De Animal

di MezzoSangue23
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presentimento ***
Capitolo 2: *** Notte Suicida ***



Capitolo 1
*** Presentimento ***


18:00, 15 Luglio. "Io..non ho davvero parole per ciò che è accaduto a questa povera famiglia, a Marie e alla figlia Corinne di soli 5 anni. È in momenti come questi che vorresti pensare a quanto possa arrivare la crudeltà umana, ed è proprio in questi momenti che scopri che essa non ha limiti. Sono molto vicino ad Anthony, mio grandissimo amico e porgo le più sincere condoglianze alla famiglia." Con queste parole, l'agente federale John C. Marrys, pose fine al funerale di una donna e una povera bambina, uccise durante la notte del 13 luglio con 23 coltellate cadauno perforanti cuore e polmoni. In lontananza, Anthony Liers, marito e padre delle due vittime, fissava l'evento con lo sguardo vuoto e assente. 36 anni, disoccupato, un uomo qualunque vittima di un qualunque omicidio. Ma non è solo un omicidio, pensò. Perché mai l'assassino avrebbe dovuto uccidere una bambina? Perché alla mia famiglia? In effetti la famiglia Liers era una famiglia umile, nella memoria familiare era totalmente assente la presenza di un torto commesso verso qualcun altro. I perché continuavano a tormentare l'uomo, ma furono bruscamente interrotti quando in lontananza poté scorgere l'agente John avvicinarsi:"Hey, Anthony, hai il mio numero. Per qualsiasi cosa, un conforto..una pacca sulla spalla, chiamami." "Sì..c-certo, grazie " sembrò quasi un sussurrare, per quanto Anthony riuscì ad esprimere 3 parole insieme. Vestito di un velo di tristezza, il suo sguardo continuò a fissare il pavimento liscio e antico di quella vecchia Chiesa. Non fece in tempo a chiudere gli occhi e a ributtarsi tra le domande, che partì la fila di condoglianze. Familiari, amici, conoscenti, erano davvero molti, e avrebbe potuto scapparsene se solo potesse, pensò. 07:30 16 Luglio. Era una mattina densa di un caldo infernale, Anthony non dormì nemmeno per qualche minuto. Provò un leggerissimo senso di sollievo quando alle 6 gli squillò il telefono e fu invitato ad una colazione in un bar dal suo migliore amico, Chris. Era seduto, il suo amico non era ancora arrivato, eppure avrebbe dovuto essere l'ora. "Avrebbe dovuto essere l'ora" Queste parole gli rimbombarono in testa come martelli pneumatici che perforavano il cranio. Perché gli risultarono così potenti queste semplici parole? Pensieri pesanti che furono subito scacciati dall'arrivo di Chris:"Ehi, amico, stai bene?" Evidentemente era così sommerso in quei pensieri che non lo sentì nemmeno arrivare. "Sì, Chris..tutto bene" esordì Anthony, visibilmente distrutto. Chris fece un cenno con la mano alla cameriera e riprese a guardare lo sguardo del suo amico, ancora una volta vuoto e assente. "Anthony, scusami se ieri non ero presente al funerale ma ho dovuto fare il turno anche di notte, così sono stato tutta la giornata a lavoro. Mi dispiace tantissimo, vorrei poter aiutarti, ma non so davvero co.." non riuscì a finire la frase poichè fu bruscamente interrotto da Anthony. "Lascia Le scuse Chris, non è di quello che devi preoccuparti, sono stato felice di venire qui, mi ha fatto molto piacere poterti reincontrare, era da tempo che non ti vedevo.." "Anche per me, Anthony, lo sai, siamo amici da millenni, se così si può dire..per un grande amico questo e altro" terminò Chris, che non vedendo arrivare la cameriera, le fece un altro cenno con la mano, e lei arrivò subito. "Cosa prendete?" disse con un grande sorriso stampato in volto la cameriera, dotata di una bellezza stravolgente. Chris ne rimase incantato, così intervenne Anthony:"Per me una tazza di thè caldo, per lui un cappuccino" Mentre la cameriera segnava gli ordini e se ne andava, Chris rimase sorpreso:"Come facevi a sapere che prendevo un cappuccino?" "Lo so, hai sempre preso quello a quest'ora" ricordò Anthony con un cenno di malinconia. "Lo prenderò, Chris. Stanne certo" sussurrò quasi come volesse solo parlare a se stesso. "Anthony, tu devi solo pensare a riprenderti, ad essere padrone della consapevolezza che la vita va avanti, prendere l'assassino è lavoro della polizia." cercò di rassicurarlo Chris. "Non lo so, ma ho uno stranissimo presentimento" disse con aria quasi malintenzionata Anthony. Chris rimase un pò sconcertato, lo sguardo del suo amico in effetti sembrava non promettere nulla di buono. Nel bel mezzo della conversazione, ecco che arrivò la cameriera,questa volta con una donna, una sua amica, evidentemente. Si avvicinarono e la signorina che lavorava nel bar porse la tazza di thè ad Anthony e il cappuccino a Chris. In quel preciso istante, una stranissima sensazione invase l'animo di Anthony, come se stesse per accadere qualcosa. Poi, si sentì un leggero tonfo al pavimento, era una penna. Anthony in un certo modo si rassicurò, non era nulla, una semplice caduta di una penna eppure quella sensazione continuava. "E questa di chi è, la tua?" Esordì la cameriera chiedendo alla sua amica, che rispose di no. "Allora è la sua" riprese indicando Anthony. 'La sua'..la stessa potenza della frase in precedenza, 'avrebbe dovuto essere l'ora' che gli martellò il cranio. Era come un puzzle, e non ci volle molto a mettere insieme i pezzi. "Avrebbe dovuto essere l'ora, la mia" esordì improvvisamente Anthony che, tra lo stupore dei presenti, si alzò molto agitatamente e se ne andò.

