Amour Français

di inkpanda
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'arte e l'amore hanno cospirato ***
Capitolo 2: *** un invito speciale ***
Capitolo 3: *** l'appuntamento ***
Capitolo 5: *** una strana presenza ***
Capitolo 6: *** una strana presenza pt.2 ***



Capitolo 1
*** l'arte e l'amore hanno cospirato ***


Eloise si stava attorcigliando la sciarpa al collo,indossò il suo basco e andò recuperare la borsa che aveva lasciato chissà dove.
Poi prese un foglio dal comò nell’ingresso e uscì fuori,nella neve. Non era abituata all’inverno rigido della periferia di Londra, tutte quelle coperture che doveva mettersi,compresa la sciarpa, la facevano sembrare così goffa, sembrava un pinguino con sciarpa,basco e cappotto di lana.
Dopo aver inspirato un bel po’ di aria gelida di primo mattino, aprì il foglio,lì c’era l’indirizzo di quell’artista che l’aveva assunta per fare l’assistente. Più che assistente pensò Eloise, forse avrebbe dovuto scrivere “cercasi cameriera che pulisca il caos di un povero artista scapolo”,ma per lei andava più che bene. In fondo era un artista, avrebbe potuto ammirare durante il suo lavoro tutte le opere del “signor pittore”.  
Prese l’autobus,non aveva abbastanza soldi per prendersi un’auto propria.
Incrociò le dita per tutto il tragitto,sperando che quel lavoro potesse fare al caso suo, e lesse continuamente il biglietto su cui aveva annotato l’ indirizzo sull’annuncio del pittore.
“Jacques Sele , artista”… Eloise avrebbe voluto fare l’artista quando era piccola, le dicevano che disegnava magnificamente, non si era ancora dimenticata di tutti quei dieci che prendeva al liceo. Ah … la sua adolescenza francese, quanto le mancava. Da quando si era trasferita a Londra tutto era così diverso … ma almeno ora avrebbe lavorato con un artista,che dal nome, pareva francese … almeno,pensava, avrebbe ritrovato un po’ di casa nel suo lavoro.  
L’autobus si fermò,Eloise scese e cercò il vicolo in cui doveva andare.
La porta del pittore era l’unica rossa in mezzo ad altre blu o nere, ad Eloise questo piacque da morire. Bussò, e venne ad aprire una signora anziana.
“ah, bene tu sei l’assistente giusto? Vieni cara” e la condusse al piano di sopra.
Salì le scale tappezzate di moquette e arrivò in cima, la vecchietta le indicò lo studio e scese di nuovo le scale abbandonandola sull’uscio.
Eloise entrò, la stanza era una mansarda, con il tetto spiovente a sinistra  di legno d’abete, tutt’intorno alle pareti c’erano quadri coperti da teli e alcune sculture di design sparse in giro.
Jacques era dietro una tavola sul cavalletto a dipingere. Quando si accorse che c’era qualcuno si sporse dalla tavola e la salutò, pulì il pennello e le mani con un panno e andò a stringerle la mano. Era un ragazzo sui 28 anni, come lei. Abbastanza alto,con il fisico asciutto,capelli nocciola e due profondi occhi verdi. Ad Eloise piacque fin dal primo istante.
“salve, lei è?”- “ sono Eloise Lechat, la sua assistente”-
“piacere di averla con me, dal suo cognome deduco che è francese, come me”-
“oh,si si, sono nata in provincia di Parigi, e lei?” “io a Nizza, ma la mia passione per l’arte mi portò prima a trasferirmi a Parigi e poi a Londra … le case a Parigi costano troppo”  “già” concluse lei.
“bene, il suo compito consiste nel raggruppare le opere che ho fatto e riordinarle a seconda dell’emittente, come se dovesse fare un archivio … però stia attenta,grazie” “assolutamente”chiarì lei “e la prego, mi dia del tu,non sono abituato a parlare formalmente” aggiunse lui, e tornò a dipingere.
Dopo un pomeriggio di lavoro Eloise andò a farsi un caffè nella piccola cucina dell’appartamento,lui la raggiunse. “sai disegnare?” “oh si,certo, era la mia passione” “bene,sai anche dipingere?” “ehm,no, da ragazza ho provato a fare un quadro ma ero inesperta e non l’ho finito” “ora ho finito il lavoro,vuoi che ti insegni qualcosa?” “non saprei,non vorrei rubarti del tempo …” lui la guardò con un espressione del tipo “come fai a rifiutare?” con un sorriso all’angolo della bocca, “va bene” disse lei.  
Presero due sgabelli e si misero uno accanto all’altro davanti ad una tela nuova, lui provò a farle vedere qualche tecnica e quando fu il turno di Eloise lui prese la sua mano con la sua e la aiutò a dipingere, Eloise non sapeva cosa stesse accadendo in quel momento, il caldo del suo abbraccio le fece dimenticare tutto il freddo di quella mattina,la sua mano che stringeva la sua le fece dimenticare che era ormai tramontato il sole.
Quando Eloise si accorse che era ora di andare, lui le chiese se aveva una macchina per tornare,lei rispose di no e lui si offrì di accompagnarla fino a casa, “Londra è un brutto posto di sera” disse.
Presero il pullman notturno e dalla fermata prima di casa fecero due passi in compagnia … parlarono di quanto mancasse loro la Francia, dei loro sogni e delle loro speranze; arrivati a casa lei disse “grazie di avermi accompagnato,non dovevi” – “non ti preoccupare,è stato bello”-“infatti…” disse lei.
Frugò per un po’ nella sua borsa in cerca delle chiavi e le tirò fuori,le infilò nella serratura e girò. Prima di entrare a casa si guardarono, lei disse “è stato bello passeggiare con te” “anche per me è stato bello” rispose l’altro. Ma prima di chiudere la porta lui fece un passo e bloccò con un piede la porta, le prese il volto con le mani e le loro labbra si incontrarono. In quel momento iniziò a nevicare.  

