A TID cinderella story

di GiulyDeVilliers
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Cap 2 ***
Capitolo 3: *** Cap 3 ***
Capitolo 4: *** Cap 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


A TID CINDERELLA STORY

 

ANGOLO TRADUTTRICE

Ciao a tutti! La ff che state per leggere non è stata scritta da me, ma da Flyinger che la ha pubblicata su Wattpad e su Fanfiction.net e che mi ha dato il permesso di tradurla. Spero che vi piacerà. :-)

 

 

 

 

Capitolo 1

 

“Senti, mi dispiace ma non posso” Tessa Gray stringeva il telefono all'orecchio mentre parlava, con tutte e due le mani sul pesante apparecchio. “Devo lavorare oggi e sai come fa il mio capo quando non mi faccio vedere. Per non parlare della mia diabolica matrigna e della mie sorellastre.”

“Argh, ma questa è l'unica notte in cui puoi vestirti come chiunque tu voglia, Tessa. Un ballo in maschera. Non puoi portare qualcuno con te? Come quel ragazzo imbranato, come si chiama?” Sophie Collins, la migliore amica di Tessa, cercava di convincerla con la sua voce nelle orecchie di Tessa.

“Si chiama Jem, e non è imbranato. So che pensi che sia sexy. Inoltre, ha una ragazza e porterà lei. Accettalo, non posso andare. Comunque, non era miei programmi. La mia matrigna andrà a Brooklyn per il weekend e qualcuno deve prendersi cura della casa e deve pulire dopo l'enorme party che, come sai, Jessamine e Rani organizzeranno.”
Sophie brontolò nel telefono. “A che ora finisce il tuo turno? E se la tua matrigna è a Brooklyn, perchè ti preoccupi?”

“Perchè le mie sorelle ci andranno e se mi vedono lì sarò morta prima che metta piede sulla pista da ballo. E il turno finisce alle 9.15.”

“Cara, questo è un ballo in maschera. Nessuno vedrà neanche la tua faccia. Pensaci. Per questa unica notte, non siamo sfigate. Nessuno sa chi è popolare e chi no. L'intera scala sociale non esiste. In più, non vorresti indossare un vestito da sera? Sarai fantastica, te lo prometto.”

“Ma non ho niente da mettere. E ho un appuntamento.” Tessa poteva immaginare lo sguardo sulla faccia di Sophie mentre diceva questo. Allontanò il telefono a causa dell'esplosione che sapeva stava per arrivare.

“COSA!? NO CON CHI? DOVE? PERCHE' NON ME L'HAI DETTO? CHE CAVOLO? CHE CAZ-”

“Con Fitzwilliam Darcy”

Tessa attese attraverso il silenzio dall'altra parte della cornetta prima che Sophie dicesse: “Cavolo. Mi avevi fatto agitare.”

“Quindi... sei delusa?”

“No, perchè sarò a casa tua alle 9.30, aiutandoti a prepararti per il ballo. E ti presterò anche un vestito.”

“Cosa! NO, Sophie-”

Tessa venne tagliata fuori quando Sophie riagganciò. Singhiozzò, girando gli occhi stanchi.

Credo che lo farò, dopo tutto.

Il lavoro andò troppo piano. Prima che le 9.15 arrivassero, Tessa era già stanca e le palpebre le stavano cadendo. Tuttavia, lavorò duramente per fare tutti i frapuccini e i caffè ghiacciati. Avere un lavoro da Starbucks era probabilmente la cosa migliore che era accaduta a Tessa. Le piaceva l'odore del caffè e che il suo turno fosse di sera, così, quando non c'erano clienti, poteva farsi una bevanda e sedersi a leggere un libro.

Quella notte invece, era così impegnativa che Tessa quasi si addormentò per la pura stanchezza quando finalmente salì in macchina. Quando arrivò a casa, il suo cuore fece un balzo quando realizzò che doveva ancora andare a quello stupido ballo.

“Sia dannata la stupida scuola superiore. Perchè fa diventare tutto così difficile?” Tessa imprecava a bassa voce mentre tornava a casa e apriva la porta.

Era appena entrata in casa quando sentì: “TESSA, HO BISOGNO DI AIUTO CON I CAPELLI. VIENI A DARMI UNA MANO!” la voce di Rani arrivò all'enorme scala a chioccola dove stava Tessa.

Tessa sospirò e salì le scale due a due mentre diceva: “Sì, sì, Jessie. Sto arrivando”.

Tessa entrò nella camera di Jessamine a vedere Rani e Jessamine che si stavano preparando per il ballo. Jessamine indossava un vestito lungo fino ai piedi, era molto luccicante e c'erano frammenti color oro ovunque, per dare risalto ai suoi capelli biondi. Aveva anche un profondo scollo a V. Indossava una maschera color oro.

Rainee, dall'altra parte, sembrava l'opposto. Indossava un vestito blu molto corto e sinuoso che copriva a mala pena il seno e il sedere. Portava una maschera nera.

Tessa guardò scetticamente il vestito di Rani: “Ummm, Rani. Sai che dovrebbe essere un ballo, vero?”

Rani rise e scosse i suoi capelli lunghi color fango. “Esatto. Mentre ognuna delle ragazze indosserà un modesto vestito da ballo, io sarò l'unica a far vedere le gambe e la pelle nuda. Questo attirerà l'attenzione dei Will e, prima della fine della serata, saremo in un motel a fare tu-sai-cosa.”

Jessie sbuffò. “Ma per favore, sei così brutta, Will non ti guarderà nemmeno due volte” Lo disse a bassa voce, per non attirare l'attenzione di Rani. Will Herondale era il ragazzo più popolare della scuola di Tessa. Era anche molto single. Lui e suoi amici fondamentalmente dettavano legge alla Infernal High School e tutte le ragazze avevano una cotta per lui, escludendo quelle con un ragazzo, Tessa e Sophie.

“Ci andrai, Tessa?” Jessamine disse questo più forte e Tessa alzò le spalle.

“Forse...”

Rani interruppe Tessa, “Ma non prendermi in giro. Tessa è troppo brutta per entrare in un vestito. Scommetto che non potrebbe entrare in qualcosa della mia taglia senza far sembrare che sia passato dentro a un tritatutto. Lei non può andare.”

Tessa guardò in basso, mentre Jessamine le rivolgeva uno sguardo amichevole.

