Adventure in the ocean!

di vampire for sunshine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pronti per la partenza! ***
Capitolo 2: *** L'Isola delle Sirene (parte 1) ***
Capitolo 3: *** L'isola delle Sirene (parte seconda) ***
Capitolo 4: *** l'isola di Creta (parte 1) ***



Capitolo 1
*** Pronti per la partenza! ***


Capitolo 1: Pronti per la partenza
<... Se le armi leggendarie trovare vorrai,
sul mare spumeggiante navigare dovrai.
Nelle città bagnate dalla schiuma approderai, 
mille ostacoli incontrerai.
Attento però,
se cuor saldo non hai l'avventura non tentar.
Se cuor puro e retto hai,
lascia le vele al vento e partire potrai! >
Ludo chiuse il libro con uno schiocco secco.
Quella strana poesia faceva parte di una fantastica leggenda che narrava di come alcuni eroi, dopo aver salvato il loro mondo dalle minacce incombenti, avessero nascosto le loro mitiche armi in diverse città e promontori per impedire a qualche persona malvagia di trovarle e usarle, per non mettere in pericolo l'umanità.
Una parte della leggenda raccontava, però, che un "Cuor puro e retto" avrebbe potuto ritrovare tutte le armi per utilizzarle nel modo giusto.
Tutti credevano che Ludo e Adline fossero due ragazzine fuori di zucca, dato che era intenzionate a partire alla ricerca delle armi leggendarie.
Per fortuna, il padre di Adline era un capitano pirata ed aveva acconsentito nel fornire alla figlia una nave nuova di zecca.
Le due ragazze dovevano solo procurarsi l'equipaggio per la nave.
Ludo spostò lo sguardo verso l'orologio appeso alla parete, notando che erano già le otto e mezza del mattino!
< Sono in ritardo! > esclamò la ragazza, raccattando dall'armadio i vari indumenti e gli stivali.
Indossò velocemente una t-shirt bianca, dei pantaloncini blu larghi almeno due volte lei e i suoi inseparabili stivaloni marrone dorato che arrivavano appena sotto il ginocchio.
Appena ebbe finito di allacciarsi lo stivale destro, corse giù dalle scale con il libro di Aldine sotto braccio.
Infatti, l'amica aveva una vera e propria passione per i libri.
Amava stare ore ed ore a leggere stando seduta sull'albero maestro della nave di suo padre.
Ludo corse verso l'abitazione di Adline, spaventando i gabbiani alla ricerca di cibo sui balconi e nelle strade.
< Adline! > chiamò, ponendosi sotto il balcone dell'amica.
Dopo qualche minuto, la testa del padre di Adline sbucò fuori dalla porta a vetri del balcone.
Ludo impallidì all'istante.
Anche se quell'uomo aveva donato loro la nave, Ludo aveva una fifa blu di lui.
< Signore...c'è...Adline? > balbettò la ragazzina, riprendendo colore.
< È in camera sua > ridacchiò il pirata mentre Ludo saliva di corsa le scale.
Quando raggiunse la camera, la trovo sdraiata sul letto con la testa che sporgeva fuori che leggeva un libro sulle divinità greche.
Appena l'altra entrò, lei distolse gli occhi dal libro rigirandosi sul letto per vedere meglio l'amica.
Adline aveva lunghi capelli castano scuro ed occhi del medesimo colore.
L'esatto contrario di Ludo che aveva corti capelli color cioccolato ed occhi verde marcio.
Indossava una camicia color argento a mezza manica scollata,logori jeans neri accompagnati da una cintura del medesimo colore, stivali argentati appena sopra la caviglia ed una bandana nera legata sopra la manica della camicia.
< Finalmente sei arrivata > la riproverò Adline.
Avevano appuntamento più di un'ora prima ma, dato il perenne ritardo di Ludo, aveva dovuto rimandare il tutto di un'ora.
< Uff! Non è poi così tardi > sbuffò Ludo in risposta, erano giorni che programmavano quella visita alla nave ed Adline aveva calcolato tutto alla perfezione.
< Un'ora in più, un ora in meno...non cambia niente > aggiunse poi Ludo, fulminata subito da un'occhiataccia di Adline.
< Andiamo alla nave. Siamo già in ritardo > commentò Adline, dirigendosi verso il porto dov'era attraccata la loro nuova nave.
Appena arrivate, notarono subito che la nave era nuova dato che il legno con cui era stata costruita luccicava alla luce del sole e il ponte e l'albero maestro non presentava un difetto.
< è bellissima! > esclamò Ludo estasiata, salendo a bordo subito dopo Adline.
Se il ponte era bellissimo, il sottocoperta era stupendo.
C'erano numerose cabine per l'equipaggio, il piccolo ufficio del nostromo, una graziosa sala da pranzo e una larghissima cucina.
La nave era semplicemente perfetta!
Il padre di Adline era stato davvero molto generoso donando alle due ragazze quell'enorme nave.
Adesso doveva trovare solo l'equipaggio.
Sarebbe stato un giochetto da ragazzi procurarsi le persone giuste per partire all'avventura e forse sapevano già a chi chiedere.

