In bilico tra due mondi

di demebi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un posto a questo mondo ***
Capitolo 2: *** Cambiamenti ***
Capitolo 3: *** Mele verdi ***



Capitolo 1
*** Un posto a questo mondo ***





Prologo








Se ti stai chiedendo il motivo di quest’odoraccio, Madre, è per il fatto che è appena entrata una sporca mezzosangue”  1ecco ancora una volta quel ragazzo mi aveva svegliato dal mio sogno, il mio splendido, magico e infantile sogno . Non riuscivo ancora a capire se dovessi essergli grata, vivere nei sogni è pericoloso, vivere di illusioni, uccidendo tutte le speranze del nostro cuore è troppo per un essere umano.
Rassicurai Harry e Ron non c’era alcun motivo per cui mettersi nei guai per colpa mia, non era quello il mio posto, anche se questo non lo dissi ad alta voce. Parlare delle cose le rende reali e le cose reali fanno più male di quelle che restano relegate nei nostri pensieri, incatenate sotto una miriade di illusioni, di brillantini in plastica che distraggono con il loro brillare la nostra mente.
Eppure pur non esprimendo quel pensiero, il dolore mi colse improvvisamente come un pugno nello stomaco, avevo bisogno d’aria di uscire proprio come le lacrime che ancora una volta minacciavano di inondare il mio volto per colpa di quell’idiota borioso.
Gli occhi pizzicavano, mentre sembrava che mi fosse appena scoppiato un incendio nella gola,  ma la mia mente era troppo orgogliosa per cedere e continuava a ripetere non ora.

Non qui.

Non adesso.

Resisti ancora un po’.

Ero così contenta di tornare a scuola di essere finalmente al mio posto, già perché dopo sei anni speravo ancora che quello fosse il posto giusto per me nell’universo,  era impossibile che fossi incompatibile non con uno, ma ben con due mondi.
Negata per le relazioni umane babbane: skype, facebook,twitter, what’s app, snapchat, avevo un profilo su ogni social network immaginabile, ma in fondo è difficile costruire dei rapporti quando non si possono aver contatti per nove mesi l’anno, anche perché mandare una lettera a qualcuno è piuttosto strano, soprattutto  se questa arriva legata alla zampetta di un gufo.




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Angolo autrice:
dopo un po'  di tempo di assenza da efp ho deciso di riprovare con questa fanfic, spero che vi piaccia e vi chiedo di darmi qualche opinione anche per sapere se è il caso di continuarla.
1) La frase è stata tratta dal sesto capitolo di Harry Potter e il Principe Mezzosangue.

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Capitolo 2
*** Cambiamenti ***





Cambiamenti




Ispirai l’aria fredda di settembre, lasciando che il contatto con il vento rinfrescasse il mio volto in fiamme. Finalmente a casa. Appena arrivata a Hogwarts mi sentì tranquilla, finalmente libera.

Conoscevo quasi tutti i corridoi di quella scuola, i passaggi segreti persino alcuni che non erano sulla mappa del malandrino, era da tonti pensare che in un edificio così grande ce ne fossero solo sette, ma non li avevo mai usati non era da me infrangere le regole.

Non era da me? Beh non ne ero più così sicura.

Non riuscivo a capire cosa fosse da me, avevo sempre reagito come la gente si aspettava che facessi, ogni volta singola maledetta volta avevo reagito come tutti si aspettavano, come una ragazza responsabile, disponibile e gentile.
Ma ero completamente sicura che quella ragazzina che camminava felice per i corridoi, quello stupido riflesso che vedeva sul vetro delle credenze e su quella stupida pozzanghera sul pavimento.
Eppure cercare di piacere alla gente alla fine non aveva avuto nessun risultato, ero giunta alla conclusione che cercare di piacere alla gente non servisse assolutamente a niente. 

Mostrarsi disponibile non aveva altri risultati che quello di  essere odiati, insultati, derisi.
Nessuno mi chiamava per festeggiare, per guardare la partita insieme a me o semplicemente per chiacchierare di questioni che non comprendano un pericolo morale, o ancora peggio un esame o  una pergamena per il giorno seguente.
Ecco perché sarei cambiata avrei iniziato a mettere me e non gli altri al primo posto, non mi sarei mai più preoccupata degli altri, quello che pensavano non era affare mio, l’unica a cui dovevo piacere ero io e solo io.
Sarei cambiata, totalmente cambiata, mi recai in biblioteca verso un reparto che non avevo mai visitato.
Con l’aiuto della bacchetta feci scendere alcuni dei manuali più in alto abilmente rilegati in pelle con le scritte color oro.