Questa era la situazione con Jessamine. Non era cattiva, solo concentrata su sé stessa. C'erano momenti in cui Tessa poteva vedere dei frammenti della vecchia Jessamine. La Jessamine con cui giocava quando erano piccole. Quella a cui poteva raccontare segreti e confidarsi. Ma alle medie Jessie aveva iniziato a vestirsi differentemente e ad avere nuovi amici. La Jessie che Tessa aveva imparato a conoscere e a voler bene se ne era andata, e adesso c'era la nuova, egoista Jessie. C'erano ancora piccoli pezzi di lei che comparivano di tanto intanto.

Tessa annuì con il capo: “Hai ragione. In ogni caso probabilmente inciamperei e cadrei sulla mia faccia.”

“Giusto. Comunque ho cambiato idea. Non voglio che mi sistemi i capelli. Penso che li porterò lisci stanotte. Inoltre a Will piacciono le ragazze con i capelli lisci. Non i tuoi ricci e incasinati. Dovresti tagliarli. Sono troppo lunghi. Fino al tuo sedere. Probabilmente ti si siedi sopra a lezione. Scommetto che sembra molto carino quando lo fai.” Rani sogghignò, stirò il vestito e si alzò, oscillando verso la porta con i suoi altissimi tacchi. Le cadde la borsetta e si chinò per prenderla. Tessa e Jessie fecero entrambe una faccia disgustata prima di guardare altrove, salvandosi da ogni altra immagine volgare.

“Prendo la Volvo, tu puoi avere la Volkswagen” disse a Jessie.

“Non posso credere che indosserà veramente quello” disse Jessie con voce disgustata mentre guardava sua sorella uscire dalla porta.

“Cosa? Il vestito o la scandalosa biancheria?” Tessa sollevò un sopracciglio a Jessie che replicò: “Entrambi.”

Tessa si girò per vedere Jessie: “Sei molto carina questa sera.”

Jessie sorrise: “Grazie. Ma la maschera fa sembrare il mio naso più grande di quanto sia realmente.”

Tessa rise, “No, non è vero. Inoltre scommetto che Will si ecciterà quando ti vedrà in quel vestito.”

Jessie sospirò “In ogni caso, non mi piace Will. Non importa quanto sia popolare, non gli piacerà mai una come me. Non sono il suo tipo:”
Tessa fece una risatina, “Will ha un tipo?”

Jessie sorrise, “Gli piacciono i libri, lo sapevi? E' molto intelligente. Prova sempre a nasconderlo, ma puoi dirlo forte. Mi aiuterà per fare domanda a Stanford il prossimo anno.”

Tessa sentì che la sua bocca si era spalancata. Stanford era il college dei suoi sogni. Lei e Jessie avevano pianificato di andarci da quando avevano 8 anni. Pensava che Jessie se ne fosse scordata. Anche Tessa se lo era dimenticato. Ci aveva rinunciato in prima media quando era andata a scuola per la prima volta senza Jessie al suo fianco.

“Oh, quindi stai provando ad entrare a Stanford” Tessa riusciva difficilmente a far uscire le parole senza soffocare.

“Si. Anche Will” ci fu una lunga pausa prima che Jessie continuasse a parlare a voce più bassa, “Gli ho chiesto se può aiutare anche te. Se sei disposta, ovviamente.”

Jessie stava giocherellando con le dita, accavallandole una sull'altra, era una cosa che faceva quando era nervosa.

Tessa si schiarì la voce. “No, No. Mi piacerebbe fare domanda. E' solo che non ha mai pensato seriamente a proposito... del college.”

Era una bugia. Tessa pensava costantemente al college. Non aveva mai provato a fare domanda perchè non voleva affrontare il fatto che c'era una buona probabilità che venisse rifiutata.

“Bè, ho visto i tuoi voti. So che sei in un sacco di classi AP*, hai fatto 2300 come punteggio al SAT**, fai tirocinio in ospedale nel weekend e hai un GPA*** perfetto. Non dovrebbe essere difficile per te passare.”

Tessa sentì che la sua bocca si era spalancata. Di nuovo.

“Jessie” disse lentamente “Perchè lo stai facendo?”

“Perchè... perchè sento che te lo devo. Voglio che siamo di nuovo amiche.”

Tessa scosse la testa. “Non funziona così, Jessie. Non puoi ignorarmi per sette ani e ad un tratto vuoi tornarmi amica, è come un'esplosione. Tu ti aspetti che io ti perdoni.”

Jessie si leccò le labbra. “Mi dispiace di averti piantata in asso. E' solo che... ero gelosa di te. Tu eri sempre più intelligente e carina e piacevi a tutti più di me ed ero così gelosa che quando vidi l'opportunità per essere, per una volta, migliore di te, la ho presa. Non volevo abbandonarti come ho fatto. Ti sto chiedendo di perdonarmi perchè, anche se ti ho fatto tante cose orribili e ho parlato alle tue spalle, pensare al college mi ha fatto realizzare che i miei amici non sono veri amici. Tu eri una vera amica. Ti sto solo chiedendo, se forse possiamo ricominciare da capo.”

Tessa aveva ascoltato l'intero monologo con un sopracciglio sollevato. Dopo un po' sospirò. “Ok” disse. Jessie urlò di felicità.

“Ma lasciami chiedere una cosa. Quante volte hai provato questo discorso?”

Jessie aggrottò le ciglia, “Uh, lo ho ripetuto tre volte nella mia mente prima di averlo veramente capito.”

Tessa rise. “Oh e comunque non sono più carina di te.”

Jessie roteò gli occhi. “Sì, lo sei. E' solo che non lo vedi.”

In quel preciso istante, la porta si aprì e la voce eccitata di Sophie si diffuse per la stanza. “Oh, Tessa, sei pronta per prepararti per il ballo?”

Jessie guardò Tessa. “Ci vai?”

Tessa sospirò assentendo con un cenno del capo.

“OMMIODIO! Ti aiuto io. SIIII” urlò Jessie.

“Cosa ci fa lei qui?”. Sophie aveva salito le scale e stava in piedi guardando Jessie, aveva nelle mani due enormi borse con dentro dei vestiti.

Tessa entrò in contatto con lo sguardo di Sophie. Ebbero una conversazione attraverso le loro espressioni, quelle che i migliori amici hanno sempre quando non possono parlare ad alta voce.