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Salve a tutti!
Eccomi qui la nostra nuova storia.
Se non lo avete ancora capito e una storia ad OC ed abbiamo bisogno di voi per il nostro equipaggio.
Se volete partecipare completate questa scheda qui sotto con le informazioni che vi riguardano.
Le TMNT sono già arruolate!
Nome:
Cognome:
Aspetto fisico:
Abbigliamento:
Carattere:
Storia del personaggio:
Altro:

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Capitolo 2
*** L'Isola delle Sirene (parte 1) ***


l'isola delle Sirene (parte 1)

-Accidenti! Ludo, come cavolo si pilota questo coso?- imprecò a gran voce Adline che stava muovendo a casaccio il timone di legno dai bordi d’argento e decorato con degli arabeschi color oro.
-Se non lo sai tu che hai un padre che è al timone ventiquattr’ore su ventiquattro, dovrei saperlo io?- gridò di rimando Ludo, sarcastica, che si trovava sull’albero maestro che lucidava una katana –E comunque, non sei tu quella che accompagnava suo padre in tutti i suoi viaggi?-
-Sì, ma è diverso! Io stavo sull’albero maestro a leggere insieme all’unica donna della nave, non vicino al timone! Giù era pieno di… uomini- urlò la mora facendo una smorfia di disgusto all’ultima parola.
-Eddai! Solo perché sei una Cacciatrice, non vuol dire che non puoi stare vicino agli uomini- sbuffò l’altra alzando gli occhi al cielo
-No ma non possiamo fidanzarci o altro, e i mozzi di mio padre pensano solo ad altro…insomma… hai capito- spiegò la Cacciatrice arrossendo notevolmente e facendo ridere l’altra
-Invece di stare lì a ridere, che ne pensi di fare cambio e venire tu a guidare?- la riprese lei.
-Ehm…-
-Grazie, sapevo che lo avresti fatto. Ora scendi- concluse Adline facendo sbuffare Ludo che cominciò a scendere la scalinata di corda e legno.
Quando arrivò alla fine, raggiunse l’amica che le cedette il posto da timoniere, incamminandosi verso la propria cabina per prendere un libro dalla copertina un po’ rovinata e con una scritta color oro che diceva “Apollo”, per poi andare verso il luogo più alto della nave
-Ma brava! Io sto qui a cercare di non farci affondare e tu ti metti a leggere le imprese di… di chi? Di solito non leggi di Artemide?- enfatizzò con un finto tono offeso e melodrammatico la ragazza dai capelli color cioccolato.
-Quello l’ho finito, dieci volte, quindi mi sembrava il caso di informarmi sul suo fratello maschilista- disse l’altra tranquillamente –Ora… Che cosa facciamo?-
-Innanzitutto direi di cercare un equipaggio, io direi di cercarlo nell’Isola delle Sirene, è a circa 10 minuti da qui…- consigliò l’altra tirando fuori una mappa
-Isola delle Sirene?-
-Isola delle Sirene-
-Mai sentita nominare-
-Ci credo! È una delle isole più piccole d’America-
-E perché andiamo proprio lì?-
-Un’amica del cugino del vicino di casa della sorella del nonno di un parente di un cameriere di una nave guidata dal fratello di…-
-Ah! Basta! Passa subito al sodo che mi stai fondendo il cervello!- urlò esasperata Adline tenendosi la testa tra le mani.
-Volevo dire che…- ricominciò Ludo guardandola in cagnesco –A quanto mi hanno detto su quell’isola abita un ragazzo, un certo William, che ritengo perfetto per questo viaggio, oltre ad altre ragazze-
-Ragazzo? Perché, devono esserci anche dei ragazzi sulla nave?- chiese delusa la ragazza che stava di vedetta, venendo in seguito colpita da un bastone lanciato dal timoniere.

-Terra in vista!- esclamò la mora indicando un’isoletta molto piccola in mezzo all’oceano, e, a quella notizia, la pilota sterzò velocemente per raggiungere il porto, con un sorriso a trentadue denti sul volto.
Attraccarono in quella baia, piccola, con un ponticello di legno rovinato e corto. Lì vicino si trovava una piccola baracca, con dentro un uomo anziano, che a prima vista pareva molto povero ma felice.
-Ehm, mi scusi, lei saprebbe per caso dove si trova un certo William Scott?- chiese timidamente Ludo
-William Scott? Sì, qui lo conoscono tutti, e il nostro unico giornalista, porta notizie da ovunque, come quella delle due ragazzine che partono alla ricerca di alcune armi che probabilmente neanche esistono. Che pazzia!- rispose lui e a quelle parole le ragazze arrossirono scambiandosi sguardi d’intesa.
-Già, ce lo può descrivere? Sa, dobbiamo incontrarlo per conto di… Mio padre, e non l’abbiamo mai visto…- mentì la Cacciatrice.
-Ha i capelli neri e gli occhi blu, ed è andato da quella parte, dalle parti della foresta- indicò l’uomo
-ok, grazie mille signore- lo ringraziarono in coro le due, per poi voltarsi per vedere l’isola: c’erano delle piccole case tutte bianche, alcune strade un po’ rovinate e si potevano vedere numerosi bambini che giocavano per strada a rincorrersi mentre le madri li tenevano d’occhio chiacchierando tra loro sedute su delle sedie, una strada però portava versa una foresta, dalla quale si innalzavano alberi come querce e faggi, con in basso molti cespugli con bacche di ogni tipo e fiori esotici di tanti colori. Le ragazze s'incamminarono verso il bosco, ammirando le piante di vario tipo
-Così, non lo troveremo mai, la foresta è troppo grande, dobbiamo dividerci, sentenziò Adline
-Hai ragione, io vado a destra e tu a sinistra, ok?- propose Ludo, che andò a est quando l’altra annuì.


