Come back for more

di Jenna_Alive
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** You make me wanna die ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



“Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo"


Alyssa Moody ha 21 anni, nata a Los Angeles vive a Sydney con sua madre da 16 anni a causa della separazione dei genitori.
Ha un fratello Ivan, 25 anni, restato in America con il padre, a causa di un brutto incidente quest ultimo muore e Ivan grazie all’aiuto dei suoi migliori amici, nonchè membri della band “Five Finger Death Punch”, si trasferisce in una nuova casa condivisa con loro: Jason Hook e Jeremy Spencer.
Non divulghiamo troppo, perché la protagonista è Alyssa e racconteremo la sua storia.
Alyssa, capelli lunghi e nero corvino, occhi azzurri e una corporatura media, ha tatuaggi su entrambe le braccia e alcuni sulle gambe ma quello che spicca di più è sicuramente è il teschio con ali che ha sul dècolleté, ha inoltre il septum al naso e una grande passione per la musica e il canto.
Alyssa decide finita la scuola a Sydney di ricongiungersi con il fratello a Los Angeles con il quale non ha mai smesso di scriversi e video chiamarsi, sia con lui che con il resto dei Five Finger Death Punch, diventati ormai fratelli per lei.






Note dell'autore:

Ciao a tutti, questa è la mia prima fanfict sui Five Finger Death Punch, recensite e fatemi sapere se vi piace o no. :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


      10 Giungo, giorno della partenza

Mi sveglio, dopo una notte passata a pensare a come sarebbe stata questa nuova vita che avevo deciso di iniziare, eh si, oggi è il grande giorno, parto per Los Angeles, la mia città natale, troppi anni passati lontani da mio fratello Ivan, mi manca molto e soprattutto dopo la morte di nostro padre volevo stargli vicino così mi sono decisa a tornare in America, qui a Sydney è tutto fantastico ma manca qualcosa, qualcosa che qui non sono riuscita a trovare.

Ho passato gli ultimi cinque anni a dedicarmi completamente alla musica e al canto all’ Australian Institute of Music, il canto una passione che io e Ivan condividiamo da molto tempo, lui ha un gruppo i “Five Finger Death Punch” li adoro, sono come fratelli per me, Jason, Jeremy, Zoltan e Chris. Non ho mai avuto l'opportunità di vederli di persona ma tramite le video chiamate.

Forse è meglio alzarsi o farò tardi; mi faccio una doccia veloce, asciugo i capelli, indosso una t-shirt degli Slipknot, leggins neri e le mie solite vans nere, mi trucco con un filo di eyeliner e mascara, scendo per la colazione dove al bancone trovo mia madre intenta a preparare caffè latte e fette di pane tostate con burro e zucchero. 

“Buongiorno dormigliona, anche in un giorno così importante dormi fino a tardi?” dice girandosi e abbracciandomi.

“Già, non perderò mai questa mia abitudine” ricambio l’abbraccio e mi siedo per fare colazione.

Mi mancherà molto, incarna la tipica donna australiana, capelli biondi, occhi verdi e carnagione chiara. Per fortuna dopo quanche anno che i miei si sono separati è riuscita a trovare una persona dolce e affettuosa, Alex. 
Mia madre purtroppo non ha passato bei momenti da quando ce ne siamo andate da Los Angeles per via di mio padre che non smetteva di bere e farla finire sempre nei casini, ci siamo dovute rifare una vita da sole, lei con un doppio lavoro per potermi pagare gli studi e non un attimo di tempo libero da dedicare a se stessa, ma da quando ha conosciuto Alex è come se fosse rinata e io ne sono più che felice, la lascierò in buone mani.

“Allora hai avvisato Ivan di venire a prenderti all’
aeroporto?”

