The last day of Babette

di vashappeninggirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Either I stop...or I die ***
Capitolo 2: *** Please, take me back to Kurfürstendamm ***
Capitolo 3: *** What remains of Babette ***



Capitolo 1
*** Either I stop...or I die ***


FLASHBACK
-Babette, Babette!- Christiane si era seduta per terra, in un angolino della strada accanto al marciapiede, in preda alla disperazione. Quando vide arrivare la sua migliore amica capì di essere salva.
Babette guardò verso il basso, e riuscì subito a capire che si trattava dell'amica per via dei capelli tinti di rosso.
-Dio, come ti sei ridotta...- disse Babsi
quando si rese conto che stava tremando con le ginocchia strette al petto.
-Ti supplico, hai da darmi un po' di roba?- chiese Christiane freneticamente.
-Vieni...- rispose Babsi sollevandola e tenendole un braccio al caldo nel suo lungo mantello marrone.
-Te la restituisco, sai?- 
-Piantala di dire stronzate- 
 
-Tra un anno saranno anche loro come noi...- disse Babette guardando malinconicamente scendere giù per le scale della stazione un gruppo di amiche adolescenti.
-Ho deciso di smettere- riprese a parlare Babsi.
-Allora perché sei ancora qui?- chiese
Christiane. 
-Comincio da domani...si, da domani basta-  disse Babsi a voce bassa. Era la solita frase che dicevano sia lei
che Christiane tutte le volte in cui realizzavano per davvero in che situazione orribile erano andate a finire. Era come se stessero continuamente cercando qualcosa per stare bene, ma non si accorgevano che per ottenerla stavano scivolando sempre più giù per le pendici di un monte altissimo, ed erano diventate tanto deboli da non riuscire neanche a chiedere aiuto. 
-Sono contenta, se ce la fai sei grande- Christiane accennò un sorriso per rassicurare l'amica.
-Se non la smetto subito sento che muoio- Era la prima volta che Christiane sentiva Babette parlare in quel modo. Sembrava terrorizzata, ma allo stesso tempo cercava di farsi forza limitandosi a dire che avrebbe smesso, che cel'avrebbe fatta.
-Scommetto che ci riesci, ne sono sicura- rispose per darle forza.
-Ma quando mi avranno pulito, dopo la terapia, che farò?-
-Eddai, piantala! Ti dico una cosa: voglio smettere anch'io, faccio la terapia con te. Ci puliamo insieme-
-Davvero?-
-Vedrai. E continueremo gli studi. D'accordo?-
 
A Christiane tornò in mente quell'ultima volta in cui parlò con Babette sulle scale della stazione. Quell'annuncio sul giornale l'aveva sconvolta. Avrebbe immaginato la morte di chiunque, ma non quella di Babette. Quando vide la fotografia dell'amica in prima pagina sentì il mondo intero crollarle addosso, più di quanto lo stesse già facendo nell'ultimo periodo. Fissò un punto nel vuoto per qualche secondo, ancora incredula di quello che aveva scoperto. Eppure Babsi era forte, determinata, e faceva sempre promesse che sapeva di poter mantenere. Evidentemente Christiane non era l'unica ad essere cambiata radicalmente, anche Babsi stava iniziando a perdere il suo sorriso e la sua forza. Christiane non riusciva a credere che l'unica persona su cui sapeva di poter contare in qualsiasi momento, era crollata ancor prima di lei. 

 

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Capitolo 2
*** Please, take me back to Kurfürstendamm ***


-Si è svegliata!-
Christiane aprì lentamente gli occhi e realizzò di trovarsi in una camera da letto in compagnia di due ragazzi che probabilmente l'avevano trovata in quei bagni pubblici.
-Quanto ho dormito?- fu l'unica cosa che riuscì a chiedere, ancora stordita.
-Circa 8 ore. Ma questo non lo definirei dormire...- disse uno dei due ragazzi accarezzandole la fronte.
-Io mi chiamo Alex- continuò il ragazzo dai riccioli biondi.
-E io sono Derik- disse il brunetto portandole un vassoio con la colazione.
-Christiane- affermò stropicciandosi gli occhi e iniziò a bere il caffellatte che c'era nella tazza mentre i due ragazzi la osservavano.
-Che cosa ti è successo Christiane?- chiese Alex.
Fece un lungo sospiro e posò la tazza sul vassoio.
-Non dovrei essere qui...- disse freneticamente e si fece forza sulle gambe per alzarsi dal letto. Si mise davanti allo specchio che c'era in quella stanza e la prima cosa che vide fu sempre il solito volto distrutto. Gli occhi erano gonfi e non si aprivano mai del tutto, erano circondati da due grosse borse di un colore violaceo che evidenziava il biancore della pelle. Le labbra erano rosse e spaccate, i suoi capelli castani stavano crescendo di nuovo e della tintura rossa ne era rimasta solo una sfumatura sulle punte. 
-E dove vorresti essere?- chiese Derik sedendosi sul letto.
Le tornò in mente Babette e ancora non riusciva a credere a quello che aveva scoperto la sera prima.
-Devo andare ragazzi- si precipitò sull'uscio della porta e la aprì di getto, -Mia madre mi starà cercando...un giorno troverò un modo per ringraziarvi- sorrise e andò via ancor prima di avere una risposta dai due.