Adline camminava tranquillamente nel bosco, fermandosi ogni tanto ad accarezzare degli animaletti e raccogliere fiori, ignara di qualcuno che la osservava.
-Scusami, volevo farti notare che un cerbiatto ti sta seguendo- esclamò una voce che proveniva dagli alberi, facendo sussultare la ragazza, che notò il cucciolo di cui parlava
-Fatti vedere!- lo intimò la ragazza tirando fuori l’arco e le frecce che si era portata dalla nave in caso di emergenza dalla fodera
-Ehi, calmati, non voglio farti niente di male- provò a rassicurarla lui, anche se ciò non fece altro che insospettirla di più, uscendo allo scoperto saltando da un albero e atterrando davanti alla mora: era un ragazzo sui sedici anni, alto, con dei capelli neri come il carbone e gli occhi blu come la notte. Indossava una semplice camicia e dei pantaloni neri.
-Scusa se ti ho spaventata, ma non volevo che facessi del male a lui…- le spiegò il corvino agitandosi sentendo lo sguardo della ragazza su di se
-Beh… io vado, addio- proferì lui provando ad andarsene, ma venne bloccato da una domanda della mora
-Sei William Scott?- chiese semplicemente lei, con una punta d'indifferenza nella voce e l’atteggiamento di qualcuno che volesse trovarsi ovunque tranne che lì
-Sì, sono io. Tu invece?-
-Adline, Adline Nightshade. Io e la mia amica ti stavamo cercando-
-Motivo?-
-Beh, ecco…- cominciò Adline, ma non terminò la frase perché un pallone la colpì in pieno
-Ahi! Chi è stato si faccia avanti o farà una brutta fine!- minacciò la mora con le fiamme negli occhi
-Sono stata io, scusa, mi allenavo- disse una ragazza alta e magra con gli occhi azzurri e i capelli castani/rossi vestita con una maglietta con il cappuccio e dei pantaloncini uscendo di corsa da un punto della foresta
-Ok, fa niente, ma fa più attenzione- la riprese la Cacciatrice riconsegnandole la palla
-Asia Smith, come mai da queste parti?- chiese con una punta di disprezzo nella voce William
-William Scott, potrei farti la stessa domanda- rispose totalmente indifferente lei
-Io cercavo notizie, sai, è il mio lavoro, tu invece?-
-Io mi allenavo nella foresta poiché qualcuno ha avvertito i miei degli “incidenti” e mi hanno impedito di allenarmi in città-
-Incidenti? Hai rotto le finestre di casa mia con il tuo pallone! Due volte!-
-Cose che capitano-
-Ehi ehi ehi! Fermi tutti! –li richiamò Adline –Innanzitutto, smettetela di litigare!-.
-Ok… ritornando a prima che lei ci interrompesse, perché mi cercavi?-
-Prima di tutto, ti piacciono le avventure?-
-E me lo chiedi? Ovvio! In fondo sono un giornalista, non posso vivere senza un pizzico di azione nella vita-.
-Bene, meglio così, che ne dici di partecipare a una grande avventura?-
-Certo!-
-Ehi! Anch’io voglio venire!- richiamò l’attenzione su sé Asia.
-Una mano in più non può fare che bene- sentenziò l’altra
-Che genere di avventura?- domandò William
-Io e una mia amica cerchiamo le armi leggendarie, hai anche scritto un articolo a riguardo…-
-Aspetta! Sei tu una delle due ragazze? Non ci credo, non vedevo l’ora di incontrarvi dal vivo!- gridò un’altra voce proveniente da alcuni cespugli, dal quale spuntò una ragazza: era alta e muscolosa, aveva lunghi e mossi capelli castani legati in una treccia che le ricadeva sulla spalla e gli occhi metà verdi e metà azzurri. Indossava una maglietta a strisce azzurra e bianca un po’ strappata e macchiata, pantaloni marroni larghi e logori con stivali dello stesso colore.
-Tu sei una delle ragazze quindi?- chiese la nuova andando verso Adline, che era rimasta interdetta dalla sua comparsa
-S-sì, sono una di loro-
-Fantastico! Posso venire anch’io?- domandò l’altra
-Sapessi almeno come ti chiami magari…-
-Oh, già, scusa. Piacere, Cristina Lewis- sì presentò stringendole la mano
-Io invece…-
-Adline Nightshade, lo so, ti ho sentito prima-
-A proposito, che ci facevi dietro al cespuglio?- la interrogò la mora facendola arrossire
-Oh beh io… Ho sentito la parola avventura, e poi armi leggendarie… e mi sembrava l’occasione giusta per fare un viaggio con qualcuno, e così…- spiegò timida Cristina, il che fece sorridere la Cacciatrice
-Beh, le ragazze sono sempre le benvenute sulla nostra nave, al contrario dei ragazzi, quindi è meglio che tu non faccia saltare fuori qualche tuo amico che si mette in testa di venire con noi, perché lo butto in acqua a calci, sopporterò te solo perché la mia amica ti vuole sulla nave, ma fai attenzione, se fai un passo falso farai una visitina agli squali, chiaro?- minacciò la ragazza William, con l’indice puntato sul suo petto e un espressione minacciosa e furiosa sul volto, che fece impallidire il ragazzo che annuì freneticamente -Benissimo, ora che è tutto chiaro direi che…-
-Aspetta! Non è meglio se andiamo in città a cercare qualcun’altro? Persone in più possono sempre servire, e poi devo avvertire i miei della mia scelta- la bloccò Asia, che fece riflettere la comandante che in seguito annuì seguendola.