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Capitolo 2
*** un invito speciale ***


Quella sera,Eloise la passò pensando SOLO ed ESCLUSIVAMENTE a lui.
Non amava dal liceo,da quando la sua storia “perfetta” non finì nell’immondizia. Da allora non aveva più amato. Perché sapeva cosa le aspettava.
Ma quel giorno; aveva capito che vale la pensa soffrire per avere quell’attimo di amore che le serviva,dopo tutto quel tempo di astinenza. Jacques era una ragazzo così speciale, misterioso ma allo stesso tempo tenero … e così maledettamente carico del fascino degli artisti.
Eloise non vedeva l’ora di rincontrarlo l’indomani. Voleva stare con lui, perché le aveva creato una dipendenza forte, ma talmente forte che lo amava più della sua stessa vita.
Il giorno dopo Eloise si svegliò con il suo gatto che le gironzolava tra i  piedi. Era un gatto trovato per strada a Parigi,l’unico suo ricordo francese , insieme al basco regalatole dai suoi genitori, e … lui.
Eloise si alzò dal letto, accarezzò per un bel po’ il gatto Hans e quando rivolse lo sguardo all’orologio capì che era tardissimo.
Si infilò di corsa le calze,il maglione di lana rossa, la gonna a pieghe e gli stivali. Prima di uscire controllò se nevicava. Nevicava.
Quella neve inglese la riportò alla sera del giorno precedente, sotto il suo portico, lui prese il suo viso tra le mani ed … Eloise si rese conto che stava facendo più tardi del solito,così prese il basco,la sciarpa e le chiavi di corsa e andò verso la fermata dell’autobus. Quel tratto di strada, la neve, quell’autobus … ormai era pieni di un significato speciale per lei. Sapeva che da quel giorno tutto non sarebbe stato più come prima.
 
