HARRY POTTER E IL PRINCIPE MEZZO-SANGUE

di Hermione_strega
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


HARRY POTTER E IL PRINCIPE MEZZO-SANGUE

CAPITOLO 1

 

 

Per le strade di Privet Drive regnava il silenzio e l'oscurità, era quasi l'una di notte e tutte le luci nelle case erano spente, tranne al n° 4, dove una luce brillava nel buio: proveniva dalla camera da letto di Harry Potter.

Era il 31 luglio ed Harry aveva appena compiuto 16 anni, ma i suoi compleanni erano sempre stati un giorno come tanti e quello si prospettava ancora peggiore: da quando era tornato da Hogwarts gli zii lo trattavano molto meglio, a dire il vero non lo calcolavano per niente, ma Harry lo preferiva di gran lunga, in questo modo poteva trascorrere le giornate a suo piacimento senza essere costretto a svolgere i lavori più faticosi di casa Dursley, gli permettevano addirittura di girovagare per casa con la bacchetta magica nelle tasche dei jeans: evidentemente gli zii temevano molto di più la ritorsione di Moody e Co. che quella di un mago adolescente; al contrario di Dudley che non si avvicinava minimamente ad Harry, pensando probabilmente che se il cugino era giunto al sesto anno di una scuola di magia e stregoneria, anche i suoi poteri dovevano essersi moltiplicati. I primi giorni del mese era anche riuscito a scambiare quattro chiacchiere al telefono con Hermione e Ron. Con quest'ultimo era stato particolarmente complicato: Harry aveva faticato moltissimo per spiegargli che poteva parlare al telefono come se la persona fosse accanto a lui, ma aveva ottenuto un risultato più o meno scadente. Ma da due settimane le telefonate avevano smesso di arrivare, quando Silente gli inviò una lettera avvertendolo del pericolo di un'intercettazione da parte dei Mangiamorte (che evidentemente sapevano molte cose anche del mondo dei babbani).

Era il suo compleanno ed Harry era sicuro che non avrebbe ricevuto né una lettera né una telefonata da parte dei suoi amici. Era sdraiato sul suo letto, a pancia in su, non riusciva a dormire e la sua mente si aggrovigliava fra mille pensieri: gli amici, i Mangiamorte, Voldemort, quello che stava accadendo nel mondo dei maghi e Sirius.

Il suo caro padrino, gli mancava tanto, aveva pensato a lui molte volte e puntualmente si sentiva una stretta al cuore. Era stata tutta colpa sua, perché non aveva aperto prima il pacchetto che Sirius gli aveva dato? Avrebbe trovato lo specchio e avrebbe potuto mettersi in contatto con lui e sapere che stava bene e non avrebbe mai messo a repentaglio la vita sua e quella dei suoi amici; poi un pensiero riaffiorò nella sua mente posandosi come un macigno sul suo cuore: Hermione, aveva rischiato seriamente di morire per seguire lui, che non se lo sarebbe mai perdonato se le fosse successo qualcosa, ma non voleva pensarci, erano pensieri troppo orribili da poterli sopportare. Così chiuse gli occhi e cercando di non pensare a niente, si addormentò.

Fu svegliato da un rumore secco e ripetuto che proveniva dalla finestra. Si voltò, qualcuno stava lanciando delle piccole pietre alla sua finestra. Scese dal letto e si avvicinò ad essa, l'aprì e si sporse per vedere chi fosse. Anche nella semioscurità la riconobbe subito: era Hermione, la cosa più bella che aveva visto in più di un mese.

Non riusciva a credere ai propri occhi, forse stava sognando, poi sentì la voce di Hermione che disse, cercando di non urlare:<< Harry lanciami la scopa, così posso salire da te! >>. Harry non se lo fece ripetere, annuì con la testa e corse a prendere la scopa che calò dalla finestra. Hermione vi saltò in groppa e salì fino alla finestra di Harry che l'aiutò a scendere. I due si abbracciarono come se non si vedessero da qualche anno.

<< Cosa ci fai qui? >> disse Harry chiudendo la porta della stanza a chiave (chissà cosa avrebbero pensato gli zii se "malauguratamente" fossero entrati e avrebbero visto Hermione)

<< Buon compleanno! >> disse lei con un largo sorriso che Harry contraccambiò.

<< Volevo essere la prima a farti gli auguri! >>

<< Grazie, ma credo che quest'anno sarai l'unica! >>

<< Non credo!>>

<< In che senso? >>

<< Diciamo che sono qui per portarti via! >>

<< Per andare dove? >> domandò Harry incuriosito.

<< Per il momento a casa mia, poi verso sera andremo a "La Tana"!>>

<< Stai scherzando? >> disse il ragazzo speranzoso.

<< Neanche per sogno, verso le sei e mezza ci passeranno a prendere i miei genitori >>

Harry non stava più nella pelle: << Che ore sono? >> domandò.

<< Le quattro e un quarto. Mi dispiace di averti svegliato >>.

<< Mi ero solo appisolato, non riuscivo a dormire! >>

<< Neanche io! >> disse Hermione poi, arrossendo un pò, cercò di cambiare discorso: << Allora questa e la tua stanza?!>> disse guardandosi intorno.

<< Più o meno! >> rispose lui guardando se la stanza era in ordine.

L'amica continuava a gironzolare per la stanza, poi sorrise quando i suoi occhi si posarono sulla fotografia che Harry aveva attaccata al muro: erano loro due insieme a Ron.

<< Come sei arrivata fin qui? >> le domandò Harry.

<< Con il notte-tempo! >> poi si voltò verso di lui e disse: << Sarà meglio che inizi a mettere le tue cose nel baule e......a vestirti! >> aggiunse guardando l'amico in pigiama.

<< Già! >> disse Harry e si affrettò a prendere un jeans e una felpa,poi guardò Hermione e disse un pò imbarazzato: << Forse...dovresti girarti!>>.

<< Certo! >> rispose lei voltandosi verso la finestra ancora aperta.

Anche se lei era di spalle, Harry si vergognava comunque di trovarsi in mutande, chiuso a chiave in una stanza con Hermione. Continuava ad osservarla e per questo perse l'equilibrio mentre stava indossando i pantaloni e cadde.

<< Va tutto bene Harry? >> disse Hermione fingendosi preoccupata mentre cercava di non ridere.

<< Si, si! >> rispose subito Harry ancora più imbarazzato.

Finalmente terminò di vestirsi ed Hermione lo aiutò a raccogliere le sue cose sparse per la stanza e a metterle nel baule, mentre parlavano del più e del meno: sembrava che non ci fossero novità riguardo Voldemort e i suoi seguaci ed Harry promise ad Hermione che per tutto il giorno non avrebbero parlato di questo.

Alle sei e mezza in punto arrivarono i genitori di Hermione, lei scese dalla finestra così com'era salita, mentre Harry andò ad avvisare gli zii della sua partenza: non fu un'impresa difficile, loro volevano che Harry andasse via almeno quanto lui.