“Si” dico finendo di bere il mio caffè latte “Arriverò alle 2:45 di pomeriggio, mi verrà a prendere con Jason e Jeremy”

Finita la colazione torno in camera per sistemare le ultime cose, prendo la mia valigia blu da sopra il letto, la chiudo e prendo anche il  borsone posto vicino alla porta, uscendo dalla stanza do un’ultima occhiata, il letto ancora disfatto al centro della stanza illuminato dalla porta finestra posta alla sua sinistra, l’armadio ormai vuoto e la scrivania nell’angolo della stanza; chiudo la porta un'ultima volta e scendo le scale.

“Allora tesoro sei pronta?” dice mia madre con le lacrime agli occhi.

“Si, sono pronta” le rispondo con voce tremolante.

Usciamo di casa e saliamo in auto.
Mentre percorriamo la strada per l’aeroporto lei non fa che alternarsi a pianti e raccomandazioni varie, sul fatto di non uscire la sera da sola, di non fare casini e molte molte altre cose. Ma si ricorda che ho 21 anni? Boh, comunque io non faccio altro che rassicurarla dicendogli che la chiamerò ogni giorno e non metterò nè io nè gli altri nei casini. Durante il viaggio mando un messaggio a Ivan per avvisarlo che tra poco partirò:

"Siamo quasi arrivate in aeroporto, ricordati di venirmi a prendere! :)"

Ivan: "Tranquilla, mica mi scordo di venire a prendere la mia unica sorellina! ;)"

"A dopo fratellone, un bacio :P"

Una volta arrivate controllo il cartellone delle partenze e imbarco la mia valigia sul nastro trasportatore. Il momento è arrivato, abbraccio forte mia madre con gli occhi gonfi e pieni di lacrime.

“Mi raccomando tesoro stai attenta e abbraccia Ivan anche da parte mia” mi dice accarezzandomi la guancia.

“Tranquilla mamma, sarà fatto, ci sentiamo presto” le do un ultimo abbraccio e m’incammino per il gate. 

Incontro l’hostess che gentilmente mi chiede il passaporto, glielo pongo e mi fa accomodare al mio posto, "ok ora mi aspettano 13 ore di aereo" penso mentre metto le cuffie, mi addormento ascoltando la musica e qualche ora dopo vengo svegliata dall’hostess di prima che mi chiede se voglio qualcosa da mangiare, accetto e mi porta un sandwich di tonno e insalata, lo divoro e mi rimetto a dormire.
Per fortuna le ore passano in fretta e vengo svegliata dal messaggio del pilota che informa dell’atterraggio a Los Angeles.
Ci siamo, non vedo l’ora di vedere mio fratello.
Scendo frettolosamente dall’aereo e mi dirigo al nastro per prendere la mia valigia, esco dall'aeroporto ed eccolo, non ci posso credere mio fratello è li davanti a me, capelli rasati, occhi azzurri e qualche tatuaggio qua e là sulle braccia, gli corro incontro e lo abbraccio con forza:

“Alyssa, sei qui,bestiolina mia, io…non ci posso credere” dice stritolandomi in un abbraccio che sembra infinito. Noto che anche lui sta piangendo, (eh si è solito chiamarmi con quel nomignolo che tanto odio, ma in questo momento non ribatto e lo stringo forte a me.)

"Da quanto tempo fratellone, allora come stai?" dico sciogliendomi dall'abbraccio.

"Ora sto molto meglio, e mamma come sta?"

"Sta bene, ti manda un abbraccio forte" 

Mi giro e vedo Jason e Jeremy con gli occhi lucidi e un sorriso che va da una parte all'altra del viso. 
Jason ha i capelli neri, più corti ai lati e di colore rosso, alto, una corporatura abbastanza muscolosa e una marea di tatuaggi come Jeremy che invece ha i capelli neri e biondi con la cresta.

"Jason! Jeremy! Che bello vedervi" urlo a squarciagola facendo girare delle persone.

"Alyssa, finalmente sei qui, pronta a vivere insieme a tre musicisti fuori di testa?" mi dice Jason stringendomi a se.

"Prontissima!"

