l’attenzione su di lui. – Un applauso, signori, per coloro che ospitano questo magnifico torneo! La Lega Pokémon di Dynamis!
Stranamente, però, nessuno si fece avanti, come avevano fatto precedentemente i membri delle altre Leghe. I Campioni e i vari Superquattro girarono lo sguardo per osservare, aspettando … aspettando … e aspettando …
Anche il pubblico cominciò a calmarsi, facendo scemare l’applauso a cui aveva dato inizio, notando che non era comparso nessuno. Dopo circa trenta secondi di silenzio totale, Charles prese la parola, incerto e confuso dalla piega presa dagli eventi.
– Ehm … beh, direi … – Goodshow gettò un’occhiata al pubblico confuso, prima di schiarirsi la gola. – Direi che, a quanto pare, essi non potevano prendere parte all’evento, quindi …
– Ehi – esclamò leggermente uno spettatore, guardando il cielo – quelli cosa sono? – domandò, indicando l’aeroplano che sorvolava lo stadio e i puntini che si calarono da esso.
Sempre più persone cominciarono ad indicare le figure, esclamando ipotesi, e anche le telecamere inquadrarono il cielo, riuscendo ad avere una buona immagine. Infine, i riflettori giganti dello stadio vennero puntati vicino alle cinque figure, illuminandole, e lasciando il mondo in stato di shock.
– Sono loro! – esclamò un altro spettatore.
Subito, l’intero stadio (e l’intera città, dato che un sacco di gente guardava l’evento in TV), scoppiò in grida di eccitazione e applausi, festeggiando come se fosse arrivato Natale in anticipo. Le cinque figure erano, infatti, proprio il Campione e i Superquattro di Dynamis che ora, inquadrati dalle telecamere, si stavano paracadutando sul White Stadium, facendo un’entrata spettacolare, che sarebbe rimasta nella memoria della gente per un bel po’ di tempo.
Per i prossimi secondi, tutti poterono osservare con stupore come i cinque regnanti fecero delle acrobazie in aria, cadendo sempre più velocemente, cosa che cominciò a preoccupare leggermente il pubblico, che fu però rapidamente distratto dalle magnifiche acrobazie aeree. Anche le Leghe delle altre regioni stavano guardando a bocca aperta lo spettacolo: quelle non potevano essere le persone che avevano incontrato solo poche ore fa!
Quando mancavano ormai solo un centinaio di metri da terra, una luce soffusa rosa e bianca circondò le figure, prima che sparissero in un lampo di luce, confondendo tutte le persone che osservavano lo spettacolo. Di colpo, tutte le luci dello stadio si spensero, provocando agitazione e qualche urla di paura.
– Buonasera, Dynamis! – la voce allegra femminile catturò l’attenzione del pubblico, che si guardò attorno confuso, prima che cinque faretti si accesero di colpo, illuminando le figure del Campione e dei Superquattro al centro del campo di battaglia.
Alyssa si fece avanti, facendo notare che era lei quella che aveva parlato prima. Ella indossava un vestito color rosso fuoco, che le arrivava poco oltre le ginocchia. Portava dei tacchi, sempre dello stesso colore, e i capelli biondi cadevano liberamente sulla schiena, con un cerchietto decorato con una rosa, anch’essa rossa.
– Piacere, io sono Alyssa LeBlanc, la leader dei Superquattro! – il pubblico fece un applauso fragoroso, mescolato con alcune urla e fischi da vari ragazzi. – Vi è piaciuta la nostra entrata? – domandò, mettendo una mano accanto all’orecchio, in segno che si aspettava una risposta.
Altre grida e altri applausi partirono dallo stadio e dalla città, che durarono ben due minuti circa, facendo in modo che gli spettatori mostrassero la loro approvazione. I membri della Lega Dynamis sorrisero soddisfatti; era stata una faticaccia trovare abbastanza Pokémon di tipo Psico per teletrasportarli prima che si schiantassero a terra.
– Beh, ne sono felice! – intervenne Helena, facendosi avanti. – Questa è stata una mia idea, dopotutto. E’ stupendo conoscervi, io sono Helena Jones, secondo Superquattro!
La duchessa indossava un abito corto color blu cobalto, che le arrivava poco sopra le ginocchia, mettendo in mostra le sue belle gambe e i suoi eleganti tacchi blu scuro. I capelli scuri erano legati in una complicata acconciatura, come quelle che si indossavano nei tempi antichi.
– Non dimenticatemi! – si intromise uno dei ragazzi. Era vestito con uno smoking nero, nel taschino si trovava una rosa dipinta di un verde brillante, lo stesso colore dei suoi occhi. – Michael Smith, primo Superquattro! – si introdusse, inchinandosi in direzione del pubblico.
– E arlecchino del gruppo – mormorò Alyssa ad Helena, anche fu sentito nell’intero stadio a causa del microfono che la principessa indossava, provocando la gente a esplodere in una risata divertita.
– Jude Anderson, terzo Superquattro! – si presentò il ragazzo, una volta che l’atmosfera si calmò, prima di rivolgersi alla duchessa. – E guarda che l’idea di paracadutarci sullo stadio era mia – fece notare.
– Ma io ho suggerito di fare qualcosa di originale – ribatté Helena sorridendo. – Facciamo 50/50?
Alcuni membri del pubblico, principalmente i turisti, ridacchiarono, divertiti dal comportamento stravagante della Lega Dynamis. Si vedeva subito che questi ragazzi erano diversi. Il popolo della regione, abituato al comportamento dei loro regnanti in alcune situazioni, scosse la testa divertito.
– Ragazzi, credo che dovremmo andare avanti – li richiamò scherzosamente Ash. – Questa è, dopotutto, una cerimonia di apertura.
– Sì, hai ragione – lo appoggiò Alyssa. – Ora che avete conosciuto Liam Ravensong, il Campione di Dynamis – disse la bionda, indicando il suo amico – credo che possiamo iniziare.
– Come sapete, – cominciò Jude, rivolgendosi al pubblico. – Dynamis è sempre stata una regione lontana, nascosta, quasi “tabù”.
– Siamo l’unica regione a non aver accettato di far parte dell’ULP, l’Unione Lega Pokémon – proseguì Helena. – Distaccandoci, così, dalle altre regioni.
– Ma ora non più – disse Michael, avvicinandosi ai suoi due amici che avevano appena parlato. – Ora, stiamo ospitando la più grande competizione di Pokémon mai organizzata.
– Il Torneo Invictus – precisò Alyssa. – Dove solo il migliore arriverà in cima. Migliaia di allenatori si sono riuniti in questa città, quindi rimane una sola domanda: chi è il migliore?
– E noi speriamo che questo possa essere un buon primo passo verso l’ULP e il ricongiungimento alle altre regioni che parteciperanno in questa competizione – finì Ash.
– Quindi … – riprese Jude dopo alcuni attimi di silenzio. I riflettori cominciarono a ruotare, illuminando casualmente alcune parti dello stadio e del campo di battaglia.
– Senza ulteriori indugi … – continuò Michael.
– Siamo qui … – disse Helena, mentre un sottofondo musicale molto energico cominciò a risuonare nello stadio.
– Per dichiarare aperto … – annunciò la principessa. Le luci si mossero sempre più velocemente, cambiando colore dal bianco al blu, al rosso, al verde, al giallo e al rosa.
– Il magnifico … – parlò Ash. Anche la musica ormai era quasi assordante, come dei colpi di tamburo sempre più veloci, come in attesa di un’esplosione di energia.
Torneo Invictus! – gridarono tutti insieme i cinque, come dai lati dello stadio partirono dei fuochi d’artificio, che in poco tempo illuminarono il cielo notturno di vari colori, rapendo l’attenzione del pubblico, mentre la musica risuonava nelle orecchie di tutte le persone, causando applausi e grida di gioia e di festa a invadere lo stadio.
Sul campo, ormai quasi dimenticati, i cinque regnanti si sorrisero allegri e felici, contenti di una tale bella reazione da parte del pubblico. I ragazzi si avvicinarono tra loro, prendendosi per mano e inchinandosi agli spettatori, ancora sorridendo, che valse loro altri applausi.
– E’ stato bello essere qui! – esclamò Helena.
– Ci siamo divertiti! – continuò Michael.
– Non vediamo l’ora di vedervi sul campo di battaglia! – disse Jude.
– Grazie per essere venuti! – urlò Alyssa.
– E buonanotte! – augurò Ash, prima che tutti i riflettori si spensero, lasciando nuovamente il White Stadium nel buio, solo con la luce dei fuochi d’artificio a illuminare la notte.
Quando le luci si riaccesero poco dopo, i membri della Lega Dynamis erano svaniti.
 
(O)(O)(O)
 
Neanche una luce era accesa. La stanza era buia, rischiarata solo dalla luce del televisore che mandava in diretta le scene della cerimonia d’apertura del Torneo Invictus.
Un uomo era seduto su una poltrona, dietro una scrivania grigia. La persona stava guardando lo schermo osservando uno per uno i suoi futuri nemici.
Erano cinque. Erano famosi. Erano potenti. Erano i componenti della Lega di Dynamis.
Ed erano pericolosi per il suo piano.
– Cosa dobbiamo fare con loro? – chiese una voce da una parte indistinta della stanza.
L’uomo diresse il suo sguardo in un angolo della stanza, dove si trovava chi aveva appena parlato. Disse una sola parola, ma che tenne molto potere.
– Eliminateli.
– Sarà fatto, mio signore – rispose servile la figura nell’ombra, prima di scomparire silenziosa.
 
(O)(O)(O)
 
Dalle finestre di Concordia Palace, la luce filtrava limpida e lucente, illuminando le varie stanze dell’edificio e segnalando l’inizio di una nuova, stupenda giornata. Purtroppo, questo non faceva eccezione nella stanza della principessa della regione.
– Sveglia Alyssa! Il sole è alto! – urlò una voce squillante nell’orecchio della ragazza bionda.
– Lasciami in pace, Helena. Voglio dormire – borbottò la povera vittima della situazione, affondando la faccia nel morbido cuscino e girandosi dall’altra parte, verso il muro.
– Vuoi restare a letto? – domandò nuovamente la duchessa, scioccata. – Ma stai scherzando?! Oggi ci sono i saldi! – urlò di nuovo l’altra ragazza. Ci fu qualche secondo di silenzio, nel quale nessuno disse nulla, ognuna in attesa della mossa dell’altra. – Okay Alyssa, ma ricordati che mi stai costringendo tu.
La leader dei Superquattro si accigliò lievemente, ancora per metà assonnata, a causa del tono serio, ma malizioso della sua amica. Prima che però ebbe il tempo di formulare una domanda, un liquido freddo le arrivò in faccia. La bionda si tirò su di scatto, boccheggiando come un pesce, prima di realizzare l’accaduto. Si girò lentamente verso Helena, che aveva ancora in mano un bicchiere d’acqua ormai vuoto, e che aveva ora compreso il suo errore.
– Helena, tesoro – la chiamò Alyssa con una voce calmissima e un sorriso dolce – comincia a scappare …  prima che ti distrugga!
Non diede neanche il tempo all’altra ragazza di muoversi, che formò nella mano una Forzasfera gialla e la scagliò alla ragazza dai capelli neri. Quest’ultima si abbassò di scatto, facendo schiantare la sfera nel muro dietro di lei con un gran botto. Quando il poco fumo si dissipò, nel muro si potevano vedere chiaramente dei bordi bruciacchiata a forma di cerchio.
La duchessa, riprendendosi dallo spavento, subito si alzò e corse fuori dalla porta, con la bionda al seguito (la quale continuava a lanciare Forzasfera a destra e a manca).
Le ragazze scesero le scale, correndo, fino nella sala da pranzo, dove la ragazza dai capelli neri prese un vaso di porcellana (probabilmente molto costoso) e lo utilizzò come scudo contro una Forzasfera che stava per colpirle il volto. Inutile dire che del vaso non rimasero che dei cocci.
Helena si ritrovò presto in un angolo senza via d’uscita, se non il suo scudo d’Aura di colore blu, che venne distrutto dopo vari attacchi della sua avversaria dai capelli biondi.
Proprio mentre Alyssa scagliò un’ultima Forzasfera gialla, venne però bloccata da uno scudo rosso.
Rosso significa …’” pensarono entrambe, prima di voltare lo sguardo verso le scale.
– Ash! – urlarono insieme le due ragazze, una con fastidio, l’altra con sollievo.
– Disattiva lo scudo! – intimò Alyssa.
– Non farlo! – pregò Helena.
– Fallo!
– No!
– Si può sapere che sta succedendo? – chiese Michael, che si trovava sulle scale insieme a Jude. Il ragazzo moro indossava un paio di pantaloncini bianchi e una maglietta rossa, mentre Jude dei pantaloncini blu e una maglia gialla a maniche corte.
– Ha iniziato lei! – urlarono insieme. Si guardarono per un attimo, lanciandosi un’occhiataccia a vicenda.
– Mi ha bagnato con dell’acqua! – si giustificò la bionda.
– Mi ha lanciato una Forzasfera! – si difese la ragazza dai capelli scuri, prima di rivolgersi alla principessa. – E poi non ti svegliavi.
Prima che Alyssa potesse sbranare l’altra ragazza, però, Ash intervenne, mandando tutti nelle proprie stanze per cambiarsi. Cinque minuti dopo, erano tutti seduti a tavola per fare la colazione. Alyssa lanciava continuamente delle occhiate di fuoco ad Helena, la quale parlava tranquillamente con Michael, ignorando la bionda.
Una volta finita la colazione, controllarono Invictus Channel, il canale TV dedicato appositamente agli avvisi riguardanti il torneo. Su esso erano mandati in onda le partite di Pokémon a tempo reale, gli avvisi, i comunicati stampa e gli orari delle partite della giornata.
Alyssa, Jude e Ash avevano le partite in contemporanea in tre stadi diversi alle ore 10:00. Helena l’aveva di pomeriggio alle 15:30, mentre Michael alle 16:30.
Controllando sul DexPhone l’ora, i cinque si accorsero che mancava solo mezz’ora alle dieci. Frettolosamente, il Campione e gli altre due Superquattro che avevano le partite, andarono  vestirsi e a prendere i loro Pokémon nella sala giochi della Torre 2, dove li avevano lasciati la sera prima.
– Tutti pronti? – domandò Ash ad Alyssa e Jude. Quando i due annuirono, il principe salutò Michael ed Helena, che non sarebbero venuti con loro, prima di entrare in ascensore con gli altri due e premere il pulsante per scendere.
“Ed eccoci, finalmente, all’inizio …”
 
(O)(O)(O)
 
Il Blue Stadium era pieno di spettatori che volevano assistere ad una partita di uno dei membri della Lega Dynamis, compresi anche alcuni membri delle Leghe di altre regioni.
Lo stadio non era stato nominato in modo casuale: blu si riferiva all’acqua. Il campo era di terra, con dei canali d’acqua che si trovavano ai bordi e al centro, in modo che i Pokémon d’Acqua potessero muoversi con facilità.
– Questa sarà una partita di due contro due tra Alyssa LeBlanc, leader dei Superquattro di Dynamis, e Luciano, Superquattro di Sinnoh! Allenatori, scegliete i vostri Pokémon! – annunciò l’arbitro.
– Alakazam! – chiamò Luciano. Il Pokémon di tipo Psico uscì dalla sua sfera e prese una buona occhiata del suo ambiente, prima di rilassarsi in posizione di battaglia.
– A mali estremi, estremi rimedi. Dirigi l’energia, Jolteon! – disse Alyssa, lanciando in aria la sua Poké Ball, da cui uscì in un lampo di luce il tipo Elettro. “Ok, forse avrei potuto fare a meno di usare Jolteon, ma è meglio non sottovalutare gli avversari. Credo che Alakazam sia il suo Pokémon più forte, quindi è giusto dare a Luciano lo stesso privilegio che ha dato a me” ragionò la principessa.
– Questa partita finirà quando uno dei due Pokémon non sarà più in grado di combattere! Cominciate! – esclamò l’arbitro.
– Jolteon, Fulmine!
– Alakazam, schiva! – rispose Luciano. In un lampo, il Pokémon di tipo Psico era scomparso dalla sua posizione, rendendo inefficace l’attacco del Pokémon di Alyssa.
“Ugh” pensò quest’ultima. “Ecco perché odio gli avversari che usano Pokémon con la mossa Teletrasporto.”
 
(O)(O)(O)
 
Il campo del Green Stadium era interamente ricoperto d’erba, tranne in qualche zona dove si trovavano diversi alberi, isolati o in gruppo, in modo da imitare un vero bosco.
Proprio da uno di questi raggruppamenti d’alberi sbucò un Pokémon che aveva due rose al posto delle mani.
– Roserade, schiva ed usa Petalodanza! – chiamò l’allenatrice sfidante, Gardenia, la Capopalestra di Evopoli.
Roserade seguì gli ordini della sua allenatrice, ma, grazie ai riflessi pronti del Superquattro di Dynamis, l’attacco venne contrastato dal Verdebufera di Serperior.
– Roserade, usa …
– Serperior, usa Radicalbero! – la interruppe Jude. Pochi secondi dopo, enormi radici spuntarono dal terreno, afferrando il Pokémon avversario e sbattendolo a terra più volte, fino a quando esso svenne.
– Complimenti, direi che il tuo Pokémon è più forte del mio – si congratulò Gardenia, ritirando Roserade nella sua Poké Ball.
– Ma il tuo Roserade batte sperperio in velocità – ribatté il ragazzo dagli occhi d’argento. – Mi ci sono voluti dieci minuti pieni prima di riuscire a colpirlo con un attacco.
– Grazie – rispose la Capopalestra, sorridendo. – Ma basta chiacchiere: continuiamo.
 
(O)(O)(O)
 
– Flareon usa Incendio! – comandò Ash, ignorando lo sgomento del pubblico.
– Cosa? – commentò anche il presentatore. – Ho sentito bene? Ma Incendio non può essere imparata da un Flareon.
L’Eeveeluzione si concentrò, prima di scatenare una gigantesca ondata di fiamme di fuoco, che si stesero su tutto il campo di battaglia, bruciando tutto nel loro percorso, compreso Typhlosion. Quest’ultimo venne infatti colpito in pieno che, a causa della potenza e dell’estenuante battaglia, svenne.
Ci fu silenzio per un po’, prima che gli applausi cominciarono e il presentatore ritrovò le sue parole, proprio mentre l’arbitro dichiarava finita la partita.
– Incredibile signore e signori, nonostante entrambi i Pokémon fossero dello stesso tipo, la potenza di Flareon (che è riuscito a compiere la mossa Incendio!) è riuscita a porre fine alla partita! Ed in soli dodici minuti! – annunciò il presentatore. – Questo dimostra la potenza dei componenti della Lega di Dynamis, gente! E’ incredibile, ancora non ci credo!
Ash si avvicinò all’allenatrice sconfitta, ritornando il suo Flareon. – Bella partita, sei stata molto brava, Fiammetta – il principe porse la mano e la Capopalestra di Hoenn la strinse.
– Grazie – rispose la donna. – Ma la prossima volta vincerò io, ovviamente.
Con queste parole, Fiammetta si voltò e si incamminò verso l’uscita, a malapena sentendo il presentatore chiamare i nomi dei due prossimi allenatori, lasciandosi dietro un Campione divertito.
 
(O)(O)(O)
 
– Hey ragazzi – salutò Alyssa, vedendo Jude e Ash davanti alla hall di Concordia Palace. – Com’è andata?
– Gardenia. Ventiquattro minuti in totale – disse Jude, capendo che la principessa voleva confrontare i tempi delle partite per vedere chi finì prima.
– Fiammetta. Ventidue – rispose Ash con fiducia, sicuro di essere il vincitore della loro piccola competizione.
– Ah! Luciano, diciannove! Vi ho battuti! – esclamò con aria trionfante Alyssa.
– Che cosa? Secondo me hai barato – la accusò Ash.
– Ma come ti permetti! – rispose indignata Alyssa.
– Su, su, non fate i bambini … – li calmò Jude. – Piuttosto, facciamo qualcosa. Volete andare in piscina?
 
(O)(O)(O)
 
Le porte dell’ascensore che conduceva alla Suite Dynamis si aprirono, mostrando una ragazza bionda contenta e due ragazzi sommersi di sacchetti della spesa. Se si ascoltava attentamente, si poteva sentire Jude lamentarsi dei troppi negozi visitati con Alyssa.
Una volta entrati, i due porta sacchetti caddero sfiniti sul divano, con l’intenzione di non alzarsi entro la prossima mezz’ora. Purtroppo per loro, pochi secondi dopo arrivarono Michael e Helena, che non si fecero problemi a buttarli per terra, prima di prendere il posto precedentemente occupato da loro.
– Dove siete andati? – chiese Michael, vedendo che i suoi due amici erano sfiniti.
– Shopping – rispose Alyssa, scendendo le scale e indicando le varie borse in parte al divano. – C’erano i saldi.
“Ma …  ma è quello che stavo cercando di dirle stamattina, quando mi ha quasi ucciso! E poi scopro che se ne va in giro per i negozi senza avermi invitata! Io la …” pensò arrabbiata Helena, ma, prima che potesse iniziare il suo sproloquio, venne interrotta dall’accensione del televisore.
– E così oggi si è concluso il primo girone delle eliminatorie del torneo! – disse la giornalista di Invictus Channel. – Domani verrà effettuato il secondo girone di eliminatorie e dopodomani il terzo. Tra tre giorni, invece, cominceranno i vari scontri del primo turno. Vediamo adesso alcune delle partite più belle di oggi …
 
OOOOO | Pokèmon : Le Pietre del Potere | OOOOO
 
Nel prossimo capitolo …
 

 
Sogno di Ash (inizio)
Era una stanza buia. Due sagome indistinte stavano parlando, vicino ad una scrivania. Era impossibile capire chi potessero essere, perché entrambe erano nascoste nell’ombra.
– Le hai prese? – chiese la prima ombra, quella seduta alla scrivania, che emanava un’aura di potere e comando.
La seconda ombra non rispose, ma prese una valigetta che portava al fianco e l’aprì. All’interno di essa si trovavano cinque pietre colorate, della dimensioni di un pugno. Erano tutte diverse sia in forma che colore: una rossa e a forma di esagono allungato, una gialla e ovale, una blu e quadrata, una verde e rettangolare, e una bianca a forma di diamante.


 
– Dovresti andare a dormire – consigliò il ragazzo, guardandola preoccupata.
– Tranquillo, Ash. Mi bastano ancora due orette e poi posso … ehi! Ma che stai facendo?! Mettimi giù! – gridò sorpresa la bionda.
– Silenzio. Vuoi svegliare gli altri? – le chiese il Campione.
Ash aveva preso Alyssa in stile sposa, e ora la stava trasportando fino alle camere da letto, al piano di sopra, ignorando le lamentele di quest’ultima.


