Troubles are coming

di __fissata
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter. 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter. 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter. 3 ***



Capitolo 1
*** Chapter. 1 ***


Chapter. 1

“Lexy passami quegli scatoloni!" Sentii mio padre che gridava dal garage della nuova casa. L’auto era nel viale, eravamo appena arrivati e già mi sentivo fuori posto.
“Non posso neanche guardarmi intorno, papà?” risposi seccata.
“Certo scema, ma hai tutta la vita davanti. Conoscerai questo posto come le tue tasche” rise Harry mentre si avvicinava e mi aiutava con uno scatolone. Harry è il mio fratellone ed è l’unico a conoscermi davvero, perché condividiamo tutto.. Da oggi però non condivideremo più la camera.
"Dai, ce la faremo insieme" rise mio fratello mentre attraversavamo il viale fino a raggiungere papà.
"Questi erano gli ultimi!" affermò Harry rivolgendosi anche a mia madre, che intanto aveva già fatto un giro per la casa.
"Mamma, voi conoscete davvero bene la casa. Siete venuti qui dieci volte almeno. Vorremmo vederla anche io e Harry" risposi ancora acida. Mi comportavo male, okay. Ma cosa potevo farci se mi mancava la vita a New York? Perché ho dovuto abbandonare la mia Big Apple per questo posto lurido? Non ricordo neanche bene la città..
"Wolverhampton, giusto?... Ma dove diavolo l'avete trovato questo posto? La casa era all'asta su ebay?" ero troppo rammaricata all'idea di dover restare qui.
"Tesoro sarà stupendo vivere qui.." disse mia madre che era la donna più apprensiva di tutti i tempi.

"Ci vuole un abbraccio di gruppo!" disse con voce dolce il mio piccolo fratellino Josh. Menomale che c'era anche lui! Rendeva bella ogni cosa. Harry è mio fratello più grande, ha 18 anni mentre io ne ho 17, poi c'è il piccolo Josh che ne ha 6. Certo, i miei si sono dati alla pazza gioia.

Dopo aver pranzato in quella cucina da urlo, (devo dire che almeno quella era bella) mi rinchiusi in camera mia (che era ancora meglio, okay). La casa mi piaceva molto, almeno si cominciava col piede giusto. Dato il viaggio stancante mi riposai un po' e verso le sei mi svegliai, ormai soddisfatta della dormita.
Dopo essere scesa di sotto dovetti affrontare quell'enorme pila di scatoloni, ma accettai di buon grado la richiesta di cominciare a sistemare i miei libri, giunti sani e salvi alla mèta. Dopo qualche ora bussarono alla porta. Chi sarà mai? Mia madre andò ad aprire e si presentarono davanti a lei degli sconosciuti, i quali si definivano come i nosti nuovi vicini.
"Una cosa che usiamo fare in questo quartiere è portare una torta ai nuovi arrivati, quindi speriamo che vi troviate bene qui" sorrise una donna mentre un ragazzo porgeva a mia madre un pacchetto; doveva essere suo figlio.
"Grazie mille" rispose mia madre.
"Io sono Johannah e lui è mio figlio Louis, mentre lui è mio marito marito Troy e loro sono le gemelline Phoebe e Daisy" continuò indicando quelli che nominava. Restarono lì a parlare dei figli per un po', poi andarono via.


"Domani c'è già scuola, Harry" ricordò mia madre che logicamente doveva rovinargli la bella giornata. Harry era felice di essere partito, ma la scuola proprio non gli piaceva. Riusciva a legare con tutti, ma con le materie scolastiche c'aveva rinunciato, almeno gli bastava quella sufficienza per risolvere ogni suo problema.
"Lo so, mamma. Sono felicissimo della cosa, tranquilla" rispose ironicamente. Io lo amavo, sapeva prendere ogni cosa con leggerezza! Io no...