Savoir faire: la strega perfetta

Charm: fai in modo che anche il tuo aspetto sia magico

Taglio e cucito: con la bacchetta

Quei titoli erano cos’ terribilmente banali da farmi ridere, ma ero sicura che al loro interno avrei trovato quello che cercavo.
Una volta  nei corridoi i miei pensieri furono sovrastati da una risatina sgradevole da oca giuliva, Lavanda Brown con una gonnellina striminzita che sembrava di due taglie più piccole  della sua rideva ad una stupida battutina di un ragazzo più grande. Mentre mi camminava accanto mi rivolse uno sguardo schifato riuscendo a soffermarsi ( pur senza guardarmi per più di trenta secondi ) sulla faccia struccata, su quel piccolo brufolino sulla narice sinistra, sulle unghie mangiucchiate e poco curate con cui stringevo al petto i libri per portarli in dormitorio.
Credeva di essere così speciale. non ci voleva tanto a truccarsi mettersi  addosso uno striminzito pezzo di stoffa e ridere alle battute di un ragazzo e soprattutto per farlo non era necessario non riuscire in nient’altro come faceva lei.

Iniziai dalle basi semplici incantesimi per i capelli e per la pelle. In un giorno riuscì dopo alcuni tentativi ad ottenere dei boccoli morbidi, proprio il tipo di capelli che mia madre aveva sempre sognato per me quando mi torturava da bambina con una spazzola in mano tentando invano di sciogliere tutti in nodi di quella massa informe più simile ad un nido d’uccelli che ad una testa.

Provai anche con qualche incantesimo sul trucco, ma alla fine riuscì solo a sembrare un panda con un occhio solo ecco perché per un giorno solo decisi di lasciar perdere e dedicarmi a andare un po’ aventi nel programma di storia della magia e trasfigurazione.

Il giorno dopo sarebbero iniziate le lezioni e io non sarei stata impreparata.



In Sala Grande


La prima cena ad Hogwarts, potevo capire quei bambini che tremavano come dei pulcini bagnati. Nel mio primo giorno avevo capito finalmente perché il mondo babbano e i babbano fossero così inadatti a me, mi aveva portato ad essere felice.



Una piccola bambina stringeva al petto il suo giocattolo preferito, non un orsetto di peluche o una bambola come tutti gli altri nella stanza, qualcosa di un po’ anomalo per una bambina: un libro illustrato di favole, le favole più belle di tutti i tempi. Ma il fatto che lei non fosse come tutti glia altri non era passato inosservato, neanche a dei bambini di cinque anni.
Perché a volte i bambini sono così sinceri da risultare crudeli.
O forse- come pensavo io – solo crudeli.
Strega Strega
Sei una strega
Strega strega
Sei una strega
Cantavano girandole intorno in un allegro girotondo mentre lei non voleva far altro che piangere
.




Non era giusto che lei non avesse un posto nel mondo, che nessuno fosse in grado di accettarla di amarla nonostante tutti i sui sforzi.
Per mia fortuna potevo riuscire  a continuare tutti i corsi al contrario di Neville, che stava parlando con la McGranitt. La sua vocina usciva fuori come se fosse quella di un bambino sottile e spaventata.
Quando finì di parlare sembrò sollevato e riprese finalmente a respirare, mentre la professoressa si avvicinava ad un altro gruppo di studenti.
-Ti stanno bene i capelli, Hermione. –
-grazie, Neville-
-I capeffli - Ron alzò gli occhi dal piatto e parlò ancora con la bocca piena.
Neville era l’unico che si era accorto di quel piccolo- grande cambiamento.



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Angolo autrice:
dopo un po' di tempo di assenza da efp ho deciso di riprovare con questa fanfic, spero che vi piaccia e vi chiedo di darmi qualche opinione anche per sapere se è il caso di continuarla.

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Capitolo 3
*** Mele verdi ***




Con Piton avremo imparato ad eseguire gli incantesimi non verbali. Dando uno sguardo al resto della classe molti stavano solo fingendo di non parlare, pronunciando le formule a bassissima voce, mentre altri erano diventati rossi a furia di tener la bocca chiusa, per non farsi sfuggire neanche un sussurro, non era una buona idea iniziare a far perdere punti alla propria casa il primo giorno di lezione.
Dopo pochi minuti riuscì ad eseguire uno schiantesimo, questo avrebbe fatto guadagnare 20 punti a grifondoro con qualunque altro professore, ma non con Piton.
Che ingiustizia.

“Patetico, Weasley,” disse Piton dopo un attimo. “Ecco, lascia che ti mostri…”

Girò la sua bacchetta verso Harry, così veloce che Harry reagì d’istinto. Dimenticandosicompletamente di non dover parlare, gridò, “Protego!”