 
Al prossimo capitolo con tutto questo e altro:

“Il sogno”
 
 
 
 
 
Ciao a tutti!
Mi scuso se le lotte sono state veloci, ma non sono molto bravo. Se vi mancano i traditori, tranquilli che li vedremo tra poco!
Mi raccomando fatemi sapere se vi è piaciuto il capitolo e se avete idee per coppie battaglia/amore  fate sapere!  Sono aperto anche a idee, o situazioni in cui vorreste vedere i nostri personaggi.
Alla prossima,

Anakin Solo

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Capitolo 9
*** Il sogno ***


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Nel capitolo precedente …
 
“Ma …  ma è quello che stavo cercando di dirle stamattina, quando mi ha quasi ucciso! E poi scopro che se ne va in giro per i negozi senza avermi invitata! Io la …” pensò arrabbiata Helena, ma, prima che potesse iniziare il suo sproloquio, venne interrotta dall’accensione del televisore.
– E così oggi si è concluso il primo girone delle eliminatorie del torneo! – disse la giornalista di Invictus Channel. – Domani verrà effettuato il secondo girone di eliminatorie e dopodomani il terzo. Tra tre giorni, invece, cominceranno i vari scontri del primo turno. Vediamo adesso alcune delle partite più belle di oggi …
 
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Capitolo 8

“Il sogno”
 
Era notte fonda ormai, nella regione di Dynamis. Le stelle splendevano nel cielo, illuminando leggermente l’aria e facendo compagnia alla luna. L’unico rumore era il fruscio del vento leggero, siccome tutti i Pokémon erano rintanati nei loro nascondigli, dormendo.
Atlantopoli, però, era un caso particolare. Essendo una grande città, la capitale possedeva anche un lato nascosto, quello della vita notturna. Bar, negozi, supermercati e tante zone pubbliche erano ancora aperte e funzionanti, riempiendo l’aria di rumori diversi, tra cui le esclamazioni e le conversazioni delle centinaia di persona che avevano deciso di godersi la sera all’esterno.
La zona in questione era principalmente il centro della città, abbastanza lontano quindi dalla periferia, dove si trovava il Battle District, zona dove si svolgeva il torneo. Lì, al contrario, solo il silenzio permeava la zona.
Nella sua camera da letto, all’interno di Concordia Palace, Ash continuava ad agitarsi nel suo letto, ancora addormentato, ed era circondato da un lieve alone di colore rosso.

Sogno di Ash (inizio)

Era una stanza buia. Due sagome indistinte stavano parlando, vicino ad una scrivania. Era impossibile capire chi potessero essere, perché entrambe erano nascoste nell’ombra.
– Le hai prese? – chiese la prima ombra, quella seduta alla scrivania, che emanava un’aura di potere e comando.
La seconda ombra non rispose, ma prese una valigetta che portava al fianco e l’aprì. All’interno di essa si trovavano cinque pietre colorate, della dimensioni di un pugno. Erano tutte diverse sia in forma che colore: una rossa e a forma di esagono allungato, una gialla e ovale, una blu e quadrata, una verde e rettangolare, e una bianca a forma di diamante.
Ash le riconobbe subito, trattenendo a stento un sussulto di sorpresa. Erano il loro tesoro più prezioso, custodito da quasi due millenni dalla Lega di Dynamis: erano le Pietre del Potere.
Le stesse pietre quelle che facevano parte della Leggenda della Creazione, e che erano custodite tutt’ora nella Treasure Room, in Concordia Palace.
Scuotendosi dal suo torpore e dalla sua sorpresa, il principe della regione allungò una mano per cercare di afferrare una di quelle pietre, solo per il suo braccio passare attraverso la valigetta argentata.
E allora capì. Era in un sogno. Vedeva quello che stava succedendo, ma non poteva fare niente; era solo uno spettatore. Come un fantasma.
Colpito da un’idea, cominciò a guardarsi intorno, per cercare di riconoscere il luogo in cui si trovava, ma la sua visione cominciò a sfocarsi. Tutti gli oggetti cominciarono a scomparire velocemente, le pareti della stanza cominciarono a distorcersi, e l’ultima cosa che riuscì a sentire fu: Ottimo lavoro, Agente Keith. Ora nessuno potrà fermare l’ascesa del …
E poi il buio.

Sogno di Ash (fine)

Ash si svegliò all’improvviso, solo per scoprire riconoscere l’ambiente della sua stanza. Stringendo inconsciamente le coperte, si accorse di trovarsi ancora nel suo letto. Il principe chiuse gli occhi e prese un respiro profondo, calmando il battito del suo cuore, prima di decidere di uscire a prendere una boccata d’aria.
Dato che erano nel pieno dell’estate, non ci fu bisogno di vestirsi in modo pesante. Ash si alzò dal letto, indossando solo dei pantaloncini rossi e una maglietta bianca, e si avviò verso la porta della sua camera da letto.
Giunto in salotto, si avvicinò alla terrazza, quando una voce interruppe i suoi pensieri.
– Vai da qualche parte?
Sorpreso, il Campione si voltò e usò la sua Aura per creare un coltello da caccia nella mano sinistra e una Forzasfera nella destra, prima di dissipare entrambi, riconoscendo la figura a cui apparteneva la voce.
– Alyssa – salutò il ragazzo, con un tono leggermente contente del rimprovero per averlo spaventato.
La leader dei Superquattro era comodamente seduta sul divano bianco, con il suo computer portatile sulle gambe e un tazza di caffè poggiata su un piccolo tavolino di vetro. Indossava una maglietta rosa a maniche corte e degli shorts bianchi. I capelli biondi erano racc0lti in una coda bassa che cadeva liberamente sulla schiena.
– Cosa stai facendo sveglia a quest’ora? – le chiese ancora Ash, sedendosi accanto alla sua amica.
– Ho chiesto prima io –  rispose la bionda.
Ash sospirò rassegnato. Quando si entra in una discussione con la principessa, è meglio alzare bandiera bianca. – Brutto sogno.
– Vuoi raccontarmelo? – propose lei. Alyssa ascoltò attentamente per i prossimi quindici minuti tutte le parole che pronunciò il principe, pensierosa, il suo lavoro precedente completamente dimenticato. – Penso che sia più di un sogno, Ash. Credo che derivi dall’abilità Vision delle Pietre del Potere. Dovremo stare più attenti, d’ora in poi – suggerì infine la ragazza. – Soprattutto se c’è qualcuno che vuole impossessarsene.
– Hai ragione – confermò Ash. – Ma credi davvero che sia l’abilità Vision a permettermi di sognare quella scena?
Mentre le Pietre del Potere erano conoscenza popolare, solo poche persone sapevano le loro proprietà, ovvero le abilità che donavano ai loro Possessori. Finora, se ne conoscono solo cinque: Vision, Power, Bond, Aura e Soul.
L’abilità Vision permetteva ai Possessori di avere delle visioni, spesso durante il sonno, di eventi importanti accaduti nel passato, nel presente o nel futuro immediato (ovvero che sarebbero accaduti in pochi mesi o anni).
– E perché no? – chiese confusa l’amica. Avevano già tutti sperimentato diverse volte l’abilità Vision, perché Ash era improvvisamente diventato così reticente a credere che questa fosse una visione del futuro?
Quest’ultimo scosse la testa, prima di ritornare a guardare la principessa. – No, hai ragione. Scusa, è solo che vorrei … vorrei davvero che non si avverasse quella situazione.
– E non succederà – lo confortò Alyssa, prendendogli delicatamente la mano e incrociando le loro dita. Senza accorgersene la bionda cominciò ad osservare la mano di Ash, giocando distrattamente con le dita e tastandole leggermente, sentendo i calli che si erano formati a causa delle loro missioni come Ultimate Trainers. Le mani del principe erano un po’ più grandi delle sue, e sicuramente più forti, a giudicare dalla resistenza delle pelle.
Sconosciuto dalla bionda, Ash la stava osservando attentamente, partendo dai capelli biondi dorati, seguendo le poche ciocche che sfuggivano alla coda e che incorniciavano il viso della ragazza, scendendo dalla fronte agli occhi che osservavano attentamente le sue mani, fino al piccolo naso e alla bocca rosa, la quale stava formando un leggero sorriso. Il Campione si ritrovò a penare, non per la prima volta, a quanto fosse bella la sua migliore amica e, in quel momento, poteva perfettamente comprendere tutti i ragazzi che si ipnotizzavano alla vista di lei.
Quando gli occhi dei due ragazzi si incontrarono, entrambi si fissarono per quello che sembrava un tempo infinito, cercando di comprendere le emozioni dell’altro attraverso i cosiddetti “specchi dell’anima”, prima che si resero conto delle loro azioni e arrossirono violentemente, distogliendo lo sguardo alle due parti opposte della stanza.
I prossimi due minuti passarono in un silenzio teso ed imbarazzato, totalmente diverso da quello che li aveva avvolti mentre ognuno dei due era perso nei propri pensieri pochi minuti in precedenza.
– Allora … – iniziò goffamente Ash, schiarendosi la voce. – Pensi che vogliano completare la Prima Leggenda?
– Eh? – domandò Alyssa, sorpresa, prima di comprendere le parole del suo migliore amico. – Oh. Beh, non ne ho idea. Sarebbe una pazzia farlo e non credo che vogliano una ripetizione degli eventi narrati.
La Prima Leggenda, come già accennato in precedenza, era un antico racconto, il primo dei suoi tempi (da qui il titolo onorifico “prima”), che narrava la creazione della regione Dynamis.
Una volta, Dynamis era una zona inabitabile (vulcani, terremoti, tempeste, aridità, mancanza d’acqua). Un giorno però, cinque persone riuscirono a rinchiudere queste calamità in cinque diverse pietre, che furono poi chiamate le Pietre del Potere.
A causa di questa azione eroica, le cinque persone furono nominate regnanti dal popolo che abitava quelle terre desolate, e crearono così un regno prospero. Passarono molti anni e, in punto di morte, essi rassicurarono il popolo che sarebbero ritornati in futuro, che le loro anime si sarebbero reincarnate e che le Pietre del Potere sarebbero state in grado di riconoscerli.
Ogni volta che una persona con l’anima di uno degli “Eroi” muore, un’altra persona nasce con essa. Queste persone furono attratte dal potere delle pietre, viaggiando quindi nella regione Dynamis, e, una volta accertato che la loro anima era una appartenuta agli Eroi, fu affidato loro il dovere di custodirle e proteggerle con la vita, insieme al compito di regnare sulla regione.
– Il tipo del mio sogno non mi sembrava molto interessato alla distruzione di una regione e la perdita di vite innocenti, finché sarebbe stato al potere – ribatté il Campione.
– Quindi cosa facciamo? – chiese Alyssa.
– Fare il nostro compito – rispose Ash. – Proteggere le pietre fino alla morte. E per farlo abbiamo bisogno di averle vicino, quindi le porteremo sempre con noi.
Alyssa lo guardò. – Intendi uscire con una pietra preziosa che praticamente urla “Ehi voi ladri! Guardate qui, sono una pietra di inestimabile valore. Venite a prendermi!” – domandò sarcasticamente la principessa.
– Ah, ah, ah – fu la risposta altrettanto sarcastica. – Ma no, penso di avere la soluzione. Ne riparliamo domattina con gli altri. Cosa stavi facendo tu, piuttosto?
– Solito lavoro d’ufficio. Ho mandato una e-mail ad Adriano e Fannie per la loro disponibilità al Pokèmon World Contest. Hai presente, no? Il torneo per coordinatori. Comunque, prima del tuo arrivo stavo finendo di organizzare il Pokèvision Concourse. Riceveremo almeno cento video diversi. Ah, poveri noi …
– Oh, no … – si lamentò anche il principe. Insomma, non potevano avere una pausa? Erano già molto occupati con tutti gli impegni che avevano. – Come mai a quest’ora, però?
– Domani voglio uscire e non stare in questo appartamento a lavorare – spiegò la leader dei Superquattro. – Non ci saranno nostre partite per altri tre giorni, dato che sia domani che dopodomani saranno usati per finire le eliminatorie e il giorno dopo ancora sarà una pausa per tutti gli allenatori prima del primo turno. Saranno gli unici momenti di libertà che avremo per il resto del torneo.
 – Dovresti andare a dormire, però. Non è salutare stare svegli fino a quest’ora, sono quasi le due di notte – consigliò il ragazzo, guardandola preoccupata.
– Tranquillo, Ash. Mi bastano ancora due orette e poi posso … ehi! Ma che stai facendo?! Mettimi giù! – gridò sorpresa la bionda.
– Silenzio. Vuoi svegliare gli altri? – le chiese il Campione.
Ash aveva preso Alyssa in stile sposa, e ora la stava trasportando fino alle camere da letto, al piano di sopra, ignorando le lamentele di quest’ultima.
– Non voglio che tu domani passi l’intera giornata a letto, a causa della stanchezza – si giustificò il Campione.
Così Ash portò la Leader dei Superquattro, che tra l’altro era diventata rossa come un peperone, fino alla porta della camera della ragazza, prima di lasciarla andare.
La ragazza sospirò in accettazione. – Grazie Ash – ringraziò dolcemente. Prima di chiudere la porta della stanza, però, aggiunse: – Domani mi aiuterai con il lavoro! – e sbatté la porta in faccia al principe.
Ash scosse la testa stancamente, sapendo che non avrebbe potuto ignorare gli ordini della sua amica, ed entrò nella sua stanza, che si trovava pochi metri più avanti, prima di buttarsi nel morbido letto e cadere in un sonno profondo.
 
(O)(O)(O)
 
– Buongiorno a tutti! – salutò allegra Helena, una volta entrata in sala da pranzo. La ragazza indossava una gonna blu e una maglia bianca combinata con una giacca di pelle nera, insieme ad un cerchietto d’argento sulla testa e un paio di bracciali in acciaio ai polsi.
Alyssa e Ash erano già seduti, insieme a Michael, il quale era pieno di energia (come Helena), al contrario del principe e della principessa, i quali avevano delle leggere occhiaie dovute alla loro conversazione notturna. Infine, arrivò anche Jude, anche lui vestito e sveglio, sorridendo allegramente.
I cinque fecero colazione abbastanza velocemente, perché Ash li aveva informati di dover mostrare loro qualcosa di importante. Finito di mangiare, Ash li portò nella Treasure Room, e raccontò ai tre (dato che Alyssa sapeva già) il suo sogno e la conversazione che lui e la principessa ebbero la scorsa notte.
– Penso che tu abbia ragione – concordò Michael a fine spiegazione. – E’ più sicuro averle con noi.
– Accetto – disse Jude.
– Io pure – aggiunse Helena. – Ma come facciamo a portarle con noi? Son pietre abbastanza grandi, dopotutto, quasi come un sasso. E io un sasso non me lo metto sulla collana.
Il principe ridacchiò divertito. – Non preoccuparti, Lena, ci ho già pensato. Io e Aly siamo andati a recuperare le pietre dal Royal Caveau questa mattina. Ci attendono nella Treasure Room nella loro … nuova forma.
– Nuova forma? – domandarono in coro la ragazza, insieme a Jude e Michael.
Senza spiegare la sua scelta di parole, il Campione si diresse verso la Torre 2, accompagnato da Alyssa e seguito poco dopo dagli altre tre membri della Lega di Dynamis. Aprendo la porta di vetro tramite lo scanner che rilevava l’Aura, Ash fece un gesto per indicare loro di salire per primi.
I due duchi e la duchessa di Dynamis salirono le scale, incerti di cosa aspettarsi, e furono presto raggiunti dagli altri due. Al centro della stanza, si trovava un nuovo piedistallo, le uniche reliquie senza una teca di vero a proteggerle. I cinque ragazzi si avvicinarono, tre con sguardi stupiti e gli altri due con sguardi divertiti e orgogliosi.
– Come diavolo avete fatto? – chiese incredula Helena ai suoi due amici. La ragazza dai capelli neri raccolse uno dei cinque anelli, quello con la pietra blu, che si trovavano sul morbido cuscino nero.
– Beh, – cominciò Alyssa – Ash ha avuto l’idea di qualcosa che si poteva trasportare facilmente e che passava inosservata la maggior parte.
– E Alyssa mi ha aiutato nell’utilizzare l’Aura per modificare la struttura delle Pietre del Potere, per rimpicciolirle e creare gli anelli – concluse il principe.
Ognuno si avvicinò poi al piedistallo e prese in mano una pietra. Quello di Alyssa era un anello con la pietra gialla, quello di Helena con una pietra blu, Michel con una pietra verde, Jude con una pietra bianca e Ash con una rossa.
– Come vi sembrano? – domandò Ash.
– E’ stupendo! –  esclamò Helena, osservando l’anello e infilandolo sul dito medio della mano destra.
– Helena, se non ti dispiace, noi vorremmo mantenere il nostro udito – si lamentò Michael, prima di rivolgersi agli artefici degli anelli.  – Sono molto ben strutturati, complimenti.
– Bel lavoro Ash, Alyssa – commentò Jude, anche lui indossando il suo anello.
– Se vi chiedono cos’è l’anello, dite che simboleggia il vostro status di Superquattro. Non dovrebbero porre altre domande – li informò Alyssa.
– Ricevuto, principessa – risposero in coro gli altri quattro.
Alyssa lanciò un’occhiataccia ad ognuno di loro a causa del suo titolo. Già doveva sopportare in pubblico, figuriamoci se la chiamavano così anche i suoi amici.
– Forza ragazzi, oggi e per i prossimi tre giorni sarà come stare in vacanza! Divertiamoci! Niente battaglie e libertà assoluta! – interruppe Michael, prima che la bionda potesse vendicarsi.
– In teoria dovremmo allenarci – fece notare Ash. – Saremo pure i più forti partecipanti, ma scommetto che ci saranno molte sorprese durante questa competizione.
- Hai ragione, Ash. In teoria dovremmo allenarci – disse Helena. – Ma a me non è mai piaciuta la teoria. Quindi … shopping! –
Uhm … forse è meglio l’allenamento …” pensarono in contemporanea Alyssa, Jude e Michael. Nessuno di loro avrebbe accompagnato la loro amica nelle sue spese folli nei supermercati. Avevano imparato dal loro errore molto tempo fa.
– Forza ragazzi, usciamo e divertiamoci! – propose Michael. – E senza shopping! – aggiunse, vedendo Helena aprire la bocca per esultare.
– E va bene – cedette infine Ash. – Un po’ di svago non ci farà male …
Non avrebbero potuto essere più lontani dalla verità.
 
OOOOO | Pokèmon : Le Pietre del Potere | OOOOO
 
Nel prossimo capitolo …
 

– Aspettate, ma voi …  siete i Superquattro e il Campione di Dynamis! – esclamò sorpresa Annalisa. – Che forte! Posso sfidare uno di voi? Vi prego, vi prego, vi prego! – li pregò la ragazza dai capelli neri, sorridendo con energia.


– Questa battaglia sarà un uno contro uno, tra Annalisa Neri e Jude Anderson! La partita terminerà quando uno dei due Pokémon non sarà più in grado di combattere! Cominciate! – annunciò Michael, facendo l’arbitro.
– Combatti, Serene! – esclamò Annalisa, guardando come il suo Pokémon si mise in posizione di battaglia.
– Combatti per vincere, Eevee! – chiamò Jude, rilasciando la piccola volpe dalla sua Poké Ball. – A te la prima mossa, Annalisa!


– Dalla forza dei suoi Pokémon, direi che potrebbe arrivare molto in alto nel torneo – affermò Ash. – E tu Helena, non dici niente? –. Ci fu silenzio per un attimo. – Helena?
Ash si voltò e vide la Superquattro dai capelli neri ferma una decina di metri dietro di loro, immobile, con lo sguardo vacuo. Sembrava una statua.
– Helena, ti senti bene? – chiese Alyssa preoccupata, avvicinandosi all’amica e passandole una mano davanti al volto, cercando di vedere se si sarebbe ripresa.


 
Al prossimo capitolo con tutto questo e altro:

“L’incontro”
 
 
 
 
 
Buongiorno ragazzi, come state?
Io bene. Insomma in questo capitolo abbiamo capito che le Pietre del Potere fanno parte della Prima Leggenda.
Per chi di voi non abbia capito bene la spiegazione sulla leggenda può chiedermelo tramite un messaggio privato, e io ve lo spiegherò. Mi dispiace se è un po’ complicato, ma le informazioni e scriverò più avanti, perché rientreranno nella storia. Ci sono molti più segreti che saranno svelati nel tempo. Vi prego solo di aspettare.
Ho messo qui sotto l’immagine degli anelli che avranno da questo capitolo in poi ogni Superquattro. Purtroppo non c’era la pietra verde, quindi fate finta che quella viola sia di colore verde, ok?
 
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Let your smile shine,
Anakin Solo

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 9 ***


ATLANTOPOLI, Vicino al Palazzo Concordia – Foresta  [11:00]

Ash, Michael, Helena, Jude e Alyssa stavano camminando nella foresta vicino al Palazzo Concordia in cerca di un posto dove allenarsi.

Perché allenarsi? Beh, perché tra questa opzione e lo shopping con Helena inutile dire quale hanno scelto.

Dopo non molto riuscirono ad intravedere tra gli alberi uno spiazzo verde. Non appena Ash mosse un piede all’interno della radura, un Idropulsar si diresse a tutta velocità verso di lui. Il Campione non si fece problemi e formò uno scudo con l’aura, bloccando l’attacco e restando illeso.

Subito dopo una ragazza della loro età gli corse incontro a tutta velocità. Aveva lunghi capelli neri, con riflessi violacei, che le arrivavano alle ginocchia legati in una treccia. Aveva occhi blu mare, con una carnagione normale ed era alta e magra.

Indossava un top blu con fiori color indaco, una giacca nera, una gonna bianca a cui era legata la cintura per le pokèball, con calze bianche e scarpe marroni. L’ultimo particolare era la borsa blu con il disegno di una pokèball bianca, che volava a destra e a sinistra a causa della corsa.

- Scusa, scusa, scusa, scusa! – disse lei una volta fermatasi – Non l’ho fatto apposta, ma Melody ha sbagliato a mirare il suo attacco ed è venuto vero di voi. E’ stato un incidente! Mi dispiace tantissimo! – disse mettendo le mani a mo’ di preghiera.