I ragazzi mi aiutano con i vari bagagli e ci dirigiamo all'auto, dopo averli messi nel bagagliaio, mi siedo davanti, vicino a mio fratello, Jason e Jeremy sui sedili posteriori. Ora, dritti verso casa, Ivan mi ha detto che è a 20 minuti dall'aereoporto, vicino a Santa Monica, un pò fuori dal centro di Los Angeles, è una villetta ma di più non mi vuole dire, anche se in macchina continuio ad insistere.

"Allora com'è la casa, su daiii!" 

"E' una sorpresa non ti dirò nulla, è voi dietro non aprite bocca"
dice con tono minaccioso ai ragazzi dietro.

"Sei senza cuore!" gli dico con un finto tono deluso.

Dopo ancora qualche battibecco, risate e battute varie passiamo davanti a Montana Avenue, Santa Monica, un quartiere pieno di negozi bellissimi, ci devo assolutamente venire!
Pochi minuti dopo Ivan gira in una via piena di ville mozzafiato, no non può essere, io vivrò qui? Mi sa proprio di si, ci fermiamo davanti ad una villa enorme, fuori in pieno stile americano, bianca e con ampie vetrate su tutti i lati, ai bordi del vialetto dei bellissimi fiori di dalia (andate a vedere le foto sono stupendi) e qualche cespuglio posto vicino a delle lanterne da giardino, scendiamo tutti dall'auto, io con ancora la bocca spalancata.

"Chiudi la bocca o ti entreranno le mosche" mi dice scherzosamente Jeremy.

Percorro il vialetto avvolta dal profumo dei fiori e dell'erba appena tagliata, un paio di gradini mi separano dalla porta color ciliegio scuro, noto appena salita le scale sulla sinistra una piccola veranda in legno con un dondolo da giardino, un paio di sedie e un tavolino posto al centro, che meraviglia, mi volto verso la porta e la apro, quel che vedo non mi sembra vero.



Note dell'autore:

Questo è il secondo capitolo della mia storia, fatemi sapere se vi piace, recensite! :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Entro in casa ancora incredula, davanti a me un soggiorno ampio con un divano a penisola color crema con cuscini beige, di fronte un televisore al plasma posto sopra un mobile in legno chiaro lungo e basso, una vetrata alla sinistra del divano che lascia intravedere una piscina sul retro della casa contornata da un giardino non troppo grande, per tutta la superficie del primo piano e delle scale il parquet in ciliegio; sulla destra una bellissima cucina moderna scura con una penisola e di fronte un ampio tavolo da pranzo.

Percorro il soggiorno e mi fermo poco prima delle scale:

“Sali, ti faccio vedere la tua stanza” dice Ivan sfiorandomi la spalla.

Saliamo le scale, trovo che il pavimento è sempre in parquet ma un po’ più chiaro. Percorriamo il corridoio, la prima stanza a destra è di Ivan dalla porta intravedo il letto disfatto e una pila di vestiti sopra (il solito disordinato) più avanti le stanze di Jason e Jeremy quest’ultime molto più ordinate di quelle di mio fratello,a sinistra un bagno enorme con un lavandino doppio, doccia,e un paio di gradini posti sotto la vasca da bagno in marmo color salmone in tinta con le piastrelle posate in tutto il bagno leggermente più chiare, Ivan apre la porta della mia futura stanza, il letto posto al centro con lenzuola lilla, sulla sinistra un grande armadio moderno in legno scuro a destra della porta una scrivania con sedia e in parte al letto un’enorme vetrata che da sulla terrazza in legno da cui si vede il giardino con piscina.

“Ivan questa sarebbe la mia stanza?” dico stupita

“Ovvio, la stanza migliore della casa è per te bestiolina” mi abbraccia e mi da un bacio sulla fronte prima di uscire e lasciarmi da sola per poter sistemare le mie cose.