I genitori di Hermione erano molto simpatici, certo non erano strambi come i maghi, ma erano brave persone. Avevano una vita "normale" e tranquilla, erano entrambi dentisti e avevano una bella casa e una bella macchina; erano il classico tipo di persone che "amavano" gli zii di Harry, se solo non avessero avuto una figlia strega.

La stanza di Hermione era molto grande, sul letto vi erano cuscini di ogni misura ed Harry fu felice di notare che sul comodino dell'amica vi era la stessa foto che aveva lui attaccata al muro.

Verso sera arrivò Ron con il padre. Quest'ultimo era così eccitato di trovarsi in una casa babbana, che si dimenticò quasi il motivo per il quale era lì, essendosi stupito della presenza di Harry a casa Granger.

Ron, invece, era come frastornato e osservava i numerosi oggetti babbani sparsi per la casa come se fossero alieni (forse per lui lo erano!).

Harry ed Hermione presero i loro bauli e raggiunsero la casa di Ron con il mezzo di trasporto "preferito" di Harry: la polvere volante.

In casa sembrava non esserci nessuno, era tutto buio ed Hermione assunse un'aria preoccupata. Dopo un poò li raggiunsero il signor Weasley e Ron ed Harry iniziò a preoccupersi seriamente vedendo l'espressione che assunsero i due.

<< Harry!>> disse Ron rivolto all'amico << Buon compleanno! >>

Harry era confuso.

Improvvisamente si accesero le luci: tutta la famiglia Weasley e molti membri dell'Ordine della Fenice lo applaudirono, gridando in coro << Buon compleanno!>> ed Harry fu subito invaso da decine di regali che scartò quasi subito.

<< Piaciuta la sorpresa? >> chiese Hermione all'amico dopo un poò.

<< Moltissimo, sei stata brava a mentire! >>. Lei  sorrise.       

<< Sai non ho mai avuto una festa di compleanno! >> continuò Harry con voce malinconica ma piena di gratitudine per quella splendida sorpresa.

<< Lo so! >> rispose Hermione.

I due restarono a guardarsi per un pò: quante cose erano cambiate da quando si erano conosciuti, sei anni fa, loro erano cambiati, cresciuti. Hermione era diventata una strega eccellente e bellissima e lui era sempre più nei pasticci, arrabbiato con tutto e con tutti, tanto da non riuscire ad accorgersi di quanto ci tenesse alle persone che gli erano accanto e di quanto loro tenessero a lui.

Hermione sorrise e avvicinandosi a lui lentamente lo abbracciò, fece per sussurrargli qualcosa all'orecchio, poi gli diede un delicato bacio sulla guancia e si allontanò.

Harry la guardò allontanarsi, sentiva ancora il calore delle sue labbra sulla guancia.

Forse lui non voleva capire: aveva paura di svegliare qualcosa che dormiva da tempo dentro di lui, paura di capire che forse era già sveglia.

Le luci si spensero di nuovo e tutti intonarono la canzone "Tanti auguri", mentre 16 piccole luci lievitavano nel buio.

Harry si avvicinò alla torta e fece per spegnere le candeline, ma Ginny gridò: << Esprimi un desiderio, Harry! >>.

Per un momento esitò. Che desiderio poteva esprimere: quello di riuscire ad uccidere Voldemort, così da diventare un'assassino? No di certo. Eppure non riusciva a trovare un desiderio,nonostante compiesse 16 anni, età in cui tutti sono desiderosi di vita, pieni di aspettative e di sogni, pieni di motivazioni. Forse era quello che gli mancava: una motivazione. Qualcosa per la quale valesse la pena di vivere,qualcosa per la quale valesse la pena di sopravvivere a Voldemort. E fu questo che desiderò.

Spense le candeline e tutti applaudirono nuovamente, mentre si riaccendevano le luci. Harry guardò Lupin, Moody (con l'occhio che roteava freneticamente), Ginny, poi Hermione e infine Ron, che gli sorrideva raggiante e sincero come sempre ed Harry pensò che forse non avrebbe mai dovuto esprimere quel desiderio.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


CAPITOLO 2

 

L’estate a casa Weasley trascorse serena e veloce. Harry si divertì moltissimo in compagnia dei suoi amici: giocarono a quidditch,mangiarono a volontà e visitarono il negozio di scherzi di Fred e George a Diagon Alley.

I due gemelli furono molto felici di spiegare a Harry e Hermione l’effetto che provocavano i vari oggetti del negozio e soprattutto di testarne il funzionamento su Ron che si era prestato “spontaneamente” agli esperimenti dei fratelli, che in cambio gli insegnavano a smaterializzarsi: Ron infatti era qualche mese più grande di Harry e si stava preparando per dare l’esame per ottenere la patente per smaterializzarsi; Harry pensava di dare l’esame l’estate prossima, in modo da avere tutto l’anno scolastico per prepararsi. Nel frattempo si godeva la possibilità di utilizzare la magia al di fuori di Hogwarts, suscitando l’invidia di Hermione che non aveva ancora compiuto 16 anni.

La spensieratezza dell’estate fu rotta dall’arrivo puntualissimo delle lettere provenienti da Hogwarts: che contenevano la consueta lettera della professoressa McGranitt, l’elenco completo delle materie e dei libri per il 6° anno e…i risultati dei G.U.F.O.

Harry fece un lungo sospiro prima di aprire la lettera,ma con sua grande sorpresa scoprì di aver avuto tutti “Oltre ogni previsione” e tre “Eccezionale” , in Cura delle creature magiche, Pozioni e Difesa contro le arti oscure. Non poteva sperare in un risultato migliore: anche se non lo rallegrava affatto l’idea di continuare a seguire le lezioni di Piton, sapeva che era comunque l’unico modo per poter sperare di diventare un Auror.

Anche Ron se l’era cavata: Tutti “Accettabile” ,un “Oltre ogni previsione” in Difesa contro le arti oscure e un “Eccezionale” in Cura delle creature magiche, mentre Hermione aveva ottenuto tutti “Eccezionale” (con il suo unico stupore!).

La lettera da Hogwarts di Harry conteneva anche un’altra comunicazione:

 

Caro Sign. Potter,

                          sono lieta di annunciarle che lei è stato riammesso nella squadra di quidditch.

Troverà affissa nella bacheca della scuola la nuova formazione della squadra, mentre mi riempie

di orgoglio comunicarle che lei è il nuovo capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro;

pertanto mi aspetto che porti ancora una volta Grifondoro alla vittoria finale.

 

                                                                                                        Con ossequi

                                                                                                Prof. Minerva McGranitt

                                                                                                Vicepreside di Hogwarts

 

 

Harry non riusciva a credere ai propri occhi: lui capitano della squadra?!

Restò per qualche minuto immobile a guardare la lettera.