- Ehi tranquilla, non è successo niente – la consolò Michael – E chi è Melody? –

La ragazza alzò la testa per osservarli. – Melody è la mia Milotic. Oh, non mi sono ancora presentata! Io sono Annalisa Neri e ho ventuno anni. Piacere di conoscervi! – disse con un sorriso smagliante.

- Piacere io sono Alyssa, ho vent’anni –

- Io sono Michael, ho ventuno anni –

- Io sono Jude, ho ventidue anni –

- Io sono Helena, ho vent’anni, come Alyssa –

- Io sono Rosso, ho ventuno anni, come te e Michael –

- Aspettate, ma voi …  siete i Superquattro e il Campione di Dynamis! – esclamò sorpresa Annalisa. – Che forte! Posso sfidare uno di voi? Vi prego, vi prego, vi prego! – li pregò la ragazza dai capelli neri.

Inutile dire che i cinque ragazzi furono un po’ sorpresi dalla sfida, dato che nessuno nella regione Dynamis li voleva sfidare, e in generale avevano poche sfide.

- Va bene, combatterò io con te! – disse Jude

- Davvero? Sì! – disse felice Annalisa – Aspettate qua che vado a prendere la mia squadra. Li ho lasciati vicino al lago per allenarsi –

- Aspetta, c’è un lago? – chiese interessato Jude.

- Sì, è giusto qua vicino – gli rispose Annalisa

- Va bene per te se combattiamo là? – chiese il ragazzo

- Ah … va bene, sì – disse la ragazza incamminandosi. – Venite, vi faccio strada! –

Neanche due minuti di cammino che i sei ragazzi si ritrovarono in un’altra radura, molto più grande di quella di prima. Proprio al centro dello spiazzo si trovava un lago.

I ragazzi videro un Milotic all’interno del lago, mentre sul bordo si trovavano un Delphox, un Altaria, un Sylveon cromatico, un Luxray ed un Tropius.

- Allora ragazzi, loro sono Dayla – disse indicando la Delphox; - Serene – disse indicando la Sylveon cromatica; - Thunder – disse indicando il Luxray; - Leaf – disse indicando il Tropius; - Wind – disse indicando l’Altaria; - e per ultima Melody – disse indicando la Milotic.

La ragazza dai capelli neri presentò poi i cinque ragazzi ai pokèmon parlando anche della battaglia che stava per venire. – Allora chi vorrebbe combattere? – chiese infine Annalisa ai vari pokèmon. Quasi tutti si offrirono volontari, ma alla fine la ragazza scelse Serene.

- Questa battaglia sarà un uno contro uno, tra Annalisa e Jude! La partita terminerà quando uno dei due pokèmon non è più in grado di combattere! Cominciate! – annunciò Michael.

- Combatti Serene! – disse Annalisa

- Vai Blastoise! – chiamò Jude – Ti lascio la prima mossa, Annalisa! –

- Ti ringrazio! Vento di Fata, Serene! –

Sylveon eseguì l’attacco che andò a segno, ma Blastoise non sembrò subire grandi danni.

- Ora tocca a noi! Blastoise usa cascata! –

Quando Blastoise era ormai a poca distanza da Serene Annalisa gridò: - Magibrillio! –

Serene scatenò una luce potentissima, infliggendo danni a Blastoise, ma non riuscì a schivare la mossa Cascata, venendo presa in pieno.

- Serene stai bene? – chiese preoccupata Annalisa. La Sylveon cromatica si alzò da terra a fatica, a causa del colpo ricevuto. – Bene, usa Assorbibacio! –

Il pokèmon folletto si avvicinò a Blastoise prima di scoccargli un bacio e recuperare la metà delle energie perse. – Bene, usa di nuovo Vento di Fata! –

L’attacco di Serene inflisse più danni del solito a causa della distanza ravvicinata con Blastoise.

- Blastoise, usa Idrovampata! – Il pokèmon tartaruga centrò il bersagli del suo attacco. La Sylveon cromatica venne colpita in pieno dall’attacco, subendo parecchi danni a causa della mossa potente.

- No! Serene prova ad usare Assorbibacio! – I’evoluzione di Eevee si alzò sulle gambe con molta fatica, ma non fece in tempo ad eseguire l’ordine della sua allenatrice.

- Non questa volta! Blastoise finisci con Idropulsar! – comandò Jude.

- No, aspetta! Mi ritiro, la vittoria è tua! – gli disse Annalisa. L’allenatrice si avvicinò al pokèmon folletto e, dopo aver frugato nella sua borsa, tirò fuori un’Iperpozione. Dopo averla somministrata al suo pokèmon, si avvicinò a Jude.

- Bella battaglia! – disse lei porgendo la mano.

- Hai ragione. Sei stata molto brava e la tua Sylveon è ben addestrata. E’ stata una bella mossa quando hai ordinato di usare Magibrillio, ma purtroppo Serene non è riuscita a schivare il mio attacco – disse Jude stringendole la mano.

- Grazie! Anche il tuo Blastoise è molto ben allenato! I suoi attacchi erano potentissimi, anche se è ovvio dato che è allenato da un Superquattro! – rispose al complimento Annalisa.

- Ti ringrazio. Senti, per te va bene se ci alleniamo qui con te? – chiese Jude

- Sì, fate pure! – rispose con un sorriso lei.

E così i ragazzi passarono la giornata ad allenarsi, mangiando panini e bevendo aranciata. Si allenarono individualmente o a coppie, scherzando e parlando. Si dovettero salutare tristemente al tramonto, ma felici di aver passato una giornata splendida.

- Ci vorrebbero più allenatrici come lei – commentò Jude

- Hai ragione. Insomma, chi interromperebbe una battaglia per la salute del suo pokèmon? Cioè, qui a Dynamis lo faremmo tutti, ma gli allenatori dalle altre regioni non credo proprio. Lei è un esempio di quello che gli allenatori dovrebbero essere – concordò Alyssa

- Sì, concordo. E sono sicuro che la vedremo presto – disse Michael

- Dalla forza dei suoi pokèmon direi che potrebbe arrivare molto in alto nel torneo – affermò Ash. – E tu Helena, non dici niente? …  Helena? –

Ash si girò e la vide ferma un paio di metri dietro di loro. Sembrava una statua.

- Helena, ti senti bene? – chiese Alyssa preoccupata, passando una mano davanti al volto dell’amica.

- I …  I … I m-miei …  I MIEI VESTITI! – urlò la ragazza disperata. Mise le mani sulle spalle di Ash scuotendolo avanti e indietro velocemente. – Avevi promesso che ci saremmo andati di pomeriggio! E invece io me ne sono scordata e tu non mi hai detto nulla! E per punizione verrai con me! – disse afferrandolo per il polso e partendo in sesta per il centro commerciale.

Ash cercò un appiglio e prese la mano di Alyssa, che prese quella di Michael che prese quella di Jude.

Purtroppo nessuno poteva fermare Helena quando si trattava di shopping, ed infine Helena trascinava per mano un Campione ed una Leader dei Superquattro rossi come pomodori che si fissavano le mani unite, un Jude rassegnato a quello che stava accadendo ed un Michael che implorava aiuto ai passanti.

Il tutto a causa di una promessa non mantenuta.
 
 

Mi scuso con tutti per il ritardo della pubblicazione del capitolo. Purtroppo a causa di un’espressione che non riuscivo a risolvere, non potevo aggiornare.
Ho avuto una settimana complicata e ho dovuto scrivere questo capitolo in un’ora. E vi dico che è difficilissimo scrivere un capitolo in un’ora.

Comunque, passando al capitolo: Ash e i Superquattro hanno incontrato una nuova amica, Annalisa, un’allenatrice che partecipa al torneo Coppa Maestro.

Ringrazio tantissimo Legendary Fairy91 per il personaggio di Annalisa Neri.

Mi scuso se non è successo molto, ma in questi capitoli devo introdurre gli OC che mi avete mandato. Vedrò di far movimentare un po’ i capitoli.
Ringrazio i nostri amatissimi Ash, Alyssa, Jude, Michael e Helena per la collaborazione. Oh, eccoli qua!

* I cinque ragazzi sfondano la porta e distruggono lo studio. Prima di uscire Michael, Jude, Alyssa e Ash urlano all’autore le seguenti parole:”Ci vendicheremo!” e l’autore risponde con le seguenti parole:”Esistete grazie a me! Non vi conviene vendicarvi perché vi farò passare capitoli da inferno! …  Tranne tu Ash!”. Quest’ultimo esulta prima di essere trascinato via a forza da Helena che urla continuamente:”Shopping!” *

Stavo dicendo …  Ah, sì! Ringrazio tutti i lettori silenziosi e non, e color che hanno messo questa storia tra le preferite/seguite/ricordate.

Grazie a tutti, e fatemi sapere cosa ne pensate = Recensite!
Alla prossima,

SHIELD per sempre
 
 
 

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 10 ***


ATLANTOPOLI, Palazzo Concordia – Dynamis Suite  [9:30]

- Buongiorno a tutti! – esclamò felicissima Helena entrando in sala da pranzo e sedendosi a tavola.

Gli altri quattro ragazzi, che erano arrivati prima di lei ed erano già seduti, rimasero immobili con le facce rivolte al loro Maxi-Caffè, senza degnarla di un saluto.

- Ragazzi? Ci siete? – chiese di nuovo Helena.

Ash, Alyssa, Michael e Jude alzarono lo sguardo dalla loro colazione (tutta a base di caffè) per guardarla. Helena urlò.

- Ma che cosa vi è successo?! – urlò lei terrorizzata.

I volti dei quattro altri ragazzi erano molto pallidi, come se non avessero dormito, e con le occhiaie e le borse sotto gli occhi totalmente nere. I loro capelli sembravano essere passati attraverso un tornado di livello cinque, sparpagliandosi in tutte le direzioni possibili.

I quattro si guardarono negli occhi prima di risponderle.

- Colpa … - incominciò cupamente Alyssa.

- Del … - proseguì Jude tristemente.

- Tuo … - fece Michael depressivamente.

- Dannatissimo … - aggiunse stancamente Ash.

- Shopping! – dissero in contemporanea urlando.

L’onda d’urto del loro grido era talmente forte che la sedia di Helena si ribaltò, facendola cadere a terra, e i vetri del palazzo tremarono fortemente, minacciando di rompersi.

- Ahia, ahia … non c’era bisogno di urlare così forte, ragazzi. Non mi stupirei se lo abbiano sentito tutti i residenti del palazzo – si lamentò Helena, ancora stesa a terra.

- Allora ragazzi, che si fa oggi? – chiese Michael ignorandola.

- Shopping? – chiese Helena, tirandosi subito in piedi e guardandoli con un sorriso “innocente”.

- No! – urlarono Ash, Michael, Jude e Alyssa, facendola ricadere col sedere per terra.

- Io penso di andare in città – disse la Leader dei Superquattro – evitando con tutta la mie forze il supermercato e i negozi d’abbigliamento – dando un’occhiataccia ad Helena durante l’ultima frase.

- Aw, andiamo … non era così male … - ribatté la ragazza dai capelli neri.

- Credo di aver acquisito una fobia per lo shopping a causa tua – disse Ash, rabbrividendo alla parola “shopping”.

- Io andrò a fare un giro, forse allenarmi un po’ – disse Jude.

- Allora ti accompagno – affermò Michael. – Tanto non ho niente da fare –

- Io invece devo andare al Quartier Generale degli Ultimate Trainers – disse Ash – Devo ancora dare il rapporto della mia ultima missione. Con tutto l’affare del torneo l’avevo dimenticato –

- Bene, allora andiamo, ma prima … - disse Alyssa – diamoci una sistemata alla faccia. Sembriamo degli zombie – affermò la ragazza ridacchiando.
 

ATLANTOPOLI, Piazza Centrale  [11:00]

Una ragazza stava camminando tranquillamente nel centro della città. Si faceva strada tra le varie persone che camminavano affianco a lei, spostandosi con una grazia regale.

Aveva lunghi capelli biondi, acconciati in una treccia che scendeva sulla spalla sinistra. I suoi occhi gialli sfrecciavano continuamente per il luogo, non fermandosi mai troppo: a volte una persone, a volte un lampione, a volte un pokèmon che si riposava all’ombra delle panchine in pietra di granito ai lati della piazza …

Indossava un paio di jeans corti blu chiaro, con una maglia bianca che risaltava il colore dei capelli, mentre un berretto rosso francese (Quello che usano i pittori in Francia nei film. Mi dispiace ma non so spiegarlo meglio. N.d.A.) sulla testa la proteggeva dai fastidiosi raggi del sole.

Anche se la gente la notava di sfuggita e non riconosceva la sua identità, i pochi che la osservavano bene sarebbero stati benissimo in grado di riconoscerla come Alyssa Le Blanc, famosissima Leader dei Superquattro di Dynamis, seconda solo al Campione, Rosso.

Ma lei non si trovava lì in veste di rappresentante della Lega Pokèmon. Lei era lì solo in veste di una ragazza normale, cercando di divertirsi e forse acquistare un gelato.

Guardandosi intorno nella grande piazza riuscì a intravedere leggermente, sopra la marea di teste, il cartello di una gelateria. Si fece strada verso la sua destinazione, a volte spintonando il passante occasionale.

Non appena aprì la porta del piccolo edificio, un acuto tintinnio fece notare la sua entrata.

- Salve – salutò la ragazza dietro il bancone.

- Ciao … Maddie – disse leggendo il cartellino – vorrei un cono gelato a due gusti –

- Certamente. Quali gusti? – chiese Maddie.

- Hm … stracciatella e crema – rispose la Superquattro.

- Arriva subito – ripose allegramente l’altra ragazza.

Alyssa fece un cenno distrattamente e il suo sguardo cominciò a vagare, analizzando i vari contenuti della gelateria. Si fermò però quando vide nel riflesso dello specchio due ragazzi camminare per le strade. Se fossero stati due ragazzi qualunque avrebbe continuato a guardare altro, ma … il fatto era che quei due non sembravano due ragazzi qualunque.

Li osservò attentamente. Erano entrambi vestiti di nero, uno aveva un tatuaggio sul braccio ma non riusciva a capire cosa fosse. Si guardavano intorno ogni tre secondi, specialmente dietro, come aspettandosi di essere seguiti.

“Beh …”  pensò Alyssa  “vestiti di nero … guardarsi intorno nervosamente … hanno sicuramente la mia attenzione”.

Pagò velocemente il suo gelato e uscì. Guardò i due ragazzi uscire dalla piazza e girare un angolo. Li seguì, attenta a non perderli di vista e cercando di non guardare come una
stalker sospetta.

Cinque minuti dopo l’inizio dell’inseguimento i due ragazzi girarono in un vicolo cieco. Alyssa si fermò.

“Okay …”  pensò “ Tre opzioni: 1) Si sono accorti di essere inseguiti da me; 2) Sono così deficienti da aver sbagliato strada; 3) Aspettano qualcuno in quel buio e sospettoso vicolo cieco. Hm … andiamo per la numero tre”.

La Leader dei Superquattro prese una pokèball dalla sua cintura e la lanciò. Ne uscì un pokèmon con il pelo giallo che gli si rizzava in base a delle piccole scariche elettriche.

- Jolteon, vieni qua – chiamò Alyssa. Il pokèmon le si avvicinò. –Ok, voglio che tu vada in quel vicolo e spii le persone che trovi, ma non devi farti prendere. Userò il collegamento mentale per vedere dai tuoi occhi –

Jolteon annuì e sparì dalla vista.

Il Collegamento Mentale è un’abilità che possiedono i possessori delle Pietre del Potere. Permette di entrare nella mente di un pokèmon e vedere, sentire, odorare dal suo punto di vista, ma non è possibile toccare o  muoversi, solo il pokèmon può farlo e non possono parlare telepaticamente.

Alyssa prese il suo anello, che era in realtà la sua Pietra del Potere, quella gialla. Concentrandosi usò la sua aura, rafforzata dalla Pietra, e aprì un collegamento mentale con Jolteon.
 

Collegamento Mentale Attivo

Alyssa, ora nella mente di Jolteon, vide i due ragazzi in fondo al vicolo cieco. Il pokèmon elettrico si era nascosto dietro uno dei cassonetti della spazzatura, dandole una visione laterale dei suoi obiettivi.

I due ragazzi vestiti di nero stavano guardando l’interno di una valigetta di colore anch’essa nera. Purtroppo l’interno era fuori dalla sua portata di vista, impedendole di guardarne il contenuto.

- La nostra missione è in corso, signore. Al momento non abbiamo incontrato nessuna difficoltà e tutto procede secondo i piani. Il torneo sta impegnando la maggioranza delle forze degli Ultimate Trainers, dandoci via libera. I Superquattro e il Campione non sospettano nulla e presto saranno fuori dal gioco – disse il primo ragazzo.

- Avete fatto bene, ma non sottovalutate i nostri avversari. C’è un motivo se noi siamo la prima organizzazione che riuscirà a conquistare questa regione. Vedete di non lasciare tracce una volta che la missione è completata – rispose una voce dalla valigetta.

“Un dispositivo di comunicazione …” pensò Alyssa.

- Sì signore. Al prossimo rapporto – disse il ragazzo prima di chiudere la valigetta.

Collegamento Mentale Disattivo
 

“Eh no … voi non andate da nessuna parte” pensò la Superquattro.

Subito si alzò dalla panchina su cui si era seduta … per ricaderci contro tenendosi la testa.

“Ahia … perché devo sempre avere una emicrania quando uso il collegamento mentale?”

Usando la sua aura per attenuare il dolore alla testa, Alyssa si alzò in piedi ed entrò nel vicolo cieco dove si trovavano i due ragazzi che aveva tenuto d’occhio.

- Allora … - cominciò lei guardando i due sospettati sorpresi – venite con le buone o le cattive? –
 
 

Non ho scuse! Picchiatemi quanto volete! Ehm … forse no.

Mi dispiace molto per non aver aggiornato ma la scuola mi ha davvero stravolto il primo mese e poi non ho avuto tempo per scrivere.

Comunque ora sono qui. Vi avevo detto che non avrei abbandonato la storia, no? Spero che nessuno di voi abbia perso le speranze.

Ho deciso di cambiare il titolo della storia, se non avete notato. Trovo che questo sia molto meglio dell’altro, anche perché la vicenda si incentra sulle Pietre del Potere.

Il Collegamento Mentale è una mia idea, fatemi sapere i vostri pareri. E’ possibile farla con certi pokèmon e sono tutti delle evoluzioni di Eevee. Verrà spiegato più avanti perché.

A CAUSA DELLA SCUOLA E ALTRI IMPEGNI GLI AGGIORNAMENTI AVVERRANNO CIRCA UNA VOLTA AL MESE O MENO.

Allora, cosa ne pensate del capitolo? Fatemi sapere = Recensite!

Alla prossima …
 
 
 
 

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 11 ***


Atlantopoli, Strada Principale  [11:00]

Era una giornata in cui il Sole splendeva lucente e il cielo era senza nuvole, mostrando il suo colore azzurro in tutto il suo splendore. L’aria era afosa, con vento quasi inesistente e la maggior parte dei cittadini e turisti affollavano le spiagge della piccola isola su cui era costruita la megalopoli.

Due ragazzi stavano camminando tranquillamente tra le strade affollate di Atlantopoli e, a differenza delle altre persone, non stavano andando in spiaggia.

Uno dei ragazzi aveva corti capelli castani e occhi splendenti verdi. Sembrava di buon umore, con un sorriso sul volto che mostrava i denti perfettamente bianchi e l’aspetto allegro e malizioso.

Indossava dei pantaloncini da basket rossi con bordi neri e una maglia senza maniche blu, che mostrava le sue braccia muscolose. Il tutto terminava con delle scarpe converse di colore blu e bianche.

L’altro ragazzo aveva i capelli neri un po’ lunghi e occhi grigio-argento. Aveva un piccolo sorriso divertito, quasi impercettibile e ogni tanto sfiorava la fronte con il dorso della mano per togliere il ciuffo di capelli ribelle. Rispetto al ragazzo precedente aveva un aspetto più serio, ma anche umoristico.

Indossava dei jeans blu, una maglia sbiadita di colore arancione a mezze maniche e un cappello con visiera bianca, girato all’indietro. Come il compagno, anche lui indossava un paio di scarpe converse, ma di colore bianco.

I loro nomi erano rispettivamente Michael Smith, quarto in classifica dei Superquattro, e Jude Anderson, secondo in classifica dei Superquattro, ovvero dopo la Leader, Alyssa.

I due ragazzi stavano parlando allegramente su vari argomenti di poca importanza, come il miglior cibo per pokèmon o l’ultimo film in uscita.

Michael era diventato una specie di macchina, con una parlantina infinita, mentre Jude si guardava in giro ogni tanto con un’occhiata sospetta alle persone intorno a loro.
Volete sapere perché?

No, non il comportamento di Michael. Lui è insignificante. (“Hey!” gridò un indignato Michael, “Io sono importante!” N.d.A.) Intendevo il comportamento di Jude. Allora, volete saperlo?

Bene, ecco la vostra risposta: era a causa della loro fama. Nonostante in Dynamis tutti i cittadini erano cordiali e tendevano a non infastidire troppo i Superquattro e il Campione (Anche perché non era raro vederli in pubblico e ci si erano praticamente abituati, quindi ormai al massimo si salutava rispettosamente) questo non valeva anche per i turisti.

Infatti, non appena gli allenatori di pokèmon e altri vari turisti erano venuti a conoscenza dell’esistenza della Lega Pokèmon della regione, avevano cercato in tutti i modi di incontrarli e/o contattarli.

Per esempio, c’era stata una volta, non troppo tempo fa, in cui Helena era andata a fare compere (di nuovo) ed era stata praticamente aggredita da un gruppo di fan sfegatati che l’avevano trascinata a destra e a sinistra per farle firmare degli autografi e porle delle domande del tipo: “Quanti pokèmon hai?”, “Possiamo vederli?”, “Ti adoro! Vuoi sposarmi?” e altre ancora.

Una altro esempio sono state le diverse montagne di lettere da ammiratori che si erano trovati nella loro suite al Palazzo Concordia (Basti pensare che la metà delle lettere aveva con loro un fiore e che con ciascuno di quei fiori avrebbero potuto avviare un’industria per la vendita di fiori e sarebbero durati anni!).

Quindi sì, oltre a tutti gli impegni come componenti della Lega Pokèmon Regionale (e credetemi, erano tanti!), essere agenti attivi dell’organizzazione interregionale degli Ultimate Trainers, fermare possibili minacce su scala regionale e prendersi cura di quella pazza di nome Helena, avevano anche bisogno di stare attenti agli ammiratori! (I quali avevano iniziato un vero e proprio culto in loro onore).