Il trio condusse la ragazza, con il cerbiatto che non smetteva di seguirla, verso la città, che più che altro era un minuscolo paesino.
-Quella e la casa dei miei genitori, torno subito- annunciò la rossa con un po’ di amarezza
-Va bene, noi ti aspettiamo qui- le rispose il ragazzo –Ma fai in fretta perché… Adline, no! Attenta!- La avvertì William, senza successo, dato che Adline aveva già abbassato per sbaglio una leva. Quella azionò una serie di meccanismi che conducevano verso l’alto, e questo portò la vittima ad alzare lo sguardo: sopra di lei si trovava un enorme masso tenuto sopra da una corda, che l’avrebbe calata velocemente in basso quando quel processo sarebbe finito. La ragazza era terrorizzata dalla trappola, tanto da non riuscire più a muoversi, rimanendo li immobile a fissare con occhi spalancati dal terrore la roccia che in pochi secondi l’avrebbe schiacciata ponendo fine alla sua esistenza.
Una decina di centimetri prima che il macigno la raggiungesse, la Cacciatrice chiuse gli occhi preparandosi al peggio, che non arrivò: il blocco si era sospeso a mezz’aria.
-Vuoi un biglietto d’invito o ti sposti da lì da sola? Sai, non starà sù per molto altro tempo- la avvertì una voce femminile, riportandola alla realtà e facendola muovere. Quando fu fuori pericolo, quello cadde, provocando un grosso buco sul terreno. Adline si spostò per cercare la sua salvatrice, trovando, dietro un complicato marchingegno fatto di leve, corde e ingranaggi, una ragazza alta e snella, dai capelli castani con una ciocca a sinistra colorata di blu e gli occhi castani. Indossava una maglia bordeaux con sopra una camicia senza maniche bianca e blu con dei jeans corti.
-Stai bene?- le chiese, continuando a parlare dopo che la vittima annuì –Io sono Aicha Moore, piacere-
-Io sono…-
-Una che dovrebbe fare più attenzione forse?- tirò ad indovinare  un’altra ragazza che andò vicino ad Aicha: era alta, magra, abbastanza bella, aveva i capelli ricci color cioccolato con i riflessi rossi, che ricordavano ad Adline la sua amica, a differenza che questa ragazza ce li aveva più lunghi, gli occhi ambrati, numerose lentiggini e vestiva una maglietta con le maniche larghe gialla, dei jeans color cioccolato, una cintura rossa con infilato dentro un “rametto” e degli stivali che arrivavano fino a metà gamba color sabbia
-Io sono Zoey Charlotte Baston, e tanto per tua informazione sono una strega- si presentò Zoey con un sorriso a trentadue denti sul volto, prendendo la mano della mora e stringendogliela, sotto lo sguardo tranquillo della ragazza e quelli straniti di Cristina e William, che si scambiavano occhiate come per dirsi “questa qui è matta”
-Io Adline Nightshade, e tanto per tua informazione sono una  Cacciatrice di Artemide- si presentò finalmente la suddetta –E volevo proporvi una cosa-
-Cioè?-
-Io, una mia amica e quei tre siamo in viaggio alla ricerca delle armi leggendarie, e mi chiedevo se voi vorreste…-
-Venire con voi? Certo!- gridarono estasiate le due
-Frena! Perché hai scelto loro due? Per curiosità- domandò Cri
-Beh, credo che una con le capacità di Aicha potrebbero tornarci utili…-
-In effetti, intrufolarsi nel sistema di sicurezza della banca più protetta dell’Isola e riuscire a capire come bloccare, anche se per poco, il sistema antifurto non sia una cosa fattibile da tutti- si vantò la ragazza
-E una strega torna sempre utile- finì Adline
-Perché, vuoi farmi credere che sia sul serio una…- cominciò il ragazzo, prima di venire bloccato da un “pietrificus totalus” di Zoey che lo fece cadere a terra immobile.
-Ok ok, adesso però fa il contro-incantesimo che non ho voglia di portarlo in braccio fino alla nave…- Le ordinò la ragazza facendo segno ad Asia di venire con loro, la quale stava cercando di liberarsi dall’abbraccio di sua madre, in lacrime, dicendo cose come “mamma, così mi soffochi!” o “vorrei arrivarci tutta intera alla nave!”.
Quando il corvino si fu ripreso e la castana si fu liberata dall’abbraccio, il gruppo si diresse verso il veliero con appresso il cerbiatto, soprannominato Ariel da Zoey in onore della sirena, aspettando il ritorno di Ludo.


ANGOLO AUTRICI

Salve gente!
Ecco per voi il secondo capitolo
Nel prossimo finiremo l'incontro dell'equipaggio, e poi comincierà la vera e propria avventura!
Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto
Baci, Vampy e Ludo

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Capitolo 3
*** L'isola delle Sirene (parte seconda) ***


Capitolo 3: L'isola delle sirene (parte seconda)