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Capitolo 2
*** Notte Suicida ***


myers Notte del 18 Luglio, ore 01:34
Tic, Toc. Tic, Toc. I secondi volavano, il tempo passava. Il letto era colmo di sudore e vodka che, mischiati, davano all'atmosfera della stanza
la classica di una notte suicida. 'Avrebbe dovuto essere la mia ora. Non la loro. Avanti, Anthony, non starai mica impazzendo?' pensò tra sè.
Erano 2 giorni che non aveva altro a cui pensare se non ai migliori momenti passati con la sua famiglia, e a quella frase...
lo stava tormentando troppo. Era visibilmente ubriaco, così tanto da non riuscire ad alzarsi dal letto ormai da 1 giorno ma così tanto da non
riuscire nemmeno ad addormentarsi. Un forte ronzio pervase la cucina, a pochi metri dalla sua stanza.
E poi, due secondi esatti e di nuovo quel fastidioso ronzio, proprio come una mosca in una notte d'agosto disturba il tuo udito
quando si avvicina all'orecchio. Due secondi, e di nuovo. Bastarono una manciata di secondi per poter capire che era il cellulare che vibrava.
Non rispondo, si ripetè tra sè. Anthony non aveva bisogno di conforto. Per ben cinque volte qualcuno venne a bussare alla porta nei
due giorni precedenti ma non rispose mai, figuriamoci se avesse il bisogno di rispondere al cellulare. E poi, era la notte suicida, la sua.
Stringeva in mano una Beretta a matricola abrasa, la vodka l'aveva visibilmente aiutato. Perdere la famiglia fu poi la goccia che fece traboccare
il vaso, che senso aveva vivere? Fu nel momento che aveva deciso di puntare l'arma sulla tempia, armato più della convinzione
di potersi sparare che della Beretta. Anche se c'era un piccolo particolare che indubbiamente stava cominciando ad infastidire l'opera
suicida appena iniziata...ed era il ronzio del cellulare, ormai era passato più di un minuto, cosa spingeva alla persona dall'altro lato
ad insistere così tanto? Infastidiva, certo, ma non avrebbe interrotto. Tutto era iniziato, tutto come previsto. Vodka, Beretta, convinzione.
'Conto fino a 3 e la faccio finita'.
1.
2.
Bom, bom! Qualcuno bussò con tutte le sue forze sulle porta, come se fosse inseguito da qualcuno. E continuava, accennava a non fermarsi.
3.
'No, Cristo! Non ce la posso fare!' Anthony era furioso, era come se qualcuno volesse fermarlo, ad ogni costo. Ma nessuno sapeva del suo piano,
com'era possibile?
"Basta, ora basta.' Ronzii, forti rumori sulla porta...e all'improvviso, una voce, stavolta nella testa di Anthony.
"Papà, papà. Ti prego, vieni a giocare con me!" Era Corinne. Anthony poteva vedersi. Sì, si vedeva. C'era lui, Chris con sua moglie Christine,
Bob l'amico di famiglia di vecchia data e Marie, moglie di Anthony. Tutti insieme, felici. In lontananza si poteva scorgere anche John