Il giorno dopo cominciò peggio.
"Mamma stai tranquilla, non ho bisogno di un passaggio perché ci arrivo tranquillamente con Harry! Qui ci sono indicazioni stradali in ogni dove" sbuffai dal piano di sopra mentre sentivo mia madre che chiedeva in continuazione se avessimo bisogno di un passaggio. "Va bene, allora accompagno Josh!" rispose alla fine ormai sconfitta. Mio padre era uscito già da un'ora per dare inzio al suo bel lavoro perfetto. L'imprenditoria dava i suoi frutti anche qui, quindi svegliarsi presto non era di certo un optional.
"Va bene Harry, possiamo andare" gli dissi una volta che fui pronta. Andare a scuola lì mi metteva a disagio perché non conoscevo nessuno e sicuramente mi avrebbero guardato tutti male; bianca com'ero mi avrebbero riso tutti in faccia. Harry era bianco quanto me, ma almeno era moro con gli occhi verdi, mentre io ero costretta alle lentiggini e i capelli ramati e tendenti al rosso... E poi gli occhi azzurri, beh l'unica parte che mi piaceva di me.


"Siamo quasi arrivati!" disse felice Harry mentre indicava un muretto. Girando l'angolo avremmo intravisto la bellissima scuola. Okay, avevo paura.
"Mi ripeti un attimo perché non siamo venuti in moto, Harry? Questa scuola dista kilometri, cazzo" sbuffai.
"Perché è da pulire cara sorellina!" rise lo scemo.
"Potevi pulirla stanotte per me!" piagnucolai, ma intanto eravamo arrivati ed io non me n'ero di certo accorta perché guardavo Harry. Dopo aver puntato lo sguardo dritta davanti a me mi resi conto delle facce che ci fissavano e parlottavano di conseguenza. Cos'ho che non va? Già, deve essere il mio colore troppo bianco perché qui sono tutti abbronzati.
Prometto che farò cento sedute per lampade, ma nel centro di bellezza più vicino, s'intende.
Oh, no. Il vero problema qui deve essere il modo in cui sono vestita, perché tutte le ragazze indossano tacchi bassi e gonne, mentre io ho un paio di pantaloni e una camicetta con delle scarpette da tennis.
Sono fuori luogo.
"Harry riportami a casa" dissi sottovoce, ma lui fece finta di non ascoltarmi e proseguì verso l'entrata.






Angolo autrice

Ciao a tutti! 
La ragazza sconosciuta è tornata dopo secoli!
Ebbene si, eccomi qua con una nuova fanfiction.
Spero tanto che questo prologo palloso vi sia piaciuto almeno un pochino, ma dato che è solo l'inizio non potevo fare di meglio.
Spero mi lasciate un commento!
Un bacio a tutti♥

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Capitolo 2
*** Chapter. 2 ***


 Chapter. 2


"Ciao Lexy! Hey Harry!" gridò un ragazzo mentre si apprestava verso di noi, doveva essere Louis.
"Ciao" risposi educatamente.
"Per i libri bisogna andare in segreteria, venite che vi accompagno" sorrise. Mentre attraversavamo i corridoi con Louis notavamo che molte ragazze lo guardavano sorridenti, che una marea di persone lo salutavano e lui scambiava con loro qualche battuta prima di riincamminarsi. Lo conoscevano praticamente tutti.
"Eccoci in segreteria" indicò per poi salutarci e dirigersi verso un'aula ignota dato che la campana era suonata. Dopo aver ritirato i libri e l'orario delle rispettive lezioni, la chiave del nostro armadietto e la divisa con le scarpette per fare ginnastica, ci dirigemmo verso i nostri per posare tutto.
"Io ho chimica, Harry" sorrisi.
"Io ho letteratura inglese, ci vediamo dopo" mi diede un bacio sulla guancia e si dileguò per il corridoio, ormai semivuoto. Dopo aver trovato l'aula 196 vi entrai e mi accorsi che erano tutti a chiacchierare, così notai uno dei vari banchi vuoti in prima fila e poggiai il mio libro di chimica; mi sedei e aprii la borsa per prendere un quaderno e scrivere appunti. Troppo inadeguata per osservare gli altri, mi limitai a scarabocchiare sulla copertina.

