La mia vita nelle tue mani

di bini
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
La sveglia suona, un’ altra giornata incomincia e per mio sfortuna piove anche. D’altronde siamo a gennaio quindi credo che sia normale che piova in questo periodo.
Metto i piedi nudi giù dal letto e al posto di trovare le mie pantofole calde, trovo il pavimento ghiacciato fatto di marmo ( devo dire che la giornata incomincia proprio bene).
Preparo lo zaino, mettendo libri e quaderni e tutto ciò che mi servirà.
Faccio colazione velocemente, mi lavo, mi vesto e come un fulmine vado a scuola.
Premetto che sono una ragazza che non si trucca, ne ci tiene particolarmente alla propria bellezza, quindi non sono il tipo di ragazza che si fa notare. Cerco di stare sempre nella penombra anche se a volte mi risulta difficile.
Sono italiana, ma vivo in America perché mio padre dirige un’azienda farmaceutica e abbiamo la sede succursale che adesso ha bisogno a tutti i costi di lui.
Si, lo so. Ognuna delle ragazze che sta leggendo questa storia pensa che io sia una ragazza che io indossa capi d’abbigliamento firmati e altro.
Ma in realtà è l’esatto contrario, compro i miei vestiti al mercatino dell’usato che si trova vicino casa nostra a due isolati distanti. È tenuto da un mio amico e sua sorella che raccolgono tutti i vestiti che la gente vorrebbe buttare e poi li vendono, il ricavato va a seconda delle emergenze che ci sono nella cittadina, affinché si possa utilizzare il denaro stanziato dallo stato per progetti di maggiore importanza, come costruzione di asili o scuole o altri servizi pubblici.
I miei genitori non sono proprio contenti di questa mia scelta, ma hanno appoggiato quando hanno scoperto quale fosse il fine del mercatino.
Il pullman si ferma proprio davanti a casa mia salgo e saluto l’autista, James come tutti i giorni è li che mi aspetta. È  il classico ragazzo americano: biondo occhi azzurrissimi un fisico abbastanza atletico e tutte le ragazze nei corridoi gli sbavano dietro, è il capitano della squadra di baseball il che accresce il suo punteggio di “bono” nella scuola.
I miei amici? Lui, e una ragazza amante della scienza, credo che in un passato noi due siamo state sorelle. Si chiama Jenny è bellissima e come me non si trucca. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
Quando salgo nel pulmino  ecco che i miei fidati amici, James e Jenny mi hanno occupato il posto, e come ogni mattino mettiamo le adorate cuffiette e ascoltiamo la musica unica sorgente ( nel mio caso) di energia per poter superare la giornata scolastica.
Il mio cantante preferito? Tiziano Ferro, l’unico che con la sua voce e i  testi delle canzoni riesce a farmi felice a tranquillizzarmi durante i giorni di “tempesta”.
Appena arriviamo a scuola vado nel laboratorio di chimica, ad attenderci un test imprevisto sul calcolo di pH , con logaritmo decimale.
  • Maledetta questa scuola- dico a voce troppo alta.
  • Signorina, può ripetere quello che ha appena detto?- mi chiede il professore
  • No, mi scusi pensavo a voece troppo alta-
  • Io credo che una detenzione dopo la scuola non le faccia assolutamente male, in modo tale che lei non pensi a voce troppo alta-
  • Si mi scusi-
Incomincio il test, e per mio fortuna dato che avevo avuta l’ intelligente idea di studiare il giorno prima, finisco prima di tutti. Sperando di non aver fatto alcun tipo di errore.
La campanella suona e per la mia fortuna oggi non c’è il prof di educazione fisica quindi mi rifugio nella biblioteca della scuola, appena entro trovo un ragazzo il mio cuore subito inizia a battere all’impazzata come se dovesse scoppiare da un momento all’altra.
Lo conosco, il padre è il vicepresidente della sede italiana della casa farmaceutica che porta il mio cognome, conosco il figlio solo di vista, non ho mai avuto il piacere di conoscerlo anche se qualcosa mi dice che presto lo conoscerò.
Con tutta la grazia che riesco a ottenere mi metto un po’ distante da lui a leggere un libro che parla di una ragazza che ama la musica e un giorno si trova davanti ad una triste scelta, non sa se abbandonare la sua città, i suoi amici, genitori e la persona che non l ‘ ha mai fatta sentire sola: il suo ragazzo, ma questo significherebbe rinunciare per sempre alla sua unica passione: il pianoforte.
Un po’ mi riconosco in lei, per due motivi:
il primo riguarda tutto ciò che ho lasciato venendo qui in America, ho lasciato la mia scuola, li conoscevo tutti e mi sentivo davvero me stessa, avevo la mia comitiva e avevo anche il ragazzo che non ha pensato altro che lasciarmi poco prima che io andassi via, con la promessa che non era un addio ma un arrivederci e che quando sarei tornata saremmo ritornati ad essere quella coppia tanto amata e invidiata, e invece due giorni dopo la mia partenza ecco che lui si mette con un’ altra ragazza, che ironia della sorte, è mia cugina.
Il secondo motivo, lo spiegherò nel seguito di questa storia, anche se credo che qualche ragazza che sta leggendo queste righe avrà sicuramente capito.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


Capitolo 3
Continuo a leggere fino a quando non suona la campanella e ogni studente della scuola si dirige nella classe dell’ora successiva.
La mia prossima ora è di arte che fortunatamente oggi si dedicherà alla musica italiana, in particolare parlerà di Puccini, Verdi, Rossi.
L’ora sembra volare in un batter d’occhio, mi dirigo nel laboratorio di microbiologia animale e al nostro banco ecco che trovo Jenny e non riesco a trattenermi dal raccontargli l’incotro appena avuto con il ragazzo in biblioteca.

