L.A. baby!

di Christi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** I don't like that smile ***
Capitolo 3: *** Parallel ***
Capitolo 4: *** Cause all that you are is all that I'll ever need ***
Capitolo 5: *** What, what, what? ***
Capitolo 6: *** All I'm tryna say is he's my everything. ***
Capitolo 7: *** And I'll be right by your side. ***
Capitolo 8: *** Because, damn I'm in love with you. ***
Capitolo 9: *** God, you're so perfect. ***
Capitolo 10: *** Kendall, my prince! ***
Capitolo 11: *** It's like you're my mirror. ***
Capitolo 12: *** It's so pink. ***
Capitolo 13: *** Over Again. ***
Capitolo 14: *** Just two years later. ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


L.A baby!
Prologue



Kendall non era mai stato un ragazzo tranquillo. Non lo era stato quando era ancora un bambino e continuava a dimostrarsi irrequieto anche adesso, nonostante i suoi giovani ventun'anni. Ricordava perfettamente come tutta la sua famiglia lo chiamasse "Kindle la peste", soprannome con cui ancora veniva chiamato. "La vita è troppo breve per essere organizzata" o "La mia vita merita qualcosa di più dell'essere monotona" erano frasi che ripeteva spesso, troppo spesso. Aveva deciso di sfruttare a pieno la sua vita, concentrandosi sulle cose che amava di più: la sua chitarra, la sua tavola da surf ed il suo inseparabile skate. 
Gli occhi verdi, avevano imparato ad amare la sua città, Los Angeles, ad apprezzarne ogni angolo. E i suoi capelli biondi, "Ne hai rubato il colore al grano" le ripeteva sempre sua sorella, si erano rinfrescati spesso nella brezza Californiana. Kendall era così. Il tipico ragazzo che vuoi avere come migliore amico. O come fratello. E questo Christina lo sapeva bene. Era grata di avere un fratello maggiore, di soli due anni ma pur sempre maggiore, come lui. Era fondamentale per lei. Con dei genitori lontani come i suoi, da sola non ce l'avrebbe mai fatta. Il loro rapporto era strano da definire. Per prima cosa, sembravano tutt'altro che fratelli. La ragazza era castana, gli occhi di un marrone tendente al verde, e bassina, cosa che non sopportava dato l'altezza del fratello. Caratterialmente erano molto simili, tranne qualche sfumatura leggermente diversa. Christina aveva lo stesso amore per la vita che aveva suo fratello, solo che sembrava viverla in un sogno. Era una sognatrice romantica irrecuperabile. 
In quel momento era effettivamente nel mondo dei sogni, raggomitolata fra le lenzuola, nel suo strambo modo di dormire completamente accucciata. 
Kendall la osservava dormire, nel suo primo lunedì di vacanza, incerto sul svegliarla o no. Esaminava i pro e i contro della sua scelta. Era sicuro che avrebbe dovuto svegliarla con calma, non voleva di certo ritrovarsi sua sorella imbronciata per tutto il giorno, ma aveva comunque paura di fare un passo sbagliato. Era pur sempre il suo primo lunedì di vacanza e svegliarla alle dieci gli sembrava un colpo basso. 
-Kendall smettila di fissarmi- sentì borbottare ad un tratto, prima che l'ammasso di lenzuola si muovesse cambiando posizione. Kendall sorrise istintivamente, sia per essersi tolto il dilemma, sia per la frase della sorella. Il biondo barcollò nel buio della stanza, inciampando sullo skate di sua sorella e su qualche vestito, buttato rovinosamente a terra, prima di raggiungere la finestra ed aprirla. La luce calda invase la stanza, accompagnata da un leggero venticello. Kendall si concesse il tempo di osservare la visuale del mare davanti a lui, prima di voltarsi in direzione di Christina. La camera illuminata mostrava le mille foto alla parete, la tavola da surf appesa al muro, un quadro che mostrava un mappamondo, la sua chitarra e tanti, troppi abiti sparsi ovunque.
-Buongiorno sorellina- disse sorridendo, dopo essersi seduto accanto a lei, ancora mezza addormentata. 
-Buongiorno Kindle- sorrise anche lei, stiracchiandosi. -Hai una miriade di messaggi da parte delle tue amiche- disse dopo qualche attimo il biondino, afferrando il telefono della sorella. Quest ultima però fu più rapida e lo tolse dalle mani del fratello, portandolo al petto. -Ti ho detto mille volte che non devi toccare il mio cellulare- affermò la castana, scendendo con un balzo dal letto. -Ma sono tuo fratello- si lamentò Kendall seguendola a ruota. Christina si voltò di scatto, bloccandosi davanti al fratello. Alzò il viso per poterlo guardare negli occhi e sorrise. -Ma noi non siamo come tutti gli altri fratelli- dichiarò convinta, prima di voltarsi e scendere le scale. Kendall sbuffò. -Usi troppo questa scusa!- urlò dal piano di sopra, affacciandosi alla ringhiera delle scale. -E tu la sfrutti troppo poco!- urlò di ripicca la giovane dalla cucina. 
Kendall scosse la testa sorridendo, prima di chiudersi in camera per prepararsi. 
Christina dal canto suo si era fiondata sui suoi adorati pancake, li aveva ricoperti di sciroppo d'acero, troppo sciroppo, e li stava gustando con tutta la calma del mondo, rispondendo via via ai messaggi sul suo telefono. Aveva appena finito di mangiare il suo ultimo adorato pancake, quando il campanello la fece sobbalzare sulla sedia. Aspettò qualche secondo, sperando di vedere Kendall scendere le scale, ma toccò a lei andare ad aprire la porta. 
-Carlos?- domandò stupita, ritrovandosi uno dei migliori amici di suo fratello davanti a lei. 
-Buongiorno anche a te Chris- le sorrise lui, per poi guardarla da capo a piedi. Dovette trattenersi dal ridere. I capelli legati in una crocchia spettinata, l'enorme maglietta di Kendall usata come pigiama, gli occhiali leggermente storti e la macchiolina di sciroppo d'acero al lato della bocca potevano essere considerate cose abbastanza esilaranti. La giovane sembrò accorgersene, dato che le sue guance si colorirono di rosso. Era un suo brutto difetto, timida da morire e guance sempre colorite. 
-Posso entrare o devo rimanere sulla porta per tutto il giorno?- domandò ad un tratto Carlos, sorridendo. 
-Oh Dio scusami- sorrise Christina, scansandosi dalla porta, permettendo al latino di entrare. 
-Tuo fratello?- domandò dopo qualche attimo il ragazzo, spostando lo sguardo in cerca di Kendall.
-Mio fratello?- domandò a sua volta Chris, mostrandosi perplessa. -Dovevate incontrarvi?- continuò, iniziando a salire le scale. 
-Dobbiamo andare a comprare un nuovo skate per me, dato che qualcuno- sottolineò, fissando la castana- me lo ha distrutto- rispose Carlos, incrociando le braccia al petto.
Christina scoppiò a ridere, bloccandosi a metà scalinata. -Sai che non l'ho fatto a posta, avevo dimenticato il mio a casa e ti ho chiesto scusa mille volte- si giustificò la ragazza, gesticolando impacciata. Aveva rotto lo skate di Carlos la settimana prima, facendolo finire sotto una macchina. Rideva ancora all'idea della faccia sconvolta dell'amico, quando glielo aveva riportato senza le due ruote anteriori. 
-Fatto sta che io sono senza skate- borbottò Carlos. 
-Te lo chiamo subito- sorrise la ragazza, arrivando al piano di sopra. Bussò due volte alla porta del fratello, prima di aprire. 
-Non ti ho detto di poter entrare-
-C'è Carlos di sotto, fratellone adorato- gli sorrise Christina, prima di uscire dalla stanza. 
Kendall spalancò gli occhi, prima di scattare ad arrivare in meno di dieci secondi davanti a Carlos. 
-Era oggi- sussurrò aggrottando le sopracciglia. Carlos annuì con aria sufficiente. 
-Dannazione- imprecò tra i denti il biondo, chiudendo gli occhi. Lo aveva dimenticato di nuovo. Come ogni appuntamento. Sì, Kendall era decisamente il ragazzo più distratto di Los Angeles. 
-Se ti dai una mossa ti aspetto e andiamo comunque- disse dopo qualche secondo. Kendall esultò sorridendo e lanciando una specie di "Woo Hoo", prima di voltarsi ed imboccare le scale. 
-Tuo fratello è un caso perso- rise Carlos, non appena vide Christina entrare in salotto, completamente preparata per uscire, con il suo skate sotto braccio.
-Ah lo so bene- scosse la testa la ragazza, prima di salutare il latino con un bacio sulla guancia. 
-Di a Kindle che sono da Joe e Alex, e che ci vediamo in spiaggia oggi pomeriggio- 
-Sarà fatto madame- le sorrise Carlos, prima che Christina uscisse dalla villetta. 
Aveva un rapporto fantastico con gli amici di suo fratello, erano tutti spettacolari, e Carlos era uno da poter considerare amico, ma con la A maiuscola. Imboccò il vialetto che l'avrebbe portata a casa di una delle sue migliori amiche. 
Sarebbe stata un'ennesima giornata perfetta.



Joe era uscita da poco da casa e passeggiava tranquillamente verso l'abitazione della sua migliore amica. 
I lunghi capelli biondi le svolazzavano sulle spalle per via della brezza, e gli occhiali coprivano gli occhi scuri e profondi. Voltò la testa per poter guardare il mare. Amava Los Angeles. Non c'erano altri termini per descrivere la sensazione che provava per quella città. Amore. Se ne era innamorata fin dal primo istante, il primo passo nell'aeroporto. Ed era così soddisfatta di se stessa, perché era riuscita a realizzare tutti i suoi sogni. Aveva un carattere tenace, che portava alle sue soddisfazioni. Strinse la sua borsa al petto, aumentando il passo, senza però spostare lo sguardo dal mare. Notò alcuni surfisti sulle tavole. Il surf. La sua passione, da quando a quattro anni suo padre l'aveva invitata a salire su una tavola ed aveva cavalcato la sua prima onda. Era la passione che inoltre l'aveva aiutata ad avvicinarsi alle sue due migliori amiche ed era grata per questo. Vivere da sola a Los Angeles sarebbe stata una noia, per quanto ci si possa annoiare nella città degli angeli, ma grazie alle sue migliori amiche, la sua vita era diventata qualcosa di eccezionale. Joe era un uragano di intrepidezza e tenacia che otteneva sempre quello che desiderava. Arrivò ben presto davanti alla villetta della sua migliore amica. Suonò il campanello ed un attimo dopo il cancello si aprì. La giovane entrò camminando per il vialetto, prima di ritrovarsi davanti ad Alexandra, una delle sue migliori amiche. -Buongiorno!- esclamò Joe, sorridendo solare. La castana davanti a lei le sorrise di rimando, invitandola ad entrare. Non appena Joe mise piede nell'appartamento si rese conto di quanto questo rispecchiasse il carattere della sua migliore amica. Alexandra, "Ma puoi chiamarmi Alex", era la precisione fatta persona. Non lo era in maniera antipatica od ossessiva, lo era semplicemente perché le piaceva l'ordine, cosa che però non faceva pesare agli altri. Joe notò le diverse foto appese alle pareti, la fotografia era sempre stata una passione di Alex, come il suo skate d'altronde, che portava sempre con lei. Vicino al televisore, c'era una quantità indecifrabile di DVD, per le "Movie Night",  serate che organizzavano da quando si erano conosciute. Alexandra era sensibile, tra lei e Chris non era ancora riuscita a capire chi piangesse di più, e romantica, proprio come lei, anche se non voleva ammetterlo. 
-Chris?- domandò Joe sedendosi sul divano. Alex scosse la testa divertita. -Starà facendo ritardo- sorrise, mentre legava i lunghi capelli mossi e castani in una crocchia ed infilava gli occhiali da casa, come li chiamava lei. Dopo pochi secondi suonò infatti il campanello. -Eccola!- esclamarono all'unisono le due ragazze ed Alex si diresse alla porta. 
-Scusate il ritardo- si precipitò a dire la castana, posando lo skate vicino alla porta ed abbracciando Alex che scoppiò a ridere. -Buongiorno anche a te- 
Christina scosse la testa e si diresse ad abbracciare Joe, per poi sedersi sul divano accanto a lei. 
Si conoscevano da ben cinque anni ormai, ed erano sorelle, non di sangue ma di vita. Condividevano le stesse passioni, ma ognuna aveva un carattere ben definito, completamente diverso uno dall'altro. Ciò nonostante le loro personalità sembravano fondersi perfettamente. 
-Bene- iniziò Chris, battendo le mani sulle ginocchia, per attirare l'attenzione -Domani venite a dormire da me allora?- 
Le due annuirono sorridenti. -Ed ora che facciamo? Non ho intenzione di restare a casa- borbottò Joe, guardando prima Chris e poi Alex. 
-Andiamo in spiaggia?- propose Alexandra -Prendiamo un gelato là per pranzo e poi restiamo ad aspettare tuo fratello e i suoi amici, vi va?- 
Joe scattò in piedi. -Solo se passiamo a casa a prendere la tavola da surf- sussurrò con aria sognante. 
-Anche la mia- le fece coro Christina, alzandosi a suo seguito. Alex sorrise, afferrando la borsa. -Andiamo, io ho lasciato la mia in spiaggia- 
Christina e Joe saettarono fuori scatenando le risa di Alexandra.
Come non potava amare la sua vita?





 
Chris' corner
Ehilà! Okay, questa è la mia prima storia dedicata ai BTR, scritta semplicemente perché la mia mente malata partorisce queste cose. Dedico la storia ad Alessandra (ehi ciao splendore), dato che così potrà sentirsi più vicina al biondino che le ha rubato il cuore. Questo è solo il prologo, piano piano arriveranno anche gli altri personaggi. Nel prossimo capitolo aggiungerò le foto di tutti i personaggi. Spero che vi abbia incuriosito un po', dato che la storia si farà ben presto intrigante e spero divertente. Non chiedo recensioni, ma le accetto ben volentieri. 
A presto
Chris




 

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Capitolo 2
*** I don't like that smile ***


L.A. baby!
Chapter One
I don't like that smile



Era in ritardo. Di nuovo. Ma non era pienamente colpa sua. Era stato svegliato, alle undici del mattino, da un messaggio del suo migliore amico, che lo invitava a casa sua. James si controllò un'ultima volta allo specchio, prima di uscire di corsa. Odiava fare ritardo, ma era inevitabile. Non che lui fosse un ritardatario cronico, o forse lo era pur non ammettendolo, ma si ritrovava spesso ad essere l'ultimo ad arrivare. L'unica che forse gli faceva concorrenza era Chris, sorella di uno dei suoi migliori amici. Prese a camminare verso casa Schmidt, posando gli occhiali da sole sugli occhi tra il verde ed il marrone, guardandosi intorno. James era sempre stato un ragazzo estremamente solare e simpatico, con la voglia di stare sempre in compagnia. Aveva imparato ad avere il giusto rispetto per se e per la sua vita, ma anche per le persone che lo circondavano. La sua famiglia gli aveva insegnato a coltivare tutte le buone qualità, trasformandolo in un ragazzo d'oro, con mille passioni. Era un sognatore, non poteva negarlo, ma sapeva mantenersi con la testa sulle spalle. 
-Sei in ritardo- fu la prima cosa che si sentì dire, non appena mise piede nel salotto dell'amico. 
-Buongiorno anche a te Kendall- sorrise il moro, ignorando completamente il biondino, che seduto sul divano lo guardava divertito. 
-Ciao Carlitos- salutò poi James, rivolto al latino, che ricambiò con un gesto del capo.
-Io sono pronto, possiamo andare- esclamò Kendall, afferrando le chiavi di casa, per poi avvicinarsi alla porta. 
James si voltò verso di lui. -Andare dove?- domandò, fissando il biondo. -In spiaggia- rispose Carlos al suo posto, alzandosi ed avvicinandosi a Kendall. -Ci stanno aspettando tutti là- 
James sospirò. -Perché non me lo hai scritto nel messaggio?- domandò contrariato. Kendall lo guardò sorpreso. -Mi sembrava ovvio- rispose tranquillo, aprendo la porta. -Sei assurdo, Kendall, sei assurdo- rise James, alzandosi, raggiungendo lui e Carlos. Kendall mimò un inchino, per poi scoppiare a ridere, trascinando anche Carlos e James. Raggiunsero in pochi minuti le scalette che avrebbe permesso loro di scendere il spiaggia e poco prima di scendere controllarono che fossero arrivati tutti. 
-Tua sorella, Alex, Joe, Logan e Noah, sì, ci sono tutti- esclamò James, rivolto a Kendall, prima di iniziare a scendere le scale di legno. Carlos lo seguì a ruota, scendendo le povere scale correndo, mentre Kendall iniziò a scendere con calma, godendosi la vista del mare e controllando sua sorella, comodamente seduta sulla sua tavola da surf, mentre parlava con le sue migliori amiche. Era tanto che non riusciva a vederle. Le aveva conosciute la prima volta qualche mese prima, ma proprio non riusciva a ricordare che aspetto avessero. Aumentò il passo, rendendosi conto di essere rimasto l'ultimo sulle scale. 
-Sono mesi che non vediamo tuo fratello- commentò Joe, non appena notò la figura di un biondo sulle scale. Alex si limitò ad annuire, scrutando il ragazzo che scendeva velocemente e goffamente le scale. 
Christina, intenta a guardare le onde si voltò di scatto, cercando con lo sguardo suo fratello. -E' vero, tra una cosa e l'altra non siete più riuscite a vederlo- concordò la castana. -Buongiorno bella gente!- esclamò allegro Carlos, salutando Logan e Noah, per poi avvicinarsi alle ragazze e salutare anche loro. -Ehi Carlitos, ti vedo bene- le sorrise Joe, ricevendo un sorriso grato da parte dell'interessato. -Posso dire lo stesso di te- rispose il latino. -Nessuno che si accorge di me?- 
Quella frase fece voltare tutto il gruppetto, intento a parlare con Carlos. James era rimasto a pochi metri di distanza, le braccia incrociate ed un espressione da cucciolo bastonato sul volto. 
-Oh Jamie, certo che ci accorgiamo di te- rispose Chris, stando al gioco. Ci fu un secondo di silenzio, poi scoppiarono tutti a ridere. -James sei un idiota- rise Noah, battendo il pugno a quest ultimo, che stava salutando tutti. Alexandra dopo aver salutato James, aveva nuovamente spostato lo sguardo su quello che doveva essere Kendall, troppo presa ad osservarlo. -Ehilà- sorrise il biondo, non appena fu abbastanza vicino al gruppetto. Furono tutti pronti a salutarlo, tranne Alex. Era letteralmente senza parole. L'ultima volta che l'aveva visto, Kendall non era un granché, mentre adesso, sembrava tutt'altra persona. Alex sentì il cuore accelerare improvvisamente quando gli occhi verdi del ragazzo si scontrarono contro i suoi. Passarono alcuni secondi ed Alex ebbe il tempo di realizzare che quegli occhi non gli avrebbe scordati facilmente. 
-Kindle, tutto okay?- Kendall spostò lo sguardo immediatamente, annuendo a sua sorella, lanciando subito dopo uno sguardo ad Alex, che abbassò immediatamente il suo. 
-Che facciamo?- domandò Logan, alzandosi dal telo. Christina e Kendall conoscevano Logan da anni, come il resto del gruppo d'altronde. Logan non riusciva mai a star fermo. Era un tipo molto allegro e sportivo, sempre con la tavola da surf a portata di mano. Ed anche lui, come gli altri, era un amico speciale. -Surf- disse serio Noah, alzandosi ed aiutando Joe a fare lo stesso. Erano migliori amici da una vita, quei due. Erano praticamente cresciuti insieme e i loro caratteri si fondevano perfettamente. Noah era uno dei pochi ragazzi che sapeva prendere Joe per il verso giusto e sapeva addolcirla. Era il suo punto debole. Per quanto Noah poteva sembrare a primo impatto un ragazzo pazzo, era al contrario molto intelligente. Era pazzo semplicemente perché voleva sfruttare la sua vita al massimo, provando ogni tipo di avventura, ma si dimostrava intelligente perché non esagerava mai ed era molto sensibile nei confronti della vita e delle questioni importanti. In più era il "cucciolo della situazione", soprannome con cui Joe lo chiamava in continuo. -Andiamo- sussurrò Christina, prima di afferrare la sua tavola e correre verso la spiaggia. Inutile dire, che dopo una sana risata tutto il gruppo la imitò, buttandosi con le proprie tavole nell'oceano. 


Christina apparecchiava il tavolo in giardino per sette persone, mentre canticchiava una canzone, aspettando gli ospiti. Sarebbero venuti tutti, tranne Logan, impegnato quella sera. 
-Penso che dovremmo comprare delle pizze- 
La giovane si voltò, notando suo fratello appoggiato alla porta finestra. 
-Perché?- domandò, incerta sul voler sentire la risposta. -Ho bruciato l'arrosto, il dolce fa schifo e il frigo è vuoto- 
Christina scoppiò in una fragorosa risata, sotto lo sguardo sconsolato del fratello. -Vado a chiamare per le pizze- borbottò imbronciato il biondino, rientrando in casa. Christina scosse la testa divertita, poco prima di sentire il campanello suonare. Si precipitò al cancello, aprendolo immediatamente. -Oh mio Dio, James David Maslow in orario, domani su Los Angeles si scatenerà il temporale più forte della storia- scherzò la giovane, non appena il ragazzo chiuse il cancello alle sue spalle. James scosse la testa, scoppiando a ridere. 
-Non ho la più pallida idea di come ci sia riuscito- ammise il moro, aprendo le braccia. Christina sorrise, prima di abbracciarlo. Aveva un rapporto particolare con James, lo considerava forse il suo secondo fratello, ma non riusciva veramente a capire cosa fosse in realtà per lei. -Che ha preparato per cena Kendall?- domandò il ragazzo, sedendosi sul prato. Christina scoppiò a ridere. -Beh- iniziò fra una risata e l'altra. -Aveva inizialmente preparato l'arrosto ed un dolce, ma stasera ceneremo con pizza- concluse, sedendo accanto a lui. -Credo di aver capito- sorrise il moro, iniziando a staccare fili d'erba per poi giocarci. -Chris ho un'idea che mi frulla per la testa- iniziò dopo qualche attimo di silenzio James, alzando gli occhi sulla ragazza. -Spara- Christina e James erano noti per essere le pesti del gruppo, oltre a Kendall ovviamente, ed almeno una volta alla settimana dovevano combinare qualcosa. -Noah e Joe, sono migliori amici, no?- domandò il ragazzo, sotto lo sguardo curioso di Chris. -Sì e quindi?- 
James sorrise malizioso. -Non mi piace quel sorriso- sussurrò preoccupata la ragazza. -Quindi dobbiamo far capire ad entrambi che si piacciono- concluse James soddisfatto. Christina lo sguardo di sbiego, non pienamente convinta di quel ragionamento. -Non è una buona idea, Jamie- iniziò a spiegare la castana. -Primo, non siamo bravi a fare i Cupido, ci abbiamo già provato e non fa per noi- spiegò la ragazza, riferendosi alla volta in cui avevano provato a far fidanzare Carlos, con risultati pessimi. -Secondo, se sono migliori amici c'è un motivo. Insomma, starebbero già insieme se provassero qualcosa l'uno per l'altra- 
-E' qua che sbagli!- esclamò James, interrompendo la ragazza che lo guardò sorpresa. 
-Forse uno dei due prova qualcosa per l'altro, ma ha troppa paura di poter rovinare l'amicizia, magari se il sentimento non viene ricambiato, capisci che intendo?- 
Christina annuì, effettivamente le parole del moro potevano essere in qualche modo giuste. 
-Cerchiamo solo e ripeto, solo di far capire loro quello che provano l'uno per l'altra, niente di più niente di meno, chiaro?- 
James annuì contento. Christina scosse la testa. -Finirò in prigione per colpa tua- sussurrò scoraggiata, facendo scoppiare a ridere James. 
-Ehi Jamie- 
Il moro si voltò, notando Kendall, appena entrato in giardino. -Ehi Kindle- sorrise lui, battendo il pugno al biondo. -Spero che ti vada la pizza- disse Kendall sedendo accanto a sua sorella, che scoppiò a ridere. 
-Oh sì, tranquillo- rise anche James. 
Arrivarono via via tutti quanti e la cena andò ovviamente bene. 
-Io continuo a dire che è meglio quello giallo- disse Joe, stesa sul prato. Alexandra, sdraiata accanto a lei, scosse la testa contrariata -Meglio azzurro, fidati- 
-Per me è più bello verde- disse invece Chris.
-Grazie ragazze, siete di grande aiuto, se prima avevo le idee confuse, adesso sono proprio in alta marea- rise Noah. Aveva bisogno di un nuovo zaino, e aveva chiesto consigli sul colore, ma a quanto pare, nessuno nel gruppo sembrava trovare un accordo. Mancava solo il parere di Carlos, andato via qualche minuto prima, dopo aver ringraziato per la cena. 
-Fannuloni, avete intenzione di alzarvi ed andare a fare una passeggiata o stare tutto il tempo qua a poltrire?- domandò Kendall, avviandosi verso il cancello, completamente preparato. -Noi non stiamo poltrendo- disse imbronciata Joe, alzando la testa verso Kendall. -Stiamo guardando le stelle- concluse convinta, facendo ridere tutti quanti. -E' discutendo sul fatto che il colore migliore per lo zaino di Noah è l'azzurro- continuò Alexandra, rivolta a Kendall. 
Durante la cena, avevano ripreso un po' a parlare, nonostante, almeno per lei, fosse difficile parlare con quegli occhi verdi incastrati nei suoi ed avevano ripreso l'amicizia che in quei mesi un po' si era persa. 
Noah scosse la testa, alzandosi. -Andiamo, mi va il frappè- disse infatti, avvicinandosi a James e Kendall. 
-Ciccione- lo stuzzicò Joe, alzandosi, prima di fargli una linguaccia, che il moro ricambiò. 
James e Christina si scambiarono uno sguardo complice, che non sfuggì ad Alexandra. Dopo essersi alzata, infatti, tirò per un braccio l'amica, affiancandola a lei. -Che progettate tu e James?- domandò sotto voce, iniziando a camminare a seguito del gruppetto. Christina la guardò con sospetto. -Nulla perché?-
-Ho visto lo sguardo che vi siete lanciati, state per combinare qualcosa- spiegò Alex, spostando lo sguardo tra lei e James, poco distante. -Alex, tranquilla, a Jamie è venuta un'idea, ma nulla di eclatante- la tranquillizzò Chris, sorridendole. Alexandra, la guardò un'ultima volta con fare sospetto, per poi sorriderle. 
-Alex tu vuoi qualcosa?- 
La voce di Kendall la riportò alla realtà. -Oh sì un frappè alla mora, grazie- sorrise al biondo, che le sorrise di rimando. 
-Mi sorprende il fatto che ancora tu non abbia notato gli sguardi che lancia tuo fratello ad Alex- 
Christina sobbalzò, voltandosi di scatto. -Jamie, non farlo mai più- parlò la castana, portandosi una mano al cuore. -Cosa?- domandò divertito James. -Apparirmi così alle spalle, mi hai fatto prendere un colpo- continuò la ragazza, sorridendo. Il ragazzo scosse la testa. -Scusa- 
-Tranquillo, e comunque non iniziare. Mio fratello lo lasci stare, non lancia nessuno sguardo ad Alex, guarda- si bloccò, indicando la coppia. -Si stanno prendendo in giro come due normalissimi amici- 
James la guardò stupito. -Okay, okay, scusa- 
Christina sbuffò ridendo. Non poteva negare però di aver notato qualche sguardo di troppo fra i due. 
Lasciò però che il suo pensiero svanisse, non appena vide davanti a lei, suo fratello che le porgeva un frappè. 