Sophie guardò Jessie dall'alto al basso. “Bè'” disse finalmente. “Cosa state aspettando? Tessa fatti una doccia, mentre io mi vesto. Jessamie, inizia a tirare fuori gli accessori. Muoviamoci, ragazze.”

Jessie sorrise prima di dare un asciugamano a Tessa, che corse in bagno per fare una rapida doccia.

Quando uscì, Jessie le infilò un vestito blu. Sophie si stava cambiando nell'armadio.

Uscì fuori, con le mani sulla testa.

“Come sto?” chiese.

Jessie fischiò. “Sei stupenda”.

E infatti era vero. Sophie indossava un vestito nero senza spalline, stretto in vita, che scendeva in pieghe di seta nera, era perfetto per la sua corporatura esile e dava alla sua pelle una sfumatura color perla, per cui alcune ragazze che Tessa conosceva avrebbero ucciso.

“Ho anche trovato una maschera che nasconde la mai cicatrice!”

Sophie aveva una enorme cicatrice sulla guancia sinistra. Indossava una maschera nera che scendeva e copriva la guancia ma che si fermava prima della bocca.

Jessie tirò fuori una collana di perle e delle scarpe nere con il tacco.

Dato che i capelli di Sophie avevano dei boccoli naturali sulle spalle, lei non doveva acconciarseli. Una volta messo lo smalto nero Sophie era pronta per andare.

Jessie poi dovette asciugare i capelli di Tessa con un phon.

Tessa si assicurò di mettere il termoprotettore. Prendeva sempre precauzioni con i suoi capelli, erano la sua caratteristica più preziosa. Era orgogliosa di dire che lei (e anche Sophie da quando Tessa le aveva detto che prendersi cura dei propri capelli era importante) non aveva mai visto una doppia punta sulla sua testa.

Dopo aver asciugato i capelli, Jessie truccò Tessa. Niente di eccessivo, dato che avrebbero indossato delle maschere. Solamente un po' di ombretto blu, l'eyeliner e il blush. Tessa non si era mai truccata prima, ed era contenta di non dover portare una trucco pesante. Aveva sentito terribili storie a proposito di fondotinta che scendevano sulle guance delle persone quando sudavano e di mascara che sbavava quando si sbattevano le ciglia. Jessie aveva dato uno sguardo alle ciglia di Tessa prima di dire: “Wow, sono delle lunghissime ciglia. Non hai bisogno di niente sopra di loro, vero?” Tessa aveva alzato le spalle.

Poi Jessie aiutò Tessa ad indossare l'abito che Sophie aveva portato. Era molto vaporoso, ma le stava molto bene. Faceva sembrare Tessa più bassa di quanto fosse, il che è un bene se sei alta 1.75. Inoltre faceva spiccare il blu nei suoi occhi blu-grigi. Tessa non indossò nessun gioiello appariscente, mise solo la collana con l'angelo che era stata di sua madre. Era di color bronzo quindi Jessie le prestò dei piccoli orecchini a forma di perla dello stesso colore. Portava delle scarpe di velluto nero e i capelli scendevano sulla sua schiena con morbide onde.

Tessa sentì gli occhi riempirsi di lacrime quando si guardò allo specchio. Sembrava sua madre. Sua madre che era morta quando Tessa aveva sette anni.

Tessa scosse la testa. Non poteva piangere. Non dopo che Jessie era stata così gentile da truccarla.

Lei e Jessie stavano scendendo le scale quando Sophie le chiamò. “Aspetta, hai dimenticato questa.”

Diede a Tessa una maschera blu e nera che sembrava così delicata che Tessa aveva paura di toccarla.

Sophie fece indossare a Tessa la maschera, agganciando i lacci sotto una ciocca di capelli. “Ora tutto è al suo posto. Chi è pronto per andare al ballo?”

 

 

 

 

Note

*AP=(Advanced Placement)

**SAT= (Scholastic Aptitude Test) è un test attitudinale che si fa negli USA e che serve per l'ammissione al college.

***GPA= (Grade point average) credo che sia una specie di media dei voti, ma non sono sicura. :-/ 

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Capitolo 2
*** Cap 2 ***


A TID CINDERELLA STORY

 

 

Capitolo 2

 

 

 

Tessa, Sophie e Jessie arrivarono esattamente alle 10,15. Tessa era sorpresa che ci avessero messo solo un'ora per prepararsi e per arrivare fino lì. Tra l'altro non sapeva quanto ci volesse per prepararsi a un ballo perché non era mai stata ad uno di essi.

Jessie scese le scale per prima. Sophie e Tessa invece rimasero nell'ingresso, aspettando l'arrivo del loro coraggio.

“Okay, andiamo giù insieme. D'accordo?” Sophie guardò Tessa, aspettando una sua risposta. Era alta un metro e sessantacinque con i tacchi, più bassa di Tessa di dieci centimetri.

Tessa annuì, “D'accordo.”

Jessie era già stata inghiottita dalla folla.

Quando Sophie e Tessa si avvicinarono ai primi scalini, Tessa rimase senza respiro. Era meravigliosa. L'intero pavimento della sala da ballo in affitto era in marmo. Le luci erano leggermente soffuse, ma non troppo e un DJ stava suonando musica classica.

L'intera sala era ricoperta di rose. L'alto soffitto ne era ricoperto, come i tavoli. Rosse, rosa, bianche, gialle, blu, viola. Era di tutti i colori immaginabili.

“E' bello.” Tessa sospirò in soggezione mentre osservava la sala.

“Um, Tessa. Le persone ci stanno fissando.” disse Sophie nervosamente.

Tessa distolse lo sguardo dal meraviglioso scenario e guardò giù verso la folla di persone.

Sì, era vero. Le persone le stavano fissando. E a lei non piaceva nemmeno un po'.

Sentì le sue guance diventare rosse e si vergognò immediatamente di come il vestito mostrava le spalle e dei suoi capelli che probabilmente erano aggrovigliati e sudaticci. Notò inoltre che anche con le maschere molte persone erano riconoscibili. Iniziò a domandarsi se le persone potevano vedere attraverso il costume. E se la avessero riconosciuta?

“Andiamo” Sophie spinse Tessa giù dai grandi scalini di marmo, avevano ancora gli sguardi di tutti che le seguivano.

