Login 'n Kill, versione quarta.

di Raeiki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Demone. ***
Capitolo 2: *** Gran Finale ***
Capitolo 3: *** Diario del Creatore ***



Capitolo 1
*** Demone. ***


Crystal era appena tornata dal funerale di Albert. Non sapeva perchè ci era andata, nè perchè anche gli altri c'erano andati, ma intanto era lì. 
Il suo amico era in quella bara. Morto. 
Non era l'unico funerale a cui era andata in quegli ultimi mesi: c'era stato quello dei suoi genitori, e quello di Lawrence. Non ne poteva più. 

Si attaccò al computer, accese YouTube e iniziò ad ascoltare della musica, per spegnere un po' il cervello. Poi, improvvisamente, un pensiero si unì a tutti gli altri: Shade. Perchè aveva ucciso Pasey? Aveva detto lui stesso che avevano bisogno di lui. Crystal non capiva quell'azione, forse dovuta alla gelosia, forse dovuta ad altro. 

Fu risvegliata dal suo torpore da una notifica del computer. Login 'n Kill aveva un aggiornamento in sospeso. Lei chiamò i suoi compagni su Skype, per informarli del fatto. Entrarono tutti insieme, ma non apparve la schermata iniziale. 

L'unica cosa che videro sullo schermo fu la scritta "INCHINATEVI AL VOSTRO DIO." Durò per qualche secondo, poi uno alla volta i ragazzi persero i sensi e si ritrovarono tutti nel regno virtuale. La sede era una versione più dettagliata e più bella esteticamente del vecchio castello dei Selen, che si trovava non troppo distante da lì. Era circondato da alte mura, e davanti alle porte li attendeva un esercito di cloni, che da come erano vestiti sembravano un misto tra gli Stormtrooper di Guerre Stellari e le tute di Tron Legacy. Si muovevano come un solo uomo, e si inchinarono tutti davanti a Selen.
Quest'ultima rimase pietrificata. Ancora non si spiegava perchè erano tutti apparsi lì dentro. Si guardò intorno: Genesis ed Este, Iggs e i suoi compagni, Greed e J, Death...C'erano tutti. Death fissava tutti con circospezione: "E' un sogno? Perchè non mi piace per niente...". Selen fece per dire qualcosa, quando sentirono un boato. Si girarono tutti e notarono che le gigantesche porte della fortezza erano esplose e due enormi braccia meccaniche uscivano dal fumo. All'esplosione seguirono dei pesanti passi e un ruggito: 61, ancora più alto del solito, era entrato dalle mura. Una volta dentro la cinta di mura che circondava il nucleo del regno, si inchinò e dal suo elmo si innalzò qualcosa. O meglio...qualcuno.

