Life is not like a song.

di ElisynaUchiha
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cough Syrup ***
Capitolo 2: *** Get it right ***
Capitolo 3: *** Glad you came ***
Capitolo 4: *** Brave ***
Capitolo 5: *** Cannonball ***
Capitolo 6: *** Defying gravity ***
Capitolo 7: *** Chandelier ***
Capitolo 8: *** Please don't stop the rain ***
Capitolo 9: *** What doesn't kill you ***
Capitolo 10: *** We've got tonight ***
Capitolo 11: *** All of me ***
Capitolo 12: *** My dark side ***
Capitolo 13: *** Pretending ***
Capitolo 14: *** Secrets ***
Capitolo 15: *** Perfect day ***
Capitolo 16: *** Unconditionally ***



Capitolo 1
*** Cough Syrup ***


Questa storia è una specie di esperimento, vi avverto.
Ruoterà tutto intorno alla musica, come si può intuire dal titolo “Life is not like a song.” (“La vita non è come una canzone”).
Ogni capitolo sarà letteralmente basato su una canzone che aiuterà a capire meglio la storia, quindi consiglio vivamente, per chi non capisse l’inglese, di andare a vedere le traduzioni.
 
Le canzoni cui farò riferimento NON SONO MIE, specificherò di volta in volta gli autori, ma per la riuscita dell’esperimento FAREMO FINTA che alcune di loro siano state composte e cantate dalla protagonista femminile della storia.
All’inizio di ogni capitolo ci sarà la parola “PLAY” e alla fine la parola “STOP”, proprio come se si trattasse di una canzone, in più troverete anche “Next track:…” ovvero “brano successivo:…” seguito dal titolo della canzone presente nel prossimo capitolo (una specie di anticipazione).
 
Il punto di vista dei personaggi potrà variare, ma sarà per la maggior parte del tempo quello della protagonista femminile.
Se in qualunque momento voleste postare/condividere frasi prese da questa storia (a meno che non riguardino le canzoni che non sono mie) vi prego di AVVISARMI e di SPECIFICARE sotto la citazione il mio nome: Elise.


 
LIFE IS NOT LIKE A SONG
 
 
Chapter I – Cough Syrup
 
Cough Syrup – Young the Giant
 
PLAY
 
Life’s too short to even care at all, oh
 
“CHRIS! Datti una calmata, cazzo!”
Chiudo gli occhi per un paio di secondi e faccio un respiro profondo.
Li riapro.
L’ufficio è interamente sottosopra.
La scrivania capovolta, i documenti sparsi su tutto il pavimento, i dischi una volta appesi alle pareti erano riversi a terra e il quadro raffigurante una nota musicale era finito addosso al mio avvocato nonché amico di famiglia da molti anni: Patrick White.
Mi do una sistemata specchiandomi nell’enorme finestra dietro di me che costituisce una parete del mio studio e dalla quale si ha una vista privilegiata di tutta Los Angeles, compreso l’Hollywood sign.
 
I’m losing my mind, losing my mind, losing control.
 
Indossai nuovamente la mia facciata fredda e professionale schiarendomi la gola.
“Ti sei calmato?”
“Si. Possiamo andare.”
Lo precedetti fuori dallo studio, diretto alla Sala Conferenze dove avrei rilasciato un’intervista, l’intervista, a dei reporter delle riviste di musica più importanti del paese.
“Beckie.”
Chiamai la mia segretaria che era seduta alla sua postazione fuori dal mio ufficio.
“Si, signor Evans?”
“Chiama qualcuno perché pulisca il macello nel mio studio.”
Dissi secco continuando a camminare spedito e costringendola a corrermi dietro.
“Certamente.” Si fermò per tornare indietro.
Arrivati davanti alla Sala Conferenze mi fermai un attimo e presi un altro respiro profondo.
“Christian ascoltami. Come avvocato della società da tantissimo tempo ho visto migliaia di conferenze come questa. Per te è la prima volta per cui ti consiglio vivamente di mantenere la calma in ogni situazione. Non ci andranno per niente leggeri su questa storia e non puoi permetterti di avere una reazione anche lontanamente simile a quella che hai avuto pochi minuti fa di fronte a quell’articolo scandalistico. Sono giornalisti è il loro lavoro quello di fare le peggiori supposizioni esistenti e tu devi assolutamente rimanere calmo e rispondere tranquillamente alle loro domande. Coloro che si spingeranno troppo oltre mi occuperò di zittirli io. Va bene?”
Respirai di nuovo.
“Va bene.”
Aprì entrambe le porte ed entrai camminando a testa alta fino a raggiungere la mia postazione davanti al microfono.
Una miriade di flash, occhi sgranati e di voci tuonanti mi inondarono immediatamente, ma io rimasi stoico.
 
These fishes in the sea they’re staring at me, oh oh oh oh
A wet world aches for a beat of a drum
Oh
 
“Per favore, calmatevi! Il signor Evans risponderà alle vostre domande uno per volta!”
Accennai con la testa ad una ragazzina con i capelli biondi in seconda fila che si sbracciava per ottenere la mia attenzione.
“Marylin Cooper, della Music Entertainment. Signor Evans lei ha indetto questa conferenza per confermare la riapertura della Casa Discografica Evans?”
“Si.”
“E come la mette con quello che ha fatto suo padre? Si farà corrompere anche lei dal giro del riciclaggio di soldi e…”
“Quello che ha fatto, o non ha fatto, mio padre non c’entra nulla con me.”
Indicai con la testa un uomo più infondo.
“Marck Blue, Mtv. Come intende muoversi per questa riapertura?”
“A partire da domani verranno aperte le porte della Casa Discografica a chiunque voglia fare un provino per essere scritturato. Speriamo così di trovare la nostra nuova stella e ritornare al nostro posto in cima alla piramide.”
Passai la parola ad una donna con uno strano tailleur rosa.
“Annie Logan, People. Cosa ci può dire sull’omicidio di suo padre? E’ stato lei ad ucciderlo per poter passare a capo della società? O è stata la mafia con la quale stava collaborando per…”
Strinsi i pugni.
Ispirai.
“Il mio cliente non risponderà a questo tipo di domande. Siamo qui per parlare della Casa Discografica non della tragedia avvenuta il mese scorso. Per di più non si è ancora certi di niente, la polizia sta continuando ad indagare.”
Espirai.
 
If I could find a way to see this straight
I’d run away
to some fortune that I have should have found by now
I’m waiting for this cough syrup to come down
 
“Spegni la tv, non ho voglia di sentire i vaneggiamenti di quel riccone viziato.”
Borbottai rivolta al mio capo.
“Penny, non ti servirà a nulla prendertela con il povero Chris Evans, visto che nemmeno lo conosci.”
Rispose tranquillamente il saggio e vecchio Shian passandomi la scopa.
“Quelli come lui sono tutti uguali.”
Continuai iniziando a spazzare il pavimento della cucina del ristorante cinese “Gong” dove lavoravo da ben due anni.
“Penny! E’ pronta l’ordinazione del tavolo 8!”
“Arrivo Ming!” risposi in direzione della moglie di Shien.
 
Life’s too short to even care at all, oh
 
Questa era la mia vita.
Costretta a questo lavoretto per potermi permettere il lurido monolocale in cui ero costretta a vivere.
Però ormai mi ero affezionata a questa famiglia di cinesi, loro mi avevano aiutata offrendomi questo lavoretto due anni fa quando ero rimasta sola.
Non dovrei lamentarmi, ma questo non è mai ciò che ho voluto per me stessa.
In ogni caso, questo è tutto ciò che ho.
 
I’m coming up now, coming up now out of the blue.
 
Presi il vassoio con i piatti e mi diressi al tavolo di due ragazzi che si zittirono immediatamente una volta che arrivai e incominciarono a squadrarmi.
Roteai gli occhi mentre poggiavo i piatti in tavola sporgendomi involontariamente e causando così le loro risatine e occhiatine rivolte alla mia scollatura.
Sbuffai. Avevo addosso una normalissima maglietta nera con scollo a U, non avevo nemmeno un seno così prosperoso come avranno fatto a vedere qualcosa lo sanno solo loro.
Sparecchiai un tavolo prendendo la misera mancia.
“Hey ragazzina, la vuoi una mancia in più?” ridacchiò un uomo ubriaco con il suo compagno.
 
These zombies in the park they're looking for my heart oh oh oh oh
A dark world aches for a splash of the sun oh oh

 
Portai i piatti sporchi in cucina e incominciai a lavarli.
 
If I could find a way to see this straight, I'd run away
To some fortune that I, I should have found by now


Finalmente orario di chiusura.
Sparecchiai e pulii tutti i tavoli, mentre Ming lavava i piatti e Shien ripuliva la cucina.
“Penny.”
“Si, Shien?”
“E’ tardi, è meglio che tu vada. Non mi sento molto tranquillo a lasciarti tornare a casa a piedi da sola in questo brutto quartiere.”
“Non preoccuparti me la so cavare.”
Raccolsi le mance della giornata e le misi nella borsa a tracolla vecchia e un po’ distrutta che adoravo tanto.
“Arrivederci! Ci vediamo domani!”
“Penny, tesoro, domani è giornata di chiusura.”
“Oh, giusto. Beh allora ci vediamo lunedì!”
“Buona notte.” Mi salutarono i dolci vecchietti mentre uscivo dalla porta sul retro.
Perfetto aveva anche iniziato a diluviare.
Mi portai la borsa sulla testa cercando di ripararmi e iniziai a correre.
 
And so I run to the things they said could restore me
Restore life the way it should be
I'm waiting for this cough syrup to come down.

 
Arrivata davanti al mio edificio aprì e corsi su per le scale fino al 3 piano.
Finalmente a casa, chiusi la porta dietro di me.
 
Life's too short to even care at all oh
I'm losing my mind losing my mind losing control


Aprì la porta davanti a me con tutto l’intento di fare un lungo bagno nella mia jakuzi.
Una volta dentro, m’immersi per un po’ nell’acqua con la schiuma profumata cercando di schiarirmi la mente.
Non credere a niente di quello che ti diranno, figliolo.
Spuntai di nuovo fuori e una lacrima solitaria scese sulla mia guancia, immediatamente cancellata dalla mano stizzita.
Accesi la musica.
 
One more spoon of cough syrup now whoa

Mi rilassai su quella specie di divano prendendo in mano la mia fedele chitarra.
E iniziai a cantare.
 
One more spoon of cough syrup now whoa

STOP

Next Track: Get it right.

NDA
La rivista Music Entertainment me la sono inventata, People esiste davvero come rivista e Mtv è un canale tv.

Posterò subito anche il secondo capitolo.
Fatemi sapere cosa ne pensate:)
Un bacio,
Elise.
 

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Capitolo 2
*** Get it right ***


Chapter II – Get it right
 
Get it right – Glee Cast*
 
PLAY
 
Era passata una settimana e ancora non avevamo trovato nessun artista decente da scritturare. Ero così frustrato che, per cercare di calmarmi un po’, presi la mia audi e andai a fare un giro, ma nemmeno quello servì a molto.
Mio padre era capace di trovare ottimi artisti velocemente ed era famoso per le sue ottime scelte. Ed io dopo una settimana in cui abbiamo, per la prima volta nella storia della Casa Discografica, aperto le porte a chiunque, non ero ancora riuscito a trovare nessuno. Erano tutti cantanti, cantautori, suonatori mediocri che non trasmettevano niente.
Maledizione.
Inchiodai al primo pub che mi trovai sulla via.
Dovevo assolutamente bere qualcosa o non sarei sopravvissuto ad un’altra settimana del genere. Si, perché visto che ancora non avevamo trovato nessuno abbiamo dovuto prolungare le audizioni.
Sbuffai.
Accidenti a me.
Non sarò mai all’altezza di mio padre.
Strinsi i pugni ed entrai nel locale.
“Un whiskey, senza ghiaccio.”
 “Subito.”
 
Subito la tristezza venne sostituita dalla rabbia.
Quel pomeriggio avevo deciso di uscire a fare un giro e, entrando in un supermercato, m’imbattei in degli uomini vestiti di nero che parlavano con il proprietario.
“Ha per caso visto questa ragazza? Si chiama Clarie Anderson.” mostrarono una foto.
“Mmm, si mi pare che passi di qui ogni tanto.”
Il respiro mi si mozzò in gola, lasciai tutto quello che avevo preso facendo il più piano possibile ed uscì alla svelta dal supermercato.
Mio padre mi stava cercando.
Mio padre stava mettendo a soqquadro la città per riuscire a trovarmi.
Era in questo modo che mi aveva fatto licenziare da ben altri 5 lavori diversi ed ora avevo paura che scoprisse anche Shiang e Ming. Avrebbe potuto farli cadere in rovina, ma che dico, avrebbe addirittura potuto farli deportare, rapire e, nella migliore delle ipotesi, ucciderli velocemente.
Che dovevo fare?
Non potevo continuare a scappare così, soprattutto non quando ci andavano di mezzo altre persone.
Ora come ora non sarebbe stato saggio tornare dai coniugi Lee. Avrei solo peggiorato la loro situazione.
Avevo persino paura a tornare al mio appartamento.
Camminando piena di frustrazione arrivai davanti ad un locale e senza pensarci molto su, entrai. Era sabato sera quindi era abbastanza pieno, ma sembrava un posto piuttosto tranquillo. Ordinai un drink e mi sedetti su una sedia davanti al bancone guardandomi intorno.
Infondo al locale c’era un palco e dei ragazzi stavano suonando. Non erano niente male.
“Bene, questi erano i Dirty Socks. Chi altri si vuole esibire? Avanti, non siate timidi!”
Il presentatore incitava i ragazzi seduti ad andare a suonare qualcosa.
“Tu suoni?” mi voltai verso il bancone.
Era stato il barista a parlare, accennando alla chitarra che portavo legata alla schiena.
Sembrava un tipo apposto, certo ci voleva molta immaginazione per riuscire a capire come fosse la sua faccia sotto tutti quei piercing, ma chi ero io per giudicare.
“Si, più o meno.”
“Beh potresti salire sul palco al prossimo turno.”
“Non so. Non credo sarebbe il caso.”
“Qui vengono in molti ad esibirsi. Così, per passione, senza ricevere niente in cambio. Potresti provare, non costa nulla.”
“Ci penserò su.”
Mi alzai e mi avviai verso il palco con il mio drink per osservare più da vicino il ragazzo che stava cantando. Era abbastanza grande e un po’ stonato, ma nessuno commentava.
“Allora com’è andata alla Evans Corporation? Hai fatto il provino?”
“Si, hanno detto che mi avrebbero fatto sapere. Speriamo bene.”
Erano due ragazzi vicino al palco che stavano parlando.
“Eeh si. Accalappiarsi quella Casa Discografica sarebbe come vincere alla lotteria.”
“Sicuro. Hanno lanciato un sacco di band famosissime ed ora a dirigere tutto è il figlio che, a quanto si dice, è molto più bravo del padre. Io ci credo, sai. Quello è più giovane, ne capisce sicuramente di più di musica. Poi tutti questi anni ad osservare il padre gli devono essere serviti molto.”
“Già. Ma tu credi che sia stato lui ad ucciderlo?”
“Ma no! E’ stata sicuramente la mafia russa. Ho sentito dire che si era invischiato in un brutto giro di droga.”
“Droga? No, io ho sentito che riciclava soldi o qualcosa del genere.” S’intromise un altro.
“Per me il figlio sa qualcosa. Si capisce dalla faccia che fa quando gli porgono delle domande. Sempre sulle sue, non risponde mai. Non la racconta giusta.”
“Beh, oddio, con un padre come quello chi potrebbe dargli torto!” ribatté l’altro.
Poggiai il drink finito al primo tavolo libero che trovai.
“Chi è il prossimo a salire?” il presentatore interruppe i ragazzi.
“Magari tu, ragazzina? Si, tu con la chitarra. Avanti sali su!”
Ci misi un po’ a capire che parlava di me.
“Io…no. Non…”
“Andiamo non fare la timida!” mi trascinò sul palco e tutti si zittirono immediatamente.
Mi schiarii la gola e mi guardai intorno notando che avevano anche un bellissimo piano.
Optai per suonare quello, così poggiai la chitarra in un angolo.
“Ehmm.” Il microfono fischiò facendomi esplodere le orecchie e causando bisbigli e risatine generali.
Lo aggiustai sopra il piano e riprovai.
“Questa è una canzone che ho scritto io.”
 