<< Qualcosa non va, Harry? >> chiese Fred guardandolo preoccupato.

<< Sono il capitano della squadra di quidditch di Grifondoro! >> rispose Harry lentamente continuando a guardare il foglio fra le sue mani.

<< Cosa?!>> esclamarono all’unisono Fred e Gorge, mentre tutti gli altri membri della casa si accalcarono su di lui per leggere la lettera.

<< E’ meraviglioso Harry! >> disse Ron sbalordito.

<< Ero sicura che prima o poi ce l’avresti fatta! >> esclamò Hermione dandogli un sonoro bacio sulla guancia.

Quella sera tutti festeggiarono Harry, ansiosi di ritornare a Hogwarts.

 

L’espresso per Hogwarts era appena partito dal binario 9 e ¾ e Harry, Ron ed Hermione cercarono un vagone libero sul treno.

<< Forse questo è vuoto! >> disse speranzoso Ron e aprì la porta scorrevole. All’interno del vagone vi erano tre ragazzi con le divise dei Serpeverde: Draco Malfoy e i suoi scagnozzi Tiger e Goyle (che ridacchiavano stupidamente ). Malfoy era poggiato al finestrino, aveva la fronte china sulla mano sinistra e quando vide i tre ragazzi entrare alzò lo sguardo verso Harry e disse: << Che cosa vuoi Potter? >>. Ma la sua voce non aveva più il solito tono strascicato, era stanca così come gli occhi: non più pieni di aggressività e superbia, ma tristi e spaesati.

<< Scusate, credevamo non ci fosse nessuno! >> così dicendo Harry fece cenno agli amici di allontanarsi e uscendo tirò la porta scorrevole alle sue spalle.

Più avanti trovarono un vagone vuoto, vi entrarono senza dire una parola. Subito dopo li raggiunsero Ginny e Luna Lovegood.

<< Ah, siete qui! >> disse Ginny sorridendo agli amici.

<< Salve! Tutto bene? >> aggiunse allegramente Luna: era migliorata dall’anno precedente, i suoi capelli avevano un colore più uniforme ed erano lisci e un po’ più corti.

<< Tutto ok! >> risposero i tre ragazzi.

<< Ma tu non dovresti stare con Dean? >> chiese Ron stupito alla sorella.

<< Ci siamo lasciati! >>

<< Ti andrà mai bene qualcuno? >>

<< Devo solo trovare la persona giusta! >>

<< Forse dovresti guardarti meglio intorno! >> concluse Ron lanciando un’occhiata furtiva a Harry, al quale diede molto fastidio ma non lo dimostrò e cercando di cambiare discorso fece cadere l’attenzione sul comportamento di Malfoy.

<< Secondo voi cosa ha Malfoy? >>

<< Forse non gli sono andati bene i G.U.F.O. ! >> rispose Ron con lo sguardo beato, probabilmente pensando alla faccia che avrebbe fatto Malfoy scoprendo di aver preso meno di lui.

<< Non credo! >> disse Hermione pensierosa: << Non si è mai comportato in quel modo…aveva una strana espressione…insolita! >>

<< E’ vero…si comporta in modo diverso dal solito! >> la interruppe Ginny: << Quando sono salita sul treno mi ha urtata e……mi ha chiesto scusa! >>

Tutti guardarono Ginny stralunati.

<< Draco Malfoy ti ha chiesto scusa?! >> disse Harry lentamente.

<< Devono avercelo barattato durante l’estate! >> disse Ron e tutti esplosero in una fragorosa risata, tranne Harry che guardò fuori dal finestrino, pensando a cosa fosse successo di così grave da cambiare a tal punto Draco Malfoy: forse non tutto era tranquillo come pensavano. 

 

 

P.S: Ringrazio tutti coloro che hanno lasciato un commento : )

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


CAPITOLO 3

 

Erano le 7 in punto quando arrivò il treno. Tutti scesero rapidamente e si avviarono verso le carrozze, mentre dei piccoli ragazzini spaesati si diressero verso le barche guidati da Hagrid, com’era di consueto al 1°anno.

Harry, Ron, Hermione, Ginny e Luna salirono tutti su una carrozza e raggiunsero Hogwarts in poco tempo. Il castello era tutto illuminato e splendente come sempre; i ragazzi entrarono nella sala grande: il cielo era di un blu limpidissimo e le stelle brillavano incontrastate.

Neville era seduto al tavolo dei Grifondoro accanto a Dean e Seamus , quando Harry e Co. li raggiunsero, li salutarono allegramente e iniziarono a raccontarsi quello che avevano fatto durante le vacanze estive ed Harry fu molto sollevato di non dover raccontare disgrazie e problemi vari.

Il fragore fu interrotto dalla nuova canzone del Cappello Parlante, seguito dallo smistamento che tutti seguirono trepidanti per il banchetto.

Terminata l’assegnazione dei nuovi studenti nelle case, Silente tenne il discorso di inizio anno: << Benvenuti e…bentornati a Hogwarts cari studenti. Voi tutti siete a conoscenza del pericolo a cui è esposto il mondo dei maghi e forse anche quello dei babbani e,a mio parere, Hogwarts è il posto più sicuro in questo momento! >>

 Molti ragazzi si voltarono verso Harry, forse non si sentivano molto sicuri come credeva Silente a causa della presenza di Harry, la persona che Voldemort desiderava di uccidere più di tutti.

<< Auguro a tutti voi uno splendido anno scolastico, ricco di bei voti e…di serenità! >> questa volta fu Silente a guardare Harry; poi dopo un suo cenno con la mano, i piatti si riempirono di varie leccornie che tutti si precipitarono a divorare.

Era quasi terminato il banchetto, quando Harry si voltò verso il tavolo degli insegnanti e vide un uomo che prima non aveva notato: era piuttosto giovane, + o – trent’anni, capelli neri un po’ spettinati, occhi verdi e un bel sorriso. Harry pensò subito che doveva essere il nuovo insegnante di Difesa contro le arti oscure e la sua ipotesi fu confermata da Silente che alla fine del banchetto presentò il nuovo arrivato: << Ci ha raggiunto con un po’ di ritardo, ma sono lieto di presentarvi il professor Peter McClaggan! >>. Tutti applaudirono mentre lui sorrideva e ringraziava con un cenno del capo.

<< Ti assomiglia terribilmente Harry! >> disse Ron rivolto all’amico.

<< Già è impressionante! >> aggiunse Neville. Harry scrollò le spalle.

Poco più tardi decine di ragazzi si accalcarono vicino la bacheca nella sala di ritrovo nella torre dei Grifondoro per vedere la nuova formazione della squadra di quidditch e furono entusiasti di scoprire che Harry era il nuovo capitano.

<< E’ fantastico Harry! >> disse Neville.