Ludo procedeva a passo deciso all'interno della foresta, cercando il famoso giornalista che doveva prendere parte alle loro avventure.
Dopo circa un'ora di ricerca cominciava davvero a stancarsi.
Sbuffò e si accasciò vicino ad un'imponente quercia.
Era stanca di cercare invano il ragazzo come se fosse un ago in un pagliaio.
All'improvviso sentì una voce timida provenire dall'angolo più remoto della radura.
< Ehm...scusami > domando la voce tremante < Sei tu la ragazza di cui parla questo giornale? >.
Ludo estrasse subito la katana dal fodero e senza paura, esclamò: < Esci fuori, chiunque tu sia >.
A quelle parole si sentì un rumore di foglie secche calpestate e una ragazza piuttosto particolare si avvicinò a lei.
Non dimostrava più di sedici anni. Era bassa ma il corpo era perfettamente proporzionato.
Aveva lunghi capelli bianchi con punte nere e occhi azzurri.
Indossava un bel vestitino lungo fino alle ginocchia nero e bianco.
< Tu sei la ragazza di cui parlano in questo giornale? > domandò ancora una volta, mostrando un giornale stropicciato.
Ludo ripose subito la katana al suo posto e prese il giornale fra le mani.
Con sorpresa notò che William Scott aveva parlato piuttosto bene di loro considerandole "Coraggiose e Avventuriere " e non matte da legare da rinchiudere nel manicomio più vicino.
< Sì > rispose alla fine Ludo < Io sono una di queste ragazze >.
Mizu rimase senza parole.
< Wow...Voi avete veramente intenzione di recuperare le armi leggendarie?! > esclamò a voce alta.
Ludo annuì, aspettando la solita scenata.
< Ma è magnifico, posso venire anch'io, per favore? Conosco anche delle persone che vorrebbero venire con noi >.
Ludo rimase di stucco...quella ragazza voleva veramente venire con loro?
< Non so nemmeno come ti chiami > pensò ad alta voce, riottosa all'idea che un'estranea incontrata in una foresta fosse la migliore delle compagne di navigazione.
La ragazza dai capelli bianchi non perse il sorriso.
< Io sono Mizu. Mizu O'Neil > disse subito afferrandole la mano, cordiale.
" Perfetto" pensò Ludo "Sembra una ragazza a posto. Perché non farla venire? ".
< Puoi venire con noi se ami l'avventura > sentenziò alla fine la mora e prima che potesse aggiungere niente, Mizu le afferrò la mano e la trascinò nel vicino villaggio.
Le strade era piccole, ma piuttosto accoglienti.
Numerosi bambini giocavano per strada, seguiti attentamente dai fratelli maggiori o dai genitori.
< Dove stiamo andando? > domandò Ludo quando si fu liberata dalla presa ferrea di Mizu.
< A casa Hamato > rispose semplicemente la maggiore, indicando una casa bianco pallido.
Nel giardino erano riuniti quattro ragazzi, una ragazza e un adulto.
Sembravano essere nel bel mezzo di un allenamento.
I quattro ragazzi era piuttosto diversi fra di loro. I
l maggiore aveva corti capelli corvini ed occhi blu acceso.
Il secondo occhi verde smeraldo e capelli rossi.
Il terzo occhi bordeaux e capelli castano mentre l'ultimo aveva occhi azzurro cielo e capelli biondi leggermente ricci.
La ragazza invece aveva lunghi capelli castani ed occhi del medesimo colore.
< Che ci facciamo qui? > domandò Ludo leggermente a disagio.
Non le era mai piaciuto interrompere. Soprattutto se erano sconosciuti.
< I fratelli Hamato amano le avventure. Sono sicura che vorranno venire anche loro con noi > replicò Mizu continuando a fissare il castano con occhi a cuoricino.
< Non dovremo aspettare che finiscano? > chiese di nuovo la più giovane.
Purtroppo, Mizu non aveva ascoltato le ultime parole che Ludo aveva proferito e si era subito messa a chiamare i cinque ragazzi.
< Ragazzi, venite! Ho trovato una delle ragazze di cui parlava l'articolo di Scott.
Sta cercando l'equipaggio che farà parte della sua nave > esclamò ad alta voce richiamando l'attenzione dei cinque ragazzi e di loro padre.
Dopo qualche minuto, Ludo venne letteralmente bombardata di domanda dal ragazzino biondo e dalla ragazza dai lunghi capelli castani.
Ludo non sapeva proprio come rispondere a tutte quelle domande e si limitò a balbettare ogni tanto qualche risposta confusa.
< Volete smetterla, voi due > intervenne il maggiore, facendo calmare all'istante i due ragazzi.
< Noi siamo la famiglia Hamato > cominciò diligentemente il castano < Io sono Donnie mentre loro sono Leo, Raph, Mikey ed R.J. > disse poi indicando in ordine il corvino, il rosso, il biondo ed infine la ragazza.
< Piacere di conoscervi. Io sono Ludo > rispose l'altra cordiale.
< è vero che stai cercando l'equipaggio per la tua nave? > domandò R.J. entusiasta.
Ludo annuì.
< Che ne dite di venire con... >
Ma prima che potesse finire la proposta Mikey, Donnie ed R.J. avevano esclamò un grosso "Sì", eccitati.
< Non vorrei spegnere le vostre speranze ma dobbiamo chiedere il permesso a Splinter, prima > disse Leo, spegnendo per qualche istante la felicità dei tre fratellini.
< Per me va bene > disse loro Splinter, sorridendo.
Anche lui aveva solcato i mari ed affrontato diverse avventure da giovane e non aveva niente in contrario se i suoi figli aveva imboccato la stessa strada.
< Ottimo > disse Ludo < Possiamo tornare alla nave. Che ne dite? >
La compagnia annuì e, dopo essere rientrati per preparare il leggero bagaglio da portare con loro, i fratelli Hamato furono pronti a partire.
La loro nave non era molto lontana dal paesino e molto presto sarebbero arrivati al piccolo porticciolo dov'era attraccata l'imbarcazione.
Qualche metro prima del porticciolo, una freccia si avviò dardeggiando contro Ludo.
Per fortuna, Mizu se ne accorse e la spinse qualche metro più in là, prima il dardo potesse colpirla.
< Ehi! > esclamò Ludo quando due ragazzine corsero verso di loro.
La prima aveva lunghi capelli color nocciola legati in una coda mentre due ciocche rosse cadevano ai lati, incorniciando il viso dove spiccavano due occhi verde scuro.
Indossava una maglietta nera, dei jeans strappati ed una bandana vermiglia faceva capolino fra i suoi capelli.
La seconda era alta, snella e con una carnagione chiarissima.
I lunghi e ondulati capelli biondo scuro mettevano in risalto gli occhi color cioccolato, screziati d'oro.
Sulla guancia sinistra spiccava una lunga cicatrice bianca, lunga e sottile, visibile solo da un osservatore attento.
Indossava dei pantaloni aderenti tenuti in vita da una cintura di pelle, una maglietta a maniche lunghe ed un paio di anfibi.
Tutto rigorosamente nero.
< Potevate stare più attente! > urlò indicando la freccia che si era conficcata in un albero a qualche metro di distanza.
< Scusaci > risposero in coro le ragazze prima di notare l'allegra comitiva con zaini e borse.
< Dove state andando? > domandò la prima, curiosa.
R.J. fu la più veloce nel rispondere.
< Ricordate quell'articolo di giornale scritto da Will che parlava di quelle due ragazze in cerca delle armi leggendarie? Una di loro è qui con noi > disse l'ultima Hamato indicando Ludo che arrossì vistosamente.
< è quindi voi siete arruolati ? > domandò di rimando la bionda facendo annuire la compagnia < In tal caso, vogliamo venire anche noi >.
< Se solo sapessi i vostri nomi... > cominciò Ludo con una strana impressione di deja-vu.
Quella scena si era presentata poco prima con Mizu ma stavolta intervenne Raph.
< Lei è Giulia Mason > cominciò, indicando la prima ragazza, mentre i suoi occhi smeraldini si illuminavano di una strana luce.
< Mentre lei è Helen Black > concluse Leo fissando negli occhi la bionda.
< Bhè, siete arruolate anche voi se amate l'avventura e i pericoli che una lunga navigazione comporta > disse Ludo, cercando di rendere la situazione più melodrammatica.
Sia Giulia che Helen annuirono sicure.
< Allora andiamo verso il porto! > esclamò contenta e tutti insieme si avviarono verso il porto.
Appena arrivati, trovarono ad accoglierli Adline, Will ed altre quattro ragazze che Ludo non conosceva.
Adline sorrise rivedendo l'amica ritornare ma subito dopo sbiancò, notando i quattro ragazzi salire sulla nave.
< Loro chi sono? > domandò Adline con una punta di disprezzo nella voce.
Lei e Ludo avevano parlato solo di un ragazzo, ovvero Will ed adesso vedeva sbucar fuori dal nulla altri quattro ragazzi.
< Loro sono i fratelli Hamato. Credo che dei ragazzi a bordo facciano sempre comodo > rispose Ludo e prima che l'amica potesse aggiungere altro, riprese il posto di timoniere.
< Dai i compiti all'equipaggio, io mi limito a fare il timoniere > aggiunse, aspettandosi una risposta a tono da Adline che, però, si limitò ad alzare le spalle, stizzita.
Presero molto presto il largo e mentre Ludo si occupava del timone, Adline diede ad ogni membro dell'equipaggio il loro compito: dall'occuparsi della cucina alla vedetta, dal controllare le vele alla manutenzione della nave.
Alla fine ognuno aveva trovato il suo compito.


