Un Ritorno Inaspettato

di Raven626
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Incontro Inaspettato ***
Capitolo 3: *** A Scuola ***
Capitolo 4: *** La Piuma ***
Capitolo 5: *** Vera Identità ***
Capitolo 6: *** Beatrice ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Era passato un mese da quando Wirt, Greg e il Jason Funderberker (la rana) erano tornati a casa e le cose erano pian piano tornate com'erano prima della loro avventura nella foresta.

I due fratelli andavano a scuola insieme a tutti gli altri ragazzi, Wirt alle superiori e Greg alle elementari, ma, dato che la cittadina dove vivevano era molto piccola, tutte le scuole erano riunite in un unico grande edificio, così ogni giorno, dopo le lezioni, Wirt attendeva il fratellino subito oltre il cancello della scuola e insieme tornavano a casa.

Wirt e Sara non avevano fatto molti progressi da Halloween: nessuno dei due aveva mai il coraggio di dire all'altro quelle due paroline che li avrebbero portati al fidanzamento e così rimanevano sulla linea amicizia. Dopo due settimane, però, il padre di Sara trovò un lavoro molto migliore in una città che però era molto lontana, così la ragazza e tutta la sua famiglia furono costretti a trasferirsi. Lei e Wirt continuarono a sentirsi ogni tanto per telefono, ma entrambi sapevano che si stavano pian piano allontanando sempre di più. Greg... Greg era il solito Greg di sempre: allegro, spensierato, con quel suo solito sorriso stampato in faccia e Jason sempre in braccio.

A parte per il trasferimento di Sara, le cose erano tornate alla normalità e, nonostante i due fratelli avessero rischiato la vita decine di volte nella foresta, entrambi sentivano la mancanza di quell'atmosfera misteriosa che sembrava appena uscita da un film horror, di quei continui intrighi e segreti, di tutte le creature che avevano incontrato e con cui avevano fatto amicizia: il taglialegna, il cavallo che avevano incontrato nella stalla vicino alla locanda, lo “zio” e sua moglie, Lorna, Beatrice...

Ogni tanto, prima di andare a letto, i due si mettevano davanti al davanzale della finestra nella camera di Greg (visto che la sua finestra si affacciava sulla foresta) e insieme rivivevano i momenti passati lì dentro, i momenti brutti e quelli belli, quelli di sconforto e quelli felici e finivano sempre per addormentarsi molto tardi, Wirt rimboccava le coperte al fratellino e, dopo che Greg gli ricordava di dare la buonanotte anche a Jason, andava nella sua camera e si addormentava.

In quei giorni i sogni di Wirt erano tutti uguali, non c'era notte che non facesse il solito sogno, andava avanti così da quando era tornato a casa, ogni singola notte, quando chiudeva gli occhi e si addormentava, c'erano sempre le stesse immagini che lo attendevano...

 

Si trovava alla festa di Halloween, quella festa dove era andato per recuperare il CD che era finito per errore nel giubbotto di Sara. Si faceva spazio tra la folla e cercava di raggiungere la ragazza. Aveva il mantello blu e il cappello rosso a punta, come quella sera. In fondo al salone vide Sara, era di schiena, ma Wirt riconobbe subito quella cascata di capelli corvini e le si avvicinò per parlarle, non sapeva cosa doveva dirle, ma solo che la doveva raggiungere. Quando la raggiunse, le toccò la spalla due volte per farla girare, ma quando Sara si voltò, Wirt non vide la sua maschera bianca o il suo viso, ma il volto di un'altra persona, una ragazza che non aveva mai visto prima. Aveva le guance coperte di lentiggini e dei grandi occhi marroni, d'un tratto i capelli neri e scompigliati di Sara si colorarono diventando marroni, color caramello. Non erano più scompigliati, ma pettinati a cipolla. La ragazza gli sorrise e aprì la bocca per parlare, ma proprio in quel momento tutti i suoni della festa e anche la voce della ragazza si fecero ovattati finché non scomparvero del tutto. Wirt iniziò a correre e d'un tratto si ritrovò nella foresta e c'era sempre quella ragazza che gli stava accanto, Wirt continuava a chiedersi chi fosse, ma Greg, che era appena arrivato in compagnia di Jason,, le parlava come se si conoscessero da una vita. Allora Wirt si avvicinò a lei, ma, proprio quando la stava per raggiungere, tutte le immagini si fecero sfocate e d'un tratto tutto divenne nero come la pece. Il ragazzo vide qualcosa risplendere in mezzo all'oscurità, era una luce? No, forse era un gioiello, no, non era neanche quello. L'immagine si fece sempre più nitida finché Wirt non vide con chiarezza il paio di forbici argentate, quelle stesse forbici che aveva dato a Beatrice un mese prima. Poi le forbici sparivano e Wirt si risvegliava ansimando.

 

Andava avanti così da un mese, l'immagine di quella ragazza continuava a tormentarlo, quando dormiva, ma anche quando era sveglio e lui continuava a chiedersi chi fosse. Forse era solo frutto della sua immaginazione, ma questo non spiegava perché la sognava tutte le notti, forse l'aveva incontrata un giorno, ma non se ne ricordava. Chissà, per ora l'identità della ragazza rimaneva un incognita per Wirt. Il ragazzo si voltò verso l'orologio, erano ancora le tre del mattino. Scivolò di nuovo sotto le coperte e chiuse gli occhi, sapendo già cosa avrebbe sognato...

 

 

 

Allora, ecco il primo capitolo, che in realtà era più un prologo che altro.

Se pensate di sapere chi è quella ragazza che popola i sogni di Wirt, lo potete dire nei commenti. Recensite e ditemi che ne pensate.

