un maggiordomo mancato

di ma_rya76
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'inizio ***
Capitolo 2: *** trovare un lavoro ***
Capitolo 3: *** la trasformazione ***
Capitolo 4: *** la strana presentazione ***
Capitolo 5: *** mansioni e doveri,iniziano i guai! ***
Capitolo 6: *** temporale che paura! ***
Capitolo 7: *** la difficile prova! ***
Capitolo 8: *** nuove sensazioni! ***
Capitolo 9: *** lettere che non vorresti leggere! ***
Capitolo 10: *** storie a cui non vuoi credere! ***
Capitolo 11: *** non tutti i mali vengono per nuocere! ***
Capitolo 12: *** casualità o destino? ***
Capitolo 13: *** le stranezze di Yamashita! ***
Capitolo 14: *** un incidente può cambiare gli eventi? ***
Capitolo 15: *** prima o poi ci crede! ***



Capitolo 1
*** l'inizio ***


INGHILTERRA, FEBBRAIO 2014... Un'antica tenuta, appropriatamente rimodernizzata e utilizzata ad addestrare giovani uomini ad essere perfetti servitori dell'alta società. I cosiddetti "maggiordomi" che nei tempi che furono servivano fedelmente i propri signori, occupandosi degli affari interni dei palazzi e non. È in quel luogo che tutto ha inizio. Yamashita Tomohisa, 29 anni ad aprile è pronto ad affrontare il suo ultimo esame. Il più importante. Quello che gli permetterà di rendere orgogliosa la sua famiglia, che da decenni vanta dei migliori maggiordomi sulla piazza. Tutto dipende da quel ultimo esame e dal voto ottenuto per poter ambire a un lavoro degno del nome dei suoi avi e poter tornare nella sua amata Tokyo a testa alta. Anche in quell'ultimo decisivo giorno si impegna al massimo e come c'era da aspettarsi ottiene i migliori risultati possibili. È ormai l'una di notte quando il ragazzo decide di chiamare la sua famiglia dall'altra parte del mondo, ma non ha neppure la soddisfazione di annunciare il risultato ottenuto, la madre era già stata avvisata dal direttore della scuola e invece di congratularsi con il figlio, gli consiglia freddamente di trattenersi ancora un po in Europa e fare esperienza in qualche buona e ricca famiglia. Deluso per non essere stato elogiato dalla madre e soprattutto per non essere stato invitato a rientrare in patria, conclude che è ora di prendere la sua vita tra le mani e decidere quello che è più conveniente per se stesso.

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Capitolo 2
*** trovare un lavoro ***


Per via delle pratiche burocratiche, Yamashita dovrà passare ancora una settimana nella vecchia scuola. In quel lasso di tempo, spera di trovare qualche buona soluzione. Una mattina mentre fa colazione, un suo collega si avvicina con il giornale in mano.-Hey Yamapi, leggi qui, penso che questo annuncio possa interessarti. Il ragazzo afferra il quotidiano e inizia a leggere. "ANTICA E PRESTIGIOSA FAMIGLIA ASSUME MAGGIORDOMO PER OCCUPARSI DI PROPRIETA IN TOKYO. Si richiede esperienza e padronanza della lingua giapponese. Inviare curriculum per e mail."Yamashita non ci pensa su due volte, ringrazia il collega con un cenno del capo e in un attimo e già in camera davanti al PC pronto a inviare l'email che potrà cambiare la sua vita. Passano i giorni e ormai è arrivato il momento per lasciare la scuola e liberare quella stanza che lo ha ospitato per cinque lunghi anni, del curriculum che ha inviato non ha ricevuto alcuna risposta e il ragazzo si è rassegnato ad essere ospite di un collega, fino a quando non avrà ottenuto una buona proposta di lavoro. Sta per disconnettere il PC, quando l'avviso di una nuova e mail accende in lui una nuova speranza. Subito la apre, legge velocemente e alza i pugni in aria in segno di vittoria. "Anche se manca di esperienza gli ottimi risultati raggiunti nei suoi studi e la padronanza della lingua ci spingono ad invitarla a Tokyo per un formale colloquio. Distinti saluti!"A seguito c'è riportato l'indirizzo dove si terrà l'incontro. E un occasione che non può perdere, così prenota subito il primo volo per la grande metropoli e dopo due giorni e finalmente in volo. Destinazione....Tokyo , ovviamente!- Finalmente a casa! - esclama Yamapi respirando a pieni polmoni l'aria fresca del mattino. Prima di lasciare l'Inghilterra aveva contattato un sempai che era andato a prenderlo all'aeroporto e l'avrebbe ospitato fino al giorno del colloquio. Sicuro delle sue capacità e quindi di ottenere il lavoro, non ha pensato neanche lontanamente di chiedere ospitalità per più tempo. Inoltre non aveva nessuna intenzione di farsi vivo con la famiglia, dato che "gentilmente" gli avevano detto di restare in Europa. Ottenere il lavoro ormai è di vitale importanza. Passa i primi tre giorni a girare per Tokyo, cerca di godersi a pieno odori, rumori e colori che tanto gli sono mancati, durante la sua permanenza nella grigia Inghilterra, consapevole oltretutto che una volta ottenuto il lavoro, non avrebbe modo di farlo così liberamente. Il quarto giorno lo dedica a sistemare la divisa e lucidare le scarpe, poi passa alla cura personale, un aspetto impeccabile è d'obbligo per ogni maggiordomo che si rispetti e dopo un leggero pasto va a dormire presto. Il grande giorno è arrivato, Yamashita si alza praticamente all'alba, dopo un'ora di corsa nel parco, come era solito fare anche durante i suoi studi, ha bisogno di una doccia ritemprante, fa colazione e subito si veste. Ora è pronto, deve solo recarsi al luogo dell'appuntamento dove viene accompagnato dall'amico. Un'ora dopo scende dall'auto, attraversa il grande incrocio ed entra nell'hotel dove si deciderà del suo futuro. Ma appena dentro avverte un certo disagio e il dubbio lo assale. Nella hall, diverse ragazze ben vestite sembrano riunite per lo stesso motivo. - Donne? Che ci fanno qui tutte queste? Non vorranno certo una governante?! Si chiede tra se e se il ragazzo. Poi rivolge quella domanda alla signorina che gli si siede vicino. La risposta della ragazza ovviamente lo spiazza. Sono tutte li per il posto di "cameriera di fiducia" o qualcosa del genere gli spiega. Poiché è l'unico uomo, il ragazzo ha un attimo di panico, ma poi si convince che lui e loro hanno risposto a due annunci diversi e quindi non deve temere. Intanto da quando a messo piede in quella sala, se pur non facendo nulla di particolare, non ha fatto altro che attirare l'attenzione delle donne li riunite che praticamente se lo stanno mangiando con gli occhi e impertinenti bisbigliano chissà quali commenti alle vicine di posto senza staccargli un attimo gli occhi di dosso. Certo il suo portamento elegante e la sfacciata bellezza non passa inosservata, sembra uscito da un manga. La personificazione di "Sebastian Michaelis" avrebbe detto qualcuno. Ad un tratto un uomo di mezza età, gli si avvicina e gli chiede il motivo della sua presenza. Lui spiega, ma a quanto pare ci deve essere stato un equivoco, stanno selezionando qualcuno che sia un misto tra dama di compagnia e cameriera di fiducia. Yamashita nell'udire quelle parole sbianca, a quanto pare non ha speranza di ottenere alcun lavoro. Si congeda dall'uomo ed esce da quel dannato posto. Si allarga il nodo della cravatta e a fatica cerca di tornare a respirare regolarmente. -E ORA?Che cazzo faccio ora?- Si chiede nel panico più assoluto. Ammettere di aver commesso un errore e andare a piangere in casa del padre sarebbe troppo umiliante. Deve farsi venire un'idea e in fretta. Inizia a camminare verso la fermata del bus quando ecco che si ferma di colpo, ha trovato una possibile soluzione. Chiama in albergo e si fa passare il responsabile dei colloqui, si scusa per aver avuto un contrattempo e chiede di poter spostare l'appuntamento. In un primo momento gli viene negato categoricamente, ma dopo le sue insistenti preghiere, l'uomo gli dice che al massimo possono rimandare fino al tardo pomeriggio, si dovrà presentare entro le 19 o perderà definitivamente la sua occasione. Ringrazia e riaggancia felice di aver ottenuto quel poco tempo. Subito dopo digita un altro numero.-Hey Yamapi già fatto?- chiede l'amico che ha riconosciuto il numero. -Sei già allo studio?- chiede il giovane di rimando.-Si perché?--Non ti muovere da li, sto arrivando!Si butta in mezzo alla strada dove praticamente ferma un taxi con il suo corpo, ci sale su non curante delle proteste dell'autista che stava andando in pausa e poco dopo si trova a destinazione, lascia una lauta mancia e corre dentro al locale dove lo aspettano. -Aoki sempai, ho bisogno di un tuo miracolo!-prega l'amico, che lo guarda sorpreso per quella richiesta e gli chiede di spiegarsi meglio.

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Capitolo 3
*** la trasformazione ***


-"Fammi diventare una ragazza!" Esclama disperato. Al sempai stupefatto da quella richiesta assurda, va di traverso il liquido che stava bevendo da un grande bicchiere di carta. - "Cheee?" Chiede. - "Sti stronzi non volevano un maggiordomo, ma una specie di cameriera di fiducia.., sempai, non voglio tornare in Europa con la coda tra le gambe, ne tanto meno andare a piangere dalla mia famiglia. Aiutami ti prego, devo diventare una ragazza prima delle 19." L'amico lo guarda scettico, ma può vedere chiaramente la disperazione nei suoi occhi....forse era la prima volta dopo tanto tempo che lo vedeva così. Sospira. - "E va bene proviamo...ma non ti prometto nulla." Lo avvisa. - "Grazie, grazie Aoki-sempai." Grida riconoscente. - " Comunque, giusto per non darti false speranze...posso farti sembrare una ragazza, non diventare. Il tuo atteggiamento è già elegante, ma devi intonare la voce e avere un portamento più graziato se li vuoi imbrogliare minimamente." -"Quello lo posso fare senza problemi, tu cambia il mio aspetto." Dice Yamashita fiducioso. Si mettono subito a lavoro, con l'aiuto di qualche assistente. Maschera, ciglia, ceretta, unghie, push-up super imbottito, vestito sobrio, mezzo tacco e infine trucco e parrucco, anzi parrucca, un bel caschetto color castano e addirittura un fermaglio a fiore sul lato destro. Le ore passano veloci, ritoccano la foto del curriculum e poi di corsa il sempai lo accompagna al luogo dell'appuntamento. Arriva un quarto d'ora in anticipo, sembra che il suo travestimento funzioni, dato che il portiere dell'albergo gli ha tenuto la porta aperta e il responsabile della reception lo chiama signorina senza esitare. Dato che tutti i colloqui erano terminati da un po, lo fanno accomodare prima e così che finalmente può avere il suo agognato colloquio. Mezz'ora di domande alla quale risponde sapientemente e tutto ha fine. -"Bene miss Tomohisa, la contatteremo nei prossimi giorni per comunicare la nostra decisione. Per il momento la ringraziamo." e così lo congedano. Esce da quella stanza tirando um sospiro di sollievo, sembrava che fosse andata bene e Yamapi passa i giorni successivi come i più lunghi della sua vita. Tutto il tempo a controllare le e-mail o il cellulare, ma niente, nessuna buona notizia. Ormai sono passati quattro giorni e il ragazzo è in preda allo sconforto, la sua ultima possibilità era stata spazzata via. -"Era troppo bello per essere vero!" Pensa rassegnato prima di addormentarsi. La mattina seguente viene svegliato dal suono del cellulare, in realtà è quasi mezzogiorno. Con la voce impastata dal sonno risponde al telefono. "Pronto?" Una voce incerta all'altro capo. -" Ehm...la signorina Yamashita Tomohisa?" Quando sente "signorina" è come se avesse rivevuto una secchiata di acqua gelida, svegliandosi del tutto si schiarisce la voce, correggendo il tono. -"Sii... (tossisce) scusi sono un po raffreddata." -"Scusi lei il disturbo, chiamo a proposito del colloquio che ha fatto giorni fa... le comunichiamo che è stata assunta." Informa. -"Cosa?" Chiede incredulo, ormai non ci sperava più. -" È così, ha ottenuto il lavoro! La preghiamo di presentarsi alla tenuta Winter dei Lennon entro il fine settimana. La stesso troverà un responsabile che le spiegherà i suoi compiti." -"Va bene, la ringrazio!" -"Le verrà inviato l'indirizzo esatto per e-mail." -" Ho capito!" Chiude la chiamata e corre in bagno a lavarsi, ancora non ci riesce a credere che l'abbiano scelto. Poi contatta il sempai per un corso accelerato di mackup e pettinatura, compra il minimo vestiario che potrà usare come ragazza e passa i giorni seguenti come fosse una lei. Arriva finalmente il week end e alle 9:30 il giovane Yamashita sta già bussando all'enorme portone di quercia. La tenuta dei Lennon si trova nelle campagne fuori Tokyo, la struttura antica e in stile occidentale lo riportano immediatamente con la mente a ricordare l'ormai lontana e nebbiosa Londra, di cui non sente assolutamente la mancanza. Quegli anni spesi per la sua istruzione lontani da casa, gli erano costati grandi sforzi e la solitudine provata a quel tempo gli aveva fatto desiderare solamente di poter tornare nella sua amata terra. Un altero signore lo fa accomodare e in presenza di tutto il personale fa le presentazioni , per passare subito dopo a spiegare le varie mansioni di cui si dovrà occupare e le regole della casa. Infine gli mostra dove dovrà alloggiare. A differenza del resto del personale, che alloggia in un casolare adiacente al grande palazzo "lei" occuperà la stanza al piano superiore in fondo al corridoio. -"Così potrà essere sempre a disposizione della padrona." spiega il vecchio uomo."Ha il tempo di sistemare il bagaglio e riposare, la signora arriverà da Londra in serata, si prepari ad accoglierla." Lo informa prima di congedarsi. Yamashita non se lo fa ripetere. Subito sistema le sue cose. La stanza non è niente male, spaziosa, luminosa e soprattutto c'è una cosa che lo fa gioire più di tutte, è munita di bagno personale e questo vuol dire che corre meno rischio di essere scoperto. Dopo pranzo, dà un occhiata in giro per prendere confidenza con l'ambiente. È ansioso d'incontrare la padrona di casa , curioso di come potrà essere, inizia ad immaginare un'anziana donnina di cui dovrà prendersi personalmente cura. Le ore passano veloci e il crepuscolo arriva presto. L'anziano uomo riceve una telefonata e prontamente chiama a raduno tutte le genti della casa. Accendono le luci in casa e fuori in giardino e si preparano ad accogliere la padrona, schierandosi a destra e sinistra del porticato. "Che esagerazione, neanche fosse la regina Elisabeth!" Pensa Yamapi, anche lui in fila alla sinistra del più anziano. Dopo quindici snervanti minuti di attesa, ecco avvicinarsi due auto lussuose. Dalla prima scendono quattro uomini in nero e subito si piazzano ai lati della seconda auto. Uno di loro apre la portiera posteriore e porge il braccio per aiutare a scendere il passeggero. Mentre gli altri non sono affatto sorpresi,Yamapi è incredulo nell'assistere a quella scena. Un elegante figura scende dalla vettura e con passo sicuro attraversa il portico. Si ferma proprio sul marmo della soglia e sospira pesantemente come per darsi coraggio. Poi, fa un ennesimo passo per attraversare la porta. Una volta dentro si ferma di scatto e senza girarsi parla con i quattro gorilla che la stavano seguendo. -" Come vedete sono dentro..dite a mio padre che non ho intenzione di scappare, può dormire sonni tranquilli lui e la sua dannata sgualdrina." Uno di loro, forse quello che aveva il comando fa un passo per avvicinarsi. -" Si fermi Mister, qui dentro sono io la padrona e voi non avete il permesso di entrarci." dice fiera, girandosi appena per freddarlo con lo sguardo severo. Non attende risposta e tornando a guardare di fronte a se, la giovane donna si addentra nel grande atrio, seguita dal personale della casa che non osa proferire parola contro l'autorevole lady. Solo quando sente il rumore dell'antico portone che viene chiuso, si lascia un po andare e con una mano incerta cerca il poggia mano della grande scala centrale per sorreggersi un attimo. -"Benvenuta my lady!" La saluta con mezzo inchino l'anziano maggiordomo, la voce bassa e leggermente commosso. -"Sono a casa! Ne è passato di tempo vecchio Rupert..." -" È così my Lady!" -" Ora puoi anche smettere, sai che detesto essere chiamata in quel modo." Lo ammonisce. -"E lei sa che non lo farei mai...vero my lady?" Risponde guadagnandosi un occhiataccia. -"Scusami con tutti, li vedrò domani...ora voglio solo andare a riposare. La stanza è quella che ti ho detto vero?" Chiede mentre sta già salendo le scale. -"Aspetti my lady, almeno la sua dama..." -"Domani Rupert...domani." è così che lo interrompe e salutandolo con un cenno della mano, continua a salire con passo pesante fino a rinchiudersi nella sua stanza.

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Capitolo 4
*** la strana presentazione ***


Il vecchio maggiordomo sospira e scuote la testa rammaricato, da le direttive per la notte al personale e poi si rivolge a Yamapi,che intanto era rimasto fermo in un angolo,senza sapere bene cosa fare. -"Anche se non le è stata presentata, la prego di prendersi buona cura della nostra signora." Con quelle parole si congeda e il ragazzo sempre più sconcertato dalla strana situazione va a rinchiudersi in camera sua. "Domani sarà una giornata pesante" pensa,poi gli viene in mente la giovane padrona. "Poveretta sembrava un esiliata." Stanco della lunga giornata,poco dopo si mette a letto e prova a dormire, ma non passa neppure mezz'ora e riapre gli occhi di scatto. Si mette a sedere in mezzo al letto e tende l'orecchio. E si, ha sentito bene, è stato svegliato dal triste e disperato pianto della sua padrona. È indeciso se andare a disturbare e chiedere se stia bene o lasciarla sfogare. Ma si ricorda delle parole del suo superiore. "si prenda buona cura" così decide di agire. Decide di andare in cucina a preparare del latte al cioccolato, quello è sempre un toccasana per quando si è giù. Almeno a lui faceva quell'effetto. Poggia la tazza su un vassoio e ci mette vicino anche qualche biscotto,poi risale le scale e va a bussare alla porta dell'infelice ragazza. -" My lady sta bene?" Chiede...nella stanza cala il silenzio,così continua. "Non voglio disturbarla, ma dopo il lungo viaggio ho pensato avrebbe gradito un buon bicchiere di latte caldo...ho anche i biscotti." Aggiunge incerto. Ancora non riceve risposta,sta di nuovo per parlare,quando la porta si spalanca. "Entra!" Si sente dire. Chiede permesso e avanza nella grande stanza, la luce bassa impedisce di vedere bene, ma comunque si intuisce che è veramente uno spazio immenso. La signorina ancora vestita come quando è arrivata, ma scalza, è tornata a raggomitolarsi sulla poltrona dove stava un attimo prima. Lui/lei si avvicina con il vassoio in mano e con fare sicuro le porge la grande tazza. "Lo dovrebbe bere mentre è ancora caldo." Dice gentilmente. -"Tu sei?" Chiede la ragazza alzando lo sguardo e afferrando la tazza. -"Yamashita Tomohisa per servirla, my lady!" La giovane donna accenna un lieve sorriso. -"Spero per te,che tu abbia messo cacao a sufficienza." -"Naturalmente! " risponde lui/lei con mezzo inchino. Lei sorseggia il suo latte e Yamapi attende in silenzio. -"Quindi tu saresti la mia babysitter?" -"Prego?" Chiede confuso il ragazzo. -"Non ti hanno assegnato a me con il compito di riportare tutto quello che faccio e dico ai superiori e riparare ai miei errori?" Chiede ancora lei. -"Con tutto il rispetto, veramente immaginavo che sarei diventata la dama di compagnia di qualche anziana donnina." Risponde Yamapi. Una risata scoppia nella stanza. -"Ma davvero?" Chiede lei poco convinta. -"È così my...." la mano alzata di lei lo zittisce. -"Va bene, se è veramente come dici,segui poche regole e potrai avere la mia fiducia....Per prima cosa non ti permettere di dire a Rupert che mi hai sentita piangere. Ne a lui, ne a nessun altro di qui. Secondo,segui le mie direttive, quello che faccio o ti chiedo di fare deve restare una cosa tra me e te. Infine, la cosa più importante, abolisci quel my lady, almeno quando siamo sole non voglio che mi chiami in quel modo,lo detesto!" -"Come vuole che la chiami?" Chiede. -"Mi chiamo Elisabeth Gaya, tu chiamami solo Gaya,era il nome di mia madre." Spiega lei. -"Come dice? Dovrei chiamarla per nome, senza alcun onorifico? Mi dispiace ma potrei essere licenziata per questo." Dive contrariato Yamapi. -"Ti comunico, che anche se altri ti hanno assunta, sono l'unica che può licenziati,dato che sarai la mia persona di fiducia." Lo guarda storto. "O dobbiamo evitate di iniziare questo rapporto lavorativo?" Chiede ancora. -"Ho capito!" Esclama abbassando umilmente il capo. -"Ho capito?" -"Come desidera Gaya-sama. ...così potrebbe andare?" Chiede incerto. Lei sorride. -"Un'altra cosa...spero che il tuo latte e cacao sia sempre così delizioso." -"Come lei desidera!" La signora,più rilassata finisce di bere il latte e mangia anche qualche biscotto. -"Ora puoi anche andare." Congeda Yamapi e sta per salire sul letto. -"Dove crede di andare in quel modo?" Chiede lui. -"A dormire!" Risponde lei sorpresa. -"Non se ne parla proprio, non può coricarsi senza prima essersi struccata." La rimprovera, poi la spinge in bagno e la costringe a togliere il trucco, infine le da la buonanotte e ritorna in camera sua. "Aaaah...finalmente posso dormire...che strana ragazza." Pensa prima di chiudere gli occhi.