What have I done
Wish I could run
Away from this ship going under

 
“Adesso basta ragazzina! Non avrai mai un futuro scegliendo la musica! Questa è casa mia, sono tuo padre, tu mi obbedirai e non si discute!”
“MAI! Non ti lascerò manipolare la mia vita!”
“Non osare contraddirmi!”
“Non mi comanderai a bacchetta! Io ho già deciso e non tornerò indietro!”
“Se non farai come dico io tu…non sei più mia figlia!”
“Bene! Me ne vado di casa!”
“Come osi! E cosa pensi di fare? Come pensi di vivere? Nessuno ti vorrà, io impedirò che ti assumano per qualsiasi lavoro! Impedirò che ti ospitino o che ti affittino qualsiasi tipo di locale. Per cui pensaci molto attentamente!”
“Preferisco morire da essere libero che vivere una stupida vita schiava della tua prepotenza!”
“Non ti sopravvalutare troppo, tornerai da me strisciando chiedendo il mio perdono. Non resisterai due giorni la fuori senza un soldo.”
“Addio, padre.”
“Sei una delusione.”
 
Just trying to help
Hurt everyone else

 
“Penny, Tesoro.”
“Si, Ming?”
“Sono passati degli uomini che stavano cercando una ragazza che ti assomigliava molto, c’è qualcosa che dovrei sapere? Sai noi ti abbiamo accolta come se fossi nostra figlia e non ti abbiamo chiesto mai nessuna spiegazione. Ma forse è arrivato il tempo che tu ci dica da cosa stai scappando. Quegli uomini sembravano molto intenzionati a trovarti.”
“Vi hanno…vi hanno minacciato?”
La donna sorrise.
“Oddio…io…mi dispiace così tanto. Sparirò! Non dovete preoccuparvi di nulla. Voi avete fatto così tanto per me, ma è meglio che non sappiate nulla di…di quello che mi è successo. Lo dico per il vostro bene, davvero.”
“Penny.”
“Si, Shieng?”
“Scappare dai problemi non è una buona soluzione. Ti accorgerai che questi avranno sempre gambe più lunghe e resistenti delle tue e utilizzeranno molte scorciatoie, in un modo o nell’altro, ti raggiungeranno sempre.”

Now I feel the weight of the world is on my shoulders
 
Che farò adesso?
Dove andrò?
 
What can you do
When your good isn't good enough
And all that you touch tumbles down
Cause my best intentions
Keep making a mess of things
I just wanna fix it somehow

But how many times will it take
Oh how many times will it take
For me to get it right ,to get it right

 
Rientrai nel locale dopo essermi fumato una sigaretta e, di punto in bianco, una voce venne in mio soccorso.
 
Can I start again
With my faith shaken
Cause I can't go back and undo this

 
“Sarà all’altezza del padre?”
“Non credo. Ho dato la fiducia al ragazzo solo per rispetto al grande Mike, ma ho paura che ci deluderà.”
“E’ passata una settimana…hanno trovato qualcuno da scritturare?”
“No.”
Una parte di me sperava che la dipartita di mio padre portasse via con se tutti i confronti, ma li ha addirittura accentuati.
Adesso mi toccherà vivere nella sua ombra per sempre.
 
I just have to stay
and face my mistakes
But if I get stronger and wiser I'll get through this

 
Ho solo bisogno di tempo. Gliela farò vedere io a quelli se sarò all’altezza di mio padre. Lo supererò. Il suo nome sarà soltanto un lontano ricordo.
Una parte di me rideva a questo pensiero. Mi chiamava illuso e mi gridava che non ce l’avrei mai fatta.
Finora non avevo combinato niente di buono, che assicurazioni avevo che da ora in avanti le cose sarebbero andate diversamente?
 
What can you do
When your good isn't good enough
And all that you touch tumbles down
Cause my best intentions
Keep making a mess of things
I just wanna fix it somehow

But how many times will it take
Oh how many times will it take
For me to get it right?

 
Perché mio padre era morto? Avrebbe dovuto guidarmi lui, darmi consigli. Avrebbe dovuto rivelarmi i segreti del suo successo e adesso sono nella tomba con lui.
Rabbia, delusione, frustrazione e…lei.
 
So I throw up my fist throw a punch in the air
And accept the truth that sometimes life isn't fair
Yeah I'll send out a wish yeah I'll send up a prayer
And finally someone will see how much I care

 
Mi riscosse dai pensieri del mio passato per concentrarmi in quelli del mio futuro.
Perche ancora non era detta l’ultima parola.
Perché avevo trovato la mia nuova stella.
I can see how much you care.
 
What can you do
When your good isn't good enough
And all that you touch tumbles down
Oh my best intentions
Keep making a mess of things
Just wanna fix it somehow

But how many times will it take
Oh, how many times will it take
To get it right, to get it right?

 
Riaprii gli occhi, mi alzai e mi inchinai leggermente agli spettatori che battevano le mani urlando apprezzamenti sulla mia voce e sulla canzone.
Sorrisi, recuperando la mia chitarra e scendendo dal palchetto.
Era per questo che avevo voltato le spalle a mio padre e alla sua società.
Era per questo che ero scappata di casa.
Per questo mi nascondevo e soffrivo e lottavo.
Per questo.
Per la mia musica.
Per la mia vita.
Aspettando il momento in cui qualcuno l’avrebbe finalmente capita e mi avrebbe detto…
“Tu. Sei. Perfetta.”
Beh non era proprio ciò che mi ero immaginata.
Mi voltai in direzione di quella voce e mi ritrovai davanti un ragazzo, sicuramente poco più grande di me, alto e ben piazzato.
“Tu saresti?”
“Ti dispiace se ne parliamo qua fuori?”
Lo squadrai un attimo come a valutare l’ipotesi.
Potevo fidarmi?
“Tranquilla.” Alzò le mani “Sono molto innocuo. Resteremo qua fuori la porta del locale. Potrai rientrare in qualsiasi momento.”
Annuì, non molto convinta.
“Mi chiamo Chris Evans.” Si presentò, una volta usciti dal locale.
Sgranai gli occhi e feci un passo indietro.
“Si, quel Chris Evans. Sono il direttore della Casa Discografica Evans e ho deciso che sarai tu la mia nuova stella. Ah proposito qual è il tuo nome?
“Io sono Penny.”
“Bene Penny, sono interessato a scritturarti. Sai, avrai il tuo CD, fama, concerti, e tutto quello che ne deriva.”
“Oh, mi dispiace, ma non sono interessata.” Dichiarai, osservando il suo viso perdere quella sfrontatezza che sembrava caratterizzarlo.
“Forse non hai capito.” Sorrise, come se stesse spiegando le addizioni ad una bambina piccola.
“No.” Lo interruppi “Ho capito benissimo. Ma, vedi, la mia musica non è in vendita.”
Lui rise.
“Tutto è in vendita in questo mondo, piccola. Prima lo impari, meglio è.” Si avvicinò ghignando.
“Beh, la musica è mia, ne ho il pieno controllo ed ho deciso che non la venderò.”
“E allora perché la componi?” sembro indispettito.
“Ma per me stessa, è ovvio. E per le persone che la apprezzano nella sua forma più pura e naturale. Senza titoli, senza CD, senza limitazioni. Solo…musica.”
“Mi prendi in giro.” Sbottò, facendomi saltare.
“No, è così. Per cui grazie, ma non sono interessata.” Feci per andarmene, quando lui mi bloccò per un braccio guardandomi intensamente.
“Allora saresti, ad esempio, interessata a sentire cantare me?”
“Sentirti cantare?”
“Si. Il prossimo venerdì, ci troviamo qui, stesso orario. Spero che tu venga.”
 
Magari con lei avrei potuto fare qualcosa per il verso giusto.
Sorrisi, mentre la sua figura spariva tra le braccia della notte.
 
STOP
 
Next Track: Glad you came.

NDA
* cantata da Lea Michele
Ce ne saranno tante di canzoni del Glee Cast sia perché sono (ero, ormai che la serie è finita *sob*) una grande fan, sia perché tutti loro hanno delle voci fantastiche e rendono veramente giustizia alle canzoni di cui fanno le cover.
Comunque specificherò anche l’artista originale delle canzoni, in questo caso è proprio una canzone loro quindi non ce n’è bisogno.
 
L’espressione “I can see how much you care” (io posso vedere quanto ci tieni) è una specie di risposta al pezzo della canzone in cui lei dice “and finally someone will see how much I care” (e alla fine qualcuno vedrà quanto ci tengo).
L’ultima frase “Magari con lei avrei potuto fare qualcosa nel verso giusto” è anch’essa un riferimento alla canzone che dice “How many times will it take for me to get it right?” (quanto tempo mi ci vorrà per farlo bene?).
Il “Spero che tu venga” si rifà un po’ alla canzone del prossimo capitolo “I’m glad you came” (Sono felice che tu sia venuta).
 
INFO DI SCRITTURA:
Il corsivo si riferisce ai ricordi. (Si vede bene la differenza tra corsivo e scrittura normale?)
Il grassetto sono le canzoni.
 
Spero che la storia vi incuriosisca, almeno un pochino.
Fatemi sapere cosa ve ne pareJ
 
Posterò almeno una volta a settimana, magari anche due.
La storia è già finita, però sentitevi liberi di dare consigli o opinioni!
 
Un bacio a tutti,
Elise.

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Capitolo 3
*** Glad you came ***


Non vi vedo molto entusiasti per questa storia, forse fa davvero pena haha
In ogni caso ormai ho iniziato quindi, a meno che proprio non susciti nemmeno il minimo interesse, dovrei pubblicarla tutta.
Magari entrando nel vivo della storia vi prenderà di più, i primi capitoli sono un po’ piatti lo ammetto, ma datemi il beneficio del dubbio.
Eccovi il terzo capitolo.
 
Chapter III – Glad you came.
 
Glad you came – The Wanted
 
PLAY
 
The sun goes down
The stars come out

 
Il buio si stava facendo sempre più fitto mentre aspettavo fuori dal pub il direttore della Casa Discografica Evans.
Avevo avuto una settimana terribile.
Anche in quel momento stavo convivendo con l’angoscia di essere scoperta.
E, lasciate che ve lo dica, l’angoscia non è una coinquilina silenziosa, ti tiene sveglia notti intere.
Sospirai.
Non sapevo cosa fare.
Tornare al mio vecchio lavoro era impensabile, almeno se avevo a cuore il futuro dei dolci coniugi Lee. Ed era così.
Non per la prima volta in quella settimana, il pensiero dell’offerta di Chris Evans mi sfiorò i pensieri.
Forse avrei potuto fare un tentativo. In effetti, era vero che non volevo dare un prezzo alla mia musica, ma la cosa che più mi spaventava era che per fare una cosa del genere avrei dovuto mettermi in gioco completamente e mio padre avrebbe potuto rovinare tutto, di nuovo.
C’era anche un altro pensiero che, anche se cercavo di evitare come la peste, tornava prepotentemente ad infestarmi la testa: l’arresa.
L’arresa a mio padre e ai suoi progetti per me e per il mio brillante futuro.
Storsi la bocca solo all’idea.
In questo momento purtroppo, non potevo permettermi di fare tanto la schizzinosa e dovetti costringermi ad analizzare anche questa possibilità…prima di picchiare la testa contro il muro ripetendomi:
“Sei una scema.”
Non potevo aver fatto tutta questa strada per arrendermi così.
Avrei lottato, eccome se l’avrei fatto!
“Ti stai dando della scema picchiando la testa contro il muro?”
Saltai per lo spavento, voltandomi verso la voce che aveva parlato.
Ed ecco Chris Evans e il suo ghigno in tutto il loro splendore.
Perfetto, se prima pensava che fossi pazza ora ne aveva la certezza.
“Più o meno.” Mi appoggiai di schiena alla parete sfoderando un sorrisino un po’ imbarazzato.
Sorrise e mi porse la mano.
La mia mano si mosse da sola per afferrare la sua con una stretta delicata che lui rafforzò stringendo la mia a sua volta e allargando il sorriso.
“Vieni con me.”
Mi fece salire sulla sua macchina e mi osservò per qualche secondo.
“Cosa c’è?” chiesi confusa.
“Niente.” Rispose prima di concentrarsi sulla guida.
“Hai detto che avresti cantato.”
Si girò verso di me con un ghigno non molto rassicurante, premette un pulsante e il tettuccio della macchina si aprì rivelando il cielo privo di nuvole e lasciando che l’aria fresca della sera mi accarezzasse il volto e mi scompigliasse dolcemente i capelli.
Mi osservò nuovamente con un’espressione strana sul volto, come incuriosita o forse dubbiosa.
Lo osservai a mia volta.
 
And all that counts
Is here and now

 
Dopo qualche minuto di guida girò in una vietta sperduta del Griffith Park.
“Ora viene il momento in cui mi uccidi e ti sbarazzi del mio cadavere in mezzo alla boscaglia?” cercai di fare una battuta, ma mi ricordai improvvisamente le voci che giravano su di lui e sul fatto che avesse ucciso il padre.
Lo osservai con la coda dell’occhio cercando di mascherare il mio turbamento al fatto che, in effetti, ero in macchina da sola, in un posto sperduto, con un tizio già sospettato di omicidio verso il padre.
“Siamo arrivati.”
Fermò l’auto in uno spiazzo.
Era buio, non si vedeva molto, visto che non vi erano lampioni e l’unica luce che illuminava era quella…quella delle stelle.
Guardai in su e rimasi senza fiato.
E lui accese la radio.
 
My universe will never be the same
I’m glad you came

 
Mi fece scendere dalla macchina, mi prese la mano facendomi fare una giravolta e iniziammo a ballare.
 
You cast a spell on me, spell on me
You hit me like the sky fell on me, fell on me
And I decided you look well on me, well on me
So let’s go somewhere no-one else can see, you and me

 
Si staccò un attimo per prendere qualcosa dalla macchina per poi tornare verso di me.
Le luci erano tutte spente, ma le stelle…le stelle erano tutte accese.
E lui era così bello.
 
Turn the lights out now
Now I’ll take you by the hand

 
Mi prese nuovamente per mano e nell’altra mi porse un bicchiere con un liquido dorato dentro.
“Sai, si dice che dopo aver inventato lo champagne, Don Perignon disse: ‘Correte sto assaggiando le stelle.”
 
Hand you another drink
Drink it if you can
Can you spend a little time,
Time is slipping away

Away from us so stay,
Stay with me I can make,
Make you glad you came

 
“Abbiamo ballato sotto le stelle, bevendo delle stelle.” Risi.
“Ed io sto addirittura parlando con una di loro.” Ghignò, facendomi ridere più forte.
 
My universe will never be the same
I’m glad you came

So glad you came
 
“Sono felice che tu sia venuta.”
“Però tu mi hai mentito. Non hai proprio cantato, hai canticchiato una canzone che davano alla radio.” Ridacchiai.
“Forse.” Mi concesse e riprese. “Voglio parlarti di quell’offerta che ti avevo fatto la scorsa settimana.”
Sospirai.
“Non devi per forza decidere adesso. Magari, possiamo provare a incidere una canzone e poi vediamo come va, che te ne pare?”
“Non avrai mai un futuro scegliendo la musica!”
“Nessuno ti vorrà, io impedirò che ti assumano in qualsiasi lavoro!”
“Tornerai da me strisciando chiedendo il mio perdono.”
“Ci penserò su.”
“Splendido!” esultò alzandosi e tendendomi la mano.
 
I suoi occhi brillarono per un secondo eterno ed io non riuscì a non pensare al fatto che due stelle mi stavano guardando, splendendo solo per me.
Quella sera rimase per sempre nella mia memoria come la mia Notte Stellata.
Il cielo, lo champagne e lei.
Non avrei saputo dire chi avesse brillato più forte per il solo fatto che la mia visuale era sempre stata piena di lei e nulla più.
 
STOP
 
Next Track: Brave.
 
Il Griffith Park esiste davvero, ci sono stata è un bellissimo posto sui monti dietro Los Angeles, vicino all’Hollywood sign.
Sono felice che tu sia venuta” riporta alla canzone “I’m glad you came”.
 
Fatemi sapere che ve ne pare:)
Un bacio,
Elise.