 

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Capitolo 2
*** Incontro Inaspettato ***


Quel giorno era domenica, quindi per Wirt e Greg non ci sarebbe stata la scuola. Quando Wirt si svegliò, erano le nove passate, il ragazzo si strofinò gli occhi sbadigliando e si diresse in bagno per sciacquarsi la faccia. Allora vide che ore erano, era molto strano, di solito a quell'ora Greg era già venuto a svegliarlo da un pezzo saltando sul suo letto. “Forse oggi aveva sonno” si disse Wirt uscendo dal bagno. Si avvicinò alla camera di Greg e bussò tre volte... niente. Non rispose nessuno. Allora il ragazzo aprì la porta pensando che forse Greg stava dormendo e non lo aveva sentito, ma quando entrò rimase paralizzato dal terrore, il letto era disfatto e di Greg non c'era traccia.

 

- Greg – chiamò Wirt iniziando a perquisire la camera – Greg, se è uno scherzo, sappi che non è divertente – disse abbassandosi per vedere se si era nascosto sotto il letto – Greg, non vuoi venire a fare colazione? La mamma ha fatto i biscotti – disse Wirt sperando di attirarlo, ma Greg non venne.

 

Il ragazzo scese di corsa le scale e si precipitò in cucina sperando con tutto il cuore che Greg si trovasse lì, ma quando arrivò di nuovo il terrore lo assalì: Greg non era neanche in cucina.

I loro genitori non c'erano, quella domenica sarebbero stati fuori città per passare un po' di tempo con i loro amici e non sarebbero tornati prima dell'ora di cena. La madre si era tanto raccomandata con Wirt “fai attenzione a Greg” gli aveva detto, glielo doveva aver ripetuto almeno mille volte e invece non erano passati neanche cinque minuti dal risveglio di Wirt che già lo aveva perso. Il ragazzo si lasciò cadere sconfortato sulla sedia e si prese la testa tra le mani.

 

- Non può essere – si disse scuotendo il capo e lasciandosi prendere dallo sconforto (come al solito, del resto) – che razza di fratello maggiore sono? A quest'ora Greg potrebbe essere ovunque, probabilmente non lo rivedrò più... -

 

Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta e Wirt si ridestò dal suo pessimismo precipitandosi verso la porta d'ingresso. La spalancò di scatto e quando vide Greg gli salirono le lacrime agli occhi.

 

- Greg! - esclamò abbassandosi per poter abbracciare il fratellino – dov'eri finito? Perché sei bagnato? - chiese allora notando che i suoi vestiti erano zuppi d'acqua.

- Se n'è andato – disse il bambino tirando su con il naso.

- Chi se n'è andato? -

- Jason Funderberker – disse Greg asciugandosi le lacrime – è saltato nel fiume per raggiungere i suoi amici, io lo volevo convincere a restare e mi sono avvicinato troppo all'acqua... sono scivolato e la corrente mi ha portato via... - disse ricominciando a piangere.

- E come hai fatto a salvarti? - chiese Wirt.

- Mi ha aiutato la signorina – disse Greg voltandosi.

 

Allora Wirt notò la ragazza che stava alle spalle del fratello, prima non l'aveva notata perché era troppo preso dal ritorno di Greg, ma ora la poté vedere meglio. Aveva le guance coperte dalle lentiggini e gli occhi marroni, i capelli erano raccolti a cipolla anche se alcune ciocche ricadevano scomposte sulle sue spalle, i capelli erano marroni, color caramello... Wirt spalancò gli occhi a quella vista, non poteva crederci. Allora notò che anche l'orlo del vestito della ragazza era bagnato e capì che per salvare Greg doveva essersi tuffata in acqua.

 

- G...grazie per aver salvato Greg – disse Wirt non sapendo cosa dire.

- Tranquillo, è stato il minimo che potessi fare – disse lei sorridendo – non potevo di certo lasciarlo lì -

- Wirt – disse Greg al fratello – è pronta la colazione? -

 

Ecco, Greg era già tornato di buon umore.

 

- Sì, la mamma ha preparato i biscotto, sono sul tavolo – disse Wirt.

- Sììì! - esclamò il bambino precipitandosi verso la cucina.

- Com'è vivace – disse la ragazza sorridendo – e pensare che solo pochi istanti fa stava piangendo -

- Già, Greg è fatto così – disse Wirt sorridendo a sua volta.

- Ora è meglio che vada, ciao Wirt – disse lei voltandosi e dirigendosi verso la strada.

 

Wirt rimase a guardarla dall'uscio di casa per qualche istante, si voltò verso la cucina quando si rese conto di una cosa.

 

- Ehi! Come fai a sapere il mio nome? - chiese voltandosi di scatto verso il vialetto, ma della ragazza non c'era più traccia.

 

Il ragazzo si diresse in cucina e vi trovò Greg, intento ad addentare un biscotto dopo l'altro con il suo solito entusiasmo.

 

- Wirt, per caso conosci quella ragazza? - chiese Greg addentando un biscotto.

- No, perché me lo chiedi? - chiese il fratello sedendosi.

- Perché quando mi ha visto nel fiume, mentre correva verso di me ha gridato il mio nome -

- Aspetta, quindi non gli hai detto tu il mio nome? -

- No, per tutto il tragitto non ho detto quasi niente – disse Greg continuando ad abbuffarsi.

- È molto strano – disse Wirt, più a se stesso che al fratello.

- Forse è una spia – disse Greg mentre i suoi occhi si accendevano di entusiasmo – o magari è un agente sotto copertura. Forse è una super eroina! Dopotutto mi ha salvato! -

- E se invece è solo una ragazza? - disse Wirt ridendo.

- Una ragazza che sa leggere nella mente – disse allora Greg – una sensitiva! -

- Greg, ora basta con le supposizioni o rischi di contagiare anche me e finirà che anche io crederò a ciò che dici -

- E allora? -

- E allora, se la rivedrò, non voglio rischiare di fare brutta figura a causa delle paranoie che rischi di mettermi in testa -

- Ma tu hai sempre le paranoie – disse Greg ridendo.