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Capitolo 5
*** mansioni e doveri,iniziano i guai! ***


È presto giorno, Yamashita si alza di buon ora e si reca in cucina a provvedere per la colazione della signora. Anche se la notte non è riuscito affatto a riposare e quindi stanco, è convinto di iniziare bene il suo primo effettivo giorno di lavoro e perché ciò sia possibile deve fare in modo che anche la giornata della giovane padrona inizi nel migliore dei modi. Dunque, cosa può esserci di meglio che una buona e ricca colazione. Non conoscendo ancora i suoi gusti personali, si fa preparare un vassoio con diversi opzioni e ritorna indietro sui suoi passi, fino a salire la grande scalinata, ma quando è giunto in cima, sente la giovane gridare e il vecchio Rupert che esce indispettito e si sbatte dietro la porta. -"Quella ragazza continua ad essere indomabile!" Esclama livido in volto. Yamashita lo saluta con un cenno del capo e prosegue temendo che la possibile bella giornata sia già stata rovinata, batte due colpi alla porta e attente risposta. -"RUPERT MEGLIO PER TE SE ALMENO OGGI MI GIRI ALLA LARGA" tuona minacciosa la padrona. Allora Yamapi si schiarisce la voce e si annuncia. Non si ode nessun invito ad entrare, ma si sentono chiaramente passi veloci che si avvicinano e poi la porta si spalanca e due esili braccia lo trascinano dentro, rischiando di fargli versare il contenuto del vassoio. -"Alla buon ora!" Esordisce la ragazza. -"Buongiorno my lady!" -"Buongiorno un corno, sono stata appena svegliata da quel vecchio brontolone che mi intimava di scendere a fare colazione. ..sei tu o lui la mia cameriera personale? Inoltre ricordo chiaramente di averti detto di non chiamarmi in quel modo!" Protesta lei. -"Chiedo scusa, sono stata preceduta." Si giustifica Yamapi. -"Ti perdono...ma fa in modo che non accada ancora!" Poi si accomoda sul letto e con la mano gli indica un punto sul materasso dove poggiare il grande vassoio. Le indica quello che gradisce e non e così inizia a mangiare, sotto gli occhi della finta cameriera che intanto chiede se ha direttive da dare per la giornata. -"Solo preparami un bagno e disfa i miei bagagli... inoltre...voglio che ti occupi personalmente di questa stanza, non m'interessa chi lava i miei vestiti, ma voglio che escano e rientrino da cui esclusivamente per mano tua. Nessun'altro oltre te e me deve mettere piede qui dentro, salvo mie diverse disposizioni." -"Bene!" Esclama il ragazzo ricevendo l'ordine, fa mezzo inchino e si gira per andare a preparare la vasca da bagno. Ma si ferma quando la signora gli pone una domanda. -"Non mi chiedi perché tutto ciò? Non sei curiosa?" Yamapi si gira e torna a guardare in volto la giovane donna, poi risponde sicuro. -"Non penso di essere nella posizione di porle tale domanda. Se sarò all'altezza di adempiere i miei doveri e saprò conquistare la sua fiducia, sarà lei stessa a confidarsi e parlare dei segreti di questa casa. Fino a quel momento mi limiterò ad osservare in silenzio e servirvi umilmente." La risposta data è molto apprezzata, la ragazza annuisce per approvare e riporta l'attenzione alla sua colazione. Così il ragazzo torna ai suoi doveri e poco dopo annuncia alla sua signora che il bagno è pronto. -"Nella valigia trovi un completo grigio antrace, vestito e giacca, fallo stirare e abbinaci il resto, poi torna ad aiutarmi. Lei si reca in bagno e lascia la giovane cameriera alle prese con la catasta di valigie ammucchiata al fondo della stanza. Apre la porta vicina e ci scopre un immenso guardaroba "vuoto", dovrà sistemare tutto al più presto, se non vuole rigirare le valigie infinite volte. E così si mette a lavoro, mentre cerca il completo grigio, può sistemare quello che intanto gli passa sottomano. Scarpe, borse, accessori, giacche e poi si ritrova in mano dell' intimo. È li che il suo colorito normalmente candido, s'infiamma di un rosa acceso. In tutto l'imbroglio, non aveva considerato un piccolo particolare, "avrebbe avuto a che fare con una giovane donna", questo includeva anche la possibilità di vederla nuda. Scuote la testa e cerca di non pensarci, si dice. "È giovane non ha certo bisogno che l'aiuti in bagno"... fa preparare il vestito che finalmente ha trovato e lo sistema vicino al letto insieme a intimo, calze e scarpe che ha scelto come gli era stato chiesto. Ad un tratto si sente chiamare. -"Si my lady?" Risponde. -"Puoi venire?" Chiede. -"P-prego?" Chiede preso alla sprovvista. -"Mi vieni ad aiutare? " chiede ancora. -"C-certo!" Deglutisce a fatica ed entra in bagno. -"L'asciugamani è troppo lontano, puoi passarmelo?" Chiede. Yamapi senza indugi afferra il telo e lo stende a mo di tenda, e quando la giovane si alza dall'acqua per avvolgersi nel soffice cotone, non può far a meno di strizzare gli occhi per l'imbarazzo, non appena scorge un pezzo di pelle nuda. "Merda ma cosa mi è saltato in mente" pensa nel più totale panico e non sapendo bene dove mettere le mani. Intanto la donna si gira e lo vede con il viso sconvolto. -"Stai bene? Sembra che hai appena visto un fantasma." Chiede stranita-"Ehmm...si si...certamente my lady." Risponde. Lei gli rivolge un'occhiataccia di rimprovero, così Yamashita cerca di correggersi. "Ehmm, miss...volevo dire..." a lei sfugge un piccolo sorriso e torna in camera seguita dalla cameriera personale. Dà un'occhiata all'abito e i vari accessori che Yamapi aveva abbinato e le fa i complimenti. -"Vedo che hai buongusto, d'ora in poi,puoi anche scegliere gli abiti, basandoti ovviamente secondo gli impegni giornalieri." Dice, poi lascia scivolare il telo in cui era avvolta e afferra una culotte in pizzo nera per indossarla. Così facendo scatena delle nuove imprecazioni interne al povero Yamashita che non sa più dove posare gli occhi. -"Cosa fai li inbambolata, ti puoi ritirare, so vestirmi benissimo da sola." Dice autoritaria. Yamapi si congeda ed esce dalla stanza ringraziando mentalmente per essere stato tolto da quella situazione imbarazzante e va a rifugiarsi in camera sua a riprendere fiato. Si chiude la porta dietro le spalle e inizia a picchiettare la testa contro di essa. "Idiota Yamashita,hai rischiato grosso coglione e ora come la gestisci" si chiede. La foga di avere ad ogni costo il lavoro, gli avevano fatto tralasciare certi punti importanti. Non aveva assolutamente calcolato l'eventualità che una cameriera personale avrebbe dovuto svolgere anche quel tipo di mansioni. Intanto la giovane padrona, ormai pronta, scende nell'atrio per salutare adeguatamente il resto del personale e con enorme disappunto nota la mancanza di Yamapi e lo fa notare al vecchio Rupert. -"Temo che la selezione nel trovare la mia accompagnatrice sia stata presa troppo alla leggera." Dice. Il vecchio se ne dispiace e cerca una giustificazione convincente. -"Vede my lady, la giovane è alle prime armi, non sa ancora quali servigi deve offrirvi, perché abbiamo pensato che avrebbe preferito istruirla in merito personalmente." A quelle parole la giovane annuisce. "La mandi a chiamare'" ordina. Poi va a rinchiudersi nello studio e inizia a firmare le scartoffie che il vecchio maggiordomo le presenta. Dopo un po bussano alla porta. -"Avanti" invitano dall'interno. -"Mi avete fatta chiamare?" Chiede Yamapi entrando. -"Finiamo dopo Rupert" congeda il maggiordomo e fa segno alla cameriera di accomodarsi. Questa si avvicina alla scrivania, ma rimane in piedi e così la giovane padrona inizia il suo discorso. "Rupert mi ha fatto presente che ancora non ti è ben chiaro in che modo devi starmi accanto e servirmi. Mi ha anche detto che hanno preferito lo facessi io a mio piacere, quindi prendi posto e ascoltami bene." Indica la poltroncina di pelle marrone di fronte la scrivania. Il ragazzo senza battere ciglio si siede e aspetta che continui a parlare. -"Dunque. ..innanzitutto chiariamo il fatto che non sarai una comune cameriera. Sei la mia cameriera e non ti compete nessuna faccenda domestica che non riguarda la mia persona. Ma....non sei neppure una dama di compagnia. Preferisco pensare a te come alla mia ombra. Qualcuno che mi segue in silenzio e se necessario mi spiani la via. Devi essere i miei occhi e orecchi e se serve anche il mio braccio,senza chiedere o giudicare. Pensi di poter svolgere questo compito?" Chiede alla fine. Yamashita per un attimo ci pensa seriamente, poi risponde. "Si my lady posso!". -"Ti vedo sicura". -"Lo sono...la prego di riporre in me la sua fiducia." Dice,poi si alza e abbassa il capo in un mezzo inchino. Lei ride. -"Bene...penso che passeremo molto tempo insieme, ma adesso lasciami lavorare e informa in cucina che voglio una cena leggera." La giovane donna passa l'intera giornata nello studio e Yamashita approfitta di quel tempo per finire di sistemare i bagagli e organizzare il guardaroba. Passano i giorni e così le prime due settimane, ormai il giovane maggiordomo si è abituato al suo nuovo status di cameriera e soprattutto alla routine della casa. Ha anche iniziato a conoscere le esigenze e le abitudini della padrona e se non fosse per l'imbarazzo che prova quando gli capita di ritrovarsi quel giovane corpo, nudo d'avanti gli occhi, potrebbe anche affermare di trovarsi comodo nei panni di una donna. È di nuovo lunedì e tra la posta è stato consegnato anche un invito. Gaya lo apre sotto gli occhi attenti di Yamapi e del vecchio Rupert. "Van Corback!" Esclama con un aspro sorriso,sorprendendo Yamapi che osservava in un angolo e l'anziano maggiordomo perde di colpo la sua compostezza. "Come osa?!" Tuona. -"Tranquillo Rupert, c'era da aspettarsi che non se ne sarebbe stato fermo. Quella sgualdrina,lo avrà sicuramente informato della mia presenza qui e lui sta ovviamente approfittando...ma io non sono certo il tipo da tirarmi indietro!" Esclama alzandosi fiera. "Fa preparare la macchina, vado a fare spese per l'evento." Ordina alla cameriera. "Ah.. tu vieni con me." Dice ancora rivolta a Yamapi. Dopo mezz'ora sono già sulla strada che porta al centro di Tokyo. Yamashita per l'occasione ha tolto la sua divisa e indossato abiti comuni. Passano il giorno per i negozi più di alta classe della città e tornano alla tenuta quando è ormai sera. Mentre la giovane signora si concede un bagno rilassante, incarica la cameriera di sistemare gli acquisti fatti nel guardaroba. Ma tra le buste Yamapi trova dei vestiti di misura diversa e pensa ad un possibile errore così la mette da parte. Quando Gaya esce dal bagno sta per informarla, ma lei lo precede. "Quelli sono tuoi, non mi puoi certo accompagnare in certi luoghi con i tuoi comuni vestiti." La informa. "Ma..." sta per obbiettare Yamapi, ma lei lo interrompe ancora una volta. -"Dovrai accompagnarmi al party del prossimo venerdi!" Dice senza possibilità di replica. "Ora puoi ritirarti, voglio riposare." Yamashita le augura la buonanotte e si ritira nella sua camera. Ma quella notte il sonno tarda ad arrivare. Il ragazzo è tormentato dalla nuova situazione. Teme che accompagnando la padrona al party,la sua recita possa essere scoperta e in quel caso perderebbe lavoro e credibilità. Ma anche nella stanza della signora le luci rimangono accese, anche se è voluta apparire forte di fronte a Rupert, dentro sè muore d'ansia, partecipare a quella festa sarà per lei una dura prova.

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Capitolo 6
*** temporale che paura! ***


I giorni successivi passano molto rapidamente nella tenuta Winter, la signorina Gaya aveva chiesto al vecchio Rupert di procurarle la lista degli ospiti della festa alla quale era stata invitata e tramine i nomi ottenuti, con l'aiuto di Yamashita, aveva cercato informazioni e aveva studiato il profilo di ogni persona invitata in modo da poterli usare a suo favore, come se fossero pedine di una scacchiera. Le abilità della cameriera nel ricordarsi nomi e volti sorprendevano la giovane padrona, tanto che dopo giorni passati nello studio, a cercare un modo per mettere sotto scacco uno degli uomini che tanto detestava era giunta alla conclusione che avrebbe dato alla ragazza un ruolo decisivo in quella missione.Ammirava il suo modo acuto di analizzare le situazioni tanto quanto il suo spiccato senso dell'umorismo, che stanco a stretto contatto aveva avuto la possibilità di apprezzare.Si poteva dire che ormai avessero oltrepassato la diffidenza iniziale e instaurato il giusto equilibrio tra fiducia e rispetto reciproco. Le dispiaceva soltanto che non fosse un ragazzo, perché altrimenti avrebbe potuto attaccare il punto debole dell'uomo senza troppi sforzi. Ora nell'ultima notte prima della festa,in casa Lennon regna già il più totale silenzio. Yamashita dopo aver servito il solito latte e cioccolato alla padrona di casa, le aveva augurato un buon riposo e si era ritirato nella sua camera . Quella sera si sentiva nuovamente agitato,forse per il compito che le aveva affidato la sua signora o semplicemente per il mal tempo che si stava avvicinando, il fruscio dei rami sbattuti dal vento che aveva preso a soffiare insistente già dava un aria sinistra alla grande casa sita ai margini del bosco. In lontananza i primi lampi illuminavano il cielo annunciando l'imminente temporale e Yamashita colto da un brivido si appresta a tirare le pesanti tende. Sospira e mentre si libera dei vestiti da donna che ormai si è abituato ad usare, decide di fare una doccia calda in modo da potersi rilassare e dormire tranquillamente. È così che stanco e nervoso si va a chiudere in bagno cercando sollievo sotto il forte getto dell'acqua che in breve tempo riesce a non fargli pensare a ciò che l'aspetta fuori da quella stanza.Intanto il temporale si è avvicinato velocemente, la pioggia violenta batte sui vetri, mentre in cielo tuoni e lampi si alternano elettrizzando l'aria fredda della notte. Nella camera in cima alle scale qualcuno diventa sempre più ansioso e si nasconde a tremare sotto le coperte. "Basta....basta....per favore... non li sopporto più...non ce la faccio..." piagnucola la giovane padrona in lacrime. I temporali non le facevano paura, per lei erano semplicemente un incubo in cui ricadeva ogni volta. I tristi ricordi che sempre cercava di rimuovere, riaffioravano come sempre violenti nella sua memoria. All'ennesimo e assordante tuono non ce la fa più e terrorizzata esce a piedi nudi dalla sua camera e attraversa il lungo corridoio fino a raggiungere la porta della sua cameriera.Mai avrebbe potuto immaginare a cosa sarebbe accaduto da li a poco. Bussa e paziente aspetta che le venga aperto, ma Yamashita si trova ancora in bagno e anche se si ferma un attimo a tendere l'orecchio pensando di aver sentito un rumore, si convince che si tratti solo del temporale e così torna con calma alle sue cose, ignaro che la sua vita sta per cambiare ancora. Intanto un altro tuono assordante riecheggia per tutta la casa e la giovane senza pensarci due volte spalanca la porta. "Yama..." sta per dire, ma le parole le muiono in bocca quando i suoi occhi si focalizzato sul giovane uomo che è appena uscito dal bagno. Il corpo snello e ben curato solamente coperto da un asciugamani legato sui fianchi e uno sui capelli che con cura sta frizionando. Si paralizza quando si accorge di non essere solo nella camera, non sa che fare o cosa dire. Cerca di dare corpo alle parole, ma la bocca di nuove senza emettere suono. Lei lo precede. "Io, io cercavo Yama-chan" dice confusa e mentre si rende conto che sta guardando un uomo praticamente nudo si gira di scatto imbarazzata."Di cosa ha bisogno?" Riesce a chiedere il ragazzo, ma lei squote il capo come a cercare una spiegazione a tutto quello "Meglio che vada" dice provando a tornare sui suoi passi, ma ancora un tuono, il più forte e lei cade in ginocchio vicino la porta coprendosi le orecchie con le mani e piangendo come una bambina. D'istinto Yamashita si avvicina. "Mia signora" dice preoccupato più nel vedere lei in quello stato, che per la sua situazione ormai a rischio. Sta per toccarle una spalla, ma quando lei se ne accorge lo evita. Ormai aveva realizzato come stavano le cose, davvero era sola e non poteva fidarsi di nessuno. "Non mi toccare! Come osi avvicinarti dopo avermi ingannato? Perché poi, quale enorme vantaggio puoi ottenere da tutto ciò? " Chiede, senza più trattenere le lacrime.Il ragazzo è sconvolto almeno quanto lei. Non sa che fare o cosa dire. "Gaya-sama...mia signora...la prego si calmi, se solo mi lascia spiegare..." cerca di dire, ancora avvolto solo dal asciugamani e infreddolito anche lui si inginocchia, proprio dietro le sue spalle. "Tsk, cosa vorresti spiegare ancora? Il fatto che tu non sia quella che dicevi di essere? No grazie, preferisco non sapere cosa sta dietro a questa macchinazione. Ovviamente sei licenziato in tronco, ,voglio che sparisci da questa casa appena fa giorno" dice con un filo di voce. La delusione e l'amarezza nel suo tono feriscono Yamashita, avrebbe preferito che fosse rabbia. Gaya con gambe tremanti si rialza e sta per lasciare la stanza quando... "Perché non mi lascia spiegare? Basterebbero pochi istanti!" Chiede avvilito il ragazzo. "E me lo chiedi? Per me sei un truffatore, questo mi basta per non concederti neppure un secondo e ringrazia il cielo che non chiami la polizia" risponde ora con tono duro la giovane donna. "Va bene lo accetto, ma potrebbe dirmi almeno il motivo per cui è entrata qui all'improvviso nel cuore della notte?" Chiede Yamashita mentre anche lui si rimette in piedi. Lei si gira a guardarlo. "Non credo tu lo debba più sapere!" Dice secca, senza dare al giovane alcuna possibilità di replica. Tira un sospiro per farsi coraggio e tornare nella sua camera, quando ancora una volta, una luce accecante annuncia l'arrivo del prossimo tuono e Gaya si paralizza sull'uscio della porta. Yamapy finalmente capisce e veloce si avvicina e poggia le mani sulle orecchie di lei. "Guardi me!"esclama sicuro. Il rumore assordante del tuono è passato trascinando il suo eco in lontananza, ma il temporale ancora non è finito, anzi pare che acquisti sempre più forza. Yamashita con un calcio chiude la porta. "Non m'importa cosa sarà di me domani, ma la prego, solo per questa ultima notte, lasci che mi prenda cura di lei," Le dice gentile. Gaya in quel momento non aveva la forza di ribattere, immagini del passato si sfrapponevano vivide a quelle del presente. Così il giovane la trascina vicino al letto, prende il suo cellulare, inserisce le cuffie e gliele fa indossare, parte subito la melodia di una canzone che Gaya trova bellissima (http://www.youtube.com/watch?v=Q0B1v9qjtCw&feature=youtu.be ) poiché la fa entrare sotto le coperte lei rimane rigida sulla difensiva. Intanto il ragazzo afferra il pantalone del pigiama e lo indossa velocemente, dopo èiil turno della canotta. Spegne la luce e si infila nel letto. Nello stesso istante lei balza cercando di alzarsi ma lui la afferra per un polso e con un leggero strattone l'attira a se e la circonda con un caldo abbraccio. "Cosa fai? Sei pazzo?" Si agita lei cercando di liberarsi dalla presa. "La prego si calmi, Gaya-sama,voglio solo che passi tranquilla il resto della notte, le ricordo che domani ha un impegno importante per cui ha lavorato tanto." Gli dice tranquillo. Quelle parole la fanno tornare in sè e riflettere, il ragazzo aveva ragione. Così si appoggia al suo petto e si rilassa permettendo al giovane Yamashita di cullarla dolcemente. Il calore del suo corpo, il battito tranquillo del suo cuore che chiaramente riusciva a sentire sotto il fine cotone della canotta, le infondono finalmente quel senso di pace e di sicurezza che da tempo le mancava. E così si addormenta, libera per una notte dai suoi incubi e dalle sue paure.

