Alternative Horror Story

di 5sosfamily_directioner
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: La Nuova Casa ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Il Passato Ritorna ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Il Ritorno ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: Una Prova Da Superare ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Bagno Di Sangue ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: Fine Dei Giochi ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Anime ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8: Descensium ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9: Un Amico E' Per Sempre ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10: Giù La Maschera ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11: Le Origini Del Male ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


New Orleans, 14 aprile 2013, quinto e si sperava ultimo trasferimento. Il matrimonio dei miei stava crollando, mio padre non sapeva tenere le mani apposto e si scopava donne più piccole o grandi di lui, non faceva differenza, gli interessava solo che allargassero le gambe per il suo piacere. Mia madre è una debole, nonostante tutto quello che mio padre gli fa passare continua a rincorrergli dietro come un cagnolino in calore, dal tronde cosa possiamo farci, è l'unico cazzo che ha visto in tutta la sua misera vita... E poi ci sono io, Violet Harmon. Figlia unica, costantemente depressa ma intraprendente, figlia di una malata mentale e di uno psicologo, che bel quadretto, no? 

Adesso vivo qui, a New Orleans, in una villa che dire che ha un cesso per ogni persona che inviteremo qui è dire poco. Si racconta che c'è morta gente qui dentro, ma la cosa non mi disturba di un minimo, anzi, mi piace. Avevo 17 anni quando ci siamo trasferiti, non sono arrivata a compierne 18 che avevo già scoperto di essere morta, ma nulla di strano, non c'era da stupirsi, o almeno, non ti stupisci quando ti succede una cosa di questa se sei il proprietario della casa più famosa d'America perché nominata come, la casa degli omicidi. "Come potete vedere il giardino è molto accogliente, anche l'ingresso lo è. Qui è tutto un design particolare, spero vi piaccia questo gioiello americano!" Ci disse quasi scoppiando di gioia quella scassa cazzi della promoter che voleva a tutti i costi venderci la casa. Mi stava proprio sul cazzo quella vecchia raggrinzita, aveva la tipica faccia da schiaffi, ma di quelli forti. Il giorno del trasferimento si presentò la strampalata vicina di casa con la figlia mezza andata, Costance. Costance sembrava la tipica donna che sapeva badare a se stessa ma che se ne avrebbe avuto la possibilità avrebbe ucciso chiunque gli metteva i bastoni tra le ruote, lei stessa provò ad uccidermi, ma niente. Col tempo uno si abitua all'odore di pareti vecchie, alle macchie di muffa nel bordi dei tetti, ai pazienti di papà che venivano visitati in casa..a tutto questo. Col tempo mi abituai anche a sentire dei multi omicidi avvenuti li dentro, ad ascoltare con attenzione, ogni singola storia di ogni singolo proprietario che era morto li dentro, insomma, capisci che vivi dentro una casa che ha un'enorme potere, quando vivi nella celebre "Murder House."

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: La Nuova Casa ***


I ragazzi della ditta del trasferimento scaricavano mobili praticamente in tutta la casa, gli vietai di salire i miei con quella specie di gru alta 12 metri, okay che la mia stanza fosse al piano di sopra.. ma non era così tanto "sopra" da dover usare quello schifo per far arrivare quattro cianfrusaglie nella mia camera. Ero una persona molto schizzinosa, aggiungerei anche molto stronza, e acida. Anche se ho subito cinque volte il trasferimento di casa non mi sono mai scomposta dal mio isolarmi e chiudermi in stanza, cambiavo scuola praticamente ogni quattro-cinque mesi al massimo, ero una tosta, o almeno una che sapeva come far incazzare le persone tanto da finire male. Adesso a New Orleans dovrò frequentare una nuova e pallosa scuola pubblica, mi giocherei le palle se le avessi che entro la fine dei primi quattro mesi mi avranno già buttata fuori. Mia madre mi ha sempre visto come la sua adorata bambina, nonostante tutto lei mi amava più di ogni altra cosa al mondo, e io ci credevo fino ad un certo punto.. perchè cazzo, è normale che cerchi di prestare tutte le tue attenzioni a tuo figlio, nonostante fa una marea di cazzate se al primo tentativo, che ovviamente non ero io, abortisci. mia madre ha sempre creduto che io potessi rimpiazzare mio fraI ragazzi della ditta del trasferimento scaricavano mobili praticamente in tutta la casa, gli vietai di salire i miei con quella specie di gru alta 12 metri, okay che la mia stanza fosse al piano di sopra.. ma non era così tanto "sopra" da dover usare quello schifo per far arrivare quattro cianfrusaglie nella mia camera. Ero una persona molto schizzinosa, aggiungerei anche molto stronza, e acida. Anche se ho subito cinque volte il trasferimento di casa non mi sono mai scomposta dal mio isolarmi e chiudermi in stanza, cambiavo scuola praticamente ogni quattro-cinque mesi al massimo, ero una tosta, o almeno una che sapeva come far incazzare le persone tanto da finire male. Adesso a New Orleans dovrò frequentare una nuova e pallosa scuola pubblica, mi giocherei le palle se le avessi che entro la fine dei primi quattro mesi mi avranno già buttata fuori. Mia madre mi ha sempre visto come la sua adorata bambina, nonostante tutto lei mi amava più di ogni altra cosa al mondo, e io ci credevo fino ad un certo punto.. perchè cazzo, è normale che cerchi di prestare tutte le tue attenzioni a tuo figlio, nonostante fa una marea di cazzate se al primo tentativo, che ovviamente non ero io, abortisci. mia madre ha sempre creduto che io potessi rimpiazzare mio fratello o sorella che sarebbe stato, perciò anche se lei dice di no, mi lecca il culo dalla mattina alla sera. Vi faccio un'esempio banale? qui ormai è come una religione mangiare la pizza una volta a settimana, precisamente il sabato.. bene, io la mangio quando cazzo voglio.. e non perchè la costringo ad ordinarla o roba simile, ma perchè appena dico "ho voglia di pizza" mia madre corre verso il telefono e chiama la pizzeria più vicina, non mi chiede più neanche che pizza voglio, ormai lo sa. In genere quando improvvisamente mi torna la voglia di mangiare i miei mi accontentano dandomi qualunque cosa io voglia, eccetto patatine o schifezze simili. Lo fanno perchè a causa della Depressione sono automaticamente depressa, e anche bulimica. Non mangio mai nulla perchè so che poi la vomiterei, è uno dei principali motivi per cui sono passata dall'essere un'obesona di 83kg, ad essere un'anoressica di 40kg. "tesoro hai perso 43kg negli ultimi anni, se vai avanti così finisci per diventare anoressica, e poi chi lo spiega a tuo padre il perchè? mh?" mamma ma sei stupida o cosa? io sono già anoressica dio santo! sono quasi 1.70 di persona e peso 40kg, non c'è più grasso in me! ah vabbè inutile che ci parlo con te guarda. Faceva domande e affermazioni che almeno a me sembravano inutili. Come fai a non renderti conto che tua figlia è anoressica? non eri la madre che prestava mille attenzioni alla figlia rimpiazzatrice?

 

lasciai correre la faccenda, lo facevo praticamente sempre.. perchè sapevano dirmi solo quello. Non appena papà si assestò sistemando lo studio di sotto, iniziarono ad arrivare i pazienti, già il giorno dopo del trasferimento. Uno di loro, Tate, si azzardò a salire in camera mia mentre mio padre andò a prendersi un bicchiere d'acqua.. e la mia reazione fu del tutto sospetta. "scusami, tu chi saresti?" dissi entrando nella mia stanza. "e perchè sei sdraiato sul MIO letto?" sottolineai "sono Tate, un paziente di tuo padre. Ma ti prego non mandarmi via, la tua camera mi piace così tanto." disse con tono leggermente spaventato "puoi restare, ma non sul mio letto." risposi con tono duro e freddo, per poi calmarmi subito dopo. "allora, cosa ti porta ad andare da quello strizzacervelli di mio padre?" "credo di essere impazzito. cioè non lo credo io sono pazzo però, non come lo ero una volta.. prima ero una brutta persona, facevo del male alla gente, ma adesso sto cambiando, e tutto grazie a tuo padre!" "avete fatto una sola seduta e per giunta non tutta..." dissi perplessa "ti sbagli! gli atteggiamenti di tuo padre mi fanno stare meglio, l'ho notato il giorno che siete venuti per vedere la casa e ieri, quando vi siete trasferiti." "ma chi sei tu? e dove cazzo sei stato nascosto tutto questo tempo?" "hai ragione non mi sono presentato bene, io sono Tate, Tate Langdon." "okay Tate ma sei strano, anche parecchio.. comunque io sono" "Violet. Ti chiami Violet Harmon lo so!" affermò quasi sorridendo interrompendo la mia presentazione "ma cosa..." "tranquilla, il tuo nome me l'ha detto tuo padre, è lui che mi parla di te, aveva accennato anche che sei molto bella.. e aveva ragione" disse senza farsi troppi scrupoli sorridendo. Io non sapevo più cosa rispondere, ero rimasta impietrita dalle parole di quel ragazzo. Sembrava conoscermi per bene, anche se di me sapeva solo nome e cognome, mi fece uno strano effetto, così l'unica cosa che riuscii a fare dopo il suo cazzuto parlare fu sorridere. Mio padre entrò nella mia stanza quasi come se fosse preoccupato notando subito Tate. "Tate ti ho ripetuto mille volte poco fa di sotto che non puoi girare per casa mia, specialmente ti avevo detto di non parlare con mia figlia." "ma papà è apposto, stavamo solo parlando!" "tu non intrometterti Violet! e adesso coraggio scendi giù e finiamo la seduta." "non credo ce ne sia bisogno." disse come incazzato scendendo le scale furioso, lamentandosi e ripetendo più volte 'non andrò mai bene a nessuno'. Guardai mio padre impietrita. Non era da lui comportarsi così con un paziente, era già capitato che alcuni di essi girassero per casa arrivando anche nella mia stanza nelle altre case, ma non aveva mai avuto una reazione così.. 'violenta'. "Mi stava stuprando per caso? mi stava mangiando un braccio?" "Violet tu non puoi capire, quel ragazzo ha forti disturbi mentali.." "no i forti disturbi mentali ce li hai tu papà! che bisogno c'era di trattarlo in quel modo?! ti spaventi che possa diventare amica di uno psicopatico papà? beh potrebbe anche succedere! magari non sarà Tate ma fosse l'ultima cosa che faccio papà ti darò questo dispiacere." dissi uscendo dalla mia camera sbattendo la porta. Lui ovviamente non si rischiò a seguirmi per darmi spiegazioni, era troppo impegnato a fare il dottore in quel momento, in ogni momento. Nonostante le discussioni che vennero a seguire nei mesi successivi rividi Tate. Non avevo per niente paura che mio padre mi scoprisse, Tate era il mio nuovo ragazzo, ci avevo fatto sesso e per poco non uccidevo mio padre, pur di stare con lui. In sostanza nel giro di quasi un'anno mi resi conto che le sedute che mio padre faceva a Tate erano completamente inutili. Lui credeva di dover andare in guerra, aveva paura che il suo amico delle parti basse non funzionasse più come prima, aveva paure assurde, ma infondate. La mia unica paura era che in un modo o nell'altro mio padre sarebbe morto dentro quella casa, ero terrorizzata all'idea, il perchè? beh, c'ero già morta io. Sono morta due mesi prima di questo momento per overdose di pillole, mi sono praticamente suicidata perchè volevo stare col mio ragazzo, che credevo fosse vivo ma TADAAN, in verità era morto. Se c'è una cosa che ho sempre negato ma che sbagliavo a farlo era dire che questa casa non aveva alcun potere, cazzo eccome se ne ha! ho gironzolato per casa per due mesi, facendo credere ai miei di essere ancora viva, il fatto è che all'inizio nemmeno io sapevo di essere morta ma poi ho capito. E' questo il motivo per cui non desidero assolutamente che mio padre muoia qui dentro, resterebbe qui per l'eternità! e a me non va giù l'idea. Io ho scoperto di essere morta in due modi. Il primo, quando Tate mi mostrò il mio cadavere putrefatto sotto lo studio di mio padre, mi ci aveva portato lui li. Il secondo quando provai ad uscire di casa ma mi ritrovavo sempre all'interno di essa. Gli spiriti giovani come me non possono uscire dal confine della casa, possono girovagare solo dove sono morti. Sfortunatamente per una questione di schifosi eventi che non sto qui a raccontarvi mia madre restò incinta e morì subito dopo il parto dissanguata, dentro la casa.. rimaneva solo mio padre, e il mio presunto fratello in vita, o almeno sarebbe stato così ancora per poco. Il famoso strizzacervelli dottor. Harmon, ovvero mio padre, morì esattamente 1 anno e 3 mesi dopo aver comprato la casa impiccandosi, o almeno la gente comune credeva che si fosse impiccato, in realtà era stato impiccato, da uno dei fantasmi della casa. così tutti, Moira, io, mia madre e mio padre, chiunque fosse morto in quella casa era costretto a restare li, così nonostante l'idea mi facesse schifo, almeno sapevo che quella sarebbe finalmente stata casa mia per sempre. Avevo cacciato via Tate qualche mese dopo essere morta, perchè avevo felicemente scoperto che era stato lui a mettere mia madre incinta, e anche mio padre! infatti partorì due gemelli, uno più grande, e uno più piccolo, e devo per forza raccontarvi come ho fatto perchè è uno sballo.. "Tate. So di essere stata un pò dura con te ma, vedi.. all'inizio credevo che eri un ragazzo sincero, adorabile, amabile.. poi ti sei rivelato tutt'altro Tate. Sempre all'inizio... credevo ed ero estremamente convinta che fosse così ma.. a quanto pare mi sbagliavo.. credevo che ti piacesse l'oscurità. Ma Tate, tu sei l'oscurità. Pensavo potevamo essere la coppia perfetta, la prima vera coppia dentro questa casa infernale, e invece no, hai visto? hai rovinato tutto.. come? coi tuoi sbagli. Lo scoperto sai? Che quando eri in vita hai ucciso cinque ragazzi della tua scuola, più gli altri undici in corridoio fanno sedici. Come puoi pretendere che io ti ami? hai ucciso delle persone, messo incinta mia madre, ingannato me... non potrei mai amarti, Tate Langdon.. sei solo. quindi adesso vattene." dissi fredda, orgogliosa, in maniera stronza, ma anche un pò dolce. quando uno spirito caccia via un'altro spirito questo svanisce, fin quando non viene rievocato, ed era quello che volevo succedesse con Tate perchè all'inizio avevo la ferma idea di non rivederlo mai più. Anche moira, la donna delle pulizie, anch'essa morta li mi disse di aver fatto la cosa giusta, osò anche dirmi della parole a mio parere molto sagge, e conoscendo la sua storia era fin troppo normale che nascondesse una grande fonte di saggezza. "quando avevo all'incirca vent'anni, facevo la cameriera qui, proprio in questa casa. Ero in un certo senso la schiavetta della signora Constance Langdon, che un tempo abitava qui. All'inizio feci l'amore con suo marito di mia spontanea volontà, mi sentivo molto sola e avevo bisogno del suo, amore diciamo così. Un mese dopo l'accaduto lui ci provò a convincermi di nuovo, ma senza alcuna risposta positiva da parte mia, così il simpaticone decise di stuprarmi, sotto gli occhi da avvoltoio di sua moglie, che non appena lo scoprì gli sparò circa tre volte alla pancia. Guardò i miei occhi provando invidia per il castano che li ricopriva, così senza farsi troppi problemi mi sparò centrando a pieno l'occhio destro, ammazzandomi. Dopo la mia terribile esperienza Violet, l'unico consiglio che posso darti è di stare lontana dai ragazzi. Ti causano problemi e dolore, e poi ormai, nonostante la tua giovinezza, nessuno potrà più amarti. Fai passare il tempo, e magari poi lo fai tornare a Tate, anche perchè devi ricordarti, che ormai è l'unica persona che potrai e che ti potrà amare." In effetti aveva ragione, ci pensai per bene alle parole che mi aveva detto quella sera. Rimasi sdraiata sul mio letto per giorni per capire, guardai il tetto pensando.. accettare l'idea di essere morta a 17 anni non era facile, ma alla fine non era tanto male, non quando muori dentro casa tua, e ci resti assieme ad altre cento persone, per l'eternità. In sostanza quando muori in una casa come questa capisci che la morte è meglio della vita, perchè per quanto uno pensi che sia una vita rilassante, beh in verità e tutt'altro che silenzio e buio.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Il Passato Ritorna ***