Alexandra non era mai stata innamorata. Sì, forse a quindici anni, ma quello poteva essere considerato vero amore? Effettivamente non sapeva nemmeno adesso cosa provare. Si era ripetuta mille volte di mantenersi con la testa sulle spalle, di non prendere per amore un battito più veloce del solito. Ma in quel momento si sentiva veramente in crisi. Erano le sette di mattina e fissava il suo soffitto da almeno mezz'ora. Ed era colpa sua oltre tutto. Come poteva innamorarsi di una persona in meno di una settimana? Credeva che non sarebbe stato possibile. Eppure quella settimana era stata diversa. Lo aveva incontrato lunedì e i suoi occhi verdi, proprio le erano rimasti in mente. Ci aveva giocato e scherzato quel lunedì notte, insieme alle sue migliore amiche, e avevano iniziato a stuzzicarsi come se fossero stati amici da una vita. Martedì era stata con lui tutto il giorno, ed era grata alla sua migliore amica per averla invitata a dormire da lei. Mercoledì non l'aveva visto, ma era riuscita a capire quale piano avessero in mente Chris e James, e sperava vivamente che avessero fatto lo stesso con lei. Forse qualcuno si era accorto degli sguardi che si lanciavano quei due. A lei, non erano affatto sfuggiti. Giovedì era uscita con Noah e Joe, ed in qualche strano modo si erano ritrovati a parlare di lui e parlando si era resa conto di quanto amasse il carattere di quel ragazzo. Ed ora, nel suo primo venerdì libero, si ritrovava sdraiata a pensare a lui. Non riusciva a non pensare alla prima volta che l'aveva visto di nuovo, gli occhi verdi e veri puntati nei suoi, i capelli biondi spettinati e quelle fossette deliziose da far schifo. E pensava a quanto si era divertita lunedì notte, parlando con lui, Chris e Joe di ragazzi, cosa altamente improbabile, dato la presenza di un ragazzo nel gruppo. -Anche io voglio spettegolare- aveva detto infatti il biondo, sedendosi accanto a sua sorella, e Alex era scoppiata a ridere. 
Forse era innamorata. Ma non c'erano speranze. Kendall era troppo impegnato a voler bene alle persone per potersi innamorare. E questo valeva anche per lei. E ne era certa. Martedì mattina avevano parlato un bel po'. -Io voglio viaggiare per il mondo e far conoscere chi sono, Alex, voglio diventare qualcuno- le aveva detto Kendall, lo sguardo sognante che guardava fuori dalla finestra. Ed una persona con queste pretese non aveva decisamente tempo per una relazione. 
Alex si accorse solo dopo qualche secondo del telefono che le squillava sul comodino. Controllò sullo schermo, leggendo il nome della persona al di là della cornetta. -Chris, tutto okay?- domandò non appena accettò la chiamata. -Alex, ehi, sì tutto bene, scusa se ti chiamo a quest'ora- 
-Non, non preoccuparti, sono già sveglia da un po'-
-Tutto okay? Come mai così presto?- domandò Christina preoccupata dall'altro capo del telefono. 
-Dovrei dire lo stesso di te- scherzò Alexandra. Sentì la risata di Christina dall'altro capo del telefono e sorrise. -Ti ho chiamato perché è successa una cosa strana e ho bisogno di raccontarlo a qualcuno- spiegò Chris. -Racconta avanti- la invitò Alex. -James mi ha chiesto di uscire e fino a qua niente di strano, siamo amici è, normale credo, ma la cosa che mi ha insospettito è, che, diciamo sembrava- la ragazza si bloccò un attimo, cercando le parole -Sembrava imbarazzato, ecco. E sai bene che James non è mai imbarazzato- concluse. 
Alexandra ci pesò su un secondo, prima di parlare. -Da a me, appena puoi. Porta i biscotti.- ordinò, chiudendo la chiamata. 
Almeno pensare agli altri la avrebbe aiutata a non pensare a Kendall. 
Anche se sapeva, sarebbe stato difficile. 



 
Chris' corner
Ma salveeeee, eccomi con il primo capitolo. Lo so, può sembrare ancora un po' noiosetta come storia, ma prometto che si farà avvincente già dal prossimo capitolo. Effettivamente, questo è un capitolo di passaggio, che serve a spiegare un po' meglio le situazioni che iniziano a schiarirsi lentamente. Spero quindi che vi sia piaciuto e che come la dolce Artemide BlueMoon che ringrazio infinitamente per la recensione nello scorso capitolo, mi lasciate un commentino. Ci vediamo al prossimo capitolo, splendori, grazie per aver letto!
Chris

Christina:



Alexandra:



Joe:




Kendall, James, Carlos & Logan (amo questa gif, oddio)


Noah:

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Capitolo 3
*** Parallel ***




Chris' corner
Sono qua all'inizio solo per darvi una piccola informazione: essendo una FF di genere song-fic, alcuni capitoli saranno basati su delle canzoni. Per rendere più divertente ed interattiva la storia, ho deciso che, prima di ogni parte incentrata su di una canzone metterò un piccolo asterisco (*) con un collegamento che vi aprirà la canzone in questione su YouTube, in modo che possiate ascoltarla mentre leggete il capitolo. Vi basterà quindi cliccare sull'asterisco, e vi si aprirà la pagina con la canzone. Spero vi piaccia come idea. 
Ci vediamo a fine capitolo,
Chris. 









 
Counting stars, laying in the grass
Side by side, your head on my shoulder…
We talk a lot about nothing much,
With every breath we are getting closer



Era un loro brutto vizio. Sempre se quello può essere definito vizio. Era un'abitudine che avevano da quando si erano conosciuti. Si stendevano sull'erba e guardavano le stelle. Era una cosa che facevano da sempre, Joe con la testa appoggiata alla spalla di Noah e lui che le cingeva il fianco. Era così da sempre. Alcuni avevano preso in giro questo comportamento, definendolo da piccioncini, ma entrambi ci ridevano su, rispondendo che loro due erano fratelli, e che, l'uno per l'altra, provava solo affetto. Noah però adesso, sembrava ricredersi. Osservava in silenzio il viso di Joe, così calmo mentre dormiva, e pensava che forse, si stava sbagliando.

 
Parallel in this universe
Do we light up our hearts just to watch’em burn?
Parallel, I will cross the lines.
Cause maybe tonight…
The stars align!
The stars align!


Quello che gli frullava per la testa, era un ragionamento che aveva fatto spesso. Lui e Joe si erano incontrati per caso e dal principio erano sempre stati decisi a rimanere amici. Erano esattamente come due linee parallele. Destinate a viaggiare insieme, nella stessa direzione, ma senza incontrarsi mai. Ed era così davvero. Loro due stavano intraprendendo un viaggio insieme, nella stessa direzione, con gli stessi ideali e progetti, ma non si sarebbero mai incontrati. Ed in certo senso, si stavano facendo del male. Non che Noah fosse innamorato di lei, così sperava, ma spesso si era ritrovato a star male al pensiero di non poter amare una persona come Joe. Faceva infiammare il suo cuore nei confronti della giovane, solo per poi guardarlo bruciare, senza poter far niente. Ma si era deciso ad attraversare le linee, convinto di aver chiarito le idee quella notte, ed effettivamente, anche le stelle sembravano essere più luminose. 
 

What if the one who was meant for you,
Was all along right in front of you
Just didn’t see it, it was there all the time
Yeah, feel it tonight, yeah



Sin da piccolo, nonostante il cuore giovane, Noah si era chiesto con chi avrebbe passato il resto della sua vita. Non faceva questa domanda agli adulti, lui era pur sempre un ragazzo e quella domanda poteva risultare un po' troppo principesca. Si limitava a tenersela per se e a rispondersi da solo: un giorno avrebbe trovato la persona perfetta per lui e lo avrebbe sentito nel cuore. Ma adesso iniziava ad avere qualche dubbio. E se la persona destinata a lui fosse stata davanti ai suoi occhi per tutto quel tempo e lui non se ne fosse accorto? Spostò di nuovo gli occhi dal cielo a Joe, con un solo pensiero nella mente. Forse lei era la sua persona. 
 

I take the thoughts out of your mind
And put the pieces into my puzzle
Everything I wanna say about you
Is more than enough to write a novel



E non poteva negare il fatto che la conoscesse perfettamente. Avrebbe potuto scrivere libri su libri su di lei, su quanto amasse il suo carattere, su quanto ogni suo difetto fosse perfetto, su quanto fosse bella, la sua migliore amica. Ed iniziava a far male poter dire solo questo di lei. La sua migliore amica. Si ritrovavano ad essere parallele, senza un punto di incontro, punto che Noah cercava disperatamente. 
Conosceva Joe abbastanza da poter prendere una decisione. E' lei quella persona? 
Aveva abbastanza coraggio da buttare via anni di amicizia e provare, con il rischio di perdere tutto, l'amore? 
Noah fece un sospiro profondo. Stava di nuovo pensando troppo. Avrebbe fatto di tutto per quella ragazza, non poteva negarlo. Un pezzo di lui, però, gli urlava di smetterla di pensare a lei con qualcosa di più dell'affetto, mentre da una parte avrebbe voluto svegliarla con un bacio, e lasciare decidere a lei il loro destino. Ed era un grosso rischio. Se non fosse stato ricambiato. Immaginava già la scena: un sonoro schiaffo, gli occhi lucidi di Joe ed un "Hai rovinato tutto" incastrato nel cuore. 
Aveva paura, troppa paura per poter fare qualcosa, ma sapeva che da quella notte, molte cose sarebbero cambiate. Erano le otto ormai, presto la ragazza si sarebbe svegliata, e tutto sarebbe tornato come prima. 
Ma Noah, e ormai ne era certo, sapeva bene che quella notte, le stelle si erano allineate. 

 
I’d throw a rope around the moon,
And pull it close whatever it takes to be with you
Maybe tonight
Maybe tonight the stars align.
The stars align.

***



Alexandra sgranocchiava i biscotti con calma, mentre ascoltava la sua migliore amica parlare. Non l'aveva mai vista così preoccupata. Era preparata psicologicamente ai crolli emotivi di Christina, ma non abbastanza all'ansia post-appuntamento. -Non so cosa pensare- sussurrò alla fine la castana, buttandosi di peso sul letto, dopo aver passeggiato avanti ed indietro per la stanza. 
-Non pensare che sia un appuntamento, semplice-
-La fai facile tu!- urlò Christina, contro il cuscino, alzando il viso. Alex sorrise teneramente. Era una situazione comica, non poteva negarlo. -Quando io e James usciamo, c'è sempre un motivo- iniziò a spiegare con calma Chris -Che sia per comprare qualcosa, per organizzare qualcosa, per compiere qualcosa. E ogni volta che lui mi chiede di uscire, lo fa con calma, da amico- si bloccò un secondo, buttando di nuovo la testa sul cuscino. -Ma questa volta me lo ha chiesto in maniera strana, e senza un motivo preciso, oltretutto. E poi perché la sera? Non potevamo uscire di pomeriggio come ogni coppia di amici?- 
Alex sospirò. -Chris devi stare tranquilla, ti stai facendo troppe paturnie. Forse è solo una semplice uscita- le spiegò la ragazza, continuando ad inghiottire biscotti. 
Christina alzò il viso dal cuscino. -Hai ragione, forse mi sto facendo un film, non è un appuntamento, è una delle solite uscite fra me e Jamie- disse dopo qualche minuto di ragionamento la ragazza, sorridendo. 
Alex la abbracciò, buttandosi sopra di lei. -Ebbrava la mia Chris- le sorrise. La giovane fece lo stesso, sistemandosi sul letto. 
Ci fu un secondo di silenzio, poi Christina parlò. 
-E tu perché eri sveglia alle sette?- domandò, con fare innocente. 
Alexandra chiuse gli occhi. 
Missione Non Pensare A Kendall Per Almeno Una Giornata miseramente fallita. 
-Niente, non preoccuparti, ieri sono andata a dormire presto e di conseguenza mi sono svegliata prima- le rispose Alex sorridendole, quando in realtà la sua mente proponeva un'altra risposta. 
Tuo fratello mi sta torturando con i suoi occhi verdi e il suo essere così dannatamente perfetto. 
Ecco perché. 

Christina sorrise. -Ne sei sicura?-
No, affatto. 
-Sì, certo-
-Grazie Alex, e scusa per lo sfogo- 
La ragazza sorrise. Questo ed altro per la sua migliore amica. -Infondo mi hai portato i biscotti- 
Inutile dire, che scoppiarono a ridere entrambe. 

 

***


-Mia sorella mi uccide- 
-Andiamo Kindle, guarda quanto è tenero-
-Avanti Joe, non posso- 
-Vuoi veramente lasciare questo pezzettino cuccioloso qua?-
Kendall guardò Joe scoraggiato. Quella ragazza era assurda, se voleva una cosa, la otteneva. Spostò gli occhi di nuovo su quella cosina che lo guardava attraverso la gabbia. 
-Dannazione
Joe esultò abbracciandolo. -Non te ne pentirai- 
-Lo spero- sussurrò, osservando la commessa afferrare quei due cuccioli e portarli nello studio veterinario. 
-Dio, non vedo l'ora di portare a casa il mio cucciolo- urlò eccitata Joe. 
-Perché devi sempre coinvolgermi in queste cose?- domandò Kendall, osservando i vari oggetti intorno a lui. Collari, giocattoli da mordere, biscotti e mangime. 
-Da piccolo desideravo tanto un cane, mia sorella mi ha chiesto mille volte un gatto, ma non avrei mai immaginato di poter portare a casa quel cosino rosa- 
Joe rise divertita. Sapeva bene quanto Kendall si fosse affezionato a quella coppia di fratelli, solo che non voleva ammetterlo. 
-Smettila di ridere- disse Kendall, dopo un secondo, lasciando però che una risata scappasse anche a lui. 
Uscirono dal negozio dopo circa un'ora, dopo aver firmato dei moduli e dopo aver comprato dei prodotti adatti alla cura dei due nuovi cuccioli. 
-Andiamo a casa, sono tutti la ad aspettarci- disse entrando in macchina Kendall. Joe lo guardò perplessa. -Tutti?- 
Kendall annuì. Ormai era un'abitudine, ogni pomeriggio il gruppo si riuniva a casa sua. Quel gruppo che ormai lui, considerava famiglia. 
Christina sentì il campanello suonare. Erano arrivati tutti. Noah, James, Logan e Carlos giocavano ai videogiochi, come dei bambini, mentre Alex preparava delle bibite in cucina. Mancavano solo Joe e Kendall. Christina controllò l'orologio appeso alla parete. Le cinque. Probabilmente, avevano portato qualcosa da mangiare. Erano spariti due ore prima, dopo che Joe aveva visto qualcosa al computer. 
-Kendall mi servi tu e la tua auto!- aveva esclamato Joe, prima di afferrare il biondo e trascinarlo fuori. 
Andò ad aprire ritrovandosi davanti le figure sorridenti dei due, che entrarono velocemente in casa. 
Christina li seguì, fermandosi poi improvvisamente in salotto. 
-Ragazzi, vogliamo presentarvi due nuovi componenti della nostra grande famiglia!- urlò Kendall. 
-Lei è Yuma Schmidt- continuò, facendo uscire dalla gabbia una cosina rosa. 
-E lui e Pog Tisdale- continuò Joe, facendo uscire dalla gabbia un altro cosino rosa.
-Oh mio Dio- sussurrò Christina. Fu James a parlare, dopo essersi affiancato, insieme agli altri ragazzi accanto alla castana. 
-Quelli sono due maiali?!- 



 
Chris' corner part 2
Eccomi di nuovo qua. Okay, io A D O R O la fine di questo capitolo, anche perché non potete nemmeno immaginare quanto ci abbiamo fantasticato sopra io e le mie migliori amiche ieri al mare. La prima parte è decisamente la mia preferita, anche perché amo la canzone di Kendall, che mi è sembrata perfetta per la coppia Joah. Ma non posso negare di amare anche il resto del capitolo, mi sono divertita troppo a scriverlo e spero che piaccia a voi, quanto è piaciuto a me. Ammetto che scrivere i primi capitoli è la parte che odio di più, perché la storia deve procedere lenta e non succede nulla di esilarante. Spero però che la storia vi stia piacendo, quanto piace a me. Volevo ringraziare i due angeli
che hanno recensito lo scorso capitolo. Grazie infinite. 
Ci vediamo al prossimo capitolo. 
Lots of love.
Chris


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Capitolo 4
*** Cause all that you are is all that I'll ever need ***


L.A. baby!
Chapter Four
Cause all that you are is all that I'll ever need



Non le era mai piaciuto stare troppo davanti allo specchio. Era abituata al viso struccato, bagnato dall'acqua salata dell'oceano ed ai capelli ondulati per via del sale. Era abituata ai top ed ai pantaloncini corti e le infradito le metteva solo per uscire. In casa e in spiaggia sempre a piedi nudi. Ma quella sera, sembrava che ogni suo principio stesse sfumando. Gli occhi accuratamente truccati da un filo di eyeliner, ombretto dorato e mascara, il viso colorito da un po' di blush pesca, i capelli abboccolati tirati su da una mezza coda, acconciata in treccia. Si guardò un'ultima volta allo specchio dopo aver indossato gli occhiali, per poi alzarsi e dirigersi verso l'armadio. Iniziava a pensare che forse stesse esagerando. Quello non era un appuntamento, ma un'uscita tra amici. Perché allora, stava facendo di  tutto per apparire più bella? Scosse la testa, scacciando quel pensiero, rispondendo a se stessa che quella sera, aveva semplicemente voglia di curarsi di più. Il colpo basso arrivò, quando la giovane si decise ad aprire le ante del suo armadio. 
Aveva decisamente bisogno di sistemare là dentro. E per di più in quel momento, non aveva la più pallida idea di cosa indossare. Spostò qua e la qualche maglietta, fino a quando non vide un top bianco. Lo tirò verso di se, decidendo mentalmente di indossare quello, senza pensarci su troppo. Con sua sorpresa però, notò che a quell'apparente top era attaccata una gonna che stava venendo fuori dall'ammasso di vestiti. 
Quello non era un semplice top, bensì un vestito. Christina rabbrividì. Erano mesi che non indossava un vestito, e sinceramente si era completamente dimenticata della presenza di esso nell'armadio. Lo osservò attentamente. Il top bianco era ricamato in pizzo, mentre la gonna ricadeva leggera fino a poco prima del ginocchio. Non era male infondo, così decise di provarlo. Si osservò allo specchio e notò con piacere quanto risaltasse il suo corpo e la sua pelle abbronzata. Si sorrise allo specchio, prendendo la decisione di indossarlo. Mise in una borsetta celeste chiaro il suo cellulare e le chiavi di casa, prima di infilare dei sandali che riprendevano i colori del vestito e della borsa. Si controllò distrattamente allo specchio prima di imboccare le scale ed entrare in cucina. 
-Ferma lì- 
Christina si voltò lentamente, un espressione agitata sul volto. Suo fratello la squadrò dall'alto al basso. -E tu dovresti solo uscire con James?- domandò Kendall, avvicinandosi. Christina annuì. -Sì, mi ha chiesto di uscire, come sempre- balbettò incerta la giovane, fissando suo fratello negli occhi. Kendall alzò le sopracciglia stupito. -E da quando in qua per uscire con un tuo amico ti fai così bella?- domandò di nuovo. 
Non era mai stato geloso di sua sorella. Sapeva bene che nel gruppo tutti erano amici di tutti, ma quella sera, era molto più bella del solito. E l'idea di lasciarla sola con un ragazzo, iniziava a spaventarlo, per quanto si fidasse di lei. E in più era pur sempre sua sorella, la sua piccola sorellina che aveva bisogno di essere protetta. -Avevo solo voglia di passare un po' più di tempo davanti allo specchio, tutto qui- 
Kendall sorrise, sua sorella era diventata rossa. E nessuno meglio di lui sapeva che, quando Chris diventava rossa era il momento giusto di smetterla con le domande. 
-Sei veramente stupenda- le disse allora. Christina abbassò gli occhi sorridendo. -Lo dici solo perché sei mio fratello- commentò a bassa voce. Kendall aggrottò la fronte. -Senti, sto facendo uno sforzo a non comportarmi come fratello iperprotettivo e tu è così che mi ringrazi?- domandò arrabbiato il biondo, incrociando le braccia al petto. Christina scoppiò a ridere, prima di lanciarsi addosso al fratello ed abbracciarlo. -Ti voglio bene Kindle- 
-Anche io te ne voglio sorellina- 
Il rumore del campanello interruppe l'abbraccio dei due. -Ci vediamo fra un po'- 
-Non voglio venirvi a prendere in prigione-
-Oh andiamo Kendall, sto solo uscendo con James- 
-Appunto
Christina scosse la testa ridendo, prima di uscire e dirigersi verso il cancello. 

 
***



James si aspettava veramente di tutto, ma quando aveva visto uscire Chris dal cancello, si era sentito per un secondo morire e le idee si erano fatte decisamente più chiare nella sua mente scapestrata di bambino, che in tanti gli avevano detto di far crescere, ma che lui lasciava stare così, perché, lo ammetteva, un giorno Chris gli aveva confessato di adorare. Non sapeva esattamente da quanto tempo provasse quel qualcosa di più nei suoi confronti, forse da sempre o forse da poco più di un mese, ma James era sicuro di essersi innamorato. E finalmente era un amore come voleva lui. Aveva avuto qualche relazione, ma non si era mai sentito impacciato nei confronti della giovane californiana che rideva ad ogni sua battuta. James cercava quell'amore che ti mette alla prova, che ti fa tremare la voce quando parli, che ti fa arrossire come un ragazzino. Quell'amore che per la prima volta lo aveva fatto esitare davanti allo specchio, insicuro. James era un ragazzo spigliato e ormai lo aveva capito bene anche lui, che piaceva. Non se ne vantava, lui voleva tenersele vicine le persone e non farle allontanare solo per la troppa vanità, ma non poteva negare di provare una certa soddisfazione nel vedere le ragazze voltarsi al suo passaggio o fermarsi di colpo per guardarlo surfare. Ma con Christina era diverso. Lei non gli avrebbe mai dato quel tipo di soddisfazione, lo avrebbe comunque preso in giro per qualcosa, non gli avrebbe mai permesso di montarsi la testa. Ed era per questo che le piaceva. O forse gli piaceva il suo carattere, così timido e solare allo stesso tempo, e spigliato, che metteva chiunque a proprio agio o il suo essere così romantica e sensibile. O forse adorava il suo essere così distratta, i troppi libri sparsi per la casa, la chitarra sempre vicina, la sua mania di fare foto a qualsiasi cosa. Si era innamorato del suo corpo minuto che faceva  a pugni con lo sport che praticava, il surf, chi lo avrebbe mai pensato che una ragazza delicata come lei potesse dominare le onde? O forse della sua cicatrice nel polso destro, che si era fatta cadendo dallo skate, che James adorava accarezzare, quando ne aveva la possibilità. Per non parlare del suo profumo, frutti di bosco, che la sua pelle emanava, senza bisogno di profumi artificiali. -Ehi Jamie- 
La voce della ragazza lo riportò alla realtà. -Ehi Chris- le sorrise. La ragazza si avvicinò lentamente, mettendosi al suo fianco. -Allora, dove andiamo stasera?- domandò la castana, cercando si smorzare la tensione. James sorrise -Santa Monica- 
Christina lo guardò sorpreso. -Che vuoi fare a Santa Monica?- domandò, iniziando a camminare accanto a lui. -Tu seguimi e basta- la zittì il ragazzo. Christina sbuffò divertita. Non poteva negare però di sentirsi un po' delusa. Quella si stava rivelando una normale uscita. Le sembrava che James non avesse notato nemmeno quanto si fosse preparata per quella specie di appuntamento e doveva ammettere che un po' le dispiaceva. Lasciò però che il pensiero sfumasse, non aveva affatto voglia di rovinarsi la serata. 
Attraversarono a piedi quasi un chilometro di spiaggia, prima di intravedere il famoso molo di Santa Monica. Christina sorrise, prima di scattare in una corsa, e raggiungere le scalette che le avrebbero permesso di salire sul pavimento di legno. James la seguì ridendo. 
Christina si fermò di colpo davanti all'ingresso, respirando la meravigliosa atmosfera di quella sera. Lanterne ovunque, bancarelle che vendevano ogni tipo di oggetto, un'allegra orchestra che suonava, il piccolo parco divertimenti come sfondo e il rumore dell'oceano che sembrava fondersi perfettamente con il vociare allegro delle persone che passeggiavano. Christina si voltò verso James, prima di afferrare la mano del ragazzo, in un gesto completamente spontaneo, e buttarsi a capofitto tra la gente, iniziando a passeggiare e passare da bancarella a bancarella. 
-Guarda qua- esclamò James, non lasciando la mano della ragazza, nonostante fosse accanto a lei. -"Venticinquesima edizione del Surf's Up Party"- lesse ad alta voce un cartello pubblicitario, attaccato ad una locandina -"Organizzata gara di surf, per principianti e professionisti dai sedici ai vent'anni anni"- si interruppe, voltandosi verso Christina -Devi partecipare- le ordinò. Christina scosse la testa. -No, Jamie non se ne parla, non sono abbastanza brava- 
James sospirò. -Sai surfare?- domandò poco dopo. Christina annuì. -Hai più di sedici anni?- domandò di nuovo. -James che domande sono, dovresti saperlo- rispose alterata la ragazza. -Dimmi cosa ti impedisce di iscriverti- affermò il ragazzo, incrociando le braccia al petto. La ragazza abbassò lo sguardo. -Ho paura- ammise, sotto voce. James la osservò stupito. -Chris stai scherzando? Sai cavalcare le onde meglio di chiunque altro, hai tutte le carte in regola per vincere e anche se non succedesse? Me lo dici sempre tu, l'importante non è vincere ma partecipare. Poi se ti senti insicura chiedi anche a Joe ed Alex, magri facendolo insieme ti sentiresti più a tuo agio- 
Christina non aveva staccato gli occhi da quelli di James nemmeno per un secondo. Aveva maledettamente ragione. -Tu non puoi partecipare vero?- domandò, spostando gli occhi verso il cartellone. James scosse la testa. -Ho ventun'anni, Chris, sono fuori per un solo anno- le rispose il ragazzo. 
-Okay, mi iscriverò, ma solo se anche Alex e Joe lo faranno- disse dopo qualche secondo la ragazza. James sorrise. -Ottimo- 
Christina si concesse di ascoltare per un secondo la musica, fissando James. Non si rese nemmeno conto del fatto che il ragazzo le aveva afferrato la mano e l'aveva trascinata tra la folla, davanti alla piccola orchestra, dove qualche coppia si divertiva a ballare. 
-James!- urlò divertita lei, non appena il ragazzo l'attirò a se, iniziando a muovere qualche passo a tempo di musica. -Mi dici che stai facendo?- domandò la ragazza ridendo. 
-Sto ballando- rispose semplicemente James, non riuscendo a smettere di sorridere. -Ma io non so ballare!- esclamò di nuovo la ragazza. -Cosa ti fa pensare che invece io lo sappia fare?- domandò ridendo il ragazzo. Christina scoppiò in una risata cristallina, mentre la musica iniziava a farsi più allegra, seguendo incerta i passi del ragazzo. Le lanterne sopra le loro teste, emettevano una luce calda, rendendo tutto insolitamente magico. 
You look so wonderful in your dress
I love your hair like that
The way it falls on the side of your neck
Down your shoulders and back


-Chris- 
James attirò l'attenzione della ragazza, impegnata a guardarsi intorno, mentre lui la conduceva in quel ballo inventato, ma che sembrava aver progettato da una vita. La ragazza si voltò e lo guardò negli occhi, sorridendo. -Sei stupenda stasera- iniziò il ragazzo. -Il tuo vestito, è, è meraviglioso, e i tuoi capelli sono così belli e- si interruppe, cercando le parole, cercando l'aria, che sembrava non arrivare ai suoi polmoni. -Sembri un angelo- riuscì a dire, sotto lo sguardo illuminato della giovane, completamente rossa. Fece per fermarsi, ma l'orchestra incalzò di nuovo, suonando una melodia stupenda e Christina ne approfittò per iniziare di nuovo a ballare.