Nonostante fosse la sua città, in certi casi Christiane non riusciva ad orientarsi bene a Berlino. L'appartamento dei due ragazzi era in una zona in cui lei non era mai stata prima d'ora. 
Di corsa cercò il posto in cui era stata per l'ultima volta per scoprire la verità su Babette.
Era più vicino di quanto pensasse: percorse un paio di strade e arrivò nella grande Kurfürstendamm, dove trascorreva ormai tutti i pomeriggi con Stella e Babsi. Giunse alla stazione della metropolitana, luogo in cui cercò l'amica per l'ultima volta, sperando che ciò che credeva di aver letto fosse solo frutto della sua immaginazione mentre era sotto l'effetto di una dose di eroina. 
-Hai visto Babette?- chiese disperatamente quando vide il suo amico Pollo.
-Cerchi ancora la tua amica, Christiane? Ti ho già detto che non l'ho vista!- rispose il ragazzo.
-Ti prego, aiutami a cercarla!- implorò l'amico piangendo e appoggiò il viso sul suo braccio.
-Christiane!- la ragazza si girò di getto quando sentì la voce di Stella, e vide l'amica correre verso di lei.
-Stella!- l'abbracciò di getto.
-Ti supplico, portami da Babette!- disse Christiane con il volto pieno di lacrime. 
Stella le accarezzò lentamente il viso.
-Vieni con me- 

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Capitolo 3
*** What remains of Babette ***


Stella non aveva aperto bocca durante tutto il tragitto nella macchina di un suo conoscente. Si limitava a rispondere con semplici monosillabi alle mille domande di Christiane. 
-Allora, siamo arrivate?- chiese Christiane impaziente quando vide la macchina fermarsi davanti al portone di una casa.
-Si- rispose l'amica. 
Si comportava così per farle capire quale fosse la verità, e per non darle false speranze.
Stella aprì lentamente il portone e fece per entrare. Brotteroder Straße, quartiere di Marienfelde: Christiane aveva fatto subito caso al cartello che indicava il nome della strada. 
-Entrate- disse silenziosamente una ragazza sulla ventina mentre apriva la porta del suo appartamento al secondo piano. 
La casa era buia e arredata senza un criterio, c'erano mobili sparsi ovunque, alcuni dei quali non ancora sistemati bene. La ragazza aveva dei lunghi capelli neri e indossava un vestitino blu e un paio di tacchi marroni, simili a quelli che portava sempre Christiane. 
-Mi chiamo Anja- disse la ragazza stringendole la mano, -Tu devi essere Christiane. Babette mi parlava sempre di te- disse ancora con un sorriso malinconico.
Christiane lanciò un'occhiata sul corridoio e si allontanò dalle due ragazze come se conoscesse a memoria quel posto, tanto da non aver bisogno di qualcuno che le facesse da guida. Entrò nella prima porta sulla destra, da fuori si vedevano i raggi del sole che illuminavano appena quel posto immerso nell'oscurità. 
 
Christiane sobbalzò e mise le mani sulla bocca dopo aver visto quello scenario.
Il corpo di Babette giaceva senza vita sul pavimento di quella cucina, coperto da un lenzuolo bianco macchiato leggermente di sangue.
Christiane si chinò accanto all'amica, spostò il lenzuolo e notò la siringa ancora attaccata al braccio. Le accarezzò lentamente la guancia con il palmo della mano e in quel momento avrebbe giurato di sentire come se stesse per morire anche lei, come se il suo cuore si fosse riempito di un dolore inestimabile. Non aveva mai provato in vita sua una sensazione come quella, si sentiva vuota, incompleta, e neanche una dose di eroina l'avrebbe fatta sentire meglio. 
I suoi occhi si colmarono di lacrime, al punto da non riuscire più a vedere il volto di Babsi con chiarezza. Fu solo in grado di sentire una delle sue lacrime scivolare giù e cadere delicatamente sul viso dell'amica. 
Quel giornale, il Berliner Zeitung, non si sbagliava per niente. 
-Ti prometto che smetterò per te, Babsi- disse disperatamente a denti stretti, -te lo prometto- 
Di nuovo a Christiane tornò in mente il giorno prima della morte di Babette, quando entrambe avevano giurato che avrebbero fatto la terapia insieme, sulle scale interne della metropolitana di Kurfürstendamm.
Si sentì tremendamente in colpa per non aver iniziato da subito, per aver lasciato che Babsi si iniettasse quell'ultima dose che l'avrebbe portata alla morte.
Christiane mise in ordine il lenzuolo, si alzò in piedi e si asciugò rapidamente le lacrime quando sentì qualcuno entrare nella stanza: erano Stella ed Anja. 
-Questo qui l'ha indossato l'ultima volta...voglio che lo tenga tu- disse Anja mentre dava a Christiane il giubbino di David Bowie che lei stessa aveva regalato a Babette. 
Lo riconobbe subito: Christiane lo indossava durante il concerto a Deutschlandhalle, il 18 aprile 1976, quando incontrò Babsi per la prima volta.
Si era così innamorata di quel giubbino, che Christiane dovette regalarglielo.
-Grazie Anja- disse a voce bassa.
"Non ti dimenticherò" pensò Christiane rivolgendo un'ultimo sguardo a Babette e stringendo tra le sue braccia tutto ciò che le restava di lei.
 
 
 

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