Everybody's Fine

di edhoney
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PRESENTAZIONE ***
Capitolo 2: *** Alla fine dell'estate ***
Capitolo 3: *** Welcome to the jungle ***



Capitolo 1
*** PRESENTAZIONE ***


Ciao a tutti se siete qui è perchè vi ha colpito la trama. Grazie
  Questo non è un primo capito,  io volevo solo pubblicare questa nuova storia sperando vi piaccia. In base alle visualizzazioni pubblicherò il primo capitolo. Se qualcosa non andrà in futuro voi siete libere di dirmi tutto. Io spero solo che possa piacervi. Io sono EMS, già mi piace essere chiamata così. Grazie ancora!

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Capitolo 2
*** Alla fine dell'estate ***


1 capitolo: Il ritorno dell’estate
Blanchè Noelle Robert era consapevole ma non di certo responsabile della sua reputazione. Di certo nessuna ragazza avrebbe sospettato di una ragazza   proveniente da Rochelle, in Francia, miliardaria, con capelli ginger.  Fino a quel giorno in cui mise piede  in quel liceo di ricchi, vecchi spocchiosi. Nessuno avrebbe mai immaginato che questa ragazza potesse sconvolgere così tanto  la loro vita quotidiana. Blanchè una ragazza del profondo ovest della Francia, si trasferisce in un piccolo paese dell’Irlanda: Mullingar.
Ad una come lei abituata alla classe alta borghese, non era di certo piacevole stabilirsi in una città sconosciuta  perlopiù sperduta dove avrebbe dovuto passare alcuni anni della sua vita. Anni forse sprecati in casa, con la sua famiglia, e magari a vivere con delle vecchiette che ti guardavano per poi elencarti tutti i difetti peggiori della   tua propria figura. Già perché per Noelle il problema non erano tanto le vecchiette ma il fatto di non potersi esprimere al meglio.
 Quando si nasce in una famiglia ricca, non è tutto oro quel che luccica, perché si devono sopportare le costrizioni gli obblighi che i genitori impongono ai propri figli. Lei lo sapeva bene, non poteva andare in discoteca, incontrare gli amici solo per due ore al giorno,  dove solo studiare  poi nuoto e poi ancora studiare. Il mondo dei propri figli per i Robert era studiare, nulla che centrasse con il divertimento.  
 Ma Blanchè aveva un sogno quello di scrivere un romanzo, semplice ma complesso proprio come lei. Un romanzo che parlasse di lei, dei suoi obiettivi sogni che le erano stati proibiti sin dall’infanzia. Quindi già stare nella propria città con  i suoi amici era un orribile sogno, il trasferirsi in una città senza spasso sarebbe stato come un ‘incubo.   17 anni arrivano solo una volta e il desiderio più importante per  Blanchè in quel momento era: ribellione. Ribellarsi , andare a ballare, frequentare un ragazzo, innamorarsi,  e magari  avere più libertà dai genitori. Loro non glielo avrebbero mai permesso ma Blanchè non ne poteva più di starsene con le mani in mano a vedere la propria vita correre senza fermarsi.
Da quando è arrivata a Mullingar, ovvero da 36 ore Blanchè ha cambiato opinione su questo paese, sente proprio l’aria di libertà. I loro vicini erano gente alquanto imbarazzante ma al tempo stesso divertenti, folli. Ti hanno preparato la cena del benvenuto, ti hanno offerto cos’altro vuoi? Pensò.  Noelle si trovava stesa sul suo letto a baldacchino leggendo per l’ennesima volta la presentazione del liceo, dove sarebbe andata fra  cinque giorni. All’apparenza non era male, forse molto antico, ma sentiva  una sensazione strana come se lì avrebbe trovato tanto per la sua vita.  Spense il suo laptop dell’ Apple e si addormentò fra le coperte  appena pesanti del suo letto. Sogni d’oro cara francesina!
http://static.tumblr.com/c7faeaacc09218655cf0be220a072c68/2z9thl8/N8amimftv/tumblr_static_daisy_chain_2.jpg Janet Payne era appena tornata dalle suo caro campeggio. Se alla partenza era così eccitata adesso non si può dire più la stessa cosa. La rottura con il signorino/amico di suo fratello Styles  non era stata proprio piacevole.
Innamorarsi di un ragazzo così vivace, travolgente e sexy;  è stato così peccaminoso che ha portato allo sfinimento  e al fallimento. Terminato  con un piccolo discorso in una piccola montagna Irlandese.
Avere 17 anni, non è così facile come sembra e avere una storia proibita al’oscuro di tutti ne è altrettanto. Una piccola, innocente bambina   dai capelli biondo e dagli occhioni verdi si era presa la sua prima cotta per un bambino dai capelli ricci e delle fossette che spuntavano dal suo viso, dove ci metteva sempre un ditino. Harry Styles custodiva  sin  da piccolo  un fascino  a cui nessuno riusciva a resistergli. Ma il campeggio ha segnato un traguardo di una storia  ed  ha portato via con sé dei momenti indimenticabili. Ma mai è detta l’ultima parola, il traguardo può essere anche superato  se non guardato. (?)