Fortunatamente per loro, i due ragazzi intravidero l’entrata del CSP ovvero “Centro Sportivo Pokèmon”. Solo pochi metri e sarebbero stati alla salvezza.

Il Centro Sportivo Pokèmon di Atlantopoli era uno dei tanti edifici come questo sparsi per tutta la regione. Erano dei centri di allenamento usati da tutti gli allenatori e cittadini che volevano allenare i loro pokèmon.

I vari dipendenti che lavoravano in questi edifici governativi (perché lo erano) rispondevano solo all’autorità della Lega Pokèmon e osservavano i vari allenatori che usufruivano del loro servizio e segnalavano i più promettenti ai Superquattro e Campione, che avrebbero poi osservato il loro percorso e valutato se fossero stati in grado di competere con la Lega di Dynamis.

In caso positivo avrebbero inviato una lettera all’allenatore, che lo avrebbe invitato a sfidare i Superquattro e Campione. Altrimenti avrebbero solo archiviato il caso e tenuto d’occhio l’allenatore per eventuali situazioni future.

Insomma, il sistema era complesso, ma efficace.

Non appena le porte automatiche di vetro dell’edificio si aprirono, i due ragazzi entrarono. Subito una fresca brezza li avvolse, liberandosi del caldo afoso dell’esterno. Ah, l’aria condizionata era un miracolo …

- Allora, cosa ci facciamo qui? – chiese Michael al compagno, mentre si osservava intorno curiosamente. Dato che i Superquattro e il Campione erano molto impegnati non andavano mai nei CSP, anche perché avevano la loro palestra privata nel loro palazzo a Monte Paradiso.

Mentre aspettava per una risposta, Michael si guardò attorno.

Subito acanto all’entrata si trovavano due grandi vasi in ceramica rossa, contenenti due piccoli alberelli sempreverdi. Dato che le pareti erano in vetro la luce filtrava prepotente, quasi accecando la vista, e illuminando la grande sala.

Attraversando in una linea orizzontale la stanza si trovavano tre colonne in marmo, ciascuna circondata da dei divanetti rossi con cuscini blu. Al lato destro si trovavano vari telefoni pubblici, mentre sulla sinistra si trovava una reception.

Dietro alla scrivania in legno era seduta una ragazza intenta a scrivere qualcosa al computer, mordendosi nel frattempo la lingua.

- In che senso “cosa ci facciamo qui?” – chiese Jude mezzo stupido, mezzo disperato. – Hai detto tu stamattina che volevi allenarti! – esclamò.

- Beh sì … ma mi è passata la voglia – rispose il castano facendo il broncio, comportandosi come un bambino di cinque anni.

- Oh, Arceus aiutami! – esclamò Jude, gettando le braccia al cielo e scuotendo la testa.

La ragazza, avvisata dal disturbo, alzò la testa e, finalmente vedendo i due ragazzi, si avvicinò loro.

- Signor Smith, Signor Anderson – salutò lei scioccata (Ignorando il “Mi ha salutato prima di te!” di Michael a Jude), una volta avendoli riconosciuti. Non era normale avere non uno,
ma due Superquattro in un luogo che di solito non visitavano mai.

- Ciao anche a te – salutò allegramente Michael. – Dammi del tu, per favore –

- Comunque … - disse Jude fissando male il compagno – siamo venuti a visitare il posto. Spero non ti dispiaccia – disse rivolgendosi gentilmente alla ragazza.

- No, no figuratevi. E’ un onore avervi qui – disse la ragazza nervosamente. (D’altronde, chi non lo sarebbe dopo aver conosciuto un pazzo come Michael? N.d.A.)

- Bene – disse Jude con un sorriso – C’è stato qualche allenatore degno di nota oggi? – chiese ben sapendo cosa facevano i dipendenti ai CSP.

- Ah – disse la ragazza tornando dietro la scrivania e sollevando un mucchio di fogli e buttandoli dietro la schiena distrattamente. A chi importava l’ordine quando avevi come clienti
dei Superquattro? I tuoi datori di lavoro?

Cercò velocemente un foglio, non riuscendo a trovarlo. I due ragazzi aspettarono in silenzio con calma, ignorando la continua mantra della ragazza, ovvero: “Dov’è, dov’è, dov’è, dov’è?”.

– Ah ah! –  L’urlo improvviso fece uscire di senno i due Superquattro, spaventandoli a morte. La ragazza, di nome Gemma, tornò rapidamente ai due ragazzi ignara del loro spavento. – Ecco! Allora, il suo nome è Alexei Vlad Shadow Nightcrown. Ha ventidue anni e portava con sé un Absol. Tipo scuro, se mi chiedete, ma molto forte. Ha battuto tutti gli allenatori là dentro in meno di un’ora. E c’erano tredici sfidanti – lesse la ragazza dal foglio.

- Interessante – disse Jude – Dove hai preso quel foglio? – chiese con curiosità.

- Li facciamo compilare ad ogni allenatore che entra. Contengono dati, foto e vittorie. Vengono scritti anche premi vinti in passato e statistiche di battaglia – rispose Gemma.

- Puoi farci una copia? – chiese Jude ancora.

- Certo! Aspettate un attimo – rispose scomparendo dietro una porta con scritto “Riservato”.

I due ragazzi rispettarono e si sedettero su uno dei divanetti in pelle. Come Michael stava per aprire bocca due “Bip-Bip!” sincronizzati fecero ruotare la loro attenzione ai DexChat legato ai loro polsi.

I due aprirono il messaggio con videochiamata proveniente da Alyssa. L’immagine della Leader comparve nello schermo. Sembrava un po’ spettinata, come se avesse lottato, ma stava bene. La bionda aprì la bocca e cominciò a parlare:
 

“A tutti i Superquattro e Campione. Riunione di emergenza alla Suite Dynamis, al Palazzo Concordia, immediatamente. State attenti.”
 

Il messaggio li lasciò un attimo scioccati e preoccupati e Michael, che aveva perso il suo atteggiamento scherzoso, si alzò subito. – Andiamo – disse.

Proprio in quel momento la ragazza, Gemma, uscì dall’ufficio in cui era andata con in mano quattro piccole cartelle. Si avvicinò loro in fretta e disse: - Ve ne ho aggiunti altri tre in più. Al momento sono i migliori allenatori arrivati negli ultimi quattro giorni. Sono Simon Andersen, Annalisa Neri e Astrid Mory. Tutti ottimi allenatori con punteggi record –

- Bene, grazie. Scusa, ma siamo di fretta. Alla prossima! – esclamò di fretta Jude, afferrando le cartelle e correndo fuori dalla porta con Michael al seguito.

- Ah … - balbettò sorpresa Gemma – di … di niente … -

 
Atlantopoli, Grand Centre Mall  [11:00]

- Sì! – urlò Helena con gioia davanti all’entrata del Grand Centre Mall, il più grande centro commerciale in Atlantopoli.

La povera ragazza dai capelli neri con punte rosse e occhi blu mare aveva fatto un viaggio disumano per arrivare al suo obiettivo. Ed era fradicia.

Della maglia bianca che indossava si intravedeva ormai solo il marrone della terra, mentre nei capelli c’erano dei rametti di foglie. Della gonna rosa perfetta e ricamata che aveva indossato la mattina, ora era piena di strappi e parti sbrindellate. Le scarpe beige erano quasi nere dallo sporco.

Era andato tutto male dall’inizio del viaggio. Il taxi che aveva preso all’inizio si era intasato nel traffico. La metropolitana aveva subito un guasto. Era dovuta passare per il Parco Centrale e la bici che aveva noleggiato si era rotta., facendola cadere nel lago vicino e si era successivamente persa nella foresta del parco. Quando era uscita aveva camminato fino al centro e per il centro commerciale. Che giornata terribile.

Ora poteva finalmente fare shopping!

Appena prima di fare un passo all’interno dell’edificio udì un “Bip-Bip!” …
 
 

Helena cara, ti prego perdonami per le tue sventure.

Grazie a nananime, white_chaos_dragon, Legendary Fairy91 e Poisondragon  per i personaggi nominati da Gemma nel capitolo, che sono rispettivamente Astrid Mory, Alexei Vlad Shadow Nightcrown, Annalisa Neri e Simon Andersen.
 
Spero vi sia piaciuto il capitolo. Scusate se non è successo molto e gli OC saranno presentati meglio nei prossimi capitoli perché avranno importanti ruoli nella storia.
Come vi è sembrato? Recensite. Un nuovo capitolo dovrebbe arrivare intorno al 29 Novembre.

Alla prossima.
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 12 ***


§ OOOOO | Pokèmon : Le Pietre del Potere | OOOOO §
 
Città di Atlantopoli
Palazzo Concordia – Suite Dynamis 
[12:30]

Il salotto della suite per la Lega Dynamis era ormai quasi pieno.

Sui divani di pelle nera a muro della stanza si trovavano seduti sia Ash che Michael, mentre Alyssa, Leader dei Superquattro, era in piedi, appoggiata al muro con le braccia incrociate al petto. Seduto per terra a gambe incrociate stile indiano, s trovava invece Jude, con le mai in grembo e gli occhi color argento chiusi.

Al centro della stanza c’erano due sedie, entrambe recuperate dalla sala da pranzo che si trovava in fondo al corridoio. Legati e imbavagliati alle due sedie si trovavano due uomini, sui trentacinque-quaranta anni circa, totalmente vestiti di nero.

Entrambi erano svenuti e malconci. Uno aveva un livido alla mascella e all’occhio, mentre l’altro aveva un grande bernoccolo sulla testa, vicino alla fronte, con un taglio sulla guancia.

Il silenzio avvolgeva la stanza, dato che tutti e quattro i componenti della Lega di Dynamis erano in pensieri profondi e riflettendo sulla spiegazione breve che Alyssa aveva dato loro quando erano arrivati di corsa, allarmati dal messaggio.

- Ma quanto ci mette? – si lamentò Alyssa sotto il suo respiro, imprecando contro una certa persona in ritardo.

Finalmente, dopo altri cinque minuti di attesa, le porte dell’ascensore si aprirono e uscì una ragazza, la quale sembrava essere passata attraverso un fiume di lava, un tornado , la foresta amazzonica (e rapita dai gorilla), caduta in crepaccio e fatto il bagno nel fango.

I quattro occupanti della stanza (dato che due erano inconsci) fissarono la figura con occhi spalancati in incredulità. E poi la Leader dei Superquattro fece la domanda nella mente di tutti: - Helena? –

La figura, che non sembrava quasi umana, annuì.

E poi, da brave persone mature che erano, i tre Superquattro e il loro Campione scoppiarono a ridere a crepapelle, tenendosi la pancia e cadendo in ginocchio.

- M-Ma che c-cosa ti è s-successo? – riuscì a chiedere Michael tra le sue risate senza fine.

La figura fece per parlare, ma non appena aprì la bocca cominciò a sputacchiare quello che sembrava un filo d’erba, aumentando solo l’ilarità del gruppo, il quale continuava a ridere senza pudore.

Dopo un buon tre minuti di risate i quattro ragazzi, tenendosi ancora lo stomaco, si rialzarono da terra, cercando appoggio il più vicino possibile per stare in piedi, e riuscendo infine a sedersi sui due divani.

- Forse … - cominciò Ash – sarebbe meglio se ti andassi a cambiare –

Helena annuì, un po’ irritata che si erano presi gioco di lei, ma sorvolò sul fatto e corse a farsi una doccia e a cambiarsi, meditando vendetta … con il suo amato shopping.
 

Tenta minuti dopo …
 

Una volta Helena fu tornata in salotto, pulita e ben vestita, Alyssa rispiegò la situazione che era successa e il perché della sua convocazione.

- Quindi – ripeté Helena per una volta seria  (Miracolo! N.d.A.)   - Li hai sentiti parlare di un piano con una persona sconosciuta. Un piano per eliminarci dal “gioco”, qualunque esso sia –

- Esatto. Hanno anche detto che avevano via libera a causa del Torneo, che tiene occupati gli Ultimate Trainers – confermò Alyssa.

- Quindi c’è questa organizzazione che vuole conquistare Dynamis? – chiese Jude.

- Sì. E a quanto pare hanno anche un piano e lo stanno già mettendo in moto. Come abbiamo fatto a non accorgercene prima? – chiese confuso Ash.

- Non ne ho idea – disse Alyssa con uno sbuffo. – Ma dobbiamo informare l’organizzazione degli Ultimate Trainers. Loro potrebbero aiutarci –

- Per quanto mi dia fastidio ammettere questo, il loro piano è molto ben preparato. Il Torneo distoglie la nostra attenzione da eventuali piccole mosse e con l’afflusso di allenatori in arrivo possono entrare dalle frontiere senza problemi – disse Michael.

- Quindi cosa facciamo? Anche con gli Ultimate Trainers a tenere gli occhi aperti per qualunque situazioni sospette, siamo molto distesi nella regione. Non abbiamo abbastanza allenatori – parlò Helena.

- Potremmo indagare noi – offrì Jude.

- No, non abbiamo tempo. Oltre a domani, non ci sono giorni liberi per noi, se non poche pause nelle varie giornate – contrastò Alyssa.

- Ma il Torneo ha una pausa di una giornata tra i vari turni. Ad esempio, dopodomani inizierà l’ottavo turno, e tra quello e il settimo ci sarà una giornata libera – ribatté Michael.

- Ma noi, come membri ufficiali della Lega, abbiamo altri impegni. Abbiamo la Gara Pokèmon, il torneo Pokèvision e altri impegni minori – gli ricordò Ash.

- Di questo vedremo più avanti – disse con tono decisivo Helena. – Ora, vediamo di interrogare i due imbecilli che hanno interrotto il mio shopping –

Gli altri quattro concordarono e si diressero verso il centro della stanza, dove erano ancora seduti i due uomini.

- Quanto forte li hai colpiti, Aly? – chiese Ash – Sono ancora KO. E sono qui da ormai quasi due ore –

La Leader dei Superquattro ignorò il commento. Dopo un buon paio di schiaffi, i due criminali erano finalmente svegli e con impronte di mano sulle guance.

- Ok. Sappiamo che non abbiamo fatto un errore nel prendervi, quindi tagliate la scena. Fate parte di un’organizzazione criminale. Quale? – disse andando dritto al punto Ash.

- Principe Rosso! – esclamarono i due farabutti sorpresi. – M-Ma si sta sb-bagliando, signore. Noi siamo innocenti – disse il primo balbettando un po’.

- Taglia le stronzate. Dicci cosa vogliamo sapere – disse Alyssa con tono freddo e letale. I due rabbrividirono di terrore fissando la ragazza.

- N-Non possiamo – mormorò il secondo. – Lui ci ucciderà se ve lo diciamo! – esclamò con paura.

- Se per questo possiamo farlo anche noi – disse Jude – Fa parte del lavoro fermare criminali, non è specificato come nel contratto – disse con voce casuale. I due ingoiarono un groppo in gola.

- B-Beh … d’accordo – accettarono con voce flebile i due uomini.

“Codardi …”  fu il pensiero comune dei cinque ragazzi.

 - Siamo stati mandati in città per compiere una missione di alto livello, che ci avrebbe assicurato fama eterna nell’organizzazione – cominciò il primo, con un tono orgoglioso.

- Cosa dovevate fare? – chiese Michael.

- Non è forse ovvio? – chiese il secondo. – Dovevamo eliminarvi –

- Come? – chiese Alyssa.

Il secondo aprì la bocca per rispondere, ma il suono di vetri in frantumi catturò l’attenzione di tutti. Due colpi d’arma da fuoco catturò tutti di sorpresa e prima che i Superquattro lo sapessero, i due uomini erano stati colpiti e feriti a morte.

I cinque ragazzi subito si nascosero dov’era possibile, presi alla sprovvista. Helena e Michael, insieme a Jude, corsero in corridoio, cercando riparo dietro al muro.

Ash si buttò nell’angolo della stanza, al riparo dalla vista del cecchino, e Alyssa lo seguì velocemente, giusto in tempo per mancare due proiettili dove sarebbe stata la sua testa.

Il calvario durò circa per trenta secondi ma sembrava un’eternità per i Superquattro e il Campione. Dopo circa venti secondi di silenzio, tranne il loro respiro accelerato, Ash usò la sua aura per cercare presenze sui tetti vicini. Riuscì a sentire il loro assassino che scappava dal tetto, probabilmente usando le scale del palazzo a settecento metri di distanza.

Dopo aver comunicato agli altri quattro che l’assassino stava scappando, i tre ragazzi si alzarono e chiamarono i loro pokèmon volanti, uscendo dalla parete di vetro ormai distrutta del loro salotto, all’inseguimento del criminale, mentre Alyssa e Helena andarono a verificare i due uomini morenti.

Il primo era ormai già morto, ma il secondo respirava affannosamente. Entrambe le ragazze concentrarono la loro aura, creando un miscuglio di potere giallo e blu, cercando di tenere in vita l’uomo, ma non c’era molto che potessero fare. Era stato colpito al polmone, molto vicino al cuore.

- Chi era? Rispondimi! – urlò frustata e ancora mezza spaventata Alyssa.

L’uomo boccheggiò pesantemente, cercando di parlare. – E-Epsi-ilon-n … - riuscì a gracchiare, prima che il suo cuore si spense e il suo respiro accelerò prima di spegnersi del tutto.

Le due ragazze si guardarono negli occhi, cercando di capire cosa significava la parola. Un numero? Un codice? Una parola d’ordine?

Non lo avrebbero mai saputo.


§ OOOOO | Pokèmon : Le Pietre del Potere | OOOOO §
 
Regione Sconosciuta
Località Sconosciuta
[???]

La stanza era interamente buia. Le tende tirate bloccavano la luce e le luci artificiali erano spente.

Solo una cosa era accesa: la televisione. E in questo momento dava su NC1, ovvero National Channel 1, canale principale delle notizie della regione.

- Come potete vedere – disse la giornalista – l’edificio dietro di noi è il Palazzo Concordia, sede degli appartamenti delle varie Leghe Pokèmon delle regioni qui ospitate per il famoso “Torneo Coppa Maestro”. Ci è giunta notizia che oggi pomeriggio ci sia stato un attentato alla vita dei componenti della Lega di Dynamis –

L’immagine della telecamera si ingrandì sull’appartamento in questione, dove si poteva vedere la parete di vetro ormai distrutta.

- Secondo i rapporti, un cecchino si era stanziato sul tetto di un palazzo vicino, con l’intenzione di uccidere i Superquattro e il Campione della nostra amata regione –
La telecamera si concentrò di nuovo sulla giornalista. -  I Superquattro Jude Anderson, Michael Smith e il Campione e Principe Rosso Satoshi, sono partiti alla ricerca del criminale. La Leader, Alyssa Le Blanc, è rimasta indietro insieme alla Superquattro Helena Jones e ha poi rilasciato una dichiarazione stampa due ore dopo –

Lo schermo venne riempito da un video registrato della dichiarazione di Alyssa.

- Come ormai avrete intuito, c’è stato un attentato alla nostra vita. Eravamo sulle tracce di un incarico affidato a noi dall’Organizzazione degli Ultimate Trainers, ma i nostri informatori sono stati uccisi dall’assassino che ha provato a uccidere anche noi – disse la ragazza, davanti alla folla di giornalisti e telecamere.

- Questo è stato non solo un attentato alla nostra vita, ma un attentato alla nostra regione. E non resterà impunito – disse con pura determinazione Alyssa. – La Lega si prenderà cura di questa faccenda, ma non possiamo farci intimidire. Il Torneo continuerà, e andremo avanti con coraggio. Perché è così che dobbiamo fare –

La stanza era ormai silenziosa, ogni persona ascoltava le parole della loro Principessa.

- Al momento non rilasceremo altre informazioni. Vi faremo sapere se ci saranno sviluppi. Vi auguro una buona giornata – finì il discorso la ragazza.

L’immagine tornò di nuovo a inquadrare la giornalista.

- Dopo il discorso della Principessa, chiudiamo il nostro servizio. Buona serata e a domani con l’edizione delle 09:30 –

Il televisore si spense improvvisamente. L’uomo seduto alla poltrona si appoggiò una mano sul mento e sorrise sinistramente.

- Tutto secondo i piani … -


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Note d’Autore:
 
Buonasera.

Scusate il ritardo per l’aggiornamento.

1)  Se avete notato che ho cambiato Nickname, bene. Ma vi avverto che cambierà ancora, in “Anakin Solo” quindi vedete di non farvi prendere dal panico se mi vedete scomparire. Sì, ultimamente sono un po’ appassionato di Star Wars. Deve essere il nuovo film in arrivo …

2)  Come vi è sembrato il capitolo?

3)  Scusate se non è molto, ma l’ho scritto tutto oggi pomeriggio.

4)  Ho deciso di ingrandire un po’ la scrittura. Non se se si nota però …

5)  Sette pagine! Sette dannate pagine di capitolo! E’ il più lungo finora. Anche se ho la sensazione che non sarà l’unico così lungo …

6)  Da oggi ho deciso di migliorare un po’ i primi capitoli. Sono troppo corti e totalmente senza descrizioni. Come ho fatto a scrivere uno schifo così?! Comunque, ho già riscritto il Prologo, provate a leggerlo se volete. Vedrò di rifare anche i primi capitoli, penso fino al sette o otto. Vedrò …

7)  C’è altro da dire? Ehm … direi di no. Beh,  Recensite!

8)  Allora, siete curiosi di vedere lotte pokèmon e i “traditori”? In effetti non li ho visti da almeno sei capitoli. Vedrò di metterli nel prossimo se riesco.
So che questa storia a volte sembra uscire dalla trama, ad esempio: che fine ha fatto il torneo? E i traditori? Ma non preoccupatevi, so quello che faccio. Vi dico che però c’è molta più trama che solo il torneo.

Beh, alla prossima! Recensite, please!
 

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Capitolo 14
*** CAPITOLO 13 ***


§ OOOOO | Pokèmon : Le Pietre del Potere | OOOOO §
 
Città di Atlantopoli 
Palazzo Concordia – Suite Dynamis  
[08:30]

Ash sbadigliò pesantemente entrando in Sala da Pranzo. – Buongiorno a tutti. – salutò il ragazzo.

- Buongiorno. – rispose per prima Alyssa, appoggiandosi al muro e bevendo una cioccolata calda da una tazza bianca.

- Ciao. – risposero in coro Michael e Jude, ancora vestiti in pigiama e seduti al tavolo, con una tazza di latte al cioccolato e dei cereali.

Helena non rispose, ma annuì nella sua direzione, continuando a fare quello che stava facendo prima che entrasse il Campione: truccarsi.