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Capitolo 4
*** Brave ***


Salve a tutti:)
Eccovi il quarto capitolo, anche se abbastanza breve.
 
  
 
Chapter IV – Brave.
 
Brave – Sara Bareilles.
 
PLAY
 
Era passata una settimana da quella notte.
Stasera sarei dovuta andare al pub come tutti i venerdì sera per incontrarlo.
Ecco, ci eravamo dati appuntamento li solamente due volte, e adesso nella mia mente era già diventata un’abitudine. Era proprio ciò che avrei dovuto evitare.
Seduta sul mio vecchio divano con un foglio bianco stropicciato, stavo cercando di mettere insieme delle idee per una nuova canzone, quando qualcuno bussò alla porta.
Trattenni il fiato, indecisa su cosa fare.
Non avevo detto a nessuno dove abitavo, forse era solo il postino, o magari alla vicina mancavano delle uova. Non doveva per forza essere mio padre.
Mi aveva trovata?
E ora cos’avrei fatto?
Bussarono nuovamente e mi riscossi dal mio stato di trance.
Poi una voce.
“Penny?”
Tirai un sospiro di sollievo portandomi una mano al petto cercando di calmare i furiosi battiti del mio cuore e mi avviai alla porta.
“Shieng. Che ci fate qui?”
“Sono venuto per parlarti.”
“E’…e’ successo qualcosa? Ming…?”
“Sta bene. Non è successo nulla.”
Mi spostai dall’ingresso facendogli cenno di entrare.
“Come stai, Penny?”
“Bene.” Risposi, forse troppo velocemente.
Lo feci accomodare sul divano mentre gli preparavo un the.
“Penny, io so chi sei e cosa è successo.”
Mi voltai di scatto con gli occhi sgranati.
“Da quanto…da quanto tempo lo sai?”
“Da sempre.” Rispose tranquillo.
“E mi hai aiutato ugualmente?” risposi commossa.
“Si, tu avevi bisogno di aiuto. E ne hai nuovamente bisogno, adesso.”
Servii il the porgendogli una tazza.
“Non so cosa fare. Lui mi sta cercando in lungo e in largo, solo per essere certo che io stia male e sia infelice, proprio come mi aveva promesso.”
“E tu lo sei?” m’interruppe.
“Cosa?”
“Tu lo sei, infelice?”
Abbassai lo sguardo.
“Non so, forse.”
“E perché?”
“Sicuramente non per la decisione che ho preso. Di quella non mi sono pentita nemmeno per un secondo! Il problema è…tutto il resto. Insomma, vivo in questo posto, e lo potrei anche sopportare, ma non riesco ad avere un lavoro e non riesco a…” presi un respiro “…non riesco ad andare avanti e non so che fare.”
“Tu hai fatto tutto questo per la tua musica.”
“Si.”
“E’ tempo che anche la tua musica faccia qualcosa per te, non credi?”
“In…in che senso?”
“Magari potrebbe farti avere un lavoro e potresti guadagnare attraverso di essa.”
“Il problema è che non voglio vendermi a una Casa Discografica che poi potrà fare tutto quello che gli pare con la mia musica. E’ come se si appropriassero della mia anima per rivenderla al miglior offerente. E’ rischioso. Potrebbero non capirla o, peggio, potrebbero volerla cambiare.”
“La vita è rischiosa. Sarai abbastanza coraggiosa da viverla?”
 
“E’ molto rischioso.”
“Lo so, ma è la scelta giusta. Lei è quella giusta, me lo sento!”
Avevo deciso di comunicare alla società di chiudere i provini perché ero riuscito a trovarla.
La mia stella.
Non mi aveva ancora confermato niente, ma l’avrei convinta. Io avevo bisogno di lei e lei aveva bisogno di me, era perfetto.
“Ma hai detto che ancora non ti ha detto di si.” Rincarò la dose Patrick dubbioso.
“Lo farà, vedrai! Chi potrebbe rinunciare a un’opportunità simile?”
 
You can be amazing
You can turn a phrase into a weapon or a drug

 
Era molto rischioso pronunciare quelle parole, senza nessuna certezza che potessero avere un futuro, davanti alla commissione.
Se non sarebbe andata bene questa volta, avrei potuto giocarmi tutto.
 
You can be the outcast
Or be the backlash of somebody’s lack of love

 
“Non permettere a tuo padre e le sue idee di intaccare ciò che sei e ciò che vuoi fare. Non permettergli di emarginarti dalla tua stessa vita. Sii protagonista, decidi.”
 
Or you can start speaking up
 
“Decidi”.
 
Nothing’s gonna hurt you the way that words do
And they settle ‘neath your skin

 
“Tu non sei più mia figlia!”
“Nessuno ti vorrà.”
“Addio, padre.”
“Sei una delusione.”

Kept on the inside and no sunlight
Sometimes a shadow wins

 
“Non sarà mai come il padre.”
Forse è vero…

But I wonder what would happen if you…
 
…o forse no.
 
Say what you wanna say
And let the words fall out
Honestly I wanna see you be brave

 
Tutti gli occhi erano puntati su di me.
“L’ho trovata. Possiamo chiudere le audizioni.”
 
Everybody’s been there, everybody’s been stared down
By the enemy

 
“Sei venuta alla fine.”
Chris mi venne incontro con quel sorriso fatto di stelle.
“Hai preso una decisione?”

Fallen for the fear and done some disappearing
Bow down to the mighty
Don’t run, stop holding your tongue
Maybe there’s a way out of the cage where you live
Maybe one of these days you can let the light in
Show me how big your brave is

 
Let your words be anything but empty
 
Say what you wanna say
And let the words fall out
Honestly I wanna see you be brave

With what you want to say
And let the words fall out
Honestly I wanna see you be brave

I just wanna see you
I just wanna see you
I just wanna see you
I wanna see you be brave

 
“Si. Ho deciso.”
Mi guardò pieno di aspettative.
Aspettative che non avrei deluso…questa volta.
“Proviamoci.”
 
STOP
 
Next Track: Cannonball.
 
Fatemi sapere che ve ne pare:)
Un bacio,
Elise.
 
 

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Capitolo 5
*** Cannonball ***


Rieccomiii:)
Stiamo piano piano entrando nel vivo della storia;)
 
 Chapter V – Cannonball

Cannonball – Lea Michele
 
PLAY
 
Break it down
I was scared to death I was losing my mind
Break it down
I couldn’t close my eyes I was pacing all night



Mi svegliai di soprassalto.
Era solo un incubo. Solo un altro incubo. Solo lo stesso maledetto incubo. Ancora.
Mi alzai e andai verso il ripiano cucina per bere un bicchier d’acqua.
Tutto era silenzioso.
La stanza era rischiarata dal sole che stava sorgendo.
Mi passai una mano sul viso e lo trovai bagnato dalle lacrime.
“Sei una delusione.”
Basta.
Non mi sono fatta condizionare la vita dalla sua figura fisica reale, dovrei farmela condizionare da una mera appariscenza onirica?
No, tu sei meglio di così.
Quella mattina sarei dovuta andare con Chris agli Studi a fare un giro e a sistemare alcuni documenti.
Mi sarebbe venuto a prendere davanti al solito Pub. In realtà aveva cercato di convincermi a dirgli dove abitassi perché mi potesse venire a prendere sotto casa, ma non avrei mai potuto dirglielo per due semplici motivi: primo, era meglio che non lo sapesse se mio padre si fosse fatto vivo, e secondo, beh, mi vergognavo un po’ ad abitare in questo posto. Era veramente piccolo, umido e…squallido. Lui essendo ricco sarà abituato a posti molto diversi. Come lo ero anch’io…una volta.
Decisi di iniziare a vestirmi.
Non avevo molti vestiti con me. Per lo più si trattava di tute comode, dai colori spenti e neutri, che potevano andare bene per qualsiasi cosa.
Beh, qualsiasi cosa tranne un giro negli Studi della Casa Discografica Evans.
Scossi la testa.
Ero la prima a odiare quei vestiti.
Quando ancora vivevo da mio padre, ero la tipica ragazza alla moda, bella, che si curava del suo aspetto ma, per quanto gli altri potessero commentare, non lo facevo per farmi notare.
Mi piaceva indossare bei vestiti, tacchi alti o andarmi a fare la manicure e la piega. Mi piaceva l’immagine che mi mostrava il mio specchio, ma non per vanità o cose del genere.
Avevo avuto poco tempo quella sera per fare la valigia e, anche avendo avuto più tempo e averci potuto ragionare meglio, non avrei potuto portare comunque niente delle belle cose che avevo nel mio armadio, poiché sarebbero risultate troppo appariscenti per una ragazzina di strada e avrebbero potuto attirare l’attenzione.
Mentre io avevo bisogno di passare inosservata, come un’ombra.
Mi riscossi dai miei pensieri e lanciai un’altra occhiata al guardaroba.
Era solo un giro agli Studi, non era una cosa poi così formale.
Optai per un paio di pantaloncini corti neri, una maglietta bianca con il logo di una squadra di basket che mi stava un po’ grande e una felpa nera con la cerniera lasciata aperta.
Mi feci la coda e mi sedetti sul divano con la mia chitarra aspettando che si facesse l’ora.
 
I think I found the light out the end of the tunnel
I couldn’t find the truth I was going under

 
“E questa è la sala di registrazione. Beh, è una delle tante.”
“E’ bellissima.”
Mi affacciai e riuscì a vedere tantissimi strumenti musicali, di tutti i tipi, tutti quelli a cui puoi pensare.
Ero senza parole.
Il giro era andato bene, la struttura era enorme e c’erano un sacco di stanze, studi, uffici, sale e via discorrendo.
I corridoi erano pieni di foto di cantanti e band famose che avevano iniziato da li, di premi più o meno importanti e attestati vari.
Mi ritrovai a guardare con più attenzione le foto dei cantanti.
Alcune erano molto vecchie, alcuni nomi accesero una lampadina, mentre altri non li avevo mai sentiti nominare.
Sarei potuta essere tra loro?
Sarei potuta finire nei muri della fama?
La cosa mi spaventò non poco.
Ma non mi tirerò indietro, stavolta.
 
But I won’t hide inside
I gotta get out, gotta get out
Gotta get out, gotta get out
Lonely inside and light the fuse
Light it now, light it now, light it now

 
“Facciamo una prova, entra.”
Chris mi aprì la porta dello studio di registrazione e la richiuse dentro di me mentre mi faceva ceno di dirigermi davanti al microfono.
La stanza era insonorizzata, per cui non sentivo niente di quello che diceva mentre parlava con un ragazzo seduto dietro alla console.
Si sporse in avanti e premette un tasto.
“Prendi pure qualsiasi strumento tu desideri e quando sei pronta facci un cenno.”
Ero un po’ dubbiosa, ma da qualche parte avrei pure dovuto cominciare.
Presi una chitarra e feci un ok con la mano.
 
And now I will start living today
Today, today I close the door
I got this new beginning and I will fly
I’ll fly like a cannonball
Like a cannonball
Like a cannonball
I’ll fly, I’ll fly, I’ll fly like a cannonball

 
“E’ andata molto bene. Vieni a risentire!” mi fece cenno da dietro la console.
Uscì dalla stanza e mi ritrovai a pensare che non volevo lasciare quella stanza chiusa, insonorizzata e piena di strumenti.
In pochi minuti era diventata come un nido, mi ero sentita a casa.
 
Freedom
 
Mi ero sentita libera.
 
I let go of fear and the peace came quickly
Freedom
I was in the dark and then it hit me
I chose suffering and pain in the falling rain
I know, I gotta get out into the world again

 
Presi un respiro profondo quando Chris premette play alla console, per farmi risentire la mia voce.
Era la prima volta che facevo una cosa del genere.
 
But I won’t hide inside
I gotta get out, gotta get out
Gotta get out, gotta get out
Lonely inside and light the fuse
Light it now, light it now, light it now

And now I will start living today
Today, today I close the door
I got this new beginning and I will fly
I’ll fly like a cannonball
Like a cannonball
Like a cannonball
I’ll fly, I’ll fly, I’ll fly like a cannonball

 
“Che te ne pare?” le chiesi dubbioso.
Aveva una faccia strana mentre riascoltava la sua musica.
Non sapevo cosa aspettarmi da lei. Mi pareva che il giro fosse andato bene, mi sembrava contenta, ma adesso non ne ero più così sicuro.
“E’…” incominciò, fermandosi subito dopo.
Cercai di studiare attentamente la sua espressione, ma non riuscivo proprio a leggerla.
Cosa pensi?
“E’ strano.” Terminò.
Di tutti gli aggettivi che avrebbe potuto usare, quello mi sembrò il più…beh, strano.
“Strano? Perché?”
“Non mi ero mai risentita mentre cantavo. E’ strano.”
“In senso buono, spero.”
“Non lo so.” Rise “Direi di si.” Concluse poi.
“Quindi ci stai?”
“Accetto la tua proposta di provare ad incidere una canzone e vedere come va. Vorrei essere libera, in qualsiasi momento, di cambiare idea in questa frazione di tempo. So che una volta firmato il contratto per il disco non potrò più tirarmi indietro per cui, visto che l’avevi proposto, mi sentirei più a mio agio nel fare questo…chiamiamolo esperimento.”
“Grande! Ti prometto che non te ne pentirai.”
L’avevo convinta. Beh, non per il disco, solo per una canzone, ma era già un passo importante.
Ce l’avrei fatta, e il pensiero che sarebbe stato grazie a lei mi fece sentire strano.
Mi fece sentire…felice.
“Bene, ora ti porto a pranzo fuori.”
 
STOP
 
Next Track: Defying gravity.

Che ve ne pare?
Nel prossimo capitolo inizieranno finalmente gli sviluppi interessanti;)
Un bacio,
Elise 

 

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Capitolo 6
*** Defying gravity ***


 
Rieccomi:)
Ora entriamo ufficialmente nel vivo della storia haha
Spero vi piaccia!
 
Chapter VI: Defying gravity.
 
Defying gravity – Lea Michele (Glee Cast)
 
PLAY
 
Something has changed within me
Something is not the same



Chris mi aveva portato in un piccolo ristorante, sotto mia specifica richiesta di non scegliere un posto costoso ed elegante, perché uno, avrebbero potuto riconoscermi e due, io ero in tuta al contrario suo che, anche se fasciato di un semplice paio di jeans ed una camicia bianca, faceva la sua elegante figura.
Ci avevano fatti sedere subito in un tavolino appartato e, dopo aver dato un occhiata al menu, ordinammo due pietanze diverse.
Mi servì il vino ed incominciammo a chiacchierare.
“Allora ti sono piaciuti gli Studi?”
“Si, sono enormi. Forse dovresti darmi una mappa o qualcosa del genere, perché corro il serio rischio di perdermi.” Scherzai.
Lui rise.
“Oh, di quello non devi preoccuparti. Ti prometto che sarò sempre presente quando verrai a registrare.” Ghignò in un modo che mi fece venire dei brividi e mi morsi il labbro senza rendermene conto. Lui non si perse nemmeno un secondo di quel gesto per poi schiarirsi la gola prendendo un sorso di vino e cambiando argomento.
“Allora, raccontami un po’ di te. Non so nulla. Se dobbiamo iniziare a lavorare insieme, dovremmo iniziare a conoscerci meglio.” Sorrise.
Oddio, e adesso che gli avrei detto?
 
Non le avrei mai detto che, in realtà, come direttore della Casa Discografica non solo non era necessario che ci conoscessimo, beh più del dovuto almeno, ma non ero nemmeno tenuto a fare tutto quello che stavo facendo. E soprattutto non era necessario che io presenziassi alle registrazioni, in realtà mio padre lo faceva di rado, e se fosse stata un’altra persona a quest’ora forse non me la sarei presa tanto a cuore, ma con lei era diverso.
Volevo stare con lei.
Ed ogni scusa era buona per passare più tempo insieme.
Il che era strano perché non sapevo nient’altro che il suo nome.
“Che dire.” Si schiarì la gola “Sono una ragazza normalissima di 23 anni. Mi piace suonare e scrivere canzoni, ma questo l’avrai già capito. Ho finito il liceo, ma non ho continuato con gli studi. Ho preferito concentrarmi sulla mia musica. E tu?”
“Anch’io sono un ragazzo normalissimo.” Mi citò ironicamente. “Un ragazzo normalissimo che a soli 25 anni ha ereditato una delle più grandi e famose Case Discografiche del mondo e che non ha la minima idea di come fare a mandarla avanti.” Rise ironicamente. “Ah, ho una sorella, Lisa, che ha 5 anni meno di me. Tu hai fratelli?”
“No, sono figlia unica. Ma mi sarebbe piaciuto avere una sorella, com’è averne una?”
“Beh…”
Iniziai così a parlarle di piccole avventure che avevo avuto facendola ridere e il tempo insieme volò.
“Vado un attimo in bagno.” Mi disse a un certo punto e così mi diressi a saldare il conto, pensando a dove avrei potuto portarla adesso.
Chissà perché, ma il pensiero di doverci separare mi faceva sentire una stretta allo stomaco.
 