Wirt però non lo stava più ascoltando, pensava a quella ragazza, non c'erano dubbi, era proprio quella del suo sogno, ma il suo comportamento era stato molto bizzarro. Nessuno sconosciuto rischia la vita per salvare quella di una persona che neanche conosce, al massimo chiama la polizia o i vigili del fuoco e poi lo aveva anche riaccompagnato a casa e sapeva il suo nome, tutto ciò era molto strano. Poi, mentre Wirt le parlava, era certo di averla già vista da qualche parte, anche se non ricordava dove. “Le avrei dovuto chiedere come si chiama” si disse Wirt “forse se avessi saputo il suo nome l'avrai riconosciuta” pensò.

 

Quella notte, come ogni giorno, Wirt andò in camera di Greg per dargli la buonanotte, i loro genitori non erano ancora tornati, ma Wirt sapeva che al suo risveglio li avrebbe trovati entrambi a casa. Il ragazzo rimboccò le coperte al fratellino e si voltò per uscire.

 

- Wirt – lo chiamò Greg.

- Sì? - chiese lui avvicinandosi al fratellino.

- Secondo te come sta? -

- Sono certo che Jason sta bene, adesso... -

- No, non parlavo di Jason – disse Greg interrompendolo – lui si sta esibendo sul traghetto con i suoi amici – disse con il suo solito fare sognante.

- E allora di chi parlavi? - chiese Wirt sedendosi sul letto del fratello.

- Di Beatrice -

 

Wirt non sapeva il perché, ma quando sentì quel nome venne percorso da un brivido che lo fece rabbrividire, ma non era come quando aveva freddo o paura, era un altro il motivo che aveva scatenato quel brivido, ma lui stesso non sapeva di cosa si trattava.

 

- Sono sicuro che sta bene – disse Wirt sorridendo dolcemente al fratellino – non ti preoccupare per lei, a quest'ora starà a casa sua con la sua famiglia -

- Wirt, forse non mi crederai, ma questa mattina per un attimo ho avuto l'impressione di averla vicina, sentivo che non era lontana -

- Sarà stata solo un'impressione, Beatrice è nella foresta, lo sai anche tu -

- È vero – disse sbadigliando rumorosamente – buonanotte Wirt -

- Buonanotte Greg – disse lui spegnendo la luce.

 

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Capitolo 3
*** A Scuola ***


- Wirt! Wirt! La mamma ha detto che ti devi svegliare! È ora di andare a scuola! - urlò Greg a squarcia gola mentre saltava sul letto del fratello, facendo ovviamente attenzione a non pestargli qualcosa.

 

Wirt fece uscire lentamente una mano da sotto le coperte e, attento a non farsi vedere da Greg, fece uno scatto e afferrò la gamba del fratellino facendolo inciampare e cadere sul letto a pancia all'aria.

 

- Wirt – disse lui ansimando – la mamma ti vuole giù subito o ha detto che darà la tua colazione ai maiali del vicino -

 

Wirt si voltò verso la sveglia e, quando vide che ore erano, si catapultò fuori dal letto e in fretta e furia si vestì, preparandosi a scendere. La scuola sarebbe iniziata tra meno di dieci minuti e se non voleva arrivare di nuovo in ritardo gli conveniva sbrigarsi. Quando arrivò di sotto, trovò la madre affacciata alla finestra con il suo piatto tra le mani.

 

- Finalmente ti sei svegliato – disse poggiando il piatto sul tavolo – penso che oggi Porky si dovrà accontentare degli avanzi della cena di ieri. A proposito di ieri: com'è andata? Tutto a posto? -

- Sì, è andato tutto bene – mentì Wirt – Greg è sempre rimasto a casa, te lo assicuro, non è mai uscito -

- Ok, mi voglio fidare. Poi non posso essere arrabbiata con te -

- Perché? -

- Perché sei finalmente riuscito a convincere Greg a mollare quella rana! A volte temevo che a forza di tenerlo in braccio, quell'animale avrebbe dimenticato come si salta -

- È... è uscita di casa perché sentiva delle rane gracidare in giardino – improvvisò Wirt – dalla finestra li abbiamo visti dirigersi verso il fiume -

- Un'ultima domanda – disse la madre mentre Greg entrava in cucina con lo zainetto in spalla – perché ho trovato un pesce morto nella scarpa di Greg? - chiese guardando con sospetto i figli.

 

Wirt e Greg si guardarono qualche istante, poi, nel medesimo istante, entrambi scattarono verso la porta e poi in strada, fino a raggiungere la scuola. Lasciando la madre con un sorriso vincente sul volto.

 

- Wirt – disse Greg correndo – non andare così veloce, io non sono grande come te -

 

Wirt rallentò un po', la scuola era a solo una trentina di metri da loro. Anche se le scuole erano tutte nello stesso palazzo, le entrate erano comunque diverse, Greg si diresse nell'entrata che stava sul fianco destro dell'edificio, Wirt invece puntò all'entrata che stava davanti. Si voltò verso il cancello, non c'era nessuno, lui e Greg erano gli ultimi ad essere arrivati in tutta la scuola. Essendosi voltato, però, Wirt non poté notare che un'altra persona, anch'essa voltata, si stava avvicinando a lui correndo. Fu questione di secondi prima che i due si scontrassero cadendo a terra. Wirt si massaggio il braccio dolorante mentre cercava con lo sguardo lo zaino che era finito a un metro da lui.

Era già pronto a fare una ramanzina a chiunque lo avesse fatto inciampare, quando si accorse che la persona che stava davanti a lui era la ragazza che aveva salvato Greg.

 

- Scusa, il professore mi stava dicendo una cosa dall'aula e non ho guardato dove andavo – disse alzandosi e porgendo una mano a Wirt.