-Ma ne sei sicura che è alluno di questa scuola, Laura?-
-Non lo so, credo-
-Lo scopriremo solo vivendo-
La lezione inizia così come i miei guai, mi sono bruciata nel versare il liquido nelle provette infette e così io e Jenny stiamo andando in infermeria per farmi medicare, ed ecco che i miei occhi lo incontrano di nuovo.


-Jenny è lui-
-Fai silenzio altrimenti ti sente e non farai di certo una bella figura-
-Dai dimmi la verità, com’è?-
-E’ carino ma ora non ti montare la testa anche perché non si sa cosa ci fa qui-
In due minuti mi mettono la benda e ritorniamo in laboratorio che è poco distante, però questa volta per evitare altri incidenti faccio lavorare esclusivamente le altre del mio gruppo.
 
Finalmente arriva la pausa pranzo, il nostro tavolo all’estremo della mensa messi in disparte da tutti e tutto.
Due ragazzi ci fissano, ci dicono che siamo strane ma in realtà non lo siamo.
Ci considerano così perché a differenza delle altre ragazze americane, noi non usciamo mai con nessuno e alcune volte ci intrufoliamo in un angolo remoto della scuola che conosciamo in pochi, proprio quelli che sono “strani” nella scuola girano delle voci che dicono che noi siamo delle streghe o che portiamo topi o che fumiamo, ma in realtà nessuno sa cosa c’è in quest’  angolo meraviglioso.

-allora oggi che fate dopo scuola- chiede James
-Io ho avuto la detenzione con il prof di chimica, perché ho pensato a voce troppo alta-
-Io, sono libera- annuncia Jenny
-Bene, che ne dici se dopo ci facciamo un giro?-
-Va bene ok-
Secondo me, prima o poi qualcosa nascerà fra loro due, se già non sta nascendo. Sono sempre vicini escono insieme quasi ogni giorno e in pizzeria si siedono ogni giorno vicini.
Jenny una volta mi ha raccontato che, mentre stavano uscendo arriva il suo ex e la saluta e metre parlavano James è diventato tutto rosso ed ha appeso il muso per tutto il giorno. Ora io non vorrei deire ma secondo me lui è completamente cotto e anche lei prima o poi finirà per bruciarsi del capitano della squadra di baseball.

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Capitolo 4
La detenzione incomincia e devo stare come minimo un’ora,appena arriva il professore mi sorride e mi manda a casa, contento del risultato che ho avuto al test di chimica: A+
Felice come una pasqua finalmente mi rilasso e prendo il pullman che mi condurrà a casa, ancora incerta di quello che mi attende.
  • ciao tesoro tutto bene a scuola?-
  • si mamma, tutto ok-
  • oggi abbiamo una serata di gala, per favore non metterti le solite magliette solidari, metti uno di quei vestiti che ti ho comprato ieri mattina-
  • Mamma, ma io già ce l’ho il vestito, l’ ho comprato al mercatino domenica scorsa, è nuovo ed è anche elegante-
  • Si ne sono d’accordo, ma non si è mai vista la figlia di un presidente che veste con capi d’abbigliamento di un mercatino qualsiasi. E poi metti che la padrona di quel vestito si presenta alla serata, non finiresti per fare una brutta figura?-
  • Ehm, va bene mi hai convinta-
  • Ecco ora vai, che tra poco arriverà l’estetista e parrucchiere-
La giornata non poteva essere più brutta, il sole sembra essersi scordato di spuntare oggi, la pioggia non ha ceduto per un secondo, la testa mi fa male, e la mano per giunta incomincia a dare i primi segni di cedimento.
 
Dopo mezz’ora circa arriva Ann l’estetista, che mi disbosca e poi mi trucca finemente, i miei occhi non essendo abituati a quel tipo di trucco li sento molto pesanti.
Il parrucchiere raccoglie i miei capelli in uno chignon molto elegante e raffinato in due secondi ecco che sembro un’altra persona, non sono più la Laura di prima sono diversa cambiata e direi quasi finta.
Quando indosso l’abito blu senza spalline, lungo fin sopra il ginocchio il risultato mi stupisce e mi trovo quasi carina.
  • mamma santa quanto sei bella-
  • grazie, ma il merito non è mio-
  • no, e di chi dovrebbe essere-
  • di Ann e Robbie-
  • ma stai zitta. Comunque c’è una piccola sorpresa-
Dalla porta entra Jenny che indossa un vestitino simile al mio e anche lei bellissima, la abbraccio e so che la festa con lei al mio fianco non sarà per niente noiosa.