Ogni volta che mi sorrideva mi faceva sentire una stretta allo stomaco.
E questo non andava per niente bene.
Ero andata in bagno per rinfrescarmi un po’ e schiarirmi le idee.
Non era come avevo pensato che fosse. Non era come lo dipingevano i giornali. Almeno non era così con me.
Stare con lui era piacevole. Mi distraeva e non mi faceva pensare a mio padre e alla mia situazione precaria.
Ed era l’ora che io non pensassi più a queste cose.
Mio padre non poteva più comandarmi adesso.
 
I'm through with playing by the rules
Of someone else's game

 
Decisi di tornare da lui e così mi avviai.
Uscendo dalla porta del bagno andai a sbattere con un signore che, dopo avermi chiesto un frettoloso scusa, si dileguò in un batter d’occhio.
Strano.
Tornai al tavolo e notai che lui era ancora seduto, così mi sedetti anch’io.
“Dove ti piacerebbe andare adesso?” mi chiese.
“Oh, tu vuoi andare da qualche parte?” chiesi confusa.
Anche solo il pensiero che uno come lui volesse passare del tempo con me, era impossibile.
Lo stava sicuramente facendo per gentilezza, per convincermi a firmare il contratto per il CD.
“Vuoi tornare a casa?”
“Io…” iniziai, ma lo squillo di un cellulare m’interruppe.
“Scusa.” Mi disse prendendo il suo telefono dalla tasca. “Oh, ma non è il mio.”
Il cuore incominciò a battermi più forte.
“Mi avevi detto di non avere un cellulare.” Mi disse confuso.
Perché io non ce l’avevo.
Non l’avevo più ricomprato poiché tramite di esso è davvero molto facile essere rintracciati.
Ma qualcosa stava suonando e proveniva da molto vicino.
Mi misi una mano in tasca e ciò che trovai mi gelò il sangue.
Avevo un cellulare in tasca.
Lo tirai fuori lentamente, cercando di mantenere la calma per non fare capire al ragazzo che avevo di fronte che c’era qualcosa che non andava.
C’era un nome che troneggiava al centro dello schermo illuminato, proprio sopra il simbolo della cornetta verde.
THOMAS ANDERSON.
Mio padre.
Presi un respiro profondo che uscì più come un singhiozzo.
“Penny, va tutto bene?”
Il panico si era impossessato del mio corpo. Non riuscivo a staccare gli occhi da quel cellulare che squillava. Cercai di dire qualcosa, ma ottenni solo dei suoni poco definiti.
“Stai bene? Sei sbiancata. Se è per la storia del cellulare, non fa nulla. Non mi conoscevi, era normale che tu non mi abbia voluto dare il tuo numero.”
Il telefono smise di squillare.
Presi un respiro tremante, cercando di calmarmi.
Portai i miei occhi nuovamente su Chris e mi accorsi che aveva una faccia piuttosto preoccupata.
“No…voglio dire si, sto bene.” Mi schiarii la voce per risultare più convincente.
“Il fatto è che io non ho veramente un cellulare. Questo non è mio. Poco fa sono andata a sbattere addosso a un signore ed evidentemente, senza volere, gli è caduto nella mia tasca.”
Il telefono cominciò nuovamente a squillare e il nome riprese a lampeggiare prepotentemente.
“Oh, guarda! Eccolo, era quello il signore. E’ appena uscito, accidenti. Gli vado a restituire il cellulare e torno subito, tu resta pure qua.”
E scappai.
 
Too late for second-guessing
Too late to go back to sleep

 
Una volta uscita dal ristorante m’imboscai in una vietta adiacente e, dopo aver preso un respiro molto profondo, risposi.
 
It's time to trust my instincts
Close my eyes and leap!

 
“Pronto.”
Mi sforzai di risultare ferma e risoluta, cercando di non far percepire il tremolio della mia voce.
“Clarie.”
Solo ascoltare nuovamente la sua voce che pronunciava il mio nome, il mio vecchio nome, mi procurò un salto al cuore.
“Sei pronta per tornare a casa?”
 
It's time to try defying gravity
I think I'll try defying gravity
           
“Quella non è più casa per me da molto tempo.”
“E qual è casa, per te? Quello sgabuzzino dove vivi ora?”
“Qualsiasi posto purché sia il più lontano possibile da te. Non tornerò mai indietro.”
 
Kiss me goodbye I'm defying gravity
And you won't bring me down!

“Questo è ancora tutto da vedere. E non ti rivolgere a me in questo modo, sono pur sempre tuo padre.”
“No, non lo sei più.”
 
I'm through accepting limits
'Cause someone says they're so


“Smetti di fare i capricci, non arriverai da nessuna parte seguendo questa strada.”
“Non m’importa di arrivare da qualche parte. Però si m’importa che la strada che sto percorrendo sia la mia e non quella di qualcun altro.”
 
Some things I can not change
But 'til I try, I'll never know!



“Tu devi fare come dico io! Sono tuo padre, tu devi obbedirmi e non discutere. Adesso tornerai a casa, ci dimenticheremo di tutta questa storia, andrai a studiare scienze politiche e prenderai il mio posto.”
 
Too long I've been afraid of
Losing love I guess I've lost



“Sai, c’è stato un tempo, quando ero più piccola, che ho cercato veramente di piacerti. Tu mi consideravi alla stregua di una formica ed io pensavo di aver fatto qualcosa per meritarmi il tuo odio. Ma io non avevo fatto nulla, avevi fatto tutto tu. Non te n’è mai importato nulla di me.”
“E’ vero. Perché non mi eri di nessuna utilità a quel tempo, ma sei ancora in tempo a guadagnarti il mio affetto se torni indietro e farai quello che ti dirò di fare, come una brava figlia.”
 
Well, if that's love
It comes at much too high a cost!

 
“Se ha bisogno di essere comprato allora non è un affetto a cui sono interessata. Se facessi veramente quello che suggerisci non sarei una brava figlia, sarei un bravo burattino. E di quelli ne hai anche fin troppi. Ho scelto la mia strada e tu non puoi più fare nulla. Addio.”
Chiusi la telefonata e buttai il telefono nel primo cestino che trovai.
 
I'd sooner buy defying gravity
Kiss me goodbye I'm defying gravity
I think I'll try defying gravity
And you won't bring me down!
Bring me down!

“Eccoti, finalmente!”
Penny, riapparse da dietro un vicolo.
“Sei sparita da un po’ mi stavo preoccupando. Hai trovato il signore del telefono?”
“Si. Un vero sbadato. Beh, possiamo andare.” Disse frettolosa. “Se non ti dispiace preferirei tornare a casa, adesso.”
Un senso di delusione mi pervase, ma osservando la sua espressione notai che era tutt’altro che serena.
Qualcosa doveva essere successo.
“Sei sicura che vada tutto bene?”
Si voltò a guardarmi come se mi vedesse per la prima volta e poi cercò di tirare fuori un sorriso che non mi convinse nemmeno per un secondo.
“Si, certo. Vado dentro a prendere la borsa e andiamo, ok?”
Annuii mentre la seguivo con lo sguardo fino a quando non fu entrata al ristorante.
In quel momento lo squillo di un cellulare tornò prepotentemente a farsi sentire. Lo stesso squillo di prima, presumibilmente proveniente dallo stesso telefono.
Mi voltai verso l’ingresso per vedere se Penny stava tornando e, quando mi appurai che non era in vista, cercai di seguire lo squillo e mi ritrovai davanti un cestino.
Mi affacciai e al suo interno vidi il cellulare.
Sullo schermo stava lampeggiando un nome.
La riaccompagnai di fronte al solito pub, perché lei continuava a insistere che era più comodo per me lasciarla li piuttosto che arrivare fino sotto a casa sua, ed io l’accontentavo.
Prima che potesse scendere dalla vettura la fermai prendendole un braccio.
Lei si voltò confusa.
“Ti lascio andare solo se prometti di uscire con me stasera, ti va?”
“Magari un’altra volta, scusa ma sono molto stanca.”
E se ne andò.
 
STOP
 
Next Track: Chandelier

Allora, com'era;)?
Un bacio,
Elise

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Capitolo 7
*** Chandelier ***


 Rieccomi qua:)
Chapter VII – Chandelier
 
Chandelier – Sia
 
PLAY
 
Party girls don't get hurt
Can't feel anything

 
Chris mi aveva lasciata davanti al pub e se ne era andato via.
Stavo per andare verso il mio appartamento quando optai per prendermi qualcosa da bere al locale. In ogni caso, non so quanto sarei riuscita a dormire quella notte.
C’era molta gente per cui farsi strada fino al bancone non fu un’impresa da poco.
Il barista mi riconobbe, mi salutò e mi portò subito la stessa bibita dell’altra volta.
“Offro io, dolcezza.” Mi disse “Hai una faccia di chi ne ha passate tante oggi.”
Gli sorrisi afferrando il bicchiere e alzandolo nella sua direzione come gesto di un brindisi immaginario.
 
when will I learn
I push it down, push it down

 
Riuscì a trovare uno sgabello libero, così mi sedetti e dopo aver osservato per un po’ il drink, persa in pensieri poco allegri, decisi di buttarlo giù tutto d’un fiato.
Feci una smorfia per via dell’altra concentrazione alcolica, ma insieme a quella un calore benefico incominciava a nascere da dentro il mio corpo facendo rilassare tutti i muscoli.
 
I'm the one "for a good time call"
Phone's blowin' up, they're ringin' my doorbell
I feel the love, feel the love

 
“Barista! Un altro!”
Alzai il bicchiere vuoto per fargli capire e lui mi fece l’occhiolino.
 
1,2,3 1,2,3 drink
 
“Un altro!”

1,2,3 1,2,3 drink


“Un altro!!”
 
1,2,3 1,2,3 drink
 
“Un altro!!!”
 
Throw em back, till I lose count
 
“Non credi che possa bastare? Domani non ti devi svegliare presto per andare a scuola?” ridacchiò.
“Domani? Quale domani?” risposi.
 
I'm gonna swing from the chandelier, from the chandelier
I'm gonna live like tomorrow doesn't exist
Like it doesn't exist

 
Uscì dal pub un po’ stordita, ma non ancora abbastanza, così mi fermai in un mini market aperto fino a tardi e comprai la prima bottiglia di super alcolico che trovai senza fare caso a cosa fosse. Mentre mi lasciavo cadere sul divano, con la testa tra le mani a pensare a ciò che avevo fatto le lacrime iniziarono a scendere…ed io non le fermai.
 
I'm gonna fly like a bird through the night, feel my tears as they dry
I'm gonna swing from the chandelier, from the chandelier

 
Aprì la bottiglia senza pensarci un momento di più, la versai in un bicchiere abbastanza grande riempiendo fino all’orlo e tracannai tutto chiudendo gli occhi.
 
Help me, I'm holding on for dear life, won't look down won't open my eyes
Keep my glass full until morning light, 'cause I'm just holding on for tonight
On for tonight

 
Mi svegliai sul divano con un mal di testa atroce.
 
Sun is up, I'm a mess
 
La luce del sole che mi accecava gli occhi.
Ero uno straccio.
 
Gotta get out now, gotta run from this
Here comes the shame, here comes the shame

 
Questa non ero io.
Io non ero così, non potevo essere così, non volevo essere così.
Come ho fatto a raggiungere questo stato? Come ho fatto a diventare…questo?
 
I'm gonna fly like a bird through the night, feel my tears as they dry
 
La faccia impiastricciata dalle lacrime secche era bloccata in una smorfia di fastidio e di disgusto.
Che m’importava?
Se mio padre mi avesse trovata, domani non sarebbe più esistito per me.
E come aveva dimostrato ieri, per lui era molto facile raggiungermi.
 
I'm gonna live like tomorrow doesn't exist


“Scappare dai problemi non è una buona soluzione. Ti accorgerai che questi avranno sempre gambe più lunghe e resistenti delle tue e utilizzeranno molte scorciatoie, in un modo o nell’altro, ti raggiungeranno sempre.”
“E qual è casa, per te? Quello sgabuzzino dove vivi ora!?”
“Quello sgabuzzino dove vivi ora!?”
“Dove vivi ora!?”
Bussarono alla porta.
Mio padre mi aveva trovata.
 
Like it doesn't exist.
 
STOP
 
Next track: Please don’t stop the rain.

Che ve ne pare:)?
Un bacio,
Elise.
 

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Capitolo 8
*** Please don't stop the rain ***


 
Rieccomi:)
Buona lettura <3
 
Chapter VIII – Please don’t stop the rain.
 
Please don’t stop the rain – James Morrison
 
PLAY
 
Ero seduto nel mio ufficio che riflettevo.
Il nome sul cellulare era quello del Senatore Anderson, un uomo molto importante, cosa c’entrava con Penny? Perché lui la stava cercando?
Perché ero arrivato alla conclusione che qualcuno avesse messo di proposito il cellulare in tasca della ragazza e questo doveva avere a che fare anche con il fatto che lei non ne volesse uno suo personale. Perché ha paura di essere rintracciata.
Ma da chi? Dal Senatore? E perché? Cosa poteva mai aver fatto una ragazza come lei per essersi inimicata un uomo così importante?
Domande, domande, domande.
Qualsiasi cosa avesse fatto io l’avrei protetta.
Questo pensiero s’insinuò nella mia mente con una velocità e una leggerezza disarmanti.
Però per poterla aiutare dovevo sapere cosa stava succedendo.
Era evidente che lei non era una ragazza di strada qualsiasi, questo mi era stato chiaro fin da subito. Fin da quando lei è salita sulla mia macchina senza avere nessun tipo di reazione al lusso che potevo permettermi. Insomma, una ragazza povera e malandata avrebbe sgranato gli occhi e iniziato a osservare ogni particolare della macchina con stupore e riverenza. Lei no, non aveva avuto nessuna reazione. Come se tutto ciò fosse normale, come se ci fosse abituata.
Poi lo squillo del mio cellulare mi distrasse.
“Pronto?”
 
“Pronto?”
“Chris…” mi staccai un attimo dal telefono per cercare di calmare il respiro.
“Penny? Sei tu? Va tutto bene? Hai una voce strana.”
Mi schiarii la gola sperando che non capisse che stavo piangendo.
“Si, sto bene.”
“Hai preso un cellulare?”
“No, sono ad un telefono pubblico.”
“Dove sei? Sei sicura di stare bene?”
“Sisi. Lasciami parlare, per favore.” Presi un altro respiro profondo e cercai di cacciare indietro il singhiozzo che stava per nascere. “Non possiamo vederci questa settimana e forse neanche la prossima. Sono fuori città con la mia famiglia, siamo andati a trovare dei parenti. Ti faccio sapere quando torno, ok?”
“Ok. Sei sicura di stare bene?”
“Si, certo. Beh, ci sentiamo.”
Riagganciai il telefono che si trovava davanti all’edificio dove abitavo e rientrai nel mio appartamento. Chiusi la porta dietro di me e scivolai per terra lasciando che i singhiozzi si facessero più forti fino a togliermi il respiro.
Mi portai le mani davanti al volto, le lacrime libere di scendere mi stavano bagnando tutta la maglietta, lasciano dietro di loro scie rosse.
Me la tolsi con rabbia buttandola direttamente nella spazzatura. Non sarei comunque riuscita a levare tutto quel sangue.
Andai in bagno e, facendomi coraggio, mi guardai allo specchio.
Le gambe mi cedettero alla vista e precipitai per terra sbattendo le ginocchia. Aprì l’anta del mobiletto, presi del disinfettante e delle garze e incominciai a pulire quell’orrore.
Non fu un lavoro ben fatto a causa del forte tremore delle mie mani, delle lacrime che continuavano a scendere e dei singhiozzi che continuavano a farmi agitare.
A un certo punto mi arresi e, presa dalla rabbia, buttai tutto sul muro di fronte ed uscì diretta verso la cucina.
La casa era tutta a soqquadro per cui, dopo aver preso una buona quantità di ghiaccio e mi sedetti per terra, rannicchiandomi in un angolo della stanza, cercando di alleviare il dolore alla testa.
 