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Capitolo 7
*** la difficile prova! ***


Mentre l'auto si avvicinava sempre più all'atrio della villa illuminata a giorno, Yamashita sempre più nervoso, poteva sentire chiaramente il suo cuore martellare nelle orecchie. Il fiato corto dall'agitazione. Avrebbe avuto un attacco di panico? Pregava con tutte le forze che qualche divinità a lui favorevole lo togliesse come per miracolo da quella assurda situazione e soprattutto sperava di non ricadere in quel vortice di ansia e paura di cui soffriva da bambino. Intanto la limousine si era fermata e l'autista si era affrettato ad aprire la portiera dalla parte della signorina. "Non scendi?" Chiede lei. "Come?" Risponde confuso per poi rendersi conto che erano giunti a destinazione. "Hai intenzione di rimanere in auto oppure accompagnarmi a questo maledetto party?" Chiede infastidita. "C-certo." Risponde affrettandosi a scendere per raggiungere la ragazza dall'altra parte dell'auto. Le porge il braccio e finalmente Gaya poggia i piedi in suolo nemico, si aggiusta il vestito e dopo aver scambiato un occhiata d'intesa con il ragazzo avanzano sul tappeto rosso ai cui margini diversi fotografi sono pronti ad immortalare gli eleganti ospiti. Lei si ferma sfoggiando un sorriso di circostanza e permettere di fotografarli in tutta la loro bellezza. Effettivamente entrambi avevano un fascino da mozzare il fiato, come coppia sarebbero stati perfetti se non ci fosse stata tutta quella differenza di classi sociali. "Non essere così teso e sorridi alle camere" bisbiglia lei. Il ragazzo ci prova ma nervoso com'è gli riesce male. "Voglio darti un motivo in più per scegliere o meno di aiutarmi...." dice sorprendendo il ragazzo e costringendolo a guardarla di nuovo in volto. "Quest'uomo, il nostro ospite è una delle persone che ha causato la morte di mia madre e la mia fobia per i temporali." Dice in un sibilo. "Sei padrone di fare la tua scelta, hai tutta la sera a disposizione" aggiunge poi e dopo aver mostrato l'invito,si avviano insieme all'interno del grande salone che in parte è già pieno di ospiti. L'ultima rivelazione della giovane padrona, da modo a Yamashita di valutare nuovamente la situazione in cui si sta trovando. Certo, la richiesta della signorina era al quanto insolita e per certi versi crudele, sembrava si volesse vendicare anche di lui, più che richiedere una prova di fiducia. E le sue ultime parole l'avevano messo ancora di più alle strette. Continuava a chiedersi cosa doveva fare senza riuscire a darsi alcuna risposta. Molti curiosi intanto li osservavano al loro avanzare nella sala. Si chiedevano chi fosse quella coppia di bellissimi ragazzi. Fino a quando il padrone di casa, informato della presenza di Gaya non fa il suo ingresso in pompamagna e va ad accoglierla con tutti gli onori che uno zio acquisito, falso e detestabile potrebbe mai fare. "Elisabeth,quale gioia rivederti" la saluta con falso sorriso avvicinandosi per baciarla sulle guance per tre volte come usano gli Olandesi. "Vi vedo bene Richard" risponde freddamente, ma l'attenzione dell'uomo si era già spostata sul giovane Yamashita proprio come aveva immaginato Gaya, che approfitta del suo sfacciato interesse per il giovane. "Posso presentarvi il mio accompagnatore?" Chiede. "Ma naturalmente, devi!" Risponde Van Corback senza togliere un attimo lo sguardo da lui. "Yamashita Tomohisa!" Esclama a quel punto lo stesso Yamapy accennando un mezzo inchino all'inglese. Ma l'uomo bramoso di avere subito un contatto fisico con il bel giovane, si affretta a baciarlo proprio come aveva fatto con Gaya. "Benvenuto nella mia umile dimora,mio giovane amico" gli dice con sguardo famelico. E la schiena di Yamashita viene colpita da innumerevoli brividi di ribrezzo, ma in quell'istante può solo fare buon viso a cattivo gioco e si limita a ringraziare. Intanto la serata pare prendere la giusta piega per i tanti ospiti che deliziano il loro palato con calici di champagne e un buffet preparato appositamente da grandi chef. Anche la musica è di prim'ordine. Lo sfarzo che usava il padrone di casa per intrattenere i suoi ospiti era rinomato per quelli dell'ambiente. Gaya quasi annoiata era impegnata a salutare i diversi conoscenti del padre,che si avvicinavano per porgere i loro omaggi. Mentre il povero Yamashita cercava di perdersi tra i vari ospiti per evitare le insistenti attenzioni del padrone di casa e senza rendersi conto stava iniziando a bere più del dovuto. Fino a quando Gaya si trova al centro di una scomoda discussione. Pare che Van Corback avesse architettato tutto per mettere in imbarazzo la ragazza, usando argomenti che sapeva bene l'avrebbero ferita. Prima hanno iniziato a chiedere come si trovasse ad essere l'unica padrona della tenuta Winter, poi l'argomento si era spostato sul forte temporale della notte precedente. "E voi siete riuscita a riposare bene?oh oh oh " chiede una donna rivolgendosi a Gaya. Per fortuna Yamashita non era uno sprovveduto ed ha saputo usare quella stessa battuta infelice per portarla al loro vantaggio. "Gaya-sama ha dormito come un ghiro, purtroppo quello a restare sveglio per la tempesta sono stato io." Interviene Yamapy sorprendendo i presenti. "Sono ospite presso la tenuta Winter ecco perché" spiega. "Mi dispiace di non essere stata una buona ospite" si scusa Gaya che pare sia riuscita a riprendere il controllo.Caduto l'argomento, i più si dileguano e i due ragazzi si scambiano uno sguardo complice. Gaya va a darsi una rinfrescata in bagno e Yamashita continua ad aggirarsi tra gli ospiti per carpire varie discussioni e affinità. All' improvviso i movimenti di sottecchi di alcuni presenti attirano la sua curiosità e decide di seguirli. "Vediamo cos'hanno da nascondere" pensa mentre si accosta si soppiatto alla porta da dove li aveva visti uscire. "Voglio che entro stasera riusciate a mettere in ginocchio quella mocciosa...voglio vedere sparire quella sfacciata sicurezza dal suo volto e voglio vederla piangere e supplicare prima di farla sparire per sempre." Ordina l'uomo mentre tranquillo si accende un sigaro. "Non temere Richard, vedrai che quella ragazzina cadrà ai tuoi piedi supplicando come la madre" dice la donna che Yamashita riconosce come quella che prima aveva preso l'argomento temporale. Il ragazzo stringe i pugni. Non sapeva molto di quella assurda situazione, ma di certo non gli andava giù il fatto che a tutti i costi volessero ferire Gaya. Sbadatamente si appoggia alla porta che si apre leggermente e così attira l'attenzione dei presenti nella stanza. A quel punto non aveva più scelta, doveva giocare l'unica carta a sua disposizione. "Oh, finalmente l'ho trovata mister Van Corback!" Esclama sfoggiando il sorriso più ammaliante che possa fare. "Come vedi mi hai appena trovato mio giovane amico,a cosa devo il piacere del tuo interesse." Chiede ammiccante. Yamapy deglutisce. "Desideravo scambiare due chiacchiere,ma se siete impegnato..." lascia cadere la frase e sta per ritirarsi. Ma il suo piano di fuga viene presto bloccato dalle parole dell'uomo. "Con immenso piacere passerò un po di tempo con questo giovane, vi prego di scusarmi" dice Van Corback ai presenti e si avvicina a Yamashita per poi invitare il ragazzo a seguirlo al piano superiore. Gaya torna in tempo per vedere i due che salgono le scale. "Hai preso la tua decisione?" Pensa la ragazza e in quell'istante Yamashita,come se avesse notato la sua presenza si gira verso di lei e le rivolge un triste sorriso,prima di tornare a seguire quel viscido verme. Entrano in una camera finemente arredata, l'uomo invita il ragazzo a mettersi comodo e si avvicina al piano bar a preparare due drink. "Di cosa volevi parlare con così tanta urgenza...pensavo mi stessi evitando" dice porgendo un bicchieri di whisky. "Ho dato questa impressione? Sono proprio maldestro, me ne scuso" risponde Yamapy. "Allora?" Chiede l'uomo ansioso di avere una risposta concreta. "Beh...in realtà non ho un vero e proprio argomento di cui parlare." Risponde mentre lo guarda sicuro e l'uomo sorride. Convinto di aver capito che il ragazzo voglia giocare gli si avvicina e gli toglie il bicchiere di mano, poggiando anche il suo su un basso tavolino, vicino al grande sofà di velluto rosso. "Vuoi giocare con me?" Chiede accarezzando la guancia del ragazzo."Otterrei qualcosa se lo facessi?" Chiede sicuro. "Se mi soddisfi, potrai ottenere più di quanto credi...molto più di quello che può offrirti una sprovveduta come Gaya" dice mentre lo spinge con la schiena sul divano e gli sbottona la camicia, gli accarezza il torace e si lecca le labbra pronto per assaporare quella giovane carne. Yamashita si sente disgustato, ma a quel punto non sa più come uscirne. Chiude gli occhi preparandosi al peggio, quando la porta si spalanca e Gaya entra nella stanza sicura come non mai. Scatta un ultima foto dell'uomo che ormai stava cavalcioni sopra il ragazzo e ripone il cellulare nella piccola pochette. "Complimenti Richard in video sei venuto benissimo...scusa ma lui non lo cedo così facilmente!" Esclama mentre si avvicina al sofà. "Non ti azzardare più a sfiorarlo lurido porco!" Dice guardando l'uomo con disprezzo che cerca di riprendere una posizione composta. "Andiamo!" Ordina mentre afferra la mano di Yamashita e lo trascina via. La limousine li stava già aspettando davanti alla porta. Van Corback li raggiunge nell'atrio. "Cosa vuoi fare con quel video Gaya?" Chiede furioso. La ragazza fa prima salire Yamashita in auto,non vedeva l'ora di allontanare il ragazzo da quel luogo che lei stessa tanto detestava, poi si gira ad affrontare l'uomo. "Sta tranquillo zietto, se starai buono in un angolo, potrei anche decidere di non usare questa registrazione, ma ti avverto, sta bene attento a non avvicinarti oltre, ne a me, ne a chi mi sta accanto...potrei diventare pericolosa" lo avvisa e senza aspettare altre parole sale anche lei sull'auto e ordina all'autista di allontanarsi velocemente. Yamashita tremante è raggomitolato in un angolo del sedile. "Stai bene?" Chiede Gaya, ma non riceve risposta. Lo sguardo del ragazzo perso a guardare nel buio della notte fuori del finestrino. Sta allungando una mano per fargli una carezza,ma il ragazzo si ritrae ancora di più. In quel momento il fatto che qualcuno potesse solo sfiorarlo gli faceva mancare il fiato. La nausea lo assale all'improvviso e così grida di fermare l'auto. Il suo desiderio è subito esaudito e Yamashita si precipita lontano dalla limousine e si piega in due per vomitare anche l'anima. Gaya lo raggiunge e cerca di aiutarlo. Gli sta dando piccoli colpi sulle spalle per dargli sollievo, ma il ragazzo la respinge. "La prego mi stia lontana,se ne vada" urla quasi in lacrime. Ma Gaya come sempre non sta a sentire, quelle parole la ferivano, erano le uniche che desiderava non dover udire. Per quale motivo faceva così male essere allontanata da quel ragazzo? Ma di certo non avrebbe ascoltato la sua richiesta,così invece di tornare in auto allarga le braccia e va a stringere Yamashita in un caldo abbraccio. "Ti prego perdonami" sussurra all'orecchio del ragazzo che sorpreso da quella stretta rimane immobile. Poi ancora una volta afferra la sua mano. "Torniamo a casa?!" Dice incerta,temendo la risposta. "Per favore prima risponda ad una mia domanda" dice Yamapy. "Cosa vuoi sapere" chiede lei."Aveva pianificato tutto dall'inizio, oppure spinta non so da cosa ha improvvisato quel salvataggio all'ultimo momento?" Lei sorride. "Che differenza vuoi che faccia? L'importante è che ho qualcosa con cui tenere in pugno Richard e che tu ne sia uscito illeso" risponde. Ma la risposta data non è quella in cui sperava il ragazzo che deluso lascia andare la sua mano."Illeso? Cosa la fa essere così sicura che io ne sia uscito illeso? Crede di conoscermi così bene? Ha idea di cosa ho provato nelle ultime ore e cosa ho passato in quella stanza? Lo schifo e il ribrezzo sa cosa siano? Ho provato vergogna per me stesso e la mia famiglia che con orgoglio mi hanno fatto studiare nelle migliori scuole. Certo sono illeso, per fortuna ho evitato di essere violato, grazie tanto Gaya sama! Ora per piacere vada, prima che dalla mia bocca esca qualcosa di spiacevole,io...io ho bisogno di stare da solo per un po" dice prima di abbassare lo sguardo e incamminarsi da solo.

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Capitolo 8
*** nuove sensazioni! ***


Gaya capisce che non è il momento di insistere, poi orgogliosa com'è di certo non l'avrebbe pregato e così torna alla limousine e ordina all'autista di riprendere il tragitto per la tenuta Winter. Lentamente passano di fianco al ragazzo che aveva tirato la camicia fuori dai pantaloni e con le mani in tasca, procedeva lungo il ciglio della strada, le luci del'auto gli illuminano leggermente il viso, tanto quanto basta perchè Gaya possa vedere il suo viso stravolto e per la prima volta in vita sua pensa di aver agito male. "Accelera" Ordina e l'uomo alla guida non si fa di certo pregare. In poco tempo giungono a destinazione, la giovane donna scende dall'auto e a passo di carica entra in casa sorprendendo il vecchio maggiordomo che non si aspettava di vederla rientrare così presto e soprattutto sola. " Già di ritorno My lady? Cos'è accaduto?" Chiede osservando ancora l'uscio, aspettando che anche Yamashita faccia il suo ingresso. " Yama-kun rientrerà più tardi!" Spiega mentre armeggia con il suo cellulare. "Più tardi? Non mi dica che l'ha lasciato in balia di quell'uomo spregevole?" Chiede indignato l'uomo ma per tutta risposta Gaya gli porge la mini card della memoria esterna. "Mettila al sicuro, sarà la nostra assicurazione sulla vita!" Dice e si avvia su per le scale per raggiungere la sua camera. Il vecchio Rupert, capisce che la giovane padrona non è in vena di dare spiegazioni, ma è sicuro che troverà le risposte che cerca in quel piccolo oggetto e senza perdere tempo entra nello studio e avvia il PC, pronto a scoprire finalmente l'esito di quella serata. Poco dopo si accascia sulla poltrona, toglie i piccoli occhialini e si massaggia le tempie. " Alla fine gliel'ha ordinato sul serio, complimenti mia Signora hai ottenuto ciò che desideravi.. Ma mi chiedo quali sono le reali conseguenze e il relativo prezzo da pagare" Dice tra sè preoccupato. Intanto Gaya nervosa come non mai liberatasi dai tacchi e dal vestito, è andata a cercare nuova calma sotto il getto caldo della doccia, ma con scarsi risultati, infatti dopo essersi resa conto che non stava raggiungendo l'effetto desiderato si asciuga velocemente, indossa qualcosa di comodo e va a mettersi nel letto per provare a dormire. Ma più prova a rilassarsi e prendere sonno, più il suo cuore si sente agitato. Anche se prova in tutti i modi a non pensarci continuava a rivedersi la notte prima tra le braccia di quello strano ragazzo, per poi tornare con la memoria ai fatti di poche ore prima, quando lo vede immobile sotto il suo nemico, o quando le chiede di lasciarlo solo. Si alza sconfitta e si avvicina al balcone, prova a vedere in lontananza, lungo il viale del giardino, ma del ragazzo neppure l'ombra e così si sorprende a preoccuparsi, quando le prime gocce di pioggia bagnano il vetro " Ci mancava anche la pioggia!" pensa, incrocia le braccia al petto e indispettita sbatte a terra un piede. "Dove diavolo sei finito stupido servitore, a quest'ora saresti dovuto rientrare da un pezzo!" Brontola nel silenzio della sua stanza. Il tempo che passa e la pioggia che diventa sempre più insistente, la rende ancora più ansiosa, teme che l'incubo del temporale della notte prima si ripresenti. Ma questa volta Yamashita non è al suo fianco a rassicurarla. A passo levato esce dalla stanza e scende le scale, spalanca il grande portone di quercia ed esce sotto il portico. Piove a catinelle e lei scalza si blocca, rendendosi conto che anche volendo non saprebbe dove andare a cercarlo. In realtà lo conosce così poco. "Ti prego, ti prego Yamashita torna a casa" Bisbiglia tra sè delusa di non vederlo arrivare. Poi rientra, il personale si era già ritirato e lei si siede sulle scale ad aspettare. In realtà il ragazzo era molto più vicino di quanto immaginasse. Yamashita infatti era fermo proprio dietro la colonna a cui era fissato il pesante cancello che delimitava la proprietà dei Lennon aveva poggiato le spalle contro la fredda pietra e una volta che le prime gocce di pioggia avevano iniziato a cadere, lui aveva finalmente liberato quelle lacrime di rabbia e sdegno che aveva represso fino ad allora. Si chiedeva come avesse potuto arrivare a quel punto, perchè? A quale scopo poi? Vendere la sua dignità per compiacere quella donna, come aveva fatto a ridursi così? Doveva essere impazzito! In poco tempo aveva gettato il disonore su generazioni di nobile operato da parte dei suoi avi. Poi ad un tratto un lampo in lontananza lo riporta alla realtà, pare che un nuovo temporale si stia avvicinando e il suo corpo si stacca da quella colonna e come se fosse qualcun'altro a guidare i suoi passi imbocca il lungo viale che attraversa i giardini, fino ad arrivare alla villa quasi correndo. Perchè si, lui si era preoccupato, temeva che a causa del temporale in arrivo, Gaya potesse soffrire come la notte precedente. Arriva sotto il portico bagnato fradicio fa lunghi respiri come per riprendere fiato e nello stesso momento che spalanca il portone un nuovo lampo, questa volta più vicino squarcia il cielo e con esso arriva anche il boato del tuono. Stupito, sgrana gli occhi quando appena entrato vede Gaya che balza in piedi dal posto in cui era seduta sulle scale e gli va incontro correndo. " Yamashita!" Esclama portando le braccia in avanti e non curante del fatto che lui sia bagnato come un pulcino gli passa le mani sotto le braccia e si stringe a lui in un abbraccio travolgente. "Sei tornato finalmente!" Quasi sussurra e a stento trattiene le lacrime. Non sa spiegare il perchè, ma il fatto di sapere che stia bene e di averlo vicino la rende felice. Yamashita è come paralizzato, come poteva quella donna, che solo poche ore prima gli aveva ordinato freddamente di concedersi al suo nemico, essere ora così calda nei suoi confronti? Era quella l'altra faccia di una stessa medaglia? Il ragazzo non riusciva a capire, sapeva solo che quell'abbraccio inaspettato, in un attimo aveva cancellato i brividi causati dalla pioggia e il gelo nel suo cuore, che adesso batteva veloce, come rare volte in passato. Il bagliore che preannunciava un nuovo tuono, lo spingono a muoversi come in precedenza e a ricambiare l'abbraccio di Gaya che come per magia si sente racchiusa come in una bolla di vetro, al sicuro da tutto e tutti. " Cos'è questa strana sensazione?" Si chiedono entrambi, confusi da quel nuovo stato d'animo. Rimangono così, stretti uno nell'abbraccio dell'altro per un tempo indefinito, poi Gaya si ricorda dello stato in cui è tornato il ragazzo e si stacca da lui, preoccupata che possa prendersi un malanno, lo trascina su per le scale e lo spinge nel suo bagno per fare una doccia calda e poi indossare qualcosa di asciutto. Fuori dalla villa il temporale ha preso forza, ma Gaya per la prima volta dopo anni ed anni di terrore è completamente tranquilla. La semplice presenza di Yamashita la rende serena e si addormenta senza temere niente e nessuno.