<< Ed ecco entrare in campo il capitano della squadra di Grifondoro: Harry Potter! >> disse Seamus come se stesse commentando una partita, emozionantissimo: Lee Jordan aveva terminato gli studi e da quest’anno il nuovo cronista delle partite era Seamus.

Il giorno dopo a colazione ricevettero gli orari delle lezioni.

<< Iniziamo con due ore di Difesa contro le arti oscure…niente male! >> disse Ron.

<< Già, sempre meglio di Pozioni! >> aggiunse Harry, ma Ron si voltò verso di lui raggiante e sollevato dicendo: << Spiacente, ma quest’anno ve la vedrete da soli con Piton, ho chiuso con Pozioni! >>.

<< Perché non ti sei impegnato abbastanza da prendere “Eccezionale” >>

<< Scherzi, Hermione?! Quello di prendere “Accettabile” in Pozioni è stato il miglior risultato dei G.U.F.O. ! >> concluse Ron, mentre Hermione cercava di ignorare le sue “insulse” parole e di tenere a bada sia i suoi poteri magici che le “maniere” babbane.

<< Credo che dovremmo affrettarci se non vogliamo arrivare tardi alla lezione e farci subito riconoscere anche dal nuovo professore! >> disse Harry e i tre amici si avviarono verso l’aula di Difesa contro le arti oscure.

Una volta entrati nell’aula e terminato il vocio, il professore si alzò lentamente dalla cattedra e si avvicinò a gli alunni. Tutti notarono, con più o meno discrezione, che il professore aveva un’andatura zoppicante.

<< Io sono Peter McClaggan, il vostro nuovo insegnante di Difesa contro le arti oscure…e per farvi capire il mio stile e il mio metodo di insegnamento, direi che è simile a quello del professor Lupin! >>.

<< Conosce Lupin? >> chiese Harry sorpreso.

<< Non proprio, Potter! >> questa volta Harry non si stupì che il professore conoscesse il suo nome, chi non lo sapeva?!

<< Professore, come si è procurato la ferita alla gamba? >> domandò curioso un ragazzo di Tassorosso.

<< E’ stato tanto tempo fa, avevo circa vent’anni, è stato durante un combattimento. >>

Il ragazzo chinò la testa imbarazzato: non credeva che McClaggan fosse realmente zoppo.

<< Lei è un Auror? >> domandò Seamus.

<< Si! >> disse il professore sempre sorridente, suscitando l’ammirazione di molti, inclusa quella di Harry.

La lezione proseguì tranquilla e le due ore risultarono molto piacevoli: McClaggan doveva essere un ottimo Auror.

Il pomeriggio i Grifondoro del 6° anno furono impegnati in Trasfigurazione: la McGranitt aveva iniziato una difficilissima spiegazione sulla trasfigurazione umana, mentre Hagrid aveva mostrato delle nuove, “deliziose” e altrettanto pericolose creature.

Piton, invece, aveva triplicato l’assegno dei compiti e trascorso quasi tutta la lezione demotivando i sopravvissuti ai G.U.F.O.

Tuttavia il tempo a Hogwarts trascorreva rapidamente: Harry passava la maggior parte del tempo a studiare e trovare strategie di gioco per il quidditch, dato che ora la squadra gravava sulle sue spalle.

<< Cosa fai tutto solo? >> disse Hermione una sera tornando dalla sala grande.

Avevano appena terminato la cena, quando Harry si affrettò ad andare nella sala di ritrovo per escogitare qualche tattica di gioco da effettuare nell’allenamento dell’indomani. Ora era tutto solo immerso tra appunti e libri sul Quidditch.

<< Non credo di essere un buon capitano…credo che quest’anno Grifondoro sarà ultima in classifica. La McGranitt mi ucciderà! >> disse Harry alquanto sconsolato.

<< Ma se il campionato non è ancora iniziato! >>

<< E’ lo stesso, perderemo alla prima partita! >> replicò Harry amareggiato distendendo sul pavimento un grande foglio con disegnato il campo di Quidditch e piccoli pupazzetti con i nomi dei giocatori del Grifondoro.

<< Credo proprio che questa volta non posso aiutarti, Harry…non capisco quasi nulla di Quidditch…sei tu il campione! >>.

Harry alzò lo sguardo verso l’amica, poi si sedette affranto sul divano.

<< Anche alla tua prima partita avevi paura, ti ricordi? Ma alla fine prendesti il boccino! >>

<< Già…lo ingoiai! >>

<< Il fine giustifica i mezzi! >>

<< E se perderai, ti rifarai alla prossima partita. Ci sono cose molto più importanti del Quidditch! >> concluse Hermione.

Harry la guardò. Hermione gli accarezzò delicatamente il ciuffo ribelle dei capelli, poi scese lungo la cicatrice; Harry le fermò la mano e avvicinò il suo volto a quello di lei.

Intorno a loro si udiva solo lo scoppiettio del fuoco nel camino. Harry si avvicinò ancora di più, poi come se di colpo si fosse svegliato da un sogno, si ritrasse: cosa stava facendo?

Hermione sembrava più imbarazzata di lui, ma sorrise e andò a dormire: << Buonanotte Harry! >>

<< Buonanotte Hermione! >>

Si sentiva confuso come non mai, ma preferì non pensarci e di andare a dormire.

Stava raccogliendo lo schema che aveva fatto dal pavimento, quando la porta della sala comune si aprì: apparve Ginny, era quasi in lacrime, poi si accorse di Harry e arrossì lievemente, prima di scappare senza dire nulla su nel dormitorio delle ragazze.

Harry raccolse le sue cose pensando che forse avrebbe dovuto fermare Ginny per chiederle cosa era successo, ma lei non gli avrebbe mai detto la verità e, anche se lo avesse fatto, lui non si sentiva in grado né di dare consigli né di ascoltare problemi e confessioni.

 

P.S: Ringrazio ancora tutti coloro che hanno recensito. Non preoccuparti maripotter, l'importante è che ti sia piaciuto! :)

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


CAPITOLO 4

 

Il giorno dopo tutto era tornato alla normalità, compreso Ginny che non accennò minimamente a qualche problema.

Il pomeriggio ci furono i primi allenamenti di quidditch ed Harry fu lieto di notare che la situazione non era del tutto drastica. Erano circa le sei ed Harry era di ritorno dal campo di quidditch, quando per i corridoi del castello incontrò Cho Chang: era come al solito molto carina, i lunghi capelli neri le scendevano morbidi lungo la schiena e aveva un’andatura elegante, ma quando vide Harry trasalì. Non si erano rivolti la parola dall’inizio dell’anno scolastico.

<< Ciao Harry! >> disse lei alquanto imbarazzata.

<< Ciao Cho! Come stai? >> domandò lui cercando di essere gentile.

<< Bene e tu? >>

<< Bene! >>

<< Ho sentito dire che sei il nuovo capitano della squadra di Grifondoro, complimenti! >>

<< Grazie! >>

<< Peccato che prima o poi giocheremo uno contro l’altro! >>

<< Già! >>

<< Allora…ci vediamo?! >> disse lei sconsolata.