Una figura alata con un forcone in mano, degli strani tatuaggi tribali e degli occhi da serpente bianchissimi. Fissò tutti i presenti con uno sguardo privo di emozioni, per poi atterrare. Spostò lo sguardo prima sull'esercito e poi sui Selen che erano rimasti paralizzati in un angolo. Selen alzò un braccio verso l'esercito, in segno di attesa, e tutti si spostarono dietro ai soldati. Il demone alato aprì la bocca, e disse con una voce roca e profonda, che aveva poco di umano: "Inchinatevi davanti al vostro Dio. Sono rinato dalle ceneri per tornare a reclamare la mia vendetta su di voi. Tornerò sulla Terra e darò inizio al mio regno di terrore. Nessuno potrà contrastarmi. Nemmeno voi.". "ORA BASTA!". Qualcuno aveva urlato da dietro le fila dell'esercito. I cloni si spostarono creando un corridoio che separava Dark da Chris, che lo fissava con lo sguardo pieno di odio: "Hai già cercato di farci fuori e hai perso: non ti è bastato? Adesso ti faccio vedere io.". Chris andò avanti sguainando le spade. Gegg gli mise una mano sulla spalla: "Chris, no. Ti ucciderà, ti prego...". Ma lui non la ascoltò. Scostò la mano con uno strattone e continuò a camminare. Selen aveva gli occhi sbarrati dal terrore. Quella situazione non aveva nulla di normale. Ma poi si tranquillizzò leggermente: Chris era uno dei migliori spadaccini, non avrebbe avuto problemi. 
Quest'ultimo arrivò fin davanti a Dark e con uno scatto velocissimo tentò di conficcare entrambe le spade nel petto del demone. Lui in fretta chiuse le ali intorno al corpo che fecero da scudo, e Chris fu rimbalzato indietro. "ATTENTO! LEVATI DA Lì!". Troppo tardi. Dark spalancò le ali che esplosero, lanciando le piume affilate come coltelli ovunque. Molte si conficcarono nelle braccia e nelle gambe di Chris. Dark riassemblò le ali, e le piume si strapparono via dalla pelle di Chris che cadde. Il demone alato si avvicinò a lui, camminando con movimenti scattosi, simili a quelli di un robot difettoso. Alzò il braccio con il tridente e inchiodò il ragazzo al terreno. Gegg impazzì: "NOOOOOOOOOOOOO!" Scoppiò a piangere e cadde in ginocchio. Erano tutti femi. Nessuno osava andare avanti. Erano terrorizzati. Dark staccò il ragazzo dal terreno e volò in aria, tenendolo per i capelli. Dopodichè lo innalzò davanti ai suoi avversari e disse:" E' questo ciò che otterrete. Morte.". Scagliò Chris in mezzo alle fila di soldati. Gegg corse verso di lui urlando, e Selen si riprese dal suo torpore, ordinando l'attacco. Dark spalancò di nuovo le ali, rimanendo sospeso a mezz'aria e uccidendo buona parte dei soldati. Appena si riassemblarono le ali volò sulla testa di 61 e gli disse, sussurrando: "61...uccidili. Tutti.". Volò via inseguendo Selen che si stava rintanando all'interno del palazzo. Erano presenti anche Juliet e Road Eater; Juliet entrò a Palazzo insieme a Death, mentre Road Eater andò ad aiutare gli altri contro 61. Gegg si inginocchiò sul corpo esanime di Chris: "Perchè...ti hanno portato via...perchè...sei andato...". 