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Capitolo 9
*** lettere che non vorresti leggere! ***


È presto mattina, Yamashita era rimasto sveglio tutta la notte a pensare a gli ultimi eventi, seduto sulla poltrona vicino al letto di Gaya osservava il viso di lei che dormiva serena, sembrava una ragazza indifesa a vederla cosí, eppure aveva avuto la freddezza e il coraggio di dargli quell'ordine assurdo e lui ancora più pazzo che aveva assecondando quel suo desiderio. Gli sfugge un sorriso pensando alla gravità di quella decisione e a come si sarebbe sentito poi, se la sua padroncina non lo avesse salvato. Cosa gli era saltato in mente? Era così importante per lui tenersi quel lavoro, tanto da giocarsi onore e dignità? Qual'era il vero motivo per qui aveva messo in gioco tutto se stesso? Poi un idea gli balena in mente. Possibile che l'unico motivo fosse quello?Non voleva allontanarsi da Gaya e per questo avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei. "Non è possibile!" Si dice. Poi si accorge che la luce del giorno è già alta, teme che la signorina possa svegliarsi e così cercando di fare meno rumore possibile esce da quella camera per tornare nella sua. Le valigie che aveva preparato il giorno prima sono ancora in un angolo della camera, le guarda senza sapere se disfarle o meno e così frustrante non sapere cosa fare e così si butta sul letto e finalmente si abbandona al sonno. Quando Gaya si sveglia, una sensazione come di vuoto la assale. Si guarda intorno alla ricerca del giovane che evidentemente aveva lasciato la camera da poco, dato che ne riusciva a percepire ancora l'odore e sorride a quella convinzione. Non dormiva così bene da tempo, si sentiva ben riposata e tutto ciò aveva migliorato il suo umore solitamente tetro, tanto da convincerla ad alzarsi dal caldo letto e dopo aver indossato qualcosa di comodo,scendere a fare colazione nel grande salone. Il vecchio maggiordomo non crede ai suoi occhi, il sorriso sereno della ragazza quando gli da il buongiorno gli riempie il cuore. L'aveva vista crescere e sapeva bene quanto ne aveva passate e quanta sofferenza aveva provato. Non sempre quando nasci nella ricchezza, vuol dire essere felice, spesso proprio quei soldi ti portano dolore e tristezza. La colazione viene servita e la ragazza mangia di gusto sotto gli occhi dell'uomo. Mentre sta per raggiungere lo studio si ferma persino a parlare con qualcuno del personale. Poi si chiude dentro quella grande stanza con Rupert che la aggiorna su alcuni fatti riguardanti la tenuta e la possibile visita del padre. Quella notizia basta a rovinarle l'umore. -"Fagli sapere che preferisco non vederlo" dice senza pensarci troppo. -"ma...." sta per replicare l'uomo. "Niente ma Rupert, sai meglio di me che non muove un passo senza quella strega e io non posso assolutamente accettare che lei metta piede qui...piuttosto do fuoco all'intera tenuta" dice infervorandosi. È così che l'uomo lascia cadere l'argomento per riprenderne subito un altro. "Il giovane Yamashita non si è ancora visto questo mattina" , "starà dormendo, probabilmente ha passato la notte in bianco" risponde fredda lei. "Ha deciso quali saranno le sue sorti?" Chiede allora Rupert. "Ha superato la prova e naturalmente deve restare, credi che troveremmo un'altra persona che mi servirebbe in egual modo?" risponde sicura. Ma il vecchio, dopo anni di esperienza non crede che siano solo i servigi che il ragazzo potrebbe offrire ad interessare alla giovane padrona. Piuttosto pensa che il cuore di Gaya abbia iniziato a battere diversamente. È quasi mezzogiorno quando Yamashita con il fiato corto si sveglia di soprassalto a causa di un incubo. Quelle immagini terribili che veloci gli passano ancora per la mente gli fanno accapponare la pelle. Il rumore della porta che viene scossa da due colpi secchi lo riportano alla realtà. "Chi, chi è?" Chiede incerto. Ma invece di ricevere risposta, la porta si apre e la testa di Gaya fa capolino da fuori. "Stai bene? Ti ho sentito gridare" spiega. Lui non sa cosa rispondere, è confuso, si sente ancora scosso da quel sogno e forse a causa di tutta la pioggia che ha preso la notte prima, non si sente affatto bene. Gaya senza aspettare oltre , decide di entrare e si chiude la porta alle spalle. "Hai una brutta cera, dovresti avvisare almeno Rupert quando stai male, in modo che possa incaricare qualcun altro di svolgere le tue mansioni." Dice mentre si avvicina. "Perché, sono ancora un lavoratore di questa casa?" Chiede ironico. "Naturalmente!" Esclama Gaya mentre allunga una mano verso di lui, voleva testare la sua temperatura, ma il ragazzo come infastidito le blocca la mano. "Non sono malato" dice sicuro e poi lascia la presa dal suo polso e si allontana. Non capiva bene neppure lui il motivo di quella reazione, sapeva benissimo che era stata esagerata, ma in quel momento un contatto con lei lo infastidiva. "Comunque sarà meglio che per oggi rimani a riposo. Spero che domani potrai tornare a prestare servizio in questa casa normalmente." Dice prima di tornare alla porta. "Normalmente? Potrei conoscere quale sia la sua idea di normalità?" Chiede sconcertato e lei sorride. "Se ti stai chiedendo se devi tornare a vestirti da donna, la mia risposta è no! Per il resto puoi continuare a fare tutto ciò che facevi prima" spiega. Yamapi la guarda stupito. "Sta scherzando? Davvero desidera che continui a occuparmi della sua persona? Sono un ragazzo!" Esclama mentre si indica. "E allora? Lo eri anche qualche giorno fa, quando ti credevo una donna e non ti facevi problemi mentre entravi ed uscivi dal mio bagno mentre ero nuda, ormai hai visto tutto quello che c'era da vedere, se non mi hai toccato fin'ora suppongo che la tua professionalità non ti permetterà di farlo neanche in futuro..con questo ti sto dicendo che mi fido di te quindi non farti troppe paranoie e adesso riposa, ti voglio di nuovo in forma per domani" dice e lo lascia solo a riflettere sulle sue parole. Passano i giorni e alla tenuta Winter si torna più o meno alla normalità. Di Van Corbach, dopo la sera della festa non si era sentito più nulla e i due ragazzi pare abbiano trovato un nuovo equilibrio, tanto che ora il loro rapporto sembra basato più sull'amicizia che sul lavoro. Yamashita continua ad essere l'ottimo consigliere che si era rivelato dal principio, tanto che gli affari della casa vanno più che bene. Gaya da parte sua ama passare il tempo libero in compagnia del ragazzo, ormai il solo non vederlo per poche ore, magari quando usciva con delle giovani del suo stesso rango, per mantenere i legami che un giorno le sarebbero potuti tornare utili, questo le faceva presente il vecchio maggiordomo quando le fissava appuntamenti a sua insaputa, gli mancava terribilmente e non vedeva l'ora di fare rientro a casa dove lo trovava ad occoglierla con un caloroso sorriso. Anche Rupert era più sereno, da quando aveva annunciato a Gaya che il padre non sarebbe più venuto in Giappone si era rilassato un po, pensando alla sua giovane padroncina che finalmente stava vivendo giorni sereni. Grazie a quella calma apparente,nessuno però immaginava che presto sarebbe arrivata una nuova nuvola carica di pioggia. Pare che la matrigna di Gaya avesse convinto il padre a prendere in considerazione un buon partito da presentare alla figlia. L'opinione che lei aveva di buon partito era "giovane rampollo facile da corrompere per i suoi loschi intrighi." Mister Lennon accecato dal falso interesse della moglie affida tutto a lei e così dopo pochi giorni, Rupert raggiunge Gaya in giardino che rilassata sotto un gazebo si fa leggere un libro da Yamapi e le porge una lettera su un vassoio. La ragazza dopo averla aperta la accartoccia tremante dalla rabbia. "Sono impazziti tutti?Perché mio padre le permette anche questo?!" Chiede a Rupert mentre lancia il bozzolo di carta. L'uomo non sa che dire, neanche lui riesce a comprendere come sia potuto cambiare a quel modo l'interesse di un padre per l'unica figlia."Questa volta non l'avrà vinta, non mi sposerò mai con qualcuno scelto da quella squallida donna" grida la ragazza prima di correre via. Quelle ultime parole sono per Yamashita un colpo al cuore. "Si deve sposare?" Si chiede cercando conferma nel vecchio maggiordomo che dispiaciuto per la situazione annuisce semplicemente per poi allontanarsi. Il ragazzo incredulo va a raccogliere il foglio gettato via poco prima e lo legge. A quanto pare Gaya non aveva molta scelta, la matrigna aveva giocato bene la sua nuova carta, doveva accettare il matrimonio altrimenti il padre l'avrebbe privata della tenuta Winter, in sostanza quello a cui lei teneva di più. Il giorno dopo, una volta che Gaya aveva sbollito la rabbia erano di nuovo chiusi nello studio a discutere per trovare un modo di fermare quella assurdità. La vibrazione di un cellulare interrompe i loro ragionamenti. "Figlio indegno come puoi fare questo alla tua famiglia, vuoi che la sventura torni ad abbattersi sulla nostra casa e il nostro sangue?" Sono queste le parole della madre di Yamashita quando quel pomeriggio dopo essersi scusato e allontanato il ragazzo risponde al telefono senza badare al nome sul display."Madre cosa dite?" Chiede sorpreso, non aveva mai sentito la madre così agitata. "Ti prego figliolo fa in fretta, esci da quella casa e allontanati da quelle persone, so che non mi capisci e in questo momento anche se cercassi di spiegare non mi crederesti, ma per favore per una volta in vita tua fidati di tua madre, ascoltami e fuggi da quel posto prima che sia tardi" la donna lo supplica in lacrime e Yamashita anche se non comprende il motivo di quell'urgenza, decide di rassicurare la madre dicendo che comunque non sarebbe rimasto a lavorare li per molto e aveva già intenzione di dare le dimissioni. La donna si fa promettere che lascerà al più presto quel lavoro e che li raggiungerà a casa subito dopo. È ansiosa di vedere il figlio. Il ragazzo passa il resto della giornata a rimuginare sulla chiamata della madre, non l'aveva mai sentita così preoccupata per lui, quale poteva mai essere la ragione, si chiedeva. Ma non riusciva a darsi nessuna risposta che avesse un senso, così decide di pretendere una spiegazione plausibile una volta rientrato a casa. La sera quando tutti dormono, il ragazzo si chiude in camera e seduto alla piccola scrivania, prepara un accurata lettera di dimissioni, dando come motivazione "problemi di famiglia" la firma e lentamente piega il foglio riponendolo poi dentro una busta. "Sta per finire tutto,tra qualche giorno non ti vedrò più Gaya-sama, spero almeno che non pretenderai i giorni di preavviso dato l'urgenza di mia madre perché io esca da qui" pensa con rammarico. La mattina seguente insieme alla colazione sul grande vassoio che Yamashita porta in camera alla padrona di casa ci sono anche le sue dimissioni. "Cose questa?" Si chiede curiosa e dopo aver addentato il suo cornetto apre la busta. Nervosa la ripone senza proferire parola. "La prego di accett...", "Non voglio, non le accetto!" Esclama stizzita. "Così facendo mi mette in serie difficoltà" cerca di spiegare il ragazzo. Ma il gesto di lei, che ancora una volta balza in piedi e va a stringerlo in un abbraccio lo sorprende. "Non te ne puoi andare, non lo posso accettare...ti prego resta!" dice sicura. "La prego Gaya-sama non faccia i capricci, troverà sicuramente un altro collaboratore migliore di me" le dice mentre cerca di allontanarla, ma lei non vuole saperne e stringe di più quel disperato abbraccio. "Pensi che siano capricci, mi trovi una bambina viziata vero? Ebbene sappi che questa bambina non accetterà mai le tue dimissioni, se è per quello stupido matrimonio, se è per quello, troverò sicuramente il modo di evitarlo...posso anche rinunciare a questa casa,ma non voglio, non posso rinunciare a te Yamashita!" Dice con tono disperato. Il cuore del ragazzo perde un battito o forse più. "Aveva sentito bene?" Si chiede, mentre Gaya si allontana leggermente da lui, gli rivolge un triste sorriso e alzandosi sulle punte dei piedi,raggiunge le sue labbra e lo bacia dolce. Ancora sorpresa, ancora batticuore, per il ragazzo che chiude gli occhi e travolto da nuove emozioni ricambia quel bacio, un tenero bacio che sapeva di latte al cioccolato. Poi il trambusto che viene dall'esterno interrompe quel momento di tenerezza. "Non potete entrare!" Grida Rupert. La porta si spalanca e quattro gorilla in nero fanno irruzione nella camera di Gaya,seguiti da una quinta persona. "Che succede?" Chiede agitata. Il ragazzo si para di fronte a lei per proteggerla. "È un ordine di tua madre, ti prego cugino non fare resistenza" dice il giovane mentre mostra un sorriso di circostanza. "Le avevo detto di aspettare" protesta Yamashita. La persona che doveva essere suo cugino fa spallucce,come a dire che non dipende da lui e fa un cenno a gli uomini che incuranti delle proteste del ragazzo lo trascinano via, mentre gli altri due vanno in camera sua a raccogliere i suoi averi e in men che non si dica lasciano quella casa.

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Capitolo 10
*** storie a cui non vuoi credere! ***