 
We are surrounded by all of these lights
And people who talk too much
You’ve got that kind of look in your eyes
As if no one knows anything but us
And should this be the last thing I see
I want you to know it’s enough for me
Cause all that you are is all that I’ll ever need
I’m so in love, so in love
So in love, so in love


-Grazie Jamie- le sorrise la ragazza, continuando a fissarlo. Erano circondati da luci e persone ma James sembrava vedere solo lei. Ed effettivamente, non gli serviva altro. Avrebbe potuto guardare quel viso per una vita intera, non si sarebbe mai stancato. La musica aumentò, passando da un adagio ad un allegro e James strinse istintivamente a se la ragazza. Si voltò solo per un secondo verso l'orchestra, e gli parve di vedere sul viso di quei musicisti un sorriso soddisfatto. 

 
You look so beautiful in this light
Your silhouette over me
The way it brings out the blue in your eyes
Is the Tenerife sea



Christina si lasciò guidare da quella musica e lanciò la testa all'indietro ridendo, facendo esplodere il cuore di James. Non appena riuscì a vedere di nuovo gli occhi della giovane, gli trovo stranamente più belli. Erano allegri e lucidi, più verdi del solito, come se l'oceano riflettesse la loro luce. Gli ricordarono il mare di Tenerife, quel mare che aveva catturato la sua attenzione dopo averlo visto in un immagine e aveva deciso che lo avrebbe visitato prima o poi. Ma in quel momento gli bastava guardare gli occhi della ragazza difronte a lui, non aveva bisogno di niente.
 
And should this be the last thing I see
I want you to know it’s enough for me
Cause all that you are is all that I’ll ever need


-Chris devo dirti assolutamente una cosa- iniziò James, rallentando il passo, il cuore che gli batteva all'impazzata, ma non per il ballo, bensì per la meravigliosa sensazione alla bocca dello stomaco. Christina annuì. -Potrei guardarti per tutta la vita- iniziò James, cercando di mantenere contatto visivo.  -Potresti essere l'ultima cosa che vedo, mi basterebbe, giuro, perché- esitò, sorridendo. -Sei tutto quello di cui ho bisogno- 

 

I’m so in love, so in love
So in love, so in love


 

La stinse a se, guidandola verso la staccionata del pontile, proprio sotto alle lanterne. La musica continuava a suonare e si liberava nell'aria. Christina si ritrovò appoggiata con la schiena alla staccionata di legno, il cielo stellato su di lei, il mare sotto il pontile di legno e James esattamente davanti a lei. Sorridevano entrambi, il fiatone per quel ballo improvvisato, gli occhi lucidi per le troppe risate. 
Passò solo un attimo, o forse un'eternità, James si avvicinò a lei lentamente, prima di poggiare le sue labbra sulle quelle arrossate della giovane. Christina si irrigidì solo un secondo, per poi chiudere gli occhi e godere di quella sensazione maledettamente bella. Durò solo qualche secondo, poi James si staccò improvvisamente. Osservò Christina aprire lentamente gli occhi, far schioccare le labbra ancora più rosse del solito per poi aprirle in un sorriso. 
-Mi dispiace, io, io non- iniziò James, allontanandosi e grattandosi la nuca imbarazzato, ma fu interrotto dalla leggera risata di Christina. 
-Jamie, hai seriamente il coraggio di scusarti?- domandò la ragazza dolcemente, prima di attirarlo a se e baciarlo di nuovo. 
James sentì il cuore esplodergli, per l'ennesima volta in quella sera, e sorrise. 
-Mi sono innamorato- sussurrò un attimo dopo, la fronte attaccata a quella della giovane, gli occhi fissi nei suoi ed un sorriso sulle labbra. 
-Anche io, James


 
You look so wonderful in your dress
I loved your hair like that
And in the moment I knew you best



 
Chris' corner
Ehilà! Ben arrivati alla fine di questo corto capitolo. Okay, è tremendamente breve, lo ammetto, ma ho preferito concentrarlo solo sulla coppia Chrames (o Jamestina, come volete voi) perché beh, questo capitolo mi piaceva così e inoltre accadono comunque tante cose ed ho preferito non farlo diventare troppo pieno. Inoltre, adoravo la fine e mi sarebbe dispiaciuto troppo rovinarla con un continuo. Perciò vi chiedo scusa e vi prometto che il prossimo capitolo sarà lunghissimo. Ringrazio Artemide BlueMoon per la splendida recensione che mi ha lasciato e tutte le persone che sono arrivate a leggere fino a qua. Grazie infinite. 
Un saluto
Chris

p.s. IO STRA AMO QUESTO CAPITOLO SUGFABKJLJDYWDJ

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Capitolo 5
*** What, what, what? ***


L.A. baby!
Chapter Five
What, what, what?



-Quindi? Ho fatto bene a fartelo comprare?- domandò Joe, accarezzando Yuma. 
Kendall alzò gli occhi verdi su di lei, prima di sbuffare divertito. 
-Hai fatto bene- ammise il biondo, prima di sentire il campanello suonare. 
-Deve essere Logan, vado- Kendall si alzò dal divano, prima di salutare la bionda. 
-Dì a mia sorella che ci vediamo dopo e salutami Alex- esclamò il ragazzo rivolto a Joe, che annuì contenta. 
-Divertiti- riuscì a dire poco prima di sentire la porta sbattere. Continuò ad accarezzare Yuma, fino a quando non notò la porta finestra aprirsi. -Finito!- esordì Christina, con le mani sporche di terra, ma un sorriso sul viso. Alexandra dietro di lei, sorrise, togliendo i guanti sporchi. Avevano appena fatto giardinaggio, ma lei aveva preferito restarsene in casa. Stare ore piegati sotto il caldo sole Californiano a sporcarsi le mani era l'ultima cosa che desiderava fare. 
-Kendall ha detto che vi vedrete dopo- iniziò Joe seguendo le due per le scale, riferendosi a Christina. 
-E ti saluta, Alex- continuò. Alexandra sorrise. 
Ma ormai era scontato. Non sapeva come mai, ma non poteva fare a meno di sorridere quando lui era nei suoi pensieri. E in quel periodo, sorrideva molto spesso. 
-Allora ragazze- iniziò dopo essersi lavata le mani Chris, sedendo sul suo letto. -Devo chiedervi una cosa- continuò, spostando lo sguardo tra Alex e Joe, che sorrisero. 
-Ieri sera sono stata a Santa Monica- sorrise involontariamente, ripensando alla serata -E presto ci sarà il Surf's Up Party- fu interrotta dal gridolino eccitato di Alexandra -E quest'anno viene organizzata una gara di surf e avevo pensato che sarebbe stato divertente partecipare come squadra, noi tre- concluse Christina, sorridendo. 
Alexandra annuì. -La trovo una splendida idea- disse infatti. Joe sembrò rifletterci più a lungo. -Ti faccio sapere- rispose, tirando un sorriso. 
Christina sorrise a sua volta, sdraiandosi sul letto e lasciando un sospiro. Il solo pensare a Santa Monica le aveva scatenato un turbinio di farfalle nello stomaco. Quel comportamento non era assolutamente sfuggito ad Alex e Joe, che si lanciarono un'occhiata complice. 
-Ehi principessa che ti prende?- domandò Alex, sedendo accanto a lei. 
-Hai per caso trovato il principe azzurro?- la stuzzicò Joe, guardando Alexandra. Era una domanda che le facevano sempre per prenderla in giro. Sapevano quanto fosse romantica Christina, e le avevano ripetuto spesso che l'uomo della sua vita non si sarebbe magicamente presentato alla sua porta, cosa di cui la castana era convinta. Ed ogni volta che si presentava questa domanda lei borbottava qualcosa imbarazzata, diventando completamente rossa.
-Dio, è così perfetto- sussurrò Christina, portando le mani davanti agli occhi. Joe e Alex si scambiarono uno sguardo tra il preoccupato ed il divertito. 
-Poi quando mi ha- si bloccò immediatamente, mordendosi il labbo inferiore ed alzandosi sulla schiena. 
Stava rovinando tutto. Lei e James avevano deciso di tenere segreta la relazione, almeno fino a quando non sarebbe diventata più seria. -Sarà il nostro piccolo segreto- le aveva sussurrato James, prima di posare per l'ennesima volta le labbra sulle sue, quella sera. E lei stava rovinando tutto. 
-Cosa, cosa, cosa?- esclamò Joe, gli occhi spalancati ed un sorrisone enorme sul viso. 
-Io devo andare in bagno- sussurrò rossa in viso Chris, alzandosi velocemente dal letto. Alexandra la bloccò per un braccio, facendola voltare. 
-Chris, cosa è successo? Sai che puoi dirci tutto- la tranquillizzò la ragazza, sorridendole dolcemente. 
L'unico problema era che lei non poteva dire tutto. Sospirò.
-Non posso- si giustificò -Non che non mi fidi di voi, ma davvero, non posso- continuò, gesticolando animatamente.
-Oh Dio, non sarai mica incinta, vero?- domandò ad un tratto Joe, ricevendo come risposta una cuscinata in faccia. -Non dire cavolate!- l'apostrofò Christina, sedendo di nuovo sul letto. In fondo Joe ed Alex erano le sue migliori amiche, e avrebbero sicuramente mantenuto il segreto. 
Sospirò scoraggiata. -Io e James- iniziò, catturando l'attenzione di Alex e Joe. -Io e James ci siamo baciati- 
Joe lanciò un urlo. -Oh mio Dio!- rise, battendo le mani. 
-Chris, Cristo, hai fatto colpo!- esclamò Alex, ridendo. Christina sentì i nervi meno testi e scoppiò a ridere, buttandosi di peso sul letto. 
-Perché non volevi dircelo?- domandò ad un tratto Alex, fissando seria Chris. 
-Io e Jamie abbiamo deciso così, preferiamo tenere la cosa segreta fino a quando non diventerà seria, e poi mio fratello ci ucciderebbe, quindi voi due- guardò entrambe con aria minacciosa -Zitte o sarò costretta ad uccidervi- continuò, già convinta del fatto che sarebbero state fedeli alla promessa. 
Joe rise. -Ma quindi quando tu e James starete insieme in pubblico, diciamo così, dovrete far finta di nulla?- domandò la bionda. 
Christina annuì. -Per quanto sarà difficile la cosa- 
Il silenzio appena creato nella stanza, svanì non appena il telefono di Christina squillò. 
-Pronto?- 
Joe e Alex fissarono l'amica, che aveva cambiato espressione. -Va, va benissimo, ci vediamo fra poco- 
Christina chiuse la telefonata. 
-Chi era?- 
-Carlos-
-Perché quella faccia?- 
-Un Carlos iperattivo mi ha appena informato che sua sorella sta per tornare dall'Italia- 
Alexandra sorrise. -Bene, no?- domandò, mentre Joe annuiva. 
-Sì, ma mi ha chiesto di preparare una specie di party di benvenuto per lei in piscina- continuò la ragazza sovrappensiero. 
-Oh, e dove è il problema?- domandò Joe -Noi adoriamo organizzare party- continuò. 
-Abbiamo un'ora
Alex spalancò gli occhi chiari. -Oh santo Dio, sbrighiamoci allora!- esclamò. 
Inutile dirlo, ma in pochi secondi erano tutte e tre sullo skate, pronte ad organizzare quel party. 


 
***



Era decisamente tutto pronto. Alex si guardò intorno. Avevano steso delle tovaglie da picnic vicino alla piscina, comprato snack e pizza, bibite e un mazzo di fiori per la bentornata. Lo stereo era già acceso e il sole stava per tramontare. Atmosfera perfetta, pensò Alexandra, prima di sedersi esausta su una sdraio. 
-Bel lavoro- commentò Joe, incrociando le braccia al petto. -Okay, Kendall sta per arrivare con James, Logan e Noah, mentre Carlos sta andando all'aereoporto- spiegò Christina, legando i capelli in una coda e sistemando gli occhiali. Fece per sedersi, ma suonò il campanello. -Mio fratello non poteva passare dal retro?- esclamò spazientita, prima di alzarsi ed entrare in casa. 
Joe ed Alex scoppiarono a ridere, seguendo la giovane con lo sguardo. 
Christina aprì la porta, trovandosi davanti suo fratello sudato. -Che schifo- commentò, non appena se lo ritrovò addosso, in un goffo abbraccio. 
-Sono sudato, mica morto- commentò il ragazzo, sorridendo sornione. -Avrei preferito tu fossi morto, i morti non sudano quanto te- lo stuzzicò la sorella, prima di voltarsi ed abbracciare Logan, appena entrato in casa. -Sono d'accordo, la sua sudorazione non è normale- scherzò il ragazzo, scatenando la risata di Christina. -Ciao eh- 
La ragazza, controllò dietro Logan, notando Noah a braccia conserte. -Oh scusa piccolo Noah- rise, prima di abbracciare anche lui. -Non chiamarmi così- l'apostrofò offeso lui, prima di seguire gli altri in giardino. Christina si voltò a guardarlo, ridendo, per poi girarsi di nuovo verso la porta. 
-Ehi ciao- salutò James, davanti a lei, sorridendo complice. Il ragazzo scosse la testa ridendo, prima di attirarla a se in un abbraccio, più stretto del solito. 
-Iniziano ad infastidirmi tutti questi abbracci- sussurrò James, ridendo. 
-Oh, finiscila- gli rispose la ragazza, prima di lasciargli un veloce bacio a fior di labbra e scappare in giardino. 
Alexandra, la vide entrare dalla porta finestra, seguita da James, e sorrise. Sarebbe stato divertente mantenere quel segreto. 
Controllò di aver salutato tutti. Noah era seduto accanto a Joe e le mostrava qualcosa dal suo cellulare. Logan, James e Christina parlavano tranquillamente. Si sentì gelare. 
Dove cavolo era finito Kendall? 
-Ehi Alex- 
La ragazza sobbalzò, voltandosi di scatto. -Ehi Kindle- salutò a sua volta, cercando di stare calma. 
Ma cavoli, come puoi stare calma se quegli occhi verdi fissano i tuoi e quel sorriso forma quelle stra maledette e deliziose fossette?
-Avete fatto un bel lavoro- iniziò il ragazzo, portando alle labbra un bicchiere pieno di limonata -Insomma, avete organizzato tutto in una misera ora- 
Alex sorrise. Kendall aveva la straordinaria capacità di far sentire a proprio agio le persone. 
-Oh, beh, grazie, effettivamente ci siamo date da fare- rispose allora. 
Kendall fece per parlare, ma la sua voce fu interrotta dal rumore del campanello. 
-Eccoli!- esclamò Logan, prima di alzarsi e sparire dietro la porta finestra. 
Il ragazzo raggiunse la porta, e aprendo si ritrovò davanti ad una ragazza. I capelli biondi le ricadevano leggeri fino a sotto le spalle, e gli occhi marroni erano accuratamente truccati da un filo di eyeliner e mascara. 
-Beckie!- esclamò il ragazzo, abbracciando di slancio la giovane. -Ehi Logan- sorrise lei. 
-LogieBear!- esclamò Carlos, appena arrivato sul vialetto. -Ti ricordi di mia sorella?- domandò. 
Logan annuì, leggermente seccato dal fatto che lo avesse chiamato con il suo tenero soprannome davanti ad una ragazza. Non ne andava decisamente fiero. Rebecca era cresciuta con il gruppo, ma circa tre anni prima, aveva deciso di trasferirsi in Italia per degli studi. 
I tre raggiunsero il giardino parlando. Non appena Rebecca mise piede in giardino si levò un coro. 
-Bentornata a Los Angeles Bekie!- avevano infatti esclamato i presenti. Rebecca arrossì, e si asciugò velocemente una lacrima di commozione. Era così felice di ritrovare i suoi amici che le esplodeva il cuore. Si precipitò ad abbracciare Christina, Alexandra e Joe, che sorridevano solari. 
-Mi siete mancate così tanto- sussurrò la giovane. -Anche tu ci sei mancata- le rispose Joe, sorridendo solare. Si misero a parlare del viaggio, di quanto si fosse divertita e di quando avesse imparato. Dopo aver parlato con tutti, o quasi Rebecca si concesse un attimo di riposo, osservando il giardino. Avevano organizzato una festa di benvenuto per lei. Quella si che era la sua famiglia. Non appena posò lo sguardo su James però, il suo sorriso si allargò del tutto. Non aveva fatto in tempo nemmeno a salutarlo. Il ragazzo le sorrideva, con le braccia aperte, pronto per un abbraccio. Bekie non perse un secondo di più e si lanciò su di lui, abbracciandolo. Era praticamente grazie a James che era riuscita a trasferirsi in Italia, dato che aveva finanziato gran parte del suo viaggio. 
-Bentornata- le sorrise James. Lei ricambiò, prima di staccarsi e salutare gli altri. 
Joe e Alex avevano assistito alla scena e spostarono gli occhi su Chris, intenta a fissare James. Si avvicinarono a lei sorridendo. 
-Non dite nulla- la bloccò sottovoce Christina, facendole scoppiare a ridere. -Non sono affatto gelosa, so perché tiene tanto a lui- continuò con aria sufficiente la castana. 
-No, non sei gelosa- la stuzzicò Alex. Christina era pronta a ribattere, ma si voltò di scatto quando fu colpita da degli schizzi. 
Suo fratello e Carlos erano finiti in acqua. Kendall fu il primo a riemergere, scuotendo la testa come un cagnolino in modo che i capelli biondi si spostassero dal viso, e a suo seguito Carlos fece lo stesso. 
Scoppiò a ridere, voltandosi verso Joe ed Alex. Notò Joe trattenere le risate dal tanto ridere, mentre Alex sorrideva, concentrata su una sola persona. 
Alexandra era infatti completamente bloccata ad osservare Kendall completamente bagnato, immagine che l'aveva particolarmente colpita. 
Ci pensò un secondo. 
Era innamorata di un ragazzo biondo dagli occhi verdi, che come animale domestico ha un maiale, non ha una sudorazione normale, ed appare alle sue spalle spaventandola ma facendola sentire subito a proprio agio. 
Okay, aveva bisogno di sfogarsi. 

Prese un grande respiro, prima di parlare. 
-Joe, Chris, possiamo andare un attimo in camera?-



 
Rebecca:




Chris' corner
Ahloa! Eccomi qua con questo coso. Bene, lo chiamo coso perché non è bellissimo come avevo promesso, dato che si è cancellato ed ho dovuto riscriverlo immaginate con quale voglia. 
Anyway, eccomi qua! Che ne pensate? La nostra Chris non è riuscita a mantenere il segreto, Alex inizia a capire i propri sentimenti e c'è una nuova arrivata, Rebecca. 
Che ne pensate? Nel prossimo capitolo ci concentreremo di più sui ragazzi. 
E volevo informarvi del fatto che credo di avere un piccolo problema con le fossete di Kendall.
Oh, well, whatever, never mind. 
Ah, siccome fra tre giorni parto, volevo informarvi che aggiornerò fra un bel po'. Scusate tante, cercherò di farmi perdonare. 
Ringrazio Artemide BlueMoon per la bellissima recensione, spero di trovare un commento anche a questo capitolo. 
Ed inoltre, un saluto particolare va alla mia fan numero uno, Alessandra. 
Ciao piccina, grazie per motivarmi a scrivere ogni giorno! 
(Viva le candele Sciamated!)

Uhm, okay, mi dileguo. 
Aloha piccole mie, buonagiornata
Chris
P.S. Ciao Miri, benvenuta!

 

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Capitolo 6
*** All I'm tryna say is he's my everything. ***


L.A. Baby!
Chapter Six
All I'm tryna say is he's my everything.



 
Alexandra non aveva mai avuto problemi ad esprimere le sue preferenze, ne i suoi gusti, soprattutto con i suoi amici più cari. Insomma, non si faceva problemi a dire se una cosa le piaceva o no, non aveva paura di ferire i sentimenti di qualcuno. Era convinta che la verità fosse sempre la soluzione più semplice. 
Ed in quel momento, seduta sul letto di Christina, iniziava a ricredersi su quella affermazione. 
-Alex ci stai facendo preoccupare- 
Alexandra spostò gli occhi chiari su Joe, seduta sulla scrivania. Christina annuì con aria grave. 
Alex sbuffò, iniziando a torturare una ciocca di capelli. -Io, io, insomma- iniziò balbettando, per poi tornare in silenzio. 
Era chiaro. Era bravissima ad esprimere le proprie preferenze, ma non i suoi sentimenti. Era come se la sua lingua smettesse di collaborare non appena il suo cervello si convinceva a parlare. 
-Alex, cosa succede?- domandò di nuovo Chris, sedendosi sul letto accanto a lei. -Sai che puoi dirci tutto- la incalzò Joe, sorridendo. 
Alexandra prese un profondo respiro. -Bene, uhm, non so nemmeno da dove iniziare- 
La giovane sorrise, alzandosi di scatto e spostandosi verso la finestra, iniziando a guardare i ragazzi in piscina. 
-Il fatto è che lo amo più di ogni altra cosa, ed adesso me ne rendo conto, ma- si bloccò di scatto, voltandosi verso le ragazze che le osservavo stupite. Ovviamente, non ci stavano capendo nulla. 
-Ma, ma le parole non possono nemmeno esprimere lontanamente quello che provo nel mio cuore, ecco- Alexandra sorrise di nuovo, voltandosi di nuovo verso la finestra. -Quando provo a dirlo è come, è come- Gesticolò impacciata, scoppiando a ridere senza un motivo particolare. -Come se le parole non uscissero nella maniera giusta, insomma complicano sempre tutto e quello che provo sembra così strano- Si bloccò, voltandosi. 
Christina e Joe la fissavano incredule. -Insomma, tutto quello che sto cercando di dire è che, è che lui è il mio tutto e lo amo più di quanto la parola 'amore' possa esprimere, ecco tutto- 
Alexandra concluse il suo discorso, sdraiandosi sul letto, e chiudendo gli occhi. 
-Non prendetemi per pazza- sussurrò dopo qualche secondo. 
Chris e Joe si scambiarono uno sguardo che esprimeva soltanto confusione. 
-Alex- 
Joe attirò l'attenzione dell'amica, che si voltò a guardarla. 
-Alex ma di chi diavolo stai parlando?- chiese Christina, con espressione stupita. Alexandra guardò entrambe. Non aveva detto chi. Tutto quel ragionamento e si era dimenticata di dire a chi si riferisse. 
-Io, oh, beh- balbettò la ragazza, appoggiandosi sui gomiti. -Non so come dirvelo- 
-Aspetta- la bloccò Joe -Hai fatto tutto questo ragionamento ed ora fai fatica a dirci di chi parli?- 
Alexandra sospirò. Effettivamente ormai il grosso era fatto. Bastava dire quel maledetto nome. 
Contò mentalmente fino a tre, poi parlò. -Kendall- 
Il nome risuonò nel silenzio della stanza, mentre le guance di Alexandra erano passate da un normale colore abbronzato ad un rosso fuoco. Joe aveva spalancato la bocca, per poi sorridere, mentre Christina, aveva spalancato gli occhi e aveva iniziato a tossire, non appena aveva sentito il nome di suo fratello. 
-Stai scherzando- aveva detto poi, tornando seria improvvisamente. -No, affatto- 
Joe sorrise. -Sono contenta che tu ce l'abbia detto, non come qualcun'altro- spostò lo sguardo su Chris -che voleva tenere tutto segreto- concluse. Christina le rispose con una linguaccia, per poi tornare a concentrarsi su di Alex. -Insomma, tu e... Kendall, è strano, tutto qui- 
Alexandra abbassò lo sguardo. -Perché lo trovi così strano?- domandò poi. 
-Non lo so, è solo che non lo vedevi da tempo, poi lo vedi e puf te ne innamori, e mi sembra impossibile- spiegò Christina. 
-Oh- fu l'unica cosa che Alex riuscì a dire. Christina notò la delusione sul suo viso e si affrettò a sistemare. 
-Ehi aspetta, questo non vuol dire nulla. Se vuoi provare ad uscirci a me va benissimo, sarò solo un po' gelosa, ma va bene- le sorrise. -Sei sicura? Insomma, è pur sempre tuo fratello- 
-Appunto, non è mica mio figlio- rise Christina. 
-Sarai gelosa?- domandò Alex sorridendo. Christina scosse la testa. -Non eccessivamente- 
-Sì, come al solito- la canzonò Joe, ridendo. 
-Oh finiscila- ribatté la ragazza, scoppiando a ridere, trascinando con se anche Alex. 
-Scendiamo giù in piscina?- propose dopo qualche secondo Joe, trascinando letteralmente entrambe le amiche per le scale. 
Non appena misero piede in giardino, Kendall finì addosso a sua sorella, ancora completamente fradicio.
Christina, caduta rovinosamente a terra ci mise qualche attimo a realizzare cosa fosse successo. 
-Oh Dio scusami- sussurrò il biondo, trattenendo a stento una risata. 
Christina si alzò, sistemando la maglietta ed i pantaloncini, leggermente bagnati a causa del contatto con il fratello. -Kendall Francis Schmidt, conterò fino a tre- sibilò arrabbiata. -Uno- si avvicinò lentamente a lui, spingendolo verso il bordo piscina. -Due- 
Kendall le sorrise, tentando in tutti i modi di farla calmare, ma invano. 
-E tre- finì di contare la sorella, spingendolo all'indietro. Kendall realizzò in un attimo di essere stato spinto verso bordo piscina e involontariamente afferrò il braccio della prima persona che trovò accanto a lui, trascinandola con se nella piscina. 
Tutto il gruppo scoppiò a ridere nel vedere Kendall riemergere dall'acqua completamente zuppo, per la seconda volta ed insieme a lui, Alexandra. 
-Alex tutto bene?- domandò Carlos, non appena vide la testa della ragazza spuntare dall'acqua. 
-Credo di sì- rispose la giovane. Era successo tutto così velocemente che non riusciva a capire cosa fosse effettivamente successo. 
Solo quando si voltò, notando un Kendall tutto bagnato che le sorrideva, il cervello le presentò due opzioni: o era svenuta e stava sognando o era stata trascinata in piscina. 
-Mi dispiace- le sussurrò Kendall, avvicinandosi a lei. -Non preoccuparti- gli sorrise lei, mentre il cuore le batteva talmente forte da non farla respirare. -Scusa, è che ho afferrato la prima cosa che mi è capitata sotto le mani pur di non cadere- spiegò il giovane. -Davvero, non devi preoccuparti- gli disse di nuovo Alex, sorridendo. 
Oh Kendall, non sai che favore mi hai fatto. 
La ragazza si morse un labbro, sorridendo. 
-Usciamo?- domandò Kendall ad un tratto. 
No, no, no, ti prego, restiamo qua per sempre. 
-Va bene- sorrise invece Alexandra, raggiungendo le scalette per uscire. 
Kendall uscì per primo, per poi aiutarla, tendendole una mano. 
-Grazie- 
-Figurati- 
Carlos, Logan, James e Noah, seduti sulle sdraio, avevano assistito alla scena, e sorridevano sornioni. 
-L'amore è nell'aria!- cinguettò Logan, non appena Joe si avvicinò a loro, sedendo accanto a Noah.
-Più di quanto pensi- disse maliziosa Joe, fissando Kendall ed Alexandra avvicinarsi al tavolo per bere qualcosa. 
Noah la guardò con sospetto. -Dicci cosa sai- le ordinò, ricevendo come risposta un semplice 'te lo scordi'.
James sbuffò, facendole la linguaccia. Joe sorrise, prima di voltarsi e raggiungere Rebecca e Christina, sedute sul prato proprio accanto alle sdraio dei ragazzi.
-Allora Bekie che ci racconti?- domandò la bionda sorridendo. 
-Oh, stavo giusto raccontando a Chris di quanto sia bella l'Italia. Ho imparato moltissime cose, e diciamo che adesso parlo l'italiano quasi perfettamente- spiegò la ragazza sorridendo. 
Rebecca era una ragazza timida, molto timida, ma con quei ragazzi si era sempre sentita a suo agio. Aveva moltissime passioni, ed era una ragazza molto sportiva. 
-E la pizza?- esclamò ad un tratto Christina, gli occhi illuminati. -E' così buona come dicono?- continuò. 
Rebecca scoppiò a ridere. -E' buonissima, davvero deliziosa- le rispose. -Ho anche imparato a cucinare italiano, pasta, lasagne, spagh- 
La giovane non fece in tempo a finire che un James iperattivo si era seduto accanto a lei. 
-Perché non mi hai detto che sai cucinare italiano?- domandò, quasi arrabbiato. 
-Perché non ne ho avuto tempo- rispose ovvia la ragazza, voltandosi verso Joe e Chris, che annuirono d'accordo. 
-Adesso tu vieni in cucina e prepariamo insieme la pasta, perché sai che adoro- marcò la parola 'adoro' sorridendo -Cucinare all'italiana- concluse, sorridendo ovvio. 
-Non credo che Chris ci lascerà libero accesso alla cucina- sorrise imbarazzata Bekie, guardando prima James e poi Christina. Christina fece per parlare, ma James bloccò le sue parole sul nascere. 
-Grazie mille, ti adoro- disse infatti, prendendo Rebecca per mano e trascinandola in cucina. 
Christina rimase a fissare la scena, la bocca ancora aperta, pronta per parlare. 
-Certo che potete usare la cucina, divertitevi- sussurrò infatti, atona, guardando James e Rebecca correre in cucina, parlando a vuoto. 
Joe la guardò prima di scoppiare a ridere. 
Dio, lei e James l'avrebbero fatta morire dalle risate, prima o poi. 