- Non fa niente, anch'io non stavo guardando dove andavo – disse lui stringendola e facendosi aiutare a rimettersi in piedi.

 

Prese il suo zaino e se lo mise in spalla, allora tornò con lo sguardo sulla ragazza, ma quando vide solo l'aria davanti a sé, strabuzzò gli occhi. “Andava proprio di fretta” si disse Wirt incamminandosi verso l'aula, poco prima di entrare si voltò di nuovo verso l'ingresso e vide, nel vialetto che conduceva alla scuola, la ragazza che si allontanava sempre di più fino a raggiungere una bici blu che stava appoggiata proprio lì fuori. Poi il ragazzo dovette entrare, perché nell'appello erano quasi arrivati al suo nome.

 

Cinque ore dopo, Wirt si trovò di nuovo nel vialetto, ma questa volta intento a tornare a casa, i bambini delle elementari uscivano tre minuti dopo quelli delle superiori per evitare che ci fosse troppo affollamento, così, appena fu uscito, Wirt si diresse oltre il cancello della scuola e si appoggiò al muretto che segnava i confini dell'edificio, aspettando l'uscita di Greg. Proprio davanti a Wirt c'era la strada, se si andava a destra, conduceva alla città e a sinistra al cimitero, oltre il quale c'era la foresta. In mezzo a tutti i motorini parcheggiati lì davanti, Wirt notò una piccola bici azzurra, la stessa a cui la ragazza era andata incontro quella mattina. Il ragazzo iniziò a guardarsi intorno per cercare di vedere la ragazza e dopo qualche istante la scorse, che si faceva spazio in mezzo a tutti quei ragazzi, la maggior parte dei quali erano molto più alti di lei.

 

- Ciao – disse Wirt sperando che, in mezzo a tutto quel fracasso, lei lo sentisse.

- Ciao – disse lei avvicinandosi – aspetti Greg? -

- Sì, dovrebbe essere qui a momenti -

- Alla fine com'è andata con Jason? È tornato a casa? -

- No, non penso che tornerà – disse, sorridendo poi al pensiero di ciò che gli aveva detto il giorno prima Greg, riguardo al fatto che in quel momento Jason si stava esibendo da qualche parte.

- Ora devo andare – disse lei voltandosi, i ragazzi se n'erano andati tutti e in qual momento stava suonando la campanella delle elementari – sai, è strano vederti senza cappello –

- Aspetta, per caso ci siamo incontrati alla desta di Halloween? - chiese Wirt, se fosse stato così, questo spiegherebbe perché non si ricordava della ragazza, sicuramente aveva indossato una maschera che le aveva coperto il volto.

- No, non ci siamo incontrati alla festa. Era il giorno Halloween, ma non ci siamo visti là -

- Indossavi un costume? - chiese Wirt mentre si sforzava di ricordare dove poteva averla vista.

- Sì, diciamo che in un certo senso lo indossavo – disse lei – ciao Wirt – disse poi dirigendosi verso la sua bici blu.

 

Wirt era già pronto a vederla andare a destra e quando notò che invece aveva svoltato a sinistra rimase molto interdetto “forse è la figlia del custode del cimitero” pensò “no, quell'uomo non ha figli, poco ma sicuro”.

 

- Wirt – disse una voce squillante.

- Ciao Greg – disse lui iniziando a incamminarsi verso casa.

- Wirt, non so se te lo ricordi, ma casa nostra è dall'altra parte – disse Greg ridendo.

- Giusto, ho la testa tra le nuvole, oggi – disse Wirt dirigendosi verso destra, mentre un dubbio continuava ad assalirlo: “Chi era quella ragazza?”

 

Di nuovo si maledisse per non averle chiesto il nome, ma il fatto era che quando le parlava, sentiva di conoscerla già perfettamente e gli sembrava da stupidi chiedere come si chiamasse. Quando però lei se ne andava, le cose tornavano alla normalità e Wirt rimpiangeva di non averglielo chiesto.

 

 

 

Ok, penso che ormai sia chiaro chi è quella ragazza, speriamo solo che Wirt lo capisca prima di diventare vecchio...

Spero che la storia vi piaccia e vorrei sentire i vostri pareri, anche solo per sapere se sto sprecando il mio tempo inutilmente o se c'è qualcuno (oltre me) che la sta leggendo.

Non so quando aggiornerò, ma non penso che lo farò tra molto tempo, una settimana al massimo (massimo, non minimo). A presto!

Raven626

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Capitolo 4
*** La Piuma ***


I due fratelli stavano tornando a casa, quando Wirt notò che Greg aveva qualcosa in mano.

 

- Cos'hai? - chiese incuriosito.

- Cosa? -

- Non lo so cos'è, per questo te l'ho chiesto – disse Wirt pazientemente.

- È il mio nuovo portafortuna! - disse Greg sorridendo.

- Me lo fai vedere? -

- Se te lo faccio vedere la fortuna si consuma tutta -

- Sai, non credo che funzioni così -

- Io dico di sì, quindi tu il mio portafortuna non lo tocchi -

- Lo posso almeno vedere? -

- Se giuri di chiudere gli occhi -

- Se li chiudo come faccio a vederlo? - chiese Wirt sforzandosi di non saltare addosso al fratellino e strappargli l'oggetto dalle mani.

- Va bene, lo puoi vedere – si arrese in fine Greg spalancando il palmo della mano.

- Una piuma? - chiese Wirt – ho rischiato di impazzire per una piuma? -

- A quanto pare – disse il fratellino ridacchiando – sarà solo una piuma, ma è molto bella – disse usandola per solleticarsi il collo

- In effetti non è così male – disse Wirt osservandola meglio – dove l'hai trovata? -

- Vicino al marciapiede -

- È molto strano, qui non ci sono uccelli azzurri -

- Forse un pappagallo è scappato dallo zoo – disse Greg iniziando a fantasticare.