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Capitolo 5
Appena arriviamo alla festa, che si tiene in una mega villa lussuosissima, ci rendiamo conto di tutto lo sforzo che dovremmo impiegare nell’ottenere la grazia minima per un occasione del genere.
-Laura ma ne sei sicurissima che vuoi anche me?-
- non voglio fare brutte figure da sola-
- sei solo una str***a-
- ti voglio bene anche io-
Mio padre a suo agio saluta tutti i suoi amici e credo anche qualche collega, mia madre al suo fianco sfoggia un sorriso a 32 denti, mentre io e Jenny ci sentiamo come due pesci fuor d’acqua.
 
Dopo quasi due ore, mi accorgo di un ragazzo molto bello, ma che mi sembra molto familiare: è lui, è il tipo della biblioteca, dell’ infermeria.
-oh, l’hai visto?-
-a chi La, chi devo vedere?-
- al tizio bello-
- oddio, adesso ci andiamo vicino-
Mi trascina da lui, e lo vedo che mi segue con lo sguardo…
  • Vuoi fare la ragazza seducente?-
  • Mi vergogno-
  • Muoviti-
Cerco nel mio piccolo di avere uno sguardo più seducente possibile, ed ecco che all’improvviso mi rendo conto che viene verso di me e mi porge un sorriso gentilissimo e molto cordiale.
  • Ciao, noi ci conosciamo vero?-
  • Ehm non credo, non ricordo di averti conosciuto-
  • Ma dai, ci siamo incontrati due volte oggi, in infermeria-
  • Ah si, tu sei quel tizio-
  • Già, comunque piacere Gianmarco -
  • Piacere mio-
Con tono aristocratico ci stringiamo la mano e parliamo del più e del meno, mentre ci parlo penso solo a quanto è bello, simpatico anche se c’è qualcosa che non mi insospettisce di lui.
Come tutti i bei momenti della vita, la festa passa in fretta, mi rendo conto che Jenny si era addormentata sulle scale con il bicchiere vuoto dello champagne in mano.
  • bella bionda andiamo che è finita la festa-
  • E tu, tu ti sei divertita con quello?-
  • Mi sembra che ti sei ubriacata un po’-
  • No, ho solo bevuto cinque flute di questi-
Incomincia a singhiozzare e io devo appello a tutte le mie forze per non riderle in faccia.
Ovviamente viene a dormire a casa mia, le lavo bene la faccia con l’acqua gelata e poi la porto al letto, si addormenta come una bambina, e dopo essermi cambiata vado anche io a nanna.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


 
Capitolo 6
Una gionata comincia così come tutte quelle a seguire fino alla tanto attesa e agognata estate.
La scuola finisce il mercatino, apre ogni giorno e io sarò impegnata con il tirocinio che mio padre vuole farmi fare, in modo tale da imparare qualche trucco del lavoro. Inzierò come segretaria dato che la sua è in dolce attesa.
Di Gianmarco nemmeno l’ ombra, il padre dice di essere stato impegnato in altri ambiti ma ancora non si sa quali sono.
 
 
E’ 5 luglio e il mio “tirocinio-lavoro” è iniziato, vedo arrivare verso di me Francesco il padre del ragazzo di cui ho parlato prima.
  • ehi Laura ci sei tu per tutta l’estate giusto?-
  • Si, farò un po’ di tirocinio-
  • Fai bene, comunque anche mio figlio sarà impegnato con te, infatti abbiamo pensato di farvi lavorare insieme io e tuo padre-
  • Ah ok, per me va bene-
  • Perfetto. Lo faccio entrare così iniziate subito”
Quando entra mi rivolge un sorriso meraviglioso, uno di quelli che in un minuto ti fanno tornare felice
  • Hai visto, ora insieme dobbiamo lavorare-
  • Si, speriamo di non combinare qualche macello-
  • Lo spero anche io, altrimenti chi li sente-
 
Ci dirigiamo al nostro posto, dietro delle grandi scrivanie che sembrano preannunciare il nostro futuro, carte su carte, lavoro che solo adesso siamo in grado di capire perché i nostri padri sono tornati a casa troppo tardi o i sacrifici notturni per accontentare un nostro capriccio.
Solo adesso mi viene in mente il volto stanco di mio padre quando eravamo a Taranto, quando ormai non c’era nulla da fare, nulla da salvare. Il destino di quella città era di affondare insieme alle sue meraviglie, insieme ai suoi abitanti e nessuno poteva fare nulla perché ormai non si può “piangere sul latte versato”, i soldi stanziati dallo stato per la mega industria sono stati utilizzati per Ferrari, Lamborghini e tv di ultima generazione, per tutto il lusso sfrenato. Quei soldi non stati utilizzati per salvare migliaia di vite, migliata di animali, e migliaia di vite future che forse non vedranno mai la città dei due mari oppure sentiranno solo parlare del pericolo della città di ferro, ed è quello che ogni tarantino spera nel proprio cuore.
Ora dietro questa scrivania ho capito tante cose, e farò di tutto affinché il compito che assumerò successivamente sarà svolto in modo efficiente.
 

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