Dark distrusse le finestre ed atterrò nella sala del trono dove lo aspettava Death: "Abbiamo un conto in sospeso noi due.". Death scattò contro Dark che parò i suoi attacchi con il forcone, colpendolo poi con un calcio. Death si rialzò infuriato e potenziato dalla furia del Berserker, e corse contro Dark nuovamente. Roteò la falce verso di lui, ma Dark la bloccò. Death bloccò a sua volta il forcone, e tirò una testata a Dark che cadde all'indietro. Death fece per infilzare Dark nella schiena con la falce, ma lui chiuse le ali e deviò il colpo facendo poi esplodere le ali. Death si infuriava sempre di più e roteò la falce verso destra per poi abbassarla di colpo. Dark fu sorpreso e non riuscì a parare l'attacco, quindi fu costretto a schivarlo e Death approfittò del momento per rigirare la falce e tagliare orizzontalmente il petto di Dark, che indietreggiò. Death si ritrovò in vantaggio su Dark, e continuò a colpire Dark con la falce, quando lui di colpo conficcò il forcone per terra e fece un salto dietro a Death colpendolo con un pugno nella schiena. Death fece l'errore di girarsi e Dark lo sollevò per il collo. "Hhhnn...Bas...tar...do...". Death riuscì ad assestare a Dark un calcio in faccia e cadde a terra, ansimando. Dark gli sferrò un calcio nelle costole facendolo strisciare più avanti. Poi lo prese per la testa e lo scagliò contro il portone, infine gli si avventò contro con un calcio che sfondò il portone e catapultò Death fuori in mezzo ai soldati che combattevano 61. 
Dark fece per andare da Death a finirlo, quando una freccia atterrò poco lontano da lui. Non ebbe tempo di girarsi che la freccia esplose facendo volare Dark per terra. Il demone si rialzò e vide Juliet che lo puntava con l'arco. Volò verso di lei e la prese per il collo sbattendola contro un vetro, che si incrinò fino a rompersi. Poi la lasciò cadere per terra. Juliet cercò di rialzarsi, dolorante. Lui la prese per i capelli e le alzò la testa: "Dov'è Selen?" "Qui.". Una lama trafisse Dark da parte a parte. Lui si voltò lentamente e vide riapparire Selen dietro di lui, che mollò la presa lasciando il machete trafitto nella schiena di Dark. Lui prese la lama e con il palmo della mano la spinse indietro facendola uscire dalla schiena: "Sono un virus. Non posso morire. Ma tu si.". Lei divenne invisibile, ma lui la centrò in pieno con un pugno nello stomaco. Selen tornò visibile e sputò sangue sul braccio di Dark. Lui le assestò un altro pugno con tutta la forze che aveva e la scagliò lontana. Lei si rialzò, sputando altro sangue, per poi cadere in ginocchio. "Guardate...il capo dei Selen, così potente, massacrato a mani nude...". Lei si alzò sferrando un pugno a Dark, che fu parato. Il demone prese Selen per il braccio e la lanciò contro il trono: "Resta sul tuo trono, regina.". Lei non riusciva a rialzarsi, perdeva tantissimo sangue e quasi tutti i suoi arti erano rotti: "D-Dark...". Dark volò davanti a lei e prese il forcone con entrambe le mani: "Addio, Selen. La tua fine è giunta.". Dark conficcò il forcone nel ventre di Selen inchiodandola al trono. Lei sputò sangue a denti stretti, e iniziò a lacrimare. "Hhhhhnn...". Selen scoppiò a piangere, e Dark le accarezzò il viso con la punta delle dita: "Shh...ormai non hai più motivo di piangere. Hai perso, Selen. Il tuo regno è caduto. I tuoi genitori non saranno vendicati, e io ho ottenuto la mia vendetta. Ma solo parzialmente. Ora, se non ti dispiace, vado a uccidere gli altri.". Dark estrasse a forza il forcone dalla pancia di Selen, che sussultò un'ultima volta prima di morire sul suo trono. 

Dark volò fuori e si innalzò in cielo: "HO UN ANNUNCIO DA DARVI: IL VOSTRO CAPO, SELEN, E' APPENA MORTA. L'HO UCCISA IO SUL SUO TRONO, E LI GIACE.". Si sentirono delle urla, e Miku scoppiò a piangere. Death gridò di rabbia e corse all'interno del palazzo: "BASTARDO!". Dark atterrò davanti a lui e lo colpì con il forcone buttandolo a terra. Death provò a rialzarsi ma fu bloccato a terra da Dark con un piede. "Fa male, vero? Sentire la rabbia dentro di sè, senza poter fare nulla.". Death digrignò i denti, ma poi sentì una voce: "Non è solo...". Dark alzò lo sguardo e tutto il team Selen si presentò davanti a lui. "Oh, siete venuti al macello. 61, vieni qui.". 61 corse contro il castello distruggendolo in buona parte e lasciando uno squarcio sul soffitto. Kenji si buttò contro di lui, ma fu preso e stritolato a morte. Enea fu lanciata con violenza contro il muro, ed Este fu calpestata. Genesis venne lanciato via, e Iggs colpito di striscio. Era un massacro. 

Dark raccolse Juliet, che era a terra tremante. La portò in volo al castello dei Selen, quello vecchio, e la lasciò cadere davanti alla porta. "Juliet...vattene. Scappa.". Dark parlava, ma alzava il forcone cercando di ucciderla. "D-Dark...perchè..." "VAI VIA!". Dark sbattè a terra il forcone, incastrandolo nel pavimento, e Juliet si spostò a fatica, piangendo: "Smettila...ti prego...sono io...". Dark le tirò un calcio e fece uno strano rumore, quasi come un gemito di dolore. 