Alla tenuta Winter sembrava come se fosse passato un ciclone e con la sua furia avesse spazzato via ogni traccia della presenza di Yamashita. Gaya si accascia sul letto e Rupert si avvicina preoccupato. "Si sente bene?" Chiede. Gaya annuisce leggermente. "Ma cosa è accaduto? Chi erano quelle persone e perché l'hanno trascinato via in quel modo?" Chiede. L'uomo sospira dispiaciuto di non poter dare alcuna risposta. "Se lo desidera posso indagare" propone. "Che importanza ha,tanto voleva comunque andarsene" dice la giovane donna mostrando al maggiordomo la lettera di dimissioni. "Non volevo accettarle,ma a quanto pare non ho avuto voce in capitolo" spiega rassegnata. Poi fa un sospiro e si tira su. "Vediamo di sopravvivere a quest'altra assurda giornata" propone e va a chiudersi in bagno,cercando di non dare a vedere il suo reale turbamento,mentre il resto del personale della casa torna alle sue faccende giornaliere. Il vecchio Rupert aveva già preso la sua decisione,a prescindere dall'ordine di Gaya avrebbe scoperto il motivo per qui il giovane era stato allontanato in quel modo brusco da loro. Intanto Yamashita era giunto a destinazione, scortato fino a dentro le mura della vecchia villa di famiglia, anch'essa sita nelle campagne fuori Tokyo. "Non vi pare di esagerare?" Chiede.Il cugino sorride beffardo e finalmente fa un cenno ai gorilla,che con un inchino si congedano. "Non lamentarti, stavolta l'hai combinata veramente grossa, ti consiglio non fare arrabbiare la zia più di quanto non lo sia". "Ho solo cercato un lavoro con le mie capacità,anziché usare le credenziali di famiglia,cosa c'è di tanto grave?" Chiede senza capire le sue reali colpe. In quell'istante la porta si apre e la signora Tomohisa fa la sua entrata a passo di carica. Si avvicina al figlio e senza pronunciare parola gli da uno schiaffo con tutta la forza che ha in corpo. Tanto che il ragazzo colpito all'improvviso quasi barcolla. Porta una mano alla guancia e guarda la madre con occhi pieni di rancore. "Madre mi potete spiegare?!" Chiede a denti stretti per trattenere la rabbia. La donna si avvicina ancora e lo abbraccia per poi posare un bacio sulla guancia che poco prima aveva colpito. "Anche se provassi a spiegare,non capiresti o non crederesti alle mie parole quindi ora fai il bravo ragazzo,vai a riposare in camera tua io devo parlare con tuo cugino." Il suo era un ordine ma Yamashita non aveva intenzione di lasciar perdere. "ti avevo detto che sarei andato via da solo e invece hai mandato mio cugino a prelevarmi come fossi un pacco, avevi promesso di aspettare e avevi promesso di darmi una spiegazione,quindi ora ti chiedo di mantenere la parola e dimmi per quale motivo non mi hai potuto lasciare in quella casa un attimo di più" dice adirato alla madre. La donna capisce subito che il figlio non ha intenzione di demordere,così si rivolge al nipote. "Lasciaci soli ti chiamo io quando avremo finito" dice e il giovane senza fiatare esce chiudendo la porta dietro di se,lasciandoli soli. "Di cosa sei tanto curioso, cosa vuoi che ti spieghi?" Chiede la madre a Yamashita. "Tutto e dal principio!" Esclama il ragazzo. La donna fa un sospiro esasperata e si siede su una delle poltrone della biblioteca, invitando il figlio a fare altrettanto." In realtà ho davvero poco tempo per poter raccontare ogni cosa,ma cercherò di riassumere i fatti principali in modo da farti capire che ho agito per il tuo bene" dice seria e il figlio accetta e aspetta in silenzio che inizi il suo racconto. La donna si alza per raggiungere uno degli scaffali della biblioteca e tra i tanti volumi estrae un vecchio album, poi torna ad accomodarsi vicino al figlio. Sfoglia velocemente qualche pagina fino a raggiungere quella che stava cercando e indica la persona che viene ritratta in quel vecchio pezzo di carta ingiallito. Yamashita avvicinandosi per vedere meglio si accorge che è un ritratto e non una foto come aveva immaginato all'inizio. "Lui è Mashimoto Tomohisa il tuo bis bis nonno, nato nel 1876 e questo è suo figlio Haruma nonché tuo bis nonno" indica una vecchia foto nell'altra pagina." Quando Mashimoto andò in pensione dopo aver servito con fedeltà e dedizione una ricca famiglia, Haruma decise di accogliere l'offerta di subentrare al posto del padre. Era ancora giovane poiché Mashimoto lo aveva avuto in tarda età, i suoi modi nel trattare le persone erano speciali e il suo viso così bello, tanto che ogni domestica di quella casa la notte provava ad entrare nel suo letto. Ma lui aveva giurato al padre che avrebbe servito quella famiglia senza distrazioni e così non cedeva alle tentazioni. Ma un giorno la figlia di quella famiglia tornó dal collegio in cui studiava e così cominciarono i guai. Il cuore di Haruma non riusciva a combattere i nuovi sentimenti che provava per la giovane signorina,Kikyo si chiamava. Ma lui era un maggiordomo, uno dei tanti semplici servitori della famiglia e lei sarebbe stata l'erede di quell'antico e prestigioso casato, così ad ogni costo si costrinse a mantenere le distanze. La cosa gli risultò difficile quando fu proprio la lady che iniziò ad avvicinarsi a lui con intenzioni diverse dal consueto. I giovani attratti uno dall'altra si amavano e cercavano di stare assieme ogni attimo possibile, ma una delle domestiche che era stata rifiutata da Haruma, si accorge del loro avvicinamento e gelosa decide di tradirli. Informò il padrone di casa che la figlia era stata sedotta da un servitore e fu così che costui immediatamente cercò di far sposare la figlia con un uomo del loro stesso rango e licenziò in tronco Haruma, screditando a tal punto il suo operato che il ragazzo non riuscí piú a trovare un buon lavoro. Kikyo visse una vita matrimoniale infelice e dopo che fu costretta a dare alla luce il figlio di un marito che poteva essere benissimo suo padre si tolse la vita sentendosi colpevole di non riuscire ad amare quella creatura innocente. Haruma non ebbe sorte migliore dato che morì in guerra senza riuscire a vedere il figlio che una moglie scelta da altri gli aveva partorito". La donna si ferma ad osservare il figlio che la stava ad ascoltare. Gli sorride. "Il tuo riassunto è noioso e inutile madre,non vedo come tutto ciò possa avere a che fare con me e il mio lavoro" dice infastidito e si alza per andare via convinto che la madre stia solo cercando qualche scusa assurda. "Elisabeth Gaya Lennon non è altri che la discendente di Kikyo!" Esclama la madre. Yamashita si gira di scatto. "Stai scherzando spero?!" Chiede stupito la quella rivelazione e la madre quasi dispiaciuta scuote il capo. "Ti prego figliolo,sto cercando di gestire la cosa nel modo meno doloroso possibile, la salute di tuo padre ultimamente è peggiorata,spero che mi aiuterai a non dargli altre preoccupazioni" confessa. Ancora una sorpresa per niente gradita. "Mio padre sta male? Quando pensavi di dirmelo madre? Se io non fossi tornato a vostra insaputa forse me lo avresti nascosto fino al giorno della sua morte?" Chiede pieno di rabbia. "Non usare quel tono con me" lo avverte la madre,suscitando nel ragazzo una risata isterica. "Oh chiedo perdono...madre pensi che sia ancora il bambino timido che hai allontanato da casa con la scusa dello studio all'estero?forse non ti sei resa conto che sono un uomo ormai e posso decidere da solo della mia vita,dove lavorare e chi amare, se é quello che tanto ti preme,sappi che non hai piú voce in capitolo." La donna abbassa lo sguardo senza rispondere,l' ultima frase del figlio riguardo chi amare l'aveva mandata in panico. "Possibile che fosse giá troppo tardi? Possibile che il suo ragazzo avesse trovato l'amore in quella casa?" si chiedeva preoccupata."Vedo che non hai altro da dire" constata soddisfatto Yamashita ed esce dalla biblioteca sbattendo la porta per poi andare a rifugiarsi nella sua vecchia stanza, dove tutto era uguale a come lo aveva lasciato anni prima. La donna senza perdere un attimo,fa entrare di nuovo il nipote. "Prepara tutto come avevamo stabilito e non permettere che esca dalla sua camera fino a quel momento". Ordina. Il ragazzo annuisce e silenzioso come era entrato si allontana ancora una volta.

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Capitolo 11
*** non tutti i mali vengono per nuocere! ***


Yamashita andava avanti e indietro per la stanza pensando al modo di poter fuggire da quella situazione. Sapeva di essere controllato a vista dagli scagnozzi del cugino e anche se non aveva paura di ricevere qualche pugno in un possibile scontro, il fatto di creare trambusto e disturbare così la quiete del padre malato lo bloccava. Non sapeva che fare e più ci pensava più la situazione gli appariva assurda. Inoltre era preoccupato per Gaya,temeva che Van Corback o la sua matrigna tornassero alla carica. Passano esattamente tre giorni da quando la madre l'aveva confinato nella sua vecchia camera e da allora non aveva toccato quasi cibo e ora ancora una volta la porta si apriva. "Non ho fame" dice continuando a guardare fuori dalla finestra. "Non me ne può fregar di meno" risponde il cugino poggiandosi allo stipite della porta e incrociando le braccia al petto. "Cosa vuoi?" Chiede Yamashita preoccupato dalla visita del cugino. In quei tre giorni nella sua camera era entrata solo la governante che gli portava i pasti. "Hai il tempo di una doccia e di cambiarti d'abito, fatti trovare pronto tra mezz'ora" dice prima di togliere il disturbo e richiudere la porta. Non lascia al ragazzo il tempo di fare domande e questo mette Yamashita ancora più in ansia. Si chiede il motivo, ma comunque fa come gli era stato detto dal cugino e dopo mezz'ora quando la porta si apre di nuovo lui è già pronto. Due degli uomini che lo avevano prelevato dalla tenuta Winter si fanno avanti nella stanza. Uno di loro lo invita a seguirlo mentre l'altro che rimane indietro raccoglie i suoi averi e il suo bagaglio e li raggiunge poco dopo. Un fuoristrada nero li attende all'ingresso della villa. Il cugino è già seduto vicino al conducente mentre lui viene fatto accomodare sul sedile posteriore insieme ai due uomini in nero. "Dimmi dove cazzo mi state portando!" Ordina,ma è come se avesse parlato al vento,non riceve nessuna risposta. Il veicolo inizia a muoversi e man mano che procedono Yamashita riconosce la strada e inizia ad irrigidirsi. Presto arrivano a destinazione,il cugino prima di congedarsi gli consegna una busta. "Ha detto tua madre di leggerla quando sarai arrivato"dice serio,in fondo gli spiace per dover trattare Yamashita a quel modo, il suo piccolo cuginetto gli era mancato tanto in quegli anni. "Posso sapere dove mi state spedendo?" Chiede. Ma riceve un sorriso imbarazzato e un cenno del capo come saluto. Dopo aver fatto il check-in sale sull'aereo insieme ai due uomini che l'avevano prelevato nella sua camera e solo dopo il decollo apprende finalmente quale sarà la destinazione. Sorride. "Brava madre hai pensato proprio a tutto" pensa mentre chiude gli occhi. Il viaggio sarà lungo e lui non ha alcuna intenzione di passare quel tempo a pensare a l'assurda situazione in cui si trova. * * * Nel frattempo la situazione alla tenuta Winter non era cambiata di una virgola,tranne che per Gaya. Lei aveva avuto incubi per tutte le tre notti successive all'improvvisa "partenza" di Yamashita, il giorno si aggirava dentro casa come fosse un fantasma e inoltre aveva perso l'appetito, facendo preoccupare il vecchio maggiordomo che non la vedeva così da quando il padre le aveva annunciato la sua decisione di risposarsi. Rupert come si era ripromesso, non era rimasto fermo a guardare, aveva contattato le sue vecchie conoscenze per ottenere informazioni riguardo la famiglia del ragazzo e quando finalmente gli giungono le prime notizie a riguardo rimane stupefatto lui stesso da quella strana situazione che dopo così tanto tempo in qualche modo si ripresentava. Quando da giovane aveva preso servizio presso quella famiglia i più anziani gli avevano raccontato una strana storia. All'epoca aveva pensato che tutto fosse uno scherzo e ogni parola fosse stata inventata per incutere timore al suo giovane cuore. Ma adesso iniziava a credere che quelle vecchie dicerie avessero un fondo di verità e inizia a temere per la sicurezza della sua giovane padroncina oltre che per Yamashita che a quanto pare sembrava essere scomparso nel nulla. I giorni continuano a susseguirsi,per qualcuno troppo lentamente per altri invece troppo velocemente. Gaya aveva dovuto ricorrere a drastiche cure mediche, il suo rifiuto per il cibo insieme alla mancanza di sonno l'avevano ridotta l'ombra di se stessa e Rupert preoccupato si era sentito in obbligo di avvisare il padre della salute cagionevole della ragazza. Ma il vecchio maggiordomo questa volta sbaglia i suoi calcoli. Mister Lennon infatti, convinto che la moglie sia più adatta ad occuparsi delle necessità di una giovane donna,la manda al capezzale della figlia al posto suo e rimane tranquillamente in Inghilterra ad occuparsi degli affari. È una fredda mattina quando Rupert si appresta ad accogliere il nuovo ospite, ma non crede ai suoi occhi e per la prima volta dopo anni di serio impegno a portare avanti il suo lavoro,si maledice per aver pensato che il padrone sarebbe stato più adatto ad occuparsi della salute della figlia, anziché lui stesso. Proprio così, avrebbe dovuto occuparsi personalmente della giovane signora,almeno non si sarebbe sentito responsabile di infliggere a quella povera anima l'ennesimo duro colpo. "My.. my lady non l'aspettavamo" balbetta Rupert. "È questo il benvenuto che date a gli ospiti di questa casa?" Chiede acida la donna mentre si fa strada nel grande atrio. "Chiedo perdono,non sono stato avvisato" si scusa con un inchino il vecchio uomo stringendo i pugni per la rabbia. "Poco male..fa preparare una stanza e che sia confortevole, ho intenzione di fermarmi a lungo." Quella rivelazione toglie all'uomo le parole di bocca,si limita ad annuire e chiamare una domestica perché si occupi dell'ospite. Il suo pensiero è rivolto a Gaya. Vedere quella donna nella casa della madre per lei sarà dura da superare e lui si sente tremendamente responsabile. Deve pensare ad un modo efficace per far reagire la ragazza, deve darle un valido motivo per renderla nuovamente la ragazza forte e combattiva che era fino a poco tempo prima. È ormai tardo pomeriggio quando la nuova signora Lennon, dopo essersi messa comoda e riposata dal viaggio decide senza avvisare di far visita nella camera di Gaya. La sua è praticamente un irruzione, entra in camera senza neppure bussare e accende tutte le luci. La ragazza raccoglie le poche forze per tirarsi su nel letto e prima che i suoi occhi riescano ad abituarsi nuovamente alla luce, la voce della donna le giunge chiara alle orecchie "buonasera tesoro" e lei non vuole crederci. "T..tu TUUUUU ESCI SUBITO DA QUESTA STANZAAAA" grida, gli occhi fuori dalle orbite. "È un piacere rivederti cara, sappi che ho intenzione di divertirmi seriamente questa volta" annuncia con un sorrisino sulle labbra." Ru..RUPERT. ..MANDALA FUORI DI QUI! ORA! SUBITOOO!" grida ormai in lacrime. Il vecchio maggiordomo che sentendo le urla della giovane era subito accorso, invita la donna ad uscire e chiude la porta cercando di far calmare la ragazza. "La prego my lady si calmi" prova a dire. "C cosa ci fa lei qui, per quale motivo quella donna si trova in questa casa?" Chiede tremante. L'uomo dispiaciuto cerca di spiegare le sue buone intenzioni. "Come? Come hai potuto tu giocarmi questo scherzo? Come hai potuto pensare che mio padre sarebbe corso qui per me? Possibile che non hai messo in conto la possibilità che lei avrebbe approfittato della situazione per mettere piede qui? Rupert...di qualcosa almeno..." ma l'uomo è imbarazzato e dispiaciuto. "Mi perdoni Gaya,non sapevo più come aiutarla e per un attimo ho voluto credere in suo padre" dice rammaricato. La ragazza capisce le sue buone intenzioni e annuisce. "Lasciami ho bisogno di pensare!" Ordina con una nuova luce negli occhi e Rupert pensa che dopotutto il fatto di aver avvisato il padre non sia stata una così brutta idea.

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Capitolo 12
*** casualità o destino? ***