Ormai eravamo morti da tempo. La casa non era più stata venduta, perchè dopo la nostra morte si credeva davvero che fosse maledetta. Una delle tante notti passate li dentro rimasi al piano di sotto a guardare la TV, era così rilassante perchè per quanto eravamo tutti fantasmi, conducevamo un stile di vita normalissimo, e cioè che dopo le 23.00 di sera erano tutti a dormire. Quella sera rimasi sveglia a guardare la TV fino alle 02:00 del mattino, forse non proprio perchè non avevo sonno, ma avevo la testa da tutt'altra parte, pensava a tutto tranne che a riposarsi.. Alle 02:00, quando spensi la TV per andarmi a coricare, mi bloccai nel corridoio sentendo l'improvvisa necessità di ascoltare musica. Era strano perchè la ascoltavo spesso, ma non perchè fosse necessario, ma perchè mi piaceva. Con un'espressione del tutto confusa, mi sedetti sul divano e iniziai ad ascoltare la mia PlayList, poi senza aver mosso un dito scoppiai a piangere, iniziai a sentire un dolore enorme, tanto da cadere più volte a terra. Mi rialzavo e gironzolavo per tutta la cucina come una pazza, poi di colpo cadevo al suolo, e restavo li per più di 15 minuti, osservando un punto fisso piangendo. Moira mi aveva avvisata che quando si muore si torna allo stadio originale, che per brevi periodi si soffreOrmai eravamo morti da tempo. La casa non era più stata venduta, perchè dopo la nostra morte si credeva davvero che fosse maledetta. Una delle tante notti passate li dentro rimasi al piano di sotto a guardare la TV, era così rilassante perchè per quanto eravamo tutti fantasmi, conducevamo un stile di vita normalissimo, e cioè che dopo le 23.00 di sera erano tutti a dormire. Quella sera rimasi sveglia a guardare la TV fino alle 02:00 del mattino, forse non proprio perchè non avevo sonno, ma avevo la testa da tutt'altra parte, pensava a tutto tranne che a riposarsi.. Alle 02:00, quando spensi la TV per andarmi a coricare, mi bloccai nel corridoio sentendo l'improvvisa necessità di ascoltare musica. Era strano perchè la ascoltavo spesso, ma non perchè fosse necessario, ma perchè mi piaceva. Con un'espressione del tutto confusa, mi sedetti sul divano e iniziai ad ascoltare la mia PlayList, poi senza aver mosso un dito scoppiai a piangere, iniziai a sentire un dolore enorme, tanto da cadere più volte a terra. Mi rialzavo e gironzolavo per tutta la cucina come una pazza, poi di colpo cadevo al suolo, e restavo li per più di 15 minuti, osservando un punto fisso piangendo. Moira mi aveva avvisata che quando si muore si torna allo stadio originale, che per brevi periodi si soffre come quando si è in vita, ma non immaginavo volesse dire questo. L'indomani mattina mi svegliai sul pavimento della cucina, erano ancora le 05:45, ma il mondo sembrava essere cambiato completamente per me. Mi alzai lentamente, mi faceva male dappertutto per colpa delle troppe volte che caddi la notte precedente, e quando poi andai in bagno per lavarmi la faccia, la mia vita cambiò completamente. Buttai un'urlo talmente forte da svegliare quasi tutti i componenti della casa, e non erano pochi. Mi guardai e riguardai allo specchio cercando una soluzione o almeno un motivo al perchè fossi diventata così. Mia madre e Moira si precipitarono in bagno, e non appena aprirono la porta, una figura di me di 3 anni fa, quando pesavo 83kg, per poco meno di 1.70 di altezza. Iniziai ad entrare nel panico, quando avevo quel fisico nessuno voleva starmi vicino e io stessa mi odiavo più di ogni altra cosa. Iniziai a tirare cose per terra, a rompere di tutto, tanto che non potevo crederci. Come poteva essere successo in una sera? perchè proprio a me? mi facevo mille domande ma a nessuna di queste trovai una risposta. "Le persone che muoiono qui dentro cara, tornano ad essere quello che sono veramente. Prendi me ad esempio..Sono morta bella e giovane, ma la mia anima ha sempre avuto qualcosa di vecchio e meschino, e guardami adesso? ti sembro giovane e bella? questa sei veramente tu Violet, è come sarai per l'eternità piccola mia." Disse poi con tono fin troppo tranquillo Moira. La osservai per qualche secondo scioccata, come poteva dirmi quelle parole? avrei preferito far morire anche il mio spirito piuttosto che restare per sempre così. buttai un'urlo spingendo mia madre e Moira, uscii di casa, mi misi nel giardino a piangere, non volevo vedere nessuno. Non riuscivo più nemmeno a pranzare con gli altri, non avevo fame, volevo tornare ad essere magra, anoressica! e non un'obesa del cazzo. "tanto comunque sia che mangi o meno le cose non cambiano." mi disse jake. Jake era uno dei due bambini gemelli morti qui dentro poco prima di noi, uno tipico a combinare guai. "jake vattene, non voglio vedere nessuno." "ti sto solo facendo capire che non puoi scappare da te stessa. se questo è quello che sei veramente devi accettarlo Harmon, non puoi cambiare una volta che muori." "e tu? tu non sei cambiato di una virgola invece. perchè?." "perchè sono sempre stato così violet, intento a fare del male, razzista, ma allo stesso tempo piccolo e ingenuo. tu in tutti questi anni non hai saputo controllare il tuo corpo, e ti sei convinta di essere la ragazza depressa e anoressica della casa, ma non hai mai guardato il passato, che sfortunatamente serve per andare avanti Violet. Se ti dimentichi com'eri ieri come puoi dire di essere migliorata domani? chi ti dice che non sei uguale o peggio, se non ricordi?" disse allontanandosi. Effettivamente aveva ragione, come potevo dire di essere migliorata se non ho mai guardato come ero prima? magari ero peggiorata senza saperlo, magari da morta stavo impazzendo. Da quella sera, praticamente ogni notte la passavo immersa nelle lacrime, e nel dolore. Provare dolore per se stessi è molto più doloroso che provare dolore per qualcuno. Tenevo le ginocchia al petto con le cuffiette messe a tutto volume, non mangiavo perchè tanto non ne avevo bisogno..mi chiudevo sempre di più in me stessa, era peggio di essere viva. Decisi così, per alleviare il dolore di chiamare uno spirito, di nome Mirtle, per capire come potevo fare a ricordare come si dimentica. Mirtle apparve in camera mia, e non era per niente come mi aspettavo. In viso mi assomigliava molto, aveva dei lunghi capelli rosso fuoco, e un sorriso del tutto innocente. Avrà avuto al massimo 17 anni, e sembrava tutto tranne che una figura delle tenebre. "perchè mi hai evocato?" "i-io, non riesco più a stare bene con me stessa Mirtle, e mi hanno detto che tu potevi darmi una mano." "hahaha certo che posso Violet, io sono la tua stessa figura, la tua coscenza, la tua depressione. Resterò qui ad aiutarti, ma niente si fa per niente mia cara." "di cosa hai bisogno in cambio.." "una condivisione di anima" "una cosa?" "una condivisione di anima. metà della tua anima va a me, l'altra metà a te. Restando in questo mondo anche io devo capire cosa siano i Veri sentimenti. E se in questo lasso di tempo nessuno si innamorerà di me, l'accordo salta Violet." "ma che significa? non puoi essere amata a comando Mirtle." "infatti non voglio essere amata a comando, mi innamorerò, lui si innamorerà eccetera, per ora l'accordo e questo Violet, e inizierò tutto domani." disse per poi guardare il tetto e sparire. mi sentivo così tanto persa in me stessa, avevo paura che nemmeno Mirtle riuscisse a darmi una mano, poi con questo assurdo accordo che abbiamo fatto.. non credo che ci siano speranze. Mi lasciai tutto alle spalle e poi provai ad addormentarmi, fiduciosa di aver fatto la cosa giusta. Il giorno successivo Mirtle si presentò nuovamente in camera mia, facemmo questo accordo, e con una stretta di mano tutto iniziò. " per prima cosa devi ricordare Violet, senza ricordi non si può andare avanti. Immagino che qualche teppistello qui dentro te lo abbia gia detto." aggiunse sorridendo. Aveva un'aria strana mentre sottolineava quelle parole, si guardava attorno, come se anche lei potesse vedere Jake. "in effetti si, mi hanno già avvisata. Ma ancora non riesco a capire perchè il passato ritorna. Voglio dire il solo dover tornare così da morti, automaticamente è far tornare il passato." "il passato ritorna perchè una volta che muore il corpo è l'anima a rigenerarsi, Violet. Ormai tu sei solo anima, e non ci potrà mai essere niente di più puro. Hai venduto metà della tua purezza a me per stare meglio, senza pentirtene, questo fa di me un demone tesoro, potrò anche aiutarti e avere un carattere docile, ma gli angeli non chiedono in cambio di questo metà della tua anima." aggiunse con tono tranquillo e controllato "forse hai ragione, ma cosa posso dirti, ormai non mi fa più differenza se essere aiutata da un'angelo o da un demone." "beh, l'accordo l'hai preso con me, quindi lascia che sia io ad entrare in azione." disse per poi dissolversi nel nulla. Non ebbi neanche il tempo di voltarmi verso la porta che al piano di sotto suonò il campanello. Come al solito Moira si affrettò dalla cucina al salone principale per andare ad aprire, e quando lo fece, dall'alto delle scale, vidi Mirtle vestita come una comune mortale, sorridere davanti la porta chiedendo a Moira se la casa fosse in vendita. "in teoria si signorina, ma credo che debba cercare la signora Effie per questo." gli rispose "Effie? sarebbe la promoter per la casa? come posso rintracciarla?" "ecco qui" disse porgendogli un bigliettino con su scritto il numero. "molto bene grazie, tornerò nel pomeriggio arrivederci." disse per poi andarsene. Non passarono poi tanti minuti, all'incirca 10 o 15 che il campanello suonò di nuovo. Era di nuovo Mirtle che avvisava Moira che gli era stata venduta la casa, se così si può dire. "L'agenzia ha deciso di regalarmi questo.. ehm.. come hanno detto?.. ah si! gioiello americano. Quindi adesso la casa, tu e gli altri domestici, siete miei." disse sorridendo. Nel giro di tre giorni Mirtle aveva ormai conosciuto tutti in casa, avvisò tramite un'urlo che poteva vedere e sentire tutti gli spiriti rinchiusi li dentro, e che quindi preferiva che si fossero presentati invece di nascondersi. A pochi giorni dal suo arrivo iniziò a parlare con mio padre del mio carattere, della mia psicologia di vita, di come ero fatta insomma.. sapeva tutto alla lettera anche se io non gliene avevo mai parlato, era impressionante, ma che posso dirvi.. da morta una non si deve stupire di nulla. "sua figlia era rimasta sola. Non lo era davvero ma la sua mente si era ormai convinta così. Convinta che il male la circondasse non fece altro che allontanare tutti. Le persone erano il suo dolore, e lei il dolore non aveva più intenzione di provarlo. Ecco che con grande saggezza, scappò via da quello che sembrava essere diventata una fossa piena di serpenti per lei, perchè la vita è esattamente così, se cadi in una fossa piena di serpenti non li uccidi, scappi, signor Harmon." gli disse durante una delle loro "profonde" discussioni. Davanti a discorsi come questo mio padre rimaneva totalmente in silenzio, forse non era più tagliato per fare lo psicologo, forse adesso era lui ad avere bisogno di ascoltare senza aggiungere la sua. Potevo stare li ad ascoltarli senza farmi vedere, tranne per Mirtle, essendo una specie di demone lei ci vede sempre e comunque. Dopo essere rimasto in silenzio per dieci secondi contati di orologio, mio padre iniziò pure a parlare di me, mi voleva bene ma non riusciva a capirmi, Mirtle parlava di me come se fossi io a parlare, papà parlava di me come se fossi una sua paziente, e a quanto pare con Mirtle la regola del segreto professionale non valeva più di tanto. Succedevano sempre più stranezze in quella casa, Mirtle mi stava aiutando davvero, perchè sapeva che stavo li ad ascoltare quando parlava con mio padre, quindi automaticamente era come se stesse parlando con me. Nel giro di qualche settimana iniziai a vedere tutto leggermente meglio, tornai di sotto durante gli orari dei pranzi,e tornai a parlare con Evan, uno dei ragazzi morti li durante il periodo della seconda guerra mondiale. Insomma, grazie a Mirtle mi ricordai com'ero io in passato, iniziai a ricordare tutte le gite fatte coi miei genitori e anche tutte le volte che mi buttavano fuori da scuola. Col tempo ricordai tutto il mio passato, e mi resi conto che ricordare fa male ma non è male, se non riesci a ricordarti o eviti di ricordare chi eri, non potrai mai scoprire se domani starai meglio di ieri. come quando si è in vita, ma non immaginavo volesse dire questo. L'indomani mattina mi svegliai sul pavimento della cucina, erano ancora le 05:45, ma il mondo sembrava essere cambiato completamente per me. Mi alzai lentamente, mi faceva male dappertutto per colpa delle troppe volte che caddi la notte precedente, e quando poi andai in bagno per lavarmi la faccia, la mia vita cambiò completamente. Buttai un'urlo talmente forte da svegliare quasi tutti i componenti della casa, e non erano pochi. Mi guardai e riguardai allo specchio cercando una soluzione o almeno un motivo al perchè fossi diventata così. Mia madre e Moira si precipitarono in bagno, e non appena aprirono la porta, una figura di me di 3 anni fa, quando pesavo 83kg, per poco meno di 1.70 di altezza. Iniziai ad entrare nel panico, quando avevo quel fisico nessuno voleva starmi vicino e io stessa mi odiavo più di ogni altra cosa. Iniziai a tirare cose per terra, a rompere di tutto, tanto che non potevo crederci. Come poteva essere successo in una sera? perchè proprio a me? mi facevo mille domande ma a nessuna di queste trovai una risposta. "Le persone che muoiono qui dentro cara, tornano ad essere quello che sono veramente. Prendi me ad esempio..Sono morta bella e giovane, ma la mia anima ha sempre avuto qualcosa di vecchio e meschino, e guardami adesso? ti sembro giovane e bella? questa sei veramente tu Violet, è come sarai per l'eternità piccola mia." Disse poi con tono fin troppo tranquillo Moira. La osservai per qualche secondo scioccata, come poteva dirmi quelle parole? avrei preferito far morire anche il mio spirito piuttosto che restare per sempre così. buttai un'urlo spingendo mia madre e Moira, uscii di casa, mi misi nel giardino a piangere, non volevo vedere nessuno. Non riuscivo più nemmeno a pranzare con gli altri, non avevo fame, volevo tornare ad essere magra, anoressica! e non un'obesa del cazzo. "tanto comunque sia che mangi o meno le cose non cambiano." mi disse jake. Jake era uno dei due bambini gemelli morti qui dentro poco prima di noi, uno tipico a combinare guai. "jake vattene, non voglio vedere nessuno." "ti sto solo facendo capire che non puoi scappare da te stessa. se questo è quello che sei veramente devi accettarlo Harmon, non puoi cambiare una volta che muori." "e tu? tu non sei cambiato di una virgola invece. perchè?." "perchè sono sempre stato così violet, intento a fare del male, razzista, ma allo stesso tempo piccolo e ingenuo. tu in tutti questi anni non hai saputo controllare il tuo corpo, e ti sei convinta di essere la ragazza depressa e anoressica della casa, ma non hai mai guardato il passato, che sfortunatamente serve per andare avanti Violet. Se ti dimentichi com'eri ieri come puoi dire di essere migliorata domani? chi ti dice che non sei uguale o peggio, se non ricordi?" disse allontanandosi. Effettivamente aveva ragione, come potevo dire di essere migliorata se non ho mai guardato come ero prima? magari ero peggiorata senza saperlo, magari da morta stavo impazzendo. Da quella sera, praticamente ogni notte la passavo immersa nelle lacrime, e nel dolore. Provare dolore per se stessi è molto più doloroso che provare dolore per qualcuno. Tenevo le ginocchia al petto con le cuffiette messe a tutto volume, non mangiavo perchè tanto non ne avevo bisogno..mi chiudevo sempre di più in me stessa, era peggio di essere viva. Decisi così, per alleviare il dolore di chiamare uno spirito, di nome Mirtle, per capire come potevo fare a ricordare come si dimentica. Mirtle apparve in camera mia, e non era per niente come mi aspettavo. In viso mi assomigliava molto, aveva dei lunghi capelli rosso fuoco, e un sorriso del tutto innocente. Avrà avuto al massimo 17 anni, e sembrava tutto tranne che una figura delle tenebre. "perchè mi hai evocato?" "i-io, non riesco più a stare bene con me stessa Mirtle, e mi hanno detto che tu potevi darmi una mano." "hahaha certo che posso Violet, io sono la tua stessa figura, la tua coscenza, la tua depressione. Resterò qui ad aiutarti, ma niente si fa per niente mia cara." "di cosa hai bisogno in cambio.." "una condivisione di anima" "una cosa?" "una condivisione di anima. metà della tua anima va a me, l'altra metà a te. Restando in questo mondo anche io devo capire cosa siano i Veri sentimenti. E se in questo lasso di tempo nessuno si innamorerà di me, l'accordo salta Violet." "ma che significa? non puoi essere amata a comando Mirtle." "infatti non voglio essere amata a comando, mi innamorerò, lui si innamorerà eccetera, per ora l'accordo e questo Violet, e inizierò tutto domani." disse per poi guardare il tetto e sparire. mi sentivo così tanto persa in me stessa, avevo paura che nemmeno Mirtle riuscisse a darmi una mano, poi con questo assurdo accordo che abbiamo fatto.. non credo che ci siano speranze. Mi lasciai tutto alle spalle e poi provai ad addormentarmi, fiduciosa di aver fatto la cosa giusta. Il giorno successivo Mirtle si presentò nuovamente in camera mia, facemmo questo accordo, e con una stretta di mano tutto iniziò. " per prima cosa devi ricordare Violet, senza ricordi non si può andare avanti. Immagino che qualche teppistello qui dentro te lo abbia gia detto." aggiunse sorridendo. Aveva un'aria strana mentre sottolineava quelle parole, si guardava attorno, come se anche lei potesse vedere Jake. "in effetti si, mi hanno già avvisata. Ma ancora non riesco a capire perchè il passato ritorna. Voglio dire il solo dover tornare così da morti, automaticamente è far tornare il passato." "il passato ritorna perchè una volta che muore il corpo è l'anima a rigenerarsi, Violet. Ormai tu sei solo anima, e non ci potrà mai essere niente di più puro. Hai venduto metà della tua purezza a me per stare meglio, senza pentirtene, questo fa di me un demone tesoro, potrò anche aiutarti e avere un carattere docile, ma gli angeli non chiedono in cambio di questo metà della tua anima." aggiunse con tono tranquillo e controllato "forse hai ragione, ma cosa posso dirti, ormai non mi fa più differenza se essere aiutata da un'angelo o da un demone." "beh, l'accordo l'hai preso con me, quindi lascia che sia io ad entrare in azione." disse per poi dissolversi nel nulla. Non ebbi neanche il tempo di voltarmi verso la porta che al piano di sotto suonò il campanello. Come al solito Moira si affrettò dalla cucina al salone principale per andare ad aprire, e quando lo fece, dall'alto delle scale, vidi Mirtle vestita come una comune mortale, sorridere davanti la porta chiedendo a Moira se la casa fosse in vendita. "in teoria si signorina, ma credo che debba cercare la signora Effie per questo." gli rispose "Effie? sarebbe la promoter per la casa? come posso rintracciarla?" "ecco qui" disse porgendogli un bigliettino con su scritto il numero. "molto bene grazie, tornerò nel pomeriggio arrivederci." disse per poi andarsene. Non passarono poi tanti minuti, all'incirca 10 o 15 che il campanello suonò di nuovo. Era di nuovo Mirtle che avvisava Moira che gli era stata venduta la casa, se così si può dire. "L'agenzia ha deciso di regalarmi questo.. ehm.. come hanno detto?.. ah si! gioiello americano. Quindi adesso la casa, tu e gli altri domestici, siete miei." disse sorridendo. Nel giro di tre giorni Mirtle aveva ormai conosciuto tutti in casa, avvisò tramite un'urlo che poteva vedere e sentire tutti gli spiriti rinchiusi li dentro, e che quindi preferiva che si fossero presentati invece di nascondersi. A pochi giorni dal suo arrivo iniziò a parlare con mio padre del mio carattere, della mia psicologia di vita, di come ero fatta insomma.. sapeva tutto alla lettera anche se io non gliene avevo mai parlato, era impressionante, ma che posso dirvi.. da morta una non si deve stupire di nulla. "sua figlia era rimasta sola. Non lo era davvero ma la sua mente si era ormai convinta così. Convinta che il male la circondasse non fece altro che allontanare tutti. Le persone erano il suo dolore, e lei il dolore non aveva più intenzione di provarlo. Ecco che con grande saggezza, scappò via da quello che sembrava essere diventata una fossa piena di serpenti per lei, perchè la vita è esattamente così, se cadi in una fossa piena di serpenti non li uccidi, scappi, signor Harmon." gli disse durante una delle loro "profonde" discussioni. Davanti a discorsi come questo mio padre rimaneva totalmente in silenzio, forse non era più tagliato per fare lo psicologo, forse adesso era lui ad avere bisogno di ascoltare senza aggiungere la sua. Potevo stare li ad ascoltarli senza farmi vedere, tranne per Mirtle, essendo una specie di demone lei ci vede sempre e comunque. Dopo essere rimasto in silenzio per dieci secondi contati di orologio, mio padre iniziò pure a parlare di me, mi voleva bene ma non riusciva a capirmi, Mirtle parlava di me come se fossi io a parlare, papà parlava di me come se fossi una sua paziente, e a quanto pare con Mirtle la regola del segreto professionale non valeva più di tanto. Succedevano sempre più stranezze in quella casa, Mirtle mi stava aiutando davvero, perchè sapeva che stavo li ad ascoltare quando parlava con mio padre, quindi automaticamente era come se stesse parlando con me. Nel giro di qualche settimana iniziai a vedere tutto leggermente meglio, tornai di sotto durante gli orari dei pranzi,e tornai a parlare con Evan, uno dei ragazzi morti li durante il periodo della seconda guerra mondiale. Insomma, grazie a Mirtle mi ricordai com'ero io in passato, iniziai a ricordare tutte le gite fatte coi miei genitori e anche tutte le volte che mi buttavano fuori da scuola. Col tempo ricordai tutto il mio passato, e mi resi conto che ricordare fa male ma non è male, se non riesci a ricordarti o eviti di ricordare chi eri, non potrai mai scoprire se domani starai meglio di ieri.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: Il Ritorno ***


