i won't mind

di xstarryskyx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** See you ***
Capitolo 2: *** Stalker ***



Capitolo 1
*** See you ***


Ed eccolo lì, in fondo al corridoio, si trovava davanti ad una porta bianca, probabilmente quella del bagno dove immaginavo andasse per fumare una delle sue solite sigarette.
Sapevo che Zayn preferiva vagare per la scuola piuttosto che stare in classe dal semplice fatto di vederlo dovunque tranne in quel posto.

Era sempre solo e mi chiedevo se erano gli altri ad evitarlo oppure era fatto così.
Zayn era quel tipo di persona che mi incuriosiva, dal suo aspetto al suo carattere.

Era diverso e misterioso.

La porta del bagno si aprì ed uscirono due ragazzi e una ragazza, inutile dire cosa si faceva là dentro.
Ed era questo uno dei motivi per cui non ci entravo mai.

Non so con quale coraggio il moro si spostò dal muro su cui stava appoggiato poco prima ed entrò con fare indifferente.

Non sapevo quanto tempo era passato ma speravo solo che nessuno mi avesse visto.
Continuai a salire le scale su cui mi ero fermata e tornai al mio piano.

La mia classe era la più piccola ma anche la più luminosa.
Entrai dentro e il professore smise di parlare appena varcai la soglia.

"Stone, ha deciso di fermarsi a bere qualcosa al bar mentre andava a prendere le fotocopie?" ironizzò puntando il suo sguardo verso di me.

"Se voleva qualcosa anche lei glielo portavo" risposi a tono.

Non era la prima volta che rispondevo male, avevo il mio carattere e i professori lo sapevano, per questo si erano abituati e arresi.
Passai il primo anno in presidenza almeno per un intero quadrimestre a causa del mio attegiamento e rischiai anche la bocciatura.

"Vada a sedersi signorina"

Andai verso il mio posto, quello vicino al muro in penultima fila. Il mio compagno di banco era Colin, un ragazzo strano a cui piaceva filosofia, cosa del quale sarei del tutto estranea se non fosse per le sue frasi e tutti i ragionamenti che gli vagano in testa.
Era un tipo sveglio e intelligente, passavo la maggior parte del tempo con lui sia dentro che fuori scuola.
Lo consideravo come il mio migliore amico.

"Che hai fatto per tutto questo tempo?" mi domandò sottovoce.

"Niente" alzai le spalle.

Mi guardò ancora una volta e riprese a scarabbochiare sul suo diario.

"I tuoi occhi nascondono qualcosa" disse dopo un pò.

"Non iniziare..." lo ammonì.

"Sai che puoi parlarmene"

"Sì" dissi con tono stanco.

Anche se non volevo parlare di Zayn con lui, sapevo che lo avrebbe scoperto.
Colin ed io non avevamo segreti ma nemmeno la mia mente sapeva cosa stava succedendo.

Avevo iniziato ad osservarlo da qualche settimana. Era arrivato l'anno scorso in seconda ma non ci avevo dato molta importanza, dovevo rimediare con i voti.
In giro dicevano che veniva da Bradford, solo questo sapevano.

*****

Novembre era appena iniziato. Odiavo Novembre. Odiavo tutti i mesi freddi, l'inverno pareva così spento per me. Noioso.

Colin mi aveva portata sugli scogli vicino al porticciolo, ci venivamo spesso.

Fortunatamente era una bella giornata soleggiata.

Il suo ciuffo biondo era alzato come sempre e i suoi occhi verdi-azzurri risplendevano alla luce del sole che sarebbe tramontato a breve. Guardava il mare davanti a sé.
Qualcuno poteva scambiarci per fratelli, ci assomigliavamo molto fisicamente, e qualche volta era capitato ma lui era decisamente più bello.

"Dicono che guardare il mare aiuta, ma solo se lo guardi bene" tirò fuori.

"Perché dovrebbe aiutare? E in cosa?"

"Dipende, ognuno ha risposte differenti"

"Tu ci credi?" domandai anche se la risposta potevo benissimo immaginarla.