Nel giro di pochi giorni Gaya era.tornata ad essere la ragazza combattiva di un tempo. Si rimproverava per aver servito in un piatto d'argento,l'occasione di mettere piede in quella casa alla matrigna e l'unico suo pensiero era di mettersi in forze e di rimandare al mittente quella donna odiosa. Per questo adesso non saltava neppure uno spuntino e già di prima mattina era sveglia per andare a correre nel parco prima della colazione. Qualunque fossero le esigenze e le questioni riguardanti la proprietà, non lasciava assolutamente che ci fossero intromissioni da parte della donna e si occupava personalmente di spartire incarichi al personale o compilare semplici liste. Era così presa dalla cosa che faceva anche più del dovuto, tanto che lo stesso Rupert spesso si trovava senza nulla da fare e così aveva deciso di approfittare di quel tempo libero per raccogliere maggiori informazioni su quella vecchia storia e gli strani intrecci tra le famiglie Lennon e Tomohisa. Intanto da quando Yamashita aveva preso quel volo,nessuno aveva avuto più notizie di lui, sembrava come svanito nel nulla e da allora erano passate già quattro settimane. Alla tenuta Winter ormai è guerra aperta tra Gaya e la matrigna che non perde occasione di mettere i bastoni tra le ruote alla ragazza, ma un grigio pomeriggio di pioggia, quando Van Corback ha l'ardito coraggio di bussare al portone della villa con la scusa di essere stato invitato dalla sorella, Gaya esplode definitivamente. Lascia l'uomo sotto il portico ad aspettare e si precipita nella stanza della donna che sta riposando. -"Come osi TU che sei in questa casa ospite poco gradito invitare qualcun'altro altrettanto indesiderato" tuona mentre apre le ante dell'armadio e inizia a raccogliere qualche indumento gettandolo alla rinfusa dentro una borsa da viaggio. -"Che cosa stai facendo?" Chiede la donna sorpresa dalla sua furia. Gaya si ferma un attimo poggiando le mani sui fianchi e la guarda. -"I tuoi bagagli,non è scontato? Come vedi sono tornata in perfetta salute,la tua presenza qui non è più necessaria, anzi a dire il vero non lo è mai stata" dice ironicamente Gaya. Poi chiude la borsa,afferra la matrigna per un braccio e la trascina giù per le scale,dove Rupert le attende divertito dalla scena,tanto che fatica a mantenere la sua naturale compostezza. Fuori alla porta di casa Van Corback era rimasto in attesa e ancora di più gli mancano le parole quando Gaya trascina fuori la sorella. -"Fai un servizio alla comunità, mettila sul primo aereo e rispediscila al mittente" dice la ragazza porgendo all'uomo il bagaglio della donna. Poi fa un cenno di saluto che più che altro stava a significare "sbrigatevi a sparire" e torna sui suoi passi sbattendo il pesante portone per poi strofinare le mani l'un l'altra come a volerle pulire. "Ho portato fuori la spazzatura" annuncia trionfante. Il vecchio maggiordomo annuisce senza proferire parola e Gaya lo guarda storto. -"Non trattenerti vecchio Rupert, ridi pure se ti va,ne hai tutto il diritto" dice divertita mentre si avvia verso lo studio. Il maggiordomo la segue senza giudicare le sue azioni,Gaya si avvicina alla scrivania, compone un numero e aspetta paziente che qualcuno all'altro capo risponda. -"Hello?" -"Hi daddy" saluta allegra. -"Gaya? Come mai di prima mattina? Stai bene? È successo qualcosa?" Domanda stranito dato che la figlia lo chiamava raramente. -"Prima che ti arrivino strane voci ti volevo avvisare personalmente che sto bene e che ho appena liberato tua moglie dal compito ingrato di stare qui,inoltre ti vorrei pregare di non inviarla più come tua messaggera...sai bene che non è gradita" dice seria. Dopo un attimo ha come l'impressione di aver sentito ridere il padre. -"Ho capito...inoltre sono contento di sapere che sei tornata in forza e salute" dice sincero e i sentimenti del padre premuroso che era stato un tempi,arrivano chiari alla figlia che si affretta a salutarlo con uno strano nodo in gola. -Grazie,allora buona giornata e stammi bene anche tu" * * * Il tempo passa e tutto torna alla normalità o almeno questa è l'apparenza. Giorni,settimane e mesi passano come consuetudine così come il primo anno,il secondo e infine anche il terzo è quasi trascorso da quella piccola parentesi di vita che due ragazzi avevano condiviso. Ma quello che è già stato unito dal caso o dal destino o qualunque sia il nome del meccanismo che fa sì che queste persone si incontrino, è difficile da cancellare e quando meno lo si aspetta ecco che si ripresenta ancora più insistente. *** -"Possibile che nessuno riesca a trovarlo? Sono passati quasi tre anni da quando ha fatto perdere le sue tracce" si lamenta la signora Tomohisa con il nipote. Era preoccupata e non solo per il figlio di cui da tempi non aveva notizie, ma anche per le condizioni del marito che sembrava aggravarsi di giorno in giorno. Le sue speranze erano riposte nel figlio,unico possibile donatore. -"Mi dispiace ma dopo l'arrivo a Boston sembrava ormai tranquillo e rassegnato ,non ci saremmo mai aspettati che la sua calma nascondesse l'intenzione di sparire e far perdere le sue tracce" si scusa il ragazzo, che comunque non condivideva le intenzione della zia che usava la vita del figlio a suo piacimento. Nello stesso giorno Jun riceve una strana mail e senza dare troppe spiegazioni parte con il primo volo per gli Stati Uniti. Sembra quasi una caccia al tesoro, dato che una volta a destinazione viene in possesso di nuovi indizi e nuove mete da raggiungere. Vancouver- Canada 6:58AM quarto piano e senza ascensore,qualcuno con il fiato corto a causa delle scale si ferma di fronte una porta e bussa insistentemente,fino a che non gli viene aperto. Due giovani uomini si sorridono e si abbracciano come fratelli. -"Bastardo non potevi semplicemente dirmi dov'eri?" Chiede l'ospite. -"Pensala come alla punizione per avermi trattato come un pacco" risponde Yamashita pacato,mentre passa in cucina a preparare la colazione. -"Sai bene che non è dipeso sa me" si giustifica Jun. -"Vero...ma potevi essere più gentile,sono sempre tuo cugino" puntualizza il ragazzo,poi chiede. "Come le vuoi le uova?" -"Strapazzate grazie" risponde Jun e lui come se non avesse sentito le serve nel piatto all'occhio di bue. "Sbaglio o in questi anni sei diventato più stronzo?" Constata il ragazzo e Yamashita sorride divertito. "Che hai fatto in tutto questo tempo?" chiede curioso Jun mentre consumano la colazione e Yamashita inizia a raccontare di come sia stato facile e divertente eludere la sorveglianza del tizio che lo seguiva a vista. Si era semplicemente vestito da donna come quando aveva ottenuto il lavoro dai Lennon. E una volta a Vancouver era tornato all'università e dedicandosi completamente allo studio in breve tempo aveva conseguito una specializzazione in economia e marketing. Insomma da perfetto maggiordomo era passato ad essere un perfetto uomo d'affari. -"Sei incredibile,riesci sempre in tutto quello che ti prefissi di fare" si complimenta il cugino. Lui annuisce semplicemente. -"Dimmi dei miei" chiede poi cambiando discorso. "Tuo padre peggiora sempre e tua madre è sempre più preoccupata per lui, vuole trovarti ad ogni costo dato che sei l'unico che ormai può aiutare lo zio" spiega. -"Che ipocrita, prima mi esilia dicendo non mettere più piede in Giappone e poi freme per farmi rientrare" dice disgustato dai modi della madre. -"Vuol dire che non tornerai?"chiede Jun. -"Dovrei?" Si chiede lui stesso. -"E te lo chiedi? Yamapi è tuo padre" lo esorta il ragazzo a prendere la giusta decisione. -"Vero Jun, è mio padre ed è anche vero che ha lasciato troppo libero arbitrio a mia madre,che ha allontanato l'unico figlio per paura di una vecchia leggenda."dice . "Di cosa parli,non capisco" Jun prova ad avere spiegazioni,ma niente, Yamashita si limita a dire che era una storia assurda che non valeva la pena raccontare. Il discorso è chiuso e i giorni successivi all'arrivo di Jun sono molto frenetici, Yamapi impiega quel tempo per sistemare le pratiche burocratiche e organizzare il viaggio di rientro in patria, avvisa il cugino che nessuno oltre i genitori deve sapere del suo ritorno a Tokyo dove rimarrà il tempo necessario per i test di compatibilità e in caso per l'intervento. Quando arriva e va a visitare il padre riceve l'ennesima delusione. -"Perché sei qui,non saresti dovuto tornare" sono le parole dure dell'uomo malato, Yamapi non capisce che il padre non è infastidito ma bensì preoccupato per il suo ritorno e soprattutto per il futuro. I test sono positivi e così anche l'intervento che fortunatamente è poco invasivo si conclude al meglio e Yamashita organizza un nuovo viaggio. Preparato il bagaglio passa a salutare i genitori in ospedale rendendo chiara la volontà di non voler restare lui stesso un giorno in più a Tokyo e questa volta in compagnia di Jun che si è offerto di fargli da spalla parte alla volta della vecchia e nebbiosa Londra. In poco tempo si stabiliscono in un mini appartamento che una vecchia conoscenza dei tempi della scuola gli aveva trovato e iniziano a darsi da fare con investimenti in borsa e ovunque ci possa essere profitto,mettendo su un discreto capitale che va crescendo di pari passo con le loro abilità di fiutare gli affari. Grazie a ciò vincono senza troppi sforzi l'asta di vendita di un'antico casale nelle campagne di Londra e vi si trasferiscono non appena il contratto di compra viene convalidato. Sebbene a Jun l'idea non piaceva molto dato che trovava quel posto tetro e fuori moda se lo faceva andar bene per amore del cugino, che al contrario si sentiva quasi a casa e trovava quelle vecchie mura confortevoli e famigliari. Inspiegabilmente incuriosito dalla storia del casale e dei suoi vecchi abitanti si ritrovava ad ogni momento libero a studiarne la perimetria delle mura, i ritratti alle pareti e persino la soffitta trovava interessante ,dove nelle sue perlustrazioni aveva trovato diversi oggetti che lo incuriosivano. Proprio in un pomeriggio di quelli che stava dedicando al suo recente passatempo,viene interrotto da Jun che lo aveva cercato per tutta casa. Tossisce quando l'aria secca e polverosa della soffitta gli entra nelle narici.-"Eccoti finalmente...non ti starai trasformando in un topo a forza di stare chiuso quassù?"scherza Jun. Ma Yamashita sembra stravolto, fissa un punto lontano,dove anche il cugino incuriosito dalla sua espressione volge lo sguardo ma senza vedere nulla.-"Yamapi?" Lo chiama scuotendolo per un braccio fino a farlo rinsavire. "Si può sapere cosa guardavi?"chiede.-"eh? Nulla...cosa avrei potuto mai guardare" minimizza il ragazzo. "Perché mi cercavi?" Chiede poi per cambiare discorso. -"Ti ha contattato un avvocato che vuole discutere dell'acquisto del casale, chiede un appuntamento al più presto"spiega Jun. "Cosa c'è da discutere? Abbiamo vinto regolarmente l'asta e sbrigati tutte le pratiche per l'acquisto, viviamo qui da quanto?Un mese ormai?!" Dice Yamashita infastidito e Jun non può che dargli ragione. Passano i giorni e l'avvocato torna a farsi sentire,Jun riesce a fatica a convincere il cugino ad andare all'incontro, che ossessionato da quella dannata soffitta ci passava ormai giornate intere. Cosa c'era lassù di così interessante? Quale segreto aveva catturato la sua attenzione? Finalmente quel pomeriggio Yamashita esce di casa e si reca all'appuntamento che Jun gli aveva fissato con quell"avvocato insistente.Ha tutte le carte in regola ed è fermamente deciso a non cedere a nessuna possibile richiesta, ormai il casale gli appartiene. Lo studio è in vecchio stile in contrasto con la persona che lo aveva accolto che sembrava avere poco più dei suoi anni. Quando il giovane uomo lo fa accomodare e gli spiega le motivazioni del cliente non che diretto discendente degli antichi proprietari che a causa di intromissioni esterne aveva perso l'opportunità di partecipare all'asta la sua decisione è irremovibile. -"Dica al suo cliente che non ho alcuna intenzione di vendere" annuncia ancora una volta. Poi il telefono sulla scrivania squilla e l'avvocato scusandosi risponde. -"Fammi parlare con lui" dice la voce all'altro capo. -"Ha detto già di no" comunica l'uomo. -"Ti prego" insiste la voce e l'avvocato che non riusciva a rifiutare nulla a quella persona,anche sentendosi in difficoltà nei confronti di Yamashita, gli propone comunque la cosa. -"Il cliente vorrebbe incontrarla personalmente" dice. Il ragazzo sorride. -"Non cambierò idea comunque, ma se ci tiene così tanto, prego,incontrerò il suo cliente" dice alzando le mani in aria in segno di resa. Così l'avvocato lo ringrazia per la disponibilità e lo fa accomodare in un altra stanza più accogliente,dopodiché lo prega di attendere l'arrivo del suo cliente e lo saluta. -"Non fare o dire nulla di avventato" suggerisce poi alla persona che sicura di riuscire a convincere il nuovo proprietario del casale sta andando ad incontrare Yamashita. Entra e si chiude la porta alle spalle, la stanza è in penombra e la figura di Yamashita che sta guardando fuori dalla finestra è in controluce. Il ragazzo avvisato dal rumore della porta che si chiude si gira in direzione di questa e ci mette un attimo a focalizzare lo sguardo sulla figura di una donna che rimane appoggiata alla parete vicino alla porta. Sembra che entrambi siamo rimasti sorpresi nel riconoscersi, immobili si scrutano ,si osservano e quando i loro occhi finalmente si perdono gli uni in quelli dell'altro il tempo pare fermarsi e di colpo ritornare ad una mattina di tre anni prima. In poche falcate Yamashita si avvicina "Gaya" sussurra quel nome che tanto gli era mancato e stringendo il suo viso tra le mani si abbassa a baciarla impetuoso. La giovane donna non oppone alcuna resistenza. Quanto le erano mancate quelle labbra che solo rare volte aveva potuto assaporare. Come se aspettasse quel bacio da una vita si abbandona completamente ad esso. Rabbia, passione,desiderio,tutto trasmesso da quel semplice contatto. Le labbra continuano a cercarsi facendo crescere anche la voglia di aversi. Gaya intreccia le dita ai capelli di lui attirandolo ancora di più in quel vortice di passione in cui erano finiti. Il contatto tra i loro corpi sempre più vicini accendono la voglia l'uno dell'altra, i loro bacini si scontrano e Yamashita senza esitazione alza il vestito di Gaya, risalendo per le cosce con le mani, fino a stringere le natiche sode e spingerla ancora di più contro di lui,fino a farle sentire il suo sesso che non desiderava altro che averla. Gaya deliziata da quel contatto asseconda i suoi movimenti e geme ad ogni suo minimo movimento, mentre le labbra sono ormai incollate tra loro fino a togliere il respiro. -"L'avvocato mi ha chiesto di portarvi qualcosa da bere" si giustifica la segretaria entrando nella stanza con un vassoio. "Se avete bisogno di altro?" Si offre ancora e Gaya che si sente inspiegabilmente affannata le risponde che può andare e la prega di non disturbare ancora. "Cosa diavolo era accaduto?" Si chiedeva intanto Yamashita con il cuore in tumulto, sembrava avesse appena corso mille miglia, eppure non si era mosso da vicino alla finestra. Ma il loro avvicinarsi e prendersi era sembrato così reale, il calore, il desiderio, lui lo aveva percepito chiaramente. Possibile che avesse immaginato tutto? Era stato un sogno ad occhi aperti? Possibile che la desiderasse ancora a tal punto da confondere immaginazione e realtà? Gaya ancora poggiata alla parete non accennava a parlarne, ma sembrava sconvolta almeno quanto lui. Quindi cosa era accaduto? Si chiedeva ancora frastornato Yamashita. -"E così sei tu il nuovo proprietario del casale" dice Gaya cercando di tenere fermo il tono di voce.-"È passato tanto tempo Gaya-sama" la saluta. Lei annuisce. -"Quel casale appartiene alla mia famiglia da generazioni, restituiscilo" dice senza troppi complimenti. -"Restituirlo? Ah ah...l'ho comprato legalmente ad un asta, perché dovrei RESTITUIRE qualcosa che ho comprato e quindi è mio di diritto" risponde infastidito dalla presunzione della giovane donna. -"Lo pagherò ovviamente, anche il doppio della cifra che hai speso va bene" insiste Gaya sicura del fatto suo. Ma non sa che il giovane maggiordomo con gli anni oltre a crescere e diventare più affascinante, ha anche cambiato il suo carattere,ora è più deciso e sicuro di se e non ha alcuna intenzione di cedere alla sua proposta solo per qualche soldo in più.-"È stato un piacere rivederti, anche se in una situazione scomoda,ma te lo ripeto...non ho intenzione di vendere" le dice. Poi si avvicina a pochi centimetri da lei, per un attimo incrocia ancora il suo sguardo, proprio come aveva "immaginato" poco prima e il cuore di Gaya inizia di nuovo a correre pensando che stavolta è reale. Yamashita però si limita a fare un cenno di saluto abbassando leggermente il capo e senza aggiungere altro lascia la stanza dove Gaya rimane sola a stringere i pugni nervosa.

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Capitolo 13
*** le stranezze di Yamashita! ***


I giorni seguenti al fatidico incontro, Yamashita sembrava essersi trasformato in un'altra persona. Costantemente nervoso non riusciva neppure a concentrarsi sugli affari e consapevole del suo scarso impegno, aveva lasciato tutto in mano a Jun che iniziava seriamente ad essere preoccupato per la sua salute. "Cosa diavolo gli era accaduto?" Si chiedeva sempre con più frequenza. Ma non riusciva a darsi nessuna risposta, oltre al fatto che il suo cambiamento era avvenuto dopo l'incontro con l'avvocato. Anche Gaya era diventata intrattabile, più del solito almeno, tanto che andava in escandescenza per i motivi più assurdi. Doveva assolutamente ottenere indietro la vecchia proprietà di famiglia, non avrebbe mai permesso che andasse persa e per questo avrebbe usato ogni mezzo, anche se avesse dovuto calpestare Yamashita che aveva appena ritrovato e tanto sembrava cambiato. "Will, voglio indietro il vecchio casale, se non riesci ad ottenere un accordo in modo legale, dimmelo chiaramente, provvederò in altro modo" dice dura mentre sbatte le mani sulla scrivania dell'avvocato. Interdetto, il giovane uomo la fissa per un attimo. "Gaya...sai bene che non faccio quel tipo di cose, non posso costringere quella persona a cedere qualcosa che ha comprato legalmente e di certo non sarò io a falsificare gli atti, credevo mi apprezzassi perché sono una persona onesta...oppure mi hai scelto pensando che avresti utilizzato l'ascendente che hai su di me?" Chiede quasi deluso. "Sai bene che non int..." sta per spiegarsi Gaya, ma Will alza una mano bloccando le sue parole. "In realtà non so bene un bel nulla, non so neppure se tieni realmente a me come amico o invece hai bisogno solo della professione che svolgo e della protezione della mia famiglia. Sinceramente da quando sei tornata quasi non ti riconosco" dice con voce roca, quasi a voler trattenere le emozioni. "Sei ingiusto" lo accusa la donna, facendo spuntare sul suo bel viso un sorriso amaro. Così gira i tacchi e più nervosa di quando era arrivata lascia lo studio legale. Nel tragitto che la riporta a casa riceve la telefonata del vecchio maggiordomo. "Rupert qual buon vento" dice demoralizzata. "Qualcosa non va?" Chiede notando il suo tono. Lei ride. "Andiamo...non vorrai farmi credere che non ne sei ancora al corrente?" Chiede ironica. L'uomo si schiarisce la voce. "Dipende dall'argomento" risponde. "Grazie al contrattempo che mi ha procurato quella strega non ho potuto presenziare all'asta e ho perso la proprietà. Ho provato a riaverla, ma il nuovo proprietario non ne vuole sapere di venderla" sintetizza. "Tutto qui? Chiede curioso. La giovane sbuffa. "Yamashita è molto cambiato Rupert, non credo che lo riuscirò a convincere" confessa. Segue un momento di silenzio. "Sa bene anche lei che farlo è di massima importanza per entrambi. Quel ragazzo non può assolutamente rimanere in quella casa! La lettera parla chiaro, dobbiamo trovare al più presto una soluzione" dice preoccupato. "Lo so bene Rupert, ma davvero non so come fare a convincerlo" dice sconfitta. "Si faccia forza my lady, sarò a Londra domani sera e proveremo a cercare insieme una soluzione" la rassicura l'uomo e così chiudono la chiamata. *** Intanto al vecchio casale iniziavano ad accadere fatti inusuali, oggetti spostati da chissà chi o cosa, strani sbalzi di corrente elettrica e addirittura improvvisi cambi di temperatura, da troppo caldo a troppo freddo in men che non si dica. Jun provava a discuterne con il cugino, praticamente ogni volta che riusciva ad incontrarlo. Anche se non sapeva esattamente cosa, sentiva chiaramente che qualcosa non andava e più volte aveva provato a convincere Yamashita ad accettare di vendere e andarsene il più lontano possibile, ma nulla era riuscito a persuadere il ragazzo che diveniva giorno dopo giorno sempre più irritabile. Quel pomeriggio Jun aveva avuto di nuovo il coraggio di affrontare il cugino. Era salito in soffitta dove era sicuro che l'avrebbe trovato e davvero non riesce a credere a ciò che vedono i suoi occhi. Cosa diavolo stava facendo? Chi vedeva? A chi stava sorridendo in modo così gentile? E chi stava accarezzando? O almeno era quello il movimento che mimava con la mano destra alzata a mezz'aria. "Ya-Yamapi?" Lo chiama prima incerto. "Yamashita torna in te cazzo!" Grida scuotendo il ragazzo che dopo un attimo sbatte gli occhi spaesato. "Cosa diavolo era? Cosa...cosa cazzo stavi facendo esattamente?" Chiede Jun preoccupato. Ma il cugino sembrava non capire a cosa si riferisse e quando lui cerca di spiegare lo deride dicendo che sicuramente aveva immaginato ogni cosa. Ma Jun era sicuro di ciò che aveva visto e non riuscendo a trovare soluzione, decide di avvisare gli zii su quello che stava accadendo al proprio figlio. La madre di Yamapi non ha dubbi nel dare istruzioni al nipote riguardo al da farsi. Dopo tanti sacrifici non avrebbe mai immaginato che il figlio sarebbe rimasto vittima proprio di quello che temeva di più, ma di una cosa era certa, lo avrebbe tirato fuori da quell'incubo ad ogni costo. *** "Cos'è questo?" Chiede furiosa Gaya che si era riunita con Rupert. "Sembra che la famiglia del suo amico abbia deciso di definire la vostra relazione" spiega l'uomo. "C-cosa? Stai scherzando spero?!" Lo fulmina. "La informo che suo padre preoccupato per il suo futuro ha accettato la cosa di buon grado, quindi..." ma l'isterismo di Gaya interrompe il suo ragionamento. "Rupert dimmi da quando mio padre si preoccupa per me? E quindi cosa? Mi dovrei commuovere e acconsentire a tutto ciò che decide per me? Questo non è per il mio bene Rupert, ma per il suo e di quella serpe che ha sposato" grida. Poi fa un respiro profondo per calmarsi e prende il cellulare dove veloce digita un numero. "Vediamoci!" Esclama appena sente la voce all'altro capo e poco dopo esce per incontrare quella persona che sembrava aspettasse la sua chiamata. *** "Yamapi ti ricordo dell'appuntamento di stasera con l'azionista,mi raccomando sii puntuale" lo aveva avvisato Jun tramite SMS. Così Yamashita anche se non è affatto entusiasta si prepara e raggiunge il luogo dell'incontro. Un locale rinomato nel cuore di Londra che fornisce sale private per gli ospiti più esigenti a cui piace mantenere un minimo di riservatezza. Entra e saluta cordiale,scusandosi per il ritardo,quando in realtà aveva spaccato il secondo. Dopo aver chiarito alcuni punti, l'affare si conclude facilmente,le due parti firmano il contratto che era stato precedentemente stilato e dopo aver fatto un brindisi alla nuova collaborazione Yamapi si congeda per primo dicendo che aveva un altra questione di cui occuparsi. In realtà aveva fretta di tornare a casa, dove aveva promesso a chi lo attendeva di rientrare prima possibile. Mentre percorre il corridoio che lo conduce all'uscita, una voce familiare gli giunge all'orecchio e senza neppure rendersi conto si ritrova dietro l'angolo ad ascoltare quella discussione. "Will ti rendi conto di quanto sia meschino tutto ciò? Perché non me ne hai parlato?"chiede furiosa. Il giovane uomo abbassa lo sguardo sul suo bicchiere di souvignon blanc ghiacciato per poi avvicinarlo alle labbra e berne un sorso. "Non credi di essere troppo severa nel tuo giudizio? Hai tratto già le tue conclusioni Gaya,come sempre del resto...ma vedi,questa volta ti devo deludere,perché fino a un'ora fa,anch'io ero all'oscuro di tutto" dice serio. "È la verità?" Chiede la giovane donna mentre lo osserva scettica. Lui annuisce e dopo aver bevuto un altro sorso di vino, aggiunge. "Ammetto comunque che l'idea della mia famiglia non mi dispiace affatto,dato che già di mio avevo intenzione di propormi". Gaya spalanca gli occhi dallo stupore. "Andiamo Will siamo nel ventunesimo secolo,che diamine,stiamo parlando di un matrimonio combinato e per di più con il mio miglio amico. Non lo posso accettare" dice sventolando le mani in aria e scuotendo la testa. "Anche se l'hai ignorato magistralmente ,sai già da tempo che quello che provo per te non è il semplice affetto di un amico. I sentimenti cambiano Gaya, me ne sono reso conto quando cercavo ad ogni costo di negare a me stesso ciò che sento per te...cosa ti costa darci una chance, ti potresti accorgere che in fondo ti piaccio più di quel che credi". La serietà e la passione del giovane avvocato nell'esporre il suo pensiero,disarmano Gaya. Non vuole ferire i sentimenti di colui che crede essere ancora il suo miglior amico, così chiude la discussione con un secco "ci penserò" e dopo un sorriso di circostanza,lo saluta ed esce dal privè. Nella fretta dopo aver girato l'angolo va a scontrarsi con Yamapi che dopo aver sentito quel "ci penserò" era ancora poggiato al muro come se gli fossero venute a mancare le forze. Anche se consapevole di doversi allontanare in fretta era come paralizzato. "Sorry" si scusa lei. A quel punto lui abbassa il capo e finalmente sta muovendo i suoi passi verso l'uscita. "Yamashita? Aspetta!" Lo rincorre in strada e lo afferra per un braccio costringendolo a fermarsi. "Il fatto che tu non mi voglia restituire il casale non vuol dire che mi devi anche evitare come la peste". Protesta Gaya. "Scusa vado di fretta" le risponde evitando il suo sguardo. "Va bene non ti trattengo,ma vorrei chiederti comunque un favore,preferisci che ti chiami in un altro momento?" Chiede. Quel ragazzo le sembrava sempre più strano e anche se erano passati anni,credeva di conoscerlo abbastanza per poter affermare che qualcosa lo turbava. Sicuramente c'è qualcosa che non va e ne ha la conferma quando Yamapi pare scorgere qualcuno dall'altra parte della strada, che invece a gli occhi di Gaya appare deserta e la saluta frettolosamente attraversando la strada senza guardare. "YAMAPIII" grida mentre lo afferra per la giacca e lo tira a se evitando che un auto in corsa lo investa. "Vuoi farti ammazzare?" Grida ancora. Lo sguardo del ragazzo ancora perso nel vuoto. Così Gaya gli prende il viso tra le mani e lo costringe a guardarla. "Idiota vuoi forse morire? Si può sapere cosa ti succede?" Chiede con il fiato corto. Yamashita percepisce la preoccupazione nel tono della sua voce e ora finalmente la sta guardando sul serio,non che prima non lo avesse fatto,ma era come se l'avesse vista veramente solo allora. Gli occhi lucidi,sembrava spaventata. "Mi... dispiace" dice appena. "Ti dispiace? Che risposta è?" Chiede ancora stravolta Gaya. "Non voglio morire,non preoccuparti" garantisce. La giovane non è affatto rassicurata da quelle parole. Senza troppi complimenti, gli infila la mano dentro la tasca interna della giacca e ne estrae il suo cellulare. "Cosa cerchi di fare?" Chiede Yamapi infastidito mentre cerca di riprenderlo. Ma lei agile si gira di spalle e memorizza un numero,facendo poi partire la chiamata. "Ho solo scambiato i nostri contatti" dice mostrando i display dei due cellulari." Fammi uno squillo quando arrivi a casa così che io possa dormire tranquilla" dice mentre porge uno dei telefoni al suo proprietario. "Non vedo perché dovrei farlo" dice Yamapi. "Perché se morissi d'ansia per colpa tua, verrei ogni notte come fantasma a tormentati" lo minaccia. "Tsk...sai che paura" brontola lui e se se ne va lasciandola li in piedi sul marciapiede che malinconica lo osserva allontanarsi.