 
***


Quattro frappè al mirtillo ed uno alla fragola. 
Quello alla fragola di Kendall, ovviamente. 
Rosa, così virile.

Le quattro di un noioso martedì, un bar e cinque amici. 
-Io dico che riuscirei ad avere un appuntamento, sembra carina- sussurrò Carlos, riferendosi alla ragazza bionda, seduta ignara difronte a loro.
-Nah- lo riprese Kendall. -Tu sei per le brunette, è James il tipo delle bionde- spiegò il biondino, con fare ovvio. 
James, sentendosi preso in questione, alzò lo sguardo dal menù. 
-Che cosa?- domandò con aria distratta il ragazzo, fissando Kendall. 
-Aspetta- intervenne Logan. -Non la stava nemmeno guardando- sussurrò con aria grave.
-Oh mio Dio, l'abbiamo perso- continuò Noah, con fare teatrale.
-Mi dite di che diavolo state parlando?- esclamò ad un tratto James, sempre più confuso.
-Di quella ragazza bionda, esattamente davanti a te- spiegò Carlos, indicando con un gesto del capo la ragazza. 
-Che tu non hai assolutamente notato- puntualizzò Kendall, aggrottando le sopracciglia con fare sospetto. 
James deglutì a vuoto. -Stavo leggendo- si giustificò, afferrando il menù.
-Oh wow, che succede di nuovo nel menù del bar?- domandò Logan, sarcastico. 
James posò il menù, lanciando un'occhiata poco carina al ragazzo accanto a lui. 
-Che ti prende James?- domandò Noah interessato, per poi sorseggiare il suo frappè. 
-Nulla di che, è che in questo periodo preferisco le castane- spiegò il ragazzo. 
Kendall spalancò la bocca, prima di scoppiare a ridere. -Abbiamo perso James- disse dopo aver preso fiato. 
-Sta zitto, credi che nessuno abbia notato il feeling che c'è tra te ed Alex?- lo canzonò James, cercando di cambiare discorso. 
Come gli era venuto in mente di dire una cosa del genere? Christina era castana, avrebbe rovinato tutto se si fosse lasciato andare di nuovo. 
Sospirò, non appena il resto del gruppo incalzò l'argomento. 
Kendall scosse la testa. 
-Ragazzi, la conosco da poco, diciamo che posso definirla una migliore amica per ora- si giustificò il biondo. 
-Certo, certo- disse Logan, facendo scoppiare a ridere gli altri. 
-Kendall ragionala- iniziò James, dopo aver sorseggiato il frappè. -Non è che ti nascondi dietro l'essere migliori amici solo perché hai paura che lei non ricambi il sentimento?- chiese James. 
Noah, pur non essendo il diretto interessato, sentì il cuore accelerare, dopo aver ascoltato quella frase. 
-Non credo- rispose Kendall, fissando il tavolo. -Insomma, sapete che progetti ho per la mia vita ragazzi, ed ho paura che il legarmi ad una persona possa in qualche modo ostacolarmi- spiegò il giovane. 
I ragazzi annuirono. -Ma quindi è sicuro?- domandò Carlos ad un tratto. 
-Quasi del tutto, ho praticamente finito di organizzare tutto quanto, manca davvero poco- sorrise Kendall. 
-Diventerò qualcuno, ragazzi, diventerò qualcuno- concluse con aria sognante il ragazzo. 
Scoppiarono tutti a ridere. -E' quello che ti auguriamo- sorrise Carlos. -Pensaci Kendall, forse Alexandra ti sta aspettando e tu la stai facendo soffrire, ormai è chiaro che c'è qualcosa- spiegò Noah. 
Ci fu un lungo silenzio in cui Kendall ebbe modo di ragionare. 
Forse lei aspettava davvero e lui non aveva motivo di farla attendere così tanto. 
Scacciò immediatamente il pensiero. 
Non poteva innamorarsi, non adesso.
-Andiamo un po' in spiaggia?- domandò infatti, dopo aver messo gli occhiali da sole. 
Tutti annuirono contenti, tranne Noah. 
-Ragazzi, Joe mi ha scritto, ha bisogno di parlare di una cosa, andate voi io, io passo per oggi- spiegò il ragazzo. 
-Tranquillo, ci vediamo domani- gli sorrise James. 
Dopo aver salutato tutti, il giovane afferrò lo skate, per poi salire ed iniziare a sfrecciare per le strade di Los Angeles, pronto per raggiungere l'appartamento di Joe. 
Per tutto il tragitto il giovane pensò ad una sola cosa. 
Una domanda per essere precisi. 
Non è che ti nascondi dietro l'essere migliori amici solo perché hai paura che lei non ricambi il sentimento?


 
Chris'corner (abbastanza pazzo oggi)
Alohaaaa
Sono tornata! 
Okay, so che non frega niente a nessuno ma WHO CARES.
Bene, dopo una settimana passata tra i monti e tre giorni di influenza, finalmente riesco ad aggiornare. 
Diciamo che sono abbastanza fiera di questo capitolo, mi piace davvero molto, soprattutto l'ultimo pezzo. 
Bene, che dire? Alex riesce finalmente ad esprimere quello che prova per il nostro Kendall, che è un po' combattuto. Di cosa parla infatti quando dice di aver finito di organizzare tutto? Eh, lo scoprirete prossimamente. Anche James ha rischiato di mandare tutto a monte, ma diciamo che anche in questo caso ci saranno delle sorprese. Riguardo a Bekie ((Mi rivolgo soprattutto a te Miri)) sto scrivendo ancora poco su di lei, ma solo perché presto le dedicherò un intero capitolo. 
Inoltre, vi prego di tenere a mente il fatto che Kendall vuole essere qualcuno. 
Sarà una cosa fondamentale per uno dei capitoli più belli della ff. 
E, ultima cosa giuro, mi sono divertita a prendere leggermente in giro Kindle per il fatto del frappè rosa, ma mi sono ispirata ad una puntata di Big Time Rush, in cui beh, preferisce il frappè rosa al celeste ((Ale so che sai di cosa sto parlando ;) <---- faccina mooolto antiquata ma dovevo fare la faccina maliziosa e quindi non lamentatevi gn)
Credo di aver detto tutto. Ah, cosa pensate voglia dire Joe a Noah? Ehehehehe lo scoprirete presto. Ed inoltre, le parole di Alexandra sono ispirate dalla canzone Baby I di Ariana Grande. 
Va beeeene, ho finito. 
Passiamo ai ringraziamenti: prima di tutto ringrazio le splendide persone che seguono la fanfic e che mi spingono ogni giorno a continuare, grazie, vi amo. 
Ed inoltre ringrazio i due angeli che anno recensito lo scorso capitolo: 
Artemide BlueMoon
&
tall_blonde_pretty
Grazie davvero tanto!
Adesso vi lascio davvero. 
Aloha bimbe, alla prossima
Chris

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Capitolo 7
*** And I'll be right by your side. ***


L.A. baby!
Chapter Seven
And I'll be right by your side.


Noah era arrivato in meno di cinque minuti davanti all'appartamento di Joe, preoccupato da morire. 
Trovò il cancello aperto, ed entrò velocemente, lasciando lo skate in giardino. Attraversò la porta, anch'essa aperta e si bloccò.
Il salotto era completamente vuoto. -Joe?- provò a chiamare, ma la domanda echeggiò nel silenzio della casa. Con il cuore in gola il giovane salì di corsa le scale, attraversò il piccolo corridoio e si ritrovò davanti alla camera della ragazza. Bussò tre volte, come era solito fare. 
-Noah sei tu?- sentì domandare dall'interno, la voce era flebile e triste. 
-Sì, Joe, posso entrare?- domandò a sua volta Noah, poggiando la fronte contro la porta e tirando un sospiro di sollievo. Era viva per lo meno. 
Non ricevendo risposta, il ragazzo aprì lentamente la porta ed il sorriso di sollievo che gli aveva increspato il viso fino a quel momento, scomparve immediatamente. 
Joe era seduta sul letto, la schiena appoggiata al muro e le ginocchia contro il viso, in posizione fetale. Attorno a lei, un pacchetto di caramelle quasi finito ed una mezza dozzina di fazzoletti usati. 
-Dio, ma stai piangendo- sussurrò Noah, sentendo i singhiozzi della ragazza nel silenzio della stanza. 
La giovane scosse la testa, per poi alzare gli occhi sul ragazzo. 
Noah non perse tempo e si precipitò ad abbracciarla. -E' tutto okay- sussurrò, per poi baciarle la testa. -Cosa è successo? Qualcuno ti ha fatto del male?- domandò premuroso, ricevendo come risposta un 'no' sussurrato. 
Rimasero nel silenzio della stanza per qualche minuto, Joe si era fatta piccola tra le braccia del ragazzo e lo stringeva come fosse la sua unica speranza. 
-Piccola non riuscirò a farti smettere di piangere se non mi dici perché piangi- sussurrò ad un tratto Noah, allontanandosi da lei per poterla guardare in viso. 
Joe alzò gli occhi, gonfi di pianto e si asciugò una lacrima con il dorso della mano. 
-Ho paura- sussurrò la ragazza, scoppiando di nuovo a piangere. Noah si allarmò. Qualcuno le aveva fatto del male, ne era sicuro. 
-Joe, se qualcuno ti ha anche solo sfiorato, giuro che lo ammazzo- sibilò, afferrando la mano della ragazza. 
-No, Noah, non è quello che credi, tranquillo- disse la giovane, tirando su con il naso. 
-Allora che succede? Dì chi hai paura?- 
Joe era una ragazza forte, una roccia, ma non lo era sempre stata. Aveva lottato per diventarlo, cancellando dal suo carattere tutte le debolezze. Ma a volte, inevitabilmente, qualche debolezza si faceva risentire. Il suo duro lavoro era stato coprire con un cerotto delle ferite aperte, che ogni tanto, continuavano a bruciare. Erano ferite create dalla vecchia Joe, più debole. 
Era tutto iniziato prima di trasferirsi a Los Angeles. Era stanca di essere quella debole, quella con la paura di essere al centro dell'attenzione, quella che abbassava lo sguardo. Si era rimboccata le maniche e con fatica era diventata la forte Joe. L'ancora di tutti. 
Ma Noah sapeva bene quanto sotto quel carattere forte e determinato ci fosse quello debole e bisognoso d'aiuto della vecchia Joe. Sapeva bene che a volte le persone dimenticano che chi cerca di sorreggere tutti, ha bisogno a sua volta di essere sorretto. E lui era li per questo. 
-Joe- tentò di nuovo, dato che la ragazza continuava a singhiozzare. 
-Non voglio partecipare a quella gara.- Noah sospirò, si trattava della gara di surf di cui gli aveva parlato al telefono. Nessuno le aveva fatto del male. La ragazza riprese a parlare.
 -Lo so che sembra infantile come cosa, ma sai di quando..- si bloccò, singhiozzando. -Ma sai della mia paura di avere gli occhi di tutti puntati addosso. Sono riuscita a superarla, ma solo l'idea di partecipare ad una gara mi spaventa. Ed io non voglio che torni la vecchia Joe, non voglio.- continuò, poggiando la testa sul petto di Noah, che prese ad accarezzarle i capelli. 
Noah sorrise, non appena le parole gli risultarono chiare nella mente. 


 
But I won't let you fall
I'll see you through them all
And I just wanna let you know




Noah prese un profondo respiro ed iniziò a parlare. 
-Ricordi quella volta in cui a scuola avrei dovuto parlare davanti a cinquecento persone?- chiese il ragazzo. 
Joe annuì. -Ricordi cosa mi hai detto poco prima di spingermi sul palco? Bene, io lo ricordo come se fosse ieri- si bloccò, giusto il tempo per poter riflettere. -Mi hai detto: "Immagina di essere invisibile. Immagina che quelle persone non possano vederti. Immagina che solo io possa farlo, ed immagina che anche se inciamperai nelle parole, io non ti lascerò cadere". Ecco che mi hai detto. Ed io ora lo dico a te, Joe. Tu non cadrai da quella tavola ed io sarò l'unico a vederti. Ti osserverò, farò da giudice di gara, e ti assicuro che andrà tutto bene. Vincerai.- 
Joe scosse la testa. -Io ho già vinto troppe gare personali contro me stessa. Sono stanca di lottare per vincere. Ho troppa paura Noah, gli altri avranno tutti gli occhi puntati su di me e surfare non mi verrà naturale. Quando cavalco le onde siamo solo io, la mia tavola ed il mare, nessun altro. Durante la gara, questa magia si spezza capisci? Ho provato a partecipare una volta, ma non appena sono entrata in acqua ed ho sentito le persone esultare, tutto si è sgretolato. Io non posso- concluse la giovane, chiudendo gli occhi. Noah aveva ascoltato attentamente, e sorrise. Aveva in mente delle parole che sicuramente l'avrebbero convinta. 



 
When the lights go down in the city
You'll be there shining bright
You're a star and the sky's the limit
And I'll be right by your side



-Joe, ascoltami bene- iniziò, alzandole il viso per poterla guardare negli occhi. -Tu sei una stella okay? Non intendo una stella del cinema, o una stella dello spettacolo. Intendo una ragazza che illumina. Illumini le mie giornate, illumini le giornate dei tuoi amici, illumini i momenti bui delle persone che ti stanno accanto. E sei una stella anche perché sei bellissima, sia fuori che dentro e forse ora ci farò la figura di idiota ma io da piccolo, aspettavo seriamente le stelle. E tu sei la mia stella- Noah si bloccò, grattandosi la nuca imbarazzato. -Ed è normale che tu abbia delle giornate no, delle giornate buie. Ma ricordati che quando il buio calerà su di te, tu sarai lì, più luminosa che mai. Ed io sarò lì, accanto a te. Quindi tu adesso chiami Chris e le dici che sarai in squadra con lei, perché tu puoi fare di tutto. Sei una stella ed il cielo è il tuo limite, ma riuscirai a fare cose che nessun'altro riuscirà a fare- concluse Noah, la bocca impastata ed il cuore a mille. 
Joe si asciugò le lacrime di commozione. Dove l'aveva trovato uno come lui? Quel discorso le sarebbe rimasto incastrato per sempre nel cuore, l'avrebbe consolata. 
Ed era riuscito a convincerla. Avrebbe partecipato a quella gara ed avrebbe aiutato Alex e Chris a vincere.
Abbracciò di slancio Noah, stringendolo a se. 
Non se lo sarebbe mai lasciato sfuggire, Noah era la sua salvezza. Ed era da un po' di tempo, o forse da sempre, che ogni volta che lo vedeva o pensava a lui, il suo stomaco si riempiva di farfalle. 
-Mi hai convinto- sorrise tra le lacrime, e sentì il giovane ridere lievemente. 
-Adesso chiama, avanti- 
Joe annuì afferrando il telefono e componendo il numero di Chris. Appoggiò il telefono all'orecchio e poco prima che la ragazza rispondesse sussurrò un "Ti voglio bene Noah, grazie".
-Anche io te ne voglio, Joe, più di quanto pensi-



 
***



"Beata te che hai un fratello come lui!" "Non sai quanto ti invidio!" erano frasi che Christina si sentiva ripetere spesso. E lei rispondeva ogni volta sorridendo, dicendo che era vero, era fortunata ad avere un fratello come lui. Ma nessuno riusciva mai pensare alle cose negative della loro convivenza. Erano poche, estremamente poche, ma una si stava presentando proprio in quel momento. 
Christina era stesa sul suo letto, e sperava con tutto il cuore che suo fratello la finisse, all'istante. 
Come poteva alle dieci mettersi a strimpellare con la sua chitarra ed accompagnare il tutto con la sua voce?
Christina si rigirò nel letto, coprendo la testa con il cuscino e sperando di attutire la melodia che proveniva dal piano di sotto. 
Ma niente. 
Suo fratello era riuscito a svegliarla, nonostante fossero le dieci di un mercoledì californiano. 
E lei che voleva solo dormire. 
Si alzò di scatto, appoggiando la schiena al muro e respirò profondamente. Doveva stare calma, infondo suo fratello aveva una splendida voce e la melodia alla chitarra non era affatto male, poteva prenderla come una sveglia diversa dal solito. 
Storse la bocca però, presa da una fitta di gelosia. Kendall si era preso il meglio del padre. Gli occhi verdi, i capelli biondi e la voce. Per non parlare della suo essere così sfacciato, cosa che lei adorava. 
Suo fratello era la classica faccia a schiaffi, che tutti però, amavano. 
Sciolse i lunghi capelli, mentre sentiva la musica avvicinarsi alla sua porta. 
-Buongiorno sorellina!- gridò Kendall, spalancando la porta di camera di sua sorella che sobbalzò. 
-'Giorno Kendall!- finse entusiasmo Christina, sorridendo irritata. 
-Ti ho svegliata?- domandò il biondo, aprendo le finestra, permettendo alla luce di illuminare la stanza. 
-Oh no, Kindle, stai suonando da stamattina alle nove, non mi hai svegliato- commentò sarcastica la giovane, alzandosi e sbadigliando. 
Sentì Kendall ridere e sorrise a sua volta. 
-Mi dispiace- 
-Kendall stai ridendo, non ti dispiace, ammettilo- sorrise a sua volta sua sorella, guardandolo teneramente. 
Il biondo aveva posato la chitarra accanto a quella di sua sorella e voltandosi aveva incrociato le braccia. 
-Mi dispiace veramente- disse imbronciato, avvicinandosi furtivamente alla castana, che aveva fatto volutamente un passo indietro verso la porta. 
-So che stai per rincorrermi- sussurrò la ragazza, un sorriso sfacciato sulle labbra. -Ti conosco da quando sono nata- aveva continuato, fissando il fratello negli occhi. 
-Ah sì?- domandò di ripicca Kendall. -Allora saprai anche che ti darò solo cinque secondi di vantaggio per correre, prima che riesca a prenderti e farti il solletico fino alle lacrime- sorrise sornione il ragazzo, incrociando le braccia al petto.
Classica routine mattutina. 
Kendall, nonostante non ci fosse un motivo preciso, si avvicinava a sua sorella lentamente e cominciava ad inseguirla. Era una di quelle cose che facevano da praticamente sempre e Christina aveva imparato che doveva scappare quando suo fratello si avvicinava con passo furtivo. 
Christina scosse la testa. -Mi sottovaluti Kindle- sussurrò, un sorriso le increspava le labbra. 
-Uno- iniziò a contare il biondo. Christina non perse tempo e dopo aver fatto la linguaccia al fratello, scattò, correndo per il corridoio. 
Kendall rise, prima di scattare ed iniziare a correre. 
-Sai che ti prenderò!- urlò il biondo, scendendo le scale con velocità sovrumana. 
-Hai le gambe più lunghe!- si lamentò la sorella, afferrando un cuscino dal divano e puntandolo contro il fratello.
-Non ho paura di usarlo- sibilò, muovendolo a caso davanti a se. 
Il biondino afferrò il telecomando, puntandolo a sua volta contro la sorella. 
-Mi farai male con quello- lo ammonì Christina. 
Kendall sbuffò. -E' la prima cosa che mi è capitata sotto mano- si giustificò alzando le spalle. 
Christina rise, prima di lanciare il cuscino contro il fratello e scappare verso il giardino. Superò la porta finestra, lasciata spalancata e si nascose dietro la palma piantata nel giardino. 
L'avevano piantata lì il giorno in cui si erano trasferiti in quella casa, quasi a testimoniare la loro fratellanza. 
-Oh, dove sarà finita mia sorella?- domandò Kendall con fare teatrale. -Nel nostro giardino ci sono così tanti luoghi dove nascondersi!- continuò, sbucando davanti a sua sorella, piegata in due dal ridere. 
-Mi arrendo- disse fra le risate, mentre il fratello scoppiava a ridere a sua volta. Kendall non perse tempo e la prese in collo, a mo' di sacco di patate. 
-Kindle mettimi giù- gli ordinò la ragazza, ancora ridendo. Kendall scosse la testa, ed entrò in casa, portando la sorella in cucina. -Ti ho preparato la colazione- le disse, addolcendo il tono.
-Grazie, fratellone- 
Kendall lasciò un bacio sulla guancia della sorella, per poi spettinarle i capelli.
-Chris devo chiederti una cosa- disse poi, sedendo davanti a lei. Christina tagliò un pezzo di pancake, completamente zuppo di sciroppo d'acero. -Cosa c'è?- domandò, aspettando che il fratello le parlasse. 
Kendall rimase in silenzio. Il ragionamento che James aveva fatto il pomeriggio prima gli era rimasto incastrato nella mente e sembrava non volesse più uscire dal suo cervello. 
Alexandra era diventata il suo pensiero fisso. Non che ne fosse innamorato, o forse ancora non lo sapeva, ma doveva ammettere che una delle cose che lo avevano frenato nel provarci con lei era stata la paura di essere rifiutato. Erano amici, o forse qualcosa di più e Kendall aveva sentito più volte il desiderio di conoscere di più su di lei. Non poteva negare anche che fosse bellissima, e che i suoi occhi color ghiaccio l'avessero incantato dal primo momento. 
-Credi che io possa piacere in qualche modo ad Alexandra?- domandò ad un tratto Kendall, guardando a terra. 
Christina si strozzò con il suo succo d'ananas. Tossicchiò, attirando l'attenzione del fratello. 
-Tutto bene?- domandò lui preoccupato. 
-Splendidamente- disse con entusiasmo la ragazza, sorridendo. -Allora, dicevi Alex?- 
Christina esitò. Non aveva mai mentito a suo fratello, ma aveva la paura di poter in qualche modo tradire la fiducia di Alex. Ma infondo, le avrebbe fatto un favore. 
-Senti Kindle, io ti voglio bene e ti conosco, perfettamente e so, che Alex ti piace- 
Kendall spalancò gli occhi. -Vacci piano- sussurrò. 
-Kendall non negarlo, l'hanno capito tutti, non puoi non essertene accorto. Parlane con lei, non c'è altro modo- 
-Ma Chris il mio progetto?- domandò il biondo, abbassando lo sguardo. 
-Sono dell'idea che diventare qualcuno insieme a qualcuno potrebbe essere molto più divertente- le sorrise Christina, per poi bere il suo succo. 
Kendall annuì. Aveva maledettamente ragione. 
Il biondo si alzò procedendo verso la porta. 
Avanti Kendall, va da lei e falle vedere di che pasta sei fatto. 
-Kendall- 
Il giovane si voltò, già sulla porta. 
-Dimmi- 
-Sei in pigiama-
-Oh, dannazione-





 
Chris' corner
Buonasera! Eccomi con questo capitolo spero vi sia piaciuto. 
Vediamo nella prima parte una Joe diversa dal solito ed un Noah ahsdgyrgf. Volevo precisare che tutto quello che Noah dice alla mia Joe è assolutamente vero (ciao piccina) e lo penso veramente. 
Poi vediamo nella seconda parte Kendall e Chris che sono adorabili in questa parte, e faccio a tutti un appello: potete cortesemente trovarmi un Kendalll Schmidt  e fare in modo che diventi mio fratello grazie?
Va beh, scleri a parte, Kendall si decide finalmente a parlare con Alex anche perché ormai è ovvio che entrambi provano qualcosa l'uno per l'altro. Nel prossimo capitolo scopriremo alcune cose divertenti e ne succederanno delle belle (già rido all'idea oddio, ho in mente una cosa fantastica). 
Adesso passiamo ai ringraziamenti! 
Un grazie a tutte le persone che leggono e che sono arrivati qua in fondo, davvero grazie. 
Ma un grazie particolare va a Artemide BlueMoon, tall_blonde_pretty ed alla nuova arrivata Lacora GRAZIE TANTE, davvero, siete splendide. 
Adesso vado, ci vediamo al prossimo capitolo!
Aloha 
Chris

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Capitolo 8
*** Because, damn I'm in love with you. ***



L.A. baby!
Chapter Eight
Because, damn I'm in love with you 


Era uscita dal bagno con leggerezza, dopo aver fatto la doccia e la sua solita routine mattutina. 
I capelli ancora bagnati formavano dei boccoli e la pelle emanava profumo di pulito.  
Alexandra sorrise, infilando dei pantaloncini ed una maglietta decisamente troppo grande per lei. 
Erano le undici e mezzo di quel mercoledì mattina e lei poteva prendere tutto con calma. Aveva deciso di dedicare quella mattinata completamente a se stessa, dato che nel pomeriggio si sarebbe dedicata allo shopping con Chris, Joe e Bekie. 
Scese le scale con calma ed arrivata in salotto infilò gli occhiali ed accese la radio, lasciandosi trasportare dalla musica. 
Si era appena lasciata scivolare sul divano, quando il campanello suonò. Alex si alzò con calma, convinta che al di là della porta ci fosse Maria, la postina dal forte accento italiano. 
Urlò che il cancello era aperto ed attese alla porta. Quando sentì bussare, aprì la porta, senza controllare nello spioncino. 
E realizzò che quello davanti a lei non era Maria. 
Assolutamente no.
-Kendall- sussurrò, le guance rosso fuoco, lo stomaco in subbuglio, il cuore fuori controllo e le gambe che tremavano. 
-Ehi Alex, scusa se non ti ho avvertito- sorrise il ragazzo, ed Alexandra sentì che la sua morte era vicina. 
-Ti ho portato questo- continuò il biondo, mostrando con fare impacciato una margherita e sorridendo timidamente. 
Alexandra avrebbe volentieri pianto. Pianto di gioia, urlato, saltato per casa. Ma si trattenne, arrossendo ancora di più e sorridendo, dopo aver preso il regalo.
-Dio, Kendall, grazie- sorrise, guardandolo negli occhi. -Non, non dovevi- continuò.
-Sono venuto per parlarti, per parlarti di una cosa, ecco- balbettò lui, grattandosi la nuca imbarazzato. 
Alexandra sorrise, non aveva mai visto nulla di più dolce. Un Kendall timido era decisamente il Kendall che adorava di più.
-Oh, accomodati- gli ordinò dolcemente, spalancando la porta e mostrando il divano. 
Kendall sorrise, ed entrò. Alex si voltò verso lo specchio appeso vicino alla porta e rabbrividì. 
Completamente acqua e sapone, i capelli ancora bagnati e gli occhiali. Per non parlare della maglietta che le arrivava fino alle cosce. Si morse un labbro, cercando di non urlare e seguì Kendall, sedendo accanto a lui. 
-E' di Carlos questa maglietta?- domandò d'un tratto Kendall, guardando l'indumento. Alex annuì, arrossendo. -Me l'ha regalata lui, un po' di tempo fa- si giustificò la ragazza, iniziando a torturare le sue unghie. -Ecco perché non l'ha più messa- rise il biondo, trascinando anche la ragazza. 
-Di che dovevi parlarmi?- domandò Alex con naturalezza, fingendosi il meno interessata possibile. 
Kendall sorrise. Anche se in realtà avrebbe voluto piangere. 
Dopo essersi cambiato era uscito di casa con in mente l'idea di dichiarare ciò che provava per lei. 
Non era stato innamorato molto spesso, ma ricordava bene cosa significasse per lui. 
Ed ogni volta che pensava a lei, sentiva di esserne innamorato. Così aveva mandato a benedire ogni sua paura e si era ripetuto che la sua vita meritava di più di essere monotona. 
In quel momento non gli interessava più del suo progetto, quello che gli importava era lei, solo ed esclusivamente lei. Voleva vivere il presente e buttarsi di testa nell'amore. 
Forse avrebbe fatto male, ma valeva la pena di provare. 
Solo che adesso, sembrava aver dimenticato tutto il discorso che aveva preparato nel tragitto da casa sua a casa di Alex.
Sospirò ed in quel momento gli tornò in mente la canzone che aveva cantato per tutta la mattina. 
Erano quelle le parole che avrebbe dovuto dire. 
-Dio è assurdo- sussurrò il biondo. -Non sapevo cosa dirti fino a cinque secondi fa, ma mi sono accorto che ciò che volevo dirti è stato con me dal primo giorno che ti ho visto, da quando ho scritto quella canzone- 
Alexandra sorrise. Aveva scritto una canzone, per lei. 
-Bene- iniziò Kendall. -Mi preparo a fare la mia peggiore figura, ma sono pronto- rise il biondo. 


