Cohabitation - Di fantasmi e vita quotidiana

di Triz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Io, tu e i centotrentasette prima di me ***
Capitolo 2: *** Il pranzo a casa ***
Capitolo 3: *** I tre giorni più lunghi ***
Capitolo 4: *** Firework ***
Capitolo 5: *** Attraverso lo specchio (e quello che Nick non ci trovò) ***
Capitolo 6: *** Fastidi e invidia ***



Capitolo 1
*** Io, tu e i centotrentasette prima di me ***


Prompt: Nick vuole sapere del perché prima di lui 137 persone hanno abbandonato l'appartamento.

«Quindi tu...» balbettò Nick mettendo del ghiaccio sulla testa.
Si era svegliato nel cuore della notte con una sensazione di gelo che lo faceva rabbrividire, nonostante le coperte lo avvolgessero meglio di una mummia, si era girato per prendere sonno e aveva udito qualcuno sussurrargli all'orecchio. Dopo di allora, Nick ricordò solo di essersi trovato lungo disteso nel corridoio con un dolorante bernoccolo in testa nel tentativo di fuggire dalla sua camera.
"Probabilmente" pensò cercando di ignorare il dolore al cranio "anche gli altri centotrentasette inquilini hanno avuto la stessa accoglienza".
Nick si immaginò uomini, donne e persino intere famiglie fare bagagli nel cuore della notte per un indesiderato inquilino in più e guardò il fantasma, che aspettava che il ragazzo completasse la frase.
«Quindi io cosa?».
«Quindi tu sei... un fantasma?».
Nick si rese conto troppo tardi dell’abissale idiozia che aveva appena pronunciato e serrò gli occhi. Da parte sua, Theodore - era così che aveva detto di chiamarsi - inarcò le sopracciglia e inclinò lievemente la testa.
«La botta in testa deve essere stata molto forte, presumo» disse: «Se fossi in te, parlerei con un medico».

 
(188 parole)















Note dell'Autrice
Salve a tutti voi,
eccomi di nuovo in questa sezione con la raccolta Cohabitation - Di fantasmi e vita quotidiana: oltre a postare i capitoli pubblicati in passato - che saranno revisionati più avanti - pubblicherò le flash fic scritte per gli eventi del gruppo We are out for prompt come questo capitolo.
I protagonisti di questa raccolta saranno Nick, un giovane studente, e Theo, un fantasma che infesta l'appartamento di Nick dall'età vittoriana. Come mi sembra di avervi accennato in passato, i prestavolto dei due personaggi sono Josh Hutcherson (Nick) e Benedict Cumberbatch (Theo).
Non so che altro dirvi, spero solo che le storie vi piacciano.
A presto,
Triz

P. S. Se avete anche voi dei prompt da propormi per questa raccolta, contattatemi tramite messaggio privato e vedrò cosa posso fare.

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Capitolo 2
*** Il pranzo a casa ***


Prompt: Lezione all'università. Nick ha dimenticato il pranzo e Theo cerca di portarglielo.

Non c'erano molte cose che potessero smuovere le giornate di noia mortale all'università, ma sicuramente un fantasma che gironzolava per le aule con un sacchetto marrone chiedendo di un certo Nicholas Smith rientrava certamente in questo insieme.
Era difficile sia per gli studenti che per gli insegnanti dimenticare una testa che sporgeva letteralmente dalla porta dell'aula, che si guardava intorno e poi domandava: «Buongiorno, è qui Nicholas Smith? È un po' basso per la sua età, capelli e occhi scuri... No? Va bene, grazie, arrivederci».
La presenza di Theodore Robinson fece il giro di tutti i social network possibili e immaginabili prima ancora che il fantasma si affacciasse all'ultima aula e ricominciò la cantilena: «Buongiorno, è qui... Oh, ciao, Nick» salutò allegro vedendo il diretto interessato in terza fila.
Cinquanta paia di occhi si focalizzarono sul ragazzo, che con una mano schiaffata in fronte sperava con tutto il cuore che la sedia su cui si trovava avesse il segreto potere del teletrasporto. Si tolse la mano dal viso e constatò con profonda amarezza di essere ancora al centro dell'attenzione di un'intera aula universitaria.
«Theo, cosa diavolo ci fai qui?» sibilò tra i denti.
«Hai lasciato il pranzo a casa» rispose Theo cercando di porgergli il sacchetto, ma come ogni cosa più solida di un fantasma, un panino con tonno e pomodoro non poteva attraversare una porta e cadde così nel corridoio.