Sentì Cecily Herondale che sussurrava a un altra ragazza: “Chi sono?”

L'altra ragazza scosse la testa. “Non lo so. Comunque sono bellissime. Frequenteranno l'Infernal High? E potrei uccidere per quel vestito blu.”

Tessa si rilassò. Non le avevano riconosciute. Probabilmente perché non sapevano chi erano.

Tessa raggiunse l'altro lato della sala da ballo e si appoggiò ad un muro.

“E' una tortura per i miei nervi. Cosa dovremmo fare adesso? Aspettare che qualcuno ci chieda di ballare?”chiese Sophie.

Tessa replicò: “Onestamente non lo so. Non sei tu quella che è già stata a una di queste cose?”

“Sì, ma di solito mi sedevo a leggere fumetti in un angolo.”

Sophie e Tessa sentirono una risata e si girarono entrambe per vedere Cecily e Will Herondale.

Cecily si fermò davanti a loro, portava un vestito rosso e fece un piccolo inchino.

“Ciao. E' un piacere conoscervi, io sono Cecily, questo è mio fratello Will. Volevo solo presentarmi, non credo di avervi mai incontrato.”

Sophie alzò un sopracciglio quando Cecily si inchinò e disse: “Um...hey.”

Era tipico di Sophie rispondere a una presentazione formale con un “hey”.

Tessa sbuffò.

“Pensavi davvero che mi sarei inchinata? Scordatelo.”

Cecily sorrise. “Quali sono i vostri nomi?”

Sophie si fece avanti: “Preferiamo non rivelare i nostri nomi. Vogliamo evitare una morte dolorosa e l'umiliazione sociale.”

Cecily sembrava confusa. “Non capisco. Diteci solo i vostri nomi. Nessuno vi giudicherà, lo prometto.”

Sophie sorrise. “Sì, giusto. Nessuno ci giudicherà. Ho passato i primi due anni delle superiori a mangiare nel bagno e tu dici che nessuno mi giudicherà. Sai cosa succederà se mi tolgo la maschera. Mi chiameranno sfigata. Andate via.” Il discorso di Sophie fu accolto dal silenzio. Dato che Cecily era in silenzio, Sophie continuò. “Bene. Volete sapere i nostri nomi? Eccoli. Io sono Melinda, Melinda Jones. E questa e mia sorella, Belinda Jones.”

Tessa ridacchiò.

Will, che era rimasto ad osservare tutto questo con un'espressione divertita sul volto, guardò subito verso Tessa. “Vuoi ballare?”

Tessa indietreggiò dalla mano che le aveva teso. “Cosa, scusa?”

“Ho detto, vuoi ballare?”

Tessa guardò nervosamente la mano di Will. “Um, io non ballo molto. Intendo, non so veramente come si fa.”

“Posso insegnarti.”

Sophie, che si era calmata non appena Will aveva teso la mano, disse: “Ahh, la mia bambina sta crescendo! Non posso crederci, il suo primo ballo! E' fantastico. Belinda, devi ballare.” si mise le mani sul cuore prima di prendere la mano di Tessa e di metterla su quella di Will.

“Be', cosa stai aspettando? Il ragazzo più carino della scuola ti chiede di ballare, quindi tu balli.”

Tessa arrossì quando inciampò su Will. Lui mise le mani attorno alla sua vita per non farla cadere.

“Scusala. E' solo uno spirito libero, tutto qui.”

Will rise mentre la accompagnava sulla pista da ballo. Mise una mano sulla sua vita e prese una delle sue nell'altra. Lei posò l'altra mano sulla spalla di lui. Will sorrise mentre diceva: “Sì, mi ricorda Cecily. Ti chiami veramente Belinda Jones?”

Tessa ridacchiò. “No”

“Allora, qual è il tuo nome? Mi piacerebbe molto saperlo.”

“Preferirei non dirlo.”

“Be' è un peccato.”

Ballarono tre canzoni consecutivamente prima che Will parlasse di nuovo.

“Hey, vuoi uscire da qui.”

Will indicò con la testa l'uscita.

Tessa sorrise. “Sì, grazie”

Will accompagnò la ragazza fuori, mano nella mano. Questo era così strano. Molto strano. Will non aveva idea di chi fosse lei. Come poteva essere così bella e andare nella sua stessa scuola, ma lui non l'aveva mai vista?”

“Allora, vai alla Infernal High?”

“Sì, è il mio quarto anno lì.”
“Ci siamo già incontrati?”

“Sì. Una o due volte credo.”

Will sospirò. C'erano 300 ragazzi nel suo anno. Questo voleva dire che c'erano circa 150ragazze se divisi equamente. Sarebbe stato impossibile. Decise di iniziare con un approccio diverso.

“Quali sono i tuoi libri preferiti?”

La faccia della ragazza si aprì in un sorriso. “Oh, amo Racconto di Due Città, è il mio preferito in assoluto. Ma mi piacciono anche Grandi Speranze, Piccole Donne, veramente tutti i classici. Mi piacciono anche alcuni libri moderni. Um, mi piacciono le Cronache di Narnia, il Signore degli Anelli e le favole dei Grimm. Anche se queste non sono molto moderne.”

“Wow, devi amare molto leggere.”

“Sì, ho dovuto cancellare un appuntamento molto importante con Orgoglio e Pregiudizio per essere qui oggi”.

Will rise silenziosamente e guardò le guance di lei colorarsi di rosa chiaro,

“Personalmente, non ho mai capito Racconto di Due Città. Non capisco perché Carton abbia rinunciato alla propria vita per una ragazza.”

La ragazza lo guardò scioccata. “Le aveva promesso che avrebbe protetto quelli a cui lei voleva bene e lui la amava. Non capisci? Lui voleva che lei fosse felice.”

“Credi nell'amore?” chiese Will.

“Credo nell'amore familiare, il tipo d'amore che lega le famiglie insieme. Ma non penso di credere nel vero amore.”

“Ah, anch'io ho sempre avuto dei dubbi a proposito. Come può esistere il vero amore?”

La ragazza stava pensando, mentre osservava il cielo stellato, e i suoi occhi grigi brillavano. Will non pensava che avrebbe mai dimenticato quegli occhi che oltrepassavano tutti i muri che lui aveva eretto.

