The Hell || Narry

di Xhorams93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


NIALL'S POV

Odio le discoteche, come ha fatto Louis ha convincermi a venire? Non ce la faccio più!
Vado verso un po’ di ragazze, ma appena mi vedono arrivare se ne vanno, ovvio, è sempre così, la gente non mi vuole mai stare vicino, da quando ho fatto quella cosa, nessuno è più mio amico, solo Lou mi è rimasto accanto, e gli devo molto.

Lo cerco tra la folla e finalmente lo trovo, circondato da ragazze come sempre e con il sorriso malizioso sulle labbra, decido di allontanarmi così da non disturbarlo ed esco a prendere un po’ d’ aria.
Ohh, finalmente si respira, mi sistemo un po’ i vestiti e mi vado a sedere su una panchina.
All’ improvviso qualcosa mi prende per le spalle e mi mette un panno sulla bocca, dopo poco mi sento mancare e svengo.

-dal risveglio in poi la storia è al passato-

Sentii delle voci parlare, aprii gli occhi e mi ritrovai su un letto tutto bianco, a fianco a me c’ erano altri ragazzi che dormivano, qualcosa si mosse di fianco a me e mi girai di colpo, era un letto matrimoniale e con me vi era un ragazzo dai capelli ricci scuri che dormiva beatamente, sembrava un angelo.

Una porta si aprì e sobbalzai,un uomo vestito di nero entrò e fece un fracasso enorme con dei piatti, il ragazzo riccio si alzò di colpo per lo spavento e li vidi i suoi occhi, erano verdi, ma pieni di paura, si girò verso di me con fare interrogativo ma scrollai la testa.  La persona di prima aprì bocca, “su sfaticati! Oggi dovete lavorare molto se non volete morire!” urlò ridacchiando malignamente, presi le mie scarpe e le misi, il riccio fece lo stesso e ci avviammo alla porta insieme agli altri ragazzi.

“Uh, voi dovete essere i nuovi arrivati, benvenuti all’ inferno” ridacchiò un ragazzo bruno e di carnagione scura, “c-come l’inferno?” riuscii a chiedere solo questo, ma avevo mille domande che mi passavano per la testa, per esempio mi chiedevo dove stesse Lou, chi mi aveva portato qui, e molto altro.

“Si biondino, qui ci usano come schiavi e ci preparano per la grande lotta finale” ridacchiò il ragazzo castano di fianco a lui, io ed il riccio ci scambiammo sguardi straniti e impauriti per poi sederci ad uno dei tavoli per la colazione.

Finito di mangiare decisi di parlare un po’ con il riccio.

“Hey, come ti chiami?” chiesi con un sorriso leggero.

“H-harry…” quasi sussurrò lui.

 "Piacere, io sono Niall” risposi.

“Tu non sei uno che parla molto vero?” chiesi, scrollò la testa e annuii.

“Schiavetti!! È l’ora di andare a lavorare, quelli nuovi vengano con me nell’ altra stanza che indicherò io, vi spiegheremo un po' come funziona l’ inferno” ridacchiò alla fine e mi morsi il labbro inferiore, non ci capivo nulla cavolo!! Harry rimaneva impassibile, lo osservai un po’ mentre gli altri uscivano dalla stanza, era estremamente dolce,  i suoi ricci gli arrivavano quasi alle spalle, e ogni tanto si spostava i capelli indietro, e capii che lo faceva sempre quando era nervoso o agitato.

“Voi nuovi arrivati seguitemi subito o vi farò vedere cos’è il vero dolore! Muovetevi pecoroni” rimasi sotto shock per qualche secondo per le parole dure e gli occhi iniziarono a pizzicarmi, mi morsi il labbro ed io e Harry andammo con gli altri dove l’uomo ci aveva indicato. Entrammo in una stanza con tantissimi uomini vestiti di nero ad osservarci come se fossimo merda, avevano tutti uno sguardo duro e schifato.
Ci fecero sedere su delle specie di sedie antiche, si spensero le luci e sobbalzai dal frastuono che ci fu dopo, un grande schermo si accese davanti a noi come se fossimo al cinema e qualcuno apparì sullo schermo, una donna e un uomo con dei sorrisi a 32 denti.

Avevo estremamente paura.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


“Benvenuti all’inferno miei bei schiavetti” urlò la donna sullo schermo, il suo trucco era indecente, aveva almeno un barattolo intero di
Niall!! Ma che vai a pensare!! Tu sei etero!! Sono solo confuso….no?

Distolsi lo sguardo rapidamente.
Non lo conoscevo nemmeno. Spinsi quel pensiero nel retro della mia testa e mi concentrai sulla spaventosa donna allo schermo.

“Ohh, siete così belli, credo proprio che mi dispiacerà non vedere più dei bei visi come questi” sorrise l’uomo, lui aveva una barba che gli arrivava fino al petto, molto molto molto bizzarro. Rimasi impalato finche continuò, “questo è il vostro primo giorno, e non vi faremo stancare molto, i ringraziamenti più tardi hihi” sogghignò l’uomo, “vi daremo dei vestiti nuovi per il lavoro e per gli allenamenti” continuai ad osservare sempre più confuso….che ne volevano fare di noi?

“Bene, capirete tutto col tempo piccoli miei, ora seguitemi pure, vi assegnerò i vostri lavori!” canticchiò a voce alta la donna, “ohh, che sbadata non mi sono ancora presentata, io sono Mrs. Vuitton, e lui è Mr. Collins, dovrete darci sempre del  voi e portarci rispetto, o le nostre pene sono dure” rise la donna, e lo schermo si spense, la luce si spense rivelando i due corpi vicino ad un portone gigante.

Tutto qui era gigante.

Ci alzammo e come una mandria di pecoroni la seguimmo, Harry e io stavamo sempre insieme, credo per….paura?
La stanza oltre alla porta era immensa, grandi lampade di tutti i colori brillavano sulle pareti, il pavimento era dorato e in fondo c’ erano delle cabine enormi.
“Uno alla volta entrerete in queste cabine dove sceglieremo chi sarà all’ altezza di essere usato come schiavo, chi non lo sarà verrà mandato nelle nostre prigioni, chi sarà all’ altezza oltre a diventare nostro schiavo come ho gia detto….verrà preparato per la grande lotta finale” a quel nome sobbalzai e strizzai gli occhi sperando di risvegliarmi nel mio appartamento.

Mi girai e rigirai mentre uno ad uno entravano in queste stanze, Harry dietro di me, e li notai una cosa.
Eravamo tutti maschi! E devo dire anche belli, cioè, io non ero così bello, perché hanno preso, o meglio, rapito solo me? Cioè per fortuna Lou era al sicuro, o almeno, credevo, speravo, lui era il mio migliore amico e gli volevo un bene dell’ anima, non avrei sopportato di vederlo schiavizzato come stavo per diventare io.
Al pensiero rabbrividii e sperai che l’ esame che si doveva affrontare sarebbe stato facile, non volevo per nulla al mondo morire in una lurida prigione chissà dove.

Già, dov’era questo posto che chiamavano “inferno”?  Dove diavolo mi trovavo?

I miei occhi iniziarono a pizzicare, così decisi di archiviare quei pensieri e di concentrarmi sull’ esame che stavo per affrontare.
La fila diminuiva sempre di più e quando fu quasi arrivato il mio turno senti un urlò disperato arrivare dalla cabina a fianco a me, le urla aumentavano e aumentavano senza sosta, il mio cuore incominciò a battere sempre più forte, le gambe mi iniziarono a tremare e se una presa ferrea non mi avesse trattenuto sarei caduto e svenuto alla visione che mi trovai davanti….

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