Il Principe di Dynamis prese un posto a sedere, accanto a Jude e davanti a Helena, afferrando una tazza di latte e dei biscotti.

L’aria della stanza era un po’ cupa rispetto alle altre mattine che avevano passato in questo palazzo.

L’incidente di ieri e tutto quello che avevano scoperto li aveva pressati molto, e in più avevano dovuto giustificare l’accaduto alla stampa e ai giornalisti, e avrebbero dovuto informare l’OUT (Organizzazione Ultimate Trainers) di quello che stava realmente accadendo.

E, come se non bastasse, dovevano pensare al Torneo; loro dovevano dare un’immagine forte, vincente, della loro regione. Stavano pubblicizzando Dynamis tra le più varie regioni pokèmon, non potevano apparire come dei ragazzini.

- Goodshow ha indetto una riunione d’emergenza. – informò Alyssa, interrompendo il silenzio che si era formato.

- Quando? – chiese Jude.

- Oggi. Tra un’ora. – fu la risposta concisa della Principessa.

Il silenzio calò di nuovo come un velo. L’unico rumore era quello di Alyssa che si sedette accanto a Ash, su una sedia libera.

- Qual è il nostro programma di oggi? – chiese Michael.

-Beh, dovremmo passare la mattinata libera, mentre di pomeriggio avremmo compiti separati. – disse Alyssa. - Helena, tu dovresti occuparti del Torneo Pokèvision mentre io della Gara Pokèmon, Ash, tu dovresti vedere il procedimento del Torneo Pokèmon, e Jude e Michael dovrebbero controllare, uno, gli allenatori più promettenti del Torneo per vedere se possiamo arruolarli negli Ultimate Trainers, e l’altro, incontrare i nostri ospiti delle altre Leghe Pokèmon per vedere se hanno bisogno di qualcosa –

- Sento venire un “ma” … - commentò Ash.

- A causa dell’attacco di ieri, stamattina dovremo andare a questa riunione, che ci toglierà tempo fino a pranzo, e poi qualcuno dovrà andare a spiegare l’accaduto all’OUT e un altro dovrà controllare le identità di tutti gli allenatori entrati a causa del Torneo, cercando i due uomini morti di ieri, altri due dovranno cercare tutte le informazioni su “Epsilon” e l’ultimo dovrà andare sulle tracce dell’assassino. – finì la Principessa.

- Insomma, una giornata movimentata. – riassunse Michael.

- E in qualche modo dovremo recuperare quello che avremmo dovuto fare oggi. – aggiunse Helena – Fantastico. –

I cinque restarono poi in silenzio, ognuno nei propri pensieri.

- Tra quanto è la riunione? – chiese infine Jude.

- Tra trentacinque minuti. – rispose Ash. – Dove si svolgerà? – chiese poi il ragazzo alla Leader dei Superquattro.

- La Sala da Ballo nel New Royal Palace. – rispose Alyssa.

Il New Royal Palace era l’abitazione ufficiale del Principe e la Principessa di Dynamis. E’, come dice il nome, un Palazzo Reale vero e proprio, costruito circa duecento anni fa.

Si trova nella zona centrale della città di Atlantopoli, quella più antica, dove si trovano i palazzi storici e i Giardini Fioriti, chiamati in questo modo a causa dei tantissimi fiori e piante che sbocciano durante la primavera. Erano, in passato, i giardini del Palazzo Reale.

Esiste poi anche l’Ancient Royal Palace, il Palazzo Reale usato fino a duecento anni fa, che si trovava nella città di Atenepoli, capitale antica della regione Dynamis.

- Hai deciso tu il luogo? – chiese Ash incuriosito.

Oltre a Principe, Principessa, cameriere, uomini delle pulizie e maggiordomi, nessuno era mai entrato nel New Royal Palace. Nemmeno gli ospiti più illustri.

- Sì. Se dobbiamo fare le cose, tanto vale farle in grande. – fu l’unica risposta di Alyssa.

- Bene, ragazzi, vedete di sbrigarvi. Abbiamo solo mezz’ora! – incoraggiò Ash.


§ OOOOO | Pokèmon : Le Pietre del Potere | OOOOO §
 
Città di Atlantopoli 
New Royal Palace – Ingresso 
[09:30]

- Mio Principe, Mia Principessa, quale onore avervi qui. – li salutò Andrew, il capo maggiordomo.

- Andrew. – salutarono in contemporanea Ash e Alyssa.

Nonostante il preavviso, il maggiordomo era sorpreso di vedere i due governanti della regione nel palazzo, dato che non venivano quasi mai.

- Gli ospiti sono già stati introdotti nella Sala da Ballo. Abbiamo messo nella stanza un tavolo molto grande e delle sedie, come richiesto. – riferì Andrew.

- Grazie Andrew – disse Alyssa, camminando all’interno, presto seguita da Ash e dagli altri tre ragazzi.

I cinque arrivarono nella Sala da Ballo dopo sette minuti. Il castello, anche se potrebbe non sembrarlo era grande.

Aprendo le porte, videro che quasi tutti i presenti erano fuori sulla terrazza, guardando il lago e i pokèmon d’acqua che ci nuotavano.

Si avvicinarono giusto in tempo per udire che Adriano, Campione di Hoenn, aveva intenzione di catturare alcuni pokèmon e Alyssa lo prese come spunto per farsi notare.

- Io non lo farei, se fossi in te. – disse la ragazza, facendo notare la sua presenza a tutte le persone sulla terrazza, - Suicune è molto protettivo dei pokèmon in questo lago. –

- Oh, mi scusi Principessa, non l’avevo notata … Aspetti, ha detto Suicune? Il pokèmon leggendario? – chiese Adriano, sorpreso alla seconda frase.

- Esatto. Suicune viene molto spesso a riposarsi in questo lago. E’ uno dei suoi preferiti. Non vedete com’è limpida l’acqua? – chiese Ash.

- Salve anche a lei, Principe Rosso. E sì, avevo notato l’acqua cristallina. Quindi è merito di Suicune? – chiese il Campione di Hoenn.

- Sì. In effetti … - rispose Ash, piegando la testa come ascoltando qualcosa. – credo sia proprio là. – disse indicando un punto nella foresta, vicino al lago.

Come da parola, il pokèmon leggendario emerse dai folti alberi, correndo sull’acqua verso la terrazza di marmo bianco dove si trovavano tutti.

Suicune saltò quando fu abbastanza vicino, sorvolando vari Campioni e Superquattro scioccati, e avvicinandosi al Principe e alla Principessa.

- Ciao Suicune – parlò Alyssa, dopo che il pokèmon strofinò il muso nella mano della ragazza.

Cinque diverse pokèball, ognuno dalla cintura di ogni membro della Lega Dynamis, scoppiò in una luce bianca, facendo uscire un Eevee e quattro delle sue evoluzioni: Jolteon, Flareon, Vaporeon e Leafeon.

Questi cinque pokèmon erano stati ottenuti dai componenti della Lega Dynamis in un modo speciale. Essendo Possessori (coloro che sono legati a delle Pietre del Potere), quando avevano toccato per la prima volta la loro Pietra del Potere, l’energia in eccesso accumulata sia dalla Pietra che dalla persona si era fusa in un pokèmon.

Nessuno sa esattamente perché siano sempre delle evoluzioni del pokèmon Eevee, ma era successo ad ogni Possessore che sia mai esistito.

Questi pokèmon erano … speciali. Potevano effettuare un “Collegamento Mentale” con il loro allenatore, ed erano più forti in presenza del loro Possessore designato.

Il leggendario pokèmon si avvicinò a loro, conversando un po’, prima di cominciare a correre nella foresta, i cinque pokèmon dietro di lui.

Gli ospiti si ripresero dopo un po’, ancora guardando scioccati la facilità e la fiducia con cui il leggendario si era mostrato e aveva salutato il Principe e la Principessa.

Quest’ultimi si voltarono verso di loro.

- Per quanto ci piaccia stare qui con voi – cominciò Alyssa, una piccola traccia di sarcasmo insondabile nella sua voce, - abbiamo molto da fare. L’accaduto di ieri ci ha scombussolato i piani a 360° gradi, e abbiamo poco tempo e molte cose da portare a termine. –

- Certo, certo. Se vogliamo cominciare … - disse Charles Goodshow, indicando con la mano la Sala da Ballo.

Tutti i presenti rientrarono nella stanza, prendendo posti a sedere al lungo tavolo. A capotavola si trovava la Lega Dynamis, mentre sui lati si trovavano tutti gli altri.

- Allora … - domandò Lance – cosa è successo ieri? –

- Come ho già dichiarato, c’è stato un attentato alla nostra vita. – rispose calma Alyssa. Avevano deciso di dire delle mezze verità.

- E …? – incoraggiò il Campione.

- E niente. E’ finito male per lui e bene per noi. – continuò Alyssa.

- Oh, andiamo! Lo sappiamo tutti che non è vero! – esclamò Camilla, Campionessa di Sinnoh.

- E cosa sarebbe “vero”? – chiese scocciata la Principessa.

- Quello che non ci dite. – rispose stavolta Adriano. – Noi possiamo aiutarvi. –

- Non ci serve il vostro aiuto. Abbiamo tutto sotto controllo – rispose gentilmente Ash.

- Almeno diteci cosa è successo. – dichiarò Goodshow, con tono gentile ma fermo.

Ash e Alyssa si guardarono. E Alyssa sospirò.

- Ok. Non erano dopo di noi. Avevamo appena catturato … - spiegò Alyssa, raccontando tutti gli accaduti del giorno prima.

Quando ebbe finito ci fu silenzio pesante. Tutti i presenti stavano pensando e analizzando le informazioni ricevute.

- C’è qualcosa che possiamo fare per aiutarvi? – chiese infine Camilla.

- Solo … state attenti e tenete gli occhi aperti. Se ci sarà altro ve lo faremo sapere. – disse loro Ash.

- Va bene. Grazie a tutti per essere venuti – concluse la riunione Goodshow. – Ci rivedremo domani alla casella VIP (dove si guardano le partite pokèmon allo stadio). –

Una volta che la porta si richiuse, Alyssa appoggiò la fronte al tavolo.

– E questa è fatta. – disse la ragazza con un sospiro pesante.

 
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Città di Atlantopoli 
New Royal Palace – Ingresso  
[12:30]

- Ok ragazzi, abbiamo tanto da fare, quindi oggi si salta il pranzo – informò gli altri Alyssa, ignorando le loro proteste.

Non appena i Campioni e i Superquattro delle altre regioni se ne erano andati (Alyssa ancora pensava alle loro facce quando hanno visto la bellezza del castello) i cinque ragazzi erano andati a recuperare i loro pokèmon, salutando Suicune, ed erano usciti dal New Royal Palace.

- Helena, Michael cercate informazioni su “Epsilon”. Tutto. E quando dico “tutto” intendo ogni cosa. – comandò la Principessa, congedandoli con una mossa della mano.

- Jude. Trova quell’assassino. Voglio sapere come si chiama, dove è stato, cosa ha fatto e soprattutto:per chi lavora. Vai. – il povero ragazzo partì in quarta verso il tetto dove si trovava ieri il criminale.

- Ash, tu vai dagli Ultimate Trainers: informali e dirigi tutti gli agenti possibili verso i luoghi che potrebbero essere attaccati o occupati da questa organizzazione. –

- E tu? – chiese Ash curioso.

- Io andrò a cercare le identità dei due uomini di ieri. Ci vediamo stasera. – disse Alyssa, allontanandosi a passo spedito.

- Avrebbe un futuro come generale … - borbottò Ash al vento.

Il ragazzo si girò e cominciò a camminare, andando verso il grattacielo visibile anche da lontano con le lettere “O.U.T.” scritte in bianco sui vetri.

Non fece neanche quindici passi quando si scontrò con qualcuno.

- Ehi, guarda dove vai! Aspetta … ancora tu?! – urlò una voce.

“Oh, Arceus … fa che non siano loro …” pregò Ash.

Un gruppo di dieci persone si trovava di fronte a lui. Avevano dai quindici ai ventidue anni circa. Quattro ragazze e sei ragazzi. E Ash conosceva ognuno di loro.

I suoi ex-amici.
 
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Note d’Autore:
 
Buonasera a tutti!
Mi scuso per il ritardo, ma gli impegni sono molti.

Beh, ecco il vostro capitolo. Ditemi cosa ne pensate. Bello, brutto, fantastico, da schifo, intrigante, noioso?
L’ultimo pezzo vi ha lasciati con un po’ di attesa o no?

Un po’ di geografia riguardo la regione Dynamis: 

_ L’arcipelago di Atlante (dove c’è Atlantopoli) si trova a nord-ovest della regione _
_ Monte Paradiso si trova a nord-est della regione _
_ Atenepoli si trova al centro esatto della regione, circondata dalle montagne nella parte nord-est _
_ La regione in sé è a nord-ovest delle altre regioni pokèmon, io l’ho immaginata come l’Islanda, ma più grande e con clima diverso _

Comunque, ora vi lascio un paio di immagini riguardanti il New Royal Palace e l’Ancient Royal Palace.

New Royal Palace:
Image and video hosting by TinyPic
 
Image and video hosting by TinyPic
 
Ancient Royal Palace:
Image and video hosting by TinyPic
 
Recensite, voglio sapere la vostra opinione sui castelli e il capitolo.
Alla prossima,
Anakin Solo
 
 

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Capitolo 15
*** CAPITOLO 14 ***


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Città di Atlantopoli
New Royal Palace – Ingresso 
[12:30]

“Arceus vuole uccidermi …” fu il primo pensiero di Ash.

Misty, la ragazza con cui Ash si era scontrato, si alzò in piedi furiosa, pronta ad urlare all’imbecille che l’aveva mandata col culo per terra.

Non appena si voltò, cambiò immediatamente idea.

“Woah, che bel ragazzo …” fu il primo pensiero della Capopalestra.

Ci furono un paio di secondi di silenzio imbarazzante mentre Misty analizzava Ash e quest’ultimo le mandava un bagliore che avrebbe potuto darle fuoco.

La ragazza, apparentemente soddisfatta, cominciò a presentarsi.

- Ciao, io sono Misty. Tu come ti chiami? – chiese, porgendo la mano.

Ash ignorò volontariamente il gesto e cercò di superare la ragazza, volendo allontanarsi il più presto possibile dal luogo.

La sua azione venne però interrotta da suo ex-amico Brock, che gli afferrò il braccio, fermandolo nelle sue tracce.

- Ehi, ma che hai? Ti ha fatto una domanda. –

- E io non voglio rispondere. Ti conviene lasciarmi andare se non vuoi finire in prigione. – lo minacciò Ash.

- Chi ti credi di essere? – chiese arrogantemente Max, avvicinandosi al duo.

Ash liberò il suo braccio da Brock, prima di girarsi verso il giovane e rispondere.

- Io sono il Principe Rosso, e se non vuoi che ti faccia causa in tribunale ti conviene liberare la strada. Ora scusate, ma ho fretta. – rispose molto irritato Ash.

A quello il gruppo arretrò di alcuni passi, sorpreso dalla sua identità. Ma questo non scoraggiò le ragazze, che volevano fare colpo sul Campione di Dynamis.

- Wow! Sei davvero il Campione allora? – chiese Vera.

- Ciao, io sono Lucinda! Ti andrebbe di accompagnarmi a prendere un caffè? – chiese la coordinatrice, cercando di toccargli il braccio.

Ash, vedendo l’azione, si spostò immediatamente, irritato.

- No. Ora, io sono occupato quindi spostatevi. – li avvisò per l’ultima volta.

Non aspettando una risposta Ash prese a camminare, sperando con tutto il cuore di riuscire a sfuggire a quella situazione orribile.

Quando un’altra mano gli si posò sulla spalla, il Campione prese una delle sue pokèball, rilasciando il suo fedele pokèmon: Flareon.

Il pokèmon, visti gli sconosciuti, ringhiò leggermente d’avvertimento. La mano sul braccio di Ash si levò subito, e quest’ultimo si voltò verso Max.

- Ti conviene non toccarmi. – comandò con voce letale il Principe. – Ora spostatevi o sarò costretto ad attaccarvi. –

Alla minaccia, ora molto più reale, il gruppo di ragazzi si spostò, lasciando una via d’uscita ad Ash, che la prese subito.

Ma neanche tre passi che il cappello che portava sempre sulla testa per nascondere la sua faccia gli si levò, a causa di una mano.

Immediatamente, Flareon lanciò un Lanciafiamme leggero sul braccio, provocando Max ad urlare di dolore.

Ash, sorpreso, riuscì appena ad afferrare il cappello e rimetterlo in testa prima che qualcuno riuscisse a intravedere la faccia. Il Principe non voleva essere riconosciuto.

Infuriato, si girò verso il gruppo di suoi ex-amici, mandando loro un’occhiataccia che avrebbe potuto seppellirli sottoterra di sette metri.

Flareon aveva finito ormai il suo attacco e aspettava obbediente al fianco del suo allenatore, ringhiando a Max. Nessuno toccava il suo maestro.

- Come hai potuto, scemo! Hai ferito mio fratello! – gli urlò Vera, cercando di consolare il fratellino piangente, che si teneva la mano ustionata.

- Non avrebbe dovuto toccarmi. Vi avevo già avvertiti. – disse loro Ash.

Brock, Tracey, Spighetto e Diapo, ora usciti dallo stordimento, cercarono di attaccare il Campione, ma si fermarono davanti ad un Flareon ringhiante. Il pokèmon stava protettivo di fronte al suo allenatore, pronto a scatenare un altro Lanciafiamme alla minima provocazione.

La situazione divenne una di stallo.

- Sentite – cominciò Ash – mi scuso per scontrarmi con te, Misty, ma ho fretta e ho bisogno di andare. –

- E Max? Non penserai di andartene così in fretta. – gli disse Tracey.

- E’ stato lui che mi ha toccato, io vi avevo avvertito. Questa è solo una conseguenza. Ora, arrivederci. – Il Principe si voltò e camminò velocemente, cercando di recuperare il tempo perduto.

- Sappi solo che non finisce qui! – gli urlò dietro Vera, ancora arrabbiata.

“Che brutta giornata finora … Speriamo che migliori.” Pensò Ash con stanchezza.

 
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Città di Atlantopoli
Quartier Generale OUT – Ingresso 
[16:00]

Tre ore e mezza più tardi Ash era finalmente uscito dall’enorme grattacielo che era il Quartier Generale dell’OUT.

Il Campione inspirò l’aria fresca della brezza leggera, che donava un rinfresco dalla calda luce del sole. Una classica giornata estiva.

Ash non ebbe neanche il tempo di tirare un sospiro di sollievo che ricevette una chiamata sul suo DexChat.

- Qui Rosso. – rispose il ragazzo.

- Ehi – lo salutò la voce melodica di Alyssa. “Aspetta, melodica? Da quando?” si chiese confuso il ragazzo. – Pronto? –

- Eh? Cosa? – chiese confuso Ash, scoppiando la bolla dei suoi pensieri.

- Stai bene? – chiese Alyssa preoccupata.

- Sì, sì. C’è qualcosa che volevi chiedermi? – chiese il ragazzo, cambiando velocemente argomento.

La ragazza aggrottò la fronte, non credendo alla risposta di Ash, ma lasciò scorrere.

- Come è andata? –

- Bene. Ho informato William di cosa sta succedendo. Ha detto che avrebbero tenuto occhi e orecchie aperti, ma non c’è abbastanza personale per avviare una indagine ufficiale. Il Torneo ci sta togliendo più di quanto abbiamo pensato. – le rispose Ash.

William King era il Presidente dell’OUT e faceva parte del Consiglio dei Cinque.

Il Consiglio dei Cinque era l’organo governativo che teneva d’occhio la Lega Pokèmon.

Siccome il Principe e la Principessa avevano poteri assoluti, se il governo corresse il rischio di trasformarsi in una tirannia allora il Consiglio dei Cinque aveva l’obbligo di intervenire.

Questi cinque individui erano quindi i “vigilanti” del Principe e della Principessa, e avevano il “Diritto di Veto” su proposte che non ritenevano adeguate.

Significato: i due regnanti non potevano fare tutto quello che volevano.

Se un Colpo di Stato progettato dalla Lega avesse dovuto verificarsi, il Consiglio dei Cinque avrebbe tutto il diritto di sostituirli e prendere il controllo della regione fino a che la situazione non si sarebbe calmata.

Comunque, tornando al discorso …

- Me lo aspettavo. Dovremo indagare noi. – affermò Alyssa.

- Come se non avessimo già abbastanza problemi … - borbottò Ash.

- Cosa ti è successo oggi? E non mentirmi! So quello sguardo. – insistì la Principessa, ora preoccupata.

- Io … - Ash parlò, indeciso. – Ho incontrato loro. – disse alla fine, pronunciando la parola “loro” con veleno.

- … Oh. Oh! – disse finalmente Alyssa, arrivando alla conclusione. – E come è andata? –

- Hanno cercato di togliermi il cappello, Flareon ha bruciato la mano di Max e ci siamo messi tutti a litigare. – rispose il Principe, ancora un po’ cupo.

- Accidenti. Che bell’incontro. – disse la Principessa con sarcasmo.

- Sì. Se avessero tenuto le mani a posto … - si lamentò Ash.

- Io non capisco perché continui a portare quel cappello. Non ti serve a niente! Sei cambiato da come eri cinque anni fa: ora hai gli occhi rossi, sei forte, bello … - Alyssa si fermò di botto, comprendendo quello che aveva appena detto.

Un enorme rossore si formò sulle guance di entrambi i ragazzi. Ash stava in silenzio, un po’ scioccato, pensando che Alyssa lo trovava bello mentre la ragazza cercava un modo per cambiare argomento.

- Ah, sì … Ehm, comunque … insomma, il cappello non ti serve! Oh, devo andare! Ci vediamo più tardi! – e la Principessa tagliò la videochiamata, ancora imbarazzata come non mai.

Ci fu un momento di silenzio interdetto.

- Beh, torniamo a casa Flareon. Domani comincerà il 1° Turno di battaglia. –

 
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Città di Atlantopoli
Palazzo Concordia – Dynamis Suite
[16:30]

Le porte dell’ascensore privato della sala si aprirono con un piccolo “Ding!”, rivelando Ash e Flareon.

Il principe, pokèmon al seguito, si incamminò verso la sua stanza ma, passando per la Sala da Pranzo, intravide Helena e Michael.

I due erano molto affaccendati: uno stava guardando il computer scrivendo sulla tastiera freneticamente, mentre l’altra stava cercando un foglio tra i mille sparsi sul tavolo.

I due avevano i capelli disastrati e il cestino era pieno di tazze da caffè vuote.