“Ho le mie ragioni per non credere in quel tipo d'amore. Quali sono le tue?” disse Tessa.

“Non so dirlo. Perché non cambiamo discorso? Qual è il tuo colore preferito?” chiese lui.

Sembrò pensarci un attimo prima di rispondere. “Grigio. Mi piace il grigio. E il tuo?”

“Il blu. Mi piace molto.”

“Tutti i tipi di blu? Qual è il tuo preferito?”

“Odio il celeste. Mi piace il blu scuro. Veramente, mi piace il blu del tuo vestito.” Lui notò qualcosa attorno al collo di Tessa. “Che cos'è?” Mise un dito sul suo collo. La ragazza afferrò velocemente la collana e guardò da un'altra parte. “Era di mia madre.”

“E' stato carino da parte sua donartela.”

“Non me la ha donata. Me la ha lasciata.” Will rimase confuso per un paio di secondi prima che lei continuasse. “In eredità.”

Will trattenne il respiro. “Mi dispiace.”

Tessa si morse un labbro. “Non dispiacerti. Sono a posto. Vuoi tornare dentro?”

Will non voleva. Voleva stare fuori per sempre.

“Sicuro.”

Tessa gli lasciò la mani e camminò lentamente verso la porta della sala da ballo. Will notò che non indossava tacchi. Era molto alta. Circa 170 centimetri. Lui era un metro e novanta, quindi era più alto di lei. Bene. Doveva cercare una ragazza castana, con gli occhi grigio-azzurri, molto alta, e che indossava una collana con un angelo. Non sarebbe dovuto essere troppo difficile.

 

Sophie's POV

Sophie guardò Tessa lasciare la stanza con Will. Sembrava che si stessero divertendo. Sophie sorrise.

“Scusami, vuoi ballare?”

Sophie fu sorpresa dall'invito.

Guardò in alto e vide un ragazzo molto alto con una maschera nera. Le stava porgendo una mano. Era seduta su un divano decorato. Lui la condusse sulla pista da ballo mentre stavano suonando la canzone “Make you feel my love” di Adele.

Lui mise la sua mano enorme sulla vita di lei. Le mani di Sophie raggiungevano a mala pena il suo collo.

--------------------------------1 ora e 30 minuti dopo----------------------------------------------------------

Tessa era seduta su un divano nella sala da ballo. Era consapevole delle occhiate gelose che le lanciavano tutte le ragazze. Controllò l'orologio. Era mezzanotte. E lei doveva essere già a casa.

“Okay, signori e signore! E' mezzanotte. Adesso potete togliere la maschera del vostro partner. Scoprite chi è la persone sotto il travestimento!” disse il DJ sorridendo tutte le persone nella sala iniziarono a togliersi le maschere.

Will si girò verso di lei. Si avvicinò alla maschera ma Tessa sussultò e andò via.

“Mi dispiace. Devo andare. Grazie. Um...” Corse via.

Sophie era appoggiata a un muro, il ragazzo misterioso che aveva appena conosciuto vicino a lei quando il DJ fece il suo annuncio. Il ragazzo si girò verso di le. “Allora, posso toglierti la maschera?”

Sophie andò in panico. Non poteva vederla. Era meglio che lui non sapesse che lei fosse.

“NO!” sbottò lei energicamente e il ragazzo sembrò urtato da ciò.

Lui sciolse le stringhe della sua maschera lentamente a rivelare...

 

Will's POV

Will fece gli scalini correndo, seguendo la ragazza. Era sparita. Guardò dappertutto. Alla fine trovò sugli scalini la maschera che stava indossando. Doveva esserle caduta. La tirò su dolcemente e fu sorpreso di trovare, ingarbugliata nelle stringhe, una collana a forma di angelo.

Sophie's POV

“Gideon Lightwood?” Sophie sentì il respiro farsi più veloce. Stava iperventilando. “Tu sei Gideon Lightwood?” Lei iniziò a allontanarsi lentamente ma Gideon la vide e le mise un braccio attorno alla vita.

“Sì, sono Gideon Lightwood. Mi piacerebbe molto se mi dicessi il tuo nome. Vedi, mi piaci abbastanza.” Il suo accento inglese risuonava nelle orecchie di Sophie e lei gli diede uno schiaffo sulla mano quando si mosse per toglierle la maschera. Gideon la spinse così che la sua schiena fosse contro il muro. “Vedi, non ti obbligherò a fare niente che tu non voglia. Ma per favore, ho bisogno di saperlo.” Lo disse così gentilmente che Sophie iniziò a piangere, le lacrime che scendevano silenziosamente sul suo viso. Sapeva cosa sarebbe successo quando avrebbe tolto la maschera. La avrebbe vista. La cicatrice. La cosa brutta e terribile che la aveva tormentata da quando era in terza media.

Gideon guardò con sorpresa le sue lacrime. Si tirò indietro. “Vedo che ti sto sconvolgendo. Bene, non voglio il tuo nome stanotte. Ma ti prometto che scoprirò chi sei.

Sophie sobbalzò. Era così spaventata. Lui la avrebbe cercato. Durante tutto il resto dell'anno. Sapeva che non avrebbe smesso fino a quando non l'avrebbe trovata. Poi avrebbe realizzato che era brutta e disgustosa e che aveva sprecato un intero anno. Non sarebbe stato meglio affrontare subito la realtà? Finirla lì e non dover passare un anno a nascondersi tutte le volte che avrebbe visto la sua faccia? Si tolse la maschera.

Gideon guardò la ragazza che si toglieva la maschera a rivelare una fanciulla con profonde fossette che si mostravano anche se stava piangendo. Aveva occhi marroni molto grandi che erano molto profondi e scuri. Aveva anche una lunga cicatrice sulla sua guancia sinistra.

Non rovinava le sue caratteristiche ma storceva la sua pelle e si mostrava chiedendo a gran voce attenzione. Gideon la ricordava vagamente. Ricordava sua sorella Tatiana che la derideva perchè aveva vinto la corsa campestre di molto rispetto a lei. Il suo nome era- “Sophie Collins?” Chiese esitante.

La ragazza annuì. Chiuse la bocca che stava ansimando. Gideon la fissava. Era molto carina nonostante la cicatrice sul viso. E lui non era uno a cui importava l'aspetto. Perchè era così spaventata? Non sapeva di essere ancora bella?