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Capitolo 14
*** un incidente può cambiare gli eventi? ***


Appena Yamashita mette piede in casa con un unico pensiero per la testa, si precipita su per le scale per andare a controllare la soffitta. Doveva accertarsi di una cosa che lo faceva sentire a disagio. Nello stesso momento in cui sta per oltrepassare la soglia il suo cellulare squilla e senza pensarci si ferma in mezzo alla porta per rispondere. "Ti avevo chiesto di chiamare subito una volta arrivato a casa,mi vuoi portare sul serio sulla coscienza?" Chiede una voce squillante e dal tono scocciato. Yamashita si sorprende e sorride pensando che i modi burberi di Gaya non sarebbero mai cambiati. Ma infondo era anche quel suo aspetto che la rendeva la persona interessante quale era. "Sta tranquilla sono rientrato proprio ora sano e salvo,se solo fossi stata più paziente...ehm, scusa un attimo" le dice interrompendo ciò che stava per dire. "Sono tornato, ma tu sei stata sempre qui?", "cosa vuoi sapere,è solo una vecchia conoscente","no...ti sto dicendo di no...di cosa parli? quando avrei sorriso?" ,"aspetta...no,non accadrà più non fare così" Gaya che era rimasta in linea continuava a sentire Yamashita. Ma con chi stava parlando? Perché non riusciva a sentire nessun'altro oltre lui? Poi l'ultima frase. "Aspetta...cosa vuoi fare?...nooooo" Gaya sente uno strano rumore e infine un tonfo. "Yamashita. ..Yamashita rispondi,che succede?" Grida e poco dopo è già fuori in strada per raggiungere l'auto. Preoccupata come raramente le era capitato,guida ad alta velocità fino alla vecchia tenuta che un tempo era appartenuta alla sua famiglia. Bussa più volte al pesante portone,prova ad aprire,ma pare essere bloccato. "Aaah Yamashita ti prego..." trema al pensiero che qualcosa di grave possa essere accaduto al ragazzo e nel panico totale decide di chiamare l'unica persona che gli viene in mente. "Rupert aiutami!" Dice appena sente la voce del vecchio maggiordomo. Spiega brevemente quello che ha sentito per telefono e che non riesce ad entrare in casa, l'uomo fa mente locale,poi le suggerisce di andare sul retro,una volta la porta delle cucine si apriva facilmente. Gaya incitata dal suo vecchio servitore fa più in fretta che può, entrambi sono preoccupati che sia già accaduto quello che più temevano. "Ti prego, ti prego,fa che stia bene" pensa afferrando un sasso decorativo delle aiuole e lanciandolo contro il vetro a scacchi della porta. Questo si frantuma facilmente, così infila la mano destra in uno di quei quadrati e prova a sbloccare la fermatura,riuscendo dopo qualche tentativo finalmente ad aprire. Purtroppo però, nella fretta,mentre ritira il braccio dalla fessura un ultima scheggia di vetro che rimasta attaccata le lacera la carne. Trattiene un urlo di dolore e mentre con la mano sinistra copre la ferita cercando di bloccare il sangue,si precipita in casa. Adesso deve solo trovare il ragazzo. "Yamashita!" Chiama senza ottenere risposta. Veloce perlustra il piano terra per poi salire al primo piano. "Yamashita dove diavolo sei" urla ancora controllando camera per camera quasi senza fiato. Erano anni che non metteva piede in quel casale, ne aveva avuto nostalgia, ma per la prima volta iniziava a detestare quelle vecchie mura pensando che se fosse tornata ad esserne proprietaria,avrebbe provveduto personalmente a farlo cadere giù pietra dopo pietra.Un lampo le balena per la mente" la soffita" dice salendo al secondo piano e percorrendo veloce un corridoio secondario,ed eccolo lì."Yamashita" grida vedendo il corpo del ragazzo accasciato in modo scomposto ai piedi della scaletta che portava su. Temendo il peggio,terrorizzata e con le lacrime a gli occhi si costringe a percorrere quei pochi metri che la separano da lui. "Yamapi" sussurra mentre si inginocchia al suo fianco. "Yamashita ti prego apri gli occhi" supplica mentre gli solleva il busto e lo adagia sulle sue gambe."oh ti prego dio, ci sono...ci sono così tante cose che ho bisogno di dirgli, non te lo puoi prendere tu proprio ora che l'ho ritrovato" prega singhiozzando. Dopo essersi accertata che il ragazzo sia ancora vivo,prova a chiamare i soccorsi ma stranamente il cellulare non ha campo, trova un telefono fisso al piano di sotto,ma anche quello pare non funzionare, così di corsa ritorna da Yamashita che aveva lasciato ancora privo di sensi vicino alla scala. Se non si svegliava lo doveva portare in ospedale lei stessa,pensava. Ma quando imbocca il corridoio e si avvicina abbastanza al ragazzo non riesce a credere a ciò che vede. Una figura femminile avvolta da una strana aura è in piedi vicino al ragazzo e lo guarda con una strana espressione. Gaya si porta una mano alla bocca. "Era tutto vero allora" pensa incredula. Quella donna intanto nota la sua presenza e le rivolge un occhiata ostile che Gaya prendendo coraggio ricambia. "Ki-Kikyo? Sei tu? È colpa tua? Sei stata tu a ridurlo così?" Le rivolge una domanda dietro l'altra mentre cauta si avvicina,fino a che quella presenza si dissolve come nebbia. Intanto fuori è già scesa la sera, Gaya fatica a trascinare Yamashita in quella che doveva essere la sua camera e lo mette a letto. Il ragazzo per un breve istante riapre gli occhi dandole speranza. "Gaya. ..n-non dovresti stare qui" riesce a dire. "Sei tu quello che non dovrebbe stare qui,avresti dovuto darmi retta quando ti chiesi di restituire la proprietà" dice preoccupata. "Come ti senti?" Chiede poi,ma lui aveva già chiuso gli occhi. Gaya vorrebbe uscire per poter trovare un telefono funzionante,ma la paura di lasciarlo solo a lungo glielo impedisce. Decide di trovare almeno una cassetta per il primo soccorso e provare a medicare la sua ferita. A parte qualche ammaccatura Yamashita sembrava tutto intero, ma il taglio sul suo avambraccio continuava a sanguinare. Fa più in fretta che può, ma una volta rientrata in camera del ragazzo,quella tetra figura è di nuovo al suo fianco. "Lascialo in pace,lui non è Haruma,l'uomo che amavi si è fatto ammazzare in guerra" le urla facendo agitare quella presenza fino a farla scomparire di nuovo. Solo allora si avvicina al ragazzo e prova a svegliarlo ma il suo sonno sembra essere tormentato da un incubo. Allora si stende al suo fianco e lo abbraccia, quel contatto pare avere un effetto benefico dato che il respiro torna regolare e l'espressione di Yamashita è di nuovo serena. "Sei diventato così fragile da farti tormentare da lei anche nei sogni?" Si chiede preoccupata e sfinita si addormenta al suo fianco. Le ore della notte passano veloci e quando Yamashita riapre gli occhi è tutto indolensito,quasi non riesce a muoversi ma quello che lo stupisce di più lo nota non appena si gira di fianco e vede Gaya che tranquilla gli dorme accanto. "Cosa ci fa lei nel mio letto?" Si chiede confuso non riuscendo a ricordare la notte precedente. Intanto fuori al portone principale si era riunito un piccolo gruppo di persone. Rupert preoccupato per non riuscire più a mettersi in contatto con Gaya, tramite il giovane avvocato amico della sua padroncina aveva rintracciato Jun, che dopo aver appreso la situazione era subito accorso alla tenuta insieme alla madre del cugino che la sera precedente era arrivata a Londra con l'ultimo volo dal Giappone. "La porta sembra essere bloccata dall'interno" dice Jun dopo aver provato ad aprire diverse volte. "La porta della cucina" suggerisce allora il vecchio maggiordomo, ricordando di averlo detto la sera prima anche a Gaya. Intanto la ragazza si sveglia di soprassalto, Yamashita non era più al suo fianco e lei balza dal letto in preda al panico per andare a cercarlo. "Sono qui" dice il ragazzo che era fermo vicino la scrivania e lei corre da lui e lo abbraccia. "Aaah" si lamenta Yamashita per la stretta. Il suo corpo in quel momento era tutt'altro che in forma anche se non se ne spiegava il motivo. "Ti fa male? Dove?" Chiede apprensiva mentre gli prova a sollevare la camicia. Ma lui la trattiene per le mani. "Gaya" lei non sente. "Gaya,mi dici che ci fai qui e perché sei così agitata per me?" Chiede serio. "Tu...davvero non ricordi nulla?" Chiede sorpresa la giovane. "Cosa dovrei ricordare? So solo che mi sono svegliato con te nel letto e sono pieno di dolori,mi sembra di essere stato travolto da un auto in corsa" dice. Nel frattempo Rupert, Jun e sua zia erano riusciti ad entrare,le loro voci attirano l'attenzione dei ragazzi che escono dalla camera per andare loro incontro. "Madre? Cosa,cosa ci fai qui?" Chiede sorpreso. La donna vedendo il figlio salvo, corre ad abbracciarlo con le lacrime a gli occhi." Stai bene?" Chiede anche lei. "Si può sapere cosa prende a tutti? E perché continuate a chiedere come sto? Sono pieno di dolori, ecco come sto" dice infastidito,liberandosi dall'abbraccio della madre. "È caduto dalla scaletta della soffitta o almeno è lì dove l'ho trovato privo di sensi" interviene Gaya. "Va bene, ora usciamo da qui!" Dice la madre del ragazzo e a quelle parole Yamashita si torna ad innervosire. "Non vedo per quale motivo dovrei lasciare la mia casa" dice. "Piuttosto dato che stare qui vi da così tanto fastidio, andate voi e lasciatemi in pace" con quelle parole li lascia e torna nella sua camera. Jun fa accomodare i presenti in sala e si offre di preparare loro un tè. Rupert nota la medicazione di Gaya e la cosa lo fa innervosire. Come aveva potuto trattare con tanta indifferenza anche lei che pur di salvarlo si era ferita. La madre di Yamashita si scusa per il comportamento del figlio, ma Gaya le dice che non c'è nulla di cui scusarsi e che in quel momento si dovevano concentrare a trovare un modo per risolvere la cosa e una volta che anche Jun li raggiunge racconta loro cosa è accaduto a partire dalla sera prima quando per caso aveva incontrato Yamashita in quel locale. "Lui non lascerà mai questo posto di sua volontà, ormai è completamente soggiocato e allontanarlo di forza lo farebbe impazzire" riflette Jun. "Allora l'unico modo è convincere Kikyo" dice risoluta Gaya. "E come, se la vede solo lui?" Domanda Jun scettico. "Io l'ho vista,era vicino a Yamashita quando l'ho trovato" spiega. La madre di Yamashita si agita. "Allora è reale?" Chiede,portando le mani alla bocca. Rupert decide di tentare comunque a far ragionare il ragazzo e così lo raggiunge in camera. Prima lo saluta amichevolmente, infondo gli era affezionato e non lo vedeva da anni. Poi lo rimprovera chiedendo come avesse potuto permettere che la giovane signora si ferisse. Lui non capisce a cosa si riferisca,così l'uomo anziano con calma gli parla della notte passata e di quanto Gaya fosse in ansia per lui. Yamashita in principio ne è sorpreso,ma poi non tarda a ricordare che la ragazza ha un matrimonio combinato a cui far fronte con il figlio di un importante e ricca famiglia e lui non è certo nella posizione di avanzare alcuna pretesa nei suoi confronti. Consapevole di questo, preferisce non illudersi e lasciare i sentimenti per lei, sopiti in un angolo remoto del suo cuore. Il vecchio maggiordomo vede la rassegnazione nei suoi occhi e così non insiste più del dovuto,lo lascia di nuovo solo e raggiunge gli altri nel salone dove Gaya, d'accordo con la madre di Yamashita e il cugino aveva deciso di provare a convincere il ragazzo in modo meno aggressivo. Invece di insistere sul fatto di dover lasciare il casale, chiede a Yamashita di poter rimanere lì qualche giorno, usando la scusa che da bambina vi aveva trascorso tante estati e sentiva la mancanza di quel posto. Il ragazzo non riesce a rifiutare quella richiesta innocente e così quella sera, dopo aver salutato Jun, la madre di Yamashita e il vecchio Rupert che avrebbero fatto ritorno in città, i due ragazzi rimangono di nuovo soli tra quelle fredde e tetre mura.

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Capitolo 15
*** prima o poi ci crede! ***