Provavo un forte dolore alla testa nel ripensare alla sua voce.
Qualcosa non andava e adesso era ancora più evidente.
Lei non stava bene, ed io dovevo fare qualcosa.
Ma cosa?
Digitai un numero sul cellulare.
“Ciao, sono Chris. Come va bello? Senti, dovresti farmi un favour. Mi potresti rintracciare un numero? Si, è di un telefono pubblico. Ok, si te lo mando. Grazie mille.”
Dopo mezz’ora ero davanti al luogo dal quale lei mi aveva chiamato.
Era un quartiere molto inquietante e sporco. Che ci faceva lei li? Osservai gli edifici e decisi di entrare in quello di fronte per cercare informazioni, quando una vecchia signora uscì dalla porta.
“Salve, signora. Ha per caso visto da queste parti una ragazza con i capelli scuri, gli occhi chiari, alta più o meno così e…”
“Oh, ma tu stai parlando di Penny.”
“Si, esatto! La conosce?”
“Abita nell’appartamento vicino al mio, il numero 14.”
“Grazie mille. Buona giornata.”
“A lei, giovanotto. Meno male che la stai andando a trovare. Stamattina deve esserle successo qualcosa di molto spiacevole.”
“Che cosa?” mi bloccai.
“Ho sentito le urla di alcuni uomini e dei rumori forti, come se stessero rompendo qualcosa, e poi la ragazzina che piangeva. Povera, piccola. Chissà cosa le è successo.” Scosse la testa.
“Non si preoccupi, adesso ci penso io.” Risposi sicuro e mi avviai verso l’appartamento numero 14.
Una volta arrivato incominciai a bussare.
“Penny!”
 
“Penny!!”
Una voce ovattata mi giungeva lontana e mi invogliava ad aprire gli occhi, ma le palpebre erano troppo pesanti.
 
I dont know where I crossed the line
Was it something that I said or didnt say this time?



Perché non rispondeva?
Ce l’aveva forse con me?
Ma che vado a pensare.
E se stesse male?
Ricominciai a bussare più forte.
 
And I dont know if its me or you
But I can see the skies are changing
No longer shades of blue

 
Perché non rispondeva?
 
Il mio corpo non rispondeva ai miei comandi.
Sentivo delle voci tutto intorno a me e delle mani che mi sfioravano.
Aprì gli occhi, ma fui costretta a richiuderli a causa della forte luce che proveniva dalla stanza. Stanza che sicuramente non era la mia.
Dov’ero?
Mio padre aveva mandato qualcuno a prendermi per finire il lavoro?
Immediatamente il panico s’impossessò della mia mente e cercai di pensare ad un modo per scappare, di andarmene, ma non riuscivo a muovermi bene, come se mi avessero drogato.
Oddio, mi avevano drogato.
“Stai tranquilla.” Una voce dolce e calma accompagnò una mano fresca che si posò sulla mia guancia.
Misi a fuoco ciò che avevo davanti e vidi una donna con un bellissimo sorriso con un camice bianco e una certellina in mano.
“Dove sono?”
“Sei in ospedale. Il tuo fidanzato ti ha portato qui qualche ora fa priva di conoscenza. Come ti senti?” mi chiese gentile.
Il mio ragazzo?
“Sto…bene, credo. Mi sento un pò intontita e mi fa male la testa.”
“E’ normale. Ti abbiamo somministrato degli antidolorifici parecchio forti e la ferita sulla testa ti ha fatto perdere molto sangue.”
“Adesso ti faccio portare qualcosa da mangiare, hai bisogno di recuperare le energia.” Disse, sempre sorridendo, mentre scriveva sulla cartellina.
“Il tuo ragazzo vorrebbe entrare. Vuoi vederlo?”
Confusa, e un pò preoccupata, decisi di svelare l’identità di questa persona che si spacciava per il mio fidanzato e quindi annuii.
“D’accordo. Quando ti sentirai meglio verrà a parlarti una dottoressa un po’ speciale per parlare di quello che è successo e avviseremo la polizia.”
“No!!” scattai in avanti procurandomi una fitta dolorosa alla testa e facendo tornare indietro la donna per aiutare a stendermi di nuovo.
“Non ti devi più preoccupare. Chiunque ti abbia fatto questo deve essere denunciato. Tu verrai protetta.”
Mi mancava il respiro.
“Non pensarci adesso, devi riposarti e riprenderti.” Sorrise nuovamente prima di lasciare la stanza.
Immediatamente, un’altra figura prese il suo posto sulla porta.
Una figura più definita, più alta e robusta.
Una figura che stavo imparando a riconoscere molto bene.
Sgranai gli occhi.
“Penny! Oddio, stai bene!” si precipitò al mio capezzale osservandomi dalla testa ai piedi, come per accertarsi che io fossi veramente li.
“Chris. Che ci fai qui?”
“Ti ho trovato in casa tua, svenuta. Mi hai fatto preoccupare a morte! Dimmi chi è stato. Io lo uccido. Chiunque abbia osato toccarti deve morire!”
“No! Ti prego. Dimentica questa storia.”
“Sei matta! Come posso dimenticare?! Non ho mai avuto così tanta paura come in quel momento quando ti ho vista riversa a terra in una pozza di sangue! Se non fossi arrivato, saresti morta! Penny, tu saresti morta! Ti rendi conto?”
Era furibondo. Sembrava preso dal panico e la cosa mi fece un pò piacere. Il fatto che si preoccupasse così tanto per me.
Ma non avrebbe dovuto farlo, o sarebbe finito male pure lui.
Per il momento, però, avrei fatto finta di nulla e mi sarei goduta le sue premure.
 
Come potevo fare finta di nulla davanti a quello che era successo?
Il mio cuore si era fermato davanti alla sua figura martoriata sul pavimento. Chi aveva osato farle una cosa del genere? Lo avrei trovato e gliel’avrei fatta pagare, ma per ora avrei dovuto concentrarmi su di lei. Fare in modo che si riprendesse, che stesse bene. Che fosse di nuovo felice.
Si, volevo vederla felice. Sempre.

I dont know which way its gonna go
If its going to be a rainy day
Theres nothing we can do to make it change
We can pray for sunny weather
But that wont stop the rain


Presi un respiro profondo per calmarmi e la guardai deciso.
“Ti prometto che mi occuperò io di te da adesso.”
Lei mi lanciò uno sguardo confuso.
“Però tu dovrai raccontarmi cos’è successo.”
Lei chiuse gli occhi, come per schermarsi.
E i miei pensieri si accesero, pregandola di non privarmi della vista dei suoi occhi e della sua anima limpida che spuntava attraverso di essi.
Bussarono alla porta ed un poliziotto fece il suo ingresso nella stanza.
“Salve, sono l’agente Cooper, Matthew Cooper. Lei è la signorina che è stata portata qui dell’appartamento sulla 27esima?”
“Si.”
“Appartamento 14?”
“Si, vivo li. Perché?”
“L’appartamento ha preso fuoco. Purtroppo non siamo riusciti a salvare niente delle sue cose, mi dispiace.”
Lei chiuse nuovamente gli occhi, portandosi una mano alla testa.
 
You’re feeling like you’ve got no place to run


“Grazie mille, agente. Può lasciarci adesso.”
Il poliziotto borbottò un saluto e andò via chiudendo la porta.
Mi girai verso di lei che adesso aveva entrambe le mani sul viso, ma non sembrava stesse piangendo.
Sembrava solo che si volesse nascondere al mondo.
Non nasconderti a me.
“Verrai a stare da me, non ti preoccupare.”
 
I can be your shelter 'til its done

“Cosa? No, io non posso…”
“Non voglio sentire storie. Vivo in una casa enorme con un sacco di stanze per cui non ci sono problemi.”
Gli occhi le si inondarono di lacrime.
“Grazie.” Sospirò, prima di lasciarle uscire.
L’abbracciai e la strinsi a me più forte che potevo senza farle male, lasciando che si sfogasse.
 
We can make this last forever
So please dont stop the rain

Let it fall, let it fall, let it fall
Please dont stop the rain
Let it fall, let it fall, let it fall
Please dont stop the rain


Non sapevo cosa avrei fatto ora.
E mi vergognavo per essere scoppiata a piangere tra le braccia di un semi-sconosciuto.
Ma era stato fin troppo semplice fidarsi di lui e delle sue parole.
Speravo di non pentirmene.
Tutto questo era solo l’inizio di una guerra ed io non volevo coinvolgerlo.
Starò da lui qualche giorno, il tempo di risistemarmi e trovarmi un nuovo posto in cui stare e basta. Avrei approfittato della sua gentilezza, solo un po’, solo questa volta.
 
You see life is a crazy thing
There will be good times and there will be bad times
And everything in between
And I dont know which ways its gonna go



La strinsi più forte, promettendo a me stesso che non avrei lasciato che le succedesse più niente del genere.
Ero un uomo potente, avrei eliminato qualsiasi tipo di minaccia alla sua persona alla radice e l’avrei protetta con ogni mezzo.
Non avrei avuto scrupoli, non quando si trattava di lei.
 
Oh, we’re a little closer now
In finding what lifes all about
Yeah, I know you just can’t stand it
When things don’t go your way
But we’ve got no control over what happens anyway

 
Avrei voluto accorgermene prima, arrivare prima, salvarla.
Odiavo non avere la situazione sotto controllo e, anche se sapevo benissimo che non avrei potuto essere a conoscenza di ciò che le stava succedendo prima di quella chiamata, una parte di me si rimproverava di non aver indagato e di non aver preteso una risposta a tutte quelle domande.
Ma ora le risposte le avrei pretese eccome.
Non avrei più permesso che le succedesse qualcosa.

If its going to be a rainy day
Theres nothing we can do to make it change
We can pray for sunny weather
But that wont stop the rain

Feeling like youve got no place to run
I can be your shelter 'til its done
We can make this last forever
So please dont stop the rain

Let it fall, let it fall, let it fall
Please dont stop the rain
Let it fall, let it fall, let it fall
Please dont stop the rain

 
STOP
 

Next Track: What doesn’t kill you.
 
Che ne pensate;)?
Un bacio,
Elise

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Capitolo 9
*** What doesn't kill you ***


Non sembrate molto interessati deduco che come esperimento stia facendo parecchio pena haha
Vabbè purtroppo non sono la fantastica JK Rowling o lo spietato GRR Martin.
Vi lascio un nuovo capitolo:)
Buona lettura.
 

Chapter IX - What doesn’t kill you.
 
What doesn’t kill you – Kelly Clarkson
 
PLAY
 
You know the bed feels warmer
Sleeping here alone



Mi svegliai di soprassalto.
Un altro incubo.
Mi misi a sedere sul letto. Quel letto enorme e comodo.
Da quando mi ero “trasferita” da Chris mi ero accorta di quanto queste piccole comodità, un letto morbido con cuscini bianchi e profumati e coperte soffici e calde, mi fossero mancate.
Purtroppo era meglio se non mi ci riabituavo.
Ero ancora molto più che decisa a trovarmi un altro appartamento o qualcosa del genere. Non potevo rimanere qui a casa sua per sempre.
 
You know I dream in color
And do the things I want



Era passata una settimana da quell’incidente. Si, perché non avevo voluto sporgere denuncia, né avevo raccontato a nessuno la verità, anche se Chris continuava ad insistere di tanto in tanto. Purtroppo non sarebbe servito a nulla.
Non si poteva andare contro ad un uomo come mio padre. A quest’ora aveva fatto sparire qualsiasi minima traccia che potesse collegarlo anche solo lontanamente a quello che era successo. Provare a rintracciare lui o suoi scagnozzi sarebbe stata solo una perdita di tempo e soldi. Cose che non avevo.
In ogni caso stavo cercando di andare avanti, di nuovo.
Mi ero accorta che stavolta era stato più semplice della precedente. Forse perché sapevo come muovermi o forse mi ero solo rassegnata al fatto che mio padre mi odiasse.
Oh, non solo ti odia. Ha cercato di ucciderti.
Beh come si dice, ciò che non ti uccide ti fa diventare più forte, no?
Ed io ora sarei diventata più forte.
 
You think you got the best of me
Think you had the last laugh
Bet you think that everything good is gone
Think you left me broken down
Think that I'd come running back
Baby you don't know me, cause you're dead wrong



Mi alzai dal letto per affacciarmi alla finestra.
Guardare il cielo e le stelle mi rilassò.
Se speravi che dopo quella trovata sarei corsa da te spaventata a chiedere perdono, puoi anche scordartelo.
Stai cercando di farmi a pezzi, ma troverò sempre il modo di rimetterli insieme.
 
What doesn't kill you makes you stronger
Stand a little taller
Doesn't mean I'm lonely when I'm alone
What doesn't kill you makes a fire
Put that thing on lighter
Doesn't mean I'm over cause you're gone



“Hei, Penny. Ho visto le luci accese. Va tutto bene?” chiese Chris affacciandosi dalla porta.
Mi voltai, presi un respiro profondo ad occhi chiusi, poi li aprì e gli sorrisi.
“Tutto bene.”
 
Thanks to you I got a new thing started

“Beh, se hai bisogno chiamami.”
“Grazie.”
 
Thanks to you I'm not a broken hearted


Il mio cuore ne era uscito distrutto, ma lo avevo ricostruito migliorato, più forte.
 
Thanks to you I'm finally thinking bout me
 
E grazie a tutto questo avevo capito che potevo voltare pagina.
Adesso avrei pensato solo a me stessa e alla mia musica.

You know in the end the day to left was just my beginning
In the end



Mi sdraiai nuovamente a letto chiudendo gli occhi.
Sorrisi.
 
What doesn't kill you makes you stronger
Stand a little taller
Doesn't mean I'm lonely when I'm alone
What doesn't kill you makes a fire
Put that thing on lighter
Doesn't mean I'm over cause you're gone



“Sembri stare meglio stamattina.”
“Sto meglio.” Sorrisi.
“Bene, sono contento. Ti va di andare a fare un giro?”
“D’accordo.”
Era tempo che riprendessi in mano la mia vita.
 
In tutta la mia vita non avevo mai visto un sorriso così bello come quello che ha tirato fuori Penny questa mattina.
Era come l’arcobaleno alla fine della tempesta.
Non aveva voluto raccontarmi nulla di quello che era successo e la cosa mi aveva dato un po’ noia, per il semplice motivo che non sapevo cosa fare. Capivo che lei non volesse parlarne per non riportare a galla una ferita ancora aperta di cui portava ancora i segni sotto quei vestiti, ma io dovevo sapere. Volevo che le persone che le avevano causato tutto questo soffrissero.
Eravamo in macchina che andavamo verso la spiaggia.
Era stata parecchio tempo in ospedale e poi ferma a casa, avevo deciso che volevo portarla fuori.
Una volta arrivati l’aiutai a scendere, anche se lei insisteva di poter fare da sola.
Ci sedemmo in riva al mare.
“So che non vuoi parlarne, ma io devo sapere chi è stato.” Iniziai.
“Non lo so, te l’ho detto. Erano incappucciati.”
Si vedeva lontano un miglio che stava mentendo.
“Smettila di mentire, ok? Non li hai voluti denunciare, ok. A me però lo puoi dire! Voglio solo aiutarti.”
“Non puoi, ok? Non puoi aiutarmi Chris. Prima lo capisci e prima potremmo lasciare tutto questo alle spalle.” Sbottò.
“Certo che posso! Sono una persona molto influente e sono ricco. Posso fare tutto quello che voglio e se qualcuno ti sta dando noia posso occuparmene tranquillamente senza incappare in nessun tipo di problema, fidati.”
“Non voglio che tu lo faccia. E il solo fatto che tu abbia anche pensato a commettere un atto del genere mi ripugna, sappilo. Non è giusto che voi ricchi e potenti possiate fare qualunque cosa a dispetto della gente normale, ok? E’ una cosa assurda!” si alzò e la seguii immediatamente.
“Ascolta, non c’è niente di male a voler aiutare un’amica nel momento del bisogno.”
“Beh, io non sono tua amica e non ho bisogno del tuo aiuto. Io tecnicamente lavoro per te, ricordi? Questa cosa non va affatto bene.” Disse accennando a noi due.
“Quale cosa?”
“L’uscire insieme, il parlare dei nostri problemi.”
“Perché? Non c’è niente di male. Siamo amici, va tutto bene.”
 