*
Everything has changed since I met you
My heart was broken
Hope was overdue
Running empty
Running out of time
Thought I lost my mind
But everything has changed since I met you


-Diciamo che è tutto cambiato da quando ti ho rivisito. Eri lì, in spiaggia e quando i miei occhi hanno incontrato i tuoi, io, io non so che mi è preso. Il mio cuore non era completo, diciamo rotto, ed avevo perso ogni speranza. Era come se corressi a vuoto, ma perdevo tempo e, se devo essere sincero, avevo perso la testa. Scappavo dall'amore perché credevo che mi avrebbe solo rallentato il passo. Ma ogni mia convinzione è come scomparsa da quando ti ho visto.- 
Kendall aveva afferrato la mano della giovane senza neanche accorgersene. Le parole uscivano così naturali che nulla più lo spaventava.




 
Nothing is the same since I met you
My heart sometimes is easy to get due
When shadows of the past disturb my night
You make them run and hide
Cause nothing is the same since I met you




-Nulla è seriamente lo stesso da quando ti ho incontrato- continuò il giovane. -Insomma sei diventata la mia medicina. Quando i pensieri negativi o qualsiasi preoccupazione mi assalgono, io, io penso a te. Li fai scappare ed io, mi sento finalmente bene. Sei tu, sei tu che sei così maledettamente bella da mandare in tilt ogni mio dannato pensiero. Saranno i tuoi occhi così tremendamente celesti, o i tuoi capelli che profumano di cose buone o il tuo carattere che sembra così perfetto per me. Insomma- scoppiò a ridere, scuotendo la testa -Insomma, Kendall Francis Schmidt che si innamora ed abbandona ogni suo principio? Dio, non si è mai visto. Sei tu, che hai qualcosa di speciale Alex. E se devo essere sincero, sei l'unica che mi ha reso insicuro. Perché ho una paura tremenda che tu adesso, non appena avrò finito di parlare, scoppierai a ridere e mi farai uscire. Forse quella che l'amore mi avrebbe ostacolato era solo una scusa. Forse avevo bisogno di te.-

 
Here and now
Just hear me out
Through fear and doubt
I'd never let you down


-Quindi ascoltami bene Alexandra Cecilia Night, adesso e qui io ti prometto che non lascerò mai che ti succeda nulla. Perché, dannazione io sono innamorato di te.
Kendall si bloccò di scatto e non perse tempo. Avvicinò il viso a quello della ragazza, la guardò per un attimo negli occhi e la baciò.
Il bacio che aspettava da sempre. Da quando l'aveva vista in spiaggia. Durò qualche secondo, ma per lui durò un'eternità. Si guardarono negli occhi, entrambi con le guance rosse e gli occhi illuminati. 
Kendall cercò di capire la reazione della ragazza. Aveva la tremenda paura di ricevere uno schiaffo, la paura che l'amore non fosse corrisposto.
Ma poi accade. Alexandra sorrise, prima di baciarlo di nuovo, più a lungo questa volta. Si staccarono entrambi di malavoglia e si sorrisero.
 -Hai una chitarra?- domandò ad un tratto Kendall, lasciando Alex senza parole. Si erano appena baciati e lui le chiedeva una chitarra? 
La giovane annuì, aspettando che il ragazzo continuasse a parlare. 
-So come finire la canzone, stamattina non trovavo le parole.- le sorrise, con il sorriso più bello e sincero che la ragazza avesse mai visto. La ragazza si precipitò di corsa in camera, afferrò la chitarra che non aveva mai suonato e la portò al giovane. 
Kendall l'accordò, ed Alexandra capì che avrebbe amato quel gesto. Era così concentrato, le sopracciglia leggermente aggrottate e i denti che stringevano il sottile labbro inferiore. 
-Ecco fatto- sussurrò, per poi schiarirsi la voce. 
Iniziò a suonare ed Alexandra si sentì morire. Aveva la netta sensazione che quella canzone non l'avrebbe mai dimenticata. Kendall cantò le parole che le aveva appena detto e si bloccò ad un tratto, per poi sorridere. Ecco che le nuove frasi scorrevano nel suo cervello come un fiume in piena. Alexandra capì in quel momento che quelle che a breve avrebbe cantato, erano le parole che solo dopo averla baciata gli erano venute in mente. E sorrise, il cuore che le esplodeva nel petto.

 

Everything has changed since I kissed you
I never thought the love could be this true
When I thought that feeling couldn't last
You kissed me back
Cause everything has changed since I kissed you



Alexandra ascoltava attentamente le parole del giovane. Aveva una voce celestiale. 
Mentre lo guardava suonare e cantare concentrato si rese conto di quanto fosse innamorata. Forse più del normale. Forse come una folle poteva amare. Kendall alzò lo sguardo e sorrise, mentre ripeteva il ritornello, che Alex aveva già imparato a memoria, esattamente come aveva impresso in mente ogni sfumatura di quei due occhi verdi.

 

Everything has changed since I met you
And I hoped that I have changed your whole world too



Kendall cantò le ultime parole, e dopo aver concluso la melodia appoggiò la chitarra accanto a se. 
-Spero di aver cambiato seriamente il tuo mondo- sorrise alla giovane, ripetendo le parole finali della canzone. 
Alexandra sorrise. 
-Dio se l'hai fatto Kendall, tu il mio mondo non l'hai cambiato, l'hai stravolto- 
Kendall non fece nemmeno in tempo a ribattere che le labbra di Alexandra erano di nuovo unite alle sue. 


 
***


 
-Sei sicura che non arriverà da un momento all'altro?- domandò per la millesima volta James, entrando in cucina. -Jamie, chiedimelo un'altra volta e ti giuro di faccio fuori- rispose irritata Christina, aprendo il frigo e prendendo del succo d'ananas. -E' da Alexandra, probabilmente non tornerà prima dell'una- spiegò la giovane, riempendo due bicchieri. 
-Hai un problema con gli ananas- cambiò improvvisamente discorso James, ridendo. 
-Lo so, e con i frutti di bosco- rise a sua volta Christina, poggiando il bicchiere ed avvicinandosi al ragazzo. 
James sorrise, aprendo le braccia per poi stringerle intorno al corpo della ragazza. Le baciò la testa con dolcezza, aspirando il profumano che emanavano i suoi capelli. 
-Vuoi sapere qual'è un altro mio problema?- domandò la ragazza, alzando la testa per poter guardare James. 
-E' che mi sono innamorata di un ragazzo tremendamente bello, dalla risata timida, la voce profonda e dai capelli spettinati- parlò la giovane, passando una mano nei capelli del giovane. 
James sorrise e la baciò dolcemente, stringendola a se. 
-E lo consideri un problema?- domandò ad un tratto, poco dopo che Christina si era allontanata da lui per accendere i fornelli. Christina rise. -Se prima avevo la testa sulle nuvole, adesso sono completamente sulle nuvole- rispose la ragazza. 
James si avvicinò a lei ridendo. Apparecchiò la tavola, per poi aprire il pacco di spaghetti ed aiutare la giovane a cucinare. -Avevi ragione su Kendall- parlò ad un tratto Christina, mentre lasciava scivolare gli spaghetti nella pentola. 
-Che vuoi dire?- 
-Tra lei ed Alex c'era davvero qualcosa- 
James sorrise. -Te l'avevo detto!- esclamò allegro il ragazzo, abbracciando di slancio la ragazza ed iniziando a ballare con lei proprio come il giorno in cui si erano baciati. 
Christina sorrise teneramente. -Jamie lo stiamo facendo di nuovo- sussurrò, appoggiando la testa sul suo petto. Ogni volta che si incontravano finivano per ballare. Era come il loro modo per esprimere felicità. 
James sorrise. -Ho detto ad Alex e Joe che stiamo insieme- si lasciò sfuggire ad un tratto Christina, senza pesarci su. Il ragazzo si fermò di botto. -Come?- domandò, fissando la ragazza negli occhi. 
-Mi dispiace, io, io non ho resistito. Ero così contenta che nemmeno me ne sono accorta. Ma hanno promesso di non dire nulla e puoi fidarti di loro.- lo tranquillizzò Christina, accarezzando la guancia del giovane. -Okay, va bene- sorrise James.
-Gli spaghetti!- urlò d'un tratto Christina battendosi una mano in fronte. 
James spalancò gli occhi, prima di correre intorno all'isolotto della cucina e spegnere i fornelli.
-Stanno bene?- domandò Christina, quasi stesse parlando di persone. James annuì. 
-Prepara il pomodoro che li condiamo- ordinò James con calma. 
Dopo circa cinque minuti, due piatti di pasta erano pronti in tavola. -Ci vediamo domani piccola- disse James sulla porta, prima di lasciare un dolce bacio sulle labbra di Christina. 
-A domani Jamie- sorrise lei. 
Lo guardò allontanarsi ed uscire dal cancello. 
Entrò in casa e dopo pochi minuti suo fratello spalancò la porta, gridando un "Woo Hoo". 
Corse verso la sorella, seduta sul divano e la prese in collo. 
-Grazie grazie grazie!- urlò, lasciando per tre volte un bacio sulla guancia alla sorella.
-Kendall- rise lei, non appena il ragazzo la mise giù. -Che succede?- domandò. 
-Avevi ragione su Alex!- esclamò il biondo salendo le scale di corsa.
Christina scosse la testa e scoppiò a ridere. -Il pranzo è pronto!- urlò qualche attimo dopo, sedendo a tavola. 
Era così contenta. Sia per Kendall che per Alex. 
Fu in quel momento che il telefono squillò. Christina si alzò e sorrise nel vedere il nome di Alex sullo schermo. 
-Pronto?- 
-Chris, tuo fratello è assolutamente perfetto
Christina sorrise. 
Erano cotti l'uno dell'altra.
Bingo. 


 

Chris' corner
Ehila!
Eccomi arrivata. Vi piace questo capitolo? So che è breve, ma il bacio degli Alendall gli ha dato carattere. 
Che ne pensate? Io trovo quei due ADORABILI perché lo sono. E poi Kendall innamorato è ajudhwyhgejd
Vi avverto, le cose adesso sembrano rose e fiori, ma preparatevi perché nel prossimo capitolo le cose si stravolgeranno un po'. Comunque anche Chris e Jamie sono bellissimi e niente va be ahahahaha
Spero che ad Alessandra sia piaciuto, e so che ti è piaciuto. Quanto è tenero Kendall? Abbiamo discusso molto sulle fossette di quel ragazzo, dovrebbero essere patrimonio dell'Unesco. E va beh, basta sclerare Chris. 
Adesso passiamo ai ringraziamenti. 
Ringrazio tutte le persone che leggono la storia, ma in particolare i due angeli che recensiscono ogni volta: tall_blonde_pretty e Lacora. Un benvenuto speciale va ad Arcadia_  che mi ha lasciato una splendida recensione. 
Grazie infinite. 
Artemide BlueMoon, dove sei finita? Mi è mancata la tua recensione!
Va bene ora vi lascio!
Alhoa belle, alla prossima!
Chris

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Capitolo 9
*** God, you're so perfect. ***


L.A. baby!
Chapter Nine
God, you're so perfect.

 


Joe non era esattamente felice. Cioè, era felice per Alexandra, che stava raccontando per l'ennesima volta quanto fosse fantastico Kendall, ed era felice per Rebecca che aveva confidato di avere una cotta per Logan. 
Aveva sentito una strana stretta allo stomaco, quando Christina aveva esclamato che essere innamorati in maniera corrisposta era una cosa favolosa. 
Adesso, seduta ad un tavolino di una gelateria, la bionda era completamente assorta nei suoi pensieri. 
Aveva bisogno di qualcuno. 
Insomma, la vita da single a Los Angeles, era pazzesca, ma cos'era quel brivido che le attraversava la schiena ogni volta che una coppietta le passava davanti? 
Joe sospirò. Dubitava di riuscire a trovare l'amore ma ne aveva davvero bisogno. 
Era pur sempre la ragazza forte del gruppo, ma sentiva il bisogno di essere dolce con qualcuno. 
-Joe, la tua granita- 
La voce di Alex la riportò alla realtà. Joe le sorrise grata, prima di iniziare a bere la bevanda rinfrescante. 
-Ehi tutto okay?- le domandò Bekie dolcemente, portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 
Rebecca era una ragazza estremamente dolce ed aveva il pregio di interessarsi delle persone. 
Joe annuì distrattamente. 
-No, non è tutto okay- sentenziò Christina, accomodandosi sulla sedia. -Joe avanti che c'è?- le domandò con dolcezza la castana, per poi sorseggiare il suo frappè alla mora. 
Joe scosse la testa. -Sul serio ragazze- iniziò, accompagnando la frase con un gesto della mano. -Va tutto bene, sono solo un po' sovrappensiero- concluse, sfoderando il suo sorriso più convincente.
L'ultima cosa che desiderava in quel momento era mettere tristezza alle sue amiche.
-Allora Bekie, Logan ti piace non è vero?- domandò la bionda, cercando di cambiare discorso. 
Rebecca arrossì fino alle punte dei capelli, sorridendo. -James mi ha parlato di lui, e mi ha incuriosito. Così con una scusa sono stata con lui e mio fratello e beh- ridacchiò, abbassando lo sguardo -Mi sono presa una bella cotta- concluse, facendo ridere le altre. -Se vuoi possiamo aiutarti io e Jamie- parlò ad un tratto Chris, giocando con un tovagliolo. Rebecca la guardò interrogativa. 
-Intendo- iniziò la castana, sotto lo sguardo divertito di Joe ed Alex che avevano capito dove volesse andare a parare. -Possiamo aiutarti a conquistarlo, con Alex e Kendall ci siamo riusciti- concluse, sorridendo beffarda. 
-Questo non è assolutamente vero!- esclamò contrariata Alexandra, incrociando le braccia al petto. 
-Io e James ci eravamo accorti dei vostri sguardi complici da un po'- rispose ovvia Chris. -E sono stata io a parlare con Kendall poco prima che venisse da te- concluse la castana, sorridendo sorniona. 
Alexandra non poté non riconoscere l'espressione di Kendall in quel sorriso, e sorrise a sua volta. 
-Beh, grazie- rispose, fingendosi comunque irritata. 
In realtà, avrebbe voluto saltare addosso all'amica e ringraziarla fino alla fine dei suoi giorni. 
-Comunque- cambiò discorso Christina, spostando gli occhi su Bekie. -Dammi il tempo di parlare con James, e tu e Logan diventerete un allegra coppietta- sentenziò la ragazza. 
Joe scosse la testa. -Con Carlos non è andata molto bene- rise divertita la bionda. 
Chris la trucidò con lo sguardo. -Non è stata colpa nostra- borbottò imbarazzata. -Era quella Susan ad avere qualche problema- 
Le tre ragazze scoppiarono a ridere. -Sarei grata di ricevere il tuo aiuto- parlò ad un tratto Bekie, sorridendo a Christina, che accettò volentieri. 
Una scusa in più per passare del tempo con James. 
La serata si concluse tranquillamente, come ogni volta ed ogni ragazza tornò alla propria abitazione.  
Alexandra aveva ordinato una pizza ad asporto e dopo essersi seduta sul divano, aveva guardato tre commedie romantiche, pensando per tutto il tempo a Kendall. 
Christina era tornata a casa ed aveva trovato il fratello alle prese con i fornelli, con il suo grembiule rosa addosso, perché "adoro questa maglietta, non posso permettere che si rovini, ma non avevo un grembiule".
Rebecca aveva abbracciato il fratello sorridente ed avevano passato la serata giocando con giochi da tavola. 
Joe invece aveva mangiato del gelato, tanto gelato. 
Non era felice. Le mancava qualcosa. 
O qualcuno. 
Mentre cambiava canale, troppi film romantici quella sera, la sua attenzione fu richiamata dal suo cellulare che squillava sul tavolo. Due messaggi. 
"Domani mattina alle cinque e quaranta in spiaggia, solito posto, tavola e pagaia" e poi "Lo so che è molto presto, ma è veramente molto importante. Ti voglio bene."
Joe sorrise. 
Ma alle cinque e quaranta era esageratamente presto. 



 

***



La leggera brezza mattutina scivolava leggera tra i capelli biondi di Joe, che, ammaliata dall'alba, camminava verso la spiaggia. 
Era stato duro svegliarsi così presto, ma non appena vide la figura di Noah in acqua, seduto sulla sua tavola, il sonno le passò completamente. 
Accelerò il passo, colta da un'improvvisa voglia di buttarsi in acqua. 
-Noah!- gridò la ragazza, iniziando a muovere il braccio in segno di saluto.
Il giovane si voltò, e non appena vide la figura di Joe sorrise, ricambiando il saluto. 
La ragazza non esitò e dopo aver sfilato il leggero vestitino, corse in acqua, con la sua tavola sottobraccio. 
-Buongiorno stella!- esclamò Noah, non appena la ragazza lo raggiunse. 
-Ehi- sorrise lei, salendo sulla tavola e sedendosi. -Non credi sia veramente molto presto?- domandò Joe, divertita. 
Noah scosse la testa. 
-E' per un buon motivo- le rispose, sorridendo. 
In quel momento Joe realizzò di non sapere affatto perché l'amico le avesse chiesto di raggiungerla. 
-A proposito- iniziò, legando i capelli in una cipolla spettinata. -Perché mi hai chiesto di venire?- 
Noah sorrise, come se avesse aspettato quella domanda da sempre. 
-Bene- iniziò infatti, battendo le mani. -Questa è la tua prima lezione di surf- spiegò Noah, voltandosi verso Joe, che aggrottò le sopracciglia confusa. 
-Noah io so surfare- borbottò, quasi offesa. O il suo migliore amico era impazzito o la stava prendendo in giro. 
-Sì- precisò il ragazzo. -Ma adesso ascoltami. La prima lezione è bastata completamente sulla concentrazione. Esclusivamente su noi, le onde e le nostre tavole.- iniziò a spiegare Noah sotto lo sguardo ormai concentrato di Joe. 
-Guardati intorno Joe, che cosa vedi?- domandò il ragazzo. 
Joe esitò un secondo per poi rispondere. -L'alba, il mare, la mia tavola e, se mi volto, vedo te- 
-E non trovi che sia tutto spettacolare? Insomma, guardaci. L'alba è stupenda stamani, il mare ci sta cullando, e siamo seduti su queste tavole come fossero poltrone.- 
Effettivamente l'atmosfera era bellissima. 
L'alba colorava il cielo di un celeste rosato, e qualche nuvola macchiava il cielo. 
Il mare aveva rubato gli stessi colori al cielo ed era calmo, e cullava i due giovani. 
Il leggero venticello mattiniero rendeva tutto più magico e profumava l'aria di libertà. 
-E' bellissimo qua Noah, ma non riesco a capire dove vuoi arrivare- parlò Joe, a bassa voce quasi avesse paura di spezzare il momento. 
-Voglio dirti solo una cosa Joe. Questa è la prova di quanto tu sia fortunata. Non devi aver paura che tutto questo si distrugga. Non devi aver paura di nulla.-
Quella frase fece scattare un pensiero nella mente di Joe, che sorrise involontariamente. Noah stava facendo tutto quello per aiutarla per la gara. 
-Ho capito Noah, grazie- disse allora. -E' tutto così perfetto, insomma, guarda- Joe continuò a parlare, gli occhi puntati davanti a se -E' come se io, te, cielo e mare fossimo, fossimo una cosa sola- concluse, in un sussurro. 
-Dio, sei così perfetta
Joe si voltò di scatto. Doveva aver sentito male. Non c'era altra spiegazione. 
Vide Noah abbassare lo sguardo, e lo trovò stranamente più bello quella mattina. 
Si morse il labbro, prima di parlare. -Scusa?- chiese. Era l'unico modo per capire se la frase che adesso le rimbombava in mente fosse stata solo uno scherzo della sua mente. 
Noah alzò gli occhi su di lei. 
Joe lo vide esitare, passarsi una mano nei capelli, lasciandoli bagnati e sospirare. 
-Sei perfetta- ripeté il ragazzo. 
Joe sentì il cuore esploderle. Stava scherzando. 
-Io, io non sono perfetta Noah.- brobottò, abbassando gli occhi. 
-Joe, guardami- le ordinò dolcemente il ragazzo. Joe alzò gli occhi scontrandoli contro quelli del ragazzo, oro misto a smeraldo. 





 
It's in your lips
And in your kiss
It's in your touch
And your fingertips
And it's all the things and other things 
That make you who you are
And your eyes
Irrisitible




-Lo sei. Lo sei per le tue labbra, che mi hanno donato solo baci sulle guance, ma che vorrei baciare ogni santo giorno. Lo sei per il tuo tocco, quando mi sfiori anche solo per scherzo, ma che mi fa impazzire e non so nemmeno il perché. Lo sei per tutte quelle piccole cose che ti rendono te stessa. Lo sei per i tuoi occhi che, Dio, sono irresistibili.- 
Noah riprese fiato, gli occhi puntati in quelli di Joe, che sorrideva timidamente, colta all'improvviso da quel discorso. 
Si era buttato. Non aveva la più pallida idea di come si sarebbe comportata Joe, ma gli importava meno di niente. 
-Noah, mi sono chiesta più volte se dovessi uscire con qualcuno ultimamente. Ma non ci riuscivo. Ed ora ho capito perché.- parlò Joe improvvisamente. 
-E perché?- domandò sussurrando Noah, il cuore che gli batteva a velocità insostenibile. 
-Perché ti stavo aspettando
In quel momento i dubbi di entrambi scomparirono. Noah realizzò di avere davanti la stella che aspettava da tempo, la sua stella, la sua persona. 
Joe capì che Noah era l'unico che potesse accontentare i suoi desideri, quello di essere amata e di amare, quello di sentirsi al sicuro e che ogni attimo passato accanto a lui era stato un passo in più verso quel momento. 
Entrambi si fissarono per qualche secondo, poi Joe sorrise. Noah fece lo stesso ed un secondo dopo le sue labbra erano su quelle di Joe. Poteva sembrare una situazione alquanto surreale, dato che Joe faceva leva con le braccia sulla tavola del ragazzo, mentre le gambe erano appoggiate sulla sua. 
-Sai che cadremo?- sussurrò Noah, staccandosi di malavoglia. 
Joe sorrise timidamente. -Quanto credi che mi interessi?- domandò lei, poggiando di nuovo le labbra su quelle del ragazzo. 
Rimasero lì per tutta la mattina, Noah con la sua stella, Joe con il cuore tremendamente leggero. 


 
It makes your lips
So kissable
And your kiss
Unmissable


***



Kendall, Yuma ed un divano. 
Combinazione perfetta per una pigra mattinata. 
Non ne era pienamente d'accordo Christina, che durante quella mattina non si era fermata un attimo. 
-Kindle puoi per favore accendere il forno?- domandò la ragazza, scendendo dalle scale. -Dobbiamo scaldare la torta salata- spiegò la ragazza, legando i capelli in una coda. 
Kendall emise un mugolio, poi, con la velocità di un bradipo in coma, si lasciò scivolare giù dal divano, cadendo sul pavimento di parquet. 
-Kendall- lo richiamò la sorella, questa volta con una montagna di panni da stirare fra le braccia. 
-Te ne prego- tentò di nuovo la ragazza, notando con dispiacere che il fratello era ancora sdraiato a terra. 
Non notando reazioni, lasciò i panni sul divano e si sdraiò accanto a lui. 
-Mi dici che ti prende?-
-Non sono riuscito a dormire-
-E perché mai?- 
-Ho pensato per tutta la notte a quanto Alexandra sia perfetta e a quanto io sia fortunato- 
La ragazza sorrise teneramente, abbracciando di slancio il fratello. 
-Posso essere sincera?- 
Il ragazzo spostò gli occhi verdi sulla sorella e sorrise. 
-Puoi essere sincera-
-Non ti ho mai visto così felice, fratellone- 
-Perché non sono mai stato così innamorato
Christina sorrise prima di alzarsi. -Non preoccuparti per il forno, ci penso io- disse, afferrando di nuovo i panni e sparendo al piano di sopra. 
Kendall si alzò sorridendo ed in quel momento il cellulare di sua sorella, posato sul tavolino davanti al divano, squillò. 
-Chris, un messaggio!- urlò, per farsi sentire al piano di sopra. 
-Che dice?- domandò sempre urlando Christina. 
-In realtà sono due! Uno dice "Chris ho assolutamente bisogno di parlarti, al LA, oggi pomeriggio alle quattro" da Noah ed uno da Alex che dice "Chris brutta notizia. Torna Sarah da Miami"- 
Kendall finì di leggere i messaggi e posò il telefono sul divano. 
Vide la sorella scendere le scale tranquilla, per poi bloccarsi sull'ultimo gradino. 
In quel momento, entrambi spalancarono gli occhi, colti dallo stesso tremendo pensiero. 
Pochi secondi dopo, parlarono allo stesso momento, entrambi spaventati. 
-Torna Sarah?!




Chris' corner
BUONGIORNO!
Ebbene sì, dopo un ritardo immenso ho il coraggio di ripresentarmi ma sono sicura che mi perdonerete perché lo farete vero? 
No, scherzi a parte, mi dispiace molto per il ritardo, ma ho avuto una specie di blocco dello scrittore e questo caldo non aiutava ad alimentare la voglia di mettersi a scrivere. Inoltre mi sono venute in mente un sacco di idee ed ho dovuto modificare alcune cose per poter infilare tutto in questa ff.
Ma eccomi qua!
Che ve ne pare del capitolo? Scopriamo un bel po' di cose, non è vero?
Bekie ha una cotta per Logan e nei prossimi capitoli scopriremo come Chris e James hanno intenzione di aiutarli. 
JOE E NOAH CHE AJHDSUDGYFFFFHUBDX 
Non trovate che l'alba, il mare, la brezza e le tavole da surf siano perfetti per un primo bacio? Bene, io sì.
Voi non potete capire quanto io shippi quei due, lo faccio in maniera paranoica e nel prossimo capitolo vedremo un Noah particolarmente cuccioloso che parla con la nostra Chris.
Volevo precisare che il LA di cui parla Noah è il nome di un bar che mi sono completamente inventata ma who cares. 
Poi vediamo il discorso tra Kendall e Chris che mi piace troppo perché avanti quanto è cucci Kendall innamorato? Troppo. 
Ma, ma, ma, chi l'è Sarah? Si accettano scommesse. (Scusate il toscanismo, ma sono della Toscana e ci stava troppo, rido)
Eheheheheh sappiate che porterà un bel po' di problemi e che sarà una dei pochi antagonisti della storia. (Mi scuso in anticipo per tutte le Sara che leggono la ff, non ho nulla contro di voi mi serviva un nome ed ho pensato ad una persona che proprio non mi va a tiro, gne. Ed inoltre mi scuso in anticipo per tutte le persone che assomiglieranno a lei fisicamente. Sul serio, nulla di personale.) 
Va bene ora vi lascio, ma non senza ringraziare i tre meravigliosi angeli che hanno recensito lo scorso capitolo: tall_blonde_pretty, Lacora & Arcadia_ 
GRAZIE GRAZIE GRAZIE
Ora vi lascio piccole, mia madre mi uccide se non vado a mangiare, un bacione
Aloha 
Chris 


 

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Capitolo 10
*** Kendall, my prince! ***


L.A. Baby!
Chapter Ten
Kendall, my prince!