I miei occhi diventarono strani. Iniziarono facilmente a cambiare colore, ma intendo completamente. Erano diventati di un nero pece, ma non solo le iridi, in generale erano completamente neri. Non riuscivo neanche a capire come cazzo riuscissi a vedere, era strano.. inquietante, e sospettavo parecchio che ci centrasse Mirtle. "Mirtle perchè i miei occhi sono così?!" gli chiesi indicandoli "ti ricordo che hai venduto metà della tua anima a un demone, automaticamente metà del tuo corpo perde le classiche sembianze umane e prende quelle di un demone, in questo caso per un lasso di tempo i tuoi occhi resteranno neri come la pece, ma non sarà per sempre. Molto probabilmente ti scoloriranno le mani, la tua pelle diventerà piena di lividi, o forse i tuoi capelli acquisiranno il colore del sangue, come i miei. Non so dirti di preciso in che modo un'umano reagisce a questo tipo di cose, è il primo accordo che faccio dopo secoli di esistenza." "teoricamente potrei anche morire ma tu non me lo hai detto?!" "ma tesoro mio caro tu sei già morta. E' comunque interpretando il tuo 'morire' con 'sparire' allora no Violet, non sparirai. Uno spirito sparisce soltanto quando si consuma definitivamente la sua anima." "ma a te ne ho già venduta metà" "metà Violet non tutta! potrai 'campare' se così si può dire per milioni di secoli a venire con metà anima." "beh non so ma mi sembra strano, e poi in tutto questo sto iniziando a riprovare emozioni, è strano davvero." "tesoro io non sono mica qui per nulla. Tu mi hai evocato quasi come se ti servisse una medicina, hai perso sei chili in un mese e mezzo e stai riacquistando la capacità di provare sentimenti, la cura funziona e a te sembra strano? io non ho mai avuto dubbi sui miei poteri." "Non sono poteri Mirtle, è solo una tua capacità psicologica." "pensala come vuoi Violet, fatto sta che la cura funziona e che quindi, qualunque siano gli effetti collaterali, non puoi venirti a lamentare." disse sparendo per l'ennesima volta. Io non mi stavo lamentando stavo solo cercando di capire il perchè, di certi effetti. Con il passare dei giorni seguenti io e Mirtle stavamo sempre fuori a parlare del passato e dei nostri problemi, mi aiutava molto farlo, e a giudicare dall'espressione di Mirtle aiutava anche lei. "ho preso una decisione comunque, Mirtle." "e quale sarebbe?" "voglio fare tornare Tate.". Il suo volto si impietrosì per qualche secondo, per poi rispondermi con tono tremolante.. "T-tate?" "si, sai il ragazzo di cui ti avevo parlato.." "T-tate Langdon?" "ssi, perchè?" esitò qualche secondo prima di darmi una risposta.. "non.. non puoi farlo entrare in questa casa.. non Tate. Te lo vieto Violet, sei ancora poco pronta a questo." disse alzandosi. "ma che dici sono pronta eccome! sono stata la ragazza di Tate saprò gestirlo credimi" gli dissi avvicinandomi come per poggiargli una mano sulla spalla, ma lei si scansò. "Ho detto no Violet. Il caso è chiuso." "Ma perchè?!" "perchè no. ti basta come risposta?" "ovviamente no Mirtle! se le tue cure stanno facendo effetto perchè non posso far tornare Tate?" "perche le cure funzionano proprio perchè non c'è Tate! Tate è l'oscurità Violet, non ti ricordi che glielo avevi detto anche tu?! Non voglio puntini sulle I quando io dico qualcosa, se ho detto no, è no.!" "scusami Mirtle, ma sei anche un'anno più piccola di me quindi che potere hai per dirmi cosa fare?" "che potere ho dici?" disse in maniera inquietante e col solo guardarmi negli occhi mi fece accasciare per terra, quasi come se mi stessero torturando dall'interno. "che potere ho dici?! non osare rivolgerti così a me ragazzina. Avrò anche 16 anni ma ti ricordo che vivo in questo mondo da ormai 9 secoli!" disse come per far smettere quella specie di maledizione. "ti ricordo anche, che io sono una creatura di altro mondo, del basso per essere precisi.. e i demoni si incazzano facilmente quindi adesso, porta quel culo in camera tua e prega fino a stasera satana che non decida di levarti senza il tuo consenso quel che resta della tua anima." disse fredda per poi sparire. Ero spaventatissima, non sapevo esistessero creature con 'poteri magici' se così si può dire, corsi in camera mia e chiudendomi a chiave iniziai a pregare verso Satana che sua figlia Mirtle non mi facesse del male. Ma cosa credevo di fare? mettermi contro la figlia del diavolo? sarà cosa mi è passato per testa.

MIRTLE PDV. (PUNTO DI VISTA)

Non appena lasciai Violet li per terra spaventata, volai via nel retro della casa. Scoppiai a piangere al solo pensare a quelle parole dette, da quella ragazza che ancora, non aveva conosciuto il vero significato del Morire. Piangevo, perchè mentre aiutavo lei a stare bene, avevo conosciuto anche Tate, che se ne stava costantemente nel retro della casa ad aspettare che un giorno, Violet gli avesse permesso di tornare. Non volevo vederli assieme, mi ero ormai affezionata a Tate, tramite esso stavo capendo cosa volesse dire amare, lui mi faceva capire. "Mirtle? che hai?" disse Tate in lontananza avvicinandosi "n-nulla Tate tutto bene" dissi asciugandomi le lacrime "tutto bene non mi sembra, qualcosa va male con la mia principessa?" sollevai lo sguardo verso l'orizzonte non appena sentii la parola principessa. "ecco, si, qualcosa va male." "gli è successo qualcosa?" mi chiese preoccupato "ma no Tate, lei sta bene, teoricamente sarebbe già pronta ad accoglierti di nuovo in casa ma..." "ma?" mi chiese insistente "ma sono io a non volere il tuo ritorno. Tate, tu mi hai fatto capire cosa vuol dire amare, cosa vuol dire provare dolore.. tu mi hai reso più umana, non posso lasciarti andare." "peccato che questa non è una decisione che spetta a te Mirtle." disse freddo sollevandosi da terra "come hai potuto costringerla a non farmi tornare? perchè l'hai torturata solo perchè ha messo in discussione i tuoi poteri? ti sei dimenticata perchè sei qui? sei qui per aiutare lei, non te stessa! tu resterai sempre e comunque una creatura senz'anima, e se credevi di poter avere anche la minima possibilità di stare con me, ti sbagliavi." disse per poi andarsene. "ma io..." sussurrai restando ferma nello stesso punto, e strisciando la schiena contro il muro scivolai fino a terra in lacrime. Mi addormentai per il tanto mal di testa accumulato, piansi per due ore di fila, e crollai nel sonno automaticamente. Mi svegliò il rumore di delle ambulanze, erano nella via dopo casa nostra ed erano in tante, non capivo cosa fosse successo ma volevo andare a controllare. Quando mi avvicinai, vidi un bagno di sangue. Sette se non Dieci ragazzi del liceo statale di New Orleans avevano subito un gravissimo incidente d'auto. Su sette persone ne erano sopravvissute solo due, ma la curiosità mi spinse oltre. Il giorno dopo andai all'ospedale per vedere chi fossero i due ragazzi. Mi bastava stringergli la mano per sapere chi fossero, come avvenne l'incidente, e perchè avvenne. Appena arrivai aspettai che i genitori di entrambi i ragazzi se ne fossero andati, poi entrai furtivamente nella loro stanza e iniziai col stringere la mano al ragazzo più grave, in come farmacologico. Ci provai e riprovai ma il coma mi impediva di vedere attraverso i suoi ricordi, così mi spostai sull'altro. Lui non era tanto grave, aveva solo una gamba e una costola fratturati, e qualche lesione minore in testa. Gli strinsi la mano e iniziò un'enorme flash di immagini. Si vedevano chiaramente questi ragazzi entarre ad una festa e ubriacarsi, tutta la serata per loro era stata un vero sballo. Poi tornarono sul pullman e come se fosse niente il ragazzo che guidava si addormentò, fu questo a causare l'incidente. Si vedeva chiaramente anche la scena dove i corpi dei restanti cinque ragazzi erano stati praticamente spezzettati in più e più parti, poi vidi qualcosa di molto strano. Si vedeva in maniera non completamente nitida un ragazzo che, almeno secondo quella nitidezza sembrava la fotocopia di Tate, così staccai la mano dal ragazzo, un pò sorpresa, un pò spaventata. Corsi fuori dalla stanza e guardando dritta negli occhi l'infermiera di turno la costrinsi a dirmi dove si trovavano i corpi dei restanti ragazzi morti. "Questo ospedale. Piano terra. Obitorio." rispose imbambolata. Corsi di sotto e ad ogni guardia che cercava di fermarmi scoppiava il cervello, ma nel vero senso della parola. Mi sporcai parecchio di sangue per quante teste feci saltare, ma poi alla fine arrivai e avevo ragione, quel ragazzo era identico a Tate, era smontato come un personaggio dei Lego, e nonostante l'avessero ricucito i medici faceva abbastanza impressione. Lo guardai e nonostante il suo corpo giaceva morto sul lettino, avrei comunque potuto vedere i suoi ultimi ricordi. Si chiamava Kyle, Kyle Spencer, frequentava il quarto anno di liceo ed era un ragazzo dolcissimo. Aiutava sua mamma come poteva ed era praticamente l'uomo di casa, visto che dai ricordi si capisce perfettamente che suo padre era morto, me ne innamorai appena lo vidi, così tentai l'impossibile poggiandogli una mano sulla fronte, e tenendogli l'altra stretta alla mia..

"Quod Ad Vitam.

Et Apparentia Character."

dissi più e più volte. Era un'incantesimo Latino, che tradotto significava letteralmente "Riportare in vita. Carattere e sembianze.". Continuai a ripetere quell'incantesimo sempre con più intensità, fino a tremare io stessa per la tanta energia che ci stavo mettendo. A un certo punto smisi di ripetere le parole e lasciai la mano a Kyle. L'incantesimo su di lui non funzionava, non tornava in vita, quindi ci rinunciai. Rimasi comunque li ad osservarlo per qualche minuto, era così bello... avrebbe affascinato una qualunque ragazza se non anche ragazzo che gli fosse spuntato davanti. Alla fine me ne andai, tornai a casa dispiaciuta perchè quel ragazzo mi piaceva davvero.. ma non potevo farci nulla se i miei poteri su di esso non facevano effetto. Rientrai in casa, e salii subito nella stanza di Violet. Tate stava messo dietro la finestra, lei non poteva vederlo ma lui restava sempre li, ad osservarla piangere, perchè non poteva tornare. Violet piangeva e non appena vide che ero io buttò un urlò tirandosi le gambe sul letto. "N-non voglio farti del male io, oggi ho sbagliato. Non dovevo trattarti in quel modo e non dovevo impedirti di far tornare Tate, del resto hai ragione, chi sono io per mettermi tra voi due? puoi farlo tornare tranquillamente e.. le nostre 'sedute' se così possiamo chiamarle da oggi in poi diminuiranno. Sai ho finalmente trovato qualcuno da andare a visitare all'obitorio quindi, Okay, mi dileguo.. a domani allora." dissi sorridente uscendo dalla porta "a-a domani." mi rispose Violet ancora spaventata. Non appena chiusi la porta della sua stanza mi precipitai di sotto e senza pensarci due volte tornai in ospedale. Ho dovuto scoppiare un'altra testa di cazzo per scendere li sotto ma non importava, non era la prima volta che mi sporcavo di sangue. Mi sedetti vicino al corpo di Kyle, e iniziai a raccontargli per filo e per segno della mia vita. Arrivai al punto che mi stavo quasi addormentando, così, almeno per un'ultima volta, gli presi la mano e gli poggiai l'altra sulla fronte. "Quod At Vitam. Et Apparentia Character." pronunciai stanca morta. Poggiai la testa sul bordo del lettino, e sentendo poi una strana vibrazione nell'aria precipitai da sopra la sedia a per terra. L'aria sembrava essersi congelata li sotto, molti degli scaffali tremarono e tutta per una manciata di secondi. Poi smise improvvisamente, e tramite uno spettacolare primo piano, Gli occhi di Kyle, si aprirono.