<< Certo! Ciao! >> concluse lui e si avviò verso la torre di Grifondoro.

Quella sera Harry pensò, mentre andava a dormire, che non era molto felice di scontrarsi con Cho a quidditch, la situazione lo imbarazzava, inoltre già si aspettava i commenti e le occhiate dei suoi compagni di squadra. Con questo pensiero si addormentò. Ma quella notte i sogni di Harry non furono molto sereni: continuò ad agitarsi per ore ed ore, vedeva immagini contorte, persone squartate e una grande botola di legno sporca di sangue, mentre la voce di Voldemort echeggiava nella sua mente e la cicatrice gli bruciava terribilmente.  

Il mattino dopo Harry era più stanco di quando era andato a dormire, ma decise di non dire nulla della sua notte “tormentata”, né ai suoi amici né tantomeno a Silente.

Era molto presto quando Harry scese nella sala grande, non vi era quasi nessuno a parte un piccolo gruppetto di Corvonero e Neville al tavolo dei Grifondoro.

<< Buongiorno! >> disse Harry.

<< Ciao! >> rispose il ragazzo senza alzare la testa dall’enorme libro di Pozioni: Neville infatti aveva “miracolosamente” ottenuto il G.U.F.O. in Pozioni, suscitando il disgusto di Piton che ora lo aveva praticamente condannato a morte.

Harry si servì la colazione, ma non mangiò quasi nulla: la cicatrice non gli faceva più male, ma aveva comunque un gran mal di testa.

Il suo terribile sonno quella mattina sarebbe stato messo a dura  prova dalla lezione del professor Raf.

<< Non capisco perché dobbiamo continuare a seguire il corso di storia…a cosa ci serve? >> domandò Ron piagnucolando.

<< A ricordare, in modo da non ripetere gli stessi errori! >> rispose prontamente Hermione.

Ron stava per replicare, ma fu interrotto dall’apparizione del prof-fantasma che con voce melliflua invitò gli alunni ad aprire il libro a pag. 354.

Con stupore di tutti il nuovo capitolo di storia aveva un titolo inconsueto: IL PRINCIPE MEZZO-SANGUE.

<< Oggi concluderemo la guerra tra maghi e babbani, terminata grazie all’intervento del principe mezzo-sangue! >> iniziò Raf, ma le sue intenzioni erano ben lontane da ciò che tutti si aspettavano da quel capitolo. Dopo circa mezz’ora di date, nomi e riferimenti storici che tutti avevano già da tempo eliminato dalle loro menti, Hermione intervenne: << Professore, perché veniva chiamato principe mezzo-sangue? >>

<< Signorina Granger, io insegno storia non racconto favole! >> rispose Raf che subito dopo riprese la sua noiosissima lezione.

 

<< Oggi la McGranitt è stata particolarmente severa! Quattro pagine di pergamena solo per aver sbagliato a trasfigurare un molliccio?! >> disse Ron amareggiato il pomeriggio, mentre tornavano dalla lezione di Trasfigurazione.

<< Si, ma con le sembianze umane…se fosse stato un vero essere umano? >> precisò Harry: quest’anno avevano iniziato la trasfigurazione umana, per la quale Ron sembrava non essere portato.

<< Ciao Ginny! >> disse Harry vedendo la giovane Weasley andare nella loro direzione.

<< Dove stai andando? >> le chiese il fratello.

<< In biblioteca, devo fare una ricerca per Piton! >>

<< Anche Hermione è lì, tanto per cambiare! >> replicò Ron in tono aspro. Poi Ginny si allontanò e i due ragazzi raggiunsero la sala comune di Grifondoro dove iniziarono a svolgere i loro compiti.

Stavano ormai giocando a scacchi, quando Hermione irruppe nella sala con un grande libro in mano e un largo sorriso pieno di soddisfazione.

<< Sapete chi era il principe mezzo-sangue? >> disse la ragazza. Poi notando lo sguardo perplesso dei suoi amici disse: << Godric Grifondoro >>.

Harry e Ron si stupirono non poco.

<< Cosa? Ma come non era un purosangue? >> disse Harry sgranando gli occhi.

<< No! Suo padre era un mago, sua madre una principessa babbana! Questo è il castello dove vivevano i suoi genitori! >>

<< Quindi Hogwarts era la dimora dei Grifondoro? >>

<< Esatto Ron! >>

<< Alexander Grifondoro era un mago potentissimo, si innamorò di Lady Merion e lei di lui. Si sposarono e dalla loro unione nacque Godric, ma non conobbe mai i suoi genitori! >>

<< Perché? >> chiesero all’unisono i due ragazzi.

<< La famiglia di Alexander aveva antiche e rispettabili origini, non aveva mai accettato Merion e speravano che un giorno o l’altro lui si fosse stancato  di lei e l’avrebbe rinnegata, ma ciò non avvenne, così……la uccisero! >>

<< La uccisero?! >>

<< Alexander disperato andò dalla sua famiglia, voleva ucciderli tutti, ma erano molti e potenti. Ormai avevano capito che non vi era più nulla da fare e decisero di eliminare anche lui, ma prima di morire Alexander giurò che un giorno sarebbe ritornato e lui e Merion avrebbero vissuto insieme per sempre >>

<< E Godric? Con chi è vissuto? >> chiese Harry.

<< Con i nonni materni. Poi quando divenne più grande fu istruito da un fratello del padre che era scappato di casa quando la famiglia uccise Alexander e la moglie. Poi divenne adulto e……il resto lo conoscete già! >> concluse Hermione.

Ci fu un momento di silenzio, poi Hermione aggiunse perplessa: << Quello che non riesco a capire è perché questa storia non viene neanche accennata in “Storia di Hogwarts”! >>

<< Io ho sempre detto che quel libro è inutile, per questo non l’ ho letto! >> la interruppe Ron, ma Hermione lo ignorò e continuò: << E per di più questo libro era nella sezione proibita! >> concluse mostrando l’enorme libro che aveva in grembo.

Harry e Ron si guardarono per un momento, poi Harry esclamò: << Hermione, cerchiamo almeno quest’anno di farci gli affari nostri o ci cacceremo in qualche guaio ed io personalmente ne ho abbastanza! >>

<< Già! Hai ragione Harry, forse nessuno conosce la storia perché non è importante…anche se molto affascinante! >> concluse la ragazza con aria sognante, ma ad irrompere nei suoi pensieri fu la voce di Ron: << Ginny è ancora in biblioteca? Ha deciso di farti concorrenza? >>

<< Ginny? Perché era in biblioteca? >>

<< Si! Perché non vi siete incontrate? >> disse Ron sospettoso.

