Kreep Island- il Cristallo Perduto

di Zaker
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mare ***
Capitolo 2: *** L'assemblea ***
Capitolo 3: *** Spiegazioni ***
Capitolo 4: *** Il figlio di Lord Morder ***
Capitolo 5: *** Casa Redford ***
Capitolo 6: *** Incubi ***



Capitolo 1
*** Mare ***


Mi svegliai insonnolito nel mio vecchio letto del piano di sopra. “Avanti Alex” mi dissi “il peggio è finito. Ora metti da parte la scuola e le interrogazioni e lascia spazio all'estate e al mare.”
L'idea mi entusiasmava talmente tanto che sbadigliai. Spensi la sveglia che continuava a suonare, e mi diressi verso il piano di sotto in pigiama.
<<Alex, dai!>> mi incitava mia madre <<Questo è il nostro primo giorno di estate! Perciò... tutti al mare!>> gridava con entusiasmo mentre preparava dei pancake per colazione. Anche i miei fratelli non smettevano un attimo di ronzarmi intorno esaltati.
Mio padre invece era già pronto da un bel pezzo e stava seduto sulla sua comoda poltrona leggendo il giornale del mattino.
Quando finimmo tutti di prepararci, uscimmo di casa. Il tragitto da casa al mare era molto breve, perciò ci andammo a piedi.
<<Non vedo l'ora di tuffarmi!>> esclamò mio fratello Jimmy.
<<A chi lo dici! Facciamo a chi arriva primo sulla spiaggia?>> lo sfidò mia sorella Maddie.
I due bambini erano già partiti a correre per le scale, ignorando le raccomandazioni di mamma che strillava di stare attenti per le scale scivolose.
Io avevo ormai tredici anni, e rimasi indietro con i miei genitori.
Continuavo a scendere le scale, quando mi bloccai improvvisamente. Davanti a me c'era un uomo alto, fermo immobile. Restava fermo in quel punto. Arrivai quasi alla conclusione che fosse una statua, quando sbatté le palpebre. O meglio, la palpebra. Uno dei due occhi neri era coperto da una benda.
Sicuramente il colore predominante nella figura di quell'uomo era il nero. Mi spaventò un po', perché era abbastanza inquietante.
I capelli neri e lunghi quasi coprivano con un ciuffo l'altro occhio. Indossava una lunga giacca nera che nascondeva sotto di essa una maglietta bianca, forse l'unico elemento non nero, come i pantaloni e gli stivali.
<<Alex!>> papà distolse la mia attenzione dall'uomo inquietante, che in quel momento aveva cominciato a fissarmi. <<Perché ti sei fermato? Avanti, vieni.>>
Era strano, ma parlava come se l'uomo non esistesse.
Mentre mi dirigevo verso la spiaggia mi rivoltai verso il punto dove avevo visto l'uomo. Era scomparso.
Dopo quell'esperienza terrificante, arrivai sulla spiaggia, e devo dire che alla fine mi divertii molto. Fu una bella esperienza tornare al mare di Londra. Giocai e feci molti bagni in quella giornata, e alla fine, quando si era quasi fatta sera, ero l'unico rimasto nell'acqua, sdraiato sul materassino gonfiabile arancione.
<<Ehy Alex, esci dall'acqua, si è fatto tardi!>> mi urlò mia madre dalla spiaggia.
Sospirai. <<Dai mamma, ancora un po'!>> cercai di convincerla, e ci riuscii.
Quegli ultimi cinque minuti nell'acqua determinarono tutta l'avventura che vissi quell'estate.
Ciò che sto per dirvi potrà sembrarvi da sfigato o semplicemente da dormiglione... infatti fu così: sdraiato sul materassino, mi rilassai come non mai, e cullato dal leggero movimento delle onde, mi addormentai mentre questo continuava ad allontanarsi dalla riva.
E così in poco tempo mi ritrovai sperduto nel mare, addormentato su un materassino.