 

Questa è Mirtle. La fotocopia di Violet coi capelli rossi e gli occhi verde scuro, una strega, un demone, una ragazza nascosta.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: Una Prova Da Superare ***


Mi sollevai subito da terra e vidi Kyle sveglio. Sospirai avvicinandomi a lui, sembrava così spaventato e confuso.. era giusto gli spiegassi. “Kyle, Kyle sono Mirtle.. mi senti?” provai a ripetere piu volte. Come poteva sapere chi ero? Non mi aveva mai conosciuta.. dovevo mettere dei falsi ricordi di me nella sua testa, obbligatoriamente.
“Mente Intrare. Momento Selecte. Recordantur Quod Dicam. Evnter Quod Selecte. Promuncio Votum Prementes.”
Continuai a ripetere. Quest’incantesimo avrebbe messo un determinato ricordo creato da me di noi due assieme.. così avrebbe capito chi ero. Avevo deciso di fargli ricordare di una semplice amicizia, iniziata non troppo tempo fa ma intesa. Si vedevano queste stupende scene a rallentatore di me e lui felici assieme, quasi come fossimo migliori amici o fidanzati. Poi cercai di richiamarlo, e i tentativi funzionarono. Kyle voltò lo sguardo verso di me, e dopo qualche secondo con un filo di voce sussurrò il mio nome. Ero felicissima non solo perché Kyle era finalmente tornato in vita, ma perché essendo riuscita in due degli incantesimi più difficili, significava che anche i miei poteri si stavano amplificando. Cercai di sollevarlo facendolo sedere sul lettino dove giaceva qualche minuto prima, ci iniziai a parlare e gli chiesi come stava, e tutto sembrava essere nei parametri del normale, se non per il fatto che essendo stato riportato in vita, anche Kyle era un demone. Anche lui avrebbe sviluppato qualche potere, magari di minore importanza ma anche la semplice chiarovegenza gli sarebbe tornata utile. “Kyle vivere in questo mondo adesso potrebbe sembrarti diverso, ormai sei una creatura di altro mondo, non sei come gli altri.. questo lo capisci, vero?” “certo che lo capisco, la cosa che non capisco è perché non mi hai detto prima che potevi anche riportare in vita le persone. Puoi appiccare un fuoco, lo ricordo bene ma che potevi tornare la vita alla gente, no questo no.” “b-beh non te l’ho detto prima perche prima non lo sapevo nemmeno io. Ho sperimentato su di te per la prima volta e ha funzionato, tutto qui.” “ma allora perché non riportare in vita anche gli altri?” “perché i miei poteri non sono sufficienti per tutti Kyle, e quando lo saranno di loro ci saranno ormai solo ossa.” Dissi come dispiaciuta. Non appena provai a continuare il discorso mi squillò il cellulare.. “scusami un secondo” dissi spostandomi di qualche centimetro per rispondere. Era il consiglio, non chiamano mai a meno che non ci fosse un’emergenza, e il fatto che ci dovesse essere un’emergenza proprio in quel momento, mi infastidiva. “pronto?” “domani a mezzogiorno, tu assieme ad altre sei delle tue compagne, dovrete eseguire le sette meraviglie piu uno Mirtle, non puoi mancare.” Disse una voce sconosciuta per poi chiudere il telefono. “aspetta. Pronto? Pronto?!” dissi inutilmente. La chiamata era gia chiusa e io stavo urlando contro nessuno. “tutto bene?” mi chiese poi Kyle “s-si scusami anzi.. solo che, cavolo non so se sono pronta per domani voglio dire, le sette meraviglie si eseguono dopo i 25 anni, e io ne ho solo 16! Dio chissà che combinerò.” “le sette meraviglie, hai detto?” “le sette meraviglie sono sette diversi poteri che deve avere un demone o una strega per diventare suprema, solo che da tre anni a questa parte il consiglio ha cambiato le carte in gioco. Adesso bisogna avere quattro supreme in carica di cui due sole definite le più potenti in assoluto. A causa di questo è stato aggiunto un’ottavo potere che bisogna avere per poterci rientare. E cioè la capacità di auto difendersi. Gli altri ricordano: Telecinesi, Concilium, Trasmutazione, Divinazione, Vitalum Vitalis, Descensum e Pirocinesi. La telecinesi è la capacità di prendere un’ogetto senza dover arrivare fino al punto dove è collocato, come l’incantesimo ‘accio’ in harry potter in poche parole. Il concilium invece, è il controllo della mente. La trasmutazione è la capacità di autotrasportarsi in un luogo ben definito, basta guardare quel luogo per arrivarci. La Divinazione invece, ti consente ti edentificare una persona attraverso un’ogetto, basta che tocchi un suo oggetto e potrai sapere tutta la storia del leggittimo proprietario. Il vitalum vitalis è quello che ho praticato su di te poco fa, la capacità di tornare e far tornare in vita. Il descensum invece, è la capacità di andare e tornare dall’inferno. La pirocinesi è la capacità di accendere un fuoco o una semplice fiamma ovunque. E infine c’è il defensionem, ovvero la capacità di auto difendersi, materializzando o acquistando poteri che possono aiutare nell’auto difesa. Queste sono le sette meraviglie piu uno, Kyle.” Gli spiegai. “wow, non sapevo ci volesse tanto per diventare suprema.” “è una vita complicata, ma allo stesso tempo stupenda. Solo che sono spaventata da quello che potrebbe succedere domani, oltre al fatto che per creare una cerimonia di passaggio così improvvisa, vorrà dire che le supreme in carica sono morte.” “morte?” “si, morte. È quello che succederà a me domani molto probabilmente.” “perché dici così?” “perché se non riesci a superare una delle otto prove, ti desintegri. E’ risaputo che chi partecipa alle sette meraviglie più uno, se non supera la prova muore.” "beh, io non lo sapevo. E non ci tengo a vederti morire quindi tu domani li non ci vai." "Kyle, capisco la tua preoccupazione credimi, ma devo andarci. Non posso scegliere se andare o meno, il consiglio mi fa un culo così se non mi presento." "ci parlo io con questo consiglio, ma tu domani non vai." "morire sicuramente se neanche ci provo, perchè il consiglio.." "il consiglio non è nessuno per scegliere quando dove e come far finire la tua vita. Quindi discorso chiuso Mirtle, tu domani non vai." disse per poi alzarsi ed uscire dalla stanza. "Ma ti sembra un modo normale di reagire? neanche fossi mio padre!" "ma non capisci che ci tengo a te? non capisci che non posso permettermi di vederti morire, perchè non sono io quello che sa riportare in vita? non voglio vedere la tua vita volare via dalle mie braccia Mirtle! E' per questo che non posso approvare la tua scelta di andare." disse afferrandomi per le braccia. Quasi mi faceva male, ma in quel momento non facevo caso a quello.. ero più preoccupata per la sincera espressione negli occhi di Kyle, che per il dolore. "Non è una mia decisione Kyle. Il consiglio verrebbe fino a casa a cercarmi.." "lascia che vengano, e non avrete più un consiglio Mirtle. Quindi ti prego, non andare.. te lo sto chiedendo con sincerità piccola." lo osservai per qualche secondo.. si era anche inginocchiato ad abbracciare le mie gambe, e poi gli risposi "okay." "davvero?" "ma ad una condizione." "tutto quello che vuoi." "devi vivere nella casa che ho acquistato. La famosa Murder House, Kyle." "tu sei pazza è pieno di gente morta li dentro." "gente come te, come me. quindi ci stai?" aspettò qualche secondo per rispondermi, ma poi si convinse. Iniziammo a tornare a casa ed eravamo entrambi felicissimi, ci tenevamo per mano e tutto filava liscio come l'olio.. fino a quando non entrammo in casa. "Tate?!" quasi urlò violet "no violet lui è kyle, un mio amico" "stronzate, quello è Tate sporco di sangue e con qualche livido. Che hai fatto questa volta?" "violet ti dico che è Kyle, Tate sta di sopra a dormire te l'assicuro." "come lo sai?" "sto sfiorando la sua maglietta col braccio Violet, divinazione." "non è possibile che esista un ragazzo così simile se non uguale a lui." "certo che è possibile. Tate è morto nel 94, lui ha vissuto fino a ieri nel 2013, nel giro di 10 anni si formano 3 sosia di ogni persona sulla terra, lui è una di quelle." "beh non può stare qui, è casa mia e decido io. Portalo via." "frena ragazzina, la casa adesso è mia se non te ne eri ancora resa conto. Anzi per meglio dire questa casa è di ogni singola persona morta qui dentro, quindi ho tranquillamente il diritto, di portarci gente dentro e di fargliela restare." dissi per poi passargli oltre assieme a Kyle salendo nella mia stanza. "starai bene qui vedrai" "visto il benvenuto non credo." aggiunse lui. "tesoro Violet è una ragazza abbastanza acida e chiusa in se stessa. Lei vede solo Tate, ovunque, è normale che vedere un suo sosia gli faccia uno strano effetto.. quindi tranquillo si abituerà all'idea di averti qui." gli dissi sorridendo. "adesso però riposati. capisco che hai dormito per un giorno pieno ma il morire e il dormire credo siano due cose diverse hahaha, io torno subito." "va bene, notte piccola." "notte Kyle.". Non appena Kyle si addormentò e io tornai in stanza, scrissi una lettera da fargli trovare l'indomani mattina sulla scrivania, riguardava sempre le sette meraviglie.
"Tesoro mio. So che ti avevo promesso che non sarei andata, ma devi capire che non posso permettere a una semplice strega o demone qualunque di comandare la congrega se poi non lo merita. E' giusto che anche io faccia la mia parte tentando di diventare una delle quattro supreme in carica, perchè se ci dovessi rientrare e non ci provassi, avrei automaticamente portato in rovina l'unica casa che ci resta. Non preoccuparti per me, appena arriverò avviserò il consiglio di avvertirti nel caso di minimi danni nei miei confronti, così anche per un piccolo tsglietto, sarai avvisato. So quanto ci tieni a me, per questo devo andare.. perchè nel caso superassi tutte le prove diventerei una delle streghe più potenti del momento. Cercherò di restare, lo farò solo per te, e per Violet ovviamente, ho un'accordo con quella ragazza e non intendo infrangerlo a causa della mia morte. Magari quando leggerai questa lettera io avrò già iniziato le prove, capisco la tua stanchezza dopo essere stato smontato in mille pezzi, e non sarà facile svegliarsi di prima mattina.. devi solo promettermi che, in caso io muoia durante una delle otto prove, ti prenderai cura, di Violet, di Tate, e in generale della casa. Tengo a te più di ogni altra cosa Kyle, quindi non deludermi.. so che tu svolgeresti il compito che ti ho lasciato, anche se spero non si ritenga necessario hahaha. Ironizzazzione sulla mia morte a parte, non farti salire l'ansia e in mia assenza guida tutti verso la strada più giusta. Ricordati sempre quanto cazzo ti voglio bene Kyle Spencer.
Tua Mirtle Lang."
sapevo già che al solo leggere le prime tre righe Kyle sarebbe scoppiato in una crisi di nervi, ho visto i suoi atteggiamenti prima di portarlo in vita, e tra i più forti c'erano le crisi di nervi. Mi dispiaceva un casino doverlo lasciare da solo, ero dispiaciuta anche di non aver potuto mantenere la parola ma dovevo andare, quindi anche se a malincuore, presi la macchina e iniziai a guidare verso quella che sembrava, essere diventata la sfida decisiva della mia vita.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: Bagno Di Sangue ***


Lasciai una lettera anche a Violet, molto più dettagliata dove le spiegavo cosa fossero le sette meraviglie più uno e perchè dovevo eseguirle, aggiunsi anche la frase:

"Non sono certa di poter tornare.. non perchè non sia io a volerlo ma perchè eseguire queste prove è molto pericoloso. Se esegui le sette meraviglie più uno, o ne esci vincitore, o muori provandoci. So bene che abbiamo un'accordo, è per questo motivo che ci proverò in ogni modo, a diventare la prossima suprema o almeno una delle prossime quattro. Sinceramente non voglio diventare una di loro per il potere, quello non mi interessa.. diventare suprema significa anche ritornare definitivamente in vita, ed essere, almeno per un periodo di tempo immortali. Ma ti immagini dover vivere per sempre in questo caos? Io non ci riuscirei. Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla, Violet.. quindi durante la mia spero breve assenza devo assicurarmi che tu non caschi in una delle fosse che l'uomo si crea da solo per distruggersi. Ricordati sempre che il mondo è un brutto posto piccina, e che anche sotto il raggio di sole più forte.. può nascondersi il male.".

Ci provai, ci provai davvero ad assicurarmi che almeno Violet e Kyle fossero avvisati di quello che poteva succedere in mia assenza. In quel preciso periodo, io ero la loro guida, e senza una guida spesso.. si smarrisce la giusta strada. Appena arrivai alla congrega e iniziammo le prove, la mia mente era concentrata esclusivamente su due cose: Proteggere Kyle e Violet, e sopravvivere. "bene ragazze, come sapete la sesta prova è tra le più difficili. Per voi demoni e streghe, sarà una bazzecola scendere all'inferno.. ma il problema è tornare. Avete tempo fino all'alba, dopo di che se non sarete tornate in questo mondo, il vostro corpo si disintegrerà, e di voi non resteranno neanche le ceneri. bene, iniziate!" disse con tono calmo, quasi rilassato l'ultima delle quattro supreme in carica, Grace. Pronunciammo tutte la parola "descensium" e nel giro di poco ci ritrovammo all'inferno. Il dolore sembrava essersi soffermato nel mio corpo.. L'inferno, non è come tutti ce lo immaginiamo.. ognuno ha il suo, è il momento della nostra vita più buio, tutto quello che ci spaventa di più, tutto, in un solo momento. Il mio inferno era il rito di passaggio che i demoni devono eseguire per passare all'altro mondo, un rito doloroso, che richiede sacrifici e una grande, pace psicologica. Sentivo ancora una volta il male, entrare dentro di me fino a ricoprirmi anche le ossa, col suo infernale dolore. La mia vista iniziò a sfocarsi, finchè tutto non diventò nero, poi di nuovo immagini sfocate, poi buio, ancora una volta immagini sfocate, buio. Sentivo il sangue scorrere dal polso del mio braccio sinistro, potevo ancora sentire la lama che passava lentamente sulla mia carne, lacerandone i tessuti fino a farmi sanguinare. Potevo sentire il rumore che il coltello emetteva, a contatto con la mia pelle.. e alla fine quell'urlo straziante che uscì, credo direttamente dalla mia anima per il dolore. I miei capelli si spostarono in avanti, come tutto il mio corpo del resto, mi accasciai a terra, ripensando ai pochi momenti felici della mia vita quasi come fossero flashback. Alternavo ancora una volta la vista sfocata al buio, continuavo a provare dolore, ma non mi arrendevo.. restavo li, a piangere immobile. Nonostante il dolore, nonostante la vista sfocata, in quel momento mi sentii persa, vinta. Vinta dalle lacrime che scendevano sul mio volto, e restavo immobile, delusa della mia minuta disfatta. Poi alzai lo sguardo, ancora in lacrime, ancora sanguinante.. e chiudendo gli occhi mi risvegliai uscendo viva dall'inferno. "complimenti tesoro, sei stata la seconda a tornare, di voi sette rimaste." mi disse poi Grace. La prova era finita, su sette persone, due erano morte in questa sesta, e interminabile prova, perchè non essendo riuscite a tornare, morirono nel loro inferno. La settima prova la superammo tutte, il vitalum vitalis era una cosa scontata ormai, tutte ci riuscivano, e anche in maniera perfetta. All'ottava prova, la prima ragazza che provò il "defensiv" morì provandoci, perchè nel preciso momento il cui si materializzò la sua paura, non riuscì a difendersi e fu uccisa da quest'ultima. Eravamo rimaste in quattro, ormai sapevamo di essere noi le prossime supreme, ma comunque una di noi sarebbe salita in carica dopo, visto che ancora una delle supreme era in vita. Io, Josie e Madison superammo la prova con eccellenza, e ci guadagnammo un posto immediato tra le quattro supreme. Silentia però, l'ultima delle ragazze, non accettò l'idea di dover salire in carica dopo, così offesa si rifiutò di fare l'ultima prova e andò via. "lasciatela stare ragazze, è normale che sia offesa." "ma adesso, chi di noi diventerà una delle due supreme più potenti? perchè una sei tu Grace no?" "si Josie, comunque per questo c'è ancora tempo, l'importante è che il consiglio sia riunito" "l'importante è che la smetti di parlare grace." disse fredda Silentia davanti la porta, e tramite un'incantesimo conficcò un coltello dritto all'addome di Grace. Si poteva sentire il rumore della lama che entrava nel corpo di Grace, faceva davvero impressione. "ma pensavi davvero che a causa tua io avrei aspettato per salire al potere? hahaha no cara mia. così adesso lo prendo il posto di prima suprema, e ovviamente sono anche una delle più potenti. ma proprio per essere sicura che tu non sopravviva... "descensium!"" gli urlò contro. Se una strega lancia un descendium ad un'altra strega, la strega colpita non può più tornare indietro.