"Bentornati, ragazzi!" sentii la voce di un uomo invadere la classe. Il bigliettino sulla sua giacca diceva Mr. Gerard. Cominciò a fare l'appello.
"Ben Gallager" un ragazzo dai capelli biondo platino, ma erano finti o cosa?
"Niall Horan" e poi guardò alla fila di destra; probabilmente era sempre seduto lì.
"Melissa Johnson" una ragazza seduta qualche banco dietro di me alzò la mano.
"Liam Payne" disse il prof.
"Prof, dopo ho bisogno di parlare con lei" disse una voce bellissima. Mi voltai verso la fila di destra e al terzo banco, proprio davanti a quel Niall c'era un ragazzo moro, con i capelli a mo' di cresta.
"Certo, Liam" sorrise il prof. Doveva essere uno dei bravi. ..e giunta a quella dannata S...
"Lexy Styles" alzò lo sguardo e cercò il viso sconosciuto.
"Si, sono io" alzai la mano timidamente.
"Da dove vieni Lexy?" mi sorrise lui per mettermi a mio agio.
"New York.. Sono arrivata qui ieri" sorrisi di rimando.
"Ah, ecco perché hai quest'accento leggermente diverso dal nostro" ridacchiò, mentre io sprofondavo.
"Ti troverai benissimo qui" dopodiché continuò a fare l'appello.
"Andrà bene" mi sussurrò una ragazza dal banco accanto al mio.
"Io sono Madison" sorrise.
"Lexy" sorrisi anche io. Quelle belle parole non bastarono a tranquillizzarmi, perché subito dopo mi beccai gli sguardi cruciali di molte compagne. Cosa posso aver fatto? Mi sento sbagliata, è una colpa? Mentre il prof proseguiva io osservavo quel ragazzo che fissava il vuoto. Ma come fa ad essere così bello?! Dopo la lezione raccolsi le mie cose e uscii dall'aula.
Mentre mi dirigevo verso la classe di letteratura inglese mi accorsi che avevo dimenticato il mio telefonino. Non posso perderlo già adesso! Tornai indietro fino all'aula di chimica e vi entrai.
"Sc. Scusate.. Ho dimenticato il cellulare" dissi imbarazzata per aver disturbato la conversazione tra il prof e quel ragazzo. Il telefonino era proprio sotto il banco; doveva essermi caduto.
"Non preoccuparti Lec, giusto?" mi disse il prof.
"Lexy.." risposi ancora imbarazzata.
"Uh, scusami" disse il prof. Il ragazzo si degnò di guardarmi un istante, poi si girò verso il mio banco e prese il telefonino. Oh, oh. Allora aveva già visto dov'ero seduta.
"Tieni" mi porse il telefonino, con un sorriso sghembo.
"Grazie... Allora a domani" sorrisi di seguito e mi dileguai dalla classe.

Durante il tragitto percorso per raggiungere l'altra aula, sentii delle ragazze parlare di me.
"Lei è la ragazza che viene da New York!" sparlavano.
"Troppo magra!" dicevano alcune.
"Troppo grassa!" per altre.
"Sembra una dark!" scimmiottavano.
"È depressa!" continuavano.
I pettegolezzi non erano riusciti a lasciarmi da parte. Nella classe di letteratura inglese ero ancora con Madison, che bello vedere un volto semiconosciuto. Poco prima del suono della campanella, che avrebbe portato in classe la prof, entrò anche il ragazzo di poco prima, ma questa volta era con un volto a me noto, quello di Louis.
"Hey Lexy, ma che ci fai qui? Questo è il quarto corso" sorrise Louis.
"Si, si.. Lo so" sorrisi io.
"Sei un piccolo genio?" rise. Già, ero un corso avanti perché la letteratura inglese mi affascinava troppo.
"In quali corsi avanzati sei?" si sedette sul mio banco.
"Ehm.. Oltre letteratura inglese sono in chimica.."
"Cazzo, allora sei con Liam. Nemmeno io sono nel corso avanzato di chimica" rise Louis ed io con lui.
"E in quali altri?" chiese curiosamente.
"..Non vuoi saperlo" risi.
"Certo che voglio" disse ancora, ma la prof era ormai in classe e quindi dovette limitarsi a tornare al suo banco.