"Sì" sorrise guardando ancora quella distesa di acqua calma.

"Non avevo dubbi"

"Se non provi non lo saprai mai. Si chiama carpe diem" e si voltò verso di me.

"Cos'è, il tuo nuovo motto?" alzai le sopracciglia sorridendo.

Non so cosa trovasse di tanto divertente nei motti ma ogni volta ne aveva uno pronto.

"Dovresti ascoltarlo anche tu" parlò tranquillo.

"Cogli l'attimo" ripetei il significato di quella parola ad alta voce "Come fai a sapere così tante cose?"

Se c'era una caratteristica che gli invidiavo era proprio quella, perché nessuno poteva essere colto come Colin o almeno, io non ne conoscevo.

"Sono solo un ragazzo sveglio, Sarah"

Ed era vero.

"Anche tu lo sei, solo che non lo sai" affermò.

Forse aveva ragione, come sempre.
Le mie osservazioni e riflessioni non erano mai uscite a parole e non mi ero posta il problema fino ad ora.

Forse anche guardare e studiare Zayn ne era una prova.

"Tutti abbiamo più parole di quanto pensiamo di avere" continuò.

"Siamo solo ciechi, troppo"

"Vedi? Solo una persona sveglia poteva rispondere così" il suo sorriso ricomparve ancora più grande di prima, ravvivandogli il viso.

"Hai finito?" chiesi ridendo.

"Guarda che non ti stavo prendendo in giro"

Feci finta di non ascoltarlo e mi alzai.

"Dai andiamo"

Eravamo per strada, mano nella mano, quando lo vidi.
Staccai la presa e cacciai entrambe le mani nella tasca del giubbotto.

A quei gesti il mio amico si girò e "Che c'è?" chiese.

"Ho freddo" mi inventai una scusa al momento.

"Quello non è Malik?" parlò portando i suoi occhi sul ragazzo moro.

"Malik?"

"Sì. Zayn Malik, quello della nostra scuola"

E così Zayn aveva anche un cognome finalmente.
Zayn Malik era anche pronunciabile, suonava bene.
Oltre ad avere un aspetto intrigante pure il suo nome aveva qualcosa.

"Lo conosci?" domandai con fare distratto. La mia curiosità non doveva essere troppo vistosa.

"Non molto. Frequenta un mio corso"

Nel frattempo lui camminava davanti a noi, era lontano ma non volevo ci sentisse.

"Allora delle lezioni le segue" uscì dalla mia bocca.

Rimproverai me stessa mentalmente.
Sveglia ero sveglia ma Colin non doveva avere troppe prove e certezze con questo.

"Cosa intendi?"

"Lo vedo spesso per i corridoi e ho semplicemente pensato che non fosse interessato alle materie"

"Oh ti sbagli. In arte moderna è uno dei più bravi. Disegna davvero bene e anche di teoria è abbastanza preparato"

Guardai ancora una volta quel ragazzo che aveva aumentato il passo e anche il mio interesse.

Forse dovevo iniziare anche io lo stesso corso pensai, ma no, il mio talento non era esattamente il disegno.

"Oh, sorprendente" mi limitai a dire.

Svoltammo a destra e persi Zayn dalla mia visuale.

Il sole non c'era più e il freddo iniziava a prendersi le mie ossa.

Casa mia era poco più in là dal punto in cui ci trovavamo, abitavamo in vie diverse ma Colin ci teneva sempre ad accompagnarmi.
La strada sembrava abbandonata a se stessa, i cespugli ad incorniciarla e i lampioni che illuminavano non più di due piastrelle del marciapiede. Così arrivammo davanti ai due gradini di quella che si poteva definire una piccola villetta da quartiere povero, la mia.

"Domani me la bosso" dichiarai.

"Perché?"