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Capitolo 3
*** Welcome to the jungle ***


Ciao ragazze, scusate per il mostruoso ritardo, ma piutroppo è stato un periodo confusionario, fatto di domande e di pensieri costanti. Mi scuso con voi se già all’inizio ho abbandonato spero di non lasciarvi  mai più così. Ho visto che la mia storia ha ricevuto molte visite e ne sono molto felice. So di non essere bravissima a scrivere, ma mi piacerebbe tanto migliorare o intrattenermi.
Welcome to the jungle
 
Il  brusio delle voci che provenivano da giù,  il rumore del caffettiera che avvisava che il caffè fosse pronto, il rumore dei camion quotidiani ,mi ricordarono che non ero più in estate. Non ero più in Francia, che Emily e Charles non passavano a prendermi e che quello era il mio primo giorno di scuola lì a Mullingar, si cavolo. Primo giorno di scuola a Mullingar. Diavolo, come si può dimenticare una cosa del genere, primo giorno in una scuola sconosciuta e con persone sconosciute e frequentare corsi altrettanto sconosciuti. Si prospettava una  bellissima giornata che avrebbe dato inizio ad una serie di altre giornate infinite. Lo sguardo intenso. Con lo sguardo annoiato proiettato verso il riflesso del suo corpo ancora indolenzito, davanti sullo specchio, Blanchè si stropicciò  gli occhi volendo che tutto ciò fosse solo uno scherzo del destino. Ma nessuno era lì per dirle che era uno scherzo e nessuno stava pe tirarle un pizzico. Era la realtà. Una giornata soleggiata, i raggi del sole che si intravedevano e si bloccavano nella penombra delle persiane, “Victoire” che dava la sua ombra sul  pavimento in ceramica e le bambole di pezza che erano poggiate sulla panca a ridosso del letto. Victoire è la chitarra di Blanche, forse la cosa più importante della sua vita; le era stata regalata da suo padre. Fortemente voluta era stata l’unico regalo a cui davvero le importasse. Vivere in una famiglia ricca, con dei genitori che non sono mai  in casa che ti riempiono di beni materiali, non era poi così il massimo per una bambina. Tutto ciò era passato e rimuginare su questi pensieri le avrebbe portato solo ad un ritardo nel suo primo giorno di scuola. La fille(ragazza) con una grazia da elefante si tirò su in piedi e  camminò fino a raggiungere l’armadio  a muro. Di sicuro non era una che si faceva grossi problemi nel vestirsi dopo tutto con una mamma che lavora nella moda, e natale di un paese come la francia, Blanchè non fu intimorita dal pensiero del primo giorno di scuola a Mulingar. Uno skinny jeans nero ad alta vita, dr Martens bordeaux, il maglione a dolce vita grigio e lo zaino rigorosamente Prada. 15 minuti e sarebbe stata pronta.
<<  Bonjour !Ma chérié sei pronta? È il tuo primo giorno di scuola,cara. Non farmi fare brutte figure, tesoro. La colazione è pronta ti accompagna papà, devo correre a lavoro.>> disse sua mamma, entrando in camera per salutare la sua piccolina. Come il solito qualche cliente la stava aspettando per misurare un’ ennesimo vestito che solo gente spocchiosa poteva permettersi. Ovviamente, come da molti anni a questa parte Blanche, mise su un sorriso tirato e << Buongiorno a te mamma, tranquilla andrà tutto bene e non  riceverai nessuna chiamata dal preside, al massimo una telefonata dagli alieni. Buona giornata e n avvisa papà che sono quasi pronta>> rispose prontamente alla madre. Essa con un sorriso a trentadue denti, salutò sua figlia per poi avviarsi giù per le scale per una nuova giornata di lavoro lì a Mullingar.  