L'angelo dei miei incubi

di creative66
(/viewuser.php?uid=40804)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Tre anni prima ***
Capitolo 3: *** Imprevisti ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La luna si specchiava spettrale sulla superficie del Lago Nero, argentea e immobile.
Appoggiato a un albero stava lui, lo sguardo perso a osservare le onde impercettibili mosse dal vento, con la mente in pensieri troppo difficili da sostenere, e tra le mani l'ultimo ricordo di qualcosa che forse aveva solamente immaginato.
L'ultimo ricordo di lei.
Sembrava quasi un sogno, ormai, i contorni del suo viso andavano sfocando sempre più velocemente nella sua mente, i suoi capelli rossi come fiamme si fondevano con il verde acceso e profondo dei suoi occhi, in un turbine di colori che gli offuscava la vista e gli impediva di ragionare lucidamente.
Era ancora lì, appoggiato a quell'albero dietro al quale si era rifugiato infinite volte, tentando di nascondere al mondo le sue lacrime, cercando un posto dove potersi sentire protetto, anche se quella fuga dal mondo aveva sempre e solo aumentato la sua sensazione di solitudine.
Adesso fissava immobile la superficie dell'acqua, sulla quale era sempre riuscito a intravedere il suo viso.
Il viso di lei, Lily Evans, unica ragione del suo tormento, e unica ragione della sua stessa vita.
Come quando aveva 17 anni riusciva a ancora a vederla nell'acqua del lago, così come la vedeva ogni volta che chiudeva gli occhi, ogni volta che si fermava anche solo un minuto ad analizzare i suoi pensieri, e vedeva quegli occhi così verdi e intensi che gli provocavano una fitta al cuore ogni volta che incrociavano i suoi, neri come la notte che lo avvolgeva, lì, nella sua solitudine.
Assorto tra mille pensieri si scostò dal suo albero, fissando la superficie del lago su cui ormai vedeva riflessa solo l'immagine di un uomo logorato dalle delusioni e dalla stanchezza.
Con un ultimo rimpianto si voltò, aprì la mano e lasciò volare via nel vento quella ciocca di capelli rosso fuoco, lasciandosi alle spalle un ricordo del quale, lo sapeva bene, non sarebbe mai riuscito a liberarsi.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Tre anni prima ***


Era una mattina di maggio, e a Hogwarts splendeva un sole che sembrava non comparire da secoli.
Nell’aria si respirava l’imminente arrivo dell’estate e i ragazzi coglievano ogni occasione per stare il più possibile fuori nell’immenso giardino della scuola.
Un ragazzo dai capelli neri e untuosi stava seduto dietro un albero a gambe incrociate, fissando il cielo azzurro e chiedendosi ripetutamente cosa ci trovassero di così allegro e divertente tutti quei ragazzi.
Era semplicemente il tempo che cambiava, il caldo che aumentava e il sole che splendeva più forte, così acceso e fastidioso che non gli permetteva di nascondersi e sfuggire agli sguardi della gente.
Mentre rimuginava sulla stupidità della maggior parte dei suoi compagni di scuola, si sentì sfiorare la spalla, con quel tocco gentile che ormai aveva imparato a riconoscere, ma che lo sorprese comunque.
Si voltò di scatto e vide lei, così straordinariamente bella, così splendida che sembrava emanasse raggi di luce, tanto che alla sua vista il suo cuore quasi smise di battere per un secondo.
«Ciao Sev» disse lei con quella voce così dolce.
«Ciao...Lily...»
Lei indugiò un attimo ma poi si mise a sedere accanto a lui.
«E così è quasi estate, eh?»
«Eh già» disse lui, sbuffando visibilmente.
«E dai, Sev, non puoi avere questa faccia ogni volta che un raggio di sole tocca questo pianeta, te ne rendi conto? Non riesco davvero a capire cosa ti succeda ogni anno!»
«Sarò meteoropatico... »
«Guarda che i meteoropatici sono più felici quando c’è il sole, non il contrario!»
«E allora sarò un meteoropatico al contrario...non lo so, Lily, so solo che l’arrivo dell’estate significa anche l’arrivo delle vacanze...e quindi il dovere lasciare Hogwarts. E stavolta per sempre. Lo so che non mi potrai mai capire, ma questo posto è la mia casa, l’unico in cui io mi senta veramente completo e in un certo senso....felice»
«Felice? Non mi sembra di avere mai sentito pronunciare questa parola dalle tue labbra, Severus Piton.»