“Quindi adesso lo sai e non c'è bisogno che mi parli ancora. Non c'è bisogno che mi guardi. Non c'è bisogno che mi pensi. Possiamo dimenticare quello che è successo. Mi dispiace di averti deluso. Capisco di non essere abbastanza bella per piacerti.” Corse via dalla stanza lasciando Gideon confuso e depresso nella sala da ballo.

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Capitolo 3
*** Cap 3 ***


A TID CINDERELLA STORY

 

Cap 3

 

 

Tessa si svegliò nel suo letto al suono della sveglia. Guardò l'orologio e sbuffò. Le 7,15. Doveva svegliarsi, pulire la casa, fare una passeggiata, fare la doccia, fare una lavatrice, finire i compiti, andare a comprare gli snack per l'enorme festa che Rani organizzava tutte le volte che erano a casa da sole. Merda! E se Will fosse venuto alla festa? Tessa si mise seduta sul letto. Merda, merda, merda. Aspetta... lei non partecipava mai a quelle feste. Di solito stava nella sua camera e leggeva o guardava film con Sophie. Bene. Avrebbe fatto così anche stavolta e niente sarebbe accaduto. Tessa sorrise mentre indossava i suoi vestiti per fare sport. Già che c'era appese nell'armadio il vestito da ballo. Sophie aveva detto che poteva tenerselo dato che era troppo grande per lei. Dopo la passeggiata, Tessa fece la doccia. Faceva sempre la doccia di mattina perché Rani la faceva di sera e usava tutta l'acqua calda. Farsi la doccia al mattino garantiva sempre l'acqua calda a Tessa.

Intanto si era cambiata ed erano le 8.30. Adesso doveva iniziare a pulire. Non c'era molto da pulire. Dato che Tessa teneva sempre la casa pulitissima e non metteva mai in disordine niente, c'era solo da spolverare e spazzare. Tessa sapeva che domenica ci sarebbe stato veramente tanto da pulire.

Quindi Tessa fece una lavatrice. Sua e di Rani. Jessie se la faceva sempre da sola perché diceva che voleva evitare che i suoi vestiti si mischiassero con quelli di Rani. Tessa sapeva che era una scusa. Jessie aveva sempre delle scuse di quel tipo. Come che voleva portare a spasso il cane per evitare di ingrassare. O che voleva pulire i piatti perché l'acqua calda rende la pelle morbida.

Tessa andò nella sua camera che era nell'attico. Molte persone direbbero: “Wow!La sua camera è nell'attico?” Non quando la tua matrigna è ricca. Anche se la matrigna di Tessa era molto cattiva e faceva fare praticamente tutto a Tessa e si rifiutava di pagarle il college, facendo sì che Tessa lavorasse per permettersi la retta, lei rifece l'intero attico quando Tessa si trasferì in prima media dopo che suo padre morì. Naturalmente la matrigna non avrebbe pagato la retta per il college, ma avrebbe pagato per una camera da letto fantastica.

Infatti la matrigna d Tessa era un interior designer. Quindi la camera di Tessa era molto ben arredata.

L'intero attico era molto grande, come tutta la loro casa, e aveva il pavimento in legno di mogano e c'era un'enorme finestra a cerchio che guardava sulla strada. E vicino alla finestra c'era il letto di Tessa.

Sul lato sinistro c'era una libreria di mogano con tre mensole colma fino all'orlo di libri.

L'intera finestra e il letto di Tessa erano nel solaio. Bè, non un vero solaio, solamente un posto più elevato.

Andando giù di tre scalini c'era un enorme open space, con un tappeto e un pouf. Alla destra c'era il bagno e alla sinistra un armadio.

Vicino all'armadio si trovava una scrivania con un computer sopra.

Gli scalini portavano al terzo piano (Sì la loro casa aveva cinque piani: il piano terra, il primo, l secondo, il terzo e l'attico). Guardando in alto c'erano delle lanterne.

L'intera stanza e tutto quello che c'era in essa eccetto il pavimento e gli scaffali era dipinta di blu.

Tessa si sedette alla scrivania. Era anche di mogano ed era una di quelle scrivanie vecchio stile. Era anche l'unica cosa che Tessa aveva scelto da sola. Era l'oggetto preferito di Tessa nella sua camera.

La ragazza adorava gli articoli di cartoleria, e ogni centesimo che non era destinato al college, lo usava per libri e cancelleria.

Rimase seduta alla scrivania per quattro ore di fila a preparare carte e gli appunti per la scuola. Finalmente stampò tutto con la stampante che si trovava vicino alla scrivania. Naturalmente tutto era fronte-retro. Non poteva sprecare carta.

Tessa guardò l'orologio appeso alla parete. Ops. Era tardi e doveva ancora prendere gli snack.

Aprì la porta e vide che tutta la casa era decorata con festoni e addobbi festivi. Jessie stava su una grande scala nel salone, tentando di appendere una palla da discoteca luccicante.

“Hey, Tessa. Ho comprato io gli snack per te durante il mio tragitto dal salone di bellezza. Ti dispiace metterli a posto?” disse Jessie mentre provava di nuovo ad appendere la palla ma gli striscioni le andarono in faccia e lei mancò l'aggancio.

“Oh, certo. Grazie. Da qua che io sono più alta. Lascia fare a me.” Tessa prese la palla da Jessie e la appese all'uncino. Jessie sorrise. “Grazie.”

“Prego.”

Tessa andò vicino agli snack, iniziò a scartare le patatine e a toglierle dal sacchetto quando Rani entrò dalla porta.

“Ho gli alcolici!” La sua voce era alta e vivace. Stava portando dentro delle borse di plastica piene di tutti i tipi di alcol.

“Come hai fatto a comprarli? Mamma ti ha sequestrato la carta d'identità falsa.” disse Jessie arrivando dal salone.

Rani alzò le spalle. “Ho fatto un accordo con il ragazzo che lavora di sabato sera. Lui mi da tutto quello che voglio e io gli do tutto quello che vuole, se sai cosa intendo.” Rani fece l'occhiolino dicendo l'ultima frase e poi mise le borse sul tavolo.

“Venite. Ho bisogno di voi per trovare qualcosa da mettere.”