Vi chiederete come mai si sono trasferiti,infatti, il Padre di Blanchè è originario dell’Irlanda e dopo anni di vita lontana dalla sua patria, ha  deciso di voler tornare lì, nel posto dove era nata cresciuto. Il signor Roberts era uno dei migliori avvocati che risiedessero in Francia, tante cause vinte, una buona reputazione, e una bellissima donna al suo fianco da sempre. Mai protagonista di scandali, niente  problemi legati alla corruzione, ed era per questo che era esigente con la loro figlia: voleva  che lei seguisse le sue orme. I suoi genitori le  impedivano uscite, o altri divertimenti  vari che per un ragazzo dalla sua età sarebbe stato tutto normale. Ma per la ragazza tutto era proibito, nulla di eccitante. “Nascosta dal mondo” era così che si definiva, una ragazza che è stata esclusa dalla sua società. Si preparò aggiungendo un filo di trucco al suo viso e dopo aver sistemato  i suoi ginger hair. Scese giù in cucina e lì vide suo padre seduto sulla sedia, vestito elegantemente, che sorseggiava una caffè, leggendo il giornale. Dopo che la vide e dopo essersi assicurato del suo abbigliamento le disse << Tesoro, ben alzata. Sei felice di farti nuovi amici? Sei contenta? Come hai dormito ?>> Blanchè spostò una ciocca ribelle e portandosela dietro all’orecchio, sbuffò. Oggi tutti erano in vena di domande, perché non capivano che era triste, voleva tornare dai suoi amici. Mentre suo padre continuava a farle domande << Papà buongiorno, guarda sono così eccitata che mi tremano le gambe, e comunque spero che ci sia qualcuno di interessante da conoscere>>  lui la fulmino con gli occhi<< Signorina, tu non conoscerai nessuno e non ti infatuerai di nessuno. Niente problemi in vista, ne abbiamo già troppi. Ti concederò solo delle piccole feste- papà e le sue raccomandazioni mode on- niente ragazzi, niente fumo, niente alcolici. Intesi ?>> come contraddirlo << certo papà, niente di niente adesso accompagnami a scuola che si è fatto tardi e non mi piacerebbe entrare in ritardo il mio primo giorno di scuola a Mullingar >>. Dopo aver bevuto un caffè al volo e scelto una mela rossa dal cesto, si incamminarono verso il viale, pronti a quel tratto che la avrebbe portata , inconsapevolmente,  in tilt nella parte più confusionaria della sua mente, quella parte chiamata giungla. In macchina l’unica voce che si poteva udire era quella della speaker radiofonica che trasmetteva canzoni  molto rock in radio, sin dalla prima mattinata. Suo padre aveva uno sguardo vigile sulla strada, mentre la fille ( ragazza) canticchiava qualche frase di quel  ritornello famoso. Come sarebbe stato vedere dal vivo quella struttura un po’ antica, che aveva visto solo in foto, grazie alla didascalia del sito internet. L’avrebbero presa in giro, per il suo comportamento da puritana? Se avrebbe voluto lei vivere le loro vite per un momento? Se avrebbe invidiato qualcuno che andasse meglio di lei a scuola? Troppe domande provenivano da quel pezzo di giungla che non si accorse nemmeno di essere arrivata. Non era come se l’aspettava, faceva meno paura dal vivo. Dire che voleva tornare indietro era poco, ma poteva anzi doveva farcela. Si tirò su dal sedile, scese dall’auto sistemandosi i suoi skinny jeans dopo ave salutato suo padre con un bacio. << Ciao papà, buona giornata ci vediamo a cena. Ti voglio bene>> se non glielo avesse detto ci sarebbe di certo rimasto male. Una figlia è sempre una figlia è qualcosa a cui daresti la tua vita, vorresti il meglio per lei anche se questo significherebbe procurarle dei divieti costrizioni dolori o altro. << Comportati bene e ricordati di quello che ti ho detto, ti vogli bene anche io>>. Aspettò che l’Audi di suo padre andasse via per incamminarsi  verso la segreteria dove avrebbe chiesto informazioni. Sola, imbarazzata e giudicata era così che si sentiva quando tutti la guardavano, mentre passava. Non passava di certo inosservata una tipa del genere, ma a “ Rochelle” non era sola c’erano i suoi amici con le loro battute e incoraggiamenti, lì si sentiva fin troppo dispersa. Era come se camminasse a tentoni, lei non riusciva a vedere nessuno, come se fosse bendata da tutti quegli sguardi.  Solo verso la fine si accorse di due occhi, celesti che la scrutavano senza malizia, con un sorriso di benvenuto. Una scossa le attraversò il  corpo, come a dirle che quel ragazzo non lo avrebbe dimenticato facilmente. E con un sentimento contrastante e strano nuovo  per lei, percorse i corridoi  per chiudersi poi in segreteria.
 