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Capitolo 2
*** L'assemblea ***


Il mio risveglio non fu per niente piacevole. Mi trovavo in una sala enorme, ed ero circondato da persone sconosciute che gridavano e discutevano. Mi chiesi come mai i miei genitori non si fossero accorti del mio sonnellino.
<<Si è svegliato!>> gridò un uomo grasso accanto a me.
Un brusio di voci invase tutta la sala. Immaginai di trovarmi nel bel mezzo di un'assemblea, della quale ero il protagonista. Vicino a me c'era il mio materassino gonfiabile.
<<Silenzio!>> urlò un uomo seduto su un trono in alto.
Improvvisamente calò il silenzio. Quando misi a fuoco l'immagine dell'uomo che aveva zittito tutti per poco non urlai: era l'uomo con la benda che avevo visto sulle scale che precedevano la spiaggia. Sì, era decisamente lui.
<<Chi sei?>> mi chiese con un'aria malvagia.
In quel momento mi resi conto che ero ancora in costume da bagno davanti a migliaia di persone.
<<Io... mi chiamo Alex Smith.>> dissi terrorizzato.
Mi guardai meglio intorno e mi resi conto che vicino all'uomo grasso che aveva detto che mi ero svegliato c'era una ragazza bionda probabilmente della mia età.
<<Leslie Redford!>> urlò l'uomo sul trono <<Raccontaci di nuovo come e dove l'hai trovato.>>
La ragazza bionda che avevo appena notato rivolse lo sguardo prima sull'uomo sul trono e poi su di me. Alzò gli occhi al cielo, come se avesse raccontato quella storia milioni di volte.
<<Come ho già detto...>> cominciò <<Ho trovato questo ragazzo addormentato sul materassino, appena arrivato sulle rive dell'isola. Non sapevo chi fosse, come si chiamasse e perché si fosse addormentato.>> concluse.
<<Tutto qui?>> chiese l'uomo sul trono.
<<Tutto qui.>> confermò Leslie.
Tra le sedie si alzò una donna dai capelli neri e la giacca bianca, e si fece strada verso l'uomo sul trono.
<<Cosa ne facciamo di questo ragazzo?>> le domandò.
La donna parve pensarci qualche istante, poi gli sussurrò qualcosa all'orecchio.
<<Mmm...>> rifletté l'uomo con la benda, dopo aver sentito ciò che aveva in mente.
All'improvviso non riuscii più a rimanere in silenzio.
<<Voglio tornare a casa!>> urlai.
Tutti mi fissarono con aria di rimprovero, come se avessi osato chiedere troppo.
<<Cioè... se vi è possibile...>> cercai di rimediare.
<<Lord Morder... cosa intende fare?>> chiese un uomo seduto.
<<Urasca mi ha dato un suggerimento.>> disse l'uomo sul trono che avevano chiamato Lord Morder <<userò il ragazzo per trovare il cristallo che completa la corona.>>
Non appena terminò la frase tornò lo stesso brusio di voci di qualche minuto prima.
Notai per la prima volta una corona con due cristalli incastonati dentro. C'era un altro spazio vuoto, dove probabilmente si sarebbe dovuto trovare il cristallo mancante.
Data la reazione di tutti dopo l'annuncio che avrei dovuto trovarlo, immaginai che non si sarebbe trattato di una passeggiata.
<<Si riferisce davvero al cristallo di Zork?>> chiese Leslie, la ragazza bionda, con aria preoccupata.
<<Esatto. Il prezzo da pagare per il suo ritorno a casa è trovarlo.>> concluse Lord Morder.
La donna chiamata Urasca tornò al suo posto.
Dopo ciò che aveva detto Morder realizzai che mi trovavo in un posto terribile. Chi avrebbe mandato un povero ragazzo a trovare un cristallo perduto per completare una corona solo in cambio del suo ritorno a casa?
Intuii che mi trovavo in un'isola. Ma quale? Sembrava tutto così... diverso.

