Sto
seguendo con fatica la folla di che mi circonda e attraversa le fogne
a passo veloce. Tengo la testa puntata verso il basso pensando alle
facce terrorizzate degli spettatori quando ho battuto Zen.
Ho
fatto davvero qualcosa di così incredibile? Posso capire che
fosse un degno avversario, ma spero comunque che questo non sia il
meglio del repertorio di Cardiax e L.V. Lasciando perdere queste
domande interiori, mi dirigo tra cumulo di gente, il più
vicino possibile a Joy.
Non
appena la sfioro con la spalla la sento esclamare.
-Pensavo
che avresti avuto la faccia tosta di ammazzarlo.-
Non
mi rivolge nemmeno lo sguardo e rimane li con il suo piccolo sorriso
strafottente.
-Lascio
a te, mia signora del sangue, le esecuzioni. Così da non
annoiarvi minimamente.-
Gli
rispondo con franchezza.
-Divertente.
Evita almeno di starmi vicino quando siamo in presenza di Cardiax.-
Mi
dice tornando ad essere seria. Poi, la vedo allontanarsi verso la
sinistra della folla, scomparendo tra decine di persone.
Non
capisco il perché di quell'ordine ma non voglio farci molto
caso, lei è emotivamente instabile quando ci sono io.
Continuando a pensare a lei capisco di non essere il tipo da fare
complimenti, ma non è niente male come ragazza. Avrà si
e no venticinque anni e quei capelli corti neri hanno il loro
fascino. Sono un po' più chiari rispetto ai miei color
carbone, e coprono anche a lei l'occhio destro. Il suo vestito, o
almeno quel poco che ho intravisto, è totalmente blu ed ha dei
bottoni esagonali molto spessi, inoltre i suoi pantaloni sono di un
grigio acqua con qualche striscia bianca che li percorre. Dopo aver
analizzato tutti i suoi vestiti mi dedico a capire dove stiamo
andando esattamente. Pare che senza accorgermene siamo passati per
qualche cunicolo nascosto ed ora ci troviamo nella stazione
abbandonata di Waldorf Astoria.
-Credevo
fosse una fazione con la carta igienica incastonata di diamanti.-
Sbuffo
alzando un po' troppo la voce, tanto che il ragazzo davanti a me si
gira nella mia direzione continuando a camminare all'indietro.
-Credi
che non l'abbiano rinnovata “spara scintille”?-
-Bè
penso di sì. Non saprei, da qua non si vede un cazzo se non il
nome delle fermate.-
Gli
rispondo un po' confuso.
-Vedrai,
comunque piacere, sono Icaro. O almeno mi faccio chiamare così.
Se non ricordo male tu sei Dry, giusto?-
Mi
tende la mano dopo la sua presentazione, ma io non la stringo.
-Okaaaayy,
che ne dici di spiegarmi il perché del tuo nomignolo dato che
il cammino è ancora lungo?-
Continua
ritraendo la mano.
-Forse
quando mi daranno un po' di morfina per questa fottuta spalla.-
Gli
rispondo secco.
Lui
guarda verso il basso ridendo e si rigira. Ha la testa ovale, e dei
capelli biondi molto corti e rasati, come quelli dei marine. La sua
bocca è piena di denti smaglianti che fanno compagnia a due
grandi occhi azzurri.
Dopo
quella che sembra un'eternità, tutta la folla si ferma di
colpo, facendomi rischiare di cadere sui binari. Gli OverKal
veterani, che riconosco per il simbolo della fazione nei punti del
corpo più improbabili, seguono L.V sopra un treno in disuso e
proseguendo il loro cammino. Ora posso ammirare tutto il lavoro che è
stato fatto qui alla stazione. Lo spettacolo mi lascia col fiato
mozzato, quello che vedo sono centinai di stanze fatte di un qualche
metallo bianco, esse sono incavate nei corridoi di tutta Waldorf
Astoria. Nella parte destra rispetto ai binari posso vedere
laboratori attrezzati con il massimo della tecnologia e in quella
sinistra dove sono io, degli alloggi si allungano per tutto il tunnel
illuminato dai neon. Proprio in mezzo si trova una specie di sala
ricreativa, con manichini per il combattimento e brevissimi percorsi
dedicati al parkour. Ogni singolo angolo di questo posto è
occupato da OverKal intenti a studiare o a combattere tra loro, il
che mi eccita non poco.
Il
mio fantasticare viene fermato quando vedo Cardiax saltare sopra al
suo trono rialzato sui binari.
Non
appena si volta verso il gruppo di novellini di cui faccio parte
inizia a parlare.
-Oggi,
siete riusciti a dimostrare che avete dimestichezza col combattimento
nella prova di forza. E i cinquemila dollari hanno dimostrato che
sapete svolgere lavori impegnativi per fare denaro.
Questo
però, non vi rende di certo speciali, anzi, siete ancora
possibile materiale di scarto; da domani cominceranno gli allenamenti
per capire meglio se vale la pena farvi lavorare con noi. Detto
questo, voglio che seguiate Clay che vi accompagnerà nelle
vostre stanze.-
Finisce
indicando un uomo nero muscoloso in canottiera e jeans.
-Per
i feriti, vi scorterà Lobby in infermeria.-
Continua
Cardiax spostando l'indice verso una ragazza molto giovane e bionda.
Io
seguo alla lettera le istruzioni e vado verso la biondina minuta.
Ha
una tuta grigia futuristica molto simile a quella di un ingegnere. Le
sue orecchie sono coperte da un paio di cuffie rosse con un
microfono.
Gli
occhi sono anch'essi grigi e la rendono molto eloquente a un primo
sguardo. Mi piace parecchio l'abito che sta indossando, con quelle
spalline di pelle e il bavero che le copre la bocca. Molleggiandomi
arrivo davanti a lei con un largo sorriso stampato in faccia.