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< Visto che non è poi così male avere degli uomini a bordo > commentò Mikey servendo la cena ad Adline che si limitò a fissare il suo piatto pieno di zuppa di pesce.
Forse non era così male avere quei ragazzi a bordo.
Quando Mikey e Zoey finirono di servire la cena, tutti cominciarono a mangiare quando si sentì un rumore provenire dalla stiva.
Subito Helen scattò, seguita da Ludo, Giulia ed R.J. che senza aggiungere altro si avviarono verso la stiva.
Proprio lì davanti a loro c'era una ragazza che dormiva pesantemente.
Era alta, robusta e dalla pelle olivastra.
Aveva lunghi capelli color cannella con diverse meches verdi.
< Che ci fa qui? > domandò R.J. a bassa voce, facendo attenzione na non far svegliare la clandestina che aprì ugualmente gli occhi.
Subito, la clandestina scattò in piedi, pronta per combattere.
< Che ne dici di darti una calmata > commentò Helen con tono accomodante tanto che la ragazza sembrò rilassarsi.
< Come ti chiami? Perché ti sei imbarcata su questa nave? > domando Giulia.
< Il mio nome è Silvia Evans. Mi sono imbarcata su questa nave per sfuggire dall'isola delle sirene su cui era naufragata > rispose la ragazza ed allora raccontò la sua triste storia alle quattro ragazze.
Fino all'adolescenza era vissuta felicemente con suo padre nella piccola Italia, finché non venne rapita da degli uomini che cercavano un riscatto da suo padre.
Un giorno, però, il capo della banda decise di allenarla per renderla un'assassina, peccato che la stessa Silvia un giorno lo uccise.
Passò così un anno nella paura di essere catturata di nuovo, imbarcandosi come clandestina in molte navi finché l'ultima non era naufragata e le onde l'aveva sbattuta sulle rive dell'Isola Delle Sirene.
< Perché non rimani qui con noi? > domandò Ludo quando Silvia ebbe concluso.
L'altra non ci pensò un attimo ed annuì.
Finalmente l'equipaggio era al completo!