"Perché non ci tengo a passare le giornate rinchiusa in quella scuola. Ho bisogno di una pausa e ho deciso domani"

"Avrai anche tutte le materie sufficienti quest'anno ma non vuol dire che devi ricominciare con i tuoi giri" la sua voce che da una parte era seria e dall'altra preoccupata.
Era fatto così, lui. Non voleva vedermi come gli anni passati, nella merda.

"Non metterti ansia addosso che non ce n'è bisogno" lo rimproverai.

Mi guardò cercando di leggermi nei pensieri ma sapeva che sarebbe stato inutile, non ero trasparente.

"Ci vediamo poi" mi salutò accennando un sorriso e tornò sui suoi passi.

Entrai in casa, non c'era ancora nessuno. Così andai in camera mia e mi buttai sul letto.

Domani l'avrei seguito.

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Capitolo 2
*** Stalker ***


Le 11:45 ed ero ancora sotto le coperte. L'ultima campanella sarebbe suonata alle 12.30 e Zayn sarebbe uscito. Avevo ancora del tempo.
Mi alzai dal letto e mi preparai per uscire.

"Ciao ma" salutai mia madre quando la raggiunsi in cucina.

"Hey, niente scuola oggi?" rispose senza girarsi.

Per lei non era un problema o almeno non più. Quest'anno stavo portando buoni voti e facevo meno assenze.

"No"

Posò un piatto in tavola, c'erano due uova saltate in padella, quello sarebbe stato il mio pranzo di oggi.

"Dai mangia un pò" disse.

Mi sedetti al tavolo e ingerii quel poco e niente, non mi piaceva mangiare e meno lo facevo più stavo meglio.

"Devo uscire" mi alzai mentre invece lei si stava per sedere.

"Vai da Colin?" mi guardò sorridendo.

Mi ricordai di quando lo portai a casa e si presentò alla famiglia, conquistò subito tutti. In fondo era il mio unico amico ai quei tempi.

"Mmh si, no. Devo fare delle commissioni"

"Quali commissioni?" e trovare una scusa era difficile, mentire a mia madre lo era.

"Faccio un giro" sbuffai "Ritorno per cena"

"D'accordo" il suo sguardo ne sapeva di amarezza.

Colin non era l'unico a preoccuparsi di me e del mio passato, lei fu la prima a farlo.

"Starò bene" le lasciai un bacio sulla fronte e uscii di casa.

Arrivai vicino alla scuola giusto in tempo alla campana. Mi nascosi dietro al parcheggio anche se la visuale non era delle migliori. La grossa porta venne aperta dai ragazzi e all'improvviso una marea di altri studenti uscirono dopo di essi. Un miscuglio di voci a riempire lo spazio attorno all'edificio.

"Che fai qui Stone?" Al mio fianco arrivò Paul, vecchia compagnia.

"Tu che fai?" parlai tenendo lo sguardo sulle persone a poca distanza da noi.

"Aspetto Valery"

"State insieme?" chiesi con calma.

Paul fu il mio ragazzo per tutto il primo anno, era nel gruppo con cui passavo il tempo. Al secondo avevo deciso di lasciarlo per avere più tempo per recuperare le materie, ero insufficiente in quasi la maggior parte dei corsi. Lui capì e restammo amici.

"Sì, da poco" mi guardò.

Era stata difficile per entrambi.

Poi lo sentii frugare nelle sue tasche, tirando fuori un pacco di sigarette.

"Vuoi?" me ne offrì una.

"No, grazie" sorrisi.

"Non fumi più?" domandò mentre ripose la sigaretta nel pacco e accese quella che teneva in bocca.

"Sto cercando di smettere"

"Ti da fastidio?" indicò la cosa.

Ma dall'uscita spuntò quel ciuffo nero corvino e mi affrettai "No, tranquillo devo andare. Ci si vede"

Mi spostai più a destra, camminai sempre lungo il parcheggio. Non potevo perderlo di vista.

"Stai attenta che devo uscire!" mi urlò una ragazza riccia alla guida.

Andai sul marciapiede e alzai la testa per controllare che non fosse sparito.
Non stava fumando ed era già uno strano segno. La gente intanto era diminuita, chi non aveva fretta di andarsene a casa?