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Capitolo 3
*** Spiegazioni ***


Terminata l'udienza, uscii preoccupato da quella sala enorme. Era vero, mi trovavo su un'isola.
Davanti a me c'era un enorme cartello di legno, con sopra incisa la scritta “Kreep Island”. Ero certo di non aver mai sentito quel nome. Intorno al cartello c'erano molti alberi e il resto era mare.
In quel momento tra la folla che usciva, si fece strada Leslie Redford, la ragazza bionda, e camminò accanto a me.
<<E così... ti sei addormentato su un materassino gonfiabile?>> mi chiese con aria curiosa.
Io arrossi. <<Bè... in un certo senso... piuttosto, potresti spiegarmi cos'è questo posto?>> cercai di cambiare argomento.
Lei ci mise un po' per iniziare, poi cominciò il suo lungo discorso: <<È un'isola.>>
<<Potresti essere più precisa?>> chiesi.
Lei sbuffò. <<Oh come sei pignolo! E va bene, ti racconto un po' di cose, ma se poi ti annoi non è colpa mia.
Allora... benvenuto a Kreep Island. Dopo aver fatto la tua entrata trionfale e aver partecipato ad un'assemblea per decidere cosa dovessimo fare di te, ora sei diventato il nuovo cercatore del cristallo di Zork, in cambio del tuo ritorno a casa. Come ti sarai accorto, sul trono c'era un uomo dai capelli lunghi e la benda nera. Ecco, hai presente la persona più buona, tenera e coccolosa del mondo? Lui è l'esatto contrario.>>
Cominciava a piacermi il suo modo di raccontare: parlava senza lasciarti nemmeno il tempo di fare una domanda ed era dotata di un'ironia esagerata.
<<Come avrai capito, il suo nome è Morder, anche detto Lord Morder. Non chiedermi se sia il nome o il cognome, sarebbe troppo complicato da spiegare.>>
“Ok, è normale.” pensai “Quanto può essere complicato spiegare qual è il nome e qual è il cognome?”
<<Lord Morder governa l'isola da dieci anni ormai. È abbastanza evidente che tutti lo odiano, tranne i suoi leccapiedi come Urasca, la tizia che gli ha consigliato di usarti per trovare il cristallo che serve per completare la corona. In questo momento ti starai chiedendo perché la corona è così importante. Bè... la corona non è importante. Puro valore affettivo.>>
Quando Leslie terminò la frase sbarrai gli occhi: "valore affettivo?! Vogliono farmi tornare a casa a patto che trovi un cristallo che ha soltanto un valore affettivo? Sembra una missione pericolosa, probabilmente dovrò affrontarla da solo ricevendo come ricompensa soltanto il mio ritorno a casa?". Ma ovviamente non feci in tempo a mostrare la mia incredulità che la ragazza ricominciò a parlare.<<Lord Morder ha lanciato un incantesimo sul nostro ex presidente, Nicholas Jackson, un grande uomo, l'unico con cui nell'isola regnasse la pace, uccidendolo. Successivamente ha preso il suo posto trasformando il sistema politico di Kreep Island, da repubblica a dittatura, togliendoci ogni libertà. Ma se qualcuno lo uccidesse, tutto tornerebbe come prima.>> ne parlò con aria speranzosa ma rassegnata.
<<Incantesimo? Vuoi dire che... Morder è un mago?>> chiesi.
Lei sorrise. <<Bè... ha trovato uno scettro magico al centro dell'isola, e con questo è capace di fare cose terribili, con qualche limite ovviamente.>>
<<Ma oggi non ho notato che avesse qualche scettro in mano...>>
<<È perché è un oggetto troppo prezioso per portarselo dietro. Lo tiene custodito in un posto sicuro nel suo palazzo.>>
Improvvisamente un ragazzo probabilmente della mia età ci raggiunse di corsa.
<<Leslie! Come è andata l'assemblea?>> chiese con il fiatone.
<<Per me bene... per Alex non molto.>> rispose.
<<Alex? Piacere, Peter Redford, gemello di Leslie.>> Peter mi strinse forte la mano.
A vederli non si sarebbe detto che erano gemelli: la loro somiglianza era quasi solo negli occhi azzurri. I capelli di Peter erano ricci e neri, completamente differenti da quelli della sorella. E poi aveva lentiggini che gli coprivano gran parte del volto, cosa assente in quello di Leslie.
E così quei due erano diventati i miei punti di riferimento per domande e dubbi. Mi avrebbero accompagnato nella mia ricerca? Se Leslie diceva che era così pericoloso, avrei dovuto dubitarne.
Poi girandomi notai un ragazzo moro in lontananza, seduto all'ombra di una quercia.
<<Ecco Oscar.>> disse Peter serio.
<<Oscar?>> chiesi io.
<<Sì. Il figlio di Lord Morder.>> confermò Peter.