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Salve, salve, salve!
In questo capitolo abbiamo fatto la conoscenza del resto dell'equipaggio: Gli hamato, Mizu, Giulia, Helen e Silvia!
Spero vi sia piaciuto.
kiss kiss
Ludo e Vampy.

 

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Capitolo 4
*** l'isola di Creta (parte 1) ***


L’ISOLA DI CRETA- GRECIA (parte 1)
-“To tòxo tis Àrtemis, to pròto thrylikò òplo einai sto lavyrintho tou Minòtravou”- recitò Ludo citando ciò che era scritto su un foglio di carta ingiallito con tutto l’equipaggio intorno a sé, tutti tranne Adline -Ok, adesso mi dite in che razza di lingua è questa e cosa vuol dire- continuò speranzosa
-Mi spiace, ma le lingue non sono il mio forte…- le disse Michelangelo
-William? Sei un giornalista, dovresti sapere un po’ di lingue- propose Silvia.
-No, nell’isola parlano tutti solo inglese, quindi non mi sembrava necessario impararle…- la contestò lui
-Aicha? Donnie? Voi siete i geni, dovreste saperlo- disse Helen dopo aver negato anch’essa.
-Non con le lingue, sono un genio solo riguardo alla tecnologia e la meccanica, campi in cui nessuno può battermi- si vantò il genio
-… Nessuno tranne me vorrai dire- lo corresse Aicha
-Vanitosa-
-Sbruffone-
-Oca-
-Asino-
-Piantatela! L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno in questo momento sono due litiganti!- li fermò Giulia –Comunque neanch’io so di che lingua si tratti-
-Io so il francese, tedesco, spagnolo, portoghese, brasiliano, arabo, russo e rune antiche, e vi posso assicurare che quello non è scritto in nessuna di queste lingue- li aiutò Zoey
-Vabbè, è già qualcosa sapere in che lingua non è, comunque neanch’io lo capisco- la confortò Mizu
-Io ho imparato solo il giapponese- enunciò Leonardo
-Idem- lo seguì RJ
-Io so un po’ di italiano, ma non è questa. Tu Raph?- domandò Asia
-Io niente- Rispose lui
-Non avevo dubbi…- sussurrò la castana roteando gli occhi
-Io non ne ho la più pallida idea- annunciò Cri
-Perfetto! Troviamo un indizio e non riusciamo a capirlo!- gridò esasperata Ludo prendendosi la testa tra le mani
-Non abbiamo chiesto ad Adline però, magari lei può aiutarci- la confortò il giornalista, mettendole una mano sulla spalla
-Hai ragione! Lei passa tutto il giorno sui libri, di sicuro lo saprà! Grazie Will!- esultò la leader abbracciando di sfuggita il diretto interessato, che arrossì, e correndo verso l’albero maestro, dove la mora faceva da vedetta.
 
-Adline! Adline!- urlò Ludo salendo la scalinata, trovando in cima la ragazza che la fissava curiosa
-Cosa c’è?-
-Allora: ero sul ponte della nave con gli altri ha rileggere il libro e sfogliando le pagine è caduto questo foglio sul quale ci sono degli indizi sul dove sono le Armi Leggendarie. Il primo è un piccolo testo, il problema è che è scritto in un’altra lingua e nessuno di noi sa qual è, così ci chiedevamo: tu lo sai?- spiegò velocemente la ragazza sotto lo sguardo sorpreso dell’amica, sventolandole il pezzo di carta davanti
-Ok, innanzitutto rallenta. Adesso se la smetti di muovere così velocemente il foglio, altrimenti non posso leggerlo- disse sorridendo e afferrando la pagina.
Dopo una veloce lettura nel quale aveva assunto un’espressione serie, ricominciò a parlare sicura di sé.
-È greco antico- sentenziò
-Sì! Ho sempre saputo che ci avresti aiutato! Adesso vieni e traducilo a tutti!- esclamò la castana trascinandola giù dal punto di vedetta.
 