L'orologio segnava le quattro in punto. Ma Christina, stava ancora sfrecciando sul suo skate a circa un quartiere di distanza dal LA. L'LA era un bar delizioso alla periferia di Venice, il quartiere dove lei ed i suoi amici abitavano, completamente decorato in onore della città  di cui prendeva il nome. Aveva dei bei tavolini posti all'esterno, mentre all'interno era diviso in due parti: la zona bianca, a sinistra, dedicata ai turisti, e la zona nera, dedicata invece agli abitanti. 
Avrebbe fatto ritardo, come sempre. Scosse la testa contrariata di se stessa. 
Aveva dimenticato persino i suoi occhiali. Ed era miope. Brutta combinazione, quella
Raggiunse il LA alle quattro e dieci, con le guance arrossate, le due trecce che si era fatta completamente spettinate ed il respiro accelerato per la troppa fretta. 
Si fermò davanti ai tavolini del bar e, per quanto i suoi occhi le permettessero, cercò con lo sguardo Noah, sperando di riuscire a trovarlo immediatamente. Sorrise infatti, non appena distinse chiaramente un giovane sbracciarsi da un tavolo poco distante. Afferrò lo skate sotto braccio e si avvicinò a lui. 
-Niente occhiali, eh?- domandò lui, con il tono di chi ha già capito tutto. 
Christina annuì, sedendo davanti a lui. -Ed hai assolutamente bisogno di una granita- continuò Noah, osservando Christina, mentre cercava invano di abbassare la sua temperatura corporea, sventolando verso il suo viso il menù del bar.
-Sì, e scusa il ritardo- riuscì a dire la ragazza, prima che Noah la interrompesse con un gesto della mano. 
-Non preoccuparti- si affrettò a dire lui. Christina notò con piacere che Noah fremeva dalla voglia di parlare. 
-Allora- iniziò, vedendo gli occhi del ragazzo illuminarsi. -Di cosa dovevi parlarmi?- domandò, appoggiando i gomiti al tavolo. 
Noah sorrise. -Per prima cosa, sappi che tuo fratello ed Alex sono con Joe per tenerla occupata, dato che lei non deve assolutamente sapere di questa conversazione. Ti ho chiesto di venire perché ho bisogno del vostro aiuto- 
Christina era molto confusa e Noah sembrò accorgersene. -Scusa, hai ragione non hai capito nulla- si affrettò a dire il ragazzo, passando una mano nei capelli.
-Stamani mattina all'alba io e Joe- esitò, giusto il tempo per sorridere -Ci siamo baciati- 
Christina spalancò la bocca sorpresa. -Tu!- esclamò, puntando il dito contro il ragazzo, che scoppiò a ridere. -Non puoi dirmi una cosa del genere così!- urlò di nuovo la ragazza, gesticolando. 
-E', è fantastico- concluse alla fine Christina. Noah sorrise. 
Era davvero fantastico. -Dio, siete così teneri- continuò Christina portando le mani al cuore. 
Noah porto invece la mano davanti agli occhi, continuando a sorridere. -Lo so- rispose, il ragazzo. 
-Sei la prima a cui lo dico- le confessò Noah. Christina sorrise. 
Il loro team era composto così: ad Alex potevi chiedere consigli, Joe ti rallegrava la giornata e Chris ascoltava. 
-Ma quindi? Perché volevi vedermi così urgentemente?- domandò la ragazza, dopo che Noah le aveva offerto una granita. 
Il giovane sorrise, per l'ennesima volta in quella giornata. 
-Sai che vado un week-end a New York- iniziò il ragazzo. -E parto due giorni dopo il Surf's Up- 
Il ragazzo fu interrotto da un esclamazione di Christina. -Ho capito tutto amico mio- sorrise la giovane, ammiccando. -Tu e i ragazzi mi dovete aiutare-
-Quello è ovvio- 
-Sai che oggi torna Sarah?- 
Christina quasi si strozzò con la granita. 
-Suppongo di sì- affermò il giovane, mentre osservava la ragazza davanti a lui tossire. 
-Lo so, stamani Alex mi ha scritto un messaggio, volevo avvertire anche James, ma tra una cosa e l'altra oggi non sono riuscita a sentirlo- 
-Oh, ma James già lo sa- spiegò Noah, con fare ovvio. Christina aggrottò le sopracciglia sorpresa.
Noah notò la sua espressione, e si affrettò a chiarire. 
-Suppongo che a quest ora stia andando a prenderla all'aeroporto-
Per la seconda volta Christina si strozzò con la granita, dopo aver spalancato gli occhi. 
Dopo aver preso fiato e tossito, la giovane si raddrizzò sulla sedia, prima di fare una domanda la quale la risposta era abbastanza chiara. 
-Scusa, che intendi dire con James sta andando a prenderla all'aeroporto?-


 
***




Kendall era negato con i bambini da praticamente sempre.
Era negato con i bambini persino nel periodo della sua infanzia, quando anche lui era un bambino. 
Tutti erano a conoscenza del fatto che Kendall avesse la tendenza ad essere un po' Peter Pan, dentro era pur sempre quel bambino biondo con una fissa per Spider-man, ma tutti erano a conoscenza anche del fatto che lui ed i bambini non erano fatti gli uni per gli altri. 
Joe ed Alex, ne avevano la prova. 
Alexandra aveva convinto Joe e Kendall ad uscire con loro, dopo che Noah le aveva chiesto di tenere impegnata la bionda, ed aveva approfittato del suo impegno pomeridiano per distrarre la ragazza. 
Ed il suo impegno pomeridiano era quello di fare da baby sitter a sua cugina Maia, una principessa di sette anni con più ambizioni di una trentenne. 
-Kendall, mio principe!- esclamò la bambina, porgendo una tazza contenete un liquido giallo al ragazzo, che storse il naso. 
Joe portò le mani al viso, mentre Alexandra, seduta sul letto della bambina accanto all'amica era piegata in due dal ridere. 
Kendall invece era diventato vittima della piccola, ed ora se ne stava seduto su una sedia rosa, troppo piccola per lui, davanti ad un tavolino da thè, alla corte della principessa e dei suoi sudditi pupazzi. 
Il giovane afferrò la tazzina, ringraziando con un sorriso tirato. 
-Oh, mio principe, la sua corona è così bella- disse con grazia la bambina, sorridendo. 
Kendall alzò gli occhi, cercando di vedere la corona di cartone che gli era stata messa poco prima, contro la sua volontà. 
-Già- sbuffò lui, posando la tazza sul tavolo. 
-Damigelle!- urlò ad un tratto la bambina, richiamando Joe ed Alex con un gesto autoritario della mano. 
Le due ragazze, che fino a quel momento avevano scattato foto al povero Kendall ridendo, si ricomposero, voltandosi verso Maia. 
-Principessa ci dica- parlò Joe, restando al gioco. 
-Voi avete un fidanzato?- domandò la piccola, abbandonando il suo personaggio e tornando ad essere una curiosa bambina di sette anni. 
Joe ed Alex sorrisero istintivamente. 
-Sì- rispose fiera Alex, spostando gli occhi su Kendall, che sorrise dolcemente. 
-Sì, principessa- rispose anche Joe, sorridendo. Alex e Kendall la guardarono contenti. 
Tutti avevano aspettato quel momento, pur non facendolo sapere. 
Chiunque avrebbe desiderato vedere Joe e Noah insieme, mentre erano ancora migliori amici.
E finalmente, il desiderio di tutti si era realizzato. 
-Lei principessa? Ce l'ha un fidanzato?- domandò Alex. 
Maia sorrise, voltandosi verso Kendall. -Ma certo!- esclamò. -Il principe Kendall è il mio fidanzato!- urlò felice. 
Kendall sembrò svegliarsi di colpo, raddrizzandosi sulla sedia e facendo oscillare il tavolino decisamente troppo basso per le gambe del ragazzo. 
Alex e Joe scoppiarono a ridere, per poi tornare immediatamente serie, sotto lo sguardo infuriato di Kendall. 
Era però una situazione esilarante. Come potevano prendere sul serio Kendall, se in testa aveva una corona rosa ed era seduto ad un tavolo anch'esso completamente rosa?
-Ci sposiamo oggi- annunciò con autorità la piccola.
-Oggi?- urlò Kendall, prendendo la situazione un po' troppo sul serio. 
Maia si voltò verso di lui. -Qualcosa non va, mio principe?- 
Kendall annuì. -Io non mi voglio sposare oggi- frignò il ragazzo. 
Alex e Joe scoppiarono a ridere, non riuscendo più a trattenersi. 
La bambina fu pronta a ribattere ma la suoneria di un telefono la interruppe. 
Kendall frugò nelle tasche dei suoi bermuda, prima di afferrare il telefono e rispondere, non prima però di aver chiesto umilmente scusa alla principessa. 
-Pronto?- 
Passarono non meno di trenta secondi e Kendall parlò. -Tranquilla, passo a prendervi io fra cinque minuti- disse, prima di chiudere la chiamata. 
Joe ed Alex lo guardarono preoccupate. 
-Emergenza Sarah- disse semplicemente il biondo, togliendo la corona e posandola sul tavolo. 
Non servì altro. Un attimo dopo, Maia era a giocare con la figlia della vicina. 
Kendall, Alex, Joe, Logan, Noah e Chris nella Jeep di casa Schmidt verso l'aeroporto. 


 
***




Erano praticamente tutti lì. Carlos e Rebecca avevano raggiunto il gruppo dopo pochi minuti. Non era una questione da prendere poco sul serio. Sarah era una questione seria, estremamente seria. Ed avevano discusso fino al momento su come comportarsi in sua presenza.
-Gli ho scritto tutto in un messaggio- disse Logan, infilando il cellulare in tasca, riferendosi a James. 
-Mi spiegate che succede?- chiese invece per l'ennesima volta Rebecca, del tutto all'oscuro della questione. 
Christina lanciò uno sguardo al gruppo, che annuì consenziente. 
-Va bene- iniziò, attirando l'attenzione di Bekie. -Esattamente un anno dopo la tua partenza, si è trasferita a Los Angeles la figlia del capo di mio padre, Sarah. Ed ha portato solo guai. Per prima cosa, si è mostrata amica di tutti e lo farà anche con te, poi ha tradito la nostra fiducia seminando zizzania. Alcuni di noi non si sono parlati per mesi per colpa sua. Quando è partita, un anno dopo per Miami, le cose si sono sistemate. Ma adesso che è tornata, dobbiamo riuscire a prevenire i guai. Siamo stati noi a mandarla via, ma lei si fingerà non arrabbiata e farà finta di niente per poi vendicarsi. Quindi dobbiamo stare al gioco, ma non dobbiamo lasciarci ingannare, chiaro?- concluse Christina. 
Rebecca annuì. 
-Chris, c'è James- avvertì Alexandra, guardando dietro Kendall. Christina si voltò in quella direzione e si sentì morire. 
Mano nella mano, James e Sarah avanzavano verso di loro. Notò James cercare il suo sguardo e quando i loro occhi si scontrarono, le sorrise. Christina sentì i nervi rilassarsi. 
Era tutto sotto controllo. 
Doveva semplicemente stare al gioco. 
-Bentornata Sarah!- esclamò Joe, cercando di sembrare il più convincente possibile. 
Sarah sorrise. -Ciao ragazzi- 
Non era cambiata di una virgola se non per i capelli lisci come spaghetti, che erano passati da un semplice castano ad un biondo platino, pensò Kendall, mentre si attingeva ad abbracciarla. 
Gli stessi occhi color del ghiaccio, freddi e furbi, la stesso sorriso perfetto e lo stesso corpo mozzafiato, che aveva illuso molti. 
Dopo aver salutato tutti, la ragazza tornò accanto a James. 
-Dove alloggerai?- domandò Carlos, fingendosi interessato. 
-Al Venice Hotel- sorrise lei, passando una mano nei capelli. 
-Ti accompagniamo, allora- parlò Alex questa volta. -Ma per quanto rimani?- domandò subito dopo Noah, mentre il gruppo aveva iniziato a muoversi verso l'uscita dell'aeroporto. 
-Fino al ventisei, rimango per il Surf's Up Party-
Sarebbe rimasta una settimana, pensò Kendall, lanciando uno sguardo a sua sorella, che ricambiò complice. 
-Ci vedrai partecipare- affermò Christina, sorridendo. 
Sarah le sorrise e Christina riuscì a notare la solita vena di freddezza nello sguardo della giovane. 
Camminarono tutti fino al parcheggio, ed ognuno entrò nelle proprie macchine. 
-Ci vediamo là- informò James, che avrebbe accompagnato Sarah con la sua auto. 
Kendall annuì, prima di fare manovra ed uscire dal parcheggio. 
Christina, seduta davanti con suo fratello si era voltata un attimo prima che l'auto imboccasse la strada. 
Sentì la testa girarle, ed una stretta tremenda che dal cuore si estendeva allo stomaco. 
Sperò per un attimo di aver visto male. 
Le labbra di James su delle labbra che non erano le sue. 




 
Chris' corner
BUONSALVE!
Ciao bellissime. Okay, sì, sto facendo finta di nulla, ma non posso nascondermi per troppo:
SCUSATE IL RITARDO
Mi faccio schifo da sola, cioè, ma avevo il blocco dello scrittore, anche perché questo è uno schifoso capitolo di passaggio e non riuscivo a scriverlo. 
Ma alla fine eccomi qua, vi propongo il decimo capitolo che lascia alcuni dubbi e che a me non piace. 
E' solo di passaggio però, mi serviva semplicemente per chiarire un po' di cose. 
La prima parte è stata completamente ispirata da queste foto (cliccate prima su 'queste' e poi su 'foto') che io ADORO e sono sicura che anche una certa persona abbia messo come sfondo ovunque (Ehi Gio, sai di essere awawaw?
Siete riuscite a capire cosa ha in mente Noah per la nostra Joe? Si accettano scommesse!
Poi, beh, la seconda parte è in assoluto la mia preferita. Non so se si è capito, ma amo prendere in giro Kendall, è più forte di me. E, vi giuro, immaginarmelo con una corona rosa in testa mentre beve del thè, è stata l'esperienza di scrittura più bella della mia vita. 
Nella terza parte Chris spiega a Beckie perché Sarah non è affatto ben accetta e nel prossimo capitolo verranno spiegati nel dettaglio alcuni avvenimenti che hanno portato a quest odio nei suoi confronti. 
Vi dico solo che il prossimo capitolo sarà pieno di sorprese e sarà un capitolo fondamentale per la storia. 
E poi sì, sono cattiva a lasciarvi con questo finale ma MUAHAHAHAAHAHAH mi diverto a far star male le persone. (No, non è vero, mi serviva un colpo di scena)
Va bene non vi dico altro, ma ringrazio TUTTE le persone che leggono questa ff che sono tantissime e i due angeli che hanno recensito lo scorso capitolo Arcadia_ ed ad una new entry Snowflakeswhite_Rusher GRAZIE GRAZIE GRAZIE
Va bene adesso vado. 
Ciao splendori miei alla prossima. 
Chris

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Capitolo 11
*** It's like you're my mirror. ***


L.A. baby!
Chapter Eleven
It's like you're my mirror



James non aveva fatto nemmeno in tempo a realizzare. Un attimo prima, aveva sorriso alla sua ragazza, pregando in cuor suo che, durante la permanenza di Sarah, tra loro sarebbe rimasto tutto apposto ed un secondo dopo si ritrovava ad allontanarsi dalla ragazza davanti a lui, che lo guardava sorpresa. 
Rimase a fissarla un attimo, ad almeno un metro di distanza, non riuscendo a ragionare. 
-James, che ti prende?- domandò lei, tentando di avvicinarsi. James per tutta risposta si allontanò di un passo, fissando la ragazza. 
-Perché l'hai fatto?- riuscì a domandare il ragazzo, stringendo i pugni. Non le aveva sferrato uno schiaffo solo perché era una ragazza. 
Sarah sembrò sorpresa quanto lui. -Io, insomma, credevo di esserti mancata- sussurrò. 
James socchiuse gli occhi e fece un profondo respiro. Aveva sentito quella frase fin troppe volte. 
-Dannazione, non hai imparato proprio nulla- le rispose il ragazzo, scuotendo la testa contrariato. 
-E' finita Sarah, devi capirlo questo- disse duro il ragazzo, passando una mano nei capelli, scoraggiato. 
James e Sarah avevano avuto una relazione. Una delle tante che avevano diviso il gruppo. 
James era stato talmente stupido, come Kendall, anch'esso vittima della ragazza, ed aveva ceduto alle avance della castana lasciandosi abbindolare come un cagnolino. 
-James non è affatto finita!- urlò di ripicca lei, avvicinandosi -Stai per caso con qualcun'altra?- domandò ancora la giovane, posando una mano sul petto di James, rimasto immobile davanti a lei. 
Il ragazzo respirò profondamente. Avrebbe voluto dire volentieri che sì, stava con Christina, che ne era follemente innamorato, ma non poteva. Se quella vipera davanti a lui ne fosse venuta a conoscenza, avrebbe sicuramente rovinato tutto. 
-No- sussurrò duro, mentre la ragazza si accingeva ad abbracciarlo. 
-Perché continui a scappare Jamie?- domandò la ragazza, il viso appoggiato alla spalla del giovane. 
-Allontanati da me Sarah, devo accompagnarti all'hotel- rispose freddo lui, scansandosi bruscamente dalla ragazza ed entrando in auto. 
Non sarebbe caduto nella sua trappola, non di nuovo. 
Non appena la ragazza lo raggiunse nell'abitacolo dell'auto, James sfrecciò in strada e per tutto il viaggio rimase in silenzio. 
Dieci minuti dopo, i due avevano parcheggiato davanti all'hotel e stavano entrambi raggiungendo il gruppo di ragazzi, che parlottava concentrato davanti all'ingresso del Venice Hotel. 
-Eccoli- disse Carlos, indicando con un gesto del capo James e Sarah. 
Christina abbassò immediatamente lo sguardo, cercando di non piangere. L'immagine che aveva visto pochi minuti prima, le stava torturando la mente, e il cuore le faceva così male da non riuscire a respirare. 
-Grazie mille ragazzi- salutò Sarah, afferrando le sue valige ed avviandosi verso l'entrata. 
-Hai il nostro numero!- urlò Noah. -Chiama!- continuò Joe, salutando con un gesto della mano, fino a quando la ragazza non sparì al di là delle porte a vetri oscurati. 
-Mi chiedo per quale assurdo motivo sia tornata- sussurrò Alex, avvicinandosi a Kendall, che le prese la mano. 
-A me sinceramente non interessa- borbottò Logan.
Il gruppo rimase per un secondo in silenzio, fino a quando la voce di Kendall non risuonò insieme ai rumori della città. 
-Un secondo, dove, dove diavolo è mia sorella?-

 

***



Aveva sempre ritenuto che scappare dai propri problemi fosse totalmente inutile. E quindi li aveva sempre affrontati, nel bene e nel male. 
Ma quello era troppo. Non era riuscita a sopportare la presenza di James esattamente di fronte a lei e la sensazione del suo sguardo puntato su di lei. 
Ed era scappata, non riuscendo più a trattenere le lacrime. 
Ed ora, davanti allo specchio di camera sua, si osservava. 
Gli occhi erano arrossati e più verdi del solito a causa delle lacrime che fino a quel momento le erano scivolate sul volto, le guance rosse e il poco mascara che aveva sulle ciglia, completamente colato. 
Osservò la maglia di Kendall che aveva indossato appena entrata in camera, come a cercare un po' dell'affetto di suo fratello, che in quel momento non aveva la più pallida idea di dove si trovasse, in cui cadeva letteralmente dentro. Guardò i suoi capelli ondulati a causa delle trecce ormai sfatte, che le ricadevano sulle spalle. 
Si sentiva uno schifo. 
Non aveva mai fatto troppo caso al suo aspetto fisico, si era sempre ritenuta una ragazza normale e con le amicizie che aveva si era sempre sentita apposto con se stessa esattamente così come era. 
Ma da quando James e lei avevano iniziato a frequentarsi si era sentita veramente bella. 
Poteva sembrare banale, ma era veramente così. Il solo pensiero di essere guardata da lui con amore, la faceva sentire perfetta. 
Ed ora, si sentiva un'illusa. Non poteva fare a meno di comparare se stessa a Sarah. 
In confronto lei, era solo una semplice ragazzina californiana che non avrebbe attirato l'attenzione di nessuno. 
Christina riprese a piangere, colta da un improvviso senso d'impotenza. Sapeva bene che James aveva frequentato Sarah, cosa l'aveva spinta a pensare che qualcosa in lui fosse cambiato? Si era illusa e sapeva bene che d'altronde, il primo amore non si scorda mai. 
L'immagine del bacio dei due le tornò chiara in mente e si accasciò a terra, poggiando la schiena contro il letto, mente un'altra ondata di lacrime bagnava il suo viso. 
Nel frattempo Kendall era entrato di scatto in casa, sbattendo il portone. 
James, lo aveva seguito a ruota, preoccupato a morte. 
-James per favore!- urlò Kendall spazientito. -In casa cerco io, tu va a cercare in spiaggia!- 
-Kendall io non mi muovo di qua- sibilò James. 
Il biondo, che fino a quel momento aveva controllato ogni possibile nascondiglio in salotto, si voltò verso l'amico stravolto. 
-James, te ne prego- sussurrò, sull'orlo delle lacrime. -E' mia sorella, io non posso credere di non riuscire a trovarla. Non riesco nemmeno a pensare al fatto che potrebbe esserle successo qualcosa. Io, io ho paura James.- 
Il biondo si lasciò cadere sul divano, portando le mani sul viso ed appoggiando i gomiti sulle ginocchia. 
-E' il mio tutto- si lasciò sfuggire Kendall. 
La casa fu invasa da un silenzio surreale. James respirò profondamente, ancora in piedi davanti alla porta spalancata. Solo allora, sentì dei singhiozzi provenire dal piano di sopra. 
Non perse tempo, e salì di corsa le scale, lasciando Kendall sul divano. 
Christina, di nuovo in piedi davanti allo specchio, non sentì la porta aprirsi. 
Riuscì solo a vedere la figura di James, riflessa nello specchio dietro di lei, e si limitò ad osservarla in silenzio, senza voltarsi. 
-Dio- sussurrò James entrando e chiudendo la porta dietro di se. 
Christina si asciugò velocemente le lacrime, e puntò i piedi, mentre James si avvicinava a lei. 
-I ragazzi ti stanno cercando ovunque- 
-Credo che Sarah stia cercando te invece- sibilò Christina, ancora voltata verso lo specchio. 
Vide James serrare gli occhi, quasi fosse stato colpito da una fitta tremenda al cuore. 
-Non credevo- iniziò James, ma fu subito interrotto da Christina che si era finalmente voltata verso di lui. 
-Credevi di averla fatta franca vero James?- domandò lei, con sarcasmo. -Bene, non ci sei riuscito. Ti ho visto, e va bene così. Tanto la nostra relazione era una relazione fantasma, giusto? Io, io credevo che tu fossi davvero innamorato di me James, credevo di potermi fidare di te. Ma Dio, sei pur sempre James Maslow, il ragazzo a cui ogni singola gallinella di Los Angeles cade dietro, il ragazzo che attira l'attenzione di chiunque con il suo metro e ottantacinque ed il suo sorriso smagliante- urlò questa volta la ragazza, cominciando a piangere di nuovo. -Ed io, ed io mi sono illusa che uno come te, notasse una come me! Io ero la tua sorellina, la piccolina Schmidt a cui volevi solo tanto bene e seriamente credevo, credevo che qualcosa fosse cambiato? Io non faccio per te, è, è ovvio, insomma, guardami- si voltò di nuovo verso lo specchio, arrabbiata. -Questi capelli castani cosa sono in confronto al biondo platino? E questi occhi, questi occhi così, così comuni cosa sono rispetto a quelli celesti e glaciali? Per non parlare del mio corpo!
Le persone mi danno sedici anni e credevo veramente che tu, avresti scelto me, in confronto a Sarah, con il corpo da modella che si ritrova ed il suo metro e settanta che ha fatto sognare mezza popolazione maschile di questa città!- 
Christina si voltò di nuovo verso James, ed il ragazzo sentì il cuore fermarsi, sotto lo sguardo penetrante della ragazza, che sorreggeva il suo.
Sul volto della giovane comparve un sorriso amaro. -Sai, credevo che il nostro primo litigio sarebbe stato per colpa mia, davvero. Credevo che avremmo litigato perché, non so, sarei stata troppo gelosa, o troppo possessiva. Ma a quanto pare non è andata così. Ma dovevo aspettarmelo. Da il primo giorno, dal giorno in cui ti sei presentato e mi hai detto che assomigliavo ad un angelo- si bloccò, trattenendo un singhiozzo. 
-Io mi fidavo di te, Jamie. Io mi ero innamorata.- concluse la ragazza, mentre le lacrime riprendevano il loro corso sul viso della giovane. 
James la osservò per un secondo, incapace di parlare. Ogni parola era stata come un pugno nello stomaco. 
-Chris- 
James si avvicinò a lei e vide la ragazza sedersi sul letto, scoraggiata. 
-Per prima cosa, sappi che sono distrutto. E potrai anche non credermi, ma è stata lei a baciarmi. Io, io mi sono allontanato subito, non appena ho capito che stava succedendo. Credeva di essermi mancata e mi ha chiesto se avevo un'altra. Le ho detto di no, non potevo dirle che uscivo con te, avrebbe fatto di tutto pur di farci lasciare.-
Vide gli occhi di Christina addolcirsi, e la vide abbozzare un mezzo sorriso.  
James si inginocchiò davanti a lei, in modo da poterla guardare negli occhi. 
-Ed ora lasciami spiegare una cosa, te ne prego.- le disse dolcemente e vide la ragazza alzare gli occhi, per farli scontrare con i suoi. 


 
*
Cause I don’t wanna lose you now
I’m lookin’ right at the other half of me
The biggest scene is set in my heart
There’s a space, but now you’re home



-Io non ti voglio perdere, perché devi sapere che stavo cercando l'altra parte di me e l'ho trovata in te. Se devo essere sincero, inizialmente non avrei mai pensato di potermi innamorare di te, lo ammetto. Insomma, tu eri la mia piccola, proprio come hai detto tu, quella da proteggere. Mi ero, come dire, preso un impegno nei tuoi confronti. Dovevo proteggerti qualunque cosa ti fosse successa, dovevo impedire che tu soffrissi. Ed è vero- alzò le braccia in segno di resa, abbozzando un sorriso e scuotendo la testa -ancora oggi mi domando come sia possibile che uno come me, si sia innamorato di una come te. Ma se devo essere sincero, non mi interessa. Io sono innamorato di te Chris, e non mi importa se tu non sei il mio tipo. 
E' vero, avrei potuto scegliere una ragazza come Sarah, ma è questo che mi piace di te. Mi fai sentire insicuro come un adolescente durante la sua prima cotta, mi fai arrossire, mi fai esitare davanti allo specchio, cose che le altre bionde platino californiane non fanno affatto. Ed ora- le prese le mani e le sorrise teneramente -Se tu te ne vai resterà un enorme vuoto nel mio cuore, che esiste solo per te e che nessun'altro potrà colmare.- 
James cercò di cogliere la reazione di Christina, ma restò deluso non appena lei abbassò gli occhi.