Arrivò alla porta rossa, bussò ed aprì la solita vecchina.
La salutò e salì di corsa le scale di moquette. Quel giorno si accorse che erano piene di peli di gatto.
Jacques era seduto sempre dietro la tavola sul cavalletto. Ma questa volta si accorse in fretta che lei era arrivata così mollò tutto di scatto e andò a salutarla.
Lui le prese il viso ed appoggiò la sua fronte su quella di Eloise. Si guardarono un bel po’; lei si perse nei suoi occhi verdi, come lo smeraldo più bello illuminato dalle luci del mattino; e lui si perse negli occhi azzurri come il cielo subito dopo l’alba. Si baciarono; le labbra fredde di lei toccarono quelle calde di lui e si sentì sciogliere il cuore.
Poi, dopo un po’ Jacques tornò al lavoro, gli era stato commissionato un paesaggio irlandese … fino ad quel momento stava venendo benissimo.
Il pomeriggio trascorse fra pittura,cioccolata calda e la fine di un dipinto.
 
Quella sera, mentre stavano percorrendo il viale dalla fermata dell’autobus alla casa di Eloise, Jacques disse :” Eloise, ti andrebbe di venire a cena domani sera?” Eloise fu sorpresa dalla domanda …”si ,certo” disse. Jacques come al solito la accompagnò sotto al portico,si scambiarono un lungo sguardo e poco dopo si accorsero che stava piovendo. Jacques non aveva un ombrello, così si tirò il cappotto sulla testa ed uscì dal portico di corsa , ma si accorse che aveva dimenticato una cosa importante … tornò indietro e baciò Eloise,la quale sorrise come un bambino quando vede la cioccolata.
 

 

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Capitolo 3
*** l'appuntamento ***


Il giorno seguente Eloise non si presentò a lavoro; ma sapeva che in un modo o nell’altro Jacques le aveva fatto capire che poteva prendersi tutto il giorno libero per prepararsi. Così, iniziò quella mattina a girovagare per i negozi, sperando di trovare qualcosa adatto al suo stile.
Tornò a casa con un bel vestito corto rosa antico con una gonna ampia,scarpe con il tacco nere e un fiocco nero da mettere sulla testa.
Per le 18.00 era già pronta per la cena ma ad un certo punto il telefono squillò. Era Jacques.
Eloise ebbe un colpo al cuore ma Jacques le disse che per la corsa sotto l’acqua che aveva fatto l’altro giorno si era preso un bellissimo raffreddore ma disse anche che Eloise doveva comunque andare a casa sua.
Mise un po’ di crocchette nella ciotola del gatto, prese la borsa, il basco e scese. Arrivò quasi subito a casa di Jacques,l’autobus aveva fatto presto.
Dopo aver salutato ed essersi scusata con la vecchietta per l’orario inatteso,salì le scale per accertarsi che Jacques stesse bene.
Appena arrivata in cima, l’atmosfera soffusa, creata nel corridoio prima della mansarda, le fece pensare subito che Jacques avesse fatto qualche pazzia. Oltrepassò la porta della mansarda e le cadde la borsa dalla contentezza.
Lì , seduto ad un tavolo per due c’era Jacques che l’aspettava,in compagnia di una candela che emanava una luce suffusissima e molto romantica.
Eloise si portò le mani vicino alla bocca per non urlare; dopo un momento di sorpresa, Jacques le disse: “beh , ci hai messo molto a venire… “ e,alzandosi in piedi, le sorrise. Eloise gli saltò addosso e lo abbracciò come mai,aveva le lacrime agli occhi. Nessuno aveva fatto una cosa simile per lei.
Dopo aver asciugato le sue lacrime, Jacques stava per baciarla, ma questa volta fu Eloise a farlo per prima… e Jacques rimase colpito.
Si sedettero e Jacques portò a tavola un piatto che aveva preparato lui : la Ratatouille.
Jacques disse: “so che non è un granché, io faccio pena a cucinare, mi dispiace di aver rovinato la serata ” “non ti preoccupare” disse lei “è tutto perfetto”.
Solo dopo notò anche che Jacques si era messo il papillon, sorrise e arrossì abbassando la testa.
Quella cena si può dire che la passarono riscoprendo di nuovo la sensazione di stare a casa, in Francia ; entrambi si ricordavano la bellezza del loro paese; si completavano a vicenda.
 