Non andava per niente bene.
Non potevamo essere amici, se mio padre l’avesse scoperto lui l’avrebbe pagata cara.
Lo osservai, in piedi davanti a me che mi guardava con quegli occhi infiniti e cercava di leggermi, di capirmi. Forse voleva davvero aiutarmi e, proprio per questo motivo, non avrebbe dovuto mettersi in mezzo.
Ed io iniziavo a provare qualcosa per lui.
Sarebbe finita male.
Non potevo innamorarmi di lui.
Non potevo innamorarmi in generale in questo momento, e lui è l’ultima persona al mondo che potrebbe andare bene per me.
Sono scappata da quel mondo di ricchi e potenti, non era giusto che adesso ci ricadessi per lui. Io non l’avrei permesso. Avrei voluto trovare, magari più in la, un ragazzo normale, umile, gentile. Non un ragazzo come lui.
Ma al cuore purtroppo non si comanda.
Cercavo di darmi una risvegliata da quei pensieri ricordandomi che ancora non sapevo la verità su quello che era successo a suo padre e una parte di me aveva paura di conoscerla. Avevo paura di trovarmi davanti un altro volto del mondo di mio padre. Avevo paura che Chris si rivelasse essere proprio come l’uomo che mi aveva rovinato la vita.
E dal discorso che aveva fatto prima non sembrava essere tanto diverso, ma poi quando mi guarda. Con quegli occhi, studiandomi come si farebbe con un fiore raro e delicato che ha bisogno di cure. Ero una fan dell’indipendenza femminile e tutto ciò che avevo fatto finora lo confermava, ma se era lui ad offrirsi di occuparsi di me, era diverso. A lui l’avrei lasciato fare.
E questo forse era quello che mi spaventava più di tutto.
Il fatto che fossi scappata da mio padre per guadagnare la mia indipendenza e che fossi disposta a metterla nelle mani di un ragazzo.
Del ragazzo.
Cazzo.
Mi morsi il labbro, ero nella merda.
 
Merda, quel labbro.
Le posai un dito sulla bocca per liberarlo dalla morsa dei denti.
Ma poi, invece che ritrarre la mano, questa si posò sulla sua guancia accarezzandola. Mi avvicinai continuando a guardarla negli occhi.
Non sapevo cosa stavo facendo, ma sapevo cosa volevo fare.
Posai le mie labbra sulle sue in una carezza.
La mia mano scese sulla sua nuca ed in un momento la tirai verso di me per approfondire quel contatto e lei si lasciò guidare rispondendo al bacio.
Fu qualcosa di indescrivibile. Di mai provato. Di donne ne avevo avute, ma mai niente era stato così…così…giusto, perfetto, armonioso. Così bello.
Mi staccai per riprendere fiato e lei si ritrasse allontanandosi.
“Forse è meglio se torniamo indietro.”
E così l’accontentai.
Senza smettere di desiderarla.
Senza smettere di anelare un nuovo contatto, così le presi la mano e lei non si oppose.
 
 
STOP
 
Next Track: We’ve got tonight.
 
Fatemi sapere se vi piace o se fa schifo haha
Un bacio,
Elise
 
 

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Capitolo 10
*** We've got tonight ***


Scusate se posto solo ora, ma sono stata ad Expo a Milano in questi giorni.
Nonostante sia un pò contro a tutto quello spreco (di materiali, di soldi, ecc.) devo ammettere che è stato molto interessante, se passate da Milano andate a farci un giro;)
Buona lettura :*
Capitolo X – We’ve got tonight.
 
We’ve got tonight – Bob Serger.
 
PLAY
 
I know it's late, I know you're weary
 
Quella sera tornammo a casa e cucinammo insieme chiacchierando e ridendo.
Parlando mentre cenavamo mi ero accorto che c’erano argomenti che lei evitava, dando risposte evasive e distraendomi con un’altra domanda.
La sua famiglia era uno di questi.
Avevo deciso di lasciar perdere, per ora, ma un giorno avrei saputo tutto di lei e lei avrebbe saputo tutto di me, se avesse voluto.
Senza accorgercene il tempo era volato e si era fatto tardi.
 
I know your plans don't include me
 
Mi aveva raccontato che un giorno le sarebbe piaciuto andare a vivere a New York ed io egoisticamente speravo che non lo facesse e che decidesse di rimanere qui.
 
Still here we are, both of us lonely
 
Ci spostammo sul grande terrazzo a guardare le stelle.
Complice il vino che avevamo bevuto, non riuscivamo a smettere di ridere ed io non riuscivo a smettere di guardarla.
Era così bella.
Posai la mia mano sulla sua appoggiata alla ringhiera e lei smise di ridere girandosi ad osservarmi.
 
Longing for shelter from all that we see
 
Abbassò lo sguardo mordendosi il labbro.
Merda, quel labbro.
Le posai il dito sulle labbra rendendomi immediatamente conto del deja-vu che avevo causato.
Lei riportò il suo sguardo su di me arrossendo lievemente.
Mi avvicinai lentamente osservando l’indecisione prendere possesso del suo viso.
 
Why should we worry, no one will care girl
Look at the stars so far away
We've got tonight, who needs tomorrow?

We've got tonight babe
Why don' you stay?

 
La baciai.
Prima lentamente e poi ci lasciammo andare alla passione.
Lei mi prese il viso e si alzò sulle punte ed io la strinsi più forte a me.
 
Deep in my soul, I've been so lonely
 
Lui mi strinse di più a sè e non c’era posto dove avrei preferito essere. Avrei voluto rimanere li in quel balcone a baciarlo per sempre.
Dopo tutta quella solitudine la sua presenza si era insinuata lentamente ed inesorabilmente nella mia vita e questo mi spaventava, ma mi accendeva come non era mai successo.
 
All of my hopes, fading away
I've longed for love, like everyone else does

I know I'll keep searching, even after today
 
Forse per lui non avrebbe significato nulla, forse ero un’altra della tante, ma per me questo significava e non volevo che smettesse.
Una sola notte di speranza me la potevo anche concedere.
Domani sarebbe ritornato tutto come prima ed io avrei fatto finta che non avesse significato nulla, ma dentro di me avrei custodito il suo ricordo come un tesoro prezioso.
 
So there it is girl, I've said it all now
And here we are babe, what do you say?
We've got tonight, who needs tomorrow?
We've got tonight babe
Why don't you stay?

 
Ci staccammo per guardarci negli occhi e riprendere fiato.
Le mie mani ancora ancora ancorate ai suoi morbidi capelli e le sue mani che accarezzavano dolcemente la mia schiena.
 
We've got tonight, who needs tomorrow?
Let's make it last, let's find a way
Turn out the light, come take my hand now

 
Mi porse la mano, dopo aver lasciato la mia schiena, continuando ad osservarmi.
Presi un respiro profondo.
Solo una notte.
Poggiai la mano sulla sua e lui mi tirò nuovamente a se allacciando le sue labbra con le mie, prendendomi in braccio e portandomi dentro.

We've got tonight babe
Why don't you stay?
Why don't you stay?

 
STOP
 
Next track: All of me.

Che ve ne pare:)?
Un bacio a tutti,
Elise

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Capitolo 11
*** All of me ***


Rieccomiiii
Non so da voi, ma qui oggi diluvia. Il tempo perfetto per rimanere a casa a leggere ^^
Buona lettura:)

 

Chapter XI – All of me.
 
All of me – John Legend.
 
PLAY
 
Mi risvegliai con il suo corpo stretto tra le mie braccia.
I suoi capelli lunghi sparsi sul cuscino, il suo seno premuto sul mio torace, le sue gambe intrecciate alle mie e il mio cuore a contatto con il suo batteva la stessa canzone.
Ed io l’amavo.
Io l’amavo.
Sorrisi e la osservai mentre apriva gli occhi e metteva a fuoco il mondo. Portò i suoi occhi sui miei e rispose alla mia espressione con un sorriso timido portandosi le braccia a coprirsi il petto.
“Buongiorno.” Ghignai maliziosamente mentre l’accarezzavo lievemente.
“Giorno.” Si schiarì la voce. “Vado a preparare la colazione.” Disse alzandosi dal letto con il lenzuolo intorno al corpo, intenta a cercare i suoi vestiti sparsi sul pavimento.
 
What would I do without your smart mouth?
Drawing me in, and you kicking me out
You've got my head spinning, no kidding, I can't pin you down

 
“Oppure,” iniziai afferrandole un braccio e riportandola sul letto. “potremmo iniziare questa mattina per il verso giusto.” La tentai e lei si morse il labbro.
Merda, quel labbro.
Alzai la mano per portarla sulle sue labbra, di nuovo, ma lei si scansò leggermente schiarendosi la gola.
 
What's going on in that beautiful mind
I'm on your magical mystery ride
And I'm so dizzy, don't know what hit me, but I'll be alright

 
“Va tutto bene?” mi chiese lui osservandomi attentamente.
“Si, certo.” Non riuscì nemmeno a finire la frase che la sua bocca aveva raggiunto la mia, di nuovo.
Tutto questo non doveva succedere.
Ma prima che finì anche solo di pensarlo, era già successo.
Mi ero innamorata di lui.
 
My head's under water
But I'm breathing fine
You're crazy and I'm out of my mind

 
Mi ero innamorato di lei.
E nessuna sensazione era mai stata più giusta delle sue labbra sulle mie, della sua pelle che sfiorava la mia, delle sue mani intrecciate alle mie.
Era perfetto.
 
'Cause all of me
Loves all of you

Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections
Give your all to me
I'll give my all to you
You're my end and my beginning
Even when I lose I'm winning
'Cause I give you all of me
And you give me all of you, oh oh

 
Ci amammo di nuovo e poi ci rivestimmo insieme senza smettere di sorridere e di guardarci.
In macchina tenevo la coda dell’occhio puntata su di lei come per paura che potesse svanire da un momento all’altro.
Arrivammo alla sede della Casa Discografica e l’accompagnai nello Studio dove John si sarebbe occupato dell’incisione della traccia musicale.
Parlammo un po’ delle varie possibilità e Penny gli illustrò le sue idee.
Ad un certo punto venni chiamato fuori dalla mia segretaria e li lasciai al loro lavoro promettendo di tornare il prima possibile.
Arrivato di fronte al mio ufficio una figura conosciuta era seduta dentro in attesa del mio arrivo.
Presi un respiro profondo ed entrai chiudendomi la porta alle spalle.
“Erick. A cosa devo il piacere?” chiesi.
Quando uno dei pezzi grossi che finanziavano la Casa Discografica veniva a trovarti non era mai un buon segno.
“Così sarebbe questa la tua nuova trovata.” Disse severo sbattendo sul tavolo un giornale di gossip con sull’immagine di copertina una foto mia e di Penny in spiaggia che ci baciavamo.
 
You're my downfall, you're my muse
My worst distraction, my rhythm and blues
I can't stop singing, it's ringing, in my head for you

 
“Crediamo che tu sia troppo coinvolto.”
“Vi posso assicurare che non è così. Ciò che ci unisce è strettamente professionale.”
“Sono sicuro che sia così.” Ribattè ironicamente. “In ogni caso, abbiamo trovato un’altra persona da scritturare.”
“Che cosa?”
Questa mi giungeva nuova. Io ero il direttore generale, era compito mio decidere chi scritturare.
Lui mi lanciò una cartellina aprendola sulla scrivania.
Sgranai gli occhi.
Adeline Hamilton.
La figlia di un pezzo grosso della televisione.
Ora tutto aveva più senso.
Volevano scritturare questa ragazza perché avrebbe portato un sacco di pubblicità ed era già famosa. Sarebbe stata un colpo sicuro.
“In ogni caso la decisione finale spetta a me. Le farò un’audizione e poi vedrò.”
“Stai perdendo di vista l’obbiettivo.”
“L’obbiettivo era trovare un’artista di talento che ci facesse rialzare. Ed io l’ho già trovata.”
“L’obbiettivo era rialzarsi. E il modo più rapido per farlo è utilizzare una persona già in vista, e noi l’abbiamo trovata per te. Sappiamo che ancora non hai fatto firmare il contratto definitivo alla ragazza. Ti chiediamo di valutare con attenzione le possibilità. Pensa a tuo padre, ha lavorato molto per costruire questa società, vuoi davvero rischiare di buttare tutto all’aria per una cotta adolescenziale?”
“Potremmo scritturarle entrambe.”
Lui fece una smorfia di scontento.
“Certo, ma stai attento alle persone su cui riponi la tua fiducia. Ti sta solo usando per arrivare al suo obbiettivo. Noi cerchiamo solamente di aiutarti a scegliere con saggezza. Pensaci su.”
Detto questo si alzò ed uscì dall’ufficio.
 
My head's under water
But I'm breathing fine
You're crazy and I'm out of my mind

 
Quando tornò dal suo ufficio aveva una faccia strana, distratta e pensierosa. Non mi fece presagire niente di buono.
Tornammo a casa e, mentre io parlavo cercando di distrarlo da qualsiasi cosa lo stesse preoccupando tanto, lui continuava nel suo mutismo a rispondermi a monosillabi senza guardarmi.
Una volta entrati mi saltò letteralmente addosso baciandomi con rabbia e passione ed io cedetti.
Perché quando si trattava di lui non riuscivo a pensare lucidamente.
 
'Cause all of me
Loves all of you
Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections
Give your all to me
I'll give my all to you
You're my end and my beginning
Even when I lose I'm winning
'Cause I give you all of me
And you give me all of you, oh oh

 
STOP
 
Next track: My dark side.

Allora com'è;)?
Fatemi sapere:*
Un bacio,
Elise

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Capitolo 12
*** My dark side ***


Buongiorn gente, eccovi un nuovo capitolo;)
Buona lettura:*

Chapter XII – My dark side.
 
My dark side – Kelly Clarkson.
 
 
PLAY
 
Mi svegliai nel cuore della notte.
Gli incubi erano tornati.
Sognavo mio padre che moriva e le persone che indicavano me come colpevole.
Strinsi i pugni.
Avrei trovato il bastardo che lo aveva ucciso e non l’avrebbe passata liscia.
Mi voltai verso la ragazza sdraiata al mio fianco.
Chissà cosa direbbe se conoscesse i miei pensieri.
Pensieri di morte e sensi di colpa.
Le accarezzai una guancia e notai che era bagnata. Stava piangendo?
La svegliai dolcemente e lei sgranò gli occhi come spaventata.
“Va tutto bene. Era solo un incubo.”
Lei chiuse gli occhi e cercò di calmare il respiro.
 
Oh oh oh, there's a place that I know
It's not pretty there and few have ever gone
If I show it to you now
Will it make you run away?

 
L’incubo mi aveva tolto il respiro.
Mio padre aveva cercato nuovamente di uccidermi e questa volta ci era riuscito.
Mi voltai verso il ragazzo sdraiato al mio fianco.
Chissà cosa direbbe se conoscesse i miei pensieri.
Pensieri di delusioni e odio.
Mi accarezzò nuovamente la guancia e, per la prima volta, pensai di potergli raccontare tutto. Pensai di aprirmi e di lasciare che mi rassicurasse.
 
Or will you stay
Even if it hurts
Even if I try to push you out
Will you return?
And remind me who I really am
Please remind me who I really am

 
Anche lui sembrava non avere la coscienza pulita.
Potevo vedere i suoi demoni attraverso i suoi occhi e gli avrei voluto chiedere cosa fosse a preoccuparlo così.
 
Everybody's got a dark side
Do you love me?
Can you love mine?
Nobody's a picture perfect
But we're worth it
You know that we're worth it



Avevo paura. Paura che lui non capisse
 
Will you love me?
Even with my dark side?

 
Avevo paura. Paura che lei non capisse.
 