Dopo le prime due ore di chimica e le altre due di letteratura inglese mi diressi nella sala di musica. Amavo suonare il pianoforte, infatti avevo studiato fin da bambina. Dopo essermi seduta davanti al pianoforte, cominciai a sfogliare gli spartiti che erano su quel ripiano. "A river flows in you" ripetei, era come poesia. Chiusi gli occhi e cominciai a suonare: un'energia pazzesca. La musica mi rilassava tantissimo. Dopo aver terminato la canzone sentii degli applausi un po' sommessi.
"Ma sei bravissima!" gridò un ragazzo che individuai subito per i suoi capelli color platino. Doveva essere quel certo Ben.
"Ti ringrazio.." risposi arrossendo.
"Tu hai un dono" sentii una voce dall'accento francese: doveva essere il prof. Terminata anche la quinta ora riaccesi il telefonino e feci uno squillo ad Harry.
"Io credo che dovremmo andarci a sedere con Louis, ce l'ha chiesto così dolcemente" rise Harry.
"Siete ufficialmente invitati al mio tavolo! Se vi sedete con me non potete più uscirne fin quando non lo deciderò io" provai ad imitarlo. Era proprio un ragazzo divertente. Tra vari spintoni raggiungemmo la mensa: era un posto assurdamente grande. Il cibo non era affatto male come dicevano tutti di solito. Presi un cartone di succo, un trancio di pizza e una bottiglietta d'acqua, Harry invece? Beh, c'è poco da dire (sono ironica). Ha sempre mangiato tantissimo ma non è mai ingrassato. Lo odio per questo. Ci stavamo dirigendo verso un tavolo vuoto quando una voce alquanto familiare ci ha imposto con toni dolci di andare al suo tavolo. Ovviamente era Louis.
"Giuro che mi spaventi" sorrisi mentre mi accomodavo accanto a mio fratello.
"Come puoi dirlo?" rise. Al nostro stesso tavolo c'erano una valanga di persone.
"Loro sono Tedd e Mark. Giocano a lacrosse con me" li indicò Louis.
"Wow, lacrosse. Anche io ci giocavo a New York" gli rispose Harry.
"Dovresti chiedere al coach se ti fa giocare!" gli propose il gruppo.
"Mentre lei è Melissa" proseguì Louis. Era proprio la ragazza del mio stesso corso di chimica.
"Frequentiamo chimica assieme" lei diede voce ai miei pensieri.
"Già" le sorrisi.
"Liam perché non ti siedi con noi?" gridò Ben che ormai avevo individuato.
"Meglio che lo lasci perdere" disse una ragazza rosso mogano.
"Perché?" mi lasciai sfuggire.
"Perché ha i suoi problemi e preferisce stare da solo" s'irritò lei. Seguii la sagoma di Liam che si sedeva a due tavoli da noi. Prese il telefonino e cominciò a digitare qualcosa, poi rimase ad osservare lo schermo. Dopo aver pranzato, la ragazza rosso mogano si alzò e si diresse verso Liam, poi uscirono dalla grande sala insieme.

Alla fine dei corsi pomeridiani mi affrettai verso il mio armadietto e posai al sul interno le scarpette. Mi stavo avviando verso l'uscita, ma non riuscivo ancora una volta a trovare il telefonino, così tornai indietro e riaprii l'armadietto.
"Cercavi questo?" una voce familiare mi fece chiudere l'anta dell'armadietto.
"Grazie" risi io.
"Non c'è di che" sorrise in maniera sghemba.
"Non abbiamo ancora avuto modo di presentarci..." gli dissi.
"Liam" mi porse la mano.
"Lexy" sorrisi. Liam aprì l'armadietto accanto al mio e vi posò dei libri.
"Ah, vicini di armadietto" gli dissi sarcastica.
"Beh, spera che non ti odino altrimenti se la prenderanno col tuo armadietto e di conseguenza con quello del vicino" sbuffò.
"Beh, spero lo stesso per te" sentenziai. Lui rise e si avviò verso l'uscita.
"Ciao Liam" alzai la voce per farmi sentire, ma non si accorse nanche di me. Che stupida!