«Tu e la tua mania di chiamare le persone per nome e cognome.»
«Ok, scusa, stavo solo cercando di scherzare, ma evidentemente oggi non è giornata. Adesso vado, tra poco ho lezione con Vitious» fece per andarsene ma lui la trattenne per un braccio.
«No, ti prego, non te ne andare» disse facendola risedere accanto a lui e guardandola negli occhi. «Mi dispiace, Lily, non volevo comportarmi così con te, è solo che....non lo so, mi sembra sempre di essere fuori posto, in qualsiasi situazione, lo vedi come mi tratta certa gente...»
«A chi ti riferisci?» gli chiese lei, pur sapendo perfettamente di chi stesse parlando.
«Lo sai benissimo a chi mi riferisco. Non ho voglia di litigare, ma lo sai come stanno le cose tra me e quel Potter.»
«Si da il caso che “quel Potter” sia il mio ragazzo, Severus. Lo so che a volte è fastidioso con te, ma non potresti provare anche tu a metterci un po’ di volontà?»
«Un po’ di volontà? Non è colpa mia se quest’anno ha deciso di prendermi di mira! E' ancora peggio degli anni passati! Lui e il resto di quella massa di idioti...»
«Perché non provi a parlarci anche tu? Sono sicura che ti accetterebbero, sei un ragazzo così intelligente, così pieno di interessi...potreste anche diventare amici...»
«Lily ascoltami bene» disse lui guardandola ancora più profondamente e perdendosi per un attimo in quel verde così brillante «Lily...tu sei la mia migliore amica, e mai al mondo vorrei farti del male, in nessuna maniera...ma ti chiedo solo un favore...non chiedermi mai più di provare a essere amico di Potter. Perchè questo, accettalo, non potrà accadere mai. Capisci? Mai. È un dato di fatto e non importa quanto tu possa provare a convincere me o lui, voglio che almeno questo sia chiaro. Adesso devo andare in classe, fallo anche tu se non vuoi fare togliere punti alla tua Casa.»
Severus si alzò e fece per andare verso il castello.
Avrebbe voluto voltarsi, correre indietro verso di lei, guardarla negli occhi e dirle che l’unico motivo per cui reagiva così era che l’amava. Che lei significava tutto per lui e che se si comportava in quel modo era solo perché non poteva sopportare l’idea che quell’arrogante e superficiale James Potter potesse abbracciarla, baciarla, stare con lei ogni momento del giorno, mentre lui doveva accontentarsi di essere il “migliore amico”, la spalla su cui piangere, la persona con cui sfogars.
Questo non gli bastava, non poteva bastargli, perché ciò che provava per lei era superiore a qualsiasi emozione che avesse provato in vita sua.
Mentre pensava a tutto questo non potè fare altro che continuare a camminare verso il castello, lasciando Lily seduta sotto l’albero, ancora una volta, confusa.

La giornata passò velocemente tra una lezione e l’altra finchè non arrivò il momento della cena nella Sala Grande in cui tutti i ragazzi finalmente si sedettero, ognuno al proprio tavolo, per godersi le mille pietanze che comparivano magicamente davanti ai loro occhi.
Severus, seduto come al solito più discostato dai suoi compagni, lanciò un occhiata verso la tavola dei Grifondoro: Lily stava ridendo insieme alle sue compagne.
In quel momento pensò che fosse davvero la creatura più bella esistente al mondo, e che non avrebbe più potuto continuare a farsi del male in questa maniera.
Mentre mangiava senza molta voglia cominciò a riflettere sul fatto che prima o poi avrebbe dovuto dirle quello che provava per lei, l’anno stava per finire e non sapeva se si sarebbero rivisti mai più.
Non avrebbe mai potuto sopportare il peso di un rimpianto del genere.
Sapeva che Lily l’avrebbe rifiutato, loro erano soltanto amici, ed era chiaro che lei era troppo legata a Potter per interessarsi a qualcun altro, soprattutto al suo migliore amico.
Tuttavia, ogni volta che li vedeva insieme, aveva come l’impressione che lo sguardo di lei non fosse quello acceso dalla passione, tipico di una ragazza innamorata.