Nonostante i tristi avvenimenti ero diventata una delle quattro supreme in carica. Ci vollero ben tre giorni per affermare che io, Josie, Madison e Silentia saremmo diventate le prossime supreme, perchè superare le prove richiedeva tempo e concetrazione. Dopo questi tre giorni dove più che prove, vidi un bagno di sangue tornai a casa. Non ebbi neanche il tempo di aprire la porta che Kyle stava già li davanti. Mi prese per le spalle e mi sbattè contro il muro, gridandomi contro. "dico sei impazzita?! hai presente come mi sono potuto sentire in questi giorni Mirtle? eh?! mi avevi fatto una promessa e non l'hai mantenuta! mi hai preso in giro! e se morivi? e se non tornavi?" disse di fretta con tono incazzato "anche io sono felice di rivederti Kyle." dissi sorridendo appena con un filo di voce "no felice un cazzo Mirtle! nemmeno ti immagini come sono stato.." "lo capisco Kyle è solo che.." "no tu non capisci, io non sento un cazzo. Non sento niente di niente. Crediamo che il dolore sia il sentimento peggiore. Non lo è. Come può qualsiasi cosa essere peggiore di questo eterno silenzio che è dentro me? Come fai a non capire Mirtle? Mi sono innamorato di te. Ti amo adesso e in questo mondo nascosto, ti amo in questo mondo pieno di sorprese dove gli occhi più dolci sono quelli che hanno pianto più lacrime. In questo mondo dove i sorrisi più belli nascondono i segreti più profondi. In questo mondo dove i cuori più nobili hanno subito le peggiori ferite. Vorrei che tu potessi essere dentro il mio corpo solo per un minuto, per sapere come ci si sente ad essere me." disse poi. "Kyle..." dissi con voce strozzata "come puoi esserti innamorato di me? voglio dire di me! Io non sono nulla io non valgo nulla, Kyle. Tu non ti meriti una persona che dentro di se ha solo l'oscurità non, non puoi amarmi. Ho sempre sperato in qualcosa per me, ma tu sei troppo. Mi sono sempre accontentata Kyle, quindi non capisco perchè proprio adesso, devo iniziare a ricevere tutto quello che voglio..." "se io sono tutto quello che vuoi allora prendimi. Non posso oppormi ad un tuo desiderio, non posso oppormi se è anche il mio desiderio.". Lo guardai negli occhi, i miei erano quasi bagnati dalle lacrime, e rimanendo ferma tra la sua forte presa e il muro, abbassai lo sguardo. "Ti sei preso l'impegno di diventare amico di una delle creature più macabre e oscure che esistano. Ti sei accontentato, quando lei provava a farti stare bene. Ti sei impegnato a fargli prendere le giuste strade. Sei sempre stato il suo unico raggio di sole e adesso, adesso vuoi anche prenderti l'impegno di amarla? Questo richiede un grande sacrificio, una vita piena di devozione solo per lei Kyle.. accetteresti tutto questo?" "io sono morto già una volta Mirtle, e sei già morta una volta anche tu. Io ormai possiedo l'eternità sul palmo di una mano, ho tutto il tempo da dedicarti, tutte le attenzioni da prestarti, nel mio piccolo, cercherò di essere il massimo, per te. Quindi si, Mirtle.. voglio riprendermi questa grande responsabilità." disse per poi allentare la presa, lasciandomi libera ma continuando a fissarmi negli occhi. Forse che la presa più forte che Kyle avesse erano proprio gli occhi, se li guardi ti ci perdi dentro, e a quel punto non importa se ti sta tenendo stretta a se o meno, sei comunque incatenata li, ad osservare il suo sguardo. Violet ci raggiunse poco dopo mano nella mano con Tate, stavamo messi fuori tutti e quattro, e che bel quadretto che eravamo, sembravamo i tipici amici fidanzati che fanno le uscite a quattro.. con l'unica differenza che noi vivevamo tutti nella stessa casa.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6: Fine Dei Giochi ***


Con il passare del tempo Violet si abituò alla presenza di Kyle in casa, assieme al resto delle persone che erano costrette a starci, per i primi tre mesi la situazione sembrava essere un po tesa.. poi dopo 9-10 e infine 11 mesi si assestò. Io amavo Kyle, lo amavo più della mia stessa vita.. e per assicurarmi che questo sentimento non svanisse, feci un'incantesimo anche su di me, mettendo gli stessi ricordi che misi a Kyle, ricordandomi comunque però, che non erano veri ricordi. Vivevamo tutti una vita felice li dentro, ad eccezione di qualcuno. I genitori di Violet accettarono Tate, lasciandosi alle spalle il casino successo quando loro erano ancora in vita. I due ragazzi gay si mollarono, e Josh, uno dei due cacciò via Jeremy, facendo si che anche la sua restante anima svanisse nelle profondità del buio. "mi descrivi l'inferno Mirtle?" mi disse Kyle mentre stavamo fuori, nel giardino di casa.. a chiaccherare e a ricordare momenti passati "L'inferno?" "si, mi piace sentirti parlare dei tuoi incubi.. so che ti aiuta buttare tutto fuori, quindi forza, porta il tuo inferno in superficie e descrivilo, descrivilo bene però, perchè i nostri incubi non sono facili da descrivere, e non c'è gusto se non riesci ad immaginare un'incubo." "beh.. Il mio inferno sono io. Intendo dire, chi non si considera un'inferno? L'inferno racchiude le nostre più grandi paure, rischi che non desideriamo correre, incertezze, fobie.. noi siamo questo. Siamo fatti di paura, incertezza, rischi e fobie.. e ci sarebbero tante altre cose, ma non posso essere descritte Kyle, perchè neanche noi stessi possiamo descrivere qualcosa che è annidato così tanto in profondità nel nostro corpo, che quasi non ne conosciamo l'esistenza. In questi mesi il mio inferno è cambiato, sai l'inferno cambia spesso e volentieri.. cambia in base alle esperienze che vivi, alle persone che conosci, cambia in base a come tu vuoi far cambiare la tua vita." "wow, certo che tu nel parlare sei davvero un mostro eh?" "ti dico solo la verità Kyle, solo la verità.." dissi per poi chiudere li il discorso. Dopo avergli detto quella frase però, cuore e testa non stavano più in pace. "come hai potuto mentirgli? come hai potuto fargli credere che quei ricordi fossero reali?" mi ripetevano mille voci in testa. Sentivo anche quella del mio migliore amico John, che mi ripeteva di dirgli la verità, ma erano solo quei bastardi degli spiriti a giocarmi brutti scherzi, così evitai di pensarci e andai avanti. Due giorni dopo io e Kyle andammo a fare una passeggiata per i boschi, era tutto così tranquillo.. non si sentiva nessuna voce oltre la nostra, le parole sembravano volare via col vento di quanto silenzio c'era.. era estremamente rilassante. "cazzo.. qui è bellissimo, tutto è bellissimo anche questo silenzio" "già, non si sente volare una mosca, e super rilassante.." "e pensare che ero morto senza vedere tutto questo, senza provare tutto questo. chissà che non era destino che tu mi riportassi in vita per farmi vedere ancora cosa rimane di bello nel mondo, Mirtle.". Rabbrividii per un secondo alle parole di Kyle, ero decisa a dirgli dei suoi ricordi.. ma avevo paura che mi lasciasse li, da sola, che magari avrebbe preferito morire a quel punto, che magari l'avevo salvato solo d'intuito. "K-Kyle devo dirtelo." "cosa?" "... quando ti ho riportato in vita, non l'ho fatto, perchè sapevo chi eri." "che intendi?" "tu non mi avevi mai conosciuta o vista prima di allora, i ricordi che hai nella tua mente ce li ho messi io per fare in modo che non mi mandassi a fanculo. L'ho fatto perchè, con tutta sincerità in quel periodo mi piaceva Tate e.. e tu sei l sua fotocopia! Essendo una strega mi è bastato leggere nei tuoi ricordi per scoprire chi eri, e cosa avevi fatto nella tua vita. Io non volevo farlo ma all'inizio sembravi un cane da guardia per la rabbia che avevi negli occhi." "tu mi stai dicendo, che in tutto questo tempo mi hai mentito?." "no. assolutamente no Kyle. Appena sei tornato in vita, appena mi hai guardata negli occhi ho subito capito che non eri come gli altri, che non eri Tate per me! Ho imparato a conoscerti veramente, e non solo poggiando una mano sulla tua fronte.." "mi hai riportato in vita, non perchè mi amavi ma perchè avevi così tanto bisogno di qualcuno da scoparti che hai scelto me, vero? vero?!" urlò subito dopo e col solo guardarmi mi scaramentò per aria a dieci metri di distanza. "sai che ti dico? te li puoi anche riprendere i tuoi ricordi! hai visto chi ero e cosa ero, ma invece di guardare chi ero perchè non guardi chi divento eh Mirtle?!" "ma non l'ho fatto con cattive intenzioni, io avevo bisogno di te è vero. ma ora cosa vorresti dirmi? che tu non hai bisogno di me?" dissi con le lacrime agli occhi "ma certo che ho bisogno di te! solo che tu, dopo un'anno ancora non capisci che se vivo vivo grazie a te in ogni tipo di senso! quando sono morto, non avevo visto una luce, solo buio.. e in quel buio non si sentiva un cazzo. poi tutto ha iniziato a tremare, e boom torno in vita per colpa tua e rivedo la luce.. ho un cazzo di bisogno che tu mi stia accanto, ma credimi, non avevo bisogno di altre delusioni." disse girandosi per andarsene iniziando a camminare "ti ricordi, quando.. cinque mesi fa mi prendesti in braccio e come due idioti cascammo nel laghetto vicino casa, perchè non avevamo equilibrio? e di quella volta che, hai iniziato a sclerare perchè il parco dove ti avevo portato era tutto verde, il tuo colore preferito.. e quella volta nel South Dakota quando, iniziasti a correre per tutto il Luna Park gridando "io amo Mirtle Lang, e neanche la morte potrà farmi smettere di amare questa ragazza"? io non l'ho dimenticato Kyle e sai perchè? perchè li ho vissuti quei momenti, con te, veramente.. quindi adesso non fare stronzate torna qui da me e baciami." dissi cercando di fermare i suoi passi, e per un momento ci riuscii, ma poi lui osò rispondermi.. "se c'è una cosa che ho imparato morendo, è che di delusioni la vita ne è piena, ha sempre fame di delusioni.." "fame, ma certo! non hai fame? andiamo a mangiare qui vicino assieme 'è un ristorante che.." dissi praticamente in lacrime "no grazie, sono già pieno di stronzate." disse freddo per poi continuare a camminare dalla parte opposta alla mia. Entrai nel panico. I miei occhi si bagnarono di sangue trasparente che colava lento, e segnando il mio volto come fosse cicatrice, mi ricordava il motivo dei miei pianti. Mi abbassai a terra, sedendomi a piangere, e tutta l'erba attorno a me per qualche metro si ricoprì di brina, a causa della mia tristezza. Rimasi li a piangere ancora, e ancora, e ancora. Dicono che piangere fa bene, che serve a sfogarsi.. ma che motivo avevo di sfogarmi io, se il motivo era andato via?. Chiamai il mio migliore amico per farlo venire, avevo bisogno di lui, avevo bisogno che Kyle tornasse. "che succede piccola mia?" "Kyle.. i ricordi.. io.." scoppiai di nuovo a piangere. "ei ei ei calma.. tutto passa e tutto si risolve tesoro, lascia che le lacrime escano.. è un dolore momentaneo lo sai.." "vorrei solo uccidermi john, non ci voglio più stare in questo posto." "na nanana. Il suicidio è una soluzione definitiva a problemi temporanei, lo sai Mirtle." disse come per rassicurarmi. Grazie a John nel giro di qualche minuto smisi di piangere, vedevo tutto buio ma almeno vedevo. Mi consigliò di tornare a casa, di dormirci sopra, e di parlare con Kyle l'indomani, quando sia il mio che il suo cervello erano ben resettati. John iniziò a fare lo scemo in mezzo alla strada per farmi ridere, e ci stava anche riuscendo.. lui era fatto così, era la tipica persona che viveva per strappare sorrisi alla gente, forse perchè voleva crearsi un sorriso tutto suo, visto che ne ha passate e anche tante. "hahaha. John stai attento che di li ci passano le macchine." "tranquilla piccola mia, sto solo saltellandoo" "hahaha, ma saltella qui non li" "non penso che ne sia bisogno, mi diverto un mondo in questoa stradaa" continuava a ripetere girando su se stesso e saltellando.. "john torna qui! hahaha" "ma anche no principessa" continuai a ridere, e continuai ancora tanto che mi vennero anche le fitte alla pancia, poi l'inevitabile. Una macchina passò a tutta velocità, andava talmente veloce che non la vidimo nemmeno arrivare. spiaccicò John contro il vetro della macchina spaccandolo in mille pezzi. Fece prima un volo di non so nemmeno io quanti metri per poi schiacciarsi al suolo spaccato in due. I miei sorrisi si fermarono e improvvisamente entrai nel panico. Iniziai a correre verso di lui, convinta che ci potesse essere ancora qualche speranza, ma era morto sul colpo, nulla da fare. Iniziai a piangere come una disperata, la gente che stava nelle vicinanze chiamò immediatamente la polizia, mentre il bastardo figlio di puttana che investì John, continuava a correre via indisturbato. La notizia ebbe subito voce, e qualche minuto dopo che arrivarono le ambulanze arrivò pure Kyle, spaventatissimo per me. Sapeva che quel ragazzo era parte integrante della mia vita, sapeva che mi sarei uccisa per lui, e infatti fu Kyle a fermarmi dal farlo, abbracciandomi nonostante quello che fosse successo. Aspettammo che l'ambulanza portasse via John. Stavo odiando il modo in cui lo portarono via, con le sirene spente, e nessuna luce di soccorso accesa. è come se ti stavano dicendo "si. E' morto. Fattene una ragione.". E faceva male un male assurdo, sapere che era morto strappandomi un sorriso. Tre giorni dopo la sua morte, ci furono i funerali.. ed è li che obbligatoriamente, parlai di quello che era John per me, di quello che aveva fatto per me..

"Non voglio soffermarmi qui a dire le solite stronzate che dicono tutti. John era una persona comune, era una persona sincera che sapeva farti tornare il buon umore anche quando la ragione del tuo dolore eri tu stesso. John ha fatto tanto per me, non era solo un ragazzo che conoscevo era mio amico, uno dei miei amici migliori. John è morto strappandomi un sorriso dalle labbra. E' morto cercando ancora di accumulare pezzi di sorrisi degli altri per farsene uno tutto suo, perchè John faceva sorridere, ma non sorrideva. Lui è riuscito a farmi sorridere fino all'ultimo respiro della sua vita, non riuscirò mai a pagare questo debito.. perciò, mi rivolgo alla famiglia di John. Qualunque cosa possa esservi di aiuto sarò felice di farla, ho un debito che vale una vita con vostro figlio, perchè sono poche le persone che ti fanno sorridere l'anima, invece delle labbra. E se adesso siamo tutti riuniti qui, per John.. è proprio per ricordarci cosa significa soffrire, cosa significa stare assieme e starci male, perchè la morte serve proprio a questo, a ricordarci cosa significa essere vivi. Questo è tutto, da una delle più sincere amiche di John, che è riuscita a mostrare la parte di se felice, alla sua intimidatoria vista."

e furono applausi. Tutti iniziarono a battere le mani al mio mini discorso, i parenti scoppiarono in lacrime.. e intanto il mio cuore si sentiva in pace.. avevo ritrovato fiducia in Kyle, grazie a John, e da un lato ero anche felice, che almeno lui, era morto vedendomi sorridere davvero.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7: Anime ***


Mi sentivo morta. Voglio dire, ero viva ma stavo vivendo realmente? Per essere felice avevo riportato in vita un ragazzo ormai morto, condannandolo all'inferno.. Mi ero convinta di aver trovato un'amica, Violet..ma poi l'ho persa così tutto di colpo, senza un motivo particolare..mi aveva lasciato una lettera dove mi spiegava il motivo per cui se ne fosse andata..:
"Ciao Mirtle,
Non so nemmeno come iniziare questa lettera perché in teoria non ho neanche un motivo fondato per scriverla, ma devo sparire. Devo sparire perché nell'ultimo periodo sto troppo bene, per i miei gusti. Tu sei incollata a questo mondo solo per due ragioni, me e la congrega. Se io dovessi stare meglio, non soffrire più di alcuna malattia.. Tu saresti costretta a tornare all'inferno, e non potresti più vivere felice. Ieri ho provato a tagliarmi, di nuovo fingendo di stare male.. Ma la ferita si è rimarginata nel giro di pochi secondi e non ho provato dolore. Sei stata fin troppo efficace Mirtle, ma non pensavo che nel momento di lasciarti andare avrei voluto farti restare. Come tu hai protetto me io ho provato a fare lo stesso, ho provato a stare male per proteggerti ma nulla serviva, quindi adesso vado, a stare male di nuovo."