Miku si tirò a fatica dentro il laboratorio del castello, accompagnata da Xabb. "E'...un virus, giusto? Quindi ci vuole...un antivirus...Se riesco a iniettare...un antivirus...nel sistema...Dark...*coff*". Miku tossì sangue per terra, e Xabb la aiutò ad alzarsi: "Non sforzarti troppo, amore. Hai avuto un ottimo piano.". Miku iniziò a reimpostare le opzioni del regno virtuale, infine cercò un antivirus e lo scaricò. "Si! Ci sono riuscita! Adesso...dobbiamo solo aspettare...". Miku stette in silenzio per un attimo, poi baciò Xabb, felicissima della riuscita del piano.

Dark atterrò Juliet con una mano, e sollevò il forcone per ucciderla: "Non...ci...riesco...". Lo abbassò in fretta, ma qualcosa lo bloccò. "C-che succede?!". Dark lasciò cadere il forcone, in preda a degli spasmi: "N-no...cosa diavolo...NO!". Cadde in ginocchio, urlando: "AAAAAAAAAAAARGH!". Si portò la testa tra le mani, e le ali si chiusero su di lui, rinchiudendolo in una specie di guscio, per poi diventare bianche. Juliet rimase a fissare il guscio davanti a lei, con gli occhi sbarrati rossi per le lacrime. Tremava, e non riusciva a muoversi per lo shock. 

Il piano di Miku aveva funzionato: il virus era stato cancellato, e Dark era inoffensivo. Adesso rimaneva solo 61 da sconfiggere, e richiedeva tutte le forze di ciò che restava dei Selen per uno scontro finale.

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Capitolo 2
*** Gran Finale ***


Fumo. Fuoco. Sangue ovunque. Rovine, macerie, disperazione, panico, paura. Questo era lo scenario della battaglia tra il titano 61 e ciò che restava della squadra Selen.
Il capo del team era sul suo trono, esanime, con un buco nello stomaco che aveva smesso di sanguinare da un po’. Miku aveva chiuso gli occhi del cadavere, e i sopravvissuti alla strage erano rinchiusi nella sala del trono, seduti intorno al defunto capo.
Nessuno parlava. Death fremeva di rabbia, ma veniva costantemente bloccato dai suoi compagni; avevano ragione, uscire da solo contro quel mostro era un suicidio perfino per lui.
Juliet era rimasta al vecchio castello Selen a vegliare il “bozzolo” che le ali della versione demoniaca di Dark avevano formato intorno a lui. Miku lo aveva pulito con un antivirus, e le ali si erano improvvisamente chiuse sul suo corpo rinchiudendolo in quella gabbia. Da dentro non arrivava nessun segno di vita.

Juliet era seduta, le ginocchia appoggiate al petto. Fissava la gabbia di ali, con gli occhi sbarrati e senza emozioni. Sanguinava in più punti a causa delle ferite provocate poco prima. Pensò allo sguardo che le rivolgeva Dark prima: stava per ucciderla, ma con gli occhi sembrava implorarla di andarsene, di salvarsi, o peggio di ucciderlo per mettere fine a quell’inferno. A un certo punto le aveva anche detto: “Vattene, scappa”. Era ancora Albert, non era morto del tutto…lei lo sapeva.
Ma adesso non poteva fare molto, la persona che più amava era rinchiusa dentro una gabbia formata da ali di un materiale infrangibile, in una forma semi demoniaca. Una voce la chiamò, dietro di lei: “Ehi.”. Lei si voltò piano, e Road Eater le si presentò davanti con un’espressione affranta sul volto. Lei cercò a fatica di alzarsi, ma aveva una gamba rotta e non riuscì nel suo intento. “Ferma, non sforzarti. Non ce n’è bisogno.”. Lei gli rivolse un lungo sguardo, che avrebbe potuto esprimere mille parole, ma lei si limitò a scoppiare a piangere. Road Eater si chinò e la abbracciò: “Non è colpa tua. Non è colpa di nessuno.”. “Avrei potuto fermarlo…a-avrei potuto provarci…i-io…io…”. La voce era interrotta dai singhiozzi. Road Eater non parlò, le rimase vicino per molto tempo, in silenzio. In lontananza echeggiavano i ruggiti di 61 e il cozzare di armi. Il titano aveva sbaragliato l’esercito di cloni da solo, e si stava dirigendo verso il forte centrale del Regno Selen, dove si era rifugiato il team.

