Lexi's diaries

di Lexi14
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** "A domani" ***
Capitolo 3: *** "L'ombra" ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


LEXI'S DIARIES

Avete presente quando tutto intorno a voi si crea qualcosa di magico?! O quando vi sentite immersi in una costellazione di stelle?!

Beh questa era la sensazione che provavo quando passavo i miei pomeriggi a passeggiare sul ponte di Wichery con Stefan.
L'elegante e taciturno Salvatore. Le giornate con lui passavano così velocemente che ancor prima di congedarmi sentivo già la sua mancanza.

Con il passare del tempo divenne il mio migliore amico. Tipica etichetta che si attribuisce ad una persona, della quale hai una paura matta di innamorarti. Ho sempre cercato di proteggerlo, ero quasi come una seconda madre per lui. Ma il feeling che ci univa era speciale. L'avrei sempre protetto contro il male e le avversità. Il nostro legame era indissolubile e soltanto un cieco non si sarebbe accorto del nostro bene incondizionato.

 
Ricordo ancora il giorno in cui lo conobbi. Fu uno di quegli incontri che non ti scordi più. Era il 14 Aprile del  1814. Entrambi avevamo deciso di cambiare vita e ci trasferimmo a SanPietroBurgo in Russia.
A quel tempo si respirava un'aria diversa laggiú.
Quella sera decisi di andare a bere qualcosa al "Manhattan", uno di quei locali dove il divertimento non inizia prima delle tre del mattino. All'improvviso notai un uomo con folti capelli castano scuro e un aria misteriosa. Rimasi subito colpita e pensai tra me e me "chissà chi è costui". A quel tempo mi piaceva uscire sola. Non andavo molto d'accordo con il resto dei vampiri in città. Avevo bisogno di qualcuno che mi facesse da complice. Allora decisi fermamente di conoscere il tizio misterioso che adocchiai la sera prima. Tornai al Manhattan l'indomani con la speranza di incontrarlo di nuovo.

Eccolo.Seduto con aria seriosa. Mi avvicinai. Lo guardai dritto negli occhi e utilizzai il mio Potere. Lo soggiogai.
Ebbi il completo controllo sulla sua mente. Sentivo i suoi pensieri fermarsi e prostrarsi dinanzi alla mia assoluta volontà. Adoravo avere il controllo sulle persone. Ma con lui era diverso. Era come se i suoi pensieri fossero esattamente uguali ai miei. Combaciavano. Era quasi inutile soggiogarlo.
Capii in quell'istante, che sarebbe stato solo l'inizio. .  . . 
 

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Capitolo 2
*** "A domani" ***


Non avevo mai visto occhi cosi profondi. Blu. Di un blu che è raro vedere. Non saprei neanche come spiegarlo a parole, ma mi suscitò una vibrazione allo stomaco. Era una sensazione che non avevo mai provato prima. Io che ero immortale, che non avrei mai avuto paura di nessuno, in quell’istante ne ebbi da morire.
Non sapevo cosa volesse significare quel tipo di sensazione, ma era reale e dovevo conviverci, almeno per il momento.
Ad un tratto l’uomo del “mistero” scrollò la testa e sgranò gli occhi. Era quasi incredulo.
“Chi sei? Cosa vuoi?”: mi disse.
Non mi venne nulla in mente. Perché ero li? Non sapevo neanche io la risposta.
La verità è che lui mi attrasse  come una calamità e non mi sapevo spiegare il perché.
Un innocuo essere umano, mortalmente fragile e limitato. Cosa poteva regalarmi ?
Eppure ne ero attratta.
“Mi chiamo Lexi”: risposi frettolosamente.
“Sono Stefan. Stefan Salvatore.”: fece con tono serioso.
All’improvviso sentì il suo cuore che batteva, tum tum, tum tum…
Mi leccai le labbra e inghiottì repentinamente. Desideravo ogni parte, ogni molecola che lo componesse. Sarebbe stata una preda squisita.
“Cosa la turba signorina Lexi?  Si sente bene?”: disse preoccupato.
“Certamente mr. Salvatore. Io non mi sento mai male”: sorrisi maliziosamente. “Non preoccupatevi”.
“Scusate la mia intrusione, ma mi pareva di conoscervi. E’ stato un piacere scambiare con voi qualche battuta. Magari potremmo farlo più spesso, se la mia compagnia non è al quanto invadente.”
Per la prima volta in 130 anni da vampiro non avevo soggiogato la mia “preda”. Perché ? io potevo essere più forte. Perché non affondai subito i canini sul quel collo candido e pieno di venature? Mi sentivo quasi bloccata. Non volevo fargli del male. Provavo una sensazione di
protezione nei suoi confronti.
Mi sorrise: “ ma certo signorina Lexi. Non è affatto invadente. Sono nuovo di qui e voglio farmi degli amici. Passerei volentieri un'altra serata in sua compagnia”
Prima di lasciare il “Manhattan”, lo guardai profondamente negli occhi e lo salutai, sussurrando un timido e secco “ A DOMANI”!

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Capitolo 3
*** "L'ombra" ***


Quella notte non riuscì a prendere sonno.. mi giravo e rigiravo nel letto.
Possibile che un essere umano potesse essere in grado di farmi cambiare umore? IMPOSSIBILE. Ero sempre stata più forte e lo sarei stata anche adesso.
Nonostante la notte insonne, ero eccitata all’idea che l’avrei rivisto  al “Manhattan”, ma prima avevo bisogno di un buon pasto. Era da giorni che non mi nutrivo. Avevo bisogno di sangue, caldo e fresco.
A quel tempo le mie prede preferite erano gli esseri umani. Anche se alcuni dei vampiri in città si nutrivano di animali. A me non piaceva. Era frustrante nutrirsi di conigli o topi. Bere direttamente da vene umane, invece era estremamente eccitante. Mi piaceva soggiogarle e tenere la loro mente sotto il mio assoluto controllo.
Dopo un  buon pasto tornai nella mia stanza d’albergo e cominciai a sistemarmi i capelli, il trucco e indossai un vestito ad impero verde smeraldo. Ero ansiosa di tornare a quel pub. L’avrei rivisto. Era tutto ciò che desideravo.
Avevo vissuto gli ultimi due giorni in funzione di quella serata. Ogni poro del mio corpo, ogni singolo organo erano in festa. Il cuore batteva e la vibrazione allo stomaco continuò per tutto il giorno.
Arrivai al Manhattan..
Mi guardai intorno..
La gente era più del solito, non sarebbe stata una serata “intima” come le altre volte. Impaziente cercavo quegli occhi blu tra la folla.. ma niente…
Lui non c’era. Non lo vedevo.
 L’ira e la delusione si fusero. Ero confusa.. e mi sentivo illusa come quando un bambino scarta il regalo di Natale e realizza che il contenuto non è quello che si aspettava di ricevere.
Perché non era venuto? Si era forse dimenticato del nostro ipotetico “appuntamento”? io non me n’ero dimenticata.
Uscì come una furia dal pub.. le mie sensazioni si amplificarono ancora di più: la rabbia diventava ira, l’amore -odio e la delusione- frustrazione.
Avevo bisogno di uno sfogo.. di sfogare tutta la mia rabbia verso qualcuno o qualcosa..
Senza una meta vagai per tutta la notte .. ad un tratto arrivai al ponte di Wichery e scorsi da lontano un ombra familiare.. non potevo crederci
Era lui… 

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