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Capitolo 4
*** Il figlio di Lord Morder ***


<<Lord Morder ha un figlio?>> chiesi sorpreso.

I gemelli annuirono e si diressero verso l'albero a cui piedi era seduto Oscar. Io li seguii.

Quel ragazzo sembrava essere più piccolo di qualche anno di noi tre, ma era serio come un adulto. Più che serio, il suo volto era inespressivo. La sua carnagione era pallida, e i suoi occhi nero scurissimo. Sotto di essi c'erano due occhiaie inquietanti.

Portava una maglietta a strisce bianche e nere, come fosse un carcerato.

<<Alex Smith. Sei tu il ragazzo arrivato con un materassino gonfiabile.>> disse guardandomi disgustato.

Cominciava a darmi fastidio che ogni persona che mi vedesse dovesse specificare come era avvenuto il mio arrivo a Kreep Island.

<<Sì... ti dà fastidio?>> chiesi con aria di sfida. Me ne pentii l'attimo dopo.

Leslie e Peter mi guardarono sorpresi, ma Oscar sembrò restare calmo e impassibile.

<<Leggermente.>> ammise <<Ed ho una notizia per voi tre.>>

<<Buona o cattiva?>> chiese Peter preoccupato, anche se probabilmente immaginava già la risposta.

<<Interpretala come vuoi.>> fu la risposta di Oscar <<ti dico solo che tu e tua sorella accompagnerete Alex alla ricerca del cristallo di Zork. E ci sarò anch'io, per controllare se Alex potesse scappare in qualche modo dall'isola.>>

Guardando Leslie e Peter scoprii le loro espressioni di protesta.

<<Che cosa?>> urlò Leslie.

Alcune persone intorno a noi si voltarono per vedere cosa fosse successo.

<<Decisioni di mio padre.>> spiegò Oscar <<ti ritiene responsabile di Alex perché sei stata tu a trovarlo. Quanto a Peter... lo ha sempre odiato.>>

Peter sbuffò.

Per me in fondo non cambiava niente: sarei dovuto partire comunque, e con degli amici sarebbe stato anche un po' meno terrificante.

<<Peter, occupati di dare dei vestiti ad Alex, dato che è ancora in costume... e preparate le provviste, domani all'alba si parte. Sarà un lungo viaggio.>> detto questo sorrise e si alzò da terra, allontanandosi.

<<Ma...>> cercò di protestare Leslie.

Era troppo tardi, Oscar era scomparso in mezzo alla folla.

Leslie si sedette al suo posto.

<<Avanti... non sarà così terribile...>> cercai di consolarla.

<<Non è solo il viaggio che la preoccupa...>> intervenne Peter <<Anche Oscar possiede uno scettro, e non ha paura di usarlo. Potrebbe ucciderci da un momento all'altro>> concluse con un tono di amarezza.

Ci fu un lunga pausa.

<<Si è fatto tardi.>> disse Leslie guardando l'orologio che aveva al polso sinistro <<andiamo a casa. Peter ti darà dei vestiti e ceneremo. Domani ti spiegheremo i dettagli del luogo dove si trova il cristallo.>> si alzò da sotto all'albero e andò nella direzione opposta a quella di dove ci trovavamo. Io e Peter la seguimmo. Presto saremmo arrivati in casa Redford.