<< Forse…ero troppo immersa nella lettura e non l’ ho notata! >>

 

Ginny comparve nella sala comune in tempo per la cena e Ron non mancò di chiederle spiegazioni.

<< Ero in biblioteca! >>

<< Hermione non ti ha vista! >>

<< Nemmeno io ho visto lei…la biblioteca è grande! >>

Ron la guardò torvo e la sorella non poté più trattenersi e urlò con quanto fiato aveva in gola: << NON SONO AFFARI TUOI, RON! >>

Tutta la sala grande si zittì e tutti si voltarono a guardare Ron, che era diventato rosso come i capelli.

Pian piano gli studenti delle quattro case ripresero a mangiare, mentre l’imbarazzo del gruppo fu rotto da Seamus: << Ragazzi avete letto l’articolo di stamani sul “La gazzetta del profeta” ? A quanto pare Voi - sapete - chi è tornato a colpire! >>

Hermione afferrò il giornale e iniziò a leggere velocemente: << Hanno trovato il corpo di quattro maghi, assassinati brutalmente, i corpi erano stati nascosti in una…>>

<< Botola! >> terminò Harry. Hermione si voltò verso di lui, pietrificata. Solo lei sembrava aver capito, gli altri ripresero a cenare, anche se alquanto preoccupati, ma Harry non ci riuscì.

<< Non mi sento molto bene! >> disse e alzandosi si diresse nella torre dei Grifondoro.

 

Era da solo a rimurginare sull’accaduto, quando il passaggio si aprì ed entrò Hermione con aria preoccupata.

<< Harry, va tutto bene? >> disse sedendosi accanto a lui su un divano.

<< L’ ho sognato! >>

<< Lo avevo capito! >> disse la ragazza poggiandogli una mano sulla spalla in segno di conforto.

<< Sta tranquillo, qui sei al sicuro, Silente ti proteggerà! >>

Harry non poté trattenersi: << Hermione, c’è una cosa che devi sapere! >>

<< Cosa? >>

<< Ma devi promettermi di non dirlo a nessuno……neanche a Ron! >>

Hermione lo guardò ansiosa: << Va bene Harry, te lo prometto! >>

<< Quella che si ruppe al ministero non era la vera Profezia! Quella vera è in un posto sicuro, ed io l’ ho ascoltata……attraverso i ricordi di Silente! >>

<< E cosa diceva? >>

<< Che l’unico in grado di sconfiggere il Signore Oscuro sarebbe nato alla fine di luglio! >>

<< Tu! >> la ragazza lo guardò esterrefatta.

<< Io o Neville…….ma Voldemort uccidendo i miei genitori e segnandomi a vita (Harry si sfiorò la cicatrice) ha involontariamente scelto me! >>

<< Quindi tu…>>

<< Io sarò vittima o carnefice: o uccido Voldemort e divento un assassino……o lui uccide me! >> concluse amaro il ragazzo.

Hermione non sapeva cosa dire, sembrava sconvolta, poi delicatamente prese la mano dell’amico e con voce dolce gli disse: << Noi staremo al tuo fianco Harry! >>

Harry carezzò la mano di lei con la sua, ma il terribile ricordo di quando Hermione stava per perdere la vita a causa sua lo invase; si alzò di scatto e andò verso la finestra.

<< Cosa c’è Harry?>>

<< Non potete Hermione, è troppo pericoloso! >>

<< Ma siamo stati sempre al tuo fianco, anche in situazioni difficili e pericolose! >> anche Hermione si alzò.

<< Avrei dovuto impedirvelo! Invece mi sono comportato da egoista! Ti ho quasi costretta a venire al ministero con me qualche mese fa……e stavi per morire! Sarebbe stata tutta colpa mia! >>

<< Allora è per questo! Per avere la coscienza pulita, per non avere rimorsi! >>

<< Ma cosa dici! >> Harry si girò di scatto: << Se tu saresti morta, non so se sarei sopravvissuto! >>

Hermione lo fissò con le lacrime agli occhi.

<< Non sono pronto a vederti morire! >> disse lui quasi in un sussurro.

<< Neanche io a vedere te! >>

<< I miei genitori sono morti per salvarmi la vita, così come Sirius……tutti quelli che amo muoiono per me! Devo allontanarmi da loro…per salvarli! >>

<< Non puoi vietare a qualcuno di amarti! >> ora le lacrime le rigavano il viso.

Harry si avvicinò. Si abbracciarono, lui le diede un tenero bacio sulla fronte, poi Hermione alzò il volto e i loro sguardi si incrociarono. Le loro labbra erano molto vicine. Loro chiusero gli occhi, ma un rumore li riportò alla realtà: decine di ragazzi stavano ritornando dalla sala grande.

Hermione si asciugò le lacrime e senza voltarsi corse su nel dormitorio delle ragazze, lasciando Harry stordito incrociare lo sguardo di un Ron ancora furibondo.

 

P.S: Grazie 1000 a tutti quelli che hanno recensito...un mega bacio, V.V.U.M.D.B. : )

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***


Salve a tutti! Finalmente ecco il 5° capitolo, spero vi piaccia come i precedenti, io mi ritengo molto soddisfatta!!! Mi raccomando, continuate a recensire, naturalmente ringrazio tutti coloro che lo hanno già fatto, quelli che lo faranno e anche quelli che hanno semplicemente letto la mia fan-fiction. Un bacio!!!

 

CAPITOLO 5

 

Quella mattina Harry si alzò giusto in tempo per la lezione di Vitious: era riuscito ad addormentarsi solo verso le 4 del mattino, quando l’immagine di Hermione aveva abbandonato la sua mente e Ron aveva smesso di urlare nel sonno, invocando l’aiuto di Hagrid affinché lo salvasse dai figli di Aragog che volevano mangiarlo.

<< Ma dove eravate finiti? >> chiese Hermione a Harry e Ron, quando raggiunsero l’aula di incantesimi.

<< Ci siamo svegliati tardi! >> spiegò il moro

<< Tu ti sei svegliato tardi! >> precisò il rosso

<< Si, ma chi è che questa notte non mi ha fatto chiudere occhio?! >> lo rimbeccò Harry, suscitando una smorfia ironica di Ron, che disse: << Bèh! Magari pensavi a qualche ragazza! >>

Harry sgranò gli occhi: << Che vuoi dire? >> chiese titubante

<< Stavo solo……scherzando! >> rispose Ron, visibilmente sorpreso dal comportamento dell’amico.

<< Allora, vi volete dare una mossa?! >> urlò Hermione ai due ragazzi, che subito la raggiunsero nell’aula.

 

 

Nel pomeriggio, dopo le lezioni, la sala comune dei Grifondoro era gremita di persone: la pioggia impediva ai giovani maghi di uscire dal castello.

Vari gruppetti erano dislocati nella sala e lo scoppiettio del fuoco del camino era contrastato dal vociare dei ragazzi.