“Io vado.”. Death si era alzato in piedi e aveva preso la falce. Roger si tirò in piedi e lo bloccò per un braccio: “No. Abbiamo già subito delle perdite.” “E cosa avete intenzione di fare?! Rimanere qui aspettando che il mostro venga a massacrarci? No grazie, io morirò battendomi. Voi fate come volete, se devo scegliere come morire lo farò facendo il culo a 61.”. Tutti rimasero a fissare il guerriero che usciva dal portone e si avviava verso la bestia. Roger si voltò un’ultima volta verso gli altri, come ad esortarli, poi seguì Death. Xabb fece lo stesso e Miku lo seguì a ruota. Iggs si alzò tenendosi il braccio ferito e dolorante, ma venne aiutato da Majora. Greed e J si presero per mano, e J si asciugò le lacrime con il dorso della mano libera. Genesis era rimasto in silenzio a fissare il cadavere di Este. Amava quella ragazza, e non avrebbe mai perdonato il misfatto a 61. Si sollevò da terra con le poche forze rimaste. Enea si alzò aiutata da Katrine, e raggiunsero gli altri. Haru raccolse la sua arma da terra e si aggregò al gruppo. Infine Gegg prese il bastone di ferro e lo usò per rialzarsi.

Death si voltò e fece un sorriso stiracchiato quando vide che i suoi amici lo avevano seguito. “Grazie, ragazzi. Insieme, un’ultima volta.” “Insieme.”. Death si voltò e iniziò a camminare verso 61, accelerando pian piano. In pochi secondi il team Selen stava correndo incontro al titano. Death balzò sulla gamba del titano, e tutti coloro che avevano armi da fuoco si fermarono e scaricarono uno sbarramento contro il titano. Xabb e Roger corsero all’assalto insieme a Death, accompagnati da Gegg, Haru, Katrine, Genesis, Greed e J. Tutti attaccavano da punti diversi, ma 61 non sembrava intimorito. I colpi  servivano solo a rallentarlo, non a sconfiggerlo del tutto. Mancava qualcosa. L’elemento sorpresa. E arrivò.

“…D-dove…dove sono?”. Albert si guardò intorno. Era in uno stanzone bianco. Aveva i polsi bloccati da delle catene, che a loro volta erano incastonate nel muro dietro di lui. Tirò a lungo, ma non servì a nulla. Anche le gambe erano nelle stesse condizioni. Guardando meglio i suoi arti notò che erano totalmente bianchi. Era molto più pallido del solito, di un colore candido, innaturale, quasi angelico. Apparve davanti a lui una sua immagine riflessa e notò che i capelli e gli occhi erano dello stesso colore. L’immagine si incrinò e dal riflesso uscì qualcuno. “Crystal?” “Si. Ciao, Albert.” “…che succede? Sono morto del tutto?” “Tu si. Ma Dark no. Ricordi? Era la tua abilità.” “Oh…ma non ricordo nulla…” “Mi hai ucciso.” “C-come?” “Si. Hai assaltato il regno virtuale accompagnato da 61. Hai ucciso Chris, me e hai praticamente pestato la tua ragazza.”. Quelle parole colpirono Albert come uno schiaffo. Poi, pian piano, i ricordi vennero a galla. Ripercorse tutto: la morte di Michael, lo scontro con Light, l’abbandono dei Selen, Juliet, Road Eater, la morte di Ocean, la sua morte e la sua rinascita, il ritorno, la morte di Chris, di Selen, 61 che devasta ogni cosa, e infine il violento scontro con Juliet. “Miku ha lanciato l’antivirus, e ti ha automaticamente rinchiuso nelle ali. Sei in un bozzolo, ora come ora.” “Perché…ho perso la testa…” “Albert…per essere perdonato devi prima perdonare. Metti da parte l’odio, la rabbia, la vendetta. Ormai è passato. Nessun rancore. È finita.” “Si…m-mi dispiace…io…io vi perdono. Ma ora perdonami, ti prego…mi dispiace così tanto…” “Sei perdonato per ciò che hai fatto. Ormai è irreparabile. L’odio e il rancore non mi avrebbero riportato in vita, né avrebbero sconfitto i tuoi demoni interni. Ma non è me che devi perdonare, quanto te stesso. Ora liberati dalle catene, e ripara ai tuoi errori.”. Albert pensò a quelle parole. Non perdonò solo Crystal e il team Selen per averlo ripudiato, ma perdonò se stesso per tutti i suoi misfatti, per tutte le disgrazie che aveva causato, per tutti gli errori che era pronto a riparare. Crystal indietreggiò tenendo lo sguardo fisso su Albert, e pian piano apparvero tutti i suoi amici, vivi e morti. Apparve Lawrence, Anthony, apparve tutto il team Selen e apparve Road Eater. Per ultima apparve Juliet, che guardò Albert con uno sguardo dolce e felice.
Albert, galvanizzato dalla presenza dei suoi cari, camminò verso di loro e le catene si incrinarono. Pensò al male che aveva fatto a Juliet, mentre camminava. Pensò a Lawrence, al suo sguardo quando lo aveva ucciso, pensò a Crystal e pensò al suo team. Spinse in avanti le braccia con tutta la forza crescente che aveva in corpo e spezzò le catene che lo bloccavano, poi fece lo stesso con le gambe. Le immagini dei suoi amici si affievolirono fino a sparire, e una fessura si aprì nella parete bianca davanti a lui. Prima di entrarvi rivolse un ultimo saluto a Crystal: “Addio, Crystal. E Grazie di tutto.”. Lei si limitò a sorridergli e a fargli un cenno con la mano: “Ora và.”. Albert si voltò ed entrò nella fessura.