- Qui non ci sono zoo -

- Chi ti dice che non ne hanno costruito uno mentre noi stavamo a scuola? -

- Hem... penso che me lo dica la ragione -

- Resta il fatto che questa piuma è bellissimissima -

 

Greg continuò ad accarezzare quella piuma per tutto il tragitto, non era molto grande, l'uccello che l'aveva persa doveva essere piccolo, era tutta azzurra e, man mano che si arrivava all'altra estremità, diventava sempre più chiara. A Wirt sembrava familiare quel colore, anche se non ricordava dove lo aveva già visto prima, che strano, prima di allora non gli era mai capitata una cosa simile, mentre adesso gli succedeva in continuazione di vedere delle cose e di essere certo di averle già viste, ma di non sapere dove.

 

Quella sera, Greg era sotto le coperte e attendeva impaziente l'arrivo del fratello che gli avrebbe dovuto dare la buonanotte, ma Wirt non si decideva ad arrivare, allora il bambino si voltò verso l'orologio, segnava le 22. “Dov'è finito?” si chiese alzandosi e dirigendosi verso la camera del fratello. Ne era aperto uno spiraglio e silenziosamente Greg si affacciò. La luce era accesa, ma non era quella della lampadina, era una torcia, Wirt era seduto a gambe incrociate sul suo letto con un libro spalancato davanti. Greg cercò di capire cosa fosse quel libro, si sporse sempre di più, finché non perse l'equilibrio e inciampò in avanti, disteso per metà sul corridoio e per metà nella camera del fratello.

 

- Greg! - disse Wirt alzandosi e venendogli incontro – che ci facevi dietro la porta? Mi stavi spiando? -

- Se ti dico di sì possiamo fare finta che non sia successo niente? - chiese Greg alzandosi.

- Successo cosa? - chiese Wirt sorridendo.

- Comunque cos'è quel libro? - chiese Greg avvicinandosi.

- Niente di importante – rispose il fratello evasivo.

- Dai, qualcosa deve essere per forza – rispose allora Greg afferrando il libro tra le mani – Bird – lesse sulla copertina – vuoldire “uccelli”? - chiese a Wirt che annuì in segno di affermazione.

 

Greg iniziò a sfogliare le pagine, in ognuna c'era la foto di un uccello e una breve spiegazione sull'animale, Greg continuò a girare le pagine per un po' prima di riposare il libro sul letto.

 

- Perché leggi un libro sugli uccelli? - chiese allora a Wirt.

- La tua piuma mi aveva incuriosito e volevo vedere se trovavo su questo libro l'uccello che l'ha persa – rispose Wirt afferrando il libro e mettendolo nella libreria – ma qui non c'è nessun uccello che ha il piumaggio di quel colore, a parte i pappagalli, ma quelli sono troppo grandi per aver perso quella piuma -

- Divertente – disse Greg sorridendo – dobbiamo risolvere i misteri, come ai vecchi tempi – continuò entusiasta - lo chiameremo “Il caso dell'uccellino azzurro” - disse con fare teatrale.

- Aspetta un momento! - esclamò Wirt voltandosi verso il fratellino – cos'hai detto? -

- Ho detto che lo chiameremo “Il caso dell'uccellino azzurro” -

- Gli Uccellini Azzurri! - esclamò allora Wirt – Greg! Sei un genio! -

- Davvero? - chiese il fratellino confuso.

- Ma certo! Come ho fatto a non accorgermene subito? Questa piuma è dello stesso colore di Beatrice e lei era un Uccellino Azzurro, forse qui in giro ce ne sono altri -

- Ma di Uccellini Azzurri non c'erano solo Beatrice e la sua famiglia? - chiese allora Greg.

- Anche questo è vero... allora da dove viene questa piuma? -

- Forse Beatrice o un suo parente è passato da queste parti e l'ha persa – disse allora Greg – è possibile che alcune piume gli siano rimaste sui vestiti e non se ne sono accorti, così, quando sono passati davanti alla scuola, una folata di vento ha staccato la penna dal vestito facendola cadere sul marciapiede -

 

Wirt rimase con gli occhi spalancati e la bocca aperta a fissare il fratellino.

 

- Da quant'è che sei diventato un detective? - chiese allora Wirt sforzandosi di capacitarsi del fatto che la persona che aveva appena parlato era Greg e non qualche investigatore.

- Da quando tu sei diventato la mia spalla -

- La tua spalla? -

- Sì, il mio aiutante. Quello che mi sta sempre intorno e fa domanda stupide a cui io devo rispondere con un “Elementare, Wirt” -

- Ehm, penso che quello di cui tu stai parlando è Wattson, l'aiutante di Sherlock Holmes e, tanto per la cronaca, io non faccio domande stupide -

- E allora che mi dici di quando mi hai chiesto da dove veniva quella piuma? -

- Tecnicamente io non te l'ho chiesto, sei tu che sei venuto ad indagare su ciò che stavo facendo -

- Fa lo stesso, prima o poi saresti venuto a chiedermelo -

 

Wirt sospirò sconsolato per il comportamento del fratellino e alla fine si decise a riportarlo nella sua camera e dargli la buonanotte. Mentre Greg non guardava, Wirt aveva preso la piuma che il fratello aveva poggiato sul suo comodino, ora il ragazzo se la stava rigirando tra le mani continuando a chiedersi da dove provenisse, era abbastanza insolito che Beatrice o un suo parente fossero passati davanti alla scuola, cosa ci facevano lì? Per quella domanda Wirt dubitava che esistesse una risposta convincente, così, con ancora il quesito che continuava a tormentarlo, chiuse gli occhi e si addormentò.