Il suo Incantesimo Scudo fu così forte che Piton perse l’equilibrio e colpì un banco.

L’intera classe si voltò e ora guardava l’espressione minacciosa di Piton che si era
rialzato.

“Ti ricordi che ho detto che ci si doveva esercitare in incantesimi non verbali, Potter?”

“Si,” rispose Harry duro.

“Si, Signore.”

“Non c’è bisogno che mi chiami «signore», Professore.”

Le parole gli erano sfuggite prima di rendersi conto di cosa avesse detto. Parecchie

persone rimasero a bocca aperta, inclusa me. Come aveva potuto dire una  cosa del genere

“Punizione, sabato sera, nel mio ufficio,” disse Piton. “Io non ho preferenze per nessuno,

Potter… nemmeno per il «Prescelto»”.

“Sei stato eccezionale, Harry!” Ridacchiò Ron, una volta che furono al sicuro sulla via dell’intervallo per la lezione successiva.

“Non avresti dovuto dirglielo,” dissi io. “Che ti aveva fatto?”

“Stava cercando di mandarmi una fattura”

“Ci stavamo esercitando Harry è normale ricevere attacchi in una lezione di Difesa”

Perché non riusciva a capirlo il fatto che gli stesse addosso era positivo, lo avrebbe preparato per… be lo avrebbe preparato per ogni evenienza.




  @@@@@@@@@@@@@@ a lezione di Pozioni @@@@@@@@@@@@@



Lumacorno ci aveva chiesto di riconoscere alcune pozioni,avevo risposto  correttamente a tutte le sue domande

e lui sembrava piuttosto impressionato, “ma penso che sappiate cosa fa?”

“È la più potente pozione del mondo!” dissi.

“Quasi giusto! L’hai riconosciuta, presumo, dal suo aspetto madreperlaceo?”

“E dal vapore che sale in spirali caratteristiche,” continuai, “e si suppone che odori in maniera diversa per ognuno di noi, a seconda di ciò che ci attrae, e
io direi che può profumare di erba tagliata e pergamena nuova e…”

e mele verdi.  Mele verdi?

Le mi guance divennero improvvisamente calde, abbassai lo sguardo iniziando a riflettere.

Nemmeno mi  piacevano le mele verdi.

“Posso chiederti il tuo nome, mia cara?” Disse Lumacorno.

“Hermione Granger, Signore.”

“Granger? Granger? Puoi avere qualche discendenza con Hector Dagworth-Granger, che

fondò la Più Straordinaria Società di Pozionisti?”

Abbassai lo sguardo di nuovo doveva essere deludente, il fatto ce io per alcuni magi non dovessi essere nemmeno nella sua classe.

“No. Non credo, Signore. Io sono nata da Babbani.”

“Oh! «Una delle mie migliori amiche è nata Babbana, ed è la migliore nel nostro anno!»

Penso che questa sia l’amica di cui hai parlato, Harry?”

“Si, signore,” rispose Harry.

“Bene, bene, darò venti punti ben guadagnati a Grifondoro, signorina Granger.”

 “Gli hai veramente detto che sono la migliore del nostro anno? Oh, Harry!”

“Be’, e cosa c’è di strano?”

Harry riusciva sempre a capire quando avevo bisogno di lui.

Spuntava dal nulla come munito di ali il mio angelo dagli occhi verdi e mi salvava dall’oblio in cui stavo precipitando ogni volta lui interveniva e mi faceva sentire al mio

posto.



@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@



Mi appoggiai al suo petto come facevo sempre quando qualcosa andava storto. Era una cosa tra noi lui in quanto capitano della squadra di quidditch aveva accesso al bagno dei prefetti quindi non era difficile arrivare a quel contatto che era curativo per entrambi.
Come quando lui tornava esausto dalle lezioni di occlumanzia e l’unico modo per farlo addormentare nonostante le occhiaia violacee che gli circondavano gli occhi era appoggiarsi alla mia spalla.

“Sai Herm da Lumacorno ho visto un foto di mia madre” iniziò lui “ti somigliava, guardandola ho notato che lei emanava la stessa  sicurezza e allo stesso tempo la stessa dolcezza che ogni persona non può far a meno di sentire quando ti sta accanto.”

“Harry”

“Non dire Harry con quel tono, è la verità”

“Cambiando discorso, che odore hai sentito a Pozioni? Non so perché credo che centri con una certa rossa di nostra conoscenza.”

Lui diventò rosso ed iniziò a farmi il solletico.




Angolo autrice:
Spero che il capitolo vi piaccia. I dialoghi sono stati presi quasi tutti  da Harry Potter e il Princioe Mezzosangue e poi sono stati modificati  ai fini della storia.

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