 
Louis William Tomlinson si era appena trasferito a Mullingar. Un ragazzo inglese dagli occhi azzurri, fini, con un sorriso stampato sulla faccia,e quelle zampe di gallina che gli incorniciavano gli occhi ogni qual volta rideva.  Con un’aria  da menefreghista mostrava  i suoi 19 anni da ragazzo. Fumava una sigaretta e parlava con un ragazzo che aveva conosciuto sul bus per venire a scuola. La sua voce squillante non aveva paura di farsi riconoscere. Parlava di Hannah, la sua fantastica, allegra spettacolare ragazza. Un amore a distanza non avrebbe reso Louis un ragazzo fedele, lo sapeva. Era certo che la troppa astinenza,e le dimostrazioni delle altre ragazze lo avrebbero messo a dura prova, ma amava la sua ragazza. Si erano sentiti tramite telefono, proprio questa mattina mentre Louis aspettava  il bus. Le era sembrata molto strana, aveva la voce spezzata dal pianto, ma era lei che lo assicurava che sarebbe andato bene e che si sarebbero incontrati nel week- end. Ma dopo alcune battute che Louis aveva detto alla sua amorosa, il tempo era volato. Con Hannah Louis aveva vissuto la sua prima infatuazione, il suo primo innamoramento, ma non avrebbe resistito tanto, lo sapeva ma stava bene.
 
 
 
 
Bonnie Clarke, passava fra i corridoi e tutti non le toglievano lo sguardo di dosso. Fisico statuario, asciutto, curve pazzesche, un viso da ragazza per bene, due labbra carnose e due occhi occhi neri come il carbone. Vestiva con una gonna lunga fino al ginocchio di jeans con i bottoni al centro, una camicia bianca da cui si intravedeva i reggiseno di pizzo nero. Portava una   Chanel bag in mano abbinate alle  sue amate vans.  Un outfit particolare che la rappresentava tanto forse troppo.  Nessuno non poteva non conoscere Bonnie Clarke, una delle più belle ragazze in circolazione, aspirante modella, il suo sogno più grande quello  di sfilare per Chanel. A tutti dava l’impressione di una poco di buona, ed anche se sua madre lo era, Bonnie sapeva farsi rispettare. Le erano bastati gli anni degli insulti, dei maltrattamenti e del bullismo, adesso era una donna. Non le piaceva studiare , la medicina era la cosa più brutta di cui avesse mai sentito parlare. Non era capo di nessun gruppo di cheerleader o altro anzi si interessava poco ai corsi extra della scuola. Da poco si era lasciata con un ragazzo, il quale aveva scommesso la sua verginità con i suoi amici.  Bonnie si era ripresa, grazie anche a suo padre, l’unico uomo della sua vita che la riusciva a capire, più di qualunque altra persona. Un legame semplice, ma speciale.  Ma dopo tutto anche lei stava bene.

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