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Capitolo 5
*** Vera Identità ***


Di nuovo quel sogno... Wirt si aspettava già di veder comparire la casa dove si era svolta la festa di Halloween, ma proprio quando iniziò ad udire la musica, questa si fece sempre più ovattata fino a scomparire, il ragazzo si trovava invece in un bosco, o meglio dire: nell'Ignoto. Iniziò a camminare chiedendosi dove si stesse dirigendo quando vide qualcosa cadere davanti a se, allungò una mano per afferrarla e presto si ritrovò tra le mani una piccola piuma azzurra. D'un tratto arrivò Greg, con l'inseparabile Jason tra le braccia, stavano camminando ed era tutto buio, il ragazzo iniziò a guardarsi intorno quando, d'un tratto i due videro una luce, si affacciarono per vedere da cosa fosse prodotta e Wirt rimase molto sorpreso quando scorse, in una piccola radura, un taglialegna che reggeva tra le mani una lanterna ed era intento ad abbattere un albero. Sentì Greg che gli diceva di avvicinarsi per chiedere informazioni su come tornare a casa, quando sentì una voce, allora ebbe un tuffo al cuore, era letteralmente paralizzato dalla sorpresa. Si voltò con gli occhi e la bocca spalancati e vide, appollaiata su un ramo, Beatrice. D'un tratto lo scenario sfumò e Wirt,Greg, Jason e anche Beatrice si ritrovarono in un orto con le palle di ferro legate ai piedi intenti a scavare una buca, allora lo scenario cambiò di nuovo e si ritrovarono prima in una taverna, poi in una casa “infestata”, poi in un traghetto con delle rane canterine e anche in casa di una vecchia che voleva lui e suo fratello come schiavi, gli scenari continuarono a cambiare e Wirt vide la sua vita scorrergli letteralmente davanti. In tutte le scene che vedeva c'erano sempre lui, Greg, Jason e Beatrice, a parte nell'ultima immagine, in cui lui e Greg erano in un ambulanza, lì Beatrice non c'era. Wirt si aspettò di vedere la scena del suo risveglio nell'ospedale, invece ciò che vide fu completamente diverso, c'era una casa, una piccola casetta molto modesta, ma comunque carina, si trovava proprio in mezzo alla foresta. Nel giardino scorrazzava un cane dal il pelo bianco con delle chiazze marroncine. In un angolo, poco prima dell'entrata erano parcheggiate alcune biciclette, ce n'era una rossa, una gialla, una verde e anche una azzurra... Wirt sentì dei rumori venire dall'interno della casa, sembrava il suono che faceva una forbice quando tagliava qualcosa, Wirt si avvicinò e si affacciò. Dentro l'abitazione, al centro della piccola cucina, c'era una famiglia, era molto numerosa, c'erano due adulti e molti ragazzi, erano tutti umani, tutti tranne una, Beatrice. L'uccellina era seduta al centro del tavolo, aveva gli occhi chiusi e le ali distese verso la donna che doveva essere sua madre. La signora si avvicinò con una forbice tra le mani e, proprio quando stava per tagliare le ali dell'uccellina, tutto si fece buio e Wirt si risvegliò.

 

Aprì gli occhi e sbatté le palpebre qualche volta per abituarsi alla luce, un piccolo visino da bambino lo osservava attentamente, come se stesse osservando qualcosa di strano.

 

- Buongiorno Greg – disse Wirt sbadigliando – perché mi guardi così? -

- Eri strano – disse Greg allontanandosi un po' per fare spazio a Wirt – avevi una strana espressione, a volte sorridevi così tanto che sembrava che stessi per raggiungere le orecchie con le labbra e a volte ti agitavi tirando calci e pugni, mi hai anche colpito in testa – disse massaggiandosi il capo – si può sapere cosa stavi sognando? -

- Non mi ricordò – mentì Wirt – adesso però andiamo o arriviamo di nuovo tardi -

 

Aveva appena parlato quando sentì uno strano suono, era basso e gutturale, abbastanza lungo e che credeva non avrebbe più sentito. Strabuzzò gli occhi e vide, proprio dietro di Greg, nientemeno che Jason!

 

- Jason!? - disse Wirt stropicciandosi gli occhi pensando di aver visto male.

- Sì, lo sapevo che sarebbe tornato – disse Greg sorridendo – la sua carriera da cantante solista non è andata bene, lo volevano far cantare in un coro, lui ovviamente ha rifiutato, non poteva permettere che la sua voce si confondesse con le altre, no? Così è tornato a casa – concluse prendendolo in braccio – adesso che è di nuovo qui te la puoi anche tenere la piuma -

 

Allora Jason si voltò verso Greg e gracidò qualcosa, come se stesse davvero parlando.

 

- Ma cosa vai a pensare, Jason? - chiese Greg – è ovvio che non ti avevo sostituito con una piuma – disse poggiandolo a terra – ora vai in camera -

 

La rana uscì a grandi balzi dalla camera di Wirt e, prima di raggiungerla, Greg si voltò verso il fratello mettendo un dito davanti al viso, come se gli stesse dicendo di non dire nulla a Jason. Wirt alzò un pollice per far capire a Greg che non aveva intenzione di dire al rospo com'erano andate realmente le cose (non che avesse altro da dirgli) allora Greg uscì e Wirt si preparò per andare a scuola mentre le scene che aveva visto nel sogno continuavano a girargli per la mente.

 

- Greg, lo sai che Jason non può andare a scuola, vero? - chiese Wirt guardando preoccupato il fratellino e in particolare il rospo che teneva tra le braccia.

- Certo che lo so, non voglio portarlo a scuola, anche perché lo condannerei a morte se lo facessi. Lo lascerò in cortile -

- Non hai paura che scappa? -

- Penso che se avesse voluto scappare ormai lo avrebbe già fatto da un pezzo, non credi? - chiese Greg guardando Jason.

- Hai ragione -

- Lo vedi che le fai le domande stupide? - chiese Greg sorridendo furbescamente.

- Ora non ricominciare con questa storia -

- Fai come ti pare... spalla -

- Com'è che mi hai chiamato? - chiese allora Wirt.