Dopo essere rimasti soli,in un primo momento Yamashita e Gaya sembrano trovarsi a disagio. Dov'era finita la complicità che avevano avuto durante il periodo in cui il ragazzo aveva lavorato presso la tenuta Winter? Poi,forse per rompere il ghiaccio,Yamapi propone di fare uno spuntino prima di andare a dormire e Gaya accetta volentieri. Così lo segue in cucina e va a sedersi ad uno degli sgabelli vicino al tavolo alto che si trova sotto la finestra, come era suo solito fare da bambina quando la tata le preparava la merenda e aspetta che il ragazzo prepari qualcosa. In breve tempo ecco serviti dei sandwich misti e una tazza fumante di latte e cioccolato. "Spero che i tuoi gusti siano sempre gli stessi" le dice sedendosi allo sgabello di fronte. Lei sorride. "Le buone abitudini non si cambiano mai" dice fiera e felice che il ragazzo ricordi ancora quello che le piace mangiare. Anche lui finalmente sorride,poi mangiano scambiando solo qualche battuta parlando del più e del meno. Entrambi pare non vogliano fare domande che potrebbero cadere sul personale e magari apparire troppo interessati e aspettano che sia l'altro a parlare di come ha passato gli ultimi tre anni. Pessima tattica,qualche volta bisognerebbe essere più diretti se si vuole venire a conoscenza di qualcosa a cui si tiene particolarmente. Terminato lo spuntino Gaya si offre di sistemare i pochi piatti e le tazze, ma quando sta per aprire l'acqua del lavello Yamapi la afferra per un braccio per fermarla. "Lascia tutto li ,sei un ospite" le dice. Gaya non riesce a nascondere la smorfia di dolore che le provoca la sua stretta e solo allora Yamapi si ricorda delle parole del vecchio Rupert, che lo accusava di aver permesso che la signorina si ferisse. Le alza la manica e così vede quella fasciatura fatta alla meno peggio. "Saresti dovuta rientrare in città e farti medicare da un medico" la rimprovera. "È solo un graffio,sto bene" minimizza la giovane,ma Yamapi è una delle poche persone che non è mai riuscita a convincere con le sue bugie."Stai bene un paio di stivali" le dice guardandola di traverso e in meno che non si dica la sta già trascinando in biblioteca." Aspetta qui" le ordina senza troppi complimenti e torna poco dopo con la cassetta del pronto intervento. Avvicina uno sgabello vicino alla poltrona dove Gaya sta seduta e ci poggia sopra l'occorrente per la medicazione. "Vediamo quanto piccolo è questo graffio" dice ironico mentre si inginocchia di fianco e inizia a togliere la vecchia benda zuppa di sangue. La ferita infatti non si era ancora chiusa. "Questo per te è un graffio da nulla? Saresti dovuta andare in ospedale,in questo modo ti rimarrà una brutta cicatrice" alza il tono di voce sempre più contrariato. "In quel momento avevo altro di più importante a cui pensare" si giustifica Gaya. "Più importante della tua salute? La tua persona deve venire prima di tutto Gaya!" La riprende ancora come fosse una bambina, mentre con un tampone disinfetta il taglio che appare abbastanza profondo. "Oooh scusa tanto se la mia idea di priorità è diversa dalla tua, come vedi continuo ad essere impulsiva e mi lascio guidare da quello che mi sta più a cuore,anziché da quello che più mi conviene" gli risponde infastidita,non capendo che in realtà avevano le stesse priorità. Yamashita parlava in quel modo perché preoccupato per lei,come lei lo era per lui. Lei in quel momento non lo realizza e ci rimane male, sopratutto perché invece di essere ringraziata per essere corsa da lui, veniva rimproverata in quel modo. Yamashita da parte sua preferisce tagliare il discorso e scuotendo la testa per scacciare i cattivi pensieri, torna a concentrarsi sulla medicazione di quella ferita tutt'altro che superficiale. "Fatto!" Esclama dopo una decina di minuti. "Grazie" risponde secca Gaya, mentre abbassa di nuovo la manica fino a mezza mano. "Dove posso dormire?" Chiede successivamente. "Scegli la stanza che vuoi" risponde il ragazzo,accendendo una scintilla nello sguardo della giovane donna. "Quindi posso dormire ancora nella tua camera?" Chiede attirando l'attenzione del ragazzo che stava sistemando la cassettina e la guarda sorpreso. "Ero solita dormire in quella stanza tutte le estati" spiega. La sua provocazione non viene accolta come sperava,perché Yamashita le risponde che non avrà problemi a cedere la sua camera per qualche giorno e che andrà a dormire in quella di Jun, che tanto non c'è. È già molto tardi quando salgono al secondo piano, Yamashita entra nella sua camera a prendere qualche effetto personale per la notte e sta per salutare Gaya augurando la buonanotte, quando lei lo trattiene per la manica della camicia. Improvvisamente non si sente tanto sicura di riuscire a dormire sola in quella stanza e glielo dice. "Quante volte devo ripetere che in questa casa non c'è alcun fantasma?" Le dice infastidito, togliendo la mano di lei dal suo braccio e così lascia la stanza senza darle neppure il tempo di ribattere. Quella notte Gaya non riesce proprio a chiudere occhio,i continui e repentini cambi di temperatura e gli spostamenti d'aria, la tengono per tutto il tempo in costante agitazione e alla fine rinuncia a dormire temendo che "quel essere" possa approfittare di lei nel sonno. Al contrario Yamashita riposa veramente bene,quella notte il fantasma di kikyo impegnato a tormentare Gaya, l'aveva finalmente lasciato tranquillo e la mattina si sveglia rinvigorito e di buon umore, come non accadeva da tanto. Scende in cucina deciso a preparare una gustosa colazione e si sorprende quando al tavolo vicino la finestra, nota Gaya seduta ad uno degli sgabelli, con lo sguardo perso nel vuoto. "Cosa ci fa una dormigliona incallita in piedi a quest'ora?" Chiede un pò per prenderla in giro. "Buongiorno!" Esclama lei. Il viso più pallido del solito e le occhiaie così profonde e scure non lasciano dubbi a chi la sta osservando. "Qualcuno ha dormito male" dice ironico il ragazzo. "Errato...qualcuno non ha proprio chiuso occhio,ma noto con piacere che a te è andata meglio" osserva Gaya. Il ragazzo sorride. "Mangia qualcosa e poi torna a riposare,mi sembri un fantasma" dice mentre si avvicina ai fornelli e si mette all'opera. "Lei è sicuramente più bella,io al massimo potrei sembrare uno zombie" risponde Gaya alzandosi e raggiungendo Yamapi vicino al piano di lavoro. Lui che intanto sta tagliando del formaggio la punta con il coltello. "Non iniziare ancora con questa storia,non voglio più sentirne parlare" la avvisa e così lei alza le mani in segno di resa e torna a sedersi. La colazione è presto pronta. Uova,bacon e pane tostato,in più frutta fresca e l'immancabile latte al cioccolato per Gaya e caffè per Yamapi. "Appena finisci torna a letto e prova a dormire" ribadisce il ragazzo. "Io esco a sbrigare delle commissioni, ma dovrei essere di ritorno prima di mezzogiorno" aggiunge. Ma Gaya lo sorprende ancora afferrando la tazza di caffè che tiene in mano e portandola alla sua bocca. "Da quando bevi caffè?"le chiede. "Da quando ci tieni così tanto a mandarmi a dormire..non ho intenzione di sprecare il tempo che ho a disposizione qui in questo modo,mi preparo e vengo con te" gli dice così sicura da non lasciargli modo di replicare. Non aveva intenzione di rimanere in quel posto da sola, inoltre ogni attimo con lui lo considerava prezioso. Anche se non lo ammetteva apertamente quel ragazzo le era mancato terribilmente. In meno di mezz'ora sono pronti ad uscire,salgono in auto e in breve tempo raggiungono la città. Gaya chiede a Yamashita di passare da casa per poter prendere qualche cambio e così la accompagna. Accosta l'auto al marciapiede poco distante dal palazzo e spegne il motore. "Va pure,ti aspetto qui" dice. Ma lei temporeggia fissando l'entrata. Yamapi segue il suo sguardo e così capisce il motivo del suo tentennamento. "Ooh il tuo avvocato deve essere un tipo molto premuroso se fa visita ai suoi clienti a quest'ora con tanto di caffè e cornetti in mano" dice cercando di nascondere il fastidio che prova con un tono ironico. Intanto a Gaya squilla il cellulare ma lei prontamente rifiuta la chiamata. "Andiamo!" Dice Gaya mentre allaccia nuovamente la cintura. Il ragazzo si stupisce della sua reazione, era convinto che le sue parole l'avrebbero infastidita. "Mi è appena venuto in mente che non faccio shopping da tanto e con te era particolarmente divertente...quindi fai ciò che devi e poi andiamo a far spese" aggiunge sforzando un sorriso. Yamapi capisce al volo che vuole evitare l'avvocato e l'argomento, così senza battere ciglio riavvia il motore e si immette nel traffico della vecchia capitale. Poco dopo lascia l'auto in un parcheggio chiuso e inizia il giro di commissioni con Gaya al seguito,banca, posta, qualche ufficio. "Dovremo fare anche un pò di spesa se vogliamo mangiare nei prossimi giorni" osserva Yamapi una volta uscito dall'ultimo ufficio. "Hai finito con le tue commissioni?" Chiede Gaya. Lui annuisce. "Bene,la spesa possiamo farla prima di rientrare,adesso tocca a me" gli dice piena di entusiasmo. Lo prende sotto braccio e lo trascina con se. Entrano ed escono dai vari negozi, Gaya prova di tutto e come era solita fare,costringe anche il ragazzo a provare ciò che sceglie per lui. Per un attimo Yamapi si ritrova a pensare che tutto sia tornato come un tempo,con lei al suo fianco si sente di nuovo completo, sereno e sorride di questa nuova consapevolezza. Ma la tranquillità è breve, subito disturbata da qualcosa di strano. Gaya sta dentro un camerino a provare un vestito,come la notte prima la avvolge un gelo improvviso e una sensazione di disagio la assale. Prova ad uscire, ma la porta è bloccata. Ma non c'è neppure il chiavistello tirato. Chiama il ragazzo che aveva lasciato poco distante ad aspettarla,ma Yamapi nel frattempo si era allontanato attirato da qualcosa di più forte della sua volontà. Non era possibile che la porta che fino ad un attimo prima si apriva con facilità adesso fosse bloccata. Pensa la ragazza,che intanto cerca di mantenere la calma,ma un brutto presentimento si fa strada tra i suoi pensieri e inizia ad urlare finché non viene sentita da una commessa che corre da lei e senza sforzo apre la porta. Una volta libera Gaya chiede alla giovane se per caso abbia visto dov'è andato il suo amico e lei risponde che sembrava stesse seguendo qualcuno fuori,ma che in realtà lei non aveva visto nessuno. "Torno subito" assicura la ragazza ed esce dal negozio con addosso ancora il vestito che stava provando. Ansiosa si guarda intorno e finalmente in lontananza scorge il ragazzo tra la folla che cammina come se stesse seguendo "nessuno", Gaya affretta il passo facendosi largo tra la gente e gli va incontro dalla direzione opposta, ignorando la presenza di Kikyo che al momento sta usando tutta la sua energia per attirare a lei il ragazzo. "Come puoi lasciarmi bloccata in un camerino e seguire lei?" Chiede scocciata una volta che è di fronte a lui. Ma è come se avesse parlato al vento,lui neppure la vede,ancora attratto da quella "cosa" e Gaya se ne rattrista. Non ha alcun ascendente su di lui? Nessun potere? Si chiede. "Mi dispiace, avresti dovuto lottare per il tuo amore molto tempo fa,adesso è il mio turno e non ho intenzione di lasciar perdere" dice rivolgendosi a Kikyo. Poi, sicura si avvicina al ragazzo e come già aveva fatto in passato ,si alza sulle punte per arrivare alla sua altezza e afferrando il suo viso tra le mani lo bacia. "Torna in te...ti prego Yamashita torna da me" pensa quasi disperata,temendo che anche quel tentativo sia vano. Ma quando il ragazzo ricambia il suo bacio e la stringe tra le braccia,quasi non ci crede e si scosta bruscamente come a voler controllare la sua espressione. "Cosa?! Prima mi baci in mezzo a tanta gente e se io ricambio mi respingi come la peste? Dovresti ponderare meglio le tue azioni" le dice contrariato mentre si infila le mani in tasca. "È tornato!è il mio Yamashita! "Pensa Gaya felice e lo travolge in un abbraccio. "Stai bene?" Le chiede. Lei annuisce. "Sono solo felice" spiega. "Posso sapere quale sia il motivo?" Chiede ancora,curioso. "Perché ho preso una decisione importante e sono sicura che è quella giusta di cui non mi pentirò" spiega restando sul vago. A Yamapi le sue parole bastano e non domanda oltre. "Torniamo al negozio, devo ancora pagare questo" dice la ragazza indicando il vestito che indossa ancora con l'etichetta. "Sei uscita senza pagare?!" Si sorprende Yamashita. "Avevo fretta" spiega e lo prende per mano intrecciando le dita alle sue. È una stretta calda,salda, che infonde sicurezza ad entrambi e sereni passano il resto della giornata, andando in giro per Londra. Mangiano qualcosa al volo e verso il tramonto salgono sulla famosa ruota panoramica. Gaya estrae il cellulare dalla tasca e inizia a fare foto al panorama "Sai che è la prima volta che ci salgo?" Confessa un pò eccitata. "Anch'io" risponde il ragazzo quasi annoiato, come a sottolineare che non ci sia nulla di tanto eclatante. "Facciamo una foto?" Propone lei. Yamapi sbuffa, non gli piacciano quelle azioni scontate che tutti fanno,ma quando si ritrova il gomito di Gaya nel costato è costretto a cambiare atteggiamento. "E ridii.." gli dice a denti stretti. Parte così una serie di scatti mentre il ragazzo si affanna a rubarle di mano il cellulare. È una piccola battaglia che finisce quando si trovano stesi sul sedile e Gaya è bloccata dal peso del ragazzo che le sta spalmato sopra. I loro sguardi si incrociano e l'espressione decisamente disarmante di lui,fanno abbassare le difese alla ragazza,che chiude gli occhi in attesa che la baci. Ma lui sorride della sua reazione e approfitta della situazione per afferrare finalmente il telefono e allontanarsi ridendo di gusto. "Aaah che meschino,non vale" protesta Gaya."Che cosa?" Chiede lui. "Hai giocato sporco" lo accusa. "Sei tu che hai tirato conclusioni affrettate" le fa notare mettendola in imbarazzo. Poi accavalla le gambe e inizia a controllare le foto scattate. "Tsk...se ne cancelli solo una, ti spingo giù" lo minaccia. Yamapi osserva quelle immagini veramente divertito e incuriosisce Gaya che si avvicina per vedere anche lei. Ma quando nota la sua immagine in una posa del tutto discutibile si agita. "Oddio...cancella subito!" Ordina. "Sono forse pazzo?" Risponde il ragazzo. Lei lo guarda senza capire. "Sei tu che mi hai detto di non cancellate alcuna foto o mi avresti spinto giù. ..sono ancora giovane per fare questa fine" spiega con aria di sufficienza. Così Gaya ha di nuovo il suo cellulare e nota che in tutti gli scatti, al contrario di lei, Yamapi appare sempre in modo impeccabile. Delusa ripone il telefono in tasca e aspetta che il giro finisca e quando Yamapi le passa il braccio sulle spalle e si avvicina a lei quasi non ci crede. "Sorridi" dice e alza il suo cellulare pronto a scattare. Questa volta la foto è perfetta. "Te la invio" le dice e lei annuisce semplicemente, felice per quella piccola attenzione. Ormai è sera,sulla strada del ritorno si fermano a comprare qualcosa di pronto per la cena e altro per riempire il frigo per i giorni seguenti. Poi però il pensiero di ritrovare Kikyo tra le mura di casa incupisce Gaya e il suo repentino cambio di umore non sfugge a Yamapi che le chiede se c'è qualcosa che non va. "Nulla" si affretta a rispondere poco convincente. Mentre raggiungono l'auto, Yamapi torna sul discorso. "Se il tuo cambio di umore è dovuto ancora a quella storia faresti meglio a rientrare a casa tua...e comunque ti dovresti convincere che non c'è nessun fantasma" le dice un pò infastidito. "Non è come credi" assicura. Poi il suo cellulare squilla e lei ancora una volta rifiuta la chiamata. "Era per questo" dice cogliendo quell'occasione come giustificazione." Perché non gli rispondi? O forse hai paura che il tuo..hmm. .come dovrei chiamarlo...fidanzato?" - "Non è il mio fidanzato!" Lo interrompe irritata. Lui la osserva con sguardo di sfida. "Ah no? Se non lo è perché stamattina quando era di fronte casa tua con cornetto e caffè l'hai evitato e perché non rispondi alle sue chiamate? Non è forse perché hai paura della sua reazione se scopre con chi stai passando il tempo che potresti dedicare a lui?" Chiede sfidandola ancora."Sei geloso" osserva Gaya. "Rispondi invece di porre un'altra domanda" dice nervoso. "Innanzitutto non ho posto nessuna domanda,la mia era una constatazione e in secondo luogo non ho motivo d'avere paura di Will,lui è sicuramente un ottimo amico,inoltre dovresti almeno ammettere di essere geloso per sputare certe sentenze" risponde la ragazza nervosa più del dovuto. "Tsk...non manco di nulla in confronto al tuo prezioso avvocato,non ho motivo di essere geloso" dice fiero salendo in auto. "Davvero ne sei così sicuro?" Chiede Gaya quasi gridando. "Naturalmente" risponde fiero. "Bene...allora lasciami pure qui,mi faccio venire a prendere da Will" dice furiosa ,più con se stessa per usare l'amico come scusa e prende il cellulare dalla tasca iniziando a scorrere i numeri in rubrica. Il ragazzo sorpreso dalla sua reazione si sporge dal finestrino e le strappa il telefono dalle mani,lanciandolo successivamente sul sedile posteriore. "Monta se lo vuoi riavere" ordina a denti stretti. Gaya non crede ai suoi occhi,forse per la prima volta lo vede veramente arrabbiato, ma la cosa infondo non le dispiace. Quella sua reazione esagerata è comunque un modo indiretto di ammettere che nel saperla con Will lo rende furioso. Si finge ancora irritata e sbatte il piede a terra sconfitta prima di salire in macchina con il broncio da bimba in castigo. Lui parte sgommando senza darle neppure il tempo di allacciare la cintura. Il tragitto per fortuna è breve perché nell'abitacolo si era creata una cupa atmosfera. Non volava una mosca e anche la radio che all'andata trasmetteva buona musica ora taceva. Appena arrivati a casa Gaya aiuta il ragazzo a sistemare la spesa in cucina,poi prende le buste con i suoi acquisti e sta per andare in camera. "Se hai intenzione di dire che non hai fame per farmi un dispetto,sappi che sbagli tattica,in auto ho sentito chiaramente il tuo stomaco brontolare" le dice. La ragazza ferma vicino la porta,impreca mentalmente. "Come fa a farsi incantare da quella cosa quando in realtà non gli sfugge nulla" si chiede. Poi sconfitta ancora una volta,lascia andare le buste in un angolo e va a sedersi a tavola aspettando la cena che non tarda ad essere servita. Mangiano senza quasi rivolgersi la parola ed evitando di guardarsi,sistemano le poche cose che hanno utilizzato, poi... "Vado a fare una doccia" avvisa Gaya."Fa pure" le risponde il ragazzo freddamente. La ragazza mentre recupera le sue buste e raggiunge la sua stanza e in seguito il bagno non si da pace. Lontani da quel posto erano stati bene tutto il giorno e una volta rientrati erano tornati al punto di partenza. "Stupido Yamashita, ti ho ritrovato grazie a queste mura e ora sto desiderando che non ne rimanga eretta neppure una pietra" mormora sovrappensiero mentre si spoglia per entrare nella doccia. Ma quando mette piede dentro il box soffoca un urlo vedendo apparire l'immagine di kikyo per nulla amichevole. "Non mi fai paura" dice calma e apre l'acqua calda. Kikyo scompare e lei si infila sotto il getto dell'acqua che poco dopo è improvvisamente gelido. Indietreggia e questa volta quando riappare Kikyo proprio vicino al suo viso, per la sorpresa scivola e cade contro il vetro del box che si frantuma sotto il suo peso. Urla dal dolore che gli provocano i piccoli frammenti di vetro che le lacerano la pelle quando prova a rialzarsi. Yamashita la sente e corre da lei. Quando spalanca la porta del bagno la trova a terra che sanguinante in più punti prova a rialzarsi. "Sta ferma" le dice mentre afferra un telo da bagno e la avvolge per poi sollevarla. Tranquilla,ora ti portò in ospedale" le dice preoccupato. Non riusciva a spiegarsi quel nuovo incidente. Gaya che fino ad allora non aveva aperto bocca,si stringe a lui tremante. "Non voglio andare in ospedale" piagnucola. "Sei piena di tagli" protesta lui. "Non sono così profondi, puoi medicarmi tu" assicura. "Gaya!" Urla il ragazzo contrariato dalla sua smania di minimizzare. "Se tu non vuoi posso farlo da sola, ma ti prego non portarmi in ospedale" quasi supplica, mentre il ragazzo la stende sul letto. Lui non poteva sapere che ne era terrorizzata sin da bambina,quasi nessuno ne era a conoscenza. Inoltre il fatto che la potesse lasciare per tornare a casa e fare la volontà di Kikyo la tormentava ancora di più. "Hai paura?" Chiede più calmo. Lei annuisce e dolorante si mette a sedere. "Ho capito...aspetta qui" dice ed esce dalla camera pensieroso. Non chiede il motivo della sua fobia, è sicuro che Gaya gliene parlerà quando sarà pronta, proprio come anni prima gli aveva detto della sua paura per i temporali. Il fianco, il braccio e la gamba destra,oltre ai palmi di entrambe le mani,dopo tanta pazienza erano stati finalmente medicati. "Hai dolore?" Chiede Yamashita premuroso. "Sto bene" risponde la ragazza che prova a trovare una posizione comoda in cui riposare. Il ragazzo perde subito le staffe. "Si può sapere perché ti ostini a fare la dura? Chi devi convincere? Se ti fa male dillo semplicemente in modo che ti possa procurare un antidolorifico..ho chiesto solo per questo motivo e ora buonanotte"le dice mentre si dirige verso la porta. "Non fa male così tanto...ma... fa paura" prova a spiegare la ragazza, bloccando il suo cammino proprio vicino alla porta. "...ma tu non accetti che ne parli perché sei accecato da lei e allora cosa posso fare se non fingere che vada tutto bene ed evitare che ti arrabbi ancora e che mi dici di tornare a casa mia" la sua voce è quasi un sussurro,gli occhi ormai pieni di lacrime. "Hai paura di qualcosa che non esiste Gaya...lo vedi solo tu" le dice cercando di trattenersi. "Se Kikyo la vedo solo io,allora per favore spiegami perché mi hai lasciata bloccata in quel camerino e l'hai seguita...perché tu la seguivi Yamashita e finché non ti ho baciato non mi vedevi o ascoltavi nemmeno" dice Gaya un pò più calma. "Hai detto Kikyo?" Chiede sorpreso il ragazzo,sicuro di essere l'unico a conoscere quella persona. Gaya sorride amaramente. "Hai sentito benissimo Yamashita...quella Kikyo che segui con occhi adoranti non é altri che la mia antenata di cui sicuramente avrai sentito parlare dalla tua famiglia...Rupert ha rinvenuto una sua lettera/testamento, ma per chi lo legge appare piú come una maledizione,diceva che sarebbe tornata di generazioni in generazioni finché non si sarebbe ricongiunta al suo grande amore,ma a differenza di lei Haruma il tuo bisnonno é probabilmente morto rassegnato e mentre lei continua a vagare tra queste mura lui invece riposa in pace" Alla fine era riuscita a parlare a Yamashita del testamento,ma non aveva avuto il coraggio di guardarlo negli occhi neppure per un attimo,fissava le sue nocche che ormai erano diventate bianche a forza di stringere i pugni tra le lenzuola. la risata di Yamashita riecheggia per la stanza facendo trasalire Gaya. "Tutto questo é semplicemente assurdo,inverosimile" dice. "Ostinati pure a non credermi Yamashita,ma sai bene anche tu che ti sto dicendo la veritá...che motivo avrei di mentire?" chiede ormai rassegnata. Il ragazzo oltre a soccorrerla non era stato minimamente curioso di come avesse fatto a cadere e rompere il vetro,chiaro segnale che non era disposto a mettere in dubbio la sua certezza. "Cerca di riposare adesso" le dice aprendo la porta e chiudendo la luce prima di uscire. In quel momento la figura di Kikyo lo oltrepassa e si scaglia contro Gaya che urla e nasconde la testa tra le mani. Rientrando anche Yamapi la vede finalmente come qualcosa di pericoloso. "Lasciala stare!" urla furioso e Kikyo sorpresa della reazione del ragazzo scompare. Yamapi corre ad abbracciare Gaya che trema come una foglia. "Mi dispiace..perdonami ti prego" le dice cullandola tra le braccia finché non si calma e finalmente si addormenta,cosí che quella notte rimane protetta dal suo caldo abbraccio.

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