Like a diamond
From black dust
It's hard to know
What can become

 
“Hai sognato l’incidente nel tuo appartamento?” mi chiese accarezzandomi.
“Più o meno, si.”
“Va tutto bene, ci sono io adesso.”
 
If you give up
So don't give up on me
Please remind me who I really am

 
“Ti ho svegliato?”
“No, ero già sveglio.”
“Incubi?”
“Già.”
“Beh, possiamo tenerci compagnia finché non spariranno.”
“Allora spero che non spariscano.”
 
Everybody's got a dark side
Do you love me?
Can you love mine?
Nobody's a picture perfect
But we're worth it
You know that we're worth it
Will you love me?
Even with my dark side?

 
“Qualsiasi cosa sia a tenerti sveglio stanotte, me lo dirai un giorno?”
“Solo se farai lo stesso.”
“Allora è una promessa.”
“Allora lo prometto.”
 
Don't run away
Promise you'll stay

 
STOP
 
Next track: Pretending.

E' molto breve lo so, però era necessario haha
Spero vi sia piaciuto:)
Un bacio,
Elise
 

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Capitolo 13
*** Pretending ***


Eccovi un nuovo capitolo;)
Buona lettura <3
 
Chapter XIII – Pretending.
 
Pretending – Glee Cast.
 
PLAY
 
Quella mattina mi svegliai in un letto vuoto. Lui non c’era.
Questa notte l’avevamo passata abbracciati e svegli in preda ai nostri pensieri più bui. Fisicamente eravamo stretti l’uno all’altra, ma mentalmente eravamo lontani migliaia di kilometri.
 
Face to face and heart to heart
We're so close yet so far apart



Al suo posto, sul cuscino che profumava di lui, trovai un pezzo di carta con una scritta frettolosa.
“Mi hanno chiamato dallo Studio e sono dovuto andare. Quando ti svegli raggiungimi là. Dì al portiere di chiamarti un taxi, lo pago io.”
 
I close my eyes I look away
That's just because I'm not okay



Posai il foglietto sul comodino ed andai nella camera degli ospiti, dove avevo messo le mie cose. Beh, almeno quello che ne era rimasto.
Dopo l’incendio ero andata a comprare qualche cosa, lo stretto indispensabile, anche perché con i pochi soldi che avevo adesso non potevo permettermi molto.
Mi vestii con un paio di jeans ed una felpa larga facendomi una coda per cercare di domare i capelli e mi avviai fuori.
Era una bellissima giornata, come sempre in California, il sole batteva forte e decisi di non prendere il taxi e farmi una passeggiata.
Gli studi non erano molto lontano e ci trovavamo in uno dei quartieri più belli e ricchi di tutta Los Angeles, per cui non avrei corso nessun rischio.
Una volta arrivata, andai dalla segretaria per chiedere di Chris e mi disse che in questo momento non sarebbe potuto venire e di anticiparlo nella Sala Registrazioni che John mi stava aspettando. Feci come mi era stato detto e m’incontrai nuovamente con John. Era un ragazzo di qualche anno più grande di me con dei capelli lunghi e ribelli. Ciò che mi aveva colpito di più di lui era il fatto che sapesse suonare qualsiasi strumento. Era un genio della musica e chiacchierare con lui era molto piacevole.
Così ci mettemmo al lavoro sulla base della canzone.
“Che te ne pare se aggiungiamo un po’ di questo?”
Mi fece sentire una variazione premendo dei pulsanti in una console.
“Si, mi piace!” esclamai.
 
“Non mi piace per niente!” esclamai seccato.
“Lo devi fare per il bene della società e per tuo padre! Lui avrebbe voluto che la Casa Discografica ingranasse, bene così non solo ingranerà, ma ritornerà alla fama originaria!”
“E’ una cosa assurda!”
“E’ per colpa di quella ragazzina, vero? Ti distrae e ti confonde le idee! Devi smetterla di darle così tanta corda.”
Mi passai una mano sulla faccia sbuffando.
 
Sbuffai davanti al foglio bianco.
Non avevo ispirazione, non riuscivo a scrivere niente. Nemmeno una parola.
John si era preso un momento di pausa per andare a fumare una sigaretta ed io ero rimasta nello Studio a cercare di scrivere qualcosa, ma non riuscivo a pensare a niente.
Quando tornò gli esternai la mia frustrazione.
“E’ possibile che io non riesca a scrivere niente? Sono due giorni che guardo questo foglio bianco.”
“Non ti preoccupare. Non è una cosa che viene a comando, la canzone verrà da se quando troverai qualcosa per cui vale la pena cantare.” Mi sorrise.
“Per te funziona così con la musica che componi?”
“Certo. Beh, è un po’ diverso perché qui non ci sono parole, ma cerchi comunque di trasmettere un messaggio. Tramite la musica, anche quella senza parole, si esternano i propri sentimenti e si racconta una storia. Tu ora sei bloccata perché non hai trovato la storia giusta da raccontare.”
“E’ un pensiero molto bello.” Sorrisi. “Grazie.”
La porta si spalancò di punto in bianco facendoci sobbalzare per lo spavento.
Chris fece il suo ingresso accompagnato da un cipiglio severo, rivolto verso John e me, ed una ragazza degna delle copertine delle riviste di moda più in voga.
Tubino rosso accollato che mostrava molto più di quello che celava, tacchi a spillo vertiginosi, trucco marcato e sorriso di plastica.
“E questo è lo Studio di Registrazione. John è l’assistente compositore.” Spiegò.
La ragazza si arpionò al suo braccio accarezzandolo e strusciando il seno.
“E’ proprio bello.” Disse maliziosamente guardandolo in un modo che mi fece pensare che non parlasse dello studio.
Chi era quella?
 
But I hold on, I stay strong
Wondering if we still belong

 
“Questo è tutto. Avviati verso il mio ufficio, io arrivo tra un attimo.”
“Non ci mettere troppo.” Gli fece l’occhiolino passandosi la lingua sul labbro.
Ero un po’ confusa, ma non mostrai niente dei miei pensieri sul mio volto e fu un bene perché Chris si voltò osservare la mia reazione a quelle parole.
Reazione che non ci fu, beh almeno all’esterno.
“Come sta andando?”
“Bene, la base per la traccia musicale è quasi ultimata.” Rispose John.
“D’accordo. Beh, vi lascio al vostro lavoro allora.”
Uscì sbattendo la porta.
John rise.
“Perché ridi?” chiesi confusa.
“Ma come perché? Aveva una faccia! Non l’avevo mai visto esternare tanto un’emozione e, semmai avessi pensato di vedere una cosa del genere, di sicuro non avrei immaginato si sarebbe mai trattato di gelosia.” Continuò a ridere.
“Gelosia?” sgranai gli occhi. “Tu sei matto.”
“E tu sei cieca. Si vede lontano un miglio che gli piaci e quando ci ha visti così vicini che sorridevamo e chiacchieravamo tranquilli chissà cos’avrà pensato.”
Non sapevo con cosa controbattere ed optai per un semplice “Se lo dici tu.”
“Come se a te non importasse di lui. Guarda che quella biondina al suo fianco sarebbe potuta morire bruciata dalle tue occhiate di fuoco.”
Più tardi tornò nello Studio per accompagnarmi a pranzo.
“Com’è andata con John?” mi chiese una volta seduto al tavolo della caffetteria.
“Bene. E a te con quella ragazza?”
“Bene.”
 
 Will we ever say the words we're feeling
Reach down underneath and tear down all the walls
Will we ever have our happy ending?
Or will we forever only be pretending?
Will we always, always, always be pretending

 
“Chi era?” mi azzardai a chiedere.
Lui mi osservò come per capire qualcosa.
“Scrittureremo anche lei.”
“Oh, ma è fantastico.” Dissi con poco entusiasmo.
“E’ la figlia di Paul Hamilton.”
“Davvero? Wow, ci porterà molta pubblicità.” Sgranai gli occhi.
“Già, è quello l’obbiettivo.”
 
Keeping secrets safe
Every move we make
Seems like no ones letting go

 
“Tra qualche settimana ci sarà un evento importante e vorrei che tu mi accompagnassi. Pagherò tutto io, il vestito, i tacchi, tutto quello che ti serve.”
“Sei sicuro? Non voglio che tu ti senta obbligato a fare nulla e ci posso pensare anch’io a procurarmi quelle cose, non serve che tu…”
“Insisto.” Tagliò corto guardandomi. “Voglio che sia tu a venire con me.”
Sorrisi lievemente “Allora, d’accordo.”
Rispose al mio sorriso portando una la mano sopra la mia e stringendola.
Forse avrei dovuto dirglielo davvero cosa provavo per lui.
Ma lui provava lo stesso per me?
 
And it's such a shame
Cause if you feel the same
How am I supposed to know?

 
Quella sera tornammo a casa tardi.
“Penso che andrò a farmi una doccia.” Dissi tranquillamente cercando di spezzare la tensione che sembrava essersi accumulata durante il tragitto.
“D’accordo.”
Entrai nel box dopo aver fatto riscaldare l’acqua. Era enorme e partivano getti diversi da ogni muro. Rimasi un attimo estasiata e non mi accorsi della figura che era entrata dietro di me fin quando un paio di labbra ed una spugna, morbida e profumata come l’uomo che avevo dietro, mi si posarono sulla schiena.
Mi voltai per poterlo guardare. Aveva un’espressione divertita ed era così dolce.
Ed io l’amavo.
Ed era un errore madornale, perché lui non poteva provare lo stesso. Lo avevo capito dopo averlo visto con quella, era il tipo di ragazza che t’immagini di vedere accanto ad un uomo così importante come lui.
Il tipo di donna con le quali mio padre aveva tradito mia madre, ripetutamente.
Ma io l’amavo.
E avrei voluto dirglielo.
Avrei dovuto dirglielo.
 
Avrei dovuto dirglielo.
Che l’amavo.
Che l’adoravo.
Che l’anelavo, sempre in ogni momento, ovunque.
Che volevo stare con lei e volevo che lei volesse stare con me.
Volevo che lei provasse la stessa cosa, m’illudevo a volte che fosse così.
Ma oggi dopo averla vista con quell’espressione sdolcinata rivolta a quel ragazzino, mi aveva fatto paura.
Paura che io non le importassi.
 
Ma rimasi zitta per paura di rovinare tutto.
 
Ma rimasi zitto per paura di rovinare tutto.
 
Will we ever say the words we're feeling
Reach down underneath and tear down all the walls
Will we ever have our happy ending?
Or will we forever only be pretending?

Will we always, always, always be
Will we always, always, always be
Will we always, always, always be pretending?

 
STOP
 
Next Track: Secrets.

Allooooora che ne pensate:)?
Un bacio,
Elise
 

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Capitolo 14
*** Secrets ***


Rieccomi con un nuovo capitolo;)
Buona lettura!|
Chapter XIV – Secrets
 
Secrets – One Republic
 
PLAY
 
Una carezza leggera mi destò dal sonno e aprendo gli occhi mi ritrovai davanti Chris, sdraiato e molto nudo che mi osservava con un sorrisino malizioso.
“Buongiorno.” Arrossì lievemente prima di rispondergli con un “Giorno.”
“Io devo andare allo Studio, ma tu puoi fare con calma e venire tra un po’. So che ieri sei venuta a piedi, preferirei che tu prendessi il taxi.” Disse senza smettere di accarezzarmi.
“Mi piace camminare e poi questo quartiere è così bello.”
“Sono felice che ti piaccia.”
Mi baciò dolcemente prima di alzarsi ed iniziare a vestirsi.
“Ah, domani hai il pomeriggio libero. Andrai con la mia segretaria a cercare un vestito che ti piaccia.”
“Ah, ok.”
Mi sentivo scomoda ad approfittare così di lui e della sua gentilezza, ma cercavo di convincermi che un giorno sarei riuscita a ripagarlo e a rendergli il favore.
“Hei, non ti preoccupare. Sono ricchissimo, puoi prendere qualsiasi vestito ti piaccia non sarà un problema.”
Sorrisi incerta.
“Io ora vado. Ci vediamo li.” Mi baciò di nuovo.
 
La baciai di nuovo e me ne andai. Non ero mai sazio di lei.
Una volta arrivato in ufficio, la figura di Erick mi apparse davanti con le braccia incrociate.
“Come sta andando?”
“Bene.” Risposi secco cercando di sbarazzarmi di lui nel minor tempo possibile. Oggi ci sarei stato alle prove di registrazione del brano di Penny, non avrei saltato un altro appuntamento e non solo perché gliel’avevo promesso, ma anche perché non mi andava di lasciarla da sola con quel John.
“Siamo sulle copertine di tutte le riviste. La trovata di scritturare la Hamilton sta dando i suoi frutti. Voglio che ti concentri su di lei. Ti abbiamo lasciato tenere l’altra ragazza, ma Adeline deve venire prima, mi sono spiegato?”
La rabbia s’impossessò di me come uno tsunami.
Come osava darmi ordini.
Ero io il Direttore Generale.
Lui intuì qualcosa dalla mia espressione e riprese a parlare.
“Lo stiamo facendo per il bene della Società, Chris. Lo devi fare per rendere orgoglioso tuo padre. Concentra i tuoi sforzi sulla figlia di Hamilton e lascia perdere quell’altra ragazzina. Falle incidere il suo brano e poi buttala fuori.”
“Lei inciderà il disco. Su questo non cambierò idea.”
“Come ti pare, ma sarà solo uno spreco di tempo e denaro. Sono sicuro che in tutto questo tempo ancora non abbia ancora delineato una traccia di base per la canzone e che si sta crogiolando nel lusso a tuo spese. In ogni caso, se sei convinto di quello che fai te la lasceremo tenere, ma ogni volta che Adeline sarà qui tu dovrai starle dietro come un francobollo, ci siamo capiti?”
Non mi stava bene. Non mi stava bene per niente.
Ma non avevo scelta.
Il consiglio era stato molto chiaro e loro erano una parte importante della Casa Discografica in quanto finanziavano almeno il 60% dell’impresa. In più aveva ragione Erick. Dovevo farlo per mio padre. Questo era il suo sogno. Non potevo rischiare di mandare tutto all’aria. Dovevo mordermi la lingua per un po’, giusto il tempo di tornare in cima alle classifiche e poi non avrebbero potuto più avere niente da dire.
Una volta raggiunto l’obbiettivo, sarei tornato ad essere il Capo indiscusso e avrei potuto muovermi liberamente.
Ma per ora dovevo mordermi la lingua e fare come mi dicevano quegli stronzi del consiglio.
“D’accordo.”
“Bene.”
In ogni caso l’affronto mi aveva lasciato pieno di rabbia e di frustrazione.
In un momento di pausa mi diressi verso lo Studio, dove stava lavorando Penny ed entrai trovandola a ridere su qualcosa con John, tenendo in mano un ukulele.
La rabbia crebbe e assottigliai gli occhi.
“Che state facendo?”
“Stiamo provando con quali strumenti il suono che vogliamo raggiungere risulta più chiaro.”
“Bene. Cos’avete fin’ora.”
John mi fece sentire una traccia guida fatta al computer che, si era una base, ma ero molto poco.
“Il testo?”
John guardò Penny e anch’io portai il mio sguardo su di lei.
“Ci sto lavorando.”
“Non è ancora pronto?”
“Come ti pare, ma sarà solo uno spreco di tempo e denaro. Sono sicuro che in tutto questo tempo ancora non abbia ancora delineato una traccia di base per la canzone e che si sta crogiolando nel lusso a tuo spese.”
Maledizione.
“Entro la fine di questa settimana dovrà esserlo, sono stato chiaro?”
Lei mi guardò sorpresa dal mio tono e confusa.
“Smettete di perdere tempo e lavorate!”
Ed uscì sbattendo la porta.
 
Uscì sbattendo la porta e facendoci sobbalzare confusi.
Cosa gli era successo? Perché qualcosa doveva averlo fatto scattare così e di sicuro non era stato il fatto che non avevo ancora finito, in realtà non avevo ancora iniziato, la canzone. Almeno non poteva essere stato quello da solo.
“Penny, purtroppo ha ragione dovresti cercare di concentrarti per iniziare a buttare giù qualcosa da poter presentare a fine settimana. Non deve essere per forza il definitivo, però dovresti incominciare a lavorarci.”
“Lo so. Credi che non ci abbia provato? Non mi viene niente!” mi sedetti sbuffando.
“Ascolta, facciamo una pausa. Vai a fare un giro, a prendere un po’ d’aria, magari viene fuori qualcosa.”
“D’accordo.” Risposi indecisa prima di uscire dalla porta dello Studio ed incamminarmi nel patio.
 