Dean, Seamus e Neville stavano scambiando le figurine “Streghe e Maghi famosi” con i fratelli Canon, mentre Harry e Ron giocavano agli scacchi dei maghi ed Hermione era intenta a scrivere una lettera a Krum: sembrava più lunga delle altre o forse così sembrava a Harry, che tutto pensava fuorché agli scacchi e di questo ne stava beneficiando Ron, che gli aveva appena “distrutto” un altro cavallo.

Il rosso, dal canto suo, forse avrebbe chiesto volentieri qualche occhio ai suoi “amati” ragni, dato che passava lo sguardo dalla scacchiera alla lunghezza della lettera di Hermione a Ginny. Con quest’ultima sembrava aver sventolato la bandiera della pace, ma continuava ad osservare con sguardo inquisitore ogni movimento della sorella.

L’ora della cena si avvicinò e tutti i ragazzi cominciarono ad avviarsi verso la sala grande. Ormai nella torre dei Grifondoro erano rimasti solo Harry, Ron ed Hermione ancora intenta a scrivere la lettera.

<< Ma cosa avrà da scrivergli?! >> disse ad un certo punto Harry irritato a Ron.

<< E’ quello che mi chiedo sempre! >> rispose il rosso guardando interrogativo la scacchiera.

<< Scacco matto! >> disse infine con un sorriso sulle labbra.

Harry non ci badò più di tanto, aveva altro a cui pensare.

<< Non so voi, ma io ho un certo appetito! >> disse Ron massaggiandosi la pancia.

<< Ho quasi finito, Ronald! >> disse Hermione senza distogliere lo sguardo dalla lettera che aumentava sempre più di lunghezza.

Harry si sentì invadere da una rabbia incontrollabile e, improvvisamente, una delle ampolle di vetro porta candele esplose. Hermione finalmente distolse lo sguardo dalla lettera, spaventata, e sia lei che Ron si voltarono verso Harry, che era terribilmente impacciato.

Sembrò un momento interminabile, poi Hermione abbassando lo sguardo e disse: << Credo che continuerò domani la lettera, sarà meglio andare a cenare o non troveremo nulla da mangiare! >>. Così dicendo mise la lettera in un libro e, sempre con lo sguardo basso, si diresse nella sala grande seguita dai due amici.

Nessuno di loro tre osò proferire parola durante la cena. Si liquidarono con un “buonanotte” e andarono nei rispettivi dormitori.

Dean, Seamus e Neville non erano ancora rientrati, Ron era disteso sul letto a pancia in su, mentre Harry era intento a pulire dai residui di pozioni le boccette.

<< Harry, sei innamorato di Hermione? >> disse improvvisamente Ron, con lo sguardo rivolto al soffitto e l’espressione seria.

Harry si sentì svuotare lo stomaco e lasciò cadere le fiale sul pavimento, mandandole in frantumi.

<< Harry!!! Non posso crederci! >> Ron era balzato a sedere sul letto e guardava Harry scioccato.

<< Cosa? Ma io……veramente! >> Harry non sapeva cosa dire, era terrorizzato.

<< Guarda cosa hai combinato! >> disse Ron, guardando i pezzi di vetro sparsi sul pavimento. Con un colpo di bacchetta riparò al disastro dell’amico, che tirò un sospiro di sollievo.

Harry era pronto a sentirsi ripetere la domanda, mentre riponeva le boccette nel baule. Ma Ron indossò il pigiama e si mise nel letto. Dopo un attimo era nel mondo dei sogni. Sembrava che l’incidente fosse valso a qualcosa.

Anche Harry indossò il pigiama e si mise nel letto, ma a differenza dell’amico non riuscì subito ad addormentarsi.

No, non poteva essere innamorato di Hermione, lei era la sua migliore amica. Certo era terribilmente attratto da lei, ma dopotutto era diventata bellissima, non che per lui prima non lo fosse, ma ora era decisamente stupenda.

Innamorato? Era innamorato di Hermione? No, non poteva succedere, non doveva succedere!

Una cosa era certa: nessuna ragazza avrebbe mai potuto prendere il posto di Hermione, mai! Lei era troppo speciale, lei era Hermione, la sua Hermione.

 

 

Nei giorni successivi la mente e il corpo di Harry furono impegnati nell’allenamento di quidditch.

Una mattina il sole splendeva alto in cielo e un Harry preoccupato si diresse al campo da quidditch: quel giorno si sarebbe tenuta la prima partita del campionato, Grifondoro contro Tassorosso.

<< Abbiamo capito Harry, non siamo mica stupidi! >> disse Ron esausto, quando Harry aveva appena terminato di ripetere lo schema di gioco per l’ottava volta quella mattina.

<< Scusate, è solo che sono molto agitato, è la mia prima partita come Capitano! >> si scusò Harry.

<< Nervoso, Potter? >> Harry si voltò.

<< Hermione, cosa ci fai qui? >> domandò Harry ad una raggiante ragazza dai lunghi capelli ricci.

<< Volevo augurare “buona fortuna” alla mia squadra! >>

I ragazzi la ringraziarono.

<< Forse dovremmo prepararci! >> disse il portiere dai capelli rossi e uscì dagli spogliatoi seguito dal resto della squadra.

Solo Harry restò immobile a fissare Hermione, avrebbe voluto dirle qualcosa, ma non sapeva cosa.

La ragazza sorrise e si avvicinò a lui.

<< Andrà tutto bene! Sei il migliore! >>

<< Speriamo che non vi deluda! >>

<< Tu non mi deludi mai! >>così dicendo avvicino ancora di più il suo volto a quello di lui.

<< Prendi quel boccino per me! >> disse in un sussurro quasi impercettibile, poi gli diede un bacio in un angolo delle labbra.

Harry sentì la testa girare vertiginosamente. Avrebbe voluto stringere Hermione fra le sue braccia e baciarla con tutta la passione possibile. Ma si limitò a sorriderle e uscì anche lui dagli spogliatoi, dopo aver preso la sua Firebolt.  

La partita iniziò e subito Grifondoro fu in vantaggio. Dagli spalti i “grifoni” gridavano entusiasti e Colin Canon scattava innumerevoli foto al nuovo Capitano, mentre Seamus commentava la partita lasciandosi trasportare dall’animo rosso-oro e, come il suo predecessore, veniva ripreso di continuo dalla McGranitt.

Ormai Grifondoro vinceva 60 a 20, quando un bolide colpì alla schiena Ron, che precipitò al suolo. La partita fu interrotta e tutti i giocatori (Tassorosso compresi) andarono in soccorso del rosso.

<< Va tutto bene, Ron? >> chiese Harry all’amico che cercava faticosamente di alzarsi.

<< Non saprei, ho un tremendo dolore alla schiena! >>

<< Per te la partita termina! >>

<< Non se ne parla, come farete senza portiere?! E poi io sto benissimo! >> ma una fitta di dolore lo tradì.

