L'anima oscura: ritorno alla realtà

di Dovahlene
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il nuovo Prescelto ***
Capitolo 2: *** Prigioniero pt:1 ***



Capitolo 1
*** Il nuovo Prescelto ***


Ore 23:11
 
il sonno ha abbandonato la mia strada da tempo ormai immemore, con i due canali da mandare avanti il lavoro e la preparazione infinita dell’anima oscura 2 non neanche più il tempo di mangiare qualcosa, mi siedo nel mio studio la play 3 è già accesa, in effetti non ricordo un momento della mia vita in cui quel marchingegno infernale non fosse stato lì a ricordarmi di tutta la mole di impegni che gravavano sulle mie spalle. Presi il controller ma cadde a terra imprecando mi chinai a raccoglierlo e con non poca sorpresa notai un cd impolverato che era andato a finire sotto la scrivania, lo afferrai e cercai di pulirlo con la manica, come ha fatto Dark Souls a finire lì sbottai quando vidi la copertina scura del cd. Un sentimento di nostalgia mi afferrò alla gola, non avevo tempo è vero ma era davvero tanto che non creavo un nuovo prescelto non morto, avevo bisogno di prendermi qualche momento di pausa o avrei perso il senno. Infilai il cd nello sportello della Playstation 3 e premetti avvia, ci fu un forte botto poi un calo di tensione e tutto divenne buio, lentamente davanti a me comparve la luce grigiastra del filmato d’introduzione, sembrava nitida come non lo era mai stata e quando la voce parlò lo fece come un sussurro che rimbombava nella mia testa.
 
“Nell’era degli antichi…
il mondo era amorfo, circondato dalla nebbia.
Una terra di rupi grigie, alberi giganti e draghi eterni.
Poi venne il fuoco…
E col fuoco venne la diversità
Caldo e Freddo,
Vita e Morte
E infine…Luce e Tenebra.
 
Ogni immagine appariva chiara a me come se la stessi vivendo, davanti a me si era aperto un muro di fiamma e da esse apparve creature fragili, ripiegate su se stesse sciupate come sacchi vuoti, giochi di luce nell’oscurità.
 
Poi dall’oscurità…vennero loro,
e trovarono le anime dei Lord tra le fiamme
 
Nito il Primo dei mori
 
La strega di Izalith e le sue figlie del caos
 
Gwyn, il Lord del Sole, e i suoi fedeli cavalieri
 
E il nano furtivo, così facilmente dimenticato.
 
Il mio istinto mi spinse a farmi avanti per poter carpire almeno un tratto del viso di quel misterioso e potentissimo essere, ma l’oscurità avvolgeva il suo volto…sentì però in lui un sorta di empatia come s potessi io stesso come umano comprendere l’emozione che egli provava nel tenere tra le sue esili mani un tale potere.
 
Con la forza dei Lord, essi sfidarono i draghi
I potenti dardi di Gwyn, perforarono le loro scaglie di pietra,
Le streghe invocarono immense tempeste di fuoco
Nito scatenò un miasma di Morte e malattia,
E Seath il Senzascaglie tradì i propri simili
e i draghi si estinsero.

E io incredulo ero lì, tra le linee dei cavalieri d’argento di Gwyn, tra le fiamme evocate dalle figlie del caos, ero il soffio di morte scatenato da Nito, era la rabbia del Senzascaglie ed il sangue della sua stessa razza che lento gli colava dagli artigli.
 
 
Così ebbe inizio l’era del Fuoco.
Ma presto le fiamme svaniranno, E resterà soltanto l’oscurità
Perfino ora, restano soltanto le braci,
e l’uomo non vede la luce, ma solo notti eterne
e tra i viventi si distinguono i portatori del maledetto Segno Oscuro.
 
Il mondo fu di nuovo nero e un forte bruciore al petto mi fece urlare dalle profonda oscurità della mia mente.

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Capitolo 2
*** Prigioniero pt:1 ***


Capitolo 2: Prigioniero
 
Un forte odore di muffa, morte e sangue mi pervase le narici, aprii gli occhi lentamente tenendomi la testa fra le mani, ora fissavo un sudicio e spiacevolmente familiare pavimento di pietra, coperto di graffi, muschio e orribili insetti che procedevano in fila indiana davanti ai miei piedi…ero nudo.
 
D’un tratto il puzzo di prigione venne assorbito da una folata di aria fresca, alzai gli occhi e vidi un cavaliere, mi fece cenno col capo e gettò un cadavere ai miei piedi, mi alzai di scatto terrorizzato da quella orrenda visione,  tanto raccapricciante quanto comune ai miei occhi.
 