Ma del resto, cosa poteva saperne lui dell’amore?
Non riusciva neanche a capire se poteva essere chiamato tale il sentimento che provava per lei, e comunque continuava a ripetersi che sicuramente quella era solo un’illusione, e che Lily era veramente innamorata di James, e che mai nella sua vita Severus Piton avrebbe avuto un ruolo più importante di quello di “migliore amico”.
Questo pensiero lo uccideva, ogni giorno di più, ed era sempre più convinto che fosse necessario confessarle tutto.
Comunque, cercò di rimandare il momento fatidico al più tardi possibile, sapendo però che non sarebbe potuto scappare da se stesso per sempre, e che prima o poi avrebbe dovuto prendere una decisione definitiva.
Così travolto dal turbine dei suoi pensieri non si era accorto che si era fatto tardi e che nella Sala Grande erano rimaste solo poche persone.
Anche Lily non c’era già più.
Così prese la sua borsa e si avviò fuori dalla sala, dirigendosi verso la Sala Comune dei Serpeverde, deciso ad andare a letto e a provare a dimenticare quella giornata così tormentata.

Il mattino dopo Severus si svegliò con un pensiero su cui aveva rimuginato per tutta la notte: in fin dei conti avrebbe potuto resistere ancora un altro mese e poi non l’avrebbe rivista, forse, mai più.
Sarebbe stato doloroso e terribilmente difficile continuare a fare “l’amico” soprattutto dopo le riflessioni della sera precedente, dopo avere ammesso definitivamente a se stesso che la cosa che gli importava di più al mondo era lei.
Ma cominciò a pensare che se lei era veramente così importante per lui, l’unica cosa che poteva fare nella sua posizione era fare in modo che lei fosse felice e, al momento, lei voleva essere felice con Potter.
Se l’amava veramente avrebbe dovuto lasciarla andare, libera di prendere la sua strada, e lui si sarebbe semplicemente fatto da parte, perché in quel momento, Lily era per lui più importante anche di se stesso, e non avrebbe potuto permettere al suo egoismo di farle del male, non se lo sarebbe mai perdonato.
Così quella mattina, dopo avere indossato la divisa della scuola, si guardò allo specchio, sforzandosi di far comparire anche un abbozzo di sorriso sul suo viso.
“Solo un mese” pensò mentre usciva dal dormitorio e si avviava a lezione di Pozioni: almeno la giornata cominciava bene.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Imprevisti ***


La lezione di Pozioni era la preferita di Severus, l’unica materia in cui sentiva di realizzare veramente se stesso: riusciva perfettamente anche in tutte le altre materie, ma solo quando si trovava a contatto con provette e filtri sapeva di avere a che fare con qualcosa di più.
Così, almeno per metà mattina, riuscì a distogliere l’attenzione dai suoi pensieri e, quindi, da Lily.
Uscendo dai sotterranei per recarsi sulla Torre d’Astronomia, comunque, tornò a riflettere e si compiacque del fatto che in fondo fosse riuscito a dimenticarsi di lei per due ore, immerso com’era nella pozione che stava preparando: sicuramente, se avesse tenuto la mente occupata fino alla fine dell’anno, sarebbe riuscito a cavarsela e soprattutto a mantenere la sua salute mentale intatta.
Si sentiva diverso, come se in lui ci fosse un nuovo coraggio, una nuova speranza che improvvisamente gli facesse sembrare tutto così facile, come se tutte le sue preoccupazioni fino ad allora in fondo fossero state inutili.
Immerso nei suoi ragionamenti gli passò di mente il fatto che anche Grifondoro seguisse la stessa lezione di Astronomia, e così, per la seconda volta in due giorni, si sorprese quando udì la voce di Lily vicino a lui.
«Ciao. Come ti senti oggi, meglio? » disse lei con un tocco di acidità, ricordando il modo in cui Severus si era rivolto a lei il giorno prima, lasciandola da sola sotto quell’albero.
«Ciao Lily» disse lui cercando di soffocare il groppo che gli si era formato in gola non appena l’aveva vista, e maledicendo se stesso e la sua scarsa capacità di contenersi. «Io sto bene, e tu? Ieri non ti ho più vista a cena, credevo che ci saremmo visti, dopo.»