Quando finirono di cenare, si sedettero un po’ sul divano a vedere qualche film; durante la visione, Eloise appoggiò la testa sulla sua spalla e disse: “Jacques …” “si?” “tu non mi lascerai mai vero?” “certo che non ti lascerò, staremo insieme per sempre… e come diceva una frase-se un per sempre non esiste lo inventeremo noi-“
 

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Capitolo 5
*** una strana presenza ***


Una mattina, mentre andava a lavoro ,però, la ragazza si sentì molto osservata,in modo particolare da una persona che si era messa in piedi accanto a lei sull’autobus.
“sarà una passeggera occasionale” pensò Eloise, sperando fosse così. Ma si sbagliava, perché infatti la storia si ripetè per oltre 2 settimane.
La misteriosa ragazza dai capelli rossi, avvolta nel suo trench blu scuro , era tutti i giorni nel pullman sempre nelle vicinanze di Eloise.
Eloise non sapeva se doveva preoccuparsi o semplicemente lasciar stare questa stana cosa; e in un primo momento decise di metterci una pietra sopra.
Ma nei giorni seguenti gli spostamenti si fecero sempre più assillanti, molto spesso la ragazza scendeva alla sua fermata e a volte la seguiva pure; addirittura andava nel negozio accanto a quello dove andava Eloise , per non dare nell’occhio.
Eloise a quel punto si sentì costretta a raccontare tutto questo a Jacques, magari era una persona che conosceva lui.
Così arrivata a casa del ragazzo, gli raccontò tutto per filo e per segno,descrivendo anche la ragazza.
“tu la conosci?”disse Eloise, “no”rispose Jacques ”non mi ricorda nessuna persona che ho conosciuto”.
Quella sera mentre scendevano per andare a casa di Eloise, Jacques le propose di fare una passeggiata insieme il giorno seguente … così decisero di incontrarsi alla fermata dell’autobus,vicino casa di Jacques alle 17.00 per poi andare a prendere una tazza di tè.

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Capitolo 6
*** una strana presenza pt.2 ***


Eloise aspettava Jacques avanti alla fermata dell’autobus , dove si era prefissato l’appuntamento.
Ma sentiva ancora quella presenza vicino a lei,quella rossa vestita di blu che la osservava. E si girò per guardare.
Era lì di nuovo,ovunque andasse lei era lì, anche quando usciva con Jacques, lei era lì.
Sempre, ovunque.
Così decise di fissarla, come faceva con lei; i loro sguardi si incontrarono per poco , poi iniziò a piovere, eloise non aveva un ombrello ma si tirò il cappuccio del suo cappotto sulla testa, invece la rossa rimase immobile sotto la pioggia a bagnarsi.
La gente che non si aspettava la perturbazione se ne scappò cercando un riparo e imprecando ad alta voce contro il mal tempo. Così rimasero pressoché solo loro due e una strada bagnata e vuota.
La rossa le si avvicinò; “ciao” le disse, con fare molto strano; “ciao” rispos Eloise ,molto sospettosa.
Poi la ragazza indietreggiò sempre fissando Eloise,che aveva una grandissima paura di essere in compagnia di una pazza,e si mise poco dietro di lei. Da lontano si scorgeva il pullman che arrivava verso la fermata.
Eloise indietreggiò per far scendere i passeggeri, ma in un attimo la rossa urlò : “Jacques!” e scaraventò Eloise in strada. In un secondo si ritrovò mezza svenuta,dolorante e sanguinante per strada con il conducente dell’autobus che stava alla sua destra e Jacques ,che era corso dopo aver sentito l’urlo, alla sua sinistra.
Poi svenne e si svegliò in una camera di un ospedale con Jacques accanto che le stringeva la mano.
Poi si guardò attorno e si vide con un braccio e una gamba ingessati ,poi toccò la sua testa e la trovò fasciata.
“cosa … cosa mi è successo?” disse Eloise,
“hai avuto un brutto incidente, la mia ex ti ha lanciato sotto un autobus” disse Jacques.
“e … e tu chi sei?”.

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