Lacrime. Furono solo lacrime. Ascoltavo la musica piangendo, seduta sul mio letto, guardavo un punto fisso rischiando quasi di impazzire. Rimasi sola, completamente sola per un periodo di tempo.. Ero convinta di essere completamente sola, iniziai a non calcolare più Kyle, a soffrire di molte strane fobie come la Athazagorafobia. Iniziai ad impazzire, adesso la malata ero io, non Violet. In realtà ero sempre stata io la malata, solo che non me ne sono mai resa conto. Ascoltavo la musica, piangevo, giravo nella stanza più e più volte balbettando parole senza senso, mi buttavo a terra e scoppiavo ancora una volta a piangere, rimanevo immobile, la lacrime scendevano sole ad un certo punto, tutto quello che avevo tenuto dentro usciva fuori, come se non ne poteva più di stare al mio interno, come se lo spazio si fosse esaurito, ma per carità mai davanti agli altri, non avrebbero retto neanche le disfatte che avevo al mio interno ad un simile affronto. Alla fine scoprii che Violet iniziò a soffrire di depressione poco prima del mio arrivo, lei non era mai stata depressa, era solo troppo ottusa per capirlo. "Mi spieghi perché mi eviti? Sono il tuo ragazzo Mirtle, non è carino evitarmi." "Non voglio vedere nessuno Kyle." "Perché? Fino a qualche giorno fa stavi così bene, eri felice!" "Ero! Hai detto bene! Poi John è morto, Violet se n'è andata e sono rimasta sola!" "Io ci sono sempre stato per te, sei tu a non renderti conto che sei circondata da persone che ti adorano." Disse freddo Kyle per poi andarsene dalla cucina. "Ascoltalo Mirtle, qui nessuno ti odia, è solo una tua impressione tesoro." Disse poi Moira "come posso non convincermi di questo Moira? Cioè hai visto cosa c'è al di fuori di questa casa? Lo schifo. John è morto perché il mondo fa schifo, Violet se n'è andata perché non sono stata abbastanza, e adesso anche Kyle si incazza, convinto che non veda le cose come stanno. Ma io lo vedo sai? Vedo i peccati di ognuno di voi, delle gente fuori. Vedo i miei di peccati che mi camminano dietro come un'ombra Moira. Io non posso liberarmi dei miei peccati, io sono i miei peccati, sono pur sempre la figlia di Satana no? Di certo non posso essere una creatura dolce e.. Angelica." "Stai solo impazzendo mia cara, e questo sai perché accade? Perché sei circondata da gente morta. Le persone vive dovrebbero frequentare più spesso gente viva, e non chiudersi in se stessi spargendo nell'aria che respirano negatività." "E con questo che vorresti dire? Kyle è vivo non è morto." "Kyle non è vivo Kyle è stato riportato in vita. E c'è differenza Mirtle tu lo sai. Lui non tornerà più a vivere. Lo hai ammazzato tu, più di quanto già non fosse stato ammazzato. Lo hai solo condannato all'inferno, hai fatto solo questo." "Lui non aveva visto nessuna luce" "questo non vuol dire che sarebbe finito al piano di sotto! Sarebbe rimasto qui! Sempre meglio qui che li, tu lo sai!" "Pensi che sia tanto chiedere di vivere? Vivere davvero?" "Detto da una morta a un demone, si cara, è chiedere l'universo.". Guardai Moira dritta negli occhi, e provai invidia. Loro erano morti davvero, certo nessuno di loro aveva avuto una morte meritevole, nel senso che nessuno di loro è stato giudicato. Sono rimasti tutti qui, in un mondo solo di passaggio, ma almeno erano morti nella loro vita. Lasciai Moira alle faccende di casa e andai da Kyle, lui stava seduto sul letto quasi dondolandosi, era incazzato gli si leggeva negli occhi, ma allo stesso tempo era solo vittima di una vita che non è mai stata sua. "Kyle.." Dissi poggiando una mano sulla sua spalla "scusami per prima, sai che non sto molto attenta a quello che dico quando sono nervosa." "Io ti amo Mirtle. Se riesci a capire questo a me non me ne fotte più niente di cosa pensi del mondo, perché per me il mondo siamo tu, ed io assieme." "Ancora mi chiedo perché ti ho condannato a tutto questo Kyle.. Ancora mi chiedo come fai ad amarmi nonostante quello che ti ho fatto." "Lo so che quando riporti un'anima in vita, la condanni all'inferno ma, a me l'idea non dispiace. Nel mio inferno tu ci sei, anche se sei contro di me, mi odi e non mi ami ci sei, stai sempre davanti i miei occhi. Mi dai sempre l'opportunità di innamorarmi di te nel mio inferno, e poi mi distruggi, sei così bella anche li, quindi a me sta bene, che tu mi condanni all'inferno.. Detto tra me e te l'idea di andare in paradiso mi spaventava, quando pensavo di poter avere ancora una possibilità di andarci. Mi spaventata perché li è tutto così buono, così senza peccato, è una vita vuota, è una vita senza te. Poi ho capito che il mio paradiso era l'inferno, così iniziai a fregarmene della strada del bene, sai perché? Perché ci stavo già dentro." "Sono tornata in questo mondo grazie a Violet, ho imparato ad amare grazie a te, ho sviluppato nuovi poteri grazie alla congrega.. È stato tutto bellissimo Kyle ma.." "Ma?" "Violet si sta facendo sempre più forte, è più lei si rafforza più io mi indebolisco. È una legge automatica di un'accordo tra anima e demone. Se lei guarisce, io muoio." "Come fai a sapere che sta bene adesso?" "Mi basta, provare a fare determinati incantesimi e non riuscirci.. Alzarmi la mattina ed essere quasi del tutto trasparente. Violet per il mio corpo è come un cancro senza cura, più cresce, più mi ammazza." "Peccato che questo tuo particolare cancro ha ancora un'anima, che può essere distrutta." " non pensarci nemmeno Kyle. Violet mi ha donato tutto questo, e io non ho intenzione di ucciderla solo perché il nostro accordo sottolineava che sarebbe stata meglio. Questa cosa vuole semplicemente dire che per una volta nella vita ho fatto qualcosa di giusto. Ho mantenuto la parola facendola stare meglio, era già risaputo che appena questo sarebbe successo io sarei tornata all'inferno." "Io vengo con te allora." "Non puoi." "Perché non posso?" "Perché non posso condannarti a scendere la sotto prima del tempo, ti ho già fatto troppo male Kyle non posso ancor.." Dissi per poi essere interrotta da un suo bacio. Mi strinse a se fino a mettermi a cavalcioni su di lui, continuò a baciarmi fingendo che le mie parole non avessero importanza. Continuo a baciarmi ancora, e ancora, e ancora.. Finché non mi trascinò sotto di lui e facemmo l'amore. Fu una nottata intensa, piena di passione.. I sentimenti giravano indisturbati nell'aria fra di noi, quasi come per ricordarci, il vero significato della parola "amare". L'indomani mattina mi svegliai sul fianco sinistro leggermente insonnacchiata. kyle stava di sotto in cucina, in boxer a preparare la colazione.. Camminai quasi sulle mezze punte per poi stringerlo da dietro in un forte abbraccio. Lui si voltò e prendendomi in braccio mi strinse ancora più forte. Amavo i muscoli di Kyle, mi trasmettevano così tanta sicurezza..il suo profumo, i suoi capelli sempre un po disordinati.. Amavo il modo in cui le nostre anime andavano d'accordo, lo amavo e basta. Iniziammo a ricorrerci per la cucina come per giocare, poi lui mi acchiappò e mi trascinò fuori, portandomi a vedere il sole durante le prime luci. Era tutto cos bello, tutto sembrava essere a posto, restammo li per due intere ore poi tornammo a casa, e controllando i messaggi trovai una chiamata persa, e quella chiamata era da parte di Violet.

In un primo momento non ci feci molto caso, non avevo pensato neanche al fatto che se ne fosse andata via.. Kyle sapeva farmi dimenticare così bene del mondo, che per alcuni attimi davo importanza solo a lui. Provai a richiamare al suo numero ma poi sentii la suoneria del cellulare dentro casa. Arrivai fino alla porta di ingresso dove vidi Tate e Violet assieme, guardare prima il telefono e poi me.. 

"ma dico ti si è rincoglionito il cervello?! cioè sei almeno per metà sotto la mia custodia e tu che fai? te ne vai? ma sei scema? capisco che siamo diventate amiche in questo lasso di tempo ma porca puttana Violet, io me ne dovrò andare comunque prima o poi!" gli urlai quasi contro. Non capiva che portare a termine questa sottospecie di terapia era essenziale per me, anche se avrebbe significato tornare definitivamente all'inferno.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8: Descensium ***


Vedere Violet tornare a casa era un sollievo. Il suo volto sembrava essersi sciupato in quelle due settimane di assenza, e mi preoccupai, gli urlai contro di smetterla di cercarsi il dolore apposta.. non ci avrebbe comunque risolto niente. "perchè non vuoi capire che è meglio che questa cosa finisca come deve finire? a breve dovrò comunque andarmene Violet. Tu stai già meglio, il fatto di essere grossa non ti pesa perchè hai Tate vicino che a sua volta non ti giudica, stai bene adesso! e per quanto provi a farti del male per farmi restare non ci otterrai niente, perchè io mi sono comunque innamorata di Kyle. L'accordo era che: se tu saresti riuscita ad uscire da questa crisi e io sarei riuscita ad innamorarmi, allora sarei sparita nel nulla. non puoi cambiare le carte in gioco gli accordi sono accordi."

Lei evitò il mio sguardo, tenne gli occhi bassi per tutto il tempo.. osservo i disegni delle mattonelle del pavimento quasi come se stesse parlando con loro più che con me. "L'anima rimane in noi, noi siamo solo delle anime, ed è per questo che i nostri sentimenti, buoni o cattivi sono incrementati, perchè ormai siamo fatti solo di essi. Ha cercato di stare peggio perchè non vuole che tu sparisca Mirtle, non l'hai capito?" mi rispose poi Tate "è ovvio che l'ho capito Tate, ma non posso farci niente io. neanche io voglio andarmene sia per voi che per Kyle, ma se devo sparire devo farlo. i demoni sono fatti per stare all'inferno e non sulla terra." "tutte stronzate, anche voi siete capaci di provare sentimenti" "ti sbagli" "e allora Kyle? lo hai solo preso in giro o cosa?" "dentro di me, ho metà dell'anima di Violet Tate! è solo grazie a questo che io posso provare dei sentimenti! i demoni non hanno sentimenti. i demoni sono i custodi dei nostri incubi, immagini vaganti nelle nostre teste che si materializzano solo quando abbiamo un necessario bisogno di oscurità. Nessuno di noi possiede un'angelo custode Tate, quelle sono tutte stronzate. Gli angeli sono i figli di dio, e dio non si mette di certo a scopare con comuni mortali come invece fa il diavolo! loro non hanno nessun collegamento con la razza umana, noi si. Se esistiamo esistiamo grazie alle contorte menti umane, e se un giorno queste dovessero sparire, con loro svaniremmo anche noi, Tate."

Lui mi guardò sorridendo quasi come se fosse attratto dalle mie parole.. non capivo perchè avesse quell'espressione sul viso, sembrava quasi dispiaciuto per noi, razza di poveri bastardi condannati a esistere per l'eternità a causa dell'uomo.

"lo spieghi bene, il motivo per cui i demoni esistono.. ma ci sono ancora tante cose che non sai sull'oscurità Mirtle." "perchè, vuoi saperlo meglio di me Tate?" "non voglio saperlo, io lo so già meglio di te. non ti ricordi? io sono l'oscurità Mirtle." disse con un tono estremamente calmo. Lo guardai perplessa andare di sopra con Violet, aveva qualcosa di strano quel giorno ma non capivo cosa fosse.

L'indomani venni convocata alla Congrega per via di un piccolo problema con uno dei demoni che alloggiavano li. Visto che la congrega dava un rifugio a qualunque strega o demone che lo chiedesse, quando c'erano problemi simili a questi dovevano essere le quattro supreme a risolverli, ovviamente.

"Spiegatemi dove sta il problema." dissi non appena entrai nel salone, tenendo le mani unite in basso. "Questa giovane 'streghetta' pensa di poter essere una delle supreme di poter poi governare il mondo, ha ucciso una sua compagna, Lucy, una delle nostre valorose streghe che sarebbe potuta realmente diventare suprema in futuro." "vi uccido. vi uccido tutti.!" disse tentanto di avanzare verso di me, ma a me bastò guardarla negli occhi per strozzarla, o almeno fargli mancare l'aria. "tu pensi di poter usare questo atteggiamento in mia presenza? tesoro, io sono l'unica suprema che invece di essere una strega, è un demone.. quindi fammi il favore di tenere le mani apposto, se non vuoi che usi il descensium con te condannandoti all'inferno." dissi per poi mollare la presa. Lei mi guardò da per terra con uno sguardo impaurito, ma anche incazzato. "ed è inutile che mi guardi in quel modo, i tuoi giorni sono comunque finiti qui tesoro." "cosa intendi Mirtle?" mi chiese poi quasi spaventata Madison, la direttrice dell'istituto non che terza suprema in carica. "intendo dire che chiunque faccia del male o nei peggiori casi uccida una delle nostre sorelle streghe o demone, va giustiziato." "non dirmi che stai pensando..." "e invece si Madison, questa ragazza deve essere bruciata sul rogo." "che cosa?! no! non posso essere bruciata viva solo perchè pensavo di essere la prossima suprema non potete!" "non possiamo? ah ma davvero? pensare di essere la prossima suprema è un conto, ma uccidere una delle prossime potenziali, è un altro cara." "mettetemi alla prova! eseguirò le sette meraviglie più uno!". La guardai con aria di sfida, sapevo già che non le avrebbe superate tutte quindi decisi di adempiere alla sua richiesta.

iniziò col superare la Telecinesi, il Concilium, la Trasmutazione, e la Divinazione.. poi arrivò il turno del Descensium, una delle prove più complicate.

"se entro l'alba non sarai di ritorno, beh, sai cosa ti succederà. puoi cominciare." gli dissi. 

Quando ormai mancavano solo pochi minuti all'alba, le altre ragazze dell'istituto iniziarono a svegliarsi e si misero a cerchio per tentare di capire cosa stesse succedendo. La migliore amica di Lex, la ragazza che stava eseguendo le sette meraviglie più uno si accoasciò a terra, tentando di chiamare la sua amica nella speranza di un suo ritorno, ma non appena scoccò l'alba, il corpo di Lex si disintegrò nell'aria, lasciando spazio a una lunga riflessione da parte di tutte le studentesse, compresa la direttrice Madison. "bene, il mio lavoro qui è finito." "ma, la ragazza è morta" "è quello che meritava Madison, sarebbe morta comunque o al rogo o all'inferno, e a mio parere meglio l'inferno. bene, grazie a tutti ma adesso devo andare quindi, addio.". Le studentesse mi guardarono perplesse, tranne una che fece un passo avanti richiamandomi, fermando così i miei passi nell'andarmene da quel posto. "tu sei Mirtle Lang non è vero? tu sei una delle quattro supreme in carina, e una delle due più potenti." disse come affermazione scatenando un sottofondo di voci tra le ragazze che stupite si chiedevano l'un l'altra se potesse essere vero. Sospirai per poi girarmi e rispondere "si, tesoro." "questo fa di te una delle figure più potenti, dentro la congrega. Ma le due supreme più potenti non si presentano mai alla Congrega, perchè tu si?" "perchè io a differenza di quella, figlia di una buona donna dell'altra suprema Silentia mi interesso, alla Congrega. e comunque ormai le Supreme sono tre e non quattro?" "cosa, perchè?" aggiunse Grace, l'altra suprema in carica. "perchè Silentia è morta Grace. Nel tentativo di riportare in vita una cara amica è morta, non avendo superato la prova durante le sette meraviglie più uno ed essendosi autoproclamata suprema, era ovvio che dopo poco sarebbe morta, perchè questo potere viene custodito in corpi forti e resistenti come i nostri, e non in corpi fragili e corrotti, come il suo o quello di Lex. Con questo è tutto, fai eseguire le sette meraviglie più uno a tutte le studentesse e quella che ti sembra più appropriata tra le ultime che restano la proclami suprema, io adesso vado." dissi poi uscendo dalla porta della Congrega. La strada era abbastanza lunga fino a New Orleans quindi mi dovetti fermare anche più volte in stazioni di sevizio per la benzina e per sgranocchiare qualcosa. "tesoro cambia stazione di servizio, questa è piena di gente malfamata che anche se non può torcerti un capello è comunque pericolosa" sentii rimbombare nella mia testa questa voce. Aveva un suono famigliare, ma non riuscivo a collegarla a nessuno... "chi sei?" "chi e cosa sono non deve interessarti, fai come ti dico per la tua sicurezza.". Non so perchè ma l'istinto mi disse di ascoltare quella voce, e mentre stavo aprendo lo sportello della macchina vidi parecchi uomini uscire fuori dal bar per azzuffarsi come animali, così di fretta misi in moto e scappai via di li. Non mi fermai in nessun'altro posto, giudai dritta fino a casa e senza pensarci due volte schiacciai l'acceleratore al massimo. Non appena arrivai vidi tutte le luci accese in casa, era strano perchè di solito in quella fascia oraria si cenava e basta, quindi non tenevamo mai tutte le luci accese... Entrai in casa chiedendomi cosa stesse succedendo. Musica alta, tavolo apparecchiato con bibite e snack di sopra, televisione e luci accese al massimo, non capivo. "Ma si può sapere cosa sta succedendo qui?" "ah finalmente sei tornata Mirtle, non ti aspettavamo più pensavamo tornassi domani" mi disse Ben, mentre Kyle si avvicinò a me dandomi un bacio "ciao piccola" "ciao.., ma non mi aspettavate più per cosa?" "come cosa? oggi è il compleanno di Tate non ricordi?" "non lo sapevo, non ne abbiamo mai festeggiato o passato uno assieme." "beh questa è la volta buona.". Tate scese lentamente dalle scale e la mia testa entrò in una confusione assurda non appena lo vidi. Sentivo come degli acutissimi gridi dentro di essa, gridi di anime disperate.. faceva un male assurdo così mi accasciai sulle ginocchia tenendoci le mani sopra. Kyle mi chiese più volte cosa avessi ma non riuscivo a dar conto alle sue parole, sentivo cosa mi diceva ma non ero capace di rispondergli, finchè non vidi più niente. Quando riaprii gli occhi mi chiesi più volte dov'ero e cosa mi fosse successo, non ci stavo capendo niente.. ero totalmente persa nella confusione. "Guardati attorno Mirtle, sei dove dovresti stare." mi disse Tate ridendo come un assatanato. Mi guardai attorno e vidi il mio incubo peggiore. Ero finita per l'ennesima volta all'inferno ma non sapevo come, non capivo perchè adesso ci fosse anche Tate, non capivo niente. Sentivo la voce di Kyle che gridava di non amarmi, L'anima di Violet che veniva spezzata perchè non ero riuscita a salvarla dalla sua tremenda disperazione, e infinte Tate. Lui mi stava davanti e mi guardava disperarmi, finchè presa da un minimo di coraggio in quella tremenda agonia gli chiesi "perchè sei qui? cosa centri tu con i miei incubi?" "oh mia cara, io sono la parte peggiore dei tuoi incubi. la parte che a stento sai che esiste ma non sai nemmeno descriverla. Nessuno dei tuoi incubi può materializzarsi all'inferno, per questo senti le voci di Kyle e Violet ma non li vedi, io invece sono carne e ossa qui, perchè sono il tuo incubo peggiore." disse poi all'ungando una mano verso di me, non ebbi neanche il tempo di spaventarmi che mi risvegliai di soprassalto alla festa di Tate, ancora tra le braccia di Kyle che non capiva cosa fosse successo. "Kyle da quanto tempo mi urli svegliati?" "da qualche secondo perchè?" "sono stata via così poco tempo?" "quanto tempo stimi di aver passato li sotto?" "penso 15- 2o minuti, credo" "per l'esattezza, ne hai passati 17 li sotto. Sai, io so contare il tempo che una persona passa all'inferno." aggiunse Tate. "t-tu stai lontano da me e non rivolgermi assolutamente la parola!" gli dissi per poi salire di sopra. Lui rimase di sotto, sorridente con un bicchiere di vino in mano. "Felice compleanno a me." aggiunse sorridendo sollevando il bicchiere per poi bere quel poco di vino che ne restava dentro.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9: Un Amico E' Per Sempre ***