Dopo aver raggiunto Harry gli chiesi di andare a casa perché ero proprio stufa.
"Facciamo la strada assieme!" disse Louis, poi salutò i suoi amici.
"Ciao 78" mi disse una voce, facendo riferimento al numero del mio armadietto. Mi voltai e vidi Liam che teneva la mano sulla spalla di quella ragazza rosso mogano. Lo guardai negli occhi e feci un cenno con la mano.

"Mamma ti ho detto che andare a scuola in moto non è una pazzia! Diglielo anche tu papà" alzai un po' la voce.
"Venite con me" disse a me e a mio fratello. Usciti nel viale si avvicinò verso una macchina blu metallizzata e la indicò.
"CAZZO PAPÀ!" gridò Harry e corse ad abbracciarlo.
"Ma io ti amo lo sai, vero?" disse ancora con occhi sognanti. Io cominciai a ridere ma aprii la portiera e mi accomodai.
"Minchia gridate vicini?" arrivò Louis.
"LA MIA NUOVA AUTO!" gli disse Harry correndo a battere il pugno con lui. Sembravano amici da una vita.
"Ci vuole un bel giretto!" si dissero, così decisero di testarla. Speravo almeno che non facessero un incidente prima del tempo.





Angolo autrice
Ciao a tutti!
Eccomi col secondo capitolo della storia.
Sono lieta di annunciarvi che ho già pronti i prossimi cinque capitoli, pertanto li posterò molto più velocemente.
Ringrazio chiunque stia leggendo questa storia, sia anonimamente che pubblicamente lasciando un commento privato o una lunga recensione.
Vi voglio bene.
Grazie dell'appoggio. 
Per qualsiasi cosa potete scrivermi o magari consigliarmi qualche vostra storia da leggere, ne sarei felice.
Rose♥

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Capitolo 3
*** Chapter. 3 ***


Cap. 3

"Oggi organizzeremo i gruppi per le presentazioni" affermò il professore di chimica. Era passata qualche settimana da quando eravamo in quella scuola, quindi sapevo già cosa dovevo aspettarmi. Dai banchi si alzarono dei commenti di rifiuto.
"Niente storie!" sentenziò il professore mentre formava le coppie di studio.
"Payne e Styles" concluse in bellezza. Mi voltai verso Liam che alzò il pollice verso l'alto.
"Andrà bene" sussurrai tra me.
"Madison, cosa ne pensi della presentazione?" chiesi tra le nuvole.
"Penso che farò tutto, ma la presentazione no" rise.
"Perché?" domandai ingenuamente.
"Perché io e Ben siamo destinati ad altro" rise ancora.
"Oh, farete scintille" ridacchiai.
"Ovviamente" concluse.

La campanella era suonata, così raccolsi le mie cose.
"Domani pomeriggio alle tre e mezzo?" la voce di Liam invase la mia mente.
"Di già?" rimasi spaesata. Avevamo una settimana intera prima di consegnarla.
"Sono uno che ha sempre tutto pronto" roteò gli occhi lui.
"Anche io" risi.
"Allora?" si aspettava una risposta.
"È andata" sorrisi.
"A casa mia alle tre e mezzo. Non fare tardi" mi fece l'occhiolino, poi si allontanò.
"Ma come può essere che Liam sia capitato con la nuova arrivata? Sono nel corso con lui da tre anni e ancora devo fare una presentazione in sua compagnia" sentii da qualche banco poco distante.
"È una cosa oscena!" sbuffò un'altra voce femminile. Perché parlavano tutti male di me?