La battaglia stava volgendo a un termine. 61 sembrava inabbattibile, e il team se ne stava accorgendo ogni secondo che passava. Juliet e Road Eater rimasero a fissare le ali, quando accadde l’impossibile. Queste si schiarirono fino a diventare bianche. Una piccola fessura si aprì davanti, rilasciando una colonna di luce che arrivò fino a 61 e lo colpì in pieno volto, cozzando contro l’elmo e facendolo indietreggiare.  Tutti si fermarono e si voltarono. Perfino 61 rimase sorpreso da quella cosa. Juliet e Road Eater si spostarono più indietro, per paura che Dark tornasse a ucciderli, ma successe altro. Le ali si spalancarono del tutto, mostrando una persona. Quella persona aveva le fattezze di Albert solo che era interamente bianco, capelli e occhi compresi. Indossava una canottiera bianca e dei pantaloncini del medesimo colore. Le ali candide si stendevano dietro di lui. Teneva lo sguardo fiero rivolto verso 61. Si voltò verso Juliet  e le tese una mano. Lei esitò, per poi stringerla e rialzarsi di colpo. Tutte le sue ferite, anche la gamba rotta, non c’erano più. Era tornata sana e pronta a combattere. Fece lo stesso con Road Eater, senza parlare. Poi camminò verso i suoi compagni che non credevano ai loro occhi vedendo Dark tornare per la seconda volta in fattezze angeliche. Lui aiutò tutti ad alzarsi senza proferire parola, fino ad avanzare in capo al gruppo, davanti al titano 61. Lo guardò fisso negli occhi e spiegò le ali maestosamente, per poi piegare leggermente le gambe per darsi lo slancio. Infine spiccò un salto e volò verso 61, sotto le urla di gioia del suo team. Death scoppiò a ridere: “Figlio di puttana…”. “Gegg guardò in alto: “Visto, Chris? Te l’avevo detto che avremmo vinto!”. Tutto il team Selen, compresi Juliet e Road Eater, si avventarono sul titano con l’aiuto di Albert.