Entrai dalla porta dello Studio trovandomi davanti John da solo.
“Dov’è Penny?”
“Stiamo facendo una pausa. E’ uscita a prendere un po’ d’aria.” Sbuffai ed uscì nuovamente con l’intento di andarla a cercare.
Non solo erano molto indietro, ma facevano anche le pause per fare delle passeggiate.
Mi avrebbe sentito.
Non bastava avere tutto il consiglio contro di lei, adesso lei li doveva pura aiutare a buttarla fuori.
Uscì nel patio e, non vedendola, uscì dai cancelli per affacciarmi sulla strada.
Accanto agli Studi c’era un parco e la vidi che stava camminando verso di me, evidentemente stava rientrando.
Così l’attesi al cancello con le braccia conserte.
 
Era in piedi davanti al cancello con le braccia conserte che mi lanciava occhiate severe.
Mi fermai un attimo per osservarlo e lui mi fece segno di proseguire.
Presi un respiro profondo e mi avviai con tutta l’intenzione di chiedergli cos’era che lo aveva infastidito, quando ad un certo punto si fece tutto buio e qualcuno mi caricò in braccio.
Mi avevano messo qualcosa sulla testa per non farmi vedere e mi stavano trascinando da qualche parte. Iniziai a scalciare e a urlare e, ad un certo punto, caddi a terra.
Mi tolsi la stoffa dal viso e vidi Chris picchiare un uomo, molto probabilmente quello che aveva cercato di rapirmi.
Questo riuscì a scappare, ma non prima di avermi lanciato un’occhiata ed avermi detto
“Non è finita qui. Lui ti vuole indietro. Arrenditi.”
Mio padre.
Ancora.
Chris mi prese delicatamente e mi aiutò ad alzarmi in piedi sorreggendomi.
“Va tutto bene? Penny??”
“Sisi, sto bene. E’ tutto apposto.”
“Chi era quell’uomo? Cosa voleva da te? Chi è che ti vuole indietro?”
“Non lo so. Avrà sbagliato persona.”
Lui mi guardò facendomi capire che non se l’era bevuta e che aveva tutta l’intenzione di scoprire cosa gli stavo nascondendo.
“Tu ed io adesso andiamo a casa e facciamo una bella chiacchierata.”
“Cosa è successo stamattina? Perché eri così arrabbiato?”
“Non cambiare discorso.”
“Perché io dovrei rispondere alle tue domande, se tu non rispondi alle mie?”
Sospirò e mi aiutò a sedermi in macchina.
Una volta arrivati a casa, mi sedetti sul divano con una tazza di teh e lui si sedette accanto a me continuando a guardarmi in attesa di risposte.
 
Tell me what you want to hear
Something that will light those ears



“Cosa vuoi che ti dica?” sbottai innervosita.
“La verità.”
“E perché dovrei?”
“Perché te lo dico io. Dopo quello che c’è stato tra noi, merito un po’ di sincerità. E poi me lo avevi promesso, ricordi?”
“Anche tu avevi promesso.”
 “Qualsiasi cosa sia a tenerti sveglio stanotte, me lo dirai un giorno?”
“Solo se farai lo stesso.”
“Allora è una promessa.”
“Allora lo prometto.”
“Bene, penso sia arrivato quel giorno.”
Mi portai le mani a massaggiarmi le tempie.
E va bene.
 
Sick of all the insincere
I'm gonna give all my secrets away



“Sono scappata di casa per non seguire le orme di mio padre e adesso lui mi sta cercando. Vuole che torni indietro e faccia quello che dice.”
“Mi stai dicendo che è stato tuo padre a mandare quegli uomini a picchiarti e a rapirti?”
 
This time, don't need another perfect lie
Don't care if critics ever jump in line
I'm gonna give all my secrets away

 
“Si.”
 
Oh, got no reason, got no shame
Got no family I can't blame
Just don't let me disappear
I'mma tell you everything



“Ero arrabbiato perché il consiglio mi sta addosso. Dopo la morte di mio padre, la società è crollata e stiamo tentando il possibile per farla tornare com’era una volta. La sua morte è stata un colpo grande per la mia famiglia e i media hanno puntato il dito su di me, come se potessi essere capace di una crudeltà del genere. Era mio padre, cazzo. Anche se non sembrava a volte, lui ci teneva a noi e teneva alla Casa Discografica. Per questo sto facendo tutto quello che mi dicono, per far avverare il suo sogno.”
 
So tell me what you want to hear
Something that'll light those ears
Sick of all the insincere
I'm gonna give all my secrets away



“E’ bello che tu stia facendo tutto questo per lui, ma devi anche ricordarti che la vita è la tua. Nessuno può viverla al posto tuo e non dovresti permettere a nessuno di metterti in bocca le parole. Per vivere la vita appieno devi correre dei rischi, perché saranno quelli a portarti più in alto. Le strade asfaltate sono più facili da percorrere, ma ti portano a destinazioni già conosciute. Se vuoi scoprire luoghi inesplorati devi metterti uno zaino in spalla e camminare su strade sconnesse, scalare montagne e guadare fiumi. Devi faticare, ma alla fine potrai arrivare dove nessun altro è stato mai. E il panorama che vedrai lassù sarà magnifico, perché avrai faticato per raggiungerlo.”
 
This time, don't need another perfect lie
Don't care if critics ever jump in line
I'm gonna give all my secrets away
All my secrets away, all my secrets away



STOP
 
Next Track: Perfect day.
 
Vi è piaciuto:)?
Un bacio,
Elise

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Capitolo 15
*** Perfect day ***


Ecco un nuovo capitolo spero vi piaccia:)
Buona lettura!
Chapter XV – Perfect day
 
Perfect day – Duran Duran
 
PLAY
 
Just a perfect day


Avevamo passato la giornata lontani da tutti. Solo io e lui.
Avevamo parlato dei nostri incubi e avevamo riso delle nostre paure.
Si era fatto buio e noi eravamo rimasti seduti su una panchina del Griffith Park a chiacchierare e ridere bevendo le stelle.
“Sei sicuro che non avrai problemi al lavoro con il consiglio per non essere andato oggi?”
“Non m’importa. Mi serviva un giorno lontano da tutti e sono contento che tu sia venuta con me.”
“Davvero?”
Mi guardò posando il bicchiere e prendendomi una mano.
“Davvero.”
“Tra qualche giorno inciderai la prima traccia vero?”
“Se tutto va bene si. Ci sarai?”
“Te lo prometto.”
 
Drink Sangria in the park
And then later
When it gets dark, we go home

 
“Forse è meglio se torniamo indietro.” Dissi osservandolo mentre guardava le stelle.
Lui si alzò e mi prese la mano, non lasciandomi nemmeno per un secondo fino a che non arrivammo a casa sua e non dovette aprire la porta.
Bevemmo ancora, seduti sul divano con la musica e le nostre risate di sottofondo.
“Non avevo mai raccontato a nessuno queste cose prima d’ora.” Mi disse.
“Sono felice di essere quel nessuno, allora.”
“Tu sei tutto fuorché nessuno, per me.”
E li pensai che forse potevamo avere un futuro.
In barba a mio padre, al suo, al consiglio, alla Casa Discografica a tutti i problemi che avevamo e a tutti quelli che sarebbero venuti.
Poteva esistere davvero un noi, e sarebbe stato un noi perfetto.
Come quel giorno perfetto che avevamo trascorso insieme.
 
Oh, it's such a perfect day
I'm glad I spent it with you
Oh, such a perfect day
You just keep me hanging on
You just keep me hanging on

 
Arrivammo in camera da letto già quasi del tutto nudi. Continuavamo a sbattere ovunque e ridevamo di noi stessi, felici.
La felicità nella sua forma più pura e genuina.
Mi tolse anche l’intimo e mi spinse sul letto, prendendosi qualche secondo per osservarmi e dirmi “Sei perfetta.”, prima di salirmi addosso e ricominciare a baciarmi ovunque.
 
Just a perfect day
Problems all left alone
Weekenders on our own
It's such fun

 
Entrò in me lentamente, assaporando il momento in cui i nostri corpi si unirono cosi armoniosamente, così perfettamente.
Fu la prima volta che mi sentì parte di lui e fu la prima volta che percepì il suo sentirsi parte di me. Mi fece dimenticare tutto l’orrore che avevo passato e tutte le cose brutte che promettevano di tornare.
In quell’attimo c’era solo lui, c’eravamo solo noi due e la perfezione di quel momento.
 
Just a perfect day
You made me forget myself
I thought I was
Someone else, someone good

 
Come poteva essere così sbagliato, se era così perfetto?
 
Oh, it's such a perfect day
I'm glad I spent it with you
Oh, such a perfect day
You just keep me hanging on
You just keep me hanging on

 
Ci addormentammo l’uno sopra l’altra, intrecciati come una scultura.
Una scultura perfetta.
 
STOP
 
Next track: Unconditionally.

E' un po' corto lo so, ma che ne pensate:)?
Un bacio,
Elise

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Capitolo 16
*** Unconditionally ***


Salveeee, sono tornata:)
Eccovi un nuovo capitolo.
Buona lettura <3
 

Chapter XVI – Unconditionally
 
Unconditionally – Katy Perry
 
PLAY
 
Il mattino dopo ci alzammo e ci rivestimmo insieme continuando a sorriderci complici.
Arrivammo allo Studio e ci separammo.
Io andai in Sala Registrazione con John e lui andò in ufficio, dove sembrava che qualcuno lo stesse aspettando da un po’.
“Allora con la canzone?” mi chiese gentile John.
“Penso di aver capito che storia voglio raccontare.”
Dopo qualche ora apparve Chris, rigido e scostante, mi comunicò freddamente che quel pomeriggio sarei andata a fare shopping con la sua segretaria, Beckie, e sparì di nuovo.
 
Oh no, did I get too close?
Oh, did I almost see what's really on the inside?
All your insecurities
All the dirty laundry
Never made me blink one time

 
Per pranzo non si fece vivo e mangiai un panino continuando a lavorare insieme a John.
Poco tempo dopo, una ragazza con un caschetto biondo ed un tailler professionale entrò dalla porta presentandosi come Beckie, la segretaria del signor Evans.
“Io sono Penny.” Sorrisi cordiale.
“Hai già un’idea su che tipo di abito vorresti indossare?” mi chiese curiosa in macchina mentre ci dirigevamo a Rodeo Drive a Beverly Hills.
La strada con le marche più famose. Se passate a Los Angeles e sperate di vedere qualche diva, quello era il posto dove le potevate avvistare mentre facevano shopping.
“Non so, però penso che come colore mi starebbe bene qualcosa sul bordeaux.”
“Oh si, mi piace come ragioni!”
Chiacchierammo un po’ del più e del meno fino a che la macchina non si fermò per farci scendere e girammo per un paio di negozi.
Ad un certo punto una ragazza bellissima dai capelli neri lisci e lunghissimi ed un vestitino blu si fermò davanti a noi con un sorriso cordiale.
“Beckie! Quanto tempo che non ti vedo, come stai?”
“Oh, Angie! Sto bene e tu?”
“Tutto bene. Mio fratello? Quel maledetto non si fa sentire da qualche settimana, tutto concentrato su questa nuova trovata della società. Se vuoi il mio parere penso che il signor Hamilton debba tenere quella troia della figlia chiusa a chiave nelle cantine. E’ così volgare e imbarazzante.”
Questa ragazza già mi piaceva.
“Concordo assolutamente.” Riprese Beckie. “Non sai che genere di proposte avanza a tuo fratello ogni momento che pensa di essere sola con lui. Assurdo. Oh, ma che maleducata. Lei è Penny. E’ stata la prima scelta per essere scritturata, ovvero quella con il vero talento.”
“Oh, ma certo! Ho sentito parlare di te. Sono Angie, la sorella di Chris. Spero che quello smidollato si comporti bene con te.”
“Piacere. Si, lui è…perfetto.”
Lei mi sorrise con un’espressione complice di chi aveva appena risolto un esercizio impossibile di matematica (ovvero qualsiasi esercizio) senza nessun aiuto.
 
Unconditional, unconditionally
I will love you unconditionally
There is no fear now
Let go and just be free
I will love you unconditionally

 
“Tuo fratello l’ha invitata al ballo per la riapertura. Siamo qui per sceglierle un vestito.”
“Ommioddio! Che bello, allora devo per forza unirmi a voi ed aiutarvi.”
Le sorrisi riconoscente.
Girammo un po’ di negozi e mi fecero provare un sacco di vestiti diversi. Mi sentivo molto in imbarazzo a sfilare in tutta la mia goffaggine davanti a due donne così belle e così perfette.
Alla fine scegliemmo un abito color avorio stretto sul busto, senza spalline, con scollatura a cuore ricca di brillanti, che scendeva poi morbido fino alle caviglie davanti, prolungandosi in un leggero strascico dietro.
“Sei bellissima.” Si emozionarono le mie due nuove amiche.
“Grazie.” Sorrisi arrossendo mentre mi guardavo allo specchio.
Speravo che l’avrebbe pensato anche lui quando mi avesse vista.
Comprammo anche una pochette e dei tacchi vertiginosi abbinati, pagammo e poi decidemmo di andarci a prendere qualcosa da bere in un locale carino li vicino.
“Oddio, non vedo l’ora di vedere la faccia di mio fratello quando ti vedrà.”
“Ci sarai anche tu al ballo?” chiesi.
“Oh si, ma certo. Ci sarà anche Beckie.”
Almeno avrei avuto qualcuno con cui distrarmi mentre Chris parlava di affari o quant’altro.
Era stato un pomeriggio pieno ed era stato bello avere finalmente due amiche con le quali spettegolare e chiedere consigli.
“Mi raccomando, tratta bene mio fratello. A volte sarà anche uno stronzo senza cuore, ma se lo conosco come lo conosco. Direi che a te ci tiene parecchio.” Mi fece l’occhiolino prima di salire sulla sua berlina e lasciarci tornare allo studio.
Li mi avevano informata che il direttore era già tornato a casa, così feci altrettanto.
Il portiere mi aprì la porta riconoscendomi e quando entrai nella sala, diretta alla scala che mi avrebbe portato in camera mia, non mi sarei mai aspettata di trovare la scena che mi si presentò.
La Hamilton era seduta sul divano accanto a Chris, molto vicina e con la scollatura messa ben in evidenzia sotto i suoi occhi. Ridevano per qualche battuta con due calici in mano.
“Sarà meglio che vada, adesso.” Mi lanciò un’occhiata divertita mentre mi squadrava senza il minimo pudore.
Rimasi ferma impalata, confusa, davanti a quella scena.
La ragazza mi passò a fianco fermandosi per qualche secondo per squadrarmi di nuovo e ridacchiare, per poi proseguire la sua sfilata sgambettando fuori dalla porta dalla quale ero appena entrata.
Senza dare nessun tipo di spiegazioni, mi chiese del mio pomeriggio di shopping.
Avrei voluto pretenderle quelle spiegazioni, ma cosa potevo pretendere?
Così feci finta di nulla, rispondendogli che ci eravamo divertite e che avevo trovato quello per cui ero andata.
Proseguì nella mia camera e mi chiusi dentro appoggiandomi alla porta.
 
Come just as you are to me
Don't need apologies
Know that you are worthy
I'll take your bad days with your good
Walk through the storm I would
I do it all because I love you, I love you

 
Presi un respiro profondo e decisi di distrarmi mettendo a posto le cose che avevo comprato, quando la porta si aprì e Chris fece il suo ingresso saltandomi letteralmente alla bocca.
 
Ed io cedetti.
Perché lo amavo.
 
So open up your heart and just let it begin
Open up your heart and just let it begin
Open up your heart and just let it begin
Open up your heart

Acceptance is the key to be
To be truly free



Rimasi a guardarlo dormire per ore quella notte, pensando che il rapporto che avevamo appena avuto non conservava nulla della passione e del sentimento della volta precedente.
Era finito tutto qua?
Caddi in un sonno agitato.
 
Will you do the same for me?
 
STOP
 

Next track: When did your heart go missing?

Allora che ve ne pare:)?
Un bacio,
Elise
 

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