Appoggio il borsone sul letto e inizio a sistemare il pc sulla scrivania, i vestiti dentro l’armadio e mi infilo velocemente sotto la doccia. Pensavo a quanti posti avrei finalmente visitato qui in America, a formare un gruppo tutto mio e passare dei bei momenti con mio fratello e il resto dei 5FDP. Esco dalla doccia, mi asciugo e indosso una canottiera nera e dei pantaloncini, raccolgo i capelli in una treccia laterale e non faccio in tempo a tornare in camera che Jason mi chiama per la cena.

Scendo dalle scale e trovo tutti seduti a tavola, stasera pizza!

“Ah finalmente la pizza, da quanto tempo non la mangiavo” dico ingurgitando la prima fetta.

“Si, vede!” dice Jeremy con un grosso boccone di pizza in bocca.

“Allora Alyssa cosa vorresti fare ora che sei qui?” mi domanda Ivan che è seduto di fronte a me.

“Vorrei vedere cosa c’è qui intorno, farmi  un’idea della città e poi, beh vorrei avere un gruppo mio”.

“A quello si può rimediare facilmente” risponde Ivan con tono divertito.

“Bene, come potresti aiutarmi?” .

“Ho molti amici che sarebbero disposti a formare un gruppo, dimmi quando vuoi e li chiamo, così potete provare insieme e magari fare qualche serata qui nei locali di Los Angeles, al piano inferiore abbiamo una sala prove insonorizzata, potrete usarla quando volete”.

“Sarebbe perfetto, grazie fratellone”.

Finiamo la cena tra chiacchiere e risate, sono proprio distrutta, finisco di mettere i piatti nella lavastoviglie torno in salotto per salutare tutti e salgo in camera ma quando apro la porta, ancora con la luce spenta, vedo una specie di palla sopra il letto, guardo bene avvicinandomi lentamente e..oddio ma è un gatto!

“Ivaaaaaaaaaan, c’è un gatto sopra il mio letto!!!” Urlo fiondandomi vicino alle scale facendo sobbalzare tutti; come ho fatto a non vederlo in casa fino ad adesso! 

Torno in camera sentendo Ivan salire velocemente le scale ed entrare in stanza.

“Oh non ti ho presentato la nostra gattina, lei è Purity!, spero non ti dispiaccia un gatto in casa”.

“Affatto, è così bella, mamma non voleva animali in casa”.

Mi avvicino a Purity svegliandola, è un American Shorthair grigio e nero, è stupenda, il pelo così morbido e liscio, vedo che si alza per farmi le fusa, in segno di apprezzamento alle mie carezze.

“Beh ora che vi siete presentate vi lascio, buonanotte”

“Buonanotte Ivan”

Dopo essermi cambiata mi infilo sotto alle coperte con Purity al mio fianco, e penso al fatto che avrei voluto al più presto formare un gruppo per poter suonare nei locali qui a Los Angeles e conoscere nuove persone, non vedo l'ora, ma stasera il sonno non tarda ad arrivare e mi addormento.



Nota:
Eccomi con il secondo capitolo, recensite e fatemi sapere se la storia vi piace,a breve il terzo capitolo! :)

 

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Capitolo 4
*** You make me wanna die ***