 
Show me how to fight for now
And I’ll tell you baby, it was easy
Comin’ back into you once I figured it out
You were right here all along




-Okay, okay- continuò lui, sempre più preoccupato. -Non credevo sarebbe stato così facile, non credevo di riuscire a scoprire che l'amore che cercavo fosse davanti a me. Tu ci sei sempre stata ed io ero talmente cieco da non rendermene conto. Vuoi sapere come ho capito di essere innamorato di te?- domandò il ragazzo, asciugando dolcemente una lacrima sfuggita alla ragazza, che annuì lentamente. 
-Circa un mese fa. Era sera, eravamo a passeggio per Venice ed io e tuo fratello stavamo commentando compiaciuti il fatto che un gruppo di ragazze si fosse voltato per guardarci e tu ti sei avvicinata. Avevi le guance rosse per le risate e gli occhi luminosi. Hai detto a tuo fratello che avevi voglia di un frullato, mentre io ero concentrato a fissare quel gruppo di ragazze. Tu mi hai guardato ed hai riso. "Dio, Maslow, non diventarmi un montato" mi hai detto ridendo, io ti ho guardato ed ho realizzato che tu saresti stata l'unica ragazza che non mi avrebbe mai dato soddisfazione.-
-Mi, mi ricordo di quel giorno- sussurrò la ragazza, con un mezzo sorriso in volto. 
James sorrise. -Anche io e penso che non me lo scorderò mai- 
Rimasero in silenzio per qualche minuto, poi lo sguardo di James fu attraversato da un lampo. 


 
It’s like you’re my mirror
My mirror staring back at me
I couldn’t get any bigger
With anyone else beside of me
And now it’s clear as this promise
That we’re making two reflections into one
Cause it’s like you’re my mirror
My mirror staring back at me

 


Accarezzò di nuovo la ragazza, prima di parlare. 
-Tu sei il mio specchio piccola, ed io non potrei essere migliore con qualcun'altro al mio fianco. Piccola tu mi completi, se ci guardassimo ora allo specchio saremmo un unico riflesso. E Dio, rimangia quello che hai detto sul tuo aspetto fisico. I tuoi capelli, i tuoi occhi, il tuo corpo per me sono perfetti. Non mi importa delle bionde dai corpi mozzafiato, a me vai bene tu. E potrò sembrare monotono, ma io sono innamorato di questa Chris e non voglio che cambi, chiaro?- domandò infine il ragazzo. 
Christina rimase un attimo in silenzio, gli occhi bassi. 
-James scusa, io ti ho aggredito senza nemmeno darti il tempo per spiegare.-  
La ragazza aveva capito perfettamente la situazione di James, c'era d'aspettarselo da Sarah, aveva agito allo stesso modo prima di partire per Miami.
-E' tutto okay, l'importante è che tu stia bene.-
-Grazie- 
James sorrise, prima di avvicinare il suo viso a quello della ragazza e baciarlo dolcemente. 
-Che ne dici di andare giù? I ragazzi ti stanno cercando per tutta Los Angeles e tuo fratello e sull'orlo di una crisi di pianto- le sussurrò James, provocando una leggera risata da parte della ragazza che annuì. 
Un attimo dopo, erano entrambi in salotto con gli occhi di tutto il gruppo puntati su di loro. 
-Dio, stai bene- sussurrò Kendall, seduto sul divano, prima di alzarsi ed abbracciare la sorella. 
Chris si concesse di piangere ancora, fra le braccia del fratello, esattamente al centro del salotto, mentre nella stanza, la luce del crepuscolo rendeva tutto leggermente nostalgico. 
-Non farlo mai più- sussurrò Kendall, baciando la testa della sorella, che annuì sul suo petto. 
La prima ad avvicinarsi fu Alex, che l'abbracciò insieme a Kendall. Poi lentamente, quasi con la paura di spezzare il momento, gli altri si avvicinarono, scivolando nell'abbraccio di gruppo. 
-Kendall- 
Il biondo alzò gli occhi su James e gli sorrise, sollevato. 
James non aspettò un secondo prima di parlare. 
-Io e tua sorella- esitò, cercando con lo sguardo Christina, che nel frattempo si era liberata dall'abbraccio e che adesso lo fissava. 
-Io e James stiamo insieme
A parlare fu Christina, spostando gli occhi tra James e Kendall. 
Il biondo spalancò gli occhi, per poi spalancare la bocca.
-Non uccidermi- pregò James. 
Ci fu un secondo di silenzio, poi Carlos parlò. 
-Hai perso la scommessa, bello
Christina spalancò gli occhi sorpresa. -Scommessa?- chiese James, scatenando le risa di tutti. 
-Io e Logan ci eravamo accorti di qualcosa- spiegò Carlos. -Quindi abbiamo scommesso con Kendall sul fatto che voi due vi stavate frequentando- continuò il latino.
-Ed abbiamo vinto- concluse Logan, guardando Kendall. 
-E cosa c'era in palio?- domandò Alexandra, sorridendo. 
Kendall roteò gli occhi, incrociando le braccia al petto con fare imbronciato. 
-Diglielo tu, Kindle- lo prese in giro Carlos ridendo. 
Kendall si morse un labbro, prima di spostare gli occhi su James e Christina che sorridevano. 
Poi finalmente si decise a parlare, scatenando le risate di tutti. 
-Un maglioncino rosa, dovrò girare per Los Angeles con un maglioncino rosa-



 
Chris' corner
Okay ho scoperto di non essere brava nei finali. Insomma, che finale di capitolo è questo? E' orrbile. 
Ma in compenso posso dire di essere fiera del capitolo in generale dato che ci ho messo anima e corpo. Effettivamente oggi è anche strano il fatto che aggiorni di mercoledì cosa che non succede particamente mai, però beh è andata così. Spero che il capitolo sia piaciuto tanto anche a voi, dato che io, lo ripeto, ne sono abbastanza orgolgiosa. Ringrazio tutti gli angeli che seguono, leggono e che recensiscono questa storia (scusate, ma sono in ritardo e non riesco a ringraziarvi personalmente), GRAZIE MILLE DAVVERO. 
Questo corner fa schifo, ma come ripeto, sono in ritardo, e devo assolutamente scappare. 
Prometto di farmi perdonare nel prossimo capitolo con un bel corner. 
Ancora grazie mille piccole, un bacione. 
Chris

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Capitolo 12
*** It's so pink. ***


L.A. Baby!
Chapter Twelve
It's so pink.


Joe sistemò il vestitino a stampa tropicale, prima di sorseggiare il suo tè verde. Era agitata. Molto agitata. Infondo, avrebbe dovuto surfare davanti a troppe persone per i suoi gusti. Assorta nei suoi pensieri, il suono del campanello la fece sobbalzare. Appoggiò il tè sul tavolo della cucina e corse ad aprire la porta. Sorrise, non appena Noah le lasciò un dolce bacio a fior di labbra, quasi fosse ormai routine. 
-Giorno splendore!- urlò lui, sedendosi o per meglio dire, buttandosi sul divano. 
Joe lo raggiunse. -Buongiorno- sorrise lei. Ancora stentava a credere che quello seduto davanti a lei, fosse il suo fidanzato. 
-Sei pronta?- domandò lui, guardandola dolcemente. Joe sorrise, annuendo. -Sono un po' agitata, ma credo sia normale- 
Noah si alzò, prendendola per mano. -Dato che mancano ancora due ore- iniziò lui, aprendo la porta -Devi mettere questa- 
Joe impallidì, non appena Noah tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una benda nera. 
-Che diavolo vuoi farci con quella?- domandò, portando le mani al cuore. Noah sorrise. 
-Fidati, voglio solo portarti in un posto che, te lo assicuro, ti piacerà- 
Joe spalancò gli occhi, ancora più confusa. -Sta tranquilla- disse di nuovo il moro, sorridente. 
Joe si lasciò sfuggire un sospiro, prima di afferrare la mano che Noah le tendeva e lasciarsi trascinare verso l'auto. 
-Adesso puoi toglierla- sentì dire Joe, completamente spaesata, dopo circa venti minuti di viaggio. 
Sapeva di essere uscita dall'abitacolo dell'auto e sapeva di essere in un posto dove faceva leggermente più fresco. Per il resto, vedeva ancora tutto nero. 
Tolse la benda scura esitando, e socchiuse gli occhi non appena la luce solare la colpì dritta in viso. 
Quando poi si riabituò alla luce, non poté trattenere un grido. 
La città degli angeli era sotto i suoi piedi mentre, lentamente, si svegliava. Era una splendida giornata, il sole splendeva e l'aria era, stranamente più pura del solito. 
Joe giurò a se stessa di non aver mai visto nulla di più bello, ma dovette ricredersi. Non appena si voltò per cercare il suo ragazzo, lo vide appoggiato ad una parete bianca. 
Spalancò la bocca, non appena realizzò che quella parete bianca era un'enorme lettera. 
Un 'H' per essere più precisi. 
-L'Hollywood Sign!- urlò lei, lanciandosi addosso a Noah. Lui rise, prima di stringerla in un abbraccio. 
-E non è finita qua- sorrise sornione lui, prima di lasciare un bacio veloce alla fidanzata. 
Joe lo guardò interrogativa, portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 
Noah tirò fuori dalla tasca un pennarello nero. Joe guardò prima il pennarello, poi, seguendo lo sguardo di Noah, la parte inferiore della parete bianca, completamente ricoperta di scritte. 
-Scrivere il mio nome sull'Hollywood Sign- sussurrò Joe, afferrando il pennarello. Per qualcuno, sarebbe anche potuta sembrare un'azione banale, ma per Joe, era un sogno che si realizzava. 
L'idea di aver raggiunto la vetta, di essere riuscita ad arrivare laggiù la riempiva di gioia. 
-E' legale vero?- domandò, poco dopo aver aperto il pennarello. 
Noah sorrise divertito. -Tutto nella norma, ho comprato un piccolo spazietto della lettera sul sito ufficiale della collina di Hollywood- spiegò Noah, indicando il piccolo spazio bianco sul lato destro della parete. 
-E' tutto tuo- sorrise il moro, mentre Joe, tremante, scriveva il suo nome con una grafia perfetta. 
Sarebbe rimasto lì per sempre, ed anche se, probabilmente nessuno lo avrebbe notato fra gli altri nomi, Joe si sentiva completa. 
Sorrise, prima di voltarsi e baciare Noah. 
-Ti amo-
Il ragazzo puntò lo sguardo in quello profondo della fidanzata, sorridendo. 
Aveva trovato la sua persona.
-Ti amo anche io, piccola- 




Un raggio di luce colpì in piena faccia Kendall, che si rigirò nel letto, tentando invano di riprendere sonno.
Il biondo aprì lentamente gli occhi, ancora impastati dal sonno e cercò di realizzare che giorno o che ore fossero. Sentì qualcosa muoversi accanto a lui, prima di trovarsi quella cosa, abbracciata come un orsacchiotto di pezza. Kendall sorrise istintivamente, ricordando la serata precedente. Dopo lo spavento per la scomparsa di sua sorella, la perdita della scommessa e l'inevitabile maglioncino rosa, tutto il gruppo aveva lasciato casa Schmidt. Christina si era concessa un bagno caldo e rilassante e Kendall ne aveva approfittato per portare coperte e cuscini in salotto, accendere la TV per una maratona Disney ed appoggiare due cioccolate calde con marshmallow sul tavolino. Ancora ricordava il sorriso di sua sorella non appena era arrivata in salotto e l'abbraccio che quasi l'aveva fatto cadere qualche secondo dopo.
E non poteva nemmeno scordare le suppliche della sorella per poter dormire con lui. Alla fine si era lasciato convincere, nonostante sudasse solo all'idea di ritrovarsela abbracciata come un koala per tutta la notte. 
Sorrise divertito, iniziando ad accarezzare i capelli di Christina, ancora completamente tra le braccia di Morfeo. Era in momenti come questo che Kendall si rendeva conto di quanto fosse importante lo scricciolino che in quel momento stava abbracciando. Era sua madre, sua sorella, sua figlia e la sua migliore amica. Era la sua famiglia. E sapeva di essere lo stesso per lei. 
A volte immaginava la sua vita da figlio unico e doveva ammettere che in realtà, non gli sarebbe piaciuta affatto. Era vero, a volte litigavano e l'istinto di buttarla fuori casa era davvero tanto, ma in confronto, tutti i bei momenti con lei, bastavano a farlo ricredere. Infondo, con dei genitori lontani come i loro, sua sorella stava iniziando ad essere indispensabile. Kendall iniziava a provare un certo rancore nei confronti dei propri genitori, che non erano esattamente i genitori modello. Aveva parlato con suo padre Kent circa un mese prima e da quanto era riuscito a capire l'agenzia immobiliare a New York sembrava andare a gonfie vele e, con dispiacere, aveva capito che, suo padre, ricordasse dei figli solo il nome. E di sua madre Kathy, sapeva solo quando era stata l'ultima visita dal chirurgo estetico, dato che le telefonate erano minime e riusciva a scambiarci due parole solo per messaggio, dove la madre, divertita, gli mandava foto dello studio di chirurgia, facendo notare al figlio quanto sua madre tenesse a se stessa. 
Kendall era grato per la meravigliosa casa a Los Angeles, dell'assegno che ogni inizio mese arrivava da parte del padre con molti zero sopra, ma a volte desiderava solo poter abbracciare il padre o mangiare una buona crostata fatta dalla madre. 
I suoi pensieri furono interrotti dal borbottio di sua sorella, che si stava lentamente svegliando. 
-Giorno- sussurrò lei, stringendosi al petto del fratello. 
-Buongiorno scricciolo- le baciò la testa lui -Oggi è il grande giorno!- esclamò poi, alzandosi di scatto e facendo sobbalzare Christina, non ancora completamente sveglia. 
La ragazza si alzò di scatto. -Oddio faremo tardi!- urlò poi, correndo in camera sua, inciampando più volte e scatenando la risata di Kendall. 
Pochi attimi dopo, Christina faceva capolino dalla porta della camera del fratello. 
-Kendall- lo richiamò dolcemente. 
Il biondo, intento ad infilare una T-Shirt si voltò verso di lei. 
-Grazie fratellone- sorrise lei. 
Kendall sorrise dolcemente, guardando la sorella.
-Non devi nemmeno dirlo, sorellina
 


Aveva appena finito di intrecciare i capelli, quando il telefono la fece sobbalzare. 
Alexandra afferrò il cellulare, dopo aver letto il nome del mittente sullo schermo. 
-Pronto?- domandò, iniziando a camminare per il salotto. 
-Alex, buongiorno, ti disturbo?- domandò la voce di James dall'altro capo del telefono. 
Alex scosse la testa, ricordando poi che James non poteva vederla. 
-No, Jamie dimmi tutto- 
-Okay, uhm, a cosa corrisponde la Small nelle taglie femminili?- domandò titubante. 
Alexandra scoppiò a ridere. -James che diavolo?- domandò, ancora ridendo. 
Sentì il ragazzo sospirare. 
-Non ridere- esclamò il ragazzo, attirando l'attenzione delle persone intorno a se. 
-Volevo solo comprare un costume a Chris come regalo, ma non riesco a capire a cosa corrisponde la S- esitò un secondo, prima di abbassare la voce -Il sotto mi sembra così... piccolo
Alexandra dall'altro capo del telefono scosse la testa divertita. 
-Dove sei?- domandò ad un tratto. 
-A Rodeo Drive- 
Alexandra roteò gli occhi. 
-Ma dai!- esclamò fingendosi sorpresa. Shopping e Rodeo Drive erano due concetti che ormai, completavano l'uno, l'altro. 
-Intendo in che negozio- continuò la ragazza. 
-Ah, sono da Victoria's  Secret- 
Alexandra non poté di nuovo trattenere le risate, mentre immaginava il suo amico circondato da completini femminili e commesse tirate e lucido quasi dovessero sfilare invece che servire i clienti. 
-Alex, tu non capisci la mia situazione- iniziò James, abbassando la voce -Sono circondato da ragazze che mi guardano quasi fossi un maniaco- 
-O forse sono solo gelose della ragazza a cui stai per regalare quel costume- disse dolcemente Alexandra. 
Sentì James ridacchiare. 
-Comunque sto arrivando- 
-Questa è la mia Alexandra- 
-James-
-Cosa?-
-Non fare il ruffiano-




Non si era mai vista una Long Beach così affollata. Ragazzi, famiglie, turisti, tutti pronti ad assistere alla gara del Surf's Up Festival.
Alexandra si fece piccola nell'abbraccio di Kendall, mentre tutti lo prendevano in giro per il delizioso maglioncino rosa. 
-Io cercavo solo di essere incoraggiante- borbottò il biondo. 
-Kendall, come puoi pretendere di essere preso sul serio se indossi un maglioncino rosa sopra al costume?- domandò Joe ridendo. 
-Soprattutto a Long Beach- continuò Logan, sorridendo. 
-Durante il Surf's Up Party- continuò Carlos, stringendo sua sorella in un abbraccio. 
-Ragazzi, ho capito- borbottò di nuovo Kendall, facendo scoppiare a ridere tutti quanti. 
Erano arrivati più o meno tutti allo stesso orario ed ora stavano aspettando l'inizio della gara. 
James e Christina erano entrati in modalità Cupido e stavano organizzando un modo per realizzare il sogno di Bekie, Alexandra e Kendall parlavano scambiandosi ogni tanto qualche bacio, Noah e Joe ripassavano i concetti fondamentali del surf, mentre Carlos, Logan e Bekie, cercavano di intraprendere una conversazione con Sarah. 
Improvvisamente, una voce annunciò che la gara avrebbe avuto inizio di lì a poco. 
Christina, Alexandra e Joe si lanciarono uno sguardo complice, prima di avvicinarsi ad un'area recintata. 
Mostrarono il tesserino che portavano al collo, che le riconosceva come partecipanti alla gara, ad un ragazzo, che le fece entrare in una zona privé. 
-Oddio, non credo di farcela- sussurrò Joe, ricevendo come risposta gli sguardi avvelenati di Chris e Joe. 
-Finiscila Joe, andrà tutto bene- la rassicurò Alexandra, passando una mano sulla spalla della bionda. 
Fu un attimo. Un urlo squarciò il dolce brusio della folla, facendo calare il silenzio. 
Christina impallidì. 
-Era Sarah- sussurrò infatti, iniziando a correre verso la spiaggia, dove pochi minuti prima aveva lasciato il gruppo, seguita da Joe ed Alex. 
-Oh mio Dio- sussurrò, prima di portare la mano alla bocca ed iniziare a piangere. 
Kendall era a terra, circondato da Rebecca, Logan, Carlos, James e Noah, mentre Sarah sembrava scomparsa. 
Joe e Alex raggiunsero Christina, che si era inginocchiata davanti a suo fratello. 
-Kendall- sussurrò, ancora piangendo. 
Il biondo le sorrise, asciugando con il palmo della mano il sangue che gli colava dal naso. 
-Va tutto bene piccola, solo un po' di sangue- cercò di calmarla lui, mentre anche Alex e Joe si avvicinavano. Alexandra impallidì, prima di sedersi vicino a Chris. 
-Kendall- 
-Ehi amore- sorrise di nuovo lui, quasi non fosse successo nulla. 
-Che è successo?- domandò Joe, guardando Kendall.
Logan prese la parola. -Kendall ne ha dette quattro a Sarah, spiegandole quanto non sia bene accetta nel gruppo e pregandola di andare via e non tornare mai più- 
Christina, Joe ed Alex si sentirono per un secondo sollevate. Per lo meno un dente malato era stato tolto. 
-E lei non ha preso bene la cosa- continuò Logan, riferendosi al pugno che la ragazza aveva sferrato sul naso del biondo. 
-Ha urlato che sarebbe andata via se era quello che volevamo, poi si è voltata verso Kendall e gli ha sferrato un pugno- continuò Carlos. 
Christina abbracciò Kendall. -Sei un idiota, non riesci mai a star zitto-
-Stava parlando male di voi tre e dei ragazzi, non potevo star zitto- 
Joe sorrise, prima di sedersi sulla sabbia ed abbracciare Kendall. 
-Abbraccio di gruppo!- urlò Carlos, scatenando la risata di tutti, che si buttarono letteralmente addosso al biondo. 
-Vi voglio bene ragazzi, ma davvero, sto soffocando-


Seduta sulla sedia scomoda del Pronto Soccorso, Christina cercava di mettere in ordine i propri pensieri. 
Sarah se ne era andata, ricevendo quello che meritava. 
La loro partecipazione alla gara era stata annullata, dato che tutto il gruppo si era spostato all'ospedale. Il naso di Kendall continuava a sanguinare ed anche se non poteva essere considerato rotto, avevano ritenuto necessario il parere di un medico. 
Ed ora, si trovava seduta accanto a James, mentre gli altri parlottavano fra di loro. 
-Ehi-
James richiamò la sua attenzione, poggiando la sua mano su quella delicata della fidanzata. 
-Ehi- rispose lei, sorridendo appena. 
-Tutto bene?- domandò dolcemente James. 
-Sono solo un po' scossa, ma, sì, tutto bene- 
-Pensa che tuo fratello è dentro lo studio con un maglioncino rosa- 
Christina si lasciò sfuggire una risatina divertita. 
-E' così rosa- rise la castana, immaginando il fratello in quelle condizioni. 
James sorrise a sua volta, vedendo la ragazza sollevata. 
Si stava avvicinando pronta a baciarla, quando un telefono squillò, distraendo entrambi. 
-Scusa- sussurrò Christina a James, alzandosi ed allontanandosi dal gruppo per rispondere.
-Pronto?- chiese, quando fu lontana abbastanza da non disturbare le persone all'interno della sala d'attesa. 
-Tesoro-
-Mamma? Sei tu?- 
-Sì, tesoro, come va? Tutto bene?
-Sì, tutto, tutto okay, ma perché hai chiamato?- 
-Oh, tesoro, io e tuo padre dopo domani veniamo a trovarvi, contenta?-
Christina esitò, prima di rispondere. 
-Certo-
-Allora ci vediamo pulce, saluta tuo fratello-
Christina chiuse la chiamata, con un peso in più sul cuore.
Non aveva intenzione di fare le valige.
Non di nuovo. 



 
(Un piccolo regalo per chiedervi scusa. Io cerco di prenderlo in giro ma, Dio, è bellissimo anche con addosso quel maglioncino)



 
Chris' Corner
Okay, picchiatemi pure. 
Ma prima lasciatemi spiegare alcune cose, che chiariranno perché ho fatto questo ritardo immenso:
1) Ho avuto il blocco dello scrittore. E' tremendamente difficile scrivere di Los Angeles, quando guardando fuori dalla finestra vedi solo brutte giornate. 
2) La Maledizione del Capitolo Undici: ogni volta che in una ff arrivo al capitolo 11, succede qualcosa. O il capitolo mi si cancella ogni volta (come in questo caso) o non trovo più il tempo di scrivere o la connessione non collabora. Ma questa volta, ce l'ho fatta. 
3) Non c'è un motivo tre, è solo che di solito i punti sono tre quindi...
QUINDI CHIEDO SCUSA PER L'IMMENSO TITANICO RITARDO e spero che il capitolo vi sia piaciuto. 
Che dire? Il nostro povero Kendall si becca un pugno sul nasino, e cosa vorranno i genitori dei fratelli Schimdt? 
Lo scopriremo nella prossima puntata!
Va bene, passiamo ai ringraziamenti:
Ringrazio tutte le persone che leggono, seguono e recensiscono questa storia, ma un grazie particolare va a
La new entry Sempreverde03 ! Grazie mille per la recensione e benvenuta!
tall_blonde_pretty Splendore, le tue recensioni mi incoraggiano un sacco, grazie!
Arcadia_ Ormai lo sai che ti amo, quindi è inutile ringraziarti, ma GRAZIE lo stesso per le splendide recensioni!
Ora vi lascio piccole
Grazie ancora tante e scusate per il ritardo :,(
Un bacio
Chris

 
 
 
 

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Capitolo 13
*** Over Again. ***


L.A. Baby!
Chapter Thirteen
Over Again.



Bekie rise per l'ennesima volta, mentre il ragazzo davanti a lei, cercava invano di disegnare. 
-Smettila di ridere- borbottò Logan, posando la matita sul tavolo. -Sono negato, non ci riuscirò mai- continuò, posando lo sguardo su quello che doveva essere un gatto. Era da circa mezz'ora, che cercava invano di disegnare un gatto e sinceramente non sapeva nemmeno per quale assurdo motivo lo stesse facendo.
-Sembra- Rebecca trattene le risate -Un, un albero- rise di nuovo, mentre Logan incrociava le braccia al petto.
Erano le prime ore del pomeriggio e Logan stentava ancora a credere di essere rimasto da solo con Rebecca, a casa sua.
Aveva parlato con James e Carlos, spiegando al latino di essersi preso una bella cotta per la sorella e che no, non poteva fare a meno di innamorarsi ogni giorno un po' di più. 
Solo dopo aver promesso che si sarebbe impegnato nel non ferire Rebecca e a trattarla come una principessa, Carlos gli aveva sorriso, augurandoli buona fortuna. Ed ora, averla davanti a se, che rideva allegra, lo faceva sentire veramente al settimo cielo. 
-Logan- 
La voce della ragazza lo riportò sulla terra e non poté fare a meno di sorridere, non appena si rese conto che entrambi si stavano fissando, senza battere ciglio.
Logan non si era innamorato troppo spesso e trovava che l'amore, non era affatto un gioco da ragazzi. 
Ma quando aveva rivisto Bekie dopo tanti anni, il cuore aveva preso il controllo su tutto il resto del corpo e non aveva potuto fare a meno di lasciarsi andare all'amore. 
-Bekie- 
Lei sorrise e Logan sentì il cuore accelerare. Sorrise di se stesso. Nemmeno con Ashley Deil, la sua prima cotta delle superiori, si sarebbe comportato così. 
-Non pensi sia assurdo?- domandò Logan e Bekie aggrottò le sopracciglia.
-Insomma devo dirtelo- continuò, portando le mani al viso. -Tuo fratello mi ucciderà- 
Bekie sorrise. Stava succedendo. Il ragazzo di cui era innamorata da ormai un bel po', finalmente, stava per fare la sua dichiarazione. 
-Facciamo così- parlò lei, sorridendo. -Se lo dico io per prima, mio fratello non potrà arrabbiarti con te- 
-Dirmi cosa?-
-Che mi sono innamorata di te, LogieBear- scherzò lei, sorridendo. 
Logan sorrise a sua volta, prima di afferrare la mano della ragazza davanti a lei. 
-Oh, anche io, anche io credo di essermi innamorato di te- sussurrò lui. 
Passò un secondo. Le labbra di Bekie sfiorarono lentamente quelle di Logan ed entrambi capirono di non aver sbagliato nulla.
Bekie aveva fatto la scelta giusta nel tornare dall'Italia e Logan non aveva errato nel rischiare la vita spiegando la situazione a Carlos. 
Ne era assolutamente valsa la pena. 
-Tuo fratello ci ucciderà- sussurrò Logan, sorridendo, mentre stringeva a se Rebecca. 
-Devo ammettere che per la prima volta, la cosa non mi spaventa- scherzò lei, prima di poggiare di nuovo le labbra dando a Logan un secondo bacio.
E ne era sicura, ne avrebbe perso il conto.