Prese la mano di Jessie e Tessa e le trascinò nella sua camera, dove aprì l'armadio e cominciò a frugare tra i vestiti. Finalmente tirò fuori un top che assomigliava a un bikini. “E' un piscina party quindi deve sembrare che indosso il costume ma non deve sembrare che io debba veramente nuotare. Penso che metterò questo, con la mia minigonna. Cosa ne pensate?”

Jessie roteò gli occhi. “Sei fantastica, Rani. Dimmi, quante confezioni di autoabbronzante hai usato per avere un colorito così scuro?”

Rani guardò la sua pelle. “Solo un paio” ammise. “Pensi che si veda che ho usato l'autoabbronzante?” chiese preoccupata.

“No, lo so perchè ci sono tipo cinque bottiglie vuote nella spazzatura.”

“Bene. Odio il fatto di dover usare l'autoabbronzante. Alcune ragazze prendono tutti i geni buoni. Hanno la pelle o molto scura o molto chiara. Non è giusto che io debba stare nel mezzo. Non importa, ognuno ha i propri difetti. Se non avessi quest'unico difetto, sarei troppo perfetta.”

“Um, okay, fantastico. Hey, ti dispiace se viene anche Sophie? Guarderemo un film e staremo nell'attico.”

“Va bene. Se poi pulisci e non mostri la tua brutta faccia in giro.”

Tessa scosse la testa. “No, naturalmente no. Non ci penserei mai.”

 

-------------------------------------mezz'ora dopo---------------------------------------

“Oh, lei sembra malata. Intendo, l'arancio non è il suo colore. Potrebbe anche usare alcuni punti luce. Forse se avessero fatto questo vestito in blu...” Sophie era distesa sul letto di Tessa, mentre sfogliava una rivista di moda.

“Dovresti frequentare fashion e sartoria, saresti molto brava.” disse Tessa dalla poltrona a sacco dove stava leggendo.

Sophie storse il naso. “ E stare in classe con Tatiana Lightwood e le sue leccapiedi? No, grazie. Sono riuscita a evitarle l'anno scorso e voglio fare lo stesso quest'anno. Anche se lei non sapesse disegnare niente e io fosse più brava di lei, non ne varrebbe la pena.”

“Ma non farai uno stage con quel ragazzo di Vogue? Dovresti frequentare e prendere Tatiana a calci in culo. O almeno dirle in faccia che farai uno stage in una delle migliori riviste di moda del mondo.”

Sophie sospirò e si mordicchiò le labbra. “Sì, ma non voglio la rabbia della sua armata su di me. In più probabilmente direbbe che mi hanno dato questa opportunità solo perchè gli facevo pena.”

“Hey, pensi che Tatiana sia qui adesso?” chiese Tessa.

Sophie si lamentò. “No, fa che non sia qui.”

“Perchè? Tanto non la vedremmo comunque.”

“Sì, ma se Tatiana è qui, Gideon è con lei. E se Gideon è qui io non posso andare via. Devo stare qui finchè non sono sicura al cento per cento che se ne è andato. E anche allora dovrò indossare una casco da sci.”

Tessa rise. “Allora sarà bene che resterai a dormire qui. Ti dispiace se faccio una doccia?”

Sophie scosse la testa. “No. Fai pure.”

Tessa sorrise mentre faceva la seconda doccia della giornata. Di solito le faceva di soli cinque minuti (voleva risparmiare la maggior quantità d'acqua possibile), ma dopo aver pulito la casa e fatto i compiti per tutto il giorno, aveva bisogno di qualcosa per svegliaris,

Entrò nella doccia e mise la manopola sull'acqua fredda.

 

---------------------------Will's POV----------------------------

Will poteva sentire la musica fargli tremare il petto, il ritmo costante rimbombare sotto al pavimento.

Sospirò. Era lì da venti minuti e era già annoiato.

Guardò verso Cecily che stava chiacchierando con la sua amica Isabelle Lightwood, cugina di Gideon, Gabriel e Tatiana Lightwood.

Iniziò lentamente ad allontanarsi. Verso dove non lo sapeva. In un posto tranquillo, dove avrebbe potuto pensare. Non lì, dove l'aria era pesante per i profumi delle ragazze e l'odore dell'alcool.

Raggiunse il lato della cucina, dove c'erano tutti gli snacks e le cose da mangiare. Camminò. Passò la cucina, l'atrio e andò su per le scale. Vide un'altra rampa di scale e salì pure quelle.

No, non era ancora abbastanza. Poteva ancora sentire il tremore della musica sotto i piedi, poteva udire le risate della massa di persone sotto di lui. Tornò nel corridoio. Ma c'era... un'altra rampa di scale? Accidenti, aveva pensato che quella casa avesse solo tre piani. Forse c'era un attico. Si trovò dietro ad una porta che era leggermente aperta. Si ritrovò in una stanza da letto moderna e molto grande. I muri erano dipinti di blu scuro con mattoni da qualche parte. Al centro della stanza c'era un letto vecchio stile e sul letto c'era una ragazza.

“Um...ciao” disse Will nervosamente.

La ragazza urlò e saltò per la sorpresa.

“Um, mi dispiace di averti spaventata, volevo solo...” Will guardò la ragazza. Portava un vestito nero e aveva i capelli neri e ondulati che le ricadevano sulle spalle. Aveva anche una cicatrice rossa sulla guancia sinistra.

“Mi hai fatto paura.” La ragazza si alzò davanti al letto. Era piuttosto bassa. “Senti, devi uscire da qui, per favore.”

Will la fissò un attimo prima di rispondere “Mi dispiace. Cercavo solo un posto tranquillo, penso che dovrei andarmene. Ti porgo le mie scuse per averti disturbata.”

“Fa niente. La mia amica è sotto la doccia e uscirà a minuti. Dovresti andartene.”

Will iniziò ad uscire, passando davanti a un armadio aperto. Mentre lo oltrepassava vide con la coda dell'occhio un vestito blu. Blu notte. Lo stesso blu che-

“La ragazza! Questo è il suo vestito!”Will corse verso l'armadio e tirò fuori il vestito. Sentì uno strillo e la ragazza si avvicinò all'armadio.

“No, non andare lì.”

Will guardò la ragazza e le mise le mani sulle spalle. “Ho bisogno di sapere di chi è il vestito. Non può essere tuo, sei troppo bassa. Di chi è questa camera? Tua? Chi è la tua amica? Quella che si sta facendo una doccia. Dimmi.”