- Ehi ragazzi, state bene? – chiese Ash preoccupato per i suoi due amici.

- Cosa? – chiese Helena alzando lo sguardo. I suoi occhi sembravano spiritati. – Ti sembra che stia bene? –

- Ehm … - rispose Ash interdetto.

- Esatto! – gli urlò la ragazza, prima di tornare al suo compito precedente.

Ash, cercando di non farsi scoraggiare, si rivolse all’altro occupante nella stanza.

- Hai visto Jude? – chiese il Principe a Michael.

Il ragazzo, non alzando gli occhi, indicò con il braccio un punto nella stanza. Seguendo il dito, Ash riuscì a trovare Jude … svenuto su una sedia.

- Che cosa gli è successo? – chiese Ash, allarmato.

- Non lo so. E’ entrato dieci minuti fa e poi si è addormentato là. – rispose semplicemente il membro dei Superquattro.

Ash, annuendo silenziosamente, si sedette su una delle due rimanenti sedie libere.

- Ora cosa si fa? – chiese il Campione.

- Aspettiamo Alyssa. – rispose Michael.

- Beh, allora la vostra attesa è finita. – disse una voce femminile.

La Leader dei Superquattro sbucò da dietro l’angolo della stanza silenziosamente, facendo sobbalzare i due ragazzi (anche se poi lo avrebbero negato).

- Trovato qualcosa? – chiese Ash alla ragazza.

- Sì. I due uomini morti si sono registrati come turisti e venivano da due voli diversi provenienti da due regioni diverse. In pratica, insospettabili. – li informò Alyssa. – Identità ovviamente false, quindi dovremo ricorrere al DNA per scoprire chi siano. –

- Allora non sarà così difficile. Giusto? – chiese fiducioso Ash.

I tre ragazzi vennero interrotti dalla suoneria del DexChat di Alyssa.

- Pronto? – rispose la ragazza. La Principessa annuì a qualcosa, prima che tutto il colore fuggì dal suo viso. – C-Cosa? M-Ma non può essere! – disse disperata la ragazza. – Come è successo? – Dopo pochi altri secondi di silenzio la chiamata si concluse.

- Aly? Chi era? – le chiese Ash preoccupato.

- Era il San Mitchell Hospital. – rispose la ragazza.

Il San Mitchell Hospital era l’ospedale più grande e avanzato della regione e si trovava ad Atlantopoli.

- E? – chiese Helena, prestando attenzione al discorso dopo aver sentito le esclamazioni di Alyssa.

- Hanno rubato i due cadaveri degli uomini. –

- Parlare di sfortuna ... -  

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Note d’Autore:
 
Ed eccomi qui! Ce l’ho fatta!

Mi scuso se non ho potuto aggiornare Domenica.

Comunque, ecco qui i traditori! Sono rientrati un po’ nella storia e da ora in poi li vedremo più spesso.

Le battaglie del 1° Turno arriveranno nel prossimo capitolo! Siate pronti per la partita Gary VS Ash!
Per fare un po’ di chiarezza: ci saranno sei turni nel torneo + semifinali + finale = 8 turni.

Eliminatorie = 512sfidanti; Completato
1°Turno = 256 sfidanti; In Corso
2°Turno = 128 sfidanti;
3°Turno = 64 sfidanti;
4°Turno = 32 sfidanti;
5°Turno = 16 sfidanti;
Quarti di Finale/6°Turno = 8 sfidanti;
Semifinali/7°Turno = 4 sfidanti;
Finali/8°Turno = 2 sfidanti;

Mi dispiace se non ho ancora presentato gli OC ma prima o poi si vedranno! Sì, sto ripetendo questa frase da diversi capitoli, ma sono determinato a cercare di trovare un capitolo dove inserirli!

Come vi è sembrato il capitolo?

Ringrazio Legendary Fairy91, Delfo11, Bankotsu90 e white_chaos_dragon per aver recensito il capitolo precedente! Grazie per le vostre recensioni!
 
A chi fosse interessato alla saga Percy Jackson, ho iniziato una storia composta da Drabbles. Se vi interessa guardate la lista delle mie storie.
 

Anakin Solo
 

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Capitolo 16
*** CAPITOLO 15 ***


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Città di Atlantopoli
San Mitchell Hospital – Ufficio del direttore
[17:00]

- Cosa significa che sono spariti?! – urlò Alyssa in faccia al Dottor Evans, il direttore dell’ospedale.

- Significa, Principessa, che qualcuno li ha rubati. – ripeté l’uomo, sistemandosi gli occhiali.

Subito dopo aver ricevuto la notizia che i due cadaveri degli uomini uccisi nel Palazzo Concordia erano spariti dall’obitorio dell’ospedale, i Superquattro e il Campione erano arrivati di corsa.

- Ci sono delle telecamere di sicurezza? – chiese più calmo Ash.

- Certo che ci sono, ma devono averle danneggiate in qualche modo. Le immagini riprese dalle ore 10:00 di stamattina alle ore 15:00 di questo pomeriggio registrano solo nero. – rispose il direttore dell’ospedale.

- Qualsiasi guardie? – chiese Helena.

- Sparite. Semplicemente come se non fossero mai esistite. – fu la risposta del Dottor Evans.

- Avete già chiamato l’OUT? – domandò Michael.

- Sì, sono arrivati poco prima di voi. Al momento credo stiano lavorando sulle telecamere, per vedere se si trovi qualcosa. –

- Bene, allora non ci resta che aspettare. – disse Ash sospirando.

Il Principe si alzò in piedi, strinse la mano dell’uomo e uscì dall’ufficio, Superquattro al seguito.

Le cose continuavano a complicarsi …

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 Città di Atlantopoli
Palazzo Concordia – Dynamis Suite
[09:30]

Era ormai una nuova giornata.

Il Sole splendeva sulla regione Dynamis, illuminando il cielo azzurro e le nuvole bianche.

I Superquattro e il Campione erano tornati dall’ospedale ieri sera e avevano trascorso il resto del tempo prima di andare a letto a riordinare informazioni e scoperte varie, solo per arrivare sempre in un vicolo cieco.

Chiunque fossero le persone che stavano minacciando Dynamis, ci stavano riuscendo bene finora.

Secondo le ricerche di Jude, l’assassino si era completamente volatilizzato. I proiettili utilizzati erano sconosciuti, probabilmente fatti direttamente dal criminale e quindi non tracciabili.

Le identità dei due uomini morti erano ancora sconosciute. L’unico modo in cui avrebbero potuto risalire ad una persona certa era utilizzando il DNA e, senza cadavere, non c’era DNA.

Helena e Michael non avevano trovato nulla di interessante che riguardava la parola “epsilon”, a meno che non si intendesse la lettera dell’alfabeto greco/latino.

In pratica, erano andati a dormire tutti depressi, sperando la giornata seguente avrebbe portato un po’ di felicità.

Ed eccoci quindi al presente.

Il Principe e la Principessa di Dynamis stavano facendo colazione, Jude li stava raggiungendo ed Helena e Michael dormivano ancora.

- Buongiorno – salutò Jude entrando in sala da pranzo.

- Ciao – rispose Ash.

- Ehi – fece Alyssa.

- Come va? – chiese ancora il Superquattro.

Principe e Principessa si scambiarono un’occhiata e poi guardarono contemporaneamente Jude.

Sì. Stesso aspetto.

Tutti e tre i ragazzi avevano l’aria di chi non aveva dormito abbastanza e piccoli segni di stanchezza come le occhiaie erano visibili su tutti i poveretti.

- Siamo stanchi, – rispose Alyssa – ma per il resto è ok. –

Jude diede un cenno del capo e si sedette su una delle sedie intorno al tavolo.

- Allora ora ricominciano le lotte? – chiese Ash, tanto per fare conversazione.

- Esatto – confermò Alyssa. – Io sono contro una capo palestra, Fannie credo. –

- Quella di Cuoripoli? – chiese il campione. – Ti conviene stare attenta. Ha dei pokèmon fantasma molto forti. –

- Mi ideerò qualcosa sul momento. – fu la risposta della Principessa.

- Io sono contro un allenatore di Sinnoh. Com’è che si chiamava? Borry? Birry? Oh sì, era Barry! – disse Jude, confondendo un po’ il nome.

- Barry? L’ho incontrato durante il mio viaggio a Sinnoh. E’ un po’ … stravagante, per non dire altro, ma è ok. – commentò Ash.

- E tu? Chi è il tuo avversario? – chiese Alyssa mentre mescolava il cucchiaio nella tazza del caffè.

- Gary. Gary Oak. – rispose il campione.

- Il tuo amico d’infanzia? – chiese Jude sorpreso.

Ash aveva raccontato loro alcune delle sue avventure e aveva nominato Gary Oak durante Kanto e Johto.

- Sì, proprio lui. Mi chiedo come stia, non l’ho visto da quel giorno. – rispose Ash, accentando la parola “quel”.

- Beh, lo scoprirai oggi. Ci conviene andare prima che la pazza (*coff* Helena *coff*) si svegli. Ci tirerebbe in una “maratona dello shopping”,
come lo chiama lei. – consigliò la ragazza.

- Ben detto, ho bisogno di sopravvivere per lottare. A dopo Jude. – salutò il Principe alzandosi e camminando con la sua amica all’ascensore della suite.

- Buona fortuna con la battaglia! – augurò Jude, come le porte dell’ascensore si chiusero e i due ragazzi sparirono dalla vista.
 
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Città di Atlantopoli
Stadio del Campione – Campo di battaglia
 [11:00]

- Ed eccoci qui, signore e signori, per assistere alla battaglia pokèmon tra il Principe di Dynamis, Rosso, - applausi e urla d’incoraggiamento arrivarono dalle tribune – e Gary Oak, da Biancavilla, Kanto! – altri applausi arrivarono dalla folla.

L’arbitro si fece avanti sul campo di battaglia.

- Questa partita sarà tre pokèmon su tre! La battaglia finisce quando tutti i pokèmon di un lato non saranno in grado di combattere! Potete cominciare! – furono le parole dell’uomo.

Rosso prese tranquillamente la sua pokèball. – Vai Ninetails! –

- Pokèmon di tipo fuoco, eh? Vai Blastoise! – chiamò Gary.

Non appena materializzatosi sul campo di battaglia il pokèmon di tipo acqua guardò con uno sguardo di sfida la volpe di fuoco.

Ninetales non fece nemmeno una piega sotto l’occhiataccia dell’avversario, al contrario, rivolse al tipo d’acqua lo stesso sguardo e la stessa minaccia velata.

- Ti lascio la prima mossa. – informò Gary il Principe, dato lo svantaggio di tipo.

Ash annuì solamente come risposta. – Ninetales, Lanciafiamme! –

Il pokèmon volpe si alzò elegantemente e partì in uno scatto puro di velocità. In meno di tre secondi, una lunga colonna di fuoco si stava dirigendo verso Blastoise da distanza ravvicinata.

- Blastoise, ritirati nel guscio! – comandò Gary, pensando velocemente ad un modo di sfuggire all’attacco.

Come il tipo acqua fece come ordinato, il fuoco si scontrò contro il guscio duro del pokèmon tartaruga, causando nessun danno, se non una piccola bruciatura.

“Ha il pensiero rapido …” pensò Ash sorridendo. Questa sarebbe stata davvero una bella lotta.

- Bravo Blastoise, continua così! – incoraggiò il giovane Oak.

- Ninetales usa Lanciafiamme sul terreno! – comandò il Campione di Dynamis. Il pubblico mormorò confuso all’ordine.

Il pokèmon di tipo fuoco usò la sua mossa sull’erba che circondava il pokèmon tartaruga, ancora nascosto nel suo guscio, facendole prendere fuoco.

In poco tempo, un cerchio di fuoco circondava l’enorme Blastoise. La temperatura delle fiamme era però sopportabile, quindi Ash dovette rimediare.

- Ninetales, Incendio! –

Subito un’enorme esplosione circondò Blastoise, aumentando le fiamme di almeno quattro volte. Il calore raggiunse delle temperature estreme e il pokèmon all’interno del guscio cominciò a risentirne le conseguenze.

“Accidenti, è davvero bravo. Non avrei dovuto aspettarmi altro da un Campione. Ma ora che devo fare?” pensò indeciso e preso alla sprovvista Gary.

Approfittando dell’indecisione momentanea dell’avversario, Ash ordinò al suo pokèmon di continuare ad alzare le fiamme con lanciafiamme.

- Blastoise, usa Idrocannone! –

Il pokèmon tartaruga usò la sua mossa, cercando di spegnere le fiamme senza esporsi troppo al pericolo.

“Non basta! Le fiamme non si spengono!” pensò disperato Gary. Avrei voluto tenerla per ultima ma …”

- Blastoise, Surf! – comandò l’avversario di Ash.

L’onda gigante ricoprì il campo, spegnendo rapidamente le fiamme che circondavano il tipo acqua, permettendogli di uscire dal suo guscio.

- Ninetales, usa Magifuoco per diminuire i danni di Surf e poi Rogodenti! – disse il Principe.

Una piccola barriera di fuoco magico si formò attorno a Ninetales, che diminuì in parte i danni. Subito dopo il pokèmon volpe corse a Blastoise e morse il braccio al pokèmon tartaruga.

Il tipo acqua agitò selvaggiamente il braccio, cercando di staccare Ninetales dalla sua morsa d’acciaio.

- Surf! – disse Gary.

- Incendio! – contrattaccò Ash.

I due pokèmon seguirono subito i comandi, facendo in modo che acqua e fuoco si scontrassero nel bel mezzo del campo, creando una nube di fitta nebbia.

Pochi secondi dopo, la foschia si diradò, e nel bel mezzo del campo si trovavano i due pokèmon avversari, entrambi stremati e distesi al suolo.

Ci fu silenzio. E poi gli applausi cominciarono.

- Entrambi i pokèmon non sono più in grado di combattere! Pareggio! Sfidanti, inviate i vostri prossimi pokèmon! – dichiarò l’arbitro.

Entrambi gli allenatori ritirarono i loro pokèmon nelle loro sfere, ringraziandoli e lodandoli per la bella lotta.

- Vai Flareon! -

- Vai Alakazam! – mandò in campo il ricercatore pokèmon. – Usa Psichico e poi Extrasenso! –

Flareon venne subito immobilizzato dalla mossa di tipo psico e venne lanciato verso il muro ad una grande velocità.

Il piccolo pokèmon riuscì ad atterrare all’ultimo secondo con le zampe sul muro, prima di balzare di nuovo a terra, ma venne colpito dalla seconda mossa di Alakazam improvvisamente.

- Flareon, usa Giornodisole! – chiamò Ash, sapendo che il suo pokèmon stava bene. Dopotutto, non era il suo più forte componente della squadra per nulla.

La mossa del tipo fuoco aumentò la temperatura della giornata, facendo splendere il sole luminoso e aumentando la potenza del tipo fuoco.

- Perfetto, ora usa Incrofiamma! –

- Che cosa?! Incrofiamma?! Ma è la mossa di Reshiram! – esclamò sorpreso Gary, dimenticandosi della lotta.

“Se solo sapesse … i pokèmon legati ad una Pietra del Potere possono imparare mosse solitamente usate dai pokèmon leggendari.” Pensò divertito il Campione di Dynamis.

Intanto, durante l’esclamazione sorpresa di Gary, Flareon aveva lanciato l’enorme palla di fiamme verso Alakazam che, sorpreso come il suo allenatore, non ebbe il tempo di schivare.

L’esplosione fu assordante, con fiamme e pezzi di terra che volavano per aria. Non appena il fumo si schiarì, Alakazam era a terra con spirali nei suoi occhi, indicando che fosse sconfitto.

- Alakazam non è più in grado di continuare! La vittoria va a Flareon! Allenatore Oak, invia il tuo prossimo pokèmon! – chiamò l’arbitro.

- Accidenti, questa non me la aspettavo davvero. Andiamo, Umbreon! – chiamò in campo Gary Oak.

Il pokèmon buio uscì dalla sua sfera con un’espressione determinata e feroce.

- Bravo Flareon, ritorna. – richiamò Ash, sostituendo pokèmon – Vai Lucario! –

La prima mossa andò a Gary. – Umbreon, Neropulsar! –

- Lucario, neutralizza con Forzasfera! –

I due attacchi si scontarono nel mezzo del campo, provocando una piccola esplosione che sollevò della polvere.

- Sgranocchio! – comandò l’avversario del Campione.

- Zuffa! – contrastò il Principe.

I due pokèmon si affrontarono, uno cercando di mordere l’avversario, l’altro cercando di tenerlo alla larga con pugni e calci velocissimi.

Infine il piccolo pokèmon buio morse Lucario al braccio, che gli lanciò un calcio ben mirato al tronco e lo fece volare all’indietro di sette metri.

- Lucario, veloce, usa Forzasfera! –

- Umbreon, schiva e usa Neropulsar! –

Entrambi gli attacchi si neutralizzarono tra loro e i due pokèmon rimasero illesi da ferite, ma con meno energie.

- Avvicinati con Extrarapido e ferrar tigli! – disse Ash.

In un momento, il pokèmon aura era a fianco di Umbreon, il quale venne colpito da degli artigli al fianco. Il piccolo pokèmon crollò a terra dal dolore.

- Umbreon, resisti e prova ad usare Nottesferza! – supplicò Gary.

Ma il pokèmon buio era troppo stanco e stremato, riuscendo ad alzarsi a malapena.

- Lucario, finisci con Forzasfera! – chiamò Ash dopo un momento di silenzio.

Una piccola esplosione fece tornare Umbreon a terra e sollevò una nuvoletta di polvere. Pochi secondi dopo si poteva intravedere l’evoluzione Eevee stesa a terra esausta.

- Umbreon non è più in grado di combattere! La vittoria va a Lucario! Il Principe Rosso vince la partita! – annunciò l’arbitro, causando la folla ad andare in delirio.

Applausi si riversarono da tutto il pubblico, sia per vincitore che per vinto. La lotta era stata molto bella ed entusiasmante, e la folla ne era contenta.

- Bella lotta davvero. Non mi aspettavo la mossa che hai tirato con Blastoise nella prima battaglia. – si congratulò Gary, porgendo la mano al Campione.

- Grazie. Mi è venuta sul momento, io non sono uno che usa spesso delle strategie già preparate. – rispose il Principe.

- Sì. Dopotutto è da te, non è vero … Ash? – chiese il ricercatore con un sorriso a trentadue denti.

 
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Note d’Autore:
 
Sì, lo so, sono in ritardo. Di nuovo.

Quella stupida scatola di latta che dovrebbe essere il Wi-Fi mi abbandona nel momento del bisogno estremo. Due giorni senza internet! (A parte il telefono)

Beh, comunque spero che vi sia piaciuto il capitolo, in particolare la lotta, dato che faccio schifo a scriverle.

So che di sicuro ci saranno degli errori, ma non guardo o gioco a pokèmon da quattro anni, così cerco tutto su Pokèmon Central Wiki.

Beh, ringrazio Diamond907, Bankotsu90, chrono storm01, Delfo11, _Leopardo delle Nevi_, nananime, white_chaos_dragon e Legendary Fairy91 che hanno recensito il capitolo precedente.

Alla prossima,
Anakin Solo

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Capitolo 17
*** CAPITOLO 16 ***


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Città di Atlantopoli
Palazzo Concordia – Dynamis Suite
[12:10]

Dopo la lotta tra Ash e Gary, i due allenatori si erano diretti al Palazzo Concordia. Il Campione aveva infatti invitato il suo amico a pranzo insieme ai Superquattro nella loro suite.

- Allora, voi abitate davvero qui? – chiese Gary, stupito dalla bellezza dell’appartamento.

- Sì. Anche se devo dire che Villa Lega è molto più bella. – rispose una voce femminile.

Nemmeno tre secondi dopo Alyssa entrò nella stanza, destreggiandosi tra il computer nella mano sinistra e una pila di documenti nella destra.

La ragazza portava i capelli biondi in uno chignon, e indossava un paio di jeans bianchi e una maglia rossa.

Vedendo l’amica in difficoltà, Ash si apprestò a toglierle i documenti dalla mano destra. (Non si tocca mai il computer di Alyssa. Mai.)

- Grazie. Quella roba pesa tanto. – si lamentò la Leader dei Superquattro. – E chi è lui? -

- Di niente. Lui è Gary Oak, mio amico d’infanzia. – rispose Ash.

- Ah, sì, tu dovevi affrontare Ash oggi. Me ne ero scordata con tutto il lavoro da fare. – commentò la bionda rivolgendo il suo sguardo a Gary, che non aveva ancora detto nulla. – Meglio che mi presenti: sono Alyssa Le Blanc, Leader dei Superquattro di Dynamis. –

- Non dimenticare Principessa! – arrivò un urlo di Helena dal corridoio che portava alle stanze da letto dei ragazzi.

- Certo. Anche quello. – rispose Alyssa infastidita.

- E’ un piacere conoscerti, Principessa. – salutò rispettosamente Gary.

- Per carità, niente di quelle cavolate. Io odio essere una Principessa. Le odiavo da piccola e ora ne sono una. Ironico, non credi? Il destino si diverte a torturarmi. – fu la risposta della bionda, prima che si volatilizzò nuovamente nel corridoio.

- E’ stato … - cominciò Gary.

- Singolare, sì. E’ così quando è stressata. Non preoccuparti, poi si calmerà. – lo rassicurò Ash, posando i documenti che aveva ancora in mano sul tavolino della sala. – Dai, vieni. Andiamo a mangiare. –

Il Principe condusse l’amico verso la sala da pranzo, da cui arrivava già un buon odore. Entrando nella sala, si accorse però che era vuota. Confuso, decise di chiedere ad Alyssa.

- Aly! Dove sono gli altri? – urlò, sapendo che la ragazza l’avrebbe sentito.

- Helena è qui, ma si rifiuta di uscire dalla sua stanza! Michael e Jude sono usciti prima! – fu la risposta arrivata da qualche parte non specificata della suite.

- Ok! Grazie! – richiamò Ash, sedendosi al tavolo.

Gary lo seguì, prendendo il posto di fronte al Campione. I due ragazzi presero della pasta al pomodoro, cibo che alcuni camerieri avevano portato alla suite per i Superquattro.

I cinque componenti della Lega Pokèmon erano troppo impegnati per andare al ristorante del palazzo e, sinceramente, odiavano l’attenzione, così si facevano portare il cibo nei loro appartamenti.

- Allora, come sei stato? . chiese Ash, cercando di iniziare una conversazione.

I due allenatori si raccontarono così quello che avevano fatto negli ultimi anni, ridendo e scherzando ogni tanto. Nonostante la lontananza, la loro amicizia non era diminuita.