Apro gli occhi, mi guardo intorno e non connetto subito di essere nella mia nuova stanza, controllo l'orario "le undici, ahh colpa del jet lag". Faccio un respiro profondo, vedo la luce del sole che sbuca da dietro le tende, Purity é ancora accanto a me che dorme beatamente, sento il suono di una chitarra e decido di alzarmi, con la velocità di un bradipo mi faccio una doccia, asciugo i capelli e mi vesto, pantaloncini neri e maglietta degli In Flames (uno dei miei gruppi preferiti) ai piedi le mie immancabili creepers, una volta messo eyeliner e mascara decido che oggi uscirò per esplorare la città e magari mi fermerò al molo di Santa Monica, mi manca l'oceano e il suo profumo, a Sydney ero solita la sera prendere la mia chitarra acustica e suonare e cantare sulla spiaggia mentre il sole tramontava e non voglio di certo proprio adesso perdere questa abitudine, scendo le scale e noto che c'è solo Jeremy seduto a tavola ancora con gli occhi mezzi chiusi dal sonno "Dove sono gli altri dormiglione?" Chiedo sfiorandogli la spalla, Jeremy sussulta (devo averlo svegliato del tutto). "Oh buongiorno tesoro, Ivan é uscito presto stamattina, doveva incontrarsi con alcuni della casa discografica per decidere che giorno iniziare per registrare l'album, Jason invece é giù nella sala musica a strimpellare qualcosa". "Grazie Jeremy, raggiungerò Jason di sotto" Gli lascio un bacio sulla guancia, prendo una tazza con un po' di latte e caffè e mi incamminò verso le scale che portano al piano inferiore. Una volta arrivata noto subito il grande lampadario posto al centro e un bellissimo pianoforte bianco sotto di esso, Jason é in fondo alla stanza, faccio piano per non disturbarlo é messo di spalle seduto su una sedia girevole davanti a dei mixer e sta suonando una bellissima melodia, deve essersi accorto di me, a quanto pare non ho il passo leggero,  posa la chitarra e si gira verso di me con un sorriso da mozzare il fiato (si devo ammetterlo anche se per me sono come fratelli devo dire che Jason é molto bello, a parte l'aspetto é sempre molto gentile e mi fa sentire a casa) mi fa cenno di avvicinarsi, mi siedo accanto a lui e mi guarda, in questo momento mi sento molto imbarazzata "Ti va di suonare insieme a me?" Mi passa una delle chitarre acustiche e riprende la sua. "Cosa suoniamo?" Chiedo accordando lo strumento Lui, senza rispondermi inizia a suonare, ovviamente la mia preferita. (Vi consiglio di andare su YouTube, cercate Remember Everything 5ffp acustico) Lo seguo a ruota e mi fa segno di cantare. "Oh, dear mother, I love you I'm sorry, I wasn't good enough Dear father, forgive me 'Cause in your eyes, I just never added up In my heart I know I failed you But you left me here alone" "If I could hold back the rain Would you numb the pain 'Cause I remember everything If I could help you forget Would you take my regrets 'Cause I remember everything" "I feel like running away I'm still so far from home You say that I'll never change But what the fuck do you know I'll burn it all to the ground before I let you run Please forgive me, I can't forgive you now I remember everything" Finiamo la canzone e istintivamente mi abbraccia, lo sa che é la mia preferita e intanto qualche lacrima é scesa, mi ricorda tante cose questo pezzo, la separazione dei miei genitori, il trasferimento e Ivan che mi mancava ogni giorno. Ci alziamo e decidiamo di mangiare qualcosa insieme a Jeremy che intanto si è appollaiato davanti alla TV. Dopo pranzo chiedo in prestito a Jason una delle sue chitarre acustiche ed esco. Esploro la città, entro in alcuni negozi, mi faccio un idea di come é la città in cui adesso vivo. Dopo essermi fermata per un milkshake decido di andare verso la spiaggia per suonare qualcosa..ormai sono le 18 e il sole sta calando, mi siedo sulla sabbia e accordo la chitarra, inizio a suonare una mia vecchia canzone Lonely Girl, qualcuno si ferma per ascoltarmi, ci sono abituata e vado avanti, dopo un paio di canzoni mie decido di suonare una canzone dei The Pretty Reckless - You make me wanna die. "Take me I'm alive Never was a girl with a wicked mind But everything looks better when the sun goes down" Si ferma un uomo avrà sulla trentina occhi di ghiaccio, bello da morire, sigaretta alla bocca, mi guarda come se ci fossimo solo io e lui, mi irrigidisco leggermente ma continuo, ed é li che intono: "I had everything Opportunities for eternity And I could belong to the night Then your eyes Your eyes I can see in your eyes Your eyes" Nota autrice: Fatemi sapere se vi sta piacendo :)

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