- Wirt – disse Greg con fare innocente.

- Non credo proprio – disse Wirt volgendo lo sguardo sul cortile della scuola, gremito di gente – se sei davvero un detective... - disse Wirt guardandosi in torno in cerca di qualcosa da chiedergli – devi dirmi il nome di... -

 

Continuò a guardarsi intorno per un po' in cerca del soggetto giusto quando vide la ragazza entrare e superare il cancello, la solita ragazza dai capelli color caramello.

 

- … devi dirmi il nome di quella ragazza! - esclamò allora indicandola – quella che ti ha salvato quando eri caduto nel fiume -

- Wirt, scusa se te lo chiedo, ma tu ci fai o ci sei? -

- Che intendi? - chiese allora Wirt.

- Intendo dire che anche la peggiore delle spalle sarebbe riuscita a capire una cosa così semplice, dopotutto ce l'hai un cervello, no? E poi sono io quello tonto che non capisce nulla... - disse scuotendo la testa.

- Senti Greg, mi vuoi dire o no cosa intendi con tutte queste frasi? -

- Insomma! Perfino Jason saprebbe risponderti -

 

Per tutta conferma, Jason fece un grande verso gonfiano il petto al massimo.

 

- Se per te quello è un nome allora ho paura di chiederti cos'è secondo te una minaccia di morte, perché quel verso tutto era tranne che un nome – commentò Wirt osservando disgustato il petto di Jason che si gonfiava a dismisura.

- Non ci arrivi proprio, eh? - chiese Greg – lascia che faccia luce sulle tue domande... prima di pochi giorni fa tu non avevi mai visto quella ragazza, mentre lei, guarda caso, sa i nostri nomi, poi sa del tuo cappello da elfo... -

- Ehi! - disse Wirt interrompendolo.

- Zitto e fammi finire – disse Greg ammonendolo – allora... sa del tuo cappello da elfo di Babbo Natale e quando va in bici non si dirige verso la città, ma verso il bosco, poi, chissà come, ho trovato una piuma azzurra sul marciapiede proprio dove lei aveva parcheggiato la bici, quindi lei è... - disse fermandosi in modo che Wirt possa rispondere da solo.

- Ma certo! Come ho fatto a non capirlo prima? -

- È una spia della Bestia che ha mangiato Beatrice e la sua famiglia – disse Greg con fare esperto – elementare, Wirt -

- No! Ma cosa dici? - disse allora Wirt che era in parte sollevato dal fatto che Greg non l'avesse capito realmente, sarebbe stato molto imbarazzante se il fratellino fosse stato il primo a capirlo – è Beatrice! -

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Capitolo 6
*** Beatrice ***


  - Beatrice? - chiese Greg spaesato – tu lo sapevi, Jason? - chiese allora al rospo che rispose gracidando (non che potesse rispondere in modo diverso) – Jason! Perché non me l'hai detto prima? In effetti così a molto più senso – disse voltandosi verso Wirt che era ancora paralizzato per ciò che aveva appena scoperto – io vado, tu vedi di riattivarti prima che le lezioni finiscano, ok? Ciao Wirt! - disse voltandosi e dirigendosi verso l'ingresso.

Wirt iniziò a camminare ancora spaesato, come aveva fatto a non capirlo prima? Era così evidente! E pensare che perfino i suoi sogni avevano cercato di farglielo capire e lui non c'era ancora arrivato. Forse però non era davvero così, forse si era trattato sollo di un malinteso e quella ragazza era solo una ragazza come le altre che Wirt aveva incontrato alla festa di Halloween. Si voltò, eccola, stava per raggiungere l'ingresso.
“C'è solo un modo per capire se è così” si disse Wirt prima di mettere le mani davanti al viso in modo che formassero un imbuto e urlare a gran voce “Beatrice”. Allora si confuse nella folla continuando a tenere d'occhio la ragazza, si era voltata quando aveva sentito quel nome, poi però si era rigirata ed era entrata a scuola. “Non ci sono dubbi, è lei” pensò allora Wirt dandosi per l'ennesima volta dello stupido. “Chissà come deve essersi sentita quando si è accorta che non l'ho riconosciuta. All'uscita le parlerò” si disse allora, prima di entrare nell'atrio scolastico e confondersi con gli altri alunni.
Il trillo della campanella segnava la fine delle lezioni, ma quel giorno per Wirt assumeva anche un altro significato, era arrivato il momento della verità, quello in cui avrebbe detto a Beatrice che aveva capito chi era, ma poi? Una volta averla smascherata cos'avrebbe detto? “Sono felice di rivederti?” Banale. “Sono contento che sei viva e non nella pancia della spia della Bestia?” No, lo avrebbe guardato e sarebbe scappata via. “Ehi, Bea, come butta?” No, non era da lui e se le avesse detto così, Beatrice gli avrebbe senz'altro tirato uno schiaffo. Era strano per Wirt farsi queste domande, di solito gli capitavano situazioni simili solo quando stava decidendo di parlare con Sara…
Bé, in un modo o nell'altro ormai Wirt era arrivato, la bicicletta di Beatrice era proprio davanti a lui e tirò un sospiro di sollievo nel constatare che la ragazza non se n'era ancora andata. Si guardò intorno cercando di individuarla in mezzo alla folla, Greg sarebbe uscito tra cinque minuti, quindi se Wirt voleva fare qualcosa doveva sbrigarsi.
Ci vollero tre minuti prima di veder arrivare la ragazza. Ormai nel cortile e fuori dalla scuola non c'era nessuno, quindi Greg sarebbe uscito a breve. Beatrice non si era accorta di Wirt e si stava dirigendo tranquillamente verso la sua bicicletta. Il ragazzo stava ancora pensando a come attaccare bottone, quando, dimenticandosi di tutte le frasi che si era preparato, si avvicinò a lei senza che sapesse lui stesso cosa stava facendo.