All’incirca a metà pasto, Alyssa si unì loro, così i tre parlarono di argomenti riguardanti il torneo e la loro regione, siccome Gary ne era curioso.

- Ash, una domanda, come ha fatto Ninetales ad imparare Incendio e Flareon a usare Incrofiamma? Per quanto ne so io, sono mosse di pokèmon leggendari, che non possono essere apprese all’infuori di loro. – chiese il ricercatore di Kanto con curiosità.

- Beh, è abbastanza semplice. – cominciò Ash – Vedi quest’anello? E’ una Pietra del Potere. Queste pietre sono cinque in totale, ognuna di un colore diverso, e aumentano il potere di uno specifico tipo di pokèmon. –

- Facciamo un esempio: io, che ho la Pietra Gialla, - disse Alyssa, mostrando il suo anello – posso insegnare delle mosse leggendarie a dei pokèmon di tipo elettrico, ma solo a loro. Ash, che ha la Pietra Rossa, può fare lo stesso ai pokèmon di tipo fuoco. Grazie a queste pietre, siamo particolarmente bravi ad allenare certi tipi di pokèmon. –

- Capisco. – disse Gary pensieroso – E funziona su tutti i tipi di pokèmon? –

- Solo i tipi di pokèmon che hanno una Pietra del Potere legata al loro elemento. Per quanto n sappiamo ne esistono solo cinque di pietre: Rossa, Gialla, Verde, Blu e Bianca, che sono rispettivamente tipo fuoco, elettrico, erba, acqua e normale. – rispose Ash.

- E ognuno di voi ne ha una? –

- Sì, sono state tramandate da generazioni tra i membri della Lega di Dynamis. – confermò Alyssa.

- Molto interessante. Pensi che potrei avere la possibilità di studiarle? – chiese Gary.

Principe e Principessa si guardarono, prima che Ash riportò il suo sguardo all’amico.

- Non ne ho idea. Forse alla fine del torneo posso organizzare qualcosa, ma dovremo aspettare e vedere. –

- Davvero? Grazie. – commentò Gary.

- Di niente. Ora, che ne dici di visitare questa fantastica città? – chiese Ash, alzandosi dalla sedia dopo aver finito di mangiare.

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Città di Atlantopoli
Palazzo Concordia – Dynamis Suite
[13:40]

Michael Smith e Jude Anderson, entrambi membri Superquattro della Lega di Dynamis, stavano camminando per le strade della città di Atlantopoli, capitale della regione.

Erano nel Parco Centrale, zona verde di svago più grande della città. Il Parco Centrale era molto spazioso, con alberi, fontane, percorsi, campi di battaglia e sport vari dappertutto.

- Certo, che c’è molta gente oggi. – affermò Jude, indossando un paio di occhiali da sole neri.

- Beh, che ci vuoi fare? È una bella giornata. – rispose Michael casualmente, con le braccia incrociate dietro la testa.

Jude mormorò una conferma, continuando a guardarsi intorno, cercano qualcosa di interessante.

Il vento trasportava i suoni del parco mescolati con le voci di tutte le persone presenti. Il sole scaldava l’aria e il terreno, facendo fiorire piccole margherite bianche che coloravano l’erba verde.

L’unica fonte d’aria era il venticello leggero che scuoteva le foglie sugli alberi e che smuoveva i vestiti.

- Ehi, guarda là! – esclamò improvvisamente Michael, indicando due allenatori che si trovavano sul campo di battaglia più vicino.

Una piccola folla si era radunata a guardare la battaglia pokèmon, sia civili, che allenatori, che coordinatori.

I due ragazzi si avvicinarono, osservando come la battaglia finì rapidamente con un pareggio tra i due sfidanti. Gli spettatori applaudirono, alcuni congratulandosi a uno o l’altro allenatore.

- Ehi, - chiamò Michael avvicinandosi – è stata davvero una bella battaglia, anche se ho visto solo la fine. Complimenti ad entrambi. –

- Ti ringrazio. – rispose la prima sfidante, la ragazza.

La giovane sembrava avere circa diciotto, diciannove anni. Aveva capelli biondi lunghi, occhi azzurri e un po’ di lentiggini sulle guance. Sulla testa riposavano un paio di occhiali da aviatore.

Era alta e magra, e indossava una maglietta a maniche corte nera, con una felpa bianca e grigia. Portava anche un paio di pantaloni neri e stivali grigi, e una borsa marrone a tracolla.

- Di niente. Come ti chiami? Io sono Michael Smith. – si presentò sorridendo il Superquattro di Dynamis.

- Aspetta, penso di averti già visto da qualche parte. – chiese la bionda, corrugando la fronte nel pensiero. – Oh, sì, ora ricordo! Tu sei uno dei Superquattro! Incredibile, è un piacere conoscerti! Io sono Astrid Mory. –

- Ehi. Io sono Simon Andersen. – si presentò l’altro sfidante, il ragazzo, che intanto li aveva raggiunti. Al suo fianco si trovavano due pokèmon, un Gallade e un Gardevoir.

Simon era un po’ più piccolo degli altri tre ragazzi, aveva infatti diciotto anni. I suoi capelli erano di un castano scuro, ed erano estremamente ricci.

Indossava un paio di jeans neri strappati, una maglietta bianca scollata e portava anche un paio di occhiali da sole.

- Andersen? Che coincidenza, il mio amico Jude è di cognome Anderson. – scherzò Michael, indicando l’altro Superquattro, che annuì con un sorrisino.

- Dovremo cercare di non confonderli, allora! – disse Astrid con umorismo.

- State tranquilli, sono così unico e speciale che è impossibile imitarmi. – scherzò allegramente il diciottenne allenatore di pokèmon.

- Ah, sì? Beh, lo vedremo. Comunque, giusto per avvisarti, sappi che sono io il burlone del gruppo. Se vuoi il mio titolo allora dovrai guadagnartelo. – avvertì Michael con un sorrisetto soddisfatto e un po’ impertinente.

- Guerra di scherzi? – propose eccitato Simon. Era raro trovare qualcuno col suo stesso comportamento infantile alla sua età.

- E sia. Chi orchestra i migliori scherzi vince. Abbiamo cinque giorni di tempo. I partecipanti siamo io e te, nessun altro. Ci stai? –

- Ci sto. – accettò il giovane allenatore, dando un sorriso sfrontato al Superquattro.

- Oh no. Vi prego, abbiamo già abbastanza problemi, non c’è bisogno anche dei vostri disastri imminenti. – si lamentò Jude esasperato.

- Ma dai! Cosa vuoi che succeda? Staremo attenti. – cercò di rassicurarlo Michael.

- Finché spiegherai tu ad Alyssa quello che è successo se il New Royal Palace sarà sommerso di nuovo (non chiedete). – affermò Jude.

- Ehi! Era colpa anche di Rosso! Non l’hai visto mentre rideva a crepapelle dietro le spalle di Alyssa mentre rimproverava me? – chiese Michael indignato dell’accusa.

Insomma, non era totalmente colpa sua che il palazzo si ritrovò coperto da quindici centimetri d’acqua del lago.

- Certo, certo. – borbottò l’amico. – Scusate l’interruzione, tendiamo a distrarci molto facilmente. Allora, perché siete in città? Partecipate al torneo? – chiese, tornando a guardare gli altri due allenatori appena conosciuti.

- Assolutamente sì! – esclamò Simon, attirando l’attenzione di qualche passante casuale.

- Sì. Spero di arrivare fino al quinto turno. – rispose più calma Astrid.

- Beh, dalle lotte che hai fatto al CSP, direi che al quinto turno ci arrivi di sicuro. – la rassicurò Michael.

- CSP? Intendi il Centro Sportivo Pokèmon? E come fai a sapere delle mie lotte? – chiese curiosa e sorpresa la ragazza.

- I dipendenti del CSP tengono d’occhio gli allenatori che si allenano nella struttura e segnalano i più competenti alla Lega. Entrambi di voi siete su quella lista. – spiegò loro Jude.

- E in quanti sono su questa lista? – chiese Simon.

- Al momento sono una decina, ma quattro si sono distinti particolarmente, voi tra loro. –

- Davvero? E chi sono gli altri due? – chiese Astrid.

- Annalisa Neri e Alexei Nightcrown. – rispose ancora Jude.

- Nightcrown? Suona familiare. Credo di aver sentito alcuni allenatori parlare di lui. – affermò Simon, cercando di ricordare.

- Io l’ho visto di sfuggita. E’ un tipo molto ombroso, portava un Absol con lui pure. Usciva da uno dei quattro stadi minori. – li informò l’allenatrice.

- Beh, speriamo di incontralo prima o poi, dato che abbiamo già conosciuto Annalisa. E’ una ragazza simpatica. – parlò Michael, ricordando con piacere il pomeriggio trascorso ad allenarsi con l’allenatrice.

- Sono circa le due e mezza. Vi va di andare da qualche parte? – chiese Jude, godendo la compagnia dei due nuovi amici.

- Certo. Io non ho ancora visitato la città, sono stata occupata. – accettò immediatamente Astrid.

- Beh, perché no? Una visita guidata da parte di due dei Superquattro è un’offerta di una volta nella vita. – disse Simon.

- Perfetto. Che ne dite, cerchiamo anche una gelateria già che ci siamo? Fa caldo oggi. – propose Michael.

- Sarebbe fantastico. – rispose la ragazza del gruppo, cominciando a incamminarsi. – Forza, Slowpoke! Dai che ho fame! -


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Regione Sconosciuta
Località Sconosciuta
[???]

La stanza era sempre la stessa: grigia, buia e silenziosa.

L’uomo sulla sedia di velluto aveva il mento appoggiato sulla mano del braccio destro, la fronte corrugata nel pensiero profondo.

Una piccola lucina rossa a bordo della scrivania lo informò di avere un visitatore. L’uomo premette un pulsante sotto la scrivania con la mano sinistra, permettendo l’ingresso ad uno dei suoi tanti agenti.

La porta della stanza si aprì, facendo entrare un fascio di luce che illuminò il pavimento per breve tempo.

Una figura femminile si posizionò davanti alla scrivania, rimanendo in piedi e tesa.

Il silenzio si prolungò, nessuno dei due spezzandolo. La figura femminile sapeva che non spettava a lei l’inizio della conversazione.

- Allora, hai incontrato i Superquattro? – cominciò finalmente l’uomo, appoggiando la penna che aveva tra le dita sulla scrivania di legno pregiato.

- Sì, signore. Tutto come previsto. – rispose con tono leggermente sottomesso l’altra figura, confermando la prima frase dell’uomo.

- Sospettano qualcosa? –

- No, signore. Sono più ingenui di quanto pensavamo. – rispose ancora la figura femminile, quasi costringendo le parole fuori di bocca.

- Bene. Resta con loro, guadagna la loro totale fiducia. – istruì l’uomo misterioso, alzandosi per la prima volta dalla sedia e avvicinandosi alla porta. - Questo sarà un passo in più per il completamento del Piano Primario. Quando avremo il controllo di questa regione, potremo procedere al Piano Secondario. La gloria di Epsilon sarà conosciuta da tutte le persone del mondo, e anche le stelle brilleranno su di noi con la loro fortuna. –

- Come desideri, signore. – fu la risposta.

La figura femminile si fece velocemente strada al di fuori dell’ufficio, passando attraverso la porta aperta dall’uomo in precedenza. Una volta fuori dal corridoio, la femmina corse lontano.

Lontano dal demone che si trovava in quella stanza.

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Note d’Autore:

Sì, lo so. Non aggiorno da un mese. Vi prego davvero di perdonarmi ma ho avuto un blocco dello scrittore e non sapevo come scrivere questo capitolo.
Non mi piace molto questo capitolo, spero che a voi sia il contrario però.

Ringrazio Legendary Fariry91, Bankotsu90, Delfo11, white_chaos_dragon, _Leopardo delle Nevi_, Arya di Laurentis, dawndrago e Ansem6 per aver recensito il capitolo precedente.

Ancora, grazie a coloro che mi hanno prestato i loro OC: Legendary Fairy91 (Annalisa Neri), nananime (Astrid Mory), Poisondragon (Simon Anderson) e white_chaos_dragon (Alexei Nightcrown).

Vi informo che nananime mi ha gentilmente inviato la foto del suo OC, ecco qua:
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Vedrò cosa fare per il prossimo capitolo. Aspettatevi di vedere Helena, i traditori, probabilmente Ash e chiunque altro penserò adeguato.

Alla prossima,
Anakin Solo


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Capitolo 18
*** CAPITOLO 17 ***


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Città di Atlantopoli
Palazzo Concordia – Dynamis Suite
[Agosto 8 | 12:50]

Helena era triste. Depressa.

Nonostante la giornata non fosse stata così male, questo fu, per lei, il giorno più brutto dell’anno. Ogni anno.

Perché questo era il giorno.

Quello in cui ha visto per la prima volta la vera faccia del mondo. Quando ha perso la sua innocenza. Quando le è stato rubato tutto quello che aveva.

Questo era il giorno in cui non avrebbe mai dimenticato. Mai.

Perché non poteva. Non poteva dimenticare il suo passato, la sua infanzia distrutta.

Non poteva dimenticare l’assassinio dei suoi genitori. Di suo fratello. Della sua sorellina.

Non poteva. E non l’avrebbe mai fatto.
 
 
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Città di Atlantopoli
Grand Central Mall – Galleria
[Agosto 8 | 13:10]

- Ah, hai visto quel vestito? E’ stupendo! – urlò eccitata una ragazza coi capelli castani, trascinandosi dietro altre due ragazze.

- Calmati Vera, mi stai slogando il polso! – esclamò quella coi capelli blu scuro.

- E dai, Lucinda, non esagerare. – ribatté Vera.

- Non sto esagerando! L’ho sentito staccarsi mentre correvamo qui!

- Su, su, ragazze, non combattete! – le rimproverò l’altra ragazza che Vera stava trascinando, Misty, la Capopalestra di Celestopoli.

- Ha ragione, state attirando l’attenzione! – concordò Iris, avvicinandosi al gruppetto.

Le quattro ragazze avevano deciso di passare l’intero pomeriggio a fare shopping nel centro commerciale. Nonostante il loro desiderio di portare i ragazzi e usarli come schiavi, quelli se l’erano scampata con la scusa di visitare la città.

Così ora il gruppo era diviso, entrambi i gruppi passando la giornata come desideravano.

- Certo, certo, ma hai visto quanti negozi ci sono qui? E che vestiti? – proseguì Vera sognante.

- E hai visto che prezzi? – le rinfacciò Lucinda. – Sono praticamente tutti i nostri risparmi messi assieme!

- Dai, andiamo in quel negozio. Magari ci fanno uno sconto. – suggerì Misty, indicando uno dei tanti negozi.

Il quartetto si addentrò nel piccolo edificio, guardando estasiato gli stupendi abiti messi in vetrina e poggiati sugli scaffali.

Ce n’erano di tutti i tipi e colori, con borse, collane, scarpe, foulard e altri accessori ancora. I tessuti erano dei più variegati, dalla seta al cotone, e i pregiati abiti erano spesso indossati da un manichino per farli risaltare all’occhio.

Vera aveva gli occhi a forma di stelle mentre ballava in giro per il negozio e cercava l’abito perfetto.

Le sue tre amiche, ance se più moderate, avevano gli stessi sentimenti. Ognuna andò in uno dei quattro lati del negozio, rovistando tra i tanti vestiti e accessori vari.

Dieci minuti dopo l’inizio della ricerca la coordinatrice di Hoenn si imbatté in quello che avrebbe chiamato un miraggio.

Era perfetto: l’abito era un colore rosso porpora e scendeva fino al ginocchio, con minuziosi ricami in filo d’argento ai bordi. Possedeva un’unica spallina sul lato sinistro, lasciando intravedere la spalla destra nuda e il corpetto era praticamente perfetto.

Accanto a questa meraviglia per gli occhi si trovavano una borsetta d’argento firmata e un paio di ballerine rosse con nastro a forma di fiocco. Una collanina contenente un diamante era al collo del manichino, e un fermaglio dorato con rubini era incastrato tra i capelli finti.

La parola “commessa” potrebbe praticamente essere sentita fino ai confini della regione.

- Sì, signorina? Ha chiamato? – chiese calma una ragazza, avvicinandosi a Vera.

La poveretta era abituata alle urla simili a questa, quando una ragazza aveva trovato un abito stupendo.

“Non credo di essere pagata abbastanza per questo lavoro. Se continuo così finirò per perdere l’udito.” fu il pensiero della giovane.

- Questo. Lo voglio. Quanto costa? – chiese Vera, occhi fissi ancora sul vestito.

La commessa si avvicinò per controllare e tornò con un’espressione di scusa. – Mi dispiace, signorina, ma l’abito è già stato prenotato. Non è più in vendita.

- Che cosa? Da chi?

- Dalla Duchessa Helena Jones. Sono spiacente. – rispose di nuovo l’altra ragazza.

Vera si sentiva crollare il mondo addosso. Ora che aveva trovato l’abito perfetto per lei, le veniva rubato da sotto il naso. Dalla smorfiosa che aveva incontrato il primo giorno, non di meno! Ma, in un modo o nell’altro, avrebbe avuto la sua vendetta.

Le sue tre amiche, che avevano assistito alla scena, corsero subito a consolarla.

- Non ti preoccupare Vera, va tutto bene. – disse Lucinda accarezzandole la schiena.

- Su, andiamo a prendere un gelato. – consigliò Iris, trascinandosi dietro Misty.

Vera annuì tremante, le lacrime negli occhi castani, e si fece strada verso l’uscita, appoggiandosi alle sue amiche.

 
Quindici minuti dopo …
 

Le quattro ragazze si trovavano al di fuori della gelateria del Grand Central Mall, con ognuna in mano un cono gelato.

Vera singhiozzava ancora leggermente, in una mano il suo cono alla fragola, nell’altra un fazzoletto di carta.

- Vedrai ce ne troveremo uno più bello. – la rassicurò Misty.

- Sì, e gliela faremo pagare a quella viziata di Duchessa! – concordò Iris con energia, mangiando il suo gelato.

- La faremo vergognare così tanto che si rintanerà in un buco e non uscirà più! – esclamò l’ultima delle ragazze, Lucinda.

- G-Grazie, ragazze. V-Vado in b-bagno a rifare i-il trucco. – disse la coordinatrice di Hoenn, buttando via il resto del suo gelato rimasto.

 
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 Città di Atlantopoli
Grand Central Mall – Bagni
[Agosto 8 | 14:15]

“Forse ho fatto bene ad uscire. Restare chiusa nella suite non mi avrebbe fatto bene.” Pensò Helena, leggermente più felice.

La Duchessa di Dynamis aveva deciso di fare un giro al centro commerciale, sperando di risollevare un po’ il morale. L’idea aveva funzionato, ed ora era un po’ più allegra di quanto non fosse la mattina.

La ragazza fece una veloce deviazione per il bagno, volendo essere sicura che il trucco non si fosse rovinato con le lacrime.

Spingendo la porta aperta, la giovane donna appoggiò la borsa al bordo di uno dei lavandini. Tirando fuori eye-liner e mascara, si mise al lavoro.

Cinque minuti dopo, il viso era perfettamente ordinato, neanche una sfumatura fuori posto.

“Eh sì, molto meglio.” pensò Helena, preparandosi ad uscire dal bagno dopo essersi ricontrollata allo specchio.

Giusto prima di girare la maniglia, la porta venne aperta di colpo da una ragazza dai capelli castani legati sotto una bandana azzurra.

Le due allenatrici si guardarono per un attimo, prima che il riconoscimento balenò negli occhi di entrambi, sostituito subito da due diverse emozioni: rabbia e sorpresa.

“Questa è una delle ragazze che abbiamo incontrato qui il primo giorno, una delle ex-amiche di Ash.” Fu il pensiero della Superquattro.

“Questa è quella cagna di Duchessa! E’ tutta colpa sua se non ho il vestito dei miei sogni! Non è giusto, tutti quei titoli e posizioni dovrebbero andare a me! Dovrei essere io una Duchessa!” furono i primi pensieri che attraversarono la mente di Vera.

Agendo sulle sue emozioni, la coordinatrice di Hoenn diede una forte spinta alla ragazza dagli occhi blu mare e dai capelli neri, facendola cadere a terra. Il contenuto della sua borsa si rovesciò su tutto il pavimento della stanza.

- Ehi, ma che fai?!

- E’ quello che ti meriti, stronza! – le urlò Vera, arrabbiata.

- Ma che cavolo dici?! Sei squilibrata?! – replicò Helena, alzandosi da terra e cominciando a raccogliere le sue cose.

- E’ colpa tua, cagna! Avevo trovato il mio vestito perfetto, ma tu me l’hai rubato!

“Sta facendo tutta questa scena per un vestito?!” si domandò la ragazza dai capelli neri. Certo, lei poteva essere una maniaca dello shopping, ma questo era davvero esagerato!

- Ma ti sei sentita?! Non puoi semplicemente prendere un altro vestito? – provò a calmarla Helena.

- No! Voglio quello che hai tu! – disse la bruna, suonando come una bambina di cinque anni.

- Non posso credere che sto perdendo tempo con te! Che stupida … - disse la Superquattro, mormorando l’ultima parte.

- Che cosa?! Come ti permetti! Cagna!

- Ah, io sarei la cagna? Beh, tu sei una scema!

- Imbecille!

- Imbranata!

- Negligente!

- Impedita! – le urlò di rimando Helena.

Ormai le due stavano urlando così forte che la Duchessa si meravigliava che nessuno all’esterno potesse sentirle.

- Ah, sì?! Beh, almeno io non sono un mostro! Scommetto che i tuoi genitori ti odiano, ecco perché sei una Superquattro! Rosso deve aver avuto pietà di te, così ti ha accettata! Scommetto che …

SMACK!

Il discorso della coordinatrice venne interrotto dal forte schiaffo dell’altra ragazza. Un segno rosso a forma di mano cominciò a formarsi sulla guancia destra di Vera, il calore bruciando la pelle.

Il silenzio si impadronì della stanza. Le due ragazze si fissavano, una attonita, l’altra furente.

Con le lacrime agli occhi, Helena prese la sua borsa e spinse via la ragazza bruna, uscendo velocemente dal bagno e sbattendo la porta chiusa.

La Duchessa e Superquattro di Dynamis uscì dal Grand Central Mall il più rapidamente possibile. La povera ragazza voleva solo trovare un angolo buio e nascondersi, sfogando il dolore dentro di lei.

“Forse non è stata una buona idea uscire …” pensò tra sé Helena.