«Scusa, ma non mi sembrava il caso di rimanere a parlare, date le circostanze.»
«Ascolta, Lily» disse lui prendendola da parte mentre il resto degli studenti saliva la scala a pioli che portava alla Torre. «Mi dispiace davvero per quello che è successo ieri mattina, non so cosa mi sia preso. Non volevo trattarti in quel modo e ti prometto che da oggi in poi farò uno sforzo per cercare di…sopportare Potter. Te lo prometto».
Nel momento esatto in cui pronunciò quelle parole, che rimbombavanoo amare nella sua mente mentre uscivano dalla sua bocca, si rese conto di quanto si sforzasse a dirle, e di quanto in realtà fossero vuote.
Non avrebbe mai potuto accettare davvero che Lily stesse con James, era assolutamente l’esatto opposto di ciò che voleva.
Come poteva volere che la ragazza che amava stesse con un altro ragazzo? Anzi, con Potter, la persona che odiava di più al mondo.
In quel momento capì quanto sarebbe stato terribilmente lungo quel mese che si era aspettato di superare senza alcuna difficoltà.
«Severus, sono sconvolta» disse lei con un’espressione stupita ma indubbiamente felice «non posso crederci, sono veramente fiera di te! Non hai idea di quanto significhi questo per me!».
Gli diede un bacio sulla guancia, un bacio che fu più tagliente di una lama sul viso, perché Severus sapeva che ciò che aveva provato lui in quel momento certamente non rispecchiava i sentimenti di Lily: per lei era stata una semplice dimostrazione di amicizia, per lui si trattava dell’ennesima fitta al cuore e dell’ennesima costatazione delle sue illusioni.
«Stai tranquilla, andrà tutto bene.» riuscì semplicemente a dire, abbracciandola e cercando di ricacciare in giù quelle lacrime che stavano cominciando a raggiungere i suoi occhi.
Ma a spezzare quel momento magico, che Severus avrebbe voluto durasse per sempre, irruppe una voce proveniente dalla porta dell’aula, una voce che a Severus risultava più fastidiosa di un secchio d’acqua ghiacciata in faccia, ogni volta che la sentiva.
«Lily, sono qui!» disse James Potter dal fondo dell’aula mentre si faceva largo tra i banchi per raggiungere il suo posto.
«Sì arrivo» disse Lily, e poi, rivolgendosi a Severus «ehi, perché non vieni a salutare James? Dovrai pure farlo questo primo passo, no?».
Mentre cercava una risposta che non sembrasse troppo scortese a quella domanda – non aveva nessuna intenzione di andare a “salutare” l’odiato Potter – il professore entrò nell’aula intimando gli studenti all’ordine.
Severus non fu mai così felice di cominciare una lezione di Astronomia, così disse semplicemente a Lily:
«Ne parliamo alla fine della lezione, okay?» e cercò di abbozzare un sorriso rassicurante che fortunatamente Lily interpretò come sincero.

Per tutta la durata della lezione Severus cercò di concentrarsi sulle parole del professore, come aveva fatto per la lezione precedente, ma ogni singolo momento sentiva la presenza di Lily, seduta qualche fila più indietro di lui, seduta accanto a James, il “suo ragazzo”.
C’era qualcosa di terribilmente fastidioso e “sbagliato” in quella frase, non riusciva nemmeno a ripetersela nella mente per quanto faceva male.
Sentiva come un senso di soffocamento, la sensazione di essere in trappola e di non potere scappare.
Perché ogni volta che la guardava negli occhi, aveva come l’impressione che lei riuscisse a leggergli nel profondo dell’anima, a conoscere tutti i suoi pensieri.
Si sentiva scoperto e vulnerabile, ed era la prima volta che si sentiva veramente così a disagio nella stessa stanza con lei.
Si rendeva conto dell’assurdità di tutto ciò che stava provando, e capiva sempre di più quanto fosse instabile la sua situazione.
In preda al panico, finita l’ora di Astronomia, si precipitò giù dalle scale per correre via, via da tutto, via dall’angoscia, cercando solo uno spazio tranquillo dove riflettere lucidamente.
Ma in una frazione di secondo, inciampò goffamente sul mantello, troppo lungo, cadendo rovinosamente dalla scala, con un nitido rumore di ossa rotte.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=315355