La ragazza cominciò a protestare ma fu interrotta nel mezzo della frase dalla porta del bagno che si stava aprendo. Will si girò. Era il momento, finalmente avrebbe visto il suo viso reale.

La ragazza indossava shorts e una maglietta. Si stava asciugando i capelli castani e ondulati con un asciugamano e guardava per terra. Aveva i capelli castani come la ragazza del ballo. Era proprio lei.

“Sophie, puoi portarmi il mio...”

La ragazza alzò lo sguardo. Will vide i suoi occhi. Occhi grigio-azzurri. Era davvero lei.

“Tu. Chi sei tu?”

La ragazza non rispose. Invece disse solo: “Oh merda. Accidenti.”

Will, frustato, sospirò. “Vedi. So chi sei adesso. Non puoi solo dirmi il tuo nome? O mi obblighi ad andare alla biblioteca della scuola e a guardare tra gli annuari?”

La ragazza sembrò pensare per un minuto prima di rispondere. “Guarda negli annuari.”

Lei vide la faccia irritata di lui e sospirò.

“Non sono nessuno. Tu sei qualcuno. So chi sei e tu non sai chi sono io. Perchè non dimentichiamo tutto? Non voglio tutto questo casino, okay? Voglio solo godermi il mio ultimo anno senza preoccupazioni. Adesso credo che te ne dovresti andare.”

Gli prese le braccia e lo portò alla porta, chiudendola dietro di lei e lasciando Will alquanto irritato.

Bene, avrebbe dovuto cercare tra gli annuari.

Prese il cellulare. “Ceci? Sei libera lunedì a pranzo?”

 

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Capitolo 4
*** Cap 4 ***


A TID CINDERELLA STORY CAPITOLO 4

 

 

 

Lunedì all'ora di pranzo

"Oh, è impossibile."

"Sta zitto e aiutami."

"Non è giusto. Come posso essere sempre così sfortunato? Perchè ci devono essere così tante ragazze nel nostro anno? E perchè gli annuari devono essere così rovinati?" Will si accasciò sulla sedia, lamentadosi con la sorella mentre osservava demoralizzato la pila di vecchi annuari scolastici.

Ora, qualcuno si starà chiedendo: come può essere così difficile trovare una ragazza in un annuario se sai come è fatta? Ma non avete visto gli annuari della Infernal High School. Vi ricordate di quell'episodio di Glee in cui ci sono tutti quegli annuari deturpati? Ecco, quelli della Infernal High erano peggiori. C'erano delle intere pagine che non si potevano vedere a causa degli scarabocchi e delle cose disegnate su di essi e alcune pagine erano state completamente cancellate con dei pennarelli indelebili. E visto che nessuno comprava mai gli annuari Will non riusciva a trovarne uno pulito.

"Okay, sei sicuro che fosse la casa dei Lovelace? Perchè ho guardato sull'elenco telefonico e dice solo Rani e Jessamine Lovelace."

"Sì, sono sicuro. Lo so perchè ero stato già lì prima per aiutare Jessie con la sua domanda d'iscrizione a Stanford. Quando mi ha detto che stava provando a entrare lì ho deciso di aiutarla perchè, sai, Papà è un professore quindi le ho solo detto che l'avrei aiutata con l'iscrizione. Sai, non è così male. E' abbastanza gentile. Mi ha anche chiesto se avessi potuto aiutare anche la sua sorellastra."

Will iniziò a fissare con aria abbattuta il muro. Poi si rese conto di cosa aveva appena detto e saltò su dalla sedia. "Cazzo! Jessie ha una sorellastra!"

Il bibliotecario vicino a loro fece un rumoroso "Ssht" e lanciò loro un'occhiataccia.

Cecly guardò di nuovo l'elenco telefonico e disse: "Come si chiama? Lo sai?"

Will schioccò le dita: "Um, era qualcosa che incomincia con la T. Tasha, Tarla Terri, Terra, Tara, T, T Tessa! Ecco è questo. Tessa. Guarda lì sopra. Adesso!"

Cecily cominciò a sfogliare le pagine. "Non c'è nessuna Tessa qui. E' il nome sbagliato."

"No, sono sicuro. E' Tessa. Wow, è un bel nome, vero? Tessa, Tessa, Tessa. " Will ripetè il nome con un sorriso idiota fino a quando Cecily lo schiaffeggiò.

"Will, ascoltami. Pensi che Tessa possa essere un soprannome?"

"Non so, forse."
"Okay, Google, è il tuo turno di aiutarci. Vediamo: Per che cosa sta il soprannome Tessa" Cecily lesse sul suo smartphone i nomi. "Tessala" Guardò verso l'elenco "No, non ci sono Tessala. Therese? No, ma c'è una Theresa Gray. E' all'ultimo anno e vive al 202 Alicante Road. Proprio come Jessamine e Rani Lovelace! ODDIO! CE L'ABBIAMO FATTA! ABBIAMO TROVATO LA RAGAZZA DEL MISTERO!"

"Scusami ragazzina ma la devo proprio invitare ad uscire dalla biblioteca se non riesce a rispettare poche semplici regole."

Era il bibliotecario. Afferrò sia Cecily che Will e li trascinò nella sala d'aspetto, sbattendo la porta dietro di loro.

Will fece un gran sorriso. "Bè, è stato divertente" disse allegramente.

"Per quale motivo sei così felice? Intendo, senza contare il fatto che ho trovato la tua ragazza misteriosa."

"Ho un appuntamento con Jessie a casa sua oggi dopo scuola. Compiliamo la domanda d'iscizione. E vuole che io aiuti la sua sorellastra."

Cecily gridò: "Avrò una nuova amica! Possamo andare a fare shopping insieme. Will, quest'anno sarà così divertente!"

Will si tappò le orecchie. "Fa quel suono di nuovo e stai sicura che non metterai piede mai più in un centro commerciale."

Cecily si zittì.

 

 

 

A.A.

Ecco il quarto capitolo! E' un po' corto ma anche l'originale in inglese lo era e non ho voluto modificarlo troppo aggiungendo una parte del capitolo successivo. Prometto che il prossimo cap sarà luunghissimo (bene per chi legge male per chi traduce, ergo me).

Bye bye,

GiulyDeVilliers

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