L’angelo si portò davanti alla faccia del titano che alzò di scatto una mano per prenderlo. Albert sferrò un calcio alla mano, che scatenò un’onda d’urto e spinse indietro il titano, per poi sferrargli un pugno in piena faccia e rompergli l’elmo. Il gigantesco casco cadde a terra rivelando le fattezze semi umanoidi e familiari del titano. La bestia indietreggiò ancora, ma Albert si volò verso di lui prendendolo a pugni in faccia ripetutamente. Death sferrava falciate sulle gambe, arrampicandosi sul gigante. Miku e Majora scaricarono tutti i caricatori su di lui. Greed e J lo tagliavano sulle gambe con l’intento di farlo cadere. Tutti combattevano contro il titano, che iniziava a trovarsi alle strette. Appena Albert notò che 61 era in difficoltà ne approfittò per sferrargli il colpo di grazie. Ma 61 fu più veloce e mosse velocemente una mano verso di lui, quando si bloccò di colpo. Death saltò dalla sua schiena alla testa, e conficcò la falce nel cranio di 61, sferrandoci un calcio per piantarla fino in fondo. 61 ruggì come non aveva mai fatto, la terra fu scossa. Death urlò: “È IL MOMENTO! FUOCO A VOLONTA’ SULLA SUA FACCIA!”. I tiratori usarono i restanti proiettili sulla faccia di 61. Albert finì l’opera caricando un pugno e volando direttamente in faccia a 61 per sferrarglielo. Il mostro, dopo ore di combattimento, cadde a terra senza forze e stremato. 61 era stato sconfitto. Lo scontro finale era concluso.

Albert parlò a tutti i suoi amici: “Ragazzi, prima di tornare qui in queste fattezze sono rimasto in un limbo dove ho visto Crystal e tutti voi. Ho parlato con lei, e ho perdonato sia lei che me stesso. Ora non mi resta che il vostro perdono per essere finalmente un’anima pura.”. I ragazzi si guardarono, ma poi sorrisero e Death parlò a nome di tutti: “Ti perdoniamo, Albert. Ci hai salvato la vita lì, e nonostante tutto ciò che hai fatto hai deciso di tornare a redimerti.”. Albert sorrise e disse: “Devo chiedere un’ultima cosa a Juliet.”. Tutti si tirarono indietro e la ragazza si fece avanti. “Juliet, ti propongo di vivere qui con me come anima ultraterrena. Immortale come me, vivremo per sempre insieme nel regno. Ti va?”. Juliet si coprì il volto con gli occhi per nascondere le lacrime, poi annuì. Albert sorrise e l’abbracciò, e lei scoppiò a piangere tra le sue braccia. Death si commosse, e Majora gli tirò una gomitata ridacchiando. “Adesso rimarrai con me, e sarai al sicuro. Voi invece, tornerete un giorno?”. Gli altri rimasero straniti da questa domanda. In effetti ora che avevano vinto che avrebbero fatto? Si, forse sarebbero tornati ogni tanto, solo per provare l’emozione di rivivere quei giorni. “Si, torneremo ogni tanto.”. Albert abbracciò tutti e li salutò per l’ultima volta.

Una volta disconnessi tutti, i ragazzi disinstallarono Login ‘n Kill da computer, ma non dal telefono. Avevano promesso di tornare, qualche volta. Tornarono alle loro vite e vissero tutte le loro esperienze senza però mai dimenticare quel programma maledetto, i loro avatar, e senza dimenticare il vecchio team Selen.
Quanto a Juliet e Albert, lei si trasformò in un’anima ultraterrena come lui, e si presero per mano camminando verso il palazzo centrale del Regno. Lei disse: “Ci sarà un bel po’ di lavoro da fare, per mettere a posto tutto.” “Già. Ma abbiamo tempo, giusto?” “Giusto.”

Fine

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Capitolo 3
*** Diario del Creatore ***


"Ricostruzione fondamentale del diario del Creatore.

19/02/2001
Vedo che il progetto va avanti bene. Spero che continui così, anche perchè in questi giorni non ho molto tempo da dedicarvi.
Il piccolo Alex continua a piangere, e Mary non riesce a calmarlo. Non posso concentrarmi in queste condizioni.
Sto finendo il pannello delle opzioni, a breve inizierò i primi settaggi per la costruzione dell'avatar. Preferirei fare il tutto molto velocemente, così almeno non insospettisco nessuno. Non voglio che nessuno scopra il mio progetto, tantomeno Mary. Sono sicuro che impazzirebbe. Per non parlare di Mark, farebbe troppi casini. No, lo terrò per me.