Zayn proseguì nella via che di solito prendevo quando volevo allungare il tragitto.
Era solo e camminava tranquillamente.

Non avevo un piano se non quello di seguirlo. In realtà non avevo idea del perché lo stavo facendo.

Si fermò più avanti, di fronte a un condominio di sei piani. Era un piccolo palazzo di un marroncino-giallo, uguale agli altri due affianco.
Non avevo mai dato tanta importanza ad essi prima d'ora.

Il cellulare, che dimenticai di mettere in silenzioso, suonò all'improvviso. Per strada non c'era molta gente e rieccheggiò fin troppo. Colin mi stava chiamando.

Mi voltai di nuovo verso Zayn che si girò nella mia direzione. Fantastico.
Scattai all'indietro girandomi verso la parte opposta e risposi "Cosa vuoi?"

"Che stai facendo?"

"Niente" cercai di tenere un tono normale.

"Alza lo sguardo davanti a te" e riattaccò.

Feci come mi disse e lo trovai a pochi chilometri da me con un sorriso beffardo a ricoprirgli la faccia. Lo raggiunsi imbarazzata. Ero stata beccata.

"Che fai mi segui?" parlai mettendomi le mani sui fianchi.

"Ti ho vista quando sono uscito da scuola"

"E quindi? Te l'ho detto che bossavo" alzai le spalle.

"Appunto. Perché eri lì? Chi dovevi vedere?"

"Nessuno"

"E allora perché sei venuta? Pensavo volessi accompagnarmi a casa ma era troppo anormale, di solito sono io a farlo" sorrise alzando un sopracciglio.

"Non sapevo cosa fare. Ma dai ti accompagno, devo ricambiare il favore" sorrisi a mia volta.

"Che bugiarda" rise "chi seguivi, è?"

Presi un attimo di silenzio per pensare, avrei dovuto dirglielo? "Malik" guardai in basso. Sapevo sarebbe venuto a galla.

"Wow" parve sconcertato e si passò una mano dietro il collo "come mai?"

Alzai le spalle "È misterioso, tutto qua"

"È solo un tipo silenzioso" iniziò a camminare "ma che vuoi fare la stalker?"

"No! Sono solo curiosa" mi difesi.

"Sarà..." sospirò "e Paul?" cambiò discorso.

"Niente. Si è messo con Valery"

"Ah carina" annuí "come l'hai presa?"

"L'ho lasciato io ti ricordo" dissi puntandogli lo sguardo contro.

"Sì, ma eri costretta" si voltò un attimo per guardarmi.

"Sto bene" appoggiai una mano sulla sua spalla.

"Okay"

I miei capelli biondi balzavano a ritmo dei nostri passi. Mi sono sempre piaciuti cosí lunghi, donano un'aria selvaggia.
Ficcai le mani nelle tasche dei jeans un pò consumati e guardai il cielo.
In questi giorni era sempre grigio, ma si sa che a Londra è così.
Vivevamo nella parte vecchia, povera che non si trovava poi così distante da quella conosciuta.
Era così differente ma bella nel contempo. Trovavo qualcosa di unico e vero in queste strade.

"Vieni a casa?" chiese Colin dopo un pò.

"Sì"

La casa di Colin era messa meglio della mia. Era bianca e aveva un piccolo giardino sul retro. Mi piaceva stare lì.

"Non ci sono i miei" avvisò quando entrammo.

Posò il suo zaino a terra e si buttò sul divano chiudendo gli occhi.
Mi avvicinai accanto a lui che mise il suo braccio dietro le mie spalle.
Restai immobile a fissare il quadro davanti a me che ritraeva una donna. Mi concentrai sui colori neutri e i vari dettagli. Non ero un'appassionata di arte, non me lo potevo permettere ma mi piaceva rimanere ad osservare ogni particolare. Un libro, un fiore, un uomo che correva per prendere la metro.
Mi appoggiai alla spalla di Colin e chiusi gli occhi addormentandomi insieme a lui.

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