 
(231 parole)

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Capitolo 3
*** I tre giorni più lunghi ***


Prompt: Theo riceve la visita di un vecchio amico, un fantasma errante con la brutta abitudine d'impicciarsi degli affari altrui.

«Nick, grazie a Dio!».
Quando Theodore lo accoglieva davanti alla porta con quelle parole, Nick sapeva che qualcosa di tragico era avvenuto tra le mura dell'appartamento e cominciò a prepararsi psicologicamente con un: «Cosa c'è, Theo?».
«È arrivato un mio amico».
Ora, oltre ad essere tragica, la cosa stava diventando strana: a parte se stesso, infatti, Nick non conosceva nessun amico di Theodore ancora vivente, figuriamoci tra i morti.
«E starà qui per qualche giorno».
«Non ci vedo nulla di male, Theo, in fondo è anche casa tua» rispose Nick cercando di entrare in casa, ma Theo lo attraversò per fermarlo.
«Theo, odio quando fai così» protestò Nick rabbrividendo dal freddo, ma Theodore lo ignorò.
«Prima che tu entri, Nick, devo avvertirti che Solomon è un po' particolare».
«In che senso?».
Nel senso che i tre giorni che seguirono furono i più lunghi e infernali che Nick avesse mai vissuto.
Da quello che Nick aveva capito, Solomon era stato un vagabondo che aveva passato metà degli anni Venti a spassarsela per l'Europa e nemmeno l'automobile che lo uccise gli impedì di continuare a farlo, con l'unica differenza che, oltre ai vivi, Solomon rendeva la vita impossibile anche ai fantasmi.
Nick non riuscì mai a capire come uno come Theodore, pacato e riservato, riuscisse a stare cinque minuti con Solomon senza sbroccare e prendere a testate un muro: a quanto pareva, Solomon era uno che quando voleva farsi i fatti altrui si impegnava come uno scolaretto in classe e, dopo aver saputo vita, morte - non ancora avvenuta, grazie al cielo - e miracoli di Nick, aveva passato il resto della sua permanenza a sapere qualcosa di più sulla vita di Theodore prima del trapasso.
«Comunque, Theodore, sei sempre il solito timido, non si può fare mai una sana chiacchierata con te» disse Solomon il giorno della partenza: «Guarda il tuo amico Ned».
«Nick» lo corresse il diretto interessato.
«Sì, hai ragione, Dick, scusami» mormorò Solomon sventolando una mano: «E beh, Theodore, ci vediamo quando ci vediamo».
Si voltò verso Nick e si picchiettò la palpebra sinistra un paio di volte e poi ammiccò. Solo quando si fu allontanato attraverso la finestra, sia Nick che Theodore poterono tirare un sospiro di sollievo.

 
(371 parole)

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Capitolo 4
*** Firework ***


Prompt: Dopo essere rientrato fradicio a causa di un acquazzone improvviso Nick vuole godersi una bella doccia calda.

«'Cause baby you're a firework!».
Quella frase riportò bruscamente un pensieroso Theo alla realtà. Sulle prime, il fantasma credette che un povero gatto in agonia avesse voluto ripararsi dalla pioggia e dal freddo entrando da qualche finestra, poi ricordò che Nick era rientrato dall'università bagnato dalla testa ai piedi e che aveva deciso di fare una doccia, ostentando le sue - alquanto pessime - qualità canore.
«Come on, show 'em what you're worth!».
Con una smorfia di disgusto, Theo si chiese se non fosse il caso di ripetere per la centoquattresima volta a Nick di smetterla di deturpare le canzoni del suo secolo in quel modo, ma ci rinunciò stoicamente.
«Make 'em go "Oh, oh, oh"!».
Sospirò come un uomo sotto assedio in un castello e tornò ai suoi pensieri, ora meno grigi grazie a quella breve interruzione di Nick.
«As you shoot across the sky-y-y!».

 
(146 parole)

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Capitolo 5
*** Attraverso lo specchio (e quello che Nick non ci trovò) ***


Prompt: Theo è depresso, ama cambiare look ma non riesce a specchiarsi e vedere il risultato.