Mi incamminai verso la mensa con Madison.
"Girano belle voci sul tuo conto" affermò lei. Speravo non se ne accorgesse mai.
"Ah, si? Cosa dicono? Che sono strana?" risi.
"No, che sei una dai facili costumi" disse sconcertata.
"COSA?" alzai la voce, attirando l'attenzione di quelli vicino a noi.
"Credo sia a causa di quelle invidiose" sussurrò lei, per non attirare altri pettegoli.
"Non capisco" dissi confusa.
"Sai, Liam è molto carino e quindi vorrebbero stare con lui tutte le ragazze della scuola" rise.
"Davvero?" dissi stupita.
"Ma da quando gli è successa quella cosa, non pensa più alle ragazze" disse flebbilmente. Non volli chiedere di cosa si trattasse, ma doveva essere di sicuro la cosa di cui parlava la ragazza dai capelli rosso mogano.
"Liam aveva una ragazza, che tu ci creda o no" mi stupì, continuando a parlare.
"Perché hanno rotto?" chiesi, mentre prendevo il mio cartone di succo dal bancone.
"Non lo so con certezza, ma credo abbia a che fare con tutto ciò che accadeva a Liam" quanti misteri.
"Ah" risposi solamente.
"Liam era il fidanzato perfetto a quanto si diceva. La sua ragazza era bellissima: bionda con gli occhi azzurri" disse sognante, mentre prendevamo posto ad un tavolo.
"Come si chiamava?" chiesi curiosamente.
"Adele" disse lei in maniera poetica per farmi intendere anche la bellezza del suo nome.
"Hai un accendino?" un ragazza coi capelli viola si accostò a noi.
"No, non fumo" sorrisi io.
"Neanch'io" disse Madison.
"Sfigate" roteò gli occhi quella e poi si allontanò.
"Quella è Tiffany! Era la migliore amica di Adele" rise Madison.
"Oh mio dio" rimasi sconcertata.
"Capelli viola!" rise lei. Se solo sapesse che prima di arrivare a Wolverhampton avevo tinto i capelli di fucsia...

Dopo la mensa tornai a casa perché non avevo voglia di fare allenamento. Avevo qualche argomento di storia da recuperare, perché avevo dato più importanza ad altre materie.
"Josh" lo abbracciai quando entrai in casa.
"Lexy" mi abbracciò forte anche lui.
"Come mai sei già qui?" chiese mia madre.
"Ho delle cose di storia da recuperare" sbuffai e mi incamminai verso la mia camera.

"Lexy non ti ho proprio vista a scuola, non eri neanche a pranzo" Harry entrò in camera mia. "Certo che ero a pranzo, ma ero con Madison" gli risposi mentre risistemavo gli appunti.
"Capito. Louis mi ha fatto conoscere una ragazza" Harry alzò più volte le sopracciglia credendosi figo, ma si sbagliava. "Come si chiama?" chiesi curiosa. "Tiffany, ha i capelli viola" disse solamente. Mi prende per il culo? No, ma dico: MI PRENDE PER IL CULO?
"È una facile" risi.
"Sembra carina" non fece caso alle mie parole.
"Se non diventi il suo schiavetto mi sta bene" lo avvertii.
"Non lo diventerei mai" alzò le mani a mo di difesa. Io risi.
"Chi ti hanno presentato di così degno da essere nominato?" rise. Lui lo sapeva che per entrare nelle mie grazie dovevi essere un tipo molto diverso dalla massa. Dovevi essere ok.
"Ancora nessuno" gli dissi, ma in realtà stavo pensando a qualcuno...