Marrys e la sua famiglia, poliziotto da 90 Kg di muscoli ma con un cuore altrettano enorme.
"Vuoi giocare con me, tesoro? Vedo un frisbee, laggiù, avanti prendilo." Lo sguado di Anthony era tanto dolce quanto amorevole.
"Eccolo che arriva, papà, girati!"
Anthony si era distratto un attimo, non aveva visto la direzione intrapresa dal frisbee.
"Oh, peccato, papi, ora ti tocca trovarlo e prenderlo, so che non vorrai farlo..ma fallo per me, così è più divertente!"
Ti tocca trovarlo e prenderlo, fallo per me.
Ore 1:50
Ritorno alla realtà. 'Ti tocca trovarlo e prenderlo, fallo per me', ancora le solite frasi che continuavano a tormentarlo, come se qualcuno le gettasse
nel suo subconscio a sua insaputa. Non era quella la notte giusta per morire, evidentemente.
C'era un altro, nuovo puzzle da comporre. Intanto erano finiti tutti i suoni, sia il cellulare sia la porta. "Bene, bisogna tornare nella visione,
devo capire..." ripetè ad alta voce, come se stesse parlando con qualcuno, e invece era solo, seduto sul letto, parecchio ubriaco
e con una Beretta a fargli compagnia, che stava per tramutarsi in un qualcosa di più intimo, ma invano.
Ore 1:52
Aveva chiuso gli occhi da un minuto, il Sig. Liers e pian piano si rigettava nella visione...e all'improvviso, eccola!
"Nah, Anthony! Stai perdendo la stoffa, l'ho trovato prima io..ma toccava a te." se la rise l'agente John in una risata generale tra i presenti.
Ore 1:54
Nuovo ritorno alla realtà, eccolo, il puzzle era risolto. Il frisbee raffigurava l'assassino, e toccava a lui prenderlo, per il bene della figlia, o meglio, per vendicarsi di lei,
e in un tal senso della moglie. Ma eccolo John che lo anticipa, col degno di nota 'ma toccava a te.'
Cosa significava precisamente? Perse qualche minuto a riflettere, e riuscì a trarne due conclusioni. La prima è che John prende l'assassino,
anche se toccava a lui, teoria che aveva senso in quanto gli venivano mandati segnali da forze sconosciute cui facevano pensare che
toccava a lui invece, trovarlo e prenderlo. Ma, come ricordato da Chris nella colazione al bar, era compito della polizia, e quindi di John
di riuscire a prenderlo. Nella visione, la polizia lo anticipa. Ma c'era un altro significato...ancora una volta collegato al puzzle precedente.
'Toccava a te..' morire. Non toccava nè a Marie, nè a Corinne, bensì a lui, Anthony Myers, catapultato in un Caos che lo trascinava
nei suoi abissi. Il quadro stava diventando chiaro, non ne era ancora certo ma dubitava fosse proprio l'assassino a mandare quei segnali,
come se volesse dirgli "Prendimi..."
Si alza dal letto, barcolla per il suo visibile al solo sguardo elevato tasso di alcolismo e riesce ad arrivare in cucina.
Ore 2:00
Dietro la porta non c'era nessuno. E sul cellulare, nessuna chiamata.
"Dio..mio".

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