6/05/2015
I test vanno alla perfezione, il sito è una meraviglia. Il trasporto da virtuale a reale e viceversa sarà l'innovazione, il passaggio verso un futuro scientificamente avanzato.
Magari inizierò a introdurre il sito ad Alex, sarà un segreto tra noi due...almeno finchè non arriverà il momento di farlo scoprire da tutto il mondo. Diventerò il più grande scienziato della storia, di certo.
E chissà, magari questo diario un giorno verrà trovato e rivenduto alle aste... ma adesso basta sognare, torniamo sulla Terra. Domani ho una conferenza e sarà presente il signor Sealight, e non voglio deluderlo. 

27/05/2015
Il colloquio con il signor Sealight non è andato bene. Per niente. Ha deciso di tenersi i diritti per il sito, e di fare delle modifiche. Ma non lo accetto. 

Lui ha delle idee malsane, vuole trasformare il mio metodo di "Simulazione della Realtà aumentata" in una specie di gioco di ruolo dove gli utenti si devono uccidere a vicenda...per quale scopo poi? 
Ah già. "I vincitori saranno la mia squadra di guardia", questo ha detto. Idiota. Sta compromettendo il progetto. 
Ma glielo impedirò. Io e Alex glielo impediremo. Non posso permettere che il mio sito creato per l'evoluzione nel campo scientifico sia trasformato in un pretesto per una guerra informatica. No. Il signor Sealight capirà di essere nel torto. Con le buone...o con le cattive. 

13/07/2015
Scrivo quest'ultima pagina del mio diario elettronico tramite il cellulare. Sto morendo. Loyal Sealight ha vinto, il programma diventerà suo e sarà ribattezzato Login 'n Kill. Verrà mascherato come videogioco per ragazzini, mentre quel criminale di Sealight li trasformerà pian piano in una squadra di killer assetati di sangue. 
Ho fallito il mio obbiettivo di portare l'evoluzione nel campo scientifico. Confido che mio figlio riesca a contrastare il piano malato di Sealight, e che si ricordi chi era il vero Creatore. 


Fine del diario di Paul Drake."

Alex chiuse la pagina Word con l'estratto del diario di suo padre, asciugandosi una lacrima che scendeva lungo la sua guancia. 
Aveva messo in guardia suo cugino di non aprire quel sito, ma non voleva sentire ragioni. 

Avrebbe potuto raccontargli la verità, rivelargli chi era il vero Creatore di Login 'n Kill, o semplicemente dirgli: "Albert, tuo zio ha creato Login 'n Kill con uno scopo diverso, poi quello psicopatico del suo capo gli ha rubato l'idea e l'ha ucciso." Ma aveva giurato a suo padre che sarebbe stato un loro segreto.
E comunque era tardi per piangersi addosso. Davvero troppo tardi.
Albert era morto già da vent'anni, così come altri suoi amici. 

Una voce risvegliò Alex dal suo torpore: "Papà, mi accompagni a scuola si o no? Non posso arrivare di nuovo in ritardo.". Alex si asciugò gli occhi e si ricompose: "Arrivo, Devon. Inizia a uscire."
Alexander Drake, ormai adulto, sposato e con un figlio, Devon Drake, si era trasferito nella vecchia casa dei suoi zii e di suo cugino. 
Non poteva negare che quel posto gli riportava dei ricordi non troppo felici alla mente, ma era comunque conveniente ed era pur sempre una bella casa. 
Scese le scale, baciò sua moglie Wendy e uscì di casa, vedendo il figlio appoggiato alla portiera della macchina che armeggiava con il cellulare: "Spegni quel coso e sali in macchina."
"Ok." "Tra l'altro hai sedici anni, è meglio iniziare a pensare di andare a scuola guida. Così non dovrò più scarrozzarti in giro." "Ci sto. Che facevi prima sopra in soffitta?" "Leggevo una cosa sul vecchio computer di tuo zio." "Nulla di importante?" "...no, nulla di importante."






 

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