-Principessa
del futuro, mi porteresti in infermeria per prenderti cura della mia
spalla?.-
Le
chiedo con tono sarcastico.
Lei
evita il mio sguardo arrossendo e mettendosi a tremare.
-Ehi,
scherzavo, non c'è bisogno di vergognarsi così tanto
per una stupida battuta.-
Le
dico di cercando di confortarla.
Sarò
anche un bastardo ma non mi piace mettere di cattivo umore chiunque
mi trovi davanti.
-Vieni
con me, ti ci porto.-
Riprende
lei continuando a dimostrare di essere nervosa.
Ci
incamminiamo silenziosamente nel corridoio degli alloggi, fino ad
arrivare ad un ascensore di vetro. Non appena si apre e la ragazza
preme il bottone per il terzo piano lei mi chiede.
-Quando
hai battuto Zen, perché hai continuato a folgorarlo?-
Il
suo viso è chiaramente pieno di sconforto.
-Secondo
te, dopo una mano nella spalla e un calcio nello stomaco, quanto
posso arrabbiarmi?-
Rispondo
disinteressato.
-A
me sembrava piacere più che rabbia.-
Risponde
con un filo di voce.
-E
se fossero stati entrambi?-
Richiedo
sogghignando e guardandola negli occhi.
Proprio
in quel momento l'ascensore si ferma e apre le porte automatiche. Con
uno scatto repentino la ragazza futuristica esce evitando di
guardarmi e apre la prima porta sulla sinistra con una carta
magnetica. Io la seguo con le mani incrociate dietro la schiena e
osservo l'infermeria non appena vi ci entro. L'ennesima stanza di
metallo chiaro, composta da quattro lettini vuoti e macchinari
all'avanguardia riposti su dei ripiani in legno. Torno a guardare la
fanciulla che sta smanettando con diversi contenitori di plastica in
un lato della stanza.
Mi
siedo lentamente sul primo lettino che ho davanti a attendo di essere
rimesso in sesto. Dopo qualche secondo Lobby si avvicina a me con una
sedia e un panno bagnato in mano.
-Potresti
toglierti il cappotto, per favore?-
Mi
chiede facendo aumentare il rosso sul suo viso.
-Tutto
per una bella ragazza che vuole curarmi.-
Le
rispondo divertito.
Eseguo
alla lettera la sua richiesta lasciando il mio busto coperto da una
semplice maglietta a maniche corte nera.
Lobby
si avvicina alla mia ferita ancora sanguinante sulla spalla ed inizia
a disinfettare col panno bianco; il dolore che avevo dimenticato
ritorna in aggiunta al bruciore del disinfettante.
-Aaaahh!!
Sai che ti dico? Forse si meritava un altro fulmine sulla schiena
quel bastardo cieco!-
Urlo
guardandola nei suoi vitrei occhi argentati.
A
quella dichiarazione lei si gira verso di me e si affretta a togliere
il tessuto dalla mia spalla.
-Ti
prendo un antidolorifico prima di cominciare a cucire.-
Mi
dice tornando vicino al ripiano.
-Ti
faccio così paura? Ahahah!! Questo sì che è
assurdo!-
Sbraito
in preda alle risate.
-Io
sono… Nuova come te. Sono qui da un mese circa, e mi fai
abbastanza paura… Non ti sei limitato a vincere nella prova di
forza, hai anche rischiato di causare un infarto a Zen!-
Mi
urla con le lacrime che iniziano a rigarle il viso.
-Ancora
con questo Zen? Ascoltami bene piccola bambina! Quello che io faccio
quando vinco o combatto sono affari miei capito?! E se provi ancora a
farmi la morale in questo modo giuro su questa cazzo di fazione, che
sarai costretta a disinfettare le prossime ferite con la lingua!-
Le
rispondo con la collera che prende il posto del buon umore.
Dopodiché
mi alzo in piedi e mi lancio su di lei, sbattendo un pugno su un
armadietto di vetro e rompendolo di conseguenza. Con gli occhi colmi
di terrore rimane lì impalata a fissarmi finché non
decido di risedermi sul letto. I seguenti cinque minuti passano nel
più totale silenzio, con me seduto e dolorante, e Lobby
intenta a ricucire la ferita con ago e filo.
Passano
ancora un paio di minuti ed io decido di distruggere l'atmosfera
tetra che si era creata.
-Ehi,
forse me la sono presa un po' troppo prima, mi spiace.-
Le
dico cercando di essere dolce e andando contro la mia natura.
-N-non
fa niente. Non dovevo giudicarti per le cose che avevi fatto.-
Risponde
Lobby balbettando.
Aspetto
che la benda venga arrotolata nel punto ferito e mi alzo in piedi
testando il dolore, che ancora posso sentire, anche se rispetto a
prima, è diminuito notevolmente.
-Come
ti senti?-
Mi
domanda insicura.
-Meglio,
decisamente meglio.-
Le
dico fiero.
-Forse,
posso… Darti una ricompensa.-
Dico
seduttivo alla ragazza.
Le
abbasso con una mano il bavero chiuso dalla cerniera e con l'altra le
avvolgo il collo, infine faccio per baciarla ma lei si dimena con
forza; dopo neanche due secondi dal mio tentativo audace lei apre il
palmo delle mani e genera in essi due sfere trasparenti che mi
lanciano, con una forza immensa, sul muro dall'altra parte della
stanza.
Ora
mi sento stordito, ma la botta non mi ha causato niente di che. Non
appena riapro gli occhi Lobby è già scappata via e
riesco a sentire il suo pianto soffocato mentre entra nell'ascensore.
-E
poi sarei io quello violento…-
Dico
ironicamente a me stesso.
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