Tutte quelle frasi crudele lanciate a lei, per di più il giorno della morte della sua famiglia. Era tutto troppo.

La ragazza era così distratta che non si accorse della persona davanti a lei, finendo per sbatterci contro.

Chiuse gli occhi, aspettandosi di cadere, ma due braccia forti la presero prima che toccasse terra. Esitante, aprì gli occhi. Si trovava tra le braccia di un ragazzo.

Alzò il viso, pronta a ringraziarlo per fermare la sua caduta,quando incontrò uno degli spettacoli più belli che abbia mai visto: due occhi neri come la notte …

 
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Città di Atlantopoli
Grand Central Mall – Bagni
[Agosto 8 | 14:35]

Intanto, nei bagni, Vera si era appena ripresa dallo shock di essere schiaffeggiata.

La ragazza corse allo specchio, guardando la forma dalle cinque dita impressa sulla sua guancia. Tracciò la sagoma, sibilando sotto il suo respiro.

“Questa non la passerà liscia, gliela farò pagare …” pensò la coordinatrice. I suoi occhi venne attirati da qualcosa di brillante sul pavimento. Un sorriso maligno si fece strada sul suo volto. “E so anche come fare …”
 
 
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Note d’Autore:
 
Ehi! Scusate il ritardo (ancora)!
Sinceramente, avrei potuto pubblicare questo capitolo Martedì, ma ho avuto un paio di impegni importanti.

Vi faccio anche notare che ho aggiunto la data del giorno e del mese in cui si svolge il capitolo, accanto all'ora. Il primo capitolo si svolge il 3 Agosto, per un totale di sette giorni in questi diciassette capitoli. Tranquilli, che sto riscrivendo i primi capitoli, quindi aggiungeròò tutti questi miglioramenti.

Allora, come vi è sembrato il capitolo?

Abbiamo visto Iris, Misty, Vera e Lucinda. E pure Helena! Abbiamo anche scoperto qualcosa sul passato oscuro di quest’ultima. Siete curiosi di sapere di più? Attendete il prossimo capitolo!
Chi sarà il ragazzo misterioso che ha salvato la Duchessa da finire col sedere per terra?
Credo di non avere accennato al titolo di Helena come Duchessa nei capitoli precedenti, ma li sto riscrivendo in questi giorni, così vedrò di aggiungerlo.
In parole povere, dato che Ash e Alyssa sono Principe e Principessa, ho deciso di fare Helena, Jude e Michael Duca/Duchessa. Ho letto da qualche parte che sono alcuni dei titoli più importanti dopo il titolo di principe.

E, infine, cosa avrà in mente Vera?

Grazie a nananime, Arya di Laurentis, Delfo11, white_chaos_dragon, Bankotsu90 e Legandary Fairy91 per aver recensito. Grazie, miei cari lettori!

IMPORTANTE: Ho visto che alcuni di voi mi stanno inviando alcuni OC, che purtroppo sono stato costretto a rifiutare a causa della mancanza di spazio, quindi colgo l’occasione per annunciarvi che non mi servono più degli OC. Grazie a tutti per la collaborazione.
 
Alla prossima,
Anakin Solo
 
 
 
 
 

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Capitolo 19
*** CAPITOLO 18 ***


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Città di Atlantopoli
Palazzo Concordia – Dynamis Suite
 [Agosto 8 | 13:50]

- Allora, ti va di spiegarmi perché ospitate questo torneo?

- Che cosa? – chiese Ash, rivolgendo lo sguardo al suo amico Gary.

Dopo aver pranzato nel Palazzo Concordia, i due erano andati a visitare la città, recuperando il tempo perduto.

Il fatto che Gary fosse già stato messo al corrente dal Professor Oak dell’accaduto di cinque anni fa, ovvero del tradimento dei suoi amici, aveva facilitato la spiegazione di come fosse diventato Principe e Campione di Dynamis.

Gary aveva invece progredito nel campo di ricerca Pokèmon, diventando ufficialmente un professore di pokèmon a soli ventuno anni, il più giovane di sempre.

Da lì si era poi trasferito da Sinnoh a Kanto, per lavorare un paio di mesi con il nonno, passando poi ad Unima come assistente della Professoressa Aralia.

Stavano parlando di argomenti casuali quando l’amico d’infanzia gli aveva chiesto quella domanda totalmente inaspettata.

- Andiamo, non sono stupido! So che c’è qualcosa sotto! Non ospitereste il torneo se non per qualche motivo ben preciso. Insomma, perché di punto in bianco far comparire su tutti i giornali e televisioni il nome di questa regione, che era stata fino ad oggi semisconosciuta? – chiese il giovane professore.

Il Principe lo guardò sorpreso. Nessuno aveva capito che c’era un motivo dietro questa entrata improvvisa nel mondo pokèmon.

La popolazione l’aveva scontata come pubblicità per il turismo della regione, ma in verità lo scopo era tutt’altro.

- Beh … - cominciò Ash. – Io e Alyssa abbiamo deciso di effettuare un cambiamento dall’interno della regione, uno che finirà nei libri di storia.

- E quale sarebbe?

- Pensaci: che cosa è che tutte le regioni hanno tranne la nostra?

Gary aggrottò la fronte, ma pensò all’indizio datogli. Il Campione di Dynamis continuò a guardarlo, aspettando che giunga alla risposta abbastanza evidente. Non dovette aspettare molto, per fortuna, perché l’amico spalancò la bocca e sgranò gli occhi dalla sorpresa.

- Vuoi entrare nella Lega Pokèmon?!

- Abbassa la voce, imbecille! Questa è una cosa che sanno solo sei persone, compreso te! Vuoi che lo sentano fino a Kalos? – lo rimproverò Ash.

Gary si scusò, guardandosi intorno per notare che, fortunatamente, nessuno aveva sentito la sua esclamazione o ci aveva prestato attenzione.

- Ma perché? – richiese sussurrando ora, con fare cospiratorio.

- Perché è giunto il momento per questa regione di uscire dall’ombra. I Principi e le Principesse che hanno governato prima di me hanno sempre scelto di nascondere dai riflettori questa regione per vari motivi, ma sia io che Alyssa pensiamo sia ora il momento di smettere.

- E quale modo migliore di ospitare un torneo interregionale? – completò l’altro il pensiero, vedendo cosa intendeva l’amico.

- Esattamente. Ora capisci perché dico che questo finirà nei libri di storia? Un cambiamento radicale come questo non è avvenuto da decenni. Dynamis ha sempre avuto un velo di segretezza che la separava da tutte le altre regioni – chiarì il Campione.

- Certo, ora capisco – rispose sovrappensiero il giovane Oak. – Aspetta, cosa intendevi quando hai detto che i regnanti avevano nascosto la regione per vari motivi?

Ash gli diede uno sguardo nervoso. – Preferirei non parlarne, Gary. Questi sono segreti che ho giurato di mantenere fino alla morte. Il passato di questa terra deve rimanere sconosciuto, per il bene di tutti.

- Oh. Bene. Allora … come sta Delia?

E’ stato un tentativo orribile e cliché di cambiare la conversazione, ma il Principe di Dynamis fece finta di niente. In fondo, era lui che voleva cambiare discorso.

- Sta bene. L’ho chiamata un paio di giorni fa e mi ha detto che avrebbe guardato il torneo via TV.

Gary annuì, essendo già al corrente del fatto che Delia, la madre di Ash, conoscesse tutto quello che accadde quel fatidico giorno.

Ash, infatti, aveva chiamato la madre un paio di settimane dopo l’attentato alla sua vita da parte dei suoi amici. La madre era preoccupatissima, molti lo ritenevano già morto.

Grazie a lei, venne a sapere che suoi amici avevano inventato una bugia per farsi apparire come coloro che avevano cercato di “salvarlo” dal Team Rocket, i “veri” assassini.

L’allenatore di pokèmon aveva chiamato la madre una volta a settimana, raccontandole i suoi progressi e la sua volontà di restare in quella nuova regione sconosciuta a lui. Immaginate la sorpresa di Delia quando, un paio di anni dopo, aveva sentito che suo figlio era diventato il Campione della regione!

Proprio mentre Ash stava per chiedere qualcosa, un sonoro “Bip!” arrivò tintinnante dal suo polso.

Il Campione guardò il suo DexChat, aprendo un messaggio da parte di Alyssa.

 
“Ciao, ragazzi. Mi dispiace disturbarvi, ma avrei bisogno di incontrarvi nell’Archivio dell’Infinita Conoscenza al più presto possibile. Ho scoperto qualcosa di molto importante.”
 

“Addio alla giornata libera …” pensò tristemente Ash, sapendo che questo incontro gli avrebbe costato il resto del giorno.
 

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Città di Atlantopoli
Archivio dell’Infinita Conoscenza – Sezione Privata
 [Agosto 8 | 14:30]

- Alyssa, va tutto bene? – chiese Ash, non appena arrivato.

Non appena letto il messaggio, aveva lasciato Gary e si era diretto all’edificio.

L’Archivio era un palazzo gigantesco risalente agli anni in cui la capitale della regione era Atenepoli, ovvero più di cento anni fa.

Era un edificio gigantesco contenente più di un milione di libri, mappe, testi, poesie e poemi diversi. Circa il triplo erano contenuti nei magazzini sotterranei al palazzo, vecchi anche di secoli.

L’opera più antica risaliva alle origini di Dynamis, una pergamena su cui era impressa la Leggenda della Creazione, ovvero la spiegazione della creazione di Dynamis.

Era chiamato “Archivio dell’Infinita Conoscenza” perché era la più grande raccolta di informazioni e sapienza di tutte le regioni pokèmon, anche se una buona parte era censurata dall’Organizzazione degli Ultimate Trainers e dalla Lega Pokèmon.

- Sì, sto bene, ma ho trovato una cosa che potrebbe essere di vitale importanza per la nostra regione.

Ash la guardò confuso, stupito e preoccupato. Cosa aveva scoperto di così importante?

- Gli altri sono già arrivati?

Come l’ebbe detto, le porte dell’Archivio dell’Infinita Conoscenza si aprirono per mostrare i volti di Jude e Michael. I due avevano lo stesso aspetto di Ash, ovvero preoccupati e nervosi.

- Cosa succede? – chiese il ragazzo dai capelli castani.

- Abbiamo appena ricevuto il messaggio. Fortuna vuole che fossimo qui vicino – affermò l’altro.

- Vi spiego subito, dato che Helena è in ritardo. Poi lo comunicheremo a lei – disse la Leader dei Superquattro. – Innanzitutto, vi dico che ero venuta qui per ricercare sulle Pietre del Potere. Volevo sapere un possibile motivo per rubarle, dato il sogno che ha avuto Ash.

- E hai trovato qualcosa? – interruppe Michael. La Principessa gli lanciò un’occhiataccia. – Scusa.

- Come dicevo … sono andata nelle sezioni censurate dalla Lega e dall’OUT, trovando un documento dopo un po’ di ricerche.

La ragazza appoggiò con attenzione una pergamena malandata, dall’aspetto molto antico, e quasi completamente rovinata, al centro del tavolo su cui si erano seduti.

Gli altri tre si avvicinarono a guardare il documento, ma era sbiadito e scritto in una lingua incomprensibile.

- Che lingua è? – chiese Jude, dopo un paio di secondi.

- Non ne sono sicura, ma credo che sia Atlantideo.

Ci fu silenzio.

- Come … nella lingua di Atlantide? La città perduta di Atlantide? Quella affondata nel mare? Quella delle favole? Quella …

- Abbiamo capito, Michael! – scattò irritato Jude. – Non puoi essere seria – disse poi, rivolgendosi alla Principessa.

- E perché? – rispose irritata la ragazza.

- Perché non esiste Atlantide! E’ solo una favola che si racconta ai bambini! Non è mai stata trovata né lei, né alcuna prova della sua esistenza.

- E’ qui che ti sbagli. Ci sono alcuni reperti e siti archeologici in tutte le sette regioni che suggeriscono l’esistenza passata di una città come quella. Non è mai stato accertato che fosse solo fantasia.

- Né che fosse realmente esistita – ribatté il Superquattro dai capelli neri.

- Innocente fino a prova contraria, no? – ribatté Alyssa.

- Non è questo il punto – si intromise Ash. – Che cosa significa? – domandò, riferendosi alle scritte sulla pergamena.

- Non ne ho idea. Ho decifrato solo alcune parole e poche frasi, le altre erano illeggibili e manca pure un pezzo, a quanto pare.

Guardando con attenzione, i tre ragazzi riuscirono a notare il bordo irregolare della pergamena, come strappato di fretta.

- Cosa sei riuscita a tradurre? – domandò Michael, incuriosito.

- “... nascondere le Pietre del Potere ... morte e distruzione ... portate ai Nove Templi ... protette ...

... avverto un’aura oscura ... la creatura incontrollabile risorgerà ... dall’errore di uno stolto ... inizio ... condanna di Atlantide ...

... Leggenda della Creazione ... Profezia ... Un futuro oscuro ... pericolo ... nulla ... fare per fermarlo.

Sacrifici ... compiuti ... chiunque ... scelto ... delle Pietre ... attenzione ... Non fidatevi dei traditori ...

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- Pezzo mancante -
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... Atlantide ... sopravvissuto.”

Dopo che Alyssa ebbe letto le poche parole che riuscì a tradurre, nella stanza calò il silenzio.

- Beh, wow.

- E’ tutto quello che hai da dire? – domandò Jude a Michael, irritato.

- Zitti, voi due! – li rimproverò Ash. Il Principe sospirò, rivolgendosi ad Alyssa. – E’ molto preoccupante. Abbiamo imparato qualcosa, però: Atlantide è forse esistita veramente.

- E la causa della sua distruzione è stata questa “bestia incontrollabile” – affermò la ragazza.

- Che risorgerà ancora – puntualizzò Jude. – Dall’errore di qualcuno.

- E se fosse l’organizzazione che è appena spuntata fuori? – chiese Alyssa. – Mi sembra tutto troppo perfetto: troviamo questo documento, i sogni che ci avvertono, “Epsilon”, il torneo, … non so. Per me c’è qualcosa che tira le fila.

- Il destino? – chiese Ash, comprendendo i sentimenti della sua amica.

- Può darsi. Comunque, questo era un avvertimento. Per noi. Avete sentito la parte finale, no? Ci sta mettendo in guardia, noi, i Possessori delle Pietre – continuò l’allenatrice.

- Ma manca un pezzo. Chi l’avrà preso? – domandò Jude. La sua domanda fu senza risposta. Che qualcuno avesse trovato prima di loro questo documento? Che cosa conteneva la parte mancante?

- Scusate, ma se le Pietre furono nascoste, allora perché ne siamo ora in possesso? – chiese confuso Michael.

Questa domanda fece cadere il silenzio nella sala. Tutti e quattro i presenti stavano pensando ad una risposta.

- E … se avesse a che fare con Il Segreto?

Subito, tutte le teste scattarono ad Ash. “Il Segreto” era il motivo per cui Dynamis si era staccata da tutte le regioni, isolandosi il più possibile. Era l’argomento di cui aveva chiesto Gary nella sua precedente conversazione con Ash, che si era rifiutato di rispondere.

Erano delle informazioni riservate che furono trasmesse dai Principi e dalle Principesse ad ogni nuova generazione. Nessuno sapeva di cosa si trattasse, coloro che ne erano a conoscenza giuravano di custodire il segreto fino alla morte.

E così fu, infatti.

La catena di informazioni si era rotta quasi trent’anni prima, con l’assassinio del Principe Andrew, della Principessa Katerina e del resto dei Superquattro. Ash, Alyssa e gli altri non seppero mai cosa contenesse Il Segreto, ma forse ci erano arrivati.

- Pensi … pensi che i regnanti sapessero di tutto questo? Della verità dietro la distruzione di Atlantide, del risveglio della creatura, del pericolo in agguato … ? – domandò Jude.

- Penso che siano stati loro a trovare le Pietre, i primi regnanti, e che abbiano scoperto su tutto quello che successe. Hanno poi trasmesso la conoscenza dei fatti a tutte le future generazioni. Da qui nacque Il Segreto – spiegò Ash.

Gli altri tre pensarono alla sua teoria.

- Penso che sia plausibile. In fondo, tutto combacia alla perfezione. Ma se è vero che esistono nove Pietre e non cinque, come pensavamo noi … dove sono le altre quattro? – chiese Michael.

- Andrew e Katerina lo sapevano. Ecco perché sono stati uccisi. Qualcuno voleva quelle informazioni – disse Alyssa.

- Ma, domanda più importante, dove sono gli altri Possessori? – chiese Ash.

- Dovremo scoprirlo. Per ora, però, abbiamo un torneo a cui partecipare. Concentriamoci sul proteggere le Pietre del Potere – ordinò con fermezza la ragazza dai capelli biondi.

Improvvisamente, la porta d‘entrata della stanza si aprì, rivelando il membro mancante della riunione.

Helena aveva i capelli neri scompigliati dalla corsa, gli occhi sfreccianti con panico e paura, i vestiti un po’ rovinati e gli occhi erano rossi dal pianto.

Al suo fianco c’era un ragazzo dai capelli e gli occhi scuri, con a fianco un Absol, ma i quattro non gli prestarono troppa attenzione.

Alyssa raggiunse la Superquattro che respirava pesantemente e sembrava sul punto di scoppiare in lacrime.

- Helena, cosa c’è che non va?! – domandò preoccupata.

- Io … io … non volevo … mi dispiace …

- Cosa? Cosa è successo? – domandò Ash.

- Io … è tutta colpa mia … - guardò tutti gli occupanti della stanza con un senso di colpa crescente all’interno del petto. Un paio di lacrime trapelarono dagli occhi, mostrando la sua tristezza.

- Helena?

- Io … ho perso la mia Pietra del Potere …

 
§ OOOOO | Pokèmon : Le Pietre del Potere | OOOOO §
 
Regione di Sinnoh
Monte Corona
[Agosto 8 | 16:20]

- Signore! Signore, l’abbiamo trovato!

L’uomo si girò a guardare colui che lo chiamava, uno dei suoi Comandanti.

Si alzò dalla sedia e uscì dalla sua tenda, dirigendosi verso il luogo di scavo in cui tutte le reclute del Team Epsilon avevano smesso di scavare per guardare intimoriti un buco tra le rocce: l’entrata.

Avvicinandosi a passo svelto, venne affiancato dall’altro uomo, il Comandante Gamma. I due entrarono nella grotta, seguiti da due delle reclute.

Scesero gli antichi scalini di pietra con attenzione, illuminando il passaggio con le torce e tenendo le pokèball a portata di mano per protezione.

Dopo dieci minuti di camminata, giunsero in un’enorme caverna, scavata nella roccia.

Sulla parete in fondo alla grotta, dalla parte opposta all’entrata, si trovava una costruzione antica in pietra e lastre di roccia grigie. Le pareti erano piene di disegni e sculture di vari tipi di pokèmon, decorazioni artistiche erano sul pavimento e sulle scale.

Era quello che cercavano da mesi: il Quarto Tempio.

L’uomo vi entrò senza esitazioni, oltrepassando i corridoi illuminati dalle fiaccole. Entrò nella stanza principale, occupata solamente da un altare in pietra.

E su di esso c’era il loro premio.

“Finalmente … la Pietra Viola …” pensò l’uomo.

Prendendola con riverenza dal piedistallo, la mise in una valigetta appositamente costruita, chiudendola e prendendola con attenzione.

Ritornò ai suoi subordinati, che lo aspettavano all’ingresso.

- Il nostro lavoro è compiuto. Distruggete questo posto – disse, riprendendo a camminare.

Subito, il Comandante Gamma lo seguì, sapendo cosa sarebbe successo.

Non appena usciti dalla caverna, l’uomo ordinò al suo Aggron di distruggere il passaggio, intrappolando le due reclute all’interno.

Pochi minuti dopo, le grida dei due uomini li raggiunsero, prima di essere messe a tacere dall’esplosione che scosse le fondamenta del Monte Corona.

 
§ OOOOO | Pokèmon : Le Pietre del Potere | OOOOO §
Note d’Autore:
 
Bonjour! Perdonate il mio ritardo, ma ho avuto un sacco da fare e durante le vacanze sono stato a Parigi, città stupenda, tra l’altro.
Insomma, eccoci qui. Spiego alcune cose per chi di voi non abbia capito:

1) La prima parte l’ho fatta per coloro che chiedevano più spiegazioni, anche se avevo in mente di farla comunque.

2) Alyssa ha trovato un documento antico, ma qualcuno lo ha trovato prima di lei, dato che mancava di una parte: chi?

3) Atlantide, nel passato, era la prima civiltà di umani e pokèmon, come Pokèmopolis, ma più antica. E’ stata distrutta in circostanze misteriose, senza superstiti conosciuti.

4) Helena ha perso la sua Pietra del Potere. Vedremo di più nel prossimo capitolo. Mi scuso se non ho spiegato con chi si è scontrata nel capitolo precedente, lo spiegherò sempre nel prossimo, tranquilli. Volevo farvi stare un po’ sulle spine.

5) Che i nostri eroi abbiano trovato cosa sia “Il Segreto”? Chi ha ucciso Katerina e Andrew?

6) Il Team Epsilon ha trovato una delle Pietre del Potere mancanti. Dum, dum, dum …

7) Vi lascio qui il documento intero trovato da Alyssa:

“Oggi è il giorno in cui abbiamo preso la decisione di nascondere le Pietre del Potere. Esse hanno portato solo morte e distruzione al popolo della Terra. Sono state portate ai Nove Templi, dove saranno protette dai monaci.

Nonostante tutto, però, avverto un’aura oscura in attesa. Non posso fare a meno di pensare che la creatura incontrollabile risorgerà di nuovo in futuro, dall’errore di uno stolto, affamato di potere. E’ così, dopotutto, che tutto ha avuto inizio e segnò la condanna di Atlantide.

La Leggenda della Creazione non è solo un monito al passato, ma una Profezia per il futuro. Un futuro oscuro. Il pericolo è in agguato dietro l’angolo, tramando contro la nostra terra. E non c’è nulla che possiamo fare per fermarlo.

Sacrifici verranno compiuti, lo vedo nelle mie visioni. Per chiunque sarà scelto da una delle Pietre, faccia attenzione. Non fidatevi dei traditori.

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- Pezzo mancante –
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Il Profeta di Atlantide, ultimo sopravvissuto.”
 
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito:

 Arya Son, Delfo11, white_chaos_dragon, Legendary Fairy91, Bankotsu90, nananime e _SiMoNe_00.

Vi lascio anche con le immagini dell’Archivio dell’Infinita Conoscenza:

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Alla prossima,
Anakin Solo

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