La pelle del povero essere che con un tonfo mi era atterrata davanti era smunta, secca, di un viola malato, il volto orribilmente sfigurato era privo di occhi, i denti (quei pochi che rimanevano) digrignati in un sorriso orrendo, una lucentezza innaturale simile a un velo ricopriva il petto del cadavere, avvicinai la mano e sentii immediatamente qualcosa di metallico e arrugginito tra le dita, la chiave era mia. Spogliai il cadavere dei pochi indumenti che lo vestivano, un misero lembo di pelle, che non aveva utilità alcuna se non quella di coprire le mie vergogne, feci girare la chiave nella serratura che si aprì con un scatto… ero libero, urla bestiali mi fecero rabbrividire mi avvicinai lentamente alla barriera che separava lo stretto corridoio della mia cella alla stanza sottostante del rifugio dei non morti, un immonda creatura, gigantesca e spaventosa si agitava pigramente nella stanza, dondolando la grassa coda e sferzando l’aria con la sua poderosa arma, mi costrinsi ad avanzare. Un altro non morto era a pochi passi da me, pareva spaventato confuso, ma anche pronto a difendersi, senza pensarci due volte mi gettai contro di lui, sfilandogli dalle dita l’elsa della spada spezzata che impugnava, fu un istante presi quella rudimentale arma e gliela conficcai nel cuore…cadde a terra. Immagini confuse si addensarono nella mia mente per un istante, mentre sentivo il mio corpo pervaso da uno strano potere…anime mormorai, mentre attraverso i miei occhi passavano alcuni istanti della vita di quel povero essere che una volta fu abitante della contea di Xena, era questo che facevano le anime, mostravano la vita delle persone.
 
Una struttura al centro della larga “piazza” in cui mi trovavo mi fece capire che da lì a poco avrei dovuto correre, ma non prima di fare ciò che tutti i souls player’s sanno fare meglio, riposare le stanche membra al falò, allungai la mano verso la spada conficcata su un cumulo di ossa, le ossa dei non morti, gli eterni sacrificati, gli unici capaci di conservare la fiamma, il calore mi pervase…era come un balsamo per me, per la prima volta mi parve di sentire il cuore battere ed il sangue freddo come il ghiaccio sciogliersi e circolare nelle vene. Non sapevo perché ero lì o cosa tutto questo significasse, com’era accaduto? Era un sogno? Era reale?...ero forse in un limbo infernale in un allucinante attesa del mio giudizio?, ero morto quindi?, ora tutto ciò che contava era andare avanti, dopotutto a volte mi sentivo meglio in questo mondo che in quello reale. Colpii l’arciere, il suo sangue mi esplose sul volto come un proiettile, rubai la spada che non aveva fatto in tempo ad equipaggiare e insieme al mio nuovo fedele scudo del ragno, (pg eclettico è sempre stato il mio vizio) i non morti non furono un problema due colpi ciascuno e di loro non rimase che un involucro vuoto, fu il cavaliere infondo al balcone con la sua alabarda d’acciaio a crearmi la prima vera sfida, non fu semplice come nel gioco, qui gli esseri avevano coscienza e pur muovendosi come avrebbe fatto un non morto senza senno, i suoi attacchi erano mirati e precisi, era impossibile rompere la sua guardia, e io ero coperto solo di stracci, mi distrassi per un attimo e la sua arma mi lacerò il fianco fu un dolore immenso, lacrime calde mi scesero sul volto corroso mentre la ferita si riempiva di scarlatto e denso sangue, con un grido che aveva ben poco della mia vera natura mi avventai su quel dannato non-morto agitando la spada e con un fendente orizzontale gli staccai la testa di netto, che rotolò lontano tra la polvere.
 
Mi gettai a terra dilaniato dallo sforzo, mi concentrai sul dono che il cavaliere della salvezza mi aveva lasciato prima di spirare (oh i’m diying here take my estus flasks -_-), bevvi il liquido e sentii la stessa sensazione che avevo provato accendendo il falò, un calore confortante che curò ogni dolore.
 
Razziai il cadavere del mio nemico la sua arma era sparita, ma non i suoi abiti, e per affrontare il demone che mi separava da Lordran avrei avuto bisogno di una vera difesa, non appena indossai l’armatura, quella magicamente si restrinse seguendo perfettamente la mia forma longilinea e per niente prestante, con un sospiro mi avvicinai al muro di nebbia grigia, mentre brividi si espandevano lungo tutta la mia spina dorsale, questo non era più un gioco, la ferita era vera e anche la morte lo sarebbe stato.
 
AVEVI DETTO CHE NON ERA REALE
LA TUA MENTE LO RENDE REALE -cit Matrix

 
NDA: non sono morta, sono solo sotto esami di maturità e a corto di idee, spero che questo secondo capitolo sia di vostro gradimento Fellows undeads,
 
Praise the sun
-Dovahlene

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