La mattina dopo io ed Harry stavamo salendo in auto, quando Louis correndo ci raggiunse.
"Volevate andate via senza di me?" entrò ridendo.
"Affatto" lo bloccai per non fargli ripetere più quel genere di baggianate. Louis alzò le mani per chiedere tregua.
"Non mi aspettate, oggi ho una presentazione da fare" sbuffai.
"D'accordo" rispose Harry.
"Con chi?" indagò Louis. Ma certe domande non me le fa neanche Harry!
"Un ragazzo del mio corso, quel Liam" dissi sommariamente.
"Ah" disse Louis voltandosi verso lo strada. Da lì calò il silenzio fino alla scuola. Dopo essere entrata nella classe di matematica mi accorsi che sul mio solito banco c'era un bigliettino così lo aprii. In quel bigliettino così ben ripiegato c'era un numero con sotto scritto Liam. Sorrisi e lo riposi in tasca. Dopo la lezione di matematica dovvetti correre in quella di storia e di seguito in quella di filosofia. Era un vero stress ormai. In mensa c'era poca gente e mi domandavo per quale motivo fosse così.
"Madison, sono le due e mezzo" risposi alla sua domanda.
"E se va male? Non voglio apparire come una bambina!" disse lei. Quel pomeriggio si sarebbe incontrata con Ben per la presentazione, ma era in ansia. "Andrà bene!" risi mentre digitavo il numero di Liam. Dopo qualche squillo rispose.
"Scusa, ma non sapevo come trovarti. Avevo dimenticato di darti il mio indirizzo" sentii dall'altro capo del telefono.
"Oh, giusto" che stupida che sono.
"Se hai finito in mensa vieni ai giardini che ci andiamo insieme" rise lui.
"Va bene, a tra poco" sorrisi, anche se non poteva vedermi e riagganciai.
"Ora devo proprio andare Mad, andrà bene!" la incitai e corsi via, lasciandola lì con le mani in mano.
"Ce l'ho fatta" lo raggiunsi. Era seduto ai piedi di un albero con le sue auricolari alle orecchie. Probabilmente non mi aveva sentito, così mi inginocchiai e gli tolsi le auricolari.
"Ciao" sorrise e si alzò per poi aiutarmi.
"Andiamo?" chiese.
"Si, certo" sorrisi.
"La mia auto è quella" la indicò. Come cazzo fa ad avere una macchina del genere?
"Ma è bellissima" mi sorpresi.
"Non sapevo che avessi un'auto" continuai ridendo.
"I miei genitori ci tenevano che avessi una macchina spettacolare" fece spallucce e salimmo in auto.
"Perché?" chiesi.
"Credono di comprare l'affetto dei figli coi soldi" mi guardò per un istante, poi si voltò di nuovo verso la strada. La sua casa era bellissima, appena entrammo notai degli arredi stupendi. Era la casa dei sogni.
"Andiamo in camera mia" mi fece strada al piano di sopra.
"E tu questa la chiami camera?" risi dopo essere entrata. C'era un letto gigante, un armadio tre volte enorme e una scrivania con un computer, la televisione agganciata al muro, una parete con così tanti scaffali su cui vi erano catalogati i libri, che persi il conto.
"Questo è il mio mondo" mi avvicinai alla libreria.
"Sono catalogati.." mi stupii.
"Questi per anno" li indicò.
"Per autore..." continuò poi ad elencare i vari cataloghi.
"Sei la prima che apprezza" sorrise.
"Ma davvero?" mi stupii ancora di più.
"Giuro" fece spallucce per poi tornare alla scrivania dove prese il libro di chimica.
"Dovremmo iniziare da questo e concludere con questa citazione se ti va" indicò l'argomento di partenza.
"Io in realtà volevo organizzarla in maniera un po' diversa.." dissi perplessa. Lui mi invitò a parlare.
"E se partissimo con qualcosa di più generale? Sai, non bisogna dare nulla per scontato. Dobbiamo fingere che chi legge non sappia nulla.." rimasi a pensare.
"Dal generale al particolare, eh?" rise. Mi ritrovai coi piedi sulla terra.
"Beh, si. Sarebbe ammissibile" dissi.
"Perfetto" concluse lui prendendo il computer: costoso anche quello.
"Vado a prendere una coca" schioccò le dita. Avevamo lavorato tutto il pomeriggio.
"Tu cosa vuoi?" chiese.
"Acqua, grazie" sorrisi. Liam scese di sotto e io rimasi a riguardare la presentazione. Per la grande curiosità cominciai a guardare la marea di foto sulla parete vicino alla finestra. In una delle tante vidi un bimbo che sicuramente doveva essere Liam; notai un'altra foto dove Liam era con la ragazza dai capelli rosso mogano e con una ragazza dai capelli rosso più chiaro, simili ai miei e le lentiggini come me. Era felice, aveva le braccia poggiate sulle loro spalle e sembrava che si stessero divertendo alla follia.
"Sono le mie sorelle" disse Liam dietro le mie spalle.



Angolo autrice

Hey! Eccomi qui con il terzo capitolo della storia.
Vi è piaciuto? 
Spero tanto di si.
Credo proprio che domani posterò il seguito, intanto mi piacerebbe se voi mi lasciaste una recensione con scritto cosa ne pensate.
Baci.
Rose♥ 

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