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Capitolo 5
*** Casa Redford ***


Fu breve il tragitto dalla sala dell'assmblea a casa di Leslie e Peter. L'esterno della casa non era molto grande, ma a me non piacevano le case enormi, perciò pensai che era l'ideale per passare lì la notte. E l'accoglienza che ricevetti dai signori Redford fu immensa.

<<Alex! Sei tu il ragazzo arrivato con il materrassino!>> esclamò la signora Redford. Io sospirai, poi iniziarono le domande <<Come ti senti? Hai bisogno di qualcosa? Che vestiti vuoi?>>

La signora Redford assomigliava molto a Leslie: gli stessi capelli biondi e mossi, gli stessi occhi azzurri, lo stesso sguardo gentile e delicato.

Pima che potessi rispondere alle domande, un uomo con una corta barba nera e gli stessi occhi azzurri di tutta la famiglia Redford entrò dal corridoio nel salone dove ci trovavamo. Era decisamente il signor Redford.

<<Tesoro, vacci piano con le domande... fallo respirare un attimo!>> disse con aria calma, sorridendo <<Peter, portalo in camera tua e dagli dei vestiti... dopodiché si mangia!>>

Peter eseguì gli ordini del padre e mi portò in camera sua. Ci arrivammo attraversando il corridoio da cui era arrivato il signor Redford: era l'ultima porta a destra.

La camera di Peter non era enorme, ma considerando che era tutta per lui era più che sufficente.

Attaccato ad una delle quattro pareti celesti c'era il suo letto ben ordinato e ben presto capii che di ordinato c'era solo quello. Mille oggetti erano cosparsi sopra il tappetto verde e sulla scrivania: matite, pigiami, e persino sul lampadario c'era un calzino grigio.

<<Scusa il disordine...>> disse Peter imbarazzato.

<<Figurati, anch'io sono così.>> mentii.

Aprì l'armadio e mi diede una maglietta a maniche corte e un paio di bermuda arancioni.

Il colore di quei pantaloni mi ricordò il materassino su cui mi ero addormentato: lo avevo dimenticato alla sala dell'assmblea. Ricordandomelo feci una faccia preoccupata.

<<Che c'è?>> mi chiese Peter.

<<Niente...>> risposi.

Poco dopo andai in bagno per cambiarmi, e quando uscii era pronta la cena.

Uscii dal corridoio insieme a Peter, che mi guidò verso la cucina, dove il signor Redford, la signora Redford e Leslie ci aspettavano seduti ad un tavolo.

Mentre mangiavamo vedevo che Leslie e Peter avevano i volti preoccupati per qualche motivo, che all'inizio non capii. Poi realizzai.

<<Mamma... papà...>> iniziò Leslie <<c'è una cosa che dobbiamo dirvi...>>

<<È successo qualcosa?>> chiese la signora Redford.

<<Bè... vi ricordate Oscar Black? Il figlio di Lord Morder...>> continuò timorosa.

<<Black. Quel ragazzo non mi è mai piaciuto.>> affermò il signor Redford, assumendo improvvisamente un'aria seria.

<<Bè... ci ha annunciato che domani Alex non sarà l'unico a partire in cerca del cristallo.>> concluse Peter.

La signora Redford si alzò arrabbiata <<Che cosa?>> urlò <<Vuole far partire i miei bambini per questa impresa impossibile??>>

Mi sentii un intruso in quella situazione, anche se riconoscevo che ero la causa di tutto.

La signora Redford si risedette, e a quel punto calò il silenzio in tutta la casa.

<<È stata una decisione di Morder... io, Peter, Alex e Oscar saremo i nuovi cercatori del cristallo di Zork.>> disse Leslie triste.

Nel frattempo avevano tutti terminato di mangiare.

<<La cena è finita. Andate a letto. Alex dormirà in camera di Peter, e Peter sul divano. Buonanotte.>> concluse il signor Redford.

Peter sbuffò e io mi diressi in camera sua.