Ogni volta che le veniva detto che il grado di sopportazione di dolore nei ragazzi era minore rispetto a quello delle ragazze, scuoteva la testa divertita ma non dava molto peso alla questione. 
Solo adesso si rendeva conto di quanto fosse vero. 
Suo fratello era sempre stato un po' esagerato quando si parlava di febbre ed era vero, per lui una semplice febbricella sul trentasette e due diventava quasi mortale. Ma non si era mai approfittato della situazione ed aveva continuato a svolgere le semplici attività casalinghe indispensabili. 
Ma in quei due giorni aveva veramente esagerato. 
-Chris- 
La ragazza si voltò di scatto, fulminando il fratello, sdraiato sul letto. 
-Dimmi- sbilò, cercando di mantenere la calma. Quante volte l'aveva chiamata quella mattina? Ne aveva perso il conto. 
-Puoi portarmi un bicchiere d'acqua?- 
Christina posò il panno sulla scrivania del fratello e sbuffò, prima di sorridere ed annuire. 
Si avviò verso la porta, prima di bloccarsi sentendo di nuovo il fratello parlare. 
-Oh e, emh, anche un po' di frutta, sorellina- 
-Tagliata anche a pezzettini?- borbottò lei con tono sarcastico. 
-Potresti?- 
Christina spalancò gli occhi prima di voltarsi verso il fratello. 
Kendall le sorrise, sdraiato sul letto. La benda che portava al naso lo rendeva maledettamente buffo e Christina sapeva che non sarebbe riuscita ad arrabbiarsi con lui. 
-Certo fratellone, te la porto subito- 
La ragazza si incamminò per il corridoio, prima di raggiungere le scale e scenderle lentamente. 
Scosse la testa, quando il pensiero di dire qualcosa al fratello le attraversò la mente. I loro genitori sarebbero arrivati da un momento all'altro e l'ultima cosa che desiderava in quel momento era litigare con lui.
Afferrò un piatto dallo scaffale superiore della cucina e un arancia, iniziando a tagliarla con calma. 
Il campanello, seguito dallo squillo del telefono fisso la fece sussultare ed una fetta d'arancia cadde rovinosamente a terra. 
-Dannazione- sussurrò fra i denti, raccogliendo velocemente lo spicchio e correndo veloce verso il salotto. 
Afferrò il telefono ed aprì la porta in meno di due secondi. 
Rispose al cellulare con uno sbuffo, mentre sorrideva alla vista di Alexandra e James, sulla porta. 
-Oh, ehi, papà- disse, mentre i due ragazzi entravano in casa. -Sì, va, va benissimo, ci vediamo dopo- 
Christina lanciò il telefono sul divano, dopo aver chiuso e sorrise ad Alex e James che a loro volta le sorridevano divertiti.
-Kendall è su in camera, e fammi un favore portagli questi- 
Christina sparì per un attimo in cucina, tornando subito dopo con un piatto di fette d'arancia e zucchero ed una bottiglietta d'acqua. 
Alexandra le sorrise prima di afferrare i due oggetti e sparire per le scale. 
-E tu- Chritsina si rivolse a James -Abbracciami- 
James ridacchiò divertito, prima di aprire le braccia e lasciare che Christina si buttasse fra di esse. 
-Ti sta facendo impazzire non è vero?- domandò James, lanciando un'occhiata alle scale, riferendosi a Kendall. 
Christina si limitò ad annuire, mentre James si sedeva sul divano, tenendola vicina. 
-Noah e Joe sono arrivati a New York stanotte, mi hanno mandato un sacco di foto- iniziò James, facendo sorridere Christina. Ricordava ancora l'espressione di Joe quando Noah le aveva mostrato due biglietti aerei per New York. Sarebbero stati via per tutto il week-end ed era felicissima per loro. 
-Logan e Bekie erano a casa, l'ultima volta che li ho sentiti- 
-Hai parlato con Carlos?-
-Si è lasciato convincere- scherzò James -Anche se inizialmente non era molto contento all'idea che sua sorella potesse in qualche modo piacere a Logan e che lui potesse corteggiarla-
Christina batté le mani divertita. -Missione quasi compiuta- sussurrò James, prima di lasciarle un bacio a fior di labbra. 
Esattamente nello stesso momento, Alex aveva fatto la stessa cosa, prendendo Kendall di sorpresa. 
-Sei comodo?- domandò la ragazza subito dopo, sistemandosi accanto a lui sul letto. Kendall la teneva stretta a se con un braccio, mentre lei aveva adagiato la testa sul suo petto. 
-Mhmh- rispose lui, baciandole la testa -Mai stato meglio- continuò, facendo ridacchiare la fidanzata. 
-Alex devo parlarti di una cosa- 
La voce di Kendall aveva spezzato il breve silenzio che si era creato fra i due. 
Alexandra aveva alzato gli occhi, scontrandoli contro quelli verdi del suo ragazzo. 
-Sarei dovuto partire per l'Europa il prossimo week-end- 
Alexandra si tirò su di scatto e Kendall si sistemò, poggiando la schiena al muro. 
-Era un progetto che, che avevo da mesi. Sai, io e la mia chitarra, in viaggio in cerca di successo- borbottò quasi imbarazzato -Avrei visitato tutte le capitali europee, sarei stato via due mesi, per diventare qualcuno- 
Esitò, fissando la ragazza. Passò una mano nei capelli. -Prima di venire da te, il giorno che, insomma, hai capito- si grattò la nuca imbarazzato, quasi il loro primo bacio fosse il suo segreto più prezioso -Prima di venire da te ero distrutto dall'idea che avrei dovuto rinunciare a quel viaggio per te- 
Alex si sentì in colpa, e portò istintivamente una mano al cuore. Kendall sembrò accorgersene e le prese le mani, iniziando ad accarezzarle. 
-Ma poi- continuò, tranquillizzandola -Mi sono reso conto che non ho bisogno di diventare qualcuno per loro- si bloccò, sorridendo timidamente -Tutto quello di cui ho veramente bisogno è di essere qualcuno per te- 
Kendall non riuscì nemmeno a concludere la frase che Alex era scoppiata in una risata divertita e l'aveva baciato senza pensarci due volte. 
Fu il rumore del campanello e il richiamo di Chris a far staccare a malavoglia i due, dopo qualche minuto. 
-Mi dispiace- sussurrò Kendall, accarezzando per un'ultima volta il viso della fidanzata. 
Alexandra sorrise, prima di uscire dalla camera ed uscire dal retro. 
Kendall respirò profondamente prima di scendere le scale. 
Si fermò al penultimo gradino e cercò con lo sguardo sua sorella, seduta sul divano. Le sorrise, cercando di rassicurarla, ma per tutta risposta lei abbassò gli occhi e si lasciò sfuggire un colpo di tosse. 
Le sagome che fino a quel momento Kendall aveva fissato si voltarono e il biondo sentì la terra mancargli sotto i piedi. 
Gli occhi verdi del padre e quelli azzurri della madre lo fissavano, in religioso silenzio. 
Kendall provò un'insolita sensazione allo stomaco, nel riconoscere i visi dei genitori, che ormai non vedeva da anni. 
Camminò lentamente verso il divano e pochi attimi dopo essersi seduto, sentì la mano della sorella cercare la sua. Kendall la strinse, prima di lanciarle uno sguardo e sorridere. 
Christina ricambiò pacatamente il sorriso, prima di spostare lo sguardo sui genitori. 
Il silenzio nella stanza era calato velocemente e sembrava che nessuno volesse interromperlo. 
-Allora- la voce del signor Schmitd, Kent, ruppe il silenzio tremando. Christina e Kendall lo fissavano e l'uomo poteva sentire lo sguardo della moglie puntato su di lui. 
-Come va, ragazzi?- domandò. 
Christina si limitò ad alzare le spalle, mentre rispondeva con un sorriso allo sguardo gentile della madre, fresca di chirurgo. 
-Tutto bene papà, grazie- prese la parola Kendall -E a voi- 
-Oh benissimo- lo sguardo di Kent si illuminò ed il sorriso sul volto di Kathy, quasi spaventò i fratelli. 
-E portiamo grandi notizie- continuò il padre. 
Christina impallidì. Quella frase non le piaceva affatto. 
-La nostra azienda sta andando a gonfie vele e Kendall- spostò gli occhi sul primogenito, e quest ultimo si irrigidì sul divano -Sono giunto alla decisione di affidare parte del lavoro a te- 
Christina sentì la mano del fratello lasciare la sua, ed abbassò lo sguardo. 
-Siamo qua ad annunciarvi che Kendall otterrà a breve il titolo di vice direttore della Schmidt Immobiliare che si è trasferita anche all'estero- Kent sorrise di nuovo al figlio. 
-Oh che stupido- parlò dopo qualche attimo l'uomo, battendo una mano sul ginocchio. 
-Il tuo studio avrà sede a Parigi, Kendall. E' già tutto pronto, dovete solo preparare le valige- sorrise suo padre in conclusione. 
Kendall spalancò gli occhi, prima di spostare lo sguardo sulla sorella, che fissava il padre sbalordita. 
-Parigi? Papà ti rendi conto cosa ci stai chiedendo?- 
La voce di Christina fu interrotta dallo sguardo ammonitore del padre. 
-Tesoro- fu Kathy a parlare qualche attimo dopo -La capitale dell'amore, della moda! Sono sicura che te ne innamorerai subito- sorrise rivolta alla figlia. 
Kendall fece per ribattere, ma la voce del padre lo bloccò -Non voglio sentire lamentele Kendall. Ti devi impegnare, come primogenito ed unico figlio maschio, a mandare avanti l'azienda del tuo bisnonno. Sapevi che sarebbe arrivato questo momento- 
Kendall si alzò in piedi e strinse i pugni, sovrastando il padre, ancora seduto. 
Christina gli sfiorò la mano, tentando di calmarlo, ma lui la scostò, continuando a fissare il padre. 
-Al Diavolo- sibilò con rabbia fra i denti, prima di voltarsi ed imboccare velocemente le scale, per sparire al piano di sopra. 
Christina si ritrovò da sola e non poté non abbassare lo sguardo quando sentì una porta sbattere. 
-Partirete fra quattro giorni- parlò il padre qualche attimo dopo, già sulla porta. 
Christina si concesse il tempo di osservare i suoi genitori in silenzio, dopo così tanto tempo. 
Suo padre era vestito in maniera elegante e i suoi occhi verdi sembravano dolci. I capelli brizzolati erano pettinati a spazzola. Era ancora un uomo affascinante, pensò lei con una punta di rimpianto. 
Sua madre accanto a lui, aveva l'aspetto di una ventenne. I lunghi capelli biondi, le ricadevano in boccoli sulle spalle, ed il viso truccato dimostrava una felicità vana. 
-A presto tesoro- 
La madre le accarezzò il viso prima di chiudere la porta dietro le sue spalle. 
Fu nel silenzio del salotto, qualche minuto dopo, che Christina si lasciò andare alle lacrime, seduta contro la porta. 
Non ricordava quanto sarebbe stato doloroso.
Era come un pugno allo stomaco, avere la consapevolezza che a breve avrebbe perso tutto di nuovo. 
Ed avrebbe dovuto ricominciare tutto, di nuovo. 



 
Chris' corner
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH
Okay, non so con quale coraggio mi ripresento qua. 
SCUSATE IL RITARDO OH MIO DIO MI FACCIO SCHIFO DA SOLA.
Non so, come faccio a chiedervi scusa? Non c'è modo, insomma, più di un mese. 
E non ho altra giustificazione che non sia l'inizio della scuola e la fine del mio tempo libero. 
Quindi chiedo veramente SCUSA a tutti i miei lettori che forse mi credo morta ma che comunque mi hanno aspettato. 
Davvero, vi chiedo perdono. Dio, mi faccio così schifo. 
Il capitolo è quello che è, e chiedo perdono anche per questo.
E' diciamo un capitolo di passaggio in cui avviene una cosa bella (Miri, non ringraziarmi) ed una un po' più brutta. Sapete che le cose non possono essere sempre rose e fiori, perciò non odiatemi. 
Quindi che dire?
RINGRAZIO TUUUUTTI I MIEI LETTORI ed in particolare quei due ANGELI che hanno recensito:
Arcadia_
Sempreverde03

GRAZIE INFINITE, io, davvero, non so come farei senza di voi. 
Ora dato che devo correre a recensire un sacco di storie, vi lascio.
Vi prego di lasciarmi una piccola recensione e chiedo davvero il vostro perdono. 
Con tutto l'amore del mondo,
Chris

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Capitolo 14
*** Just two years later. ***


L.A. Baby!
Chapter Fourteen
Just two years later.




Summer, 2 Years Later, Los Angeles, 01:00 PM


Joe pettinava i lunghi capelli biondi con calma, mentre ascoltava i rumori ovattati provenire da fuori. 
Il tepore della stanza la rilassava, mentre la luce del sole si intrufolava dalla finestra. Si fissava nello specchio e non poteva fare a meno di pensare che quei due anni erano passati troppo velocemente. 
La sua mente volò inevitabilmente al giorno in cui Kendall le aveva detto che sarebbe dovuto partire con sua sorella. 
Il biondo si era presentato a casa sua con un pacchetto di cioccolatini al cocco e Yuma. 
-Kendall che ci fai qua?- aveva domandato Joe, facendolo entrare. Kendall aveva sospirato ed aveva lasciato che Yuma giocasse con il suo maialino, mentre lui si era seduto di peso sul divano. -Kendall-
Joe si mise seduta davanti a lui ed inclinò la testa di lato cercando di capire i pensieri del ragazzo. 
Poteva vedere il cervello di Kendall lavorare, mentre aveva appoggiato i gomiti sui ginocchi e mordicchiava le labbra in un gesto quasi isterico. Joe e Kendall avevano un rapporto estremamente particolare. Si volevano bene, da morire, ma quando stavano in compagnia era un continuo battibeccare. Avevano due caratteri troppo uguali per riuscire ad andare d'accordo. Ma quando si trovavano da soli, riuscivano ad intraprendere conversazioni serie ed adulte, per quanto alla loro età fosse difficile. Ma nonostante si conoscessero ormai da molto tempo, Joe, a volte, trovava difficile capire i comportamenti del ragazzo. 
Ma poi Kendall aveva parlato. Così, schietto e preciso.
-Ci trasferiamo fra due giorni- 
Così.
-E' uno scherzo- le aveva risposto lei ridendo, ma lo sguardo del ragazzo davanti a lei non sembrava affatto divertito. 
-Dove?- aveva allora chiesto, qualche minuto dopo, seduta sul divano di casa sua, Kendall davanti a lei che le spiegava con una calma quasi surreale cosa stava accadendo. 
-Sarebbe voluta venire Chris, ma non riesce a spiccicare parola in questi giorni- 
Joe aveva annuito con aria grave ed aveva abbracciato il suo migliore amico. -Mi mancherete così tanto- era l'unica cosa che era riuscita a dire, prima di scoppiare a piangere. 



Alexandra sorrideva ancora, fissando la foto che Kendall le aveva regalato prima di partire. L'aveva messa sul comodino, ed ogni sera, prima di addormentarsi, la osservava, cercando di ricordare i bei momenti che avevano passato insieme. Era stato difficile non piangere in quei giorni, era stato difficile passare davanti a quella che era un tempo casa Schmidt e non poter suonare al campanello. Era stato difficile tentare di dimenticare le parole di Kendall, poco prima di partire.
-Aspettami piccola- le aveva detto, mentre la stringeva stretta a se -Sarai sempre l'unica nel mio cuore, ricordatelo, okay?- 
Ma lei voleva dimenticare. Sì, perche faceva tremendamente male sapere che la sua migliore amica ed il suo fidanzato erano dall'altra parte del mondo e che lei, lei non poteva fare nulla. 
Faceva male, sentire il profumo della maglietta che Kendall le aveva regalato sparire, esattamente come spariva la sensazione di averlo sempre accanto. 
Ma quella foto, lui che la teneva stretta a se, sulla spiaggia e la baciava, quella foto la faceva sorridere, nonostante ormai, sotto un certo aspetto fosse tutto finito. Le cose nella sua vita erano cambiate radicalmente da quando Chris e Kendall erano partiti due anni prima.
Aveva trovato lavoro, in un delizioso bar davanti alla spiaggia ed aveva provato a ricominciare. 
Ma si era arresa subito. Come poteva provare a iniziare una nuova vita, se ogni volta che vedeva una chioma bionda tra la folla sperava che fosse Kendall ed ogni volta, e ciò la distruggeva particolarmente, si ostinava ad ordinare otto pizze invece che sei.
-Alex le pizze sono di nuovo otto- 
E lei scoppiava a piangere, perché dannazione,  sperava veramente che a breve avrebbero suonato a quella dannata porta e si sarebbero messi al tavolo insieme a tutti quanti, ma sapeva che non sarebbe mai successo.
Si controllò un'ultima volta allo specchio, prima di sospirare. 
Forse quella giornata avrebbe segnato una svolta nella sua vita. 
Ne aveva assolutamente bisogno. 




James fissava l'oceano da almeno un'ora. Sapeva che a breve sarebbe dovuto tornare a casa e prepararsi per l'appuntamento, ma in quel momento, non poteva fare a meno di fissare l'oceano e pensare a lei. 
Non era stato facile. Quando Christina era letteralmente caduta fra le sue braccia piangendo, aveva capito che qualcosa di grave sarebbe successo, ma mai avrebbe pensato a quello.
-Che, che succede piccola?- aveva chiesto e nel momento esatto in cui aveva finito di pronunciare quella domanda se ne era pentito all'istante. 
-Parigi, James, Parigi!- aveva urlato lei come risposta, soffocando un singhiozzo. 
Ed era in quel momento che James aveva capito che tutto sarebbe andato in frantumi.
Ed anche ora, mentre fissava in silenzio la distesa di fronte a lui, riusciva a sentire quel grido, quella città. 
Parigi. 
E pensare che le era sempre piaciuta come città. Aveva sognato per anni di poterla visitare, ma ancora non ne aveva avuto possibilità.
Il suo obbiettivo era quello di visitare prima tutta l'America e poi, avrebbe visitato il resto del mondo. E l'idea che gli frullava da tempo in mente era quella di girare il mondo con Chris. Ma adesso, ogni progetto era sfumato e nemmeno in quei due anni, James era riuscito a dimenticare Chris, sapeva che non ci sarebbe mai riuscito.
Si alzò di scatto da terra, scuotendo violentemente la testa. 
L'appuntamento. 
Sì, quell'appuntamento avrebbe sicuramente stravolto la sua vita.



Logan camminava lentamente, mentre stringeva la mano della sua ragazza. Bekie le sorrise dolcemente, ma Logan dovette spostare lo sguardo, per non restituirle il sorriso.
Non ci riusciva. Sapeva quanto Bekie si stesse sforzando per fargli dimenticare della partenza di due dei suoi migliori amici, ma non durante quel giorno. 
Sentì la presa della ragazza più forte.
-Ehi-
-Scusa- 
Logan sussurrò quella parola lanciando uno sguardo a Rebecca, che le sorrise.
-Non devi chiedermi scusa. Insomma è normale, scusa se sono stata insistente-
-E' insopportabile la consapevolezza di non poter dimenticare quei due- 
Logan sbuffò, portando una mano nei capelli scuri. 
-Logie- 
Il ragazzo alzò lo sguardo e si bloccò sullo stradello, imitando la fidanzata. -Oggi cambia tutto- la ragazza di bloccò, portando una mano sul cuore -Cioè... Oggi tutto potrebbe cambiare. Dobbiamo solo arrivare a casa di Noah ed aspettare quella telefonata. Devi solo aspettare-
Le carezze che la ragazza le passava sul braccio erano riuscite inevitabilmente a tranquillizzarlo, ma aveva ancora quel maledetto peso sul cuore che niente, per lo meno prima di quella telefonata, avrebbe potuto eliminare quella noiosa sensazione. 
Devi solo aspettare, si ripeteva mentalmente mentre iniziava a camminare, devi solo aspettare.




Summer, 2 Years Later, Paris, 10:00 AM



-Dio, Rosie sposta quella dannata cartella dalla mia scrivania!- 
Christina socchiuse gli occhi non appena udì la voce del fratello parlare in americano, mentre varcava l'enorme porta di vetro. 
Tipico di quando si infuriava. Il suo francese non era mai stato un granché, effettivamente.
Afferrò il caffè che Melanie, la sua segretaria, le porgeva gentilmente, ringraziandola con un sorriso cordiale. 
Posò la sua borsa, rigorosamente firmata, sulla scrivania e sorrise a se stessa nello specchio. Ignorò la tremenda sensazione alla bocca dello stomaco, la stessa che aveva ogni volta che si vedeva così diversa allo specchio ed entrò senza bussare dalla porta di legno che divideva il suo studio da quello del fratello.
-Dovresti smettere di urlare ad ogni segretaria che fa cose gentili per te, sai?- domandò, lanciando uno sguardo alla povera Rosie, che usciva silenziosamente dalla stanza. 
-Quell'incompetente. Le ho chiesto due cose e non è riuscita a farne mezze-
-Ma per favore- Christina aprì le finestre dello studio, dando le spalle al fratello -Parli come tuo padre- 
-L'ultima cosa che mi serve in questo momento è perdere tempo- Kendall afferrò qualche foglio dalla scrivania, prima di fissare la sorella -E tu non fai altro che intralciarmi- 
-Avanti, dillo- Christina aveva poggiato le mani sui fianchi e fissava il fratello con aria autoritaria -Il tempo è denaro, non è vero, signorino Schmidt?- domandò con cattiveria. 
Christina detestava quella che ora era la sua vita. Si svegliava ogni mattina alle sei e si trascinava lentamente nel suo lussuoso appartamento parigino. Sceglieva che tailleur indossare, le varianti non erano molte, camicia bianca o panna, solo durante occasioni importanti indossava una camicia dal leggero color pesca, giacca nera e gonna stretta, lunga cinque centimetri sotto il ginocchio. 
Il viso sempre truccato con cura -Devi avere un aspetto affidabile- le aveva spiegato la madre, un ombretto dorato ed un filo di eyeliner marrone, mascara e rossetto color carne, con solo qualche sfumatura rosata. Ed il blush, mai troppo marcato. 
Infilava qualche cartella nella borsa griffata, controllava distrattamente le email sul cellulare ed usciva dall'appartamento che condivideva con suo fratello. 
E poi, Parigi. 
Le piaceva come città, non poteva negarlo, ma Dio, le persone sembravano così chiuse e poco interessate alla loro vita. Aveva riscontrato di essere l'unica abitante di Parigi che si concedeva uno sguardo alle bellezze dalla città. 
Tutti gli altri sembravano solamente tanti e cocciuti robot.
E lei aveva il terrore di diventare come loro. 
Di diventare come suo padre e sua madre. 
Solo il fatto di indossare scarpe con il tacco dalla mattina alla sera la mettevano a disagio. 
Quella non era la vita che faceva per lei, ma si era ritrovata incatenata in essa senza neanche avere il tempo di ribattere. 
-Mi dici che stai aspettando?- la voce innervosita del fratello la riportò alla realtà. Kendall la fissava, già sulla porta e con la ventiquattrore in mano. 
-Scusa, stavo solo pensando- si giustificò la sorella, raggiungendo il ragazzo. 
Uscirono dallo studio uno accanto all'altro. Gli sguardi di tutti erano puntati su di loro, i fratelli Schmidt, il cuore dell'agenzia immobiliare a Parigi. 
Camminarono a testa alta, mentre i lavoratori abbassavano lo sguardo e tornavano a lavorare. 
Uscirono dall'enorme edificio, ed entrarono, rigorosamente in sincronia, nella loro auto nera. 
-Hai studiato bene il cliente?- domandò Kendall qualche attimo dopo che l'auto si era messa in movimento per le strade trafficate. 
Christina annuì, controllando con scrupolo un fascicolo.
-Paul De Cauchet, sulla quarantina, sposato con Lucille Lounde. Padre di due adorabili bambine di dodici e tredici anni, ha un budget molto alto. Stanze luminose, vista mozzafiato e due belle camere per le principessine, sono i principali interessi-
Kendall annuì. 
-Dio mio- 
Christina alzò gli occhi e notò suo fratello stropicciare gli occhi verdi. -Sono così stanco- commentò il ragazzo, passando una mano nei capelli biondi. 
Kendall non era adatto a quella vita, pensò Chris con una punta di rammarico. Lo vedeva ogni giorno, imprigionato dentro quella figura da capo e uomo d'affari, imbottigliato in quei completi eleganti. Urlava, si arrabbiava, sbatteva porte ed ognuno pensava che fosse il capo perfetto, l'unico che sarebbe mai riuscito a gestire tutto quel lavoro, ma Christina sapeva da dove provenisse quella rabbia. 
Lo sapeva perché era l'unica a vederlo, la sera, quando si sdraiava sul divano e si ingozzava di pizza con lei. Ed era certa di riuscire a riconoscere il Kendall di una volta, mentre rideva divertito per qualcosa visto alla tv o la prendeva in giro per ogni minima cavolata. 
Sapeva quanto Kendall odiasse quella vita. 
Nel mondo di Parigi, i fratelli Schmidt erano diventati la coppia vincente e... felice. Sì, perché Chris e Kendall il sorriso non lo avevano mai perso, ma i motivi per sorridere si. Era solo un sorriso impostato, di scena. 
Ed entrambi volevano scappare da quella vita. 
Christina accarezzò il braccio del fratello, cercando di tranquillizzarlo. 
-Stasera preparerò una bella insalata e ci guarderemo molti film- disse dolcemente la ragazza. 
-Ho voglia di mangiare un hamburger, sono due anni che non ne mangio uno decente- 
Il ragazzo si bloccò.
-Oggi sono due anni- sussurrò. Tutta la frenesia di quell'incontro importante gli aveva fatto dimenticare che giorno tristemente importante fosse quello. 
Christina annuì con aria grave. 
-Hai ragione tu, Chris- 
Kendall guardava la città scivolare fuori dal finestrino. 
-Parlo come papà, sono diventato papà- 
-Non esageriamo, io non intendevo questo- si precipitò a dire la sorella. 
-No. E' così. Sono diventato ciò che mi ero ripromesso di non diventare- 
Restarono qualche minuto in silenzio, poi lo squillo del cellulare di Christina spezzò il silenzio. 
-Christina Schmidt, come posso aiutarla?- 
-Non fare la donna di mondo con me-
-Con chi parlo scusi?- 
-Ma come! Non riconosci la voce del tuo migliore amico?
Ci fu un secondo di silenzio, Kendall notò gli occhi di Christina inumidirsi. 
-Carlos?-
-In persona-
Christina lanciò un urlo, facendo sobbalzare Kendall, che le urlò un -Sei impazzita per caso?-
Christina lo zittì con un gesto della mano. Dall'altro capo del telefono, tutto il gruppo era riunito a casa di Noah e fissava divertito il telefono in vivavoce, posato sul tavolo.
-Quando tu e il tuo fratellino snob troppo impegnato a rispondere al cellulare tornerete a casa stasera, preparate le valige-
Carlos esitò un secondo, dall'altra parte del telefono, mentre Christina impostava il vivavoce per permettere a suo fratello di sentire.
-Fra due settimane mi sposo ed avrei bisogno del mio testimone e sua sorella. Ah, i biglietti per il volo sono nella cassetta della posta- 
Vi furono alcuni minuti di silenzio, uno sguardo fra i fratelli, una frenata improvvisa. 
L'autista guida l'auto nella direzione opposta, verso il loro appartamento. Poi Kendall parlò, finalmente un sorriso sincero a stravolgere i suoi lineamenti
-Al Diavolo tutto questo schifo. Partiamo subito Carlitos.-




 
Chris' Corner
Hiiiiiiiii
Eccomi tornata. Va bene, ammetto di non essere proprio soddisfatta di questo capitolo, ma eccolo qua. 
Siamo quasi agli sgoccioli e sì, lo so, siete tristi perché tutto sta per finire. Ci sono al massimo due o tre capitoli e la storia si conclude.
MA manteniamoci allegri. Che ve ne pare delle diverse situazioni dei personaggi? Ed il nostro Carlitos si sposa! 
Potrei osare e dire che il bello della ff arriva ora, ed effettivamente le idee che ho in mente per la parte finale mi soddisfano abbastanza. 
Non sapete quanto è stato difficile descrivere un Kendall parigino. Non ce lo vedo proprio in quelle vesti. MA EHI, OGGI QUEL BIONDINO STRAFOTTENTE (piccino mio) COMPIE GLI ANNI! 
Sta diventando un vecchiarello -Ammettetelo, l'immagine di Kendall che sorseggia una tisana rilassante, a volto in una vestaglia mentre legge un giornale, seduto su di una poltrona di velluto rosso è venuta in mente anche a voi. Oh beh, non scordiamoci gli occhiali e le pantofole-
Prima di passare hai ringraziamenti vorrei dare un'informazione di servizio (tutta sta serietà da dove esce) : prima di aggiornare Five Days. ho deciso di concludere questa fanfiction. Non riesco a tenere aggiornate troppe ff e concludendo questa, potrò dedicarmi completamente a l'altra. Scusate se vi farò aspettare, vi chiedo solo un po' di pazienza. 
Ma ora i ringraziamenti:
Ringrazio tutte le persone che leggono e seguono questa ff, grazie davvero. 
E gli angeli che hanno recensito lo scorso capitolo:
- tall_blonde_pretty
- happy_face
- Sempreverde03

Grazie mille splendori. 
Spero di trovare i vostri commenti anche a questo capitolo!
Un abbraccio
Chris

 

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