<< No, Ron! Una partita di Quidditch non vale la tua schiena! >> rispose Harry con uno sguardo che non ammetteva repliche e che unito a quello di Madama Chips, appena giunta, costrinse Ron ad abbandonare il campo.

Ora era tutto nelle mani di Harry: doveva assolutamente prendere il boccino il più velocemente possibile. Infatti, con il Grifondoro senza portiere, la squadra dei Tassorosso stava rimontando, e ora vinceva 80 a 70.

Harry aveva appena udito la voce di Seamus annunciare un nuovo punto degli avversari, quando vide il boccino. Si precipitò nella sua direzione e fu subito seguito dal cercatore dei Tassorosso. Erano a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro, Harry tese la mano e sentì le dita sfiorare le leggere e dorate ali del boccino.

<< Altro punto per Tassorosso che ora……ma Harry Potter afferrà il boccino d’oro, GRIFONDORO VINCE!!! >> la voce di Seamus echeggiò per tutto il campo e fu subito coperta dal boato che esplose dagli spalti dei Grifondoro.

Tutti scesero sul campo per festeggiare la vittoria della loro squadra e il nuovo Capitano.

<< Potter, Potter! >> la folla era in delirio.

<< Ero sicura che ce l’avresti fatta! >> urlò Hermione abbracciandolo. Quando si staccarono Harry le mostrò il boccino, Hermione arrossì, poi si guardarono negli occhi intensamente. Restarono così per qualche minuto, incuranti della folla intorno a loro.

<< Complimenti! >> disse un ragazzo di Grifondoro che Harry non conosceva, dandogli una pacca sulla spalla e destandolo da quello che sembrava un sogno meraviglioso.

Dopo un po’ l’intera squadra di Grifondoro più Hermione si ritrovarono in infermeria per annunciare la vittoria a Ron, il quale sembrava non aver riportato gravi danni dall’incidente, ma avrebbe comunque dovuto starsene a riposo per un po’ di tempo.

La felicità di Ron fu “distrutta” da Madama Chips che gli comunicò la sua convalescenza: 3 giorni in infermeria, immobile.

<< Ma, venerdì c’è la gita a Hogsmade! >> disse il rosso disperato.

<< Sono spiacente Weasley, ma non credo che potrai andarci! >> disse Madama Chips.

<< Ma… >>

<< Vuoi trascorrere un mese in infermeria?! Perché è quello che ti succederà se non stai a riposo! >>

Ron acconsentì, anche se a malavoglia, con un cenno del capo.

<< Sta tranquillo Ron, ti faremo compagnia noi! >> disse Harry ed Hermione annuì.

<< Grazie ragazzi, ma preferisco che almeno voi andiate a divertirvi! >>

<< E poi così mi porterete le migliori leccornie di Hogsmade! >> aggiunse Ron, quando vide gli sguardi di disapprovo dei suoi amici.

<< Ok Ron, ma non sarà lo stesso senza te! >> disse il moro.

<< Non litigherò con nessuno! >> aggiunse Hermione in tono scherzoso.

 

 

Venerdì mattina un cielo azzurro e un sole splendente accolsero i ragazzi dal 3° anno in poi che si sarebbero recati a Hogsmade.

La mancanza di Ron si avvertì quasi subito: le sue battute e il suo modo di scherzare così naturale rallegravano sempre tutti.

Harry, Hermione e Ginny erano appena entrati nel pub “I tre manici di scopa”, quando la loro attenzione fu catturata da una ragazza bionda che sedeva da sola ad un tavolino. I tre ragazzi si avvicinarono a lei.

<< Ciao Luna, come va? >> disse Hermione amichevolmente.

<< Salve ragazzi, tutto bene! >> rispose la ragazza che fino a qualche secondo prima sembrava contemplare la sua tazza di burrobirra.

<< Possiamo sederci qui con te? >> chiese Ginny.

<< Certo! >> rispose la biondina.

Harry stava per chiederle come mai era tutta sola, ma le sembrò una domanda alquanto stupida dato che Luna era la classica ragazza che tutti cercavano di evitare per la sua stramberia.

Harry, Hermione e Ginny ordinarono tre burrobirre e iniziarono a parlare del più e del meno. Dopo un po’ furono interrotti da un grosso barbagianni che entrò planando dalla finestra aperta e atterrò sul tavolo davanti a Ginny che si affrettò a prendere il foglio di pergamena dalla zampa dell’animale che subito dopo volò via. Ginny lesse velocemente il biglietto e arrossì violentemente: << Ragazzi mi dispiace moltissimo, ma devo andare…ci vediamo più tardi! >> e così dicendo uscì quasi di corsa dal pub, lasciando un po’ perplessi gli amici.

Dopo un po’ anche loro uscirono; il cielo era diventato alquanto nuvoloso, ma per il momento il sole stava avendo la meglio.

<< Bèh allora ci vediamo! >> esclamò Luna in tono mellifluo.

<< Come te ne vai? >> le chiese Harry, ma la ragazza era già sparita tra la folla.

<< Quella ragazza è proprio strana! >> esclamò il ragazzo ed Hermione fece spallucce.

Erano quasi le cinque del pomeriggio quando iniziò a pioggerellare. Harry ed Hermione avevano comprato ogni sorta di dolci da portare al loro amico.

La pioggia stava incalzando e loro trovarono riparo presso la Stamberga Strillante.

Hermione improvvisamente esplose in una sonora risata.

<< Cosa c’è da ridere? >> chiese Harry curioso.

<< Sembri un pulcino bagnato! >> disse la ragazza tra una risata e l’altra.

Effettivamente erano tutti bagnati, Harry cercò di scostarsi i capelli bagnati che ricadevano su gli occhiali.

<< Bèh anche tu sei bagnata fradicia! >>

Le loro risa furono interrotte da un sonoro tuono e la pioggia aumentò. I due ragazzi si ritrassero maggiormente alla parete esterna della Stamberga, cercando di ripararsi sotto la tettoia di legno. Senza accorgersene si avvicinarono ed Harry, quasi d’istinto strinse Hermione a se.

La ragazza alzò lo sguardo verso di lui. Harry scostò una ciocca di capelli bagnati dal viso di Hermione, le sfiorò la guancia e avvicinò il suo volto a quello di lei continuando a guardarla negli occhi. Questa volta non c’era nessuno a impedirgli di farlo e lui non si sarebbe fermato…non questa volta. Chiuse gli occhi e così fece anche Hermione, le loro labbra si sfiorarono lentamente per poi unirsi in un delicato bacio. Harry la strinse di più a se e approfondì il bacio che da molto tempo ormai desiderava ardentemente.

Dopo quella che sembrò un’eternità, uno splendido modo di trascorrere l’eternità, i due giovani allontanarono le proprie labbra da quelle dell’altro e restarono a guardarsi per molto tempo ancora abbracciati, mentre la pioggia continuava a scrosciare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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