La mia mano rimase stretta a quella di Kyle per tutta la notte. Ci provai ad addormentarmi, ma prima delle cinque del mattino il sonno non arrivò. Rimasi sveglia tutta la notte a pensare, spaventata, confusa. Quando mi addormentai, il sogno diventò lentamente un incubo, un incubo che non voleva smettere di tornare. Di nuovo, Tate, apparve nei miei sogni.. "sei già morta." ripeteva ogni volta che me lo ritrovavo davanti.. un sottofondo con un'orrenda musichetta dell'orrore, e poi tanto buio. Kyle sembrava essere svanito, anche Violet, anche tutti. C'ero solo io, e una stanza tremendamente vuota. Urlai più volte tutti i nomi delle prime persone che mi venivano in mente, ma nessuno rispondeva. Nella mia testa quel sogno durò ore, giorni, mesi... mesi di completa solitudine fino a diventare pazza. "Io non sono di nessuno" dissi alla stanza vuota. Mentre assimilavo l'idea, fui sopraffatta dal dolore che mi attanagliava da mesi prima di allora. Io non appartenevo a nessuno. Non mi ero mai sentita tanto sola in vita mia. Sentivo sempre e costantemente una voce che mi chiedeva in inglese, How Are You? e io avrei risposto: Broken, useless, confused, alone, clueless, betrayed, never good enough.. Ma risposi soltanto FINE.

Ero straziata dal dolore. Si dice che quando fai un sogno come questo entri letteralmente in coma, e questa volta non ci sarà nessun medico a salvarti. Si ripeteva ogni giorno lo stesso giorno, faceva tremendamente schifo, rivivere sempre la stessa favola dell'orrore. In quel sogno io morivo sempre di più, ci sono giorni in cui si muore un pò di più, tipo tutti quei giorni ripetuti. La vedevo come un'infinita e straziante storia, o commedia, o tragedia. La vedevo perchè non vedevo nulla, oltre quello. Di colpo poi la situazione cambiò, la stanza divenne una casa, la solitudine un'inquietante sospetto. Si sentivano sempre dei rumori li dentro, e stava a me avere il coraggio di scoprire cosa fosse. Camminai a passi lenti, fino alla stanza accanto alla mia, ci trovai dentro un'accetta, e tutte le pareti macchiate di sangue. Era schizzato ovunque, un massacro. Poi ci stava un registratore con una cassetta messa, e non appena entrai partì da capo, quasi come se voleva essere visto. Erano video di persone che venivano uccise, torturate, squagliate, era l'inferno. Le scene erano state riprese nei dettagli.. Si vedeva quest'uomo, mascherato di nero, incidere la pelle delle sue vittime.. si poteva vedere il coltello, entrare in profondità nella loro carne, il sangue che usciva a fiumi, le urla del loro insopportabile dolore, uno stimolo perfetto, per qualsiasi assassino. I loro corpi squagliati facevano vomitare, di quanta impressione facevano agli occhi, e infatti dopo poco vomitai, nonostante ne avessi viste tante di torture, queste facevano davvero schifo. "è questo l'effetto che hai su una scena così accattivante?" disse una voce vuota, non sapevo neanche da dove provenisse.. "è questo quello che fanno le persone che vivono dove vivi tu, uccidono." "le persone morte in casa mia non torcerebbero un capello a nessuno se non a loro stessi!" "oh, ma chi ha parlato della tua attuale casa? io parlo del posto in cui sei cresciuta tesoro". Mi bloccai un secondo pensando immediatamente all'inferno, poi risposi "so già che gente gira li dentro, ma a me non interessa." "e poi tuo padre oh, hahaha. lui si che sa come ingannare le persone, come ingannare sua figlia" "che intendi dire?" "non ricordi la frase? il diavolo esiste, e non è un piccolo uomo rosso con delle corna e una coda. Lui è bello, perchè è un angelo caduto, e molto probabilmente anche il preferito di dio.? tuo padre si finge tutto quello che non è, vorrebbe recuperare con sua figlia ma non ci riesce e sai perchè? perchè sua figlia non sa nemmeno chi sia suo padre hahha" disse spaventandomi seriamente a morte.. Non sapevo più cosa fare o dove sbattermi la testa, ero spaventata ma nessuno lo sapeva, non riuscivo più ad uscire da questo maledetto incubo.

Credo che la mia salvezza sia stata una voce.. non era particolarmente chiara, sembrava essere sfumata nel parlare. Era una voce maschile questo è sicuro, che mi ripeteva come per farmi calmare:

"Respira. E' solo una brutta giornata, non una brutta vita."

Lo aveva ripetuto qualcosa come tre volte, poi chiusi gli occhi e cercai di non pensare più a niente.. e vedendo tutto nero per qualche secondo mi svegliai nel mio letto di soprassalto, sola, e guardando l'orario vidi anche che era molto tardi. Erano le 13.10 del pomeriggio, avevo dormito tutta la mattinata, e da qua si spiega perchè quel sogno sembrava essere infinito. La stanchezza unita a 13 ore di sonno porta a questo. Cercai di lasciar perdere e anche se ero un po frastornata scesi di sotto per fare "colazione" pranzando. Stavano quasi tutti in cucina a cucinare quasi come fosse il pranzo di natale, vidi Kyle seduto sul divano, ma non mi venne l'istinto di avvicinarmi a lui, ero così tanto confusa che invece di dare il buongiorno al mio ragazzo lo diedi a Chad. Chad era uno dei ragazzi Gay deceduti nella casa prima della famiglia Harmon, ultimamente ci avevo legato tanto, parlavo sempre con lui dei miei problemi, avendo avuto in passato una vita da psicologo di competenze minori veniva più facile parlare senza essere giudicati da lui, che dal signor Harmon. "Giorno Chad" "ciao piccolina, come mai questo risveglio così tardo?" mi disse continuando a girare la fritturina in padella "ho avuto diversi incubi tra ieri e oggi, non ho dormito tutta la notte così ho dormito di mattina" "diversi incubi hai detto?" "si, mi sento così confusa" "vuoi parlarne dopo pranzo?" "sarebbe davvero lideale" "allora perfetto, ne parliamo appena finiamo di mangiare tutto quello che abbiamo cucinato" disse sorridendo. Lo ringraziai con un sorriso, era il modo migliore per ringraziare Chad perchè.. beh lui odiava le parole: grazie, scusa, mi dispiace, comprendo. Durante il pranzo mi sedetti vicino a Kyle ovviamente, stavamo tutti in allegria tranne io e lui, che stranamente sembrava essere pure frastornato. "tutto okay kyle?" "ho una strana sensazione.. ma si tutto apposto" "beh okay" dissi sospettosa continuando poi a finire il mio pasto. Assaggiai a stento l'antipasto, poi mi passò la fame tutta di colpo.. "scusami Chad, adoro la tua cucina lo sai ma non riesco ad ingerire altro.." "tranquilla piccina" disse sorridendo ancora. Rimasi seduta a tavola per educazione ma dopo dieci minuti, scusandomi con tutti, mi alzai da tavola dirigendomi fuori in giardino. Chad guardò tutti mentre mi allontanavo, e posando la pezza sul lavello della cucina mi raggiunse. "piccola tutto okay?" mi chiese, ma io barcollavo in giardino, la testa mi girava.. non riuscivo a rispondergli se non con dei mugolii. Dopo poco mi sentii mancare, e Chad riuscì a prendermi seriamente per un pelo. Mi svegliai proprio 5 minuti dopo tra le sue braccia, lui mi accarezzava i capelli, lo faceva sempre, e spontaneamente sorrisi. "cosa ti senti adesso?" "adesso più niente o forse tutto. Non riesco bene a capire Chad, ho paura!" "rilassati e dimmi tutto quello a cui stai pensando" disse con tono calmo continuando a far passare le sue dita tra i miei infiniti capelli rossi. "non lo so Chad, tramite questi brutti sogni.. inizio a vedermi di nuovo come se l'incubo fossi io.. mi sento il cuore scosso e la testa in confusione. Certi disastri non dovrebbero proprio esistere vero?" "invece di giocare alla psicologa con lo psicologo, dimmi davvero tutto quello che senti, che pensi.." "bene. Continuo a rivedere questo brutto sogno su Tate, sulla casa.. poi un'enorme senso di vuoto. Improvvisamente vedo buio e poi immagini sfocate. Mi ritrovo sola e poi in compagnia di un misterioso assassino che non ho mai capito chi fosse. Mangio e mi viene una nausea assurda e un senso di vomito che non mi viene neanche con la cena di capodanno. Non so cosa mi stia succedendo Chad, credo di stare impazzendo." "continua  a parlare..." "continuo a pensare che questo mondo faccia schifo e che sono nel posto sbagliato, almeno adesso. Vivo la vita che sto vivendo qui come se fosse un costante, ed indomabile incubo. Alla congrega devo fingermi la suprema forte e stronza solo per dare un giusto insegnamento quelle poche volte che sono li, qui cerco di dare una mano a tutti ma poi mi rendo conto che non do una mano a nessuno, e credimi è straziante sapere di essere di troppo. Mi sento come se con Kyle nonostante tutto sembra andare bene vada male, lo sento distante.. sento che la nostra bella favola non finirà come uno dei cartoni della Disney, sento come se la bella favola è durata quei 13 mesi ma è finita li, non sento più la magia che sentivo prima, adesso sento solo un ragazzo che mi urla ti amo ogni giorno, ma nulla di più. La verità è che Kyle non meritava questa seconda vita come non meritava uno sbaglio come me, la verita è che sbagli come me non dovrebbero proprio esistere.. la verità è che non c'è nessuna favola. Come posso aver pensato anche solo per un minuto di provare davvero qualcosa? l'anima che io possiedo è di Violet, io non centro, sono di troppo in ogni senso. Credo che il motivo per cui sto così, il motivo dei miei incubi sia il fatto che ho portato al termine quello che dovevo portare al termine, e cioè innamorarmi e far sentire Violet felice. Se qui c'è qualcuno che ha bisogno di essere curata quella sono io, almeno adesso si, non sono più il demone che ha messo piede nella Murder House strafottendosene di chi ci abitasse e di come stavano i suoi abitanti.. adesso se a voi succede qualcosa, ci potrei morire." dissi quasi tutto d'un fiato, senza fermarmi se non per respirare ogni tanto. "tu hai una mente davvero elaborata piccola mia, e credo che il fatto che non hai vissuto in questo mondo ti porti a non capire bene come sia fatto. Lasciati alle spalle tutte queste preoccupazioni perchè sono fondate. Favole non esistono, stai male perchè stai morendo, di nuovo, abituati.. qui bisogna pensare di più alle cose senza senso, che a quelle che ne hanno uno.".

Ascoltai le sue parole con molta attenzione, e tralasciando piccoli e quasi insignificanti dettagli, poggiai la testa sulla sua spalla, nella speranza di trovare sollievo.

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10: Giù La Maschera ***


Ero rimasta completamente immobile, per ore, ad ascoltare le parole di Chad. Aveva quel modo di parlare che riusciva a tranquillizzarti, a trasmetterti sicurezza.. ti guardava e con gli occhi ti diceva "hei, va tutto bene, ci sono qui io." e non tutti riescono in una simile impresa. Ascoltai i consigli che mi erano stati dati, ma continuai a fare quegli incubi infernali. Evitai Tate per così tanto tempo che anche Violet iniziò a chiedermi se mi fosse successo qualcosa, ma la paura mi bloccava, il Tate che avevamo in questo mondo sembrava sapere dei miei incubi, sembrava davvero esserci entrato dentro. Cercavo di farlo notare il meno possibile ma la paura mi stava logorando. Ci doveva per forza essere qualcosa collegato sotto questa assurda storia, io non conoscevo Tate prima di aver dovuto aiutare Violet, quindi pur sapendo che doveva esserci una connessione non ne ho trovata una. Nell'ultimo periodo, Violet sembrava preoccuparsi per me per ogni minima cosa. Forse questa mia indifferenza verso Tate l'ha spaventata e cerca di darmi più attenzioni, ma sembra mia sorella maggiore dal comportamento che usa..

#sms

"Kyle, credo che qui la situazione stia degenerando. Quegli strani incubi non finiscono più e in più Violet mi tratta come se fossi la sua sorellina di 5 anni. Evito Tate perchè sembra sapere davvero dei miei incubi, l'unico di cui in questo momento posso fidarmi è Chad, almeno dentro la casa. Ti prego torna presto."

"Questa sera torno Mir, e tu cerca di stare tranquilla. Nessuno ti ha mai fatto del male in quella casa, perchè dovrebbero iniziare adesso?"

Posai il telefono sul comodino nel leggere la risposta di Kyle. Mi hai fatto davvero una grande domanda tesoro, perchè non lo so neanche io. Kyle era partito per tre giorni per andare a trovare degli amici che si era fatto nell'ultimo periodo. Niente in contrario alla sua partenza, tranne che la paura che staccasse la testa a qualcuno. "Torno stasera" mi disse, ma l'ansia si faceva sempre più pesante. Erano le 15:00 del pomeriggio, non c'era poi da aspettare molto.. ma quale ragazza che aspetta il fidanzato da giorni non entra in ansia qualche ora prima che torni? Cercai di distrarmi uscendo in giardino a parlare con Chad, gli spiegai della mia agitazione e di come non vedessi l'ora di rivedere Kyle. Lui sorrideva ad ogni mia ansiosa espressione, mi guardava, e il suo mondo si calmava, quasi come se passasse da una tempesta a un mare limpido e calmo. 

VIOLET PDV. (PUNTO DI VISTA)

Ecco. Le preoccupazioni si facevano sempre più vivide. Tate era nervoso dalla mattina alla sera dalla sera del suo compleanno, e non c'era modo di calmarlo. Voleva a tutti i costi parlare con Mirtle dei sogni che faceva la notte, se li faceva un motivo c'era, e Tate lo sapeva bene. Stava letteralmente impazzendo nel trattenersi dal dirgli la verità.. poi arrivò quel fatidico giorno.. "Tate ora calmati. Se senti la necessità di dirgli come stanno le cose fallo! ma senza ucciderla!" "qui non è questione di non ucciderla Violet.. qui è questione che dopo lei ucciderà me se viene a sapere la verità!" "ma intanto io devo farlo devo.. devo fare uscire questa, immensa cattiveria che mi sta ribollendo dentro." "diglielo. Le conseguenze le paga lei tanto no?" "hai ragione, vado immediatamente." disse guardandomi per poi scendere le scale di tutta corsa...