 - Ciao – disse quando giunse alle spalle della ragazza.

Lei sussultò, poi, quando si voltò e vide Wirt, gli sorrise e ricambiò il saluto.

 - Ciao Wirt – disse lei voltandosi verso la bici e posando lo zaino dentro il cestino attaccato al manubrio.
 - Sai, non ho fatto a meno di notare che tu conosci il mio nome, ma non mi hai ancora detto qual è il tuo -
 - Ehm – disse lei guardandosi intorno, come se sperasse che un meteorite piombasse proprio lì davanti per salvarla da quella situazione.
 - Se non mi vuoi rispondere vuol dire che risponderò io al tuo posto, Beatrice -

La ragazza si voltò, il suo sguardo era un misto di gioia e di timore.

 - Da... da quanto tempo lo sai? -
 - I miei sogni lo sapevano da un mese, io da poche ore. Me lo ha fatto capire Greg, anche se lui stesso non l'aveva capito -
 - Greg è senz'altro un tipo particolare – disse allora sorridendo – è stata una fortuna che io mi trovassi vicino al fiume quando lui è inciampato, non penso che se ci fosse stato qualcun altro, si sarebbe buttato in acqua per ripescarlo -
 - Già... allora... come mai vieni qui a scuola? -
 - Mia madre dice che devo continuare a studiare ora che sono tornata ad essere una ragazza e poi... - disse mentre le sue guance si arrossivano lievemente – e poi volevo rivedervi, Greg, Jason, tu... -

D'un tratto anche Wirt iniziò ad arrossire, anche se lui stesso non sapeva il perché, sapeva solo che stava andando a fuoco e che se non la smetteva subito avrebbe dovuto chiamare i pompieri.

 - Sai, anche io e Greg ci siamo chiesti spesso come stavi. Se le forbici avevano funzionato e se avevi ripreso con la tua vita di prima della trasformazione. A volte avevo quasi dubitato che fosse realmente successo, parlo di tutto ciò che è successo nel bosco, della Bestia e di tutti gli altri, anche di te. Dopotutto quando mi sono risvegliato in ospedale era sempre il giorno di Halloween e tutto ciò era molto strano, per fortuna anche Greg si ricordava tutto o avrei pensato di essere impazzito -
 - Allora... come vanno le cose con la tua nuova-vecchia vita? La scuola... la famiglia... Sara... -
 - Sara? -
 - Sì, me ne avevi parlato quel giorno nella casa del tuo finto zio, ti ricordi? -
 - Ah, sì, mi ricordo. Bé, non c'è molto da dire, Sara si è trasferita e ormai è da un bel po' che non ci sentiamo -
 - Mi... mi dispiace – disse Beatrice non sapendo più cosa dire.

Si sentì un suono, la campanella delle elementari. Greg stava per uscire.

 - Sarà meglio che vada – disse Beatrice voltandosi verso la bici.
 - Aspetta – disse Wirt avvicinandosi.
 - Che c'è? - chiese la ragazza sorpresa da tutta quella vicinanza, Wirt era a meno di venti centimetri da lei.
 - Ecco... insomma... io volevo... -
 - Cosa? -
 - Ti devo dire una cosa... - disse il ragazzo sempre più impacciato.
 - Cioè? - chiese lei, mentre anche il suo viso iniziava lentamente a diventare da bianco pallido a  rosso fuoco.
 -  Io... io non ci riesco... - si arrese in fine.

Non aveva speranze, era stato anni e anni con Sara e non era mai riuscito a dirle quelle due parole, che speranza aveva di riuscirci adesso, in soli pochi secondi?

 - Sarà meglio che vada a vedere se Greg è uscito – disse alla fine Wirt.

In quel momento tutto accadde così velocemente che né Wirt, né Beatrice capirono mai cosa fosse accaduto esattamente: Beatrice si era voltata verso la sua bicicletta, ma aveva perso l'equilibrio ed era stata sul punto di cadere, fortunatamente Wirt era ancora lì e prontamente aveva afferrato la ragazza impedendole di toccare terra. Allora non si capì se fu Wirt, Beatrice o tutti e due nel medesimo istante, fatto sta che pochi istanti dopo le loro labbra si erano unite in un bacio lungo e tanto atteso da entrambi. Nessuno dei due seppe quanto tempo rimasero così, seppero solo che quando si separarono, i bambini delle elementari erano già usciti e nel marciapiede non c'era più nessuno a parte loro.

 - Io… sarà… sarà meglio che vada – disse Beatrice con le guance in fiamme – a domani! -
 - Ciao Beatrice! - disse lui agitando la mano verso la ragazza mentre si inoltrava con la sua bici verso la foresta.

Non ci poteva credere… era successo! Per un attimo aveva quasi creduto che fosse stato un sogno, ma non poteva esserlo, era stato tutto così reale…

 - Wirt! -

Il ragazzo si voltò e vide arrivare Greg, aveva il fiatone, i pantaloni e parte della maglietta sporchi di terra e Jason tra le braccia. Wirt sorrise, per una volta quel ranocchio gli stava davvero simpatico, se non fosse scappato (com'era evidente che avesse fatto), Greg non ci avrebbe messo tanto ad arrivare e Wirt non osava neanche immaginare quanto sarebbe stato imbarazzante.
 
 - Dai, Greg, la mamma si preoccuperà se non ci muoviamo -
 - Di certo non sarà colpa mia se arriveremo tardi – borbottò Greg.
 - Cosa? -
 - Niente, niente, non farci caso, parlavo tra me e me – disse Greg guardando Wirt e nascondendo un sorrisino che lasciava intendere fin troppo bene cosa avesse visto.


Fine


Spero che vi sia piaciuta e che recensiate, mi piacerebbe sapere cosa pensate della mia nuova “creazione”. A presto!
Raven626

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