In nome di Harry Potter, Nick aveva dato il nome di "giornata alla Mirtilla Malcontenta" ai periodi particolarmente no di Theodore.
Come la ragazzina dei libri, la prima vittima della depressione di Theodore era il bagno, che con le tubature fuori uso diventava la sorgente dell'allagamento della casa e causava un evidente disappunto da parte dell'anziana signora Finnigan, la padrona di casa. L'unica differenza tra i due fantasmi era che Theodore preferiva trattenere dentro di sé perché soffrisse piuttosto che piagnucolare tutto il giorno.
E qualcosa doveva per forza averlo depresso, altrimenti Nick non avrebbe visto una pozza d'acqua allagarsi nel corridoio una volta rientrato a casa con la spesa: «Theo, è di nuovo una giornata alla Mirtilla Malcontenta?» domandò a voce alta appoggiando la spesa in cucina, ma il fantasma non rispose.
«Theo?» lo chiamò Nick preoccupato e andò nella propria camera. Trovò Theodore seduto sulla sponda del letto con il viso inespressivo tra le mani e Nick rimase a bocca aperta alla sua vista: al posto degli abiti vittoriani con cui era abituato a vederlo, Theodore indossava dei jeans e una T-shirt. Aveva persino provato a fare qualcosa ai capelli, ora un po' più arruffati, e a Nick sembrava uno di quegli uomini sui quarant'anni che ogni tanto si vedevano in giro e che mantenevano il loro fascino.
«Theo, cosa è successo?».
«Niente».
«Hai allagato casa, non può essere che non sia successo niente».
«È una sciocchezza, Nick, sul serio».
«Theo, puoi dirmelo, se vuoi».
«No, lascia stare» rispose Theodore sbuffando e Nick fece una smorfia.
«Però, Theo, bel cambiamento» disse Nick, cambiando discorso e tentando di buttarla sul leggero, ma Theo non si mosse: «Te lo dico sul serio, stai benissimo».
«Almeno tu puoi vedermi».
«Cosa intendi?».
«Hai presente lo specchio nel tuo armadio?».
Nick corrugò la fronte e andò allo specchio: vide il proprio riflesso e, non appena si scorse per vedere anche Theodore, si rese conto che cosa poteva aver rattristato il suo coinquilino.
Per lo specchio, non c'era nessuno sul letto.
«Per potermi vedere allo specchio, dovrei essere... come dire? Vivo» mormorò Theo con un'amara ironia.
«Cristo santo».
«Non mi sembra il caso di tirare in ballo il Signore».
«Scusa, Theo, è solo che...» Nick sospirò e chiese: «C'è qualcosa che posso fare o dire per...».
«Voglio che tu te ne vada».
«Come?».
«Esci, vai dove ti pare, ma non voglio averti intorno» disse Theodore gelido: «In questo momento, non mi fa bene vedere una persona che può respirare, se capisci quello che intendo».
«D'accordo» disse Nick annuendo: «Se hai bisogno, mi trovi in biblioteca».
«Va bene».
«E passerò dalla signora Finnigan per le tubature».
«D'accordo».
Nick avrebbe volentieri dato una pacca sulla spalla di Theodore per confortarlo, ma sapeva che così non avrebbe potuto che peggiorare la situazione e uscì dalla camera.

 
(469 parole)

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Capitolo 6
*** Fastidi e invidia ***


Prompt: "You were on the other side, like always | Wondering what to do with life," (Florence + The Machine, What Kind Of Man)
Note: Partecipa alla sfida La corsa delle ventiquattro ore indetta su Facebook.

C'erano volte in cui Theodore invidiava Nick per la lunga vita che aveva ancora da riempire e assaporare ogni giorno, mentre il fantasma non aveva più questo privilegio da più di un secolo.
Addirittura, Theodore si stupiva del fatto che Nick fosse suo amico.
«Nick».
«Che c'è, Theo?».
«Non ti dà fastidio il fatto che io sia morto, vero?».
Nick si affacciò dal bagno con uno sguardo interrogativo e con i capelli ancora mezzi impiastricciati dal gel: «Theo, sei sicuro di stare bene?».
«Sì, certo».
Nick annuì, fingendo di credergli: «No, non mi dà nessun fastidio. A parte quando mi passi attraverso, si capisce».
«Ah, beh, quello continuerò a farlo in ogni caso».
«Grazie, bell'amico che sei».

 
(105 parole)

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