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Capitolo 6
*** Incubi ***


Mentre mi dirigevo nella camera di Peter, pensai a quanto fosse sfortunato, insieme a Leslie. Insomma, solo perché hai trovato un ragazzo che dorme su un materassino ti ritrovi coinvolto in un'impresa assurda. E la causa di quella sfortuna ero io. Mi sentii in colpa per quello, e mi rimase in mente la difficoltà con cui Leslie e Peter avevano dovuto raccontare tutto ai poveri genitori.

Dopo quell'attimo di riflessione, arrivai nella stanza di Peter. Guardandola, mi resi conto che era cambiata da come era prima: i vestiti e le matite per terra erano scomparse, anche se il calzino sul lampadario era sempre lì. Sorrisi. Mentre mi ero cambiato in bagno, Peter aveva messo in ordine la stanza per me.

Come era possibile che dopo che gli avevo costretti a partire in cerca di un cristallo perduto, i Redford ancora non mi detestavano? E si preoccupavano anche per me. Sospettai di essere un peso per loro.

Mi cambiai con il pigiama di Peter e finalmente mi sdraiai sul morbido materasso. Decisamente più morbido del materassino gonfiabile.

Restai qualche attimo a fissare il soffitto nel buio, pensando in quale follia mi ero cacciato. Poi chiusi gli occhi.

Ovviamente sognai un incubo. E di quelli brutti.

 

Mi trovavo in un lungo corridoio dove c'erano due figure misteriose: uno più basso e robusto, l'altro più alto e magro. La loro tensione sembrava salire sempre di più. Sembravano non vedermi, o ignoravano la mia presenza.

Dall'immensa porta in fondo al corridoio provenivano respiri pesanti e impazienti.

I loro passi erano perfettamente uguali: lo stesso ritmo, la stessa incertezza.

Finito il corridoio arrivarano nella sala del trono. Lì dentro li aspettava Lord Morder.

<<Quindi?>> domandò Morder con aria sospettosa. Non vedendo arrivare la loro risposta la sua rabbia cominciò a salire <<Phobos! Demos! Esigo una risposta! Avete trovato il ragazzo? È qui sull'isola?>>

Non sapevo perché, ma avevo la strana sensazione che si riferisse a me.

<<Lo abbiamo trovato signore... ma non siamo riusciti a portarlo qui.>> rispose l'uomo più basso con lo sguardo mortificato.

Morder sembrò esplodere.

<<Incompetenti! Incapaci! Lui è uno dei pochi potenziali cercatori per il cristallo di Zork! Ora dovrò recarmi a Londra... troverò un modo per farlo venire qui con la magia! Ora andatevene! Tutti e due!>> urlò infuriato.

Un secondo dopo Phobos e Demos erano scomparsi.

Lord Morder rimase nella sala del trono, a pensare ad alta voce.

<<Una volta raggiunto il ragazzo dovrò farlo venire qui con lo scettro... ma in che modo?>> si chiese.

Rimase qualche secondo a pensarci.

<<Ma certo. Posso farlo “addormentare” sul materassino e lo manovrerò fino a qui! Una volta fatto ciò lo obbligherò a trovare il cristallo in cambio del ritorno a casa!>> detto questo scoppiò in una lunga risata malvagia.

<<Ma... non dovrà sapere che sono stato io a farlo addormentare e a progettare tutto. Quando arriverà qui mi fingerò sorpreso e chiederò ad Urasca di “consigliarmi” il piano del cristallo.

E ora... mi dirigo a Londra. Preparati a dormire Smith.>> prese uno scettro nero dalla tasca e lo agitò. Dopodiché apparve un vortice misterioso che lo avvolse e subito dopo sparì.

Mi svegliai spaventato.

 

Guardai l'orologio. Era l'alba. Quel sogno era stato molto importante. Avevo capito molte cose. Era una scena avvenuta prima della mia dormita sul materassino.

Era stato Morder a farmi addormentare, perché ero uno dei pochi che poteva trovare il cristallo.

<<Alex!>> mi chiamò Leslie da fuori la stanza.

Mi alzai dal letto e mi preparai per la partenza.

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