-“L’arco di Artemide si trova dentro il labirinto del Minotauro”- esclamò quando fu scesa dal punto di vedetta ed ebbe raggiunto i suoi compagni di fronte al timone, dove Cri pensava a guidare.
Gli altri si scambiarono occhiate confuse e preoccupate.
-Scusa ma questa aveva l’aria di essere una profezia prima- disse la strega
-E allora?-
-Beh, nella traduzione non c’è nulla di profetico. È molto semplice, le profezie di solito sono indovinelli incomprensibili…-
-Tanto meglio non credi? Non ho né tempo né voglia di tradurre poesie strane- commentò Raph seccato
-Avrei da ridire a riguardo- s’intromise Leo
-Cosa?-
-Beh, innanzitutto tu non proveresti mai a tradurla, e poi non ci riusciresti- sogghignò il fratello, lasciando il ragazzo offeso e riuscendo a far ridere gli amici
-In ogni caso, il Labirinto è già complicato di suo, con una oracolo complicato ci avremmo messo un secolo a trovare l’arma- finì Helen
-Ma questo Labirinto del Minotauro, che ha di per sé un nome che non ispira fiducia, dove si trova?- domandò Mik
-A Creta- rispose Adline
-Già, a Creta, l’ho sempre saputo, volevo solo vedere se eri attenta- si giustificò il ragazzo facendo roteare gli occhi all’altra, che cominciò a pentirsi di aver consentito ai ragazzi di unirsi a loro
-Ma questo Minotauro è morto, giusto?- si accertò Silvia
-Ehm… in realtà no- la deluse la Cacciatrice
-Cosa?- dissero in coro gli altri, girandosi verso di lei, che si innervosì
-I Mostri non muoiono sul serio. Li puoi “uccidere”, ma nel giro di qualche mese o, se ti va bene, di qualche anno torneranno, perché sono immortali come gli Dei. E, beh, direi che il Minotauro ha avuto molto tempo per tornare- spiegò, lasciando stupefatti e affranti gli altri.
-Perfetto, quindi se per qualche impreciso miracolo riuscissimo ad arrivare al centro del labirinto, dovremmo anche affrontare un mostro mitologico mangia-uomini , che solo qualcuno di molto forte e astuto riuscirebbe a distruggere. In conclusione, siamo spacciati- disse il ragazzo dagli occhi bordeaux
-Grazie di averci tirato su di morale Mister Ottimismo- ribadì Aicha
-Quindi ora andiamo a Creta? Da che parte è?- domandò la timoniere tenendo con una mano una cartina. A quella domanda tutti ammutolirono.
-Ehm… innanzitutto ci vuole circa una settimana di viaggio, ma visto che noi non abbiamo tempo da perdere, ci fermeremo una notte per studiare un percorso più veloce- cominciò Adline
-Ci divideremo in tre gruppi: uno composto da Cri, Asia, Mizu, Leo e Silvia che studierà un percorso più veloce e calcolerà il tempo che ci vorrà, un altro composto da Raph, Giulia, William, Aicha, Mik e me che controllerà ancora quanto cibo abbiamo, quante armi abbiamo a disposizione e vedrà chi sono i più adatti a scontrare il Minotauro in un corpo a corpo, anche se spero non ce ne sia bisogno, e chi è meglio che lo affronti da lontano, poi l’ultimo gruppo composto da Adline, Zoey, RJ, Donnie e Helen studieranno il labirinto tracciando il percorso più veloce e meno pericoloso, vedendo se ci sono altri pericoli e, nel caso in cui dovessimo affrontarli, come abbatterli. Tutto chiaro? Spero che non ci siano obbiezioni, perché non le accetto. Raph e Leo, buttate giù l’ancora e poi mettetevi tutti a lavoro.- decise sicura Ludo, mentre l’amica tirava fuori dei libri, atlanti, vari fogli, piume e inchiostro. Senza batter ciglio, tutti eseguirono gli ordini.
 
Passarono il resto della giornata in mezzo ai libri e ai vari appunti, tanto che alla fine tutti i membri dell’equipaggio avevano le camicie, o il viso, nel caso di Donatello che aveva litigato con Asia e Michelangelo, e loro per vendetta gli avevano buttato una boccetta d’inchiostro addosso, coperte di macchie.
Arrivarono alla conclusione che se seguivano un certo percorso, sarebbero riusciti ad arrivare a Creta nel giro di tre giorni, se non ci fossero stati imprevisti come tempeste o altro; nella nave c’ era cibo a sufficienza solo per un’altra settimana, così decisero che dopo aver completato la missione (- sempre che ne usciamo vivi- aveva commentato Mizu) sarebbero andati a comprare qualcosa navigando verso Atene, un viaggio molto più corto, e, sotto minaccia di Adline, sulla nave avrebbero sacrificato del cibo per gli Dei ( -Se non onoriamo almeno Ares e Atena, Dei della guerra, della strategia e intelligenza, il combattimento andrà di sicuro male, se non sacrifichiamo qualcosa a Poseidone il viaggio sarà un disastro, devo pregare Artemide perché è la mia Dea, e se non facciamo la stessa cosa con gli altri si offendono e ci fanno fuori- spiegava lei mentre muoveva a casaccio un coltello, facendo arretrare gli altri, mentre Ludo si schiaffava una mano in fronte esasperata). C’era una gran scorta di spade, sciabole, pugnali e archi con frecce, e infine il gruppo che studiò il Labirinto tracciò un percorso abbastanza veloce e semplice, anche se Helen decise che per sicurezza era il caso di usare lo stesso un filo, come fece Teseo, e RJ intuì che il mostro non doveva essere l’unico a far da guardia, perché era già stato ucciso una volta, e chiunque ebbe nascosto le armi, avrebbe temuto che succedesse ancora, quindi si dovettero preparare ad affrontare l’ignoto.
-Comunque, crediamo che non ci siano trappole lungo il cammino, era già tanto che i 14 ragazzi ci arrivassero dal Minotauro, se rischiavano di morire durante il tragitto il Mostro sarebbe rimasto a digiuno…- spiegò Zoey
-Ma com’è la storia del Labirinto? Me la racconti? Ti prego ti prego ti prego!- implorò Michelangelo la Cacciatrice, che anche se controvoglia, annuì e cominciò il racconto…






ANGOLO AUTRICE
salve popolo di efp!
anche se dopo quasi tre mesi, alla fine siamo tornate e abbiamo ricominciato ad aggiornare :)
ok questo capitolo non è il massimo, ma con il prossimo mi riscatterò.
spero vi piaccia
baci, Vampy e Sunshine

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