MIRTLE PDV.

Continuai a parlare con Chad quando la porta si spalancò di colpo. Tate uscì di tutta fretta, costringendoci anche ad alzarci per colpa dello sguardo che aveva negli occhi. "Mirtle. Noi dobbiamo parlare." "Tate. se riguarda i sogni che faccio la notte ti assicuro che non so come fai a sapere di essi ma.." "no io certo che lo so. lo so eccome! c'è un motivo se mi hai visto in quel modo, c'è un motivo se so che ero nei tuoi sogni.. c'è un motivo a tutto Mirtle, e io so ognuno di questi motivi." "beh? allora parla no? levami questo dubbio che mi perseguita dalla sera del tuo compleanno!" "non capiresti" "capirei, invece. qui si tratta di me Tate e non di te!" "tutte stronzate!" quasi urlò "sono io, che di mio proposito appaio nei tuoi sogni facendoti vivere all'inferno. sono io che ho escogitato tutto, perchè non vuoi capire Mirtle? io non sono quello che tu credi io sia!" "Tate tu sei morto anni fa in questa casa fine della storia" "è vero, ma per quello che ho fatto in vita, per quello che ho anche solo pensato di fare, ho meritato un posto più che meritevole all'inferno." "ma cosa cazzo dici? tu non sei un demone e non ci sono categorie al di sotto di noi." "no infatti, sono meglio di un demone." disse con quel sorriso sadico, quasi da psicopatico. "c-che intendi?" "non ci arrivi da sola Mirtle? Io sono l'oscurità, ricordi?". A quella frase mi passò come un ricordo davanti della prima volta che Violet lasciò Tate.. "Pensavo ti piacesse l'oscurità. Ma Tate, tu sei l'oscurità." diceva. Li furono brividi, esclusivamente brividi. "stai dicendo che.." "esatto miss capelli rossi... Io sono il diavolo.". Il tempo si fermò per qualche secondo dentro la mia testa. Tate il diavolo? no davvero era impossibile. "che.. che cosa?" "esattamente. Io sono l'oscurità. Io sono il diavolo. sono io che comando all'inferno, io che ti ho assegnato l'arduo compito di risolvere i problemi agli esseri umani, e sono sempre io, che ti ho dato alla luce." "wewewe frena, quello è stato compito mio.. da morta per giunta." aggiunse Violet che stava dietro di lui. La guardai scioccata. Non sapevo più che dire, ero confusa. "aspettate che?" "ancora non l'hai capito Mirtle? siamo i tuoi genitori." aggiunse Violet. "i-i miei genitori?" "già. io e Tate ti abbiamo avuta quando io ancora ero in vita, a 17 anni. è questa la ragione per cui da un'anno a questa parte non cresci più, ricordi? i figli del diavolo si fermano all'età in cui è morta la madre, e io sono morta a 17 anni hahaha. ti potresti anche vantare perchè, nella generazione al trono di Tate, tu sei l'unica figlia." "no. no voi vi state sbagliando. Io sono Mirtle Lang, farò 18 anni tra poco meno di un'anno, sono nata tra l'unione di un'umano e il diavolo è vero ma non potete essere voi due.." dissi indietreggiando spaventata, con la voce che tremava "ma ragiona porca puttana Mirtle.. Il tuo cognome è Lang, l'abbreviativo di Langdon, e indovina come mi chiamo io di cognome?" "Tate Langdon" pensai senza rispondere. Nei miei occhi c'era solo paura, disperazione.. non sapevo più che fare, o a chi credere. "tu non puoi essere mio padre, non puoi essere il diavolo. Il diavolo ha poteri molto più potenti dei miei e tu non ne hai!" gli dissi tremando. "vuoi una prova?" mi disse per poi spostare lo sguardo su un taxi che si era fermato proprio davanti casa nostra. Era Kyle. Era tornato a casa, e sapevo già che lo stava osservando perchè non voleva si intromettesse, così continuai a tenere d'occhio Tate, con una paura immensa. "eccoti la prova." mi disse per poi allungare a distanza una mano verso Kyle. Non ebbi neanche il tempo di sconvolgermi che già Kyle era caduto a terra a causa dell'incantesimo fatto. "NO!" urlai ormai in lacrime correndogli contro. "kyle kyle kyle!" gridai per poi lanciarmi per terra reggendogli la testa "non mi lasciare anche tu ti prego, ho bisogno di te Kyle porca puttana!" urlai di nuovo scuotendolo velocemente" "vitalum vitalis. KYLE!" urlai cercando in tutti i modi di riportarlo in vita ma invano. E mentre io stavo disperata li, per terra. Tate e Violet sembravano godersi la scena dal giardino di casa, accanto a Chad che sembrava essere sconvolto. "M-mirtle?" sussurò poi kyle. "kyle kyle amore mio, è tutto okay ci sono qui io adesso." dissi agitata guardandolo negli occhi. "non è poi tanto okay bimba, me ne sto andando" disse tossendo. "nono tu non te ne vai da nessuna parte. resta con me ti prego.." "prima di andare volevo, volevo dirti che, io e te abbiamo avuto quel tipo di rapporto che, che non si sapeva dove volessimo arrivare. Avvicinandoci in poco, sfiorandoci per poco, distruggendoci con poco. distanti a un passo dall'amarci e a due dal ferirci. Anche se le favole non, non esistono Mirtle. Tu sei comunque stato il mio, e vissero, per sempre, felici e, contenti." disse per poi chiudere lentamente gli occhi "no kyle.. kyle smettila svegliati." "kyle!" iniziai ad urlare piangendo capendo che non c'era più nulla da fare "svegliati figlio di puttana! non mi puoi lasciare così kyle" urlai mentre le lacrime mi scendevano come pioggia d'inverno. Non potevo sopportare il dolore, era così forte.. che tutti gli altri sentimenti sembravano essersi presi una bella vacanza. Continuai ad urlare e piangere a piangere e ad urlare, ma niente sembrava emettere un suono, nemmeno quelle voci che fratturavano la mia testa. Quel legame fortissimo che mi faceva sentire viva, quel legame, che era qualcosa di davvero indescrivibioìle.. era stato spezzato come si spezza la punta della matita se calchi troppo sul foglio. In quel preciso istante, mi sentii come un fiore a cui vengono strappati i petali per fare uno stupido giochino. Sentivo come se la mia anima era stata lacerata dal dolore, e man mano stava volando via da me, come granelli al vento. E giuro, che avrei dato qualsiasi cosa, pur di non perderti. Avrei preferito morire io, che vederti andartene in quel modo così indelebile. Rimasi ferma a piangere, ero morta anche io per quanto non sembrasse. Avevo una così grande voglia di uccidere quel figlio di puttana, ma ero troppo impegnata a versare lacrime, perchè un pezzo molto grande della mia vita, era appena volato via. "Amore. Non piangere ti prego. Le lacrime che vengono piante per i morti sono quelle più brutte. Io le dovrò trasportare tutte, e se continui a piangere questi enormi secchi si faranno troppo pesanti, e non raggiungerò mai il paradiso. ho scoperto che le persone per cui nessuno piange sono quelle che stanno meglio, perchè non hanno nessun peso da portarsi dietro, perciò adesso smettila di piangere piccola mia, anche se non mi vedi io ti sarò sempre accanto, sarò le tue ali, i tuoi occhi, sarò ancora tutto quello di cui hai bisogno. Però ricordarti di non piangere, il signore ci ha fatto con due mani, e non voglio doverle usare tutte e due, per trasportare le lacrime fino al paradiso.". Sentii questa voce e il mio sguardo, con gli occhi rossi e gonfi, tipici di una persona in lacrime, si sollevò. Cercai l'autocontrollo alzandomi, cercai di smettere di piangere fidandomi di quella voce, che in confronto al mondo sembrava essere solo un sussurro. Mi rialzai, e mi girai verso Tate, dichirandogli guerra aperta con solo lo sguardo dei miei occhi in fiamme.

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11: Le Origini Del Male ***


Non vedevo più la parte buona di me dopo la morte di Kyle, quel pezzo di anima che avevo dentro si era frammentato così tanto che per me era ormai diventato inesistente. Guardai Tate per ancora qualche secondo, per poi materializzarmi davanti a lui caricandogli un pugno. Nei miei occhi c'era solo odio, verso tutti ma specialmente verso lui. Non potevo più controllare quella parte di me che è stata nascosta al mondo per ben due anni, il demone che c'era in me non poteva più essere messo da parte, adesso ero di nuovo io, avevo di nuovo tutta la rabbia dentro, ero di nuovo me stessa.

"se pensi che dopo quello che hai fatto tu la passerai liscia ti sbagli bastardo lurido figlio di puttana!" gli urlai contro. "osi insultare la tua adorabile nonna, e tuo padre in prima persona Mirtle?" disse ridendo alzandosi da per terra dopo il pugno. "io. non. sono. tua. figlia!" dissi scaraventandolo contro una delle pareti della casa "anche se fossi tua figlia di sangue mi rifiuterei di definirti mio padre! non lo sei mai stato, mai lo sarai e dopo quello che hai fatto di auguro solo di bruciare all'inferno!" dissi per dargli un altro colpo ma lui mi anticipò bloccandomi il polso "hai scordato un piccolo dettaglio amore, io all'inferno, ci brucio già" disse sorridendo per poi scaraventarmi contro un auto. L'autista scese di tutta fretta chiedendomi se stavo bene, ma ero così tanto presa di nervi che anche lui solo per avermi rivolto la parola finì infilzato sul ramo di un albero. "è per questo che me lo hai detto vero? tu vuoi tornare a casa. beh ti do una bella notizia Tate, se il diavolo rimane bloccato in questo mondo non ha più alcun potere agli inferi!" "questo è vero ma finchè anche i suoi discendenti restano con lui, avrà sempre lui il potere" disse ridendo. "esatto, è il motivo per cui io torno a casa Tate. descens" provai ad evocare un descensium ma fui fermata prima da un suo incantesimo. Continuammo fino allo sfinimento, finchè poi Chad non tentò di fermarci...

"SMETTETELA!" disse guardandoci. "tu non immischiarti mezza sega." gli disse Violet discustatà e agitando le mani lo fece sbattere contro uno dei pali della luce della strada, facendolo poi cadere a terra. "chad!" urlai guardandolo "non stavi combattendo contro di me?" disse Tate per poi darmi un pugno. "avevi ragione Tate, sono queste le origini del male. Il picchiarsi per degli amici morti, per chi debba ereditare il trono.. avevi ragione, ma guardati. Sei in questo mondo da una vita e mezza Tate, devi smetterla di stare qui. sei più vecchio di quello che sembri, hai più o meno 140 anni di vita, contando anche gli anni in cui eri vivo davvero. adesso smettila di fare il bambino a cui piace picchiare e uccidere e ragiona.. che senso ha che state facendo del male a tutte le persone a me care? non mi state solo chiedendo di tornarci all'inferno, visto che sono tutti li?" "hahaha ma mia cara, noi li abbiamo già eliminati tutti" "che intendi dire?" "entra pure dentro casa.. cerca pure lo zio Harmon o Moira e poi fammi sapere chi trovi hahaha" "no.. non è possibile.." dissi con tono spezzato entrando in casa.. "MOIRA?! MOIRA?! ZAC? VIVIEN? BEN??!" "SIGNOR HARMON?" dissi con pieno tono di disperazione urlando i loro nomi per tutta la casa "vivien?!! signor harmon?! moira! cazzo rispondetemi!" continuavo ad urlare al piano di sopra, al piano di sotto, in lungo e in largo.. ma niente. Nessuno mi rispondeva perchè non c'era nessuno. Avevano eliminato tutti, anche le anime dei precedenti proprietari.. quella casa era così silenziosa, non lo era mai stata.. così tornai fuori obbligata dalla mia tristezza a dare forfait. "allora, hai trovato qualcuno?" mi chiese Tate allegro. Io feci solo no con la testa, non avevo più parole da dire. "bene. allora adesso che facciamo?" "hai vinto. okay. prima però voglio vedere un'ultima volta questa casa.. sai com'è io.." "oh ma non c'è bisogno di vederla un'ultima volta mia cara, tu resti qui" "che cosa?" chiesi con tono basso e stanco, non ce la facevo più a ragionare per capire altre sue risposte. "mi hai appena detto hai vinto, questo significa che io torno a regnare all'inferno e tu resti qui. condannata per sempre a vivere in questa casa da sola.". L'unica cosa che feci in quel momento e guardare la strada, poi mi girai nervosamente verso destra e sinistra "dov'è chad?" "chad? assieme agli altri naturalmente" "tu. lurido pezzo di merda vieni qui se hai.. " gli urlai contro "adesso falla finita Mirtle. Hai perso, ha trionfato il male, non che tu non lo sia ma io ne sono le origini. quindi adesso, mettiti pure comoda sul divano, hai una villa a quattro piani tutta per te tesoro, quindi sajonara." disse per poi incamminarsi con Violet verso la macchina. Lo guardai andarsene, lui mi dava le spalle ma Violet no, ed è stato guardando Violet negli occhi che sorrisi un'ultima volta e poi sussurrai Descensium. Il mio corpo svenne a terra quando a Tate venne un'enorme fitta che non gli permetteva più di respirare. Arrivai all'inferno, e iniziai a cercare tutte le persone con cui avevo vissuto nella casa.. come prima persona trovai Moira, ci saltai addosso dalla felicità di vederla

"Mirtle? ma come hai fatto a venire tu?" "ho vinto Moira.. ho ingannato il diavolo, astuto no?" "e adesso lui dovè?" "condannato a vivere per l'eternità sopra le nostre teste. una vita piena di sofferenza, per un ex re degli inferi." "e adesso chi salirà al suo posto?" "sono sua figlia Moira. Io, sono il nuovo re degli inferi." "oh bambina mia sono così fiera di te. Nonostante qui si vive nel dolore con te al suo posto sarà tutto più semplice ne sono sicura" "ne sono sicura anch'io Moira ma.. tutti gli altri?" "ad ognuno di noi è stato assegnato un posto diverso cara, non ne ho la più pallida idea di dove siano.." "l'ha fatto nell'eventualità che riuscissi a vincere, così molti di voi non li avrei più trovati. Beh, questo posto adesso è mio no? ho tutto il tempo di esplorarlo nei più remoti angoli per trovare tutti i nostri amici. tu resta qui, io torno subito."

Pian piano iniziai a trovare tutti gli elementi della casa. Dopo circa 1 mese di intere ricerche, li ritrovai tutti tranne due.. mancavano le persone che, dal mio punto di vista erano le più importanti, Kyle e Chad. Dovevo assolutamente trovare quei due, non mi sarei mai perdonata il fatto di non ritrovarli più, così mi misi di impegno e iniziai nuovamente a cercarli. Passarono giorno, settimane senza trovare niente. Gli altri mi davano una mano ma c'erano luoghi ben precisi dove non gli era permesso andare, ed era proprio li che cercavo io. Poi dopo due settimane di ricerca..

"Chad!" "Mirtle?" "oddio vita mia!" dissi fiondandomi tra le sue braccia quasi in lacrime. Non lo vedevo da tanto, non avevo più ascoltato i suoi consigli, rivederlo e poterlo abbracciare è stata una gioia immensa. Ritrovai anche Kyle, subito dopo. Non sentivo più la sua voce da secoli, il profumo che rimaneva tra i suoi capelli, i suoi baci che sembravano qualcosa di spettacolare, i suoi forti abbracci, lui. Mi era mancato tutto questo, e dopo esserci riuniti tutti, festeggiammo. Non poteva succedere cosa più bella di ritrovare tutta la mia famiglia, tutta nello stesso posto, era un sogno, che si riproduceva all'inferno.

Iniziammo a conoscere meglio tutte le anime condannate agli inferni, erano talmente tante, ma alcune di loro le conoscevo bene. Io non ero mio padre, anche se regnavo all'inferno regnavo in maniera dignitosa del paradiso, e anche gli angeli da sopra le nostre teste, ci guardavano rpovando invidia per come fosse cambiato il nostro mondo. L'inferno era diventato il nuovo paradiso, era meglio di quella marmaglia di ali bianche al piano di sopra, noi sapevamo divertirci a differenza loro. Era tutto perfetto, tutto era davvero perfetto. E nonostante la vita negli inferni non potesse andare avanti noi eravamo felici, ognuno di noi stava con la persona che amava o la conosceva li sotto, era tutto magnifico, perchè in effetti noi è questo che siamo, all'inizio siamo solo di passaggio, ma alla fine scopri che il finale, nonostante non vada per bene avanti, e cento volte meglio di qualsiasi vita. Abbiamo messo una nuova teoria qui all'inferno: "se sei vivo, stai vivendo l'inferno. Ma se sei all'inferno, stai assestando la tua vera vita."

 

THE END.

 

 

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